La pandemia Covid-19 vista da un fisico: HOW PANDEMIC WORKS  

Roberto Biancastelli (ex dirigente di ricerca Istituto Superiore di Sanita') - Anguillara Sabazia (RM) - 11 maggio 2020
E.mail: mail@biancastelli.it

Il lavoro e' svolto in forma CRONOLOGICA, per cui si suggerisce di leggere gli AGGIORNAMENTI PIU' RECENTI cliccando qui':
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Questo blog descrive il lavoro di ricerca svolto partendo da una conoscenza nulla di questa pandemia e tendente ad acquisire piu' informazioni possibili dall'osservazione ed analisi numerica dei dati epidemiologici (contagi e decessi).
Il progredire della nostra conoscenza, come in tutte le ricerche, e' stato analogo alla scalata di una montagna in cui ogni tanto si raggiungono dei punti sicuri dove fissare dei chiodi che ci permettono di proseguire l'arrampicata verso il prossimo appiglio.
Questi punti di acquisizione sicura della conoscenza della pandemia li abbiamo identificati con il termine "LEZIONE nn", come se fossero argomenti di una sequenza di lezioni, collegate tra loro, che permettono al lettore di scalare la montagna delle informazioni su questa pandemia, ripercorrendo cronologicamente la sequenza delle acquisizioni fatte in questa ricerca.
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RIASSUNTO:
In questo lavoro si studia l'andamento temporale dei contagi utilizzando i dati del Piemonte con il relativo grafico del Piemonte insieme ai dati di tutta Italia con il relativo grafico di tutta Italia . Da questi dati, forniti giornalmente dal Ministero della Salute, noi cerchiamo di ricavare il massimo di informazioni possibili sull'epidemia Covid-19.
Quello che distingue questo lavoro da altri e' l'analisi dell'andamento dettagliato dei dati dei contagi non aggregati: questi dati, costati un lavoro enorme per la loro raccolta, sono una miniera di informazioni preziose, se si sa come estrarle, e noi lo stiamo facendo per imparare quanto piu' possibile su questa pandemia.
Si riescono cosi' a comprendere tutte le particolarita' dei dati, deducendo informazioni importanti tra cui l'esistenza di due diverse modalita' di guarigione delle persone infettate, con tempi di guarigione di 6 giorni e di 30 giorni.
Un altro argomento interessante riguarda l'ipotesi del raggiungimento dell' immunita' di gregge in Italia: dai dati dei contagi pubblicati, e non da modelli teorici, si ricava il tempo medio di guarigione, con il quale si stima che il numero totale di persone contagiate e quindi delle persone immunizzate potrebbe gia' essere vicino al 70% della popolazione italiana (per questo e non per altro, i nuovi contagi starebbero diminuendo ovunque in Italia).
Le CONCLUSIONI preliminari a cui siamo giunti il 19/12 riguardano anche l'ipotesi dell'esistenza di un nuovo virus in Italia.
Obiettivo di questo lavoro e' anche quello di acquisire un po' di quella capacita' previsionale , di cui ci sarebbe tanto bisogno per gestire al meglio questa pandemia.
Il lavoro e' svolto in forma cronologica per cui le parti valide sono soprattutto quelle degli ultimi giorni, pertanto si suggerisce di partire dall'ultimo aggiornamento come inizio della lettura .

SUMMARY:
In this work we study the data of the infections in a particular region of Italy (Piedmont) with the relative graph together with the data of the infections of all of Italy with the relative graph , provided daily by the Ministry of Health, to obtain the maximum possible information on the Covid-19 epidemic.
It is possible to explain all the particularities of the data, on which no type of aggregation is applied, deducing particularly important information including the existence of two different ways of healing for the infected people, with healing times of 6 days and 30 days.
Another important result concerns the achievement of " herd immunity " in Italy: from the data of the infections published by the Ministry of Health (not from theoretical models) the average healing time is obtained, with which it is estimated that the total number of 70% of the Italian population are already infected and are thus immunized. Indeed during the second epidemic wave the number of infected people rised to the peak, then dropped because the number of infected people significantly reduced due to immunity acquired with the previous infection.
We first show a list of preliminary CONCLUSIONS we reached on december,19 also concerning the possible evidence of a new virus in Italy.
The descent of the contagion curve continues until it reaches the equilibrium background level of the asymptomatic epidemic (between 1% and 3%).
When the curve reaches that level, it should no longer be necessary to strictly close the economic activities as, if the curve has dropped to the bottom level of the asymptomatics, from which it started, it means that many of the people encountered by viruses are no longer infectable for some time, because they are immunized and the viruses have difficulty in finding infectable ones (the virus is always the same).
Of course, if we form many gatherings of people we help him to come into contact with more people and thus it may be able to find an infectable body but if the contagion curve has dropped so much to reach the bottom of the asymptomatic (which is the zero for the curve), the people still infectable must not be so many and therefore the curve will no longer be able to grow much (i.e. Rt<1 remains).
The Piedmont graphs demonstrate this conclusion, because the evaluation made of the number of extra infections produced by the gatherings of people om Christmas shopping in Piedmont, up to two weeks after the reopening from the "red to the orange zone", is compatible with ZERO.
The aim of this work is also to acquire some of that forecasting ability, which would be so much needed to better manage this pandemic.
We apologize for choosing the italian language because this paper is mainly addressed to the italian people working about this pandemic.
The work is carried out in chronological form so we suggest to start reading from the last input DATA.



PREMESSA:
Il lavoro e' presentato in forma di blog e quindi come un articolo di giornale, senza alcuna revisione editoriale di altri esperti, per la necessita' di disponibilita' immediata dei commenti fatti sui dati, man mano che vengono raccolti, in modo cronologico e la FRECCIA lampeggiante che e' all'inizio ("OGGI in Piemonte") indica il LINK all'aggiornamento piu' recente, dove iniziare la lettura.
Siccome la comprensione del fenomeno che si sta studiando progredisce nel corso dei giorni, le parti che precedono l'ultimo aggiornamento (ci sono sempre scritte le date per questo) potrebbero contenere idee non piu' valide, perche' superate dalle scoperte successive, e non sono state corrette per conservare la storia di come si e' svolto lo studio. Le parti piu' recenti vanno considerate in continuo corso di aggiornamento.
Quindi il testo non va letto come un libro ma come un diario del lavoro di studio, che si sta svolgendo e le parti valide sono soprattutto quelle degli ultimi giorni.
Lo studio e' fatto da un fisico, senza competenze specifiche in medicina e virologia, che ha sentito l'obbligo morale che impone a chiunque possa portare un contributo di farsi avanti. Quello che dovrebbe rendere lecito un tale intervento e' la capacita' che hanno i fisici di estrarre dai dati tutte le informazioni nascoste, che altri non riescono a vedere. Cosi' possono fare scoperte che poi, per essere vere, devono essere convalidate sperimentalmente (metodo scientifico, Galileo Galilei 1564-1642).
Quanto scritto riporta solo le idee personali dell'autore, senza nessuna pretesa di oggettivita', e sono dirette ad un pubblico maggiorenne, non impressionabile e non specialistico (anche se credo che gli specialisti non disdegnino di leggerlo per i vari argomenti di ricerca trattati sull'epidemia Covid-19) ed intende fornire ai lettori alcune informazioni utili per ridurre i rischi di contagio: siamo infatti convinti che molti contagi avvengono per impreparazione e potrebbero facilmente essere evitati se si fosse un po' piu' informati su come i contagi avvengono.
Il Covid-19 e' una brutta malattia e parlarne puo' creare angoscia e ferire le persone piu' sensibili, per cui ne sconsigliamo la lettura a queste persone.
In genere non e' piacevole leggere per imparare: in questa lettura pero' e' proprio il caso di fare un piccolo sforzo, perche' potrebbe essere in gioco la salute (se non addirittura la pelle!).
Il nostro consiglio al lettore e' di appuntarsi le cose che non sapeva o che ritiene particolarmente utili per farne poi un buon uso personale.
Le informazioni presentate sono state raccolte dall'autore da organi di stampa perche' ritenute utili allo scopo di aiutare a proteggersi dal virus.
Nella lettura tenete presenti le date indicate, perche' i vari brani sono stati pubblicati cronologicamente in giorni successivi, mentre l'epidemia si andava estendendo ed ogni brano riporta i commenti relativi a quel particolare momento dell'evoluzione dell'epidemia.
E' facolta' e responsabilita' del lettore avvalersi o diffondere le indicazioni qui' fornite.

INDICE CRONOLOGICO 2020: (Clicca per accedere, Indietro per tornare qui')
  1. CONCLUSIONI PRELIMINARI (19 dicembre 2020)
  2. Come si sviluppa un'epidemia
  3. L'epidemia Covid-19
  4. Come limitare i contagi
  5. ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19 (dal 17/11/2021 in poi)
  6. ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19 (ad oggi)   INIZIO

    IN EVIDENZA:
  7. SORPRESA: CI SONO DUE DIVERSE COMPONENTI NELLA DISCESA DEI CONTAGI (30 novembre 2020)
  8. RAGGIUNGIMENTO DELL'IMMUNITA' DI GREGGE (2 dicembre 2020)
  9. IPOTESI IMMUNITA' DI GREGGE: QUANTI SONO GIA' IMMUNIZZATI ? (3 dicembre 2020)
  10. EFFETTO DELLA RIAPERTURA DEL PIEMONTE IN ZONA ARANCIONE (4 dicembre 2020)
  11. EFFETTO DELLA RIAPERTURA DI ALTRE 9 REGIONI (5 dicembre 2020)
  12. IL MIRACOLO FORSE MANCATO DEI VACCINI (5 dicembre 2020)
  13. QUANDO   CI   SARA' LA TERZA ONDATA   ?   (14 dicembre 2020)
  14. CONCLUSIONE PRELIMINARE IMPORTANTE   (15 dicembre 2020)   IMPORTANTE
  15. LA SECONDA ONDATA DELL'EPIDEMIA IN PIEMONTE (22 dicembre 2020)
  16. DUBBI SULLA REALE SIGNIFICATIVITA' DEI DATI (22 dicembre 2020)
  17. LA VARIANTE ITALIANA DEL SARS-COV-2 (23 dicembre 2020)
  18. STUDIO INIZIALE DELLA VARIANTE ITALIANA DEL VIRUS (24 dicembre 2020)   NOVITA'
  19. STUDIO COMPLETO DELLA VARIANTE ITALIANA DEL VIRUS (29 dicembre 2020)   RECENTE
  20. UN'IDEA ORIGINALE SUL VIRUS (31 dicembre 2020)   ORIGINALE
CLIC PER ANDARE AL 2021: Da OGGI indietro nel 2021 (Piemonte)   INIZIO

  CONCLUSIONI PRELIMINARI:     (19 dicembre 2020)
Anticipiamo una sintesi dei risultati piu' importanti, per risparmiarvi di cercarli in un testo ormai diventato piuttosto lungo.
  1. L'ANNUNCIO DEL NUOVO VIRUS:   (28 dicembre 2020)
    Ho appreso ora dal sito di TGCOM24, che persone piu' qualificate di me, come il presidente della Societa' Italiana di Virologia Arnaldo Caruso, hanno annunciato la presenza in Italia di una "variante italiana" del virus molto simile alla famigerata variante inglese, che circola da agosto in Italia.
    Questo costituisce una verifica sperimentale, per me sufficiente, della nostra ipotesi, dedotta dalle peculiarita' riscontrate nelle curve dei contagi studiate in questo lavoro: l'esistenza di una variante italiana del virus da noi scoperta fin dal 30/11.
    Sostituiro' tutti i condizionali da me usati quando parlavo del nuovo virus con degli indicativi, che avevo timore di usare per non creare allarme nei miei lettori (parlavo solo di componente a guarigione rapida in 6 giorni del Sars-CoV-2 invece di una variante del virus, di cui ho cominciato a parlare piu' chiaramente solo dopo il 21/12).
    Sono pienamente convinto che quelle particolarita' da me riscontrate nei dati sono effettivamente la manifestazione della presenza di un nuovo virus, dalle caratteristiche che potrebbero essere anche peggiori del Sars-CoV-2. Lo sapremo dopo l'Epifania o forse anche prima, osservando se la zona rossa nazionale disposta dal 24 dicembre riuscira' a far sparire i picchi, rimasti dopo la fine del ciclo del Sars-CoV-2 nel grafico del Piemonte degli ultimi due mesi. Se questo accadesse, ci permetterebbe almeno di poterne controllare la diffusione.
    "Stay tuned", perche' potrete capire molte altre cose di questo nuovo virus, anche quelle spiacevoli perche' purtroppo ci sono, che comincero' a pubblicare da domani nello STUDIO COMPLETO DEL NUOVO VIRUS.
    Dobbiamo conoscerlo se vogliamo venirne fuori presto e bene !

  2. UNA CURIOSITA' SULLA VARIANTE INGLESE DEL VIRUS: (21 dicembre 2020)
    L'esistenza nelle infezioni da Sars-CoV-2 in Italia di una componente di guarigione rapida (in soli 6 giorni invece di 30) presenta delle proprieta' dell'infezione sorprendentemente simili a quelle della variante inglese del virus, comunicate dal premier britannico contemporaneamente con l'annuncio del lockdown di Natale in UK. Ci e' venuto spontaneo allora confrontare queste proprieta'.

  3. L'IDEA DELLA VARIANTE ITALIANA DEL VIRUS:   (23 dicembre 2020)   Vedi lo STUDIO IN CORSO
      NOVITA':   Studiando i picchi periodici, che compaiono tutti numerati in rosso nel grafico di tutta Italia (tutti i lunedi'), abbiamo raggiunto la convinzione che sono l'evidenza empirica della presenza di una NUOVA VARIANTE ITALIANA del Sars-CoV-2 (in quanto compare nei test di ricerca di questo virus), che per ora e' solo una previsione ancora da scoprire sperimentalmente, ma che costituisce la spiegazione perfetta per tante di particolarita' rilevate nelle curve dei contagi, che altrimenti non si riescono a comprendere (cliccando, potete vedere le motivazioni di questa affermazione).
    Questa ipotesi potrebbe essere preoccupante, perche' il breve tempo di guarigione osservato (6 giorni) quintuplica i contagi (facendo cosi' apparire questa variante del virus 5 volte piu' contagiosa), ma potrebbe quintuplicare anche le immunizzazioni e cosi' il suo effetto potrebbe anche essere positivo, in assenza di seri danni all'organismo delle persone infettate (da accertare). Purtroppo pero' finora sembra che la durata dell'immunizzazione non superi un mese.
    Se fosse una variante del Sars-CoV-2, gli anticorpi dell'uno potrebbero proteggere anche dall'altro virus (l'immunita' acquisita e' secondo noi la causa della decrescita della curva dei contagi del Sars-CoV-2 e quella che poi rende inutili le restrizioni (nella fase di decrescita della curva), come abbiamo verificato essere di fatto accaduto ora in Piemonte.
    In questo caso, al termine dell'ondata epidemica, cioe' ADESSO, dovremmo avere gran parte della popolazione immunizzata (per 8 mesi, secondo la Monash University di Melbourne per i guariti, forse meno per gli infettati asintomatici), e quindi senza bisogno di VACCINI e tanto meno di ZONE ROSSE per un tempo certamente non breve.
    L'entita' del problema che stiamo affrontando e che ci ha indotto ad ipotizzare l'esistenza di un NUOVO VIRUS e' evidente in questo grafico del Piemonte degli ultimi due mesi. Il problema attuale sono i picchi, rimasti dopo la fine del ciclo del Sars-CoV-2.
    Contiamo che, con le restrizioni della zona rossa, nei prossimi giorni i picchi si possano ridurre fino a sparire (altrimenti saremo nei guai).
    Noi continueremo a riportare tutto quanto impariamo su questo nuovo virus quotidianamente.
    Questa variante pero' potrebbe non essere una nuova minaccia ma addirittura un aiuto, anche per le vaccinazioni, se aiutasse a creare immunita'.
    Soprattutto se questa variante del virus producesse pochi danni all'organismo: trattandosi di coronavirus, potrebbe anche essere come il raffreddore (se siamo fortunati). Allora nessuno chiuderebbe le frontiere con l'Italia e, come paradosso, potrebbero addirittura venire apposta per prenderselo, come una forma di vaccinazione naturale gratuita!

  4. COSA VOGLIAMO CHE ACCADA:   (28 dicembre 2020)  
    Il problema che dev'essere risolto e' la presenza dei picchi che ci hanno indotto ad ipotizzare l'esistenza di un NUOVO VIRUS dal grafico del Piemonte.
    Questi picchi continuano a persistere in Piemonte, sempre con la stessa ampiezza dell'1.5% negli ultimi 30 giorni malgrado le restrizioni in atto (zona arancione e rossa).
    Ci aspettiamo che i picchi scompaiano con la zona rossa nazionale che dura fino all' Epifania. Stiamo a vedere.

  5. IL FONDO DEGLI ASINTOMATICI: L'epidemia e' iniziata ai primi di ottobre, partendo da un livello iniziale di contagi intorno a 3% della popolazione. Questo era un livello di fondo naturale dei contagi che abbiamo attribuito alla presenza di una moltitudine di persone infette ed asintomatiche, presenti ed anche misurate d'estate, con percentuali sulla popolazione dell'1% a luglio, 2% in agosto e del 3% a settembre. Essendo sempre presente questo fondo di contagi (12 mesi all'anno), le curve che grafichiamo non arriveranno mai a zero ma si appiattiranno su questo livello di fondo per ora impossibile da azzerare.
    Nel presente articolo questa presenza l'abbiamo attribuita all' epidemia degli asintomatici (sempre presente, anche se invisibile, costituita dall'equilibrio dinamico continuo tra persone che si infettano inconsapevolmente senza sintomi e asintomatici che smettono di esserlo perche' guariscono).

  6. LA SECONDA ONDATA: L'ondata epidemica mostrata nella curva dei contagi del Piemonte inizia a crescere, arriva ad un picco e poi scende, fino ad arrivare al livello del fondo degli asintomatici, da cui era partita, e si appiattisce a quel livello (dov'e' ora).
    E' chiaro perche' la curva e' salita: l'arrivo del freddo ha prolungato il tempo in cui i virus rimangono attivi nell'ambiente (cioe' in grado di contagiare) aumentando cosi' l'esposizione della popolazione al contagio.
    E' meno chiaro perche' poi la curva sia scesa a zero (che e' il livello del fondo degli asintomatici: 1.5% in Piemonte).
    Certo non sono state le varie restrizioni, che sono state adottate 15 giorni dopo che la discesa era gia' iniziata (nel grafico , in cui ogni colonnina e' un giorno, sono indicate le date d'inizio delle zone rossa ed arancione del Piemonte).
    Noi crediamo di aver capito la causa della discesa, che e' naturale.
    In entrambi i grafici esaminati in questo lavoro sono presenti dei picchi di contagi che appaioni periodicamente ogni 7 giorni, in cui la curva dei contagi prima sale in 2 giorni e poi ridiscende in 4 giorni, sicuramente per guarigioni delle persone infettate piuttosto rapide, in soli 6 giorni (quando le infezioni normali e quelle ospedalizzate richiedono circa 30 giorni per guarire).
    Questo tempo di guarigione di soli 6 giorni invece di 30 gioca un ruolo cruciale nello sviluppo dell'epidemia, perche' favorisce un avvicendamento 5 volte maggiore degli infettati, che poi rimangono immunizzati per un tempo abbastanza lungo.
    Quindi se l'epidemia dura un mese, con un valor medio dei contagi del 10%, non abbiamo il 10% di immunizzati ma un numero 5 volte maggiore, il 50%.
    Siccome l'epidemia e' iniziata ai primi di ottobre e sta ancora durando a Natale, si capisce bene perche' la curva dei contagi sia scesa: semplicemente la curva e' scesa perche' i virus hanno avuto sempre piu' difficolta' a trovare persone che NON siano state immunizzate da una precedente infezione.

  7. L'IMMUNITA' DI GREGGE: Questo risultato fa capire che con il Covid-19 l'immunita' di gregge si raggiugerebbe presto ma sarebbe solo temporanea, perche' le persone immunizzate (anche con un vaccino) perderebbero abbastanza presto la loro immunita' e se non faranno tutti il richiamo del vaccino in tempo utile, ci sarebbero sempre persone infettabili, con grande soddisfazione dei virus Sars-CoV-2.

  8. CONFRONTO CON LA "SPAGNOLA" DI UN SECOLO FA: Se le nostre deduzioni sono giuste, tra un mese in Piemonte non s'infettera' quasi piu' nessuno ma non per sempre, come accadde invece per l'influenza "Spagnola" un secolo fa (che per questo scomparve, per l'immunita' permanente).
    Purtroppo abbiamo informazioni che pazienti, gia' contagiati da Covid-19 e poi guariti, si sono reinfettati qualche mese dopo.
    Questo significa che per la forma e le loro proprieta', gli anticorpi del Sars-CoV-2 non attribuiscono un'immunita' permanente ma vengono smaltiti, sia pur lentamente, dall'organismo, cosicche' l'immunita' acquisita con l'infezione scompare dopo qualche mese.
    Questo renderebbe il Covid-19 un'infezione molto peggiore della Spagnola, perche' sarebbe in grado di provocare epidemie ricorrenti (ogni 8 mesi, secondo la durata dell'immunita' stimata dalla Monash University di Melbourne), in una popolazione che non riuscirebbe mai ad ottenere un'immunita' permanente, neanche con i vaccini, perche' sarebbe troppo difficile in un tempo inferiore a otto mesi riuscire a ripetere tutte le vaccinazioni su cosi' tante persone in tempo utile.
    Questo virus sembra avere tutte le caratteristiche di una "tempesta perfetta".

  9. LA TERZA ONDATA DI COVID-19: Per quanto detto finora, la terza ondata secondo noi non dovrebbe esserci nei prossimi sette mesi, poi dovrebbe salvarci l'estate e nell'inverno successivo la vaccinazione, se sara' fatta al momento giusto (troppo presto non va bene, soprattutto se si e' positivi al test sierologico).
    Ci rendiamo conto di essere in minoranza, se non soli, a sostenere che i contagi stanno scendendo perche' le persone infettate, che risultano ora immunizzate, sono gia' moltissime ed in numero crescente finche' l'epidemia e' in atto, grazie a quel tempo di guarigione di soli 6 giorni da noi "scoperto", che quintuplica i contagi. La durata dell'immunita' "naturale" e' di 8 mesi (secondo una ricerca della Monash University di Melbourne).
    Non dobbiamo trascurare pero' una reale preoccupazione legata all'efficacia dei vari gradi di immunita', acquisita dalle persone infettate e poi guarite, soprattutto nel periodo del freddo invernale , quando l'intensita' delle cariche virali presenti nell'ambiente aumenta. Nei prossimi mesi invernali ci sara' percio' un confronto tra queste cariche virali piu' contagiose e la protezione dell'immunita' naturale conseguente all'infezione (ma vale anche per l'immunita' da vaccinazione), che ci aspettiamo possa variare da persona a persona.
    E' una bella lotta, speriamo che non vinca il virus!

  10. INUTILITA' DELLE RESTRIZIONI. Possiamo spiegare anche quest'altro risultato sorprendente , trovato con misurazioni sui dati e non con congetture: il numero di contagi extra generati dagli assembramenti conseguenti alla riapertura del Piemonte in zona arancione NON hanno prodotto alcun contagio in piu' per ben 15 giorni dopo la riapertura. Secondo noi questo fatto e' dovuto all'immunizzazione che ha reso inutili le chiusure: quando di persone contagiabili ce ne sono poche, e' inutile chiudere le attivita' economiche per tenere le persone distanti, perche' il risultato e' trascurabile (ma i costi no).
    Il risultato sarebbe MOLTO diverso se la chiusura venisse fatta quando l'epidemia e' in fase crescente, perche' allora di persone infettabili ce ne sarebbero molte ed il distanziamento prodotto dalla chiusura impedirebbe alla curva dei contagi di salire e si salverebbero molte vite umane.
    Per questo motivo, se siamo nel giusto, in Piemonte sarebbe inutile procedere ad ulteriori restrizioni nel periodo natalizio, perche' la maggior parte della popolazione e' stata gia' temporaneamente vaccinata, con un vaccino efficientissimo: il Sars-CoV-2.
    Non sappiamo se questo risultato possa essere esteso anche ad altre regioni ma la nostra analisi, fatta su una regione pilota, il Piemonte (con dati non inquinati da altre regioni), potrebbe essere facilmente ed in breve tempo ripetuta per qualsiasi altra regione d'Italia, usando i dati gia' esistenti. Ovviamente i tecnici possono fornire pareri diversi ma in un paio di settimane si capira' chi ha ragione; intanto e' responsabilita' dei governanti ascoltare scienziati e tecnici per cercare poi di fare le scelte migliori.
    Avendo citato il Sars-CoV-2 come vaccino efficientissimo, non vogliamo rischiare di essere fraintesi percio' chiariamo bene una cosa: chi s'infetta subisce dei danni permanenti all'organismo, perche' i virus distruggono le cellule umane usate per replicarsi ed i tessuti umani interessati perdono per sempre le loro funzionalita' e rimangono solo tessuti cicatriziali inerti. Percio' e' assolutamente meglio non infettarsi.

  11. IL NOSTRO PARERE SULLE RESTRIZIONI DI "NATALE":   (23 dicembre 2020)
    Le seguenti ragioni ci inducono a non valutare positivamente le onerose restrizioni adottate dal Governo per il periodo tra Natale e la Befana:
    • I livelli dei contagi che abbiamo esaminato sono quelli nel grafico del Piemonte e nel grafico di tutta Italia , per le altre regioni non esprimiamo giudizi.
      In questi giorni di dicembre le curve dei contagi sono scese molto, essendo nella fase finale della seconda ondata, e mostrano di restare stabilmente vicine ai loro livelli minimi di fondo , che sono i livelli indicati con linee verdi nei grafici e che abbiamo attribuito ai contagi prodotti dall'epidemia invisibile degli asintomatici.
      Ci sono due cause che inducono a prendere decisioni sbagliate:
      1. Osservare il numero dei decessi e' sbagliato, perche' le restrizioni intervengono sul livello di contagi attuale e non su quello che ha provocato quei decessi (di un mese prima): il passato e' ormai passato e non si puo' fare nulla.
      2. Osservare l'indice di trasmissibilita Rt, che corrisponde alla pendenza della curva (il coefficiente angolare della retta tangente), e' sbagliato perche', quando la curva si appiattisce sulla retta (verde) del fondo degli asintomatici, le fluttuazioni naturali dei dati influenzano in modo eccessivo il calcolo di Rt (da un punto all'altro la pendenza sembra "ballare" molto) e se si media troppo si perde sensibilita'. Si deve anche e soprattutto valutare il livello assoluto dei contagi (cioe' l'ordinata).
      Sentiamo dire in TV, anche da persone importanti per il ruolo che rivestono, che e' meglio mantenere la "guardia alta", perche' i decessi sono troppi o perche' Rt sta risalendo. Dovrebbe essere chiaro ora perche' non sono criteri corretti per decidere sulle restrizioni.
      Malgrado i numerosi affollamenti della gente nei negozi per gli acquisti di Natale, prima della chiusura in zona rossa non sembrano essersi registrati aumenti di contagi degni di rilievo (basta guardare gli ultimi punti a destra nei due grafici,
      Con tutto quel caos di assembramenti NON c'e' stato alcun incremento dei contagi significativo.
      La curva del Piemonte e' gia' ai minimi ed i sacrifici che comportera' la zona rossa dovrebbero servire almeno ad abbassare ulteriormente questi livelli gia' minimi (quindi si potrebbe guadagnare poco, a fronte di grossi oneri sociali ed economici).
      Il livello apparente del fondo , che e' di 9.5% nel grafico di tutta Italia appare troppo alto per essere dovuto agli asintomatici ma risulta alto per un' anomalia nei dati forniti, che andra' corretta dal Ministero della Salute (non ci disturba pero' nel lavoro sui dati relativi, come facciamo noi).
    • La zona rossa e poi quella arancione del Piemonte sono servite a poco, perche' la diminuzione dei contagi che si vede nella curva del Piemonte era cominciata gia' 15 giorni PRIMA della chiusura "rossa" e non sembra aver subito poi alcun miglioramento dopo la chiusura.
      Che alla riapertura arancione non c'e' stato alcun peggioramento in termini di incremento dei contagi e' stato anche dimostrato numericamente e si puo' percio' concludere che le restrizioni in Piemonte non sono servite a diminuire i contagi in modo apprezzabile.
      Abbiamo anche spiegato le cause di questo insuccesso, che ora si sta per ripetere con le restrizioni di Natale in Piemonte e probabilmente anche in molte altre regioni d'Italia (per sapere quali basta osservare le relative curve dei contagi).
      Infatti dall'andamento della curva dei contagi in tutta Italia , che si e' appiattita anch'essa sul "livello di fondo", abbiamo l'impressione che lo stesso discorso possa essere vero anche per molte altre regioni d'Italia.
    Per essere chiari, esagerando ma solo un po', riteniamo che i contagi gia' stanno allo zero, che e' il fondo degli asintomatici, e percio' non ci dovrebbe essere alcuna possibilita' di abbassare ulteriormente il numero dei contagi gia' basso (in quasi tutte le regioni, basta controllare) e quindi restrizioni e zone rosse ora NON servono.
    Per la durata di un mese dopo la conclusione di un'"ondata" epidemica, come ora, si potrebbe anche riaprire TUTTO, ma senza "libera tutti" cioe' continuando a mantenere le giuste cautele, tra cui l'uso delle mascherine (perche' ci sono anche gli altri virus, come l'influenza), e monitorando scrupolosamente l'eventuale comparsa di nuove varianti del virus, che potrebbero avviare una loro diversa ondata epidemica.
    La curva dei contagi da una risposta abbastanza "pronta": in 2 o 3 giorni, se le cose vanno male in una regione, si dovrebbero veder salire i contagi, per cui i danni di possibili errori potrebbero essere limitati.

  12. RIDUZIONE DEL NUMERO DI TAMPONI ESEGUITI:   (28 dicembre 2020 e 11 gennaio 2021)  
    In TV abbiamo sentito oggi manifestare delusione per la diminuzione del numero di tamponi eseguiti, perche' all'estero ne fanno di piu'.
    Quando si tracciavano i contatti delle persone trovate positive al tampone, ho sempre scritto in questo lavoro che piu' test si facevano e meglio era.
    Poi non si e' piu' riusciti a seguire questi tracciamenti e suppongo che da allora i dati sono stati raccolti solo per essere analizzati dagli esperti.
    Se le cose stanno cosi', dovete sapere che nelle procedure sperimentali si incrementa il numero di dati raccolti ma solo fino a raggiungere un errore statistico accettabile, perche' andare oltre non sarebbe giustificato.
    Nella teoria degli errori in condisioni normali l'errore statistico su un dato numerico misurato e' la radice quadrata di quel numero: cioe' se i tamponi positivi sono 900 l'errore standard e' 30 (quindi il 3%); ma se si decuplica il lavoro per arrivare a 10000 l'errore diventa 100 (ovvero 1% che e' solo 3 volte minore, a fronte di un lavoro 10 volte maggiore).
    Questo significa che oltre un certo numero non conviene piu' spingersi, perche' il dato misurato ormai e' gia' ben definito (cioe' l'errore percentuale e' sufficientemente piccolo).
    Se oggi vediamo che il numero di tamponi e' in diminuzione, non e' un segnale di rilassatezza di chi fa le misure ma un segno che si stanno ottimizzando gli sforzi e le procedure (dato che non si fanno piu' i tracciamenti con gli umani e nemmeno in automatico con gli smartphone, perche' una vecchia legge sulla Privacy purtroppo non lo consente).
    Per fare un esempio, oggi in Piemonte su 30303 tamponi analizzati i positivi sono stati 313, con errore pari alla radice quadrata di 313 che e' 17.7, quindi (valor vero 313 piu' o meno 18, al 68% di probabilita') con un errore relativo del 5.7% che e' ACCETTABILE (i possibili errori sistematici, non considerati, ci sono ma in genere agiscono sempre nello stesso verso).
I dati raccolti devono pero' essere significativi in ogni regione, per cui non deve accadere che in un giorno (11/1) si abbiano i seguenti risultati:
REGIONE ATTUALI INCREMENTO ERRORE STAT. PERCENTUALE STATO
EMILIA R.614661942442%OK
LAZIO788811254353%OK
PUGLIA54933622254%OK
LIGURIA5082226157%OK
UMBRIA427249714%NO
MOLISE121025520%NO
Gli errori statistici in percentuale minore del 10% sono accettabili, quelli maggiori no se i tamponi possono essere aumentati di numero senza problemi.
Quindi nel caso considerato (11/1) Umbria e Molise avrebbero dovuto fare piu' tamponi.
Non cosi' Emilia e Lazio che ne avrebbero potuti fare anche di meno, senza perdere molto in precisione della misura.
Ripetiamo che questo e' vero solo se non viene fatto il tracciamento dei positivi per individuare gli altri contagiati, come sembra stia accadendo ora, altrimenti piu' tamponi si fanno e meglio e'.


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SEGUONO VARI COMMENTI INSERITI CRONOLOGICAMENTE (quelli piu' vecchi possono anche essere non piu' validi).

CHIARIMENTO SUL SIGNIFICATO DEI DATI: (31 ottobre 2020)
Questo lavoro e' basato sui dati forniti dal Ministero della Salute, e denominati come il numero dei nuovi contagi e come tali sono considerati da tutti.
Noi pero' crediamo che questi numeri, se si riferiscono a test fatti su un numero grande di tamponi di persone prese a caso e sparse sul territorio nazionale, non siano dei nuovi contagi ma siano invece una determinazione a campione della quantita' di persone infette esistenti in Italia, per il 96% circa asintomatiche.
Questi dati potrebbero essere considerati in buona approssimazione come dei nuovi contagi, se tutti gli asintomatici infettati guarissero in pochi giorni ma a noi non risulta che sia cosi': abbiamo notizia che il calciatore Ronaldo e' guarito dopo 20 giorni dal contagio. Crediamo anche che ci sia un grande numero di asintomatici cronici che non guariscono in tempi brevi (puo' accadere quando i virus riescano ad insediarsi in aree del corpo poco vascolarizzate, come le terminazioni nervose, per esempio) per restarci a lungo. Crediamo anche che siano tanti (milioni) e che siano proprio questi infettati cronici, che permettono al virus di superare il periodo estivo, ospitato in queste persone asintomatiche, per poi comparire nuovamente in forma patogena in autunno.
In conseguenza di cio' preferiamo considerare i dati forniti dal Ministero della Salute non come nuovi contagi ma come una determinazione a campione del numero totale di infetti esistenti in Italia, per cui se su 100.000 test trovo 10.000 positivi (il 10%) posso ritenere che in quel momento in Italia, sui suoi 60 milioni di abitanti, ci siano 6 milioni di persone infette.
Preferiremo percio' parlare non di "nuovi contagi" (anche se talora non disdegneremo di usare questa dizione fornita dalla fonte dei dati, se non comporta errori), ma di "persone contagiate" o "infette" (che non e' detto che siano "nuovi contagi").
In seguito vedremo che dovremo tenere conto di questa differenza perche' comporta anche delle diversita' nell'analisi dei dati.

INFORMAZIONE: Nell'altro lavoro presente su questo sito abbiamo usato i dati dei decessi perche' piu' affidabili, anche se ritardati di circa un mese rispetto al momento del contagio, e quindi piu' adatti all'oggetto di quella ricerca.
Il lavoro attuale invece punta a valutare l'efficacia dei provvedimenti di contenimento dei contagi e quindi e' molto importante la prontezza della risposta dei dati rispetto al momento in cui il provvedimento e' entrato in vigore.
Questa e' la ragione per cui il presente lavoro utilizza i dati piu' aleatori dei contagi giornalieri, invece di quelli dei ricoveri o dei decessi: e' per avere una risposta poco ritardata (solo 2 o 3 giorni) rispetto al momento del rilevamento contagio.


COME SI SVILUPPA UN'EPIDEMIA (piu' la conosci e meglio la eviti)
Un virus non e' un organismo vivente come e' una cellula. Una cellula, il materiale organico elementare della vita, puo' riprodursi autonomamente creando un'altra cellula identica a se stessa mediante un complesso meccanismo biochimico che e' in grado di seguire la "programmazione" indicata nella sequenza di materiale organico (geni) presenti in una particolare macromolecola presente nella cellula, chiamata RNA messaggero, perche' e' creata come una copia del DNA e trasporta cosi' tutte le informazioni genetiche presenti nel DNA.
Se il virus riesce ad introdurre la propria molecola RNA in una cellula vivente questo meccanismo biochimico della cellula infettata entra ugualmente in funzione ma seguendo la "programmazione" contenuta nell'RNA virale invece di quello della cellula, che e' cosi' obbligata a creare non una cellula ma una copia del virus.
E' questo il meccanismo usato dai virus Covid-19 per moltiplicarsi: per "sopravvivere" ha bisogno di essere ospitato da un essere umano, che lui sfrutta per moltiplicarsi; ma ha poco tempo (poche ore o giorni) per riuscire ad entrare nel corpo umano (da naso, bocca o occhi) perche' quando e' nell'ambiente esterno i vari agenti fisici e chimici (temperatura, sostanze chimiche, ecc.) gli procurano molti danni che ne compromettono la capacita' di infettare: e' come se gli si spuntassero gli aculei con cui riesce ad iniettare l'RNA nelle cellule.
Il virus continua cosi' ad esistere perche' gli umani infettati sono delle fabbriche ambulanti dei virus e li spargono nell'ambiente, dove ogni virus rilasciato cerca un altro umano da infettare prima che si esaurisca quel poco tempo in cui rimane attivo nell'ambiente.
Gli umani infettati piu' efficaci per la diffusione dei virus sono gli asintomatici perche' circolano normalmente, senza particolari precauzioni, essendo inconsapevoli di essere dei propagatori dell'infezione. Tra questi "asintomatici" ci potrebbero essere molti giovani, in quanto i giovani, una volta infettati, sembra manifestino sintomi piu' lievi e quindi non pensano di essere malati di Covid-19 ma di avere un normale malanno passeggero e possono anche uscire di casa. Accade cosi' che altre persone si trovano ad essere esposte all'infezione soprattutto se si trovano a frequentare con leggerezza amici in gruppo o in "movide", inconsapevoli di correre rischi cosi' gravi. Per quantificare questo rischio citiamo il caso di un giovane coreano del sud di 29 anni che un una sola serata, girando per i bar, ha infettato ben 50 ignari frequentatori di quei bar.

L'EPIDEMIA:
Se una persona contagiata ne infetta altre e queste poi a loro volta ne infettano altre ancora, con il passare del tempo il numero dei contagiati cresce con una progressione che puo' risultare esponenziale, se mediamente ogni persona infetta ne contagia piu' di un'altra: e' allora che esplode l'epidemia.
Il livello di trasmissibilita' si misura con un numero (R0=numero di persone mediamente contagiate da una persona infetta), che dev'essere maggiore di 1 perche' l'epidemia si possa sviluppare. Allora ogni virus che riesce a raggiungere ed infettare una persona produce una distinta catena di contagi che contribuisce a portare il suo contributo esponenziale al totale delle persone infettate. La curva reale del totale delle persone contagiate risulta dalla somma di tutti questi contributi esponenziali ed ha anch'essa un andamento crescente in modo esponenziale.
Se non ci sono limiti alla diffusione del contagio, la curva del totale degli infettati cresce sempre piu' finche' tutta la popolazione risulta infettata (milioni di persone).
Il fattore Rt, che misura l'intensita' del contagio, dipende dalle condizioni ambientali. Se queste favoriscono il propagarsi dell'epidemia (affollamento, temperatura bassa gradita al virus, ecc.) Rt puo' raggiungere valori superiori a 1 ed allora il numero degli infettati diverge, cioe' "esplode" l'epidemia.
Altrimenti, se le condizioni ambientali NON favoriscono il propagarsi dell'epidemia (per esempio con il "lockdown" della popolazione), questo non accade e Rt rimane inferiore a 1; cosi' il virus, pur presente nell'ambiente, non si diffonde a sufficienza per alimentare lo sviluppo dell'epidemia con nuovi contagi.
E' un fenomeno che noi conosciamo bene con la malattia influenzale che chiamiamo stagionale perche' d'inverno trova le condizioni ambientali che ne favoriscono la diffusione, raggiungendo cosi' un potere di contagiosita' con Rt superiore a 1: si sviluppa l'epidemia influenzale.
D'estate invece la maggiore temperatura ambientale (che produce danni ai virus mediante le vibrazioni e rotazioni termiche delle molecole) riduce il tempo di permanenza del virus attivo nell'ambiente e quindi il tempo di esposizione della popolazione ai virus: come risultato il fattore Rt scende sotto al valore di 1 (senza bisogno di "lockdown" della popolazione) e l'epidemia influenzale scompare non essendo piu' sufficientemente alimentata dai nuovi contagi (che sono diminuiti).
Pero' questi virus influenzali permangono nell'ambiente anche d'estate, potendosi riprodurre su un minor numero di persone che riescono ad infettare (anche d'estate).
Se i virus nell'ambiente non riuscissero piu' ad infettare nessuno, per esempio perche' tutta la popolazione si e' vaccinata, allora si estinguerebbero (come e' successo per molte malattie ormai scomparse, come il vaiolo). Ci auguriamo che anche il Covid-19 possa fare al piu' presto questa fine!
La pericolosita' del Covid-19 e' molto maggiore di una normale influenza: credo percio' che sia meglio considerata non come un'influenza ma come una polmonite virale, essendo questa la patologia piu' pericolosa e potenzialmente letale che puo' provocare se i virus raggiungono i polmoni. Puo' anche lasciare insufficienza respiratoria perche' le cellule dei polmoni distrutte dal virus non si rigenerano: altro che vantaggio dell'immunita' "di gregge" in tal caso!
A secondo della diversa efficacia del sistema immunitario, alcune persone infettate (quindi contagiose) possono manifestare sintomi cosi' lievi da essere addirittura non percepiti neanche dal soggetto stesso (sono i cosiddetti pazienti "asintomatici"). Sembra che possano essere molto numerosi (i russi hanno trovato un asintomatico per ogni malato con sintomi).
Essendo l'esame diagnostico (il cosiddetto "tampone") piuttosto complesso, perche' riguarda la ricerca in laboratorio della molecola dell' RNA del virus, non e' possibile estenderlo a tutta la popolazione, e quindi e' impossibile arrivare ad identificare tutti i pazienti asintomatici, che rimangono cosi' una mina vagante perche' contagiosi con livello di pericolosita' di contagio non conosciuto.
Il livello costante residuale dei contagi per Covid-19 potra' quantificare a tempi lunghi l'entita' di questa minaccia che terminera' definitivamente, come e' successo per altre epidemie, dopo aver vaccinato tutta la popolazione ma occorreranno crediamo almeno un paio d'anni perche' tutti possano essere vaccinati.



COME LIMITARE I CONTAGI:
Gli accorgimenti qui' raccomandati richiedono buon senso, attenzione costante ed autodisciplina. Il risultato che cosi' si ottiene e' l'addestramento delle persone a vivere e lavorare con un buon livello di sicurezza in un ambiente contaminato dal virus Covid-19.
Per prima cosa si deve capire come puo' accadere che il virus ci infetti.
Alla luce di quanto finora appreso, con buon livello di confidenza, accade questo:

Il virus una volta emesso dal fiato di una persona infetta, resta attivo nell'ambiente solo per un tempo limitato (da qualche ora a pochi giorni). Non e' un organismo vivente che puo' moltiplicarsi se trova le giuste condizioni (come sono germi e batteri) ma e' come un complesso materiale biochimico che ha bisogno di entrare in contatto con le giuste cellule del corpo umano per poterci iniettare il suo RNA (messaggero) e sfruttare cosi' la funzionalita' riproduttiva della nostra cellula per duplicarsi. La cellula umana infettata costruisce cosi' un nuovo virus Covid-19 invece di una cellula umana.
Se tutti noi fossimo capaci di non inalare mai questi virus, lasciandoli sempre nell'ambiente dove sono, in pochi giorni la pandemia si estinguerebbe (ed i virus pure)!
Purtroppo molte persone (tra 20000 e 30000 al giorno oggi in Italia) non riescono ad essere cosi' accorte ma purtroppo si fanno "infettare" inalando il virus e si ammalano con una degenza che e' abbastanza lunga: 3 o 4 settimane a casa o in ospedale (se non peggio).
Vediamo in particolare come puo' avvenire il contagio e perche', se lo si capisce bene, la probabilita' di rimanere contagiati si abbassa molto.
Il virus viene emesso con il fiato di una persona infetta, che puo' anche non avere sintomi e quindi non sapere neanche di essere un propagatore dell'infezione.
Il fiato infetto e' la via di attacco preferita dal virus perche' una volta inalato da una persona sana si puo' insediare nelle cellule del corpo umano che predilige: quelle dell'apparato respiratorio e li' comincia a moltiplicarsi infettando irrimediabilmente l'ospite.
Fortunatamente la pelle umana, se non lesionata, e' una buona corazza che impedisce a questo virus di penetrare all'interno del nostro corpo: gli unici punti di accesso sembrano essere naso, bocca e occhi. Quindi oltre al rischio di infettarsi per inalazione c'e' anche il rischio nel toccarsi il volto con le mani sporche. Questo rischio non e' piccolo perche' i virus emessi con le goccioline di saliva da persone SENZA mascherina (che le puo' trattenere) si depositano sulle varie superfici con cui le vostre mani potrebbero entrare in contatto, anche a distanza di tempo (durante tutto il periodo in cui il virus resta attivo, cioe' da qualche ora a qualche giorno).
E' bene per questo motivo, quando si toccano cose fuori casa, proteggere la mano con fazzoletto o guanti di tipo "usa e getta". Siccome puo' capitare di toccare con le mani qualcosa di infetto (banconote, le mani di un'altra persona, qualcosa toccato dalla cassiera del supermercato, pulsanti di un ascensore o di un POS, maniglie di ogni tipo, ecc.) dovete spesso lavarvi molto bene le mani (anche quando avete i guanti) e cercare di non toccarvi mai gli occhi o il naso quando le mani non sono ben pulite.
Convivere con il virus e' una seccatura ma, se avete capito cosa si puo' fare e cosa non si deve fare, non e' poi cosi' tragico.
Potete vivere tranquilli sapendo che se entrate in contatto con pochi virus molto probabilmente non succede niente perche' il vostro sistema immunitario se ne accorgera' e li fara' fuori.
Attenzione pero': un grosso rischio di rimanere infettati si verificherebbe entrando in contatto con un'elevata carica virale, perche' allora i virus sono troppi ed avranno la meglio loro.
Una carica virale elevata e' nelle microgoccioline di saliva ("droplets" in inglese, del diametro >=5 micrometri che arrivano in aria fino ad un metro) contenute nel fiato di una persona infetta: sembra che con uno sternuto possano essere emessi anche centinaia di milioni di virus!
L'importanza della carica virale e' suffragata anche dall'osservazione che le persone infettate e poi guarite non sembrano essere molto contagiose se diventano nuovamente positive: crediamo che questo accada perche' queste persone, avendo molti anticorpi, emettono un fiato che contiene molti meno virus e le loro microgoccioline di saliva, che sono i vettori dei virus all'esterno, hanno una carica virale modesta.
Quando la carica virale e' modesta i virus si fermano nella gola e non arrivano ai polmoni, cosi' i sintomi sono piu' lievi. Quando questi casi diventano molto numerosi si puo' avere l'impressione che il virus sia diventato meno aggressivo ma secondo noi cosi' non e': questo accade quando con il passare del tempo il numero di persone sieropositive che immettono nell'ambiente microgoccioline di saliva con piccola carica virale e' cresciuto. Sono persone contagiose ma meno di una persona malata, cioe' infetta con sintomi ben evidenti.
Per questo e' importante che tutti usino le mascherine, che possono trattenere queste microscopiche goccioline di saliva.
Le microgoccioline di saliva delle persone infette, che possono essere anche persone senza alcun sintomo (come ciascuno di noi che possiamo essere entrati in contatto con il virus inconsapevolmente); sono pericolose quindi non devono essere inalate e non si deve toccare nulla in cui queste goccioline possono essersi depositate (per esempio mascherine, tavoli, mani, maniglie, vestiti, ecc.).

IMPORTANTE: Il problema dei giovani (e non solo loro)
Un problema abbastanza serio che si sta verificando attualmente in Italia, al termine del lockdown, e' costituito dalle riunioni serali e notturne dei giovani (cosiddette movida) in cui molti di loro amano intrattenersi molto numerosi e vicini tra loro nello stesso luogo.
Da quanto detto finora e' chiaro che questi eventi costituiscono un luogo ideale per la diffusione del contagio e per la nascita di nuovi focolai di contagio difficili da localizzare e delimitare soprattutto nelle grandi citta'.
Questo accade perche' quei giovani non sono consapevoli dei rischi di contagio e del pericolo che fanno correre a tutta la comunita', che potrebbe vedere vanificati tutti i sacrifici fatti nel lockdown per contenere la pandemia.
Chiariamo cosa dovrebbe essere spiegato a questi giovani, perche' evidentemente loro non lo sanno.
Quando dopo un mese o piu' di lockdown il numero di nuovi contagi e' sceso a tal punto che le Autorita' decidono di interrompere il lockdown, non significa affatto che la pandemia e' superata ma solo che le si e' impedito di esplodere esponenzialmente, limitando il numero dei contagi: cio' perche' la gente non circolava ed i virus avevano piu' difficolta' a trovare un umano da infettare per moltiplicarsi.
Ora con la movida non gli pare vero: di nuovo avranno molta facilita' a incontrare delle vittime a loro vicine per tentare di infettarle.
Ma i giovani non se ne curano perche' sono sicuri che A LORO NON SUCCEDE perche' tutti i loro amici scoppiano di salute e quindi i rischi sono solo teorici, non reali. Inoltre hanno la mascherina che li protegge.
Spieghiamo perche' purtroppo NON e' cosi': la mascherina chirurgica non blocca particelle cosi' piccole come i virus che quindi possono essere inalati anche se si ha la mascherina; e' di aiuto solo se ce l'ha la persona infetta.

SITUAZIONE ATTUALE ED IL FUTURO CHE CI ATTENDE (Agosto 2020)
Nella fase finale del lockdown sia i contagi che i decessi sono meno numerosi e tutti hanno la sensazione che il virus si stia attenuando, stia diventando meno aggressivo. Noi crediamo pero' che non sia cosi': il virus e' sempre lo stesso perche' secondo noi lui non cambia in un mese. Crediamo invece che il numero delle persone con anticorpi (sieropositive) aumenti col tempo e, se infettate, queste persone non sviluppano i sintomi della malattia (asintomatici), perche' hanno gli anticorpi che limitano la proliferazione dei virus nel loro corpo.
Ma anche loro rilasciano con il fiato un numero di virus, magari modesto (cioe' con una carica virale ridotta: non centinaia di milioni di virus ma "solo" pochi milioni), che in molti casi e' pero' capace di infettare un'altra persona a loro vicina. Questa nella maggior parte dei casi risultera' anch'essa asintomatica, essendo stata modesta la carica virale infettante.
Si realizza cosi' una vera e propria EPIDEMIA NASCOSTA delle persone asintomatiche che, ospitando permanentemente nel loro corpo i virus, sono come fabbriche ambulanti, inconsapevoli ed ignote a tutti che permettono al virus di rimanere in forma endemica nascosto indefinitamente tra la popolazione per poter poi riemergere periodicamente come epidemia di Covid-19 al verificarsi di almeno una delle seguenti condizioni:
  1. Aumento dell'esposizione della popolazione al virus, per allentamento delle misure di contenimento del contagio (assembramenti, movida, ecc.) o per aumento del tempo in cui il virus rimane attivo nell'ambiente, per condizioni ambientali e di temperatura (bassa) piu' favorevoli alla diffusione del virus.
  2. Abbassamento delle difese immunitarie tra la popolazione (con il freddo o tra gli anziani).

Spieghiamo perche' il virus diventa piu' aggressivo quando fa freddo (d'inverno ma anche nelle celle frigorifere e con l'aria condizionata).
Il virus rimane attivo, cioe' in grado di replicarsi mediante la sintesi pilotata dal suo RNA iniettato nelle cellule umane infettate, per un tempo breve perche' l'agitazione termica delle molecole dell'aria in cui e' immerso gli produce dei danni al meccanismo che usa per iniettare l'RNA nelle cellule umane ed in un tempo che e' tanto piu' breve quanto piu' alta e' la temperatura nell'ambiente che lo circonda perde la capacita' di infettare.
D'estate, quando fa caldo, l'esposizione delle persone ai virus presenti nell'ambiente, perche' emessi dagli asintomatici, si riduce perche' la permanenza dei virus attivi nell'ambiente e' piu' breve.
D'inverno invece i virus permangono piu' a lungo nell'ambiente crescendo di numero per accumulo cosicche' aumenta sia l'esposizione delle persone ai virus attivi che la carica virale a cui si e' esposti. Per questo il rischio di contagio e' maggiore e la vittima invece di diventare asintomatica puo' manifestare la sindrome Covid-19 e contribuire al rischio di epidemia, se il fattore di contagiosita' sale oltre soglia.
Questo e' proprio quello che dobbiamo evitare, per cui da ora in poi non si devono diminuire le misure di prevenzione e si deve avere l'accortezza di indossare una maglia di lana in piu' durante la stagione fredda, per evitare il rischio di indebolimento delle proprie difese immunitarie.
La probabilita' di trovare una persona asintomatica ed infetta tra i vostri amici, apparentemente sanissimi ed anche loro sicuri di esserlo, potrebbe essere non cosi' piccola come voi pensate. Nei luoghi dove si e' lasciato circolare il virus (come in Lombardia) gli infettati asintomatici sono addirittura la meta' della popolazione, come e' emerso dalle indagini fatte con i test sierologici.
Purtroppo sembra che non si sia presa ancora coscienza del problema, per cui si lascia diffondere senza ostacoli l'epidemia degli asintomatici che cosi' diventano sempre piu' numerosi.
Sappiate che prendersi questo virus, anche senza sintomi, e' comunque pericoloso perche' ha mostrato di poter attaccare molti organi umani e puo' cosi' comportare danni in grado di manifestarsi anche tardivamente nella persona infettata. Cio' perche' il virus distrugge le cellule umane quando le usa per riprodursi e nel corpo umano solo le cellule del fegato possono rigenerarsi, tutte le altre no: i danni prodotti dal virus sono percio' permanenti. L'associazione dei pneumologi italiani ha dichiarato che il 30% dei pazienti guariti dal Covid-19 riporta danni respiratori cronici cioe' cicatrici permanenti nei polmoni che restano per tutta la vita (fibrosi). A Milano un diciottenne ha dovuto subire addirittura un trapianto di polmoni, distrutti dal virus.
Allora divertirsi, anche con la movida, va benissimo ma se la gente intorno a voi diventa troppa vi consigliamo di cambiare locale o luogo. Meglio non lasciarsi guidare dal "cosi' fan tutti" ma inserire il cervello!

AGGIORNAMENTO al 30 Agosto 2020:
Assistiamo in questi giorni di fine agosto 2020 ad uno spettacolo sconfortante: giornalisti e, cosa piu' grave, amministratori che si preoccupano della "seconda ondata" dell'epidemia da Sars-CoV-2 mentre nessuno ha ancora capito che, con l'incremento della capacita' diagnostica, stanno osservando semplicemente quella che noi abbiamo chiamato "epidemia degli asintomatici".
Cio' e' reso possibile dal fatto che le temperature ancora alte di fine agosto non permettono nella maggior parte dei casi lo sviluppo della sindrome Covid-19 (la malattia) nelle persone infettate, perche' le cariche virali in gioco sono piu' modeste ed i sistemi immunitari sono piu' efficienti che non in inverno.
Avendo lasciato progredire questa epidemia "secondaria", soprattutto con il rilascio delle precauzioni nel periodo vacanziero, e' normale che le persone positive al test siano molto numerose, come nell'epidemia primaria della scorsa primavera, quando la temperatura piu' bassa permetteva piu' spesso lo sviluppo della sindrome Covid-19 e le terapie intensive erano al collasso.
Ora invece la grande maggioranza delle persone positive al test sono asintomatiche, quindi non deve scattare lo stesso allarme di allora (arrivando addirittura ad ipotizzare un secondo lockdown generalizzato, come ha lasciato intendere per esempio il presidente francese).
Poiche' pensiamo che non si sia ben compresa la differenza tra l'epidemia primaria da Sars-CoV-2 e l'epidemia secondaria (quella degli asintomatici) temiamo che gli amministratori rischino di commettere errori catastrofici per l'economia ed anche per la salute.
Assistiamo per esempio a propositi di fare "uno sforzo immane" per estendere in Italia i test con tamponi agli 8 milioni di studenti, non avendo capito che uno studente puo' essere negativo al test ma poi infettarsi gia' il giorno seguente (fuori della scuola). Il test ha senso per chi si imbarca su un aereo ma non per uno studente che entra a scuola (dato che non si puo' ripetere il test sugli 8 milioni di studenti tutti i giorni!).
Per combattere nel modo migliore questa pandemia e' indispensabile capire il fenomeno e come si sviluppa.
Purtroppo noi crediamo che l'arma risolutiva per eliminare il virus Sars-CoV-2 non sara' il vaccino, scarsamente efficace sulla grande moltitudine di persone infette ma asintomatiche, perche' non riuscira' a stimolare il loro sistema immunitario alla produzione di anticorpi, come accade in una persona sana, e probabilmente queste persone continueranno ad ospitare e diffondere i virus presenti nel loro corpo, se non saranno curate in altro modo.
Occorrera' usare i test per individuare tutte le persone asintomatiche, che inconsapevolmente coltivano colonie di virus nel loro corpo, anche per tempi molto lunghi, e guarirle con anticorpi monoclonali prodotti industrialmente o con un farmaco antivirale specifico che non sono pero' ancora disponibili.
Fino ad allora dovremo convivere con il virus Sars-CoV-2, che rimarra' tra noi nascosto in una moltitudine di persone infette ma asintomatiche, perche' il loro sistema immunitario funziona bene e tiene a bada il virus non consentendogli di sviluppare i sintomi e la sindrome Covid-19.
In altre parole le persone, soprattutto i giovani, se vengono in contatto con il virus, soprattutto in estate quando le cariche virali sono piu' piccole Se in agosto con 100.000 test al giorno riveliamo che il numero di persone infette e' diventato elevato non dobbiamo stupirci piu' di tanto perche' stiamo rivelando la popolazione di asintomatici (si potrebbe fare piu' velocemente ed economicamente a livello epidemiologico con i test sierologici).
Le persone infette ma asintomatiche creano pochi problemi perche' la loro salute e' buona. Che siano tante e' cosa nota: una recente indagine sierologica condotta nelle zone calde della Lombardia ha rivelato che addirittura il 50% delle persone sottoposte al test sarebbe risultata positiva, cioe' entrata in contatto con il virus Sars-CoV-2 (valori molto alti si verificano dove si e' lasciata "correre" molto l'epidemia primaria, com'e' accaduto il Lombardia e molto di piu' oggi negli USA ed in Brasile).
I recenti test eseguiti in tutta Italia con tampone trovano poco piu' dell'1% di persone infette con il virus nel corpo, in massima parte asintomatici.
Gli asintomatici sono persone infette ma che in genere, avendo gli anticorpi attivi, rilasciano cariche virali cosi' modeste da non creare problemi gravi a persone con un sistema immunitario efficiente: tutt'al piu' possono creare un altro asintomatico (per questo abbiamo chiamato il fenomeno "epidemia degli asintomatici": ognuno per contagio puo' crearne altri).
Certamente per debellare il virus dovremo ridurre il numero degli asintomatici con i giusti farmaci che verranno. Ma il fatto che si rilevi ora che gli asintomatici sono numerosi o in crescita non deve essere essere confuso con la vera emergenza dell'epidemia primaria, quella della primavera 2020, che era un'epidemia di persone malate della sindrome Covid-19 e non soltanto infettate dal virus Sars-CoV-2, com'e' oggi (che e' ancora estate; d'inverno potrebbe essere diverso anche se noi speriamo proprio di no).
Quindi ci sembrano semplicemente manifestazioni di scarsa comprensione del fenomeno tutte le preoccupazioni che portano alcune persone, anche molto importanti per le decisioni da prendere, a paventare addirittura dei nuovi lockdown generalizzati per combattere la crescita del numero degli infettati, che per ora sono in massima parte solo degli asintomatici.
Oserei dire che i test con tampone sono sprecati se servono a rivelare gli asintomatici, perche' non possiamo curarli senza i giusti mezzi (come per esempio gli anticorpi monoclonali) e per controllarne statisticamente il numero credo che bastino i piu' semplici test sierologici. Quindi il vero problema non e' quello di incrementare i test con tampone ma di investire per produrre il prima possibile i giusti farmaci o anticorpi monoclonali per guarire gli asintomatici, che sono la causa della persistenza del virus nell'ambiente.
Tutti devono intanto continuare a mantenere sempre attive tutte le precauzioni volte a prevenire i contagi per impedire che l'epidemia degli asintomatici possa progredire aumentando il loro numero. Cio' almeno fino all'arrivo dei farmaci antivirali che ci permettano di eliminare i virus dal loro corpo.
Dobbiamo percio' adoperarci a far comprendere alla popolazione la nuova realta' del mondo in cui ci si trova a vivere, anche se non piace loro e preferirebbero ignorare il problema. Mettere la testa nel buco come gli struzzi per non vedere e' sbagliato e porta a far estendere l'epidemia degli asintomatici e quindi il rischio sanitario di epidemia primaria, che ritornera' nel periodo invernale, quando l'esposizione della popolazione al virus sara' maggiore (per la maggiore persistenza dei virus attivi nell'ambiente, con il conseguente accrescimento per accumulo delle cariche virali soprattutto in locali chiusi e poco aerati) e le difese immunitarie saranno minori.
Se la popolazione capisce allora abbiamo piu' speranze di contenere l'espansione dell'epidemia degli asintomatici, che sono persone normali che sembrano star bene ma che in realta' possono talora trasmettere l'infezione.
In attesa che la Ricerca risolva definitivamente il problema dobbiamo tutti adoperarci, con i giusti comportamenti di prevenzione, a contenere al massimo lo sviluppo di questa minaccia subdola e nascosta che e' l'epidemia degli asintomatici.
Un'ultima importante raccomandazione: la temperatura dell'aria si sta abbassando molto in questi giorni di fine estate. Non commettete l'errore di girare con gli indumenti estivi, perche' non solo con le infreddature si abbassano le vostre difese immunitarie ma con il freddo i virus rimangono attivi piu' a lungo e le cariche virali nell'ambiente possono cosi' crescere per accumulo, soprattutto nei locali chiusi, esponendovi ad un maggiore rischio di contagio (anche il Sars-CoV-2 e' un coronavirus, come il raffreddore, quindi e' lecito attendersi che i modi di contagio siano simili: se ti cola il naso vuol dire che probabilmente sei vulnerabile anche al Sars-CoV-2).
Ricordate sempre che il virus e' presente nell'ambiente ed i vostri comportamenti devono impedirgli di espandersi e di nuocere.

AGGIORNAMENTO (al 11 Settembre 2020): crediamo sia necessario spiegare il significato delle misure compiute giornalmente in Italia su circa 100.000 tamponi.
I giornalisti identificano i casi positivi trovati (circa l'1.5%) con il termine "nuovi contagi" che a nostro avviso e' ingannevole. E' di oggi il titolo di Sky TG24: "Contagi in salita" per un piccolo incremento nel numero dei tamponi positivi.
E' errato perche' non c'e' un incremento delle persone contagiate dal virus dell'1.5% al giorno, che comporterebbe una crescita lineare del numero dei contagi. Piu' semplicemente queste misurazioni stanno mettendo in evidenza prevalentemente gli asintomatici, che evidentemente sono attualmente un numero costante, pari all'1.5% della popolazione italiana (cioe' in Italia sono 900.000, se la popolazione su cui si prelevano i tamponi e' di 60 milioni di persone).
Il numero di asintomatici rimane piu' o meno costante, anche se seguitano a creare nuove infezioni, quando il numero dei nuovi infettati eguaglia il numero delle loro guarigioni spontanee, che ci sono. Tutto questo avviene in modo invisibile, all'insaputa delle persone infette ed asintomatiche.
Il numero misurato in condizioni costanti non puo' essere sempre di circa 1500 positivi ogni 100.000 tamponi ma fluttua statisticamente di una o anche due volte la radice quadrata di 1500 (che e' circa 40). Quindi se un giorno si trovano 1460 positivi ed il giorno dopo 1540 non vuol dire che ci sono stati piu' contagi perche' e' normale che le misure fluttuino intorno a 1500, che e' il valor medio del rilevamento di quanti asintomatici abbiamo in Italia.
Invero non varrebbe proprio la pena rimisurarli tutti i giorni con tutto questo impegno solo per determinarne il numero.
Ma allora e' tutta fatica sprecata fare tutti questi tamponi?
Non e' cosi' perche' anche se sembra che tutti abbiano capito che servano a misurare i contagi giornalieri (cosa che non e') in realta' sono molto utili per individuare chi sono gli asintomatici ed avere cosi' la possibilita' di ridurre sostanzialmente la loro capacita' di diffondere l'infezione, tracciandone i contatti al fine di individuare e prevenire eventuali focolai prima che possano estendersi.
Ovviamente tutti speriamo che le Autorita' lo stiano facendo anche se non se ne parla.
Quei 900.000 asintomatici invisibili, che stiamo cercando ed individuando (1500 al giorno, con 100.000 tamponi) costituiscono il principale problema sanitario perche' con l'arrivo della stagione fredda diffonderanno nell'ambiente cariche virali sempre piu' intense (per i motivi gia' spiegati) e produrranno non solo altri asintomatici come fanno ora (e' quella che abbiamo chiamato l' epidemia degli asintomatici ) ma anche dei veri malati con la sindrome Covid-19 e con tutti i rischi ed i costi sanitari che questo comporta (epidemia di Covid-19 e non piu' degli asintomatici).
E' importante che loro sappiano di essere stati infettati, perche' certamente prenderanno con maggiore scrupolo tutte le precauzioni per tutelare le persone che hanno intorno. Poi saranno certamente i primi ad essere curati non appena il giusto rimedio antivirale si renda disponibile.

Ma il numero dei tamponi positivi, e quindi la popolazione asintomatica, potrebbe anche crescere significativamente (sta accadendo in altri Paesi come la Francia, dove e' arrivato a 10.000). Allora vorrebbe dire che la moltitudine degli asintomatici sta crescendo e che la relativa epidemia e' in atto in forma espansiva. E' un chiaro segnale di allarme perche' piu' numerosi sono gli asintomatici piu' e' esteso il numero dei virus in circolazione (che loro ospitano e che diffondono nell'ambiente).
In Italia la percentuale di popolazione asintomatica oggi e' minore che in altri Paesi perche' gli italiani sono stati piu' efficienti nel bloccare preventivamente la diffusione dell'epidemia primaria di Covid-19 e della conseguente successiva epidemia degli asintomatici con un lock-down piu' precoce ed esteso di quanto sono riusciti a fare gli altri Paesi.
Per questo, avendo ora in casa una popolazione di asintomatici sotto il milione di persone, gli italiani avranno un'epidemia invernale (prodotta dai virus coltivati e diffusi nell'ambiente dagli asintomatici) meno estesa e quindi meno onerosa, anche in termini di vittime, che non altri Paesi come Francia, Spagna o Gran Bretagna. Questo ripaghera' gli italiani di quei sacrifici, fatti nella primavera 2020, che altri Paesi per incompetenza dei loro esperti e/o degli amministratori politici hanno voluto evitare.

Dev'essere ben chiaro a tutti che il virus Sars-CoV-2 seguita ad esistere solo perche' e' ospitato dalle persone infette ed asintomatiche (che non sono controllate), altrimenti sparirebbe dalla faccia della Terra, perche' le persone infette e sintomatiche sono controllate e quindi non piu' in grado di diffondere l'infezione.
Questo segnale di crescita del numero di asintomatici prelude ad una piu' ampia epidemia di COVID-19 quando con l'arrivo del freddo le cariche virali da loro rilasciate nell'ambiente resteranno attive piu' a lungo, accumulandosi ed aumentando cosi' l'esposizione della popolazione al rischio d'infezione.
La giusta reazione delle Autorita' dev'essere quella di combattere con tutti i mezzi disponibili questa epidemia nascosta, quella degli asintomatici, arrivando a stabilizzare il numero di tamponi positivi rilevati nei test giornalieri.
Finche' non avremo rimedi specifici contro il Sars-CoV-2 la nostra battaglia sara' quella di limitarne la diffusione contenendo al massimo il numero di persone che li ospitano nel loro corpo, che sono gli asintomatici.
Le 100.000 misure svolte giornalmente sui tamponi servono ad individuare gli asintomatici e poter cosi' limitare l'ulteriore diffusione del virus nell'ambiente. In Italia oggi, con 100.000 tamponi al giorno, arriviamo ad individuarne 1500 al giorno dei 900.000 in circolazione.
Riusciamo quindi a monitorare l'evoluzione dell'epidemia degli asintomatici ma non a contenerla con questo piccolo numero di asintomatici individuati.
La vera lotta al fenomeno epidemico non puo' quindi prescindere dai corretti comportamenti delle persone, anche con questa epidemia subdola e nascosta, che non si vede perche' non ci sono sintomi evidenti, neanche febbrili (quindi bisogna continuare sempre con l'uso di mascherine, distanzianento, lavaggio frequente delle mani, ecc.). Sarebbero guai seri se il numero di tamponi positivi giornalieri dovesse iniziare a crescere decisamente.
E' molto meglio combattere prima l'epidemia degli asintomatici che poi quella del Covid-19, con ospedali e sale di rianimazione affollate.


CRESCITA DEL NUMERO DEI CONTAGI RILEVATI (commenti del 5 ottobre 2020):
Francamente ci sembra curioso quello che sta accadendo: tutti si comportano come se i tamponi positivi rilevati giornalmente nei vari Paesi fossero i nuovi contagi che avvengono ogni giorno e su questa base cognitiva gli amministratori prendono le loro decisioni sulle misure di contenimento dell'epidemia. QUESTO NON E' CORRETTO !
I tamponi positivi rilevati giornalmente sono invece una misura della percentuale di asintomatici presenti nella popolazione (dato che in massima parte i tamponi positivi risultano essere di persone che non presentano sintomi).
Se Francesi e spagnoli trovano N volte piu' tamponi positivi di noi italiani e' perche' hanno una popolazione di asintomatici che e' stata lasciata crescere N volte piu' che in Italia (che ha intrapreso in primavera misure di contenimento piu' efficaci di quelle adottate da loro). Questa e' una realta' ormai difficilmente modificabile.
L'evoluzione futura dell'epidemia dipende irrimediabilmente dal numero di asintomatici che ogni Paese ormai ha in casa: circa 900.000 in Italia e forse 4.000.000 in Francia, Spagna e UK: 4 volte di piu' se loro trovano 6.000 tamponi positivi mentre in Italia se ne trovano solo 1.500 a parita' di test (questi numeri sono a titolo di esempio, per spiegare il concetto esposto).
In conseguenza di cio' la loro popolazione sana sarebbe esposta a cariche virali 4 volte piu' numerose che non in Italia, con conseguenze facilmente immaginabili.
L'ipotesi che ormai i contagi siano prevalentemente quelli prodotti dalle persone asintomatiche e' supportata anche dal minor numero di casi con sintomi gravi che si registrano rispetto all'epidemia che abbiamo avuto in primavera (quando gli asintomatici erano pochi): riteniamo che questo sia dovuto alle cariche virali infettanti che ora cominciano ad essere sempre piu' numerose ma mediamente piu' deboli proprio perche' prodotte da persone asintomatiche.
Da questa comprensione del fenomeno epidemico devono discendere le misure di prevenzione e contenimento da adottare nel periodo invernale, che e' quello piu' pericoloso perche' le cariche virali a cui la popolazione sara' esposta sono piu' intense (per i motivi che abbiamo gia' spiegato).
Entro gli errori statistici, le variazioni giornaliere del numero di tamponi positivi indicano le lente variazioni della popolazione degli asintomatici e quindi del rischio di contagio che essi rappresentano.
Ovviamente con l'arrivo della stagione invernale le stesse condizioni ambientali che aumentano l'esposizione della popolazione, favorendo la diffusione delle epidemie, sono in atto anche per l'epidemia degli asintomatici che tenderanno quindi ad aumentare di numero con l'arrivo del freddo.
Questa e' la motivazione del leggero trend all'aumento che si nota in questi giorni nel numero di tamponi positivi rilevati che, ripetiamo, non sono nuovi contagi verificatisi ma nuovo rilevamento di contagi in larga misura avvenuti nel passato (asintomatici).
Sara' molto difficile contenere questa crescita durante l'inverno perche' trattandosi di asintomatici non sappiamo chi sono le persone contagiose e neanche loro sanno di esserlo. Spiegheremo tra poco come in Italia occorreranno non meno di 450 giorni per individuarne e neutralizzarne una buona frazione.
Negli altri Paesi dove l'epidemia degli asintomatici e' stata lasciata correre di piu', questo obiettivo e' piu' lontano.

Per capire quali misure si possono intraprendere per riparare il danno di aver lasciato crescere troppo il numero degli asintomatici bisogna tener conto delle seguenti osservazioni, che elencano i mezzi che abbiamo a disposizione per ridurne il numero: Sicuramente in Cina, dove esiste un tracciamento estremamente invasivo delle persone (anche per altri fini), l'uso degli smartphone sta svolgendo un ruolo essenziale per permettere a quel Paese di controllare, sembra molto bene, l'epidemia di Covid-19.
Certo e' sorprendente che quel Paese, che e' nell'emisfero settentrionale, come l'Italia, sia riuscito a contenere la pandemia cosi' bene come lascia vedere: devono essere riusciti con il tracciamento a neutralizzare anche l'epidemia degli asintomatici altrimenti ne subirebbero le conseguenze come noi oggi in Europa.
Non esistono infatti scorciatoie: la guerra al Sars-CoV-2 puo' essere vinta solo riducendo a zero il numero degli asintomatici (che sono il serbatoio permanente di coltura dei virus, che altrimenti si estinguerebbero: sono proprio gli asintomatici che permettono al virus Sars-CoV-2 di perpetuare la sua esistenza tra noi).
Dobbiamo tutti essere coscienti che la vera epidemia da combattere e' quella degli asintomatici.
Per adesso possiamo solo individuarne il maggior numero possibile (ora in Italia riusciamo ad individuarne 2000 al giorno dei 900.000 esistenti: in 450 giorni quindi si puo' arrivare ad identificarli tutti, sperando di poterli poi neutralizzare e curare).
Percio' potremmo arrivare a risolvere il problema in Italia ma in assenza di ulteriori contagi. Riusciamo ad individuare un asintomatico ogni 50 test che costano tanto lavoro e denaro. Ma, per esempio, un solo assembramento di giovani in un bar notturno puo' generare anche 50 contagi diretti e indiretti in una sola serata. Quindi mentre le persone responsabili si battono per vincere la guerra contro il virus molti remano contro, vanificando buona parte dei risultati raggiunti e riuscendo cosi' a perpetuare la presenza del virus tra noi.
Per questo purtroppo sono necessarie anche misure restrittive, che deprimono l'economia ed impoveriscono la gente per colpa di idioti irresponsabili che inconsapevolmente si adoperano in favore del virus, allungando i tempi della soluzione finale del problema.

Perche' all'estero stanno peggio di noi italiani?
Perche' hanno un numero di asintomatici ben piu' alto di noi, purtroppo per loro. Cio' perche' in primavera, durante l'epidemia primaria, non hanno voluto adottare, per incompetenza o per ragioni economiche, le tempestive misure di contenimento dell'epidemia allora necessarie.
L'effetto di queste misure, adottate in Italia dietro raccomandazione degli organi tecnici, in primis l'Istituto Superiore di Sanita', e' stato quello di arrestare la crescita esponenziale dell'epidemia, limitando il numero di decessi ed il numero di persone infettate dal virus e quindi di bloccare anche la crescita in Italia del numero di persone infette ed asintomatiche.
Nell'altro nostro lavoro sui virus, presente nel sito www.biancastelli.it , c'e' un grafico di dati sui decessi che mostra chiaramente il blocco dell'epidemia prodotto dalle misure di lockdown adottate abbastanza precocemente in Italia e la riduzione del numero di decessi in Italia ottenuta con il lockdown; viene anche discusso un lavoro della Columbia University che ottiene gli stessi risultati calcolando il "pedaggio", molte migliaia di decessi in piu', pagato dagli USA per aver ritardato e ridotto il lockdown.
Altri Stati non hanno voluto seguire la strada indicata dagli italiani e si sono cosi' ritrovati in casa una crescita molto piu' estesa del numero di persone infettate e dei decessi (che sono migliaia e che si sarebbero potuti evitare con misure di contenimento piu' tempestive).
Questa crescita eccessiva delle persone infettate in questi Stati ha comportato conseguentemente la creazione di popolazioni di asintomatici, molto piu' numerose di quella che oggi abbiamo in Italia, con cui oggi i singoli Stati dovranno fare i conti.
Una pessima notizia per loro e' che, se i contagi attuali derivano in maniera importante dalla popolazione infetta ed asintomatica particolarmente numerosa, allora anche lo strumento del lockdown, che in primavera ha bloccato stabilmente la diffusione dei contagi, ora prevedo che possa produrre un blocco solo temporaneo, limitato alla durata del lockdown. Questo perche' NON ritengo che il lockdown possa influire sulla popolazione degli asintomatici che sono nascosti, ignoti a tutti, e che riprenderanno a diffondere il virus come prima alla fine del lockdown.
Spieghiamo meglio questo punto, che e' molto importante. Tutti pensano che oggi un lockdown generale produrrebbe gli stessi risultati visti ad aprile 2020 ma purtroppo abbiamo ragione di ritenere che non sia cosi' per i motivi che ora spieghiamo.
Durante l'epidemia primaria del marzo 2020 NON c'era ancora la numerosa popolazione degli asintomatici che ha iniziato a svilupparsi e a crescere proprio allora. Quindi il lockdown generale ha avuto l'effetto di bloccare la crescita del numero di persone infette e contagiose che alimentavano l'epidemia, producendo cosi' un blocco stabile e permanente del suo sviluppo.
Oggi, inizio autunno, la situazione e' diversa perche' la causa prevalente che alimenta lo sviluppo dell'epidemia in crescita e' un'altra: e' la numerosa popolazione degli asintomatici che allora non c'era. Il suo contributo allo sviluppo dell'epidemia ovviamente s'interromperebbe per la durata del lockdown ma al termine dobbiamo attenderci che l'epidemia riprenda a correre come prima, perche' il lockdown non riuscirebbe oggi a ridurne sensibilmente la causa, che oggi e' in modo prevalente il numero di asintomatici (da noi stimati in circa 900.000 in Italia e molti di piu' all'estero).
Ad aprile 2020 non era cosi' perche' i 900.000 asintomatici ancora non c'erano. Allora erano molti di meno; sono cresciuti poi con il progredire dell'EPIDEMIA DEGLI ASINTOMATICI, che funziona cosi': le persone infette ma asintomatiche, rilasciando cariche virali modeste, hanno infettato altre persone che in massima parte non hanno sviluppato la malattia Covid-19 (perche' sono venute in contatto con piccole cariche virali ed i loro anticorpi hanno prevalso) ma molte di loro hanno mantenuto senza saperlo i virus nascosti in parti del loro corpo poco vascolarizzate, come le terminazioni nervose, e quindi poco irrorate di sangue contenente gli anticorpi. I virus sono cosi' riusciti a trovarsi una casa accogliente dove poter rimanere e riprodursi per tempi molto lunghi. In altre parole ogni asintomatico li sta coltivando nel proprio corpo, permettendo loro di sopravvivere rimanendo attivi per lungo tempo, diffondendosi anche nell'ambiente esterno.
Nel corso dell'evoluzione naturale quelle specie di virus che per le loro proprieta' hanno trovato questa via di esistere si sono estese di piu' sul pianeta Terra perche' hanno trovato un modo di perpetuare la loro presenza in una popolazione ospite che da noi sono gli asintomatici.
Ma che questi virus perpetuino la loro presenza tra noi non ci va assolutamente bene!
Oggi fortunatamente siamo in grado di capire dove si nascondono e come fanno a sopravvivere cioe' a permanere nell'ambiente rimanendo attivi, cioe' in grado di infettarci per riprodursi. Questo ci permettera' di combatterli al meglio una volta trovato il giusto farmaco antivirale.
In conclusione riteniamo di aver capito che ogni asintomatico, infettando le altre persone con cui viene in contatto, puo' generare degli altri asintomatici che cosi' crescono di numero senza che nessuno lo sappia (nemmeno loro). E' il meccanismo che la Natura ha creato per permettere a questi virus di rimanere per sempre sul pianeta Terra e che noi dobbiamo impedire disattivandolo con i giusti farmaci.
E' questo il fenomeno che abbiamo chiamato "epidemia degli asintomatici" e che, in maniera nascosta, ha prodotto quelle 900.000 persone infette e senza sintomi che ad aprile 2020 ancora non c'erano e che ora invece costituiscono il cuore del nostro problema, perche' sono loro il serbatoio del sistema che genera virus in continuazione, difficile da combattere perche' nascosto ed invisibile.
Per questi motivi oggi abbiamo ragione di ritenere che l'oneroso LOCKDOWN GENERALE POTREBBE RISULTARE NON PIU' COSI' EFFICACE COME E' STATO NEL PASSATO perche' e' cambiata la causa prevalente dei contagi.
Vanno bene invece le chiusure locali fatte intorno ai focolai, perche' sono utili per contenere l'espansione dell'infezione in atto.
L'obbligo di usare sempre la mascherina certamente aiuta a ridurre i contagi generati dagli asintomatici: ma e' certo che non vogliamo essere costretti ad usarla per tutta la vita.
Anche per questo, se ho ragione, purtroppo l'unico modo di far regredire oggi i contagi dovrebbe essere quello lungo e difficile di ridurre il numero degli asintomatici, individuandoli e guarendoli con il giusto farmaco antivirale, che purtroppo ancora non esiste.
Infine voglio sperare che il numero di idioti che circolano in Italia ignorando le indispensabili ben note misure preventive di contenimento dei contagi non ci facciano crescere in Italia il numero di persone infette ed asintomatiche al livello degli altri Stati, altrimenti tutti i sacrifici da tutti noi italiani fatti finora andrebbero in fumo e sarebbe un danno enorme, una vera tragedia biblica sanitaria, sociale ed economica per tutta l'Italia.
E' essenziale disporre al piu' presto di un farmaco antivirale specifico per il Sars-CoV-2 per poter guarire questi asintomatici, una volta individuati, se no tutto il lavoro che si fa serve a poco. Per l'epatite C e' stato fatto ma ci sono voluti piu' di 20 anni.
Se e' vero che le cariche virali emesse dagli asintomatici si accumulano maggiormente nell'ambiente quando la temperatura scende verso i 4 gradi centigradi, riteniamo i dati dei contagi odierni (con temperature SOLO autunnali) molto allarmanti perche' secondo noi sono una prova dell'altissimo grado di contagiosita' di questo virus.
Conseguentemente, con il prossimo aumento delle cariche virali a cui la popolazione sara' esposta nel periodo invernale, si dovranno adottare ulteriori protezioni particolarmente piu' efficaci del passato, altrimenti l'infezione si manifestera' sempre piu' spesso in forma non piu' attenuata (in quanto prodotta da asintomatici) ma con la sindrome Covid-19 e gli ospedali si riempiranno sempre di piu', come sta gia' accadendo jn Paesi piu' freddi dell'Italia, ad esempio in Francia.
Compito della Scienza e' quello di comprendere correttamente il fenomeno e prevederne l'evoluzione per consentire ai governanti di predisporre i giusti provvedimenti per tempo.
Ma occorre tenere sempre presente che LOCKDOWN ESTESI E NON LOCALIZZATI OGGI POTREBBERO NON PRODURRE PIU' GLI STESSI EFFETTI DEL PASSATO, perche' oggi la causa dei contagi e' diversa: e' la grande popolazione di asintomatici, che allora non era cosi' estesa, e conseguentemente oggi l'effetto di un lockdown non localizzato produrrebbe un arresto dei contagi NON piu' permanente ma limitato SOLO alla durata dell'oneroso lockdown (che non puo' essere molto lunga).


LOCKDOWN GENERALE ORA SAREBBE DIVERSO (spiegazione aggiunta il 10/10/2020):
Spieghiamo meglio questo punto del lockdown, che e' fondamentale per i costi economici e sociali, perche' sembra che nessuno lo abbia ben capito.
A marzo in Italia di asintomatici ce n'erano molti di meno ed i contagi erano piu' intensi perche' prodotti da persone con la sindrome Covid-19, quindi con cariche virali che erano ben piu' elevate di oggi e per questo gli ospedali allora erano piu' sotto pressione di oggi. Il lockdown fatto a marzo in Italia e' stata la scelta migliore perche' era l'unica che potesse bloccare i contagi, riducendo in modo stabile il numero di persone (sintomatiche) che generavano nuovi contagi e quindi arrestando stabilmente lo sviluppo ulteriore dell'epidemia (e la crescita del numero di asintomatici).
Nell'altro nostro lavoro sul virus, presente su questo stesso sito web, abbiamo anche dimostrato come questo lockdown generale, fatto in Italia in primavera, ha salvato migliaia di vite umane. Questo non e' accaduto invece negli altri Paesi, che hanno preferito non bloccare l'economia, ed hanno cosi' inconsapevolmente dovuto pagare un prezzo molto elevato in vite umane (stimato anche in molte decine di migliaia, non solo da noi ma anche da un lavoro analogo fatto presso la Columbia University).
Cosi' a marzo, una volta terminato il lockdown, in Italia lo sviluppo dell'epidemia si era arrestato in modo PERMANENTE.
Oggi la situazione e' sostanzialmente diversa: chi sta generando la maggior parte dei contagi non sono piu' le persone con sintomi e sindrome Covid-19 (con rilascio di cariche virali intense che manderebbero quasi tutti gli infettati all'ospedale).
Oggi chi genera prevalentemente i contagi sono le numerosissime persone asintomatiche (con rilascio di cariche virali modeste che mandano molte meno persone all'ospedale ma che ne aggiungono molte altre al "club degli asintomatici", aggravando lentamente ed inesorabilmente i problemi creati dagli asintomatici: proprio questo incremento di asintomatici e' responsabile di gran parte della crescita del numero di tamponi positivi che si rileva in questi giorni di ottobre).
Per questo oggi la situazione appare diversa se confrontata con quella di marzo/aprile (il virus e' sempre lo stesso, non e' diventato piu' "buono").
Cosa accadrebbe oggi se si ripetesse un lockdown piu' o meno generale (nazionale o regionale) come quello di aprile?
Potrebbero non aversi piu' benefici permanenti ma solo temporanei, legati alla durata del lockdown: cioe' si potrebbe bloccare lo sviluppo dell'epidemia per la durata del lockdown ma 5 giorni dopo la fine del lockdown l'epidemia non risulterebbe bloccata (come in aprile) ma potrebbe riprendere a crescere come prima del lockdown.
Questa differenza e' dovuta al fatto che oggi la causa che genera i contagi e' la numerosissima popolazione di asintomatici che purtroppo abbiamo in casa (fortunatamente per noi, in Italia ne abbiamo molti meno che in altri Paesi che non hanno voluto fare un lockdown generale, come ha fatto l'Italia in primavera) e questa non viene ridotta dal lockdown ma rimane la stessa e, non appena termina il lockdown, riprende a diffondere i contagi che sono immediatamente poi rilevabili nei test dopo circa 5 giorni di incubazione.
In conclusione le misure di lockdown generali oggi potrebbero NON apportare benefici ma solo danni e per questo potrebbero dover essere escluse quando la causa della diffusione dei contagi e' prevalentemente la popolazione degli asintomatici.
Diverso e' il caso dei lockdown localizzati, anche ad un intero quartiere, che possono essere indispensabili per bloccare la diffusione di un focolaio non piu' circoscrivibile.
Infine vogliamo anche stigmatizzare la notizia di stampa odierna secondo cui vari accademici inglesi, per non deprimere l'economia britannica, consigliano alle loro autorita' di lasciar diffondere i contagi, contando sull'effetto positivo della cosiddetta "immunita' di gregge". Per i motivi esposti, noi riteniamo profondamente errato e dannoso questo suggerimento.



AGGIORNAMENTO (al 25 Settembre 2020): Gli asintomatici rilasciano cariche virali piu' modeste (perche' hanno anticorpi nel loro organismo).
A marzo gli asintomatici erano ancora pochi ed il contagio avveniva da persone con sintomi del Covid-19, che rilascivano cariche virali piu' intense. Per questo il minor numero di malati che si registra a settembre non e' dovuto ad una mutazione del virus che lo ha reso meno aggressivo ma alle cariche virali meno intense.
La prospettiva che abbiamo di fronte pero' e' abbastanza sconfortante perche' le cariche virali presenti nell'ambiente ora iniziano a diventare sempre piu' intense. Cio' a causa della considerevole crescita registratasi negli ultimi mesi del numero di persone infette ed asintomatiche (che oggi risultano essere circa 900.000 in Italia).
Per colpa loro il numero di virus rilasciati ed in circolazione e' cresciuto di molto ed il processo del loro ACCUMULO nell'ambiente, conseguente all'allungamento del periodo di tempo in cui i virus rimangono attivi nell'ambiente (dovuto alle piu' basse temperature autunnali ed invernali) aumentera' le cariche virali a cui la popolazione sana e' esposta.
Quindi il numero di casi di Covid-19 che ci dobbiamo attendere, in assenza di valide contromisure, adeguate all'aumentato rischio di esposizione della popolazione sana, e' destinato purtroppo a crescere, anche di molto.
Cio' in quanto questo fenomeno e' A SOGLIA perche' quando la popolazione e' esposta a cariche virali modeste, come accade d'estate, la reazione del sistema immunitario e' sufficiente nella maggior parte dei casi ad impedire lo sviluppo incontrollato dell'infezione ed il paziente infettato diventa asintomatico e non si ammala di Covid-19.
Ma questa reazione ha successo finche' la carica virale con cui si viene in contatto e' sotto un certo limite. Quando si abbassa la temperatura ambientale, come accade d'inverno o nelle celle frigorifere o con l'aria condizionata, le cariche virali crescono d'intensita' oltre questo limite ed allora accade sempre piu' spesso che il paziente infettato si ammala di Covid-19 e sempre piu' pazienti necessitano il ricovero in terapia intensiva.
Questa e' la spiegazione piu' verosimile del fenomeno pandemico: conseguentemente con l'arrivo del freddo e' indispensabile che tutti accentuino in misura adeguata tutte le misure di prevenzione del contagio per impedire lo sviluppo esponenziale dell'infezione e dell'epidemia.


QUANDO FINIRA' QUESTA PANDEMIA ?: (9 ottobre 2020)
Nella nostra comprensione del fenomeno epidemico da Sars-CoV-2 i contagi a medio e lungo termine provengono principalmente dalla popolazione di asintomatici che puo' essere piu' o meno estesa a secondo di come si e' riusciti a contenere lo sviluppo dell'epidemia.
Che questa sia la situazione attuale e' accertato dai risultati dei numerosi tamponi che si stanno misurando giornalmente, in quanto in massima parte i risultati positivi sono di persone asintomatiche.
Questa non e' una buona notizia perche' testimonia che la popolazione di asintomatici inizialmente generatasi (in primavera) e' stata capace di mantenersi, estendendosi fino all'autunno (cioe' per 6 mesi).
Abbiamo gia' spiegato che la sua estensione (che gli permette anche di mantenersi) avviene con quella che abbiamo chiamato "epidemia degli asintomatici"; un asintomatico infatti con l'infezione e' in grado di generare un altro asintomatico (preferenzialmente) piu' che un malato di Covid-19, perche' la carica virale infettante e' generalmente nel suo caso modesta.
Se permane a lungo e numerosa la popolazione degli asintomatici, la durata del rischio di contagio per la popolazione sana e' maggiore ed il rischio risulta direttamente legato alla durata della permanenza media dei virus nell'organismo delle persone che li ospitano (cioe' alla durata della patologia negli asintomatici).
Esistono virus, come l'herpes simplex o zoster, che sono capaci di permanere nell'uomo che li ospita anche per tutta la vita.
Noi ci auguriamo vivamente che questo virus non abbia le stesse caratteristiche, per cui ci aspettiamo che dopo un certo tempo gli asintomatici guariscano spontaneamente in un tempo medio T (grazie all'effetto degli anticorpi che sono in grado di produrre).
Quindi in quella popolazione di asintomatici si realizza un equilibrio dinamico, in cui il numero di asintomatici si azzererebbe dopo un tempo T (estinzione dell'epidemia); ma durante lo stesso tempo T, per contagio, si creano dei nuovi asintomatici che restano tali e contagiosi per un nuovo intervallo temporale T, a partire dalla data del contagio.
E' quindi una situazione analoga a quella di un lavello da cui l'acqua fuoriesce dal tappo aperto ma contemporaneamente entra da un rubinetto lasciato aperto. A secondo delle due portate il lavello puo' svuotarsi (estinzione degli asintomatici e dell'epidemia) o puo' crescere di livello sempre piu' (crescita incontrollata dell'epidemia).

PREVISIONE DELL'AUTORE (scritta qui' in data 9/10/2020):
RIASSUNTO: L'ESTENSIONE DELL'USO DELLE MASCHERINE E' STATO ADOTTATO IL 9/10. IN LINEA CON IL NOSTRO MODELLO DI SVILUPPO DELL'EPIDEMIA, ABBIAMO PREVISTO CHE QUESTO PROVVEDIMENTO AVREBBE DOVUTO RIDURRE LA CRESCITA DEL NUMERO DEI CONTAGI ENTRO POCHI GIORNI E COSI' E' STATO: DAL 12/10 SI E' ARRESTATA LA CRESCITA DELLA PERCENTUALE DEI CONTAGI CHE STAVA DIVENTANDO ESPONENZIALE. CONSIDERIAMO QUESTO RISULTATO UNA PRIMA CONFERMA SPERIMENTALE DELLA CORRETTEZZA DEL MODELLO, CHE RESPONSABILIZZA IN MODO NUOVO I 3 MILIONI DI ASINTOMATICI PRESENTI IN ITALIA, E CHE INDICA COME AFFRONTARE IL PROBLEMA DELLA PANDEMIA.

Vogliamo azzardare una previsione.
Da oggi 9/10 in Italia e' stato introdotto l'obbligo di portare la mascherina praticamente sempre tranne che in famiglia.
Su circa 130.000 test molecolari con tampone fatti giornalmente, si sta registrando un aumento dei test positivi di circa 900 al giorno, che corrisponde all'inizio di un trend di crescita esponenziale.
Come abbiamo spiegato in precedenza queste misure sono una determinazione della numerosita' degli asintomatici in Italia (perche' quasi tutti i positivi risultano essere asintomatici).
Gli asintomatici si sono sempre comportati in tutto come persone sane, quindi con un ridotto impiego della mascherina che percio' nel loro caso non ha potuto ridurre molto la diffusione del contagio. Ora, con questa nuova disciplina, tutti gli asintomatici saranno sempre costretti (salvo che in famiglia) ad usare la mascherina che ridurra' sensibilmente la loro capacita di diffondere virus nell'ambiente e di contagiare cosi' gli altri.
Essendo secondo noi gli asintomatici praticamente la principale origine del contagio (in Lombardia oggi i numeri sono piu' alti perche' li' si sono generati piu' asintomatici in primavera e la relativa epidemia si e' cosi' potuta sviluppare maggiormente), che fa salire il numero dei test positivi, ritengo di poter prevedere quanto segue: Oggi e' il 9/10 e nessuno si espone facendo previsioni sull'andamento di questa pandemia, perche' tutti confessano di non saperne abbastanza essendo del tutto nuova. Noi invece abbiamo voluto fare questa previsione perche', se tra 5 giorni diminuisce l'incremento giornaliero dei test positivi (che chiamano impropriamente "nuovi contagi") allora avremo ottenuto una buona conferma sperimentale delle nostre congetture sull'importanza dell' "EPIDEMIA DEGLI ASINTOMATICI", riguardo al numero di tamponi positivi rilevati in questi giorni.
Staremo a vedere. Arrivederci al 16/10.


ANTEPRIMA DEI RISULTATI: (al 13 ottobre 2020)
Certamente scrivero' l'esito finale della previsione precedente dopo aver acquisito i risultati dei prossimi giorni, ma gia' oggi (13 ottobre) possiamo registrare un'indicazione di un arresto della crescita del numero dei test positivi rispetto ai giorni precedenti da noi previsto, in seguito all'estensione dell'uso delle mascherine anche all'aperto (vedi sopra).

Ecco la tabella con i dati dei tamponi positivi di tutta Italia, che continueremo a completare nei prossimi giorni.
Con un click (e poi Back) potete vedere le definizioni dei CONTAGI VERI e dell' ACCUMULO CONTAGI veri.
Clic per vedere il grafico .

GIORNO N.MISURE N.POSITIVI PERCENTUALE CONTAGI VERI ACCUMULO CONTAGI
08/10 G128.0984458 3.5 % ? ?
09/10 V130.0005372 4.1 % 0.6% 0.6%
10/10 S133.0005724 4.3 % 0.2% 0.8%
11/10 D104.6585456 5.2 % 0.9% 1.7%
12/10 L85.4424619 5.4 % 0.2% 1.9%
13/10 M112.5445901 5.2 % -0.2% 1.7%
14/10 M152.0007332 4.8 % -0.4% 1.3%
15/10 G162.9328804 5.4 % 0.6% 1.9%
16/10 V150.93210.377 6.6 % 1.2% 3.1%
17/10 S165.83710.925 6.6 % 0.0% 3.1%
18/10 D146.54111.705 8.0 % 1.4% 4.5%
19/10 L99.0009.338 9.4 % 1.4% 5.9%
20/10 M144.73710.874 7.5 % -1.9% 4.0%
21/10 M177.84815.199 8.5 % 1.0% 5.0%
22/10 G170.39216.079 9.4 % 0.9% 5.9%
23/10 V182.03219.143 10.5 % 1.1% 7.0%
24/10 S177.66919.644 11.0 % 0.5% 7.5%
25/10 D161.88021.273 13.1 % 2.1% 9.6%
26/10 L124.68617.012 13.6 % 0.5% 10.1%
27/10 M174.39821.994 12.6 % -1.0% 9.1%
28/10 M198.95224.991 12.6 % 0.0% 9.1%
29/10 G201.45226.831 13.3 % 0.7% 9.8%
30/10 V215.08531.084 14.4 % 1.1% 10.9%
31/10 S215.88631.758 14.7 % 0.3% 11.2%
01/11 D183.45729.907 16.3 % 1.6% 12.8%
02/11 L135.73122.253 16.4 % 0.1% 12.9%
03/11 M182.28728.244 15.5 % -0.9% 12.0%
04/11 M211.82130.550 14.4 % -1.1% 10.9%
05/11 G220.00034.505 15.7 % 1.3% 12.2%
06/11 V234.24537.809 16.1 % 0.4% 12.6%
07/11 S231.67339.811 17.2 % 1.1% 13.7%
08/11 D191.14432.616 17.1 % -0.1% 13.6%
09/11 L147.72525.271 17.1 % 0.0% 13.6%
10/11 M217.75835.098 16.1 % -1.0% 12.6%
11/11 M225.64032.961 14.6 % -1.5% 11.1%
12/11 G234.67237.978 16.2 % 1.6% 12.7%
13/11 V254.90840.902 16.0 % -0.2% 12.5%
14/11 S227.69537.255 16.4 % 0.4% 12.9%
15/11 D195.27533.979 17.4 % 1.0% 13.9%
16/11 L152.67327.354 17.9 % 0.5% 14.4%
17/11 M208.45832.191 15.4 % -2.5% 11.9%
18/11 M234.83434.282 14.6 % -0.8% 11.1%
19/11 G250.86036.176 14.4 % -0.2% 10.9%
20/11 V238.07737.242 15.6 % 1.2% 12.1%
21/11 S237.22534.767 14.6 % -1.0% 11.1%
22/11 D188.74728.337 15.0 % 0.4% 11.5%
23/11 L148.94522.930 15.4 % 0.4% 11.9%
24/11 M188.65923.232 12.3 % -2.1% 9.8%
25/11 M230.00725.853 11.2 % -1.1% 8.7%
26/11 G232.71129.003 12.5 % 1.3% 10.0%
27/11 V222.80328.352 12.7 % 0.2% 10.2%
28/11 S225.94026.323 11.6 % -1.1% 9.1%
29/11 D176.93420.648 11.7 % 0.1% 9.2%
30/11 L130.52416.377 12.5 % 0.8% 10.0%
01/12 M180.10019.350 10.7 % -1.8% 8.2%
02/12 M207.14320.709 10.0 % -0.7% 7.5%
03/12 G226.72923.225 10.2 % 0.2% 7.7%
04/12 V212.00024.099 11.3 % 1.3% 9.0%
05/12 S194.98421.052 10.8 % -0.5% 8.5%
06/12 D163.55018.887 11.5 % 0.2% 9.2%
07/12 L111.21713.720 12.3 % 0.8% 10.0%
08/12 M149.23214.842 9.9 % -2.4% 7.6%
09/12 M118.47512.756 10.8 % 0.9% 8.5%
10/12 G171.58616.999 9.9 % -0.9% 7.6%
11/12 V190.41618.727 9.8 % -0.9% 7.6%
12/12 S196.43919.903 10.1 % 0.3% 7.9%
13/12 D152.69717.938 11.7 % 1.6% 9.5%
14/12 L103.58412.030 11.6% 1.5% 11%
15/12 M162.88014.844 9.1% -2.5% 8.5%
16/12 M199.48917.572 8.8% -0.3% 8.2%
17/12 G185.32018.236 9.8% 1% 9.2%
18/12 V179.80017.992 10.0% 0.2% 9.4%
19/12 S176.18516.308 9.2% -0.8% 8.6%
20/12 D137.42015.194 11.0% 1.8% 10.4%
21/12 L87.88910.872 12.3% 1.3% 11.7%
22/12 M166.20513.318 8.0% 1.3% 11.7%
23/12 M175.36414.522 8.3% 0.3% 12.0%
24/12 G193.77718.040 9.3% 1.0% 13.0%
25/12 V152.33419.037 12.5% 3.2% 16.2%
26/12 S81.28510.407 12.8% 0.3% 13.3%
27/12 D59.8798.913 14.9% 2.1% 15.4%
28/12 L68.6818.585 12.5% -2.4% 13.0%
29/12 M128.74011.212 8.7% -6.2% 6.8%
30/12 M169.04516.202 9.8% 1.1% 7.9%
31/12 G186.00423.477 12.6% 2.8% 10.7%
1/1 V157.52422.211 14.1% 1.5% 12.2%
2/1 S67.17411.831 17.6% 3.5% 15.7%
3/1 D102.97414.245 13.8% -3.8% 11.9%
4/1 L102.97414.245 13.8% -3.8% 11.9%
5/1 M135.10615.378 11.4% -2.4% 9.5%
6/1 M178.59620.331 11.4% 0% 9.5%
7/1 G121.27518.020 14.9% 3.5% 13%
8/1 V140.26717.533 12.5% -2.4% 10.6%
9/1 S172.11919.978 11.6% -0.9% 9.7%
10/1 D139.75818.627 13.3% 1.7% 11.4%
11/1 L91.65612.532 13.7% 0.4% 11.8%
12/1 M141.64114.242 10.0% -3.7% 8.1%
13/1 M175.42915.774 9.0% -1.0% 7.1%
14/1 G160.58517.246 10.7% -1.0% 7.1%
15/1 V273.00016.146 5.9% ? -- --
16/1 S163.23016.310 10.0% -- --
17/1 D163.23012.415 7.6% -- --
18/1 L87.2478.824 10.1% -- --
19/1 M135.38810497 7.7% -- --

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Percentuali dei tamponi positivi dal 11/10 al 15/11: si vede l'effetto del provvedimento sulle mascherine
La risalita dopo il 15/10 e' dovuta all'avvio dell'epidemia Covid-19, innescata dal valore 5% troppo alto


Le percentuali dei tamponi positivi dall' 8/10 al 24/10 mostrano l'effetto del provvedimento 'mascherine'
Infatti i dati degli ultimi 5 giorni risultano tutti piu' bassi di almeno 2.5% a partire dal 20/10.


Commenti scritti il 13/10 e 22/10: La preoccupante rapida salita dei contagi rilevati nei primi giorni di ottobre sembra arrestarsi il 12/10 e stabilizzarsi su un valore di poco superiore al 5% (cioe' i tamponi trovati positivi risultano stabilizzarsi intorno al 5% del totale delle misure effettuate).
La significativita' ancora non e' elevata (e' basata solo su 2 misure, quelle del 12 e 13 ottobre) ma, se tra altri 2 giorni da oggi 13/10 questa percentuale restasse fissa al 5% o meno, allora potremo dire che la nostra previsione e' stata confermata e potremo esultare, non solo per aver capito come arrestare l'epidemia degli asintomatici, cioe' di coloro che coltivano e diffondono il virus in Italia ma anche per aver fatto un buon passo avanti nella comprensione del fenomeno pandemico (vedi "Il ruolo degli asintomatici" nel prossimo paragrafo).
Per capire l'importanza di questo risultato, se confermato, bisogna tenere conto che la descrizione del fenomeno epidemico in atto, da noi ipotizzata con argomenti ragionevoli, avrebbe attualmente come causa prevalente dei contagi la numerosa popolazione infetta ed asintomatica.
Questi risultati vanno nella direzione di confermare il nostro modello per la comprensione della pandemia.
Per questo l'imposizione dell'obbligo di indossare le mascherine anche all'esterno dei locali, adottata il 9/10, ha avuto a nostro avviso un grande impatto sulla riduzione della diffusione aerea e quindi nell'ambiente dei virus e quindi del contagio potenziale da parte di cosi' tante persone che circolano, infette e senza sintomi (quindi ignare di poter diffondere il contagio).
Avendo subito rilevato questo beneficio del provvedimento adottato ci siamo spinti a fare la nostra previsione di questa riduzione dei contagi che ora sembra verificarsi davvero con un piccolo ritardo corrispondente al tempo d'incubazione.
Finora sembra che nessuno se ne sia accorto, perche' ovviamente gli altri dati, come ricoveri, decessi, ecc., rimarranno ancora in salita per qualche giorno, in quanto effetto dei contagi in salita dei giorni precedenti. Dovremo attendere qualche giorno perche' questo risultato venga confermato e perche' ne possano prendere coscienza i giornalisti e quindi anche l'opinione pubblica (per questa crescita il 14/10 i giornali parlano ancora di rischio di situazione esplosiva a Milano).
Secondo noi questa riduzione del tasso di crescita dei contagi, se confermata, rappresenterebbe un importante primo riscontro sperimentale a supporto della nostra descrizione del fenomeno epidemico, connesso con l'epidemia degli asintomatici (che ne fa crescere il numero ed il conseguente potenziale di contagiosita', che costituisce oggi la grande minaccia per tutta la popolazione mondiale).
L'epidemia in atto oggi, ad ottobre, secondo noi e' sostanzialmente DIVERSA dall'epidemia primaria di Covid-19 avvenuta in primavera, quando il lockdown adottato in Italia era ancora efficace (ora non piu', come gia' spiegato), perche' allora non c'erano i 3 milioni di asintomatici, che sono in circolazione oggi e che costituiscono da ora in poi, secondo noi, la principale sorgente di diffusione dei virus e dei conseguenti contagi.
E' importante che si prenda coscienza di cio' perche' oggi si sente affermare, anche da persone considerate esperte, che "gli asintomatici non sono un problema per la sanita' pubblica, perche' non vanno in ospedale" oppure che "la pandemia non e' piu' un problema, perche' il tasso di mortalita' e' sceso al 0.3%".
In primavera le infezioni erano prodotte da persone con sintomi e quindi con rilascio di cariche virali molto piu' intense di quelle che oggi rilasciano quei 3 milioni di asintomatici e che secondo noi sono la principale causa d'infezione attuale.
Per questo oggi le persone infettate presentano sintomi piu' lievi, non per una mutazione del virus o per le cure migliori.
La comprensione del fenomeno epidemico attuale e' percio' ESSENZIALE per capire come possiamo combattere piu' efficacemente il virus Sars-CoV-2 (per esempio: lockdown no, mascherine si): noi stiamo cercando qui' di portare il nostro contributo.
Se sara' confermato, questo risultato della nostra previsione fornirebbe un aiuto fondamentale per la limitazione dei contagi anche in tutti gli altri Stati, che hanno popolazioni di asintomatici ben piu' numerose della nostra e che stanno lottando con provvedimenti inadeguati (sottovalutando l'importanza dell'uso generalizzato delle mascherine, che porterebbe a loro benefici ancora maggiori che a noi) contro una crescita dei contagi ben superiore alla nostra.
L'Italia si confermerebbe cosi' ancora una volta ai vertici delle capacita' d'indagine scientifica e come leader mondiale nella lotta alla pandemia.

Commenti scritti il 14/10: I dati del 14/10 fanno sperare nell'inizio di una discesa della percentuale dei positivi su oltre 152.000 tamponi misurati, a meno del 4.8 % (vedi tabella ).
Essendoci sempre una (piccola) frazione dei test che contribuiscono tendenzialmente ad innalzare il numero dei positivi (sono quelli fatti per inseguire il tracking o quelli di controllo della positivita'), pero' quando i tamponi misurati sono tanti, come oggi che sono piu' di 152.000, il dato dei positivi e' piu' realistico (ne risente di meno).
Quindi ci sentiamo di concludere che il dato odierno non indica necessariamente un calo del numero dei positivi ma certamente conferma l'annunciato arresto dell'andamento crescente del numero dei positivi e quindi il BLOCCO della crescita dell'epidemia degli asintomatici che sono quelli che mantengono attivi i virus nell'ambiente e li diffondono, alimentando i contagi delle persone sane.
Il riscontro da noi cercato in realta' non esige nemmeno che la percentuale dei positivi resti costante nel tempo o decresca ma solo che ci sia stato un deciso cambiamento in senso favorevole nell'andamento temporale dei dati (potrebbero anche crescere, ma piu' lentamente).
Confermiamo di attribuire questo successo nel combattere la pandemia all'estensione dell'obbligo di usare le mascherine anche all'aperto, che ha contribuito in modo rilevante a bloccare la diffusione nell'ambiente dei virus da parte di circa 3 milioni di persone infette ed asintomatiche.
Dalla misura del cambiamento dell'andamento temporale delle percentuali dei test positivi si puo' ricavare una valutazione quantitativa dell'efficacia del provvedimento sull'obbligo delle mascherine. Questa efficacia puo' essere migliorata perfezionando il provvedimento (crediamo che in Cina stiano ottenendo risultati anche migliori dei nostri per una maggiore disciplina).
Come gia' annunciato aspettiamo i dati di domani per ESULTARE, traendone poi le giuste ed utilissime conclusioni (la stampa ed i medici, se guardano solo ai ricoveri ed ai decessi, potrebbero accorgersene forse tra qualche giorno per ovvi motivi). In realta' dopo l'inizio dell'epidemia alimentata dalle persone infette con sintomi, ricoveri e decessi cresceranno comunque in misura di quanto questa epidemia dilaga.


SECONDA ONDATA DI COVID-19: Commento scritto il 16/10/2020 (Come annunciato)
Quasi tutto OK, perche' la percentuale di tamponi positivi che mostra 5 GIORNI DI DATI STABILI INTORNO AL 5% DOPO VARI GIORNI SEMPRE IN SALITA, costituisce un'evidenza sperimentale sufficiente per CONFERMARE la nostra previsione e potremmo cosi' esultare per il successo ottenuto.
Ecco allora qui' la nostra ESULTANZA (piccola piccola, in segno di lutto, per i motivi che saranno chiari tra poco):


E U R E K A !

L'obbligo di indossare le mascherine va poi correlato con la contagiosita' del virus, che diminuisce quando fa caldo (ma non nelle celle frigorifere o con l'aria condizionata). Quindi le Autorita', monitorando con (poche) misure molecolari il numero di asintomatici, devono regolamentare l'obbligo delle mascherine (certamente si in inverno, probabilmente no in estate).
Credo che i cinesi stiano facendo proprio cosi' e, se abbiamo ragione noi, e' quindi possibile che proprio per questo motivo oggi loro non abbiano alcun contagio.
La questione cinese: Se cio' fosse vero (in Cina, anche se i loro contagi non fossero zero, certamente oggi stanno messi molto meglio di noi) sarebbe un'ULTERIORE CONFERMA SPERIMENTALE che quanto esposto in questo articolo corrisponde al vero. Sarebbe allora un progresso importante ed un passo avanti utilissimo verso la comprensione della fenomenologia di comportamento di questo virus. Cio' potrebbe aiutarci non poco a controllarlo meglio in futuro.
Se volessimo credere alla notizia sorprendente che, mentre tutto il mondo e' invaso massicciamente dal virus, in Cina hanno zero contagi, dobbiamo ammettere che e' anche possibile che i cinesi non possano essere accusati di averci nascosto queste informazioni e di non averci aiutato, perche' come non siamo riusciti noi a capire sollecitamente il problema, cosi' e' possibile ed e' anche un diritto per loro non averlo ancora capito: il buon uso delle mascherine per loro non e' un provvedimento nuovo, come per noi, ma un'abitudine consolidata, con radici storiche.
Se fosse vero, sarebbe anche colpa nostra aver accolto la notizia, che in Cina avevano zero contagi, con arrogante scetticismo e non aver indagato in merito adeguatamente.
Staremo a vedere come va a finire, osservando quali saranno le percentuali di tamponi positivi nei prossimi giorni e, se il 6.6% risultasse un dato corretto, speriamo che non salga troppo di piu' (ogni sollecito provvedimento utile a rallentare o bloccare la crescita dell'epidemia di Covid-19 sara' ovviamente il benvenuto).

COSA STA SUCCEDENDO ORA (18/10) ? Gli infetti con sintomi oggi sono l'1.6% (=6.6%-5%) della popolazione, cioe' non sono ancora molti, perche' l'epidemia di Covid-19 (non quella degli asintomatici che con le mascherine siamo riusciti a bloccare al 5%) si e' innescata ed e' partita solo da pochi giorni.
Pero' se un'epidemia parte vuol dire che il parametro di crescita e' R0>1 ed allora assume rapidamente un andamento di crescita esponenziale. Se si attende ad intervenire con decisione, il problema quindi peggiora rapidamente fino a diventare poi non piu' gestibile.
Occorrono quindi azioni sollecite e decisive. Finche' l'epidemia non si e' ancora estesa molto possono essere sufficienti interventi di chiusura piu' limitati e mirati verso le cause piu' evidenti della diffusione del virus. Altrimenti, se i provvedimenti adottati risultassero insufficienti, resta solo la strada del blocco generalizzato, che in primavera ha mostrato di poter bloccare l'epidemia anche quando e' in fase avanzata (pero' con costi enormi).
All'estero non potevano bloccarla perche' avevano fatto sviluppare troppo la loro popolazione di asintomatici (il 13% della popolazione in Francia) e quindi con l'abbassamento stagionale della temperatura, che aumenta la contagiosita' del virus, era inevitabile la partenza dell'epidemia di Covid-19.
Questa sorprendente efficacia dell'uso esteso delle mascherine per il contenimento dei contagi e per il blocco dell'epidemia Covid-19, non appena confermata, e' un'informazione preziosa che merita la piu' ampia e solerte diffusione a livello mondiale, fatta da chi di dovere.

CONCLUSIONI DELLO STUDIO FATTO FINORA (scritte dopo l'arrivo dei dati del 15/10/2020):
Vedi anche il Commento scritto il 16/10 (importante, e' una pagina prima).
Prendiamo atto del dato del 15/10 (5.4%) che e' compatibile con il blocco della crescita della percentuale di tamponi positivi che ormai consideriamo definitivo (sarebbe stato ben piu' alto se la crescita della percentuale di tamponi positivi non si fosse arrestata ad un valore di poco superiore al 5%) a conferma della correttezza della nostra previsione fatta il 9/10 e delle motivazioni che l'avevano stimolata e che qui' ribadiremo.
Facciamo il punto sulla nostra analisi, che assume sempre piu' importanza perche' in varie parti d'Europa ci si sta preparando agli onerosi lockdown ed anche in Italia alcuni "esperti" raccomandano un lockdown nazionale a Natale quando la curva dei contagi sembra divenuta costante.
Questo argomento viene approfondito al successivo punto 8, perche' ora la situazione e' diversa: i lockdown potrebbero riuscire ad arrestare l'epidemia ma solo per la durata del lockdown e non piu' stabilmente come accadde la scorsa primavera in Italia. Questo perche' la causa che alimenta l'epidemia ora e' cambiata, in quanto ora c'e' anche la popolazione degli asintomatici ad alimentarla, che in primavera non c'era, perche non era cosi' numerosa.
Elenchiamo qui' gli argomenti che ricostruiscono cosa e' accaduto finora in Italia e che meritano una riflessione approfondita da parte di tutte le persone coinvolte a vario titolo nella lotta al virus Sars-CoV-2:
  1. DISINFORMAZIONE: Non e' tollerabile che i giornalisti diano il massimo rilievo alla notizia che numero di test positivi sono in crescita anche se e' in calo la loro percentuale rispetto al numero totale dei test eseguiti (che e' il dato giusto per valutare se l'epidemia si espande o si riduce). Basta vedere i titoli di prima pagina dei giornali del 14/10 che affermavano che l'epidemia e' in crescita ed i dati salgono, quando come si vede anche nella nostra tabella, la percentuale dei positivi era scesa dal 5.2% al 4.8% segnalando la conferma del blocco della crescita del numero di asintomatici in Italia e quindi dell'epidemia associata, cioe' una notizia clamorosa, esattamente contraria a quanto scritto dai giornalisti a caratteri cubitali in prima pagina. Basta! Siccome i nostri giornalisti non possono essere cosi' culturalmente impreparati da non comprendere un problema cosi' elementare, crediamo occorra un intervento di un'autorita' superiore politica o scientifica, altrimenti queste notizie false continuando cosi' potrebbero arrivare a produrre danni enormi, influenzando le autorita' politiche che, non potendo ignorare i sentimenti dell'opinione pubblica, potrebbero prendere provvedimenti sbagliati e dannosi. (P.S. Solo dal 16/10 i dati crescono, ma per 5 giorni fino al 15/10, quando questo commento e' stato scritto, sono stati sempre costanti intorno al 5%).
  2. POPOLAZIONE ASINTOMATICA (e' un dato accertato): Ogni persona asintomatica coltiva inconsapevolmente i virus nel proprio corpo anche per tempi lunghi (nei casi di herpes anche per tutta la vita), permettendo loro di sopravvivere rimanendo attivi per lungo tempo, potendosi diffondere anche nell'ambiente esterno.
    Le persone infette ed asintomatiche in Italia oggi sono poco meno di 3 milioni, perche' i test positivi sono circa il 5% ed il 95% dei test positivi risultano di persone asintomatiche. In primavera invece erano molte di meno perche' non avevano ancora avuto il tempo per crescere molto di numero.
    La distribuzione dei tamponi trovati positivi e' piu' concentrata nelle regioni del nord Italia (Lombardia 6.3% e Liguria 8.4%) mentre nel centro-sud le percentuali sono minori (Lazio 3.7% e Sicilia 5.3%). Questo perche' le regioni del nord, che sono state le piu' colpite dall'epidemia primaria in primavera, sono partite con una popolazione di asintomatici piu' numerosa che, accrescendosi poi con l'epidemia degli asintomatici, e' arrivata in autunno ancora piu' numerosa.
  3. EPIDEMIA DEGLI ASINTOMATICI (ipotesi verosimile): Siccome almeno una parte degli asintomatici e' un po' contagiosa (con cariche virali poco intense) e' verosimile immaginare che possano aumentare di numero contagiando persone sane (le piccole cariche virali favoriscono l'esito asintomatico sulla persona sana infettata). Allora se le condizioni ambientali (temperatura, affollamento, ecc.) favoriscono i contagi, la popolazione degli asintomatici puo' crescere di numero con le stesse regole di una normale epidemia (se Rt>1). E' quello che e' accaduto in Italia fino al 9/10, secondo noi, dato che sono arrivati ad essere 3 milioni.
  4. CONTAGIO DA ASINTOMATICI (e' un dato da misurare): In una popolazione il numero totale di asintomatici esistente stabilisce l'entita' dell'immissione di virus nell'ambiente, che e' la causa iniziale di avvio ed una fonte di alimentazione successiva di una nuova ondata epidemica di Covid-19.
    Quando il numero di asintomatici e' sotto una determinata soglia l'epidemia non decolla perche' sono piu' le guarigioni ed i decessi che i nuovi contagi (e' come in un'epidemia con Rt<1).
    Quando invece il numero di asintomatici e' sopra la soglia, l'epidemia decolla (come nel caso in cui e' Rt>1, perche' sono piu' i nuovi contagi che le guarigioni ed i decessi).
    In Italia a settembre non avevamo epidemia di Covid-19 ma avevamo un'epidemia invisibile di asintomatici che percio' crescevano sempre piu' di numero.
  5. EFFETTO DELLE MASCHERINE (ipotesi molto verosimile): L'aver esteso l'obbligo di uso delle mascherine quasi ovunque ha ridotto la capacita' di contagio degli asintomatici, facendo scendere il valore del parametri di crescita a Rt<1. Questo ha bloccato in Italia lo sviluppo dell'epidemia degli asintomatici, come si e' immediatamente riscontrato nelle analisi dei tamponi (vedi tabella ).
    Il riscontro di cio' e' nella correlazione temporale tra la data del provvedimento che ha introdotto l'obbligo dell'uso esteso delle mascherine e del blocco della crescita dei tamponi positivi.
    Questa era proprio la previsione che noi avevamo scritto in questo articolo il 9/10, tre giorni prima che il blocco apparisse nei dati.
    Un ulteriore riscontro dell'efficacia dell'uso esteso delle mascherine, quando la causa che alimenta l'epidemia e' l'elevato numero di asintomatici in circolazione, si puo' ricavare dai dati cinesi: in quel Paese da sempre e' diffusissimo l'uso delle mascherine, anche prima del Covid-19. Per questo c'e' da aspettarsi che tutti la usino sempre e con disciplina: questo secondo noi potrebbe aver determinato in Cina il contenimento del numero di asintomatici che non sarebbero cosi' riusciti a crescere di numero come da noi, perche' e' stato sempre mantenuto Rt<1 e l'epidemia non si e' potuta sviluppare.
    Se questo fosse vero allora dovremmo incentivare l'uso di mascherine per abbattere il numero di asintomatici, prendendo la Cina come esempio: sarebbe un passo efficace e molto meno costoso dei lockdown!
  6. ZERO CONTAGI IN CINA ? (ipotesi poco verosimile ma possibile): L'ipotesi che in Cina il numero di asintomatici non sia cresciuto come da noi perche' si e' sempre mantenuto Rt<1 grazie all'uso molto scrupoloso delle mascherine, che ha impedito all'epidemia degli asintomatici di svilupparsi, potrebbe fornire una spiegazione possibile al fatto, per alcuni versi sconcertante, che la Cina afferma di essere oggi l'unico Paese al mondo con zero contagi. Finora tutti hanno attribuito a questa affermazione scarsissima credibilita' ma noi non possiamo credere che i cinesi possano mentire cosi' spudoratamente. Forse allora potrebbe anche essere vero ed una spiegazione potrebbe esserci, anche se nessun cinese ce l'ha spiegata, purtroppo, perche' sarebbe stata utilissima (ma forse neanche loro hanno ancora capito appieno come funziona questa epidemia): loro non avrebbero oggi, come causa di contagio, quel grandissimo numero di persone asintomatiche che noi abbiamo fatto crescere in occidente, che ora sta producendo da noi la "seconda ondata del Covid-19" e che poi restera' il nostro grande fardello futuro, perche' in Cina l'uso scrupoloso delle mascherine potrebbe aver impedito lo sviluppo di quell'epidemia di asintomatici (avendo mantenuto sempre Rt<1), che da noi ha fatto nascere la "seconda ondata" della pandemia.
    Bloccando l'espansione dell'epidemia degli asintomatici questa si estingue e, se gli asintomatici guariscono in un tempo definito, allora il numero di infetti asintomatici tende a zero: questo processo potrebbe essere in atto in Cina. Questa sarebbe una strada obbligata anche per noi italiani, che abbiamo cosi' tanti asintomatici in casa, che mantengono e diffondono permanentemente i virus.
    Questo potrebbe essere il potenziale benefico dell'uso scrupoloso ed esteso delle mascherine.
    Sarebbe di grande interesse poter ricavare una conferma di tutto cio' dai dati di test molecolari con tamponi fatti in Cina su persone scelte a caso.
  7. EPIDEMIA DI COVID-19 (cioe' di persone con sintomi, ora in atto nella sua fase iniziale): Se il risultato dell'infezione prodotta dagli asintomatici fosse sempre di produrre degli altri asintomatici, non se ne accorgerebbe nessuno (solo con le misure con i tamponi li evidenzierebbero).
    La nostra conclusione e' che quando la popolazione degli asintomatici e' cresciuta troppo (con l'epidemia degli asintomatici) puo' diventare lei la causa che avvia una nuova epidemia di Covid-19 (perche' i sintomatici che si creano poi cominciano ad infettare le persone sane con cariche virali piu' intense, generando tanti casi di Covid-19 (epidemia primaria di Covid-19).
    Questa epidemia, che e' quella che dobbiamo affrontare ora, e' pero' DIVERSA da quella della primavera scorsa perche' ha due cause e non una che l'alimentano: le persone infette con sintomi (che ancora sono poche) e gli asintomatici (che ORA sono moltissimi mentre in primavera erano pochi).
  8. LOCKDOWN NAZIONALE (pericolo incombente): Presentandosi l'epidemia attuale con delle caratteristiche diverse dal passato, e' giusto chiedersi se un lockdown fatto in Italia a Natale (che qualche esperto ha gia' iniziato a paventare, dicendo che "potrebbe aiutare" e che il Presidente del Consiglio ha dichiarato di non poter escludere) avrebbe gli stessi effetti di blocco dell'epidemia, come si e' avuto in primavera. La differenza con il passato e' che ora abbiamo due cause delle infezioni e non una sola:
    A) gli asintomatici, il cui numero evolve secondo le regole dell'epidemia degli asintomatici,
    B) e le persone infette con sintomi, il cui numero evolve come l'epidemia Covid-19 gia' conosciuta in primavera.
    Per questa seconda causa possiamo aspettarci che il lockdown produca gli stessi effetti visti in primavera.
    Invece per la prima causa, che oggi e' ancora quella dominante, non possiamo essere certi che subisca gli stessi effetti. Siccome gli asintomatici sembrano essere il serbatoio che mantiene i virus attivi nell'ambiente anche per tempi lunghi, la durata del lockdown, che dev'essere necessariamente limitata, potrebbe non produrre effetti apprezzabili sulla riduzione del numero degli asintomatici.
    Se cosi' fosse allora nelle nostre condizioni, in cui la popolazione degli asintomatici sembra essere la causa prevalente che alimenta l'epidemia (perche' ora sono 3 milioni), potrebbe accadere che al termine del lockdown nazionale gli asintomatici siano rimasti sostanzialmente gli stessi e l'epidemia allora riprenderebbe come prima del lockdown, alimentata dai 3 milioni di asintomatici: cioe' l'effetto del lockdown non sarebbe stabile, come e' stato in primavera, ma solo temporaneo (e allora sarebbero stati tutti soldi e sacrifici buttati al vento).
    Il lockdown e' quindi sicuramente efficace quando e' limitato al contenimento di focolai oppure esteso ma in presenza di epidemie alimentate soprattutto da persone infette con sintomi. Nel nostro caso di epidemia, alimentata ancora in modo prevalente da persone infette ma asintomatiche, il risultato del lockdown e' incerto.
    L'uso esteso e scrupoloso delle mascherine potrebbe essere addirittura piu' efficace del lockdown (per non parlare dei costi!) nei casi in cui sono prevalentemente gli asintomatici che alimentano l'epidemia.
    Quindi una piena comprensione del fenomeno epidemico, con i dovuti riscontri nei dati sperimentali e' importantissima.

IL RUOLO DEGLI ASINTOMATICI: (13 ottobre 2020)
Le mie argomentazioni sono tutte frutto di deduzioni logiche che partono dalla conoscenza elementare dei fenomeni descritti, che potrebbero anche assumere valore scientifico se riuscissero a trovare un riscontro nelle osservazioni sperimentali.
Per questo la verifica di questa previsione, che l'uso esteso delle mascherine possa riuscire a ridurre la crescita dei "nuovi contagi" che si rileva attualmente nelle misurazioni quotidiane, avrebbe per noi un'importanza rilevante.
L'ipotesi dell'esistenza di quell'epidemia invisibile che abbiamo chiamato "epidemia degli asintomatici" esige che sia l'epidemia a far crescere il numero di asintomatici. Questo richiede che alcune delle persone asintomatiche rimangano infette (cioe' positive al test molecolare) per un tempo sufficientemente lungo da poter infettare e rendere contagiosa almeno un'altra persona (sana), diffondendo le loro cariche virali (piccole) nell'ambiente.
Se le persone infettate ed asintomatiche guarissero rapidamente, eliminando il virus dal loro organismo, questa epidemia non si potrebbe sviluppare. La rapida guarigione pero' dipende dalla risposta immunitaria che e' un parametro diverso da persona a persona.
Dall'efficacia della risposta immunitaria oltre che dall'intensita' della carica virale infettante dipende l'esito dell'infezione: il paziente puo' guarire se gli anticorpi riescono a prevalere sulla carica virale o puo' ammalarsi sviluppando la sindrome Covid-19 in caso contrario.
Ma c'e' anche un caso intermedio in cui il paziente non riesce ad eliminare i virus dal proprio organismo ma ne limita lo sviluppo, impedendo cosi' che si manifestino i sintomi del Covid-19: e' questo il caso delle persone infettate ma asintomatiche.
E' proprio questo il caso che ci interessa perche' alla luce delle nostre deduzioni potrebbe essere proprio quello che caratterizza l'epidemia di Sars-CoV-2.
Sembrano esserci diversi modi con cui i vari virus riescono a nascondersi nel corpo umano.
  1. Ce ne sono alcuni che riescono a permanerci per troppo poco tempo per poter avviare un'epidemia: e' il caso del precedente virus della Sars, che e' cosi' sparito.
  2. Altri riescono a permanere nel corpo umano per tempi lunghissimi (anche per tutta la vita) ma in numero cosi' modesto da non disperdere cariche virali infettanti nell'ambiente. Solo in rari casi, quando le difese immunitarie dell'ospite si abbassano per qualche motivo, allora crescono di numero e vengono rilasciati nell'ambiente creando un pericolo d'infezione per le persone sane: e' il caso dei virus herpes, ad esempio (entrando in contatto con l'herpes zoster si prende la varicella).
  3. Esiste poi il caso intermedio, in cui il virus puo' permanere nel corpo umano abbastanza a lungo e talora in un numero di virus tale da poter essere diffuso nell'ambiente e poter avviare un'epidemia, infettando le persone sane. Lo sviluppo di questa epidemia sarebbe agevolato nel caso in cui il virus risultasse anche dotato di un'alto grado di contagiosita' (come il Sars-CoV-2).
Lo sviluppo di un'epidemia di asintomatici e' quindi possibile e dipende dalle caratteristiche di questo virus.
Per capirne di piu' al riguardo osserviamo che nei test molecolari il 95% circa delle persone esaminate risulta positiva ma senza i sintomi della sindrome Covid-19, cioe' asintomatica. Su una popolazione italiana di 60 milioni di persone, trovare 5000 asintomatici su 100.000 esami fatti vuol dire che il 5% della popolazione, cioe' 3 milioni di persone in Italia ed in quel giorno, dovrebbero essere infette (positive al test) ed asintomatiche (in realta' un po' meno perche' alcuni test vengono mirati a trovare i positivi seguendo il tracking).
Questo e' un dato sperimentale e non una deduzione logica.
E' possibile che questi 3 milioni di persone siano state infettate tutte pochi giorni prima da persone asintomatiche che rimangono contagiose solo per pochi giorni? La risposta e' affermativa.
Per comprenderlo, supponiamo che un asintomatico smetta di essere tale in N giorni. Se ognuno dei 3 milioni di asintomatici esistenti riesce ad infettare mediamente una sola persona in N giorni allora la popolazione dei 3 milioni di asintomatici si mantiene invariata. Se se ne infettano di piu' si sviluppa l'epidemia ed il numero di asintomatici cresce (in modo prima lento, quasi lineare, e poi esponenziale): e' questa la crescita del numero di contagi che stiamo rilevando in questi giorni.
I parametri che entrano in gioco sono:
  1. Il numero di virus rilasciati nell'ambiente da un asintomatico (carica virale) che puo' essere rilevante nei casi di riduzione delle difese immunitarie della persona asintomatica (in tali casi possono anche manifestarsi alcuni sintomi).
  2. Il numero di giorni in cui la persona asintomatica rimane contagiosa (poi guarisce).
  3. La capacita' infettante della carica virale che dipende non solo dalle proprieta' del virus ma anche da parametri ambientali (d'inverno e' maggiore).
Questi sono parametri che non conosciamo ma quello che ci interessa ora e' il risultato: lo sviluppo dell'epidemia degli asintomatici (invisibile) e' possibile e segue le stesse regole dell'epidemia primaria (visibile).
Secondo noi e' proprio cosi' che gli asintomatici in Italia sono arrivati ad essere 3 milioni (in Francia, Spagna e UK almeno 10 milioni).
Piu' numerosi sono e piu' virus abbiamo in circolazione.
Le cariche virali disperse nell'ambiente con il freddo diventeranno sempre piu' intense (per i motivi spiegati) e le persone sane infettate, anziche' sviluppare nessuno o pochi sintomi, sempre piu' spesso crediamo che svilupperanno purtroppo la sindrome Covid-19 e finiranno in ospedale.


SOLUZIONE FINALE DELL'EPIDEMIA DEGLI ASINTOMATICI: (11 ottobre 2020)
Siccome si stanno vanificando le mie speranze che questo virus Sars-CoV-2 non fosse molto longevo (vedi al riguardo le osservazioni del punto 9 "Quando finira' questa pandemia?"), alla luce dell'andamento dei contagi autunnali, mi sento ancora coinvolto a continuare questo studio e diventa per me sempre piu' importante approfondire il fenomeno dell'epidemia degli asintomatici, che sta mantenendo oggi viva la pandemia.
La differenza piu' rilevante tra l'epidemia di Covid-19 (cioe' quella delle persone sintomatiche) e l'epidemia degli asintomatici risiede nel fatto che la prima e' controllabile con i lockdown, perche' la causa dell'infezione e' un malato che in un mese termina di esserlo (o guarisce o muore); la seconda invece non e' controllabile neanche con i lockdown, che possono bloccarne lo sviluppo ma solo per la durata del lockdown (perche' la causa che alimenta l'epidemia e' diversa: e' l'enorme numero di asintomatici che esistono e sono invisibili).
La differenza con altre epidemie sta proprio nella presenza di questa popolazione di asintomatici che e' cosi' numerosa per l'alto grado di contagiosita' e si autosostiene attraverso un'epidemia nascosta, quella degli asintomatici, che infettando con piccole cariche virali le persone sane, consente alla popolazione degli asintomatici di estendersi sempre di piu', come un'epidemia.
Questo tende a cronicizzare e rendere la pandemia endemica (finche' riuscira' a durare: vedi il punto 9).
Come si puo' affrontare allora questa pandemia?
L'entita' del problema e' direttamente proporzionale al numero di asintomatici presenti nel Paese. Grazie al lockdown fatto in Italia, noi per ora ne abbiamo MOLTI meno di altri Paesi. E' un vantaggio prezioso ma che potrebbe essere effimero e sfumare velocemente se si dovessero allentare le misure di contenimento dell'epidemia.
Si deve percio' individuare quanti piu' asintomatici possibile e neutralizzarne le capacita' di diffondere il contagio con tutti i mezzi disponibili, che saranno poi quelli farmaceutici.
A settembre avevamo stimato in 900.000 il numero di asintomatici presenti in Italia (perche' c'erano 1500 test positivi su 100.000 eseguiti); oggi i test positivi sono il 5% dei test effettuati e questo corrisponde oggi alla presenza di circa 3.000.000 asintomatici in Italia (magari un po' meno per gli esami dei tracking), a riprova che e' proceduta piuttosto velocemente l'epidemia degli asintomatici, in cui ogni persona infetta e asintomatica, diffondendo cariche virali modeste, ha infettato delle persone sane, facendole diventare asintomatiche: e' una vera e propria epidemia invisibile.
Oggi, con le misure di prevenzione dei contagi, tra cui l'obbligo dell'uso delle mascherine anche all'aperto, contiamo di rallentare lo sviluppo di questa epidemia ma la stagione invernale in arrivo certamente ci ostacolera' non poco.
Questa e' l'entita' del problema che abbiamo di fronte in Italia: se individueremo 10.000 asintomatici al giorno, con i test piu' rapidi, in 300 giorni potremo arrivare a ridurre significativamente il loro numero e quindi l'epidemia (all'estero quei Paesi, che non hanno voluto contenere la crescita esponenziale dei contagi in primavera con il lockdown, si trovano ora messi abbastanza peggio di noi, avendo in casa una popolazione di asintomatici di 3 o 4 volte piu' numerosa della nostra).
Un'altra caratteristica importante, ma non gradita, di questa epidemia degli asintomatici consiste nella ragionevole previsione di un'apprezzabile riduzione dell'efficacia del vaccino sulle persone asintomatiche. Cio' in quanto, essendo persone che inconsapevolmente stanno coltivando colonie di virus nel loro organismo, sembra ragionevole aspettarsi, al momento della somministrazione del vaccino, una risposta immunitaria abbastanza limitata del loro sistema immunitario, gia' sollecitato dal virus a produrre degli anticorpi.
Le persone oggi infette ed asintomatiche, non potendo cosi' usufruire appieno della protezione del vaccino, potrebbero rischiare di rimanere esposte ad un rischio di reinfezione al Covid-19 per tempi lunghi, almeno finche' la minaccia del virus continuera' ad esistere.
Una volta vaccinata tutta la popolazione sana, verra' bloccata l'espansione dell'epidemia degli asintomatici che pero', se quanto qui' esposto e' corretto, continueranno ad esistere come tali ed a coltivare il virus Sars-CoV-2 nel loro organismo.
Per questo gli asintomatici potrebbero essere gli unici a rimanere esposti, forse anche per tutta la vita, al rischio della sindrome Covid-19 non appena le loro difese immunitarie dovessero indebolirsi (come accade per altri virus, tra cui il ben noto herpes).
Questo dovrebbe far riflettere meglio quei giovani che oggi, sentendosi poco esposti a rischi gravi, tralasciano di rispettare la doverosa disciplina delle misure di contenimento dell'epidemia: e' inevitabile che prima o poi questi comportamenti rischiano di farli entrare nel "club degli asintomatici".
Se questi giovani venissero informati, molti di loro si potrebbero salvare adottando comportamenti piu' virtuosi.
Con il progresso delle tecniche diagnostiche risultera' sempre meno oneroso arrivare ad identificare TUTTI gli asintomatici ed a guarirli, somministrando loro il giusto farmaco antivirale, che prima o poi sara' disponibile.
Solo allora avremo vinto la guerra al virus, facendolo scomparire definitivamente.
Questo ci sembra essere oggi il percorso inevitabile per sconfiggere questo male, dato che contrariamente a quanto sperato da tutti il vaccino non riuscira' a liberarci dalla popolazione di asintomatici che oggi ci circonda e che mantiene attiva l'epidemia.

COVID-19: L'EPIDEMIA DEI PAZIENTI CON SINTOMI E' IN ATTO: (18 e 19 ottobre 2020)
Gli esperti forniscono in TV informazioni ancora tranquillizzanti, dimostrando di essere poco consapevoli della reale situazione.
Ecco il nostro parere: La percentuale dei positivi e' arrivata oggi 18/10 all'8% ma l'incremento vero NON e' dal 6.6% all'8.0%.
La parte di contagi prodotta dai 3 milioni di asintomatici aumentera' in proporzione al loro numero crescente che e' partito il 10/10 da 3 milioni (numero dedotto dal 5% di tamponi positivi su 60 milioni di persone). Questo numero aumentera' ma piu' lentamente del numero di infettati con sintomi (perche' questi ultimi sono piu' contagiosi).
Per questo motivo mei primi giorni dell'epidemia di Covid-19 consideriamo per semplicita' praticamente costante ed intorno al 5% la parte di contagi prodotta dai 3 milioni di asintomatici. In tal caso il contributo aggiuntivo a questo 5%, prodotto dalle persone infettate e con sintomi (risultato del recente innesco dell'epidemia Covid-19), e' passato dall'1.6% (=6.6% - 5%) al 3% (=8.0% - 5%), cioe' e' quasi RADDOPPIATO in sole 24 ore, con un andamento che potrebbe essere esponenziale (alcuni commentatori dicono che non e' esponenziale perche guardano alla variazione del dato totale che va dal 6.6% ad 8% ma questo potrebbe non essere corretto).
Possiamo cosi' dedurre che approssimativamente le persone infette con sintomi oggi 18/10 sono gia' arrivate ad essere 1/3 degli asintomatici (1.6% rispetto al 5% di asintomatici). E' una crescita molto rapida, se confermata dai dati dei prossimi giorni.
Esaminando anche il dato del 19/10 che e' 9.4% si vede che gli incrementi dei 3 giorni dopo in 15/10 (che e' l'ultimo giorno in "pianerottolo") sono 1.6% , 1.4% ed 1.4% cioe' una crescita meno che lineare, tenendo conto di un inevitabile piccolo incremento del numero di asintomatici (che comporta una leggera crescita oltre il 5% dei contagi dovuti agli asintomatici), dovuto alla partenza dell'epidemia Covid-19.
Questa crescita NON esponenziale, se vera, potrebbe essere un'ottimo indizio dell'efficacia del provvedimento sulle mascherine (oltre che degli altri in atto), che riuscirebbe, oltre a bloccare i contagi dei 3 milioni e piu' di asintomatici (che hanno cariche virali piu' deboli), ma anche i contagi Covid-19 (che hanno cariche virali piu' intense), riducendone la crescita da esponenziale, come dovrebbe essere, a lineare cioe' molto piu' lenta (anche se allarmante perche' su 60 milioni di italiani l'1.5% corrisponde a 900.000 persone contagiate in piu' ogni giorno).
Aspettiamo i dati dei prossimi giorni e speriamo bene.
Le persone infette con sintomi sono piu' contagiose, perche' rilasciano nell'ambiente cariche virali piu' intense di quelle rilasciate dagli asintomatici.
Siccome le temperature si stanno anche abbassando, queste cariche virali rimarranno attive piu' a lungo nell'ambiente, aumentando ancora di piu' il rischio di contagio gia' alto (anche per il fenomeno di accumulo, negli ambienti chiusi).
Il numero di tamponi positivi, che misura il numero di persone contagiate, e' percio' destinato a crescere piu' velocemente e le persone contagiate, in conseguenza delle cariche virali piu' intense a cui sono esposte, presenteranno in numero sempre maggiore i sintomi della sindrome Covid-19.
E questa e' una gran brutta notizia per i nostri ospedali.
Crediamo che vada limitata questa crescita dei contagi in tutti i modi possibili ed al piu' presto (i provvedimenti in atto sono risultati insufficienti, per la scarsa consapevolezza e disciplina della popolazione).

LINEE GUIDA PER IL CONTENIMENTO DEI CONTAGI: (19 ottobre 2020) Si tenga ben presente che, siccome la trasmissione del contagio inizia per via aerea sia nel caso degli asintomatici che nel caso degli infetti con sindrome Covid-19, quell'efficacia che ha bloccato la crescita dei contagi degli asintomatici tra l'11 ed il 15/10 (dimostrata dall'interruzione della crescita della curva nel grafico precedentemente mostrato), dev'essere altrettanto efficace anche nel diminuire i contagi degli infetti Covid-19 (cioe' con sintomi) ma non come e' fatto ora.
Occorrera' pero' un rigore maggiore nell'applicare il provvedimento dell'uso esteso delle mascherine, perche' il potere infettante dei malati di Covid-19 e' molto piu' elevato ovvero le cariche virali rilasciate sono molto piu' intense rispetto a quelle rilasciate dagli asintomatici. Questo effetto dei contagi degli infetti Covid-19 e' misurabile nella curva dei contagi, dove ha ripreso a salire dal 16/10 cioe' dopo l'innesco dell'epidemia di Covid-19.
Pertanto per l'efficacia notevole, dimostrata (entro limiti ragionevoli) in questo lavoro, l'uso esteso delle MASCHERINE puo' essere il primo provvedimento da estendere, perfezionandolo (prima ancora dei lockdown), con un maggiore efficienza per bloccare anche i contagi degli infetti Covid-19 ovvero con un maggior rigore ottenibile con una maggiore severita', anche repressiva, per gli indisciplinati con PROVVEDIMENTI ad esempio come questi: LOCKDOWN: Il lockdown non e' l'arma assoluta ed unica per fermare l'epidemia.
IL LOCKDOWN E' UNA COSTOSISSIMA SCAPPATOIA CHE PERMETTE ALLE AUTORITA' DI OTTENERE QUEI DISTANZIAMENTI CHE NON RIESCE AD OTTENERE ALTRIMENTI (e la gente non lo sa).
Siccome i lockdown costano moltissimo, andrebbero evitati se si possono ottenere risultati simili con altri mezzi, anche autoritari ed oltre i limiti delle leggi esistenti, perche' l'alternativa e' un depauperamento tragico della popolazione ed una crisi sociale difficile poi da governare.
Chiediamoci allora se esistono vie alternative al lockdown.
Il nostro studio ha evidenziato che quando l'epidemia era solo quella prodotta dalle cariche virali disperse dagli asintomatici il semplice provvedimento di aver esteso l'obbligo di usare le mascherine anche all'aperto ha arrestato lo sviluppo dell'epidemia bloccando la crescita dei contagi degli asintomatici.
Abbiamo poi ipotizzato che il provvedimento potrebbe risultare abbastanza efficace anche quando le cariche virali provengono da persone infette con sintomi ovvero da tutte le persone infette e contagiose.
Questa e' solo in parte un'ipotesi, perche' in parte sembra essere un fatto reale: altri scienziati possono esaminare tutti i dati oltre quelli da noi mostrati nel grafico e stabilire se sono sufficienti a fornire l'opportuna evidenza sperimentale da noi annunciata.
Anche se la cosa a prima vista puo' risultare sorprendente, in realta' l'uso esteso ed efficiente delle mascherine agisce bloccando all'origine la fuoriuscita dei virus da una persona contagiosa (che e' l'unica causa che diffonde i contagi).
Quindi il risultato verificato sperimentalmente e' anche verosimile, benche' sorprendente.
Crediamo che contenere piu' efficientemente di quanto si e' fatto finora la fuoriuscita di tutti i virus dalle persone contagiose, unita agli altri provvedimenti atti ad incentivare il distanziamento delle persone, possa ottenere gli stessi risultati di un lockdown generale, che sarebbe percio' un provvedimento sbagliato oltre che costosissimo da adottare.
Aggiungiamo che a differenza di un lockdown i provvedimenti da noi indicati possono continuare la loro funzione per mesi, ben oltre la durata di guarigione o decesso di un paziente con Covid-19.
Quindi, oltre a bloccare i contagi, questi provvedimenti basati sul buon uso delle mascherine possono anche far regredire l'epidemia fino ad ESTINGUERLA (e' Rt<1), cosa che NON puo' fare il lockdown (perche' non puo' durare cosi' tanto).
Una volta estinta l'epidemia di Covid-19 si dovra' tenere sotto controllo il numero di asintomatici, che si puo' fare anche misurando un piccolo numero di tamponi statisticamente significativo. Se il loro numero supera 1 milione (circa 1.5% in percentuale) allora, indossando tutti le mascherine, lo si fa scendere sotto questa soglia. Nel periodo estivo molto probabilmente il numero sara' basso per la riduzione dei contagi e non sara' necessario indossare le mascherine.
Quando anche gli asintomatici si saranno estinti (dipende da proprieta' del virus che ancora non conosciamo), l'incubo sara' finito. In tutto questo i vaccini saranno di grande aiuto per far scomparire prima questo virus.
Uno scenario completamente diverso si aprirebbe per quei Paesi che scegliessero di adottare la via piu' semplice di raggiungere l' immunita' di gregge . Questo significherebbe far crescere senza limiti il numero degli asintomatici che, avendo il virus in corpo, sarebbero sempre soggetti a contrarre la sindrome Covid-19 non appena le loro difese immunitarie dovessero abbassarsi (come appare una vescica sul labbro agli infetti di herpes ma il Covid-19 e' molto peggio di una vescica e lascia danni permanenti).
Quindi quelli qui' indicati sono provvedimenti anche MIGLIORI del lockdown: si tratta di riuscire a farli rispettare da tutti. Se ci sono riusciti i cinesi ci possiamo riuscire anche noi. Non e' accettabile di dover pagare i costi di un lockdown generale e prolungato per questa nostra eventuale incapacita' di farli rispettare.
Questo metodo di affrontare la pandemia meriterebbe di essere considerato seriamente anche solo per l'importanza delle sue promesse di IMPEDIRE la ripartenza delle ondate successive dell'epidemia di Covid-19 e di ottenere gli stessi risultati della Cina (anche se in Italia e' tutto piu' difficile) che dichiara di avere zero contagi ed e' in piena ripresa economica con un PIL al +4.9%
A tutti noi sarebbe piaciuto che l'Italia fosse oggi l'unico Paese in Europa con zero contagi e l'economia in piena ripresa: forse e' quello che avrebbe potuto essere ma non e' stato.
Quest'immagine potrebbe essere un messaggio pubblicitario molto efficace per convincere soprattutto i giovani all'uso piu' consapevole e rigoroso delle mascherine (che e' una buona cosa in ogni caso)!
Sembra un dato di fatto che oggi la CINA si stia tenendo fuori dalla seconda ondata (autunnale) dell'epidemia di Covid-19 avendo attuato proprio questo tipo di provvedimenti che, mantenendo il numero di asintomatici sotto la soglia, hanno impedito l'innesco dell'epidemia SENZA LOCKDOWN GENERALE (loro sono da sempre disciplinati e maestri nel buon uso delle mascherine).
Infatti l'epidemia e' un fenomeno che si avvia solo se si supera quella soglia alla quale il numero dei nuovi infettati arriva ad essere superiore al numero dei guariti e dei decessi (che smettono cosi' di essere infetti). Una volta partita l'epidemia di Covid-19, invece, e' piu' difficile controllarla, perche' le persone con i sintomi sono molto piu' contagiose degli asintomatici. Se non si e' riusciti a bloccarla prima, per tornare poi a farla regredire con R0<1 bisogna attendere l'aiuto della stagione calda.
Purtroppo quando l'epidemia (ancora) non c'e', la gente siccome non teme cio' che non vede, e' restia a sottostare ad una disciplina onerosa: questo rilassamento nella profilassi del contenimento dei contagi e' quello che fa crescere velocemente con l'arrivo del freddo il numero degli asintomatici (che nessuno vede) fino a farli superare la soglia fatidica del Covid-19.
A quanto ne sappiamo in due cose i cinesi sono molto piu' efficienti di noi: nell'uso delle mascherine e nel tracking, che da loro e' fatto in modo anche eccessivamente invasivo. Sono due strumenti preziosi per controllare i contagi e che potrebbero aver fatto la differenza con noi occidentali nell'affrontare il Sars-CoV-2.
Forse loro esagerano per motivi propagandistici quando affermano che hanno zero contagi ma certamente se non avessero l'epidemia sotto controllo si saprebbe, soprattutto in autunno quando i contagi aumentano.
In ogni caso esigere un migliore uso delle mascherine da parte di tutta la popolazione sicuramente produce effetti benefici nel contrasto all'epidemia.
Abbiamo detto che alcuni provvedimenti dovrebbero poter essere presi anche in contrasto con le leggi ordinarie, trovandoci di una situazione di emergenza.
I cinesi sembra che non si facciano scrupoli al riguardo. Anche da noi finche' dura l'emergenza si dovrebbero sospendere certi diritti, come ad esempio quelli sulla privacy, se ostacolano l'efficacia di provvedimenti (come il tracking) diretti alla salvaguardia della sanita' pubblica.
Se l'opinione pubblica capisse che un maggiore rigore nell'uso delle mascherine puo' essere ALTERNATIVO al lockdown ci sarebbe molta piu' collaborazione e disciplina, rendendo piu' probabile il successo dell'operazione, come in Cina.
Bisogna essere molto piu' rigorosi ora, perche' l'inverno, che e' la stagione peggiore, e' alle porte, altrimenti purtroppo ci saranno molti ma molti piu' poveri che andranno certamente poi aiutati tutti.
In Italia si e' ottenuto un risultato di rilievo nel contenimento dei contagi estendendo l'obbligo delle mascherine anche quando si e' all'esterno. Questo significa che anche i virus rilasciati dalle persone infette, quando si trovano all'aperto in strada, contribuiscono in modo significativo ai contagi rilevati poi nei test molecolari, perche' se ne rileva in modo certo l'effetto come un arresto nella crescita dei contagi (vedi grafico precedente).
Questo vuol dire che i virus rilasciati nella strada si accumulano e, risultando volatili, sono facilmente sollevati dal vento ed immessi nell'aria che un passante puo' respirare.
D'estate i virus rimangono attivi per un tempo abbastanza limitato ma in autunno ed inverno, quando la temperatura ambientale si riduce, la loro capacita' di contagio si prolunga nel tempo e questo fatto, unito all'aumento della concentrazione per accumulo temporale, puo' incrementare l'esposizione delle persone ad una carica virale contagiosa.
Per questo motivo riteniamo, quando la temperatura scende sotto i 10 gradi centigradi, rimanendo sempre sopra lo zero (per evitare il pericolo del ghiaccio), sia utile bagnare periodicamente le strade (se non c'e' stata pioggia, brina o neve) con acqua e sale, in modo da fissare i virus nella fanghiglia al fine da ridurne la volatilita'.

ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19: (al 20 ottobre 2020)
La percentuale di tamponi positivi pubblicata oggi 20/10 e' del 7.5% quindi piu' bassa di quella del giorno precedente (8%).
Quindi l'andamento che sembrava di crescita lineare in realta', sembra si sia arrestato se questo dato sara' confermato anche nei prossimi giorni.
Vediamo allora di capire meglio cosa sta succedendo. Queste percentuali si riferiscono a prelievi di 1 o 2 giorni prima e riguardano persone che hanno il virus nel loro corpo evidenziabile con un tampone e credo che la misura richieda un intervallo di tempo dal momento dell'infezione di almeno un'altro giorno.
Quindi stiamo osservando le infezioni avvenute nel passato e fino a 2 o 3 giorni fa (ma per la maggior parte di loro, risultando asintomatici anche molti piu' giorni fa).
Voglio dire che queste misure stanno evidenziando i contagi avvenuti non il giorno prima ma in media vari giorni prima.
Per non fare confusione scriviamo da ora in grassetto le date vere in cui sono accaduti gli eventi e in caratteri normali quelle che fanno riferimento al grafico (che risultano ritardate di circa tre giorni per i motivi spiegati).
Allora questa e' la mia interpretazione: il giorno 9/10 (quando si e' esteso l'obbigo delle mascherine anche all'aperto) l'epidemia primaria di Covid-19 non era ancora partita ed il dato della percentuale rifletteva il contributo dei soli asintomatici che era in lenta crescita come l'epidemia degli asintomatici.
Il provvedimento delle mascherine ha provocato un blocco dei contagi tra asintomatici, che ne faceva crescere il numero (epidemia degli asintomatici). Questo blocco, iniziato il 9/10, quando e' partito l'uso delle mascherine, e' apparso nelle misure con i tamponi tre giorni dopo quando la curva dei dati e' andata in plateau (o addirittura calava) a partire dal 12/10 (quindi il 9/10 corrisponde al 12/10 nel grafico).
Pero' il dato dell'11/10 indica che gia' prima del 9/10 la percentuale aveva raggiunto la soglia del 5% ed per questo e' partita l'epidemia dei sintomatici, che ha portato un contributo in piu' (prima piccolo, invisibile nel grafico) ai tamponi positivi. Questo contributo iniziato l' 8/10 e crescente prima lentamente e' arrivato a valori visibili nel grafico dal 15/10 come un ritorno alla crescita.
L'effetto delle mascherine risulta molto efficiente sui contagi prodotti da persone asintomatiche (con cariche virali modeste) ed e' quindi in grado di limitarne la percentuale sotto al 5%, soglia d'innesco dell'epidemia di persone con sintomi ed e' pertanto in grado di bloccare l'inizio dell'epidemia di Covid-19.
Invece su questi contagi prodotti da persone con sintomi crediamo che l'effetto delle mascherine sia minore perche' si tratta di bloccare cariche virali piu' intense (con molti piu' virus, che possono sfuggire), percio' la presenza di questo contributo, prima raggiunge un livello ben visibile e crescente nel grafico a partire dal 16/10 (corrispondente in realta' al 13/10 cioe' circa 5 giorni dopo l'inizio dell'epidemia di Covid-19).
L'effetto di questa minore efficacia delle mascherine ci era apparsa nell'andamento precedente della curva che invece di crescere esponenzialmente (come accade nelle epidemie) appariva crescere piu' lentamente, in modo lineare.
Cio' significa che l'uso esteso delle mascherine, se adottato prima che inizi l'epidemia Covid-19, puo' impedirne lo sviluppo (purche' si sia riusciti a mantenere la percentuale di tamponi positivi sotto la soglia d'innesco, credo del 3%) ma una volta che l'epidemia Covid-19 e' partita puo' solo ridurne lo sviluppo, da esponenziale a lineare (che non e' poco!).
In alte parole contro gli infetti con Covid-19 le mascherine, che andavano bene per gli asintomatici, non bastano piu': l'unico modo per bloccare i contagi potrebbe essere quello di isolarli, come fossero in quarantena, ma non a casa bensi' in alberghi attrezzati, dotati di tutta l'assistenza necessaria (tutto a carico del S.S.N.).
La crescita della curva sembra pero' essere durata solo tre giorni, fino al 19/10 (corrispondente in realta' al 16/10) perche' il 20/10 (oggi) anche il contributo dei contagi prodotti da persone con sintomi alla percentuale totale mostra un "crollo" dall'8% al 7.5% in sole 24 ore (ottima notizia!)
Possiamo imputare anche questo calo ad un ulteriore effetto del provvedimento delle mascherine (del 9/10)?
Per ora pensiamo di no, in quanto non capiamo perche' un effetto cosi' vistoso si sarebbe dovuto vedere il 16/10 (7 giorni dopo) e non prima. Per questo ci riserviamo di capire meglio il fenomeno, soprattutto alla luce dei dati dei prossimi giorni, anche per valutare l'eventuale dispersione dei dati.
Non e' da escludere che nei prossimi giorni non possa emergere nella curva dei contagi dovuta a persone con sintomi una salita (perche' e' piu' difficile bloccare cariche virali molto intense) sempre lineare ma con minore ripidita' (cioe' con coefficiente angolare minore).
I dati globali che utilizziamo non sono raccolti con metodologia scientifica ma contengono fattori di dispersione, non statistica ma sistematica, che noi non siamo in grado di valutare, come il peso relativo nell'assemblaggio, giorno per giorno, dei dati di regioni diverse (che dovrebbe essere proporzionale al numero di abitanti ma forse non lo e') con livelli di contagio piuttosto diversi o il contributo dei dati relativi al tracking od alla replica dei test che favoriscono l'esito positivo della misura.

RISPOSTA DELLE AUTORITA' (MISURE DI CONTENIMENTO DEI CONTAGI):
Le misure di contenimento dei contagi sarebbero piu' efficaci se potessero essere prese 1 o 2 settimane prima che gli eventi avvengano. Malgrado cio' gli amministratori si muovomo in funzione del numero di ricoveri e di decessi giornalieri.
Un malato di Covid-19 che sviluppa i sintomi della malattia richiedera' il ricovero non prima di 1 settimana dal contagio e se poi non ce la fa, il decesso avviene circa 1 mese dopo il ricovero.
Pertanto sarebbe sicuramente piu' efficace adottare i provvedimenti basandosi sui dati dei contagi anziche' su quelli dei ricoveri e dei decessi che, entro fluttuazioni aleatorie accettabili, forniscono le stesse informazioni ma in anticipo.
Poter prevedere con almeno 1 o 2 settimane di anticipo gli eventi in certi casi puo' anche consentire di incidere in modo migliore sul loro verificarsi.
Questa capacita' previsionale e' materia abbastanza semplice per gli esperti tecnico-scientifici, i quali devono allora essere deputati a fornire in tempo le giuste informazioni agli amministratori, che non possono non capire l'importanza di lavorare in questo modo, diverso e piu' efficiente.

QUANTI TEST CON TAMPONE DEVONO ESSERE FATTI OGNI GIORNO: (21 ottobre 2020)
Individuando 10.000 positivi al giorno, dopo un anno se ne sono trovati piu' di 3 milioni (da isolare per una settimana circa), e si abbatterebbe in modo decisivo il problema dell'epidemia degli asintomatici, impedendo il ripetersi di ondate successive di Covid-19.
Per fare questo occorrono 3.000.000/50 = 60.000 camere singole che potrebbero essere 50.000 nelle case e 10.000 in residence. Se i resicence possono avere 100 camere doppie allora ne servono 50 in varie parti d'Italia, oltre al personale per i controlli nelle case.
Cioe' il problema di far estinguere stabilmente il virus Sars-CoV-2 ed il Covid-19 in Italia sarebbe risolvibile.
Da informazioni di stampa sembra pero' che gli strumenti messi a disposizione per questo scopo non siano adeguati perche' l'isolamento/tracciamento dei positivi individuati con i test non si riesce a fare "perche' sono troppi".
Chiariamo un aspetto molto importante: per le informazioni statistiche/epidemiologiche sull'andamento dell'epidemia bastano meno di 1/10 dei test con tampone che si fanno oggi, con impegno di cosi' tante risorse umane ed economiche.
La ragione di farne il piu' possibile e' giustificata per riuscire ad identificare gli infetti che possono contagiare, per poi neutralizzarli in qualche modo (ho sempre dato per scontato che si facesse, fino ad oggi).
Se nei test si trovano il 10% di infetti ogni giorno vuol dire che in tutta la popolazione italiana una persona su 10 e' infetta cioe' in Italia sono infette 6 milioni di persone non conosciute e con 100.000 test al giorno riusciamo ad individuarne il 10% di 100.000 cioe' identifichiamo 10.000 infetti al giorno.
Allora i casi sono tre:
  1. o riusciamo a neutralizzare la capacita di infettare delle 10.000 persone al giorno individuate (o isolandole con una quarantena dove vogliono loro, ma non sulla fiducia, od ospitandole in appositi Covid Residence gratuiti attrezzati con tutti i comfort (sono tanti ma questo e' il problema che va risolto);
  2. o, se NON riusciamo a neutralizzarli, come sembra dalle informazioni che ci arrivano, allora possiamo decidere di limitare o dimezzare il numero di tamponi da analizzare, in base al numero massimo di positivi che si riesce ad isolare (che sarebbe comunque un intervento molto utile per abbassare il numero di asintomatici, per mantenerlo sempre sotto la soglia del 3% per impedire l'inizio di una nuova ondata epidemica di Covid-19);
  3. oppure bisogna concludere che e' inutile, oltre che sciocco, identificare cosi' tanti positivi, facendo 150.000 o piu' tamponi al giorno, per poi lasciarli andare liberi di contagiare gli altri (e' di oggi la notizia che, grazie al Ministero della Difesa, se ne aggiungeranno altri 30.000 al giorno).
Per seguire l'andamento dell'epidemia ed avere le informazioni necessarie per poter decidere quali provvedimenti adottare solo 20.000 test al giorno bastano e avanzano (magari eseguendoli meglio, cioe' scegliendoli a caso ma in base alle proporzioni degli abitanti di ogni regione).
Percio', se i positivi individuati poi si lasciano andare perche' sono troppi allora e' una follia fare 150.000 test ogni giorno con grande dispendio di risorse umane ed economiche (impiegabili meglio).
Ma se troviamo il 10% di infetti ogni giorno vuol dire che in tutta la popolazione italiana una persona su 10 e' infetta cioe' in Italia sono infette 6 milioni di persone non conosciute e con 100.000 test al giorno riusciamo ad individuarne il 10% di 100.000 cioe' identifichiamo 10.000 infetti al giorno.
Quando la percentuale dei positivi e' il 5% con 100.000 test ne trovo positivi circa 5000. Se le misure sono fatte bene la fluttuazione statistica di questo dato e' di +-70.
Quando la percentuale dei positivi e' il 5% con 25.000 test ne trovo positivi circa 1250. Se le misure sono fatte bene la fluttuazione statistica di questo dato e' di +-35 (+-3%).
Quando la percentuale dei positivi e' il 5% con 1.000 test per regione ho 20.000 test e ne trovo positivi il 5% cioe' 1000. Se le misure sono fatte bene la fluttuazione statistica di questo dato e' di +-32 (+-3%); e' quindo abbastanza accurato, soprattutto per quello che serve agli amministratori ma pure per la nostra indagine scientifica.
Che vuol dire "misure fatte bene"? Vuol dire misurare persone prese a caso, in numero proporzionale al numero di abitanti di ogni regione o provincia, mantenendo separati i dati cioe' senza assemblarli insieme ad altri. Il loro numero potrebbe essere complessivamente circa 1/10 dei test che vengono eseguiti oggi (con grande risparmio di risorse umane ed economiche).
PERCHE' ALLORA FARE 150.000 TEST, SE NE BASTANO SOLO 20.000 ?   N.B. 20.000 circa possono bastare ma solo se i positivi individuati non vemgomo "tracciati", come sarebbe meglio fare per impedire loro di diffondere il contagio (puo' accadere se non si ha il personale necessario al tracciamento).
Se non si capisce questa semplicissima aritmetica allora occorre studiare di piu'. Sono sconcertato quando vedo che tutti vogliono aumentare il numero di test giornalieri perche' all'estero ne fanno piu' di noi.
Aggiungo che aumentare sempre di piu' il numero di test giornalieri risulta anche MOLTO DANNOSO perche' siccome piu' test si fanno piu' positivi si trovano, tutti i giornali, vedendo il numero di positivi di giorno in giorno sempre piu' alto, gridano colpevolmente (perche' e' una notizia FALSA) all'allarme, considerando sempre piu' inevitabile chiudere tutte le attivita'.
Gli amministratori politici poi finiscono per aderire a questo sentimento comune che si e' formato nell'opinione pubblica (ovviamente con danni enormi per chiusure inutili).
Si puo' anche vedere al riguardo i commenti sulla DISINFORMAZIONE nel paragrafo "CONCLUSIONI DELLO STUDIO FATTO FINORA" (raggiungibile con il link dall'indice iniziale).

Il rischio dell'eventualita' di prendere provvedimenti sbagliati e' esaltato dal fatto che tutti sono fortemente preoccupati perche' ricoveri e decessi sono in aumento.
Ma bisogna tenere presente che questi sono dati che si riferiscono a contagi precedenti ai contagi rilevati nei test di oggi.
Infatti per ricoverare un paziente devono passare un po' di giorni dall'infezione, diciamo 7.
Per il decesso ne devono passare di piu', diciamo 30.
Questi due dati risentiranno mediamente piu' tardi del possibile appiattimento (non ancora avvenuto) della curva dei contagi (cioe' gli infetti individuati oggi non si ricoverano o muoiono domani).
L'effetto eventuale dell'appiattimento della curva dei contagi lo potremmo vedere nelle curve dei ricoveri e decessi nei prossimi 30 giorni.
Quindi un possibile scenario potrebbe essere quello di contagi effettivamente bloccati gia' oggi (senza bisogno di chiusure ulteriori) con ricoveri e decessi che aumenteranno ancora per 1 o 3 settimane per poi smettere di crescere, come risultato del blocco attualmente raggiunto nei contagi.
Quello che voglio evidenziare e' che pilotando i provvedimenti governativi sulla base di ricoveri e decessi (perche' sono dati reali piu' certi ed affidabili) si rischia di fare dei lockdown molto onerosi che sono inutili, perche' dovrebbero servire a bloccare dei contagi che dalle misure fatte risulterebbero gia' bloccati.
PER QUESTO IL LAVORO CHE STIAMO FACENDO E' IMPORTANTE, PERCHE' AIUTA A CAPIRE L'EVOLUZIONE REALE DELL'EPIDEMIA.
In verita' i dati attuali non permettono ancora di affermare con certezza che i contagi stanno andando in plateau (forse tra qualche giorno si) ma e' indispensabile che si abbia ben presente qual'e' l'evoluzione completa del fenomeno, come e' stata qui' descritta, per non commettere tragici errori.


ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19: (al 21 ottobre 2020)
La percentuale di tamponi positivi pubblicata oggi 21/10 e' salita al valore di 8.5% quindi piu' alta di quella del giorno precedente (7.5%).
Questo sembra confermare quanto avevamo intuito, che probabilmente la percentuale dei contagi e' in crescita meno che esponenziale, abbastanza lineare con piccolo coefficiente (angolare) di crescita.
Ribadisco quindi quanto gia' affermato al punto precedente:
Cio' significa che l'uso esteso delle mascherine, se adottato prima che inizi l'epidemia Covid-19, puo' impedirne lo sviluppo (purche' si sia riusciti a mantenere la percentuale di tamponi positivi sotto la soglia d'innesco, credo del 3%) ma una volta che l'epidemia Covid-19 e' partita puo' solo ridurne lo sviluppo, da esponenziale a lineare (che non e' poco!).
In altre parole contro gli infetti con Covid-19 le mascherine, che andavano bene per gli asintomatici, sembrano non bastare piu' (cioe' quando l'epidemia di Covid-19 si e' avviata: l'unico modo per bloccare i contagi potrebbe essere quello di isolarli, come fossero in quarantena, anche in una casa sotto controllo oppure in residence attrezzati, dotati di tutta l'assistenza necessaria (a carico del S.S.N.).
Se si riesce a fare questo allora occorre fare il numero massimo possibile di test con tamponi.

REGIONI CON PIU' MALATI DI ALTRE: COME ACCADE ? (22 ottobre 2020)
Mentre in Italia il valor medio della percentuale di positivi e' attualmente intorno al 9% in Campania e Lombardia supera il 13%.
Questa differenza e' dovuta al fatto che in quelle regioni si e' permesso all'epidemia degli asintomatici di estendersi molto piu' che nelle altre regioni.
In Lombardia perche' sono partiti da numeri molto alti per l'estensione raggiunta dall'epidemia primaria in primavera.
In Campania probabilmente per non aver curato a sufficienza le misure di contenimento, magari in estate.
Abbiamo spiegato che secondo il nostro modello di evoluzione dell'epidemia, quando la percentuale di asintomatici supera il 5% della popolazione con le temperature autunnali si avvia l'epidemia primaria di Covid-19 (in inverno ancora peggio).
Quindi in Lombardia ed in Campania l'epidemia e' partita prima ed in base alla curva di crescita esponenziale dei contagi ed ora hanno piu' malati delle altre regioni.
Se una regione fosse riuscita a mantenere questa percentuale sotto la soglia d'innesco dell'epidemia di Covid-19, da loro l'epidemia non sarebbe partita affatto.
Quindi d'estate il virus continua ad esistere nei corpi degli asintomatici, come se questi li coltivassero ed il numero cresce con l'epidemia degli asintomatici che infettano persone sane facendole diventare asintomatiche (s'instaura un equilibrio dinamico tra asintomatici che aumentano ed altri che guariscono).
Le misure di contenimento, come le mascherine, funzionerebbero benissimo per far diminuire il numero di asintomatici e cosi' evitare l'epidemia autunnale di Covid-19 ma gli asintomatici sono persone normali che sembrano godere ottima salute e la gente sana rifiuta di indossare la mascherina o di stare a distanza da loro, soprattutto in estate. Cosi' consente loro di diffondere virus e creare altri asintomatici, aumentandone il numero (e cosi' poi in autunno parte l'epidemia di Covid-19 che invece era evitabile).
Ma non e' colpa loro; la colpa e' di chi non glielo ha spiegato (sembra si sappia adesso, non prima, anche se e' una cosa abbastanza ovvia: l'esistenza di asintomatici e' misurabile!).
Quindi si potrebbe, facilmente e con costi bassi, debellare questo virus e farlo scomparire abbassando la percentuale di asintomatici ma la gente non lo sa e lui conta proprio su questo per sopravvivere molto a lungo, accanendosi contro di noi in varie ondate successive di Covid-19 (con chiusure, coprifuoco, ecc.).
Cosi gli asintomatici prosperano ed in autunno poi sono troppo numerosi, cosi' parte l'epidemia di Covid-19.
Questa e' il modo in cui il virus sopravvive e manda in rovina le nostre societa'.
Piu' asintomatici ci sono piu' virus circolano e talora questa circolazione puo' superare la soglia d'innesco dell'epidemia di Covid-19.
E' semplice da capire e non e' vero che gli asintomatici non sono un problema, perche' non hanno bisogno di cure.
Loro sono il problema.


ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19: (al 22 ottobre 2020)
Pero' un barlume di speranza viene dai 4 dati tra il 18/10 ed il 21/10, che potrebbero anche corrispondere ad un andamento quasi costante della curva , intorno all' 8%
In effetti e' innegabile che l'andamento dei dati intorno al 20/10 con 3 dati consecutivi piu' bassi rispetto all'andamento precedente (20, 21 e 22/10) assomigli sorprendentemente a quello intorno al 14/10 con tre dati consecutivi piu' bassi rispetto all'andamento precedente (13, 14 e 15/10).
Dobbiamo tenere presente che gli infetti rilevati nel test di oggi si sono infettati non ieri ma 1 o 2 settimane prima.
Allora piu' giorni passano piu' i dati risentono dell'effetto dell'uso piu' esteso delle mascherine (perche' diminuisce il contributo delle infezioni precedenti al 9/10, data del provvedimento sulle mascherine).
Allora, se l'uso delle mascherine fosse efficace anche sugli infetti con sintomi, l'andamento in plateau della curva NON AVVERREBBE CON UN CAMBIAMENTO DI PENDENZA REPENTINO, MA -GRADUALE- e la curva si stabilizzerebbe su un valore costante nel giro di circa 1 settimana dal 15/10, giorno d'inizio del plateau del contributo degli asintomatici (rappresentando il ritardo nel tempo di contagio con una distribuzione gaussiana centrata 1 settimana prima).
In questo periodo di transizione e' verosimile che la curva possa presentare un andamento quasi lineare che poi tende a diventare costante.
Questo e' quello che potrebbe accadere nei prossimi 7 giorni, ma gia' abbastanza visibile dopo 3 giorni.
Credo che si potrebbe anche spiegare perche' il contributo degli infettati con sintomi alla curva della percentuale dei positivi non sia andato in plateau dal 15/10, insieme al contributo degli asintomatici, ma tre giorni piu' tardi, il 18/10.
L'infezione da Sars-CoV-2 potrebbe manifestarsi in modo diverso nel caso in cui sviluppa la sindrome Covid-19 (infezione profonda con interessamento delle vie respiratorie profonde). In questi casi il paziente potrebbe non risultare positivo subito al tampone ma tre giorni piu' tardi (quando l'infezione si e' diffusa anche nelle prime vie respiratorie).
Invece una persona che contrae l'infezione in forma asintomatica (piu' leggera) puo' diventare positiva subito perche' l'infezione interessa subito le vie respiratorie alte).
Non essendo io virologo non posso essere certo di cio' ma se questo e' possibile potrebbe essere confermata la mia interpretazione dei dati (fatta da fisico).
Se siamo fortunati nei prossini giorni, quando la situazione sara' piu' chiara, anche il contributo degli infetti con sintomi potrebbe risultare in sostanziale plateau ed allora torneremmo ad ESULTARE perche' vorrebbe dire che indossare sempre le mascherine riesce a bloccare anche i virus emessi dalle persone infette con sintomi, benche' le cariche virali da loro emesse siano molto maggiori (e cosi' comprenderemmo ancora meglio il successo dei cinesi, che finora hanno evitato la seconda ondata di Covid-19).
Se questo fosse vero (ma non lo sappiamo ancora) allora la crescita del numero dei nuovi contagi si starebbe arrestando e quindi NON SAREBBE PIU' NECESSARIO ADOTTARE ALCUN PROVVEDIMENTO DI CHIUSURA (che bloccherebbe i nuovi contagi ma nulla potrebbe sulla malattia delle persone gia' infettate.
Per questo ricoveri e decessi continueranno a crescere inevitabilmente ancora per 2 o 3 settimane, essendo dovuti a contagi gia' avvenuti nel passato (nessuna chiusura potrebbe aiutarci in questo).
Come capite bene si tratta di un'informazione cruciale, di enorme importanza, che acquisiremo sicuramente nei prossimi 3 o 4 giorni.
E' di vitale importanza capire al piu' presto se questa curva delle percentuali di positivi continua a crescere o se resta in plateau. Lo sapremo gia' nei prossimi 2 o 3 giorni (basta solo un po' di pazienza, poca!).

Ecco l'IMPORTANZA (EVENTUALE) DI QUESTO LAVORO:
Nello stesso tempo questi sono i gravi errori che oggi stanno commettendo quasi tutti: I ricoveri e decessi di questi giorni sono relativi ad infezioni avvenute ai primi di ottobre quando la percentuale dei positivi era al 3% che corrisponde a 1.800.000 infetti in Italia (su 60 milioni di abitanti).
Supponiamo che il 3% di loro abbiano sviluppato la sindrome Covid-19 (gli altri, tutti asintomatici, si limitano invece ad ospitare il virus Sars-CoV-2 nel loro organismo, senza saperlo): sono in 60.000.
Se 1 su 3 di loro finisce in ospedale (gli altri vengono curati in casa) sono 20.000 i ricoveri che ci aspettano, ormai sicuri e indipendenti dai provvedimenti di chiusura, che non fanno guarire i malati ma impediscono solo i nuovi contagi.
Le persone gia' contagiate ormai il virus ce l'hanno in corpo e non c'e' chiusura o lockdown che possa aiutarli, quindi i 20.000 pazienti, tra ricoveri e decessi, ormai sono inevitabilmente in carico al S.S.N. oggi e per il mese prossimo. Non c'e' provvedimento governativo che possa ridurli (possono solo evitare che se ne aggiungano altri in inverno).
A ridurli ci avrebbero dovuto pensare di piu' tutti, in estate.
Aspettiamo i dati dei prossimi 3 giorni e speriamo bene, cioe' speriamo che la curva delle percentuali dei contagi vada in plateau altrimenti, cosa possibilissima, decadono tutte le belle cose che abbiamo qui' ipotizzato, perche' ne valeva la pena, in questa ricerca (sacrosanta da fare in questi giorni).

ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19: (al 22 ottobre 2020)
I 5 dati tra il 18/10 ed il 22/10, ci sembrano compatibili con l' andamento da noi atteso, prima lineare (poco ripido) e poi costante tra pochi altri giorni.
Per visualizzare meglio questo andamento abbiamo aggiunto (dietro, dopo la tabella dei dati) anche l'andamento grafico delle percentuali dei positivi.
In base al nostro modello di evoluzione dell'epidemia, tra il 18 ed il 22/10 ci aspettiamo un cambiamento di tendenza della curva che da esponenziale, cioe' sempre piu' crescente, dovrebbe crescere invece sempre meno, diventando prima lineare e poi abbastanza costante (prevediamo presto, dopo il 25/10).
I dati sono ancora troppo pochi per evidenziare chiaramente questi andamenti ma ci sembra gia' di intravedere che dopo il 18/10 qualcosa si stia modificando nell'andamento della curva , che non sembra piu' salire come nei giorni dal 14 al 19/10 ma piu' lentamente: non c'e' dubbio che i dati degli ultimi 3 giorni 20, 21 e 22 ottobre avrebbero dovuto essere molto piu' alti per continuare con l'andamento precedente (esponenziale).
Dobbiamo aspettare anche i dati dei prossimi due giorni, per capirci qualcosa di piu'.

SITUAZIONE ATTUALE: VOGLIAMO FARE UNA SECONDA SCOMMESSA ? (23 ottobre 2020)
In occasione del primo pianerottolo nella curva dei contagi, il giorni stesso di adozione dell'obbligo delle mascherine (9/10) ho azzardato la previsione (vedi punto 12 dell'indice), che poi si e' avverata tre giorni dopo, dell'arresto della crescita della curva dei contagi degli asintomatici dovuto alle mascherine.
Ora ci troviamo in una situazione simile: potrei scommettere che il 25/10 la curva dei contagi smette di salire ma non sarebbe giusto. Infatti in questo caso l'evoluzione reale dell'epidemia e' drogata da due fattori esterni che non c'entrano con il nostro modello descrittivo dell'evoluzione naturale dell'epidemia e che conseguentemente complicano la comprensione dell'evoluzione del fenomeno:
  1. La presenza di grandi focolai nelle citta' provocati dalla grande contagiosita' delle persone infette con sintomi che ancora non sono ospedalizzate (che non e' presente nell'epidemia degli asintomatici) e favorita dal comportamento improprio delle persone che non rispettano le misure di contenimento. Solo Milano contribuisce oggi con 4.000 contagi ai 15.000 che si misurano in tutta Italia, quindi non sono un piccolo contributo ma gran parte della crescita che si osserva proviene da questi grandi focolai, in cui l'epidemia cresce con regole diverse e meno controllabili. Il giorno seguente i contagi a Milano sono saliti da 4000 a ben 5000. Questo significa che nelle citta'-focolaio l'andamento dei contagi ha gia' raggiunto la crescita esponenziale che va contenuta con provvedimenti aggiuntivi specifici per quel territorio.
  2. L'adozione di provvedimenti extra di chiusura di grandi aree urbane per periodi di tempo prolungati, proprio mirati a contenere questi focolai.
Questi due fattori si aggiungono a determinare l'evoluzione dell'epidemia al di la dell'evoluzione naturale dei contagi e dall'azione di blocco della crescita dovuto alle mascherine: il primo nel verso di aumentare il numero dei contagi, il secondo in verso opposto.
L'evoluzione dell'epidemia, che avrebbe avuto l'andamento di appiattimento della curva dei contagi dovuto all'effetto delle mascherine, risentira' quindi anche di questi altri due fattori ed avra' conseguentemente un risultato modificato dalle loro due spinte contrapposte.
Se aumentera' il numero ed il contributo ai nuovi contagi dei focolai, la curva, partendo dal livello di plateau raggiunto il 25/10, salira' finche' i grandi focolai l'alimenteranno nella misura e per il tempo dipendente dallo sviluppo dei focolai.
Questa spinta verso l'alto della curva sembra importante, alla luce dei dati che provengono dalle citta'-focolaio.
Pero' avra' anche una spinta a tornare in plateau dai provvedimenti di chiusura limitata, che e' dipendente dall'estensione nello spazio e nel tempo dei singoli provvedimenti (adottati nelle citta' di Napoli, Milano e Roma).
Questi provvedimenti di chiusura locale si rendono indispensabili in quelle regioni in cui la percentuale dei positivi e' diventata troppo alta con il procedere dell'epidemia (per insufficienza dei mezzi di contenimento): in Italia e' intorno all'8% in Campania e Lombardia e' del 13% o 14% (per questo ora stanno chiudendo).
La situazione attuale e' comunque molto favorita dalla riduzione della crescita esponenziale dei contagi, precedentemente acquisita grazie all'uso delle mascherine, che speriamo possa permettere il contenimento della crescita della curva dovuta a questi maxi-focolai. Questo potrebbe evitare di adottare dei lockdown locali, limitando gli interventi al solo coprifuoco locale (molto meno costoso).
Ovviamente i nostri amministratori devono essere informati per governare bene, sul piano tecnico, non basandosi sul numero di ricoveri e decessi giornalieri, che sono manifestazione di contagi lontani nel tempo ma sulla percentuale giornaliera dei tamponi positivi che fornisce l'andamento attuale dei contagi e la risposta pronta all'adozione dei provvedimenti.
Purtroppo sembra che ora non sia cosi' ed e' responsabilita' dei tecnici correggere questo comportamento errato che puo' essere molto dannoso: potrebbe indurre a decidere un lockdown, quando i contagi si sono gia' arrestati per le altre misure, mentre i ricoveri e decessi giornalieri sono ancora molto numerosi per i tanti contagi di due settimane prima.
Non sono in grado ora di valutare quantitativamente questi due effetti che interferiscono nello svilupo normale dell'epidemia che stavamo seguendo e che sara' comunque condizionata pesantemente dall'arresto della crescita esponenziale che e' gia' oggi indubbiamente visibile , prodotto dall'uso delle mascherine nei contagi sia dalle persone infette asintomatiche che da quelle con sintomi del Covid-19.
Nei prossimi giorni potremo valutare dall'andamento della crescita globale dei contagi se la nostra descrizione e' plausibile.
Ribadiamo che questa comprensione della descrizione del fenomeno non e' solo accademica ma vuole ottenere la conferma sperimentale del fatto che l'uso di un semplice presidio come le mascherine, se adottato estesamente, riesce a contenere in modo significativo gran parte della diffusione dei virus, con effetti che possono essere sufficienti a bloccare e far regredire i contagi, al fine di contenere la crescita del numero di asintomatici, per poterlo cosi' mantenere sempre sotto la soglia d'innesco dell'epidemia di Covid-19.
Questo puo' bastare per raggiungere un risultato clamoroso: con semplici presidi e bassi costi impedire che in futuro si sviluppino nuove ondate epidemiche di Covid-19 (risultato che sembra abbiano gia' acquisito in Cina, almeno per ora).

L'alternativa e' quella di ondate epidemiche successive, tutte peggiori rispetto alla prima, perche' hanno un contributo aggiuntivo ai contagi che nella prima ondata non c'era: quello dei tanti asintomatici che circolano in incognito e possono diffondere virus e contagi. A conferma di cio', e' di oggi la notizia che le Autorita' francesi hanno dichiarato che questa seconda ondata e' peggiore della prima.
Torniamo cosi' ancora ad un punto essenziale, finora trascurato da tutti e che e' alla base del contrasto a queste epidemie cicliche: l'epidemia invisibile degli asintomatici, che va combattuta soprattutto in estate (cosa che nessuno ha fatto finora).
La strategia vincente, alla luce delle prime indicazioni di questo lavoro, e' sicuramente quella dell'uso esteso delle mascherine per tutto il tempo in cui la percentuale dei tamponi positivi (presa anche solo su 20.000 test) e' sopra al 3% (anche d'estate, se occorre). Come dice correttamente il governatore Zaia "meglio la mascherina che i coprifuoco ed i lockdown", ma bisogna farlo capire a tutti!


ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19: (al 23 ottobre 2020)

Il dato odierno di 10.5% si inserisce nel grafico esattamente allineato con la crescita dei tre giorni precedenti.
Questo ci lascia pensare che il contributo ai dati delle citta'-focolaio, che contribuiscono con circa 4000 contagi ciascuna (le principali sono Milano, Napoli, Genova e Torino) sia diventato dominante e da ora in poi governera' l'andamento della curva.
Le relative regioni (Lombardia, Campania, Liguria, Piemonte) hanno percentuali dal 13% al 16% che portano in alto la nostra curva che contiene i dati di tutta Italia ed e' stata portata in alto fino al 10%.
Questo non vuol dire che i contagi del resto d'Italia non stiano interrompendo la crescita della loro curva, come il nostro modello vorrebbe, ma che dei contributi dominanti si siano sommati impedendo di cogliere il risultato al netto del contributo delle citta'-focolaio.
Il nostro modello di descrizione dell'epidemia non si puo' applicare ai focolai perche' nella maggior parte dei casi dove si e' sviluppato un focolaio troppe persone non rispettano rigorosamente l'obbligo di indossare sempre la mascherina, come richiesto per applicare il nostro modello (se no il focolaio non sarebbe esploso). Per questo il relativo contributo ai dati nel grafico sono di una crescita esponenziale e non lineare.
E' un'analisi facile a farsi per chi ha accesso ai dati separati per regione e ci auguriamo che qualche lettore di queste note voglia farlo perche' noi non possiamo, magari comunicandoci cortesemente poi il risultato.
Come ultima osservazione notiamo che se vogliamo traslare i dati degli ultimi 4 giorni, dal 20 al 23/10, per posizionarli sull'andamento della crescita precedente della curva (fino al 19/10), come prosecuzione in linea retta, bisogna sommare loro almeno il 2.5% alle percentuali degli ultimi 4 giorni.
Questo significa che in data 20/10 la percentuale dei contagi in Italia ha subito veramente un netto calo di almeno il 2.5% e quindi TUTTI I DATI DAL 20/10 IN POI SONO PIU' BASSI DEL 2.5% (che e' ben 1/4 del totale, intorno al 10%), cioe' 1.500.000 (su 60 milioni) di contagiin meno ogni giorno sono dovuti all'uso esteso delle mascherine, che corrispondono a 45.000 positivi sintomatici (3%) ed il resto asintomatici, che avremmo avito in piu' senza questo calo del 2.5%.
Se il 2% dei sintomatici avra' bisogno di ricovero ospedaliero, si sono cosi' risparmiati 900 ricoveri e 25 decessi al giorno (vedi stima piu' avanti), grazie all'uso esteso delle mascherine.
Questo dato e' certo, al di fuori degli errori statistici e sistematici, ed e' di assoluto rilievo perche' corrisponde ad una riduzione di circa 1.500.000 contagi sui 60 milioni di italiani. Quanto troviamo dal 20/10, giorno in cui appare questo calo, CORRISPONDE PROPRIO ALL'EFFETTO CHE CI ASPETTAVAMO DI TROVARE, COME ULTERIORE CONFERMA DELLA VALIDITA' DEL NOSTRO MODELLO DI EVOLUZIONE DELLA PANDEMIA.
L'unico nostro problema e' che purtroppo proprio in quei giorni, in cui cominciava a manifestarsi il calo da noi previsto e la curva stava andando in plateau, sono esplosi i contagi esponenziali delle citta'-focolaio, che hanno portato il loro contributo esponenziale dominante nei dati che rivelano i contagiati e cosi' la curva ha ripreso a salire impedendoci di valutare con cura l'effetto di contenimento dell'epidemia prodotto dall'uso esteso delle mascherine che comunque c'e' e si vede bene, quindi anche per i contagi prodotti dalle persone infette con sintomi.
Inoltre osserviamo che se si tolgono ai 16079 positivi del 22/10 ed ai 19143 positivi del 23/10 quelli delle citta'-focolaio, molto probabilmente risulta costante, se non addirittura in calo, la curva dei contagi rimanente, relativa al resto d'Italia (in quelle 4 regioni mi pare si parli di contagi che vanno dai 2000 ai 5000 ciascuna con 4916 nella sola Lombardia, ben 1/4 del totale, dei 19143 contagi complessivi). E' un esercizio facile a farsi, per controllare, ma io ora non ho i dati a disposizione.
Quindi possiamo affermare che, pur nei limiti dei pochi dati da noi esaminati, ci sembra che per ora abbiamo un RISCONTRO POSITIVO a tutte le conclusioni molto importanti, a cui siamo arrivati in questo lavoro.
Diventa a questo punto molto urgente ripetere questa analisi su dati selezionati con la giusta e rigorosa metodologia scientifica per convalidare le nostre conclusioni.
In questo lavoro abbiamo scoperto, cercando riscontri nei dati sperimentali, il potere sorprendente dell'uso esteso delle mascherine per bloccare l'epidemia Covid-19 (come hanno fatto i cinesi).
Il problema e' che per ora lo sappiamo solo io e coloro che, bonta' loro, hanno letto questo lavoro: quindi potrebbe essere un risultato sconvolgente se si riuscisse a far comportare gli italiami come i cinesi nell'uso delle mascherine. Allora non avremmo piu' ne' la terza ondata ne' quelle successive ed anche l'Italia potrebbe dichiarare "zero contagi".
Merito di questo lavoro e' stato quello di aver acceso una luce su questa possibilita' (da approfondire ulteriormente).

QUAL'E' LA SITUAZIONE E COSA SI DEVE FARE ORA: (al 24 ottobre 2020)
SITUAZIONE: Abbiamo detto che l'andamento della curva dei contagi anticipa quello che accadra' poi negli ospedali: vediamo di quanto.
Ecco la correlazione temporale, con ipotesi ragionevoli:
Le persone a cui viene fatto il tampone non mostrano sintomi, cioe' sono prese tra quelli presunti sani che possono essere: I risultati del test si ottengono 3 giorni dopo il prelievo e vengono comunicati dopo un altro giorno (4 in tutto).
La distanza dal contagio di un risultato positivo al tampone pubblicato e' quindi (mediamente):
- per il 97% asintomatici sono stati infettati: 15 giorni prima del prelievo + 4 giorni = 19 giorni (con distribuzione gaussiana)
- per il 3% sintomatici sono stati infettati: 3 giorni prima del prelievo + 4 giorni = 7 giorni (con distribuzione gaussiana)
I primi (asintomatici) non producono ne' ricoveri ne' decessi.
I secondi (sintomatici) mostrano sintomi dopo circa 5 giorni dal contagio (incubazione) e quindi il 3% dei tamponi positivi, i cui risultati sono noti dopo 7 giorni, vengono ricoverati quasi subito e qualcuno di essi poi muore mediamente dopo 1 mese circa.
Quindi i ricoveri di oggi sono il 2% dei tamponi positivi di oggi, senza alcun ritardo.
Siccome il 3% dei ricoverati muore 1 mese dopo, i decessi di oggi sono 0.6 per mille (=2% del 3%) dei tamponi positivi di 1 mese prima.
In conclusione: COSA SI DEVE FARE ORA:
Bisogna chiudere tutti i maxi-focolai finche' i positivi del posto non si riducono allo stesso livello delle altre regioni, che possono essere salvate dalla chiusura se la loro curva dei contagi risultasse costante o in lenta salita (lineare), cosa secondo noi possibile e che confermerebbe la validita' del nostro modello.
Confessiamo che la cosa ci sorprenderebbe un po', in quanto la gente ancora non e' cosciente dell'importanza da noi asserita del buon uso delle mascherine ma forse le sta usando lo stesso con un certo scrupolo per la paura del contagio.


CONCLUSIONE FINALE: (al 24 ottobre)
Considero quanto appreso in questo lavoro d'importanza notevole perche' abbiamo appreso che basta imporre un uso scrupoloso delle mascherine sempre ed a tutti (perseguendo i furbetti che la indossano con il naso di fuori, perche' cosi' emettono i loro virus nell'ambiente), per RIDURRE in modo sostanziale ALL'ORIGINE le cariche virali che provocano i contagi (cioe' il numero di virus attivi) disperse nell'ambiente e mantenere cosi' il numero di persone infette ma asintomatiche sotto una soglia critica, che ho stimato intorno al 3% della popolazione, oltre la quale s'innesca la crescita esponenziale dell'epidemia Covid-19, che e' un fenomeno a soglia: sotto al 3% sono piu' gli infetti che scompaiono (perche' guarisconol o muoiono) che i nuovi infetti e quindi loro numero non cresce (e' Rt<1 e l'epidemia non parte).
Mantenendo ovunque il numero di persone infette ma asintomatiche sotto il valore di soglia (e bastano le sole mascherine per riuscirci, come hanno mostrato i dati da noi raccolti e presentati nel grafico) l'epidemia Covid-19 NON parte e saremmo allora, come i cinesi, un Paese "con zero contagi" (abbiamo cosi' anche capito come ci sono riusciti i cinesi, che da sempre sono maestri nell'uso delle mascherine).
Tutto cio', se confermato, e' fantastico perche' le mascherine sono solo una scocciatura ma con un costo del tutto accettabile!

Ora pero' siamo in guai grossi, perche' i comportamenti scellerati di troppi italiani hanno permesso agli asintomatici di crescere di numero oltre il valore di soglia per la partenza dell'epidemia Covid-19.
Alla fine di settembre tutti i tamponi positivi erano di asintomatici, perche' l'epidemia Covid-19 non era ancora partita e la percentuale di positivi era sotto al 3%.
Poi ai primi di ottobre la temperatura si e' abbassata, accentuando il fenomeno dell'accumulo dei virus dispersi dagli asintomatici nell'ambiente (perche' si e' allungato il periodo di tempo in cui i virus rimangono attivi) e cosi', essendo aumentata l'esposizione della popolazione sana ai molti virus dispersi nell'ambiente da chi non indossava bene la mascherina, la percentuale di tamponi positivi e quindi di asintomatici e' cresciuta fino a superare intorno al 10 ottobre la percentuale critica del 5%.
L'aumento della contagiosita' e' allora bastato per innescare la partenza esponenziale dell'epidemia Covid-19.
Se i virus dispersi nell'ambiente dagli asintomatici (che purtroppo per loro sono l'allevamento vivente ed inconsapevole delle colonie di virus Sars-CoV-2, che altrimenti si estinguerebbero, perche' questo virus rimane attivo nell'ambiente solo per poco tempo)) fossero stati di meno o per un minor numero di asintomatici o per un migliore uso delle mascherine, allora in Italia la seconda ondata di Covid-19 NON ci sarebbe stata affatto!.
Questo e' il know how che abbiamo acquisito con questo lavoro.
Esso sara' fondamentale per impedire le ondate successive dell'epidemia Covid-19 in ogni Paese del mondo (se confermato).
Per questa volta purtroppo non c'e' piu' nulla da fare: l'epidemia ormai e' in corso.

ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19: (al 24 ottobre 2020)

Il dato odierno di 11.0% si inserisce nel grafico mostrando un leggera diminuzione della crescita rispetto ai dati dei 4 giorni precedenti.
Un primo buon segno ma ancora nulla di clamoroso. Si comincia ad intravedere una leggera riduzione della crescita esponenziale dovuta ai primi provvedimenti di coprifuoco serale che hanno cominciato a ridurre i contagi dovuti agli assembramenti notturni nelle principali citta'-focolaio.
Si spera che ulteriori benefici, attesi nei prossimi giorni, siano sufficienti a scongiurare l'adozione di misure piu' penalizzanti per l'economia.

OSSERVAZIONE:
Ecco una cosa su cui conviene indagare nei prossimi giorni.
Se le mascherine sono cosi' efficaci probabilmente vuol dire che la principale via di contagio e' quella aerea che puo' non essere solo quella diretta da persona a persona ma anche quella indiretta da persona ad ambiente e poi a persona.
L'evento importante che le mascherine eliminano e' la dispersione dei virus nell'ambiente, perche' essendo volatili non solo possono accumularsi nell'ambiente (soprattutto negli ambienti chiusi) ma anche fissarsi su particolati presenti in strada per poi essere sollevati dal vento ed inalati dalle persone sane in quantita' significativa.
Quest'ultimo contributo ai contagi merita di essere indagato maggiormente a mio avviso e forse si puo' fare facilmente, studiando la correlazione eventuale tra la percentuale giornaliera dei contagi, regione per regione, con le precipitazioni atmosferiche piu' intense (cioe' con i giorni in cui e' piovuto molto).
Se si riuscisse a trovare una qualche correlazione allora bisognerebbe organizzare l'irrigazione delle strade nelle aree piu' affollate e nei giorni senza pioggia e con vento.
Bisogna pensarle tutte per ridurre i contagi ed anche questa potrebbe essere una strada da percorrere.

ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19 AL 24 OTTOBRE 2020: (25 ottobre 2020)
Aggiungiamo un ulteriore contributo di chiarezza alla descrizione dell'epidemia in corso con il grafico seguente:


EFFETTO MASCHERINE: i fit lineari alle percentuali dei positivi dall' 8/10 al 24/10 mostrano prima l'effetto della riduzione
sugli asintomatici poi quello sui sintomatici (dopo l'inizio epidemia, segnalata dal cambio di pendenza) ed infine l'effetto dei coprifuoco


Per valutare l'entita' delle variazioni, che sono di tutto rilievo, dovete misurare di quanti millimetri dovete spostare in alto un tratto lineare per farlo sovrapporre all'andamento di quello precedente.
Riferendovi alle percentuali indicate nella scala verticale delle ordinate potete sapere di quanto si e' ridotta la percentuale dei contagi dal giorno del cambiamento in poi (-1% sui 60 milioni di italiani significa 600.000 contagi in meno ogni giorno, da quel momento in poi).
Sono variazioni molto importanti.

La prima e' stata l'oggetto della nostra scommessa che, fatta il 9/10, giorno dell'entrata in vigore dell'obbligo di usare le mascherine anche all'aperto, avendone colto l'importanza, ci siamo spinti a prevedere gia' il 9/10 quello che poi sarebbe avvenuto il 12/10: il primo netto calo dei contagi.

Intanto avendo la percentuale di positivi (asintomatici) raggiunto il 5% e' partita l'epidemia Covid-19, quella piu' contagiosa dei sintomatici e la relativa crescita piu' ripida del numero dei contagi si e' resa visibile nel grafico dal 14/10 in poi (i giorni sono visibili sull'asse orizzontale, quello delle ascisse).
Anche questo secondo salto della curva, che inizia il 19/10, e' stato da noi attribuito alla discontinuita' temporale introdotta dal provvedimento delle mascherine del 9/10 sul contenimento dei contagi, anche quelli piu' intensi provenienti dai sintomatici. La successiva pendenza della curva rimane invariata perche' e' quella, esponenziale attenuata dall'effetto delle mascherine, caratteristica dell'epidemia dei sintomatici Covid-19.
La relativa discussione la trovate QUI' e QUI'.
Un primo leggero accenno ad un'ulteriore riduzione della pendenza della curva nel grafico si vede nell'ultimo punto a destra quello del 24/10, secondo noi attribuibile ai primi provvedimenti di coprifuoco presi nelle citta'-focolaio.
Valutando anche in questo caso il calo della curva in verticale con le percentuali indicate sull'asse delle ordinate si puo' prevedere gia' da domani, se il prossimo punto prosegue l'andamento in calo mostrato, un'ulteriore diminuzione dell'1% del numero dei contagi, corrispondente sulla popolazione italiana di 60 milioni di persone a ben 600.000 contagiati in meno e quindi, in base a stime grossolane ma realistiche, a 12.000 malati in meno di Covid-19 (il 2%), 200 ricoveri in meno e 7 morti in meno ogni due giorni, dovuti alle recenti misure di coprifuoco adottate.

SE NON SI FOSSE INTRODOTTO L'OBBLIGO DELLE MASCHERINE NON CI SAREBBERO STATI I DUE SALTI IN BASSO NELLA CURVA, CHE HANNO PRODOTTO OGNUNO CIRCA IL 2% DI CALO STABILE DEI CONTAGI: VUOL DIRE CHE OGGI AVREMMO IL 4% DI CONTAGI IN PIU' CIOE' 2.400.000 CONTAGI IN PIU', CORRISPONDENTI A 800 RICOVERI E 28 DECESSI IN PIU' PER OGNI GIORNO CHE PASSA.

E' questa la situazione che si trovano ad affrontare tutti gli altri Stati che, come noi si trovano una grande moltitudine di asintomatici contagiosi in casa (creatasi dalla precedente epidemia e non combattuta perche' invisibile e ritenuta "non pericolosa", perche' non richiede cure) e NON hanno introdotto l'obbligo delle mascherine.
Per questo ora se la passano peggio di noi, purtroppo per loro.

Ma se l'efficacia delle mascherine e' cosi' grande come mostrano questi dati, perche' non esaltarne l'efficacia con una buona campagna di comunicazione (come quella in corso per Immuni), pubblicando questi risultati ottenuti e confrontandoli VANTAGGIOSAMENTE con quelli che si ottengono con i PIU' ONEROSI provvedimenti di chiusura, che cominciano ora ad intravedersi nel grafico (dall'unico punto a destra in alto)?
Ci sono poi anche i provvedimenti piu' coercitori che, nell'interesse della collettivita', possono colpire gli irriducibili indisciplinati.
Eliminare tutte le irresponsabili cause di diffusione del contagio, come appaiono essere per esempio le movide notturne o le lunghe file di sci-muniti alle funivie, e' quindi un'opera non solo urgente ma anche morale.


ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19: (25 ottobre 2020)
Aggiungiamo l'ulteriore punto di 13.1% di percentuale di contagi del 25/10 sul grafico seguente:


Purtroppo la nostra speranza di cominciare a vedere una riduzione dell'andamento, conseguente ai primi provvedimenti di coprifuoco, sembrano essere vanificati da questo dato particolarmente elevato che riprende e prosegue la crescita esponenziale dell'epidemia dei sintomatici.
In realta' per vedere l'effetto dei provvedimenti nella curva dei contagi bisogna attendere almeno una settimana (cioe' 4 giorni piu' il tempo d'incubazione).
Quindi speriamo ancora che i dati futuri mostrino un'attenuazione della crescita della curva dei contagi, come effetto dei provvedimenti di contenimento dei contagi, assunti recentemente.
Questo feed-back e' assolutamente necessario visto l'alto costo dei provvedimenti.

L'effetto notevole di contenimento dell'uso esteso delle mascherine e' gia' scontato nella curva dei contagi dal calo del 4% subito nei due gradini che appaiono chiaramente nel grafico.
Se si togliesse l'obbligo dell'uso esteso delle mascherine i dati sulla curva esponenziale e la retta che ci passa sopra nel grafico sarebbero piu' alti di ben il 4%.
Le mascherine quindi hanno fatto e stanno continuando a fare il loro lavoro.

MODI DI CONTRASTARE L'EPIDEMIA (26 ottobre 2020)
I vari provvedimenti che si stanno prendendo per contenere l'epidemia hanno un effetto parziale mella riduzione dei contagi, come quello delle mascherine: possono cioe' ridurre una frazione dei contagi ed abbassare cosi' la curva di una percentuale ma la curva continuera' a crescere lo stess,o perche' l'andamento dominante e' esponenziale (ridurre i contagi non cambia l'andamento).
La curva cresce esponenzialmente perche' il contagio e' un fenomeno con progressione geometrica (esponenziale) e per fermarlo occorre un fenomeno di contrasto con un effetto altrettanto esponenziale (come sarebbe la rimozione di tutti i contagi, magari con un lockdown).
Esiste un fenomeno naturale che produce la rimozione dei contagi ed e' l'innalzamento della temperatura stagionale: se la temperatura si abbassa i contagi aumentano (perche' aumentano le cariche virali, come abbiamo spiegato piu' volte in precedenza) e la curva s'impenna verso l'alto, mentre se la temperatura sale allora i contagi diminuiscono (perche' diminuiscono le cariche virali e quindi l'esposizione della popolazione al virus, per le stesse ragioni) e la curva dei contagi tende cosi' a zero.
Per produrre questo effetto artificialmente occorre prendere come bersaglio le cariche virali che causano i contagi.
Questo si puo' fare in due modi:
  1. MODO 1: Si impedisce alle cariche virali di raggiungere il bersaglio con le mascherine o il distanziamento (lockdown).
    Abbiamo sperimentato la primavera scorsa che il lockdown funziona, perche' la curva dei contagi Covid-19 ha smesso di crescere ed e' andata in plateau per poi estinguersi con l'arrivo del caldo.
    ORA PERO' LA SITUAZIONE E' DIVERSA: allora la stagione calda e' arrivata dopo 2 mesi mentre oggi arrivera' tra 6 mesi.
    Questo significa che la prospettiva ora e' molto PEGGIORE perche' il lockdown nazionale dev'essere piu' lungo o dev'essere addirittura ripetuto piu' volte! E questo non e' assolutamente possibile.
    Chiariamo meglio perche' ora e' diverso: se la percentuale dei contagi e' arrivata al 20% (ora e' al 13%) e faccio il lockdown per 1 mese la percentuale scende, per esempio al 10%; ma appena il lockdown termina l'epidemia e' ancora in atto (sara' inverno e non estate, come la volta scorsa) e non c'e' alcun motivo perche' non debba riprendere subito a salire esponenzialmente.
  2. MODO 2: Si riducono le cariche virali per ridurne la contagiosita', sia per quanto riguarda il numero di virus che contengono, sia per la durata del periodo di attivita' dei virus (e' quello che accade con il caldo d'estate).
Ecco la differenza tra questi due modi:
1) Nel primo modo non si cambia la pendenza della curva dei contagi cioe' la velocita' di crescita della curva.
2) Nel secondo modo invece si riduce la contagiosita' e quindi la pendenza della curva. Questo e' fondamentale per ridurre l'epidemia con lo stesso effetto che appare in estate e che riduce cosi' tanto la pendenza della curva da poter addirittura estinguere l'epidemia.
E' questo del MODO 2 pero' solo un sassolino che lanciamo nello stagno della ricerca, perche' forse e' praticabile ma ancora non si sa come riuscirci.
Quello che vorrebbero le Autorita' e' di riprendere il controllo della curva dei contagi ma questo non si puo' fare con provvedimenti che riducono il numero dei contagi (modo 1). Occorrerebbe ridurre la pendenza della curva, cioe' se un infetto ora contagia 3 persone occorre che poi ne contagi 2 ovvero si deve ridurre la contagiosita' che e' quella che determina la pendenza della curva (modo 2) e questo ora NON sappiamo come farlo.
Se i metodi da noi usabili sono solo del Modo 1 (riducono cioe' solo il numero dei contagi ma non la pendenza della curva ovvero la contagiosita') allora scopriremo tra poco che ci risultera' impossibile riprendere il controllo dell'epidemia, perche' vedremo che, se la pendenza della curva rimane esponenziale, allora questa sua crescita rapida riuscira' sempre a recuperare rapidamente il numero di contagi che siamo riusciti a ridurre ed ogni nostro intervento (di Modo 1) risultera' INUTILE.

FUTURO DELL'EPIDEMIA: L'umanita' si salvera' comunque con l'arrivo dell'estate, quando la curva scendera' verso zero e l'epidemia di Covid-19 si estinguera' (e' gia' accaduto l'estate scorsa) ma ci mancano 6 mesi.
L'epidemia si estinguera' ma i virus non si estingueranno, perche' rimangono ospiti per tutta l'estate in un numero molto grande di persone asintomatiche che li ospitano nel loro corpo inconsapevolmente, ed impediscono cosi' che il Sars-CoV-2 sparisca dalla faccia della Terra.
Il virus seguitera' cosi' ad esistere nei corpi degli asintomatici (che sono quindi IL PROBLEMA), attendendo l'autunno successivo per tentare di ripetere il suo ciclo di epidemia di Covid-19.
Che gli asintomatici siano il problema l'abbiamo toccato com mano in questi giorni: ai primi di ottobre i contagi in crescita erano praticamente solo i loro perche' l'epidemia Covid-19 non era ancora iniziata: hanno fatto crescere i contagi fino al punto da innescarla (con il fenomeno che abbiamo chiamato l' epidemia degli asintomatici ). Sono stati i loro contagi ad avviarla.
Voglio sperare pero' che tra 11 mesi gli italiani, opportunamente istruiti, non permettano che la percentuale di asintomatici (che stanno coltivando nel loro corpo milioni di colonie di virus, che diffondono nell'ambiente) raggiunga nella sua crescita la percentuale critica di soglia che permette l'inizio dell'epidemia del Covid-19, com'e' purtroppo accaduto ora.
E cosi' l'anno prossimo potremmo scamparla, come stanno facendo adesso i cinesi, magari anche aiutati da un vaccino che ci potra' aiutare in questa guerra (ma meno di quanto la gente crede, secondo me, per i motivi che ho gia' spiegato).
E' una realta' che sembra calata tra noi da un thriller di fantascienza, ma purtroppo e' tutto vero!

COSA E' MEGLIO FARE ? (26 ottobre 2020)
Confesso di aver provato un grande disagio e mi e' pesato molto trattare questo argomento, perche' presenta scenari duri ad essere metabolizzati, al punto che la loro lettura potrebbe anche non essere adatta ai lettori piu' impressionabili.
So che 100 miei colleghi molto in gamba, che a differenza di me sono anche accademici dei Lincei, hanno chiesto di adottare importanti provvedimenti da prendere con la massima urgenza.
Ecco il mio pensiero in merito.
La crescita dei contagi avviene su scala nazionale. Il metodo di contrasto esponenziale collaudato in grado di fermare questa crescita e' il distanziamento delle persone tramite il lockdown nazionale (blocca la salita della curva dei contagi perche' e' un metodo che con il distanziamento blocca al 100% la causa dei contagi e della relativa crescita esponenziale).
Un lockdown limitato, per esempio regionale, puo' arrestare anche completamente la crescita dell'epidemia in quella regione (che potrebbe essere di grande aiuto per ridurre l'afflusso di pazienti negli ospedali di quella regione), cioe' la nostra curva (nazionale) si puo' abbassare con un ulteriore gradino del 5% (1 regione su 20) ma continua comunque a crescere per il contributo ai contagi delle altre 19 regioni, tutte in crescita esponenziale, chi piu' e chi meno.

MOLTO IMPORTANTE: PERCHE' E' SBAGLIATO FARE CHIUSURE LIMITATE DI ALCUNE ATTIVITA' (26 ottobre 2020)

INTRODUZIONE: La gente non ha coscienza del vero significato matematico di crescita esponenziale.
Le funzioni esponenziali, come i logaritmi, risultano in effetti indigeste a tante persone che preferiscono ignorarle.
Noi mostreremo qui' come la loro conoscenza sconvolgera' la percezione dell'evoluzione dell'epidemia Covid-19.
Secondo il senso comune tutti pensano che, se con un provvedimento si riesce a dimezzare i contagi, hanno fatto un bel passo avanti. A maggior ragione se adotto tanti provvedimenti di chiusura parziale di varie attivita' economiche che ritengo possano favorire gli assembramenti posso ottenere tante riduzioni dei contagi.
Riuscendo a ridurre il 2% qua' ed il 3% la' poi tutte queste riduzioni si sommano e posso mantenere sotto controllo l'epidemia.
Questo secondo il senso comune dell'uomo della strada. La cosa grave e' quando anche gli amministratori si affidano al senso comune invece che alla Scienza, come sarebbe doveroso anche se si parla di esponenziali e logaritmi.
Ebbene il dramma (o meglio tragedia) e' proprio qui', perche' le argomentazioni fatte prima seguendo il senso comune SONO SBAGLIATE e "di brutto"! Preparatevi ad accogliere con la massima serieta' informazioni sosprendenti e a dir poco sconvolgenti, perche' rivoluzionano il modo in cui si deve gestire l'epidemia Covid-19.
Mostreremo ora come il senso comune d'intendere l'evoluzione dell'epidemia, sbagli grossolanamente con il fenomeno dei contagi, proprio perche' questo segue una legge esponenziale.
La non conoscenza di questa semplice nozione matematica puo' avere conseguenze tragiche, se chi manovra le leve del potere segue il proprio intuito anziche' la scienza, perche' sembra ovvio che e' giusto spendere somme anche ingenti per dimezzare i contagi ove possibile. Pensano cosi' perche' seguono l'intuito, invece cio' e' sbagliato ed ora dimostriamo perche'.
Sarebbe giusto con un fenomeno che segue una crescita lineare cioe' rettilinea, che e' l'andamento piu' comune ed intuitivo che siamo abituati a vedere; anche le curve nei nostri grafici sembrano rettilinee, mentre invece sono esponenziali che, nel piccolo, appaiono come rettilinee.
E' una differenza enorme come stiamo per vedere ora.

SPIEGAZIONE: Se la curva e' lineare e perde meta' dei contagi che alimentano la sua crescita, si riduce anche la pendenza della curva da quel momento in poi (cioe' si dimezza il suo coefficiente angolare) ed ho un beneficio durevole.
Ma se invece si dimezzano i contagi su una curva esponenziale, non cambia la pendenza della curva, ma si abbassa solo, mantenendo la stessa pendenza di crescita, che e' quella esponenziale (che riflette la dipendenza dal tempo).
Quindi rapidamente la curva esponenziale recupera il calo subito in verticale (sulle ordinate) ed il risultato finale sara' solo una traslazione in basso, senza cambiamento di pendenza (che e' quella che definisce l'andamento della velocita' di crescita che e' legata alla base dell'esponenziale che rimane invariata), esattamente come si vede nei grafici da noi pubblicati in questo articolo, dove appaiono due salti in basso corrispondenti a riduzioni di contagi ottenute con le mascherine (del 2% ciascuna).
Nel grafico si vede che dopo aver inciso sulla crescita dei contagi provocandone un calo del 2% la pendenza della curva NON diminuisce e la curva si trasla in basso, proseguendo la sua crescita esponenziale e dopo 2 giorni, visibili in ascissa sul grafico, ritorna allo stesso livello di prima e prosegue la sua crescita come se nulla fosse accaduto, soltanto la curva risulta spostata a destra di 2 giorni (come un ritardo).
Quindi anche ogni altro intervento governativo successivo, che riesca ad ottenere un'ulteriore riduzione dei contagi (per esempio le chiusure di attivita' come ristoranti, teatri, ecc.) subirebbe lo stesso destino: la curva continuera' sempre a crescere con la stessa pendenza (che aumentera' pure, con l'arrivo del freddo) e l'unico risultato dei vari provvedimenti sara' solo quello di spostare sempre piu' a destra la curva (di poco perche' e' ripida).
Quindi passati quei pochi giorni di ritardo in tutti i giorni successivi (che sono in ascissa) i contagi non saranno di meno ma saranno gli stessi (in ordinata) e seguiranno la stessa crescita esponenziale, solo spostati in avanti (con pochi giorni di ritardo) come se i provvedimenti governativi non fossero mai esistiti.
La conclusione e' che i costosi provvedimenti governativi, che sono riusciti (finche' duravano) a ridurre i contagi del 2% (e' un esempio uguale a quello nel nostro grafico) in realta' hanno ottenuto solo un risultato effimero, perche' dopo soli 2 giorni e per tutti i giorni seguenti, i contagi sono tornati ad essere esattamente quelli di prima dei provvedimenti e cosi' anche i relativi ricoveri e decessi.
E' tutto come se i costosi provvedimenti non fossero stati mai presi (ma i costi umani ed economici purtroppo restano).
I benefici eventualmente ottenuti anche con vari altri provvedimenti governativi, in termini di riduzione percentuale del numero dei contagi, non producono neanche un effetto cumulativo, che sommerebbe i vari benefici per abbattere sempre piu' la crescita dei contagi, perche' producono invece solo tanti piccoli effetti effimeri di traslazione a destra della curva dei contagi (gli spostamenti orizzontali della curva, questi si, si sommano producendo un ritardo sempre piccolo perche' la curva e' ripida, di pochi giorni nel grafico, ma la curva non subisce altri cambiamenti e prosegue nella sua crescita come se i provvedimenti non fossero esistiti.
Cioe' tutti i provvedimenti di chiusura parziale dell'economia risultano INUTILI, non aiutano a controllare l'epidemia e non salvano vite umane.
Capisco l'incredulita' del lettore, perche' e' un risultato che va contro il comune intuito delle persone: posso lottare tanto contro l'epidemia, ottenere tanti risultati positivi di riduzione dei contagi ma alla fine mi ritrovo solo "un pugno di mosche in mano", perche' poi la curva dei contagi procede e raggiunge lo stesso livello massimo, come se nulla fosse avvenuto.
E'sorprendente ma e' proprio cosi'.
E' questa l'informazione molto importante che vogliamo comunicarvi.
Si sarebbero spese enormi risorse umane ed economiche per ottenere il NULLA e questo sarebbe scandaloso, perche' se queste cose le sappiamo noi, chi amministra non puo' NON saperlo, grazie ai suoi consiglieri.
La crescita della curva durera' fino a raggiungere un valore costante (plateau), quando decessi e guarigioni eguaglieranno il numero dei nuovi contagi, per poi diminuire a fine primavera quando il caldo ridurra' le cariche virali e quindi il numero dei nuovi contagi.
In questo caso della curva esponenziale (che e' quella vera dei contagi) la pendenza non cala ma addirittura aumenta ma per altri motivi (la crescita del secondo tratto, e' piu' ripida perche' corrisponde ai contagi prodotti da persone infette con sintomi, che sono piu' contagiose).

MATEMATICA: Per gli appassionati indichiamo qui' la dimostrazione matematica di questo fatto CLAMOROSO: sono soldi buttati quelli spesi per ridurre i contagi solo in parte (I CONTAGI O SI ELIMINANO TUTTI O NIENTE, PERCHE' E' INUTILE).
Se con un provvedimento azzeccato riesco a ridurre il valore dei contagi (variabile dipendente Y), che e' l'ordinata (nei nostri grafici e' la percentuale dei contagi) del 50% allora:
  • Se la curva e' lineare Y=a*X allora dimezzare Y corrisponde ad avere 1/2*a e quindi la curva viene ad avere un coefficiente angolare dimezzato, che graficamente significa pendenza dimezzata;
  • Se invece la curva e' esponenziale Y=exp(X) allora dimezzare Y corrisponde ad avere un fattore 1/2 davanti a exp(X) ed un fattore davanti ad un esponenziale equivale ad una costante sommata all'esponente (che e' il logaritmo della costante, che graficamente significa stessa pendenza (esponenziale) ma ascissa traslata (di log(1/2) giorni);

Questo significa che con un fenomeno che ha un andamento esponenziale, come quello dei contagi, provvedimenti che producono una riduzione parziale (cioe' frazionaria) della crescita della curva ottengono solo un risultato effimero di una traslazione della curva verso il basso e non quello che invece sarebbe determinante, la riduzione della pendenza della crescita, come avviene invece nei fenomeni LINEARI, che sono quelli impressi nella mente della gente.
La crescita esponenziale, dopo il calo frazionario dei contagi poi rapidamente rimette le cose "a posto", com'erano prima del provvedimento, con l'unico risultato ottenuto di una piccola traslazione orizzontale (ritardo) della curva, proprio come quei due salti che si vedono nei nostri grafici (corrispondenti a riduzioni dei contagi del 2% ciascuno, dovuti all'uso esteso delle mascherine).
QUINDI SE HO FATTO SACRIFICI PER OTTENERE IL CALO DEI CONTAGI HO SBAGLIATO E TUTTI I SACRIFICI FATTI SONO STATI INUTILI.

PIU' SEMPLICEMENTE: Vediamo di farlo capire anche all'uomo della strada, perche' sia un'affermazione di sostanza e non solo frutto di un artificio matematico.
In soldoni vuol dire che, se con un provvedimento riesco a ridurre i contagi, quei contagi che ho evitato con il mio costoso provvedimento, sono persone che non si saranno ammalate ma, siccome la curva dei contagi crescera' ugualmente, pochi giorni dopo saranno altre persone diverse da loro ad ammalarsi ed avro' lo stesso numero di ricoveri e decessi, solo ritardati, pochi giorni dopo.
La spesa sostenuta e' servita solo a spostare un po' in avanti nel tempo i dati dell'epidemia, che rimangono pero' gli stessi (nessun beneficio acquisito e sacrifici sprecati inutilmente).

VERIFICA SPERIMENTALE: Per convincersi che questi fatti sorprendenti da noi descritti, che ci sembra possano mettere in crisi le strategie governative di gestione dell'epidemia, non sono invenzioni teoriche da intellettuali pseudo-matematici ma corrispondono alla realta' vera, basta osservare il nostro grafico, che riporta la curva sperimentale delle percentuali dei contagi, comunicate giornalmente dal Ministero della Salute, dove le due riduzioni di contagi del 2% ciascuna, prodotte da uno specifico provvedimento governativo (quello delle mascherine), appaiono proprio come da noi descritto e come la matematica stabilisce che debbano essere per un fenomeno come quello dei contagi, che segue notoriamente l'andamento esponenziale.
E' la verifica sperimentale di questa caratteristica sorprendente e niente affatto intuitiva, che abbiamo qui' descritto, tipica dei fenomeni con andamento esponenziale: se si emana un provvedimento amministrativo che abbassa di una percentuale (nel nostro grafico e' il 2%) la produzione dei contagi che alimenta la crescita della curva, la pendenza NON diminuisce e la curva si trasla in basso, proseguendo la sua crescita esponenziale e dopo 2 giorni, visibili in ascissa sul grafico, ritorna allo stesso livello di prima e prosegue la sua crescita come se nulla fosse accaduto, soltanto la curva risulta spostata a destra di 2 giorni (come un ritardo).
Anche tutti i sacrifici che si stanno facendo per ottenere quel 2% di riduzione dei contagi stanno producendo questo beneficio effimero, che consiste solo nel ritardo di 2 giorni.
Successivamente alla partenza esponenziale dell'epidemia la mascherina non serve piu' a quella riduzione del 2% ma a tenere la persona nel novero delle persone meno soggette al contagio e di ottenere 2 benefici: la profilassi dal virus ed il contributo alla riduzione del livello di plateau asintotico della curva dei contagi, che spieghiamo qui':

ANDAMENTO A LUNGO TERMINE: Ma la curva esponenziale dei contagi allora e' destinata a crescere inesorabilmente fino all'infinito?
Certo che no, perche' la popolazione soggetta al contagio non e'infinita: e' il suo numero che poi manda in plateau la curva sperimentale dei contagi, quando tutti quelli che potevano essere contagiati lo sono stati.
Il livello del plateau e' destinato poi ad abbassarsi quando, con l'arrivo dell'estate, i malati di Covid-19 diminuiscono e la percentuale dei contagi corrisponde poi alla popolazione asintomatica endemica dell'Italia.
La popolazione soggetta ai contagi non e' la totalita' della popolazione, perche' con le giuste distribuzioni statistiche, vanno sottratti gli asintomatici, le persone piu' istruite e diligenti, che prestano la dovuta attenzione alla profilassi, anche indossando a dovere le mascherine, le persone che hanno sviluppato un'immuno-resistenza al virus (guariti o vaccinati), ecc.
Non sappiamo quanto siamo ancora lontani da questo plateau.
Quando ci saremo arrivati il numero dei nuovi contagi giornalieri restera' costante nel tempo (plateau) il che vuol dire che il numero dei nuovi contagiati sara' uguale al numero dei guariti dal virus e dei decessi (perche' la popolazione infetta non cresce piu').
Poi con l'arrivo del caldo o dell'aumento dell'immunita' acquisita dal popolo o con il miglioramento della profilassi il numero dei nuovi contagi cala e con esso anche il numero totale delle persone infette (perche' allora saranno piu' numerose le guarigioni ed i decessi) e la nostra curva delle percentuali di contagi comincera' a decrescere.
Con la giusta e doverosa istruzione di massa della popolazione (la gente e' ancora troppo vulnerabile, perche' non viene completamente informata sulla profilassi: non basta "distanziamento, lavaggio mani e mascherine") si puo' abbassare di molto il livello massimo del plateau e questo si, sarebbe un vero grande successo, perche' potrebbe ridurre di molto il totale dei ricoveri e decessi dell'epidemia (molto piu' della lotta ai contagi con sciocchi e costosi provvedimenti di contenimento, che altro poi non ottengono che quell'effimero ed inutile ritardo nell'ineluttabile crescita dei contagi.

CHIUSURE: In questi giorni potrebbe accadere che certi provvedimenti amministrativi vengano presi perche' "la priorita' e' salvare vite umane"; allora si potrebbe decidere di spendere 4 miliardi e buttare sul lastrico migliaia di commercianti, per ottenere come risultato, in base ai nostri argomenti, lo stesso numero di ricoveri e decessi ma spostati in avanti di qualche giorno. Sarebbe una follia, come l'inutile battaglia di don Chisciotte contro i mulini a vento.
E se qualcuno pensasse al LOCKDOWN TOTALE, sacrosanto in primavera, ORA sarebbe una follia ancora peggiore!
Essere impreparati nella vita puo' costare molto caro, soprattutto se capita a chi riveste cariche importanti.

Anche la chiusura di alcune attivita', che contribuiscono ad una percentuale dei contagi, produce nella curva un altro abbassamento con un gradino pari a quella percentuale che non sara' mai grande, perche' sono una miriade le cause diverse che producono i contagi, e non ci sara' ne' il blocco dell'epidemia ne' l'appiattimento della curva che resta in crescita esponenziale perche' cosi' crescono le epidemie se non si arrestano.
Anche se si riuscisse a far calare la curva addirittura del 90% con provvedimenti parziali, quel 10% rimanente crescerebbe esponenzialmente (se la percentuale e' oltre il valore di soglia d'inizio dell'epidemia), prima con pendenza piu' bassa e poi sempre piu' alta; cosi', sia pure con un certo ritardo, riporterebbe i contagi in alto e si sarebbe guadagnato solo del tempo.
Quindi mentre i governanti si stanno chiedendo "cosa chiudiamo" la risposta non puo' che essere: O TUTTO O NULLA.
Da quello che sta accadendo nel Paese SEMBRA CHE NESSUNO ABBIA ANCORA CAPITO il fenomeno che abbiamo di fronte e stanno per compiere azioni irreparabili e devastanti.
Quello che sembra rimanere l'unico strumento valido, il lockdown nazionale, non puo' essere sopportato ora dalla popolazione: la gente morirebbe di fame invece che di Covid, soprattutto adesso che il periodo freddo durera' ben 6 mesi e non solo 2 mesi, come nell'epidemia della primavera scorsa. Il lockdown andrebbe pertanto ripetuto piu' volte, in attesa dell'estate, perche' quando viene interrotto l'epidemia, che rimane attiva, tornerebbe a far crescere i contagi.
La vera soluzione indolore sarebbe stata quella di impedire che l'epidemia Covid-19 iniziasse ed in questo articolo abbiamo spiegato come si puo' ottenere. In questo modo l'anno prossimo il problema non esistera' piu' e con calma potremo poi dedicarci a far diminuire il numero di asintomatici fino a far scomparire il virus Sars-CoV-2 e scongiurare per sempre nuove epidemie Covis-19, facendo tornare tutti ad una vita normale.

GESTIONE DELL'EPIDEMIA: Ora pero' l'epidemia e' scoppiata ed i contagiati stanno crescendo in modo esponenziale.
Qual'e' l'alternativa al lockdown (che non si puo' fare soprattutto se dev'essere lungo o ripetuto)?
Gli altri Stati hanno piu' contagi di noi italiani e quindi dovranno precederci di 1 o 2 settimane nei provvedimenti da adottare.
Questo e' un grande vantaggio per noi, in quanto possiamo osservare cosa fanno e ricavare informazioni preziose su quali siano i provvedimenti piu' efficaci: possiamo cosi' scegliere quelli prima di altri (si puo' fare in quanto il virus e' lo stesso).
Abbiamo spiegato sopra perche' provvedimenti di blocco parziale sono solo pannicelli caldi che non fermano la salita esponenziale ma la ritardano solo di pochi giorni.

Potete capire l'evoluzione dell'epidemia guardando i dati riportati nei grafici e tenendo conto che: Conseguentemente e' INUTILE lottare contro la crescita dei contagi che diventa sempre piu' inesorabile, quanto piu' il freddo avanza. E' come lottare contro i mulini a vento.
BISOGNA ACCORGERSENE IN TEMPO, prima di finire in malora, dilapidando l'economia e mettendo in ginocchio la societa' sulla base di convinzioni che sono pure scientificamente errate.
Questo vale anche per gli altri Paesi d'Europa, che potrebbero rischiare di fallire, proprio nel momento in cui hanno deciso, bonta' loro, che la solidarieta' europea puo' anche essere una buona cosa!

ALLORA COSA SI PUO' E SI DEVE FARE?
Molte persone sono intelligenti e si sono doverosamente documentate su come convivere con il virus senza ammalarsi, per cui molto probabilmente arriveranno alla fine di questa epidemia (a maggio 2021, in l'estate) senza ammalarsi, anche in assenza di lockdown, perche' cio' E' POSSIBILE.
Il problema sono tutti gli altri, che sono tanti e che sicuramente si ammalerebbero (senza poter essere curati in ospedale perche' sono troppi).
Cosa si puo' fare?
Un comportamento piu' virtuoso della gente avrebbe un effetto importantissimo, quello di concorrere ad abbassare, insieme ad altri presidi farmacologici (vaccino), il livello limite a cui la curva dei contagi non cresce piu' (vedi l'ANDAMENTO A LUNGO TERMINE gia' discusso in precedenza) e quindi di ridurre il numero totale dei decessi, che sarebbe un risultato non ottenibile altrimenti con un'epidemia impossibile da arrestare.
Assomiglierebbe ad una "cura Trump" all'italiana (la politica non c'entra), con proposta e motivazioni culturali diverse e rispettando l'esigenza per la popolazione di una grande consapevolezza dei rischi, molto piu' di quanto sta accadendo negli U.S.A.
La primavera scorsa e' stato giusto fare il lockdown e cosi' noi in Italia abbiamo salvato migliaia di vite umane a differenza degli U.S.A. Ora pero' il lockdown nazionale non e' piu' possibile farlo sia per le condizioni economiche del Paese che soprattutto perche' il lockdown dovrebbe essere piu' lungo e ripetuto, in quanto in inverno l'epidemia peggiorera'.
Quindi, se non si puo' fare, IL LOCKDOWN NAZIONALE NON E' UN'OPZIONE, in questo caso non esiste proprio.
E' ovvio che a noi italiani questa cura non ci piace ma potrebbe essere proprio questa l'unica via percorribile perche' i danni e le vittime prodotti dal lockdown, integrati nel tempo, potrebbero essere ancora maggiori in un tessuto sociale ed economico distrutto da lockdown prolungati nel tempo.
Certo sarebbe una vita molto diversa e meno gradevole, da percorrere in apnea per la durata dell'epidemia, che poi finira' con l'estate.
Non so se e' tutto chiaro: la cura puo' anche essere indecente ma se non c'e' alternativa, potrebbe essere l'unica strada percorribile per arrivare in qualche modo all'estate.
L'alternativa a questo ci sembra che sia infatti solo un IMPOSSIBILE lockdown nazionale ripetuto, con tutte le conseguenze inaccettabili che comporterebbe.
Se alla fine le cose stessero veramente cosi', c'e' davvero una cosa urgente da fare: bisognerebbe farlo capire a chi di dovere il prima possibile, evitando di impoverire inutilmente il popolo con una sequenza di provvedimenti che si rivelano poi sbagliati perche' non portano alcun beneficio reale ma solo una distruzione inesorabile e progressiva dell'economia.
Credo che solo i Paesi che lo capiranno in tempo riusciranno a sopravvivere a questa crisi.
Proprio ieri il Governo ha adottato costosi provvedimenti per il contenimento dei contagi e se, come pensiamo, tra un paio di settimane si accorgera' che non hanno portato i benefici attesi, giustamente gli amministratori se la prenderanno con i tecnici che avevano il dovere di saper prevedere queste cose.
Ma allora sara' tardi: quel danno ormai sara' stato consumato.
Per completare questo scenario (deprimente) aggiungo anche di ritenere che il ricorso ai vaccini potrebbe NON essere risolutivo, perche' lo ritengo poco efficace su quei milioni di persone che hanno il virus in corpo (gli asintomatici) con il loro sistema immunitario gia' sollecitato da tempo per la presenza del virus, che anche per questo continueranno ad essere il nostro problema principale, perche' li possiamo individuare solo con il tampone e una volta individuati non sappiamo poi come curarli (se il Sars-CoV-2 si comportasse come l'herpes non guarirebbero e potrebbero addirittura rimanere asintomatici a vita o finche' non guariti con un farmaco antivirale che per ora non c'e').
Con loro la prospettiva e' quella di future epidemie di Covid-19 che potrebbero colpire ogni inverno solo milioni di asintomatici, se tutte le altre persone (sane) sono state vaccinate.
Bisognerebbe allora continuare ad usare tutti le mascherine per impedire che in autunno la percentuale di asintomatici (positivi al tampone) raggiunga la soglia d'inizio dell'epidemia di Covid-19. Cioe' continueremmo ancora ad avere il virus in casa, coltivato da alcuni milioni di persone asintomatiche che non sappiamo chi sono.

ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19: (26 ottobre 2020)
Aggiungiamo l'ulteriore punto di 13.6% di percentuale di contagi del 26/10 sul grafico seguente:


L'ultimo dato si pone in linea con quelli precedenti lungo la crescita esponenziale senza mostrare ancora una riduzione della crescita, conseguente ai primi provvedimenti di coprifuoco,

ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19: (27 ottobre 2020)
Aggiungiamo l'ulteriore punto di 12.6% di percentuale di contagi del 27/10 sul grafico seguente:


Nel grafico sono riportate le percentuali dei tamponi positivi a partire dall'8/10 che mostrano l'evoluzione dell'epidemia.

PREMESSA: Il fenomeno rappresentato nella curva che stiamo osservando e cercando di descrivere e' reale, perche' al di fuori degli errori sperimentali.
Potrebbe non essere giusta la nostra interpretazione del fenomeno ma e' sicuramente importante capire cosa determina questo andamento dei dati per meglio combattere la pandemia in Italia e nel mondo.
E' anche di fondamentale importanza imparare quali effetti possono produrre i provvedimenti di chiusura parziale delle attivita' economiche.

La nostra interpretazione dei dati distingue i seguenti 3 periodi:
  1. Nel primo tratto della curva, partendo dall'inizio, a sinistra, si notano i primi 4 punti con una pendenza minore.
    La pendenza della curva rappresenta la velocita' di crescita dei contagi che e' determinato dalla contagiosita' delle cariche virali circolanti.
    In questo primo tratto della curva la contagiosita' era minore perche' l'epidemia di Covid-19 non era ancora scoppiata e quindi il numero di contagi aumentava con le cariche virali diffuse dagli asintomatici (piu' deboli).
  2. Nel secondo tratto della curva la pendenza si accentua perche' la percentuale dei contagi ha superato il limite del 3%, da noi considerato la soglia d'innesco dell'epidemia di Covid-19. Cosi' e' iniziata il 12/10 l'epidemia dei sintomatici (Covid-19) e le cariche virali presenti nell'ambiente dai sintomatici sono diventate piu' intense (cioe' con molti piu' virus). Allora e' aumentata la contagiosita' diffusa e per questo la velocita' di crescita dei contagi e' aumentata e cosi' la pendenza della curva risulta maggiore dal 12/10 in poi.
    La traslazione verso destra del secondo tratto di curva, dal 12/10 al 19/10, e' dovuta al calo del 2% del numero dei contagi prodotti dagli asintomatici per l'obbligo dell'uso esteso delle mascherine introdotto il 9/10.
  3. Anche il terzo tratto di curva, dal 20/10 al 26/10 (ieri), conserva la stessa pendenza (esponenziale) caratteristica del livello di contagiosita' dei sintomatici.
    L'ulteriore traslazione verso destra di questo terzo tratto di curva e' dovuta ad un ulteriore calo del 2% del numero dei contagi, prodotto sui sintomatici dall'obbligo dell'uso esteso delle mascherine introdotto il 9/10. Nell'articolo e' spiegato perche' si manifesta il 20/10 e non prima.
Ora dal 27/10 incontriamo un nuovo calo dei contagi, ancora del 2%, sotto alla retta che indica l'andamento dei dati precedenti (lungo la crescita esponenziale).
Questa nuova riduzione dei contagi dovrebbe essere l'effetto dovuto ai primi provvedimenti di coprifuoco (e' giusto considerare un ritardo di circa 4 giorni tra incubazione del virus e tempi tecnici di acquisizione della misura).
L'entita' della riduzione corrisponde a 1.200.000 contagi, il 96% dei quali asintomatici (il calcolo e' fatto su 60 milioni di italiani): questa riduzione e' ragionevolmente compatibile con il numero di persone interessate dalla chiusura del coprifuoco.
In questo caso si potranno cercare delle conferme di questa interpretazione, indagando sulle localita' da cui provengono le riduzioni dei contagi, perche' a differenza dei due casi precedenti, in cui il contributo alle riduzioni era diffuso in tutto il Paese (era quello dovuto all'uso esteso delle mascherine) ora dovrebbe provenire solo dalle aree dove si e' imposta la chiusura delle attivita' (le citta'-focolaio).
Questa indagine e' importante perche' in genere vengono adottati piu' provvedimenti insieme e l'effetto unico, che poi si vede, non e' riconducibile ad un'unica causa. Qui' dovrebbe essere diverso e questo fornirebbe informazioni preziose per proseguire la lotta al Covid-19.
Il calo del 2% che si osserva (valutando la distanza verticale di questo punto dalla retta che indica l'andamento dei dati precedenti) e' circa 1/6 del numero dei positivi trovati; e' quindi un valore importante gia' al primo giorno, in cui si manifesta questo effetto del provvedimento di chiusura delle citta-focolaio (e' questa la nostra interpretazione).
Se assumiamo che il modello di evoluzione dell'epidemia descritto in questo lavoro poi non venga confermato, allora questo tipo di provvedimenti si presentano molto promettenti per il controllo dei contagi.
Sara' importante vedere per quanti giorni continuera' questa discesa, che introduce nel nostro grafico il terzo gradino.
Spero la riduzione dei contagi che producono questi provvedimenti non si manifesti tutta solo nel primo giorno (ieri) ma sia spalmata su piu' giorni, facendo continuare il calo della curva (cosi' il beneficio risulta maggiore).
Una volta registrato nella curva il totale del numero di contagi ridotti dal provvedimento la curva purtroppo dovrebbe riprendere la sua crescita esponenziale, perche' le restanti persone contagiose al di fuori delle citta'-focolaio stanno continuando a svolgere la loro opera nefasta di spargere il contagio al di fuori delle citta'-focolaio.
Mi aspetto cioe' un aspetto della curva del tutto analogo a quello dei 2 gradini precedenti, con una differenza molto importante pero': dopo i 2 gradini precedenti la curva ha ripreso la sua crescita esponenziale rimanendo stabilmente ad una quota ribassata del 2%, ma perche' la causa della riduzione dei contagi e' rimasta in permanenza (la gente ha continuato ad indossare le mascherine).
Ma cosa pensate che accadrebbe se la gente smettesse di usare le mascherine? Certamente i contagi aumenterebbero e si perderebbe la riduzione del 2% nelle ordinate, cioe' la curva subirebbe un salto in alto con un aumento dei contagi esattamente uguale alla riduzione del 2% guadagnata quando si era iniziato ad usare le mascherine.
Bene, questo mi sembra perfettamente comprensibile e condivisibile da tutti.
Qui' sorge il problema: come le mascherine devono continuare ad essere usate, cosi' anche le chiusure coprifuoco dovranno durare fino all'estate prossima?
Se terminano queste chiusure le persone che erano bloccate riprendono a circolare e se aumenta del 2% la popolazione esposta anche i contagi mi aspetto che aumentino in un tempo abbastanza breve, facendo comparire un nuovo gradino nella curva ma opposto a quello che oggi ci ha permesso di registrare un calo del 2% nei contagi.
Io spero che questa riduzione di contagi del 2% in 1 giorno duri per molti giorni, facendo calare i contagi di molto piu' del 2%. Ovviamente non possiamo esagerare nelle attese, perche' il coprifuoco riguarda solo un paio di citta-focolaio, se ricordiamo bene.
Ma sarebbe un'informazione importante per capire l'efficacia di questi provvedimenti, che spianerebbe la strada ad altrettanto efficaci provvedimenti futuri, di tipo diverso dalle chiusure pero', perche' possano durare nel tempo ed essere compatibili con le esigenze dell'economia (di aziende e famiglie, che devono mangiare).
Rimaniamo percio' impazienti in attesa dei dati dei prossimi due giorni.

Non possiamo tacere pero' che, se il nostro modello descrittivo dell'epidemia venisse confermato, ci dovremmo aspettare anche in questo caso che la discesa continui, probabilmente per un paio di giorni e che poi la curva dei contagi riprenda la sua crescita esponenziale, con la stessa pendenza di prima dei coprifuoco, perche' i provvedimenti adottati sono del "Modo 1" cioe' riducono i contagi ma non la contagiosita' (come fa il caldo estivo).
Se cosi' fosse, la curva recupererebbe in breve tempo poi, con la sua risalita, tutti i contagi ridotti con il coprifuoco.
Se questa previsione risultasse vera il coprifuoco, anche se potesse permanere a lungo, altro non produrrebbe che un ritardo, probabilmente di un paio di giorni o poco piu', nel percorso della curva dei contagi e nei relativi ricoveri e decessi.
Nulla di piu'.
Questo e' quello che suggerisce l'analogia con i due gradini precedenti della curva, ovviamente se l'interpretazione che abbiamo dato delle cause di quei gradini, descritta nel testo, e' corretta.

E' questo un mio secondo azzardo in una scommessa che spero, sinceramente tantissimo di perdere, perche' altrimenti vorrebbe dire che tutti i sacrifici fatti per il coprifuoco saranno stati inutili.
Se cosi' fosse, anche tutti gli eventuali altri provvedimenti futuri di questo "Modo 1" (riduzione dei contagi ma non della contagiosita') sarebbero destinati al fallimento.
Lo sapremo molto presto, credo gia' nei prossimi giorni.
Nel testo e' spiegato abbondantemente questo modello descrittivo del fenomeno epidemico Covid-19 e le sue conseguenze.

ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19: (28 ottobre 2020)
Aggiungiamo l'ulteriore punto di 12.6% di percentuale di contagi del 28/10 sul grafico seguente:


Nel grafico sono riportate le percentuali dei tamponi positivi a partire dall'8/10 che mostrano l'evoluzione dell'epidemia.
L'ultimo punto 15.5% s'inserisce ad un livello piu' basso del precedente, risultando evidentemente una riduzione dovuta ad un ulteriore provvedimento che non so ancora identificare.
E' la buona notizia che i coprifuoco o lockdown locali, in vigore nelle citta'-focolaio, stanno sortendo l'effetto sperato di una discesa dei contagi, che risulta sovrapporsi al precedente andamento esponenziale.
Questo vuol dire che i provvedimenti adottati stanno producendo una decrescita dei contagi, che aumenta in modo esponenziale con il passare dei giorni.
A noi ci sembra interessante questa discesa dei contagi, indicativa che si stanno sommando in modo estremamente pronto anche gli effetti di altri provvedimenti presi ieri.
Ci riserviamo di riflettere e commentare questo andamento dei contagi.

RIFLESSIONI SULL'ANDAMENTO DELLA CURVA DEI CONTAGI: OK, ci ho pensato e sono arrivato a concepire un meccanismo che potrebbe spiegare quello che comincia ad apparirci nel grafico.
I contagi venuti meno per i lockdown parziali non erano tutti dello stesso tipo ma i tempi di comparsa della positivita' al test possono essere rappresentati con una distribuzione gaussiana larga, diciamo 3 giorni (gli infettivologi conoscono meglio di me i diversi tempi d'incubazione possibili).
In conseguenza di cio' quando si sono chiuse tutte le attivita' non sono scomparsi di colpo (ed in meno nel grafico) tutti i positivi insieme ma un po' oggi, un altro po' domani, ecc. cioe' la diminuzione dei contagi ci appare nel grafico distribuita su piu' giorni, secondo la larghezza della gaussiana.
Considero del tutto casuale che l'entita' della diminuzione dei contagi di oggi 28/10 sia stata proprio tale da produrre nel grafico esattamente la stessa percentuale di contagi di ieri.
Quando avremo i dati dei prossimi 3 giorni, facendo giorno per giorno la differenza tra questi dati e quelli sull'estrapolazione della retta che riproduce l'andamento dei dati prima del 26/10, otterremo la somma integrale dei contributi e da essa potremo anche derivare e visualizzare la distribuzione gaussiana delle persone che hanno contribuito alla riduzione dei contagi durante il lockdown parziale.
La somma di queste differenze da la misura dei benefici totali ottenuti con quei provvedimenti. Potrebbero risultare davvero importanti, alla luce dei daati di questi due ultimi giorni.

COSA SUCCEDE DOPO IL LOCKDOWN: Rimane l'incognita dell'entita' della successiva RISALITA prevedibile dei contagi, al termine dei lockdown locali, che a differenza dell'obbligo delle mascherine, non possono durare molto a lungo per ovvi motivi.
Tutte quelle persone torneranno libere ed esposte al rischio di contagio, per cui mi aspetto che il loro contributo alla curva dei contagi iniziera' a salire con una distribuzione temporale di una gaussiana integrata che spingera' in alto la curva esattamente nello stesso modo in cui ora la sta spingendo in basso (per l'effetto legato ai tempi d'incubazione).
Durante la chiusura, senza il loro contributo, la curva dei contagi del resto d'Italia prevedo che proceda piu' in basso ma con una crescita esponenziale, perche' e' sempre un'epidemia, anche se con il 5% di partecipanti in meno.
Mi aspetterei quindi che, dopo la spinta in alto conseguente alla fine dei lockdown, la curva ritorni esattamente a quegli stessi valori a cui si sarebbe trovata se i lockdown non ci fossero stati.
La risalita della curva dovrebbe raggiungere l'equilibrio nello stesso numero di giorni che ora passeranno prima di riveder tornare la salita esponenziale della curva.
Non rimane che aspettare per verificare se questa congettura, che spiega il problema che avevamo, trova riscontro nei dati dei contagi futuri.
Rimane poi da valutare l'entita' dei vantaggi ed il rapporto costi/benefici del provvedimento di lockdown, se poi veramente dovesse accadere che la curva dei contagi ritorna esattamente dove sarebbe stata senza lockdown e non si fosse invece stabilizzata senza crescere, per qualche ragione che a noi ora sfugge, come tutti pero' stanno sperando.

IL LOCKDOWN NAZIONALE: Un'osservazione finale: la nostra congettura non si applica solo ai lockdown parziali ma vale anche per un lockdown nazionale che blocca un intero Paese.
Il lockdown bloccando la contagiosita' con il distanziamento produce sempre un netto calo dei contagi.
Se e' fatto in aprile poi i contagi non risalgono perche' a maggio l'innalzamento della temperatura ambientale produce un netto calo delle cariche virali disperse nell'ambiente a cui la popolazione e' esposta.
Cosi' tutti ritengono che il lockdown ha bloccato l'epidemia (com'e' accaduto in Italia la primavera scorsa).
In realta' al termine del lockdown l'epidemia non e' riuscita a tornare ai livelli di contagi iniziali perche' non c'erano piu' le condizioni ambientali di temperatura adatte (stava arrivando l'estate).
La temperatura e' il solo parametro che conosco in grado di ridurre la contagiosita' del virus ed e' proprio la contagiosita' che determina la pendenza della curva dei contagi.
Per questo se un lockdown finisce a maggio la curva dei contagi non torna ad aumentare; in inverno invece e' molto diverso.
Noi italiani siamo stati molto fortunati.
Proprio domani i francesi (e poi sembra che vogliano farlo anche i tedeschi) iniziano un lockdown nazionale di un mese, che finira' a dicembre cioe' proprio all'INIZIO DELL'INVERNO.
Come capite bene noi ci auguriamo davvero sinceramente che la nostra congettura sia sbagliata e che non corrisponda alla realta' perche' non siamo riusciti a vedere un effetto nascosto che a dicembre fara' restare il numero dei contagi francesi a valori bassi, anche dopo la fine del costosissimo lockdown nazionale.

ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19: (29 ottobre - 5 novembre 2020)
Il grafico seguente mostra la percentuale dei contagi dall' 8/10 al 5/11 mostrati in tabella :


SPIEGAZIONE DEL GRAFICO: Nel grafico sono riportate le percentuali dei tamponi positivi a partire dall'8/10 che mostrano l'evoluzione dell'epidemia. Pur essendo in parte aleatori, restano dati primari importanti nel senso che dal numero dei contagi derivano poi gli andamenti di tutti gli altri (ricoveri e decessi), ritardati nel tempo.
L'ultimo punto a destra (5/11), sembra riprendere l'andamento crescente dei contagi (che dovrebbe essere esponenziale con una pendenza, che pero' potrebbe essere minore, se la contagiosita' fosse diminuita).
I 3 punti precedenti, in discesa, mostrano la presenza di un nuovo gradino di decrescita, dovuta quasi certamente ai provvedimenti del DPCM del 1/11 (chiusura anticipata alle ore 18 dei locali commerciali di ritrovo, bar, ristoranti, ecc.). La riduzione sembra abbastanza importante e indica che si e' centrato abbastanza bene l'obiettivo da neutralizzare, perche' responsabile di una parte significativa dei contagi.
La freccia indica come si deve valutare la riduzione dei contagi prodotta dai 4 gradini (e relativi provvedimenti governativi che li hanno prodotti). Se non ci fossero stati i 4 gradini, la curva avrebbe proseguito la sua salita, come abbiamo indicato con la retta che estrapola l'andamento del secondo tratto di curva. Quindi la riduzione di contagi acquisita si puo' calcolare facendo la differenza tra l'ordinata del punto attuale sulla curva (dov'e' la freccia) ed il punto sulla retta estrapolata.

ANALISI: Per tarare il grafico osserviamo che la curva passa dal 4.3% del 10/10 al 16.3% del 1/11 con un salto del 16.3-4.3=12% (pari a 15 cm nel grafico, per cui la scala verticale e' 1cm=0.8%; la scala orizzontale e' di 1cm=1.7 giorni) in 22 giorni ovvero la pendenza media della curva corrisponde ad un incremento della percentuale dei contagi del 12% in 22 giorni cioe' del 0.55% al giorno.
In questa scala siccome ogni centimetro verticale corrisponde allo 0.8% circa di riduzione dei contagi, quindi dall'8/10 al 5/11 la riduzione totale finora acquisita e' di circa l' 8% (circa 10cm in verticale), non molto invero a fronte dei sacrifici fatti.
Ma soprattutto non sembra che finora si sia riusciti ad incidere sulla contagiosita' e quindi la pendenza della curva e' rimasta nell'ultimo mese sempre troppo ripida.
Il consuntivo, anche se precoce, e' scoraggiante: con questa pendenza della curva vengono vanificate in pochi giorni le riduzioni dei contagi, ottenute da questo tipo di provvedimenti (che lasciano invariata la pendenza): quell' 8% da noi acquisito in 28 giorni con i provvedimenti che hanno prodotto i 4 gradini visibili nel grafico, con questa pendenza, viene riassorbito e vanificato in circa 9 giorni, come si puo' vedere dalla curva (basta traslare orizzontalmente l'ultimo tratto di curva verso sinistra, fino a sovrapporlo alla retta che traccia l'andamento originario, senza l'effetto dei gradini).
Sarebbe un tragico errore non voler vedere dove ci porta questa pendenza inesorabile della curva: mancano ben sei mesi all'arrivo del caldo che potra' abbattere la contagiosita' di questo virus e quindi la pendenza della curva.
Basta estrapolare il grafico per vedere che la crescita attuale del 16.5% al mese (0.55% al giorno) in 6 mesi (molto meno in realta' perche' la curva e' esponenziale e non lineare) ci portera' ad una situazione, in cui tutti i tamponi fatti risultano positivi, cioe' alla completa infezione di tutta la popolazione (sarebbe l' immunita' di gregge ).
I benefici apportati dai provvedimenti finora adottati sono riusciti finora a ritardare solo di 1/3 gli eventi e se non si mettono in atto altre iniziative capaci di ridurre la pendenza della curva il destino sembra segnato.
Se questo fosse giusto allora sarebbe inutile continuare questa lotta, distruggendo la nostra societa' in battaglie perse in partenza. Se si dovesse arrivare comunque, malgrado tutti i nostri sforzi, all'immunita' di gregge, che appiattisce poi naturalmente la curva dei contagi, allora tanto valrebbe non accanirsi, aggiungendo altre sofferenze al popolo in una lotta senza speranza di successo (e' atroce solo pensarlo ma finirebbe proprio come la famigerata "spagnola" del secolo scorso).

ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19: (6-9 novembre 2020)
Il grafico seguente mostra la percentuale dei contagi dall' 8/10 al 9/11 mostrati in tabella :


EVVIVA forse ci siamo: il punto di ieri, che era rimasto costante, non poteva bastare per gioire ma adesso sono diventati 3 i punti in pianerottolo!
Questi ultimi 3 punti, dal 7/11 al 9/11, sembrano mostrare che l'andamento della curva dopo il quarto ed ultimo gradino si stia stabilizzando con una pendenza COSTANTE, che forse potrebbe addirittura diminuire nei prossimi giorni.
Questo risultato, se confermato, potrebbe essere l'inizio della riduzione dei contagi dovuti ai lockdown nelle zone rosse d'Italia.
L'effetto e' VISTOSO, perche' la sua riduzione, nei dati di tutta Italia, si sovrappone alla crescita esponenziale prodotta dalle altre parti d'Italia, che sono state toccate in modo piu' lieve da quel provvedimento.
Se le percentuali di contagi rilevate sono rimaste costanti vuol dire infatti che la riduzione e' stata equivalente alla crescita dei contagi nelle altre parti d'Italia, che era ben ripida. Questo conferma che era vistoso il contributo alla crescita dei contagi di quelle parti d'Italia che sono state chiuse, perche' togliendo il loro contributo (con il lockdown) la crescita si arresta.
Se questo risultato venisse confermato dai dati dei prossimi giorni, vorrebbe dire che applicando le stesse limitazioni in tutta Italia (lockdown generale) si vedrebbe scendere la curva con la stessa pendenza della precedente salita, perche' ci sarebbe solo l'effetto della riduzione dei contagi senza piu' l'effetto compensatorio, che c'e' adesso e che impedisce alla curva di scendere, prodotto dal resto d'Italia fuori della zona rossa.
Per adesso sono solo ipotesi preliminari che andranno confermate dai dati dei prossimi giorni.

ANALOGIA: Quindi e' come un lavello che si riempie d'acqua (che sono gli infettati) da un rubinetto aperto, ma che si svuota dal tappo lasciato aperto. La velocita di svuotamento del lavello e' fissa e dipende dal mese di tempo necessario per far guarire gli infettati.
L'afflusso dell'acqua nel lavello (i nuovi contagi) non e' fissa: se e' alta il lavello si riempie sempre di piu' e trabocca (epidemia in espansione) ma se riduco l'afflusso d'acqua agendo sul rubinetto, c'e' un flusso entrante di soglia al quale tanta acqua arriva quanta ne esce ed il livello dell'acqua rimane costante.
L'EFFETTO DEI GRADINI DELLA CURVA:
Valutiamo ora il beneficio apportato dai provvedimenti che hanno causato i gradini 2, 3 e 4 con l'aiuto del grafico seguente:


Se quei tre gradini non ci fossero stati la curva dei contagi avrebbe proseguito la sua salita lungo la retta disegnata nel grafico arrivando all'8/11 ad una percentuale del 27.5% invece del 17.1% reale. Questo significa che i provvedimenti adottati, che hanno prodotto le variazioni dei contagi registrate nei 3 gradini, hanno prodotto una riduzione dei contagi del 10.4% (la differenza).
Bene allora sembrerebbe che ne e' valsa la pena. Neanche per sogno perche' se la pendenza della curva rimane la stessa, nei prossimi 12 giorni la curva raggiungera' comunque la quota del 27.5% e quindi tutti quei provvedimenti che avevano prodotto le tre riduzioni di contagi corrispondenti ai 3 gradini avranno soltanto spostato in avanti di 12 giorni gli eventi, che comunque accadranno, anche se ritardati di 12 giorni.
Se per anche in ognuno dei prossimi 6 mesi potessimo adottare gli stessi provvedimenti e se l'epidemia seguisse sempre una crescita lineare allora potremmo ottenere una riduzione di contagi del 12/33=36% circa (che non e' molto).
Sarebbe stato diverso se con quei 12 giorni si arrivasse a maggio (come accadde al nostro lockdown della primavera scorsa), perche' allora l'epidemia si fermerebbe per il caldo ed i contagi non riprenderebbero a salire.
Ma ora siamo a novembre e se la curva comunque continuera' questa sua salita per altri 4 mesi arriveremo all' immunita' di gregge , in cui tutti si sono infettati.
Percio' bisogna assolutamente che non si continui ad ottenere come risultato dei vari provvedimenti solo dei gradini discendenti della curva senza alterarne la pendenza, altrimenti si rischia che tutti questi risultati possano essere non solo inutili ma addirittura dannosi .
Nei dati dei prossimi giorni dovrebbe cominciare ad apparire l'effetto dei nuovi lockdown appena istituiti in 4 regioni (quelle rosse).
Ci aspettiamo che questi nuovi dati possano finalmente iniziare a ridurre la pendenza della curva dei contagi, sia pure nel limite della frazione di popolazione interessata.
Cercheremo di presentare anche i dati di una sola delle regioni chiuse in lockdown, senza la contaminazione dei dati del resto d'Italia non soggetto alla chiusura, che ora inquinano la nostra curva. Questo sarebbe per noi un risultato importantissimo, perche' ci fornirebbe un'indicazione preziosa: se quel provvedimento puo' riuscire a ridurre la contagiosita' del virus e quindi la pendenza della curva, che dev'essere in ogni caso il nostro principale obiettivo. Lo sapremo con i dati dei prossimi giorni.

ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19: (10 novembre 2020)
Il grafico seguente mostra la percentuale dei contagi al 10/11 mostrati in tabella :



Pensiamo che stiamo vivendo un momento critico di questa epidemia. Per questo preferiamo da oggi riportare tutti i grafici dei giorni che si succedono per lasciare traccia degli eventi. Dopo i 3 punti in pianerottolo oggi c'e' il primo punto in discesa, come ieri avevamo previsto potesse succedere.
In questo lavoro noi riportiamo fedelmente l'andamento dei contagi con il dato pubblicato nel bollettino quotidiano del Ministero della Salute e cerchiamo di interpretarne l'andamento temporale. Noi non possiamo mai essere certi delle cause che provocano i discostamenti dalla normale crescita esponenziale e cerchiamo di intuirle dalle correlazioni temporali con i provvedimenti adottati per cercare di contenere l'epidemia.
Se venisse confermato che la riduzione dei contagi che oggi osserviamo e' dovuta ai recenti lockdown nelle zone rosse d'Italia, allora pensiamo che questo risultato apra la strada al seguente scenario: la curva scendera' formando un quinto gradino con un comportamento analogo a quanto e' gia' successo con i primi 4 gradini della curva, ma con una differenza importante.
Questa discesa e' dovuta al venir meno dei nuovi contagiati nelle zone rosse (perche' non vi si contagia quasi piu' nessuno); pero' rimangono i contagiati precedenti all'inizio della chiusura, che continuano ad essere infetti finche' non guariscono tutti e durante quel periodo di guarigione vedremo i contagiati diminuire, facendo scendere ancora di piu' la curva nel periodo iniziale, quando sono ancora molti.
Quando saranno guariti tutti, allora la curva riportera' praticamente solo il contributo dei contagiati nel resto d'Italia, che saranno di meno e quindi la curva sara' piu' in basso (perche' al denominatore ci saranno anche i test, tutti negativi, fatti nelle zone rosse) ma crescera' di nuovo esponenzialmente secondo l'andamento naturale dell'epidemia in atto.
Cosi' nasce il quinto gradino nella curva, che me lo aspetto un po' piu' lungo dei precedenti e che verra' poi fatto scendere ancora di piu', quando si aggiungeranno le riduzioni dei contagi delle nuove zone rosse che seguiranno. Staremo a vedere.
Intanto confermiamo l'osservazione, gia' fatta ieri, che l'effetto di questa discesa ci sembra VISTOSO, perche' la riduzione, in questi dati che sono di tutta l'Italia, si sovrappone alla crescita esponenziale prodotta dalle altre parti d'Italia, che sono state toccate in modo piu' lieve dai provvedimenti di chiusura delle attivita'.
Aspettiamo i dati dei prossimi giorni per capire meglio che direzione sta prendendo l'epidemia.


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Il grafico seguente mostra l'andamento della percentuale in tabella dei contagi nella sola regione Piemonte dal 5/11 al 11/11:

Questo grafico della percentuale dei contagi mostra la vistosa discesa del 50% in 5 giorni dei contagi prodotti dai provvedimenti di chiusura soltanto della regione Piemonte, che contribuisce con il 20% ai tamponi del grafico seguente, relativo ai contagi di tutta l'Italia.
Tutto cio' aiuta a capire meglio cosa sta accadendo nel grafico dei contagi in Italia. Queste informazioni ci sono molto utili per interpretare al meglio questi dati con cui stiamo lavorando, che sono ben lontani purtroppo da essere presi con il rigore scientifico, che sarebbe stato auspicabile.

Il grafico seguente mostra la percentuale dei contagi in tutta Italia dal 5/10 all' 11/11, mostrati nella tabella precedente:


Ottime notizie: la percentuale dei contagi dell'11/11 non solo mostra di continuare l'andamento in discesa ma lo fa praticamente con la stessa pendenza con cui la curva saliva prima dei provvedimenti di chiusura.
Questa in particolare e' una splendida notizia perche':
  1. Significa che le aree chiuse con la zona rossa erano quelle che contribuivano in massima parte alla salita dei contagi, perche' il contributo in salita delle aree non chiuse risulta ora poco influente sul totale; quando la discesa sara' proseguita si comincera' a vedere sempre piu' l'effetto di questo contributo crescente (se non si estendono le chiusure a tutta Italia).
  2. La discesa dovrebbe continuare, seguendo la diminuzione dei contagiati nelle aree rosse, perche' guariscono (in un mese non ci dovrebbero essere piu' persone infette, perche' saranno tutte guarite e la curva sara' vicina a zero): cioe' dobbiamo impedire che si creino nuovi contagi per un mese circa in attesa che guariscano tutti (tenendo tutto chiuso, perche' altrimenti le persone sembra che non possano fare a meno di stare vicine tra loro), finche' coloro che si sono infettati prima della chiusura non siano tutti guariti: cosi' vedremo scendere sempre piu' la curva con la velocita' di queste guarigioni.
  3. Il fatto che la pendenza in discesa sia praticamente la stessa pendenza con cui la curva saliva prima dei provvedimenti di chiusura (vedi grafico) lascia ben sperare per la possibilita' di riuscire ad invertire completamente l'andamento del fenomeno epidemico, ritornando (dopo aver completato l'intervento chiudendo tutto) alle percentuali dei primi di ottobre, quando l'epidemia Covid-19 non era ancora iniziata, quindi con la percentuale dei contagi sotto la soglia del 2%.
  4. Ecco un esempio che mostra come con deduzioni logiche si possa arrivare a fare delle previsioni anche in questo campo (e' il metodo da me adottato ovunque in questo lavoro): il fatto che la pendenza in discesa sia praticamente la stessa pendenza con cui la curva saliva prima dei provvedimenti di chiusura (vedi grafico) in effetti era prevedibile per le seguenti ragioni logiche: un lockdown fatto bene blocca la produzione di tutti i nuovi contagi, ma le persone che si erano contagiate prima (asintomatiche) restano infette e continuano a fornire tamponi positivi, diminuendo pero' di numero man mano che guariscono (perche' poi risultano negative). Quindi la curva dei contagi non ha un crollo a zero ma comincia a scendere gradualmente, con una pendenza che la porta verso zero (ma solo se il lockdown e' TOTALE, altrimenti NON si avvicina a zero) nel tempo di guarigione delle persone infette, che crediamo sia di circa un mese in media. Siccome un mese fa la curva era al 5% invece che al 17% attuale vuol dire che la pendenza di discesa della curva probabilmente sara' molto simile alla pendenza della salita precedente.
Ovviamente per ora questa e' solo la nostra speranza, che dovra' essere confermata dai dati dei prossimi 3 giorni.
Se cosi' fosse allora potremmo RISOLVERE completamente tutti i nostri problemi in un solo mese (prima di Natale!), vista la pendenza annunciata della discesa della curva.
Aspettiamo e speriamo.

ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19: (12 novembre 2020)
Il grafico seguente mostra l'andamento della percentuale nella precedente tabella dei contagi nella sola regione Piemonte dal 5/11 al 12/11:

Questo grafico della percentuale dei contagi mostra la vistosa discesa del 50% in 5 giorni dei contagi prodotti dai provvedimenti di chiusura soltanto della regione Piemonte, che contribuisce con il 20% ai tamponi del grafico seguente, relativo ai contagi di tutta l'Italia.
L'ultimo punto pero' mostra nel solo giorno 12/11 una risalita inattesa che in un solo giorno annulla il 50% di tuttele riduzioni dei contagi conquistate nei 6 giorni precedenti e dovute alla chiusura di 4 regioni, tra cui il Piemonte, in zona rossa.
Attualmente con ne conosciamo la causa e discuteremo questo fatto sorprendente nel seguito.

Il grafico seguente mostra la percentuale dei contagi al 12/11 mostrati in tabella :


Purtroppo la discesa che speravamo continuasse sembra essersi subito interrotta, sia nella curva dei contagi del Piemonte che in questa di tutta Italia.
Noi possiamo vedere come vanno i contagi in Italia solo con questi dati che pero' hanno mostrato di essere un buon feed-back dell'evoluzione dell'epidemia.
Dobbiamo percio' comprendere il significato di questo ultimo punto in salita per rispondere alla domanda "perche' osservo quello che osservo".
Scartiamo subito l'ipotesi di una fluttuazione indebita dovuta a cause logistiche (che pure si sono verificate nel passato, quando dati dimenticati sono stati poi inseriti insieme ai dati di un giorno successivo).
Sembra percio' che dobbiamo pensare di trovarci di fronte ad un nuovo andamento a gradini della curva, ma su questo ci riserviamo di meditare un po' di piu'.
Se cosi' fosse pero', vogliamo rilevare come l'insieme dei dati degli ultimi 10 giorni si stia assestando su un andamento medio, che e' quello che abbiamo segnato nel grafico, con una pendenza nettamente inferiore alla salita di tutto il periodo precedente, cioe' dal 10 ottobre fino al 2 novembre, anche questa mostrata nel grafico.
Pero' questo calo di pendenza media non e' imputabile ad una sola causa e pertanto richiede uno studio piu' dettagliato ed un esame comparato con tutti i provvediemnti adottati in quell'intervallo di tempo per essere compreso in pieno.
Ma attualmente ci deve interessare di piu' la ragione per cui ai provvedimenti della chiusura di piu' zone rosse non corrisponda una decrescita prolungata nel tempo della curva. Tutto ha una spiegazione e quindi dobbiamo lavorarci su, per trovarla.

POSSIBILE SPIEGAZIONE DELLA RISALITA: (12 novembre 2020)
Possiamo rifletterci insieme, se volete. Il nostro fine e' quello di comprendere tutto di questa epidemia, fin dove possiamo. Pensiamo che non sia ne' un'esercizio maniacale ne' un hobby intellettuale ma sia invece il modo migliore per aiutare a capire come si deve combattere l'epidemia, rispondendo alla domanda "perche' osservo quello che osservo".
Quello che sto per scrivere ora credo che non sia opinabile e le ipotesi che faccio sono tutte verosimili.
Infatti i dati sono quelli pubblici, gli asintomatici esistono, hanno tamponi positivi e guariscono pure, diventando negativi, con una distribuzion dei tempi di guarigione gaussiana e centrata intorno ad una durata di circa 1 mese. Che una parte di questi asintomatici possa essere cronica nel senso che non diventa negativa per tempi lunghi e' anche verosimile.
Allora cominciamo: quando si prendono 234.672 persone e si fa il tampone stiamo facendo un'indagine a campione cercando i positivi al test. Se troviamo 37.978 positivi (questi sono i numeri di oggi 12/11), che sappiamo essere quasi tutti asintomatici, vuol dire che abbiamo di fronte una popolazione in cui il 16.2% sono positivi, cioe' se la popolazione sotto indagine sono tutti i 60 milioni di italiani, il 16.2% sono ben 9.720.000 (e non 1 milione, come si va dicendo, che e' soltanto la somma di tutti i tamponi trovati positivi, cioe' un dato poco significativo perche' il numero di tamponi fatti ogni giorno e' variabile in modo arbitrario).
Il telegiornale, quando si trovano 5000 tamponi positivi in piu', dice che ci sono 5000 persone infettate in piu' e questo non e' vero, la crescita dei contagi e' molto maggiore.
Le persone infettate in Italia sono quindi circa 9.720.000 di cui 635.000 (sorgente Gimbe, Nino Cartabellotta in TV il 12/11) sintomatici e il resto asintomatici. Questi 635.000 sono piu' dell'1% della popolazione e quindi secondo l'O.M.S. l'epidemia e' fuori controllo.
Sei giorni fa sono state chiuse 4 regioni come zone rosse. Vediamo ora cosa succede nelle zone rosse dopo la chiusura.
Se in queste aree rosse ci sta il 20% della popolazione (4 regioni su 20), vuol dire che ci stanno 12 milioni di persone di cui il 16.2%, cioe' 1.944.000 infetti (all'inizio della chiusura, il 6/11).
Supponiamo che la chiusura sia molto efficiente e che nessun nuovo contagio avvenga dopo il 6/11.
I tamponi fatti nei giorni successivi trovano questi 1.944.000 infetti che vengono rilevati, ma il loro numero comincia a diminuire sempre di piu' man mano che guariscono. Al limite, diciamo dopo un mese, sono tutti guariti e non si troveranno piu' tamponi positivi all'interno delle aree rosse.
Quindi dopo 1 mese i positivi in Italia che erano 1.944.000 nelle aree rosse e 9.720.000 - 1.944.000 = 7.776.000 fuori delle aree rosse si riduce dai 9.720.000 iniziali (a parte l'incremento per l'evoluzione dell'epidemia) a 7.776.000 cioe' vengono meno tutti i 1.944.000 infetti delle aree rosse (e se tutta l'Italia fosse stata chiusa per 1 mese gli infetti sarebbero scesi a zero).

ASINTOMATICI CRONICI: In realta' il limite inferiore a cui puo' scendere, con un lockdown generale, la percentuale dei contagi non e' zero ma e' stabilito dal numero di asintomatici cronici, che non guariscono in un mese.
Il numero di asintomatici cronici esistenti crediamo dipenda dalla massima estensione raggiunta dall'epidemia che li genera.
Speriamo proprio che in Italia non accada mai: sarebbe veramente una cosa tragica, difficilmente rimediabile, che renderebbe il Sars-CoV-2 endemico. Un Paese con la malattia Covid-19 endemica ha tutti i transiti verso gli altri Stati fortemente penalizzati in permanenza, con impatti sull'economia deleteri e durevoli.
E' un'altra ragione per cui abbiamo detto che si deve sempre scartare l'ipotesi pur comoda di arrivare all'immunita' di gregge.

CONTAGI EXTRA (MISTERIOSI): La nostra curva dei contagi aveva iniziato la discesa in accordo con questa descrizione del fenomeno.
Pero' ora e' intervenuto un altro contributo misterioso ai contagi che ha portato un incremento significativo e dobbiamo capire da cosa deriva.
Non crediamo giusto lavarcene le mani, dicendo che e' meglio assemblare i dati in settimanali per far scomparire le fluttuazioni, perche' dall'andamento di questa curva dei contagi, studiando la sua dispersione dei dati, si arriva a concludere che escursioni di questa entita' non devono essere ignorate perche' sono significative.
Ma cosa puo' essere successo l'altro ieri 12/11 per far aumentare dell'1.6% i contagi d'Italia in un solo giorno (sono circa 1 milione di contagi in piu', cioe' addirittura un italiano su 60, non sono bruscolini).
In un solo giorno s'e' persa la meta' di quanto si era guadagnato nei 4 giorni precedenti con le 4 zone rosse iniziate il 6/11! E' un effetto molto vistoso, ma dovuto a cosa? Non c'e' stato un abbassamento repentino della temperatura in Italia. Cos'altro puo' aver accentuato la contagiosita' del virus fino a questo punto?
Sono sicuro che e' successo qualcosa d'importante che va capito ma non so cos'e' stato.

IPOTESI: Certo i dati dei prossimi giorni ci daranno piu' informazioni ma un'ipotesi mi sento di poterla gia' fare.
La distanza in tempo dall'inizio della chiusura nelle 4 zone rosse (la sera del 6/11) ed il prelievo dei tamponi (circa 9/11) dei dati pubblicati il 12/11, corrisponde piu' o meno al tempo d'incubazione del virus cioe' al numero di giorni necessari perche' i virus, inizialmente entrati nell'organismo (il 6/11), si siano moltiplicati cosi' tanto da poter essere rilevabili con un tampone (il 9/11).
Allora deduco che questo milione di contagiati in piu' che scopriamo oggi si dev'essere originato proprio intorno alla serata di inizio della chiusura delle zone rosse (il 6/11). E questo mi ha fatto accendere la simbolica lampadina in testa!
Vediamo se puo' essere stata la miriade di cretini che, non potendo piu' diffondere il virus durante la chiusura, hanno pensato bene di incontrarsi e fare festini e baldoria l'ultimo giorno prima della chiusura e non perdere cosi' l'occasione di produrre tanti contagi tutti insieme e subito, prima che inizino i divieti.
Certamente sono stati molti nelle 4 regioni ma possono essere riusciti a produrre addirittura un milione di contagi? Vediamo.
Abbiamo detto che la popolazione interessata, nelle 4 regioni e' di circa 12 milioni di persone, quindi se n'e' infettata una su 12. Il problema e' che la contagiosita' dei cretini, cioe' il parametro Rt, e' molto ma molto piu' alta del valore medio di 1.7
Mi spiego meglio: se in queste zone rosse una persona infetta in media ne contagia altre 1.7 le persone infette che fanno baldoria ne possono infettare molte piu' di 1.7 (credo almeno 5 o 10).
Per far capire che cio' e' possibile citiamo il fatto che in Corea e' stato reso noto che in una sola serata un giovane, andando nei bar, e' riuscito ad infettare addirittura 50 persone, creando un focolaio diffuso per il cui controllo non e' stato sufficiente il tracciamento, pure efficiente in Corea, e si e' cosi' dovuto chiudere un intero quartiere in una grande citta' di oltre 20 milioni di abitanti).
Questo fa capire bene l'importanza dei comportamenti individuali e quindi delle responsabilita' personali nella crisi attuale: se comportamenti fortemente inappropriati di cosi' tante persone possono creare in una sola serata catene di contagi che possono arrivare a produrre cosi' presto addirittura un milione di contagi, e' chiaro come possono essere individuate le responsabilita' della necessita' delle chiusure (lockdown) e dei danni conseguenti.
Gli infetti nelle 4 regioni rosse sono il 16.2% di 12 milioni di persone, cioe' 1.944.000 di cui circa 500.000 in eta' di festeggiare. Se 1 su 10 di questi ha festeggiato, sono 50.000 e basterebbe che ognuno di loro si sia dato da fare cosi' tanto da estendere i contagi a 20 persone (meno della meta' del coreano, che ne ha infettate 50) che i conti tornano.
E' quindi un'ipotesi possibile, per l'altissima contagiosita' di questo virus, anche se sembra incredibile.
E' cosi' che funziona questa epidemia, caratterizzata rispetto alle altre da un altissimo grado di contagiosita' e quindi da una crescita molto ripida della curva dei contagi. Dobbiamo imparare a conoscere sempre meglio questa epidemia.
Se la nostra ipotesi fosse vera, sarebbe una manifestazione notevole del potere sconfinato della mancanza di responsabilita' personale (relativamente poche persone che riescono a generare addirittura un milione di contagi!).

PREVISIONE: Se questa descrizione degli eventi che abbiamo fatto finora corrispondesse al vero dovremmo aspettarci la ripresa della discesa della curva, nei prossimi giorni, perche' anche questo milione di persone ignare ed innocenti contagiate comincera' a guarire nei prossimi giorni (non necessariamente domani, perche' il tempo d'incubazione di questi contagi avra' una distribuzione gaussiana che verosimilmente si estendera' su 2 o 3 giorni, per cui la curva potrebbe continuare a crescere ancora per 1 o 2 giorni.
Dalla descrizione del fenomeno che abbiamo fatto risulta chiaro che le chiusure delle zone rosse sono provvedimenti troppo importanti perche' la curva non continui a decrescere ma lentamente pero', perche' i tempi sono quelli delle guarigioni degli asintomatici (che sono il 96% delle persone infette).
Aspettiamo e vediamo cosa succede.

ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19: (13 novembre 2020)
Il grafico seguente mostra l'andamento della percentuale nella precedente tabella dei contagi nella sola regione Piemonte dal 5/11 al 13/11:

Questo grafico della percentuale dei contagi mostra la vistosa discesa del 50% in 5 giorni dei contagi prodotti dai provvedimenti di chiusura soltanto della regione Piemonte, che contribuisce con il 20% ai tamponi del grafico seguente, relativo ai contagi di tutta l'Italia.
Il dato del giorno 12/11 mostra pro' una risalita inattesa che in un solo giorno annulla il 50% di tutte le riduzioni dei contagi conquistate nei 6 giorni precedenti e dovute alla chiusura di 4 regioni, tra cui il Piemonte, in zona rossa.
Una possibile causa, discussa ieri, ci ha permesso di presentare una spiegazione abbastanza verosimile, che ci ha permesso di capire cosa sta accadendo.

Il grafico seguente mostra la percentuale dei contagi al 13/11 mostrati in tabella :


Il comportamento della curva dei contagi sia in quella del Piemonte che in questa di tutta Italia mostra un andamento perfettamente aderente alla nostra interpretazione , ben descritta ieri, secondo la quale la risalita e' dovuta ai contagi provocati da tante feste di "addio alla liberta'" fatte il giorno d'inizio delle chiusura di "zona rossa" nelle varie regioni.
In base alla nostra previsione riteniamo che la curva dei contagi iniziera' a scendere quasi certamente gia' da domani, con il completamento dei tempi d'incubazione dei contagi extra, provocati dai festini gia' discussi, e seguendo una distribuzione gaussiana, in base alla descrizione del fenomeno da noi presentata ieri.
Poi abbiamo previsto che proseguira' ancora la sua discesa per molti altri giorni (al lordo di altri provvedimenti governativi).

ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19: (14 novembre 2020)
Il grafico seguente mostra l'andamento della percentuale nella precedente tabella dei contagi nella sola regione Piemonte dal 5/11 al 14/11:

Questo grafico della percentuale dei contagi mostra, dopo la ripida salita che e' indicata dal primo punto, la vistosa discesa del 50% in 5 giorni dei contagi prodotti dai provvedimenti di chiusura soltanto della regione Piemonte, che contribuisce con il 20% ai tamponi del grafico seguente, relativo ai contagi di tutta l'Italia.
Segue poi la risalita del 12/11 dovuta secondo noi alla spiegazione che abbiamo proposto (dovuta ai numerosi " festini sfrenati " dell'ultimo giorno prima della chiusura) e l'inizio della successiva discesa dal 14/11 in perfetto accordo con la nostra previsione in base alla quale la discesa dovra' continuare anche nei prossimi giorni.
Tutto sembra confermare la correttezza della nostra descrizione dell'evoluzione dell'epidemia come da noi spiegata QUI' .

CHI AIUTA IL VIRUS E QUANTO CI COSTA: Tutto quello che stiamo vedendo conferma anche l'importanza che hanno per la crescita di questa epidemia certi comportamenti irresponsabili, anche di piccoli gruppi di persone, che sembrano non voler rinunciare ai propri riti abituali che li trasformano in superdiffusori di contagi, mentre invece devono obbligatoriamente rinunciarvi, per non provocare i danni gravissimi che noi riteniamo di aver evidenziato nella curva dei contagi (con l' ipotesi del picco "festaiolo", mostrato nel grafico) e di cui nessuno di loro sara' mai in grado di rendersi conto.
A riprova di questo problema, assisto proprio mentre sto scrivendo, alla TV che sta mandando in onda le scene delle vie del centro di Napoli, gremite di gente all'inverosimile nella sera che precede l'inizio della chiusura per la zona rossa. Molti di loro purtroppo faranno anche "festini" di addio alla liberta'.
Attenzione: quando vedete che una strada e' molto affollata, NON ci dovete passare!
Sono pronto a scommettere che anche la curva dei contagi della Campania tra una settimana avra' un picco, che indicheremo con il termine "festaiolo", come quello presente nella curva del Piemonte (se le modalita' di chiusura nelle due regioni sono equivalenti).
Questo picco ritardera' cosi' di sette giorni la riduzione dei contagi: basta guardare il grafico del Piemonte per vedere che lo spostamento a destra della discesa nella curva e' proprio di sette giorni (se la chiusura e' iniziata il 5/11), ritardo imposto dal tempo medio d'incubazione di tutti quei contagi extra.
Partendo da oggi verra' prolungata anche stupidamente di sei giorni la dannosa chiusura della Campania.
Inoltre questo picco corrisponde anche a decine di migliaia di contagi in piu', che si sarebbero potuti risparmiare con comportamenti piu' consapevoli ed intelligenti!
Che non si tratta di fantasiose speculazioni ma di ipotesi sensate e realistiche si potra' verificare se ci sara' veramente il 22/11 la risalita nella curva dei contagi della Campania: affermo oggi, 14 novembre 2020, che anche nel suo grafico dei contagi ci sara' prima l'inizio della discesa dei contagi e poi, dopo sei giorni, comparira' un picco, proprio come quello presente nel grafico del Piemonte, la cui area o altezza dipendera' dal numero dei contagi prodotti in piu' dai "festini" dei superdiffusori di virus campani.
Bisogna convincere tutti a nuove abitudini, imposte dall'altissima contagiosita' e nocivita' del Sars-CoV-2, che per lungo tempo, volenti o nolenti, cambiera' moltissimo il nostro modo di vivere, almeno nelle stagioni fredde.
Come spiraglio di speranza, ci auguriamo che sia possibile anche in Italia riuscire ad estinguere l'epidemia adottando quegli stessi metodi che i cinesi certamente hanno messo in pratica, a mio avviso, per riuscire ad avere "zero contagi" a novembre, malgrado stiano nello stesso emisfero nord dell'Italia ed abbiano a che fare con lo stesso virus Sars-CoV-2.

Il grafico seguente mostra la percentuale dei contagi di tutta Italia al 14/11, mostrati in tabella :



Questi dati risentono solo in parte della diminuzione dei contagi nelle 4 regioni rosse, che si presenta come mostrato nel grafico del Piemonte che precede, perche' ovviamente ci sono i dati di tutto il resto d'Italia, in cui i contagi non diminuiscono altrettanto perche' non sono stati adottati provvedimenti di chiusura efficaci come nelle zone rosse.
Ci aspettiamo comunque di vedere l'inizio della discesa della curva, dovuto alle chiusure avvenute nelle 4 regioni, gia' dai dati di domani.
Essendosi deciso poi di estendere le chiusure di zona rossa anche ad altre 3 regioni, a partire dal 15/11, la discesa della curva dei contagi, che iniziera' domani, si dovra' accentuare nei giorni successivi (come indicato dal tratto nero nel grafico).
Stiamo a vedere e poi commenteremo.

ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19: (15 novembre 2020)
Il grafico seguente mostra l'andamento della percentuale nella precedente tabella dei contagi nella sola regione Piemonte dal 5/11 al 15/11:

Questo grafico della percentuale dei contagi mostra la vistosa discesa del 50% in 5 giorni dei contagi prodotti dai provvedimenti di chiusura soltanto della regione Piemonte, che contribuisce con il 20% ai tamponi del grafico che segue, relativo ai contagi di tutta l'Italia.
L'ultimo punto come previsto sta continuanto la discesa dei contagi perche', essendo il Piemonte chiuso in zona rossa, e' diventato trascurabile l'apporto in salita dei nuovi contagi e rimangono solo quelli che erano gia' positivi all'inizio della chiusura, che pero' pochi per volta guariscono, riducendo il numero delle persone positive, che i test fedelmente riscontrano.
La discesa continuerebbe verso zero se non ci fossero i contagi clandestini che sfuggono ai controlli ed un certo numero (che non so ancora quantificare) di asintomatici cronici, che non guariscono e sono sempre positivi.

Il grafico seguente mostra la percentuale dei contagi di tutta Italia al 15/11, mostrati in tabella :


Rispetto ai dati del Piemonte che sono in discesa ormai stabile (l'inizio del suo lockdown l'abbiamo indicato nel grafico), questo grafico contiene i contagi di tutta l'Italia (solo 4 regioni erano quelle chiuse) e quindi la discesa non appare ancora, anche perche' ci sono altre regioni che si stanno preparando a chiudere ed allora c'e' sicuramente anche un contributo in crescita di coloro che si sono sfogati ad eccedere in quelle attivita' che poi sarebbero state vietate dai provvedimenti di chiusura.
Aspettiamo la discesa della curva che ormai dovrebbe iniziare domani o al piu' dopodomani, per l'altro ulteriore gradino di ampiezza determinata dalla frazione di persone chiuse in casa da questo provvedimento rispetto a tutte le altre non chiuse in casa in tutta Italia.
Questo caratterizza la curva dei contagi di tutta Italia rispetto a quella del solo Piemonte, che invece dovra' andare a zero (o quasi), perche' riferita al solo Piemonte dove sono stati chiusi in casa TUTTI gli abitanti (non c'e' in questo caso il contributo del resto d'Italia a far crescere la curva).

Ripetiamo lo stesso grafico della percentuale dei contagi di tutta Italia al 15/11, mostrati in tabella, evidenziando la pendenza dei vari tratti di curva :

ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19: (16 novembre 2020)
Il grafico seguente mostra l'andamento della percentuale nella precedente tabella dei contagi nella sola regione Piemonte dal 5/11 al 16/11:

Questo grafico della percentuale dei contagi mostra la vistosa discesa del 50% in 5 giorni dei contagi prodotti dai provvedimenti di chiusura soltanto della regione Piemonte, che contribuisce con il 20% ai tamponi del grafico seguente, relativo ai contagi di tutta l'Italia.
Ricordiamo che questa discesa e' dovuta alle guarigioni dei positivi preesistenti alla chiusura, non reintegrati dai nuovi contagi evitati con la chiusura.
Non puo' che addolorarci la presenza del picco 'festaiolo' da noi identificato con i contagi dovuti agli eccessi trasgressivi dei comportamenti tenuti da cosi' tanta gente la sera prima della chiusura della zona rossa.
Siamo arrivati a questa spiegazione della presenza del picco dal ritardo, rispetto all'inizio della chiusura in zona rossa del Piemonte, che puo' essere corrispondente al tempo d'incubazione (non per la comparsa dei sintomi ma per risultare positivi) di tante persone tutte contagiate proprio il giorno prima dell'inizio della chiusura della zona rossa.
Colpisce l'entita' del picco, che fa capire bene l'importanza delle responsabilita' individuali in questa crisi Covid-19 ed anche perche' purtroppo non si puo' evitare di dover ricorrere al lockdown per ottenere il rispetto anche delle piu' elementari discipline di prevenzione.

L'ultimo punto, come previsto, sta continuanto la discesa dei contagi perche', essendo il Piemonte chiuso in zona rossa, e' diventato trascurabile l'apporto in salita dei nuovi contagi e rimangono solo quelli che erano gia' positivi all'inizio della chiusura e che, pochi per volta, guariscono riducendo il numero delle persone positive, che i test fedelmente riscontrano.
La discesa della curva del Piemonte continuerebbe fino a zero, se non ci fossero i contagi clandestini che sfuggono ai controlli ed un certo numero (che non so ancora quantificare) di asintomatici cronici, che non guariscono e sono sempre positivi.

Il grafico seguente mostra la percentuale dei contagi di tutta Italia al 16/11 mostrati in tabella :


Rispetto ai dati del Piemonte che sembrano in discesa ormai stabile (l'inizio del suo lockdown l'abbiamo indicato nel grafico precedente, in questo abbiamo indicato l'inizio del lockdown della Campania), questo grafico contiene i contagi di tutta l'Italia (solo 4 regioni erano quelle chiuse) e quindi la discesa delle regioni chiuse (rosse) non appare ancora.
Aspettiamo la discesa della curva che ormai penso dovrebbe iniziare domani, per formare l'altro ulteriore gradino di ampiezza determinata dalla frazione di persone chiuse in casa da questo provvedimento rispetto a tutte le altre non chiuse in casa in tutta Italia.
Questo caratterizza la curva dei contagi di tutta Italia rispetto a quella del solo Piemonte, che invece dovra' andare a zero (o quasi) se la chiusura e' rispettata, perche' riferita al solo Piemonte dove sono stati chiusi in casa TUTTI gli abitanti (non c'e' in questo caso il contributo del resto d'Italia a far crescere la curva).



  STUDIO DEI CONTAGI IN PIEMONTE DAL 18/12/2020 IN POI:   VAI ai GRAFICI o al dato di OGGI .

Dopo il mescolamento dei risultati dei test molecolari con quelli antigenici, non meglio specificati, fatto dalla nostra fonte dei dati, abbiamo iniziato a prelevare i dati dal sito della regione Piemonte, dove i dati dei test molecolari sono forniti in modo distinto da quelli antigenici.
Abbiamo cosi' potuto ricavare la percentuale dei risultati positivi dei soli test molecolari che sono i dati piu' affidabili per studiare l'andamento dell'epidemia.
Nel sito della Regione abbiamo cosi' preso i seguenti dati della "Unita' di Crisi della Regione Piemonte":
  1. TOT.TEST e' il totale dei test eseguiti;
  2. ANTIGENICI e' il numero di test antigenici;
  3. MOLECOLARI e' ottenuto per differenza tra i 2 dati precedenti;
  4. POS.TOTALI e' il numero di test positivi;
  5. POS.ANTIG. e' il numero di test antigenici positivi;
  6. POS.MOLEC. e' ottenuto per differenza tra i 2 dati precedenti;
  7. PERCENT. e' la percentuale dei test molecolari positivi, cioe' POS.MOLEC./MOLECOLARI (riportata nel grafico ).
e li abbiamo riportati della tabella seguente:

GIORNO TOT.TEST ANTIGENICI MOLECOLARI POS.TOTALI POS.ANTIG. POS.MOLEC. PERCENT.
18/12 V 22170126779493 1365 1551210 12.7%
19/12 S 17145 6724 10421 848210 638 6.1%
20/12 D 8544 3275 5269 890 61 829 15.7%
21/12 L 10362 4524 5839 718107 611 10.5%
22/12 M 15483 8589 6685 674132 542 8.1%
23/12 M 19461 10515 8946 978165 813 9.1%
24/12 G 22266 13220 90461097142 955 10.6%
25/12 V 15089 9009 6080 908 107 801 13.1%
26/12 S 3408 704 2704 426 19 407 15.0%
27/12 D 4685 1383 3302 475 28 447 13.5%
28/12 L 5366 2425 2941 335 63 272 9.2%
29/12 M 16660 9023 7637 921221 700 9.2%
30/12 M 18613 9646 89671084215 869 9.7%
31/12 G 19369 1073686331417165 1252 14.5%
1/1 V 12413 6626 5787 1120 130 990 17.1%
2/1 S 3322 1051 2271 427 15 412 18.1%
3/1 D 5645 1879 4566 776 74 702 15.4%
4/1 L 7177 3742 3435 460 87 373 10.9%
5/1 M 17191 10240 6951 1146252 894 12.9%
6/1 M 17690 9355 8335 1208 108 1100 13.2%
7/1 G 8497 2929 5568 1040 75 965 17.3%
8/1 V 16296 11329 4967 869 125 744 15.0%
9/1 S 18677 7304 11373 1575162 1413 12.4%
10/1 D 7678 2855 4823 813 60 753 15.6%
11/1 L 7707 3103 4604 634 47 587 12.7%
12/1 M 18152 10711 7439 939140 799 10.7%
13/1 M 18427 9717 8710 1064148 916 10.5%
14/1 G 16408 9279 7129 889 139 750 10.5%
15/1 V 18046 12188 5858 871133 738 12.6%
16/1 S 24375 15040 93351056104 952 10.2%
17/1 D 8643 3771 4872 495 46 449 9.2%
18/1 L 10817 6783 4034 43566 369 9.1%
19/1 M 20319 12585 7734 716124369 7.6%
20/1 M 18868 12125 6743 606146460 6.8%
21/1 G 17448 11693 5755 761137624 10.8%
22/1 V 21060 13908 7152 849143706 9.9%
23/1 S 23769 15116 8653 931114817 9.4%
24/1 D 12023 5285 6738 61954 565 8.4%
25/1 L 10313 5146 5167 60048 552 10.7%
26/1 M 21364 13420 7944 728172 556 7.0%
27/1 M 20654 12981 7673 821170 651 8.5%
28/1 G 22175 13398 8777 1062149913 10.4%
29/1 V 22841 14851 7990 944 129815 10.2%
30/1 S 23052 16919 6133 727 140587 9.6%
31/1 D 9258 4651 4607 538 47491 10.7%
1/2 L 11050 7029 4021 514 53461 11.5%
2/2 M 19867 12061 7806 765 141624 8.0%
3/2 M 18699 11574 7125 819 140679 9.5%
4/2 G 17449 10327 7122 807 98 709 9.9%
5/2 V 18810 13786 5024 936 99 83716.7%
6/2 S 19359 13121 6238 717125 592 9.5%
7/2 D 8068 3625 4443 62452 572 12.9%
8/2 L 10008 5529 4479 48344 439 9.8%
9/2 M 19175 11436 7739 619154465 6.0%
10/2 M 18882 105058377669+215106563/7786.7/9.3%
11/2 G 20128 11657 8471 974143831 9.8%
12/2 V 20644 13465 7179 869117752 10.5%
13/2 S 23834 17273 6561 749129620 9.4%
14/2 D 10990 5830 5160 54946503 9.7%
15/2 L 10263 6309 3954 43853385 9.7%
16/2 M 18824 11315 7509 771141630 8.4%
17/2 M 22151 14838 7313 959120839 11.5%
18/2 G 14438 8647 5791 501115386 6.7%
19/2 V 27569 17461 10108 13071501157 11.4%
20/2 S 20595 14138 6457 765108657 10.2%
21/2 D 11988 5624 6364 80264738 11.6%
22/2 L 11194 6837 4357 63955584 8.5%
23/2 M 21884 13451 8433 1023255768 9.1%
24/2 M 21363 11176 10187 14531971256 12.3%
25/2 G 21391 13085 8306 14542001254 15.1%
26/2 V 25724 16963 8761 15262371289 14.7%
27/2 S 25766 17978 7788 1188214974 12.5%
28/2 D 10733 5611 5122 902 64 838 16.4%
1/3 L 13936 7432 6504 1155 102 1053 16.2%
2/3 M 23240 13644 9596 1609 300 1309 13.6%
3/3 M 21062 12257 8805 1537 275 1262 14.3%
4/3 G 17984 10607 7377 2167 271 1896 25.7%?
5/3 V 37508 22809 14699 2283 3171966 13.4%
6/3 S 26879 18956 7923 1793 3031490 18.8%
7/3 D 15359 7113 8249 1543 1251418 17.2%
8/3 L 12298 6375 5923 1214 1151099 18.5%
9/3 M 28183 16565 11618 2018 463155513.4%
10/3 M 23758 12895 10863 2086 347173916.0%
11/3 G 28322 16300 12022 2322 370195216.2%
12/3 V 29675 17462 12213 2929 369256021.0%
13/3 S 31671 21189 10482 2159 392176716.8%
14/3 D 15288 6875 8413 1530 137139316.5%
15/3 L 14163 7156 7007 1742 158158422.6%
16/3 M 26452 13937 125152374399197515.8%
17/3 M 27698 16578 11120 2074421165314.9%
18/3 G 26369 14783 11586 2357387197017.0%
19/3 V 34152 20172 13980 2997323267419.1%
20/3 S 31017 20419 10598 2141398174316.4%
21/3 D 15553 7154 8399 1751143160819.1%
22/3 L 15285 7223 8062 1521145137617.1%
23/3 M 22924 159506974 2080386169424.3% ?
24/3 M 28731 12700160312223386183711.4% ?
25/3 G 24575 153349241 2582342224024.2% ?
26/3 V 32115 18135139802117327179012.8% ?
27/3 S 33484 20421130632636304233217.8%
28/3 D 15870 7180 8690 1543119142416.4%
29/3 L 14197 6158 8039 1504110139417.3%
30/3 M 23439 13431100081861362149915.0%
31/3 M 26085 12233138522298312198614.3%
1/4 G 43334 29401139332584264232016.6%
2/4 V 14884 5148 9736 1942192175018.0%
3/4 S 42325 30514118112127220190716.1%
4/4 D 13545 7713 5832 142574 135123.2%
5/4 L 8158 3342 4816 804 52 752 15.6%
6/4 M 12531 6844 5687 852 96 756 13.3%
7/4 M 24097 13153109441464194127011.6%
8/4 G 24811 11794138171661124153711.1%
9/4 V 29218 15753134651798109168912.5%
10/4 S28927 1918397441267124114311.7%
11/4 D15834 511410720137246 132612.4%
12/4 L13583 7716 5867 636 58 578 9.8%
13/4 M22670 12409102611057158899 8.8%
14/4 M21986 9453 125331439114132510.6%
15/4 G21579 11336 10243126492117211.4%
16/4 V26544 15665 10879120093110710.2%
17/4 S23456 15952 7504 865 76789 10.5%
18/4 D11177 4790 6387 751 28723 11.3%
19/4 L11253 4966 6287 687 41646 10.3%
20/4 M22422 1215210270988 126862 8.4%
21/4 M20188 9867 103211026109917 8.9%
22/4 G24993 11949 130441464106135810.4%
23/4 V25540 15520 100201099701029 10.3%
24/4 S25008 16016 8992 821101 720 8.0%
25/4 D13888 6239 7649 97839 939 12.3%
26/4 L11954 6192 5762 56838 530 9.2%
27/4 M17736 12664 5072 667111556 11.0%
28/4 M23775 10515 102601187991088 10.6%
29/4 G19791 10108 9683108485999 10.3%
30/4 V25706 15782 99241036105931 9.4%
1/5 S27057 17983 9074882 66 816 9.0%
2/5 D9377 3815 5562702 27 67512.1%
3/5 L11438 7180 4258343 39 3047.1%
4/5 M20951 12678 8273637 82 5556.7%
5/5 M20053 9406 10647947 61 8868.3%
6/5 G22010 11641 10369903 66 8378.1%
7/5 V26318 17274 9044867 65 8028.9%
8/5 S26236 17760 8476719 64 6557.7%
9/5 D11767 4877 6890592 19 5738.3%
10/5 L13744 8797 4947346 30 3166.4%
11/5 M19905 10959 8946529 68 4615.1%
12/5 M19506 9739 9767774 63 7117.3%
13/5 G2240711896 10511706 52 6546.2%
14/5 V2501816375 8643595 43 5526.4%
15/5 S2563117639 7992472 27 4455.6%
16/5 D11708 5252 6456403 9 3946.1%
17/5 L10945 6865 4080207 33 1744.3%
18/5 M21631 12371 9260437 45 3924.2%
19/5 M20203 10586 9617515 30 4855.0%
20/5 G18522 9858 8664426 43 3834.4%
21/5 V22933 14906 8027393 22 3714.6%
22/5 S25284 18082 7202400 29 3715.1%
23/5 D11189 5359 5830271 5 2664.6%
24/5 L11236 5359 5877106 19 87 1.5%
25/5 M24752 9937 14815274 33241 1.6%
26/5 M19550 9005 10545350 26324 3.1%
27/5 G16269 9719 6550298 25273 4.2%
28/5 V23081 170416040279 16263 4.3%
29/5 S18009 139814028149 19130 3.2%
30/5 D10457 7010 3447233 7226 6.5%
31/5 L12446 9317 3129126 17109 3.5%
01/6 M16187 10755 5432209 21188 3.5%
02/6 M13346 7731 5615190 17173 3.1%
03/6 G10814 5760 5054219 16203 4.0%
04/6 V21118 14913 6205191 261652.7%
05/6 S21706 16029 5677189 171723.0%
06/6 D10282 6019 4263129 4 1252.9%
07/6 L11498 7478 4020100 7 932.3%
08/6 M14501 9241 526096 11 851.6%
09/6 M15038 8220 681813710 1271.9%
10/6 G15959 9730 62291378 1292.1%
11/6 V22618 16472 614612614 1121.8%
12/6 S22272 17068 5204 90 6 841.6%
13/6 D8100 4984 3116 59 4 551.8%
14/6 L11492 7304 4188 87 2 852.0%
15/6 M17542 11252 6290 75 6 691.1%
16/6 M12619 7918 4701 59 3 561.2%
17/6 G1749711545 5952 72 2 701.2%
18/6 V2209716907 5190 58 2 561.1%
19/6 S2541020327 5083 66 2 641.3%
20/6 D9391 6242 3149 31 0 31 1.0%
21/6 L9654 7541 2113 20 4 16 0.8%
22/6 M17777 10785 699245 4 41 0.6%
23/6 M14242 7997 624551 5 46 0.7%
24/6 G13877 9171 470636 5 31 0.7%
25/6 V21904 17956 394835 2 33 0.8%
26/6 S23753 19403 435037 4 33 0.8%
27/6 D9041 6238 280331 4 27 1.0%
28/6 L10160 6985 317514 0 14 0.4%
29/6 M14942 8304 663831 4 27 0.4%
30/6 M13319 7861 545830 2 28 0.5%
01/7 G13411 9803 360820 7 13 0.4%
02/7 V20961 15316 564525 4 21 0.4%
03/7 S24818 20420 439835 4 31 0.7%
04/7 D11421 7964 345740 1 39 1.1%
05/7 L11341 8443 289815 1 14 0.5%
06/7 M15929 9437 649238 4 34 0.5%
07/7 M11819 7037 478231 3 28 0.6%
08/7 G15028 9987 504142 8 34 0.7%
09/7 V20061 15683 437840 4 36 0.8%
10/7 S22580 18845 373533 4 29 0.8%
11/7 D9408 6315 309347 3 44 1.4%
12/7 L10270 8031 223917 3 14 0.6%
13/7 M13870 8467 540353 15 38 0.7%
14/7 M15157 8915 624284 5 79 1.3%
15/7 G13587 9075 451268 6 62 1.4%
16/7 V20632 14985 5647115 5110 1.95%
17/7 S23939 20009 3930 5510 45 1.1%
18/7 D10593 6973 3620 771 76 2.1%
19/7 L11319 8946 2373 285 23 1.0%
20/7 M16254 10092 616212217 1051.7%
21/7 M13066 7621 544513417 1172.1%
22/7 G15648 10356 529215521 1342.5%
23/7 V18879 15597 328214019 1213.7%
24/7 S24198 18483 571516129 1322.3%
25/7 D11030 7463 3567 97 6 912.5%
26/7 L10727 7783 2944 59 10 491.7%
27/7 M16183 9578 6605 224281963.0%
28/7 M13239 7826 5413 150171332.5%
29/7 G15096 9493 5603 282292534.5%
30/7 V21810 16232 5578 287322554.6%
31/7 S24641 20126 4515 229292004.4%
01/8 D12144 8724 3420 1469 1374.0%
02/8 L11074 7849 3225 138111273.9%
03/8 M14450 5109 9341 194421521.6%
04/8 M15887 10100 5787 257302273.9%
05/8 G15929 10340 5589 259162434.3%
06/8 V23505 18684 4821 236322044.2%
07/8 S24967 20709 4258 170 81623.8%
08/8 D12946 9341 3605 151121393.8%
09/8 L7299 5479 1820 90 19 713.9%
10/8 M1499310473 4520 147 351122.5%
11/8 M1840511588 6817 367 403274.8%
12/8 G1555710521 5036 301 252765.5%
13/8 V2019815753 4445 280 202605.8%
14/8 S2303319002 4031 280 342466.1%
15/8 D116578673 2984 202 91936.5%
16/8 L8174 6381 1793 97 13844.7%
17/8 M146539244 5409 205 251803.3%
18/8 M137578917 4840 305 222835.8%
19/8 G1525419726 4528 254 452094.6%
20/8 V2089116596 4295 250 332175.0%
21/8 S2200817969 4039 225 202055.1%
22/8 D115458155 3390 177 121654.9%
23/8 L107428086 2656 102 2280 3.0%
24/8 M1724411286 5958 240 312093.5%
25/8 M14013 9157 4856 262 182445.0%
26/8 G1619211093 5099 305 202855.6%
27/8 V2187317248 4625 302 192836.1%
28/8 S2664322326 4317 240 262145.0%
29/8 D12201 8853 3348 175 71685.0%
30/8 L12960 9870 3090 103 8 953.1%
31/8 M2005713140 6917 220 301902.7%
01/9 M2140915532 5877 259 252344.0%
02/9 G1989813879 6019 255 312243.7%
03/9 V2860023356 5244 286 152715.2%
04/9 S3310227747 5355 302 282745.1%
05/9 D1550812591 2917 87 14 732.5%
06/9 L1485711843 3014 99 10 892.9%
07/9 M2352216985 6537 242 212213.4%
08/9 M1771112123 5588 264 252394.3%
09/9 G2033614066 5370 234 172174.0%
10/9 V2402419412 4612 238 232154.7%
11/9 S3398428699 5285 232 172154.1%
12/9 D1775313819 3934 228 9 2195.6%
13/9 L1775313819 3934 228 9 2195.6%
14/9 M2285116444 6407 20417 1872.9%
15/9 M2021114383 5828 30665 2414.1%
16/9 G2237116578 5793 26364 1993.4%
17/9 V2764922426 5223 29669 2274.3%
18/9 S3619431200 4994 23782 1553.1%
19/9 D1800014336 3664 15347 1062.9%
20/9 L1616012990 3170 13547 882.8%
21/9 M2224016798 5442 22590 1352.5%
22/9 M1981014131 5679 27867 2113.7%
23/9 G2385817773 6085 24277 1652.7%
24/9 V2649721262 5235 21370 1432.7%
25/9 S3669631326 5370 21565 1502.8%
26/9 D2356417010 6554 19277 1151.7%
27/9 L1762514287 3338 11845 732.2%
28/9 M1762514287 3338 11845 732.2%
29/9 M1971713830 5887 21761 1562.6%
30/9 G2345717433 6024 20763 1442.4%
1/10 V2797722735 5242 15651 1052.0%
2/10 S3494431810 3134 15252 1003.2%
3/10 D2436918516 5853 16931 1382.4%
4/10 L1596813076 2892 7844 341.2%
5/10 M2321517006 6209 13761 761.2%
6/10 M2076714193 6594 19759 1382.1%
7/10 G2395217185 6767 20871 1372.0%
8/10 V2342319458 3965 11845 731.8%
9/10 S4154035983 5557 19696 1001.8%
10/10 D1826015227 3033 11444 702.3%
11/10 L1682313479 3344 10940 692.1%
12/10 M2984223785 6057 189102 871.4%
13/10 M2006914259 5810 19566 1292.2%
14/10 G3299627727 5269 19875 1232.3%
15/10 V6450259390 5112 203107 961.9%
16/10 S5286647591 5275 2141111031.9%
17/10 D3638233384 2998 10541 64 2.1%
18/10 L4381641132 2684 10261 41 1.5%
19/10 M6078353628 7155 2451151301.8%
20/10 M5355646980 6576 2801021782.7%
21/10 G5494249564 5378 2671191482.7%
22/10 V6053554400 6135 2781021762.9%
23/10 S6063654690 5946 2461021442.4%
24/10 D3552931818 3711 16096 641.7%
25/10 L4578342331 3452 10557 481.4%
26/10 M6092454218 6706 2601461141.7%
27/10 M4827241272 7000 22888 1402.0%
28/10 G5967653352 6324 26897 1712.7%
29/10 V5847152944 5527 2811301512.7%
30/10 S5378148295 5486 2641201442.6%
31/10 D3210729046 3061 193 611324.3%
01/11 L1868016935 1745 88 36 523.0%
02/11 M4455041536 3014 193101 923.0%
03/11 M5255346279 6274 3181531652.6%
04/11 G5617049055 7115 2861241622.3%
05/11 V5635149538 6813 3861482383.5%
06/11 S6064251725 8917 3911472442.7%
07/11 D3987233834 6038 2341101242.0%
08/11 L4326040876 2384 2901061847.7%
09/11 M5994751308 8639 4181602583.0%
10/11 M4839441411 6983 4231532703.9%
11/11 G5839152189 6202 3761732033.3%
12/11 V5198046000 5980 3971842133.6%
13/11 S5937752664 6713 4831902934.4%
14/11 D3664832477 4171 3671552125.1%
15/11 L4344140507 2934 240165 752.5%
16/11 M5583547963 7872 5232462773.5%
17/11 M4888840781 8107 6182483704.6%
18/11 G6065052190 8460 5662463203.8%
19/11 V5275745407 7350 5382303084.2%
20/11 S6528457435 7849 5872593284.2%
21/11 D3889033651 5239 4451752705.1%
22/11 L4495241206 3746 3722131594.2%
23/11 M6000050517 9483 6393103293.5%
24/11 M5076242124 8638 6503103403.9%
25/11 G6078852550 8238 7802934875.9%
26/11 V5576747900 7867 8603565046.4%
27/11 S6333355776 7557 8593854746.3%
28/11 D4011834718 5400 5662613055.6%
29/11 L4540141606 3795 4563011554.1%
30/11 M6257251202 11370 9724725004.4%
01/12 M5134842848 8500 9024194835.7%
02/12 G6293552357 1057812044527527.1%
03/12 V5849050116 8374 11895905997.1%
04/12 S7166162834 8827 11105745366.1%
05/12 D4228435312 6972 906 3685387.7%
06/12 L5020845336 4872 776 4053717.6%
07/12 M5663148132 8499 13107505606.6%
08/12 M4242732354 1007311654627037.0%
09/12 G4879841175 7623 12155216949.1%
10/12 V6221752114 1010317919098828.7%
11/12 S5698847168 982016527678859.0%
12/12 D3661029791 681912065836239.1%
13/12 L5022845044 518412277754528.7%
14/12 M651645466010504185312186356.0%
15/12 M5328742693105941861 9039589.0%
16/12 G65781556101017121971171102610.1%
17/12 V65382548461053625101228128212.2%
18/12 S666005431212288232612581068 8.7%
19/12 D44803369427861 1569 800 769 9.8%
20/12 L49781436696112 1581 887 694 11.3%
21/12 M7757263791137813218 211910998.0%
22/12 M6512951890132393290 205812329.3%
23/12 G8414769895142524304 2690161411.3%
24/12 V9435980716136434609 3060154911.3%
25/12 S6053048701118293756 2395136111.5%
26/12 D128226630 61921523 695 828 13.4%
27/12 L5086844693 617546113877 734 11.9%
28/12 M715135942312090793365631370 11.3%
29/12 M808266573415092967176682003 13.3%
30/12 G906627596914693115159254226115.4%
31/12 V1030748842614648115019313218814.9%
01/01 S58437 45399130387450 5568188214.4%
02/01 D16452 10404 60482619 1543107617.8%
03/01 L41025 35284 57414583 3660 92316.1%
04/01 M10422888753154752045318309214413.8%
05/01 M8436970025143441693714624231316.1%
06/01 G7210358167139361410311612249117.9%
07/01 V4838l239229 9153 7652 5945170718.6%
08/01 S9967586221134541811016019209115.5%
09/01 D6218252818 9364102408714 152616.3%
10/01 L6353056456 7074 85717223 134819.0%
11/01 M10141486784146301860716717189012.9%
12/01 M993888330316085 1714714731241615.0%
13/01 G997918515814633 1474113045169611.6%
14/01 V10400789197148101460912392221715.0%
15/01 S10648893324131641435012594175613.3%
16/01 D60004 507599245 8857 7713 114412.4%
17/01 L74657 672397418 9564 8692 872 11.7%
18/01 M10983795933139041809516259183613.2%
19/01 M94893 80070148231573313993174011.7%
20/01 G96012 81992140201532813101222715.9%
21/01 V10253188844136871467512587208815.2%
22/01 S98295 84709135861337811469190914.0%
23/01 D60007 50980 9027 8673 7394127914.2%
24/01 L53389 47309 6080 7526 5090243640.0%
25/01 M125106112190129161865616132252419.5%
26/01 M94497 82755 117421420712097211018.0%
27/01 G77845 64590 132551108980713018 22.8%
28/01 V94608 82553 120551097984882491 20.7%
29/01 S91558 81615 9943 9568 77361832 18.4%
30/01 D58480 50268 8212 6244 46901554 18.9%
31/01 L69607 62925 6682 6241 51671074 16.1%
01/02 M95798 8440111397 9988 85201468 12.9%
02/02 M73490 6218111309 8487 67191768 15.6%
03/02 G66793 5657610217 6912 51651747 17.1%
04/02 V80114 70218 9896 6921 53731548 15.6%
05/02 S74234 65091 9143 5484 42641220 13.3%
06/02 D41260 35418 5842 3584 2786 798 13.7%
07/02 L52093 47398 4695 3688 3086 602 12.8%
08/02 M70717 61494 9223 6446 5526 920 10.0%
09/02 M52886 44653 8233 4875 38581017 12.3%
10/02 G49511 42142 7369 4027 3118 909 12.3%
11/02 V56001 48108 7893 3891 3029 862 10.9%
12/02 S54871 46240 8631 3252 2715 537 6.2%
13/02 D29160 22534 6626 2145 1719 426 6.4%
14/02 L41719 34889 6830 2497 2081 416 6.1%
15/02 M46639 39325 7404 3677 3085 592 8.0%
16/02 M41268 34557 6711 3142 2522 620 9.2%
17/02 G44662 38267 6395 3059 2458 601 9.4%
18/02 V45719 40306 5413 2569 2060 509 9.4%
19/02 S40775 35798 4977 2393 1937 456 9.2%
20/02 D20322 17065 3257 1519 1180 339 10.4%
21/02 L32562 2931732452047(1638)(409)(12.6%)
22/02 M40256 3301272442788(2230) (558)(7.7%)
23/02 M34966 2887960872393(1914) (479)(7.9%)
24/02 G34787 2895958282192(1754) (438)(7.5%)
25/02 V41412 3599254201948(1558) (390)(7.2%)
26/02 S34754 3015645981826(1461) (365)(7.9%)
27/02 D17220 144913229 960 (768) (192)(5.9%)
28/02 L26402 234752927 1342(1974)(268)(9.1%)
01/03 M35078 290686010 2099(1679)(420)(7.0%)
02/03 M30273 256054668 1961(1569)(392)(8.4%)
03/03 G27935 231654770 1787(1430)(357)(7.5%)
04/03 V34304 304913813 1794(1435)(359)(9.4%)
05/03 S32029 280064023 1719(1375)(344)(8.5%)
06/03 D16151 136222529 1108(886) (222)(8.8%)
07/03 L23309 210292280 1537(1230)(307)(13.5%)

Tabella in cui i POSITIVI ANTIGENICI sono dedotti dalla percentuale dei TOTALI ANTIGENICI, variabile ed indicata in tabella, cioe'
(POS.ANTIG) = POS.TOT * PERC.

GIORNO TOT.TEST ANTIGEN PERC. MOLEC POS.TOT (POS.ANTIG) (POS.MOLEC) (NEW PERC) (OLD PERC)
21/02 L32562 2931790%32452047(1842) (205)6.3%(12.6%)
22/02 M40256 3301282%72442788(2286) (502)6.9%(7.7%)
23/02 M34966 2887983%60872393(1986) (407)6.7%(7.9%)
24/02 G34787 2895983%58282192(1819) (373)6.4%(7.5%)
25/02 V41412 3599287%54201948(1907) (285)5.3%(7.2%)
26/02 S34754 3015687%45981826(1588) (237)5.1%(7.9%)
27/02 D17220 1449184%3229 960 (806) (154)4.8%(5.9%)
28/02 L26402 2347589%2927 1342(1194)(148)5.1%(9.1%)
01/03 M35078 2906883%6010 2099(1742)(357)5.9%(7.0%)
02/03 M30273 2560585%4668 1961(1667)(294)6.3%(8.4%)
03/03 G27935 2316583%4770 1787(1483)(304)6.4%(7.5%)
04/03 V34304 3049189%3813 1794(1597)(197)5.2%(9.4%)
05/03 S32029 2800687%4023 1719(1495)(223)5.5%(8.5%)
06/03 D16151 1362284%2529 1108(931) (177)7.0%(8.8%)
07/03 L23309 2102990%2280 1537(1383)(154)6.7%(13.5%)
08/03 M33335 2717581%6160 2330(1887)(443)7.2%(----%)
09/03 M26924 2258784%4337 1899(1595)(304)7.0%(----%)
10/03 G31503 2693085%4573 2244(1918)(326)7.1%(----%)
11/03 V30678 2665587%4023 1945(1692)(253)6.3%(----%)
12/03 S27796 2413687%3660 1902(1655)(247)6.7%(----%)
13/03 D15872 1328484%2588 1335(1121)(214)8.3%(----%)
14/03 L24543 2206290%2491 1892(1703)(189)7.6%(----%)
15/03 M33851 2882785%5024 3206(2725)(481)9.6%(----%)
16/03 M29442 2450283%4940 2811(2333)(478)9.7%(----%)
17/03 G33754 2890386%4851 2967(2552)(415)8.6%(----%)
18/03 V33784 3026190%3523 2575(2317)(257)7.3%(----%)
19/03 S32273 2890090%3373 2736(2462)(274)8.1%(----%)
20/03 D17359 1481185%2548 1627(1383)(244)9.6%(----%)
21/03 L28037 2585492%2183 2315(2130)(185)8.5%(----%)
22/03 M36416 3142086%4996 3345(2877)(468)9.4%(----%)
23/03 M28957 2491886%4039 2820(2425)(395)9.8%(----%)
24/03 G32308 2841788%3891 3086(2716)(370)9.5%(----%)
25/03 V36358 3271390%3645 2805(2524)(280)7.7%(----%)
26/03 S31660 2821189%3449 2525(2247)(278)8.0%(----%)
27/03 D16025 1365485%237415421314228 9.6%(----%)
28/03 L25837 2385692%198123252139186 9.4%(----%)
29/03 M35121 3068587%44363874337050411.3%(----%)
30/03 M29408 2518786%42213088265643210.2%(----%)
31/03 G33160 2968489%34763255289735810.3%(----%)
01/04 V33160 2968489%34763255289735810.3%(----%)

Tabella tornata normale dal 1 aprile 2022:

...... ...... ......
GIORNO TOT.TEST ANTIGEN MOLEC. POS.TOT. POS.ANTIG POS.MOLEC PERCENT.
06/06 L9746858688.1%51946990.4%+2.3%4.3%
21/02 L325622931790.0%3245204763.1%-26.9%(12.6)%
22/02 M402563301282.0%7244278838.5%-37.7%(7.7)%
01/04 V328262973090.6%3109266685.7%-4.9%14.3%
02/04 V339993100291.1%2665234387.9%-3.3%10.7%
01/04 V32826 2973030963109266644314.3%
02/04 S33999 3100229972665234332210.7%
03/04 D18018 1593720811724147225212.1%
04/04 L26675 2466220132566227828814.3%
05/04 M32258 2825440043895349140410.1%
06/04 M27799 2423935603368293643212.1%
07/04 G28944 2551634283330291341712.2%
08/04 V31850 2901828323252289136112.7%
09/04 S32755 29841291430202891?1294.4%?
10/04 D17208 1529319151758150924913.0%
11/04 L26765 2484819172832256326914.0%
12/04 M32015 2817138444064357648812.7%
13/04 M27751 2442633253680319748314.5%
14/04 G30970 2802129493803330549816.9%
15/04 V30244 2792923153359295640317.4%
16/04 S31804 2936924353518305646219.0%
17/04 D16436 1479216442086180228417.3%
18/04 L10367 9305 1062826 691 13512.7%
19/04 M25166 2338717793579323834119.2%
20/04 M35046 3127337735279475252714.0%
21/04 G20391 1796624252720230841217.0%
22/04 V35521 3292325984007351049719.1%
23/04 S39928 3758623423951345749421.1%
24/04 D21253 1972715262769241535423.2%
25/04 L11623 1060310201084 94314113.8%?
26/04 M14747 1291518321642137726514.5%?
27/04 M42105 3890532005973535062319.5%?
28/04 G29978 2716328153718323548317.2%?
29/04 V30279 2820620733402291548723.5%?
30/04 S37212 3459626163023267834513.2%?
01/05 D20212 1889613162108183427420.8%?
02/05 L14194 127981396 952 76318913.5%
03/05 M26897 2369132063870344742313.2%
04/05 M18564 1617923852496221228411.9%
05/05 G23531 2045730742824246236211.8%
06/05 V22593 2018924042513213837515.6%
07/05 S29019 2694520742287197131615.2%
08/05 D16058 1450415541745151922614.5%
09/05 L12862 1179310691014 86714713.7%
10/05 M23423 2076126623261285440715.3%
11/05 M19025 1647125542481207940215.7%
12/05 G14255 128581397161214851279.1%?
13/05 V24989 219383051312429192056.7%?
14/05 S23738 218391899205119181337.0%?
15/05 D12246 11076117014951444 514.4%?
16/05 L10679 9655 1024 883 787 969.4%
17/05 M20807 174913316273826041344.0%
18/05 M16680 144912189177016551155.2%
19/05 G17122 149382184182016991215.5%
20/05 V18465 1675517101501141586 5.0%
21/05 S23326 2155117751254117381 4.6%
22/05 D8375 7383 992 971 88487 8.8%
23/05 L13667 12679 988694 671 23 2.3%
24/05 M17371 1524221291600152080 3.8%
25/05 M14667 1268819791189111277 3.9%
26/05 G15781 1398217991274120668 3.8%
27/05 V14254 131281126 859 80356 5.0%
28/05 S24226 2251517111023 95964 3.7%
29/05 D 8818 7921 897656 61244 4.9%
30/05 L 9773 8992 781340 31525 3.2%
31/05 M16723 1451122121310125555 2.5%
01/06 M13192 1131418781004 93173 3.9%
02/06 G11829 102561573 715 66451 3.2%
03/06 V5894 5181713 393 35439 5.5%
04/06 S178991650713931190 1146443.2%
05/06 D74706906564700 664366.4%
06/06 L974685861160519 469504.3%
07/06 M1660714460214716091540693.2%
08/06 M1239310735165811531096573.4%
09/06 G1256310836172712331152814.7%
10/06 V12830117761054914 87539 3.7%
11/06 S16699153241375100895850 3.6%
12/06 D8489772476586482836 4.7%
13/06 L8620778883254750641 4.9%
14/06 M155821361519671992191181 4.1%
15/06 M126231106715561581149289 5.7%
16/06 G1646014951150923972292105 7.0%
17/06 V11897110058921383131271 8.0%
18/06 S192631807211911657158275 6.3%
19/06 D910783447631370128486 11.3%
20/06 L86157956659 801 75546 7.0%
21/06 M17160154371723310529921136.6%
22/06 M1508713769131824362338987.1%
23/06 G15845146341211259424901048.6%
24/06 V18125172129132561245111012.0%
25/06 S2213321143990239923009910.0%
26/06 D1149210893599212020497111.8%
27/06 L8731802370811241071537.5%
28/06 M25665241011564586157331288.2%
29/06 M18107168761231380436861189.6%
30/06 G206501926313874563439916411.8%
01/07 V23732227519814309416414514.8%
02/07 S2083720144693216620887811.2%
03/07 D192141816010544339421912011.4%
04/07 L1251012091419190318198420.0%
05/07 M28577270811496744973341157.7%
06/07 M226472135312495190503115912.3%
07/07 G220912085412375197502816913.7%
08/07 V24169233038665105495914616.9%
09/07 S313493021611335223506116214.3%
10/07 D18024172887364014391310113.7%
11/07 L1178011278502158515157013.9%
12/07 M349173345914588938878015810.8%
13/07 M24532235409926083597610710.8%
14/07 G267492549912505944578216213.0%
15/07 V25631247159165261511514615.9%
16/07 S31685307998865045490813715.5%
17/07 D18842180787643735363210313.5%
18/07 L115721117040217211661 6014.9%
19/07 M320073096910387257715210510.1%
20/07 M249882366513234987484813910.5%
21/07 G251172399411234734460413011.6%
22/07 V27488265449444018389412413.1%
23/07 S279892712786237613680 81 9.4%
24/07 D132521256368927142646 68 9.9%
25/07 L153021465764513151202113 17.5%
26/07 M274652637710885128503098 9.0%
27/07 M2177820464131435103359151 11.5%
28/07 G2042819621807 32723220 52 6.4%
29/07 V2192921080849 30332946 8710.2%
30/07 S2868827994694 24642384 8011.5%
31/07 D1456013982578 19831936 478.1%
01/08 L1424713748499 15491507 428.4%
02/08 M2135620434922 36863614 727.8%
03/08 M1533514564771 24422364 7810.1%
04/08 G1670015978722 24342363 719.8%
05/08 V1655615956600 21752104 7111.8%
06/08 S2160920892717 19431873 709.8%
07/08 D9934 9491 443 13041260 449.9%
08/08 L8789 8467 322 674 635 3912.1%
09/08 M1877317906967263025438710.0%
10/08 M118951121068514811434476.9%
11/08 G101689590 57813211286356.0%
12/08 V1674716174 57317181670488.4%
13/08 S1747516962 51313511301509.7%
14/08 D 9139 8870 269 975 956197.1%
15/08 L 5206 5004 202 426 407199.4%
16/08 M 5776 5474 302 568 541278.9%
17/08 M1330012620 68019291891385.6%
18/08 G1125210628 62413921359335.3%
19/08 V1119710674 523121211585410.3%
20/08 S1600115467 53412541222326.0%
21/08 D6735 6539 196 999 987126.1%
22/08 L6623 6447 176 485 4661910.8%
23/08 M1508014324 75623272285425.5%
24/08 M1435813863 49515411512295.9%
25/08 G1132310865 45812731246275.9%
26/08 V1416813684 48413331289449.1%
27/08 S1980719319 48813431310336.8%
28/08 D8376 8223 153937 930 7 4.6%
29/08 L7560 7234 326584 565 195.8%
30/08 M1485014141 70920762030466.5%
31/08 M1265312150 50314651432336.6%
01/09 G 8986 8522 46410501029214.5%
02/09 V 172081661659215531515386.4%
03/09 S 169921651747510331007265.5%
04/09 D 8608 8264 344 778 767113.2%
05/09 L 7586 7347 239 398 384145.9%
06/09 M 140481340664218181783355.4%
07/09 M 8570 8038 532885 864 213.9%
08/09 G 1387212367150514911436553.6%
09/09 V 1126410867397 1014985 297.3%
10/09 S 1620915646563 11511126254.4%
11/09 D 7332 7037 295 841 818 237.8%
12/09 L 6222 6088 134 482 473 9 6.7%
13/09 M 13436127177191844181628 3.9%
14/09 M 100629567 4951375134431 6.3%
15/09 G 10931102876441468143731 4.8%
16/09 V 10660102703901332129735 9.0%
17/09 S 17824171956291453141934 5.4%
18/09 D 7601 7360 2411061104318 7.5%
19/09 L 7280 7169 111528 518 10 9.0%
20/09 M 17349164828672714267935 4.0%
21/09 M 12317118155021601155348 9.6%
22/09 G 14998143386602221217744 6.7%
23/09 V 13215128683471466143234 9.8%
24/09 S 19125184806452062201448 7.4%
25/09 D 100109821 1891590157713 6.9%
26/09 L 7974 7769 205934 909 2512.2%
27/09 M 2172420975749456144847710.3%
28/09 M 17664170346303415335659 9.4%
29/09 G 18712181665463723366162 11.3%
30/09 V 19128185256033391330883 13.8%
01/10 S 28399277506493249318564 9.9%
02/10 D 13787134393482754271143 12.4%
03/10 L 11019107972221341130635 15.8%
04/10 M 29615288527637547743810914.3%
05/10 M 20999201848154899480792 11.3%
06/10 G 19590189686224659455810116.2%
07/10 V 22673221145595010490011019.7%
08/10 S 291162832479248744781 9311.7%
09/10 D 168141647733736723611 6118.1%
10/10 L 102429945 29713351279 5618.8%
11/10 M 324363152091678127713 9910.8%
12/10 M 235822285972351705086 8411.6%
13/10 G 229552233162449914873 11818.9%
14/10 V 223512184051142404145 95 18.6%
15/10 S 298312900882338433739104 12.6%
16/10 D 176591737428528652824 41 14.4%
17/10 L 130921294414814801452 28 18.9%
18/10 M 324063132110856818668713112.1%
19/10 M 200131945356039463876 70 12.5%
20/10 G 239932321378043414251 90 11.5%
21/10 V 294782882665243054203102 15.6%
22/10 S 181661764052620682015 53 10.1%
23/10 D 157391533440521812130 51 12.6%
24/10 L 9194 8914 280829 800 29 10.4%
25/10 M 298592903682348224745 77 9.4%
26/10 M 205291992260731023034 68 11.2%
27/10 G 160971552057721152076 39 6.8%
28/10 V 147721424852419991966 33 6.3%
29/10 S 128331241941417581719 39 9.4%
30/10 D 100859782 30312701233 3712.2%
31/10 L 8368 8187 181 417 397 2011.0%

La percentuale dei test molecolari positivi e' stata riportata del grafico seguente, dove l'ultimo punto a destra e' quello di oggi (i dati possono anche essere copiati con un'app "scanner di testo", se qualcuno vuole usarli).
Nel grafico abbiamo disegnato con una linea grigia l'andamento dei contagi di Sars-CoV-2, su cui e' sovrapposta la struttura a picchi settimanali, che abbiamo ipotizzato possa essere dovuta alla presenza di una o piu' varianti del virus , perche' non riteniamo che brusche variazioni del numero dei contagi possano corrispondere a variazioni nella numerosita' dei virus Sars-CoV-2 in circolazione (che richiedono i loro tempi biologici tipici, piu' lenti, per moltiplicarsi o scomparire).
Quindi la linea grigia non e' un fit alla curva comprensiva dei picchi ma passa per la base dei picchi, perche' deve rappresentare i contagi del Sars-CoV-2 al netto dei picchi, che sono un'altra cosa.
Infatti ipotizziamo che i picchi possano essere manifestazione della presenza di mutazioni del Sars-CoV-2 che possono simulare falsi aumenti e diminuzioni di contagi (i picchi), variando la presenza del loro materiale genetico nelle prime vie respiratorie, dove vengono prelevati i tamponi.
Se questo fosse vero i picchi e le relative mutazioni sarebbero meritevoli di una particolare attenzione e di uno studio specifico per imparare a monitorarne la presenza e comprenderne evoluzione e patologie associate.
Come ci sarebbero queste mutazioni visibili con i picchi, ce ne potrebbero essere anche altre, invisibili al test molecolare, ma che potrebbero produrre danni ingenti, forse anche contribuendo in modo invisibile all'eccesso dei decessi attualmente osservato.




I grafici contengono un dato ogni giorno: l'ultimo a destra nel grafico precedente e' quello di OGGI.
Stiamo conducendo lo studio su una sola regione, il Piemonte, perche' fornisce i risultati dei test molecolari separati da quelli antigenici (altrove purtroppo non e' piu' cosi' dopo il 15/1).
Cosi' possiamo contare di vedere i fenomeni da noi osservati con una risoluzione migliore, non mescolati con quelli di altre regioni che potrebbero seguire procedure diverse.
I dati di questa regione "campione" e la loro significativita' statistica sono piu' che sufficienti a svolgere il nostro studio; i dati di tutte le regioni italiane mescolati insieme NON sarebbero stati meglio.

ATTENZIONE: Questo lavoro e' uno studio della pandemia fatto sui dati di una singola regione, il Piemonte, perche' senza mescolarne tante insieme i fenomeni osservati potrebbero risultare meglio definiti. Percio' TUTTE LE NOSTRE CONCLUSIONI, COMPRESE QUELLE SULLE RIAPERTURE, SONO SEMPRE VALIDE SOLO PER IL PIEMONTE.
Gli stessi metodi possono essere usati anche per qualsiasi altra regione.
Si devono sempre tenere ben presenti le nostre raccomandazioni per le riaperture.

  CRONOLOGIA DEI CONTAGI IN PIEMONTE DAL 24/12/2020  

Prevedendo una diminuzione continua dei contagi dopo il 9/5, li riportiamo da ora nella seguente forma compatta, in cui indichiamo anche i risultati delle due interpolazioni delle linee rossa e grigia nel grafico , che per noi rappresentano i due risultati dell'analisi dei dati rispettivamente:
Rossa = Contagi totali
Grigia = Fondo degli asintomatici.
I nostri commenti ai dati, se brevi sono scritti a fianco, altrimenti sono inseriti, con la loro data, in fondo a questa lista dei dati (in ordine cronologico).
L'ultimo giorno con descrizione dell'analisi completa e' l' 8/5
In quell' analisi abbiamo ricavato la pendenza di discesa attuale all'8/5 delle due linee rossa e grigia che in 28 giorni scendevano del 28%, cioe' la discesa dei contagi era dell'1% al giorno (=Trend) finche' la pendenza lineare delle due linee interpolate sui dati e' rimasta la stessa, cioe' fino al 7/5.
PREVISIONI (prima del 7/5, poi la discesa si e' accentuata):
DECESSI (di tutta Italia): Avevamo previsto che un fondo del 10% di contagi avrebbe causato 20 giorni dopo una media di 200 decessi al giorno. Quindi il 9/5, con il valor medio di contagi del 7.5%, si dovrebbero produrre 20 giorni dopo (a fine maggio) circa 150 decessi al giorno.
Siccome 20 giorni prima del 10/5 (20 punti nel grafico ed intorno al 20/4 in tabella ) i dati andavano dall'8.4% all'11.3% il valor medio dei contagi era al 9.75%, per cui il valore atteso per il 10/5 e' di 195 decessi al giorno.
CONTAGI (del Piemonte): I contagi invece, se dal 9/5 avessero continuato a calare sempre con la pendenza precedente del -1% al giorno (risultata dall'interpolazione lineare, fatta nel link, che mostrava una discesa del 28% in 4 settimane), a fine maggio sarebbe scesa al valor medio 5.5% dal valore di 7.5% del 9/5 (valore medio tra linea rossa e grigia).
Gia' dal 7/5 pero' i dati hanno mostrato un'accentuazione della discesa, ben visibile nel grafico , per cui a fine maggio il livello dei contagi dovrebbe essere ancora piu' basso.
Il livello costante, che rimarra' per tutta l'estate, sara' quello dell'epidemia invisibile degli asintomatici che e' molto importante sia il piu' basso possibile (nel 2020 fu del 2%) per almeno tre motivi:
  1. Ridurre il rischio di partenza di una quarta ondata alla fine dell'estate.
  2. Ridurre la probabilita' di far nascere nuove varianti del virus in Italia.
  3. Ridurre il numero delle vittime inconsapevoli delle infezioni asintomatiche, minimizzando i danni fisici da loro subiti.

  RISULTATI DELL'ANALISI DEI DATI SUI CONTAGI IN PIEMONTE DAL 9/5 IN POI  

                      Interp.lineare

GIORNO DECESSI CONTAGI Rossa Grigia  COMMENTI                                                           .

 9/5 D   139    8.3%   7.9%   5.5%   Decessi sotto 200, contagi saliti ma e' domenica (solo 1/3 dei test)

10/5 L   198    6.4%   7.6%   5.3%   Tutto esattamente come le previsioni della nostra analisi scritte sopra

11/5 M   251    5.1%   7.3%   5.1%   Decessi oscillanti intorno a 200 (OK). Contagi forse in discesa.

12/5 M   262    7.3%   7.0%   4.9%   Nessun aumento di contagi finora per le riaperture

13/5 G   201    6.2%   6.7%   4.7%   Decessi come previsto. Contagi al livello del fondo (su linea grigia)

14/5 V   182    6.4%   6.4%   4.5%   Decessi oscillanti intorno a 200 (OK). Contagi commentati a fondo lista.

15/5 S   136    5.6%   6.1%   4.3%   Decessi ini calo. IMPORTANTE CONFERMA del nuovo trend di discesa contagi.

16/5 D    93    6.1%   5.8%   4.1%   Decessi molto bassi e contagi un po' alti, ma dubbi (perche' e' domenica)

17/5 L   140    4.3%   5.5%   3.9%   NUOVA CONFERMA del trend di discesa contagi (a ZERO ai primi di giugno).

18/5 M   201    4.2%   5.2%   3.7%   Decessi oscillanti intorno a 150 (OK). Trend discesa contagi confermato.

19/5 M   149    5.0%   4.9%   3.5%   Decessi OK. Contagi un po' alti (speriamo per fluttuazione) dopo riapertura.

20/5 G   164    4.4%   4.6%   3.3%   Decessi OK. Contagi tornati normali: nessun incremento per le riaperture.

21/5 V   218    4.6%   4.3%   3.1%   Decessi oggi=133 (include 85 preced. Campania). Picco del venerdi' OK.

22/5 S   125    5.1%  (4.0%)  2.9%   Decessi OK. Contagi 1% alti: speriamo sia fluttuazione e non le riaperture.

23/5 D    72    4.6%  (3.7%)  2.7%   Contagi ancora 1% alti (ma e' domenica: aspettiamo domani per giudicare).

24/5 L   110    1.5%  (3.4%)  2.5%   Decessi OK. Contagi CROLLATI da 4.6% a 1.5% in un giorno? Aspettiamo domani.

25/5 M   166    1.6%  (3.1%)  2.3%   Decessi OK. Contagi confermati bassi: vedi commento seguente (del 25/5).

26/5 M   121    3.1%  (2.8%)  2.1%   Decessi OK. Contagi allineati sulla linea rossa dei picchi: va ancora bene.

27/5 G   171    4.2%   4.4%   1.9%   Contagi saliti MOLTO: seguira' commento (in data 27/5).

28/5 V   126    4.3%   4.3%   1.7%   Decessi OK. Contagi ALTI (picco del venerdi'). Forte deviazione linea rossa

29/5 S    83    3.2%   4.0%   1.5%   Decessi OK (=4% di contagi di 20 giorni fa). Contagi OK (in calo dal picco).

30/5 D    44    6.5%   3.7%   1.3%   Decessi piu' bassi dell'attesa. Contagi non credibili.

31/5 L    82    3.5%   3.4%   1.1%   Contagi OK secondo nuova linea rossa con stessa pendenza (-0.3% al giorno).

01/6 M    93    3.5%   3.1%   0.9%   Decessi Italia corrispond. 4.6% di contagi. Contagi un po' alti (attesi 3%)

02/6 M    62    3.1%   2.8%   0.7%   Decessi corrisp. 3.1% di contagi. Contagi ancora un po' alti (attesi 2.5%)

03/6 G    59    4.0%   2.5%   0.5%   Decessi OK. Contagi in forte salita e domani ci sara' il picco del venerdi'

04/6 V    73    2.7%   2.2%   0.3%   Decessi OK. Contagi OK: riprendono la discesa ma piu' in alto per il gradino

05/6 S    57    3.0%   1.9%   0.1%   Ancora contagi alti: forse cambia la pendenza della linea rossa (riapertura?)

06/6 D    51    2.9%   1.6%     0%   Conferma contagi alti: probabile peggioramento di pendenza della linea rossa

07/6 L    65    2.3%   1.3%     0%   Conferma andamento previsto dei contagi (linea rossa).

08/6 M   102    1.6%   1.0%     0%   Incremento contagi in calo: oggi e' solo +0.6%, mentre ieri era il doppio.

09/6 M    77    1.9%   0.7%     0%   Decessi OK. Contagi coerenti con discesa prevista (linea rossa).

10/6 G    88    2.1%   0.4%     0%   Decessi stabili. Contagi in leggera salita verso il picco del venerdi'.   

11/6 V    69    1.8%   0.1%     0%   Decessi stabili. Conferma salita dei contagi. Disegno linea rossa in corso

12/6 S    52    1.6%     0%     0%   Contagi in discesa sulla linea rossa (avrebbero gia' dovuto essere a zero).

13/6 D    26    1.8%     0%     0%   Decessi in calo. Contagi in risalita (dato della domenica, poco affidabile)

14/6 L    36    2.0%     0%     0%   I contagi, piu' alti di venerdi', potrebbero preannunciare una risalita.

15/6 M    63    1.1%     0%     0%   Decessi OK. Contagi in discesa esattamente come previsto dalla linea rossa.

16/6 M    52    1.2%     0%     0%   Decessi come i 53 previsti. Contagi in discesa come previsto da linea rossa

17/6 G    37    1.2%     0%     0%   Decessi OK. Contagi come ieri (non calano, si avviano al picco del venerdi').

18/6 V    35    1.1%     0%     0%   Decessi contagi stabili, coerenza con linea rossa a 4 giorni da zona bianca

19/6 S    28    1.3%     0%     0%   Decessi e contagi stabili, OLTRE la linea rossa a 5 giorni da zona bianca

20/6 D    17    1.0%     0%     0%   Decessi in calo. Contagi in discesa su linea rossa con pendenza cresciuta

21/6 L    21    0.8%     0%     0%   Contagi in discesa (errore=25%), tra 0.6% e 1% lungo linea rossa, zona bianca

22/6 M    31    0.6%     0%     0%   Contagi in discesa (errore=16%) tra 0.5% e 0.7% lungo linea rossa, zona bianca

23/6 M    30    0.7%     0%     0%   Contagi stabili (errore=15%) tra 0.6% e 0.8% lungo linea rossa in zona bianca

24/6 G    28    0.7%     0%     0%   Contagi stabili (errore=18%) tra 0.6% e 0.8% lungo linea rossa in zona bianca

25/6 V    56    0.8%     0%     0%   Decessi=35+21 (ricalcoli Puglia). Contagi di venerdi'(err.=17%) tra 0.6% e 1%

26/6 S    40    0.8%     0%     0%   Decessi=20+20 (ricalcoli Campania). Contagi come ieri (err.=17%) tra 0.6%-1%

27/6 D    14    1.0%     0%     0%   Contagi (domenica) in lieve salita (err.=19%) tra 0.8% e 1.2% su linea rossa

28/6 L    28    0.4%     0%     0%   Contagi in discesa (errore=27%) tra 0.3% e 0.5%. Ottimo risultato, se vero. 

29/6 M    42?   0.4%     0%     0%   Ricalcoli. Contagi scesi (err.=19%) tra 0.3% e 0.5%. Risultato CONFERMATO

30/6 M    24    0.5%     0%     0%   Decessi OK. Contagi confermati stabilmente bassi (err.=19%) tra 0.4% e 0.6%

01/7 G    21    0.4%     0%     0%   Decessi come attesi. Contagi stabilmente bassi (err.=28%) tra 0.3% e 0.5%

02/7 V    28    0.4%     0%     0%   Decessi come attesi. Contagi stabilmente bassi (err.=22%) tra 0.3% e 0.5%

03/7 S    22    0.7%     0%     0%   Decessi come attesi. Contagi stabilmente bassi (err.=18%) tra 0.6% e 0.8%

04/7 D    12    1.1%     0%     0%   Decessi OK. Contagi in crescita importante (err.=18%) tra 0.9% e 1.3%

05/7 L  14+(17) 0.5%     0%     0%   Decessi: 17 dei gg preced. Contagi in calo (err.=27%) tra 0.4% e 0.6%

06/7 M    24    0.5%     0%     0%   Contagi stabili (err.=17%) tra 0.4% e 0.6%. Conferma incremento singolo

07/7 M    14    0.6%     0%     0%   Contagi stabili (err.=19%) tra 0.5% e 0.7%

08/7 G    13    0.7%     0%     0%   Contagi in leggera salita (err.=17%) tra 0.6% e 0.8% (per vittoria con Spagna?)

09/7 V    25    0.8%     0%     0%   Contagi in salita (err.=17%) tra 0.7% e 0.9% (e' il gradino, anziche' 0%)

10/7 S    12    0.8%     0%     0%   Contagi in salita (err.=18%) tra 0.7% e 0.9% e' il GRADINO (cala in 1 mese)

11/7 D     7    1.4% ?   0%     0%   Contagi in forte salita (err.=15%) tra 1.2% e 1.6% (e' il dato di domenica)

12/7 L    13    0.6%     0%     0%   Contagi stabili (err.=27%) tra 0.45% e 0.75%

13/7 M    20    0.7%     0%     0%   Contagi stabili (err.=16%) tra 0.6% e 0.8%. Nessun cenno di risalita.

14/7 M  14+(9)  1.3%     0%     0%   9 decessi gg preced. Contagi in salita (err.=11%) tra 1.2% e 1.4% (calcio)

15/7 G     9    1.4%     0%     0%   Contagi stabili (err.=13%) tra 1.25% e 1.55%. No crescita esponenziale.

16/7 V    11    1.9%     0%     0%   Contagi in salita (err.=9%) tra 1.7% e 2.1%. Preallarme innesco ondata!

17/7 S    13    1.1%     0%     0%   Contagi stabili (err.=15%) tra 1% e 1.2% Fine allarme GRADINO CONFERMATO

18/7 D     3    2.1% ?   0%     0%   Dati della domenica: Contagi alti ma dubbi (err.=11%) tra 1.9% e 2.3%

19/7 L     7    1.0%     0%     0%   Contagi stabili (err.=21%) tra 0.8% e 1.2% GRADINO CONFERMATO

20/7 M    10    1.7%     0%     0%   Contagi alti (err.=10%) tra 1.5% e 1.9% Poco sopra linea rossa.

21/7 M    21    2.1%     0%     0%   Contagi alti (err.=9%) tra 1.9% e 2.3% Sopra alla linea rossa.

22/7 G    15    2.5%     0%     0%   Contagi molto alti (err.=9%) tra 2.25% e 2.75% Sopra linea rossa.

23/7 V    17    3.7%     0%     0%   Contagi IMPENNATI (err.=9%) tra 3.3% e 4.1% Inizia la quarta ondata?

24/7 S     5    2.3%     0%     0%   Contagi molto alti (err.=9%) tra 2.1% e 2.5% Sopra linea rossa.

25/7 D     7    2.5%     0%     0%   Contagi alti di +0.8% (err.=10%) tra 2.25% e 2.75% Nuova linea rossa

26/7 L    22    1.7%     0%     0%   Contagi in discesa (err.=14%) tra 1.5% e 1.9% sotto linea rossa

27/7 M    24    3.0%     0%     0%   Contagi alti (err.=7%) tra 2.8% e 3.2% sopra linea rossa

28/7 M    15    2.5%     0%     0%   Contagi alti (err.=9%) tra 2.25% e 2.75% sulla linea rossa

29/7 G    19    4.5%     0%     0%   Contagi altissimi (err.=6%) tra 4.25% e 4.75% OLTRE SOGLIA

30/7 V    18    4.6%     0%     0%   Contagi altissimi (err.=6%) tra 4.35% e 4.85% OLTRE SOGLIA

31/7 S    16    4.4%     0%     0%   Contagi altissimi (err.=7%) tra 4.10% e 4.70% OLTRE SOGLIA

01/8 D     5    4.0%     0%     0%   Contagi alti ma in calo (err.=8%) tra 3.7% e 4.3% OLTRE SOGLIA?

02/8 L    23    3.9%     0%     0%   Contagi alti ma in calo (err.=9%) tra 3.6% e 4.2% OLTRE SOGLIA

03/8 M    27    1.6% ?   0%     0%   Contagi crollati oltre la meta' (err.=8%) tra 1.5% e 1.7% (anomalo?)

04/8 M    21    3.9%     0%     0%   Contagi alti ma in calo (err.=7%) tra 3.6% e 4.2% OLTRE SOGLIA

05/8 G    27    4.3%     0%     0%   Contagi alti (err.=6%) tra 4.1% e 4.5% OLTRE SOGLIA

06/8 V    24    4.2%     0%     0%   Contagi alti (err.=7%) tra 3.9% e 4.5% OLTRE SOGLIA

07/8 S    22    3.8%     0%     0%   Contagi in calo (err.=8%) tra 3.5% e 4.1% OLTRE SOGLIA

08/8 D    11    3.8%     0%     0%   Contagi in calo (err.=8%) tra 3.5% e 4.1% OLTRE SOGLIA 

09/8 L    22    3.9%     0%     0%   Contagi stabili (err.=12%) tra 3.5% e 4.3% OLTRE SOGLIA

10/8 M    31    2.5%     0%     0%   Contagi in calo (err.=9%) tra 2.25% e 2.75% (su nuova linea rossa)

11/8 M    31    4.8%     0%     0%   Contagi molto alti (err.=5%) tra 4.5% e 5.0% INIZIO QUARTA ONDATA

12/8 G    30    5.5%     0%     0%   Contagi molto alti in salita (err.=6%) tra 5.2% e 5.8% (inizio impennata)

13/8 V    40+5  5.8%     0%     0%   Contagi molto alti in salita (err.=6%) tra 5.5% e 6.1% (su linea rossa)

14/8 S    34    6.1%     0%     0%   Contagi molto alti in salita (err.=6%) tra 5.8% e 6.4% (su linea rossa)

15/8 D    19    6.5%     0%     0%   Contagi molto alti in salita (err.=7%) tra 6% e 7% (su linea rossa)

16/8 L    24    4.7% ?   0%     0%   Dato crollato (err.=11%) tra 4.2% e 5.2% (dato dubbio, con test dimezzati)

17/8 M    54    3.3%     0%     0%   Decessi come previsto. Continua crollo dei contagi (err.=7%) tra 3.1% e 3.5%

18/8 M    69    5.8%     0%     0%   Decessi come previsto. Continua contagi risaliti (err.=6%) tra 5.6% e 6.0%

19/8 G    55    4.6%     0%     0%   Decessi come previsto. Contagi altalenanti (err.=7%) tra 4.3% e 4.9%

20/8 V    49    5.0%     0%     0%   Decessi come previsto. Contagi in lento calo (err.=7%) tra 4.7% e 5.3%

21/8 S    45    5.1%     0%     0%   Decessi come previsto. Contagi come ieri (err.=7%) tra 4.8% e 5.4%

22/8 D    23    4.9%     0%     0%   Decessi in calo. Contagi in calo come previsto (err.=8%) tra 4.5% e 5.3%

23/8 L    44    3.0%     0%     0%   Decessi come previsto. Contagi crollati del 40% (err.=11%) tra 2.7% e 3.3%

24/8 M    60    3.5%     0%     0%   Decessi come previsto. Contagi sotto soglia (err.=7%) tra 3.3% e 3.7%

25/8 M    59    5.0%     0%     0%   Contagi risaliti sopra soglia (err.=6%) tra 4.7% e 5.3%

26/8 G    43    5.6%     0%     0%   Contagi con incremento a gradino (err.=6%) tra 5.3% e 5.8%

27/8 V    45    6.1%     0%     0%   Contagi in ascesa (err.=6%) tra 5.7% e 6.5%

28/8 S    54    5.0%     0%     0%   Contagi in discesa (err.=7%) tra 4.7% e 5.3%

29/8 D    37    5.0%     0%     0%   Contagi stabili (err.=8%) tra 4.6% e 5.4%

30/8 L    53    3.1%     0%     0%   Discesa per i vaccinati guariti in 3 giorni (err.=10%) tra 2.8% e 3.4%

31/8 M    75    2.7%     0%     0%   Decessi in salita. Discesa per i vaccinati guariti (err.=7%) tra 2.5% e 2.9%

01/9 M    69    4.0%     0%     0%   Decessi saliti da 50 a 70. Risalita dei contagi (err.=6%) tra 3.7% e 4.3%

02/9 G    62    3.7%     0%     0%   Decessi saliti da 50 a 70. Discesa dei contagi (err.=7%) tra 3.5% e 3.9%

03/9 V    58    5.2%     0%     0%   Risalita dei contagi (err.=6%) tra 4.9% e 5.5%

04/9 S    56    5.1%     0%     0%   Contagi stabili (err.=6%) tra 4.8% e 5.4%

05/9 D    49    4.0%     0%     0%   Contagi in discesa (err.=8%) tra 3.7% e 4.3%

06/9 L    52    2.9%     0%     0%   Contagi in discesa (err.=11%) tra 2.6% e 3.2%

07/9 M    71    3.4%     0%     0%   Contagi in risalita (err.=7%) tra 3.2% e 3.6%

08/9 M    69    4.3%     0%     0%   Contagi in risalita (err.=6%) tra 4.0% e 4.6%

09/9 G    59    4.0%     0%     0%   Contagi stabili al picco (err.=7%) tra 3.7% e 4.3%

10/9 V    62    4.7%     0%     0%   Contagi stabili al picco (err.=7%) tra 4.4% e 5.0%

11/9 S    57    4.1%     0%     0%   Contagi in discesa (err.=7%) tra 3.8% e 4.4%

12/9 D    34    5.6% ?   0%     0%   Contagi anomali? (err.=7%) tra 5.2% e 6.0%

13/9 L    36    2.5%     0%     0%   Contagi scesi dal picco (err.=12%) tra 2.2% e 2.8%

14/9 M    72    2.9%     0%     0%   Contagi stabili al 2.9% (err.=7%) tra 2.7% e 3.1%

15/9 M    73    4.1%     0%     0%   Contagi risaliti al 4.1% (err.=6%) tra 3.8% e 4.4%

16/9 G    67    3.4%     0%     0%   Contagi risaliti al 3.4% (err.=7%) tra 3.2% e 3.6%

17/9 V    66    4.3%     0%     0%   Contagi risaliti al 4.3% (err.=7%) tra 4.0% e 4.6%

18/9 S    51    3.1%     0%     0%   Contagi scesi al 3.1% (err.=8%) tra 2.9% e 3.3%

19/9 D    26    2.9%     0%     0%   Contagi scesi al 2.9% (err.=10%) tra 2.6% e 3.2%

20/9 L    44    2.8%     0%     0%   Contagi scesi al 2.8% (err.=11%) tra 2.5% e 3.1%

21/9 M    67    2.5%     0%     0%   Contagi scesi al 2.5% (err.= 9%) tra 2.3% e 2.7%

22/9 M    67    3.7%     0%     0%   Contagi risaliti al 3.7% (err.= 7%) tra 3.5% e 3.9%

23/9 G    63    2.7%     0%     0%   Contagi scesi al 2.7% (err.= 8%) tra 2.5% e 2.9%

24/9 V    52    2.7%     0%     0%   Contagi costanti al 2.7% (err.=8%) tra 2.5% e 2.9%

25/9 S    50    2.8%     0%     0%   Contagi costanti al 2.8% (err.=8%) tra 2.6% e 3.0%

26/9 D    44    2.9%     0%     0%   Contagi costanti al 2.9% (err.=9%) tra 2.6% e 3.2%

27/9 L    45    2.2%     0%     0%   Contagi scesi al 2.2% (err.=12%) tra 1.9% e 2.5%

28/9 M    65    1.7%     0%     0%   Contagi scesi al 1.7% (err.=9%) tra 1.5% e 1.9%

29/9 M    63    2.6%     0%     0%   Contagi risaliti al 2.6% (err.=8%) tra 2.4% e 2.8%

30/9 G    51    2.4%     0%     0%   Contagi costanti al 2.4% (err.=8%) tra 2.2% e 2.6%

01/10 V   52    2.0%     0%     0%   Contagi costanti al 2.0% (err.=10%) tra 1.8% e 2.2%

02/10 S   25    3.2%     0%     0%   Contagi risaliti al 3.2% (err.=10%) tra 2.9% e 3.5%

03/10 D   33    2.4%     0%     0%   Contagi scesi al 2.4% (err.=8%) tra 2.2% e 2.6%

04/10 L   37    1.2%     0%     0%   Contagi scesi al 1.2% (err.=17%) tra 1.0% e 1.4%

05/10 M   50    1.2%     0%     0%   Contagi costanti al 1.2% (err.=11%) tra 1.1% e 1.3%

06/10 M   39    2.1%     0%     0%   Contagi saliti al 2.1% (err.=8%) tra 1.9% e 2.3%

07/10 G   41    2.0%     0%     0%   Contagi saliti al 2.0% (err.=8%) tra 1.8% e 2.2%

08/10 V   30    1.8%     0%     0%   Contagi scesi  a 1.8% (err.=12%) tra 1.6% e 2.0%

09/10 S   46    1.8%     0%     0%   Contagi stabili a 1.8% (err.=10%) tra 1.6% e 2.0%

10/10 D   27    2.3%     0%     0%   Contagi saliti a 2.3% (err.=12%) tra 2.0% e 2.6%

11/10 L   34    2.1%     0%     0%   Contagi scesi a 2.1% (err.=12%) tra 1.8% e 2.4%

12/10 M   49    1.4%     0%     0%   Contagi scesi a 1.4% (err.=11%) tra 1.3% e 1.5%

13/10 M   37    2.2%     0%     0%   Contagi saliti a 2.2% (err.=9%) tra 2.0% e 2.4%

14/10 G   40    2.3%     0%     0%   Contagi stabili a 2.3% (err.=9%) tra 2.1% e 2.5%

15/10 V   42    1.9%     0%     0%   Contagi stabili a 1.9% (err.=10%) tra 1.7% e 2.1%

16/10 S   14    1.9%     0%     0%   Contagi stabili a 1.9% (err.=10%) tra 1.7% e 2.1%

17/10 D   24    2.1%     0%     0%   Contagi stabili a 2.1% (err.=12%) tra 1.8% e 2.4%

18/10 L   44    1.5%     0%     0%   Contagi scesi a 1.5% (err.=23%) tra 1.2% e 1.8%

19/10 M   70    1.8%     0%     0%   Contagi stabili a 1.8% (err.=9%) tra 1.6% e 2.0%

20/10 M   33    2.7%     0%     0%   Contagi saliti a 2.7% (err.=7%) tra 2.5% e 2.9%

21/10 G   36    2.7%     0%     0%   Contagi saliti a 2.7% (err.=8%) tra 2.5% e 2.9%

22/10 V   39    2.9%     0%     0%   Contagi saliti a 2.9% (err.=7%) tra 2.7% e 3.1%

23/10 S   39    2.4%     0%     0%   Contagi scesi a 2.4% (err.=8%) tra 2.2% e 2.6%

24/10 D   24    1.7%     0%     0%   Contagi scesi a 1.7% (err.=12%) tra 1.5% e 1.9%

25/10 L   30    1.4%     0%     0%   Contagi scesi a 1.4% (err.=14%) tra 1.3% e 1.5%

26/10 M   48    1.7%     0%     0%   Contagi saliti a 1.7% (err.=9%) tra 1.5% e 1.9%

27/10 M   50    2.0%     0%     0%   Contagi saliti a 2.0% (err.=8%) tra 1.8% e 2.2%

28/10 G   50    2.7%     0%     0%   Contagi saliti a 2.7% (err.=8%) tra 2.5% e 2.9%

29/10 V   33    2.6%     0%     0%   Contagi saliti a 2.6% (err.=8%) tra 2.4% e 2.8%

30/10 S   37    2.7%     0%     0%   Contagi stabili a 2.7% (err.=8%) tra 2.5% e 2.9%

31/10 D   26    4.3%     0%     0%   Contagi saliti  a 4.3% (err.=9%) tra 3.9% e 4.7%

01/11 L   20    3.0%     0%     0%   Contagi scesi a 3.0% (err.=14%) tra 2.6% e 3.4%

02/11 M   41*   3.0%     0%     0%   Contagi scesi a 3.0% (err.=10%) tra 2.7% e 3.3%

03/11 M   63    2.6%     0%     0%   Contagi scesi a 2.6% (err.=8%) tra 2.4% e 2.8%

04/11 G   59    2.3%     0%     0%   Contagi scesi a 2.3% (err.=8%) tra 2.1% e 2.5%

05/11 V   51    3.5%     0%     0%   Contagi saliti a 3.5% (err.=6%) tra 3.3% e 3.7%

06/11 S   31    2.7%     0%     0%   Contagi saliti a 2.7% (err.=6%) tra 2.5% e 2.9%

07/11 D   26    2.0%     0%     0%   Contagi saliti a 2.0% (err.=9%) tra 1.8% e 2.2%

08/11 L   38    7.7% ?   0%     0%   Contagi saliti a 7.7% (err.=7%) tra 7.1% e 8.3%

09/11 M   68    3.0%     0%     0%   Contagi saliti a 3.0% (err.=6%) tra 2.8% e 3.2%

10/11 M   60*   3.9%     0%     0%   Contagi saliti a 3.9% (err.=6%) tra 3.7% e 4.1%

11/11 G   67    3.3%     0%     0%   Contagi saliti a 3.3% (err.=7%) tra 3.1% e 3.5%

12/11 V   68    3.6%     0%     0%   Contagi saliti a 3.6% (err.=7%) tra 3.4% e 3.8%

13/11 S   53    4.4%     0%     0%   Contagi saliti a 4.4% (err.=6%) tra 4.1% e 4.7%

14/11 D   36    5.1%     0%     0%   Contagi saliti a 5.1% (err.=7%) tra 4.8% e 5.4%

15/11 L   44    2.5%     0%     0%   Contagi scesi  a 2.5% (err.=11%) tra 2.2% e 2.8%

16/11 M   74    3.5%     0%     0%   Contagi saliti a 3.5% (err.=6%) tra 3.3% e 3.7%

17/11 M   72    4.6%     0%     0%   Contagi saliti a 4.6% (err.=5%) tra 4.4% e 4.8%

18/11 G   69    3.8%     0%     0%   Contagi scesi a 3.8% (err.=6%) tra 3.6% e 4.0%

19/11 V   48    4.2%     0%     0%   Contagi scesi a 4.2% (err.=6%) tra 4.0% e 4.4%

20/11 S   49    4.2%     0%     0%   Contagi scesi a 4.2% (err.=5%) tra 4.0% e 4.4%

21/11 D   46    5.1%     0%     0%   Contagi scesi a 5.1% (err.=6%) tra 4.8% e 5.4%

22/11 L   70    4.2%     0%     0%   Contagi scesi a 4.2% (err.=8%) tra 3.9% e 4.5%

23/11 M   83    3.5%     0%     0%   Contagi scesi a 3.5% (err.=5%) tra 3.3% e 3.7%

24/11 M   85    3.9%     0%     0%   Contagi scesi a 3.9% (err.=5%) tra 3.7% e 4.1%

25/11 G   71    5.9%     0%     0%   Contagi scesi a 5.9% (err.=4%) tra 5.6% e 6.2%

26/11 V   51    6.4%     0%     0%   Contagi scesi a 6.4% (err.=4%) tra 6.1% e 6.7%

27/11 S   90    6.3%     0%     0%   Contagi scesi a 6.3% (err.=5%) tra 6.0% e 6.6%

28/11 D   47    5.6%     0%     0%   Contagi scesi a 5.6% (err.=6%) tra 5.3% e 5.9%

29/11 L   65    4.1%     0%     0%   Contagi scesi a 4.1% (err.=8%) tra 3.8% e 4.4%

30/11 M   89    4.4%     0%     0%   Contagi stabili a 4.4% (err.=4%) tra 4.2% e 4.6%

01/12 M  103    5.7%     0%     0%   Contagi saliti a 5.7% (err.=4%) tra 5.4% e 6.0% 

02/12 G   72    7.1%     0%     0%   Contagi saliti a 7.1% (err.=4%) tra 6.8% e 7.4%

03/12 V   74    7.1%     0%     0%   Contagi saliti a 7.1% (err.=4%) tra 6.8% e 7.4%

04/12 S   75    6.1%     0%     0%   Contagi scesi a 6.1% (err.=4%) tra 5.8% e 6.4%

05/12 D   43    7.7%     0%     0%   Contagi scesi a 7.7% (err.=4%) tra 7.4% e 8.0%

06/12 L   92    7.6%     0%     0%   Contagi scesi a 7.6% (err.=5%) tra 7.2% e 8.0%

07/12 M   99    6.6%     0%     0%   Contagi scesi a 6.6% (err.=4%) tra 6.3% e 6.9%

08/12 M   86    7.0%     0%     0%   Contagi scesi a 7.0% (err.=4%) tra 6.7% e 7.3%

09/12 G   79    9.1%     0%     0%   Contagi scesi a 9.1% (err.=4%) tra 8.8% e 9.4%

10/12 V  118    8.7%     0%     0%   Contagi scesi a 8.7% (err.=3%) tra 8.4% e 9.0%

11/12 S   96    9.0%     0%     0%   Contagi scesi a 9.0% (err.=3%) tra 8.7% e 9.3%

12/12 D   66    9.1%     0%     0%   Contagi scesi a 9.1% (err.=4%) tra 8.7% e 9.5%

13/12 L   98    8.7%     0%     0%   Contagi scesi a 8.7% (err.=5%) tra 8.3% e 9.1%

14/12 M  120    6.0%     0%     0%   Contagi scesi a 6.0% (err.=4%) tra 5.8% e 6.2%

15/12 M  129    9.0%     0%     0%   Contagi scesi a 9.0% (err.=3%) tra 8.7% e 9.3%

16/12 G  123   10.1%     0%     0%   Contagi scesi a 10.1% (err.=3%) tra 9.8% e 10.4%

17/12 V  120   12.2%     0%     0%   Contagi scesi a 12.2% (err.=3%) tra 11.9% e 12.5% 

18/12 S  123    8.7%     0%     0%   Contagi scesi a 8.7% (err.=3%) tra 8.4% e 9.0%

19/12 D   97    9.8%     0%     0%   Contagi saliti a 9.8% (err.=4%) tra 9.5% e 10.1%

20/12 L  137   11.3%     0%     0%   Contagi saliti a 11.3% (err.=4%) tra 10.9% e 11.7%

21/12 M  153    8.0%     0%     0%   Contagi scesi a 8.0% (err.=3%) tra 7.8% e 8.2%

22/12 M  146    9.3%     0%     0%   Contagi scesi a 9.3% (err.=3%) tra 9.0% e 9.6%

23/12 G  168   11.3%     0%     0%   Contagi scesi a 11.3% (err.=2%) tra 11.0% e 11.6%

24/12 V  141   11.3%     0%     0%   Contagi stabili a 11.3% (err.=2%) tra 11.0% e 11.6%

25/12 S  144   11.5%     0%     0%   Contagi stabili a 11.5% (err.=3%) tra 11.2% e 11.8%

26/12 D   81   13.4%     0%     0%   Contagi stabili a 13.4% (err.=3%) tra 12.9% e 13.9%

27/12 L  142   11.9%     0%     0%   Contagi scesi a 11.9% (err.=4%) tra 11.5% e 12.3%

28/12 M  202   11.3%     0%     0%   Contagi scesi a 11.3% (err.=3%) tra 11.0% e 11.6%

29/12 M  148   13.3%     0%     0%   Contagi saliti a 13.3% (err.=2%) tra 13.0% e 13.6%

30/12 G  156   15.4%     0%     0%   Contagi saliti a 15.4% (err.=2%) tra 15.1% e 15.7%

31/12 V  155   14.9%     0%     0%   Contagi stabili a 14.9% (err.=2%) tra 14.6% e 15.2%

01/01 S  111   14.4%     0%     0%   Contagi stabili a 14.4% (err.=2%) tra 14.1% e 14.7%

02/01 D  133   17.8%     0%     0%   Contagi stabili a 17.8% (err.=3%) tra 17.3% e 18.3%

03/01 L  140   16.1%     0%     0%   Contagi stabili a 16.1% (err.=3%) tra 15.6% e 16.6%

04/01 M  259   13.8%     0%     0%   Contagi scesi a 13.8% (err.=2%) tra 13.5% e 14.1% 

05/01 M  231   16.1%     0%     0%   Contagi saliti a 16.1% (err.=2%) tra 15.8% e 16.4%

06/01 G  198   17.9%     0%     0%   Contagi saliti a 17.9% (err.=2%) tra 17.5% e 18.4%

07/01 V  223   18.6%     0%     0%   Contagi saliti a 18.6% (err.=2%) tra 18.2% e 19%

08/01 S  184   15.5%     0%     0%   Contagi scesi a 15.5% (err.=2%) tra 15.2% e 15.8%

09/01 D  157   16.3%     0%     0%   Contagi scesi a 16.3% (err.=2%) tra 15.9% e 16.7%

10/01 L  227   19.0%     0%     0%   Contagi saliti a 19.0% (err.=3%) tra 18.5% e 19.5%

11/01 M  294   12.9%     0%     0%   Contagi saliti a 12.9% (err.=2%) tra 12.6% e 13.2%

12/01 M  313   15.0%     0%     0%   Contagi saliti a 15.0% (err.=2%) tra 14.7% e 15.3%

13/01 G  316   11.6%     0%     0%   Contagi saliti a 11.6% (err.=2%) tra 11.3% e 11.9%

14/01 V  360   15.0%     0%     0%   Contagi saliti a 15.0% (err.=2%) tra 11.3% e 11.9%

15/01 S  308   13.3%     0%     0%   Contagi scesi a 13.3% (err.=2%) tra 11.3% e 11.9%

16/01 D  248   12.4%     0%     0%   Contagi scesi a 12.4% (err.=3%) tra 12.0% e 12.8%

17/01 L  287   11.7%     0%     0%   Contagi scesi a 11.7% (err.=3%) tra 11.4% e 12.0%

18/01 M  434   13.2%     0%     0%   Contagi scesi a 13.2% (err.=2%) tra 12.9% e 13.5%

19/01 M  380   11.7%     0%     0%   Contagi scesi a 11.7% (err.=2%) tra 11.4% e 12.0%

20/01 G  385   15.9%     0%     0%   Contagi scesi a 15.9% (err.=2%) tra 15.6% e 16.2%

21/01 V  373   15.2%     0%     0%   Contagi scesi a 15.2% (err.=2%) tra 14.9% e 15.5%

22/01 S  333   14.0%     0%     0%   Contagi scesi a 14.0% (err.=2%) tra 13.7% e 14.3%

23/01 D  227   14.2%     0%     0%   Contagi scesi a 14.2% (err.=3%) tra 13.8% e 14.6%

24/01 L  352   40.0% ?   0%     0%   Contagi ANOMALI al 40.0% (err.=2%) tra 39.2% e 40.8%

25/01 M  468   19.5%     0%     0%   Contagi ALTI al 19.5% (err.=2%) tra 19.1% e 19.9%

26/01 M  426   18.0%     0%     0%   Contagi ALTI al 18.0% (err.=2%) tra 17.6% e 18.4%

27/01 G  389   22.8%     0%     0%   Contagi ALTI al 22.8% (err.=2%) tra 22.4% e 23.2%

28/01 V  378   20.7%     0%     0%   Contagi ALTI al 20.7% (err.=2%) tra 20.3% e 21.1%

29/01 S  377   18.4%     0%     0%   Contagi scesi al 18.4% (err.=2%) tra 18.0% e 18.8%

30/01 D  235   18.9%     0%     0%   Contagi stabili al 18.9% (err.=2%) tra 18.4% e 19.4%

31/01 L  349   16.1%     0%     0%   Contagi scesi al 16.1% (err.=3%) tra 15.6% e 16.6%

01/02 M  427   12.9%     0%     0%   Contagi scesi al 12.9% (err.=3%) tra 12.6% e 13.2%

02/02 M  395   15.6%     0%     0%   Contagi scesi al 15.6% (err.=2%) tra 15.2% e 16.0%

03/02 G  414   17.1%     0%     0%   Contagi scesi al 17.1% (err.=2%) tra 16.7% e 17.5%

04/02 V  433   15.6%     0%     0%   Contagi scesi al 15.6% (err.=2%) tra 15.2% e 16.0%

05/02 S  375   13.3%     0%     0%   Contagi scesi al 13.3% (err.=3%) tra 12.9% e 13.7%

06/02 D  229   13.7%     0%     0%   Contagi scesi al 13.7% (err.=3%) tra 13.2% e 14.2%

07/02 L  326   12.8%     0%     0%   Contagi scesi al 12.8% (err.=4%) tra 12.3% e 13.3%

08/02 M  415   10.0%     0%     0%   Contagi scesi al 10.0% (err.=3%) tra  9.7% e 10.3% 

09/02 M  384   12.3%     0%     0%   Contagi saliti a 12.3% (err.=3%) tra 11.9% e 12.7%

10/02 G  325   12.3%     0%     0%   Contagi saliti a 12.3% (err.=3%) tra 11.9% e 12.7%

11/02 V  334   10.9%     0%     0%   Contagi scesi al 10.9% (err.=3%) tra 10.5% e 11.3%

12/02 S  269    6.2%     0%     0%   Contagi scesi al  6.2% (err.=4%) tra 5.9% e 6.5%

13/02 D  191    6.4%     0%     0%   Contagi stabili al  6.4% (err.=5%) tra 6.1% e 6.7%

14/02 L  281    6.1%     0%     0%   Contagi stabili al  6.1% (err.=5%) tra 5.8% e 6.4%

15/02 M  388    8.0%     0%     0%   Contagi saliti al  8.0% (err.=5%) tra 7.6% e 8.4%

16/02 M  278    9.2%     0%     0%   Contagi saliti al  9.2% (err.=4%) tra 8.8% e 9.6%

17/02 G  320    9.4%     0%     0%   Contagi saliti al  9.4% (err.=4%) tra 9.0% e 9.8%

18/02 V  314    9.4%     0%     0%   Contagi saliti al  9.4% (err.=4%) tra 9.0% e 9.8%

19/02 S  252    9.2%     0%     0%   Contagi saliti al  9.2% (err.=5%) tra 8.8% e 9.6%

20/02 D  141   10.4%     0%     0%   Contagi saliti al 10.4% (err.=5%) tra 9.8% e 11.0%

21/02 L  201  (12.6%)    0%     0%   Non comunicato il numero di test antigenici positivi

22/02 M  322   (7.7%)    0%     0%   Non pubblicato il numero di test antigenici positivi

23/02 M  252   (7.9%)    0%     0%   Non pubblicato il numero di test antigenici positivi

24/02 G  249   (7.5%)    0%     0%   Non pubblicato il numero di test antigenici positivi

25/02 V  193   (7.2%)    0%     0%   Non pubblicato il numero di test antigenici positivi

26/02 S  210   (7.9%)    0%     0%   Non pubblicato il numero di test antigenici positivi

27/02 D  144   (5.9%)    0%     0%   Non pubblicato il numero di test antigenici positivi

28/02 L  207   (9.1%)    0%     0%   Non pubblicato il numero di test antigenici positivi

01/03 M  233   (7.0%)    0%     0%   Non pubblicato il numero di test antigenici positivi

02/03 M  214   (8.4%)    0%     0%   Non pubblicato il numero di test antigenici positivi

03/03 G  185   (7.5%)    0%     0%   Non pubblicato il numero di test antigenici positivi

04/03 V  210   (9.4%)    0%     0%   Non pubblicato il numero di test antigenici positivi

05/03 S  173   (8.5%)    0%     0%   Non pubblicato il numero di test antigenici positivi

06/03 D  105   (8.8%)    0%     0%   Non pubblicato il numero di test antigenici positivi

07/03 L  130   (6.7%)    0%     0%   Non pubblicato il numero di test antigenici positivi

08/03 M  184   (7.2%)    0%     0%   Non pubblicato il numero di test antigenici positivi

09/03 M  156   (7.0%)    0%     0%   Non pubblicato il numero di test antigenici positivi

10/03 G  136   (7.1%)    0%     0%   Non pubblicato il numero di test antigenici positivi

11/03 V  156   (6.3%)    0%     0%   Non pubblicato il numero di test antigenici positivi

12/03 S  133   (6.7%)    0%     0%   Non pubblicato il numero di test antigenici positivi

13/03 D   86   (8.3%)    0%     0%   Non pubblicato il numero di test antigenici positivi

14/03 L  129   (7.6%)    0%     0%   Non pubblicato il numero di test antigenici positivi

15/03 M  180   (9.6%)    0%     0%   Non pubblicato il numero di test antigenici positivi

16/03 M  137   (9.7%)    0%     0%   Non pubblicato il numero di test antigenici positivi

17/03 G  128   (8.6%)    0%     0%   Non pubblicato il numero di test antigenici positivi

18/03 V  165   (7.3%)    0%     0%   Non pubblicato il numero di test antigenici positivi

19/03 S   85   (8.1%)    0%     0%   Non pubblicato il numero di test antigenici positivi

20/03 D   93   (9.6%)    0%     0%   Non pubblicato il numero di test antigenici positivi

21/03 L  119   (8.5%)    0%     0%   Non pubblicato il numero di test antigenici positivi

22/03 M  197   (9.4%)    0%     0%   Non pubblicato il numero di test antigenici positivi

23/03 M  153   (9.8%)    0%     0%   Non pubblicato il numero di test antigenici positivi

24/03 G  182   (9.5%)    0%     0%   Non pubblicato il numero di test antigenici positivi

25/03 V  146   (7.7%)    0%     0%   Non pubblicato il numero di test antigenici positivi

26/03 S  118   (8.0%)    0%     0%   Non pubblicato il numero di test antigenici positivi

27/03 D   82    9.6%     0%     0%   Non pubblicato il numero di test antigenici positivi

28/03 L   95    9.4%     0%     0%   Non pubblicato il numero di test antigenici positivi

29/03 M  177   11.3%     0%     0%   Non pubblicato il numero di test antigenici positivi

30/03 M  170   10.2%     0%     0%   Non pubblicato il numero di test antigenici positivi

31/03 G  159   10.3%     0%     0%   Non pubblicato il numero di test antigenici positivi

01/04 V  154   14.3%     0%     0%   Contagi saliti al 14.3% (err.=5%) tra 13.6% e 15.0%

02/04 S  129   10.7%     0%     0%   Contagi scesi al 10.7% (err.=6%) tra 10.1% e 11.3%

03/04 D  118   12.1%     0%     0%   Contagi saliti al 12.1% (err.=6%) tra 11.3% e 12.9%

04/04 L  125   14.3%     0%     0%   Contagi saliti al 14.3% (err.=6%) tra 13.5% e 15.1%

05/04 M  194   10.1%     0%     0%   Contagi saliti al 10.1% (err.=5%) tra 9.6% e 10.6%

06/04 M  150   12.1%     0%     0%   Contagi saliti al 10.1% (err.=5%) tra 11.5% e 12.7%

07/04 G  150   12.2%     0%     0%   Contagi stabili al 12.2% (err.=5%) tra 11.6% e 12.8%

08/04 V  144   12.7%     0%     0%   Contagi stabili al 12.7% (err.=5%) tra 12.0% e 13.4%

09/04 S  112   9.2% e non 4.4% ?     Contagi errati per mancanza di un dato.

10/04 D   90   13.0%     0%     0%   Contagi saliti al 13% (err.=6%) tra 12.2% e 13.8%

11/04 L  115   14.0%     0%     0%   Contagi saliti al 14% (err.=6%) tra 13.2% e 14.8%

12/04 M  169   12.7%     0%     0%   Contagi saliti al 12.7% (err.=4%) tra 12.1% e 13.3%

13/04 M  155   14.5%     0%     0%   Contagi saliti al 14.5% (err.=4%) tra 13.8% e 15.2%

14/04 G  149   16.9%     0%     0%   Contagi saliti al 16.9% (err.=4%) tra 16.1% e 17.7%

15/04 V  133   17.4%     0%     0%   Contagi saliti al 17.4% (err.=4%) tra 16.6% e 18.2%

16/04 S  133   19.0%     0%     0%   Contagi saliti al 19% (err.=5%) tra 18.1% e 19.9%

17/04 D   85   17.3%     0%     0%   Contagi scesi al 17.3% (err.=6%) tra 16.3% e 18.3%

18/04 L   79   12.7%     0%     0%   Contagi scesi al 12.7% (err.=9%) tra 11.6% e 13.8%

19/04 M  127   19.2%     0%     0%   Contagi scesi al 19.2% (err.=5%) tra 18.5% e 19.9%

20/04 M  205   14.0%     0%     0%   Contagi scesi al 14.0% (err.=4%) tra 13.4% e 14.6% 

21/04 G  166   17.0%     0%     0%   Contagi saliti al 17.0% (err.=5%) tra 16.2% e 17.8%

22/04 V  202   19.1%     0%     0%   Contagi saliti al 19.1% (err.=4%) tra 18.2% e 20.0%

23/04 S  143   21.1%     0%     0%   Contagi saliti al 21.1% (err.=4%) tra 20.2% e 22.0%

24/04 D   79   23.2%     0%     0%   Contagi saliti al 23.2% (err.=5%) tra 22.0% e 24.4%

25/04 L   93   13.8% ?   0%     0%   Contagi anomali al 13.8% (err.=8%) tra 12.6% e 15.0%

26/04 M  146   14.5% ?   0%     0%   Contagi anomali al 14.5% (err.=6%) tra 13.6% e 15.4%

27/04 M  186   19.5% ?   0%     0%   Contagi anomali al 19.5% (err.=4%) tra 18.7% e 20.3%

28/04 G  131   17.2%     0%     0%   Contagi anomali al 17.2% (err.=4%) tra 16.4% e 18.0%

29/04 V  133   23.5%     0%     0%   Contagi anomali al 23.5% (err.=4%) tra 22.4% e 24.6%

30/04 S  130   13.2% ?   0%     0%   Contagi anomali al 13.2% (err.=5%) tra 12.5% e 13.9%

01/05 D  105   20.8% ?   0%     0%   Contagi anomali al 20.8% (err.=6%) tra 19.5% e 22.1%

02/05 L  124   13.5%     0%     0%   Contagi scesi al 13.5% (err.=7%) tra 12.5% e 14.5%

03/05 M  153   13.2%     0%     0%   Contagi scesi al 13.2% (err.=5%) tra 12.6% e 13.8%

04/05 M  152   11.9%     0%     0%   Contagi scesi al 11.9% (err.=6%) tra 11.2% e 12.6%

05/05 G  138   11.8%     0%     0%   Contagi scesi al 11.8% (err.=5%) tra 11.2% e 12.4%

06/05 V  125   15.6%     0%     0%   Contagi saliti al 15.6% (err.=5%) tra 14.8% e 16.4%

07/05 S  113   15.2%     0%     0%   Contagi scesi al 15.2% (err.=6%) tra 14.4% e 16.0%

08/05 D   72   14.5%     0%     0%   Contagi scesi al 14.5% (err.=7%) tra 13.8% e 15.2%

09/05 L   84   13.7%     0%     0%   Contagi scesi al 13.7% (err.=8%) tra 12.6% e 14.8%

10/05 M  158   15.3%     0%     0%   Contagi saliti a 15.3% (err.=5%) tra 14.5% e 16.1%

11/05 M  115   15.7%     0%     0%   Contagi saliti a 15.7% (err.=5%) tra 14.9% e 16.5%

12/05 G  130    9.1% ?   0%     0%   Contagi crollati a 9.1% (err.=9%) tra 8.3% e 9.9%

13/05 V  115    6.7% ?   0%     0%   Contagi crollati a 6.7% (err.=7%) tra 6.2% e 7.2%

14/05 S   91    7.0% ?   0%     0%   Contagi saliti a 7.0% (err.=9%) tra 6.4% e 7.6%

15/05 D   62    4.4% ?   0%     0%   Contagi scesi al 4.4% (err.=14%) tra 3.8% e 5.0%

16/05 L  102    9.4%     0%     0%   Contagi saliti al 9.4% (err.=10%) tra 8.5% e 10.3%

17/05 M  148    4.0% ?   0%     0%   Contagi scesi al 4.0% (err.=10%) tra 3.1% e 4.9%

18/05 M  136    5.2% ?   0%     0%   Contagi saliti al 5.2% (err.=9%) tra 4.7% e 5.7%

19/05 G  108    5.5% ?   0%     0%   Contagi saliti al 5.5% (err.=9%) tra 5.0% e 6.0%

20/05 V   89    5.0% ?   0%     0%   Contagi scesi al 5.0% (err.=11%) tra 3.9% e 6.1%

21/05 S   91    4.6%     0%     0%   Contagi scesi al 4.6% (err.=11%) tra 4.1% e 5.1%

22/05 D   34    8.8% ?   0%     0%   Contagi saliti al 8.8% (err.=11%) tra 7.9% e 9.7%

23/05 L   80    2.3% ?   0%     0%   Contagi scesi al 2.3% (err.=21%) tra 1.8% e 2.8%

24/05 M   95    3.8% ?   0%     0%   Contagi saliti al 3.8% (err.=11%) tra 3.4% e 4.2%

25/05 M  114    3.9% ?   0%     0%   Contagi stabili al 3.9% (err.=11%) tra 3.5% e 4.3%

26/05 G   94    3.8% ?   0%     0%   Contagi stabili al 3.9% (err.=11%) tra 3.5% e 4.3%

27/05 V  105    5.0%     0%     0%   Contagi stabili al 5.0% (err.=13%) tra 4.3% e 5.7%

28/05 S   66    3.7%     0%     0%   Contagi scesi al 3.7% (err.=12%) tra 3.2% e 4.2%

29/05 D   27    4.9%     0%     0%   Contagi saliti al 4.9% (err.=15%) tra 4.2% e 5.6%

30/05 L   62    3.2%     0%     0%   Contagi scesi al 3.2% (err.=20%) tra 2.6% e 3.8%

31/05 M   66    2.5%     0%     0%   Contagi scesi al 2.5% (err.=13%) tra 2.2% e 2.8%

01/06 M   59    3.9%     0%     0%   Contagi saliti al 3.9% (err.=12%) tra 3.4% e 4.4%

02/06 G   79    3.2%     0%     0%   Contagi saliti al 3.2% (err.=14%) tra 2.8% e 3.6%

03/06 V   40    5.5%     0%     0%   Contagi saliti al 5.5% (err.=16%) tra 4.6% e 6.4%

04/06 S   47    3.2%     0%     0%   Contagi scesi al 3.2% (err.=15%) tra 2.7% e 3.7%

05/06 D   27    6.4%     0%     0%   Contagi saliti al 6.4% (err.=17%) tra 5.3% e 7.5%

06/06 L   70    4.3%     0%     0%   Contagi scesi al 4.3% (err.=14%) tra 3.7% e 4.9%

07/06 M   70    3.2%     0%     0%   Contagi scesi al 3.2% (err.=12%) tra 2.8% e 3.6%

08/06 M   80    3.4%     0%     0%   Contagi stabili al 3.4% (err.=13%) tra 3.0% e 3.8%

09/06 G   84    4.7%     0%     0%   Contagi saliti al 4.7% (err.=11%) tra 4.2% e 5.2%

10/06 V   63    3.7%     0%     0%   Contagi scesi al 3.7% (err.=16%) tra 3.1% e 4.3%

11/06 S   60    3.6%     0%     0%   Contagi stabili al 3.6% (err.=14%) tra 3.1% e 4.1%

12/06 D   26    4.7%     0%     0%   Contagi saliti al 4.7% (err.=16%) tra 3.9% e 5.5%

13/06 L   41    4.9%     0%     0%   Contagi saliti al 4.9% (err.=16%) tra 4.1% e 5.7%

14/06 M   73    4.1%     0%     0%   Contagi scesi al 4.1% (err.=11%) tra 3.7% e 4.5%

15/06 M   48    5.7%     0%     0%   Contagi saliti al 5.7% (err.=11%) tra 5.1% e 6.3%

16/06 G   64    7.0%     0%     0%   Contagi saliti al 7.0% (err.=11%) tra 6.3% e 7.7%

17/06 V   41    8.0%     0%     0%   Contagi saliti al 8.0% (err.=12%) tra 7.1% e 8.9%

18/06 S   45    6.3%     0%     0%   Contagi scesi al 6.3% (err.=11%) tra 5.6% e 7.0%

19/06 D   18   11.3%     0%     0%   Contagi saliti al 11.3% (err.=11%) tra 10.1% e 12.5%

20/06 L   59    7.0%     0%     0%   Contagi scesi al 7.0% (err.=15%) tra 6.0% e 8.0%

21/06 M   62    6.6%     0%     0%   Contagi scesi al 6.6% (err.=9%) tra 6.0% e 7.2%

22/06 M   50    7.1%     0%     0%   Contagi saliti al 7.1% (err.=10%) tra 6.4% e 7.8%

23/06 G   75    8.6%     0%     0%   Contagi saliti a 8.6% (err.=10%) tra 7.7% e 9.5%

24/06 V   51   12.0%     0%     0%   Contagi saliti a 12.0% (err.=9%) tra 10.9% e 13.1%

25/06 S   40   10.0%     0%     0%   Contagi scesi a 10.0% (err.=10%) tra 9.0% e 11.0%

26/06 D   44   11.8%     0%     0%   Contagi saliti a 11.8% (err.=14%) tra 10.1% e 13.5%

27/06 L   63    7.5%     0%     0%   Contagi scesi a 7.5% (err.=14%) tra 6.5% e 8.5%

28/06 M   69    8.2%     0%     0%   Contagi saliti a 8.2% (err.=9%) tra 7.5% e 8.9%

29/06 M   60    9.6%     0%     0%   Contagi saliti a 9.6% (err.=9%) tra 8.7% e 10.6%

30/06 G   59   11.8%     0%     0%   Contagi saliti a 11.8% (err.=8%) tra 10.9% e 12.7%

01/07 V   72   14.8%     0%     0%   Contagi saliti a 14.8% (err.=8%) tra 13.6% e 16.0%

02/07 S   63   11.2%     0%     0%   Contagi scesi a 11.2% (err.=11%) tra 9.9% e 12.5%

03/07 D   57   11.4%     0%     0%   Contagi stabili a 11.4% (err.=9%) tra 10.4% e 12.4%

04/07 L   59   20.0% ?   0%     0%   Contagi stabili a 20.0% (err.=11%) tra 17.8% e 22.2%

05/07 M   94    7.7% ?   0%     0%   Contagi scesi a 7.7% (err.=9%) tra 7.0% e 8.4%

06/07 M   72   12.3%     0%     0%   Contagi saliti a 12.3% (err.=8%) tra 11.3% e 13.3%

07/07 G   94   13.7%     0%     0%   Contagi saliti a 13.7% (err.=8%) tra 12.7% e 14.7%

08/07 V  105   16.9%     0%     0%   Contagi saliti a 16.9% (err.=8%) tra 15.5% e 18.3% 



09/07 S   93   14.3%     0%     0%   Contagi scesi a 14.3% (err.=8%) tra 13.2% e 15.4%

10/07 D   44   13.7%     0%     0%   Contagi scesi a 13.7% (err.=10%) tra 12.3% e 15.1%

11/07 L  127   13.9%     0%     0%   Contagi stabili a 13.9% (err.=12%) tra 12.2% e 15.6%



12/07 M  157   10.8%     0%     0%   Contagi scesi a 10.8% (err.=8%) tra 10.0% e 11.6%

13/07 M  106   10.8%     0%     0%   Contagi stabili a 10.8% (err.=10%) tra 9.8% e 11.8%

14/07 G  105   13.0%     0%     0%   Contagi saliti a 13.0% (err.=8%) tra 12.0% e 14.0%

15/07 V  134   15.9%     0%     0%   Contagi saliti a 15.9% (err.=8%) tra 14.6% e 17.2%

16/07 S  111   15.5%     0%     0%   Contagi saliti a 15.5% (err.=8%) tra 14.2% e 16.8%

17/07 D   79   13.5%     0%     0%   Contagi scesi a 13.5% (err.=10%) tra 12.2% e 14.8%

18/07 L  112   14.9%     0%     0%   Contagi saliti a 14.9% (err.=13%) tra 13.0% e 16.8%

19/07 M  176   10.1%     0%     0%   Contagi scesi a 10.1% (err.=10%) tra 9.1% e 11.1%

20/07 M  157   10.5%     0%     0%   Contagi stabili a 10.5% (err.=8%) tra 9.6% e 11.4%

21/07 G  157   11.6%     0%     0%   Contagi saliti a 11.6% (err.=9%) tra 10.6% e 12.6%

22/07 V  155   13.1%     0%     0%   Contagi saliti a 13.1% (err.=9%) tra 11.9% e 14.3%

23/07 S  116    9.4%     0%     0%   Contagi scesi a 9.4% (err.=11%) tra 8.4% e 10.4%

24/07 D   77    9.9%     0%     0%   Contagi stabili a 9.9% (err.=12%) tra 8.7% e 11.1%

25/07 L  104   17.5%     0%     0%   Contagi saliti a 17.5% (err.=9%) tra 15.9% e 19.1%

26/07 M  253    9.0%     0%     0%   Contagi saliti a 9.0% (err.=10%) tra 8.1% e 9.9%

27/07 M  207   11.5%     0%     0%   Contagi saliti a 11.5% (err.=8%) tra 10.6% e 12.4%

28/07 G  199    6.4%     0%     0%   Contagi scesi a 6.4% (err.=14%) tra 5.5% e 7.3%

29/07 V  244   10.2%     0%     0%   Contagi saliti a 10.2% (err.=11%) tra 9.1% e 11.3%

30/07 S  121   11.5%     0%     0%   Contagi saliti a 11.5% (err.=11%) tra 10.2% e 12.8%

31/07 D   83    8.1%     0%     0%   Contagi scesi a 8.1% (err.=15%) tra 6.9% e 9.3%

01/08 L  121    8.4%     0%     0%   Contagi stabili a 8.4% (err.=15%) tra 7.1% e 9.7%

02/08 M  190    7.8%     0%     0%   Contagi scesi a 7.8% (err.=12%) tra 6.9% e 8.7%

03/08 M  171   10.1%     0%     0%   Contagi saliti a 10.1% (err.=11%) tra 9.0% e 11.2%

04/08 G  161    9.8%     0%     0%   Contagi scesi a 9.8% (err.=12%) tra 8.6% e 11.0%

05/08 V  175   11.8%     0%     0%   Contagi saliti a 11.8% (err.=12%) tra 10.4% e 13.2%

06/08 S  158    9.8%     0%     0%   Contagi scesi a 9.8% (err.=12%) tra 8.6% e 11.0%

07/08 D   74    9.9%     0%     0%   Contagi stabili a 9.9% (err.=15%) tra 8.4% e 11.4%

08/08 L  113   12.1%     0%     0%   Contagi saliti a 12.1% (err.=16%) tra 10.2% e 14.0%

09/08 M  177   10.0%     0%     0%   Contagi scesi a 10.0% (err.=11%) tra 8.9% e 11.1%

10/08 M  145    6.9%     0%     0%   Contagi scesi a 6.9% (err.=15%) tra 5.9% e 7.9%

11/08 G  130    6.0%     0%     0%   Contagi scesi a 6.0% (err.=17%) tra 5.0% e 7.0%

12/08 V  152    8.4%     0%     0%   Contagi saliti a 8.4% (err.=14%) tra 7.2% e 9.6%

13/08 S  129    9.7%     0%     0%   Contagi saliti a 9.7% (err.=14%) tra 8.3% e 11.1%

14/08 D   78    7.1%     0%     0%   Contagi scesi a 7.1% (err.=23%) tra 5.5% e 8.7%

15/08 L   42    9.4%     0%     0%   Contagi saliti a 9.4% (err.=23%) tra 7.2% e 11.6%

16/08 M   70    8.9%     0%     0%   Contagi scesi a 8.9% (err.=19%) tra 7.2% e 10.6%

17/08 M  128    5.6%     0%     0%   Contagi scesi a 5.6% (err.=16%) tra 4.7% e 6.5%

18/08 G  147    5.3%     0%     0%   Contagi scesi a 5.3% (err.=17%) tra 4.4% e 6.2%

19/08 V  124   10.3%     0%     0%   Contagi saliti a 10.3% (err.=14%) tra 8.9% e 11.7%

20/08 S   88    6.0%     0%     0%   Contagi scesi a 6.0% (err.=18%) tra 5.0% e 7.0%

21/08 D   63    6.1%     0%     0%   Contagi stabili a 6.1% (err.=29%) tra 4.3% e 7.9%

22/08 L   75   10.8%     0%     0%   Contagi saliti a 10.8% (err.=23%) tra 8.3% e 13.3%

23/08 M  134    5.5%     0%     0%   Contagi scesi a 5.5% (err.=15%) tra 4.7% e 6.3%

24/08 M  112    5.9%     0%     0%   Contagi scesi a 5.5% (err.=15%) tra 4.7% e 6.3%

25/08 G   84    5.9%     0%     0%   Contagi scesi a 5.5% (err.=19%) tra 4.8% e 7.0%

26/08 V   99    9.1%     0%     0%   Contagi saliti a 9.1% (err.=15%) tra 7.7% e 10.5%

27/08 S   80    6.8%     0%     0%   Contagi scesi a 6.8% (err.=17%) tra 5.6% e 8.0%

28/08 D   41    4.6%     0%     0%   Contagi scesi a 4.6% (err.=38%) tra 2.9% e 6.3%

29/08 L   60    5.8%     0%     0%   Contagi saliti a 5.8% (err.=23%) tra 4.5% e 7.1%

30/08 M   98    6.5%     0%     0%   Contagi saliti a 6.5% (err.=15%) tra 5.5% e 7.5%

31/08 M   90    6.6%     0%     0%   Contagi stabili a 6.6% (err.=17%) tra 5.5% e 7.7%

01/09 G   68    4.5%     0%     0%   Contagi scesi a 4.5% (err.=22%) tra 3.5% e 5.5%

02/09 V   91    6.4%     0%     0%   Contagi saliti a 6.4% (err.=16%) tra 5.4% e 7.4%

03/09 S   48    5.5%     0%     0%   Contagi scesi a 5.5% (err.=20%) tra 4.4% e 6.6%

04/09 D   30    3.2%     0%     0%   Contagi scesi a 3.2% (err.=30%) tra 2.2% e 4.2%

05/09 L   40    5.9%     0%     0%   Contagi saliti a 5.9% (err.=27%) tra 4.3% e 7.5%

06/09 M   80    5.4%     0%     0%   Contagi scesi a 5.4% (err.=17%) tra 4.5% e 6.3%

07/09 M   57    3.9%     0%     0%   Contagi scesi a 3.9% (err.=22%) tra 3.1% e 4.7%

08/09 G   89    3.6%     0%     0%   Contagi scesi a 3.6% (err.=14%) tra 3.1% e 4.1%

09/09 V   59    7.3%     0%     0%   Contagi saliti a 7.3% (err.=19%) tra 5.9% e 8.7%

10/09 S   18    4.4%     0%     0%   Contagi scesi a 4.4% (err.=20%) tra 3.5% e 5.3%

11/09 D   34    7.8%     0%     0%   Contagi saliti a 7.8% (err.=21%) tra 6.2% e 9.4%

12/09 L   33    6.7%     0%     0%   Contagi scesi a 6.7% (err.=33%) tra 4.5% e 8.9%

13/09 M   93    3.9%     0%     0%   Contagi scesi a 3.9% (err.=19%) tra 3.2% e 4.6%

14/09 M   69    6.3%     0%     0%   Contagi saliti a 6.3% (err.=18%) tra 5.2% e 7.4%

15/09 G   60    4.8%     0%     0%   Contagi scesi a 4.8% (err.=18%) tra 3.9% e 5.7%

16/09 V   44    9.0%     0%     0%   Contagi saliti a 9.0% (err.=17%) tra 7.5% e 10.5%

17/09 S   38    5.4%     0%     0%   Contagi scesi a 5.4% (err.=17%) tra 4.5% e 6.3%

18/09 D   32    7.5%     0%     0%   Contagi saliti a 7.5% (err.=24%) tra 5.7% e 9.3%

19/09 L   31    9.0%     0%     0%   Contagi saliti a 9.0% (err.=32%) tra 6.2% e 11.8%

20/09 M   60    4.0% ?   0%     0%   Contagi scesi a 4.0% (err.=17%) tra 3.3% e 4.7%

21/09 M   46    9.6%     0%     0%   Contagi saliti a 9.6% (err.=14%) tra 8.2% e 11.0%

22/09 G   60    6.7%     0%     0%   Contagi scesi a 6.7% (err.=15%) tra 5.7% e 7.7%

23/09 V   49    9.8%     0%     0%   Contagi saliti a 9.8% (err.=17%) tra 8.1% e 11.5%

24/09 S   43    7.4%     0%     0%   Contagi scesi a 7.4% (err.=14%) tra 6.3% e 8.5%

25/09 D   13    6.9%     0%     0%   Contagi scesi a 6.9% (err.=28%) tra 5.0% e 8.8%

26/09 L   32   12.2%     0%     0%   Contagi saliti a 12.2% (err.=20%) tra 9.8% e 14.6%

27/09 M   64   10.3%     0%     0%   Contagi scesi a 10.3% (err.=11%) tra 9.1% e 11.5%

28/09 M   48    9.4%     0%     0%   Contagi scesi a 9.4% (err.=13%) tra 8.2% e 10.6%

29/09 G   30   11.3%     0%     0%   Contagi saliti a 11.3% (err.=13%) tra 9.9% e 12.7%

30/09 V   38   13.8%     0%     0%   Contagi saliti a 13.8% (err.=11%) tra 12.3% e 15.3%

01/10 S   38    9.9%     0%     0%   Contagi scesi al 9.9% (err.=12%) tra 8.7% e 11.1%

02/10 D   20   12.4%     0%     0%   Contagi saliti al 12.4% (err.=15%) tra 10.5% e 14.3%

03/10 L   47   15.8%     0%     0%   Contagi saliti al 15.8% (err.=17%) tra 13.1% e 18.5%

04/10 M   60   14.3%     0%     0%   Contagi scesi al 14.3% (err.=10%) tra 12.9% e 15.7%

05/10 M   43   11.3%     0%     0%   Contagi scesi al 11.3% (err.=10%) tra 10.2% e 12.4%

06/10 G   56   16.2%     0%     0%   Contagi saliti al 16.2% (err.=10%) tra 14.6% e 17.8%

07/10 V   62   19.7%     0%     0%   Contagi saliti al 19.7% (err.=9%) tra 17.8% e 21.6%

08/10 S   60   11.7%     0%     0%   Contagi scesi a 11.7% (err.=10%) tra 10.5% e 12.9%

09/10 D   41   18.1%     0%     0%   Contagi saliti a 18.1% (err.=13%) tra 15.8% e 20.4%

10/10 L   51   18.8%     0%     0%   Contagi saliti a 18.8% (err.=13%) tra 16.3% e 21.3%

11/10 M   80   10.8%     0%     0%   Contagi scesi a 10.8% (err.=10%) tra 9.7% e 11.9%

12/10 M   69   11.6%     0%     0%   Contagi saliti a 11.6% (err.=11%) tra 10.3% e 12.9%

13/10 G   66   18.9%     0%     0%   Contagi saliti a 18.9% (err.=9%) tra 17.2% e 20.6%

14/10 V   98   18.6%     0%     0%   Contagi stabili a 18.6% (err.=10%) tra 16.7% e 20.5%

15/10 S   73   12.6%     0%     0%   Contagi stabili a 12.6% (err.=10%) tra 11.4% e 13.8%

16/10 D   32   14.4%     0%     0%   Contagi saliti a 14.4% (err.=16%) tra 12.2% e 16.6%

17/10 L   93   18.9%     0%     0%   Contagi saliti a 18.9% (err.=19%) tra 15.3% e 22.5%

18/10 M  113   12.1%     0%     0%   Contagi scesi a 12.1% (err.=9%) tra 11.0% e 13.2%

19/10 M   81   12.5%     0%     0%   Contagi stabili a 12.5% (err.=12%) tra 11.0% e 14.0%

20/10 G   84   11.5%     0%     0%   Contagi scesi a 11.5% (err.=10%) tra 10.4% e 12.6%

21/10 V   91   15.6%     0%     0%   Contagi saliti a 15.6% (err.=10%) tra 14.0% e 17.2%

22/10 S   92   10.1%     0%     0%   Contagi scesi a 10.1% (err.=14%) tra 8.7% e 11.5%

23/10 D   52   12.6%     0%     0%   Contagi saliti a 12.6% (err.=14%) tra 10.8% e 14.4%

24/10 L   39   10.4%     0%     0%   Contagi scesi a 10.4% (err.=19%) tra 8.5% e 12.3%

25/10 M  120    9.4%     0%     0%   Contagi scesi a 9.4% (err.=11%) tra 8.3% e 10.5%

26/10 M   93   11.2%     0%     0%   Contagi saliti a 11.2% (err.=12%) tra 9.8% e 12.6%

27/10 G   94    6.8%     0%     0%   Contagi scesi a 6.8% (err.=16%) tra 5.7% e 7.9%

28/10 V   85    6.3%     0%     0%   Contagi scesi a 6.3% (err.=17%) tra 5.2% e 7.4%

29/10 S   76    9.4%     0%     0%   Contagi saliti a 9.4% (err.=16%) tra 7.9% e 10.9%

30/10 D   --   12.2%     0%     0%   Contagi saliti a 12.2% (err.=16%) tra 10.2% e 14.2%

31/10 L   --   11.0%     0%     0%   Contagi scesi a 11.0% (err.=22%) tra 8.5% e 13.5%



WAR IN UKRAINE: We are sure that no scientist can approve this war in Ukraine but we cannot ignore that now it exists and will have consequences for Europe and the whole future world. Also from a strategic point of view this war has been a big mistake, because from now on all neighboring countries of Russia will want to enter OTAN for their defense. Therefore we want to express here our dismay and our absolute condemnation. After WWII by law, Italy repudiates the war as a mean of resolving international disputes. All countries should do the same, including Russia and all OTAN countries. This must be the basis of the CIVIL coexistence between peoples and it is also the difference betwen umans and animals.
We would also like everyone to be aware that the explosion even of any tactical (small) nuclear bomb releases such a large amount of very long-life radionuclides into the environment that large, not in the Nevada desert or the Bikini atoll like in tests but in european areas (even not very far from Moskow) of both sides in the conflict will be ininhabitable from that moment on. Nothing can be done about this: once the war is over, everything will NOT return to the way it was before (for ever). Keep it well in mind! Be sure of this because it is my field of expertise.
Regarding the referendum in the Donbass: the UN was created to prevent future wars and for this reason it has included the conservation of state borders in its charter. In the world there are many cases of neighbouring regions with double languages but nobody decide to resolve the situation with a "military special operation". In Italy we have a region called Alto Adige by the Italians and South Tyrol by the Austrians, which is largely composed by Austrian-speaking citizens who aspired to reunification with Austria. Austria did not send tanks to Italy nor demanded a self-determination referendum to annex South Tyrol. This is because the right way to resolve international disputes exists and is another one: there was a negotiation between Italy and Austria and an agreement was found, with the auspices of the UN, on the basis of which in 1948 Italy approved the first Statute of Autonomy of Alto Adige under which both Italian and Austrian languages can be spoken and taught and so everyone since then can live happily in an almost complete autonomy from Italy. It works! The russian rulers seem to have fallen behind by a century: wake up, the world has moved on.

CONCLUSIONE DEL LAVORO (1 novembre 2022)
Da oggi i dati con cui abbiamo lavorato per circa due anni non sono piu' disponibili (lo sono solo alle Autorita').
Conseguentemente termina questo nostro lavoro, iniziato in tempi emergenziali in cui il nostro Presidente Mattarella ha invitato chiunque potesse farlo a contribuire nella lotta alla pandemia Sars-CoV-2. Noi abbiamo raccolto questo invito iniziando questa ricerca, riportando giorno per giorno l'avanzamento della conoscenza acquisito fino a quel momento.
Proprio per questa impostazione cronologica di quanto pubblicato nel blog in forma didascalica, l'intero blog puo' essere ora utile per imparare come procede la ricerca scientifica di fronte all'ignoto da esplorare e conoscere sempre piu'.
Per questo abbiamo in animo di reimpostare tutto questo materiale per pubblicare un Ebook scaricabile gratuitamente da Amazon o Google Play.
Rimane ancora da tirare le somme di quanto imparato per chiudere con successo il lavoro fatto.
Possiamo dire che siamo riusciti ad individuare delle proprieta' nel modo di manifestarsi di questa pandemia che ne caratterizzano l'evoluzione.
L'insieme di queste proprieta' possono essere assunte come base di un modello in grado di descrivere compiutamente l'evoluzione epidemiologica nel tempo della pandemia (un modello si assume quando il fenomeno e' troppo complesso per poter essere descritto completamente e rigorosamente da una teoria matematica).
Questi sono i punti salienti, che costituiscono la base del modello:
  1. Contagiosita'
    Il contagio di una persona avviene quando entra in contatto con un virus attivo che riesce ad arrivare a contatto con delle cellule umane con cui riesce a riprodursi.
    Questa fase iniziale del contagio puo' avvenire anche se una persona e' immunizzata, cioe' dotata di anticorpi vaccinali o naturali (prodotti dal sistema immunitario in seguito ad un'infezione precedentemente contratta da quel virus).
    Se la persona e' immunizzata gli anticorpi gia' presenti nell'organismo impediscono rapidamente l'estendersi dell'infezione e la persona ritorna negativa ai test entro un paio di giorni o poco piu' (dipende dalla facilita' che hanno gli anticorpi a raggiungere i tessuti infettati (piu' o meno vascolarizzati). Queste infezioni, quando avvengono su tantissime persone, danno luogo alla formazione dei picchi effimeri nella curva dei contagi.
    Se invece la persona infettata non e' immunizzata, gli anticorpi non sono gia' presenti nell'organismo ed il sistema immunitario impiega alcuni giorni ad individuare l'agente infettante ed ad iniziare la produzione dei giusti anticorpi.
    In tutti questi giorni, prima dell'arrivo degli anticorpi, i virus infettanti hanno tutto il tempo di diffondersi facendo propagare molto l'infezione nell'organismo e se questa diffusione si estende molto (dipende dalla zona interessata del corpo) allora compare la malattia COVID-19 in forma piu' o meno grave. Se per esempio l'infezione parte da una zona critica come i polmoni l'organismo reagisce producendo liquido nei polmoni e la malattia e' grave (polmonite virale).
    In questo processo di diffusione la tipologia del virus ha una grande importanza perche' a secondo della sua contagiosita' la diffusione puo' essere piu' o meno veloce.
    Quindi la contagiosita' e' un parametro molto importante del modello.

  2. Tempo di guarigione
    Abbiamo detto che se l'infezione colpisce una persona immunizzata questa torna negativa al test ("guarisce") in soli 2 o 3 giorni.
    Se invece l'infezione colpisce una persona NON immunizzata gli anticorpi non sono gia' presenti nell'organismo ed il sistema immunitario impiega alcuni giorni a produrli. In tutto quel tempo l'infezione si estende e conseguentemente, quando arrivano gli anticorpi, occorre un tempo piu' lungo (20 o 30 giorni, a secondo del tipo di virus) perche' il paziente torni negativo al test ("guarito").
    Questo e' il tempo di guarigione, che e' un altro parametro molto importante del modello.
    La sua importanza e' legata al fatto che dopo l'inizio di un'ondata non ci sono guarigioni dei contagiati finche' non trascorre un numero di giorni pari al tempo di guarigione (intanto la curva dei contagi cresce alla sua massima velocita').
    Quando poi e' trascorso il tempo di guarigione (20 o 30 giorni) cominciano ad arrivare le guarigioni dei primi contagiati, sempre piu' numerose, e la curva dei contagi comincia a scendere dal picco.
    Quindi piu' il tempo di guarigione e' lungo e piu' e' alto il picco nella curva dei contagi.
    Da queste osservazioni si capisce che dalla salita di un picco di un'ondata si puo' ricavare il tempo medio di guarigione dei virus.
    Dal tempo di guarigione dipende anche la possibilita' di raggiungere la cosiddetta "immunita' di gregge" , che permetterebbe di impedire la permanenza endemica di questi coronavirus tra noi.

  3. Temperatura ambientale:
    Con un'abbassamento della temperatura ambientale il processo di accumulo delle cariche virali nell'ambiente si accentua, per l'aumento del tempo in cui i virus restano attivi nell'ambiente, favorendo cosi' la diffusione dei contagi.
    D'estate, quando le temperature sono piu' alte i virus dispersi nell'ambiente restano attivi solo per poche ore invece di alcuni giorni e quindi i virus non riescono ad accumularsi cosi' tanto da formare cariche virali intense ed il rischio di contagio per la popolazione risulta piu' basso.
    Con l'arrivo del freddo (autunno/inverno) bisogna percio' adottare maggiori cautele nei comportamenti delle persone.
    Le stesse cautele vanno adottate anche d'estate da chi lavora in celle frigorifere o a temperature particolarmente basse.

  4. Epidemia degli asintomatici:
    Abbiamo chiamato epidemia degli asintomatici quel livello di fondo di contagi che viene raggiunto dopo un'ondata e che e' il livello a cui si e' instaurato l'equilibrio tra il numero di nuovi contagi prodotti dall'epidemia degli asintomatici (che spinge in salita i contagi) ed il numero di guarigioni spontanee dei contagiati (che spinge in discesa i contagi).
    L'estate del 2021 questo livello di fondo era piuttosto basso, allo 0.6%, come si puo' vedere (in basso a sinistra) nel grafico della quarta ondata.
    Da questo livello di equilibrio puo' iniziare una risalita dei contagi se si verificano le condizioni che favoriscono l'aumento dei contagi come:
    • Un abbassamento della temperatura ambientale in cui il processo di accumulo delle cariche virali nell'ambiente si accentua, per l'aumento del tempo in cui i virus restano attivi nell'ambiente favorendo cosi' la diffusione dei contagi.
    • Ogni altra condizione che contribuisce all'abbassamento delle difese immunitarie (come il freddo o abitudini consolidate caratteristiche di una popolazione, ecc.), favorendo cosi' una maggiore diffusione dei virus.
    • Produzione eccezionale di nuovi contagi, per esempio in festeggiamenti di massa in occasione di un successo sportivo importante: e' stato clamoroso l'episodio della quarta ondata (variante Delta), innescata dai festeggiamenti avvenuti su scala nazionale l'11 luglio 2021 per la vittoria dell'Italia alla finale della coppa europea di calcio, e da noi conteggiata come quarta ondata, perche' ne aveva tutte le caratteristiche anche se con un livello massimo raggiunto piuttosto contenuto perche' il livello delle vaccinazioni era arrivato al 90% delle persone vaccinabili.
      Un importante insegnamento della quarta ondata e' stato che, anche se il livello di partenza dei contagi e' particolarmente basso, come lo 0.6% dell'epidemia degli asintomatici del luglio 2021, in presenza di uno stimolo importante (come sono stati gli assembramenti per i festeggiamenti popolari seguiti all'11 luglio) l'ondata epidemica inizia lo stesso.
    • L'arrivo di nuove varianti non presenti nell'epidemia degli asintomatici in atto. Questo potrebbe essere stato il caso della risalita dei contagi per l'arrivo delle nuove sottovarianti BA4 e BA5, piu' contagiose di Omicron.
    Il meccanismo che governa l'evoluzione di queste epidemie e' elementare:i contagi sono prodotti dalle persone infette (asintomatiche) che circolano e percio' piu' sono numerose e piu' la produzione di nuovi contagiati e' alta. Poi quando arriva all'equilibrio in cui la crescita dei contagi e' compensata esattamente dal numero delle guarigioni che avvengono allora il livello dei contagi rimane costante (questo livello di equilibrio e' il fondo degli asintomatici).
    Con l'epidemia degli asintomatici tanti tipi di virus si assicurano una presenza perpetua nella popolazione, che subisce poi periodicamente il riacutizzarsi delle relative patologie (per esempio raffreddore, influenza, ecc.) non appena si verificano le condizioni sopra elencate che favoriscono una maggiore diffusione dei virus tra la popolazione.
    Cosi' e' il pianeta Terra: un mondo abitato in prevalenza da microrganismi e virus con cui dobbiamo necessariamente convivere.
    E' importante studiare e capire i meccanismi che governano l'evoluzione di queste epidemie per riuscire a conviverci meglio.

  5. Picchi effimeri:
    Bisogna prendere atto che questa pandemia si manifesta con una curva dei contagi che puo' anche essere ricca di picchi effimeri , quando la popolazione nel suo inconscio desiderio di dimenticare la pandemia si comporta in modo da favorire molto la diffusione dei contagi, per esempio partecipando senza alcuna protezione a manifestazioni molto affollate.
    Fin dall'inizio del nostro studio ci siamo trovati di fronte a dati con fluttuazioni molto grandi ed in alcuni casi anche periodiche.
    C'e' voluto molto tempo per venire a capo di questo mistero: non erano anomalie dei dati ma la manifestazione di un fenomeno reale dei contagi prodotti su persone dotate di immunita' vaccinale o naturale. Per questo guarivano rapidamente dall'infezione (in 2 o 3 giorni) producendo quelle fluttuazioni nei dati che ci appaiono come picchi stretti (effimeri, perche' scompaiono).
    Essendo la loro ampiezza legata alla percentuale di persone immunizzate, non sono un fenomeno da considerare come spurio ma contengono invece importanti informazioni che andrebbero perse facendo delle medie sui dati per ridurre le fluttuazioni.
    Soprattutto in quest'ultima "sesta ondata" i picchi effimeri sono stati tanti ed alti, per cui hanno interessato una percentuale importante della popolazione immunizzata. Noi non sappiamo se questa ulteriore infezione durata cosi' poco possa aver rafforzato la loro immunita', magari procrastinandone la scadenza.
    Essendo rivelati dal test molecolare, dovrebbe comunque essere escluso che siano dovuti ad un altro tipo di virus con tempo di guarigione particolarmente breve (che per questo sarebbe destinato ad estinguersi).

  6. Ritardo del decesso:
    Dalla correlazione tra la curva dei decessi (di tutta Italia) e quella dei contagi (del Piemonte) abbiamo ricavato il ritardo medio del decesso rispetto al contagio che nei commenti del 18 dicembre 2021 avevamo osservato essere di 18 giorni per la variante Delta nella quarta ondata, di 12 giorni per Omicron nella quinta ondata ed ora di 15 giorni (per i virus attuali).

  7. Immunita' naturale:
    L'abbassamento progressivo dei vari picchi, che si vedono nella quinta ondata , secondo noi e' dovuto all'aumento della percentuale di popolazione dotata di immunita' naturale per infezioni asintomatiche contratte inconsapevolmente e solo in piccola parte evidenziate dai test positivi.
    E' quindi possibile dai dati della curva dei contagi arrivare ad una valutazione della percentuale di popolazione dotata di immunita' naturale e quindi non bisognosa di vaccinazione.

  8. Persistenza dell'immunita':
    Sappiamo che l'immunita' ottenuta con un vaccino o con una precedente infezione non e' permanente ma ha una durata di un certo numero di mesi (meno di un anno).
    Questo fatto ha delle importanti implicazioni tra cui la necessita' di ripetere periodicamente le vaccinazioni, se non si vuole convivere con un'epidemia endemica, fatta da una serie di ondate che producono immunita' ma anche molti danni sia sanitari che economici.

  9. Letalita':
    Per questo argomento rimandiamo al commento del 31 ottobre sulla letalita'.
L'applicazione delle nozioni di questo modello ci ha permesso di spiegare quasi tutto quello che e' successo nell'ultima sesta ondata che e' iniziata il 18 settembre e che sta finendo ora, 40 giorni dopo.



STOP AL BOLLETTINO GIORNALIERO: (29 ottobre 2022) Notizie di stampa affermano che il nuovo Governo avrebbe deciso di sospendere la pubblicazione dei bollettini giornalieri, da cui noi preleviamo i dati da analizzare. L'argomento e' all'o.d.g. del Consiglio dei Ministri del 31 ottobre.
Di conseguenza, se questo accadra', il nostro lavoro dovra' essere sospeso.
Cosi' terminera' il nostro contributo alla comprensione di questo fenomeno cosi' importante per la salute pubblica in Italia e nel mondo, che avevamo iniziato nel 2020 raccogliendo l'invito emergenziale del nostro Presidente.
In questi due anni i nostri lettori piu' assidui sono stati italiani (80%), americani (10%) e cinesi (2%, con 1 o 2 accessi quotidiani, ma solo per scaricare il testo che e' scritto in italiano).
Rimane lo stato attuale della pandemia come descritto nella Lezione 69 da cui si evince che i contagi scenderanno ancora per alcuni giorni finche' le temperature finiranno di essere cosi' miti come ora e poi arriveranno autunno ed inverno con i contagi che, in base alle esperienze precedenti, torneranno a salire; ma a noi probabilmente sara' precluso l'accesso ai dati: "occhio non vede, cuore non duole" (proverbio italiano).
E' pero' certo che questa pandemia, che finora ha causato 178.940 decessi (per Covid-19), purtroppo non potra' essere conclusa da un decreto governativo.
Staremo a vedere cosa succedera' e speriamo "che Dio ce la mandi buona" (frase augurale italiana).
Oggi il Presidente Mattarella ha dichiarato che senza vaccini ci saranno molte migliaia di morti in piu': ci permettiamo di ricordare che gia' i russi un anno fa, con pochi vaccinati e con il freddo (ma nemmeno tanto perche' era ottobre), ne hanno avuti piu' di 1000 al giorno, come testimoniato dal seguente grafico dei decessi in Russia nel 2021 (ben 1114 decessi al giorno al 30 ottobre 2021: sono dati reali, non valutazioni o estrapolazioni). E' un esempio dei danni che questa pandemia puo' fare, se sottovalutata.

STOP AI DATI SUI DECESSI: Alle ore 19 del 30 ottobre il numero dei decessi non e' stato ancora pubblicato.
Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, raccolti fino ad oggi possiamo vederli nei seguenti grafici a barre e grafico a punti dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati.
Alle ore 23 il dato dei decessi ancora non e' stato pubblicato per cui verosimilmente non sara' piu' disponibile nel bollettino nazionale. Non e' una perdita grave per il nostro studio perche' i dati dei contagi del Piemonte sembra che siano ancora disponibili.
Lo studio dell'andamento dei decessi e delle correlazioni con la curva dei contagi percio' termina ora.
I risultati epidemiologici ottenuti sono stati:
  1. Il ritardo medio del decesso rispetto al contagio che nei commenti del 18 dicembre 2021 avevamo osservato essere di 18 giorni per la variante Delta nella quarta ondata e di 12 giorni per Omicron nella quinta ondata, e' ora di 15 giorni (per i virus attuali).
  2. L'abbassamento progressivo dei vari picchi della quinta ondata, che secondo noi e' dovuto all'aumento della percentuale di popolazione dotata di immunita' naturale per infezioni asintomatiche contratte inconsapevolmente ed in piccola parte evidenziate dai test positivi.


COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (31 ottobre 2022)
La Regione Piemonte comunica che in linea con la comunicazione ricevuta dal Ministero della Salute quelli di oggi sono gli ultimi dati pubblicati giornalmente. Da novembre la pubblicazione sara' settimanale (il venerdi').
Pertanto questa nostra analisi dei dati terminera' con i dati di oggi e con le ultime conclusioni su questa sesta ondata.
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati pessima, peggio di quella di ieri (i test molecolari positivi sono solo 20 su 8368 test totali effettuati), abbiamo una percentuale di positivi al 11.0%, con una deviazione standard dell'2.5%
Questo dato odierno e' riportato a destra sia nei due grafici della quinta ondata che in quelli dei dati recenti.
Avendo il dato odierno una deviazione standard del 2.5%, con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 8.5% e 13.5% (errori sistematici esclusi).
Il dato di oggi, con una cosi' scarsa significativita' statistica, potrebbe indicare che la salita dei due dati precedenti e' dovuta ad un doppio picco effimero (come altri gia' visti), alto circa il +6%: dal 6.3% al 9.4% , al 12.2% e poi all'11% di oggi sopra all'andamento della linea viola d'interpolazione disegnata nel grafico.
Ma se si tratta di un doppio picco effimero non e' preoccupante perche' sarebbero contagi che in un paio di giorni scompaiono, perche' essendo tutte persone immunizzate "guariscono" in un paio di giorni e poi la curva dei contagi riprenderebbe la sua discesa.
In effetti questa salita dei contagi cosi' ripida e' piu' simile a quella gia' vista in occasione di precedenti picchi effimeri che non ad una normale risalita della curva dei contagi, dovuta ad un incremento (per qualche causa come grandi manifestazioni, un abbassamento della temperatura, ecc.) dei contagi prodotti dai numerosi asintomatici in circolazione.
Data la scarsa significativita' statistica di questi ultimi dati non possiamo trarre una conclusione certa e pertanto lasciamo invariata la linea viola d'interpolazione nei nostri due grafici disegnata finora.

CONTAGIOSITA' E LETALITA' (31 ottobre 2022)
Notizie di stampa scrivono che il virologo Giorgio Palu', attuale presidente dell'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), ha affermato che "in un virus capace di provocare infezioni acute, piu' la sua contagiosita' e' alta e piu' si abbassa la letalita'": c'e' quindi una relazione inversa (caratterizzata da una costante K) tra infettivita' e letalita'. In poche parole piu' il virus circola meno uccide.
La costante K, associata alla letalita' del virus, per la variante Delta e' 5.39, mentre per Omicron e' 5.04.
Per il Morbillo del 2014 e' di 12, per l'Ebola (Sierra Leone) e' 120 mentre per il ceppo influenzale attuale (H3n2) e' di 0.21
Questo ci aiuta a comparare la letalita' dei vari tipi di virus.
E' nostra convinzione che, se e' vero che "piu' il virus circola meno uccide", questo non e' dovuto a mutazioni del virus, che ne riducono la letalita', in quanto le mutazioni sono verosimilmente governate dal caso, ma e' il risultato finale (in tempi lunghi) dell'interazione del virus con il sistema immunitario della popolazione aggredita: il suo sistema immunitario impara a difendersi sempre meglio e diventa progressivamente piu' efficiente ed in grado di controllare piu' efficacemente le infezioni.
Nel nostro lavoro noi stiamo osservando come questa interazione tra virus e sistema immunitario si va evolvendo nel tempo a partire dalla prima comparsa del virus e lo facciamo valutando la decrescita nel tempo dei picchi (cioe' della loro area) non solo nella curva dei decessi ma anche in quella dei contagi.
Per poter fare questo correttamente bisogna pero' NON tenere conto dei numerosi picchi effimeri, perche' il risultato e' ben diverso se si considera la curva dei valori medi nella curva dei contagi o quella al netto dei picchi effimeri, che e' la nostra linea viola nel grafico dei dati recenti.
La conoscenza della natura dei picchi effimeri gioca quindi, secondo noi, un ruolo molto importante nella determinazione della vera evoluzione dell'epidemia.
Rispettando l'impostazione di questo blog, noi abbiamo fatto tutto cio' solo qualitativamente. Per farlo quantitativamente invece bisogna confrontare le aree dei vari picchi dei contagi (al netto dei picchi effimeri) e dei decessi, che sono proporzionali rispettivamente ai numeri dei contagiati e dei deceduti, relativi a quei contagi.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (30 ottobre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati non buona, come di quella di ieri (i test molecolari positivi sono 37 su 10085 test totali effettuati), abbiamo una percentuale di positivi al 12.2%, con una deviazione standard dell'2.0%
Questo dato odierno e' riportato a destra sia nei due grafici della quinta ondata che in quelli dei dati recenti.
Avendo il dato odierno una deviazione standard del 2%, con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 10.2% e 14.2% (errori sistematici esclusi).
Il dato di oggi, anche lui con una scarsa significativita' statistica, potrebbe indicare addirittura che la curva dei contagi disegnata nei grafici interpolati (linea viola) ha ripreso a salire, essendo il dato di oggi salito quasi di un altro +3% rispetto al dato di ieri; a meno che il dato di domani non cali significativamente, perche' allora si tratterebbe di un doppio picco effimero (come altri gia' visti), alto circa il +6%: dal 6.3% dell'altro ieri al 9.4% di ieri ed al 12.2% di oggi sopra all'andamento della linea viola d'interpolazione disegnata nel grafico.
E' tanto un +6%: corrisponde ad un raddoppio del numero di persone positive al test in soli 2 giorni (in Piemonte).
Ma se si tratta di un doppio picco effimero non e' preoccupante perche' sarebbero contagi che in un paio di giorni scompaiono, perche' essendo tutte persone immunizzate "guariscono" in un paio di giorni e poi la curva dei contagi riprenderebbe la sua discesa.
In effetti questa salita dei contagi cosi' ripida e' piu' simile a quella gia' vista in occasione di precedenti picchi effimeri che non ad una normale risalita della curva dei contagi, dovuta ad un incremento (per qualche causa come grandi manifestazioni, un abbassamento della temperatura, ecc.) dei contagi prodotti dai numerosi asintomatici in circolazione.
Aspettiamo pertanto a modificare l'andamento della linea viola d'interpolazione nei nostri due grafici.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (29 ottobre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati non buona, peggio di quella di ieri (i test molecolari positivi sono 39 su 12833 test totali effettuati), abbiamo una percentuale di positivi al 9.4%, con una deviazione standard dell'1.5%
Questo dato odierno e' riportato a destra sia nei due grafici della quinta ondata che in quelli dei dati recenti.
Avendo il dato odierno una deviazione standard del 1.5%, con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 7.9% e 10.9% (errori sistematici esclusi).
Il dato di oggi, con una scarsa significativita' statistica, indica che la curva dei contagi disegnata ieri (linea viola) ha una pendenza di discesa inferiore a quella disegnata ieri, essendo 2 deviazioni standard sopra al dato di ieri, a meno che con i dati dei prossimi 2 giorni non possa essere interpretato come un nuovo picco effimero, alto un +3% (dal 6.3% di ieri al 9.4% di oggi) sopra all'andamento della linea viola d'interpolazione nel grafico.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici a barre e grafico a punti dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati, dove il dato odierno 76 e' piu' basso di quello di ieri ed indica cosi' che la linea viola nel grafico sta continuando la sua discesa dal picco, com'era giusto attendersi e come abbiamo riportato nel grafico a barre interpolato.
Quindi sono ancora confermate tutte le nostre conclusioni precedenti.

COSA SUCCEDERA' NEL PROSSIMO INVERNO (29 ottobre 2022)
Certamente ci saranno in giro un maggior numero di cariche virali rispetto ad ora, disperse dall' epidemia degli asintomatici ormai endemica, e conseguentemente sara' piu' facile l'innesco di una nuova ondata epidemica.
Quando iniziera' e quanto sara' grande dipendera' dalle cautele adottate dai cittadini, indipendentemente dai possibili obblighi di legge e governativi ma che ci sara' e' fuori discussione.
L'importanza dei comportamenti della popolazione e' ben mostrata dall'alta frequenza di picchi effimeri che si e' verificata in corrispondenza del picco dell'ultima "sesta" ondata ed evidenziati nel grafico dei dati recenti.
Quando i comportamenti imprudenti della popolazione provocano una tale situazione poi se ne paga il prezzo con una risalita della curva dei contagi che e' stata appena visibile nel grafico interpolato sopra citato (linea viola).
In altri casi questa risalita e' stata ben piu' vistosa come la continua risalita vista in Gran Bretagna nel 2021, quando si e' provato a continuare a vivere praticamente senza alcuna restrizione, come se la pandemia fosse una normale influenza (se e' successo in Gran Bretagna potrebbe succedere anche da noi: e' una proprieta' di questa pandemia).

COME CAMBIA LA PANDEMIA NEL TEMPO: Le mutazioni spontanee cambiano le proprieta' dei virus, in meglio ma anche in peggio e quelli peggiori, piu' contagiosi, sono purtroppo quelli che hanno la possibilita' di aumentare molto di numero, proprio perche' sono piu' contagiosi, e di diventare cosi' prevalenti.
Quello che tende a migliorare nel tempo e' la percentuale di popolazione immune ma solo con una sequenza di ondate epidemiche che siano in grado di mantenere un alto grado di immunizzazione nella popolazione ripristinando le immunita' decadute con nuove immunizzazioni conseguenti a nuovi contagi.
E' ovvio che quando le temperature saranno piu' fredde di quelle attuali (che sono particolarmente miti) la maggior presenza di cariche virali piu' intense nell'ambiente (prodotta dal maggior accumulo per il piu' lungo tempo di attivita' dei virus per il freddo), accentuera' inevitabilmente le probabilita' di contagio.
Quello che succedera' dipende pero' da quanto la popolazione avra' capito che la pandemia non e' finita e che il rischio d'infezione e' dietro l'angolo: se una percentuale importante della popolazione lo avra' capito allora sara' giusto affermare che l'emergenza (non la pandemia) e' finita e convivere con la pandemia mantenendo il numero dei decessi in limiti sopportabili (come quelli delle normali influenze stagionali).
A quanto si e' visto in quest'ultima ondata pero' la popolazione del Piemonte ancora non lo ha capito a sufficienza e dichiarare la fine dell'emergenza sicuramente non aiuta.
Un aumento dell'immunita' naturale diffusa l'abbiamo registrato in quest'ultima ondata in Piemonte sia con l'aumento di ampiezza dei picchi effimeri (costituiti dai contagi di persone immunizzate perche' "guariscono" in 2 soli giorni) che con il progressivo abbassamento dei vari picchi della quinta ondata (tutto ben visibile nel grafico interpolato dei dati recenti.
Questo aumento dell'immunita' naturale diffusa puo' aiutarci ma solo nel breve periodo pero', perche' in assenza di altre ondate importanti di contagi nel prossimo futuro la percentuale di popolazione immunizzata e' destinata a diminuire.
In un periodo di crisi generale del mondo prodotto dalla guerra in Ucraina non si puo' biasimare chi cerca di far risollevare la testa al Paese allentando vincoli e restrizioni che aggravano la vita del popolo. Bene ha fatto pero' il nostro Presidente a ricordare a tutti che forse l'emergenza e' finita ma non la pandemia, esortando tutti a mantenere alta la guardia ed a non lasciarsi andare a pericolosi comportamenti "libera tutti (frase presa da un gioco dei ragazzi italiano che indica la fine di ogni restrizione).

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (28 ottobre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati non buona, la stessa di ieri (i test molecolari positivi sono 39 su 16097 test totali effettuati), abbiamo una percentuale di positivi al 6.3%, con una deviazione standard dell' 1.1%
Questo dato odierno e' riportato a destra sia nei due grafici della quinta ondata che in quelli dei dati recenti.
Avendo il dato odierno una deviazione standard del 1.1%, con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 5.2% e 7.4% (errori sistematici esclusi).
Il dato di oggi, pur con una significativita' statistica non grande, indica chiaramente che la curva dei contagi continua la sua discesa, passando esattamente sulla linea viola d'interpolazione nei grafici disegnata ieri.
Questa discesa della curva avviene grazie alle guarigioni dei contagiati di 20 giorni fa (spinta in discesa), che sono ora prevalenti sugli incrementi di contagi di persone non immunizzate prodotti nei precedenti picchi effimeri (spinta in salita).
Cio' accade perche' si e' ridotta la frequenza di produzione dei picchi effimeri prodotti da comportamenti umani poco attenti ai rischi di contagio oltre che per le temperature particolarmente miti di questi giorni, che stanno limitando l'accrescimento per accumulo delle cariche virali disperse nell'ambiente dalle numerosissime persone contagiate a loro insaputa, perche' asintomatiche.
I numerosi picchi effimeri sopra alla linea viola, che rappresenta l'andamento vero dei contagi di questa ultima ondata (i contagi che permangono per 20 giorni, che sono quelli delle persone non immunizzate), sono molto ben visibili sull'ultimo picco del grafico interpolato (visibile nel grafico interpolato ).
Questi picchi effimeri sono stati alti +3% ed anche +6% sopra alla linea viola (ben piu' che nei picchi precedenti) a testimonianza che la percentuale di persone immunizzate e' aumentata (informazione questa molto importante da monitorare): infatti piu' persone immunizzate ci sono piu' sono alti i picchi effimeri, perche' sono costituiti dai contagi delle persone immunizzate, che "guariscono", cioe' smettono di essere positive al test, in 2 o 3 giorni, perche' gia' dotate di anticorpi.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici a barre e grafico a punti dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati, dove il dato odierno 85 e' piu' basso di quello di ieri ed indica cosi' che la linea viola nel grafico ha iniziato la sua discesa dal picco, com'era giusto attendersi e come abbiamo riportato nel grafico a barre interpolato.
Quindi sono ancora confermate tutte le nostre conclusioni precedenti.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (27 ottobre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati non buona (i test molecolari positivi sono 39 su 16097 test totali effettuati), abbiamo una percentuale di positivi al 6.8%, con una deviazione standard dell' 1.1%
Questo dato odierno e' riportato a destra sia nei due grafici della quinta ondata che in quelli dei dati recenti.
Avendo il dato odierno una deviazione standard del 1.1%, con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 5.7% e 7.9% (errori sistematici esclusi).
Il dato di oggi, pur con una scarsa significativita' statistica, indica chiaramente che la curva dei contagi sta continuando la sua discesa e cosi' noi disegniamo la linea viola d'interpolazione nei grafici.
Questa discesa della curva avviene grazie alle guarigioni dei contagiati di 20 giorni fa (spinta in discesa), che sono ora prevalenti sugli incrementi di contagi di persone non immunizzate prodotti nei precedenti picchi effimeri (spinta in salita).
Cio' accade perche' si e' ridotta la frequenza di produzione dei picchi effimeri prodotti da comportamenti umani poco attenti ai rischi di contagio oltre che per le temperature particolarmente miti di questi giorni, che stanno limitando l'accrescimento per accumulo delle cariche virali disperse nell'ambiente dalle numerosissime persone contagiate a loro insaputa, perche' asintomatiche.
I numerosi picchi effimeri sopra alla linea viola, che rappresenta l'andamento vero dei contagi di questa ultima ondata (i contagi che permangono per 20 giorni, che sono quelli delle persone non immunizzate), sono molto ben visibili sull'ultimo picco del grafico interpolato (visibile nel grafico interpolato ).
Questi picchi effimeri sono stati alti +3% ed anche +6% sopra alla linea viola (ben piu' che nei picchi precedenti) a testimonianza che la percentuale di persone immunizzate e' aumentata (informazione questa molto importante da monitorare): infatti piu' persone immunizzate ci sono piu' sono alti i picchi effimeri, perche' sono costituiti dai contagi delle persone immunizzate (che "guariscono in 2 o 3 giorni, perche' gia' dotate di anticorpi).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici a barre e grafico a punti dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 94, e' uguale a quello di ieri confermando che e' corretto disegnare la linea viola nel grafico con un andamento non piu' in salita ma quasi costante, come abbiamo disegnato ieri nel grafico a barre interpolato.
Quindi sono confermate tutte le nostre conclusioni precedenti.

LEZIONE 69: DESCRIZIONE DI UN'ONDATA (LA PRIMA ONDATA AUTUNNALE 2022) (27 ottobre 2022)
Vai a:   Lezione 67   ,   Lezione 1
La curva dei contagi di questa "sesta ondata" (da noi chiamata cosi' perche' e' la prima autunnale) il 18 settembre ha iniziato la sua salita verso il picco dei contagi, come rilevato nei giorni successivi (vedi commenti del 21 e 22 settembre) nei quali abbiamo attribuito la salita della curva dei contagi proprio al crollo delle temperature in Italia avvenuto in quei giorni (c'e' sempre una causa che innesca l'inizio di un'ondata).
In conseguenza della salita dei contagi era atteso che anche i decessi iniziassero ad aumentare per l'apporto dei contagiati del picco di contagi (dapprima sono stati pochi poi sempre piu', man mano che nei giorni successivi al 18 settembre il numero dei contagiati saliva).
Questa salita del numero dei decessi e' iniziata con 15 giorni di ritardo rispetto al momento del contagio, cioe' il 3 ottobre (15 giorni risulta cosi' essere attualmente il decorso medio della malattia che porta i contagiati gravi al decesso).
Guardando il grafico dei contagi si intravede (anche se e' in parte nascosto dai tanti picchi effimeri) il picco della curva dei contagi intorno al 3 ottobre cioe' circa 20 giorni dopo l'inizio della salita dei contagi.
Cio' e' perfettamente coerente con un tempo di guarigione di 20 giorni dei contagiati asintomatici (e' l'inizio di queste guarigioni che provoca l'inizio della discesa della curva dei contagi).
15 giorni dopo questo picco dei contagi del 3 ottobre, cioe' il 18 ottobre (una settimana fa), ci dovevamo aspettare il picco della curva dei decessi. In effetti guardando il grafico interpolato dei decessi si puo' intuire l'inizio di una modifica dell'andamento della curva, che smette di salire per mantenere un valore costante di poco inferiore ai 90 decessi al giorno, tipico del raggiungimento del picco della curva dei decessi.
Allora si vede che tutto sta accadendo nel totale rispetto della descrizione del fenomeno data dal nostro modello di spiegazione della pandemia. E' senza dubbio molto importante capire come si sta evolvendo l'epidemia riconoscendone le cause e gli effetti.
La curva dei contagi e' salita meno che nelle ondate precedenti, evidentemente per l'accresciuto livello medio di immunizzazione della popolazione, che e' anche dimostrato dalla minore altezza del picco dei contagi in questa sesta ondata.
Questo picco dei contagi e' arrivato al 13% mentre il precedente era arrivato al 14% ma sarebbe stato piu' basso senza quella grande quantita' di picchi effimeri (prodotti dai nostri comportamenti e quindi non intrinseci alla pandemia) che sono stati cosi' alti per il grande numero di persone immunizzate, essendo i picchi effimeri proprio dovuti ai loro contagi.
Se i picchi dei decessi delle ondate diventassero sempre piu' bassi con il passare del tempo, come il nostro grafico interpolato lascia sperare, sarebbe possibile convivere anche con questi coronavirus, che diventerebbero cosi' come gli altri con cui abbiamo dovuto imparare a convivere.
Questa cosa non e' scontato che accada, perche' le immunizzazioni a questi virus ci risulta che non siano permanenti ma che finiscano in un certo numero di mesi: quindi la percentuale di popolazione immune non e' detto che sia crescente perche' e' il risultato della competizione tra le nuove immunizzazioni conseguenti ai nuovi contagi che avvengono e le scadenze delle immunizzazioni esistenti.
E' uno dei motivi per cui e' ancora importante studiare l'andamento di questi dati. L'altezza che sembra aver raggiunto questo picco dei decessi sarebbe una buona indicazione di come si sta evolvendo l'immunita' della popolazione a questi coronavirus.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (26 ottobre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati non buona (i test molecolari positivi sono 68 su 20529 test totali effettuati), abbiamo una percentuale di positivi al 11.2%, con una deviazione standard dell' 1.4%
Questo dato odierno e' riportato a destra sia nei due grafici della quinta ondata che in quelli dei dati recenti.
Avendo il dato odierno una deviazione standard del 1.4%, con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 9.8% e 12.6% (errori sistematici esclusi).
Il dato di oggi, con una scarsa significativita' statistica, e' circa una deviazione standard sopra alla linea viola gia' disegnata nei grafici.
Rimane percio' confermato secondo noi, che e' cessata la salita della curva, grazie alle guarigioni dei contagiati di 20 giorni fa (spinta in discesa), perche' sono cominciati ad essere prevalenti sugli incrementi di contagi di persone non immunizzate prodotti dagli eventi dei precedenti picchi effimeri (spinta in salita).
Cio' accade perche' si e' ridotta la frequenza di produzione dei picchi effimeri prodotti da comportamenti umani poco attenti ai rischi di contagio ed alle temperature particolarmente miti di questi giorni, che stanno limitando l'accrescimento per accumulo delle cariche virali disperse nell'ambiente dalle numerosissime persone contagiate a loro insaputa, perche' asintomatiche.
I numerosi picchi effimeri sopra alla linea viola, che rappresenta l'andamento vero dei contagi di questa ultima ondata (i contagi che permangono per 20 giorni, che sono quelli delle persone non immunizzate), sono molto ben visibili sull'ultimo picco del grafico interpolato (visibile nel grafico interpolato).
Questi picchi effimeri sono stati alti +3% ed anche +6% sopra alla linea viola (ben piu' che nei picchi precedenti) a testimonianza che la percentuale di persone immunizzate e' aumentata (informazione questa molto importante da monitorare): infatti piu' persone immunizzate ci sono piu' sono alti i picchi effimeri, perche' sono costituiti dai contagi delle persone immunizzate (che "guariscono in 2 o 3 giorni, perche' gia' dotate di anticorpi).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici a barre e grafico a punti dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 93, e' superiore alla media (79) dei 3 giorni precedenti, che abbiamo ricavato ieri, probabilmente perche' contiene alcuni decessi della domenica.
Se questo e' vero allora la linea viola disegnata nel grafico assume un andamento non piu' in salita ma quasi costante, come tentativamente abbiamo disegnato nel grafico a barre interpolato.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (25 ottobre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati non buona (i test molecolari positivi sono 77 su 29859 test totali effettuati), abbiamo una percentuale di positivi al 9.4%, con una deviazione standard dell' 1.1%
Questo dato odierno e' riportato a destra sia nei due grafici della quinta ondata che in quelli dei dati recenti:


Avendo il dato odierno una deviazione standard del 1.1%, con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 8.3% e 10.5% (errori sistematici esclusi).
Il dato di oggi, con una buona significativita' statistica, e' proprio sulla linea viola gia' disegnata nei grafici.
E' percio' confermato che e' cessata la salita della curva, grazie alle guarigioni dei contagiati di 20 giorni fa (spinta in discesa), perche' sono cominciati ad essere prevalenti sugli incrementi di contagi di persone non immunizzate prodotti dagli eventi dei precedenti picchi effimeri (spinta in salita).
Cio' e' reso possibile da una riduzione della frequenza di produzione dei picchi effimeri prodotti da comportamenti umani poco attenti ai rischi di contagio ed alle temperature particolarmente miti di questi giorni, che hanno limitato l'accrescimento per accumulo delle cariche virali disperse nell'ambiente dalle numerosissime persone contagiate a loro insaputa, perche' asintomatiche.
L'innalzarsi dei picchi effimeri sopra alla linea viola, che rappresenta l'andamento vero dei contagi di questa ultima ondata (i contagi che permangono per 20 giorni, che sono quelli delle persone non immunizzate), sono molto ben visibili sull'ultimo picco del grafico interpolato (visibile sopra).
Questi picchi effimeri sono stati alti +3% ed anche +6% sopra alla linea viola (ben piu' che nei picchi precedenti) a testimonianza che la percentuale di persone immunizzate e' aumentata (informazione questa molto importante da monitorare): infatti piu' persone immunizzate ci sono piu' sono alti i picchi effimeri, perche' sono costituiti dai contagi delle persone immunizzate (che "guariscono in 2 o 3 giorni, perche' gia' dotate di anticorpi).
Con il dato di oggi prendiamo atto che la linea viola nei due grafici interpolati sta procedendo in discesa.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici a barre e grafico a punti dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 120, e' molto alto, probabilmente perche' contiene una parte dei decessi di domenica scorsa.
Possiamo ora, come sempre, fare la media degli ultimi 3 giorni (indicandola con una x nera nel grafico, per poter prolungare piu' correttamente la linea viola d'interpolazione:
(52+39+120)/3 = 70
Questo dato medio indicherebbe l'inizio della discesa della curva dei decessi, che pero' non possiamo ritenere significativa per la grande escursione degli ultimi 3 dati (quelli "domenicali": potrebbero ancora mancarci alcuni dei decessi di domenica).
In realta' l'andamento dei contagi 15 giorni fa non ha mostrato una rapida discesa, a parte i vari picchi effimeri che pero' sono costituiti dai contagi delle persone immunizzate, nessuna delle quali ha contribuito ai decessi (perche' sono guariti tutti).
Cio' tenendo conto del fatto che l'inizio della salita della curva dei contagi (di questa sesta ondata) puo' essere individuata al 18 settembre. Abbiamo percio' osservato che la salita della curva dei decessi e' iniziata 15 anziche' 12 giorni dopo la salita della curva dei contagi.
E' anche interessante vedere quale sara' l'altezza del picco, ormai prossimo, per i motivi spiegati l'altro ieri, con la speranza ormai abbastanza fondata che sia piu' basso dei precedenti picchi (che indicherebbe un aumento dell'immunita' della popolazione).

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (24 ottobre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati non buona (i test molecolari positivi sono solo 29 su 9194 test totali effettuati), abbiamo una percentuale di positivi al 10.4%, con una deviazione standard dell' 1.9%
Questo dato odierno e' riportato a destra sia nei due grafici della quinta ondata che in quelli dei dati recenti.
Avendo il dato odierno una deviazione standard del 1.9%, con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 8.5% e 12.3% (errori sistematici esclusi).
Il dato di oggi, pur con la sua ridotta significativita' statistica, e' proprio sopra alla linea viola gia' disegnata.
Sembra percio' confermata l'indicazione che e' cessata la salita della curva, grazie alle guarigioni dei contagiati di 20 giorni fa (spinta in discesa), che comincerebbero ad essere prevalenti sugli incrementi di contagi di persone non immunizzate prodotti dagli eventi dei precedenti picchi effimeri (spinta in salita).
Quindi la linea viola nei due grafici interpolati rimane invariata.
I dati dei prossimi giorni ci confermeranno se questa indicazione e' corretta.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici a barre e grafico a punti dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 39, e' molto basso, forse perche' l'altro ieri era domenica.
Lasciamo l'andamento della curva dei decessi invariato in attesa del dato di domani con cui faremo poi la media, che ci aspettiamo continui a salire perche' il picco dei contagi si e' verificato intorno al 13 ottobre: se i decessi avvengono in media 15 giorni dopo il contagio la curva dei decessi dovrebbe iniziare a scendere 15 giorni dopo, intorno al 28 ottobre.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (23 ottobre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati non molto buona (i test molecolari positivi sono 51 su 15739 test totali effettuati), abbiamo una percentuale di positivi al 12.6%, con una deviazione standard dell' 1.8%
Questo dato odierno e' riportato a destra sia nei due grafici della quinta ondata che in quelli dei dati recenti.
Avendo il dato odierno una deviazione standard del 1.8%, con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 10.8% e 14.4% (errori sistematici esclusi).
Quindi il dato di oggi e' meno di una deviazione standard sopra alla linea viola disegnata ieri, quindi e' poco significativo per indicare qualsiasi variazione della curva.
Dando credito al dato di ieri, anche se non sostenuto da una buona statistica dei test effettuati, ne abbiamo tratto l'indicazione che e' cessata la salita della curva, grazie alle guarigioni dei contagiati di 20 giorni fa (spinta in discesa), che comincerebbero ad essere prevalenti sugli incrementi di contagi di persone non immunizzate prodotti dagli eventi dei picchi effimeri (spinta in salita).
Quindi ieri abbiamo modificato di conseguenza la linea viola nei due grafici interpolati ed oggi non possiamo che lasciarla invariata.
I dati dei prossimi giorni ci diranno se questa indicazione e' corretta.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici a barre e grafico a punti dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 52, e' molto basso, come atteso perche' oggi e' domenica.
Lasciamo l'andamento della curva dei decessi invariato in attesa dei dati dei prossimi due giorni con cui faremo poi la media, che ci aspettiamo continui a salire perche' il 18 settembre e' iniziata la salita del picco dei contagi e percio' ci aspettiamo che i decessi inizino ad aumentare per l'apporto dei contagiati di quest'ultimo picco (dapprima saranno pochi poi sempre piu', man mano che nei giorni successivi al 18 settembre il numero dei contagiati saliva).

IMPORTANZA DELL'IMMUNITA' NATURALE DELLA POPOLAZIONE (23 ottobre 2022)
Abbiamo detto ieri che, se i picchi dei decessi delle prossime ondate diventassero sempre piu' bassi con il passare del tempo, come i nostri grafici dei decessi a barre ed a punti lasciano sperare, sarebbe possibile convivere anche con questi coronavirus, che diventerebbero cosi' come gli altri con cui abbiamo dovuto imparare a convivere nella nostra storia.
Questa cosa pero' non e' affatto scontato che accada, perche' le immunizzazioni a questi virus ci risulta che non siano permanenti ma che finiscano in un certo numero di mesi: quindi la percentuale di popolazione immune non e' detto che sia crescente nel tempo, perche' e' il risultato della competizione tra le nuove immunizzazioni conseguenti ai nuovi contagi che avvengono e le scadenze delle immunizzazioni esistenti.
E' uno dei motivi per cui e' ancora importante studiare l'andamento di questi dati: l'altezza raggiunta dal picco dei decessi sara' una buona indicazione di come si sta evolvendo l'immunita' della popolazione a questi coronavirus. E' un'informazione molto importante da acquisire anche in vista in tempi lunghi di peggiori scenari futuri purtroppo possibili, che non ci auguriamo ma che non possiamo neanche escludere.
Nelle continue mutazioni che questi virus subiscono (ma anche in quelle deliberatamente cercate nei numerosi laboratori NBC militari del mondo) puo' comparire un ceppo di virus molto piu' letale del Sars-CoV-2 e tale da produrre molti piu' decessi dei 180.000 in 32 mesi di questa pandemia, pari a 67.500 decessi all'anno (sono decessi in piu' dovuti alla pandemia).
Nel 2021 in Italia ci sono state circa 400.000 nascite (in diminuzione).
Se una nuova pandemia dovesse risultare 6 o piu' volte piu' letale di quella attuale, l'incremento dei decessi potrebbe anche superare il numero di nascite e se il nostro sistema immunitario non risultasse allora in grado di abbassare progressivamente nel tempo il numero dei decessi (cioe' con picchi sempre piu' bassi), si verificherebbe una situazionee veramente molto inquietante: l'umanita' (almeno in Italia), in presenza di una tale pandemia permanente, potrebbe continuare ad sopravvivere in tempi lunghi solo in base alle capacita' della Scienza di venire in aiuto del sistema immunitario, producendo quegli anticorpi che il sistema immunitario non riesce a produrre a sufficienza o che non permangono abbastanza a lungo nell'organismo per proteggerlo dai virus.
Ci stiamo confrontando con fenomeni nuovi o non conosciuti a sufficienza prima, con una maggiore capacita' di indagine scientifica che il progresso della Scienza ci ha messo a disposizione oggi. Cerchiamo di imparare quanto piu' possibile in questo campo cosi' importante per il genere umano.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (22 ottobre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati non molto buona (i test molecolari positivi sono 53 su 18166 test totali effettuati), abbiamo una percentuale di positivi al 10.1%, con una deviazione standard del 1.4%
Questo dato odierno e' riportato a destra sia nei due grafici della quinta ondata che in quelli dei dati recenti.
Avendo il dato odierno una deviazione standard del 1.4%, con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 8.7% e 11.5% (errori sistematici esclusi).
Quindi il dato di oggi scende molto sotto alla linea viola disegnata ieri, indicando che il dato alto di ieri al 15.6% era dovuto ad un picco effimero (continuano a comparire in grande quantita').
Dando credito al dato di oggi, anche se non sostenuto da una buona statistica dei test effettuati, se ne puo' trarre l'indicazione che e' cessata la salita della curva, grazie alle guarigioni dei contagiati di 20 giorni fa (spinta in discesa), che comincerebbero ad essere prevalenti sugli incrementi di contagi di persone non immunizzate prodotti dagli eventi dei picchi effimeri (spinta in salita).
Quindi abbiamo modificato di conseguenza la linea viola nei due grafici interpolati.
Vedremo se il dato di domani confermera' questa indicazione.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici a barre e grafico a punti dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 92, e' come quello di ieri, quindi ancora ben collocato sulla linea viola disegnata nel grafico.
La curva dei decessi rimane cosi' in salita, perche' il 18 settembre e' iniziata la salita del picco dei contagi e percio' era atteso che i decessi iniziassero ad aumentare per l'apporto dei contagiati di quest'ultimo picco (dapprima sono stati pochi poi sempre piu', man mano che nei giorni successivi al 18 settembre il numero dei contagiati e' salito).
Questa salita del numero dei decessi avviene ora con 15 giorni di ritardo rispetto al momento del contagio e ci da una misura di quanto sono letali i virus circolanti ora ed in quanti giorni (15) con la malattia grave si arriva al decesso.
Sara' interessante vedere quanto salira' questa curva dei decessi perche' la nostra speranza e' che salga meno che nelle ondate precedenti, grazie all'accresciuto livello medio di immunizzazione della popolazione, dimostrato dalla minore altezza del picco dei contagi in questa sesta ondata autunnale.
Questo picco dei contagi e' arrivato al 13% (anche se ora sta risalendo ha superato il 14%), mentre il precedente era arrivato al 14%; sarebbe stato ancora piu' basso senza quella grande quantita' di picchi effimeri, prodotti dai comportamenti imprudenti della popolazione (e quindi non intrinseci alla pandemia) che sono stati cosi' alti per il grande numero di persone immunizzate, essendo i picchi effimeri proprio dovuti ai loro contagi.
Anche se la curva dei decessi e' salita per questi contributi dei picchi effimeri, il picco di questa sesta ondata rimane quello al 13%, piu' basso del picco precedente al 14%.
Se i picchi dei decessi delle prossime ondate diventassero sempre piu' bassi con il passare del tempo, come i nostri grafici a barre ed il grafico a punti lasciano sperare, sarebbe possibile convivere anche con questi coronavirus, che diventerebbero cosi' come gli altri con cui abbiamo dovuto imparare a convivere.
Questa cosa non e' scontato che accada, perche' le immunizzazioni a questi virus ci risulta che non siano permanenti ma che finiscano in un certo numero di mesi: quindi la percentuale di popolazione immune non e' detto che sia crescente perche' e' il risultato della competizione tra le nuove immunizzazioni conseguenti ai nuovi contagi che avvengono e le scadenze delle immuizzazioni esistenti.
E' uno dei motivi per cui e' ancora importante studiare l'andamento di questi dati. L'altezza raggiunta da questo picco dei decessi sara' una buona indicazione di come si sta evolvendo l'immunita' della popolazione a questi coronavirus.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (21 ottobre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati buona (i test molecolari positivi sono 102 su 29478 test totali effettuati), abbiamo una percentuale di positivi al 15.6%, con una deviazione standard del 1.6%
Questo dato odierno e' riportato a destra sia nei due grafici della quinta ondata che in quelli dei dati recenti.
Avendo il dato odierno una deviazione standard del 1.6%, con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 14.0% e 17.2% (errori sistematici esclusi).
Il dato di oggi si colloca poco sopra al prolungamento della linea viola disegnata ieri.
Il significato e' che continua la salita della curva, malgrado il numero di guarigioni dei contagiati di 20 giorni fa (spinta in discesa), che e' in competizione con gli incrementi di contagi di persone non immunizzate prodotti dagli eventi dei picchi effimeri (spinta in salita).
In realta' abbiamo fatto passare la linea viola d'interpolazione l'1.6% sotto (una deviazione standard) al dato di oggi, che e' abbastanza significativo per la salita della curva.
Una cosa interessante che si puo' intuire guardando il grafico dei dati recenti. e' l'accumularsi dei picchi effimeri sui picchi del grafico e la loro maggiore altezza nell'ultimo picco.
  • Che i picchi effimeri siano piu' frequenti quando il livello dei contagi e' alto e' comprensibile perche' allora il numero di persone contagiate circolanti e' maggiore.
  • I picchi effimeri piu' alti in quest'ultima sesta ondata (autunnale) sono dovuti secondo noi al maggior numero di persone immunizzate nelle numerose infezioni asintomatiche avvenute durante la lunghissima quinta ondata, che non hanno ancora trascorso il tempo necessario per perdere l'immunita'.
Da cio' possiamo imparare a carpire informazioni utili su questa pandemia anche dai picchi effimeri che da fenomeno fastidioso per l'analisi dei dati potrebbero trasformarsi in preziosi strumenti d'indagine.
Come vedete, tutto il quadro d'insieme dei dati risulta coerente con il modello con cui stiamo interpretando questa pandemia.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici a barre e grafico a punti dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 91, e' piu' alto della media (79) dei primi 3 giorni della settimana (com'e' normale per una curva che sta salendo) che abbiamo ricavato l'altro ieri, quindi ancora ben collocato sulla linea viola disegnata nel grafico.
La curva dei decessi rimane cosi' in salita, perche' il 18 settembre e' iniziata la salita del picco dei contagi e percio' era atteso che i decessi iniziassero ad aumentare per l'apporto dei contagiati di quest'ultimo picco (dapprima sono stati pochi poi sempre piu', man mano che nei giorni successivi al 18 settembre il numero dei contagiati e' salito).
Questa salita del numero dei decessi avviene ora con 15 giorni di ritardo rispetto al momento del contagio e ci da una misura di quanto sono letali i virus circolanti ora ed in quanti giorni (15) con la malattia grave si arriva al decesso.
Sara' interessante vedere quanto salira' questa curva dei decessi perche' la nostra speranza e' che salga meno che nelle ondate precedenti, grazie all'accresciuto livello medio di immunizzazione della popolazione, dimostrato dalla minore altezza del picco dei contagi in questa sesta ondata autunnale.
Questo picco dei contagi e' arrivato al 13% (ma ora sta risalendo ed ha superato il 14%), mentre il precedente era arrivato al 14%; sarebbe stato ancora piu' basso senza quella grande quantita' di picchi effimeri, prodotti dai comportamenti imprudenti della popolazione (e quindi non intrinseci alla pandemia) che sono stati cosi' alti per il grande numero di persone immunizzate, essendo i picchi effimeri proprio dovuti ai loro contagi.
Anche se la curva dei decessi sta salendo per questi contributi dei picchi effimeri, il picco di questa sesta ondata rimane quello al 13%, piu' basso del picco precedente al 14%.
Se i picchi dei decessi delle prossime ondate diventassero sempre piu' bassi con il passare del tempo, come i nostri grafici a barre ed il grafico a punti lasciano sperare, sarebbe possibile convivere anche con questi coronavirus, che diventerebbero cosi' come gli altri con cui abbiamo dovuto imparare a convivere.
Questa cosa non e' scontato che accada, perche' le immunizzazioni a questi virus ci risulta che non siano permanenti ma che finiscano in un certo numero di mesi: quindi la percentuale di popolazione immune non e' detto che sia crescente perche' e' il risultato della competizione tra le nuove immunizzazioni conseguenti ai nuovi contagi che avvengono e le scadenze delle immuizzazioni esistenti.
E' uno dei motivi per cui e' ancora importante studiare l'andamento di questi dati. L'altezza che si appresta a raggiungere questo picco dei decessi sara' una buona indicazione di come si sta evolvendo l'immunita' della popolazione a questi coronavirus.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (20 ottobre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati non molto alta (i test molecolari positivi sono 90 su 23993 test totali effettuati), abbiamo una percentuale di positivi al 11.5%, con una deviazione standard del 1.1%
Questo dato odierno e' riportato a destra sia nei due grafici della quinta ondata che in quelli dei dati recenti.
Avendo il dato odierno una deviazione standard del 1.1%, con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 10.4% e 12.6% (errori sistematici esclusi).
Il dato di oggi si colloca sotto la linea viola disegnata ieri.
Il significato potrebbe essere che riprende la discesa della curva, che dipende dal numero di guarigioni dei contagiati di 20 giorni fa (spinta in discesa) ma che e' in competizione con gli incrementi di contagi di persone non immunizzate prodotti dagli eventi dei picchi effimeri.
In realta' l'abbassamento dell'1% rispetto a ieri corrisponde a meno di una deviazione standard del dato di oggi, per cui non puo' essere significativo di un inizio di discesa della curva.
Una cosa interessante che si puo' intuire guardando il grafico dei dati recenti. e' l'accumularsi dei picchi effimeri sui picchi del grafico e la loro maggiore altezza nell'ultimo picco.
  • Che i picchi effimeri siano piu' frequenti quando il livello dei contagi e' alto e' comprensibile perche' allora il numero di persone contagiate circolanti e' maggiore.
  • I picchi effimeri piu' alti in quest'ultima sesta ondata (autunnale) sono dovuti secondo noi al maggior numero di persone immunizzate nelle numerose infezioni asintomatiche avvenute durante la lunghissima quinta ondata, che non hanno ancora trascorso il tempo necessario per perdere l'immunita'.
Da cio' possiamo imparare a carpire informazioni utili su questa pandemia anche dai picchi effimeri che da fenomeno fastidioso per l'analisi dei dati potrebbero trasformarsi in preziosi strumenti d'indagine.
Come vedete, tutto il quadro d'insieme dei dati risulta coerente con il modello con cui stiamo interpretando questa pandemia.
Per ora ci limitiamo qui' con i nostri commenti di oggi perche' il nostro computer sembra che ci abbia abbandonato: non si accende piu' (non e' per l'alimentazione, la spina era inserita: e' questo lavoro che l'ha distrutto...), percio' abbiamo un po' di lavoro in piu' per trasferire tutto sull'altro computer, con cui abbiamo cominciato a lavorare.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici a barre e grafico a punti dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 84, e' poco piu' alto della media (79) dei primi 3 giorni della settimana (com'e' normale per una curva che sta salendo) che abbiamo ricavato l'altro ieri, quindi ancora ben collocato sulla linea viola disegnata nel grafico.
La curva dei decessi rimane cosi' in salita, perche' il 18 settembre e' iniziata la salita del picco dei contagi e percio' era atteso che i decessi iniziassero ad aumentare per l'apporto dei contagiati di quest'ultimo picco (dapprima sono stati pochi poi sempre piu', man mano che nei giorni successivi al 18 settembre il numero dei contagiati e' salito).
Questa salita del numero dei decessi avviene ora con 15 giorni di ritardo rispetto al momento del contagio e ci da una misura di quanto sono letali i virus circolanti ora ed in quanti giorni (15) con la malattia grave si arriva al decesso.
Sara' interessante vedere quanto salira' questa curva dei decessi perche' la nostra speranza e' che salga meno che nelle ondate precedenti, grazie all'accresciuto livello medio di immunizzazione della popolazione, dimostrato dalla minore altezza del picco dei contagi in questa sesta ondata autunnale.
Questo picco dei contagi e' arrivato al 13% (ma ora sta risalendo), mentre il precedente era arrivato al 14%; sarebbe stato ancora piu' basso senza quella grande quantita' di picchi effimeri, prodotti dai comportamenti imprudenti della popolazione (e quindi non intrinseci alla pandemia) che sono stati cosi' alti per il grande numero di persone immunizzate, essendo i picchi effimeri proprio dovuti ai loro contagi.
Se i picchi dei decessi delle prossime ondate diventassero sempre piu' bassi con il passare del tempo, come i nostri tre grafici lasciano sperare, sarebbe possibile convivere anche con questi coronavirus, che diventerebbero cosi' come gli altri con cui abbiamo dovuto imparare a convivere.
Questa cosa non e' scontato che accada, perche' le immunizzazioni a questi virus ci risulta che non siano permanenti ma che finiscano in un certo numero di mesi: quindi la percentuale di popolazione immune non e' detto che sia crescente perche' e' il risultato della competizione tra le nuove immunizzazioni conseguenti ai nuovi contagi che avvengono e le scadenze delle immuizzazioni esistenti.
E' uno dei motivi per cui e' ancora importante studiare l'andamento di questi dati. L'altezza che si appresta a raggiungere questo picco dei decessi sara' una buona indicazione di come si sta evolvendo l'immunita' della popolazione a questi coronavirus.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (19 ottobre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati non molto alta (i test molecolari positivi sono 70 su 20013 test totali effettuati), abbiamo una percentuale di positivi al 12.5%, con una deviazione standard del 1.5%
Questo dato odierno e' riportato a destra sia nei due grafici della quinta ondata che in quelli dei dati recenti.
Avendo il dato odierno una deviazione standard del 1.5%, con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 11.0% e 14.0% (errori sistematici esclusi).
Il dato di oggi si colloca esattamente sulla linea viola disegnata ieri.
La conseguenza e' che e' confermata la risalita meno ripida della curva che lasciava intuire il dato di ieri, per l'accumulo dei contagi delle persone non immunizzate dello stesso evento che ha prodotto i precedenti picchi effimeri.
Pertanto abbiamo spiegato le cause, che hanno fatto salire il numero dei contagiati dall'11.6% di 7 giorni fa al 18.6% (doppio picco effimero) e poi giu' al 12.6% di 4 giorni fa (discesa), del 14.4% di 3 giorni fa (risalita della curva), del 18.9% dell'altro ieri (altro picco effimero), fino al 12.1% di ieri (fine del picco effimero) ed al 12.5% di oggi (continuazione della risalita della curva, per il contributo, permanente 20 giorni, dei vari picchi effimeri).
Capire i picchi effimeri e' importante perche', per esempio, in questo caso i media riferivano che i contagi erano alti (al 18%) quando invece avevano raggiunto il massimo al 13.5% ed erano poi scesi fino all'11% per poi riprendere a salire: sono dati molto inferiori al 18% (con una sopravalutazione del 50% dei dati veri), che la curva vera dei contagi (linea viola) non ha mai raggiunto in questa sesta ondata, come si vede bene nel grafico dei dati recenti.
Riteniamo che non ci siano stati errori materiali nella pubblicazione degli ultimi dati ma solo la comparsa di tre picchi effimeri , che sono stati causati da eventi che hanno favorito una grande diffusione dei contagi in un arco di tempo molto breve.
Ne abbiamo incontrati molti di picchi effimeri recentemente (anche troppi), ognuno dei quali puo' far salire i contagi del +3% circa, con le percentuali di immunizzati attuali in Piemonte, per poi tornare al livello dei contagi di partenza.
Il dato dell'altro ieri (18.9%) era ad un valore piu' alto del 14.4% del giorno prima perche' un evento ha generato due picchi effimeri ed insieme ai contagi delle persone immunizzate anche le persone non immunizzate hanno contratto il contagio (nello stesso evento che ha prodotto il picco effimero doppio): come si sono contagiate le persone immunizzate cosi' si sono contagiate anche quelle non immunizzate, nelle ripettive percentuali, ma queste ultime non guariscono in 2 giorni ma rimangono infette a diffondere il contagio per 20 giorni.
La conseguenza e' la risalita della curva dei contagi, che stava invece scendendo per le continue guarigioni dei contagiati di 20 giorni prima. Questa salita e' chiaramente mostrata dalla linea viola nel grafico della quinta ondata ed in quelli dei dati recenti.
Dal punto di vista scientifico questa risalita della curva dei contagi puo' fornire agli epidemiologi un'informazione in piu' per indagare sulle percentuali attuali di persone immunizzate e non, in aggiunta all'area del doppio picco effimero, direttamente legata alla percentuale di persone dotate di immunita'.
Guardando la linea viola nel grafico dei contagi recenti possiamo valutare che il picco di questa ondata c'e' stato 15 giorni fa, percio' possiamo prevedere che tra 5 giorni la spinta in discesa sulla curva dei contagi dovuta alle guarigioni dei contagiati di 20 giorni prima comincera' a diminuire, rendendo cosi' sempre piu' evidente la spinta in salita eventualmente presente, dovuta all'accumulo dei contagi delle persone non immunizzate (che restano positive al test per 20 giorni) prodotti nei picchi effimeri.
Con una produzione cosi' numerosa di picchi effimeri si potrebbe correre il rischio di un accumulo continuo di tanti apporti di nuovi contagi, che potrebbe riprodurre in Italia, con l'aiuto del calo delle temperature, quella salita del livello medio dei contagi gia' vista in Gran Bretagna nel 2021, quando si e' provato a continuare a vivere praticamente senza alcuna restrizione, come se la pandemia fosse una normale influenza (se e' successo in Gran Bretagna potrebbe succedere anche da noi: e' una proprieta' di questa pandemia).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici a barre e grafico a punti dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 81, e' come la media (79) dei 3 giorni precedenti, che abbiamo ricavato ieri, quindi ancora ben collocato sulla linea viola disegnata nel grafico.
La curva dei decessi rimane cosi' in salita, perche' il 18 settembre e' iniziata la salita del picco dei contagi e percio' era atteso che i decessi iniziassero ad aumentare per l'apporto dei contagiati di quest'ultimo picco (dapprima saranno pochi poi sempre piu', man mano che nei giorni successivi al 18 settembre il numero dei contagiati e' salito).
Questa salita del numero dei decessi avviene ora con 15 giorni di ritardo rispetto al momento del contagio e ci da una misura di quanto sono letali i virus circolanti ora ed in quanti giorni (15) con la malattia grave si arriva al decesso.
Sara' interessante vedere quanto salira' questa curva dei decessi perche' la nostra speranza e' che salga meno che nelle ondate precedenti, grazie all'accresciuto livello medio di immunizzazione della popolazione, dimostrato dalla minore altezza del picco dei contagi in questa sesta ondata autunnale.
Questo picco dei contagi e' arrivato al 13% (ma ancora in salita, mentre il precedente era arrivato al 14%) ma sarebbe stato piu' basso senza quella grande quantita' di picchi effimeri (prodotti dai nostri comportamenti e quindi non intrinseci alla pandemia) che sono stati cosi' alti per il grande numero di persone immunizzate, essendo i picchi effimeri proprio dovuti ai loro contagi.
Se i picchi dei decessi delle ondate diventassero sempre piu' bassi con il passare del tempo, come i nostri tre grafici lasciano sperare, sarebbe possibile convivere anche con questi coronavirus, che diventerebbero cosi' come gli altri con cui abbiamo dovuto imparare a convivere.
Questa cosa non e' scontato che accada, perche' le immunizzazioni a questi virus ci risulta che non siano permanenti ma che finiscano in un certo numero di mesi: quindi la percentuale di popolazione immune non e' detto che sia crescente perche' e' il risultato della competizione tra le nuove immunizzazioni conseguenti ai nuovi contagi che avvengono e le scadenze delle immuizzazioni esistenti.
E' uno dei motivi per cui e' ancora importante studiare l'andamento di questi dati. L'altezza che si appresta a raggiungere questo picco dei decessi sara' una buona indicazione di come si sta evolvendo l'immunita' della popolazione a questi coronavirus.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (18 ottobre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati alta (i test molecolari positivi sono 131 su 32406 test totali effettuati), abbiamo una percentuale di positivi crollata al 12.1%, con una deviazione standard piccola, del 1.1%
Questo dato odierno e' riportato a destra sia nei due grafici della quinta ondata che in quelli dei dati recenti.
Avendo il dato odierno una deviazione standard piccola, del 1.1%, con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 11.0% e 13.2% (errori sistematici esclusi). Il valore molto alto del dato di ieri, 18.9% (con deviazione standard di 3.6%), era a questo punto quasi certamente piu' alto del dato vero di almeno il 3.6%: questo vorrebbe dire che il dato vero (non inquinato dalla fluttuazione statistica casuale) di ieri era intorno a 18.9% - 3.6% = 15.3%, che e' un dato molto piu' vicino a quel 13.2% raggiungibile dal dato di oggi con una sua deviazione standard in piu' (12.1% + 1.1%).
Rimane allora da capire il significato dei due dati precedenti di 18.9% e 14.4% che non rappresentano piu' una risalita della curva dei contagi, bensi' un altro picco effimero.
Essendo il dato di oggi affidabile per l'alta statistica di test effettuati possiamo ritenere questa la situazione reale e disegnare cosi' la linea viola che avevamo lasciato in sospeso ieri proprio per la ridotta affidabilita' del dato di ieri che aveva un errore statistico cosi' alto (3.6%).
La conseguenza e' che NON e' confermata una risalita cosi' ripida della curva come lasciava intuire il dato di ieri, ma la salita della curva rimane, anche se meno ripida, per l'accumulo dei contagi delle persone non immunizzate dello stesso evento che ha prodotto il picco effimero. Ci sembra invece necessario ipotizzare per il dato alto di ieri (cosi' alto) la comparsa di un nuovo picco effimero.
Stiamo continuando a lavorare in questa situazione difficile da interpretare sia per le fluttuazioni intrinseche (casuali) dei dati che le altre prodotte da cosi' tanti picchi effimeri concentrati in pochi giorni.
Ci sembra pero' che stiamo riuscendo ugualmente a spiegare la causa, che ha fatto salire il numero dei contagiati dall'11.6% di 6 giorni fa al 18.6% e poi giu' al 12.6% di 3 giorni fa (discesa), del 14.4% di 2 giorni fa, del 18.9% di ieri (risalita), fino al 12.1% di oggi (fine del picco effimero).
Non ci sono stati errori materiali nella pubblicazione degli ultimi dati ma solo la comparsa di tre picchi effimeri , che sono stati causati da eventi che hanno favorito molto la diffusione dei contagi in un arco di tempo molto breve.
Ne abbiamo incontrati molti di picchi effimeri recentemente (anche troppi), ognuno dei quali puo' far salire i contagi del +3% circa, con le percentuali di immunizzati attuali in Piemonte.
Il dato di ieri (18.9%) e' ad un valore piu' alto del 14.4% dell'altro ieri perche' nell'evento che ha generato i picchi effimeri (dei contagi delle persone immunizzate) anche le persone non immunizzate hanno contratto il contagio nello stesso evento che ha prodotto il picco effimero: come si sono contagiate le persone immunizzate cosi' si sono contagiate anche quelle non immunizzate, nelle ripettive percentuali, ma queste ultime non guariscono in 2 giorni ma rimangono infette a diffondere il contagio per 20 giorni.
La conseguenza e' la parziale risalita della curva dei contagi, che stava invece scendendo per le continue guarigioni dei contagiati di 20 giorni prima. Questa salita e' chiaramente mostrata dalla linea viola nel grafico della quinta ondata che in quelli dei dati recenti.
La salita appariva piuttosto ripida con il dato di ieri che era del 18.9% ma con una deviazione standard molto grande, del 3.6%: in realta' il dato di oggi con una statistica migliore ci ha indicato che la salita c'e' ma non e' cosi' ripida come sembrava.
Dal punto di vista scientifico questa risalita della curva dei contagi fornisce agli epidemiologi un'informazione in piu' per indagare sulle percentuali attuali di persone immunizzate e non, in aggiunta all'area del doppio picco effimero, direttamente legata alla percentuale di persone dotate di immunita'.
L'alta frequenza attuale di picchi effimeri fa sorgere un problema non piu' ignorabile per le autorita' sanitarie: l'individuazione delle cause scatenanti l'insorgenza di cosi' tanti picchi effimeri, per poter intervenire in qualche modo al loro contenimento, perche' producono danni come la risalita attuale della curva dei contagi, mostrata dalla linea viola nei grafici.: l'innalzamento del numero di contagiati puo' produrre danni notevoli sia sanitari che economici, che potrebbero essere ridotti con opportuni interventi atti a ridurre la comparsa dei picchi effimeri.
Guardando la linea viola nel grafico dei contagi recenti possiamo valutare che il picco di questa ondata c'e' stato 14 giorni fa, percio' possiamo prevedere che tra 6 giorni la spinta in discesa sulla curva dei contagi dovuta alle guarigioni dei contagiati di 20 giorni prima comincera' a diminuire, rendendo cosi' sempre piu' evidente la spinta in salita eventualmente presente, dovuta all'accumulo dei contagi delle persone non immunizzate (che restano positive al test per 20 giorni) prodotti nei picchi effimeri.
Ricordiamo che il rischio che si potrebbe correre e' che questo accumularsi continuo di tanti apporti di nuovi contagi possa riprodurre in Italia, con l'aiuto del calo delle temperature, quella salita del livello medio dei contagi gia' vista in Gran Bretagna nel 2021, quando si e' provato a continuare a vivere praticamente senza alcuna restrizione, come se la pandemia fosse una normale influenza (se e' successo in Gran Bretagna potrebbe succedere anche da noi ma ora noi abbiamo il vantaggio di sapere che puo' succedere).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici a barre e grafico a punti dove il dato odierno 113, e' piu' alto di quello di ieri e di domenica.
Possiamo ora, come sempre, fare la media degli ultimi 3 giorni (indicandola con una x nera nel grafico, per poter prolungare piu' correttamente la linea viola d'interpolazione:
(32+93+113)/3 = 79
Questo dato medio si colloca piuttosto bene sulla linea viola d'interpolazione e cosi' continua ad indicarne un andamento in salita, che e' molto vicino al valore di 75 da noi estrapolato.
Quindi e' confermato l'andamento in salita della curva dei decessi, com'era ampiamente previsto per l'incremento dei contagi di 15 giorni prima.
Si tenga presente che l'inizio della salita della curva dei contagi (sesta ondata) puo' essere individuata al 18 settembre. E' interessante percio' osservare che la salita della curva dei decessi e' iniziata 15 anziche' 12 giorni dopo.
E' anche interessante vedere quale sara' l'altezza del picco, ormai prossimo, per i motivi spiegati ieri, con la speranza ormai abbastanza fondata che sia piu' basso dei precedenti picchi (per l'aumento dell'immunita' della popolazione).

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (17 ottobre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati bassa (i test molecolari positivi sono 28 su 13092 test totali effettuati, meno di quelli di ieri), abbiamo una percentuale di positivi salita al 18.9%, con una deviazione standard molto alta, del 3.6%
Questo dato odierno e' riportato a destra sia nei due grafici della quinta ondata che in quelli dei dati recenti.
Avendo il dato odierno una deviazione standard molto alta, del 3.6%, con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 15.3% e 22.5% (errori sistematici esclusi): il valore piu' basso di questo intervallo e' ad una sola deviazione standard dal dato di oggi, 18.9%, che e' quindi COMPATIBILE con la risalita della curva dei contagi dopo i due dati precedenti di 12.6% e 14.4% e percio' anche con la linea viola (che disegneremo domani) in salita nei grafici.
Anche il dato di oggi conferma la risalita della curva, certamente causata dall'accumulo dei contagi delle persone non immunizzate dello stesso evento che ha prodotto il picco effimero.
Non ci sembra percio' necessario ipotizzare per il dato alto di oggi la comparsa di un nuovo picco effimero, in quanto il dato sembra essere una sola deviazione standard sopra al dato "vero" (e' cosi' alto solo per una fluttuazione casuale normale, perche' cio' puo' accadere una volta su tre).
Stiamo continuando a lavorare in questa situazione difficile da interpretare sia per le fluttuazioni intrinseche (casuali) dei dati che le altre prodotte da cosi' tanti picchi effimeri concentrati in pochi giorni.
Stiamo cercando di spiegare la causa, che ha fatto salire il numero dei contagiati dall'11.6% di 5 giorni fa al 18.6% e poi giu' al 12.6% dell'altro ieri (discesa), del 14.4% di ieri e del 18.9% di oggi (risalita).
Non ci sono stati errori materiali nella pubblicazione degli ultimi dati ma solo la comparsa di due picchi effimeri quasi simultanei, che avvengono quando si verificano eventi che favoriscono di molto la diffusione dei contagi in un arco di tempo brevissimo (ore).
Ne abbiamo incontrati molti di picchi effimeri recentemente (anche troppi), ognuno dei quali puo' far salire i contagi del +3% circa, con le percentuali di immunizzati attuali in Piemonte.
Il picco risultante e' cosi' arrivato ad essere del +7% ed e' durato non piu' di 3 giorni, infatti l'altro ieri e' finito.
Il dato di oggi (18.9%) e' ad un valore piu' alto del 14.4% di ieri perche' nell'evento che ha generato i picchi effimeri (dei contagi delle persone immunizzate) anche le persone non immunizzate hanno contratto il contagio nello stesso evento che ha prodotto il picco effimero: come si sono contagiate le persone immunizzate cosi' si sono contagiate anche quelle non immunizzate, nelle ripettive percentuali, ma queste ultime non guariscono in 2 giorni ma rimangono infette a diffondere il contagio per 20 giorni.
La conseguenza e' una parziale risalita della curva dei contagi che stava invece scendendo per le continue guarigioni dei contagiati di 20 giorni prima. Questa salita e' chiaramente mostrata dalla linea viola nel grafico della quinta ondata che in quelli dei dati recenti.
La salita appare piuttosto ripida ma e' troppo presto per allarmarsi perche' il dato di ieri che era del 14.4% aveva una deviazione standard grande, del 2.2% e quello di oggi e' del 18.9% ma con una deviazione standard ancora piu' grande, del 3.6%: quindi anche il dato di oggi e' poco rappresentativo per indicare una salita ripida dei contagi. Lo sapremo forse domani.
Dal punto di vista scientifico questa risalita della curva dei contagi fornisce agli epidemiologi un'informazione in piu' per indagare sulle percentuali attuali di persone immunizzate e non, in aggiunta all'area del doppio picco effimero, direttaemnte legata alla percentuale di persone dotate di immunita'.
L'alta frequenza attuale di picchi effimeri fa sorgere un problema non piu' ignorabile per le autorita' sanitarie: l'individuazione delle cause scatenanti l'insorgenza di cosi' tanti picchi effimeri, per poter intervenire in qualche modo al loro contenimento, perche' producono danni come la risalita attuale della curva dei contagi, mostrata dalla linea viola nei grafici (gia' significativa, dal 10.6% al 12.6% con deviazione standard di 1.2% poi al 14.4% di ieri ed oggi al 18.9% ma con una grande deviazione standard, del 3.6%): cio' perche' l'innalzamento del numero di contagiati produce danni notevoli sia sanitari che economici, che potrebbero essere ridotti con opportuni interventi atti a ridurre la comparsa dei picchi effimeri.
Guardando la linea viola nel grafico dei contagi recenti possiamo valutare che il picco di questa ondata c'e' stato 13 giorni fa, percio' possiamo prevedere che tra una settimana la spinta in discesa sulla curva dei contagi dovuta alle guarigioni dei contagiati di 20 giorni prima comincera' a diminuire, rendendo cosi' sempre piu' evidente la spinta in salita dell'accumulo dei contagi di persone non immunizzate (che restano positive al test per 20 giorni) prodotti nei picchi effimeri.
Il rischio che si corre (e che va scongiurato) e' che questo accumularsi continuo di tanti apporti di nuovi contagi possa riprodurre in Italia, con l'aiuto del calo delle temperature, quella salita del livello medio dei contagi gia' vista in Gran Bretagna nel 2021, quando si e' provato a continuare a vivere praticamente senza alcuna restrizione, come se la pandemia fosse una normale influenza.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici a barre e grafico a punti dove il dato odierno 93, e' piu' alto di quello di ieri, che era domenica.
Lasciamo l'andamento della curva dei decessi invariato in attesa anche del dato di domani con cui faremo poi la media, che ci aspettiamo continui a salire perche' il 18 settembre e' iniziata la salita del picco dei contagi e percio' siamo convinti che i decessi stanno ancora aumentando per l'apporto dei contagiati di quest'ultimo picco (dapprima sono pochi poi sempre piu', man mano che nei giorni successivi al 18 settembre il numero dei contagiati e' aumentato).

PREVISIONI: Guardando la linea viola nel grafico dei contagi recenti possiamo valutare che il picco di questa ondata c'e' stato 13 giorni fa. Se e' vera la nostra stima che per questi virus i decessi arrivano mediamente 15 giorni dopo il contagio, possiamo prevedere che la spinta in salita dei decessi dei contagiati di 20 giorni prima comincera' a diminuire tra un paio di giorni e cosi' la curva dei decessi dovrebbe raggiungere il suo massimo intorno ai 75 decessi al giorno, in base all'estrapolazione della linea viola nel grafico a barre dei dati interpolati.
Sarebbe quindi meno della meta' del picco precedente (come si vede nel grafico) a supporto delle argomentazioni da noi fatte il 15 ottobre, quando abbiamo osservato che la salita del numero dei decessi e' avvenuta con 15 giorni di ritardo rispetto al momento del contagio (che ci ha fornito una misura di quanto sono letali i virus circolanti ed in quanti giorni (15) con la malattia grave portano il paziente al decesso).
Per questo e' interessante vedere quanto sta salendo questa curva dei decessi, perche' la nostra speranza e' che salga meno che nelle ondate precedenti, grazie all'accresciuto livello medio di immunizzazione della popolazione, dimostrato dalla minore altezza del picco dei contagi in questa sesta ondata autunnale.
Se i vari picchi dei decessi delle ondate che si susseguono diventassero sempre piu' bassi con il passare del tempo, come i nostri tre grafici lasciano sperare, sarebbe possibile convivere anche con questi coronavirus, che diventerebbero cosi' come gli altri con cui abbiamo dovuto imparare a convivere.
Questa cosa non e' scontato che accada, perche' le immunizzazioni a questi virus ci risulta che non siano permanenti ma che finiscano dopo un certo numero di mesi: quindi la percentuale di popolazione immune non e' detto che sia crescente nel tempo in quanto essa e' il risultato della competizione tra le nuove immunizzazioni, conseguenti ai nuovi contagi che avvengono, e le scadenze delle immunizzazioni esistenti.
E' uno dei motivi per cui e' ancora importante studiare l'andamento di questi dati. L'altezza che si appresta a raggiungere questo picco dei decessi puo' essere una buona indicazione di come si sta evolvendo l'immunita' della popolazione a questi coronavirus e quindi quanto saranno importanti le prossime campagne vaccinali.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (16 ottobre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati dimezzata rispetto a ieri (i test molecolari positivi sono 41 su 17659 test totali effettuati, poco piu' della meta' di quelli di ieri), abbiamo una percentuale di positivi salita al 14.4%, con una deviazione standard doppia rispetto a ieri, del 2.2%
Questo dato odierno e' riportato a destra sia nei due grafici della quinta ondata che in quelli dei dati recenti.
Avendo il dato odierno una deviazione standard del 2.2%, con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 12.2% e 16.6% (errori sistematici esclusi), che e' un intervallo assolutamente COMPATIBILE con i due dati precedenti di 10.8% e 11.6% e con la linea viola che avevamo disegnato in salita nei grafici.
Il dato di oggi non solo conferma la discesa della curva dal doppio picco effimero ma anche la sua successiva risalita certamente causata dai contagi delle persone non immunizzate nello stesso evento che ha prodotto il picco effimero.
Noi abbiamo scoperto e spiegato una sola causa capace di produrre questi picchi di contagi, che abbiamo chiamato effimeri.
Essendo il picco (doppio) crollato in 3 giorni secondo noi e' confermata la nostra interpretazione dei dati (ieri era basata sul solo dato di ieri ma oggi i dati che confermano la correttezza della nostra interpretazione sono diventati due).
Questo significa che tutti i vari analisti hanno sbagliato nei giorni scorsi ad indicare percentuali di contagiati molto alte perche' i livelli dei picchi effimeri non devono essere considerati (in quanto si estinguono in un paio di giorni).
Stanno sbagliando anche adesso che dichiarano che i contagi sono in discesa quando invece sono in salita, sia pure dal livello iniziale del doppio picco effimero che era intorno al 10%.
La causa di questi errori non e' la competenza degli analisti, che e' fuori discussione, ma crediamo che sia nel metodo che analizza i dati di tutte le regioni d'Italia nel loro complesso, probabilmente con l'inclusione dei dati dei test antigenici e tenendo conto anche dei contagi dei picchi effimeri.
Questo metodo rende ancora piu' confusa una situazione gia' difficile da interpretare per le fluttuazioni intrinseche dei dati prodotte da cosi' tanti picchi effimeri concentrati in pochi giorni.
Se NON si tiene conto della natura dei picchi effimeri, si e' portati a mediare su tutti i dati grezzi includendo cosi' anche gli incrementi di contagi dei picchi effimeri come contagi reali, alla stessa stregua degli altri e si arriva cosi' a risultati ingannevoli o scarse di significato (perche' non si tiene conto che quei grandi incrementi di contagi in 2 o 3 giorni spariscono a differenza di tutti gli altri che mantengono i loro effetti per 20 giorni).
Gli incrementi di contagi dei picchi effimeri sono di contagi veri che pero', siccome si estinguono in un paio di giorni, non vanno considerati nell'andamento dell'interpolazione ai dati (linea viola), che e' cosi' determinato solo dai contagi delle persone non immunizzate (andamento naturale della pandemia su una popolazione non immune).
In realta' dal punto di vista sanitario un piccolo contributo alla diffusione dei contagi e' portata anche da quel 3% di persone immunizzate e positive al test del picco effimero che pero', rimanendo positive per soli 2 giorni invece di 20, contribuiscono al massimo per 1/10 alla diffusione dei contagi rispetto alle persone non immunizzate che rimangono positive per 20 giorni (in realta' molto meno perche' i virus sono poco numerosi nei primi 2 giorni della fase iniziale del contagio delle persone immunizzate). Per questo riteniamo giusto ignorare il contributo dei picchi effimeri nell'interpolazione alla curva dei contagi.
Se abbiamo ragione noi, e la nostra convinzione e' suffragata anche dal dato di oggi, tutti devono prendere coscienza che questa pandemia si manifesta con una curva dei contagi che puo' anche essere ricca di picchi effimeri , quando la popolazione nel suo inconscio desiderio di dimenticare la pandemia si comporta in modo da favorire molto la diffusione dei contagi, per esempio partecipando senza alcuna protezione a manifestazioni molto affollate.
Di picchi effimeri pero' ne stiamo parlando solo noi, a quanto ci risulta, ed i lettori che seguono questo blog anche se numerosi sono pur sempre troppo pochi, perche' la conoscenza dei picchi effimeri possa raggiungere una parte significativa degli addetti all'interpretazione dei dati epidemiologici.
Cosi' vengono commessi quegli errori che vediamo su tutti i media in questi giorni, creando un allarme che in buona parte e' ingiustificato. Per capire l'andamento dei contagi di questa pandemia non si puo' prescindere dal suo funzionamento che e' quello spiegato dal modello da noi usato.
Noi crediamo cosi' di essere riusciti a spiegare la causa, che ha fatto salire il numero dei contagiati dall'11.6% di 4 giorni fa al 18.6% dell'altro ieri e poi al 12.6% di ieri.
Non ci sono stati errori materiali nella pubblicazione degli ultimi dati ma solo la comparsa di due picchi effimeri quasi simultanei, che avvengono quando si verificano eventi che favoriscono di molto la diffusione dei contagi in un arco di tempo brevissimo (ore).
Ne abbiamo incontrati molti di picchi effimeri recentemente (anche troppi), ognuno dei quali puo' far salire i contagi del +3% circa, con le percentuali di immunizzati attuali in Piemonte.
Per arrivare ad un incremento del +7% questa volta ne occorrevano due di picchi effimeri, quasi simultanei.
Il picco risultante e' cosi' arrivato ad essere del +7% ed e' durato non piu' di 3 giorni, infatti ieri e' finito.
Dopo questi 2 picchi effimeri i contagi in un paio di giorni sono tornati dal 18% a valori NON intorno al 10% (perche' i contagi delle persone immunizzate guariscono in 2 o 3 giorni) ma un poco piu' in alto della linea viola nei grafici che prima era in discesa ed ora inizia a risalire (dal 10.8% prima del picco effimero doppio al 12.6% ieri ed al 14.4% oggi, in risalita).
Il dato di oggi (14.4%) e' infatti ad un valore piu' alto, del 12.6% di ieri perche' nell'evento che ha generato i picchi effimeri (dei contagi delle persone immunizzate) anche le persone non immunizzate hanno contratto il contagio nello stesso evento che ha prodotto il picco effimero: come si sono contagiate le persone immunizzate cosi' si sono contagiate anche quelle non immunizzate, nelle ripettive percentuali, ma queste ultime non guariscono in 2 giorni ma rimangono infette a diffondere il contagio per 20 giorni.
La conseguenza e' una parziale risalita della curva dei contagi che stava invece scendendo. Questa salita e' chiaramente mostrata dalla linea viola nel grafico della quinta ondata che in quelli dei dati recenti.
La salita appare piuttosto ripida ma e' troppo presto per allarmarsi perche' il dato di oggi e' si del 14.4% ma con una deviazione standard grande, del 2.2%: quindi il dato di oggi e' poco rappresentativo per indicare una salita ripida dei contagi. Lo sapremo domani.
Dal punto di vista scientifico questa risalita della curva dei contagi fornisce agli epidemiologi un'informazione in piu' per indagare sulle percentuali attuali di persone immunizzate e non, in aggiunta all'area del doppio picco effimero, direttaemnte legata alla percentuale di persone dotate di immunita'.
Queste cause di grandi fluttuazioni non casuali dovute alla comparsa di picchi effimeri rendono piu' difficile l'interpretazione dei dati, che puo' avvenire cosi' solo dopo l'acquisizione dei dati di piu' giorni.
L'alta frequenza attuale di picchi effimeri fa sorgere un problema non piu' ignorabile per le autorita' sanitarie: l'individuazione delle cause scatenanti l'insorgenza di cosi' tanti picchi effimeri, per poter intervenire in qualche modo al loro contenimento, perche' producono danni come la risalita attuale della curva dei contagi, mostrata dalla linea viola nei grafici (gia' significativa, dal 10.6% al 12.6% con deviazione standard di 1.2% ed ora al 14.4%): cio' perche' l'innalzamento del numero di contagiati produce danni notevoli sia sanitari che economici, che potrebbero essere ridotti con gli opportuni interventi.

DECESSI: I decessi di oggi in tutta Italia sono presentati nel seguente grafico a punti
e nei due seguenti grafici a barre (dei dati grezzi ed interpolati):

Il dato odierno 32, e' disegnato a destra ed e' molto basso, come atteso perche' oggi e' domenica.
Lasciamo l'andamento della curva dei decessi invariato in attesa dei dati dei prossimi due giorni con cui faremo poi la media, che ci aspettiamo continui a salire perche' il 18 settembre e' iniziata la salita del picco dei contagi e percio' ci aspettiamo che i decessi aumentino sempre piu' nei prossimi giorni per l'apporto dei contagiati di quest'ultimo picco (dapprima saranno pochi poi sempre piu', man mano che nei giorni successivi al 18 settembre il numero dei contagiati e' salito).

COMMENTO AI DATI DI SABATO (15 ottobre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati buona, meglio di ieri (i test molecolari positivi sono 104 su 29831 test totali effettuati), abbiamo una percentuale di positivi tornata bassa, al 12.6%, con una deviazione standard piccola, del 1.2%.
Questo dato odierno e' riportato a destra sia nei due grafici della quinta ondata che in quelli dei dati recenti.
Avendo il dato odierno una deviazione standard del 1.2%, con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 11.4% e 13.8% (errori sistematici esclusi), che e' un intervallo assolutamente COMPATIBILE con i due dati precedenti di 10.8% e 11.6% e con la linea viola che avevamo disegnato in discesa nei grafici.
Ieri ci eravamo dichiarati fiduciosi che questa discesa oggi ci sarebbe stata perche' era secondo noi impossibile una salita del livello vero dei contagi permanenti (per 20 giorni) come quella di ieri e l'altro ieri di oltre il 50%.
Noi abbiamo scoperto e spiegato una sola causa capace di produrre questi picchi di contagi, che abbiamo chiamato effimeri.
Essendo il picco (doppio) crollato in 3 giorni secondo noi e' confermata la nostra interpretazione dei dati.
Questo significherebbe anche che le autorita' hanno sbagliato nei giorni scorsi ad indicare percentuali di contagiati molto alte perche' i livelli dei picchi effimeri non vanno considerati, in quanto si estinguono in un paio di giorni; usiamo il condizionale perche' questo crollo dei contagi dal picco effimero e' basata finora su un solo dato, quello di oggi, che pero' ha una buona affidabilita', perche e' stato ricavato da un campione di circa 30.000 test.
Se abbiamo ragione noi tutti devono prendere coscienza che questa pandemia si manifesta con una curva dei contagi che puo' anche essere ricca di picchi effimeri , se la popolazione nel suo inconscio desiderio di dimenticare la pandemia si comporta in modo da favorire la diffusione dei contagi, partecipando senza alcuna protezione a manifestazioni molto affollate.
Di picchi effimeri ne parliamo solo noi ed i lettori che seguono questo blog anche se numerosi sono pur sempre troppo pochi perche' la conoscenza dei picchi effimeri possa raggiungere gran parte degli addetti all'interpretazione dei dati epidemiologici.
Cosi' vengono commessi gli errori che vediamo su tutti i media in questi giorni, creando un allarme in buona parte ingiustificato.
Noi crediamo cosi' che sia spiegata la causa, che ha fatto salire il numero dei contagiati dall'11.6% di 3 giorni fa al 18.6% di ieri.
Non ci sono stati errori materiali nella pubblicazione dei dati ma solo la comparsa di due picchi effimeri quasi simultanei, che avvengono quando si verificano eventi che favoriscono di molto la diffusione dei contagi in un arco di tempo brevissimo (ore).
Ne abbiamo incontrati molti di picchi effimeri recentemente, ognuno dei quali puo' far salire i contagi del +3% circa con le percentuali di immunizzati attuali in Piemonte.
Per arrivare ad un incremento del +7% percio' ne occorrevano due di picchi effimeri, quasi simultanei.
Il picco risultante e' cosi' arrivato ad essere del 7% ed e' durato non piu' di 3 giorni, infatti oggi e' finito.
Dopo questi 2 picchi effimeri i contagi in un paio di giorni sono tornati dal 18% a valori NON intorno al 10% (perche' i contagi delle persone immunizzate guariscono in 2 o 3 giorni) ma un poco piu' in alto della linea viola nei grafici che era in discesa.
Il dato di oggi e' infatti ad un valore piu' alto, al 12.6% perche' nell'evento che ha generato i picchi effimeri (dei contagi delle persone immunizzate) anche le persone non immunizzate che hanno contratto il contagio nello stesso evento che ha prodotto il picco effimero (come si sono contagiate le persone immunizzate cosi' si sono contagiate anche quelle non immunizzate, nelle ripettive percentuali, ma queste ultime non guariscono in 2 giorni ma rimangono infette a diffondere il contagio per 20 giorni).
La conseguenza e' una parziale risalita della curva dei contagi che finora stava invece scendendo. Questa salita e' chiaramente mostrata dalla linea viola nel grafico della quinta ondata che in quelli dei dati recenti.
Queste cause di grandi fluttuazioni non casuali dovute alla comparsa di picchi effimeri rendono piu' difficile l'interpretazione dei dati, che puo' avvenire cosi' solo dopo l'acquisizione dei dati di piu' giorni.
L'alta frequenza attuale di picchi effimeri fa sorgere un problema non piu' ignorabile per le autorita' sanitarie: l'individuazione delle cause scatenanti l'insorgenza di cosi' tanti picchi effimeri, per poter intervenire in qualche modo al loro contenimento, perche' producono danni come la risalita attuale della curva dei contagi, mostrata dalla linea viola nei grafici (gia' significativa, dal 10.6% al 12.6% con deviazione standard di 1.2%): cio' perche' l'innalzamento del numero di contagiati produce danni notevoli sia sanitari che economici, che potrebbero essere ridotti con interventi opportuni.

COSA STA SUCCEDENDO: Sia pure con l'ovvia incertezza dovuta alle grandi fluttuazioni dei dati di questi giorni, il quadro della situazione che sta emergendo e' il seguente.
Non potendo credere a variazioni dei contagi veri (quelli della linea viola per intenderci) cosi' grandi (+/-7% da un giorno all'altro) abbiamo ritenuto che fossero dovuti a piu' picchi effimeri ravvicinati nel tempo e la brusca discesa del dato di oggi, dotato di buona significativita' statistica ci sta dando ragione.
Ma cosa accade quando c'e' questa discesa che fa scomparire il picco effimero?
Il comportamento dei dati reali ci mostra che tutte queste persone contagiate guariscono (cioe' diventano negative al test) in 2 o 3 giorni e per questo secondo noi sono persone dotate di immunita' (naturale o vaccinale), che fa scomparire il picco effimero in 2 o 3 giorni.
Ma l'evento, dovuto ai comportamenti umani, che ha reso positive al test tutte quelle persone immunizzate deve aver prodotto anche molti contagi di altre persone che non erano immunizzate e quelle non sono guarite, in quanto con questi virus occorrono circa 20 giorni perche' guariscano.
Non possiamo sapere quante sono ma siccome sappiamo che le persone contagiate non immunizzate iniziano a guarire dopo 20 giorni dal contagio, lasciano un incremento nella curva dei contagi che dura per 20 giorni e che si accumula agli analoghi incrementi prodotti da tutti i picchi effimeri precedenti, che quando sono tanti possono compensare la spinta in discesa sulla curva prodotta dalle guarigioni in atto e addirittura produrre una risalita della curva dei contagi, se prevalenti.
E' uno scenario molto diverso da quello che viene presentato all'opinione pubblica in questi giorni.
Questo e' quanto sembrerebbe stia accadendo in questi giorni e noi abbiamo materializzato questa nostra ipotesi, disegnando la linea viola in risalita nei due grafici della quinta ondata ed in quelli dei dati recenti.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti tre grafici dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 73, e' piu' basso del dato di ieri e quindi non conferma l'impennata della curva dei decessi che prosegue la sua salita pressoche' linearmente, com'e' ovvio attendersi, mostrata dalla linea viola nei grafici.
Questa salita del numero dei decessi e' avvenuta con 15 giorni di ritardo rispetto al momento del contagio e ci fornisce cosi' una misura di quanto sono letali i virus circolanti ed in quanti giorni (15) con la malattia grave portano al decesso.
Sara' interessante vedere quanto salira' questa curva dei decessi perche' la nostra speranza e' che salga meno che nelle ondate precedenti, grazie all'accresciuto livello medio di immunizzazione della popolazione, dimostrato dalla minore altezza del picco dei contagi in questa sesta ondata autunnale.
Se i vari picchi dei decessi delle ondate che si susseguono diventassero sempre piu' bassi con il passare del tempo, come i nostri tre grafici lasciano sperare, sarebbe possibile convivere anche con questi coronavirus, che diventerebbero cosi' come gli altri con cui abbiamo dovuto imparare a convivere.
Questa cosa non e' scontato che accada, perche' le immunizzazioni a questi virus ci risulta che non siano permanenti ma che finiscano dopo un certo numero di mesi: quindi la percentuale di popolazione immune non e' detto che sia crescente nel tempo in quanto essa e' il risultato della competizione tra le nuove immunizzazioni, conseguenti ai nuovi contagi che avvengono, e le scadenze delle immunizzazioni esistenti.
E' uno dei motivi per cui e' ancora importante studiare l'andamento di questi dati. L'altezza che si appresta a raggiungere questo picco dei decessi puo' essere una buona indicazione di come si sta evolvendo l'immunita' della popolazione a questi coronavirus e quindi quanto saranno importanti le prossime campagne vaccinali.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (14 ottobre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati buona come ieri (i test molecolari positivi sono 95 su 22351 test totali effettuati) abbiamo una percentuale di positivi ancora altissima, del 18.6% e con una deviazione standard non grande, del 1.9%.
Questo dato odierno e' riportato a destra sia nei due grafici della quinta ondata che in quelli dei dati recenti.
Avendo il dato odierno una deviazione standard del 1.9%, con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 16.7% e 20.5% (errori sistematici esclusi), che e' un intervallo assolutamente incompatibile con i due dati precedenti di 10.8% e 11.6% e con la linea viola in discesa gia' disegnata nei grafici ma quasi uguale ai due di 4 giorni fa (18.8% e 18.1%).
Il dato di oggi di 18.6% e' quasi uguale a quello di ieri e quindi entrambi sembrano confermare questa percentuale cosi' alta di contagiati in Piemonte, non dovuta assolutamente a fluttuazioni casuali.
Ci deve essere certamente un'altra causa, non casuale, che ha fatto salire il numero dei contagiati di oltre il +7% dall'11.6% dell'altro ieri al 18.6% di oggi (e ieri).
Non crediamo che questo incremento sia dovuto ad errori materiali nella pubblicazione dei dati, per cui dobbiamo credere che sia dovuto all'unica altra causa che sappiamo puo' far impennare i contagi da un giorno all'altro: i picchi effimeri che avvengono quando si verificano eventi che favoriscono di molto la diffusione dei contagi in un arco di tempo brevissimo (ore).
Ne abbiamo incontrati molti di picchi effimeri, anche molto recentemente, ma un solo picco effimero in Piemonte puo' far salire i contagi del +3% circa. Per arrivare ad un incremento del +7% ne occorrono due di picchi effimeri quasi simultanei.
Il picco risultante puo' arrivare ad essere del 7% e dovrebbe durare non piu' di 3 giorni: quindi se il dato di domani dovesse scendere almeno di un 3% sarebbe secondo noi confermata l'origine da noi ipotizzata di questi ultimi 2 dati cosi' alti (cioe' 2 picchi effimeri).

RIFLESSIONI SU QUESTI DATI MOLTO ALTI: Noi siamo abbastanza fiduciosi che questa discesa domani ci sara', perche' altrimenti dovremmo spiegare come fa la percentuale dei contagiati veri (non quelli degli immunizzati che scompaiono in soli 3 giorni) a salire piu' del 50% da un giorno al successivo.
Se succedesse veramente noi una spiegazione NON ce l'avremmo, perche' in tal caso, trattandosi di contagi di persone non immunizzate, i contagi non scenderebbero prima di 20 giorni e la curva allora continuerebbe a salire per arrivare al picco, che pero' dovrebbe gia' essere arrivato, perche' la salita dell'ondata e' iniziata il 18 settembre e quindi le guarigioni dei primi contagiati sono cominciate ad arrivare 20 giorni dopo (il 9 ottobre, 5 giorni fa).
Secondo il nostro modello il numero di contagiati puo' salire molto in seguito ad eventi di grandi affollamenti di tante persone ma siccome una percentuale di loro non piccola e' costituita da persone dotate di immunita' (naturale o vaccinale), queste persone si contagiano ma poi guariscono in 3 giorni dando luogo alla salita di un picco effimero. Quindi in questi casi ci dev'essere sempre un picco effimero con la sua conseguente discesa 2 giorni dopo l'evento.
In presenza di una popolazione con una percentuale non trascurabile di persone immunizzate (ed il Piemonte e' in queste condizioni) una salita del 50% di contagi in un solo giorno deve necessariamente presentare un picco effimero con la successiva discesa ben visibile.
La comparsa di due picchi effimeri e' anche possibile, perche' e' gia' accaduta pochi giorni fa, ma il ripetersi cosi frequente di eventi che contribuiscono cosi' tanto alla produzione di nuovi contagi non puo' che lasciarci perplessi.
L'evento registratosi ieri ed oggi, di un aumento del 50% circa dei contagi presenti in Piemonte, se vero, deve farci preoccupare non poco.
Se dovuto a 2 picchi effimeri i contagi in un paio di giorni torneranno dal 18% a valori intorno al 10% (perche' i contagi delle persone immunizzate guariscono in 2 o 3 giorni). Ma non sono questi i contagi che ci preoccupano, bensi' quelli delle persone non immunizzate che hanno contratto il contagio a causa dello stesso evento che ha prodotto il picco effimero (come si sono contagiate le persone immunizzate cosi' si sono contagiate anche quelle non immunizzate, nelle ripettive percentuali, ma queste ultime non guariscono in 2 giorni ma rimangono infette a diffondere il contagio per 20 giorni).
La conseguenza sarebbe una parziale risalita della curva dei contagi che finora stava invece scendendo. E' questa la nostra preoccupazione.
I precedenti due dati alti (18.1% e 18.8%) provenivano da misurazioni con una statistica piuttosto bassa che li rendeva poco affidabili. Gli ultimi 2 dati invece devono essere considerati piu' affidabili perche' presentano una deviazione standard migliore.
Rimane purtroppo il fatto che con queste cause di grandi fluttuazioni non casuali dovute alla comparsa di picchi effimeri risulta piu' difficile una corretta interpretazione dei dati, che puo' avvenire percio' solo dopo l'acquisizione dei dati di piu' giorni.
Se l'ipotesi dei due picchi effimeri fosse confermata, l'alta frequenza attuale di picchi effimeri farebbe sorgere un problema non piu' ignorabile per le autorita' sanitarie: l'individuazione delle cause scatenanti l'insorgenza di cosi' tanti picchi effimeri, per poter intervenire in qualche modo al loro contenimento.
Ci auguriamo che i prossimi dati possano confermarci che la discesa della curva dei contagi da noi ipotizzata sia reale.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti tre grafici dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 98, e' molto piu' alto della media dei giorni precedenti, che abbiamo ricavato 3 giorni fa e porta ad una prevista impennata la linea viola d'interpolazione disegnata nei grafici.
La curva dei decessi accentua la sua salita da noi prevista, perche' il 18 settembre e' iniziata la salita del picco dei contagi e percio' era atteso che i decessi iniziassero ad aumentare per l'apporto dei contagiati di quest'ultimo picco (dapprima sono stati pochi poi sempre piu', man mano che nei giorni successivi al 18 settembre il numero dei contagiati saliva).
Questa salita del numero dei decessi e' avvenuta con 15 giorni di ritardo rispetto al momento del contagio e ci fornisce cosi' una misura di quanto sono letali i virus circolanti ed in quanti giorni (15) con la malattia grave portano al decesso.
Sara' interessante vedere quanto salira' questa curva dei decessi perche' la nostra speranza e' che salga meno che nelle ondate precedenti, grazie all'accresciuto livello medio di immunizzazione della popolazione, dimostrato dalla minore altezza del picco dei contagi in questa sesta ondata autunnale.
Questo picco di contagi sembra essere arrivato al 13% (mentre il precedente era arrivato al 14%) ma sarebbe stato certamente piu' basso senza quella grande quantita' di picchi effimeri (prodotti dai nostri comportamenti e quindi non intrinseci alla pandemia) che sono stati cosi' alti per il grande numero di persone immunizzate, essendo i picchi effimeri proprio dovuti ai loro contagi.
Se i vari picchi dei decessi delle ondate che si susseguono diventassero sempre piu' bassi con il passare del tempo, come i nostri tre grafici lasciano sperare, sarebbe possibile convivere anche con questi coronavirus, che diventerebbero cosi' come gli altri con cui abbiamo dovuto imparare a convivere.
Questa cosa non e' scontato che accada, perche' le immunizzazioni a questi virus ci risulta che non siano permanenti ma che finiscano dopo un certo numero di mesi: quindi la percentuale di popolazione immune non e' detto che sia crescente nel tempo in quanto essa e' il risultato della competizione tra le nuove immunizzazioni, conseguenti ai nuovi contagi che avvengono, e le scadenze delle immunizzazioni esistenti.
E' uno dei motivi per cui e' ancora importante studiare l'andamento di questi dati. L'altezza che si appresta a raggiungere questo picco dei decessi puo' essere una buona indicazione di come si sta evolvendo l'immunita' della popolazione a questi coronavirus e quindi quanto saranno importanti le prossime campagne vaccinali.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (13 ottobre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati buona come ieri (i test molecolari positivi sono 118 su 22955 test totali effettuati) abbiamo una percentuale di positivi altissima, del 18.9% e con una deviazione standard abbastanza piccola, del 1.7%.
Avendo il dato odierno una deviazione standard del 1.7%, con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 17.2% e 20.6% (errori sistematici esclusi), che e' un intervallo assolutamente incompatibile con i due dati precedenti e con la linea viola in discesa gia' disegnata nei grafici ma quasi uguale a quello ancora prima, di tre giorni fa.
Il dato di oggi di 18.9% dista dall'11.6% di ieri di oltre 4 deviazioni standard e quindi non puo' assolutamente essere dovuto a fluttuazioni casuali. Ci deve essere allora un'altra causa, non casuale, che ha fatto salire il numero dei contagiati tra ieri ed oggi del +7.3% (che e' piu' del 50% dell'11.6% di ieri).
Non crediamo che questo incremento sia dovuto ad errori materiali nella pubblicazione dei dati, per cui dobbiamo credere che sia dovuto all'unica altra causa che sappiamo puo' far impennare i contagi da un giorno all'altro: i picchi effimeri che avvengono quando si verificano eventi che favoriscono di molto la diffusione dei contagi in un arco di tempo brevissimo (ore).
Ne abbiamo incontrati molti di picchi effimeri, anche molto recentemente, ma un solo picco effimero in Piemonte puo' far salire i contagi del +3% circa. Per arrivare ad un incremento del +7.3% ne occorrono due di picchi effimeri nello stesso giorno.
Questo e' possibile perche' e' accaduto pochi giorni fa, ma il ripetersi cosi frequente di eventi che contribuiscono cosi' tanto alla produzione di nuovi contagi non puo' che lasciarci perplessi.
L'evento registratosi oggi, di un aumento del 50% circa dei contagi presenti in Piemonte, se vero, deve farci preoccupare non poco.
Se dovuto a 2 picchi effimeri i contagi in un paio di giorni torneranno intorno al 10% (perche' i contagi delle persone immunizzate guariscono in 2 o 3 giorni). Ma non sono questi i contagi che ci preoccupano, bensi' quelli delle persone non immunizzate che hanno contratto il contagio a causa dello stesso evento che ha prodotto il picco effimero (come si sono contagiate le persone immunizzate cosi' si sono contagiate anche quelle non immunizzate, nelle ripettive percentuali, ma queste ultime non guariscono in 2 giorni ma rimangono infette a diffondere il contagio per 20 giorni).
La conseguenza sarebbe una parziale risalita della curva dei contagi che finora stava invece scendendo. E' questa la nostra preoccupazione.
I precedenti due dati alti (18.1% e 18.8%) provenivano da misurazioni con una statistica piuttosto bassa che li rendeva poco affidabili. Il dato di oggi invece dev'essere considerato piu' affidabile perche' presenta una deviazione standard migliore.
Rimane purtroppo il fatto che con queste cause di grandi fluttuazioni non casuali dovute alla comparsa di picchi effimeri risulta piu' difficile una corretta interpretazione dei dati, che puo' avvenire percio' solo dopo l'acquisizione di dati di piu' giorni.
Il dato odierno e' riportato a destra sia nei due grafici della quinta ondata che in quelli dei dati recenti.
Ci auguriamo che i prossimi dati possano confermarci che la discesa della curva dei contagi da noi ipotizzata sia reale.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti tre grafici dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 66, e' piu' alto della media (57) dei 3 giorni precedenti, che abbiamo ricavato l'altro ieri ed e' molto vicino alla linea viola d'interpolazione precedentemente disegnata nei grafici.
La curva dei decessi rimane cosi' in salita, perche' il 18 settembre e' iniziata la salita del picco dei contagi e percio' era atteso che i decessi iniziassero ad aumentare per l'apporto dei contagiati di quest'ultimo picco (dapprima saranno pochi poi sempre piu', man mano che nei giorni successivi al 18 settembre il numero dei contagiati e' salito).
Questa salita del numero dei decessi avviene ora con 15 giorni di ritardo rispetto al momento del contagio e ci da una misura di quanto sono letali i virus circolanti ora ed in quanti giorni (15) con la malattia grave si arriva al decesso.
Sara' interessante vedere quanto salira' questa curva dei decessi perche' la nostra speranza e' che salga meno che nelle ondate precedenti, grazie all'accresciuto livello medio di immunizzazione della popolazione, dimostrato dalla minore altezza del picco dei contagi in questa sesta ondata autunnale.
Questo picco di contagi e' arrivato al 13% (mentre il precedente era arrivato al 14%) ma sarebbe stato piu' basso senza quella grande quantita' di picchi effimeri (prodotti dai nostri comportamenti e quindi non intrinseci alla pandemia) che sono stati cosi' alti per il grande numero di persone immunizzate, essendo i picchi effimeri proprio dovuti ai loro contagi.
Se i picchi dei decessi delle ondate diventassero sempre piu' bassi con il passare del tempo, come i nostri tre grafici lasciano sperare, sarebbe possibile convivere anche con questi coronavirus, che diventerebbero cosi' come gli altri con cui abbiamo dovuto imparare a convivere.
Questa cosa non e' scontato che accada, perche' le immunizzazioni a questi virus ci risulta che non siano permanenti ma che finiscano in un certo numero di mesi: quindi la percentuale di popolazione immune non e' detto che sia crescente perche' e' il risultato della competizione tra le nuove immunizzazioni conseguenti ai nuovi contagi che avvengono e le scadenze delle immunizzazioni esistenti.
E' uno dei motivi per cui e' ancora importante studiare l'andamento di questi dati. L'altezza che si appresta a raggiungere questo picco dei decessi puo' essere una buona indicazione di come si sta evolvendo l'immunita' della popolazione a questi coronavirus.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (12 ottobre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati buona (i test molecolari positivi sono 84 su 23582 test totali effettuati) abbiamo una percentuale di positivi ancora bassa, del 11.6% e con una deviazione standard piccola, del 1.3%.
Avendo il dato odierno una deviazione standard del 1.3%, con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 10.3% e 12.9% (errori sistematici esclusi), che e' un intervallo in pieno accordo con la linea viola in discesa gia' disegnata.
Il dato di oggi quindi ci conferma anche lui che i due dati precedenti molto alti erano dovuti molto probabilmente alla presenza di un doppio picco effimero che ha fatto salire i contagi del +3% + 3%, cioe' del +6% con anche un altro +2% dovuto ad una fluttuazione in alto di una deviazione standard di quei dati (abbastanza probabile).
La conclusione che ne traiamo e' che era corretta la nostra interpretazione del raggiungimento di un picco al 13% della curva dei contagi, che da allora ha iniziato la sua discesa dal picco per l'arrivo (20 giorni dopo il contagio), ora sempre piu' frequenti, delle guarigioni dei primi contagiati di questa ondata, che ora e' scesa dal 13% al 11%, come e' stato indicato nei grafici.
Messi di fronte a dati cosi' fluttuanti ed alla possibile presenza di picchi effimeri frequenti, ci stiamo sempre avvalsi della teoria degli errori casuali per capire quanto queste fluttuazioni potessero essere dovute al caso.
Ebbene quando la fluttuazione supera le due deviazioni standard dei due dati contigui che si stanno esaminando la teoria degli errori casuali ci indica la probabile presenza di altri "errori" che casuali non sono (sono picchi effimeri).
Con gli ultimi due dati, forse stiamo cominciando a capire meglio cosa sta succedendo.
La minore affidabilita' dei due dati alti (18.1% e 18.8%) provenienti da misurazioni con una statistica piuttosto bassa non ci avevano permesso di prolungare in alto la linea viola d'interpolazione dei grafici ed abbiamo cosi' preferito attendere la conferma dei dati di ieri e di oggi, per prolungare l'andamento della linea viola che appare essere discendente e che sembra passare bene sugli ultimi due punti nei grafici seguenti, dove il dato odierno e' riportato a destra sia nei due grafici della quinta ondata che in quelli dei dati recenti.
Ci aspettiamo che i prossimi dati possano confermarci che questa discesa della curva e' reale.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti tre grafici dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 69, e' piu' alto della media (57) dei 3 giorni precedenti, che abbiamo ricavato ieri.
La curva dei decessi rimane cosi' in salita, perche' il 18 settembre e' iniziata la salita del picco dei contagi e percio' era atteso che i decessi iniziassero ad aumentare per l'apporto dei contagiati di quest'ultimo picco (dapprima saranno pochi poi sempre piu', man mano che nei giorni successivi al 18 settembre il numero dei contagiati e' salito).
Questa salita del numero dei decessi avviene ora con 15 giorni di ritardo rispetto al momento del contagio e ci da una misura di quanto sono letali i virus circolanti ora ed in quanti giorni (15) con la malattia grave si arriva al decesso.
Sara' interessante vedere quanto salira' questa curva dei decessi perche' la nostra speranza e' che salga meno che nelle ondate precedenti, grazie all'accresciuto livello medio di immunizzazione della popolazione, dimostrato dalla minore altezza del picco dei contagi in questa sesta ondata autunnale.
Questo picco e' arrivato al 13% (mentre il precedente era arrivato al 14%) ma sarebbe stato piu' basso senza quella grande quantita' di picchi effimeri (prodotti dai nostri comportamenti e quindi non intrinseci alla pandemia) che sono stati cosi' alti per il grande numero di persone immunizzate, essendo i picchi effimeri proprio dovuti ai loro contagi.
Se i picchi dei decessi delle ondate diventassero sempre piu' bassi con il passare del tempo, come i nostri tre grafici lasciano sperare, sarebbe possibile convivere anche con questi coronavirus, che diventerebbero cosi' come gli altri con cui abbiamo dovuto imparare a convivere.
Questa cosa non e' scontato che accada, perche' le immunizzazioni a questi virus ci risulta che non siano permanenti ma che finiscano in un certo numero di mesi: quindi la percentuale di popolazione immune non e' detto che sia crescente perche' e' il risultato della competizione tra le nuove immunizzazioni conseguenti ai nuovi contagi che avvengono e le scadenze delle immuizzazioni esistenti.
E' uno dei motivi per cui e' ancora importante studiare l'andamento di questi dati. L'altezza che si appresta a raggiungere questo picco dei decessi sara' una buona indicazione di come si sta evolvendo l'immunita' della popolazione a questi coronavirus.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (11 ottobre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati alta (i test molecolari positivi sono 99 su 32436 test totali effettuati) abbiamo una percentuale di positivi molto piu' bassa, del 10.8% e con una deviazione standard piccola, del 1.1%.
Avendo il dato odierno una deviazione standard del 1.1%, con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 9.7% e 11.9% (errori sistematici esclusi), che e' un intervallo molto lontano dal 18.8% di ieri.
Il dato di oggi quindi ci conferma che i due dati precedenti molto alti sono dovuti probabilmente ad un doppio picco effimero che ha fatto salire i contagi del +3% + 3%, cioe' del +6% con anche un altro +2% dovuto ad una fluttuazione in alto di una deviazione standard di quei dati (abbastanza probabile).
La conclusione che ne traiamo e' che era corretta la nostra interpretazione del raggiungimento di un picco al 13% della curva dei contagi, che da allora ha iniziato la sua discesa dal picco per l'arrivo (20 giorni dopo il contagio), ora sempre piu' frequente, delle guarigioni dei primi contagiati di questa ondata, che ora e' scesa dal 13% al 10.8%, come avevamo gia' indicato nei grafici.
Anche in questo caso noi non crediamo che questo sia un dato sbagliato (ricavato con ben 32436 test effettuati).
Messi di fronte a dati cosi' fluttuanti ed alla possibile presenza di picchi effimeri frequenti, ci stiamo sempre avvalsi della teoria degli errori casuali per capire quanto queste fluttuazioni potessero essere dovute al caso.
Ebbene quando la fluttuazione supera le due deviazioni standard dei due dati contigui che si stanno esaminando la teoria degli errori casuali ci indica la probabile presenza di altri "errori" che casuali non sono (sono i picchi effimeri).
Con il dato di oggi, forse stiamo cominciando a capire meglio cosa sta succedendo.
La minore affidabilita' degli ultimi due dati alti (18.1% e 18.8%) provenienti da misurazioni con una statistica piuttosto bassa non ci hanno permesso di prolungare in alto la linea viola d'interpolazione dei grafici ma abbiamo preferito attendere la conferma del dato di oggi, per prolungare l'andamento della linea viola che appare essere discendente e che sembra passare proprio sul punto di oggi nei grafici seguenti, dove il dato odierno e' riportato a destra sia nei due grafici della quinta ondata che in quelli dei dati recenti.
Ci aspettiamo che gia' il dato di domani possa confermarci che questa discesa della curva e' reale.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici a barre e grafico a punti dove il dato odierno 80, e' piu' alto di quello di ieri, perche' contiene parte dei decessi dei giorni precedenti.
Possiamo ora, come sempre, fare la media degli ultimi 3 giorni (indicandola con una x nera nel grafico, per poter prolungare piu' correttamente la linea viola d'interpolazione:
(41+51+80)/3 = 57
Questo dato medio si colloca piuttosto bene sulla linea viola d'interpolazione e cosi' continua ad indicarne un andamento in salita.
Quindi e' confermato l'andamento in salita della curva dei decessi, com'era ampiamente previsto per l'incremento dei contagi di 15 giorni prima.
Si tenga presente che l'inizio della salita della curva dei contagi (sesta ondata) puo' essere individuata al 18 settembre. E' interessante percio' osservare che la salita della curva dei decessi e' iniziata 15 anziche' 12 giorni dopo.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (10 ottobre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati bassa (i test molecolari positivi sono 56 su 10242 test totali effettuati) abbiamo una percentuale di positivi ancora piu' alta, del 18.8%, ma con un'alta deviazione standard, del 2.5%.
Avendo il dato odierno una deviazione standard del 2.5%, con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 16.3% e 21.3% (errori sistematici esclusi), che sarebbe percio' molto simile al 18.1% di ieri.
Anche il dato di oggi appare quindi come una risalita dei contagi sorprendente ed essendo ora due i dati alti, seppure con deviazioni standard superiori al 2%, mettono in serio dubbio la nostra conclusione che la curva possa aver raggiunto un picco al 13% per poi iniziare la discesa dal picco, come abbiamo tentativamente indicato finora nei grafici.
Anche in questo caso noi non crediamo che neanche questo sia un dato sbagliato (ricavato con solo 10242 test effettuati).
Messi di fronte a dati cosi' fluttuanti ed alla possibile presenza di picchi effimeri frequenti, ci stiamo sempre avvalsi della teoria degli errori casuali per capire quanto queste fluttuazioni possano essere dovute al caso.
Ebbene quando la fluttuazione supera le due deviazioni standard dei due dati contigui che si stanno esaminando la teoria degli errori casuali ci indica la probabile presenza di altri errori che casuali non sono (errori sistematici).
Anche nel caso di oggi potremmo presumere che questo dato cosi' alto dei contagi possa essere dovuto oltre che al caso anche a qualcos'altro che in base alla nostra esperienza potrebbe essere la comparsa di un secondo picco effimero contiguo al precedente.
La conferma della presenza di picchi effimeri la possiamo avere nei prossimi due giorni se i contagi dopo essere saliti di circa un 3% dopo un paio di giorni tornano al livello di partenza che, stando alla nostra interpretazione precedente dei dati dovrebbe essere intorno al valore del picco del 13%.
Il 18.8% di oggi pero' ci lascia temere che invece la curva, sia pure con fluttuazioni statistiche grandi per il basso numero di test eseguiti, possa avere ancora un andamento crescente e che il picco da noi ipotizzato in realta' non c'e' stato.
La curva dei contagi in tal caso starebbe continuando la sua salita oltre il 18%, che e' un livello tra i piu' alti finora registrati: sarebbe allora una sesta ondata in piena regola (quella autunnale).
Questi dati, finora disponibili, non ci consentono ancora di scoprire cosa sta succedendo.
Avendo ricavato gli ultimi due dati alti (18.1% e 18.8%) da misurazioni con una statistica piuttosto bassa dobbiamo attendere una conferma dai dati di domani e forse anche dopodomani, prima di correggere l'andamento della linea viola nei grafici seguenti, dove il dato odierno e' stato riportato a destra nel grafico della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti.
Solo nei prossimi giorni potremo percio' definire qual'e' l'andamento della linea viola nei grafici.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici a barre e grafico a punti dove il dato odierno 51, e' piu' alto di quello di ieri, che era domenica.
Lasciamo l'andamento della curva dei decessi invariato in attesa anche del dato di domani con cui faremo poi la media, che ci aspettiamo continui a salire perche' il 18 settembre e' iniziata la salita del picco dei contagi e percio' siamo convinti che i decessi aumenteranno per l'apporto dei contagiati di quest'ultimo picco (dapprima sono pochi poi sempre piu', man mano che nei giorni successivi al 18 settembre il numero dei contagiati e' aumentato).

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (9 ottobre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati non molto alta (i test molecolari positivi sono 61 su 16814 test totali effettuati) abbiamo una percentuale di positivi molto alta, del 18.1%, con una deviazione standard, del 2.3% che NON puo' essere assolutamente compatibile con il dato di ieri (11.7%), perche' e' distante 6.4% che sono circa tre deviazioni standard del dato di oggi.
Avendo il dato odierno una deviazione standard del 2.3%, con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 15.8% e 20.4% (errori sistematici esclusi), che sarebbe percio' molto lontano dall' 11.7% di ieri.
Quello di oggi appare come una risalita dei contagi sorprendente.
Anche in questo caso noi non crediamo che neanche questo sia un dato sbagliato, anche se ricavato con solo 16814 test effettuati.
Messi di fronte a dati cosi' fluttuanti, dobbiamo necessariamente avvalerci della teoria degli errori casuali per capire quanto queste fluttuazioni possano essere dovute al caso.
Ebbene quando la fluttuazione supera le due deviazioni standard dei due dati contigui che si stanno esaminando la teoria degli errori casuali ci indica la probabile presenza di altri errori che casuali non sono (errori sistematici).
Anche nel caso di oggi dobbiamo presumere che questo balzo in alto dei contagi non sia dovuto al caso ma a qualcos'altro.
In questi casi in base alla nostra esperienza questo altro e' molto probabile che sia la comparsa di un picco effimero che porta i contagi a salire di circa un 3% per un paio di giorni per poi tornare al livello di partenza che, stando alla nostra interpretazione dei dati dovrebbe essere intorno al valore del picco del 13%.
Il 18.1% di oggi cosi' sarebbe un picco effimero partito da un livello del 15% che e' solo una deviazione standard (di oggi) dal valore vero del picco (intorno al 13%).
La discesa dal picco dei 13% e' prevista essere abbastanza "dolce" perche' dovuta alle guarigioni dei contagiati di 20 giorni prima, quando l'ondata che creava i contagiati che oggi stanno guarendo era solo all'inizio della sua salita (quindi i contagiati erano ancora pochi).
Allora puo' essere ancora tutto chiaro e vediamo che il dato di oggi e' compatibile con la nostra interpretazione dei dati fatta ieri. Rimane pero' il fatto che questi picchi effimeri sono veramente troppi: oltre a complicare a noi il lavoro di interpretazione dei dati (dobbiamo quasi "arrampicarci sugli specchi" per capirci qualcosa) producono un apporto extra di contagi di cui faremmo volentieri a meno, perche' peggiorano non poco il quadro epidemiologico.
La curva dei contagi probabilmente comincia ora la sua discesa dal picco, ma piu' lentamente di come mostrato dalla linea viola nei grafici seguenti, dove il dato odierno e' stato riportato a destra nel grafico della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti.
Nei prossimi giorni potremo definire meglio l'andamento della linea viola nei grafici.
Finora tutto ancora sembra stia andando come previsto: staremo a vedere cosa succedera' nei prossimi giorni.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici a barre e grafico a punti dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 41, e' molto basso, come atteso perche' oggi e' domenica.
Lasciamo l'andamento della curva dei decessi invariato in attesa dei dati dei prossimi due giorni con cui faremo poi la media, che ci aspettiamo continui a salire perche' il 18 settembre e' iniziata la salita del picco dei contagi e percio' ci aspettiamo che i decessi inizino ad aumentare per l'apporto dei contagiati di quest'ultimo picco (dapprima saranno pochi poi sempre piu', man mano che nei giorni successivi al 18 settembre il numero dei contagiati saliva).

COMMENTO AI DATI DI SABATO (8 ottobre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati finalmente alta (i test molecolari positivi sono 93 su 29116 test totali effettuati) abbiamo una percentuale di positivi bassissima, del 11.7%, con una deviazione standard, del 1.2% che NON puo' essere assolutamente compatibile con il dato di ieri (19.7%).
Quello di oggi e' un crollo dei contagi sorprendente.
Noi non crediamo che sia un dato sbagliato, ricavato da quasi 30.000 test effettuati.
Quello che possiamo osservare e' che proprio oggi e' il giorno previsto per l'arrivo delle prime guarigioni dei contagi iniziati il 18 settembre (20 giorni dopo, che e' il tempo di guarigione).
Quindi una parte della diminuzione del numero dei contagiati puo' essere dovuta a queste guarigioni (forse un 3%).
Inoltre questo dato viene dopo un picco effimero doppio che puo' aver prodotto una salita dei contagi di oltre il 6%: cosi' i contagi sono saliti dall'11.3% del 5/10, poi al 16.2% e ieri al 19.7%).
Allora e' tutto piu' chiaro e vediamo che il dato di oggi e' tornato ad un livello di poco superiore all'11.3% del 5/10, perche' e' passato dal picco dell'ondata (probabilmente intorno al 13%, non visibile perche' nascosto dai due picchi effimeri), e cosi' ora e' iniziata la discesa della curva dei contagi (linea viola nei grafici), grazie all'inizio delle guarigioni.
Cosi' tutto e' perfettamente comprensibile e da domani dovremmo vedere i contagi scendere sempre piu' da questo picco che, essendosi limitato al 13% e' un po' piu' basso del picco precedente (14%), malgrado le temperature attuali piu' basse, confermando cosi' la presenza di un effetto delle immunita' naturali acquisite dalla popolazione durante l'interminabile precedente quinta ondata.
Se i dati dei prossimi 2 giorni confermeranno questa interpretazione dei dati, queste sono tutte buone notizie: soprattutto l'acquisizione di un significativo grado di immunita' naturale potrebbe far sperare che la popolazione possa riuscire, inconsapevolmente, ad essere sempre piu' immune a questi virus, limitando i danni della pandemia e rendendo anche possibile la convivenza futura con questi virus.
Anche l'importanza delle vaccinazioni su larga scala alla popolazione potrebbe venire ridimensionata.
La curva dei contagi comincia ora la sua discesa dal picco, come mostrato dalla linea viola nei grafici seguenti, dove il dato odierno e' stato riportato a destra nel grafico della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti.
Finora tutto sta andando come previsto: staremo a vedere cosa succedera' nei prossimi giorni.
Abbiamo gia' detto che questo nostro studio non e' un esercizio puramente accademico: questo esempio, di determinare l'ampiezza di questa nuova ondata, che ora sembra essersi fermata al 13%, serve a misurare il grado di immunita' naturale acquisito dalla popolazione dopo l'interminabile quinta ondata, che ha esposto a contagi asintomatici gran parte della popolazione.
Disporre di questa informazione prima dell'inverno e' molto importante per poter pianificare la prossima campagna di vaccinazioni.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici a barre e grafico a punti dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 60, si posiziona molto vicino alla linea viola nei grafici, continuando la salita, inizialmente piu' lenta dei giorni precedenti, per i decessi attesi per la salita dei contagi iniziata il 18 settembre. I prossimi giorni purtroppo sono destinati ad aumentare ancora di piu'.
La curva dei decessi cosi' e' iniziata a salire 5 giorni fa, come si deduce dalla linea viola nel grafico a punti , cioe' 15 giorni dopo il 18 settembre, giorno in cui e' iniziata la salita del picco dei contagi.
Ci aspettavamo che i decessi iniziassero ad aumentare per l'apporto dei contagiati di quest'ultimo picco (dapprima sono pochi poi sempre piu', man mano che nei giorni successivi al 18 settembre il numero dei contagiati saliva).
E' arrivato il momento di pagare il conto (salato) di questa ulteriore ondata perche' la salita dei decessi dovrebbe durare quanto quella del picco dei contagi, che ora sembra abbia iniziato la sua discesa dal picco. Quindi la curva dei decessi dovrebbe salire per i prossimi 15 giorni (tre mesi fa erano oltre 200 al giorno), per poi iniziare a scendere, come fara' la curva dei contagi nei prossimi giorni.
La pendenza di salita della curva dei decessi e' direttamente legata alla letalita' media di questi virus e ci fornisce un metodo per valutarla.
Il ritardo nella salita del numero dei decessi ci da una misura di quanto sono letali i virus circolanti cioe' in quanti giorni con la malattia grave fanno arrivare il paziente al decesso.
Con la variante Delta erano 18 giorni, con Omicron 12 giorni, ora sembrano essere ad un valore intermedio (15 giorni).

COSA STA SUCCEDENDO (8 ottobre 2022)
Con il nostro modello possiamo descrivere, comprendere ed anche in parte prevedere cosa accade in questa sesta ondata:
  1. INIZIO DELL'ONDATA: Con il primo calo delle temperature a meta' settembre i virus diffusi nell'ambiente dalle relativamente poche persone infette ed asintomatiche hanno cominciato a rimanere attivi per un tempo piu' lungo e conseguentemente le cariche virali presenti nei posti molto frequentati (mezzi di trasporto pubblici, supermercati, stadi, ecc.) sono cresciute accumulandosi maggiormente.
    Questo fenomeno ha portato un aumento delle persone che si sono infettate e che hanno iniziato a diffondere il contagio, inconsapevolmente perche' asintomatiche, ed il 18 settembre la curva dei contagi ha iniziato a salire. Meteorologicamente tra il 15 ed il 18 settembre c'e' effettivamente stato un brusco calo delle temperature.
    Quanto piu' sale la curva tanto piu' numerose sono le persone che possono diffondere il contagio e la curva sale sempre di piu' perche' sempre piu' persone s'infettano e nessuno guarisce per 20 giorni.

  2. GUARIGIONI: Dal ventesimo giorno in poi, cioe' da oggi 8 ottobre, cominciano a guarire le prime persone infettate di questa ondata e questo riduce il numero delle persone trovate positive al test, fornendo una spinta sempre maggiore in discesa alla curva dei contagi, che rappresenta il numero delle persone infette in quanto contagiate.
    La curva dei contagi dovrebbe cosi' cominciare a scendere proprio oggi, avendo raggiunto il picco dell'ondata.

  3. PICCHI EFFIMERI: E' pero' successo un fatto imprevisto: dal 26 settembre al 7 ottobre si sono manifestati ben 5 picchi effimeri che scompaiono in un paio di giorni, perche' dovuti ad infezioni di persone dotate di immunita', ma lasciano un apporto extra di persone contagiate non immunizzate che rimangono infette e positive al test per 20 giorni dal momento della comparsa del picco effimero (e' un contributo di contagi "a gradino" che dura per 20 giorni e si somma al normale andamento dell'ondata).
    Con 5 picchi effimeri questo contributo e' quintuplicato ed il suo effetto e' visibile nel grafico come un'incremento della pendenza di salita della curva.
    Una seconda conseguenza e' quella di spostare in avanti nel tempo il picco dell'ondata che cosi' puo' salire ancora piu' in alto.
    Ma tanto piu' sale il livello della curva dei contagi tante piu' persone contagiose circolano e diffondono il contagio, fornendo una spinta in salita alla curva dei contagi. Questa spinta in salita e' in competizione con la spinta in discesa che inizia oggi 8 ottobre, che pero' e' minore perche' legata al numero di contagiati piu' basso che c'era 20 giorni prima (tempo di guarigione).
    Consentire che si producano cosi' tanti picchi effimeri peggiora percio' sensibilmente la situazione epidemiologica, innalzando il picco dell'ondata, che dura anche un tempo piu' lungo facendo cosi' aumentare il numero dei ricoveri e dei decessi.
    Non rimane che augurarci che questi 5 picchi effimeri siano un caso eccezionale e che non ne seguano altri, altrimenti se continuassero ad essere tanti potremmo trovarci in una situazione simile a quella della Gran Bretagna , che nel 2021 ha provato a continuare a vivere come se la pandemia fosse una normale influenza.
    I picchi effimeri non compaiono per caso o per ragioni ineluttabili: sono conseguenza di comportamenti della popolazione che sono ammissibili in condizioni normali ma non piu' quando i rischi epidemiologici sono in aumento (per esempio con l'arrivo del freddo).
Noi abbiamo sperato che il picco di questa sesta ondata fosse piu' basso del precedente, a dimostrazione che l'immunita' naturale fornita alla popolazione da quell'interminabile quinta ondata che e' durata per tutto il 2022 potesse ridurre la pericolosita' di questa pandemia ma cosi' NON e' stato, purtroppo.
Si puo' far finta che questa pandemia non esista o che si sia ridotta di gravita' come un'altra influenza stagionale ma poi bisogna accettare di pagare il conto che la pandemia inevitabilmente ci presenta (ed e' ancora, come si vede, un conto "salato").

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (7 ottobre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati non molto alta (i test molecolari positivi sono 110 su 22673 test totali effettuati) abbiamo una percentuale di positivi altissima, del 19.7%, con una deviazione standard, del 1.9% che puo' essere compatibile con il dato di ieri (16.2%), ipotizzando una fluttuazione casuale in alto del dato di oggi (per esempio di di una deviazione standard), unitamente alla presenza di un ulteriore picco effimero oltre a quello di ieri, sovrapposto ad una curva in rapida ascesa, che giustifica uno spostamento in alto di un ulteriore 2% o 3%.
Allora puo' risultare comprensibile la distanza tra il 16.2% di ieri ed il 19.7% di oggi, che e' pari ad un paio di deviazioni standard di oggi.
Avendo il dato odierno una deviazione standard del 1.9%, con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 17.8% e 21.6% (errori sistematici esclusi), che sarebbe un po' lontano dal 16.2% del dato di ieri.
La spiegazione che vediamo anche oggi per un dato cosi' alto e' quindi la presenza di un "errore" sistematico a noi ben noto: la salita dei contagi per un nuovo picco "effimero" , che in base all'esperienza acquisita in questo studio puo' giustificare la presenza di un altro dato alto come i dati precedenti (12.2%, 13.8%, 15.8% e quest'ultimo 19.7% che e' probabilmente la manifestazione di due picchi effimeri parzialmente sovrapposti), perche' dovuti a picchi effimeri stretti ed alti ognuno circa il 3% in piu' del livello normale, sovrapposti ad una curva dei contagi in crescita rapida ma non cosi tanto.
La presenza di queste fluttuazioni eccezionali dei dati sono una riprova che dev'essere presente un'altra causa di dispersione dei dati oltre alle fluttuazioni casuali e questa causa secondo noi e' proprio un'ulteriore apporto di nuovi contagi da parte delle attivita' umane che appare nella curva come un "picco effimero".
I picchi effimeri sono stati finora cinque, nelle date seguenti:
26/9 L     12.2%     (+5.0%)
30/9 V     13.8%     (+2.5%)
3/10 L     15.8%     (+3.4%)
6/10 G     16.2%     (+4.9%)
7/10 V     19.7%     (+3.5%)
Questo lascia pensare che nel giorno precedente queste date in Piemonte si siano verificati eventi con interessamento di moltissime persone senza uso di mascherine: il 26/9 ed il 3/10 sono dei lunedi' e quindi i contagi si sono prodotti di domenica, giorno di vacanza e di riempimento degli stadi; il 30/9 e' il giorno in cui si e' sospeso l'obbligo delle mascherine sui mezzi pubblici ed il 5 e 6 ottobre erano entrambi giorni di stadi pieni per le coppe europee di calcio con mezzi pubblici usabili senza uso di mascherine.
Noi pero' possiamo solo rilevare queste coincidenze, perche' non abbiamo elementi per individuare le cause vere di questi incrementi di contagi.
Quello che e' certo e' che 5 picchi effimeri in 12 giorni sono veramente troppi, perche' anche se ogni picco effimero si esaurisce in 3 giorni il suo contributo di contagi di persone non immunizzate ad esso legato rimane per 20 giorni (tempo di guarigione) ed, accumulandosi, tutti questi contributi aumentano la pendenza di salita normale della curva peggiorando sempre piu' la situazione.
Inoltre siccome i contagiati non immuni dei picchi effimeri guariscono 20 giorni dopo, allungano il picco in avanti procrastinando l'inizio della discesa dal picco, che sale cosi' ancora di piu'.
A noi sembra una sciocchezza far finta di niente, lasciando le persone con la convinzione che possono anche ignorare le piu' elementari precauzioni anticontagio e contribuendo cosi' alla creazione dei picchi effimeri attraverso contagiati superdiffusori e numerosi piccoli focolai di contagio.
Inoltre quando la curva sale, aumenta il numero dei contagiati in circolazione che diffondono il contagio e s'instaura cosi' un meccanismo perverso che impedisce sempre piu' alla curva di raggiungere un picco da cui iniziare la discesa.
Per ora, assumendo cosi' che questi 5 ultimi punti alti siano dovuti a picchi "effimeri" (abbiamo indicato la loro presenza con una scritta nel grafico), dobbiamo correggere l'andamento della curva vera dei contagi (linea viola) di questa ondata, facendola passare sulle basi dei picchi effimeri (proprio perche' sono effimeri, cioe' scompaiono in un paio di giorni, perche' secondo noi dovuti ad infezioni di persone dotate di immunita').
La curva dei contagi cosi' continua a salire ancora piu' rapidamente (per effetto del contributo di cosi' tanti picchi effimeri), come mostrato dalla linea viola nei grafici seguenti, dove il dato odierno e' stato riportato a destra nel grafico della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti.
La linea viola ci mostra che il picco di questa sesta ondata ha gia' superato il 14% dell'ultimo picco della quinta ondata: infatti per ora e' arrivato al 15% ma ancora domani potrebbe salire un altro po', per poi iniziare la discesa dopo l'8 ottobre.
Cio' perche' noi avevamo previsto che, se il tempo di guarigione spontanea di questi virus e' di 20 giorni (Omicron), la curva avrebbe dovuto salire fino all' 8 ottobre (che e' ormai molto vicino), perche' in quel giorno avrebbero cominciato ad arrivare le prime guarigioni dei contagiati (20 giorni dopo il 18 settembre, data di inizio di questa ondata) e quindi l'inizio della discesa della curva dal picco, che in quel giorno dovrebbe essere arrivato ancora piu' in alto.
Finora le cose stanno andando cosi': staremo a vedere cosa succedera' nei prossimi giorni.

Questo nostro studio non e' un esercizio puramente accademico: per esempio, determinare l'ampiezza di questa nuova ondata, ancora in salita, serve a misurare il grado di immunita' naturale acquisito dalla popolazione dopo l'interminabile quinta ondata, che ha esposto a contagi asintomatici gran parte della popolazione.
Disporre di questa informazione prima dell'inverno e' molto importante per poter pianificare l'ampiezza necessaria della prossima campagna di vaccinazioni.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici a barre e grafico a punti dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 62, si posiziona esattamente sulla linea viola nei grafici, continuando la salita, inizialmente piu' lenta dei giorni precedenti, per i decessi attesi per la salita dei contagi iniziata il 18 settembre.
La curva dei decessi cosi' e' iniziata a salire 4 giorni fa, come si deduce dalla linea viola nel grafico a punti , cioe' 15 giorni dopo il 18 settembre, giorno in cui e' iniziata la salita del picco dei contagi.
Ci aspettavamo che i decessi iniziassero ad aumentare per l'apporto dei contagiati di quest'ultimo picco (dapprima sono pochi poi sempre piu', man mano che nei giorni successivi al 18 settembre il numero dei contagiati saliva).
E' arrivato il momento di pagare il conto (salato) di questa ulteriore ondata perche' la salita dei decessi dovrebbe durare quanto quella del picco dei contagi (che sta ancora salendo).
La pendenza di salita della curva dei decessi e' direttamente legata alla letalita' media di questi virus e ne fornisce una misura.
Il ritardo nella salita del numero dei decessi ci da una misura di quanto sono letali i virus circolanti cioe' in quanti giorni con la malattia grave fanno arrivare il paziente al decesso.
Con la variante Delta erano 18 giorni, con Omicron 12 giorni, ora sembrano essere ad un valore intermedio (15 giorni).

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (6 ottobre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati ancora non molto alta (i test molecolari positivi sono 101 su 19590 test totali effettuati) abbiamo una percentuale di positivi alta, del 16.2%, con una deviazione standard, del 1.6% che non rende compatibile il dato di oggi con quello di ieri (11.3%), perche' la distanza tra il 16.2% di oggi e l'11.3% di ieri e' piu' di 3 volte la deviazione standard di oggi (e' molto improbabile che sia dovuta ad una semplice fluttuazione casuale tra due misurazioni praticamente dello stesso dato ravvicinate nel tempo).
Avendo il dato odierno una deviazione standard del 1.6%, con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 14.6% e 17.8% (errori sistematici esclusi), ben lontano dall'11.3% del dato di ieri.
L'unica spiegazione che vediamo anche oggi per un dato cosi' alto e' la presenza di un "errore" sistematico a noi ben noto: la salita dei contagi per un nuovo picco "effimero" , che in base all'esperienza acquisita in questo studio puo' giustificare la presenza di un altro dato alto come i dati precedenti (12.2%, 13.8% e 15.8%), perche' dovuti a picchi effimeri stretti ed alti circa il 3% in piu' del livello normale, sovrapposti ad una curva dei contagi in crescita rapida ma non cosi tanto.
Per il verificarsi di queste fluttuazioni "impossibili" dei dati (oltre 3 deviazioni standard) ci deve pur essere una spiegazione: la prima volta abbiamo pensato ad errori umani non casuali nei dati ma il loro ripetersi in date cosi' ravvicinate ci ha poi fatto pensare ad un'altra causa che abbiamo individuato nella presenza di picchi effimeri.
In altre parole la presenza di queste fluttuazioni eccezionali dei dati sono una riprova che dev'essere presente un'altra causa di dispersione dei dati oltre alle fluttuazioni casuali e questa causa secondo noi e' proprio un'ulteriore apporto di nuovi contagi da parte delle attivita' umane che appare nella curva come un "picco effimero".
I picchi effimeri sono finora stati quattro, nelle date seguenti:
26/9 L     12.2%     (+5.0%)
30/9 V     13.8%     (+2.5%)
3/10 L     15.8%     (+3.4%)
6/10 G     16.2%     (+4.9%)
Questo lascia pensare che nel giorno precedente queste date in Piemonte si siano verificati eventi con interessamento di moltissime persone senza uso di mascherine: il 26/9 ed il 3/10 sono dei lunedi' e quindi i contagi si sono prodotti di domenica, giorno di vacanza e di riempimento degli stadi; il 30/9 e' il giorno in cui si e' sospeso l'obbligo delle mascherine sui mezzi pubblici e ieri era giorno di stadi pieni per le coppe europee di calcio.
Noi pero' possiamo solo rilevare queste coincidenze, perche' non abbiamo elementi per individuare le cause vere di questi incrementi di contagi.
Assumendo cosi' che questi 4 ultimi punti alti siano dovuti a picchi "effimeri" (abbiamo indicato la loro presenza con una scritta nel grafico), dobbiamo correggere l'andamento della curva vera dei contagi (linea viola) di questa ondata, facendola passare sulle basi dei picchi effimeri (proprio perche' sono effimeri, cioe' scompaiono in un paio di giorni, perche' secondo noi dovuti ad infezioni di persone dotate di immunita').
La curva dei contagi cosi' continua a salire, come mostrato dalla linea viola nei grafici seguenti, dove il dato odierno e' stato riportato a destra nel grafico della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti.
Noi avevamo previsto che, se il tempo di guarigione spontanea di questi virus e' di 20 giorni (Omicron), la curva dovesse salire fino all' 8 ottobre (che e' ormai vicino), perche' in quel giorno avrebbero cominciato ad arrivare le prime guarigioni dei contagiati (20 giorni dopo il 18 settembre, data di inizio di questa ondata) e quindi l'inizio della discesa della curva dal picco, che in quel giorno dovrebbe essere arrivato ancora piu' in alto. Finora le cose stanno andando cosi': staremo a vedere nei prossimi giorni.

Questo nostro studio non e' un esercizio puramente accademico: per esempio, determinare l'ampiezza di questa nuova ondata serve a misurare il grado di immunita' naturale acquisito dalla popolazione dopo l'interminabile quinta ondata, che ha esposto a contagi asintomatici gran parte della popolazione.
Disporre di questa informazione prima dell'inverno e' molto importante per poter pianificare l'ampiezza necessaria della prossima campagna di vaccinazioni.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici a barre e grafico a punti dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 56, e' superiore del 25% alla media dei giorni precedenti e quindi e' il primo chiaro incremento di quelli attesi per la salita dei contagi iniziata il 18 settembre.
La curva dei decessi cosi' inizia a salire non oggi ma 3 giorni fa, come si deduce dalla linea viola nel grafico a punti , cioe' 15 giorni dopo il 18 settembre, giorno in cui e' iniziata la salita del picco dei contagi.
Ci aspettavamo che i decessi iniziassero ad aumentare per l'apporto dei contagiati di quest'ultimo picco (dapprima sono pochi poi sempre piu', man mano che nei giorni successivi al 18 settembre il numero dei contagiati saliva).
E' arrivato il momento di pagare il conto (salato) di questa ulteriore ondata perche' la salita dei decessi dovrebbe durare quanto quella del picco dei contagi.
La pendenza di salita della curva dei decessi e' direttamente legata alla letalita' media di questi virus e ne fornisce una misura.
Il ritardo nella salita del numero dei decessi ci da una misura di quanto sono letali i virus circolanti cioe' in quanti giorni con la malattia grave fanno arrivare il paziente al decesso.
Con la variante Delta erano 18 giorni, con Omicron 12 giorni, ora sembrano essere ad un valore intermedio (15 giorni).

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (5 ottobre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati non molto alta (i test molecolari positivi sono 92 su 20999 test totali effettuati) abbiamo una percentuale di positivi bassa, del 11.3%, con una deviazione standard, del 1.1% che rende poco compatibile il dato di oggi con quello di ieri (14.3%), perche' la distanza tra 14.3% e l'11.3% di oggi e' di circa 3 volte la deviazione standard di oggi.
Avendo il dato odierno una deviazione standard del 1.1%, con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 10.2% e 12.4% (errori sistematici esclusi).
L'unica spiegazione che vediamo di un dato cosi' basso oggi e' la discesa da un picco "effimero" presente nei due giorni precedenti , che in base all'esperienza acquisita in questo studio puo' giustificare la presenza dei due dati precedenti cosi' alti (15.8% e 14.3%), perche' dovuti ad un picco effimero stretto ed alto circa il 3% in piu' del livello normale della curva dei contagi.
Il verificarsi di queste fluttuazioni "impossibili" dei dati (oltre 3 deviazioni standard) deve avere una spiegazione: la prima volta abbiamo pensato ad errori non casuali nei dati ma il loro ripetersi in date cosi' ravvicinate deve farci pensare ad un'altra causa che possiamo individuare nella presenza di picchi effimeri.
In altre parole la presenza di queste fluttuazioni eccezionali dei dati sono una riprova che dev'essere presente un'altra causa di dispersione dei dati oltre alle fluttuazioni casuali e questa causa secondo noi e' proprio un'ulteriore apporto di nuovi contagi da parte delle attivita' umane che appare come un "picco effimero".
I picchi effimeri sono stati tre, nelle date seguenti:
26/9     12.2%     (+5.0%)
30/9     13.8%     (+2.5%)
3/10     15.8%     (+3.4%)
Questo lascia pensare che nel giorno precedente queste date in Piemonte si siano verificati eventi con interessamento di moltissime persone senza uso di mascherine: il 26/9 ed il 3/10 sono dei lunedi' e quindi i contagi si sono prodotti di domenica, giorno di vacanza e di riempimento degli stadi; il 30/9 e' il giorno in cui si e' sospeso l'obbligo delle mascherine sui mezzi pubblici.
Noi pero' possiamo solo rilevare queste coincidenze, perche' non abbiamo elementi per individuare le cause vere di questi incrementi di contagi.
Assumendo cosi' che questi 3 ultimi punti alti siano dovuti a picchi "effimeri" (abbiamo indicato la loro presenza con una scritta nel grafico), dobbiamo correggere l'andamento della curva vera dei contagi (linea viola) di questa ondata, facendola passare sulle basi dei picchi effimeri (proprio perche' sono effimeri, cioe' scompaiono in un paio di giorni, perche' secondo noi dovuti ad infezioni di persone gia' dotate di immunita').
La curva dei contagi cosi' corretta continua cosi' a salire, come mostrato dalla linea viola nel grafico.
Il dato di oggi e' stato riportato nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.
Noi avevamo previsto che, se il tempo di guarigione spontanea di questi virus e' di 20 giorni (Omicron), la curva dovesse salire fino all' 8 ottobre (che e' ormai vicino), perche' in quel giorno avrebbero cominciato ad arrivare le prime guarigioni dei contagiati (20 giorni dopo il 18 settembre, data di inizio di questa ondata) e quindi l'inizio della discesa della curva dal picco, che in quel giorno dovrebbe essere arrivato ancora piu' in alto. Staremo a vedere.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti tre grafici dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 43, e' come la media (42) dei 3 giorni precedenti, che abbiamo ricavato ieri.
La curva dei decessi rimane cosi' ancora invariata, mentre ci aspettiamo inizi a salire perche' il 18 settembre e' iniziata la salita del picco dei contagi e percio' ci aspettiamo che i decessi inizino ad aumentare per l'apporto dei contagiati di quest'ultimo picco (dapprima saranno pochi poi sempre piu', man mano che nei giorni successivi al 18 settembre il numero dei contagiati saliva).
Questa salita del numero dei decessi ci dara' una misura di quanto sono letali i virus circolanti ora ed in quanti giorni con la malattia grave si arriva al decesso.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (4 ottobre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati ancora alta (i test molecolari positivi sono 109 su 29615 test totali effettuati) abbiamo una percentuale di positivi ancora alta, del 14.3% con una deviazione standard piuttosto piccola, del 1.4% (errore statistico).
Avendo il dato odierno una deviazione standard del 1.4%, con il 68% di probabilita' il valore vero, oggi non meglio definito, e' contenuto nell'intervallo tra 12.9% e 15.7% (errori sistematici esclusi).
Questo terzo dato alto, per di piu' con una deviazione standard piccola, conferma ormai senza ombra di dubbio che la curva dei contagi non sta scendendo dal picco ma sta continuando a salire, come mostrato dalla linea viola nel grafico.
Quindi il dato di oggi ci conferma che la curva non si e' fermata nella sua salita ad un picco al 12% ma sta continuando a salire ed e' gia' arrivata al 14% circa.
Il dato di oggi e' stato riportato nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.
Rimane da capire come sia potuto arrivare il primo di ottobre un dato particolarmente basso (9.9%), con una deviazione standard cosi' piccola (1.2%) da trarci in inganno, portandoci a concludere che la curva aveva iniziato la sua discesa da un picco al 12%.
Non lo possiamo sapere ma siamo certi che errori di tipo non casuale hanno avuto un ruolo importante nei dati di quel giorno.
Ovviamente viene a cadere purtroppo la nostra deduzione fatta allora dell'efficacia di una presenza importante di un'alta immunita' naturale acquisita dalla popolazione nelle infezioni inconsapevoli, perche' asintomatiche, nel corso del 2022 (quinta ondata). Cio' in quanto la curva non si e' fermata al 12% ma il numero dei contagiati sta continuando a crescere.
Rimangono quindi valide tutte le nostre preoccupazioni sulla situazione attuale , esposte il 30 settembre, in cui avevamo previsto che la curva dovesse salire fino all' 8 ottobre, giorno in cui avrebbero cominciato ad arrivare le prime guarigioni dei contagiati (20 giorni dopo il 18 settembre, data di inizio di questa ondata) e quindi l'inizio della discesa della curva dal picco, che in quel giorno sara' arrivato molto in alto, probabilmente oltre il 16%.
Questo sembrerebbe indicare che per questi virus non e' ancora arrivato il momento, in cui possiamo considerarli dei virus come tanti altri.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno, riportato a destra di 60 e' piu' alto di quello di ieri perche' contiene parte dei decessi dei giorni precedenti.
Possiamo ora, come sempre, fare la media degli ultimi 3 giorni (indicandola con una x nera nel grafico, per poter prolungare piu' correttamente la linea viola d'interpolazione:
(20+47+60)/3 = 42
Questo dato medio si colloca esattamente sulla linea viola d'interpolazione e cosi' continua ad indicarne un andamento in leggera discesa.
Quindi e' confermato un andamento lentamente discendente della curva dei decessi, che ha una pendenza un po' piu' lenta della discesa dal precedente picco principale della quinta ondata, visibile nel grafico.
Con il dato della media di 42 decessi giornalieri quindi c'e' una discesa rallentata, quasi certamente correlato con la lenta discesa della curva dei contagi di 12 giorni prima.
Si tenga presente che l'inizio della salita della curva dei contagi (sesta ondata) puo' essere individuata al 18 settembre. E' interessante percio' osservare che la salita della curva dei decessi potrebbe essere iniziata 16 anziche' 12 giorni dopo, cioe' proprio oggi.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (3 ottobre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati ancora piu' bassa (i test molecolari positivi sono 35 su 11019 test totali effettuati) abbiamo una percentuale di positivi alta, del 15.8% con una deviazione standard anch'essa piuttosto alta, del 2.7% (errore statistico).
Avendo il dato odierno una deviazione standard del 2.7%, con il 68% di probabilita' il valore vero, oggi non meglio definito, e' contenuto nell'intervallo tra 13.1% e 18.5% (errori sistematici esclusi).
Con 2 deviazioni standard il punto scenderebbe fino al 10.4% che sarebbe compatibile con la linea viola in disccesa, come disegnata, ma un'escursione di 2 deviazioni standard e' poco probabile (solo nel 4.6% dei casi).
Per di piu' anche il dato di ieri, anche se con poca significativita' statistica era piu' in alto della linea viola nei grafici.
Quindi il dato di oggi ci suggerisce che potrebbe non essere confermato l'inizio della discesa della curva, per cui il picco potrebbe anche superare il livello del 12% finora indicato.
Aspettiamo il dato di domani per capire meglio qual'e' l'andamento attuale della curva dei contagi.
Il dato di oggi e' stato riportato nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.
Le piu' grandi fluttuazioni statistiche degli ultimi due dati, che ne limitano la significativita', c'impongono prestare particolare attenzione agli errori statistici e per questo abbiamo aggiunto una breve spiegazione sugli errori delle misure nel commento che segue.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti tre grafici dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 47, e' piu' alto di quello di ieri, che era domenica.
Lasciamo l'andamento della curva dei decessi invariato in attesa anche del dato di domani con cui faremo poi la media, che ci aspettiamo inizi a salire perche' il 18 settembre e' iniziata la salita del picco dei contagi e percio' ci aspettiamo che i decessi inizino ad aumentare per l'apporto dei contagiati di quest'ultimo picco (dapprima saranno pochi poi sempre piu', man mano che nei giorni successivi al 18 settembre il numero dei contagiati saliva).

BREVE SPIEGAZIONE SUGLI ERRORI DELLE MISURE (3 ottobre 2022)
Raccogliere quotidianamente cosi' tanti dati dei test con tamponi non e' affatto un lavoro da poco.
ERRORI SISTEMATICI: E' sicuramente comprensibile percio' che nella raccolta dei risultati dei test ci si metta di tutto e conseguentemente il campione misurato non puo' essere considerato scientificamente come casuale, perche' molti test crediamo siano fatti negli ospedali o su persone che si sospetta possano essere infette.
Questa metodologia, se le cose stanno cosi', introduce nei risultati degli errori sistematici che sono diversi dagli errori casuali, perche' spostano il risultato della misura sempre nella stessa direzione. Nel nostro caso vuol dire che le misure tendono ad indicare risultati con contagi piu' alti (perche' contaminati da un eccesso di misure su soggetti che poi risultano positivi).
La presenza di questi errori sistematici pero' non disturba granche' il nostro studio perche' sposta la curva un po' piu' in alto senza alterarne l'andamento che e' proprio quello che a noi interessa.
ERRORI CASUALI: Un altro tipo di errori che, a differenza degli errori sistematici, non sono eliminabili sono quelli di origine casuale, che producono le fluttuazioni statistiche dei dati che spostano il risultato della misura in entrambe le direzioni (in meno ed in piu').
La teoria degli errori descrive compiutamente questi errori casuali dimostrando che producono una dispersione dei risultati delle misure secondo una distribuzione detta "gaussiana" (a campana).
In presenza dei soli errori casuali, quando la misura e' rappresentata da un solo numero intero, la larghezza della gaussiana e' la radice quadrata del numero intero e viene chiamata "deviazione standard".
La curva a campana chiamata gaussiana rappresenta la distribuzione di probabilita' di collocazione del valore vero della misura, cioe' del valore che si dovrebbe ottenere in assenza degli errori casuali ovvero come media di un numero di misure grandissimo:
la probabilita' che il valore vero sia compreso nell'intervallo di +/- 1 deviazione standard e' del 68%;
la probabilita' che il valore vero sia compreso nell'intervallo di +/- 2 deviazioni standard e' del 95%;
la probabilita' che il valore vero sia compreso nell'intervallo di +/- 3 deviazioni standard e' del 99.7%
Cosi' nel dato di oggi che e' di 35 test molecolari con 1306 test antigenici per un totale di 1341 test effettuati l'errore casuale (o deviazione standard) e' la radice quadrata di 35 e l'errore casuale relativo e' di 6/35=17% che su un dato della percentuale di contagi del 15.8% corrisponde al +/-2.7% (piuttosto grande).

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (2 ottobre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati dimezzata (i test molecolari positivi sono 43 su 13787 test totali effettuati) abbiamo una percentuale di positivi del 12.4% con una deviazione standard quasi doppia rispetto a ieri, del 1.9% (errore statistico).
Avendo il dato odierno una deviazione standard del 1.9%, con il 68% di probabilita' il valore vero, ora meglio definito, e' contenuto nell'intervallo tra 10.5% e 14.3% (errori sistematici esclusi).
Quindi il dato di oggi e' solo una deviazione standard sopra alla linea viola d'interpolazione precedentemente disegnata, per cui riteniamo che il dato di oggi sia compatibile con l'ipotesi formulata ieri che la curva ha smesso di salire con quella pendenza cosi' ripida che aveva, per iniziare la discesa dal picco, che e' cosi' arrivato "solo" al 12% circa.
Possiamo a questo punto declassare questo picco da inizio di una nuova sesta ondata (quella autunnale) ad un'ulteriore coda di quell'interminabile quinta ondata, durata per quasi tutto il 2022.
Aspettiamo il dato di domani per una conferma che la discesa continui (noi crediamo che lo fara').
Secondo la nostra ipotesi di inizio della discesa dal picco, come indicato dalla linea viola nel grafico interpolato.
Il dato di oggi e' stato riportato nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti tre grafici dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 20, e' molto basso, come atteso perche' oggi e' domenica.
Lasciamo l'andamento della curva dei decessi invariato in attesa dei dati dei prossimi due giorni con cui faremo poi la media, che ci aspettiamo inizi a salire perche' il 18 settembre e' iniziata la salita del picco dei contagi e percio' ci aspettiamo che i decessi inizino ad aumentare per l'apporto dei contagiati di quest'ultimo picco (dapprima saranno pochi poi sempre piu', man mano che nei giorni successivi al 18 settembre il numero dei contagiati saliva).

COMMENTO AI DATI DI SABATO (1 ottobre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati alta (i test molecolari positivi sono 64 su 28399 test totali effettuati) abbiamo una percentuale di positivi del 9.9% con una deviazione standard piccola, del 1.2% (errore statistico).
Il dato di oggi e' decisamente sotto alla linea viola d'interpolazione precedentemente disegnata, per piu' di 3 deviazioni standard (che rendono impossibile che il dato sia cosi' basso solo per una fluttuazione statistica) per cui, grazie all'alto numero di test effettuati che hanno permesso di ridurre la deviazione standard ad un valore abbastanza basso di 1.2%, riteniamo che il dato di oggi sia significativo per indicare che la curva ha smesso di salire con quella pendenza cosi' ripida che aveva, per iniziare la discesa dal picco, che e' cosi' arrivato "solo" al 12% circa.
Potremmo a questo punto declassare questo picco da inizio di una nuova sesta ondata (quella autunnale) ad un'ulteriore coda di quell'interminabile quinta ondata, durata per quasi tutto il 2022.
Vedremo se anche il dato di domani sara' in discesa ma siamo confidenti che lo sara'.
Viene cosi' modificato l'andamento in salita verso il picco della curva, facendogli iniziare la discesa dal picco, cosi' come indicato dalla linea viola nel grafico interpolato.
Avendo il dato odierno una deviazione standard piccola, del 1.2%, con il 68% di probabilita' il valore vero, ora meglio definito, e' contenuto nell'intervallo tra 8.7% e 11.1% (errori sistematici esclusi).
Il dato di oggi e' stato riportato nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.

L'IMMUNIZZAZIONE DELLA POPOLAZIONE: La linea viola d'interpolazione nei grafici risulta aver raggiunto il picco al 12%, che e' un livello un po' piu' basso del 14% del precedente picco.
Contrariamente ai nostri timori manifestati ieri (possibili quando si e' in presenza di dati soggetti ad ampie fluttuazioni statistiche), questo abbassamento del picco conferma la presenza di un'accresciuta immunita' naturale acquisita dalla popolazione nei contagi asintomatici di quella lunga quinta ondata, che e' durata per quasi tutto il 2022 ed ha avuto 3 picchi (questo potrebbe essere il quarto).
Questo inizio di discesa avviene 14 giorni dopo il 18 settembre, giorno d'inizio della salita del picco: siccome la discesa del numero dei contagi e' dovuta all'inizio delle guarigioni dei contagiati, significa che il tempo di guarigione spontanea di questi virus si e' accorciato da 20 a 14 giorni, indicando una maggiore reattivita' dell'organismo umano, probabilmente dovuta anche questa ad un accresciuto livello di immunizzazione che, quando non e' sufficiente ad impedire il contagio, pero' contribuisce ad accelerare la guarigione.
Potrebbe essere la manifestazione di quel meccanismo naturale di difesa del genere umano, creato dalle leggi dell'Evoluzione, che con il succedersi delle infezioni (asintomatiche) produce nella popolazione un'immunizzazione specifica crescente che sul lungo periodo porta all'estinzione di ogni pandemia (altrimenti nel corso dei millenni sarebbe stato il genere umano ad estinguersi).
I benefici evidenti di questa immunita' naturale ovviamente sarebbero accresciuti dalla concorrenza in piu' dell'immunita' vaccinale, qualora venissero incentivate le vaccinazioni. Il loro contributo sarebbe molto opportuno nel momento in cui i rischi di contagio aumentano per la diminuzione delle temperature con l'avvicinarsi dell'inverno.
Il dato di oggi, ben definito da una migliore significativita' statistica, ci ha portato quindi delle buone novita' perche' sta risultando confermata la speranza che la popolazione possa aver acquisito, almeno in parte, un efficace grado di immunita' nel mesi trascorsi con la quinta ondata.
Se i dati dei prossimi 2 giorni confermeranno la discesa della curva dal picco molti motivi di allarme per un'imminente sesta ondata non sarebbero piu' giustificati nell'immediato.
Per ora tutte queste conclusioni sono basate solo sul dato di oggi che, anche se statisticamente significativo, e' pur sempre un solo dato. Aspettiamo con fiducia il dato di domani.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti tre grafici dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 38, uguale a quello di ieri, e' riportato a destra ed e' proprio sulla linea viola d'interpolazione dei dati precedentemente disegnata. Quindi l'andamento attuale della curva dei decessi e' ancora leggermente discendente, coerentemente con l'andamento leggermente discendente che aveva la curva dei contagi fino a 12 giorni fa.
Pero' il 18 settembre e' iniziata la salita della sesta ondata ed altrettanto coerentemente ci aspettiamo che i decessi inizino ad aumentare a partire da domani (o meglio dopodomani, dato che domani e' domenica e saranno pochi, come al solito) per l'apporto dei contagiati della sesta ondata, che dapprima saranno pochi poi sempre piu', man mano che nei giorni successivi al 18 settembre il numero dei contagiati saliva.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (30 settembre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati alta (i test molecolari positivi sono 83 su 19128 test totali effettuati) abbiamo una percentuale di positivi del 13.8% con una deviazione standard piccola, del 1.5% (errore statistico).
Il dato di oggi e' poco sopra al prolungamento della linea viola d'interpolazione, precedentemente disegnata, che e' in rapida salita.
Viene cosi' ancora una volta confermato l'andamento in rapida salita verso il picco di questa sesta ondata, cosi' come indicato dalla linea viola nel grafico interpolato.
Avendo il dato odierno una deviazione standard non grande, del 1.5%, con il 68% di probabilita' il valore vero, ora meglio definito, e' contenuto nell'intervallo tra 12.3% e 15.3% (errori sistematici esclusi). La linea viola precedentemente disegnata rimane cosi' confermata nel suo andamento in rapida salita.
Il dato di oggi e' stato riportato nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti insieme alla linea viola d'interpolazione, che risulta avere un andamento in salita ripido come i precedenti andamenti in salita dei precedenti picchi della quinta ondata, a testimonianza che questo andamento procede come l'inizio di una nuova ondata (la sesta, quella autunnale).

LA SITUAZIONE ATTUALE: L'attuale pendenza di salita della curva e' molto simile a quella dei tre picchi della precedente quinta ondata (si vede bene nel grafico interpolato a punti ).
Come previsto questo nuovo picco e' arrivato oggi, 30 settembre, al livello massimo del picco precedente, che era intorno al 14%.
Pero' questa sesta ondata ancora non accenna all'inizio della discesa dal picco, perche', come giustamente osservato ieri, se e' iniziata il 18 settembre, per 20 giorni almeno nessuno dei contagiati guarisce ancora, per cui il numero dei contagiati puo' solo crescere con il progredire dei contagi.
Poi, dopo 20 giorni (se questi virus sono di tipo Omicron), cioe' l'8 ottobre, cominceranno ad arrivare le prime guarigioni che comporteranno una spinta in discesa sul numero delle persone contagiate e la curva smettera' allora di salire ed incomincera' la discesa dal picco, che in quel momento, tra 8 giorni, con questa pendenza sara' arrivato pero' molto in alto.
Estrapolando la linea viola a destra di 8 punti nei dati interpolati (cioe' di 8 giorni da oggi) si vede che il picco potrebbe gia' ora arrivare al livello piu' alto raggiunto dalla quinta ondata e forse anche piu' (oltre il 20%, che significa un notevole interessamento della popolazione sana).
Questa situazione cosi' brutta e' sicuramente conseguenza di almeno 3 cause:
  1. L'abbassamento della temperatura ambientale (su questo non ci possiamo fare nulla).
  2. La bassa percentuale di popolazione con immunita' vaccinale valida (su questo possiamo recriminare qualcosa). Nell'estate 2021 la quarta ondata ha raggiunto un picco solo del 3.6% proprio per l'alta temperatura estiva e l'alto numero di persone vaccinate.
  3. Troppo pochi provvedimenti di contenimento dei contagi da parte della popolazione: evidentemente l'autodisciplina non e' sufficiente (su questo c'e' molto da recriminare).
Con riferimeto a quest'ultimo punto gia' da domani dovremmo vedere un'ulteriore accelerazione dei contagi, perche' in Italia cessa l'obbligo di indossare le mascherine sui mezzi di trasporto pubblici e questo fatto, in questo momento, non puo' che peggiorare la situazione dei contagi (invece gli altri provvedimenti per aziende private, ospedali, RSA, ecc. sono stati opportunamente prorogati fino al 31 ottobre).
La pandemia purtroppo non e' finita e probabilmente non ha neanche attenuato la sua pericolosita': i virus sono sempre in agguato e non appena le condizioni ambientali diventano piu' favorevoli alla diffusione dei contagi (abbassamento delle temperature, ecc.), l'epidemia esplode esattamente come faceva nei due anni precedenti, con le stesse conseguenze.
La speranza che la popolazione possa aver acquisito almeno in parte un efficace grado di immunita' sembra svanire di fronte a questa salita cosi' dirompente ed apparentemente per nulla attenuata di questa sesta ondata.
Prevederne l'evoluzione con alcuni giorni di anticipo puo' consentire di organizzare per tempo degli efficaci provvedimenti, atti a ridurne le conseguenze negative.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti tre grafici dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 38, riportato a destra, e' proprio sulla linea viola d'interpolazione dei dati precedentemente disegnata. Quindi l'andamento attuale della curva dei decessi e' ancora leggermente discendente, coerentemente con l'andamento leggermente discendente che aveva la curva dei contagi 12 giorni fa.
Pero' il 18 settembre e' iniziata la salita della sesta ondata ed altrettanto coerentemente ci aspettiamo che i decessi inizino ad aumentare a partire da domani o dopodomani per l'apporto dei contagiati della sesta ondata, che dapprima saranno pochi poi sempre piu', man mano che nei giorni successivi al 18 settembre il numero dei contagiati saliva.
Intanto i ricoveri ospedalieri sono gia' cominciati a salire.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (29 settembre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati alta (i test molecolari positivi sono 62 su 18712 test totali effettuati) abbiamo una percentuale di positivi del 11.3% con una deviazione standard del 1.4% (errore statistico).
Il dato di oggi e' poco sotto la linea viola d'interpolazione, precedentemente disegnata in rapida salita (e' sotto di mezza deviazione standard, cioe' del 0.7% contro una deviazione standard dell' 1.4%).
Viene cosi' ancora confermato l'andamento in rapida salita verso il picco di questa sesta ondata, cosi' come indicato dalla linea viola nel grafico interpolato ).
Avendo il dato odierno una deviazione standard non grande, del 1.4%, con il 68% di probabilita' il valore vero, ora meglio definito, e' contenuto nell'intervallo tra 9.9% e 12.7% (errori sistematici esclusi). La linea viola precedentemente disegnata rimane cosi' confermata nel suo andamento in salita.
Il dato di oggi e' stato riportato nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti insieme alla linea viola d'interpolazione, che risulta avere un andamento in salita ripido come i precedenti andamenti in salita dei precedenti picchi, a testimonianza che questo andamento procede come l'inizio di una nuova ondata (la sesta, quella autunnale).
L'attuale pendenza e' molto simile a quella dei tre picchi della precedente quinta ondata (si nota bene visivamente nel grafico interpolato a punti ).

PREVISIONI SUL PICCO DI QUESTA SESTA ONDATA: Il picco dovrebbe essere un po' piu' basso del precedente (che era al 14%) per l'aumento delle immunita' conseguente ai 3 picchi precedenti. Con questo ritmo di crescita vorrebbe dire percio' che verso la fine di settembre o poco oltre la curva dovrebbe aver raggiunto il picco (si veda la linea viola nel grafico interpolato ).
Pero' il nostro modello a soglia (piu' volte descritto in questo lavoro e caratterizzato dai tempi di guarigione spontanea dei virus, dall' epidemia degli asintomatici , dai picchi "effimeri" , ecc.) prevede che la curva dei contagi inizi a scendere quando arriva la spinta in discesa delle guarigioni spontanee, che dovrebbero iniziare dopo 20 giorni dal contagio, se questi sono virus come quelli dei picchi piu' recenti di tipo Omicron (mentre i precedenti, come la variante Delta, avevano un tempo di guarigione piu' lungo, di 30 giorni).
Questo picco della sesta ondata e' iniziato intorno al 18 settembre e 20 giorni dopo sarebbe l'8 ottobre. Se in quel giorno ci sara' il picco vorra' dire percio' che il virus prevalente di questa ondata ha un tempo di guarigione spontanea di 20 giorni, come Omicron.
Se la salita del picco rispettera' queste previsioni allora, con la pendenza di salita attuale, il picco superera' il livello del picco precedente (14%) e questo sara' dovuto al livello di fondo iniziale (degli asintomatici) che era al 6% circa invece che all'1%.
Sarebbe una manifestazione di quell'effetto di spinta progressiva in salita dei contagi, visibile nel grafico dei ricoveri in Gran Bretagna nel 2021, che si manifesta quando le precauzioni anticontagio adottate dalla popolazione sono insufficienti: i picchi che si susseguono nel tempo avvengono allora a livelli sempre piu' alti perche' si sovrappongono ad un fondo di asintomatici crescente.
In condizioni estreme la crescita del fondo degli asintomatici puo' diventare addirittura esponenziale, come si puo' vedere nel grafico dei decessi in Russia nel 2021, unico caso tra i Paesi avanzati in cui si e' lasciato espandere l'epidemia cosi' tanto, con poche vaccinazioni efficaci fatte a frenarne la crescita (e' un chiaro esempio di comportamento estremo che puo' avere questa pandemia, in certe condizioni).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 30, riportato a destra, e' piu' basso della linea viola d'interpolazione dei dati precedentemente disegnata. Quindi l'andamento attuale della curva dei decessi e' leggermente discendente, coerentemente con l'andamento leggermente discendente che aveva la curva dei contagi 12 giorni fa.
Pero' il 18 settembre e' iniziata la salita della sesta ondata ed altrettanto coerentemente ci aspettiamo che i decessi inizino ad aumentare a partire da domani o dopodomani.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (28 settembre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati alta (i test molecolari positivi sono 59 su 17664 test totali effettuati) abbiamo una percentuale di positivi del 9.4% con una deviazione standard del 1.2% (errore statistico).
Il dato di oggi e' poco sotto la linea viola d'interpolazione, precedentemente disegnata in rapida salita (e' sotto dell'1% contro una deviazione standard del 1.2%).
Viene cosi' ancora confermato l'andamento in rapida salita verso il picco di questa sesta ondata, cosi' come indicato dalla linea viola nel grafico interpolato ).
Avendo il dato odierno una deviazione standard non grande, del 1.2%, con il 68% di probabilita' il valore vero, ora meglio definito, e' contenuto nell'intervallo tra 8.2% e 10.6% (errori sistematici esclusi). La linea viola precedentemente disegnata rimane cosi' confermata nel suo andamento in salita.
Il dato di oggi e' stato riportato nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti insieme alla linea viola d'interpolazione, che risulta avere un andamento in salita ripido come i precedenti andamenti in salita dei precedenti picchi, a testimonianza che questo andamento procede come l'inizio di una nuova ondata (la sesta, quella autunnale).
L'attuale pendenza e' molto simile a quella dei tre picchi della precedente quinta ondata (si nota bene visivamente nel grafico interpolato a punti ).
Con questo ritmo di crescita il picco, che dovrebbe essere un po' piu' basso del precedente (che era al 14%), dovrebbe essere raggiunto verso la fine di settembre (proprio quando le Autorita' hanno deciso di abolire gli ultimi obblighi di uso delle mascherine nei mezzi pubblici e negli ospedali).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 48, riportato a destra, e' anch'esso praticamente sulla linea viola d'interpolazione dei dati precedentemente disegnata. Quindi e' confermato l'andamento leggermente discendente della curva dei decessi, coerentemente con l'andamento leggermente discendenta che aveva la curva dei contagi 12 giorni fa.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (27 settembre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati alta (i test molecolari positivi sono 77 su 21724 test totali effettuati) abbiamo una percentuale di positivi del 10.3% con una deviazione standard del 1.2% (errore statistico).
Il dato di oggi e' esattamente sulla linea viola d'interpolazione precedentemente disegnata in rapida salita.
Viene cosi' ulteriormente confermato l'andamento in rapida salita verso il picco di questa sesta ondata.
Avendo il dato odierno una deviazione standard non grande, del 1.2%, con il 68% di probabilita' il valore vero, ora meglio definito, e' contenuto nell'intervallo tra 9.1% e 11.5% (errori sistematici esclusi). La linea viola precedentemente disegnata rimane confermata in pieno nel suo andamento in salita ed il punto di oggi addirittura vi giace sopra.
Il dato di oggi e' stato riportato nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti insieme alla linea viola d'interpolazione, che risulta avere un andamento in salita ripido come i precedenti andamenti in salita dei precedenti picchi, a testimonianza che questo andamento procede come l'inizio di una nuova ondata (la sesta, quella autunnale).
L'attuale pendenza e' molto simile a quella dei tre picchi della precedente quinta ondata (si nota bene visivamente nel grafico interpolato a punti ).
Con questo ritmo di crescita il picco, che dovrebbe essere un po' piu' basso del precedente (che era al 14%), dovrebbe essere raggiunto verso la fine di settembre (proprio quando le Autorita' hanno deciso di abolire gli ultimi obblighi di uso delle mascherine).

COMPORTAMENTO DELLA PANDEMIA: Secondo noi questo picco dovrebbe essere piu' basso del precedente per le accresciute immunizzazioni naturali nella popolazione, gia' sottoposta ai contagi della quinta ondata, in quanto riteniamo che i virus siano gli stessi.
Pero' il fondo di contagi di partenza era al 6% (anziche' al livello minimo dell'1% circa dell'epidemia degli asintomatici) e questo potrebbe far salire il picco oltre il 14%: sarebbe lo stesso meccanismo che ha fatto salire i contagi sempre di piu' nel 2021 in Gran Bretagna.
Questa salita del fondo avviene quando si supera una certa soglia nella produzione dei contagi: allora la crescita del fondo degli asintomatici puo' superare stabilmente la decrescita delle guarigioni spontanee ed il picco della nuova ondata si sovrappone a questo fondo crescente che, se ci sono le condizioni adatte (immunita' vaccinali o naturali scarse, temperatura fredda, niente restrizioni e precauzioni anticontagi, ecc.), potrebbe addirittura crescere esponenzialmente, come e' gia' accaduto nel 2021 in Russia , l'unico caso tra i Paesi avanzati in cui si e' lasciato espandere l'epidemia cosi' tanto, con poche vaccinazioni efficaci fatte a frenarne la crescita (sono questi dei comportamenti particolari che puo' mostrare questa pandemia, in certe condizioni).
Per questo sara' interessante vedere come si evolvera' ora e quanto sara' alto questo picco della sesta ondata.
Noi siamo convinti che l'inizio di questa crescita e' stato cosi' rapido perche' il livello del 6% che aveva raggiunto la curva nella sua decrescita NON e' stato sufficientemente basso ed ha percio' lasciato troppe persone infette asintomatiche in circolazione ad aiutare la diffusione dei virus: infatti se meno persone contribuiscono al maggiore accumulo con il freddo delle cariche virali nell'ambiente (perche' il fondo degli asintomatici e' basso), queste cariche virali non riescono a raggiungere il livello di pericolosita' necessario per infettare e la contagiosita' media non cresce ed il livello dei contagiati nemmeno.
Questo dovrebbe essere motivo d'insegnamento sull'importanza della prevenzione necessaria all'arrivo della stagione fredda: al termine di un picco bisognerebbe adoperarsi perche' il livello dei contagi possa tornare al livello del fondo degli asintomatici che e' sotto all'1%, cosa che non e' accaduta questa volta.
Abbiamo cosi' anche oggi la conferma che la crescita dei contagi sta procedendo con il ritmo di salita tipico dei picchi delle ondate dei virus conosciuti nella quinta ondata (questa sarebbe la sesta ondata).
Questi virus (di tipo Omicron) sono caratterizzati da un piu' rapido tempo di guarigione spontanea (circa 20 giorni invece dei 30 della variante Delta) ma sono piu' aggressivi in caso di malattia grave perche' il decorso porta il paziente alla morte in un tempo piu' breve (circa 12 giorni invece di 18).
Sembra essere questa l'epidemia che dovremo fronteggiare nel prossimo inverno.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno, riportato a destra di 64 e' piu' alto di quello di ieri perche' contiene parte dei decessi dei giorni precedenti.
Possiamo ora, come sempre, fare la media degli ultimi 3 giorni (indicandola con una x nera nel grafico, per poter prolungare piu' correttamente la linea viola d'interpolazione:
(13+32+64)/3 = 36
Questo dato medio si colloca un po' sotto alla linea viola d'interpolazione e cosi' ne indica un andamento in leggera discesa.
Quindi e' confermato un andamento lentamente discendente della curva dei decessi, che ha una pendenza un po' piu' lenta della discesa dal precedente picco principale della quinta ondata, visibile nel grafico.
Con il dato della media di 36 decessi giornalieri quindi c'e' una discesa rallentata, quasi certamente correlato con la lenta discesa della curva dei contagi di 12 giorni prima.
Si tenga presente che l'inizio della salita della curva dei contagi (sesta ondata) puo' essere individuata al 18 settembre. E' interessante percio' osservare se la salita (ormai prossima) della curva dei decessi sara' proprio 12 giorni dopo, cioe' il 30 settembre.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (26 settembre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati ancora bassa (i test molecolari positivi sono solo 25 su 7974 test totali effettuati) abbiamo una percentuale di positivi del 12.2% con una deviazione standard grande, del 2.4% (errore statistico).
Quindi il dato di oggi e' anch'esso un po' sotto alla linea viola d'interpolazione, che si conferma in rapida salita.
Viene cosi' ulteriormente confermato l'andamento in rapida salita verso il picco di questa sesta ondata.
Avendo il dato odierno una deviazione standard del 2.4%, con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 9.8% e 14.6% (errori sistematici esclusi). La linea viola precedentemente disegnata rimane confermata nel suo andamento in salita ed il punto di oggi e' addirittura piu' alto (ma con una deviazione standard abbastanza grande, del 2.4%).
Il dato di oggi e' stato riportato nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti insieme alla linea viola d'interpolazione, disegnata con un andamento in salita altrettanto ripido come i precedenti andamenti in salita dei precedenti picchi, a testimonianza che questo andamento procede come l'inizio di una nuova ondata (la sesta, quella autunnale).
Dal grafico a punti si evince che l'attuale pendenza ha fatto salire la linea viola dal 6% all' 11% in 11 giorni con una salita del +0.4% al giorno. E' una pendenza simile a quella dei tre picchi della precedente quinta ondata (si nota bene visivamente nel grafico interpolato a punti ).
Con questo ritmo di crescita il picco, che dovrebbe essere un po' piu' basso del precedente (che era al 14%), sara' raggiunto verso la fine di settembre (proprio quando le Autorita' hanno deciso di abolire gli ultimi obblighi di uso delle mascherine).
Secondo noi questo picco dovrebbe essere piu' basso del precedente per le accresciute immunizzazioni naturali nella popolazione, in quanto riteniamo che i virus siano gli stessi. Pero' il fondo di contagi di partenza era al 6% anziche' all'1% circa e questo potrebbe farlo salire di piu': sarebbe lo stesso meccanismo che ha fatto salire i contagi sempre piu' nel 2021 in Gran Bretagna.
Questa salita del fondo avviene se si supera una certa soglia di produzione di contagi (modello a soglia): allora la crescita del fondo degli asintomatici puo' superare la decrescita delle guarigioni spontanee ed il picco della nuova ondata si sovrappone ad un fondo crescente che, se ci sono le condizioni propizie (immunita' vaccinali o naturali scarse, temperatura fredda, niente restrizioni e precauzioni anticontagi, ecc.), potrebbe addirittura crescere esponenzialmente, come e' gia' accaduto nel 2021 in Russia , l'unico caso tra i Paesi avanzati in cui si e' lasciato espandere l'epidemia cosi' tanto, con poche vaccinazioni efficaci fatte a frenarne la corsa (sono gli "scherzi" che puo' fare questa pandemia, in certe condizioni).
Per questo sara' interessante vedere come si evolvera' e quanto sara' alto questo picco.
Noi siamo convinti che l'inizio di questa crescita e' stato cosi' immediato perche' il livello del 6% raggiunto dai contagi nella loro decrescita NON e' stato sufficientemente basso ed ha percio' lasciato troppe persone infette asintomatiche in circolazione ad aiutare la diffusione dei virus: infatti se meno persone contribuiscono al maggiore accumulo con il freddo delle cariche virali nell'ambiente (perche' il fondo degli asintomatici e' basso), queste cariche virali non riescono a raggiungere il livello di pericolosita' necessario per infettare e la contagiosita' media non cresce ed il livello dei contagiati nemmeno.
Questo dovrebbe essere motivo d'insegnamento sull'importanza della prevenzione necessaria all'arrivo della stagione fredda: al termine di un picco bisognerebbe adoperarsi perche' il livello dei contagi possa tornare al livello del fondo degli asintomatici che e' sotto all'1%, cosa che non e' accaduta ora.
Abbiamo cosi' anche oggi la conferma che la crescita dei contagi sta procedendo con il ritmo di salita tipico dei picchi delle ondate dei virus conosciuti nella quinta ondata (questa sarebbe cosi' la sesta ondata).
Questi virus (di tipo Omicron) sono caratterizzati da un piu' rapido tempo di guarigione spontanea (circa 20 giorni invece dei 30 della variante Delta) ma sono piu' pericolosi in quanto il decorso della malattia grave porta il paziente alla morte in un tempo piu' breve (circa 12 giorni invece di 18).
Sembra essere questa l'epidemia che dovremo fronteggiare nel prossimo inverno.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico dei dati grezzi a punti ed i grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati (a barre) dove il dato odierno 32, riportato a destra, e' piu' alto di quello di ieri che, come al solito di domenica, raccoglieva solo in parte i decessi avvenuti.
Anche questa volta percio' dovremo attendere il dato di domani, che sara' piu' alto perche' comprendera' anch'esso parte dei decessi non conteggiati nel dato di domenica. Poi faremo la media dei 3 giorni.
Si tenga presente che l'inizio della salita della curva dei contagi (sesta ondata) puo' essere individuata al 18 settembre. E' interessante percio' osservare se la salita (ormai prossima) della curva dei decessi sara' proprio 12 giorni dopo, cioe' il 30 settembre.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (25 settembre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati bassa (i test molecolari positivi sono solo 13 su 10010 test totali effettuati) abbiamo una percentuale di positivi del 6.9% con una deviazione standard del 1.9% (errore statistico).
Quindi il dato di oggi e' solo una deviazione standard sotto alla linea viola disegnata ieri, che era in rapida salita.
Viene cosi' ulteriormente confermato il nuovo andamento in rapida salita della curva.
Avendo il dato odierno una deviazione standard del 1.9%, con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 5.0% e 8.8% (errori sistematici esclusi). La linea viola precedentemente disegnata rimane confermata perche' il punto di oggi e' solo una deviazione standard sotto al suo prolungamento.
Il dato di oggi e' stato riportato nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti insieme alla linea viola d'interpolazione, disegnata con un andamento in salita altrettanto ripido come i precedenti andamenti in salita dei precedenti picchi, a testimonianza che questo andamento procede come l'inizio di una nuova ondata (la sesta, quella autunnale).
Dal grafico a punti si evince che l'attuale pendenza ha fatto salire la linea viola dal 6% al 9% in 10 giorni con una salita del +0.3% al giorno. E' una pendenza simile a quella dei tre picchi della precedente quinta ondata (si nota bene visivamente nel grafico interpolato a punti ).
Noi siamo convinti che l'inizio di questa crescita e' stato cosi' immediato perche' il livello del 6% raggiunto dai contagi nella loro decrescita NON e' stato sufficientemente basso ed ha percio' lasciato troppe persone infette asintomatiche in circolazione ad aiutare la diffusione dei virus: infatti se meno persone contribuiscono al maggiore accumulo con il freddo delle cariche virali nell'ambiente (perche' il fondo degli asintomatici e' basso), queste cariche virali non riescono a raggiungere il livello di pericolosita' necessario per infettare e la contagiosita' media non cresce ed il livello dei contagiati nemmeno.
Questo dovrebbe essere motivo d'insegnamento sull'importanza della prevenzione necessaria all'arrivo della stagione fredda: al termine di un picco bisognerebbe adoperarsi perche' il livello dei contagi possa tornare al livello del fondo degli asintomatici che e' sotto all'1%, cosa che non e' accaduta ora.
Abbiamo cosi' anche oggi la conferma che la crescita dei contagi sta procedendo con il ritmo di salita tipico dei picchi delle ondate dei virus conosciuti nella quinta ondata (questa sarebbe cosi' la sesta ondata).
Questi virus (di tipo Omicron) sono caratterizzati da un piu' rapido tempo di guarigione spontanea (circa 20 giorni invece dei 30 della variante Delta) ma sono piu' pericolosi in quanto il decorso della malattia grave porta il paziente alla morte in un tempo piu' breve (circa 12 giorni invece di 18).
Sembra essere questa l'epidemia che dovremo fronteggiare nel prossimo inverno.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico dei dati grezzi a punti ed i grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati (a barre) dove il dato odierno 13, riportato a destra, e' molto basso come al solito di domenica, perche' raccoglie abitualmente solo in parte i decessi avvenuti.
Anche questa volta percio' dovremo attendere i dati dei prossimi due giorni, che saranno piu' alti perche' comprenderanno anche i decessi non conteggiati nel dato di oggi, per poi fare la media.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (24 settembre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati simile a quella di ieri (i test molecolari positivi sono 48 su 19125 test totali effettuati) abbiamo una percentuale di positivi alta, del 7.4% con una deviazione standard del 1.1% (errore statistico).
Quindi il dato di oggi e' solo mezza deviazione standard sotto alla linea viola disegnata ieri, che era in rapida salita.
Viene cosi' ulteriormente confermato il nuovo andamento in rapida salita della curva.
Avendo il dato odierno una deviazione standard del 1.1%, con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 6.3% e 8.5% (errori sistematici esclusi).
Il dato di oggi e' stato riportato nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti insieme alla linea viola d'interpolazione, disegnata con un andamento in salita altrettanto ripido come i precedenti andamenti in salita dei precedenti picchi, a testimonianza che questo andamento procede come l'inizio di una nuova ondata (la sesta, quella autunnale).
Questo conferma che la nostra previsione era giusta: infatti la curva dei contagi ha ripreso la sua salita proprio in coincidenza con il crollo delle temperature in Italia (che continuano a scendere).
Questa coincidenza ci ha sorpreso perche' pensavamo che dopo l'abbassamento delle temperature occorressero 3 giorni per veder salire i contagi. Invece e' bastato un solo giorno!
Questa e' un'interessante informazione in piu', che attribuisce a questo sistema di monitoraggio della pandemia il pregio di una prontezza di risposta molto maggiore delle nostre aspettative.
Questa salita cosi' ripida della curva conferma che erano giuste le nostre preoccupazioni per un livello di fondo dei contagi (6%) ancora troppo alto a fine settembre, circa 10 volte piu' alto del fondo minimo degli asintomatici (che dovrebbe essere allo 0.6%), che mantiene oggi in circolazione 10 volte piu' persone inconsapevoli di essere state infettate dal virus in forma asintomatica, che contribuiscono attivamente alla diffusione dei contagi, dando origine alla salita ripida che stiamo vedendo, stimolata dall'aumento per accumulo delle cariche virali disperse nell'ambiente (per la temperatura piu' bassa che ne prolunga i tempi di attivita').
Purtroppo nei primi 20 giorni di settembre non siamo riusciti a far scendere il fondo dei contagi sotto all'1% perche' la nostra produzione di nuovi contagi e' rimasta allo stesso livello del numero delle guarigioni dei contagiati. Sarebbe bastato diminuirla un po' per ottenere la discesa della curva dei contagi (che non avrebbe allora potuto rimanere costante al 6%, in "pianerottolo" per cosi' tanti giorni), che in 20 giorni, dopo le vacanze di agosto sarebbe potuta scendere verso l'1%, lasciando cosi' in circolazione 5 o 10 volte meno persone infette (asintomatiche ma potenzialmente contagiose) rispetto ad ora (la risalita dei contagi non sarebbe stata allora cosi' ripida).
Una salita ripida di questa sesta ondata senza porvi alcun rimedio e' fonte di preoccupazione per noi.
Cio' perche' non possiamo dimenticare quello che e' accaduto nel 2021 in Gran Bretagna dove la mancanza delle opportune precauzioni ha fatto accumulare sempre piu' contagi, lasciando cosi' crescere il livello del fondo degli asintomatici oltre misura.
Non dobbiamo dimenticare che quando sale molto il livello dei contagi, salgono pure ricoveri e decessi e tutta la societa' civile puo' entrare in crisi se si superano i limiti tollerabili.
In Italia tra una settimana si aboliscono gli ultimi obblighi di mascherine (in ospedali, ecc.). Ovviamente la decisione e' stata presa quando questa sesta ondata non era ancora cominciata: questo mette in evidenza come in questa materia le decisioni non possono essere prese con un largo anticipo, perche' potrebbero poi risultare intempestive.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico dei dati grezzi a punti ed i grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati (a barre) dove il dato odierno 43, riportato a destra, e' poco piu' basso della linea viola d'interpolazione dei dati precedentemente disegnata. Questo conferma l'andamento ancora piatto della curva dei decessi, che rimarra' ancora costante coerentemente con l'andamento che aveva la curva dei contagi 12 giorni fa.
Poi tra una decina di giorni purtroppo vedremo risalire anche la curva dei decessi.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (23 settembre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati simile a quella di ieri (i test molecolari positivi sono 34 su 13215 test totali effettuati) abbiamo una percentuale di positivi alta, del 9.8% con una deviazione standard del 1.7% (errore statistico).
Quindi il dato di oggi e' salito mezza deviazione standard sopra alla linea viola disegnata ieri, che era gia' in rapida salita.
Viene cosi' ulteriormente confermato il nuovo andamento in rapida salita della curva,
Avendo il dato odierno una deviazione standard del 1.7%, con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 8.1% e 11.5% (errori sistematici esclusi).
Il dato di oggi e' stato riportato nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti insieme alla linea viola d'interpolazione, disegnata con un andamento in salita altrettanto ripida come i precedenti andamenti in salita dei precedenti picchi, a testimonianza che questo andamento procede come l'inizio di una nuova ondata (la sesta, quella autunnale).
Questo conferma che la nostra previsione era giusta: infatti la curva dei contagi ha ripreso la sua salita proprio in coincidenza con il crollo delle temperature in Italia (che continuano a scendere).
Questa coincidenza ci ha sorpreso perche' pensavamo che dopo l'abbassamento delle temperature occorressero 3 giorni per veder salire i contagi. Invece e' bastato un solo giorno!
Questa e' un'interessante informazione in piu', che attribuisce a questo sistema di monitoraggio della pandemia il pregio di una prontezza di risposta molto maggiore delle nostre aspettative.
Questa salita cosi' ripida della curva conferma che erano giuste le nostre preoccupazioni per un livello di fondo dei contagi (6%) ancora troppo alto a fine settembre, circa 10 volte piu' alto del fondo minimo degli asintomatici (che dovrebbe essere allo 0.6%), che mantiene oggi in circolazione 10 volte piu' persone inconsapevoli di essere state infettate dal virus in forma asintomatica, che contribuiscono attivamente alla diffusione dei contagi, dando origine alla salita ripida che stiamo vedendo, stimolata dall'aumento per accumulo delle cariche virali disperse nell'ambiente (per la temperatura piu' bassa che ne prolunga i tempi di attivita').
Purtroppo nei primi 20 giorni di settembre non siamo riusciti a far scendere il fondo dei contagi sotto all'1% perche' la nostra produzione di nuovi contagi e' rimasta allo stesso livello del numero delle guarigioni dei contagiati. Sarebbe bastato diminuirla un po' per ottenere la discesa della curva dei contagi (che non avrebbe allora potuto rimanere costante al 6%, in "pianerottolo" per cosi' tanti giorni), che in 20 giorni, dopo le vacanze di agosto sarebbe potuta scendere verso l'1%, lasciando cosi' in circolazione 5 o 10 volte meno persone infette (asintomatiche ma potenzialmente contagiose) rispetto ad ora (la risalita dei contagi non sarebbe stata allora cosi' ripida).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere il nuovo grafico dei dati grezzi:


ed i due grafici a barre dei dati grezzi ed interpolati dove il dato odierno 49, riportato a destra, e' piu' esattamente sulla linea viola d'interpolazione dei dati precedentemente disegnata. E' quindi confermato l'andamento ancora costante dei decessi coerentemente con l'andamento che aveva la curva dei contagi 12 giorni fa.
Tra una decina di giorni purtroppo vedremo risalire anche questa curva dei decessi per la salita ora in atto dei contagi.

UN'ALTRA COSA CHE NON C'ENTRA NULLA CON I VIRUS: IL RISPARMIO ENERGETICO (23 settembre 2022)
Si sentono in TV consigli non sempre chiari sul risparmio energetico come quello di farsi la doccia alla svelta, in 3 minuti.
Siccome non si deve lasciare lo scaldabagno sempre acceso per ovvi motivi (in cucina se ne puo' avere uno piccolo sotto il lavello che scalda solo l'acqua che si usa), quando si sono scaldati 80 litri di acqua a 70 gradi e' un peccato poi non usarli, perche' non si risparmia un bel niente.
Il risparmio si ottiene abbassando il termostato dello scaldabagno e facendo arrivare l'acqua calda solo a 50 gradi e non a 70 (si evita cosi' di doverla poi mescolare con tanta acqua fredda per non scottarsi). Allora, se occorre, si puo' anche lasciare sempre acceso, perche' la dissipazione del calore e' inferiore (in questi casi e' conveniente limitare la durata della doccia).
Cosi' anche scaldare tutta la casa a 20 gradi non e' piu' indispensabile se si indossano un po' piu' di abiti di lana (anche pigiami per la notte): e' molto semplice a farsi e fa molto bene al portafoglio oltre che alla salute.
Personalmente (non puo' che essere una scelta personale) invece di mantenere accesi condizionatori o radiatori adotto di notte una coperta termica a temperatura bassa e temporizzata che, se ben usata, puo' essere anche meglio che non scaldare tutta la camera a 20 gradi (e costa tantissimo di meno).
Altri semplici consigli:
  • Se avete piu' frigoriferi spegneteli tutti tranne uno (quello piu' grande) e usate solo quello.
  • Non lasciate il computer in stand-by molto a lungo (per esempio tutta la notte): in tali casi spegnetelo per poi riaccenderlo quando serve nuovamente.
  • Non lasciate le luci accese, soprattutto di notte.
  • Gli apparecchi che consumano di piu' sono i riscaldatori elettrici: usateli il meno possibile e a temperature piu' basse.
  • Compratevi un misuratore di consumi elettrici (costa dai 20 ai 30 euro) e scoprite quanto consumano, e quindi costano, le apparecchiature che usate piu' spesso.
Potete cosi' disporre da subito della principale fonte di energia rinnovabile: il risparmio energetico. Fa bene al pianeta ma anche e soprattutto al vostro portafoglio.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (22 settembre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati simile a quella di ieri (i test molecolari positivi sono 44 su 14998 test totali effettuati) abbiamo una percentuale di positivi del 6.7% con una deviazione standard del 1.0% (errore statistico).
Quindi il dato di oggi e' sceso rimanendo pero' abbastanza sopra al precedente livello in pianerottolo della linea viola d'interpolazione.
Viene cosi' confermato il nuovo andamento in salita della curva,
Avendo il dato odierno una deviazione standard del 1.0%, con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 5.7% e 7.7% (errori sistematici esclusi) e questo, unito ai precedenti 3 dati alti (7.5%, 9% e 9.6%), ci induce ad ipotizzare un andamento della curva dei contagi in salita, come disegnato nei grafici sotto indicati.
Il dato di oggi e' stato riportato nei grafici dei dati recenti e della quinta ondata insieme alla linea viola d'interpolazione, che ora abbiamo disegnato con un andamento in salita che risulta compatibile con i precedenti andamenti in salita della curva, a testimonianza che questo andamento procede come l'inizio di una nuova ondata (la sesta, quella autunnale).
Questo conferma che la nostra previsione era giusta: infatti la curva dei contagi ha ripreso la sua salita proprio in coincidenza con il crollo delle temperature in Italia.
Questa coincidenza ci ha sorpreso perche' pensavamo che dopo l'abbassamento delle temperature occorressero 3 giorni per veder salire i contagi. Invece e' bastato un solo giorno!
Questa e' un'interessante informazione in piu', che attribuisce a questo sistema di monitoraggio della pandemia il pregio di una prontezza di risposta molto maggiore delle nostre aspettative.
Se queste nostre intuizioni risultassero confermate dai prossimi dati, risulterebbero giuste anche le nostre preoccupazioni per un livello di fondo dei contagi (6%) ancora troppo alto, circa 10 volte piu' alto del fondo minimo degli asintomatici (0.6%), che mantiene oggi in circolazione 10 volte piu' persone inconsapevoli di essere state infettate dal virus in forma asintomatica, che pero' contribuiscono attivamente alla diffusione dei contagi, dando origine alla salita che stiamo vedendo, stimolata dall'aumento per accumulo delle cariche virali disperse nell'ambiente (per la temperatura piu' bassa che ne prolunga i tempi di attivita').
Purtroppo nei primi 20 giorni di settembre non siamo riusciti a far scendere il fondo dei contagi sotto all'1% perche' la nostra produzione di nuovi contagi e' rimasta allo stesso livello del numero delle guarigioni dei contagiati. Sarebbe bastato diminuirla un po' per ottenere la discesa della curva dei contagi (che non sarebbe rimasta costante al 6%, in "pianerottolo" per cosi' tanti giorni), che in 20 giorni, dopo le vacanze di agosto sarebbe potuta scendere verso l'1%, lasciando cosi' in circolazione 5 o 10 volte meno persone infette (asintomatiche) rispetto ad ora.

PREVISIONE: Continuando a vivere cosi' (senza restrizioni) dovremmo avere una sesta ondata simile alla quinta pero' crediamo con picchi piu' bassi per le immunita' naturali acquisite dalla popolazione nell'ultimo anno, perche' le persone infettate sono state proprio tante (possono essere contate perche' corrispondono all'area della curva dei contagi sotto alla linea viola).
Conseguentemente anche i decessi dovrebbero essere di meno ma saranno sempre tantissimi: molte decine di migliaia; e' questa la ragione per cui l'epidemia di Covid-19 non puo' essere sottovalutata e per cui noi continuiamo a studiarla.
Questa previsione ci e' suggerita anche dall'andamento dei 3 picchi della quinta ondata , dove il terzo picco e' piu' basso secondo noi per l'accresciuto numero di persone diventate immuni dopo i primi due picchi.
Avendo fatto progredire cosi' tanto i contagi, anche l'importanza delle vaccinazioni si e' ridotta perche' la maggior parte delle persone che andrebbero a vaccinarsi in realta' sono ormai gia' immunizzate a loro insaputa e nel modo piu' efficace per essere state infettate proprio dai virus circolanti (e' chiaro che sarebbe stato molto meglio aver ottenuto l'immunizzazione con la vaccinazione, quindi senza danni collaterali tipo long-covid o peggio rischiando la vita, ma essendo queste le persone positive della quinta ondata ormai e' andata cosi' purtroppo per loro). Per tutti gli altri che non sono stati infettati e quindi non dotati di immunita' naturale, invece la vaccinazione e' ancora molto importante.
L'efficacia delle vaccinazioni e' stata dimostrata dal picco della quarta ondata che e' stato particolarmente basso (solo 3.6%, motivo per cui e' stata conteggiata come quarta ondata solo da noi) per due particolari condizioni, che ora purtroppo non ci sono piu':
  1. la percentuale delle vaccinazioni fatte era molto alta (il 90% della popolazione vaccinabile);
  2. il livello del fondo degli asintomatici, cioe' il numero delle persone contagiose perche' infette ed inconsapevoli di esserlo, perche' senza sintomi, era 10 volte piu' basso (0.6%, che e' il livello che precede l'inizio della quarta ondata) rispetto al livello attuale (poco sotto al 6%).
Senza queste due condizioni la quarta ondata sarebbe stata come le altre, con un picco alto anche fino al 16% anziche' solo al 3.6% , com'e' indicato dalla linea viola nel grafico della quarta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 60, riportato a destra, e' piu' alto della linea viola d'interpolazione dei dati precedentemente disegnata. Questo perche' NON e' confermato l'andamento leggermente discendente della curva dei decessi, che rimarra' ancora costante coerentemente con l'andamento che aveva la curva dei contagi 12 giorni fa.
Poi tra una decina di giorni purtroppo vedremo risalire anche la curva dei decessi.
Si possono notare nel primo dei 3 grafici gli ultimi punti a destra, da noi disegnati piu' distanziati per metterne meglio in evidenza l'andamento, che risultano oscillare con dei picchi settimanali. Cio' accade solo perche' per banali motivi organizzativi nella trasmissione dei dati tutti i dati delle domeniche sono tutti sistematicamente bassi. I decessi mancanti (non conteggiati nei dati della domenica) vengono pero' sempre recuperati nei due giorni seguenti e quindi nel valore medio di quei 3 giorni l'errore sistematico scompare.
Quello esatto e' quindi la media dei dati, interpolati dalla nostra linea viola.
Domani dovremo rifare questo grafico a punti e cosi' gli ultimi punti a destra da noi disegnati piu' distanziati non lo saranno piu'.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (21 settembre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati meno ricca di ieri (i test molecolari positivi sono 48 su 12317 test totali effettuati) abbiamo una percentuale di positivi del 9.6% con una deviazione standard del 1.4% (errore statistico).
Quindi il dato di oggi e' salito molto e, pur avendo una deviazione standard di 1.4% maggiore del 0.7% del dato di ieri, risulta chiaramente INCOMPATIBILE con l'andamento piatto o addirittura discendente della curva, come ci appariva ieri (9.6% e' quasi 3 deviazioni standard sopra alla media dei dati precedenti rappresentata dalla linea viola).
Avendo il dato odierno una deviazione standard del 1.4%, con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 8.2% e 11.0% (errori sistematici esclusi): questo intervallo NON e' compatibile con l'andamento della curva dei contagi in leggera discesa ipotizzato ieri (tra il 5% ed il 6%, come mostrato nei grafici), perche' non e' possibile che casualmente i dati possano fluttuare di 3 deviazioni standard dal dato vero.
Quindi delle due una sola puo' essere la verita': o il dato di ieri (cosi' basso) era affetto da errori sistematici (non casuali) o lo e' il dato di oggi (cosi' alto).
Il dilemma puo' essere sciolto solo dai dati dei prossimi 2 giorni: non rimane che aspettare (per ora lasciando invariata la linea viola nei due grafici).
Possiamo spiegare che noi avevamo dato credito al dato di ieri perche' aveva una statistica buona (con piu' test eseguiti) e di conseguenza abbiamo concluso che la curva iniziava a scendere dal suo "pianerottolo".
Ora pero' sembra piu' probabile che sia proprio il dato di ieri quello affetto da un grave errore sistematico (che lo renderebbe inutilizzabile), in quanto negli ultimi 4 giorni abbiamo avuto 3 dati alti e crescenti (7.5%, 9% e 9.6%) contro un solo dato basso (quello di ieri al 4%).
Se questa intuizione fosse giusta, la curva dei contagi avrebbe ripreso una netta salita proprio nel giorno in cui c'e' stato il crollo delle temperature in Italia.
Per ora lasciamo ancora invariata la curva dei contagi (linea viola): il fatto che fosse piatta significava che un importante apporto continuo di contagi, che non ci dovrebbe essere, invece c'e' stato ed in misura pari al numero di guarigioni dei contagiati (ne ha compensato quasi esattamente la spinta in discesa sulla curva).
Il dato di oggi e' stato riportato nei grafici dei dati recenti e della quinta ondata insieme alla linea viola d'interpolazione, che ancora lasciamo invariata con un andamento quasi costante.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 46, riportato a destra, e' proprio sulla linea viola d'interpolazione dei dati precedentemente disegnata. Quindi e' confermato l'andamento leggermente discendente della curva dei decessi, coerentemente con l'andamento leggermente discendenta che aveva la curva dei contagi 12 giorni fa.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (20 settembre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 4.0% (con un errore statistico di +/-0.7%) e' sceso molto ed ha una deviazione standard piu' bassa dei due dati precedenti. Questo significa che i due dati precedenti erano cosi' alti solo per normali fluttuazioni statistiche: erano entrambi circa una deviazione standard sopra alla linea viola nel grafico.
Che i dati oscillino intorno al loro valore medio di una deviazione standard e' normale perche' accade 2 volte su 3; che l'oscillazione superi una deviazione standard accade solo 1 volta su 3 e che due dati in sequenza la superino entrambi accade 1 volta su 9. Non e' frequente quindi (e per questo noi abbiamo pensato che la curva potesse risalire) ma sembra che sia successo.
I due dati precedenti erano cosi' alti perche' la statistica di raccolta dei dati era povera e cosi' le loro deviazioni standard dalla media erano grandi (ieri e' stata addirittura del 2.8%) e cosi' oscillavano molto (sono questi gli scherzi della statistica).
Il dato odierno invece ha una deviazione standard piu' piccola, di 0.7%, che vuol dire che con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 3.3% e 4.7% (errori sistematici esclusi): questo intervallo e' consistente con un andamento della curva dei contagi in leggera discesa, tra il 5% ed il 6% (come mostrato nei grafici), perche' e' normale che i dati fluttuino di una deviazione standard (o poco piu') intorno al dato vero.
Oggi con una statistica di raccolta dei dati piu' ricca (i test molecolari positivi sono 35 su 17349 test totali effettuati) la deviazione standard e' solo del 0.7% e quindi ora e' stabilito piu' affidabilmente che la curva NON ha ripreso a salire (e cosi' la nostra linea viola d'interpolazione) ma sembra iniziare una lenta discesa (molto meglio) verso il fondo degli asintomatici (che dovrebbe essere sotto all'1%).
Con la maggiore statistica del dato di oggi riusciamo cosi' a capire in che direzione si sta evolvendo la curva: avrebbe potuto salire se gli apporti di nuovi contagi fossero stati rilevanti (provocati per esempio dall'abbassamento della temperatura ambientale di questi giorni) oppure, come sembra, puo' iniziare a scendere (grazie alle guarigioni degli attuali contagiati che continuano) verso il fondo degli asintomatici sotto all'1%, se non ci sono importanti apporti di nuovi contagi.
Noi saremo qui' a registrare quello che accadra' nei prossimi giorni, cercando di spiegarne le cause.
Finora la situazione e' stata intermedia, perche' per ora la curva dei contagi ha continuato ad essere sostanzialmente piatta. Questo significa che un importante apporto continuo di contagi, che non ci dovrebbe essere, invece c'e' ed e' pari all'attuale numero di guarigioni dei contagiati (ne compensa quasi esattamente la spinta in discesa sulla curva).
Il dato di oggi e' stato riportato nei grafici dei dati recenti e della quinta ondata insieme alla linea viola d'interpolazione, che abbiamo ancora lasciato con un andamento non piu' costante ma in leggera discesa.
Con l'inizio di discesa della curva (un'ottima notizia), siamo ben felici che non si sia avverata la previsione di risalita dei contagi da noi fatta l'altro ieri.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno, riportato a destra di 60 e' molto piu' alto di quello di ieri perche' contiene parte dei decessi dei giorni precedenti.
Possiamo ora, come sempre, fare la media degli ultimi 3 giorni (indicandola con una x nera nel grafico, per poter prolungare piu' correttamente la linea viola d'interpolazione:
(32+31+60)/3 = 41
Questo dato medio si colloca un po' sotto alla linea viola d'interpolazione e cosi' ne indica un andamento in leggera discesa.
Quindi e' confermato un andamento lentamente discendente della curva dei decessi, che ha una pendenza un po' piu' lenta della discesa dal precedente picco principale della quinta ondata, visibile nel grafico.
Con il dato della media di 41 decessi giornalieri quindi c'e' una discesa rallentata, quasi certamente correlato con la lenta discesa della curva dei contagi di 12 giorni prima.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (19 settembre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 9.0% (con un errore statistico di +/-2.8%) e' piu' alto di poco piu' di una deviazione standard rispetto alla linea viola nel grafico; i test molecolari positivi sono oggi ancora meno (sono solo 10 su 7280 test totali effettuati); quindi dobbiamo continuare a fare i conti con una statistica di raccolta dei dati che continua ad essere bassa per questi livelli di contagi e non consente di individuare affidabilmente con un solo dato l'andamento della curva dei contagi (la linea viola nei grafici).
Ma il complesso di piu' dati e' senza dubbio abbastanza significativo per confermare la correttezza delle linea viola d'interpolazione da noi disegnata, che in base al dato di oggi e' restata finora pressoche' costante.
Pero' ora abbiamo due dati piu' alti di una deviazione standard rispetto alla linea viola e questo potrebbe cominciare ad indicare un inizio di risalita della curva (che ancora pero' non vogliamo riportare nei grafici).
Il dato odierno ha una deviazione standard di 2.8%, che vuol dire che con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 6.2% e 11.8% (errori sistematici esclusi): questo intervallo e' ancora consistente con un andamento della curva dei contagi costante, poco sotto al 6% perche' e' normale che i dati fluttuino di una deviazione standard intorno al dato vero (o poco piu').
Un dato ha una probabilita' del 32% di distare dal dato vero piu' di una deviazione standard. Oggi sono due i dati che superano la linea viola (che rappresenta la media dei dati precedenti), quello di oggi e quello di ieri. La probabilita' che questo sia accaduto per caso e' di 0.32% al quadrato, cioe' e' del 10%. Ma se anche il dato di domani fosse una deviazione standard piu' alto, allora la probabilita' scenderebbe al 3%, cioe' sarebbe molto poco probabile che la linea viola sia ancora in pianerottolo e quindi dovremmo disegnarla in salita.
In altre parole se anche domani il dato sara' piu' alto di una deviazione standard rispetto alla linea viola (che e' poco sotto al 6%) allora la probabilita' che tutti e tre gli ultimi dati siano una deviazione standard sopra al valore vero sarebbe del 0.32% al cubo, ovvero del 3% (vorrebbe dire che pur con le ampie fluttuazioni che vediamo al 97% di probabilita' i dati ci stanno dicendo che la curva ha iniziato a salire (ci sarebbero voluti pero' i dati di 3 giorni, non uno solo).
Gia' da domani forse potremo percio' sapere in che direzione si sta evolvendo la curva: avrebbe potuto scendere (grazie alle guarigioni degli attuali contagiati) verso il fondo degli asintomatici sotto all'1%, in assenza di importanti apporti di nuovi contagi. Oppure potrebbe risalire, come sembra, se questi apporti di contagi fossero rilevanti (provocati per esempio dall'abbassamento della temperatura ambientale).
Noi saremo qui' a registrare quello che accadra', cercando sempre di spiegarne le cause.
Finora la situazione e' stata intermedia, perche' per ora la curva dei contagi ha continuato ad essere piatta. Questo significa che un importante apporto continuo di contagi (che non ci dovrebbe essere) c'e' ed e' pari all'attuale numero di guarigioni dei contagiati (ne compensa esattamente la spinta in discesa sulla curva).
Il dato di oggi e' stato riportato nei grafici dei dati recenti e della quinta ondata insieme alla linea viola d'interpolazione, che abbiamo ancora lasciato con un andamento costante (non in discesa).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti
grafici dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 31, riportato a destra, e' basso come quello di ieri (domenica).
Anche questa volta decidiamo di attendere il dato di domani, che dovrebbe essere piu' alto perche' comprendera' anche alcuni dei decessi non conteggiati nel dato di domenica e poi faremo la media.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (18 settembre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 7.5% (con un errore statistico di +/-1.8%) e' piu' alto di una deviazione standard rispetto alla linea viola nel grafico; i test molecolari positivi sono ancora pochi (oggi sono solo 18 su 7601 test totali effettuati); quindi dobbiamo continuare a fare i conti con una statistica di raccolta dei dati che continua ad essere bassa per questi livelli di contagi e non consente di individuare affidabilmente con un solo dato l'andamento della curva dei contagi (la linea viola nei grafici).
Ma il complesso di piu' dati e' senza dubbio abbastanza significativo per confermare la correttezza delle linea viola d'interpolazione da noi disegnata, che in base al dato di oggi continua a restare pressoche' costante e non sale contrariamente a quanto poteva far supporre il dato di ieri.
Il dato odierno ha una deviazione standard di 1.8%, che vuol dire che con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 5.7% e 9.3% (errori sistematici esclusi): questo intervallo e' perfettamente consistente con un andamento della curva dei contagi costante, poco sotto al 6% perche' e' normale che i dati fluttuino di una deviazione standard intorno al dato vero.
Nei prossimi giorni potremo sapere in che direzione si evolvera' la curva: potrebbe scendere (grazie alle guarigioni degli attuali contagiati) verso il fondo degli asintomatici sotto all'1%, in assenza di importanti apporti di nuovi contagi. Oppure potrebbe risalire se questi apporti di contagi fossero rilevanti (provocati per esempio dall'abbassamento della temperatura ambientale).
Noi saremo qui' testimoni a registrare quello che accadra', cercando di spiegarne le cause.
Ora la situazione e' intermedia perche' per ora la curva dei contagi continua ad essere piatta. Questo significa che un importante apporto continuo di contagi (che non ci dovrebbe essere) c'e' ed e' pari all'attuale numero di guarigioni dei contagiati (ne compensa esattamente la spinta in discesa sulla curva).
Il dato di oggi e' stato riportato nei grafici dei dati recenti e della quinta ondata insieme alla linea viola d'interpolazione, che rimane con un andamento costante e non in discesa.

Vogliamo azzardare una PREVISIONE: oggi 18 settembre le temperature sono crollate di 5 gradi e quindi le cariche virali disperse nell'ambiente hanno cominciato ad essere piu' intense per il fenomeno di accumulo dei virus (perche' rimangono attivi piu' a lungo nell'ambiente).
Questo fatto dovrebbe aumentare il numero di persone che rimangono contagiate e quindi la curva dei contagi dovrebbe salire nei tempi tipici di risposta del sistema di monitoraggio (diciamo 3 giorni).
Prevediamo percio' che tra 3 giorni la curva dei contagi inizi a salire (se le temperature resteranno basse, com'e' probabile).
Il primo abbassamento delle temperature autunnali ha un doppio effetto perverso: oltre all'aumento delle cariche virali per accumulo, abbassa anche le difese immunitarie, perche' la gente non e' ancora preparata a coprirsi come si deve ed anche questo favorisce l'aumento dei contagi.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti
grafici dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 32, riportato a destra, e' basso come al solito di domenica, perche' raccoglie abitualmente solo in parte i decessi avvenuti.
Anche questa volta percio' dovremo attendere i dati dei prossimi due giorni, che saranno piu' alti perche' comprenderanno anche i decessi non conteggiati nel dato di oggi, per poi fare la media.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (17 settembre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 5.4% (con un errore statistico di +/-0.9%) e' sceso cosi' tanto da essere proprio sovrapposto sulla linea viola nel grafico; i test molecolari positivi sono ancora pochi (oggi sono solo 34 su 17824 test totali effettuati); quindi dobbiamo continuare a fare i conti con una statistica di raccolta dei dati che continua ad essere bassa per questi livelli di contagi e non consente di individuare affidabilmente con un solo dato l'andamento della curva dei contagi (la linea viola nei grafici).
Ma il complesso di piu' dati e' senza dubbio abbastanza significativo per confermare la correttezza delle linea viola d'interpolazione da noi disegnata, che in base al dato di oggi continua a restare pressoche' costante e non sale contrariamente a quanto poteva far supporre il dato di ieri.
Ieri non abbiamo fatto risalire la linea viola, giustamente perche' il dato in salita era uno solo (potrebbe anche esserci stato un "picco effimero" ma non possiamo saperlo con certezza, stante la bassa statistica disponibile nei dati).
Il dato odierno ha una deviazione standard di 0.9%, che vuol dire che con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 4.5% e 6.3% (errori sistematici esclusi): questo intervallo e' perfettamente consistente con un andamento della curva dei contagi costante, poco sotto al 6% e nei prossimi giorni potremo sapere in che direzione si evolvera': potrebbe scendere (grazie alle guarigioni degli attuali contagiati) verso il fondo degli asintomatici sotto all'1%, in assenza di importanti apporti di nuovi contagi. Oppure potrebbe risalire se questi apporti di contagi fossero rilevanti (provocati per esempio dall'abbassamento della temperatura ambientale).
Noi saremo qui' testimoni a registrare quello che accadra', cercando di spiegarne le cause.
Per ora la situazione e' intermedia perche' ora la curva dei contagi e' piatta. Questo significa che un importante apporto continuo di contagi (che non ci dovrebbe essere) c'e' ed e' pari all'attuale numero di guarigioni dei contagiati (ne compensa esattamente la spinta in discesa sulla curva).
Il dato di oggi e' stato riportato nei grafici dei dati recenti e della quinta ondata insieme alla linea viola d'interpolazione che rimane con un andamento costante e non in discesa.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno, riportato a destra di 38 e' leggermente inferiore alla linea viola d'interpolazione che continua ad essere piatta.
La curva dei contagi oggi, a meta' settembre, e' ancora piuttosto costante, intorno ai 45 decessi al giorno, come si vede nel grafico dei dati interpolati : questo andamento attualmente costante della curva dei decessi e' conseguenza dell'andamento anch'esso abbastanza costante della curva dei contagi di 20 giorni fa.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (16 settembre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 9.0% (con un errore statistico di +/-1.5%) e' molto sopra alla linea viola nel grafico; i test molecolari positivi sono ancora pochi (oggi sono solo 35 su 10660 test totali effettuati); quindi dobbiamo ancora fare i conti con una statistica di raccolta dei dati che risulta bassa per individuare affidabilmente con un solo dato l'andamento della curva dei contagi (linea viola nei grefici) ma il complesso di piu' dati e' senza dubbio abbastanza significativo per confermare la correttezza delle linea viola d'interpolazione da noi disegnata, che in base al dato di oggi potrebbe tornare a salire, come da noi temuto per la discesa delle temperature.
Pero' ancora non facciamo risalire la linea viola sia perche' il dato in salita e' uno solo, sia perche' ci potrebbe essere in questa apparente risalita lo "zampino" di un picco effimero , che crediamo ci sia perche' non sarebbe normale una risalita della curva dei contagi cosi' repentina (ma potrebbe anche esserlo per una fluttuazione statistica positiva, che essendo grande, di +1.5%, renderebbe non piu' cosi' repentina la risalita).
Tra un paio di giorni potremo sapere piu' affidabilmente cosa sta veramente accadendo.
Il dato odierno ha una deviazione standard di 1.5%, che vuol dire che con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 7.5% e 10.5% (errori sistematici esclusi): questo intervallo sembra indicare che la curva dei contagi sta iniziando a risalire dal livello costante a cui si trova ora (poco sotto al 6%); nei prossimi 2 giorni ne avremo la conferma con maggiore certezza (se potremo escludere la presenza di un picco effimero).
Finora che la curva e' rimasta piu' o meno costante: il numero delle guarigioni dei contagiati (che spinge la curva in discesa) era percio' uguale ad un apporto continuo di nuovi contagi (che spinge la curva in salita), senza il quale la curva sarebbe gia' scesa sotto all'1% (basta guardare la linea viola nei grafici per capirlo).
Per essere piu' chiari: le persone, se sono positive al test, significa che sono state contagiate dal virus e, se non muoiono, in 20 giorni guariscono spontaneamente, cioe' smettono di essere positive e percio' in assenza di nuovi contagi la curva, che rappresenta la percentuale di persone positive al test (contagiate), diminuisce sempre piu'.
Se questo non accade e la curva rimane piu' o meno costante, com'e' accaduto finora, vuol dire che per qualche motivo (ce ne dev'essere sempre almeno uno) c'e' un apporto di nuovi contagi in numero pari alle guarigioni che stanno avvenendo.
Un motivo potrebbe essere il seguente: questi nuovi contagi potrebbero essere prodotti dall'abbassamento della temperatura, scesa finora di almeno 5 gradi, che fa crescere per accumulo le cariche virali che si formano nell'ambiente (perche' i virus rimangono attivi per un tempo sempre piu' lungo quando la temperatura diminuisce).
Se cosi' fosse sarebbe una brutta notizia, perche' la situazione dei contagi tenderebbe a peggiorare sempre di piu' con l'arrivo dell'autunno: conseguentemente la curva dei contagi anziche' scendere potrebbe riprendere a salire, come sembra indicare il dato di oggi, e cio' darebbe inizio probabilmente alla sesta ondata autunnale, favorita dal livello dei contagi attuale cosi' alto (6% invece che 1%).
Il dato di oggi e' stato riportato nei grafici dei dati recenti e della quinta ondata insieme alla linea viola d'interpolazione che rimane con un andamento costante e non in discesa.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno, riportato a destra di 44 e' leggermente inferiore alla linea viola d'interpolazione che continua ad essere piatta.
La curva dei contagi oggi, a meta' settembre, e' ancora piuttosto costante, intorno ai 45 decessi al giorno, come si vede nel grafico dei dati interpolati : questo andamento attualmente costante della curva dei decessi e' conseguenza dell'andamento anch'esso abbastanza costante della curva dei contagi di 20 giorni fa.
Ci sembra a questo punto che il nostro modello ci permetta di comprendere piu' o meno tutto quello che sta succedendo e conseguentemente, cosa ancora piu' importante, anche quello che sta per succedere in questa pandemia.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (15 settembre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Riportiamo il dato di oggi nei grafici della quinta ondata (i grafici precedenti sono QUI')


e dei dati piu' recenti:


dove possiamo osservare che la linea viola d'interpolazione rimane con un andamento costante e non in discesa, come avremmo auspicato.
Il dato di oggi, che e' 4.8% (con un errore statistico di +/-0.9%), e' quasi coincidente con la linea viola nel grafico ed i test molecolari positivi sono ancora pochi (oggi sono solo 31 su 10931 test totali effettuati); quindi dobbiamo ancora fare i conti con una statistica di raccolta dei dati che risulta bassa per individuare affidabilmente con un solo dato l'andamento della curva dei contagi (linea viola nei grefici) ma il complesso di piu' dati e' senza dubbio abbastanza significativo per confermare la correttezza delle linea viola d'interpolazione da noi disegnata, che quindi NON risulta in discesa.
Il dato odierno ha una deviazione standard di 0.9%, che vuol dire che con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 3.9% e 5.7% (errori sistematici esclusi): questo intervallo sembra confermare che la curva dei contagi non ha iniziato a scendere dal livello costante a cui si trova ora (poco sotto al 6%); nei prossimi giorni ne avremo la conferma con maggiore certezza (potrebbe anche riprendere a salire).
Finche' la curva non scende, significa che il numero delle guarigioni dei contagiati (che spinge la curva in discesa) e' uguale ad un apporto continuo di nuovi contagi che non ci dovrebbe essere e che spinge la curva in salita, senza il quale la curva sarebbe gia' scesa sotto all'1% (basta guardare la linea viola nei grafici per capirlo).
La stima dell'1% deriva dall'osservazione che prima che i festeggiamenti per la vittoria della coppa europea di calcio (l'11 luglio 2021) provocassero la quarta ondata (davvero insolita perche' in agosto fa molto caldo), ben visibile nel precedente grafico della quinta ondata, il fondo degli asintomatici era al 0.6% (era luglio, ora a settembre stimiamo che potrebbe essere intorno all'1% ma non molto di piu').
Per essere piu' chiari sul significato di questa curva dei contagi che NON scende chiariamo che le persone, se sono positive al test, significa che sono state contagiate dal virus e, se non muoiono, in 20 giorni guariscono spontaneamente, cioe' smettono di essere positive e percio' in assenza di nuovi contagi la curva, che rappresenta la percentuale di persone positive al test (ovvero contagiate), diminuisce sempre piu'.
Se questo non accade e la curva rimane piu' o meno costante, com'e' ora, vuol dire che per qualche motivo (ce ne dev'essere sempre almeno uno) c'e' un apporto di nuovi contagi in numero pari alle guarigioni che stanno avvenendo.
Un motivo potrebbe essere il seguente: questi nuovi contagi potrebbero essere prodotti dall'abbassamento della temperatura, scesa finora di almeno 5 gradi, che fa crescere per accumulo le cariche virali che si formano nell'ambiente (perche' i virus rimangono attivi per un tempo sempre piu' lungo quando la temperatura diminuisce).
Se cosi' fosse sarebbe una brutta notizia, perche' la situazione dei contagi tenderebbe a peggiorare sempre di piu' con l'arrivo dell'autunno: conseguentemente, siccome le guarigioni non aumentano con una curva dei contagi piuttosto piatta 20 giorni prima, la curva dei contagi anziche' scendere potrebbe riprendere a salire, dando inizio probabilmente alla sesta ondata autunnale, favorita da questo livello di contagi cosi' alto, il 6% invece che l'1%. Questo vuol dire che ci sono in circolazione 6 volte piu' persone infette che contribuiscono a diffondere i virus, aiutando e anticipando cosi' la crescita autunnale della curva dei contagi.
Per contrastare l'aumento dei contagi con l'arrivo del freddo (che c'e' poco da farsi illusioni, prima o poi ci sara'), bisogna fare qualcosa per limitare la diffusione dei contagi: un esempio possibile tra i tanti conosciuti (e da noi anche valutato quantitativamente) e' l'uso delle mascherine anche all'aperto.
Infatti nel nostro commento del 3 aprile 2022 abbiamo ricordato di aver misurato l'effetto benefico dell'uso delle mascherine all'aperto nell'ormai lontano 12 ottobre 2020 con un'evidenza sperimentale documentata dai dati reali con relativa tabella e grafico dei dati di quel periodo (seconda ondata), dove si nota nel grafico un abbassamento del livello dei contagi dal 5.4% al 3.5% (dall'11 al 14 ottobre 2020), proprio in coincidenza con l'entrata in vigore dell'obbligo delle mascherine all'aperto (per l'arrivo del freddo).
Il loro uso potrebbe anche essere lasciato alla libera iniziativa dei singoli che, una volta capita l'utilita' (dopo essere stati correttamente informati), cominciano a comportarsi cone hanno sempre fatto i popoli orientali per tutelare la loro salute.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno 60, riportato a destra nei grafici e' poco piu' alto della linea viola d'interpolazione.
Percio' rimane confermato l'andamento ormai costante della curva dei decessi, dopo una pendenza piu' lenta della discesa dal precedente picco principale della quinta ondata, visibile nel grafico.
La discesa della curva e' stata rallentata, quasi certamente per il rallentamento della discesa della curva dei contagi di 12 giorni prima, dovuto al grande numero di picchi effimeri verificatisi verosimilmente per l'attivita' festaiola della popolazione durante le vacanze di fine agosto e continuata poi a settembre per l'abbassamento delle temperature.
La curva dei contagi oggi, a meta' settembre, e' ancora piuttosto costante, poco sotto al 6%: questo non puo' che comportare un andamento altrettanto costante anche della curva dei decessi, poco sotto ai 60 decessi al giorno, come sta effettivamente accadendo.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (14 settembre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 6.3% (con un errore statistico di +/-1.1%) e' poco sopra alla linea viola nel grafico ed i test molecolari positivi sono ancora pochi (oggi sono solo 31 su 10062 test totali effetuati); quindi dobbiamo ancora fare i conti con una statistica di raccolta dei dati che risulta bassa per individuare affidabilmente con un solo dato l'andamento della curva dei contagi (linea viola nei grefici) ma il complesso di piu' dati e' senza dubbio abbastanza significativo per confermare la correttezza delle linea viola d'interpolazione da noi disegnata, che quindi NON risulta in discesa.
Il dato odierno ha una deviazione standard di 1.1%, che vuol dire che con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 5.2% e 7.4% (errori sistematici esclusi): questo intervallo sembra confermare che la curva dei contagi non ha iniziato a scendere dal livello costante a cui si trova ora (poco sotto al 6%); nei prossimi giorni ne avremo la conferma con maggiore certezza.
Finche' la curva non scende, significa che il numero delle guarigioni dei contagiati (che spinge la curva in discesa) e' uguale ad un apporto continuo di nuovi contagi (che spinge la curva in salita), senza il quale la curva sarebbe gia' scesa sotto all'1% (basta guardare la linea viola nei grafici per capirlo).
Per essere piu' chiari: le persone, se sono positive al test, significa che sono state contagiate dal virus e, se non muoiono, in 20 giorni guariscono spontaneamente, cioe' smettono di essere positive e percio' in assenza di nuovi contagi la curva, che rappresenta la percentuale di persone positive al test (contagiate), diminuisce sempre piu'.
Se questo non accade e la curva rimane piu' o meno costante, com'e' ora, vuol dire che per qualche motivo (ce ne dev'essere sempre almeno uno) c'e' un apporto di nuovi contagi in numero pari alle guarigioni che stanno avvenendo.
Un motivo potrebbe essere il seguente: questi nuovi contagi potrebbero essere prodotti dall'abbassamento della temperatura, scesa finora di almeno 5 gradi, che fa crescere per accumulo le cariche virali che si formano nell'ambiente (perche' i virus rimangono attivi per un tempo sempre piu' lungo quando la temperatura diminuisce).
Se cosi' fosse sarebbe una gran brutta notizia, perche' la situazione dei contagi tenderebbe a peggiorare sempre di piu' con l'arrivo dell'autunno: conseguentemente la curva dei contagi anziche' scendere potrebbe riprendere a salire, dando inizio probabilmente alla sesta ondata autunnale, favorita da questo livello di contagi cosi' alto (6% invece che 1%).
Il dato di oggi e' stato riportato nei grafici dei dati recenti e della quinta ondata insieme alla linea viola d'interpolazione che rimane con un andamento costante e non in discesa.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno, riportato a destra di 69 e' piu' alto della media di ieri forse perche' anche lui contiene alcuni dei decessi dei giorni precedenti.
Comunque secondo noi rimane confermato l'andamento lentamente discendente della curva dei decessi, che ha una pendenza un po' piu' lenta della discesa dal precedente picco principale della quinta ondata, visibile nel grafico.
La discesa della curva rimane rallentata, quasi certamente per il rallentamento della discesa della curva dei contagi di 12 giorni prima, dovuto al grande numero di picchi effimeri verificatisi verosimilmente per l'attivita' festaiola della popolazione durante le vacanze di fine agosto (che a settembre dovrebbe ridursi).

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (13 settembre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 3.9% (con un errore statistico di +/-0.7%) e' senza dubbio sotto al livello della linea viola nel grafico ed anche se i test molecolari positivi sono ancora pochi (oggi sono solo 28 su 13436 test totali effetuati); quindi dobbiamo ancora fare i conti con una statistica di raccolta dei dati che risulta bassa per individuare affidabilmente con un solo dato l'andamento della curva dei contagi (linea viola nei grefici).
Il dato odierno ha una deviazione standard di 0.7%, che vuol dire che con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 3.2% e 4.6% (errori sistematici esclusi): questo intervallo lascia sospettare che la curva dei contagi possa iniziare a scendere nei prossimi giorni. Lo sapremo gia' domani.
Non possiamo per ora confermare che, con questo unico dato in discesa, la curva possa aver ripreso la sua discesa dal livello costante a cui si trova ora (poco sotto al 6%).
Se la curva non scendesse, significherebbe che il numero delle guarigioni dei contagiati (che spinge la curva in discesa) e' uguale ad un apporto continuo di nuovi contagi (che spinge la curva in salita), senza il quale la curva sarebbe gia' scesa sotto all'1% (basta guardare la linea viola nei grafici per capirlo).
Questi nuovi contagi potrebbero essere quelli dell'inizio della risalita autunnale per l'abbassamento della temperatura (che fa crescere, per accumulo, le cariche virali esistenti nell'ambiente), scesa finora di almeno 5 gradi.
Se cosi' fosse, questa sarebbe una gran brutta notizia, perche' la situazione dei contagi tenderebbe a peggiorare sempre di piu' con l'arrivo dell'autunno: conseguentemente la curva dei contagi anziche' scendere potrebbe riprendere a salire, dando inizio probabilmente alla sesta ondata autunnale, favorita da questo livello di contagi cosi' alto.
Il dato di oggi, che ci fa sperare in un inizio di discesa, e' stato riportato nei grafici dei dati recenti e della quinta ondata insieme alla linea viola d'interpolazione che per ora lasciamo con un andamento costante e non in discesa.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno, riportato a destra di 93 e' molto piu' alto di quello di ieri perche' contiene parte dei decessi dei giorni precedenti.
Possiamo ora, come sempre, fare la media degli ultimi 3 giorni (indicandola con una x nera nel grafico, per poter prolungare piu' correttamente la linea viola d'interpolazione:
(34+33+93)/3 = 53
Questo dato medio si colloca perfettamente sulla linea viola d'interpolazione, confermandone la correttezza.
Quindi e' confermato l'andamento lentamente discendente della curva dei decessi, che ha una pendenza un po' piu' lenta della discesa dal precedente picco principale della quinta ondata, visibile nel grafico.
Con il dato della media di 50 decessi giornalieri quindi la discesa rimane rallentata, quasi certamente per il rallentamento della discesa della curva dei contagi di 12 giorni prima, dovuto al grande numero di picchi effimeri verificatisi verosimilmente per l'attivita' festaiola della popolazione durante le vacanze di fine agosto (che a settembre dovrebbe ridursi).

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (12 settembre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 6.7% (con un errore statistico di +/-2.2%) e' piu' o meno al livello della linea viola nel grafico e ci conferma anch'esso che ora i test molecolari positivi sono veramente pochi (oggi sono solo 9 su 6222 test totali effetuati) e quindi dobbiamo fare i conti con una statistica di raccolta dei dati che ora risulta troppo bassa per individuare affidabilmente con un solo dato l'andamento della curva dei contagi (linea viola nei grefici).
In effetti il dato odierno ha una deviazione standard molto grande, di 2.2%, che vuol dire che con il 68% di probabilita' il valore vero e' contenuto nell'intervallo tra 4.5% e 8.9% (errori sistematici esclusi): un intervallo cosi' ampio che rende davvero poco significativo il solo dato di oggi.
Quindi la curva dei contagi sembra essere ancora costante intorno al 6% con i dati dei vari giorni che fluttuano in piu' o in meno di una deviazione standard (cosa abbastanza normale, accade una volta su tre), perche' la statistica dei dati raccolti risulta essere piuttosto povera.
Non potendo raddoppiare il numero dei test eseguiti (non sarebbe giustificabile), quasi certamente dovremo sommare insieme i dati dei giorni, almeno a due a due, e fare poi la media per lavorare con una statistica piu' elevata (si potra' fare anche a posteriori, se si vuole).
Confermiamo percio' che alla luce degli ultimi 4 dati la curva non ha ancora ripreso la sua discesa dal livello costante a cui si trova (poco sotto al 6%).
Senbra pertanto che per ora la curva stia mantenendo un andamento piu' o meno costante (in "pianerottolo"), come riportato con la linea viola nei grafici.
Questo delle statistiche povere e' un problema ben noto del calcolo numerico: ci troviamo di fronte a differenze di numeri grandi (482 positivi totali - 473 positivi antigenici) che danno un risultato molto piccolo (9 test molecolari positivi) e la conseguenza sono grandi fluttuazioni nei dati: non c'e' niente da fare, perche' non si puo' raddoppiare il numero dei test da eseguire; tra poco sara' meglio raggruppare i dati almeno ogni 2 giorni per avere una statistica migliore.
Il dato di oggi e' meno significativo di quello di ieri perche' l'errore statistico di +/-2.2% e' maggiore al +/-1.6% di ieri (oggi ci sono solo 9 test molecolari positivi su 6222 test eseguiti, che e' un numero piu' che dimezzato rispetto ai 15000 soliti).
La curva dei contagi sembra essere ancora in "pianerottolo" e questo non e' normale perche' il 6% e' 1/3 del picco massimo.
Quindi il 6% e' un livello troppo elevato, che non puo' essere il livello di fondo degli asintomatici, che dovrebbe essere inferiore all'1%, stando a quello che si e' visto l'anno scorso.
Se la curva non scende, significa che il numero delle guarigioni dei contagiati (che spinge la curva in discesa) e' uguale ad un apporto continuo di nuovi contagi (che spinge la curva in salita), senza il quale la curva sarebbe gia' scesa sotto all'1% (basta guardare la linea viola nei grafici per capirlo).
Questi nuovi contagi potrebbero essere quelli dell'inizio della risalita autunnale per l'abbassamento della temperatura (che fa crescere, per accumulo, le cariche virali esistenti nell'ambiente), scesa finora di almeno 5 gradi.
Se cosi' fosse, questa sarebbe una gran brutta notizia, perche' la situazione dei contagi tenderebbe a peggiorare sempre di piu' con l'arrivo dell'autunno: conseguentemente la curva dei contagi anziche' scendere potrebbe riprendere a salire, dando inizio probabilmente alla sesta ondata autunnale, favorita da questo livello di contagi cosi' alto.
Il dato di oggi e' stato riportato nei grafici dei dati recenti e della quinta ondata insieme alla linea viola d'interpolazione a cui abbiamo fatto continuare l'andamento costante e non in discesa, come forse troppo ottimisticamente avevamo disegnato nei giorni scorsi.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti
grafici dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 33, riportato a destra, e' basso come quello di ieri.
Dobbiamo attendere anche il dato di domani per poter fare la media degli ultimi 3 giorni, ottenendo cosi' un dato piu' affidabile.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (11 settembre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 7.8% (con un errore statistico di +/-1.6%) e' salito molto sopra il livello della linea viola nel grafico e ci conferma che ora che i test molecolari positivi sono pochi (oggi sono 23 su 7332 test totali effetuati) dobbiamo fare i conti con una statistica di raccolta dei dati che ora risulta bassa per individuare affidabilmente con un solo dato l'andamento della curva dei contagi. In effetti il dato odierno pur cosi' alto, con una deviazione standard in meno (probabilita' 68%) arriva al 6.2% che sarebbe abbastanza vicino alla nostra linea viola d'interpolazione.
Quindi la curva sembra essere sempre costante intorno al 6% con i dati dei vari giorni che fluttuano in piu' o in meno di una deviazione standard (cosa abbastanza normale, accade una volta su tre), perche' la statistica dei dati raccolti risulta piuttosto povera.
Non potendo raddoppiare il numero dei test eseguiti quasi certamente dovremo sommare insieme i dati dei giorni a due a due e fare poi la media per lavorare con una statistica piu' elevata (si potra' fare anche a posteriori, se si vuole).
Confermiamo percio' che alla luce degli ultimi tre dati non e' confermato che la curva abbia ripreso la sua discesa dal livello costante a cui era (poco sotto al 6%), con la pendenza piuttosto ripida che aveva al momento della discesa dai picchi piu' alti, dovuta all'inizio delle guarigioni, crescenti con la stessa ripidita' alta della salita del picco (conclusione a cui eravamo giunti tre giorni fa).
Senbra pertanto che per ora la curva stia mantenendo un andamento piu' o meno costante (in "pianerottolo"), come riportato con la linea viola nei grafici.
Questo delle statistiche povere e' un problema ben noto del calcolo numerico: ci troviamo di fronte a differenze di numeri grandi (841 positivi totali - 818 positivi antigenici) che danno un risultato molto piccolo (i 23 test molecolari positivi) e la conseguenza sono grandi fluttuazioni nei dati: non c'e' niente da fare perche' non possiamo e non converrebbe raddoppiare il numero dei test da eseguire; tra poco sara' meglio raggruppare i dati ogni 2 giorni per avere una statistica migliore.
Il dato di oggi e' meno significativo di quello di ieri perche' l'errore statistico di +/-1.6% e' maggiore al +/-0.9% di ieri (oggi ci sono 23 test molecolari positivi su 7332 test eseguiti, che e' un numero dimezzato rispetto ai 15000 soliti).
In questa situazione il dato di oggi sembra essere salito poco piu' di una deviazione standard (cosa probabile in un caso su tre) dal valore vero di una curva dei contagi che sembra essere ancora in "pianerottolo". Ma se la curva non scende significa che c'e' un apporto continuo di nuovi contagi pari al numero delle guarigioni dei contagiati.
Questi nuovi contagi potrebbero essere quelli dell'inizio della risalita autunnale per l'abbassamento della temperatura ambientale, scesa finora di almeno 5 gradi. Sarebbe una gran brutta notizia perche' peggiorerebbe sempre di piu' con l'arrivo dell'autunno.
Il dato di oggi e' stato riportato nei grafici dei dati recenti e della quinta ondata insieme alla linea viola d'interpolazione a cui abbiamo fatto continuare l'andamento costante e non in discesa, come forse troppo ottimisticamente avevamo disegnato nei giorni scorsi.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti
grafici dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 34, riportato a destra, e' basso come al solito di domenica, perche' raccoglie abitualmente solo in parte i decessi avvenuti.
Anche questa volta percio' dovremo attendere i dati dei prossimi due giorni, che saranno piu' alti perche' comprenderanno anche i decessi non conteggiati nel dato di oggi, per poi fare la media.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (10 settembre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 4.4% (con un errore statistico di +/-0.9%) e' sceso sotto il livello della linea viola nel grafico e ci conferma che ora che i test molecolari positivi sono pochi (oggi sono 25 su 16209 test totali effetuati) dobbiamo fare i conti con una statistica di raccolta dei dati che ora risulta bassa per individuare affidabilmente con un solo dato l'andamento della curva dei contagi. In effetti il dato odierno pur cosi' basso, con una deviazione standard in piu' (probabilita' 68%) arriva al 5.3% che sarebbe abbastanza vicino alla nostra linea viola d'interpolazione.
Non potendo raddoppiare il numero dei test eseguiti quasi certamente dovremo sommare insieme i dati dei giorni a due a due e fare poi la media per lavorare con una statistica piu' elevata.
Confermiamo che alla luce degli ultimi due dati non possiamo piu' essere certi ora che la curva abbia ripreso la sua discesa dal livello costante a cui era (poco sotto al 6%), con la pendenza piuttosto ripida che aveva al momento della discesa dai picchi piu' alti, che era dovuta soltanto all'inizio delle guarigioni, crescenti pero' con la ripidita' alta della salita del picco (conclusione a cui eravamo giunti l'altro ieri).
E' ora altrettanto possibile che la curva stia continuando un andamento piu' o meno costante (in "pianerottolo"). Lo sapremo entro un paio di giorni con queste statistiche un po' povere.
Questo delle statistiche povere e' un problema ben noto del calcolo numerico: ci troviamo di fronte a differenze di numeri grandi (1151 positivi totali - 1126 positivi antigenici) che danno un risultato molto piccolo (i 25 test molecolari positivi) e la conseguenza sono grandi fluttuazioni nei dati: non c'e' niente da fare perche' non possiamo e non converrebbe raddoppiare il numero dei test da eseguire; tra poco sara' meglio raggruppare i dati ogni 2 giorni per avere una statistica migliore.
Il dato di oggi e' piu' significativo di quello di ieri perche' l'errore statistico di +/-0.9% e' inferiore al +/-1.9% di ieri (oggi ci sono 25 test molecolari positivi su 16209 test eseguiti, che e' un numero anche maggiore dei 15000 soliti).
Ma nonostante cio' il dato di oggi sembra essere sceso poco piu' di una deviazione standard (cosa probabile in un caso su tre) con una curva dei contagi che potrebbe essere ancora in pianerottolo (con quello che cio' significherebbe: apporto di nuovi contagi pari al numero delle guarigioni dei contagiati e questi nuovi contagi potrebbero essere l'inizio della risalita autunnale per l'abbassamento della temperatura ambientale: sarebbe una gran brutta notizia).
Il dato di oggi e' stato riportato nei grafici dei dati recenti e della quinta ondata insieme alla linea viola d'interpolazione a cui abbiamo tolto quell'inizio di discesa che forse troppo ottimisticamente avevamo disegnato nei giorni scorsi.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti
grafici dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 18, riportato a destra, e' molto sotto ai 60 decessi al giorno previsti in base alla linea viola d'interpolazione e che ci aspettiamo che rimangano piu' o meno costanti per alcuni giorni (come abbiamo indicato con la linea viola nel grafico), perche' la curva dei contagi 12 giorni prima e' rimasta abbastanza costante intorno al 6%.
Il dato cosi' basso di oggi potrebbe essere un "effetto week-end" per cui gli ospedali tardano ad inviare i dati sui decessi, che verranno poi recuperati nei primi giorni dopo la domenica (in cui ancora saranno bassi).
Questo livello costante di 60 decessi al giorno vorrebbe dire che con questi virus di tipo Omicron ad un livello di contagi del 6% si producono, 12 giorni dopo, circa 60 decessi al giorno e questo ci fa capire quantitativamente il prezzo che dobbiamo pagare quando permettiamo ai contagi di salire.
Con la variante Delta i decessi erano di piu': ricordiamo che il 14 settembre 2021, con un calcolo fatto con i dati della quarta ondata, in base alle nostre rilevazioni sull' andamento dei decessi di allora , al 3.6% di contagiati della variante Delta corrispondevano, 18 giorni dopo, 60 decessi al giorno, cioe' il 6% di contagi avrebbero prodotto allora, 20 giorni dopo, 100 decessi al giorno invece degli attuali 60 di Omicron.
Omicron e' quindi piu' contagioso ma meno letale di Delta, anche forse per una probabile "assuefazione" immunitaria maturata dalla popolazione contro questi coronavirus, essendo passato un anno.

UNA CURIOSITA' DA FISICO, che pero' non c'entra niente con i virus (10 settembre 2022)
Per massimizzare il risparmio energetico in questi tempi di crisi si sta pensando di prolungare l'anticipo orario dell'ora legale a tutto l'anno. Nei 7 mesi in cui e' attiva ora, si risparmiano in un anno secondo TERNA 420 milioni di KWh, che e' il fabbisogno annuo di circa 150.000 famiglie (non e' poco e per questo si adotta l'ora legale).
In Italia il legislatore ha avuto anni fa l'idea per noi bizzarra di obbligare tutti gli automobilisti a viaggiare nelle strade extra-urbane sempre con i fari accesi, anche di giorno.
La gente comune non pensa che questo possa avere un costo apprezzabile, perche' non paga una bolletta per la luce dell'auto ma non e' cosi'.
Per una ben nota legge di fisica che riguarda la conservazione dell'energia. la luce dei fari non e' gratis ma si paga anche piu' cara di quella di casa per il meno efficiente metodo di produzione. In altre parole il consumo dei due fari di un'automobile, che e' di circa 100 W se sono ad incandescenza e molto di piu' se sono alogeni, genera una resistenza frenante sul motore da parte dell'alternatore che fa consumare piu' carburante e quindi aumenta il costo del viaggio.
Proviamo a stimare quanto puo' essere questo costo per i 40 milioni di veicoli circolanti in Italia.
Un'auto che circola di giorno fuori citta' a 50 Km/h in un'ora puo' consumare circa 5 litri di carburante con 0.1 KWh consumati dalle luci accese (approssimazione per difetto), che se costassero come la luce di casa (ma in auto costano di piu') inciderebbero per 3 centesimi sui 10 euro spesi di carburante (il 3 per mille per le tasche dell'automobilista).
Se dei 40 milioni di veicoli ce ne sono 4 milioni in movimento e di questi 1 su 4 ha i fari accesi di giorno, questo milione di veicoli (motocicli e camion inclusi) consuma per i soli fari accesi 100.000 KWh ogni ora del giorno che nelle 10 ore di luce sono un milione di KWh al giorno pari a 365 milioni di KWh all'anno, quasi come i 420 milioni di KWh del risparmio energetico annuale dell'ora legale.
E' una grande quantita' di idrocarburi da importare in piu' ed un'ulteriore tassa occulta e non trascurabile per i cittadini.
Tenere una lampadina da 100 W sempre accesa per 10 ore al giorno in casa costa e questo la gente lo capisce perche' paga la bolletta. Quando i 100 W invece sono quelli dell'auto sembra che non costino ma non e' cosi' e siccome le auto circolanti sono tantissime il costo complessivo non e' affatto trascurabile, soprattutto di questi tempi di crisi energetica.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (9 settembre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 7.3% (con un errore statistico abbastanza alto, di +/-1.9%) e' eccezionalmente alto e ci lascia pensare che dobbiamo fare i conti con una statistica di raccolta dei dati che ora risulta insufficiente ad individuare l'andamento della curva dei contagi nel breve periodo. In effetti il dato odierno pur cosi' alto, con una deviazione standard in meno (probabilita' 68%) si riduce al 5.9% che sarebbe esattamente sulla nostra linea viola d'interpolazione.
Se continuasse cosi' forse dovremmo sommare insieme i dati dei giorni a due a due e fare poi la media.
Non possiamo piu' essere certi ora che la curva abbia ripreso la sua discesa dal livello costante a cui era (poco sotto al 6%), con la pendenza piuttosto ripida che aveva al momento della discesa dai picchi piu' alti, che era dovuta soltanto all'inizio delle guarigioni, crescenti pero' con la ripidita' alta della salita del picco (conclusione a cui eravamo giunti ieri).
Il dato di oggi e' meno significativo di quello di ieri perche' l'errore statistico di +/-1.9% e' alto (ci sono 29 test molecolari positivi su 11264 test eseguiti, che e' un numero piu' basso dei 15000 soliti).
Il dato di oggi e' stato riportato nei grafici dei dati recenti e della quinta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti
grafici dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 59, riportato a destra, e' tornato poco sotto ai 60 decessi al giorno in perfetto accordo con l'andamento previsto della linea viola d'interpolazione e che dovrebbero rimanere piu' o meno costanti per alcuni giorni (come abbiamo indicato con la linea viola nel grafico), perche' la curva dei contagi 12 giorni prima e' rimasta abbastanza costante intorno al 6%.
Questo vorrebbe dire che con questi virus di tipo Omicron ad un livello di contagi del 6% si producono, 12 giorni dopo, circa 60 decessi al giorno. Questo ci fa capire quantitativamente il prezzo che dobbiamo pagare quando permettiamo ai contagi di salire.
Con la variante Delta i decessi erano di piu': ricordiamo che il 14 settembre 2021, con un calcolo fatto con i dati della quarta ondata, in base alle nostre rilevazioni sull' andamento dei decessi di allora , al 3.6% di contagiati della variante Delta corrispondevano, 18 giorni dopo, 60 decessi al giorno, cioe' il 6% di contagi avrebbero prodotto allora, 20 giorni dopo, 100 decessi al giorno invece degli attuali 60 di Omicron.
Omicron e' quindi piu' contagioso ma meno letale di Delta, anche forse per una probabile "assuefazione" immunitaria maturata dalla popolazione contro questi coronavirus, essendo passato un anno.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (8 settembre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 3.6% (con un errore statistico abbastanza piu' basso, di +/-0.5%) e' ancora piu' basso di quello di ieri e ci induce a riconoscere che la curva da ieri ha ripreso la sua discesa dal livello costante a cui era (poco sotto al 6%), con la pendenza piuttosto ripida che aveva al momento della discesa dai picchi piu' alti (che era dovuta soltanto all'inizio delle guarigioni, crescenti pero' con la ripidita' alta della salita del picco).
Il dato di oggi e' piu' significativo di quello di ieri perche' l'errore statistico di 0.5% e' minore (ci sono 55 test molecolari positivi su 13072 test eseguiti, che e' un numero molto simile ai 15000 soliti).
Questa discesa della curva e' di buon auspicio per il raggiungimento in tempi brevi di un livello di fondo (degli asintomatici) inferiore all'1%, com'era nel 2021, che ridurrebbe i rischi di una grande ondata autunnale. Molto bene.
In linea con questa interpretazione dei dati degli ultimi 2 giorni abbiamo disegnato in discesa la linea viola d'interpolazione nei grafici che seguono.
Il dato di oggi e' stato riportato nei grafici dei dati recenti e della quinta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti
grafici dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 89, riportato a destra, e' piu' alto del +50% rispetto al dato di ieri.
Il dato di oggi cosi' alto dovrebbe indicare una variazione in salita dell'andamento indicato dalla linea viola nel grafico.
Pero' 12 giorni prima la curva dei contagi era abbastanza costante intorno al 6% e quindi non ci spieghiamo questa risalita dei decessi. Non ce la sentiamo percio' di considerare l'indicazione di questo solo dato sufficiente per determinare una risalita cosi' importante della curva dei decessi.
Aspettiamo quindi i prossimi dati per avere un'indicazione piu' affidabile: cio' perche' i dati dei decessi non sono soggetti solo agli errori statistici ma anche a quelli sistematici (soprattutto quelli dalla domenica in poi).

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (7 settembre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 3.9% (con un errore statistico di +/-0.8%) e' piu' basso di quello di ieri e si colloca sotto la linea viola d'interpolazione nei grafici.
Il suo errore statistico di 0.8% (con soli 21 test molecolari positivi su 8570 test eseguiti, la meta' di quelli soliti) e' meno significativo di quello di ieri: con una deviazione standard in piu' il dato arriverebbe a 4.7% che e' molto vicino alla linea viola nei grafici.
Per questo non riteniamo che il dato di oggi sia sufficiente ad indicare, da solo, una ripresa della discesa della curva.
Abbiamo riportato il dato di oggi nei grafici dei dati recenti e della quinta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti
grafici dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 57, riportato a destra, e' poco piu' alto della media di ieri (potrebbe contenere anche lui qualche decesso mancante nel dato di domenica).
E' quindi ancora confermato l'andamento indicato dalla linea viola nel grafico.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (6 settembre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 5.4% (con un errore statistico di +/-0.9%) e' poco piu' basso di quello di ieri e si colloca esattamente sulla linea viola d'interpolazione nei grafici.
Per questo dato l'errore statistico di 0.9% (con 34 test molecolari positivi) e' abbastanza significativo e conferma che la curva e' ancora in pianerottolo, poco sotto al 6%, com'e' indicato dalla linea viola d'interpolazione disegnata nei due grafici.
Il fatto che la curva non riesca a scendere fino al livello di fondo degli asintomatici, che dovrebbe essere sotto all'1%, dimostra che la spinta in discesa delle guarigioni dei contagiati di 20 giorni fa e' ora compensata esattamente dalla crescita del numero dei contagi dovuta all'abbassamento della temperatura ambientale che si e' ridotta di oltre 5 gradi.
Alla spinta in discesa della curva ha contribuito non poco anche la diminuzione degli apporti di contagi dovuti ai comportamenti poco diligenti delle persone in vacanza ad agosto (infatti ora non c'e' piu' quell'abbondanza di picchi effimeri che c'era ad agosto). Ma questo non e' bastato per compensare la crescente spinta in salita dovuta all'abbassanento della temperatura ambientale (e' l'unica causa che puo' giustificare secondo noi l'importante spinta in salita che si sta manifestando in questi giorni di curva in pianerottolo).
Se questa analisi e' giusta dovremmo essere in una situazione problematica, perche' la discesa ulteriore della temperatura avverra' con un fondo degli asintomatici dieci volte superiore al dovuto, cioe' con un numero alto di persone ignare di essere infette e potenzialmente contagiose in circolazione, che possono aiutare l'avvio di una prossima ondata, anticipandone i tempi ed aumentandone l'ampiezza.
Non rimane che augurarci che questa nostra analisi sia sbagliata.
Abbiamo riportato il dato di oggi nei grafici dei dati recenti e della quinta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno, riportato a destra di 80 e' piu' alto di quello di ieri perche' anche lui contiene parte dei decessi di domenica.
Possiamo ora fare la media degli ultimi 3 giorni (indicandola con una x nera nel grafico, per poter prolungare piu' correttamente la linea viola d'interpolazione:
(30+40+80)/3 = 50
Questo dato medio si colloca perfettamente sulla linea viola d'interpolazione.
Quindi e' confermato l'andamento discendente della curva dei decessi, che ha una pendenza un po' piu' lenta della discesa dal precedente picco principale della quinta ondata, visibile nel grafico.
Con il dato della media di 50 decessi giornalieri quindi la discesa rimane rallentata, quasi certamente per il rallentamento della discesa della curva dei contagi di 12 giorni prima, dovuto al grande numero di picchi effimeri verificatisi verosimilmente per l'attivita' festaiola della popolazione durante le vacanze di fine agosto (che a settembre dovrebbe ridursi).

CONCLUSIONE: Credo si possa riconoscere che la descrizione che stiamo dando della pandemia cioe' il modello a soglia, con tutte le spiegazioni che lo accompagnano, stia funzionando piuttosto bene: infatti i dati sia dei contagi che dei decessi si stanno comportando come previsto dalla nostra linea viola d'interpolazione, che e' utilissima perche' ci permettera' di cogliere qualsiasi deviazione futura dal comportamento normale della pandemia e ci aiutera' cosi' a comprendere le cause dei cambiamenti che avvengono.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (5 settembre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 5.9% (con un errore statistico di +/-1.6%, relativamente molto grande) e' piu' alto di quello di ieri e per questo si colloca molto vicino alla linea viola d'interpolazione nel grafico.
Pero' per il suo alto errore statistico (i test molecolari positivi sono troppo pochi, solo 14) non lo riteniamo molto significativo, anche se il suo valore e' proprio quello che ci si aspetta se la curva e' ancora in pianerottolo intorno al 6%, come indicato dalla linea viola d'interpolazione disegnata nel grafico.
Abbiamo riportato il dato di oggi nei grafici dei dati recenti e della quinta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti
grafici dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 40, riportato a destra, e' il 33% piu' alto di quello di ieri ma questo perche' contiene una parte dei decessi mancanti nel dato di ieri (domenica).
Dobbiamo percio' attendere anche il dato di domani per poter fare la media degli ultimi 3 giorni ottenendo cosi' un dato piu' affidabile.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (4 settembre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 3.2% (con un errore statistico di +/-1%, relativamente molto grande) e' molto piu' basso di quello di ieri e si colloca molto sotto alla linea viola d'interpolazione nel grafico.
Per l'alto errore statistico di questo dato (i test molecolari positivi sono troppo pochi, solo 11 essendo domenica) non riteniamo che possa dimostrare una discesa della curva, che quindi per noi e' ancora in pianerottolo intorno al 6%, come indicato dalla linea viola d'interpolazione disegnata nel grafico.
Abbiamo riportato il dato di oggi nei grafici dei dati recenti e della quinta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti
grafici dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 30, riportato a destra, e' molto piu' basso di quello di ieri ma questo perche' e' un dato della domenica, che raccoglie abitualmente solo in parte i decessi avvenuti.
Anche questa volta percio' dovremo attendere i dati dei prossimi due giorni, che saranno piu' alti perche' comprenderanno anche i decessi non conteggiati nel dato di oggi, per poi fare la media.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (3 settembre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 5.5% (con un errore statistico di +/-1.1%) e' piu' basso di quello di ieri anch'esso e NON conferma la ripresa della discesa della curva ma si colloca esattamente sulla linea viola d'interpolazione nel grafico.
Quindi la curva e' ancora in pianerottolo intorno al 6%, proprio come indicato dalla linea viola d'interpolazione precedentemente disegnata.
Essendo ormai finito il mese delle vacanze (agosto) ci attendiamo che l'apporto ai contagi delle attivita' vacanziere, che a nostro avviso e' quello che impediva alla curva di scendere, diminuisca sempre piu' nei prossimi giorni in virtu' delle tante guarigioni dei contagiati che stanno continuamente avvenendo.
Non bisogna pero' dimenticare l'effetto contrario (aumento dei contagi) che ha l'abbassamento della temperatura, perche' siamo ormai arrivati a settembre e la temperatura ambientale si e' gia' abbassata di 5 gradi: questo allunga il tempo in cui i virus rilasciati nell'ambiente rimangono attivi, favorendo il loro accumulo e quindi la crescita delle cariche virali a cui le persone sane sono esposte.
Anche la fisiologica riduzione delle difese immunitarie conseguente all'abbassamento della temperatura ambientale contribuisce a peggiorare lo scenario epidemiologico autunnale.
Personalmente abbiamo la sensazione che l'effetto del freddo autunnale ancora non si veda perche' e' piccolo (la diminuzione che c'e' stata di 5 gradi e' probabilmente ancora troppo piccola per vederne gli effetti sulla crescita pandemica). Gli apporti di contagi delle attivita' umane invece, seppure in diminuzione, sembrano essere ancora cosi' grandi da impedire la normale discesa della curva, dovuta alla progressione delle guarigioni dei contagiati.
Per ora infatti la curva rimane in "pianerottolo". Aspettiamo nei prossimi giorni di vedere cosa prevalra' tra l'effetto della riduzione degli apporti di contagi per la fine delle vacanze ed il freddo in arrivo.
Abbiamo riportato il dato di oggi nei grafici dei dati recenti e della quinta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno, riportato a destra di 48 e' molto piu' basso di quello di ieri e si colloca anche lui esattamente sul prolungamento della linea viola d'interpolazione precedentemente disegnata.
La curva dei decessi sta cosi' continuando la sua lenta discesa, ben evidenziata dalla linea viola nel grafico dei dati interpolati.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (2 settembre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 6.4% (con un errore statistico di +/-1%) e' piu' alto di quello di ieri e NON conferma la ripresa della discesa della curva, dopo il pianerottolo intorno al 6% (vedi la linea viola d'interpolazione nel grafico).
Quindi la curva e' ancora in pianerottolo.
Essendo ormai finito il mese delle vacanze (agosto) ci attendiamo che l'apporto ai contagi delle attivita' vacanziere, che a nostro avviso e' quello che impediva alla curva di scendere, diminuisca sempre piu' nei prossimi giorni in virtu' delle tante guarigioni dei contagiati che stanno continuamente avvenendo.
Non bisogna pero' dimenticare l'effetto contrario (aumento dei contagi) che ha l'abbassamento della temperatura, perche' siamo ormai arrivati a settembre e la temperatura ambientale si e' gia' abbassata di 5 gradi: questo allunga il tempo in cui i virus rilasciati nell'ambiente rimangono attivi, favorendo il loro accumulo e quindi la crescita delle cariche virali a cui le persone sane sono esposte.
Anche la fisiologica riduzione delle difese immunitarie conseguente all'abbassamento della temperatura ambientale contribuisce a peggiorare lo scenario epidemiologico autunnale.
Personalmente abbiamo la sensazione che l'effetto del freddo autunnale ancora non si veda perche' e' piccolo (la diminuzione che c'e' stata di 5 gradi e' probabilmente ancora troppo piccola per vederne gli effetti sulla crescita pandemica). Gli apporti di contagi delle attivita' umane invece, seppure in diminuzione, sembrano essere ancora cosi' grandi da impedire la normale discesa della curva, dovuta alla progressione delle guarigioni dei contagiati.
Per ora infatti la curva rimane in pianerottolo. Aspettiamo nei prossimi giorni di vedere cosa prevalra' tra l'effetto della riduzione degli apporti di contagi per la fine delle vacanze ed il freddo in arrivo.
Abbiamo riportato il dato di oggi nei grafici dei dati recenti e della quinta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno, riportato a destra di 91 e' piu' alto di quello di ieri e si colloca sopra la linea viola d'interpolazione precedentemente disegnata.
La media dei primi 3 giorni di questa settimana era di 66 decessi.
Come la curva dei contagi e' in "pianerottolo" dal 17 agosto in poi, secondo il nostro modello dovrebbe essere normale che anche la curva dei decessi, 12 giorni dopo cioe' dal 29 agosto, diventi abbastanza costante ed il dato di oggi non e' in contrasto con questa interpretazione dei dati.
La curva dei decessi finora non sta risalendo ma potrebbe rimanere costante per parecchi giorni, poiche' la curva dei contagi e' arrivata al 6% il 17 agosto e dopo 2 settimane e' ancora intorno al 6% per colpa dei numerosi apporti di nuovi contagi prodotti dalla popolazione durante le vacanze di agosto, che si sono manifestati con una insolita abbondanza di picchi effimeri in Piemonte, ma crediamo che il Piemonte possa essere rappresentativo anche di tutto il resto d'Italia.
Pero' ora che agosto (il mese delle vacanze) e' finito ci aspettiamo che la curva dei contagi cominci a scendere sotto il 6% (almeno finche' la temperatura ambientale resta alta com'e' ora) e cosi' 12 giorni dopo, dal 12 settembre, anche la curva dei decessi dovrebbe iniziare a scendere sotto il livello attuale medio dei 70 decessi al giorno (vedi la linea viola nel grafico dei dati interpolati ).

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (1 settembre 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 4.5% (con un errore statistico di +/-1%) e' piu' basso di quello di ieri e potrebbe indicare la ripresa della discesa della curva, dopo il pianerottolo intorno al 6% (vedi la linea viola d'interpolazione nel grafico).
Il dato e' frutto di una statistica di dati raccolti piuttosto scarsa (solo 21 test molecolari positivi) ma potrebbe essere sufficiente ad indicare un livello piu' basso del precedente pianerottolo al 6% (al 68% di probabilita' il dato vero di oggi e' compreso tra il 3.5% ed il 5.5%).
Comunque la ripresa della discesa della curva dovra' essere confermata anche dai dati dei prossimi 2 giorni.
Essendo ormai finito il mese delle vacanze (agosto) ci attendiamo che l'apporto ai contagi delle attivita' vacanziere, che a nostro avviso e' quello che impediva alla curva di scendere, diminuira' sempre piu' e cosi' ci aspettiamo che faccia anche la curva dei contagi nei prossimi giorni.
Non bisogna pero' dimenticare l'effetto contrario che ha l'abbassamento della temperatura, perche' siamo ormai arrivati a settembre e la temperatura ambientale si e' gia' abbassata di 5 gradi: questo allunga il tempo in cui i virus rilasciati nell'ambiente rimangono attivi, facilitando il loro accumulo e quindi la crescita delle cariche virali a cui le persone sane sono esposte.
Abbiamo riportato il dato di oggi nei grafici dei dati recenti e della quinta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno, riportato a destra di 68 e' piu' basso di quello di ieri, perche' non contiene piu' parte dei decessi di domenica, e si colloca proprio sulla linea viola d'interpolazione precedentemente disegnata, che risulta cosi' confermata.
Come la curva dei contagi e' in "pianerottolo" dal 17 agosto in poi, secondo il nostro modello dovrebbe essere normale che anche la curva dei decessi, 12 giorni dopo cioe' dal 29 agosto, diventi abbastanza costante, come sembra proprio che stia accadendo.
Il dato di oggi ne e' una conferma: la curva dei decessi non sta risalendo ma si avvia ad essere costante per parecchi giorni, poiche' la curva dei contagi e' arrivata al 6% il 17 agosto e dopo 2 settimane e' ancora intorno al 6% per colpa dei numerosi apporti di nuovi contagi prodotti dalla popolazione durante le vacanze di agosto, che si sono manifestati con una insolita abbondanza di picchi effimeri in Piemonte, ma crediamo che il Piemonte possa essere rappresentativo anche di tutto il resto d'Italia.
Pero' ora che agosto (il mese delle vacanze) e' finito ci aspettiamo che la curva dei contagi cominci a scendere sotto il 6% (almeno finche' la temperatura ambientale resta alta com'e' ora) e cosi' 12 giorni dopo, dal 12 settembre, anche la curva dei decessi iniziera' a scendere sotto il livello attuale medio dei 70 decessi al giorno (vedi la linea viola nel grafico dei dati interpolati ).

LA SITUAZIONE PANDEMICA ATTUALE (1 settembre 2022)
Per avere un campione di dati piu' semplice da studiare e capirci di piu', noi stiamo analizzando i dati di una sola regione, il Piemonte.
Mescolare i dati di tante regioni diverse ci avrebbe reso piu' confusa la situazione e non ci avrebbe aiutato a capire bene le caratteristiche che stiamo studiando di questa pandemia, che sono le stesse in tutta l'Italia.
Ora che in Piemonte c'e' il 6% circa di positivi al test molecolare, significa che su 4.245.000 piemontesi ci sono 255.000 persone infette da questi coronavirus, in massima parte asintomatiche, che circolano senza sapere di essere infette e potenzialmente contagiose (sono loro che diffondono il contagio, in proporzione al loro numero).
Dato che una persona non immunizzata rimane infetta per 20 o 30 giorni (a secondo del tipo di virus), mentre una immunizzata solo per 2 o 3 giorni (perche' i virus trovano nell'organismo gli anticorpi subito pronti a eliminarli), significa che di quelle 255.000 persone infette il 90% sono tutte persone non immunizzate.
Queste 230.000 persone infette e non immunizzate sono tutte o non vaccinate o con immunita' (vaccinale o naturale) scaduta.
Molte delle persone non vaccinate dopo 2 anni di pandemia, malgrado tutte le cautele adottate, sono state infettate a loro insaputa in forma asintomatica ed hanno cosi' acquisito un'immunita' naturale che le protegge (sembra per un anno o poco meno) da una successiva reinfezione. Sono quei casi in cui la carica virale infettante e' stata modesta e quindi non in grado di provocare la malattia grave, perche' le persone non vaccinate e prive anche di un'immunita' naturale verosimilmente se vengono in contatto con una carica virale non piccola sviluppano nella maggioranza dei casi una malattia con sintomi, talora anche gravi, perche' la malattia Covid-19 non e' come un'influenza ma e' una malattia importante, in qualche caso anche letale.
Cosa possiamo dire allora delle persone non vaccinate, che tuttora sono tante?
Dopo 2 anni di vita in presenza della pandemia riteniamo che siano pochi quelli che siano riusciti a farla "franca", cioe' a non essere mai stati infettati perche' soprattutto durante i numerosi picchi delle varie ondate che si sono susseguite finora e' stato troppo difficile non essere mai venuti a contatto con persone contagiate (al supermercato, sull'autobus, ecc.).
Anche le persone che si sono sempre vaccinate hanno subito, anche piu' volte, dei contagi effimeri (quelli che guariscono in 2 o 3 giorni) ed hanno cosi' visto rafforzarsi il loro grado di immunita'.
Quindi dovremmo trovarci ora in una situazione dinamica in cui praticamente tutti, vaccinati e non vaccinati, tornano ad essere vulnerabili quando il loro grado d'immunita' naturale o vaccinale, abbassandosi progressivamente nel tempo, risulta insufficiente a proteggerli dalla carica virale con cui entrano in contatto. Ed il numero di queste cariche virali dipende dal numero di contagiati in circolazione: per questo e' importante far scendere il piu' possibile il fondo dei contagi, che ora essendo al 6% e' 10 volte piu' alto di com'era nell'estate 2021 (0.6%).
Nei Paesi piu' avanzati in cui si riesce a vaccinare una alta percentuale della popolazione la percentuale di persone vulnerabili viene ridotta anche molto per cui il fondo degli asintomatici puo' essere ben sotto all'1% della popolazione (come e' stato in Italia nell'estate 2021, quando prima della quarta ondata il fondo degli asintomatici era allo 0.6% (si vede nel grafico) con il 90% della popolazione vaccinabile vaccinata).
Nei Paesi in cui si vaccina di meno invece puo' essere ad un livello abbastanza piu' alto questo fondo degli asintomatici, che e' la condizione di equilibrio stazionaria che s'instaura con questi coronavirus quando il numero dei nuovi contagiati (che dipende dalla percentuale di immunizzati oltre che dalla contagiosita' del virus prevalente) eguaglia il numero delle guarigioni.
In Piemonte c'e' ora un livello che comincia ad apparire stazionario intorno al 6%. Ci auguriamo che non sia questo il livello di fondo degli asintomatici perche' vorrebbe dire che il grado di immunizzazione medio della popolazione e' sceso molto in basso, essendo passato troppo tempo dal momento in cui l'immunita' e' stata creata (con il vaccino o con un'infezione asintomatica).
Se fosse veramente cosi' la popolazione si troverebbe piu' esposta ai rischi di contagio autunnale e la prossima evoluzione della pandemia potrebbe essere peggiore del previsto.
Se invece, come ci auguriamo, il livello attuale al 6% del numero di positivi al test molecolare e' ancora alto per il persistere di apporti di contagi da parte delle attivita' vacanziere allora il livello scendera' presto nei primi giorni di settembre e potrebbe raggiungere un livello sotto l' 1% entro la meta' di settembre. Lo sviluppo autunnale della pandemia seguirebbe allora un andamento simile a quello dell'anno scorso.
Tutto quello che abbiamo detto qui' fa capire qual'e' lo scenario a lungo termine che si apre per questa pandemia: una successione continua di ondate piu' o meno grandi in funzione della temperatura ambientale, del tipo di virus e del livello d'immunita' diffusa, naturale od anche vaccinale.
Molto importante risulta essere il livello di fondo degli asintomatici, cioe' il numero stazionario di persone infette che diffondono i virus, che se lasciato crescere troppo, ricordiamolo, puo' anche essere un pericolo grave, pronto a far esplodere la pandemia in un andamento esponenziale, come quello realmente verificatosi in Russia nel 2021, l'unico caso tra i Paesi avanzati in cui si e' lasciato espandere l'epidemia cosi' tanto, con poche vaccinazioni efficaci fatte a frenarne la corsa.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (31 agosto 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 6.6% (con un errore statistico di +/-1.1%) e' uguale a quello di ieri e quindi anch'esso al livello del pianerottolo intorno al 6% della linea viola d'interpolazione nel grafico.
Il dato e' frutto di una buona statistica di dati raccolti e percio' abbastanza affidabile (oggi i test molecolari positivi sono 33). Conseguentemente l'errore statistico e' buono (+/-1.1%) e questo rende abbastanza significativo il dato di oggi.
Per questo consideriamo confermato l'andamento in pianerottolo intorno al 6%, mostrato dalla linea viola nei grafici.
Quindi ora la curva non sta scendendo, mentre dovrebbe scendere sotto all'1% secondo le nostre aspettative.
Essendo ormai finito il mese delle vacanze (agosto) ci attendiamo che l'apporto ai contagi delle attivita' vacanziere, che a nostro avviso e' quello che impedisce alla curva di scendere, vada diminuendo e cosi' ci aspettiamo che faccia anche la curva dei contagi nei prossimi giorni. Staremo a vedere.
Abbiamo riportato il dato di oggi nei grafici dei dati recenti e della quinta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno, riportato a destra di 90 e' poco piu' basso di quello di ieri perche' ormai non dovrebbe contenere piu' parte dei decessi di domenica.
Come la curva dei contagi e' in "pianerottolo" dal 17 agosto in poi, secondo il nostro modello dovrebbe essere normale che anche la curva dei decessi, 12 giorni dopo cioe' dal 29 agosto, diventi abbastanza costante, come sembra proprio che stia accadendo.
Il dato di oggi ne e' una conferma: la curva dei decessi non sta risalendo ma si avvia ad essere costante per parecchi giorni, poiche' la curva dei contagi e' arrivata al 6% il 17 agosto e dopo 2 settimane e' ancora intorno al 6% per colpa dei numerosi apporti di nuovi contagi prodotti dalla popolazione durante le vacanze di agosto, che si sono manifestati con una insolita abbondanza di picchi effimeri in Piemonte, ma crediamo che il Piemonte possa essere rappresentativo anche di tutto il resto d'Italia.
Pero' ora che agosto (il mese delle vacanze) e' finito ci aspettiamo che la curva dei contagi cominci a scendere sotto il 6% (almeno finche' la temperatura ambientale resta alta com'e' ora) e cosi' 12 giorni dopo, dal 12 settembre, anche la curva dei decessi iniziera' a scendere sotto il livello attuale dei 70 decessi al giorno (vedi la linea viola nel grafico dei dati interpolati ).

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (30 agosto 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 6.5% (con un errore statistico di +/-1.0%) e' anch'esso al livello del pianerottolo intorno al 6% della linea viola d'interpolazione nel grafico.
Il dato e' frutto di una buona statistica di dati raccolti e percio' abbastanza piu' affidabile dei 2 giorni precedenti (oggi i test molecolari positivi sono 46). Conseguentemente l'errore statistico e' migliore (+/-1%) e questo rende piu' significativo il dato di oggi.
Per questo consideriamo confermato l'andamento in pianerottolo mostrato dalla linea viola nei grafici.
Quindi ora la curva non sta scendendo, mentre dovrebbe scendere sotto all'1% secondo le nostre aspettative.
Essendo ormai finito il mese delle vacanze (agosto) ci attendiamo che l'apporto ai contagi delle attivita' vacanziere, che a nostro avviso e' quello che impedisce alla curva di scendere, vada diminuendo e cosi' ci aspettiamo che faccia anche la curva dei contagi nei prossimi giorni. Staremo a vedere.
Abbiamo riportato il dato di oggi nei grafici dei dati recenti e della quinta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno, riportato a destra di 98 e' piu' alto di quello di ieri perche' anche lui contiene parte dei decessi di domenica.
Possiamo ora fare la media degli ultimi 3 giorni (indicandola con una x nel grafico, per poter prolungare piu' correttamente la linea viola d'interpolazione:
(41+60+98)/3 = 66
E' quindi confermato l'andamento discendente della curva dei decessi, pero' con una pendenza un po' piu' lenta della discesa dal precedente picco principale della quinta ondata, visibile nel grafico.
Con il dato della media di 66 decessi giornalieri quindi la discesa rallenta ancora di piu', quasi certamente per il rallentamento della discesa della curva dei contagi di 12 giorni prima, dovuto al grande numero di picchi effimeri verificatisi verosimilmente per l'attivita' festaiola della popolazione durante le vacanze estive (che a settembre dovrebbe ridursi).

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (29 agosto 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 5.8% (con un errore statistico di +/-1.3%) e' risalito al livello di pianerottolo intorno al 6% della linea viola d'interpolazione nel grafico.
Bisogna osservare pero' che anche oggi sono stati fatti pochi tamponi totali (7560) e conseguentemente anche i test molecolari positivi sono pochi (19). Conseguentemente l'errore statistico e' ancora grande (+/-1.3%) e questo rende meno significativo il dato di oggi, in quanto il dato vero al 68% di probabilita' (errori sistematici esclusi) e' compreso tra il 4.5% ed il 7.1%, che e' un intervallo ampio anche se meno di quello di ieri.
Per questo abbiamo preso sul serio il dato di oggi che collocandosi vicino al 6% ci ha permesso di ridisegnare la linea viola non piu' in salita ma costante intorno al 6% ("pianerottolo").
E' meglio se la curva non sale piu' ma non sta neanche scendendo, mentre deve scendere sotto all'1% secondo le nostre aspettative.
Essendo ormai finito il mese delle vacanze (agosto) ci attendiamo che l'apporto ai contagi delle attivita' vacanziere vada diminuendo e cosi' ci aspettiamo che faccia anche la curva dei contagi nei prossimi giorni. Staremo a vedere.
Abbiamo riportato il dato di oggi nei grafici dei dati recenti e della quinta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti
grafici dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 60, riportato a destra, e' piu' alto di quello di ieri, perche' raccoglie come al solito anche una parte dei decessi avvenuti domenica.
Dovremo percio' attendere anche il dato di domani, che sara' piu' alto perche' comprendera' anche una parte dei decessi non conteggiati nel dato di domenica e poi faremo la media.

A COSA SERVE QUESTO STUDIO (29 agosto 2022)
Ci rendiamo conto che a prima vista questo puo' apparire come un lavoro maniacale, condotto pedissequamente tutti i giorni.
Sentiamo percio' l'esigenza di spiegare a cosa serve continuare lo studio di questa pandemia che oltre ad essere mutevole, perche' cambiano i virus in circolazione, presenta anche aspetti che ancora non conosciamo bene.
Uno di questi, molto attuale, e' l'importanza del livello di fondo degli asintomatici quando, calando la temperatura ambientale, aumentano di aggressivita' le cariche virali disperse nell'ambiente (per il fenomeno dell'accumulo quando i virus restano attivi piu' a lungo nell'ambiente per il freddo).
Abbiamo piu' volte ricordato che questo livello di fondo era allo 0.6% nell'estate 2021, prima che iniziasse la quarta ondata.
Piu' il fondo degli asintomatici e' alto e piu' persone infette ci sono in circolazione a favorire la salita della curva dei contagi, quando se ne verificano le condizioni, come accadra' a settembre con l'abbassamento della temperatura ambientale.
Come nel 2021 il livello di fondo era basso, allo 0.6%, cosi' ora ci dovremmo attendere un livello di fondo sotto all'1%, mentre la nostra curva dei contagi (del Piemonte) e' ancora al 6% con una pendenza di discesa piuttosto lenta che sembra addirittura essersi arrestata al 6%, che e' un livello 10 volte piu' alto del 2021.
Seguendo il buon senso al primo calo di temperatura di settembre si dovrebbe prevedere per questo una risalita dei contagi anticipata e ripida.
Questo e' quello che andremo ad imparare a settembre, perche' il nostro modello dice che piu' alto e' il fondo degli asintomatici (che sono persone infette attive nella diffusione dei contagi) e piu' facilmente risale la curva dei contagi: ebbene nel prossimo mese potremo avere un riscontro reale di questa comprensione del funzionamento della pandemia.
Una volta capito come stanno le cose, i nostri governanti potranno cosi' sapere in anticipo come regolarsi nelle loro decisioni di governo del Paese (per la scuola, gli ospedali, ecc.). E cio' finche' la pandemia durera' (sembra non poco, purtroppo).
A questo serve il nostro studio: finira' quando avremo capito proprio tutto di questa pandemia, dal punto di vista epidemiologico.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (28 agosto 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 4.6% (con un errore statistico di +/-1.7%) e' sceso molto sotto la linea viola d'interpolazione nel grafico.
Bisogna osservare pero' che essendo domenica sono stati fatti pochi tamponi totali (8376) e conseguentemente i test molecolari positivi sono solo 7. Conseguentemente l'errore statistico e' piuttosto grande (+/-1.7%) e questo rende poco significativo il dato di oggi, in quanto il dato vero al 68% di probabilita' (errori sistematici esclusi) e' compreso tra il 2.9% ed il 6.3%, che e' un intervallo molto ampio.
Non possiamo percio' trarre conclusioni e dobbiamo aspettare il dato di domani.
Abbiamo riportato il dato di oggi nei grafici dei dati recenti e della quinta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti
grafici dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 41, riportato a destra, e' molto piu' basso di quello di ieri ma questo perche' e' un dato della domenica, che raccoglie abitualmente solo in parte i decessi avvenuti.
Anche questa volta percio' dovremo attendere i dati dei prossimi due giorni, che saranno piu' alti perche' comprenderanno anche i decessi non conteggiati nel dato di oggi, per poi fare la media.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (27 agosto 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 6.8% (con un errore statistico di +/-1.2%) e' in salita rispetto alla linea viola d'interpolazione nel grafico ed indica, insieme ai dati degli ultimi 4 giorni che la curva dei contagi non solo ha smesso di diminuire ma ci sembra che stia addirittura iniziando a risalire, come abbiamo tentativamente indicato nei grafici.
Appare corretto il precedente andamento della linea viola d'interpolazione, che mostrava un'ulteriore riduzione della sua pendenza di discesa, sicuramente frutto dei ripetuti picchi effimeri immediatamente precedenti.
La conferma dell'inizio di una risalita verra' dai dati dei prossimi 2 giorni dopo il fine settimana.
Appare corretto l'andamento della linea viola, che ritarda il momento in cui la linea viola raggiungera' un fondo degli asintomatici sotto all'1% (brutto presagio per il calo delle temperature di settembre, ormai terribilmente vicino).
Abbiamo riportato il dato di oggi nei grafici dei dati recenti e della quinta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti
grafici dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 80, riportato a destra, e' piu' basso di quello di ieri ed e' poco sotto alla nostra linea viola d'interpolazione che sembra quindi restare abbastanza piatta ad un livello tra 80 e 90.
Il primo grafico mette in risalto l'instabilita' dei dati che sembrano avere un andamento abbastanza caotico.
In realta' una volta capito che i dati della domenica sono sistematicamente bassi per motivi organizzativi e che quelli dei due giorni seguenti sono piu' alti perche' contengono i decessi mancanti nel dato della domenica la fluttuazione dei dati si riduce di molto ed appare chiaramente allora la correlazione con la curva dei contagi di 12 giorni prima (quando i virus sono del tipo Omicron).
La correlazione c'era anche prima che comparisse Omicron ma era con la curva dei contagi di 18 giorni prima (il decorso della sindrome grave era piu' lento).
Secondo l'andamento della linea viola ci saremmo aspettati intorno ai 90 decessi ed il dato di oggi di 80 e' abbastanza inferiore.
Questo indica che si e'interrotta la piccola risalita, dovuta al picco nei contagi che 12 giorni fa che erano saliti dal 6% al 9.7% e poi anche di piu', con una serie di picchi effimeri che hanno lasciato una scia di contagiati non immunizzati, una piccola parte dei quali e' poi finita male andando a contribuire all'innalzamento della curva dei decessi che abbiamo visto nei giorni scorsi.
Ora potrebbe riprendere l'andamento discendente della curva dei decessi, che e' iniziato dapprima con la stessa pendenza del precedente picco principale di questa quinta ondata, visibile nel grafico. La pendenza di discesa si e' poi attenuata in una discesa un po' piu' lenta che per qualche giorno si e' addirittura arrestata, come conseguenza dei numerosi picchi effimeri verificatisi un paio di settimane fa.
Ci sembra sempre confermata la stretta correlazione della curva dei decessi con quella dei contagi di 12 giorni prima. Ora la discesa della curva dei decessi potrebbe riprendere: staremo a vedere.
Il rallentamento che c'e' stato nella discesa della curva dei decessi e' legato all'analogo rallentamento della discesa della curva dei contagi verificatosi 12 giorni prima, dovuto al grande numero di picchi effimeri verificatisi verosimilmente per le attivita' della popolazione durante le vacanze estive.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (26 agosto 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 9.1% (con un errore statistico di +/-1.4%) e' piu' alto del dato di ieri, di in incremento compatibile con un picco effimero.
Rimane confermato il nuovo andamento della linea viola d'interpolazione, che mostra un'ulteriore riduzione della sua pendenza di discesa, sicuramente frutto dei ripetuti picchi effimeri immediatamente precedenti.
Appare corretto cosi' il nuovo tratto discendente della linea viola, che ritarda il momento in cui la linea viola raggiungera' un fondo degli asintomatici sotto all'1% (brutto presagio per il calo delle temperature di settembre, ormai terribilmente vicino).
Abbiamo riportato il dato di oggi nei grafici dei dati recenti e della quinta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti
grafici dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati dove il dato odierno 99, riportato a destra, e' piu' alto di quello di ieri ed e' poco sopra alla nostra linea viola d'interpolazione che potrebbe ora salire un po'.
Il primo grafico mette in risalto l'instabilita' dei dati che sembrano avere un andamento abbastanza caotico.
In realta' una volta capito che i dati della domenica sono sistematicamente bassi per motivi organizzativi e che quelli dei due giorni seguenti sono piu' alti perche' contengono i decessi mancanti nel dato della domenica la fluttuazione dei dati si riduce di molto ed appare chiaramente allora la correlazione con la curva dei contagi di 12 giorni prima (quando i virus sono del tipo Omicron).
La correlazione c'era anche prima che comparisse Omicron ma era con la curva dei contagi di 18 giorni prima (il decorso della sindrome grave era piu' lento).
Secondo l'andamento della linea viola ci saremmo aspettati intorno ai 90 decessi ed il dato di oggi e' molto vicino a 90. Questo indica una piccola risalita, dovuta al picco nei contagi che 12 giorni fa sono saliti dal 6% al 9.7% e poi anche di piu', con una serie di picchi effimeri che hanno lasciato una scia di contagiati non immunizzati, una piccola parte dei quali e' poi finita male andando a contribuire all'innalzamento della curva dei decessi che stiamo vedendo oggi.
L'andamento discendente della curva dei decessi e' iniziato dapprima con la stessa pendenza del precedente picco principale di questa quinta ondata, visibile nel grafico. La pendenza di discesa si e' poi attenuata in una discesa un po' piu' lenta ed ora la discesa potrebbe addirittura essersi arrestata, come conseguenza dei numerosi picchi effimeri verificatisi un paio di settimane fa.
Il rallentamento della discesa della curva dei decessi e' legato all'analogo rallentamento della discesa della curva dei contagi verificatosi 12 giorni prima, dovuto al grande numero di picchi effimeri verificatisi verosimilmente per le attivita' della popolazione durante le vacanze estive.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (25 agosto 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 5.9% (con un errore statistico di +/-1.1%) e' identico al dato di ieri, confermando il cambiamento di pendenza in peggio da noi colto nei giorni scorsi.
E' quindi confermato il nuovo andamento della linea viola d'interpolazione, che mostra un'ulteriore riduzione della sua pendenza di discesa, sicuramente frutto dei ripetuti picchi effimeri immediatamente precedenti.
Appare corretto cosi' il nuovo tratto discendente della linea viola, che ritarda il momento in cui la linea viola raggiungera' un fondo degli asintomatici sotto all'1% (brutto presagio per il calo delle temperature di settembre, ormai terribilmente vicino).
Abbiamo riportato il dato di oggi nei grafici dei dati recenti e della quinta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi (a punti ed a barre) e dei dati interpolati

dove il dato odierno, riportato a destra di 84 e' piu' basso di quello di ieri che forse conteneva ancora una parte dei decessi di domenica ed e' esattamente dove ce lo aspettavamo estrapolando la nostra linea viola d'interpolazione che si conferma cosi' essere giusta.
Il primo grafico mette in risalto l'instabilita' dei dati che sembrano avere un andamento abbastanza caotico.
In realta' una volta capito che i dati della domenica sono sistematicamente bassi per motivi organizzativi e che quelli dei due giorni seguenti sono piu' alti perche' contengono i decessi mancanti nel dato della domenica la fluttuazione dei dati si riduce di molto ed appare chiaramente allora la correlazione con la curva dei contagi di 12 giorni prima (quando i virus sono del tipo Omicron).
La correlazione c'era anche prima che comparisse Omicron ma era con la curva dei contagi di 18 giorni prima (il decorso della sindrome grave era piu'lento).
Secondo l'andamento della linea viola ci saremmo aspettati intorno ai 90 decessi ed il dato di oggi e' molto vicino a 90. Questo indica una piccola risalita dovuta al picco nei contagi che 12 giorni fa sono saliti dal 6% al 9.7% e poi anche piu' con una serie di picchi effimeri che hanno lasciato una scia di contagiati non immunizzati, una piccola parte dei quali poi e' finita male contribuendo all'innalzamento della curva dei decessi che stiamo vedendo oggi.
L'andamento discendente della curva dei decessi e' iniziato dapprima con la stessa pendenza del precedente picco principale della quinta ondata, visibile nel grafico. Poi si e' poi attenuata con una discesa un po' piu' lenta ed ora la discesa si potrebbe addirittura essere arrestata, come conseguenza dei numerosi picchi effimeri verificatisi un paio di settimane fa.
Con il dato della media precedente di 91 decessi la discesa ha cosi' rallentato, probabilmente per il rallentamento della discesa della curva dei contagi verificatosi 12 giorni prima, dovuto al grande numero di picchi effimeri verificatisi verosimilmente per le attivita' della popolazione durante le vacanze estive.

QUESTI 90 DECESSI AL GIORNO SONO TROPPI? Facciamo un confronto con l'anno scorso dove con la variante Delta avevamo trovato che ogni 3.6% di contagi 18 giorni dopo avevamo 60 decessi.
Se con questi nuovi virus il rapporto fosse lo stesso, siccome 12 giorni fa i contagi (picchi effimeri esclusi, cioe' solo la linea viola nel grafico) erano circa il 6%, i decessi dovrebbero essere 6/3.6*60 = 100 decessi al giorno invece sono solo 90.
Quindi non sono troppi: Omicron produce 10% meno decessi rispetto a Delta, pero' con un decorso della malattia grave piu' rapido (il decesso avviene dopo soli 12 giorni dal contagio invece di 18).

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (24 agosto 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 5.9% (con un errore statistico di +/-1.1%) e' poco piu' alto del dato di ieri, confermando il cambiamento di pendenza in peggio da noi colto nei giorni scorsi.
E' quindi confermato il nuovo andamento della linea viola d'interpolazione, che mostra un'ulteriore riduzione della sua pendenza di discesa, sicuramente frutto dei ripetuti picchi effimeri immediatamente precedenti.
Appare corretto cosi' il nuovo tratto discendente della linea viola, che ritarda il momento in cui la linea viola raggiungera' un fondo degli asintomatici sotto all'1% (brutto presagio per il calo delle temperature di settembre, ormai terribilmente vicino).
Abbiamo riportato il dato di oggi nei grafici dei dati recenti e della quinta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno, riportato a destra di 112 e' piu' basso di quello di ieri che conteneva parte dei decessi di domenica.
Secondo l'andamento della linea viola ci saremmo aspettati circa 90 decessi, invece il dato di oggi e' un paio di deviazioni standard piu' alto. Questo potrebbe indicare una piccola risalita dovuta al picco nei contagi che 12 giorni fa sono saliti dal 6% al 9.7% e poi anche piu' con una serie di picchi effimeri che hanno lasciato una scia di contagiati non immunizzati, una piccola parte dei quali poi e' finita male contribuendo all'innalzamento della curva dei decessi che stiamo vedendo oggi.
L'andamento discendente della curva dei decessi e' iniziato dapprima con la stessa pendenza del precedente picco principale della quinta ondata, visibile nel grafico. Poi si e' poi attenuata con una discesa un po' piu' lenta ed ora la discesa si potrebbe addirittura essere arrestata, come conseguenza dei numerosi picchi effimeri verificatisi un paio di settimane fa.
Con il dato della media di 91 decessi la discesa ha rallentato (probabilmente per il rallentamento della discesa della curva dei contagi verificatosi 12 giorni prima, dovuto al grande numero di picchi effimeri verificatisi verosimilmente per l'attivita' della popolazione durante le vacanze estive.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (23 agosto 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 5.5% (con un errore statistico di +/-0.8%) e' sceso poco sotto al livello dei dati del 21 e 22 agosto definendo abbastanza bene questo nuovo tratto della linea viola d'interpolazione, che mostra cosi' un'ulteriore riduzione della sua pendenza di discesa, sicuramente frutto dei ripetuti picchi effimeri immediatamente precedenti.
Abbiamo cosi potuto tracciare un altro tratto discendente della linea viola, che pero' tarda ad arrivare ad un fondo degli asintomatici sotto all'1% (brutto presagio per il calo delle temperature di settembre, ormai terribilmente vicino).
Abbiamo riportato il dato di oggi nei grafici dei dati recenti e della quinta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno, riportato a destra di 134 (31 dovuti ai giorni precedenti) e' piu' alto di quello di ieri perche' contiene parte dei decessi di domenica.
Possiamo ora fare la media degli ultimi 3 giorni (indicandola con una x nel grafico, per poter prolungare piu' correttamente la linea viola d'interpolazione:
(63+75+134)/3 = 91

E' comunque sicuramente confermato l'andamento discendente della curva dei decessi, pero' con una pendenza un po' piu' lenta della discesa dal precedente picco principale della quinta ondata, visibile nel grafico.
Con il dato della media di 91 decessi la discesa rallenta ancora di piu' (anche questo probabilmente per il rallentamento della discesa della curva dei contagi di 12 giorni prima, dovuto al grande numero di picchi effimeri verificatisi verosimilmente per l'attivita' della popolazione durante le vacanze estive.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (22 agosto 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 10.8% (con un errore statistico di +/-2.5%) e' molto piu' alto di quello di ieri, pero' con un errore (solo statistico) abbastanza grande per poter essere significativo. 6623 tamponi totali, di cui 196 molecolari con soli 19 positivi, sono decisamente troppo pochi per la nostra indagine.
Riportiamo il dato di oggi, cosi' alto, nei grafici dei dati recenti e della quinta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno, riportato a destra di 75 e' un po' piu' in basso dI quello di ieri, che era domenica, perche' quasi certamente contiene alcuni dei decessi mancanti nel dato di ieri.
Attendiamo il dato di domani per fare la media degli ultimi 3 giorni e poter cosi' prolungare la linea viola d'interpolazione con maggiore affidabilita'.
E' comunque sicuramente confermato l'andamento discendente della curva dei decessi, con una pendenza un po' piu' lenta della discesa dal precedente picco principale della quinta ondata, visibile nel grafico.
Cio' e' una conseguenza diretta del rallentamento della discesa dei contagi, prodotta da un grande numero di picchi effimeri prodotti verosimilmente dall'attivita' della popolazione durante le vacanze estive.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (21 agosto 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 6.1% (con un errore statistico di +/-1.8%) e' praticamente identico a quello di ieri, poco sopra alla linea viola d'interpolazione.
Riportiamo il dato di oggi, che si posiziona molto vicino alla linea viola, nei grafici dei dati recenti e della quinta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno, riportato a destra di 63 e' un po' piu' in basso del prolungamento della linea viola d'interpolazione, ma non dobbiamo dimenticare che e' un dato della domenica, sistematicamente piu' basso del valore vero.
E' comunque confermato l'andamento discendente della curva dei decessi ma con una pendenza finora un po' piu' lenta della discesa dal precedente picco principale della quinta ondata, visibile nel grafico.
Cio' e' una conseguenza diretta del rallentamento della discesa dei contagi, prodotta da un grande numero di picchi effimeri prodotti verosimilmente dall'attivita' della popolazione durante le vacanze estive.

L'EFFETTO DEI PICCHI EFFIMERI (21 agosto 2022)
L'andamento discendente cosi' rallentato della curva dei contagi (linea viola nel dati recenti ) fa capire perfettamente il ruolo che giocano i picchi effimeri.
Dopo l'ultimo picco alto dei primi di luglio (al 14% circa) la curva ha iniziato la discesa dal picco in modo abbastanza deciso (con la stessa pendenza ripida di discesa dei due picchi precedenti ben visibile nel grafico), perche' la maggior parte delle persone positive al test si erano infettate molti giorni prima, nella fase ascendente dell'ondata e quindi erano prossime alla guarigione.
Poi la discesa e' divenuta meno ripida e continua cosi' ancora adesso, perche' la maggior parte dei positivi al test e' composta da persone non immunizzate che dopo il contagio (piu' recente perche' avvenuto in occasione dei numerosi picchi effimeri verificatisi nell'ultimo mese) restano positive a lungo (per 20 o 30 giorni, a secondo del virus infettante).
Questo fatto riduce il numero di guarigioni ed il risultato e' una discesa della curva meno ripida.
Nel caso estremo in cui i picchi effimeri fossero molto piu' numerosi la curva potrebbe addirittura riprendere a salire come e' gia' accaduto nel 2021 in Gran Bretagna.
Questo producono i picchi effimeri, o meglio gli eccessi di produzione di nuovi contagi da parte delle attivita' umane che li generano. Questi eccessi sono messi molto bene in evidenza dai picchi effimeri che risultano cosi', una volta identificati come facciamo noi, un utilissimo indicatore per le Autorita' di come la popolazione si sta comportando nei confronti della pandemia.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (20 agosto 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 6.0% (con un errore statistico di +/-1.0%) e' sceso molto rispetto a ieri.
Un salto in alto del 5% per un solo giorno e' stata una cosa anomala, per cui siamo tentati di dare poca importanza al dato di ieri, forse affetto da errori grandi, non statistici e sconosciuti.
Riportiamo il dato di oggi, che si posiziona molto vicino alla linea viola, nei grafici dei dati recenti e della quinta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno, riportato a destra di 88 e' ben posizionato sul prolungamento della linea viola d'interpolazione, a conferma che l'andamento discendente da essa indicato e' quello vero.
E' cosi' confermato l'andamento discendente della curva dei decessi ma con una pendenza finora un po' piu' lenta della discesa dal precedente picco principale della quinta ondata, visibile nel grafico.
Cio' e' una conseguenza diretta del rallentamento della discesa dei contagi, prodotta da un grande numero di picchi effimeri prodotti verosimilmente dall'attivita' della popolazione durante le vacanze estive.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (19 agosto 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 10.3% (con un errore statistico di +/-1.4%) e' salito di molto rispetto ai dati precedenti.
Un salto in alto del 5% e' troppo per un solo picco effimero ma in questo mese di agosto abbiamo assistito anche a picchi effimeri multipli e questo potrebbe essere un altro caso se entro un paio di giorni i contagi ritorneranno ai valori dei giorni precedenti.
Dobbiamo percio' aspettare per trarre delle conclusioni sul significato di un dato cosi' alto.
Riportiamo il dato di oggi nei grafici dei dati recenti e della quinta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno, riportato a destra di 124 e' un po' alto perche' probabilmente include anche lui parte dei decessi dei giorni festivi precedenti (ferragosto).
Se proviamo a fare la media degli ultimi 6 giorni otteniamo: (78+42+70+128+147+124)/6 = 98 invece di 93.
E' chiaro che nei primi 3 giorni una parte dei decessi non sono stati comunicati dagli ospedali a causa della riduzione del personale amministrativo per festivita'. I morti pero' non spariscono e quelli che non sono stati comunicati prima vengono comunicati poi. Non possiamo sapere se dopo i due giorni di dati alti sono stati comunicati tutti (come abbiamo sempre supposto facendo le medie il martedi', due giorni dopo la domenica) ma sembra che sia cosi' perche' inserendo un giorno in piu' (oggi) il risultato cambia poco (da 93 a 98).
Il dato ottenuto dalla media (93 o 98), se guardiamo la linea viola d'interpolazione nel grafico dei dati interpolati , dove l'abbiamo indicato 93 con una "x", vediamo che si colloca esattamente sul prolungamento della linea viola da noi precedentemente disegnata, a conferma che l'andamento discendente da essa indicato e' quello vero.
E' cosi' confermato l'andamento discendente della curva dei decessi ma con una pendenza finora un po' piu' lenta della discesa dal precedente picco principale della quinta ondata, visibile nel grafico.
Cio' e' una conseguenza diretta del rallentamento della discesa dei contagi, prodotta da un grande numero di picchi effimeri prodotti verosimilmente dall'attivita' della popolazione durante le vacanze estive.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (18 agosto 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 5.3% (con un errore statistico di +/-0.9%) e' abbastanza significativo, piu' dei precedenti dati di ferragosto (piu' festivi della domenica).
E' cosi' ancora confermata la discesa della curva ed il punto di oggi, come quello di ieri, si posiziona molto bene sul prolungamento della linea viola d'interpolazione dei grafici precedentemente disegnata, confermando quello che costituisce il vero andamento dell'ondata epidemica (esclusi i punti dei picchi effimeri ma non il loro contributo ai contagi persistenti, che sono quelli delle persone non vaccinate, che restano positive a lungo, per 20 o 30 giorni).
Purtroppo i numerosi picchi effimeri hanno cambiato la pendenza di discesa dall'ultimo picco (che era identica alla pendenza di discesa dai picchi precedenti, come si vede bene nel grafico dei dati recenti ), rallentandola molto. Cosi' ora questa discesa della linea viola all'inizio di settembre stimiamo raggiungera' circa il 3% e non meno.
La curva ora non puo' che scendere perche' le guarigioni dei contagiati sono prevalenti sui nuovi contagi. Pero' l'arrivo del freddo spostera' questo equilibrio facendo aumentare i nuovi contagi perche' le cariche virali circolanti saranno attive per un tempo piu' lungo.
Qui' gioca un ruolo importante il livello di fondo degli asintomatici.
Un livello di fondo degli asintomatici alto come il 3% aiutera' certamente la salita della prossima ondata, prevedibile all'arrivo dei primi abbassamenti di temperatura autunnali (nel 2021, prima dell'inizio della quarta ondata di agosto 2021, il fondo degli asintomatici era allo 0.6%).
E qui' la pandemia ci potrebbe presentare un conto salato per aver noi prodotto tutti quei picchi effimeri, che hanno rallentato la discesa della curva dei contagi, impedendole di scendere gia' ora sotto l'1%.
Riportiamo il dato di oggi nei grafici dei dati recenti e della quinta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno, riportato a destra di 147 e' particolarmente alto perche' include parte dei decessi dei giorni festivi precedenti (ferragosto).
Se proviamo a fare la media degli ultimi 5 giorni otteniamo: (78+42+70+128+147)/5 = 93
E' chiaro che nei primi 3 giorni una parte dei decessi non sono stati comunicati dagli ospedali a causa della riduzione del personale amministrativo per festivita'. I morti pero' non spariscono e quelli che non sono stati comunicati prima vengono comunicati poi. Non possiamo sapere se dopo i due giorni di dati alti sono stati comunicati tutti (come abbiamo sempre supposto facendo le medie il martedi', due giorni dopo la domenica).
Il dato ottenuto di 93, se guardiamo la linea viola d'interpolazione nel grafico dei dati interpolati , dove l'abbiamo indicato con una "x", vediamo che si colloca esattamente sul prolungamento della linea viola da noi precedentemente disegnata, a conferma che l'andamento discendente da essa indicato e' quello vero.
E' cosi' confermato l'andamento discendente della curva dei decessi ma con una pendenza finora un po' piu' lenta della discesa dal precedente picco principale della quinta ondata, visibile nel grafico.
Cio' e' una conseguenza diretta del rallentamento della discesa dei contagi, prodotta da un grande numero di picchi effimeri prodotti verosimilmente dall'attivita' della popolazione durante le vacanze estive.

COSA ACCADRA' A SETTEMBRE (18 agosto 2022)
Con l'abbassamento della temperatura ambientale che ci sara' a settembre le cariche virali disperse nell'ambiente dalla persone positive al test (in massima parte infette senza sintomi e quindi inconsapevoli) resteranno attive piu' a lungo e quindi avranno maggiori possibilita' di accrescersi per il fenomeno dell'accumulo, diventando cosi' piu' infettive ed aumentando i rischi di contagio per la popolazione.
E' chiaro allora che la fase iniziale di crescita di un'ondata epidemica puo' essere aiutata ed accelerata dalla presenza di un fondo di asintomatici piu' elevato, come quello che si sta prospettando in Piemonte, perche' allora sono piu' numerose le persone che diffondono il contagio.
Il livello del fondo degli asintomatici assume allora una grande importanza ed ora che sta scendendo dobbiamo augurarci che scenda molto, magari anche aiutandolo in questo con misure e comportamenti appropriati.
Nel 2021 abbiamo assistito alla crescita della quarta ondata , quando il fondo degli asintomatici era allo 0.6%.
Per quanto detto finora dobbiamo presumere che nelle condizioni attuali, con una discesa cosi' rallentata della curva dei contagi, avremo a settembre un livello di fondo degli asintomatici piu' elevato dello 0.6% del 2021, forse intorno al 2% o 3%, e questo dovrebbe indurci ad adottare in forma preventiva qualche misura di contenimento del prossimo dilagare prevedibile dell'epidemia (sesta ondata autunnale).
Non dobbiamo mai dimenticare che ci sono in gioco molte vite umane.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (17 agosto 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 5.6% (con un errore statistico di +/-0.9%) e' piu' significativo dei precedenti dati di ferragosto (piu' festivi della domenica).
I 13300 test eseguiti oggi (con 38 positivi su 680 test molecolari) confermano la discesa della curva. Infatti il punto di oggi si posiziona molto bene sul prolungamento della linea viola d'interpolazione dei grafici, confermando quello che costituisce il vero andamento dell'ondata epidemica (esclusi i punti dei picchi effimeri ma non il loro contributo ai contagi persistenti, che sono quelli delle persone non vaccinate, che restano positive a lungo, per 20 o 30 giorni).
Purtroppo i numerosi picchi effimeri hanno rallentato questa discesa della linea viola, cosicche' all'inizio di settembre stimiamo raggiunga circa il 3% e non meno.
La curva ora non puo' che scendere perche' le guarigioni dei contagiati sono prevalenti sui nuovi contagi. Pero' l'arrivo del freddo spostera' questo equilibrio facendo aumentare i nuovi contagi perche' le cariche virali circolanti saranno attive per un tempo piu' lungo.
Qui' gioca un ruolo importante il livello di fondo degli asintomatici.
Un livello di fondo degli asintomatici alto come il 3% aiutera' certamente la salita della prossima ondata, prevedibile all'arrivo dei primi abbassamenti di temperatura autunnali (nel 2021, prima dell'inizio della quarta ondata di agosto 2021, il fondo degli asintomatici era allo 0.6%).
E qui' la pandemia ci potrebbe presentare un conto salato per aver noi prodotto tutti quei picchi effimeri, che hanno rallentato la discesa della curva dei contagi, impedendole di scendere gia' ora sotto l'1%.
Riportiamo il dato di oggi nei grafici dei dati recenti e della quinta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno, riportato a destra di 128 e' particolarmente alto perche' include parte dei decessi dei giorni festivi precedenti (ferragosto).
Ora e' ancora presto per fare la media degli ultimi dati. La faremo forse domani ed otterremo cosi' un dato piu' affidabile (fino ad allora non possiamo prolungare la linea viola).
E' comunque confermato l'andamento discendente della curva dei decessi ma con una pendenza finora un po' piu' lenta della discesa dal precedente picco principale della quinta ondata, visibile nel grafico.
Cio' e' una conseguenza diretta del rallentamento della discesa dei contagi, prodotta da un grande numero di picchi effimeri prodotti verosimilmente dall'attivita' della popolazione durante le vacanze estive.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (16 agosto 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 8.9% (con un errore statistico di +/-1.7%) e' anch'esso poco significativo per la ridotta statistica raccolta in questi giorni di ferragosto (che sono piu' festivi della domenica): con il 68% di probabilita' il dato vero e' tra 7.2% e 10.6% e con il 95% tra 5.5% e 12.3% (errori sistematici a parte).
Anche i 5776 test eseguiti oggi (invece dei soliti 16000) sono troppo pochi evidentemente, con questa percentuale di positivi (solo 27 su 302).
Aspettiamo percio' i prossimi dati (quando i test eseguiti torneranno sopra i 15000) per riprendere l'analisi (dopo la -settimana di ferragosto).
Riportiamo il dato di oggi nei grafici dei dati recenti e della quinta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno, riportato a destra di 70 e' particolarmente basso trattandosi di un dato di giorni festivi (ferragosto).
Tra qualche altro giorno potremo fare la media degli ultimi dati ed otterremo cosi' un dato piu' affidabile (fino ad allora non prolungheremo la linea viola).
E' comunque confermato l'andamento discendente della curva dei decessi, pero' con una pendenza finora un po' piu' lenta della discesa dal precedente picco principale della quinta ondata, visibile nel grafico.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (15 agosto 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 9.4% (con un errore statistico di +/-2.2%) e' poco significativo per la ridotta statistica raccolta in questi giorni di ferragosto, che sono piu' festivi della domenica: con il 68% di probabilita' il dato vero e' tra 7.2% e 11.6% e con il 95% tra 5.0% e 13.8% (errori sistematici a parte).
I 5000 test eseguiti oggi sono troppo pochi evidentemente, con questa percentuale di positivi (solo 19 su 202).
Aspettiamo percio' i prossimi dati (con piu' test eseguiti) da analizzare (dopo il ferragosto).
Riportiamo il dato di oggi nei grafici dei dati recenti. e della quinta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno, riportato a destra di 42 e' particolarmente basso trattandosi di un dato di giorni festivi (ferragosto).
Tra un altro paio di giorni facendo la media degli ultimi dati otterremo un dato piu' affidabile.
E' comunque confermato l'andamento discendente della curva dei decessi, pero' con una pendenza finora un po' piu' lenta della discesa dal precedente picco principale della quinta ondata, visibile nel grafico.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (14 agosto 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 7.1% (con un errore statistico di +/-1.6%) e' il terzo punto in discesa, come previsto ieri, che conferma la presenza del picco effimero. Cosi' il dato di domani dovrebbe scendere al livello della linea viola d'interpolazione precedentemente disegnata (al 6% circa).
In questo tempo di vacanze i picchi effimeri sono proprio tanti, perche' la gente e' meno disposta a rispettare le norme di prevenzione dei contagi e la conseguenza e' che la linea viola sta ritardando di molto la sua discesa verso il livello di fondo degli asintomatici.
Riportiamo il dato di oggi nei grafici dei dati recenti. e della quinta ondata (noi continuiamo a chiamarla cosi' anche se in realta', come si vede nel grafico, e' costituita da tre ondate ben distinte, che preferiamo non chiamare quinta, sesta e settima ondata).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno, riportato a destra di 78 particolarmente masso trattandosi di un dato della domenica.
Tra un paio di giorni facendo la media dgli ultimi 3 dati otterremo un dato piu' affidabile.
E' comunque confermato l'andamento discendente della curva dei decessi, pero' con una pendenza un po' piu' lenta della discesa dal precedente picco principale della quinta ondata, visibile nel grafico.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (13 agosto 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 9.7% (con un errore statistico di +/-1.4%) dovrebbe essere il secondo punto in salita di un picco effimero, che domani dovrebbe scendere all'8% o meno. Staremo a vedere.
In questo tempo di vacanze i picchi effimeri sono proprio tanti, perche' la gente e' meno disposta a rispettare le norme di prevenzione dei contagi e la conseguenza e' che la linea viola sta ritardando di molto la sua discesa verso il livello di fondo degli asintomatici.
Aspettiamo per avere conferma che c'e' veramente un nuovo picco effimero.
Riportiamo il dato di oggi nei grafici dei dati recenti. e della quinta ondata (noi continuiamo a chiamarla cosi' anche se in realta', come si vede nel grafico, e' costituita da tre ondate ben distinte, che preferiamo non chiamare quinta, sesta e settima ondata).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno, riportato a destra di 129 (con errore statistico +/-11) e' sceso ad un livello compatibile con il prolungamento della linea viola d'interpolazione precedentemente disegnata (che punta a 120 decessi circa).
Quindi e' confermato l'andamento discendente della curva dei decessi, pero' con una pendenza un po' piu' lenta della discesa dal precedente picco principale della quinta ondata, visibile nel grafico.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (12 agosto 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 8.4% (con un errore statistico di +/-1.2%) potrebbe essere salito per la presenza di un ulteriore picco effimero.
In questo tempo di vacanze i picchi effimeri compaiono in grande quantita' perche' la gente e' meno disposta a rispettare le norme di prevenzione dei contagi e la conseguenza e' che la linea viola sta ritardando di molto la sua discesa verso il livello di fondo degli asintomatici.
Aspettiamo i prossimi 2 giorni per avere conferma che c'e' un nuovo picco effimero.
Riportiamo infine il dato di oggi nei grafici dei dati recenti. e della quinta ondata (noi continuiamo a chiamarla cosi' anche se in realta', come si vede nel grafico, e' costituita da tre ondate ben distinte, che preferiamo non chiamare quinta, sesta e settima ondata).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno, riportato a destra di 152 (errore statistico +/-12) e' un po' piu' alto del dato di ieri e quindi e' un po' sopra al prolungamento della linea viola precedentemente disegnata.

COSE IMPORTANTI CHE STIAMO IMPARANDO (12 agosto 2022)
  1. IMPORTANZA DELLA PREVENZIONE: Osservando l'andamento della linea viola nel grafico dei dati recenti appare molto chiaramente il cambiamento di pendenza nella discesa della curva dopo il picco intorno al 14% verificatosi tra il 9 e l'11 luglio (vedi tabella dei dati ).
    Questi valori al 14%, alla luce delle interpretazioni fatte di tutti i picchi effimeri verificatisi, non e' stato un picco effimero ma un piccolo tratto di curva piatto, corrispondente al picco dell'ultima ondata. E' accaduto circa un mese fa.
    Il mese da meta' luglio in poi e' stato particolarmente ricco di picchi effimeri che indicano una particolare presenza di attivita' umane generatrici di grandi quantita' di contagi, legati molto probabilmente all'inizio del periodo di vacanze estive, con rilascio di molte delle precauzioni consigliate dalle norme di prevenzione.
    Il risultato dell'apporto dei contagi persistenti generati anch'essi dagli stessi eventi che hanno generato i picchi effimeri (quelli delle persone non immunizzate) e' stato il cambiamento di pendenza nella discesa della curva dopo il picco dell'ultima ondata.
    La linea viola ha prima iniziato a scendere con la stessa pendenza di discesa ripida delle ondate precedenti, ben visibile nel grafico dei dati recenti di questa che noi continuiamo a chiamare "quinta ondata".
    Poi, dopo il picco effimero del 15 luglio, ha iniziato a scendere con una pendenza decisamente meno ripida a causa di tutti gli apporti di contagi persistenti (per 20 o 30 giorni, a secondo del tipo di virus infettante) dei successivi picchi effimeri, che sono andati a compensare solo parzialmente la spinta in discesa dei contagi, costituita dall'inizio delle guarigioni dei contagi avvenuti prima del picco.
    La conseguenza e' stato il mantenimento ad un livello piu' alto sia del numero dei decessi nell'ultimo mese che del livello dei contagi, che sta ritardando il raggiungimento del livello di fondo degli asintomatici che ancora oggi, un mese dopo, non e' sceso sotto all'1% ma e' ancora al 6%.

  2. LIVELLO DI FONDO DEGLI ASINTOMATICI: Mancando solo 3 settimane all'inizio di settembre potrebbe essere preoccupante questa conseguenza di un fondo di asintomatici rimasto sopra all'1% (un anno fa era al 0.6%).
    Cio' perche' un alto numero di persone circolanti positive al test, anche se asintomatiche, predispone la pandemia ad una crescita piu' rapida all'arrivo della stagione autunnale (piu' fredda), perche' ci sono piu' persone circolanti che possono diffondere il contagio.
    Contrariamente a quanto si potrebbe pensare e' percio' di particolare interesse seguire l'andamento discendente della curva dei contagi anche in questo momento, in cui la situazione pandemica volge al meglio con tutti i dati in discesa.
    E' importante che la curva scenda sotto all'1% prima dell'inizio di settembre: potrebbe anche valere la pena di prendere provvedimenti atti a favorire che questo accada (anche se con livelli di contagi cosi' bassi potrebbe sembrare assurdo).

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (11 agosto 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 6.0% (con un errore statistico di +/-1.0%) conferma anch'esso la presenza di tutti i picchi effimeri da noi ipotizzati finora (non erano incrementi di risalita della curva ma solo picchi effimeri).
Avendo conferma che la nostra interpretazione e' corretta possiamo concludere che ci sono stati tanti picchi effimeri nelle ultime 4 settimane, poco distanti l'uno dall'altro, e possiamo ora disegnare l'andamento della curva dei contagi persistenti (linea viola), che continua la sua lenta discesa ormai stabilmente sotto al 9%.
Il suo andamento deve ignorare i picchi effimeri perche' i relativi contagi, essendo di persone immunizzate, guariscono in 2 o 3 giorni e per questo non li conteggiamo nella quinta ondata (linea viola): e' come se non ci fossero nell'andamento dell'ondata. Vi contribuiscono solo per la parte simultanea dei contagi di persone non immunizzate (prodotte dallo stesso evento di diffusione di contagi che ha prodotto il picco effimero), che rimangono positive per 20 o 30 giorni, rallentando la discesa della curva.
Se non ci fosse stato questo contributo persistente prodotto dai picchi effimeri la curva (linea viola) dopo 4 settimane sarebbe gia' scesa quasi a zero (al livello del fondo degli asintomatici che stimiamo essere poco sotto all'1%.
Invece, come mostrato dalla linea viola nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti la linea viola ha rallentato la sua discesa ed ora invece di essere sotto all'1% e' ancora al 6.0% (con tutte le conseguenze ben note (decessi, ecc.). Tutta colpa dei picchi effimeri o meglio degli eventi diffusori di contagi prodotti dalla popolazione, che hanno generato i picchi effimeri che sono cosi' un potente strumento per evidenziare prontamente il verificarsi di questi eventi.
In questo tempo di vacanze i picchi effimeri compaiono in grande quantita' perche' la gente e' meno disposta a rispettare le norme di prevenzione dei contagi e la conseguenza e' che la linea viola sta ritardando di molto la sua discesa verso il livello di fondo degli asintomatici.
Avendo capito come funziona questa pandemia ora e' molto piu' facile, come vedete, descrivere tutto quello che accade dal punto di vista epidemiologico.
Riportiamo infine il dato di oggi nei grafici dei dati recenti. e della quinta ondata (noi continuiamo a chiamarla cosi' anche se in realta', come si vede nel grafico, e'costituita da tre ondate ben distinte, che preferiamo non chiamare quinta, sesta e settima ondata).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno, riportato a destra di 130 e' sceso mantenendosi esattamente sul prolungamento della linea viola precedentemente disegnata.
Quindi ci sembra ormai confermato che si e' esaurito il picco di decessi conseguente al picco notevole di contagi di 12 giorni prima (il 17.5% del 25 luglio, spalmato nei decessi su piu' giorni) e la curva dei decessi sta riprendendo la discesa mostrata dalla nostra linea viola nel grafico.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (10 agosto 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 6.9% (con un errore statistico di +/-1.0%) conferma definitivamente la presenza di tutti i picchi effimeri da noi ipotizzati finora.
Avendo conferma che la nostra interpretazione e' corretta possiamo concludere che ci sono stati tanti picchi effimeri nelle ultime 4 settimane, poco distanti l'uno dall'altro, e possiamo ora disegnare l'andamento della curva dei contagi persistenti (linea viola), che continua la sua lenta discesa scendendo sotto al 9%.
Il suo andamento deve ignorare i picchi effimeri perche' i relativi contagi, essendo di persone immunizzate, guariscono in 2 o 3 giorni e per questo non li conteggiamo nella quinta ondata (linea viola): e' come se non ci fossero nell'andamento dell'ondata. Vi contribuiscono solo per la parte simultanea dei contagi di persone non immunizzate (prodotte dallo stesso evento di diffusione di contagi che ha prodotto il picco effimero), che rimangono positive per 20 o 30 giorni, rallentando la discesa della curva.
Se non ci fosse stato questo contributo persistente prodotto dai picchi effimeri la curva (linea viola) dopo 4 settimane sarebbe gia' scesa quasi a zero (al livello del fondo degli asintomatici che stimiamo essere poco sotto all'1%.
Invece, come mostrato dalla linea viola nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti la linea viola ha rallentato la sua discesa ed ora invece di essere sotto all'1% e' ancora al 6.9% (con tutte le conseguenze ben note (decessi, ecc.). Tutta colpa dei picchi effimeri o meglio degli eventi diffusori di contagi prodotti dalla popolazione, che hanno generato i picchi effimeri.
In questo tempo di vacanze i picchi effimeri compaiono in grande quantita' perche' la gente e' meno disposta a rispettare le norme di prevenzione dei contagi e la conseguenza e' che la linea viola sta ritardando di molto la sua discesa verso il livello di fondo degli asintomatici.
Avendo capito come funziona questa pandemia ora e' molto piu' facile, come vedete, descrivere tutto quello che accade dal punto di vista epidemiologico.
Riportiamo infine il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno, riportato a destra di 145 e' salito un po' rispetto alla media di 121 decessi, probabilmente perche' contiene anch'esso alcuni dei decessi mancanti domenica scorsa, forse lo sapremo stasera (questi sono i dati disponibili, con cui dobbiamo lavorare).
Quindi crediamo confermato che si e' esaurito il picco di decessi conseguente al picco notevole di contagi di 12 giorni prima (il 17.5% del 25 luglio, spalmato nei decessi su piu' giorni) e quasi certamente la curva dei decessi sta riprendendo la discesa mostrata dalla nostra linea viola nel grafico.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (9 agosto 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 10.0% (con un errore statistico di +/-1.1%) secondo noi conferma la presenza di un picco effimero.
Ci sono piu' picchi effimeri concentrati in pochi giorni, poco distanti l'uno dall'altro, e non riusciamo ancora a capire l'andamento della curva dei contagi persistenti (linea viola): potrebbe continuare la sua lenta discesa scendendo sotto al 9% (che e' la cosa piu' probabile) oppure accennare ad una risalita, conseguente agli apporti di contagi persistenti per 20 o 30 giorni, relativi ai contagi di persone non immunizzate.
La situazione sara' piu' chiara quando diminuira' quest'afflusso di contagi effimeri (di persone immunizzate) che ora sono davvero tanti.
In questo tempo di vacanze i picchi effimeri "fioccano" in grande quantita' perche' la gente e' meno disposta a rispettare le norme di prevenzione dei contagi.
Riportiamo intanto il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno, riportato a destra di 177 e' risalito, come di solito accade dopo il dato della domenica.
Ora possiamo fare la media degli ultimi 3 giorni: (74+113+177)/3 = 121
Questo dato indica che si e' esaurito il picco di decessi conseguente al picco notevole di contagi di 12 giorni prima (il 17.5% del 25 luglio, spalmato nei decessi su piu' giorni) e quasi certamente la curva dei decessi riprende la discesa mostrata dalla nostra linea viola nel grafico.

SITUAZIONE ATTUALE E PROIEZIONE FUTURA (9 agosto 2022)
Attualmente tutti i dati della pandemia sono in calo quindi la situazione epidemiologica sembra volgere al meglio.
Questo e' certamente vero quando i dati migliorano ma non dobbiamo rallegrarci piu' di tanto, perche' il giudizio cambia se facciamo il confronto tra i dati di questa estate con quella di un anno fa, come abbiamo gia' discusso il 5 agosto scorso.
Infatti nell'ultima settimana di giugno 2021 i valori del fondo degli asintomatici era molto basso (0.4% come si puo' vedere nella nostra tabella , a cui corrispondevano, 18 giorni dopo, circa 5 decessi al giorno.
Ora invece i decessi sono piu' di 100, 20 volte di piu' come i contagi che ora sono anch'essi 20 volte piu' alti che nell'estate scorsa. 20 e' un fattore enorme e la velocita' di discesa della linea viola nel grafico dei dati recenti non lascia prevedere un ritorno ad un fondo di asintomatici come era nell'estate 2021 in tempi brevi e nemmeno lunghi dato che l'arrivo della stagione fredda incombe.
Il picco della quarta ondata di agosto 2021 si era limitato al 6% soltanto, perche' avevamo il 90% della popolazione vaccinabile vaccinata.
Il confronto con il 2022 e' impietoso: abbiamo avuto ondate che hanno raggiunto il 14% (invece del 6% nel 2021) e stiamo aspettando di vedere quanto sara' il fondo degli asintomatici a fine discesa della curva (nel 2021 era al 0.6% mentre ora, nella discesa, siamo ancora molto in alto, al 10%).
Se la curva non scende rapidamente potremmo avere a settembre (ormai sempre piu' vicino) una risalita dei contagi da paura. Cio' perche' il fondo degli asintomatici ci da una misura di quante persone sono attive nel diffondere il contagio e del livello di immunizzazione raggiunto dalla popolazione; in questo 2022 per ora sono molto piu' numerose di quelle del 2021 (20 volte di piu').
Il ripetersi nell'estate 2022 di cosi' tante occasioni importanti di diffusione dei contagi, a cui corrispondono i vari picchi effimeri, e' dovuto alla presenza di cosi' tanti asintomatici (quello che a regime sara' il fondo degli asintomatici).
Ed il numero di asintomatici alto e' esso stesso conseguenza dei tanti eventi che favoriscono la diffusione dei contagi.
Purtroppo non si puo' ignorare il problema per soddisfare l'ansia di un (falso) ritorno alla normalita': la dimensione del problema e' tutta nei 173.249 morti per Covid-19 in 31 mesi, pari a 5589 al mese, 186 al giorno (in gran parte persone non vaccinate). Sono proprio tanti: e' possibile che per ora si debba accettare questa realta', perche' non abbiamo strumenti validi per cambiarla ma certo non e' lecito ignorarla o far finta che il problema non esista.
E sono generalmente tutti morti per questa pandemia e non per altre patologie concomitanti, come abbiamo gia' discusso.
Nella situazione in cui siamo, per stimare la proiezione futura a breve e medio termine dell'epidemia il punto cruciale e' sapere quant'e' salito il livello di fondo degli asintomatici con tutti questi picchi di contagi che ci sono stati. Lo sapremo a fine agosto, vedendo quanto e' scesa la nostra linea viola che rappresenta l'andamento dell'epidemia.
Questo dev'essere il nostro interesse principale nel seguire l'interessante fase attuale discendente della pandemia, tutta ancora da interpretare.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (8 agosto 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 12.1% (con un errore statistico di +/-1.9%) lascia intendere, pur con un errore statistico grande, che il dato vero non e' sceso sotto al 9%, mettendo cosi' in dubbio l'ipotesi della presenza di un picco effimero multiplo.
Dobbiamo percio' attendere ancora per avere dati che ci permettano di capire lo stato di evoluzione attuale dei contagi perche' ci potrebbe anche essere l'inizio di un altro picco effimero, visto che in questo tempo di vacanze i picchi effimeri "fioccano" in grande quantita' perche' la gente e' meno disposta a rispettare le norme di prevenzione dei contagi.
Riportiamo intanto il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno, riportato a destra di 113 e' risalito, come di solito accade dopo il dato della domenica.
Recupereremo i decessi mancanti domani e risolveremo facendo la media dei 3 giorni da domenica in poi, come al solito.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (7 agosto 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 9.9% (con un errore statistico di +/-1.5%) che non contraddice l'ipotesi di un picco effimero multiplo, a causa dell'errore statistico non piccolo (15%).
Aspettiamo di vedere se domani la curva scende sotto al 9% come dovrebbe (invece di risalire).
Riportiamo intanto il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno, riportato a destra di 74 e' molto basso, come di solito accade per i dati della domenica.
Recupereremo i decessi mancanti nei prossimi 2 giorni, dopo un ricalcolo dei dati mancanti e risolveremo facendo la media dei 3 giorni da domenica in poi.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (6 agosto 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 9.8% (con un errore statistico di +/-1.2%) che ci permette di intuire che siamo in presenza di un picco effimero multiplo, per cui in un paio di giorni la curva dovrebbe scendere sotto al 9% (invece di risalire).
Aspettiamo comunque anche il dato di domani per esserne certi.
Riportiamo intanto il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 158 e' molto vicino alla linea viola d'interpolazione disegnata ieri.
12 giorni fa era il 25 luglio, il giorno di quel balzo in alto al 17.5% dei contagi che noi abbiamo interpretato come un picco effimero triplo.
Sappiamo che i contagiati immunizzati che contribuiscono al picco effimero guariscono tutti e non muoiono ma ci sono tra i contagiati anche le persone non immunizzate che guariscono in 20 o 30 giorni e contribuiscono purtroppo ai decessi di 12 giorni dopo il contagio. Con un picco di contagi cosi' alto dovevamo percio' aspettarci anche in picco nei decessi (spalmato ovviamente su piu' giorni) e potrebbe essere proprio quello che stiamo osservando in questi giorni.
Se questa interpretazione e' corretta, siccome dopo il picco triplo al 17.5% i contagi sono diminuiti, anche nella curva dei decessi dovremo vedere una discesa nei prossimi giorni, verso un livello di circa 100 decessi al giorno.
Verrebbe cosi' evidenziata la relazione causa-effetto che lega gli eventi che hanno generato il picco effimero triplo al 17.5% del 25 luglio con gli incrementi di decessi di questi giorni, mediamente 12 giorni dopo il contagio. Dopo un best fit alla curva dei decessi e' possibile evidenziare questi incrementi e calcolare il totale dei decessi causati dagli eventi che hanno prodotto il picco effimero triplo.
La discesa dei decessi, rimanendo ancora cosi' alti i contagi rispetto al fondo, potrebbe rimanere ancora per molti giorni sopra ai 100 decessi al giorno che sono proprio tanti, troppi (basti pensare che in un solo anno in Italia abbiamo piu' morti per Covid di quanti ne ebbero gli U.S.A. in tutta la guerra del Vietnam). E sono tutti morti per Covid e non per altre patologie concomitanti, come abbiamo gia' discusso.
La situazione percio' non e' affatto rassicurante e non ci deve essere indifferenza ed assuefazione da parte della popolazione a questi numeri cosi' alti di decessi per Covid-19.
Dobbiamo poi rimanere vigili nell'analisi dei dati perche' puo' darsi che ogni dato di questi giorni possa contenere dei decessi provenienti da un ricalcolo dei dati dei giorni precedenti com'e' troppo spesso accaduto.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (5 agosto 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 11.8% (con un errore statistico di +/-1.4%) che non ci permette di capire se siamo in presenza di un picco effimero multiplo, per cui in un paio di giorni la curva dovrebbe scendere sotto al 9% oppure se sta iniziando proprio ora una preoccupante risalita (la pendenza sembra quella giusta).
L'unico modo per saperlo e' quello di osservare cosa ci dicono i dati e quindi dobbiamo attendere ancora un paio di giorni.
Speriamo bene,
Riportiamo intanto il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 175, rimane ancora alto rispetto alla media dei 3 giorni precedenti a 131 e questo ci ha indotto a disegnare in risalita la linea viola d'interpolazione.
12 giorni fa era il 25 luglio, il giorno di quel balzo in alto al 17.5% dei contagi che noi abbiamo interpretato come un picco effimero triplo.
Sappiamo che i contagiati immunizzati che contribuiscono al picco effimero guariscono tutti e non muoiono ma ci sono tra i contagiati anche le persone non immunizzate che guariscono in 20 o 30 giorni e contribuiscono purtroppo ai decessi di 12 giorni dopo il contagio. Con un picco di contagi cosi' alto dobbiamo percio' aspettarci anche in picco nei decessi (spalmato ovviamente su piu' giorni) e potrebbe essere proprio quello che stiamo osservando in questi giorni.
Se questa interpretazione e' corretta, siccome dopo il picco triplo al 17.5% i contagi sono diminuiti, anche nella curva dei decessi dovremo vedere una discesa nei prossimi giorni.
Discesa che comunque, rimanendo ancora cosi' alti i contagi rispetto al fondo, potrebbe rimanere ancora per molti giorni sopra ai 100 decessi al giorno che sono proprio tanti, troppi (in un solo anno in Italia abbiamo piu' morti per Covid di quanti ne ebbero gli U.S.A. in tutta la guerra del Vietnam). E sono tutti morti per Covid e non per altre patologie, come abbiamo gia' discusso.
La situazione percio' non e' affatto rassicurante e non ci deve essere assuefazione.
Rimaniamo poi vigili perche' puo' darsi che qualcuno dei dati di questi giorni e' alto perche' contiene dei decessi provenienti da un ricalcolo dei dati dei giorni precedenti. Staremo a vedere.

P.S. Alle 20.15 apprendiamo che il dato di oggi contiene 35 decessi dei giorni precedenti (ricalcolo) per cui il dato netto di oggi e' 140, perfettamente consistente con la media dei 3 dati precedenti a 131.
E' quindi tutto confermato quello che abbiamo scritto: la curva dei decessi calerebbe ma il contributo (spalmato su alcuni giorni) dei contagiati non immunizzati del picco effimero di contagi al 17.5% del 25 luglio ne rallenta la discesa, creando un piccolo pianerottolo intorno a 130 decessi al giorno per alcuni giorni.
Se abbiamo ragione nei prossimi giorni (forse gia' da domani) i decessi netti riprenderanno a scendere arrivando presto intorno ai 100 decessi al giorno.

CONFRONTO CON IL 2021 (5 agosto 2022)
Nell'ultima settimana tutti i dati della pandemia sono in calo quindi la situazione epidemiologica sembra volgere al meglio.
Questo e' certamente giusto quando i dati migliorano ma non dobbiamo rallegrarci piu' di tanto, perche' il giudizio cambia se facciamo il confronto tra i dati di questa estate con quella di un anno fa.
Infatti nell'ultima settimana di giugno 2021 i valori del fondo degli asintomatici era molto basso (0.4% come si puo' vedere nella nostra tabella.
Il picco della quarta ondata di agosto 2021 si era limitato al 6% soltanto, perche' avevamo il 90% della popolazione vaccinabile vaccinata.
Il confronto con il 2022 e' impietoso: abbiamo avuto ondate che hanno raggiunto il 14% (invece del 6%) e stiamo aspettando di vedere quanto sara' il fondo degli asintomatici a fine discesa della curva (nel 2021 era al 0.6% mentre ora, nella discesa, e' ancora piuttosto alto, al 10%).
Se non si sbriga a scendere potremmo avere a settembre (ormai tremendamente vicino) una risalita dei contagi da paura. Cio' perche' il fondo degli asintomatici ci da una misura di quante persone ci sono, pronte a diffondere il contagio e del livello di immunizzazione raggiunto dalla popolazione e la situazione in questo 2022 sembra decisamente peggiore di quella del 2021.
Quindi il punto cruciale e' ora vedere quant'e' salito il livello del fondo degli asintomatici con tutti questi picchi di contagi. Lo sapremo nei prossimi giorni.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (4 agosto 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 9.8% (con un errore statistico di +/-1.2%) sembra arrivato al top di un picco effimero del 2.3%, che e' l'altezza giusta per un picco effimero. La conferma si avra' domani se il dato dei contagi scendera' ulteriormente.
Aspettiamo percio' domani per disegnare il prolungamento della linea viola d'interpolazione nei grafici.
Riportiamo cosi' il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 161, tende ad avvicinarsi alla media dei 3 giorni precedenti (131), cosa che non contrasta con l'andamento mediamente discendente della linea viola d'interpolazione.
Puo' darsi che anche questa volta, in tarda serata, arrivi la notizia che e' cosi' alto perche' contiene dei decessi provenienti da un ricalcolo dei dati dei giorni precedenti. Staremo a vedere, comunque per ora non modifichiamo l'andamento della linea viola nel grafico, almeno fino a domani.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (3 agosto 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato di oggi 10.1% (con un errore statistico di +/-1.1%) e' risalito del 2.3%, che e' il salto in alto tipico di un picco effimero. Aspettiamo i dati dei prossimi 2 giorni per averne conferma.
Per questo attendiamo prima di disegnare il prolungamento della linea viola d'interpolazione nei grafici.
Riportiamo cosi' il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 171, e' molto piu' alto della media dei 3 giorni precedenti (131), cosa che non concorda con l'andamento discendente della linea viola d'interpolazione.
Puo' darsi che anche questa volta, in tarda serata, arrivi la notizia che e' cosi' alto perche' contiene dei decessi provenienti da un ricalcolo dei dati dei giorni precedenti. Staremo a vedere, comunque per ora non modifichiamo l'andamento della linea viola nel grafico, almeno fino a domani.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (2 agosto 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Essendo basso anche il dato di oggi 7.8% (con un errore statistico di +/-0.9%), oltre quelli dei 2 giorni precedenti, possiamo oggi disegnare la linea viola d'interpolazione in discesa nei grafici, il che allontana ancora piu' la possibilita' di veder comparire dei picchi nei decessi, corrispondenti ai picchi nei contagi di 12 giorni fa che confuterebbero l'interpretazione da noi data dei picchi effimeri, che risulta cosi' confermata come giusta.
Riportiamo cosi' il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 190, e' molto piu' alto di quelli dei giorni scorsi, cosa consueta trattandosi di un dato dopo la domenica.
La media degli ultimi 3 giorni e'   (83+121+190)/3 = 131 che e' un valore perfettamente centrato sulla linea viola d'interpolazione precedentemente disegnata (abbiamo indicato questo valore medio degli ultimi 3 giorni con una "x" nel grafico interpolato).
La curva dei decessi nei 6 giorni dal 27 luglio in poi sembrerebbe essere prima costante e poi stabilmente in discesa, come l'abbiamo disegnata nel grafico dei dati interpolati ad ulteriore conferma che i tanti picchi effimeri verificatisi 12 giorni prima (dal 15 al 18 luglio) NON hanno contribuito in maniera significativa al numero dei decessi ed e' quindi lecito concludere che quei picchi di contagi siano proprio dei picchi effimeri come descritti dal modello a soglia, perche' quasi nessuno di quei contagiati e' poi deceduto (solo alcuni dei non immunizzati contagiati durante il picco effimero).

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (1 agosto 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Essendo basso anche il dato di oggi (8.4%) oltre quello di ieri (8.1%) (con un errore statistico uguale di +/-1.3%), possiamo oggi disegnare la linea viola d'interpolazione in discesa nei grafici, il che allontana ormai definitivamente la possibilita' di veder comparire dei picchi nei decessi, corrispondenti ai picchi nei contagi di 12 giorni fa, confutando cosi' l'interpretazione da noi data dei picchi effimeri, che risulta cosi' giusta.
Riportiamo cosi' il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 121, e' identico a quello dell'altro ieri, cosa che sembrerebbe indicare un andamento piatto.
Aspettiamo pero' il dato di domani per mediare il dato basso di domenica con quelli dei due giorni successivi.
Probabilmente verra' confermato che la curva dei decessi, nei 6 giorni dal 27 luglio in poi, sia prima abbastanza costante e poi in discesa, come l'abbiamo disegnata nel grafico dei dati interpolati ad ulteriore conferma che i tanti picchi effimeri verificatisi 12 giorni prima (dal 15 al 18 luglio) NON hanno contribuito in maniera significativa al numero dei decessi ed e' quindi lecito concludere che quei picchi di contagi siano proprio dei picchi effimeri come descritti dal modello a soglia, perche' quasi nessuno di quei contagiati e' poi deceduto (solo alcuni di quelli non immunizzati contagiati durante il picco effimero).

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (31 luglio 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 8.1% (con un errore statistico di +/-1.2%), un valore un po' piu' alto rispetto a quello di ieri, ma molto vicino alla linea viola d'interpolazione disegnata del grafici.
Riportiamo il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.
Il dato di oggi e' sceso molto ma ha anche un errore statistico abbastanza grande che colloca il valor vero tra una banda tra il 6.9% ed il 9.3% entro +/- una deviazione standard (al 68% di probabilita').
Preferiamo percio' attendere anche il dato di domani prima di prolungare la linea viola d'interpolazione.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 83, e' molto piu' basso di quelli dei giorni scorsi, cosa consueta trattandosi di un dato della domenica. Lo medieremo con i dati dei prossimi 2 giorni.
La curva dei decessi nei 5 giorni dal 27 luglio in poi sembrerebbe essere prima costante e poi in discesa, come l'abbiamo disegnata nel grafico dei dati interpolati ad ulteriore conferma che i tanti picchi effimeri verificatisi 12 giorni prima (dal 15 al 18 luglio) NON hanno contribuito in maniera significativa al numero dei decessi ed e' quindi lecito concludere che quei picchi di contagi siano proprio dei picchi effimeri come descritti dal modello a soglia, perche' quasi nessuno di quei contagiati e' poi deceduto (solo alcuni di quelli non immunizzati contagiati durante il picco effimero).

COMMENTO AI DATI DI SABATO (30 luglio 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 11.5% (con un errore statistico di +/-1.3%), un valore un po' piu' alto rispetto a quello di ieri, ma molto vicino alla linea viola d'interpolazione disegnata del grafici.
Riportiamo il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.
Dopo la fine del picco effimero triplo con il dato di oggi non c'e' una vera risalita perche' la linea viola prima scende un po' poi sale ma in modo da mantenere la media locale ad un valore pressoche' costante, come si puo' vedere nel grafico dei dati piu' recenti.
La conferma definitiva di questa nostra interpretazione della presenza di tutti questi picchi effimeri e' gia' cominciata ad arrivare dalla curva dei decessi e continuera' fino al 7 agosto (12 giorni dopo il picco dei contagi): se sono veramente picchi effimeri non devono far comparire picchi nella curva dei decessi, perche' i contagiati del picco effimero sono tutti guariti alla fine del picco effimero e quindi non muoiono.
C'e' pero' associato al picco effimero anche un incremento dei contagi delle persone NON immunizzate che (durando per 20 o 30 giorni) apportano un piccolo contributo anche alla curva dei decessi, risultando spalmati su piu' giorni nella curva dei decessi ma le conseguenze di picchi cosi' alti nel numero di contagiati sarebbero comunque ben visibili nella curva dei decessi, se la nostra ipotesi dei picchi effimeri fosse sbagliata.
Se nei decessi non si vedranno picchi, sara' la conferma che quelli visti nella curva dei contagi sono veramente picchi effimeri, dovuti al verificarsi di eccessi di eventi generatori di molti contagi, alcuni che colpiscono le persone immunizzate dando luogo ai picchi effimeri, prodotti dalle attivita' umane (vacanziere).
Abbiamo cosi' acquisito un ottimo strumento, con risposta assolutamente pronta, per monitorare l'andamento dell'epidemia: sono i picchi effimeri, che ci avvertono tempestivamente di importanti apporti di contagi indebiti (perche' sarebbe molto meglio che non ci fossero).
Come vedete il modello a soglia permette di evidenziare le correlazioni tra i vari dati, come contagi e decessi, che permettono non solo di fare previsioni ma anche di confermare la correttezza della descrizione del fenomeno che viene fatta dal modello.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 121, e' molto piu' basso di quelli dei giorni scorsi e della media di quei 3 giorni precedenti: (77+104+253+34+38)/3 = 169
Quindi la curva dei decessi nei 4 giorni dal 27 luglio in poi sembrerebbe essere prima costante e poi in discesa, come l'abbiamo disegnata nel grafico dei dati interpolati ad ulteriore conferma che i tanti picchi effimeri verificatisi 12 giorni prima (dal 15 al 18 luglio) NON hanno contribuito in maniera significativa al numero dei decessi ed e' quindi lecito concludere che quei picchi di contagi siano proprio dei picchi effimeri come descritti dal modello a soglia, perche' quasi nessuno di quei contagiati e' poi deceduto (solo alcuni di quelli non immunizzati contagiati durante il picco effimero).
Il dato netto di oggi di 121 e' stato graficato a destra nei grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati. Esso si accorda bene con la linea viola d'interpolazione dei dati che abbiamo ridisegnato in leggera discesa.
E' interessante notare che vari virus del ceppo Sars-CoV-2 si avvicendano, anche con tempi di guarigione spontanea diversi da 30 giorni (come Omicron che ne ha 20), ma tutti mostrano un tipo di funzionamento simile nell'evoluzione della pandemia. Questo rende ancora piu' interessanti i risultati di questo nostro studio.
Con sorpresa abbiamo appreso in serata che anche il dato di oggi, pur cosi' basso, contiene 26 decessi dei periodi precedenti, per cui il dato netto di oggi e' di 121-26 = 95 decessi, che spinge ancora piu' in basso la linea viola d'interpolazione, allontanando crediamo ormai definitivamente la possibilita' di vedere picchi nei decessi, corrispondenti a tutti quei picchi effimeri registrati nella curva dei contagi di 12 giorni fa.
E' quindi confermata, da questa evidenza sperimentale, la nostra intuizione che ci ha portato alla definizione dei picchi effimeri ed alla soluzione dell'annoso ed inquietante problema di tutti quei picchi misteriosi nella curva dei contagi che hanno indotto ed ancora inducono molti tecnici addetti ad elaborare i dati, raggruppandoli settimanalmente (per far sparire i picchi effimeri e cosi' l'imbarazzo dei dati troppo fluttuanti).
Questi picchi "misteriosi" noi li abbiamo sempre evidenziati, anche nei grafici , con la convinzione che fossero reali (non frutto di errori) e che contenessero informazioni importanti da scoprire, intuizione che si e' poi rivelata corretta, come avete potuto vedere dai risultati da noi ottenuti.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (29 luglio 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 10.2% (con un errore statistico di +/-1.1%), un valore molto piu' alto rispetto a quello di ieri, ma molto vicino alla linea viola d'interpolazione disegnata del grafici.
Riportiamo il dato di oggi nei grafici della quinta ondata:

e dei dati piu' recenti:

Dopo la fine del picco effimero triplo con il dato di oggi non c'e' accenno di risalita perche' e' vicino alla linea viola d'interpolazione gia' disegnata nel grafico dei dati piu' recenti.
La conferma definitiva di questa nostra interpretazione della presenza di tutti questi picchi effimeri e' gia' cominciata ad arrivare dalla curva dei decessi e continuera' fino al 7 agosto (12 giorni dopo il picco dei contagi): se sono veramente picchi effimeri non devono lasciare traccia nella curva dei decessi, perche' i contagiati del picco effimero sono tutti guariti alla fine del picco e quindi non muoiono.
C'e' pero' associato al picco effimero anche un incremento dei contagi delle persone NON immunizzate che dura per 20 o 30 giorni), che risulterebbero spalmati su piu' giorni nella curva dei decessi ma le conseguenze di picchi cosi' alti nel numero di contagiati sarebbero comunque ben visibili nella curva dei decessi, se la nostra intuizione dei picchi effimeri fosse sbagliata.
Se nei decessi non si vedranno picchi, sara' la conferma che quelli visti nella curva dei contagi sono veramente picchi effimeri, dovuti al verificarsi di eccessi di eventi generatori di molti contagi, alcuni che colpiscono le persone immunizzate dando luogo ai picchi effimeri, prodotti dalle attivita' umane (vacanziere).
Avremo cosi' acquisito un ottimo strumento, con risposta assolutamente pronta, per monitorare l'andamento dell'epidemia: sono i picchi effimeri, che ci avvertono tempestivamente di importanti apporti di contagi indebiti (perche' non dovrebbero esserci).
Come vedete il modello a soglia permette di evidenziare le correlazioni tra i vari dati, come contagi e decessi, che permettono non solo di fare previsioni ma anche di confermare la correttezza della descrizione del fenomeno che viene fatta dal modello.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 244, e' molto piu' alto di quello di ieri e della media di quei 3 giorni precedenti: (77+104+253+34+38)/3 = 169
Meglio aspettare stasera per sapere se anche questo dato di oggi cosi' alto contiene decessi dei giorni precedenti.
Abbiamo fatto bene ad aspettare perche' alle 20.30 apprendiamo che dei 244 decessi di oggi ben 83 sono risultato di ricalcoli sui dati di periodi precedenti.
Quindi i decessi netti di oggi sono 244-83 = 161, un numero uguale al dato netto di ieri che era   199-38 = 161
Gli 83 decessi non sappiamo a quali giorni si riferiscano e quindi non siamo in grado di attribuirli ai giorni passati e quindi non li attribuiamo, ma siamo convinti che non riuscirebbero ad alterare le conclusioni gia' acquisite. D'altra parte questi sono i dati disponibili e con questi dobbiamo lavorare: quello che ci interessa e' di avere i dati netti attribuibili con certezza ad oggi e questi li abbiamo.
Quindi la curva dei decessi nei 4 giorni dal 27 luglio in poi sembrerebbe essere quasi costante, come disegnata nel grafico dei dati interpolati ad ulteriore conferma che i tanti picchi effimeri verificatisi 12 giorni prima (dal 15 al 18 luglio) non hanno contribuito in maniera significatica al numero dei decessi ed e' quindi lecito concludere che quei picchi di contagi siano proprio dei picchi effimeri come descritti dal modello a soglia, perche' quasi nessuno di quei contagiati e' poi deceduto (solo alcuni di quelli non immunizzati).
Il dato netto di oggi e' 161 ed e' stato graficato a destra nei grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati. Esso si colloca esattamente sulla linea viola d'interpolazione dei dati che avevamo ridisegnato in leggera salita.
E' interessante notare che vari virus del ceppo Sars-CoV-2 si avvicendano, anche con tempi di guarigione spontanea diversi da 30 giorni (come Omicron che ne ha 20), ma tutti mostrano un tipo di funzionamento simile nell'evoluzione della pandemia. Questo rende ancora piu' interessanti i risultati di questo nostro studio.

PRIMA CONFERMA SPERIMENTALE DEI PICCHI EFFIMERI: (29 luglio 2022)
Se con i prossimi dati NON ci sara' una salita molto ripida della curva dei decessi vorra' dire che il picco dei contagi del 15 luglio, che appariva cosi':
  10.8%   13%   15.9%   15.5%   13.5%   (picco dei contagi del 15 luglio)
poteva essere dovuto, come da noi attribuito, a due picchi effimeri distanti 1 giorno tra loro ed una risalita non ripida dei decessi sarebbe prodotta dal contributo dei contagi delle persone non immunizzate che hanno prodotto incrementi "a gradino" dei contagi, persistenti per 20 o 30 giorni e che contribuiscono ai decessi di 12 giorni dopo.
Pur nell'incompletezza dei dati disponibili ormai i decessi di oggi sono gia' del 13-mo giorno dopo il picco al 15.9% del 15 luglio sopra riportato: i contagi erano passati in 2 giorni dal 10.8% al 15.9% con un balzo in alto del 5.1% (pari al 47% di persone contagiate in piu') in 2 giorni che dovrebbe portare ad un incremento di circa 100 decessi, di cui non c'e' traccia finora (erano circa 160 il 20 luglio e sono rimasti a 161 oggi).
A meno di un notevole balzo in alto dei decessi di domani sembra esserci quindi una forte evidenza che effettivamente tutti quei contagi rilevati il 15 luglio non abbiano prodotto il corrispondente picco nei decessi di questi giorni, a conferma che tutte quelle persone contagiate il 15 luglio sono tutte guarite (perche' si trattava di persone immunizzate) e che nessuna di loro e' deceduta.
Ci sembra che questa possa gia' essere una prima conferma che attendevamo dell'esistenza dei picchi effimeri e della correttezza della descrizione della pandemia fatta dal modello a soglia.
Se invece i dati di domani e dopodomani indicassero una salita ripida dei decessi (cosa che allo stato delle cose sembra piuttosto improbabile) allora il picco dei contagi del 15 luglio sopra mostrato non sarebbe stato piu' un picco effimero doppio ma sarebbe una vera risalita della curva dei contagi con un picco (non effimero) proprio il 15 luglio, che produrrebbe ora, 12 giorni dopo, un picco alto nella curva dei decessi, per l'indubbio legame causale che c'e' tra contagi e decessi per Covid-19.
In questo caso la linea viola d'interpolazione nel grafico dei contagi dovrebbe essere ridisegnata per passare su questo picco non piu' effimero, grazie alle informazioni ottenute dalla curva dei decessi.
Se e' cosi' ce lo dira' al 90% gia' il dato dei decessi di domani.
Come vedete e' molto interessante studiare le correlazioni tra i dati dei contagi e quelli dei decessi, perche' ci si possono imparare un sacco di cose importanti sul funzionamento della pandemia.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (28 luglio 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 6.4% (con un errore statistico di +/-0.9%), un valore molto piu' basso rispetto a quello di ieri.
Riportiamo il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.
I dati degli ultimi 11 giorni sono stati:
  14.9%   10.1%   10.5%   11.6%   13.1%   9.4%   9.9%   17.5%   9.0%   11.5%   6.4%
Come si vede i contagiati sono scesi prima dal valore molto alto del picco effimero doppio per poi rallentare la discesa in seguito all'apporto dei contagi di quello che abbiamo interpretato come un ulteriore picco effimero.
Dopo la fine del picco effimero triplo con il dato di oggi non c'e' un accenno di risalita ed abbiamo percio' ridisegnato la linea viola d'interpolazione nel grafico dei dati recenti.
Aspettiamo la conferma definitiva di questa nostra interpretazione della presenza di tutti questi picchi effimeri dalla curva dei decessi intorno al 7 agosto (12 giorni dopo): se sono veramente picchi effimeri non devono lasciare traccia nella curva dei decessi perche' i contagiati del picco effimero sono tutti guariti alla fine del picco e quindi non muoiono.
C'e' pero' associato un incremento dei contagi delle persone NON immunizzate che dura per 20 o 30 giorni), che risulterebbero spalmati su piu' giorni nella curva dei decessi ma le conseguenze di picchi cosi' alti nel numero di contagiati sarebbero comunque ben visibili nella curva dei decessi, se la nostra intuizione dei picchi effimeri fosse sbagliata.
Se invece non si vedranno, sara' la conferma che questi sono veramente picchi effimeri, dovuti al verificarsi di eccessi di eventi generatori di molti contagi, alcuni che colpiscono le persone immunizzate dando luogo ai picchi effimeri, prodotti dalle attivita' umane (vacanziere).
In questo caso avremmo acquisito un ottimo strumento, con risposta assolutamente pronta, per monitorare l'andamento dell'epidemia: i picchi effimeri, che ci avvertono tempestivamente di importanti apporti di contagi indebiti (perche' non dovrebbero esserci).
Come vedete il modello a soglia permette di evidenziare le correlazioni tra i vari dati, come contagi e decessi, che permettono non solo di fare previsioni ma anche di confermare la correttezza della descrizione del fenomeno che viene fatta dal modello.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 199, e' alto come quello di ieri e della media degli altri 3 giorni precedenti: (77+104+253+34)/3 = 156
che andava d'accordo con il dato netto di ieri che era   207 - 34 = 173   Quindi ieri la curva dei decessi era in leggera salita, con il dato di oggi ancora di piu'.
P.S. Apprendiamo anche oggi, come ieri, con molto ritardo (dopo le ore 20) che 38 dei 199 decessi di oggi si riferiscono ai giorni precedenti (quali, domenica?).
Cio' ci induce anche oggi a ricalcolare la media degli ultimi giorni cosi': (77+104+253+34+38)/3 = 169 (in realta' non possiamo essere certi che questi 38 decessi si riferiscano proprio a quei 3 giorni li').
che andrebbe d'accordo con il dato netto di oggi che e'   199-38 = 161   Quindi la curva dei decessi sembrerebbe essere in una leggera salita, come disegnata nel grafico dei dati interpolati.
Il dato totale e' stato graficato a destra nei grafici e si colloca sopra alla linea viola d'interpolazione dei dati che abbiamo ridisegnato in leggera salita (perche' dei 199 decessi solo 161 sono quelli di oggi, gli altri 38 sono invece dei giorni precedenti) mentre il dato netto di 161 si dispone bene sulla nuova linea viola d'interpolazione.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (27 luglio 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 11.5% (con un errore statistico di +/-0.9%), un valore piu' alto rispetto a quello di ieri.
Riportiamo il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.
I dati degli ultimi 10 giorni sono stati:
  14.9%   10.1%   10.5%   11.6%   13.1%   9.4%   9.9%   17.5%   9.0%   11.5%
Come si vede i contagiati sono scesi prima dal valore molto alto del picco effimero doppio per poi interrompere la discesa e cominciare a risalire lentamente in seguito all'apporto dei contagi di quello che abbiamo interpretato, dopo un po' di perplessita' iniziali perche' la salita non sembrava essere quella di un picco effimero, come un ulteriore picco effimero.
Dopo la fine del picco effimero triplo oggi c'e' un accenno di risalita che abbiamo riportato nel grafico dei dati recenti.
Aspettiamo la conferma definitiva di questa nostra interpretazione della presenza di tutti questi picchi effimeri dalla curva dei decessi intorno al 7 agosto (12 giorni dopo): se sono veramente picchi effimeri non devono lasciare traccia nella curva dei decessi perche' i contagiati del picco effimero sono tutti guariti alla fine del picco e quindi non muoiono.
C'e' associato un incremento dei contagi delle persone NON immunizzate che dura per 20 o 30 giorni), che risulterebbero spalmati su piu' giorni nella curva dei decessi ma le conseguenze di picchi cosi' alti nel numero di contagiati sarebbero comunque ben visibili nella curva dei decessi se la nostra intuizione dei picchi effimeri fosse sbagliata.
Se invece non si vedranno, sara' la conferma che questi sono veramente picchi effimeri, dovuti al verificarsi di eccessi di eventi generatori di molti contagi, prodotti dalle attivita' umane (vacanziere).
In questo caso avremmo acquisito un ottimo strumento, con risposta assolutamente pronta, per monitorare l'andamento dell'epidemia: i picchi effimeri, che ci avvertono tempestivamente di importanti apporti di contagi indebiti (perche' non dovrebbero esserci).
Come vedete il modello a soglia permette di evidenziare le correlazioni tra i vari dati, come contagi e decessi, che permettono non solo di fare previsioni ma anche di confermare la correttezza della descrizione del fenomeno che viene fatta dal modello.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 207, e' molto piu' alto della media dei 3 giorni precedenti: (77+104+253)/3 = 145
P.S. Apprendiamo in ritardo (alle ore 20) che 34 decessi di oggi si riferiscono ai giorni precedenti (domenica).
Cio' ci porta a ricalcolare la media degli ultimi 3 giorni cosi': (77+104+253+34)/3 = 156
che va d'accordo con il dato netto di oggi che e'   207 - 34 = 173   Quindi la curva dei decessi e' in leggera salita.
Il dato e' stato graficato a destra nei grafici e si colloca sopra alla linea viola d'interpolazione dei dati che abbiamo disegnato non piu' in discesa ma ancora poco sotto al valore del picco, come si vede nel grafico interpolato.
Alla luce dell'informazione che 34 dei 207 decessi di oggi sono della domenica dobbiamo rivedere la nostra precedente conclusione nel modo seguente: Se questo dato alto sara' confermato dal dato di domani vorra' dire che il picco dei contagi del 15 luglio, che appariva cosi':
  10.8%   13%   15.9%   15.5%   13.5%
in realta' poteva essere dovuto a due picchi effimeri distanti 1 giorno tra loro e la leggera risalita dei decessi e' prodotta dal contributo dei contagi delle persone non immunizzate che hanno prodotto incrementi "a gradino" dei contagi, persistenti per 20 o 30 giorni e che contribuiscono ai decessi di 12 giorni dopo.
Pero' dobbiamo ancora vedere cosa fanno i dati di domani e dopodomani. Se salissero molto allora il picco dei contagi del 15 luglio sopra mostrato non sarebbe piu' un picco effimero doppio ma sarebbe una vera risalita della curva dei contagi con un picco (non effimero) proprio il 15 luglio, che e' quello che sembra produrrebbe ora, 12 giorni dopo, un picco alto nella curva dei decessi, per l'indubbio legame causale che c'e' tra contagi e deceduti per Covid-19.
In questo caso la linea viola d'interpolazione nel grafico dei contagi dovrebbe essere ridisegnata per passare su questo picco non piu' effimero, grazie alle informazioni ottenute dalla curva dei decessi.
Se e' cosi' ce lo dira' al 90% il dato dei decessi di domani.
Come vedete e' molto interessante studiare le correlazioni tra i dati dei contagi e quelli dei decessi, perche' ci si possono imparare un sacco di cose importanti sul funzionamento della pandemia.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (26 luglio 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 9.0% (con un errore statistico di +/-0.9%), un valore bassissimo rispetto a quello di ieri.
Riportiamo il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.
I dati degli ultimi 9 giorni sono stati:
  14.9%   10.1%   10.5%   11.6%   13.1%   9.4%   9.9%   17.5%   9.0%
Come si vede i contagiati sono scesi prima dal valore molto alto del picco effimero doppio per poi interrompere la discesa e cominciare a risalire in seguito all'apporto dei contagi di quello che abbiamo interpretato, con un po' di perplessita' iniziali perche' la salita non sembrava essere quella di un picco effimero, come un ulteriore picco effimero.
Oggi pero' dopo il balzo in alto di addirittura del +7.6% di ieri c'e' stato il crollo del -8.5% (al 9.0%), che ci permette di riconoscere la presenza nel dato di ieri di un picco effimero addirittura triplo.
Solo tre picchi effimeri simultanei possono produrre le tantissime guarigioni capaci di dimezzare il totale dei contagi in sole 24 ore. Non sono dati sbagliati: i picchi effimeri sono in grado di spiegare queste fluttuazioni estreme (quasi il 50% di guarigioni in sole 24 ore).
La conferma definitiva di questa nostra interpretazione ci verra' dalla curva dei decessi intorno al 7 agosto (12 giorni dopo): se sono veramente picchi effimeri non devono lasciare traccia nella curva dei decessi (a meno dell'incremento dei contagi delle persone NON immunizzate che dura per 20 o 30 giorni), perche' anche se spalmati su piu' giorni le conseguenze di picchi cosi' alti sarebbero comunque ben visibili.
Se non si vedranno, sara' la conferma che questi sono picchi effimeri, dovuti ad eccessi di eventi umani generatori di molti contagi prodotti dalle attivita' umane (vacanziere).
Come vedete il modello a soglia permette di evidenziare le correlazioni tra i vari dati che permettono non solo di fare previsioni ma anche di confermare la correttezza della descrizione del fenomeno che viene fatta dal modello.
Abbiamo cosi' potuto aggiornare la linea viola d'interpolazione nel grafico, perche' prolungandola passa esattamente per il punto di oggi, come potete vedere nel grafico dei dati recenti.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 253, e' piu' alto di quelli dei 2 giorni precedenti, come sempre accade perche' contiene anche una parte dei decessi della domenica.
Possiamo ora fare la media degli ultimi 3 dati, come al solito: (77+104+253)/3 = 145
Questo valore l'abbiamo indicato nei 2 grafici con una "x", per renderlo ben visibile.
Il dato e' stato graficato a destra nei grafici e si colloca sulla discesa della linea viola d'interpolazione dei dati che abbiamo disegnato non piu' in discesa ma ancora poco sotto al valore del picco, come si vede nel grafico interpolato.
Viene quindi confermata la fine della salita della curva dei decessi il 24 luglio, cioe' 12 giorni dopo la fine del picco dei contagi, avvenuto il 12 luglio ma non ancora l'inizio della discesa.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (25 luglio 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 17.5% (con un errore statistico di +/-1.6%), un valore altissimo rispetto a quello di ieri.
Riportiamo il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.
I dati degli ultimi 8 giorni sono stati:
  14.9%   10.1%   10.5%   11.6%   13.1%   9.4%   9.9%   17.5%
Come si vede i contagiati sono scesi prima dal valore molto alto del picco effimero per poi interrompere la discesa e cominciare a risalire in seguito all'apporto dei contagi di quello che abbiamo interpretato, con un po' di perplessita' iniziali perche' la salita non era quella di un picco effimero, come un ulteriore picco effimero.
Oggi pero' c'e' un balzo in alto di addirittura del +7.6%: che cos'e' questo, un picco effimero triplo?
Solo i dati dei prossimi 2 giorni potranno svelarci cosa sta accadendo.
Abbiamo gia' osservato che i picchi effimeri cominciano ad essere tanti, per cui non ci sarebbe da sorprenderci neanche se ci capitasse di vedere un picco effimero triplo, cioe' prodotto da 3 eventi ad alta produzione di contagi nello stesso giorno in Piemonte.
Sarebbe pero' la prima volta che accade, ma non puo' essere escluso al momento.
Esiste pero' un'altra possibilita', che a noi sembra piu' probabile.
Si tratta di questo: i dati degli ultimi 5 giorni sono stati tutti affetti da errori statistici dell'ordine del 10%, che significa un +/-1% abbondante ciascuno.
Se ora tracciamo dei valori d'interpolazione che restino dentro una deviazione standard dai dati sopra elencati possiamo ottenere questo:
DATI   MISURATI   :   14.9%   10.1%   10.5%   11.6%   13.1%   9.4%   9.9%   17.5%
DATI INTERPOLATI:  13.5%   11.1%   11.0%   11.0%   11.3%   11.4%   12.9%   15.9%
Per ragioni puramente statistiche (ma ci sono anche altri tipi di errori che ampliano l'errore totale da cui sono affetti questi test) i dati misurati hanno sicuramente una distribuzione gaussiana di cui abbiamo indicato nella tabella la banda di valori entro i quali con il 68% di probabilita' si trova il valore vero della misura.
Quindi i valori veri possono essere anche quelli estremi indicati a destra nella tabella e risulta cosi' possibile interpolare i dati misurati con quelli indicati poco sopra, ottenuti rimanendo sempre entro i limiti di una deviazione standard, salvo per il solo dato di domenica scorsa.
La conclusione sarebbe poco incoraggiante: la curva dei contagi (linea viola nei grafici) dopo aver cominciato la discesa dal picco ha prima diminuito la velocita' di discesa per poi iniziare una risalita, anche abbastanza ripida, come risulta nei dati qui' sopra interpolati ed i dati alti e bassi altro non sarebbero che il risultato di semplici fluttuazioni statistiche.
Non riportiamo ancora nel grafico questa risalita in attesa di una necessaria conferma dai dati dei prossimi due giorni:
  1. se i dati diminuiranno si tratta di un picco effimero triplo,
  2. se invece saliranno saremo nel secondo caso di un andamento come nel 2021 in Gran Bretagna.
Questa seconda evenienza di una risalita cosi' ripida sarebbe un risultato troppo importante per poter essere diagnosticato con superficialita': per questo per ora rimane solo un'ipotesi.
La risalita sarebbe dovuta ai contributi di contagi persistenti per 20 o 30 giorni causati dagli eventi che sono stati prodotti da tutti ii picchi effimeri di questi giorni: vorrebbe dire che i comportamenti della popolazione stanno aiutando troppo i virus a diffondersi e le alte temperature estive su cui facevamo affidamento non sono sufficienti a contenere la loro diffusione in queste condizioni.
Occorrerebbe una maggiore consapevolezza da parte di tutti.
Questi picchi effimeri ora sembra che siano diventati tanti ed alti:
  1. Per convincersi che sono tanti basta riflettere che l'anno scorso (gennaio 2021) ne avevamo uno a settimana che si manifestava in occasione dei fine settimana (l'abbiamo chiamato il "picco del lunedi'", non avendo ancora capito che si trattava di picchi effimeri originati dai contagi delle persone immunizzate). Erano conseguenza delle attivita' vacanziere nei giorni del fine settimana.
    Ora in una settimana ce ne sono stati tre, conseguenza presumibile anche questi delle attivita' vacanziere estive.
  2. Possono essere alti per 2 motivi: quando gli immunizzati sono tanti e quando gli eventi di contagio esteso sono stati intensi.
    Nel caso attuale questa seconda ipotesi sembra essere piu' realistica, quindi abbiamo un margine di intervento per limitarli.
Si trattera' ora di valutare quanto sara' importante il nuovo apporto di contagi delle persone non immunizzate che in occasione di questi picchi effimeri rimangono contagiate (cioe' positive al test) per 20 o 30 giorni, a secondo del tipo di virus infettante.
La presenza di tutti questi picchi effimeri porta inevitabilmente ad un incremento di contagi permanenti per 20 o 30 giorni, per cui l'andamento della linea viola nei grafici ne risentira', attenuando la sua pendenza di discesa o addirittura risalendo.
Il rischio di una risalita persistente della curva e' niente affatto trascurabile, soprattutto in un periodo in cui la gente, essendo in vacanza, e' meno disposta ad adottare tutte le cautele anticontagio necessarie (com'e' accaduto nel 2021 in Gran Bretagna , dove questa risalita da noi temuta si e' verificata veramente, mettendo la sanita' pubblica di quel popolo in condizioni di grande difficolta': sono cose che evidentemente possono succedere con questa pandemia, quando la produzione di contagi supera un certo limite, avendo la popolazione rilasciato troppe precauzioni anticontagio.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 104, e' piu' alto di quello di ieri, come sempre accade perche' contiene anche una parte dei decessi della domenica.
Il dato e' stato graficato a destra nei grafici e si colloca sulla discesa della linea viola d'interpolazione dei dati che abbiamo disegnato.
Aspettiamo anche il dato di domani per poi fare la media degli ultimi 3 dati, come al solito.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (24 luglio 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 9.9% (con un errore statistico di +/-1.2%), un valore stabile rispetto a quello di ieri.
Riportiamo il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.
I dato di oggi conferma la discesa della curva (linea viola nei grafici) molto attenuata dai contributi persistenti (per 20 o 30 giorni) apportati dagli eventi di contagio che hanno prodotti i picchi effimeri.
Come si vede i contagiati sono scesi dal valore molto alto del picco effimero doppio per poi interrompere la discesa e cominciare a risalire in seguito all'apporto dei contagi di un altro picco effimero (quello dell'altro ieri).
Oggi, terminato anche quest'ultimo picco effimero, la curva continua la sua lenta discesa ma in modo piu' lento (e' quasi in pianerottolo) ed il punto odierno vi si colloca esattamente, come si vede nei grafici.
Questi picchi effimeri ora sono tanti ed alti:
  1. Per convincersi che sono tanti basta riflettere che l'anno scorso (gennaio 2021) ne avevamo uno a settimana che si manifestava in occasione dei fine settimana (l'abbiamo chiamato il "picco del lunedi'", non avendo ancora capito che si trattava di picchi effimeri originati dai contagi delle persone immunizzate). Erano conseguenza delle attivita' vacanziere nei giorni del fine settimana.
    Ora in una settimana ce ne sono stati tre, conseguenza presumibile anche questi delle attivita' vacanziere estive.
  2. Possono essere alti per 2 motivi: quando gli immunizzati sono tanti e quando gli eventi di contagio esteso sono stati intensi.
    Nel caso attuale la seconda ipotesi sembra essere piu' realistica, quindi abbiamo un margine di intervento per limitarli.
Si trattera' ora di valutare quanto sara' importante il nuovo apporto delle persone non immunizzate che in occasione di questi picchi effimeri rimangono contagiate (cioe' positive al test) per 20 o 30 giorni, a secondo del tipo di virus infettante.
La presenza di tutti questi picchi effimeri porta inevitabilmente ad un incremento di contagi permanenti per 20 o 30 giorni, per cui l'andamento della linea viola nei grafici ne risentira', attenuando la sua pendenza di discesa o addirittura risalendo.
Il rischio di una risalita persistente della curva e' niente affatto trascurabile, soprattutto in un periodo in cui la gente, essendo in vacanza, e' meno disposta ad adottare tutte le cautele anticontagio necessarie (com'e' accaduto nel 2021 in Gran Bretagna , dove questa risalita da noi temuta si e' verificata veramente, mettendo la sanita' pubblica di quel popolo in condizioni di grande difficolta': sono cose che evidentemente possono succedere con questa pandemia, quando la produzione di contagi supera un certo limite, avendo la popolazione rilasciato troppe precauzioni anticontagio.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 77, e' decisamente piu' basso di quelli dei giorni precedenti, come sempre accade nel dato della domenica ma anche perche' continua la discesa dal picco.
Il dato e' stato graficato a destra nei grafici e si colloca sulla discesa della linea viola d'interpolazione dei dati che abbiamo disegnato.
Che la curva dei decessi abbia raggiunto ora il picco per poi diminuire non e' una grande previsione, grazie all'ovvio nesso causa-effetto che c'e' tra i contagi ed i decessi, dopo un tempo medio che deve intercorrere tra il momento del contagio ed il decorso finale della malattia che porta alla morte del paziente.
Nei giorni scorsi avevamo potuto riscontrare che c'e' un ritardo medio di 14 giorni tra contagio e decesso delle persone contagiate; 14 giorni fa la curva dei contagi (che sono quelli che poi originano i decessi) era ancora in salita fino al 12 luglio, quando e' iniziata la sua discesa.
Questi dati mostrano invece che questo ritardo non e' 14 giorni ma 12, che e' lo stesso ritardo che avevamo riscontrato per Omicron.
Infatti nei commenti del 18 dicembre 2021 avevamo osservato che il ritardo dei decessi rispetto al momento del contagio si era ridotto dai 18 giorni, valutati nel corso della quarta ondata, a soli 12 giorni nella quinta ondata (come ora).
Quindi e' normale che i decessi (e cosi' pure ricoveri ospedalieri e terapie intensive) siano restati alti fino ad oggi, 23 luglio per poi iniziare la discesa, proprio 12 giorni dopo l'inizio della discesa della curva dei contagi, come rilevato a dicembre 2022 per la variante Omicron.

PREVISIONE SUI DECESSI: Il dato di oggi e' basso anche perche' corrisponde al minimo dei contagi (10.8%) raggiunto 12 giorni prima di oggi (il 12 luglio), prima della salita del picco effimero doppio (vedi tabella ).
Pero' anche se i contagi nei giorni successivi al 12 luglio sono risaliti fino al 15.9% i decessi non dovranno aumentare di molto, perche' tutti i contagiati del picco effimero sono guariti in 3 giorni e quindi nessuno di loro e' poi deceduto.
La curva dei decessi quindi nei prossimi giorni non dovra' risalire vistosamente (come i contagi) ma dovra' solo rallentare la sua velocita' di discesa attuale, come sta facendo la linea viola dei contagi per l'incremento delle persone non immunizzate contagiate che, questi si, contribuiscono ai decessi di 12 giorni dopo (cioe' i morti per Covid-19 con questi virus mediamente si sono contagiati 12 giorni prima).
Tutto sembra piuttosto chiaro e se questa previsione sara' confermata, nei prossimi giorni sara' anche un'ottimo riscontro che i cosiddetti "picchi effimeri" sono proprio il contributo ai contagi delle persone immunizzate, che proprio per questo guariscono in soli 3 giorni anziche 20 o 30, generando picchi effimeri larghi 3 giorni circa; ovviamente queste persone non contribuiscono ai decessi, perche' guariscono tutte.
Quindi la curva dei decessi segue l'andamento della linea viola nel grafico dei contagi 12 giorni dopo ma la salita dei contagi dei picchi effimeri non contribuisce affatto alla salita dei decessi di 12 giorni dopo in quanto sono contagi che guariscono tutti in 3 giorni e non muore nessuno. Se questo accadra' davvero sarebbe la conferma della correttezza della nostra interpretazione dei picchi effimeri.
Purtroppo questa conferma sara' resa un po' piu' difficile dalla risoluzione temporale deteriorata nella curva dei decessi per il fatto che alcuni decessi della domenica (oggi) vengono poi riportati nei due giorni successivi ma il doppio picco effimero che compare dal 14 luglio in poi e' cosi' vistoso che la minore incidenza sulla curva dei decessi crediamo che sara' comunque ben visibile.

Colpisce la ripidita' di salita della curva dei decessi, e quindi il loro numero alto raggiunto, che indica che questi virus sono niente affatto poco letali.
Un'osservazione al riguardo vogliamo farla: le persone che tendono a minimizzare i pericoli del contagio tendono a sottolineare che le persone ricoverate che poi decedono in realta' sono soprattutto anziani che soffrono di piu' patologie ma che essendo positivi al test finiscono per essere inseriti tra i decessi per Covid anche se la causa della morte non puo' essere attribuita con certezza al Covid.
La nostra curva dei decessi invece mostra una netta correlazione con la curva dei contagi (che sono la causa dei decessi), nel senso che i decessi attribuiti al Covid salgono in corrispondenza della salita della curva dei contagi, esattamente 12 giorni dopo il picco dei contagi che statisticamente risultano essere cosi' la causa della morte delle persone risultanti nel grafico.
Il dato dei decessi non risulta cosi' essere contaminato da altre cause di morte diverse dal covid-19 in misura significativa.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (23 luglio 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 9.4% (con un errore statistico di +/-1%), un valore in netto calo rispetto a quello di ieri.
Riportiamo il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.
I dati degli ultimi 6 giorni sono stati:   14.9%   10.1%   10.5%   11.6%   13.1%   9.4%
Come si vede i contagiati sono scesi dal valore molto alto del picco effimero per poi interrompere la discesa e cominciare a risalire in seguito all'apporto dei contagi di un altro picco effimero.
Questi picchi effimeri sono tanti ed alti. Possono essere alti per 2 motivi: quando gli immunizzati sono tanti e quando gli eventi di contagio esteso sono stati intensi.
Nel caso attuale la seconda ipotesi sembra essere piu' realistica, quindi abbiamo un margine di intervento per limitarli.
Ieri la risalita non ci sembrava avere l'aspetto di un nuovo picco effimero, perche' non appariva repentina. Ma ora, con il dato di oggi, la discesa lo e', quindi dobbiamo riconoscere che si tratta di un nuovo picco effimero, di cui non dobbiamo tenere conto nel disegnare la linea viola d'interpolazione della quinta ondata (come invece avevamo fatto ieri facendo salire la linea viola).
Si trattera' poi di valutare quanto sara' grande la vera risalita del numero di persone non immunizzate che in occasione di questi picchi effimeri rimangono contagiate (cioe' positive al test) per 20 o 30 giorni, a secondo del tipo di virus infettante.
La presenza di tutti questi picchi effimeri porta inevitabilmente ad un incremento di contagi permanenti per 20 o 30 giorni, per cui l'andamento della linea viola nei grafici ne risentira', attenuando la sua pendenza di discesa o addirittura risalendo.
Il rischio di una persistente risalita della curva e' niente affatto trascurabile, soprattutto in un periodo in cui la gente, essendo in vacanza, e' meno disposta ad adottare tutte le cautele anticontagio necessarie (com'e' accaduto nel 2021 in Gran Bretagna , dove questa risalita da noi temuta si e' verificata veramente, mettendo la sanita' pubblica di quel popolo in condizioni di grande difficolta': sono cose che evidentemente possono succedere con questa pandemia, quando la produzione di contagi supera un certo limite, avendo la popolazione rilasciato troppe precauzioni anticontagio.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 116, e' decisamente piu' basso di quelli dei due giorni precedenti, segno che e' iniziata la discesa dal picco due giorni prima della nostra previsione (due giorni e' entro gli errori delle nostre valutazioni).
Il dato e' stato graficato a destra nei grafici e si colloca bene sulla linea viola d'interpolazione dei dati che abbiamo disegnato in discesa dal picco.
Che la curva dei decessi abbia raggiunto il picco per poi diminuire non e' una grande previsione, grazie all'ovvio nesso causa-effetto che c'e' tra i contagi ed i decessi, dopo un tempo medio che deve intercorrere tra il momento del contagio ed il decorso finale della malattia che porta alla morte del paziente.
Nei giorni scorsi avevamo potuto riscontrare che c'e' un ritardo medio di 14 giorni tra contagio e decesso delle persone contagiate; 14 giorni fa la curva dei contagi (che sono quelli che poi originano i decessi) era ancora in salita fino al 12 luglio, quando e' iniziata la sua discesa.
Il dato di oggi mostra che questo ritardo non e' 14 giorni ma 12, che e' lo stesso ritardo che avevamo riscontrato per Omicron.
Infatti nei commenti del 18 dicembre 2021 avevamo osservato che il ritardo dei decessi rispetto al momento del contagio si era ridotto dai 18 giorni, valutati nel corso della quarta ondata, a soli 12 giorni nella quinta ondata (come ora).
Quindi e' normale che i decessi (e cosi' pure ricoveri ospedalieri e terapie intensive) siano restati alti fino ad oggi, 23 luglio per poi iniziare la discesa, proprio 12 giorni dopo l'inizio della discesa della curva dei contagi, come rilevato a dicembre 2022 per la variante Omicron.
Colpisce la ripidita' di salita della curva dei decessi, e quindi il loro numero alto raggiunto, che indica che questi virus sono niente affatto poco letali.
Un'osservazione al riguardo vogliamo farla: le persone che tendono a minimizzare i pericoli del contagio tendono a sottolineare che le persone ricoverate che poi decedono in realta' sono soprattutto anziani che soffrono di piu' patologie ma che essendo positivi al test finiscono per essere inseriti tra i decessi per Covid anche se la causa della morte non puo' essere attribuita con certezza al Covid.
La nostra curva dei decessi invece mostra una netta correlazione con la curva dei contagi (che sono la causa dei decessi), nel senso che i decessi attribuiti al Covid salgono in corrispondenza della salita della curva dei contagi, esattamente 12 giorni dopo il picco dei contagi che statisticamente risultano essere cosi' la causa della morte delle persone risultanti nel grafico.
Il dato dei decessi non risulta cosi' essere contaminato da altre cause di morte diverse dal covid-19 in misura significativa.

LEZIONE 68: LA SOGLIA DELLA CRESCITA ESPONENZIALE (23 luglio 2022)
Vai a:   Lezione 67   ,   Lezione 69
Le epidemia con Rt>1 sono caratterizzate da una crescita in progressione geometrica (esponenziale).
Quello che limita le ondate di questa pandemia e' il tempo di guarigione spontanea dei contagiati (20 o 30 giorni a secondo del tipo di virus), che cosi' smettono di essere positivi al test, impedendo cosi' che la crescita esponenziale, avviata all'inizio dell'ondata, continui.
Dopo il picco dell'ondata le guarigioni prevalgono sui nuovi contagi anche grazie all'immunita' acquisita da una parte della popolazione contagiata. Se una parte della popolazione era gia' immunizzata all'inizio dell'ondata la discesa dal picco inizia prima ed il picco e' piu' basso: e' quello che da noi e' successo nella quarta ondata in cui il picco si e' limitato al 6% soltanto, perche' avevamo il 90% della popolazione vaccinabile vaccinata.
Questo meccanismo dei contagi viene pero' messo in crisi in un caso: quando accadono eventi ripetuti che generano un apporto di nuovi contagi molto repentino (con picchi effimeri ravvicinati nel tempo).
Portando all'estremo la descrizione del fenomeno possiamo vedere la sua evoluzione come se la crescita dei contagi avvenisse in un tempo per cosi' dire "infinitesimo" rispetto al tempo di guarigione spontanea dell'infezione che cosi' non avrebbe piu' alcun effetto e la crescita esponenziale, caratteristica dell'inizio di ogni ondata, potrebbe proseguire indefinitamente (il tempo di guarigione non ha piu' effetto perche' non ha piu' il tempo di intervenire: il processo avanza troppo rapidamente).
Queste sono le condizioni di soglia a cui la pandemia puo' espandersi esponenzialmente, creando una situazione estremamente letale (oltre 1000 morti al giorno) come quella accaduta in Russia nel 2021, l'unico caso tra i Paesi avanzati in cui si e' lasciato espandere l'epidemia cosi' tanto, con poche vaccinazioni efficaci a frenarne la corsa.
In quelle condizioni e' l'epidemia degli asintomatici che si espande in modo illimitato, in quanto le persone contagiate in forma asintomatica sono la maggioranza della popolazione.
In questo lavoro stiamo prima comprendendo e poi descrivendo il funzionamento di questa pandemia, che comprende anche l'espansione esponenziale perche' almeno una volta si e' verificata (in Russia nel 2021).
Il modello a soglia e' stato chiamato cosi' proprio per garantire che non si dimentichi mai questa terribile evenienza dell'espansione esponenziale.
E' un rischio che in Italia non dobbiamo assolutamente correre.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (22 luglio 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 13.1% (con un errore statistico di +/-1.2%), un valore purtroppo in crescita rispetto a quello di ieri.
Riportiamo il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.
I dati degli ultimi 5 giorni sono stati:   14.9%   10.1%   10.5%   11.6%   13.1%
Come si vede i contagiati sono scesi dal valore molto alto del picco effimero per poi interrompere la discesa ed ora addirittura cominciare a risalire in seguito all'apporto inatteso di contagi persistenti del picco effimero doppio.
Questa risalita non ha l'aspetto di un nuovo picco effimero perche' la salita non appare repentina. Si tratta percio' secondo noi di una vera risalita del numero di persone che rimangono contagiate (cioe' positive al test) per 20 o 30 giorni, a secondo del tipo di virus infettante.
La presenza del picco effimero doppio ha portato inevitabilmente ad un incremento di contagi permanenti per 20 o 30 giorni, per cui l'andamento della linea viola nei grafici ne risente, come si vede nel grafico, attenuando la sua pendenza di discesa e poi risalire dopo i 2 picchi effimeri.
Abbiamo cosi' potuto prolungare la linea viola nei grafici che ci fanno vedere quanto e' stato finora il contributo dei picchi effimeri all'interruzione dell'andamento discendente della curva.
Gli ultimi due dati ci lasciano temere che questo contributo permanente dei due picchi effimeri sia stato cosi' alto da curvare ancora di piu' in alto la curva dei contagi fino a farla addirittura risalire.
E' sempre sotto i nostri occhi la situazione verificatasi nel 2021 in Gran Bretagna , dove questa risalita da noi temuta si e' verificata veramente, mettendo la sanita' pubblica di quel popolo in condizioni di grande difficolta': sono cose che evidentemente possono succedere con questa pandemia, quando la produzione di contagi supera un certo limite, avendo la popolazione rilasciato troppe precauzioni anticontagio.
I dati che studiamo in questo lavoro sono quelli del Piemonte, preso come regione campione della situazione italiana per studiare il fenomeno pandemico nelle condizioni piu' semplici possibili. I picchi effimeri presenti in questi dati possono naturalmente essere specifici del Piemonte e non comparire in altre regioni d'Italia ma l'andamento generale della pandemia in Italia e' ben rappresentato dalla nostra linea viola riportata nei grafici e soprattutto le proprieta' dell'evoluzione di questa pandemia, da noi cosi' comprese sempre meglio, sono quelle universali del Sars-CoV-2.
Questi picchi effimeri sono la conseguenza di importanti eventi di diffusione di contagi e sono la manifestazione dei contagi "effimeri" delle persone che restano positive per soli 3 giorni circa, da noi identificate come persone immunizzate. Siccome pero' gli stessi eventi di contagio interessano inevitabilmente anche le persone non immunizzate, che invece una volta contagiate restano positive per 20 o 30 giorni, queste apportano un contributo piu' persistente alla curva dei contagi in forma di "gradino" che dura per 20 o 30 giorni.
Ogni picco effimero percio' contribuisce a produrre una spinta in alto della curva dei contagi (linea viola), che conseguentemente puo' far rallentare la discesa in questa fase o addirittura farla risalire, se questi contributi ai contagi diventano molto numerosi.
Il risultato per ora e' il cambio di pendenza nella discesa della linea viola d'interpolazione, mostrata nel grafico dei dati recenti , che abbiamo ora modificato in risalita.
Il rischio di una persistente risalita della curva e' niente affatto trascurabile, soprattutto in un periodo in cui la gente, essendo in vacanza, e' meno disposta ad adottare tutte le cautele anticontagio necessarie (com'e' accaduto ai britannici l'anno scorso).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 155, e' ancora uguale a quelli dei due giorni precedenti, segno che siamo al picco.
Il dato e' stato graficato a destra e si colloca bene sulla linea viola d'interpolazione dei dati che abbiamo disegnato al picco.
Che la curva dei decessi stia raggiungendo il picco per poi diminuire non e' una grande previsione, grazie all'ovvio nesso causa-effetto che c'e' tra i contagi ed i decessi, dopo un tempo medio che deve intercorrere tra il momento del contagio ed il decorso finale della malattia che porta alla morte del paziente.
Nei giorni scorsi abbiamo potuto riscontrare che c'e' un ritardo medio di 14 giorni tra contagio e decesso delle persone contagiate; 14 giorni fa la curva dei contagi (che sono quelli che poi originano i decessi) era ancora in salita fino al 12 luglio, quando e' iniziata la sua discesa.
Quindi e' normale che i decessi (e cosi' pure ricoveri ospedalieri e terapie intensive) continuino a restare alti fino al 25 luglio circa per poi iniziare la discesa, proprio 14 giorni dopo l'inizio della discesa della curva dei contagi.
Colpisce la ripidita' di salita della curva dei decessi, e quindi il loro numero alto raggiunto, che indica che questi virus sono niente affatto poco letali.
Un'osservazione al riguardo vogliamo farla: le persone che tendono a minimizzare i pericoli del contagio tendono a sottolineare che le persone ricoverate che poi decedono in realta' sono soprattutto anziani che soffrono di piu' patologie ma che essendo positivi al test finiscono per essere inseriti tra i decessi per Covid anche se la causa della morte non puo' essere attribuita con certezza al Covid.
La nostra curva dei decessi invece mostra una netta correlazione con la curva dei contagi (che sono la causa dei decessi), nel senso che i decessi attribuiti al Covid salgono in corrispondenza della salita della curva dei contagi, esattamente 14 giorni dopo il picco dei contagi che statisticamente risultano essere cosi' la causa della morte delle persone risultanti nel grafico.
Il dato dei decessi non risulta cosi' essere contaminato da altre cause di morte diverse dal covid-19 in misura significativa.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (21 luglio 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 11.6% (con un errore statistico non grande, +/-1%), un valore in crescita rispetto a quello di ieri.
Riportiamo il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.
Si vede cosi' che la curva sembra salire dopo la conferma dell'identificazione da noi fatta nei giorni scorsi di un picco effimero doppio, che non deve far parte della linea viola che nei grafici rappresenta l'andamento della quinta ondata.
I due picchi effimeri sono stati alti il 2.5% ciascuno e si sono sovrapposti raggiungendo un'altezza doppia del 5% di altezza e durata di 4 giorni (dal 13 al 17 luglio), per cui i due picchi non sono stati esattanente coincidenti ma distanti tra loro di 1 giorno.
La loro presenza ha portato inevitabilmente ad un incremento di contagi permanenti per 20 o 30 giorni, per cui l'andamento della linea viola nei grafici ne risente, come si vede nel grafico, attenuando la sua pendenza di discesa subito dopo i 2 picchi effimeri.
Abbiamo cosi' potuto prolungare la linea viola nei grafici che ci fanno vedere quanto e' stato finora il contributo dei picchi effimeri alla riduzione della discesa della curva.
Il dato cosi' alto di oggi pero' lascia temere che questo contributo permanente dei due picchi effimeri sia stato cosi' alto da curvare ancora di piu' in alto la curva dei contagi fino a farla addirittura risalire.
E' un solo dato per ora a farci venire questo timore: un po' poco invero con un errore statistico del +/-1%.
Pero' e' sempre sotto i nostri occhi la situazione verificatasi nel 2021 in Gran Bretagna , dove questa risalita da noi temuta si e' verificata veramente, mettendo la sanita' pubblica di quel popolo in condizioni di grande difficolta': sono cose che evidentemente possono succedere con questa pandemia, quando la produzione di contagi supera un certo limite, avendo la popolazione rilasciato troppe precauzioni anticontagio.
I dati che studiamo in questo lavoro sono quelli del Piemonte, preso come regione campione della situazione italiana per studiare il fenomeno pandemico nelle condizioni piu' semplici possibili. I picchi effimeri presenti in questi dati possono naturalmente essere specifici del Piemonte e non comparire in altre regioni d'Italia ma l'andamento generale della pandemia in Italia e' ben rappresentato dalla nostra linea viola riportata nei grafici e soprattutto le proprieta' dell'evoluzione di questa pandemia, da noi cosi' comprese sempre meglio, sono quelle universali del Sars-CoV-2.
Questi picchi effimeri sono la conseguenza di importanti eventi di diffusione di contagi e sono la manifestazione dei contagi "effimeri" delle persone che restano positive per soli 3 giorni circa, da noi identificate come persone immunizzate. Siccome pero' gli stessi eventi di contagio interessano inevitabilmente anche le persone non immunizzate, che invece una volta contagiate restano positive per 20 o 30 giorni, queste apportano un contributo piu' persistente alla curva dei contagi in forma di "gradino" che dura per 20 o 30 giorni.
Ogni picco effimero percio' contribuisce a produrre una spinta in alto della curva dei contagi (linea viola), che conseguentemente puo' far rallentare la discesa in questa fase o addirittura farla risalire, se questi contributi ai contagi diventano molto numerosi.
Il risultato per ora e' il cambio di pendenza nella discesa della linea viola d'interpolazione, mostrata nel grafico dei dati recenti , che non abbiamo ancora modificato in risalita perche' aspettiamo la conferma del dato di domani (con un errore statistico del +/-1% il dato di oggi non puo' essere risolutivo per modificare in risalita la linea viola nei grafici).
Il rischio di una prossima risalita della curva e' comunque niente affatto trascurabile, soprattutto in un periodo in cui la gente, essendo in vacanza, e' meno disposta ad adottare tutte le cautele anticontagio necessarie.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 157, identico a quello di ieri, e' stato graficato a destra e si colloca proprio sul prolungamento della linea viola d'interpolazione dei dati.
In effetti avendo potuto riscontrare nei giorni scorsi che c'e' un ritardo di 14 giorni tra contagio e decesso delle persone contagiate, 14 giorni fa la curva dei contagi (che sono quelli che poi originano i decessi) era ancora in salita fino al 12 luglio, quando e' iniziata la sua discesa.
Quindi in base al modello a soglia che spiega la pandemia e' normale che i decessi (e cosi' pure ricoveri ospedalieri e terapie intensive) continuino a crescere fino al 25 luglio per poi iniziare la discesa, proprio 14 giorni dopo l'inizio della discesa della curva dei contagi.
Sorprende la ripidita' di salita della curva dei decessi, che indica che questi virus sono niente affatto poco letali.
Un'osservazione al riguardo vogliamo farla: le persone che tendono a minimizzare i pericoli del contagio tendono a sottolineare che le persone ricoverate che poi decedono in realta' sono soprattutto anziani che soffrono di piu' patologie ma che essendo positivi al test finiscono per essere inseriti tra i decessi per Covid anche se la causa della morte non puo' essere attribuita con certezza al Covid.
La nostra curva dei decessi invece mostra una netta correlazione con la curva dei contagi (che sono la causa dei decessi), nel senso che i decessi attribuiti al Covid salgono in corrispondenza della salita della curva dei contagi, esattamente 14 giorni dopo il picco dei contagi che statisticamente risultano essere cosi' la causa della morte delle persone risultanti nel grafico.
Il dato dei decessi non risulta cosi' essere contaminato da altre cause di morte diverse dal covid-19 in misura significativa.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (20 luglio 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 10.5% (con un errore statistico non grande, +/-0.9%), un valore sostanzialmente uguale a quello di ieri.
Riportiamo il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.
Si vede cosi' che e' ulteriormente confermata l'identificazione da noi fatta nei giorni scorsi di un picco effimero doppio, che non deve far parte della linea viola che nei grafici rappresenta l'andamento della quinta ondata.
Sono stati due picchi effimeri alti il 2.5% ciascuno che si sono sovrapposti raggiungendo un'altezza doppia del 5% di altezza e durata di 4 giorni (dal 13 al 17 luglio), per cui i due picchi non sono stati esattanente coincidenti ma distanti tra loro di 1 giorno.
La loro presenza ha portato ad un incremento di contagi permanenti per 20 o 30 giorni, per cui l'andamento della linea viola nei grafici ne risente, come si vede nel grafico, attenuando la sua pendenza di discesa in corrispondenza dei 2 picchi effimeri.
Abbiamo cosi' potuto prolungare la linea viola nei grafici che ci fanno vedere quanto e' stato finora il contributo dei picchi effimeri alla riduzione della discesa della curva.
I dati che studiamo in questo lavoro sono quelli del Piemonte, preso come regione campione della situazione italiana per studiare il fenomeno pandemico nelle condizioni piu' semplici possibili. I picchi effimeri presenti in questi dati possono naturalmente essere specifici del Piemonte e non comparire in altre regioni d'Italia ma l'andamento generale della pandemia in Italia e' ben rappresentato dalla nostra linea viola riportata nei grafici e soprattutto le proprieta' dell'evoluzione di questa pandemia da noi comprese sempre meglio sono quelle universali del Sars-CoV-2.
Questi picchi effimeri sono la conseguenza di importanti eventi di diffusione di contagi e sono la manifestazione dei contagi "effimeri" delle persone immunizzate che restano positive per soli 3 giorni circa. Siccome pero' gli stessi eventi di contagio interessano inevitabilmente anche le persone non immunizzate, che invece una volta contagiate restano positive per 20 o 30 giorni, queste apportano un contributo alla curva dei contagi in forma di "gradino" che dura per 20 o 30 giorni.
Ogni picco effimero percio' contribuisce a produrre una spinta in alto della curva dei contagi (linea viola), che conseguentemente puo' far rallentare la sua discesa in questa fase o addirittura farla salire, se questi contributi ai contagi diventano molto numerosi.
Il risultato per ora e' il cambio di pendenza nella discesa della linea viola d'interpolazione, mostrata nel grafico dei dati recenti.
Il rischio di una prossima risalita della curva e' niente affatto trascurabile, soprattutto in un periodo in cui la gente, essendo in vacanza, e' meno disposta ad adottare tutte le cautele anticontagio necessarie.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 157 e' stato graficato a destra e si colloca proprio sul prolungamento della linea viola d'interpolazione dei dati.
In effetti avendo potuto riscontrare nei giorni scorsi che c'e' un ritardo di 14 giorni tra contagio e decesso delle persone contagiate, 14 giorni fa la curva dei contagi (che sono quelli che poi originano i decessi) era ancora in salita fino al 12 luglio, quando e' iniziata la sua discesa.
Quindi ci aspettiamo che la curva dei decessi continui a crescere fino al 25 luglio per poi iniziare la discesa, proprio 14 giorni dopo l'inizio della discesa della curva dei contagi.
Sorprende la ripidita' di salita della curva dei decessi, che indica che questi virus sono niente affatto poco letali.
Un'osservazione al riguardo vogliamo farla: le persone che tendono a minimizzare i pericoli del contagio tendono a sottolineare che le persone ricoverate che poi decedono in realta' sono soprattutto anziani che soffrono di piu' patologie ma che essendo positivi al test finiscono per essere inseriti tra i decessi per Covid anche se la causa della morte non puo' essere attribuita con certezza al Covid.
La nostra curva dei decessi invece mostra una netta correlazione con la curva dei contagi (che sono la causa dei decessi), nel senso che i decessi attribuiti al Covid salgono in corrispondenza della salita della curva dei contagi, esattamente 14 giorni dopo il picco dei contagi che statisticamente risultano essere cosi' la causa della morte delle persone risultanti nel grafico.
Il dato dei decessi non risulta cosi' essere contaminato da altre cause di morte diverse dal covid-19 in misura significativa.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (19 luglio 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 10.1% (con un errore statistico non grande, +/-1%), un valore in netto calo rispetto a quello di ieri.
Riportiamo il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.
Si vede cosi' che e' confermata l'identificazione da noi fatta nei giorni scorsi di un picco effimero doppio, che non influenza la linea viola che nei grafici rappresenta l'andamento della quinta ondata.
Sono stati due picchi effimeri alti il 2.5% ciascuno che si sono sovrapposti raggiungendo un'altezza doppia del 5% di altezza e durata di 4 giorni (dal 13 al 17 luglio), per cui i due picchi non sono stati esattanente coincidenti ma distanti tra loro di 1 giorno.
La loro presenza ha portato ad un incremento di contagi permanenti per 20 o 30 giorni, per cui l'andamento della linea viola nei grafici ne risentira' attenuando la sua pendenza di discesa in corrispondenza dei 2 picchi effimeri.
Aspettiamo pero' anche il dato di domani per capire meglio come prolungare la linea viola nei grafici ovvero per capire quanto e' stato finora il contributo dei picchi effimeri alla riduzione della discesa della curva.
I dati che studiamo in questo lavoro sono quelli del Piemonte, preso come regione campione della situazione italiana per studiare il fenomeno pandemico nelle condizioni piu' semplici possibili. I picchi effimeri presenti in questi dati possono naturalmente essere specifici del Piemonte e non comparire in altre regioni d'Italia ma l'andamento generale della pandemia in Italia e' ben rappresentato dalla nostra linea viola riportata nei grafici e soprattutto le proprieta' dell'evoluzione di questa pandemia da noi comprese sempre meglio sono quelle universali del Sars-CoV-2.
Questi picchi effimeri sono la conseguenza di importanti eventi di diffusione di contagi e sono la manifestazione dei contagi "effimeri" delle persone immunizzate che restano positive per soli 3 giorni circa. Siccome pero' gli stessi eventi di contagio interessano inevitabilmente anche le persone non immunizzate, che invece una volta contagiate restano positive per 20 o 30 giorni, queste apportano un contributo alla curva dei contagi in forma di "gradino" che dura per 20 o 30 giorni.
Ogni picco effimero percio' contribuisce a produrre una spinta in alto della curva dei contagi (linea viola), che conseguentemente puo' far rallentare la sua discesa in questa fase o addirittura farla salire, se questi contributi ai contagi diventano molto numerosi.
E' un rischio niente affatto trascurabile soprattutto in un periodo in cui la gente, essendo in vacanza, e' meno disposta ad adottare tutte le cautele anticontagio necessarie.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 176 e' stato graficato a destra e contiene certamente anche una parte dei decessi della domenica, come sempre e' accaduto.
Possiamo ora mediare i dati degli ultimi 3 giorni ed otteniamo: (79 + 112 + 176) / 3 = 122% , che e' un valore un po' piu' basso della linea viola disegnata, che definiremo meglio con altri 2 dati, tra un paio di giorni.
Un'osservazione interessante possiamo farla: le persone che tendono a minimizzare i pericoli del contagio tendono a sottolineare che le persone ricoverate che poi decedono in realta' sono soprattutto anziani che soffrono di piu' patologie ma che essendo positivi al test finiscono per essere inseriti tra i decessi per Covid anche se la causa della morte non puo' essere attribuita con certezza al Covid.
La nostra curva dei decessi invece mostra una netta correlazione con la curva dei contagi (che sono la causa dei decessi), nel senso che i decessi attribuiti al Covid salgono in corrispondenza della salita della curva dei contagi, esattamente 14 giorni dopo il picco dei contagi che statisticamente risultano essere cosi' la causa della morte delle persone risultanti nel grafico.
Il dato dei decessi non risulta cosi' essere contaminato da altre cause di morte diverse dal covid-19 in maniera significativa.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (18 luglio 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 14.9% (senza anomalie ma con un errore statistico grande +/-1.9%), un valore non in calo rispetto a quello di ieri.
Dopo i dati degli ultimi 5 giorni, che sono stati   10.8%   13%   15.9%   15.5%   13.5%  , ci saremmo aspettati un dato intorno a 11.5% e non di 14.9% +/-1.9% per confermare la presenza di un picco effimero doppio.
L'errore statistico del dato di oggi e' abbastanza grande (per i pochi test eseguiti): per i soli errori statistici, il dato vero di oggi e' compreso tra il 13% ed il 16.8% con il 68% di probabilita'. Aspettiamo percio' anche il dato di domani per vedere se la curva dei contagi e' in calo oppure no.
Si tratterebbe di due picchi effimeri alti il 2.5% ciascuno che si sono sovrapposti raggiungendo il 5% di altezza e durata di 4 giorni (dal 13 al 17 luglio), per cui i due picchi non sono stati esattanente coincidenti ma distanti tra loro di 1 giorno.
Sarebbe una gran bella notizia se si trattasse di due picchi effimeri, altrimenti saremmo in guai molto piu' seri.
Questi picchi effimeri sono la conseguenza di importanti eventi di diffusione di contagi e sono la manifestazione dei contagi "effimeri" delle persone immunizzate che restano positive per circa 3 giorni. Siccome pero' gli stessi eventi interessano anche le persone non immunizzate, che invece restano positive per 20 o 30 giorni, apportano un contributo alla curva dei contagi in forma di "gradino" che dura per 20 o 30 giorni.
Ogni picco effimero percio' contribuisce a produrre una spinta in alto della curva dei contagi, che conseguentemente puo' far rallentare la sua discesa o addirittura farla salire, se questi contributi ai contagi diventano molto numerosi.
E' un rischio niente affatto trascurabile soprattutto in un periodo in cui la gente, essendo in vacanza, e' meno disposta ad adottare tutte le cautele anticontagio necessarie.
Possiamo infine riportare il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 112 e' stato graficato a destra e contiene certamente anche una parte dei decessi della domenica, come sempre e' accaduto. Aspettiamo anche il dato di domani per poi mediare.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (17 luglio 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 13.5% (senza anomalie e con un errore statistico di +/-1.3%), un valore in netto calo rispetto a quelli dei due giorni precedenti.
Infatti i dati degli ultimi 5 giorni sono stati   10.8%   13%   15.9%   15.5%   13.5%   che possono indicare la presenza di un picco effimero doppio se anche il dato di domani sara' in calo.
Si tratterebbe di due picchi effimeri alti il 2.5% ciascuno che si sono sovrapposti raggiungendo il 5% di altezza e durata di 4 giorni (dal 13 al 17 luglio), per cui i due picchi non sono stati esattanente coincidenti ma distanti tra loro di 1 giorno.
E' una gran bella notizia se si tratta di due picchi effimeri, altrimenti saremmo stati in guai molto seri.
Questi picchi effimeri sono la conseguenza di importanti eventi di diffusione di contagi e sono la manifestazione dei contagi "effimeri" delle persone immunizzate che restano positive per circa 3 giorni. Siccome pero' gli stessi eventi interessano anche le persone non immunizzate, che invece restano positive per 20 o 30 giorni, apportano un contributo alla curva dei contagi in forma di "gradino" che dura per 20 o 30 giorni.
Ogni picco effimero percio' contribuisce a produrre una spinta in alto della curva dei contagi, che conseguentemente puo' far rallentare la sua discesa o addirittura farla salire, se questi contributi ai contagi diventano molto numerosi.
E' un rischio niente affatto trascurabile soprattutto in un periodo in cui la gente, essendo in vacanza, e' meno disposta ad adottare tutte le cautele anticontagio necessarie.
Possiamo infine riportare il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 79 e' stato graficato a destra ed e' molto basso, come sempre accade per i dati della domenica. Dovremo aspettare i dati dei prossimi 2 giorni per poi mediare.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (16 luglio 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 15.5% (senza anomalie e con un errore statistico di +/-1.3%), un valore decisamente molto alto come quello di ieri.
Questi due ultimi dati ci preoccupano un po', perche' sono troppo alti per essere dovuti ad un solo picco effimero.
Infatti i dati degli ultimi 4 giorni sono stati   10.8%   13%   15.9%   15.5%   con un incremento di circa il 5% in soli 2 giorni, come si vede nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.
Potrebbe allora essere un nuovo caso di due picchi effimeri coincidenti (dovuti a due cause indipendenti): i dati dei prossimi due giorni potranno confermarcelo se saranno entrambi in calo. Altrimenti si apre uno scenario completamente diverso e sarebbe un gran brutto segnale, perche' secondo noi sarebbe dovuto ad un nuovo apporto di contagi non temporaneo, come nel caso dei picchi effimeri, ma persistente e quindi dovuto ad una nuova causa permanente di cui dovremmo preoccuparci e non poco.

COSA SI RISCHIA SE SALE IL FONDO DEGLI ASINTOMATICI: Siccome in Italia si sono riaperte praticamente tutte le attivita' umane il rischio che corriamo e' una salita del livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici, il cui effetto sarebbe un andamento dei contagi come quello gia' visto nel 2021 in Gran Bretagna , dopo che era stato riaperto quasi tutto, come da noi, e dove varie ondate si sono succedute anche nel 2022 su un fondo di asintomatici praticamente in crescita LINEARE (non ancora esponenziale).
L'evenienza di questa salita del fondo di contagi dipende dai comportamenti delle persone e quindi dalla consapevolezza e dall'intelligenza media della popolazione.
Bisogna che non si facciano comparire molti picchi effimeri , perche' le attivita' che li generano portano un contributo sia alla crescita della curva dei contagi che al numero di persone contagiate ed asintomatiche e quindi anche del fondo degli asintomatici. Cio' perche' il fondo degli asintomatici e' normalmente all'equilibrio, in quanto tante persone si contagiano ed altrettante guariscono (dopo 1 mese).
La comparsa di ogni picco effimero porta un contributo aggiuntivo ai contagi che dura per un mese (incremento "a gradino" della curva) e nel complesso contribuisce cosi' ad innalzare il fondo degli asintomatici.
Ci auguriamo che gli italiani con i loro comportamenti ne facciano comparire pochi di questi picchi, altrimenti rischiamo di trovarci nelle stesse condizioni dei britannici , con un andamento dei contagi peggiorato dalla crescita del fondo degli asintomatici.
L'ALLARME dovrebbe scattare se la linea viola graficata nella sua discesa non tornasse al 3%, che e' il livello di fondo degli asintomatici prima di questa ondata, come si vede bene nel grafico dati recenti , ma si fermasse ad un livello superiore da cui ripartire poi con l'ondata successiva.
Potrebbe essere l'inizio di un andamento come quello del 2021 in Gran Bretagna.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 111, inferiore a quello di ieri e si colloca percio' sotto alla nostra linea viola d'interpolazione dei dati gia' disegnata.
Attendiamo i prossimi dati per vedere se questo calo e' significativo o e' dovuto ad una fluttuazione statistica (gli errori statistici sono poco meno del 10%).

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (15 luglio 2022)
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 15.9% (senza anomalie e con un errore statistico di +/-1.3%), un valore decisamente piu' alto dei due dati precedenti.
E' un dato che ci preoccupa un po', perche' e' troppo alto per essere dovuto ad un solo picco effimero.
Infatti i dati degli ultimi 3 giorni sono stati   10.8%   13%   15.9%   con un incremento di oltre il 5% in soli 2 giorni, come si vede nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.
Potrebbe allora essere un nuovo caso di due picchi effimeri coincidenti (dovuti a due cause indipendenti) e questo sara' confermato se i dati dei prossimi due giorni saranno entrambi in calo.
Altrimenti sarebbe un gran brutto segnale, perche' secondo noi sarebbe dovuto ad un nuovo apporto di contagi non temporaneo, come nel caso dei picchi effimeri, ma persistente e quindi dovuto ad una nuova causa permanente di cui dovremmo preoccuparci e non poco.

COSA SI RISCHIA SE SALE IL FONDO DEGLI ASINTOMATICI: Siccome in Italia si sono riaperte praticamente tutte le attivita' umane il rischio che corriamo e' una salita del livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici, il cui effetto sarebbe un andamento dei contagi come quello gia' visto nel 2021 in Gran Bretagna , dopo che era stato riaperto quasi tutto, come da noi, e dove varie ondate si sono succedute anche nel 2022 su un fondo di asintomatici praticamente in crescita LINEARE (non ancora esponenziale).
L'evenienza di questa salita del fondo di contagi dipende dai comportamenti delle persone e quindi dalla consapevolezza e dall'intelligenza media della popolazione.
Bisogna che non si facciano comparire molti picchi effimeri , perche' le attivita' che li generano portano un contributo sia alla crescita della curva dei contagi che al numero di persone contagiate ed asintomatiche e quindi anche del fondo degli asintomatici. Cio' perche' il fondo degli asintomatici e' normalmente all'equilibrio, in quanto tante persone si contagiano ed altrettante guariscono (dopo 1 mese).
La comparsa di ogni picco effimero porta un contributo aggiuntivo ai contagi che dura per un mese (incremento "a gradino" della curva) e nel complesso contribuisce cosi' ad innalzare il fondo degli asintomatici.
Ci auguriamo che gli italiani con i loro comportamenti ne facciano comparire pochi di questi picchi, altrimenti rischiamo di trovarci nelle stesse condizioni dei britannici , con un andamento dei contagi peggiorato dalla crescita del fondo degli asintomatici.
L'ALLARME dovrebbe scattare se la linea viola graficata nella sua discesa non tornasse al 3%, che e' il livello di fondo degli asintomatici prima di questa ondata, come si vede bene nel grafico dati recenti , ma si fermasse ad un livello superiore da cui ripartire poi con l'ondata successiva.
Potrebbe essere l'inizio di un andamento come quello del 2021 in Gran Bretagna.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 134, superiore a quello di ieri, si colloca perfettamente sulla nostra linea viola d'interpolazione dei dati gia' disegnata.
E' cosi' confermata anche la pendenza di salita della curva dei decessi (mostrata nel grafico dei dati interpolati) 14 giorni dopo l'inizio della salita della curva dei contagi, che e' iniziata il 12 giugno.
Questo conferma anche che il ritardo dei decessi rispetto al contagio e' ora di 14 giorni, cioe' un po' superiore ai 12 giorni da noi rilevati per la variante Omicron. Questo potrebbe indicare che siamo in presenza di un miscuglio di almeno due tipi di virus con ritardi di 12 e 18 giorni in misura di 2 a 1. Per esempio: per ogni due contagiati da una sottovariante di tipo Omicron (12 giorni) c'e' un contagiato di una variante tipo Delta (18 giorni) che e' forse la maggior responsabile dei decessi.
Il ritardo rispetto alla risalita dei contagi nel passato per i vari virus e' stato prima di 18 giorni e solo piu' recentemente di 12 giorni (con Omicron).
La pendenza della salita della curva dei decessi (piuttosto importante) smentisce l'idea di una piu' bassa letalita' dei virus di questa ondata. In particolare l'ipotesi della presenza, sia pure minoritaria, di una variante diversa (del tipo Delta?) dovrebbe indurre ad una maggiore cautela nell'esposizione della popolazione ai contagi (i decessi di questa ondata sono quelli che appaiono ora e non quelli di prima, abbastanza bassi e costanti).
Con la salita dei decessi, e' ovvio che aumentano anche i ricoveri ospedalieri e le terapie intensive, 14 giorni dopo l'inizio della salita dei contagi (come era facilmente prevedibile).
Questo peggioramento dei decessi e dei ricoveri puo' avere un effetto perverso che puo' indurre in errore i governanti, facendo adottare il massimo di precauzioni anticontagio proprio mentre la curva dei contagi sta accelerando la sua discesa. Questo perche' l'esito estremo del decesso abbiamo visto che avviene con 14 giorni di ritardo rispetto al momento del contagio e cosi' il picco dei decessi avviene quando i contagi non sono piu' tanti, perche' sono a meta' del loro percorso di discesa dal picco.
Quindi il momento in cui i decessi stanno salendo molto (come ora) non e' un momento di allarme perche' ormai i contagi, che sono l'origine di tutte le conseguenze sanitarie, sono in netto calo e cosi' anche le persone infette che diffondono il contagio, da cui ci dobbiamo difendere, sono in netto calo.
Per le vaccinazioni pero' non c'e' problema, tutti i momenti vanno bene, perche' piu' alta e' la percentuale dei vaccinati e meglio e': ricordiamoci che con il 90% di vaccinati nell'estate 2021 riuscimmo a limitare al 6%, invece del 14% attuale, il picco della quarta ondata e quindi con meno della meta' di ricoveri e decessi (che oggi sono tanti).

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (14 luglio 2022)
In questo lavoro abbiamo voluto occuparci delle crisi che affliggono l'Italia, la prima delle quali e' stata quella sanitaria del Covid-19. Ai nostri nuovi lettori segnaliamo un nostro contributo su un'altra importante crisi: la siccita' in agricoltura.
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 13.0% (con un errore statistico ancora buono, di +/-1%), che mostra una risalita compatibile come ampiezza con un nuovo picco effimero.
Cio' perche' la linea viola nel grafico dati recenti e' al livello del 10.5%, per cui la risalita e' del 2.5%, un valore giusto per un picco effimero.
Infatti, anche se la curva e' in discesa per la spinta discendente delle guarigioni, ormai iniziate, le attivita' umane produttrici di contagi continuano e cosi' pure la comparsa dei picchi effimeri, uno dei quali e' quello odierno.
La conferma di questa nostra interpretazione ci sara' nei prossimi due giorni, quando la curva riprendera' la sua discesa.
Grazie all'errore piu' piccolo degli ultimi due dati, merito dei test piu' numerosi, abbiamo disegnato in modo abbastanza affidabile l'inizio della fase discendente di questa ondata con la linea viola da noi disegnata nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.
L'inizio della discesa era stata prevista da noi proprio per il 12 luglio, assumendo che il tempo di guarigione spontanea di questi virus fosse di 30 giorni, che risulta cosi' confermato.
L'inizio della discesa dal picco si accentuera' nei prossimi giorni per l'arrivo delle guarigioni dei primi contagiati di questa ondata (che da ora aumenteranno ogni giorno di piu') e ci permette cosi' di valutare il tempo di guarigione spontanea del virus attualmente prevalente in 30 giorni (non 20).
Questa ondata e' percio' arrivata l'11 luglio al suo picco, che e' al 14%.
Tutto sembra svolgersi proprio come previsto dal nostro modello a soglia.

COSA SI RISCHIA SE SALE IL FONDO DEGLI ASINTOMATICI: Siccome in Italia si sono riaperte praticamente tutte le attivita' umane il rischio che corriamo e' una salita del livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici, il cui effetto sarebbe un andamento dei contagi come quello gia' visto nel 2021 in Gran Bretagna , dopo che era stato riaperto quasi tutto, come da noi, e dove varie ondate si sono succedute anche nel 2022 su un fondo di asintomatici praticamente in crescita LINEARE (non ancora esponenziale).
L'evenienza di questa salita del fondo di contagi dipende dai comportamenti delle persone e quindi dalla consapevolezza e dall'intelligenza media della popolazione.
Bisogna che non si facciano comparire molti picchi effimeri , perche' le attivita' che li generano portano un contributo sia alla crescita della curva dei contagi che al numero di persone contagiate ed asintomatiche e quindi anche del fondo degli asintomatici. Cio' perche' il fondo degli asintomatici e' normalmente all'equilibrio, in quanto tante persone si contagiano ed altrettante guariscono (dopo 1 mese).
La comparsa di ogni picco effimero porta un contributo aggiuntivo ai contagi che dura per un mese (incremento "a gradino" della curva) e nel complesso contribuisce cosi' ad innalzare il fondo degli asintomatici.
Ci auguriamo che gli italiani con i loro comportamenti ne facciano comparire pochi di questi picchi, altrimenti rischiamo di trovarci nelle stesse condizioni dei britannici , con un andamento dei contagi peggiorato dalla crescita del fondo degli asintomatici.
L'ALLARME dovrebbe scattare se la linea viola graficata nella sua discesa non tornasse al 3%, che e' il livello di fondo degli asintomatici prima di questa ondata, come si vede bene nel grafico dati recenti , ma si fermasse ad un livello superiore da cui ripartire poi con l'ondata successiva.
Potrebbe essere l'inizio di un andamento come quello del 2021 in Gran Bretagna.

CONFRONTO CON L'ESTATE 2021: Vediamo cosa possiamo imparare dal confronto di questa ondata estiva con quella dell'agosto 2021, la quarta ondata , che aveva raggiunto un picco intorno al 6%, mentre ora questa ondata ha raggiunto il 14%, che e' un livello alto poco meno dei piu' alti picchi precedenti, benche' siamo in estate.
L'anno scorso la quarta ondata si limito' al 6% per l'alto numero di vaccinati di allora (il 90% delle persone vaccinabili). Siccome questa ondata ha raggiunto il 14% potremo dedurre che il livello attuale efficace di immunita' diffusa ai virus di oggi e' piu' basso di allora di 14/6 = 2.3 volte, come se i vaccinati di oggi fossero meno del 40% della popolazione vaccinabile invece del 90%.
L'altro effetto da considerare e' quello della temperatura ambientale attuale (estiva) che ha impedito al picco dei contagi di questa ondata di raggiungere il livello del 20%, come a fine gennaio 2022 (con temperature invernali).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 105, uguale a quello di ieri, e' del tutto coerente con la media dei 3 giorni precedenti (109), ed e' stato graficato a destra, molto vicino alla nostra linea viola d'interpolazione dei dati gia' disegnata.
E' cosi' confermata la salita della curva dei decessi (mostrata nel grafico dei dati interpolati) 14 giorni dopo l'inizio della salita della curva dei contagi, che e' iniziata il 12 giugno.
Questo significa che il ritardo dei decessi rispetto al contagio e' ora di 14 giorni, cioe' un po' superiore ai 12 giorni da noi rilevati per la variante Omicron. Questo potrebbe indicare che siamo in presenza di un miscuglio di almeno due tipi di virus con ritardi di 12 e 18 giorni in misura di 2 a 1. Per esempio: per ogni due contagiati da una sottovariante di tipo Omicron (12 giorni) c'e' un contagiato di una variante tipo Delta (18 giorni) che e' forse la maggior responsabile dei decessi.
Il ritardo rispetto alla risalita dei contagi nel passato per i vari virus e' stato prima di 18 giorni e solo piu' recentemente di 12 giorni (con Omicron).
Per ora la pendenza della salita della curva dei decessi (piuttosto importante) sembra smentire l'idea di una piu' bassa letalita' dei virus di questa ondata. In particolare l'ipotesi della presenza, sia pure minoritaria, di una variante del tipo Delta da noi avanzata, dovrebbe indurre ad una maggiore cautela nell'esposizione della popolazione ai contagi (i decessi di questa ondata sono quelli che appaiono ora e non quelli di prima, abbastanza bassi e costanti).
Con la salita dei decessi, e' ovvio che aumentano anche i ricoveri ospedalieri e le terapie intensive, 14 giorni dopo l'inizio della salita dei contagi (come era facilmente prevedibile).
Questo peggioramento dei decessi e dei ricoveri puo' avere un effetto perverso che puo' indurre in errore i governanti, facendo adottare il massimo di precauzioni anticontagio proprio mentre la curva dei contagi sta accelerando la sua discesa. Questo perche' l'esito estremo del decesso abbiamo visto che avviene con 14 giorni di ritardo rispetto al momento del contagio e cosi' il picco dei decessi avviene quando i contagi non sono piu' tanti, perche' sono a meta' del loro percorso di discesa dal picco.
Quindi il momento in cui i decessi stanno salendo molto (come ora) non e' un momento di allarme perche' ormai i contagi, che sono l'origine di tutte le conseguenze sanitarie, sono in netto calo e cosi' anche le persone infette che diffondono il contagio, da cui ci dobbiamo difendere, sono in netto calo.
Per le vaccinazioni pero' non c'e' problema, tutti i momenti vanno bene, perche' piu' alta e' la percentuale dei vaccinati e meglio e': ricordiamoci che con il 90% di vaccinati nell'estate 2021 riuscimmo a limitare al 6%, invece del 14% attuale, il picco della quarta ondata e quindi con meno della meta' di ricoveri e decessi (che oggi sono tanti).

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (13 luglio 2022)
In questo lavoro abbiamo voluto occuparci delle crisi che affliggono l'Italia, la prima delle quali e' stata quella sanitaria del Covid-19. Ai nostri nuovi lettori segnaliamo un nostro contributo su un'altra importante crisi: la siccita' in agricoltura.
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 10.8% (con un errore statistico ancora buono, di +/-1%), che conferma la decisa discesa dal picco proprio nel giorno da noi previsto (12 luglio) con il modello a soglia, picco gia' da noi riconosciuto 3 giorni fa.
Per chi non ha confidenza con l'analisi statistica dei dati spieghiamo come puo' accadere che il dato di oggi e' uguale a quello di ieri: l'andamento vero della curva esiste e noi cerchiamo di scoprirlo analizzando dei dati che fluttuano in modo "gaussiano" intorno ai punti veri della curva (linea viola), che con la nostra analisi dobbiamo localizzare.
In questo caso possiamo concludere che il dato di ieri mostra una fluttuazione negativa (nel senso che il dato vero e' un po' piu' alto), mentre il dato di oggi ha una fluttuazione statistica un po' positiva (cioe' il dato vero e' un po' piu' basso, in una misura dipendente dall'errore statistico che indichiamo nella tabella). Possiamo dedurre questo dalla correlazione con gli altri dati vicini.
Questo e' l'effetto delle fluttuazioni statistiche dei dati che hanno un comportamento gaussiano (valor vero compreso entro una deviazione standard, quella indicata in tabella, dal dato misurato con il 68% di probabilita').
Un trattamento a parte hanno i cosiddetti "picchi effimeri" le cui fluttuazioni non sono statistiche ma dipendenti dall'entita' di importanti apporti occasionali ai contagi.
Cosi' non c'e' nulla di strano se i dati di ieri e di oggi sono uguali, su una curva dei contagi (linea viola) che e' in discesa.
Grazie all'errore piu' piccolo degli ultimi due dati, merito dei test piu' numerosi, possiamo disegnare in modo abbastanza affidabile l'inizio della fase discendente di questa ondata con la linea viola da noi disegnata nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.
L'inizio della discesa era stata prevista da noi proprio per il 12 luglio, assumendo che il tempo di guarigione spontanea di questi virus fosse di 30 giorni, che risulta cosi' confermato.
L'inizio della discesa dal picco si accentuera' nei prossimi giorni per l'arrivo delle guarigioni dei primi contagiati di questa ondata (che da ora aumenteranno ogni giorno di piu') e ci permette cosi' di valutare il tempo di guarigione spontanea del virus attualmente prevalente in 30 giorni (non 20).
Questa ondata e' percio' arrivata l'11 luglio al suo picco, che e' al 14%.
Tutto sembra svolgersi proprio come previsto dal nostro modello a soglia.
Se questo e' vero e' una dimostrazione della capacita' previsionale del modello, utilissima per la protezione civile: per esempio senza di essa si potrebbero prendere provvedimenti importanti per contrastare la salita della curva dei contagi, non sapendo che sta per iniziare la sua fase discendente (in questo caso 30 giorni dopo l'inizio dell'ondata).
E' utile un modello che puo' farci prevedere quando comincera' la fase discendente e quindi anche l'ampiezza che raggiungera' il picco dell'ondata (cioe' la sua pericolosita'), cosa possibile se l'evoluzione dell'ondata sta seguendo il solito andamento "canonico" (come in questo caso).
Il modello puo' anche prevedere la presenza di un livello crescente del fondo degli asintomatici, che si va a sommare ai contagi normali, in condizioni di alta diffusione dei contagi.
La notizia finale buona e' che la situazione attuale NON mostra un evidente aumento di questo fondo degli asintomatici, come e' stato nell'andamento dei contagi gia' visto nel 2021 in Gran Bretagna , dopo che era stato riaperto quasi tutto, come da noi, e dove varie ondate si sono succedute anche nel 2022 su un fondo praticamente in crescita LINEARE (non esponenziale).

CONFRONTO CON L'ESTATE 2021: Vediamo cosa possiamo imparare dal confronto di questa ondata estiva con quella dell'agosto 2021, la quarta ondata , che aveva raggiunto un picco intorno al 6%, mentre ora questa ondata e' gia' arrivata ad un livello piu' che doppio.
La curva ha raggiunto il suo picco ora, al 14%, che e' un livello alto poco meno dei piu' alti picchi precedenti, benche' siamo in estate.
L'anno scorso la quarta ondata si limito' al 6% per l'alto numero di vaccinati di allora (il 90% delle persone vaccinabili). Siccome questa ondata ha raggiunto il 14% potremo dedurre che il livello attuale efficace di immunita' diffusa ai virus di oggi e' piu' basso di allora di 14/6 = 2.3 volte, come se i vaccinati di oggi fossero meno del 40% della popolazione vaccinabile invece del 90% (ragionamento corretto se le larghezze dei due picchi, di ora e della quarta ondata fossero simili, come sembra che sia).
Cio' perche' il livello del picco e' proporzionale al totale delle persone contagiate, che sale se la percentuale dei vaccinati cala.
L'altro effetto da considerare e' quello della temperatura ambientale attuale (estiva) che, come sembra, sta impedendo al picco dei contagi di questa ondata di raggiungere il livello del 20%, come a fine gennaio 2022 (con temperature invernali).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 106, del tutto coerente con la media dei 3 giorni precedenti (109), e' stato graficato a destra ed e' molto vicino alla nostra linea viola d'interpolazione dei dati gia' disegnata.
E' cosi' confermata la salita della curva dei decessi (mostrata nel grafico dei dati interpolati) 14 giorni dopo l'inizio della salita della curva dei contagi, che e' iniziata il 12 giugno.
Questo significa che il ritardo dei decessi rispetto al contagio e' ora di 14 giorni, cioe' un po' superiore ai 12 giorni da noi rilevati per la variante Omicron. Questo potrebbe indicare che siamo in presenza di un miscuglio di almeno due tipi di virus con ritardi di 12 e 18 giorni in misura di 2 a 1. Per esempio: per ogni due contagiati da una sottovariante di tipo Omicron (12 giorni) c'e' un contagiato di una variante tipo Delta (18 giorni) che e' forse la maggior responsabile dei decessi.
Il ritardo rispetto alla risalita dei contagi nel passato per i vari virus e' stato prima di 18 giorni e solo piu' recentemente di 12 giorni (con Omicron).
Per ora la pendenza della salita della curva dei decessi (piuttosto importante) sembra smentire l'idea di una piu' bassa letalita' dei virus di questa ondata. In particolare l'ipotesi della presenza, sia pure minoritaria, di una variante del tipo Delta da noi avanzata, dovrebbe indurre ad una maggiore cautela nell'esposizione della popolazione ai contagi (i decessi di questa ondata sono quelli che appaiono ora e non quelli di prima, abbastanza bassi e costanti).
Con la salita dei decessi, e' ovvio che aumentano anche i ricoveri ospedalieri e le terapie intensive, 14 giorni dopo l'inizio della salita dei contagi (come era facilmente prevedibile).
Questo peggioramento dei decessi e dei ricoveri puo' avere un effetto perverso che puo' indurre in errore i governanti, facendo adottare il massimo di precauzioni anticontagio proprio mentre la curva dei contagi sta accelerando la sua discesa. Questo perche' l'esito estremo del decesso abbiamo visto che avviene con 14 giorni di ritardo rispetto al momento del contagio e cosi' il picco dei decessi avviene quando i contagi non sono piu' tanti, perche' sono a meta' del loro percorso di discesa dal picco.
Quindi il momento in cui i decessi stanno salendo molto (come ora) non e' un momento di allarme perche' ormai i contagi, che sono l'origine di tutte le conseguenze sanitarie, sono in netto calo e cosi' anche le persone infette che diffondono il contagio, da cui ci dobbiamo difendere, sono in netto calo.
Per le vaccinazioni pero' non c'e' problema, tutti i momenti vanno bene, perche' piu' alta e' la percentuale dei vaccinati e meglio e': ricordiamoci che con il 90% di vaccinati nell'estate 2021 riuscimmo a limitare al 6%, invece del 14% attuale, il picco della quarta ondata e quindi con meno della meta' di ricoveri e decessi (che oggi sono tanti).

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (12 luglio 2022)
In questo lavoro abbiamo voluto occuparci delle crisi che affliggono l'Italia, la prima delle quali e' stata quella sanitaria del Covid-19. Ai nostri nuovi lettori segnaliamo un nostro contributo su un'altra importante crisi: la siccita' in agricoltura.
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 10.8% (con un errore statistico buono, di +/-0.8%), che inizia decisamente la discesa dal picco proprio nel giorno da noi previsto (12 luglio) con il modello a soglia, picco gia' da noi riconosciuto nei 2 giorni scorsi.
Grazie all'errore piu' piccolo del dato di oggi, merito dei test piu' numerosi, possiamo disegnare in modo abbastanza affidabile l'inizio della fase discendente di questa ondata con la linea viola da noi disegnata nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.
Questa discesa era stata prevista da noi proprio per oggi, 12 luglio, assumendo che il tempo di guarigione spontanea di questi virus fosse di 30 giorni, che risulta cosi' confermato.
L'inizio della discesa dal picco si accentuera' nei prossimi giorni per l'arrivo delle guarigioni dei primi contagiati di questa ondata (che da ora aumenteranno ogni giorno di piu') e ci permette cosi' di valutare il tempo di guarigione spontanea del virus attualmente prevalente in 30 giorni (non 20).
Questa ondata e' percio' arrivata ieri al suo picco, che e' al 14%.
Tutto sembra svolgersi proprio come previsto dal nostro modello a soglia.
Se questo e' vero e' una dimostrazione della capacita' previsionale del modello, utilissima per la protezione civile: per esempio senza di essa si potrebbero prendere provvedimenti importanti per contrastare la salita della curva dei contagi, non sapendo che sta per iniziare la sua fase discendente (in questo caso 30 giorni dopo l'inizio dell'ondata).
E' utile un modello che puo' farci prevedere quando comincera' la fase discendente e quindi anche l'ampiezza che raggiungera' il picco dell'ondata (cioe' la sua pericolosita'), cosa possibile se l'evoluzione dell'ondata sta seguendo il solito andamento "canonico" (come in questo caso).
Il modello puo' anche prevedere la presenza di un livello crescente del fondo degli asintomatici, che si va a sommare ai contagi normali, in condizioni di alta diffusione dei contagi.
La notizia finale buona e' che la situazione attuale NON mostra un evidente aumento di questo fondo degli asintomatici, come e' stato nell'andamento dei contagi gia' visto nel 2021 in Gran Bretagna , dopo che era stato riaperto quasi tutto, come da noi, e dove varie ondate si sono succedute anche nel 2022 su un fondo praticamente in crescita LINEARE (non esponenziale).

CONFRONTO CON L'ESTATE 2021: Vediamo cosa possiamo imparare dal confronto di questa ondata estiva con quella dell'agosto 2021, la quarta ondata , che aveva raggiunto un picco intorno al 6%, mentre ora questa ondata e' gia' arrivata ad un livello piu' che doppio.
La curva ha raggiunto il suo picco ora, al 14%, che e' un livello alto poco meno dei piu' alti picchi precedenti, benche' siamo in estate.
L'anno scorso la quarta ondata si limito' al 6% per l'alto numero di vaccinati di allora (il 90% delle persone vaccinabili). Siccome questa ondata ha raggiunto il 14% potremo dedurre che il livello attuale efficace di immunita' diffusa ai virus di oggi e' piu' basso di allora di 14/6 = 2.3 volte, come se i vaccinati di oggi fossero meno del 40% della popolazione vaccinabile invece del 90% (ragionamento corretto se le larghezze dei due picchi, di ora e della quarta ondata fossero simili, come sembra che sia).
Cio' perche' il livello del picco e' proporzionale al totale delle persone contagiate, che sale se la percentuale dei vaccinati cala.
L'altro effetto da considerare e' quello della temperatura ambientale attuale (estiva) che, come sembra, sta impedendo al picco dei contagi di questa ondata di raggiungere il livello del 20%, come a fine gennaio 2022 (con temperature invernali).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 157, cresciuto ancora piu' del 127 di ieri, e' stato graficato a destra ed e' cosi' alto anche perche' include una parte dei decessi della domenica, come e' sempre accaduto finora.
Possiamo fare ora la solita media del dato della domenica con i due successivi ed otteniamo: (44+127+157)/3 = 109 che e' un dato perfettamente coerente con il prolungamento della linea viola d'interpolazione precedentemente disegnata.
E' cosi' confermata la salita della curva dei decessi (mostrata nel grafico dei dati interpolati) 14 giorni dopo l'inizio della salita della curva dei contagi, che e' iniziata il 12 giugno.
Questo significa che il ritardo dei decessi rispetto al contagio e' ora di 14 giorni, cioe' un po' superiore ai 12 giorni da noi rilevati per la variante Omicron. Questo potrebbe indicare che siamo in presenza di un miscuglio di almeno due tipi di virus con ritardi di 12 e 18 giorni in misura di 2 a 1. Per esempio: per ogni due contagiati da una sottovariante di tipo Omicron (12 giorni) c'e' un contagiato di una variante tipo Delta (18 giorni) che e' forse la maggior responsabile dei decessi.
Il ritardo rispetto alla risalita dei contagi nel passato per i vari virus e' stato prima di 18 giorni e solo piu' recentemente di 12 giorni (con Omicron).
Per ora la pendenza della salita della curva dei decessi (piuttosto importante) sembra smentire l'idea di una piu' bassa letalita' dei virus di questa ondata. In particolare l'ipotesi della presenza, sia pure minoritaria, di una variante del tipo Delta da noi avanzata, dovrebbe indurre ad una maggiore cautela nell'esposizione della popolazione ai contagi (i decessi di questa ondata sono quelli che appaiono ora e non quelli di prima, abbastanza bassi e costanti).
Con la salita dei decessi, e' ovvio che aumentano anche i ricoveri ospedalieri e le terapie intensive, 14 giorni dopo l'inizio della salita dei contagi (come era facilmente prevedibile).
Questo peggioramento dei decessi e dei ricoveri puo' avere un effetto perverso che puo' indurre in errore i governanti, facendo adottare il massimo di precauzioni anticontagio proprio mentre la curva dei contagi sta accelerando la sua discesa. Questo perche' l'esito estremo del decesso abbiamo visto che avviene con 14 giorni di ritardo rispetto al momento del contagio e cosi' il picco dei decessi avviene quando i contagi non sono piu' tanti, perche' sono a meta' del loro percorso di discesa dal picco.
Quindi il momento in cui i decessi stanno salendo molto (come ora) non e' un momento di allarme perche' ormai i contagi, che sono l'origine di tutte le conseguenze sanitarie, sono in netto calo e cosi' anche le persone infette che diffondono il contagio, da cui ci dobbiamo difendere, sono in netto calo.
Per le vaccinazioni pero' non c'e' problema, tutti i momenti vanno bene, perche' piu' alta e' la percentuale dei vaccinati e meglio e': ricordiamoci che con il 90% di vaccinati nell'estate 2021 riuscimmo a limitare al 6%, invece del 14% attuale, il picco della quarta ondata e quindi con meno della meta' di ricoveri e decessi (che oggi sono tanti).

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (11 luglio 2022)
In questo lavoro abbiamo voluto occuparci delle crisi che affliggono l'Italia, la prima delle quali e' stata quella sanitaria del Covid-19. Ai nostri nuovi lettori segnaliamo un nostro contributo su un'altra importante crisi: la siccita' in agricoltura.
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 13.9% (con un errore statistico di +/-1.7%), che accenna ad un pianerottolo, come si conviene quando la curva raggiunge il picco, e quindi si colloca esattamente sulla linea viola da noi disegnata ieri nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti , confermando il nostro annuncio di ieri che questa ondata ha raggiunto il suo picco e che quindi e' prevedibile l'inizio della sua discesa dal picco gradualmente nei prossimi giorni, quando arriveranno in misura sempre piu' copiosa, corrispondente alla salita del picco 30 giorni fa (dal 12 giugno in poi) le guarigioni dei primi contagiati di questa ondata.
Questa fine della salita della curva e' confermata oggi, nei limiti degli errori statistici non piccoli indicati in tabella (oggi e' l'1.7%). Come gia' da noi segnalato, la fine della salita e' dovuta all'arrivo delle guarigioni dei primi contagiati di questa ondata (che da ora aumenteranno ogni giorno di piu'), dato che siamo arrivati al 12 luglio, trentesimo giorno dall'inizio dell'ondata e ci permette cosi' di valutare il tempo di guarigione spontanea del virus prevalente in 30 giorni (non 20).
Crediamo percio' che questa ondata sia arrivata al suo picco proprio ora tra il 14% ed il 15%.
Tutto sembra svolgersi proprio come previsto dal nostro modello a soglia.
Se questo e' vero e' una dimostrazione della capacita' previsionale del modello, utilissima per la protezione civile: per esempio senza di essa si potrebbero prendere provvedimenti importanti per contrastare la salita della curva dei contagi, non sapendo che sta per iniziare la sua fase discendente (in questo caso 30 giorni dopo l'inizio dell'ondata).
E' utile un modello che puo' farci prevedere quando comincera' la fase discendente e quindi anche l'ampiezza che raggiungera' il picco dell'ondata, cosa possibile se l'evoluzione dell'ondata sta seguendo il solito andamento "canonico" (come in questo caso).
Il modello puo' anche prevedere la presenza di un livello crescente del fondo degli asintomatici in condizioni di alta diffusione dei contagi.

CONFRONTO CON L'ESTATE 2021: Vediamo cosa possiamo imparare dal confronto di questa ondata estiva con quella dell'agosto 2021, la quarta ondata , che aveva raggiunto un picco intorno al 6%, mentre ora questa ondata e' gia' arrivata ad un livello piu' che doppio.
Essendo iniziata il 12 giugno, se e' salita finora significa che NON abbiamo a che fare con dei virus di tipo Omicron come quelli precedenti, che avevano mostrato un tempo di guarigione di 20 giorni circa (e quindi con picchi piu' stretti), ma con un tipo di virus prevalente, magari anche di tipo Omicron, ma che ha un tempo di guarigione piu' lungo, di circa 30 giorni, per cui il picco dell'ondata dovrebbe essere raggiunto il 12 luglio (30 giorni dopo il 12 giugno), per l'arrivo della spinta in discesa delle guarigioni dei contagiati di questa ondata (30 giorni dopo il contagio).
Se questa ipotesi e' giusta allora la curva ha raggiunto il suo picco ora, tra il 14% ed il 15%, che e' un livello alto poco meno dei piu' alti picchi precedenti, benche' siamo in estate.
L'anno scorso la quarta ondata si limito' al 6% per l'alto numero di vaccinati di allora (il 90% delle persone vaccinabili). Se veramente questa ondata raggiungera' il 15% potremo dedurre che il livello attuale efficace di immunita' diffusa ai virus di oggi e' piu' basso di allora di 15/6 = 2.5 volte, come se i vaccinati di oggi fossero il 40% della popolazione vaccinabile invece del 90% (ragionamento corretto se le larghezze dei due picchi, di ora e della quarta ondata fossero simili, come sembra che sia).
Cio' perche' il livello del picco e' proporzionale al totale delle persone contagiate, che sale se la percentuale dei vaccinati cala.
L'altro effetto da considerare e' quello della temperatura ambientale attuale (estiva) che, come sembra, sta impedendo al picco dei contagi di questa ondata di raggiungere il livello del 20%, come a fine gennaio 2022 (con temperature invernali).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 127, molto piu' alto del 44 di ieri, e' stato graficato a destra ed e' cosi' alto perche' include una parte dei decessi della domenica, come e' sempre accaduto.
Non possiamo dire nulla fino a domani, quando potremo fare la media degli ultimi 3 giorni per ottenere un dato piu' affidabile.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (10 luglio 2022)
In questo lavoro abbiamo voluto occuparci delle crisi che affliggono l'Italia, la prima delle quali e' stata quella sanitaria del Covid-19. Ai nostri nuovi lettori segnaliamo un nostro contributo su un'altra importante crisi: la siccita' in agricoltura.
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 13.7% (con un errore statistico di +/-1.4%), che si colloca un po' sotto al prolungamento della linea viola che rappresenta la curva dei contagi delle persone non immunizzate (quelle che restano positive a lungo, per 20 o 30 giorni a secondo del tipo di virus), cioe' la linea viola d'interpolazione nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.
Nel grafico la linea viola d'interpolazione dell'ondata, non dovendo includere i picchi effimeri, in quanto i relativi contagi si esauriscono in soli 2 o 3 giorni (essendo contagi effimeri di persone immunizzate), ha cosi' lo stesso andamento in salita disegnato nei giorni scorsi: prosegue cosi' la sua salita con una pendenza in calo, del +0.31% al giorno (dall'11.2% di 8 giorni fa al 13.7% di oggi), inferiore al +0.44 di ieri.
La confermata diminuzione della pendenza di salita della curva molto probabilmente, come segnalato gia' da ieri, e' il risultato dell'arrivo delle guarigioni dei primi contagiati di questa ondata (che aumenteranno ogni giorno di piu'), dato che ci stiamo avvicinando al 12 luglio (trentesimo giorno dall'inizio dell'ondata).
Quindi crediamo che l'ondata stia arrivando al suo picco proprio ora.
L'ondata sembra comportarsi proprio come previsto dal modello a soglia.

CONFRONTO CON L'ESTATE 2021: Vediamo cosa possiamo imparare dal confronto di questa ondata estiva con quella dell'agosto 2021, la quarta ondata , che aveva raggiunto un picco intorno al 6%, mentre ora questa ondata e' quasi arrivata ad un livello triplo.
Essendo iniziata il 12 giugno, se sale ancora significa che NON abbiamo a che fare con dei virus di tipo Omicron come quelli precedenti, che avevano mostrato un tempo di guarigione di 20 giorni circa (e quindi con picchi piu' stretti), ma con un tipo di virus prevalente, magari anche di tipo Omicron, ma che ha un tempo di guarigione piu' lungo, probabilmente di 30 giorni, per cui il picco dell'ondata dovrebbe essere raggiunto intorno al 12 luglio (30 giorni dopo il 12 giugno), giorno in cui comincera' ad arrivare la spinta in discesa delle guarigioni dei contagiati di questa ondata.
Se questa ipotesi fosse giusta allora la curva salira' ancora per altri 2 giorni, quindi di un altro 0.31*2 = +0.6%, ed il picco dell'ondata raggiungera' il 14.3% cioe' il 15% circa, che e' un livello alto poco meno dei piu' alti picchi precedenti, anche se siamo in estate.
L'anno scorso la quarta ondata si limito' al 6% per l'alto numero di vaccinati di allora (il 90% delle persone vaccinabili). Se veramente questa ondata raggiungera' il 15% potremo dedurre che il livello attuale efficace di immunita' diffusa ai virus di oggi e' piu' basso di allora di 15/6 = 2.5 volte, come se i vaccinati di oggi fossero il 40% della popolazione vaccinabile invece del 90% (ragionamento corretto se le larghezze dei due picchi, di ora e della quarta ondata fossero simili, come sembra che sia).
Cio' perche' il livello del picco e' proporzionale al totale delle persone contagiate, che sale se la percentuale dei vaccinati cala.
L'altro effetto da considerare e' quello della temperatura ambientale attuale (estiva) che, come sembra, sta impedendo al picco dei contagi di questa ondata di raggiungere il livello del 20%, come a fine gennaio 2022 (con temperature invernali).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 44 e' stato graficato a destra ed e' eccessivamente basso come sempre accade per i dati della domenica. Dovremo aspettare i dati dei prossimi 2 giorni per poi mediare.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (9 luglio 2022)
In questo lavoro abbiamo voluto occuparci delle crisi che affliggono l'Italia, la prima delle quali e' stata quella sanitaria del Covid-19. Ai nostri nuovi lettori segnaliamo un nostro contributo su un'altra importante crisi: la siccita' in agricoltura.
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 14.3% (con un errore statistico di +/-1.1%), che si colloca bene sul prolungamento della linea viola che rappresenta la curva dei contagi delle persone non immunizzate (quelle che restano positive a lungo, per 20 o 30 giorni a secondo del tipo di virus), cioe' la linea viola d'interpolazione nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.
Nel grafico la linea viola d'interpolazione dell'ondata, non dovendo includere i picchi effimeri, in quanto i relativi contagi si esauriscono in soli 2 o 3 giorni (essendo contagi effimeri di persone immunizzate), ha cosi' lo stesso andamento in salita disegnato nei giorni scorsi: prosegue cosi' la sua salita con una pendenza importante, del +0.44% al giorno (dall'11.2% di 7 giorni fa al 14.3% di oggi), inferiore al +0.95 di ieri.
La diminuzione della pendenza di salita della curva potrebbe essere il risultato dell'arrivo delle guarigioni dei primi contagiati di questa ondata, dato che ci stiamo avvicinando al 12 luglio (trentesimo giorno dall'inizio dell'ondata).

CONFRONTO CON L'ESTATE 2021: Vediamo cosa possiamo imparare dal confronto di questa ondata estiva con quella dell'agosto 2021, la quarta ondata , che aveva raggiunto un picco intorno al 6%, mentre ora questa ondata e' quasi arrivata ad un livello triplo.
Essendo iniziata il 12 giugno, se sale ancora significa che NON abbiamo a che fare con dei virus di tipo Omicron come quelli precedenti, che avevano mostrato un tempo di guarigione di 20 giorni circa (e quindi con picchi piu' stretti), ma con un tipo di virus prevalente, magari anche di tipo Omicron, ma che ha un tempo di guarigione piu' lungo, probabilmente di 30 giorni, per cui il picco dell'ondata dovrebbe essere raggiunto intorno al 12 luglio (30 giorni dopo il 12 giugno), giorno in cui comincera' ad arrivare la spinta in discesa delle guarigioni dei contagiati di questa ondata.
Se questa ipotesi fosse giusta allora la curva salira' ancora per altri 3 giorni, quindi di un altro +1.3%, ed il picco dell'ondata raggiungera' il 15.6% circa, che e' un livello alto poco meno dei piu' alti picchi precedenti, anche se siamo in estate.
L'anno scorso la quarta ondata si limito' al 6% per l'alto numero di vaccinati di allora (il 90% delle persone vaccinabili). Se veramente questa ondata raggiungera' il 16% potremo dedurre che il livello attuale efficace di immunita' diffusa ai virus di oggi e' piu' basso di allora di 16/6 = 2.7 volte, come se i vaccinati di oggi fossero il 37% della popolazione vaccinabile invece del 90% (ragionamento corretto se le larghezze dei due picchi, di ora e della quarta ondata fossero simili, come sembra che sia).
Cio' perche' il livello del picco e' proporzionale al totale delle persone contagiate, che sale se la percentuale dei vaccinati cala.
L'altro effetto da considerare e' quello della temperatura ambientale attuale (estiva) che probabilmente impedira' al picco dei contagi di questa ondata di raggiungere il livello del 20%, come a fine gennaio 2022 (con temperature invernali).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 93 e' stato graficato a destra e si colloca solo na deviazione standard sotto la linea viola d'interpolazione dei dati precedentemente disegnata.
Continua cosi' ad essere confermata la salita della curva dei decessi (mostrata nel grafico dei dati interpolati) 14 giorni dopo l'inizio della salita della curva dei contagi, che e' iniziata il 12 giugno.
Percio' il ritardo dei decessi rispetto al contagio e' ora di 14 giorni, cioe' un po' superiore ai 12 giorni da noi rilevati per la variante Omicron. Questo potrebbe indicare che siamo in presenza di un miscuglio di almeno due tipi di virus con ritardi di 12 e 18 giorni in misura di 2 a 1. Per esempio: per ogni due contagiati da una sottovariante di tipo Omicron (12 giorni) ci potrebbe essere un contagiato dalla variante Delta (18 giorni) che sarebbe allora la maggior responsabile dei decessi.
Il ritardo rispetto alla risalita dei contagi nel passato per i vari virus e' stato prima di 18 giorni e solo piu' recentemente di 12 giorni (con Omicron).
Per ora la pendenza della salita della curva dei decessi (piuttosto importante) sembra smentire l'idea di una piu' bassa letalita' dei virus di questa ondata. In particolare l'ipotesi della presenza, sia pure minoritaria, di una variante del tipo Delta da noi avanzata, dovrebbe indurre ad una maggiore cautela nell'esposizione della popolazione ai contagi (i decessi di questa ondata sono quelli che iniziano ad apparire ora e non quelli di prima, abbastanza bassi e costanti).

PREVISIONE SUI DECESSI: Queste previsioni dipendono dalla correttezza delle interpolazioni (linee viola da noi fatte nei grafici dei contagi e dei decessi, niente affatto semplici a farsi, soprattutto in presenza di molti picchi effimeri.
Se i contagi continueranno a salire fino al 12 luglio anche i decessi continueranno a salire fino al 26 luglio (14 giorni dopo).
Abbiamo definito importante questa pendenza di salita di +3.8 decessi al giorno (dai 40 del 25 giugno ai 93 di oggi 9 luglio, +53 decessi in 14 giorni) perche', se continuasse, la curva dei decessi in altri 17 giorni (da oggi fino al 26 luglio) arriverebbe molto in alto, cioe' ad un picco di circa 157 decessi al giorno (93 + 3.8*17) per poi iniziare a scendere.
Questo picco sarebbe circa il 40% del massimo raggiunto a fine gennaio 2022, al culmine della quinta ondata, come si vede bene nel grafico dei dati interpolati.
In questa stima il picco dei decessi risulterebbe largo circa un mese, che e' del tutto ragionevole.
Con la salita dei decessi, e' ovvio che aumenteranno sempre piu' anche i ricoveri ospedalieri e le terapie intensive (14 giorni dopo l'inizio della salita dei contagi).

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (8 luglio 2022)
In questo lavoro abbiamo voluto occuparci delle crisi che affliggono l'Italia, la prima delle quali e' stata quella sanitaria del Covid-19. Ai nostri nuovi lettori segnaliamo un nostro contributo su un'altra importante crisi: la siccita' in agricoltura.
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 16.9% (con un errore statistico di +/-1.4%), che si colloca poco sopra al prolungamento della linea viola che rappresenta la curva dei contagi delle persone non immunizzate (quelle che restano positive a lungo, per 20 o 30 giorni a secondo del tipo di virus), cioe' la linea viola d'interpolazione nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.
Nel grafico la linea viola d'interpolazione dell'ondata, non dovendo includere i picchi effimeri, in quanto i relativi contagi si esauriscono in soli 2 o 3 giorni (essendo contagi effimeri di persone immunizzate), ha cosi' lo stesso andamento in salita disegnato nei giorni scorsi: prosegue cosi' la sua salita con una pendenza importante, del +0.95% al giorno (dall'11.2% di 6 giorni fa al 16.9% di oggi), accresciuta un po', anche a causa dell'apporto (a gradino) di contagi in occasione dei tanti picchi effimeri.

CONFRONTO CON L'ESTATE 2021: Vediamo cosa possiamo imparare dal confronto di questa ondata estiva con quella dell'agosto 2021, la quarta ondata , che aveva raggiunto un picco intorno al 6%, mentre ora questa ondata e' quasi arrivata ad un livello triplo.
Essendo iniziata il 12 giugno, se sale ancora significa che NON abbiamo a che fare con dei virus di tipo Omicron come quelli precedenti, che avevano mostrato un tempo di guarigione di 20 giorni circa (e quindi con picchi piu' stretti), ma con un tipo di virus prevalente, magari anche di tipo Omicron, ma che ha un tempo di guarigione piu' lungo, probabilmente di 30 giorni, per cui il picco dell'ondata dovrebbe essere raggiunto intorno al 12 luglio (30 giorni dopo il 12 giugno), giorno in cui comincera' ad arrivare la spinta in discesa delle guarigioni dei contagiati di questa ondata.
Se questa ipotesi fosse giusta allora la curva salira' ancora per altri 4 giorni, quindi di un altro +2%, ed il picco dell'ondata raggiungera' il 18% circa, che e' un livello alto quasi come i piu' alti picchi precedenti, anche se siamo in estate.
L'anno scorso la quarta ondata si limito' al 6% per l'alto numero di vaccinati di allora (il 90% delle persone vaccinabili). Se veramente questa ondata raggiungera' il 18% potremo dedurre che il livello attuale efficace di immunita' diffusa ai virus di oggi e' piu' basso di allora di 18/6 = 3 volte, come se i vaccinati di oggi fossero il 30% della popolazione vaccinabile invece del 90% (ragionamento corretto se le larghezze dei due picchi, di ora e della quarta ondata fossero simili, come sembra che sia).
Cio' perche' il livello del picco e' proporzionale al totale delle persone contagiate, che sale se la percentuale dei vaccinati cala.
L'altro effetto da considerare e' quello della temperatura ambientale attuale (estiva) che probabilmente impedira' al picco dei contagi di questa ondata di raggiungere il livello del 20%, come a fine gennaio 2022 (con temperature invernali).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 105 e' stato graficato a destra e si colloca sulla linea viola d'interpolazione dei dati precedentemente disegnata.
Continua cosi' ad essere confermata la salita della curva dei decessi (mostrata nel grafico dei dati interpolati) 14 giorni dopo l'inizio della salita della curva dei contagi, che e' iniziata il 12 giugno.
Percio' il ritardo dei decessi rispetto al contagio e' ora di 14 giorni, cioe' un po' superiore ai 12 giorni da noi rilevati per la variante Omicron. Questo potrebbe indicare che siamo in presenza di un miscuglio di almeno due tipi di virus con ritardi di 12 e 18 giorni in misura di 2 a 1. Per esempio: per ogni due contagiati da una sottovariante di tipo Omicron (12 giorni) ci potrebbe essere un contagiato dalla variante Delta (18 giorni) che sarebbe allora la maggior responsabile dei decessi.
Il ritardo rispetto alla risalita dei contagi nel passato per i vari virus e' stato prima di 18 giorni e solo piu' recentemente di 12 giorni (con Omicron).
Per ora la pendenza della salita della curva dei decessi (piuttosto importante) sembra smentire l'idea di una piu' bassa letalita' dei virus di questa ondata. In particolare l'ipotesi della presenza, sia pure minoritaria, di una variante del tipo Delta da noi avanzata, dovrebbe indurre ad una maggiore cautela nell'esposizione della popolazione ai contagi (i decessi di questa ondata sono quelli che iniziano ad apparire ora e non quelli di prima, abbastanza bassi e costanti).

PREVISIONE SUI DECESSI: Queste previsioni dipendono dalla correttezza delle interpolazioni (linee viola da noi fatte nei grafici dei contagi e dei decessi, niente affatto semplici a farsi, soprattutto in presenza di molti picchi effimeri.
Se i contagi continueranno a salire fino al 12 luglio anche i decessi continueranno a salire fino al 26 luglio (14 giorni dopo).
Abbiamo definito importante questa pendenza di salita di +5 decessi al giorno (dai 40 del 25 giugno ai 105 di oggi 8 luglio) perche', se continuasse, la curva dei decessi in altri 18 giorni (da oggi fino al 26 luglio) arriverebbe molto in alto, cioe' ad un picco di circa 195 decessi al giorno (105 + 5*18) per poi iniziare a scendere.
Questo picco sarebbe circa la meta' del massimo raggiunto a fine gennaio 2022, al culmine della quinta ondata, come si vede bene nel grafico dei dati interpolati.
In questa stima il picco dei decessi risulterebbe largo circa un mese, che e' del tutto ragionevole.
Con la salita dei decessi, e' ovvio che aumenteranno sempre piu' anche i ricoveri ospedalieri e le terapie intensive (14 giorni dopo l'inizio della salita dei contagi).
Il quadro della situazione e' decisamente sconfortante: la soluzione, con virus cosi' contagiosi, non e' il lockdown (tanto non si riuscirebbe comunque a fermarli) ma certo bisognerebbe regolamentare meglio quei mega-assembramenti di persone, che inevitabilmente si trovano troppo vicine tra loro.
Sono occasioni in cui certamente si possono formare tante persone "superdiffusori" del contagio, che continuano poi inconsapevolmente la loro opera deleteria anche nei giorni successivi (per un mese, finche' restano positivi).
Non possiamo bloccare questi virus cosi' contagiosi ma almeno evitiamo di favorirli con tante occasioni di grande diffusione dei contagi. C'e' poco da fare: il momento del "libera tutti" non e' ancora arrivato e non possiamo fare finta che non sia cosi'.
Interventi efficaci nella giusta direzione, oltre ad un sostanziale aumento della percentuale di popolazione vaccinata, crediamo che diminuirebbero la velocita' di crescita della curva dei contagi (durante la salita del picco), limitando cosi' l'altezza del picco delle ondate e con essa anche il numero dei ricoveri e dei decessi.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (7 luglio 2022)
In questo lavoro abbiamo voluto occuparci delle crisi che affliggono l'Italia, la prima delle quali e' stata quella sanitaria del Covid-19. Ora crediamo di fare una cosa utile segnalando ai nostri nuovi lettori un nostro contributo su un'altra crisi che sta affliggendo l'Italia (e non solo): la SICCITA' (in agricoltura).
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 13.7%, che si colloca esattamente sul prolungamento della linea viola che rappresenta la curva dei contagi delle persone non immunizzate (quelle che restano positive a lungo, per 20 o 30 giorni a secondo del tipo di virus), cioe' la linea viola d'interpolazione nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.
Nel grafico la linea viola d'interpolazione dell'ondata, non dovendo includere i picchi effimeri, in quanto i relativi contagi si esauriscono in soli 2 o 3 giorni (essendo contagi effimeri di persone immunizzate), ha cosi' lo stesso andamento in salita disegnato nei giorni scorsi: prosegue cosi' la sua salita con una pendenza importante del +0.5% al giorno (dall'11.2% di 5 giorni fa al 13.7% di oggi), accresciuta un po', a causa dell'apporto (a gradino) di contagi in occasione dei picchi effimeri.

CONFRONTO CON L'ESTATE 2021: Vediamo cosa possiamo imparare dal confronto di questa ondata estiva con quella dell'agosto 2021, la quarta ondata , che aveva raggiunto un picco intorno al 6%, mentre ora questa ondata ha gia' superato il doppio. Essendo iniziata il 12 giugno, se sale ancora significa che NON abbiamo a che fare con dei virus di tipo Omicron, come quelli precedenti che avevano mostrato un tempo di guarigione di 20 giorni circa (e quindi con picchi piu' stretti) ma con un tipo di virus prevalente, magari anche di tipo Omicron, ma che ha un tempo di guarigione piu' lungo, probabilmente di 30 giorni, per cui il picco dell'ondata dovrebbe essere raggiunto intorno al 12 luglio (30 giorni dopo il 12 giugno).
Se fosse cosi' allora la curva salira' ancora per altri 5 giorni, quindi di un altro +2.5%, ed il picco dell'ondata raggiungera' il 16% circa, che e' un livello alto quasi come i piu' alti picchi precedenti, anche se siamo in estate.
L'anno scorso la quarta ondata si limito' al 6% per l'alto numero di vaccinati di allora (il 90%). Se veramente questa ondata raggiungera' il 16% potremo dedurre che il livello attuale efficace di immunita' diffusa ai virus di oggi e' piu' basso di allora di 16/6 = 2.7 volte, come se i vaccinati di oggi fossero il 33% della popolazione vaccinabile invece del 90% (ragionamento corretto se le larghezze dei due picchi, di ora e della quarta ondata fossero simili, come sembra che sia).
Cio' perche' il livello del picco e' proporzionale al totale delle persone contagiate, che sale se la percentuale dei vaccinati cala.
L'altro effetto da considerare e' quello della temperatura ambientale attuale (estiva) che impedira' al picco dei contagi di questa ondata di raggiungere il livello del 20%, come a fine gennaio 2022 (con temperature invernali).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 94 e' stato graficato a destra e si colloca sulla linea viola d'interpolazione dei dati precedentemente disegnata.
Continua cosi' ad essere confermata la salita della curva dei decessi (mostrata nel grafico dei dati interpolati) 14 giorni dopo l'inizio della salita della curva dei contagi, che e' iniziata il 12 giugno.
Percio' il ritardo dei decessi rispetto al contagio e' ora di 14 giorni, cioe' un po' superiore ai 12 giorni da noi rilevati per la variante Omicron. Questo potrebbe indicare che siamo in presenza di un miscuglio di almeno due tipi di virus con ritardi di 12 e 18 giorni in misura di 2 a 1. Per esempio: per ogni due contagiati da una sottovariante di tipo Omicron (12 giorni) c'e' un contagiato dalla variante Delta (18 giorni) che e' forse la maggior responsabile dei decessi.
Il ritardo rispetto alla risalita dei contagi nel passato per i vari virus e' stato prima di 18 giorni e solo piu' recentemente di 12 giorni (con Omicron).
Per ora la pendenza della salita della curva dei decessi (piuttosto importante) sembra smentire l'idea di una piu' bassa letalita' dei virus di questa ondata. In particolare l'ipotesi della presenza, sia pure minoritaria, di una variante del tipo Delta da noi avanzata, dovrebbe indurre ad una maggiore cautela nell'esposizione della popolazione ai contagi (i decessi di questa ondata sono quelli che iniziano ad apparire ora e non quelli di prima abbastanza bassi e costanti).

PREVISIONE SUI DECESSI: Queste previsioni dipendono dalla correttezza delle interpolazioni (linee viola da noi fatte nei grafici dei contagi e dei decessi, niente affatto semplici a farsi soprattutto in presenza di molti picchi effimeri.
Se i contagi continueranno a salire fino al 12 luglio anche i decessi continueranno a salire fino al 26 luglio (14 giorni dopo).
Abbiamo definito importante questa pendenza di salita di +4.5 decessi al giorno (dai 40 del 25 giugno ai 94 del 7 luglio) perche', se continuasse, la curva dei decessi in altri 19 giorni (da oggi fino al 26 luglio) arriverebbe molto in alto, cioe' ad un picco di circa 180 decessi al giorno (94 + 4.5*19) per poi iniziare a scendere.
Questo picco sarebbe poco meno della meta' del massimo raggiunto a fine gennaio 2022, al culmine della quinta ondata, come si vede bene nel grafico dei dati interpolati.
In questa stima il picco dei decessi risulterebbe largo circa un mese, che e' del tutto ragionevole.
Con la salita dei decessi, e' ovvio che aumenteranno sempre piu' anche i ricoveri ospedalieri e le terapie intensive, 14 giorni dopo l'inizio della salita dei contagi.
Il quadro della situazione e' decisamente sconfortante: la soluzione, con virus cosi' contagiosi, non e' il lockdown (tanto non si riuscirebbe comunque a fermarli) ma certo bisognerebbe regolamentare meglio quei mega-assembramenti di persone, che inevitabilmente si trovano troppo vicine tra loro.
Sono occasioni in cui certamente si possono formare tante persone "superdiffusori" del contagio, che continuano poi inconsapevolmente la loro opera deleteria anche nei giorni successivi (per un mese, finche' restano positivi).
Non possiamo bloccare questi virus cosi' contagiosi ma almeno evitiamo di favorirli con tante occasioni di grande diffusione dei contagi. C'e' poco da fare: il momento del "libera tutti" non e' ancora arrivato e non possiamo fare finta che non sia cosi'.
Interventi efficaci nella giusta direzione, oltre ad un sostanziale aumento della percentuale di popolazione vaccinata, crediamo che diminuirebbero la velocita' di crescita della curva dei contagi (durante la salita del picco), limitando cosi' l'altezza del picco delle ondate e con essa anche il numero dei ricoveri e dei decessi.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (6 luglio 2022)
In questo lavoro abbiamo voluto occuparci delle crisi che affliggono l'Italia, la prima delle quali e' stata quella sanitaria del Covid-19. Ora crediamo di fare una cosa utile segnalando ai nostri nuovi lettori un nostro contributo su un'altra crisi che sta affliggendo l'Italia (e non solo): la SICCITA' (in agricoltura).
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 12.3%, dopo i due picchi effimeri coincidenti, si colloca esattamente sul prolungamento della linea viola che rappresenta la curva dei contagi delle persone non immunizzate (quelle che restano positive a lungo, per 20 o 30 giorni), cioe' la linea viola d'interpolazione nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.
Il picco effimer doppio, analogo a quelli dei giorni 19, 24, 26, 30 giugno e 1 luglio, e' cosi' confermato, come pure la particolarita' di questa ondata, da noi gia' messa in evidenza, che presenta una comparsa molto maggiore di picchi effimeri che non in passato.
Questo fatto ci induce a sospettare che i comportamenti degli italiani durante le vacanze siano troppo imprudenti e tali da far moltiplicare indebitamente le occasioni di contagio.
Nel grafico la linea viola d'interpolazione dell'ondata, non dovendo includere i picchi effimeri, in quanto i relativi contagi si esauriscono in soli 2 o 3 giorni (essendo contagi effimeri di persone immunizzate), ha cosi' lo stesso andamento in salita disegnato nei giorni scorsi: prosegue cosi' la sua salita con una pendenza importante, accresciuta ma solo un po', a causa del picco effimero doppio.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 72 e' stato graficato un po' sotto (circa il 10% con un errore statistico del 12%, quindi compatibile entro una deviazione standard) alla linea viola d'interpolazione dei dati precedentemente disegnata.
Continua cosi' ad essere confermata la salita della curva dei decessi (mostrata nel grafico dei dati interpolati) 14 giorni dopo l'inizio della salita della curva dei contagi, che e' iniziata il 12 giugno.
Percio' il ritardo dei decessi rispetto al contagio e' ora di 14 giorni, cioe' un po' superiore ai 12 giorni da noi rilevati per la variante Omicron. Questo potrebbe indicare che siamo in presenza di un miscuglio di almeno due tipi di virus con ritardi di 12 e 18 giorni in misura di 2 a 1. Per esempio: per ogni due contagiati da una sottovariante di tipo Omicron (12 giorni) c'e' un contagiato dalla variante Delta (18 giorni) che e' forse la maggior responsabile dei decessi.
Il ritardo rispetto alla risalita dei contagi nel passato per i vari virus e' stato prima di 18 giorni e solo piu' recentemente di 12 giorni (con Omicron).
Per ora la pendenza della salita della curva dei decessi (piuttosto importante) sembra smentire l'idea di una piu' bassa letalita' dei virus di questa ondata. In particolare l'ipotesi della presenza, sia pure minoritaria, di una variante del tipo Delta da noi avanzata, dovrebbe indurre ad una maggiore cautela nell'esposizione della popolazione ai contagi (i decessi di questa ondata sono quelli che iniziano ad apparire ora e non quelli di prima abbastanza bassi e costanti).
Con la salita dei decessi, e' ovvio che aumenteranno anche i ricoveri ospedalieri e le terapie intensive, 14 giorni dopo l'inizio della salita dei contagi.

QUALI SONO I RISCHI DEL COVID (6 luglio 2022)
L'idea che si va diffondendo sempre piu' e' quella che il Covid-19 sara' come una forma di nuova influenza o raffreddore, con cui si dovra' necessariamente imparare a convivere.
Questi virus pero' mostrano delle caratteristiche che li rendono diversi e piu' pericolosi non solo per l'Italia ma per l'Umanita' intera:
  1. Siccome nel riprodursi invadono le cellule umane distruggendole, se hanno come sembra una capacita' di diffondersi in tutto l'organismo, creano un danno diffuso permanente, che produce quella sintomatologia che va sotto il nome di long Covid.
    Non ci risulta che ci siano casi analoghi di "long raffreddore" o di "long influenza".
    Se poi la popolazione e' anche soggetta ad infezioni ripetute nel tempo, come sembra accada con questi nuovi virus, allora certamente ci sara' un aggravamento per accumulo dei danni permanenti alla popolazione per long-Covid.
  2. Le mutazioni che questi nuovi virus subiscono producono con una relativamente grande probabilita' altri virus che sono anch'essi patogeni e con capacita' di diffondersi (contagiosita') sempre maggiore: nell'evoluzione dell'epidemia poi vengono selezionate e riprodotte maggiormente proprio le varianti piu' contagiose, che si moltiplicano peggiorando sempre piu' lo scenario epidemiologico.
    Non ci risulta che i virus endemici con cui stiamo convivendo (raffreddore, influenza, ...) abbiano queste capacita', che inducono un peggioramento progressivo e continuo dell'epidemia.
  3. Un altro rischio di questi virus che vogliamo citare e' connesso alla loro capacita' di creare un'epidemia degli asintomatici permanente, che assicura loro una permanenza perpetua tra la popolazione.
    Il rischio e' quello, piu' volte segnalato in questo lavoro, della possibilita' di questa epidemia invisibile degli asintomatici di espandersi esponenzialmente, creando una situazione estremamente letale come quella accaduta in Russia nel 2021 (con un tasso di vaccinazioni pero' molto piu' basso del nostro), in cui abbiamo evidenziato con una curva bianca quello che secondo noi e' stato l'effetto della crescita esponenziale dell'epidemia degli asintomatici (quello che si vede in figura e' l'effetto della crescita certamente esponenziale del fondo degli asintomatici), a testimonianza che il fenomeno esiste.
In conclusione non ci sembra proprio che il Covid-19 possa essere sottovalutato come pericolosita', alla stregua di un raffreddore, per cui e' meglio mantenere sempre quanto piu' basso possibile il livello di fondo degli asintomatici e soprattutto continuare a vaccinarci, se non vogliamo finire con i decessi come quelli della Russia nel 2021.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (5 luglio 2022)
In questo lavoro abbiamo voluto occuparci delle crisi che affliggono l'Italia, la prima delle quali e' stata quella sanitaria del Covid-19. Ora crediamo di fare una cosa utile segnalando ai nostri nuovi lettori un nostro contributo su un'altra crisi che sta affliggendo l'Italia (e non solo): la SICCITA' (in agricoltura).
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 7.7%, crollato del 12.3% rispetto al dato di ieri (anche su questo abbiamo messo un punto interrogativo in tabella per l'enorme escursione dei dati, difficile da comprendere).
Questo puo' significare o che il dato e' sbagliato o che e' il risultato della discesa non da uno ma da DUE picchi effimeri alti il 6% ognuno (invece del 4%) comparsi nello stesso giorno (ieri).
Picchi effimeri piu' alti non e' necessariamente un fatto anomalo: potrebbe indicare la presenza di una nuova variante, ancora piu' contagiosa (per questo i picchi sono piu' alti) e sensibile all'azione degli anticorpi presenti nelle persone immunizzate (per questo la discesa dal picco avviene solo in un paio di giorni dall'infezione e si genera il picco effimero).
Non ci risulta che si sia mai verificato un caso simile ma e' possibile con lo stesso numero di persone immunizzate, se raddoppiano le occasioni di contagio, magari per la maggiore contagiosita' dei virus (la discesa del -12.3% in un solo giorno ci sembra pero' un po' eccessiva, anche se gli errori statistici dei dati, intorno al 10%, la rendono non ammissibile).
Il solito test che abbiamo fatto in passato per confrontare la percentuale di positivi antigenici rispetto a quella dei totali antigenici in questo caso ci da percentuali anomale ma non di molto (94.8% e 98.4% con il parametro VARIAZ=-3.6% negaivo ma solo un po'), indicando una probabile assenza di anomalie nei dati dei test antigenici (che sono quelli meno affidabili rispetto ai test molecolari).
Quindi noi non vediamo serie ragioni per sospettare della correttezza del dato di oggi e per questo optiamo per la seconda ipotesi: quella di due picchi effimeri coincidenti, anche se il crollo da noi atteso non era cosi' grande anche perche' la discesa e' al lordo dell'incremento "a gradino" (doppio in questo caso) che sempre segue la comparsa dei picchi effimeri.
Aspettiamo quindi il dato di domani ed il successivo per verificare la correttezza di questa ipotesi.
Ovviamente aspettiamo a prolungare la curva dei contagi delle persone non immunizzate (quelle che restano positive a lungo, per 20 o 30 giorni), cioe' la linea viola d'interpolazione nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.
Il picco effimer doppio di oggi sarebbe analogo a quelli dei giorni 19, 24, 26, 30 giugno e 1 luglio, confermando la particolarita' di questa ondata, da noi gia' messa in evidenza, che presenta una comparsa molto maggiore di picchi effimeri che non in passato.
Questo fatto ci induce a sospettare che i comportamenti degli italiani durante le vacanze siano troppo imprudenti e tali da far moltiplicare indebitamente le occasioni di contagio.
Nel grafico la linea viola d'interpolazione dell'ondata, non dovendo includere i picchi effimeri, in quanto i relativi contagi si esauriscono in soli 2 o 3 giorni (essendo contagi effimeri di persone immunizzate), potrebbe avere un andamento in salita molto simile a quello disegnato nei giorni scorsi: potrebbe cosi' continuare la sua salita con una pendenza accresciuta ma solo un poco, a causa del picco effimero doppio.
Prendendo quindi atto della nostra interpretazione (che vedremo se corretta), inseriamo anche il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 94 e' stato graficato poco sopra alla linea viola d'interpolazione dei dati.
Possiamo fare ora la solita media del dato della domenica con i due successivi e otteniamo: (57+59+94)/3 = 70 che e' un dato perfettamente coerente con la linea viola d'interpolazione precedentemente disegnata.
E' cosi' confermata la salita della curva dei decessi (mostrata nel grafico dei dati interpolati) 14 giorni dopo l'inizio della salita della curva dei contagi, che e' iniziata il 12 giugno.
Questo significa che il ritardo dei decessi rispetto al contagio e' ora di 14 giorni, cioe' un po' superiore ai 12 giorni da noi rilevati per la variante Omicron. Questo potrebbe indicare che siamo in presenza di un miscuglio di almeno due tipi di virus con ritardi di 12 e 18 giorni in misura di 2 a 1. Per esempio: per ogni due contagiati da una sottovariante di tipo Omicron (12 giorni) c'e' un contagiato dalla variante Delta (18 giorni) che e' forse la maggior responsabile dei decessi.
Il ritardo rispetto alla risalita dei contagi nel passato per i vari virus e' stato prima di 18 giorni e solo piu' recentemente di 12 giorni (con Omicron).
Per ora la pendenza della salita della curva dei decessi (piuttosto importante) sembra smentire l'idea di una piu' bassa letalita' dei virus di questa ondata. In particolare l'ipotesi della presenza, sia pure minoritaria, di una variante del tipo Delta da noi avanzata, dovrebbe indurre ad una maggiore cautela nell'esposizione della popolazione ai contagi (i decessi di questa ondata sono quelli che iniziano ad apparire ora e non quelli di prima abbastanza bassi e costanti).
Con la salita dei decessi, e' ovvio che aumenteranno anche i ricoveri ospedalieri e le terapie intensive, 14 giorni dopo l'inizio della salita dei contagi (e' facilmente prevedibile).

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (4 luglio 2022)
In questo lavoro abbiamo voluto occuparci delle crisi che affliggono l'Italia, la prima delle quali e' stata quella sanitaria del Covid-19. Ora crediamo di fare una cosa utile segnalando ai nostri nuovi lettori un nostro contributo su un'altra crisi che sta affliggendo l'Italia (e non solo): la SICCITA' (in agricoltura).
Riguardo al Covid-19 abbiamo raccolto i dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati, in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 20.0%, addirittura dell' 8.6% superiore a quello di ieri.
Questo puo' significare o che il dato e' sbagliato o che e' il risultato non di uno ma di DUE picchi effimeri nello stesso giorno (oggi).
Non ci risulta che si sia mai verificato un caso simile ma e' possibile con il solito numero di persone immunizzate se raddoppiano le occasioni di contagio.
Il solito test che abbiamo fatto in passato per confrontare la percentuale di positivi antigenici rispetto a quella dei totali antigenici in questo caso ci da percentuali molto vicine (96.6% e 95.6%), indicando una probabile assenza di anomalie nei dati dei test antigenici (che sono quelli meno affidabili rispetto ai test molecolari).
Quindi noi non vediamo ragioni per sospettare della correttezza del dato di oggi e per questo optiamo per la seconda ipotesi: quella di due picchi effimeri coincidenti. Perche' questa ipotesi risulti credibile occorre pero' che i dati dei prossimi due giorni siano entrambi in discesa, al lordo dell'incremento "a gradino" (doppio in questo caso) che sempre segue la comparsa dei picchi effimeri.
Aspettiamo quindi il dato di domani ed il successivo per verificare l'ammissibilita' di questa ipotesi.
Ovviamente aspettiamo a prolungare la curva dei contagi delle persone non immunizzate (quelle che restano positive a lungo, per 20 o 30 giorni), cioe' la linea viola d'interpolazione nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti.
Il picco effimer doppio di oggi sarebbe analogo a quelli dei giorni 19, 24, 26, 30 giugno e 1 luglio, confermando la particolarita' di questa ondata, da noi gia' messa in evidenza, che presenta una comparsa molto maggiore di picchi effimeri che non in passato.
Questo fatto ci induce a sospettare che i comportamenti degli italiani durante le vacanze siano troppo imprudenti e tali da far moltiplicare indebitamente le occasioni di contagio.
Nel grafico la linea viola d'interpolazione dell'ondata, non dovendo includere i picchi effimeri, in quanto i relativi contagi si esauriscono in soli 2 o 3 giorni (essendo contagi effimeri di persone immunizzate), potrebbe avere un andamento in salita della linea viola d'interpolazione molto simile a quello disegnato nei giorni scorsi: potrebbe cosi' continuare la sua salita con una pendenza accresciuta di poco, a causa del picco effimero doppio.
Prendendo quindi atto della nostra interpretazione (che potrebbe essere corretta), inseriamo anche il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 59 e' stato graficato piu' basso rispetto alla linea viola d'interpolazione dei dati.
Con il dato di domani medieremo, come al solito, per avere la conferma dell'inizio della salita della curva dei decessi 14 giorni dopo l'inizio della salita della curva dei contagi, che e' iniziata il 12 giugno.
Questo inizio di salita e' stato gia' da noi riportato con la linea viola d'interpolazione dei dati, mostrata nel grafico dei dati interpolati.
Questo significa che il ritardo dei decessi rispetto al contagio e' ora di 14 giorni, cioe' un po' superiore ai 12 giorni da noi rilevati per la variante Omicron. Questo potrebbe indicare che siamo in presenza di un miscuglio di almeno due tipi di virus con ritardi di 12 e 18 giorni in misura di 2 a 1. Per esempio: per ogni due contagiati da una sottovariante di tipo Omicron (12 giorni) c'e' un contagiato dalla variante Delta (18 giorni) che e' forse la maggior responsabile dei decessi.
Il ritardo rispetto alla risalita dei contagi nel passato per i vari virus e' stato prima di 18 giorni e solo piu' recentemente di 12 giorni (con Omicron).
Per ora la pendenza della salita della curva dei decessi (piuttosto importante) sembra smentire l'idea di una piu' bassa letalita' dei virus di questa ondata. In particolare l'ipotesi della presenza, sia pure minoritaria, di una variante del tipo Delta da noi avanzata, dovrebbe indurre ad una maggiore cautela nell'esposizione della popolazione ai contagi (i decessi di questa ondata sono quelli che iniziano ad apparire ora e non quelli di prima abbastanza bassi e costanti).
Con la salita dei decessi, adesso aumenteranno anche i ricoveri ospedalieri e le terapie intensive, 14 giorni dopo l'inizio della salita dei contagi, com'era facilmente prevedibile.

LA PARTICOLARITA' DI QUESTA ONDATA (4 luglio 2022)
Quello che sta rendendo diversa questa ondata dalle precedenti e' la frequenza dei picchi effimeri che si azzerano rapidamente, in quei 2 o 3 giorni che le difese immunitarie, gia' presenti perche' si tratta di persone immunizzate, impiegano ad eliminare i virus e a far guarire la persona cioe' a farla tornare negativa il test.
Le persone non immunizzate invece devono aspettare alcuni giorni perche' le difese immunitarie compaiano nel loro organismo dopo l'infezione ed in quei giorni i virus dilagano rendendo poi piu' lungo (20 o 30 giorni) il tempo di guarigione; cioe' le persone non immunizzate restano positive al test per 20 o 30 giorni, a secondo del tipo di virus, e portano cosi' il loro contributo alla curva dei contagi (a differenza dei picchi effimeri che scompaiono rapidamente).
L'ondata attuale e' iniziata il 14 giugno e da allora ci sono stati picchi effimeri nei giorni 19, 24, 26, 30 giugno e 1 luglio.
Nell'ultima settimana ce ne sono stati ben 4, una cosa sorprendente anche in un periodo di vacanze come questo.
Poiche' i picchi effimeri sono la manifestazione dei contagi delle persone immunizzate, significa che attualmente c'e' una maggiore vulnerabilita' degli immunizzati (da una precedente infezione o da vaccino) dovuta ad un eccesso di occasioni di contagio (forse i mega-concerti).
Questo puo' accadere anche o per l'arrivo di un nuovo virus capace di eludere le esistenti difese immunitarie o per una crescente facilita' di contrarre il contagio, dovuta per esempio a comportamenti sbagliati delle persone.
Le elevate temperature del periodo estivo dovrebbero attenuare i contagi indiretti da cariche virali presenti nell'ambiente ma nessun effetto hanno sui contagi diretti, da persona a persona.
In questa situazione qualcosa bisognerebbe fare, perche' se stanno crescendo cosi' tanto i contagi delle persone immunizzate, a maggior ragione cresceranno anche quelli delle persone non immunizzate (chissa' quanto).

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (3 luglio 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 11.4%, come quello di ieri.
Questo significa che la somma dei due incrementi "a gradino" seguenti ai due picchi effimeri hanno fatto salire un po' piu' la curva dei contagi delle persone non immunizzate (quelle che restano positive a lungo, per 20 o 30 giorni) e quindi la linea viola d'interpolazione nei grafici della quinta ondata e dei dati recenti , che aumenta cosi' di un po' la sua pendenza.
L'incremento dei contagi cresce cosi' con il dato di oggi dal 9.6% al 11.4% in 4 giorni in Piemonte, che significa una crescita dei contagi dal 0.2% al giorno al 0.45% al giorno (anziche' il 2.6% al giorno se si considerassero, erroneamente, i due picchi effimeri): abbiamo avuto ragione a non credere reale quella repentina impennata dei contagi.
I due picchi effimeri secondo noi sono analoghi ai due del 24 ed il 26 giugno e come allora possiamo definire nei due giorni seguenti il livello della linea viola nel grafico sulla base di questi nuovi picchi effimeri, perche' la linea viola d'interpolazione dell'ondata non deve includere i picchi effimeri, in quanto i relativi contagi si esauriscono in soli 2 o 3 giorni (essendo contagi effimeri di persone immunizzate).
L'andamento in salita della linea viola d'interpolazione disegnata nei giorni scorsi continua cosi' la sua salita con una pendenza variata di poco, a causa dei due picchi effimeri.
Prendendo quindi atto della nostra interpretazione (che sembra ora corretta) di questi picchi effimeri, inseriamo anche il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 57 e' stato graficato piu' basso rispetto alla linea viola d'interpolazione dei dati, ma non quanto ci saremmo aspettati da un dato della domenica. Questo probabilmente e' dovuto alla crescita in atto della curva dei decessi.
Dai dati dei prossimi due giorni che medieremo con il dato di oggi, come al solito, avremo la conferma dell'inizio della salita della curva dei decessi 14 giorni dopo l'inizio della salita della curva dei contagi, che e' iniziata il 12 giugno.
Questo inizio di salita e' stato da noi riportato con la linea viola d'interpolazione dei dati, mostrata nel grafico dei dati interpolati.
Questo significa che il ritardo dei decessi rispetto al contagio e' ora di 14 giorni, cioe' un po' superiore ai 12 giorni da noi rilevati per la variante Omicron. Questo potrebbe indicare che siamo in presenza di un miscuglio di almeno due tipi di virus con ritardi di 12 e 18 giorni in misura di 2 a 1. Per esempio: per ogni due contagiati da una sottovariante di tipo Omicron (12 giorni) c'e' un contagiato dalla variante Delta (18 giorni) che e' forse la maggior responsabile dei decessi.
Il ritardo rispetto alla risalita dei contagi nel passato per i vari virus e' stato prima di 18 giorni e solo piu' recentemente di 12 giorni (con Omicron).
Per ora la pendenza della salita della curva dei decessi (piuttosto importante) sembra smentire l'idea di una piu' bassa letalita' dei virus di questa ondata. In particolare l'ipotesi della presenza, sia pure minoritaria, di una variante del tipo Delta da noi avanzata, dovrebbe indurre ad una maggiore cautela nell'esposizione della popolazione ai contagi (i decessi di questa ondata sono quelli che iniziano ad apparire ora e non quelli di prima abbastanza bassi e costanti).
Con la salita dei decessi, adesso aumenteranno anche i ricoveri ospedalieri e le terapie intensive, 14 giorni dopo l'inizio della salita dei contagi, com'era facilmente prevedibile.

UN'IDEA PER COMBATTERE FACILMENTE I DANNI DELLA SICCITA' (2 luglio 2022)
Vogliamo accennare ad un altro argomento delle tre crisi che stiamo attraversando: il Covid, la guerra e la siccita'.
Facciamo un'osservazione che appare provocatoria ma in fondo non lo e'.
Si tratta di questo: non c'e' acqua per l'agricoltura perche' non piove pero' lasciamo che i fiumi disperdano continuamente in mare quella poca che c'e'. Non vi sembra un'assurdita'? Certo che lo e', un vero spreco.
Allora dimostriamo che una soluzione per limitare questo spreco c'e', e' poco costosa ed e' anche semplice da realizzare.
Basta OSTRUIRE (un poco, quanto basta) il corso dei fiumi piu' importanti, per esempio con dei massi o cubi di cemento (rimovibili o incrementabili secondo le necessita'), per innalzare quanto occorre in un'area abbastanza estesa il livello dell'acqua a monte del fiume a vantaggio dell'agricoltura.
Se il fiume e' molto lungo, collocando piu' ostruzioni in punti opportuni, si possono creare nel fiume una sorta di lunghi bacini idonei per l'irrigazione (un po' come nelle risaie a terrazza), che appaiono pero' solo quando si e' in condizioni di siccita' estrema (che a quanto sembra sara' uno scenario sempre piu' frequente in futuro).
Non datemi dell'ingenuo o pazzo, perche' l'IMPEDENZA che questa ostruzione oppone al passaggio delle acque NON E' COSTANTE ma diminuisce con l'innalzarsi del livello del fiume, quando le piogge riprendono intense. Questo perche' l'impedenza dipende dal rapporto tra l'altezza dell'ostruzione e l'altezza del fiume e quando il fiume risale questo rapporto diminuisce sempre piu'.
Questo vuol dire che la presenza di questa ostruzione al passaggio delle acque produce effetti sempre piu' piccoli quando il fiume torna alla portata normale dopo la siccita'.
Ecco cosa facciamo: siccome il fiume sta buttando a mare acqua che ci serve per l'agricoltura, noi ne rallentiamo il flusso impedendo che l'alveo vada in secca, grazie ad una serie di ostruzioni permanenti messe lungo il percorso del fiume e tali che quando il fiume ritorna alla portata normale oppongono un'impedenza pressoche' trascurabile al flusso delle acque del fiume.
Quando invece il fiume e' in secca l'effetto delle ostruzioni e' quello di formare tanti piccoli bacini "a terrazza" lungo tutto il percorso del fiume, rendendo cosi' possibile l'irrigazione continua dei campi coltivati.
Non so se questa spiegazione sia sufficiente a fugare i timori di inondazioni create dalle ostruzioni ma noi siamo convinti che gli effetti sono comunque facilmente localizzabili intorno al punto dell'ostruzione, che potrebbe essere posizionata in prossimita' di un ponte che attraversa il fiume, per facilitare la manutenibilita' dell'opera.
Il risultato sarebbe che il fiume a monte dell'ostruzione in caso di siccita' diminuisce di livello ma solo fino ad un livello minimo, stabilito dalla prima ostruzione a valle, sotto al quale non puo' piu' scendere mentre l'acqua continua sempre a scorrere (dev'essere un livello atto a soddisfare le esigenze degli agricoltori).
L'alveo dei fiumi non e' liscio e regolare ma ha tanti massi ed ostruzioni naturali: noi ne aggiungiamo poche altre, simili a quelle che gia' ci sono, senza che provochino pericoli, perche' ci sono utili.
Il flusso dell'acqua continuerebbe a scorrere per la parte che, accumulandosi, supera l'altezza dell'ostruzione.
In conclusione con queste nostre semplici ostruzioni (non e' un MOSE) ogni fiume potrebbe scorrere quasi indisturbato quando il livello dell'acqua e' alto (cioe' in condizioni normali) mentre si trasformerebbe in una sequenza di invasi sempre pieni d'acqua in caso di siccita' estrema, senza che si debba fare nulla (niente personale, niente consumi di energia, durata perpetua, ecc.).
Cosi' l'agricoltura potrebbe soffrire molto meno per la scarsita' di acqua nei ricorrenti periodi di siccita', usando l'acqua del fiume, non piu' perduta in mare.
Certo bisogna fare un po' di calcoli ed almeno un test: a buttare un po' di cubi quadrati in acqua, come quelli dei frangiflutti, non ci vuole molto, soprattutto se si calano da un ponte (se ce n'e' uno di troppo nessun problema; con la gru si toglie in poco tempo).
L'incremento di acqua per irrigazione sarebbe quasi immediato. Anche la risalita del fiume da parte dell'acqua di mare sarebbe ostacolata dal piu' alto livello dell'acqua dolce.
Abbiamo due mesi di siccita' davanti a noi: si cominci subito con il Po, evitando cosi' di perdere molti raccolti del 2022.
Infatti, una volta messe le ostruzioni, l'acqua nel fiume comincia a salire e ad essere disponibile gia' dopo 1 o 2 giorni, perche' non si perde piu' in mare ma si accumula finche' il livello del fiume non arriva al livello stabilito dall'altezza dell'ostruzione.
Al ritorno delle piogge, il ritorno dell'acqua piu' alta in Italia sara' un fenomeno abbastanza lento e percio' controllabile la prima volta: non c'e' nessun pericolo a nostro avviso, perche' la rimozione di alcuni cubi di cemento da un ponte potrebbe essere fatta molto rapidamente, se per qualche ragione imprevista diventasse necessaria.
Le ostruzioni sono permanenti. Non c'e' alcun bisogno di aprirle o chiuderle, perche' l'impedenza che oppongono al flusso dell'acqua del fiume aumenta quando il fiume va in secca (trattenendo l'acqua) e diminuisce quando il livello del fiume aumenta, lasciando scorrere piu' liberamente le acque a valle, senza problemi (quando le acque del fiume sono alte l'impedenza e' come inesistente). Il tutto senza bisogno di alcun intervento umano. Servira' poi solo un minimo di sorveglianza in una stazione di controllo della protezione civile, meglio se fatta in modo automatico via rete mobile.
In condizioni di siccita' quanta acqua riesce a recuperare per l'agricoltura questo sistema? Semplicemente tutta quella che grazie alle ostruzioni non viene piu' buttata in mare (e' tantissima).
A noi sembra proprio "l'uovo di Colombo": siamo infatti convinti che si tratterebbe di una soluzione molto semplice, di rapida esecuzione e poco costosa.
Siamo convinti che con un po' d'ingegno e buona volonta' per alcune crisi importanti, come quella della siccita' in agricoltura, si possono trovare soluzioni semplici.
Per le altre due gravi crisi attuali invece sembra molto piu' difficile: per il Covid non ci siamo ancora riusciti e per la guerra (l'operazione militare "speciale" dei russi) possiamo soltanto esporre il nostro pensiero, che e' di condanna anche perche' sta cambiando in peggio il corso della Storia.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (2 luglio 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 11.2%, in deciso calo come accade dopo un picco effimero.
Pero' secondo la nostra interpretazione dei dati i picchi effimeri dovrebbero essere stati due, per cui ci attendiamo un'ulteriore discesa con il dato di domani (si intuisce anche guardando la linea viola nei grafici interpolati).
Per questo attendiamo anche il dato di domani per prolungare la linea viola d'interpolazione.
L'incremento dei contagi cala oggi dal 9.6% al 11.2% in 3 giorni in Piemonte, che significa una crescita dei contagi dal 0.2% al giorno al 0.5% al giorno (anziche' il 2.6% al giorno di ieri): abbiamo avuto ragione a non credere a quella repentina impennata dei contagi.
I due picchi effimeri secondo noi sarebbero analoghi ai due del 24 ed il 26 giugno e come allora potremmo definire nei due giorni seguenti il livello della linea viola nel grafico sulla base di questi nuovi picchi effimeri, perche' la linea viola d'interpolazione dell'ondata non deve includere i picchi effimeri, in quanto i relativi contagi si esauriscono in soli 2 o 3 giorni (essendo contagi effimeri di persone immunizzate).
L'andamento in salita della linea viola d'interpolazione disegnata nei giorni scorsi potrebbe quindi continuare per ora invariata, malgrado i picchi effimeri.
Prendendo quindi atto della nostra interpretazione (che e' in realta' anche un auspicio) di questi picchi effimeri (che dovra' ancora essere confermata da un'ulteriore discesa dei dati), inseriamo anche il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti.
La situazione rimane ancora da comprendere e crediamo che i dati dei prossimi due giorni saranno decisivi per questo.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 63 e' stato graficato a destra ed e' ben collocato sulla linea viola d'interpolazione dei dati, confermando la salita della curva dei decessi gia' ipotizzata nei giorni scorsi.
E' ormai confermato l'inizio della salita della curva dei decessi 14 giorni dopo l'inizio della salita della curva dei contagi, che e' iniziata il 12 giugno.
Pertanto abbiamo riportato questo inizio di salita con la linea viola d'interpolazione dei dati, mostrata nel grafico dei dati interpolati.
Questo significa che il ritardo dei decessi rispetto al contagio e' ora di 14 giorni, cioe' un po' superiore ai 12 giorni da noi rilevati per la variante Omicron. Questo potrebbe indicare che siamo in presenza di un miscuglio di almeno due tipi di virus con ritardi di 12 e 18 giorni in misura di 2 a 1. Per esempio: per ogni due contagiati da una sottovariante di tipo Omicron (12 giorni) c'e' un contagiato dalla variante Delta (18 giorni) che e' forse la maggior responsabile dei decessi.
Il ritardo rispetto alla risalita dei contagi nel passato per i vari virus e' stato prima di 18 giorni e solo piu' recentemente di 12 giorni (con Omicron).
L'entita' della risalita ci dara' poi una misura diretta di quanto sono letali queste sottovarianti 4 e 5 di Omicron.
Per ora la pendenza della salita della curva dei decessi (piuttosto importante) sembra smentire l'idea di una piu' bassa letalita' dei virus di questa ondata. In particolare l'ipotesi della presenza, sia pure minoritaria, di una variante del tipo Delta da noi avanzata, dovrebbe indurre ad una maggiore cautela nell'esposizione della popolazione ai contagi (i decessi di questa ondata sono quelli che iniziano ad apparire ora e non quelli di prima abbastanza bassi e costanti).
Con la salita dei decessi, adesso aumenteranno anche i ricoveri ospedalieri e le terapie intensive, 14 giorni dopo l'inizio della salita dei contagi, com'era facilmente prevedibile.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (1 luglio 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 14.8%, talmente alto che per noi e' interpretabile solo come un ulteriore picco effimero immediatamente successivo al precedente e quindi anch'esso poco utile per prolungare la linea viola d'interpolazione.
L'incremento vero di contagi dal 9.6% al 14.8% in sole 48 ore in Piemonte significherebbe un'impennata dei contagi dal 0.2% al giorno al 2.6% al giorno: non vogliamo credere, per ora, ad una simile repentina impennata dei contagi.
I due picchi effimeri invece sarebbero analoghi ai due del 24 ed il 26 giugno e come allora potremmo definire nei due giorni seguenti il livello della linea viola nel grafico sulla base di questi nuovi picchi effimeri, perche' la linea viola d'interpolazione dell'ondata non deve includere i picchi effimeri, in quanto i relativi contagi si esauriscono in soli 2 o 3 giorni (essendo contagi effimeri di persone immunizzate). Non sarebbe percio' reale l'enorme impennata che si sta presentando oggi. Vedremo (gia' da domani).
L'andamento in salita della linea viola d'interpolazione disegnata nei giorni scorsi potrebbe quindi continuare per ora invariata.
Prendendo quindi atto della nostra interpretazione (che e' in realta' un auspicio) anche del dato di oggi come picco effimero (che dovra' essere confermata dalla sua successiva discesa dei dati), inseriamo anche il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti.
L'alternativa, se veramente la pendenza di salita della curva fosse diventata negli ultimi 2 giorni del 2.6% al giorno, sarebbe quella di un salto enorme nella contagiosita' dei virus, in uno scenario tutto nuovo ancora da comprendere.
E' anche possibile l'arrivo di una nuova variante contagiosissima ma il suo processo di diffusione non potrebbe mai essere cosi' rapido, secondo noi.
E' percio' una situazione tutta da comprendere e crediamo che i dati dei prossimi due giorni saranno decisivi per questo.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 72 e' stato graficato a destra ed e' come la media dei 3 dati precedenti, confermando la salita della curva dei decessi gia' ipotizzata nei giorni scorsi nella linea viola d'interpolazione dei dati.
E' confermato cosi' l'inizio della salita della curva dei decessi 14 giorni dopo l'inizio della salita della curva dei contagi, che e' iniziata il 12 giugno.
Pertanto abbiamo riportato questo inizio di salita con la linea viola d'interpolazione dei dati, mostrata nel grafico dei dati interpolati.
Questo significa che il ritardo dei decessi rispetto al contagio e' ora di 14 giorni, cioe' un po' superiore ai 12 giorni da noi rilevati per la variante Omicron. Questo potrebbe indicare che siamo in presenza di un miscuglio di almeno due tipi di virus con ritardi di 12 e 18 giorni in misura di 2 a 1. Per esempio: per ogni due contagiati da una sottovariante di tipo Omicron (12 giorni) c'e' un contagiato dalla variante Delta (18 giorni).
Il ritardo rispetto alla risalita dei contagi nel passato per i vari virus e' stato prima di 18 giorni e solo piu' recentemente di 12 giorni.
L'entita' della risalita ci dara' poi una misura diretta di quanto sono letali queste sottovarianti 4 e 5 di Omicron.
Per ora la pendenza della salita della curva dei decessi (piuttosto importante) sembra smentire l'idea di una piu' bassa letalita' dei virus di questa ondata. In particolare l'ipotesi della presenza, sia pure minoritaria, di una variante del tipo Delta da noi avanzata, dovrebbe indurre ad una maggiore cautela nell'esposizione della popolazione ai contagi (i decessi di questa ondata sono quelli che iniziano ad apparire ora e non quelli di prima).
Con la salita dei decessi, adesso aumenteranno anche i ricoveri ospedalieri e le terapie intensive, 14 giorni dopo l'inizio della salita dei contagi. Tutto molto prevedibile.
Se ci trovassimo veramente di fronte a virus cosi' contagiosi, crediamo che a poco servirebbero le solite restrizioni: l'aumento della percentuale dei vaccinati sarebbe l'unica difesa efficace.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (30 giugno 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 11.8%, talmente alto che e' interpretabile sicuramente come un nuovo picco effimero e quindi poco utile per prolungare la linea viola d'interpolazione.
E' analogo ai due picchi effimeri del 24 ed il 26 giugno e come allora potremo definire nei due giorni seguenti il livello della linea viola nel grafico sulla base di questo nuovo picco effimero, perche' la linea viola d'interpolazione dell'ondata non deve includere i picchi effimeri, perche' i relativi contagi si esauriscono in soli 2 o 3 giorni (essendo contagi effimeri di persone immunizzate).
L'andamento in salita della linea viola d'interpolazione disegnata nei giorni scorsi dovrebbe quindi continuare per ora invariata.
Prendiamo quindi atto dell'interpretazione del dato di oggi come picco effimero (che dovra' essere confermata dalla sua successiva discesa dei dati) ed inseriamo anche il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 59 e' stato graficato a destra ed e' come la media dei 3 dati precedenti, confermando l'incremento del 34% piu' alto del dato (44) estrapolato lungo la linea viola d'interpolazione dei dati.
Questo fatto, come gia' ipotizzato ieri, conferma un inizio di salita della curva dei decessi 14 giorni dopo l'inizio della salita della curva dei contagi, che e' iniziata il 12 giugno.
Pertanto abbiamo riportato questo inizio di salita con la linea viola d'interpolazione dei dati, mostrata nel grafico dei dati interpolati.
Questo significherebbe che il ritardo dei decessi rispetto al contagio e' ora di 14 giorni, cioe' un po' superiore ai 12 giorni da noi rilevati per la variante Omicron. Questo potrebbe indicare che siamo in presenza di un miscuglio di almeno due tipi di virus con ritardi di 12 e 18 giorni in misura di 2 a 1. Per esempio: per ogni due contagiati da una sottovariante di tipo Omicron (12 giorni) c'e' un contagiato dalla variante Delta (18 giorni).
Il ritardo rispetto alla risalita dei contagi nel passato per i vari virus e' stato prima di 18 giorni e solo piu' recentemente di 12 giorni.
L'entita' della risalita ci dara' poi una misura diretta di quanto sono letali queste sottovarianti 4 e 5 di Omicron.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (29 giugno 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 9.6%, un po' sopra alla linea viola d'interpolazione.
E' un'ulteriore conferma della fine dei due picchi effimeri del 24 ed il 26 giugno con la conseguente definizione del livello di base dei picchi effimeri, su cui deve passare la linea viola d'interpolazione dell'ondata, che non deve includere i picchi effimeri, perche' i relativi contagi si esauriscono in soli 2 o 3 giorni (essendo contagi effimeri di persone immunizzate).
L'andamento in salita della linea viola d'interpolazione disegnata nei giorni scorsi e' stata quindi rivista, perche' deve passare per le basi degli ultimi due picchi effimeri ed sara' ridisegnata anche tenendo conto dei dati di questi giorni (quello di oggi suggerisce di alzarla un po' rispetto a ieri).
Con questa nuova pendenza di salita la curva passa dal 6.6% del 21 giugno all'9.6% del 29 giugno e quindi si riduce dal +0.5%/giorno precedente a poco meno del +0.4%/giorno attuale.
E' una pendenza di salita che resta comunque simile a quella dei picco precedente, visibile a sinistra sulla linea viola d'interpolazione nel grafico dei dati recenti.
AGGIORNAMENTO DELLE PREVISIONI: Se il dato di oggi e' vero (ha un errore statistico del 9%), con questa crescita del 0.4% al giorno, che dovrebbe interrompersi ai primi di luglio (perche' se l'ondata e' iniziata il 14 giugno ed il tempo di guarigione e' di 20 giorni circa, ci dobbiamo aspettare che la spinta discendente delle guarigioni inizi intorno a 4 luglio), il picco dell'ondata potrebbe arrivare intorno al 12%, cioe' il doppio della quarta ondata dell'agosto 2021 che arrivo' solo al 6% perche' la percentuale delle persone vaccinate era maggiore di adesso.
Prendiamo quindi atto della modifica delle previsioni imposta dal dato un po' alto di oggi ed inseriamo questo nuovo dato nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 60 e' stato graficato a destra ed e' alto come la media dei 3 dati precedenti, confermando l'incremento del 34% piu' alto del dato (44) estrapolato lungo la linea viola d'interpolazione dei dati.
Questo fatto, come gia' ipotizzato ieri, annuncia l'inizio della salita della curva dei decessi 14 giorni dopo l'inizio della salita della curva dei contagi, che e' iniziata il 12 giugno.
Pertanto abbiamo riportato questo inizio di salita con la linea viola d'interpolazione dei dati, mostrata nel grafico dei dati interpolati.
Questo significherebbe che il ritardo dei decessi rispetto al contagio e' ora di 14 giorni, cioe' un po' superiore ai 12 giorni da noi rilevati per la variante Omicron. Questo potrebbe indicare che siamo in presenza di un miscuglio di almeno due tipi di virus con ritardi di 12 e 18 giorni in misura di 2 a 1. Per esempio: per ogni due contagiati da una sottovariante di tipo Omicron (12 giorni) c'e' un contagiato dalla variante Delta (18 giorni).
Il ritardo rispetto alla risalita dei contagi nel passato per i vari virus e' stato prima di 18 giorni e solo piu' recentemente di 12 giorni.
L'entita' della risalita ci dara' poi una misura diretta di quanto sono letali queste sottovarianti 4 e 5 di Omicron.

PREVISIONE (29 giugno 2022)
Abbiamo osservato ieri che l'inizio della crescita dei decessi e' dopo 14 giorni dal momento del contagio.
Da cio' discende secondo noi che il virus prevalente e' di tipo Omicron, con un tempo di guarigione di 20 giorni (non 30).
Se il tempo di guarigione e' di 20 giorni vuol dire che 20 giorni dopo l'inizio dell'ondata comincia ad arrivare sulla curva dei contagi la spinta discendente delle guarigioni dei primi contagiati dell'ondata.
Questa ondata e' iniziata intorno al 14 giugno quindi l'inizio della spinta discendente sara' 20 giorni dopo, cioe' il 4 luglio.
Dall'8.2% del 28 giugno, con una salita del +2% al giorno ed altri 6 giorni di salita prima del 4 luglio, la curva salira' di un +1.2% arrivando cosi' al 9.4%.
Il picco dovrebbe percio' arrivare intorno al 10%, che e' un livello piu' alto del 6% del picco della quarta ondata dell'estate 2021.
Questo livello piu' alto del picco (limitato dal caldo estivo) e' dovuto alla maggiore contagiosita' del virus attuale ed alla percentuale piu' bassa di persone protette da vaccinazione.
Facciamo queste previsioni come verifica del nostro modello di comprensione dei meccanismi che governano l'evoluzione della pandemia (modello a soglia). Se risultano poi giuste in buona misura, consideriamo maggiormente vicine alla realta' le ipotesi su cui e' stato basato il modello e le spiegazioni che diamo di quanto accade.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (28 giugno 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 8.2%, poco sopra al al 7.5% di ieri.
Si tratta della conferma della fine dei due picchi effimeri del 24 ed il 26 giugno con la conseguente definizione del livello di base dei picchi effimeri, su cui deve passare la linea viola d'interpolazione dell'ondata, che non deve includere i picchi effimeri, perche' i relativi contagi si esauriscono in soli 2 o 3 giorni (essendo contagi effimeri di persone immunizzate).
L'andamento in salita della linea viola d'interpolazione disegnata nei giorni scorsi viene quindi rivista, perche' deve passare per le basi degli ultimi due picchi effimeri ed e' stata percio' ridisegnata ora piu' in basso.
Con questa nuova pendenza di salita la curva passa dal 6.6% del 21 giugno all'8.2% del 28 giugno e quindi si riduce dal +0.5%/giorno precedente a poco piu' del +0.2%/giorno attuale.
E' una pendenza di salita piu' simile a quella dei picco precedente, visibile a sinistra sulla linea viola d'interpolazione nel grafico dei dati recenti.
Questo fatto suggerisce che il virus prevalente di questa ondata e' dello stesso tipo di quella precedente (Omicron).
Con questa crescita del 0.2% al giorno che dovrebbe interrompersi alla fine di giugno se il tempo di guarigione e' di 20 giorni circa ci aspettiamo che il picco arrivi solo intorno al 9% (il 50% in piu' della quarta ondata dell'agosto 2021 che arrivo' solo al 6% perche' la percentuale dei vaccinati era maggiore di adesso).
Prendiamo quindi atto della modifica di pendenza da apportare alla linea viola d'interpolazione dopo il riconoscimento dei due ultimi picchi effimeri ed inseriamo il nuovo dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 69 e' stato graficato a destra ed e' alto anche perche' dovrebbe contenere una parte dei decessi mancanti nel dato della domenica, come sempre e' accaduto in precedenza.
La particolarita' degna di attenzione sta nel fatto che il dato di domenica non era molto basso come e' sempre accaduto per i dati della domenica.
Mediando il dato di oggi con quelli dei 2 giorni precedenti otteniamo (44 + 63 + 69)/2 = 59 che e' un dato del 34% piu' alto del dato (44) estrapolato lungo la linea viola d'interpolazione dei dati.
Questo fatto, come gia' ipotizzato ieri, sembra annunciare l'inizio della salita della curva dei decessi 14 giorni dopo l'inizio della salita della curva dei contagi, che e' iniziata il 12 giugno.
Se fosse cosi' significherebbe che il ritardo dei decessi rispetto al contagio in questo caso e' di 14 giorni, cioe' un po' superiore ai 12 giorni da noi rilevati per la variante Omicron. Questo potrebbe indicare che siamo in presenza di un miscuglio di almeno due tipi di virus con ritardi di 12 e 18 giorni in misura di 2 a 1. Per esempio: per ogni due contagiati da una sottovariante di tipo Omicron (12 giorni) c'e' un contagiato dalla variante Delta (18 giorni).
Il ritardo rispetto alla risalita dei contagi nel passato per i vari virus e' stato prima di 18 giorni e solo piu' recentemente di 12 giorni.
L'entita' della risalita ci dara' poi una misura diretta di quanto sono letali queste sottovarianti 4 e 5 di Omicron.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (27 giugno 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 7.5%, molto inferiore all'11.8% di ieri.
L'errore statistico, che e' di +1% o -1%, non e' sufficiente a giustificare un crollo di oltre il 4%.
L'unica spiegazione che vediamo e' la precedente presenza di due picchi effimeri il 24 ed il 26 giugno.
L'andamento in salita della linea viola d'interpolazione disegnata nei tre giorni scorsi va quindi rivista, perche' deve passare per le basi dei due picchi effimeri e dovra' percio' essere ridisegnata piu' in basso.
Attendiamo pero' il dato di domani per procedere a questa modifica.
Anche il precedente picco al 12% e' risultato essere un picco effimero perche', per una curva che sta salendo del +0.5% al giorno, il salto dall'8.6% al 12% era eccessivo.
Con una crescita del 0.5% al giorno che abbiamo misurato nei giorni scorsi ci aspettiamo l'altro ieri al 9.5% circa e ieri al 10.0%. Quindi anche il dato di ieri all' 11.8% era troppo alto, anche se compatibile in base al suo errore statistico (indicato in tabella).
Prendiamo quindi atto che le fluttuazioni dei dati sono dovute alla presenza di questi picchi effimeri ed inseriamo questo nuovo dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti , osservando come il dato di oggi si collochi molto sotto alla linea viola d'interpolazione, erroneamente disegnata prima di aver preso conoscenza della presenza di questi due ultimi picchi effimeri (al 12%).

OSSERVAZIONI SUI PICCHI EFFIMERI Negli ultimi 7 giorni abbiamo avuto dei dati molto fluttuanti, addirittura del + o - 4% che hanno creato una situazione apparentemente abbastanza caotica, a cui molte persone, non riuscendo a capire l'origine di queste fluttuazioni, rispondono facendo delle medie settimanali (cosa errata perche' gli apporti dei picchi effimeri, essendo di durata cosi' breve non vanno considerati come i contagi delle persone non immunizzate, che restano contagiose per 20 o 30 giorni).
Noi invece riteniamo di aver scoperto la loro origine, dovuta alla presenza di quelli che abbiamo chiamato i picchi effimeri.
Di questi picchi nell'ultima settimana ne abbiamo avuti 3: uno domenica 19 giugno, e gli ultimi due nel fine settimana successivo (questo appena passato).
Sono stati percio' tanti e molto alti (circa il +4% ognuno).
Che siano stati alti significa che c'e' un'alta percentuale di persone immunizzate a questi virus, perche' i picchi effimeri sono dovuti ai contagi delle persone immunizzate (per questo i relativi contagiati smettono di essere positivi in 3 giorni anziche' 20 o 30).
Che siano stati tre in una settimana, dal 19 al 26 giugno, significa che ci sono nei fine settimana delle attivita' umane che producono molti contagi. Non dovrebbero essere relative alla balneazione perche' in Piemonte, a cui si riferiscono i dati, non c'e' il mare, anche se molti piemontesi non rinunciano di andare in riviera. Noi non sappiamo quali siano queste attivita' cosi' nocive ma sembra che siano svolte nei fine settimana.
Sarebbe utile poterle identificare per poter limitare il loro apporto ai contagi, perche' ricordiamo che ogni picco effimero contribuisce alla salita della curva anche con un incremento "a gradino", proporzionale all'ampiezza del picco, che dura poi per tutto il tempo di guarigione spontanea, che e' di 20 o 30 giorni a secondo del tipo di virus (Omicron o altro).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 63 e' stato graficato a destra ed e' alto perche' dovrebbe contenere anche una parte dei decessi mancanti nel dato della domenica, come sempre e' accaduto in precedenza.
La particolarita' degna di attenzione sta nel fatto che il dato di ieri non era molto basso come e' sempre accaduto per i dati della domenica.
Mediando il dato di oggi con quello di ieri otteniamo (44 + 63)/2 = 53 che e' un dato del 20% piu' alto del dato (44) estrapolato lungo la linea viola d'interpolazione dei dati.
Questo fatto, come gia' ipotizzato ieri, potrebbe annunciare l'inizio della salita della curva dei decessi 14 giorni dopo l'inizio della salita della curva dei contagi.
Vedremo nei prossimi 2 giorni se e' proprio cosi'.
L'entita' della risalita ci dara' poi una misura diretta di quanto sono letali queste sottovarianti 4 e 5 di Omicron.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (26 giugno 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 11.8%, un po' superiore a quanto atteso (ma compatibile con la precedente linea viola d'interpolazione entro gli errori statistici da noi indicati in tabella). I contagi stanno cosi' risalendo dopo il precedente picco effimero al 12%.
Era un picco effimero perche' la curva sta salendo del +0.5% al giorno, per cui il salto dall'8.6% al 12% era eccessivo.
Con una crescita del 0.5% al giorno che abbiamo misurato nei giorni scorsi ci aspettiamo ieri al 9.5% circa ed oggi al 10.0%. Quindi il dato di oggi al 11.8% e' troppo alto, anche se compatibile in base al suo errore statistico (indicato in tabella).
Inseriamo questo nuovo dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti , rilevando che il dato di oggi si colloca sopra la linea viola d'interpolazione disegnata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 44 e' stato graficato a destra e si colloca esattamente sulla linea viola d'interpolazione dei dati.
E' un dato sulla media dell'andamento quasi piatto (leggermente discendente) della curva dei decessi da noi precedentemente graficata (linea viola) ed atteso come conseguenza dell'andamento costante dei contagi di 12 giorni prima (prima della risalita dei contagi).
Siccome di domenica il dato dei decessi e' stato sempre particolarmente basso, il fatto che oggi invece sia al livello giusto potrebbe annunciare la risalita dei decessi attesa, come conseguenza della risalita dei contagi, che e' iniziata il 12 giugno.
Se fosse cosi' significherebbe che il ritardo dei decessi rispetto al contagio in questo caso e' di 14 giorni, cioe' un po' superiore ai 12 giorni da noi rilevati per la variante Omicron. Questo potrebbe indicare che siamo in presenza di un miscuglio di almeno due tipi di virus con ritardi di 12 e 18 giorni in misura di 2 a 1. Per esempio: per ogni due contagiati da una sottovariante di tipo Omicron (12 giorni) c'e' un contagiato dalla variante Delta (18 giorni).
Il ritardo rispetto alla risalita dei contagi nel passato per i vari virus e' stato prima di 18 giorni e solo piu' recentemente di 12 giorni.
L'entita' della risalita ci dara' poi una misura diretta di quanto sono letali queste sottovarianti 4 e 5 di Omicron.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (25 giugno 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 10.0%, inferiore al dato di ieri. I contagi sono cosi' scesi perche' secondo noi il dato di ieri era cosi' alto perche' manifestazione di un picco effimero.
Abbiamo visto che la curva sta salendo del +0.5% al giorno per cui il salto dall'8.6% dell'altro ieri al 12% di ieri era eccessivo. Con una crescita del 0.5% al giorno che abbiamo misurato nei giorni scorsi ci aspettiamo ieri al 9% circa ed oggi al 9.5%. Quindi il dato di oggi al 10% conferma le nostre previsioni, sia della presenza del picco effimero di ieri (infatti l'incremento del +3% di ieri corrisponde proprio all'incremento tipico di un picco effimero , come quelli che abbiamo incontrato in passato: con la discesa del dato di oggi dal 12% al 10% e' evidente sia la nostra interpretazione della presenza del picco effimero che del livello della base del picco effimero, molto vicina al 9.5% previsto dalla nostra linea viola d'interpolazione dei dati di questa ondata: tutto cosi' risulta perfettamente spiegabile, in linea con le nozioni del modello a soglia.
Abbiamo quindi oggi la conferma che il dato scende dal picco effimero anziche' salire ulteriormente oltre il 12% di ieri.
Possiamo cosi' prolungare la linea viola d'interpolazione nel grafico, facendola passare per la base del picco effimero, individuando cosi' qual'e' il livello vero raggiunto dall'ondata in corso.
Inseriamo questo nuovo dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti , rilevando che il dato di oggi ovviamente si colloca proprio sulla linea viola d'interpolazione gia' disegnata.
Anche la forte salita iniziale della curva e' stata dovuta alla presenza di un paio di picchi effimeri , che sono sempre presenti in occasione di importanti apporti di contagi come quelli che hanno dato inizio a questa ondata.
L'andamento dell'ondata principale non e' pero' governato dai livelli dei picchi effimeri, che sono di breve durata (circa 3 giorni) ma dalla base di questi picchi che rappresenta il livello dei contagi delle persone non immunizzate, che restano quindi contagiate per un tempo piu' lungo (20 o 30 giorni a secondo del tipo di virus).
In questo senso abbiamo sempre disegnato nei grafici la linea viola, che rappresenta l'andamento di questa ondata. La nuova pendenza di salita della linea viola nei grafici risulta molto simile a quella dei picchi dei mesi precedenti, come si puo' vedere nei grafici, lasciando cosi' intendere che i virus che si stanno diffondendo ora sono dello stesso tipo dei precedenti, in particolare il tempo di guarigione spontanea (che determina la forma del picco) sembra essere lo stesso.
Non considerando i picchi effimeri, la salita della curva dei contagi fino a ieri risultava passare dal 4.1% del 14 giugno all' 8.6% del 23 giugno (in 9 giorni) pari ad un incremento del +0.5% al giorno.

COSA PREVEDE IL MODELLO A SOGLIA: Noi abbiamo previsto che la curva debba continuare a salire con questa pendenza del +0.5% fino alla fine di giugno: cio' perche' l'inizio della salita di questo picco puo' essere individuata (guardando i grafici e la tabella dei dati) al 12 giugno e se il virus prevalente e' di tipo Omicron il tempo di guarigione spontanea dovrebbe essere di circa 20 giorni (non 30).
Questo significa che 20 giorni dopo il 12 giugno, cioe' il 2 luglio, dovrebbe cominciare ad arrivare la spinta discendente delle prime guarigioni dei contagiati.
Ad oggi quindi la curva ha ancora 6 giorni di salita al +0.5%, cioe' un +3% che, sommato al livello del 10% di oggi, porta il picco di questa ondata poco sopra al 13%, ben inferiore al 21% dei picco precedente (di fine aprile).
Cosi' questa risulterebbe un'ondata simile a quella dell'estate scorsa ( quarta ondata ) che si limito' allora solo al 6% circa per l'alta percentuale di vaccinati, che ora non c'e' piu' e per questo il picco e' piu' alto (circa il doppio).

UN'OSSERVAZIONE INTERESSANTE: Ripetiamo anche oggi che questi livelli piu' bassi dei contagi rispetto alle altre ondate precedenti sono dovuti alle alte temperature estive, che riducono il tempo di attivita' dei virus nell'ambiente e quindi la loro capacita' di accumulo in cariche virali piu' intense.
Il fatto che la temperatura ambientale alta dimezzi l'altezza del picco testimonia l'importanza dei contagi indiretti tra persone: possiamo infatti pensare allora che circa la meta' dei contagi avvengano non per inalazione ma da cariche virali accumulatesi nell'ambiente e raccolte toccando le cose che ci circondano.
La mascherina costituirebbe allora solo un 50% della protezione dal contagio, mentre l'altro 50% sarebbe da delegare all'igiene ed alla protezione delle mani che raccolgono cariche virali dall'ambiente (perche' i virus che si fissano sulle mani poi riescono quasi sempre a trovare il modo di introdursi nell'organismo ed infettarlo).
Questa ulteriore cautela (in aggiunta alla mascherina), una volta accertata l'efficacia, sarebbe un utilissimo insegnamento per riuscire a ridurre il numero di persone infettabili e quindi l'altezza dei picchi delle ondate ed i successivi decessi, perche' oggi questa cautela non viene sufficientemente seguita, almeno non quanto l'uso delle mascherine.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 40 e' stato graficato a destra e si colloca esattamente sulla linea viola d'interpolazione dei dati.
E' un dato sulla media dell'andamento quasi piatto (leggermente discendente) della curva dei decessi da noi precedentemente graficata (linea viola) ed atteso come conseguenza dell'andamento costante dei contagi di 12 giorni prima (prima della risalita dei contagi).
Non e' quindi ancora arrivata la risalita dei decessi, conseguenti alla risalita dei contagi, che tra poco inevitabilmente dovranno salire.
Sara' particolarmente interessante misurare allora il ritardo rispetto alla risalita dei contagi (che nel passato per i vari virus e' stato prima di 18 giorni e piu' recentemente di 12 giorni) e l'entita' della risalita che ci dara' una misura diretta di quanto sono letali queste sottovarianti 4 e 5 di Omicron.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (24 giugno 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 12.0%, molto superiore al dato di ieri. E' cosi' alto perche' secondo noi include anche un picco effimero.
Per cui la curva sale ancora ma il salto dall'8.6% di ieri al 12% di oggi e' eccessivo. Con una crescita del 0.5% al giorno che abbiamo misurato nei giorni scorsi ci saremmo aspettati un 9% circa: ebbene l'ulteriore +3% che abbiamo oggi e' proprio l'incremento tipico di un picco effimero , come quelli che abbiamo incontrato in passato: cosi' anche questo dato cosi' alto risulta perfettamente spiegabile.
La conferma l'avremo domani quando dovremo vedere il dato scendere dal picco effimero anziche' salire ulteriormente.
Aspettiamo percio' il dato di domani per prolungare la linea viola d'interpolazione nel grafico, perche' ci aspettiamo che il dato di domani scenda dal picco effimero, indicandoci cosi' qual'e' il livello vero raggiunto dall'ondata in corso.
Inseriamo questo nuovo dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti , rilevando che il dato di oggi ovviamente si colloca sopra la linea viola d'interpolazione gia' disegnata.
Anche la forte salita iniziale della curva e' stata dovuta alla presenza di un paio di picchi effimeri , che sono sempre presenti in occasione di importanti apporti di contagi come quelli che hanno dato inizio a questa ondata.
L'andamento dell'ondata principale non e' pero' governato dai livelli dei picchi effimeri, che sono di breve durata (circa 3 giorni) ma dalla base di questi picchi che rappresenta il livello dei contagi delle persone non immunizzate, che restano quindi contagiate per un tempo piu' lungo (20 o 30 giorni a secondo del tipo di virus).
In questo senso abbiamo sempre disegnato nei grafici la linea viola, che rappresenta l'andamento di questa ondata. La nuova pendenza di salita della linea viola nei grafici risulta molto simile a quella dei picchi dei mesi precedenti, come si puo' vedere nei grafici, lasciando cosi' intendere che i virus che si stanno diffondendo ora sono dello stesso tipo dei precedenti, in particolare il tempo di guarigione spontanea (che determina la forma del picco) sembra essere lo stesso.
Non considerando i picchi effimeri, la salita della curva dei contagi fino a ieri risultava passare dal 4.1% del 14 giugno all' 8.6% del 23 giugno (9 giorni) pari al +0.5% al giorno.
Per questo abbiamo previsto che la curva dovrebbe continuare a salire con questa pendenza fino alla fine di giugno, arrivando probabilmente poco sopra al 12%.
Infatti la curva dovrebbe salire per 20 giorni, che e' il probabile tempo di guarigione dei virus della famiglia Omicron, e per questo il picco dovrebbe verificarsi a fine giugno: cosi' risulterebbe un'ondata simile a quella dell'estate scorsa ( quarta ondata ) che si limito' allora solo al 6% circa per l'alta percentuale di vaccinati, che ora non c'e' piu' (cosi' il picco sara' alto probabilmente il doppio.

UN'OSSERVAZIONE INTERESSANTE: Ripetiamo anche oggi che questi livelli piu' bassi dei contagi rispetto alle altre ondate precedenti sono dovuti alle alte temperature estive, che riducono il tempo di attivita' dei virus nell'ambiente e quindi la loro capacita' di accumulo in cariche virali piu' intense.
Il fatto che la temperatura ambientale alta dimezzi l'altezza del picco testimonia l'importanza dei contagi indiretti tra persone: possiamo infatti pensare allora che circa la meta' dei contagi avvengano non per inalazione ma da cariche virali accumulatesi nell'ambiente e raccolte toccando le cose che ci circondano.
La mascherina costituirebbe allora solo un 50% della protezione dal contagio, mentre l'altro 50% sarebbe da delegare all'igiene ed alla protezione delle mani che raccolgono cariche virali dall'ambiente (perche' i virus che si fissano sulle mani poi riescono quasi sempre a trovare il modo di introdursi nell'organismo ed infettarlo).
Questa ulteriore cautela (in aggiunta alla mascherina), una volta accertata l'efficacia, sarebbe un utilissimo insegnamento per riuscire a ridurre il numero di persone infettabili e quindi l'altezza dei picchi delle ondate ed i successivi decessi, perche' oggi questa cautela non viene sufficientemente seguita, almeno non quanto l'uso delle mascherine.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 51 e' stato graficato a destra.
E' un dato sulla media dell'andamento quasi piatto della curva dei decessi da noi precedentemente graficata (linea viola) ed atteso come conseguenza dell'andamento costante dei contagi di 12 giorni prima (prima della risalita dei contagi).
Non e' quindi ancora arrivata la risalita dei decessi, conseguenti alla risalita dei contagi, che tra poco inevitabilmente dovranno salire.
Sara' particolarmente interessante misurare allora il ritardo rispetto alla risalita dei contagi (che nel passato per i vari virus e' stato prima di 18 giorni e piu' recentemente di 12 giorni) e l'entita' della risalita che ci dara' una misura diretta di quanto sono letali queste sottovarianti 4 e 5 di Omicron.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (23 giugno 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 8.6%, superiore al dato di ieri.
Inseriamo questo nuovo dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti , rilevando che si colloca bene sulla linea viola d'interpolazione gia' disegnata in precedenza.
La forte salita iniziale della curva evidentemente e' stata dovuta alla presenza di un paio di picchi effimeri , che sono sempre presenti in occasione degli importanti apporti di contagi che hanno dato inizio a questa ondata.
L'andamento dell'ondata principale non e' pero' governato dai livelli dei picchi effimeri, che sono di breve durata (circa 3 giorni) ma dalla base di questi picchi che rappresenta il livello dei contagi delle persone non immunizzate, che restano quindi contagiate per un tempo piu' lungo (20 o 30 giorni a secondo del tipo di virus).
In questo senso abbiamo cosi' disegnato nei grafici la linea viola, che rappresenta l'andamento di questa ondata. La nuova pendenza di salita della linea viola nei grafici risulta cosi' minore e risulta ora uguale a quella dei picchi dei mesi precedenti, come si puo' vedere nei grafici, lasciando cosi' intendere che i virus che si stanno diffondendo ora sono dello stesso tipo dei precedenti, in particolare il tempo di guarigione spontanea (che determina la forma del picco) sembra essere lo stesso.
Non considerando i picchi effimeri, l'attuale salita della curva dei contagi risulta quindi ridimensionata e tale da passare dal 4.1% del 14 giugno all' 8.6% del 23 giugno (9 giorni) pari al +0.5% al giorno.
A questo punto la curva dovrebbe continuare a salire con questa pendenza fino alla fine di giugno, arrivando probabilmente al 12%.
Infatti la curva dovrebbe salire per 20 giorni, che e' il probabile tempo di guarigione dei virus della famiglia Omicron, e per questo il picco dovrebbe verificarsi a fine giugno: cosi' risulterebbe un'ondata simile a quella dell'estate scorsa ( quarta ondata ) che si limito' allora solo al 6% circa per l'alta percentuale di vaccinati, che ora non c'e' piu'.

UN'OSSERVAZIONE INTERESSANTE: Questi livelli piu' bassi dei contagi rispetto alle altre ondate precedenti sono dovuti alle alte temperature estive, che riducono il tempo di attivita' dei virus nell'ambiente e quindi la loro capacita' di accumulo in cariche virali piu' intense.
Il fatto che la temperatura ambientale alta dimezzi l'altezza del picco testimonia l'importanza dei contagi indiretti tra persone: possiamo infatti pensare allora che circa la meta' dei contagi avvengano non per inalazione ma da cariche virali accumulatesi nell'ambiente e raccolte toccando le cose che ci circondano.
La mascherina costituirebbe allora solo un 50% della protezione dal contagio, mentre l'altro 50% sarebbe da delegare all'igiene ed alla protezione delle mani che raccolgono cariche virali dall'ambiente (perche' i virus che si fissano sulle mani poi riescono quasi sempre poi a trovare il modo di introdursi nell'organismo ed infettare).
Questa ulteriore cautela (in aggiunta alla mascherina), una volta accertata l'efficacia, sarebbe un utilissimo insegnamento per riuscire a ridurre il numero di persone infettabili e quindi l'altezza dei picchi delle ondate ed i successivi decessi.

UN'OSSERVAZIONE NECESSARIA SUI DATI DEI CONTAGI: Gia' abbiamo avuto modo di rilevare nelle nostre verifiche di affidabilita' dei dati, che i test antigenici sembravano mostrare una maggiore efficienza di rilevazione dei casi positivi.
Questa osservazione trova conferma anche oggi in una percentuale piu' alta di casi positivi, se si usano solo i dati antigenici, che oggi sono 2490 / 14634 = 17.0% (piu' simile a quelli pubblicati dai vari organi di stampa), cioe' una percentuale DOPPIA rispetto a quella che noi troviamo usando i dati dei soli test molecolari (ritenuti piu' affidabili).
Non sappiamo perche questo accada ora mentre prima di maggio non era cosi', come abbiamo rilevato in questo lavoro con le nostre verifiche di affidabilita' dei dati.
Comunque noi ovviamente continueremo a lavorare sui dati dei soli test molecolari, ritenuti piu' affidabili: quindi il livello dei contagi per noi oggi e' 8.6% e non 17%.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 75 e' stato graficato a destra.
E' un dato piu' alto (un paio di deviazioni standard) rispetto all'andamento piatto della curva dei decessi di questi giorni, da noi atteso come conseguenza dell'andamento costante dei contagi di 12 giorni prima (prima della risalita dei contagi).
Non crediamo che sia questo l'inizio della risalita dei decessi, conseguenti alla risalita dei contagi, ma tra poco inevitabilmente dovranno salire.
Sara' particolarmente interessante misurare allora il ritardo rispetto alla risalita dei contagi (che nel passato per i vari virus e' stato prima di 18 giorni e piu' recentemente di 12 giorni) e l'entita' della risalita che ci dara' una misura diretta di quanto sono letali queste sottovarianti 4 e 5 di Omicron.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (22 giugno 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 7.1%, di poco superiore al dato di ieri.
Inseriamo questo nuovo dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti , rilevando che si colloca bene sulla linea viola d'interpolazione gia' disegnata in precedenza.
La forte salita dei giorni scorsi evidentemente e' stata dovuta alla presenza di un paio di picchi effimeri , come sempre accade in occasione di importanti apporti di contagi.
L'andamento dell'ondata principale non e' pero' governato dai levelli dei picchi effimeri, che sono di breve durata (circa 3 giorni) ma dalla base di questi picchi che rappresenta il livello dei contagi delle persone non immunizzate, che restano quindi contagiate per un tempo piu' lungo (20 o 30 giorni a secondo del tipo di virus).
In questo senso abbiamo cosi' disegnato nei grafici la linea viola, che rappresenta l'andamento di questa ondata. La nuova pendenza di salita della linea viola nei grafici risulta cosi' molto ridotta e risulta ora uguale a quella dei picchi dei mesi precedenti, come si puo' vedere nei grafici, lasciando cosi' intendere che i virus che si stanno diffondendo ora sono dello stesso tipo dei precedenti, in particolare il tempo di guarigione spontanea (che determina la forma del picco) sembra essere lo stesso.
Non avendo considerato i picchi effimeri, la salita della curva dei contagi risulta quindi ridimensionata e tale da passare dal 4.1% al 7.1% in una settimana (+0.4% al giorno).
A questo punto la curva dovrebbe continuare a salire con questa pendenza fino alla fine di giugno, arrivando poco sopra al 10% (il picco dovrebbe essere a fine giugno): cosi' risulterebbe una mini-ondata, simile a quella dell'estate scorsa ( quarta ondata ) che si limito' allora al 6% circa per l'alta percentuale di vaccinati. I livelli piu' bassi del solito sono dovuti alle alte temperature estive.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 50 e' stato graficato a destra.
E' un dato che conferma l'andamento piatto della curva dei decessi in questi giorni, come da noi atteso come conseguenza dell'andamento costante dei contagi di 12 giorni prima (prima della risalita dei contagi).

OSSERVAZIONI SULL'INIZIO DI QUESTA NUOVA ONDATA (22 giugno 2022)
Nei dati del Piemonte, da noi graficati, c'e' stato un'importante evento di produzione di nuovi contagi che ha prodotto l'inizio di questa nuova ondata con un paio di picchi effimeri , come sempre accade in occasione di importanti apporti di contagi.
Questi picchi sono stati molto alti ed essendo dovuti ai contagi delle persone immunizzate (che guariscono in 3 giorni) significa che le persone immunizzate a questo virus (Omicron5?) sono molto numerose.
Ne deduciamo che non e' un nuovo virus ma uno stesso gia' presente nei picchi precedenti.
Quindi tempo di guarigione spontanea e larghezza del picco dovrebbe essere uguale ai picchi precedenti.
La pendenza di salita iniziale della curva e' infatti coerente con questa ipotesi.
Ribadiamo percio' che, se il tempo di guarigione spontanea sara' anche in questo caso di 20 giorni, la curva dovrebbe continuare la sua salita fino alla fine di giugno, raggiungendo un livello di picco dipendente dal numero di persone infettabili, che a sua volta dipende sia dalla percentuale di persone gia' immunizzate (che e' alta, come abbiamo detto) che dalle cautele adottate dalla popolazione se correttamente informata che l'epidemia e' in atto.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (21 giugno 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 6.6%, di poco inferiore al dato di ieri.
Inseriamo questo nuovo dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti.
Dobbiamo cosi' concludere che la forte salita dei giorni scorsi evidentemente e' stata dovuta alla presenza di un paio di picchi effimeri , come sempre accade in occasione di importanti apporti di contagi.
L'andamento dell'ondata principale non e' pero' governato dai levelli dei picchi effimeri, che sono di breve durata (circa 3 giorni) ma dalla base di questi picchi che rappresenta il livello dei contagi delle persone non immunizzate, che restano quindi contagiate per un tempo piu' lungo (20 o 30 giorni a secondo del tipo di virus).
In questo senso abbiamo cosi' disegnato nei grafici la linea viola, che rappresenta l'andamento di questa ondata. La nuova pendenza di salita della linea viola nei grafici risulta cosi' molto ridotta e risulta ora uguale a quella dei picchi dei mesi precedenti, come si puo' vedere nei grafici, lasciando cosi' intendere che i virus che si stanno diffondendo ora sono dello stesso tipo dei precedenti, in particolare il tempo di guarigione spontanea (che determina la forma del picco) sembra essere lo stesso.
Non avendo considerato i picchi effimeri, la salita della curva dei contagi risulta quindi ridimensionata e tale da passare dal 4.1% al 6.6% in una settimana (+0.4% al giorno).
A questo punto la curva potrebbe continuare a salire con questa pendenza fino alla fine di giugno, arrivando intorno al 10% ma c'e' anche la possibilita' che non salga molto piu' di cosi' (il picco dovrebbe essere a fine giugno): in tal caso risulterebbe allora una mini-ondata, simile a quella dell'estate scorsa ( quarta ondata ) che si limito' al 6% circa. I livelli piu' bassi sono dovuti alle attuali alte temperature.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 62 e' stato graficato a destra.
Essendo un dato successivo a quello della domenica e' un po' piu' alto perche' include anche una parte dei decessi mancanti nel dato di domenica. Provvediamo ora a mediare questo dato con quelli dei due giorni precedenti, come al solito: (18 + 59 + 62)/3 = 46 , media che e' esattamente sulla linea viola d'interpolazione gia' disegnata in precedenza e praticamente identica a quella di 7 giorni fa (47) a conferma che la curva dei decessi e' praticamente costante in questi giorni, come da noi atteso come conseguenza dell'andamento costante dei contagi di 12 giorni prima (prima della risalita dei contagi).

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (20 giugno 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonte e' 7.0%, in netto calo rispetto al dato di ieri.
La salita impressionante segnalata nei giorni scorsi evidentemente e' stata accentuata dalla presenza di uno o due picchi effimeri , come sempre accade in occasione di importanti apporti di contagi.
L'andamento dell'ondata principale come abbiamo imparato non e' governato dai levelli dei picchi effimeri che sono di breve durata (circa 3 giorni) ma dalla base di questi picchi che rappresenta il livello dei contagi delle persone non immunizzate, che restano quindi contagiate per un tempo piu' lungo (20 o 30 giorni a secondo del tipo di virus).
In questo senso abbiamo corretto nei grafici la linea viola, che rappresenta l'andamento di questa ondata. La nuova pendenza di salita della linea viola nei grafici risulta uguale a quella dei picchi dei mesi precedenti, lasciando intendere che i virus che si stanno diffondendo ora sono dello stesso tipo dei precedenti, in particolare il tempo di guarigione spontanea (che determina la forma del picco) sembra essere lo stesso.
Non avendo considerato i picchi effimeri la salita della curva dei contagi risulta quindi ridimensionata ma resta comunque abbastanza importante (come quella dei picchi precedenti).
Quindi per limitarne la salita bisogna ridurre subito il numero di persone infettabili, non con le vaccinazioni perche' non siamo piu' in tempo utile, ma riducendo le probabilita' di contagio (mascherine e restrizioni varie).
Deve cosi' considerarsi terminato il processo delle riaperture progressive, per iniziare un mese di seria presa di coscienza di una situazione comunque grave: bisogna confidare soprattutto, secondo noi, nell'accresciuta consapevolezza e serieta' della popolazione, piu' che in nuove restrizioni certamente impopolari e percio' meno efficaci nel periodo estivo.

PREVISIONE: Se il virus prevalente che si sta diffondendo facendo risalire la curva e' del tipo Omicron, sappiamo che ha un tempo di guarigione spontanea di circa 20 giorni. La curva quindi continuera' a salire fino alla fine di giugno, perche' le guarigioni dei nuovi contagiati cominceranno ad arrivare in numero sempre maggiore dopo 20 giorni dall'inizio dell'ondata.
Dovremmo quindi avere l'attenuazione della salita della curva a fine giugno, ad un livello che dipende dal numero di persone infettabili, cioe' non immunizzate dal vaccino o da una precedente infezione anche inconsapevole (asintomatica).
Nella quarta ondata (variante Delta), innescata dai festeggiamenti avvenuti su scala nazionale l'11 luglio 2021 per la vittoria dell'Italia alla finale della coppa europea di calcio, il livello massimo raggiunto fu piuttosto contenuto (6%), sia perche' il livello delle vaccinazioni era molto alto (al 90% delle persone vaccinabili), che per la minore resistenza della variante Delta alle alte temperature estive. Ora purtroppo il livello delle immunizzazioni e' minore, per cui la curva salira' di piu'.
Cosa ha dato inizio a questa nuova ondata non lo sappiamo ma c'e' sempre una causa scatenante. Certamente contibuti non piccoli dovrebbero essere venuti da grandi manifestazioni popolari tenutesi in questi giorni, tra cui una in Piemonte a cui dovrebbero aver partecipato 150.000 persone (secondo le notizie di stampa).
Si deve far capire ai vari organizzatori di manifestazioni popolari che in tempi di Covid questi eventi non devono piu' aver luogo, perche' sono ad altissimo rischio in quanto potrebbero comportare un costo elevatissimo (addirittura migliaia di vite umane, se si innesca una nuova ondata come quella attuale: infatti tra 10 giorni i decessi cominceranno a salire e potrebbero poi rimanere molti, troppi, per piu di un mese).

Inseriamo quindi il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti. Si noti in quest'ultimo grafico la linea viola disegnata in risalita, su cui il dato odierno si colloca esattamente.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 59 e' stato graficato a destra.
Essendo un dato successivo a quello della domenica e' un po' piu' alto perche' include anche una parte dei decessi mancanti nel dato di ieri. Provvederemo a mediare questo dato anche con quello di domani, come al solito.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (19 giugno 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi in Piemonta e' 11.3%, in netto crescita rispetto ai dati precedenti.
Continua quindi la salita impressionante, che e' stata favorita dal livello di partenza non basso dei contagi (piu' del 3%, che erano le persone infette che contribuivano alla diffusione dei contagi): negli ultimi 6 giorni la curva e' salita del +1.4% al giorno (picchi effimeri inclusi)
4.1%       5.7%       7%       8%       6.3%       11.3%
e potrebbe continuare cosi' per altre due settimane (perche' il tempo di guarigione e' almeno di 20 giorni), superando cosi' le ondate precedenti malgrado le alte temperature estive attuali (significa che questi virus sono molto contagiosi ed anche capaci di resistere piu' a lungo nell'ambiente alle alte temperature estive).

CONSEGUENZE: Se le cose stanno veramente cosi', per limitare la salita della curva bisogna ridurre subito il numero di persone infettabili, non con le vaccinazioni perche' non siamo piu' in tempo utile, ma riducendo le probabilita' di contagio (mascherine e restrizioni varie).
Termina cosi' il processo delle riaperture progressive, per iniziare un mese di seria presa di coscienza di una situazione grave: bisogna confidare soprattutto, secondo noi, nell'accresciuta consapevolezza e serieta' della popolazione, piu' che in nuove restrizioni certamente impopolari e percio' meno efficaci nel periodo estivo.

PREVISIONE: Se il virus prevalente che si sta diffondendo facendo risalire la curva e' del tipo Omicron, sappiamo che ha un tempo di guarigione spontanea di circa 20 giorni. La curva quindi continuera' a salire fino alla fine di giugno, perche' le guarigioni dei nuovi contagiati cominceranno ad arrivare in numero sempre maggiore dopo 20 giorni dall'inizio dell'ondata.
Dovremmo quindi avere l'attenuazione della salita della curva a fine giugno, ad un livello che dipende dal numero di persone infettabili, cioe' non immunizzate dal vaccino o da una precedente infezione anche inconsapevole (asintomatica).
Nella quarta ondata (variante Delta), innescata dai festeggiamenti avvenuti su scala nazionale l'11 luglio 2021 per la vittoria dell'Italia alla finale della coppa europea di calcio, il livello massimo raggiunto fu piuttosto contenuto (6%), sia perche' il livello delle vaccinazioni era molto alto (al 90% delle persone vaccinabili), che per la minore resistenza della variante Delta alle alte temperature estive. Ora purtroppo il livello delle immunizzazioni e' minore, per cui la curva salira' di piu'.
Cosa ha dato inizio a questa nuova ondata non lo sappiamo ma c'e' sempre una causa scatenante. Certamente contibuti non piccoli dovrebbero essere venuti da grandi manifestazioni popolari tenutesi in questi giorni, tra cui una in Piemonte a cui dovrebbero aver partecipato 150.000 persone (secondo le notizie di stampa).
Si deve far capire ai vari organizzatori di manifestazioni popolari che in tempi di Covid questi eventi non devono piu' aver luogo, perche' sono ad altissimo rischio in quanto potrebbero comportare un costo elevatissimo (addirittura migliaia di vite umane, se si innesca una nuova ondata come quella attuale: infatti tra 10 giorni i decessi cominceranno a salire e potrebbero diventare molti, comunque sempre troppi).

Inseriamo quindi il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti. Si noti in quest'ultimo grafico la linea viola disegnata in risalita, su cui il dato odierno si colloca esattamente.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 18 e' stato graficato a destra.
Essendo un dato della domenica era prevedibile che fosse particolarmente basso (evidentemente nei giorni festivi i dati dagli ospedali arrivano in modo solo parziale). Provvederemo a mediare questo dato con quelli dei prossimi 2 giorni, come al solito.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (18 giugno 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi e' 6.3%, in netto calo rispetto all'andamento dei 4 dati precedenti.
Se questo calo e' vero, e' una buona notizia perche' pur confermando l'inizio della risalita dei contagi ne riduce la velocita' di salita che ieri abbiamo tracciato con la linea viola d'interpolazione nei grafici.
La spiegazione piu' probabile di questo calo e' che i dati precedenti salivano cosi' rapidamente perche' contengono un picco effimero che ha aumentato il livello degli ultimi due dati, accentuando cosi', ma solo in modo apparente, la velocita' di salita della curva.
Con il dato di domani potremo valutare meglio l'entita' di questo picco effimero e disegnare in modo piu' appropriato la linea viola d'interpolazione dei dati, riducendo le nostre preoccupazioni per le conseguenze espresse nel commento di ieri.
Potremo allora fare meglio le nostre previsioni sull'evoluzione futura di questa nuova ondata.
Inseriamo quindi il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti ma aspettiamo il dato di domani per correggere l'andamento della linea viola gia' disegnata, in base ai dati disponibili fino a ieri.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 45 e' stato graficato a destra.
Questo dato e' consistente con la media dei precedenti 4 dati (47) e si colloca esattamente sulla linea viola d'interpolazione da noi disegnata in precedenza.
Infatti l'andamento dei decessi deve procedere cosi', senza imprevisti, perche' questi sono i decessi conseguenti ai contagi della zona quasi piatta della curva dei contagi durata quasi 3 settimane (quella che mostrava di tendere ad un fondo costante intorno al 3%).
Quindi ci aspettiamo che anche nei decessi dei prossimi giorni continui questo andamento leggermente decrescente.
L'inizio della risalita dei decessi, che ci sara' come conseguenza dell'attuale risalita dei contagi, ci permettera' poi di valutare il ritardo del decesso rispetto al contagio per il tipo di virus che e' stato prevalente in questi giorni. In passato avevamo stimato un ritardo di 18 giorni per la variante Delta, mentre questo ritardo si era ridotto a soli 12 giorni circa con la variante Omicron (e simili).
PREVISIONE: Se l'attuale risalita della curva dei contagi fosse dovuta alle sottovarianti BA4 e BA5, dovremmo veder risalire la curva dei decessi 12 giorni dopo l'inizio della risalita della curva dei contagi, cioe' intorno al 24 giugno.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (17 giugno 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, al 8.0%, e' accettabile perche' abbiamo deciso di interrompere i test di affidabilita' del dato fatti nei giorni scorsi.
Quindi grafichiamo il dato di oggi considerandolo nella nostra analisi della quinta ondata.

RISALITA DEI CONTAGI: Anche il dato odierno, e' coerente con il precedente andamento crescente della nostra linea viola d'interpolazione, e conferma la risalita della curva oltre il fondo di contagi, che abbiamo individuato come il valore costante a cui per ben 3 settimane ha mostrato di tendere la curva. Questo valore limite, che abbiamo ritenuto essere verosimilmente intorno al 3%, in base al grafico dei dati recenti e' secondo noi molto alto, se confrontato a quello dell'anno scorso (0.6%).
L'inizio di risalita dei contagi, ben visibile nel grafico dei dati interpolati (linea viola), dovrebbe essere stato causato, come gia' anticipato nei giorni scorsi, non da festeggiamenti o da un abbassamento della temperatura ma dall'arrivo delle nuove sottovarianti BA4 e BA5, piu' contagiose di Omicron e che risultano essere gia' presenti in Italia intorno al 15%.
E' una salita impressionante, favorita dal livello non basso dei contagi (piu' del 3%, che sono le persone infette stanno contribuendo alla diffusione dei contagi): negli ultimi 4 giorni la curva e' salita del +1.3% al giorno
4.1%       5.7%       7%       8%
e potrebbe continuare cosi' per altre due settimane (perche' il tempo di guarigione e' almeno di 20 giorni), superando cosi' le ondate precedenti, malgrado le alte temperature estive attuali (significa che questi virus sono contagiosissimi ed anche capaci di resistere piu' a lungo nell'ambiente alle alte temperature estive).

CONSEGUENZE: Se le cose stanno cosi' per limitare la salita della curva bisogna ridurre subito il numero di persone infettabili, non con le vaccinazioni perche' non siamo piu' in tempo utile, ma riducendo le probabilita' di contagio (mascherine e restrizioni varie).
Terminerebbe cosi' il processo delle riaperture progressive per iniziare un mese di seria presa di coscienza di una situazione grave: bisogna confidare soprattutto, secondo noi, nella accresciuta consapevolezza e serieta' della popolazione, piu' che in nuove restrizioni certamente impopolari e percio' meno efficaci nel periodo estivo.

PREVISIONE: Se il virus prevalente che si sta diffondendo facendo risalire la curva e' del tipo Omicron, sappiamo che ha un tempo di guarigione spontanea di circa 20 giorni. La curva quindi continuera' a salire fino alla fine di giugno, perche' le guarigioni dei nuovi contagiati cominceranno ad arrivare in numero sempre maggiore dopo 20 giorni dall'inizio dell'ondata.
Dovremmo quindi avere l'attenuazione della salita della curva a fine giugno, ad un livello che dipende dal numero di persone infettabili, cioe' non immunizzate dal vaccino o da una precedente infezione anche inconsapevole (asintomatica).
Nella quarta ondata (variante Delta), innescata dai festeggiamenti avvenuti su scala nazionale l'11 luglio 2021 per la vittoria dell'Italia alla finale della coppa europea di calcio, il livello massimo raggiunto fu piuttosto contenuto (6%), perche' il livello delle vaccinazioni era molto alto, al 90% delle persone vaccinabili. Ora purtroppo non siamo stati cosi' diligenti, per cui sta salendo di piu'.

Inseriamo quindi il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti. Si noti in quest'ultimo grafico la linea viola disegnata in risalita, su cui il dato odierno si colloca esattamente.

IL FONDO DEGLI ASINTOMATICI: Ricordiamoci che l'informazione cruciale che volevamo ricavare nei giorni passati (prima della risalita) e' stato il livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici , che potrebbe condizionare i nostri comportamenti per tutta l'estate prossima.
La curva dei contagi sembrava tendere al 3% circa, come si vede nel grafico dei dati recenti , dove il livello si era mantenuto basso, di poco superiore al 3%, e lentamente decrescente per ben tre settimane, lasciando intendere che quello al 3% potesse essere il livello attuale del fondo degli asintomatici (livello asintotico per la curva dei contagi).
Il 3% sarebbe un valore altissimo se confrontato allo 0.6% che avevamo nell'estate scorsa, come si puo' vedere (in basso a sinistra) nel grafico della quarta ondata.
Quella da noi intravista nel grafico dei dati recenti sarebbe sicuramente la manifestazione di un' epidemia di asintomatici MULTIPLA, prodotta da tanti tipi di virus diversi (quasi tutti quelli che hanno imperversato nei mesi passati), tutti quelli con tempo di guarigione spontanea lungo almeno 30 giorni, che coesistono simultaneamente perpetuando la loro presenza tra la popolazione ignara; cio' in attesa del freddo autunnale, per potersi poi scatenare nuovamente generando nuove ondate epidemiche, che potendo partire da un livello di fondo piu' alto, quindi con piu' asintomatici che contribuiscono a diffondere i contagi, diventano anche piu' probabili.
A noi risulta che questa pandemia funziona cosi' (purtroppo).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 41 e' stato graficato a destra.
Questo dato un po' inferiore alla media dei precedenti 4 dati (47) e si colloca esattamente sulla linea viola d'interpolazione da noi disegnata in precedenza.
L'andamento dei decessi dovrebbe procedere cosi', senza imprevisti, perche' sono quelli conseguenti ai contagi della zona quasi piatta della curva dei contagi (quella che mostrava di tendere ad un fondo costante intorno al 3%).
Quindi ci aspettiamo anche nei decessi dei prossimi giorni che continui questo andamento leggermente decrescente.
L'inizio della risalita dei decessi, che ci sara' come conseguenza dell'attuale risalita dei contagi, ci permettera' poi di valutare il ritardo del decesso rispetto al contagio per il tipo di virus che e' stato prevalente in questi giorni. In passato avevamo stimato un ritardo di 18 giorni per la variante Delta, mentre questo ritardo si era ridotto a soli 12 giorni circa con la variante Omicron (e simili).
PREVISIONE: Se l'attuale risalita della curva dei contagi fosse dovuta alle sottovarianti BA4 e BA5, dovremmo veder risalire la curva dei decessi 12 giorni dopo l'inizio della risalita della curva dei contagi, cioe' intorno al 24 giugno.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (16 giugno 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, al 7.0%, e' accettabile perche' abbiamo deciso di interrompere i test di affidabilita' del dato fatti nei giorni scorsi.
Quindi grafichiamo il dato di oggi considerandolo nella nostra analisi della quinta ondata.

C'e' una risalita dei contagi: Anche il dato odierno, e' coerente con il precedente andamento crescente della nostra linea viola d'interpolazione, e contribuisce a confermare la risalita della curva oltre il fondo di contagi, che abbiamo individuato come il valore costante a cui per ben 3 settimane ha mostrato di tendere la curva. Questo valore limite, che riteniamo essere verosimilmente intorno al 3%, in base al grafico dei dati recenti e' secondo noi molto alto, se confrontato a quello dell'anno scorso (0.6%).
L'inizio di risalita dei contagi, ben visibile nel grafico dei dati interpolati (linea viola), dovrebbe essere stato causato, come gia' anticipato nei giorni scorsi, non da festeggiamenti (che questa volta non ci sono stati perche' l'Italia ha perso 5 a 2 con la Germania) o da un abbassamento della temperatura ma dall'arrivo delle nuove sottovarianti BA4 e BA5, piu' contagiose di Omicron e che risultano essere gia' presenti in Italia intorno al 15%.

PREVISIONE: Se il virus prevalente che si sta diffondendo facendo risalire la curva e' del tipo Omicron, sappiamo che ha un tempo di guarigione spontanea di circa 20 giorni. La curva quindi continuera' a salire fino alla fine di giugno, perche' le guarigioni dei nuovi contagiati cominceranno ad arrivare in numero sempre maggiore dopo 20 giorni dall'inizio dell'ondata.
Dovremmo quindi avere l'attenuazione della salita della curva a fine giugno, ad un livello che dipende dal numero di persone infettabili, cioe' non immunizzate dal vaccino o da una precedente infezione anche inconsapevole (asintomatica).
Nella quarta ondata (variante Delta), innescata dai festeggiamenti avvenuti su scala nazionale l'11 luglio 2021 per la vittoria dell'Italia alla finale della coppa europea di calcio, il livello massimo raggiunto fu piuttosto contenuto (6%), perche' il livello delle vaccinazioni era molto alto, al 90% delle persone vaccinabili. Ora purtroppo non siamo stati cosi' diligenti, per cui ci aspettiamo che salga di piu'.

Inseriamo quindi il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti (dove i dati da noi ritenuti piu' affidabili, cioe' con parametro VARIAZ. minore, sono quelli segnati in rosso). Si noti in quest'ultimo grafico la linea viola che e' stata disegnata in risalita (sulla base degli ultimi 5 dati) su cui il dato odierno si colloca esattamente.

Il fondo degli asintomatici: Ricordiamoci che l'informazione cruciale che vogliamo ricavare dai dati di questi giorni (prima di un'eventuale risalita) e' il livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici , che potrebbe condizionare i nostri comportamenti per tutta l'estate prossima.
Finora la curva dei contagi sembrava tendere al 3% circa, come si vede nel grafico dei dati recenti , dove il livello si era mantenuto basso, di poco superiore al 3%, e lentamente decrescente per ben tre settimane, lasciando intendere che quello al 3% possa essere il livello attuale del fondo degli asintomatici (livello asintotico per la curva dei contagi).
Il 3% sarebbe un valore altissimo se confrontato allo 0.6% che avevamo nell'estate scorsa, come si puo' vedere (in basso a sinistra) nel grafico della quarta ondata.
Quella da noi intravista nel grafico dei dati recenti sarebbe sicuramente la manifestazione di un' epidemia di asintomatici MULTIPLA, prodotta da tanti tipi di virus diversi (quasi tutti quelli che hanno imperversato nei mesi passati), tutti quelli con tempo di guarigione spontanea lungo almeno 30 giorni, che coesistono simultaneamente perpetuando la loro presenza tra la popolazione ignara; cio' in attesa del freddo autunnale, per potersi poi scatenare nuovamente generando nuove ondate epidemiche, che potendo partire da un livello di fondo piu' alto, quindi con piu' asintomatici che contribuiscono a diffondere i contagi, diventano anche piu' probabili.
A noi risulta che questa pandemia funziona cosi' (purtroppo).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 64 e' stato graficato a destra.
Questo dato un po' superiore alla media dei precedenti 4 dati (47) e si colloca percio' un po' sopra alla linea viola d'interpolazione da noi disegnata in precedenza.
L'andamento dei decessi dovrebbe procedere senza imprevisti, perche' sono quelli conseguenti ai contagi della zona quasi piatta della curva dei contagi (quella che mostrava di tendere ad un fondo costante intorno al 3%).
Quindi ci aspettiamo anche nei decessi dei prossimi giorni un andamento leggermente decrescente.
L'inizio della risalita dei decessi, che ci sara', ci permettera' poi di valutare il ritardo del decesso rispetto al contagio per il tipo di virus che e' stato prevalente in questi giorni. In passato avevamo stimato un ritardo di 18 giorni per la variante Delta, mentre questo ritardo si era ridotto a soli 12 giorni circa per la variante Omicron (e simili).
PREVISIONE: Se l'attuale risalita della curva dei contagi fosse dovuta alle sottovarianti BA4 e BA5 dovremmo veder risalire la curva dei decessi 12 giorni dopo l'inizio della risalita della curva dei contagi, cioe' intorno al 24 giugno.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (15 giugno 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, al 5.7%, e' ancora un dato per noi anomalo, perche' il parametro VARIAZ. e' positivo, al +6.7% (vedi la tabella del confronto seguente).

VERIFICA SUI DATI DI OGGI: Per valutare l'affidabilita' del dato di oggi calcoliamo il parametro VARIAZ. che risulta positivo al +6.7%, come si vede nella seguente tabella del confronto:

GIORNO TOT.TEST ANTIGEN RAPPORTO POS.TOT. POS.ANTIG RAPPORTO VARIAZ. PERC.
23/05 L136671267992.8%69467196.7%+3.9%2.3%
24/05 M173711524287.7%1600152095.0%+7.3%3.8%
25/05 M146671268886.5%1189111293.5%+7.0%3.9%
26/05 G157811398288.6%1274120694.7%+6.1%3.8%
27/05 V142541312892.1% 859 80393.5%+1.4%5.0%
28/05 S242262251592.9%1023 95993.7%+0.8%3.7%
29/05 D8818792189.8%656 61293.3%+3.5%4.9%
30/05 L9773899292.0%340 31592.6%+0.6%3.2%
31/05 M167231451186.8%1310 125595.8%+9.0%2.5%
01/06 M131921131485.8%1004 93192.7%+6.9%3.9%
02/06 G118291025686.7%715 66492.9%+6.2%3.2%
03/06 V5894518187.9%393 35490.1%+2.2%5.5%
04/06 S178991650792.2%1190114696.3%+4.1%3.2%
05/06 D7470690692.4%70066494.9%+2.5%6.4%
06/06 L9746858688.1%51946990.4%+2.3%4.3%
07/06 M166071446087.1%1609154095.7%+8.6%3.2%
08/06 M123931073586.6%1153109695.0%+8.4%3.2%
09/06 G125631083686.2%1233115293.4%+7.2%4.7%
10/06 V128301177691.8%91487595.7%+3.9%3.7%
11/06 S166991532491.8%100895895.0%+3.9%3.6%
12/06 D8489772491.0%86482895.8%+4.8%4.7%
13/06 L8620778890.2%54750692.5%+2.3%4.9%
14/06 M155821361587.4%1992191195.9%+8.5%4.1%
15/06 M126231106787.7%1581149294.4%+6.7%5.7%

Anche oggi la percentuale dei test antigenici positivi (1492/1581) e' del 94.4%, piu' alta di quella degli antigenici nei test totali (11067/12623), di cui fanno parte, che e' dell' 87.7% (un po' inferiore), con un valore del parametro VARIAZ.=+6.7% superiore a quello di ieri.
Anche il dato di oggi ha il parametro VARIAZ. positivo, quindi non possiamo ancora ritenere che il problema che ci sembra di aver riscontrato nei dati dei giorni passati sia risolto: dobbiamo evidentemente accettare i dati cosi' come sono, assumendo che da maggio in poi sono stati progressivamente usati dei test antigenici sempre piu' efficienti.
Quindi grafichiamo il dato di oggi considerandolo nella nostra analisi della quinta ondata, anche se il suo parametro VARIAZ. e' molto positivo.

C'e' una risalita dei contagi? Anche il dato odierno, e' superiore al precedente livello della nostra linea viola d'interpolazione, e contribuisce a confermare un inizio di risalita oltre il fondo di contagi, che si era finora mantenuto ad un valore costante piuttosto alto, verosimilmente intorno al 3%, in base al grafico dei dati recenti.
Un inizio di risalita dei contagi, come quello da noi ipotizzato nel grafico interpolato (linea viola) potrebbe essere causato, come da noi gia' anticipato nei giorni scorsi, dall'arrivo delle nuove sottovarianti BA4 e BA5, piu' contagiose di Omicron e che sembrano essere gia' presenti in Italia intorno al 15%.
Non dobbiamo dimenticare inoltre che la crescita della nostra curva dei contagi potrebbe essere attenuata e resa meno visibile dagli alti valori dei test antigenici positivi di questi giorni, che si stanno manifestando con i dati VARIAZ. molto positivi, che hanno l'effetto di abbassare i valori dei test molecolari positivi (da noi graficati dopo averli ricavati per differenza dai test totali). Cio' potrebbe causare un ritardo nella nostra rilevazione di un'eventuale risalita dei contagi.
Inseriamo quindi il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti (dove i dati da noi ritenuti piu' affidabili, perche' con parametro VARIAZ. minore, sono quelli segnati in rosso). Si noti in quest'ultimo grafico la linea viola che e' stata ipotizzata in risalita (sulla base dei soli ultimi quattro dati) su cui il dato odierno si colloca esattamente.

Il fondo degli asintomatici: Ricordiamoci che l'informazione cruciale che vogliamo ricavare dai dati di questi giorni (prima di un'eventuale risalita) e' il livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici , che potrebbe condizionare i nostri comportamenti per tutta l'estate prossima.
Finora la curva dei contagi sembrava tendere al 3% circa, come si vede nel grafico dei dati recenti , dove il livello si era mantenuto basso, di poco superiore al 3%, e lentamente decrescente per ben tre settimane, lasciando intendere che quello al 3% possa essere il livello attuale del fondo degli asintomatici (livello asintotico per la curva dei contagi).
Il 3% sarebbe un valore altissimo se confrontato allo 0.6% che avevamo nell'estate scorsa, come si puo' vedere (in basso a sinistra) nel grafico della quarta ondata.
Quella da noi intravista nel grafico dei dati recenti sarebbe sicuramente la manifestazione di un' epidemia di asintomatici MULTIPLA, prodotta da tanti tipi di virus diversi (quasi tutti quelli che hanno imperversato nei mesi passati), tutti quelli con tempo di guarigione spontanea lungo almeno 30 giorni, che coesistono simultaneamente perpetuando la loro presenza tra la popolazione ignara; cio' in attesa del freddo autunnale, per potersi poi scatenare nuovamente generando nuove ondate epidemiche, che potendo partire da un livello di fondo piu' alto, quindi con piu' asintomatici che contribuiscono a diffondere i contagi, diventano anche piu' probabili.
A noi risulta che questa pandemia funziona cosi' (purtroppo).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 48 e' stato graficato a destra.
Questo dato non contiene piu' i decessi mancanti al dato della domenica, che e' stato particolarmente basso perche' probabilmente nei giorni festivi i dati dagli ospedali arrivano in modo solo parziale. Infatti il dato e' praticamente identico alla media dei precedenti tre dati che abbiamo calcolato ieri (47) e si colloca percio' esattamente sulla linea viola d'interpolazione da noi disegnata in precedenza.
L'andamento dei decessi procede senza imprevisti perche' sono quelli conseguenti ai contagi della zona quasi piatta della curva dei contagi (quella che mostrava di tendere ad un fondo costante intorno al 3%).
Quindi ci aspettiamo anche nei decessi dei prossimi giorni un andamento leggermente decrescente.
L'inizio della risalita dei decessi ci permettera' poi di valutare il ritardo del decesso rispetto al contagio per il tipo di virus che e' stato prevalente in questi giorni. In passato avevamo stimato un ritardo di 18 giorni per la variante Delta, mentre questo ritardo si era ridotto a soli 12 giorni circa per la variante Omicron (e simili).
PREVISIONE: Se l'attuale risalita della curva dei contagi fosse dovuta alle sottovarianti BA4 e BA5 dovremmo veder risalire la curva dei decessi 12 giorni dopo l'inizio della risalita della curva dei contagi, cioe' intorno al 24 giugno.

LA RISALITA DEI CONTAGI (15 giugno 2022)
Dopo un'ondata il livello dei contagi di questa pandemia diminuisce fino a raggiungere un valore di fondo, che e' il livello a cui si e' instaurato l'equilibrio tra il numero di nuovi contagi prodotti dall' epidemia degli asintomatici (che spinge in salita i contagi) ed il numero di guarigioni spontanee dei contagiati (che spinge in discesa i contagi).
L'estate scorsa (2021) questo livello di fondo era piuttosto basso, allo 0.6%, come si puo' vedere (in basso a sinistra) nel grafico della quarta ondata.
Ora sembrerebbe essere al 3% circa, in base al grafico dei dati recenti.
Da questo livello di equilibrio puo' iniziare una risalita dei contagi se si verificano le condizioni che favoriscono l'aumento dei contagi come:
  • Un abbassamento della temperatura ambientale in cui il processo di accumulo delle cariche virali nell'ambiente si accentua, per l'aumento del tempo in cui i virus restano attivi nell'ambiente favorendo cosi' la diffusione dei virus.
  • Ogni altra condizione che contribuisce all'abbassamento delle difese immunitarie (come il freddo o abitudini consolidate caratteristiche di una popolazione, ecc.), favorendo cosi' una maggiore diffusione dei virus.
  • Produzione eccezionale di nuovi contagi, per esempio in festeggiamenti di massa in occasione di un successo sportivo importante: e' stato clamoroso l'episodio della quarta ondata (variante Delta), innescata dai festeggiamenti avvenuti su scala nazionale l'11 luglio 2021 per la vittoria dell'Italia alla finale della coppa europea di calcio, e da noi conteggiata come quarta ondata, perche' ne aveva tutte le caratteristiche anche se con un livello massimo raggiunto piuttosto contenuto perche' il livello delle vaccinazioni era arrivato al 90% delle persone vaccinabili (avendo ieri l'Italia perso 5 a 2 con la Germania stavolta non rischiamo nulla!).
    Un importante insegnamento della quarta ondata e' stato che, anche se il livello di partenza dei contagi e' particolarmente basso, come lo 0.6% dell'epidemia degli asintomatici del luglio 2021, in presenza di uno stimolo importante (come sono stati gli assembramenti per i festeggiamenti popolari seguiti all'11 luglio) l'ondata epidemica inizia lo stesso.
  • L'arrivo di nuove varianti non presenti nell'epidemia degli asintomatici in atto. Questo potrebbe essere il caso della risalita attuale dei contagi per l'arrivo delle nuove sottovarianti BA4 e BA5, piu' contagiose di Omicron e che sembrano essere gia' presenti in Italia intorno al 15%.
Il meccanismo che governa l'evoluzione di queste epidemie e' elementare, e' lo stesso del Covid e dipende dal numero di persone infette. I contagi sono prodotti dalle persone infette (asintomatiche) che circolano e percio' piu' sono numerose e piu' la produzione di nuovi contagiati e' alta; poi quando arriva all'equilibrio in cui la crescita dei contagi e' compensata esattamente dal numero delle guarigioni che avvengono allora il livello dei contagi rimane costante (questo livello di equilibrio e' il fondo degli asintomatici).
Lo stesso fenomeno si puo' verificare con tanti altri tipi di virus tra cui probabilmente anche il vaiolo delle scimmie: si verifica cosi' inizialmente un'espansione progressiva dell'epidemia (infatti i casi stanno aumentando), finche' non cominciano ad arrivare le prime guarigioni spontanee che, riducendo il numero di persone contagiate (e contagiose), riducono anche la produzione dei nuovi contagi.
Si arriva cosi' ad una situazione di equilibrio endemico, in cui il numero dei nuovi contagi eguaglia il numero di persone che guariscono, in assenza di interventi medici efficaci (vaccini o farmaci).
Piu' la contagiosita' e' bassa piu' e' facile ridurre il numero di questi eventi e cosi' bloccare l'evoluzione dell'epidemia.
Si tratta di quella che abbiamo chiamato la regola canonica che dev'essere sempre rispettata, non solo nel procedere alle riaperture cioe' quando l'ondata epidemica sta calando, ma anche quando un'ondata sta per iniziare, come nel caso del vaiolo delle scimmie. Conviene fare il massimo sforzo subito per mantenere il livello dei contagi il piu' basso possibile (quando il livello e' basso anche lo sforzo necessario e' minore).
Con questo tipo di vaiolo sembra che la contagiosita' sia abbastanza bassa per consentire di bloccare l'epidemia con facilita' ma prima si interviene e meglio e', perche' piu' contagiati ci sono e piu' numerose sono le occasioni di contagio e quindi la diffusione dell'epidemia.
Con l'epidemia degli asintomatici tanti tipi di virus si assicurano una presenza perpetua nella popolazione, che subisce poi periodicamente il riacutizzarsi delle relative patologie (per esempio raffreddore, influenza, ecc.) non appena si verificano le condizioni sopra elencate che favoriscono una maggiore diffusione dei virus tra la popolazione.
Cosi' e' il pianeta Terra: un mondo abitato in prevalenza da microrganismi e virus con cui dobbiamo necessariamente convivere.
E' importante studiare e capire i meccanismi che governano l'evoluzione di queste epidemie per riuscire a conviverci meglio.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (14 giugno 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, al 4.1%, e' ancora un dato per noi anomalo, perche' il parametro VARIAZ. e' positivo, al +8.5% (vedi la tabella del confronto seguente).

VERIFICA SUI DATI DI OGGI: Per valutare l'affidabilita' del dato di oggi calcoliamo il parametro VARIAZ. che risulta positivo al +8.5%, come si vede nella seguente tabella del confronto:

GIORNO TOT.TEST ANTIGEN RAPPORTO POS.TOT. POS.ANTIG RAPPORTO VARIAZ. PERC.
23/05 L136671267992.8%69467196.7%+3.9%2.3%
24/05 M173711524287.7%1600152095.0%+7.3%3.8%
25/05 M146671268886.5%1189111293.5%+7.0%3.9%
26/05 G157811398288.6%1274120694.7%+6.1%3.8%
27/05 V142541312892.1% 859 80393.5%+1.4%5.0%
28/05 S242262251592.9%1023 95993.7%+0.8%3.7%
29/05 D8818792189.8%656 61293.3%+3.5%4.9%
30/05 L9773899292.0%340 31592.6%+0.6%3.2%
31/05 M167231451186.8%1310 125595.8%+9.0%2.5%
01/06 M131921131485.8%1004 93192.7%+6.9%3.9%
02/06 G118291025686.7%715 66492.9%+6.2%3.2%
03/06 V5894518187.9%393 35490.1%+2.2%5.5%
04/06 S178991650792.2%1190114696.3%+4.1%3.2%
05/06 D7470690692.4%70066494.9%+2.5%6.4%
06/06 L9746858688.1%51946990.4%+2.3%4.3%
07/06 M166071446087.1%1609154095.7%+8.6%3.2%
08/06 M123931073586.6%1153109695.0%+8.4%3.2%
09/06 G125631083686.2%1233115293.4%+7.2%4.7%
10/06 V128301177691.8%91487595.7%+3.9%3.7%
11/06 S166991532491.8%100895895.0%+3.9%3.6%
12/06 D8489772491.0%86482895.8%+4.8%4.7%
13/06 L8620778890.2%54750692.5%+2.3%4.9%
14/06 M155821361587.4%1992191195.9%+8.5%4.1%

Anche oggi la percentuale dei test antigenici positivi (1911/1992) e' del 95.9%, piu' alta di quella degli antigenici nei test totali (13615/15582), di cui fanno parte, che e' dell' 87.4% (un po' inferiore), con un valore del parametro VARIAZ.=+8.5% superiore a quello di ieri.
Anche il dato di oggi ha il parametro VARIAZ. positivo, quindi non possiamo ancora ritenere che il problema che ci sembra di aver riscontrato nei dati dei giorni passati sia risolto: dobbiamo evidentemente accettare i dati cosi' come sono, assumendo che da maggio in poi sono stati progressivamente usati dei test antigenici sempre piu' efficienti.
Quindi grafichiamo il dato di oggi considerandolo nella nostra analisi della quinta ondata, anche se il suo parametro VARIAZ. e' molto positivo.

C'e' una risalita dei contagi? Anche il dato odierno, e' superiore al precedente livello della nostra linea viola d'interpolazione, e contribuisce a confermare un inizio di risalita oltre il fondo di contagi, che si era finora mantenuto ad un valore costante piuttosto alto, verosimilmente intorno al 3%, in base al grafico dei dati recenti.
Un inizio di risalita dei contagi, come quello da noi ipotizzato nel grafico interpolato (linea viola) potrebbe essere causato, come da noi gia' anticipato nei giorni scorsi, dall'arrivo delle nuove sottovarianti BA4 e BA5, piu' contagiose di Omicron e che sembrano essere gia' presenti in Italia intorno al 15%.
Non dobbiamo dimenticare inoltre che la crescita della nostra curva dei contagi potrebbe essere attenuata e resa meno visibile dagli alti valori dei test antigenici positivi di questi giorni, che si stanno manifestando con i dati VARIAZ. molto positivi, che hanno l'effetto di abbassare i valori dei test molecolari positivi (da noi graficati dopo averli ricavati per differenza dai test totali). Cio' potrebbe causare un ritardo nella nostra rilevazione di un'eventuale risalita dei contagi.
Inseriamo quindi il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti:


(dove i dati da noi ritenuti piu' affidabili, perche' con parametro VARIAZ. minore, sono quelli segnati in rosso). Si noti in quest'ultimo grafico la linea viola che e' stata ipotizzata in risalita (anche se sulla base dei soli ultimi tre dati).

Il fondo degli asintomatici: Ricordiamoci che l'informazione cruciale che vogliamo ricavare dai dati di questi giorni (prima di un'eventuale risalita) e' il livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici , che potrebbe condizionare i nostri comportamenti per tutta l'estate prossima.
Finora la curva dei contagi sembrava tendere al 3% circa, come si vede nel grafico dei dati recenti , dove il livello si era mantenuto basso, di poco superiore al 3%, e lentamente decrescente per ben tre settimane, lasciando intendere che quello al 3% possa essere il livello attuale del fondo degli asintomatici (livello asintotico per la curva dei contagi).
Il 3% sarebbe un valore altissimo se confrontato allo 0.6% che avevamo nell'estate scorsa, come si puo' vedere (in basso a sinistra) nel grafico della quarta ondata.
Quella da noi intravista nel grafico dei dati recenti sarebbe sicuramente la manifestazione di un' epidemia di asintomatici MULTIPLA, prodotta da tanti tipi di virus diversi (quasi tutti quelli che hanno imperversato nei mesi passati), tutti quelli con tempo di guarigione spontanea lungo almeno 30 giorni, che coesistono simultaneamente perpetuando la loro presenza tra la popolazione ignara; cio' in attesa del freddo autunnale, per potersi poi scatenare nuovamente generando nuove ondate epidemiche, che potendo partire da un livello di fondo piu' alto, quindi con piu' asintomatici che contribuiscono a diffondere i contagi, diventano anche piu' probabili.
A noi risulta che questa pandemia funziona cosi' (purtroppo).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 73 e' stato graficato a destra.
Anche questo e' un dato superiore a quello della domenica, che e' stato particolarmente basso perche' probabilmente nei giorni festivi i dati dagli ospedali arrivano in modo parziale. Provvediamo ora a mediare gli ultimi tre dati, come facciamo di solito per ottenere il dato medio dei 3 giorni: (26+41+73)/3 = 47

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (13 giugno 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, al 4.9%, e' ancora un dato per noi anomalo, perche' il parametro VARIAZ. e' positivo, al +2.3% (vedi la tabella del confronto seguente).

VERIFICA SUI DATI DI OGGI: Per valutare l'affidabilita' del dato di oggi calcoliamo il parametro VARIAZ. che risulta positivo al +2.3%, come si vede nella seguente tabella del confronto:

GIORNO TOT.TEST ANTIGEN RAPPORTO POS.TOT. POS.ANTIG RAPPORTO VARIAZ. PERC.
23/05 L136671267992.8%69467196.7%+3.9%2.3%
24/05 M173711524287.7%1600152095.0%+7.3%3.8%
25/05 M146671268886.5%1189111293.5%+7.0%3.9%
26/05 G157811398288.6%1274120694.7%+6.1%3.8%
27/05 V142541312892.1% 859 80393.5%+1.4%5.0%
28/05 S242262251592.9%1023 95993.7%+0.8%3.7%
29/05 D8818792189.8%656 61293.3%+3.5%4.9%
30/05 L9773899292.0%340 31592.6%+0.6%3.2%
31/05 M167231451186.8%1310 125595.8%+9.0%2.5%
01/06 M131921131485.8%1004 93192.7%+6.9%3.9%
02/06 G118291025686.7%715 66492.9%+6.2%3.2%
03/06 V5894518187.9%393 35490.1%+2.2%5.5%
04/06 S178991650792.2%1190114696.3%+4.1%3.2%
05/06 D7470690692.4%70066494.9%+2.5%6.4%
06/06 L9746858688.1%51946990.4%+2.3%4.3%
07/06 M166071446087.1%1609154095.7%+8.6%3.2%
08/06 M123931073586.6%1153109695.0%+8.4%3.2%
09/06 G125631083686.2%1233115293.4%+7.2%4.7%
10/06 V128301177691.8%91487595.7%+3.9%3.7%
11/06 S166991532491.8%100895895.0%+3.9%3.6%
12/06 D8489772491.0%86482895.8%+4.8%4.7%
13/06 L8620778890.2%54750692.5%+2.3%4.9%

Forse e' un dato piu' affidabile: Anche oggi la percentuale dei test antigenici positivi (506/547) e' del 92.5%, piu' alta di quella degli antigenici nei test totali (7788/8620), di cui fanno parte, che e' dell' 90.2% (un po' inferiore), con un valore del parametro VARIAZ.=+2.3% inferiore a quello di ieri.
Anche il dato di oggi ha il parametro VARIAZ. positivo, quindi non possiamo ancora ritenere che il problema che ci sembra di aver riscontrato nei dati dei giorni passati sia risolto: dobbiamo evidentemente accettare i dati cosi' come sono.
Quindi grafichiamo il dato di oggi e vogliamo anche considerarlo nella nostra analisi della quinta ondata, dato che il suo parametro VARIAZ. e' si positivo ma non cosi' tanto come nei giorni precedenti e per questo forse piu' affidabile.

C'e' una risalita dei contagi? Cosi' il dato odierno, essendo superiore al precedente livello della nostra linea viola d'interpolazione, indicherebbe un inizio di risalita oltre il fondo di contagi, che si era finora mantenuto ad un valore costante piuttosto alto, verosimilmente intorno al 3%, in base al grafico dei dati recenti.
Un inizio di risalita dei contagi, come quello da noi ipotizzato nel grafico interpolato (linea viola) potrebbe essere causato, come da noi gia' anticipato nei giorni scorsi, dall'arrivo delle nuove sottovarianti BA4 e BA5, piu' contagiose di Omicron e che sembrano essere gia' presenti in Italia intorno al 15%.
Non dobbiamo dimenticare inoltre che la crescita della nostra curva dei contagi potrebbe essere attenuata e resa meno visibile dagli alti valori dei test antigenici positivi di questi giorni, che si stanno manifestando con i dati VARIAZ. molto positivi, che hanno l'effetto di abbassare i valori dei test molecolari positivi (da noi graficati dopo averli ricavati per differenza dai test totali). Cio' potrebbe causare un ritardo nella nostra rilevazione di un'eventuale risalita dei contagi.
Inseriamo quindi il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti (dove i dati da noi ritenuti piu' affidabili sono quelli segnati in rosso). Si noti in quest'ultimo grafico la linea viola che e' stata ipotizzata in risalita (anche se sulla base dei soli ultimi due dati).

Il fondo degli asintomatici: Ricordiamoci che l'informazione cruciale che vogliamo ricavare dai dati di questi giorni (prima di un'eventuale risalita) e' il livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici , che potrebbe condizionare i nostri comportamenti per tutta l'estate prossima.
Finora sembrava tendere al 3% circa, come si vede nel grafico dei dati recenti. Il 3% sarebbe un valore altissimo se confrontato allo 0.6% che avevamo nell'estate scorsa, come si puo' vedere (in basso a sinistra) nel grafico della quarta ondata.
Quella da noi intravista nel grafico dei dati recenti sarebbe sicuramente la manifestazione di un' epidemia di asintomatici MULTIPLA, prodotta da tanti tipi di virus diversi (quasi tutti quelli che hanno imperversato nei mesi passati), tutti quelli con tempo di guarigione spontanea lungo almeno 30 giorni, che coesistono simultaneamente perpetuando la loro presenza tra la popolazione ignara; cio' in attesa del freddo autunnale, per potersi poi scatenare nuovamente generando nuove ondate epidemiche, che potendo partire da un livello di fondo piu' alto, quindi con piu' asintomatici che contribuiscono a diffondere i contagi, diventano anche piu' probabili.
A noi risulta che questa pandemia funziona cosi' (purtroppo).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 41 e' stato graficato a destra.
Come al solito e' un dato superiore a quello della domenica, che e' stato particolarmente basso perche' probabilmente nei giorni festivi i dati dagli ospedali arrivano in modo parziale. Provvederemo a mediare questi due dati con quello di domani, come dobbiamo fare di solito.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (12 giugno 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, al 4.7%, e' ancora un dato anomalo, perche' il parametro VARIAZ. e' positivo, al +4.8% (vedi la tabella del confronto seguente).

VERIFICA SUI DATI DI OGGI: Per valutare l'affidabilita' del dato di oggi calcoliamo il parametro VARIAZ. che risulta positivo al +4.8%, come si vede nella seguente tabella del confronto:

GIORNO TOT.TEST ANTIGEN RAPPORTO POS.TOT. POS.ANTIG RAPPORTO VARIAZ. PERC.
23/05 L136671267992.8%69467196.7%+3.9%2.3%
24/05 M173711524287.7%1600152095.0%+7.3%3.8%
25/05 M146671268886.5%1189111293.5%+7.0%3.9%
26/05 G157811398288.6%1274120694.7%+6.1%3.8%
27/05 V142541312892.1% 859 80393.5%+1.4%5.0%
28/05 S242262251592.9%1023 95993.7%+0.8%3.7%
29/05 D8818792189.8%656 61293.3%+3.5%4.9%
30/05 L9773899292.0%340 31592.6%+0.6%3.2%
31/05 M167231451186.8%1310 125595.8%+9.0%2.5%
01/06 M131921131485.8%1004 93192.7%+6.9%3.9%
02/06 G118291025686.7%715 66492.9%+6.2%3.2%
03/06 V5894518187.9%393 35490.1%+2.2%5.5%
04/06 S178991650792.2%1190114696.3%+4.1%3.2%
05/06 D7470690692.4%70066494.9%+2.5%6.4%
06/06 L9746858688.1%51946990.4%+2.3%4.3%
07/06 M166071446087.1%1609154095.7%+8.6%3.2%
08/06 M123931073586.6%1153109695.0%+8.4%3.2%
09/06 G125631083686.2%1233115293.4%+7.2%4.7%
10/06 V128301177691.8%91487595.7%+3.9%3.7%
11/06 S166991532491.8%100895895.0%+3.9%3.6%
12/06 D8489772491.0%86482895.8%+4.8%4.7%

Anche oggi la percentuale dei test antigenici positivi (828/864) e' del 95.8%, piu' alta di quella degli antigenici nei test totali (7724/8489), di cui fanno parte, che e' dell' 91.0% (inferiore), con un valore del parametro VARIAZ.=+4.8% superiore a quello di ieri.
Anche il dato di oggi ha il parametro VARIAZ. positivo, quindi non possiamo ancora ritenere che il problema che ci sembra di aver riscontrato nei dati dei giorni passati sia risolto: dobbiamo evidentemente accettare i dati cosi' come sono.
Quindi grafichiamo il dato di oggi, che NON intendiamo considerare nella nostra analisi della quinta ondata e che essendo superiore al livello della nostra linea viola d'interpolazione, potrebbe non concordare con l'esistenza di un fondo di contagi ad un valore costante piuttosto alto finora verosimile, intorno al 3%.
Un inizio di risalita dei contagi, che potrebbe verificarsi per l'arrivo delle nuove sottovarianti BA4 e BA5, piu' contagiose di Omicron e gia' presenti sembra intorno al 15% potrebbe comparire. Cio' mentre la crescita della curva dei contagi potrebbe essere attenuata e resa meno visibile dagli alti valori dei test antigenici positivi di questi giorni, che si stanno manifestando con i dati VARIAZ. molto positivi, che hanno l'effetto di abbassare i valori dei test molecolari positivi (da noi graficati dopo averli ricavati per differenza dai test totali).
Ci potrebbe essere quindi un ritardo nella nostra rilevazione di un'eventuale risalita dei contagi.
Inseriamo il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti (dove i dati ritenuti piu' affidabili sono quelli segnati in rosso).
Ricordiamoci che l'informazione cruciale che vogliamo ricavare dai dati di questi giorni (se non risalgono) e' il livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici , che potrebbe condizionare i nostri comportamenti per tutta l'estate prossima.
Per ora sembrerebbe tendere al 3% circa, che sarebbe un valore altissimo se confrontato allo 0.6% che avevamo nell'estate scorsa, come si puo' vedere (in basso a sinistra) nel grafico della quarta ondata.
Sarebbe sicuramente la manifestazione di un' epidemia di asintomatici MULTIPLA, prodotta da tanti tipi di virus diversi (quasi tutti quelli che hanno imperversato nei mesi passati), tutti quelli con tempo di guarigione spontanea lungo almeno 30 giorni, che coesistono simultaneamente perpetuando la loro presenza tra la popolazione ignara; cio' in attesa del freddo autunnale, per potersi poi scatenare nuovamente generando nuove ondate epidemiche, che potendo partire da un livello di fondo piu' alto, quindi con piu' asintomatici che contribuiscono a diffondere i contagi, diventano anche piu' probabili.
A noi risulta che questa pandemia funziona cosi' (purtroppo).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati dove il dato odierno di 26 e' stato graficato a destra.
Essendo un dato della domenica era prevedibile che fosse particolarmente basso (evidentemente nei giorni festivi i dati dagli ospedali arrivano in modo parziale). Provvederemo a mediare questo dato con quelli dei prossimi giorni, come al solito.

COSA SIGNIFICHEREBBE UN FONDO DI CONTAGI ALTO (12 giugno 2022)
Sarebbe una pessima notizia. Spieghiamo perche'.
Il fondo di contagi dell'epidemia degli asintomatici l'estate scorsa era abbastanza basso, allo 0.6% come si puo' vedere in basso a sinistra nel grafico della quarta ondata.
L'andamento del grafico dei dati recenti:


lascia temere che ora questo fondo possa essere salito dal 0.6% al 3%, cinque volte di piu'.
Se fosse veramente cosi' a nostro avviso questo significherebbe una sola cosa: che siamo di fronte ad un'epidemia multipla di asintomatici, cioe' un'epidemia simultanea di tanti tipi di virus diversi, tutti con tempo di guarigione spontanea lungo (almeno 30 giorni), che si sono sviluppati dopo la prima ondata di ogni tipo di virus e che ora si mantengono indefinitamente su una popolazione inconsapevole di costituire un allevamento che consente ai virus di perpetuare la loro esistenza tra noi.
Da una tale eventualita' possiamo dedurre due conclusioni importanti:
  1. L'immunita' naturale acquisita dopo un'infezione non e' duratura ma le reinfezioni accadono con probabilita' non trascurabile. Questo perche' nelle varie ondate che si sono succedute dal 2020 in poi con livelli di picco superiori al 10% e durate lunghe anche piu' di un mese una grande parte della popolazione a sua insaputa e' stata infettata: ogni 2 mesi di contagi al 10% viene infettato il 20% della popolazione per il turn-over dei contagi.
    Se l'immunita' acquisita dalle persone infettate fosse di lunga durata non si svilupperebbe oggi un'epidemia di asintomatici di quel tipo di virus: quindi l'immunita' naturale che viene acquisita e' di durata medio-breve e le reinfezioni sono possibili.
  2. Verosimilmente l'immunita' naturate ad un tipo di virus acquisita dopo un'infezione (asintomatica) protegge poco (o nulla) dalle infezioni degli altri tipo di virus e si rimane percio' vulnerabili . Questo potrebbe spiegare l'alta partecipazione della popolazione ad un'epidemia di asintomatici multipla ad un livello cosi' alto (3%).
  3. In qualche modo questa situazione, se si realizzasse, ci appare un fenomeno simile alla cronicita' della pandemia in analogia con la cronicita' degli altri mali che affliggono l'Umanita'.
  4. E' questa la situazione che cercano di scongiurare i cinesi con quei loro lockdown, forse esageratamente lunghi e fortemente penalizzanti per la popolazione. Non sappiamo se sia quella la strada giusta da percorrere ma certamente dovremmo iniziare a combattere seriamente un'altra battaglia: qualla contro la cronicita' della pandemia che e' quantificabile proprio con il livello del fondo dell'epidemia degli asintomatici, di cui finora solo noi discutiamo: riteniamo invece che sarebbe giunto il momento di allargare questa discussione.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (11 giugno 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, al 3.6%, e' ancora un dato anomalo, perche' il parametro VARIAZ. e' positivo, al +3.2% (vedi la tabella del confronto seguente).

VERIFICA SUI DATI DI OGGI: Per valutare l'affidabilita' del dato di oggi calcoliamo il parametro VARIAZ. che risulta positivo al +3.2%, come si vede nella seguente tabella del confronto:

GIORNO TOT.TEST ANTIGEN RAPPORTO POS.TOT. POS.ANTIG RAPPORTO VARIAZ. PERC.
23/05 L136671267992.8%69467196.7%+3.9%2.3%
24/05 M173711524287.7%1600152095.0%+7.3%3.8%
25/05 M146671268886.5%1189111293.5%+7.0%3.9%
26/05 G157811398288.6%1274120694.7%+6.1%3.8%
27/05 V142541312892.1% 859 80393.5%+1.4%5.0%
28/05 S242262251592.9%1023 95993.7%+0.8%3.7%
29/05 D8818792189.8%656 61293.3%+3.5%4.9%
30/05 L9773899292.0%340 31592.6%+0.6%3.2%
31/05 M167231451186.8%1310 125595.8%+9.0%2.5%
01/06 M131921131485.8%1004 93192.7%+6.9%3.9%
02/06 G118291025686.7%715 66492.9%+6.2%3.2%
03/06 V5894518187.9%393 35490.1%+2.2%5.5%
04/06 S178991650792.2%1190114696.3%+4.1%3.2%
05/06 D7470690692.4%70066494.9%+2.5%6.4%
06/06 L9746858688.1%51946990.4%+2.3%4.3%
07/06 M166071446087.1%1609154095.7%+8.6%3.2%
08/06 M123931073586.6%1153109695.0%+8.4%3.2%
09/06 G125631083686.2%1233115293.4%+7.2%4.7%
10/06 V128301177691.8%91487595.7%+3.9%3.7%
11/06 S166991532491.8%100895895.0%+3.9%3.6%

Anche oggi la percentuale dei test antigenici positivi (958/1008) e' del 95.0%, piu' alta di quella degli antigenici nei test totali (15324/16699), di cui fanno parte, che e' dell' 91.8% (inferiore), con un valore del parametro VARIAZ.=+3.2% simile a quello di ieri.
Anche il dato di oggi ha il parametro VARIAZ. positivo, quindi non possiamo ancora ritenere che il problema che ci sembra di aver riscontrato nei dati dei giorni passati sia risolto: dobbiamo evidentemente accettare i dati cosi' come sono.
Quindi grafichiamo il dato di oggi, che NON intendiamo considerare nella nostra analisi della quinta ondata e che essendo di poco superiore al livello della nostra linea viola d'interpolazione, sembrerebbe indicare l'esistenza di un fondo di contagi ad un valore costante piuttosto alto, addirittura intorno al 3%.
Quindi non appare un inizio di risalita dei contagi, che potrebbe verificarsi per l'arrivo delle nuove sottovarianti BA4 e BA5, piu' contagiose di Omicron e gia' presenti sembra intorno al 15%. Cio' mentre la crescita della curva dei contagi potrebbe essere attenuata e resa meno visibile dagli alti valori dei test antigenici positivi di questi giorni, che si stanno manifestando con i dati VARIAZ. molto positivi, che hanno l'effetto di abbassare i valori dei test molecolari positivi (da noi graficati dopo averli ricavati per differenza dai test totali).
Ci potrebbe essere quindi un ritardo nella nostra rilevazione di un'eventuale risalita dei contagi.
Inseriamo il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti (dove i dati ritenuti piu' affidabili sono quelli segnati in rosso).
Ricordiamoci che l'informazione cruciale che vogliamo ricavare dai dati di questi giorni (se non risalgono) e' il livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici , che potrebbe condizionare i nostri comportamenti per tutta l'estate prossima.
Per ora sembrerebbe tendere al 3% circa, che sarebbe un valore altissimo se confrontato allo 0.6% che avevamo nell'estate scorsa, come si puo' vedere (in basso a sinistra) nel grafico della quarta ondata.
Sarebbe sicuramente la manifestazione di un' epidemia di asintomatici MULTIPLA, prodotta da tanti tipi di virus diversi (quasi tutti quelli che hanno imperversato nei mesi passati), tutti quelli con tempo di guarigione spontanea lungo almeno 30 giorni, che coesistono simultaneamente perpetuando la loro presenza tra la popolazione ignara; cio' in attesa del freddo autunnale, per potersi poi scatenare nuovamente generando nuove ondate epidemiche, che potendo partire da un livello di fondo piu' alto, quindi con piu' asintomatici che contribuiscono a diffondere i contagi, diventano anche piu' probabili.
A noi risulta che questa pandemia funziona cosi' (purtroppo).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati:

dove il dato odierno di 60 e' stato graficato a destra.
Essendo un dato simile a quello di ieri, conferma l'attuale stabilita' del numero dei decessi, in accordo con l'andamento costante della linea viola nel grafico interpolato gia' disegnata.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (10 giugno 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, al 3.7%, e' ancora un dato anomalo, perche' il parametro VARIAZ. e' positivo, al +3.9% (vedi la tabella del confronto seguente).

VERIFICA SUI DATI DI OGGI: Per valutare l'affidabilita' del dato di oggi calcoliamo il parametro VARIAZ. che risulta positivo al +3.9%, come si vede nella seguente tabella del confronto:

GIORNO TOT.TEST ANTIGEN RAPPORTO POS.TOT. POS.ANTIG RAPPORTO VARIAZ. PERC.
23/05 L136671267992.8%69467196.7%+3.9%2.3%
24/05 M173711524287.7%1600152095.0%+7.3%3.8%
25/05 M146671268886.5%1189111293.5%+7.0%3.9%
26/05 G157811398288.6%1274120694.7%+6.1%3.8%
27/05 V142541312892.1% 859 80393.5%+1.4%5.0%
28/05 S242262251592.9%1023 95993.7%+0.8%3.7%
29/05 D8818792189.8%656 61293.3%+3.5%4.9%
30/05 L9773899292.0%340 31592.6%+0.6%3.2%
31/05 M167231451186.8%1310 125595.8%+9.0%2.5%
01/06 M131921131485.8%1004 93192.7%+6.9%3.9%
02/06 G118291025686.7%715 66492.9%+6.2%3.2%
03/06 V5894518187.9%393 35490.1%+2.2%5.5%
04/06 S178991650792.2%1190114696.3%+4.1%3.2%
05/06 D7470690692.4%70066494.9%+2.5%6.4%
06/06 L9746858688.1%51946990.4%+2.3%4.3%
07/06 M166071446087.1%1609154095.7%+8.6%3.2%
08/06 M123931073586.6%1153109695.0%+8.4%3.2%
09/06 G125631083686.2%1233115293.4%+7.2%4.7%
10/06 V128301177691.8%91487595.7%+3.9%3.7%

Anche oggi la percentuale dei test antigenici positivi (875/914) e' del 95.7%, piu' alta di quella degli antigenici nei test totali (11776/12830), di cui fanno parte, che e' dell' 91.8% (inferiore).
Anche il dato di oggi ha il parametro VARIAZ. positivo, quindi non possiamo ancora ritenere che il problema che ci sembra di aver riscontrato nei dati dei giorni passati sia risolto: dobbiamo evidentemente accettare i dati cosi' come sono.
Quindi grafichiamo il dato di oggi, che NON intendiamo considerare nella nostra analisi della quinta ondata e che risulta di poco superiore al livello della nostra linea viola d'interpolazione, che sembrerebbe tendere ad un valore costante piuttosto alto, intorno al 3%.
Quindi non appare un inizio di risalita dei contagi, che potrebbe verificarsi per l'arrivo della nuova sottovariante BA5, piu' contagiosa di Omicron e gia' presente sembra intorno al 15%. Cio' mentre la crescita della curva dei contagi potrebbe essere attenuata e resa meno visibile dagli alti valori dei test antigenici positivi di questi giorni, che si stanno manifestando con i dati VARIAZ. molto positivi, che hanno l'effetto di abbassare i valori dei test molecolari positivi (da noi graficati dopo averli ricavati per differenza dai test totali).
Ci potrebbe essere quindi un ritardo nella rilevazione di un'eventuale risalita dei contagi.
Inseriamo il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti (dove i dati ritenuti piu' affidabili sono quelli segnati in rosso).
Ricordiamoci che l'informazione cruciale che vogliamo ricavare dai dati di questi giorni (se non risalgono) e' il livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici , che potrebbe condizionare i nostri comportamenti per tutta l'estate prossima.
Per ora sembrerebbe tendere al 3% circa, che sarebbe un valore altissimo se confrontato allo 0.6% che avevamo nell'estate scorsa, come si puo' vedere (in basso a sinistra) nel grafico della quarta ondata.
Sarebbe sicuramente la manifestazione di un' epidemia di asintomatici MULTIPLA, prodotta da tanti tipi di virus diversi (quasi tutti quelli che hanno imperversato nei mesi passati), tutti quelli con tempo di guarigione spontanea lungo almeno 30 giorni, che coesistono simultaneamente perpetuando la loro presenza tra la popolazione ignara; cio' in attesa del freddo autunnale, per potersi poi scatenare nuovamente generando nuove ondate epidemiche, che partendo da un livello di fondo piu' alto, quindi con piu' asintomatici che contribuiscono a diffondere i contagi, diventano anche piu' probabili.
A noi risulta che questa pandemia funziona cosi' (purtroppo).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 63 si avvicina ad un valore piu' in accordo con la linea viola d'interpolazione da noi disegnata.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (9 giugno 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, al 4.7%, e' ancora un dato anomalo, perche' il parametro VARIAZ. e' positivo, al +7.2% (vedi la tabella del confronto seguente).

VERIFICA SUI DATI DI OGGI: Per valutare l'affidabilita' del dato di oggi calcoliamo il parametro VARIAZ. che risulta positivo al +7.2%, come si vede nella seguente tabella del confronto:

GIORNO TOT.TEST ANTIGEN RAPPORTO POS.TOT. POS.ANTIG RAPPORTO VARIAZ. PERC.
23/05 L136671267992.8%69467196.7%+3.9%2.3%
24/05 M173711524287.7%1600152095.0%+7.3%3.8%
25/05 M146671268886.5%1189111293.5%+7.0%3.9%
26/05 G157811398288.6%1274120694.7%+6.1%3.8%
27/05 V142541312892.1% 859 80393.5%+1.4%5.0%
28/05 S242262251592.9%1023 95993.7%+0.8%3.7%
29/05 D8818792189.8%656 61293.3%+3.5%4.9%
30/05 L9773899292.0%340 31592.6%+0.6%3.2%
31/05 M167231451186.8%1310 125595.8%+9.0%2.5%
01/06 M131921131485.8%1004 93192.7%+6.9%3.9%
02/06 G118291025686.7%715 66492.9%+6.2%3.2%
03/06 V5894518187.9%393 35490.1%+2.2%5.5%
04/06 S178991650792.2%1190114696.3%+4.1%3.2%
05/06 D7470690692.4%70066494.9%+2.5%6.4%
06/06 L9746858688.1%51946990.4%+2.3%4.3%
07/06 M166071446087.1%1609154095.7%+8.6%3.2%
08/06 M123931073586.6%1153109695.0%+8.4%3.2%
09/06 G125631083686.2%1233115293.4%+7.2%4.7%

Anche oggi la percentuale dei test antigenici positivi (1152/1233) e' del 93.4%, piu' alta di quella degli antigenici nei test totali (10836/12563), di cui fanno parte, che e' dell' 86.2% (un bel po' inferiore).
Anche il dato di oggi ha il parametro VARIAZ. positivo, e di molto (come quello di ieri), quindi non possiamo ancora ritenere che il problema che ci sembra di aver riscontrato nei dati dei giorni passati sia risolto: dobbiamo evidentemente accettare i dati cosi' come sono.
Quindi grafichiamo il dato di oggi, che NON intendiamo considerare nella nostra analisi della quinta ondata e che risulta superiore al livello della nostra linea viola d'interpolazione, che sembrerebbe tendere ad un valore costante piuttosto alto, intorno al 3%.
Il dato di oggi, se fosse vero, sembrerebbe invece indicare un inizio di risalita dei contagi, che potrebbe invero verificarsi per l'arrivo della nuova sottovariante BA5, piu' contagiosa di Omicron e gia' presente sembra intorno al 15%. Cio' benche' la crescita della curva dei contagi potrebbe essere attenuata e resa meno visibile dagli alti valori dei test antigenici positivi di questi giorni, che si stanno manifestando con i dati VARIAZ. molto positivi, che hanno l'effetto di abbassare i valori dei test molecolari positivi (da noi graficati dopo averli ricavati per differenza dai test totali).
La conseguenza presumibile sarebbe un ritardo nella rilevazione di un'eventuale risalita dei contagi.
Inseriamo quindi il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti (dove i dati ritenuti piu' affidabili sono quelli segnati in rosso).
Ricordiamoci che l'informazione cruciale che vogliamo ricavare dai dati di questi giorni (se non risalgono) e' il livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici , che potrebbe condizionare i nostri comportamenti per tutta l'estate prossima.
Per ora sembrerebbe tendere al 3% circa, che sarebbe un valore altissimo se confrontato allo 0.6% che avevamo nell'estate scorsa, come si puo' vedere (in basso a sinistra) nel grafico della quarta ondata.
Sarebbe sicuramente la manifestazione di un' epidemia di asintomatici MULTIPLA, prodotta da tanti tipi di virus diversi (quasi tutti quelli che hanno imperversato nei mesi passati), tutti quelli con tempo di guarigione spontanea lungo almeno 30 giorni, che coesistono simultaneamente perpetuando la loro presenza tra la popolazione ignara; cio' in attesa del freddo autunnale, per potersi poi scatenare nuovamente generando nuove ondate epidemiche, che partendo da un livello di fondo piu' alto, quindi con piu' asintomatici che contribuiscono a diffondere i contagi, diventano anche piu' probabili.
A noi risulta che questa pandemia funziona cosi' (purtroppo).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 84 e' come quello di ieri ed indica un leggero aumento del numero dei decessi.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (8 giugno 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, al 3.4%, e' ancora un dato anomalo, perche' il parametro VARIAZ. e' positivo, al +8.4% (vedi la tabella del confronto seguente).

VERIFICA SUI DATI DI OGGI: Per valutare l'affidabilita' del dato di oggi calcoliamo il parametro VARIAZ. che risulta positivo al +8.4%, come si vede nella seguente tabella del confronto:

GIORNO TOT.TEST ANTIGEN RAPPORTO POS.TOT. POS.ANTIG RAPPORTO VARIAZ. PERC.
23/05 L136671267992.8%69467196.7%+3.9%2.3%
24/05 M173711524287.7%1600152095.0%+7.3%3.8%
25/05 M146671268886.5%1189111293.5%+7.0%3.9%
26/05 G157811398288.6%1274120694.7%+6.1%3.8%
27/05 V142541312892.1% 859 80393.5%+1.4%5.0%
28/05 S242262251592.9%1023 95993.7%+0.8%3.7%
29/05 D8818792189.8%656 61293.3%+3.5%4.9%
30/05 L9773899292.0%340 31592.6%+0.6%3.2%
31/05 M167231451186.8%1310 125595.8%+9.0%2.5%
01/06 M131921131485.8%1004 93192.7%+6.9%3.9%
02/06 G118291025686.7%715 66492.9%+6.2%3.2%
03/06 V5894518187.9%393 35490.1%+2.2%5.5%
04/06 S178991650792.2%1190114696.3%+4.1%3.2%
05/06 D7470690692.4%70066494.9%+2.5%6.4%
06/06 L9746858688.1%51946990.4%+2.3%4.3%
07/06 M166071446087.1%1609154095.7%+8.6%3.2%
08/06 M123931073586.6%1153109695.0%+8.4%3.2%

Anche oggi la percentuale dei test antigenici positivi (1096/1153) e' del 95.0%, piu' alta di quella degli antigenici nei test totali (10735/12393), di cui fanno parte, che e' dell' 86.6% (un bel po' inferiore).
Anche il dato di oggi ha il parametro VARIAZ. positivo, e di molto (come quello di ieri), quindi non possiamo ancora ritenere che il problema che ci sembra di aver riscontrato nei dati dei giorni passati sia risolto: dobbiamo evidentemente accettare i dati cosi' come sono.
Quindi grafichiamo il dato di oggi, che NON intendiamo considerare nella nostra analisi della quinta ondata anche se risulta esattamente allineato sulla nostra linea viola d'interpolazione, che sembra tendere ad un valore costante e piuttosto alto, intorno al 3%.
Un'eventuale salita dei contagi per l'arrivo della nuova sottovariante BA5, piu' contagiosa di Omicron e gia' presente sembra intorno al 15%, potrebbe essere attenuata e resa meno visibile dagli alti valori dei test antigenici positivi, che si stanno manifestando con i dati VARIAZ. positivi, perche' hanno l'effetto di abbassare i valori dei test molecolari positivi (da noi graficati dopo averli ricavati per differenza dai test totali). La conseguenza sarebbe un ritardo nella rilevazione di un'eventuale risalita dei contagi.
Inseriamo quindi il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti (dove i dati ritenuti piu' affidabili sono quelli segnati in rosso).
Ricordiamoci che l'informazione cruciale che vogliamo ricavare dai dati di questi giorni e' il livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici, che potrebbe condizionare i nostri comportamenti per tutta l'estate prossima.
Per ora sembrerebbe tendere al 3% circa, che sarebbe un valore altissimo se confrontato allo 0.6% che avevamo nell'estate scorsa, come si puo' vedere (in basso a sinistra) nel grafico della quarta ondata.
Sarebbe sicuramente la manifestazione di un' epidemia di asintomatici MULTIPLA, prodotta da tanti tipi di virus diversi (quasi tutti quelli che hanno imperversato nei mesi passati), tutti quelli con tempo di guarigione spontanea lungo almeno 30 giorni, che coesistono simultaneamente perpetuando la loro presenza tra la popolazione ignara; cio' in attesa del freddo autunnale, per potersi poi scatenare nuovamente generando nuove ondate epidemiche, che partendo da un livello di fondo piu' alto, quindi con piu' asintomatici che contribuiscono a diffondere i contagi, diventano anche piu' probabili.
A noi risulta che questa pandemia funziona cosi' (purtroppo).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 80 e' poco piu' alto di quello di ieri e forse contiene anche lui una parte dei decessi mancanti nel dato di domenica.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (7 giugno 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, al 3.2%, e' ancora un dato anomalo, perche' il parametro VARIAZ. e' positivo, al +8.6% (vedi la tabella del confronto seguente).

VERIFICA SUI DATI DI OGGI: Per valutare l'affidabilita' del dato di oggi calcoliamo il parametro VARIAZ. che risulta positivo al +8.6%, come si vede nella seguente tabella del confronto:

GIORNO TOT.TEST ANTIGEN RAPPORTO POS.TOT. POS.ANTIG RAPPORTO VARIAZ. PERC.
23/05 L136671267992.8%69467196.7%+3.9%2.3%
24/05 M173711524287.7%1600152095.0%+7.3%3.8%
25/05 M146671268886.5%1189111293.5%+7.0%3.9%
26/05 G157811398288.6%1274120694.7%+6.1%3.8%
27/05 V142541312892.1% 859 80393.5%+1.4%5.0%
28/05 S242262251592.9%1023 95993.7%+0.8%3.7%
29/05 D8818792189.8%656 61293.3%+3.5%4.9%
30/05 L9773899292.0%340 31592.6%+0.6%3.2%
31/05 M167231451186.8%1310 125595.8%+9.0%2.5%
01/06 M131921131485.8%1004 93192.7%+6.9%3.9%
02/06 G118291025686.7%715 66492.9%+6.2%3.2%
03/06 V5894518187.9%393 35490.1%+2.2%5.5%
04/06 S178991650792.2%1190114696.3%+4.1%3.2%
05/06 D7470690692.4%70066494.9%+2.5%6.4%
06/06 L9746858688.1%51946990.4%+2.3%4.3%
07/06 M166071446087.1%1609154095.7%+8.6%3.2%

Anche oggi la percentuale dei test antigenici positivi (1540/1609) e' del 95.7%, piu' alta di quella degli antigenici nei test totali (14460/16607), di cui fanno parte, che e' dell' 87.1% (un bel po' inferiore).
Anche il dato di oggi ha il parametro VARIAZ. positivo, e di molto, quindi non possiamo ancora ritenere che il problema che abbiamo riscontrato nei dati dei giorni scorsi sia risolto.
Quindi grafichiamo il dato di oggi, che NON intendiamo considerare nella nostra analisi della quinta ondata anche se risulta esattamente allineato sulla nostra linea viola d'interpolazione, che sembra tendere ad un valore costante piuttosto alto, intorno al 3%.
Inseriamo quindi questo dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti (dove i dati ritenuti piu' affidabili sono quelli segnati in rosso).
Ricordiamoci che l'informazione cruciale che vogliamo ricavare dai dati di questi giorni e' il livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici, che potrebbe condizionare i nostri comportamenti per tutta l'estate prossima.
Per ora sembrerebbe tendere al 3% circa, che sarebbe un valore altissimo se paragonato allo 0.6% che avevamo nell'estate scorsa, come si puo' vedere (in basso a sinistra) nel grafico della quarta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 70 e' come quello di ieri ed entrambi contengono anche una parte dei decessi di domenica (crediamo che alcuni ospedali non trasmettano i dati dei decessi nei giorni festivi ma nei 2 giorni seguenti).
Mediando i dati di questi ultimi 3 giorni otteniamo: (27 + 70 + 70) / 3 = 56 , che e' il livello a cui sembra si stiano stabilizzando i decessi (vedi linea viola).

LA PRESUNTA ANOMALIA NEI DATI (7 giugno 2022)
L'anomalia che noi crediamo di riscontrare nei dati dei test antigenici e' reale o solo una nostra fantasia?
Per approfondire l'argomento vediamo come si sono comportati i dati, andando a fare la nostra verifica sui dati (il calcolo del parametro VARIAZ., che e' semplicemente la differenza tra i due RAPPORTI totale - positivi) in alcuni giorni campionati negli ultimi tre mesi:

GIORNO TOT.TEST ANTIGEN RAPPORTO POS.TOT. POS.ANTIG RAPPORTO VARIAZ. PERC.
.......
21/02 L325622931790.0%3245204763.1%-26.9%(12.6)%
22/02 M402563301282.0%7244278838.5%-37.7%(7.7)%
.......
01/04 V328262973090.6%3109266685.7%-4.9%14.3%
02/04 V339993100291.1%2665234387.9%-3.3%10.7%
.......
01/05 D202121889693.5%2108183487.0%-6.5%13.5%
02/05 L141941279890.2%95276380.1%-10.1%13.5%
03/05 M268972369188.1%3870344789.1%+1.0%13.2%
04/05 M185641617987.1%2496221288.6%+1.5%13.2%
05/05 G235312045786.9%2824246287.2%+0.3%13.2%
.......
01/06 M131921131485.8%1004 93192.7%+6.9%3.9%
02/06 G118291025686.7%715 66492.9%+6.2%3.2%
.......

Da questi dati si puo' osservare che a febbraio 2022 il parametro VARIAZ. era molto negativo (-26.9% e -37.7%), a testimonianza che i test antigenici mostravano una minore capacita' di rivelare la presenza dei virus.
Successivamente il parametro VARIAZ., pur rimanendo sempre negativo, si e' sensibilmente ridotto finche' nei primi giorni di maggio e' improvvisamente passato da un -10.1% a valori tutti positivi nei giorni seguenti.
Questa e' la cosa che noi non siamo riusciti a capire perche' se i test antigenici usati sono sempre rimasti gli stessi non si capisce perche' da un certo momento in poi debbano mostrare un'efficienza maggiore nel rilevare la presenza dei virus, producendo cosi' un numero di test positivi maggiore e conseguentemente un numero di test molecolari positivi minore (perche' noi li ricaviamo per differenza dal numero dei test totali).
Tutto sarebbe chiarito se da maggio in poi il tipo di test antigenici usati fosse stato progressivamente sostituito con uno piu' efficiente ma noi non ne abbiamo avuto notizia.
Proprio questo e' il motivo che rende per noi importante questa presunta anomalia nei dati; perche' influenza direttamente il dato con cui noi monitoriamo l'evoluzione della pandemia: il numero dei test molecolari positivi, che non essendo fornito in modo diretto e' da noi ottenuto per differenza tra il numero dei test totali e dei positivi antigenici.
A dati con il parametro VARIAZ. positivo corrispondono dati dei test molecolari piu' bassi, che sarebbero veri ma solo se i test antigenici usati avessero veramente un'efficienza maggiore di quelli usati in passato. Non essendo certi di questo finora abbiamo preferito graficare regolarmente tutti i dati ma abbiamo espresso qualche riserva nel loro uso per le nostre analisi quando il valore del parametro VARIAZ. risultava molto positivo, perche' con le nostre conoscenze ci risulta difficile accettare un'efficienza dei test antigenici cosi' piu' alta dei test molecolari.
Continueremo a seguire questo argomento, che noi giudichiamo importante, per cercare di venirne a capo in qualche modo.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (6 giugno 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, al 4.3%, e' ancora un dato anomalo, perche' il parametro VARIAZ. e' positivo, al +2.3% (vedi la tabella del confronto seguente).

VERIFICA SUI DATI DI OGGI: Per valutare l'affidabilita' del dato di oggi calcoliamo il parametro VARIAZ. che risulta positivo al +2.3%, come si vede nella seguente tabella del confronto:

GIORNO TOT.TEST ANTIGEN RAPPORTO POS.TOT. POS.ANTIG RAPPORTO VARIAZ. PERC.
23/05 L136671267992.8%69467196.7%+3.9%2.3%
24/05 M173711524287.7%1600152095.0%+7.3%3.8%
25/05 M146671268886.5%1189111293.5%+7.0%3.9%
26/05 G157811398288.6%1274120694.7%+6.1%3.8%
27/05 V142541312892.1% 859 80393.5%+1.4%5.0%
28/05 S242262251592.9%1023 95993.7%+0.8%3.7%
29/05 D8818792189.8%656 61293.3%+3.5%4.9%
30/05 L9773899292.0%340 31592.6%+0.6%3.2%
31/05 M167231451186.8%1310 125595.8%+9.0%2.5%
01/06 M131921131485.8%1004 93192.7%+6.9%3.9%
02/06 G118291025686.7%715 66492.9%+6.2%3.2%
03/06 V5894518187.9%393 35490.1%+2.2%5.5%
04/06 S178991650792.2%1190114696.3%+4.1%3.2%
05/06 D7470690692.4%70066494.9%+2.5%6.4%
06/06 L9746858688.1%51946990.4%+2.3%4.3%

Anche oggi la percentuale dei test antigenici positivi (469/519) oggi e' del 90.4%, piu' alta di quella degli antigenici nei test totali (8586/9746), di cui fanno parte, che e' dell' 88.1% (un po' inferiore).
Anche il dato di oggi ha il parametro VARIAZ. ancora positivo, e di molto quindi, non possiamo ancora ritenere che il problema che abbiamo riscontrato nei dati dei giorni scorsi sia risolto.
Quindi grafichiamo il dato di oggi, che NON intendiamo considerare nella nostra analisi della quinta ondata ma che risulterebbe essere salito molto rispetto alla nostra linea viola d'interpolazione, come pure il dato dell'altro ieri.
Bisogna pero' tenere presente che continuano ad essere dati acquisiti con poca statistica (cioe' con un numero di test eseguiti piuttosto ridotto) e che pertanto sono soggetti a fluttuazioni (solo statistiche) del +0.6% o -0.6% circa, cioe' c'e' una probabilita' di 1 su 3 che il dato vero e' anche al di fuori di questo intervallo.
Quindi, anche per ragioni statistiche, questi dati da soli secondo noi ed in assenza di future conferme NON possono essere significativi di una risalita dei contagi sopra al 4% (il dato di oggi e' cosi' alto ma da noi e' ritenuto non del tutto affidabile), come lascerebbero intendere i grafici che seguono (un'eventuale salita potrebbe indicare l'arrivo della nuova sottovariante BA5, piu' contagiosa di Omicron).
Inseriamo quindi questo dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti (dove i dati ritenuti piu' affidabili sono quelli segnati in rosso).
Ricordiamoci che l'informazione cruciale che dobbiamo ricavare dai dati di questi giorni e' il livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici, che potrebbe condizionare i nostri comportamenti per tutta l'estate prossima.
Per ora sembrerebbe tendere al 3% circa, che sarebbe un valore altissimo se paragonato allo 0.6% che avevamo nell'estate scorsa, come si puo' vedere (in basso a sinistra) nel grafico della quarta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 70 e' piu' alto, perche' contiene anche una parte dei decessi di ieri, domenica (crediamo che alcuni ospedali non trasmettano i dati dei decessi nei giorni festivi ma nei 2 giorni seguenti).
Medieremo includendo anche con il dato di domani, per valutare la discesa della curva (linea viola).

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (5 giugno 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, al 6.4%, e' ancora un dato anomalo, perche' il parametro VARIAZ. e' positivo, al +2.5% (vedi la tabella del confronto seguente).

VERIFICA SUI DATI DI OGGI: Per valutare l'affidabilita' del dato di oggi calcoliamo il parametro VARIAZ. che risulta positivo al +2.5%, come si vede nella seguente tabella del confronto:

GIORNO TOT.TEST ANTIGEN RAPPORTO POS.TOT. POS.ANTIG RAPPORTO VARIAZ. PERC.
23/05 L136671267992.8%69467196.7%+3.9%2.3%
24/05 M173711524287.7%1600152095.0%+7.3%3.8%
25/05 M146671268886.5%1189111293.5%+7.0%3.9%
26/05 G157811398288.6%1274120694.7%+6.1%3.8%
27/05 V142541312892.1% 859 80393.5%+1.4%5.0%
28/05 S242262251592.9%1023 95993.7%+0.8%3.7%
29/05 D8818792189.8%656 61293.3%+3.5%4.9%
30/05 L9773899292.0%340 31592.6%+0.6%3.2%
31/05 M167231451186.8%1310 125595.8%+9.0%2.5%
01/06 M131921131485.8%1004 93192.7%+6.9%3.9%
02/06 G118291025686.7%715 66492.9%+6.2%3.2%
03/06 V5894518187.9%393 35490.1%+2.2%5.5%
04/06 S178991650792.2%1190114696.3%+4.1%3.2%
05/06 D7470690692.4%70066494.9%+2.5%6.4%

Anche oggi la percentuale dei test antigenici positivi (664/700) oggi e' del 94.9%, piu' alta di quella degli antigenici nei test totali (6906/7470), di cui fanno parte, che e' dell' 92.4% (un po' inferiore).
Anche il dato di oggi ha il parametro VARIAZ. ancora positivo, e di molto quindi, non possiamo ancora ritenere che il problema che abbiamo riscontrato nei dati dei giorni scorsi sia risolto.
Quindi grafichiamo il dato di oggi, che NON intendiamo considerare nella nostra analisi della quinta ondata ma che risulterebbe essere salito molto rispetto alla nostra linea viola d'interpolazione, come pure il dato dell'altro ieri.
Bisogna pero' tenere presente che sono dati acquisiti con poca statistica (cioe' con un numero di test eseguiti piuttosto ridotto) e che pertanto sono soggetti a fluttuazioni (solo statistiche) del +1% o -1% circa, cioe' c'e' una probabilita' di 1 su 3 che il dato vero e' anche al di fuori di questo intervallo.
Quindi, anche per ragioni statistiche, questi dati da soli secondo noi in assenza di future conferme non possono essere significativi di una risalita dei contagi (il dato di oggi e' particolarmente alto ma da noi e' ritenuto non del tutto affidabile), come lascerebbero intendere i grafici che seguono.
Inseriamo quindi questo dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti (dove i dati ritenuti piu' affidabili sono quelli segnati in rosso).
Ricordiamoci che l'informazione cruciale che dobbiamo ricavare dai dati di questi giorni e' il livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici, che potrebbe condizionare i nostri comportamenti per tutta l'estate prossima.
Per ora sembrerebbe tendere al 3% circa, che sarebbe un valore altissimo se paragonato allo 0.6% che avevamo nell'estate scorsa, come si puo' vedere (in basso a sinistra) nel grafico della quarta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 27 e' molto basso, come sempre i dati della domenica.
Medieremo con i dati dei prossimi due giorni per valutare la discesa della curva (linea viola).

COMMENTO AI DATI DI SABATO (4 giugno 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, al 3.2%, e' ancora un dato anomalo, perche' il parametro VARIAZ. e' positivo, al +4.1% (vedi la tabella del confronto seguente).

VERIFICA SUI DATI DI OGGI: Per valutare l'affidabilita' del dato di oggi calcoliamo il parametro VARIAZ. che risulta positivo al +4.1%, come si vede nella seguente tabella del confronto:

GIORNO TOT.TEST ANTIGEN RAPPORTO POS.TOT. POS.ANTIG RAPPORTO VARIAZ. PERC.
23/05 L136671267992.8%69467196.7%+3.9%2.3%
24/05 M173711524287.7%1600152095.0%+7.3%3.8%
25/05 M146671268886.5%1189111293.5%+7.0%3.9%
26/05 G157811398288.6%1274120694.7%+6.1%3.8%
27/05 V142541312892.1% 859 80393.5%+1.4%5.0%
28/05 S242262251592.9%1023 95993.7%+0.8%3.7%
29/05 D8818792189.8%656 61293.3%+3.5%4.9%
30/05 L9773899292.0%340 31592.6%+0.6%3.2%
31/05 M167231451186.8%1310 125595.8%+9.0%2.5%
01/06 M131921131485.8%1004 93192.7%+6.9%3.9%
02/06 G118291025686.7%715 66492.9%+6.2%3.2%
03/06 V5894518187.9%393 35490.1%+2.2%5.5%
04/06 S178991650792.2%1190114696.3%+4.1%3.2%

Anche oggi la percentuale dei test antigenici positivi (1146/1190) oggi e' del 96.3%, piu' alta di quella degli antigenici nei test totali (16507/17899), di cui fanno parte, che e' dell' 92.2% (inferiore).
Anche il dato di oggi ha il parametro VARIAZ. ancora positivo, e di molto quindi, non possiamo ancora ritenere che il problema che abbiamo riscontrato nei dati dei giorni scorsi sia risolto.
Quindi grafichiamo il dato di oggi, che NON intendiamo considerare nella nostra analisi della quinta ondata ma che risulta essere sceso proprio sul prolungamento della nostra linea viola d'interpolazione.
Inseriamo quindi questo dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti (dove i dati ritenuti piu' affidabili sono quelli segnati in rosso).
Ricordiamoci che l'informazione cruciale che dobbiamo ricavare dai dati di questi giorni e' il livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici, che potrebbe condizionare i nostri comportamenti per tutta l'estate prossima.
Per ora sembra tendere al 3% circa, che sarebbe un valore altissimo se paragonato allo 0.6% che avevamo nell'estate scorsa, come si puo' vedere (in basso a sinistra) nel grafico della quarta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 47 e' ancora basso, continuando la discesa della linea viola d'interpolazione.
La media dei giorni precedenti era tra 50 e 60, praticamente molto vicino alla linea viola d'interpolazione, come pure il dato di oggi che e' sceso ancora, confermando la discesa della curva (linea viola).

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (3 giugno 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, al 5.5%, e' ancora un dato meno anomalo degli altri, perche' anche se il parametro VARIAZ. e' positivo, al +2.2% (vedi la tabella del confronto seguente).

VERIFICA SUI DATI DI OGGI: Per valutare l'affidabilita' del dato di oggi calcoliamo il parametro VARIAZ. che risulta positivo al +2.2%, come si vede nella seguente tabella del confronto:

GIORNO TOT.TEST ANTIGEN RAPPORTO POS.TOT. POS.ANTIG RAPPORTO VARIAZ. PERC.
23/05 L136671267992.8%69467196.7%+3.9%2.3%
24/05 M173711524287.7%1600152095.0%+7.3%3.8%
25/05 M146671268886.5%1189111293.5%+7.0%3.9%
26/05 G157811398288.6%1274120694.7%+6.1%3.8%
27/05 V142541312892.1% 859 80393.5%+1.4%5.0%
28/05 S242262251592.9%1023 95993.7%+0.8%3.7%
29/05 D8818792189.8%656 61293.3%+3.5%4.9%
30/05 L9773899292.0%340 31592.6%+0.6%3.2%
31/05 M167231451186.8%1310 125595.8%+9.0%2.5%
01/06 M131921131485.8%1004 93192.7%+6.9%3.9%
02/06 G5894518187.9%393 35490.1%+2.2%5.5%

Anche oggi la percentuale dei test antigenici positivi (354/393) oggi e' del 90.1%, piu' alta di quella degli antigenici nei test totali (5181/5894), di cui fanno parte, che e' dell' 87.9% (inferiore).
Anche il dato di oggi ha il parametro VARIAZ. ancora positivo, e di molto quindi, non possiamo ancora ritenere che il problema che abbiamo riscontrato nei dati dei giorni scorsi sia risolto.
Quindi grafichiamo il dato di oggi, che NON intendiamo considerare nella nostra analisi della quinta ondata e che risulta piuttosto alto, ben sopra alla nostra linea viola d'interpolazione.
Inseriamo quindi questo dato di oggi nei grafici della quinta ondata


e nei grafici dei dati recenti (dove i dati ritenuti piu' affidabili sono quelli segnati in rosso).
Ricordiamoci che l'informazione cruciale che dobbiamo ricavare dai dati di questi giorni e' il livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici, che potrebbe condizionare i nostri comportamenti per tutta l'estate prossima.
Per ora sembra tendere al 3% circa, che sarebbe un valore altissimo se paragonato allo 0.6% che avevamo nell'estate scorsa, come si puo' vedere (in basso a sinistra) nel grafico della quarta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 40 e' sceso, continuando la discesa della linea viola d'interpolazione.
La media dei giorni precedenti era tra 50 e 60, praticamente molto vicino alla linea viola d'interpolazione, mentre il dato di oggi e' sceso ancora, accentuando la discesa della curva (linea viola).

COSA SIGNIFICHEREBBE un 3% DI FONDO DEI CONTAGI ? (2 giugno 2022)
Ammesso e non concesso che il fondo dei contagi rimanga intorno al 3% significa che il 3% dei piemontesi e' infetto in forma asintomatica e quindi anche leggermente contagioso.
Siccome il tempo di guarigione spontanea e' di 30 giorni circa vuol dire che ogni 30 giorni c'e' un ricambio di questo grande numero di positivi al test.
E' ragionevole pensare che in questo campo quello che succede in Piemonte avvenga anche nel resto d'Italia vuol dire che attualmente ci sono circa 1.800.000 italiani infetti con un turn over di 30 giorni, per cui nei 3 mesi estivi 5.400.000 di italiani sarebbero interessati da questa infezione.
Noi non siamo in grado di valutare le conseguenze sanitarie, se ci sono (long Covid), ma certo sarebbe un fenomeno imponente, che non puo' essere ignorato (l'anno scorso era 5 volte meno, con il fondo allo 0.6%).
La conclusione e' che non dobbiamo essere soddisfatti del livello basso di contagi che abbiamo ora, perche' la pandemia purtroppo e' sempre presente tramite l'epidemia degli asintomatici (multipla, cioe' di tanti virus diversi che vengono coltivati inconsapevolmente da quel 1.800.000 italiani che sono positivi al test).

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (2 giugno 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, al 3.2%, e' ancora un dato meno anomalo degli altri, perche' anche se il parametro VARIAZ. e' positivo e grande, al +6.2% (vedi la tabella del confronto seguente).
Il valore 6.2% e' molto simile al 6.9% di ieri, per cui non vale la pena fare la solita verifica di affidabilita' del dato di oggi perche' darebbe gli stessi risultati di ieri.

VERIFICA SUI DATI DI OGGI: Per valutare l'affidabilita' del dato di oggi calcoliamo il parametro VARIAZ. che risulta positivo al +6.2%, come si vede nella seguente tabella del confronto:

GIORNO TOT.TEST ANTIGEN RAPPORTO POS.TOT. POS.ANTIG RAPPORTO VARIAZ. PERC.
23/05 L136671267992.8%69467196.7%+3.9%2.3%
24/05 M173711524287.7%1600152095.0%+7.3%3.8%
25/05 M146671268886.5%1189111293.5%+7.0%3.9%
26/05 G157811398288.6%1274120694.7%+6.1%3.8%
27/05 V142541312892.1% 859 80393.5%+1.4%5.0%
28/05 S242262251592.9%1023 95993.7%+0.8%3.7%
29/05 D8818792189.8%656 61293.3%+3.5%4.9%
30/05 L9773899292.0%340 31592.6%+0.6%3.2%
31/05 M167231451186.8%1310 125595.8%+9.0%2.5%
01/06 M131921131485.8%1004 93192.7%+6.9%3.9%
02/06 G118291025686.7%715 66492.9%+6.2%3.2%

Anche oggi la percentuale dei test antigenici positivi (664/715) oggi e' del 92.9%, piu' alta di quella degli antigenici nei test totali (10256/11829), di cui fanno parte, che e' dell' 86.7% (molto di meno).
Anche il dato di oggi ha il parametro VARIAZ. ancora positivo, e di molto quindi, non possiamo ancora ritenere che il problema che abbiamo riscontrato nei dati dei giorni scorsi sia risolto.
Quindi grafichiamo il dato di oggi, anche se NON ne vogliamo tener conto nella nostra analisi della quinta ondata, dobbiamo pero' osservare che si colloca proprio sul prolungamento della nostra linea viola d'interpolazione gia' disegnata (come anche quello di ieri).
Inseriamo quindi questo dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti (dove i dati ritenuti piu' affidabili sono quelli segnati in rosso).
Ricordiamoci che l'informazione cruciale che dobbiamo ricavare dai dati di questi giorni e' il livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici, che potrebbe condizionare i nostri comportamenti per tutta l'estate prossima.
Per ora sembra tendere al 3% circa, che sarebbe un valore altissimo se paragonato allo 0.6% che avevamo nell'estate scorsa, come si puo' vedere (in basso a sinistra) nel grafico della quarta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 79 e' salito.
La media dei giorni precedenti era tra 50 e 60, praticamente molto vicino alla linea viola d'interpolazione, mentre il dato di oggi e' salito di circa il 50%, che non e' poco.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (1 giugno 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, al 3.9%, e' ancora un dato meno anomalo degli altri, perche' anche se il parametro VARIAZ. e' positivo e grande, al +6.9% (vedi la tabella del confronto ).

VERIFICA SUI DATI DI OGGI: Per capire cosa puo' significare un parametro VARIAZ. positivo al +6.9%, andiamo a fare la seguente verifica nei dati odierni riportati nella tabella del confronto:

GIORNO TOT.TEST ANTIGEN RAPPORTO POS.TOT. POS.ANTIG RAPPORTO VARIAZ. PERC.
23/05 L136671267992.8%69467196.7%+3.9%2.3%
24/05 M173711524287.7%1600152095.0%+7.3%3.8%
25/05 M146671268886.5%1189111293.5%+7.0%3.9%
26/05 G157811398288.6%1274120694.7%+6.1%3.8%
27/05 V142541312892.1% 859 80393.5%+1.4%5.0%
28/05 S242262251592.9%1023 95993.7%+0.8%3.7%
29/05 D8818792189.8%656 61293.3%+3.5%4.9%
30/05 L9773899292.0%340 31592.6%+0.6%3.2%
31/05 M167231451186.8%1310 125595.8%+9.0%2.5%
01/06 M131921131485.8%1004 93192.7%+6.9%3.9%

La percentuale dei test antigenici positivi (931/1004) oggi e' del 92.7%, piu' alta di quella degli antigenici nei test totali (11314/13192), di cui fanno parte, che e' dell' 85.8% (molto di meno).
Per noi sarebbe normale che la percentuale dei test antigenici positivi, che oggi e' al 92.7%, fosse vicina a quella degli antigenici totali, che oggi e' al 85.8% perche', se i test antigenici avessero esattamente la stessa efficienza dei test molecolari nel rilevare la positivita', i test antigenici positivi dovrebbero essere esattamente (entro le normali fluttuazioni statistiche) l' 85.8% dei test antigenici totali invece del 92.7% (che e' molto di piu').
Se la loro efficienza invece fosse minore, anziche' il 92.7% dovrebbero essere di meno e mai di piu' come invece sta accadendo in questi giorni, in cui il parametro VARIAZ. e' quasi sempre positivo.
Quindi se volessimo provare ad apportare una correzione al dato dei positivi antigenici (931) per rendere la sua percentuale (92.7%) uguale a quella degli antigenici totali (85.8%), dovremmo correggere il dato dei positivi antigenici abbassandolo da 931 a 861. Questo porterebbe a 143, invece di 73, il numero dei positivi al test molecolare e la relativa percentuale da graficare passerebbe allora dal 3.9% al 7.6%, che sarebbe un dato molto piu' alto (del 95%).
Quindi vedete che il parametro VARIAZ. e' un ottimo indicatore dell'incertezza del dato, che e' grande quando il parametro VARIAZ. e' positivo e grande.
Nel caso del dato di oggi percio' NON possiamo considerarlo affidabile, anche se si colloca bene sulla nostra preesistente linea viola d'interpolazione.
Questo fatto (il divario del 95%) ci mostra ancora una volta quanto sia importante l'indicazione di affidabilita' del dato fornita dal parametro VARIAZ. (+6.9) dei due RAPPORTI tra gli antigenici ed i totali (positivi e totali, 92.7% e 85.8%), che abbiamo riportato nella tabella del confronto.
Il dato di oggi ha il parametro VARIAZ. ancora positivo, e di molto quindi, non possiamo ancora ritenere che il problema che abbiamo riscontrato nei dati dei giorni scorsi sia risolto.
Quindi grafichiamo il dato NON tenendone conto nella nostra analisi della quinta ondata e NON prolunghiamo la nostra linea viola d'interpolazione.
Inseriamo quindi questo dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti (dove i dati ritenuti piu' affidabili sono quelli segnati in rosso), senza prolungare anche la linea viola d'interpolazione fino al dato di oggi, da noi ritenuto inaffidabile, come tanti altri dati precedenti.
Ricordiamoci che l'informazione cruciale che dobbiamo ricavare dai dati di questi giorni e' il livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici, che potrebbe condizionare i nostri comportamenti per tutta l'estate prossima.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 59 e' sceso solo un po'.
Siccome la media dei 3 giorni precedenti era 52 praticamente il numero dei decessi in questi giorni si mantiene ancora poco sopra a 50, molto vicino alla linea viola d'interpolazione.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (31 maggio 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, al 2.5%, e' ancora un dato meno anomalo degli altri, perche' anche se il parametro VARIAZ. e' positivo e grande, al +9.0% (vedi la tabella del confronto ).

VERIFICA SUI DATI DI OGGI: Per capire cosa puo' significare un parametro VARIAZ. positivo al +9.0%, andiamo a fare la seguente verifica nei dati odierni riportati nella tabella del confronto:

GIORNO TOT.TEST ANTIGEN RAPPORTO POS.TOT. POS.ANTIG RAPPORTO VARIAZ. PERC.
23/05 L136671267992.8%69467196.7%+3.9%2.3%
24/05 M173711524287.7%1600152095.0%+7.3%3.8%
25/05 M146671268886.5%1189111293.5%+7.0%3.9%
26/05 G157811398288.6%1274120694.7%+6.1%3.8%
27/05 V142541312892.1% 859 80393.5%+1.4%5.0%
28/05 S242262251592.9%1023 95993.7%+0.8%3.7%
29/05 D8818792189.8%656 61293.3%+3.5%4.9%
30/05 L9773899292.0%340 31592.6%+0.6%3.2%
31/05 M167231451186.8%1310 125595.8%+9.0%2.5%

La percentuale dei test antigenici positivi (1255/1310) oggi e' del 95.8%, piu' alta di quella degli antigenici nei test totali (14511/16723), di cui fanno parte, che e' dell' 86.8% (molto di meno).
Per noi sarebbe normale che la percentuale dei test antigenici positivi, che oggi e' al 95.8%, fosse vicina a quella degli antigenici totali, che oggi e' al 86.8% perche', se i test antigenici avessero esattamente la stessa efficienza dei test molecolari nel rilevare la positivita', i test antigenici positivi dovrebbero essere esattamente (entro le normali fluttuazioni statistiche) l' 86.8% dei test antigenici totali invece del 95.8% (che e' molto di piu').
Se la loro efficienza invece fosse minore, anziche' il 95.8% dovrebbero essere di meno e mai di piu' come invece sta accadendo in questi giorni, in cui il parametro VARIAZ. e' quasi sempre positivo.
Quindi se volessimo provare ad apportare una correzione al dato dei positivi antigenici (1255) per rendere la sua percentuale (95.8%) uguale a quella degli antigenici totali (86.8%), dovremmo correggere il dato dei positivi antigenici abbassandolo da 1255 a 1137. Questo porterebbe a 173, invece di 55, il numero dei positivi al test molecolare e la relativa percentuale da graficare passerebbe allora dal 2.5% al 7.8%, che sarebbe un dato molto piu' alto (del 212%).
Quindi vedete che il parametro VARIAZ. e' un ottimo indicatore dell'incertezza del dato, che e' grande quando il parametro VARIAZ. e' positivo e grande.
Nel caso del dato di oggi percio' NON possiamo che considerarlo inutilizzabile.
Questo fatto (il divario del 212%) ci mostra ancora una volta quanto sia importante l'indicazione di affidabilita' del dato fornita dal parametro VARIAZ. (+9.0) dei due RAPPORTI tra gli antigenici ed i totali (positivi e totali, 95.8% e 86.8%), che abbiamo riportato nella tabella del confronto.
Negli ultimi giorni dal 12 maggio in poi, escluso il 16 maggio (segnato in rosso), il parametro VARIAZ. e' sempre stato positivo e quasi tutti i dati si sono accumulati intorno al 5% come si puo' vedere nei grafici dei dati recenti , dove i dati ritenuti piu' affidabili sono quelli segnati in rosso.
Il dato di oggi ha il parametro VARIAZ. ancora positivo, e di molto quindi, non possiamo ancora ritenere che il problema che abbiamo riscontrato nei dati dei giorni scorsi sia risolto.
Quindi grafichiamo il dato NON tenendone conto nella nostra analisi della quinta ondata e NON prolunghiamo la nostra linea viola d'interpolazione.
Inseriamo quindi questo dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti senza prolungare anche la linea viola d'interpolazione fino al dato di oggi, da noi ritenuto inaffidabile, come tanti altri dati precedenti.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 66 e' salito ancora un po'.
Dopo il dato della domenica basso, come al solito, possiamo fare la media degli ultimi 3 giorni ed otteniamo: (27 + 62 + 66)/3 = 52 che e' il dato a cui portare la linea viola d'interpolazione.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (30 maggio 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, al 3.2%, e' ancora un dato molto anomalo, perche' il parametro VARIAZ. oltre ad essere positivo, e' addirittura al +9.0% (vedi la tabella del confronto ).

VERIFICA SUI DATI DI OGGI: Per capire cosa puo' significare un parametro VARIAZ. positivo al +9.0%, andiamo a fare la seguente verifica nei dati odierni riportati nella tabella del confronto:

GIORNO TOT.TEST ANTIGEN RAPPORTO POS.TOT. POS.ANTIG RAPPORTO VARIAZ. PERC.
23/05 L136671267992.8%69467196.7%+3.9%2.3%
24/05 M173711524287.7%1600152095.0%+7.3%3.8%
25/05 M146671268886.5%1189111293.5%+7.0%3.9%
26/05 G157811398288.6%1274120694.7%+6.1%3.8%
27/05 V142541312892.1% 859 80393.5%+1.4%5.0%
28/05 S242262251592.9%1023 95993.7%+0.8%3.7%
29/05 D8818792189.8%656 61293.3%+3.5%4.9%
30/05 L9773899292.0%340 31592.6%+0.6%3.2%

La percentuale dei test antigenici positivi (315/340) oggi e' del 92.6%, piu' alta di quella degli antigenici nei test totali (8992/9773), di cui fanno parte, che e' dell' 92.0% (sono quasi uguali).
Per noi sarebbe normale che la percentuale dei test antigenici positivi, che oggi e' al 92.6%, fosse vicina a quella degli antigenici totali, che oggi e' al 92.0% (e quindi oggi lo e') perche', se i test antigenici avessero esattamente la stessa efficienza dei test molecolari nel rilevare la positivita', i test antigenici positivi dovrebbero essere esattamente (entro le normali fluttuazioni statistiche) il 92.0% dei test antigenici totali invece del 92.6% (che e' poco di piu').
Se la loro efficienza invece fosse minore, anziche' il 92.6% dovrebbero essere di meno e mai di piu' come invece sta accadendo in questi giorni, in cui il parametro VARIAZ. e' quasi sempre positivo.
Quindi se volessimo provare ad apportare una correzione al dato dei positivi antigenici (315) per rendere la sua percentuale (92.6%) uguale a quella degli antigenici totali (92.0%), dovremmo correggere il dato dei positivi antigenici abbassandolo da 315 a 313. Questo porterebbe a 27, invece di 25, il numero dei positivi al test molecolare e la relativa percentuale da graficare passerebbe allora dal 3.2% al 3.5%, che sarebbe un dato piu' alto veramente di poco (solo del 9%.
Quindi vedete che il parametro VARIAZ. e' un ottimo indicatore dell'incertezza del dato, che e' grande quando il parametro VARIAZ. e' positivo e grande.
Nel caso del dato di oggi percio' non possiamo avere dubbi e quindi possiamo considerarlo pienamente utilizzabile.
Questo fatto (il divario del 9%) ci mostra ancora una volta quanto sia importante l'indicazione di affidabilita' del dato fornita dal parametro VARIAZ. (+0.6) dei due RAPPORTI tra gli antigenici ed i totali (positivi e totali, 92.6% e 92.0%), che abbiamo riportato nella tabella del confronto.
Negli ultimi giorni dal 12 maggio in poi, escluso il 16 maggio (segnato in rosso), il parametro VARIAZ. e' sempre stato positivo e quasi tutti i dati si sono accumulati intorno al 5% come si puo' vedere nei grafici dei dati recenti , dove i dati ritenuti piu' affidabili sono quelli segnati in rosso.
Il dato di oggi ha il parametro VARIAZ. ancora positivo, sia pure di poco quindi, non possiamo ancora ritenere che il problema che abbiamo riscontrato nei dati dei giorni scorsi sia risolto.
Quindi grafichiamo il dato tenendone anche conto nella nostra analisi della quinta ondata e prolunghiamo la nostra linea viola d'interpolazione.
Cosi' vediamo che sembra confermata una continuazione della discesa della curva, che si sta ora attestando ad un livello di poco superiore al 3%, che potrebbe essere l'attuale livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici.
Non sarebbe una buona notizia, perche' l'anno scorso era molto piu' basso (allo 0.6%), come si vede in basso a sinistra nel grafico della quarta ondata.
Inseriamo quindi questo dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti prolungando anche la linea viola d'interpolazione fino al dato di oggi, da noi ritenuto affidabile, a differenza di tanti altri dati precedenti.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 62 e' salito perche' segue il dato della domenica, che e' stato poco significativo come al solito. Medieremo anche con il dato di domani.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (29 maggio 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, al 4.9%, e' ancora un dato meno anomalo degli altri, perche' anche se il parametro VARIAZ. e' positivo e non piccolo, al +3.5% (vedi la tabella del confronto ).

VERIFICA: Per capire cosa puo' significare un parametro VARIAZ. positivo al +3.5%, andiamo a fare la seguente verifica nei dati odierni riportati nella tabella del confronto:

GIORNO TOT.TEST ANTIGEN RAPPORTO POS.TOT. POS.ANTIG RAPPORTO VARIAZ. PERC.
23/05 L136671267992.8%69467196.7%+3.9%2.3%
24/05 M173711524287.7%1600152095.0%+7.3%3.8%
25/05 M146671268886.5%1189111293.5%+7.0%3.9%
26/05 G157811398288.6%1274120694.7%+6.1%3.8%
27/05 V142541312892.1% 859 80393.5%+1.4%5.0%
28/05 S242262251592.9%1023 95993.7%+0.8%3.7%
29/05 D8818792189.8%656 61293.3%+3.5%4.9%

La percentuale dei test antigenici positivi (612/656) oggi e' del 93.3%, piu' alta di quella degli antigenici nei test totali (7921/8818), di cui fanno parte, che e' dell' 89.8%.
Per noi sarebbe normale che la percentuale dei test antigenici positivi, che oggi e' al 93.3%, fosse vicina a quella degli antigenici totali, che oggi e' al 89.8% (e quindi lo e') perche', se i test antigenici avessero esattamente la stessa efficienza dei test molecolari nel rilevare la positivita', i test antigenici positivi dovrebbero essere esattamente (entro le normali fluttuazioni statistiche) il 89.8% dei test antigenici totali invece del 93.3%.
Se la loro efficienza invece fosse minore, anziche' il 93.3% dovrebbero essere di meno e mai di piu' come invece sta accadendo in questi giorni, in cui il parametro VARIAZ. e' quasi sempre positivo.
Quindi se volessimo provare ad apportare una correzione al dato dei positivi antigenici (612) per rendere la sua percentuale (93.3%) uguale a quella degli antigenici totali (89.8%), dovremmo correggere il dato dei positivi antigenici abbassandolo da 612 a 589. Questo porterebbe a 67, invece di 44, il numero dei positivi al test molecolare e la relativa percentuale da graficare passerebbe allora dal 4.9% al 7.5%, che sarebbe un dato piu' alto del 53%.
Quindi vedete che quando il parametro VARIAZ. aumenta l'incertezza del dato cresce (in questo caso al 53%). Rimangono percio' i nostri dubbi e non possiamo considerare questo dato utilizzabile.
Questo fatto (il divario del 53%) ci mostra ancora una volta quanto sia importante l'indicazione di affidabilita' del dato fornita dal parametro VARIAZ. (+3.5%) dei due RAPPORTI tra gli antigenici ed i totali (positivi e totali, 93.3% e 89.8%), che abbiamo riportato nella tabella del confronto.
Negli ultimi giorni dal 12 maggio in poi, escluso il 16 maggio (segnato in rosso), il parametro VARIAZ. e' sempre stato positivo e quasi tutti i dati si sono accumulati intorno al 5% come si puo' vedere nei grafici dei dati recenti , dove i dati ritenuti piu' affidabili sono segnati in rosso.
Il dato di oggi ha il parametro VARIAZ. ancora positivo, quindi, riteniamo che il problema che abbiamo riscontrato nei dati dei giorni scorsi ancora NON sia del tutto risolto.
Quindi grafichiamo il dato non tenendone pero' conto nella nostra analisi della quinta ondata, come per gli altri dati dal 12 maggio in poi, quasi tutti da noi ritenuti inutilizzabili per l'analisi, e per questo non prolunghiamo la nostra linea viola d'interpolazione.
Cosi' vediamo che mentre gli ultimi dati sono concordi nell'indicare una continuazione della discesa della curva, che sembrava attestarsi ad un livello poco superiore al 3%, che dovrebbe essere l'attuale livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici, ora vediamo che con il dato di oggi, da noi ritenuto poco affidabile, il livello e' piu' alto, al 4.9%.
Inseriamo quindi questo dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti non prolungando pero' la linea viola d'interpolazione fino al dato di oggi, perche' per noi e' ritenuto poco affidabile come gli altri precedenti.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 27 e' sceso molto ma perche' e' un dato della domenica, poco significativo come al solito. Medieremo con i dati dei prossimi 2 giorni.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (28 maggio 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, al 3.7%, e' ancora un dato meno anomalo degli altri, perche' anche se il parametro VARIAZ. e' positivo, pero' e' piccolo, al +0.8% (vedi la tabella del confronto ).

VERIFICA: Per capire cosa puo' significare un parametro VARIAZ. positivo al +0.8%, andiamo a fare la seguente verifica nei dati odierni riportati nella tabella del confronto:

GIORNO TOT.TEST ANTIGEN RAPPORTO POS.TOT. POS.ANTIG RAPPORTO VARIAZ. PERC.
23/05 L136671267992.8%69467196.7%+3.9%2.3%
24/05 M173711524287.7%1600152095.0%+7.3%3.8%
25/05 M146671268886.5%1189111293.5%+7.0%3.9%
26/05 G157811398288.6%1274120694.7%+6.1%3.8%
27/05 V142541312892.1% 859 80393.5%+1.4%5.0%
28/05 S242262251592.9%1023 95993.7%+0.8%3.7%

La percentuale dei test antigenici positivi (959/1023) oggi e' del 93.7%, piu' alta di quella degli antigenici nei test totali (22515/24226), di cui fanno parte, che e' dell' 92.9%.
Per noi sarebbe normale che la percentuale dei test antigenici positivi, che oggi e' al 93.7%, fosse vicina a quella degli antigenici totali, che oggi e' al 92.9% (e quindi lo e') perche', se i test antigenici avessero esattamente la stessa efficienza dei test molecolari nel rilevare la positivita', i test antigenici positivi dovrebbero essere esattamente (entro le normali fluttuazioni statistiche) il 92.9% dei test antigenici totali invece del 93.7%.
Se la loro efficienza invece fosse minore, anziche' il 93.7% dovrebbero essere di meno e mai di piu' come invece sta accadendo in questi giorni, in cui il parametro VARIAZ. e' quasi sempre positivo.
Quindi se volessimo provare ad apportare una correzione al dato dei positivi antigenici (959) per rendere la sua percentuale (93.7%) uguale a quella degli antigenici totali (92.9%), dovremmo correggere il dato dei positivi antigenici abbassandolo da 959 a 950. Questo porterebbe a 73, invece di 64, il numero dei positivi al test molecolare e la relativa percentuale da graficare passerebbe allora dal 3.7% al 4.3%, che sarebbe un dato appena un po' piu' alto (del 16%).
Quindi vedete che quando il parametro VARIAZ. si avvicina a zero l'incertezza del dato diminuisce di molto (in questo caso al 16%). Malgrado i nostri dubbi percio' questo dato possiamo considerarlo utilizzabile.
Questo fatto (il divario del 16%) ci mostra ancora una volta quanto sia importante l'indicazione di affidabilita' del dato fornita dal parametro VARIAZ. (+0.8%) dei due RAPPORTI tra gli antigenici ed i totali (positivi e totali, 93.7% e 92.9%), che abbiamo riportato nella tabella del confronto.
Negli ultimi giorni dal 12 maggio in poi, escluso il 16 maggio (segnato in rosso), il parametro VARIAZ. e' sempre stato positivo e quasi tutti i dati si sono accumulati intorno al 5% come si puo' vedere nei grafici dei dati recenti , dove i dati ritenuti piu' affidabili sono segnati in rosso.
Il dato di oggi pero' ha il parametro VARIAZ. ancora positivo, quindi, riteniamo che il problema che abbiamo riscontrato nei dati dei giorni scorsi ancora NON sia del tutto risolto.
Quindi grafichiamo il dato tenendone conto nella nostra analisi della quinta ondata, a differenza degli altri dati dal 12 maggio in poi, quasi tutti da noi ritenuti inutilizzabili per l'analisi, e per questo prolunghiamo la nostra linea viola d'interpolazione.
Cosi' vediamo che mentre gli ultimi dati sono concordi nell'indicare una continuazione della discesa della curva, che sembrava attestarsi ad un livello poco superiore al 3%, che dovrebbe essere l'attuale livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici, ora vediamo che con il dato di oggi, da noi ritenuto piu' affidabile (e per questo segnato in rosso), il livello e' solo un po' piu' alto, al 3.7%.
Inseriamo quindi questo dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti prolungando ora la linea viola d'interpolazione fino al dato di oggi, perche' per noi e' meno dubbio degli altri precedenti.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 66 e' sceso verso la media dei precedenti giorni.
In base alla nostra esperienza precedente, i decessi conseguono ai contagi avvenuti 12 o 18 giorni prima, a secondo del tipo di virus.
18 giorni fa i contagi erano alti (al 15.3%) mentre 12 giorni fa si erano quasi dimezzati (9.4% con qualche incertezza per la qualita' dei dati).
Quindi non si capisce ancora bene se i decessi rimangono alti, che indicherebbe che abbiamo a che fare con un virus con la malattia grave a decorso piu' lento (18 giorni) e non sarebbe quindi Omicron oppure se i decessi alla fine risulteranno bassi (come oggi) ad indicare il contrario.
Ovviamente con un miscuglio di virus diversi, sempre possibile, potremmo anche avere una situazione intermedia tra i 12 ed i 18 giorni.

IL FONDO DEGLI ASINTOMATICI (28 maggio 2022)
Si potrebbe pensare che ora che il livello dei contagi e' sceso cosi' in basso, con l'arrivo del caldo, non abbiamo piu' da preoccuparci della pandemia, almeno fino a settembre.
Ma potrebbe non essere cosi'.
I dati di questi giorni arriveranno a definire qual'e' il fondo degli asintomatici, che e' il livello dei contagi di fondo prodotto dall' epidemia di asintomatici (che abbiamo detto puo' anche essere multipla, cioe' di piu' virus diversi ognuno dei quali ha prodotto e mantiene una sua epidemia di asintomatici).
L'anno scorso questo livello di fondo era allo 0.6% che e' un livello piuttosto basso. Malgrado cio' e' bastato un solo evento diffusore di molti contagi (i festeggiamenti per la vittoria della coppa europea di calcio, come si puo' vedere in basso a sinistra nel grafico della quarta ondata ) per dare inizio alla quarta ondata addirittura in agosto!
E' chiaro percio' che il fondo degli asintomatici gioca un ruolo importante nel facilitare l'inizio di una nuova ondata anche nella stagione estiva: piu' alto e' il suo livello, tanto piu' facile sara' far partire una nuova ondata con tutto quello che ne consegue.
La quarta ondata fu piccola (arrivo' solo al 6%) ma perche' avevamo il 90% di persone vaccinate. Ora non siamo cosi' protetti anche perche' alcuni dei virus in circolazione sono nuovi.
Veniamo allora al punto. Stiamo lavorando in condizioni disagiate perche' non abbiamo molta fiducia nel dati che stanno arrivando. Quelli che riteniamo piu' affidabili li abbiamo indicati in rosso del grafici dei dati recenti e su quelli abbiamo tracciato la nostra linea viola d'interpolazione.
L'indicazione che sembra emergere e' di un fondo degli asintomatici piuttosto alto.
Per ora la curva e' scesa al 5% e certamente scendera' ancora; pero' temiamo che possa non scendere fino allo 0.6% dell'anno scorso perche', come abbiamo detto, l'epidemia degli asintomatici dell'anno scorso era costituita essenzialmente dalla variante Delta (quella della quarta ondata). Successivamente si sono succedute pero' ondate di altre varianti con tempo di guarigione lungo e quindi in grado di costituire ognuna di esse una sua epidemia di asintomatici.
Ci aspettiamo percio' oggi di avere la simultanea presenza di piu' epidemie di asintomatici che concorrono tutte a perpetuare la presenza di piu' tipologie di virus, coltivati inconsapevolmente nel loro corpo da tante persone infette ed asintomatiche, che non sanno di essere infette.
Ognuna di queste epidemie raggiunge un suo livello di contagi in equilibrio stabile e tutti questi livelli vanno a sommarsi per produrre il fondo di asintomatici che oggi osserviamo, che crediamo sara' superiore allo 0.6% dell'anno scorso.
Per questo i dati di questi giorni sono importanti, anche se bassi: perche' definiscono il livello di attenzione che dovremo prestare alla prevenzione durante l'estate prossima per evitare spiacevoli ondate estive che potrebbero comportare danni enormi.
Se il fondo rimanesse al 5% (ma siamo sicuri che un po' scendera'), sarebbe molto preoccupante, perche' vorrebbe dire che saremmo immersi un una grande quantita' di virus (coltivati dagli asintomatici) pronti a scatenarsi alla prima occasione (certamente a settembre con il calo delle temperature).

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (27 maggio 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, al 5.0%, e' ancora un dato meno anomalo degli altri, perche' anche se il parametro VARIAZ. e' positivo, pero' e' piccolo, al +1.4% (vedi la tabella del confronto ).

VERIFICA: Per capire cosa puo' significare un parametro VARIAZ. positivo al +1.4%, andiamo a fare la seguente verifica nei dati odierni riportati nella tabella del confronto:

GIORNO TOT.TEST ANTIGEN RAPPORTO POS.TOT. POS.ANTIG RAPPORTO VARIAZ. PERC.
23/05 L136671267992.8%69467196.7%+3.9%2.3%
24/05 M173711524287.7%1600152095.0%+7.3%3.8%
25/05 M146671268886.5%1189111293.5%+7.0%3.9%
26/05 G157811398288.6%1274120694.7%+6.1%3.8%
27/05 V142541312892.1% 859 80393.5%+1.4%5.0%

La percentuale dei test antigenici positivi (803/859) oggi e' del 93.5%, piu' alta di quella degli antigenici nei test totali (13128/14254), di cui fanno parte, che e' dell' 92.1%.
Per noi sarebbe normale che la percentuale dei test antigenici positivi, che oggi e' al 93.5%, fosse vicina a quella degli antigenici totali, che oggi e' al 92.1% (e quindi lo e') perche', se i test antigenici avessero esattamente la stessa efficienza dei test molecolari nel rilevare la positivita', i test antigenici positivi dovrebbero essere esattamente (entro le normali fluttuazioni statistiche) il 92.1% dei test antigenici totali invece del 93.5%.
Se la loro efficienza invece fosse minore, anziche' il 93.5% dovrebbero essere di meno e mai di piu' come invece sta accadendo in questi giorni, in cui il parametro VARIAZ. e' quasi sempre positivo.
Quindi se volessimo provare ad apportare una correzione al dato dei positivi antigenici (803) per rendere la sua percentuale (93.5%) uguale a quella degli antigenici totali (92.1%), dovremmo correggere il dato dei positivi antigenici abbassandolo da 803 a 791. Questo porterebbe a 68, invece di 56, il numero dei positivi al test molecolare e la relativa percentuale da graficare passerebbe allora dal 5.0% al 6.0%, che sarebbe un dato appena un po' piu' alto (del 20%).
Quindi vedete che quando il parametro VARIAZ. si avvicina a zero l'incertezza del dato diminuisce di molto (in questo caso al 20%). Malgrado i nostri dubbi percio' questo dato possiamo considerarlo utilizzabile.
Questo fatto (il divario del 20%) ci mostra ancora una volta quanto sia importante l'indicazione di affidabilita' del dato fornita dal parametro VARIAZ. (+1.4%) dei due RAPPORTI tra gli antigenici ed i totali (positivi e totali, 93.5% e 92.1%), che abbiamo riportato nella tabella del confronto.
Negli ultimi giorni dal 12 maggio in poi, escluso il 16 maggio (segnato in rosso), il parametro VARIAZ. e' sempre stato positivo e quasi tutti i dati si sono accumulati intorno al 5% come si puo' vedere nei grafici dei dati recenti.
Il dato di oggi pero' ha il parametro VARIAZ. ancora positivo, quindi, riteniamo che il problema che abbiamo riscontrato nei dati dei giorni scorsi ancora NON sia del tutto risolto.
Quindi grafichiamo il dato tenendone conto nella nostra analisi della quinta ondata, a differenza degli altri dati dal 12 maggio in poi, quasi tutti da noi ritenuti inutilizzabili per l'analisi, e per questo prolunghiamo la nostra linea viola d'interpolazione.
Cosi' vediamo che mentre gli ultimi dati sono concordi nell'indicare una continuazione della discesa della curva, che sembrava attestarsi ad un livello poco superiore al 3%, che dovrebbe essere l'attuale livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici, ora vediamo che con il dato di oggi, da noi ritenuto piu' affidabile, il livello e' piu' alto, al 5%.
Inseriamo quindi questo dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti prolungando ora la linea viola d'interpolazione fino al dato di oggi, perche' per noi e' meno dubbio degli altri precedenti.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 105 e' ancora alto, oltre che la media dei precedenti giorni.
In base alla nostra esperienza precedente, i decessi conseguono ai contagi avvenuti 12 o 18 giorni prima, a secondo del tipo di virus.
18 giorni fa i contagi erano alti (al 13.7%) mentre 12 giorni fa si erano piu' che dimezzati (4.4% con qualche incertezza per la qualita' dei dati).
Quindi il fatto che e decessi rimangano alti sembra indicare che abbiamo a che fare con un virus con la malattia grave a decorso piu' lento (18 giorni) e non e' quindi Omicron.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (26 maggio 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, al 3.8%, e' ancora un dato un po' anomalo secondo noi, perche' oltre ad avere nuovamente un valore del parametro VARIAZ. molto positivo, e' al +6.1% (vedi la tabella del confronto ).
La nostra solita sui dati verifica non vale la pena farla, perche' il parametro VERIF. e' quasi identico a quello di ieri:

GIORNO TOT.TEST ANTIGEN RAPPORTO POS.TOT. POS.ANTIG RAPPORTO VARIAZ. PERC.
23/05 L136671267992.8%69467196.7%+3.9%2.3%
24/05 M173711524287.7%1600152095.0%+7.3%3.8%
25/05 M146671268886.5%1189111293.5%+7.0%3.9%
26/05 G157811398288.6%1274120694.7%+6.1%3.8%

Il dato di oggi ha ancora il parametro VARIAZ. troppo alto, quindi, riteniamo che il problema che abbiamo riscontrato nei dati dei giorni scorsi ancora NON sia risolto.
I nostri dubbi secondo noi rendono anche questo dato per noi del tutto inutilizzabile.
Quindi grafichiamo il dato ma non ne teniamo conto nella nostra analisi della quinta ondata, come gli altri dati dal 12 maggio in poi, quasi tutti da noi ritenuti inutilizzabili per l'analisi, e per questo non prolunghiamo la nostra linea viola d'interpolazione.
Cio' anche se gli ultimi dati sono concordi nell'indicare una continuazione della discesa della curva, che sembra attestarsi per ora ad un livello superiore al 3%, che dovrebbe essere l'attuale livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici.
E' molto verosimile che questo livello di fondo sia salito dal 0.6% che avevamo nel 2021 (visibile in basso a sinistra nel grafico della quarta ondata ) ad un livello nettamente superiore.
Cio perche' l'epidemia degli asintomatici dell'anno scorso era costituita essenzialmente dalla variante Delta (quella della quarta ondata). Successivamente si sono succedute pero' ondate di altre varianti con tempo di guarigione lungo e quindi in grado di costituire ognuna di esse una sua epidemia di asintomatici.
Ci aspettiamo percio' oggi di avere la simultanea presenza di piu' epidemie di asintomatici che concorrono tutte a perpetuare la presenza di piu' tipologie di virus, coltivati inconsapevolmente nel loro corpo da tante persone infette ed asintomatiche, che non sanno di essere infette .
Tutto cio' sara' meglio chiarito dai dati dei prossimi giorni.
Inseriamo quindi questo dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti senza prolungare la linea viola d'interpolazione fino al dato di oggi, perche' per noi e' dubbio come gli altri precedenti.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 94 e' ancora alto, oltre che la media dei precedenti giorni.
In base alla nostra esperienza precedente, i decessi conseguono ai contagi avvenuti 12 o 18 giorni prima, a secondo del tipo di virus.
18 giorni fa i contagi erano alti (al 14.5%) mentre 12 giorni fa si erano dimezzati (7% con qualche incertezza per la qualita' dei dati).

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (25 maggio 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, al 3.9%, e' ancora un dato un po' anomalo secondo noi, perche' oltre ad avere nuovamente un valore del parametro VARIAZ. molto positivo, e' al +7.0% (vedi la tabella del confronto ).
La nostra solita sui dati verifica non vale la pena farla, perche' il parametro VERIF. e' quasi identico a quello di ieri:

GIORNO TOT.TEST ANTIGEN RAPPORTO POS.TOT. POS.ANTIG RAPPORTO VARIAZ. PERC.
23/05 L136671267992.8%69467196.7%+3.9%2.3%
24/05 M173711524287.7%1600152095.0%+7.3%3.8%
25/05 M146671268886.5%1189111293.5%+7.0%3.9%

Il dato di oggi ha ancora il parametro VARIAZ. troppo alto, quindi, riteniamo che il problema che abbiamo riscontrato nei dati dei giorni scorsi ancora NON sia risolto.
I nostri dubbi secondo noi rendono anche questo dato del tutto inutilizzabile.
Quindi grafichiamo il dato ma non ne teniamo conto nell'analisi della quinta ondata, come gli altri dati dal 12 maggio in poi, quasi tutti da noi ritenuti inutilizzabili per l'analisi.
Inseriamo quindi questo dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti ma non prolunghiamo la linea viola d'interpolazione fino al dato di oggi, perche' per noi e' dubbio come gli altri precedenti.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 114 e' nettamente piu' alto di quello di ieri, oltre che della media dei precedenti 3 giorni.
In base alla nostra esperienza precedente, i decessi conseguono ai contagi avvenuti 12 o 18 giorni prima, a secondo del tipo di virus.
18 giorni fa i contagi erano alti (al 15.2%) mentre 12 giorni fa si erano dimezzati (6.7% con qualche incertezza per la qualita' dei dati).
Quindi il dato alto di oggi potrebbe essere conseguenza del picco al 15% dei contagi passati. Pero' potrebbe anche essere alto perche' contiene alcuni dei decessi mancanti nel dato di domenica.
Non possiamo saperlo, con i dati che abbiamo.

COSA SUCCEDERA' DURANTE L'ESTATE (25 maggio 2022)
Ormai il livello dei contagi sta scendendo verso il suo livello minimo che e' stabilito dal virus a tempo di guarigione piu' lungo che ha instaurato una sua epidemia di asintomatici.
Se guardiamo i dati dell'estate scorsa possiamo vedere che c'e' stato solo l'episodio della quarta ondata (variante Delta), innescata dai festeggiamenti avvenuti su scala nazionale l'11 luglio 2021 per la vittoria dell'Italia alla finale della coppa europea di calcio, e da noi conteggiata come quarta ondata, perche' ne aveva tutte le caratteristiche anche se con un livello massimo raggiunto piuttosto contenuto perche' il livello delle vaccinazioni era arrivato al 90% delle persone vaccinabili.
Proprio per l'alto tasso di vaccinati i picchi effimeri visibili nel grafico sono cosi' grandi: essi sono infatti dovuti ai contagi delle persone immunizzate da precedenti contagi o da vaccinazione (che allora erano cosi' tante)
Se non ci fosse stata la quarta ondata per tutta l'estate il livello dei contagi sarebbe stato non zero ma circa 0.6% che e' il livello di fondo imposto dalla presenza dell'epidemia degli asintomatici (indicato nel grafico ), che nel 2021 e' stato della variante Delta che e' stata ovviamente quella che ha dato luogo anche alla quarta ondata iniziata a luglio!
Evidentemente questi coronavirus sono capaci di diffondersi anche quando fa caldo se l'innesco, costituito da un apporto importante di contagi, gliene da l'occasione. Attualmente questo apporto per fortuna non c'e': i festeggiamenti per la vittoria del campionato di calcio da parte del Milan sono stati su scala prevalentemente regionale e sicuramente in Lombardia, ma solo li', ci sara' un incremento di contagi.
Il livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici dipende dal livello di contagiosita' e dal tempo di guarigione spontanea del virus che sara' prevalente nell'ambiente la prossima estate.
Nel 2021 il virus fu la variante Delta ed il livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici fu di circa lo 0.6%, come si puo' vedere nel grafico della quarta ondata.
Quello che sara' interessante fare nei prossimi giorni, se la qualita' dei dati disponibili ce lo consentira', sara' di misurare il livello attuale del fondo degli asintomatici che dovra' essere fatto su piu' giorni, perche' quando il numero dei positivi al test e' basso le fluttuazioni statistiche dei dati sono alte.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (24 maggio 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, al 3.8%, e' ancora un dato un po' anomalo secondo noi, perche' oltre ad avere nuovamente un valore del parametro VARIAZ. molto positivo, e' al +7.3% (vedi la tabella del confronto ).
VERIFICA: Per capire cosa puo' significare un parametro VARIAZ. positivo al +7.3%, andiamo a fare la seguente verifica nei dati odierni riportati nella tabella del confronto:

GIORNO TOT.TEST ANTIGEN RAPPORTO POS.TOT. POS.ANTIG RAPPORTO VARIAZ. PERC.
23/05 L136671267992.8%69467196.7%+3.9%2.3%
24/05 M173711524287.7%1600152095.0%+7.3%3.8%

La percentuale dei test antigenici positivi (1520/1600) oggi e' del 95%, piu' alta di quella degli antigenici nei test totali (17371/15242), di cui fanno parte, che e' dell' 87.7%.
Per noi sarebbe normale che la percentuale dei test antigenici positivi, che oggi e' al 95%, fosse vicina a quella degli antigenici totali, che oggi e' al 87.7% perche', se i test antigenici avessero esattamente la stessa efficienza dei test molecolari nel rilevare la positivita', i test antigenici positivi dovrebbero essere esattamente (entro le normali fluttuazioni statistiche) il 87.7% dei test antigenici totali invece del 95.
Se la loro efficienza invece fosse minore, anziche' il 95% dovrebbero essere di meno e mai di piu' come invece sta accadendo in questi giorni, in cui il parametro VARIAZ. e' quasi sempre positivo.
Quindi se volessimo provare ad apportare una correzione al dato dei positivi antigenici (1520) per rendere la sua percentuale (95%) uguale a quella degli antigenici totali (87.7%), dovremmo correggere il dato dei positivi antigenici abbassandolo da 1520 a 1403. Questo porterebbe a 197, invece di 80, il numero dei positivi al test molecolare e la relativa percentuale da graficare passerebbe allora dal 3.8% al 9.2%, che sarebbe un dato molto piu' alto (del 142%).
Un tale dubbio secondo noi rende anche questo dato del tutto inutilizzabile.
Questo fatto (il divario del 142%) ci mostra ancora una volta quanto sia importante l'indicazione di affidabilita' del dato fornita dal parametro VARIAZ. (+7.3%) dei due RAPPORTI tra gli antigenici ed i totali (positivi e totali, 95% e 87.7%), che abbiamo riportato nella tabella del confronto.
Negli ultimi giorni dal 12 maggio in poi, escluso il 16 maggio (segnato in rosso), il parametro VARIAZ. e' sempre stato positivo e quasi tutti i dati si sono accumulati intorno al 5% come si puo' vedere nei grafici dei dati recenti.
Il dato di oggi pero' ha il parametro VARIAZ. di nuovo alto, quindi, riteniamo che il problema che abbiamo riscontrato nei dati dei giorni scorsi ancora NON sia risolto.
Quindi grafichiamo il dato ma non ne teniamo conto nell'analisi della quinta ondata, come gli altri dati dal 12 maggio in poi, quasi tutti da noi ritenuti inutilizzabili per l'analisi.
Inseriamo quindi questo dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti ma non prolunghiamo la linea viola d'interpolazione fino al dato di oggi, perche' per noi e' dubbio come gli altri precedenti.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 95 e' piu' alto di quello di ieri, come solitamente accade dopo il dato della domenica.
Possiamo ora fare la media degli ultimi 3 giorni per correggere i decessi mancanti nel dato della domenica, come facciamo di solito: (34 + 80 + 95)/3 = 70 che e' un valore che si colloca esattamente sul prolungamento della linea viola d'interpolazione.

LA CRESCITA DELL'EPIDEMIA DI VAIOLO DELLE SCIMMIE (24 maggio 2022)
Chi diffonde il contagio sono le persone contagiate, quindi se non si fa niente e le condizioni rimangono invariate, aumentando il numero di persone contagiate l'epidemia si espande sempre di piu'.
Gli eventi che favoriscono il contagio dipendono dalla via di trasmissione del contagio e sono quelli che vanno ridotti per frenare la crescita del numero di casi, perche' se non si fa niente, come hanno iniziato a crescere cosi' continueranno a crescere sempre di piu', proprio come accade con gli altri virus patogeni compreso il Sars-CoV-2 (Covid).
Piu' la contagiosita' e' bassa piu' e' facile ridurre il numero di questi eventi e cosi' bloccare l'evoluzione dell'epidemia.
Si tratta di quella che abbiamo chiamato la regola canonica che dev'essere sempre rispettata, non solo nel procedere alle riaperture quando l'ondata epidemica sta calando, ma anche quando un'ondata sta per iniziare, come nel caso del vaiolo delle scimmie: cioe' fare il massimo sforzo subito per mantenere il livello dei contagi il piu' basso possibile (quando il livello e' basso anche lo sforzo necessario e' minimo).
Con questo tipo di vaiolo sembra che la contagiosita' sia abbastanza bassa per consentire di bloccare l'epidemia con facilita' ma prima si interviene e meglio e', perche' piu' contagiati ci sono e piu' numerose sono le occasioni di contagio.
Il primo intervento (urgente) dev'essere di tipo informativo, affinche' la gente sappia come evitare il contagio.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (23 maggio 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, al 2.3%, e' ancora un dato un po' anomalo secondo noi, perche' oltre ad avere nuovamente un valore del parametro VARIAZ. positivo, e' al +3.9% (vedi la tabella del confronto ).
VERIFICA: Per capire cosa puo' significare un parametro VARIAZ. positivo al +3.9%, andiamo a fare la seguente verifica nei dati odierni riportati nella tabella del confronto.
La percentuale dei test antigenici positivi (671/694) e' del 96.7%, piu' alta di quella degli antigenici nei test totali (12679/13667), di cui fanno parte, che e' dell' 92.8%.
Per noi sarebbe normale che la percentuale dei test antigenici positivi, che oggi e' al 96.7%, fosse vicina a quella degli antigenici totali, che oggi e' al 92.8% perche', se i test antigenici avessero esattamente la stessa efficienza dei test molecolari nel rilevare la positivita', i test antigenici positivi dovrebbero essere esattamente (entro le normali fluttuazioni statistiche) il 92.8% dei test antigenici totali invece del 96.7%.
Se la loro efficienza invece fosse minore, anziche' il 92.8% dovrebbero essere di meno e mai di piu' come invece sta accadendo in questi giorni, in cui il parametro VARIAZ. e' quasi sempre positivo.
Quindi se volessimo provare ad apportare una correzione al dato dei positivi antigenici (671) per rendere la sua percentuale (96.7%) uguale a quella degli antigenici totali (92.8%), dovremmo correggere il dato dei positivi antigenici abbassandolo da 671 a 644. Questo porterebbe a 50, invece di 23, il numero dei positivi al test molecolare e la relativa percentuale da graficare passerebbe allora dal 2.3% al 5.1%, che sarebbe un dato molto piu' alto (del 122%).
Un tale dubbio secondo noi rende anche questo dato inutilizzabile anche se resterebbe comunque l'indicazione di una discesa dei contagi rispetto al dato di ieri (8.8%), che era pero' un dato della domenica, con un numero di test eseguiti piuttosto basso ed il posizionamento del punto di oggi (se fosse vero) nel grafici dei dati recenti si collocherebbe proprio nel prolungamento della linea viola d'interpolazione gia' da noi disegnata in precedenza.
Questo fatto (il divario del 122%) ci mostra ancora una volta quanto sia importante l'indicazione di affidabilita' del dato fornita dal parametro VARIAZ. (+3.9%) dei due RAPPORTI tra gli antigenici ed i totali (positivi e totali, 96.7% e 92.8%), che abbiamo riportato nella tabella del confronto.
Questa grande incertezza sul dato di oggi discende dal piccolo numero di test positivi molecolari (23) che comporta un grande errore statistico (21%).
In altre parole, piu' il numero di test positivi diminuisce, piu' test bisognerebbe fare per determinare con la solita precisione la percentuale di test positivi nei nostri grafici. Questo pero' non conviene farlo, perche' se i test positivi sono pochi e' anche piu' basso l'interesse sanitario di determinare con precisione il dato (che tende al livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici, che potra' essere ugualmente ben determinato utilizzando i dati di piu' giorni consecutivi).
Negli ultimi giorni dal 12 maggio in poi, escluso il 16 maggio (segnato in rosso), il parametro VARIAZ. e' sempre stato positivo e quasi tutti i dati si sono accumulati intorno al 5% come si puo' vedere nei grafici dei dati recenti.
Il dato di oggi pero' ha il parametro VARIAZ. di nuovo alto, quindi, riteniamo che il problema che abbiamo riscontrato nei dati dei giorni scorsi ancora NON sia risolto.
Quindi grafichiamo il dato ma non ne teniamo conto nell'analisi della quinta ondata, come gli altri dati dal 12 maggio in poi, quasi tutti da noi ritenuti inutilizzabili per l'analisi.
Inseriamo quindi questo dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti ma non prolunghiamo la linea viola d'interpolazione fino al dato di oggi, perche' per noi e' dubbio come gli altri precedenti, anche se il livello dei contagi pur non ben definito e' certamente piuttosto basso (certamente sotto al 5%) e posizionato sul prolungamento della linea viola d'interpolazione gia' disegnata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 80 e' piu' alto di quello di ieri, come solitamente accade con il dato della domenica.
Con il dato di domani potremo fare la media degli ultimi 3 giorni per correggere i decessi mancanti nel dato della domenica, come facciamo di solito.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (22 maggio 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, al 8.8%, e' un dato solo un po' anomalo secondo noi, perche' pur essendo nuovamente il valore del parametro VARIAZ. positivo, e' al +2.9% (vedi la tabella del confronto ).
Per capire cosa puo' significare un parametro VARIAZ. positivo al +2.9%, andiamo a fare la seguente verifica nei dati odierni riportati nella tabella del confronto.
La percentuale dei test antigenici positivi (884/971) e' del 91.0%, piu' alta di quella degli antigenici nei test totali (7383/8375), di cui fanno parte, che e' dell' 88.1%.
Quindi se volessimo apportare una correzione al dato dei positivi antigenici (884) per rendere la sua percentuale (91.0%) uguale a quella degli antigenici totali (88.1%), dovremmo abbassare il dato dei positivi antigenici da 884 a 855, che porterebbe a 116, invece di 87, i positivi al test molecolare e la relativa percentuale passerebbe allora dal 8.8% al 11.7%, che sarebbe un dato abbastanza piu' alto (del 33%). Un tale dubbio secondo noi rende anche questo dato inutilizzabile anche se resterebbe comunque l'indicazione di una risalita dei contagi rispetto al dato di ieri (4.6%), pur sapendo che si tratta di un dato della domenica, con un numero di test eseguiti piuttosto basso.
Questo fatto ci mostra ancora una volta quanto sia importante l'indicazione di affidabilita' del dato fornita dal parametro VARIAZ. (+2.9%) dei due RAPPORTI tra gli antigenici ed i totali (positivi e totali, 91.0% e 88.1%), che abbiamo riportato nella tabella del confronto.
Negli ultimi giorni dal 12 maggio in poi, escluso il 16 maggio (segnato in rosso), il parametro VARIAZ. e' sempre stato positivo e quasi tutti i dati si sono accumulati intorno al 5% come si puo' vedere nei grafici dei dati recenti.
Il dato di oggi pero' ha il parametro VARIAZ. di nuovo alto, quindi, riteniamo che il problema che abbiamo riscontrato nei dati dei giorni scorsi ancora NON sia risolto.
Quindi grafichiamo il dato ma non ne teniamo conto nell'analisi della quinta ondata, come gli altri dati dal 12 maggio in poi, quasi tutti da noi ritenuti inutilizzabili per l'analisi.
Inseriamo quindi questo dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti ma non prolunghiamo la linea viola d'interpolazione fino al dato di oggi, perche' per noi e' dubbio come gli altri precedenti.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 34 e' particolarmente basso. come solitamente accade con i dati della domenica.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (21 maggio 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, al 4.6%, e' un dato solo un po' anomalo secondo noi, perche' pur essendo nuovamente il valore del parametro VARIAZ. positivo, e' solo al +1.1% (vedi la tabella del confronto ).
Negli ultimi giorni dal 12 maggio in poi, escluso il 16 maggio (segnato in rosso), il parametro VARIAZ. e' sempre stato positivo e quasi tutti i dati si sono accumulati intorno al 5% come si puo' vedere nei grafici dei dati recenti:


Il dato di oggi pero' ha il parametro VARIAZ. vicino a zero, quindi, pur ritenendo che il problema che abbiamo riscontrato nei dati dei giorni scorsi ancora NON sia risolto, vogliamo ritenere questo dato dei contagi di oggi al 4.6% quasi corretto (per questo lo abbiamo evidenziato in rosso).
Quindi grafichiamo il dato (in rosso) e ne teniamo anche conto nell'analisi della quinta ondata, mentre i dati dal 12 maggio in poi sono stati tutti molto bassi in modo secondo noi anomalo e quindi li abbiamo ritenuti inutilizzabili per l'analisi.
Inseriamo quindi questo dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti e prolunghiamo la linea viola d'interpolazione fino al dato di oggi, perche' per noi e' meno dubbio dei precedenti.
Con questo prolungamento ci appare una quinta ondata finalmente in fase terminale, con il numero dei contagiati in una discesa continua (venendo meno la spinta in salita dei nuovi contagi grazie alla temperatura ambiantale divenuta piu' alta), tendente non a zero ma al livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici, che prima di questa quinta ondata era allo 0.6%.
Riteniamo che le attuali temperature ambientali alte impediscano a questo livello di essere superiore.
Nel grafico dei dati analizzati abbiamo anche disegnato la forma dell'ultimo picco, ormai concluso, con un altro triangolo rosso che mette in evidenza una larghezza piu' stretta rispetto al picco precedente. Questa larghezza non e' chiaramente visibile come negli altri picchi ma secondo noi e' deducibile dalla parte discendente del picco che e' ben definita.
Un picco piu' stretto significa che il virus prevalente nell'ondata e' diverso, con un tempo di guarigione spontanea piu' breve (probabilmente una variante di Omicron, che aveva un tempo di guarigione di 20 giorni anziche' 30).
E' anche meno letale delle precedenti varianti, a quanto risulta dai dati raccolti sui decessi.
Riteniamo che un ulteriore picco, piu' piccolo, sia deducibile dagli ultimi dati raccolti ma le numerose incertezze nei dati ci impediscono ancora di completare questo tipo di analisi.
E' interessante osservare come l'analisi dei dati riportata nel grafico dei dati analizzati ci permetta di evidenziare delle proprieta' interessanti della pandemia, distinguendo anche le diverse varianti prevalenti nei vari picchi, grazie ai diversi tempi di guarigione.
Eravamo convinti di sospendere questo nostro lavoro dopo il dato di oggi, atteso anomalo come i precedenti. Avendo invece visto oggi un dato che lascia adito ad un filo di speranza sull'affidabilita' dei prossimi dati, abbiamo deciso di continuare il nostro lavoro per un'altra settimana e quindi abbiamo rifatto i grafici dei dati recenti, rendendoli piu' presentabili.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 91 e' uguale al dato di ieri e tende ad attenuare la salita della linea viola da noi disegnata, in virtu' del fatto che 12 giorni prima c'era stato un picco di contagi al 15.6% (il 6 maggio).

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (20 maggio 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, al 5.0%, e' nuovamente un dato anomalo secondo noi, perche' nuovamente il valore del parametro VARIAZ. e' positivo, al +3.6% (vedi la tabella del confronto ).
Negli ultimi giorni da 12 maggio in poi, escluso il 16 maggio, il parametro VARIAZ. e' sempre stato positivo e tutti i dati si stanno accumulando intorno al 5% come si puo' vedere nei grafici dei dati recenti. Questo non va bene.
Quindi il problema che abbiamo riscontrato nei dati dei giorni scorsi ancora NON appare risolto ed il dato dei contagi di oggi al 5.0% NON e' ancora secondo noi corretto.
Quindi grafichiamo il dato ma non ne teniamo conto nell'analisi della quinta ondata: i dati dal 12 maggio in poi sono tutti molto bassi in modo secondo noi anomalo e quindi sono inutilizzabili.
Aspettiamo che queste anomalie scompaiano per riprendere il nostro lavoro di analisi dei dati.
Per capire cosa puo' significare un parametro VARIAZ. cosi' positivo (+3.6%), andiamo a fare la seguente verifica nei dati odierni riportati nella tabella del confronto.
La percentuale dei test antigenici positivi (1415/1501) e' del 94.3%, piu' alta di quella degli antigenici nei test totali (16755/18465), di cui fanno parte, che e' dell' 90.7%.
Quindi se volessimo apportare una correzione al dato dei positivi antigenici (1414) per rendere la sua percentuale (94.3%) uguale a quella degli antigenici totali (90.7%), dovremmo abbassare il dato dei positivi antigenici da 1415 a 1361, che porterebbe a 140, invece di 86, i positivi al test molecolare e la relativa percentuale passerebbe allora dal 5.0% al 8.2%, che sarebbe un dato abbastanza piu' alto (del 64%). Un tale dubbio secondo noi rende anche questo dato inutilizzabile.
Questo fatto ci mostra ancora una volta quanto sia importante l'indicazione di affidabilita' del dato fornita dal parametro VARIAZ. (+3.6%) dei due RAPPORTI tra gli antigenici ed i totali (positivi e totali, 94.3% e 90.7%), che abbiamo riportato nella tabella del confronto.
AFFIDABILITA' DEI DATI: Noi facciamo questa verifica per tenere sotto controllo gli errori, inevitabili e spesso importanti, che sono contenuti nei risultati dei test antigenici, che dobbiamo usare per ricavare i risultati dei test molecolari, che purtroppo non vengono pubblicati dalla regione Piemonte.
I dati non sono variabili indipendenti ma sono vincolati a rappresentare la situazione dei contagi in Piemonte quindi non possono variare oltre certi limiti, tenuto conto degli errori statistici e sistematici presenti in questo tipo di misure (appresi in 2 anni di misure).
Questi errori secondo noi sono piu' grandi quando il nostro indicatore VARIAZ. ricavato nella tabella del confronto e' grande: siamo cosi' in grado di ottenere un'indicazione dell'affidabilita' del dato.
In base a queste osservazioni, riteniamo percio' che sia meglio tenere sempre d'occhio il parametro VARIAZ. (oggi al +3.6%), perche' secondo noi e' un buon indicatore del grado di affidabilita' del dato che noi andiamo a graficare: tanto piu' grande e' questa variazione tra i due RAPPORTI nella tabella del confronto tanto maggiore e' l'incertezza della misura e quindi l'errore associato.
Oggi il valore del parametro VARIAZ. e' positivo al +3.6% ma non dovrebbe essere cosi' positivo perche' riteniamo che i test antigenici abbiano efficienza minore rispetto ai test molecolari.
Se si osserva la tabella del confronto si puo' notare che valori positivi cosi' alti del parametro VARIAZ. si sono verificati solo dal 12 maggio in poi (escluso il solo 16 maggio). Qualcosa dev'essere successo nella gestione dei dati da quella data in poi ma noi non possiamo sapere qual'e' il problema.
Come si puo' vedere nella tabella, nel passato c'e' stato un solo valore positivo alto del parametro VARIAZ. al +4.6%, il 9 aprile, con la percentuale dei contagiati che era crollata al 4.4%, in maniera del tutto anomala.
E' stato anche quello un caso in cui la differenza tra i risultati dei test positivi totali meno i positivi antigenici e' diventata particolarmente bassa, chiaramente anomala, perche' indica un'evoluzione impossibile della pandemia, con cosi' tante guarigioni improvvise e "miracolose". Non sappiamo cosa possa aver creato questa anomalia nei dati, cioe' la presenza di cosi' tanti test antigenici positivi tali da rendere positivo il valore del parametro VARIAZ. nella tabella del confronto.
Inseriamo quindi anche il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti per riportare tutti i dati pubblicati, senza prolungare pero' la linea viola d'interpolazione e senza tenere conto del dato di oggi, per noi dubbio.
Nel grafico dei dati analizzati abbiamo anche disegnato la forma dell'ultimo picco, ormai concluso, con un altro triangolo rosso che mette in evidenza una larghezza piu' stretta rispetto al picco precedente. Questa larghezza non e' chiaramente visibile come negli altri picchi ma secondo noi e' deducibile dalla parte discendente del picco che e' ben definita.
Un picco piu' stretto significa che il virus prevalente nell'ondata e' diverso, con un tempo di guarigione spontanea piu' breve (probabilmente una variante di Omicron, che aveva un tempo di guarigione di 20 giorni anziche' 30).
E' anche meno letale delle precedenti varianti, a quanto risulta dai dati raccolti sui decessi.
E' interessante osservare come l'analisi dei dati riportata nel grafico dei dati analizzati ci permetta di evidenziare delle proprieta' interessanti della pandemia, distinguendo anche le diverse varianti prevalenti nei vari picchi.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 89 e' piu' basso del dato di ieri e tende ad attenuare la salita della linea viola da noi disegnata ieri, in virtu' del fatto che 12 giorni prima c'era stato un picco di contagi al 15.6% (il 6 maggio).

GLI ERRORI SUI DATI (20 maggio 2022)
Gli errori possono essere casuali e sistematici. Quelli casuali sono legati alle fluttuazioni statistiche e dipendono dal numero di test eseguiti.
Nella tabella dei risultati dell'ultimo mese abbiamo indicato l'entita' degli errori statistici ricavati dalla radice quadrata del numero di test molecolari positivi e si puo' vedere che in aprile era intorno al 4% per crescere poi gradualmente a maggio fino ad arrivare al 10% di questi giorni (a causa della riduzione del numero dei test eseguiti).
Nella tabella dei dati possiamo vedere che in aprile il numero totale dei test eseguiti era mediamente intorno a 30.000 al giorno mentre a maggio e' sceso fino a 20.000 con una riduzione di 1/3, che deve normalmente verificarsi anche nel numero dei test molecolari fatti e questo produce anche un calo dei test molecolari positivi ma non cosi' grande da far passare l'errore statistico dal 4% al 10%.
Ad aver fatto crescere l'errore statistico fino al 10% c'e' stato quindi anche un crollo del numero dei test positivi avvenuto per altre cause non legate alla riduzione dei test eseguiti.
La causa principale che noi tutti ci auguriamo e' la diminuzione del numero di persone contagiate per guarigioni non compensate dalla produzione di nuovi contagi, che preluderebbe alla fine della quinta ondata.
Ma questo dovrebbe avvenire secondo noi in un ragionevole rispetto delle stesse quote di positivi rilevate sia nei test molecolari che in quelli antigenici, che vorrebbe dire con RAPPORTI di positivita' analoghi nella tabella del confronto e quindi con un parametro VARIAZ. prossimo a zero e negativo, se l'efficienza dei test antigenici e' minore di quella dei test molecolari.
Questo criterio non sembra essere stato rispettato, soprattutto negli ultimi 9 giorni, dal 12 maggio in poi.
Questo fatto produce un abbassamento della percentuale dei test molecolari positivi trovata, come dimostrato nei nostri vari commenti precedenti, che e' quella che noi riportiamo nei grafici, a causa di errori non casuali ma sistematici (che influenzano i risultati sempre nello stesso verso, discendente).
Con la nostra analisi degli errori possiamo cosi' tenere in qualche modo sotto controllo la loro presenza, non considerando affidabili i dati con errori ritenuti troppo grandi, per evitare che inficino i risultati del nostro lavoro.
Bisogna pero' che i dati non affidabili non siano troppi, altrimenti l'analisi dei dati della quinta ondata dovra' essere necessariamente sospesa.
Non sarebbe un grave danno, perche' ormai gli obiettivi che ci eravamo prefissi sono stati tutti raggiunti.

COSA ABBIAMO FATTO: Avendo di fronte dei coronavirus sconosciuti l'obiettivo principale era quello di scoprire quante piu' cose possibili sul funzionamento di questa pandemia nuova ed e' quello che abbiamo fatto:
  • Abbiamo scoperto che l'evoluzione delle varie ondate e' determinata dal tempo di guarigione spontanea : virus con tempo di guarigione piu' breve (Omicron) hanno picchi dell'ondata piu' stretti.
  • Abbiamo anche scoperto che questi coronavirus se hanno un tempo di guarigione spontanea di 30 giorni o superiore sono in grado di instaurare un' epidemia permanente di persone contagiate in forma asintomatica, che permette loro di permanere a lungo nell'ambiente in forma endemica.
  • Abbiamo compreso l'origine di quelle strane fluttuazioni presenti nella curva dei contagiati, come picchi effimeri dovuti ai contagi delle persone immunizzate (da precedenti contagi o da vaccinazione).
  • Crediamo di aver capito il funzionamento dell' immunita' di gregge e perche' con questi coronavirus non funziona.
  • Abbiamo introdotto infine un modello a soglia. capace di descrivere la pandemia, che include anche la caratteristica evoluzione esponenziale che puo' verificarsi con un effetto a soglia (da cui il nome di "modello a soglia").
    Per mostrare che questo tipo di evoluzione esiste, abbiamo piu' volte citato quello che e' accaduto in Russia nel 2021, dove varie ondate si sono succedute su un fondo praticamente in crescita ESPONENZIALE: nella figura abbiamo evidenziato con una curva bianca quello che secondo noi e' stato l'effetto della crescita esponenziale dell'epidemia degli asintomatici dovuta al superamento della soglia.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (19 maggio 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, al 5.5%, e' nuovamente un dato anomalo secondo noi, perche' nuovamente il valore del parametro VARIAZ. e' positivo, al +6.1% (vedi la tabella del confronto ).
Quindi il problema che abbiamo riscontrato nei dati dei giorni scorsi ancora NON appare risolto ed il dato dei contagi di oggi al 5.5% NON e' secondo noi corretto.
Quindi grafichiamo il dato ma non ne teniamo conto nell'analisi della quinta ondata: i dati dal 12 maggio in poi sono tutti molto bassi in modo secondo noi anomalo e quindi sono inutilizzabili.
Aspettiamo che queste anomalie scompaiano per riprendere il nostro lavoro di analisi dei dati.
Per capire cosa puo' significare un parametro VARIAZ. cosi' grande (+6.1%), andiamo a fare la seguente verifica nei dati odierni riportati nella tabella del confronto.
La percentuale dei test antigenici positivi (1699/1820) e' del 93.3%, piu' alta di quella degli antigenici nei test totali (14938/17122), di cui fanno parte, che e' dell' 87.2%.
Quindi se volessimo apportare una correzione al dato dei positivi antigenici (1699) per rendere la sua percentuale (93.3%) uguale a quella degli antigenici totali (87.2%), dovremmo abbassare il dato dei positivi antigenici da 1699 a 1587, che porterebbe a 233, invece di 121, i positivi al test molecolare e la relativa percentuale passerebbe allora dal 5.5% al 10.7%, che sarebbe un dato molto piu' alto (il doppio). Un tale dubbio secondo noi rende anche questo dato inutilizzabile.
Questo fatto ci mostra ancora una volta quanto sia importante l'indicazione di affidabilita' del dato fornita dal parametro VARIAZ. (+6.1%) dei due RAPPORTI tra gli antigenici ed i totali (positivi e totali, 87.2% e 93.3%), che abbiamo riportato nella tabella del confronto.
AFFIDABILITA' DEI DATI: Noi facciamo questa verifica per tenere sotto controllo gli errori, inevitabili e spesso importanti, che sono contenuti nei risultati dei test antigenici, che dobbiamo usare per ricavare i risultati dei test molecolari, che purtroppo non vengono pubblicati dalla regione Piemonte.
I dati non sono variabili indipendenti ma sono vincolati a rappresentare la situazione dei contagi in Piemonte quindi non possono variare oltre certi limiti, tenuto conto degli errori statistici e sistematici presenti in questo tipo di misure (appresi in 2 anni di misure).
Questi errori secondo noi sono piu' grandi quando il nostro indicatore VARIAZ. ricavato nella tabella del confronto e' grande: siamo cosi' in grado di ottenere un'indicazione dell'affidabilita' del dato.
In base a queste osservazioni, riteniamo percio' che sia meglio tenere sempre d'occhio il parametro VARIAZ. (oggi al +6.1%), perche' secondo noi e' un buon indicatore del grado di affidabilita' del dato che noi andiamo a graficare: tanto piu' grande e' questa variazione tra i due RAPPORTI nella tabella del confronto tanto maggiore e' l'incertezza della misura e quindi l'errore associato.
Oggi il valore del parametro VARIAZ. e' positivo al +6.1% ma non dovrebbe essere cosi' grande perche' riteniamo che i test antigenici dovrebbero avere efficienza minore rispetto ai test molecolari.
Se si osserva la tabella del confronto si puo' notare che valori positivi cosi' alti del parametro VARIAZ. si sono verificati solo dal 12 maggio in poi (escluso il solo 16 maggio). Qualcosa dev'essere successo nella gestione dei dati da quella data in poi ma noi non possiamo sapere qual'e' il problema.
Come si puo' vedere nella tabella, nel passato c'e' stato un solo valore positivo alto del parametro VARIAZ. al +4.6%, il 9 aprile, con la percentuale dei contagiati che era crollata al 4.4%, in maniera del tutto anomala.
E' stato anche quello un caso in cui la differenza tra i risultati dei test positivi totali meno i positivi antigenici e' diventata particolarmente bassa, chiaramente anomala, perche' indica un'evoluzione impossibile della pandemia, con cosi' tante guarigioni improvvise e "miracolose". Non sappiamo cosa possa aver creato questa anomalia nei dati, cioe' la presenza di cosi' tanti test antigenici positivi tali da rendere positivo il valore del parametro VARIAZ. nella tabella del confronto.
Inseriamo quindi il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti , senza prolungare la linea viola d'interpolazione e senza tenere conto del dato di oggi, per noi dubbio.
Nel grafico dei dati analizzati abbiamo anche disegnato la forma dell'ultimo picco, ormai concluso, con un altro triangolo rosso che mette in evidenza una larghezza piu' stretta rispetto al picco precedente. Questa larghezza non e' chiaramente visibile come negli altri picchi ma secondo noi e' deducibile dalla parte discendente del picco che e' ben definita.
Un picco piu' stretto significa che il virus prevalente nell'ondata e' diverso, con un tempo di guarigione spontanea piu' breve (probabilmente una variante di Omicron, che aveva un tempo di guarigione di 20 giorni anziche' 30).
E' anche meno letale delle precedenti varianti, a quanto risulta dai dati raccolti sui decessi.
E' interessante osservare come l'analisi dei dati riportata nel grafico dei dati analizzati ci permetta di evidenziare delle proprieta' interessanti della pandemia, distinguendo anche le diverse varianti prevalenti nei vari picchi.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 108 e' anch'esso alto perche' 12 giorni prima c'e' stato un picco di contagi al 15.6% (il 6 maggio).
Abbiamo cosi' disegnato la linea viola d'interpolazione dei dati in salita, mentre finora era stata discendente, perche' il virus dominante in questo periodo e' meno letale dei precedenti.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (18 maggio 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, al 5.2%, e' nuovamente un dato anomalo secondo noi, perche' nuovamente il valore del parametro VARIAZ. e' positivo, al +6.6% (vedi la tabella del confronto ).
Quindi il problema che abbiamo riscontrato nei dati dei giorni scorsi ancora NON appare risolto ed il dato dei contagi di oggi al 5.2% NON e' secondo noi corretto.
Per capire cosa puo' significare un parametro VARIAZ. cosi' grande (+6.6%), andiamo a fare la seguente verifica nei dati odierni riportati nella tabella del confronto.
La percentuale dei test antigenici positivi (1655/1770) e' del 93.5%, piu' alta di quella degli antigenici nei test totali (14491/16680), di cui fanno parte, che e' dell' 86.9%.
Quindi se volessimo apportare una correzione al dato dei positivi antigenici (1655) per rendere la sua percentuale (93.5%) uguale a quella degli antigenici totali (86.9%), dovremmo abbassare il dato dei positivi antigenici da 1655 a 1538, che porterebbe a 232, invece di 115, i positivi al test molecolare e la relativa percentuale passerebbe allora dal 5.2% al 10.6%, che sarebbe un dato molto piu' alto (il doppio). Un tale dubbio secondo noi rende il dato inutilizzabile.
Questo fatto ci mostra ancora una volta quanto sia importante l'indicazione di affidabilita' del dato fornita dal parametro VARIAZ. (86.9% e 93.5%) dei due RAPPORTI tra gli antigenici ed i totali (positivi e totali), che abbiamo riportato nella tabella del confronto.
AFFIDABILITA' DEI DATI: Noi facciamo questa verifica per tenere sotto controllo gli errori, inevitabili e spesso importanti, che sono contenuti nei risultati dei test antigenici, che dobbiamo usare per ricavare i risultati dei test molecolari, che purtroppo non vengono pubblicati dalla regione Piemonte.
I dati non sono variabili indipendenti ma sono vincolati a rappresentare la situazione dei contagi in Piemonte quindi non possono variare oltre certi limiti, tenuto conto degli errori statistici e sistematici presenti in questo tipo di misure (appresi in 2 anni di misure).
Questi errori secondo noi sono piu' grandi quando il nostro indicatore VARIAZ. ricavato nella tabella del confronto e' grande: siamo cosi' in grado di ottenere un'indicazione dell'affidabilita' del dato.
In base a queste osservazioni, riteniamo percio' che sia meglio tenere sempre d'occhio il parametro VARIAZ. (oggi a +6.6%), perche' secondo noi e' un buon indicatore del grado di affidabilita' del dato che noi andiamo a graficare: tanto piu' grande e' questa variazione tra i due RAPPORTI nella tabella del confronto tanto maggiore e' l'incertezza della misura e quindi l'errore associato.
Oggi il valore del parametro VARIAZ. e' positivo al +6.6% ma non dovrebbe essere cosi' grande perche' riteniamo che i test antigenici dovrebbero avere efficienza minore rispetto ai test molecolari.
Se si osserva la tabella del confronto si puo' notare che valori positivi cosi' alti del parametro VARIAZ. si sono verificati solo nell'ultima settimana.
Nel passato c'e' stato un solo valore positivo alto del parametro VARIAZ. al +4.6%, il 9 aprile, con la percentuale dei contagiati che era crollata al 4.4%, in maniera del tutto anomala.
E' stato anche quello un caso in cui la differenza tra i risultati dei test positivi totali meno i positivi antigenici e' diventata particolarmente bassa, chiaramente anomala, perche' indica un'evoluzione impossibile della pandemia, con cosi' tante guarigioni improvvise e "miracolose". Non sappiamo cosa possa aver creato questa anomalia nei dati, cioe' la presenza di cosi' tanti test antigenici positivi tali da rendere positivo il valore del parametro VARIAZ. nella tabella del confronto.
Inseriamo quindi il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti , senza prolungare la linea viola d'interpolazione e senza tenere conto del dato di oggi, per noi dubbio.
Nel grafico dei dati analizzati abbiamo anche disegnato la forma dell'ultimo picco, ormai concluso, con un altro triangolo rosso che mette in evidenza una larghezza piu' stretta rispetto al picco precedente. Questa larghezza non e' chiaramente visibile come negli altri picchi ma secondo noi e' deducibile dalla parte discendente del picco che e' ben definita.
Un picco piu' stretto significa che il virus prevalente nell'ondata e' diverso, con un tempo di guarigione spontanea piu' breve (probabilmente una variante di Omicron, che aveva un tempo di guarigione di 20 giorni anziche' 30).
E' anche meno letale delle precedenti varianti, a quanto risulta dai dati raccolti sui decessi.
E' interessante osservare come l'analisi dei dati riportata nel grafico dei dati analizzati ci permetta di evidenziare delle proprieta' interessanti della pandemia, distinguendo anche le diverse varianti prevalenti nei vari picchi.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 136 e' un po' alto perche' forse include anche lui una parte dei decessi non inclusi nel dato particolarmente basso di domenica.
Questo dato e' piu' alto dell'andamento precedente della linea viola d'interpolazione da noi disegnata, ma aspettiamo il dato di domani per conferma di una risalita della curva, che finora era stata discendente, perche' il virus dominante in questo periodo e' meno letale dei precedenti.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (17 maggio 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, al 4.0%, e' nuovamente un dato anomalo secondo noi perche' non possiamo credere che nelle ultime 24 ore i piemontesi contagiati siano miracolosamente guariti al 57%, cioe' piu' della meta' (dal 9.4% di ieri al 4% di oggi).
L'anomalia risulta suffragata anche dal valore del parametro VARIAZ. eccezionalmente positivo, al +11% (vedi la tabella del confronto ).
Quindi il problema che abbiamo riscontrato nei dati dei giorni scorsi ancora NON appare risolto ed il dato dei contagi di oggi al 4.0% NON e' secondo noi corretto.
Oggi il valore del parametro VARIAZ. e' positivo al +11.0%, come si puo' vedere nella tabella del confronto e non dovrebbe essere cosi' perche' i test antigenici dovrebbero avere efficienza minore rispetto ai test molecolari.
Nella stessa tabella si puo' vedere un esempio passato, in cui c'e' stato un valore positivo del parametro VARIAZ. al +4.6%, il 9 aprile, con la percentuale dei contagiati che era crollata al 4.4%, in maniera del tutto anomala.
E' stato anche quello un caso in cui la differenza tra i risultati dei test positivi totali meno i positivi antigenici e' diventata particolarmente bassa, chiaramente anomala, perche' indica un'evoluzione impossibile della pandemia, con cosi' tante guarigioni improvvise e "miracolose". Non sappiamo cosa possa aver creato questa anomalia nei dati, cioe' la presenza di cosi' tanti test antigenici positivi tali da rendere positivo il valore del parametro VARIAZ. nella tabella del confronto.
Inseriamo quindi il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti , senza prolungare la linea viola d'interpolazione e senza tenere conto del dato di oggi, per noi dubbio.
Nel grafico dei dati analizzati abbiamo anche disegnato la forma dell'ultimo picco, ormai concluso, con un altro triangolo rosso che mette in evidenza una larghezza piu' stretta rispetto al picco precedente. Questa larghezza non e' chiaramente visibile come negli altri picchi ma secondo noi e' deducibile dalla parte discendente del picco che e' ben definita.
Un picco piu' stretto significa che il virus prevalente nell'ondata e' diverso, con un tempo di guarigione spontanea piu' breve (probabilmente una variante di Omicron, che aveva un tempo di guarigione di 20 giorni anziche' 30).
E' anche meno letale delle precedenti varianti, a quanto risulta dai dati raccolti sui decessi.
E' interessante osservare come l'analisi dei dati riportata nel grafico dei dati analizzati ci permetta di evidenziare delle proprieta' interessanti della pandemia, distinguendo anche le diverse varianti prevalenti nei vari picchi.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 148 e' alto perche' include una parte dei decessi non inclusi nel dato particolarmente basso di domenica.
Se proviamo a fare la media degli ultimi 3 giorni otteniamo: 62 + 102 + 148 = 104 che e' un dato coerente con l'andamento della linea viola d'interpolazione da noi disegnata, che e' discendente perche' il virus dominante in questo periodo e' meno letale dei precedenti.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (16 maggio 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, al 9.4%, e' il primo finalmente con il parametro VARIAZ. negativo (vedi la tabella del confronto ), dopo 4 giorni in cui era stato sempre positivo.
Quindi la struttura dei dati di oggi appare finalmente normale ed il dato dei contagi al 9.4% e' secondo noi corretto.
Questo dato ci indica che nei 4 giorni precedenti c'e' stata effettivamente una discesa dei contagi, anche se non proprio cosi' rapida (e impossibile), come sarebbe stato indicato dai dati che noi abbiamo ritenuto poco affidabili.
Possiamo cosi' continuare a descrivere la situazione con i nostri grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti.
Oggi il valore del parametro VARIAZ. e' negativo al -1.3%, come si puo' vedere nella tabella del confronto e come dev'essere perche' i test antigenici dovrebbero avere efficienza minore rispetto ai test molecolari.
Nella stessa tabella si puo' vedere un esempio passato, in cui c'e' stato un valore positivo del parametro VARIAZ. al +4.6%, il 9 aprile, con la percentuale dei contagiati che era crollata al 4.4%, in maniera del tutto anomala.
E' stato anche quello un caso in cui la differenza tra i risultati dei test positivi totali meno i positivi antigenici e' diventata particolarmente bassa, chiaramente anomala, perche' indica un'evoluzione impossibile della pandemia, con cosi' tante guarigioni improvvise e "miracolose". Non sappiamo cosa possa aver creato questa anomalia nei dati, cioe' la presenza di cosi' tanti test antigenici positivi tali da rendere positivo il valore del parametro VARIAZ. nella tabella del confronto.
Inseriamo quindi il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti , prolungando la linea viola d'interpolazione senza tenere conto dei 4 punti precedenti, per noi dubbi.
Ritenendo perfettamente valido il dato di oggi, abbiamo disegnato in discesa la linea viola d'interpolazione che rappresenta l'andamento di questa quinta ondata, che ormai sembra scemare a livelli sempre piu' bassi grazie all'arrivo del caldo.
Nel grafico dei dati analizzati abbiamo anche disegnato la forma dell'ultimo picco, ormai concluso, con un altro triangolo rosso che mette in evidenza una larghezza piu' stretta rispetto al picco precedente. Questa larghezza non e' chiaramente visibile come negli altri picchi ma secondo noi e' deducibile dalla parte discendente del picco che e' ben definita.
Un picco piu' stretto significa che il virus prevalente nell'ondata e' diverso, con un tempo di guarigione spontanea piu' breve (probabilmente una variante di Omicron, che aveva un tempo di guarigione di 20 giorni anziche' 30).
E' anche meno letale delle precedenti varianti, a quanto risulta dai dati raccolti sui decessi.
E' interessante osservare come l'analisi dei dati riportata nel grafico dei dati analizzati ci permetta di evidenziare delle proprieta' interessanti della pandemia, distinguendo anche le diverse varianti prevalenti nei vari picchi.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 102 e' in linea con l'andamento della linea viola d'interpolazione da noi disegnata, che e' discendente perche' il virus dominante in questo periodo e' meno letale dei precedenti.

COMMENTO SUGLI STRANI DATI DEGLI ULTIMI 4 GIORNI (16 maggio 2022)
Prima di tutto spieghiamo perche' questi ultimi dati sono "strani".
Il crollo repentino della percentuale dei positivi nei test molecolari, oltre ad essere inspiegabile perche' le persone contagiate non possono guarire in cosi' grande numero in pochi giorni, non trova riscontro nel numero totale dei test positivi, che mettono in evidenza una realta' contrastante: la persistenza fino ad oggi in Piemonte di un gran numero di persone contagiate.
Infatti, se calcoliamo la percentuale dei test positivi lordi (molecolari + antigenici) negli ultimi 7 giorni (dividento il quarto numero sul primo) nella tabella dei dati , troviamo dal 9/5 in poi i seguenti risultati:
7.9%     13.9%     13.0%     11.3%     12.5%     8.4%     12.2%
C'e' una maggiore dispersione in questi dati, dovuta all'inclusione dei test antigenici (che e' la ragione per cui noi abbiamo deciso di lavorare solo sui dati dei test molecolari) ma non c'e' traccia del crollo del numero di contagiati, che non sono quindi guariti quasi tutti miracolosamente.
Il crollo del numero di persone contagiate (cioe' positive al test) in Piemonte appare quindi solo nei risultati dei test molecolari che, per definizione di questi dati, sono rigorosamente ricavabili per differenza tra il numero dei test positivi totali meno il numero dei test positivi antigenici.
Non c'e' neppure il problema della differenza piccola di numeri grandi a creare grandi fluttuazioni statistiche nel dato che usiamo, perche' in base alla definizione dei dati che usiamo il numero dei test molecolari positivi dev'essere esattamente il risultato della differenza tra il numero dei test positivi totali meno il numero dei test positivi antigenici.
Quindi, sia pure con efficienza diversa, i due tipi di test stanno misurando lo stesso numero di persone contagiate esistenti in Piemonte e non possono percio' dare risultati contrastanti: positivi molecolari in crollo, mentre i positivi antigenici sono quasi costanti.
Qualcosa non sta funzionando come dovuto: solo per fare un esempio, potrebbe essere accaduto che alcuni risultati dei test molecolari positivi siano stati erroneamente trascritti come positivi antigenici, creando cosi' un errore doppio, quando noi andiamo a calcolare il numero dei test positivi molecolari per differenza tra i positivi totali ed i positivi antigenici. Sarebbe un banale errore di inserimento di alcuni risultati dei test molecolari nella cartella sbagliata, quella degli antigenici.
Dopo 4 giorni di dati anomali (secondo noi), se non si risolve il problema i dati dei test molecolari saranno sempre tutti molto bassi.
Magari non sara' questo il problema ma sembra evidente che un problema nei dati degli ultimi 4 giorni ci sia e va risolto perche' questa situazione ci obbliga ad attendere che sia fatta chiarezza prima di continuare il nostro lavoro con le solite analisi dei dati.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (15 maggio 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, al 4.4%, conferma il crollo dei tre giorni precedenti.
Ribadiamo ancora che per noi e' un crollo inverosimile perche' in Piemonte dovrebbero essere guariti in 24 ore: tre giorni fa il 42% e due giorni fa il 26% delle persone che il giorno prima erano ancora contagiate, cioe' positive al test.
Sarebbe bello se fosse vero ma non possiamo crederci: vorrebbe dire che il caldo non solo riduce la diffusione dei virus ma addirittura fa guarire molto rapidamente (in 1 o 2 giorni) le persone contagiate, anche quelle non immunizzate che finora sono sempre guarite in un tempo tra 20 e 30 giorni.
Stando cosi' le cose tra altri 3 giorni saranno miracolosamente guariti tutti e noi, come tutti, non potremmo che esserne veramente felicissimi.
Ne prendiamo atto, continuando a descrivere la situazione con i nostri grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti (con un punto interrogativo per segnalare i nostri dubbi su questi ultimi dati).
Noi pero' crediamo purtroppo che ci sia qualcosa che non va nei dati degli ultimi 4 giorni, tutti con il parametro VARIAZ. positivo, cioe' secondo noi anomalo: negli ultimi 4 giorni e' stato al +1.9% , poi al +5.6% , al +1.5% ed oggi e' al +6.2% (tutti col segno +), come si puo' vedere nella tabella del confronto.
Non sappiamo come commentare questi dati: tra i risultati dei test antigenici si sta verificando un eccesso di test positivi che riduce sensibilmente il numero dei test molecolari positivi che ricaviamo e quindi le percentuali nel grafico sono scese di molto, oltre i limiti ammissibili, secondo noi.
Continueremo a cercare di capire nei limiti dei nostri mezzi, come cio' possa essere avvenuto.
Pertanto riteniamo anche oggi che sia inutile il solito controllo di affidabilita' che facciamo sui dati.
Anche oggi l'unica cosa degna di menzione e' il valore del parametro VARIAZ. che neanche oggi e' negativo, come dovrebbe essere perche' i test antigenici dovrebbero avere efficienza minore rispetto ai test molecolari, ma e' positivo addirittura al +6.2% come si puo' vedere nella tabella del confronto.
Nella stessa tabella si puo' vedere un altro caso in cui c'e' stato un valore positivo al +4.6% il 9 aprile e la percentuale dei contagiati era crollata al 4.4% in maniera del tutto anomala.
E' stato anche quello un caso in cui la differenza tra i risultati dei test positivi totali meno i positivi antigenici e' diventata particolarmente bassa, chiaramente anomala, perche' indica un'evoluzione impossibile della pandemia, con cosi' tante guarigioni improvvise e "miracolose". Non capiamo cosa possa aver creato questa anomalia nei dati, cioe' la presenza di cosi' tanti test antigenici positivi tali da rendere positivo il valore del parametro VARIAZ. nella tabella del confronto.
Un giorno con dati anomali puo' capitare ma 4 consecutivi no. Crediamo che possa esserci un serio problema sistematico che va compreso al piu' presto altrimenti questi dati, che sono stati del tutto validi per due anni, potrebbero divenire improvvisamente inaffidabili.
Inseriamo comunque anche il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti ma con un punto interrogativo per segnalare questi nostri dubbi.
Nel grafico dei dati analizzati abbiamo anche disegnato la forma dell'ultimo picco, ormai concluso, con un altro triangolo rosso che mette in evidenza una larghezza piu' stretta rispetto al picco precedente. Questa larghezza non e' chiaramente visibile come negli altri picchi ma secondo noi e' deducibile dalla parte discendente del picco che e' ben definita.
Un picco piu' stretto significa che il virus prevalente nell'ondata e' diverso, con un tempo di guarigione spontanea piu' breve (probabilmente una variante di Omicron, che aveva un tempo di guarigione di 20 giorni anziche' 30).
E' anche meno letale delle precedenti varianti, a quanto risulta dai dati raccolti sui decessi.
E' interessante osservare come l'analisi dei dati riportata nel grafico dei dati analizzati ci permetta di evidenziare delle proprieta' interessanti della pandemia, distinguendo anche le diverse varianti prevalenti nei vari picchi.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 62 e' sceso anche sotto l'andamento della linea viola d'interpolazione da noi disegnata, che e' discendente perche' il virus dominante in questo periodo e' meno letale dei precedenti (non dobbiamo dimenticare che oggi e' domenica e forse per questo il dato e' piu' basso, come al solito).

COMMENTO AI DATI DI SABATO (14 maggio 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, al 7.0%, conferma il crollo dei due giorni precedenti.
Ribadiamo che per noi e' un crollo inverosimile perche' in Piemonte dovrebbero essere guariti in 24 ore: l'altro ieri il 42% ed ieri un altro 26% delle persone che l'altro ieri erano ancora contagiate, cioe' positive al test.
Sarebbe bello se fosse vero ma non possiamo crederci: vorrebbe dire che il caldo non solo riduce la diffusione dei virus ma addirittura fa guarire molto rapidamente (in 1 o 2 giorni) le persone contagiate, anche quelle non immunizzate che finora sono sempre guarite in un tempo tra 20 e 30 giorni. Tra altri 3 giorni saranno miracolosamente guariti tutti. Ne saremmo veramente felicissimi.
Crediamo purtroppo che invece ci sia qualcosa che non va nei dati degli ultimi tre giorni, tutti con il parametro VARIAZ. positivo, cioe' anomalo: l'altro ieri era al +1.9% , ieri era al +5.6% ed oggi e' al +1.5% (tutti col segno +).
Nei dati antigenici si sta verificando un eccesso di test positivi che riduce sensibilmente il numero dei test molecolari positivi che ricaviamo e quindi le percentuali nel grafico sono scese di molto, oltre i limiti ammissibili, secondo noi.
Cercheremo di capire nei limiti dei nostri mezzi, che sono solo cerebrali, come cio' possa essere avvenuto.
Pertanto riteniamo anche oggi che sia inutile il solito controllo di affidabilita' che facciamo sui dati.
Anche oggi l'unica cosa degna di menzione e' il valore del parametro VARIAZ. che neanche oggi e' negativo, come dovrebbe essere perche' i test antigenici dovrebbero avere efficienza minore rispetto ai test molecolari, ma e' positivo al +1.5% come si puo' vedere nella tabella del confronto.
Nella stessa tabella si puo' vedere un altro caso in cui c'e' stato un valore positivo al +4.6% il 9 aprile e la percentuale dei contagiati era crollata al 4.4% in maniera del tutto anomala.
E' stato anche quello un caso in cui la differenza tra i risultati dei test positivi totali meno i positivi antigenici e' diventata particolarmente bassa, chiaramente anomala, perche' indica un'evoluzione impossibile della pandemia, con cosi' tante guarigioni improvvise e "miracolose". Non capiamo cosa possa aver creato questa anomalia nei dati, cioe' la presenza di cosi' tanti test antigenici positivi tali da rendere positivo il valore del parametro VARIAZ. nella tabella del confronto.
Un giorno con dati anomali puo' capitare ma tre consecutivi no. Dovrebbe esserci un grave problema sistematico che va compreso al piu' presto altrimenti questi dati, che sono stati del tutto validi per due anni, potrebbero divenire improvvisamente inaffidabili.
Inseriamo comunque anche il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti ma con un punto interrogativo per segnalare questi nostri dubbi.
Nel grafico dei dati analizzati abbiamo anche disegnato la forma dell'ultimo picco, ormai concluso, con un altro triangolo rosso che mette in evidenza una larghezza piu' stretta rispetto al picco precedente. Questa larghezza non e' chiaramente visibile come negli altri picchi ma secondo noi e' deducibile dalla parte discendente del picco che e' ben definita.
Un picco piu' stretto significa che il virus prevalente nell'ondata e' diverso, con un tempo di guarigione spontanea piu' breve (probabilmente una variante di Omicron, che aveva un tempo di guarigione di 20 giorni anziche' 30).
E' anche meno letale delle precedenti varianti, a quanto risulta dai dati raccolti sui decessi.
E' interessante osservare come l'analisi dei dati riportata nel grafico dei dati analizzati ci permetta di evidenziare delle proprieta' interessanti della pandemia, distinguendo anche le diverse varianti prevalenti nei vari picchi.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 91 e' sceso secondo l'andamento della linea viola d'interpolazione da noi disegnata, che e' discendente perche' il virus dominante in questo periodo e' meno letale dei precedenti.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (13 maggio 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, al 6.7%, accentua ancora di piu' il crollo di ieri.
E' un crollo inverosimile perche' in Piemonte dovrebbero essere guariti in 24 ore: ieri il 42% ed oggi un altro 26% delle persone che ieri erano ancora contagiate, cioe' positive al test.
Sarebbe bello se fosse vero: vorrebbe dire che il caldo non solo riduce la diffusione dei virus ma addirittura fa guarire molto rapidamente (in 1 o 2 giorni) le persone contagiate. Tra altri 3 giorni saranno miracolosamente guariti tutti. Ne saremmo felicissimi.
Crediamo purtroppo che invece ci sia qualcosa che non va nei dati degli ultimi due giorni, entrambi con il parametro VARIAZ. positivo, cioe' anomalo (ieri era al +1.9% ed oggi e' al +5.6%).
Cercheremo di capire nei limiti dei nostri mezzi, che sono solo cerebrali, cos'e' successo.
Pertanto riteniamo anche oggi che sia inutile il solito controllo di affidabilita' che facciamo sui dati.
Anche oggi l'unica cosa degna di menzione e' il valore del parametro VARIAZ. che neanche oggi e' negativo, come dovrebbe essere perche' i test antigenici dovrebbero avere efficienza minore rispetto ai test molecolari, ma e' positivo al +5.6% come si puo' vedere nella tabella del confronto.
Percio' inseriamo anche il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti ma con un punto interrogativo per segnalare questi nostri dubbi.
Nel grafico dei dati analizzati abbiamo anche disegnato la forma dell'ultimo picco, ormai concluso, con un altro triangolo rosso che mette in evidenza una larghezza piu' stretta rispetto al picco precedente. Questa larghezza non e' chiaramente visibile come negli altri picchi ma secondo noi e' deducibile dalla parte discendente del picco che e' ben definita.
Un picco piu' stretto significa che il virus prevalente nell'ondata e' diverso, con un tempo di guarigione spontanea piu' breve (probabilmente una variante di Omicron, che aveva un tempo di guarigione di 20 giorni anziche' 30).
Con una procedura numerica di best fit ai dati si puo' determinare quanto e' questo tempo di guarigione ma ora ci interessa maggiormente mettere in evidenza come l'analisi dei dati riportata nel grafico dei dati analizzati ci permetta di evidenziare delle proprieta' interessanti della pandemia, distinguendo anche le diverse varianti prevalenti nei vari picchi.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 115 e' sceso abbastanza vicino alla linea viola d'interpolazione da noi disegnata.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (12 maggio 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' crollato, al 9.1%.
E' un crollo inverosimile perche' in Piemonte dovrebbero essere guariti in 24 ore il 42% delle persone che ieri erano contagiate, cioe' positive al test.
Quindi riteniamo che sia anche inutile il solito controllo di affidabilita' che facciamo sui dati. L'unica cosa degna di menzione e' il valore del parametro VARIAZ. che non e' negativo, come dovrebbe essere perche' i test antigenici risultano avere efficienza minore rispetto ai test molecolari, ma e' positivo a +1.9% come si puo' vedere nella tabella del confronto.
Percio' inseriamo questo dato nei grafici della quinta ondata e nei grafici dei dati recenti ma con un punto interrogativo per segnalare i nostri dubbi.
Nel grafico dei dati analizzati abbiamo anche disegnato la forma dell'ultimo picco, ormai concluso, con un altro triangolo rosso che mette in evidenza una larghezza piu' stretta rispetto al picco precedente. Questa larghezza non e' chiaramente visibile come negli altri picchi ma secondo noi e' deducibile dalla parte discendente del picco che e' ben definita.
Un picco piu' stretto significa che il virus prevalente nell'ondata e' diverso, con un tempo di guarigione spontanea piu' breve (probabilmente una variante di Omicron, che aveva un tempo di guarigione di 20 giorni anziche' 30).
Con una procedura numerica di best fit ai dati si puo' determinare quanto e' questo tempo di guarigione ma ora ci interessa maggiormente mettere in evidenza come l'analisi dei dati riportata nel grafico dei dati analizzati ci permetta di evidenziare delle proprieta' interessanti della pandemia, distinguendo anche le diverse varianti prevalenti nei vari picchi.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 130 e' un po' piu' alto dei dati dei giorni precedenti.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (11 maggio 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' salito poco, al 15.7%, mostrando un andamento della curva in salita.
Anche per questo dato vogliamo verificare eventuali anomalie nei dati odierni riportati nella tabella del confronto.
La percentuale dei test antigenici positivi (2079/2481) e' dell'83.8%, poco piu' bassa di quella degli antigenici nei test totali (16471/19025), di cui fanno parte, che e' del 86.6%.
Quindi se volessimo apportare una correzione al dato dei positivi antigenici (2079) per rendere la sua percentuale (83.8%) uguale a quella degli antigenici totali (86.6%) dovremmo innalzare il dato dei positivi antigenici da 2079 a 2148, che porterebbe a 333, invece di 402, i positivi al test molecolare e la relativa percentuale passerebbe allora dal 15.7% al 13.0%, che sarebbe un dato abbastanza piu' basso.
Questo fatto ci mostra ancora una volta quanto e' importante l'effetto della VARIAZIONE (86.6% e 83.8%) dei due RAPPORTI tra gli antigenici ed i totali (positivi e totali), che abbiamo riportato nella tabella del confronto sottostante.
AFFIDABILITA' DEI DATI: Facciamo questa verifica per tenere sotto controllo gli errori, inevitabili e spesso importanti, che sono contenuti nei risultati dei test antigenici, che dobbiamo usare per ricavare i risultati dei test molecolari, che purtroppo non vengono pubblicati dalla regione Piemonte.
Questi errori sono piu' grandi quando il parametro VARIAZ. ricavato nella tabella del confronto e' grande: otteniamo cosi' un'indicazione dell'affidabilita' del dato.
In base a queste osservazioni, riteniamo percio' che sia meglio tenere sempre d'occhio il parametro VARIAZ. (oggi a -2.8%), riportato nella tabella del confronto , perche' secondo noi puo' essere un buon indicatore del grado di precisione del dato che noi andiamo a graficare: tanto piu' grande e' questa variazione tra i due RAPPORTI nella tabella del confronto tanto maggiore e' l'incertezza della misura e quindi l'errore associato.
Come si vede nel grafici dei dati recenti il dato di oggi ci sembra che indichi una risalita della curva dopo quei primi 3 punti alti che abbiamo interpretato come un picco effimero per la sua salita cosi' rapida.
Un picco effimero, soprattutto se grande come questo, lascia un incremento "a gradino" nella curva, costituito dalla frazione dei contagiati non immunizzati, che rimangono positivi a lungo (mentre i contagiati immunizzati, responsabili del picco effimero, guariscono dopo soli 3 giorni).
Mettendo insieme questo incremento "a gradino" con i punti successivi che sono in salita possiamo dedurre che l'andamento attuale della curva e' in salita.
Abbiamo cosi' disegnato la linea viola d'interpolazione, la cui salita a prima vista non sembrerebbe attribuibile alle riaperture del 1 maggio, perche' sono trascorsi troppi giorni. Guardando meglio i dati pero' ci accorgiamo che la prima salita del picco effimero , con un salto dall'11.8% al 15.6% e' avvenuta il 6 maggio. L'incremento di contagi conseguenti alle riaperture del 1 maggio ce lo aspettavamo 3 giorni dopo, cioe' il 4 maggio. C'e' quindi solo un ritardo di 2 giorni rispetto alle nostre previsioni, che non e' poi cosi' impossibile: potrebbe essere stato il caldo a rallentare la diffusione dei virus.
Allora non possiamo escludere che la causa scatenante siano state proprio le riaperture del 1 maggio.
L'andamento che vediamo ora nei grafici dei dati recenti e nei grafici della quinta ondata assomiglia molto all'inizio di una nuova ondata, il cui innesco e' avvenuto il 6 maggio con la comparsa di un picco effimero molto importante.
Siccome il virus prevalente avra' molto probabilmente un tempo di guarigione spontanea superiore a 20 giorni, la salita di questa nuova ondata (se la nostra intuizione si rivelera' corretta) dovrebbe durare per tutto il mese di maggio, per poi iniziare la discesa dal picco e terminare a giugno.
Il caldo limitera' la diffusione dei contagi per cui prevediamo un picco non molto alto ma la durata del fenomeno quella e', perche' e' legata al tempo di guarigione dei virus.
L'andamento dei contagi e' simile a quello gia' visto nel 2021 in Gran Bretagna dopo che era stato riaperto quasi tutto, come da noi, e dove varie ondate si stanno succedendo anche nel 2022 su un fondo praticamente in crescita LINEARE (non esponenziale), come e' stato anche il nostro incremento permanente di contagi del +1% al giorno, secondo noi dovuto alle riaperture dell'11 febbraio 2022 e crediamo tuttora presente (e' quello che ha impedito alla curva di tornare a zero, cioe' al livello del fondo degli asintomatici che e' al 0.6%).
La salita dei contagi, pur essendo depressa dalle temperature piu' alte, e' favorita dal livello dei contagiati che e' partito da un valore abbastanza alto (il 12%): piu' contagiati (contagiosi) ci sono in circolazione piu' i virus riescono a diffondersi.
Ricordiamo che il livello di picco piu' alto raggiunto nelle precedenti ondate e' stato del 18% ed ora siamo al 15%, in salita. (vedi ad esempio il grafico della terza ondata dell'inverno scorso 2020-21).
Aspettiamo di vedere fino dove arrivera' in questo 2022.
La pandemia non finisce, neanche in estate: noi abbiamo deciso di accettare i 150 morti al giorno (prevalentemente persone NON vaccinate) e vivere abbastanza normalmente d'estate; in Cina invece chiudono tutto per salvare 150 vite umane al giorno ogni 60 milioni di cinesi.
Sono scelte diverse che possono essere fatte, essendo consapevoli dei costi e dei benefici.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 115 e' sceso.
Ora recuperare i dati mancanti dei giorni precedenti facendo la media su 4 giorni, da domenica in poi, come al solito: (72+84+158+115)/4 = 107
Quindi in questi 4 giorni ci sono stati circa 110 decessi al giorno.

RISULTATI DEL CONTROLLO SUI DATI (11 maggio 2022)
Possiamo gia' cominciare a tirare le prime conclusioni sul confronto tra i dati reali delle percentuali di test molecolari positivi ottenute dai dati pubblicati dalla regione Piemonte con quelli che sarebbero stati se il numero dei test antigenici positivi fosse stato nello stesso RAPPORTO con i test totali positivi come i test totali, cioe' con VARIAZ.=0 (i dati sono quelli nella tabella del confronto ).
I dati raccolti dopo che abbiamo iniziato questo controllo sono riportati nel grafico seguente:


dove i dati in alto, uniti dalla linea viola, sono i dati reali che noi abbiamo riportato nei grafici, mentre i dati piu' in basso sono quelli che giorno per giorno abbiamo calcolato sarebbero stati se l'efficienza dei test antigenici fosse stata del 100% ovvero se i dati dei test antigenici fossero stati con VARIAZ.=0.
I segmenti rossi svolgono un ruolo simile a quello delle barre verticali che nei grafici indicano l'ampiezza dell'errore.
A lato delle barre rosse sono scritti i valori del parametro VARIAZ. calcolato nella tabella del confronto.
Noi riteniamo che l'ampiezza delle barre rosse sia rappresentativa in buona misura del grado di incertezza del dato reale (il punto in alto) che noi abbiamo inserito nei grafici, dovuta agli errori umani di vario tipo, a noi sconosciuti ma presenti, che influenzano i risultati delle misure con i test antigenici.
Potremo valutare meglio nel corso dell'analisi dei prossimi giorni quanto l'ampiezza di questi "errori" (le barre rosse) influenzino il corretto posizionamento dei dati nella curva dei contagi.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (10 maggio 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella dei dati.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' salito, al 15.3% ma con il calo di ieri sufficiente a candidare gli ultimi 3 dati alti come un possibile picco effimero, anche se molto alto. Questo scongiurerebbe una possibile salita dovuta all'incremento di contagi per le riaperture del 1 maggio.
Anche per questo dato siamo indotti a cercare eventuali anomalie nei dati odierni riportati nella tabella.
La percentuale dei test antigenici positivi (2854/3261) e' dell'87.5%, poco piu' bassa di quella degli antigenici nei test totali (20761/23423), di cui fanno parte, che e' del 88.6%.
Quindi se volessimo apportare una correzione al dato dei positivi antigenici (2854) per rendere la sua percentuale (87.5%) uguale a quella degli antigenici totali (88.6%) dovremmo innalzare il dato dei positivi antigenici da 2854 a 2889, che porterebbe a 372, invece di 407, i positivi al test molecolare e la relativa percentuale passerebbe allora dal 15.3% al 14.0%, che sarebbe un dato poco piu' basso, piu' coerente con i dati dei giorni precedenti.
Questo fatto ci mostra ancora una volta quanto e' importante l'effetto della VARIAZIONE (88.6% e 87.5%) dei due RAPPORTI tra gli antigenici ed i totali (positivi e totali), che abbiamo riportato nella tabella sottostante.
In base alle osservazioni fatte, riteniamo percio' che sia meglio tenere sempre d'occhio il parametro VARIAZ. (oggi a -1.1%), riportato nella tabella , perche' puo' essere un indicatore del grado di precisione del dato che noi andiamo a graficare: tanto piu' grande e' questa variazione tra i due RAPPORTI nella tabella tanto maggiore e' l'incertezza della misura e quindi l'errore associato.
Per poter apprezzare i dettagli dell'andamento dei contagi noi abbiamo deciso di usare solo i dati dei test molecolari, che ricaviamo dai dati dei test totali sottraendoci i test antigenici. E' quindi necessario che l'identificazione dei risultati dei test antigenici sia rigorosa perche' il numero di test molecolari da cui ricaviamo la percentuale graficata risulta essere una differenza piccola di numeri relativamente grandi e sappiamo che quando questo accade il risultato della differenza sarebbe soggetto a fluttuazioni grandi (ma nel nostro caso e' il numero di test molecolari positivi per definizione). L'accuratezza della raccolta dei dati che poi vengono pubblicati e' in ogni caso molto importante.
I dati misurati non sono variabili indipendenti ma devono essere consistenti tra loro, perche' rappresentano lo stesso fenomeno reale che e' sotto osservazione (la pandemia).
Il dato di oggi ci sembra che si collochi allo stesso livello dei precedenti 3 dati .
Pertanto lasciamo invariata la linea viola precedente e ci sentiamo cosi' di confermare che nella curva dei contagi non c'e' traccia di una risalita dei contagi conseguente alle riaperture del 1 maggio.
Saranno i dati dei prossimi giorni a confermare se le cose stanno proprio cosi'.
Riportiamo quindi il dato odierno nei grafici, con la nostra linea viola d'interpolazione, che compare sia nei grafici dei dati recenti che nei grafici della quinta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 158 e' salito ma preferiamo attendere anche il dato di domani prima di recuperare i dati mancanti dei giorni precedenti con la media su 4 giorni, da domenica in poi, come al solito.

LA QUALITA' DEI DATI USATI PER STUDIARE LA PANDEMIA (10 maggio 2022)
Ultimamente abbiamo avuto qualche problema con i dati che utilizziamo.
La nostra prima reazione e' stata di esaminare piu' in dettaglio la qualita' dei dati con un apposito controllo che ci ha portato a compilare una tabella che mettesse in evidenza di quanto i dati di ogni giorno si discostassero da quella condizione che ci sembrava naturale, in cui la percentuale di test positivi antigenici sia la stessa dei test totali antigenici.
Alcuni di questi test sono risultati positivi: ci sembrerebbe naturale che anche tra i positivi gli antigenici siano il 90% dei test risultati positivi.
Pero' nei dati reali questo non accade.
Cosa puo' rendere diversa questa percentuale? Sicuramente la percentuale dei positivi nei test antigenici sara' minore, se quel tipo di test ha un'efficienza minore del 100% nel rilevare una positivita'.
E questo sicuramente accade, perche' nella tabella sui dati di 39 giorni (ad oggi) le VARIAZ. positive sono solo 6.
VARIAZ. e' la differenza tra la percentuale di antigenici totali meno la percentuale di antigenici positivi, che ci aspetteremmo uguale a zero mentre invece e' quasi sempre negativa, perche' i test antigenici si lasciano "scappare" qualche caso positivo, dando una risposta negativa (errata).
Pero' osservando un po' meglio questi dati nella tabella ci accorgiamo di un fatto preoccupante: in corrispondenza dei valori negativi grandi (come nel caso del giorno 1/5), risultano esserci sospetti di anomalie nei dati, che noi utilizziamo per ricavare la curva dei contagi (che sono le percentuali dei contagiati, risultanti dai soli test molecolari). Basta guardare le ultime due colonne a destra nella tabella.
Deve esserci qualche altra causa, che spinge in basso i valori delle VARIAZ. Se per esempio l'efficienza dei test antigenici nel rilevare le positivita' fosse del 98% non ci sarebbe alcun problema: avremmo le VARIAZ. distribuite secondo una distribuzione gaussiana centrata intorno a -2% ed i dati sarebbero tutti buoni, senza anomalie.
Ma qui' ci sembra che intervengono anche altre cause che spostano il dato VARIAZ. della tabella talvolta piu' in negativo, altre volte addirittura rendendolo positivo (inefficienza sporadica dei test molecolari?) ed in corrispondenza di questi spostamenti i dati dell'ultima colonna a destra (che sono quelli che grafichiamo) subiscono delle variazioni che ci sembrano anomale (si vede guardando la tabella ).
Che dire? Questo e' quello che "passa il convento" e dobbiamo lavorare con questi dati.
Pero' questo nostro lavoro di analisi dei dati ci puo' consentire di ottenere una valutazione del livello di affidabilita', maggiore o minore, dei dati di ogni giorno prima di utilizzarli per definire l'andamento della curva dei contagi, semplicemente guardando qual'e' il valore del dato VARIAZ., che noi riportiamo nella tabella.
Un dato "sospetto" lo considereremo soggetto ad un errore maggiore di quello indicato nella tabella dei risultati , nel valutare il suo apporto alla definizione dell'andamento della curva dei contagi (in qualche caso piu' raro potremo anche considerarlo non utilizzabile, come ad esempio nel caso del 9/4 o del 1/5).

CONCLUSIONE: Ci sono probabilmente cause di tipo umano che provocano inefficienze nei test che aumentano la dispersione dei risultati ovvero le loro fluttuazioni e quindi sono ben rappresentabili con degli errori piu' grandi, non sappiamo se di tipo casuale o sistematico.
Queste inefficienze riguardano sicuramente i test antigenici e contribuiscono a ridurre il numero dei test risultati positivi. Quando questo accade la riduzione dei positivi antigenici ha come risultato di aumentare la differenza TOTALI - ANTIGENICI che noi interpretiamo come MOLECOLARI. Cosi' i nostri dati dei test molecolari sono artificiosamente aumentati: ad una diminuzione del dato VARIAZ. viene a corrispondere un erroneo incremento del numero dei test molecolari positivi, che sono quelli che noi analizziamo.
Cioe' la minore qualita' dei dati antigenici influenza negativamente anche la qualita' dei dati molecolari da noi usati. Il problema scomparirebbe se potessimo disporre direttamente dei dati dei test molecolari, senza doverli ricavare facendo la differenza TOTALI - ANTIGENICI.
Quando abbiamo scelto i dati del Piemonte per iniziare questo lavoro, abbiamo evidentemente sottovalutato l'importanza che avrebbe avuto la propagazione degli errori dai dati antigenici a quelli molecolari, soprattutto perche' ci siamo trovati poi di fronte a differenze piccole di numeri grandi (perche' i test antigenici sono tanti) e quando questo accade il risultato fluttua molto di piu'.
Noi ormai non possiamo farci niente, perche' i dati che stiamo utilizzndo questi sono. Pero' ora sappiamo che quando questo dato VARIAZ. diventa piu' negativo, ci puo' segnalare un aumento indebito dell'inefficienza del campione di test antigenici e possiamo cosi' sapere che il dato risultante dei positivi molecolari di quel giorno risulta indebitamente un po' piu' alto.
Ovviamente in qualche caso le fluttuazioni possono essere cosi' grandi che il dato risulta essere manifestamente non utilizzabile (due esempi possono essere i dati del 9/4 o dell'1/5).
Da oggi per noi il dato giornaliero avra' un errore non aumentato se il dato VARIAZ. risulta leggermente negativo; per ora non siamo in grado di quantificare meglio di quanto (probabilmente tra -1% e -2%). Un approfondimento di questo tema e' possibile con complessi strumenti di analisi numerica e statistica, che sono pero' al di fuori del livello divulgativo di questo lavoro.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (9 maggio 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' sceso un altro po', al 13.7% ma con il calo di ieri sufficiente a candidare gli ultimi 3 dati alti come un possibile picco effimero, anche se molto alto. Questo scongiurerebbe una possibile salita dovuta all'incremento di contagi per le riaperture del 1 maggio.
Anche per questo dato, che ha una statistica povera, siamo indotti a cercare eventuali anomalie nei dati odierni riportati nella tabella.
La percentuale dei test antigenici positivi (867/1014) e' dell'85%, abbastanza piu' bassa di quella degli antigenici nei test totali (11793/12862), di cui fanno parte, che e' del 92%.
Quindi se una correzione dovesse essere apportata per avvicinare queste percentuali andrebbe nel verso di far salire il numero di antigenici positivi da 867 a 930, che porterebbe a 84, invece di 147, i positivi al test molecolare e la nostra percentuale passerebbe allora dal 14.5% al 7.9%, che sarebbe un dato quasi dimezzato.
Questo fatto ci mostra ancora una volta quanto e' importante l'effetto della VARIAZIONE (85% e 92%) dei due RAPPORTI tra gli antigenici ed i totali (positivi e totali), che abbiamo riportato nella tabella sottostante.
In base a questa osservazione, riteniamo che e' meglio tenere sempre d'occhio il parametro VARIAZ. (oggi a -6.2%), riportato nella tabella , perche' puo' essere un indicatore del grado di precisione del dato che noi andiamo a graficare: tanto piu' grande e' questa variazione tra i due RAPPORTI nella tabella tanto maggiore e' l'incertezza della misura e quindi l'errore associato.
Per poter apprezzare i dettagli dell'andamento dei contagi noi abbiamo deciso di usare solo i dati dei test molecolari, che ricaviamo dai dati dei test totali sottraendoci i test antigenici. E' quindi necessario che l'identificazione dei risultati dei test antigenici sia rigorosa perche' il numero di test molecolari da cui ricaviamo la percentuale graficata risulta essere una differenza piccola di numeri relativamente grandi e sappiamo che quando questo accade il risultato della differenza e' soggetto a fluttuazioni grandi (ma nel nostro caso e' il numero di test molecolari positivi per definizione). L'accuratezza della raccolta dei dati che poi vengono pubblicati e' in ogni caso molto importante.
I dati misurati non sono variabili indipendenti ma devono essere consistenti tra loro, perche' rappresentano lo stesso fenomeno reale che e' sotto osservazione (la pandemia).
La discesa anche del dato di oggi ci sembra che confermi che i precedenti 3 dati alti siano dovuti alla presenza di un picco effimero, anche se l'ipotesi e' un po' forzata, che non va percio' considerato nel definire l'andamento della quinta ondata (linea viola d'interpolazione).
Pertanto resta confermata la linea viola precedente, in discesa, e ci sentiamo cosi' di affermare che nella curva dei contagi non c'e' traccia di una risalita dei contagi conseguente alle riaperture del 1 maggio.
Saranno i dati dei prossimi giorni a confermare che le cose stanno proprio cosi'.
Riportiamo quindi il dato odierno nei grafici, con la nostra linea viola d'interpolazione, che compare sia nei grafici dei dati recenti che nei grafici della quinta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 84 e' anch'esso molto basso come quello di ieri, domenica: recupereremo i dati mancanti, con la media su 3 giorni, da domenica in poi, come al solito.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (8 maggio 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' sceso poco, al 14.5% ma sufficiente a candidare gli ultimi 3 dati alti come un possibile picco effimero, anche se molto alto. Questo scongiurerebbe una possibile salita dovuta all'incremento di contagi per le riaperture del 1 maggio.
Anche per questo dato della domenica siamo indotti a cercare eventuali anomalie nei dati odierni riportati nella tabella.
La percentuale dei test antigenici positivi (1519/1745) e' dell'87%, un po' piu' bassa di quella degli antigenici nei test totali (14504/16058), di cui fanno parte, che e' del 90%.
Quindi se una correzione dovesse essere apportata per avvicinare queste percentuali andrebbe nel verso di far salire il numero di antigenici positivi da 1519 a 1570, che porterebbe a 175, invece di 226, i positivi al test molecolare e la nostra percentuale passerebbe allora dal 14.5% al 11.3%, che sarebbe un dato coerente con i dati del 4 e 5 maggio (prima del picco effimero).
Questo fatto ci mostra ancora una volta quanto e' importante l'effetto della VARIAZIONE (89% e 90%) dei due RAPPORTI tra gli antigenici ed i totali (positivi e totali), che abbiamo riportato nella tabella sottostante.
In base a questa osservazione, riteniamo che e' meglio tenere sempre d'occhio il parametro VARIAZ. perche' puo' essere un indicatore del grado di precisione del dato che noi andiamo a graficare: tanto piu' grande e' questa variazione tra i due RAPPORTI nella tabella tanto maggiore e' l'incertezza della misura e quindi l'errore associato.
Per poter apprezzare i dettagli dell'andamento dei contagi noi abbiamo deciso di usare solo i dati dei test molecolari, che ricaviamo dai dati dei test totali sottraendoci i test antigenici. E' quindi necessario che l'identificazione dei risultati dei test antigenici sia rigorosa perche' il numero di test molecolari da cui ricaviamo la percentuale graficata risulta essere una differenza piccola di numeri relativamente grandi e sappiamo che quando questo accade il risultato della differenza e' soggetto a fluttuazioni grandi (ma nel nostro caso e' il numero di test molecolari positivi per definizione). L'accuratezza della raccolta dei dati che poi vengono pubblicati e' in ogni caso molto importante.
I dati misurati non sono variabili indipendenti ma devono essere consistenti tra loro, perche' rappresentano lo stesso fenomeno reale che e' sotto osservazione (la pandemia).
La discesa del dato di oggi ci sembra che definisca gli ultimo 3 dati alti come un picco effimero, anche se con un po' di ottimismo (speriamo sia di buon auspicio), che non va percio' considerato nel definire l'andamento della quinta ondata (linea viola d'interpolazione).
Pertanto resta confermata la linea viola precedente, in discesa, e ci sentiamo cosi' di affermare che nella curva dei contagi non c'e' traccia di una risalita dei contagi conseguente alle riaperture del 1 maggio.
Saranno i dati dei prossimi giorni a confermare che le cose stanno proprio cosi'.
Riportiamo quindi il dato odierno nei grafici, con la nostra linea viola d'interpolazione, che compare sia nei grafici dei dati recenti che nei grafici della quinta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 72 e' molto basso ma perche' oggi e' domenica: recupereremo le unita' mancanti, mediando con i dati dei due giorni prossimi, come al solito.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (7 maggio 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' sceso poco, al 15.2%, confermando cosi' il dato di ieri al 15.6%.
Attendiamo il dato di domani perche' se cala si tratta di un picco effimero, anche se molto alto, mentre se sale dovrebbe essere l'inizio della salita dovuta all'incremento di contagi per le riaperture del 1 maggio.
Anche per questo dato alto siamo indotti a cercare eventuali anomalie nei dati odierni riportati nella tabella.
La percentuale dei test antigenici positivi (1971/2287) e' dell'86%, abbastanza piu' bassa (troppo?) di quella degli antigenici nei test totali (26945/29019), di cui fanno parte, che e' del 93%.
Quindi se una correzione dovesse essere apportata per avvicinare queste percentuali andrebbe nel verso di far salire il numero di antigenici positivi da 1971 a 2127, che porterebbe a 160, invece di 316, i positivi al test molecolare e la nostra percentuale passerebbe allora dal 15.2% al 7.7%, che sarebbe un dato in forte discesa invece di essere un dato in forte salita.
Questo fatto mostra quanto e' importante l'effetto della forte VARIAZIONE (86% e 93%) dei due RAPPORTI tra gli antigenici ed i totali (positivi e totali), che abbiamo riportato nella tabella sottostante.
In base a questa osservazione, riteniamo che e' meglio tenere sempre d'occhio il parametro VARIAZ. perche' puo' essere un indicatore del grado di precisione del dato che noi andiamo a graficare: tanto piu' grande e' questa variazione tra i due RAPPORTI nella tabella tanto maggiore e' l'incertezza della misura e quindi l'errore associato.
Vorrebbe dire che anche nei dati del 7 maggio i positivi sono un po' piu' frequenti nei test molecolari che non nei test antigenici. Nei 3 giorni precedenti (3, 4 e 5 maggio) questo non era accaduto.
Per poter apprezzare i dettagli dell'andamento dei contagi noi abbiamo deciso di usare solo i dati dei test molecolari, che ricaviamo dai dati dei test totali sottraendoci i test antigenici. E' quindi necessario che l'identificazione dei risultati dei test antigenici sia rigorosa perche' il numero di test molecolari da cui ricaviamo la percentuale graficata risulta essere una differenza piccola di numeri relativamente grandi e sappiamo che quando questo accade il risultato della differenza e' soggetto a fluttuazioni grandi (ma nel nostro caso e' il numero di test molecolari positivi per definizione). L'accuratezza della raccolta dei dati che poi vengono pubblicati e' in ogni caso molto importante.
I dati misurati non sono variabili indipendenti ma devono essere consistenti tra loro, perche' rappresentano lo stesso fenomeno reale che e' sotto osservazione (la pandemia).
Anche il dato di oggi ci sembra percio' un dato che va confermato, perche' se vero sarebbe un primo importante segnale di allarme per la risalita dei contagi (magari favoriti da un temporaneo abbassamento delle temperature per motivi meteorologici) ma quasi certamente conseguenti alle riaperture del 1 maggio.
Questo incremento cosi' grande indicherebbe l'arrivo di una spinta in alto superiore alla spinta in discesa in atto per le guarigioni per un risultato netto di oltre il +3%, che sarebbe molto elevato.
Saranno i dati dei prossimi 2 giorni a chiarire se questo e' proprio cio' che sta accadendo.
Per questo, pur riportando il dato odierno nei grafici, attendiamo per modificare la discesa indicata dalla nostra linea viola d'interpolazione, che compare sia nei grafici dei dati recenti , dove abbiamo inserito anche il dato odierno, che nei grafici della quinta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 113 e' poco sotto la media dei dati dell'ultima settimana.
Infatti i dati dei primi 4 giorni di maggio hanno una media di 133 decessi al giorno che sono proprio uguali ai 131, 133 e 130 degli ultimi 3 giorni di aprile. Cioe' nell'ultima settimana i decessi sono stati costanti a circa 130 decessi al giorno, che e' proprio l'andamento riportato nella linea viola d'interpolazione da noi disegnata una settimana fa.
La salita per il picco dei contagi dovuti alle vacanze pasquali, che ha raggiunto il picco al 21% undici giorni fa non si vede, a conferma che il virus prevalente in questa ondata e' meno letale della variante Delta, dai cui dati avevamo previsto un numero di decessi quasi doppio di quello attuale.
Questa conclusione e' avvalorata dall'identificazione fatta giorni fa all'ospedale S.Gerando di Monza di una nuova variante, chiamata Omicron4, che risulterebbe molto contagiosa ma poco letale.

CONTROLLO SUI DATI ED EFFICIENZA DEI TEST ANTIGENICI (7 maggio 2022)
L'importante balzo in alto del dato dei contagi di ieri ci ha indotto a cercare di capire qualcosa in piu' del comportamento dei dati che stiamo usando.
Le osservazioni che abbiamo fatto nel commento di ieri circa le percentuali dei test antigenici positivi e totali ci ha spinto ad approfondire questo aspetto anche nei giorni precedenti.
Per questo abbiamo calcolato quali sono le percentuali (RAPPORTO) dei test antigenici positivi e totali in tutti i giorni nella tabella dei dati ed abbiamo riportato questi rapporti, con la relativa VARIAZIONE, e la percentuale (PERC.) dei positivi che noi grafichiamo, nella tabella seguente:

GIORNO TOT.TEST ANTIGEN RAPPORTO POS.TOT. POS.ANTIG RAPPORTO VARIAZ. PERC.
01/04 V32826 2973090.5%3109266685.7%-4.8%14.3%
02/04 S33999 3100291.2%2665234387.9%-3.3%10.7%
03/04 D18018 1593788.4%1724147285.4%-3.0%12.1%
04/04 L26675 2466292.4%2566227888.8%-3.6%14.3%
05/04 M32258 2825487.6%3895349189.6%+2.0%10.1%
06/04 M27799 2423987.2%3368293687.2% 0.0%12.1%
07/04 G28944 2551688.2%3330291387.5%-0.7%12.2%
08/04 V31850 2901891.1%3252289188.9%-2.2%12.7%
09/04 S32755 2984191.1%30202891?95.7%+4.6%?4.4%?
10/04 D17208 1529388.9%1758150985.8%-3.1%13.0%
11/04 L26765 2484892.8%2832256390.5%-2.3%14.0%
12/04 M32015 2817188.0%4064357688.0% 0.0%12.7%
13/04 M27751 2442688.0%3680319786.9%-1.1%14.5%
14/04 G30970 2802190.5%3803330586.9%-3.6%16.9%
15/04 V30244 2792992.3%3359295688.0%-4.3%17.4%
16/04 S31804 2936992.3%3518305686.9%-5.4%19.0%
17/04 D16436 1479290.0%2086180286.4%-3.6%17.3%
18/04 L10367 9305 89.7%826 691 83.6%-6.1%12.7%
19/04 M25166 2338792.9%3579323890.5%-2.4%19.2%
20/04 M35046 3127389.2%5279475290.0%+0.8%14.0%
21/04 G20391 1796688.1%2720230884.8%-3.3%17.0%
22/04 V35521 3292392.7%4007351087.6%-5.1%19.1%
23/04 S39928 3758694.1%3951345787.5%-6.6%21.1%
24/04 D21253 1972792.8%2769241587.2%-5.6%23.2%
25/04 L11623 1060391.2%1084 94387.0%-4.2%?13.8%?
26/04 M14747 1291587.6%1642137783.7%-3.9%?14.5%?
27/04 M42105 3890592.4%5973535089.6%-2.8%?19.5%?
28/04 G29978 2716390.6%3718323587.0%-3.6%?17.2%?
29/04 V30279 2820693.1%3402291585.7%-7.4%?23.5%?
30/04 S37212 3459693.0%3023267888.6%-4.4%?13.2%?
01/05 D20212 1889693.5%2108183487.0%-6.5%?20.8%?
02/05 L14194 1279890.2% 952 76380.1%-10.1%13.5%
03/05 M26897 2369188.1%3870344789.1%+1.0%13.2%
04/05 M18564 1617987.1%2496221288.6%+1.5%11.9%
05/05 G23531 2045786.9%2824246287.2%+0.3%11.8%
06/05 V22593 2018989.4%2513213885.1%-4.3%15.6%
07/05 S29019 2694592.8%2287197186.2%-6.6%15.2%
08/05 D16058 1450490.3%1745155489.0%-1.3%14.5%
09/05 L12862 1179391.7%1014 86785.5%-6.2%13.7%
10/05 M23423 2076188.6%3261285487.5%-1.1%15.3%
11/05 M19025 1647186.6%2481207983.8%-2.8%15.7%
12/05 G14255 1285890.2%1612148592.1%+1.9%9.1%
13/05 V24989 2193887.8%3124291993.4%+5.6%6.7%
14/05 S23738 2183992.0%2051191893.5%+1.5%7.0%
15/05 D12246 1107690.4%1495144496.6%+6.2%7.0%
16/05 L10679 9655 90.4% 883 78789.1%-1.3%9.4%
17/05 M20807 1749184.1%2738260495.1%+11.0%4.0%
18/05 M16680 1449186.9%1770165593.5%+6.6%5.2%
19/05 G17122 1493887.2%1820169993.3%+6.1%5.5%
20/05 V18465 1675590.7%1501141594.3%+3.6%5.0%
21/05 S23326 2155192.4%1254117393.5%+1.1%4.6%
22/05 D8375 738388.1%97188491.0%+2.9%8.8%
23/05 L136671267992.8%69467196.7%+3.9%2.3%
24/05 M173711524287.7%1600152095.0%+7.3%3.8%
25/05 M146671268886.5%1189111293.5%+7.0%3.9%
26/05 G157811398288.6%1274120694.7%+6.1%3.8%
27/05 V142541312892.1% 859 80393.5%+1.4%5.0%
28/05 S242262251592.9%1023 95993.7%+0.8%3.7%

I punti interrogativi compaiono in corrispondenza dei dati che sono stati ritenuti anomali nel commenti dei relativi giorni indicati.
Nei dati del 6 maggio la percentuale degli antigenici, che noi sottraiamo dai totali per ottenere i dati molecolari, e' stata piu' bassa nei positivi (85.1%) che non nei dati totali (89.4%), quindi i test molecolari ottenuti sono stati piu' numerosi nel calcolo dei positivi che non nel calcolo dei totali: questo vuol dire che i positivi sono stati un po' piu' frequenti nei test molecolari che non nei test antigenici (risultati un po' meno efficienti), che hanno una percentuale (85.1%) inferiore rispetto agli antigenici totali (89.4%), cioe' la VARIAZ. e' negativa.
Nei 3 giorni precedenti questo non e' accaduto perche' nella colonna VARIAZ. troviamo 3 dati positivi.
Non siamo in grado di trarre ancora alcuna conclusione da cio' ma ci riserviamo di osservare con una certa attenzione nei prossimi giorni il comportamento dei RAPPORTI scritti nella tabella, perche' se nei dati totali i test antigenici sono (per esempio) il 90%, ci aspetteremmo che anche nei dati positivi i test antigenici siano il 90% o poco meno (VARIAZ. negativa in tabella) se i test antigenici risultassero meno efficienti dei test molecolari nel rilevare la positivita'.
La colonna VARIAZ. fornisce cosi' una misura dell'efficienza media dei test antigenici rispetto ai molecolari, che VARIA in ogni giorno (tra -10% e +5% nei 36 giorni in tabella).
In base a questa osservazione, riteniamo che e' meglio tenere sempre d'occhio il parametro VARIAZ. perche' secondo noi e' un indicatore del grado di precisione del dato che noi andiamo a graficare: tanto piu' grande e' questa variazione tra i due RAPPORTI nella tabella, tanto maggiore e' l'incertezza della misura e quindi l'errore associato.
La variabilita' di questo dato (colonna VARIAZ.) e' quella che vogliamo eliminare nelle nostre analisi per ottenere una migliore precisione e per questo consideriamo solo i test molecolari, al netto degli antigenici, che sottraiamo (sapendo che i test molecolari funzionano meglio).

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (6 maggio 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' salito molto, al 15.6%, e potrebbe essere questo l'inizio della salita dovuta all'incremento di contagi per le riaperture del 1 maggio.
PUO' QUESTO ESSERE UN DATO ANOMALO? L'incremento del +3.8% e' importante, superiore a quello atteso per un picco effimero, per cui siamo stati indotti a cercare eventuali anomalie nei dati odierni riportati nella tabella.
La percentuale dei test antigenici positivi (2138/2513) e' dell'85%, abbastanza piu' bassa (troppo?) di quella degli antigenici nei test totali (20189/22593), di cui fanno parte, che e' dell'89%.
Quindi se una correzione dovesse essere apportata per avvicinare queste percentuali andrebbe nel verso di far salire il numero di antigenici positivi dal 2138 a 2244, che porterebbe a 269, invece di 375, i positivi al test molecolare e la nostra percentuale passerebbe allora dal 15.6% all'11.1%, che sarebbe un dato consistente con i dati dei giorni precedenti invece di essere un dato in forte salita.
Vorrebbe dire che nei dati del 6 maggio i positivi sono un po' piu' frequenti nei test molecolari che non nei test antigenici. Nei 3 giorni precedenti questo non e' accaduto.
Per poter apprezzare i dettagli dell'andamento dei contagi abbiamo deciso di usare solo i dati dei test molecolari, che ricaviamo dai dati dei test totali sottraendoci i test antigenici. E' quindi necessario che l'identificazione dei risultati dei test antigenici sia rigorosa perche' il numero di test molecolari da cui ricaviamo la percentuale graficata risulta essere una differenza piccola di numeri relativamente grandi: sappiamo che quando questo accade il risultato della differenza e' soggetto a fluttuazioni grandi (ma nel nostro caso e' il numero di test molecolari positivi per definizione). L'accuratezza della raccolta dei dati che poi vengono pubblicati e' in ogni caso molto importante.
I dati misurati non sono variabili indipendenti ma devono essere consistenti tra loro, perche' rappresentano lo stesso fenomeno reale sotto osservazione (la pandemia).
Il dato di oggi ci sembra percio' un dato che va confermato, perche' se vero rappresenterebbe un primo importante segnale di allarme per la risalita dei contagi (magari favoriti da un temporaneo abbassamento delle temperature per motivi meteorologici).
Questo incremento cosi' grande indicherebbe l'arrivo di una spinta in alto superiore alla spinta in discesa in atto per le guarigioni per un risultato netto del +3.8%, che sarebbe molto elevato.
Saranno i dati dei prossimi 2 giorni a chiarire se questo e' proprio cio' che sta accadendo.
Per questo, pur riportando il dato odierno nei grafici, attendiamo per modificare la discesa indicata dalla nostra linea viola d'interpolazione, che compare sia nei grafici dei dati recenti , dove abbiamo inserito anche il dato odierno, che nei grafici della quinta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 125 e' anch'esso nella media dei dati dell'ultima settimana.
Infatti i dati dei primi 4 giorni di maggio hanno una media di 133 decessi al giorno che sono proprio uguali ai 131, 133 e 130 degli ultimi 3 giorni di aprile. Cioe' nell'ultima settimana i decessi sono stati costanti a circa 130 decessi al giorno, che e' proprio l'andamento riportato nella linea viola d'interpolazione da noi disegnata una settimana fa.
La salita per il picco dei contagi dovuti alle vacanze pasquali, che ha raggiunto il picco al 21% undici giorni fa non si vede, a conferma che il virus prevalente in questa ondata e' meno letale della variante Delta, dai cui dati avevamo previsto un numero di decessi quasi doppio di quello attuale.
Questa conclusione e' avvalorata dall'identificazione fatta giorni fa all'ospedale S.Gerando di Monza di una nuova variante, chiamata Omicron4, che risulterebbe molto contagiosa ma poco letale.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (5 maggio 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' poco piu' basso al 11.8% ed ancora NON viene confermata la nostra previsione di arrivo dell'incremento di contagi per le riaperture del 1 maggio.
Forse non ci sara', magari perche' le riaperture hanno riguardato attivita' che erano poco pericolose dal punto di vista della diffusione dei contagi (e questa sarebbe un'importante informazione da acquisire, perche' si potrebbe evitare di chiuderle la prossima volta) oppure per effetto della temperatura di maggio, che e' maggiore di quella che c'era nelle riaperture di febbraio.
Pero' non possiamo ignorare che la quarta ondata (della variante Delta) e' iniziata a luglio! Evidentemente questi coronavirus sono capaci di diffondersi anche quando fa caldo se l'innesco, costituito da un apporto importante di contagi, gliene da l'occasione: in questo caso questo apporto per fortuna non c'e' stato.
E' sempre molto meglio se i contagi continuano a scendere.
Continua cosi' la discesa indicata dalla nostra linea viola d'interpolazione, che compare sia nei grafici dei dati recenti , dove abbiamo inserito anche il dato odierno, che nei grafici della quinta ondata.
Questa discesa dimostra la presenza di una spinta discendente (dovuta alle guarigioni dei contagiati) che puo' impedire la risalita della curva nel momento in cui arrivasse un apporto di contagi, se di entita' minore, dovuto alle riaperture del 1 maggio.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 138 e' nella media dei dati dell'ultima settimana.
Infatti i dati dei primi 4 giorni di maggio hanno una media di 133 decessi al giorno che sono proprio uguali ai 131, 133 e 130 degli ultimi 3 giorni di aprile. Cioe' nell'ultima settimana i decessi sono stati costanti a circa 130 decessi al giorno, che e' proprio l'andamento riportato nella linea viola d'interpolazione da noi disegnata una settimana fa.
La salita per il picco dei contagi dovuti alle vacanze pasquali, che ha raggiunto il picco al 21% undici giorni fa non si vede, a conferma che il virus prevalente in questa ondata e' meno letale della variante Delta, dai cui dati avevamo previsto un numero di decessi quasi doppio di quello attuale.
Questa conclusione e' avvalorata dall'identificazione fatta giorni fa all'ospedale S.Gerando di Monza di una nuova variante, chiamata Omicron4, che risulterebbe molto contagiosa ma poco letale.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (4 maggio 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' ancora piu' basso al 11.9% e NON conferma la nostra previsione di arrivo dell'incremento di contagi per le riaperture del 1 maggio (e' in ritardo).
Registriamo con piacere che i dato odierno indica che la curva non e' in pianerottolo ma continua la discesa esattamente come previsto dalla nostra linea viola d'interpolazione che compare sia nei grafici dei dati recenti , dove abbiamo inserito anche il dato odierno, che nei grafici della quinta ondata (cancellate la cache e ricaricate la pagina, se avevate il browser gia' aperto).
Questa discesa dimostra la presenza di una spinta discendente (dovuta alle guarigioni dei contagiati) che potrebbe impedire la risalita della curva al momento dell'arrivo dell'apporto di contagi, dovuto alle riaperture del 1 maggio (che ovviamente ci sara', probabilmente domani).
Forti dell'esperienza delle riaperture precedenti non possiamo credere che queste riaperture del 1 maggio non comportino un aumento apprezzabile nella curva dei contagi.
Staremo a vedere.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 152 e' identico al dato di ieri.
I dati dei primi 4 giorni di maggio hanno una media di 133 decessi al giorno che sono proprio uguali ai 131, 133 e 130 degli ultimi 3 giorni di aprile. Cioe' nell'ultima settimana i decessi sono stati costanti a circa 130 decessi al giorno, che e' proprio l'andamento riportato nella linea viola d'interpolazione da noi disegnata una settimana fa.
La salita per il picco dei contagi dovuti alle vacanze pasquali, che ha raggiunto il picco al 21% undici giorni fa non si vede, a conferma che il virus prevalente in questa ondata e' meno letale della variante Delta, dai cui dati avevamo previsto un numero di decessi quasi doppio di quello attuale.
Questa conclusione e' avvalorata dall'identificazione fatta giorni fa all'ospedale S.Gerando di Monza di una nuova variante, chiamata Omicron4, che risulterebbe molto contagiosa ma poco letale.

PREVISIONE COL SENNO DEL "PRIMA" (4 maggio 2022)
E' facile spiegare le cose dopo che sono successe, col senno del poi.
Piu' difficile e' spiegare le cose prima che accadano (previsione), sempre con il senno ma di prima.
In questo caso vogliamo parlare della nostra previsione che nei dati di oggi, che devono ancora essere pubblicati (tra circa 9 ore), compaia l'aumento di contagi dovuto alle riaperture del 1 maggio.
Perche' oggi? Perche' in tutti i casi precedenti che abbiamo descritto ieri l'incremento di contagi e' sempre arrivato 3 giorni dopo l'evento che li ha causati.
Ma il senno del prima non si limita a questa banale osservazione ma va molto piu' in la. Mi riferisco a quella che abbiamo chiamato la regola canonica che dev'essere rispettata nel procedere alle riaperture.
Si tratta di questo: la diffusione dei contagi e' direttamente proporzionale al numero di contagiati in circolazione (perche' sono contagiosi), che e' rappresentato proprio dall'ordinata della nostra curva dei contagi.
Non e' un'ipotesi opinabile ne' una congettura: e' semplicemente un dato di fatto, perche' sono proprio i contagiati che, essendo contagiosi, spargono i contagi in giro.
Quindi la produzione di nuovi contagi in una riapertura e' tanto maggiore quanto piu' alta e' la percentuale di contagi (ordinata della curva dei contagi) nel momento in cui si procede alla riapertura.
Se in quel momento la curva dei contagi fosse in discesa, e' importantissimo che questa produzione di nuovi contagi della riapertura non superi la percentuale negativa di contagi (decremento giornaliero), che determina la discesa (per le guarigioni dei contagiati). Altrimenti la curva riprenderebbe a salire e potrebbe anche essere l'inizio di una nuova ondata.
E' quello che e' accaduto l'11 febbraio 2022: la curva dei contagi era al 6% e stava scendendo di -0.5% al giorno. L'incremento di contagi seguito alle riaperture e' stato del +1% e cosi' la curva ha ripreso a salire, come si vede nel grafico dei dati interpolati ed nel grafico dei dati analizzati.
Ma se si fossero aspettati altri 6 giorni prima di riaprire la curva avrebbe continuato a scendere e sarebbe scesa al 3%. Allora la produzione di contagi delle riaperture sarebbe stata la meta', perche' le persone contagiate (e contagiose) in circolazione sarebbe stata la meta' (3% invece del 6%).
Questo vuol dire che l'apporto di nuovi contagi delle riaperture sarebbe stato non piu' il +1% al giorno (com'e' stato) ma solo il +0.5 al giorno e conseguentemente la curva dei contagi NON avrebbe iniziato a salire ma sarebbe rimasta al 3% e si sarebbero evitati i picchi successivi della quinta ondata (la data dell'11/2 si vede indicata in basso).
La situazione attuale dopo le riaperture del 1 maggio e' peggiore, sia perche' il livello dei contagi e' piu' alto (13.5%), sia perche' manca una spinta in discesa nella curva, che risulta piatta, perche' dal 30 aprile al 3 maggio per 4 giorni consecutivi i contagiati sono rimasti costanti (tra il 13.2% ed il 13.5%).
Mancando una spinta in discesa, con un apporto anche piccolo di nuovi contagi la curva non puo' che salire, favorita dal relativamente alto livello (13.5%) di contagiati (contagiosi) in circolazione.
Questo e' un esempio di uso del know-how da noi acquisito che, se corretto, deve costituire il criterio guida per le Autorita', da seguire nel controllo della pandemia per evitare che la curva dei contagi peggiori.
Siccome la pandemia purtroppo ci sara' anche l'inverno prossimo, sarebbe importante acquisire anche una conoscenza del potenziale di contagiosita' delle varie riaperture possibili. Per questo vorremmo raccomandare in futuro di scaglionare le riaperture delle varie attivita' a distanza di 3 giorni l'una dall'altra, perche' questo consentirebbe di identificare le cause degli apporti di contagi che si registrano 3 giorni dopo nelle varie regioni d'Italia.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (3 maggio 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' ancora basso al 13.2% a conferma della nostra impressione di ieri che i problemi con i dati sono stati risolti.
E' cosi' confermata la discesa della curva dei contagi dal picco (a poco piu' del 21%), raggiunto dopo l'arrivo dell'apporto di contagi delle festivita' pasquali ben visibile nei grafici dei dati recenti dove abbiamo inserito anche il dato odierno.
Non dobbiamo dimenticare pero' che il 1 maggio l'Italia ha riaperto quasi tutto e secondo le nostre previsioni domani ci aspettiamo di vedere un aumento dei contagi, che speriamo di poter osservare anche quantitativamente con questi dati.
Abbiamo riportato il dato di oggi anche nei grafici della quinta ondata dove e' confermata anche la linea viola d'interpolazione dei dati.
Rinnoviamo i nostri ringraziamenti al personale della redazione della regione Piemonte per l'efficace lavoro svolto e continuiamo regolarmente il nostro lavoro.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 153 e' salito rispetto al dato di ieri.
Resta comunque confermato l'andamento in lenta discesa della linea viola d'interpolazione, anche se si dovra' necessariamente vedere una salita per il picco dei contagi dovuti alle vacanze pasquali, che ha raggiunto il picco al 21% 10 giorni fa.
E' cosi' confermato che il virus prevalente in questa ondata e' meno letale della variante Delta, dai cui dati avevamo previsto un numero di decessi quasi doppio di quello attuale.
Questa conclusione e' avvalorata dall'identificazione fatta giorni fa all'ospedale S.Gerando di Monza di una nuova variante, chiamata Omicron4, che risulterebbe molto contagiosa ma poco letale.

CORRELAZIONI TRA ATTIVITA' UMANE ED INCREMENTI DI CONTAGI (3 maggio 2022)
Consideriamo quello attuale un altro momento importante per le nostre osservazioni del fenomeno pandemico perche' noi stiamo cercando in tutti i modi di correlare le attivita' umane con l'andamento dei contagi rilevato dai test molecolari.
La nostra esperienza e' gia' ricca di numerosi episodi tra cui citiamo, solo nell'ultimo anno, i seguenti (N.B. gli effetti si sono manifestati sempre tre giorni dopo):
  1. I festeggiamenti popolari per la vittoria della coppa europea di calcio (11 luglio 2021), il cui effetto e' stato addirittura l'avvio della quarta ondata.
    Siamo stati fortunati pero' perche' era estate ed avevamo gia' un'alta percentuale di vaccinati: cosi' il picco dell'ondata si limito' al 6% soltanto.

  2. Per poi continuare con lo shopping natalizio, il cui effetto e' spiegato nella lezione 62.

  3. Le riaperture dell'11 febbraio 2022, il cui effetto e' ben visibile nel grafico dei dati interpolati ed nel grafico dei dati analizzati.
    Questo effetto ha avuto conseguenze molto importanti a nostro avviso, come abbiamo spiegato.

  4. Il turismo nelle festivita' pasquali il cui effetto l'abbiamo indicato con delle frecce rosse nel grafico seguente:


  5. Ed ora le riaperture quasi totali del 1 maggio 2022, evento i cui effetti sono da noi attesi per domani.
Sono certamente tutte cose utili, perche' l'esperienza del passato dev'essere un insegnamento per il futuro.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (2 maggio 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' tornato molto basso al 13.5% ma l'intuito ci suggerisce che questo puo' essere il primo dei successivi dati buoni. Cio' deriva da un ritardo con cui il dato e' stato pubblicato e dai numeri piu' piccoli forniti, che potrebbero essere indice di una piu' accurata verifica e selezione dei dati prima della loro pubblicazione.
Manifestiamo questo nostro ottimismo, riprendendo regolarmente da oggi l'inserimento del dato odierno nei grafici dei dati recenti.
Il dato di oggi al 13.5%, ha una statistica ridotta con 14194 test giornalieri, che sono la meta' di quelli soliti ma la dispersione statistica e' del tutto accettabile (7%).
Riprendiamo quindi da oggi a tracciare anche la linea viola che rappresenta l'andamento della quinta ondata rilevando che nei 7 giorni precedenti in cui non abbiamo potuto disegnarla risulta aver avuto un andamento discendente, in linea con quello precedente da noi tracciato con la linea viola che rappresenta l'andamento della quinta ondata.
Non dobbiamo dimenticare pero' che ieri l'Italia ha riaperto quasi tutto e secondo le nostre previsioni tra altri 2 giorni ci aspettiamo di vedere un aumento dei contagi, che speriamo di poter osservare anche quantitativamente con questi dati.
La nostra decisione e' stata quindi di riportare il dato di oggi anche nei grafici della quinta ondata dove abbiamo voluto anche aggiornare la linea viola d'interpolazione dei dati.
Mentre ringraziamo il personale della redazione della regione Piemonte per il lavoro svolto, riprendiamo regolarmente i nostri commenti e rimaniamo in attesa del dato di domani con la speranza che possa confermare i buoni auspici di oggi.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 124 e' salito di poco rispetto al dato di ieri che, essendo domenica, ci aspettiamo in genere un dato un po' piu' basso (per motivi organizzativi).
E' quindi confermato il nuovo andamento in lenta discesa della linea viola d'interpolazione, che risulta proprio passare esattamente per il punto odierno a 124.
Sembra cosi' anche confermato che il virus prevalente in questa ondata e' uno meno letale della variante Delta, dai cui dati avevamo previsto un numero di decessi quasi doppio di quello attuale.
Questa conclusione e' avvalorata dall'identificazione fatta giorni fa all'ospedale S.Gerando di Monza di una nuova variante, chiamata Omicron4, che risulterebbe molto contagiosa ma poco letale.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (1 maggio 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' tornato molto alto al 20.8% e NON e' riportato nei seguenti grafici dei dati recenti.
Il dato di oggi al 20.8%, ha una statistica ridotta con 20000 test giornalieri perche' e' domenica ed ha anche un valore eccessivamente alto dopo il 13.2% di ieri.
Negli ultimi 10 giorni i numeri totali dei test eseguiti e le percentuali dei positivi, al netto dei test antigenici, sono stati:
        35521   39928   (21253)   (11623)   14747   42105   29978   30279   37212   (20212)
      19.1%   21.1%   (23.2%)   (13.8%)   14.5%   19.5%   17.2%   23.5%   13.2%   (20.8%)  
(i dati tra parentesi sono quelli dei giorni festivi, i dati sottolineati sono i salti anomali perche' eccessivi).
Nei 2 giorni evidenziati in grassetto dev'essere successo qualcosa per cui i test eseguiti sono stati molto pochi (piu' che dimezzati) ed i risultati dei positivi si sono ridotti in maniera anomala.
Anomalie sono evidenti anche nei dati sottolineati, perche' il numero di persone positive al test in Piemonte non puo' variare cosi' tanto in sole 24 ore. La grande maggioranza (>95%) delle persone che sono positive restano infette anche il giorno dopo. I picchi effimeri, quando ci sono molte persone immunizzate, possono aggiungere un 2% o 3% alla percentuale vera (in base alla esperienza da noi acquisita).
Ci sono 5 salti eccessivi negli ultimi 8 giorni, quelli che abbiamo sottolineato, in dati di giorni contigui e sono del -9.4% , del +5% , del +6.3% , del -10.3% e del +7.6%
Per noi questi salti sono sicuramente eccessivi in 24 ore, perche' non possono corrispondere a variazioni reali del numero di persone contagiate esistenti in Piemonte ma crediamo pertanto che possano essere conseguenza di qualche anomalia nei dati pubblicati in questi giorni.
Salti positivi importanti potrebbero pure verificarsi eccezionalmente in occasione di eventi che producono tanti contagi ma i salti negativi, che corrispondono ad una prevalenza delle guarigioni sui contagi, non possono superare i limiti imposti dai tempi di guarigione spontanea di questi virus, che sono tra 20 e 30 giorni: la diminuzione della percentuale di positivi al test per guarigione in un giorno puo' percio' variare solo dal 3 al 5% e non di piu' (-10% non e' possibile, pur tenendo conto dei normali errori).
Questo ci ha indotto a scartare i dati da noi ritenuti anomali, che sono quelli dal 25 aprile in poi (ben 7 giorni).
Sono i giorni in cui a quanto pubblicato ci e' sembrato che il "Focus quotidiano su situazione epidemiologica" in Piemonte, da cui noi acquisiamo i dati (https://www.regione.piemonte.it/web/pinforma/notizie/focus-quotidiano-situazione-epidemiologica-vaccinazioni), abbia cambiato gestione, ora firmata dalla Redazione dell'Ufficio Stampa della giunta regionale del Piemonte.
I dati sono vincolati a rappresentare la situazione dei contagi in Piemonte quindi non possono variare oltre certi limiti, tenuto conto degli errori statistici e sistematici presenti in questo tipo di misure (appresi in 2 anni di misure).
La dispersione dei dati di tutti questi giorni ci sembra essere un po' eccessiva, superiore a quella dovuta alla presenza di picchi effimeri.
Non disperiamo pero'; vedremo tornare presto normali questi dati, come sono sempre stati negli ultimi due anni (il 30/4 abbiamo informato la redazione delle presunte anomalie da noi riscontrate). Intanto continuiamo a non conoscere purtroppo l'andamento della percentuale di persone contagiate in Piemonte in questi ultimi giorni.
E' importante che possiamo risolvere presto questi presunti problemi, anche perche' oggi l'Italia ha riaperto praticamente tutto e tra 3 giorni ci aspettiamo un aumento dei contagi, che sarebbe importante poter osservare con questi dati.
La nostra decisione e' ovviamente di NON riportare neanche il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e di non aggiornare la linea viola d'interpolazione dei dati, in attesa del dato di domani.
Ci asteniamo anche da qualsiasi altro commento, in attesa che la situazione si chiarisca.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 105 e' diminuito e conferma il livello costante (la domenica in genere il dato e' sempre stato un po' piu' basso, per motivi organizzativi).
E' quindi confermato il nuovo andamento in lenta discesa della linea viola d'interpolazione.
Sembra cosi' confermato che il virus prevalente in questa ondata e' uno meno letale della variante Delta, dai cui dati avevamo previsto un numero di decessi quasi doppio di quello attuale.
Questa conclusione e' avvalorata dall'identificazione fatta l'altro ieri all'ospedale S.Gerando di Monza di una nuova variante, chiamata Omicron4, che risulterebbe molto contagiosa ma poco letale.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (30 aprile 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' tornato molto basso al 13.2% e NON e' riportato nei seguenti grafici dei dati recenti.
Il dato di oggi al 13.2%, ha una buona statistica con 37000 test giornalieri ma ha anche un valore eccessivamente basso dopo il 23.5% di ieri.
Vorrebbe dire che in Piemonte tra ieri ed oggi sono guarite quasi le meta' (44%) delle persone che ieri erano positive. Magari!
Negli ultimi 9 giorni i numeri totali dei test eseguiti e le percentuali dei positivi, al netto dei test antigenici, sono stati:
        35521   39928   (21253)   (11623)   14747   42105   29978   30279   37212
      19.1%   21.1%   (23.2%)   (13.8%)   14.5%   19.5%   17.2%   23.5%   13.2%  
(i dati tra parentesi sono quelli dei giorni festivi, i dati sottolineati sono i salti anomali perche' eccessivi).
Nei 2 giorni evidenziati in grassetto dev'essere successo qualcosa per cui i test eseguiti sono stati molto pochi (piu' che dimezzati) ed i risultati dei positivi si sono ridotti in maniera anomala.
Anomalie sono evidenti anche nei dati sottolineati, perche' il numero di persone positive al test in Piemonte non puo' variare cosi' tanto in sole 24 ore. La grande maggioranza (>95%) delle persone che sono positive restano infette anche il giorno dopo. I picchi effimeri, quando ci sono molte persone immunizzate, possono aggiungere un 2% o 3% alla percentuale vera (in base alla esperienza da noi fatta).
I salti che abbiamo sottolineato in questi dati sono del -9.4% , del +5% e del -10.3%
Per noi sono sicuramente salti eccessivi, causati da qualche anomalia nei dati pubblicati in questi giorni.
Per questo crediamo che i dati pubblicati sul "Focus quotidiano su situazione epidemiologica" in Piemonte, da dove noi acquisiamo i dati (https://www.regione.piemonte.it/web/pinforma/notizie/focus-quotidiano-situazione-epidemiologica-vaccinazioni), abbiano qualche problema.
I dati sono vincolati a rappresentare la situazione dei contagi in Piemonte quindi non possono variare oltre certi limiti.
Gia' la dispersione dei dati di questi giorni sembrava essere un po' eccessiva, superiore a quella dovuta alla presenza dei picchi effimeri.
Non disperiamo pero'; vedremo tornare presto normali questi dati, come sono sempre stati negli ultimi due anni (abbiamo informato la redazione delle anomalie riscontrate).
La nostra decisione e' ovviamente di NON riportare il dato di oggi nei grafici della quinta ondata e di non aggiornare la linea viola d'interpolazione dei dati, in attesa del dato di domani.
Ci asteniamo anche da qualsiasi altro commento, in attesa che la situazione venga chiarita.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 130 e' uguale a quello dei 2 giorni precedenti e non conferma neanche lui l'impennata che avevamo riportato 3 giorni fa nella linea viola d'interpolazione, suggerita dal fatto che i contagi di 12 giorni prima erano superiori al 12%.
Abbiamo preso atto di questi dati ed abbiamo cosi' corretto la linea viola d'interpolazione.
La conseguenza che ne discende e' che il virus prevalente in questa ondata e' uno meno letale della variante Delta, dai cui dati avevamo calcolato un numero previsto di decessi quasi doppio di quello attuale.
Questa conclusione e' avvalorata dall'identificazione fatta ieri all'ospedale S.Gerando di Monza di una nuova variante, chiamata Omicron4, che risulterebbe molto contagiosa ma poco letale.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (29 aprile 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' tornato molto alto al 23.5% ed e' riportato nei seguenti grafici dei dati recenti.
Il dato di oggi al 23.5%, ha la giusta statistica solita di 30.000 test giornalieri ma ha anche un valore eccessivamente alto dopo il 17.2% di ieri ed il 19.5% dell'altro ieri.
Il salto in alto del 6.3% non e' reale: da ieri ad oggi non puo' essersi infettato il 6.3% in piu' della popolazione del Piemonte.
Un 3% potrebbe essere imputabile ad un nuovo picco effimero conseguente ad un importante apporto di contagi (com'era gia' accaduto il 24 aprile, quando il dato era arrivato al 23.2%), ma manca ancora un 3.3% (anche alla luce dell'esperienza precedente i picchi effimeri con questa percentuale presumibile di immunizzati sono stati del 2% o 3% e mai del 6%).
I due dati contigui hanno un errore statistico di circa l'1% ciascuno, che con poca probabilita' potrebbero arrivare nel loro insieme al 3.3% che ci serve per riconoscere come compatibili il dato di oggi (23.5%) con quello di ieri (17.2%).
Siamo percio' proprio al limite, ma non possiamo nemmeno dimenticare che nei giorni scorsi la pubblicazione di questi dati in Piemonte ha avuto secondo noi dei problemi, che ci hanno indotto addirittura a scartare due dati da noi ritenuti anomali: quelli del 25 e del 26 aprile.
Sono i giorni in cui a quanto pubblicato sembra che il "Focus quotidiano su situazione epidemiologica" in Piemonte, da cui noi acquisiamo i dati (https://www.regione.piemonte.it/web/pinforma/notizie/focus-quotidiano-situazione-epidemiologica-vaccinazioni), abbia cambiato gestione, passata alla Redazione dell'Ufficio Stampa della giunta regionale del Piemonte.
I dati sono vincolati a rappresentare la situazione dei contagi in Piemonte quindi non possono variare oltre certi limiti. La dispersione dei dati di questi giorni sembra essere un po' eccessiva, superiore a quella dovuta alla presenza dei picchi effimeri. Contiamo di veder tornare presto normale la trasmissione dei dati, come e' sempre stata negli ultimi due anni.
La nostra decisione per ora e' di riportare il dato di oggi nei grafici della quinta ondata ma di non aggiornare ancora la linea viola d'interpolazione dei dati, in attesa del dato di domani.
Ci asteniamo percio' da qualsiasi altro commento in attesa di chiarire meglio la situazione.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 133 e' uguale a quello di ieri e non conferma neanche lui l'impennata che abbiamo riportato l'altro ieri nella linea viola d'interpolazione, suggerita dal fatto che i contagi di 12 giorni prima erano superiori al 12%.
Non siamo certi che questi dati (acquisiti dal sito della Protezione Civile) siano corretti, cioe' sospettiamo che siano incompleti, come quelli della domenica ma ne prendiamo atto, in attesa dei dati dei prossimi giorni.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (28 aprile 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, sembra essere giusto al 17.2% ed e' riportato nei seguenti grafici dei dati recenti.
Il dato di oggi al 17.2%, oltre ad avere la statistica solita (30.000 test giornalieri) ha anche un valore ammissibile, in discesa dal 23.2% di tre giorni fa e dal 19.5% di ieri.
Questo dato odierno al 17.2% lo riteniamo percio' giusto e lo abbiamo riportato in tutti i grafici, aggiornando la linea viola d'interpolazione che ci indica il nuovo andamento della curva, dopo l'arrivo dei contagi delle festivita' pasquali, il cui apporto e' chiaramente visibile nella curva dopo il 21 aprile nei grafici che rappresentano l'andamento della quinta ondata.
Sembrano percio' essere confermate le ipotesi da noi fatta nel commento di stamane.
Quello che ci dice il dato di oggi e' che il picco "pasquale" si e' fermato a poco piu' del 21% (non possiamo essere piu' precisi perche' si e' verificato proprio nei due giorni in cui i dati forniti erano anomali e quindi mancano nei grafici).
La ragione per cui l'ondata "pasquale" non e' cresciuta di piu' e' quella gia' spiegata.
Il dato al 23.2% e' stato cosi' alto perche' era un picco effimero.
Se la curva continuasse a scendere del 2% al giorno (come ora), tra poco piu' di una settimana la quinta ondata potrebbe essere FINITA, ma solo se permettiamo alla curva di scendere.
Se invece ci prende la smania delle riaperture anticipate (come si e' verificato nel caso dell'11 febbraio), anche di pochi giorni, potremmo tornare "punto e a capo", perche' quando i contagi corrono le ondate ripartono anche se fa caldo (vedi la quarta ondata di agosto!).
Al riguardo dovra' percio' essere sempre rispettata la nostra regola canonica che abbiamo scoperto nei commenti della Lezione 65.
Grazie al Cielo questa volta il caldo di maggio ci e' venuto a dare una mano un po' prima ed il picco "pasquale" si e' cosi' fermato al 21% (ci e' andata bene).

P.S. Consentitemi di rilevare che fino a 2 giorni fa, quando i contagi crescevano rapidamente i media riferivano di contagi stazionari, non preoccupanti, mentre ora che stanno calando riferiscono di una situazione preoccupante di contagi alti.
Cioe' proprio il contrario della realta', cioe' sono "sfasati" rispetto a noi. Non sappiamo dove prendano i dati ma un'idea ce l'abbiamo: crediamo che molti addetti a questi lavori dopo due anni di pandemia non abbiano ancora capito la natura dei picchi effimeri e quindi per poter lavorare con dati che mostrino un minimo di stabilita', sono costretti a fare le medie settimanali, in cui i picchi effimeri per ovvi motivi scompaiono (perche' sono molto stretti).
C'e' pero' un "piccolo" problema: cosi' facendo forniscono dei risultati che si riferiscono ad alcuni giorni prima. Per questo, come prima era sfuggita loro la rapida salita del picco "pasquale", ora non si sono ancora accorti che il picco "pasquale" ha gia' iniziato una rapida discesa.
E questo ovviamente accade sempre: riferiscono il contrario della realta' in occasione di ogni picco abbastanza stretto, come quello attuale dell'ondata "pasquale".
Se le cose stessero veramente cosi' ci sarebbe da ridere (o meglio da piangere).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 131 e' sceso ad un livello basso, che non conferma l'impennata che abbiamo riportato ieri nella linea viola d'interpolazione, suggerita dal fatto che i contagi di 12 giorni prima erano superiori al 12%.
Non siamo certi che questo dato sia corretto (cioe' che sia completo) ma ne prendiamo atto, in attesa dei dati dei prossimi giorni.

L'ONDATA "PASQUALE" (28 aprile 2022)
Che la crescita dell'ondata pasquale possa essersi gia' arrestata (come sembra indicare il dato basso dei contagi di ieri al 19.5%) e' anche possibile, visto l'incremento della temperatura ambientale avvenuto in questi giorni di aprile 2022 (in Piemonte la media e' salita da 10 a 14 gradi e la massima da 15 a 18 gradi).
L'incremento permanente di contagi del +1% al giorno, iniziato dopo le riaperture dell'11 febbraio 2022, era dovuto secondo noi all'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto, che nel periodo del freddo invernale incrementa il processo di accumulo delle cariche virali nell'ambiente, aumentando i rischi di contagio.
Se questo e' vero allora con l'arrivo del caldo questo processo di accumulo delle cariche virali nell'ambiente si attenua, per la riduzione del tempo di attivita' dei virus nell'ambiente. Con la riduzione delle cariche virali si riduce l'incremento permanente del +1% giornaliero e la curva dei contagi conseguentemente si deve piegare verso il basso per l'effetto delle guarigioni che non risentono invece dell'incremento della temperatura.
Cioe' con l'innalzamento della temperatura ambientale ci dobbiamo attendere che viene progressivamente meno quell'incremento del +1% giornaliero, che ha mantenuto finora quella spinta lineare in alto e che ha fatto salire la curva dei contagi nei due mesi trascorsi dopo l'11 febbraio (ormai maggio, con i suoi effetti benefici, e' molto vicino!).
Se questa nostra interpretazione sara' confermata dai dati dei prossimi giorni, potremo acquisire un'informazione molto importante: la temperatura ambientale di questi giorni in Piemonte (sopra indicata) e' proprio la temperatura limite al di sotto della quale e' raccomandabile l'uso delle mascherine all'aperto (per evitare quell'incremento di contagi, che e' arrivato al +1% giornaliero, dopo l'11 febbraio 2022).

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (27 aprile 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, dovrebbe essere giusto al 19.5% ed e' riportato nei seguenti grafici dei dati recenti.
Negli ultimi 6 giorni i numeri totali dei test eseguiti e le percentuali dei positivi, al netto dei test antigenici, sono stati:
  35521   39928   (21253)   (11623)   14747   42105
19.1%   21.1%   (23.2%)   (13.8%)   14.5%   19.5%   (i dati tra parentesi sono quelli dei giorni festivi)
Nei precedenti 2 giorni (dati evidenziati in grassetto) dev'essere successo qualcosa per cui i test eseguiti sono stati molto pochi (piu' che dimezzati) ed i risultati dei positivi si sono ridotti in maniera anomala.
L'anomalia e' evidente perche' il numero di persone positive al test in Piemonte non puo' dimezzarsi in 24 ore. La grande maggioranza delle persone che tre giorni fa erano infette lo sono anche il giorno dopo!
Il dato di oggi al 19.5% invece, oltre ad avere una statistica molto alta (i test sono tanti) ha anche un valore ammissibile, in discesa dal 23.2% di tre giorni fa. Il salto di -3.7% non e' anomalo perche' avvenuto in 3 giorni; inoltre avevamo segnalato che quella sequenza di dati alti (19.1% - 21.1% - 23.2%) doveva necessariamente contenere il contributo di un picco effimero, per cui il dato vero dei contagi persistenti (cioe' di persone non immunizzate) dovrebbe essere stato il 2% o 3% piu' basso.
Per tutto questo il dato odierno al 19.5% lo riteniamo giusto e lo abbiamo riportato percio' in tutti i grafici.
Nonostante cio' vogliamo attendere ancora un altro giorno prima di estendere la linea viola d'interpolazione, che per oggi rimane percio' invariata.
Sara' proprio il dato di domani ad indicarci qual'e' l'andamento della curva, dopo l'arrivo dei contagi delle festivita' pasquali, il cui apporto e' chiaramente visibile nella curva dopo il 21 aprile nei grafici che rappresentano l'andamento della quinta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 186 e' un dato un po' alto (e' di tutta Italia).
Il dato riflette la salita dei contagi dal 12% al 17% che c'e' stata 18 giorni prima.
Secondo i nostri rilievi fatti nell'ondata precedente, al 12% di contagi corrispondono 18 giorni dopo circa 200 decessi giornalieri.
Quindi c'e' da attendersi che questo numero di decessi aumenti, e non poco, nei prossimi giorni.

L'INTERMINABILE QUINTA ONDATA (27 aprile 2022)
Questa quinta ondata sta ancora continuando a primavera inoltrata e finora non accenna a terminare, anzi sembra in aumento con il possibile inizio dell'ondata che abbiamo chiamato "pasquale".
L'andamento dei contagi sembra assomigliare sempre piu' a quello gia' visto nel 2021 in Gran Bretagna dopo che era stato riaperto quasi tutto, come da noi, e dove varie ondate si stanno succedendo anche nel 2022 su un fondo praticamente in crescita LINEARE (non esponenziale), come e' anche il nostro incremento permanente di contagi del +1% al giorno, secondo noi dovuto alle riaperture dell'11 febbraio 2022.
Lasciar crescere cosi' tanto il numero di contagiati, oltre al gran numero di ricoveri e decessi, espone il Paese anche ad alcuni altri rischi e danni:
  1. L'espansione dell'epidemia degli asintomatici che prima rende piu' lenta nel tempo la discesa della curva dei contagi e poi lascia una coda di livello basso che oltre ad esporre al rischio della comparsa di nuove varianti rende anche piu' facile l'inizio di nuove ondate.
  2. La comparsa di nuove varianti che si diffondono molto soprattutto quando sono molto contagiose.
  3. L'alto numero di persone contagiate espone maggiormente la popolazione ai danni della sindrome "long Covid".
Questi ultimi due punti potrebbero anche essere la causa della comparsa delle ancora misteriore epatiti pediatriche che, guarda caso, sono nate proprio in Gran Bretagna: potrebbero infatti essere conseguenze "long Covid" di infezioni asintomatiche anche non rilevate oppure potrebbero essere causate da un nuovo virus generato da una mutazione o ricombinazione di varianti del Sars-CoV-2 (e' solo un'ipotesi fantasiosa ma possibile secondo noi quando si lasciano circolare i virus cosi' tanto).
Sono rischi a cui si espone la popolazione quando si lascia alto a lungo il livello dei contagi (con ondate multiple), senza adottare misure atte a limitare i contagi oppure commettendo errori che inconsapevolmente incentivano i contagi.
Vogliamo aggiungere a tutto cio' quella che per ora e' solo una nostra preoccupazione, che deriva dalle sorprendenti notizie di un forte incremento di altre malattie di origine virale (morbillo +79% UNICEF-OMS): lasciare una gran parte della popolazione con il sistema immunitario sottoposto ad uno stress intenso e prolungato con patologie asintomatiche (invisibili ed inconsapevoli) potrebbe ridurre le capacita' del sistema immunitario di reagire a nuove sollecitazioni, lasciando cosi' piu' vulnerabili soprattutto i bambini, il cui sistema immunitario non ha ancora raggiunto il massimo delle sue funzionalita'.
Il problema per contrastare al meglio questi virus risiede nel fatto che non disponiamo ancora delle necessarie conoscenze per operare nel modo piu' efficace possibile.
Questo dev'essere l'obiettivo a cui puntare al piu' presto, impiegando tutte le risorse necessarie sia intellettuali che economiche.
Nel corso di questo lavoro abbiamo dato piu' volte qualche spunto in questa direzione (per esempio: scaglionare le riaperture per poterne distinguere i diversi contributi ai contagi).

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (26 aprile 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' anch'esso anomalo al 14.5% e non e' riportato, come tutti gli altri, nei seguenti grafici dei dati recenti in attesa di capire cosa sta succedendo.
Il dato di oggi e' anomalo, benche' oggi non sia un giorno festivo.
Qualcosa dev'essere cambiato, perche' il numero di test eseguiti continua ad essere insolitamente basso.
Negli ultimi 5 giorni i numeri totali dei test eseguiti e le percentuali dei positivi, al netto dei test antigenici, sono stati:
        35521   39928   (21253)   (11623)   14747
      19.1%   21.1%   (23.2%)   (13.8%)   14.5%   (i dati tra parentesi sono quelli dei giorni festivi)
Negli ultimi 2 giorni e' successo qualcosa per cui i test eseguiti si sono piu' che dimezzati ed i risultati dei positivi si sono ridotti in maniera anomala.
L'anomalia e' evidente: il numero di persone positive al test in Piemonte non puo' dimezzarsi in 24 ore. La grande maggioranza delle persone che due giorni fa erano infette lo sono anche il giorno dopo!
Decidiamo percio' di sospendere i nostri commenti sui contagi in attesa di capire cosa sta succedendo a questi dati.
Per poter eseguire le nostre analisi epidemiologiche e' indispensabile che i dati forniti siano significativi della situazione reale dei contagi in Piemonte.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 146 e' un dato normale (e' di tutta Italia ed e' fornito dal Ministero della Salute).
E' un dato che si colloca abbastanza bene sul prolungamento della linea viola d'interpolazione dei dati precedenti.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (25 aprile 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' anomalo al 13.8% e non e' riportato, come tutti gli altri, nei seguenti grafici dei dati recenti.
Il dato di oggi e' anomalo, come spesso accade nei giorni festivi (in Italia il 25 aprile e' festivo) in cui il numero di test eseguiti e' particolarmente basso.
L'anomalia e' evidente: il numero di persone positive al test in Piemonte non puo' dimezzarsi in 24 ore. La grande maggioranza delle persone che ieri erano infette lo sono anche oggi!
Decidiamo percio' di non considerare questo dato e rimaniamo in attesa del dato di domani.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 93 e' troppo basso, come al solito, essendo anche oggi un giorno festivo (non lo consideriamo perche' e' dato parziale, da mediare con i prossimi dati).

LEZIONE 67: ANALISI DEI CONTAGI (25 aprile 2022)
Vai a:   Lezione 66   ,   Lezione 1
Alla luce dell'interpretazione dei dati fatta, possiamo dare la seguente descrizione della quinta ondata.
L'analisi consiste nel cercare di scorporare i diversi contributi di ondate epidemiche, prodotti dai vari virus, che si vedono nella curva, che e' costituita da una o piu' ondate, create da miscugli di virus diversi nei quali pero' generalmente ce n'e' sempre uno prevalente (quello piu' contagioso, che cresce di numero piu' in fretta).
Siamo cosi' in grado di scomporre la curva in piu' picchi come si puo' vedere nel seguente grafico dei dati analizzati:

Possiamo a questo punto capire meglio cosa e' successo: nell'esempio delle ondate visibili nel grafico possiamo descrivere la pandemia iniziando da sinistra verso destra.
  • PARTE INIZIALE: QUARTA ONDATA E' un caso esemplare: l'ondata e' iniziata il 14 luglio 2021, tre giorni dopo i festeggiamenti popolari di piazza per la vittoria della coppa europea di calcio.
    Il virus prevalente e' stato identificato cone la variante Delta e la larghezza del picco e' quella determinata dal tempo di guarigione di 30 giorni (perche' nei primi 30 giorni non ci sono ancora guarigioni dei contagiati a spingere in discesa la curva).
    L'altezza del picco si e' limitata al 6% sia perche' era estate sia perche' si era raggiunto in Italia un'alta percentuale di vaccinati (il 90% delle persone vaccinabili).

  • INIZIO DELLA QUINTA ONDATA: Con l'arrivo del freddo autunnale si e' ripresentata la variante Delta con un altro picco della stessa larghezza della quarta ondata pero' ancora ad un livello modesto per le numerose immunita' esistenti.

  • ARRIVO DI OMICRON: Subito dopo e' arrivata in Italia la variante Omicron che ha prodotto i due grandi picchi che abbiamo disegnato con un colore piu' scuro, favoriti dalle basse temperature invernali.
    Si nota bene come la larghezza dei picchi Omicron sia piu' stretta; infatti abbiamo ricavato dai dati che il suo tempo di guarigione spontanea risulta piu' breve (20 giorni invece dei 30 della Delta).
    Dopo due picchi cosi' alti anche le immunizzazioni naturali ad Omicron erano cresciute molto e secondo noi non ci sarebbero stati altri picchi.

  • RIAPERTURE DELL'11 FEBBRAIO: Pero' prima che Omicron si estinguesse per immunita' di gregge (resa possibile dal suo minore tempo di guarigione), quando i contagi in rapida discesa erano ancora al 6%, si sono decise alcune riaperture che, incrementando i contagi prodotti dalle attivita' umane, hanno dato nuova vita ad Omicron che prima di estinguersi e' riuscito a produrre una terza ondata, piu' piccola perche' le immunizzazioni ad Omicron ormai erano molto vicine al valore dell'immunita' di gregge che deprime molto Omicron, fino a farlo estinguere quando il livello d'immunita' di gregge e' stato raggiunto.
    Da quel momento in poi, dopo il terzo picco Omicron piu' piccolo, Omicron si e' estinto in Piemonte e non abbiamo piu' avuto picchi stretti.
    Infatti l'ultimo picco a destra, iniziato per l'apporto peristente del +1% giornaliero apparso dopo le riaperture dell'11 febbraio, ha una larghezza maggiore, simile a quella della variante Delta e caratteristico di virus con tempo di guarigione lungo (30 giorni) e quindi non soggetti al fenomeno dell'estinzione per immunita' di gregge.
    Quest'altra ondata si e' sviluppata fino ad arrivare al 17% e poi sarebbe ritornata a zero perche' dopo un mese arrivano le guarigioni di tutti i contagiati che spingono in discesa la curva, come accade per tutte le ondate.

  • CONSEGUENZE DELLE FESTIVITA' PASQUALI: In questo caso pero' c'e' stata una grande circolazione di turisti durante le vacanze pasquali in Italia che ha prodotto dal 21 aprile in poi (come da noi previsto ), un grande apporto di contagi, superiore a tutte le spinte in discesa per guarigioni esistenti in quel momento e la curva, invece di scendere, ha ripreso a salire dando inizio ad una nuova ondata, molto probabilmente degli stessi virus dell'ondata precedente, che ha iniziato solo adesso, partendo dal livello del 14%, la sua salita che durera' 30 giorni.
    Piu' avanti potremo analizzare anche quest'altra ondata "pasquale" ora solo all'inizio (che sara' disegnata con un altro triangolo rosso), pero' si prospetta come una brutta ondata: la larghezza del picco precedente lascia presagire che il virus che si sta diffondendo sia di quelli peggiori, a tempo di guarigione lungo e quindi NON soggetto al fenomeno benefico dell'immunita' di gregge.
    Tra il 18 ed il 21 marzo scorso abbiamo dedotto con le nozioni del modello a soglia che quando il tempo di guarigione e' breve come quello di Omicron, potrebbe essere giusto lasciare tutto aperto (come stiamo per fare in Italia) ed addirittura meglio NON adottare alcuna restrizione (nei limiti in cui le strutture sanitarie riescono a reggere l'impatto), per far finire l'ondata il prima possibile, dato che i contagi sono quasi tutti asintomatici e praticamente inevitabili quando la contagiosita' e' molto alta, come e' stato nel caso di Omicron (vedi anche il nostro messaggio ai cinesi ).
    Quando invece il tempo di guarigione e' lungo, come probabilmente nel caso dell'ondata attuale, bisogna contrastare in tutti i modi possibili la diffusione del virus, perche' non si potra' contare sull'arrivo dell'immunita' di gregge, che farebbe estinguere i virus (come dovrebbe essere accaduto con Omicron, i cui picchi stretti sono stati solo 3 e poi sono finiti).
    I picchi larghi, quando sono anche alti, coinvolgono una parte importante della popolazione ed hanno poi una discesa piu' lenta (perche' piu' gente contagiata circola, piu' contagi vengono prodotti), che oltre a durare tanto lascia anche un'epidemia di asintomatici piu' estesa, che aumenta il rischio della comparsa di nuove varianti che di altre future ondate (cioe' l'Italia rimane un po' piu' infetta, finche' il fondo di asintomatici non torna sotto allo 0.6%, forse in estate).
Ma l'analisi non finisce qui'. Dalle aree dei picchi si puo' ricavare il numero totale di persone contagiate e quindi il numero delle persone che risultano cosi' immunizzate.
Dalle larghezze dei picchi o meglio dal loro tempo di salita si puo' ricavare il tempo medio di guarigione spontanea del virus prevalente nell'ondata.
Dalle ampiezze dei picchi effimeri si puo' dedurre la percentuale di persone immunizzate (naturali o con vaccino), ecc.
La "curva cei contagi" (con i soli test molecolari) e' una miniera di informazioni preziose: bisogna solo aver capito come estrarle.

CONCLUSIONE: Come vedete, dalla curva dei contagi si possono ricavare tante informazioni utili.
Questo presentato e' solo un esempio di analisi della curva dei contagi che, non solo ci fa capire cosa e' successo, ma c'insegna anche cosa fare in futuro per evitare errori che potrebbero costarci molto cari.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (24 aprile 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' salito al 23.2% ed e' riportato, come tutti gli altri, nei seguenti grafici dei dati recenti:


In ascisse ci sono indicati i giorni, dal 21 febbraio 2022 in poi.
Il grafico mostra:
  1. La prima parte in salita (a sinistra) dovuta alle riaperture dell'11 febbraio 2022 e causata da quell'incremento di contagi "persistente", da noi misurato al +1% al giorno e tuttora in atto, da noi messo in evidenza gia' dal 18 febbraio nei dati del Piemonte ma di certo presente anche in tutta Italia, perche' le riaperture sono state le stesse.
  2. Dal 21 febbraio in poi (indicato col punto rosso al 17%) la curva invece di scendere dal picco (come avrebbe dovuto fare e come indicato dalla linea viola tratteggiata) ha ripreso a salire (dal punto rosso del 21/4 in poi per l'apporto dei contagi prodotti dagli affollamenti delle festivita' pasquali.
La salita della curva dei contagi documentata nel grafico non avviene spontaneamente, per motivi misteriosi, ma ha sempre cause ben precise, che in questo caso, per la correlazione temporale, possono essere individuate in alcune delle riaperture fatte l'11 febbraio 2022 (purtroppo, per come si sono svolti i fatti, non possiamo sapere con certezza quali).
Il dato di oggi cosi' alto conferma lo scenario peggiore, con la curva dei contagi che invece di scendere continua a salire, sottoposta a due spinte contrapposte:
  • La spinta in salita dei nuovi contagi prodotti dalle festivita' pasquali che ora e' prevalente e
  • la spinta in discesa delle guarigioni dei contagiati di 20 o 30 giorni prima, che avrebbero fatto scendere la curva dal picco se non di fossero state le festivita' pasquali (linea viola tratteggiata).
Entrambe queste spinte sono molto importanti per cui il dato misurato della curva e' soggetto a forti fluttuazioni, perche' entrambe queste spinte sono tutt'altro che costanti nel tempo.
La spinta in salita per ora e' prevalente e la curva percio' continua a salire.
Per vedere in altro modo l'andamento dei dati, in questo momento di forti fluttuazioni, i valori della percentuale dei contagiati negli ultimi 12 giorni sono stati, nell'ordine dal 13/4 ad oggi 24/4, i seguenti:
        14.5   16.9   17.4   19.0   17.3   (12.7)   19.2   14.0   17.0   19.1   21.1   23.2
Il dato basso al 12.7% ha un errore statistico maggiore (e' il dato del giorno dopo Pasqua, con pochi test eseguiti) e quindi e' meno significativo degli altri.
Questi dati sembrano indicare una curva che, partita dal 14% e' salita fino al 19% (con 2 picchi effimeri) per poi iniziare la discesa dal picco (al 17%), per tornare al 14% il 20 aprile.
Pero' poi sono cominciati ad arrivare i contagi prodotti durante gli affollamenti delle festivita' pasquali, proprio nella data esatta da noi prevista (21 aprile), a conferma che proprio di quei contagi si tratta.
Conseguentemente i contagi hanno ripreso a salire dal 14%, prima al 17% poi al 19.1% , al 21.1% ed oggi al 23.2%.
Il 23.2% di positivi significa che oggi quasi una persona su 4 in Piemonte e' contagiata e contagiosa.
Una tale percentuale in Italia comporta, un mese dopo, circa 387 decessi al giorno (quasi tutte persone non vaccinate: una strage).
Restano tutti confermati i commenti dei giorni scorsi ed oggi e' stata fatta proseguire fino al 23% la linea viola d'interpolazione nei grafici che rappresentano l'andamento della quinta ondata.

LA SITUAZIONE AL 24 APRILE: Secondo la nostra interpretazione dei dati, che deriva dal modello a soglia, la curva continuera' a salire con modalita' simili a quelle gia' viste nel 2021 in Gran Bretagna dopo che era stato riaperto quasi tutto, come da noi, e dove varie ondate si stanno succedendo anche nel 2022 su un fondo praticamente in crescita LINEARE (non esponenziale), come e' anche il nostro incremento permanente di contagi del +1% al giorno, anch'esso dovuto alle riaperture dell'11 febbraio, quando tutto questo e' iniziato, come abbiamo spiegato all'inizio e che rimarra' fintanto che non si decide di azzerarlo, rimuovendo le riaperture che lo hanno generato (alcune a costo zero per l'economia, come le mascherine).
Per ora la curva ha gia' superato il livello piu' alto della terza ondata dell'inverno scorso 2020-21 e dovrebbe salire ancora di piu'!
L'apporto di contagi delle festivita' pasquali, non e' stato percio' piccolo, perche' sta facendo salire i contagi ben oltre il 19% (per ora fino al 23%).
Si noti bene che sono contagi recenti, successivi al 16 aprile, e quindi la loro spinta in discesa (con le guarigioni) la produrranno a maggio, non prima (le guarigioni dei contagiati richiedono 20 o 30 giorni) e per questo la curva ora puo' solo salire. Noi finora ci auguravamo che i contagi "pasquali" sarebbero stati pochi mentre con il dato di oggi al 23.2% abbiamo una netta indicazione che purtroppo non e' cosi'.
Cioe' l'indicazione e' che sta iniziando adesso l'ondata "pasquale" che sta producendo solo incrementi (spinta in salita), senza alcuna guarigione (spinta in discesa) e continuera' cosi' per 20 o 30 giorni (a secondo del tipo di virus), partendo dal livello del 14% in su. Per questo la prevista ondata "pasquale" si sovrapporra' alla curva in crescita lineare (per l'incremento esistente del +1% al giorno iniziato il 14 febbraio), proprio come il grafico piu' volte richiamato della Gran Bretagna.
I britannici hanno riaperto tutto prima di noi ed hanno ottenuto una curva dei contagi cosi'. Siccome i virus sono gli stessi non si vede perche' da noi la curva dei contagi dovrebbe essere diversa: per questo noi crediamo che sara' la stessa.
Possiamo cosi' oggi prevedere che la crescita continuera' ormai per 20 o 30 giorni, in base alle nozioni del modello a soglia (ondata "pasquale").
Come vedete bene la pandemia non e' piu' sconosciuta: e' tutto perfettamente comprensibile e prevedibile, anche se la gente preferisce restare aggrappata a quell'immagine di pandemia sconosciuta, che e' comoda perche' l'ignoranza dei meccanismi che la governano da sempre adito alla speranza che le cose possano andare meglio anche quando non e' cosi'.
La cosa peggiore che possiamo fare e' rifiutare di comprendere il funzionamento della pandemia, ora che con questo lavoro e' stato compreso, spiegato e reso pubblico.
Peggio ancora fa chi si comporta come gli struzzi, ignorando l'esistenza stessa della pandemia o facendo finta che si sia placata o che sia addirittura finita. E' un atteggiamento di comodo, ingenuo e sbagliato che poi si paga e non poco.
Sta invece a tutti noi imparare come limitare la produzione di contagi, perche' i virus stanno sempre li', pronti ad approfittare delle nostre leggerezze. Solo in estate andranno un po' in "letargo" ma nemmeno tanto, perche' la quarta ondata (quella della coppa europea di calcio) e' stata nell'agosto 2021, pero' e' salita solo al 6%, non di piu'. Per cui in estate potremo goderci la vita senza virus a romperci le scatole (o quasi).
Sarebbe stato molto meglio non trovarci in questa situazione cosi' grave (ritardando le riaperture dell'11 febbraio, ma allora ancora non si sapeva). Nell'affrontarla ora non si deve dimenticare la grave crisi dell'economia, provocata dalla guerra in Ucraina, che secondo noi e' destinata a peggiorare molto nel prossimo futuro.
E' un momento molto difficile per chi e' chiamato a gestire questo momento della pandemia e noi, con il nostro lavoro, cerchiamo di fornire le informazioni piu' obiettive possibili.
Siamo abbastanza sicuri che ora, anche sotto ai picchi effimeri, la curva ha ripreso a salire per l'eccesso di nuovi contagi prodotti dalle festivita' pasquali, un po' come accadde nel caso dei festeggiamenti per la vittoria della coppa europea di calcio.
Per noi fisici conta una sola cosa: i dati. Una volta interpretati correttamente (ed il modo corretto e' uno solo) la prova sperimentale e' probante, c'e' poco da discutere: e' cosi' e basta. Per questo noi siamo impegnati per comprendere e poi spiegare a tutti qual'e' il modo giusto d'interpretare i dati della pandemia e mi sembra che finora ci siamo riusciti abbastanza bene (ci scusiamo per le frequenti ripetizioni dei testi ma trattandosi di una pubblicazione quotidiana, alcuni lettori si trovano a leggere per la prima volta solo il commento di oggi, non sapendo nulla dei commenti precedenti).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 79 e' troppo basso, come al solito, essendo un dato della domenica (da non considerare).

COMMENTO AI DATI DI SABATO (23 aprile 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' salito al 21.1% ed e' riportato, come tutti gli altri, oltre che nei grafici che rappresentano l'andamento della quinta ondata , anche nei seguenti grafici dei dati recenti.
In ascisse ci sono indicati i giorni, dal 21 febbraio 2022 in poi. I grafici mostrano la risalita dei contagi dopo le riaperture dell'11 febbraio, conseguente a quell'incremento di contagi "permanente", da noi misurato al +1% al giorno, iniziato dopo le riaperture e tuttora in atto.
La comparsa di questo incremento permanente di contagi e' stata da noi messa in evidenza gia' dal 18 febbraio nei dati del Piemonte ma siamo sicuri che sia presente anche in tutta Italia, perche' le riaperture sono state le stesse.
La conseguente salita della curva dei contagi documentata dal grafico non avviene spontaneamente, per motivi misteriosi, ma ha sempre cause ben precise che in questo caso, per la correlazione temporale, possono essere individuate in alcune delle riaperture fatte l'11 febbraio 2022 (purtroppo, per come si sono svolti i fatti, non possiamo sapere con certezza quali).
Il dato di oggi cosi' alto farebbe propendere per lo scenario peggiore, con la curva dei contagi che invece di scendere continua a salire. E' presto pero' per trarre una tale conclusione perche' la curva si trova sottoposta a due spinte contrapposte:
  • La spinta in salita dei nuovi contagi prodotti dalle festivita' pasquali e
  • la spinta in discesa delle guarigioni dei contagiati di 20 o 30 giorni prima, che avrebbero fatto scendere la curva dal picco se non di fossero state le festivita' pasquali.
Entrambe queste spinte sono molto importanti per cui il dato misurato della curva e' soggetto a forti fluttuazioni, perche' entrambe queste spinte sono tutt'altro che costanti nel tempo.
In queste condizioni bisogna necessariamente attendere qualche giorno in piu' perche' il risultato di queste due spinte contrapposte sortisca i suoi effetti in maniera piu' stabile.
Per vedere in altro modo l'andamento dei dati, in questo momento di forti fluttuazioni, i valori della percentuale dei contagiati negli ultimi 11 giorni sono stati, nell'ordine dal 13/4 ad oggi 23/4, i seguenti:
        14.5   16.9   17.4   19.0   17.3   (12.7)   19.2   14.0   17.0   19.1   21.1
Il dato basso al 12.7% ha un errore statistico maggiore (e' il dato del giorno dopo Pasqua, con pochi test eseguiti) e quindi e' meno significativo degli altri.

SPIEGAZIONE DELL'ANDAMENTO DI QUESTI DATI:
Il momento potrebbe essere molto serio, per questo vogliamo approfondire l'esame della situazione (percio' scusateci se scriviamo piu' cose del solito).
Questi dati sembrano indicare una curva che, partita dal 14% e' salita fino al 19% (con 2 picchi effimeri) per poi iniziare la discesa dal picco (al 17%) per tornare al 14% il 20 aprile.
Pero' poi sono cominciati ad arrivare, nella data esatta da noi prevista (21 aprile), i contagi prodotti durante gli affollamenti delle festivita' pasquali.
Conseguentemente i contagi hanno ripreso a salire dal 14%, prima al 17% poi al 19.1% ed oggi al 21.1%.
La spinta in discesa dei contagi per le guarigioni dei contagiati sta continuando, come pure l'effetto limitante delle immunita' acquisite dalla popolazione, ma la spinta in salita dei nuovi contagi, alla luce delle esperienze passate, e' destinata a crescere perche', aumentando il numero delle persone contagiate in circolazione, aumenta anche la produzione di contagi: e' proprio questo il meccanismo che origina le ondate.
Su questo c'e' poco da obiettare: l'ordinata dei nostri "grafici dei contagi" e' proporzionale al numero di persone contagiate. Chi sparge i virus sono le persone contagiate. Se ce n'e' la meta', c'e' anche la meta' dei virus e quindi la meta' dei contagi. E' lapalissiano.
Questo stesso meccanismo non sarebbe stato in grado di iniziare la nuova ondata del 14 febbraio, se si fossero ritardate le riaperture dall'11 febbraio (con il contagi al 6%), al 16 febbraio (solo 5 giorni dopo) quando i contagi sarebbero scesi al 3% (proseguendo la discesa in atto). Infatti con la meta' di persone contagiate in circolazione anche la produzione di contagi si sarebbe dimezzata ed allora sarebbe stata prevalente la spinta in discesa delle guarigioni che avrebbe portato a zero la curva dei contagi e con essa il numero di persone contagiate in circolazione.
Consentire al grafico di scendere dal 6% al 3% avrebbe dimezzato la produzione giornaliera di contagi che sarebbe scesa dal +1% al +0.5% ed a fronte di una discesa preesistente (dovuta alle guarigioni) del -0.6% (al giorno) si sarebbe evitata la risalita dei contagi e molto probabilmente non ci sarebbe stata tutta l'ultima parte della quinta ondata, quella dall'11 febbraio in poi che si vede nel grafico della quinta ondata e nemmeno le relative migliaia di morti, che ci sono stati poi.
Questa e' l'importanza degli insegnamenti delle osservazioni sperimentali e della loro comprensione, che e' lo scopo di questo lavoro. Noi cerchiamo di capire perche' le cose brutte della pandemia succedono e cosa bisogna fare per non farle succedere piu'.
Nel caso ora riportato abbiamo segnalato l'importanza di lasciare che un'ondata termini prima di decretare qualsiasi riapertura: e' questo un argomento da noi discusso il 18 aprile.

LA SITUAZIONE AL 23 APRILE: Se la nostra interpretazione dei dati e' corretta la curva continuera' a salire secondo modalita' gia' viste nel 2021 in Gran Bretagna dopo che aveva riaperto quasi tutto, come noi, e dove varie ondate si stanno succedendo anche nel 2022 su un fondo praticamente in crescita LINEARE (non esponenziale), come e' anche il nostro incremento permanente di contagi del +1% al giorno, anch'esso dovuto alle riaperture dell'11 febbraio, quando tutto questo e' iniziato, come abbiamo spiegato all'inizio, che rimarra' fintanto che non si decide di azzerarlo rimuovendo le riaperture che lo hanno generato (alcune a costo zero per l'economia, come le mascherine).
Per ora la curva ha gia' raggiunto il livello piu' alto della terza ondata dell'inverno scorso 2020-21 e potrebbe salire ancora!
L'apporto di contagi delle festivita' pasquali, non e' stato percio' piccolo, perche' sta facendo salire i contagi oltre il 19% (per ora fino al 21%).
Sarebbe stato molto meglio non trovarci in questa situazione cosi' grave (ritardando le riaperture dell'11 febbraio, ma allora ancora non si sapeva) , ma nell'affrontarla ora non si deve dimenticare la grave crisi dell'economia, provocata dalla guerra in Ucraina, che secondo noi e' destinata a peggiorare molto nel prossimo futuro.
E' un momento molto difficile per chi e' chiamato a gestire questo momento della pandemia e noi, con il nostro lavoro, cerchiamo di fornire le informazioni piu' obiettive possibili.
In situazioni cosi' caotiche di sovrapposizione di tanti apporti di contagi i picchi effimeri la fanno da padrone (noi ne vediamo 3), soprattutto se ravvicinati come in questo caso.
Questi 3 picchi effimeri che aumentano le fluttuazioni della curva, non sono uno scherzo della Natura: nella popolazione ci sono sia persone non immunizzate che persone immunizzate e tutti subiscono i contagi. Quelli delle persone immunizzate, siccome guariscono in 3 giorni anziche' 30, si manifestano come picchi effimeri anziche' come incrementi a gradino. E' percio' del tutto normale che appaiano con frequenza dipendente dagli apporti importanti di contagi e con ampiezza proporzionale alla percentuale di immunizzati esistenti (naturali o vaccinali).
Le vistose fluttuazioni dei dati prodotte dai picchi effimeri, di cui noi non dobbiamo tenere conto (quindi sarebbe fuorviante eliminarle facendo la media settimanale), ci impediscono per ora di vedere qual'e' l'andamento vero della linea viola d'interpolazione (quella al netto dei picchi effimeri).
Occorre percio' aspettare ancora per capire se la curva ha ripreso a salire per l'eccesso di nuovi contagi prodotti dalle festivita' pasquali, un po' come accadde nel caso dei festeggiamenti per la vittoria della coppa europea di calcio.
Ora pero' siamo in condizioni migliori perche' siamo al picco (probabilmente al 17%, come si intuisce nei grafici, dato che i valori al 19% (e forse anche quello di oggi al 21%) sono dovuti alla presenza di picchi effimeri): infatti dopo il picco della curva dovrebbe iniziare la discesa (del numero di contagiati), perche' in questo momento c'e' un forte afflusso in arrivo di guarigioni (quando la curva scende da un picco e' proprio questo quello che accade).
Quindi gli incrementi di contagi prodotti dalle festivita' pasquali ci sono e sono importanti ma arrivano in un momento fortunato, in cui sulla curva stanno arrivando anche decrementi importanti per le guarigioni dei contagiati che sono iniziate da poco (perche' siamo al picco):
  • Il risultato poteva essere una discesa della curva dal picco meno ripida di come sarebbe stata senza l'arrivo dei contagi delle festivita' pasquali.
  • Se pero' l'apporto dei nuovi contagi (quello dovuto alle festivita' pasquali) fosse molto grande (lo sapremo nei prossimi 2 giorni), potrebbe anche accadere che l'apporto dei contagi prevale sulle guarigioni e la curva allora non scende piu' ma riprende a salire. Attualmente e' questa l'ipotesi che sembra piu' probabile, purtroppo.
Con questi pochi dati, cosi' fluttuanti, ancora non si riesce a capire ma tra un paio di giorni conosceremo meglio quello che ci riserva il futuro.
E pensare che i media italiani da una settimana con varie interviste stanno comunicando che la situazione virale e' in miglioramento. Speriamo che almeno possa servire da auspicio.
Per noi fisici e' strano sentire che gli esperti hanno pareri diversi: vuol dire che alcuni di loro non sono sufficientemente esperti, perche' questo puo' accadere solo quando non si ha una comprensione completa dell'argomento di cui si sta parlando (cioe' non si e' veri esperti).
Per noi fisici conta una sola cosa: i dati. Una volta interpretati correttamente (ed il modo corretto e' uno solo) la prova sperimentale e' probante, c'e' poco da discutere: e' cosi' e basta. Per questo noi siamo impegnati per comprendere e poi spiegare a tutti qual'e' il modo giusto d'interpretare i dati della pandemia e mi sembra che finora ci siamo riusciti abbastanza bene (ci scusiamo per le frequenti ripetizioni dei testi ma trattandosi di un blog, alcuni lettori si trovano a leggere per la prima volta proprio il commento di oggi, non sapendo nulla dei commenti precedenti).
La nostra linea viola d'interpolazione, che per ora e' stata correttamente disegnata fino al 17%, sara' fatta proseguire quando l'andamento della curva sara' piu' chiaro.
Poi potremo capire meglio l'andamento vero di questa interminabile quinta ondata ed analizzare i parametri di questo ultimo picco, che non ci sembra come i picchi precedenti.
Restano tutti confermati i commenti dei giorni scorsi e la linea viola d'interpolazione gia' disegnata nei grafici che rappresentano l'andamento della quinta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 143 e' sceso finalmente a valori normali come quelli previsti dal prolungamento della linea viola d'interpolazione, che abbiamo cosi' potuto prolungare (e' finito il caos dei dati pasquali anomali).

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (22 aprile 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' salito al 19.1% ed e' riportato, come tutti gli altri, nei seguenti grafici dei dati recenti.
In ascisse ci sono indicati i giorni, dal 21 febbraio 2022 in poi. I grafici mostrano la risalita dei contagi dopo le riaperture dell'11 febbraio, conseguente a quell'incremento di contagi "permanente", da noi misurato al +1% al giorno, iniziato dopo le riaperture e tuttora in atto.
La comparsa di questo incremento permanente di contagi e' stata da noi messa in evidenza gia' dal 18 febbraio nei dati del Piemonte ma siamo sicuri che sia presente anche in tutta Italia, perche' le riaperture sono state le stesse.
La conseguente salita della curva dei contagi documentata dal grafico non avviene spontaneamente, per motivi misteriosi, ma ha sempre cause ben precise che in questo caso, per la correlazione temporale, possono essere individuate in alcune delle riaperture fatte l'11 febbraio 2022 (purtroppo, per come si sono svolti i fatti, non possiamo sapere con certezza quali).
Il dato di oggi si colloca esattamente al punto finale della linea viola d'interpolazione, disegnata in precedenza, come ad indicare che il picco raggiunto da questo tratto di curva sia proprio al 17% (al netto degli ultimi due picchi effimeri al 19%).
I valori dei contagiati negli ultimi 10 giorni sono stati, nell'ordine dal 13/4 ad oggi 22/4, i seguenti:
        14.5   16.9   17.4   19.0   17.3   (12.7)   19.2   14.0   17.0   19.1
Il dato basso al 12.7% ha un errore statistico maggiore (e' il dato del giorno dopo Pasqua, con pochi test eseguiti) e quindi e' meno significativo degli altri.
Questi dati potrebbero indicare un picco che, partito dal 14% e' salito fino al 19% (con 3 picchi effimeri) per poi iniziare a scendere.
Da ieri e' arrivato l'apporto di contagi delle festivita' pasquali, che non e' stato piccolo perche' in due giorni ha fatto salire i contagi dal 14% al 19%.
In situazioni cosi' caotiche di sovrapposizione di tanti apporti di contagi i picchi effimeri la fanno da padrone, soprattutto se ravvicinati come in questo caso.
I picchi effimeri non sono uno scherzo della Natura: nella popolazione ci sono sia persone non immunizzate che persone immunizzate e tutti subiscono i contagi. Quelli delle persone immunizzate, siccome guariscono in 3 giorni anziche' 30, si manifestano come picchi effimeri anziche' come incrementi a gradino. E' percio' del tutto normale che appaiano con frequenza dipendente dagli apporti importanti di contagi e con ampiezza proporzionale alla percentuale di immunizzati esistenti (naturali o vaccinali).
Le vistose fluttuazioni dei dati prodotte dai picchi effimeri, di cui noi non dobbiamo tenere conto (quindi sarebbe fuorviante eliminarle facendo la media settimanale), ci impediscono per ora di vedere qual'e' l'andamento vero della linea viola d'interpolazione (quella al netto dei picchi effimeri).
Occorrera' percio' aspettare ancora 1 o 2 giorni per capire se la curva si decide a scendere (come dovrebbe) oppure se riprende a salire per l'eccesso di nuovi contagi prodotti dalle festivita' pasquali, un po' come accadde nel caso dei festeggiamenti per la vittoria della coppa europea di calcio.
Ora pero' siamo in condizioni migliori perche' siamo al picco (probabilmente al 17%, come si intuisce nei grafici, dato che i valori al 19% sono dovuti alla presenza di picchi effimeri): infatti dopo il picco della curva dovrebbe iniziare la discesa (del numero di contagiati), perche' in questo momento c'e' un forte afflusso in arrivo di guarigioni (quando la curva scende da un picco e' proprio questo quello che accade).
Quindi gli incrementi di contagi prodotti dalle festivita' pasquali ci sono e sono importanti ma arrivano in un momento fortunato, in cui sulla curva stanno arrivando anche decrementi importanti per le guarigioni dei contagiati che sono iniziate da poco (perche' siamo al picco):
  • Il risultato potrebbe essere una discesa della curva dal picco meno ripida di come sarebbe stata senza l'arrivo dei contagi delle festivita' pasquali.
  • Se pero' l'apporto dei nuovi contagi (quello dovuto alle festivita' pasquali) fosse molto grande (lo sapremo nei prossimi 2 giorni), potrebbe anche accadere che l'apporto dei contagi prevale sulle guarigioni e la curva allora non scende piu' ma riprende a salire.
Con questi pochi dati, cosi' fluttuanti, ancora non si riesce a capire ma tra un paio di giorni conosceremo quello che ci riserva il futuro.
E pensare che i media italiani da una settimana con varie interviste stanno comunicando che la situazione virale e' in miglioramento. Speriamo che almeno possa servire da auspicio.
Per noi fisici e' strano sentire che gli esperti hanno pareri diversi: vuol dire che alcuni di loro non sono sufficientemente esperti, perche' questo puo' accadere solo quando non si ha una comprensione completa dell'argomento di cui si sta parlando (cioe' non si e' veri esperti).
Per noi fisici conta una sola cosa: i dati. Una volta interpretati correttamente (ed il modo corretto e' uno solo) la prova sperimentale e' probante, c'e' poco da discutere: e' cosi' e basta. Per questo noi siamo impegnati per comprendere e poi spiegare a tutti qual'e' il modo giusto d'interpretare i dati della pandemia e mi sembra che finora ci siamo riusciti abbastanza bene.
La nostra linea viola d'interpolazione, che per ora e' stata correttamente disegnata fino al 17%, sara' fatta proseguire quando l'andamento della curva sara' piu' chiaro.
Poi potremo capire meglio l'andamento vero di questa interminabile quinta ondata ed analizzare i parametri di questo ultimo picco, che non ci sembra come i picchi precedenti.
Restano tutti confermati i commenti dei giorni scorsi e la linea viola d'interpolazione gia' disegnata nei grafici che rappresentano l'andamento della quinta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 202 e' cosi' alto forse perche' contiene anche lui una parte dei decessi di Pasqua.
Potrebbe pero' anche iniziare la salita conseguente all'aumento dei contagi dal 10% al 14% di 18 giorni prima. Non possiamo saperlo in presenza di questa incertezza, dovuta all'anomalia dei dati della festivita' pasquale.
Per capirci qualcosa con questi numeri di decessi, si tenga presente che nella quarta ondata, con la variante Delta, abbiamo trovato che al 3.6% di contagi corrispondevano, 18 giorni dopo, 60 decessi al giorno.
Se questa correlazione tra i contagi ed i successivi decessi valesse anche con i virus di oggi, allora al 17% di contagi che abbiamo corrisponderanno tra 18 giorni circa 283 decessi al giorno.
Quindi i 202 decessi di oggi potrebbero essere quelli in crescita "on the way", che ci tocchera' subire tra un paio di settimane.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (21 aprile 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' salito al 17.0% ed e' riportato, come tutti gli altri, nei seguenti grafici dei dati recenti.
In ascisse ci sono indicati i giorni, dal 21 febbraio in poi ed i dati mostrano la risalita dei contagi dopo le riaperture dell'11 febbraio.
Il dato di oggi si colloca esattamente al punto finale della linea viola d'interpolazione, disegnata in precedenza, come ad indicare che il picco raggiunto da questo tratto di curva sia proprio al 17% (al netto degli ultimi due picchi effimeri al 19%).
I valori dei contagiati negli ultimi 9 giorni sono stati, nell'ordine dal 13/4 ad oggi 21/4, i seguenti:
        14.5   16.9   17.4   19.0   17.3   (12.7)   19.2   14.0   17.0
Il dato basso al 12.7% ha un errore statistico maggiore (e' il dato del giorno dopo Pasqua, con pochi test eseguiti) e quindi e' meno significativo degli altri.
Questi dati potrebbero indicare un picco che, partito dal 14% e' salito fino al 19% (con 2 picchi effimeri) per poi iniziare a scendere.
Proprio oggi ci aspettavamo l'arrivo dell'apporto di contagi delle festivita' pasquali, che in parte c'e' stato (+3%).
Un tale incremento in condizioni di bassi contagi avrebbe potuto causare l'inizio di una nuova ondata, com'e' accaduto nel caso dei festeggiamenti per la vittoria della coppa europea di calcio.
Ora non puo' farlo, perche' siamo al picco (probabilmente al 17%, come si intuisce nei grafici, perche' i valori al 19% sono dovuti alla presenza di picchi effimeri).
Dopo il picco della curva inizia la discesa del numero di contagiati perche' c'e' un forte afflusso in arrivo di guarigioni (quando la curva scende da un picco e' proprio questo quello che succede).
Quindi gli incrementi di contagi prodotti dalle festivita' pasquali ci sono e sono importanti ma arrivano in un momento fortunato, in cui sulla curva stanno arrivando anche decrementi importanti per le guarigioni dei contagiati che sono iniziate da poco (perche' siamo al picco).
Il risultato sara' una discesa della curva dal picco meno ripida di come sarebbe stata senza l'arrivo dei contagi delle festivita' pasquali.
I contagi misurati si stanno comportando onestamente e l'apporto di contagi dovuto alle festivita' pasquali sembra contenuto, non tale da provocare l'inizio della salita di un nuovo ulteriore picco che avrebbe potuto sommarsi al precedente facendo salire sempre piu' in alto la curva. Con il dato di oggi sembra che questo rischio sia scongiurato, perche' l'apporto di contagi delle festivita' pasquali per ora sembra essere inferiore alla discesa preesistente per le guarigioni dei contagiati e se rimarra' cosi' la curva e' destinata a scendere e non a salire ulteriormente.
Tutto questo appare dagli ultimi due dati ma per la conferma dobbiamo aspettare i prossimi dati, a partire da quello di domani e per questo aspettiamo ancora a disegnare la linea viola d'interpolazione sul picco: occorre che i dati definiscano meglio il picco raggiunto dalla curva che per ora sembra essere tra 17% e 19% (la linea viola d'interpolazione per ora e' stata correttamente disegnata fino al 17%).
Poi potremo vedere meglio l'andamento vero di questa interminabile quinta ondata ed analizzare i parametri di questo ultimo picco, che non ci sembra come i picchi precedenti.
Restano tutti confermati i commenti dei giorni scorsi e la linea viola d'interpolazione gia' disegnata nei grafici che rappresentano l'andamento della quinta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 166 e' cosi' alto perche' dovrebbe essere l'ultimo a contenere parte dei decessi di Pasqua.
Possiamo ora finalmente fare la media degli ultimi 5 giorni ed otteniamo:
        (85+79+127+202+166)/5 = 132
che e' il dato giusto nel grafico, molto vicino all'andamento atteso per la linea viola d'interpolazione cosi' come disegnata sui dati precedenti.

COMMENTO IN ATTESA DEI DATI DI GIOVEDI' (21 aprile 2022)
Siamo impazienti di vedere il dato di oggi, che deve ancora essere pubblicato, perche' dovrebbe contenere l'incremento di contagi prodotti durante le festivita' pasquali (solo dagli italiani, perche' gli stranieri il virus, magari ce lo hanno anche portato, ma poi se li sono portati tutti a casa loro).
Il dato di ieri secondo noi dovrebbe essere giusto ed e' cosi' basso per la sovrapposizione delle discesa da un picco effimero (che puo' valere anche un -3%) e la discesa dal picco al 19%, raggiunto dalla curva dei contagiati.
L'incremento di Pasqua potrebbe anche compensare questa discesa e riportare nuovamente in salita la curva, che altrimenti dovrebbe continuare a scendere.
Staremo a vedere (tra 4 ore).

MA COSA STANNO COMBINANDO I CINESI? (21 aprile 2022)
Quello che stanno facendo i cinesi a Shanghai e' la guerra all'epidemia degli asintomatici, per raggiungere la condizione "zero virus".
Se vi sono test positivi tra la popolazione, siccome i virus fuori dal corpo umano possono rimanere attivi solo poco tempo, vuol dire che c'e' un'epidemia degli asintomatici in atto.
Se l'epidemia e' in atto vuol dire che le condizioni ambientali (temperatura, facilita' di contatto tra persone, ecc.) sono tali che il parametro Rt e' circa 1, cioe' una persona asintomatica contagiosa che circola liberamente tra le altre persone sane nei giorni in cui rimane infetta (tempo di guarigione) riesce a contagiare in media almeno un'altra persone e cosi' l'epidemia si autoalimenta ed il virus rimane presente tra quella popolazione.
L'idea "brillante" di qualche cinese dev'essere stata: azzeriamo con un lockdown completo di un mese l'epidemia degli asintomatici (possibile solo se il virus non e' troppo contagioso) ed il problema in Cina e' risolto: zero virus!
E' solo un bel sogno perche' non tiene conto che questo pianeta non e' degli uomini ma dei microrganismi, molto piu' numerosi di noi e da molto piu' tempo di noi su questo pianeta.
Con i nostri test di massa non siamo in grado di rivelare tutti i virus con tempo di guarigione lungo e quelli che non vediamo (anche dello stesso ceppo virale) continuano a fare il loro comodo indisturbati, anche durante un lockdown completo, se la loro trasmissibilita' supera un certo valore (contagiosita').
Le mutazioni che generano nuove varianti possono avvenire, anche se meno frequentemente, anche ai bassi livelli dell'epidemia degli asintomatici (fondo).
Per cui i cinesi stanno combattendo contro il ceppo che viene rilevato dal test ma nulla possono fare contro gli altri virus che non vengono rivelati da quel test e che hanno un tempo di guarigione lungo.
E' come la battaglia di Don Chisciotte contro i mulini a vento: un investimento di risorse spropositato senza poter ottenere risultati che possano giustificare lo sforzo fatto.

Come puo' allora l'Umanita' vincere la battaglia per sopravvivere (cioe' la guerra alle epidemie di asintomatici prodotte dai virus a tempo di guarigione lungo)?
Come ha sempre fatto in passato: con l'evoluzione naturale del proprio sistema immunitario, che richiede tempo ma forse non moltissimo, perche' la sollecitazione e' molto frequente. Se ci ha permesso di arrivare fino ad oggi e' sicuramente in grado di rispondere anche alla sollecitazione dei nuovi virus, adattandosi a loro (feed-back) in maniera da far estinguere nel tempo le loro epidemie di asintomatici (abbassandone la trasmissibilita' e quindi Rt).
Gli scienziati del settore possono dedicarsi a capire come fa, ma lo fa, e questa e' la soluzione del problema.
Dev'essere per forza cosi' altrimenti nel corso dei millenni si sarebbero accumulati cosi' tanti virus letali che non saremmo sopravvissuti. Invece noi siamo ancora qui' e loro si sono estinti, tie'!
Nel breve periodo, quando compare uno di questi virus, bisogna percio' trovare il modo di conviverci perche' non possiamo fare altro.
Questo ovviamente non vuol dire comportarsi come se il virus non ci fosse, perche' dobbiamo sempre minimizzare i danni che produce.
Avremo ondate, soprattutto d'inverno, al termine delle quali, per esempio, dovra' essere sempre rispettata la nostra regola canonica che abbiamo scoperto nei commenti della Lezione 65.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (20 aprile 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' sceso al 14.0% ed e' riportato, come tutti gli altri, neI seguentI grafici dei dati recenti.
Il dato di oggi ritorna, ma un po' troppo bruscamente, al valore di partenza di quello che potrebbe essere il picco dell'ondata attuale. I valori dei contagiati negli ultimi 8 giorni sono stati, nell'ordine dal 13/4 ad oggi 20/4, i seguenti:
        14.5   16.9   17.4   19.0   17.3   (12.7)   19.2   14.0
Questi dati potrebbero essere effettivamente un picco che, partito dal 14% e' salito fino al 19% per poi scendere al valore 14% di partenza.
Pero' per ora la discesa dal picco e' appesa all'unico dato basso: quello di oggi. Vedremo domani se sara' confermata questa discesa. Il problema e' che proprio per domani ci aspettiamo l'arrivo dell'apporto di contagi delle festivita' pasquali. Vediamo che succede.
Ci sono comunque fluttuazioni eccessive in questi dati: il dato basso al 12.7% ha un grande errore statistico (e' il dato del giorno dopo Pasqua, con pochi test eseguiti) e quindi e' meno significativo degli altri (nella tabella precedente sono riportati anche gli errori statistici dei dati).
Inoltre se il dato di ieri fosse cosi' alto per il contributo di un picco effimero allora il fit a questi dati con il "picco" da noi ipotizzato potrebbe risultare corretto.
La conferma l'avremo con i prossimi due dati e per questo aspettiamo a disegnare la linea viola d'interpolazione sul picco, per vedere l'andamento vero di questa interminabile quinta ondata ed analizzare i parametri di questo ultimo picco, che non ci sembra come quelli dei picchi precedenti.
In attesa dei prossimi dati restano quindi tutti confermati i commenti dei giorni scorsi e la linea viola d'interpolazione gia' disegnata nei grafici che rappresentano l'andamento della quinta ondata.
Lo scenario apparente e' simile a quello di una curva dei contagi in rapida salita continua, verso un nuovo picco di cui potremo tra poco valutare oltre che l'ampiezza anche la larghezza che non sembra stretta come quelle di Omicron (cioe' il virus prevalente non e' piu' Omicron, perche' il tempo di guarigione e' maggiore).
La curva per ora procede lungo un andamento che sembra simile a quello della Gran Bretagna che ha riaperto quasi tutto, come noi, e dove varie ondate si stanno succedendo su un fondo praticamente in crescita LINEARE (non esponenziale), come e' anche il nostro incremento permanente di contagi del +1% al giorno, anch'esso dovuto alle riaperture dell'11 febbraio, che rimarra' fintanto che non si decide di azzerarlo rimuovendo le riaperture che lo hanno generato.
Dal 20 aprile in poi la situazione potrebbe peggiorare perche' potrebbe comparire l'apporto dei contagi prodotti durante le festivita' pasquali (che potrebbero anche essere molti).
Sarebbe un gran guaio (per i non vaccinati che si ammaleranno e per chi avra' bisogno di interventi chirurgici, che dovranno essere rinviati per l'aumento dei ricoveri).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 205 e' cosi' alto perche' contiene parte dei decessi di Pasqua.
Aspettiamo ancora un altro giorno prima di fare la media dei dati degli ultimi 4 giorni dopo quelli festivi anomali.

COS'E' CHE RENDE COSI' DIVERSI QUESTI CORONAVIRUS? (19 aprile 2022)
E' senza dubbio il lungo tempo di guarigione (spontanea, cioe' senza alcun aiuto farmacologico).
Il tempo di guarigione e' facilmente misurabile, perche' coincide con il tempo di salita del picco dell'ondata.
Questo perche', se il tempo di guarigione e' un mese allora all'inizio dell'ondata non guarisce nessuno per i primi 30 giorni, poi cominciano ad arrivare le guarigioni ed il numero di contagiati smette di salire e comincia a diminuire.
Se il tempo di guarigione supera i 30 giorni (circa) allora questi coronavirus fanno una cosa nuova che non conoscevamo con gli altri virus: riescono a restare in forma endemica nell'ambiente, instaurando un'epidemia permanente tra tante persone asintomatiche, che permette a questi virus di non estinguersi (gli asintomatici, dandosi il cambio ogni 30 giorni, inconsapevolmente li allevano, mese dopo mese, per sempre).
Questo non accade se il tempo di guarigione e' di 20 giorni o meno (come per influenza, raffreddore, ecc.). Allora l'epidemia puo' estinguersi, quando raggiunge la condizione di immunita' di gregge, osservata in natura, che non puo' raggiungersi quando i virus invece riescono a costituire l'epidemia degli asintomatici (che accade quando una persone contagiata rimane contagiosa per almeno 30 giorni, altrimenti non avrebbe tempo a sufficienza per raggiungere Rt>1 ed instaurare l'epidemia degli asintomatici).
Ecco cosa rende questi nuovi coronavirus cosi' diversi. Sono meno rilevabili dal nostro sistema immunitario e questo consente loro di avere un tempo di guarigione spontanea molto piu' lungo e manifestare le altre loro funzionalita', come la formazione dell'epidemia degli asintomatici.

ASPETTI MEDICI: Lasciatemi infine esprimere un parere da persona incompetente in campo medico (di cui mi scuro per gli eventuali errori): credo che questi virus sarebbero in larga misura innocui, tant'e' vero che le persone infettate sono quasi sempre senza sintomi apparenti o vistosi.
Il fatto che siano cosi' innocui li rende pero' meno rilevabili dal nostro sistema immunitario e la conseguenza di cio' e' un lungo tempo di guarigione spontanea, che li rende cosi' diversi dagli altri virus da noi conosciuti e per molti aspetti peggiori.
Ma perche' allora ci sono dei pazienti ricoverati e deceduti per Covid-19?
La nostra risposta e' che in molti casi e' colpa degli umani e non dei virus. Cio' perche' i sistemi immunitari degli umani non possono evidentemente essere tutti identici ed una piccola frazione di loro risponde alla presenza di questi virus in forma inappropriata o esagerata, producendo, per esempio, un eccesso di liquido nei polmoni che puo' anche portare alla morte il paziente (una cosa simile a quanto accade nelle reazioni autoimmuni).
Non so se questo e' vero ma a me piace sempre cercare di dare una spiegazione a tutto.
A noi sembra che la comprensione di questa pandemia ormai non abbia piu' alcun aspetto misterioso. Se questo e' vero abbiamo acquisito una preziosa capacita' previsionale, utilizzabile da subito per migliorare la sicurezza collettiva.
Anch'io credo di essere attualmente affetto da sintomi di tipo influenzale, con test antigenico negativo e quasi niente febbre da oltre una settimana.
La sensazione e' di una scarsa e lenta risposta immunitaria che permettera' a questo virus di rimanere nel mio corpo a lungo, avendo per questo una maggiore capacita' di diffondersi ad altre persone se io fossi ignaro di questo pericolo.
E' questo il meccanismo con cui questi virus a tempo di guarigione lungo riescono ad instaurare un'epidemia degli asintomatici (quando arriva ad essere Rt=1) che permette loro di permanere stabilmente nell'ambiente in forma endemica.
Questa e' la differenza: con l'influenza sarei gia' guarito dopo 7 giorni mentre con questi nuovi virus occorre molto piu' tempo.
Nel mio caso, con test antigenico negativo, il sistema immunitario sta facendo il suo lento ed onesto lavoro: ho preso solo un farmaco antiffiammatorio per attenuare i dolori muscolari e non mi resta che aspettare che trascorra il tempo di guarigione, sperando che la parte colpita dai virus, e quindi danneggiata (che puo' essere diversa da persona a persona) non lasci conseguenze avvertibili a lungo termine.
Continuando ad usare il buon senso e non la scienza medica che purtroppo non conosco, direi che sono stato fortunato, perche' se i dolori muscolari sono stati la conseguenza del danno che i virus hanno fatto nel loro processo di replicarsi, nel mio caso dovrebbero aver distrutto cellule muscolari che possono poi essere rigenerate.
Sarebbe stato molto peggio se le cellule umane attaccate fossero state del sistema nervoso centrale: in quel caso il danno sarebbe stato maggiore perche' essendo meno vascolarizzate gli anticorpi prodotti dal sistema immunitario avrebbero avuto maggiore difficolta' a raggiungere i virus e cosi' i danni prodotti sarebbero stati piu' importanti ed anche irreversibili con importanti conseguenze "long Covid" al sistema cognitivo.
Quindi, se avessimo ragione, perche' in queste cose il buon senso non basta, c'entra molto anche la fortuna nell'esito di questa malattia.
Per ora nel mio caso sembra sia stata solo una cosa fastidiosa ma nulla di grave (e' la modalita' di sindrome asintomatica). Ci ha messo due anni ma poi e' riuscita a raggiungere anche me, vaccinato con 3 dosi Pfizer (che probabilmente mi hanno salvato da una sindrome piu' grave, data la mia eta' avanzata, limitando le replicazioni nella fase iniziale quando gli anticorpi prodotti dal mio sistema immunitario ancora non c'erano) e che adotto sempre tutte le cautele possibili. Non so che variante sia, perche' ce ne potrebbero essere parecchie in giro non tutte conosciute, ma non vale la pena fare ricerche per saperlo.
Questo e' un altro serio problema che si ha quando si lascia correre l'epidemia, come sta accadendo in Italia ormai da 4 mesi (cioe' tutto l'inverno 2022): la produzione di nuove varianti, e' tanto piu' frequente quanto piu' numerosi sono i virus circolanti, perche' le mutazioni che le generano avvengono in modo casuale e se si lasciano circolare molto i virus diventa sempre piu' alto il rischio che si formino varianti dotate di proprieta' peggiori. In particolare per la legge naturale con cui si riproducono questi virus, quelli piu' contagiosi diventano rapidamente prevalenti e questa e' una cosa che non ci puo' piacere.
Meno si lasciano circolare i virus e meno questo evento diventa probabile.
Per questo bisogna rispettare sempre la nostra regola canonica.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (19 aprile 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' tornato al 19.2% ed e' riportato, come tutti gli altri, nel seguente grafico dei dati recenti interpolati e nel grafico dei dati recenti grezzi (fuori scala).
Il dato di oggi conferma la rapida salita della curva dei contagi, da noi annunciata gia' dal 10 aprile e dichiarata allarmante dal 14 aprile, mentre per una settimana tutti rilasciavano dichiarazioni tranquillizzanti, perche' si affermava che la situazione era in miglioramento.
Il dato di oggi probabilmente e' piu' alto perche' in condizioni di forte afflusso di nuovi contagi si susseguono vari picchi effimeri , poiche' quando c'e un grande apporto di nuovi contagi che fa salire la curva, molti di questi contagi sono di persone immunizzate ed i loro contagi si estinguono in 3 giorni, dando luogo al picco effimero che ci permette di capire come disegnare poi la linea viola d'interpolazione, che dev'essere al netto dei picchi effimeri (deve passare per i punti dei contagi che guariscono in 20 o 30 giorni e non 3).
Il dato di oggi e' conforme alle attese in base ad una continuazione della linea viola d'interpolazione gia' disegnata.
Restano quindi tutti confermati i commenti dei giorni scorsi e la linea viola d'interpolazione gia' disegnata nei grafici che rappresentano l'andamento della quinta ondata.
Lo scenario apparente e' sempre piu' simile a quello di una curva dei contagi in rapida salita continua, verso un nuovo picco di cui potremo tra poco apprezzare oltre che l'ampiezza anche la larghezza che non sembra stretta come quelle di Omicron (cioe' il virus prevalente non e' piu' Omicron, perche' il tempo di guarigione e' maggiore).
La curva per ora procede lungo un andamento che sembra simile a quello della Gran Bretagna che ha riaperto quasi tutto, come noi, e dove varie ondate si stanno succedendo su un fondo praticamente in crescita LINEARE (non esponenziale), come e' anche il nostro incremento permanente di contagi del +1% al giorno, anch'esso dovuto alle riaperture dell'11 febbraio, che rimarra' fintanto che non si decide di azzerarlo rimuovendo le riaperture che lo hanno generato.
Nel grafico dei dati analizzati abbiamo anche aggiornato il picco (triangolo rosso) che si adatta alla crescita dei contagi dell'ultimo mese e conferma una pendenza di crescita diversa da quella dei picchi Omicron (in colore diverso).
Dal 20 aprile in poi la situazione potrebbe peggiorare perche' potrebbe comparire l'apporto dei contagi prodotti durante le festivita' pasquali (che potrebbero anche essere molti).
Sarebbe un gran guaio (per i non vaccinati che si ammaleranno e per chi avra' bisogno di interventi chirurgici, che dovranno essere rinviati per l'aumento dei ricoveri).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 127 comincia ad avere valori meno anomali, come tutti i dati dei giorni festivi.
Dovremo nei prossimi giorni fare la media, perche' i dati dei giorni dopo quelli festivi sono maggiorati dei decessi mancanti nei giorni festivi (i decessi non scompaiono: se non sono conteggiati in un giorno festivo vengono poi aggiunti nei dati dei giorni seguenti, come al solito).

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (18 aprile 2022)
I dati pubblicati dalla Regione Piemonte e da noi analizzati sono raccolti in una specifica tabella.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' sceso al 12.7% ed e' riportato, come tutti gli altri, nel seguente grafico dei dati recenti interpolati e nel grafico dei dati recenti grezzi.
Il dato di oggi viene dopo 2 giorni festivi (Pasqua) per cui la statistica e' piuttosto ridotta (1/3 dei soliti test).
Non siamo in grado di valutare l'attendibilita' del dato di 12.7% che e' affetto da un errore, solo statistico, dell'1.1% (l'errore vero in condizioni normali potrebbe essere il doppio).
Dopo tre dati cosi' alti, doveva arrivane necessariamente la discesa del picco effimero , perche' quando c'e un grande apporto di nuovi contagi che fa salire la curva, molti di questi contagi sono di persone immunizzate ed i loro contagi si estinguono in 3 giorni, dando luogo al picco effimero che ci permette di capire come disegnare la linea viola d'interpolazione, che dev'essere al netto dei picchi effimeri (deve passare per i punti dei contagi che guariscono in 20 o 30 giorni e non 3).
Il dato di oggi pero' e' troppo basso perche' ci saremmo aspettati un dato intorno al 16%. Con il dato di domani potremo capire meglio qual'e' l'andamento vero della curva.
Per ora restano tutti confermati i commenti dei giorni scorsi e le modifiche apportate alla linea viola d'interpolazione nei grafici che rappresentano l'andamento della quinta ondata:

Lo scenario apparente sarebbe quello di una curva dei contagi in rapida salita continua, verso un nuovo picco di cui potremo tra poco apprezzare oltre che l'ampiezza anche la larghezza che non sembra stretta come quelle di Omicron (cioe' il virus prevalente non e' piu' Omicron perche' il tempo di guarigione e' maggiore).
La curva per ora procede lungo un andamento che sembra simile a quello della Gran Bretagna che ha riaperto quasi tutto, come noi, e dove varie ondate si stanno succedendo su un fondo praticamente in crescita LINEARE (non esponenziale), come e' anche il nostro incremento permanente di contagi del +1% al giorno, anch'esso dovuto alle riaperture dell'11 febbraio, che rimarra' fintanto che non si decide di azzerarlo rimuovendo le riaperture che lo hanno generato.
Nel grafico dei dati analizzati abbiamo anche aggiornato il picco (triangolo rosso) che si adatta alla crescita dei contagi dell'ultimo mese e conferma una pendenza di crescita diversa da quella dei picchi Omicron (in colore diverso).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 79, eccessivamente basso in maniera anomala, come tutti i dati dei giorni festivi, sara' corretto nei prossimi giorni, mediandolo con i dati dei giorni successivi che conterranno i decessi mancanti oggi e ieri, come al solito.

A MESSAGE TO CHINA (18 aprile 2022)
Scriviamo in italiano perche' queste informazioni sono utili anche ai nostri lettori italiani,
Siccome da piu' parti della Cina stanno seguendo questo nostro studio, vogliamo segnalare degli spunti di riflessione per i problemi che loro hanno attualmente:
  • Quando la contagiosita' di un virus non e' troppo alta e' possibile con un rigoroso lockdown bloccarne la diffusione ed arrivare alla sua estinzione attendendo che tutti i contagiati guariscano. Quindi il lockdown deve durare per un tempo lungo almeno quanto il tempo di guarigione spontanea dei contagiati (in massima parte asintomatici). Questa sembra essere la loro strategia preferita.
  • Se pero' la contagiosita' e' cosi' alta che neanche un lockdown molto rigido riesce a bloccare completamente la diffusione del virus: in tal caso ne rallenterebbe, anche di molto, la diffusione ma allora il provvedimento di lockdown sarebbe inutile e percio' solo dannoso.
L'evoluzione dell'epidemia dipende in modo essenziale dal tempo di guarigione spontanea del virus (che dipendendo dalle difese immunitarie della popolazione potrebbe essere diverso per popolazioni molto lontane tra loro). Il tempo di guarigione del virus prevalente e' uguale al tempo di salita del picco della curva del numero dei contagiati nel tempo (cosi' si puo' determinare).
I risultati del nostro studio affermano che:
  • Se il tempo di guarigione e' di 30 giorni o superiore allora al termine dell'ondata il virus e' in grado di alimentare un'epidemia quiesciente di asintomatici che e' permanente ed impedisce che al termine dell'ondata il virus si estingua per la condizione di "immunita' di gregge".
  • Se il tempo di guarigione e' di 20 giorni o inferiore allora al termine dell'ondata il virus NON e' in grado di alimentare un'epidemia quiesciente di asintomatici (perche i contagiati rimangono infetti per un tempo troppo breve) che sarebbe permanente ed impedirebbe che al termine dell'ondata il virus si estingua per la condizione di "immunita' di gregge". Pertanto questi virus al termine dell'ondata sono soggetti al fenomeno di estinzione per immunita' di gregge.
  • L'immunita' di gregge, quando possibile dovrebbe essere il modo migliore per eliminare il virus, purche' i danni prodotti dall'ondata siano sopportabili. In tal caso le restrizioni alle attivita' umane non servirebbero perche' l'ondata prima finisce e meglio e'.

LEZIONE 66: COSE SORPRENDENTI DI QUESTA PANDEMIA (18 aprile 2022)
Vai a:   Lezione 65   ,   Lezione 67
Incredibili ma vere. Se osserviamo tutto quello che e' successo negli ultimi 2 anni, dall'inizio della pandemia rimaniamo colpiti da alcuni eventi sorprendenti, quasi al limite dell'incredibile, che solo noi abbiamo rilevato. Per ora ci limitiamo a citarne due:
  1. Le conseguenze dei festeggiamenti per la vittoria della coppa europea di calcio: Questo evento e' sorprendente perche' e' avvenuto l'11 luglio 2021, in piena estate, mentre il fondo dei contagi era molto basso intorno allo 0.6%, com'e' naturale con il caldo estivo. In queste condizioni, dopo la vittoria della coppa le Autorita' hanno di buon grado concesso alla popolazione di fare qualche strappo alle regole di prevenzione dei contagi per dare sfogo a tutta l'euforia popolare che si e' protratta per due giorni in tutta Italia.
    Indubbiamente cosi' tanti assembramenti di gente non possono non aver favorito la diffusione della variante Delta che era quiesciente nella sua epidemia degli asintomatici al livello di fondo dello 0.6%.
    Con le alte temperature estive in Italia i virus mai avrebbero potuto dare luogo ad un'ondata epidemica perche' una volta rilasciati nell'ambiente diventavano inattivi in un tempo molto breve. Ma con gli assembramenti il passaggio dei virus e' stato diretto, da persona a persona e quindi l'effetto della temperatura ambientale non e' entrato in gioco.
    Di fatto la diffusione del virus e' stata cosi' grande che il 14 luglio, 3 giorni dopo, i contagi sono cominciati a salire, come si puo' vedere nella tabella dei dati e nel grafico della quarta ondata , il cui picco si e' poi verificato a meta' agosto 2021 (variante Delta con tempo di guarigione, che e' lo stesso di salita dell'ondata, di 30 giorni), con un livello di picco che si e' limitato solo al 5.5% sia per la temperatura estiva, che ha limitato la diffusione del virus una volta terminati gli assembramenti di persone nei festeggiamenti ed anche per il buon livello di vaccinazioni raggiunto (65%).
    Questa e' stata una vera ondata della variante Delta, anche se nessuno sembra essersene accorto per il basso livello raggiunto dal picco, tant'e' vero che e' stata annoverata come "quarta ondata" solo da noi.
    E' stato sorprendente che anche a luglio tutti quegli assembramenti di persone potessero dare inizio ad una nuova ondata a partire da un livello di fondo dei contagi cosi' basso come quello dell'epidemia degli asintomatici (0.6%), che costituisce quella che con una metafora abbiamo chiamato "brace sempre accesa", che consente a tutti i coronavirus con tempo di guarigione spontanea di 30 giorni o piu' di permanere in forma endemica nella popolazione, potendo iniziare una nuova ondata anche in piena estate, se si presentano le condizioni idonee.
    Dio non voglia, le numerose folle di turisti che hanno invaso l'Italia nelle vacanze pasquali potrebbero aver prodotto un effetto analogo a quello dei festeggiementi per la vittoria della coppa di calcio. Lo sapremo molto presto, tra 3 giorni.
    Il problema etico: Se i contagi saliranno aumenteranno ricoveri e decessi, che ci aspettiamo siano prevalentemente di persone non vaccinate, in massima parte per scelta personale.
    Il Paese deve chiedersi se e' giusto tenere l'Italia chiiusa, sacrificando migliaia di aziende e centinaia di migliaia di posti di lavoro, per rispettare i diritti di queste persone, consentendo loro di circolare liberamente con un ridotto rischio di infettarsi.
    I nostri grafici hanno dimostrato che il numero di persone contagiate in un'ondata e' sostanzialmente proporzionale al numero di persone non vaccinate: piu' persone si vaccinano e meno rimangono contagiate e cosi' calano ricoveri e decessi.
    Se al quesito si desse una risposta negativa si potrebbe salvare l'economia ma non le persone che hanno rifiutato di vaccinarsi e si avrebbe comunque un grande disagio nelle strutture ospedaliere se i non vaccinati sono tanti (ed ora lo sono), perche' molti interventi chirurgici importanti spesso dovrebbero essere rinviati per indisponibilita' di letti nelle terapie intensive.
    Il problema esiste, e' serio e va affrontato perche' la pandemia continua.

  2. L'importanza di lasciare che un'ondata termini: Un fatto ancora piu' sorprendente e' accaduto l'11 febbraio 2022, quando con il picco della quinta ondata (riferirsi alla data 11/2 scritta in basso) in rapida discesa, una volta raggiunto il livello del 6% le Autorita' hanno ritenuto che ormai l'ondata fosse al termine e che si potesse pertanto anticipare di qualche giorno le riaperture.
    Nessuno avrebbe potuto immaginare la catastrofe che una tale scelta, apparentemente lecita, avrebbe potuto scatenare.
    Nessuno ancora se n'e' accorto ma noi siamo riusciti a dimostrare che quell'anticipo delle riaperture anche di soli 5 giorni ha prodotto come conseguenza il prolungamento della quinta ondata per i due mesi successivi fino ad oggi ed anche oltre.
    Stiamo affermando che sarebbe bastato aspettare anche solo altri 5 giorni per dare tempo ai contagi di scendere ulteriormente dal 6% al 3% per impedire i successivi 2 mesi di ondata, perche' i contagi sarebbero scesi al livello di fondo degli asintomatici (0.6%) e ci sarebbero rimasti nei due mesi successivi.
    A scanso di equivoci ed incredulita', vogliamo sottolineare che questa non e' una nostra congettura, perche' tra le riaperture fatte ce n'e' stata una che, alla luce delle nostre determinazioni sperimentali precedenti ( documentate con tabella e grafico nell'ottobre 2020), avrebbe potuto avere un incremento dei contagi tale da giustificare, conti alla mano , il vistoso cambiamento di pendenza che c'e' stato poi nella curva dei contagi (indicato con una freccia nera all'11/2 nel grafico dei dati interpolati ), che ha interrotto la ripida discesa verso zero della curva ben visibile nel grafico ingrandito dov'e' indicata la data 11/2 delle riaperture, provocando cosi' in maniera secondo noi cosi' provata la continuazione della quinta ondata per i successivi due mesi.
Altro che sorprendente: quanto abbiamo fin qui' esposto ci sembra sconvolgente.

Bisogna percio' rispettare sempre la seguente REGOLA CANONICA: quando i contagi stanno scendendo dal picco (per le quarigioni dei contagiati) bisogna attendere che la curva arrivi fino al livello di fondo degli asintomatici (o poco piu') prima di fare qualsiasi riapertura.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (17 aprile 2022)
Dal 1 aprile, con la fine dello stato di emergenza, i dati pubblicati dalla Regione Piemonte nel suo Focus giornaliero sono tornati ad essere completi. Abbiamo percio' iniziato a raccoglierli in una diversa tabella.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' sceso al 17.3% ed e' riportato, come tutti gli altri, nel seguente grafico dei dati recenti e nel grafico dei dati grezzi compreso il simbolo ^ che indica il nuovo picco effimero.
Dopo tre dati cosi' alti, doveva arrivane necessariamente la discesa del picco effimero Perche' quando c'e un grande apporto di nuovi contagi che fa salire la curva, molti di questi contagi sono di persone immunizzate ed il loro contagi si estinguono in 3 giorni dando luogo al picco effimero, che ci permette oggi di capire come disegnare la linea viola d'interpolazione, che dev'essere al netto dei picchi effimeri (passa per i punti dei contagi che guariscono in 20 o 30 giorni e non 3).
Sono percio' tutti confermati i commenti dei giorni scorsi e le modifiche apportate alla linea viola d'interpolazione nei grafici che rappresentano l'andamento della quinta ondata sia nel grafico dei dati interpolati che nel grafico dei dati analizzati.
E' anche confermato lo scenario che si prospetta: sarebbe quello di una curva dei contagi in rapida salita continua, verso un nuovo picco di cui potremo tra poco apprezzare la larghezza (forse e' come quella di Omicron) lungo un andamento che sembra come quello della Gran Bretagna che ha riaperto quasi tutto, come noi, e dove varie ondate si stanno succedendo su un fondo praticamente in crescita LINEARE (non esponenziale), come e' anche il nostro incremento dei contagi del +1% al giorno anch'esso dovuto alle riaperture dell'11 febbraio, che rimarra' fintanto che non decidiamo di azzerarlo rimuovendo le riaperture che lo hanno generato.
Nel grafico dei dati analizzati abbiamo anche aggiornato il picco (triangolo rosso) che si adatta alla crescita dei contagi dell'ultimo mese e conferma una pendenza di crescita diversa da quella dei picchi Omicron.
E' una situazione ALLARMANTE, perche' questo livello raggiunto dai contagi in Piemonte (ma crediamo che il resto d'Italia non possa essere molto diverso) ha gia' superato il valore massimo delle peggiori ondate precedenti e non mostra di aver raggiunto ancora il picco.
Questo fatto costituisce un'ulteriore brutta notizia, se possibile: quella che verosimilmente le vaccinazioni hanno perso gran parte del loro efficacia ed anche le immunita' naturali acquisite dalla popolazione nei mesi passati non hanno effetto contro questo (nuovo?) virus.
A questo raddoppio del numero di contagiati corrispondera' ovviamente un raddoppio del numero dei decessi tra 18 giorni, crediamo, cioe' nei primi giorni di maggio.
Tutto cio' appare prontamente con la nostra analisi: il nostro primo annuncio e' stato gia' tre giorni fa (dopo aver fugato i dubbi che la salita fosse dovuta alla presenza di picchi effimeri, che comunque ci sono, per 3 giorni, quando i contagi salgono cosi' tanto).
Purtroppo queste brutte notizie arrivano proprio mentre le vacanze pasquali stanno dando una boccata di ossigeno ad un turismo agonizzante: noi possiamo annunciarle anche adesso perche' non abbiamo cosi' grande visibilita' da essere recepiti dall'opinione pubblica. Questo deve servire pero' da lezione perche' tre giorni fa abbiamo spiegato in termini molto semplici e quindi perfettamente comprensibili da tutti, che se non ci fosse stata l'11 febbraio quella smania di riaprire e rimuovere le restrizioni che stavano limitando efficacemente la diffusione dei contagi (che stavano diminuendo rapidamente mentre poi hanno ripreso a salire), tutto questo crediamo che non sarebbe accaduto.
Nel nostro grafico dei dati interpolati e nel grafico dei dati analizzati abbiamo indicato in basso la data dell'11 febbraio per permettere al lettore di cogliere questo punto di cambiamento decisivo nell'andamento dei contagi in Piemonte.
Nelle spiegazioni abbiamo anche dedotto che sarebbe bastato aspettare a riaprire anche solo altri 5 giorni per evitare che partisse quell'apporto continuo e deleterio del +1% di contagi al giorno, che in due mesi ci ha portato a questa situazione drammatica.
Questa quinta ondata dovrebbe comunque esaurire la sua crescita a maggio, ormai vicino, con l'arrivo del caldo, ma non prima, se non appare l'effetto limitante delle immunita' naturali acquisite dalla popolazione in questa lunghissima quinta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 85, eccessivamente basso in maniera anomala, come tutti i dati della domenica, sara' corretto nei prossimi giorni, mediandolo con i dati dei giorni successivi, come al solito.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (16 aprile 2022)
Dal 1 aprile, con la fine dello stato di emergenza, i dati pubblicati dalla Regione Piemonte nel suo Focus giornaliero sono tornati ad essere completi. Abbiamo percio' iniziato a raccoglierli in una diversa tabella.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' ancora piu' alto al 19.0% ed e' riportato, come tutti gli altri, nel seguente grafico dei dati recenti e nel grafico dei dati grezzi (fuori scala in tutti i grafici!).
Dopo tre dati cosi' alti, anche se un nuovo picco effimero ci sara' sicuramente, e' fuori di ogni ragionevole dubbio che la curva dei contagi non ha raggiunto un picco ma sta continuando a salire ed in modo abbastanza vistoso.
Sono percio' tutte confermate le modifiche apportate alla linea viola d'interpolazione nei grafici che rappresentano l'andamento della quinta ondata sia nel grafico dei dati interpolati che nel grafico dei dati analizzati.
E' anche confermato lo scenario che si prospetta: sarebbe quello di una curva dei contagi in salita continua, come quella della Gran Bretagna che ha riaperto quasi tutto, come noi, e dove varie ondate si stanno succedendo su un fondo praticamente in crescita LINEARE (non esponenziale), come e' anche il nostro incremento dei contagi del +1% al giorno anch'esso dovuto alle riaperture dell'11 febbraio, che rimarra' fintanto che non decidiamo di azzerarlo rimuovendo le riaperture che lo hanno generato.
Nel grafico dei dati analizzati abbiamo anche aggiornato il picco (triangolo rosso) che si adatta alla crescita dei contagi dell'ultimo mese e conferma una pendenza di crescita diversa da quella dei picchi Omicron.
Non siamo ancora in grado con questi dati di identificare il virus prevalente, causa di questa salita dei contagi, ma ci sentiamo di poter escludere che sia Omicron (confrontando le larghezze dei picchi nel grafico dei dati analizzati ), che conformemente alle nostre supposizioni si potrebbe essere estinto per immunita' di gregge.
C'e' chi afferma che invece si tratta di Omicron: tutto e' possibile ma dovrebbero spiegare perche' il picco attuale nel grafico e' piu' largo. In base al nostro modello a soglia il picco sale indisturbato per il numero di giorni necessario a far iniziare le guarigioni, che sono quelle che avviano la successiva discesa dal picco: quindi il tempo della salita indica il tempo di guarigione spontanea caratteristico del virus. Quello attuale e' maggiore dei precedenti picchi Omicron.
La rapidita' di salita della curva dei contagi e' legata al tempo di guarigione spontanea che in questo caso sembra vicino a quello della variante Delta, che e' sempre pronta a ricomparire partendo dal livello di fondo della sua epidemia degli asintomatici, quando le condizioni di temperatura e di facilita' di diffusione dei contagi gliene danno l'occasione.
Virus di quel tipo hanno un tempo di guarigione spontanea lungo e pertanto non danno adito alla speranza dell'aiuto dell'immunita' di gregge. Le nostre difese sono pertanto affidate solo alle restrizioni che sapremo mettere in atto per limitarne l'ulteriore diffusione, in attesa delle temperature piu' calde (da maggio in poi).
E' una situazione ALLARMANTE, perche' questo livello raggiunto dai contagi in Piemonte (ma crediamo che il resto d'Italia non possa essere molto diverso) ha gia' superato il valore massimo delle peggiori ondate precedenti e non mostra di aver raggiunto ancora il picco.
Questo fatto costituisce un'ulteriore brutta notizia, se possibile: quella che verosimilmente le vaccinazioni hanno perso gran parte del loro efficacia ed anche le immunita' naturali acquisite dalla popolazione nei mesi passati non hanno effetto contro questo (nuovo?) virus.
A questo raddoppio del numero di contagiati corrispondera' ovviamente un raddoppio del numero dei decessi tra 18 giorni, crediamo, cioe' nei primi giorni di maggio (al 19% di contagiati dovrebbero corrispondere circa 317 decessi al giorno).
Tutto cio' appare prontamente con la nostra analisi: il nostro primo annuncio e' stato gia' due giorni fa (dopo aver fugato i dubbi che la salita fosse dovuta alla presenza di picchi effimeri, che comunque ci sono, per 3 giorni, quando i contagi salgono cosi' tanto).
La progressione di salita dei contagi in Piemonte negli ultimi 5 giorni, dal 12 aprile ad oggi, e' stata:
    12.7   14.5   16.9   17.4   19.0     cioe' un incremento di +6.3% in soli 5 giorni.
Cio' mentre le Autorita' rilasciano alla stampa dichiarazioni tranquillizzanti che nell'ultima settimana sono in calo sia il parametro Rt che l'incidenza. Allora o la crescita dei contagi e' solo in Piemonte oppure, se cio' accade anche nel resto d'Italia, dovrebbe essere perche' stanno ancora raggruppando i dati settimanalmente. Vediamo quanti giorni dovranno passare prima che con l'elaborazione settimanale si accorgano di questa situazione, che gia' l'altro ieri noi abbiamo definito allarmante.
Intanto siamo arrivati in Piemonte ad un livello di contagi che, se ci fosse anche in Italia, corrisponderebbe ad oltre 300 decessi al giorno (ai primi di maggio), che dovrebbero essere in gran parte persone non vaccinate.
E' ovvio che se andiamo ad esaminare i dati di una settimana fa anche noi otteniamo la situazione tranquillizzante da loro dichiarata: il balzo in alto dei contagi al di la di ogni dubbio e' iniziato solo da 2 giorni.
Purtroppo queste brutte notizie arrivano proprio mentre le vacanze pasquali stanno dando una boccata di ossigeno ad un turismo agonizzante: noi possiamo annunciarle anche adesso perche' non abbiamo grande visibilita'. Questo deve servire di lezione perche' due giorni fa abbiamo spiegato in termini molto semplici e quindi perfettamente comprensibili da tutti, che se non ci fosse stata l'11 febbraio quella smania di riaprire e rimuovere le restrizioni che stavano limitando efficacemente la diffusione dei contagi (che stavano diminuendo rapidamente mentre poi hanno ripreso a salire), tutto questo crediamo che non sarebbe accaduto.
Nel nostro grafico dei dati interpolati e nel grafico dei dati analizzati abbiamo indicato in basso la data dell'11 febbraio per permettere al lettore di cogliere questo punto di cambiamento decisivo nell'andamento dei contagi in Piemonte.
Nelle spiegazioni abbiamo anche dedotto che sarebbe bastato aspettare a riaprire anche solo altri 5 giorni per evitare che partisse quell'apporto continuo e deleterio del +1% di contagi al giorno, che in due mesi ci ha portato a questa situazione drammatica.
Questa quinta ondata dovrebbe comunque esaurire la sua crescita a maggio, ormai vicino, con l'arrivo del caldo, ma non prima, se non appare l'effetto limitante delle immunita' naturali acquisite dalla popolazione in questa lunghissima quinta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 133, identico a quello di ieri, e' l'ultimo sulla destra e si dispone bene sul prolungamento della linea viola d'interpolazione gia' disegnata.
Possiamo correlare questi numeri di decessi con il numero di contagiati esistenti 12 giorni prima (ritardo da noi previsto per la variante Omicron) oppure 18 giorni prima (ritardo da noi previsto per la variante Delta).
Il risultato e' interessante perche' 12 giorni fa i contagi (in Piemonte) erano addirittura al (12.1+14.3+10.1)/3 = 12.2% di media che in base alla proporzione dei decessi della quarta ondata (Delta) corrispondono a 12.2/3.6*60 = 203 decessi al giorno.
Se la variante dominante nelle ultime due settimane fosse invece Delta-like anziche' Omicron (come la rapidita' di salita della curva lascerebbe sospettare) allora i contagi che stanno producendo questi decessi sarebbero quelli di 18 giorni fa (non 12).
18 giorni fa i contagi erano (11.3+10.2+10.3)/3 = 10.6%, che corrisponderebbero a 10.6/3.6*60 = 177 che sono meglio compatibili con i 133 decessi di oggi.
Anche questa, insieme alla minore ripidita' di salita della curva, che si puo' notare nel grafico dei dati analizzati , sta ad indicare che Omicron non c'e' piu' (secondo noi si e' estinto per immunita' di gregge) e la variante che si sta diffondendo sempre piu' e' la Delta od una simile alla Delta, soprattutto con un tempo di guarigione spontanea di 30 giorni e quindi NON suscettibile di raggiungere la condizione d'immunita' di gregge (va quindi limitata con restrizioni e non affidandosi alle immunita' diffuse tra la popolazione).
La variante Delta potrebbe essere ricomparsa a partire dal suo livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici, sempre presente, quando le condizioni risultano favorevoli alla sua diffusione (freddo, riaperture, ecc.).

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (15 aprile 2022)
Dal 1 aprile, con la fine dello stato di emergenza, i dati pubblicati dalla Regione Piemonte nel suo Focus giornaliero sono tornati ad essere completi. Abbiamo percio' iniziato a raccoglierli in una diversa tabella.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' ancora piu' alto al 17.4% ed e' riportato, come tutti gli altri, nel seguente grafico dei dati recenti e nel grafico dei dati grezzi.
Dopo due dati cosi' alti, anche se un nuovo picco effimero ci sara' sicuramente, e' fuori di ogni ragionevole dubbio che la curva dei contagi non ha raggiunto un picco ma sta continuando a salire ed in modo abbastanza vistoso.
Sono percio' tutte confermate le modifiche apportate alla linea viola d'interpolazione nei grafici che rappresentano l'andamento della quinta ondata sia nel grafico dei dati interpolati che nel grafico dei dati analizzati.
E' anche confermato lo scenario che si prospetta: sarebbe quello di una curva dei contagi in salita continua, come quella della Gran Bretagna che ha riaperto quasi tutto, come noi, e dove varie ondate si stanno succedendo su un fondo praticamente in crescita LINEARE (non esponenziale), come e' anche il nostro incremento dei contagi del +1% al giorno anch'esso dovuto alle riaperture dell'11 febbraio, che rimarra' fintanto che non decidiamo di azzerarlo rimuovendo le riaperture che lo hanno generato..
Nel grafico dei dati analizzati abbiamo anche aggiornato il picco (triangolo rosso) che si adatta alla crescita dei contagi dell'ultimo mese e conferma una pendenza di crescita diversa da quella dei picchi Omicron.
Non siamo ancora in grado con questi dati di identificare il virus prevalente, causa di questa salita dei contagi, ma ci sentiamo di poter escludere che sia Omicron (confrontando le larghezze dei picchi nel grafico dei dati analizzati ), che conformemente alle nostre previsioni si potrebbe essere estinto per immunita' di gregge.
C'e' chi afferma che invece si tratta di Omicron: tutto e' possibile ma dovrebbe spiegarci perche' il picco attuale nel grafico e' piu' largo. In base al nostro modello a soglia il picco sale indisturbato per il numero di giorni necessario a far iniziare le guarigioni, che sono quelle che avviano la successiva discesa dal picco: quindi il tempo della salita indica il tempo di guarigione spontanea caratteristico del virus. Quello attuale e' maggiore dei precedenti picchi Omicron.
La rapidita' di salita della curva dei contagi e' legata al tempo di guarigione spontanea che in questo caso sembra vicino a quello della variante Delta, che e' sempre pronta a ricomparire partendo dal livello di fondo della sua epidemia degli asintomatici, quando le condizioni di temperatura e di facilita' di diffusione dei contagi gliene danno l'occasione.
Virus di quel tipo hanno un tempo di guarigione spontanea lungo e pertanto non danno adito alla speranza dell'aiuto dell'immunita' di gregge. Le nostre difese sono pertanto affidate solo alle restrizioni che sapremo mettere in atto per limitarne l'ulteriore diffusione, in attesa delle temperature piu' calde (da maggio in poi).
E' una situazione ALLARMANTE, perche' questo livello raggiunto dai contagi in Piemonte (ma il resto d'Italia non puo' essere molto diverso) ha raggiunto il valore massimo delle peggiori ondate precedenti e non mostra di aver raggiunto ancora il picco. Questo fatto costituisce un'ulteriore brutta notizia, se possibile: quella che verosimilmente le vaccinazioni hanno perso gran parte del loro effetto ed anche le immunita' naturali acquisite dalla popolazione nei mesi passati non hanno effetto contro questo (nuovo?) virus.
A questo raddoppio del numero di contagiati corrispondera' ovviamente un raddoppio del numero dei decessi tra 18 giorni, crediamo, cioe' nei primi giorni di maggio (al 16.9% di contagiati dovrebbero corrispondere 283 decessi al giorno).
Tutto cio' appare prontamente con la nostra analisi: il nostro primo annuncio e' stato ieri.
Cio' mentre le Autorita' rilasciano alla stampa dichiarazioni tranquillizzanti che nell'ultima settimana sono in calo sia il parametro Rt che l'incidenza. Allora o la crescita dei contagi e' solo in Piemonte oppure, se cio' accade anche nel resto d'Italia, dovrebbe essere perche' stanno ancora raggruppando i dati settimanalmente. Vediamo quanti giorni dovranno passare prima che con l'elaborazione settimanale si accorgano di questa situazione, che gia' ieri noi abbiamo definito allarmante.
E' ovvio che se andiamo ad esaminare i dati di una settimana fa anche noi otteniamo la situazione tranquillizzante da loro dichiarata: il balzo in alto dei contagi e' iniziato solo ieri.
Questa quinta ondata dovrebbe comunque esaurire la sua crescita a maggio, ormai vicino, con l'arrivo del caldo, ma non prima, se non appare l'effetto limitante delle immunita' naturali acquisite dalla popolazione in questa lunghissima quinta ondata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 133 e' l'ultimo sulla destra e si dispone bene sul prolungamento della linea viola d'interpolazione gia' disegnata.
Possiamo correlare questi numeri di decessi con il numero di contagiati esistenti 12 giorni prima (ritardo da noi previsto per la variante Omicron) oppure 18 giorni prima (ritardo da noi previsto per la variante Delta).
Il risultato e' interessante perche' 12 giorni fa i contagi (in Piemonte) erano addirittura al (14.3+10.7+12.1)/3 = 12.4% di media che in base alla proporzione dei decessi della quarta ondata (Delta) corrispondono a 12.4/3.6*60 = 207 decessi al giorno.
Se la variante dominante nelle ultime due settimane fosse invece Delta-like anziche' Omicron (come la rapidita' di salita della curva lascerebbe sospettare) allora i contagi che stanno producendo questi decessi sarebbero quelli di 18 giorni fa (non 12).
18 giorni fa i contagi erano (9.6+9.4+11.3)/3 = 10.1%, che corrisponderebbero a 10.1/3.6*60 = 168 che sono meglio compatibili con i 133 decessi di oggi ed anche i 149 di ieri.
Anche questa, insieme alla minore ripidita' di salita della curva, che si puo' notare nel grafico dei dati analizzati , sta ad indicare che Omicron non c'e' piu' (secondo noi si e' estinto per immunita' di gregge) e la variante che si sta diffondendo sempre piu' e' la Delta od una simile alla Delta, soprattutto con un tempo di guarigione spontanea di 30 giorni e quindi NON suscettibile di raggiungere la condizione d'immunita' di gregge (va quindi limitata con restrizioni e non affidandosi alle immunita' diffuse tra la popolazione).
La variante Delta potrebbe essere ricomparsa a partire dal suo livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici, sempre presente, quando le condizioni risultano favorevoli alla sua diffusione (freddo, riaperture, ecc.).

LEZIONE 65: COS'E' CHE FA CRESCERE COSI' TANTO LA CURVA DEI CONTAGI? (15 aprile 2022)
Vai a:   Lezione 64   ,   Lezione 66
Un'idea noi ce l'abbiamo. Dal 14 febbraio 2022, tre giorni dopo le riaperture dell'11 febbraio, l'andamento della curva dei contagi ha smesso di decrescere ed ha assunto un comportamento compatibile con la presenza di un apporto continuo di nuovi contagi, risultato pari al +1% giornaliero che e' andato a sovrapporsi alla spinta in discesa dei contagi, dovuta alle numerose guarigioni dei contagiati di un mese prima (picco piu' alto della quinta ondata).
La data 11/2 delle riaperture e' stata riportata nel grafico dei dati interpolati.
Si vede bene che le riaperture sono state fatte quando l'andamento della curva dei contagi (linea viole) puntava decisamente verso zero (stava scendendo molto rapidamente dal 18% del picco ed era arrivata fino al 6%, grazie all'alto numero di guarigioni dei contagiati del picco.
Noi non abbiamo alcun dubbio che la curva avrebbe continuato la sua discesa (a -0.6% al giorno) fino a raggiungere il fondo degli asintomatici (a 0.6% circa).
Cosi' non e' stato e dai nostri calcoli la variazione dell'andamento della curva e' stato dal -0.6% al giorno a +0.4% al giorno dopo il 14 febbraio, cioe' tre giorni dopo le riaperture.
Questa variazione e' stata dovuta all'inizio di un apporto quotidiano di nuovi contagi del +1% al giorno, dovuto evidentemente alle riaperture dell'11 febbraio.
Quindi tutta l'evoluzione successiva della quinta ondata , successiva all'11 febbraio, e' imputabile alle riaperture dell'11/2.
L'errore e' stato quello di cedere alla smania di riaprire il prima possibile: si e' pensato che essere scesi rapidamente dal 18% al 6% fosse una buona indicazione che l'ondata si stava esaurendo.
Ma non si e' tenuto conto di un fatto fondamentale di questa pandemia: la diffusione dei contagi avviene perche' persone gia' contagiate vengono in contatto con altre persone sane. Quindi il numero di contagi che vengono prodotti e' direttamente proporzionale al numero di persone contagiate cioe' all'ordinata del nostro grafico.
Consentire al grafico di scendere dal 6% al 3% avrebbe dimezzato la produzione di contagi che sarebbe scesa dal +1% al +0.5% ed a fronte di una discesa preesistente (dovuta alle guarigioni) del -0.6% si sarebbe evitata la risalita dei contagi e molto probabilmente non ci sarebbe stata tutta l'ultima parte della quinta ondata, quella dall'11 febbraio in poi che si vede nel grafico della quinta ondata e nemmeno le relative migliaia di morti, che ci sono stati.
E' un'ipotesi sconvolgente ma molto verosimile. Con la curva che stava scendendo a -0.6% al giorno, per scendere di un altro 3% sarebbe bastato attendere solo altri 5 giorni prima di riaprire tutto per evitare probabilmente tutta l'ultima parte della quinta ondata, quella dall'11 febbraio in poi e quasi tutti i decessi che ci sono stati negli ultimi 2 mesi, che ancora continuano: sono molte migliaia di morti.
Noi cerchiamo di esporre sempre una Scienza perfettamente comprensibile anche dalle persone poco esperte in questa materia, perche' tra queste ci sono anche i governanti che devono prendere le decisioni piu' importanti e se in quel momento hanno capito bene perche' devono prendere certe decisioni allora seguono fedelmente le indicazioni della Scienza.
E' importantissimo seguire sempre le indicazioni della Scienza e questo e' molto piu' facile se sono comprensibili a tutti e non frutto di analisi anche complesse di innumerevoli dati. Il nostro lavoro dimostra che cio' e' possibile.
Questa non e' una critica a chi si e' assunto la responsabilita' delle riaperture, perche' noi stiamo valutando la situazione ora con in senno del poi. Neanche noi potevamo sapere che l'effetto delle riaperture sarebbe stato cosi' grande: un incremento di contagi del +1% al giorno.
Pero' bisogna tenere sempre presente il PRINCIPIO FONDAMENTALE che abbiamo spiegato: meno contagiati ci sono in giro e meno nuovi contagi si producono. Quindi se la curva sta scendendo, bisogna lasciarla scendere senza affrettare decisioni di riaperture che potrebbero risultare letali per un'inezia, come quei 5 giorni che purtroppo non si sono aspettati (bisognava riaprire dopo il 16 febbraio, NON prima). Ora lo sappiamo, allora no.
Questo ragionamento vale quasi sempre, quindi crediamo anche nel nostro caso.
Per completezza d'informazione dobbiamo citare pero' anche un caso in cui non vale: quando si ha a che fare con un virus di contagiosita' estremamente alta, come e' quello che attualmente sembra circolare a Shanghai: sono virus con parametro di trasmissibilita' superiore a 20 (cioe' in assenza di restrizioni una persona infetta e' in grado di contagiarne piu' di altre 20). Allora c'e' poco da fare, la legge di crescita esponenziale prevale sulla crescita proporzionale ed anche con i lockdown piu' rigorosi il virus riesce comunque a diffondersi; ne viene solo rallentata la velocita' di diffusione ma non si riesce a farlo estinguere.
L'argomento di cercare di scoprire quale delle varie riaperture fosse responsabile di questo apporto di nuovi contagi (+1% al giorno) e' stato da noi ripetutamente discusso perche' questo incremento di contagi, oltre che importante e' risultato essere anche permanente per oltre un mese e riteniamo che sia presente ancora oggi, perche' le cause che lo producono non sono state rimosse dopo l'11 febbraio.
Non e' solo una curiosita': se riuscissimo ad individuare qual'e' la riapertura maggiormente responsabile di questo incremento di contagi, potremmo revocarla e controllare cosi' molto meglio l'evoluzione della pandemia.
Con il nostro blog noi diffondiamo informazioni al vento e non sappiamo chi le raccoglie e forse non riusciamo ad arrivare abbastanza in alto, per cui poi ai fini delle decisioni che vengono prese il nostro lavoro e' meno rilevante di quanto potrebbe essere.
Nel nostro commento del 3 aprile 2022 abbiamo ricordato di aver misurato l'effetto benefico dell'uso delle mascherine all'aperto nell'ormai lontano 12 ottobre 2020 con un'evidenza sperimentale documentata dai dati reali con relativa tabella e grafico dei dati di quel periodo (seconda ondata), dove si nota nel grafico l'abbassamento del livello dei contagi dal 5.4% al 3.5% (dall'11 al 14 ottobre 2020), dovuto all'entrata in vigore dell'obbligo delle mascherine all'aperto.
Risulta allora abbastanza ovvio attendersi un effetto uguale e contrario dal provvedimento opposto: la rimozione dell'obbligo dell'uso delle mascherine all'aperto in periodo invernale, adottata il 11 febbraio 2022.
Gia' il 1 marzo 2022 la costanza nel tempo di questo importante apporto di contagi al +1% al giorno ci ha fatto pensare che potesse derivare dall'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto, in accordo con quanto da noi documentato nel commento dell'8 febbraio 2022 , dove la relativa percentuale dei contagi era stata costante e di poco inferiore al 2%.
La certezza sull'individuazione della causa di questo incremento persistente di contagi al +1% purtroppo non possiamo averla.
Sappiamo per certo pero' che e' iniziato il 14 febbraio 2022 e quindi e' dovuto alle riaperture dell'11 febbraio.
Allora purtroppo si decise di riaprire tutto insieme, senza scaglionare le varie riaperture a distanza di pochi giorni l'una dall'altra, che ci avrebbe permesso di rilevare il contributo di ogni riapertura all'incremento dei contagi. Ci siamo cosi' preclusi la possibilita' di acquisire informazioni essenziali per la salvaguardia della sanita' pubblica.
Pero' in questo caso, grazie all'evidenza sperimentale da noi rilevata nell'ottobre 2020 , che rilevo' una riduzione dell'apporto di contagi da parte delle attivita' umane addirittura del -2% circa nel momento in cui s'impose l'obbligo delle mascherine all'aperto.
Ora il provvedimento opposto ha prodotto un incremento del +1%, perche' la popolazione e' molto piu' preparata che nel 2020 e molti continuano comunque ancora ad indossare le nascherine anche se non c'e' piu' l'obbligo.
In questo caso l'uso delle mascherine all'aperto deve limitare la dispersione dei virus nell'ambiente, perche' il freddo invernale produce un accumulo di cariche virali che permangono a lungo nell'ambiente e costituiscono un'importante rischio di contagio.
Le mascherine vanno usate solo in inverno (con il caldo i virus restano attivi per un tempo piu' breve) e non servono a proteggere la persona ma solo a trattenere i virus emessi dalle persone infette a loro insaputa, in modo che non possano infettare l'ambiente. Quindi sono piu' che sufficienti le semplici mascherine chirurgiche.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (14 aprile 2022)
Dal 1 aprile, con la fine dello stato di emergenza, i dati pubblicati dalla Regione Piemonte nel suo Focus giornaliero sono tornati ad essere completi. Abbiamo percio' iniziato a raccoglierli in una diversa tabella.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, si e' impennato al 16.9% ed e' riportato, come tutti gli altri, nel seguente grafico dei dati recenti e nel grafico dei dati grezzi.
Alla luce del dato di ieri (alto) avevamo ipotizzato un nuovo picco effimero che alla luce del grande incremento dei contagiati di oggi non ci sembra proprio plausibile.
Abbiamo allora provveduto a modificare la linea viola d'interpolazione nei grafici che rappresentano l'andamento della quinta ondata sia nel grafico dei dati interpolati che nel grafico dei dati analizzati.
Il nuovo andamento e' radicalmente diverso da quello precedente, perche' in salita e non piu' in discesa dopo il picco.
Lo scenario che si prospetta sarebbe allora quello di una curva dei contagi non piu' in discesa dopo il raggiungimento del picco ma in salita continua, come quella della Gran Bretagna che ha riaperto quasi tutto, come noi, e dove varie ondate si stanno succedendo su un fondo praticamente in crescita LINEARE (non esponenziale), come e' anche il nostro incremento dei contagi del +1% al giorno anch'esso dovuto alle riaperture dell'11 febbraio.
Nel grafico dei dati analizzati abbiamo anche aggiornato il picco (triangolo rosso) che si adatta alla crescita dei contagi dell'ultimo mese e conferma una pendenza di crescita diversa da quella dei picchi Omicron.
Non siamo ancora in grado con questi dati di identificare il virus prevalente, causa di questa salita dei contagi, ma ci sentiamo di poter escludere che sia Omicron (confrontando le larghezze dei picchi nel grafico dei dati analizzati ), che conformemente alle nostre previsioni si potrebbe essere estinto per immunita' di gregge.
C'e' chi afferma che invece si tratta di Omicron: tutto e' possibile ma dovrebbe spiegarci perche' il picco attuale nel grafico e' piu' largo. In base al nostro modello a soglia il picco sale indisturbato per il numero di giorni necessario a far iniziare le guarigioni, che sono quelle che avviano la successiva discesa dal picco: quindi il tempo della salita indica il tempo di guarigione spontanea caratteristico del virus. Quello attuale e' maggiore dei precedenti picchi Omicron.
La rapidita' di salita della curva dei contagi e' legata al tempo di guarigione spontanea che in questo caso sembra vicino a quello della variante Delta, che e' sempre pronta a ricomparire partendo dal livello di fondo della sua epidemia degli asintomatici, quando le condizioni di temperatura e di facilita' di diffusione dei contagi gliene danno l'occasione.
Virus di quel tipo hanno un tempo di guarigione spontanea lungo e pertanto non danno adito alla speranza dell'aiuto dell'immunita' di gregge. Le nostre difese sono pertanto affidate solo alle restrizioni che sapremo mettere in atto per limitarne l'ulteriore diffusione, in attesa delle temperature piu' calde (da maggio in poi).
E' una situazione ALLARMANTE, perche' questo livello raggiunto dai contagi in Piemonte (ma il resto d'Italia non puo' essere molto diverso) ha raggiunto il valore massimo delle peggiori ondate precedenti e non mostra di aver raggiunto ancora il picco.
Questo fatto costituisce un'ulteriore brutta notizia, se possibile: quella che verosimilmente le vaccinazioni hanno perso gran parte del loro effetto ed anche le immunita' naturali acquisite dalla popolazione nei mesi passati non hanno effetto contro questo (nuovo?) virus.
A questo raddoppio del numero di contagiati corrispondera' ovviamente un raddoppio del numero dei decessi tra 18 giorni, crediamo, cioe' nei primi giorni di maggio (al 16.9% di contagiati dovrebbero corrispondere 283 decessi al giorno).
Non possiamo nascondere pero' che questo nostro grido di allarme dipende in realta' da un solo dato: quello di oggi. Ci rimane percio' una flebile speranza: che il dato di oggi sia sbagliato!. Speriamo, vedremo domani.
Questa quinta ondata dovrebbe comunque esaurire la sua crescita a maggio, con l'arrivo del caldo, ma non prima, se non appare l'effetto limitante delle immunita' naturali acquisite dalla popolazione.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 149 e' l'ultimo sulla destra.
Ora abbiamo un dato a 149, praticamente uguale a quello di ieri.
Possiamo correlare questi numeri di decessi con il numero di contagiati esistenti 12 giorni prima (ritardo da noi previsto per la variante Omicron) oppure 18 giorni prima (ritardo da noi previsto per la variante Delta).
Il risultato e' interessante perche' 12 giorni fa i contagi (in Piemonte) erano addirittura al (14.3+10.7+12.1)/3 = 12.4% di media che in base alla proporzione dei decessi della quarta ondata (Delta) corrispondono a 12.4/3.6*60 = 207 decessi al giorno.
Se la variante dominante nelle ultime due settimane fosse invece Delta-like anziche' Omicron (come la rapidita' di salita della curva lascerebbe sospettare) allora i contagi che stanno producendo questi decessi sarebbero quelli di 18 giorni fa (non 12).
18 giorni fa i contagi erano (9.6+9.4+11.3)/3 = 10.1%, che corrisponderebbero a 10.1/3.6*60 = 168 che sono molto piu' compatibili con i 149 decessi di oggi ed anche i 155 di ieri.
Anche questa, insieme alla minore ripidita' di salita della curva, che si puo' notare nel grafico dei dati analizzati , sta ad indicare che Omicron non c'e' piu' (secondo noi si e' estinto per immunita' di gregge) e la variante che si sta diffondendo sempre piu' e' la Delta od una simile alla Delta, soprattutto con un tempo di guarigione spontanea di 30 giorni e quindi NON suscettibile di raggiungere la condizione d'immunita' di gregge (va quindi limitata con restrizioni e non affidandosi alle immunita' diffuse tra la popolazione).
La variante Delta potrebbe essere ricomparsa a partire dal suo livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici, sempre presente, quando le condizioni risultano favorevoli alla sua diffusione (freddo, riaperture, ecc.).

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (13 aprile 2022)
Dal 1 aprile, con la fine dello stato di emergenza, i dati pubblicati dalla Regione Piemonte nel suo Focus giornaliero sono tornati ad essere completi. Abbiamo percio' iniziato a raccoglierli in una diversa tabella.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' salito al 14.5% ed e' riportato, come tutti gli altri, nel seguente grafico dei dati recenti e nel grafico dei dati grezzi.
Alla luce dei dati dei 3 giorni precedenti (alti) che abbiamo indicato come un picco effimero ci aspettavamo anche oggi un dato non alto per la conferma della presenza del picco effimero.
Il dato di oggi e' invece in salita. Per questo nel grafico dei dati recenti dobbiamo verificare se l'apporto dei contagi sia cosi' alto da presentare un ulteriore picco effimero. Questo e' possibile perche' gia' ieri abbiamo notato che la curva, al netto dei picchi effimeri, non sembra in pianerottolo ma sembra che stia salendo con continuita'.
Cio' perche' confrontando gli ultimi 3 simboli "^" che indicano la presenza degli ultimi 3 picchi effimeri si vede che l'ultimo e' abbastanza piu' in alto e quello di oggi se risultera' essere un altro picco effimero fara' salire la curva e la linea viola ancora di piu': cioe' sembrerebbe che nell'ultima settimana la base dei picchi effimeri si stia spostando sempre piu' in alto, almeno del +2% finora, a testimonianza che la curva dei contagi vera (quella al netto dei picchi effimeri) non e' in pianerottolo (per aver raggiunto il suo picco di saturazione imposta dalle numerose immunita' naturali della popolazione) ma sta ancora crescendo, anche oltre il 12%
Vogliamo aspettare altri 2 giorni, prima di modificare la linea viola nei grafici che rappresentano l'andamento della quinta ondata, nel grafico dei dati interpolati e nel grafico dei dati analizzati.
Il nuovo andamento dovrebbe essere radicalmente diverso, perche' in salita, non piu' in discesa dopo il picco. Lasciare nei grafici per un altro giorno ancora il picco che avevamo ipotizzato dopo l'arrivo del dato basso al 9.2% ci sembra molto interessante, perche' permette di valutare meglio il significato della salita che ci sembra di riconoscere ora nell'andamento della curva dopo gli ultimi dati.
Lo scenario che si prospetta sarebbe allora quello di una curva dei contagi non piu' in discesa dopo il raggiungimento del picco ma in salita continua, come quella della Gran Bretagna che ha riaperto quasi tutto e dove varie ondate si stanno succedendo su un fondo praticamente in crescita LINEARE (non esponenziale), come e' il nostro +1% al giorno anch'esso dovuto alle riaperture dell'11 febbraio.
La quinta ondata dovrebbe comunque esaurire la sua crescita a maggio, con l'arrivo del caldo, e non prima, se non appare l'effetto limitante delle immunita' naturali acquisite dalla popolazione.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 155 e' l'ultimo sulla destra.
La media dei precedenti 3 giorni era al 89+115+169 / 3 = 125 ed e' questo il dato da noi riportare nei due grafici.
Cio' perche' questi 3 dati contenevano i decessi mancanti nel dato di domenica. Con la media abbiamo eliminato il consueto errore della domenica ed abbiamo cosi' potuto disegnare correttamente la linea viola nel grafici dei dati interpolati , accorgendoci che passava esattamente per il valore di 125 decessi, ottenuto facendo la media dei 3 giorni precedenti.
Ora abbiamo un dato a 155, ancora piu' alto, che non ci sorprende pero' perche' 12 giorni fa i contagi (in Piemonte) erano addirittura al 10.3+14.3+10.7/3 = 11.8% di media che in base alla proporzione dei decessi della quarta ondata (Delta) corrispondono a 11.8/3.6*60 = 197 decessi al giorno.
Quindi mano mano che i contagi di 12 giorni fa saliranno (perche' sono saliti) i decessi tenderanno ad aumentare.
Se la variante dominante nelle ultime due settimane fosse Delta-like anziche' Omicron (come la rapidita' di salita della curva lascerebbe sospettare) allora i contagi che stanno producendo questi decessi sarebbero quelli di 18 giorni fa (non 12).
18 giorni fa i contagi erano piu' bassi, intorno al 9% che corrisponderebbero a 9/3.6*60 = 150 che sono del tutto compatibili con i 155 decessi di oggi.
Anche questa, insieme alla minore ripidita' di salita della curva, che si puo' notare nel grafico dei dati analizzati , sta ad indicare che Omicron non c'e' piu' (secondo noi si e' estinto per immunita' di gregge) e la variante che si sta diffondendo sempre piu' e' la Delta od una simile alla Delta (soprattutto con un tempo di guarigione spontanea di 30 giorni e quindi NON suscettibile di raggiungere la condizione d'immunita' di gregge (va quindi limitata con restrizioni e non affidandosi alle immunita' diffuse tra la popolazione.
Se no i contagi dovrebbero crescere sempre piu' come nella curva della Gran Bretagna.-
La variante Delta ricompare a partire dal suo livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici, sempre presente, quendo le condizioni risultano favorevoli alla sua diffusione (freddo, riaperture, ecc.).

L'IMMUNITA' DI GREGGE (13 aprile 2022)
E' questo un argomento da noi discusso molte volte, l'ultima delle quali il 7 aprile.
L'occasione per tornare sull'argomento ce la fornisce un articolo comparso su Nature, che costituisce un atto di accusa ai governanti svedesi che nella convinzione che si sarebbe raggiunta l'immunita' di gregge nel loro Paese hanno adottato pochissime restrizioni con il risultato di avere un numero di decessi 10 volte maggiore degli altri Paesi.
Gli autori concludono il loro lavoro sul fallimento del modello svedese, raccomandando che il metodo scientifico venga ristabilito, anche all'interno dell'Agenzia di Sanita' pubblica.
Ricordiamo qui' quelle che sono le nostre acquisizioni di conoscenza al riguardo.
Come abbiamo riassunto concisamente il 7 aprile , quando inizia una nuova ondata la cosa piu' importante da conoscere e' il tempo di guarigione spontanea del virus prevalente tra quella popolazione (si puo' valutare dalla rapidita' di salita dell'ondata).
Ovviamente bisogna tener conto che l'ondata potrebbe anche essere alimentata da piu' virus insieme: per questo ci riferiamo al virus prevalente che in genere e' il piu' contagioso.
La conoscenza del tempo di guarigione spontanea ci permette di capire con cosa abbiamo a che fare. Le azioni da intraprendere per minimizzare i danni sono radicalmente diverse se il tempo di guarigione e' di 30 giorni o piu' (come per la variante Delta) oppure di 20 giorni o meno (come per la variante Omicron).
La conclusione a cui siamo arrivati noi con le nostre deduzioni dal comportamento dei dati reali (non solo da congetture) e' stata che
  1. Nel primo caso i virus instaurano un'epidemia degli asintomantici, che abbiamo osservato e misurato nel periodo estivo) che impedisce di raggiungere la condizione chiamata di immunita' di gregge, che comporta poi l'estinzione del virus.
  2. Nel secondo caso invece il piu' breve tempo di guarigione impedisce ai virus di instaurare un'epidemia degli asintomatici (perche' gli asintomatici guarendo troppo presto non hanno il tempo necessario per diffondere cosi' tanto il contagio da instaurare un'epidemia degli asintomatici che mantenga a lungo la presenza del virus tra la popolazione,
    In queste condizioni e' possibile raggiungere l'immunita' di gregge, gia' nota nella storia passata per altre epidemie, evidentemente alimentate da agenti patogeni con tempo di guarigione spontanea inferiore a 20 giorni.
Con questi virus, con tempo di guarigione spontanea di 20 giorni o meno (come Omicron), il metodo svedese NON avrebbe fallito, come abbiamo spiegato il 7 aprile , perche' avrebbero raggiunto la loro agognata immunita' di gregge.
La loro sfortuna e' stata che hanno avuto a che fare invece con le varianti Alfa e Delta che hanno un tempo di guarigione spontanea piu' lungo (30 giorni) di Omicron (20 giorni).
Poi non avevano e forse ancora non hanno (anche se abbiamo avuto tra i nostri lettori alcuni svedesi, probabilmente di Enti governativi) queste nostre decisive informazioni, che invero sono un'acquisizione piuttosto recente (di qualche mese fa, dopo l'arrivo di Omicron, visibile nel grafico dei dati analizzati ).
Sono informazioni che potrebbero servire a salvare molte vite umane, dato che la fiducia nell'immunita' di gregge (che ha una sua ragione di essere, come abbiamo appena visto), gode di una buona popolarita' nel mondo, perche' permetterebbe di ridurre le restrizioni alle liberta' personali.
Quello che abbiamo descritto e' un funzionamento piuttosto semplice della pandemia, di cui pero' nessuno parla, perche' probabilmente non e' ancora abbastanza conosciuto.
Il ruolo che stiamo svolgendo noi con questo lavoro e' quello di diffondere queste informazioni, insieme a tutte le altre, perche' sono fondamentali nella scelta del modo di affrontare una nuova ondata epidemica (alla svedese oppure no).

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (12 aprile 2022)
Dal 1 aprile, con la fine dello stato di emergenza, i dati pubblicati dalla Regione Piemonte nel suo Focus giornaliero sono tornati ad essere completi. Abbiamo percio' iniziato a raccoglierli in una diversa tabella.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' sceso al 12.7% ed e' riportato, come tutti gli altri, nel seguente grafico dei dati recenti e nel grafico dei dati grezzi.
Alla luce dei dati dei 2 giorni precedenti (alti) ci aspettavamo oggi un dato in discesa per la conferma della presenza di un picco effimero ed il dato di oggi e' in discesa. Per questo nel grafico dei dati recenti abbiamo riportato sopra agli ultimi 3 punti alti il simbolo "^", che indica la presenza di un picco effimero.
Confrontando questo nuovo simbolo "^" con i precedenti si vede che e' abbastanza piu' in alto: cioe' sembrerebbe che nell'ultima settimana la base dei picchi effimeri si sia spostata in alto del +2% circa, a testimonianza che la curva dei contagi vera (quella al netto dei picchi effimeri) non e' in pianerottolo per aver raggiunto il suo picco di saturazione imposta dalle numerose immunita' naturali della popolazione ma sta ancora crescendo, anche oltre il 12%
Pero' aspettiamo un altro giorno, sia per la conferma di questa interpretazione che per modificare la linea viola nei grafici che rappresentano l'andamento della quinta ondata, nel grafico dei dati interpolati e nel grafico dei dati analizzati.
Il nuovo andamento sara' radicalmente diverso, perche' in salita. Lasciare per un giorno ancora il picco che avevamo ipotizzato dopo l'arrivo del dato basso al 9.2% ci sembra molto interessante perche' permette di valutare meglio il significato della salita che ci sembra di riconoscere nell'andamento dei dati dopo il dato odierno.
Lo scenario che si prospetta sarebbe quello di una curva dei contagi simile a quella della Gran Bretagna che ha riaperto quasi tutto e dove varie ondate si stanno succedendo su un fondo praticamente in crescita LINEARE (non esponenziale), come e' il nostro +1% al giorno anch'esso dovuto alle riaperture dopo l'11 febbraio.
La quinta ondata dovrebbe esaurire la sua crescita a maggio, con l'arrivo del caldo, non prima se non appare l'effetto limitante delle immunita' naturali acquisite dalla popolazione.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 169 e' l'ultimo sulla destra.
La media degli ultimi 3 giorni e' 89+115+169 / 3 = 125 ed e' questo il dato da riportare nei due grafici.
Cio' perche' questo dato, come pure quello di ieri, contiene i decessi mancanti nel dato di domenica. Con la media abbiamo eliminato il consueto errore della domenica ed abbiamo cosi' potuto disegnare correttamente la linea viola nel grafici dei dati interpolati e ci accorgiamo che passa esattamente per il valore di 125 decessi, ottenuto facendo la media degli ultimi 3 giorni.

COME CRESCE UN'ONDATA (12 aprile 2022)
Con tante attivita' aperte ci sono tanti apporti di contagi, i piu' importanti dei quali sono immediatamente visibili come picchi effimeri , cosi' chiamati perche' scompaiono in 3 giorni (e' il contributo dei contagi delle persone immunizzate, che guariscono in 3 giorni).
Sono quei picchi strani e ricorrenti che hanno sempre fatto apparire questi dati come poco precisi, perche' molto fluttuanti.
Tanti addetti ai lavori, anche nmolto esperti, non capendone l'origine invece di studiarli si sono rassegnati a raggruppare i dati settimanalmente (perdendo cosi' molte informazioni in essi contenute) e dichiarando anche pubblicamente che si doveva fare cosi'.
Noi invece li abbiamo studiati e, con la convinzione di averne capito finalmente le origini, stiamo usando le informazioni che essi ci possono fornire per arrivare ad una comprensione completa del fenomeno pandemico.
Insieme ai contagi delle persone immunizzate (contenuti nei picchi effimeri) ci sono ovviamente anche i contagi delle persone non immunizzate, il cui contributo alla curva pero' non dura 3 giorni ma 20 o 30 (che e' il tempo di guarigione del virus). Nella curva il loro contributo appare a forma di "gradino" permanente (per 20 o 30 giorni) e tutti questi gradini si accumulano producendo la salita non effimera della curva.
La salita della percentuale dei contagiati al 13% ed ora al 14% e' sicuramente manifestazione di un picco effimero, ma se sotto al picco l'apporto dei contagi stesse continuando, potremmo anche non vedere la discesa del picco effimero per la sovrapposizione di altri picchi effimeri che potrebbero anche produrre una salita continua della curva.
Noi ora non possiamo saperlo perche' un tale evento non e' ancora accaduto.
Potremo saperlo solo tra 2 giorni, vedendo se la curva scende dal picco effimero oppure no.
  1. Se scendera' allora il picco effimero sara' concluso e la curva tendera' a raggiungere il suo nuovo valore vero (che risultera' incrementato dal gradino lasciato dal picco effimero concluso) e noi potremo cosi' disegnare la linea viola che rappresenta l'andamento della quinta ondata, ignorando il picco effimero.
  2. Se invece non scendera', vorra' dire che le attivita' umane riaperte hanno prodotto altri apporti di contagi visibili con un altro picco effimero che reinizia il ciclo ora descritto. La linea viola in questo caso crescera' sempre piu' passando poco sotto ai massimi dei picchi che si intravedono lungo la salita.
E' una lotta continua tra la curva che vorrebbe scendere a zero, perche' tutti i contagiati guariscono, e le attivita' umane riaperte che la spingono in salita, producendo continuamente nuovi apporti di contagi, visibili facilmente come una serie di picchi effimeri e meno facilmente come un accumulo di tanti contributi a gradino piu' piccoli (ora che i non immunizzati sono pochi) larghi 20 o 30 giorni a secondo del virus infettante.
E' questa la genesi di tutte le ondate prodotte da questi coronavirus, compresa quella che stiamo osservando in questi giorni.
L'evoluzione di un'ondata quindi dipende in modo essenziale dagli apporti umani di contagi, che possono essere limitati da restrizioni alle attivita' che li producono ma in misura dipendente dal grado di contagiosita' dei virus, perche' la diffusione dei virus molto contagiosi puo' risultare addirittura inarrestabile (potrebbe essere rallentata ma bisogna valutare bene allora il rapporto costi/benefici di eventuali lockdown che potrebbero anche essere inutili).

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (11 aprile 2022)
Dal 1 aprile, con la fine dello stato di emergenza, i dati pubblicati dalla Regione Piemonte nel suo Focus giornaliero sono tornati ad essere completi. Abbiamo percio' iniziato a raccoglierli in una diversa tabella.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' salito al 14% ed e' riportato, come tutti gli altri dati, nel seguente grafico dei dati recenti e nel grafico dei dati grezzi.
Alla luce del dato di ieri ci aspettavamo oggi un dato sotto all'11% per confermare l'arrivo al picco della curva.
Invece ci troviamo ancora in una situazione di incertezza, perche' il dato di oggi cosi' alto potrebbe indicare la presenza di un picco effimero , che dovrebbe essere seguito da un altro dato alto domani per poi scendere e che potrebbe essere cosi' alto in presenza di un'alta percentuale di immunizzati.
Dobbiamo percio' aspettare altri 2 giorni per vedere cosa succede.
Attendiamo percio' a modificare la linea viola nei grafici.
Pero' anche il 14% e' un dato maledettamente alto, che potrebbe anche indicare con maggiore probabilita', riteniamo, una prosecuzione della salita della curva oltre l'11%.
Se cosi' fosse, vorrebbe dire che l'effetto delle immunita' al virus dominante ancora non e' apprezzabile e che quindi la curva potrebbe allora crescere anche di molto.
In altre parole, avendo noi accettato un'immissione continua di contagi importante (oltre il +1% al giorno) con le riaperture dell'11 febbraio, potrebbe ora essere normale aspettarci una curva dei contagi come quella della Gran Bretagna che ha riaperto quasi tutto e dove varie ondate si stanno succedendo su un fondo praticamente in crescita LINEARE (non esponenziale), come e' il nostro +1% al giorno anch'esso dovuto alle riaperture, che da noi esaurira' la sua crescita a maggio, con l'arrivo del caldo, non prima.
Le azioni giuste da intraprendere in questo caso dipendono dal tipo di virus prevalente o meglio ancora dal suo tempo di guarigione spontanea, come abbiamo spiegato l'8 aprile.
Preferiamo percio' attendere anche il dato di domani per capire se la curva continuera' a salire oppure no.
Percio' attendiamo domani anche per modificare eventualmente la linea viola, che rappresenta l'andamento della quinta ondata, nel grafico dei dati interpolati e nel grafico dei dati analizzati.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 115, piu' alto di quello di ieri, non e' ancora stato graficato.
Cio' perche' questo dato, come pure quello di domani, contiene i decessi mancanti nel dato di domenica. Con il dato di domani potremo fare la media per eliminare cosi' il consueto errore della domenica e potremo disegnare correttamente la linea viola nel grafici dei dati interpolati.

COMPORTAMENTO DELLA PANDEMIA IN ITALIA (11 aprile 2022)
E' interessante osservare il grafico del numero dei ricoverati in terapia intensiva in Italia dall'inizio della pandemia nel 2020 fino ad oggi:


Vi appare chiaramente il comportamento della pandemia in funzione del grado di immunita' sia naturale che vaccinale acquisito progressivamente dalla popolazione:
  • Si vede bene l'effetto della temperatura stagionale sulla pandemia: infatti si vedono i picchi delle 5 ondate, che sono tutte in periodo invernale tranne la quarta avvenuta d'estate, perche' innescata dai festeggiamenti popolari per la vittoria della coppa europea di calcio dell'11 luglio 2021, come abbiamo indicato nel grafico della quarta ondata , il cui picco si e' verificato a meta' agosto 2021 (variante Delta con tempo di guarigione, che e' lo stesso di salita dell'ondata, di 30 giorni), con un livello di picco che si e' limitato solo al 5.5% sia per la temperatura estiva, che anche per il buon livello di vaccinazioni raggiunto (65%).
    Sostanzialmente le immunita' acquisite hanno protetto in modo pressoche' totale la popolazione dalle forme gravi della malattia ed i casi registrati nella quarta e quinta ondata sono risultati essere quasi esclusivamente delle persone non vaccinate, che hanno cosi' dovuto pagare un tributo molto alto per il rispetto delle loro convinzioni (stiamo parlando di ricoveri in terapia intensiva e non solo ospedalieri).
  • Appare altresi' un vistoso effetto delle immunita' acquisite dalla popolazione sia naturale che soprattutto vaccinale, che ha fatto crollare nella quarta e quinta ondata il numero di casi gravi della malattia Covid-19, che non c'e' dubbio sarebbero stati altrimenti della stessa ampiezza dei primi 3 picchi, quando le vaccinazioni non erano ancora iniziate.
    Meno pazienti in terapia intensiva significa meno morti, meno interventi urgenti rinviati, e minori costi ospedalieri.
  • Anche le immunita' naturali hanno avuto il loro peso, perche' il numero di persone immunizzate si accumula nei mesi ed e' pari all'area dei picchi: nella seconda e terza ondata si sono generate percio' molte piu' immunizzazioni che nella prima ondata.
  • Le immunita' acquisite dalla popolazione non la difendono da qualsiasi variante del Sars-CoV-2, tant'e' vero che la quinta ondata e' stata piu' alta della quarta, non solo per la temperatura stagionale piu' bassa, che aumentava l'effetto delle cariche virali circolanti e quindi favoriva i contagi, ma anche perche' si trattava di una nuova variante Omicron, anche piu' contagiosa, che riusciva in parte ad eludere le difese immunitarie gia' acquisite dalla popolazione.
  • Il livello del fondo degli asintomatici dopo la prima ondata era quasi a zero mentre oggi (a destra nel grafico) minaccia di essere piuttosto elevato perche' oltre ad essere il risultato della sommatoria delle epidemie di asintomatici di tutte le varianti esistenti con tempo di guarigione lungo 30 giorni o piu', sono anche alimentate da importanti apporti di nuovi contagi (+1% al giorno), iniziati dopo le riaperture dell'11 febbraio 2022. Come abbiamo gia' spiegato il rischio che stiamo correndo e' di finire con una curva dei contagi simile a quella della Gran Bretagna che ha riaperto quasi tutto e dove varie ondate si stanno succedendo su un fondo praticamente in crescita LINEARE (non esponenziale), come il nostro +1% al giorno anch'esso dovuto alle riaperture, che da noi esaurira' la sua crescita a maggio, con l'arrivo del caldo.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (10 aprile 2022)
Dal 1 aprile, con la fine dello stato di emergenza, i dati pubblicati dalla Regione Piemonte nel suo Focus giornaliero sono tornati ad essere completi. Abbiamo percio' iniziato a raccoglierli in una diversa tabella.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' salito al 13% ed e' riportato, come tutti gli altri dati, nel seguente grafico dei dati recenti e nel grafico dei dati grezzi.
Alla luce del dato di ieri ci aspettavamo oggi un dato sotto all'11% per confermare l'arrivo al picco della curva.
Invece ci troviamo di nuovo in una situazione di incertezza, perche' il dato di oggi cosi' alto potrebbe indicare la presenza di un picco effimero , che dovrebbe essere seguito da altri 2 dati alti nei prossimi 2 giorni e che potrebbe essere cosi' alto in presenza di un'alta percentuale di immunizzati.
Dobbiamo percio' aspettare 2 o 3 giorni per vedere cosa succede.
Attendiamo anche a modificare la linea viola nei grafici, perche' quello di oggi e' un dato della domenica (con poca statistica).
Pero' il 13% e' un dato maledettamente alto, che potrebbe anche indicare una prosecuzione della salita della curva oltre l'11%; se cosi' fosse, vorrebbe dire che l'effetto delle immunita' ancora non e' apprezzabile e che quindi la curva potrebbe allora crescere anche di molto.
In altre parole, avendo accettato un'immissione continua di contagi importante (oltre il +1% al giorno) con le riaperture, sarebbe normale aspettarci una curva dei contagi come quella della Gran Bretagna , dove varie ondate si stanno succedendo su un fondo praticamente in crescita LINEARE (non esponenziale), che da noi esaurira' la sua crescita a maggio, con l'arrivo del caldo.
Le azioni giuste da intraprendere in questo caso dipendono dal tipo di virus prevalente o meglio ancora dal suo tempo di guarigione spontanea, come abbiamo spiegato l'8 aprile.
Preferiamo percio' attendere anche il dato di domani per capire se la curva continuera' a salire oppure no.
Percio' attendiamo domani anche per modificare eventualmente la linea viola, che rappresenta l'andamento della quinta ondata, nel grafico dei dati interpolati e nel grafico dei dati analizzati.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 90, piu' basso di quello di ieri, non e' ancora stato graficato.
Cio' perche' questo dato e' troppo basso, come lo sono quasi sempre i dati della domenica in Piemonte, per cui dovremo attendere martedi' per poterlo mediare con i dati dei due giorni successivi ed eliminare cosi' il consueto errore della domenica.

L'ATTUALE EPIDEMIA DEGLI ASINTOMATICI (10 aprile 2022)
La variante Delta, con tempo di guarigione spontanea di 30 giorni, e' ormai endemica e la sua epidemia degli asintomatici crediamo sia sempre presente, quindi anche oggi.
Ormai, con tutti questi coronavirus che ci sono stati in Italia, e' sicuro che in estate la percentuale dei test positivi non andra' a zero: noi crediamo che il fondo degli asintomatici rimarra' per tutta l'estate tra lo 0.6% e l'1%, per poi risalire a settembre.
Questa epidemia degli asintomatici, che e' un'epidemia perche' si mantiene con la diffusione dei contagi tra le persone infette asintomatiche (se no dopo un mese sarebbero guariti tutti), dovrebbe essere composta da un miscuglio di virus, tutti con tempo di guarigione di 30 giorni o superiore, in percentuali relative dipendenti dai diversi gradi di contagiosita' dei virus (quelli piu' contagiosi sono i piu' numerosi).
Questo fondo di asintomatici costituisce quello che abbiamo indicato con la metafora della "brace ardente" sempre pronta a far partire una nuova ondata, non appena le condizioni di temperatura e facilita' di contagio glielo consentono (accadra' ad ottobre).
  • I virus di questo tipo (con tempo di guarigione spontanea lungo, come la variante Delta) riescono ad instaurare un'epidemia degli asintomatici che non permette il raggiungimento delle condizioni di immunita' di gregge; pertanto questi virus non si estinguono mai.
  • Gli altri virus con tempo di guarigione piu' breve (come Omicron) invece NON riescono ad instaurare una loro epidemia degli asintomatici (perche' gli asintomatici guariscono troppo presto) e cosi' riescono a raggiungere le condizioni di immunita' di gregge che ne provoca l'estinzione al termine dell'ondata.
VALUTAZIONE DELLA PRECISIONE DEI NOSTRI CALCOLI (10 aprile 2022)
Per motivi che ci sfuggono il numero dei test positivi antigenici sembra essere un dato sfortunato: infatti ieri ci sembra che non sia stato trascritto (e' rimasto il dato del giorno prima) mentre dal 21 febbraio al 31 marzo NON e' stato addirittura fornito.
In questi casi noi abbiamo sempre risolto il problema ricavando il dato mancante dal numero dei test positivi totali con la stessa percentuale dei test totali antigenici rispetto ai test totali.
Cosi' abbiamo fatto anche ieri ricavando il dato del 9.2% poi graficato ed analizzato.
Giustamente abbiamo detto che questo metodo introduce un errore in piu' nel dato. Ora vogliamo chiederci quanto e' grande questo errore.
Possiamo ricavarlo dai dati dei primi 8 giorni di aprile, riportati nella relativa tabella in cui il dato era disponibile, vedendo di quanto avremmo sbagliato se avessimo assunto che la percentuale dei test antigenici fosse stata la stessa sia per i dati totali (molecolari + antigenici) che per i positivi.
Per fare questo abbiamo calcolato entrambe queste percentuali di test antigenici, riportate nella tabella seguente, in cui abbiamo indicato a destra l'errore che si compie assumendo che siano uguali:

GIORNO TOT.TEST ANTIGEN PERCENT. POS.TOT. POS.ANTIG PERCENT. DIFF.
01/04 V32826 2973090%3109266686%-4%
02/04 S33999 3100291%2665234388%-3%
03/04 D18018 1593788%1724147285%-3%
04/04 L26675 2466292%2566227889%-3%
05/04 M32258 2825488%3895349190%+2%
06/04 M27799 2423987%3368293687% 0%
07/04 G28944 2551688%3330291387%-1%
08/04 V31850 2901891%3252289189%-2%

La media di questi errori e' di -14/8 = -1.75% cioe' sufficientemente piccola, a nostro giudizio.
La conclusione sull'esame del metodo da noi usato per supplire alla mancanza del dato dei test antigenici positivi e' quindi soddisfacente: l'errore aggiuntivo cosi' introdotto, per ricavare un dato altrimenti indisponibile, ci sembra sopportabile (e' un errore noto, di cui dobbiamo tener conto, e con dispersione accettabile).
Ovviamente ci auguriamo di non dover mai usare questo metodo, perche' il dato risulti sempre fornito con la consueta diligenza da chi e' preposto a questo compito.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (9 aprile 2022)
Il dato dei positivi antigenici di oggi e' stranamente rimasto identico a quello di ieri e questo secondo noi e' gia' un segnale di probabile anomalia nei dati, che porta ad un risultato del 4.4% che e' decisamente anomalo (per questo ci abbiamo messo un punto interrogativo nella tabella.
I test antigenici totali di oggi risultano pari a 29841/32755 = 91%.
Se anche tra i test positivi la percentuale degli antigenici fosse la stessa, allora il 91% dei positivi (3020) sarebbe 2751 e non 2891, quindi i positivi al netto degli antigenici (cioe' i test positivi molecolari che noi grafichiamo) sarebbero 269 invece di 129 e la percentuale da graficare risulterebbe 269/2914 = 9.2%.
Pero' anche questo, che e' un dato piu' affidabile anche se con errore maggiore, e' un dato in calo rispetto ai dati dei 3 giorni precedenti.
Riteniamo percio', malgrado il presunto errore dei recensori che pubblicano i dati del Piemonte, ci sia un'indicazione abbastanza chiara che i dati dei 3 giorni precedenti erano cosi' alti, perche' manifestazione di un picco effimero.
Questa percentuale dei contagiati di oggi, scesa al 9.2%, e' riportata, come tutti gli altri dati, nel seguente grafico dei dati recenti e nel grafico dei dati grezzi.
Riteniamo percio' che il dato di oggi sia sceso intorno al 10% a conferma della presenza di un picco effimero che giustifica i 3 dati alti precedenti, mentre la curva e' gia' arrivata al suo picco.
L'arresto della salita della curva sarebbe l'effetto delle immunita' naturali a questi virus, acquisite dalla popolazione.
Possiamo ora disegnare la linea viola, che rappresenta l'andamento della quinta ondata, nel grafico dei dati interpolati e nel grafico dei dati analizzati.
L'inizio della discesa della curva in quest'ultimo grafico ci permette di fare delle osservazioni molto interessanti:
  1. Innanzitutto la curva non sta rimanendo in pianerottolo ma ha iniziato la discesa dal suo picco attuale.
    Naturalmente non dobbiamo attenderci una discesa completa dal picco, che possiamo gia' disegnare nel grafico dei dati analizzati come i dati lasciano intuire, perche' gli apporti di contagi che spingono la curva in salita continuano ad essere presenti.
    Dobbiamo pero' attenderci che questa salita tenda progressivamente ad attenuarsi sia per l'aumento del numero di persone immunizzate perche' gia' infettate in modo asintomatico e quindi inconsapevole, sia per l'innalzamento delle temperature ormai imminente.
  2. Questa discesa da noi disegnata, come pure la salita, non mostrano la pendenza ripida dei precedenti picchi di Omicron, per cui sembrerebbe dovuta ad un virus diverso, con tempo di guarigione spontanea piu' lungo di 20 giorni (probabilmente 30).
    Questo indicherebbe che, a differenza di Omicron, per questo virus non si puo' raggiungere l'immunita' di gregge e pertanto e' uno di quelli di cui se ne deve controllare la diffusione con adeguate restrizioni.
  3. Un'interpretazione possibile e' che i virus Omicron hanno raggiunto il loro livello di immunita' di gregge e si sono estinti.
    Gli altri virus presenti nell'ondata epidemica che sono rimasti sono quelli con tempo di guarigione piu' lungo, che consente loro di mantenere stabilmente una loro epidemia degli asintomatici e, partendo dal livello di fondo di questa epidemia, si sviluppano creando nuovi picchi (come piccole ondate) non appena le condizioni di diffusione dei contagi (riaperture) glielo consentono.
  4. Il fatto che il picco attuale si sia fermato all'11% (poco sopra al 10% del picco precedente) dimostra pero' che le immunita' naturali acquisite dalla popolazione sono efficaci anche contro il virus prevalente in questo picco.
  5. Confrontando la larghezza mostrata da quest'ultimo picco sembrerebbe simile a quella dei precedenti picchi Delta, indicati nel grafico dei dati analizzati.
La conferma di correttezza di questa nostra interpretazione dei dati l'avremo lunedi' piu' che domani, che e' domenica.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 112 (quasi uguale a quello di ieri) e' stato graficato a destra.
Questo dato indica la temporanea decrescita dei decessi che, come abbiamo osservato nei giorni scorsi, e' dovuta al fatto che i contagi di 12 giorni fa erano al 9% prima della salita all'11%. Al 9% di contagiati corrisponderebbero 150 decessi al giorno.
Per questo ci aspettiamo una salita dei decessi del 20% nei prossimi giorni.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (8 aprile 2022)
Dal 1 aprile, con la fine dello stato di emergenza, i dati pubblicati dalla Regione Piemonte nel suo Focus giornaliero sono tornati ad essere completi. Abbiamo percio' iniziato a raccoglierli in una diversa tabella.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' salito al 12.7% ed e' riportato, come tutti gli altri dati, nel seguente grafico dei dati recenti e nel grafico dei dati grezzi.
Il dato di oggi sarebbe dovuto scendere intorno al 10% per confermare la presenza di un picco effimero che giustificasse 3 dati alti con l'arrivo in pianerottolo della curva. Cosi' non e' stato e quindi, a meno che non ci siano due picchi effimeri parzialmente sovrapposti, il dato di oggi indica una prosecuzione della salita della curva oltre il 10% ed almeno fino al 12% in soli 3 giorni, che non e' poco.
L'arrivo della curva in pianerottolo sarebbe l'effetto delle immunita' naturali a questi virus acquisite dalla popolazione.
Se invece la salita continuasse vorrebbe dire che questo effetto delle immunita' ancora non e' apprezzabile e la curva potrebbe allora crescere anche molto.
In altre parole, avendo accettato un'immissione continua di contagi importante (oltre il +1% al giorno) con le riaperture, e' normale aspettarci una curva dei contagi come quella della Gran Bretagna , dove varie ondate si stanno succedendo su un fondo praticamente in crescita LINEARE (non esponenziale), che da noi esaurira' la sua crescita a maggio, con l'arrivo del caldo.
Le azioni giuste da intraprendere in questo caso dipendono dal tipo di virus prevalente o meglio ancora dal suo tempo di guarigione spontanea, come abbiamo spiegato ieri.
Preferiamo ora attendere anche il dato di domani per una conferma che la curva effettivamente continuera' a salire oppure no.
Percio' attendiamo domani per disegnare la linea viola, che rappresenta l'andamento della quinta ondata, nel grafico dei dati interpolati e nel grafico dei dati analizzati.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 144 (quasi uguale a quello di ieri) e' stato graficato a destra.
Anche questo dato conferma la temporanea tendenza in crescita dei decessi che, come abbiamo osservato nei giorni scorsi, e' dovuta al fatto che i contagi di 12 giorni fa erano passati dal 7% al 10% circa. Al 10% di contagiati corrispondono 167 decessi al giorno che e' un dato compatibile anche con i 144 decessi di oggi.
Quindi non riscontriamo alcuna anomalia in questi dati dei decessi.
Per questo abbiamo disegnato nel grafico la linea viola d'interpolazione con un paio di oscillazioni ed anche il dato odierno ci si colloca bene sopra.
Ripetiamo che l'oscillazione dei decessi giornalieri tra 120 e 170 riflette l'oscillazione dei contagi di 12 giorni prima (eccezion fatta per i decessi della domenica che sono sistematicamente molto bassi e vanno sempre mediati con i dati dei due giorni successivi). Se nella quarta ondata al 3.6% di contagiati corrispondevano 18 giorni dopo (la variante era la Delta non Omicron) al 7% ne sarebbero corrisposti 117 ed al 10% ne sarebbero corrisposti 167, cioe' proprio i dati che stiamo registrando in questi giorni.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (7 aprile 2022)
Dal 1 aprile, con la fine dello stato di emergenza, i dati pubblicati dalla Regione Piemonte nel suo Focus giornaliero sono tornati ad essere completi. Abbiamo percio' iniziato a raccoglierli in una diversa tabella.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' salito al 12.2% ed e' riportato, come tutti gli altri dati, nel seguente grafico dei dati recenti e nel grafico dei dati grezzi.
Questo dato e' compatibile con l'arrivo in pianerottolo della curva.
A questo punto sara' il dato di domani a dirci se la curva continuera' a salire o se, come ci sembra probabile, quello di oggi come quello di ieri sono dati alti perche' sono i primi due punti di nuovo picco effimero (la curva potrebbe anche cosi' essere gia' in pianerottolo intorno al 10%, come il picco Omicron precedente).
La risposta potremo averla domani (se il dato scendera' verso il 10%); percio' attendiamo per disegnare la linea viola, che rappresenta l'andamento della quinta ondata, nel grafico dei dati interpolati e nel grafico dei dati analizzati.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 150 (uguale a quello di ieri) e' stato graficato a destra.
Anche questo dato conferma la temporanea tendenza in crescita dei decessi che, come abbiamo osservato nei giorni scorsi, e' dovuta al fatto che i contagi di 12 giorni fa erano passati dal 7% al 10% circa. Al 10% di contagiati corrispondono 167 decessi al giorno che e' un dato compatibile con i 150 di oggi.
Quindi non riscontriamo alcuna anomalia in questi dati dei decessi.
Per questo abbiamo disegnato nel grafico la linea viola d'interpolazione con un paio di oscillazioni ed anche il dato odierno ci si colloca bene sopra.
Ripetiamo che l'oscillazione dei decessi giornalieri tra 120 e 170 riflette l'oscillazione dei contagi di 12 giorni prima (eccezion fatta per i decessi della domenica che sono sistematicamente molto bassi e vanno sempre mediati con i dati dei due giorni successivi). Se nella quarta ondata al 3.6% di contagiati corrispondevano 18 giorni dopo (la variante era la Delta non Omicron) al 7% ne sarebbero corrisposti 117 ed al 10% ne sarebbero corrisposti 167, cioe' proprio i dati che stiamo registrando in questi giorni.

COME AFFRONTARE UN'ONDATA: LE SCELTE GIUSTE E GLI ERRORI TRAGICI (7 aprile 2022)
Quello che abbiamo imparato nelle recenti ondate Omicron , se confermato, sarebbe una chiave essenziale di comprensione del comportamento attuale di questa pandemia ed una guida fondamentale per il modo migliore di affrontarla.
Per far capire meglio cosa intendiamo e quanto e' importante il tempo di guarigione spontanea dei virus, consideriamo i due casi seguenti:
  1. Quando il virus dominante ha un tempo di guarigione spontanea di 20 giorni o meno (come gli Omicron) NON e' in grado di perpetuare la sua esistenza, instaurando un'epidemia degli asintomatici; infatti guarendo troppo presto i contagiati asintomatici non riescono a diffondere a sufficienza il contagio, per mantenere attiva l'epidemia degli asintomatici, e pertanto nella sua diffusione l'epidemia puo' raggiungere la condizione di immunita' di gregge.
    Allora con questi virus fanno bene i BRITANNICI a lasciare tutto aperto, perche' cosi' l'ondata finisce prima.
  2. Quando invece il virus dominante ha un tempo di guarigione spontanea di 30 giorni o piu' (come la variante Delta) riesce ad instaurare una sua epidemia permanente degli asintomatici (l'abbiamo vista l'estate 2021: in assenza di qualsiasi ondata la percentuale dei positivi al test, fondo degli asintomatici, e' sempre rimasta tra l'1% ed il 2%), per cui nella sua diffusione l'epidemia NON puo' raggiungere mai l'immunita' di gregge. Cio' perche' gli asintomatici non scendono mai a zero ed allora hanno tragicamente torto i BRITANNICI a lasciare tutto aperto, perche' cosi' la situazione epidemica e' destinata a peggiorare sempre piu'.
    E' proprio questa la novita' di questo nuovo virus Sars-CoV-2 e delle sue varianti: un tempo di guarigione spontanea particolarmente lungo, che gli permette di alimentare e quindi instaurare un'epidemia di asintomatici, che impedisce tra l'altro il raggiungimento dell'immunita' di gregge, a cui facevano riferimento nel 2020 gli scienziati britannici, quando consigliavano di lasciare tutto aperto come se il virus non ci fosse. Ignoravano che con questi coronavirus, che hanno un tempo di guarigione spontanea di 30 giorni circa, l'immunita' di gregge non si sarebbe potuta raggiungere.
I CINESI, che a Shanghai hanno decretato un lockdown completo da quasi un mese, potrebbero aver commesso un errore tanto clamoroso quanto tragico se il virus dominante fosse Omicron o comunque uno con tempo di guarigione spontanea di 20 giorni o meno, perche' data l'alta contagiosita' del virus crediamo che non riusciranno a bloccare la sua diffusione (infatti dopo un mese sta ancora aumentando) ma solo ad allungare la durata della sua ondata epidemica, rallentandone l'inevitabile crescita, che sarebbe un risultato controproducente e l'enorme costo sociale ed economico del lockdown sarebbe stato allora non solo inutile ma addirittura dannoso, alla luce di quanto abbiamo esposto.
Infatti paradossalmente in queste condizioni, piu' e' efficiente il lockdown e piu' viene prolungata nel tempo l'ondata senza riuscire a ridurne l'ampiezza e questo produce un risultato peggiore che senza lockdown in termini di danni sia sanitari che economici.
Se avessimo ragione noi (e l'ipotesi va considerata secondo noi seriamente per le sue implicazioni), tutto il mondo (non solo i cinesi) starebbe facendo pazzie, solo per ignoranza del funzionamento di questa pandemia: per questo riteniamo che sia di primaria importanza capire bene gli aspetti che noi stiamo studiando di questa pandemia, che ci sembrano finora ben descritti dal nostro modello a soglia.
Ovviamente per argomenti cosi' importanti non bastano le nostre deduzioni, anche se convincenti, ma sono indispensabili anche conferme da osservazioni sperimentali, in particolare sulla inesistenza di un fondo di asintomatici dopo la fine dell'ondata, per i virus con tempo di guarigione non superiore a 20 giorni (tipo Omicron e simili).
Per far questo occorre una ricerca mirata, sequenziando i tamponi positivi del fondo dopo l'ondata, che riveli dati statisticamente compatibili con l'estinzione dei virus a tempo di guarigione breve (Omicron e simili), per immunita' di gregge.
Sara' invece normale trovare gli altri virus con tempo di guarigione spontanea di 30 giorni o superiore, a conferma della presenza della loro epidemia di asintomatici.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (6 aprile 2022)
Dal 1 aprile, con la fine dello stato di emergenza, i dati pubblicati dalla Regione Piemonte nel suo Focus giornaliero sono tornati ad essere completi. Abbiamo percio' iniziato a raccoglierli in una diversa tabella.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' salito al 12.1% ed e' riportato, come tutti gli altri dati, nel seguente grafico dei dati recenti e nel grafico dei dati grezzi.
Questo dato non conferma l'arrivo in pianerottolo della curva.
A questo punto o la curva continua a salire o quello di oggi e' un dato alto perche' e' il primo punto di un nuovo picco effimero (e la curva potrebbe anche essere gia' in pianerottolo intorno al 10%, come il picco Omicron precedente).
La risposta potremo averla solo tra un paio di giorni; percio' dobbiamo attendere per disegnare la linea viola, che rappresenta l'andamento della quinta ondata, nel grafico dei dati interpolati e nel grafico dei dati analizzati.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 150 e' stato graficato a destra.
Anche questo dato conferma la temporanea tendenza in crescita dei decessi che, come abbiamo osservato nei giorni scorsi, e' dovuta al fatto che i contagi di 12 giorni fa erano passati dal 7% al 10% circa. Al 10% di contagiati corrispondono 167 decessi al giorno che e' un dato compatibile con i 150 di oggi.
Quindi non riscontriamo alcuna anomalia in questi dati dei decessi.
Per questo abbiamo disegnato nel grafico la linea viola d'interpolazione con un paio di oscillazioni ed anche il dato odierno ci si colloca bene sopra.
Ripetiamo che l'oscillazione dei decessi giornalieri tra 120 e 170 riflette l'oscillazione dei contagi di 12 giorni prima (eccezion fatta per i decessi della domenica che sono sistematicamente molto bassi e vanno sempre mediati con i dati dei due giorni successivi). Se nella quarta ondata al 3.6% di contagiati corrispondevano 18 giorni dopo (la variante era la Delta non Omicron) al 7% ne sarebbero corrisposti 117 ed al 10% ne sarebbero corrisposti 167, cioe' proprio i dati che stiamo registrando in questi giorni.

L'ONDATA OMICRON2 (6 aprile 2022)
In base all'ultimo bollettino OMS la variante piu' diffusa al livello planetario e' ora Omicron2, che essendosi diffusa cosi' tanto dev'essere molto contagiosa (poi arrivera' Xe, che sembra sia ancora piu' contagiosa).
Dai nostri dati, se la curva dei contagi sta andando veramente in pianerottolo, significa che le immunizzazioni acquisite dalla popolazione in Piemonte sono efficaci anche contro Omicron2.
Inoltre a prima vista la pendenza di salita dell'ultimo tratto del grafico dei dati analizzati (quello di Omicron2) sembra essere come quella deI precedenti picchi di Omicron (piu' stretti dei picchi della variante Delta).
Dalla larghezza dei picchi avevamo dedotto il tempo di guarigione spontanea della variante Omicron, che e' risultato piu' breve (20 giorni) rispetto a quello delle varianti precedenti (30 giorni), per esempio la variante Delta.
Se questa deduzione venisse confermata dai prossimi dati, allora Omicron2 avrebbe lo stesso tempo di guarigione di Omicron (20 giorni), che e' un tempo troppo breve per permettere la formazione dell'epidemia degli asintomatici, anche per Omicron2.
Questo permetterebbe all'epidemia di Omicron2 di raggiungere la condizione di immunita' di gregge con la successiva estinzione del virus: infatti e' proprio il tempo di guarigione lungo che impedisce il raggiungimento dell'immunita' di gregge, perche' consente l'instaurarsi dell'epidemia degli asintomatici, che impedisce permanentemente l'azzeramento del numero di contagiati e quindi l'estinzione del virus.
E' un argomento che abbiamo discusso piu' estesamente tra il 18 ed il 21 marzo scorso per la variante Omicron, arrivando anche ad un risultato preliminare importante e clamoroso: che con questi virus dal tempo di guarigione piu' breve, nei limiti in cui le strutture sanitarie riescono a reggere l'impatto dei ricoveri, e' meglio NON adottare alcuna restrizione (i contagi sono quasi tutti asintomatici, senza bisogno di ricovero).
Inutile dire che la conferma di questa informazione sarebbe una "mano santa" per l'economia.
La nostra spiegazione e' che, data l'alta contagiosita' di questi virus, e' comunque inevitabile che quasi tutti s'infettino e, siccome questo porta all'immunita' di gregge ed all'estinzine del virus, tanto prima cio' accade, tanto meglio e'.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (5 aprile 2022)
Dal 1 aprile, con la fine dello stato di emergenza, i dati pubblicati dalla Regione Piemonte nel suo Focus giornaliero sono tornati ad essere completi. Abbiamo percio' iniziato a raccoglierli in una diversa tabella.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' sceso molto, al 10.1% ed e' riportato, come tutti gli altri dati, nel seguente grafico dei dati recenti e nel grafico dei dati grezzi.
Il fatto che il dato sia sceso cosi' tanto, indica chiaramente che i dati alti dei due giorni precedenti sono dovuti alla presenza di un picco effimero , come era possibile e come abbiamo segnalato nei due commenti precedenti.
Il fatto che il picco effimero e' risultato cosi' alto (fino al 14.3%) e' una chiara evidenza che nella popolazione piemontese e' presente un numero di persone immunizzate molto alto.
Quindi la curva dei contagi NON si sta impennando per un forte aumento dell'apporto di nuovi contagi da parte delle attivita' umane riaperte in 1 aprile. Pertanto nei grafici noi abbiamo cancellato l'ultimo tratto in forte salita (e' quello che ora risulta bianco).
Disegneremo nuovamente nei prossimi giorni (probabilmente in pianerottolo) l'ultimo tratto della linea viola nel grafico dei dati interpolati e nel grafico dei dati analizzati.
Il dato di oggi percio' costituisce un'ottima notizia perche', anche se l'apporto di contagi del +1%, iniziato il 14 febbraio quasi certamente e' ancora presente, non c'e' un ulteriore nuovo apporto di contagi, che sarebbe stato anch'esso destinato a permanere a lungo, facendo aumentare ulteriormente la pendenza di una curva gia' in crescita piuttosto significativa, che avrebbe potuto non essere limitata dalle immunita' naturali finora acquisite dalla popolazione.
Sono proprio queste ultime quindi che ora sembrano giocare un ruolo significativo nel limitare la crescita dei contagi che nei prossimi giorni probabilmente disegneremo in "pianerottolo" intorno al 10%, che sarebbe un'ampiezza molto simile a quella del picco precedente, anch'esso limitato dall'alto tasso d'immunita' naturale diffusa (un po' come un preludio dell'"immunita' di gregge").
In tutto questo non c'e' traccia ancora della nuova variante Xe, della quale non sappiamo nulla (in particolare quale sara' il suo tempo di guarigione spontanea, che e' il parametro fondamentale che ne governa l'evoluzione) e per la quale non si potra' fare molto affidamento sulle immunita' naturali finora acquisite dalla popolazione.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 194 e' stato graficato a destra.
Anche questo dato conferma la temporanea tendenza in crescita dei decessi che, come abbiamo osservato nei giorni scorsi, e' dovuta al fatto che i contagi di 12 giorni fa erano passati dal 7% al 10% circa. Al 10% di contagiati corrispondono 167 decessi al giorno che e' un dato piu' basso dei 194 di oggi ma neppure tanto.
Quindi non riscontriamo alcuna anomalia in questi dati dei decessi.
Per questo abbiamo disegnato nel grafico la linea viola d'interpolazione con un paio di oscillazioni ed anche il dato odierno ci si colloca bene sopra.
Ripetiamo che l'oscillazione dei decessi giornalieri tra 120 e 170 riflette l'oscillazione dei contagi di 12 giorni prima (eccezion fatta per i decessi della domenica che sono sistematicamente molto bassi e vanno sempre mediati con i dati dei due giorni successivi). Se nella quarta ondata al 3.6% di contagiati corrispondevano 18 giorni dopo (la variante era la Delta non Omicron) al 7% ne sarebbero corrisposti 117 ed al 10% ne sarebbero cossisposti 167, cioe' proprio i dati che stiamo registrando in questi giorni.

UTILITA' DEI PICCHI EFFIMERI (4 aprile 2022)
Un'altra cosa pero' possiamo dirla: quando compaiono picchi effimeri molto pronunciati vuol dire che la percentuale di persone immunizzate a quel virus e' alta.
Se cosi' e', allora le salita della curva non puo' continuare a lungo perche' le immunita' naturali presenti faranno il loro mestiere, impedendo che l'epidemia si estenda troppo (cioe' il picco della nuova ondata sara' di un livello non molto elevato).
Ci si puo' anche dilettare ad ottenere informazioni utili dalle ampiezze dei picchi effimeri confrontandole con quelle delle ondate precedenti e correlandole con le ampiezze massime raggiunte dai picchi dell'ondata (il 6% per la quarta ondata, il 10% per l'ultima ondata, ecc.).
Si possono cosi' ottenere risultati interessanti, come ad esempio:
  • Si puo' prevedere quanto salira' la curva attuale prima che la crescita dei contagi venga saturata dalle immunita' diffuse ed usare questo dato per valutare il rapporto rischi/benefici di eventuali chiusure ancora da fare.
  • Cio' oltre a valutare la percentuale di immunizzati presenti, che e' molto utile per pianificare al meglio eventuali prossime campagne di vaccinazione.
Come vedete interpretare i dati raccolti con le nozioni del modello a soglia puo' essere un'attivita' molto proficua nell'interesse pubblico, non solo in Italia, ma anche in tanti altri Paesi dove stanno leggendo i nostri commenti con sorprendente ed ammirevole assiduita' (per questo ringraziamo i nostri lettori).
Sono questi risultati del nostro lavoro che possiamo considerare clamorosi, visto che questi misteriosi picchi effimeri sono stati sempre considerati da tutti come una presenza non utile ma fastidiosa, al punto da spingere la grande maggioranza degli operatori addetti all'analisi dei dati della pandemia a lavorare su dati aggregati settimanali, perche' i dati reali fluttuavano troppo (per motivi che risultavano incompresibili). In effetti anche noi abbiamo impiegato piu' di un anno per venire a capo dell'enigma che la loro presenza rappresentava e crediamo che ad oggi solo i nostri lettori possano vantarsi di conoscere il vero significato dei picchi effimeri.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (4 aprile 2022)
Dal 1 aprile, con la fine dello stato di emergenza, i dati pubblicati dalla Regione Piemonte nel suo Focus giornaliero sono tornati ad essere completi. Abbiamo percio' iniziato a raccoglierli in una diversa tabella.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' salito molto, al 14.3% ed e' riportato, come tutti gli altri dati, nel seguente grafico dei dati recenti e nel grafico dei dati grezzi.
Il fatto che il dato sia salito cosi' tanto, potrebbe indicare la presenza di un picco effimero (lo sarebbe se oltre ad essere cosi' pronunciato, avesse anche una larghezza di non piu' di 3 giorni).
In effetti non e' un dato normale perche' per essere in accordo con la linea viola d'interpolazione dei dati precedenti avrebbe dovuto essere intorno al 12.5% mentre il 14.3% e' un valore decisamente troppo alto.
Se i dati dei prossimi 2 giorni non lo identificassero come il primo dato di un picco effimero saremmo nei guai perche' vorrebbe dire che la curva dei contagi si sta impennando per un forte aumento dell'apporto di nuovi contagi da parte delle attivita' umane riaperte in 1 aprile.
Per questo attendiamo a disegnare l'ulteriore tratto della linea viola nel grafico dei dati interpolati e nel grafico dei dati analizzati.
Se questo accadesse, sarebbe una pessima notizia perche' come l'apporto di contagi del +1%, iniziato il 14 febbraio e' tuttora presente, cosi' anche questo nuovo apporto di contagi sarebbe destinato a permanere a lungo, facendo aumentare la pendenza di una curva gia' in crescita piuttosto significativa, che potrebbe non essere limitata dalle immunita' naturali finora acquisite dalla popolazione.
Infatti c'e' in arrivo una nuova variante chiamata Xe, della quale non sappiamo nulla (in particolare quale sara' il suo tempo di guarigione spontanea, che e' il parametro fondamentale che ne governa l'evoluzione) e per la quale non si puo' fare molto affidamento sulle immunita' naturali finora acquisite dalla popolazione.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 125 e' stato graficato a destra.
Anche questo dato conferma la temporanea tendenza in crescita dei decessi che, come abbiamo osservato nei giorni scorsi, e' dovuta al fatto che i contagi di 12 giorni fa erano passati dal 7% al 10% circa.
Quindi non riscontriamo alcuna anomalia in questi dati dei decessi.
Per questo abbiamo disegnato nel grafico la linea viola d'interpolazione con un paio di oscillazioni ed anche il dato odierno ci si colloca bene sopra.
In altre parole le oscillazioni dei decessi giornalieri tra 120 e 170 riflette le oscillazioni dei contagi di 12 giorni prima (eccezion fatta per i decessi della domenica che sono sistematicamente molto bassi e vanno sempre mediati con i dati dei due giorni successivi). Se nella quarta ondata al 3.6% di contagiati corrispondevano 18 giorni dopo (la variante era la Delta non Omicron) al 7% ne sarebbero corrisposti 117 ed al 10% ne sarebbero cossisposti 167, cioe' proprio i dati che stiamo registrando in questi giorni.

Cosa possiamo prevedere per questi decessi?
Siccome ogni deceduto per Covid-19 deve necessariamente essersi contagiato, tutto dipende dalla percentuale dei contagiati, che e' salita in modo abbastanza uniforme negli ultimi 10 giorni (vedi linea viola nel grafico dei dati recenti ), con una pendenza di salita che dipende se il dato di oggi e' il primo punto di un picco effimero o no:
  1. Se non e' un picco effimero, allora la curva e' salita dal 7.7% del 25 marzo al 14.3% di oggi 4 aprile, cioe' del 14.3-7.7 = +6.6% in 10 giorni.
  2. Se invece e' un picco effimero, allora il punto giusto di oggi sarebbe sulla linea viola al 12.5% per cui avremmo una salita dal 7.7% del 25 marzo al 12.5% di oggi 4 aprile, cioe' del 12.5-7.7 = +4.8% in 10 giorni.
Con queste due salite possibili dei contagi (ma dopodomani sapremo qual'e' quella vera) il numero medio dei decessi conseguenti a questi contagi comincera' a salire dal valore medio di 128 decessi al giorno corrispondenti al 7.7% di contagi del 25 marzo
  1. di 11 decessi per ogni giorno che passa nel primo caso
  2. e di 8 decessi per ogni giorno che passa nel secondo caso.
Cioe' in conseguenza della crescita attuale dei contagi i decessi aumenteranno di una decina in piu' ogni giorno che passa per almeno 10 giorni, a partire da dopodomani se la variante dominante e' stata Omicron, altrimenti non tra 2 ma tra 8 giorni da oggi (cioe' 18 giorni dopo il contagio invece di 12).
Questa previsione e' stata ottenuta con la sola aritmetica delle proporzioni: per fare i calcoli con maggior rigore si dovrebbe applicare alla probabilita' dei decessi la distribuzione (gaussiana) ricavabile per esempio dalla curva dei decessi della quarta ondata, ma secondo noi non e' indispensabile, perche' anche cosi' l'approssimazione che si ottiene e' soddisfacente.
E' cosi' che funziona questa pandemia (modello a soglia): tutto e' determinato dall'andamento del numero delle persone contagiate nel tempo, andamento che noi grafichiamo ed analizziamo.
Si tratta di un dato sul quale fortunatamente abbiamo sempre la possibilita' di incidere in una certa misura se vogliamo.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (3 aprile 2022)
Da ieri, con la fine dello stato di emergenza, i dati pubblicati dalla Regione Piemonte nel suo Focus giornaliero tornano completi. Abbiamo percio' iniziato a raccoglierli in una diversa tabella.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' salito al 12.1% ed e' riportato, come tutti gli altri dati, nel seguente grafico dei dati recenti e nel grafico dei dati grezzi.
Il fatto che il dato sia sceso cosi' tanto, piu' che confermare la presenza di un picco effimero (lo sarebbe se fosse un picco abbastanza pronunciato ma di larghezza di circa 3 giorni) ci fa pensare ad un'anomalia nell'unico dato molto alto, quello di ieri.
A conforto di questo giudizio c'e' anche il valore di 12.1% che si colloca esattamente sul prolungamento della linea viola precedentemente disegnata.
Questo conferma la precedente salita della curva dei contagi, che in 9 giorni e' salita dal 7.7% del 25 marzo al 12.1% di oggi, con la pendenza di (12.1-7.7)/9 = 0.49% al giorno, come indicato dalla linea viola nel grafico dei dati interpolati e nel grafico dei dati analizzati.
E' anche, secondo noi, una conferma che l'apporto di contagi del +1% iniziato il 14 febbraio e' tuttora presente, in misura superiore alle guarigioni attuali dei contagiati proprio del +0.5% al giorno (che e' la salita della linea viola che vediamo nei grafici).
Questo e' perfettamente consistente con l'interpretazioni da noi data, perche' se una o piu' delle riaperture operate l'11 febbraio scorso fosse responsabile di questo apporto continuo di contagi, ovviamente ancora ci sarebbe.
La situazione e' consistente con la presenza di un apporto in crescita costante del +1% al giorno (dovuta alle attivita' umane) in competizione con una discesa per le guarigioni del numero dei contagiati (i positivi al test), che ora ammonta a -0.5% al giorno ed e' variabile in base alla produzione di contagi negli ultimi 20 o 30 giorni (a secondo del tipo di virus).
Questo numero di guarigioni e' stato rilevante dopo l'ultimo picco della curva che pero' e' stato nei primi 10 giorni di febbraio, cioe' troppo lontano nel tempo per produrre effetti importanti oggi. Negli ultimi 20 o 30 giorni non ci sono stati picchi importanti e la percentuale dei contagiati e' sempre stata tra il 7% ed il 10%.
Ne consegue che la salita della curva negli ultimi 6 giorni non e' imputabile ad una variazione in meno del numero di guariti ma ad un aumento dell'apporto di nuovi contagi da parte delle attivita' umane, probabilmente connesso alle ulteriori riaperture dei 1 aprile (anticipate in parte dalla popolazione).
Concludiamo segnalando che la salita, ben visibile a destra nel grafico dei dati interpolati , non e' di poco conto (anche perche' e' gia' oltre il 10%) e siccome secondo la nostra analisi e' destinata a continuare, anche perche' c'e' in arrivo una nuova variante chiamata Xe, per la quale non si puo' fare molto affidamento sulle immunita' naturali acquisite dalla popolazione.
Essendo iniziata 6 giorni fa, tra una settimana torneranno ad aumentare i decessi. Non bisogna aspettare per vedere se aumentano: e' una cosa che si sa gia' prima che accada e l'allarme e' ora, non dopo quando aumentano ricoveri e decessi.
E' sbagliato lasciar aumentare i contagi per una settimana, in attesa che peggiorino i dati ospedalieri prima di prendere provvedimenti idonei a limitare la crescita dei contagi.

Per capire meglio questo ragionamento, ricordiamo che l'andamento della linea viola e' il risultato di due spinte contrapposte:
  1. La spinta in discesa delle guarigioni dei contagiati di 20 o 30 giorni prima (a secondo del tipo di virus infettante);
  2. e la spinta in salita degli apporti continui di contagi da parte delle attivita' umane riaperte.
Se questi apporti venissero meno, il numero di contagiati (e cosi' pure quello dei ricoveri e dei decessi) tenderebbe a zero entro il tempo di guarigione del virus (o al livello di fondo, per esempio 0.6%, in presenza dell'epidemia degli asintomatici).
A breve potremo verificare se questo e' vero: infatti dal 1 aprile l'Italia toglie quasi tutte le restrizioni ancora rimaste.
Se noi abbiamo ragione, dal 3 aprile dovremmo osservare un cambiamento di pendenza in peggio nella curva dei contagi in conseguenza delle ulteriori riaperture fatte il 1 aprile ed in effetti la salita in atto della curva dei contagi sembra esserne una conferma.
Non ci resta che sperare che gli italiani siano cosi' bravi da mantenere il cambiamento di pendenza della linea viola in limiti abbastanza contenuti.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 118 e' stato graficato a destra.
Anche questo dato conferma la temporanea tendenza in crescita dei decessi che, come abbiamo osservato nei giorni scorsi, e' dovuta al fatto che i contagi di 12 giorni fa erano passati dal 7% al 10% circa.
In altre parole le oscillazioni dei decessi giornalieri tra 120 e 170 riflette le oscillazioni dei contagi di 12 giorni prima (eccezion fatta per i decessi della domenica che sono sistematicamente molto bassi e vanno sempre mediati con i dati dei due giorni successivi). Quindi non riscontriamo alcuna particolarita' in questi dati dei decessi.
Per questo abbiamo disegnato nel grafico la linea viola d'interpolazione con un paio di oscillazioni.

IMPORTANZA DELL'USO DELLE MASCHERINE ALL'APERTO (3 aprile 2022)
Noi abbiamo ipotizzato il 19 febbraio 2022 che la causa dell'apporto permanente del +1% di contagi possa essere dovuto all'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto entrata in vigore l'11 febbraio 2022, per il cui effetto avevamo avuto nell'ormai lontano 12 ottobre 2020 un'evidenza sperimentale documentata dai dati reali con relativa tabella e grafico dei dati di quel periodo (seconda ondata), dove si nota nel grafico l'abbassamento del livello dei contagi dal 5.4% al 3.5% (dall'11 al 14 ottobre 2020), dovuto all'entrata in vigore dell'obbligo delle mascherine all'aperto.
Infatti gia' il 1 marzo 2022 la costanza nel tempo di questo importante apporto di contagi al +1% al giorno ci ha fatto pensare che potesse derivare dall'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto, in accordo con quanto da noi documentato nel commento dell'8 febbraio 2022 , dove la relativa percentuale dei contagi era stata costante e di poco inferiore al 2%. Ora sarebbe la meta' perche' c'e' una maggiore consapevolezza e non tutti hanno abolito definitivamente l'uso della mascherina.
Un fenomeno di produzione di contagi cosi' importante (+1%) e costante nel tempo potrebbe percio' essere compatibile con l'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto fatta il 1 febbraio 2022.
L'entita' di questo apporto potrebbe essere stata, anche da sola, la responsabile del prolungamento della quinta ondata per un altro mese (con tutto quello che cio' ha comportato).
L'effetto del mancato uso delle mascherine all'aperto (anche solo quelle chirurgiche) e' piu' rilevante d'inverno, perche' con il freddo i virus rimangono attivi piu' a lungo nell'ambiente e questo fatto da luogo al fenomeno dell'aumento delle cariche virali presenti nell'ambiente per l'accumulo dei virus nel tempo piu' lungo in cui rimangono attivi.
Percio' potrebbe essere stata proprio questa la causa di quello sciagurato incremento dei contagi (del +1% giornaliero), dovuto all'aumento dei rischi di contagio per la popolazione.
Purtroppo non possiamo affermarlo con certezza, perche' essendo avvenute le riaperture del 1 febbraio tutte insieme, non ci e' stato possibile identificare senza ombra di dubbio la causa di questo importante apporto permanente di contagi ma certamente i nostri dati dimostrano che l'abolizione dell'uso delle mascherine e' in grado di produrre un effetto di questa entita' (nel 2020 l'identificazione fu certa perche' l'uso delle mascherine all'aperto fu un provvedimento unico).
Per essere piu' espliciti, se tutto questo fosse vero ed alla luce di questi dati noi abbiamo motivo di ritenere che lo sia, crediamo che sarebbe bastato non abolire il solo obbligo delle mascherine all'aperto, lasciando tutte le altre riaperture dell'11 febbraio 2022 invariate, per far concludere questa quinta ondata in un paio di settimane.
Questo sarebbe accaduto perche' non sarebbe comparso l'incremento giornaliero di contagi permanente del +1% e sarebbe cosi' rimasto poi, per tutto il mese di marzo, un livello di contagi inferiore all'1% (fondo degli asintomatici) invece dell'8% o 10%, fino ad oggi, per oltre un mese, con enormi benefici sanitari ed economici.
Questo sarebbe potuto accadere per i motivi che abbiamo gia' spiegato in data 1 aprile.
Sarebbe questo anche un insegnamento importante che chiusure e riaperture non vanno decise basandosi sul buon senso, che puo' farci commettere clamorosi e tragici errori, ma su specifiche determinazioni sperimentali del loro ruolo nella produzione dei contagi, come quelle che si potrebbero ottenere scaglionando le varie riaperture in piu' giorni successivi ed osservando il loro effetto sull'incremento dei contagi.
L'accumulo di queste informazioni, come quella da noi ottenuta il 12 ottobre 2020 e discussa in questo commento, costituirebbe un patrimonio prezioso ed importantissimo per poter gestire al meglio la pandemia a lungo termine (convivenza con i virus).
A pensarci bene in casi come questo, in cui c'e' gia' un'evidenza sperimentale, non sarebbe difficile ripristinare per pochi giorni, diciamo tre, l'uso delle mascherine all'aperto per poter verificare se veramente la produzione dei contagi poi cala di quell'1% al giorno. La conoscenza avanza anche con tentativi praticabili, come potrebbe essere questo: si chiama "metodo sperimentale".

COMMENTO AI DATI DI SABATO (2 aprile 2022)
Da ieri, con la fine dello stato di emergenza, i dati pubblicati dalla Regione Piemonte nel suo Focus giornaliero tornano completi. Abbiamo percio' iniziato a raccoglierli in una diversa tabella.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' sceso dal 14.3% al 10.7% ed e' riportato, come tutti gli altri dati, nel seguente grafico dei dati recenti e nel grafico dei dati grezzi.
Il fatto che il dato sia sceso cosi' tanto, piu' che confermare la presenza di un picco effimero (lo sarebbe se fosse un picco abbastanza pronunciato ma di larghezza di circa 3 giorni) ci fa pensare ad un'anomalia nell'unico dato molto alto, quello di ieri.
A conforto di questo giudizio c'e' anche il valore di 10.7% che si colloca esattamente sul prolungamento della linea viola precedentemente disegnata.
Questo conferma la precedente salita della curva dei contagi con la pendenza di circa +0.4% al giorno, come indicato dalla linea viola nel grafico dei dati interpolati e nel grafico dei dati analizzati.
Infatti la curva e' salita dal 7.7% del 25 marzo al 10.7% di oggi in 8 giorni.
E' anche, secondo noi, una conferma che l'apporto di contagi del +1% iniziato il 14 febbraio e' tuttora presente, in misura superiore alle guarigioni attuali dei contagiati proprio del +0.4% al giorno (che e' la salita della linea viola che vediamo nei grafici).
Questo e' perfettamente consistente con l'interpretazioni da noi data, perche' se una o piu' delle riaperture operate l'11 febbraio scorso fosse responsabile di questo apporto continuo di contagi, ovviamente lo sarebbe ancora.

Vogliamo concludere ricordando che l'andamento della linea viola e' il risultato di due spinte contrapposte:
  1. La spinta in discesa delle guarigioni dei contagiati di 20 o 30 giorni prima (a secondo del tipo di virus infettante);
  2. e la spinta in salita degli apporti continui di contagi da parte delle attivita' umane riaperte.
Se questi apporti venissero meno, il numero di contagiati (e cosi' pure quello dei ricoveri e dei decessi) tenderebbe a zero entro il tempo di guarigione del virus (o al livello di fondo, per esempio 0.6%, in presenza dell'epidemia degli asintomatici).
A breve potremo verificare se questo e' vero: infatti dal 1 aprile l'Italia toglie quasi tutte le restrizioni ancora rimaste.
Inoltre, se noi abbiamo ragione, dal 3 aprile dovremmo osservare un cambiamento di pendenza in peggio nella curva dei contagi in conseguenza delle ulteriori riaperture fatte ieri.
Noi continuiamo a sperare che gli italiani siano cosi' bravi da mantenere il cambiamento di pendenza della linea viola in limiti abbastanza contenuti.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 129 e' stato graficato a destra.
Anche questo dato conferma la temporanea tendenza in crescita dei decessi che, come abbiamo osservato nei giorni scorsi, e' dovuta al fatto che i contagi di 12 giorni fa erano passati dal 7% al 10% circa.
In altre parole le oscillazioni dei decessi giornalieri tra 120 e 170 riflette le oscillazioni dei contagi di 12 giorni prima (eccezion fatta per i decessi della domenica che sono sistematicamente molto bassi e vanno sempre mediati con i dati dei due giorni successivi). Quindi non riscontriamo alcuna particolarita' in questi dati dei decessi.
Nei prossimi giorni dovremo disegnare la linea viola d'interpolazione nel grafico interpolato in leggera salita.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (1 aprile 2022)
Da oggi, con la fine dello stato di emergenza, i dati pubblicati dalla Regione Piemonte nel suo Focus giornaliero tornano completi.
Abbiamo percio' iniziato a raccoglierli in una diversa tabella.
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' molto alto perche' e' salito al 14.3% ed e' riportato, come tutti gli altri dati, nel seguente grafico dei dati recenti e nel grafico dei dati grezzi.
E' un dato ancora piu' alto di quello di ieri ma siamo portati a ritenerlo affidabile, perche' da ora in poi torniamo a disporre anche del numero dei positivi antigenici che fino a ieri dovevamo assumere che fosse nello stesso rapporto dei totali antigenici: per questo fino a ieri abbiamo indicato tra parentesi i dati ottenuti con questo metodo di adottare per i test antigenici/totali POSITIVI lo stesso rapporto ricavato dai test antigenici/totali ESEGUITI.
Da oggi non dobbiamo fare piu' assunzioni, perche' la percentuale graficata e' piu' affidabile in quanto calcolata con tutti dati reali.
Dobbiamo pero' attendere almeno il dato di domani per accertare che non abbiamo a che fare con un nuovo picco effimero (lo sarebbe se fosse un picco abbastanza pronunciato ma di larghezza non superiore a 3 giorni).
Per questo, non potendo escludere per ora la presenza di un picco effimero, attendiamo a disegnare l'ulteriore andamento della linea viola d'interpolazione, che traccia l'andamento di questa quinta ondata nei grafici.
Il risultato complessivo della nostra curva dei contagi e' percio' ancora quello indicato dalla linea viola nel grafico dei dati interpolati e nel grafico dei dati analizzati.
Ricordiamo che l'andamento della linea viola e' il risultato di due spinte contrapposte:
  1. La spinta in discesa delle guarigioni dei contagiati di 20 o 30 giorni prima (a secondo del tipo di virus infettante);
  2. e la spinta in salita degli apporti continui di contagi da parte delle attivita' umane riaperte.
Se questi apporti venissero meno, il numero di contagiati (e cosi' pure quello dei ricoveri e dei decessi) tenderebbe a zero entro il tempo di guarigione del virus (o al livello di fondo, per esempio 0.6%, in presenza dell'epidemia degli asintomatici).
A breve potremo verificare se questo e' vero: infatti dal 1 aprile l'Italia toglie quasi tutte le restrizioni ancora rimaste.
Se noi abbiamo ragione, dal 3 aprile dovremmo osservare un cambiamento di pendenza in peggio nella curva dei contagi, a meno che la popolazione non abbia in buona parte preso l'iniziativa di rilasciare in anticipo le cautele connesse alle restrizioni in via d'abolizione. Il dato cosi' alto di oggi qualche sospetto in questa direzione lo fa venire.
Noi continuiamo a sperare comunque che gli italiani siano cosi' bravi da mantenere il cambiamento di pendenza della linea viola in limiti abbastanza contenuti.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 154 e' stato graficato a destra.
Essendo un dato quasi uguale a quello di ieri, conferma la temporanea tendenza in crescita dei decessi che, come abbiamo osservato nei giorni scorsi, e' dovuta al fatto che i contagi di 12 giorni fa erano passati dal 7% al 10% circa.
In altre parole le oscillazioni dei decessi giornalieri tra 120 e 170 riflette le oscillazioni dei contagi di 12 giorni prima (eccezion fatta per i dati della domenica che sono sistematicamente molto bassi e vanno sempre mediati con i dati dei due giorni successivi). Quindi non riscontriamo alcuna particolarita' in questi dati dei decessi.
Nei prossimi giorni dovremo disegnare la linea viola d'interpolazione nel grafico interpolato in leggera salita.

IMPORTANZA DI MANTENERE UN LIVELLO DI CONTAGI BASSO (1 aprile 2022)
Una nozione basilare che soprattutto i governanti dovrebbere avere sempre in mente e' che la salita dei contagi dovuta alle riaperture dipende da vari parametri tra cui il numero di contagiati in circolazione, che e' rappresentato dalla linea viola nel nostro grafico dei dati interpolati
Questo vuol dire che, se la percentuale dei contagiati si dimezza, si dimezza anche la probabilita' che ha una persona sana di venire in contatto con una persona contagiata e questo dimezza l'apporto dei contagi da parte delle attivita' umane ma non le quarigioni dei contagiati, per cui la curva decresce.
Quindi non e' affatto indifferente far scendere piu' o meno la curva dei contagi: secondo noi, se l'11 febbraio non si fosse operata quella riapertura (non sappiamo quale) che poi, tre giorni dopo, ha introdotto per un intero mese un apporto di contagi continuo del +1% al giorno (da noi messo in evidenza nei dati del Piemonte il 19 febbraio ma che quasi certamente trova riscontro anche nel resto d'Italia, perche' le riaperture sono state le stesse), la curva dei contagi sarebbe scesa al livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici (0.6% circa) e non sarebbe piu' risalita, proprio per la ragione che abbiamo spiegato in questo commento (e' stato il +1% al giorno di nuovi contagi a mantenere alto il livello dell'ondata).
Da allora in poi, per oltre un mese, riteniamo che avremmo potuto avere contagi, ricoveri e decessi inferiori di oltre il 90% di quelli che invece abbiamo avuto (che sono stati tanti, oltre al conto economico).
CONCLUSIONE: Convivere con i virus e' una necessita' pero', come capite bene da quanto abbiamo detto, ci sono vari modi di conviverci ed ogni Paese deve decidere come farlo.
Conviverci con un livello di contagi basso puo' ripagare molto bene dei sacrifici fatti non solo in termini sanitari ma anche economici per una prolungata maggiore competitivita' del sistema Paese nei confronti della concorrenza internazionale.
Se tutto questo e' vero, cedere alla smania di riaprire tutto il prima possibile non paga, anzi puo' costare molto caro.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (31 marzo 2022)
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' 10.3% ed e' riportato, come tutti gli altri, nel seguente grafico dei dati recenti e nel grafico dei dati grezzi.
E' un dato alto come quello di ieri. Secondo noi sarebbe stato un picco effimero se il dato di oggi fosse sceso ma non e' stato cosi' per cui non riconoscendo la presenza di un picco effimero abbiamo disegnato in salita l'andamento della linea viola d'interpolazione, che traccia l'andamento di questa quinta ondata.
Il risultato complessivo della nostra curva dei contagi e' percio' quello indicato dalla linea viola nel grafico dei dati interpolati e nel grafico dei dati analizzati.
Ricordiamo che l'andamento della linea viola e' il risultato di due spinte contrapposte:
  1. La spinta in discesa delle guarigioni dei contagiati di 20 o 30 giorni prima (a secondo del tipo di virus infettante);
  2. e la spinta in salita degli apporti continui di contagi da parte delle attivita' umane riaperte.
Se questi apporti venissero meno, il numero di contagiati (e cosi' pure quello dei ricoveri e dei decessi) tenderebbe a zero entro il tempo di guarigione del virus (o al livello di fondo, per esempio 0.6%, in presenza dell'epidemia degli asintomatici).
A breve potremo verificare se questo e' vero: infatti dal 1 aprile l'Italia toglie quasi tutte le restrizioni ancora rimaste.
Se noi abbiamo ragione, dal 3 aprile dovremo osservare un cambiamento di pendenza in peggio nella curva dei contagi.
Speriamo che gli italiani siano cosi' bravi da mantenere il cambiamento di pendenza della linea viola in limiti abbastanza ridotti.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i grafici dei dati grezzi e interpolati dove il dato odierno di 159 e' stato graficato a destra.
Essendo un dato alto come quello di ieri, conferma la temporanea tendenza in crescita dei decessi che, come abbiamo osservato ieri, e' dovuta al fatto che i contagi di 12 giorni fa erano passati dal 7% al 10% circa.
In altre parole le oscillazioni dei decessi giornalieri tra 120 e 170 riflette le oscillazioni dei contagi di 12 giorni prima (eccezion fatta per i dati della domenica che sono sistematicamente molto bassi e vanno mediati con i dati dei due giorni successivi). Quindi non riscontriamo alcuna particolarita' in questi dati dei decessi.
Nei prossimi giorni ci sembra che dovremo disegnare la linea viola d'interpolazione nel grafico interpolato in leggera salita.

DOMANI L'ITALIA RIAPRE (31 marzo 2022)
Questa riapertura alla normalita' di quasi tutte le attivita' purtroppo non consegue alla fine della pandemia ma segna il momento in cui gli italiani hanno deciso di accettare la convivenza con i virus.
Le nostre raccomandazioni non sono state raccolte dai governanti, per cui ancora una volta le riaperture saranno fatte tutte insieme, rinunciando cosi' alla possibilita' di individuare quali riaperture sono quelle piu' critiche per l'aumento dei contagi.
Questo sarebbe stato possibile scaglionando le varie riaperture in piu' giorni, come abbiamo piu' volte sottolimeato in occasione delle precedenti riaperture fatte l'11 febbraio, dopo le quali abbiamo registrato l'inizio di un apporto continuo di contagi molto elevato, pari al +1% al giorno per oltre un mese.
Di questo importante apporto, che secondo noi ha impedito la conclusione della quinta ondata gia' un mese fa, prolungandola fino ad oggi, non abbiamo potuto identificare la causa proprio perche' le riaperture furono fatte tutte insieme.
Speriamo di non doverci trovare ora nella stessa situazione.
Queste nostre preoccupazioni valgono ancora per tutto il mese di aprile, perche' poi a maggio tornera' la stagione calda e la pandemia andra' in "letargo" (cioe' si attenuera' molto) fino a settembre.
Cosa ci dovremo aspettare quindi da domani in poi?
Crediamo che ci sara' un aumento dell'apporto di contagi da parte delle attivita' umane che fara' salire la curva dei contagi (speriamo di poco).
Ma quanto salira'?
In base alle nostre deduzioni basate sulle nozioni del modello a soglia il 18 marzo abbiamo sostenuto che si possono anche abolire tutte le restrizioni quando il virus e' Omicron, nell'ipotesi che possa raggiungere una sua immunita' di gregge che lo porterebbe all'estinzione ma NON per la variante Delta (o simili) che invece non raggiungono mai l'immunita' di gregge e pertanto non si estinguono.
Esiste quindi la possibilita' di lasciar correre liberamente i contagi per ottenere il beneficio di una crescita dell'immunita' naturale (quella conseguente ad un'infezione asintomatica ed inconsapevole).
Questo beneficio si manifesta pero' in due modi diversi, a secondo del tipo di virus prevalente:
  1. Se il virus ha un tempo di guarigione spontanea di 20 giorni o minore (per esempio Omicron) allora non e' in grado di instaurare un'epidemia degli asintomatici e percio' una volta terminato il picco dell'ondata si estingue (immunita' di gregge).
  2. Se invece il virus ha un tempo di guarigione spontanea di 30 giorni o superiore (per esempio Delta) allora e' in grado di instaurare un'epidemia degli asintomatici e quindi resta endemico producendo tante altre ondate ma sempre piu' piccole, tanto piu' alto diventa il livello d'immunizzazione della popolazione.
Un esempio di questo secondo caso lo abbiamo visto nella quarta ondata che si e' verificata ad agosto 2021 (variante Delta), con un livello di picco che si e' limitato al 5.5% ed il picco successivo ancora meno (4%).
Le incognite di questa strategia di convivenza con il virus risiedono pero':
  • da un lato nella necessita' di accettare la presenza endemica, praticamente inevitabile dell'epidemia degli asintomatici che perpetua la presenza della pandemia tra di noi;
  • dall'altro nel lasciare piu' o meno aperta la porta a chissa' quante altre varianti, che hanno un brutto vizio: quello di diventare tanto piu' prevalenti quanto piu' sono aggressive.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (30 marzo 2022)
Il dato della percentuale dei contagiati di oggi, e' 10.2% ed e' riportato, come tutti gli altri, nel seguente grafico dei dati recenti:


e nel grafico dei dati grezzi.
E' un dato ancora alto, che potrebbe far parte di un picco effimero se anche il dato di domani fosse in discesa, per cui aspettiamo anche il dato di domani per disegnare l'andamento della linea viola d'interpolazione che traccia l'andamento di questa quinta ondata.
Il risultato complessivo della nostra curva dei contagi per ora rimane percio' quello indicato dalla linea viola nel grafico dei dati interpolati e nel grafico dei dati analizzati.
Ricordiamo che l'andamento della linea viola e' il risultato di due spinte contrapposte:
  1. La spinta in discesa delle guarigioni dei contagiati di 20 o 30 giorni prima (a secondo del tipo di virus infettante);
  2. e la spinta in salita degli apporti continui di contagi da parte delle attivita' umane riaperte.
Se questi apporti venissero meno, il numero di contagiati (e cosi' pure quello dei ricoveri e dei decessi) tenderebbe a zero entro il tempo di guarigione del virus (o al livello di fondo, per esempio 0.6%, in presenza dell'epidemia degli asintomatici).
A breve potremo verificare se questo e' vero: infatti dal 1 aprile l'Italia toglie quasi tutte le restrizioni ancora rimaste.
Se noi abbiamo ragione, dal 3 aprile dovremo osservare un cambiamento di pendenza in peggio nella curva dei contagi.
Speriamo che gli italiani siano cosi' bravi da mantenere il cambiamento di pendenza della linea viola in limiti abbastanza ridotti.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere i seguenti grafici dei dati grezzi e dei dati interpolati:

dove il dato odierno di 170 e' stato graficato a destra.
Essendo un dato alto come quello di ieri, conferma la temporanea tendenza in crescita dei decessi che, come abbiamo osservato ieri, e' dovuta al fatto che i contagi di 12 giorni fa erano passati dal 7% al 10% circa.
Per questo crediamo che nei prossimi giorni dovremo disegnare la linea viola d'interpolazione nel grafico interpolato in leggera salita.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (29 marzo 2022)
La regione Piemonte ormai crediamo che non pubblichera' piu' il numero di test antigenici positivi, necessario per ricavare la percentuale di tamponi positivi, al netto di quelli antigenici, da noi sempre usata nei grafici, per cui smettiamo di indicare tra parentesi i dati ottenuti con il metodo di adottare per i test antigenici/totali POSITIVI lo stesso rapporto ricavato dai test antigenici/totali ESEGUITI.
Il dato di oggi, e' 11.3%, e' riportato, come tutti gli altri, nel grafico dei dati recenti e nel grafico dei dati grezzi.
E' un dato molto alto, che non ci sembra possa far parte di un picco effimero, per cui crediamo che la linea viola d'interpolazione che traccia l'andamento di questa quinta ondata ora debba impennarsi verso l'alto; ma aspettiamo anche il dato di domani per disegnarla.
Il risultato complessivo della nostra curva dei contagi per ora e' quello indicato dalla linea viola nel grafico dei dati interpolati e nel grafico dei dati analizzati.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico dei dati grezzi ed il grafico interpolato , dove il dato odierno di 177 e' stato graficato a destra.
Come previsto e' un dato superiore a quelli di ieri e l'altro ieri (contiene buona parte dei decessi di domenica).
Facendo la media degli ultimi 3 dati otteniamo (82+95+177)/3 = 118, che e' un dato un po' superiore alla linea viola da noi precedentemente disegnata, vicina ai 100 decessi al giorno (con questo livello di contagi.
La tendenza in crescita dei decessi e' dovuta al fatto che i contagi di 12 giorni fa erano passati dal 7% al 10% circa.
Per questo nei prossimi giorni dovremo disegnare la linea viola d'interpolazione nel grafico interpolato in leggera salita.

CORONAVIRUS: IMPORTANZA DEL TEMPO DI GUARIGIONE (29 marzo 2022)
Dall'osservazione dei dati reali nelle varie ondate noi abbiamo dedotto una serie di ipotesi sul funzionamento di queste epidemie da coronavirus nelle sue diverse varianti, che abbiamo raccolto in un modello che ne descrive l'evoluzione (il modello a soglia ).
Questo modello ci fornisce una spiegazione anche della differenza tra due modalita' di evoluzione molto diverse come quelle che abbiamo visto:
  1. In Russia, dove varie ondate si sono succedute su un fondo praticamente in crescita ESPONENZIALE. Per chi non sa cosa sia questa crescita esponenziale dei contagi, riportiamo un caso in cui questo e' accaduto, quello della pandemia in Russia nel 2021 (con un tasso di vaccinazioni molto piu' basso del nostro), in cui abbiamo evidenziato con una curva bianca quello che secondo noi e' stato l'effetto della crescita esponenziale dell'epidemia degli asintomatici (quello che si vede in figura e' l'effetto della crescita del fondo degli asintomatici), a testimonianza che il fenomeno esisteva per quel tipo di virus.
    E' un effetto di cui solo noi abbiamo parlato, questo dell'esplosione dell'epidemia parallela ed invisibile degli asintomatici, ed e' quello che ci ha suggerito il nome del modello a soglia, perche' e' un fenomeno a soglia. Di questo abbiamo parlato piu' volte in passato, ad esempio nella Lezione 52.

  2. E piu' recentemente in un altro caso in Gran Bretagna , dove varie ondate si stanno succedendo su un fondo praticamente in crescita LINEARE (non esponenziale).
Il nostro modello ci fornisce una spiegazione per due comportamenti cosi' diversi: secondo noi la spiegazione risiede nel diverso tempo di guarigione dei virus prevalenti nelle due epidemie.
In Russia erano le prime varianti del Sars-CoV-2 che avevano un tempo di guarigione di 30 giorni circa (il tempo di guarigione e' misurabile dal tempo di salita di un'ondata, che comincia a piegarsi verso il picco quando cominciano ad arrivare le guarigioni dei primi contagiati).
In Gran Bretagna attualmente c'e' ancora la variante Omicron che dalle nostre osservazioni mostra di avere un tempo di guarigione abbastanza piu' breve (20 giorni invece di 30).
Come abbiamo spiegato piu' volte in questo lavoro, un tempo di guarigione piu' lungo favorisce l'instaurarsi in modo permanente dell'epidemia degli asintomatici, che e' quella che con un processo di progressione geometrica a soglia delle infezioni puo' dare origine a quella crescita esponenziale che vediamo nel grafico della Russia,
Quando il tempo di quarigione dei virus e' piu' breve, come 20 giorni, il fenomeno dell'epidemia degli asintomatici non puo' aver luogo e cosi' la crescita esponenziale dei contagi non puo' avvenire.
In questo caso la crescita e' lineare perche' il solo contributo alla crescita dei contagi e' l'accumulo degli apporti di contagi prodotti dalle attivita' umane, che non e' esponenziale. Cioe' viene a mancare il contributo dell'esplosione "geometrica" dell'epidemia degli asintomatici che per la variante Delta esiste ma per Omicron no.
Abbiamo anche spiegato che l'assenza dell'epidemia degli asintomatici, non instaurando un fondo minimo permanente di contagiati, permette il raggiungimento di quella condizione particolare chiamata "immunita' di gregge" (per Omicron si, per la variante Delta no).
E' difficile per noi poter dimostrare in modo piu' rigoroso queste affermazioni ma questo e' quello che ci dice il nostro modello a soglia, che e' il risultato di deduzioni logiche da noi fatte sui dati reali.
Per questo il nostro quadro di riferimento e' un modello , che e' quello a cui ricorre la Scienza quando il fenomeno da descrivere risulta troppo complesso.
Ma i modelli non sono meri esercizi intellettuali quando funzionano, cioe' quando gran parte delle previsioni che fanno risultano poi corrette. Ed il nostro modello a soglia ha dato ampia prova di funzionare piuttosto bene, come abbiamo potuto verificare piu' volte nel corso di questo nostro lungo lavoro,

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (28 marzo 2022)
La regione Piemonte ormai crediamo che non pubblichera' piu' il numero di test antigenici positivi, necessario per ricavare la percentuale di tamponi positivi, al netto di quelli antigenici, da noi sempre usata nei grafici, per cui smettiamo di indicare tra parentesi i dati ottenuti con il metodo di adottare per i test antigenici/totali POSITIVI lo stesso rapporto ricavato dai test antigenici/totali ESEGUITI.
Il dato di oggi, e' 9.4%, e' riportato, come tutti gli altri, nel grafico dei dati recenti e nel grafico dei dati grezzi.
E' un dato alto come quelli dei due precedenti picchi effimeri, per cui crediamo che sia il secondo punto di un altro picco effimero, per cui la linea viola d'interpolazione che traccia l'andamento di questa quinta ondata rimane invariata.
Come abbiamo gia' spiegato, i picchi "effimeri" prodotti dai contagi delle persone immunizzate, esauriscono i loro effetti in soli 3 giorni e quindi non vanno considerati nell'andamento della quinta ondata (linea viola nel grafico dei dati interpolati e nel grafico dei dati analizzati ).
Insieme agli incrementi di contagi delle persone immunizzate ci sono anche quelli (meno numerosi attualmente) delle persone non immunizzate che introducono un gradino in salita che permane per tutta la durata del tempo di guarigione spontanea del virus (20 o 30 giorni).
L'accumulo di questi gradini comporta una leggera risalita della curva dei contagi, salita che e' il risultato delle due spinte contrapposte: quella in salita degli apporti di contagi da parte delle attivita' umane riaperte e quella in discesa dei contagiati che guariscono dopo 20 o 30 giorni (a secondo del tipo di virus: 20 per Omicron e 30 per Delta).
Questa spinta in discesa delle guarigioni e' perfettamente calcolabile dalla curva dei contagi, se si conosce qual'e' il virus prevalente, cioe' il suo tempo di guarigione spontanea. Quindi anche l'entita' dell'apporto dei contagi prodotto dalle attivita' umane, controllabile con adeguate restrizioni, puo' essere cosi' misurato e monitorato.
Anche riconoscere qual'e' il tempo di guarigione durante le crescita dell'ondata e' facile: e' il tempo che l'ondata impiega dall'inizio al punto di cambio di pendenza che prelude al picco.
Con questo livello di apporto di contagi da parte delle attivita' umane la prospettiva e' di rimanere ad un livello di contagi tra l'8% ed il 10% fino a maggio, con un numero medio di decessi giornalieri intorno a 100. Con le altre riaperture gia' programmate la situazione potrebbe ovviamente peggiorare.
Quella italiana potrebbe diventare una situazione simile a quella della Gran Bretagna nel 2021, visibile come linea verde UK nel grafico dei Paesi del centro Europa , che rifletteva la variabilita' degli apporti di contagi delle attivita' umane, lasciate aperte dai britannici ed anche quella dell'ultimo anno riportata nel grafico seguente:


Non si puo' ignorare che quando salgono i ricoveri, salgono pure i costi sanitari ed il numero dei decessi e non sono numeri piccoli.
Il risultato complessivo della nostra curva dei contagi per ora e' quello indicato dalla linea viola nel grafico dei dati interpolati e nel grafico dei dati analizzati.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico dei dati grezzi ed il grafico interpolato , dove il dato odierno di 95 e' stato graficato a destra.
Come previsto e' un dato superiore a di ieri (domenica), particolarmente basso come al solito. Attendiamo percio' anche il dato di domani per fare la media, che gia' appare in linea con l'andamento della linea viola d'interpolazione da noi gia' tracciata in precedenza, vicina ai 100 decessi al giorno (con questo livello di contagi).

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (27 marzo 2022)
La regione Piemonte ormai crediamo che non pubblichera' piu' il numero di test antigenici positivi, necessario per ricavare la percentuale di tamponi positivi, al netto di quelli antigenici, da noi sempre usata nei grafici, per cui smettiamo di indicare tra parentesi i dati ottenuti con il metodo di adottare per i test antigenici/totali POSITIVI lo stesso rapporto ricavato dai test antigenici/totali ESEGUITI.
Il dato di oggi, e' 9.6%, e' riportato, come tutti gli altri, nel grafico dei dati recenti e nel grafico dei dati grezzi.
E' un dato alto come quelli dei due precedenti picchi effimeri, per cui crediamo che sia l'annuncio di un terzo picco effimero.
Come abbiamo gia' spiegato, i picchi "effimeri" prodotti dai contagi delle persone immunizzate, esauriscono i loro effetti in soli 3 giorni e quindi non vanno considerati nell'andamento della quinta ondata (linea viola nel grafico dei dati interpolati e nel grafico dei dati analizzati ).
Insieme agli incrementi di contagi delle persone immunizzate ci sono anche quelli (meno numerosi attualmente) delle persone non immunizzate che introducono un gradino in salita che permane per tutta la durata del tempo di guarigione spontanea del virus (20 o 30 giorni).
L'accumulo di questi gradini comporta una leggera risalita della curva dei contagi, salita che e' il risultato delle due spinte contrapposte: quella in salita degli apporti di contagi da parte delle attivita' umane riaperte e quella in discesa dei contagiati che guariscono dopo 20 o 30 giorni (a secondo del tipo di virus: 20 per Omicron e 30 per Delta).
Questa spinta in discesa delle guarigioni e' perfettamente calcolabile dalla curva dei contagi, se si conosce qual'e' il virus prevalente, cioe' il suo tempo di guarigione spontanea. Quindi anche l'entita' dell'apporto dei contagi prodotto dalle attivita' umane, controllabile con adeguate restrizioni, puo' essere cosi' misurato e monitorato.
Anche riconoscere qual'e' il tempo di guarigione durante le crescita dell'ondata e' facile: e' il tempo che l'ondata impiega dall'inizio al punto di cambio di pendenza che prelude al picco.
Con questo livello di apporto di contagi da parte delle attivita' umane la prospettiva e' di rimanere ad un livello di contagi tra l'8% ed il 10% fino a maggio, con un numero medio di decessi giornalieri intorno a 100. Con le altre riaperture gia' programmate la situazione potrebbe ovviamente peggiorare.
Sarebbe una situazione simile a quella della Gran Bretagna nel 2021, visibile come linea verde UK nel grafico dei Paesi del centro Europa , che rifletteva la variabilita' degli apporti di contagi delle attivita' umane lasciate aperte dai britannici.
Il risultato complessivo per ora e' quello indicato dalla linea viola nel grafico dei dati interpolati e nel grafico dei dati analizzati.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico dei dati grezzi ed il grafico interpolato , dove il dato odierno di 82 e' stato graficato a destra.
Essendo un dato della domenica, particolarmente basso come al solito attendiamo i dati dei prossimi due giorni per fare poi la media.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (26 marzo 2022)
La regione Piemonte non pubblica piu' il numero di test antigenici positivi, necessario per calcolare la percentuale di tamponi positivi, al netto di quelli antigenici, da noi sempre usata nei grafici.
Per dedurre questo dato a noi necessario abbiamo deciso, come spiegato QUI' , di adottare anche per i test antigenici/totali POSITIVI lo stesso rapporto ricavato dai test antigenici/totali ESEGUITI.
Distingueremo le percentuali ottenute con questo nuovo metodo, scrivendole tra parentesi ed in grassetto qui' sotto.
La sequenza dei dati dal 14 febbraio 2022 in poi, cioe' dall'inizio della risalita della curva per le riaperture dell'11 febbraio (compresa l'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto), e' la seguente:
6.1%   8.0%   9.2%   9.4%   9.4%   9.2%   10.4%   (12.6%) (7.7%) (7.9%) (7.5%) (7.2%) (7.9%) (5.9%) (9.1%) (7.0%) (8.4%) (7.5%) (9.4%) (8.5%) (8.8%) (6.7%) (7.2%) (7.0%) (7.1%) (6.3%) (6.7%) (8.3%) (7.6%) (9.6%) (9.7%) (8.6%) (7.3%) (8.1%) (9.6%) (8.5%) (9.4%) (9.8%) (9.5%) (7.7%) (8.0%)
(quelli in grassetto sono dedotti con il nuovo metodo ).
Di questi dati quelli dal 21 febbraio in poi sono stati riportati anche nel seguente grafico dei dati recenti (che sono tutti quelli dedotti con il nuovo metodo ).

Il dato di oggi, e' (8.0%), e' riportato, come tutti gli altri, nel grafico dei dati grezzi.
E' un dato che conferma la salita della curva dei contagi molto lenta (quasi un pianerottolo) che avevamo intravisto e disegnato ieri. Per questo abbiamo cancellato la precedente salita del +0.4% al giorno che avevamo ipotizzato (e' il tratto di curva non piu' viola ma ora bianca).
Quello che ci aveva ingannato e' la presenza di un altro picco effimero, che abbiamo indicato nel grafico dei dati recenti.
Lo stesso abbiamo fatto sia nel grafico dei dati interpolati , che nel grafico dei dati analizzati.
Siamo percio' ora convinti che i tre dati precedenti superiori al 9% siano frutto di un picco effimero e che conseguentemente la curva della quinta ondata NON ha ripreso a crescere al +0.4% giornaliero ma molto meno, sarebbe quasi in "pianerottolo".
Inoltre e' incoraggiante che il dato odierno si colloca esattamente sulla linea viola da noi disegnata, che rappresenta l'andamento di questa quinta ondata.
Vogliamo scusarci con i nostri lettori piu' assidui, se ripetiamo spesso le parti piu' significative dei commenti fatti nei giorni precedenti: questo viene fatto perche' molti lettori potrebbero non averle lette.
Una settimana fa la curva sembrava appiattirsi (vedi il grafico dei dati piu' recenti ) e noi ne avevamo dedotto che l'alto numero di persone immunizzate ad Omicron (per immunita' naturale acquisita dopo l'infezione) cominciasse a mostrare i suoi effetti, limitando la crescita dei contagi da Omicron.
Abbiamo poi attribuito l'apparente risalita della curva ad un'altra causa che abbiamo supposto potesse essere la variante Delta o un'altra variante (Omicron-2) pero' con caratteristiche simiii a quelle della variante Delta.
Avevamo preferito parlare di variante Delta e non di Omicron-2 perche' crediamo che sia vero che la Delta permanga endemicamente sotto forma di epidemia di asintomatici, come afferma il modello a soglia, tant'e' vero che dopo il picco di agosto 2021 (quarta ondata) si e' poi ripresentato ancora, secondo noi, 100 giorni dopo, a novembre e dicembre 2021 (vedi grafico dei dati analizzati ) ed ora, altri 100 giorni dopo, non ci sarebbe nulla di strano che ricomparisse a marzo 2022, ancora con un picco inferiore al 10%.
Sta succedendo quello che abbiamo piu' volte previsto dopo le riaperture dell'11 febbraio: secondo noi permane un apporto di contagi dovuto alle attivita' umane riaperte, che non fa partire una nuova ondata per l'alto livello di immunita' esistente, sia naturale che vaccinale, ma ci aspettiamo una curva dei contagi oscillante piu' o meno come la linea verde UK nel grafico dei Paesi del centro Europa nel 2021, che rifletteva la variabilita' degli apporti di contagi delle attivita' umane lasciate aperte dai britannici.
Se il virus dominante avra' le stesse caratteristiche della variante Delta, al 6% di contagi corrisponderanno, come conseguenza dei contagi prodotti dagli umani, 100 decessi al giorno (18 giorni dopo) fino a maggio, quando il livello dei contagi e' destinato a diminuire, e cosi' anche quello dei decessi, per l'arrivo della stagione calda.
Le spiegazioni del 18 marzo, che inducevano all'abolizione delle restrizioni con un "libera tutti" per la popolazione valevano per Omicron nell'ipotesi, che potesse raggiungere una sua immunita' di gregge che l'avrebbe portato all'estinzione (come sta avvenendo) ma NON per la variante Delta (o simili) che non raggiunge mai l'immunita' di gregge e pertanto non si estingue.
Quindi se abbiamo a che fare con la variante Delta (o simile) le restrizioni serviranno ancora, se si vuole mantenere basso il livello dei contagi e quindi dei decessi.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico dei dati grezzi ed il grafico interpolato , dove il dato odierno di 118 e' stato graficato a destra.
Il dato di oggi finalmente e' sceso ai livelli che ci attendevamo, intorno a 100, corrispondenti al 6% di contagi di 18 giorni prima, come indicato dalla linea viola che si puo' vedere nel grafico interpolato.
Se andiamo a vedere i contagi di 18 giorni fa ci accorgiamo che l'8 marzo i contagi erano scesi al 7.2% dal picco, che poco prima aveva raggiunto il 9%, il che avrebbe giustificato l'eccesso di decessi degli ultimi 3 giorni (dal 22 al 24 marzo, con una media di 177 decessi).
Nella quarta ondata (di agosto 2021, con la variante Delta) al 3.6% di contagi corrispondevano 18 giorni dopo 60 decessi al giorno. Quindi se i contagi fossero stati il 7.2%, 18 giorni dopo avremmo avuto 120 decessi, che corrispondono proprio ai 118 decessi di oggi.
Questo raforza la nostra convinzione che abbiamo a cfhe fare con la variante Delta o con un altro virus molto simile a Delta.
In altre parole, i decessi sono conseguenza di contagi e quindi i decessi alti devono corrispondere a contagi alti. Ma i contagi alti ci sono stati NON 12 giorni prima ma 18 giorni prima, che e' il ritardo tipico della variante Delta, come l'abbiamo potuto osservare nella quarta ondata.
Inoltre, che il peggioramento attuale dei dati possa essere imputabile al regresso (per immunita' di gregge) della variante Omicron ed un ritorno della variante Delta, o di un'altra variante (Omicron-2?) pero' con caratteristiche simiii a quelle della variante Delta, potrebbe spiegare anche la recrudescenza dei contagi e decessi che si sta registrando in questi giorni nei vari Paesi d'Europa.
Il venir meno della presenza di Omicron evidentemente faciliterebbe una maggiore diffusione di quest'altra variante (Delta) o altro virus con caratteristiche simili a quelle della Delta.
Se fosse veramente cosi', e basterebbe riconoscerlo seguenziando le basi, allora sarebbe il virus della quarta ondata (Delta) di agosto 2021, rimasto finora quiesciente nella sua epidemia di asintomatici.
Inoltre sarebbe definitivamente finito il picco di decessi registrato nei precedenti 3 giorni, dal 22 al 24 marzo (picco dei decessi a 177), che sarebbe stato il riscontro del picco dei contagi di 18 (non 12) giorni prima, dal 4 al 6 marzo (picco dei contagi al 9%).
La variante Delta ad agosto 2021 arrivo' solo al 6% per l'alto numero di vaccinazioni fatte in Italia (il 90% delle persone vaccinabili). Poi secondo noi si e' ripresentata 100 giorni dopo, all'inizio della quinta ondata tra novembre e dicembre 2021. Non ci sarebbe percio' nulla di strano che ora, dopo altri 100 giorni, ricomparisse facendo crescere i contagi e tentando di iniziare un'altra ondata.
Ora pero' sono passati molti mesi dal momento in cui molte persone si sono vaccinate e crediamo che per questo Delta avrebbe ora piu' possibilita' di espandersi: se questo accadesse, ne andrebbe limitata la crescita con adeguate restrizioni, che non sarebbero necessarie con Omicron ma lo sono con Delta (e' spiegato QUI' ), perche' piu' la si lascia crescere e peggio e'.
Questo e' proprio il contrario di quello che si sta facendo ora in tutta Europa (e mancano ancora 2 mesi a maggio, che ci aiutera' poi con l'innalzamento delle temperature).
Nessuno deve illudersi che la pandemia sia finita, perche' purtroppo non e' cosi'.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (25 marzo 2022)
La regione Piemonte non pubblica piu' il numero di test antigenici positivi, necessario per calcolare la percentuale di tamponi positivi, al netto di quelli antigenici, da noi sempre usata nei grafici.
Per dedurre questo dato a noi necessario abbiamo deciso, come spiegato QUI' , di adottare anche per i test antigenici/totali POSITIVI lo stesso rapporto ricavato dai test antigenici/totali ESEGUITI.
Distingueremo le percentuali ottenute con questo nuovo metodo, scrivendole tra parentesi ed in grassetto qui' sotto.
La sequenza dei dati dal 14 febbraio 2022 in poi, cioe' dall'inizio della risalita della curva per le riaperture dell'11 febbraio (compresa l'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto), e' la seguente:
6.1%   8.0%   9.2%   9.4%   9.4%   9.2%   10.4%   (12.6%) (7.7%) (7.9%) (7.5%) (7.2%) (7.9%) (5.9%) (9.1%) (7.0%) (8.4%) (7.5%) (9.4%) (8.5%) (8.8%) (6.7%) (7.2%) (7.0%) (7.1%) (6.3%) (6.7%) (8.3%) (7.6%) (9.6%) (9.7%) (8.6%) (7.3%) (8.1%) (9.6%) (8.5%) (9.4%) (9.8%) (9.5%) (7.7%)
(quelli in grassetto sono dedotti con il nuovo metodo ).
Di questi dati quelli dal 21 febbraio in poi sono stati riportati anche nel seguente grafico dei dati recenti (che sono tutti quelli dedotti con il nuovo metodo ).

Il dato di oggi, sceso al (7.7%), e' riportato, come tutti gli altri, nel grafico dei dati grezzi.
E' un dato che NON conferma la salita della curva dei contagi che avevamo creduto di vedere ieri.
In particolare indicherebbe che i tre dati precedenti, tutti superiori al 9%, siano frutto di un picco effimero e che conseguentemente la curva della quinta ondata NON ha ripreso a crescere al +0.4% giornaliero ma molto meno, sarebbe quasi in "pianerottolo".
La situazione attuale si vede chiaramente nel grafico dei dati recenti (quello aggiornato si puo' vedere azzerando la cache del browser, se era gia' aperto su questo blog).
Per rendere piu' evidente questa situazione, che abbiamo descritto ora abbiamo disegnato il nuovo andamento della linea viola d'interpolazione, senza cancellare l'andamento che avevamo disegnato in precedenza sia nel grafico dei dati interpolati , che nel grafico dei dati analizzati.
Non sappiamo se credere a questo dato di oggi: la statistica e' elevata (cioe' i test sono tanti) ma ci sono un po' troppi risultati di test antigenici (meno affidabili di quelli molecolari), che noi abbiamo sottratto.
Crediamo percio' sia opportuno aspettare almeno il dato di domani per trarre le prime conclusioni, in particolare per stabilire se e' ancora presente la salita dei contagi con la pendenza del +0,4% al giorno, com'era una settimana fa oppure no (cioe' per capire quale delle due curve disegnate nei grafici sia quella vera).
Vogliamo scusarci con i nostri lettori piu' assidui, se ripetiamo spesso le parti piu' significative dei commenti fatti nei giorni precedenti: questo viene fatto perche' molti lettori potrebbero non averle lette.
Una settimana fa la curva sembrava appiattirsi (vedi il grafico dei dati piu' recenti ) e noi ne avevamo dedotto che l'alto numero di persone immunizzate ad Omicron (per immunita' naturale acquisita dopo l'infezione) cominciasse a mostrare i suoi effetti limitando la crescita dei contagi da Omicron.
Abbiamo poi attribuito l'apparente risalita della curva ad un'altra causa che abbiamo supposto potesse essere la variante Delta o un'altra variante (Omicron-2) pero' con caratteristiche simiii a quelle della variante Delta.
Avevamo preferito parlare di variante Delta e non di Omicron-2 perche' crediamo che sia vero che la Delta permanga endemicamente sotto forma di epidemia di asintomatici, come afferma il modello a soglia, tant'e' vero che dopo il picco di agosto 2021 (quarta ondata) si e' poi ripresentato ancora, secondo noi, 100 giorni dopo, a novembre e dicembre 2021 (vedi grafico dei dati analizzati ) ed ora, altri 100 giorni dopo, non ci sarebbe nulla di strano che ricomparisse a marzo 2022, ancora con un picco inferiore al 10%.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico dei dati grezzi ed il grafico interpolato , dove il dato odierno di 146 e' stato graficato a destra.
Anche il dato di oggi e' alto, come quelli dei 2 giorni precedenti, rispetto al valore atteso sulla linea viola che si puo' vedere nel grafico interpolato.
La spiegazione per questo dato ancora alto potrebbe essere la stessa che abbiamo gia' fornito negli ultimi 3 giorni.
Nei giorni precedenti avevamo avanzato l'ipotesi che la variante Omicron stesse raggiungendo la sua immunita' di gregge, che avrebbe comportato un netto calo dei suoi contagi.
Abbiamo quindi attribuito il restante plateau apparente del 6% nella curva dei contagi ad un'altro virus e noi, in attesa della sua identificazione, abbiamo ipotizzato che fosse la variante Delta, che e' sempre presente per la sua epidemia di asintomatici.
Questo 6% pero' e' un valore piuttosto alto rispetto al fondo atteso per la Delta, segno che l'epidemia di Delta si sarebbe attivata.
I decessi dovuti ai contagi Delta nella quarta ondata (quella di agosto 2021) avvenivano 18 giorni dopo il contagio (invece dei 12 attuali di Omicron).
Ora se andiamo a vedere i contagi di 18 giorni fa ci accorgiamo che il 7 marzo i contagi erano scesi al 6.7% dal picco, che poco prima aveva raggiunto il 9%, il che avrebbe giustificato l'eccesso di decessi degli ultimi 3 giorni (dal 22 al 24 marzo, con una media di 177 decessi), attribuendoli prevalentemente alla variante Delta anziche' Omicron (perche' 12 giorni prima, il 12 marzo, invece i contagi erano il 6.7%, cioe' scesi dal picco).
Certo questa non puo' che essere una supposizione in assenza di altri riscontri che confermino l'ipotesi ma serve a comprendere meglio il dato odierno di 146 decessi che sta tornando al livello che avevamo la settimana prima di questi valori cosi' alti.
In altre parole, i decessi sono conseguenza di contagi e quindi i decessi alti devono corrispondere a contagi alti. Ma i contagi alti ci sono stati non 12 giorni prima ma 18 giorni prima, che e' il ritardo tipico della variante Delta, come l'abbiamo potuto osservare nella quarta ondata.
Inoltre, che il peggioramento attuale dei dati possa essere imputabile al regresso (per immunita' di gregge) della variante Omicron ed un ritorno della variante Delta, o di un'altra variante (Omicron-2?) pero' con caratteristiche simiii a quelle della variante Delta, potrebbe spiegare anche la recrudescenza dei contagi e decessi che si sta registrando in questi giorni nei vari Paesi d'Europa.
Il venir meno della presenza di Omicron evidentemente faciliterebbe una maggiore diffusione di quest'altra variante (Delta) o altro virus con caratteristiche simili a quelle della Delta.
Se fosse veramente cosi', e basterebbe riconoscerlo seguenziando le basi, allora sarebbe il virus della quarta ondata (Delta) di agosto 2021, rimasto finora quiesciente nella sua epidemia di asintomatici.
Inoltre sarebbe definitivamente finito il picco di decessi registrato nei precedenti 3 giorni, dal 22 al 24 marzo (picco dei decessi a 177), che sarebbe stato il riscontro del picco dei contagi di 18 (non 12) giorni prima, dal 4 al 6 marzo (picco dei contagi al 9%).
La variante Delta ad agosto 2021 arrivo' solo al 6% per l'alto numero di vaccinazioni fatte in Italia (il 90% delle persone vaccinabili). Poi secondo noi si e' ripresentata 100 giorni dopo, all'inizio della quinta ondata tra novembre e dicembre 2021. Non ci sarebbe percio' nulla di strano che ora, dopo altri 100 giorni, ricomparisse facendo crescere i contagi e tentando di iniziare un'altra ondata.
Ora pero' sono passati molti mesi dal momento in cui molte persone si sono vaccinate e crediamo che per questo Delta avrebbe ora piu' possibilita' di espandersi: se questo accadesse, ne andrebbe limitata la crescita con adeguate restrizioni, che non sarebbero necessarie con Omicron ma lo sono con Delta (e' spiegato QUI' ), perche' piu' la si lascia crescere e peggio e'.
Questo e' proprio il contrario di quello che si sta facendo ora in tutta Europa (e mancano ancora 2 mesi a maggio, che ci aiutera' poi con l'innalzamento delle temperature).
Nessuno deve illudersi che la pandemia sia finita, perche' purtroppo non e' cosi'.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (24 marzo 2022)
La regione Piemonte non pubblica piu' il numero di test antigenici positivi, necessario per calcolare la percentuale di tamponi positivi, al netto di quelli antigenici, da noi sempre usata nei grafici.
Per dedurre questo dato a noi necessario abbiamo deciso, come spiegato QUI' , di adottare anche per i test antigenici/totali POSITIVI lo stesso rapporto ricavato dai test antigenici/totali ESEGUITI.
Distingueremo le percentuali ottenute con questo nuovo metodo, scrivendole tra parentesi ed in grassetto qui' sotto.
La sequenza dei dati dal 14 febbraio 2022 in poi, cioe' dall'inizio della risalita della curva per le riaperture dell'11 febbraio (compresa l'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto), e' la seguente:
6.1%   8.0%   9.2%   9.4%   9.4%   9.2%   10.4%   (12.6%) (7.7%) (7.9%) (7.5%) (7.2%) (7.9%) (5.9%) (9.1%) (7.0%) (8.4%) (7.5%) (9.4%) (8.5%) (8.8%) (6.7%) (7.2%) (7.0%) (7.1%) (6.3%) (6.7%) (8.3%) (7.6%) (9.6%) (9.7%) (8.6%) (7.3%) (8.1%) (9.6%) (8.5%) (9.4%) (9.8%) (9.5%)
(quelli in grassetto sono dedotti con il nuovo metodo ).
Di questi dati quelli dal 21 febbraio in poi sono stati riportati anche nel seguente grafico dei dati recenti (che sono tutti quelli dedotti con il nuovo metodo ).

Il dato di oggi, sceso al (9.5%), conferma la salita della curva in questa coda della quinta ondata cosi' come abbiamo cominciato a disegnarla ieri: con la stessa pendenza del +0,4% al giorno, com'era una settimana fa.
Una settimana fa la curva sembrava appiattirsi (vedi il grafico dei dati piu' recenti ) e noi ne avevamo dedotto che l'alto numero di persone immunizzate ad Omicron (per immunita' naturale acquisita dopo l'infezione) cominciasse a mostrare i suoi effetti limitando la crescita dei contagi da Omicron.
Questo crediamo che sia un fatto reale che sta accadendo pero' allora questa risalita della curva dovrebbe essere imputabile ad un'altra causa.
Una possibile spiegazione sembrano fornircela i dati dei decessi degli ultimi 2 giorni, che ci hanno indotto ad ipotizzare un ritorno dei contagi della variante Delta (in attesa che venga sequenziato il virus responsabile della risalita dei contagi), perche' i parametri da noi riscontrati sono quelli della Delta e non di Omicron (vedi il nostro commento ai dati dei decessi dell'altro ieri).
Perche' parliamo di variante Delta e non di Omicron-2 (almeno finche' non viene sequenziato il virus responsabile della crescita dei contagi)? Perche' crediamo che sia vero che permanga endemicamente sotto forma di epidemia di asintomatici, come afferma il modello a soglia, tant'e' vero che dopo il picco di agosto 2021 (quarta ondata) si e' poi ripresentato ancora, secondo noi, 100 giorni dopo, a novembre e dicembre 2021 (vedi grafico dei dati analizzati ) ed ora, altri 100 giorni dopo, non ci sarebbe proprio nulla di strano in un suo ritorno a marzo 2022.
Lo scenario sarebbe allora preoccupante perche' le immunita' vaccinali alla variante Delta ormai potrebbero essere in gran parte scadute e questo potrebbe accentuare il ritorno di un'ondata di Delta, che sarebbe partita dal livello permanente della sua epidemia degli asintomatici, stimolata da quell'apporto di contagi al +1%, iniziato dopo le riaperture dell'11 febbraio che tuttora certamente persiste dopo essere stato presente per oltre un mese.
Se le cose stanno cosi', e lo sapremo tra pochi giorni, allora questa crescita niente affatto tollerabile del +0.4% al giorno e' destinata a continuare chissa' per quanto tempo, se non si corre ai ripari.
Non va neanche taciuto che la variante Delta sarebbe piu' nociva di Omicron anche se meno contagiosa (l'evoluzione di un'ondata Delta ci e' ben nota).
Staremo a vedere.
Anche il dato di oggi, come tutti gli altri, e' riportati nel grafico dei dati grezzi.
L'andamento della quinta ondata e' disegnato con una linea viola sia nel grafico dei dati interpolati , che nel grafico dei dati analizzati e nel grafico dei dati recenti , (che sono tutti quelli dedotti con il nuovo metodo ).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico dei dati grezzi ed il grafico interpolato , dove il dato odierno di 182 e' stato graficato a destra.
Anche il dato di oggi e' molto alto, come quelli dei 2 giorni precedenti, rispetto al valore atteso sulla linea viola che si puo' vedere nel grafico interpolato.
La spiegazione per questo dato alto potrebbe essere la stessa che abbiamo gia' fornito ieri e l'altro ieri.
Nei giorni scorsi abbiamo avanzato l'ipotesi che la variante Omicron stesse raggiungendo la sua immunita' di gregge, che avrebbe comportato un netto calo dei suoi contagi.
Abbiamo quindi attribuito il restante plateau apparente del 6% nella curva dei contagi ad un'altro virus e noi, in attesa della sua identificazione, abbiamo ipotizzato che fosse la variante Delta, che e' sempre presente per la sua epidemia di asintomatici.
Questo 6% e' un valore piuttosto alto rispetto al fondo atteso per la Delta, segno che l'epidemia di Delta si e' attivata.
I decessi dovuti ai contagi Delta nella quarta ondata avvenivano 18 giorni dopo il contagio (invece dei 12 di Omicron).
Ora se andiamo a vedere i contagi di 18 giorni fa ci accorgiamo che il 6 marzo i contagi erano ancora sul picco intorno al 9%, il che giustificherebbe l'eccesso di decessi di oggi, attribuendoli prevalentemente alla variante Delta anziche' Omicron (perche' 12 giorni prima, il 12 marzo, invece i contagi erano il 6.7%, cioe' scesi dal picco).
Certo questa non puo' che essere una supposizione in assenza di altri riscontri che confermino l'ipotesi ma serve a rendere meno anomalo anche il dato odierno di 182 decessi in una settimana di dati intorno ad un valore medio molto inferiore (tra 120 e 130).
In altre parole, i decessi sono conseguenza di contagi e quindi i decessi alti devono corrispondere a contagi alti. Ma i contagi alti ci sono non 12 giorni prima ma 18 giorni prima, che e' il ritardo tipico della variante Delta, che abbiamo potuto osservare nella quarta ondata.
Inoltre, che il peggioramento attuale dei dati possa essere imputabile al regresso (per immunita' di gregge) della variante Omicron ed un ritorno della variante Delta, potrebbe spiegare anche la recrudescenza dei contagi e decessi che si sta registrando in questi giorni nei vari Paesi d'Europa.
Il venir meno della presenza di Omicron evidentemente faciliterebbe una maggiore diffusione dell'altra variante (Delta) (o altro virus con le stesse caratteristiche).
Se fosse veramente cosi', e basterebbe riconoscerlo seguenziando le basi, allora sarebbe il virus della quarta ondata (Delta) di agosto 2021, rimasto finora quiesciente nella sua epidemia di asintomatici.
La variante Delta ad agosto 2021 arrivo' solo al 6% per l'alto numero di vaccinazioni fatte in Italia (il 90% delle persone vaccinabili). Poi secondo noi si e' ripresentata 100 giorni dopo, all'inizio della quinta ondata tra novembre e dicembre 2021. Non ci sarebbe percio' nulla di strano che ora, dopo altri 100 giorni, ricomparisse facendo crescere i contagi e tentando di iniziare un'altra ondata.
Ora pero' sono passati molti mesi dal momento in cui molte persone si sono vaccinate e crediamo che per questo Delta avrebbe ora piu' possibilita' di espandersi: se questo accadesse, ne andrebbe limitata la crescita con adeguate restrizioni, che non sarebbero necessarie con Omicron ma lo sono con Delta (e' spiegato QUI' ), perche' piu' la si lascia crescere e peggio e'.
Questo e' proprio il contrario di quello che si sta facendo ora in tutta Europa (e mancano ancora 2 mesi a maggio, che ci aiutera' poi con l'innalzamento delle temperature).
Nessuno deve illudersi che la pandemia sia finita, perche' non e' cosi'.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (23 marzo 2022)
La regione Piemonte non pubblica piu' il numero di test antigenici positivi, necessario per calcolare la percentuale di tamponi positivi, al netto di quelli antigenici, da noi sempre usata nei grafici.
Per dedurre questo dato a noi necessario abbiamo deciso, come spiegato QUI' , di adottare anche per i test antigenici/totali POSITIVI lo stesso rapporto ricavato dai test antigenici/totali ESEGUITI.
Distingueremo le percentuali ottenute con questo nuovo metodo, scrivendole tra parentesi ed in grassetto qui' sotto.
La sequenza dei dati dal 14 febbraio 2022 in poi, cioe' dall'inizio della risalita della curva per le riaperture dell'11 febbraio (compresa l'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto), e' la seguente:
6.1%   8.0%   9.2%   9.4%   9.4%   9.2%   10.4%   (12.6%) (7.7%) (7.9%) (7.5%) (7.2%) (7.9%) (5.9%) (9.1%) (7.0%) (8.4%) (7.5%) (9.4%) (8.5%) (8.8%) (6.7%) (7.2%) (7.0%) (7.1%) (6.3%) (6.7%) (8.3%) (7.6%) (9.6%) (9.7%) (8.6%) (7.3%) (8.1%) (9.6%) (8.5%) (9.4%) (9.8%)
(quelli in grassetto sono dedotti con il nuovo metodo ).
Di questi dati quelli dal 21 febbraio in poi sono stati riportati anche nel seguente grafico dei dati recenti (che sono tutti quelli dedotti con il nuovo metodo ).

Il dato di oggi, salito al (9.8%), conferma la salita della curva in questa coda della quinta ondata cosi' come abbiamo cominciato a disegnarla ieri: con la stessa pendenza del +0,4% al giorno, com'era una settimana fa.
Una settimana fa la curva sembrava appiattirsi (vedi il grafico dei dati piu' recenti ) e noi ne avevamo dedotto che l'alto numero di persone immunizzate ad Omicron (per immunita' naturale acquisita dopo l'infezione) cominciasse a mostrare i suoi effetti limitando la crescita dei contagi da Omicron.
Questo crediamo che sia un fatto reale che sta accadendo pero' allora questa risalita della curva dovrebbe essere imputabile ad un'altra causa.
Una possibile spiegazione sembrano fornircela il dato dei decessi di ieri, che ci ha indotto ad ipotizzare un ritorno dei contagi della variante Delta, perche' i parametri da noi riscontrati sono quelli della Delta e non di Omicron (vedi il nostro commento ai dati dei decessi di ieri).
Perche' parliamo di variante Delta e non di Omicron-2 (almeno finche' non viene sequenziato il virus responsabile della crescita dei contagi)? Perche' crediamo che sia vero che permanga endemicamente sotto forma di epidemia di asintomatici, come afferma il modello a soglia, tant'e' vero che dopo il picco di agosto 2021 (quarta ondata) si e' poi ripresentato ancora, secondo noi, 100 giorni dopo, a novembre e dicembre 2021 (vedi grafico dei dati analizzati ) ed ora, altri 100 giorni dopo, non ci sarebbe proprio nulla di strano in un suo ritorno a marzo 2022.
Lo scenario sarebbe allora preoccupante perche' le immunita' vaccinali alla variante Delta ormai potrebbero essere in gran parte scadute e questo potrebbe accentuare il ritorno di un'ondata di Delta, che sarebbe partita dal livello permanente della sua epidemia degli asintomatici, stimolata da quell'apporto di contagi al +1%, iniziato dopo le riaperture dell'11 febbraio che tuttora certamente persiste dopo essere stato presente per oltre un mese.
Se le cose stanno cosi', e lo sapremo tra pochi giorni, allora questa crescita niente affatto tollerabile del +0.4% al giorno e' destinata a continuare chissa' per quanto tempo, se non si corre ai ripari.
Non va neanche taciuto che la variante Delta sarebbe piu' nociva di Omicron anche se meno contagiosa (l'evoluzione di un'ondata Delta ci e' ben nota).
Staremo a vedere.
Anche il dato di oggi, come tutti gli altri, e' riportati nel grafico dei dati grezzi.
L'andamento della quinta ondata e' disegnato con una linea viola sia nel grafico dei dati interpolati , che nel grafico dei dati analizzati e nel grafico dei dati recenti , (che sono tutti quelli dedotti con il nuovo metodo ).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico dei dati grezzi ed il grafico interpolato , dove il dato odierno di 153 e' stato graficato a destra.
Anche il dato di oggi e' alto rispetto al valore atteso sulla linea viola che si puo' vedere nel grafico interpolato.
La spiegazione per questo dato alto potrebbe essere la stessa che abbiamo fornito ieri.
Nei giorni scorsi abbiamo avanzato l'ipotesi che la variante Omicron stesse raggiungendo la sua immunita' di gregge, che avrebbe comportato un netto calo dei suoi contagi.
Abbiamo quindi attribuito il restante plateau apparente del 6% nella curva dei contagi all'altra variante Delta, che e' sempre presente per la sua epidemia di asintomatici.
Questo 6% e' un valore piuttosto alto rispetto al fondo atteso per la Delta, segno che l'epidemia di Delta e' attiva.
I decessi dovuti ai contagi Delta nella quarta ondata avvenivano 18 giorni dopo il contagio (invece dei 12 di Omicron).
Ora se andiamo a vedere i contagi di 18 giorni fa ci accorgiamo che il 5 marzo erano ancora sul picco intorno al 9%, il che giustificherebbe l'eccesso di decessi di oggi, attribuendoli prevalentemente alla variante Delta anziche' Omicron.
Certo questa non puo' che essere una supposizione in assenza di altri dati che confermino l'ipotesi ma serve a rendere meno anomalo il dato odierno di 153 decessi in una settimana di dati intorno ad un valore medio inferiore (tra 120 e 130).
In altre parole, i decessi sono conseguenza di contagi e quindi i decessi alti devono corrispondere a contagi alti. Ma i contagi alti ci sono non 12 giorni prima ma 18 giorni prima, che e' il ritardo tipico della variante Delta, che avevamo nella quarta ondata.
Inoltre che il peggioramento attuale dei dati possa essere imputabile al regresso (per immunita' di gregge) della variante Omicron ed un ritorno della variante Delta potrebbe spiegare anche la recrudescenza dei contagi e decessi che si sta registrando in questi giorni nei vari Paesi d'Europa.
Il venir meno della presenza di Omicron evidentemente faciliterebbe una maggiore diffusione dell'altra variante (Delta).
Se fosse veramente cosi', ed e' facile riconoscerlo seguenziando le basi, allora sarebbe il virus della quarta ondata (Delta) di agosto 2021, rimasto finora quiesciente nella sua epidemia di asintomatici. Dobbiamo usare il condizionale perche' questa risalita dei contagi potrebbe anche essere dovuta, per esempio, all'arrivo di una nuova variante.
La variante Delta ad agosto 2021 arrivo' solo al 6% per l'alto numero di vaccinazioni fatte in Italia (il 90% delle persone vaccinabili).
Ora pero' sono passati molti mesi dal momento in cui quelle persone sono state vaccinate e crediamo che per questo Delta avrebbe piu' possibilita' di espandersi: se questo accadesse, ne andrebbe limitata la crescita con adeguate restrizioni, che non sarebbero necessarie con Omicron ma lo sono con Delta (e' spiegato QUI' ), perche' piu' la si lascia crescere e peggio e'.
Questo e' proprio il contrario di quello che si sta facendo ora in tutta Europa (e mancano ancora 2 mesi a maggio, che ci aiutera' poi con l'innalzamento delle temperature).
La pandemia non e' ancora finita, purtroppo.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (22 marzo 2022)
La regione Piemonte non pubblica piu' il numero di test antigenici positivi, necessario per calcolare la percentuale di tamponi positivi, al netto di quelli antigenici, da noi sempre usata nei grafici.
Per dedurre questo dato a noi necessario abbiamo deciso, come spiegato QUI' , di adottare anche per i test antigenici/totali POSITIVI lo stesso rapporto ricavato dai test antigenici/totali ESEGUITI.
Distingueremo le percentuali ottenute con questo nuovo metodo, scrivendole tra parentesi ed in grassetto qui' sotto.
La sequenza dei dati dal 14 febbraio 2022 in poi, cioe' dall'inizio della risalita della curva per le riaperture dell'11 febbraio (compresa l'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto), e' la seguente:
6.1%   8.0%   9.2%   9.4%   9.4%   9.2%   10.4%   (12.6%) (7.7%) (7.9%) (7.5%) (7.2%) (7.9%) (5.9%) (9.1%) (7.0%) (8.4%) (7.5%) (9.4%) (8.5%) (8.8%) (6.7%) (7.2%) (7.0%) (7.1%) (6.3%) (6.7%) (8.3%) (7.6%) (9.6%) (9.7%) (8.6%) (7.3%) (8.1%) (9.6%) (8.5%) (9.4%)
(quelli in grassetto sono dedotti con il nuovo metodo ).
Di questi dati quelli dal 21 febbraio in poi sono stati riportati anche nel seguente grafico dei dati recenti (che sono tutti quelli dedotti con il nuovo metodo ).

Il dato di oggi, salito al (9.4%), non sembrerebbe far parte di un picco effimero.
Tutti i dati sono riportati nel grafico dei dati grezzi.
L'andamento della quinta ondata e' disegnato con una viola sia nel grafico dei dati interpolati , che nel grafico dei dati analizzati e nel grafico dei dati recenti , (che sono tutti quelli dedotti con il nuovo metodo ).
Il problema di interpretazione del dato adierno appare chiaramente nel grafico dei dati recenti , dove tentativamente abbiamo ipotizzato una ripresa della salita della curva con la pendenza precedente dello 0.4%.
L'entita' delle fluttuazioni statistiche di questi dati (da noi stimata al 10%) e' tale da non permettere una chiara interpretazione dell'andamento della curva perche' questi ultimi dati sono ancora troppo pochi; per quasto dovremo attendere almeno i prossimi due dati.
Ci asteniamo pertanto di commentare per ora questo andamento ed aspettiamo che appaia piu' chiaramente.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico dei dati grezzi ed il grafico interpolato , dove il dato odierno di 197 e' stato graficato a destra.
Il dato di oggi e' molto altissimo, praticamente raddoppiato rispetto al valore atteso sulla linea viola nel grafico interpolato.
Una spiegazione pero' potrebbe esserci.
Nei giorni scorsi abbiamo avanzato l'ipotesi che la variante Omicron stesse raggiungendo la sua immunita' di gregge, che avrebbe comportato un netto calo dei suoi contagi.
Abbiamo quindi attribuito il restante plateau apparente del 6% nella curva dei contagi all'altra variante Delta, che e' sempre presente per la sua epidemia di asintomatici.
Questo 6% e' un valore piuttosto alto rispetto al fondo atteso per la Delta, segno che l'epidemia di Delta e' attiva.
I decessi dovuti ai contagi Delta nella quarta ondata avvenivano 18 giorni dopo il contagio (invece dei 12 di Omicron).
Ora se andiamo a vedere i contagi di 18 giorni fa ci accorgiamo che il 4 marzo erano proprio al picco del 9.4%, il che giustificherebbe l'eccesso di decessi di oggi, attribuendoli prevalentemente alla variante Delta anziche' Omicron.
Certo questa non puo' che essere una supposizione in assenza di altri dati che confermino l'ipotesi ma serve a rendere meno anomalo il dato odierno di 197 decessi in una settimana di dati intorno ad un valore medio nettamente piu' basso (tra 120 e 130).
Inoltre che il peggioramento attuale dei dati possa essere imputabile al regresso (per immunita' di gregge) della variante Omicron ed un ritorno della variante Delta potrebbe spiegare anche la recrudescenza dei contagi e decessi che si sta registrando in questi giorni nei vari Paesi d'Europa.
Il venir meno della presenza di Omicron evidentemente faciliterebbe una maggiore diffusione dell'altra variante (Delta).
Se fosse veramente cosi', ed e' facile riconoscerlo seguenziando le basi, allora sarebbe il virus della quarta ondata (Delta) di agosto 2021, rimasto finora quiesciente nella sua epidemia di asintomatici. Dobbiamo usare il condizionale perche' questa risalita dei contagi potrebbe anche essere dovuta, per esempio, all'arrivo di una nuova variante.
La variante Delta ad agosto 2021 arrivo' solo al 6% per l'alto numero di vaccinazioni fatte in Italia (il 90% delle persone vaccinabili).
Ora pero' sono passati molti mesi dal momento in cui quelle persone sono state vaccinate e crediamo che per questo Delta avrebbe piu' possibilita' di espandersi: se questo accadesse, ne andrebbe limitata la crescita con adeguate restrizioni, che non sarebbero necessarie con Omicron ma lo sono con Delta (e' spiegato QUI' ), perche' piu' la si lascia crescere e peggio e'.
Questo e' proprio il contrario di quello che si sta facendo ora in tutta Europa (e mancano ancora 2 mesi a maggio, che ci aiutera' poi con l'innalzamento delle temperature).
La pandemia non e' ancora finita, purtroppo.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (21 marzo 2022)
La regione Piemonte non pubblica piu' il numero di test antigenici positivi, necessario per calcolare la percentuale di tamponi positivi, al netto di quelli antigenici, da noi sempre usata nei grafici.
Per dedurre questo dato a noi necessario abbiamo deciso, come spiegato QUI' , di adottare anche per i test antigenici/totali POSITIVI lo stesso rapporto ricavato dai test antigenici/totali ESEGUITI.
Distingueremo le percentuali ottenute con questo nuovo metodo, scrivendole tra parentesi ed in grassetto qui' sotto.
La sequenza dei dati dal 14 febbraio 2022 in poi, cioe' dall'inizio della risalita della curva per le riaperture dell'11 febbraio (compresa l'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto), e' la seguente:
6.1%   8.0%   9.2%   9.4%   9.4%   9.2%   10.4%   (12.6%) (7.7%) (7.9%) (7.5%) (7.2%) (7.9%) (5.9%) (9.1%) (7.0%) (8.4%) (7.5%) (9.4%) (8.5%) (8.8%) (6.7%) (7.2%) (7.0%) (7.1%) (6.3%) (6.7%) (8.3%) (7.6%) (9.6%) (9.7%) (8.6%) (7.3%) (8.1%) (9.6%) (8.5%)
(quelli in grassetto sono dedotti con il nuovo metodo ).
Di questi dati quelli dal 21 febbraio in poi sono stati riportati anche nel seguente grafico dei dati recenti (che sono tutti quelli dedotti con il nuovo metodo ).

Il dato di oggi, che e' sceso al (8.5%), ha tutta l'aria di essere il terzo punto sulla discesa del picco effimero annunciato ieri. Infatti anche il suo livello cosi' alto (9.6% di ieri) e' praticamente identico a quello del precedente picco effimero.
Ricordiamo per i lettori meno assidui, come spiegato nella Lezione 63 , che un picco "effimero" e' la salita dei contagi delle persone immunizzate, che si contagiano anche loro ma guariscono in soli 3 giorni (invece di 20 o 30) e sono cosi' alti perche' ora le persone immunizzate sono molte.
In altre parole, quando si verifica un evento significativo perche' produce molti contagi, si contagiano subito sia le persone immunizzate che quelle non immunizzate e per questo la crescita dei contagi e' subito ben visibile.
Poi pero', nei 3 giorni successivi, gli immunizzati guariscono e la curva scende lasciando un picco stretto, largo solo circa 3 giorni. I contagiati non immuni invece restano positivi al test per 20 giorni (se il virus e' Omicron) e sono loro a definire l'andamento della quinta ondata che rimane come da noi gia' disegnata con la linea viola nel grafico dei dati interpolati , nel grafico dei dati analizzati e nel grafico dei dati recenti , (che sono tutti quelli dedotti con il nuovo metodo ).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico dei dati grezzi , dove il dato odierno di 119 e' stato graficato a destra.
Dopo due giorni di valori bassi (ma era il fine settimana) oggi il dato e' risalito un po', probabilmente perche' contiene una parte dei decessi non conteggiati domenica.
Come al solito domani faremo la media degli ultimi 3 giorni e siamo abbastanza convinto che il risultato si disporra' sulla linea viola, che intanto abbiamo gia' disegnato nel grafico interpolato.
I dati dei decessi dei precedenti 2 giorni sono stati particolarmente bassi: pur essendo dati del fine settimana l'altro ieri abbiamo deciso di prendere sul serio questo calo dei decessi ed abbiamo cercato di trovare una spiegazione , che si e' rivelata poi molto interessante.
Proprio per questo (e per comodita' del lettore) l'abbiamo ripetuta anche ieri e per questo ora non la ripetiamo piu', anche perche' abbiamo messo in evidenza, proprio poco fa, questo risultato nel commento che segue.

UN IMPORTANTE RISULTATO PRELIMINARE: (21 marzo 2022)
Per ora rimane confermato quanto abbiamo scritto negli importanti commenti del 18 e 19 marzo (vedi piu' avanti), in particolare la nostra scoperta, fatta partendo dall'osservazione dei dati reali interpretati con le nozioni del modello a soglia, che il piu' breve tempo di guarigione di Omicron e la sua alta contagiosita' (sono i due parametri che fanno la differenza), hanno queste due importanti conseguenze:
  1. Omicron, avendo un tempo di guarigione spontanea di soli 20 giorni circa, NON e' in grado di mantenere attiva una sua epidemia degli asintomatici, mentre le altre precedenti varianti da Sars-CoV-2 in poi (con un tempo di guarigione spontanea di 30 giorni) hanno tutte instaurato una loro epidemia degli asintomatici che le ha rese endemiche.
    Questo comporta che la variante Omicron e' in grado di raggiungere la cosiddetta "immunita' di gregge", che al termine di un'ondata la fa estinguere, mentre tutte le precedenti varianti del Sars-CoV-2, con un tempo di guarigione di 30 giorni, hanno instaurato una loro epidemia degli asintomatici, che ne ha impedito l'estinzione rendendole endemiche.

  2. Nella gestione dell'epidemia, nei limiti in cui le strutture ospedaliere riescono a sopportare il numero di ricoveri, non e' ne' necessario ne' opportuno adottare misure restrittive delle attivita' umane, perche' con l'alta contagiosita' di Omicron quasi tutti prima o poi si infettano comunque. In questo caso la soluzione del problema e' offerta dalla natura stessa di Omicron: basta aspettare il raggiungimento dell'immunita' di gregge e poi l'epidemia si estingue (l'ondata attuale di Omicron in Piemonte si sta estinguendo proprio in questi giorni). E' quello che hanno sostenuto gli scienziati inglesi all'inizio della pandemia con un po' di pericolosa imprudenza (perche' rischiavano di mettere a repentaglio molte vite umane): non ando' bene per loro perche' si trattava di virus diversi da questo (Omicron), con un tempo di guarigione troppo lungo (e queste cose che stiamo spiegando evidentemente non erano loro note).
    Con le altre varianti infatti non e' stato cosi': piu' si lasciava progredire l'epidemia e peggio era perche' non ci veniva in soccorso l'immunita' di gregge (perche' avevano un tempo di guarigione troppo lungo) e quindi bisognava adottare tutte le restrizioni ammissibili per contenerne la diffusione al massimo ed al termine dell'ondata l'epidemia non si estingueva ma rimaneva un'epidemia degli asintomatici che, come la metafora della "brace sempre accesa" suggerisce, e' sempre pronta a scatenare una successiva ondata non appena le condizioni glielo permettono (per questo meno si fanno circolare quei tipi di virus e meglio e').
Rimaniamo in attesa della conferma di questi risultati dai dati dei prossimi giorni. Se arrivera', potremo mettere a disposizione dei nostri esperti queste informazioni che aiutano a capire meglio come comportarsi con le future varianti, tenendo conto del tempo di guarigione spontanea che il nostro sistema immunitario e' in grado di fornire.

COSA FARE NELLE EPIDEMIA DI OMICRON : Se tutto quanto detto venisse confermato, il suggerimento di abolire le restrizioni in un'epidemia di Omicron non andrebbe adottato ad occhi chiusi ma solo dopo un'adeguata sperimentazione su un sottoinsieme di popolazione controllabile (per esempio su un'isola).
Nei casi di epidemia di Omicron su una popolazione molto numerosa (pensaiamo alla Cina) o meglio con strutture sanitarie non adeguate all'entita' di questo problema pandemico, si porrebbe non solo il problema della sperimentazione di verifica ma anche quello del numero di persone che verrebbero infettate contemporaneamente da un virus cosi' contagioso come Omicron.
Abbiamo detto che quando la contagiosita' e' cosi' elevata e' praticamente sicuro che quasi tutti prima o poi verranno contagiati, fino al raggiungimento dell'immunita' di gregge, nel caso di Omicron. Questo indipendentemente dai provvedimenti restrittivi delle attivita' umane adottati dal Governo del Paese, che possono pero' rallentare la crescita della curva dei contagi, allungandola un po' verso destra nel grafico (senza ridurre il numero delle persone contagiate che alla fine saranno sempre quasi tutte ma "spalmate" su un intervallo temporale piu' ampio).
L'adozione di un certo numero di restrizioni potrebbe allora essere necessaria per permettere al sistema sanitario di sostenere l'urto di cosi' tanti contagi tutti insieme.
La gestione di questi problemi, come si capisce bene, non sarebbe affatto un problema come quelli trattati finora ma sarebbe un problema enorme, le cui soluzioni sarebbero tutte da esplorare ed individuare. Tra l'altro non sara' infrequente scoprire che non abbiamo a che fare con il solo Omicron ma con un miscuglio di piu' virus le cui curve evolutive in un'ondata vanno tenute in debito conto.
Questo l'abbiamo scritto perche' le nostre conclusioni su Omicron non vengano prese come un invito all'abolizione di tutte le restrizioni ("libera tutti"), perche' non dev'essere cosi'.
Sarebbe comunque importante aver capito che Omicron si evolve in maniera sostanzialmente diversa dalla altre precedenti varianti.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (20 marzo 2022)
La regione Piemonte non pubblica piu' il numero di test antigenici positivi, necessario per calcolare la percentuale di tamponi positivi, al netto di quelli antigenici, da noi sempre usata nei grafici.
Per dedurre questo dato a noi necessario abbiamo deciso, come spiegato QUI' , di adottare anche per i test antigenici/totali POSITIVI lo stesso rapporto ricavato dai test antigenici/totali ESEGUITI.
Distingueremo le percentuali ottenute con questo nuovo metodo, scrivendole tra parentesi ed in grassetto qui' sotto.
La sequenza dei dati dal 14 febbraio 2022 in poi, cioe' dall'inizio della risalita della curva per le riaperture dell'11 febbraio (compresa l'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto), e' la seguente:
6.1%   8.0%   9.2%   9.4%   9.4%   9.2%   10.4%   (12.6%) (7.7%) (7.9%) (7.5%) (7.2%) (7.9%) (5.9%) (9.1%) (7.0%) (8.4%) (7.5%) (9.4%) (8.5%) (8.8%) (6.7%) (7.2%) (7.0%) (7.1%) (6.3%) (6.7%) (8.3%) (7.6%) (9.6%) (9.7%) (8.6%) (7.3%) (8.1%) (9.6%)
(quelli in grassetto sono dedotti con il nuovo metodo ).
Di questi dati quelli dal 21 febbraio in poi sono stati riportati anche nel seguente grafico dei dati recenti (che sono tutti quelli dedotti con il nuovo metodo ).

Il dato di oggi, che e' risalito al (9.6%), ha tutta l'aria di essere l'inizio di un altro picco effimero. Infatti pure il livello cosi' alto e' praticamente identico a quello del precedente picco effimero.
Vale la pena ricordare, come spiegato nella Lezione 63 , che un picco "effimero" e' la salita dei contagi delle persone immunizzate, che si contagiano anche loro ma guariscono in soli 3 giorni (invece di 20 o 30) e sono cosi' alti perche' ora le persone immunizzate sono molte.
In altre parole, quando si verifica un evento significativo perche' produce molti contagi, si contagiano subito sia le persone immunizzate che quelle non immunizzate e per questo la crescita dei contagi e' subito ben visibile.
Poi pero', nei 3 giorni successivi, gli immunizzati guariscono e la curva scende lasciando un picco stretto, largo solo circa 3 giorni. I contagiati non immuni invece restano positivi al test per 20 giorni (se il virus e' Omicron) e sono loro a definire l'andamento della quinta ondata che noi disegnamo con la linea viola nel grafico dei dati interpolati , nel grafico dei dati analizzati e nel grafico dei dati recenti , (che sono tutti quelli dedotti con il nuovo metodo ).
Dobbiamo percio' aspettare 3 giorni prima di disegnare la linea viola, perche' se quello che sembra iniziare oggi si rivelera' essere un picco effimero, allora andra' ignorato nel prolungamento della linea viola.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico dei dati grezzi , dove il dato odierno di 93 e' stato graficato a destra.
Anche ieri il dato dei decessi era particolarmente basso: pur essendo dati del fine settimana ieri abbiamo deciso di prendere sul serio questo calo dei decessi ed abbiamo cercato di trovare una spiegazione , che si e' rivelata subito estremamente interessante.
Proprio per questo (e per comodita' del lettore) la vogliamo ripetere, ora che i dati bassi sono diventati due.
Per prima cosa ci siamo limitati ad osservare che 12 giorni fa i contagi erano scesi dal 10% dei picco prima al 6.7% e poi al 7.2%, con un calo dal picco abbastanza importante, che potrebbe spiegare questi due numeri di decessi cosi' bassi di ieri e di oggi. Infatti la media dei 3 giorni precedenti e' di 143 decessi che, con il calo del 33% dei contagi di 12 giorni prima, sono 95 decessi.
Questo numero non solo e' compatibile con gli 85 decessi di ieri (entro le fluttuazioni statistiche che sono del 10%) ma e' quasi identico al dato di oggi (93).
Questo vuol dire che la discesa che ha portato cosi' in basso il numero dei decessi di oggi e' coerente con l'andamento della discesa dei contagi dal picco di 12 giorni prima, in linea con le indicazioni del nostro modello per Omicron (per la Delta i giorni erano 18 invece di 12).
Ma cosa ne e' del livello dei decessi?
Con la Delta l'estate scorsa al 3.6% di contagi corispondevano 18 giorni dopo 60 decessi giornalieri, quindi agli 85 decessi di ieri sarebbe corrisposto il 5.1% di contagi di 18 giorni prima, mentre ora con Omicron agli 85 decessi di oggi corrisponde il 6.7% di contagi di 12 giorni prima, cioe' il 31% di piu'.
Ai 93 decessi di oggi sarebbe corrisposto il 5.6% di contagi di 18 giorni prima, mentre ora con Omicron ai 93 decessi di oggi corrisponde il 7.2% di contagi di 12 giorni prima, cioe' il 29% di piu'.
Questi dati sono interessanti perche' concordano nell'indicare che, mentre nei giorni scorsi questo rapporto era costantemente intorno al 50%, ora sembra essere sceso al 30%.
Si tratta non piu' di un solo dato ma di due, quelli di ieri ed oggi, ma se quanto indicato fosse vero potrebbe significare che stiamo tornando ad un livello di decessi rispetto ai contagi che lo hanno generato piu' simile a quello che avevamo con la variante Delta.
Questo potrebbe indicare che la variante Omicron si sta esaurendo perche' ormai siamo arrivati in saturazione dei contagi con l'immunita' di gregge, come spiegato il 18 marzo, e che quello che sta venendo fuori a sorpresa e' il fondo dovuto ai contagi residui della variante Delta, sembrerebbe all'8%.
La variante Omicron si starebbe percio' estinguendo ora.
Se quell'eccesso di decessi, che dal 50% e' sceso al 30%, fosse la coda di Omicron che si sta estinguendo allora il plateau non sarebbe all'8% ma al 6% di Delta: non sarebbe comunque una bella notizia, perche' non saremmo ancora scesi al fondo degli asintomatici di Delta, che ci aspettiamo intorno all'1%.
Sarebbe un livello dovuto ai contagi che stanno producendo le attivita' aperte e poco variabile per l'alta percentuale di persone immuni a Delta. Cioe' non ci aspettiamo che inizi un picco della variante Delta, per l'alto livello di immunita' a Delta esistente, sia naturale che vaccinale, ma ci aspettiamo una curva dei contagi oscillante piu' o meno come la linea verde OK nel grafico dei Paesi del centro Europa , che rifletteva la variabilita' degli apporti di contagi delle attivita' umane lasciate aperte dai britannici nel 2021.
Al 6% di contagi Delta corrisponderanno quindi, come conseguenza dei contagi prodotti dai piemontesi, 100 decessi al giorno (18 giorni dopo) che ci dovremo tenere fino a maggio, quando il livello dei contagi e' destinato a diminuire, e cosi' quello dei decessi, per l'arrivo della stagione calda.
Le spiegazioni del 18 marzo, che inducevano all'abolizione delle restrizioni con un "libera tutti" per la popolazione valevano per Omicron nell'ipotesi, ormai sempre piu' realistica, che potesse raggiungere una sua immunita' di gregge che l'avrebbe portato all'estinzione (come sta avvenendo) ma NON per la variante Delta che non raggiunge mai l'immunita' di gregge e pertanto non si estingue, tant'e' vero che starebbe ricomparendo ora.
Quindi per la variante Delta le restrizioni serviranno ancora, se si vuole mantenere basso il livello dei contagi e quindi dei decessi.
Questo e' un tentativo di capire l'andamento dei decessi, per ora ancora velleitario perche' basato su due soli dati (uno dei quali di domenica), ma che potrebbero essere entrambi affidabili questa volta.
E' comunque una cosa utile per chiarire gli scenari possibili che potremmo avere di fronte nell'immediato futuro, in particolare con riferimento alla possibilita' di rimuovere tutte le restrizioni (provvedimenti "libera tutti").
Come vedete ci sono piu' scenari possibili, se questi virus hanno proprieta' molto diverse tra loro, come sembra ci stia mostrando questa nuova variante Omicron.
Per questo decidiamo di lasciare per ora invariata la linea viola nel grafico interpolato.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (19 marzo 2022)
La regione Piemonte non pubblica piu' il numero di test antigenici positivi, necessario per calcolare la percentuale di tamponi positivi, al netto di quelli antigenici, da noi sempre usata nei grafici.
Per dedurre questo dato a noi necessario abbiamo deciso, come spiegato QUI' , di adottare anche per i test antigenici/totali POSITIVI lo stesso rapporto ricavato dai test antigenici/totali ESEGUITI.
Distingueremo le percentuali ottenute con questo nuovo metodo, scrivendole tra parentesi ed in grassetto qui' sotto.
La sequenza dei dati dal 14 febbraio 2022 in poi, cioe' dall'inizio della risalita della curva per le riaperture dell'11 febbraio (compresa l'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto), e' la seguente:
6.1%   8.0%   9.2%   9.4%   9.4%   9.2%   10.4%   (12.6%) (7.7%) (7.9%) (7.5%) (7.2%) (7.9%) (5.9%) (9.1%) (7.0%) (8.4%) (7.5%) (9.4%) (8.5%) (8.8%) (6.7%) (7.2%) (7.0%) (7.1%) (6.3%) (6.7%) (8.3%) (7.6%) (9.6%) (9.7%) (8.6%) (7.3%) (8.1%)
(quelli in grassetto sono dedotti con il nuovo metodo ).
Di questi dati quelli dal 21 febbraio in poi sono stati riportati anche nel seguente grafico dei dati recenti (che sono tutti quelli dedotti con il nuovo metodo ).

Il dato di oggi, che e' risalito al (8.1%), indica secondo noi che i tre dati alti precedenti (9.6% , 9.7% e 8.6%) vanno interpretati come la manifestazione di un picco effimero (cioe' quei picchi stretti, che durano solo 3 giorni, frutto dei contagi di persone immunizzate in seguiti ad un evento umano di produzione significativa di contagi).
Questi apporti temporanei di contagi non vanno considerati nella linea viola, che disegnamo come una spezzata per semplicita' e rappresenta l'andamento della quinta ondata. Conseguentemente abbiamo dovuto correggere l'andamento precedentemente tracciato nel modo indicato nel grafico dei dati interpolati ,nel grafico dei dati analizzati e nel grafico dei dati recenti , (che sono tutti quelli dedotti con il nuovo metodo ). I tratti i bianco indicano le correzioni apportate.
Questo andamento corretto della linea viola conferma la nostra previsione che questo nuovo picco debba essere un po' inferiore al picco precedente che era intorno al 10%, perche' ora c'e' un numero di immunizzati maggiore.
Risulta cosi' confermata anche la nostra interpretazione che la riduzione di ampiezza di questi picchi successivi a quello al 18% e' imputabile al numero crescente di persone immunizzate ad Omicron per una precedente infezione, quasi sempre asintomatica ed inconsapevole.
Cosi'. come il picco precedente era stato limitato al 10% dal numero di persone immunizzate, cosi' anche questo picco secondo noi non superera' il livello del 10%: infatti nei grafici sembra puntare all'8% circa.
Se cio' sara' confermato anche dai dati dei prossimi giorni. vorra' dire che si sta riducendo l'apporto giornaliero di contagi, non perche' siano diminuite le attivita' umane che li producono, ma semplicemente perche' l'alto numero di persone immunizzate riduce il numero di persone contagiabili e quindi la produzione di nuovi contagi che quell'apporto genera.
C'e' in altre parole un effetto di riduzione dei contagi analogo a quello che avviene con le vaccinazioni: gli umani continuano ad adoperarsi per produrre contagi ma riescono a produrne di meno per l'immunita' diffusa e la curva dei contagi sale di meno.
Stiamo parlando dell'immunita' specifica contro queste nuove varianti prodotta da una precedente infezione da Omicron, perche' le vaccinazioni fatte in precedenza dalla popolazione erano specifiche per le altre varianti e meno efficaci contro Omicron e Omicron2.
Piu' tempo passa dall'inizio del primo picco di Omicron e piu' persone immunizzate ci sono, perche' le immunita' durano abbastanza a lungo. La riduzione di altezza dei picchi che stiamo vedendo e' conseguenza principalmente dei due picchi piu' alti al 16% e 18% (perche' il numero di persone contagiate e quindi immunizzate e' proporzionale all'area dei picchi). Comunque anche questi due picchi successivi piu' piccoli (al 10% o meno) hanno aggiunto altri immunizzati e l'effetto di riduzione della crescita della curva aumenta sempre piu'.
Percio' il fatto che la curva ora salga di meno non vuol dire che le attivita' umane, iniziate l' 11 febbraio e che creavano contagi al +1% al giorno siano diminuite: sono ancora presenti a cercare di spingere in salita la curva ma ora ci riescono di meno grazie alla crescente percentuale di immunizzati.
Quello che stiamo osservando in questi dati e' una sorta di piccola "immunita' di gregge" per Omicron, sta arrivando perche' abbiamo permesso all'infezione di galoppare fino a raggiungere un picco al 18%, che e' un livello analogo a quello dei picchi piu' alti registrati in passato. Cio' credo che sia accaduto anche per l'alta contagiosita' di Omicron, che rende questo virus molto meno controllabile con le solite restrizioni.
Se questo scenario sara' confermato, come crediamo, le condizioni saranno favorevoli ad una ulteriore riduzione delle restrizioni, come il Governo si accinge a fare, lasciando l'onere di limitare la diffusione dei contagi alle numerose immunita' naturali ad Omicron che si sono generate nella popolazione.
La cosa provata, se confermata, e' che questo virus ormai non e' piu' in grado di superare la soglia del 10% e questo ci garantirebbe di rimanere sotto a questo livello di contagi fino ad aprile con tutto aperto.
I picchi di Omicron sono piu' stretti per il tempo di guarigione spontanea di Omicron che e' piu' breve (20 giorni invece di 30): questo fatto aumenta ul turn-over dei contagiati in un'ondata e quindi aumenta la generazione di persone immunizzate da un contagio.
Si tenga presente che noi stiamo parlando di Omicron ma in realta' ormai si tratta di un miscuglio di Omicron e Omicron2.
Questo andamento della curva (andamento della quinta ondata) e' disegnato a destra con un tratto in viola sia nel grafico dei dati grezzi , che nel grafico dei dati interpolati , che nel grafico dei dati analizzati e nel grafico dei dati recenti , (che sono tutti quelli dedotti con il nuovo metodo ).
Per ora percio' e' confermato quanto abbiamo scritto nei commenti importanti di ieri 18 marzo (vedi piu' avanti).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi di oggi 19 marzo in tutta Italia, possiamo vedere il grafico dei dati grezzi , dove il dato odierno di 85 e' stato graficato a destra.
Questo dato e' particolarmente basso: essendo, insieme a quello di domani, un dato del fine settimana. Per questo decidiamo di lasciare per ora invariata la linea viola nel grafico interpolato.
Nei prossimi giorni potremo controllare se il picco al 10% dei contagi di 12 giorni fa trova riscontro in un analogo picco nella curva dei decessi, come gia' sembra apparire guardando il grafico dei dati grezzi (ignorando pero' sempre i punti eccessivamente bassi delle domeniche).

PERCHE' QUESTO DATO DEI DECESSI E' COSI' BASSO? Per prima cosa ci limitiamo ad osservare che 12 giorni fa i contagi erano scesi dal 10% dei picco al 6.7% , con un calo dal picco del 33%, che potrebbe spiegare il numero di decessi cosi' basso di oggi. Infatti la media dei 3 giorni precedenti e' di 143 decessi che, ridotto del 33%, sono 95 decessi. Questo e' un numero compatibile con gli 85 decessi di oggi, entro le fluttuazioni statistiche (che sono del 10%).
Questo vuol dire che la discesa che ha portato cosi' in basso il numero dei decessi di oggi e' coerente con l'andamento della discesa dei contagi dal picco di 12 giorni prima, in linea con le indicazioni del nostro modello per Omicron (per la Delta i giorni erano 18 invece di 12).
Ma cosa ne e' del livello dei decessi?
Con la Delta l'estate scorsa al 3.6% di contagi corispondevano 18 giorni dopo 60 decessi giornalieri, quindi agli 85 decessi di oggi sarebbe corrisposto il 5.1% di contagi di 18 giorni prima, mentre ora con Omicron agli 85 decessi di oggi corrisponde il 6.7% di contagi di 12 giorni prima, cioe' il 31% di piu'.
Questo dato e' interessante perche' nei giorni scorsi questo rapporto era costantemente intorno al 50% ed ora sembra essere sceso al 30%.
Si tratta di un solo dato, quello di oggi, ma se fosse vero potrebbe indicare che stiamo tornando ad un livello di decessi rispetto ai contagi che li hanno generato piu' simile a quello che avevamo con la variante Delta.
Questo indicherebbe che la variante Omicron si sta esaurendo perche' ormai siamo arrivati in saturazione dei contagi con l'immunita' di gregge, come spiegato ieri, e che quello che sta venendo fuori a sorpresa e' il fondo dovuto ai contagi residui della variante Delta, all'8%.
La variante Omicron si starebbe percio' estinguendo ora.
Se quell'eccesso di decessi, che dal 50% e' sceso al 30% ancora presente, fosse la coda di Omicron che si sta estinguendo allora il plateau non sarebbe all'8% ma al 6% di Delta: non sarebbe comunque una bella notizia, perche' non saremmo ancora scesi al fondo degli asintomatici di Delta, che ci aspettiamo intorno all'1%.
Sarebbe un livello dovuto ai contagi che stanno producendo le attivita' aperte e poco variabile per l'alta percentuale di persone immuni a Delta. Cioe' non ci aspettiamo che inizi un picco della variante Delta, per l'alto livello di immunita' a Delta esistente, sia naturale che vaccinale, ma ci aspettiamo una curva dei contagi oscillante piu' o meno come la linea verde OK nel grafico dei Paesi del centro Europa , che rifletteva la variabilita' degli apporti di contagi delle attivita' umane lasciate aperte dai britannici nel 2021.
Al 6% di contagi Delta corrisponderanno quindi, come conseguenza dei contagi prodotti dai piemontesi, 100 decessi al giorno (18 giorni dopo) che ci dovremo tenere fino a maggio, quando il livello dei contagi e' destinato a diminuire, e cosi' quello dei decessi, per l'arrivo della stagione calda.
Le spiegazioni di ieri, che inducevano all'abolizione delle restrizioni con un "libera tutti" per la popolazione valevano per Omicron nell'ipotesi, ormai sempre piu' realistica, che potesse raggiungere una sua immunita' di gregge che l'avrebbe portato all'estinzione (come sta avvenendo) ma non per la variante Delta che non raggiunge mai l'immunita' di gregge e pertanto non si estingue, tant'e' vero che starebbe ricomparendo ora.
Quindi per la variante Delta le restrizioni serviranno ancora, se si vuole mantenere basso il livello dei contagi e quindi dei decessi.
Questo e' il nostro tentativo di capire l'andamento dei decessi, per ora molto velleitario perche' basato su un solo dato, quello particolarmente basso di oggi, che pero' non e' un dato della domenica ma di sabato e quindi piu' affidabile.
E' comunque una cosa utile per chiarire gli scenari possibili che potremmo avere di fronte nell'immediato futuro, in particolare con riferimento alla possibilita' di rimuovere tutte le restrizioni (provvedimenti "libera tutti").
Come vedete ci sono piu' scenari possibili, se questi virus hanno proprieta' molto diverse tra loro, come sembra ci stia mostrando questa nuova variante Omicron.

COMPRENDERE QUELLO CHE SUCCEDE: IL VIRUS OMICRON E' DIVERSO ? (18 marzo 2022)
Con questi ultimi virus, Omicron e Omicron2, ci sembra di veder comparire l' immunita' di gregge , che abbiamo spiegato non era possibile con le precedenti varianti del Sars-CoV-2, perche' instauravano un' epidemia degli asintomatici , che la impediva.
Gia' abbiamo sollevato qualche dubbio sulla capacita' di queste ultime varianti di instaurare una loro epidemia degli asintomatici per via del loro tempo di guarigione minore (circa 20 giorni invece di 30).
Cio' perche' il tempo di guarigione piu' breve non favorisce la contagiosita' di un asintomatico che ha meno tempo a disposizione per contagiare altre persone.
Finora non c'e' stato ancora modo di osservare questo fenomeno perche' la comparsa di questo virus Omicron e' troppo recente, per cui queste sono solo nostre deduzioni logiche ma che, si noti bene, sono ben piu' che semplici supposizioni.
Se quello che pensiamo e' corretto, allora al diminuire del numero di persone contagiate, quando la percentuale di asintomatici aumenta, perche' ci stiamo avvicinando alla situazione caratteristica dell'epidemia degli asintomatici (che e' quella condizione in cui l'epidemia e' mantenuta esclusivamente dai contagi diffusi dalle persone asintomatiche, con ospedali sostanzialmente vuoti) il piu' breve tempo di guarigione di Omicron impedisce agli asintomatici di creare una densita' di produzione di contagi sufficiente a mantenere un'epidemia persistente (Rt=1) di persone contagiate con cariche virali modeste e per questo asintomatiche.
L'epidemia allora raggiunge la cosiddetta immunita' di gregge e l'epidemia si estingue.
Se non fosse esistita l'immunita' di gregge a far estinguere i virus nei millenni scorsi, oggi il pianeta sarebbe infestato di virus molto, ma molto di piu' di com'e' ora.
Questa condizione e' creata e favorita dalla produzione di una percentuale crescente di persone immunizzate da una precedente infezione che diminuisce il numero di persone infettabili e quindi il numero di contagi prodotti.
E' il fenomeno che stiamo osservando in questi giorni nella nostra curva dei contagi del Piemonte: un apporto costante di contagi del +1% giornaliero da parte delle attivita' umane, capace di produrre una crescita della curva del +0.4% al giorno al netto della diminuzione di persone contagiate per guarigione dei contagi pregressi, comincia a produrre meno contagi perche' l'aumento del numero di persone immunizzate ha ridotto il numero di persone infettabili.
La curva dei contagi che in assenza di questo fenomeno sarebbe arrivata ad un picco del 18% vede limitare la sua crescita prima al 10% e poi ancora meno.
E' proprio quello che stiamo vedendo: quando le persone immunizzate erano ancora poche abbiamo avuto un picco Omicron al 18%, poi il picco successivo ha raggiunto solo il 10% ed anche ora il livello raggiunto e' intorno al 10% (perche' il precedente picco al 10% era troppo piccolo per far crescere sensibilmente la percentuale di persone immunizzate (la loro produzione e' in misura proporzionale all'area del picco: i picchi piccoli producono meno immunizzati).
Proseguendo la creazione di immunizzati i picchi saranno sempre piu' bassi finche' l'epidemia si estingue perche' non c'e' un limite inferiore al quale l'epidemia riesce a mantenersi stabile come epidemia degli asintomatici (perche' i 20 giorni in cui una persona contagiata in modo asintomatico sono insufficienti a permetterle di diffondere il contagio raggiungendo un'efficienza di Rt=1: cioe' il parametro tipico che descrive la diffusione dei contagi rimane sempre Rt<1 e l'epidemia si estingue.
E' questa la nostra ipotesi che potra' essere verificata l'estate prossima, quando si potra' vedere se nel fondo degli asintomatici (che ci sara', perche' prodotto dalle altre varianti) saranno presenti anche Omicron e Omicron2.
In altre parole c'e' una soglia per la creazione dell'epidemia degli asintomatici: il tempo di guarigione dev'essere un numero di giorni minimo, che sembra essere tra 20 e 30, per cui Omicron (tempo di guarigione 20 giorni) non produce epidemia degli asintomatici, mentre le precedenti varianti (con tempo di guarigione di 30 giorni) si.
Questo sembra essere il funzionamento di questi virus, che ci permette di comprendere la situazione in cui ci troviamo ora con queste varianti Omicron.
Attenzione pero': se Omicron e Omicron2 si estinguono, non vuol dire che il Covid-19 e' finito, perche' le altre varianti precedenti che hanno un tempo di guarigione di 30 giorni non sono sparite. Le loro epidemie degli asintomatici sono ancora presenti anche se surclassate in numero di contagi dalle varianti Omicron, perche' sono piu' contagiose.
Una volta estinte le varianti Omicron e Omicron2 (quelle con tempo di guarigione di 20 giorni), vedremo ricomparire le altre varianti precedenti non appena le condizioni ambientali e di contatti umani torneranno ad essere favorevoli a far riscoppiare l'incendio da quella "brace accesa" che e' la loro epidemia degli asintomatici, tuttora presente in tutta l'Italia.

CHE FINE HANNO FATTO LE VARIANTI PRECEDENTI (DELTA, ECC.)? Se i virus fossero indipendenti, con l'aumentare delle occasioni di contagio, insieme alla crescita del picco di Omicron si dovrebbero sviluppare anche altri picchi (sovrapposti ed indistinguibili) per ognuna delle altre varianti precedenti.
Omicron si svilupperebbe un po' di piu' perche' e' piu' contagioso ma anche gli altri virus non resterebbero inattivi e si svilupperebbero anche loro.
In realta' osservando l'andamento dei dati della quinta ondata questo non sembrerebbe avvenire: i picchi crescono con una larghezza compatibile con il tempo di guarigione piu' breve di Omicron e crescono a livelli ben superiori all'8% raggiunto dalla variante Delta nella quarta ondata.
Questo secondo noi significa che l'alto tasso di vaccinazioni che ha raggiunto il 90% delle persone vaccinabili ci ha protetto dalla variante Delta limitando i contagi nella quarta ondata all'8% soltanto ma poco ha potuto contro le due varianti Omicron che hanno raggiunto il 16% ed il 18%, finche' gran parte della popolazione si e'infettata (inconsapevolmente, in forma asintomatica) , grazie ad un turn-over dei contagiati accentuato dal piu' rapido tempo di guarigione (ogni 20 giorni circa il parco degli infettati si rinnovava), al punto che l'accresciuta percentuale di persone immunizzate ha ridotto cosi' tanto il numero di persone infettabili da limitare il picco successivo di Omicron al 10% contro il 18% del picco precedente.
Questo fatto ha messo chiaramente in evidenza l'effetto limitante delle immunita' naturali sullo sviluppo dei contagi da far ipotizzare un possibile raggiungimento della cosiddetta immunita' di gregge con la conseguente estinzione dell'epidemia e di tutti i virus Omicron.
Quando questo accade non conviene adottare restrizioni che otterrebbero il solo risultato di prolungare l'ondata epidemica senza ridurre il numero di persone che alla fine risulteranno contagiate (che saranno praticamente quasi tutte).
Quando c'e' la possibilita' di raggiungere la condizione di "immunita' di gregge" meglio arrivarci nel piu' breve tempo possibile, senza alcuna restrizione, perche' comunque si infetteranno tutti e poi l'epidemia si estinguera'.
Questo non e' vero con quei virus che instaurano nella popolazione un'epidemia degli asintomatici e per i quali l'immunita' naturale creata dal nostro sistema immunitario ha una validita' limitata nel tempo, come sono state tutte le varianti che abbiamo conosciuto prima di Omicron. Con esse non si poteva raggiungere la condizione epidemica di "immunita' di gregge" ed erano percio' in grado di produrre ondate successive per ridurre le quali erano giustificate le restrizioni alle attivita' umane che abbiamo conosciuto nei mesi passati.
Con Omicron sembrerebbe che e' tutto diverso per i motivi che abbiamo spiegato e percio' anche le strategie d'intervento devono essere radicalmenre diverse.
Questo e' quello che stiamo per scoprire: se tutto cio' sara' confermato nei prossimi giorni, allora all'arrivo di una nuova variante (identificata sequenziando le basi) bisognera' misurare al piu'presto il suo tempo di guarigione spontanea, che in prima approssimazione puo' essere ricavato dal tempo di salita del primo picco, perche' le strategie d'intervento saranno radicalmente diverse se questo tempo sara' di 20 o 30 giorni.
C'e' da augurarsi che sia sempre intorno ai 20 giorni, cosi' non si dovra' adottare alcuna restrizione e poi il virus si estinguera' dopo il raggiungimento dell'immunita' di gregge (e' il caso di Omicron),
Se invece il tempo di guarigione sara' di 30 giorni o superiore saremo "fregati", perche' il virus instaurera' la sua epidemia degli asintomatici e diventera' endemico, con ondate ricorrenti per limitare le quali si dovranno adottare molte restrizioni e ce lo dovremo tenere a lungo, perche' non si estinguera' (e' il caso di Delta e delle precedenti varianti, compreso il Sars-CoV-2).

UNA RIVELAZIONE SCONVOLGENTE: E' con un certo imbarazzo che stiamo per dare questa notizia.
Sia ben chiaro pero' che e' assolutamente preliminare, perche' ancora non sappiamo se tutto quanto abbiamo scritto nei commenti odierni, di cui sopra, sara' confermato dai dati dei prossimi 3 giorni.
In altre parole quello che stiamo per scrivere vale solo nel caso in cui veramente le epidemie di queste nuove varianti Omicron e Omicron2 differiscano dalle precedenti varianti per il fatto che NON sono in grado di instaurare un'epidemia degli asintomatici, cioe' che quando un'ondata e' finita non rimane un fondo permanente di quel virus (dato dalla sua epidemia degli asintomatici, come accade per le precedenti varianti).
Questa sua caratteristica aprirebbe le porte a quella condizione epidemica chiamata immunita' di gregge, nella quale la curva dei contagi si abbassa sempre piu' (come riteniamo fara' la curva attuale del Piemonte) fino ad azzerarsi veramente (senza rimanere per tutta l'estate al livello di fondo degli asintomatici di Omicron).
Questo non significa che in estate il livello dei contagi sara' zero, perche' ci sono le altre varianti con tempo di guarigione di 30 giorni, che mantengono la loro epidemia degli asintomatici e quindi un livello di fondo dei contagi tra 0.5% e l'1%.
Semplicemente in quel fondo di contagi non c'e' alcun virus Omicron, perche' si sono estinti dopo aver raggiunto il livello della loro "immunita' di gregge".
COME VA GESTITA LA PANDEMIA OMICRON: Bene, se tutto questo risultera' confermato a breve, la conclusione sconvolgente, perche' diversa da quanto fatto finora, e' che tutte le restrizioni adottate durante i picchi di Omicron puro (oltre il 95%) sono state INUTILI o addirittura controproducenti (perche' hanno prolungato la durata dell'ondata, senza ridurre minimamente il numero delle persone contagiate).
Questo vuol dire che, solo quando l'epidemia e' all'inizio, e' giusto adottare il massimo di restrizioni per cercare di bloccarla (come fanno i cinesi).
Poi, siccome con Omicron diventa inevitabile che quasi tutti vengano contagiati, e' inutile combattere con costose restrizioni o lockdown una battaglia che gia' sappiamo persa. Tanto vale NON applicare alcuna restrizione, nei limiti in cui le strutture sanitarie riescono a sostenere un impatto di ricoveri piu' concentrato nel tempo: il tempo necessario per arrivare all'inevitabile percentuale di contagiati corrispondente all'immunita' di gregge.
Togliendo tutte le restrizioni, anche se e' un "libera tutti", la gente dev'essere informata di essere prudente, perche' quasi tutti s'infetteranno ma il virus puo' attaccare piu' o meno profondamente e con maggiore intensita' se una persona lo aiuta, per esempio con infreddature che abbassano temporaneamente le difese immunitarie. Quindi "libera tutti" si ma con consapevolezza della situazione.
Questo "libera tutti" non e' proprio quello che abbiamo fatto la prima volta che abbiamo incontrato Omicron: lo dovremo fare tutte le prossime volte, in cui il virus prevalente presenta un tempo di guarigione di 20 giorni od inferiore, purche' lo scenario qui' descritto sara' confermato dai dati dei prossimi giorni.
Queste di questi coronavirus sono epidemie con caratteristiche nuove e noi stiamo cercando di capire come funzionano. Le scoperte purtroppo arrivano sempre poi e mai quando l'ondata inizia per la prima volta.
Questa volta e' stato quindi normale supporre che Omicron, essendo una nuova variante dello stesso ceppo Sars-CoV-2, si comportasse come le altre precedenti varianti e questo giustifica i provvedimenti che sono stati presi.
Una caratteristica particolare di Omicron , cioe' il minore tempo di guarigione di soli 20 giorni circa, sembrerebbe limitare la contagiosita' dei suoi contagiati asintomatici, in modo tale da non permettere loro di instaurare un'epidemia degli asintomatici. Questa epidemia e' la proprieta' piu' nefasta delle precedenti varianti, che le rende endemiche e non permette loro di raggiungere la condizione di "immunita' di gregge", che e' quella che le costringerebbe poi ad estinguersi.
Tutte queste informazioni sono di grande importanza, per cui saranno cruciali i dati dei prossimi giorni per capire se queste nostre deduzioni saranno confermate o no dai dati reali.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (18 marzo 2022)
La regione Piemonte non pubblica piu' il numero di test antigenici positivi, necessario per calcolare la percentuale di tamponi positivi, al netto di quelli antigenici, da noi sempre usata nei grafici.
Per dedurre questo dato a noi necessario abbiamo deciso, come spiegato QUI' , di adottare anche per i test antigenici/totali POSITIVI lo stesso rapporto ricavato dai test antigenici/totali ESEGUITI.
Distingueremo le percentuali ottenute con questo nuovo metodo, scrivendole tra parentesi ed in grassetto qui' sotto.
La sequenza dei dati dal 14 febbraio 2022 in poi, cioe' dall'inizio della risalita della curva per le riaperture dell'11 febbraio (compresa l'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto), e' la seguente:
6.1%   8.0%   9.2%   9.4%   9.4%   9.2%   10.4%   (12.6%) (7.7%) (7.9%) (7.5%) (7.2%) (7.9%) (5.9%) (9.1%) (7.0%) (8.4%) (7.5%) (9.4%) (8.5%) (8.8%) (6.7%) (7.2%) (7.0%) (7.1%) (6.3%) (6.7%) (8.3%) (7.6%) (9.6%) (9.7%) (8.6%) (7.3%)
(quelli in grassetto sono dedotti con il nuovo metodo ).
Di questi dati quelli dal 21 febbraio in poi sono stati riportati anche nel seguente grafico dei dati recenti (che sono tutti quelli dedotti con il nuovo metodo ).

Il dato di oggi e' sceso al (7.3%) , che conferma la discesa di quello di ieri.
Dobbiamo aspettare altri due giorni per escludere che si tratti della discesa da un picco effimero (che si conclude in 3 giorni) dopodiche' potremo vedere la saturazione della salita al +0.4% conclusa, come previsto ad un livello un po' inferiore al 10% del picco precedente (un po' inferiore per l'accresciuto numero di persone immunizzate ad Omicron).
Attendiamo percio' di chiarire se la discesa e' imputabile ad un effetto transitorio come sarebbe la presenza di un picco effimero, prima di far progredire le linee viola d'interpolazione che rappresenta l'andamento di questa quinta ondata.
Per ora lasciamo percio' invariate le linee viola nei 3 grafici in attesa di stabilire se questi due punti in discesa possano essere quelli che segnalano la diminuzione di pendenza da noi attesa rispetto alla salita al +0.4%.
Cio' perche' abbiamo detto che come il picco precedente era stato limitato al 10% dal numero di persone immunizzate, cosi' anche questo picco secondo noi non dovrebbe superare il livello del 10%.
Se cio' accadra' vuol dire che si sta riducendo l'apporto giornaliero di contagi, non perche' siano diminuite le attivita' umane che li producono, ma semplicemente perche' l'alto numero di persone immunizzate riduce il numero di persone contagiabili e quindi la produzione di nuovi contagi.
C'e' in altre parole un effetto di riduzione dei contagi analogo a quello che avviene con le vaccinazioni: gli umani continuano ad adoperarsi per produrre contagi ma riescono a produrne di meno per l'immunita' diffusa e la curva dei contagi sale di meno.
Stiamo parlando dell'immunita' specifica contro queste nuove varianti prodotta da una precedente infezione da Omicron, perche' le vaccinazioni fatte in precedenza dalla popolazione erano specifiche per le altre varianti e meno efficaci contro Omicron e Omicron2.
Piu' tempo passa dall'inizio del primo picco di Omicron e piu' persone immunizzate ci sono, perche' le immunita' durano abbastanza a lungo. La riduzione di altezza dei picchi che stiamo vedendo e' conseguenza principalmente dei due picchi piu' alti al 16% e 18% (perche' il numero di persone contagiate e quindi immunizzate e' proporzionale all'area dei picchi). Comunque anche questi due picchi successivi piu' piccoli (al 10% o meno) hanno aggiunto altri immunizzati e l'effetto di riduzione della crescita della curva aumenta sempre piu'.
Percio' il fatto che la curva ora salga di meno non vuol dire che le attivita' umane, iniziate l' 11 febbraio e che creavano contagi al +1% al giorno siano diminuite: sono ancora presenti a cercare di spingere in salita la curva ma ora ci riescono di meno grazie alla crescente percentuale di immunizzati.
Quello che stiamo vedendo e' una sorta di piccola "immunita' di gregge" per Omicron, sta arrivando perche' abbiamo permesso all'infezione di galoppare fino a raggiungere un picco al 18%, che e' un livello analogo a quello dei picchi piu' alti registrati in passato. Cio' credo che sia accaduto anche per l'alta contagiosita' di Omicron, che rende questo virus molto meno controllabile con le solite restrizioni.
Se questo scenario sara' confermato, come crediamo, le condizioni saranno favorevoli ad una ulteriore riduzione delle restrizioni, come il Governo si accinge a fare, lasciando l'onere di limitare la diffusione dei contagi alle numerose immunita' naturali ad Omicron che si sono generate nella popolazione.
La cosa provata, se confermata, e' che questo virus ormai non e' piu' in grado di superare la soglia del 10% e questo ci garantirebbe di rimanere sotto a questo livello di contagi fino ad aprile con tutto aperto.
I picchi di Omicron sono piu' stretti per il tempo di guarigione spontanea di Omicron che e' piu' breve (20 giorni invece di 30).
Si tenga presente che noi stiamo parlando di Omicron ma in realta' ormai si tratta di un miscuglio di Omicron e Omicron2.
Questo andamento della curva (andamento della quinta ondata) e' disegnato a destra con un tratto in viola sia nel grafico dei dati grezzi , che nel grafico dei dati interpolati , che nel grafico dei dati analizzati e nel grafico dei dati recenti , (che sono tutti quelli dedotti con il nuovo metodo ).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico dei dati grezzi , dove il dato odierno di 165 e' stato graficato a destra.
Questo dato e' in risalita perche' 12 giorni fa i contagi erano al livello del picco (8.8%) e conseguentemente ci aspettiamo anche un picco nella curva dei contagi.
Decidiamo di lasciare per ora invariata la linea viola nel grafico interpolato.
Nei prossimi giorni potremo confermare che il picco al 10% dei contagi di 12 giorni fa trova riscontro in un analogo picco nella curva dei decessi, come gia' sembra apparire guardando il grafico dei dati grezzi (ignorando sempre i punti eccessivamente bassi delle domeniche).

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (17 marzo 2022)
La regione Piemonte non pubblica piu' il numero di test antigenici positivi, necessario per calcolare la percentuale di tamponi positivi, al netto di quelli antigenici, da noi sempre usata nei grafici.
Per dedurre questo dato a noi necessario abbiamo deciso, come spiegato QUI' , di adottare anche per i test antigenici/totali POSITIVI lo stesso rapporto ricavato dai test antigenici/totali ESEGUITI.
Distingueremo le percentuali ottenute con questo nuovo metodo, scrivendole tra parentesi ed in grassetto qui' sotto.
La sequenza dei dati dal 14 febbraio 2022 in poi, cioe' dall'inizio della risalita della curva per le riaperture dell'11 febbraio (compresa l'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto), e' la seguente:
6.1%   8.0%   9.2%   9.4%   9.4%   9.2%   10.4%   (12.6%) (7.7%) (7.9%) (7.5%) (7.2%) (7.9%) (5.9%) (9.1%) (7.0%) (8.4%) (7.5%) (9.4%) (8.5%) (8.8%) (6.7%) (7.2%) (7.0%) (7.1%) (6.3%) (6.7%) (8.3%) (7.6%) (9.6%) (9.7%) (8.6%)
(quelli in grassetto sono dedotti con il nuovo metodo ).
Di questi dati quelli dal 21 febbraio in poi sono stati riportati anche nel seguente grafico dei dati recenti (che sono tutti quelli dedotti con il nuovo metodo ).

Il dato di oggi e' sceso al (8.6%) , che e' un valore compatibile con le linee viola d'interpolazione nei 3 grafici, con pendenza del +0.4% nel rispetto delle nostre precedenti previsioni.
Per ora lasciamo invariate le linee viola nei 3 grafici perche' il punto odierno potrebbe essere il primo che segnala la diminuzione di pendenza da noi attesa rispetto alla salita al +0.4%.
Cio' perche' abbiamo detto che come il picco precedente era stato limitato al 10% dal numero di persone immunizzate, cosi' anche questo picco secondo noi non dovrebbe superare il livello del 10%.
Se cio' accadra' vuol dire che si sta riducendo l'apporto del +1% al giorno di contagi, non perche' siano diminuite le attivita' umane che li producono, ma semplicemente perche' l'alto numero di persone immunizzate riduce la diffusione e quindi la produzione di nuovi contagi.
C'e' in altre parole un effetto di riduzione dei contagi analogo a quello che avviene con le vaccinazioni: gli umani continuano ad adoperarsi per produrre contagi ma riescono a produrne di meno per l'immunita' diffusa e la curva dei contagi sale di meno.
Stiamo parlando dell'immunita' specifica contro queste nuove varianti prodotta da una precedente infezione, perche' le vaccinazioni fatte in precedenza dalla popolazione erano specifiche per le altre varianti e meno efficaci contro Omicron e Omicron2.
Piu' tempo passa dall'inizio del primo picco di Omicron e piu' persone immunizzate ci sono, perche' le immunita' durano abbastanza a lungo. La riduzione di altezza dei picchi che stiamo vedendo e' conseguenza principalmente dei due picchi piu' alti al 16% e 18% (perche' il numero di persone contagiate e' proporzionale all'area dei picchi). Comunque anche questi due picchi successivi piu' piccoli (al 10% o meno) hanno aggiunto altri immunizzati e l'effetto di riduzione della crescita della curva aumenta sempre piu'.
Percio' il fatto che la curva ora salga di meno non vuol dire che le attivita' umane, iniziate l' 11 febbraio e che creavano contagi al +1% al giorno siano diminuite: sono ancora presenti a cercare di spingere in salita la curva ma ora ci riescono meno grazie alla crescente percentuale di immunizzati.
In realta' stiamo vedendo una sorta di piccola "immunita' di gregge" per Omicron, che stiamo raggiungendo perche' abbiamo permesso all'infezione di galoppare fino a raggiungere un picco al 18%, che e' un livello analogo a quello dei picchi piu' alti registrati in passato. Cio' credo che sia accaduto anche per l'alta contagiosita' di Omicron, che rende questo virus molto meno controllabile con le solite restrizioni.
Se questo scenario sara' confermato, come crediamo, le condizioni saranno favorevoli ad una ragionevole riduzione ulteriore delle restrizioni, come il Governo si accinge a fare, lasciando l'onere di limitare la diffusione dei contagi alle numerose immunita' naturali ad Omicron che si sono generate nella popolazione (nostro malgrado).
Secondo le indicazioni del nostro modello, con il senno del poi, sarebbe stato meglio non fare le riaperture dell'11 febbraio perche' la curva avrebbe potuto continuare la sua discesa dal picco del 18% fino a zero (senza introdurre l'apporto costante di contagi del +1%) e poi rimanere al livello del fondo degli asintomatici (circa il 0.6%) fino ad oggi, salvando un bel po' di vite umane.
Ma forse la curva dei contagi non sarebbe rimasta cosi' in basso per l'alta contagiosita' di Omicron e sarebbe risalita, anche se meno, perche' quando i contagiati in circolazione sono molto pochi anche la produzione di nuovi contagiati di riduce. Pero' non possiamo esserne certi.
La cosa provata, se confermata, e' che questo virus ormai non e' piu' in grado di superare la soglia del 10% e questo ci garantirebbe di rimanere a questo livello di contagi fino ad aprile con tutto aperto. Nelle condizioni in cui siamo non si puo' fare di piu', purtroppo.
I picchi di Omicron sono piu' stretti per il tempo di guarigione spontanea di Omicron che e' piu' breve (20 giorni invece di 30).
Si tenga presente che noi stiamo parlando di Omicron ma in realta' ormai si tratta di un miscuglio di Omicron e Omicron2.
Questo andamento della curva (andamento della quinta ondata) e' disegnato a destra con un tratto in viola sia nel grafico dei dati grezzi , che nel grafico dei dati interpolati , che nel grafico dei dati analizzati e nel grafico dei dati recenti , (che sono tutti quelli dedotti con il nuovo metodo ).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico dei dati grezzi , dove il dato odierno di 128 e' stato graficato a destra.
Questo dato e' molto vicino alla media calcolata ieri i 3 dati da domenica a martedi' che era 132 ed al dato di ieri che era 137.
L'indicazione che sembra emergere e' di un rallentamento della discesa della curva dei decessi, che ancora non riportiamo nella linea viola d'interpolazione (aspettiamo la conferma con il dato di domani).
Lasciamo quindi invariata la linea viola nel grafico interpolato.
Nei prossimi giorni potremo vedere se il picco al 10% dei contagi di 12 giorni fa trova riscontro anche in un analogo picco nella curva dei decessi, come gia' sembra apparire guardando il grafico dei dati grezzi (ignorando pero' i punti eccessivamente bassi delle domeniche).

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (16 marzo 2022)
La regione Piemonte non pubblica piu' il numero di test antigenici positivi, necessario per calcolare la percentuale di tamponi positivi, al netto di quelli antigenici, da noi sempre usata nei grafici.
Per dedurre questo dato a noi necessario abbiamo deciso, come spiegato QUI' , di adottare anche per i test antigenici/totali POSITIVI lo stesso rapporto ricavato dai test antigenici/totali ESEGUITI.
Distingueremo le percentuali ottenute con questo nuovo metodo, scrivendole tra parentesi ed in grassetto qui' sotto.
La sequenza dei dati dal 14 febbraio 2022 in poi, cioe' dall'inizio della risalita della curva per le riaperture dell'11 febbraio (compresa l'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto), e' la seguente:
6.1%   8.0%   9.2%   9.4%   9.4%   9.2%   10.4%   (12.6%) (7.7%) (7.9%) (7.5%) (7.2%) (7.9%) (5.9%) (9.1%) (7.0%) (8.4%) (7.5%) (9.4%) (8.5%) (8.8%) (6.7%) (7.2%) (7.0%) (7.1%) (6.3%) (6.7%) (8.3%) (7.6%) (9.6%) (9.7%)
(quelli in grassetto sono dedotti con il nuovo metodo ).
Di questi dati quelli dal 21 febbraio in poi sono stati riportati anche nel seguente grafico dei dati recenti (che sono tutti quelli dedotti con il nuovo metodo ).

Il dato di oggi e' salito al (9.7%) , che e' un valore ancora sul prolungamento delle linee viola d'interpolazione nei 3 grafici, con pendenza del +0.4% nel rispetto delle nostre precedenti previsioni.
Possiamo xosi' lasciare invariata le linee viola nei 3 grafici a conferma che anche il punto odierno segue la pendenza di salita al +0.4% , esattamente come previsto dal modello a soglia.
Il fatto che tuttora la risalita della curva sia ancora del +0.4% al giorno significa che l'apporto di contagi al +1% al giorno, iniziato l' 11 febbraio sta ancora continuando: e' lui che fa risalire la curva.
Questo andamento crescente della curva al +0.4% al giorno da noi atteso (andamento della quinta ondata) e' stato disegnato a destra con un tratto in viola sia nel grafico dei dati grezzi , che nel grafico dei dati interpolati , che nel grafico dei dati analizzati e nel grafico dei dati recenti , (che sono tutti quelli dedotti con il nuovo metodo ).

LE NOSTRE PREVISIONI: COSA STA PER SUCCEDERE Abbiamo gia' spiegato che la curva dei contagi non avra' una crescita continua finche' non sparisce quell'apporto persistente di contagi del +1% ma la crescita e' destinata ad attenuarsi per la crescita del numero di immunizzati da una precedente infezione recente ed inconsapevole.
Questa crescita del numero di immunizzati si e' gia' fatta sentire nel picco precedente che invece di arrivare al 18% si e' limitato al 10%.
Altrettanto ci aspettiamo adesso per cui essendo la curva gia' arrivata al 9.7% crediamo che nei prossimi giorni tendera' ad appiattirsi intorno al 10%, variando poi a secondo delle fluttuazioni degli apporti di contagi che, sempre restando intorno ad una media del +1%, possono pero' di giorno in giorno variare un po'.
Come gia' detto altre volte, ci verremo a trovare percio' in una situazione analoga a quella della Gran Bretagna nel 2021, mostrata dalla linea verde UK nel grafico dei Paesi del centro Europa , che oscillava per la variabilita' degli apporti di contagi delle attivita' umane lasciate aperte ai britannici.
Questa situazione migliorera' con l'innalzamento della temperatura ambientale a maggio oppure eliminando quell'apporto di contagi al +1%, con specifiche restrizioni una volta individuata la causa (le mascherine?).
Nei prossimi 2 mesi quindi, se nulla cambia nei provvedimenti per limitare i contagi, prevediamo un livello medio della curva intorno al 10% (cioe' come quello di oggi, con circa 140 decessi al giorno per 2 mesi). Poi comincera' a scendere, sia pur lentamente.
Questa previsione e' basata sull'efficacia delle immunita' naturali acquisite dalla popolazione, che potrebbe non essere piu' vera nel caso della comparsa di una nuova variante, per la quale gli anticorpi esistenti potrebbero non essere abbastanza efficaci.
In tal caso la curva dei contagi potrebbe salire oltre il limite del 10% (noi ovviamente speriamo che cio' non accada).
Certo, quelli dei prossimi 2 mesi potrebbero essere numeri imbarazzanti: io voglio evitare di quantificare i decessi prevedibili ed ho impressione che la gente preferisca non pensarci. E' un po' come per l'automobile, che causa alcune migliaia di morti ogni anno in incidenti stradali ma nessuno pensa minimamente a limitarne l'uso: si accetta tacitamente come un male inevitabile.
I morti per Covid in Italia pero' potrebbero essere molti di piu', come quelli della guerra in Ucraina per inquadrare la dimensione del problema; le Regioni italiane pero' stanno chiedendo di non pubblicare piu' i bollettini giornalieri, ma di farli diventare settimanali, che e' un po' come dire: "occhio non vede, cuore non duole".
Probabilmente andra' a finire cosi', perche' non si puo' vivere in un'emergenza infinita: alle nostre solite patologie endemiche dovremo percio' aggiungerci anche il Covid-19, con tutto quello che comporta.
Sarebbe bene pero' che la popolazione non ignorasse la sua maggiore pericolosita', perche' con una maggiore consapevolezza si possono contenere al massimo i danni.
L'immunita' fornita dalla memoria cellulare potrebbe migliorare la nostra situazione, che restera' comunque incerta per le troppo frequenti mutazioni che sembrano mostrare questi coronavirus.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico dei dati grezzi , dove il dato odierno di 137 e' stato graficato a destra.
In questo dato non ci sono piu' una parte dei decessi mancanti nel dato di domenica per cui questo e' il vero livello dei decessi di oggi (infatti e' molto vicino alla media calcolata ieri per i 3 dati precedenti, che e' stata di 132).
Questo e' quindi il dato che useremo per disegnare la linea viola nel grafico interpolato.
Come si vede anche il dato odierno si colloca esattamente sul prolungamento della linea viola disegnata precedentemente.
Rimane sempre il fatto che questi numeri di decessi giornalieri sono maledettamente alti.
La dimostrazione e' che 12 giorni fa la curva dei contagi aveva lasciato il pianerottolo al 5.1% arrivando al 9.4% e siccome nella quarta ondata con il 3.6% di contagi avevamo 60 decessi al giorno con il 9.4% ne avremmo avuti 157 (che sono piu' dei 137 di oggi ma solo perche' il 9.4% di 12 giorni fa era praticamente arrivato al picco del 10%.
Quindi mentre fino a ieri questi virus Omicron, che stanno circolando in Piemonte a marzo, stavano causando il 44% di decessi in piu' di quelli che produceva la variante Delta ad agosto 2021 (mediamente e' sempre risultato circa il 50% di decessi in piu'), oggi sono addirittura il 13% in meno perche' il confronto con i contagi di 12 giorni prima e' troppo critico perche' fatto nel punto di massima crescita dei contagi (il 9.4% che era arrivato al picco): era saltato dal 7.5% al 9.4% con un balzo di oltre il 25%.
Nei prossimi giorni potremo vedere se il picco al 10% dei contagi di 12 giorni fa trova riscontro anche in un analogo picco nella curva dei decessi e potremo allora calcolare meglio di quanto i decessi sono piu' numerosi ora con Omicron rispetto a quello che erano nella quarta ondata con la variante Delta.
I risultati di questa analisi fatta nei giorni scorsi sono in perfetto accordo con l'ipotesi della presenza di una nuova variante piu' letale di Omicron (chiamata Omicron 2), da noi fatta quando avevamo riscontrato che nella coda discendente della curva dei contagi i decessi diminuivano della meta' rispetto ai contagi.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (15 marzo 2022)
La regione Piemonte non pubblica piu' il numero di test antigenici positivi, necessario per calcolare la percentuale di tamponi positivi, al netto di quelli antigenici, da noi sempre usata nei grafici.
Per dedurre questo dato a noi necessario abbiamo deciso, come spiegato QUI' , di adottare anche per i test antigenici/totali POSITIVI lo stesso rapporto ricavato dai test antigenici/totali ESEGUITI.
Distingueremo le percentuali ottenute con questo nuovo metodo, scrivendole tra parentesi ed in grassetto qui' sotto.
La sequenza dei dati dal 14 febbraio 2022 in poi, cioe' dall'inizio della risalita della curva per le riaperture dell'11 febbraio (compresa l'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto), e' la seguente:
6.1%   8.0%   9.2%   9.4%   9.4%   9.2%   10.4%   (12.6%) (7.7%) (7.9%) (7.5%) (7.2%) (7.9%) (5.9%) (9.1%) (7.0%) (8.4%) (7.5%) (9.4%) (8.5%) (8.8%) (6.7%) (7.2%) (7.0%) (7.1%) (6.3%) (6.7%) (8.3%) (7.6%) (9.6%)
(quelli in grassetto sono dedotti con il nuovo metodo ).
Di questi dati quelli dal 21 febbraio in poi sono stati riportati anche nel seguente grafico dei dati recenti (che sono tutti quelli dedotti con il nuovo metodo ).

Il dato di oggi e' salito al (9.6%) , che e' un valore vicino al prolungamento delle linee viola d'interpolazione nei 3 grafici, con pendenza del +0.4% nel rispetto delle nostre precedenti previsioni.
Possiamo ora prolungare le linee viola nei 3 grafici e scopriamo che il punto odierno conferma la pendenza di salita al +0.4% , esattamente come previsto dal modello a soglia.
Nei giorni scorsi abbiamo rilevato che i punti risultati piu' bassi rispetto alla linea viola in realta' erano dentro la banda di "propagazione" degli errori e quindi ancora compatibili con una salita della curva al +0.4% al giorno. Il dato di oggi invece e' un po' piu' in alto: quindi e' tutto entro le fluttuazioni normali dei dati e nessuna anomalia e' riscontrabile.
Il fatto che ad oggi la risalita della curva sia ancora del +0.4% al giorno significa che l'apporto di contagi al +1% al giorno, iniziato l' 11 febbraio sta ancora continuando.
Questo andamento crescente della curva al +0.4% al giorno da noi atteso (andamento della quinta ondata) e' stato disegnato a destra con un tratto in viola sia nel grafico dei dati grezzi , che nel grafico dei dati interpolati , che nel grafico dei dati analizzati e nel grafico dei seguenti dati recenti (che sono tutti quelli dedotti con il nuovo metodo ):


DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico dei dati grezzi , dove il dato odierno di 180 e' stato graficato a destra.
Anche questo dato contiene una parte dei decessi mancanti nel dato di domenica ed ora possiamo procedere al calcolo della media dei decessi degli ultimi 3 giorni: (86+129+180)/3 = 132.
Questo e' il dato corretto che useremo per disegnare la linea viola su questi 3 giorni nel grafico interpolato.
Come si vede la media di questi ultimi 3 punti si colloca esattamente sul prolungamento della linea viola disegnata precedentemente.
Rimane sempre il fatto che questi numeri di decessi giornalieri sono maledettamente alti.
La dimostrazione e' che 12 giorni fa la curva dei contagi aveva lasciato il pianerottolo al 5.1% arrivando al 7.5% e siccome nella quarta ondata con il 3.6% di contagi avevamo 60 decessi al giorno con il 7.5% ne avremmo avuti 125 (che sono meno dei 180 di oggi.
Quindi fino a ieri questi virus Omicron, che stanno circolando in Piemonte a marzo, stanno causando oggi il 44% di decessi in piu' di quelli che produceva la variante Delta ad agosto 2021 (mediamente e' circa il 50% di decessi in piu').
Questo risultato e' in perfetto accordo con l'ipotesi della presenza di una nuova variante piu' letale di Omicron (chiamata Omicron 2), da noi fatta quando avevamo riscontrato che nella coda discendente della curva dei contagi i decessi diminuivano della meta' rispetto ai contagi.

CONVIVENZA CON I VIRUS (15 marzo 2022)
La convivenza con questi virus ha due casi estremi:
  1. Si adottano tutte le restrizioni possibili e allora i contagi scendono a +0.6% e ci rimangono fino a maggio con circa 15 decessi al giorno.
  2. Si riapre tutto ed allora i contagi crescono oscillando intorno ad un livello del 10% (corrispondenti a circa 250 decessi al giorno con la variante Omicron) fino a maggio, cioe' con una curva dei contagi simile a quella dei britannici nel 2021 (che avevano riaperto quasi tutto), che e' la linea verde UK nel grafico dei Paesi del centro Europa , che oscillava per la variabilita' degli apporti di contagi delle attivita' umane lasciate aperte.
    Sarebbe questa la condizione limite di immunita' di gregge raggiungibile con questi virus, che non permettono di arrivare a contagi zero (senza il 100% di vaccinati), perche' questi virus sono "speciali" in quanto sono in grado di mantenere sempre un livello minimo di contagi che noi abbiamo chiamato epidemia degli asintomatici che non permette l'estinzione della pandemia.
La situazione attuale in cui ci troviamo e' un caso intermedio: ai primi di febbraio la curva stava scendendo a zero dopo il picco grande che aveva raggiunto il 18% (vedi il grafico dei dati analizzati ), quando si sono fatte alcune riaperture l'11 febbraio.
La conseguenza si e' vista 3 giorni dopo, con l'inizio di una risalita dei contagi che ha prodotto un picco piu' piccolo, arrivato solo al 10%.
Quello che ha limitato la salita di questo picco e' stato l'accresciuto numero di persone che erano diventate immuni ad Omicron in seguito ad una precedente infezione (in massima parte asintomatica ed inconsapevole) subita nel mese precedente, durante i due picchi alti 16% e 18%.
Con questi 2 picchi che si sono succeduti per un mese, tenendo conto del turn-over dei contagiati, e' stata immunizzato ad Omicron circa il 20% della popolazione, per cui il terzo ed ultimo picco e' stato piu' piccolo (e' arrivato solo al 10%).
Con le riaperture attuali delle attivita' ci saranno un altro paio di pseudo-picchi (sotto al 10%) fino a maggio, poi con il caldo le cariche virali circolanti si attenueranno e l'epidemia andra' in letargo fino a settembre.
La sequenza di questi pseudo-picchi assomigliera' alla linea verde UK nel grafico dei Paesi del centro Europa si accentuera' di piu' o di meno a secondo dell'entita' delle riaperture volute fortemente dalla popolazione e dalle leggi dell'economia.
Questo e' il problema della convivenza con questi virus: non si puo' tenere tutto chiuso per salvare vite umane ma nemmeno tutto aperto perche' il costo sarebbe eccessivo.
La soluzione ottimale sta nel mezzo ed ai governanti spetta l'onere di individuare la soluzione migliore (con l'aiuto della Scienza). E' orribile a dirsi ma questi virus ci obbligano a scelte per le quali molte persone in piu' dovranno morire di Covid-19, per evitare molti altri decessi, meno visibili ma altrettanto reali, per l'alternativa di una crisi economica che potrebbe essere di dimensioni gigantesche e che dev'essere assulutamente evitata.
Per le valutazioni necessarie sono indispensabili i risultati di studi come il nostro che sono in grado di prevedere i costi in termini sanitari delle varie scelte, fornendo anche un feed-back pronto per le necessarie correzioni successive.
L'ESEMPIO REALE da noi citato, quello delle riaperture dell'11 febbraio, mostra proprio quello che stiamo dicendo, cioe' la risposta di un'analisi dei dati come quella che stiamo facendo noi ad una diminuzione delle restrizioni (riaperture).
Quello che si vede e':
  • Una risposta pronta: dopo solo 3 giorni si osserva l'aumento dei contagi prodotti dalla riapertura (se ci sono). La rilevazione di questa risposta e' molto utile nel caso di riaperture scaglionate ogni 3 giorni, perche' permette di rivelare quali sono le riaperture che producono piu' contagi.
  • Una valutazione dei costi sanitari dell'eventuale crescita dei contagi, che raggiungono il picco nel tempo di guarigione spontanea del virus (20 giorni per Omicron e 30 giorni per gli altri). Questa informazione e' indispensabile per fare il bilancio tra costi e benefici delle varie riaperture per cercare di arrivare al massimo di riaperture con il minimo dei costi.
    Per esempio, se un'attivita' risulta produrre molti contagi, conviene chiuderla e riaprirne al suo posto molte altre che producono pero' pochi contagi (N.B. ogni attivita' che comporta contatti piu' o meno ravvicinati tra persone produce contagi).
Per i nostri scopi scientifici e' sufficiente lavorare sui dati di una singola regione.
Qualora si iniziasse invece questa analisi per il controllo della pandemia, bisognerebbe lavorare in parallelo su tutte le regioni (o quasi), lavorando su sottoinsiemi di dati di test molecolari raccolti con modalita' piu' rispondenti a protocolli scientifici e non solo sanitari.
Cosi' le curve dei contagi con cui si lavorerebbe, potrebbero essere meglio definite e piu' precise di quelle attuali con vantaggi per la qualita' del lavoro svolto.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (14 marzo 2022)
La regione Piemonte non pubblica piu' il numero di test antigenici positivi, necessario per calcolare la percentuale di tamponi positivi, al netto di quelli antigenici, da noi sempre usata nei grafici.
Per dedurre questo dato a noi necessario abbiamo deciso, come spiegato QUI' , di adottare anche per i test antigenici/totali POSITIVI lo stesso rapporto ricavato dai test antigenici/totali ESEGUITI.
Distingueremo le percentuali ottenute con questo nuovo metodo, scrivendole tra parentesi ed in grassetto qui' sotto.
La sequenza dei dati dal 14 febbraio 2022 in poi, cioe' dall'inizio della risalita della curva per le riaperture dell'11 febbraio (compresa l'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto), e' la seguente:
6.1%   8.0%   9.2%   9.4%   9.4%   9.2%   10.4%   (12.6%) (7.7%) (7.9%) (7.5%) (7.2%) (7.9%) (5.9%) (9.1%) (7.0%) (8.4%) (7.5%) (9.4%) (8.5%) (8.8%) (6.7%) (7.2%) (7.0%) (7.1%) (6.3%) (6.7%) (8.3%) (7.6%)
(quelli in grassetto sono dedotti con il nuovo metodo ).
Di questi dati quelli dal 21 febbraio in poi sono stati riportati anche nel seguente grafico dei dati recenti (che sono tutti quelli dedotti con il nuovo metodo ).

Il dato di oggi e' sceso un po', al (7.6%) , che e' un valore vicino al prolungamento delle linee viola d'interpolazione nei 3 grafici, con pendenza del +0.4% nel rispetto delle nostre precedenti previsioni.
Attendiamo ancora domani per prolungare le linee viola.
Sembrerebbe percio' che la risalita con il +0.4% al giorno d'incremento stia continuando.
Questo andamento crescente al +0.4% al giorno da noi atteso (andamento della quinta ondata) e' disegnato a destra con un tratto in viola sia nel grafico dei dati grezzi , che nel grafico dei dati interpolati , che nel grafico dei dati analizzati e nel grafico dei dati recenti (che sono tutti quelli dedotti con il nuovo metodo ).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico dei dati grezzi , dove il dato odierno di 129 e' stato graficato a destra.
Questo dato contiene una parte dei decessi mancanti nel dato di ieri e guardando il grafico interpolato gia' si capisce che domani il valor medio si collochera' sul prolungamento naturale della linea viola d'interpolazione..
Attendere quello di domani per avere il dato corretto facendo la media dei 3 giorni (da domenica a martedi').
Il grafico interpolato dove abbiamo lasciato invariata la discesa della curva (linea viola), mostra anche il dato odierno.
Rimane sempre il fatto che questi numeri di decessi giornalieri sono maledettamente alti.
La dimostrazione e' che 12 giorni fa la curva dei contagi era in pianerottolo al 5.1% e siccome nella quarta ondata con il 3.6% di contagi avevamo 60 decessi al giorno con il 5.1% ne avremmo avuti 85 (che sono meno dei 129 di oggi.
Quindi fino a ieri questi virus Omicron, che stanno circolando in Piemonte a marzo, stanno causando il 56% di decessi in piu' di quelli che produceva la variante Delta ad agosto 2021.
Questo risultato e' in perfetto accordo con l'ipotesi della presenza di una nuova variante piu' letale di Omicron (chiamata Omicron 2), da noi fatta quando avevamo riscontrato che nella coda discendente della curva dei contagi i decessi diminuivano della meta' rispetto ai contagi.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (13 marzo 2022)
Neanche oggi la regione Piemonte ha pubblicato il numero di test antigenici positivi (e noi non riusciamo proprio a capire perche', essendo stati avvisati), per cui NON ci e' ancora possibile calcolare la solita percentuale di tamponi positivi, al netto di quelli antigenici, da noi sempre usata nei grafici.
Quello che abbiamo deciso di fare, come spiegato QUI' , e' di adottare anche per i test antigenici/totali POSITIVI lo stesso rapporto ricavato dai test antigenici/totali ESEGUITI.
Distingueremo poi le percentuali ottenute con questo nuovo metodo, scrivendole tra parentesi ed in grassetto qui' sotto.
Abbiamo cosi' ripreso ad aggiornare sia il grafico dei dati grezzi che il grafico dei dati interpolati ed il grafico dei dati analizzati. Non aggiorniamo invece la linea viola d'interpolazione perche' c'e' stata l'altro ieri la discontinuita' del cambiamento del metodo di deduzione del dato non piu' fornito dalla regione Piemonte (il numero dei positivi antigenici).
Riprenderemo a disegnare la linea viola d'interpolazione (che rappresenta l'andamento della quinta ondata), quando sara' meglio definita la pendenza di quella che sembra essere la risalita della curva.
Per comodita' scriviamo anche la sequenza degli ultimi dati, per avere una visione del loro andamento (i dati a noi necessari ci sono tutti, tranne uno: manca la sola percentuale dei positivi antigenici).
La sequenza dei dati dal 14 febbraio 2022 in poi, cioe' dall'inizio della risalita della curva per le riaperture dell'11 febbraio (compresa l'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto), e' la seguente:
6.1%   8.0%   9.2%   9.4%   9.4%   9.2%   10.4%   (12.6%) (7.7%) (7.9%) (7.5%) (7.2%) (7.9%) (5.9%) (9.1%) (7.0%) (8.4%) (7.5%) (9.4%) (8.5%) (8.8%) (6.7%) (7.2%) (7.0%) (7.1%) (6.3%) (6.7%) (8.3%)
(quelli in grassetto sono dedotti con il nuovo metodo ).
Di questi dati quelli dal 21 febbraio in poi sono stati riportati nel seguente grafico dei dati recenti (che sono tutti quelli dedotti con il nuovo metodo ).

Il dato di oggi 13 marzo e' risalito, al (8.3%)% , che e' un valore tornato alto, proprio sul prolungamento delle linee viola d'interpolazione, con pendenza del +0.4% che rispettano le nostre precedenti previsioni, in tutti i grafici.
Attendiamo domani per prolungare le linee viola solo perche' questo di oggi e' un dato della domenica (pero' in passato le anomalie hanno sempre riguardato quasi esclusivamente i dati dei decessi e non quelli dei contagi).
Sembrerebbe percio' che la risalita con il +0.4% al giorno d'incremento stia continuando.
I due dati piu' bassi dei due ultimi giorni sarebbero attribuibili a normali fluttuazioni dovute alla propagazione dei vari errori statistici e non, che due giorni fa abbiamo valutato al +-10% , che su dati intorno al 6.5% vuol dire una banda di errore nella quale rientra la linea viola dei grafici. Quindi entrambi quei due dati bassi ricadrebbero nella banda inferiore di compatibilita' con la continuazione della salita della curva al +0.4% al giorno. Non ci sarebbe nulla di anomalo.
Questo andamento crescente al +0.4% al giorno da noi atteso e' disegnato a destra con un tratto in viola sia nel grafico dei dati interpolati che nel grafico dei dati analizzati e nel grafico dei dati recenti (che sono tutti quelli dedotti con il nuovo metodo ).

UN COMMENTO A PARTE SULLA RISALITA DELLA CURVA: Noi non adottiamo la strategia degli struzzi, cioe' non mettiamo la testa nel buco per non vedere i problemi ma preferiamo sviscerarli fino in fondo e per questo vogliamo aggiungere questo commento finale.
Il nostro modello ha indicato molto chiaramente perche' la curva dei contagi. e tra poco quella dei decessi, stanno salendo: per un apporto di contagi, iniziato 3 giorni dopo l'11 febbraio (giorno delle tanto agognate riaperture in Italia, compresa l'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto), che sta durando da un mese e che ha prima rallentato la discesa della curva prodotta dalle guarigioni dei contagiati (dopo 20 giorni) e poi, quando quella discesa si e' esaurita, ha innescato la risalita della curva che stiamo osservando.
Questo perche' questo apporto di contagi da parte delle attivita' umane tuttora persiste, sempre con la stessa intensita' del +1% di contagi al giorno.
E cosi' continuera' fino al livello di saturazione fissato dalla percentuale di immunizzati, non tanto per vaccinazione ma ormai piu' per una precedente infezione asintomatica (immunita' naturale).
E' questa una specie di "immunita' di gregge", che non si puo' raggiungere nelle epidemie che hanno la capacita' di mantenere in permanenza un'epidemia degli asintomatici come fanno il Sars-CoV-2 e sue varianti: dobbiamo accontentarci di questo limite al 10% o meno (se produciamo ancora piu' contagi).
Nei giorni scorsi infatti abbiamo previsto che il nuovo picco non superera' quello precedente che si e' fermato al 10%.
E' ovvio che tutti vogliamo le riaperture ma in inverno queste sono le conseguenze.
A maggio poi tutto cambiera' (fino all'autunno): e' come se i virus andassero in letargo.
In realta' quello che accade in inverno l'abbiamo spiegato piu' volte: l'aumento dei contagi e' colpa dell'abbassamento della temperatura , perche' favorisce la durata nell'ambiente delle cariche virali portatrici del contagio e quindi per non permettere ai virus di crescere di numero d'inverno e' necessario aumentare le misure di profilassi.
Questo lo diciamo adesso perche' a fine mese tutti si aspettano altre riaperture, che in realta' dovrebbero aspettare fino a maggio, per evitare altri picchi. E siamo fortunati a vivere in Italia, che e' un Paese abbastanza caldo.
L'alternativa e' accettare un paio di altri picchi al 10% fino a maggio, cioe' una curva dei contagi come quella dei britannici nel 2021 (che avevano riaperto quasi tutto): e' la linea verde UK nel grafico dei Paesi del centro Europa , che oscilla per la variabilita' degli apporti di contagi delle attivita' umane lasciate aperte.
In Italia si puo' anche fare come i britannici, ma ora con cognizione di causa e non piu' contando nella benevolenza della sorte.
La scelta e' un onere dei governanti. Compito degli scienziati e' solo quello di spiegare come stanno le cose perche' si possano fare le scelte ottimali.

Concludiamo con il seguente riepilogo di osservazioni sulla risalita dei contagi nell'ultimo mese:
  1. Il nostro studio ha mostrato che si puo' spiegare bene l'andamento della curva dei contagi, se esiste un incremento di contagi persistente al +1% circa, iniziato il 14 febbraio, che potrebbe essere attribuito alle attivita' umane iniziate dopo le riaperture dell'11 febbraio (ovviamente questa e' solo un'ipotesi).
  2. Questo apporto di contagi continuo avrebbe prodotto una risalita dei contagi, rappresentata dall'ultimo picco (quello piu' piccolo a destra) nel grafico dei dati analizzati.
  3. Questo picco sarebbe stato alto come i precedenti se non ci fosse stato l'effetto limitante dell'alto numero di persone ormai immunizzate da una precedente infezione (in massima parte asintomatica) da Omicron: per questo il picco non ha superato il 10% a differenza dai precedenti due che erano arrivati al 16% ed al 18%.
  4. L'esistenza di questo picco ha mantenuto il livello dei contagi tra il 5% ed il 10% per un mese circa, dal 14 febbraio fino ad oggi, periodo in cui abbiamo avuto una media di 214 decessi al giorno pari a 5767 decessi totali in 27 giorni.
  5. Per capire le conseguenze di questo picco piu' piccolo possiamo affermare che se non fosse iniziato l'apporto costante di contagi del +1% al giorno, che starebbe perdurando ormai da un mese, gia' dal 20 febbraio circa la nostra curva dei contagi avrebbe sicuramente potuto continuare a scendere nel modo indicato dal picco precedente (quello al 18%) nel grafico dei dati analizzati , fin sotto all'1%, rimanendoci poi a lungo perche' con cosi' poche persone contagiate e contagiose in giro la probabilita' di rimanere contagiati sarebbe sempre rimasta bassa.
  6. E' conseguente la conclusione che, se quest'ultimo picco non ci fosse stato alcune migliaia di persone avrebbero potuto essere ancora vive in Italia (perche' ogni decesso per Covid-19 e' conseguenza di un contagio e se i contagi non avvengono, cosi' neppure i decessi avvengono).
    I danni prodotti da un picco di contagi sono proporzionali alla sua area e questo e' stato un picco piuttosto piccolo (al 10%).
  7. I picchi nei contagi non nascono senza una cause e la nostra analisi indica come causa dell'ultimo picco (quello piu' piccolo) l'arrivo di un apporto costante di contagi di circa il +1% al giorno.
    La sua associazione alle riaperture dell'11 febbraio non puo' essere certa, perche' discende solo dalla correlazione temporale con l'inizio della risalita della curva dei contagi il 14 febbraio, pero' non puo' nemmeno essere esclusa.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico dei dati grezzi , dove il dato odierno di 86 e' stato graficato a destra.
Questo dato sarebbe bellissimo se fosse vero. Purtroppo pero' e' un dato della domenica, che come il dato della domenica scorsa molto probabilmente risultera' eccessivamente basso.
Dovremo attendere percio' nuovamente fino a martedi' per avere il dato corretto facendo la media dei 3 giorni.
Il grafico interpolato dove abbiamo lasciato invariata la discesa della curva (linea viola), mostra anche il dato odierno, cosi' basso.
Rimane sempre il fatto che questi numeri di decessi giornalieri sono maledettamente alti.
La dimostrazione e' che 12 giorni fa la curva dei contagi era in pianerottolo al 5.1% e siccome nella quarta ondata con il 3.6% di contagi avevamo 60 decessi al giorno con il 5.1% ne avremmo avuti 85 (che sarebbero uguali agli 86 di oggi (se il dato fosse giusto).
Quindi fino a ieri questi virus Omicron, che stanno circolando in Piemonte a marzo, stanno causando il 56% di decessi in piu' di quelli che produceva la variante Delta ad agosto 2021.
Questo risultato e' in perfetto accordo con l'ipotesi della presenza di una nuova variante piu' letale di Omicron (chiamata Omicron 2), da noi fatta quando avevamo riscontrato che nella coda discendente della curva dei contagi i decessi diminuivano della meta' rispetto ai contagi.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (12 marzo 2022)
Neanche oggi la regione Piemonte ha pubblicato il numero di test antigenici positivi (e noi non riusciamo proprio a capire perche', essendo stati avvisati), per cui NON ci e' ancora possibile calcolare la solita percentuale di tamponi positivi, al netto di quelli antigenici, da noi sempre usata nei grafici.
Quello che abbiamo deciso di fare, come spiegato QUI' , e' di adottare anche per i test antigenici/totali POSITIVI lo stesso rapporto ricavato dai test antigenici/totali ESEGUITI.
Distingueremo poi le percentuali ottenute con questo nuovo metodo, scrivendole tra parentesi ed in grassetto qui' sotto.
Abbiamo cosi' ripreso ad aggiornare sia il grafico dei dati grezzi che il grafico dei dati interpolati ed il grafico dei dati analizzati. Non aggiorniamo invece la linea viola d'interpolazione perche' c'e' stata l'altro ieri la discontinuita' del cambiamento del metodo di deduzione del dato non piu' fornito dalla regione Piemonte (il numero dei positivi antigenici).
Riprenderemo a disegnare la linea viola d'interpolazione (che rappresenta l'andamento della quinta ondata), quando sara' meglio definita la pendenza di quella che sembra essere la risalita della curva.
Per comodita' scriviamo anche la sequenza degli ultimi dati, per avere una visione del loro andamento (i dati a noi necessari ci sono tutti, tranne uno: manca la sola percentuale dei positivi antigenici).
La sequenza dei dati dal 14 febbraio 2022 in poi, cioe' dall'inizio della risalita della curva per le riaperture dell'11 febbraio (compresa l'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto), e' la seguente:
6.1%   8.0%   9.2%   9.4%   9.4%   9.2%   10.4%   (12.6%) (7.7%) (7.9%) (7.5%) (7.2%) (7.9%) (5.9%) (9.1%) (7.0%) (8.4%) (7.5%) (9.4%) (8.5%) (8.8%) (6.7%) (7.2%) (7.0%) (7.1%) (6.3%) (6.7%)
(quelli in grassetto sono dedotti con il nuovo metodo ).
Di questi dati quelli dal 21 febbraio in poi sono stati riportati nel seguente grafico dei dati recenti (sono tutti quelli dedotti con il nuovo metodo ).

Il dato di oggi 12 marzo e' risalito un po', al (6.7%)% , che e' un valore ancora alto rispetto al pianerottolo a 5.1% da cui la risalita e' cominciata, pero' ora i dati piu' bassi rispetto all'andamento crescente con incrementi giornalieri di +0.4% sono diventati due.
Questo andamento crescente da noi atteso e' disegnato a destra con un tratto in viola nel grafico dei dati analizzati e si vede che gli ultimi due dati si collocano sotto alle previsioni della linea viola.
Se questo andamento dei dati venisse confermato anche nei prossimi giorni puo' significare soltanto una cosa: che si e' ridotto quell'apporto di contagi da parte delle attivita' umane in Piemonte, che per un mese intero e' stato stabile al +1%.
Sarebbe un'ottima notizia, segno che le Autorita' piemontesi non sarebber rimaste con le mani in mano ma avrebbero messo in atto interventi efficaci per la riduzione dei contagi (se fosse cosi', sarebbe interessante sapere quali).
Si tenga presente che, se la crescita della curva si riducesse a zero (cioe' curva in pianerottolo, non ancora decrescente), ci sarebbe ancora presente una produzione di contagi pari alla diminuzione del numero dei contagiati per guarigione (dopo 20 giorni dal contagio) ancora presente.
Infatti, come abbiamo gia' spiegato nel commento ai dati dal 21/2 al 7/3 , questo dato ancora alto dopo 7 giorni e 6 incrementi (quelli scritti in grassetto poco sopra) ormai non puo' piu' far parte di un picco effimero, prodotto da sole persone immunizzate, che avrebbe potuto durare solo 3 giorni (a meno che non siano piu' picchi effimeri sovrapposti). Il dubbio potra' essere sciolto solo con i dati dei prossimi giorni.
Per ora, in attesa di capire meglio l'andamento della curva, lasciamo la linea viola d'interpolazione che indica l'andamento della quinta ondata, invariata sia nel grafico interpolato che in quello analizzato ed anche nel grafico dei dati recenti , dal 21 febbraio in poi (quelli dedotti con il nuovo metodo ).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico dei dati grezzi , dove il dato odierno di 133 e' stato graficato a destra.
Questo dato e' sceso rispetto al dato di ieri ed alla media dei decessi dei precedenti 3 giorni (da domenica, quando il dato era stato eccessivamente basso a martedi') che era di 140 decessi al giorno. Il grafico interpolato dove abbiamo lasciamo invariata la discesa della curva (linea viola), mostra che il dato odierno si colloca abbastanza vicino al prolungamento della linea viola, indicando che l'andamento in discesa disegnato e' quello giusto.
Rimane sempre il fatto che questi numeri di decessi giornalieri sono maledettamente alti e non si riesce a capire perche'.
La dimostrazione e' che 12 giorni fa la curva dei contagi era in pianerottolo al 5.1% e siccome nella quarta ondata con il 3.6% di contagi avevamo 60 decessi al giorno con il 5.1% ne avremmo avuti 85 non i 133 di oggi.
Quindi questi virus Omicron, che stanno circolando in Piemonte a marzo, stanno causando il 56% di decessi in piu' di quelli che produceva la variante Delta ad agosto 2021.
Questo risultato e' in perfetto accordo con l'ipotesi della presenza di una nuova variante piu' letale di Omicron (chiamata Omicron 2), da noi fatta quando avevamo riscontrato che nella coda discendente della curva dei contagi i decessi diminuivano della meta' rispetto ai contagi.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (11 marzo 2022)
Neanche oggi la regione Piemonte ha pubblicato il numero di test antigenici positivi (e noi non riusciamo proprio a capire perche', essendo stati avvisati), per cui NON ci e' ancora possibile calcolare la solita percentuale di tamponi positivi, al netto di quelli antigenici, da noi sempre usata nei grafici.
Quello che abbiamo deciso di fare, come spiegato QUI' , e' di adottare anche per i test antigenici/totali POSITIVI lo stesso rapporto ricavato dai test antigenici/totali ESEGUITI.
Distingueremo poi le percentuali ottenute con questo nuovo metodo, scrivendole tra parentesi ed in grassetto qui' sotto.
Abbiamo cosi' ripreso ad aggiornare sia il grafico dei dati grezzi che il grafico dei dati interpolati ed il grafico dei dati analizzati. Non aggiorniamo invece la linea viola d'interpolazione perche' c'e' stata l'altro ieri la discontinuita' del cambiamento del metodo di deduzione del dato non piu' fornito dalla regione Piemonte (il numero dei positivi antigenici).
Riprenderemo a disegnare la linea viola d'interpolazione (che rappresenta l'andamento della quinta ondata), quando sara' meglio definita la pendenza di quella che sembra essere la risalita della curva.
Per comodita' scriviamo anche la sequenza degli ultimi dati, per avere una visione del loro andamento (i dati a noi necessari ci sono tutti, tranne uno: manca la sola percentuale dei positivi antigenici).
La sequenza dei dati dal 14 febbraio 2022 in poi, cioe' dall'inizio della risalita della curva per le riaperture dell'11 febbraio (compresa l'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto), e' la seguente:
6.1%   8.0%   9.2%   9.4%   9.4%   9.2%   10.4%   (12.6%) (7.7%) (7.9%) (7.5%) (7.2%) (7.9%) (5.9%) (9.1%) (7.0%) (8.4%) (7.5%) (9.4%) (8.5%) (8.8%) (6.7%) (7.2%) (7.0%) (7.1%) (6.3%)
(quelli in grassetto sono dedotti con il nuovo metodo ).
Di questi dati quelli dal 21 febbraio in poi sono stati riportati nel seguente grafico dei dati recenti (sono tutti quelli dedotti con il nuovo metodo ).

Il dato di oggi 11 marzo e' un po' sceso, al (6.3%)% , che pero' e' un valore ancora alto rispetto al pianerottolo a 5.1% da cui la risalita e' cominciata.
Come abbiamo gia' spiegato nel commento ai dati dal 21/2 al 7/3 , questo dato ancora alto dopo 6 giorni e 5 incrementi (quelli scritti in grassetto poco sopra) ormai non puo' piu' far parte di un picco effimero, prodotto da sole persone immunizzate, che avrebbe potuto durare solo 3 giorni (a meno che non siano 2 picchi effimeri sovrapposti). Il dubbio potra' essere sciolto solo con i prossimi due dati.
Percio' per ora, essendo il primo punto basso rispetto alla salita di +0.4% al giorno, lo consideriamo ancora facente parte della risalita della curva, che in 6 giorni e' cosi' salita, dal 5.1% del pianerottolo durato 9 giorni, al 6.3% di oggi, passando per un valore di 7.2% con un incremento medio negli ultimi 5 giorni di (1.6+2.1+1.9+2.0+1.2)/5 = +1.8% nettamente positivo rispetto al livello del pianerottolo precedente, quando con l'incremento previsto del +0.4% al giorno (pendenza di salita), in 5 giorni l'incremento previsto sarebbe stato di +2.0% , cioe' il dato avrebbe dovuto essere al 7.1% invece del 6.3%, come si vede anche nel grafico dei dati recenti.
La significativita' statistica del dato di oggi e' determinata dal numero dei test molecolari positivi che e' di 253: la fluttuazione statistica di questo dato e' data dalla sua radice quadrata che e' 16 per cui la fluttuazione statistica e' del 16/253 = 6% che puo' salire fino al 10% per l'incertezza insita nel metodo da noi usato per dedurre il dato mancante (quello dei positivi antigenici).
Il 10% del 6.3% e' +-0.6% per cui in prima approssimazione con il 68% di probabilita' il dato di oggi e' ancora compatibile con 6.9% che e' piuttosto vicino al 7.1% atteso (5.1% del pianerottolo di partenza della risalita piu' 5 incrementi di +0.4% nei 5 giorni trascorsi).
I dati su cui lavoriamo, singolarmente sono aleatori in questa misura (ed anche di piu' per il tipo di misure fatte) ma nel loro complesso, quando si mettono tutti i dati insieme per vedere l'andamento della curva, questa aleatorieta' si riduce sempre di piu'.
Si puo' percio' ancora considerare che la pendenza di risalita della curva in questi primi 5 giorni, e' ancora compatibile con il valore previsto di +0.4% al giorno.
Lasciamo quindi invariata l'interpolazione fatta nei due grafici, che indica l'andamento della quinta ondata, sia in quello interpolato che in quello analizzato ed anche nel grafico dei dati recenti , dal 21 febbraio in poi (quelli dedotti con il nuovo metodo ).
Ovviamente nulla esclude pero' che il dato di oggi sia il primo di una discesa destinata a continuare con nostro sommo piacere. Avremo allora il problema di capire quale evento nuovo si e' verificato: secondo noi sarebbe piuttosto ovvio.
Avrebbero scoperto la causa dell'apporto continuo del +1% di contagi e l'avrebbero rimossa. Cosi', venendo a mancare il +1% di incrementi ogni giorno la curva, invece di continuare a salire del +0.4%, avrebbe iniziato a scendere con pendenza imposta dai decrementi di -0.6% al giorno.
Tutto cio' e' abbastanza ovvio, per cui il modello ci fornirebbe ora la velocita' di discesa di -0.6% al giorno invece di quella di salita del +0.4% al giorno.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico dei dati grezzi , dove il dato odierno di 156 e' stato graficato a destra.
Questo dato e' un po' piu' alto rispetto ai dati di ieri ed alla media dei decessi dei precedenti 3 giorni (da domenica, quando il dato era stato eccessivamente basso a martedi') che era di 140 decessi al giorno. Nel grafico interpolato lasciamo cosi' invariata, almeno per ora, la discesa della curva (linea viola), anche se il dato odierno vi si colloca al di sopra.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (10 marzo 2022)
Neanche oggi la regione Piemonte ha pubblicato il numero di test antigenici positivi (e noi non riusciamo proprio a capire perche', essendo stati avvisati), per cui NON ci e' ancora possibile calcolare la solita percentuale di tamponi positivi, al netto di quelli antigenici, da noi sempre usata nei grafici.
Quello che abbiamo deciso di fare, come spiegato QUI' , e' di adottare anche per i test antigenici/totali POSITIVI lo stesso rapporto ricavato dai test antigenici/totali ESEGUITI.
Distingueremo poi le percentuali ottenute con questo nuovo metodo, scrivendole tra parentesi ed in grassetto qui' sotto.
Abbiamo cosi' ripreso ad aggiornare sia il grafico dei dati grezzi che il grafico dei dati interpolati ed il grafico dei dati analizzati. Non aggiorniamo invece la linea viola d'interpolazione perche' c'e' stata l'altro ieri la discontinuita' del cambiamento del metodo di deduzione del dato non piu' fornito dalla regione Piemonte (il numero dei positivi antigenici).
Riprenderemo a disegnare la linea viola d'interpolazione (che rappresenta l'andamento della quinta ondata), quando sara' meglio definita la pendenza di quella che sembra essere la risalita della curva.
Per comodita' scriviamo anche la sequenza degli ultimi dati, per avere una visione del loro andamento (i dati a noi necessari ci sono tutti, tranne uno: manca la sola percentuale dei positivi antigenici).
La sequenza dei dati dal 14 febbraio 2022 in poi, cioe' dall'inizio della risalita della curva per le riaperture dell'11 febbraio (compresa l'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto), e' la seguente:
6.1%   8.0%   9.2%   9.4%   9.4%   9.2%   10.4%   (12.6%) (7.7%) (7.9%) (7.5%) (7.2%) (7.9%) (5.9%) (9.1%) (7.0%) (8.4%) (7.5%) (9.4%) (8.5%) (8.8%) (6.7%) (7.2%) (7.0%) (7.1%)
(quelli in grassetto sono dedotti con il nuovo metodo ).
Di questi dati quelli dal 21 febbraio in poi sono stati riportati nel seguente grafico dei dati recenti (sono tutti quelli dedotti con il nuovo metodo ).

Il dato di oggi 10 marzo e' un po' salito, al (7.1%)% , che e' un valore ancora in salita rispetto al pianerottolo a 5.1%.
Come abbiamo gia' spiegato nel commento ai dati dal 21/2 al 7/3 , questo dato ancora alto dopo 5 giorni ormai non puo' piu' far parte di un picco effimero, prodotto da sole persone immunizzate, che avrebbe potuto durare solo 3 giorni.
Percio' deve far parte di una risalita della curva, che in 5 giorni e' cosi' salita dal 5.1% del pianerottolo al 7.1% di oggi, con un incremento medio del +0.4% al giorno (pendenza di salita), come si vede nel grafico dei dati recenti.
La pendenza della risalita della curva in questi primi 5 giorni, avendo un incremento medio del +0.4% al giorno, e' esattamente uguale a quella da noi attesa, che e' proprio di +0.4% al giorno.
Possiamo quindi interpolare anche questi ultimi 5 dati nei due grafici, quello interpolato e quello analizzato , prolungando la linea viola d'interpolazione, che indica l'andamento della quinta ondata, anche nel grafico dei dati recenti , dal 21 febbraio in poi (quelli dedotti con il nuovo metodo ).
Nei grafici si puo' notare una discontinuita' nel momento in cui e' stato cambiato il metodo per dedurre il numero dei positivi antigenici, non piu' fornito dalla regione Piemonte.

SPIEGAZIONE DELLA RISALITA DELLA CURVA:Ricordiamo, per chi non li avesse letti (non tutti possono essere assidui lettori di questo lavoro), che nei commenti dei giorni scorsi abbiamo spiegato che in questi giorni noi ci aspettiamo l'inizio della risalita della curva con un incremento giornaliero di contagiati che proprio in questi giorni e' passato dal +1% al +0.4% al giorno, per l'inizio dell'arrivo dei decrementi del -0.6% al giorno per le guarigioni dei contagiati dell'ultimo picco (quello piccolo, al 10%).
Gli incrementi degli ultimi 5 dati, rispetto al pianerottolo durato 9 giorni con valor medio del 5.1%, sono stati dal 5.1% al 7.2% con un valore medio esattamente pari al +0.4% al giorno atteso (vedi grafico dei dati recenti ).
Ripetiamo che la risalita della curva, che doveva avere una pendenza del +0.4% al giorno, appare solo ora, cioe' dopo la fine dell'arrivo dei decrementi di -1% al giorno, dovuti alle guarigioni dei contagiati di 20 giorni prima, perche' siamo ormai arrivati al termine del grande picco precedente (quello al 18%) che li produceva e quindi ora non ci sono piu', questi decrementi del -1% al giorno, che mantenevano la curva in pianerottolo costante al 5.1%.
Per questo dev'essere ora iniziata, secondo noi, la prevista risalita della curva dei contagi con una pendenza di +0.4% al giorno.
Questa non e' un'ipotesi o una congettura, perche' se la discesa dal picco del 10% e' stata interrotta in pianerottolo al 5.1%, per ben 9 giorni, e' sicuro che c'era una spinta in salita di cosi' tanti contagi al giorno (prodotti dalle attivita' umane) quante erano le guarigioni che producevano la spinta in discesa, da noi valutata al -1% al giorno, osservando la discesa precedente della curva.
Abbiamo anche spiegato che questa spinta in discesa del -1% che c'era nei 9 giorni in pianerottolo, si e' esaurita una volta terminata la discesa dal picco grande (quello al 18%) che la produceva ed e' stata sostituita dall'altra spinta in discesa del +0.6% iniziata 20 giorni dopo l'inizio dell'ultimo picco (quello piu' piccolo, intorno al 10% invece del 18%) che e' iniziato il 14 febbraio (20 giorni dopo, che sarebbe il 5 marzo).
Quindi la spinta in discesa delle guarigioni dovrebbe essere ora del -0.6% al giorno (perche' viene dal picco al 10% mentre quello al 18% ne produceva una al -1%), a contrastare la spinta in salita dei contagi prodotti dagli umani, che continua ad essere del +1% al giorno, sempre invariata.
Che la spinta in salita costante nel tempo ci sia e' dimostrato dal fatto che la curva non e' piu' riuscita a scendere sotto al livello medio del 5.1% per 9 giorni consecutivi (pianerottolo). La risalita attuale rispetto al 5.1% della curva dimostra che il decremento del -1% al giorno, che subito dopo il picco al 18% l'ha fatta scendere con una pendenza abbastanza costante del -1% al giorno, e' ora cessato.
I dati degli ultimi 5 giorni, che indicano un inizio di risalita della curva rispetto al pianerottolo durato una settimana al 5.1% , sono una conferma che questa spinta in salita, del +1% al giorno, e' persistente: quindi quando la spinta in discesa dal picco termina (e non puo' continuare perche' il picco Omicron non puo' andare sotto zero), questa spinta in salita, se e' persistente, non puo' che far risalire la curva con una pendenza costante, ora ridotta al +0.4% al giorno, finche' permangono le cause di questa produzione continua di contagi del +1% (per esempio il non uso delle mascherine, se fosse questa la causa).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico dei dati grezzi , dove il dato odierno di 136 e' stato graficato a destra.
Questo dato e' di poco inferiore alla media dei decessi dei precedenti 3 giorni (da domenica, quando il dato era eccessivamente basso a martedi') che era di 140 decessi al giorno. Nel grafico interpolato rimane cosi' invariata la discesa della curva (linea viola), dato che il dato odierno vi si colloca esattamente sopra.

LE PREVISIONI DEL MODELLO A SOGLIA: Questo modello piu' volte descritto in questo lavoro e caratterizzato dai tempi di guarigione spontanea dei virus, dall' epidemia degli asintomatici , dai picchi "effimeri" , ecc.), ha riscosso molti lusinghieri successi nelle sue previsioni finora fatte e quello che sta succedendo in questi giorni appare come una sua ulteriore conferma.
Poco fa abbiamo spiegato perche' la curva dei contagi avrebbe dovuto risalire, ne abbiamo indicato la causa ed abbiamo previsto con un ragguardevole anticipo anche la pendenza di risalita iniziata 5 giorni fa, spiegando perche' avrebbe dovuto essere al +0.4%.
Ora prevediamo che i decessi continueranno a diminuire ma solo per i prossimi 7 giorni.
La curva dei decessi rimarra' percio' in discesa ma poi, siccome la curva dei contagi ha ripreso a salire, anche quella dei decessi lo fara'.
La curva dei decessi risalira' tra una settimana, cioe' il 17 marzo, perche' i contagi hanno ripreso a salire al +0.4% al giorno 5 giorni fa e secondo le nostre deduzioni, fatte dai dati reali, l'effetto dei contagi di Omicron sui decessi apparira' 12 giorni dopo, mentre per le altre varianti questo ritardo era stato maggiore (cioe' 18 giorni).
Se, come sembra (vedi commento piu' sotto), buona parte dei decessi fosse dovuta ad un'altra variante ancora non sappiamo se il ritardo sara' 12 o 18 giorni o altro (la sindrome prodotta dai vari virus puo' avere decorsi temporali diversi). Ma la presenza di un'altra variante deve ancora essere confermata.
L'andamento temporale del numero di contagiati ci ha indicato che l'imminente risalita dei decessi e' la diretta conseguenza della risalita dei contagi avvenuta 5 giorni fa, dovuta a quell'apporto costante di contagi da parte delle attivita' umane (il +1% al giorno), iniziato 3 giorni dopo l'11 febbraio (e mai cessato finora, per un intero mese), altrimenti la pandemia si sarebbe azzerata prima del 20 febbraio (questo indicava la curva dei contagi).
L'11 febbraio e' il giorno in cui il Governo ha proceduto ad una serie di riaperture, purtroppo tutte insieme, per cui ci siamo anche preclusi la possibilita' di individuare la causa dell'incremento dei contagi.
Tra le riaperture dell'11 febbraio c'e' stata anche l'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto, che potrebbe essere la maggiore indiziata per la sorprendente costanza nel tempo di quell'apporto di contagi sempre al +1% per un mese.
Il comportamento di questi virus e' piuttosto elementare e, una volta capito con il nostro modello, l'evoluzione della pandemia non dico che e' come un libro aperto ma quasi.
E' inutile dire che sapere prima quello che succedera' poi e' un enorme vantaggio per chi vuole gestire al meglio la pandemia.

C'E' STATA UNA NUOVA VARIANTE ? (10 marzo 2022)
Le analisi dei dati dei decessi fatta nei giorni scorsi ci ha portato anche ad una interessante osservazione, che abbiamo riportato nel commento che segue:
Nel commentare i dati dei decessi, abbiamo ultimamente confrontato la percentuale di discesa nei 12 giorni precedenti del numero dei contagiati e dei decessi (12 giorni e' il ritardo medio da noi stimato tra contagio e decesso).
Abbiamo cosi' potuto registrare risultati interessanti nei seguenti giorni:

GIORNO N.DECESSI % CONTAGI % DECESSI
28/2 L 207 -49% -26%
1/3 M 233 -48% -26%
2/3 M 214 -48% -32%
3/3 G 185 -49% -27%

Questi 4 giorni sono presi sul pianerottolo della curva dei contagi e 12 giorni prima eravamo sulla salita dell'ultimo picco (quello che e' arrivato al 10%).
I giorni scelti sono infrasettimanali in modo da evitare le anomalie cosi' frequenti nei dati dei decessi del fine settimana.
Siccome i decessi per Covid-19 sono sempre preceduti dal contagio, ci saremmo aspettati di trovare percentuali simili tra le diminuzioni dei contagi e dei decessi in questo tratto discendente della quinta ondata.
Invece non e' cosi': la decrescita dei decessi in 12 giorni e' circa la meta' di quella dei contagi, che hanno prodotto quei decessi (cioe' quelli di 12 giorni prima).
Questo vuol dire che tra quei contagi ce ne sono stati molti PIU' LETALI, perche' al calo dei contagi corrisponde un calo dimezzato dei decessi, che rimangono cosi' piu' numerosi di quelli che dovrebbero essere, segno che sono alimentati anche da un'altra causa.
Per questo secondo noi questa potrebbe essere una forte indicazione della presenza di un'altra variante che dovrebbe essere:
  1. presente al 50% insieme ad Omicron (perche' la decrescita dei decessi e' la meta');
  2. contagiosa come Omicron, se non di piu', per la sua rapidita' di diffusione;
  3. piu' letale di Omicron (il doppio, perche' se fosse letale come Omicron la decrescita dei decessi non si sarebbe dimezzata ma sarebbe rimasta la stessa);
  4. incapace di eludere le immunita' che hanno limitato al 10% l'ultimo picco di Omicron (perche' altrimenti il picco sarebbe salito di piu').
Questa possibile scoperta fornisce un indizio ulteriore per indagare sull'eccessivo numero di decessi, da noi rilevato e denunciato ripetutamente nei giorni scorsi. C'e' quindi molto ancora da lavorare su questo importante argomento.
La prima cosa da fare, secondo noi, sarebbe quella di verificare se c'e' veramente una nuova variante, sequenziando le basi in campioni prelevati dalle persone che poi sono decedute.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (9 marzo 2022)
Nenche oggi la regione Piemonte ha pubblicato il numero di test antigenici positivi (e noi non riusciamo proprio a capire perche', essendo stati avvisati), per cui NON ci e' ancora possibile calcolare la solita percentuale di tamponi positivi, al netto di quelli antigenici, da noi sempre usata nei grafici.
Quello che abbiamo deciso di fare, come spiegato QUI' , e' di adottare anche per i test antigenici/totali POSITIVI lo stesso rapporto ricavato dai test antigenici/totali ESEGUITI.
Distingueremo poi le percentuali ottenute con questo nuovo metodo, scrivendole tra parentesi ed in grassetto qui' sotto.
Abbiamo cosi' ripreso ad aggiornare sia il grafico dei dati grezzi che il grafico dei dati interpolati ed il grafico dei dati analizzati. Non aggiorniamo invece la linea viola d'interpolazione perche' c'e' stata l'altro ieri la discontinuita' del cambiamento del metodo di deduzione del dato non piu' fornito dalla regione Piemonte (il numero dei positivi antigenici).
Riprenderemo a disegnare la linea viola d'interpolazione (che rappresenta l'andamento della quinta ondata), quando sara' meglio definita la pendenza di quella che sembra essere la risalita della curva.
Per comodita' scriviamo anche la sequenza degli ultimi dati, per avere una visione del loro andamento (i dati a noi necessari ci sono tutti, tranne uno: manca la sola percentuale dei positivi antigenici).
La sequenza dei dati dal 14 febbraio 2022 in poi, cioe' dall'inizio della risalita della curva per le riaperture dell'11 febbraio (compresa l'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto), e' la seguente:
6.1%   8.0%   9.2%   9.4%   9.4%   9.2%   10.4%   (12.6%) (7.7%) (7.9%) (7.5%) (7.2%) (7.9%) (5.9%) (9.1%) (7.0%) (8.4%) (7.5%) (9.4%) (8.5%) (8.8%) (6.7%) (7.2%) (7.0%)
(quelli in grassetto sono dedotti con il nuovo metodo ).
Di questi dati quelli dal 21 febbraio in poi sono stati riportati nel seguente grafico dei dati recenti (sono tutti quelli dedotti con il nuovo metodo ).

Il dato di oggi 9 marzo e' rimasto al (7.0%)% , che e' un valore ancora alto.
Come abbiamo gia' spiegato nel commento ai dati dal 21/2 al 7/3 questo dato alto
1) potrebbe essere l'ultimo dato di un picco effimero (prodotto da sole persone immunizzate, che percio' durerebbe solo 3 giorni)
2) oppure potrebbe far parte di una risalita della curva, che in 4 giorni sarebbe salita dal 5.1% del pianerottolo al 7.0% di oggi, con un incremento medio del +0.5% al giorno (pendenza di salita), come si vede nel grafico dei dati recenti.
Questo dato ci indica che probabilmente siamo nel secondo caso, perche' in 4 giorni essendo la percentuale dei contagiati risalita dal 5.1% del pianerottolo al 7.0% di oggi, risulta avere un incremento medio del +0.5% al giorno (pendenza di salita), molto vicino a quello da noi atteso che e' di +0.4% al giorno.
Quando la risalita sara' meglio definita potremo riportare anche questi nuovi dati nei due grafici, quello interpolato e quello analizzato prolungando anche la linea viola d'interpolazione, che indica l'andamento della quinta ondata.
Per ora ci limitiamo a ridisegnare la linea viola d'interpolazione solo nel grafico dei dati recenti , dal 21 febbraio in poi (quelli dedotti con il nuovo metodo ).

POTENZIALITA' DEL MODELLO A SOGLIA: La risalita sembra percio' essere coerente con la descrizione del fenomeno fatta nei giorni precedenti con il modello a soglia.
Se sara' confermata anche dai prossimi dati, la comprensione di questa risalita mette in risalto anche un'altra potenzialita' delle previsioni fatte con il modello a soglia: quella di permettere di valutare l'entita' degli apporti esistenti dei contagi da parte delle attivita' umane correnti.
Siccome questi apporti di contagi sono gli unici elementi su cui gli uomini hanno una capacita' di intervento diretto con provvedimenti mirati (se si capisce quali siano, ma il modo c'e'), il modello a soglia puo' essere un ottimo strumento di indagine e reazione (feed-back), al fine di pilotare gli interventi e gestire cosi' meglio la pandemia (oltre ad essere un ottimo indicatore dell'evoluzione epidemica, perche' fornisce informazioni anticipate di circa 10 giorni rispetto ai dati ospedalieri).
Per esempio la situazione attuale ci indica la presenza di un apporto persistente di contagi da parte delle attivita' umane di entita' +1% al giorno (mentre la pendenza in salita della curva e' del +0.4% al giorno).
L'entita' di questo apporto nessun altro lo puo' conoscere nella sua realta': infatti in quale altro modo si potrebbe valutare questo misterioso ed importantissimo dato macroscopico, se non analizzando giorno per giorno l'andamento nel tempo del numero dei contagiati, come stiamo facendo noi con le conoscenze offerte dal modello a soglia ?
N.B. Con i metodi di analisi numerica computerizzata (che esulano dagli scopi di questo lavoro, solamente di ricerca e divulgazione) tutti questi risultati potrebbero essere determinati molto meglio, comprese le relative deviazioni standard (gli errori).

Ricordiamo, per chi non li avesse letti, che nei commenti dei giorni scorsi abbiamo spiegato che in questi giorni noi ci aspettiamo l'inizio della risalita della curva con un incremento giornaliero di contagiati che proprio in questi giorni e' passato dal +1% al +0.4% al giorno, per l'inizio dell'arrivo dei decrementi del -0.6% al giorno per le guarigioni dei contagiati dell'ultimo picco (quello piccolo, al 10%).
Gli incrementi degli ultimi 4 dati, rispetto al pianerottolo durato 9 giorni con valor medio del 5.1%, sono stati dal 5.1% al 7.2% pari a circa il +0.5% al giorno (vedi grafico dei dati recenti ).

Ripetiamo che la risalita della curva, che dovrebbe avere una pendenza del +0.4% al giorno, appare solo ora, cioe' dopo la fine dell'arrivo dei decrementi di -1% al giorno, dovuti alle guarigioni dei contagiati di 20 giorni prima, perche' siamo ormai arrivati al termine del grande picco precedente (quello al 18%) che li produceva e quindi ora non ci sono piu', questi decrementi del -1% al giorno, che mantenevano la curva in pianerottolo costante al 5.1%.
Per questo dev'essere ora iniziata, secondo noi, la prevista risalita della curva dei contagi con una pendenza di +0.4% al giorno.
Questa non e' un'ipotesi o una congettura, perche' se la discesa dal picco del 10% e' stata interrotta in pianerottolo al 5.1%, per ben 9 giorni, e' sicuro che c'era una spinta in salita di cosi' tanti contagi al giorno (prodotti dalle attivita' umane) quante erano le guarigioni che producevano la spinta in discesa, da noi valutata al -1% al giorno, osservando la discesa precedente della curva.
Abbiamo anche spiegato che questa spinta in discesa del -1% che c'era nei 9 giorni in pianerottolo, si e' esaurita una volta terminata la discesa dal picco grande (quello al 18%) che la produceva ed e' stata sostituita dall'altra spinta in discesa del +0.6% iniziata 20 giorni dopo l'inizio dell'ultimo picco (quello piu' piccolo, intorno al 10% invece del 18%) che e' iniziato il 14 febbraio (20 giorni dopo, che sarebbe il 5 marzo).
Quindi la spinta in discesa delle guarigioni dovrebbe essere ora del -0.6% al giorno (perche' viene dal picco al 10% mentre quello al 18% ne produceva una al -1%), a contrastare la spinta in salita dei contagi prodotti dagli umani, che continua ad essere del +1% al giorno, sempre invariata.
Che la spinta in salita costante nel tempo ci sia e' dimostrato dal fatto che la curva non e' piu' riuscita a scendere sotto al livello medio del 5.1% per 9 giorni consecutivi (pianerottolo). La risalita attuale rispetto al 5.1% della curva dimostra che il decremento del -1% al giorno, che subito dopo il picco al 18% l'ha fatta scendere con una pendenza abbastanza costante del -1% al giorno, e' ora cessato.
I dati degli ultimi 4 giorni, che indicano un inizio di risalita della curva rispetto al pianerottolo durato una settimana al 5.1% , sono una forte indicazione che questa spinta in salita, del +1% al giorno, e' persistente: quindi quando la spinta in discesa dal picco termina (e non puo' continuare perche' il picco Omicron non puo' andare sotto zero), questa spinta in salita, se e' persistente, non puo' che far risalire la curva con una pendenza costante, ora ridotta al +0.4% al giorno, finche' permangono le cause di questa produzione continua di contagi del +1% (per esempio il non uso delle mascherine, se fosse questa la causa).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico dei dati grezzi , dove il dato odierno di 156 e' stato graficato a destra.
Questo dato e' di poco superiore alla media dei decessi dei precedenti 3 giorni (da domenica, quando il dato era eccessivamente basso a martedi') che era di 140 decessi al giorno. Nel grafico interpolato rimane invariata la discesa della curva (linea viola).

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (8 marzo 2022)
Nenche oggi la regione Piemonte ha pubblicato il numero di test antigenici positivi (e noi non riusciamo proprio a capire perche', essendo stati avvisati), per cui NON ci e' ancora possibile calcolare la solita percentuale di tamponi positivi, al netto di quelli antigenici, da noi sempre usata nei grafici.
Quello che abbiamo deciso di fare, come spiegato QUI' , e' di adottare anche per i test antigenici/totali POSITIVI lo stesso rapporto ricavato dai test antigenici/totali ESEGUITI.
Distingueremo poi le percentuali ottenute con questo nuovo metodo, scrivendole tra parentesi ed in grassetto qui' sotto.
Abbiamo cosi' ripreso ad aggiornare sia il grafico dei dati grezzi che il grafico dei dati interpolati ed il grafico dei dati analizzati.
Per comodita' scriviamo anche la sequenza degli ultimi dati, per avere una visione del loro andamento (i dati a noi necessari ci sono tutti, tranne uno: manca la sola percentuale dei positivi antigenici).
La sequenza dei dati dal 14 febbraio 2022 in poi, cioe' dall'inizio della risalita della curva per le riaperture dell'11 febbraio (compresa l'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto), e' la seguente:
6.1%   8.0%   9.2%   9.4%   9.4%   9.2%   10.4%   (12.6%) (7.7%) (7.9%) (7.5%) (7.2%) (7.9%) (5.9%) (9.1%) (7.0%) (8.4%) (7.5%) (9.4%) (8.5%) (8.8%) (6.7%) (7.2%)

Il dato di oggi 8 marzo e' salito di +0.5% a (7.2%)% , che e' un valore ancora alto.
Come abbiamo gia' spiegato nel commento ai dati dal 21/2 al 7/3 questo dato alto
1) potrebbe essere l'ultimo dato di un picco effimero (prodotto da sole persone immunizzate, che percio' durerebbe solo 3 giorni)
2) oppure potrebbe far parte di una risalita della curva, che in 3 giorni sarebbe salita dal 5.1% del pianerottolo al 7.2% di oggi, con un incremento medio del +0.7% al giorno (pendenza di salita).
Il dato di domani ci indichera' in quale caso siamo.
La risalita sarebbe perfettamente consistente con la descrizione del fenomeno fatta nei giorni precedenti con il modello a soglia (noi crediamo accadra' proprio questo).
Pertanto per ora pur riportando questo nuovo dato nei due grafici, quello interpolato e quello analizzato non prolunghiamo, per ora, la linea viola d'interpolazione, che indica l'andamento della quinta ondata.
Abbiamo spiegato che in questi giorni ci aspettiamo l'inizio della risalita della curva con un incremento giornaliero di contagiati che proprio in questi giorni e' passato dal +1% al +0.4% al giorno, per l'inizio dell'arrivo dei decrementi del -0.6% al giorno per le guarigioni dei contagiati dell'ultimo picco (quello piccolo, al 10%).
Gli incrementi degli ultimi 3 dati, rispetto al pianerottolo durato 9 giorni con valor medio del 5.1%, sono stati dal 5.1% al 7.1% pari a quasi il +0.7% al giorno (vedi grafico ).

Ripetiamo che la risalita della curva, che dovrebbe avere una pendenza del +0.4% al giorno, appare solo ora, cioe' dopo la fine dell'arrivo dei decrementi di -1% al giorno, dovuti alle guarigioni dei contagiati di 20 giorni prima, perche' siamo ormai arrivati al termine del grande picco precedente (quello al 18%) che li produceva e quindi ora non ci sono piu', questi decrementi del -1% al giorno, che mantenevano la curva in pianerottolo costante al 5.1%.
Per questo dev'essere ora iniziata, secondo noi, la prevista risalita della curva dei contagi. Non e' un'ipotesi o una congettura: se la discesa dal picco del 10% e' stata interrotta in pianerottolo al 5.1%, addirittura per 9 giorni, e' sicuro che c'era una spinta in salita di cosi' tanti contagi al giorno (prodotti dalle attivita' umane) quanti sono quelli che producevano la spinta in discesa (prodotta dalle guarigioni), da noi valutata al -1% al giorno, osservando la discesa precedente della curva.
Abbiamo anche spiegato che questa spinta in discesa del -1% che c'era nei 9 giorni in pianerottolo, si e' esaurita una volta terminata la discesa dal picco grande (quello al 18%) che la produceva ed e' stata sostituita dall'altra spinta in discesa del +0.6% iniziata 20 giorni dopo l'inizio dell'ultimo picco (quello piu' piccolo, intorno al 10%) che e' iniziato il 14 febbraio (20 giorni dopo, sarebbe proprio oggi).
Quindi la spinta in discesa delle guarigioni dovrebbe essere ora del -0.6% al giorno (perche' viene dal picco al 10% mentre quello al 18% ne produceva una al -1%), a contrastare la spinta in salita dei contagi prodotti dagli umani, che continua ad essere del +1% al giorno, invariata.
Che la spinta in salita costante nel tempo ci sia e' dimostrato dal fatto che la curva non e' piu' riuscita a scendere sotto al livello medio del 5.1% per molti giorni consecutivi (pianerottolo). La risalita attuale rispetto al 5.1% della curva dimostra che il decremento del -1% al giorno, che subito dopo il picco al 18% l'ha fatta scendere con una pendenza abbastanza costante del -1% al giorno, e' ora cessato.
I dati degli ultimi 3 giorni, che indicano un inizio di risalita della curva rispetto al pianerottolo durato una settimana al 5.1% , sono una forte indicazione che questa spinta in salita, del +1% al giorno, e' persistente: quindi quando la spinta in discesa dal picco termina (e non puo' continuare perche' il picco Omicron non puo' andare sotto zero), questa spinta in salita, se e' persistente, non puo' che far risalire la curva con una pendenza costante, ora ridotta al +0.4% al giorno, finche' permangono le cause di questa produzione continua di contagi del +1% (per esempio il non uso delle mascherine, se fosse questa la causa).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico dei dati grezzi , dove il dato odierno di 184 e' stato graficato a destra.
La media dei decessi degli ultimi 3 giorni (da domenica, quando il dato era eccessivamente basso) e' la seguente:
(105 + 130 + 184) / 3 = 140 decessi al giorno.

Nel grafico interpolato prolunghiamo cosi' la discesa della curva (linea viola) sulla base di questo valore medio, che si colloca esattamente sul prolungamento della linea gia' disegnata in precedenza, confermando che nei dati forniti c'e' stato un travaso di dati tra quelli della domenica e quelli di martedi' (come si era gia' verificato altre volte).

PRECISIONE DEI DATI (8 marzo 2022)
Abbiamo deciso di condurre il nostro studio su una singola regione, il Piemonte, perche' forniva i risultati dei test molecolari separati da quelli antigenici, che sono meno affidabili (altrove purtroppo non e' piu' stato cosi' dopo il 15/1/2021).
Cosi' abbiamo potuto osservare i fenomeni da noi studiati con una risoluzione migliore e non mescolati con quelli delle altre regioni italiane che avrebbero potuti essere soggetti a condizioni molto diverse (il mescolamento dei dati non aiuta la risoluzione con cui osserviamo i fenomeni e che e' per noi molto importante).
I dati di questa regione "campione" e la loro significativita' statistica sono stati piu' che sufficienti a svolgere il nostro studio fino al 29 febbraio, giorno in cui la regione Piemonte ha smesso di rendere pubblici i dati dei test antigenici positivi. Da allora non abbiamo piu' potuto disporre neanche dei dati dei test molecolari positivi, non avendo piu' potuto scorporare il numero dei test positivi antigenici (dato non piu' fornito) dal numero totale dei test eseguiti.
Vediamo allora come abbiamo cercato di supplire alla mancanza di questo dato per noi molto importante.
Non avendo piu' questi dati abbiamo dovuto "arrampicarci sugli specchi" e ci siamo potuti arrangiare in qualche modo dopo aver osservato che, negli ultimi 10 giorni in cui i dati erano ancora disponibili, il numero dei test positivi antigenici era sempre stato intorno all'80.7% del totale, con un'escursione massima variabile da -2% a +4% (vedi la relativa tabella ).
Quindi, non avendo piu' il numero dei test positivi antigenici, per poter proseguire il nostro studio da allora abbiamo assunto (arbitrariamente) che fosse sempre l'80% dei test totali eseguiti.
Le cose hanno sembrato funzionare bene fino a ieri, quando la comparsa di un dato decisamente anomalo (13.5% di contagiati) ci ha spinto a cercare un'altra soluzione al problema del dato mancante.
Abbiamo allora cercato di migliorare il metodo da noi usato, pensando che la percentuale costante dell'80% potesse non risultare sempre adeguata ad avvicinare il dato vero.
L'alternativa che abbiamo voluto considerare e' quella di adottare non piu' una percentuale fissa dell'80% ma una percentuale variabile di giorno in giorno, assumendo che
la frazione dei test POSITIVI antigenici fosse uguale a quella dei test TOTALI antigenici.
Cosi' abbiamo ricalcolato tutte le percentuali dei contagiati dal 21 febbraio in poi (date in cui non era piu' disponibile il dato dei positivi antigenici) ed abbiamo riportato i risultati nella seguente tabella B.
In effetti il valore medio delle percentuali cosi' ottenute dei test antigenici totali sui test totali negli ultimi 15 giorni risulta essere di 85.7%, cioe' piuttosto maggiore dell' 80.7 trovato nei 10 giorni dall'11 al 20 febbraio, in cui il dato ei test antigenici positivi era ancora disponibile.
Per valutare meglio questa differenza abbismo riportato in tabella B sia le nuove percentuali (NEW) di contagiati che quelle vecchie (OLD), calcolate assumendo la percentuale costante dell'80%.
L'innalzamento del valor medio dall'80% all'85.7% ha indicato una maggiore incertezza nei dati, perche' quando queste percentuali aumentano vuol dire che i test molecolari e quindi le informazioni utili sono numeri piu' piccoli.
Ritenendo che queso metodo di supplire alla mancanza del dato dei positivi antigenici, che crediamo ormai sia definitiva, sia migliore di quello di usare la percentuale costante dell'80%, procederemo in questo modo da ora in poi, inserendo i nuovi dati nella tabella B.

COMMENTO AI DATI DAL 21/2 AL 7/3 (8 marzo 2022)
Il nuovo metodo che abbiamo deciso di adottare da oggi in poi l'abbiamo applicato anche a tutti i 15 giorni passati in cui avevamo assunto una percentuale di antigenici fissa all'80%.
Per evidenziare la differenza che comporta nei risultati abbiamo riportato nella tabella B sia le nuove percentuali di contagiati (NEW) che quelle precedenti (OLD).
Le nuove percentuali dal 21 febbraio (NEW) le abbiamo riportate nel grafico seguente:

I commenti che possiamo fare al riguardo sono i seguenti:
  1. L'anomalia del dato di ieri, che era del 13.5%, e' sparita: non era un dato errato, aveva solo il 90% di antigenici invece dell'80% da noi ipotizzato, come avevamo gia' supposto nel commento di ieri. Proprio da questa nostra supposizione e' partita la revisione del metodo con cui dedurre il numero dei positivi antigenici, da noi fatta oggi e fin qui' descritta.
  2. Il pianerottolo che era presente nella curva dei contagi al 7.5% e' ancora presente per 9 giorni anziche' 10 (dal 25 febbraio al 5 marzo) ma ad un livello piu' basso del 5.1% (media sui 9 giorni, senza il picco effimero di 3 giorni).
  3. A meta' del pianerottolo compare un picco alto +1% e largo 3 giorni, che lo qualifica come picco effimero conseguente ad un apporto importante e sporadico di contagi da parte di qualche attivita' umana.
  4. Nei primi 4 giorni (dal 21 al 24 febbraio) si vede la coda della discesa del picco grande (18%) che scende dal 7% al 5% in 4 giorni (-0-5% al giorno di pendenza).
  5. Nella parte finale (a destra) in 2 soli giorni la curva e' risalita dal 5% (pianerottolo) al 7% (+1% al giorno di pendenza). Questa salita potrebbe anche essere un nuovo picco effimero che s'innalza dal pianerottolo, dal 5.1%.
    Ci sono quindi 2 possibilita':
    • Se fosse un picco effimero (lo sapremo nei prossimi 2 giorni) il pianerottolo si estenderebbe per qualche altro giorno in piu' segnalando che persistono sia la spinta in discesa della coda del picco precedente che la spinta in salita del +1% di contagi prodotti dalle attivita' umane.
    • Se invece la salita continuasse allora vorrebbe dire che e' finita la coda discendente del picco grande precedente (al 18%) e, venendo a mancare il decremento del -1% al giorno, la curva ha iniziato una risalita che sara' poi limitata dalle immunita' acquisite dalla popolazione per precedenti infezioni da Omicron (come gia' spiegato). Noi crediamo che sia questa la realta' e quindi domani 9 marzo ci aspettiamo un dato in crescita.
Quindi aver cambiato (in meglio) il metodo di calcolo della percentuale dei test molecolari positivi in Piemonte non ha stravolto la nostra analisi, anche se ha modificato i dati analizzati nei passati 15 giorni.
Da ora procederemo con questo nuovo metodo, perche' riteniamo che ci fornisca risultati piu' precisi.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (7 marzo 2022)
Anche oggi (per la dodicesima volta) non e' stato pubblicato il numero di test antigenici positivi dalla regione Piemonte, per cui non ci e' stato possibile calcolare la solita percentuale di tamponi positivi, al netto di quelli antigenici.
Quello che abbiamo deciso di fare, come spiegato il 1 marzo , poiche' gli antigenici sono sempre regolarmente l'80% circa dei tamponi positivi, e' di togliere l'80% ai tamponi positivi come fossero gli antigenici, scrivendo le percentuali risultanti tra parentesi (con un errore aggiuntivo stimato del 2%).
Abbiamo ripreso ad aggiornare sia il grafico dei dati grezzi che il grafico dei dati interpolati che il grafico dei dati analizzati.
Per comodita' scriviamo anche la sequenza dei dati dal 14 febbraio in poi, per avere una visione dell'andamento degli ultimi dati (tutti i dati ci sono, tranne la sola percentuale dei positivi antigenici).
La sequenza dei dati dal 14 febbraio in poi, cioe' dall'inizio della risalita della curva per le riaperture dell'11 febbraio (compresa l'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto), e' la seguente:
6.1%   8.0%   9.2%   9.4%   9.4%   9.2%   10.4%   (12.6%) (7.7%) (7.9%) (7.5%) (7.2%) (7.9%) (5.9%) (9.1%) (7.0%) (8.4%) (7.5%) (9.4%) (8.5%) (8.8%) (13.5%)

Il dato di oggi 7 marzo e' salito al (13.5%)%, che e' un valore che giudichiamo eccessivamente alto.
Sappiamo che la risalita della curva e' iniziata da 4 giorni con incrementi previsti del +0.4 al giorno. Quindi essendo la curva partita dal pianerottolo al 7.5% oggi dovrebbe essere arrivata circa al 9%.
Pertanto per ora non riportiamo questo nuovo dato nei due grafici, quello interpolato e quello analizzato.
Abbiamo spiegato che in questi giorni ci aspettiamo l'inizio della risalita della curva con un incremento giornaliero di contagiati che proprio in questi giorni e' passato dal +1% al +0.4% al giorno. Gli incrementi, rispetto al pianerottolo durato 10 giorni (dal 22 febbraio al 3 marzo) con valor medio del 7.5%, degli ultimi 4 giorni sono stati di +1.9% , +1% , +1.3% e +6.0% che mostrano l'anomalia del dato odierno.
Non abbiamo nessina spiegazione al riguardo.

Ripetiamo che la risalita della curva, che dovrebbe avere una pendenza del +0.4% al giorno, appare solo ora cioe' dopo la fine dell'arrivo dei decrementi del -1% al giorno, dovuti alle guarigioni dei contagiati di 20 giorni prima (perche' siamo ormai arrivati al termine del grande picco precedente (al 18%) e quindi dei decrementi del -1% al giorno, che mantenevano la curva in pianerottolo, costante al 7.5%.
Dev'essere ora iniziata, secondo noi, la prevista risalita della curva dei contagi. Non e' un'ipotesi o una congettura: se la discesa dal picco del 12.6% e' stata interrotta in pianerottolo (al 7.5%, addirittura per 10 giorni) e' sicuro che c'era una spinta in salita di cosi' tanti contagi al giorno (prodotti dalle attivita' umane) quanti sono quelli che producevano la spinta in discesa (prodotta dalle guarigioni), da noi valutata del -1% al giorno, osservando la discesa precedente della curva.
Abbiamo anche spiegato che questa spinta in discesa del -1% che c'era nei 10 giorni in pianerottolo si e' esaurita una volta terminata la discesa dal picco grande (quello al 18%) che la produceva ed e' stata sostituita dall'altra spinta in discesa del +0.6% iniziata 20 giorni dopo l'inizio dell'ultimo picco (quello piu' piccolo al 12.6%) che e' iniziato il 14 febbraio (20 giorni dopo, sarebbe proprio oggi).
Quindi la spinta in discesa delle guarigioni dovrebbe essere ora del -0.6% al giorno, a contrastare la spinta in salita dei contagi prodotti dagli umani che continua ad essere del +1% al giorno invariata.
Che la spinta in salita costante nel tempo ci sia e' dimostrato dal fatto che la curva non e' piu' riuscita a scendere sotto al livello medio del 7.5% per molti giorni consecutivi (pianerottolo). La risalita attuale rispetto al 7.5% della curva dimostra che il decremento del -1% al giorno, che subito dopo il picco al 12.6% l'ha fatta scendere con una pendenza abbastanza costante del -1% al giorno, e' ora cessato.
I dati dei 3 giorni precedenti, che indicano un inizio di risalita della curva rispetto al pianerottolo durato una settimana al 7.5% , sono una forte indicazione che questa spinta in salita, del +1% al giorno, e' persistente: quindi quando la spinta in discesa dal picco termina (e non puo' continuare perche' il picco Omicron non puo' andare sotto zero), questa spinta in salita, se e' persistente, non puo' che far risalire la curva con una pendenza costante, ora ridotta al +0.4% al giorno, finche' permangono le cause di questa produzione continua di contagi del +1% (per esempio il non uso delle mascherine, se fosse questa la causa).
Attendiamo di capire la causa del dato odierno cosi' alto che per ora vogliamo ritenere anomalo.
L'anomalia potrebbe essere che nei 1537 tamponi positivi di oggi quelli antigenici siano molti piu' dell'80% da noi assunti, perche' la regione Piemonte non ha piu' pubblicato nel suo sito istituzionale il dato (che ci sembra inverosimile non abbia). Finora non era mai successo.
Questa ipotesi e' avvalorata dal fatto che se facciamo il rapporto dei test positivi su quelli totali (cioe' includendo tutti i test, compresi gli antigenici, senza distinguerli) degli ultimi 3 giorni troviamo:

Giorno   Positivi/Totali   Percentuale
5/3     1719 / 32029 = 5.4%
6/3     1108 / 16151 = 6.9%
7/3     1538 / 23309 = 6.6%

Il fatto che in questi dati totali (in cui sono compresi gli antigenici) non c'e' traccia di un vistoso aumento nella percentuale dei contagi di oggi conferma la nostra precedente supposizione che il dato dei positivi contenga ben piu' dell'80% di antigenici.
Abbiamo cosi' deciso di ignorare il dato odierno di 13.5%, non confrontabile con gli altri (solo molecolari) e di attendere quello di domani, confidando che sia giusto come tutti i precedenti.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico dei dati grezzi , dove il dato odierno di 130 e' stato graficato a destra.
Riportiamo questo dato nel grafico interpolato in cui la discesa della curva (linea viola) per ora rimane invariata, perche' il dato di ieri, particolarmente basso sembra essere un "dato della domenica" a cui mancano alcuni decessi, che saranno aggiunti nei dati dei due giorni seguenti (oggi e domani).
Aspettiamo domani per fare la media dei dati dei 3 giorni e graficare poi la linea viola d'interpolazione basandoci sul valore medio ottenuto.

PREVISIONI DEL MODELLO E DURATA DELLA RISALITA (7 marzo 2022)
La salita dell'ultimo picco e' iniziata il 15 febbraio ed e' arrivata al picco del 12.6% il 21 febbraio, cioe' una settimana dopo.
Come si capisce bene guardando il grafico dei dati analizzati la larghezza di un picco aumenta con la sua altezza.
L'ultimo picco si e' dovuto fermare il 21 febbraio al 12.6% per il numero di immunizzati naturali per le infezioni prodotte dai due precedenti picchi di Omicron (piuttosto alti), ormai diventato alto.
Le immunizzazioni influiscono sulla salita della curva piu' o meno come le guarigioni, cioe' come i decrementi di contagi (in realta' riducono la salita della curva riducendo la crescita dei contagi).
Dal 21 febbraio si e' quindi arrestata la salita del picco per la concorrenza delle immunizzazioni e delle guarigioni della coda del picco precedente (quello al 18%). La curva e' cosi' andata in pianerottolo al 7.5% per la compensazione casualmente esatta tra queste spinte in discesa e la spinta in salita del +1% delle attivita' umane.
Questo equilibrio (pianerottolo) e' durato molto, dal 22 febbraio al 3 marzo (per 10 giorni), finche' ha cominciato a ridursi il decremento del -1% delle guarigioni del picco precedente (quello al 18%), sostituite da quelle dell'ultimo picco (quello al 12.6%) con un decremento sceso cosi' dal -1% al -0.6%.
Essendo sempre presente l'incremento del +1% delle attivita' umane la curva ha lasciato l'andamento costante (pianerottolo) iniziando a salire con pendenza determinata dalla competizione tra l'incremento persistente del +1% ed il decremento del -0.6% , cioe' con pendenza del +0.4% (+1.2% negli ultimi 3 giorni, cioe' dal 7.5% al 8.7%, in perfetto accordo con i dati reali).

QUANTO DURERA' QUESTA SALITA ? L'ultimo picco e' iniziato il 15 febbraio e per i primi 20 giorni non ha prodotto decrementi per guarigione, che cominceranno ad arrivare dal 6 marzo in poi.
Dal 6 marzo iniziano cosi' i decrementi del -0.6% al giorno (e sono finiti quelli del picco precedente che erano il -1%).
Questi decrementi dovrebbero durare per altri 20 giorni, cioe' fino al 26 marzo.
In condizioni normali il picco e' simmetrico ma la sua discesa puo' essere allungata nel tempo se ci sono importanti apporti di contagi da parte delle attivita' umane.
Quello iniziato il 15 febbraio e' arrivato al picco del 12.6% il 21 febbraio e poi e' andato in pianerottolo per le ragioni che abbiamo spiegato e legate alla complessita' di una curva con tre picchi, i cui contributi in salita e soprattutto in discesa si sovrappongono.
Siccome il tempo di guarigione di Omicron e' di circa 20 giorni, 20 giorni dopo il 15 febbraio cioe' il 6 marzo sono cominciate ad arrivare le sue guarigioni, che limitano la pendenza della salita, dovuta al +1% dell'apporto di contagi da parte delle attivita' umane, solo al +0.4% al giorno.
Il modello a soglia, in base a questi criteri, prevede che questa salita (che e' gia' cominciata il 4 marzo) durera' finche' le immunizzazioni ad Omicron, gia' alte, attenueranno la crescita del +0.4% portandola a zero. A quel punto iniziera' una discesa molto lenta con un andamento della coda finale di questa quinta ondata molto simile a quello della linea verde UK nel grafico piu' volte richiamato dei Paesi del centro Europa , che oscilla per la variabilita' degli apporti di contagi delle attivita' umane in Gran Bretagna nel 2021.
Ovviamente siccome questa salita dipende da quel +1% di apporti umani che tuttora persiste, e' sempre possibile innescarne la discesa riducendo quell'apporto di contagi (magari dimezzandolo). Il fatto che sia cominciato dopo le riaperture fatte l'11 febbraio scorso e' una forte indicazione di dove ricercare le cause.
L'incremento stagionale delle temperature sara' un grande aiuto ma ci manca ancora piu' di un mese.
Forse, ma non possiamo esserne certi, potrebbe bastare ripristinare l'uso delle mascherine all'aperto fino al 30 aprile per veder scendere subito la curva dei contagi e con essa anche i decessi. Cio' perche' la diminuzione della spinta in salita (+0.4%) della curva sarebbe immediata (e' solo un esempio).
Qualsiasi provvedimento volto a ridurre la produzione dei contagi pero' va preso subito guardando al grafico dei contagi analizzato e non quando aumentano le terapie intensive ed i decessi, perche' si perderebbero stupidamente 10 giorni o piu' (lasciando che i contagi aumentino e cosi' i decessi 12 giorni dopo).
Qual'e' la causa il modello a soglia non puo' dircelo, ma se tutte le previsioni che fa poi risultano giuste qualcosa vorra' pur dire.

COSA SUCCEDERA' POI ? Come dovreste aver capito il virus non sparisce: si attenua quando ha svolto a sufficienza il suo lavoro, indietreggiando perche' le nostre difese immunitarie aumentano il numero delle persone che hanno acquisito un'immunita' naturale, essendo state gia' infettate (quasi tutte in forma asintomatica, quindi senza essersene neanche accorte). La somma delle misure delle aree dei picchi ci permette di valutare il livello medio d'immunita' raggiunto.
Se questa variante Omicron fosse anch'essa in grado di mantenere una sua epidemia degli asintomatici , diventerebbe anch'essa endemica, come le precedenti varianti. Il suo tempo di guarigione piu' breve (20 giorni invece di 30) ci lascia pero' una speranza che invece possa sparire.
Non dobbiamo illuderci pero', perche' le precedenti varianti sono ancora presenti a costituire il fondo degli asintomatici , che prima di questa quinta ondata era al 0.6%.
Se nella raggiunta liberta' riusciremo a rimanere consapevoli della situazione ed a rispettare i comportamenti intelligenti necessari, allora potremo mantenere il livello dei contagi cosi' basso, al livello del fondo, per tutta l'estate, a partire da giugno fino all'inizio di settembre.
Poi saremo nuovamente esposti a questa pandemia nella misura in cui le difese immunitarie saranno scemate (non conosciamo ancora la durata delle protezioni immunitarie finora acquisite, soprattutto quelle della variante piu' recente Omicron).

MA ALLORA QUESTI VIRUS NON SPARIRANNO PIU' ? Per ora non vediamo come possano sparire se sono in grado di mantenere attiva un'epidemia degli asintomatici anche d'estate.
Un virus puo' scomparire per sempre se nella popolazione si riesce ad avere nessuna persona contagiata, perche' i virus non permangono attivi a lungo fuori del corpo umano (solo per pochi giorni e poi "muoiono").
Il problema da risolvere e' come impedire che esista l'epidemia degli asintomatici e finora non lo sappiamo fare.
Ci vorrebbe un farmaco antivirale specifico da far prendere a tutta la popolazione durante l'estate. Per cui bisogna finanziare la ricerca farmacologica e poi ci arriveremo.
Intanto ci dovremo tenere questo Covid-19, come fosse un'ulteriore influenza, pero' molto piu' letale, che potremmo tenere a bada solo vaccinandoci tutti gli anni (come si fa per l'influenza stagionale).
E chi non si vaccina? Peggio per lui, purtroppo.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (6 marzo 2022)
Anche oggi (per la dodicesima volta) non e' stato pubblicato il numero di test antigenici positivi dalla regione Piemonte, per cui non ci e' stato possibile calcolare la solita percentuale di tamponi positivi, al netto di quelli antigenici.
Quello che abbiamo deciso di fare, come spiegato il 1 marzo , poiche' gli antigenici sono sempre regolarmente l'80% circa dei tamponi positivi, e' di togliere l'80% ai tamponi positivi come fossero gli antigenici, scrivendo le percentuali risultanti tra parentesi (con un errore aggiuntivo stimato del 2%).
Abbiamo ripreso ad aggiornare sia il grafico dei dati grezzi che il grafico dei dati interpolati che il grafico dei dati analizzati.
Per comodita' scriviamo anche la sequenza dei dati dal 14 febbraio in poi, per avere una visione dell'andamento degli ultimi dati (tutti i dati ci sono, tranne la sola percentuale dei positivi antigenici).
La sequenza dei dati dal 14 febbraio in poi, cioe' dall'inizio della risalita della curva per le riaperture dell'11 febbraio (compresa l'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto), e' la seguente:
6.1%   8.0%   9.2%   9.4%   9.4%   9.2%   10.4%   (12.6%) (7.7%) (7.9%) (7.5%) (7.2%) (7.9%) (5.9%) (9.1%) (7.0%) (8.4%) (7.5%) (9.4%) (8.5%) (8.8%)

Il dato di oggi 6 marzo e' salito al (8.8%)%, ma ancora l'1.3% superiore al pianerottolo che era rimasto sempre al 7.5% per una settimana.
Percio' conferma che la risalita della curva e' iniziata con gli ultimi tre punti, con incrementi del +1.9% (quello dell'altro ieri), del +1% (quello di ieri) e del +1.3% (quello di oggi) rispetto al livello costante del 7.5% del precedente pianerottolo e pertanto abbiamo riportato questa salita con la linea viola nei due grafici, quello interpolato e quello analizzato.
Abbiamo spiegato che in questi giorni ci aspettiamo l'inizio della risalita della curva con un incremento giornaliero di contagiati che proprio in questi giorni e' passato dal +1% al +0.4% al giorno. Gli incrementi, rispetto al pianerottolo durato una settimana con valor medio del 7.5%, degli ultimi 3 giorni sono stati di +1.9% , +1% e +1.3% che sembrano consistenti con le nostre previsioni.
Anche con il dato di oggi (domenica) quindi ci sembra che sia giustificata la nostra convinzione che la risalita, da noi prevista con le informazioni del "modello a soglia", sia cominciata.

Questa risalita, che dovrebbe avere ormai una pendenza del +0.4% al giorno, appare solo ora cioe' dopo la fine dell'arrivo dei decrementi del -1% al giorno, dovuti alle guarigioni dei contagiati di 20 giorni prima (perche' siamo ormai arrivati al termine del grande picco precedente (al 18%) e quindi dei decrementi del -1% al giorno, che mantenevano la curva in pianerottolo, costante al 7.5%.
E' quindi iniziata secondo noi la prevista risalita della curva dei contagi. Non e' un'ipotesi o una congettura: se la discesa dal picco del 12.6% e' stata interrotta in pianerottolo (al 7.5%, per circa una settimana) e' sicuro che c'era una spinta in salita di cosi' tanti contagi al giorno (prodotti dalle attivita' umane) quanti sono quelli che producevano la spinta in discesa (prodotta dalle guarigioni), da noi valutata del -1% al giorno, osservando la discesa precedente della curva.
Abbiamo anche spiegato che questa spinta in discesa del -1% che c'era nei 7 giorni in pianerottolo si e' esaurita una volta terminata la discesa dal picco grande (quello al 18%) che la produceva ed e' stata sostituita dall'altra spinta in discesa del +0.6% iniziata 20 giorni dopo l'inizio dell'ultimo picco (quello piu' piccolo al 12.6%) che e' iniziato il 14 febbraio (20 giorni dopo, sarebbe proprio oggi).
Quindi da oggi la spinta in discesa delle guarigioni sara' del -0.6% al giorno, a contrastare la spinta in salita dei contagi prodotti dagli umani che continua ad essere del +1% al giorno invariata.
Che la spinta in salita costante nel tempo ci sia e' dimostrato dal fatto che la curva non e' piu' riuscita a scendere sotto al livello medio del 7.5% per molti giorni consecutivi (pianerottolo). La risalita attuale rispetto al 7.5% della curva dimostra che il decremento del -1% al giorno, che subito dopo il picco al 12.6% l'ha fatta scendere con una pendenza abbastanza costante del -1% al giorno, e' ora cessato.
I dati degli ultimi 3 giorni, che indicano un inizio di risalita della curva rispetto al pianerottolo durato una settimana al 7.5% , sono una forte indicazione che questa spinta in salita, del +1% al giorno, e' persistente: quindi quando la spinta in discesa dal picco termina (e non puo' continuare perche' il picco Omicron non puo' andare sotto zero), questa spinta in salita, se e' persistente, non puo' che far risalire la curva con una pendenza costante, ora ridotta al +0.4% al giorno, finche' permangono le cause di questa produzione continua di contagi del +1% (per esempio il non uso delle mascherine, se fosse questa la causa).
Attendiamo di vedere anche il dato di domani per la conferma della risalita della curva.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico dei dati grezzi , dove il dato odierno di 105 e' stato graficato a destra.
Riportando questo dato nel grafico interpolato la discesa della curva (linea viola), che per ora lasciamo invariata, perche il dato di oggi, particolarmente basso, sembra essere un "dato della domenica", a cui mancano alcuni decessi che saranno aggiunti nei dati dei prossimi due giorni.
Aspettiamo martedi' per fare la media dei dati dei 3 giorni e graficare la linea viola d'interpolazione basandoci sul valore medio ottenuto.

CONFRONTO CON L'ANDAMENTO DEI CONTAGI: Anche con il dato di oggi possiamo ripetere il confronto tra l'andamento della curva dei decessi con quella dei contagi, come abbiamo fatto nei giorni precedenti (poi potremo raccogliere e graficare tutti questi risultati):
  • Contagi: 12 giorni fa (tempo medio stimato tra contagio e decesso) i contagiati erano scesi dal livello massimo del 18% al livello del 7.7% (livello del picco), perche' aveva superato il nuovo picco Omicron al 12.6%. La discesa dal picco del 18% cosi' era diminuita del 57%, diminuzione che possiamo confrontare con quella nei decessi di oggi.
  • Decessi: dai 322 al giorno di 12 giorni fa (quando i contagiati erano al 7.7%), i decessi sono scesi ai 105 al giorno di oggi, dato della domenica, (con i contagiati al 7.7%), con una variazione in discesa del -67%, che e' piuttosto simile alla discesa del -57% dei contagiati.
Quindi la discesa dei decessi oggi e' un po' inferiore a quella attesa dai contagi di 12 giorni prima (cioe' i decessi sono scesi meno dei contagiati).
Una precisazione e' necessario fare in questo studio: la curva dei contagi in realta' non e' la curva dei contagi prodotti ma dei contagiati esistenti, che vengono modificati in piu' dai nuovi contagi prodotti quel giorno ed in meno dalle guarigioni arrivate a compimento quel giorno. Pero' nello studio della correlazione tra contagi e decessi in passato ci siamo riferiti per semplicita' sempre alla curva dei contagi e cosi' continuiamo a fare anche ora.
Infine non possiamo che rammaricarci di non riuscire a capire perche' i decessi siano ancora cosi' tanti.

CONFRONTO CON LA VARIANTE DELTA: Nella quarta ondata, quando c'era solo la variante Delta, al 3.6% di contagiati corrispondevano 60 decessi al giorno, per cui oggi con l' 8.8% di contagiati ci sarebbero stati 147 decessi al giorno mentre ora con la variante Omicron, i decessi sono 105 invece di 147, ovvero il -29% (quello di oggi pero' e' un dato della domenica).
Facendo la media di tutte queste percentuali che stiamo calcolando giorno per giorno, si puo' ricavare di quanto l'epidemia di Omicron (quinta ondata) sia piu' letale rispetto a quella della variante Delta (quarta ondata).
Ecco le percentuali d'incremento dei decessi, rispetto a quelli che si sono avuti con la variante Delta nella quarta ondata, degli ultimi 9 giorni:
-29% +22% +34% +48% +53% +67% +38% +8% +96% (-29% e +8% sono dati della domenica, per cui presentano la solita dispersione che si corregge due giorni dopo con la media).
Il valor medio di ieri era +48% (=maggiore letalita' della variante Omicron rispetto alla Delta).
Quello che si potrebbe considerare e' che la maggior parte di questi decessi risulta essere di persone non vaccinate, molte delle quali forse, per motivi ideologici, potrebbero essersi affidate alle cure ospedaliere con troppo ritardo. Ma le persone non vaccinate c'erano anche nella quarta ondata ed erano anche di piu', perche' allora i vaccinati erano il 65% invece del 90% di oggi.
Questo eccesso di decessi di Omicron rispetto alla variante Delta continua percio' a rimanere per noi un mistero, ancora da capire.

LA COMPLESSITA' DEI PICCHI MULTIPLI OMICRON (6 marzo 2022)
Il nostro studio, anche per semplicita' volta a rendere piu' agevole la comprensione, prescinde dalle tecniche numeriche e di calcolo piu' accurate che andrebbero comunque applicate, inserendo i dati in un computer cosi' da determinare con accuratezza i vari parametri con regressioni e best fit delle formule analitiche ai dati reali.
Nei ragionamenti fatti nei giorni scorsi sulle guarigioni dei contagiati del picco al 18% (dalla cui pendenza di discesa abbiamo valutato il decremento dei contagiati al -1% al giorno) abbiamo sempre considerato finora quello al 18% come l'unico picco, che produceva i decrementi di contagiati, che sono risultati essere destinati a finire proprio in questi giorni (come si vede estrapolando la discesa dal picco nel grafico analizzato (dove i picchi Omicron sono indicati dai tre triangoli rossi a destra).
Questo l'abbiamo fatto per semplicita', dato che inizialmente era il picco piu' recente ed il piu' importante.
Pero' 3 giorni dopo le riaperture dell'11 febbraio, quando la discesa da questo picco stava per completarsi (era a 2/3 della sua discesa a zero), sono cominciati ad arrivare degli apporti ulteriori di contagi, che secondo le modalita' ben descritte dal modello a soglia e gia' sperimentate con l'inizio della quarta ondata (iniziata in seguito ai festeggiamenti popolari per la vittoria della coppa europea di calcio l'11 luglio 2021), hanno dato inizio ad una nuova ondata Omicron, che pero' si e' limitata ad arrivare solo al 10% invece del 18%, per l'aumento delle immunizzazioni naturali prodotte dai contagi dei primi due picchi.
Cosi' i picchi Omicron sono diventati tre, come si vede nel grafico analizzato e la presenza di questo terzo picco, seppur piccolo, contribuisce al numero di guarigioni a partire dal ventesimo giorno dopo il suo inizio.
Il terzo picco piu' piccolo e' iniziato il 14 febbraio e quindi il suo contributo alle guarigioni (prima poche, poi di piu'), che contribuiscono alla discesa della curva, dovrebbe essere iniziato proprio ieri, 5 marzo, cioe' circa 20 giorni dopo l'inizio del picco (dopo il tempo di guarigione).
Siccome il terzo picco e' alto poco piu' della meta' del precedente (10% invece del 18%), se prima le guarigioni portavano un decremento del -1% al giorno, quest'ultimo picco piu' piccolo (con il 60% soltanto dei contagiati) portera' circa il -0.6% al giorno che inizia cosi' proprio nei giorni in cui l'altro decremento del -1% al giorno sta terminando.
Quindi i decrementi per le guarigioni stanno ora per passare dal -1% al giorno, che c'e' stato finora, al -0.6% da ora in poi, per tutta la durata del picco piu' piccolo (che ha prodotto il 40% di contagiati in meno perche' piu' basso).

LE CONSEGUENZE PER I PROSSIMI DUE MESI (fino all'arrivo del caldo): Quindi nel grafico analizzato l'analisi del contributo dell'ultimo picco piu' piccolo alla discesa dei contagi porta a concludere che il decremento del -1% , che giustamente avevamo detto concludersi in questi giorni, in realta' lascia un altro decremento piu' piccolo del -0.6% delle guarigioni dei contagiati dell'ultimo piccolo picco, che dureranno ancora per poco piu' di un mese (la larghezza tipica dei picchi Omicron, determinata dal suo tempo di guarigione di 20 giorni invece dei 30 delle varianti precedenti) ed andranno ad attenuare la spinta in salita che, se rimarra' ancora al +1% , fara' salire la curva non piu' con una pendenza del +1% al giorno (che sarebbe stata molto ripida) ma con una pendenza meno ripida, del (+1-0.6) = +0.4% al giorno (il saldo netto tra la salita del +1% dell'apporto di contagi e la nuova pendenza di discesa del -0.6% delle guarigioni dei contagiati dell'ultimo picco piu' piccolo).
Se questo apporto di contagi persistente di +1% al giorno continuasse a lungo, l'andamento della curva tenderebbe verso un comportamento come quello della linea verde UK nel grafico piu' volte richiamato dei Paesi del centro Europa , rimanendo pero' sempre sotto al 10% (in assenza di altre varianti), per l'alto numero di immunizzati da una precedente infezione da Omicron, che sul lungo periodo probabilmente tenderebbe a stabilizzarsi.
In conclusione vediamo che aver attivato l'11 febbraio un meccanismo di produzione continua di contagi, in questo caso al +1% al giorno (noi pensiamo dovuto all'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto, per la sua continuita'), ha l'effetto di produrre un accumulo di contagiati che si rincorre con le loro guarigioni, in funzione del tempo medio di guarigione (20 giorni) e della produzione media di contagi (+1% al giorno), dando luogo ad un livello non piccolo di contagiati che permane al livello permesso dall'accumulo di immunizzati, probabilmente intorno al 7% o 8%, piu' o meno com'e' successo ai britanici nel 2021 (vedi grafico precedente).
Il suo inizio si comincia gia' a vedere a destra della linea viola d'interpolazione nel grafico interpolato.
Condannarci a fare quella fine, vuol dire farci convivere a lungo (un paio di mesi) con un livello non grande di contagiati (sotto al 10%) e purtroppo anche con il relativo numero non piccolo di decessi giornalieri (circa 200) fino a maggio.
La produzione continua di contagi puo' infatti durare a lungo ma e' comunque destinata a scemare con l'arrivo della stagione calda per la diminuzione delle cariche virali nell'ambiente, poiche' c'e' allora un loro minore accumulo per la riduzione del tempo in cui i virus rimangono attivi nell'ambiente.
L'opinione pubblica, ignara di questi meccanismi che governano l'evoluzione del numero delle persone contagiate, accetterebbe di buon grado questa convivenza con i virus giudicata ineluttabile, soddisfatta di aver ritrovato un po' (ma solo un po') dell'agognata liberta'.
Le Autorita' sanitarie e di Governo, una volta capito il problema, possono pero' adottare i giusti provvedimenti atti a diminuire la produzione dei contagi, riportando la curva a scendere, come avrebbe dovuto continuare a fare il 14 febbraio.
E' opportuno osservare infatti che se questo apporto attuale di contagi persistente di +1% al giorno non fosse comparso il 14 febbraio, la curva dei contagi di questa quinta ondata avrebbe potuto continuare la sua discesa, arrivando in pochi giorni sotto all'1% (fondo degli asintomatici). Avrebbe potuto cosi' rimanere poi a lungo ad un livello cosi' basso, perche' in quelle condizioni sarebbe stato piu' difficile per la popolazione contagiarsi, in quanto i portatori di contagio sarebbero stati allora molto pochi, con una liberta' ritrovata molto piu' ampia (non usare le mascherine all'aperto comporterebbe allora un incremento di contagi ben minore) ed un grande beneficio sanitario ed economico.

NON USARE LE MASCHERINE ALL'APERTO HA INCREMENTATO DEL +1% I CONTAGI ?
Noi lo supponiamo per la continuita' nel tempo mostrata da questo incremento, che e' documentata dal pianerottolo al 7.5%, durato per una settimana ma non possiamo saperlo con certezza.
Inoltre la costanza nel tempo di questo apporto del +1% al giorno ci fa pensare che possa derivare dall'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto, anche in accordo con quanto da noi documentato nel commento dell'8 febbraio , dove la relativa percentuale dei contagi era stata costante e un po' inferiore al 2%.
Avremmo potuto saperlo se le varie riaperture fatte l'11 febbraio non fossero stata fatte tutte insieme nello stesso giorno ma scaglionate nel tempo (per esempio una ogni 3 giorni). Allora il giorno di comparsa dell'incremento ci avrebbe permesso di individuarne la causa.

DURATA DELL'IMMUNITA': La curva dei contagiati e' una miniera di informazioni preziose; per questo e' stato un vero peccato che la regione Piemonte non renda pubblici tutti i dati di cui dispone (il numero di test antigenici positivi).
Come esempio se ne potrebbe ricavare anche un'indicazione sulla durata delle immunita' naturali, cioe' quelle acquisite dopo un'infezione, che nella maggior parte dei casi e' asintomatica.
Siccome il livello massimo raggiunto dalla curva dei contagi dipende anche dalla percentuale di persone immunizzate, se l'immunita' acquisita durasse 2 mesi la curva non sarebbe molto limitata nella sua salita, come sarebbe invece nel caso in cui l'immunita' durasse 8 mesi o piu'.
Finora non ci siamo impegnati per estrarre questa informazione ma in futuro penso che faremo anche questo.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (5 marzo 2022)
Anche oggi (per l'undicesima volta) non e' stato pubblicato il numero di test antigenici positivi dalla regione Piemonte, per cui non ci e' stato possibile calcolare la solita percentuale di tamponi positivi, al netto di quelli antigenici.
Quello che abbiamo deciso di fare, come spiegato il 1 marzo , poiche' gli antigenici sono sempre regolarmente l'80% circa dei tamponi positivi, e' di togliere l'80% ai tamponi positivi come fossero gli antigenici, scrivendo le percentuali risultanti tra parentesi (con un errore aggiuntivo stimato del 2%).
Abbiamo ripreso ad aggiornare sia il grafico dei dati grezzi che il grafico dei dati interpolati che il grafico dei dati analizzati.
Per comodita' scriviamo anche la sequenza dei dati dal 14 febbraio in poi, per avere una visione dell'andamento degli ultimi dati (tutti i dati ci sono, tranne la sola percentuale dei positivi antigenici).
La sequenza dei dati dal 14 febbraio in poi, cioe' dall'inizio della risalita della curva per le riaperture dell'11 febbraio (compresa l'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto), e' la seguente:
6.1%   8.0%   9.2%   9.4%   9.4%   9.2%   10.4%   (12.6%) (7.7%) (7.9%) (7.5%) (7.2%) (7.9%) (5.9%) (9.1%) (7.0%) (8.4%) (7.5%) (9.4%) (8.5%)

Il dato di oggi 5 marzo e' sceso al (8.5%)%, ma ancora l'1% superiore al pianerottolo che era rimasto sempre al 7.5% per una settimana.
Percio' riteniamo che la risalita della curva sia iniziata con gli ultimi due punti, con incrementi del +2% (quello di ieri) e del +1% (quello di oggi) rispetto al livello costante del 7.5% del precedente pianerottolo e pertanto abbiamo riportato questa salita con la linea viola nei due grafici, quello interpolato e quello analizzato.
Se la risalita fosse cominciata, l'incremento dei contagiati negli ultimi 2 giorni (ieri ed oggi) avrebbe dovuto essere del +1% al giorno cioe' avrebbe dovuto essere del +2%. I dati ci sembrano consistenti con questo incremento e questo ci sembra che giustifichi la nostra convinzione che la risalita, da noi prevista con le informazioni del "modello a soglia", e' cominciata.

Questa risalita, che dovrebbe avere una pendenza del +1% al giorno, appare solo ora cioe' alla fine dell'arrivo dei decrementi del -1% al giorno, dovuti alle guarigioni dei contagiati di 20 giorni prima (perche' siamo ormai al termine del picco precedente e quindi dei decrementi del -1% al giorno, che mantenevano la curva in pianerottolo, costante al 7.5%).
E' quindi iniziata la prevista risalita della curva dei contagi. Non e' un'ipotesi o una congettura: se la discesa dal picco del 12,6% e' stata interrotta in pianerottolo (al 7.5%, durato circa una settimana) e' sicuro che c'e' una spinta in salita di cosi' tanti contagi al giorno (prodotti dalle attivita' umane) quanti sono quelli che producono la spinta in discesa (prodotta dalle guarigioni), da noi valutata del -1% al giorno, osservando la discesa precedente della curva.
Che la spinta in salita costante nel tempo ci sia e' dimostrato dal fatto che la curva non e' piu' riuscita a scendere sotto al livello medio del 7.5% per molti giorni consecutivi. La risalita della curva dimostra che il decremento del -1% al giorno, che subito dopo il picco al 12.6% l'ha fatta scendere con una pendenza abbastanza costante del -1% al giorno, e' ora cessato.
I dati di ieri e di oggi in risalita sono una forte indicazione che questa spinta in salita, del +1% al giorno, e' persistente: quindi quando la spinta in discesa dal picco termina (non puo' continuare perche' il picco Omicron non puo' andare sotto zero), questa spinta in salita, se e' persistente, non puo' che far risalire la curva con una pendenza costante del +1% al giorno, finche' permangono le cause di questa produzione continua di contagi (per esempio il non uso delle mascherine, se fosse questa la causa).
Attendiamo di vedere domani se la salita della curva continua oppure no.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico dei dati grezzi , dove il dato odierno di 173 e' stato graficato a destra.
Riportando questo dato nel grafico interpolato la discesa della curva (linea viola), che per ora lasciamo invariata.

CONFRONTO CON L'ANDAMENTO DEI CONTAGI: Anche con il dato di oggi possiamo ripetere il confronto tra l'andamento della curva dei decessi con quella dei contagi, come abbiamo fatto nei giorni precedenti (poi potremo raccogliere e graficare tutti questi risultati):
  • Contagi: 12 giorni fa (tempo medio stimato tra contagio e decesso) i contagiati erano scesi dal livello massimo del 18% al livello del 12.6% (livello del picco), perche' era arrivata al nuovo picco Omicron. La discesa dal picco del 18% cosi' era diminuita del 30%, diminuzione che possiamo confrontare con quella nei decessi di oggi.
  • Decessi: dai 201 al giorno di 12 giorni fa (quando i contagiati erano al 12.6%), i decessi sono scesi ai 173 al giorno di oggi (con i contagiati all' 8.5%), con una variazione in discesa del -14%, che e' piuttosto diverso dalla discesa del -30% dei contagiati.
Quindi la discesa dei decessi oggi e' inferiore a quella attesa dai contagi di 12 giorni prima (e' la meta', cioe' i decessi sono scesi meno dei contagiati), probabilmente perche' i dati di 12 giorni fa risultano presi non sulla discesa dello stesso picco del 18% ma sul massimo della salita del nuovo picco, quello che e' arrivato al 12.6%.
Una precisazione e' necessario fare in questo studio: la curva dei contagi in realta' non e' la curva dei contagi prodotti ma dei contagiati esistenti, che vengono modificati in piu' dai nuovi contagi prodotti quel giorno ed in meno dalle guarigioni arrivate a compimento quel giorno. Pero' nello studio della correlazione tra contagi e decessi in passato ci siamo riferiti per semplicita' sempre alla curva dei contagi e cosi' continuiamo a fare anche ora.
Infine non possiamo che rammaricarci di non riuscire a capire perche' i decessi siano ancora cosi' tanti.

CONFRONTO CON LA VARIANTE DELTA: Nella quarta ondata, quando c'era solo la variante Delta, al 3.6% di contagiati corrispondevano 60 decessi al giorno, per cui con l'8.5% di contagiati oggi ci sarebbero stati 142 decessi al giorno mentre ora con la variante Omicron, i decessi sono 173 invece di 142, ovvero il +22% (ancora superiori).
Facendo la media di tutte queste percentuali che stiamo calcolando giorno per giorno, si puo' ricavare di quanto l'epidemia di Omicron (quinta ondata) sia piu' letale rispetto a quella della variante Delta (quarta ondata).
Ecco le percentuali d'incremento dei decessi, rispetto a quelli che si sono avuti con la variante Delta nella quarta ondata, degli ultimi 8 giorni:
+22% +34% +48% +53% +67% +38% +8% +96% (8% e' il dato della domenica, per cui presenta la solita dispersione che si corregge con la media).
Il valor medio e' +48% (=maggiore letalita' della variante Omicron rispetto alla Delta).
Quello che si potrebbe considerare e' che la maggior parte di questi decessi risulta essere di persone non vaccinate, molte delle quali forse, per motivi ideologici, potrebbero essersi affidate alle cure ospedaliere con troppo ritardo. Ma le persone non vaccinate c'erano anche nella quarta ondata ed erano anche di piu', perche' allora i vaccinati erano il 65% invece del 90% di oggi.
Questo eccesso di decessi di Omicron rispetto alla variante Delta continua percio' a rimanere per noi un mistero, ancora da capire.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (4 marzo 2022)
Anche oggi (per l'undicesima volta) non e' stato pubblicato il numero di test antigenici positivi dalla regione Piemonte, per cui non ci e' stato possibile calcolare la solita percentuale di tamponi positivi, al netto di quelli antigenici.
Quello che abbiamo deciso di fare, come spiegato il 1 marzo , poiche' gli antigenici sono sempre regolarmente l'80% circa dei tamponi positivi, e' di togliere l'80% ai tamponi positivi come fossero gli antigenici, scrivendo le percentuali risultanti tra parentesi (con un errore aggiuntivo stimato del 2%).
Abbiamo ripreso ad aggiornare sia il grafico dei dati grezzi che il grafico dei dati interpolati che il grafico dei dati analizzati.
Per comodita' scriviamo anche la sequenza dei dati dal 14 febbraio in poi, per avere una visione dell'andamento degli ultimi dati (tutti i dati ci sono, tranne la sola percentuale dei positivi antigenici).
La sequenza dei dati dal 14 febbraio in poi, cioe' dall'inizio della risalita della curva per le riaperture dell'11 febbraio (compresa l'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto), e' la seguente:
6.1%   8.0%   9.2%   9.4%   9.4%   9.2%   10.4%   (12.6%) (7.7%) (7.9%) (7.5%) (7.2%) (7.9%) (5.9%) (9.1%) (7.0%) (8.4%) (7.5%) (9.4%)

Il dato di oggi 4 marzo e' salito al (9.4%)%, tornando decisamente a salire.
Questo potrebbe confermare l'inizio della risalita, con pendenza del +1% al giorno, per la fine dell'arrivo dei decrementi del -1%, dovuti alle guarigioni dei contagiati di 20 giorni prima (perche' dovremmo essere ormai al termine del picco precedente e quindi dei decrementi del -1% al giorno).
Dovremmo quindi essere alla prevista risalita della curva dei contagi. Non e' un'ipotesi o una congettura: se la discesa dal picco del 12,6% e' stata interrotta in pianerottolo (quello al 7.5%, durato circa una settimana) e' sicuro che c'e' una spinta in salita di cosi' tanti contagi al giorno (prodotti dalle attivita' umane) quanti sono quelli che producono la spinta in discesa (prodotta dalle guarigioni), da noi valutata del -1% al giorno, osservando la discesa precedente della curva.
Che la spinta in salita costante nel tempo ci sia e' dimostrato dal fatto che la curva non e' piu' riuscita a scendere sotto al livello medio del 7.5% per molti giorni consecutivi. Se la curva salira' serve a dimostrare che il decremento del -1%, che subito dopo il picco al 12.6% l'ha fatta scendere con una pendenza abbastanza costante del -1%, e' cessato.
Quella di oggi e' una forte indicazione che questa spinta in salita, del +1% al giorno, e' persistente: quindi quando la spinta in discesa dal picco termina (non puo' continuare perche' il picco Omicron non puo' andare sotto zero), questa spinta in salita, se e' persistente, non puo' che far risalire la curva con una pendenza costante del +1% al giorno, finche' permangono le cause di questa produzione continua di contagi (per esempio il non uso delle mascherine, se fosse questa la causa).
Attendiamo di vedere domani se la salita della curva continua oppure no.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico dei dati grezzi , dove il dato odierno di 210 e' stato graficato a destra.
Riportando questo dato nel grafico interpolato la discesa della curva (linea viola), che per ora lasciamo invariata.

CONFRONTO CON L'ANDAMENTO DEI CONTAGI: Anche con il dato di oggi possiamo ripetere il confronto tra l'andamento della curva dei decessi con quella dei contagi, come abbiamo fatto nei giorni precedenti (poi potremo raccogliere e graficare tutti questi risultati):
  • Contagi: 12 giorni fa (tempo medio stimato tra contagio e decesso) i contagiati erano scesi dal livello massimo del 18% al livello del 10.4%, perche' stava salendo al nuovo picco Omicron. La discesa dal picco del 18% cosi' era diminuita del 42%, diminuzione che possiamo confrontare con quella nei decessi di oggi.
  • Decessi: dai 141 al giorno di 12 giorni fa (quando i contagiati erano al 10.4%), i decessi sono saliti ai 210 al giorno di oggi (con i contagiati al 9.4%), con una variazione in salita del +50%, che e' molto diverso dalla discesa del -42% dei contagiati.
Quindi la salita dei decessi oggi e' molto superiore a quella attesa dai contagi di 12 giorni prima (e' piu' alta, cioe' i decessi sono cresciuti piu' dei contagiati), probabilmente perche' i dati di 12 giorni fa risultano presi non sulla discesa dello stesso picco del 18% ma sulla salita del nuovo picco, quello che e' arrivato al 12.6%.
Una precisazione e' necessario fare in questo studio: la curva dei contagi in realta' non e' la curva dei contagi prodotti ma dei contagiati esistenti, che vengono modificati in piu' dai nuovi contagi prodotti quel giorno ed in meno dalle guarigioni arrivate a compimento quel giorno. Pero' nello studio della correlazione tra contagi e decessi in passato ci siamo riferiti per semplicita' sempre alla curva dei contagi e cosi' continuiamo a fare anche ora.
Infine non possiamo che rammaricarci di non riuscire a capire perche' i decessi siano ancora cosi' tanti.

CONFRONTO CON LA VARIANTE DELTA: Nella quarta ondata, quando c'era solo la variante Delta, al 3.6% di contagiati corrispondevano 60 decessi al giorno, per cui con il 9.4% di contagiati oggi ci sarebbero stati 157 decessi al giorno mentre ora con la variante Omicron, i decessi sono 210 invece di 157, ovvero il +34% (che sono troppi).
Facendo la media di tutte queste percentuali che stiamo calcolando giorno per giorno, si puo' ricavare di quanto l'epidemia di Omicron (quinta ondata) sia piu' letale rispetto a quella della variante Delta (quarta ondata).
Ecco le percentuali d'incremento dei decessi, rispetto a quelli che si sono avuti con la variante Delta nella quarta ondata, degli ultimi 7 giorni:
+34% +48% +53% +67% +38% +8% +96% (8% e' il dato della domenica, per cui presenta la solita dispersione che si corregge con la media).
Il valor medio e' +49% (=maggiore letalita' della variante Omicron rispetto alla Delta).
Quello che si potrebbe considerare e' che la maggior parte di questi decessi risulta essere di persone non vaccinate, molte delle quali forse, per motivi ideologici, potrebbero essersi affidate alle cure ospedaliere con troppo ritardo. Ma le persone non vaccinate c'erano anche nella quarta ondata ed erano anche di piu', perche' allora i vaccinati erano il 65% invece del 90% di oggi.
Questo eccesso di decessi di Omicron rispetto alla variante Delta continua percio' a rimanere per noi un mistero, ancora da capire.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (3 marzo 2022)
Anche oggi (per la decima volta) non e' stato pubblicato il numero di test antigenici positivi dalla regione Piemonte, per cui non ci e' stato possibile calcolare la solita percentuale di tamponi positivi, al netto di quelli antigenici.
Quello che abbiamo deciso di fare, come spiegato il 1 marzo , poiche' gli antigenici sono sempre regolarmente l'80% circa dei tamponi positivi, e' di togliere l'80% ai tamponi positivi come fossero gli antigenici, scrivendo le percentuali risultanti tra parentesi (con un errore aggiuntivo stimato del 2%).
Abbiamo ripreso ad aggiornare sia il grafico dei dati grezzi che il grafico dei dati interpolati che il grafico dei dati analizzati.
Per comodita' scriviamo anche la sequenza dei dati dal 14 febbraio in poi, per avere una visione dell'andamento degli ultimi dati (tutti i dati ci sono, tranne la sola percentuale dei positivi antigenici).
La sequenza dei dati dal 14 febbraio in poi, cioe' dall'inizio della risalita della curva per le riaperture dell'11 febbraio (compresa l'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto), e' la seguente:
6.1%   8.0%   9.2%   9.4%   9.4%   9.2%   10.4%   (12.6%) (7.7%) (7.9%) (7.5%) (7.2%) (7.9%) (5.9%) (9.1%) (7.0%) (8.4%) (7.5%)

Il dato di oggi 3 marzo e' sceso al 7.5%, tornando esattamente al livello del pianerottolo precedente.
Questo NON conferma l'inizio della risalita con pendenza del +1% al giorno, per la fine dell'arrivo dei decrementi del -1%, dovuti alle guarigioni dei contagiati di 20 giorni prima (dovremmo comunque essere molto vicini al termine del picco precedente e quindi dei decrementi del -1% al giorno).
Attendiamo di vedere come sara' il dato di domani.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico dei dati grezzi , dove il dato odierno di 185 e' stato graficato a destra.
Riportando questo dato nel grafico interpolato la discesa della curva (linea viola) resta invariata.
Anche con il dato di oggi possiamo ripetere il confronto tra l'andamento della curva dei decessi con quella dei contagi, come abbiamo fatto nei giorni precedenti (poi potremo raccogliere e graficare tutti questi risultati):
  • Contagi: 12 giorni fa (tempo medio stimato tra contagio e decesso) i contagi erano scesi dal livello massimo del 18% al livello del 9.2%, perche' stava salendo al nuovo picco Omicron. La discesa dal picco del 18% cosi' era diminuita del 49%, diminuzione che possiamo confrontare con quella nei decessi di oggi.
  • Decessi: dai 252 al giorno di 12 giorni fa, i decessi sono scesi ai 185 al giorno di oggi, con una riduzione del -27%, che e' inferiore al -49% dei contagi.
Quindi la discesa dei decessi oggi e' meno conforme a quella dei contagi di 12 giorni prima (e' piu' bassa, cioe' i decessi sono calati meno dei contagi), probabilmente perche' i dati di 12 giorni fa risultano presi non sulla discesa dello stesso picco del 18% ma sulla salita del nuovo picco, quello che e' arrivato poi al 12.6%.
Una precisazione e' necessario fare in questo studio: la curva dei contagi in realta' non e' la curva dei contagi prodotti ma dei contagiati esistenti, che vengono modificati in piu' dai nuovi contagi prodotti quel giorno ed in meno dalle guarigioni arrivate a compimento quel giorno. Pero' nello studio della correlazione tra contagi e decessi in passato ci siamo riferiti per semplicita' sempre alla curva dei contagi e cosi' continuiamo a fare anche ora.
Infine non possiamo che rammaricarci di non riuscire a capire perche' i decessi siano ancora cosi' tanti.
Nella quarta ondata, quando c'era la variante Delta, al 3.6% di contagiati corrispondevano 60 decessi al giorno, cioe' con il 7.5% di contagiati oggi ci sarebbero stati 125 decessi al giorno mentre ora, con la variante Omicron, i decessi sono 185 invece di 125 (+48%, che sono troppi).
Quello che possiamo osservare e' che la maggior parte di questi decessi risulta essere di persone non vaccinate, molte delle quali forse, per motivi ideologici, potrebbero essersi affidate alle cure ospedaliere con troppo ritardo. Ma le persone non vaccinate c'erano anche nella quarta ondata ed erano di piu', perche' i vaccinati erano il 65% invece del 90% di oggi.
Questo eccesso di decessi di Omicron rispetto alla variante Delta continua percio' a rimanere un mistero, ancora da capire.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (2 marzo 2022)
Anche oggi (per la decima volta) non e' stato pubblicato il numero di test antigenici positivi dalla regione Piemonte, per cui non ci e' stato possibile calcolare la solita percentuale di tamponi positivi, al netto di quelli antigenici.
Quello che abbiamo deciso di fare, come spiegato il 1 marzo , poiche' gli antigenici sono sempre regolarmente l'80% circa dei tamponi positivi, e' di togliere l'80% ai tamponi positivi come fossero gli antigenici, scrivendo le percentuali risultanti tra parentesi (con un errore aggiuntivo stimato del 2%).
Abbiamo ripreso ad aggiornare sia il grafico dei dati grezzi che il grafico dei dati interpolati che il grafico dei dati analizzati.
Per comodita' scriviamo anche la sequenza dei dati dal 14 febbraio in poi, per avere una visione dell'andamento degli ultimi dati (tutti i dati ci sono, tranne la sola percentuale dei positivi antigenici).
La sequenza dei dati dal 14 febbraio in poi e' la seguente:
6.1%   8.0%   9.2%   9.4%   9.4%   9.2%   10.4%   (12.6%) (7.7%) (7.9%) (7.5%) (7.2%) (7.9%) (5.9%) (9.1%) (7.0%) (8.4%)

Il dato di oggi 2 marzo e' salito all' 8.4%, in salita rispetto agli 8 dati precedenti, tutti in pianerottolo al livello medio di (7.7%+7.9+7.5+7.2+7.9+5.9+9.1+7)/8 = 7.5%
Questo potrebbe essere il segnale dell'inizio della risalita da noi prevista con pendenza del +1% al giorno, per la fine dell'arrivo dei decrementi del -1%, dovuti alle guarigioni dei contagiati di 20 giorni prima (saremmo al termine del picco precedente). In effetti con questo primo dato all'8.4% troviamo che la risalita e' proprio dell' +1% circa.
Attendiamo la conferma di tutto cio' con il dato di domani: se salira' anche lui del +1%, secondo noi la nostra previsione, fatta in un momento in cui tutte le curve sono in discesa, assumerebbe un'importanza significativa.
Secondo noi bisognerebbe allora provare a ripristinare subito l'uso delle mascherine all'aperto, per scoprire se questi incrementi permanenti del +1% dipendono da quel provvedimento oppure da un altro. Se poi la produzione del +1% di contagi al giorno sparisse, si dovrebbe mantenere l'obbligo delle mascherine fino ad aprile, quando con l'aumento della temperatura ambientale viene meno la crescita delle cariche virali nell'ambiente per accumulo.
Se si lasciasse salire la curva dell'1% al giorno per una settimana, la situazione potrebbe tornare ad essere pesante.
L'alto numero di immunizzati naturali ad Omicron giocherebbe a nostro favore, riducendo gli incrementi di contagi, che potrebbero comunque diventare troppi, se questo scenario si verificasse davvero.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico dei dati grezzi , dove il dato odierno di 214, anch'esso a valori superiori a 200, e' stato graficato a destra.
Riportando questo dato nel grafico interpolato la discesa della curva (linea viola) resta invariata (per ora).
Anche con il dato di oggi possiamo ripetere il confronto tra l'andamento della curva dei decessi con quella dei contagi, come abbiamo fatto nei giorni precedenti:
  • Contagi: 12 giorni fa (tempo medio stimato tra contagio e decesso) i contagi erano scesi dal livello massimo del 18% al livello del 9.4%, perche' stava salendo al nuovo picco Omicron. La discesa dal picco del 18% cosi' era diminuita del 48%, diminuzione che confrontiamo con quella nei decessi di oggi.
  • Decessi: dai 314 al giorno di 12 giorni fa, i decessi sono scesi ai 214 al giorno di oggi, con una riduzione del -32%, che e' inferiore al -48% dei contagi.
Quindi la discesa dei decessi oggi e' meno conforme a quella dei contagi di 12 giorni prima (piu' bassa), probabilmente perche' i contagi sono presi sul picco di salita dell'ultimo picco, dove l'incertezza sui 12 giorni di ritardo medio del decesso rispetto al contagio pesa di piu'.
Infine rimane da capire perche' i decessi siano cosi' tanti.
Nella quarta ondata, quando c'era la variante Delta, al 3.6% di contagi corrispondevano 60 decessi al giorno, cioe' con l'8.4% di contagi oggi ci sarebbero stati 140 decessi al giorno mentre ora, con la variante Omicron, i decessi sono 214 invece di 140 (+53% sono troppi).
Quello che possiamo osservare e' che la maggior parte di questi decessi risulta essere di persone non vaccinate, molte delle quali forse, per motivi ideologici, potrebbero essersi affidate alle cure ospedaliere con troppo ritardo. Ma le persone non vaccinate c'erano anche nella quarta ondata ed erano di piu'.
Questo eccesso di decessi di Omicron rispetto alla variante Delta continua a rimanere un mistero, ancora da capire.

NUMERI DEI TEST ANTIGENICI POSITIVI NON PIU' PUBBLICATI DAL 21/2 (1 marzo 2022)
Ormai dopo 9 giorni non speriamo piu' di veder pubblicato dalla regione Piemonte questo dato, che avevamo sempre utilizzato nel presente lavoro.
Non vogliamo ne' terminare il nostro lavoro per questo motivo, ne' passare ad un'altra regione perche' vogliamo mantenere la continuita' dei dati analizzati.
Chiariamo allora come stiamo procedendo.
Nei 10 giorni precedenti al 21 febbraio, quando il dato dei test antigenici positivi veniva fornito, abbiamo visto che questo dato corrispondeva alle seguenti percentuali dei test positivi:

GIORNO TEST POS.TOTALI TEST POS.ANTIG. PERCENTUALE
11/2 V 3891 3029 78%
12/2 S 3252 2715 83%
13/2 D 2145 1719 80%
14/2 L 2497 2081 83%
15/2 M 3677 3085 84%
16/2 M 3142 2522 80%
17/2 G 3059 2458 80%
18/2 V 2569 2060 80%
19/2 S 2393 1937 81%
20/2 D 1519 1180 78%

La media di queste 10 percentuali e' del 80.7%, cioe' i test antigenici positivi in Piemonte sembra che sia sempre circa l'80% del totale dei test positivi.
Essendo la dispersione di queste percentuali in tabella piuttosto piccola (meno del 2%) abbiamo concluso che avremmo potuto supplire alla mancanza del dato dei test antigenici positivi, perche' non piu' fornito dalla regione Piemonte, assumendo che sia sempre l' 80% del numero totale dei test positivi, essendo il relativo errore introdotto sempre inferiore all'errore statistico dei dati (da noi indicato nella nostra tabella ).
Cosi' abbiamo fatto, dal 21 febbraio in poi, indicando i risultati cosi' ottenuti sempre tra parentesi.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (1 marzo 2022)
Anche oggi (per la nona volta) non e' stato pubblicato il numero di test antigenici positivi dalla regione Piemonte, per cui non ci e' stato possibile calcolare la solita percentuale di tamponi positivi, al netto di quelli antigenici.
Quello che abbiamo deciso di fare, come spiegato a parte, poiche' gli antigenici erano sempre regolarmente l'80% circa dei tamponi positivi, e' di togliere l'80% ai tamponi positivi come fossero gli antigenici, scrivendo le percentuali risultanti tra parentesi (con un errore aggiuntivo stimato del 2%).
Riprendiamo a graficare qui' sotto i dati, che per comodita' scriviamo anche qui' in sequenza per avere una visione del loro andamento (tutti gli altri dati ci sono, ne manca solo uno).
Per ora la sequenza dei dati dal 14/2 in poi e' la seguente:
6.1%   8.0%   9.2%   9.4%   9.4%   9.2%   10.4%   (12.6%) (7.7%) (7.9%) (7.5%) (7.2%) (7.9%) (5.9%) (9.1%) (7.0%)

Questo e' il grafico dei dati grezzi:


Questo e' il grafico dei dati interpolati:


e questo e' il grafico dei dati analizzati:


Dall'analisi fatta in quest'ultimo grafico possiamo dedurre che:
  1. Le vacinazioni fatte in Italia sono state piu' efficaci contro la variante Delta, i cui due picchi indicati nel grafico (quarta e quinta ondata) non hanno superato il 6%, mentre i picchi Omicron sono arrivati fino al 18%.
  2. I picchi successivi della stessa variante tendono a diminuire di ampiezza per l'aumento della popolazione immunizzata da una precedente infezione: l'effetto e' ben visibile nei due picchi Delta, ma anche il terzo picco Omicron non ha supperato il 10% grazie alle immunita' naturali prodotte dai due picchi precedenti.
  3. Siccome le aree dei picchi, che possono essere misurate, rappresentano il numero totale di persone contagiate con questa analisi si possono anche fare determinazioni quantitative sull'efficacia dei vaccini per i vari tipi di virus e sulle immunizzazioni naturali da loro prodotte.

Possiamo sempre confermare che, come da noi previsto, la nuova ondata Omicron (terzo picco a destra), dopo aver raggiunto il suo massimo al (12.6%) sette giorni fa, e' rimasta in pianerotolo intorno al 7% per sette giorni, con il dato di oggi.
Siccome il dato di domenica era anomalo, possiamo oggi fare la media degli ultimi 3 giorni: (5.9+9.1+7.0)/3= 7.3
Scopriamo cosi' che i test positivi mancanti domenica sono stati inseriti, secondo noi, nel dato del giorno dopo e la media dei tre giorni e' rimasta sempre in pianerottolo al 7.3%
Il fatto che anche questo punto si colloca sul pianerottolo al 7% vuol dire che avevamo ragione: c'e' sempre stata, dal 22 febbraio in poi, insieme alla diminuzione del -1% (per le guarigioni, misurata dal grafico) anche un apporto costante del +1% al giorno di contagi da parte delle attivita' umane, che tuttora continua a perdurare.
Ma la discesa del numero dei contagiati del -1% dal picco precedente (per le guarigioni) sta per concludersi ai primi di marzo, per cui, permanendo costante la spinta in salita del +1% dei contagi, la curva dovra' necessariamente iniziare a risalire con la stessa pendenza di +1% al giorno.
Riassumendo, la discesa del picco di Omicron procedeva nel picco precedente con una pendenza del -1% al giorno, per cui con questa velocita' di discesa ed il livello dei contagiati rimasto costante per 7 giorni (pianerottolo intorno al 7%), l'apporto dei contagi prodotto dagli uomini in Piemonte si e' mantenuto costante allo stesso livello del +1%.
La costanza nel tempo di questo apporto del +1% al giorno ci fa pensare che possa derivare dall'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto, in accordo con quanto da noi documentato nel commento dell'8 febbraio , dove la relativa percentuale dei contagi era stata costante e un po' inferiore al 2%.
Un fenomeno di produzione di contagi importante e costante nel tempo sarebbe percio' compatibile con l'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto ed anche piu' rilevabile d'inverno, perche' con il freddo i virus rimangono attivi piu' a lungo nell'ambiente e questo fatto da luogo al fenomeno dell'aumento delle cariche virali per l'accumulo dei virus in un tempo piu' lungo, con aumento dei rischi di contagio (stiamo cercando di capire la causa di questo +1% al giorno di contagi).
Questa coda della quinta ondata e' cosi' proceduta come da noi previsto e descritto piu' volte nei giorni scorsi: e' rimasta in pianerottolo fino ad oggi, perche' si compensavano la discesa al -1% e gli apporti di nuovi contagi al +1%, fino ad oggi.
Rimane percio' valida la nostra previsione di una imminente risalita della curva per l'apporto dei contagi rimasto costante al +1% (come se derivasse dall'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto).
Non potendo la curva riprendere la sua discesa, non potra' raggiungere ai primi di marzo (quando la discesa del -1% al giorno terminera'), il fondo degli asintomatici, che ci aspettiamo sia molto basso (allo 0.6% circa).
E' una pessima notizia, in quanto la curva avrebbe potuto rimanere a lungo allo 0.6% (fondo degli asintomatici), perche' una volta che i contagiati sono scesi cosi' in basso, se il virus rimane Omicron, i contagi potrebbero anche risalire ma con minore probabilita' perche' le persone contagiate che possono diffondere il contagio sarebbero diventate molto poche e seppure lo facessero difficilmente la curva potrebbe raggiungere il 10%, perche' l'immunita' naturale ad Omicron, che si e' accumulata in tutto questo tempo di infezione da Omicron e' diventata ormai molto alta. E' il motivo per cui l'ondata che c'e' stata dopo l'11 febbraio si e' limitata al 10%.
Invece la prospettiva ora sarebbe quella di una curva in saliscendi, come accadde in Gran Bretagna nel 2021 (vedi linea verde UK nel grafico dei Paesi del centro Europa , che rimarrebbe pero' sempre sotto al 10%.
Il riscontro di questa (brutta) previsione ci sara' nei prossimi 2 o 3 giorni, se il dato dovesse iniziare una risalita con pendenza del +1% al giorno. Non possiamo che augurarci che questa nostra previsione sia sbagliata!
Ma se noi avessimo ragione non tutto e' perduto: la costanza al +1% dell'apporto dei contagi lascia supporre che la loro causa sia una sola.
L'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto e' solo un esempio, che ci e' utile pero' anche in questo caso, perche' ci fa capire che, una volta individuata la causa dell'apporto dei contagi, basta eliminarla per interrompere la salita della curva e farla scendere a zero in pochi giorni.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico grezzo:


, dove il dato odierno di 233, tornato ai valori superiori a 200 che aveva prima di domenica, e' stato graficato a destra.
Riportando questo dato nel grafico interpolato


la discesa della curva (linea viola) resta invariata.
Il dato di oggi conferma i nostri sospetti che il dato di ieri a 144 fosse anomalo perche' troppo basso. Procederemo quindi come le altre volte mediando il dato di oggi con quelli dei due giorni precedenti e disegneremo la curva considerando per questi 3 giorni il valore medio ottenuto: (144+207+233)/3=195 decessi al giorno nei 3 giorni 27/2, 28/2 e 1/3.
Il dato di 195 e' coerente con l'andamento dei dati prima di domenica e da noi gia' disegnato con la linea viola nel grafico interpolato , soltanto che ne riduce la pendenza di discesa.
Anche con il dato di oggi possiamo ripetere il confronto tra l'andamento della curva dei decessi con quella dei contagi, come abbiamo fatto nei giorni precedenti:
  • Contagi: 12 giorni fa (tempo medio stimato tra contagio e decesso) i contagi erano scesi dal livello massimo del 18% al livello del 9.4%, perche' stava salendo al nuovo picco Omicron. La discesa dal picco del 18% cosi' era diminuita del 48%, diminuzione che confrontiamo con quella nei decessi di oggi.
  • Decessi: dai 320 al giorno di 12 giorni fa, i decessi sono scesi ai 195 al giorno di oggi, con una riduzione del -26%, che e' inferiore al -48% dei contagi.
Quindi la discesa dei decessi oggi e' meno conforme a quella dei contagi di 12 giorni prima (piu' bassa), probabilmente perche' i contagi sono presi sul picco di salita dell'ultimo picco, dove l'incertezza sui 12 giorni di ritardo medio del decesso rispetto al contagio pesa di piu'.
Infine rimane da capire perche' i decessi siano cosi' tanti.
Nella quarta ondata, quando c'era la variante Delta, al 3.6% di contagi corrispondevano 60 decessi al giorno, cioe' con il 7% di contagi oggi ci sarebbero stati 117 decessi al giorno mentre ora, con la variante Omicron, i decessi sono 195 invece di 117 (+67% che sono troppi).
Quello che possiamo osservare e' che la maggior parte di questi decessi risulta essere di persone non vaccinate, molte delle quali forse, per motivi ideologici, potrebbero essersi affidate alle cure ospedaliere con troppo ritardo. Ma le persone non vaccinate c'erano anche nella quarta ondata ed erano di piu'.
Questo eccesso di decessi di Omicron rispetto alla variante Delta continua a rimanere un mistero, ancora da capire.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (28 febbraio 2022)
Anche oggi (per la settima volta) non e' stato pubblicato il numero di test antigenici positivi dalla regione Piemonte, per cui non ci e' stato possibile calcolare la solita percentuale di tamponi positivi, al netto di quelli antigenici.
Li abbiamo informati dell'omissione e restiamo in attesa che il dato sia reso disponibile per fare l'analisi dei dati, come nei giorni precedenti ma finora non abbiamo ricevuto riscontro.
Nel frattempo l'unica cosa che possiamo fare, siccome gli antigenici erano solitamente l'80% dei tamponi positivi, e' di provare per induzione a togliere l'80% ai tamponi positivi come fossero gli antigenici, scrivendo le percentuali risultanti tra parentesi (con un errore aggiuntivo stimato del 10%).
In attesa dei dati corretti non graficheremo questi dati tra parentesi ma li scriveremo in sequenza per avere una visione del loro andamento (tutti gli altri dati ci sono, ne manca solo uno).
Per ora la sequenza dei dati dal 14/2 in poi e' la seguente:
6.1%   8.0%   9.2%   9.4%   9.4%   9.2%   10.4%   (12.6%) (7.7%) (7.9%) (7.5%) (7.2%) (7.9%) (5.9%) (9.1%)
Proveremo a seguire cosi' l'andamento dei dati, salvo poi correggerlo e graficarlo, quando avremo i dati ora mancanti.

Intanto possiamo gia' confermare che, come da noi previsto, la nuova ondata dopo aver raggiunto il suo massimo al (12.6%) sette giorni fa e' rimasta in pianerotolo intorno al 7% per cinque giorni, poi ieri sembrava scendere mentre con il dato di oggi e' risalita molto.
Ieri era domenica e come in tutte le festivita' la statistica che contribuiva alla formazione del dato era piu' scarsa. In certi casi i dati della domenica si sono rivelati anche anomali, soprattutto per quanto riguarda i decessi.
Mentre per i decessi abbiamo rimediato mediando il dato della domenica, sistematicamente troppo basso, con la media con i dati dei due giorni successivi (perche' i decessi non scompaiono: se non sono stati conteggiati la domenica poi lo sono sicuramente nei giorni successivi), nel caso dei contagi non e' ovvio che con la media si possa risolvere il problema, benche' anche in questo caso i dati non conteggiati la domenica potrebbero essere recuperati il giorno dopo.
E' sicuramente anomalo un calo del 25% ieri come pure l'aumento del 54% oggi.
La media dei due dati e' (5.9+9.1)/2 darebbe un 7.5% che estenderebbe il pianerottolo dei dati intorno al 7% fino ad oggi.
Questo vorrebbe dire che non c'e' stata ieri una diminuzione di quell'apporto del +1% al giorno dei contagi da parte delle attivita' umane ma che tuttora continua a perdurare. Non sarebbe percio' vero quanto abbiamo previsto ieri sulla base della brusca discesa del dato dei contagi di ieri.
Se questo fosse vero, siccome la discesa dei contagiati del -1% dal picco precedente (per le guarigioni) sta per concludersi (ai primi di marzo), permanendo costante la spinta in salita del +1% dei contagi la curva dovra' iniziare a salire con questa pendenza (+1% al giorno).
Riassumendo, la discesa del picco di Omicron procedeva nel picco precedente con una pendenza del -1% al giorno, per cui con questa velocita' di discesa ed il livello dei contagiati rimasto costante per 5 giorni (pianerottolo intorno al 7%), l'apporto dei contagi prodotto dagli uomini in Piemonte si e' mantenuto costante allo stesso livello del +1% (in accordo con quello da noi previsto per l'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto, documentato nel commento dell'8 febbraio , che era stato un po' inferiore al 2%), per tutta la durata del pianerottolo.
Un fenomeno di produzione significativa e costante nel tempo sarebbe compatibile con l'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto ed anche piu' rilevabile d'inverno, perche' con il freddo i virus rimangono attivi piu' a lungo nell'ambiente e questo fatto da luogo al fenomeno dell'aumento delle cariche virali per l'accumulo dei virus in un tempo piu' lungo con aumento dei rischi di contagio.
Questa coda della quinta ondata e' cosi' proceduta come da noi previsto e descritto piu' volte nei giorni scorsi: e' rimasta sicuramente in pianerottolo fino al 26 febbraio , quando si compensavano la discesa al -1% e gli apporti di nuovi contagi al +1%, ma forse anche fino ad oggi 28 febbraio, come sembra indicare il dato di oggi.
E' indispensabile a questo punto attendere anche il dato di domani per la conferma che e' corretto mediare insieme gli ultimi due dati per rimediare alle anomalie che presentano.
Rimarrebbe cosi' valida la previsione di una imminente risalita della curva per l'apporto dei contagi rimasto costante al +1% (come se derivasse dall'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto).
Se la curva non potra' riprendere la sua discesa, non potra' piu' raggiungere, ai primi di marzo, il fondo degli asintomatici, che ci aspettiamo sia molto basso (allo 0.6% circa).
Sarebbe una pessima notizia, in quanto la curva non potrebbe piu' rimanere stabilmente allo 0.6% (fondo degli asintomatici), perche' una volta che i contagiati sono scesi cosi' in basso, se il virus rimane Omicron, i contagi potranno anche risalire ma con minore probabilita' perche' le persone contagiate che possono diffondere il contagio sono diventate molto poche e seppure lo facessero difficilmente la curva potrebbe raggiungere il 10%, perche' l'immunita' naturale ad Omicron, che si e' accumulata in tutto questo tempo di infezione da Omicron e' diventata ormai molto alta. E' il motivo per cui l'ondata che c'e' stata dopo l'11 febbraio si e' limitata al 10%.
Invece la prospettiva sarebbe quella di una curva in saliscendi, come accadde in Gran Bretagna nel 2021 (vedi linea verde UK nel grafico dei Paesi del centro Europa , rimanendo pero' sempre sotto al 10%.
Dobbiamo aspettare il dato di domani per chiarire meglio la situazione in cui ci troviamo.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 207, che e' tornato ai valori intorno a 200 che aveva prima di domenica, e' stato graficato a destra.
Riportando questo dato nel grafico interpolato la discesa della curva (linea viola) resta invariata.
Il dato di oggi conferma i nostri sospetti che il dato di ieri a 144 fosse anomalo perche' troppo basso. Procederemo quindi come le altre volte mediando il dato di oggi con quelli dei due giorni contigui e disegneremo la curva considerando per questi 3 giorni il valore medio ottenuto, che ci aspettiamo sia coerente con l'andamento dei dati prima di domenica e da noi gia' disegnato con la linea viola nel grafico interpolato.
Anche con il dato di oggi possiamo ripetere il confronto tra l'andamento della curva dei decessi con quella dei contagi, come abbiamo fatto nei giorni precedenti:
  • Contagi: 12 giorni fa (tempo medio stimato tra contagio e decesso) i contagi erano scesi dal livello massimo del 18% al livello del 9.2%, perche' stava salendo al nuovo picco Omicron. La discesa dal picco del 18% cosi' era diminuita del 49%, diminuzione che confrontiamo con quella nei decessi di oggi.
  • Decessi: dai 278 al giorno di 12 giorni fa, i decessi sono scesi ai 207 al giorno di oggi, con una riduzione del -26%, che e' inferiore al -49% dei contagi.
Quindi la discesa dei decessi oggi e' meno conforme a quella dei contagi di 12 giorni prima, probabilmente perche' come dato dei decessi di oggi dovremo attendere il calcolo della media dei 3 giorni da domenica in poi e poi perche' i contagi sono presi sul picco di salita dell'ultimo picco, dove l'incertezza sui 12 giorni di ritardo medio del decesso rispetto al contagio pesa di piu'.
Infine rimane da capire perche' i decessi siano cosi' tanti.
Nella quarta ondata, quando c'era la variante Delta, al 3.6% di contagi corrispondevano 60 decessi al giorno, cioe' con il 9.1% di contagi oggi ci sarebbero stati 150 decessi al giorno mentre ora, con la variante Omicron, i decessi sono 207 invece di 150 (+38%).
Pero' come dato di oggi dovremo attendere il dato di domani e la media dei 3 ultimi giorni per avere un dato piu' giusto mediando i decessi dei tre giorni (come abbiamo dovuto fare altre volte).
Quello che possiamo osservare e' che la maggior parte di questi decessi risulta essere di persone non vaccinate, molte delle quali forse, per motivi ideologici, potrebbero essersi affidate alle cure ospedaliere con troppo ritardo. Ma le persone non vaccinate c'erano anche nella quarta ondata ed erano di piu'.
Questo eccesso di decessi di Omicron rispetto alla variante Delta continua a rimanere un mistero, ancora da capire.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (27 febbraio 2022)
Anche oggi (per la sesta volta) non e' stato pubblicato il numero di test antigenici positivi dalla regione Piemonte, per cui non ci e' stato possibile calcolare la solita percentuale di tamponi positivi, al netto di quelli antigenici.
Li abbiamo informati dell'omissione e restiamo in attesa che il dato sia reso disponibile per fare l'analisi dei dati, come nei giorni precedenti ma finora non abbiamo ricevuto riscontro.
Nel frattempo l'unica cosa che possiamo fare, siccome gli antigenici erano solitamente l'80% dei tamponi positivi, e' di provare per induzione a togliere l'80% ai tamponi positivi come fossero gli antigenici, scrivendo le percentuali risultanti tra parentesi (con un errore aggiuntivo stimato del 10%).
In attesa dei dati corretti non graficheremo questi dati tra parentesi ma li scriveremo in sequenza per avere una visione del loro andamento (tutti gli altri dati ci sono, ne manca solo uno).
Per ora la sequenza dei dati dal 14/2 in poi e' la seguente:
6.1%   8.0%   9.2%   9.4%   9.4%   9.2%   10.4%   (12.6%) (7.7%) (7.9%) (7.5%) (7.2%) (7.9%) (5.9%)
Proveremo a seguire cosi' l'andamento dei dati, salvo poi correggerlo e graficarlo, quando avremo i dati ora mancanti.

Intanto possiamo gia' confermare che, come da noi previsto, la nuova ondata dopo aver raggiunto il suo massimo al (12.6%) sei giorni fa e' rimasta in pianerotolo intorno al 7% per cinque giorni, mentre ora comincia a scendere con il dato di oggi.
La discesa del picco di Omicron procedeva nel picco precedente con una pendenza dell'1% al giorno, per cui se questa e' la velocita' di discesa ed il livello dei contagiati e' rimasta costante per 5 giorni (pianerottolo intorno al 7%), significa che l'apporto dei contagi prodotto dagli uomini in Piemonte si e' mantenuto costante allo stesso livello del +1% (in accordo con quello da noi previsto per l'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto, documentato nel commento dell'8 febbraio , che era stato un po' inferiore al 2%).
Questo fenomeno e' piu' rilevabile d'inverno, perche' con il freddo i virus rimangono attivi piu' a lungo nell'ambiente e questo fatto da luogo al fenomeno dell'aumento delle cariche virali per l'accumulo dei virus in un tempo piu' lungo con aumento dei rischi di contagio.
Quindi questa coda della quinta ondata e' proceduta come da noi previsto e descritto piu' volte nei giorni scorsi: e' rimasta in pianerottolo fino al 26 febbraio, quando si compensavano la discesa al -1% e gli apporti di nuovi contagi al +1%, per riprendere ora la discesa, evidentemente per una riduzione della produzione di nuovi contagi da parte delle attivita' umane, come sembra indicare il dato di oggi (se e' un dato vero, al di fuori degli errori, perche' oggi e' domenica).
Fino a ieri ne prevedevamo invece la risalita perche' pensavamo che l'apporto dei contagi rimanesse costante al +1% (come se venisse dall'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto).
Invece sembra che questo apporto stia scomparendo ed allora, venendo a mancare l'incremento del +1% ovviamente la curva dei contagi sta ora iniziando la sua discesa verso zero.
Se cio' fosse vero allora la causa dell'apporto del +1% di contagi non sarebbero le mascherine ma qualcos'altro.
Se questa riduzione dell'apporto di nuovi contagi permane anche nel futuro immediato, la curva potra' continuare a scendere, raggiungendo, ai primi di marzo, il fondo degli asintomatici, che ci aspettiamo sia molto basso (allo 0.6% circa).
Questa e' un'ottima notizia, in quanto la curva potrebbe poi rimanere stabilmente allo 0.6% (fondo degli asintomatici), perche' una volta che i contagiati sono scesi cosi' in basso, se il virus rimane Omicron, i contagi potranno anche risalire ma con minore probabilita' perche' le persone contagiate che possono diffondere il contagio sono diventate molto poche e seppure lo facessero difficilmente la curva potrebbe raggiungere il 10%, perche' l'immunita' naturale ad Omicron, che si e' accumulata in tutto questo tempo di infezione da Omicron e' diventata ormai molto alta. E' il motivo per cui l'ondata che c'e' stata dopo l'11 febbraio si e' limitata al 10%.
Aspettiamo il dato di domani per sapere se l'inizio della discesa e' reale e non dovuto ad un dato della domenica.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 144, che e' finalmente sceso, e' stato graficato a destra.
Riportando questo dato nel grafico interpolato la discesa della curva (linea viola) resta invariata.
Il dato di oggi conferma i nostri sospetti che il dato di ieri a 144 fosse anomalo perche' troppo basso. Procederemo quindi come le altre volte mediando il dato di oggi con quelli dei due giorni contigui e disegneremo la curva considerando per questi 3 giorni il valore medio ottenuto, che ci aspettiamo sia coerente con l'andamento dei dati prima di domenica e da noi gia' disegnato con la linea viola nel grafico interpolato.
Anche con il dato di oggi possiamo ripetere il confronto con l'andamento dei contagi fatto nei giorni precedenti: 12 giorni fa (tempo medio stimato tra contagio e decesso) i contagi erano scesi dal livello massimo del 18% al livello del 9.2%, cioe' stava salendo al nuovo picco Omicron. La discesa dal picco del 18% era diminuita cosi' del 49%, diminuzione che finalmente cominciamo a riscontrare anche nei decessi di oggi, che dai 286 al giorno di 12 giorni fa, ottenuti dalla media dei giorni 13+14+15 febbraio (191+281+388)/3 (perche' il 191 era un dato della domenica) sono scesi ai 144 al giorno, cioe' il -50%, quasi uguale al -55% atteso.
Anche il dato di oggi percio' continua ad essere un'ottima notizia.
Quindi la discesa dei decessi continua ad essere conforme a quella dei contagi di 12 giorni prima. Pero' rimane da capire perche' siano cosi' tanti.
Nella quarta ondata, quando c'era la variante Delta, al 3.6% di contagi corrispondevano 60 decessi al giorno, cioe' con l'8% di contagi oggi ci sarebbero stati 133 decessi al giorno mentre ora, con la variante Omicron, i decessi sono 144 invece di 133, (+8%, molto piu' vicino).
Pero' il dato di oggi e' un dato delle domenica, probabilmente troppo basso e dovremo attendere i dati dei prossimi due giorni per avere un dato piu' giusto mediando i decessi dei tre giorni (come abbiamo dovuto fare altre volte) ed il dato giusto crediamo che risultera' abbastanza piu' alto.
Quello che possiamo osservare e' che la maggior parte di questi decessi risulta essere di persone non vaccinate, molte delle quali forse, per motivi ideologici, potrebbero essersi affidate alle cure ospedaliere con troppo ritardo. Ma le persone non vaccinate c'erano anche nella quarta ondata ed erano di piu'.
Questo eccesso di decessi di Omicron rispetto alla variante Delta continua a rimanere un mistero, ancora da capire.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (26 febbraio 2022)
Anche oggi (per la sesta volta) non e' stato pubblicato il numero di test antigenici positivi dalla regione Piemonte, per cui non ci e' stato possibile calcolare la solita percentuale di tamponi positivi, al netto di quelli antigenici.
Li abbiamo informati dell'omissione e restiamo in attesa che il dato sia reso disponibile per fare l'analisi dei dati, come nei giorni precedenti ma finora non abbiamo ricevuto riscontro.
Nel frattempo l'unica cosa che possiamo fare, siccome gli antigenici erano solitamente l'80% dei tamponi positivi, e' di provare per induzione a togliere l'80% ai tamponi positivi come fossero gli antigenici, scrivendo le percentuali risultanti tra parentesi (con un errore aggiuntivo stimato del 10%).
In attesa dei dati corretti non graficheremo questi dati tra parentesi ma li scriveremo in sequenza per avere una visione del loro andamento (tutti gli altri dati ci sono, ne manca solo uno).
Per ora la sequenza dei dati dal 14/2 in poi e' la seguente:
6.1%   8.0%   9.2%   9.4%   9.4%   9.2%   10.4%   (12.6%) (7.7%) (7.9%) (7.5%) (7.2%) (7.9%)
Proveremo a seguire cosi' l'andamento dei dati, salvo poi correggerlo e graficarlo, quando avremo i dati ora mancanti.

Intanto possiamo gia' confermare che, come da noi previsto ieri, la nuova ondata dopo aver raggiunto il suo massimo al (12.6%) cinque giorni fa, continua a rimanere nel pianerotolo intorno al 7%, come fa anche il dato di oggi.
La discesa del picco di Omicron procedeva nel picco precedente con una pendenza dell'1% al giorno (che dovrebbe terminare nei primi giorni di marzo), per cui se questa e' la velocita' di discesa ed il livello dei contagiati e' abbastanza costante da 5 giorni (pianerottolo intorno al 7%), significa che l'apporto dei contagi prodotto dagli uomini in Piemonte si mantiene allo stesso livello del +1% (in accordo con quello da noi previsto per l'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto, documentato nel commento dell'8 febbraio , che era stato un po' inferiore al 2%).
Questo fenomeno e' piu' rilevabile d'inverno, perche' con il freddo i virus rimangono attivi piu' a lungo nell'ambiente e questo fatto da luogo al fenomeno dell'aumento delle cariche virali per l'accumulo dei virus in un tempo piu' lungo con aumento dei rischi di contagio.
Quindi questa coda della quinta ondata sta procedendo come da noi previsto e descritto piu' volte nei giorni scorsi: in pianerottolo fino ai primi di marzo per poi riprendere a salire con una pendenza del +1% (se la produzione di nuovi contagi da parte delle attivita' umane rimarra' sostanzialmente invariata con un apporto di contagi al +1% al giorno, come e' stato finora).
E' bene dire pero' che, se il virus rimane Omicron, la salita difficilmente potra' raggiungere il 10% perche' l'immunita' naturale che si e' accumulata in tutto questo tempo di infezione da Omicron e' diventata ormai molto alta. E' questo il motivo per cui l'ondata che c'e' stata dopo l'11 febbraio si e' limitata al 10%.
Nel futuro immediato percio' Omicron potra' salire, come stiamo dicendo, ma mai oltre il 10% e questa e' una buona notizia: potrebbe oscillare, anche a lungo come accadde in Gran Bretagna l'anno scorso, tra il 5% e l'8% invece di scendere stabilmente allo 0.6% (fondo degli asintomatici). Cosa che farebbe in pochi giorni se si individuasse l'origine di questi contagi e si potesse rimuovere (la curva scenderebbe allora dell'1% al giorno).
Proprio per rendere piu' facile questa individuazione, sarebbe stato meglio scaglionare nel tempo (in modo ravvicinato) le varie misure di riapertura: diciamo questo per far tesoro di questa esperienza per le future riaperture.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 210, che e' finalmente sceso, e' stato graficato a destra.
Riportando questo dato nel grafico interpolato la discesa della curva (linea viola) prosegue invariata.
12 giorni fa (tempo medio stimato tra contagio e decesso) i contagi erano scesi dal livello massimo del 18% al livello del 6.1%, cioe' avevano iniziato la discesa dal picco diminuendo del 66%, diminuzione che finalmente cominciamo a riscontrare anche nei decessi di oggi, che dai 286 al giorno di 12 giorni fa, ottenuti dalla media dei giorni 13+14+15 febbraio (191+281+388)/3 (perche' il 191 era un dato della domenica) sono scesi ai 210 al giorno, cioe' il -67%, praticamente uguale al -66% atteso.
Anche il dato di oggi percio' continua ad essere un'ottima notizia.
Quindi ora la discesa dei decessi e' conforme a quella dei contagi. Pero' rimane da capire perche' siano cosi' tanti.
Nella quarta ondata, quando c'era la variante Delta, al 3.6% di contagi corrispondevano 60 decessi al giorno, cioe' con il 6.4% di contagi di oggi ci sarebbero stati 107 decessi al giorno mentre ora, con la variante Omicron, i decessi sono 210 invece di 107 (+96% che sono il doppio e non sappiamo perche').
Quello che possiamo osservare e' che la maggior parte di questi decessi risulta essere di persone non vaccinate, molte delle quali forse, per motivi ideologici, potrebbero essersi affidate alle cure ospedaliere con troppo ritardo. Ma le persone non vaccinate c'erano anche nella quarta ondata ed erano di piu'.
Questo eccesso di decessi di Omicron rispetto alla variante Delta continua a rimanere un mistero, ancora da capire.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (25 febbraio 2022)
Anche oggi (per la quinta volta) non e' stato pubblicato il numero di test antigenici positivi dalla regione Piemonte, per cui non ci e' stato possibile calcolare la solita percentuale di tamponi positivi, al netto di quelli antigenici.
Li abbiamo informati dell'omissione e restiamo in attesa che il dato sia reso disponibile per fare l'analisi dei dati, come nei giorni precedenti ma finora non abbiamo ricevuto riscontro.
Nel frattempo l'unica cosa che possiamo fare, siccome gli antigenici erano solitamente l'80% dei tamponi positivi, e' di provare per induzione a togliere l'80% ai tamponi positivi come fossero gli antigenici, scrivendo le percentuali risultanti tra parentesi (con un errore aggiuntivo stimato del 10%).
In attesa dei dati corretti non graficheremo questi dati tra parentesi ma li scriveremo in sequenza per avere una visione del loro andamento (tutti gli altri dati ci sono, ne manca solo uno).
Per ora la sequenza dei dati dal 14/2 in poi e' la seguente:
6.1%   8.0%   9.2%   9.4%   9.4%   9.2%   10.4%   (12.6%) (7.7%) (7.9%) (7.5%) (7.2%)
Proveremo a seguire cosi' l'andamento dei dati, salvo poi correggerlo e graficarlo, quando avremo i dati ora mancanti.

Intanto possiamo gia' confermare che, come da noi previsto ieri, la nuova ondata ha raggiunto il suo massimo del (12.6%) proprio quattro giorni fa ed anche anche il dato di oggi ne conferma la discesa.
La discesa del picco di Omicron procedeva nel picco precedente con pendenza dell'1% al giorno, per cui se questa e' la velocita' di discesa ed il livello dei contagiati e' abbastanza costante da 4 giorni (pianerottolo intorno al 7%), significa che l'apporto dei contagi prodotto dagli uomini in Piemonte e' ancora allo stesso livello del +1% (in accordo con quello da noi previsto per l'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto, documentato nel commento dell'8 febbraio , che era stato un po' inferiore al 2%).
Questo fenomeno e' piu' rilevabile d'inverno, perche' con il freddo i virus rimangono attivi piu' a lungo nell'ambiente e questo fatto da luogo al fenomeno dell'aumento delle cariche virali per l'accumulo dei virus in un tempo piu' lungo con aumento dei rischi di contagio.

UN'INFORMAZIONE IMPORTANTE: Siccome tutte le curve sono in calo, sono tutti convinti che tra poco la quinta ondata sara' conclusa e per un po' di tempo potremo stare tutti tranquilli, senza piu' restrizioni delle liberta' personali.
Questo scenario al momento potrebbe essere illusorio ed ora cerchiamo di spiegare perche'.
Quello che conta per l'evoluzione futura sono solo i contagi, perche' i decessi sono semplicemente il riflesso del livello dei contagi di 12 giorni prima, come e' dimostrato anche dal dato dei decessi di oggi (vedi piu' avanti).
Abbiamo spiegato che i dati dei contagi indicano finora che dopo l'11 febbraio e' comparso un apporto costante di contagi dell'ordine del +1% al giorno, che ha concorso insieme ad altri apporti alla formazione di un nuovo picco di contagi Omicron, arrivato al livello del 10% e che e' il responsabile dell'arresto della successiva discesa dal picco e dell'attuale pianerottolo intorno al 7%.
Ebbene se questo apporto continuo di contagi non cessa, dopo il pianerottolo non e' affatto detto che la curva scenda ma puo' riprendere invece a salire (come abbiamo spiegato nel commento di ieri), quando la discesa dal picco precedente al 18%, che ora e' ancora al -1% giornaliero, cessa (cioe' nei prossimi giorni: si potrebbe anche sapere quando, estrapolando la discesa della curva).
D'altra parte e' piuttosto ovvio che con un apporto di contagi stabile al +1% al giorno la curva non puo' che salire, almeno finche' gli immunizzati non diventano sufficientemente numerosi: ora stanno cominciando ad esserlo, tant'e' vero che il picco della nuova ondata Omicron si e' fermato al 10%.
Ci aspettiamo in realta' una curva in saliscendi, sempre sotto al 10% (probabilmente oscillante tra il 7% e l'8%), a secondo dell'andamento dei contagi in arrivo.
La soluzione ottimale sarebbe quella di interrompere l'apporto del +1% di contagi e di permettere cosi' alla curva di scendere fino a zero (cioe' al fondo degli asintomatici, che dovrebbe essere sotto all'1%).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 193, che e' finalmente sceso, e' stato graficato a destra, mentre 12 giorni fa (tempo medio stimato tra contagio e decesso) i contagi erano scesi dal livello massimo del 18% al livello del 6.4%, cioe' avevano iniziato la discesa dal picco diminuendo del 64%, diminuzione che finalmente cominciamo a riscontrare anche nei decessi di oggi, che dai 286 al giorno di 12 giorni fa, ottenuti dalla media dei giorni 13+14+15 febbraio (191+281+388)/3 (perche' il 191 era un dato della domenica) sono scesi ai 193 al giorno, cioe' il -67%, quasi uguale al 64% atteso.
Un'ottima notizia.
Quindi ora la discesa dei decessi e' conforme a quella dei contagi. Pero' rimane da capire perche' siano cosi' tanti.
Nella quarta ondata, quando c'era la variante Delta, al 3.6% di contagi corrispondevano 60 decessi al giorno, cioe' con il 6.4% di contagi di oggi ci sarebbero stati 107 decessi al giorno mentre ora, con la variante Omicron, i decessi sono 193 invece di 107 (sono quasi il doppio) e non sappiamo perche'.
Quello che possiamo osservare e' che la maggior parte di questi decessi risulta essere di persone non vaccinate, molte delle quali forse, per motivi ideologici, potrebbero essersi affidate alle cure ospedaliere con troppo ritardo. Ma le persone non vaccinate c'erano anche nella quarta ondata ed erano di piu'.
Questo eccesso di decessi di Omicron rispetto alla variante Delta rimane un mistero, ancora da capire.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (24 febbraio 2022)
Anche oggi (per la quarta volta) non e' stato pubblicato il numero di test antigenici positivi dalla regione Piemonte, per cui non ci e' stato possibile calcolare la solita percentuale di tamponi positivi, al netto di quelli antigenici.
Li abbiamo informati dell'omissione e restiamo in attesa che il dato sia reso disponibile per fare l'analisi dei dati, come nei giorni precedenti ma finora non abbiamo ricevuto riscontro.
Nel frattempo l'unica cosa che possiamo fare, siccome gli antigenici erano solitamente l'80% dei tamponi positivi, e' di provare per induzione a togliere l'80% ai tamponi positivi come fossero gli antigenici, scrivendo le percentuali risultanti tra parentesi (con un errore aggiuntivo stimato del 10%).
In attesa dei dati corretti non graficheremo questi dati tra parentesi ma li scriveremo in sequenza per avere una visione del loro andamento (tutti gli altri dati ci sono, ne manca solo uno).
Per ora la sequenza dei dati dal 14/2 in poi e' la seguente:
6.1%   8.0%   9.2%   9.4%   9.4%   9.2%   10.4%   (12.6%)   (7.7%)   (7.9%)   (7.5%)
Proveremo a seguire cosi' l'andamento dei dati, salvo poi correggerlo e graficarlo, quando avremo i dati ora mancanti.

Intanto possiamo gia' confermare che, come da noi previsto ieri, la nuova ondata ha raggiunto il suo massimo del (12.6%) proprio tre giorni fa ed anche anche il dato di oggi ne conferma la discesa.
La discesa del picco di Omicron procedeva nel picco precedente con pendenza dell'1% al giorno, per cui se questa e' la velocita' di discesa ed il livello dei contagiati e' costante da 3 giorni, significa che l'apporto dei contagi prodotto dagli uomini in Piemonte e' allo stesso livello (quello da noi previsto per l'abolizione dell'uso delle mascherine all'aperto, documentato nel commento dell'8 febbraio era stato un po' inferiore al 2%).
Questo fenomeno e' piu' rilevabile d'inverno, perche' con il freddo i virus rimangono attivi piu' a lungo nell'ambiente e questo fatto da luogo al fenomeno dell'aumento delle cariche virali per l'accumulo dei virus in un tempo piu' lungo con aumento dei rischi di contagio.
Se fosse vero che in Piemonte c'e' un incremento continuo di contagi (permanenti per 20 giorni) pari al +1% al giorno (per esempio per l'abolito uso delle mascherine all'aperto), allora ecco cosa succederebbe:
  1. Il livello dei contagi prima rimarrebbe costante intorno al 7% (pianerottolo) finche' non finisce la discesa dal picco del 12.6% (che scende con il -1% al giorno)
  2. poi, venendo a mancare il contributo alla discesa delle guarigioni, la curva riprenderebbe a salire in modo lineare con pendenza del +1% al giorno, fino a raggiungere un nuovo picco, poco sotto al 10% perche' sono aumentati gli immunizzati,
  3. infine scenderebbe di nuovo, perche' avranno ripreso ad arrivare le guarigioni dei contagiati, in numero pari ai contagi di 20 giorni prima e la spinta del +1% tenderebbe a ridursi con il lento aumento delle immunizzazioni,.
Crediamo che se non ci fosse stato quell'inizio di incrementi di contagi (permanenti per 20 giorni e rilevati dal 15 febbraio in poi), la curva dei contagi si sarebbe azzerata gia' 4 giorni fa, perche' avrebbe continuato a diminuire del -1% al giorno e poi sarebbe rimasta al livello minimo (quello dell'epidemia degli asintomatici, probabilmente allo 0.6%), perche' quando il numero di persone contagiate in circolazione e' cosi' basso, e' piu' difficile far risalire la curva, almeno in tempi brevi.
E' cosi' che funziona questa pandemia (che noi descriviamo cosi', in base al "modello a soglia").
Essendo la discesa dal picco al 12.6% confermata, questa e' un'ottima notizia perche' significa che buona parte degli incrementi, che hanno fatto salire i contagi al 12.6%, era costituita da picchi effimeri e quindi il picco di contagi permanenti per 20 giorni non ha superato il 10%, come da noi previsto (ricordiamo che chiamiamo "effimeri" quei picchi che scompaiono dopo 3 giorni, perche' sono prodotti dai contagi delle persone immunizzate, che guariscono in circa 3 giorni).
Questo fatto e' anche significativo perche' e' una dimostrazione reale di quello che noi sosteniamo: cioe' che un importante apporto di nuovi contagi prodotti dall'uomo possa interrompere l'andamento discendente della curva, arrivando persino a generare un'altra ondata, che fortunatamente in questo caso non si e' potuta estendere oltre il 10% per l'alto numero di persone diventate immuni dopo essere state contagiate nella quinta ondata, da noi stimato QUI'.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 249, che e' uguale a quello di ieri, e' stato graficato a destra, mentre 12 giorni fa (tempo medio stimato tra contagio e decesso) i contagi erano scesi dal livello massimo del 18% al livello del 6.2%, cioe' avevano iniziato la discesa dal picco diminuendo del 65%, diminuzione che ci attendiamo di riscontrare anche nei decessi (e finora ancora non si vede).

I DECESSI CONTINUANO ANCORA AD ESSERE TROPPI: Ora la curva dei decessi si e' abbassata a 249 decessi. Le ondate precedenti, con la variante Delta, ad ogni 3.6% di contagiati 18 giorni dopo avevamo 60 decessi. Ora con Omicron abbiamo dedotto che i 18 giorni si sono ridotti a 12 ma 249 decessi dovrebbero corrispondere al 15% di contagi, mentre quelli di 12 giorni prima erano solo il 6.2%, meno della meta' (inoltre ora il virus e' Omicron, non Delta).
Anche se la curva dei decessi si e' un po' abbassata, i decessi di questo mese, secondo noi, non possono essere imputati ad Omicron, per cui crediamo che ci sia ancora in circolazione un altro agente patogeno molto letale capace di entrare in simbiosi con Omicron: potrebbe essere quello che in Sicilia ha sterminato un'intera famiglia di 6 persone in un mese (cosa che riteniamo non prevedibile con il virus Omicron, che a differenza delle altre varianti del Sars-CoV-2, sembra attacchi meno le vie respiratorie profonde con una conseguente minore letalita').
Confermiamo percio' tutti i dubbi ed i timori gia' espressi, nei giorni scorsi e nel commento del 10 febbraio , sulla causa dell'eccesso di decessi a cui abbiamo assistito ormai da un mese (dal 10 gennaio in poi).
In altre parole vorremmo che qualcuno ci spiegasse perche' la variante Omicron, che in Sudafrica causava pochi morti, in Italia, in cui e' ora presente al 99%, fa questa strage con molte migliaia di morti, molti dei quali anche in eta' non molto avanzata, come e peggio della variante Delta.
Tra l'altro con la recente disponibilita' di nuovi farmaci, atti ad evitare le forme gravi della malattia, i decessi dovrebbero essere di meno, mentre invece continuano ad essere tanti.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (23 febbraio 2022)
Anche oggi (per la terza volta) non e' stato pubblicato il numero di test antigenici positivi dalla regione Piemonte, per cui non ci e' stato possibile calcolare la solita percentuale di tamponi positivi, al netto di quelli antigenici.
Li abbiamo informati dell'omissione e restiamo in attesa che il dato sia reso disponibile per fare l'analisi dei dati, come nei giorni precedenti ma finora non abbiamo ricevuto riscontro.
Nel frattempo l'unica cosa che possiamo fare, siccome gli antigenici erano solitamente l'80% dei tamponi positivi, e' di provare per induzione a togliere l'80% ai tamponi positivi come fossero gli antigenici, scrivendo le percentuali risultanti tra parentesi (con un errore aggiuntivo stimato del 10%).
In attesa dei dati corretti non graficheremo questi dati tra parentesi ma li scriveremo in sequenza per avere una visione del loro andamento (tutti gli altri dati ci sono, ne manca solo uno).
Per ora la sequenza dei dati dal 14/2 in poi e' la seguente:
6.1%   8.0%   9.2%   9.4%   9.4%   9.2%   10.4%   (12.6%)   (7.7%)   (7.9%)
Proveremo a seguire cosi' l'andamento dei dati, salvo poi correggerlo e graficarlo, quando avremo i dati ora mancanti.
Intanto possiamo gia' confermare che, come da noi previsto ieri, la nuova ondata ha raggiunto il suo massimo del (12.6%) proprio l'altro ieri ed anche con il dato di oggi e' confermata la sua discesa.
Se sara' confermata, questa e' un'ottima notizia perche' significa che buona parte degli incrementi che hanno prodotto il 12.6% e' costituita da picchi effimeri e quindi il picco di contagi permanenti per 20 giorni non supera il 10%, come da noi previsto (ricordiamo che chiamiamo "effimeri" quei picchi che scompaiono dopo 3 giorni, perche' sono prodotti dai contagi delle persone immunizzate, che guariscono in circa 3 giorni).
Questo fatto e' anche significativo perche' e' una dimostrazione reale di quello che noi sosteniamo: cioe' che un importante apporto di nuovi contagi prodotti dall'uomo possa interrompere l'andamento discendente della curva, arrivando persino a generare un'altra ondata, che fortunatamente in questo caso non si e' potuta estendere oltre il 10% per l'alto numero di persone diventate immuni dopo essere state contagiate nella quinta ondata, da noi stimato QUI'.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 252, che e' salito ad un valore che e' stato graficato a destra, mentre 12 giorni fa (tempo medio stimato tra contagio e decesso) i contagi erano scesi dal livello massimo del 18% al livello del 10.9%, cioe' avevano iniziato la discesa dal picco diminuendo del 40%, diminuzione che ci attendiamo di riscontrare anche nei decessi.

I DECESSI CONTINUANO AD ESSERE TROPPI: Ora la curva dei decessi si e' abbassata a 252 decessi. Le ondate precedenti, con la variante Delta, ad ogni 3.6% di contagiati 18 giorni dopo avevamo 60 decessi. Ora con Omicron abbiamo dedotto che i 18 giorni si sono ridotti a 12 ma 252 decessi dovrebbero corrispondere al 15% di contagi, che sono quelli di 19 giorni prima (ma ora il virus e' Omicron, non Delta).
Anche se la curva dei decessi si e' abbassata, i decessi di questo mese, secondo noi, non possono essere imputati ad Omicron, per cui crediamo che ci sia ancora in circolazione un altro agente patogeno molto letale capace di entrare in simbiosi con Omicron: potrebbe essere quello che in Sicilia ha sterminato un'intera famiglia di 6 persone in un mese (cosa che riteniamo non prevedibile con il virus Omicron, che a differenza delle altre varianti del Sars-CoV-2, sembra attacchi meno le vie respiratorie profonde con una conseguente minore letalita').
Confermiamo percio' tutti i dubbi ed i timori gia' espressi, nei giorni scorsi e nel commento del 10 febbraio , sulla causa dell'eccesso di decessi a cui abbiamo assistito ormai da un mese (dal 10 gennaio in poi).
In altre parole vorremmo che qualcuno ci spiegasse perche' la variante Omicron, che in Sudafrica causava pochi morti, in Italia, in cui e' ora presente al 99%, fa questa strage con molte migliaia di morti, molti dei quali anche in eta' non molto avanzata, come e peggio della variante Delta.
Tra l'altro con la recente disponibilita' di nuovi farmaci, atti ad evitare le forme gravi della malattia, i decessi dovrebbero essere di meno, mentre invece continuano ad essere tanti.

LEZIONE 64: FUNZIONAMENTO DELLA PANDEMIA IN SINTESI (23 febbraio 2022)
Vai a:   Lezione 63   ,   Lezione 65
Possiamo aggiornare sinteticamente la descrizione del funzionamento di questa pandemia' nelle fasi seguenti:
  1. EPIDEMIA DEGLI ASINTOMATICI: Questi virus instaurano nella popolazione un'epidemia invisibile di tantissime persone infette ma asintomatiche, che non si accorgono nemmeno di essere portatrici del virus ed inconsapevolmente diffondono i contagi, che tenderebbero ad aumentare se le persone infette non guarissero dopo un tempo prestabilito (20 giorni per Omicron e 30 giorni per il Sars-CoV-2 e le sue altre varianti).
    Si stabilisce cosi' un livello di equilibrio nella popolazione contagiata che abbiamo espresso con la percentuale delle persone contagiate (quella riportata in tutte le nostre curve) e che abbiamo chiamato il livello di fondo degli asintomatici.

  2. LO STIMOLO: In questa situazione stabile di epidemia endemica silente puo' accadere un evento capace di produrre una grande quantita' di contagi in un breve lasso di tempo: un esempio lampante furono i festeggiamenti popolari per la vittoria della coppa europea di calcio l'11 luglio 2021.
    Quell'impulso di nuovi contagi fu rilevabile con un innalzamento dei dati dei test molecolari 3 giorni dopo, il 14 luglio 2021.
    Se questo impulso e' sufficientemente alto puo' rompere l'equilibrio che c'e' nell'epidemia degli asintomatici tra i contagi prodotti dalle persone infette ed asintomatiche nei 20 o 30 giorni in cui circolano liberamente e le guarigioni dei contagiati di 20 o 30 giorni prima.
    Il numero di persone infette ed asintomatiche allora comincia ad aumentare e con esse aumenta anche la produzione di nuovi contagi.
    Questi nuovi contagi aumentano solo la popolazione dei contagiati e quindi la relativa percentuale da noi graficata ma non le guarigioni che avvengono poi, dopo 20 o 30 giorni.
    Quindi la curva dei contagi da noi graficata in questa fase puo' solo aumentare e cosi' parte l'ondata epidemica come quella prodotta dai festeggiamenti popolari per la vittoria della coppa europea di calcio, che dette il via alla quarta ondata (come si vede nel grafico della quarta ondata , iniziata proprio il 14 luglio 2021).
    Noi crediamo che i provvedimenti presi nei giorni scorsi, in particolare la rimozione dell'obbligo delle mascherine all'aperto (perche' e' inverno e le cariche virali rilasciate si accumlano), puo' aver prodotto quell'impulso di nuovi contagi che ha generato la mini-ondata Omicron che si e' limitata al 10%, come da noi previsto, per l'alta percentuale di immunizzazioni prodotte (e da noi valutate) dalle due ondate Omicron precedenti, visibili nel grafico analizzato della quinta ondata.

  3. L'ONDATA: Una volta partita, l'ondata cresce finche' non cominciano ad arrivare le guarigioni dei nuovi contagiati, che arrivano 20 o 30 giorni dopo il contagio.
    Questo e' quindi il tempo di salita della curva fino ad arrivare al picco (20 o 30 giorni dopo, a secondo del virus prevalente).
    Poi iniziano ad arrivare le guarigioni, sempre piu' copiose giorno dopo giorno, e la curva inizia a scendere fino a tornare al livello di fondo degli asintomatici da cui era partita.

    I PICCHI EFFIMERI: Ovviamente in tutto il suo percorso la curva risente anche di tutti gli apporti di contagi di ampiezza significativa che le attivita' umane continuano a produrre.
    Questi apporti di contagi, esterni all'epidemia, appaiono in due modi diversi:
    • Le persone non immunizzate che si contagiano rimangono contagiate per 20 o 30 giorni ed il loro contributo appare come un incremento "a gradino" nella curva (genera spesso un piccolo pianerottolo).
    • Le persone immunizzate (vaccinate o guarite) che si contagiano rimangono contagiate per 2 o 3 giorni ed il loro contributo appare nella curva come un picco largo circa 3 giorni, che abbiamo chiamato "effimero" perche' dopo 3 giorni scompare.
    L'altezza relativa dei picchi effimeri dipende dalla percentuale presente di persone immunizzate e puo' costituire anche un ottimo metodo per misurarla. Ora con percentuali di vaccinati intorno al 90% i picchi effimeri risultano molto piu' pronunciati.
    Gli apporti di contagi evidenziati cosi' bene dai picchi effimeri, a causa degli incrementi a gradino che lasciano nella curva ne rallentano la velocita' di discesa e se sono molti o intensi possono anche arrestare la discesa o addirittura far risalire la curva: si ottiene allora un andamento della parte discendente dell'ondata come quello della linea verde UK nel grafico dei Paesi del centro Europa.
Tutto qui'. E' semplicissimo capire come funziona questa pandemia (e' questo il "Modello a soglia").
La cosa importante da capire e' che, dopo l'arrivo indebito del virus (che non sarebbe mai dovuto arrivare), ci troviamo in casa in pianta stabile una o piu' epidemie degli asintomatici che con una metafora significativa abbiamo chiamato "brace ardente" sempre pronta a far scoppiare l'incendio non appena gli umani le danno occasione.
Ed e' proprio questo il punto importante da capire: quella che arreca i danni maggiori e' l'ondata epidemica, quando il numero di persone contagiate sale (e cosi' anche i decessi). Ma sono gli uomini con le loro attivita' che incentivano i contatti interpersonali a creare l'impulso iniziale che fa partire l'ondata epidemica.
E sono ancora gli uomini con le loro attivita' che possono prolungare anche di molto la discesa dell'ondata, mantenendo alto il numero dei contagi e quindi anche dei decessi.
Basterebbe far tornare a zero, cioe' al livello di fondo degli asintomatici, che in Piemonte era allo 0.6%, per vivere tutti felici e contenti.
Si tratterebbe di resistere alla tentazione di riaprire tutto al piu' presto anche quando i contagi sono bassi ed attendere che la curva si appiattisca al livello di fondo degli asintomatici.
In quelle condizioni, con cosi' poche persone contagiate in giro, sarebbe molto piu' difficile rimanere contagiati e far partire una nuova ondata (anche con un impulso di contagi non piccolo), per cui allora con una buona dose di senno (niente manifestazioni o festeggiamenti popolari, poche occasioni di affollamenti, ecc.) si potrebbe, secondo noi, anche passare un'intero inverno indenni.
Chissa' che non debba essere proprio cosi' il nostro futuro.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (22 febbraio 2022)
Anche oggi (per la seconda volta) non e' stato pubblicato il numero di test antigenici positivi dalla regione Piemonte, per cui non ci e' stato possibile calcolare la solita percentuale di tamponi positivi, al netto di quelli antigenici.
Li abbiamo informati dell'omissione e restiamo in attesa che il dato sia reso disponibile per fare l'analisi dei dati, come nei giorni precedenti. Nel frattempo l'unica cosa che possiamo fare, siccome gli antigenici erano solitamente l'80% dei tamponi positivi, possiamo provare per induzione a togliere l'80% ai tamponi positivi, scrivendo le percentuali risultanti tra parentesi (con un errore aggiuntivo stimato del 10%).
In attesa dei dati corretti non graficheremo questi dati tra parentesi ma li scriveremo in sequenza per avere una visione del loro andamento (tutti gli altri dati ci sono, ne manca solo uno).
Per ora la sequenza dei dati dal 14/2 in poi e' la seguente:
6.1%   8.0%   9.2%   9.4%   9.4%   9.2%   10.4%   (12.6%)   (7.7%)
Proveremo a seguire cosi' l'andamento dei dati, salvo poi correggerlo e graficarlo, quando avremo i dati ora mancanti.
Intanto possiamo gia' intuire che, come da noi previsto ieri, la nuova ondata ha raggiunto il suo massimo del (12.6%) proprio ieri ed ora, con il dato di oggi dovrebbe aver ripreso la sua discesa.
Se confermata, questa e' un'ottima notizia perche' significa che buona parte degli incrementi degli ultimi 2 giorni e' costituita da picchi effimeri e quindi il picco di contagi permanenti per 20 giorni non supera il 10%, come da noi previsto (ricordiamo che chiamiamo "effimeri" quei picchi che scompaiono dopo 3 giorni, perche' sono prodotti dai contagi delle persone immunizzate, che guariscono in circa 3 giorni).
E non solo: significa anche che l'apporto di contagi, che nell'ultima settimana ha fatto salire il numero di contagiati dal 6% al (12.6%), si e' per ora arrestato, consentendo alla curva di riprendere la sua discesa.
Ci troviamo cioe' nelle condizioni in cui si e' trovata la Gran Bretagna nel 2021: la curva della quinta ondata cerca di tornare a zero per le guarigioni dopo 20 giorni dei contagiati ma questa discesa e' in competizione con il ripetuto arrivo di nuovi contagi da parte delle attivita' umane riaperte che la fanno risalire ed il risultato, che dipende dal rapporto tra queste due spinte, appare come quello della linea verde UK nel grafico dei Paesi del centro Europa.
Piu' liberta' significa anche piu' contagi, e' inevitabile.
Piu' contagi significa non solo piu' decessi ma anche piu' disagi per l'economia, perche' le attivita' commerciali in cui maggiormente si diffondono i contagi e' inevitabile che abbiano anche qualche loro dipendente vittima del contagio ed un'attivita' commerciale che deve chiudere per motivi sanitari vede peggiorare molto la sua reputazione con gravi danni anche sul piano economico.
D'altra parte se le restrizioni portano verso il fallimento delle attivita' il mondo deve pur sopravvivere alla pandemia in qualche modo, per cui come sempre bisogna trovare il miglior compromesso e questo e' il compito canonico della politica.
Pero' tutti devono capire che questo problema non si risolve con un decreto che decide di riaprire tutto.
Ce lo potra' risolvere, ma solo per 6 mesi, l'arrivo del caldo estivo da maggio in poi.
Poi con l'autunno ricominceranno i guai. Fino a quando? Non lo so.
E le vaccinazioni? Sono servite eccome, altrimenti i picchi nel grafico analizzato (soprattutto quelli della variante Delta) sarebbero stati molto piu' alti.
Purtroppo pero' le immunizzazioni che forniscono non sono permanenti e quindi risolvono il problema, e questo e' importantissimo, ma non definitivamente.
Progressi farmacologici a parte, per la soluzione definitiva forse dovremo attendere l'evoluzione del sistema immunitario, che richiedera' probabilmente tempi molto lunghi.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 322, che e' risalitoo ad un valore che e' stato graficato a destra, mentre 12 giorni fa (tempo medio stimato tra contagio e decesso) i contagi erano scesi dal livello massimo del 18% al livello del 12.3%, cioe' avevano iniziato la discesa dal picco diminuendo del 32%, diminuzione che ci attendiamo di riscontrare anche nei decessi.
Per compensare il dato anomalo (troppo basso) di domenica scorsa mediamo i dati degli ultimi 3 giorni (141+201+322)/3=221. Riportando questo dato nel grafico interpolato la discesa della curva (linea viola) prosegue.
Anche se la curva dei decessi sta ora scendendo, i decessi di questo mese, secondo noi, non possono essere imputati ad Omicron, per cui crediamo che ci sia ancora in circolazione un altro agente patogeno molto letale capace di entrare in simbiosi con Omicron: potrebbe essere quello che in Sicilia ha sterminato un'intera famiglia di 6 persone in un mese (cosa che riteniamo non prevedibile con il virus Omicron, che a differenza delle altre varianti del Sars-CoV-2, sembra attacchi meno le vie respiratorie profonde con una conseguente minore letalita').
Confermiamo percio' tutti i dubbi ed i timori gia' espressi, nei giorni scorsi e nel commento del 10 febbraio , sulla causa dell'eccesso di decessi a cui abbiamo assistito ormai da un mese (dal 10 gennaio in poi).
In altre parole vorremmo che qualcuno ci spiegasse perche' la variante Omicron, che in Sudafrica causava pochi morti, in Italia, in cui e' ora presente al 99%, fa una strage con molte migliaia di morti molti dei quali anche in eta' non molto avanzata, peggio della variante Delta.
Tra l'altro con la recente disponibilita' di nuovi farmaci, atti ad evitare le forme gravi della malattia, i decessi dovrebbero essere di meno, mentre invece continuano ad essere tanti.

COSA PUO' AVER PRODOTTO I CONTAGI IN PIEMONTE? (21 febbraio 2022)
La coincidenza temporale gia' sottolineata della risalita della curva proprio tre giorni dopo le riaperture dell'11 febbraio costituisce un indizio piuttosto significativo.
Abbiamo anche detto che purtroppo non siamo in grado di individuare quali sono le attivita' umane responsabili di questa risalita, perche' le riaperture sono state fatte tutte insieme.
Qualcosa pero' possiamo dirla, almeno sui due casi da noi gia' portati ad esempio:
  • Se si tolgono le mascherine all'aperto si puo' produrre un incremento di contagi, come abbiamo documentato nel commento dell'8 febbraio.
    Questo fenomeno e' piu' accentuato d'inverno perche' con il freddo i virus rimangono attivi piu' a lungo nell'ambiente e questo fatto da luogo al fenomeno dell'aumento delle cariche virali per l'accumulo dei virus in un tempo piu' lungo con aumento dei rischi di contagio.
  • I posti dove le persone permangono a lungo talvolta senza mascherina possono aumentare anche notevolmente il rischio di contagio per la presenza inconsapevole di anche una sola persona molto contagiosa, detta superdiffusore, e la probabilita' della loro presenza aumenta linearmente con il tasso di affollamento del luogo: un superdiffusore che si sposta a lungo in un luogo abbastanza affollato e' in grado di infettare non dico tutti ma quasi.
Cosi' andrebbero analizzate tutte le attivita' riaperte, una per una, per individuare le eventuali criticita' in queste condizioni di freddo invernale, perche' sono sicuro che solo alcune attivita' (probabilmente poche) dovrebbero rispettare alcune giuste restrizioni nei periodi critici ma NON tutte le altre.

COSA SUCCEDE SE SI TOLGONO TUTTE LE RESTRIZIONI E SI TRATTA IL COVID-19 COME UN'INFLUENZA ? (22 febbraio 2022)
Per concedere piu' liberta' e serenita' agli italiani dal mondo politico si avanza l'ipotesi di fare come i britannici, che hanno deciso la fine di tutte le restrizioni, trattando il Covid-19 come un'influenza stagionale.
Vogliamo qui spiegare le implicazioni di una tale scelta, che e' sicuramente possibile e in alcuni casi forse anche auspicabile.
Ormai l'ultima ondata Omicron e' gia' arrivata quasi al suo picco, per cui riaprire tutto poco cambia perche' l'altezza del picco dipende dalla percentuale di persone non immunizzate ad Omicron che ormai sono quelle che sono.
Allora cosa succede nei prossimi mesi se si riapre tutto, allentando tutte le restrizioni?
Succede che i contagi crescono ed accade quello che abbiamo spiegato varie volte, tra cui anche nella Lezione 56.
Quindi bisogna accettare che si producano piu' contagi e la conseguenza e' che nella curva dei contagi compaiono tanti picchi effimeri di breve durata, che lasciano poi tanti incrementi "a gradino", perche' i contagi dei non vaccinati guariscono dopo 20 giorni nel caso di Omicron e le guarigioni, che derivano dai contagi di 20 giorni prima, non riescono piu' a far scendere la curva dei contagi (perche' i nuovi contagi sono piu' numerosi) che puo' anche iniziare a salire.
La conclusione e' che ci si ritrova con una curva dei contagi come quella della Gran Bretagna nel 2021 (vedi la curva verde UK nel grafico dei Paesi del centro Europa ).
La Gran Bretagna ne ha accettato le conseguenze ed e' sopravvissuta; puo' anche darsi che i benefici abbiano superato i danni, noi non lo sappiamo.
Non e' insolito nelle attivita' umane dover accettare che avvengano un certo numero di decessi all'anno in piu', pur di trarne dei benefici: un esempio e' l'uso delle automobili e addirittura dei conflitti armati.
E' quindi possibile anche decretare la fine di tutte le restrizioni, accettandone pero' tutte le conseguenze: quelle sanitarie ora sono certamente minori che in passato per i progressi in campo medico. La decisione spetta ai governanti.
Ma attenzione pero': il Covid-19 non sparisce per decreto e convivere con il virus in un ambiente contaminato da una percentuale di contagiati non piccola (come quella della curva UK nel grafico precedente) non e' assolutamente una cosa semplice: pensate al ristoratore ad all'albergatore che scopre di avere uno o piu' dipendenti positivi al test: deve chiudere, non per legge ma per motivi sanitari, che e' molto peggio in termini di reputazione.
E' molto piu' difficile vivere in un ambiente piu' contaminato.
E' nostra opinione che se le riaperture, invece di farle il 14/2 fossero state fatte una settimana dopo, avremmo avuto la curva dei contagi quasi a zero, perche' era al 6% e la pendenza media di discesa era dell'1% al giorno.
Con il senno del poi, riteniamo che sarebbe stato meglio approfittare di quella discesa cosi' ripida, aspettando che la percentuale dei contagiati scendesse quasi a zero per poterci trovare poi, dopo la riapertura, con i rischi di contagio molto minori, in quanto sono proprio le persone positive al test che diffondono il contagio e se sono poche e' piu' difficile rimanere contagiati e meno probabile la ripartenza di un'ondata.
Noi egoisticamente possiamo ritenerci fortunati a non essere ora coinvolti in queste decisioni (in passato avremmo potuto esserlo) e per questo vogliamo chiedere scusa a chi lo e' ora, per aver scritto queste osservazioni con il senno del poi.
L'abbiamo fatto perche' riteniamo che possa essere molto istruttivo sottolineare anche l'importanza del momento, in cui tali scelte si compiono.
Quindi non dev'essere considerata un'esagerazione mantenere le restrizioni piu' importanti finche' la curva non ritorni quasi a zero ma una cosa saggia che va pero' sempre commisurata al costo umano ed economico che comporta.
Con la curva dei contagi prossima a zero (il fondo degli asintomatici era allo 0.6%), ci sarebbero cosi' poche persone contagiate in giro che sarebbe molto piu' difficile rimanere contagiati e far partire una nuova ondata. Per questo motivo ne potrebbe valere la pena: si potrebbe perfino riuscire a passare un'intera stagione invernale praticamente indenni.
Se si deve convivere con questi virus (cioe' con la loro epidemia degli asintomatici), questo sarebbe sicuramente il modo migliore.
Governare nelle condizioni attuali non e' affatto semplice: l'importante e' comunque non sottovalutare mai l'importanza delle indicazioni degli scienziati che hanno capito come funziona questa pandemia.

IL RISCHIO DELL'EPIDEMIA DEGLI ASINTOMATICI: E' bene ricordare pero' che riaprendo tutto non si deve arrivare a superare quella soglia critica che potrebbe far divergere esponenzialmente i contagi dell'epidemia degli asintomatici, che in quelle condizioni tende a crescere; noi non siamo certi che la variante Omicron sia in grado di mantenere una sua epidemia degli asintomatici (per il suo minore tempo di guarigione), che ci esporrebbe a questo rischio, pero' ci sono le altre varianti sempre presenti anche se in percentuale minore, che una loro piccola epidemia degli asintomatici la mantengono anche con tutte le vaccinazioni fatte.
Per chi non sa cosa sia questa crescita esponenziale dei contagi, riportiamo un caso in cui questo e' accaduto, quello della pandemia in Russia nel 2021 (con un tasso di vaccinazioni piu' basso del nostro), in cui abbiamo evidenziato con una curva bianca quello che secondo noi e' stato l'effetto della crescita esponenziale dell'epidemia degli asintomatici (quello che si vede in figura e' l'effetto della crescita del fondo degli asintomatici), a testimonianza che il fenomeno esiste.
E' un effetto di cui solo noi abbiamo parlato, questo dell'esplosione dell'epidemia parallela ed invisibile degli asintomatici, ed e' quello che ci ha suggerito il nome del modello a soglia, perche' e' un fenomeno a soglia. Di questo abbiamo parlato piu' volte in passato (ad esempio nella Lezione 52 ).
Ovviamente ci auguriamo che non accada mai da noi e finora siamo riusciti ad evitarlo grazie all'alto numero di vaccinazioni fatte in Italia.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (21 febbraio 2022)
Oggi (per la prima volta) non e' stato pubblicato il numero di test antigenici positivi dalla regione Piemonte, per cui non ci e' stato possibile calcolare la solita percentuale di tamponi positivi, al netto di quelli antigenici.
Li abbiamo informati dell'omissione e restiamo in attesa che il dato sia reso disponibile per fare l'analisi dei dati, come nei giorni precedenti.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 201, che e' anch'esso sceso ad un valore accettabile, e' stato graficato a destra, mentre 12 giorni fa (tempo medio stimato tra contagio e decesso) i contagi erano scesi dal livello massimo del 18% al livello del 12.3%, cioe' avevano iniziato la discesa dal picco diminuendo del 32%, diminuzione che ci attendiamo di riscontrare anche nei decessi (abbiamo usato il condizionale perche' anche questo dato, come quello di domenica, potrebbe essere sottostimato rispetto al valore vero).
Nel grafico interpolato la discesa della curva (linea viola), in attesa dei prossimi dati, la lasciamo per ora invariata, malgrado i 201 decessi di oggi, perche' ci aspettiamo di dover mediare il dato di oggi con quelli dei 2 giorni contigui, come abbiamo gia' fatto altre volte.
I decessi di questo mese, secondo noi, non possono essere imputati ad Omicron, per cui crediamo che ci sia ancora in circolazione un altro agente patogeno molto letale capace di entrare in simbiosi con Omicron: potrebbe essere quello che in Sicilia ha sterminato un'intera famiglia di 6 persone in un mese (cosa che riteniamo non prevedibile con il virus Omicron, che a differenza delle altre varianti del Sars-CoV-2, sembra attacchi meno le vie respiratorie profonde con una conseguente minore letalita').
Confermiamo percio' tutti i dubbi ed i timori gia' espressi, nei giorni scorsi e nel commento del 10 febbraio , sulla causa dell'eccesso di decessi a cui abbiamo assistito ormai da un mese (dal 10 gennaio in poi).
In altre parole vorremmo che qualcuno ci spiegasse perche' la variante Omicron, che in Sudafrica causava pochi morti, in Italia, in cui e' ora presente al 99%, fa una strage con molte migliaia di morti molti dei quali anche in eta' non molto avanzata, peggio della variante Delta.
Tra l'altro con la recente disponibilita' di nuovi farmaci, atti ad evitare le forme gravi della malattia, i decessi dovrebbero essere di meno, mentre invece continuano ad essere tanti.

COSA PUO' AVER PRODOTTO I CONTAGI IN PIEMONTE? (21 febbraio 2022)
La coincidenza temporale gia' sottolineata della risalita della curva proprio tre giorni dopo le riaperture dell'11 febbraio costituisce un indizio piuttosto significativo.
Abbiamo anche detto che purtroppo non siamo in grado di individuare quali sono le attivita' umane responsabili di questa risalita, perche' le riaperture sono state fatte tutte insieme.
Qualcosa pero' possiamo dirla, almeno sui due casi da noi gia' portati ad esempio:
  • Se si tolgono le mascherine all'aperto si puo' produrre un incremento di contagi, come abbiamo documentato nel commento dell'8 febbraio.
    Questo fenomeno e' piu' accentuato d'inverno perche' con il freddo i virus rimangono attivi piu' a lungo nell'ambiente e questo fatto da luogo al fenomeno dell'aumento delle cariche virali per l'accumulo dei virus in un tempo piu' lungo con aumento dei rischi di contagio.
  • I posti dove le persone permangono a lungo talvolta senza mascherina possono aumentare anche notevolmente il rischio di contagio per la presenza inconsapevole di anche una sola persona molto contagiosa, detta superdiffusore, e la probabilita' della loro presenza aumenta linearmente con il tasso di affollamento del luogo: un superdiffusore che si sposta a lungo in un luogo abbastanza affollato e' in grado di infettare non dico tutti ma quasi.
Cosi' andrebbero analizzate tutte le attivita' riaperte, una per una, per individuare le eventuali criticita' in queste condizioni di freddo invernale, perche' sono sicuro che solo alcune attivita' (probabilmente poche) dovrebbero rispettare alcune giuste restrizioni nei periodi critici ma NON tutte le altre.

LA NUOVA ONDATA OMICRON (21 febbraio 2022)
Secondo noi e' fuori di ogni ragionevole dubbio, che essendo i contagi saliti dal 6.1% al 10.4% in soli 6 giorni, non servono ulteriori conferme a questa stabile risalita dei contagi.
Se il dato dei contagiati di ieri e' giusto, secondo noi e' iniziata la nuova ondata che abbiamo iniziato a disegnare in rosso nel nostro grafico analizzato , che e' gia' arrivata a buon punto (10%) con una pendenza di salita (legata alla contagiosita') piu' simile a quella di Omicron che a quella della variante Delta, come si puo' vedere nel grafico.
Fin dove potrebbe arrivare questo nuovo picco?
Abbiamo spiegato che in base al modello a soglia il comportamento di un'ondata e' determinato dalla percentuale di persone che sono non immunizzate (quindi senza immunita' naturale o vaccinale), perche' sono quelle che, una volta infettate, restano infette piu' a lungo (per 20 o 30 giorni, a secondo del tempo di guarigione spontanea del virus infettante).
Le vaccinazioni servono a ridurre al minimo questa percentuale.
Per la variante Delta hanno funzionato bene e si vede nel grafico analizzato , dove i picchi delle ondate di Delta si sono mantenuti al livello del 4% o 6% contro il 18% della terza ondata.
Infatti nella terza ondata i non vaccinati erano circa il 35% della popolazione, mentre nella quarta e quinta ondata erano scesi al 10% circa: per questo il picco si e' ridotto ad 1/3 (perche' i non vaccinati erano 1/3).
Con Omicron hanno contribuito due fattori ad innalzare il livello dei due picchi: la piu' alta contagiosita' ed evidentemente una minore efficacia dei vaccini somministrati alla popolazione, per cui il livello dei due picchi Omicron e' salito al 16% e 18%, come si vede nel grafico.
Ora, a giudicare dalla pendenza di salita della linea rossa sulla destra del grafico analizzato , sembrerebbe iniziare una nuova ondata di Omicron che pero' non dovrebbe raggiungere il 16% dell'ondata precedente perche' le relative infezioni dovrebbero aver interessato l'8% della popolazione per ogni 20 giorni di durata dei due picchi (turnover) , approssimando il picco al 16% con un rettangolo di uguale area, alto l'8%.
Guardando il grafico analizzato si puo' osservare che i picchi Omicron della quinta ondata sono partiti dal giorno 160 (in ascissa) e sono durati fino al giorno 260, quindi per circa 100 giorni, che sono 5 volte il tempo di guarigione di Omicron, da noi stimato in 20 giorni (in base ai tempi di salita e discesa dei picchi).
Quindi la percentuale di popolazione infettata ed ora immunizzata ad Omicron e' 5 volte l'8% ovvero circa il 40% (per il turnover dei contagiati).
Tenendo conto anche di un minimo di efficacia delle vaccinazioni fatte possiamo stimare che ormai meta' della popolazione italiana sia diventata immune ad Omicron e quindi il nuovo picco dovrebbe raggiungere la meta' del livello dei picchi precedenti.
Questa valutazione ci porta a concludere che il livello attuale indicato dalla linea rossa nel grafico analizzato e' gia' vicino al picco previsto, per cui non ci aspettiamo un'ulteriore impennata in alto della curva dei contagi ma piuttosto una sua lenta discesa (in 20 giorni), fino a completare il ciclo di questo terzo picco Omicron della cosidetta quinta ondata, che a questo punto risulta composta da un picco Delta e tre picchi Omicron, iniziata ai primi di novembre e terminata, secondo le nostre previsioni tra altri 20 giorni (se siamo al picco), cioe' a meta' marzo anziche' ora, perche' senza questo terzo picco Omicron saremmo gia' a zero contagi se la discesa dell'1% al giorno avesse potuto continuare indisturbata.
Chi vuol vedere veda, chi non vuol vedere continui ad augurarsi che non sia cosi' e che la curva si pieghi al piu' presto nel verso giusto ma non dimentichi che i non immunizzati contagiati che vediamo nel grafico resteranno comunque positivi (e contagiosi) per i prossimi 20 giorni. Non guariscono prima perche' neanche sanno di essere infetti e quindi continuano a frequentare colleghi, amici e parenti: e' il problema costituito dagli asintomatici.
Noi siamo convinti che la curva dei contagi, interpretata con l'aiuto del modello a soglia, fornisca i giusti criteri di valutazione dello stato della pandemia e la guida migliore per contrastare l'epidemia in corso, in tempi rapidi e soprattutto senza commettere errori altrimenti possibili.

CONSEGUENZE DEI CRITERI SBAGLIATI (21 febbraio 2022)
Usare come indicatori dello stato dell'epidemia l'occupazione dei letti degli ospedali e delle terapie intensive e' fuorviante ed anche dannoso, almeno per due motivi:
  1. Non solo perche' permette di impostare i provvedimenti di contrasto alla pandemia (che servono a limitare i contagi) con oltre una settimana di ritardo rispetto al momento in cui devono incidere sull'andamento dei contagi;
  2. Ma anche perche' generano aspettative errate nell'opinione pubblica e questo puo' avere gravi conseguenze per una corretta gestione del contenimento dell'epidemia.
Un esempio del primo caso e' la decisione di allentare le restrizioni in Piemonte (da zona arancione a gialla) proprio nel momento in cui i contagi hanno iniziato a salire dal 6% al 10.4%, cioe' quasi raddoppiati, in soli 6 giorni senza soluzione di continuita'.
L'aumento dei contagi non e' dello 0.4% ma del 10%, circa perche' la curva in discesa dei contagi di Omicron stava scendendo dell'1% al giorno ed in questi ultimi 6 giorni sarebbe arrivata vicina a zero (cioe' al fondo degli asintomatici, che prima della quinta ondata era allo 0.6%).
Una salita dei contagi del 10% e' gia' di per se l'inizio di una nuova ondata, resa possibile dal freddo invernale e dalle recenti riaperture, conseguenza dei criteri sbagliati che si sono usati per valutare lo stato dell'epidemia. I letti occupati negli ospedali e nelle rianimazioni oggi stanno ancora scendendo, perche' una settimana fa i contagi erano al 6% ed in calo; ma poi sono risaliti e neanche poco, come abbiamo visto e quindi oggi riaprire attivita' umane che possono generare altri contagi dovrebbe essere l'ultima cosa da fare.
Queste non sono solo opinioni perche' chi si ricovera in ospedale oggi per Covid-19 lo fa perche' e' stato contagiato circa una settimana fa e quindi se oggi i contagi salgono e' sicuro che tra una settimana anche i ricoveri in ospedale saliranno, perche' i virus non sono cambiati in questa settimana.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (20 febbraio 2022)
Il dato dei contagi di oggi in Piemonte e' salito al 10.4%, ed e' disegnato a destra nel grafico della quinta ondata e sia nell'altro grafico degli stessi dati con la curva interpolata (linea viola) che nel grafico analizzato.
Purtroppo questo dato in salita, benche' della domenica e con errore statistico un po' maggiore, conferma i nostri peggiori timori (vedi linea viola sulla destra della curva interpolata ).
Sembra proprio che le attivita' umane dopo l'11 febbraio stiano producendo contagi in quantita' crescente, piu' di quanto i numeri lascino intendere, perche' le guarigioni che avevano spinto la curva in discesa fino al 6% meno di una settimana fa stanno continuando ad un ritmo non inferiore al 1% al giorno, che va sommato ai dati scritti nella tabella per avere un'idea piu' precisa dei contagi prodotti attualmente dalle attivita' umane in Piemonte.
Questa produzione di contagi non e' episodica ma continua ed ha iniziato a crescere con una pendenza superiore all'1% al giorno.
Sia chiaro: il dato crescente di oggi e' un dato della domenica per cui e' necessario che sia confermato dai dati di domani e dopo domani. Pero' abbiamo spiegato ieri che i dati dei 4 giorni precedenti sono tutti in crescita dell'1% al giorno e sapete cosa significa quando i contagi assumono un andamento crescente con questa pendenza?
Che puo' essere l'inizio di una nuova ondata, che potrebbe anche essere la terza ondata Delta nel grafico analizzato (un ulteriore terzo triangolo rosso "Delta" sulla destra, che arriva equidistante dai primi due).
Sarebbe questo un comportamento gia' visto: un'ondata Delta termina con percentuali sotto all'1% poi riprende vigore creando una seconta ondata della stessa variante Delta, come i due picchi Delta visualizzati nel grafico analizzato , che a sua volta termina nei suoi tempi tipici (le due ondate Delta nel grafico hanno piu' o meno la stessa larghezza), pronta a ripartire con una terza ondata Delta se le condizioni sono favorevoli (basse temperature e umani collaborativi, con la produzione di sufficienti contagi).
Un prolungamento della quinta ondata con queste modalita', mentre tutti si aspettano che finisca, e' proprio una cosa da contrastare in tutti i modi possibili e ancora si puo', quando e' all'inizio l'ondata (che noi stiamo qui' ipotizzando).
Ci potremmo trovare in una situazione analoga a quella del 14 luglio 2021: allora furono i festeggiamenti popolari per la vittoria della coppa europea di calcio a dare il via alla quarta ondata (come si vede nel grafico della quarta ondata , iniziata proprio il 14 luglio 2021).
Ora anziche' la coppa di calcio la causa scatenante sarebbero il freddo e le riaperture (mascherine, discoteche, ecc.).
La crescita dell'ondata attualmente sarebbe mascherata dalla sovrapposizione con la discesa in atto dell'ondata di Omicron, che fa scomparire l'1% alla crescita reale dei contagi della nuova ondata, che una volta partita non si fermerebbe piu'.
Per questo se l'andamento dei dati continuasse cosi' bisognerebbe correre ai ripari in tempi molto brevi, perche' cosi' potrebbe ancora essere fermata, quando e' proprio all'inizio, l'ondata (che noi stiamo qui' ipotizzando).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 141, che come ci attendevamo sarebbe finalmente sceso ad un valore accettabile, e' stato graficato a destra, mentre 12 giorni fa (tempo medio stimato tra contagio e decesso) i contagi erano scesi dal livello massimo del 18% al livello del 10%, cioe' avevano iniziato la discesa dal picco diminuendo del 44%, diminuzione che ci attendiamo di riscontrare anche nei decessi (abbiamo usato il condizionale perche' i dati della domenica troppo spesso sono risultati sottostimati rispetto ai valori veri).
Nel grafico interpolato la discesa della curva (linea viola), in attesa dei prossimi dati, la lasciamo per ora invariata, malgrado i 141 decessi di oggi, perche' ci aspettiamo di dover mediare il dato di oggi con quelli maggiori dei prossimi 2 giorni, come abbiamo gia' fatto altre volte.
I decessi di questo mese, secondo noi, non possono essere imputati ad Omicron, per cui ci dovrebbe essere ancora in circolazione un altro agente patogeno molto letale capace di entrare in simbiosi con Omicron: potrebbe essere quello che in Sicilia ha sterminato un'intera famiglia di 6 persone in un mese (cosa che riteniamo non prevedibile con il virus Omicron, che a differenza delle altre varianti del Sars-CoV-2, sembra attacchi meno le vie respiratorie profonde con una conseguente minore letalita').
Confermiamo percio' tutti i dubbi ed i timori gia' espressi, nei giorni scorsi e nel commento del 10 febbraio , sulla causa dell'eccesso di decessi a cui abbiamo assistito ormai da un mese (dal 10 gennaio in poi).
In altre parole vorremmo che qualcuno ci spiegasse perche' la variante Omicron, che in Sudafrica causava pochi morti, in Italia, in cui e' ora presente al 99%, fa una strage con molte migliaia di morti molti dei quali anche in eta' non molto avanzata, peggio della variante Delta.
Tra l'altro con la recente disponibilita' di nuovi farmaci, atti ad evitare le forme gravi della malattia, i decessi dovrebbero essere di meno, mentre invece continuano ad essere tanti.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (19 febbraio 2022)
Il dato dei contagi di oggi in Piemonte e' identico a quello dei 3 giorni passati, al 9.2%, ed e' disegnato a destra nel grafico della quinta ondata e sia nell'altro grafico degli stessi dati con la curva interpolata (linea viola) che nel grafico analizzato.
Come abbiamo spiegato ieri, il fatto che per 4 giorni consecutivi il numero dei contagiati permanga al 9.3% (valore medio) significa non solo che ci sono apporti di contagi significativi da parte delle attivita' umane ma anche che sono sempre piu' importanti, perche' stanno aumentando dell'1% per ogni giorno che passa.
Cioe' ci troviamo di fronte ad risalita di contagi, con una pendenza di salita per ora lineare al +1% al giorno, che si e' sovrapposta alla discesa della curva dei contagi, che scende con una pendenza di discesa del -1% al giorno.
Il risultato e' una curva in "pianerottolo" al 9.3%, che abbiamo iniziato a disegnare nel grafico interpolato.
La situazione non e' affatto stabile, perche' le guarigioni dei contagiati di 20 giorni fa (che determinano la discesa del -1% al giorno) tendono a diminuire in quanto ora sono al livello massimo corrispondente al 18% del picco dei contagi di 20 giorni fa (tempo di guarigione della variante Omicron, risultante dall'andamento dei grafici).
Se gli apporti di contagi continueranno a crescere con la stessa pendenza del +1% quindi la curva non sara' piu' stabile al 9.3% ma comincera' a salire sempre di piu'.
Questo comportamento futuro dei contagi in Piemonte dipende dall'origine di questi apporti crescenti di contagi, che possono essere:
  1. Essendo iniziati con i dati comunicati il 15 febbraio (su campioni prelevati presumibilmente il giorno prima) osserviamo un significativo ritardo di 3 giorni dall'11 febbraio, giorno d'inizio delle riaperture (niente piu' mascherine all'aperto, riapertura delle discoteche sia pure con qualche restrizione, ecc.) e' anche consistente con i 3 giorni di ritardo (il salto all'8% e' stato registrato il 15 febbraio con i campioni del 14) e questo corrisponde esattamente alla salita dei contagi che abbiamo gia' visto dal 14 luglio in poi, come conseguenza dei festeggiamenti popolari per la vittoria della coppa europea di calcio (come si vede nel grafico della quarta ondata , iniziata proprio il 14 luglio 2021).
    Se questa fosse l'origine allora gli apporti di contagi continuerebbero finche' quelle attivita' umane rimangono aperte.
    In realta' e' probabile che solo alcune riaperture siano responsabili degli apporti di contagi cosi' importanti che vediamo dai dati ma purtroppo, riaprendo le attivita' tutte insieme e non scaglionate nel tempo, a distanza di 2 giorni circa, ci siamo preclusi la possibilita' di identificare quali sono le attivita' responsabili, che sarebbero le uniche da richiudere.
  2. La seconda possibile origine di questi apporti di contagi cosi' importanti che vediamo dai dati potrebbe essere una risalita di contagi della variante Delta, per ora con pendenza del +1%, che starebbe iniziando la formazione di un suo terzo picco, alla stessa distanza dai primi due picchi Delta, visibili nel nostro grafico analizzato.
    Ovviamente e' sempre aperta anche la possibilita' di comparsa dell'inizio del picco di una nuova variante diversa, formatasi durante questa quinta ondata. In questo caso sarebbe l'inizio di una nuova ondata piu' o meno grande a secondo dell'efficacia delle vaccinazioni fatte dalla popolazione.
I dati dei prossimi giorni ci permetteranno di capire cosa sta succedendo.
Ovviamente non aspettiamo altro che di essere smentiti dalla ripresa della discesa della curva, perche' entrambe le due alternative precedenti sono dure da digerire nel momento in cui la popolazione si aspetta altre riaperture che in quegli scenari diventerebbero davvero problematiche.

ZONA GIALLA IN PIEMONTE: Apprendiamo ora che e' stato deciso da lunedi' prossimo di far passare il Piemonte da zona arancione a zona gialla, con allentamento delle relative restrizioni, evidentemente perche' i dati dell'occupazione dei letti negli ospedali sta migliorando.
Quindi secondo questi parametri di controllo si puo' anche accettare da lunedi' un piccolo incremento dei contagi giornalieri.
Qualcosa non va bene in questo tipo di gestione della pandemia e tutti voi potete capirlo.
L'occupazione ospedaliera dipende dal numero di contagiati di una settimana fa, quando la curva dei contagi era al 6% ed in discesa (da qui' la decisione di passare alla zona gialla).
Oggi non e' piu' al 6% in discesa ma al 9.3% ed in salita: SE le nostre preoccupazioni corrispondessero ad un peggioramento reale della situazione dei contagi in Piemonte, da lunedi', con la zona gialla, i virus saranno favoriti perche' potranno diffondersi ancora meglio, peggiorando la situazione gia' preoccupante del Piemonte (non sarebbe stato questo il momento giusto per passare alla zona gialla).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 252, come ci attendevamo ieri, finalmente e' sceso ad un valore ancora alto ma piu' accettabile, e' stato graficato a destra, e' ancora alto mentre 12 giorni fa (tempo medio stimato tra contagio e decesso) i contagi erano scesi dal livello massimo del 18% al livello del 13.3%, cioe' avevano iniziato la discesa dal picco diminuendo di un quarto, diminuzione che ci attendiamo di riscontrare anche nei decessi.
Nel grafico interpolato la discesa della curva (linea viola), in attesa dei prossimi dati, la lasciamo per ora invariata, malgrado i 252 decessi di oggi, che sono vicini ai 267 di picco da noi attesi se la variante dominante fosse stata la Delta (invece e' al 99% Omicron).
La struttura del grafico dei decessi che e' a tre picchi anziche' due come nel grafico dei contagi, con il terzo picco che ora sta iniziando la sua discesa che dev'essere in accordo con la forte discesa del numero dei contagiati di 12 giorni fa (aspettiamo pero' il dato di domani per disegnare la discesa della linea viola nel grafico interpolato ).
Questo terzo picco nella curva dei decessi che abbiamo iniziato a disegnare nel grafico interpolato , in cui rimane un punto interrogativo ad indicare i nostri dubbi sulle cause di quell'eccesso di decessi, che secondo noi non dovrebbero essere dovuti ad Omicron ma a qualche altra causa.
Ripetiamo che secondo noi, se tutti questi decessi non possono essere imputati ad Omicron, ci dovrebbe essere ancora in circolazione un altro agente patogeno molto letale capace di entrare in simbiosi con Omicron: potrebbe essere quello che in Sicilia ha sterminato un'intera famiglia di 6 persone in un mese (cosa che riteniamo non prevedibile con il virus Omicron, che a differenza delle altre varianti del Sars-CoV-2, sembra attacchi meno le vie respiratorie profonde con una conseguente minore letalita').
Confermiamo percio' tutti i dubbi ed i timori gia' espressi, nei giorni scorsi e nel commento del 10 febbraio , sulla causa dell'eccesso di decessi a cui abbiamo assistito ormai da un mese (dal 10 gennaio in poi).
In altre parole vorremmo che qualcuno ci spiegasse perche' la variante Omicron, che in Sudafrica causava pochi morti, in Italia, in cui e' ora presente al 99%, fa una strage con molte migliaia di morti molti dei quali anche in eta' non molto avanzata, peggio della variante Delta.
Tra l'altro con la recente disponibilita' di nuovi farmaci, atti ad evitare le forme gravi della malattia, i decessi dovrebbero essere di meno, mentre invece continuano ad essere tanti.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (18 febbraio 2022)
Il dato dei contagi di oggi in Piemonte e' identico a quello di ieri, al 9.4%, ed e' disegnato a destra nel grafico della quinta ondata e sia nell'altro grafico degli stessi dati con la curva interpolata (linea viola) che nel grafico analizzato.
E' chiaramente esclusa la possibilita' che la risalita dei contagi sia dovuta ad un picco effimero perche' non accenna a diminuire dopo i soliti 3 giorni.
La possibilita' piu' probabile a questo punto e' che ci troviamo nel secondo caso di quelli elencati l'altro ieri: quello con una sequenza ravvicinata e crescente di apporti di contagi da parte delle attivita' umane (molto probabilmente quelle riaperte).

APPORTI DI CONTAGI CRESCENTI: Abbiamo specificato anche che l'apporto di contagi e' crescente perche' i tre ultimi giorni appaiono con contagi apparentemente stazionari al 9% circa.
Questo accade mentre c'e' un'intensa diminuzione di contagi per le guarigioni delle persone contagiate 20 giorni prima, quando i contagi erano al massimo del 18% (per questo ora e' intensa).
Per rimanere costanti al 9.4% i contagi di oggi devono percio' essere cresciuti rispetto a quelli di ieri, per assorbire tutte le guarigioni in arrivo.
Per essere chiari, in 14 giorni le guarigioni sono state tali da far scendere la curva dal 18% al 6% (quasi l'1% al giorno), quindi se i contagi ora rimangono costanti da un giorno al successivo (al 9.4%), vuol dire che in realta' gli apporti di nuovi contagi non sono costanti ma stanno crescendo almeno dell'1% al giorno.
In altre parole se la curva dei contagi si mantiene costante al 9.4% vuol dire che non solo ci sono apporti di contagi significativi da parte delle attivita' umane ma anche che sono sempre piu' importanti, perche' stanno aumentando dell'1% per ogni giorno che passa.
E' uno scenario preliminare che, se confermato, sarebbe a dir poco preoccupante (questi dati pero', lo ricordiamo, riguardano solo il Piemonte). Ed alla fine dell'inverno manca ancora un mese.
Ci auguriamo sinceramente di essere smentiti nei prossimi giorni (dalla ripresa della discesa della curva), altrimenti sono guai seri, perche' la popolazione si aspetta altre riaperture che in questo scenario diventerebbero problematiche.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 314, che e' come quello di ieri, e' stato graficato a destra, e' tornato ad essere piuttosto alto mentre 12 giorni fa (tempo medio stimato tra contagio e decesso) i contagi erano scesi dal livello massimo del 18% al livello del 13.3%, cioe' avevano iniziato la discesa dal picco diminuendo di un quarto, diminuzione che ci attendiamo di riscontrare anche nei decessi, se non oggi almeno domani.
Aspettiamo e speriamo per il meglio, perche' se i decessi non calassero aumenterebbero le probabilita' di presenza di un altro agente patogeno endemico piu' letale, capace di concorrere con Omicron, che lo renderebbe piu' aggressivo abbassando le difese immunitarie specifiche al momento del contagio, ipotesi che potrebbe spiegare una cosi' alta mortalita', insolita per Omicron (ci rendiamo conto che questa e' solo un'ipotesi, un po' come arrampicarsi sugli specchi, ma una spiegazione per tutti questi decessi dovra' pur esserci).
Nel grafico interpolato la discesa della curva (linea viola), in attesa del dato di domani, la lasciamo per ora invariata, malgrado i 314 decessi di oggi, che sono ben maggiori dei 267 di picco da noi attesi se la variante dominante fosse stata la Delta (invece e' al 99% Omicron).
La struttura del grafico dei decessi che e' a tre picchi anziche' due come nel grafico dei contagi, con il terzo picco che ora sta iniziando la sua discesa che dev'essere in accordo con la forte discesa del numero dei contagiati di 12 giorni fa (aspettiamo pero' il dato di domani per disegnare la discesa della linea viola nel grafico interpolato ).
Questo terzo picco nella curva dei decessi che abbiamo iniziato a disegnare nel grafico interpolato , in cui rimane un punto interrogativo ad indicare i nostri dubbi sulle cause di quell'eccesso di decessi, che secondo noi non dovrebbero essere dovuti ad Omicron ma a qualche altra causa.
Ripetiamo che secondo noi, se tutti questi decessi non possono essere imputati ad Omicron, ci dovrebbe essere ancora in circolazione un altro agente patogeno molto letale capace di entrare in simbiosi con Omicron: potrebbe essere quello che in Sicilia ha sterminato un'intera famiglia di 6 persone in un mese (cosa che riteniamo non prevedibile con il virus Omicron, che a differenza delle altre varianti del Sars-CoV-2, sembra attacchi meno le vie respiratorie profonde con una conseguente minore letalita').
Confermiamo percio' tutti i dubbi ed i timori gia' espressi, nei giorni scorsi e nel commento del 10 febbraio , sulla causa dell'eccesso di decessi a cui abbiamo assistito ormai da un mese (dal 10 gennaio in poi).
In altre parole vorremmo che qualcuno ci spiegasse perche' la variante Omicron, che in Sudafrica causava pochi morti, in Italia, in cui e' ora presente al 99%, fa una strage con molte migliaia di morti molti dei quali anche in eta' non molto avanzata, peggio della variante Delta.
Tra l'altro con la recente disponibilita' di nuovi farmaci, atti ad evitare le forme gravi della malattia, i decessi dovrebbero essere di meno, mentre invece continuano ad essere tanti.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (17 febbraio 2022)
Il dato dei contagi di oggi in Piemonte e' salito al 9.4% ed e' disegnato a destra nel grafico della quinta ondata e sia nell'altro grafico degli stessi dati con la curva interpolata (linea viola) che nel grafico analizzato.
Se il dato di domani scendera' verso il 6% sara' confermato che si tratta di un picco effimero (di contagi di persone immunizzate che guariscono in circa 3 giorni) ed allora potremo disegnare la linea viola con un pianerottolo prima di riprendere la discesa (dovuta al continuo arrivo delle guarigioni dei contagiati di 20 giorni fa, che diminuiscono il numero dei positivi al test).
Altrimenti potremmo trovarci nel secondo o terzo caso descritti nel commento di ieri.

COSA STA SUCCEDENDO: Se il livello dei contagi non scendesse domani a valori di poco superiori al 6% vorrebbe dire che siamo in presenza di due o piu' apporti di contagi ravvicinati nel tempo (in effetti il dato di oggi secondo noi e' troppo alto per essere il dato del terzo giorno di un picco effimero).
I dati degli ultimi 6 giorni sono tre al 6% (6.2, 6.4%, 6.1%) e i successivi tre al 9% (8%, 9.2% e 9.4%): questi ultimi invero non sembrano avere l'aspetto di un solo picco effimero (il dato di oggi al 9.4% e' in effetti troppo alto).
Che la causa siano le attivita' umane successive all'11 febbraio, giorno d'inizio delle riaperture (niente piu' mascherine all'aperto, riapertura delle discoteche sia pure con qualche restrizione, ecc.) e' anche consistente con i 3 giorni di ritardo (il salto all'8% e' stato registrato il 15 febbraio con i campioni del 14) e questo corrisponde esattamente alla salita dei contagi che abbiamo gia' visto dal 14 luglio in poi, come conseguenza dei festeggiamenti popolari per la vittoria della coppa europea di calcio (vedi il grafico della quarta ondata , iniziata proprio il 14 luglio 2021).
Credo che se i contagi rimanessero al livello del 9% o superiore, senza accenno di ripresa della discesa, bisognera' correre ai ripari. In tal caso dovremmo recriminare per aver riaperto tutto insieme, come abbiamo gia' avuto occasione di criticare nei giorni scorsi, perche' non ci siamo assicurato la possibilita' di individuare la causa di eventuali apporti di contagi importanti, che si sarebbero potuti invece identificare facilmente con riaperture scaglionate nel tempo (sarebbe bastato ogni 2 giorni).
Non rimane che aspettare e vedere cosa succedera' nel prossimi 2 o 3 giorni.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 320, che e' stato graficato a destra, e' tornato ad essere piuttosto alto mentre 12 giorni fa (tempo medio stimato tra contagio e decesso) i contagi erano scesi dal livello massimo del 18% al livello del 13.3%, cioe' avevano iniziato la discesa dal picco diminuendo di un quarto, diminuzione che ci attendiamo di riscontrare anche nei decessi, se non oggi almeno domani.
Aspettiamo e speriamo per il meglio, perche' se i decessi non calassero aumenterebbero le probabilita' di presenza di un altro agente patogeno endemico piu' letale, capace di concorrere con Omicron, che lo renderebbe piu' aggressivo abbassando le difese immunitarie specifiche al momento del contagio, ipotesi che potrebbe spiegare una cosi' alta mortalita', insolita per Omicron (ci rendiamo conto che questa e' solo un'ipotesi, un po' come arrampicarsi sugli specchi, ma una spiegazione per tutti questi decessi dovra' pur esserci).
Nel grafico interpolato la discesa della curva (linea viola), in attesa del dato di domani, la lasciamo per ora invariata, malgrado i 320 decessi di oggi, che sono ben maggiori dei 267 di picco da noi attesi se la variante dominante fosse stata la Delta (invece e' al 99% Omicron).
La struttura del grafico dei decessi che e' a tre picchi anziche' due come nel grafico dei contagi, con il terzo picco che ora sta iniziando la sua discesa che dev'essere in accordo con la forte discesa del numero dei contagiati di 12 giorni fa (aspettiamo pero' il dato di domani per disegnare la discesa della linea viola nel grafico interpolato ).
Questo terzo picco nella curva dei decessi che abbiamo iniziato a disegnare nel grafico interpolato , in cui rimane un punto interrogativo ad indicare i nostri dubbi sulle cause di quell'eccesso di decessi, che secondo noi non dovrebbero essere dovuti ad Omicron ma a qualche altra causa.
Ripetiamo che secondo noi, se tutti questi decessi non possono essere imputati ad Omicron, ci dovrebbe essere ancora in circolazione un altro agente patogeno molto letale capace di entrare in simbiosi con Omicron: potrebbe essere quello che in Sicilia ha sterminato un'intera famiglia di 6 persone in un mese (cosa che riteniamo non prevedibile con il virus Omicron, che a differenza delle altre varianti del Sars-CoV-2, sembra attacchi meno le vie respiratorie profonde con una conseguente minore letalita').
Confermiamo percio' tutti i dubbi ed i timori gia' espressi, nei giorni scorsi e nel commento del 10 febbraio , sulla causa dell'eccesso di decessi a cui abbiamo assistito ormai da un mese (dal 10 gennaio in poi).
In altre parole vorremmo che qualcuno ci spiegasse perche' la variante Omicron, che in Sudafrica causava pochi morti, in Italia, in cui e' ora presente al 99%, fa una strage con molte migliaia di morti molti dei quali anche in eta' non molto avanzata, peggio della variante Delta.
Tra l'altro con la recente disponibilita' di nuovi farmaci, atti ad evitare le forme gravi della malattia, i decessi dovrebbero essere di meno, mentre invece continuano ad essere tanti.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (16 febbraio 2022)
Il dato dei contagi di oggi in Piemonte e' salito al 9.2% ed e' disegnato a destra nel grafico della quinta ondata e sia nell'altro grafico degli stessi dati con la curva interpolata (linea viola) che nel grafico analizzato.
Il dato di oggi e' in accordo con quanto da noi previsto, cioe' con la crescita di un picco effimero che dovrebbe durare tre giorni e che per ora mostra di essere un po' piu' alto dei precedenti, tuttavia in linea con le nostra aspettative poiche' viene subito dopo alcune importanti riaperture delle attivita' umane, iniziate l'11 febbraio con la rimozione dell'obbligo delle mascherine all'aperto.

COSA PUO' ACCADERE ORA:
  1. Per ora noi non vediamo nulla di nuovo o di allarmante perche' prevediamo che la curva torni poco sopra al livello del 6% dopodomani, incrementata dello 0.3% dal picco effimero (purche' l'apporto di nuovi contagi da perte delle attivita' umane non continui).
  2. Se invece gli apporti di nuovi contagi che hanno prodotto la crescita al 9.2% dovessero continuare, i contagi rimarrebbero alti e potrebbero addirittura salire ancora di piu': il risultato apparirebbe nel grafico come una sequenza piu' o meno continua di picchi effimeri, che ostacolano o impediscono la discesa della curva.
  3. Infine dobbiamo citare, anche se noi lo riteniamo poco probabile, se e' vero che ora la variante Delta e' sotto all'1%, che potremmo trovarci di fronte ad una risalita di contagi proprio della variante Delta che inizierebbe la formazione di un suo terzo picco alla stessa distanza dai primi due picchi Delta visibili nel nostro grafico analizzato.
    Ovviamente e' sempre aperta anche la possibilita' di comparsa dell'inizio del picco di una nuova variante diversa, formatasi durante la quinta ondata. In questo terzo caso sarebbe l'inizio di una nuova ondata piu' o meno grande a secondo dell'efficacia delle vaccinazioni fatte dalla popolazione.
DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 278, che e' stato graficato a destra, e' molto vicino al valore medio calcolato ieri, a conferma che il dato di domenica scorsa era anomalo (un dato "della domenica", cioe' sottostimato).
Nel grafico interpolato la discesa della curva (linea viola) rimane invariata anche con i 278 decessi di oggi, che sono analoghi ai 267 di picco da noi attesi se la variante dominante fosse stata la Delta (invece e' al 99% Omicron).
La struttura del grafico dei decessi che e' a tre picchi anziche' due come nel grafico dei contagi, con il terzo picco che ora sta iniziando la sua discesa in accordo con la forte discesa del numero dei contagiati di 12 giorni fa (aspettiamo pero' il dato di domani per disegnare la discesa della linea viola nel grafico interpolato ).
Questo terzo picco nella curva dei decessi che abbiamo iniziato a disegnare nel grafico interpolato , in cui rimane un punto interrogativo ad indicare i nostri dubbi sulle cause di quell'eccesso di decessi, che secondo noi non dovrebbero essere dovuti ad Omicron ma a qualche altra causa.
Ripetiamo che secondo noi ci dovrebbe essere ancora in circolazione un altro agente patogeno molto letale capace di entrare in simbiosi con Omicron: potrebbe essere quello che in Sicilia ha sterminato un'intera famiglia di 6 persone in un mese (cosa che riteniamo non prevedibile con il virus Omicron, che a differenza delle altre varianti del Sars-CoV-2, sembra attacchi meno le vie respiratorie profonde con una conseguente minore letalita').
Confermiamo percio' tutti i dubbi ed i timori gia' espressi, nei giorni scorsi e nel commento del 10 febbraio , sulla causa dell'eccesso di decessi a cui abbiamo assistito ormai da un mese (dal 10 gennaio in poi).
In altre parole vorremmo che qualcuno ci spiegasse perche' la variante Omicron, che in Sudafrica causava pochi morti, in Italia, in cui e' ora presente al 99%, fa una strage con molte migliaia di morti molti dei quali anche in eta' non molto avanzata, peggio della variante Delta.
Tra l'altro con la recente disponibilita' di nuovi farmaci, atti ad evitare le forme gravi della malattia, i decessi dovrebbero essere di meno, mentre invece continuano ad essere tanti.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (15 febbraio 2022)
Il dato dei contagi di oggi in Piemonte e' salito al 8.0% ed e' disegnato a destra nel grafico della quinta ondata e sia nell'altro grafico degli stessi dati con la curva interpolata (linea viola) che nel grafico analizzato.
La risalita quasi certamente e' dovuta ad un apporto di contagi da parte delle attivita' umane (dara' luogo ad un picco effimero).
Non crediamo che siano le prime avvisaglie della comparsa di un picco della variante Delta, perche' le notizie che riceviamo dalle massime autorita' tecnico-scientifiche parlano di una prevalenza addirittura al 99% della variante Omicron, quindi non dovrebbe esserci un 6% di variante Delta.
Per questo preferiamo pensare che si tratti di un picco effimero, che tra un paio di giorni scendera' nuovamente intorno al 6%.
Staremo a vedere.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 388, che e' stato graficato a destra, e' tornato a valori altissimi a conferma che il dato dell'altro ieri dovrebbe essere stato anomalo (un dato "della domenica", cioe' sottostimato). Per questo facciamo la media degli ultimi 3 dati (191+281+388)/3=287 e disegniamo la linea viola d'interpolazione considerando questo risultato.
Nel grafico interpolato per ora quindi la discesa della curva (linea viola) rimane invariata anche con i 287 decessi di media, che sono analoghi ai 267 di picco da noi attesi se la variante dominante fosse stata la Delta (invece e' al 99% Omicron).
La struttura del grafico dei decessi che e' a tre picchi anziche' due come nel grafico dei contagi, con il terzo picco che ora sta iniziando la sua discesa in accordo con la forte discesa del numero dei contagiati di 12 giorni fa (aspettiamo pero' il dato di domani per disegnare la discesa della linea viola nel grafico interpolato ).
Questo terzo picco nella curva dei decessi che abbiamo iniziato a disegnare nel grafico interpolato , in cui rimane un punto interrogativo ad indicare i nostri dubbi sulle cause di quell'eccesso di decessi, che secondo noi non dovrebbero essere dovuti ad Omicron ma a qualche altra causa.
Ripetiamo che secondo noi ci dovrebbe essere ancora in circolazione un altro agente patogeno molto letale capace di entrare in simbiosi con Omicron: potrebbe essere quello che in Sicilia ha sterminato un'intera famiglia di 6 persone in un mese (cosa che riteniamo non prevedibile con il virus Omicron, che a differenza delle altre varianti del Sars-CoV-2, sembra attacchi meno le vie respiratorie profonde con una conseguente minore letalita').
Confermiamo percio' tutti i dubbi ed i timori gia' espressi, nei giorni scorsi e nel commento del 10 febbraio , sulla causa dell'eccesso di decessi a cui abbiamo assistito ormai da un mese (dal 10 gennaio in poi).
In altre parole vorremmo che qualcuno ci spiegasse perche' la variante Omicron, che in Sudafrica causava pochi morti, in Italia, in cui e' ora presente al 99%, fa una strage con molte migliaia di morti molti dei quali anche in eta' non molto avanzata, peggio della variante Delta.
Tra l'altro con la recente disponibilita' di nuovi farmaci, atti ad evitare le forme gravi della malattia, i decessi dovrebbero essere di meno, mentre invece continuano ad essere tanti.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (14 febbraio 2022)
Il dato dei contagi di oggi in Piemonte e' come quello di ieri al 6.1% ed e' disegnato a destra nel grafico della quinta ondata e nell'altro grafico degli stessi dati con la curva interpolata (linea viola).
E' quindi tutto confermato quello che abbiamo detto ieri, nel commento ai dati di domenica, che precede questo.

Nella nostra indagine noi dobbiamo sempre capire tutto di questi dati, per mettere in luce tutte le informazioni che nascondono.
Per questo ci interessa ora una STRANEZZA, ancora da comprendere, negli ultimi 3 dati, dal 12 al 14 febbraio, che sono visibili nella nostra tabella.
Questi tre dati mostrano un andamento abbastanza stabile, come un "pianerottolo", ad un livello intorno al 6.2% che e' nettamente inferiore al 10.9% dell'11 febbraio.
Per spiegarlo abbiamo indagato finora in tre direzioni:
  1. Gli errori statistici da cui sono affetti questi dati sono del 5% (quelli reali sono da noi stimati al 10%) e quindi non possono giustificare l'esistenza di questo pianerottolo, come frutto di fluttazioni statistiche dei dati.
  2. Un pianerottolo dovrebbe essere la conseguenza di incrementi di contagi prodotti da attivita' umane nei giorni 13 e 14 febbraio ma in questo caso non compaiono i soliti picchi effimeri dovuti ai contagi delle persone immunizzate (molto ben visibili ora perche' le persone immunizzate in quanto vaccinate sono tante), per cui saremmo propensi ad escludere che ci siano stati apporti di nuovi contagi.
  3. Rimarrebbe da considerare l'inizio della formazione di un altro piccolo picco, il quarto, nella quinta ondata, che apparirebbe come un altro triangolo rosso sulla destra nel grafico analizzato.
    E' troppo presto pero' per trarre una tale conclusione, che ci porterebbe ad ipotizzare la comparsa di una nuova variante, se non la ricomparsa della variante Delta, il cui contributo e' visibile all'inizio della quinta ondata nel grafico analizzato , che pur minoritaria potrebbe essere rimasta per tutto questo tempo ad un livello intorno al 5% e che sarebbe allora responsabile di un centinaio dei morti al giorno che abbiamo avuto nell'ultimo mese (i rimanenti 200 pero' continuerebbero ad essere troppi per sindromi da Omicron).
Dobbiamo attendere percio' i dati dei prossimi giorni, che se dovessero essere coerenti con quest'ultima ipotesi, si potrebbe cercare la conferma identificando il virus presente nelle persone decedute, mediante sequenziamento delle basi in un campione del materiale genetico (se fosse lecito farlo, in modo anonimo, per soli fini statistici).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 281, che e' stato graficato a destra, e' tornato a valori piu' alti a conferma che il dato di ieri potrebbe essere stato anomalo (un dato "della domenica", cioe' sottostimato). Per questo aspettiamo domani per disegnare la linea viola d'interpolazione considerando la media degli ultimi 3 dati.
Il grafico interpolato per ora lo lasciamo invariato anche con i 281 decessi di oggi, che sono analoghi ai 267 di picco da noi attesi se la variante dominante fosse stata la Delta (invece e' al 99% Omicron).
La struttura del grafico dei decessi che e' a tre picchi anziche' due come nel grafico dei contagi, con il terzo picco che ora sta iniziando la sua discesa in accordo con la forte discesa del numero dei contagiati di 12 giorni fa (aspettiamo pero' il dato di domani per disegnare la discesa della linea viola nel grafico interpolato ).
Questo terzo picco nella curva dei decessi che abbiamo iniziato a disegnare nel grafico interpolato , in cui rimane un punto interrogativo ad indicare i nostri dubbi sulle cause di quell'eccesso di decessi, che secondo noi non dovrebbero essere dovuti ad Omicron ma a qualche altra causa.
Ripetiamo che secondo noi ci dovrebbe essere ancora in circolazione un altro agente patogeno molto letale capace di entrare in simbiosi con Omicron: potrebbe essere quello che in Sicilia ha sterminato un'intera famiglia di 6 persone in un mese (cosa che riteniamo non prevedibile con il virus Omicron, che a differenza delle altre varianti del Sars-CoV-2, sembra attacchi meno le vie respiratorie profonde con una conseguente minore letalita').
Confermiamo percio' tutti i dubbi ed i timori gia' espressi, nei giorni scorsi e nel commento del 10 febbraio , sulla causa dell'eccesso di decessi a cui abbiamo assistito ormai da un mese (dal 10 gennaio in poi).
Tra l'altro per la recente disponibilita' di nuovi farmaci atti ad evitare le forme gravi della malattia i decessi dovrebbero essere ancora di meno, mentre invece continuano ad essere cosi' tanti.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (13 febbraio 2022)
Il dato dei contagi di oggi in Piemonte e' come quello di ieri al 6.4% ed e' disegnato a destra nel grafico della quinta ondata e nell'altro grafico degli stessi dati con la curva interpolata (linea viola).
Evidentemente il piu' breve tempo di guarigione di Omicron (20 giorni circa) accelera anche la discesa della curva oltre che la salita (questa rapida discesa ha cosi' reso trascurabili i due incrementi evidenziati con i due pianerottoli nella linea viola nella curva interpolata ).
Accettando l'evidenza di questi dati abbiamo disegnato la discesa piuttosto decisa nella curva della quinta ondata sia nel grafico interpolato che nel grafico analizzato.
In quest'ultimo si puo' notare che con questi ultimi due punti la linea viola, che rappresenta l'andamento della quinta ondata, dei contagi persistenti (delle persone non vaccinate), nella sua discesa si dispone proprio lungo l'andamento da noi rappresentato in precedenza con un triangolo rosso, che indica la larghezza dei 20 giorni circa in salita e discesa dovuti al tempo di guarigione spontanea da noi valutato per Omicron (invece dei 30 giorni della variante Delta).
In conclusione non possiamo che gioire per
  1. l'evoluzione estremamente positiva della quinta ondata e soprattutto per la
  2. mancanza negli ultimi due giorni dei temuti incrementi di contagi dovuti alla rimozione di alcune restrizioni (mascherine all'aperto, apertura delle discoteche, ecc.).
E' segno che in Italia la gente ha effettivamente imparato a comportarsi cosi' bene da poter convivere con questi virus senza danni eccessivi e che la fiducia in loro mostrata dal Governo era ben riposta.
Nella prossima settimana, in assenza di nuovi apporti importanti di contagi da parte delle attivita' umane potremo dichiarare conclusa definitivamente questa quinta ondata di Omicron.
Potremo allora valutare quale sara' il livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici e soprattutto se Omicron, a dispetto del suo tempo di guarigione piu' breve, sara' in grado anche lui di sostenere un'epidemia degli asintomatici. Se non ci riuscisse sarebbe un'altra splendida notizia perche' vorrebbe dire che ce lo siamo tolto di torno definitivamente (cioe' non rimarrebbe in forma endemica come la variante Delta, che purtroppo dovremo continuare a tenerci).
Percio' i dati dei prossimi giorni, anche se molto bassi continueranno ad essere molto importanti.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 191, che e' stato graficato a destra, e' finalmente sceso a valori che cominciano ad essere normali (anche se questo potrebbe essere un dato "della domenica", cioe' sottostimato). Per questo aspettiamo domani per disegnare la linea viola d'interpolazione.
Il grafico interpolato per ora lo lasciamo invariato anche con i 191 decessi di oggi, che sono inferiori ai 267 di picco da noi attesi se la variante dominante fosse stata la Delta (invece e' al 99% Omicron).
La struttura del grafico dei decessi che e' a tre picchi anziche' due come nel grafico dei contagi, con il terzo picco che ora sta iniziando la sua discesa in accordo con la forte discesa del numero dei contagiati di 12 giorni fa (aspettiamo pero' il dato di domani per disegnare la discesa della linea viola nel grafico interpolato ).
Questo terzo picco nella curva dei decessi che abbiamo iniziato a disegnare nel grafico interpolato , in cui rimane un punto interrogativo ad indicare i nostri dubbi sulle cause di quell'eccesso di decessi, che secondo noi non dovrebbero essere dovuti ad Omicron ma a qualche altra causa.
Ripetiamo che secondo noi ci dovrebbe essere ancora in circolazione un altro agente patogeno molto letale capace di entrare in simbiosi con Omicron: potrebbe essere quello che in Sicilia ha sterminato un'intera famiglia di 6 persone in un mese (cosa che riteniamo non prevedibile con il virus Omicron, che a differenza delle altre varianti del Sars-CoV-2, sembra attacchi meno le vie respiratorie profonde con una conseguente minore letalita').
Confermiamo percio' tutti i dubbi ed i timori gia' espressi, nei giorni scorsi e nel commento del 10 febbraio , sulla causa dell'eccesso di decessi a cui abbiamo assistito ormai da un mese (dal 10 gennaio in poi).

COMMENTO AI DATI DI SABATO (12 febbraio 2022)
Il dato dei contagi di oggi in Piemonte e' crollato al 6.2% ed e' disegnato a destra nel grafico della quinta ondata e nell'altro grafico degli stessi dati con la curva interpolata (linea viola).
Sarebbe una notizia ottima il giorno dopo l'inizio della rimozione delle restrizioni operata da ieri.
Abbiamo usato il condizionale perche' un crollo di -4.7% del numero di persone che ieri erano contagiate e' troppo elevato, in quanto non crediamo che in un solo giorno possano guarire cosi' tante persone che ieri erano positive al test: il 43% del totale sarebbero guarite in sole 24 ore.
Il dato di domani chiarira' meglio la situazione ma certamente ci dovrebbe essere stata un'ingente riduzione del numero delle persone positive al test e questa e' una gran bella notizia.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 269, che e' stato graficato a destra, e' finalmente sceso a valori che sarebbero normali se il virus fosse la variante Delta (quindi e' ancora alto per malati di Omicron, che non dovrebbe essere cosi' letale come la Delta).
Il grafico interpolato rimane invariato anche con i 269 decessi di oggi, che sono analoghi ai 267 di picco da noi attesi se la variante dominante fosse la Delta (invece e' al 99% Omicron).
La struttura del grafico dei decessi ormai e' a tre picchi anziche' due come nel grafico dei contagi, con il terzo picco che ora dovrebbe aver iniziato la sua discesa in accordo con la discesa del numero dei contagiati di 12 giorni fa (aspettiamopero' il dato di domani per disegnare la discesa della linea viola nel grafico interpolato ).
Evidentemente il picco in piu' presente nella curva dei contagi si e' riflesso anche sulla curva dei decessi a causa del ritardo medio tra contagi e decessi che anche per Omicron pensiamo sia di circa 12 giorni.
Questo ha portando ad un terzo picco nella curva dei decessi che abbiamo iniziato a disegnare nel grafico interpolato , in cui rimane un punto interrogativo ad indicare i nostri dubbi sulle cause di quell'eccesso di decessi, che secondo noi non dovrebbero essere dovuti ad Omicron ma a qualche altra causa.
Ripetiamo che secondo noi ci dovrebbe essere ancora in circolazione un altro agente patogeno molto letale capace di entrare in simbiosi con Omicron: potrebbe essere quello che in Sicilia ha sterminato un'intera famiglia di 6 persone in un mese (cosa che riteniamo non prevedibile con il virus Omicron, che a differenza delle altre varianti del Sars-CoV-2, sembra attacchi meno le vie respiratorie profonde con una conseguente minore letalita').
Confermiamo percio' tutti i dubbi ed i timori gia' espressi, nei giorni scorsi e nel commento del 10 febbraio , sulla causa dell'eccesso di decessi a cui stiamo assistendo ormai da un mese (dal 10 gennaio in poi).

UN ESEMPIO DI CATTIVA GESTIONE (11 febbraio 2022)
Consentiteci di esprimere un parere critico.
Si e' deciso di procedere da oggi con la riduzione di molte restrizioni, visto che la curva dei contagi sta calando.
Per citarne solo due come esempi:
  1. Si tolgono le mascherine all'aperto e questo puo' portare un incremento dei contagi, come abbiamo documentato nel commento dell'8 febbraio.
  2. Poi si riaprono le discoteche, permettendo di ballare senza mascherina; figuriamoci quanti andranno a sedersi se poi devono indossare la mascherina, ma va bene cosi' sia per motivi sociali che economici.
Certamente questi due provvedimenti produrranno dei contagi in piu' che si e' deciso di accettare consapevolmente e riteniamo che sia una cosa giusta nel momento attuale.
Questi nuovi contagi potremo vederli nella curva della quinta ondata, prima con la comparsa di picchi effimeri, della durata di 3 giorni e di altezza proporzionale all'entita' dell'apporto di contagi generato; poi lasceranno un incremento persistente per 20 giorni, di contagi delle persone non vaccinate, di ampiezza pari a circa il 10% dell'altezza del picco effimero.
Tutti questi incrementi persistenti andranno ad accumularsi per tutta la loro durata (20 giorni), rallentando la discesa della curva se non addirittura facendola risalire (se fossero troppi).
Dov'e' che si e' operato male?
Lo capirete subito se gia' domani (o dopodomani) i contagi salissero: come facciamo ad individuarne la causa, se tutte queste restrizioni si sono tolte tutte insieme? Non si puo'!
Si sarebbe dovuto fare un'altra cosa semplicissima: scaglionare le varie riaperture, anche in modo molto ravvicinato nel tempo (per esempio ogni 2 giorni), per poter avere la possibilita' di individuare qual'e' la riapertura responsabile dell'incremento dei contagi ed anche sapere di quanto, misurandone il picco.
Purtroppo non ci si e' pensato, probabilmente perche' ancora nella mente di tante persone ci sono i dati dei ricoveri ospedalieri come indicatori dello stato della pandemia: noi abbiamo disapprovato piu' volte questo indicatore, che secondo noi non e' l'indicatore migliore.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (11 febbraio 2022)
Il dato dei contagi di oggi in Piemonte, come previsto ieri, e' sceso al 10.9% ed e' disegnato a destra nel grafico della quinta ondata e nell'altro grafico degli stessi dati con la curva interpolata (linea viola).
Il dato di oggi completa la discesa dal picco effimero che e' durato esattamente 3 giorni, come previsto, lasciando un piccolo incremento (di circa 0.2%) nella curva della quinta ondata, che si manifesta come un piccolo pianerottolo della linea viola nella curva interpolata ed anche nell'altra curva analizzata.
Da domani la curva riprendera' la sua lenta discesa dovuta alle guarigioni dei contagiati (tutti non vaccinati) di 20 giorni prima.
Cio' ovviamente a meno di nuovi apporti di contagi da parte delle attivita' umane: la prima a cui possiamo pensare e' la rimozione dell'obbligo delle mascherine, partita proprio oggi. Nel qual caso avremmo uno o piu' apporti di nuovi contagi che si manifesterebbero con vari picchi effimeri prima e pianerottoli sulla curva poi.
Qualora i picchi effimeri fossero troppi, potrebbero provocare anche una risalita della curva.
Crediamo che un effetto ci sara' ed anche ben visibile ma non drammatico, perche' le scene che abbiamo visto oggi in TV erano di gente molto piu' consapevole della situazione, di quanto fossero un anno fa (molti preferiscono perfino continuare ad usare la mascherina). Ci auguriamo percio' che i loro comportamenti attuali siano improntati ad una giusta cautela che puo' proteggerli dall'infezione come e forse anche meglio della mascherina all'aperto.
Staremo a vedere.
Il comportamento della pandemia ora ci e' molto piu' chiaro e, come vedete, siamo in grado di leggerne le caratteristiche cosi' bene che addirittura l'analisi della curva dei contagi ci puo' tornare utile per evidenziare facilmente fenomeni di contagio macroscopici che avvengono sull'intera popolazione italiana, potendo anche distinguere i dati delle persone immunizzate (vaccinate e no) da quelle non vaccinate,
E' un risultato che non avremmo mai osato sperare e che ora puo' essere prezioso per controllare meglio la pandemia ed i suoi effetti.
Provare per credere.
Il metodo induttivo e deduttivo da noi costantemente usato in questo lavoro non e' da mettere in dubbio, perche' e' alla base della scienza moderna. Riteniamo percio' che i risultati ottenuti siano assolutamente credibili.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 334, che e' stato graficato a destra, e' come quello di ieri, ancora alto per malati di Omicron, che non dovrebbe essere cosi' letale.
Il grafico interpolato rimane invariato anche con i 334 decessi di oggi, che sono ancora troppi rispetto ai 267 di picco da noi attesi se la variante dominante fosse la Delta (invece e' Omicron).
La struttura del grafico dei decessi ormai e' a tre picchi anziche' due come nel grafico dei contagi. Evidentemente il picco in piu' presente nella curva dei contagi si e' riflesso anche sulla curva dei decessi a causa del ritardo medio tra contagi e decessi che anche per Omicron pensiamo sia di circa 12 giorni.
Questo ha portando ad un terzo picco nella curva dei decessi che abbiamo iniziato a disegnare nel grafico interpolato , in cui rimane un punto interrogativo ad indicare i nostri dubbi sulle cause di quell'eccesso di decessi, che secondo noi non dovrebbero essere dovuti ad Omicron ma a qualche altra causa.
Ripetiamo che secondo noi ci dovrebbe essere in circolazione un altro agente patogeno molto letale capace di entrare in simbiosi con Omicron: potrebbe essere quello che in Sicilia ha sterminato un'intera famiglia di 6 persone in un mese (cosa che riteniamo non prevedibile con il virus Omicron, che a differenza delle altre varianti del Sars-CoV-2, sembra attacchi meno le vie respiratorie profonde con una conseguente minore letalita').
Confermiamo percio' tutti i dubbi ed i timori gia' espressi, nei giorni scorsi e nel commento del 10 febbraio , sulla causa dell'eccesso di decessi a cui stiamo assistendo ormai da un mese (dal 10 gennaio in poi).

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (10 febbraio 2022)
Il dato dei contagi di oggi in Piemonte, e' uguale a quello di ieri (12.3%) ed e' disegnato a destra nel grafico della quinta ondata e nell'altro grafico degli stessi dati con la curva interpolata (linea viola).
Ci aspettiamo che faccia parte di un picco effimero (delle persone vaccinate contagiate) che dovrebbe essere largo circa 3 giorni e che non fa parte della linea viola che rappresenta l'andamento della quinta ondata (delle persone non vaccinate contagiate).
Come piu' volte spiegato, comportera' pero' un apporto di nuovi contagi di persone non vaccinate, pari ad 1/10 dell'altezza del picco che essendo del 2.3% sara' di un +0.2% per i prossimi 20 giorni nella curva dei contagi (linea viola nella curva interpolata ).
Non ci rimane percio' che aspettare che questo picco effimero si esaurisca per vedere nuovamente la curva scendere (il +0.2% comportera' un piccolo pianerottolo nella linea viola, che disegneremo domani, quando il dato sara' sceso dal picco).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 325, che e' stato graficato a destra, e' ancora alto per malati di Omicron, che non dovrebbe essere cosi' letale.
Il grafico interpolato rimane invariato anche con i 325 decessi di oggi, che sono ancora troppi rispetto ai 267 di picco da noi attesi se la variante dominante fosse la Delta (invece e' Omicron).
La struttura del grafico dei decessi ormai e' a tre picchi anziche' due come nel grafico dei contagi. Evidentemente il picco in piu' presente nella curva dei contagi si e' riflesso anche sulla curva dei decessi a causa del ritardo medio tra contagi e decessi che anche per Omicron pensiamo sia di circa 12 giorni.
Questo ha portando ad un terzo picco nella curva dei decessi che abbiamo iniziato a disegnare nel grafico interpolato , in cui rimane un punto interrogativo ad indicare i nostri dubbi sulle cause di quell'eccesso di decessi, che secondo noi non dovrebbero essere dovuti ad Omicron ma a qualche altra causa.
Ripetiamo che secondo noi ci dovrebbe essere in circolazione un altro agente patogeno molto letale capace di entrare in simbiosi con Omicron: potrebbe essere quello che in Sicilia ha sterminato un'intera famiglia di 6 persone in un mese (cosa che riteniamo non prevedibile con il virus Omicron, che a differenza delle altre varianti del Sars-CoV-2, sembra attacchi meno le vie respiratorie profonde con una conseguente minore letalita').
Confermiamo percio' tutti i dubbi ed i timori gia' espressi, nei giorni scorsi e nel commento che segue, sulla causa dell'eccesso di decessi a cui stiamo assistendo ormai da un mese (dal 10 gennaio in poi).

I DECESSI SONO VERAMENTE TROPPI ? (10 febbraio 2022)
Facciamo un confronto tra le due ultime varianti Delta e Omicron:
  1. VARIANTE OMICRON: Facendo la media dei decessi degli ultimi 10 giorni (dal 31/1 al 9/2) otteniamo 375 decessi al giorno.
    Facendo la media dei contagiati non immunizzati (perche' gli immunizzati non muoiono, salvo casi eccezionali), valutati dalla curva interpolata (linea viola) di 10 giorni ma traslati a sinistra di 12 giorni (dal 19/1 al 28/1), per il ritardo attuale da noi stimato tra contagio e decesso, otteniamo la media delle seguenti percentuali stimate sulla linea viola di (12+13+14+14+14+15+16+17+18+18)/10=15.1% contagiati.
    Il risultato e' quindi che al 15.1% di contagiati dalla variante Omicron 12 giorni dopo corrispondono 375 decessi al giorno.

  2. VARIANTE DELTA: Ricordiamo che il 14 settembre 2021, con un calcolo analogo fatto con i dati della quarta ondata, in base alle nostre rilevazioni sull' andamento dei decessi , al 3.6% di contagiati della variante Delta corrispondevano, 18 giorni dopo, 60 decessi al giorno.
RISULTATO: Dal confronto tra i due calcoli si deduce che la variante Omicron (o qualche altro agente patogeno esistente in Italia, associato in qualche modo all'infezione da Omicron) invece di produrre 252 decessi al giorno (come faceva la Delta) ne produce 375, cioe' molti di piu' per cui la variante Omicron risulta essere molto piu' letale della variante Delta (del 49%) ed incredibilmente nessuno sembra essersene accorto. E' come avere anche una seconda epidemia sconosciuta che si nasconde dietro ad Omicron e che sembra nessuno abbia ancora scoperto (in Sudafrica Omicron non faceva cosi' tanti morti).

COMMENTO: Non e' cosa da poco perche' quel +49% significa che stanno morendo 125 persone al giorno in piu' (rispetto a Delta, mentre rispetto alla letalita' di Omicron sono molti di piu') e per questo piu' tempo passa e piu' questo silenzio diventa imbarazzante: bisognerebbe essere sicuri almeno che qualcuno se ne stia occupando, perche' e' importante individuare questo agente patogeno quando c'e' (poi non sara' piu' possibile).
Tutti questi morti in piu', che immaginiamo spariranno con la fine ormai prossima della quinta ondata, come si possono spiegare se la variante Omicron e' meno letale della precedente variante Delta?
Sono decessi chiaramente correlati alla curva dei contagi della quinta ondata ma non si capisce perche' in Italia siano cosi' tanti mentre in Sudafrica invece erano pochi, se il virus era lo stesso (Omicron).

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (9 febbraio 2022)
Il dato dei contagi di oggi in Piemonte, e' salito al livello di 12.3% ed e' disegnato a destra nel grafico della quinta ondata e nell'altro grafico degli stessi dati con la curva interpolata (linea viola).
Il dato di oggi e' in risalita del 2.3% ma a nostro avviso non contraddice la discesa della curva dei contagi, perche' crediamo che sia l'inizio di un altro picco effimero, che durera' 3 giorni e ci lascera' in eredita' un incremento di contagi di persone non vaccinate, che rimarra' per 20 giorni, di ampiezza un decimo del picco effimero (probabilmente 0.2%).
Staremo a vedere nei prossimi 3 giorni se cio' e' vero.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 384, che e' stato graficato a destra, e' ancora alto per malati di Omicron, che non dovrebbe essere cosi' letale.
Il grafico interpolato rimane invariato anche con i 384 decessi di oggi, che sono ancora troppi rispetto ai 267 di picco da noi attesi se la variante dominante fosse la Delta (invece e' Omicron).
La struttura del grafico dei decessi ormai e' a tre picchi anziche' due come nel grafico dei contagi. Evidentemente il picco in piu' presente nella curva dei contagi si e' riflesso anche sulla curva dei decessi a causa del ritardo medio tra contagi e decessi che anche per Omicron pensiamo sia di circa 12 giorni.
Questo ha portando ad un terzo picco nella curva dei decessi che abbiamo iniziato a disegnare nel grafico interpolato , in cui rimane un punto interrogativo ad indicare i nostri dubbi sulle cause di quell'eccesso di decessi, che secondo noi non dovrebbero essere dovuti ad Omicron ma a qualche altra causa.
Ripetiamo che secondo noi ci dovrebbe essere in circolazione un altro agente patogeno molto letale capace di entrare in simbiosi con Omicron: potrebbe essere quello che in Sicilia ha sterminato un'intera famiglia di 6 persone in un mese (cosa che riteniamo non prevedibile con il virus Omicron, che a differenza delle altre varianti del Sars-CoV-2, sembra attacchi meno le vie respiratorie profonde con una conseguente minore letalita').
Confermiamo percio' tutti i dubbi ed i timori gia' espressi nei giorni scorsi sulla causa dell'eccesso di decessi a cui abbiamo assistito dal 10 gennaio in poi.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (8 febbraio 2022)
Il dato dei contagi di oggi in Piemonte, e' sceso al livello di 10.0% ed e' disegnato a destra nel grafico della quinta ondata e nell'altro grafico degli stessi dati con la curva interpolata (linea viola).
Il dato di oggi e' il primo che con una discesa del 2.8% in un solo giorno certifica la discesa decisa della curva dei contagi.
E' quello che accade quando da un giorno al successivo non c'e' un apporto significativo di contagi da parte delle attivita' umane.
La discesa e' cosi' marcata perche' 20 giorni fa (il tempo di guarigione da noi stimato per Omicron) la percentuale di contagiati era salita al 15.9%, avvicinandosi al secondo picco, (quello che ha raggiunto il 18%) e quindi i decrementi per le guarigioni ora stanno diventando massimi (sono quelli relativi ai contagi vicini al secondo picco, al 18%).
Quindi anche nei prossimi giorni il numero di guarigioni sara' elevato (quelle dei contagiati del secondo picco) e quindi prevediamo una discesa rapida della curva, ovviamente in assenza di apporti importanti di contagi da parte delle attivita' umane.
Tutte queste spiegazioni che diamo continuamente ci servono come riscontro della correttezza del modello interpretativo (quello a soglia).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 415, che e' stato graficato a destra, e' ancora altissimo per malati di Omicron, che non dovrebbe essere cosi' letale.
Il dato di oggi potrebbe pero' contenere una parte dei decessi mancanti nel dato di domenica scorsa.
Se mediamo tra loro i dati degli ultimi 3 giorni arriviamo ad una media di 323 decessi al giorno, compatibile con la discesa dal terzo picco nel grafico interpolato ma che sono ancora troppi rispetto ai 267 di picco da noi attesi se la variante dominante fosse la Delta (invece e' Omicron).
La struttura del grafico dei decessi ormai e' a tre picchi anziche' due come nel grafico dei contagi. Evidentemente il picco in piu' presente nella curva dei contagi si e' riflesso anche sulla curva dei decessi a causa del ritardo medio tra contagi e decessi che anche per Omicron pensiamo sia di circa 12 giorni.
Questo ha portando ad un terzo picco nella curva dei decessi che abbiamo iniziato a disegnare nel grafico interpolato , in cui rimane un punto interrogativo ad indicare i nostri dubbi sulle cause di quell'eccesso di decessi, che secondo noi non dovrebbero essere dovuti ad Omicron ma a qualche altra causa.
Ripetiamo che secondo noi ci dovrebbe essere in circolazione un altro agente patogeno molto letale capace di entrare in simbiosi con Omicron: potrebbe essere quello che in Sicilia ha sterminato un'intera famiglia di 6 persone in un mese (cosa che riteniamo non prevedibile con il virus Omicron, che a differenza delle altre varianti del Sars-CoV-2, sembra attacchi meno le vie respiratorie profonde con una conseguente minore letalita').
Confermiamo percio' tutti i dubbi ed i timori gia' espressi nei giorni scorsi sulla causa dell'eccesso di decessi a cui abbiamo assistito dal 10 gennaio in poi.

IMPORTANZA DELL'USO DELLE MASCHERINE ALL'APERTO (8 febbraio 2022)
Diamo spazio all'evidenza inoppugnabile dei dati reali.
Nel lontano ottobre 2020 azzardammo la seguente previsione (fu una delle nostre scommesse vinte): "L'ESTENSIONE DELL'USO DELLE MASCHERINE E' STATO ADOTTATO IL 9/10/2020. IN LINEA CON IL NOSTRO MODELLO DI SVILUPPO DELL'EPIDEMIA, ABBIAMO PREVISTO CHE QUESTO PROVVEDIMENTO AVREBBE DOVUTO RIDURRE LA CRESCITA DEL NUMERO DEI CONTAGI ENTRO POCHI GIORNI E COSI' E' STATO: DAL 12/10 SI E' ARRESTATA LA CRESCITA DELLA PERCENTUALE DEI CONTAGI CHE STAVA DIVENTANDO ESPONENZIALE".
In questo LINK si trova la tabella ed il grafico dei dati di quel periodo (seconda ondata), dove si nota l'arresto della crescita dei contagi, che appare con un pianerottolo di 5 giorni (dall'11 al 15 ottobre 2020, poco sopra al 5%) nel grafico ; poi ovviamente il solo uso delle mascherine non e' stato sufficiente a bloccare la seconda ondata, che ha ripreso a crescere pero' con ordinate, cioe' contagi, sistematicamente piu' basse (di quasi il 2%, che vuol dire anche molti ricoveri e decessi in meno), grazie all'uso delle mascherine (sono dati reali, non congetture o risultati del modello).
Se, solo per ipotesi, fosse stato abolito l'uso delle mascherine dopo 10 giorni, la curva nel grafico avrebbe subito un salto a gradino verso l'alto del 2% (perche' sarebbe venuto meno il beneficio delle mascherine), andando a posizionarsi sul prolungamento del primo tratto di curva, quello quando non si usavano le mascherine. Cosi' si puo' capire molto bene l'effetto dell'uso delle mascherine sulla curva dei contagi nell'ottobre 2020, come un abbassamento del 2% della curva.
E' un effetto di calo dei contagi che si riflette in una traslazione a destra della curva dell'ondata che come forma rimane la stessa ma possiamo assumere che l'intera curva dei contagi sia sempre piu' bassa del 2% da quel momento in poi, se si continuano ad indossare le mascherine.
Percio' anche il picco dovrebbe risultare piu' basso del 2% (perche' con le mascherine ci sono meno cariche virali disperse nell'ambiente e ci sono cosi' meno persone infettabili).
Bene, direte voi, allora ci si guadagna poco! Se e quanto ci si guadagna ad usare le mascherine non siamo in grado di dirlo con certezza, anche se conosciamo questo effetto di riduzione del 2%, perche' una curva dell'ondata piu' bassa del 2% comporta sicuramente tanti benefici, anche valutabili. Ma anche protrarre nel tempo per qualche giorno (ad ottobre 2020 sono stati 5) la curva dei contagi comporta un po' piu' di disagi, di ricoveri e di decessi, che avvengono per ognuno di quei 5 giorni di ritardo (che si possono quantificare dal grafico ma che sono nettamente inferiori al vantaggio di un abbassamento del 2% dell'intera curva da quel momento in poi).
Il virus non e' molto cambiato da allora nelle modalita' di contagio. Se gli italiani hanno imparato a proteggersi meglio dal contagio forse vale la pena di provare ad abolire le mascherine all'aperto, ma non dobbiamo ignorare che a febbraio fa piu' freddo che a meta' ottobre 2020 e questo facilita l'accumulo delle cariche virali rilasciate nell'ambiente dalle persone infette che girano senza mascherina, perche' il freddo allunga il periodo di attivita' dei virus.
In Italia si e' deciso di abolire l'uso delle mascherine all'aperto a partire dal prossimo 11 febbraio 2022.
Va bene provare ma con entrambi gli occhi vigili all'effetto sull'andamento della curva dei contagi, pronti a revocare la misura qualora producesse troppi contagi in piu', perche' non si deve correre il rischio che, accettando troppi apporti di contagi da parte delle attivita' umane riaperte, ci si ritrovi con una curva dei contagi come quella della Gran Bretagna nel 2021 (curva verde UK nel grafico dei Paesi del centro Europa ).
E' importantissimo poi determinare la crescita permanente nella produzione di contagi che questo provvedimento comporta (se e' il 2% o meno).
Per far comprendere l'importanza, proviamo a quantificare il rischio (anche se e' orribile contare i decessi presunti): nella seconda e terza ondata (con Omicron non e' chiaro, visto il numero di decessi cosi' alto) il 2% di contagi in piu' corrispondeva a 33 decessi al giorno, che per un paio di mesi sono 2000 morti in piu', dovuti a quel 2% (eventuale pero' con Omicron, da misurare prima di trarre conclusioni affrettate) per la comodita' di non indossare piu' la mascherina all'aperto.
Se le cose stanno cosi' allora le mascherine non si dovrebbero togliere: si puo' provare a toglierle, diciamo noi, perche' l'incremento di contagi oggi potrebbe anche essere molto minore del 2% (per esempio perche' la gente ha imparato a proteggersi meglio dalle infezioni). Poi se l'incremento risultasse troppo alto, allora si sospenderebbe il provvedimento.
Nel periodo caldo dell'anno poi i virus andranno "in ferie" (perche' con il caldo le cariche virali sono meno aggressive) e le mascherine saranno meno importanti, per cui se ne potra' anche fare a meno, senza dover pagare un costo cosi' esorbitante.
Speriamo che con Omicron questo incremento di contagi sia molto minore del 2%, grazie alla migliore preparazione degli italiani ad evitare i contagi.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (7 febbraio 2022)
Il dato dei contagi di oggi in Piemonte, e' sceso al livello di 12.8% ed e' disegnato a destra nel grafico della quinta ondata e nell'altro grafico degli stessi dati con la curva interpolata (linea viola).
Come previsto, dopo il "pianerottolo" dovuto all'incremento di contagi di persone non vaccinate, causato dai contagi prodotti dalle attivita' umane (evidenziate dal precedente picco effimero dei contagi delle persone immunizzate), la curva della percentuale delle persone contagiate nella quinta ondata (linea viola) riprende la sua discesa, come mostrato sia nel grafico della curva interpolata che in quello della curva analizzata.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 326, che e' stato graficato a destra, e' ancora molto superiore ai valori attesi dal modello a soglia (per la variante Delta pero', la Omicron si dice invece che sia molto meno letale).
Il dato di oggi andrebbe mediato con il dato basso di ieri portando a due valori di 277, ancora troppo alto. Aspettiamo anche il dato di domani per commentare.
La struttura a due picchi del grafico dei contagi si e' riflessa anche sulla curva dei decessi con un ritardo che anche per Omicron pensiamo sia di circa 12 giorni. Questo ha portando ad un terzo picco nella curva dei decessi che abbiamo iniziato a disegnare nel grafico interpolato , in cui rimane un punto interrogativo ad indicare i nostri dubbi sulle cause di quell'eccesso di decessi, che secondo noi non dovrebbero essere dovuti ad Omicron ma a qualche altra causa.
Ripetiamo che secondo noi ci dovrebbe essere in circolazione un altro agente patogeno molto letale: potrebbe essere quello che in Sicilia ha sterminato un'intera famiglia di 6 persone in un mese (cosa che riteniamo non prevedibile con il virus Omicron, che a differenza delle altre varianti del Sars-CoV-2, sembra attacchi meno le vie respiratorie profonde con una conseguente minore letalita').
Confermiamo percio' tutti i dubbi ed i timori gia' espressi nei giorni scorsi sulla causa dell'eccesso di decessi a cui abbiamo assistito dal 10 gennaio in poi.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (6 febbraio 2022)
Il dato dei contagi di oggi in Piemonte, e' sceso al livello di 13.7% ed e' disegnato a destra nel grafico della quinta ondata e nell'altro grafico degli stessi dati con la curva interpolata (linea viola).
La percentuale dei contagiati nella sua discesa era arrivata al 12.9% il 1 febbraio, poi c'e' stato un apporto di contagi da parte delle attivita' umane in Piemonte, che si e' manifestato con un picco effimero (quello prodotto dagli immunizzati che sono stati contagiati) e la curva dei contagi e' arrivata fino al 17.1% con un picco largo 3 giorni (larghezza tipica dei picchi effimeri perche' le persone immunizzate guariscono dal contagio in un tempo variabile da 2 a 4 giorni).
Abbiamo gia' spiegato che pero' i picchi effimeri lasciano in eredita' un incremento delle persone contagiate non vaccinate, che essendo circa 1 su 10, lasciano per 20 giorni un incremento di contagi pari al 10% del picco effimero.
In questo caso il picco effimero e' andato da 12.9% al 17.1% e quindi in prima approssimazione l'incremento "permanente" di persone contagiate da includere nell'andamento della quinta ondata (linea viola) dovrebbe essere del 0.4% circa.
Questo ritardo nella discesa della curva, dovuto alla comparsa del picco effimero, appare come un breve "pianerottolo" nella linea viola visibile sia nel grafico della curva interpolata che in quello della curva analizzata (il pianerottolo corrisponde all'innalzamento della curva di 0.4% tre giorni dopo l'inizio del picco).
Ogni picco effimero porta un ritardo nella discesa della curva (se sono troppi la curva potrebbe anche risalire).
Se non ci fossero altre significative produzioni di contagi da parte delle attivita' umane in Piemonte non ci sarebbero altri picchi effimeri (ma non provate a sperarci) ed allora la linea viola, che rappresenta la quinta ondata, potrebbe continuare la sua discesa verso il livello di fondo degli asintomatici (diciamo all'1%) senza altre interruzioni.
E' tutto perfettamente comprensibile, e in una certa misura anche prevedibile, nel contesto del modello a soglia: la pandemia appare come un libro aperto, perfettamente leggibile.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 229, che e' stato graficato a destra, e' sceso ai valori attesi dal modello a soglia (per la variante Delta pero', la Omicron si dice che sia meno letale).
Questo dato cosi' basso va pero' acquisito con riserva, essendo un dato della "domenica": gia' in passato nei dati dei giorni festivi e' successo che ci fosse qualche omissione nella trasmessissione dagli ospedali, a cui si e' sempre posto rimedio nei giorni seguenti.
La struttura a due picchi del grafico dei contagi si e' riflessa anche sulla curva dei decessi con un ritardo che anche per Omicron pensiamo sia di circa 12 giorni. Questo ha portando ad un terzo picco nella curva dei decessi che abbiamo iniziato a disegnare nel grafico interpolato , in cui rimane un punto interrogativo ad indicare i nostri dubbi sulle cause di quell'eccesso di decessi, che secondo noi non dovrebbero essere dovuti ad Omicron ma a qualche altra causa.
Ripetiamo che secondo noi ci dovrebbe essere in circolazione un altro agente patogeno molto letale: potrebbe essere quello che in Sicilia ha sterminato un'intera famiglia di 6 persone in un mese (cosa che riteniamo non prevedibile con il virus Omicron, che a differenza delle altre varianti del Sars-CoV-2, sembra attacchi meno le vie respiratorie profonde con una conseguente minore letalita').
Confermiamo percio' tutti i dubbi ed i timori gia' espressi nei giorni scorsi sulla causa dell'eccesso di decessi a cui abbiamo assistito dal 10 gennaio in poi.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (5 febbraio 2022)
Il dato dei contagi di oggi in Piemonte, e' sceso al livello di 13.3% ed e' disegnato a destra nel grafico della quinta ondata e nell'altro grafico degli stessi dati con la curva interpolata (linea viola).
Il dato mostra che il picco precedente, largo 3 giorni, era un picco effimero di contagi di persone immunizzate, conseguente ad attivita' umane generatrici di contagi, che percio' non viene disegnato con la linea viola che rappresenta la quinta ondata e che coinvolge solo i non immunizzati.
Pero' siccome il picco effimero lascia un incremento per 20 giorni nei contagi, la linea viola, che doveva scendere con la pendenza indicata nella curva interpolata , subisce un rallentamento nella sua velocita' di discesa che gia' s'intravede ma che potremo disegnare meglio nei prossimi giorni.
La cosa importante e' che nei prossimi giorni i picchi effimeri non siano molti, cosi' si potra' procedere con le riaperture.
La cautela pero' dev'essere massima finche' la temperatura continuera' essere quella bassa invernale.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 375, che e' stato graficato a destra, e' ancora molto alto.
La struttura a due picchi del grafico dei contagi si sta riflettendo anche sulla curva dei decessi con un ritardo che anche per Omicron pensiamo sia di circa 12 giorni. Questo sta portando ad un terzo picco nella curva dei decessi che abbiamo iniziato a disegnare nel grafico interpolato , in cui rimane un punto interrogativo ad indicare i nostri dubbi sulle cause di quell'eccesso di decessi, che secondo noi non dovrebbero essere dovuti ad Omicron ma a qualche altra causa.
Ripetiamo che secondo noi ci dovrebbe essere in circolazione un altro agente patogeno molto letale: potrebbe essere quello che in Sicilia ha sterminato un'intera famiglia di 6 persone in un mese (cosa che riteniamo non verosimile con il virus Omicron, che a differenza delle altre varianti del Sars-CoV-2, sembra attacchi meno le vie respiratorie profonde).
Non possiamo che confermare percio' i dubbi ed i timori gia' espressi nei giorni scorsi sulla causa di questo eccesso di decessi a cui stiamo assistendo dal 10 gennaio.

QUANTO E' UTILE IL GREEN-PASS? (5 febbraio 2022)
Le persone NON vaccinate subiscono contagi sia dalle persone contagiose non vaccinate (che diffondono contagi per 20 giorni) ma anche da quelle vaccinate che diffondono contagi solo per un paio di giorni (poi guariscono) pero' sono molte di piu' (stimiamo che ora in Italia, con le vaccinazioni al 90%, le persone immunizzate siano 10 volte piu' numerose di quelle non immunizzate).
Quindi i vaccinati diffondono il contagio per un decimo del tempo ma sono 10 volte di piu', per cui se le cariche virali disperse nell'ambiente fossero le stesse vaccinati e non vaccinati contagierebbero il prossimo nello stesso modo.
Applicare restrizioni (con il green-pass) alle sole persone non vacinate dimezzerebbe allora la diffusione dei contagi da parte di quelle attivita' precluse a chi non ha il green-pass (in realta' la riduzione dovrebbe essere maggiore, perche' ci aspettiamo che le cariche virali emesse dalle persone vaccinate infette siano minori).
Gli incrementi di contagi persistenti per 20 giorni, che permangono e si accumulano dopo ognuno dei numerosi apporti di contagi prodotti dalle attivita' umane aperte e che sono molto bene evidenziati dai numerosi picchi effimeri presenti nella curva dei contagi, sono proporzionali alla percentuale di persone NON immunizzate. Pertanto la massima priorita' dev'essere data alla riduzione al minimo del numero di persone non vaccinate.
Le restrizioni connesse al green-pass certamente possono fornire un aiuto a raggiungere questo obiettivo.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (4 febbraio 2022)
Il dato dei contagi di oggi in Piemonte, e' sceso al livello di 15.6% ed e' disegnato a destra nel grafico della quinta ondata e nell'altro grafico degli stessi dati con la curva interpolata (linea viola).
Il dato mostra che il picco precedente, largo da 2 a 4 giorni, era un picco effimero di contagi di persone immunizzate, conseguente ad attivita' umane generatrici di contagi, che percio' non viene disegnato con la linea viola che rappresenta la quinta ondata e che coinvolge solo i non immunizzati.
Conseguentemente non c'e' l'inizio di un terzo picco e la curva della quinta ondata rimane con i due picchi mostrati dalla linea viola nel curva interpolata
Siccome ogni picco effimero lascia in eredita' un incremento di contagi che dura per 20 giorni circa (quello dei contagiati non immunizzati) la discesa della curva delle quinta ondata potrebbe tendere a rimanere sopra alla linea rossa del triangolo che rappresenta il secondo picco (in forma stilizzata) nel grafico analizzato.
E cosi' accadra' anche per tutti i successivi picchi effimeri, per cui se fossero troppi per un eccesso di riaperture la curva della quinta ondata potrebbe anche NON scendere, almeno fino alla fine del freddo invernale.
Conseguentemente si correrebbe il rischio che anche i decessi rimangano a livelli cosi' alti fino ad aprile.
Non stiamo registrando i capricci della pandemia ma i capricci degli umani, perche' se non ci fossero altri apporti di contagi prodotti dagli umani la curva dei contagi in un mese circa scenderebbe (per il continuo arrivo delle guarigioni dei contagiati) fino al livello di fondo degli asintomatici, che e' sotto l'1% e la media dei decessi giornalieri scenderebbe fino a 15, valore che resterebbe da quel momento in poi (ora sono 433).
Chi ne fa le spese sono soprattutto le persone NON vaccinate, che subiscono contagi sia dalle persone contagiose non vaccinate (che diffondono contagi per 20 giorni) ma anche da quelle vaccinate che diffondono contagi solo per un paio di giorni (poi guariscono) pero' sono molte di piu' (stimiamo che ora in Italia le persone immunizzate siano 10 volte piu' numerose di quelle non immunizzate).

RIAPERTURE: Tutto questo contrasta con l'idea prevalente del momento, che chiede di ridurre le restrizioni perche' la curva dei contagi ha iniziato una discesa ormai ritenuta irreversibile.
E' giusto pero' non essere pessimisti per cui ben venga una sequenza di graduali riaperture.
Il fatto che un'aumento della produzione dei contagi da parte delle attivita' umane riaperte possa ridurre la discesa o addirittura far crescere in modo persistente la curva, obbliga pero' a vincolare le riaperture agli effetti prodotti sulla curva dei contagi, che deve assumere a questo punto un ruolo di controllo (feed-back) sul buon andamento delle riaperture.
La direttiva inderogabile dev'essere quella di mantenere ad ogni costo una pendenza media minima di discesa settimanale accettabile (che e' un fatto per nulla scontato, a differenza di quanto si crede, soprattutto con temperature invernali), a costo di revocare alcune riaperture.
Cio' finche' la curva dei contagi non e' scesa a livelli sotto al 6% o la temperatura media diurna non e' salita sopra ai 15 gradi Celsius.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 433, che e' stato graficato a destra, e' ancora molto alto.
La struttura a due picchi del grafico dei contagi si sta riflettendo anche sulla curva dei decessi con un ritardo che anche per Omicron pensiamo sia di circa 12 giorni. Questo sta portando ad un terzo picco nella curva dei decessi che abbiamo iniziato a disegnare nel grafico interpolato , in cui rimane un punto interrogativo ad indicare i nostri dubbi sulle cause di quell'eccesso di decessi, che secondo noi non dovrebbero essere dovuti ad Omicron ma a qualche altra causa.
Ci dovrebbe essere in circolazione un altro agente patogeno molto letale: potrebbe essere quello che in Sicilia ha sterminato un'intera famiglia di 5 persone in un mese (cosa che riteniamo non verosimile con il virus Omicron, che a differenza delle altre varianti del Sars-CoV-2, sembra attacchi meno le vie respiratorie profonde).
Non possiamo che confermare percio' i dubbi ed i timori gia' espressi nei giorni scorsi sulla causa di questo eccesso di decessi a cui stiamo assistendo dal 10 gennaio.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (3 febbraio 2022)
Il dato dei contagi di oggi in Piemonte, e' salito al livello di 17.1% ed e' disegnato a destra nel grafico della quinta ondata e nell'altro grafico degli stessi dati con la curva interpolata (linea viola).
Il dato mostra una risalita che potrebbe anche non essere quella tipica e stretta (da 2 a 4 giorni) di un picco effimero di contagi di persone immunizzate, perche' potrebbe essere anche l'inizio di una sovrapposizione di due o piu' picchi effimeri, conseguenti ad attivita' umane ripetute, generatrici di contagi e quindi potrebbe anche formare un terzo picco dell'ondata, che pero' e' troppo presto per disegnare con la linea viola che rappresenta la quinta ondata.
I dati dei prossimi 2 giorni ci diranno cosa sta succedendo.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 414, che e' stato graficato a destra, e' ancora molto alto.
La struttura a due picchi del grafico dei contagi si sta riflettendo anche sulla curva dei decessi con un ritardo che anche per Omicron pensiamo sia di circa 12 giorni. Questo sta portando ad un terzo picco nella curva dei decessi che abbiamo iniziato a disegnare nel grafico interpolato , in cui rimane un punto interrogativo ad indicare i nostri dubbi sulle cause di quell'eccesso di decessi, che non dovrebbero essere dovuti ad Omicron ma a qualche altra causa.
Non possiamo che confermare percio' i dubbi ed i timori gia' espressi nei giorni scorsi.

LEZIONE 63: I PICCHI EFFIMERI (3 febbraio 2022)
Vai a:   Lezione 62   ,   Lezione 64
Con tante attivita' umane aperte e' normale che compaiano abbastanza frequentemente questi picchi, dovuti ai contagi di persone immunizzate e per questo di breve durata (solo da 2 a 4 giorni).
Attualmente questi picchi sono molto vistosi perche' la percentuale di persone vaccinate e' alta. Essi non producono danni sanitari di rilievo alle persone infettate (vaccinate) ma possono contribuire a diffondere i contagi, perche' anche se la loro infezione dura poco, sono pero' molto numerosi quando i vaccinati sono tanti (restano infetti per 1/10 del tempo ma sono 10 volte piu' numerosi dei non immunizzati).
I contagi avvenuti in conseguenza di queste attivita' umane aperte ovviamente coinvolgono pero' anche le persone non immunizzate (che sono solo un decimo circa ora in Italia) e purtroppo questi contagiati (non vaccinati) non scompaiono in un paio di giorni ma in 20.
Per questo al termine di ogni picco effimero rimane per 20 giorni un incremento di contagi di ampiezza pari a circa 1/10 del picco.
Il problema e' che, se questi picchi sono molti, questi incrementi di contagi dovuti ad alcune particolari attivita' umane ed alla presenza delle persone non immunizzate (quindi non vaccinate), rallentano la discesa della curva dei contagi e se sono troppi possono anche farla risalire.
E' il prezzo che si paga per mantenere tante attivita' umane aperte. La programmazione futura delle riaperture non puo' percio' prescindere dall'andamento della curva dei contagi.
Le azioni da intraprendere per poter aumentare le riaperture sono principalmente due:
  1. Bisogna ridurre il numero di persone NON vaccinate perche', da quanto detto, sono loro i responsabili degli incrementi (permanenti per 20 giorni) nella curva dei contagi: meno sono e piu' piccoli sono gli incrementi di contagi (quasi tutti asintomatici, per cui loro neanche se ne accorgono pero' il fatto che circolano restando contagiosi per 20 giorni costituisce una minaccia per gli altri, anche se loro non lo sanno perche' sono asintomatici).
  2. Bisogna individuare quali sono le attivita' maggiori produttrici di contagi, regione per regione, per sottoporle a maggiori controlli e limitazioni.
Questo e' un esempio dei motivi che mi spingono a continuare questo lavoro: sono convinto che la maggior parte delle persone in Italia ed all'estero non hanno ancora compreso la natura dei picchi effimeri e la loro importanza per le informazioni utili che possono fornirci (non sono oscillazioni casuali dei dati ma contengono informazioni molto importanti, che sto cercando di mettere in evidenza).

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (2 febbraio 2022)
Il dato dei contagi di oggi in Piemonte, e' salito al livello di 15.6% ed e' disegnato a destra nel grafico della quinta ondata e nell'altro grafico degli stessi dati con la curva interpolata (linea viola).
Il dato mostra una risalita tipica di un picco effimero di contagi di persone immunizzate, che scendera' in un paio di giorni.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 395, che e' stato graficato a destra, e' ancora molto alto.
La struttura a due picchi (per ora) del grafico dei contagi si riflette anche sulla curva dei decessi con un ritardo che anche per Omicron pensiamo sia di circa 12 giorni.
Il grafico interpolato rimane con un punto interrogativo disegnato, che sta ad indicare i nostri dubbi sulle cause di quell'eccesso di decessi, che non dovrebbero essere dovuti ad Omicron ma a qualche altra causa.
Non possiamo che confermare percio' i dubbi ed i timori gia' espressi nei giorni scorsi.

PERCHE' LA QUINTA ONDATA E' COSI' LETALE? (2 febbraio 2022)
Facciamo il seguente confronto tra i dati delle ultime tre ondate (misure prese campionando su 7 giorni):
  • TERZA ONDATA: Nella sua coda, come si puo' vedere all'inizio della nostra TABELLA a maggio 2021 , quando i contagi erano intorno al 5.5% i decessi, 18 giorni dopo, erano intorno ai 70 al giorno, pari a 13 decessi ogni 1% di contagi.
  • QUARTA ONDATA: Come si puo' vedere nella TABELLA ad agosto 2021 , il cui picco dei contagi e' arrivato al 5.6% (variante Delta), i decessi 18 giorni dopo, erano intorno ai 62 al giorno, pari a 11 decessi ogni 1% di contagi.
  • QUINTA ONDATA: In questa ondata, con la variante Omicron che dovrebbe essere meno letale a quanto si dice, con il picco dei contagi che e' arrivato al 16% (primo picco) o 18% (secondo picco), mediando 16.7%, i decessi sono arrivati 12 giorni dopo a 336 al giorno, pari a 20 decessi ogni 1% di contagi, come si puo' vedere nella TABELLA a gennaio 2022.
Riepilogando:
    ONDATA             LINK TABELLA     CONTAGI             DECESSI         DECESSI / 1% di CONTAGI
Terza ondata (coda)   maggio 2021       5.5% (Delta)             70 (18 giorni dopo)               13
  Quarta ondata         agosto 2021       5.6% (Delta)             62 (18 giorni dopo)                 11
  Quinta ondata         gennaio 2022     16.7% (Omicron)       336 (12 giorni dopo)               20

Se ne deduce che, per ogni 1% di contagi, dai 12 decessi al giorno della variante Delta si e' passati ora ai 20 decessi al giorno con la variante Omicron (il 66% di mortalita' in piu').
Allora i casi sono due:
  1. la variante Omicron ha una mortalita' nettamente maggiore (il 66% in piu') rispetto alla variante Delta (ma questo si sarebbe dovuto gia' scoprire prima, mentre e' stato affermato il contrario),
  2. oppure i morti attuali sono dovuti ad un altro agente patogeno, diverso da Omicron, che potrebbe essere capace di entrare in sinergia con Omicron, approfittando della riduzione delle difese immunitarie impegnate per contrastare l'infezione di Omicron.
Qui' la competenza per risolvere il problema passa a medici ed immunologi: non dovrebbe essere molto difficile scoprire la vera causa di morte in tutti questi decessi che abbiamo ora (pensiamo noi), molti dei quali potrebbero essere dovuti ad Omicron solo indirettamente.
Continuando a ragionare in modo matematicamente non rigoroso, siccome il numero complessivo di malati gravi e quindi anche di decessi e' proporzionale al numero di persone infettate cioe' all'area dei picchi della linea viola nella curva interpolata della quinta ondata, si puo' valutare che, integrando per la durata dei contagi Omicron (cioe' sui prossimi 20 giorni), il numero di decessi dovuti all'area del secondo picco e' confrontabile a quello del primo picco.
Questo da una misura del danno fatto dall'apporto dei contagi prodotti dalle attivita' umane in quei soli quattro giorni fatali (dal 24 al 27 gennaio) in cui la curva e' salita dal 14% al 22.8% (il 24 gennaio c'e' anche stato quel dato che abbiamo giudicato errato perche' troppo alto, al 40% per un solo giorno).
Tutti dovremmo meditare molto su queste osservazioni.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (1 febbraio 2022)
Il dato dei contagi di oggi in Piemonte, e' sceso al livello di 12.9% ed e' disegnato a destra nel grafico della quinta ondata e nell'altro grafico degli stessi dati con la curva interpolata (linea viola).
Il dato conferma la discesa della curva dal secondo picco al 18% circa, le cui cause sono ancora incerte, tutte da scoprire.
E' un'ottima notizia che conferma pure la conclusione dell'evento che ha prodotto cosi' tanti contagi da creare un secondo picco.
Conferma anche che la riapertura delle scuole non c'emtra perche' la curva scende mentre le scuole sono aperte.
Confermiamo anche l'analisi fatta con il grafico di ieri.
E' un enigma da risolvere l'origine di questo secondo picco. Le autorita' del Piemonte sicuramente hanno piu' informazioni di noi per capire cosa e' successo in quei 4 giorni (dal 24 al 27 gennaio) in cui la curva e' salita dal 14% al 22.8% (il 24 gennaio c'e' anche stato quel dato che abbiamo giudicato errato perche' altissimo, al 40% per un solo giorno).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 427, che e' stato graficato a destra, e' molto alto perche' probabilmente include i decessi che mancavano al dato di domenica: se trasferiamo 100 decessi dal dato odierno a quello di domenica vediamo che la media dei 3 giorni risulta simile a tutti i dati precedenti
Con questa correzione i decessi del periodo risultano intorno ai 350 decessi in lenta diminuzione dal picco di 468, registrato il 25 gennaio.
Il grafico interpolato rimane con un punto interrogativo disegnato, che sta ad indicare i nostri dubbi sulle cause di quell'eccesso di decessi, che non dovrebbero essere dovuti ad Omicron ma a qualche altra causa.
Non possiamo che confermare percio' i dubbi ed i timori gia' espressi nei giorni scorsi.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (31 gennaio 2022)
Il dato dei contagi di oggi in Piemonte, e' sceso al livello di 16.1% ed e' disegnato a destra nel grafico della quinta ondata e nell'altro grafico degli stessi dati con la curva interpolata (linea viola).
Il dato conferma l'ipotesi di un secondo picco al 18% circa, le cui cause sono ancora incerte, tutte da scoprire.
E' un secondo picco della quinta ondata perche' il quarto punto in sostanziale discesa esclude che sia dovuto ai contagi di persone immunizzate, che pure ci sono ma c'e' anche la discesa della quinta ondata (linea viola).
Un secondo picco, cosi' pronunciato (dal 14% al 22.8%) e della larghezza di circa una settimana, e' una cosa molto grave, che testimonia della presenza di una produzione di contagi molto ingente in Piemonte, durata per circa mezza settimana (la salita dal 14% al 22.8% nei giorni 24, 25, 26 e 27 gennaio) ed ormai conclusa.
La conseguenza di tutti questi apporti di contagi da parte delle attivita' umane, che si sono susseguiti in quei 4 giorni, e' stata la comparsa di tanti piccoli incrementi "a gradino" nella curva, perche' le persone contagiate, che sono quelle non immunizzate non essendo questo un picco "effimero" che sparisce in 2 giorni, restano positive per 20 giorni circa.
La convoluzione di tutti i "gradini" (rettangolini larghi 20 giorni) e delle guarigioni dopo 20 giorni formano il triangolo rosso che in forma stilizzata rappresenta il picco prodotto da questi apporti di contagi susseguitisi in quei 4 giorni (il secondo picco, quello a destra in figura).
Il risultato complessivo sulla quinta ondata e' l'apporto di contagi evidenziato nel grafico seguente:


Il secondo picco di Omicron ha portato incrementi di contagi e conseguentemente anche di ricoveri e decessi, pari alla differenza tra le ordinate dei due triangoli rossi, che rappresentano i due picchi stilizzati. E' un effetto ENORME (come si puo' misurara in figura) che si protrarra' per 20 giorni, quanto la durata della positivita' delle persone contagiate da Omicron.
Altri apporti di contagi come questi (cioe' altri picchi come il secondo) potrebbero continuare ad arrivare se nulla cambia, e la curva potrebbe ritardare di molto la sua discesa o addirittura risalire (speriamo di no), come accadde nel 2021 in Gran Bretagna (curva verde UK nel grafico dei Paesi del centro Europa ). Cio' mentre da molte parti in Italia si chiede un allentamento delle misure di contenimento dei contagi per un'epidemia ormai "chiaramente" in fase calante, si afferma.
Il primo picco e' stato prodotto dall'eccesso di contagi prodotti dalle vacanze di fine anno ma questo secondo picco, che e' cominciato dopo la fine del primo, da cosa e' stato prodotto?
Non dal fato o dal caso ma sicuramente da attivita' umane nelle quali si presta troppo poca attenzione alle misure di prevenzione. Se si devono usare ancora le mascherine, oltre a tutte le altre restrizioni, e' colpa proprio di queste attivita' e di chi le compie in modo irresponsabile.
E' molto importante scoprire quali attivita' sono, non solo perche' di contagi ne hanno prodotti proprio tanti e potrebbero ripetersi di nuovo ma soprattutto perche' cosi' si puo' capire come crescono le ondate epidemiche e cosa bisogna fare per contenerle.
Terminiamo precisando che e' da noi confermata l'analisi fatta con il grafico presentato nella Lezione 62 del 17 gennaio, dove sono indicate le festivita' causa degli incrementi di contagi e sono evidenziati nella linea viola gli effetti prodotti sulla curva. Mancano le indicazioni per il secondo picco: speriamo di poterle individuare presto.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 349, che e' stato graficato a destra, e' tornato piu' simile ai valori precedenti, a conferma che il dato di ieri, domenica, era anomalo, come molti altri "dati della domenica", che troppo spesso hanno registrato i decessi solo in modo parziale. Probabilmente la cosa piu' giusta da fare sara' quella di mediarlo con i due dati contigui (perche' i decessi non scompaiono).
Il grafico interpolato rimane con un punto interrogativo disegnato, che sta ad indicare i nostri dubbi sulle cause di quell'eccesso di decessi, che non dovrebbero essere dovuti ad Omicron ma a qualche altra causa.
Non possiamo che confermare percio' i dubbi ed i timori gia' espressi nei giorni scorsi.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (30 gennaio 2022)
Il dato dei contagi di oggi in Piemonte, e' abbastanza stabile, al livello di 18.9% ed e' disegnato a destra nel grafico della quinta ondata e nell'altro grafico degli stessi dati con la curva interpolata (linea viola).
Il dato conferma per ora l'ipotesi di un secondo picco al 18% circa, le cui cause sono ancora incerte, tutte da scoprire.
Il primo picco e' stato prodotto dall'eccesso di contagi prodotti dalle vacanze di fine anno ma il secondo picco, che e' cominciato dopo la fine del primo, da cosa viene prodotto? Non dal fato o dal caso ma sicuramente da attivita' umane nelle quali si presta troppo poca attenzione alle misure di prevenzione.
E' molto importante scoprire quali attivita' sono, perche' di contagi ne producono proprio tanti.
Terminiamo precisando che e' da noi confermata l'analisi fatta con il grafico presentato nella Lezione 62 del 17 gennaio, dove sono indicate le festivita' causa degli incrementi di contagi e sono evidenziati nella linea viola gli effetti prodotti sulla curva. Mancano le indicazioni per il secondo picco: speriamo di poterle individuare presto.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 235, che e' stato graficato a destra, da noi e' giudicato troppo basso e forse anomalo, come molti altri "dati della domenica", che troppo spesso hanno registrato i decessi solo in modo parziale.
Il grafico interpolato rimane percio' invariato, con un punto interrogativo disegnato che sta ad indicare i nostri dubbi sulle cause di quell'eccesso di decessi, che non dovrebbero essere dovuti ad Omicron ma a qualche altra causa.
Non possiamo che confermare percio' i dubbi ed i timori gia' espressi nei giorni scorsi.

RIFLESSIONI SULLA SITUAZIONE ATTUALE (30 gennaio 2022)
Noi siamo interessati a scoprire le cause dei fenomeni che osserviamo, perche' conoscendone le cause si hanno piu' possibilita di controllarli.
I due picchi possibili nel grafico della quinta ondata in Piemonte, interpolato con una linea viola, costituiscono un importante problema ancora da comprendere pienamente.
Questa riflessione avviene "a caldo", quando i dati in discesa che ci inducono ad identificare un secondo picco sono solo due.
La risalita cosi' repentina dopo il primo picco, prodotto dalle festivita' di fine anno, non trattandosi di un picco effimero, largo solo 2 o 3 giorni, dovuto ai contagi delle persone immunizzate ci ha fatto temere il 27 gennaio la partenza della crescita esponenziale inarrestabile dell'epidemia degli asintomatici, cioe' al superamento della soglia critica, che sarebbe stata un'eventualita' veramente catastrofica.
Questa eventualita' sembra ora scongiurata dalla decrescita dei dati degli ultimi 2 giorni (la crescita esponenziale, una volta partita con decisione, non retrocede).
Pensiamo quindi di essere di fronte ad un secondo picco, che e' invero una cosa molto sorprendente perche' dovrebbe corrispondere ad una nuova produzione di contagi da parte delle attivita' umane cosi' grande da essere paragonabile a tutta quella delle festivita' di fine anno.
Questo perche' l'ampiezza dei due picchi indica per ora che potrebbero anche essere confrontabili.
L'unica causa di una tale produzione cosi' massiccia di contagi a cui possiamo pensare e' la riapertura delle scuole in presenza.
Vediamo se l'andamento della curva puo' essere compatibile con questa ipotesi:
  1. Il livello dei contagiati ha cominciato a diminuire dopo l'ultimo dato alto del 10 gennaio (il lunedi' che riportava l'effetto dei contagi di domenica 9, ultimo giorno del ponte dell'Epifania), con la curva salita al 19%
  2. E' poi cominciata una lenta discesa fino al 12% per il ridotto apporto di nuovi contagi, fino al 20 gennaio.
  3. Dal 20 gennaio, salvo un piccolo pianerottolo al 14%, la curva ha ripreso a salire ed e' arrivata al secondo picco, da noi stimato al 18%, perche' non consideriamo facenti parte della quinta ondata i picchi effimeri dei contagi degli immunizzati (che svaniscono in un paio di giorni).
    Il 20 gennaio e' iniziata la risalita del secondo picco: quindi ci attendiamo una risalita dei decessi 12 giorni dopo, il 1 febbraio (e' normale che prima di allora i decessi siano in diminuzione, come erano in diminuzione i contagi sulla discesa dal primo picco).
  4. Gli ultimi due punti, di ieri e di oggi, sono in discesa a confortarci che non e' stata superata la soglia critica e che il precedente punto alto al 22.8% era un picco effimero di contagi di persone immunizzate.
    Questo livello al 18% potrebbe essere il secondo picco, se anche i dati dei prossimi giorni tenderanno a scendere.
L'inizio della risalita del secondo picco, ritardata nel tempo dai punti in discesa del primo picco, ricondurrebbe l'inizio di questa risalita ad una settimana dopo il 10 gennaio, data da noi presunta di riapertura delle scuole. Questi 7 giorni di ritardo non ci consentono di indicare le scuole come causa della risalita dei contagi che ha prodotto il secondo picco, a meno che la riapertura delle scuole in Piemonte non sia avvenuta con gradualita' (non lo sappiamo).
L'ulteriore discesa dei dati nei prossimi giorni sarebbe un altro importante indizio per escludere la riapertura delle scuole in presenza, come causa del massiccio afflusso di contagi che ha creato nella curva questo secondo picco (cio' perche' le scuole continuano ad essere aperte).
Noi per ora, potendo solo indagare le tracce lasciate dalla pandemia che sono le curve dei contagi, non riusciamo ancora a trovare altre cause che possano produrre cosi' tanti contagi in Piemonte, da giustificare un secondo picco cosi' vistoso nel grafico della quinta ondata.
Il nostro lavoro su questo argomento pertanto continua.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (29 gennaio 2022)
Pericolo scampato! Rimangono aperti un sacco di problemi da capire ma almeno e' scongiurato lo scenario apocalittico della crescita esponenziale incontrollata dell'epidemia degli asintomatici (l'avevamo detto che si sarebbe chiarito in un paio di giorni).
Riteniamo comunque molto istruttivo aver paventato quello scenario estremo per rendere tutti edotti dei rischi che stiamo correndo.
Il dato dei contagi di oggi, e' sceso al livello di 18.4% ed e' stato possibile disegnarlo nel grafico della quinta ondata e nell'altro grafico degli stessi dati con la curva interpolata.
Da quest'ultimo grafico si vede chiaramente il primo picco al 16%, intorno al 6 gennaio, da cui la curva aveva iniziato la discesa (perche' essendo finito l'apporto dei contagi prodotti durante le festivita', erano diventate prevalenti le guarigioni dei contagiati di 20 giorni prima).
Pero' poi e' intervenuto un altro fenomeno per noi ancora misterioso, che ha apportato cosi' tanti nuovi contagi da far salire la curva fino a farla arrivare ad un secondo picco, quello attuale, probabilmente intorno al 18%, tre settimane dopo il primo picco.
I dati piu' alti, come al solito, sono dovuti ai contagi delle persone immunizzate, che sono piu' del 90% e che ritornano negative al test in un paio di giorni: nell'interpolazione con la linea viola percio' non li consideriamo come parte della quinta ondata.
Ora SE la curva continuera' a scendere sotto al 18% vuol dire che quest'altro fenomeno misterioso, causa di cosi' tanti contagi, e' in fase di conclusione (in questo caso non puo' essere la riapertura delle scuole in presenza, che sta continuando).
Per ora non sappiamo che altro dire. Abbiamo bisogno di un po' di tempo per metabolizzare queste nuove informazioni e capirne un po' di piu'.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 377, uguale a quello di ieri, e' stato graficato a destra ed e' ancora altissimo.
Il grafico interpolato rimane sostanzialmente invariato, con un punto interrogativo disegnato che sta ad indicare i nostri dubbi sulle cause di quell'eccesso di decessi, che non dovrebbero essere dovuti ad Omicron ma a qualche altra causa.
Non possiamo che confermare percio' i dubbi ed i timori gia' espressi nei giorni scorsi, anche se i due dati di oggi e di ieri sono scesi un po'.

NOTIZIE SBAGLIATE (29 gennaio 2022)
Il giornale Avvenire titola oggi: "Meno ricoveri e casi. L'ondata ora e' in calo". Altri titolano: "L'epidemia frena" e quasi tutti forniscono notizie in questo senso.
Sono titoli di buon augurio ma non veritieri per il solito errore che commettono quasi tutti: i dati sui ricoveri e decessi si riferiscono sempre ai contagi avvenuti nel passato (da 7 a 12 giorni prima), non a quelli odierni e quindi allo stato odierno dell'ondata dei contagi cioe' dell'epidemia.
In Piemonte 12 giorni fa i contagiati erano al 12% e 7 giorni fa al 14%.
Oggi sono al 21% cioe' sono aumentati della meta' in piu' e questo aumento ce lo troveremo tra una settimana negli ospedali.
Ricoveri e decessi ora sono in calo perche' 12 giorni fa la curva dei contagi era in discesa (dal 19% al 12%).
Ma la quinta ondata poi e' risalita (fino al 18%).
L'ondata, oggi, non e' affatto in calo ma, al contrario, e' stata in aumento, in questi giorni ed e' ancora alta (al 18%, in Piemonte).
Da ieri ad oggi i contagiati sono diminuiti un po' (da 22.9% a 20.7%) ma sono ancora tantissimi e piu' contagiati ci sono in giro e piu' contagi essi producono per tutto il tempo in cui rimangono contagiati.
Saremo piu' tranquilli se e quando scenderanno a valori sotto al 16% (le guarigioni continuano ad arrivare copiose ma i contagiati continuano a rimanere troppo numerosi ed i contagi pure altrimenti la curva scenderebbe).

AVVERTENZA: Nel discutere della pandemia bisogna fare attenzione a non commettere un errore insidioso: non si deve mai confondere contagi e contagiati.
Quello che misurano i dati che noi grafichiamo nella "curva dei contagi" e' la percentuale dei contagiati presenti nella popolazione (sia pure con tutti i limiti connessi con questo tipo di test).
I contagi che avvengono oggi e che produrranno alcuni decessi tra 12 giorni sono cosa diversa dall'ordinata della curva dei contagi di oggi (che sarebbe piu' giusto chiamare "curva dei contagiati").
Possono essere calcolati dalla derivata prima della curva, cioe' dalla differenza tra il dato di oggi e quello di ieri, una volta depurato dalla diminuzione di contagi odierni dovuta alle guarigioni del contagi avvenuti 20 giorni fa (se il virus prevalente e' Omicron), che dipendono dal numero dei contagiati di 20 giorni fa (e' un dato noto).
Se la curva dei contagi e' piatta vuol dire che i nuovi contagi prodotti sono esattamente uguali in numero alle guarigioni dei contagi avvenuti 20 giorni prima (che non e' il livello dei contagi di 20 giorni prima).

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (28 gennaio 2022)
Il dato dei contagi di oggi, e' ancora molto alto, al livello di 20.7% e non e' stato possibile disegnarlo ne' nel grafico della quinta ondata e nemmeno nell'altro grafico degli stessi dati con la curva interpolata perche' anche questo dato e' andato fuori scala in tutti i nostri grafici.
Per capire la realta' dei fatti non servono i grafici: basta osservare la tabella dei dati dove negli ultimi 6 giorni (ignorando il dato al 40% chiaramente errato): i contagi sono saliti dal 14% al 19.5%, al 18%, al 22.9% ed ora al 20.7%.
Dal 14% al 22.9% c'e' stato un incremento di quasi il 9% in soli 4 giorni!
Siccome il dato di oggi non e' stato in netto calo, riteniamo il quadro ancora allarmante.
Questi incrementi di contagi ci sembrano troppo ingenti per essere riconducibili alle attivita' umane, per cui e' ancora confermato tutto quanto abbiamo scritto ieri e stamane nel seguente commento: POSSIBILE SUPERAMENTO DELLA SOGLIA CRITICA (poco piu' avanti).
Per capire quanto e' significativa la discesa dal 22.9% al 20.7% di oggi dobbiamo tenere presente che sono sempre in atto i decrementi per le guarigioni, che sono relativi al numero di contagi avvenuti 20 giorni fa (se si tratta di Omicron), che non sono dati dall'ordinata della curva di 20 giorni fa ma dalla sua derivata prima (cioe' dalla variazione da un giorno al successivo ovvero dalla pendenza della curva). Possono essere calcolati numericamente ma a noi ci basta sapere che come numero sono in grado di creare nella curva dei contagi una discesa pari alla salita di 20 giorni fa, in assenza di altri contributi.
Nel nostro caso i contributi in salita ci sono ma anche se sono importanti puo' anche accadere un modesto calo di contagi tra due giorni consecutivi, come quello che si e' verificato oggi.
E' chiaro che se e' in atto la crescita esponenziale dei contagi prodotti dall'epidemia degli asintomatici non e' possibile che questo calo di contagi, anche se modesto, si verifichi anche domani. Staremo a vedere, per capire cosa sta facendo questa pandemia.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 378, che e' stato graficato a destra, e' ancora altissimo.
Il grafico interpolato rimane sostanzialmente invariato, con un punto interrogativo disegnato che sta ad indicare i nostri dubbi sulle cause di quell'eccesso di decessi, che non dovrebbero essere dovuti ad Omicron ma a qualche altra causa.
Non possiamo che confermare percio' i dubbi ed i timori gia' espressi nei giorni scorsi, anche se il dato di oggi e' sceso un po'.
Nel commento che segue abbiamo avanzato una possibile spiegazione, ipotizzando che siano quasi tutti decessi causati dalla variante Delta, presente nell'epidemia degli asintomatici in forte espansione.

POSSIBILE SUPERAMENTO DELLA SOGLIA CRITICA (primo annuncio) (27 gennaio 2022)
Il notevole incremento di contagi e decessi a cui stiamo assistendo crediamo possa essere (ma non e' ancora certo, sia chiaro) il paventato inizio della crescita esponenziale dei contagi degli asintomatici, prevista dal nostro modello a soglia e che si verifica quando il valor medio del parametro Rt dell'epidemia degli asintomatici supera 1 (cioe' quando un asintomatico riesce ad infettare mediamente piu' di un'altra persona). Nel qual caso i dati che stiamo aspettando domani e quelli di dopodomani non calerebbero (come accade per i soliti picchi stretti dei contagi degli immunizzati) ma crescerebbero ancora di piu'.
Dobbiamo essere espliciti: sarebbe una tragedia, perche' sarebbe una crescita non piu' controllabile con le zone colorate o altre possibili restrizioni (perche' indipendente dalle attivita' umane), che procederebbe fino ad aver infettato tutta la popolazione infettabile, con ricoveri e decessi che crescono proporzionalmente ai contagi, solo con un po' di ritardo.
L'unico modo per bloccare questa crescita sarebbe un lockdown generale per circa 20 giorni (il tempo di guarigione di Omicron).
Il nostro modello a soglia non puo' dimostrare che questa pandemia si comporta proprio cosi' (perche' e' solo un modello, non una teoria), ma con esso, cercando di spiegare tutti gli aspetti della pandemia, abbiamo fornito una spiegazione anche di questo comportamento particolare ed estremo di questa pandemia, seguendo deduzioni logiche a partire dai dati reali.
L'esempio piu' significativo, che abbiamo riportato piu' volte in questo la lavoro, e' stato il grafico della pandemia in Russia nel 2021 (sono dati reali, non e' una congettura od un modello), in cui abbiamo evidenziato con una curva bianca quello che secondo noi e' stato l'effetto della crescita esponenziale dell'epidemia degli asintomatici (quello che si vede in figura e' l'effetto della crescita del fondo degli asintomatici): il fenomeno quindi ESISTE e noi crediamo di averne fornito una spiegazione piu' che convincente.
E' un effetto di cui solo noi abbiamo parlato, questo dell'esplosione dell'epidemia parallela ed invisibile degli asintomatici, ed e' quello che ci ha suggerito il nome del modello, perche' e' un effetto a soglia, che ora noi italiani potremmo aver superato.
Di questo fenomeno ne abbiamo parlato piu' volte, anche recentemente nella Lezione 52.
Ovviamente ci auguriamo che non accada mai da noi e finora ne eravamo pienamente convinti per l'alto numero di vaccinazioni fatte in Italia.
Ma in effetti l'epidemia puo' procedere come se le vaccinazioni non esistessero, aggredendo la popolazione NON vaccinata, se e' sufficientemente numerosa e da noi purtroppo ancora lo e', secondo noi.
Come si vede nel grafico della pandemia in Russia nel 2021 i decessi giornalieri in quel momento in Russia erano 1114 (ad ottobre 2021) su una popolazione di 144 milioni di persone (poco vaccinate) con virus che probabilmente era Delta (piu' letale di Omicron).
Scalando questi decessi ai 60 milioni di italiani il dato equivalente sarebbe di 464 decessi giornalieri, che sono quasi quelli che abbiamo adesso in Italia (pero' con Omicron, che non e' cosi' letale a quanto ne sappiamo).
Questo potrebbe significare che l'apporto aggiuntivo alla produzione di contagi da parte dell'epidemia degli asintomatici non sta iniziando adesso ma e' gia' in atto da alcuni giorni, probabilmente dall'11 gennaio.
In effetti la curva esponenziale non parte "a razzo" ma decolla lentamente in modo pressoche' lineare con coefficiente angolare piccolo, come si vede nel caso della linea bianca in figura ed e' quindi normale che noi ci accorgiamo della sua presenza solo quando il coefficiente angolare aumenta (e cosi' anche contagi e decessi), nel nostro caso dopo un paio di settimane.
Questo fatto spiegherebbe anche l'eccesso di decessi a cui stiamo assistendo perche' l'epidemia degli asintomatici e' resa possibile dal lungo tempo di guarigione e Delta con i suoi 30 giorni e' prevalente su Omicron che ha un tempo di guarigione piu' breve (20 giorni circa) e quindi l'epidemia degli asintomatici dovrebbe essere composta prevalemtemente da gente infettata dalla variante Delta.
Se questa deduzione e' corretta allora la causa dell'eccesso di decessi che stiamo vedendo da un paio di settimane e' dovuta alla variante Delta (Omicron non c'entrerebbe, come ci aspettavamo).
Sono a questo punto importantissimi i dati di domani e dopodomani, per capire qual'e' la situazione attuale di questa quinta ondata in Piemonte (ed in Italia), cioe' se e' vero che c'e' in atto una crescita esponenziale dell'epidemia degli asintomatici, contagiati dalla variante Delta.
Basterebbe che domani o dopodomani i dati scendano in modo significativo, perche' l'ipotesi della crescita esponenziale dell'epidemia degli asintomatici decada. Allora bisognerebbe pero' trovare un'altra spiegazione ai dati eccessivamente alti dei giorni scorsi.
Se le nostre deduzioni fossero vere, SI SPIEGHEREBBE TUTTO (i dati cosi' alti ed in crescita sia dei contagi che dei decessi).
Un controllo facile e rapido per vedere se sono vere potrebbe essere fatto con i tamponi sui deceduti: se risultassero tutti infettati dalla variante Delta, sarebbe un ottimo indizio che sta crescendo la sua presenza nel Paese e secondo noi l'origine piu' probabile di questa crescita sarebbe nell'epidemia degli asintomatici (per il tempo di guarigione piu' lungo di Delta rispetto ad Omicron).
Si potrebbe cosi' avere un riscontro della crescita dell'epidemia degli asintomatici, che e' l'indizio principale del superamento della soglia critica e dell'inizio della crescita esponenziale dei contagi prodotti dall'epidemia degli asintomatici.
Per essere piu' chiari, vorrebbe dire in tal caso che l'andamento della pandemia in Italia sta cominciando adesso ad essere come quello della Russia nel 2021, con la nostra linea bianca che sta cominciando a salire dall'11 gennaio 2022 in poi.
In analogia con il grafico della Russia, abbiamo disegnato nel nostro grafico interpolato seguente anche una linea bianca ad indicare (solo qualitativamente) il possibile contributo ai contagi, crescente esponenzialmente, nella quinta ondata, ovviamente nel caso in cui la nostra ipotesi fosse confermata:


Il picco di Omicron, cosi' alto e stretto per la sua elevata contagiosita', potrebbe aver creato intorno all'11 gennaio le condizioni favorevoli al superamento della soglia critica, che ora si starebbe manifestando con tutti questi vistosi incrementi di contagi e decessi (sarebbero quelli nell'ultimo tratto a destra della curva, crescente dal 20 gennaio in poi).
In questo caso anche i decessi sarebbero dovuti alla Delta e non ad Omicron ed anche l'andamento dei decessi, cosi' alti, verrebbe cosi' spiegato.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (27 gennaio 2022)
Il dato dei contagi di oggi, e' molto alto, al livello di 22.8% ed e' l'ultimo a destra nel grafico della quinta ondata e nell'altro grafico degli stessi dati con la curva interpolata.
Questo dato e' andato fuori scala in tutti i nostri grafici.
Per capire la realta' dei fatti non servono i grafici: basta osservare la tabella dei dati dove negli ultimi 5 giorni (ignorando il dato al 40% chiaramente errato): i contagi sono saliti dal 14% al 19.5%, al 18% ed ora al 22.9%.
Dal 14% al 22.9% c'e' stato un incremento di quasi il 9% in soli 4 giorni!
Se il dato di oggi e' vero, il quadro e' molto piu' che allarmante.
Questo incremento di contagi ci sembra troppo ingente per essere riconducibile alle attivita' umane.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 389, che e' stato graficato a destra, e' ancora altissimo.
Il grafico interpolato rimane sostanzialmente invariato, con un punto interrogativo disegnato che sta ad indicare i nostri dubbi sulle cause di quell'eccesso di decessi, che non dovrebbero essere dovuti ad Omicron ma a qualche altra causa.
Non possiamo che confermare percio' i dubbi ed i timori gia' espressi nei giorni scorsi, anche se il dato di oggi e' sceso un po'.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (26 gennaio 2022)
Il dato dei contagi di oggi, e' molto alto, al livello di 18.0% ed e' l'ultimo a destra nel grafico della quinta ondata.
Ormai e' certo che c'e' in Piemonte una produzione massiccia di contagi, che si stanno espandendo abbastanza rapidamente e che stanno impedendo alla curva interpolata di scendere, come dovrebbe.

SPIEGAZIONE DELLA CURVA: La curva sta tentando in tutti i modi di scendere ma non le viene permesso da un continuo afflusso di nuovi contagi prodotti dalle attivita' umane, malgrado la "zona arancione" che evidentemente, di fronte a produzioni cosi' ingenti, risulta un provvedimento inadeguato.
I vari "pianerottoli", che compaiono nella curva interpolata ne sono una chiara testimonianza: sono i momenti in cui gli apporti massicci di contagi si sono ridotti e la curva, non ricevendo incrementi di contagi significativi, ha mostrato un comportamento simile ad un picco che prelude all'inizio della successiva discesa. Ma subito dopo hanno ricominciato ad affluire contagi in quantita', che l'hanno portata a risalire ancora piu' in alto.
Ricordiamo che l'apporto di nuovi contagi, lasciando le persone non immunizzate positive per circa 20 giorni (tempo di guarigione di Omicron), producono quegli incrementi "a gradino" che si vedono dopo ogni "pianerottolo".
Le restrizioni servono solo ad impedire che i contagi avvengano ma una volta avvenuti la curva rimane piu' alta per 20 giorni (tempo di guarigione dei contagiati da Omicron) ed i "gradini" si accumulano uno dopo l'altro: le restrizioni non possono abbassare la curva.
Se non ci fossero stati tutti questi inconsapevoli apporti di contagi, la curva dopo il primo pianerottolo (all'8.5%) sarebbe scesa verso lo zero.
Questa interpretazione dei fatti e' pienamente consistente con tutte le spiegazioni fornite nella Lezione 62 , dove c'e' il grafico che mostra i contributi, esplicitamente disegnati nel grafico, di Delta (con picco al 2.5%, come previsto dal modello a soglia, cosi' basso grazie al 90% di vaccinati), di Omicron (con picco ulteriore all'8.5%) e degli apporti delle attivita' umane, che e' il contributo maggiore alla quinta ondata e responsabile di tutte quelle risalite dopo i "pianerottoli" della curva.
Questo e' tutto vero: dovete crederci, perche' e' cosi' che funziona questa pandemia.
Tutti i ricoveri e decessi in piu', quantificabili dall'area della curva dei contagi, sono il prezzo che abbiamo pagato e che stiamo ancora continuando a pagare per questa nostra incapacita' di controllare la produzione dei contagi.

UNA POSSIBILE CAUSA: Un'idea sull'origine dei contagi attuali ci viene suggerita dalla stessa regione Piemonte che nel suo sito WEB riporta oggi la seguente notizia: negli ultimi 7 giorni i focolai nelle scuole sono passati da 227 a 1486, aumentando di quasi 7 volte in soli 7 giorni.
E' una progressione impressionante che puo' da sola, secondo noi, spiegare la risalita della curva dei contagi in Piemonte.
Qualche calcolo piu' preciso potra' essere fatto con piu' calma ma se la cosa fosse giusta allora sarebbe necessario un intervento in tempi molto brevi, perche' lasciare la curva dei contagi a questi livelli per tempi prolungati avrebbe un costo insopportabile.
Solo con i decessi siamo ad oltre 400 al giorno, pari a 12.000 al mese invece di 3000 o meno, come potrebbe e dovrebbe essere.
Ritorneremo a breve su questo argomento.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 426, che e' stato graficato a destra, e' ancora altissimo.
La situazione a nostro avviso continua ad essere ALLARMANTE.
Con questo dato l'andamento della linea viola d'interpolazione nel grafico dei decessi


s'impenna molto piu' in alto rispetto a 267 che sono i decessi prodotti dal picco dei contagi al 16% (in base ai riscontri fatti nelle ondate precedenti).
Dobbiamo segnalare in questo grafico interpolato che la linea viola non raggiunge il punto molto basso a 227 decessi, perche' da noi ritenuto un'anomalia nei dati di DOMENICA 23 gennaio: e' stata fatta una media con i due punti contigui di 333 e 352, come gia' spiegato, che ha portato i 3 punti a 304 e la valle nel grafico si e' cosi' ridotta.
Rimane un insieme di dati molto alti negli ultimi 15 giorni (che non sono pochi).
Avendo ora gli ultimi tre i dati molto alti, abbiamo disegnato la nuova linea viola, che francamente comincia a fare paura.
Ma i 352+468+426 morti degli ultimi 3 giorni di cosa sono morti?
OK, di polmonite bilaterale ma causata da quale agente patogeno? Se fosse Covid-19 allora Omicron dovrebbe essere considerato molto letale. Oppure da un altro agente patogeno?
Secondo i dati da noi acquisiti nelle ondate precedenti ad ogni 3.6% di contagi 12 giorni dovrebbero corrispondere 60 decessi: quindi con il 12% di contagi che avevamo 12 giorni fa, dovremmo avere oggi al massimo SOLO 200 decessi al giorno.
Oggi ne abbiamo avuti piu' del doppio e su 8 degli ultimi 9 giorni ne abbiamo avuti oltre il 50% in piu'!
Ricordatevi che secondo noi Omicron non c'entra (perche' non risulta che sia cosi' letale): sarebbe qualcos'altro a causare tutti questi decessi ma finora nessuno ne ha parlato, perche' probabilmente nessuno ne sa ancora niente!

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (25 gennaio 2022)
Il dato dei contagi di oggi, e' molto alto, al livello di 19.5% ed e' l'ultimo a destra nel grafico della quinta ondata.
Dimentichiamo il dato di ieri che era errato per un dato anomalo (quasi certamente quello dei positivi antigenici a 5090).
Il dato di oggi e' molto piu' alto del livello al 14%, in cui si era manifestato un "pianerottolo" come i quattro che abbiamo incontrato durante la salita della linea viola seguita dal picco e dall'inizio della discesa, da noi disegnata ben 14 giorni fa nel grafico interpolato della quinta ondata in Piemonte.
Se il dato di oggi e' corretto dimostra che e' in atto una produzione massiccia di nuovi contagi in Piemonte malgrado la zona arancione in vigore da ieri.
Le guarigioni dei contagiati di 20 giorni fa continuano a spingere la curva verso il basso ma i contagi che i piemontesi stanno producendo in questi giorni sono molti di piu' e si stanno accumulando, giorno dopo giorno, producendo la salita della curva che si vede nel grafico.
Attualmente, al netto delle guarigioni (che potrebbero anche essere calcolate dai dati della curva), in soli 2 giorni i piemontesi hanno prodotto nuovi contagi che hanno fatto accumulare un incremento di contagi dal 14.2% al 19.5%, cioe' del 5.3%: un'enormita'!
E' indispensabile intervenire subito (se il dato di oggi e' giusto), perche' se i piemontesi continuano cosi' i nuovi contagi di Omicron prodotti si accumulano giorno dopo giorno, per 20 giorni (finche' i contagiati guariscono): cosi' la curva sale e con essa anche ricoveri e decessi. Non e' accettabile.
I contagiati sono quasi tutti asintomatici che non si accorgono nemmeno di essere stati contagiati ma sono loro a governare l'evoluzione della quinta ondata e dei relativamente pochi ricoveri e decessi, che per la legge dei grandi numeri poi sono tanti (se sono contagiati in modo asintomatico il 14% degli italiani, sono piu' di 8 milioni di persone!).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 468, che e' stato graficato a destra, e' altissimo.
Con questo dato l'andamento della linea viola s'impenna molto piu' in alto rispetto a 265 che e' il valore corrispondente al picco dei contagi al 16%.
Anche se sono due i dati molto alti, preferiamo pero' aspettare anche il dato di domani per disegnare la linea viola, perche' questa curva comincia a fare paura.
Ma i 468 morti di oggi di cosa sono morti?
OK, di polmonite bilaterale ma causata da quale agente patogeno? Se fosse Covid-19 allora Omicron dovrebbe essere considerato molto letale. Oppure da un altro agente patogeno?
Pur non essendo medico, credo che con semplici analisi dei soli fluidi organici dei deceduti si dovrebbe poter risolvere il dilemma.
Secondo i dati da noi acquisiti nelle ondate precedenti ad ogni 3.6% di contagi 12 giorni dopo corrispondono 60 decessi: quindi con il 16% di contagi dovremmo avere al massimo 267 decessi al giorno.
Oggi ne abbiamo avuti quasi il doppio e su 7 degli ultimi 8 giorni ne abbiamo avuti quasi il 50% in piu'!
Ricordatevi che secondo noi Omicron non c'entra (perche' non risulta che sia cosi' letale): sarebbe qualcos'altro a causare tutti questi decessi ma finora nessuno ne ha parlato, perche' probabilmente nessuno ne sa ancora niente!

CON OMICRON FINIRA' LA PANDEMIA? (25 gennaio 2022)
L'O.M.S. ha dichiarato che e' possibile.
Noi non conosciamo il futuro per cui non possiamo escludere nulla.
Abbiamo pero' delle considerazioni da fare.
Questa pandemia e' cosi' persistente perche' le caratteristiche di questi coronavirus includono un lungo tempo di guarigione spontanea (cioe' senza intervento di farmaci). Questo rende loro possibile instaurare nella popolazione un'epidemia nascosta, perche' invisibile, di malati asintomatici inconsapevoli: e' quella che abbiamo chiamato l'epidemia degli asintomatici.
Le persone asintomatiche hanno infezioni non estese ma limitate e contenute da un sistema immunitario efficiente, quindi avendo meno virus nel corpo emettono cariche virali deboli, di scarsa contagiosita'.
Il tempo di guarigione ancora troppo lungo, dei 20 giorni di Omicron, pero' permette loro per tutta la durata dell'infezione, di riuscire lo stesso a contagiare mediamente almeno un'altra persona, rendendo cosi' permanente l'epidemia degli asintomatici.
L'esistenza delle infezioni senza sintomi ed il lungo tempo di guarigione spontanea sono quindi gli elementi essenziali perche' la pandemia possa instaurare un'epidemia degli asintomatici e divenire cosi' endemica (condizione questa, che impedisce che si estingua).
Con una metafora abbiamo scritto che e' come una "brace sempre accesa" pronta a scatenare un'ondata epidemica dopo l'altra, tutte le volte che l'aiuto ricevuto dagli umani, in termini di produzione di contagi, lo rende possibile.
Secondo il nostro modello a soglia questo scenario non solo impedisce l'esistenza di un'immunita' di gregge ma impedisce che la pandemia si estingua, se non con il 100% di vaccinati.
Finora tutte le varianti apparse del Sars-CoV-2 avevano un tempo di guarigione spontanea di 30 giorni. Omicron pero' sembra avere un tempo di guarigione inferiore, di 20 giorni circa.
E' apparso per la prima volta in questa quinta ondata: dobbiamo percio' aspettare che l'ondata finisca per rilevare se rimarra' un'epidemia degli asintomatici anche con Omicron: il tempo di guarigione, ancora abbastanza lungo di 20 giorni lascerebbe supporre di si.
Se cosi' fosse, non sarebbe lecito attendersi che dopo la quinta ondata di Omicron la pandemia si estingua.
Con l'apporto di contagi attuale delle attivita' umane temiamo che bisognera' attendere l'aiuto delle temperature primaverili piu' alte per veder finire questa quinta ondata. Solo allora potremo misurare il livello di fondo di contagi restante e se sara' ancora dello 0.6% o superiore vorra' dire che e' rimasta un'epidemia degli asintomatici anche con Omicron ed allora dovremmo scordarci, almeno per ora, la fine della pandemia (il tempo di guarigione di soli 20 giorni gioca a nostro favore ma la maggiore contagiosita' no: per questo bisogna vedere realmente cosa accadra').

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (24 gennaio 2022)
Il dato dei contagi di oggi, e' del tutto anomalo al livello di 40.0% ed e' l'ultimo a destra nel grafico della quinta ondata.
Che dire? Non e' possibile che i contagi del Piemonte siano passati dal 14% al 40% in sole 24 ore (neanche, scherzando, un attacco NBC sui cieli del Piemonte ci riuscirebbe!).
Pero' i dati non mostrano errori evidenti, neanche nella consistenza interna con gli altri dati pubblicati nel sito WEB della regione Piemonte. Solo il dato degli antigenici a 5090 sembra eccessivamente basso, rispetto a dati degli altri giorni: questo fa salire il dato netto dei positivi al test molecolare e quindi la percentuale dei contagi al 40%.
I dati riportati in fondo alla tabella (quelli del 2022) sono un po' piu' bassi di quelli dei lunedi' precedenti ma nulla che lasci pensare a possibili errori, salvo il risultato assurdo di quel 40%.
Non sappiamo proprio cosa pensare: e' la prima volta che ci succede Possiamo solo aspettare i dati di domani per un riscontro (domani si dovrebbe anche vedere l'effetto di riduzione dei contagi dovuto alla "zona arancione", entrata in vigore oggi in Piemonte).

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 352, che e' stato graficato a destra, torna a valori molto alti.
In effetti siamo stati troppo ottimisti ieri nel disegnare la discesa della linea viola, che purtroppo rimane ancora in alto, perche' non avevamo considerato che il dato molto piu' basso di ieri era un dato della domenica, soggetto ad omissioni nei conteggi per la festivita' nei turni di lavoro.
Aspettiamo pero' domani per correggere l'andamento della linea viola perche' ci sono troppe stranezze nei dati di oggi.
Credo che sara' giusto mediare il dato basso di domenica con quelli dei giorni contigui per avere una piu' giusta informazione sull'evoluzione di questo preoccupante fenomeno dei decessi troppo numerosi (265 e' il valore che corrisponderebbe al picco dei contagi del 16%).
Anche in questo caso dovremo percio' aspettare i dati di domani per capire un po' meglio la situazione.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (23 gennaio 2022)
Il dato dei contagi di oggi, e' stabile al livello di 14.2% ed e' l'ultimo a destra nel grafico della quinta ondata seguente:

I quattro ultimi dati sono tutti alti per cui si sta verificando in Piemonte una notevole creazione di nuovi contagi che sta impedemso alla curva di scendere perche' i nuovi contagi sono piu' numerosi delle guarigioni che spingerebbero la curva verso il basso.
Essendo verosimilmente questo apporto di contagi dovuto alle attivita' umane non costante, e' lecito supporre che questi 4 punti alti siano dovuti a due importanti contributi molto ravvicinati nel tempo che hanno dato luogo a due picchi stretti che si sono saldati in un picco piu' largo.
Se questa interpretazione dei dati e' corretta, nei prossimi due giorni dovremmo assistere alla ripresa della discesa della curva.
Esiste pero' anche la possibilita' che questi apporti di contagi siano dovuti ad attivita' umane ripetitive e che pertanto possano continuare per un certo tempo.
E' questo lo scenario gia' descritto che ci porterebbe ad una stabilizzazione del livello dei contagi se non addirittura ad una sua risalita.
Il livello attuale delle guarigioni e' noto, perche' e' uguale al livello dei contagi di 20 giorni fa, in quanto ormai sono quasi tutte infezioni da Omicron i cui contagiati non immunizzati rimangono positivi per 20 giorni (invece di 30), come si deduce dalla curva del Sudafrica , per cui siccome 16% era il livello dei contagi di 20 giorni fa, il 16% circa dei contagiati attuali guarisce ogni giorno.
Perche' la curva non salga quindi occorre che i piemontesi producano meno di questo 16% di contagi ogni giorno, che sono quelli che stanno producendo piu' o meno ora (sono proprio tanti, anche se Omicron e' molto contagioso).
Le Autorita' preposte hanno questo precipuo compito.
Altrimenti, ripetiamo, avremmo un costo per molti versi analogo a quello che hanno dovuto pagare i britannici, perche' la maggiore liberta' loro consentita non ha permesso di scendere alla curva verde UK nel grafico dei Paesi del centro Europa , con tutti i ricoveri e decessi in piu' che questo ha comportato (sono stati proporzionali all'area in piu' sottesa dalla curva verde).
Il picco degli ultimi 4 giorni dovrebbe percio' essere frutto di un nuovo contributo di contagi prodotti da attivita' umane con molti vaccinati contagiati, che dovrebbero scomparire in un altro paio di giorni (per guarigione), facendo tornare i dati futuri sulla linea viola di discesa, da noi disegnata 12 giorni fa nello stesso grafico della quinta ondata in Piemonte:


La discesa della linea viola nel grafico si vede che sta subendo dei rallentamenti a causa di questi picchi dovuti ad inopportune produzioni di nuovi contagi.
Il futuro prossimo della discesa della quinta ondata dipende solo da noi: quanto maggiore sara' l'apporto di nuovi contagi, tanto piu' lentamente procedera' la discesa.
Non c'e' nulla di misterioso in questa pandemia: noi italiani dobbiamo imparare a produrre contagi il meno possibile, cosi' da far scendere la curva dei contagi all'1% in un mese o poco piu'.
Non c'e' altro, e' tutto qui': se la curva non scende non e' un fenomeno della natura a cui non si puo' che assistere ma siamo noi che le stiamo impedendo di scendere, perche' sembra che non siamo capaci di vivere normalmente senza produrre cosi' tanti contagi.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 227, che e' stato graficato a destra, finalmente torna a valori normali (265 e' il valore corrispondente al picco dei contagi al 16%).
I dati dei decessi negli ultimi 6 giorni indicano oltre ogni dubbio che anche la curva dei decessi ha iniziato la discesa dal picco a 434 decessi, che e' un valore incomprensibilmente alto, che secondo noi non puo' che essere la manifestazione di un fenomeno nuovo ancora da comprendere.
Nello stesso grafico con i dati interpolati si vede chiaramente che in questo mese di gennaio si e' presentato un fenomeno nuovo e allarmante, che ha fatto impennare i decessi (NON dovuto ad Omicron, che non produce cosi' tanti decessi), con il cambiamento di pendenza della linea viola disegnata in questo grafico, che abbiamo discusso il 20 gennaio ed al cui commento rimandiamo per ulteriori dettagli.

INADEGUATEZZA DELLE NORME (22 gennaio 2022)
Apprendiamo che il Piemonte e' diventato zona arancione per la crescita del numero di ospedalizzazioni, cosa che noi abbiamo sempre criticato, perche' le restrizioni della zona arancione servono a ridurre i contagi e quindi, 12 giorni dopo, anche i decessi e le ospedalizzazioni.
Se oggi le ospedalizzazioni sono alte, i contagi andavano ridotti 12 giorni fa e non oggi.
Oggi e' il 22 gennaio e 12 giorni fa era il 10 gennaio. Nella tabella vediamo che i contagi del 10 gennaio erano al 19%, il valore piu' alto registrato in questa quinta ondata.
DOMANDA: Allora ci chiediamo noi, se sapevamo gia' il 10 gennaio che i contagi erano saliti cosi' tanto, perche' le misure per ridurli dobbiamo prenderle 12 giorni dopo, quando la curva ha iniziato la discesa e le misure servono meno? Il 10 gennaio avrebbero avuto il massimo effetto sulla riduzione dei contagi e delle successive ospedalizzazioni, non oggi.
RISPOSTA: (secondo noi) Perche' la strategia di contenimento dei contagi e' stata decisa da medici clinici, che vedono come riferimento l'occupazione dei posti letto negli ospedalieri e nessuno ha fatto capire loro che se le misure da prendere servono a ridurre i contagi, vanno prese quando i contagi sono al massimo e non 12 giorni dopo, quando gli effetti del picco dei contagi si vedono negli ospedali.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (22 gennaio 2022)
Il dato dei contagi di oggi, sceso al livello di 14.0%, sta scendendo dal picco dei vaccinati contagiati, come atteso.
Il picco degli ultimi 2 giorni e' frutto secondo noi di un nuovo contributo di contagi prodotti da attivita' umane con molti vaccinati contagiati, che stanno scomparendo in un paio di giorni (per guarigione), facendo tornare sicuramente il dato sulla linea viola di discesa, da noi disegnata 11 giorni fa nel grafico della quinta ondata in Piemonte, dove la discesa della linea viola sta subendo dei rallentamenti a causa di questi picchi dovuti ad inopportune produzioni di nuovi contagi.
Interpretando i dati con il modello a soglia la quinta ondata e' come un libro aperto: ora stanno arrivando sia le guarigioni dei contagiati di 20 giorni fa (Omicron) che quelle del picco di 2 giorni fa dei contagiati vaccinati (che guariscono in un paio di giorni). Questa doppia discesa di contagi sara' prevalente sull'apporto dei contagi delle attivita' umane ed il dato di domani scendera' ancora.
Il futuro prossimo della discesa della quinta ondata dipende solo da noi: quanto maggiore sara' l'apporto di nuovi contagi, tanto piu' lentamente procedera' la discesa.
Non c'e' nulla di misterioso in questa pandemia: noi italiani dobbiamo imparare a produrre contagi il meno possibile, cosi' da far scendere la curva dei contagi all'1% in un mese o poco piu'. Non c'e' altro, e' tutto qui'.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 333, che continua ad essere ancora piuttosto alto (265 e' il valore corrispondente al picco dei contagi al 16%), e' stato graficato a destra.
I dati degli ultimi 4 giorni indicano oltre ogni dubbio che anche la curva dei decessi ha iniziato la discesa dal picco a 434 decessi, che e' un valore incomprensibilmente alto, che secondo noi non puo' che essere la manifestazione di un fenomeno nuovo ancora da comprendere.
Nello stesso grafico con i dati interpolati si vede chiaramente che in questo mese di gennaio si e' presentato un fenomeno nuovo e allarmante, che ha fatto impennare i decessi (NON dovuto ad Omicron, che non produce cosi' tanti decessi), con il cambiamento di pendenza della linea viola disegnata in questo grafico, che abbiamo discusso ieri 20 gennaio ed al cui commento, qui' di seguito, rimandiamo per gli ulteriori dettagli.

MA OMICRON E' COSI' MORTALE? (22 gennaio 2022)
Oggi allo Spallanzani l'80% di malati Covid risulta contagiato da Omicron, che ormai e' dominante in tutta Italia.
E nessuno si chiede ancora i quasi 400 morti al giorno per Covid come siano morti. Sono quasi il doppio di quelli del Regno Unito (e pure li' fa freddo).
Per ora nessun altro commento da parte nostra.

COSA DETERMINA L'ANDAMENTO DELLA CURVA (22 gennaio 2022)
Dal picco della quinta ondata in poi l'andamento della curva dei contagi e' determinato:
  1. Dalla decrescita causata dalle guarigioni dei contagiati che procedono con andamento prestabilito perche' determinate dalla storia passata della quinta ondata;
  2. e dalla crescita causata dai nuovi contagi prodotti dalle attivita' umane, il cui andamento non e' affatto prestabilito e puo' variare anche di molto nel tempo.
Ogni apporto importante di nuovi contagi e' messo in evidenza molto bene dal picco degli immunizzati contagiati, che si estingue in un paio di giorni ed e' molto pronunciato perche' gli immunizzati in Italia sono tanti (circa il 90%).
Con i due ultimi dati stiamo assistendo secondo noi ad un buon esempio di un apporto importante di contagi, che contribuira' alla curva non solo con il picco attuale (che domani dovrebbe ridursi di molto), ma anche con un incremento "a gradino" che ridurra' la pendenza di discesa della curva (perche' i contagiati non immunizzati rimarranno positivi a lungo (20 giorni se l'infezione e' Omicron, come si deduce dalla curva del Sudafrica altrimenti 30 giorni).
Dev'essere percio' chiaro a tutti che la discesa di questa quinta ondata dipende SOLO dai contagi prodotti dalle attivita' umane.
Siccome i contagi vengono prodotti soprattutto dai contatti ravvicinati tra persone, piu' libera vorra' essere la gente dalle restrizioni che riducono questi contatti, piu' alto rimarra' il livello dei contagi e piu' durera' la quinta ondata (con ricoveri e decessi ancora numerosi).
Cosi' funziona questa pandemia: l'alternativa e' quella di consentire che vengano infettate tutte le persone infettabili, aumentando di molto ed a lungo il numero di virus circolanti (come si sta apprestando a fare il Regno Unito).
Ma attenzione! Non aspettatevi che il Covid-19 sia come un'influenza, perche' produce piu' danni al punto che potrebbe anche finire male (ma proprio molto male) in un numero piccolo ma non trascurabile di casi, come testimoniano i 140.000 italiani morti di Covid-19 (1 su 400, non sono pochi).
Inoltre non e' che quando si sono infettati tutti e' finita. Proprio no, perche' le immunizzazioni, sia naturali che vaccinali, durano alcuni mesi poi si ricomincia daccapo (purtroppo)!

MENO RESTRIZIONI E CONVIVERE CON IL VIRUS (COME FOSSE INFLUENZA)? (22 gennaio 2022)
Alcuni Paesi Europei, Gran Bretagna in testa, stanno abolendo gran parte delle restrizioni per convivere con la pandemia come accade con la normale influenza stagionale. E lo stanno facendo nel periodo peggiore: d'inverno.
In Italia molti giornalisti si stanno chiedendo se e' quella la cosa giusta da fare.
Molti governanti dei vari Paesi del mondo potrebbero essere tentati di procedere in questa direzione, soprattutto in prossimita' di scadenze elettorali.
Quale puo' essere il pensiero di persone come noi che stiamo studiando questa pandemia per conoscerla meglio?
E' presto detto: e' noto a tutti, governanti inclusi, che questo tipo di scelte comporta una perdita di vite umane in piu' ma da sempre questo fatto non ha condizionato in modo decisivo le scelte dei governanti, come abbiamo visto in occasione di vari conflitti armati.
C'e' pero' una differenza importante in questo caso: i conflitti e le guerre fanno anche milioni di morti ma poi finiscono, la guerra finisce ed arriva la pace. Con questa pandemia non e' cosi'.
Potremmo tacere e comportarci tutti come gli struzzi ma i problemi non si risolverebbero da soli. Percio' pensiamo sia doveroso dire che temiamo che, anche dopo mesi o anni di "convivenza", questa pandemia non finisca ma diventi sempre peggiore per il suo crescente radicamento nel territorio in forma endemica e per le nuove varianti che possono comparire con sempre maggiore frequenza, perche' una legge di natura fa si' che si riproducano di piu' le varianti peggiori, quelle piu' contagiose, che si diffondono piu' facilmente ed alcune di queste possono essere anche molto letali, come abbiamo potuto vedere.
Riteniamo che questo possa accadere perche' la persistenza di questi coronavirus sul pianeta puo' essere assicurata loro dalla capacita' di perpetuare la loro presenza tramite l'epidemia degli asintomatici.
Il problema dei britannici purtroppo non e' solo dei britannici, perche' si tratta di una pandemia in grado in poco tempo di propagarsi ovunque.
In Italia crediamo che cominci ad esserci una maggiore consapevolezza della situazione in cui ci troviamo, per cui non pensiamo che scelte come quella britannica giovino al consenso tra la maggioranza silenziosa della popolazione.
Per non parlare solo di opinioni noi abbiamo tentato di valutare i danni sanitari prodotti in Italia dalle due settimane di maggiore liberta' delle persone: quelle delle vacanze di Natale.
Il risultato e' stato, in quelle due settimane, un costo aggiuntivo della perdita di circa 6000 vite umane, corrispondenti all'area della curva visibile nella Lezione 62 ed indicata con la scritta "TUTTO APPORTO UMANO (Natale)".
I governanti attuali del Regno Unito, che sembrano consapevoli che un costo aggiuntivo in vite umane delle loro scelte ci sia, evidentemente lo considerano un costo accettabile. In Italia credo che la gente non sia della stessa opinione.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (21 gennaio 2022)
Il dato dei contagi di oggi, salito al livello di 15.2%, e' ancora piu' alto di quanto atteso.
E' frutto secondo noi di un nuovo contributo di contagi prodotti da attivita' umane con molti vaccinati contagiati, che scompariranno in un paio di giorni (per guarigione), facendo tornare sicuramente il dato sulla linea viola di discesa, da noi disegnata 10 giorni fa nel grafico della quinta ondata in Piemonte, dove la discesa della linea viola sta subendo dei rallentamenti a causa di questi picchi di inopportune produzioni di nuovi contagi.

DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 373, che continua ad essere alto come quello di ieri, e' stato graficato a destra.
Nello stesso grafico con i dati interpolati si vede chiaramente che in questo mese di gennaio si e' presentato un fenomeno nuovo e allarmante, che ha fatto impennare i decessi (NON dovuto ad Omicron, che non produce cosi' tanti decessi), con il cambiamento di pendenza della linea viola disegnata in questo grafico, che abbiamo discusso ieri 20 gennaio ed al cui commento, qui' di seguito, rimandiamo per gli ulteriori dettagli.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (20 gennaio 2022)
Il dato dei contagi di oggi, salito al livello di 15.9%, e' piu' alto di quanto atteso.
E' certamente frutto di un nuovo contributo di contagi prodotti da attivita' umane con molti vaccinati contagiati, che scompariranno in un paio di giorni (per guarigione), facendo tornare sicuramente il dato sulla linea viola di discesa, da noi disegnata 9 giorni fa nel grafico della quinta ondata , dove la discesa della linea viola sta subendo dei rallentamenti a causa di questi picchi di inopportune produzioni di nuovi contagi.

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 385, che continua ad essere alto come quello di ieri, e' stato graficato a destra.
Nello stesso grafico con i dati interpolati si vede chiaramente che in questo mese di gennaio si e' presentato un fenomeno nuovo e allarmante, che ha fatto impennare i decessi (NON dovuto ad Omicron, che non produce cosi' tanti decessi), con il cambiamento di pendenza della linea viola disegnata in questo grafico esteso dei decessi,


in cui abbiamo indicato in ROSSO qual'era il massimo dei decessi atteso per il picco del 16% di contagi (in base al modello a soglia che ha descritto molto bene le ondate precedenti terza e quarta), raggiunto in questa quinta ondata dalla linea viola nel grafico dei contagi.
Tutti i numerosi decessi che sono sopra a questo livello di 267 decessi (16/3.6*60=267) sono il grande apporto di una causa che per noi rimane ancora misteriosa, perche' non imputabile, a nostro avviso, ne' alla variante Delta ne' tanto meno ad Omicron.
L'andamento complessivo di questo grafico dei decessi rende evidente:
  1. Prima la discesa dei decessi, tra la terza e la quarta ondata, dovuta alla crescente percentuale dei vaccinati nel nostro Paese (dal 30% al 65%).
  2. Poi, nella quinta ondata, la risalita dei decessi, benche' la percentuale dei vaccinati fosse cresciuta ancora di piu' (al 90%).
La causa dell'impennata di questi decessi in piu' NON risulta quindi sensibile alle difese immunitarie create dai vaccini che stiamo utilizzando.
Il fenomeno di questo aumento eccessivo di decessi si e' presentato solo da gennaio 2022 in poi, con l'arrivo delle temperature piu' fredde (invernali).
Il problema non e' solo d'interesse scientifico sanitario ma vitale, perche' se si capisce al piu' presto cosa sta succedendo sono sicuro che si possono salvare molte vite umane.
Per cercare di capire di cosa si tratta, confermiamo tutto quanto abbiamo scritto nel commento del 18 gennaio.

LA QUINTA ONDATA TRIPLA (DELTA + OMICRON + UMANI) (17 gennaio 2022)
I giornalisti svolgono un ruolo molto importante nella societa' moderna in cui i mezzi di comunicazione di massa sono cosi' sviluppati, perche' concorrono alla formazione del consenso, che in una democrazia e' fondamentale.
Il problema nasce quando un giornalista crede di aver capito un argomento mentre invece non lo ha capito perche' si e' inoltrato da solo in un campo, in cui non dispone delle necessarie conoscenze di base per comprendere in pieno i fenomeni di cui vuole parlare.
Uno di questi campi e' proprio la pandemia che si presenta come un fenomeno abbastanza comprensibile nella sua evoluzione anche al pubblico generico ed ai giornalisti.
Spinti dal desiderio di raggiungere nel piu' breve tempo possibile una forma di convivenza con il virus con danni accettabili, alcuni di loro si spingono a titolare i giornali con frasi di apprezzamento per quei Paesi che adottano misure piu' liberali nei confronti della pandemia, rispetto all'Italia.
A costoro vogliamo dedicare la seguente osservazione che tende a valutare il costo in vite umane della liberta' di cui tutti noi abbiamo goduto durante le vacanze di Natale.
Nella Lezione 62 abbiamo mostrato un grafico della quinta ondata in cui abbiamo messo in evidenza quello che secondo noi e' stato il contributo ai contagi dei comportamenti "festaioli" della gente (e' l'area dove abbiamo scritto "TUTTO APPORTO UMANO").
Abbiamo anche fatto notare come quest'area (che corrisponde al numero totale dei contagi prodotti in piu' da questi comportamenti meno prudenti rispetto ai contagi) e' praticamente uguale alla rimanente area della quinta ondata.
In altre parole nelle sole due settimane di festivita' natalizie i piemontesi (i dati in figura sono quelli del Piemonte) hanno prodotto cosi' tanti contagi quanto i precedenti due mesi e mezzo della quinta ondata.
Se hanno raddoppiato i contagi allora anche i decessi sono raddoppiati e quindi possiamo stabilire quanto e' stato il costo in vite umane di questa liberta' natalizia: e' la meta' della somma di tutti i decessi dal 15 ottobre (data di inizio della quinta ondata) ad oggi.
Dal grafico dei decessi possiamo possiamo stimare un valor medio di 130 decessi al giorno che per i 3 mesi da ottobre a gennaio porta ad un totale di circa 11700 decessi prodotti dalla quinta ondata, meta' dei quali riteniamo siano imputabili al privilegio di trascorrere le vacanze di fine anno in una piu' spensierata tranquillita', senza troppe restrizioni per la pandemia.
E' un costo per molti versi analogo a quello che hanno dovuto pagare i britannici, perche' la maggiore liberta' loro consentita non ha permesso di scendere alla curva verde UK nel grafico dei Paesi del centro Europa , con tutti i ricoveri e decessi in piu' che questo ha comportato (sono stati proporzionali all'area in piu' sottesa dalla curva verde). Peraltro e' di oggi l'annuncio del premier britannico della fine delle restrizioni in G.B. E' una loro libera scelta.
Noi in Italia tendiamo ad attribuire una maggiore attenzione alla salvaguardia della vita umana, in casi come questi.
Erano inevitabili in Italia tutti questi morti, che noi abbiamo stimato in circa 6000? Forse si, almeno in buona parte, ma e' giusto esserne consapevoli, anche per chi fa giornalismo attivo, promuovendo soluzioni mirate ad una maggiore liberta' nei comportamenti della popolazione, come stanno facendo i britannici (e non solo loro).
Nessuno vuole ridurre le liberta' personali. Quello che si deve ridurre e' la capacita' di ognuno di produrre contagi. Va bene qualsiasi soluzione che raggiunga questo scopo; anche l'abolizione delle zone colorate va bene se sostituita da altra efficace misura atta a contenere la propagazione dei virus.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (19 gennaio 2022)
Il dato dei contagi di oggi e' sceso al livello di 11.7%, che e' perfettamente in accordo con la linea viola discendente da noi disegnata 8 giorni fa nel grafico della quinta ondata.

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 380, che continua ad essere alto, e' stato graficato a destra.
Nello stesso grafico con i dati interpolati si vede chiaramente che in questo mese di gennaio si e' presentato un fenomeno nuovo e allarmante, che ha fatto impennare i decessi (con il cambiamento di pendenza della linea viola):


Per capire di cosa si tratta, confermiamo tutto quanto abbiamo scritto ieri.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (18 gennaio 2022)
Il dato dei contagi di oggi e' salito al livello di 13.2%, che e' perfettamente in accordo con la linea viola discendente da noi disegnata 7 giorni fa nel grafico della quinta ondata.
Sembrerebbe confermare anche la riduzione della pendenza di discesa della linea viola da noi intuita e disegnata 7 giorni fa.
Se vero, questo cambiamento di pendenza di discesa della curva sarebbe dovuto ad un incremento nella produzione di contagi, nel periodo interessato, da parte delle attivita' umane. Sono eventi che dovrebbero essere contenuti con un po' piu' di attenzione, altrimenti si rischia di finire come i britannici, che alla fine della quarta ondata si sono ritrovati con una curva dei contagi come quella disegnata in verde nel grafico dei Paesi del centro Europa , con tutti i ricoveri e decessi in piu' che questo comporta (sono stati proporzionali all'area in piu' nella curva verde).
Cio' e' accaduto perche' i britannici hanno continuato a produrre nuovi contagi ad un ritmo piu' o meno equivalente a quello delle guarigioni dei contagiati di un mese prima: la curva percio' ha continuato a rimanere piu' o meno allo stesso livello per tre mesi.
Questo lo diciamo per far sapere quali sono i rischi che si corrono, se non si continua a mantenere la guardia alta.

TROPPI DECESSI: Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 434 decessi, eccezionalmente alto, e' quello graficato a destra.
Ormai non c'e' piu' alcun dubbio, secondo noi, che il numero dei decessi cosi' alto ci induce a ritenere che ci troviamo di fronte ad un fenomeno nuovo e sconosciuto, molto preoccupante.
Noi abbiamo ben pochi elementi per indagare ma facciamo il punto su cosa sappiamo e ragioniamoci un po' sopra:
  • I decessi non li manda il fato: se sono stati diagnosticati come Covid allora devono essere legati in qualche modo alla percentuale dei contagi che stiamo studiando.
  • Non e' stata ancora rivelata un'altra nuova variante che possa essere responsabile di tutti questi decessi, Delta ormai e' in quantita' residuale ed Omicron e' confermato che non e' cosi' letale, quindi non puo' aver ucciso tutte queste persone (altrimenti in Sudafrica se ne sarebbero accorti).
  • Tutte le persone decedute in Italia, da noi considerate, erano ricoverate perche' infette dalla variante Omicron (in prevalenza), cioe' dopo essere risultate positive al test molecolare.
  • Le persone decedute sono morte presumibilmente tutte per polmonite (ed altre difficolta' respiratorie), che possono essere provocate dal Covid ma anche da molti altri agenti patogeni, presenti in Italia in forma endemica, anche se in piccole quantita' ma piu' aggressivi in inverno.
  • 12 giorni fa i contagi della quinta ondata erano al picco del 16% (tenuto conto che i picchi dei vaccinati contagiati, che guariscono in un paio di giorni, non vanno considerati perche' non contribuiscono ai decessi).
    In base a quanto abbiamo imparato dalla quarta ondata della variante Delta (quella piu' letale) il 16% di contagi comporta, 12 giorni dopo, circa 16/3.5*60 = 267 decessi al giorno.
  • I 434 decessi di oggi sono il 62% di decessi giornalieri in piu': decisamente TROPPI !
  • Negli ultimi 8 giorni (che non sono pochi) 7 dati su 8 dei decessi sono stati dal 30% al 60% piu' alti del dovuto, che sono troppi anche tenendo conto della sinergia con Omicron, che potrebbe aver favorito le infezioni residuali della variante Delta, che e' l'unica variante abbastanza letale da giustificare un cosi' elevato numero di decessi.
Cosa possiamo dedurre da tutto questo?
  1. Che Omicron non e' stata la causa diretta dei decessi, quindi dev'essere stato un altro agente patogeno esistente nell'ambiente che in qualche modo riesce ad uccidere le persone infettate da Omicron.
  2. Qualche fenomeno imprevisto deve rendere le persone infettate da Omicron e non vaccinate molto piu' vulnerabili da quest'altro agente patogeno (virus, batterio, ecc.).
  3. Se si trattasse di batteri molto probabilmente le persone decedute avrebbero potuto essere salvate con terapie antibiotiche (non praticate, pensiamo, ai pazienti Covid) e la conoscenza di questo fatto sarebbe indubbiamente di grandissima importanza.
Il 14 gennaio abbiamo portato degli elementi di riflessione sulle possibili cause di questa strage imprevista, che potrebbe essere legata al brusco calo della temperatura a cui le patologie respiratorie sono molto sensibili e che anch'esse potrebbero beneficiare della simultanea infezione con Omicron, la cui presenza potrebbe ridurre la risposta immunitaria agli altri patogeni (lo pensiamo noi).
La conclusione di questo ragionamento speculativo e' che:
  1. I pazienti deceduti non sono stati uccisi da Omicron, che non e' cosi' letale, e neppure dalla variante Delta sia perche' sono piu' numerosi di quelli che ci sarebbero stati se la quinta ondata fosse ancora composta dal 100% di virus Delta e poi perche' la variante Delta e' ormai presente in quantita' molto piccola (basta vedere la nostra analisi della curva nella Lezione 62.
  2. Riteniamo percio' la situazione dei decessi allarmante, dato che tutti questi decessi in piu' non sembra che possano essere attribuiti ne' ad Omicron ne' a Delta, per cui necessariamente un'altra spiegazione dev'esserci e va trovata ed al piu' presto, perche' questo problema riguarda la vita di moltissime persone (e' per noi sconcertante che ancora nessuno parli di questo problema, che riteniamo essere importantissimo).
  3. La soluzione del problema puo' essere trovata nei corpi delle persone che stanno morendo in cosi' gran numero ma bisogna fare presto.
Siamo certi che tra i nostri lettori piu' assidui ci sono persone che possono farlo o farlo fare: e' a loro che facciamo appello.
Non e' solo il dato di oggi, eccezionalmente alto, che ci ha messo in allarme ma sono i dati degli ultimi 8 giorni (che non sono pochi), in cui 7 dati su 8 dei decessi sono stati sempre dal 30% al 60% piu' alti del dovuto.
Noi crediamo che questa gente non stia morendo di Covid-19 e se queste intuizioni fossero giuste, potrebbero esistere altre terapie in grado di salvare molte vite, una volta individuato qual'e' l'agente patogeno che si nasconde dietro ad Omicron.
Se invece risultassero essere decessi imputabili ad Omicron, che e' la variante dominante in questo momento, allora si dovrebbero rivedere in modo sostanziale le caratteristiche di pericolosita' di questa variante.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (17 gennaio 2022)
Il dato dei contagi di oggi e' sceso al livello di 11.7%, che continua la discesa della quinta ondata , come da noi anticipato 6 giorni fa (grazie alle nozioni del modello a soglia).
Va sottolineato che non compare nessun contributo dovuto all'apertura delle scuole (e nemmeno delle manifestazioni no-vax).
Ovviamente questa conclusione e' giusta se nei test del Piemonte sono inclusi anche quelli dei minori (scolari) nella giusta proporzione. Se e' vero che il 50% delle classi ha alunni in Didattica A Distanza, qualche dubbio e' lecito.

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso


, dove il dato odierno di 287, che e' ancora sotto i 300 decessi al giorno, e' stato graficato a destra.
Il dato e' tornato ad esssere troppo vicino a 300, per cui rimane il fatto che negli ultimi 6 giorni i dati dei decessi sono stati circa del 30% piu' alti del dovuto. Questi decessi sono troppi anche tenendo conto della sinergia con Omicron, che potrebbe aver favorito le infezioni residuali della variante Delta, che e' l'unica variante abbastanza letale da giustificare un cosi' elevato numero di decessi.
Il 14 gennaio abbiamo portato degli elementi di riflessione sulle possibili cause di questa strage imprevista, che potrebbe essere legata al brusco calo della temperatura a cui le patologie respiratorie sono molto sensibili e che anch'esse potrebbero beneficiare della simultanea infezione con Omicron che potrebbe ridurre la risposta immunitaria per gli altri patogeni, crediamo.
Sembra proprio che tutti questi decessi in piu' non possano essere attribuiti ad Omicron, per cui un'altra spiegazione dev'essere trovata.

LEZIONE 62: LA QUINTA ONDATA DOPPIA (DELTA + OMICRON) (17 gennaio 2022)
Vai a:   Lezione 61   ,   Lezione 63
E' molto istruttivo, per capire il funzionamento di questa pandemia, analizzare l'andamento di questa quinta ondata, prodotta da due distinte epidemie: quella della variante Delta prima e quella della variante Omicron poi.
Riferendoci al grafico della quinta ondata


ed ai numeri dei giorni che sono indicati in ascissa (che iniziano dal 6 ottobre), possiamo rilevare che:
  1. La quinta ondata e' iniziata il giorno N.20 (27 ottobre) con l'epidemia che era della sola variante Delta.
  2. Per i successivi 30 giorni la curva e' sempre salita perche' le guarigioni hanno cominciato ad arrivare solo dopo 30 giorni, cioe' al giorno 50 (26 novembre).
  3. Al giorno 50 la curva avrebbe dovuto iniziare la sua discesa dal picco (in sostanziale accordo con le previsioni del modello a soglia, che prevedeva un picco al 2.5% circa) ma l'arrivo dei contagi di Omicron si e' aggiunto, non solo impedendo la discesa ma facendo continuare la salita della curva con un successivo picco Omicron della durata del tempo di guarigione di Omicron, che dai nostri primi riscontri ci e' sembrato minore dei 30 giorni della Delta (abbiamo ipotizzato di 20 giorni circa).
  4. Quindi dopo altri 20 giorni, cioe' al giorno 50 + 20 = 70 (16 dicembre) la curva avrebbe dovuto raggiungere il picco dell'ondata Omicron ed iniziare la discesa (primo pianerottolo) pero' ci sono stati troppi apporti di contagi per gli assembramenti dello shopping natalizio e la curva anziche' scendere addirittura ha ripreso a salire fino al giorno 77 (23 dicembre) in cui l'apporto di nuovi contagi ha avuto una piccola pausa e la curva ha tentato nuovamente di scendere (secondo pianerottolo) pero' al giorno 78 e' arrivato il Natale con le riunioni di tante persone insieme ad incentivare i contagi e la curva ha ripreso a salire, perche' i contagi in arrivo erano piu' numerosi delle guarigioni dei contagiati di 20 giorni prina.
  5. La curva e' cosi' salita fino al giorno 80 (26 dicembre) dopo il quale i contagi in arrivo sono un po' diminuiti ed allora la curva ha fatto un terzo tentativo di discesa, formando il terzo pianerottolo al giorno 85 (31 dicembre) ma l'incremento dei contagi di fine anno l'ha riportata nuovamente a crescere ancora di piu'.
  6. Dopo altri 6 giorni, al giorno 91 (6 gennaio), c'e' stato il ponte dell'Epifania che si e' saldato con il fine settimana seguente e di nuovo i contagi sono aumentati impedendo alla curva di iniziare la sua discesa e portandola ancora piu' in alto fino al giorno 100 (9 gennaio) in cui ha formato il suo quarto pianerottolo, che e' stato anche l'ultimo perche', essendo finite le feste sono anche diminuiti gli apporti eccezionali di contagi da parte delle attivita' umane e la curva dei contagi finalmente sta riuscendo a diminuire (ma un mese dopo).
In conclusione si sono verificati quattro pianerottoli in relazione a quattro eventi che hanno prodotto apporti notevoli di contagi: lo shopping natalizio, il Natale, Capodanno e l'Epifania.
Tutti e quattro questi eventi hanno impedito alla curva dei contagi di iniziare la discesa, dovuta alle guarigioni dei contagiati, producendo un eccesso di contagi che ha fatto crescere ancora di piu' la curva.
COME CRESCE LA CURVA: La curva dell'ondata normalmente cresce perche' le persone contagiate, nel mese in cui restano contagiose, producono un numero "normale" di contagi contagiando altre persone e facendo cosi' crescere il numero dei test positivi.
In condizioni particolari pero', come negli assembramenti degli shopping natalizi, i comportamenti delle persone rendono piu' facile la propagazione dei contagi ed allora la curva dei contagi riceve un apporto maggiore di contagi, che ne accentua la crescita. Questo fenomeno si e' ripetuto quattro volte in questa quinta ondata, dando origine a quell'andamento inconsueto con quattro "pianerottoli".
La curva della quinta ondata e' la sovrapposizione di due picchi, quello della variante Delta al 2.5% e quello della variante Omicron all'8.5%, e di un'enorme quantita' di contagi "festaioli" che non ci sarebbero stati in condizioni normali ma che gli italiani non sono stati capaci di evitare durante le festivita' di fine anno.
Tutti questi contagi prodotti in piu' hanno raddoppiato il picco della quinta ondata portandolo dall'8.5% al 16%, raddoppiando anche ricoveri e decessi che e' il costo che abbiamo dovuto pagare alla pandemia per goderci le vacanze di fine anno.
Se i comportamenti tenuti durante le vacanze continuassero anche adesso la curva dei contagi continuerebbe ancora a salire (e cosi' ricoveri e decessi) fino al limite in cui tutti gli italiani infettabili sono stati infettati.
COME DECRESCE LA CURVA: Se invece, come stanno facendo gli italiani dopo la fine delle vacanze, riducono la produzione dei contagi ad un livello inferiore alle guarigioni dei contagiati, allora la curva scende fino a raggiungere il livello di fondo degli asintomatici (all'1% circa).
I picchi disegnati schematicamente in rosso (Delta) e arancione (Omicron) mostrano quanto prodotto normalmente dalla pandemia (il picco di Omicron e' piu' alto e piu' ripido per la maggiore contagiosita').
COME GLI UMANI COLLABORANO CON I VIRUS: Tutta l'area in piu' che c'e' a destra (l'area corrisponde al numero totale di persone contagiate) e' quanto e' stato prodotto dagli italiani per godersi le vacanze di fine anno: anche ad occhio si vede che questo contributo extra prodotto dagli italiani corrisponde ad un raddoppio dei contagi della quinta ondata (tutta l'area sulla destra del grafico non avrebbe dovuto esserci).
E' certo che il freddo invernale ha fatto la sua parte, ma raddoppiare tutti i contagi della quinta ondata (compresi cosi' tanti ricoveri e decessi) lo riteniamo veramente eccessivo.
I quattro tentativi di discesa, contrastati dagli apporti dei nuovi contagi, hanno prodotto i quattro pianerottoli che si vedono nel grafico e che corrispondono esattamente alle date indicate dei quattro eventi.
La pandemia si comporta esattamente come la descrive il modello a soglia: possiamo capirne esattamente l'evoluzione anche nei minimi dettagli, perche' sono ormai chiare le cause della crescita e della decrescita di un'ondata, che sono entrambe legate al tempo di guarigione del virus oltre che alla percentuale di persone dotate di immunita' (vaccinale o naturale, conseguente a guarigione dall'infezione).
Se ora la quinta ondata sta scendendo non e' perche' gli italiani sono stati bravi, in quanto sarebbe scesa gia' il 16 dicembre (quando il picco era solo all'8.5%), se le attivita' umane relative alle festivita' natalizie non avessero prodotto tutti quei contagi in piu'.
Gli italiani sono stati bravi a vaccinarsi in gran numero perche' cosi' tutte le percentuali dei contagi si sono abbassate e cosi' pure i ricoveri ed i decessi pero' un po' di attenzione in piu' per evitare i contagi sarebbe stata molto conveniente per tutti.
Il ruolo delle Autorita' e' di spingere in questa direzione e certamente le misure finora adottate hanno portato dei frutti, perche' il livello raggiunto dai contagi avrebbe potuto essere piu' alto. E' compito degli esperti cercare di capire quali sono le attivita' umane maggiormente responsabili di questi apporti di contagi (con questo lavoro noi stiamo fornendo il nostro contributo) e fornire le giuste raccomandazioni per neutralizzarli (il modello a soglia puo' essere un valido aiuto in questo lavoro, perche' capirne di piu' e' sempre meglio).
E' giusto che l'economia vada avanti e che le persone possano godersi le meritate vacanze ma se tutti gli italiani prestassero un po' piu' di attenzione alle misure che possono ridurre i contagi sarebbe molto meglio per tutti.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (16 gennaio 2022)
Il dato dei contagi di oggi e' sceso al livello di 12.4%, che continua la discesa della quinta ondata , come da noi anticipato 5 giorni fa (grazie alle nozioni del modello a soglia).
Infatti il 15% dell'altro ieri era evidentemente un picco degli immunizzati contagiati che guariscono in un paio di giorni e per questo il dato e' poi sceso al 13.3% ed oggi al 12.4%.
Ormai e' confermata l'apertura delle scuole senza un'eccessivo apporto di nuovi contagi e questa e' un'ottima notizia.
Domani potremo confermare anche il mancato apporto rilevante di contagi da parte delle manifestazioni no-vax di ieri.

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 248, che e' sceso sotto i 300 decessi al giorno, e' stato graficato a destra.
Il dato e' tornato vicino al livello dei 230 decessi da noi previsto per dopo il 12 gennaio per una settimana, cioe' fino al 19 gennaio (vedi i commenti dell'11 e del 6 gennaio).
Rimane il fatto che negli ultimi 5 giorni i dati dei decessi sono stati del 30% piu' alti del dovuto, che sono troppi anche tenendo conto della sinergia con Omicron, che potrebbe aver favorito le infezioni residuali della variante Delta, che e' l'unica variante abbastanza letale da giustificare un cosi' elevato numero di decessi.
Il 14 gennaio abbiamo portato degli elementi di riflessione sulle possibili cause di questa strage imprevista, che potrebbe essere legata al brusco calo della temperatura a cui le patologie respiratorie sono molto sensibili.

IL COSTO DEI COMPORTAMENTI SBAGLIATI (16 gennaio 2022)
Se una persona muore per Covid, necessariamente dev'essere stata prima infettata ed e' stata percio' una dei contagiati che risultano positivi al test molecolare.
E' ovvio allora che se i contagiati raddoppiano anche i decessi raddoppiano, cioe' sono legati in modo lineare ai contagi.
Far diminuire i contagi allora significa abbassare il numero dei decessi per Covid di circa 12 giorni dopo.
Nella situazione attuale vediamo dai dati che al 16% di contagi corrispondono circa 350 decessi.
I contagi ora stanno scendendo ma abbiamo spiegato nei giorni scorsi che comportamenti sbagliati della gente potrebbero rallentare o addirittura bloccare questa discesa.
Non ci puo' essere alcun dubbio che questi virus si propagano da una persona ad un'altra attraverso ogni tipo di contatto interpersonale non protetto dal lato respiratorio.
Supponiamo che buona parte delle persone non accetti di prolungare i sacrifici, ora in atto, per un altro mese (quanto occorre per la discesa della curva dei contagi) ed inizi prima del dovuto comportamenti piu' improntati ad una imprudente liberta', favorendo contatti interpersonali, che possono favorire la diffusione dei contagi.
Siamo al mattino del 16 gennaio, quando i dati di oggi ancora non sono stati pubblicati, e ci dovremmo aspettare un dato in discesa, un poco inferiore all'11.6% del 13 gennaio.
Pero' ieri ci sono state varie manifestazioni no-vax con molte persone senza mascherina che certamente hanno prodotto molti contagi. Aspettiamo il dato di oggi, sperando che non riporti un incremento anziche' il decremento atteso.
Abbiamo spiegato nei giorni scorsi che quando c'e' una rilevante produzione di nuovi contagi da parte delle attivita' umane, la curva dei contagi, invece di procedere nella sua discesa verso il livello di fondo degli asintomatici (probabilmente intorno all'1%), potrebbe anche assumere un andamento piu' o meno costante, per esempio intorno al 10%, che puo' perdurare anche per mesi.
Avremmo allora una curva dei contagi molto simile a quella che si e' avuta in Gran Bretagna questa estate, quando i contagi, invece di diminuire dopo il picco, sono rimasti ad un livello ancora piuttosto alto per almeno 3 mesi, come si puo' vedere osservando la linea verde UK nel grafico dei Paesi del centro Europa , perche' i britannici continuavano a produrre nuovi contagi ad un ritmo piu' o meno equivalente a quello delle guarigioni dei contagiati di un mese prima e la curva percio' ha continuato a rimanere allo stesso livello per tre mesi.
Gli scenari che potremmo avere di fronte ora in Italia sono qualitativamente due, gia' visti nella precedente quarta ondata (quella estiva) in Europa, che si possono vedere nel solito grafico:
  1. Un picco normale con successiva discesa, come quello dell'Olanda (linea gialla);
  2. oppure un picco con una discesa solo parziale, come quello della Gran Bretagna (linea verde).
A secondo di come gli italiani si comporteranno la nostra curva dei contagi potra' scendere normalmente, come ha fatto la linea gialla dell'Olanda, oppure rimanere, anche per 3 mesi, ad un livello intermedio, come ha fatto la linea verde della Gran Bretagna.
Ma quante persone in piu' perderebbero la vita se in Italia la gente nei prossimi 30 giorni preferisse godere di una maggiore liberta' e per questo ci ritrovassimo nella seconda eventualita' (quella della Gran Bretagna)?
Il conto e' presto fatto: se i contagi invece di scendere all'1% in un mese restassero al 10% per 3 mesi, allora avremmo un eccesso di contagiati dei 5% + 9% + 9% cioe' di quasi l'8% per 3 mesi.
Se con il 16% di contagi si hanno 350 decessi giornalieri allora con l'8% se ne avrebbero 175 in piu' al giorno per 3 mesi pari a 175 x 90 = 15.750 decessi in totale (un'intera piccola citta').
Questo sarebbe il costo dei comportamenti sbagliati della gente: 15.750 persone sane, che ora stanno svolgendo una vita normale con i loro cari, perderebbero la vita perche' colpite da queste infezioni che non avrebbero dovuto esserci ma che invece ci sarebbero, perche' in quei 3 mesi (fino a marzo) troppa gente avrebbe ritenuto lecito lasciarsi andare a comportamenti improntati ad una maggiore liberta' nei rapporti interpersonali (quella reclamata cosi' spesso da molti manifestanti in giro per l'Italia), favorendo cosi', sia pure in modo inconsapevole, la diffusione dei virus e con essa l'aumento del numero di contagi e di virus circolanti ed infettanti.
Questo si deve sapere perche' la pandemia esiste ed a nessuno e' lecito nascondersi dietro l'anonimato, cercando di sfuggire alle proprie responsabilita', che ci sono per tutti e sono grandi.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (15 gennaio 2022)
Il dato dei contagi di oggi e' sceso al livello di 13.3%, che conferma la discesa della quinta ondata , come da noi anticipato 4 giorni fa (grazie alle nozioni del modello a soglia).
Infatti il 15% di ieri era evidentemente un picco degli immunizzati contagiati che guariscono in un paio di giorni e per questo il dato di oggi e' sceso al 13.3%.
Come spiegato nei giorni scorsi le guarigioni copiose dei contagiati di un mese fa stanno spingendo in basso la curva dei contagi che scendera' sempre di piu' se non arriva una grande quantita' di nuovi contagi da parte di tante persone convinte che, siccome la quinta ondata sta ormai calando, si puo' tranquillamente tornare alla vita normale.
Non e' cosi'. I contagi stanno calando perche' in questo momento stiamo producendo meno contagi di quelli che si producevano durante le festivita' di Natale. Dobbiamo continuare cosi' per un mese, senza mai abbassare la guardia.
Solo cosi' la quinta ondata si concludera' e potremo POI tornare alla vita normale.

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 308, ancora sopra i 300 decessi al giorno, e' stato graficato a destra.
Il dato e' ancora ad un valore troppo alto.
Negli ultimi 5 giorni i dati dei decessi sono stati del 30% piu' alti del dovuto, anche tenendo conto della sinergia con Omicron, che potrebbe favorire le infezioni residuali della variante Delta, che e' l'unica variante abbastanza letale da giustificare un cosi' elevato numero di decessi.
Il 14 gennaio abbiamo portato degli elementi di riflessione sulle possibili cause di questa strage imprevista.
Per ora rappresentano il nostro primo ed ancora unico contributo per la comprensione di questo fenomeno che ci preoccupa moltissimo.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (14 gennaio 2022)
Il dato dei contagi di oggi e' salito al livello di 15.0%, che e' compatibile con l'inizio della discesa della quinta ondata , come da noi anticipato due giorni fa (grazie alle nozioni del modello a soglia).
La discesa della linea viola, che rappresenta l'andamento della quinta ondata al netto dei contagi dei vaccinati, da noi disegnata alcuni giorni fa e' confermata, perche' e' relativa all'andamento dei contagi dei non immunizzati, cioe' delle valli tra un picco e l'altro dei contagi degli immunizzati.
Ora questo dato al 15% ha tutto l'aspetto di un nuovo picco destinato a scomparire in un paio di giorni, come i precedenti, a meno che non si stiano producendo da parte delle attivita' umane cosi' tanti contagi quante sono le guarigioni in arrivo dei contagiati di un mese fa: nel qual caso avremo un "pianerottolo" anche nella fase discendente della curva.
E' tutto molto chiaro: abbiamo un numero di guarigioni piu' che sufficiente a far scendere la curva dei contagi ma se gli umani riprendono a produrre contagi in grande quantita' (per esempio nelle scuole) la curva potrebbe addirittura riprendere a salire.
E' esemplificativo, di questa situazione di societa' piuttosto liberale ed imprudente, il grafico della "pseudo-discesa" dal picco della Gran Bretagna (linea verde UK) nel grafico dei Paesi del centro Europa , a cui corrispondono poi tanti ricoveri e decessi, che non ci sarebbero con una normale discesa dal picco.
Ma noi confidiamo che questo non sia il caso dell'Italia e che il dato al 15% di oggi sia solo il solito picco che scompare in un paio di giorni con la discesa dal picco che riprende poi la sua corsa, naturalmente con altri picchi stretti dei contagi delle persone vaccinate che sono cosi' vistosi perche' in Italia le persone vaccinate sono tante (ma come vedete non producono danni perche' i loro contagi spariscono quasi subito e quasi nessuno viene ricoverato e tanto meno contribuisce ai decessi).
Anche altri punti alti precedenti (compreso il 19% di 4 giorni fa) sono stati i soliti picchi di vaccinati contagiati, che infatti sono calati sempre dopo un paio di giorni (sono alti perche' i vaccinati sono tanti).
Anche il saltello in alto dall'11.6% di ieri al 15% di oggi pensiamo rientri tra questi picchi "ballerini" dei vaccinati contagiati che certamente non smettono di comparire da un giorno all'altro.
La cosa importante e' che sia confermato l'andamento in discesa della curva (linea viola) al termine delle vacanze di fine anno.
In assenza di immissioni importanti e ripetute di nuovi contagi, la discesa sara' lenta perche' chi e' stato contagiato rimane positivo per un mese.
Le altre immissioni importanti di nuovi contagi, che inevitabilmente continueranno ad esserci, potranno prolungare la discesa nel tempo, anche di molto ma speriamo mai come la curva verde UK nel grafico dei Paesi del centro Europa.
Queste immissioni importanti di nuovi contagi vanno ridotte al minimo ma c'e' un ostacolo per molti versi insormontabile, dovuto al fatto che la maggior parte delle attivita' umane (lavoro, svago, ecc.) non possono prescindere dai contatti umani, che sono proprio l'origine dei contagi da evitare.
Per questo la consapevolezza di tutti dei rischi di contagio e' la condizione indispensabile per poter convivere con questa pandemia per il tempo necessario con il minimo dei danni.
Ripetiamo che una corretta ed intelligente comunicazione dev'essere la carta vincente di questa partita.

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 360, ancora maggiore di quello di ieri, e' stato graficato a destra.
Il dato e' cresciuto ad un valore eccezionalmente alto che merita un approfondimento.
Negli ultimi 4 giorni i dati dei decessi sono stati del 30% piu' alti del dovuto, anche tenendo conto della sinergia con Omicron, che potrebbe favorire le infezioni residuali della variante Delta, che e' l'unica variante abbastanza letale da giustificare un cosi' elevato numero di decessi.

LA SINERGIA OMICRON: Questa sinergia sarebbe connessa all'infezione doppia (anche non simultanea) di Omiron e Delta insieme che renderebbe piu' probabile l'infezione di Delta, perche' le difese immunitarie, dovendo occuparsi di tanti virus Omicron che sono prevalenti, sono meno disponibili ad attaccare la variante Delta che puo' cosi' avvantaggiarsi della situazione, riuscendo ad infettare anche con una carica virale Delta modesta (che altrimenti risulterebbe innocua): riesce cioe' ad infettare come se fosse molto piu' presente di quello che e', producendo cosi' molti piu' decessi rispetto al livello dei contagi, grazie ad Omicron
Infatti con i dati da noi ricavati per la variante Delta (60 decessi al giorno ogni 3.6% di contagi, mediamente 12 giorni dopo il contagio) per arrivare a 360 decessi in un giorno occorrerebbe quasi il 22% di contagi di sola variante Delta (perche' Omicron, ormai largamente dominante, non produce cosi' tanti decessi), che non ci sono mai stati.
Dopo 4 giorni di decessi cosi' alti non e' piu' pensabile ad anomalie nei dati dovute a travaso di decessi da un giorno ad un altro. Anomalie tecniche possono portare ad omissioni nella registrazione, non a creazione di decessi inesistenti.
Con vaccinazioni vicine al 90% della popolazione solo il 10% dovrebbe essere esposto al rischio di morte per Covid: questo vorrebbe dire che se nessuno fosse stato vaccinato e questi 360 decessi fossero dovuti TUTTI al Covid, avremmo avuto 9 volte piu' decessi cioe' 3240 decessi al giorno.
A noi sembra che da 4 giorni ci troviamo di fronte ad un problema nuovo che secondo noi puo' avere due spiegazioni possibili:
  1. Il notevole abbassamento delle temperature avvenuto in questi ultimi giorni, unitamente alla pessima consuetudine (resa nota da medici) dei pazienti non vaccinati di recarsi in ospedale quando ormai e' troppo tardi: potrebbe aver avuto una cosi' tragica conseguenza come l'aumento del 30% dei decessi?
  2. Oppure, non essendoci un'altra variante del Sars-CoV-2 perche' il numero di positivi al test non ha ripreso a salire, dovrebbe esserci un altro agente patogeno tra quelli gia' esistenti come endemici in Italia, cosi' letale da essere responsabile di cosi' tanti decessi in piu', dopo essere entrato in sinergia con Omicron (che facendo da specchietto per le allodole, attira tutti gli anticorpi e permette cosi' agli altri agenti patogeni di eludere le difese immunitarie, tutte impegnate con Omicron). Con le giuste analisi sui decessi si puo' chiarire se questa eventualita' esiste.
    La stessa sinergia che abbiamo ipotizzato tra le varianti Omicron e Delta potrebbe instaurarsi quindi tra Omicron e un altro virus patogeno endemico, al punto da facilitare cosi' tante altre infezioni, anche letali, in cosi' breve tempo.
Ci sembra che questo sia un problema nuovo e particolarmente importante: nei prossimi giorni dovremo capire meglio cosa sta succedendo, perche' e' in gioco la vita di migliaia di persone.

LEZIONE 61: COME SI USA IL MODELLO A SOGLIA (14 gennaio 2022)
Vai a:   Lezione 60   ,   Lezione 62
Le nostre spiegazioni partono sempre da una serie di assunzioni, che sono pero' tutte dedotte dall'osservazione dei dati reali della pandemia.
Se si vuole applicare il modello a soglia (che funziona cosi' bene), si deve pertanto assumere che siano vere le seguenti informazioni, con le quali si puo' prevedere l'evoluzione dell'epidemia che poi risulta comportarsi proprio come previsto, con notevoli vantaggi per chi si occupa della prevenzione:
  • Il virus responsabile dell'epidemia ha un tempo di guarigione spontanea che per le persone non dotate di difese immunitarie specifiche e' abbastanza lungo (30 giorni per il Sars-CoV-2 e varianti simili), mentre per le persone dotate di difese immunitarie specifiche (immunita' vaccinale o naturale conseguente ad una precedente infezione) e' abbastanza corto (da 2 a 4 giorni per il Sars-CoV-2 e varianti simili, a secondo del grado di immunita' e dell'organo attaccato, se piu' o meno vascolarizzato).
    Il lungo tempo di guarigione e' il parametro fondamentale che rende diversa l'epidemia di questi coronavirus dalle altre, consentendo loro di instaurare l'epidemia degli asintomatici che e' la pistola fumante del Sars-CoV-2, come ora spieghiamo.
  • Il virus ha un'alta probabilita' di creare infezioni asintomatiche, cioe' con la persona infettata che non presenta alcun sintomo apparente ma che rimane contagiosa, anche se poco, per tutto il mese in cui rimane con l'infezione in corpo (con test molecolare positivo).
  • Grazie a quest'ultima proprieta' si genera l'epidemia degli asintomatici con il livello di contagi risultante dall'equilibrio permanente tra i nuovi contagiati asintomatici creati e quelli che guariscono.
  • Non esiste la tanto auspicata immunita' di gregge per questi coronavirus, perche' sono in grado di mantenere sempre attiva l'epidemia degli asintomatici, che risulta essere come una "brace accesa" sempre pronta ad innescare una nuova ondata non appena la produzione di nuovi contagi da parte delle attivita' umane diventa importante (per far scomparire gli asintomatici occorrerebbe il 100% di vaccinati, non meno).
  • L'epidemia si manifesta con ondate successive, come mostra il grafico del Giappone con il fondo dell'epidemia degli asintomatici che resta sempre ad un livello basso e costante.
    Ad ogni ondata il numero di contagiati prima cresce per l'accumulo degli apporti di nuovi contagi prodotti da eccezionali attivita' umane (gli stessi contagiati, che sono in numero crescente e restano infetti per un mese, contribuiscono poi a contagiare le altre persone); poi, ma solo dopo un mese, i primi contagiati iniziano a guarire producendo una diminuzione sempre maggiore del numero di persone contagiate (cioe' positive al test molecolare), che presto prevale sul numero di nuovi contagi prodotti e la curva inizia la sua discesa dal picco.
  • Al termine dell'ondata il livello dei contagi si stabilizza al livello di fondo, stabilito dall'equilibrio in essere tra contagi e guarigioni nell'epidemia permanente ed invisibile degli asintomatici.
  • Quando i contagi raggiungono un livello alto, al verificarsi di particolari condizioni di intensita' dei contagi (superamento della soglia critica), la crescita dei contagi nell'epidemia degli asintomatici puo' divenire predominante sulle guarigioni ed in quel momento viene meno la condizione che manteneva l'equilibrio tra contagi e guarigioni, cosi' i contagi cominciano a crescere esponenzialmente perche', nel mese in cui un asintomatico rimane infetto e contagioso, arriva a contagiare piu' di un'altra persone (cioe' il parametro Rt dell'epidemia diventa Rt>1 ).
  • La soglia critica sale con la temperatura ambientale e con l'aumento della percentuale di vaccinati, mentre si abbassa nel caso opposto.
Il modello a soglia (che prende il nome dall'esistenza della soglia critica che avvia questo fenomeno), suppone che sopra la soglia critica il fondo degli asintomatici inizi a crescere esponenzialmente (con il parametro Rt>1) e le varie ondate che si susseguono si sovrappongono al fondo crescente in modo esponenziale inarrestabile, creando un andamento della pandemia come quello che c'e' stato in Russia nel 2021 (sono dati reali, non e' una congettura).
Questa crescita esponenziale dei contagi non dipende piu' dai contagi prodotti dalle attivita' umane ma e' spontanea, cioe' in quelle condizioni l'epidemia si autoalimenta e puo' essere fermata solo impedendo che i contagi avvengano (con lockdown oppure con le temperature estive) per un mese che e' il tempo di guarigione.
Altrimenti l'epidemia procede infettando tutte le persone infettabili.
Un modo per allontanare questo rischio (ed innalzare percio' la soglia critica) e' proprio quello di ridurre il numero di persone infettabili con la vaccinazione di massa.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (13 gennaio 2022)
Il dato dei contagi di oggi e' sceso al livello di 11.6%, che conferma l'inizio della discesa della quinta ondata , come da noi anticipato due giorni fa (grazie alle nozioni del modello a soglia).
Ora dovrebbero essere tutti convinti che avevamo ragione ad annunciare la discesa della curva al termine delle vacanze, proprio mentre tanti dicevano che il picco della quinta ondata si sarebbe raggiunto a fine gennaio. Cio' a riprova che le previsioni fatte con il MODELLO A SOGLIA sono giuste.
Anche la discesa della linea viola, che rappresenta l'andamento della quinta ondata al netto dei contagi dei vaccinati, da noi disegnata alcuni giorni fa e' perfetta, come si puo' vedere anche nel seguente grafico della sola quinta ondata

dove abbiamo indicato quattro "pianerottoli" nei giorni 18-22 dicembre ad 8.5% (shopping natalizio), 23-28 dicembre ad 11% (Natale), 30/12-1/1 al 14% (Capodanno) e 5-8/1 al 16% (Epifania).
Questi "pianerottoli" sono immediatamente collegati agli eventi delle festivita' di Natale, Capodanno ed Epifania indicate tra parentesi, quando le guarigioni stavano per prendere il sopravvento e far scendere la curva ma i contagi prodotti a causa degli eventi indicati hanno apportato degli incrementi di contagi eccezionali che anno prevalso sulle guarigioni ed hanno cosi' fatto salire ancora di piu' la curva dei contagi, con i loro apporti di incrementi "a gradino".
I punti alti precedenti (compreso il 19% dell'altro ieri) sono stati i soliti picchi di vaccinati contagiati, che calano sempre dopo un paio di giorni (sono alti perche' i vaccinati sono tanti).
Anche il saltello in alto dal 12.9% di ieri al 15% di ieri rientra tra questi picchi "ballerini" dei vaccinati contagiati che certamente non spariscono da un giorno all'altro.
Le cose importanti sono due:
  1. che sia confermato l'inizio della discesa della curva (linea viola) al termine delle vacanze di fine anno;
  2. che finora NON sia comparso un contributo in salita per la riapertura delle scuole (un po' a sorpresa, per noi), che dovrebbe gia' essere apparso.
Anche in assenza di immissioni importanti di nuovi contagi la discesa sara' lenta, perche' chi e' stato contagiato rimane positivo per un mese.
Le altre immissioni importanti di nuovi contagi, che inevitabilmente ci continueranno ad essere, potranno prolungare la discesa nel tempo, ed anche di molto se la gente inizia a pensare che la quinta ondata e' finita e si comincia ad allentare i controlli.
Quindi, in Piemonte, i controlli NON VANNO ALLENTATI MA NON E' NECESSARIO INTENSIFICARLI (con zone arancioni o rosse, focolai a parte), perche' i contagi che ci sono stati ormai ci sono stati e per questo ricoveri e decessi ad essi collegati seguiteranno ad aumentare nei prossimi giorni e nuove restrizioni non servono minimamente a bloccarne la crescita.
L'importante e' NON produrre nuovi contagi, che possono bloccare la discesa della curva, ormai in lenta discesa.
Ci vorra' almeno un mese perche' scenda, basta aspettare senza combinare guai che rallentino la discesa. Questa discesa non deve interrompersi, perche' allora si che si dovrebbero attuare nuove restrizioni.
Come stanno andando le cose adesso, la curva scende e va bene cosi', senza ulteriori chiusure.
Percio' ci auguriamo che domani il Comitato Tecnico Scientifico non aumenti le restrizioni, magari a partire da lunedi' quando i contagi saranno scesi ancora di piu' (le restrizioni possono ridurre i contagi non ancora avvenuti ma non ricoveri e decessi dei contagi gia' avvenuti).
Se invece la produzione di contagi da parte delle attivita' umane aumentasse significativamente, potremmo rischiare di trovarci di fronte ad una discesa della curva dei contagi che diventa come quella che c'e' stata in Gran Bretagna e che si puo' vedere come esempio nella curva verde UK nel grafico dei Paesi del centro Europa.
Queste immissioni importanti di nuovi contagi andrebbero ridotte al minimo ma c'e' un ostacolo per molti versi insormontabile, dovuto al fatto che la maggior parte delle attivita' umane (lavoro, svago, ecc.) non possono prescindere dai contatti umani, che sono proprio l'origine dei contagi da evitare.
Per questo la consapevolezza di tutti dei rischi di contagio e' la condizione indispensabile per poter convivere con questa pandemia per il tempo necessario con il minimo dei danni.
Una corretta ed intelligente comunicazione dev'essere percio' la carta vincente di questa partita.

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 316, praticamente uguale a quello di ieri, e' stato graficato a destra.
Il dato e' cresciuto ad un valore molto alto che, in base alla relazione con i contagi ricavata nel corso della quarta ondata con la variante Delta (60 decessi al giorno ogni 3.6% di contagi di 18 giorni prima, ora ridotti a 12), corrisponde al 18.8% di contagi (della variante Delta). E' quindi un livello di decessi ancora compatibile con i livelli di contagi raggiunti in questa quinta ondata.
Non possiamo ignorare pero' che e' il dato piu' alto registrato dalla primavera scorsa, a conferma che quest'ondata di variante Omicron non e' meno pericolosa delle precedenti (soprattutto per i non vaccinati), quasi certamente a causa della simultanea presenza della piu' nociva variante Delta. Non puo' quindi essere considerata come una banale influenza.

NON PUBBLICARE IL NUMERO DEI POSITIVI ASINTOMATICI ? (13 gennaio 2022)
Sugli organi di stampa appare la notizia che alcune Regioni stanno avanzando la richiesta di limitare la pubblicazione dei dati dei positivi al test alle sole persone con sintomi.
Non sappiamo se sia vero ed in tal caso quali siano le motivazioni.
Non e' mai una buona cosa celare dati scientifici ma in questo caso particolare ci sembra anche una cosa dannosa perche', se e' vero, com'e' vero, che gli asintomatici sono contagiosi, ignorare l'entita' di questo pericolo non puo' essere una cosa auspicabile nel momento in cui dalla popolazione si dovrebbe ottenere il massimo di attenzione per la riduzione della produzione di contagi.
Gli asintomatici vanno ridotti e non rimossi: per questo tutti i contagiati vanno conteggiati.
Che gli asintomatici siano contagiosi e' certo, altrimenti non esisterebbe l'epidemia degli asintomatici e alla fine di un'ondata non rimarrebbe un fondo di contagi allo 0.6%.
Anche se gli asintomatici sono meno contagiosi di un sintomatico, pero' cio' che aggrava il rischio con questi coronavirus e' il lungo tempo di guarigione, anche degli asintomatici, che mantiene queste persone contagiose per ben 30 giorni.
Se il problema e' il carico di lavoro, questo puo' sicuramente essere dimezzato o piu' perche' la statistica raccolta e' certamente sovrabbondante rispetto alle esigenze conoscitive del fenomeno: gli errori statistici indicati in tabella lo testimoniano.
Infine aggiungiamo che se non venisse piu' pubblicato il numero dei contagi asintomatici, questo lavoro dovrebbe terminare per mancanza dei dati.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (12 gennaio 2022)
Il dato dei contagi di oggi e' salito al livello di 15.0%, che conferma, a nostro avviso, l'inizio della discesa della quinta ondata , come da noi previsto nei giorni scorsi con il modello a soglia.
I punti alti precedenti (compreso il 19% di ieri) sono stati i soliti picchi di vaccinati contagiati, che calano sempre dopo un paio di giorni (sono alti perche' i vaccinati sono tanti).
Anche il saltello in alto dal 12.9% di ieri al 15% di oggi rientra tra questi picchi "ballerini" dei vaccinati contagiati che certamente non spariscono da un giorno all'altro.
La cosa importante e' che sia confermato l'inizio della discesa della curva (linea viola) al termine delle vacanze di fine anno.
Anche in assenza di immissioni importanti di nuovi contagi la discesa sara' lenta perche' chi e' stato contagiato rimane positivo per un mese.
Le altre immissioni importanti di nuovi contagi, che inevitabilmente ci continueranno ad essere, potranno prolungare la discesa nel tempo, anche di molto come si puo' vedere ad esempio nella curva verde UK nel grafico dei Paesi del centro Europa.
Queste immissioni importanti di nuovi contagi andrebbero ridotte al minimo ma c'e' un ostacolo per molti versi insormontabile, dovuto al fatto che la maggior parte delle attivita' umane (lavoro, svago, ecc.) non possono prescindere dai contatti umani, che sono proprio l'origine dei contagi da evitare.
Per questo la consapevolezza di tutti dei rischi di contagio e' la condizione indispensabile per poter convivere con questa pandemia per il tempo necessario con il minimo dei danni.
Una corretta ed intelligente comunicazione dev'essere percio' la carta vincente di questa partita.

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 313 e' stato graficato a destra.
Il dato e' cresciuto ad un valore molto alto che, in base alla relazione con i contagi ricavata nel corso della quarta ondata con la variante Delta (60 decessi al giorno ogni 3.6% di contagi di 18 giorni prima, ora ridotti a 12), corrisponde al 18.8% di contagi (della variante Delta). E' quindi un livello di decessi ancora compatibile con i livelli di contagi raggiunti in questa quinta ondata.
Non possiamo ignorare pero' che e' il dato piu' alto registrato dalla primavera scorsa, a conferma che quest'ondata di variante Omicron non e' meno pericolosa delle precedenti (soprattutto per i non vaccinati), quasi certamente a causa della simultanea presenza della piu' nociva variante Delta. Non puo' quindi essere considerata come una banale influenza.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (11 gennaio 2022)
Il dato dei contagi di oggi e' sceso di un terzo, al livello di 12.9%, che annuncia, a nostro avviso, l'inizio della discesa della quinta ondata , come da noi previsto nei giorni scorsi con il modello a soglia.
I punti alti precedenti (compreso il 19% di ieri) sono stati i soliti picchi di vaccinati contagiati, che calano sempre dopo un paio di giorni (sono alti perche' i vaccinati sono tanti).

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 294 e' stato graficato a destra.
Il dato e' cresciuto ad un valore molto alto perche' probabilmente include anche alcuni decessi del 7 ed 8 gennaio (il fine settimana in cui i decessi pubblicati erano particolarmente bassi.
Noi avevamo previsto circa 100 decessi al giorno in piu' rispetto al pianerottolo intorno a 150 decessi al giorno, che sarebbero l'inizio del conto che la pandemia starebbe presentando agli italiani per aver fatto finta di niente per potersi godere le feste di Natale come se la pandemia non esistesse o quasi. Il costo e' stato passare nei contagi dal 9% al 14% con un salto del 55% nella curva dei contagi ed altrettanto dovrebbe avvenire nei decessi: la previsione e' stata percio' che dopo il 12 gennaio si dovrebbe passare da 150 a 230 decessi al giorno per una settimana (vedi il commento del 6 gennaio).

I "PIANEROTTOLI": Nell'andamento di questa quinta ondata ci sono stati quattro pianerottoli che indicano i vari tentativi della curva di iniziare la discesa dal picco della quinta ondata, prontamente bloccati dall'arrivo di una nuova ondata di contagi prodotti durante una delle numerose festivita'.
Piu' precisamente questi quattro "pianerottoli" sono stati:
  • nei giorni 18-22 dicembre ad 8.5% (per lo shopping natalizio),
  • nei giorni 23-28 dicembre ad 11% (per il Natale),
  • nei giorni dal 30/12-1/1 al 14% (per il Capodanno)
  • e nei giorni 5-8/1 al 16% (per l'Epifania).
Quindi se la curva e' arrivata al 19% (con tutto quello che cio' comporta in termini di ricoveri e decessi) ora sappiamo a cosa e' dovuto, secondo noi.
L'apporto di questi contagi "festaioli" si e' prolungato anche oltre il 6 gennaio per il "ponte" con il fine settimana dell'8 e 9 gennaio.
Lunedi' 10 abbiamo registrato il culmine dell'arrivo dei contagi di domenica 9 e poi, finalmente oggi 11 gennaio la curva ha potuto iniziare la sua discesa, sotto la spinta delle numerose guarigioni dei contagiati di un mese fa, che sottraggono tanti positivi nei test.
E' tutto fin troppo chiaro: il funzionamento di questa pandemia e' piuttosto elementare in fondo ed il modello a soglia spiega tutto perfettamente pero' a sentire in giro sembra che ce ne siamo accorti soltanto noi!
Tutto questo e' di fondamentale importanza perche' ci indica dove, come e quando e' bene intervenire per limitare la produzione di nuovi contagi e cosi' governare l'epidemia in corso, invece di subirla.

LA STORIA DI QUESTA QUINTA ONDATA: Questa quinta ondata e' iniziata con la variante Delta e si sarebbe conclusa con un picco al 4% alla fine di novembre, nel pieno rispetto delle nostre previsioni (con picco al 4% invece del 2.5% per un po' di Omicron gia' presente); e' il primo tratto della curva dei contagi , quello con pendenza minore.
Pero' in quel momento e' arrivata la seconda variante Omicron ad aumentare i contagi, con una contagiosita' maggiore (secondo tratto della curva, con pendenza maggiore.
Con questo contributo di Omicron il picco si sarebbe spostato cosi' piu' in alto, fino all'8.5%, se non fosse arrivato un nuovo apporto importante dei contagi prodotti durante lo shopping natalizio che, prevalendo sulle guarigioni dei contagiati, ha spinto ancora piu' in alto il picco della curva, fino all'11%, da cui avrebbe dovuto iniziare la discesa.
Ma nuovamente c'e' stato un altro apporto importante dei contagi prodotti durante gli assembramenti per il Capodanno, che ha spinto ancora piu' in alto il picco della curva, fino al 14%, da cui avrebbe dovuto iniziare la discesa.
Ma ancora c'e' stato l'altro apporto importante dei contagi prodotti durante la festivita' dell'Epifania che si e' saldata al fine settimana successivo fino a domenica 9 gennaio, che ha spinto ancora piu' in alto il picco della curva, fino al 16%, da cui finalmente, essendo finite le Feste, sta ora iniziando la discesa.
La discesa della curva dovrebbe ora essere iniziata, perche' l'apporto dei nuovi contagi dev'essere per forza in calo, ora che le feste sono finite e l'epidemia degli asintomatici NON e' in crescita esponenziale. Crediamo che ormai questo rischio sia molto ridotto, perche' sarebbe gia' dovuta iniziare, secondo noi, ma evidentemente l'alta percentuale di vaccinati raggiunta in Italia ha ridotto quanto necessario il numero di persone infettabili.
La discesa della curva ora sara' lenta, perche' gli ultimi contagiati guariranno in 30 giorni. Inoltre continueranno ancora ad arrivare altri nuovi contagi, anche se in diminuzione rispetto al periodo festivo.

Oggi ci troviamo ad un punto cruciale e molto istruttivo della quinta ondata, che si comporta in tutto e per tutto come previsto dal modello a soglia, che riceve cosi' un'ulteriore conferma.
I fatti rilevanti sono due
  1. L'inizio discesa della curva dei contagi (da noi annunciato nei due giorni precedenti),
  2. insieme al fatto che i decessi sono troppi per una variante come Omicron ormai dominante,
e meritano una discussione piu' approfondita che ora iniziamo a scrivere:
  • UN'EPIDEMIA DOPPIA: Per la prima volta ci siamo trovati ad affrontare un'epidemia DOPPIA: all'inizio solo la variante Delta a cui poi si e' aggiunta anche la variante Omicron.
    Sarebbe stato naturale attenderci cosi' una quinta ondata costituita nella sua fase finale solo dalla variante dominante, che e' Omicron per la sua maggiore contagiosita'.
    Ma sorprendentemente non e' stato cosi'. Ovviamente la presenza di Omicron e' prevalente, e non potrebbe essere diversamente, ma la presenza della variante Delta e' ancora cosi' rilevante che il numero dei decessi e' cosi' alto come se le percentuali che troviamo indicate nella curva dei contagi fossero composte dalla sola variante Delta.
    La cosa e' molto strana ma il numero dei decessi che stiamo registrando in TUTTI questi giorni e' proprio consistente con questa ipotesi.
    Abbiamo gia' fatto questa osservazione il 7 gennaio. La spiegazione che ci e' venuta in mente allora e' stata che le infezioni possano essere molto spesso composte da un miscuglio delle due varianti insieme e che s'instauri una sinergia tra le due varianti, per cui Omicron facilita il contagio, che rende possibile ad una piu' piccola percentuale di Delta di diffondersi con la stessa velocita' di Omicron.
    La variante Delta, anche se in percentuale piccola, una volta che comincia a riprodursi nell'organismo della persona infettata, fa il suo mestiere, producendo danni gravi alle vie restiratorie profonde e creando le solite sindromi gravi, che portano talvolta i pazienti anche alla morte. Cio' mentre i danni di Omicron risultano molto piu' lievi.
    Questa per ora e' solo un'ipotesi che stiamo avanzando perche' e' necessario trovare una spiegazione ad un cosi' grande numero di sindromi gravi e decessi in una situazione di contagi molto accentuati dalla presenza massiva della variante Omicron, che notoriamente non e' cosi' letale.
    La peculiarita' della situazione italiana sta nel fatto che la variante Omicron e' arrivata nel bel mezzo di un'ondata di Delta in piena espansione.
    Questo fatto potrebbe aver favorito un miscuglio dei due tipi di infezioni, piuttosto che l'instaurarsi di due epidemie separate e indipendenti l'una dall'altra.
    In altre parole e' senz'altro possibile che una persona, soprattutto se non molto attenta alle misure precauzionali, possa subire anche in giorni diversi due infezioni dalle due diverse varianti.
    Questa persona con doppia infezione emette cariche virali che diffondono il contagio con entrambi i virus patogeni, uno dei quali (Delta) e' quello che puo' portare all'esito piu' infausto.
    La possibilita' di contagi simultanei delle due varianti insieme puo' essere poi accentuata dal fatto che, essendo entrambi virus respiratori, e' normale che le cariche virali emesse da una persona con doppia infezione contengano entrambe le varianti e che producano cosi' delle nuove infezioni doppie.
    L'idea e' che la presenza simultanea di Omicron in buona percentuale possa aiutare la Delta ad ELUDERE le difese immunitarie e far attecchire il virus Delta anche con una carica virale tutto sommato modesta.
    Il risultato sarebbe che attualmente nella maggior parte delle infezioni di Omicron c'e' anche la Delta, che e' la variante delle due responsabile dei decessi in numero tale, come se tutte le infezioni fossero Delta.
    Il riscontro si puo' fare con tamponi molecolari ai pazienti attualmente nelle terapie intensive: se sono tutti Delta, abbiamo ragione noi.
    Sarebbe la prova sperimentale che ora ci manca di questa sinergia tra le due varianti e che questa nostra possa essere la spiegazione giusta.
    Una spiegazione del gran numero di decessi in presenza di un'epidemia di Omicron va trovata e la piu' ragionevole ci sembra che possa essere questa, non la presenza di una terza variante "Deltacron".
    Se fossimo nel giusto, allora almeno in Italia la variante Omicron NON potrebbe essere considerata come una normale influenza, perche' sarebbe in grado di portarsi "a rimorchio" la variante Delta, sempre presente anche se in percentuale piccola, che e' molto piu' letale una volta entrata nell'organismo.
    C'e' da attendersi che, per l'alta contagiosita', in tempi abbastanza brevi questa epidemia di Omicron+Delta possa colpire TUTTE le persone non vaccinate con gravi conseguenze, purtroppo per loro.

  • INIZIO DELLA DISCESA: Ovviamente l'entusiasmo per questo primo punto in chiara discesa va limitato perche' si tratta pur sempre di un solo punto, che ci auguriamo sia il primo di una lunga serie.
    Al di la delle convinzioni personali, e' innegabile che le persone positive al test sono state infettate dal virus, sono quasi tutte asintomatiche e, se non immunizzate, guariscono dall'infezione in 30 giorni.
    La conseguenza di cio' e' che oggi i positivi esistenti stanno diminuendo per le guarigioni dei contagiati non immunizzati di un mese fa.
    Questa e' una spinta in discesa per la curva dei contagi che, in assenza di importanti apporti di nuovi contagi, fa scendere la curva. Per questo motivo abbiamo previsto che alla fine degli eccezionali apporti di nuovi contagi prodotti durante le festivita' di fine anno la curva della quinta ondata doveva necessariamente scendere. E' una previsione direi quasi banale.
    Ovviamente non bisogna ignorare che possono esserci altre fonti importanti di contagi che possono spingere nuovamente in alto la curva (una certamente non trascurabile e' la riapertura delle scuole).
    Speriamo che le Autorita' siano in grado di limitare questi altri apporti di contagi, cosi' da permettere di riportare i contagi e con essi anche i ricoveri ed i decessi ai livelli bassi che avevamo prima di dicembre.
    Vogliamo sottolineare infine il fatto molto importante che, se questa discesa continuera', sta avvenendo proprio nel momento in cui le temperature stanno crollando. Sarebbe una notizia veramente ottima e di buon auspicio per il nostro futuro prossimo..

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (10 gennaio 2022)
Il dato dei contagi di oggi e' salito al livello di 19.0% a conferma che la quinta ondata non ha iniziato ancora la sua discesa e sta mostrando i soliti picchi di vaccinati contagiati, che calano dopo un paio di giorni, partendo dal 17% cioe' un po' sopra al " quarto pianerottolo " che e' un po' piu' alto del 14%, forse al 16%, nel grafico della quinta ondata , dovuto anch'esso ad una coda persistente dell'apporto eccezionale di nuovi contagi, per i festeggiamenti dell'Epifania prolungati fino a domenica 9 gennaio (quindi c'e' ancora un apporto di contagi superiore alle guarigioni che fa salire il livello della linea viola nel grafico).
L'inizio della discesa della curva e' ancora rimandato, forse a domani, perche' l'apporto dei nuovi contagi dev'essere per forza in calo, ora che le feste sono finite e l'epidemia degli asintomatici NON e' in crescita esponenziale. Crediamo che ormai il rischio sia molto ridotto, perche' sarebbe gia' dovuta iniziare, secondo noi, ma evidentemente l'alta percentuale di vaccinati raggiunta in Italia ha ridotto quanto necessario il numero di persone infettabili.
La discesa della curva ci sara' e sara' lenta, perche' gli ultimi contagiati guariranno in 30 giorni. Inoltre continueranno ancora ad arrivare altri nuovi contagi, anche se in diminuzione rispetto al periodo festivo.

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 227 e' stato graficato a destra.
Il dato e' tornato a valori superiori a 200. Noi avevamo previsto circa 100 decessi al giorno in piu', che sarebbero l'inizio del conto che la pandemia starebbe presentando agli italiani per aver fatto finta di niente per potersi godere le feste di Natale come se la pandemia non esistesse o quasi. Il costo e' stato passare dal 9% al 14% con un salto del 55% nella curva dei contagi ed altrettanto dovrebbe avvenire nei decessi: la previsione e' stata percio' che dopo il 12 gennaio si dovrebbe passare da 150 a 230 decessi al giorno per una settimana (vedi il commento del 6 gennaio).

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (9 gennaio 2022)
Il dato dei contagi di oggi e' quasi stabile al livello di 16.3% a conferma che la quinta ondata non e' fuori controllo (ancora) e che sta mostrando vari picchi di vaccinati contagiati, che calano dopo un paio di giorni, partendo dal " quarto pianerottolo " che e' un po' piu' alto del 14%, forse al 16%, nel grafico della quinta ondata , dovuto anch'esso ad una coda dell'apporto eccezionale di nuovi contagi, per i festeggiamenti dell'Epifania.
E' quindi rimandato a domani l'inizio della discesa della curva, che sara' lenta perche' gli ultimi contagiati guariscono 30 giorni dopo (e poi continueranno ancora ad arrivare altri nuovi contagi, anche se di meno).

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 157 e' stato graficato a destra.
Il dato sembra tornato ai valori di 150 che avevamo prima della salita a 200 ma secondo noi e' troppo presto perche' 12 giorni fa eravamo ancora nel pieno delle festivita' di fine anno e quindi con la curva dei contagi in piena salita.
Il dato potrebbe essere un po' piu' basso di quello vero per i soliti problemi organizzativi legati ai turni di lavoro della domenica.
Aspettiamo domani per giudicare.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (8 gennaio 2022)
Il dato dei contagi di oggi e' sceso al livello di 15.5% a conferma che la quinta ondata non e' fuori controllo (ancora) e che sta mostrando vari picchi di vaccinati contagiati, che calano dopo un paio di giorni, partendo dal terzo " pianerottolo " che e' un po' piu' alto del 14%, forse al 15%, nel grafico della quinta ondata , dovuto anch'esso all'apporto eccezionale di nuovi contagi, per i festeggiamenti di fine anno.
Tentativamente possiamo descrivere l'andamento dei dati della quinta ondata (in tabella ) con la seguente linea viola:

, dove abbiamo indicato quattro pianerottoli nei giorni 18-22 dicembre ad 8.5% (shopping natalizio), 23-28 dicembre ad 11% (Natale), 30/12-1/1 al 14% (Capodanno) e 5-8/1 al 16% (Epifania).
Questi pianerottoli sono immediatamente collegati agli eventi delle festivita' di Natale, Capodanno e Befana indicate tra parentesi, quando le guarigioni stavano per prendere il sopravvento e far scendere la curva ma i contagi prodotti a causa degli eventi indicati hanno apportato degli incrementi di contagi eccezionali che anno prevalso sulle guarigioni ed hanno cosi' fatto salire ancora di piu' la curva dei contagi, con i loro apporti di incrementi "a gradino".

SEQUENZA DEGLI EVENTI (secondo il modello a soglia):
  1. La quinta ondata con la sola variante Delta avrebbe avuto il picco al 4% e poi sarebbe scesa.
  2. L'arrivo della variante Omicron ha accentuato la pendenza della curva (per la maggiore contagiosita') ed avrebbe portato il picco della quinta ondata all'8.5% dopo cui avrebbe dovuto iniziare la discesa.
  3. Pero' l'arrivo delle feste di fine anno ha portato degli incrementi di contagi superiori alle guarigioni che avrebbero dovuto far scendere la curva, per cui con il Natale la curva ha ricevuto una spinta in alto che ha spostato il picco prima all'11% e poi, con le altre due festivita' seguenti, il picco e' stato spinto sempre piu' in alto, prima al 14% e poi al 16%.
Ora pero' le festivita' sono finite e l'ultimo evento che potrebbe portare ancora un incremento di contagi importante, spostando il picco ancora piu' in alto, e' la riapertura delle scuole (con aule senza ricambio di aria).
Se questo ulteriore apporto di contagi non avvenisse, come tutti speriamo, finalmente le guarigioni, che stanno arrivando copiose, potranno riuscire a fare il loro lavoro che e' quello di spingere verso il basso la curva dei contagi.
Cosi' noi abbiamo azzardato questa previsione, disegnando la linea viola in discesa nel grafico.
Queste sono le spiegazioni e la previsione che si possono fare con il modello a soglia.

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 184 e' stato graficato a destra.
Il dato e' perfettamente consistente con l'analisi fatta l'altro ieri e nei giorni precedenti che non stiamo qui' a ripetere (si puo' leggere piu' sotto, perche' e' perfettamente confermata dal dato odierno).
Il numero di decessi non solo e' alto ma e' destinato a salire ulteriormente come conseguenza della scelta (poco oculata) di regolare le misure di contenimento della pandemia non sui contagi, bensi' sui dati ospedalieri (ricoveri e decessi), che manifestano la loro crescita da 5 a 12 giorni dopo quella dei contagi che hanno prodotto quei ricoveri e decessi.
Con ogni virus ricoveri e decessi sono direttamente legati al numero di contagi dei giorni (fino a 12 o piu') precedenti e cosi' le misure di contenimento dell'epidemia vengono prese con vari giorni di ritardo, durante i quali l'epidemia procede indisturbata, producendo poi un maggior numero di ricoveri e decessi (perche' nei momenti di crisi la curva e' sempre in salita).

LA SOGLIA CRITICA (8 gennaio 2022)
Cerchiamo di approfondire questo aspetto ancora piuttosto misterioso di questa pandemia.
Che il fenomeno della crescita esponenziale del fondo dei contagi esista non c'e' dubbio perche' l'abbiamo vista nella realta': e' il caso della linea bianca che compare nella curva dei decessi in Russia.
Il modello a soglia (che prende il nome dall'esistenza di una soglia critica che avvia questo fenomeno), suppone che sopra la soglia critica il fondo degli asintomatici inizi a crescere esponenzialmente (con il parametro Rt>1) e le varie ondate che si susseguono si sovrappongono al fondo crescente in modo esponenziale inarrestabile, creando un andamento della pandemia come quello che c'e' stato in Russia nel 2021 (sono dati reali, non congetture).
A quel punto l'epidemia si puo' fermare solo impedendo che i contagi avvengano, cioe' separando le persone di fatto con un lungo lockdown generale (come altro se no?), che deve durare quasi un mese, altrimenti l'epidemia procede senza freni fino ad infettare tutta la popolazione infettabile, anche piu' volte.
Bisogna percio' fare di tutto prima che si arrivi a quel punto, per non superare questa soglia critica.
Il precedente grafico della Russia e' relativo ai decessi, ognuno dei quali segue ad un contagio, per cui anche i relativi contagi hanno lo stesso andamento.
Appare ovvio che quello che sale in modo esponenziale e' il "fondo dei contagi" che non puo' che essere il fondo degli asintomatici.
Altrettanto evidente appare il fatto che il fondo degli asintomatici cresce ad ogni ondata che quando finisce lascia un fondo piu' alto di com'era prima che l'ondata iniziasse.
Questo meccanismo di crescita e' quello che inizialmente ha rotto l'equilibrio tra nuovi contagi e guarigioni che manteneva stazionaria l'epidemia degli asintomatici.
Con la crescita dei contagi della prima ondata aumentano anche i contagi di fondo dell'epidemia degli asintomatici e la rottura dell'equilibrio che la manteneva stabile avviene quando l'epidemia supera una soglia critica che porta il parametro di contagiosita' Rt a superare 1.
Quando e' stabilmente Rt>1 significa che mediamente ogni asintomatico, nei 30 giorni in cui rimane infetto, e' in grado di contagiare piu' di un'altra persona e questa e' la condizione che innesca la crescita esponenziale dei contagi, da quel momento in poi.
Rimane da capire quali sono le condizioni che fanno crescere il parametro Rt dell'epidemia degli asintomatici fino a superare quella soglia Rt>1 che innesca la crescita esponenziale non dell'ondata pandemica ma dell'epidemia degli asintomatici, che costituisce il fondo dei contagi e che e' diversa e particolare, perche' caratterizzata da una popolazione molto numerosa, infettata solo in modo leggero (gli asintomatici sono inconsapevoli di essere tali), che rimane molto poco contagiosa ma per un tempo lungo un mese e quindi per questo in grado di trasmettere un contagio in grado di compensare esattamente la riduzione del numero di contagiati per guarigione spontanea dopo un mese (epidemia in equilibrio stabile).
L'equilibrio e' determinato dall'uguaglianza tra nuovi contagi e guarigioni.
Ma se il numero di asintomatici aumenta rapidamente ogni nuovo asintomatico circolando diffonde il contagio producendo dei nuovi asintomatici senza che le guarigioni possano compensare questa crescita perche' il loro incremento arriva dopo un mese.
Questo aumenta la popolazione degli asintomatici e quindi la loro capacita' di produrre nuovi contagi (quindi il parametro Rt) per tutto il primo mese, producendo l'incremento del fondo degli asintomatici osservabile nel grafico tra l'inizio e la fine di un'ondata.
Quello che vediamo nel grafico e' che dopo l'arrivo delle quarigioni, se l'incremento e' stato troppo grande (superiore ad una certa soglia critica) l'epidemia degli asintomatici non raggiunge un nuovo punto di equilibrio tra i contagi che produce e le guarigioni dei contagiati di un mese prima ma continua a salire secondo i canoni epidemiologici determinati dal valore del parametro Rt che, se e' diventato maggiore di 1, determina una crescita esponenziale del fondo degli asintomatici.
Nella formulazione del modello a soglia non siamo stati in grado di determinare questa soglia critica; possiamo solo intuire che oltre a dipendere dal livello dei contagi (che determina la produzione di nuovi contagi asintomatici, perche' ogni asintomatico in piu' produce altri contagi) dovrebbe dipendere anche dalla velocita' di crescita dei contagi (cioe' dalla derivata prima). Questo perche', se la crescita e' lenta, l'epidemia degli asintomatici ha il tempo di trovare il suo nuovo punto di equilibrio e rimane stabile ad un livello un po' piu' alto.
Cio' perche' come nelle "ondate" anche nell'epidemia degli asintomatici il normale processo della crescita esponenziale con Rt>1 NON e' applicabile in presenza del meccanismo stabilizzante delle guarigioni ritardate di un mese ma va riformulato, tenendo conto anche dei parametri delle guarigioni.
Finche' non faremo altri passi avanti in questa comprensione, dovremo percio' limitarci a riconoscere la grande pericolosita' di questo fenomeno della crescita esponenziale dell'epidemia degli asintomatici ed a misurarne i parametri sperimentalmente, al suo verificarsi (speriamo mai in Italia).

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (7 gennaio 2022)
Il dato dei contagi di oggi e' salito un altro po', al livello di 18.6%, che potrebbe stabilire un altro picco di vaccinati contagiati, che calera' nei prossimi 2 giorni, oltre ad allontanare, per ora l'inizio della discesa della curva, dopo il terzo " pianerottolo " intorno al 14% nel grafico della quinta ondata , dovuto anch'esso all'apporto eccezionale di nuovi contagi, per i festeggiamenti di fine anno.
Ecco quello che possiamo intuire da questi dati:
  1. La curva non sta ancora iniziando la discesa dal picco di questa quinta ondata.
  2. La curva non mostra di aver intrapreso una crescita esponenziale e neanche meno che esponenziale.
  3. I dati della prima settimana di gennaio oscillano tra il pianerottolo al 14% fino ad un quarto possibile pianerottolo (non ancora disegnato nella linea viola ) intorno al 16% con picchi fino al 18%, centrati il 2 ed il 7 gennaio, probabilmente imputabili ai soliti picchi creati dai vaccinati contagiati (che guariscono in 3 giorni).
Se questa interpretazione e' giusta significa che gli umani stanno ancora producendo nuovi contagi in quantita' superiore alla diminuzione di contagiati (positivi al test), dovuta ad un numero ormai abbastanza alto di guarigioni dei contagiati di un mese fa.
La difficolta' a ridurre questa produzione di contagi da parte delle attivita' umane probabilmente e' dovuta all'aumento della contagiosita' virale per l'abbassamento delle temperature.
Se la causa e' questa allora dobbiamo aspettarci un peggioramento della situazione con l'ulteriore abbassamento delle temperature, a cui necessariamente si dovra' far fronte con dei provvedimenti piu' restrittivi di quelle attivita' umane che favoriscono la trasmissione dei virus tra persone.
C'e' poco altro da fare perche' non si puo' permettere che, gradino dopo gradino, la curva dei contagi (e quindi 12 giorni dopo anche quella dei decessi e dei ricoveri ospedalieri) continui a salire indefinitamente, perche' questo e' quello che ci aspetta, continuando cosi' (o anche peggio, col freddo).

P.S. Sono sbagliati i valori di Rt, diffusi dalla stampa e calcolati dalla crescita della curva, perche' la crescita NON e' esponenziale ma consiste in una convoluzione di "gradini", creati dalle attivita' umane come descritti dal modello a soglia, che in momenti di riduzione creano anche dei "pianerottoli" (nei momenti in cui la produzione di nuovi contagi da parte delle attivita' umane e' piu' o meno equivalente alla spinta in discesa delle guarigioni).
La modalita' di crescita della curva non e' quella di una crescita esponenziale regolata dal parametro Rt ma e' regolata invece dalla quantita' di contagi prodotti e dalla loro concentrazione nel tempo. E' un fattore puramente umano e non epidemico.
Tutto questo, spiegato dal modello a soglia nella LEZIONE 60 (CAPIRE LA PANDEMIA) , e' ben visibile sia nel grafico che nella tabella dei dati.

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 223 e' stato graficato.
Il dato e' perfettamente consistente con l'analisi fatta ieri e nei giorni precedenti che non stiamo qui' a ripetere (si puo' leggere qui' sotto perche' e' perfettamente confermata dal dato odierno).
Il numero di decessi non solo e' alto ma e' destinato a salire ulteriormente come conseguenza della scelta (poco oculata) di regolare le misure di contenimento della pandemia non sui contagi, bensi' sui dati ospedalieri (ricoveri e decessi), che manifestano la loro crescita da 5 a 12 giorni dopo quella dei contagi che hanno prodotto quei ricoveri e decessi.
Con ogni virus ricoveri e decessi sono direttamente legati al numero di contagi dei giorni (fino a 12 o piu') precedenti e cosi' le misure di contenimento dell'epidemia vengono prese con vari giorni di ritardo, durante i quali l'epidemia procede indisturbata, producendo poi un maggior numero di ricoveri e decessi (perche' nei momenti di crisi la curva e' sempre in salita).

PERCHE' CI SONO COSI' TANTI DECESSI CON OMICRON ? (7 gennaio 2022)
Ci stupisce il fatto che il numero dei decessi sembra rispettare esattamente le previsioni da noi fatte con i dati di quando tutti i contagi erano della variante Delta.
Lo stupore deriva dal fatto che sappiamo per certo che ormai e' dominante la variante Omicron e lo era anche 12 giorni fa, data dei contagi che stanno producendo i decessi di oggi.
Com'e' possibile che ci siano cosi' tanti decessi se Omicron e' molto meno letale della Delta? Noi sapevamo che un'ondata prodotta da soli virus Omicron dovrebbe produrre pochissimi decessi, cioe' molti meno di 200 al giorno.
O non e' vero che Omicron e' meno letale oppure ovviamente i decessi sono dovuti alla Delta ma dobbiamo capire come cio' sia possibile se la sua popolazione virale di Delta era minoritaria 12 giorni fa.
Dobbiamo accettare che Omicron sia molto meno letale della Delta, perche' troppe sono le evidenze sperimentali in questa direzione.
Allora siamo nel secondo caso e l'unica spiegazione che ci viene in mente e' che le infezioni possano essere molto spesso composte da un miscuglio delle due varianti insieme e che s'instauri una sinergia tra le due varianti, per cui Omicron facilita il contagio, che rende possibile ad una piu' piccola percentuale di Delta di diffondersi con la stessa velocita' di Omicron.
La variante Delta, anche se in percentuale piccola, una volta che comincia a riprodursi nell'organismo della persona infettata, fa il suo solito mestiere, producendo danni gravi alle vie restiratorie profonde e creando le solite sindromi gravi, che portano talvolta i pazienti anche alla morte. Cio' mentre i danni di Omicron risultano molto piu' lievi.
Questa ipotesi la stiamo avanzando perche' e' necessario trovare una spiegazione ad un cosi' grande numero di sindromi gravi e decessi in una situazione di contagi molto accentuati dalla presenza massiva della variante Omicron, che notoriamente pero' non e' cosi' letale.
La peculiarita' della situazione italiana sta nel fatto che la variante Omicron e' arrivata nel bel mezzo di un'ondata di Delta in piena espansione.
Questo fatto potrebbe aver favorito un miscuglio dei due tipi di infezioni, piuttosto che l'instaurarsi di due epidemie separate e indipendenti l'una dall'altra.
In altre parole e' senz'altro possibile che una persona, soprattutto se non molto attenta alle misure precauzionali, possa subire anche in giorni diversi due infezioni dalle due diverse varianti.
Questa persona con doppia infezione emette cariche virali che diffondono il contagio con entrambi i virus patogeni, uno dei quali (Delta) e' quello che puo' portare all'esito piu' infausto.
La possibilita' di contagi simultanei delle due varianti insieme puo' essere poi accentuata dal fatto che, essendo entrambi virus respiratori, e' normale che le cariche virali emesse da una persona con doppia infezione contengano entrambe le varianti e che producano cosi' delle nuove infezioni doppie.
Riconosciamo che non ci sono prove per ora di questa sinergia e che questa spiegazione possa essere quella giusta, pero' una spiegazione al gran numero di decessi in presenza di un'epidemia di Omicron va trovata e questo e' quello che per ora la nostra fantasia e' riuscita a concepire.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (6 gennaio 2022)
Il dato dei contagi di oggi e' salito molto, al livello di 17.9%, che annuncia probabilmente un altro picco di vaccinati contagiati che calera' nei prossimi 2 giorni ma che allontana, per ora l'inizio della discesa della curva, dopo il terzo " pianerottolo " intorno al 14% nel grafico della quinta ondata , dovuto anch'esso all'apporto eccezionale di nuovi contagi, per i festeggiamenti di fine anno.
Dobbiamo al piu' presto ridurre la produzione di nuovi contagi da parte delle attivita' umane (malgrado il freddo), ora che le feste sono finite, per permettere alla curva dei contagi di scendere dal picco, grazie alle numerose guarigioni in atto dei contagiati di un mese fa (la riapertura delle scuole con alunni non vaccinati certo non aiuta in questo).
Non c'e' da stare tranquilli con un livello cosi' alto dei contagi (ancora piu' alto della terza ondata), perche' le temperature sono in calo e questo facilitera' ancora di piu' la trasmissione dei contagi (con l'aumento delle cariche virali per accumulo).
Il pericolo grande e' costituito ancora una volta dall'epidemia degli asintomatici che almeno per la variante Delta certamente esiste e che in queste condizioni, con il freddo invernale in arrivo, sta aumentando il suo grado di contagiosita' Rt, che si avvicina cosi' sempre piu' alla condizione di Rt>1 (oltre la soglia critica), che darebbe inizio ad una crescita esponenziale dei contagi.
L'epidemia allora autoalimenterebbe la sua crescita, indipendentemente da qualsiasi apporto di attivita' umane (che sarebbero controllabili). Una tale crescita dell'epidemia risulterebbe percio' incontrollabile e potrebbe essere arrestata solo impedendo che il trasferimento dei contagi tra persone avvenga e cio' sembra che sia realizzabile solo chiudendo tutti dentro casa (lockdown generale).

Un commento a parte vogliamo esprimerlo sulla richiesta avanzata da piu' parti, tra cui anche la regione Piemonte, di una riflessione se non e' il caso di effettuare i test molecolari solo sulle persone sintomatiche che sono quelle che presentano rischi di ospedalizzazione.
Concordiamo che i test fatti attualmente sono troppi. L'origine di una tale impostazione ai test risale all'inizio della pandemia quando da molti giornalisti si sentiva dire che i test dovevano essere molti perche' "i positivi se non li cerchi neanche li trovi".
In realta' l'impostazione della campagna dei test non puo' essere decisa dai giornalisti, perche' non serve a "trovare le persone infette" ma a determinarne statisticamente il numero ed il suo andamento temporale e per questo bastano anche meno test di quelli che si stanno facendo oggi.
Per evidenziare questo fatto nella nostra tabella abbiamo anche riportato la significativita' statistica dei dati tra parentesi come "err.2%", che abbiamo definito come SQRT(N)/N ovvero 1/SQRT(N) da cui si evince che, se i test si riducono di un fattore 4, la significativita' statistica si dimezza (dal 2% al 4%), che va ancora bene per scopi scientifici come i nostri.

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 198 e' stato graficato.
Il dato e' perfettamente consistente con l'analisi fatta ieri che qui' vogliamo ripetere.
Il 3 gennaio abbiamo fatto una previsione di un aumento del 30% dei decessi , che vorrebbe dire circa 200 decessi al giorno dopo il 3 gennaio (proprio come il dato di oggi 6 gennaio).
Ripetiamo inoltre la causa di questi incrementi di decessi potrebbe essere ricercata nei numerosissimi cenoni di Natale fatti con i nonni, per la cui sicurezza cosi' tante persone si sono messe in coda in farmacia a fare i test anti-Covid, contando forse erroneamente su una loro efficienza al 100%, difficile da ottenere in quei test.
Questo aumento di decessi corrisponde al passaggio dei contagi dal primo pianerottolo (che sarebbe il primo tentativo di massimo della curva) al 9% circa al secondo pianerottolo piu' alto (11.2% circa) verificatosi alla vigilia di Natale (cioe' 13 giorni fa).
A sostegno di questa possibile causa di un aumento dei decessi c'e' la particolare coincidenza delle date: nei commenti del 18 dicembre avevamo infatti osservato che il ritardo dei decessi rispetto al momento del contagio si era ridotto dai 18 giorni valutati nel corso della quarta ondata a soli 12 giorni in questa quinta ondata, sospettando che potesse dipendere sia dal freddo che notoriamente aggrava le patologie respiratorie sia dal fatto che la maggior parte dei deceduti erano persone non vaccinate che, a detta dei sanitari intervistati, molto spesso ricorrono alle cure ospedaliere quando ormai e' troppo tardi.
Ebbene se e' vero che il ritardo tra il contagio ed il decesso si e' ridotto ora da 18 a 12 giorni, 12 giorni prima di ieri (4 gennaio) era proprio il 24 dicembre, la vigilia di Natale.
Quindi i circa 100 decessi al giorno in piu' sarebbero l'inizio del conto che la pandemia starebbe presentando agli italiani per aver fatto finta di niente per potersi godere le feste di Natale come se la pandemia non esistesse o quasi. Il costo e' stato passare dal 9% al 14% con un salto del 55% nella curva dei contagi ed altrettanto dovrebbe avvenire nei decessi: dopo il 12 gennaio da 150 a 230 decessi al giorno per una settimana.
Il conto sarebbe solo all'inizio, perche' dopo il salto in alto dei contagi avvenuto a Natale dal 9% all'11.2%, c'e' stato anche il successivo salto dall'11.2% al 14% avvenuto in occasione del Capodanno, con cui anche la pandemia ha fatto il botto, aumentando la sua presenza di un altro 2.8/11.2 = +25%, corrispondente ad altri 50 decessi al giorno in piu' per tutti i giorni di durata del terzo pianerottolo al 14% (che dovrebbero arrivare tra una settimana, come si puo' vedere nel grafico o meglio ancora nella tabella dei dati).

LA CAUSA DEI DECESSI (scenari possibili): Tutto questo si ottiene facendo i calcoli con i dati della variante Delta.
Ma adesso dovrebbe essere dominante Omicron, che non dovrebbe causare cosi' tanti morti.
Se i decessi continuassero ad essere stabilmente superiori ai 200 al giorno potrebbe voler dire che sono in gran parte persone contagiate dalla variante Delta che dovrebbe essere minoritaria ma non nell'epidemia degli asintomatici, che secondo le nostre deduzioni preliminari, se sara' confermato che Omicron ha un tempo di guarigione sufficientemente basso non dovrebbe dar luogo ad una sua epidemia di asintomatici.
Se tutto questo fosse vero, il quadro della situazione diverrebbe allarmante, perche' tutti questi decessi testimoniano una buona presenza della variante Delta (che e' piu' letale); ma essendo ancora la Delta soprattutto nell'epidemia degli asintomatici, vorrebbe dire che e' divenuto rilevante il contributo ai contagi dell'epidemia degli asintomatici (Delta) e questa non sarebbe assolutamente una buona notizia, perche' se questo contributo diventasse importante allora vorrebbe dire che l'epidemia degli asintomatici ha iniziato a crescere e presto potrebbe raggiungere il valore del parametro Rt>1.
Quando e' stabilmente Rt>1 significa che mediamente ogni asintomatico, nei 30 giorni in cui rimane infetto, e' in grado di contagiare piu' di un'altra persona e questa e' la condizione che innesca la crescita esponenziale dei contagi, in massima parte asintomatici ma in misura minore anche sintomatici, alcuni dei quali possono essere finiti in quei 198 decessi di oggi e di tutti i prossimi giorni.
C'e' poco da fare: quando aumentano i contagi della variante Delta (ma quelli delle persone NON immunizzate, perche' quelle immunizzate guariscono quasi subito e non muoiono), 12 giorni dopo aumentano proporzionalmente anche i decessi. Non dovrebbe essere cosi' con la variante Omicron, a quanto si dice (ma i nostri decessi NON stanno diminuendo).

Il modello a soglia ha spiegato molto bene come l'apporto di contagi da parte delle attivita' umane "festaiole" porti alla formazione dei pianerottoli nella curva dei contagi , perche' a differenza dei contagi delle persone immunizzate, che durano solo 3 giorni e danno luogo ai picchi rossi nel grafico della quinta ondata che poi svaniscono, i contagi delle persone NON immunizzate durano 30 giorni e danno luogo a tanti incrementi "a gradino" nella curva che non svaniscono e che portano cosi' alla formazione del pianerottolo.
Con questa spiegazione del modello a soglia la situazione attuale non sembra difficile da capire per chiunque: basta guardare la curva dei contagi per capire l'entita' dell'incremento di contagi e quindi del danno prodotto dalla presenza delle persone NON immunizzate, sia pure in una percentuale che non dovrebbe essere grande, neanche per Omicron.
Le vaccinazioni riducono il numero di persone non immunizzate (in buona parte anche per Omicron) che, costituendo allo stato attuale la maggior parte dei decessi, ne mantengono il numero ancora troppo alto: sarebbe percio' molto meglio se ancora piu' persone si vaccinassero, cosi' da diventare immuni a questi virus e poter vivere meglio, senza piu' dover rischiare la salute ogni giorno.

LEZIONE 60: CAPIRE LA PANDEMIA (6 gennaio 2022)
Vai a:   Lezione 59   ,   Lezione 61
Dalla descrizione di questa quinta ondata possiamo apprezzare come le spiegazioni fornite dal modello a soglia permettano di capire completamente il funzionamento di questa pandemia.
Dopo il primo arrivo del virus Sars-CoV-2 tra una popolazione, la pandemia dopo la prima espansione continua ad esistere in uno stato stazionario di riposo a tempo indefinito, come epidemia degli asintomatici, ad un livello di contagi molto basso, tra 0.5% ed 1%.
Questo livello e' stazionario nel tempo, perche' e' il risultato di un equilibrio che s'instaura tra la bassa produzione di nuovi contagi da parte degli asintomatici (persone infette ma senza sintomi), leggermente contagiosi, ed il numero di guarigioni dei contagiati di un mese prima (perche' impiegano un mese a guarire dall'infezione).
Il lungo tempo di guarigione mostrato da questi virus (30 giorni) e' essenziale per permettere un minimo di accumulo dei contagi prodotti, perche' se guarissero in un tempo molto breve, per esempio 3 giorni (come nel caso dei vaccinati contagiati), i contagi prodotti non riuscirebbero ad accumularsi perche' guarendo sparirebbero troppo presto (quindi con il 100% di immunizzati l'epidemia degli asintomatici non esisterebbe).
Questa epidemia degli asintomatici crea una situazione stazionaria ma pericolosa, che con una significativa metafora abbiamo chiamato "brace accesa", sempre pronta a far scoppiare un incendio (cioe' una nuova ondata) non appena un'attivita' umana (grande manifestazione di piazza, partita di calcio seguita da molti festeggiamenti, ecc.) produce un gran numero di nuovi contagi.
Inizia in quel momento il processo di crescita di una nuova "ondata" epidemica, perche' l'evento umano rompe l'equilibrio che mantiene l'epidemia degli asintomatici: il meccanismo e' quello che abbiamo descritto molte volte ed avviene quando le persone contagiate rimangono infette per un tempo sufficientemente lungo (come accade se il tempo di guarigione e' di 30 giorni).
Questo lungo tempo di guarigione spontanea dei contagiati fa si' che ogni evento produttore di contagi provochi un incremento "a gradino" (perche' persistente per 30 giorni) nella curva dei contagi che, gradino dopo gradino, sale sempre di piu', per un mese.
Dopo un mese cominciano ad arrivare le prime guarigioni degli infettati di un mese prima e la rapidita' di crescita della curva dei contagi si riduce.
Passando i giorni, la diminuzione dei contagiati per guarigione aumenta, come aumentavano un mese prima i relativi contagi e la spinta discendente sulla curva aumenta, finche' non arriva ad eguagliare la produzione di nuovi contagi in essere: a quel punto la curva dei contagi raggiunge il culmine, pronta ad iniziare la discesa dal picco dell'ondata.
Puo' accadere pero' che aumenti la produzione dei nuovi contagi ed allora la curva dei contagi riprende a salire invece di scendere, dopo aver formato un "pianerottolo".
Ma la curva dei contagi, che fino ad allora e' stata sempre in salita, produce 30 giorni dopo una spinta in discesa sempre piu' intensa ed e' quindi inevitabile che la curva raggiunga un picco per poi iniziare la sua discesa che, dopo un tempo superiore ad un mese (perche' i nuovi contagi continuano ad arrivare) termina l'ondata tornando ad un livello stazionario determinato dall'equilibrio dell'epidemia degli asintomatici.
Cio' accade in quanto la creazione di nuovi contagi da parte delle attivita' umane non puo' crescere oltre un certo limite, in assenza della crescita esponenziale incontrollabile di contagi prodotti dall'epidemia degli asintomatici, quando si supera quella che abbiamo chiamato "soglia critica" (ma quando questo avviene si tratta di un processo diverso dalla normale ondata che stiamo descrivendo qui').
In tutto questo funzionamento della pandemia giocano un ruolo fondamentale la contagiosita' del virus dominante e quindi la temperatura ambientale e la percentuale degli immunizzati/vaccinati.
Nella quarta ondata che si e' verificata ad agosto il picco e' arrivato solo al 6% con il 65% di vaccinati.
La quinta ondata tra novembre e dicembre con il 90% di vaccinati avrebbe dovuto rimanere piu' in basso (avevamo stimato al 2.5%) ma la temperatura piu' bassa ha accentuato la produzione dei nuovi contagi, facendo cosi' superare quel livello e raggiungere finora i tre "pianerottoli" al 9%, 11.2% e 14%, che si vedono nella linea viola , prodotti dall'arrivo di tre eccessi di nuovi contagi in occasione delle feste di Natale.
Ora le feste stanno terminando e per questo prevediamo che la quinta ondata possa finalmente prendere la strada discendente che in un paio di mesi (per gli strascichi dei contagi fin qui' prodotti) riportera' il livello dei contagi al fondo degli asintomatici, manifestazioni popolari ed eventi calcistici permettendo.
Come vedete la pandemia si puo' manifestare in modi diversi ma tutti perfettamente comprensibili con le nozioni del modello a soglia: capire la pandemia e' molto importante per capire come si puo' controllarla meglio.
La possibilita' di suddividere il territorio in fasce di colore diverso, a secondo del livello di restrizioni in vigore, assolve al ruolo fondamentale di controllo della produzione di nuovi contagi da parte delle attivita' umane.

In questa quinta ondata troviamo tutti gli ingredienti fisiologici delle ondate di questa pandemia, che e' caratterizzata dal suo tempo di guarigione spontanea dei non immunizzati di 30 giorni e degli immunizzati di 3 giorni circa.
Con questi tempi di guarigione la pandemia genera un'epidemia degli asintomatici che la rende endemica e che le permette di non subire l'immunita' di gregge.
Altre varianti potrebbero avere tempi di guarigione ed anche contagiosita' diverse e quindi comportarsi in modo diverso.
Forse un esempio potremmo vederlo anche con Omicron se e' vero che il suo tempo di guarigione e' piu' breve, come si comincia ad intuire dai dati (potrebbe essere di 20 giorni anziche' 30) e dalla curva dell'ondata Omicron in Sudafrica:



COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (5 gennaio 2022)
Il dato dei contagi di oggi e' risalito al livello di 16.1%, che conferma l'ipotesi di formazione di un terzo " pianerottolo " intorno al 14% nel grafico della quinta ondata , dopo l'apporto eccezionale di nuovi contagi, per i festeggiamenti di fine anno.
Non conferma invece l'inizio di una discesa della curva dei contagi che rimane ancora alta in balia dei picchi dei contagiati immunizzati, che guarendo in circa 3 giorni producono le fluttuazioni che si vedono nella curva, che attualmente non mostra un andamento deciso ne' in salita, ne' in discesa.
Sono validi tutti gli argomenti esposti nel commento di ieri 4 gennaio, che segue e che non stiamo a ripetere..

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 231 e' stato graficato.
Il dato e' perfettamente consistente con l'analisi fatta ieri che qui' vogliamo ripetere.
Il 3 gennaio abbiamo fatto una previsione di un aumento del 30% dei decessi dopo il 3 gennaio, che vorrebbe dire circa 200 decessi al giorno.
Inoltre la causa di questo incremento di decessi potrebbe essere ricercata nei numerosissimi cenoni di Natale fatti con i nonni, per la cui sicurezza cosi' tante persone si sono messe in coda in farmacia a fare i test anti-Covid, contando forse erroneamente su una loro efficienza al 100%, difficile da ottenere in quei test.
Questa corrisponde al passaggio dei contagi dal primo pianerottolo (che sarebbe il primo tentativo di massimo della curva) al 9% circa al secondo pianerottolo piu' alto (11.2% circa) verificatosi alla vigilia di Natale (cioe' 13 giorni fa).
A sostegno di questa possibile causa di un aumento dei decessi c'e' la particolare coincidenza delle date: nei commenti del 18 dicembre avevamo infatti osservato che il ritardo dei decessi rispetto al momento del contagio si era ridotto dai 18 giorni valutati nel corso della quarta ondata a soli 12 giorni in questa quinta ondata, sospettando che potesse dipendere sia dal freddo che notoriamente aggrava le patologie respiratorie sia dal fatto che la maggior parte dei deceduti erano persone non vaccinate che, a detta dei sanitari intervistati, molto spesso ricorrono alle cure ospedaliere quando ormai e' troppo tardi.
Ebbene se e' vero che il ritardo tra il contagio ed il decesso si e' ridotto ora da 18 a 12 giorni, 12 giorni prima di ieri (4 gennaio) era proprio il 24 dicembre, la vigilia di Natale.
Quindi i circa 100 decessi al giorno in piu' sarebbe l'inizio del conto che la pandemia starebbe presentando agli italiani per aver fatto finta di niente per potersi godere le feste di Natale come se la pandemia non esistesse o quasi. Il costo e' stato passare dal 9% al 14% con un salto del 55% nella curva dei contagi ed altrettanto dovrebbe avvenire nei decessi (dopo il 12 gennaio): da 150 al giorno a 230 al giorno (confermati gia' dal dato di oggi), per una settimana.
Il conto sarebbe solo all'inizio, perche' dopo il salto in alto dei contagi avvenuto a Natale dal 9% all'11.2%, c'e' stato anche il successivo salto dall'11.2% al 14% avvenuto in occasione del Capodanno, con cui anche la pandemia ha fatto il botto, aumentando la sua presenza di un altro 2.8/11.2 = +25%, corrispondente ad altri 50 decessi al giorno in piu' per tutti i giorni di durata del terzo pianerottolo al 14% (che dovrebbero arrivare tra una settimana, come si puo' vedere nel grafico o meglio ancora nella tabella dei dati).
C'e' poco da fare: quando aumentano i contagi (ma quelli delle persone NON immunizzate, perche' quelle immunizzate guariscono quasi subito e non muoiono), 12 giorni dopo aumentano proporzionalmente anche i decessi. Ed e' cosi' anche con Omicron evidentemente.
Il modello a soglia ha spiegato molto bene come l'apporto di contagi da parte di queste attivita' umane "festaiole" porti alla formazione di questi pianerottoli nella curva dei contagi , perche' a differenza dei contagi delle persone immunizzate, che durano solo 3 giorni e danno luogo ai picchi rossi nel grafico della quinta ondata che poi svaniscono, i contagi delle persone NON immunizzate durano 30 giorni e danno luogo a tanti incrementi "a gradino" nella curva che non svaniscono e che portano cosi' alla formazione del pianerottolo.
Con questa spiegazione del modello a soglia la situazione attuale non sembra difficile da capire per chiunque: basta guardare la curva dei contagi per capire l'entita' dell'incremento di contagi e quindi del danno prodotto dalla presenza delle persone NON immunizzate, sia pure in una percentuale che non dovrebbe essere grande, neanche per Omicron.
Le vaccinazioni riducono il numero di persone non immunizzate (in buona parte anche per Omicron) che, costituendo allo stato attuale la maggior parte dei decessi, ne mantengono il numero ancora troppo alto: sarebbe percio' molto meglio se ancora piu' persone si vaccinassero, cosi' da diventare immuni a questi virus e poter vivere meglio, senza piu' dover rischiare la salute ogni giorno.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (4 gennaio 2022)
Il dato dei contagi di oggi e' sceso al livello di 13.8%, che conferma la nostra ipotesi di formazione di un terzo " pianerottolo " intorno al 14% nel grafico della quinta ondata , dopo un apporto eccezionale di nuovi contagi, per i festeggiamenti di fine anno.
Lo scenario che si presenta e' consistente con l'ipotesi di una variante Omicron ormai dominante, che non ha creato un'epidemia di asintomatici (come spiegato ieri) e che quindi non puo' presentare una soglia critica per l'autoalimetazione della crescita dei contagi.
Percio', terminate le follie di fine anno, l'eccesso di produzione di contagi da parte della popolazione in festa sta scemando e le guarigioni dei contagiati di 30 giorni fa (ma forse per Omicron solo 20 giorni fa) stanno prendendo il sopravvento sull'arrivo di nuovi contagi prodotti dai festeggiamenti e cosi' la curva dei contagi, che sarebbe dovuta scendere gia' due settimane fa, ora finalmente comincia a scendere, diversamente da quanto avviene negli altri Paesi, perche' gli italiani mediamente stanno piu' attenti ai loro comportamenti, malgrado tutto.
E' la conoscenza del modello a soglia che ci permette una tale comprensione degli eventi, che ci consente di manifestare questa sicurezza nell'interpretazione di tutto quello che sta succedendo e che e' importantissima per capire meglio cosa si deve fare per governare la pandemia anziche' subirla.
Non e' solo un'opinione: siamo certi che i nuovi contagi prodotti durante le feste ora siano diminuiti e siamo altrettanto sicuri che il ritmo delle guarigioni che spingono la curva dei contagi in basso non sia diminuito, anzi aumentato. Quindi la curva dei contagi ora DEVE SCENDERE (le guarigioni arrivano con lo stesso ritmo di salita di 20 giorni fa della curva, che era gia' quello di Omicron).
I piemontesi (ma anche tutti gli altri italiani) un po' inconsapevolmente hanno fatto i botti di fine anno anche con la pandemia (che pero' ci e' costata molto cara).
Ma tutto e' bene quel che finisce bene, anche se questo parere cosi' ottimistico e' basato sul solo dato di oggi (ma era quello che avevamo previsto nei giorni scorsi).
La non conoscenza di queste spiegazioni fornite dal modello a soglia sta portando le Autorita' ad aumentare le restrizioni proprio nel momento in cui i contagi caleranno sicuramente per la fine dell'apporto di nuovi contagi da parte delle feste natalizie.
Lo scontato calo dei contagi sara' cosi' erroneamente attribuito dalle Autorita' alle nuove restrizioni adottate, aumentando ancora piu' la loro confusione circa quello che sta succedendo e creando danni altrimenti evitabili.
Questo fa capire l'importanza di gestire la pandemia invece di subirla: la conoscenza del modello a soglia, che spiega il funzionamento della pandemia, serve a questo.
Da parte di molti esperti si afferma che il picco di questa ondata ci sara' tra la meta' e la fine di gennaio. Questo vorrebbe dire che la curva dei contagi continuera' a salire per almeno altri 10 giorni, non si capisce alimentata da cosa (dall'apertura delle scuole?), malgrado l'arrivo delle guarigioni dei contagiati in numero progressivamente crescente (perche' erano crescenti i contagi di 20 giorni prima).
Staremo a vedere.

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere il grafico esteso , dove il dato odierno di 259 e' stato graficato anche se da noi giudicato forse eccessivo.
Per ragioni organizzative evidentemente la raccolta dei dati dagli ospedali presenta delle criticita' nei giorni festivi.
Ci aspettiamo di poter ricostruire l'andamento giusto della curva dei decessi tra un paio di giorni, facendo le dovute medie, perche' i decessi, alla fine, sempre quelli giusti devono essere.
I decessi a differenza dei contagi non possono essere dati spuri: alcuni decessi possono non essere stati inseriti nel conteggio in un giorno festivo, in cui qualcuno aveva un turno di lavoro ridotto, salvo poi inserirli nei giorni successivi quando ci si accorge dell'omissione. Nulla di grave: e' possibile ed e' successo in passato.
  • Se le cose stanno cosi' la media dei decessi dei prossimi 3 giorni tornera' ad essere intorno ai 150 decessi al giorno.
  • In realta' pero' il 3 gennaio abbiamo anche fatto una previsione di un aumento del 30% dei decessi dopo il 3 gennaio, che vorrebbe dire 200 decessi al giorno da ora in poi.
  • Infine non sarebbe giusto tacere che esiste anche un'altra possibilita', nel caso questi contagi rimangano cosi' alti per piu' giorni, Dio non voglia.
    In tal caso secondo noi la causa potrebbe essere ricercata nei numerosissimi cenoni di Natale fatti con i nonni, per la cui sicurezza cosi' tante persone si sono messe in coda in farmacia a fare i test anti-Covid, contando forse erroneamente su una loro efficienza al 100%, difficile da ottenere in quei test.
    Questa terza possibilita' in realta' coincide con la seconda e corrisponde al passaggio dei contagi dal primo pianerottolo (che sarebbe il primo tentativo di massimo della curva) al 9% circa al secondo pianerottolo piu' alto (11.2% circa) verificatosi alla vigilia di Natale (cioe' 12 giorni fa).
A sostegno di quest'ultima possibile causa di un aumento dei decessi c'e' la particolare coincidenza delle date: nei commenti del 18 dicembre avevamo infatti osservato che il ritardo dei decessi rispetto al momento del contagio si era ridotto dai 18 giorni valutati nel corso della quarta ondata a soli 12 giorni in questa quinta ondata, sospettando che potesse dipendere sia dal freddo che notoriamente aggrava le patologie respiratorie sia dal fatto che la maggior parte dei deceduti erano persone non vaccinate che, a detta dei sanitari intervistati, molto spesso ricorrono alle cure ospedaliere quando ormai e' troppo tardi.
Ebbene se e' vero che il ritardo tra il contagio ed il decesso si e' ridotto ora da 18 a 12 giorni, 12 giorni prima di oggi (4 gennaio) era proprio il 24 dicembre, la vigilia di Natale.
Quindi i 100 decessi al giorno in piu' sarebbe l'inizio del conto che la pandemia starebbe presentando agli italiani per aver fatto finta di niente per potersi godere le feste di Natale come se la pandemia non esistesse o quasi. Il costo e' stato passare dal 9% al 14% con un salto del 55% nella curva dei contagi ed altrettanto dovrebbe avvenire nei decessi (dopo il 12 gennaio): da 150 al giorno a 230 al giorno (per una settimana).
Il conto sarebbe solo all'inizio, perche' dopo il salto in alto dei contagi avvenuto a Natale dal 9% all'11.2%, c'e' stato anche il successivo salto dall'11.2% al 14% avvenuto in occasione del Capodanno, con cui anche la pandemia ha fatto il botto, aumentando la sua presenza di un altro 2.8/11.2 = +25%, corrispondente ad altri 50 decessi al giorno in piu' per tutti i giorni di durata del terzo pianerottolo al 14% (che dovrebbero arrivare tra una settimana, come si puo' vedere nel grafico o meglio ancora nella tabella dei dati).
C'e' poco da fare: quando aumentano i contagi (ma quelli delle persone NON immunizzate, perche' quelle immunizzate guariscono quasi subito e non muoiono), 12 giorni dopo aumentano proporzionalmente anche i decessi. Ed e' cosi' anche con Omicron evidentemente.
Il modello a soglia ha spiegato molto bene come l'apporto di contagi da parte di queste attivita' umane "festaiole" porti alla formazione di questi pianerottoli nella curva dei contagi , perche' a differenza dei contagi delle persone immunizzate, che durano solo 3 giorni e danno luogo ai picchi rossi nel grafico della quinta ondata che poi svaniscono, i contagi delle persone NON immunizzate durano 30 giorni e danno luogo a tanti incrementi "a gradino" nella curva che non svaniscono e che portano cosi' alla formazione del pianerottolo.
Con questa spiegazione del modello a soglia la situazione attuale non sembra difficile da capire per chiunque: basta guardare la curva dei contagi per capire l'entita' dell'incremento di contagi e quindi del danno prodotto dalla presenza delle persone NON immunizzate, sia pure in una percentuale che non dovrebbe essere grande, neanche per Omicron.
Le vaccinazioni riducono il numero di persone non immunizzate (in buona parte anche per Omicron) che, costituendo allo stato attuale la maggior parte dei decessi, ne mantengono il numero ancora troppo alto: sarebbe percio' molto meglio se ancora piu' persone si vaccinassero, cosi' da diventare immuni a questi virus e poter vivere meglio, senza piu' dover rischiare la salute ogni giorno.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (3 gennaio 2022)
Premessa necessaria: il dato pubblicato oggi nel sito della regione Piemonte
https://www.regione.piemonte.it/web/pinforma/notizie/coronavirus-gli-aggiornamenti-dalla-regione-piemonte
come numero di test antigenici positivi e' di 13660 che e' errato, perche' superiore al numero di test positivi totali di 4583. In attesa della dovuta correzione, che abbiamo immediatamente chiesto, assumiamo che il dato giusto sia 3660 anziche' 13660 da cui si ottiene un dato odierno di 16.1%, che attendiamo pero' ad inserire nei grafici.


Il dato dei contagi di oggi e' al livello sceso a 16.1%, che potrebbe confermare la nostra ipotesi di formazione di un terzo "pianerottolo" intorno al 14% nel grafico della quinta ondata , dopo un apporto eccezionale di nuovi contagi, per i festeggiamenti di fine anno.

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere nel grafico esteso che il dato odierno di 140 e' ancora un dato che si avvicina ai valori precedenti, intorno a 150 decessi al giorno.
Guardando la tabella dei dati ci accorgiamo che il primo "pianerottolo" dei contagi al 9% circa si estende dal 9 al 22 dicembre e dovrebbe corrispondere in base al modello a soglia ai circa 150 decessi al giorno che stiamo registrando in questi giorni (considerando i contagi del Piemonte come rappresentativi anche del resto d'Italia).
Gia' in un precedente commento avevamo previsto questo "pianerottolo" nella curva dei decessi a partire dal 21 dicembre (12 giorni dopo).
La curva dei contagi ( linea viola ) ha poi presentato un secondo "pianerottolo" a 11.2% a cui dovrebbe corrispondere un incremento di quasi il 30% del numero dei decessi 12 giorni dopo il 23 dicembre, cioe' da 3 gennaio in poi.
Pero' se la variante Omicron fosse gia' diventata dominante nell'ultima decade di dicembre allora l'incremento di decessi a gennaio dovrebbe essere nettamente inferiore al 30%, cioe' abbastanza inferiore ai 200 decessi al giorno. Staremo a vedere.

L'IMMUNITA' DI GREGGE PER OMICRON (3 gennaio 2022)
Da Israele arriva l'idea che Omicron possa presentare un comportamento suscettibile di rispettare l'immunita' di gregge, a differenza delle altre varianti del Sars-CoV-2.
Cosa puo' esserci di vero in quest'affermazione?
Secondo noi e' possibile, per ora solo al livello di intuizione o poco piu'.
Il motivo e' il seguente: il 17 dicembre abbiamo osservato come la curva dei contagi di questa quinta ondata mostrata nel grafico seguente

mostrasse una salita non esponenziale ma come una spezzata con le due pendenze diverse che si vedono in figura: la prima che puntava al picco previsto dal modello a soglia per la variante Delta con il 90% di vaccinati, che era al 2.5%, e la seconda che mostrava un coefficiente angolare decisamente maggiore, che lasciava pensare alla possibile presenza di una variante diversa piu' contagiosa (perche' i contagi crescevano piu' rapidamente).
Essendo il momento in cui ci aspettavamo che la presenza della variante Omicron cominciasse a divenire rilevante, abbiamo subito pensato che la seconda pendenza, piu' ripida, fosse dovuta ad Omicron che, essendo piu' contagiosa, poteva spiegare il cambiamento di pendenza della curva.
Con un po' di stime, solo grossolane, abbiamo valutato dal comportamento della curva che quella salita stava raggiungendo il suo culmine in soli 20 giorni invece dei 30 della variante Delta.
Questo fatto ci ha indotto ad ipotizzare per la variante Omicron un tempo di guarigione piu' breve dei 2/3 rispetto alla Delta, fatto poi confermato anche dall'osservazione che pure i picchi rossi su quel tratto di curva erano piu' stretti.
Tutto cio' non ha nulla di rigoroso e puo' essere considerato solo al livello di un'intuizione suggerita dall'osservazione dell'andamento dei dati.
Supponiamo pero' per un attimo che le cose stiano cosi', cioe' che Omicron presenti un tempo di guarigione non cosi' lungo (30 giorni) come le altre varianti finora conosciute ma abbastanza piu' breve.
Ebbene crediamo che questo tempo di guarigione piu' breve sarebbe un grave ostacolo per la formazione di un'epidemia di asintomatici della variante Omicron e siccome la presenza dell'epidemia degli asintomatici era la causa che impediva il raggiungimento dell'immunita' di gregge per le altre varianti, e' senz'altro possibile secondo noi che gli israeliani abbiano ragione e che per la variante Omicron (a differenza delle altre precedenti varianti)
  1. esista l'immunita' di gregge e, aggiungiamo noi,
  2. perche' il tempo di guarigione e' solo di 20 giorni invece di 30
  3. che questo non permetta l'esistenza dell'epidemia degli asintomatici
  4. e percio' non esista nemmeno una soglia critica che innesca la crescita esponenziale dei contagi.
Il fatto che puo' non esistere una soglia critica per Omicron non vuol dire che il numero di contagi rimanga entro limiti piu' contenuti, ma vuol dire soltanto che non puo' innescarsi la produzione incontrollabile di contagi da parte dell'epidemia degli asintomatici.
Siccome la contagiosita' di Omicron e' molto alta, si possono raggiungere ugualmente livelli di contagi elevatissimi soltanto con l'apporto delle attivita' umane e questo crediamo sia quello che sta succedendo negli Stati Uniti, con un milione di contagi, ed in Francia con 300.000 contagi in sole 24 ore.

UNA BUONA NOTIZIA: Se fosse vero che per la variante Omicron non esiste un'epidemia degli asintomatici (tra l'altro e' per ora sarebbe ancora troppo recente per averla generata) allora in base al modello a soglia per la sua epidemia non esiste una soglia critica e quindi non ci sarebbe pericolo che la curva dei contagi attuale, in cui Omicron sta diventando dominante, possa divergere: la variante Omicron sarebbe cosi' molto meno pericolosa. Questa e' l'importanza del tempo di guarigione, un parametro che qualifica in modo sostannziale il tipo dell'epidemia.
Ovviamente noi ci auguriamo che sia proprio cosi', ma tutto dipende dalla veridicita' che il tempo di guarigione di Omicron sia significativamente minore dei 30 giorni delle altre varianti.

IL PROBLEMA DI CHI NON SI VUOLE VACCINARE PUO' ESSERE RISOLTO ALMENO AL 20% (2 gennaio 2022)
La quinta ondata ormai e' attiva da piu' di un mese con un livello medio dell'8% circa.
Essendo il turnover dei non vaccinati di un mese (per Omicron crediamo meno, 20 giorni) un non vaccinato su 10 e' stato immunizzato da meno di un mese e non ha certo bisogno di essere vaccinato. Tra questi ci sono tutti i cosiddetti no-vax, cioe' quelli che non vogliono vaccinarsi.
Probabilmente altrettanti, o forse piu', sono stati immunizzati per aver subito un'infezione asintomatica a loro insaputa negli ultimi 6 mesi.
Essendo abbastanza facile eseguire un test per rilevare la presenza di anticorpi nell'organismo, almeno 1 non vaccinato su 5 potrebbe non essere soggetto ad un eventuale obbligo vaccinale, anche con un certo risparmio di vaccini e con grande soddisfazione di molti no-vax.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (2 gennaio 2022)
Il dato dei contagi di oggi e' al livello altissimo di 17.8%, che non confermerebbe la nostra ipotesi di considerare la formazione di un terzo "pianerottolo" intorno al 14% nel grafico della quinta ondata ma indicherebbe un apporto eccezionale di nuovi contagi, un po' eccessivo, secondo noi, per essere dovuto ai soli festeggiamenti di fine anno.
Aspettiamo pero' il dato di domani perche' quello di oggi, oltre ad avere una statistica di test piu' scarsa del solito, e' un dato della "domenica" che non ci ispira fiducia sufficiente a metabolizzare un dato cosi' alto, che sarebbe un pessimo presagio per l'evoluzione futura della pandemia in Piemonte.

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere nel grafico esteso il dato odierno di 133, e' ancora un dato piu' basso dei valori precedenti intorno a 150. Questo NON e' un comportamento atteso, per cui anche questo potrebbe essere un dato "festivo", da mediare poi con i dati piu' alti dei prossimi giorni.
Guardando la tabella dei dati ci accorgiamo che il primo "pianerottolo" dei contagi al 9% circa si estende dal 9 al 22 dicembre e dovrebbe corrispondere in base al modello a soglia ai circa 150 decessi al giorno che stiamo registrando in questi giorni (considerando i contagi del Piemonte come rappresentativi anche del resto d'Italia).
Gia' in un precedente commento avevamo previsto questo "pianerottolo" nella curva dei decessi a partire dal 21 dicembre (12 giorni dopo).
La curva dei contagi ( linea viola ) ha poi presentato un secondo "pianerottolo" a 11.2% a cui dovrebbe corrispondere un incremento di quasi il 30% del numero dei decessi 12 giorni dopo il 23 dicembre, cioe' dopo il 3 gennaio.
Pero' se la variante Omicron fosse gia' diventata dominante nell'ultima decade di dicembre allora l'incremento di decessi a gennaio dovrebbe essere nettamente inferiore al 30%, cioe' abbastanza inferiore ai 200 decessi al giorno. Staremo a vedere.

QUANTO SONO EFFICACI LE QUARANTENE (2 gennaio 2022)
E' notizia di questi giorni che in Italia abbiamo poco piu' di un milione di positivi al test in quarantena.
Ma quando noi calcoliamo una percentuale di positivi del 14% nel nostro grafico abbiamo fatto riferimento a tutta la popolazione del Piemonte, nel senso che i test, eseguiti su un piccolo campione della popolazione ci hanno permesso di stabilire che il 14% delle persone esaminate sono risultate positive.
Estrapolando a tutta la popolazione italiana (supponendo che il Piemonte sia abbastanza rappresentativo di tutta l'Italia, ne deduciamo che il 14% degli italiani risulterebbero positivi se sottoposti al test.
Ma su una popolazione di 60 milioni di persone il 14% sono 8.4 milioni di persone.
Siccome ora ne abbiamo individuati un milione e li abbiamo in quarantena, possiamo concludere che con le quarantene stiamo coprendo 1/8 di quanto necessario. Non e' certo molto ma e' meglio di niente.
Sette italiani infetti su otto stanno circolando liberamente senza sapere di essere contagiosi (perche' sono asintomatici).
Questa e' la situazione di questa pandemia e non ci si puo' fare niente, perche' non si possono fare 60 milioni di test a settimana.

COME POSSIAMO USCIRNE IN TEMPI ABBASTANZA BREVI E CON MENO DANNI (2 gennaio 2022)
La storia dell'umanita' e' sicuramente stata piena di pandemie come questa.
Gli umani ne sono sempre usciti dopo che la pandemia e' arrivata fino in fondo, infettando tutta la popolazione, perche' cosi' poi si raggiunge il 100% di immunizzati, che come abbiamo visto e' la condizione sufficiente per far estinguere anche questa epidemia.
I danni prodotti in questo processo sono sempre stati diversi a secondo delle patologie associate al tipo di potogeno dominante.
Con questi coronavirus il Covid-19 e' purtroppo una patologia anche letale che ci farebbe pagare un pedaggio piuttosto salato.
Allo stato attuale delle tecnologie farmacologiche non si intravede la possibilita' di disporre in tempi brevi di una molecola specifica in grado di aggredire questi virus prima che producano i danni e pertanto l'unica strada praticabile resta quella preventiva, di anticipare il raggiungimento del 100% di immunizzati con i vaccini anziche' con le immunizzazioni naturali conseguenti al contagio, risparmiando cosi' tante vittime dell'infezione, quante piu' persone riusciamo a vaccinare prima che vengano infettate.
Se si vuole raggiungere questo obiettivo, e' indispensabile che non solo in Italia ma in tutta Europa, venga adottato quanto prima, con una direttiva europea, l'obbligo di vaccinazione generale.
Anche se Omicron risulta meno letale non c'e' da farsi molte illusioni secondo noi, perche' se non facciamo estinguere questa pandemia il prima possibile, rimanendo endemica avra' certamente la possibilita' di generare altre varianti per mutazioni casuali del suo materiale genetico e per quel meccanismo perverso che rende dominante la variante peggiore, almeno pe contagiosita', prima o poi dovremo rifare i conti con varianti peggiori di Omicron.
Sono tutte varianti dello stesso ceppo Sars-CoV-2. Non vediamo nessun processo naturale che possa impedire la comparsa di patogeni piu' letali, per cui questa pandemia prima si fa estinguere e meglio e'.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (1 gennaio 2022)
Il dato dei contagi di oggi e' al livello di 14.4%, che possiamo considerare stabile intorno al 14%, per cui potremmo effettivamente essere di fronte alla formazione di un terzo "pianerottolo" nel grafico della quinta ondata come questo:

La cosa veramente importante e' che non sia continuata la salita dopo il 15.4% dell'altro ieri, che sarebbe stato un gran brutto presagio.
Con la discesa al 14.4%, non dovremmo preoccuparci per il dato odierno, benche' cosi' alto, perche' sarebbe la manifestazione dei contagi delle persone vaccinate contagiate durante i giorni festivi (che sono tante, come abbiamo spiegato ieri) e che spariranno in 3 giorni circa: percio' la curva della quinta ondata (quella dei non immunizzati) rimane piu' in basso ed e' destinata a scendere non appena termina l'apporto attuale di nuovi contagi, superiore all'arrivo delle guarigioni dei contagiati di un mese fa (non essendo evidentemente iniziata, con il dato di oggi in discesa, la crescita esponenziale dell'epidemia degli asintomatici).
L'andamento si vede in quest'altro grafico (un nuovo grafico e' in preparazione), dove si intravede il picco della quinta ondata, dopo il quale era atteso l'inizio della lenta discesa, come dev'esserci se ci troviamo di fronte al vero picco della quinta ondata, che e' pronta a scendere ma solo se la produzione di contagi in Piemonte glielo permette, per gli inevitabili assembramenti associati alle feste di fine anno e per la crescente diffusione della variante Omicron, che sta diventando dominante.
Dopo l'epifania dovrebbero ridursi sensibilmente gli incrementi di contagi prodotti dalle attivita' umane e quindi e' lecito attendersi finalmente l'inizio della discesa dal picco della quinta ondata.

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere nel grafico esteso il dato odierno di 111, che e' piu' basso dei valori precedenti intorno a 150. Questo NON e' un comportamento atteso, per cui anche questo potrebbe essere un dato "festivo", da mediare poi con i dati piu' alti dei prossimi giorni.
Guardando la tabella dei dati ci accorgiamo che il primo "pianerottolo" dei contagi al 9% circa si estende dal 9 al 22 dicembre e dovrebbe corrispondere in base al modello a soglia ai circa 150 decessi al giorno che stiamo registrando in questi giorni (considerando i contagi del Piemonte come rappresentativi anche del resto d'Italia).
Gia' in un precedente commento avevamo previsto questo "pianerottolo" nella curva dei decessi a partire dal 21 dicembre (12 giorni dopo).
La curva dei contagi ( linea viola ) ha poi presentato un secondo "pianerottolo" a 11.2% a cui dovrebbe corrispondere un incremento di quasi il 30% del numero dei decessi 12 giorni dopo il 23 dicembre, cioe' dopo il 3 gennaio.
Pero' se la variante Omicron fosse gia' diventata dominante nell'ultima decade di dicembre allora l'incremento di decessi a gennaio dovrebbe essere nettamente inferiore al 30%, cioe' abbastanza inferiore ai 200 decessi al giorno. Staremo a vedere.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (31 dicembre 2021)
Il dato dei contagi di oggi, che e' sceso di 0.5% rispetto a ieri, e' al livello di 14.9%, che possiamo considerare stabile intorno al 14%.
Potremmo percio' essere di fronte alla formazione di un terzo "pianerottolo" nel grafico della quinta ondata.
In questo caso non ci sarebbe ancora da preoccuparsi per il dato odierno di 14.9% (cosi' alto), perche' sarebbe la manifestazione dei contagi delle persone vaccinate contagiate durante i giorni festivi (che sono tante, come abbiamo spiegato stamane) e che spariranno in 3 giorni circa: percio' la curva della quinta ondata (quella dei non immunizzati) rimane piu' in basso.
L'andamento si vede in quest'altro grafico dove si intravede il picco della quinta ondata, dopo il quale era atteso l'inizio della lenta discesa, come dev'esserci se ci troviamo di fronte al vero picco della quinta ondata, che e' pronta a scendere ma solo se la produzione di contagi in Piemonte glielo permette, per gli inevitabili assembramenti associati alle feste natalizie e per la crescente diffusione della variante Omicron, che sta diventando dominante.
Come abbiamo gia' spiegato tante volte, gli incrementi di contagi permanenti (per 30 giorni) sono quelli delle persone NON immunizzate, che aggiungono tanti incrementi "a gradino" nella curva dei contagi.
Cosi' la curva sale finche' gli incrementi giornalieri delle attivita' umane superano il livello delle guarigioni dei contagiati di 30 giorni prima.
Se poi questi incrementi si riducono (perche' le feste sono passate) ed eguagliano le guarigioni, allora la curva dei contagi smette di crescere: se sono uguali resta in "pianerottolo" (com'e' stato fino a ieri); se poi calano ulteriormente la curva dei contagi comincia a calare verso il livello asintotico che e' quello del fondo degli asintomatici (probabilmente intorno all'1%, ora che fa piu' freddo.
Sta a noi limitare la crescita dei contagi: piu' la curva sale e piu' gli ospedali si riempiono e piu' la gente muore. E' cosi' in tutto il mondo!
Questo e' il comportamento di questa pandemia, come descritto dal modello a soglia, finche' si sta sotto la soglia critica, come ora, altrimenti inizia la crescita esponenziale inarrestabile dell'epidemia degli asintomatici e sono guai molto piu' seri.
La BUONA NOTIZIA di oggi e' che, siccome il dato di oggi e' sceso, a me sembra che siamo ancora sotto alla soglia critica (anche se penso che ci siamo maledettamente vicini).
Il funzionamento della pandemia e' molto semplice da capire, come descritto dal modello a soglia. La gente potrebbe capirlo facilmente e soprattutto potrebbe capire il significato della linea viola nel grafico della quinta ondata.
Gia' hanno capito che il Covid-19 non e' come una normale influenza stagionale e quindi sarebbero ancora piu' disposti a fare tutto quanto occorre per limitare le probabilita' di contagio.
Il rischio del superamento della soglia critica e' sempre incombente, e le sue conseguenze sono il problema con cui molti altri Paesi stanno ora facendo i conti (con tanti lockdown).
Il modello a soglia (che prende questo nome per l'esistenza della soglia critica), ci spiega che sopra la soglia critica il fondo degli asintomatici inizia a crescere esponenzialmente e le varie ondate che si susseguono si sovrappongono al fondo crescente in modo esponenziale inarrestabile, creando un andamento della pandemia come quello che c'e' stato in Russia (sono dati reali, non congetture!).
A quel punto l'epidemia si puo' fermare solo impedendo che i contagi avvengano, cioe' separando le persone con un lungo lockdown generale, che deve durare quasi un mese, altrimenti l'epidemia procede senza freni fino ad infettare tutta la popolazione infettabile, anche piu' volte.
Bisogna percio' fare di tutto prima, per non superare questa soglia e noi fortunatamente, ma e' meglio dire per merito di tanti italiani che hanno consentito il successo della campagna vaccinale, non l'abbiamo superata, per ora. D'inverno poi sara' piu' dura.

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere nel grafico esteso il dato odierno di 155, e' ritornato ai valori normali intorno a 150.
Guardando la tabella dei dati ci accorgiamo che il primo "pianerottolo" dei contagi al 9% circa si estende dal 9 al 22 dicembre e dovrebbe corrispondere in base al modello a soglia ai circa 150 decessi al giorno che stiamo registrando in questi giorni (considerando i contagi del Piemonte come rappresentativi anche del resto d'Italia).
Gia' in un precedente commento avevamo previsto questo "pianerottolo" nella curva dei decessi a partire dal 21 dicembre (12 giorni dopo).
La curva dei contagi ( linea viola ) ha poi presentato un secondo "pianerottolo" a 11.2% a cui dovrebbe corrispondere un incremento di quasi il 30% del numero dei decessi 12 giorni dopo il 23 dicembre, cioe' dopo il 3 gennaio.
Pero' se la variante Omicron fosse gia' diventata dominante nell'ultima decade di dicembre allora l'incremento di decessi a gennaio dovrebbe essere nettamente inferiore al 30%, cioe' abbastanza inferiore ai 200 decessi al giorno. Staremo a vedere.

LEZIONE 59: COSA ACCADE SE LA POPOLAZIONE E' TUTTA IMMUNIZZATA (31 dicembre 2021)
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Arriviamoci per gradi, supponendo di avere prima il 90% di vaccinati, poi il 95% ed infine il 100%.
  1. Nove giorni fa, il 22 dicembre , abbiamo dedotto che con il 90% di vaccinati ed il 10% di contagiati (piu' o meno la situazione attuale in Piemonte) su 100 persone che incontro in strada 10 sono positive al test e sono 5 vaccinate e 5 non vaccinate, perche' e' vero che le persone vaccinate sono 10 volte piu' numerose di quelle non vaccinate ma hanno pure una durata dell'infezione 10 volte piu' breve (3 giorni invece di 30), che compensa esattamente la loro maggiore numerosita', per cui con questa percentuale di vaccinati le persone contagiate sono meta' vaccinate e meta' non vaccinate (assumendo che, come membri generici della popolazione, entrino in contatto con i virus nello stesso modo).
    Abbiamo percio' concluso che in questo primo caso l'apporto ai contagi dei vaccinati equivale a quello dei non vaccinati.
    Per approfondire questo risultato, premettiamo che:
    • il lungo tempo di guarigione di una persona non immunizzata contagiata (30 giorni) costituisce l'arma di questa pandemia, perche' da molto tempo ai virus per estendere i danni all'organismo attaccato, provocando cosi' ricoveri e decessi.
    • Inoltre il lungo tempo di guarigione di una persona non immunizzata contagiata prolunga per 30 giorni il periodo in cui puo' diffondere il contagio.
    • i vaccini abbreviano il tempo di guarigione di una persona vaccinata contagiata, riducendo quei 30 giorni, che sono l'arma della pandemia, a soli 3 giorni circa.
    Il ragionamento che abbiamo fatto noi significa allora che:
    1. i vaccini aiutano a ridurre la contagiosita' della singola persona vaccinata, perche' se contagiata guarisce prima (di qui' deriva l'utilita' del green-pass rafforzato);
    2. i vaccini pero' NON ci aiutano a ridurre i contagi e l'ampiezza delle ondate (dovuti al complesso di tutti i vaccinati insieme, che contribuiscono anche loro ai contagi e non poco);
    3. i vaccini riducono la gravita' della malattia (che non e' poco perche' cosi' si riducono anche ricoveri e decessi).
    Il risultato da noi ottenuto che nelle condizioni attuali l'apporto ai contagi dei vaccinati equivale a quello dei non vaccinati e' stato un risultato clamoroso perche' inaspettato ma assolutamente aderente alla situazione attuale del Piemonte (ed anche del resto d'Italia). Non di altri Paesi, in cui la percentuale di vaccinazioni e' significativamente inferiore a quella dell'Italia.
    Attenzione pero' a non confondere la contagiosita' potenziale della singola persona vaccinata, che puo' risultare contagiata con meno probabilita' (1/10, per il minor tempo di guarigione), con la contagiosita' d'insieme di tutti i vaccinati che e' maggiorata di un fattore circa 10 dalla loro maggiore numerosita' rispetto ai non vaccinati (che sono solo il 10% contro il 90%).
    Il green-pass rafforzato, che permette di identificare i vaccinati serve a questo: a riconoscere le persone che espongono gli altri ad un minore rischio di contagio.

  2. Ripetendo il ragionamento di nove giorni fa, il 22 dicembre , possiamo dedurre che con il 95% di vaccinati e lo stesso 10% di contagiati (piu' o meno la situazione attuale in Piemonte) su 1000 persone che incontro in strada 100 sono positive al test e sono 66 vaccinate e 34 non vaccinate, perche' e' vero che le persone vaccinate sono 20 volte piu' numerose di quelle non vaccinate ma hanno una durata dell'infezione 10 volte piu' breve (3 giorni invece di 30), che compensa a meta' la maggiore numerosita' delle persone vaccinate, per cui con questa percentuale di vaccinati su 100 persone contagiate ne avro' 66 vaccinate e 34 non vaccinate (assumendo che, come membri generici della popolazione, entrino in contatto con i virus nello stesso modo).
    Cioe' in questo secondo caso l'apporto ai contagi dei vaccinati e' il doppio di quello dei non vaccinati (2 a 1), cioe' tra i contagiati nel grafico per ogni non immunizzato (con contagio che dura 30 giorni) ci sono 2 immunizzati (con durata del contagio di soli 3 giorni).

  3. Se invece supponiamo di avere il 100% di vaccinati ed il 10% di contagiati le persone sono tutte vaccinate ed hanno tutte una durata dell'infezione di soli 3 giorni (invece di 30), per cui con questa percentuale di vaccinati le persone contagiate sono tutte vaccinate e non esistono piu' contagiati non vaccinati che mantengono il loro contagio e la loro contagiosita' in essere per 30 giorni.
    Quindi l'ondata non c'e' piu', perche' sale in 3 giorni e poi scompare. Cosi' la pandemia si estingue: e' questo lo stesso meccanismo naturale con cui terminano tutte le epidemie, dopo che hanno contagiato tutta la popolazione, che risulta cosi' immunizzata al 100%.
    Purtroppo bisogna proprio arrivare molto vicini al 100% di vaccinati, perche', come avete visto, il 95% non basta. Se non ci si riuscisse sarebbero proprio i non vaccinati (e solo loro) a mantenere in vita la pandemia.
    Questo tipo di pandemia non conosce l'immunita' di gregge, come abbiamo gia' spiegato, a causa dell'epidemia degli asintomatici che e' in grado di generare, per assicurarsi la persistenza in forma endemica tra la popolazione.
    Se pero' la pandemia e' ancora attiva in altri Paesi, possono arrivare in Italia altre persone non immunizzate che possono far ripartire la pandemia, grazie al lungo tempo di guarigione di 30 giorni delle persone non immunizzate, perche' e' proprio sul lungo tempo di guarigione, che la pandemia basa la sua capacita' di generare le ondate epidemiche.
E' questo uno scenario del tutto nuovo, che avrebbe un forte impatto sulle misure da intraprendere per contrastare la pandemia.
Con il modello a soglia credevamo di aver capito tutto di questa pandemia ma a questo suo strano comportamento non ci eravano ancora arrivati e siamo molto contenti ora di averlo scoperto, perche' e' una caratteristica veramente interessante.
Bisogna per prima cosa verificare se le cose stanno veramente cosi', indagando su un campione di dati positivi al test molecolare.
A supporto dell'esistenza di molti contagiati tra i vaccinati, tenuto conto del gran numero di vaccinazioni fatte e della quota di persone con immunizzazione naturale presenti tra le persone rimaste non vaccinate, va riconosciuto che dovrebbe essere piuttosto difficile arrivare al 15.4% di test positivi di oggi senza che tra essi ci siano moltissimi immunizzati contagiati.
La conclusione di questo ragionamento e' che la frazione presente di contagiati vaccinati tra quelli rappresentati nel grafico di un'ondata dipende com'e' naturale dalla percentuale di vaccinati nel Paese, che va confrontata con il rapporto fisso di 10 a 1 tra il tempo di guarigione dei contagiati non vaccinati (30 giorni) e quello dei vaccinati (3 giorni) che interviene a determinare la quantita' dei contagiati vaccinati.
Mentre il secondo rapporto e' fisso (10 a 1), la percentuale dei vaccinati nel Paese cambia e cosi' abbiamo scoperto che:
  • Quando la percentuale dei vaccinati e' meno del 60%, i vaccinati contagiati sono pochi e l'epidemia e' prevalentemente di soli non vaccinati, com'erano tutte le nostre ondate precedenti.
  • Quando la percentuale dei vaccinati e' superiore al 90% (come per la prima volta in questa quinta ondata) i contagiati vaccinati diventano prevalenti sui non vaccinati e la curva dei contagi contiene contagiati vaccinati e non, in parti abbastanza equivalenti (come ora).
  • Quando la percentuale dei vaccinati e' al 100% l'epidemia sarebbe di soli vaccinati ma essendo il loro tempo di guarigione di soli 3 giorni l'epidemia si estingue.
Tutto cio' e' di fondamentale importanza per la lotta alla pandemia.
La percentuale di contagiati vaccinati e' facilmente monitorabile e quindi il riscontro di validita' di queste deduzioni puo' ottenersi in pochi giorni.
Se questi nostri ragionamenti risultassero corretti, sarebbe per la nostra ricerca un'ottima chiusura di quest'anno 2021, che sta finendo proprio oggi.
La conclusione che ne deriverebbe sarebbe una sola: bisogna arrivare nel piu' breve tempo possibile alla copertura immunitaria dell'intera popolazione per mandare finalmente al diavolo questi coronavirus nel 2022.
In Italia siamo arrivati vicini al 90%. Ci manca solo un'ultimo sforzo, anche se e' il piu' difficile. Coraggio, cerchiamo di avvicinarci quanto piu' possibile al 100%, che sembra essere l'unico modo per far fuori questa pandemia.
Noi italiani, malgrado tutto, ci siamo molto vicini: con il 90% di vaccinazioni i contagiati vaccinati sono arrivati al 50% ma cresceranno rapidamente quando i vaccinati saliranno oltre il 90% e, quando saranno dominanti, la pandemia andra' scemando sempre piu' (la curva dei contagi sara' solo una convoluzione di soli picchi larghi 3 giorni, senza piu' gli incrementi persistenti per 30 giorni dei non immunizzati a far salire la curva in modo additivo, ad accumulo, a formare l'ondata).
L'ultima testa di ponte da eliminare della pandemia sara' l'epidemia degli asintomatici, che prevediamo si manifestera' con un fondo di contagi sempe piu' basso, fino a scomparire al raggiungimento del 100% di vaccinati, perche' per perpetuarsi anche questa epidemia ha bisogno di contagiare per creare nuovi asintomatici e con la riduzione su larga scala del tempo di guarigione anche questi contagi sono destinati a ridursi sempre piu'.
Dovremo riuscire ad ottenere un risultato analogo a quello ottenuto contro il vaiolo, quando i no-vax non esistevano e tutti ci vaccinavamo in fretta.
Un problema serio potrebbe venire dalla scadenza delle immunita' ma cerchiamo di essere ottimisti: anche su quello credo che avremo molto da imparare sulle potenzialita' del nostro meraviglioso corpo umano, a partire dalla cosiddetta memoria cellulare.
Buon Anno a tutti.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (30 dicembre 2021)
Il dato dei contagi di oggi e' salito al livello di 15.4% ed e' visibile a destra nel seguente

Forse anche il dato di 15.4% (cosi' alto) potrebbe essere ancora la manifestazione dei contagi delle persone vaccinate contagiate a Natale che spariranno in 3 giorni circa: se cosi' fosse la curva della quinta ondata (quella dei non immunizzati) rimarrebbe al secondo pianerottolo, intorno a 11.2%, che si vede in quest'altro grafico che mostra l'andamento complessivo. Vi si intravede il picco della quinta ondata, dopo il quale era atteso l'inizio della lenta discesa, che puo' avvenire ma solo se la produzione di contagi in Piemonte glielo permettera', per gli inevitabili assembramenti associati alle feste natalizie e per la crescente diffusione della variante Omicron, che l'I.S.S. ha valutato essere arrivata al 28% di presenza in Italia qualche giorno fa (ora e' certemente molto piu').
Questo incremento di contagi del periodo natalizio sembra che sia inevitabile e c'e' gia' stato con il balzo da 8.7% a 11.2%, anche se questo incremento del 2.5% costera' circa 42 morti al giorno in piu' (e' l'incremento del picco che vediamo con la linea viola a destra nel grafico ).
La situazione: Il massimo raggiunto nelle peggiori ondate precedenti (per esempio la terza in primavera) era stato del 16%, quindi ci siamo: abbiamo un'ondata come le precedenti.
Anche noi avevamo pensato che le nuove ondate riguardassero solo le persone non vaccinate e quindi quando i non vaccinati si sono ridotti al 10% i contagi della quinta ondata dovessero scendere (cosi' avevamo previsto il limite al 2.5%). Evidentemente non e' cosi' perche' i contagi ora, al 15.4%, sono diventati troppi (alcuni dei non vaccinati sono immunizzati naturali, per cui il numero di non immunizzati e' inferiore al 10%) ed ora abbiamo scoperto perche'.
Come abbiamo gia' spiegato nel commento di stamane, a questo alto livello di vaccinazioni la curva dei contagi e' composta in parti piu' o meno uguali di contagi di persone immunizzate e non immunizzate.
Quindi e' normale che le vaccinazioni fatte NON ci aiutano a ridurre il picco dei contagi, in condizioni di un grande apporto di nuovi contagi da parte delle attivita' umane, come sta accadendo adesso durante le feste natalizie.
Le vaccinazioni riducono invece la gravita' della malattia e per questo i decessi ora non sono 400 al giorno ma "solo" 150.
I provvedimenti adottati finora NON ci sembra che tengano conto di questo nuovo scenario, per cui, una volta confermato, andranno rimodulate.
Essendo arrivati al massimo raggiunto dalle ondate precedenti dobbiamo prendere la situazione attuale molto sul serio perche' riteniamo che ormai la soglia critica della pandemia non sia piu' cosi' lontana e stiamo rischiando di finire peggio, come stanno i nostri amici dei Paesi del centro Europa.
Questi incrementi di contagi che stiamo registando sono ancora dovuti alle attivita' umane caratteristiche di queste festivita' e quindi sono ancora controllabili in qualche modo. Dobbiamo sapere di quanto si ridurranno ai primi di gennaio: se la riduzione sara' significativa si potra' continuare a lasciare aperto il Paese, altrimenti ci dovranno essere tante "zone rosse" e molte piu' restrizioni di adesso.
Non bisogna lasciarsi sfuggire di mano questa quinta ondata.
Come abbiamo gia' spiegato tante volte, gli incrementi di contagi permanenti (per 30 giorni) sono quelli delle persone NON immunizzate, che aggiungono tanti incrementi "a gradino" nella curva dei contagi.
Cosi' la curva sale finche' gli incrementi giornalieri delle attivita' umane superano il livello delle guarigioni dei contagiati di 30 giorni prima.
Se poi questi incrementi si riducono (perche' le feste sono passate) ed eguagliano le guarigioni, allora la curva dei contagi smette di crescere: se sono uguali resta in "pianerottolo" (com'e' stato fino al'altro ieri); se poi calano ulteriormente la curva dei contagi comincia a calare verso il livello asintotico che e' quello del fondo degli asintomatici (probabilmente intorno all'1%, ora che fa piu' freddo.
Sta a noi limitare la crescita dei contagi: piu' la curva sale e piu' gli ospedali si riempiono e piu' la gente muore. E' cosi' in tutto il mondo!
Gli italiani devono fare molta attenzione ora, perche' se anche domani i contagi dovessero salire, l'incremento potrebbe non essere piu' dovuto alle sole attivita' umane, che tutto sommato sono ancora controllabili e le cose si potrebbero mettere male.
Questo e' il comportamento di questa pandemia, come descritto dal modello a soglia, finche' si sta sotto la soglia critica, come ci auguriamo, altrimenti inizia la crescita esponenziale inarrestabile dell'epidemia degli asintomatici e sono guai molto piu' seri.
Il funzionamento della pandemia e' molto semplice da capire, come descritto dal modello a soglia. La gente potrebbe capirlo facilmente e soprattutto potrebbe capire il significato della linea viola nel grafico della quinta ondata.
Gia' hanno capito che il Covid-19 non e' come una normale influenza stagionale e quindi sarebbero ancora piu' disposti a fare tutto quanto occorre per limitare le probabilita' di contagio.
Il rischio del superamento della soglia critica e' sempre incombente, e questa continua salita della curva dei contagi non lascia presagire nulla di buono.
Le conseguenze del superamento della soglia sono il problema con cui molti altri Paesi stanno ora facendo i conti ora (con tanti lockdown).
Il modello a soglia (che prende questo nome per l'esistenza della soglia critica), ci spiega che sopra la soglia critica il fondo degli asintomatici inizia a crescere esponenzialmente e le varie ondate che si susseguono si sovrappongono al fondo crescente in modo esponenziale inarrestabile, creando un andamento della pandemia come quello che c'e' stato in Russia (sono dati reali, non congetture!).
A quel punto l'epidemia si puo' fermare solo impedendo che i contagi avvengano, cioe' separando le persone con un lungo lockdown generale, che deve durare quasi un mese, altrimenti l'epidemia procede senza freni fino ad infettare tutta la popolazione infettabile, anche piu' volte.
Bisogna percio' fare di tutto prima, per non superare questa soglia e noi fortunatamente, ma e' meglio dire per merito di tanti italiani che hanno consentito il successo della campagna vaccinale, finora non l'abbiamo superata e contiamo di non superarla in questa quinta ondata. D'inverno poi sara' piu' dura ma contiamo di farcela di nuovo.

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere nel grafico esteso il dato odierno di 156, ritornato ai valori normali intorno a 150, dopo il dato di domenica troppo basso, poi corretto dal dato di martedi', che ha fatto tornare i dati alla media giusta di 141, molto simile al dato di oggi.
Guardando la tabella dei dati ci accorgiamo che il primo "pianerottolo" dei contagi al 9% circa si estende dal 9 al 22 dicembre e dovrebbe corrispondere in base al modello a soglia ai circa 150 decessi al giorno che stiamo registrando in questi giorni (considerando i contagi del Piemonte come rappresentativi anche del resto d'Italia).
Gia' in un precedente commento avevamo previsto questo "pianerottolo" nella curva dei decessi a partire dal 21 dicembre (12 giorni dopo).
La curva dei contagi ( linea viola ) ha poi presentato un secondo "pianerottolo" a 11.2% a cui dovrebbe corrispondere un incremento di quasi il 30% del numero dei decessi 12 giorni dopo il 23 dicembre, cioe' dopo il 3 gennaio.
Pero' se la variante Omicron fosse gia' diventata dominante nell'ultima decade di dicembre allora l'incremento di decessi a gennaio dovrebbe essere nettamente inferiore al 30%, cioe' abbastanza inferiore ai 200 decessi al giorno. Staremo a vedere.

UN'OSSERVAZIONE SORPRENDENTE SUGLI IMMUNIZZATI (30 dicembre 2021)
Otto giorni fa, il 22 dicembre abbiamo dedotto che con il 90% di vaccinati ed il 10% di contagiati (piu' o meno la situazione attuale in Piemonte) su 100 persone che incontro in strada 10 sono positive al test e sono 5 vaccinate e 5 non vaccinate, perche' e' vero che le persone vaccinate sono 10 volte piu' numerose di quelle non vaccinate ma hanno pure una durata dell'infezione 10 volte piu' breve (3 giorni invece di 30), che compensa esattamente la loro maggiore numerosita', per cui con questa percentuale di vaccinati le persone contagiate sono meta' vaccinate e meta' non vaccinate (assumendo che, come membri generici della popolazione, entrino in contatto con i virus nello stesso modo).
Cioe' l'apporto ai contagi dei vaccinati equivale a quello dei non vaccinati, salvo per la loro minore contagiosita' perche' le loro sono tutte infezioni molto recenti (di un paio di giorni) e quindi i virus non hanno ancora completato il loro periodo d'incubazione, ovvero non hanno ancora avuto il tempo necessario per moltiplicarsi al massimo.
Crediamo comunque che una loro discreta contagiosita' ci sia, almeno quanto quella dei normali asintomatici, soprattutto in locali chiusi o ristretti, come tram o autobus per esempio.
L'esistenza di questi casi positivi al test molecolare, che si risolvono mediamente in 3 giorni anziche' 30, e' testimoniata dai numerosi picchi rossi presenti nel grafico della quinta ondata.
L'interpretazione fornita dal modello a soglia per questi eccessi di contagi costituiti dai picchi rossi e' stata che sono contagi di persone immunizzate da vaccino o da una precedente infezione, che guariscono in un tempo tipico variabile da 2 a 4 giorni, a secondo del livello d'immunita' e del punto del corpo attaccato dall'infezione (se piu' o meno vascolarizzato).
I picchi evidenziano i momenti in cui eventi di particolari attivita' umane hanno prodotto i contagi ma questi contagi di persone immunizzate sono presenti ovunque lungo la curva e sono tutti contagi "effimeri" che scompaiono mediamente in 3 giorni, come mostrato dalla larghezza dei picchi rossi.
La cosa non dev'essere sorprendente perche' le persone immunizzate stanno vivendo in un mondo infetto e quando un virus riesce ad entrare nel loro organismo la prima cosa che incontra e' una cellula infettabile e lui la infetta, cominciando a moltiplicarsi anche se la persona e' immunizzata. La reazione immunitaria, che e' abbastanza rapida ma non instantanea, avviene dopo, quando la moltiplicazione virale e' gia' in atto.
C'e' quindi un intervallo di tempo in cui il fiato della persona immunizzata che e' stata infettata emette virus, anche se non ancora moltissimi, per cui puo' produrre contagi in condizioni particolarmente favorevoli (ambienti ristretti e chiusi).
Tutto cio' ci sembra molto ragionevole e noi crediamo che le cose stiano cosi', per cui siamo convinti che nella curva dei contagi ci siano anche questi contagi effimeri delle persone immunizzate, diffusi uniformemente nel tempo, in misura tanto maggiore quanto piu' alta e' la percentuale degli immunizzati e dei vaccinati.
Essendo contagi che durano mediamente 3 giorni invece di 30, hanno una permanenza che da un apporto alla curva dei contagi pari ad 1/10 di quello dei non immunizzati, i cui contagi durano invece 30 giorni.
Se pero' gli immunizzati, quelli delle vaccinazioni, sono il 90% ed i rimanenti non vaccinati il 10% allora quel fattore 10 viene compensato ed i contagi che vediamo nella nostra curva sono di persone immunizzate e non, piu' o meno in ugual misura (picchi rossi compresi).
Questo sembrerebbe essere un risultato sorprendente, perche' la gente pensa che i vaccinati non partecipino ai contagi che vediamo nella curva dei contagi. Invece la conseguenza del nostro ragionamento e' che quando i vaccinati sono il 90%, la curva dei contagi e' composta per meta' da persone contagiate non vaccinate e per l'altra meta' da persone contagiate vaccinate o comunque immunizzate, che rimangono contagiate mediamente solo per 3 giorni (invece di 30) e poi spariscono ma sono di persone 10 volte piu' numerose dei non vaccinati.
Sembra che questa cosa nessuno l'abbia capita, perche' altrimenti avrebbero avuto tutti ben chiaro che questo fatto giustifica la richiesta del tampone negativo anche ai vaccinati, che risultano positivi in cosi' gran numero, ovviamente se crediamo che i vaccinati contagiati siano contagiosi almeno quanto una normale altra persone asintomatica.
Analogamente impone una riflessione sull'importanza del green-pass rafforzato, che traeva motivazione dall'idea che il contatto con le persone vaccinate fosse piu' sicuro. In effetti lo e', perche' le persone vaccinate, restando infette per solo 3 giorni invece di 30, risultano positive al test meno frequentemente (un decimo) rispetto alle persone non vaccinate.
Nel loro complesso percio' i contatti che avvengono incontrando le persone vaccinate
  • da un lato sono piu' sicuri perche' abbiamo la probabilita' che siano infette e quindi contagiose ridotta di 1/10 rispetto alle persone non vaccinate;
  • dall'altro lato sono meno sicuri, perche' le persone vaccinate sono tante (10 volte piu' numerose) e quindi e' 10 volte piu' probabile incontrarle.
Quindi le persone non vaccinate e' piu' difficile incontrarle perche' sono 10 volte meno numerose pero' quando ne incontro una ho 10 volte piu' probabilita' che sia infetta.
E' 10 volte piu' probabile incontrare una persona vaccinata (perche' sono piu' numerose) pero' quando la incontro ho 10 volte meno probabilita' di trovarla infetta.
Conclusione: per una persona che circola incontrando altre persone, le persone vaccinate e non vaccinate rappresentano due rischi di infezione che si equivalgono complessivamente, anche se su 10 persone che incontra 9 sono vaccinate ed una non lo e', perche' quell'unica persona non vaccinata ha una probabilita' 10 volte maggiore di essere infetta.
Il modello a soglia quindi ci spinge verso una interpretazione nuova della curva dei contagi: non e' solo un'epidemia dei non vaccinati, perche' quando siamo vicini al 90% di vaccinati, la curva dei contagi e' composta per meta' da persone non vaccinate (che rimangono contagiate per 30 giorni) e per meta' da persone vaccinate, i cui contagi effimeri durano solo 3 giorni in media.
Quando ci sono eventi importanti che producono nuovi contagi, le persone non vaccinate producono incrementi "a gradino" che fanno salire la curva dei contagi, mentre le persone vaccinate producono dei picchi larghi circa 3 giorni (sono i picchi rossi nel grafico della quinta ondata ).
Pero', a parte i contagi prodotti da questi eventi importanti, tutti i contagi, prodotti in continuazione, sono distribuiti piu' o meno uniformemente lungo tutta la curva, sia quelli dei vaccinati che quelli dei non vaccinati o immunizzati (circa meta' e meta', quando si e' vicini al 90% di vaccinati).
Il fenomeno qui' denunciato e' molto vistoso e quindi e' facile verificarne la veridicita', indagando anche solo su un piccolo campione di persone positive al test molecolare.
Noi siamo convinti che il riscontro ci sara' ma anche se la spiegazione fornita dal modello a soglia non venisse confermata, sarebbe comunque di grande interesse capire per quale motivo una frazione cosi' rilevante dei contagiati guarisce in un tempo cosi' breve. Chi puo' controlli perche' e' importante.
E' questo un fenomeno che e' stato sempre presente nelle curve dei contagi di questi coronavirus e che noi abbiamo rilevato fin dal 2020:
SORPRESA: Ci sono due diverse componenti nella discesa dei contagi (30 novembre 2020)

Tutto quanto abbiamo scritto in queste osservazioni nulla toglie all'importanza della vaccinazione, la cui sicurezza e protezione dalla malattia e' ormai accertata oltre ogni ragionevole dubbio ed anche dalle possibili infezioni, perche' con un tempo di guarigione cosi' accelerato (3 giorni) ai virus rimane ben poco tempo per produrre danni rilevabili (ben diverso e' il caso per i non vaccinati che devono tenersi i virus in corpo per 30 giorni).

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (29 dicembre 2021)
Il dato dei contagi di oggi e' salito al livello di 13.3% ed e' visibile a destra nel seguente grafico della quinta ondata.
Non c'e' da preoccuparsi per il dato di 13.3% (cosi' alto), perche' e' la manifestazione dei contagi delle persone vaccinate contagiate a Natale che spariranno in 3 giorni circa: percio' la curva della quinta ondata (quella dei non immunizzati) rimane al secondo pianerottolo, intorno a 11.2%, che si vede in quest'altro grafico che mostra l'andamento: vi si intravede il picco della quinta ondata, dopo il quale era atteso l'inizio della lenta discesa, come dev'esserci se ci troviamo di fronte al vero picco della quinta ondata, che e' pronta a scendere ma solo se la produzione di contagi in Piemonte glielo permette, per gli inevitabili assembramenti associati alle feste natalizie e per la crescente diffusione della variante Omicron, che l'I.S.S. ha valutato essere arrivata al 28% di presenza in Italia qualche giorno fa (ora e' di piu').
Questo incremento di contagi del periodo natalizio sembra che sia inevitabile e c'e' gia' stato con il balzo da 8.7% a 11.2%, anche se questo incremento del 2.5% costera' circa 42 morti in piu' (e' l'incremento del picco che vediamo con la linea viola a destra nel grafico ).
Come abbiamo gia' spiegato tante volte, gli incrementi di contagi permanenti (per 30 giorni) sono quelli delle persone NON immunizzate, che aggiungono tanti incrementi "a gradino" nella curva dei contagi.
Cosi' la curva sale finche' gli incrementi giornalieri delle attivita' umane superano il livello delle guarigioni dei contagiati di 30 giorni prima.
Se poi questi incrementi si riducono (perche' le feste sono passate) ed eguagliano le guarigioni, allora la curva dei contagi smette di crescere: se sono uguali resta in "pianerottolo" (com'e' stato fino a ieri); se poi calano ulteriormente la curva dei contagi comincia a calare verso il livello asintotico che e' quello del fondo degli asintomatici (probabilmente intorno all'1%, ora che fa piu' freddo.
Sta a noi limitare la crescita dei contagi: piu' la curva sale e piu' gli ospedali si riempiono e piu' la gente muore. E' cosi' in tutto il mondo!
Questo e' il comportamento di questa pandemia, come descritto dal modello a soglia, finche' si sta sotto la soglia critica, come ora, altrimenti inizia la crescita esponenziale inarrestabile dell'epidemia degli asintomatici e sono guai molto piu' seri.
Il funzionamento della pandemia e' molto semplice da capire, come descritto dal modello a soglia. La gente potrebbe capirlo facilmente e soprattutto potrebbe capire il significato della linea viola nel grafico della quinta ondata.
Gia' hanno capito che il Covid-19 non e' come una normale influenza stagionale e quindi sarebbero ancora piu' disposti a fare tutto quanto occorre per limitare le probabilita' di contagio.
Il rischio del superamento della soglia critica e' sempre incombente, e le sue conseguenze sono il problema con cui molti altri Paesi stanno ora facendo i conti (con tanti lockdown).
Il modello a soglia (che prende questo nome per l'esistenza della soglia critica), ci spiega che sopra la soglia critica il fondo degli asintomatici inizia a crescere esponenzialmente e le varie ondate che si susseguono si sovrappongono al fondo crescente in modo esponenziale inarrestabile, creando un andamento della pandemia come quello che c'e' stato in Russia (sono dati reali, non congetture!).
A quel punto l'epidemia si puo' fermare solo impedendo che i contagi avvengano, cioe' separando le persone con un lungo lockdown generale, che deve durare quasi un mese, altrimenti l'epidemia procede senza freni fino ad infettare tutta la popolazione infettabile, anche piu' volte.
Bisogna percio' fare di tutto prima, per non superare questa soglia e noi fortunatamente, ma e' meglio dire per merito di tanti italiani che hanno consentito il successo della campagna vaccinale, non l'abbiamo superata e nemmeno la supereremo in questa quinta ondata, secondo noi. D'inverno sara' piu' dura ma ce la faremo di nuovo, perche' ormai noi italiani abbiamo imparato a conoscere questa pandemia e sappiamo come affrontarla (stiamo diventando sempre piu' diligenti: le lunghe file nei centri vaccinali lo testimoniano).

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere nel grafico esteso il dato odierno di 148, ritornato ai valori normali intorno a 150, dopo il dato di domenica troppo basso, poi corretto dal dato di martedi', che ha fatto tornare i dati alla media giusta di 141, molto simile al dato di oggi.
Guardando la tabella dei dati ci accorgiamo che il primo "pianerottolo" dei contagi al 9% circa si estende dal 9 al 22 dicembre e dovrebbe corrispondere in base al modello a soglia ai circa 150 decessi al giorno che stiamo registrando in questi giorni (considerando i contagi del Piemonte come rappresentativi anche del resto d'Italia).
Gia' in un precedente commento avevamo previsto questo "pianerottolo" nella curva dei decessi a partire dal 21 dicembre (12 giorni dopo).
La curva dei contagi ( linea viola ) ha poi presentato un secondo "pianerottolo" a 11.2% a cui dovrebbe corrispondere un incremento di quasi il 30% del numero dei decessi 12 giorni dopo il 23 dicembre, cioe' dopo il 3 gennaio.
Pero' se la variante Omicron fosse gia' diventata dominante nell'ultima decade di dicembre allora l'incremento di decessi a gennaio dovrebbe essere nettamente inferiore al 30%, cioe' abbastanza inferiore ai 200 decessi al giorno. Staremo a vedere.

CHE PROVVEDIMENTI ADOTTARE (29 dicembre 2021)
Che ridurre i contagi non e' un problema semplice lo dimostra il fatto che nei vari Paesi si stanno adottando misure diverse.
La pandemia e' la stessa e quindi le misure ottimali sono uniche. Si tratta di identificarle altrimenti si possono commettere errori molto gravi come quello di arrivare a fare piu' di un milione di tamponi al giorno (non ne servono cosi' tanti) e poi restringerne il numero come suggeriscono alcuni giornalisti "mai tamponi ai sani" (si rischierebbe cosi' di introdurre errori sistematici nella raccolta dei dati che ne svuoterebbero il significato, rendendoli non piu' idonei per monitoraggi e ricerca).
Altri titoli fuorvianti dei giornali sono quelli come "mai cosi' tanti contagi", che lascia intendere un'epidemia fuori controllo, mentre non e' cosi' (la curva dei contagi e' semplicemente ancora nella sua fase crescente, che e' un suo normale stato fisiologico).
Non possono essere i giornalisti a spingere le scelte governative verso una direzione od un'altra.
Facciamo allora il punto e vediamo cosa e' piu' giusto fare.
Finche' si rimane sotto la soglia critica la crescita della curva dei contagi, dopo la salita iniziale che dura un mese e che e' causata da almeno un evento umano scatenante con molti contagi, dipende esclusivamente dalla produzione di contagi piu' o meno grande, che impedisce o rallenta la discesa causata dalle tante guarigioni dei contagiati di un mese prima nella fase crescente del picco.
Quello che bisogna fare e' ridurre questo apporto di contagi, cioe' la diffusione dei virus, quindi bisogna partire dall'individuazione delle principali modalita' in cui i contagi avvengono.
  • Per questi virus e' necessario un contatto ravvicinato tra le persone perche' il contagio si trasmetta e questo fatto ci permette di identificare molti tipi di eventi che favoriscono questi contatti, per poterli contrastare.
  • Inoltre e' rilevante la capacita' di trasmissione del contagio che puo' essere anche molto diversa per le varie persone, alcune delle quali le abbiamo chiamate "superdiffusori" perche' risultano essere molto efficienti in questa trasmissione. Purtroppo non ci risulta che si sia messo a punto un test per individuarli (anche se crediamo che non dovrebbe essere troppo difficile a farsi).
Non possiamo risolvere noi in poche righe un problema cosi' difficile ma possiamo fare alcune osservazioni che possono aiutare ad individuare le misure necessarie:
  • Normative: Gli elementi citati possono fornirci un buon punto di partenza, perche' ridurre le occasioni che producono molti contatti ravvicinati in un'area molto limitata e' senz'altro possibile con le giuste norme.
  • Trattamento diverso per i vaccinati: In queste restrizioni non e' possibile fare differenze tra vaccinati e non vaccinati, perche' entrambi i tipi di persone possono trasmettere il contagio.
    Nel mondo invisibile degli asintomatici abbiamo visto che con il 90% di vaccinati ed il 10% di contagiati (piu' o meno la situazione attuale in Piemonte) su 100 persone che incontro in strada 10 sono positive al test e sono 5 vaccinate e 5 non vaccinate, perche' e' vero che le persone vaccinate sono 10 volte piu' numerose di quelle non vaccinate ma hanno pure una durata dell'infezione 10 volte piu' breve (3 giorni invece di 30), che compensa esattamente la loro maggiore numerosita', per cui con questa percentuale di vaccinati le persone contagiate sono meta' vaccinate e meta' non vaccinate.
    Cioe' l'apporto ai contagi dei vaccinati equivale a quello dei non vaccinati per i due motivi seguenti (le stime dei numeri sono solo indicative e sono riferite al 90% di vaccinati):
    1. I vaccinati se contagiati restano contagiosi solo per 1/10 del tempo (3 giorni invece di 30): per questo motivo un vaccinato contagiato contribuisce ai contagi 10 volte di meno di un contagiato non vaccinato.
    2. I vaccinati pero' sono 10 volte piu' numerosi dei non vaccinati e quindi per questo motivo ogni giorno contribuiscono ai contagi 10 volte di piu' dei non vaccinati (la presenza rilevante dei vaccinati contagiati e' testimoniata dai picchi rossi nel grafico della quinta ondata dove la larghezza dei picchi rossi mostra il loro breve tempo di guarigione).
  • Lockdown dei non vaccinati: Riteniamo che possa essere utile, oltre che per isolare una parte della popolazione (e' pur sempre un lockdown anche se parziale), come misura per indurre i non vaccinati a vaccinarsi.
  • Superdiffusori: Anche introdurre dei test che misurano la carica virale in un campione di litri di fiato filtrato o condensato anziche' su un tampone oro-faringeo ci sembra possibile ed importante. I superdiffusori individuati non sarebbero moltissimi e potrebbero essere isolati in quarantena fino alla loro negativita' (anche se ci vuole un mese).
  • Quarantene: Se una persona e' risultata positiva al test molecolare rimane positiva e quindi (piu' o meno) contagiosa per 4 giorni se e' vaccinata (immunizzata) o per 30 giorni se non vaccinata (non immunizzata). Non e' possibile mettere cosi' tante persone asintomatiche in quarantena per un mese e se le si lasciano libere non ha senso chiudere in quarantena i vaccinati. Quindi quella delle quarantene di massa non e' una strada percorribile.
  • Stretta sui No-Vax: Le persone non vaccinate, che ormai sono poche, non creano problemi finche' sono negative al test ma se s'infettano hanno una capacita' di diffondere il contagio 10 volte maggiore di una persona vaccinata, che torna negativa dopo solo 3 giorni invece di 30. Quindi si potrebbe considerare la quarantena di queste persone non vaccinate/immunizzate ma solo se trovate positive al test molecolare, per la durata della loro positivita' (che puo' essere di un mese ma anche solo di 3 giorni se immunizzate per una precedente infezione asintomatica).
  • Obbligo vaccinale: Il modello a soglia afferma che l'immunita' di gregge non esiste per questa pandemia ma piu' persone vengono vaccinate e meglio e'. Il miglior provvedimento per questo e' l'obbligo vaccinale.
    Sono ormai chiarissimi i benefici ottenuti con la campagna vaccinale: piu' alta e' la percentuale dei vaccinati e meno persone infettabili ci sono (in modo permanente, per 30 giorni).
    Anche il livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici si riduce, con una minore facilita' d'inizio di una nuova ondata e con minore probabilita' di comparsa di nuove varianti.
    Inoltre le eventuali ondate avranno un picco piu' basso con meno ricoveri e decessi (perche' legati alla quota rimasta di persone non vaccinate).
    Quindi l'obbligo vaccinale non puo' che essere auspicabile.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (28 dicembre 2021)
Il dato dei contagi di oggi e' sceso al livello di 11.3% (uguale ai tre precedenti dati a 11.3%) ed e' visibile a destra nel seguente grafico della quinta ondata.
Quest'altro e' il grafico dei soli dati, per vederli con l'indicazione dell'andamento: vi si intravede il picco della quinta ondata, dopo cui era atteso l'inizio della lenta discesa, come dev'esserci se ci troviamo di fronte al vero picco della quinta ondata, che e' pronta a scendere ma solo se la produzione di contagi in Piemonte glielo permettera', per gli inevitabili assembramenti associati alle feste natalizie e per la crescente diffusione della variante Omicron (che l'I.S.S. ha valutato essere arrivata al 28% di presenza in Italia).
Questo incremento di contagi del periodo natalizio sembra che sia inevitabile e c'e' stato, anche se costa qualche decina di morti in piu' (e' la salita che vediamo dopo il picco con la linea viola a destra nel grafico ).
Come abbiamo gia' spiegato tante volte, gli incrementi di contagi permanenti (per 30 giorni) sono quelli delle persone NON immunizzate, che aggiungono tanti incrementi "a gradino" nella curva dei contagi.
Cosi' la curva sale finche' gli incrementi giornalieri delle attivita' umane superano il livello delle guarigioni dei contagiati di 30 giorni prima.
Se poi questi incrementi si riducono (perche' le feste sono passate) ed eguagliano le guarigioni, allora la curva dei contagi smette di crescere: se sono uguali resta in "pianerottolo" (com'e' ora); se poi calano ulteriormente la curva dei contagi comincia a calare verso il livello asintotico che e' quello del fondo degli asintomatici (probabilmente intorno all'1%, ora che fa piu' freddo.
Sta a noi limitare la crescita dei contagi: piu' la curva sale e piu' gli ospedali si riempiono e piu' gente muore. E' cosi' in tutto il mondo!
Questo e' il comportamento di questa pandemia, come descritto dal modello a soglia, finche' si sta sotto la soglia critica, come ora, altrimenti inizia la crescita esponenziale inarrestabile dell'epidemia degli asintomatici e sono guai molto piu' seri.
Il funzionamento della pandemia e' molto semplice da capire, come descritto dal modello a soglia. La gente potrebbe capirlo facilmente e soprattutto potrebbe capire il significato della linea viola nel grafico della quinta ondata.
Gia' hanno capito che il Covid-19 non e' come una normale influenza stagionale e quindi sarebbero ancora piu' disposti a fare tutto quanto occorre per limitare le probabilita' di contagio.
Il rischio del superamento della soglia critica e' sempre incombente, e le sue conseguenze sono il problema con cui molti altri Paesi stanno ora facendo i conti (con tanti lockdown).
Il modello a soglia (che prende questo nome per l'esistenza della soglia critica), ci spiega che sopra la soglia critica il fondo degli asintomatici inizia a crescere esponenzialmente e le varie ondate che si susseguono si sovrappongono al fondo crescente in modo esponenziale inarrestabile, creando un andamento della pandemia come quello che c'e' stato in Russia (sono dati reali, non congetture!).
A quel punto l'epidemia si puo' fermare solo impedendo che i contagi avvengano, cioe' separando le persone con un lungo lockdown generale, che deve durare quasi un mese, altrimenti l'epidemia procede senza freni fino ad infettare tutta la popolazione infettabile, anche piu' volte.
Bisogna percio' fare di tutto prima, per non superare questa soglia e noi fortunatamente, ma e' meglio dire per merito di tanti italiani che hanno consentito il successo della campagna vaccinale, non l'abbiamo superata e nemmeno la supereremo in questa quinta ondata, secondo noi. D'inverno sara' piu' dura ma ce la faremo di nuovo, perche' ormai noi italiani abbiamo imparato a conoscere questa pandemia e sappiamo come affrontarla (stiamo diventando sempre piu' diligenti: le lunghe file nei centri vaccinali lo testimoniano).

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere nel grafico esteso che il dato odierno di 202, che crediamo corregga il dato di domenica che era troppo basso (cosi' questo e' troppo alto, perche' il valore di 202 decessi al giorno corrisponderebbe al 12.1% di contagi della variante Delta, che e' un valore un po' troppo alto anche perche' 18 giorni fa gia' doveva esserci una componente Omicron nei contagi, che sembra non produca cosi' tanti decessi.
Non a caso la media tra il dato troppo basso di 81 decessi e questo troppo alto di 202 fa 141.5 che e' proprio il dato giusto per confermare la previsione del modello a soglia di circa 7 giorni intorno a 150 decessi al giorno (vedi il nostro commento precedente).
E' indicativo di qualche anomalia ricorrente nella trasmissione dei dati dei decessi che praticamente tutti i minimi dell'andamento dei decessi avvengano sistematicamente sempre di domenica (basta guardare la tabella dove le domeniche sono indicate con la D).
Con questa anomalia diventa difficile per noi spiegare l'andamento della curva dei decessi, cosi' pesantemente alterata.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (27 dicembre 2021)
Il dato dei contagi di oggi e' sceso al livello di 11.9% (poco piu' alto dei tre precedenti dati a 11.3%) ed e' visibile a destra nel seguente grafico della quinta ondata.
Quest'altro e' il grafico dei soli dati, per vederli con l'indicazione dell'andamento: vi si intravede il picco della quinta ondata dopo cui era atteso l'inizio della lenta discesa, come dev'esserci se ci troviamo di fronte al vero picco della quinta ondata, che e' pronta a scendere ma solo se la produzione di contagi in Piemonte glielo permettera', per gli inevitabili assembramenti associati alle feste natalizie e per la crescente diffusione della variante Omicron (che l'I.S.S. ha valutato essere arrivata al 28% di presenza in Italia).
Il dato molto elevato di ieri potrebbe essere un dato della domenica oppure potrebbe essere anche vero. Non lo sapremo mai.
Insieme al dato dei decessi di ieri la cosa migliore da fare e' metterci una pietra tombale sopra e dimenticare i dati ma non i commenti, tra cui il seguente, che suona come un avvertimento (molto opportuno):
E' una cosa prevista che, quando il popolo sottovaluta la pandemia e predilige le liberta' personali allora la curva puo' non scendere dal picco dell'ondata, anche per tempi lunghi, e addirittura riprendere a salire con un andamento non piu' "a campana" ma come quello della curva verde di UK, visibile nel grafico attuale dei Paesi del centro Europa.
La quinta ondata e' sicuramente arrivata al suo picco, perche' ha smesso di crescere, dal 9 dicembre per 16 giorni.

Ci sembra molto probabile che in questo periodo di feste la curva dei contagi non riuscira' ancora a scendere per il grande apporto di nuovi contagi, dovuti agli assembramenti di fine anno.
Per questo (e per far capire i rischi che corriamo) abbiamo disegnato un ipotetico andamento della curva nel prossimi giorni: e' la linea viola nel grafico della quinta ondata.
Pero' i contagi di un mese fa, che sono quelli che stanno guarendo ora e che percio' spingono verso il basso la curva, stanno aumentando di numero ogni giorno che passa, perche' un mese fa la curva dei contagi era in salita.
Quindi, passato il periodo delle baldorie di fine anno, la curva dovrebbe iniziare la sua lenta discesa, purche' la variante Omicron non ci si metta di traverso, come sta facendo negli altri Paesi europei.
Per capire cosa si deve fare dovremmo sapere cosa sta per accadere nei prossimi giorni. Proviamo ad indovinare.
Questi sono gli elementi che entrano in gioco:
  1. La variante Delta con le misure attuali dovremmo gia' averla sotto controllo, perche' la temperatura e' gia' scesa a livelli invernali e la curva dei contagi e' rimasta al livello del picco della quinta ondata. Non sta salendo significativamente (almeno finora).
  2. Si prevede una netta riduzione dell'apporto alto di contagi attuale alla fine delle feste di fine anno.
  3. Le guarigioni dei contagiati di un mese fa stanno aumentando e questo induce una diminuzione progressiva del numero dei contagiati.
  4. Rimane l'incognita Omicron, che pero' gia' dovrebbe essere presente al 30% circa (alcuni dicono 70%) e finora non ha sconvolto la curva dei contagi. Se e' vero che e' cosi' contagiosa certamente apportera' dei contagi in piu', che possiamo pero' sperare che vengano compensati dai due elementi precedenti.
Se questa visione ottimistica delle cose trovasse riscontro nella realta' allora potrebbe bastare il mantenimento della copertura vaccinale attuale (con tutti i milioni di richiami necessari) ed il massimo rigore nel controllo delle prescrizioni governative attuali, che potrebbero essere sufficienti, dato che le guarigioni dei contagiati sono in aumento.
E' indispensabile NON consentire quelle attivita' che aumentano l'apporto di nuovi contagi, come ad esempio le manifestazioni di piazza, i cortei, i raduni e spettacoli con moltissime persone, ecc. finche' la curva dei contagi non scende sotto al 2%.
Il modello a soglia afferma che l'immunita' di gregge non esiste per questa pandemia ma piu' persone vengono vaccinate e meglio e'.
Il miglior provvedimento per questo e' l'obbligo vaccinale. Il lockdown dei non vaccinati e' utile, oltre che per isolare una parte della popolazione (e' pur sempre un lockdown anche se parziale), come misura per indurre i non vaccinati a vaccinarsi.
Il modello a soglia c'insegna infatti che le vaccinazioni sono la soluzione del problema ma anche che l'apporto ai contagi dei vaccinati equivale a quello dei non vaccinati per i due motivi seguenti (le stime dei numeri sono solo indicative e sono riferite al 90% di vaccinati):
  1. I vaccinati se contagiati restano contagiosi solo per 1/10 del tempo (3 giorni invece di 30): per questo motivo un vaccinato contagiato contribuisce ai contagi 10 volte di meno di un contagiato non vaccinato.
  2. I vaccinati pero' sono 10 volte piu' numerosi dei non vaccinati e quindi per questo motivo ogni giorno contribuiscono ai contagi 10 volte di piu' dei non vaccinati (la presenza rilevante dei vaccinati contagiati e' testimoniata dai picchi rossi nel grafico della quinta ondata dove la larghezza dei picchi rossi mostra il loro breve tempo di guarigione).
Quindi ci si deve comportare di conseguenza nei confronti dei non vaccinati ma anche dei vaccinati.
Nel mondo ospedaliero (dei sintomatici) l'epidemia appare sostenuta dai non vaccinati che sono in maggioranza tra i ricoverati.
Nel mondo invisibile degli asintomatici non e' cosi', soprattutto quando i vaccinati sono molti: abbiamo visto che con il 90% di vaccinati ed il 10% di contagiati (piu' o meno la situazione attuale in Piemonte) su 100 persone che incontro in strada 10 sono positive al test e sono 5 vaccinate e 5 non vaccinate, perche' e' vero che le persone vaccinate sono 10 volte piu' numerose di quelle non vaccinate ma hanno pure una durata dell'infezione 10 volte piu' breve (3 giorni invece di 30), che compensa esattamente la loro maggiore numerosita', per cui con questa percentuale di vaccinati le persone contagiate sono meta' vaccinate e meta' non vaccinate.
Ecco i motivi per cui malgrado cio' tutti devono vaccinarsi:
  • Le vaccinazioni servono a ridurre i danni di un eventuale contagio e questa e' la motivazione delle persone che si vaccinano (perche' i danni sono gravi, anche letali).
  • Le vaccinazioni ottengono pero' anche la riduzione del numero delle persone che si contagiano (sia vaccinate che non vaccinate), con grande beneficio per coloro che evitano di rimanere contagiati: non lo diciamo noi, lo dicono i dati.
  • Le persone non vaccinate subiscono i danni maggiori dall'infezione ma, grazie all'alto numero di persone che si sono vaccinate, s'infettano molto meno e cosi' anche loro godono dei benefici delle vaccinazioni fatte dagli altri.
N.B. Ricordiamoci sempre che le nostre deduzioni sono fatte con i dati del Piemonte, quindi se ci fosse un'altra regione focolaio i provvedimenti da adottare sarebbero diversi.

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere nel grafico esteso che il dato odierno di 142 dovrebbe terminare la serie da noi prevista di una settimana di dati intorno a 150 (vedi commento precedente).
Cio' perche' il valore di 142 decessi al giorno corrisponderebbe al 8.5% di contagi della variante Delta, che e' un valore compatibile con le previsioni del modello.
In realta' stiamo aspettando una riduzione rispetto al solito legame con il livello dei contagi di 18 giorni prima, ma non cosi' repentina, perche' i contagi di riferimento cominciano ad essere sempre piu' quelli della variante Omicron, che sembra essere molto meno letale della Delta.
In effetti il dato di ieri di 81 decessi sembra proprio un dato della "domenica", anche se i decessi non possono ne' sparire ne' aumentare indebitamente. Non escludiamo percio' che sia cosi' basso per una gestione anomala dei dati (come e' gia' successo talora in passato).
La nostra previsione di un "pianerottolo" intorno a 150 decessi per una settimana ci sembra che sia stata confermata.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (26 dicembre 2021)
Il dato dei contagi di oggi e' salito al livello di 13.4% (molto piu' alto dei tre precedenti) ed e' visibile a destra nel seguente grafico della quinta ondata.
Il dato e' molto alto ma ci crediamo perche' ce lo aspettavamo.
Pur essendo un dato solo, della domenica e di Natale, pensiamo che sia vero e che annunci un altro picco rosso (non ancora disegnato ma certamente piu' alto) ad un livello superiore ai picchi precedenti, a ricordarci che anche dopo aver raggiunto il picco della quinta ondata, la curva dei contagi puo' riprendere a salire, se c'e' un aumento della produzione di contagi da parte delle attivita' umane, che purtroppo durante le festivita' di Natale non potevamo non aspettarci.
Se questo dato (domenicale) e' corretto vuol dire che i piemontesi hanno prodotto una spinta in alto dei contagi maggiore della spinta in basso delle guarigioni dei contagi di un mese fa (che cominciano ad essere piuttosto ragguardevoli): e' la spinta che dovrebbe far scendere la quinta ondata dal picco, per esaurirsi poi nella sua fase finale, se l'entita' dei contagi prodotti dalle attivita' umane glielo consente. Ora non glielo sta consentendo: dobbiamo aspettare che finiscano le feste, purche' intanto la curva non venga fatta salire cosi' tanto da superare la soglia critica (se no sono guai seri).
Il fatto allarmante secondo noi e' che questo incremento di contagi crediamo che sia dovuto soprattutto alla variante Omicron.
Britannici, olandesi e tedeschi hanno conosciuto Omicron prima di noi perche' hanno piu' scambi con il Sudafrica. Ora e' arrivato anche da noi ed e' normale attenderci incrementi maggiori dei contagi, a cui deve fare riscontro una nostra maggiore accortezza nel gestire i rapporti umani, per non subire un'epidemia come quella degli altri popoli. E' possibile ma gli accorgimenti da adottare devono essere piu' rigorosi, se vogliamo impedire una salita incontrollabile dei contagi (con tutto quello che ne consegue).
Questo Omicron e' un virus che piu' lo facciamo diffondere e piu' aggressivo diventa.
Quello che conta non sono quali o quante restrizioni si adottano ma conta soprattutto quanti contagi si producono con le attivita' umane.
Piu' una variante e' contagiosa (Omicron lo e' molto) tanto piu' contagi causa e quindi tanto piu' le restrizioni devono essere efficaci, altrimenti e' tutto inutile.
Bisogna che i piemontesi, e gli italiani in genere, ora mettano in atto maggiori cautele per ostacolarne la diffusione, soprattutto in giorni cosi' abitualmente trasgressivi come quelli di fine anno.
Tutti devono sapere bene che, se la curva sale, e' perche' siamo noi, con i nostri comportamenti, che la stiamo facendo salire.
La curva dei test molecolari positivi e' il miglior feed-back per misurare l'efficacia e regolare l'entita' delle varie restrizioni da adottare.
Finche' non si supera la soglia critica, e noi non l'abbiamo superata (ancora), la pandemia non ha alcuna autonomia: segue pedissequamente tutte le spinte verso l'alto (e non ne perde una), che noi involontariamente ed inconsapevolmente produciamo con i nostri comportamenti sbagliati (in tempo di pandemia).
Le restrizioni sono purtroppo necessarie, perche' l'autocontrollo e' manifestamente non sufficiente a ridurre queste spinte.
Quest'altro e' il grafico dei soli dati, per vederli meglio senza i picchi rossi: vi si intravede il picco della quinta ondata dopo cui era atteso l'inizio della lenta discesa, come dev'esserci se ci troviamo di fronte al vero picco della quinta ondata, che e' pronta a scendere ma solo se la produzione di contagi in Piemonte glielo permettera', per gli inevitabili assembramenti associati alle feste natalizie e per la crescente diffusione della variante Omicron (che l'I.S.S. ha valutato essere arrivata al 28% di presenza in Italia).
Quei Paesi che permetteranno che Omicron abbia una grande diffusione, perche' produce una sindrome meno grave, si assumono la grave responsabilita' di coltivare questi virus per tempi molto lunghi, rendendo piu' probabile la crezione di varianti ancora piu' contagiose, perche' esiste questo meccanismo perverso di selezione naturale che piu' una variante e' contagiosa, piu' si diffonde e diventa dominante nel mondo.
Ha ragione Walter Ricciardi quando afferma che non a caso le 3 varianti Alfa, Delta ed Omicron sono nate proprio nei Paesi che sono stati meno vigili.
Nel grafico si vede anche la quarta ondata, quella di agosto, che e' arrivata ad un picco del 6% con una percentuale di vaccinati che era del 65%.
Ora con la quinta ondata la percentuale di vaccinati e' vicina al 90% e per questo il picco doveva essere inferiore al 6% (N.B. non siamo molto lontani dal vero se affermiamo che in quel 90% i vaccinati scaduti sono stati rimpiazzati dagli immunizzati naturali).
Il nostro calcolo prevedeva il 2.5% come picco, semplicemente perche' il numero di persone veramente infettabili, con tempo di guarigione di 30 giorni, si era ridotto dal 35% di agosto al 10% di ora: con meno di 1/3 di persone infettabili la percentuale dei contagi doveva ridursi, se le attivita' umane che diffondono contagi non fossero aumentate (ma purtroppo sono aumentate).
Ora ci siamo trovati di fronte ad una produzione di contagi da parte delle attivita' umane molto maggiore di quella che c'era ad agosto e con essa tanti contagi prodotti in piu'. Noi abbiamo ritenuto che la causa principale fosse un numero spropositato di manifestazioni di piazza, superiore a quello dei precedenti autunni caldi italiani.
Il risultato e' una quinta ondata ancora piu' alta della quarta, come quella che vediamo nel grafico.
Ci si potrebbe aspettare allora che la gente acquisisca un po' di senno in piu', utile per contenere la crescita dei contagi. Neanche per sogno: tutti stanno aspettando che la Scienza produca in fretta un rimedio che possa mettere un freno a questa pandemia cosi' aggressiva. Nessuno pensa che forse un po' di colpa per la situazione attuale e' per esempio nelle manifestazioni a cui ha partecipato (piu' di 5000 da inizio anno); ritiene invece che sia solo colpa della pandemia, che sta mostrando tutta la sua aggressivita'.
Avendo previsto questo aumento dei rischi, bene hanno fatto le Autorita' ad aumentare il livello di protezione della popolazione per cercare di contenere per quanto possibile le crescita dei contagi nel periodo di fine anno. E' pero' possibile che ancora non basti.
E' una cosa prevista che, quando il popolo sottovaluta la pandemia e predilige le liberta' personali allora la curva puo' non scendere dal picco dell'ondata, anche per tempi lunghi, e addirittura riprendere a salire con un andamento non piu' "a campana" ma come quello della curva verde di UK, visibile nel grafico attuale dei Paesi del centro Europa.
La quinta ondata e' sicuramente arrivata al suo picco, perche' ha smesso di crescere, dal 9 dicembre per 16 giorni), anche se sembra che ce ne siamo accorti solo noi; forse perche' lavoriamo con dati piu' affidabili, che sono quelli dei test molecolari di una sola regione, quindi in condizioni ottimali per studiare il fenomeno della quinta ondata. Ma va bene cosi', perche' la notizia diffusa al grande pubblico potrebbe avere un effetto controproducente, di allentamento delle cautele in un momento in cui invece bisogna aumentarle, come indica molto chiaramente il dato di oggi.

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere nel grafico esteso che il dato odierno di 81 termina la serie da noi prevista di una settimana di dati intorno a 150 (vedi commento precedente).
Cio' perche' il valore di 81 decessi al giorno corrisponderebbe al 4.9% di contagi della variante Delta, che e' un valore che anche se potrebbe far pensare ad una discesa da un picco, e' pero' veramente troppo basso.
In realta' stiamo aspettando una riduzione rispetto al solito legame con il livello dei contagi di 18 giorni prima, ma non cosi' repentina, perche' i contagi di riferimento cominciano ad essere sempre piu' della variante Omicron, che sembra essere molto meno letale della Delta.
Ricordiamoci pero' che, essendo un dato della "domenica", non escludiamo che sia cosi' basso per un travaso di dati con il giorno seguente (come gia' successo in passato). Vedremo domani.
Finora la nostra previsione di un "pianerottolo" intorno a 150 decessi e' stata confermata in 6 giorni su 7.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (25 dicembre 2021)
Il dato dei contagi di oggi e' al livello di 11.5% (praticamente uguale ai due precedenti) ed e' visibile a destra nel seguente grafico della quinta ondata.
Insieme ai due punti precedenti (identici) annuncia un altro picco rosso (disegnato) al livello del precedente a conferma che la curva ha smesso di crescere ed ora si trova proprio al picco della quinta ondata, pronta a decrescere se non c'e' un aumento della produzione di contagi delle attivita' umane che purtroppo durante le festivita' di Natale e' probabile.
Quest'altro e' il grafico dei soli dati, per vederli meglio senza i picchi rossi: vi si intravede il picco della quinta ondata con l'inizio ipotizzato della lenta discesa, a conferma che ci troviamo di fronte al vero picco della quinta ondata, che scendera' se la produzione di contagi non aumentera' troppo in Piemonte per gli inevitabili assembramenti associati alle feste natalizie e per la crescente diffusione della variante Omicron (che l'I.S.S. ha valutato essere arrivata al 28% di presenza in Italia).
In previsione di questo aumento dei rischi, bene hanno fatto le Autorita' ad aumentare il livello di protezione della popolazione.
Quando il popolo sottovaluta la pandemia e predilige le liberta' personali allora la curva puo' non scendere dal massimo anche per tempi lunghi e addirittura riprendere a salire con un andamento non piu' "a campana" ma come quello della curva verde di UK, visibile nel grafico attuale dei Paesi del centro Europa.
Che la quinta ondata abbia smesso di crescere, ormai dal 9 dicembre (16 giorni fa), sembra che ce ne siamo accorti solo noi, forse perche' lavoriamo con dati piu' affidabili: quelli dei test molecolari di una sola regione, quindi in condizioni ottimali per studiare il fenomeno della quinta ondata. Ma va bene cosi', perche' la notizia diffusa al grande pubblico potrebbe avere un effetto controproducente, di allentamento delle cautele in un momento in cui invece bisogna aumentarle.

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere nel grafico esteso che il dato odierno di 144 rispetta la nostra previsione di una settimana di dati intorno a 150 (vedi commento precedente).
Cio' perche' il valore di 144 decessi al giorno corrisponde al 8.6% di contagi, che e' un valore vicino a quello raggiunto come "pianerottolo" dalla curva dei contagi della quinta ondata dal 9 al 15 dicembre.
Finora siamo a 6 sui 7 giorni previsti di decessi intorno a 150 al giorno. Niente male.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (24 dicembre 2021)
I virus non si fermano per le feste a allora continuiamo anche noi a marcarli stretti. Buon Natale a tutti.
Il dato dei contagi di oggi e' al livello di 11.3% (uguale al precedente) ed e' visibile a destra nel seguente grafico della quinta ondata.
Insieme al punto precedente (identico) annuncia un altro picco rosso (non ancora disegnato) appena piu' in basso del precedente a conferma che, non solo la curva della quinta ondata ha smesso di crescere, ma sta anche iniziando una lenta discesa.
Quest'altro e' il grafico dei soli dati, per vederli meglio senza i picchi rossi: vi si intravede il picco della quinta ondata con l'inizio della lenta discesa, a conferma che ci troviamo di fronte al picco della quinta ondata (se i piemontesi non accentuano la produzione dei contagi per gli inevitabili affollamenti associati alle feste natalizie), anche se sembra che siamo solo noi ad essercene accorti (forse perche' lavoriamo sui dati piu' affidabili, quelli molecolari di una sola regione, quindi in condizioni ottimali per evidenziare il fenomeno).

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere nel grafico esteso che il dato odierno di 141 rispetta la nostra previsione di una settimana di dati intorno a 150 (vedi commento precedente).
Cio' perche' il valore di 141 decessi al giorno corrisponde al 8.5% di contagi, che e' un valore vicino a quello raggiunto come "pianerottolo" dalla curva dei contagi della quinta ondata dal 9 al 15 dicembre.
Finora siamo a 5 sui 7 giorni previsti di decessi intorno a 150 al giorno. Niente male.

LA SITUAZIONE (24 dicembre 2021)
Questo che presentiamo e' il nostro parere personale, che e' il risultato dell'interpretazione dei dati del Piemonte fatta in base al modello a soglia.
E' bene che sia chiara agli esperti la situazione reale, lasciando pure che la stampa continui a titolare "contagi record", "mai cosi' tanti" o altri titoli che possono essere fuorvianti, ma che non producono effetti nocivi, anzi.
La situazione non e' tragica, anche se la variante Omicron e' in forte espansione, perche' anche le guarigioni dei contagi di un mese fa stanno crescendo ed aiutando a stabilizzare il livello dei contagi per tutto il prossimo mese.
La cosa importante e' limitare quei comportamenti umani che durante le festivita' potrebbero indurre una forte spinta in alto del livello dei contagi.
I contagi ormai da 9 giorni hanno raggiunto il massimo della quinta ondata , che con il 90% di vaccinati doveva essere al 2.5% ed invece e' arrivato al 9% a causa del grande potere di apporto di nuovi contagi delle passate manifestazioni di piazza dell'autunno caldo italiano.
Ovviamente se la curva dei contagi e' arrivata al suo picco, e' corretto dire che i contagi hanno raggiunto un "livello record" ma siccome i giornali si vendono di piu' se i titoli sono clamorosi od allarmistici, quelli attuali, pensiamo maliziosamente noi, non aggiungono che la curva dei contagi ha smesso di crescere. L'informazione che ne consegue non e' corretta ma va bene cosi', perche' inculca nella popolazione una maggiore attenzione verso comportamenti piu' virtuosi, senza creare panico.
Ed e' proprio questo quello che serve ora per evitare che i 10 giorni delle festivita' natalizie facciano salire nuovamente la curva dei contagi, che e' in "pianerottolo" ormai da 9 giorni.
Questi prossimi 10 giorni saranno cruciali perche' poi, essendo finite le festivita' e le manifestazioni (si spera) i contagi sono destinati a diminuire.
Il rischio molto grande che stiamo correndo in questi 10 giorni e' costituito dalla vicinanza della soglia critica della pandemia, che e' quel limite, superato il quale, s'innescherebbe la crescita autoalimentata della pandemia.
Il modello a soglia afferma che oltre quel limite la produzione di contagi da parte dell'epidemia degli asintomatici, sempre presente, supera il numero delle guarigioni spontanee dei contagiati di un mese prima e questo innesca una crescita esponenziale dei contagi endemici, cioe' non dovuta a singoli eventi umani controllabili. Allora la stessa pandemia autoalimenterebbe la sua crescita dei contagi in modo che potrebbe essere interrotto solo impedendo che i contagi avvengano cioe' impedendo i contatti tra le persone (lockdown generale).
Altri Paesi hanno superato quel limite, oltre il quale la spinta verso il basso delle guarigioni dei contagiati, che ora a noi puo' far calare la curva verso zero, viene surclassata dalla grande produzione di contagi di un'epidemia degli asintomatici fuori controllo (gli asintomatici sono tantissimi).
Questo e' il baratro che abbiamo davanti e noi siamo attualmente sull'orlo: non dobbiamo assolutamente caderci dentro per la non conoscenza del rischio, che e' aggravato dall'arrivo di due fattori negativi: Omicron, che ora e' ancora solo al 28%, e l'inverno.
Possiamo pero' farcela se la gente si comporta come si deve. Gia' nei prossimi giorni si dovrebbero veder calare i contagi ma questo fatto non deve indurre le persone ad un allentamento delle cautele, almeno fino ad aprile.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (23 dicembre 2021)
Il dato dei contagi di oggi e' salito al livello di 11.3% (superiore al livello del precedente "pianerottolo" del 9%) ed e' visibile a destra nel seguente grafico della quinta ondata.
Anche questo dato conferma le nostre impressioni di ieri di un'interruzione del ritmo di crescita della quinta ondata, nel senso che la curva dei contagi non sta piu' salendo (pero' ancora non scende): cio' perche' i due picchi precedenti non erano piu' bassi: erano al 12.2% poi 11.3% ed oggi ancora 11.3%, a distanza di 3 giorni l'uno dall'altro.
Quest'altro e' il grafico dei soli dati, per vederli meglio senza i picchi rossi: vi si intravede il picco della quinta ondata con l'inizio della possibile discesa.
Negli ultimi nove giorni evidentemente s'e' ridotta la produzione di nuovi contagi da parte delle attivita' umane (probabilmente meno manifestazioni di piazza) e cosi' stanno prevalendo le guarigioni dei contagiati di un mese prima e sembra che la curva ora sia al picco.
La situazione e' comunque molto buona perche' la crescita della curva dei contagi in Piemonte, che saliva in modo piuttosto rapido, ora sembra essersi interrotta.
Ora dovrebbe essere percio' in "pianerottolo" sul livello di picco della quinta ondata.
Questo significa che le attivita' umane stanno ancora producendo contagi in misura uguale alla spinta in discesa delle guarigioni di 30 giorni fa. Queste guarigioni aumenteranno nei prossimi giorni (perche' i contagi di 30 giorni fa erano non costanti ma in salita; questo dovrebbe far scendere la curva nei prossimi giorni, purche' i comportamenti degli italiani non spingano la curva in alto piu' di oggi (pensiamo agli assembramenti per lo shopping natalizio). In questa evenienza la curva anziche' scendere dal picco potrebbe anche riprendere a salire.
Guardate cosa sono riusciti a fare i britannici (curva verde UK nel grafico dei Paesi del centro Europa ), comportandosi in questo modo sbagliato. Cerchiamo di non fare lo stesso in Italia.
Ben vengano le restrizioni che il Governo si appresta ad adottare, sperando che non siano generiche ma indirizzate soprattutto a limitare gli affollamenti per le feste di Natale.
Possiamo non eccedere nelle misure restrittive perche' le cose da noi stanno andando bene. Bisogna calibrarle pero' con i risultati raggiunti, ben visibili nella curva dei contagi, che fornisce un riscontro "pronto" nella risposta, usabile come feed back per ridurre le restrizioni quando la situazione lo consente.
Siamo sull'orlo del baratro ma continuando cosi' ci salviamo. Sarebbe una follia vanificare tutti i sacrifici fatti finora per i regali, botti e veglioni di Capodanno!
OTTIME NOTIZIE quindi quelle portate da Babbo Natale in Piemonte: la curva dei contagi non sta piu' salendo da ben 9 giorni, malgrado l'inevitabile arrivo della variante Omicron. Bravi piemontesi!

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere nel grafico esteso che il dato odierno di 168 rispetta la nostra previsione di una settimana di dati intorno a 150 (vedi commento precedente).
Cio' perche' il valore di 168 decessi al giorno corrisponde al 10% di contagi, che e' un valore vicino a quello raggiunto come "pianerottolo" dalla curva dei contagi della quinta ondata dal 9 al 15 dicembre.
Finora siamo a 4 sui 7 giorni previsti di decessi intorno a 150 al giorno.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (22 dicembre 2021)
Il dato dei contagi di oggi e' salito al livello di 9.3% (al livello del precedente "pianerottolo" del 9%) ed e' visibile a destra nel seguente grafico della quinta ondata.
Anche questo dato conferma le nostre impressioni di ieri di un'attenuazione del ritmo di crescita della quinta ondata: cio' perche' il picco precedente era piu' alto di quasi l'1% (era al 12.2%).
Quest'altro e' invece il grafico dei soli dati, per vederli meglio senza i picchi rossi: vi si intravede il picco della quinta ondata con l'inizio della possibile discesa.
Negli ultimi cinque giorni evidentemente s'e' ridotta la produzione di nuovi contagi da parte delle attivita' umane (probabilmente meno manifestazioni di piazza) e cosi' stanno prevalendo le guarigioni dei contagiati di un mese prima e sembra che la curva ora inizi a scendere.

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere nel grafico esteso che il dato odierno di 146 rispetta la nostra previsione di una settimana di dati intorno a 150 (vedi commento precedente).
Cio' perche' il valore di 146 decessi al giorno corrisponde al 8.8% di contagi, che e' un valore analogo a quello raggiunto come "pianerottolo" dalla curva dei contagi della quinta ondata dal 9 al 15 dicembre.

LEZIONE 58: L'ENIGMA DEI PICCHI ROSSI E DEI VACCINATI CONTAGIATI (22 dicembre 2021)
Vai a:   Lezione 57   ,   Lezione 59
Abbiamo gia' osservato che i picchi rossi, da sempre presenti nei dati, non sono errori sistematici ma sono contagi veri che si accentuano tanto piu' quanto piu' alta e' la percentuale dei vaccinati.
In realta' non sappiamo se i vaccinati sono esclusi dai test che vengono eseguiti. Noi pensiamo che mettano tutti i test che hanno insieme e che quindi una parte dei test siano di tamponi di persone vaccinate ma e' un'informazione che non abbiamo.
Questo pero' non e' un problema insormontabile perche' tra le persone sottoposte al test ce ne sono certamente molte immunizzate da una precedente infezione, anche inconsapevole.
Per questo nella discussione attuale parleremo piu' genericamente di persone immunizzate, intendendo che tra queste ci siano anche le persone vaccinate.
L'interpretazione piu' ovvia che abbiamo dato ai picchi rossi e' allora quella che abbiamo dato loro in questo lavoro nell'ambito del modello a soglia: semplicemente che sono contagi veri ma se il picco finisce in 3 giorni vuol dire che questi contagi guariscono (cioe' smettono di essere positivi al test) in 3 giorni e solo le persone immunizzate, che gia' dispongono di anticorpi, possono tornare negative al test dopo soli 3 giorni.
Percio' sono contagi effimeri di persone immunizzate che, essendo gia' dotate di anticorpi, fanno fuori rapidamente in pochi giorni (da 2 a 4) i virus che stanno tentando di infettarle e danno cosi' luogo ai picchi rossi che vediamo nel grafico.
Tutto cio' ci sembra decisamente convincente pero' alcuni interrogativi da spiegare rimangono.
In primo luogo, perche' questi contagi di persone immunizzate compaiono nei picchi e non in maniera uniformemente diffusa nel tempo?

OSSERVAZIONE IMPORTANTE: (22 dicembre 2021)
Noi siamo convinti che nella curva dei contagi ci siano anche i contagi effimeri delle persone immunizzate diffusi uniformemente nel tempo, in misura tanto maggiore quanto piu' alta e' la percentuale degli immunizzati e dei vaccinati.
Sono pero' contagi che durano mediamente 3 giorni invece di 30 e quindi hanno una permanenza che da un apporto alla curva pari ad 1/10 di quello dei non immunizzati, i cui contagi durano invece 30 giorni. Se pero' gli immunizzati, quelli delle vaccinazioni, sono il 90% ed i rimanenti non vaccinati il 10% allora quel fattore 10 viene compensato ed i contagi che vediamo nella nostra curva sono di persone immunizzate e non, piu' o meno in ugual misura (picchi rossi compresi).
Questo sembrerebbe essere un risultato sorprendente, perche' la gente pensa che i vaccinati non partecipino ai contagi che vediamo nella curva dei contagi. Invece la conseguenza del nostro ragionamento e' che quando i vaccinati sono il 90%, la curva dei contagi e' composta per meta' da persone non vaccinate e per l'altra meta' da persone vaccinate o comunque immunizzate, che rimangono contagiate mediamente solo per 3 giorni (invece di 30) e poi spariscono ma sono 10 volte piu' nemerose dei non vaccinati.
Sembra che questa cosa nessuno l'abbia spiegata agli amministratori, perche' altrimenti avrebbero avuto tutti ben chiaro che questo fatto giustifica la richiesta del tampone negativo anche ai vaccinati, che risultano positivi in cosi' gran numero, ovviamente se crediamo che i vaccinati contagiati siano contagiosi almeno quanto una normale persone asintomatica.
Analogamente impone una riflessione sull'importanza del green-pass rafforzato, che traeva motivazione dall'idea che il contatto con le persone vaccinate fosse piu' sicuro. In effetti lo e', perche' le persone vaccinate risultano positive al test meno frequentemente (un decimo) rispetto alle persone non vaccinate. Nel loro complesso pero' i contatti con le persone vaccinate non sono cosi' sicuri perche' sono tante (10 volte piu' numerose).
L'importanza del green-pass rafforzato d'altra parte si riduce anche in misura dell'entita' della percentuale di vaccinati, quando questa e' molto elevata (se sono quasi "tutti" vaccinati ce l'hanno quasi tutti e quindi serve sempre meno).
E' innegabile pero' un risultato positivo di tipo psicologico ottenuto dal green-pass. Per spiegarlo meglio facciamo un esempio: stamane siamo andati in un bar, dove per consumare all'interno bisognava mostrare il green-pass mentre all'esterno no; ebbene abbiamo visto che tutti i clienti si erano accomodati fuori, malgrado il freddo. Questo va nella giusta direzione di ridurre i contagi.
La situazione adesso e' indicativamente questa (in Piemonte): con il 90% della popolazione vaccinata e la curva dei contagi al 10% circa, su 100 persone che incontriamo in strada ce ne sono 10 infette (asintomatiche), che sono 9 vaccinate o immunizzate e 1 non vaccinata, che ha pero' 10 volte piu' probabilita' di essere infetta (quelle vaccinate sono pero' meno contagiose, perche' contagiate al massimo solo da un paio di giorni).
Ma allora le vaccinazioni non sono cosi' efficaci come si pensava?
Non e' assolutamente cosi', perche' se non ci fossero stati il 90% di vaccinati allora quelle 9 persone infette e vaccinate di ora sarebbero state 10 volte piu' numerose (90 invece di 9), perche' il loro tempo di guarigione sarebbe stato di 30 giorni invece di 3 e la curva dei contagi si sarebbe impennata in modo tragico per questo fattore 10 e cosi' anche i ricoveri ed i decessi.
Crediamo che la curva dei contagi ora cominci a scendere e l'Italia, unica in Europa, avrebbe cosi' vinto la sua battaglia, questo grazie al 90% di vaccinati. Anche solo con l'80% credo che non ci saremmo riusciti (e' facile ripetere il calcolo fatto sopra). Naturalmente poi non e' finita qui', perche' sta arrivando l'inverno.
Per questo gli altri Paesi ora si trovano in guai molto seri.
E' facile anche valutare il punto di equilibrio tra i nuovi contagi e la spinta in discesa delle guarigioni, che e' esattamente uguale alla salita dei contagi di un mese prima. Quando la curva e' al picco significa che i contagi che coloro che remano contro stanno producendo e' esattamente uguale al numero delle guarigioni e cosi' si e' all'equilibrio e la curva non cresce.
Se si riducono i contagi prodotti in quel momento si fa scendere la curva.
L'enorme beneficio dei vaccini e' quello di mantenere la curva bassa e permettere cosi' di farla scendere, essendo la spinta in salita piu' piccola. Questo e' possibile se le vaccinazioni fatte superano un certo limite, che crediamo molto vicino a quel 90% a cui siamo arrivati in Italia.

CHI GENERA I PICCHI ROSSI ? La comparsa dei picchi secondo noi e' correlata a specifici eventi esterni, cioe' non fisiologici alla pandemia (come quelli prodotti dall'epidemia degli asintomatici) e dipendenti da attivita' umane che sono in grado di generare apporti significativi di nuovi contagi (assembramenti di moltissime persone con contatti ravvicinati, che possono far "esplodere" la diffusione del contagio, al punto che una sola persona ne puo' contagiarne anche altre 100), che avvengono spesso e con frequenza non regolare.
All'inizio della quinta ondata. , cioe' ai primi di novembre, abbiamo visto comparire questi picchi a distanza di circa 10 giorni tra loro.
Poi a meta' novembre la distanza tra i picchi si e' dimezzata (5 giorni) e conseguentemente la curva si e' impennata per gli incrementi di contagi permanenti dovuti ai concomitanti contagi di persone NON vaccinate (che subiscono anche loro il contagio come le persone vaccinate e che abbiamo valutato contribuire con circa lo 0.4% per ogni picco), addotti dai picchi rossi alla curva dei contagi.
Piu' recentemente, dall'inizio di dicembre fino ad oggi, la distanza tra i picchi si e' ridotta ancora di piu', fino a 3 giorni, pero' nell'ultimo picco l'ampiezza (cioe' l'area del picco ovvero il numero dei suoi contagi) si e' ridotta e conseguentemente il suo apporto ai contagi della quinta ondata e' sceso sotto al numero di guarigioni in atto e la curva sta cosi' accennando ad un inizio di discesa, che durerebbe se i prossimi picchi mantenessero questa ampiezza ridotta rispetto ai picchi precedenti (le attivita' umane che li producono stanno continuando).
A noi e' chiaro che la quinta ondata e' attualmemte soggetta a due spinte contrapposte:
  1. Quella delle guarigioni dei contagiati di 30 giorni prima, che riduce il numero dei contagi e che sono in numero crescente come lo erano i contagi di 30 giorni fa.
  2. Quella degli apporti di nuovi contagi da parte delle attivita' umane che producono i picchi rossi e che aumentano il numero dei contagi permanenti per 30 giorni (di circa 0.4% per ogni picco).
Se questi ultimi si riducono in numero e/o in intensita' allora la spinta delle guarigioni al ribasso dei contagi continuera' a prevalere sui nuovi contagi e la quinta ondata andra' calando sempre piu', perche' le guarigioni, che seguono l'andamento crescente dei contagi di 30 giorni prima (che era crescente), portera' la curva dei contagi sempre piu' in basso, dato che anche la produzione endemica di contagi da parte dei contagiati dell'ondata si stanno riducendo di numero sempre piu'.
Questo futuro prossimo non e' nelle mani del fato ma di noi italiani, perche' se ora sostituiremo le manifestazioni di piazza, che grazie a Dio ora si sono ridotte, con gli assembramenti degli acquisti e delle vacanze di Natale, allora torneremo a far aumentare i picchi rossi in numero ed intensita', spostando nuovamente l'equilibrio a favore di una crescita dei contagi, favorita tra l'altro da un prevedibile abbassamento della temperatura che, mantenendo piu' a lungo attive le cariche virali nell'ambiente e favorendo anche un aumento della loro intensita' con l'accumulo progressivo dei virus, possono riuscire a spingere di nuovo in alto la curva dei contagi.
Quello che potrebbe succedere e' un andamento della curva dei contagi come quello della curva verde UK nel grafico dei Paesi del centro Europa.
E' come una guerra, in atto tra le forze del bene e del male, con molti nostri connazionali pero' che remano contro, aiutando il nemico.
Non bastano provvedimenti generici come mascherine e green-pass: bisogna prendere il toro per le corna.
E' compito delle Autorita' impedire loro di nuocere con i loro comportamenti che generano quei picchi rossi di contagi e rendono durevole a lungo un livello di contagi emergenziale.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (21 dicembre 2021)

Il dato dei contagi di oggi, sceso al livello di 8.0%, merita di essere ammirato bene a destra nel seguente grafico della quinta ondata:


C'e' il primo picco rosso IN DISCESA! Cioe' la quinta ondata (linea viola) ha raggiunto il suo massimo ed ora sta iniziando la discesa dal picco (se il dato di oggi e di ieri sono veri).
Sarebbe una notizia clamorosa, se anche i dati dei prossimi giorni confermassero questo andamento, proprio nel momento in cui ci si sta preparando a passare un periodo di restrizioni che rovinerebbero le feste a tutti.
Quest'altro e' invece il grafico dei soli dati, per vederli meglio senza i picchi rossi: vi si intravede il picco della quinta ondata con l'inizio della possibile discesa.
Negli ultimi quattro giorni evidentemente s'e' ridotta la produzione di nuovi contagi da parte delle attivita' umane (probabilmente meno manifestazioni di piazza) e cosi' stanno prevalendo le guarigioni dei contagiati di un mese prima e la curva ora inizia a scendere.
Questo ci dice il dato di oggi (ma per ora e' uno solo).
Speriamo che questo andamento continui (e soprattutto che la gente la pianti di comportarsi come se la pandemia fosse una normale influenza). Potete capire a cosa ci riferiamo.

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere nel grafico esteso che il dato odierno di 153 e' salito parecchio, anche rispetto ai 120 dei giorni precedenti.
Il valore di 153 decessi al giorno corrisponde al 9.2% di contagi, che e' un valore analogo a quello raggiunto come "pianerottolo" dalla curva dei contagi della quinta ondata dal 9 al 15 dicembre.
Nei commenti del 18 dicembre avevamo osservato che il ritardo dei decessi rispetto al momento del contagio si era ridotto dai 18 giorni valutati nel corso della quarta ondata a soli 12 giorni, sospettando che potesse dipendere sia dal freddo che notoriamente aggrava le patologie respiratorie sia dal fatto che la maggior parte dei deceduti erano persone non vaccinate che, a detta dei sanitari intervistati, molto spesso ricorrono alle cure ospedaliere quando ormai e' troppo tardi.
Ebbene se questi 153 deceduti sono in buona parte persone di questo tipo e' verosimile che il loro contagio sia avvenuto mediamente 12 giorni prima, come da noi dedotto il precedenza, e siccome i contagi sono arrivati al "pianerottolo" del 9% il giorno 9 dicembre, 12 giorni dopo e' proprio oggi 21 dicembre, per cui dobbiamo aspettarci decessi intorno ai 150 anche per 7 giorni da oggi.
E' pur vero che il 9% di contagi e' del Piemonte mentre i 153 decessi sono di tutta Italia ma abbiamo visto che il Piemonte e' una regione sufficientemente rappresentativa della media italiana da poter credere in questa valutazione approssimativa, che conferma le previsioni del modello a soglia.

C'E' TRACCIA DI OMICRON NELLA CURVA DEI CONTAGI ? (21 dicembre 2021)
Abbiamo osservato negli ultimi 20 giorni un intensificarsi dei picchi rossi nel grafico della quinta ondata in Piemonte.
Siccome ad ogni picco corrisponde un incremento permanente (per 30 giorni) nella curva, questo comporta quell'accentuazione della crescita che si vede in quest'altro grafico degli stessi dati.
Questo intensificarsi dei picchi rossi potrebbe essere la traccia di Omicron perche' potrebbe essere la conseguenza della sua maggiore contagiosita'.
Solo ora, con un incomprensibile ritardo, si stanno sequenziando i campioni prelevati per identificare la sequenza delle basi di Omicron e cosi' finalmente sapremo, nei prossimi due giorni, l'entita' attuale della sua diffusione in Italia.
Con una variante cosi' contagiosa l'uso che si fa delle attuali mascherine serve a poco, perche' oltre ad un distanziamento maggiore e' necessario anche tenere conto del movimento delle persone. Mi spiego meglio: se davanti a noi passa un fumatore che emette fumo con il suo fiato, occorre che camminandogli dietro noi non dobbiamo essere in grado di sentire l'odore del fumo.
Nella folla che passa nelle strade degli acquisti di Natale non ci pare che il distanziamento delle persone sia adeguato a questa nuova situazione.
Vanno bene mascherine, distanziamento, green-pass e vaccinazioni ma se poi permettiamo che avvengano, cosi' frequenti, tutti quegli eventi che causano i picchi rossi nel grafico allora si ottengono risultati modesti, perche' abbiamo visto che ogni picco rosso innalza permanentemente la curva dei contagi dello 0.4% circa e bastano 10 picchi per innalzare la curva sopra al suo picco canonico del 2.5% al livello com'e' ora.
C'e' poco da fare: e' facile da capire che i contagi vengono diffusi dalle persone gia' contagiate e piu' persone contagiate permettiamo che ci siano (creandole con i nostri comportamenti sbagliati) e piu' la curva dei contagi cresce.
Siamo noi che la facciamo crescere: una volta capito come si trasmette il virus e' da autolesionisti perseverare nei comportamenti sbagliati. Se ci sono sacrifici da fare vanno fatti, perche' la posta in gioco e' enorme.
Secondo noi, sono soprattutto gli eventi umani che raccolgono in piazza grandi folle a favorire la comparsa dei picchi rossi ed a costituire il principale problema, anche se usano tutti la mascherina, che non riteniamo sufficiente ad impedire la trasmissione del contagio della variante Omicron in quelle condizioni).
La variante Omicron, portata da una sola persona ritornata dal Sudafrica, in una festa aziendale al chiuso, tutti con mascherine, e' riuscita ad infettare in quell'occasione ben 150 persone (a partire da una sola).
Questi episodi fanno capire perche' la diffusione di Omicron e' cosi' veloce. Non e' come la Delta ma e' molto peggiore (per trasmissibilita').
Per contrastare un virus cosi' contagioso bisogna fare il massimo nella sua fase iniziale della diffusione perche' piu' contagiati ci sono in circolazione piu' contagi producono e piu' la curva dei contagi cresce. E' molto importante NON far diventare i virus troppo numerosi.
Ci puo' far capire meglio con cosa abbiamo a che fare il fatto che negli USA in pochi giorni la percentuale di Omicron presente e' passata dal 3% al 70% ed ora e' dominante.
Non sappiamo se sia vero ma i media affermano anche che i contagi di Omicron tra il personale sanitario italiano stiano dilagando (+5000 casi nell'ultimo mese), segno che le precauzioni che perfino loro avevano adottato finora con Omicron non sono piu' sufficienti.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (20 dicembre 2021)
Il dato dei contagi di oggi e' salito al livello di 11.3% (ben superiore al precedente "pianerottolo" del 9%) ed e' visibile a destra nel seguente grafico della quinta ondata.
Se e' il nuovo picco di contagi dei vaccinati conferma le nostre impressioni di ieri di un'attenuazione del ritmo di crescita della quinta ondata: cio' perche' il picco precedente era piu' alto di quasi l'1% (era al 12.2%).
Se questa impressione e' giusta il dato di domani dovrebbe essere piu' basso, sulla discesa dal picco (malgrado la presenza ormai certa della variante Omicron, che rema contro e tra poco sicuramente fara' vedere i suoi effetti, perche' le precauzioni finora adottate sono insufficienti per Omicron, perche' e' troppo contagioso).
Sta a noi ridurre questi apporti di contagi (picchi rossi), provenienti dalle attivita' umane, che stanno facendo salire la curva, malgrado tutte le guarigioni dei contagiati di 30 giorni prima, che ora sono tante.
Non e' facile perche', oltre a dover rinunciare a tutte quelle centinaia di manifestazioni di piazza a settimana che si sono fatte in Italia nell'ultimo mese, nella maggior parte dei casi, purtroppo, vuol dire anche fare il contrario di spassarsela e proprio durante le Feste!
Intanto dobbiamo attendere per vedere cosa accade e sperare bene.

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere nel grafico esteso che il dato odierno di 137 e' salito anche rispetto ai 120 dei giorni precedenti.
Il valore di 137 decessi al giorno corrisponde all'8.2% di contagi, che e' un valore superiore alla linea viola della quinta ondata ai primi di dicembre. Ieri pero' era domenica ed il dato era basso, per cui forse ne mancava qualcuno che potrebbe essere nei 137 di oggi (97 + 137 fa 234 che diviso per i due giorni fa 117, che porterebbe i decessi ad un valor medio costante nell'ultima settimana di 121 decessi al giorno, corrispondente secondo il modello al 7.3% di contagi (di 18 giorni prima), cioe' ai primi di dicembre, quando la linea viola della quinta ondata (contagi dei non vaccinati) era intorno al 6.5% cioe' il 10% piu' basso.
Niente male.
Quindi ricordiamoci che i decessi sono rimasti costanti a 121 decessi/giorno negli ultimi 7 giorni.

PERCHE' LA QUINTA ONDATA E' COSI' ALTA ? (20 dicembre 2021)
Se guardiamo il grafico delle due ultime ondate e' giusto chiedersi perche' la quinta ondata con il 90% di vaccinati e' piu' alta della quarta con il 65% di vaccinati (la quinta ondata e' arrivata al 10%, mentre la quarta raggiungeva al massimo il 6%).
Il modello a soglia prevedeva il 6% per la quarta ondata ed il 2.5% per la quinta (in misura proporzionale al tasso di vaccinazioni, cioe' al numero rimasto di persone infettabili).
Cosa c'e' di diverso in questa quinta ondata?
Due cose, secondo noi:
  1. La temperatura ora e' piu' bassa che durante la quarta ondata, che era stata in agosto.
  2. Uno spropositato numero di manifestazioni di piazza (in agosto invece la gente stava al mare).
La temperatura ha un effetto di accentuare la contagiosita', cioe' la trasmissibilita' del virus, e questo comporta una pendenza di crescita piu' ripida della curva dei contagi.
Se osserviamo la prima fase di crescita dei contagi nel grafico non risulta pero' una salita della curva piu' ripida nella quinta ondata rispetto alla quarta, dovuta alla temperatura autunnale piu' bassa.
Da un certo punto in poi si nota invece il cambiamento di pendenza, associato ad un aumento della frequenza dei picchi che risultano piu' ravvicinati nel tempo.
La nostra conclusione e' che l'accentuazione della pendenza della curva cosi' repentino non e' dovuto ad un notevole crollo della temperatura, che non c'e' stato, ma all'aumento del numero di incrementi di contagi per unita' di tempo, dovuti ad ogni picco (abbiamo stimato che l'incremento dovuto ad un picco corrisponde a +0.4%).
Riteniamo pertanto possibile che, allo stato delle cose, la maggior parte dei picchi sia dovuta alle manifestazioni di piazza tenute in tutta Italia in questo autunno e questo potrebbe spiegare perche' questa quinta ondata e' riuscita a salire cosi' tanto, superando la salita fisiologica di queste ondate che e' quella ben rappresentata dalla quarta ondata di agosto.
La quinta ondata secondo noi sarebbe arrivata al 2.5% per poi scendere dal picco fino allo 0.6% (fondo degli asintomatici) ma ha ricevuto una sequenza di incrementi importanti (di circa il +0.4% ciascuno) che hanno portato piu' in alto il livello dei contagi che sta ancora salendo finche' questi incrementi non cesseranno.
Abbiamo un esempio di cosa succederebbe se non cessassero nella curva dei contagi del Regno Unito (curva verde UK) nel grafico dei Paesi del centro Europa.
Nel caso UK non erano le manifestazioni di piazza ad incrementare i contagi ma una scarso rispetto delle giuste regole di profilassi da parte della popolazione britannica, protratto nel tempo.
Se invece da noi terminassero tutte le manifestazioni e non ci fossero assembramenti eccessivi per gli acquisti di Natale i picchi si ridurrebbero molto e cosi' gli incrementi dei contagi e finalmente tornerebbero ad essere prevalenti le guarigioni dei contagiati che ci sono e sono molte e la curva dei contagi inizierebbe a calare verso il suo asintoto orizzontale che e' il fondo degli asintomatici (era al 0.6% ma con il freddo gli asintomatici dovrebbero essere un po' piu' numerosi).
Il meccanismo che governa queste ondate della pandemia e' incredibilmente semplice: i virus iniziano a crescere di numero se gli umani glielo permettono, favorendo i contagi con i loro comportamenti imprudenti. In un ambiente di persone che vivono isolate i virus non avrebbero alcuna possibilita' di moltiplicarsi e si estinguerebbero in pochi giorni.
L'abbassamento della temperatura favorisce la durata delle cariche virali portatrici del contagio e quindi per non permettere ai virus di crescere di numero e' necessario aumentare le misure di profilassi.
Se questi accorgimenti non vengono adottati allora i contagi possono crescere ma siamo noi che glielo stiamo permettendo non e' un destino malevolo, che da inizio ad una nuova ondata.
Se la gente non lo ha capito allora continua ad adottare inconsapevolmente comportamenti che favoriscono i contagi e piu' si persevera nell'errore e piu' i contagi salgono.
Anche se i contagi sono saliti, basta acquisire questa consapevolezza, adottare i giusti comportamenti, ed i contagi iniziano a diminuire (dopo un mese, quando arrivano le guarigioni di chi e' gia' contagiato) e l'ondata finisce in un fondo degli asintomatici, sempre presente, che pero' e' molto piccolo (esempio 0.6%) e che e' quello che impedisce a questi virus di scomparire dalla faccia della Terra.
I giusti comportamenti dipendono dalla contagiosita' dei virus: per esempio con Omicron che e' molto piu' contagioso non basta la solita mascherina e nemmeno 1 metro di distanzaimento, serve di piu'. Una riprova di questo si vede nel fatto sembra che i contagi di Omicron tra il personale sanitario stiano dilagando (+5000 casi nell'ultimo mese), segno che le precauzioni che avevano adottato finora, con Omicron probabilmente non sono sufficienti.
Quindi la pandemia e' governabile se disponiamo delle necessarie informazioni ovvero se si sa cosa fare e si fa (purche' non si sia superata la soglia critica, se no se ne puo' uscire lo stesso ma e' tutto piu' complicato).

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (19 dicembre 2021)
Il dato dei contagi di oggi e' salito al livello del 9.8% (poco sopra al precedente "pianerottolo" del 9%) ed e' visibile a destra nel seguente grafico della quinta ondata.
Il dato di oggi accenna ad una risalita per un altro picco che e' quello che ci potevamo aspettare.
Va notato pero' che la curva viola della quinta ondata che, ricordiamo deve passare per le basi dei picchi rossi perche' non deve includere i contagi (transitori) delle persone vaccinate, sembra ridurre la sua pendenza (anche se non l'abbiamo ancore prolungata nel grafico della quinta ondata).
Questa e' un'ottima notizia perche' prelude ad una riduzione della crescita dei contagi ed anche all'allontanamento del rischio di superare la soglia critica (sempre incombente a questi livelli di contagi), grazie al livello di contagi piu' basso degli altri Paesi d'Europa, per una maggiore percentuale di vaccinazioni fatte in Italia ed anche grazie all'aiuto di una temperatura piu' mite che nel centro Europa.
Per il comportamento degli italiani, non si puo' dire che abbiano brillato per disciplina, visti tutti quei picchi rossi che hanno impedito alla quinta ondata di concludersi al 2.5%, come avrebbe dovuto fare per comportarsi come la quarta ondata (previsione del modello a soglia).

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere nel grafico esteso che il dato odierno di 97 e' diminuito rispetto ai 120 dei giorni precedenti.
Il valore di 97 decessi al giorno corrisponde al 5.8% di contagi, che e' un valore un po' inferiore alla linea viola della quinta ondata ai primi di dicembre (ma oggi e' domenica, ne potrebbe mancare qualcuno).

LEZIONE 57: L'EVOLUZIONE FUTURA DELLA QUINTA ONDATA (19 dicembre 2021)
Vai a:   Lezione 56   ,   Lezione 58
L'andamento della curva dei contagi ormai e' in balia degli eventi che producono quegli incrementi di contagi visibili come picchi rossi nel grafico della quinta ondata.
Spieghiamo prima un fatto molto importante, su cui si basano le nostre deduzioni e quelle del modello a soglia, cioe' le motivazioni che ci spingono ad interpretare i "picchi rossi" presenti nel grafico come i contagi delle persone vaccinate.
Che i picchi rossi non siano errori sistematici sempre presenti nei dati ormai e' fuori discussione. Allora vuol dire che sono contagi veri e se finiscono in 3 giorni vuol dire che guariscono in 3 giorni e solo i vaccinati, che gia' dispongono di anticorpi, possono tornare negativi al test dopo 3 giorni.
Questo ragionamento logico deduttivo ci conforta nel procedere, interpretando i picchi rossi come manifestazione (non persistente) dei contagi di persone vaccinate.
Ora che la percentuale dei vaccinati e' intorno al 90% questi picchi sono molto pronunciati (perche' le persone vaccinate sono tante) e questo li rende particolarmente utili per monitorare gli apporti di nuovi contagi prodotti dalle attivita' umane (evidenziano bene il danno prodotto in termini di nuovi contagi, che sarebbero molto meno visibili in assenza dei vaccinati, perche' l'effetto sui non vacinati sarebbe una sequenza di incrementi "a gradino", molto meno visibili in una curva in rapida ascesa).
Se il picco rosso dei vaccinati contagiati e' alto il 4%, con il 90% di vaccinati lo stesso evento che ha prodotto il picco rosso deve aver prodotto anche lo 0.4% di contagiati tra i non vaccinati.
Le guarigioni dei contagiati di un mese prima continuano ad arrivare, sempre piu' copiose, ma la curva anziche' calare continua a crescere a causa di questi incrementi (di circa 0.4% ciascuno, come spiegato anche nel commento di ieri ), che continuano ad essere prevalenti sulle guarigioni.
Se nessuno si fosse vaccinato tutti i contagiati del picco avrebbero avuto un tempo di guarigione di 30 giorni ed allora l'incremento dei contagi sarebbe stato il 4% anziche' il 0.4%: questo e' il beneficio di aver vaccinato il 90% della popolazione (i bambini pensiamo non rientrino nei test).
Si sta verificando cosi' il primo scenario (eccesso di produzione di nuovi contagi) descritto nelle prospettive future , in cui eccessi di produzione di contagi da parte delle attivita' umane, se ripetuti, fanno salire il picco dell'ondata piu' in alto, ritardando l'inizio della discesa dal picco, anche in modo prolungato nel tempo, dando luogo cosi' ad un'ondata che puo' assumere un andamento come quello del Regno Unito (curva verde UK) nel grafico dei Paesi del centro Europa.
Bisogna ridurre questa produzione di contagi, per permettere alla curva dei contagi di scendere, altrimenti, siccome piu' contagiati ci sono in circolazione piu' contagi si producono, si potrebbe superare la soglia critica che innesca la produzione esponenziale dei contagi, non da attivita' umane esterne, ma dall'interno della pandemia, cioe' dall'epidemia degli asintomatici che, se non si riesce a fermare, si autoalimenta perche' avvengono piu' contagi che guarigioni, producendo una crescita dei contagi come quella indicata dalla linea bianca nel grafico dei decessi in Russia.
Allora un lockdown generale prolungato sarebbe l'unico rimedio disponibile.
Il ruolo delle vaccinazioni in tutto questo e' quello di ridurre la popolazione infettabile alle sole persone non vaccinate, che attualmente sono il 10% delle persone vaccinabili ma non ancora vaccinate, piu' il 12% di persone non vaccinabili, che ora cominciano ad esserlo (bambini).
Il loro numero pero' e' ancora cosi' grande da permettere lo sviluppo dell'epidemia che stiamo vedendo, senza alcuna comparsa di meccanismi limitanti del tipo "immunita' di gregge", che per questo tipo di pandemia non esiste, a causa della presenza dell'epidemia permanente degli asintomatici.
Infine ribadiamo l'altro vantaggio di cui stiamo beneficiando, gia' citato, per avere il 90% di vaccinati in Italia: quello dell'attenuazione di un fattore 10 degli incrementi di contagi che stanno facendo salire la curva della quinta ondata,
C'e' poco da fare: questa pandemia ormai e' con noi e dobbiamo imparare a conviverci.
Con le vaccinazioni ci stiamo riuscendo ma dobbiamo ridurre ancora di piu' la produzione dei contagi (picchi rossi).
Il modello a soglia ci aiuta a capire come conviverci; ora NON va bene perche' la curva dei contagi continua a salire troppo.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (18 dicembre 2021)
Il dato dei contagi di oggi e' crollato al livello del 8.7% (sotto al precedente "pianerottolo" del 9%) ed e' visibile a destra nel seguente grafico della quinta ondata.
Sembra abbastanza chiaro che non siamo di fronte ad una crescita incontrollata dei contagi ma davanti ad un altro "picco rosso" particolarmente pronunciato, che abbiamo disegnato nel grafico.
Anche questo, come tutti gli altri che lo hanno preceduto rappresenta i contagi delle persone vaccinate che guariscono in un paio di giorni (per questo costituiscono un picco che poi scompare).
Pero' in quell'evento, che ha creato tutti questi contagi di persone vaccinate, sono state contagiate anche le persone NON vaccinate che, se le vaccinate le arrotondiamo al 90% della popolazione vaccinabile, saranno circa il 10%, quindi il loro picco (che non si vede perche' sovrastato da quello dei contagi delle persone vaccinate) dev'essere 1/10 di quello delle persone vaccinate (picco rosso).
Ora dal grafico vediamo che il picco rosso dei vaccinati e' alto circa il 4% quindi l'innalzamento prodotto dai contagi delle persone non vaccinate, che sta sotto e non si vede, dev'essere alto circa il 0.4%
Il problema che creano i non vaccinati e' che questo 0.4% non scompare come il picco dei vaccinati che guariscono in 2 giorni, perche' i non vaccinati guariscono in 30 giorni e quindi apportano un incremento permanente del 0.4% alla curva dei contagi.
Lo stesso accade per ogni picco rosso che vediamo nel grafico e questo e' il fenomeno che sta portando i contagi sempre piu' in alto, fintanto che (e' questa la nostra convinzione) gli italiani continueranno a voler dare "segni concreti al Governo" delle loro rivendicazioni con manifestazioni di piazza. E' proprio di oggi l'informazione del Ministero degli Interni che nel 2021 si sono svolte in Italia ben 15827 manifestazioni di piazza (una media di 50 al giorno, per lanciare 15827 volte un "segnale forte" alle Istituzioni), di cui circa 5000 (16 al giorno) quelle No-Vax e No-Pass, che crediamo abbiano contribuito piu' delle altre all'incremento dei contagi per i comportamenti di contestazione esplicita delle precauzioni anti-contagio.
Nel grafico possiamo contare almeno 8 picchi rossi (uno non disegnato) dopo l'accenno del picco della quinta ondata che, a causa dei picchi era salito dal 2.5% fisiologico, previsto dal modello, al 3.5%.
Se a questo livello del 3.5% ci sommiamo 8 incrementi da 0.4%, cioe' 3.2%, arriviamo al 6.7%, che rappresenta molto bene il livello attuale della quinta ondata (cioe' la linea viola che deve passare per le basi dei triangoli rossi perche' non deve includere i picchi transitori dei contagi delle persone vaccinate (picchi rossi).
Quindi, come promesso, siamo arrivati molto presto a spiegare tutto: dopo le nostre brevi riflessioni riteniamo che la quinta ondata sia fatta ancora prevalentemente SOLO della variante Delta (almeno fino al 6/12, per i 120 decessi al giorno) e sarebbe arrivata solo al 2.5% per poi scendere al livello del 0.6%, che e' quello del fondo degli asintomatici.
Purtroppo pero' tanta gente ha fatto finta che la pandemia in Italia non esistesse ed ha organizzato eventi di piazza a non finire che, incremento dopo incremento, stanno portando il livello dei contagi in Italia allo stesso livello alto degli altri Paesi d' Europa.

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere nel grafico esteso che il dato odierno di 123 e' praticamente uguale a quello dei due giorni precedenti per cui i nostri commenti sono gli stessi di ieri.
I valori alti dei decessi di 120 al giorno che si stanno verificando dal 14 dicembre fino ad oggi corrispondono esattamente ai contagi intorno al 7.2%, che si sono registrati dal 2 all'8 dicembre, come previsto dal modello a soglia (60 decessi ogni 3.6% di contagi).
Il numero di decessi coincide quindi con quello previsto dal modello; una differenza si riscontra pero' nella distanza in tempo tra i contagi ed i decessi che, invece dei 18 giorni previsti dal modello, sono di soli 12 giorni.
Questa differenza potrebbe essere dovuta ad un arrivo in ospedale dei pazienti che in questo periodo risulta piu' tardivo, sia per la temperatura piu' fredda del periodo, che tende ad aggravare le patologie respiratorie, e soprattutto perche' la maggior parte dei deceduti erano persone non vaccinate, molte delle quali si stanno mostrando contrarie al ricovero ospedaliero.

RIFLESSIONI: (18 dicembre 2021)
Riflettendo sulle tracce costituite dai dati raccolti, troviamo tre fatti rilevanti finora non considerati:
  1. I decessi sono sistematicamente piu' numerosi di quelli previsti dal modello a soglia per la variante Delta.
  2. I picchi rossi nel tratto piu' ripido della curva dei contagi sono piu' ravvicinati nel tempo.
  3. I picchi rossi nella curva dei contagi non mostrano una periodicita' settimanale centrata intorno al venerdi', come accadeva quando la causa prevalente dei contagi era negli ambienti di lavoro.
Abbiamo verificato quest'ultimo punto calcolando le medie giornaliere delle percentuali dei contagi nei tre giorni (G V S) e degli altri 4 giorni (D L M M) in 6 settimane dal 12/11 al 17/12:

GIORNO MEDIA GIORN.
12/11 V 3.8%
3.9%
19/11 V 4.5%
4.2%
26/11 V 6.2%
4.9%
03/12 V 6.8%
7.2%
10/12 V 8.9%
8.2%
17/12 V 11.1%

Nei risultati in tabella non si nota nessun aumento di contagi intorno al venerdi' rispetto agli altri giorni della settimana.
Questo risultato conferma la scomparsa dei "picchi del venerdi'" che c'erano sempre stati nella curva dei contagi fino all'entrata in vigore della disciplina del green-pass negli ambienti di lavoro il 15 ottobre 2021 e ne certifica l'efficacia nella riduzione dei contagi negli ambienti di lavoro che fino ad allora era stata una delle principali cause della diffusione dei contagi che generava la presenza dei picchi del venerdi' nelle curve dei contagi.
Ora i picchi (rossi) seguitano ad esserci, causati evidentemente da eventi di altre attivita' umane ma sparsi piu' casualmente nei vari giorni della settimana.
Quello che e' successo di nuovo dal 1 dicembre in poi e' un'intensificazione nella frequenza di questi eventi che ha intensificato nel tempo la comparsa dei picchi rossi nel grafico analizzato dal 1 dicembre in poi.
L'ampiezza di questi picchi rossi e quindi del numero di contagi che rappresentano, e' abbastanza costante (hanno tutti un'altezza intorno al 3%). Con il 90% di vaccinati, significa che ad ogni picco dei contagi di vaccinati corrisponde un incremento dei contagi di persone non vacinate 10 volte piu' piccolo (0.3%), che pero' a differenza del picco rosso non scompare dopo 3 giorni (per guarigione), perche' i non vaccinati guariscono dopo 30 giorni dal contagio Delta e producono percio' un incremento permanente "a gradino" nella curva dei contagi, che gradino dopo gradino sale sempre di piu'.
Allora stiamo scoprendo una nuova spiegazione possibile al cambiamento di pendenza della linea viola della quinta ondata: non piu' la presenza di una nuova variante piu' contagiosa ma l'accentuazione delle frequenza dei picchi rossi, ognuno dei quali apporta un incremento (+0.3%) alla curva dei contagi che cosi' sale sempre di piu'. E piu' sono frequenti i picchi, piu' rapidamente sale la curva, senza alcun limite, neanche stabilito dalle vaccinazioni, perche' la curva puo' salire cosi' fino ad infettare tutte le persone infettabili, che attualmente sono il 20% della popolazione italiana (potremmo gia' essere arrivati al 7%).
In altre parole, se i picchi rossi diventano piu' frequenti allora ci sono piu' apporti di contagi (di circa +0.3% per ciascun picco) e la curva dei contagi per questo accentua la sua pendenza di crescita.
Non ci sarebbe piu' bisogno allora di chiamare in causa la comparsa di una variante piu' contagiosa per spiegare il cambiamento di pendenza osservato della linea viola nella curva dei contagi (suggerita dall'attesa dell'arrivo annunciato della variante Omicron) ma ci sarebbe sempre e solo la variante Delta che, avendo aumentato la sua contagiosita' per l'abbassamento delle temperature, e' riuscita a superare il picco previsto al 2.5% per la quinta ondata e con l'aiuto degli incrementi di contagi prodotti da cosi' tanti eventi di attivita' umane, di incremento in incremento dopo 7 o 8 picchi rossi (uno non e' stato disegnato) ha superato il 2.5% di 8*0.3% = 2.4% raggiungendo circa il 5%, che e' vicino a quel 5.5% a cui era arrivata la linea viola da noi disegnata nel grafico.
Non dico che le cose stiano cosi' ma questa e' un'altra possibile spiegazione diversa della quinta ondata che appare nei nostri grafici.
In questo caso sarebbe di estrema importanza riuscire ad individuare quali attivita' umane possano essere responsabili di tutti questi incrementi di contagi, corrispondenti ai picchi rossi che osserviamo nel grafico.
I picchi rossi non sono fisiologici nello sviluppo di un'epidemia: devono avere una causa esterna all'epidemia e sono queste cause che fanno crescere l'epidemia e che mettono in ginocchio il Paese. Dobbiamo capire quali sono queste cause.
E' di oggi l'informazione del Ministero degli Interni che nel 2021 si sono svolte in Italia ben 15827 manifestazioni di piazza, di cui circa 5000 quelle No-Vax e No-Pass, che certamente hanno contribuito molto all'incremento dei contagi per i comportamenti di contestazione esplicita delle precauzione di profilassi.
Concludiamo questa riflessione aggiungendo che l'alto numero di decessi, ormai sempre a 120 giornalieri negli ultimi 4 giorni, lascia pendere l'ago della bilancia verso la presenza della sola variante Delta anziche' verso la Omicron che non crediamo possa aver causato tutti i decessi degli ultimi 4 giorni.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (17 dicembre 2021)
Il dato dei contagi di oggi e' salito al livello molto alto del 12.2% ed e' visibile a destra nel grafico seguente: grafico della quinta ondata.
Abbiamo qualche difficolta' a commentare questo dato cosi' alto, che commenteremo piu' tardi.
Non so se e' chiaro il problema: se ci fosse in tutta Italia (60 milioni di persone) un incremento del +2% dei contagi significherebbe 1.2 milioni di persone contagiate in piu' da un giorno all'altro, che restano tantissimi anche tenendo conto dei criteri non rigorosamente scientifici con cui sono svolti i test.
Per spiegare il nostro imbarazzo, per ora ci limitiamo a riassumere i risultati acquisiti finora nell'analisi dei dati che sono visualizzati nel grafico analizzato della quinta ondata:
  1. La quinta ondata (dobbiamo continuare a chiamarla quinta perche' noi non possiamo ignorare la quarta, visibile nei grafici, che ci e' stata molto utile per le nostre analisi) e' iniziata dopo il 10 ottobre quando c'era sicuramente solo la variante Delta.
    Abbiamo allora potuto applicare il nostro modello che ha previto un picco dell'ondata al 2.5% dopo 30 giorni, grazie al 90% circa di vaccinazioni fatte.
    Per un mese la curva ha continuato a crescere puntando al 2.5% che e' stato raggiunto esattamente un mese dopo, come previsto.
    Per evidenziare questo fatto nel grafico analizzato abbiamo accennato all'appiattimento della linea viola in corrispondenza del picco della variante Delta.
  2. Con nostra sorpresa pero' la curva dei contagi in quel momento era un po' piu' alta del 2.5% previsto (era circa al 3%).
    Poco male abbiamo pensato: nessuno e' perfetto, neanche il nostro modello.
    Pero' la sorpresa e' continuata nei giorni successivi quando la curva dei contagi invece di calare dal "picco Delta" per l'arrivo delle guarigioni dei contagiati sempre piu' numerose (che e' sicuro che c'erano) ha continuato a crescere.
  3. Quasi subito pero' questa crescita e' apparsa avere una pendenza maggiore, come se fosse aumentata la contagiosita' del virus.
    Questo fatto e' molto piu' visibile nel grafico delle due ondate.
  4. Abbiamo allora avanzato l'ipotesi di un arrivo anticipato della variante Omicron, da noi segnalata il 13 dicembre, quando ci e' apparso chiaro che la salita dei contagi non aveva un andamento esponenziale ma quello di due tratti lineari (impressione confermata poi dai dati finiti in pianerottolo al 9% per una settimana) e che percio' l'aumento della pendenza in salita della curva era piu' verosimilmente dovuto alla comparsa di contagi dovuti ad una seconda variante, che faceva salire i contagi piu' rapidamente e che per questo doveva essere piu' contagiosa.
  5. La conferma della correttezza di questa nostra interpretazione e' venuta quando la curva dei contagi ha interrotto la sua salita (una curva esponenziale NON lo fa e quindi non si era superata la soglia critica), mostrando di aver raggiunto un picco con 6 dati consecutivi su 7 al 9%, segno inequivocabile della presenza di una seconda ondata di guarigioni, sovrapposta alla prima, che doveva essere di un'altra variante diversa dalla Delta anche perche' arrivava dopo 20 giorni dall'inizio di questi altri contagi (invece dei 30 della variante Delta).
    Durante la quarta ondata (di agosto) la percentuale di vaccinati era del 65% mentre durante la quinta ondata era del 90%.
    Quindi sarebbe stato lecito attendersi adesso un'ondata Delta piu' piccola ed all'inizio la quinta ondata si stava comportando nel modo atteso, come previsto dal modello.
    Pero' poi, ai primi di novembre, la crescita e' aumentata cambiando decisamente la pendenza di crescita quando la seconda variante ha cominciato ad essere prevalente.
    Cosi' l'intero picco della quinta ondata e' cresciuto molto piu' del 2.5% previsto (grazie al 90% di vaccinati), come si vede benissimo lel grafico delle due ondate.
Ci sembrava coai' di aver capito tutto fino ad allora di questa quinta ondata e di essere addirittura in grado, con il nostro modello di scoprire la presenza di una nuova variante e di poterne misurare caratteristiche molto importanti a partire dalla sola curva dei contagi, opportunamente analizzata con il modello a soglia.
Dal 9 al 15 dicenbre (salvo un solo dato basso al 6%) tutti i dati sono stati compatibili con un andamento piatto della curva che certamente confermava che la salita della curva si era interrotta e quindi era lecito attenersi l'inizio della discesa della curva da questo, che sarebbe stato il picco dell'ondata della seconda variante (Omicron?).
Potete cosi' capire il nostro imbarazzo attuale quando abbiamo visto il dato di oggi "schizzare" al 12.2%. Che c'entra?

L'INCREMENTO DEL 2.2% DI OGGI: Noi abbiamo spiegato che questi contagiati in piu' rimangono positivi al test finche' non guariscono (sembra per circa 20 giorni) e quindi apportano un incremento "a gradino" permanente nella curva dei contagi.
Ma non abbiamo detto che, quando l'incremento e' grande (e +2% comincia ad esserlo), influenza anche la velocita' di crescita della curva, perche' quel 2% di persone infette in piu', oltre ad esistere e quindi mantenere piu' alto il livello dei contagi per 20 giorni, contribuiscono pure a diffondere virus tra la popolazione finche' non guariscono e questo e' un apporto aggiuntivo alla velocita' di crescita del numero di contagiati. Questo aumenta la gravita' di quell'apporto di contagi.
Diventa allora ancora piu' importante identificarne la causa, sperando che sia una tantum e che non sia ricorrente.
L'entita' dell'incremento verificatosi ci fa ritenere che NON sia un fenomento fisiologico dell'evoluzione di un'epidemia che solo due giorni prima mostrava ancora un andamento piatto al 9%, durato per una settimana.
Dobbiamo percio' essere di fronte ad un nuovo incremento prodotto da attivita' umane.
Non crediamo che questo incremento di contagi sia dovuto allo sciopero generale di ieri, perche' dopo i festeggiamenti per la vittoria della coppa europea di calcio, indicata nel grafico seguente



ci sono voluti 3 giorni per vederne gli effetti nella curva dei contagi ed e' stato un incremento dell'1.5% (di cui dal grafico se ne puo' intuire l'importanza) mentre l'incremento dei contagi di oggi e' di oltre il +2%.
Se questa nuova variante fosse Omicron non ci dovrebbero essere conseguenze importanti nei ricoveri e decessi perche' meno nociva della Delta.
Non abbiamo alcun motivo per sospettare che il dato comunicato oggi sia errato, per cui non ci rimane altro da fare che meditarci su, sperando che la notte ed il dato di domani ci portino qualche idea illuminante per capire cosa sta succedendo.
Tranquilli, tutto ha una spiegazione e presto la troveremo.

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere nel grafico esteso che il dato odierno di 120 e' praticamente uguale a quello di ieri per cui i nostri commenti sono gli stessi di ieri.

PROSPETTIVE FUTURE (17 dicembre 2021)
Abbiamo iniziato questo studio per comprendere il funzionamento di questa pandemia e tutto quello che abbiamo imparato costituisce un modello di descrizione della pandemia che abbiamo chiamato "modello a soglia".
Con tutti gli elementi di conoscenza contenuti nel modello possiamo cercare di prevedere cosa ci aspetta nel futuro.
Il fatto piu' rilevante che abbiamo di fronte ora e' l'abbassamento delle temperature che riguarda tutto l'emisfero nord (nell'emisfero sud sta arrivando l'estate e non avranno piu' problemi seri per 6 mesi).
Questo fatto ci fa capire che dobbiamo prepararci a fronteggiare un aumento della trasmissibilita' di tutti questi virus e per fare questo il modello ci spiega che se con certe attivita' umane si generano dei contagi questi poi permangono per tutto il tempo di guarigione spontanea che per le varianti finora conosciute del Sars-CoV-2 e' di circa 30 giorni (la nuova variante che crediamo di aver individuato nei dati del Piemonte e' l'unica che mostra un tempo di guarigione piu' breve, forse di 20 giorni).
Per tutti questi 30 giorni ogni contagiato sparge virus nell'ambiente, infettando altre persone e questo e' il primo meccanismo di crescita di un'ondata.
L'ondata sale cosi' sempre piu' per un mese, finche' le persone contagiate (dopo 30 giorni) cominciano a guarire, non risultando piu' positive al test, ed i contagi allora iniziano a scendere sempre piu' con l'arrivo delle guarigioni che cresce nella stessa misura in cui erano cresciuti i contagi 30 giorni prima (nella salita dell'ondata).
L'arrivo del freddo aumenta la contagiosita' (trasmissibilita' del virus) e questo fatto accentua la salita dell'ondata e ne innalza il picco (che arriva sempre dopo 30 giorni dall'inizio).
Questo e' lo scenario canonico di un'ondata che puo' essere alterato al verificarsi delle condizioni seguenti:
  • Eccessi di produzione di nuovi contagi da parte delle attivita' umane, se ripetuti, oltre a far salire il picco dell'ondata piu' in alto, possono ritardare l'inizio della discesa dal picco anche in modo prolungato nel tempo ed allora l'ondata assume un andamento come quello del Regno Unito (UK) nel grafico dei Paesi del centro Europa.
  • Superamento della soglia critica che innesca la produzione esponenziale dei contagi non da attivita' umane esterne ma dall'interno della pandemia, cioe' dall'epidemia degli asintomatici che se non si riesce a fermare produce una crescita dei contagi come quella indicata dalla linea bianca nel grafico dei decessi in Russia.
  • Lockdown generale che riducendo al massimo i contatti tra persone non conviventi impedisce che i contagi avvengano. L'ondata non inizia allora a calare, perche' chi e' stato contagiato rimane tale per 30 giorni, ma interrompe la salita della curva dei contagi e si blocca cosi' la crescita dell'ondata che calera' poi con i tempi di guarigione di chi e' stato infettato.
  • Lockdown parziale che riduce in misura minore i contatti tra le persone e cosi' diminuisce la produzione dei contagi. Il risultato dipende dall'entita' di questa riduzione che tende a rallentare la crescita dei contagi senza pero' bloccarla. La somma di tutti questi contagi prodotti costituira' una coda residua dell'ondata dal giorno in cui sarebbe terminata se il lockdown fosse stato completo. Sta alla politica trovare il compromesso ottimale tra costi e benefici, che dipende pero' molto dall'aggressivita' dei virus che in inverno e' massima.
L'obiettivo dell'Italia dev'essere quello di mantenere lo statu quo, perche' in inverno non sara' possibile eliminare i virus dalla circolazione. Per riuscirci e' indispensabile mantenere almeno il livello di copertura vaccinale attuale, per cui oltre a vaccinare una decina di milioni di persone non ancora vaccinate, bisognera' pure a provvedere ai richiami degli altri 50 milioni di vaccinazioni che vanno via via scadendo. Non e' un compito facile ma va fatto.
Bisogna poi continuamente monitorare i contagi intervenendo prontamente (quindi il monitoraggio non deve essere fatto sulle ospedalizzazioni che comportano un ritardo nella risposta) con i giusti provvedimenti non appena si dovesse rilevare un incremento di contagi eccessivo, dovuto alle attivita' umane.
Questo monitoraggio, oltre a permettere di contenere il livello dei contagi entro limiti accettabili, deve anche rilevare l'eventuale arrivo di nuove varianti che andrebbero immediatamente identificate e soprattutto garantire in tutti i modi possibili che mai si arrivi a superare la soglia critica (garantendo che l'epidemia degli asintomatici, che cova sotto ad ogni ondata, rimanga sempre nella sua condizione di equilibrio stabile tra contagi che produce e guarigioni di asintomatici che avvengono).
E' possibile riuscirci ma non e' facile. L'alta contagiosita' della variante Omicron (ma anche di quella che crediamo di aver rilevato noi in Piemonte, se non fosse Omicron) rende piu' arduo il compito, ma non c'e' altro da fare. Buon lavoro a tutti.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (16 dicembre 2021)
Il dato dei contagi di oggi, e' salito al livello del 10.1% ed e' visibile a destra nel grafico seguente:


oppure nell'altro grafico analizzato degli stessi dati.
Il fatto che i contagi oggi siano saliti ancora puo' indicare che il "picco rosso" dei contagiati vaccinati per la variante Omicron sia piu' alto (4% invece del 3% dei picchi precedenti).
In effetti se la percentuale dei contagi sale, anche l'altezza dei picchi deve salire perche' i vaccinati vengono contagiati in misura proporzionale ai contagi presenti. Quindi il triangolo che abbiamo disegnato con altezza del 3% nel grafico analizzato va ridisegnato piu' alto dell'1% e cosi', salendo dal 9% al 10%, arriva esattamente sul dato di oggi (10.1%) che sarebbe percio' il culmine di un picco rosso.
Se cio' e' giusto il dato di domani deve scendere, collocandosi sulla discesa dal picco rosso dei contagi dei vaccimati.
Se invece il dato di domani dovesse salire ancora allora non avremmo a che fare con un "picco rosso" ma con una ripresa della salita dei contagi (da capire).
Che la curva dei contagi abbia finito di salire continuamente per restare per una settimana costante al livello del 9% e' innegabile e per questo non crediamo che la curva possa riprendere a salire con continuita'.
Dobbiamo aspettare i dati dei prossimi due giorni per sapere come si sta evolvendo questa quinta ondata, ormai dipendente dal comportamento della nuova variante (che non e' Delta ma probabilmente Omicron).

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere nel grafico esteso che il dato odierno di 123 e' un valore ancora piu' alto delle nostre previsioni che, deve crescere in corrispondenza della crescita dei contagi di 18 giorni prima, che arriveranno fino al 6% circa (picco della quinta ondata dei non vaccinati (i vaccinati contagiati non muoiono). Al 6% di contagi corrispondono 100 decessi al giorno (18 giorni dopo il contagio).
La sua elaborazione si vede nel grafico dei decessi.
Questo dato dei decessi di oggi risente della crescita impetuosa dei contagi in Piemonte negli ultimi 18 giorni (che non abbiamo dubbi ci sia anche nel resto d'Italia), perche' sono la conseguenza dei contagi avvenuti 18 giorni prima.
18 giorni fa i contagi erano ancora intorno al 5.5% circa, che secondo il modello a soglia dovrebbe corrispondere a 92 decessi al giorno per la variante Delta. Pero' nei prossimi giorni dovrebbe iniziare la salita dei decessi, conseguente all'inizio della salita dei contagi di 18 giorni prima, fino al 6% perche' il 9% dovrebbe essere il livello di due picchi rossi, che non abbiamo disegnato per una maggiore visibilita' del grafico, dei contagi dei vaccinati (che non muoiono).
Quindi se il picco della quinta ondata e' intorno al 6% i decessi al picco dovrebbero essere 100 al giorno.
Se invece i dati al 9% non sono picchi rossi di contagi di persone vaccinate ma il vero picco della quinta ondata (non si riesce a distinguere i due casi dai dati, perche' sono 5 dati tutti al 9%) allora il picco della quinta ondata sarebbe al 9% che corrisponderebbe a 150 decessi al giorno (se anche la seconda variante fosse letale come la Delta; in questo caso sarebbe una nuova variante, piu' contagiosa della Delta e non la Omicron).
Un aspetto molto importante e' quindi notare se i decessi si stabilizzano ad un valor medio intorno a 100: sarebbe un'altra forte indicazione di una presenza importante della variante Omicron, perche' sembra essere molto meno letale della Delta.
Se invece nei prossimi giorni i decessi dovessero crescere significativamente oltre 100 (per arrivare intorno ai 200) sarebbe una notizia tragica, perche' vorrebbe dire che la seconda variante non e' Omicron ma un'altra variante nuova, letale come la Delta ma con una contagiosita' molto maggiore. Speriamo proprio che non succeda.

ANALISI PRELIMINARE DEI DATI (16 dicembre 2021)
I risultati dell'analisi sono riportati in questo grafico dei contagi che riguarda il Piemonte ma la problematica della quinta ondata e della variante Omicron, di cui finora sappiamo troppo poco, sono comuni a tutte le regioni.
E' un'indagine che stiamo facendo sui dati del Piemonte con le informazioni del modello a soglia e con le premesse seguenti, che qui' giustifichiamo documentandole:
  • Due varianti: La curva dei contagi e' la somma dei contagi della variante Delta e di un'altra variante non ancora identificata, che dovrebbe essere Omicron. La presenza di una seconda variante e' stata da noi segnalata il 13 dicembre, quando ci e' apparso chiaro che la salita dei contagi non stava procedendo in maniera esponenziale ma l'aumento della pendenza in salita della curva era piu' verosimilmente dovuto alla comparsa di contagi dovuti ad una seconda variante, che faceva salire i contagi piu' rapidamente e quindi per questo dev'essere piu' contagiosa.
    La conferma della correttezza di questa nostra interpretazione e' venuta quando la curva dei contagi ha interrotto la sua salita, mostrando di aver raggiunto un picco al 9%, segno inequivocabile dell'arrivo di una nuova ondata di guarigioni che non potevano essere quelle della variante Delta.
    La presenza della seconda variante e' visibile ad occhio confrontando le ampiezze della quarta e della quinta ondata nel grafico delle due ondate.
    Durante la quarta ondata (di agosto) la percentuale di vaccinati era del 65% mentre durante la quinta ondata era del 90%.
    Quindi sarebbe stato lecito attendersi un'ondata piu' piccola ed all'inizio la quinta ondata si stava comportando nel modo atteso.
    Pero' poi, ai primi di novembre, la crescita e' aumentata cambiando poi addirittura la pendenza di crescita quando la seconda variante ha cominciato ad essere prevalente (perche' la Delta dopo il picco al 2.5% ha iniziato a scendere per l'arrivo delle guarigioni dei contagi di un mese prima, che erano tutti Delta.
    Cosi' l'intero picco della quinta ondata e' cresciuto molto. Tutto cio' si vede benissimo lel grafico delle due ondate.
  • Arrivo Omicron: La variante Omicron, che ancora non c'era all'inizio della quinta ondata, poi e' arrivata ai primi di novembre ed i suoi contagi si sono sommati a quelli della variante Delta, innalzando il livello della curva dei contagi. E' mostrato bene dalle due linee viola (Delta e Omicron) presenti nel grafico dei contagi.
  • Picco Delta: I contagi della variante Delta sono poi arrivati al picco del 2.5%, previsto dal modello a soglia in maniera che riteniamo sicura, perche' non e' sulla base di supposizioni ma per deduzione dall'andamento dei dati reali dei picchi delle ondate precedenti in funzione della percentuale di persone vaccinate).
    I contagi della variante Delta, dopo aver raggiunto il picco al 2.5%, previsto dal modello a soglia, sono ormai in discesa: il loro livello attuale stimato e' intorno al 2%, come si puo' vedere nel grafico.
    La curva, somma delle due varianti, al momento del picco della variante Delta era al 3.5%, quindi con l'1% di contagi Omicron in piu'.
  • Picco Omicron: poi mentre i contagi Delta scendevano per l'arrivo di sempre piu' guarigioni dei contagiati di un mese prima, i contagi Omicron sono continuati a salire sempre piu' rapidamente, fino a far arrivare la curva dei contagi di Delta + Omicron al picco del 9% con la curva non piu' crescente ma costante per una settimana (dal 9 al 15 dicembre).
    In quel momento i contagi della variante Delta erano scesi dal 2.5% al 2%, come indicato dalla linea viola in basso nel grafico dei contagi.
I vari risultati dell'analisi sono le caratteristiche dell'ondata, riportate qui' di seguito.

CARATTERISTICHE DELLA QUINTA ONDATA (16 dicembre 2021)
  1. ALTEZZA DEI PICCHI DELLE DUE VARIANTI: Questo 9% e' pero' il culmine dei "picchi rossi" disegnati nel grafico che, essendo dovuti ai contagi delle persone vaccinate (che guariscono in un paio di giorni) non vanno considerati nella curva della quinta ondata, che e' quella dei non vaccinati (linea viola).
    Essendo il picco rosso alto circa il 3%, il picco della quinta ondata e' intorno al 9% - 3% = 6%.
    Questo 6% include i contagi Delta che attualmente sono intorno al 2% (si vede nel grafico).
    Quindi al picco della quinta ondata i contagi Omicron sono il 6% - 2% = 4%.
    La conclusione e' che alle temperature attuali (che influenzano le contagiosita' delle due varianti e con il 90% circa di vaccinati, i picchi delle due varianti sono:
    Picco Delta = 2.5%
    Picco Omicron = 4.0%
    Questi due livelli sono indicati a destra nel grafico

  2. VELOCITA' DI CRESCITA DEI CONTAGI: La variante Omicron mostra una velocita' di crescita dei contagi maggiore della Delta, quantificati dai coefficienti angolari dei due tratti della linea viola misurabili in quest'

  3. PICCO DELL'ONDATA DI OMICRON: L'altezza del picco di Omicron dipende dal tempo di guarigione che se fosse, come sembra, di soli 20 giorni farebbe arrivare prima le guarigioni dei contagiati e quindi non permetterebbe al picco di crescere cosi' a lungo come per la Delta.

  4. CONTAGIOSITA': Omicron mostra una maggiore contagiosita', che comporta una pendenza della salita dei contagi piu' ripida, come si vede bene nell' altro grafico e siccome abbiamo rilevato che il picco raggiunto da Omicron e' piu' alto di quello della Delta (4% contro il 2.5%) vuol dire che la contagiosita' di Omicron e' cosi' elevata da compensare l'effetto riduttivo del minore tempo di guarigione ed arriva cosi' a raddoppiare quasi il picco dell'ondata Omicron rispetto a quello della Delta.

  5. PERICOLOSITA' DI OMICRON: Questa contagiosita' cosi' alta di questa seconda variante (Omicron?) costituisce il principale pericolo perche' rende praticamente impossibile bloccarla, anche se l'unica arma valida, il lockdown generale, potrebbe durare meno per il tempo di guarigione piu' breve, che e' di "soli" 20 giorni (circa).
    Fortunatamente pero' sembra che produca molti meno danni sanitari della altre varianti (le difese immunitarie del corpo umano sembrano percio' funzionare abbastanza bene con Omicron).
    Con le caratteristiche che mostra questa nuova variante c'e' quindi poco da fare: Omicron o qualunqua altra cosa sia, rimarra' percio' sempre tra noi, magari arrecando danni sanitari molto limitati (come un raffredore) ma potrebbe costituire lo stesso una grave ed imprevista minaccia per il genere umano, perche' una sua presenza cosi' estesa risulterebbe essere una fabbrica permanente di nuove varianti di Sars-CoV-2, cioe' di quel ceppo di virus cosi' pericolosi che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi 2 anni.
    La novita' di questo ceppo rispetto alle altre pandemie dei secoli scorsi pensiamo sia la sua capacita' di instaurare nella popolazione colpita un'epidemia di asintomatici, che rende inefficace quel meccanismo dell'immunita' di gregge che ha salvato l'umanita' dalle pandemie precedenti e che noi abbiamo chiamato con la metafora della "brace accesa", sempre pronta a dare inizio ad un nuovo "incendio" (=ondata epidemica).
    Bisogna percio' non sottovalutarne la pericolosita' e cominciare subito a studiare per scoprire quanto prima un modo per sbarazzarcene, prima che faccia danni piu' gravi.
Dalle misure sul grafico si possono anche quantificare queste caratteristiche dell'epidemia della seconda variante, che dovrebbe essere Omicron e che comincia cosi' a non essere piu' cosi' sconosciuta.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (15 dicembre 2021)
Il dato dei contagi di oggi, e' risalito al livello del 9.0% ed e' visibile a destra nel grafico dei contagi oppure in quest' altro grafico degli stessi dati.
Il fatto che i contagi oggi siano tornati al 9% non indica necessariamente che il dato di ieri e' sbagliato.
Innanzitutto il 9% corrisponde proprio al livello del "pianerottolo" di quello che dovrebbe essere il picco della quinta ondata delle due varianti insieme.
Poi dobbiamo considerare che stiamo vedendo ed indagando per la prima volta il comportamento di una variante nuova e sconosciuta (secondo noi).
Siccome le ondate di questi virus hanno una salita che dura quanto il tempo di guarigione, perche' poi l'arrivo delle guarigioni spinge la curva dei contagi in discesa, possiamo gia' intuire che questa nuova variante ha raggiunto il suo picco al 9% in circa 20 giorni invece dei 30 necessari alla variante Delta per raggiungere il picco e questo ci convince ancora di piu' che abbiamo a che fare con una variante diversa, che sta divenendo sempre piu' dominante perche' piu' contagiosa..
Cosi' dobbiamo aspettarci che anche gli altri parametri possano essere diversi.
In particolare, se gli anticorpi delle persone vaccinate hanno qualche effetto su questi nuovi virus (su Omicron sembra che ce l'abbiano), allora dobbiamo aspettarci che anche questi virus producano il fenomeno dei "picchi rossi" dei contagi delle persone vaccinate, perche' essendo gli anticorpi efficaci producono una discesa rapida dal picco (in quanti giorni lo scopriremo presto).
La conclusione del discorso e' che possono essere corretti e coesistere insieme entrambi i dati: il 6% di ieri ed il 9% di oggi, in quanto anche il salto del 3% e' compatibile con l'altezza dei picchi rossi precedenti, come si vede nel grafico.
Sarebbe il primo picco ben visibile prodotto dalla nuova variante. La sua larghezza dovrebbe definirsi con i dati dei prossimi due giorni (definisce il tempo di guarigione di una persona vaccinata contagiata da questo nuovo virus ma anche da Delta che continua ad essere presente, anche se in percentuale calante).
La nostra indagine e' appena iniziata e procedera' nel modo in cui e' stato impostato tutto il nostro lavoro: scoprire il comportamento di questi virus indagando, come fanno gli inquirenti, sulle tracce lasciate dai virus che troviamo nella curva dei contagi di una singola regione (il Piemonte), senza la complessita' introdotta dalla somma di tante regioni insieme (non ci serve piu' statistica, i contagi di una sola regione sono piu' che sufficienti).
Siamo sicuri che in pochi giorni ne verremo a capo.

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere nel grafico esteso che il dato odierno di 129 e' un valore piu' alto delle nostre previsioni che, deve crescere in corrispondenza della crescita dei contagi di 18 giorni prima, che arriveranno fino al 6% circa (picco della quinta ondata dei non vaccinati (i vaccinati contagiati non muoiono). Al 6% di contagi corrispondono 100 decessi al giorno (18 giorni dopo il contagio).
La sua elaborazione si vede nel grafico dei decessi.
Questo dato dei decessi di oggi risente della crescita impetuosa dei contagi in Piemonte negli ultimi 18 giorni (che non abbiamo dubbi ci sia anche nel resto d'Italia), perche' sono la conseguenza dei contagi avvenuti 18 giorni prima.
18 giorni fa i contagi erano ancora intorno al 5% che secondo il modello a soglia dovrebbe corrispondere ad 83 decessi al giorno per la variante Delta. Pero' nei prossimi giorni dovrebbe iniziare la salita dei decessi, conseguente all'inizio della salita dei contagi di 18 giorni prima, fino al 6% perche' il 9% dovrebbe essere il livello di due picchi rossi, che non abbiamo disegnato per una maggiore visibilita' del grafico, dei contagi dei vaccinati (che non muoiono).
Quindi se il picco della quinta ondata e' intorno al 6% i decessi al picco dovrebbero essere 100 al giorno.
Se invece i dati al 9% non sono picchi rossi di contagi di persone vaccinate ma il vero picco della quinta ondata (non si riesce a distinguere i due casi dai dati, perche' sono 5 dati tutti al 9%) allora il picco della quinta ondata sarebbe al 9% che corrisponderebbe a 150 decessi al giorno (se anche la seconda variante fosse letale come la Delta; in questo caso sarebbe una nuova variante, piu' contagiosa della Delta e non la Omicron).
Un aspetto molto importante e' quindi notare se i decessi si stabilizzano ad un valor medio intorno a 100: sarebbe un'altra forte indicazione di una presenza importante della variante Omicron, perche' sembra essere molto meno letale della Delta.
Se invece nei prossimi giorni i decessi dovessero crescere significativamente oltre 100 (per arrivare intorno ai 200) sarebbe una notizia tragica, perche' vorrebbe dire che la seconda variante non e' Omicron ma un'altra variante nuova, letale come la Delta ma con una contagiosita' molto maggiore. Speriamo proprio che cio' non accada mai.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (14 dicembre 2021)
EUREKA, e' finita la salita dei contagi. Questo dato merita un titolo da prima pagina.
La nostra aspettativa di ieri ormai sta diventando realta' (se il dato di oggi e' vero e non abbiamo motivo di ritenere che non lo sia).
Cio' perche' il dato dei contagi di oggi, e' CROLLATO al 6.0% ed e' riportato a destra nel grafico dei contagi oppure in quest' altro grafico degli stessi dati.
Il fatto che i contagi oggi siano scesi cosi' tanto costituisce una conferma che la prima delle due possibilita' esposte l'altro ieri, cioe' che la linea viola che rappresenta la quinta ondata mostra un andamento che dopo gli ultimi 5 dati, tutti allo stesso livello intorno al 9%, su quello che ormai dobbiamo considerare come il picco della quinta ondata, ora comincia a scendere in modo deciso, come indicato nel grafico.
Il livello del picco della quinta ondata dovrebbe essere inferiore al 9%, se ci vanno sottratti gli ultimi picchi rossi, che sono i contagi delle persone vaccinate (che guariscono subito e non vanno considerati nell'andamento dei contagi della quinta ondata).
La linea viola nella figura rappresenta la vera quinta ondata, che e' quella dei non vaccinati (per questo non include i picchi rossi dei contagiati vaccinati).
Come si vede la salita dei contagi mostra ora l'appiattimento sul picco al massimo della quinta ondata, che e' inferiore al 9% (e' tra il 5.5% ed il 6%).
Se tutto cio' corrisponde al vero (per ora la conferma viene dal solo dato di oggi) e gia' domani lo sapremo, tutti i dati dei contagi dei prossimi giorni dovrebbero continuare a scendere ancora.
E' un gran bel viatico per godersi le vacanze di Natale in Italia, che potrebbero cosi' essere salve: bisogna farlo sapere al piu' presto a tutti quelli che stanno cancellando le prenotazioni ed anche agli americani, che hanno sconsigliato i viaggi in Italia (se la quinta ondata inizia a calare in Piemonte, lo fara' anche nel resto d'Italia, perche' la quinta ondata e' la stessa). Oggi e' ancora troppo presto, perche' non ci si puo' basare su un solo dato, ma per ogni giorno di ritardo ci sarebbe un danno economico. In un paio di giorni questo scenario sara' confermato (o no).
Noi non crediamo che possano aver contribuito a questa discesa dei contagi i benefici che tutti stanno ancora attendendo per l'entrata in vigore della disciplina del green-pass rafforzato , che puo' ridurre i contagi solo dei picchi rossi delle persone vaccinate, che sono irrilevanti per l'andamento della quinta ondata (e che poi finora si continuavano a vedere), rappresentata dalla linea viola che non include i picchi rossi dei contagi delle persone vaccinate, nel grafico dei contagi.
La discesa dei contagi crediamo invece che sia conseguenza dell'arrivo delle guarigioni dei contagi Omicron, che mostrano cosi' di avere un tempo di guarigione piu' breve dei 30 giorni della Delta, producono percio' una discesa anticipata rispetto alla variante Delta e ci attendiamo anche una discesa piu' ripida dal picco.
Nei prossimi giorni, quando avremo piu' dati, potremo misurare quanto e' il tempo di guarigione dei contagi di questa seconda variante, che e' un parametro importantissimo.
Sempre se il dato di oggi e' vero, secondo noi tutto questo rappresenta una conferma schiacciante dell'interpretazione di questa quinta ondata da noi fornita grazie al modello a soglia.
Infatti la scomposizione della curva dei contagi in due contributi diversi non e' stata un'opera di fantasia ma e' stata frutto di una semplice e corretta applicazione del modello a soglia, che prevedeva per la quinta ondata della variante Delta la curva rappresentata dalla linea viola inferiore (quella indicata con "Delta").
La crescita ulteriore dei contagi dopo il picco della quinta ondata previsto dal modello a soglia al 2.5%, unitamente al cambiamento di pendenza ben visibile nel grafico della quinta ondata , indica chiaramente secondo noi la presenza di un'altra variante piu' contagiosa della Delta, perche' la curva sale piu' rapidamente.
Tutti i contagi in piu' che portano in alto la curva dei contagi di conseguenza, secondo noi, sono dovuti a qualcos'altro e noi li abbiamo attribuiti alla variante Omicron, anche se tutti in Italia sembrano ritenere che sia ancora un pericolo non cosi' vicino. Anche l'O.M.S. dichiara che la variante Omicron si diffonde con una velocita' mai vista prima ma sembra che in Piemonte la vediamo solo noi con il nostro metodo a soglia, e nessun altro.
Staremo a vedere (se non fosse Omicron sarebbe comunque una variante diversa dalla Delta).
L'evoluzione reale osservata della quinta ondata ci ha incoraggiato in questa nostra interpretazione, in particolare per i fatti seguenti:
  1. La crescita dei contagi di questa seconda componente sconosciuta e' comparsa solo da un certo momento in poi.
  2. Dopo e' diventata sempre piu' importante, con una crescita di contagi molto piu' rapida, come si vede in questo grafico , tipica di un virus molto piu' contagioso della variante Delta.
  3. La salita della linea viola nel grafico e' cominciata da un certo punto in poi, piu' o meno quando la variante Delta ha raggiunto il livello del 2.5% previsto dal modello a soglia come picco della quinta ondata, quando stava accennando al pianerottolo tipico del picco.
  4. Poi pero' la curva dei contagi ha ripreso a salire ma non per i contagi della variante Delta, che a quel punto, dopo un mese esatto dall'inizio della quinta ondata, in base al modello a soglia, doveva iniziare a diminuire per l'arrivo delle guarigioni dei primi contagiati (di un mese prima) e non per questi altri contagi (Omicron), con una crescita piu' rapida, ben visibile nel grafico
  5. Percio' questa crescita dei contagi doveva essere causata da un'altra causa diversa dalla variante Delta.
Come vedete il modello a soglia ci ha permesso di capire tutto, ma proprio tutto, di quello che sta succedendo: salita e discesa dei contagi, guarigione dei contagi, picchi dell'ondata e non, settimanali e non, contagi di vaccinati e non vaccinati, fondo dei contagi, crescita esponenziale e non, miscuglio di varianti diverse, ecc.
Oltre ad averci permesso di scoprire la presenza della variante Omicron, il modello a soglia ci permettera' tra poco anche di misurare i parametri caratteristici dello sviluppo della sua epidemia (nei prossimi giorni), come il tempo di guarigione di questa nuova variante e la sua contagiosita' rispetto alla variante Delta.
Che dire? Se tutto cio' sara' confermato dai dati dei prossimi giorni, sara' un successo completo del modello a soglia e del nostro lavoro (rimane ora solo da identificarli, se sono Omicron, in Piemonte).
Sono sicuro di poter contare sulla comprensione del lettore per l'entusiasmo che traspare per il repentino miglioramento della situazione in Piemonte (per ora pero' molto fragile perche' basato su un solo dato, quello di oggi), che e' andato via via crescendo, mentre la descrizione fatta dal modello a soglia combaciava sempre piu' con tutti i dati misurati della quinta ondata, che si andavano susseguendo nel tempo.

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere nel grafico esteso che il dato odierno di 120 e' un valore piu' alto delle nostre previsioni che, deve crescere in corrispondenza della crescita dei contagi di 18 giorni prima, che arriveranno fino al 6% circa (picco della quinta ondata dei non vaccinati (i vaccinati contagiati non muoiono). Al 6% di contagi corrispondono 100 decessi al giorno (18 giorni dopo il contagio).
La sua elaborazione si vede nel grafico dei decessi.
Questo dato dei decessi di oggi risente della crescita impetuosa dei contagi in Piemonte negli ultimi 18 giorni (che non abbiamo dubbi ci sia anche nel resto d'Italia), perche' sono la conseguenza dei contagi avvenuti 18 giorni prima.
18 giorni fa i contagi erano ancora intorno al 5% che secondo il modello a soglia dovrebbe corrispondere ad 83 decessi al giorno per la variante Delta. Pero' nei prossimi giorni dovrebbe iniziare la salita dei decessi, conseguente all'inizio della salita dei contagi di 18 giorni prima, fino al 6% perche' il 9% dovrebbe essere il livello di due picchi rossi, che non abbiamo disegnato per una maggiore visibilita' del grafico, dei contagi dei vaccinati (che non muoiono).
Quindi se il picco della quinta ondata e' intorno al 6% i decessi al picco dovrebbero essere 100 al giorno.
Se invece i dati al 9% non sono picchi rossi di contagi di persone vaccinate ma il vero picco della quinta ondata (non si riesce a distinguere i due casi dai dati, perche' sono 5 dati tutti al 9%) allora il picco della quinta ondata sarebbe al 9% che corrisponderebbe a 150 decessi al giorno (se anche la seconda variante fosse letale come la Delta; in questo caso sarebbe una nuova variante, piu' contagiosa della Delta e non la Omicron).
Un aspetto molto importante e' quindi notare se i decessi si stabilizzano ad un valor medio intorno a 100: sarebbe un'altra forte indicazione di una presenza importante della variante Omicron, perche' sembra essere molto meno letale della Delta.
Se invece nei prossimi giorni i decessi dovessero crescere significativamente oltre 100 (per arrivare intorno ai 200) sarebbe una notizia tragica, perche' vorrebbe dire che la seconda variante non e' Omicron ma un'altra variante nuova, letale come la Delta ma con una contagiosita' molto maggiore. Speriamo proprio che cio' non accada mai.

IL COSTO DI UN PICCOLO INCREMENTO DI CONTAGI (14 dicembre 2021)
Dall'osservazione dei dati reali abbiamo ricavato il tempo di guarigione di 30 giorni, assunto poi dal modello a soglia per un'infezione da Sars-CoV-2.
Questo tempo di guarigione cosi' lungo comporta che l'apporto di nuovi contagi, causati da eventi umani che comportano contatti ravvicinati tra persone, come manifestazioni sportive, cortei, ecc., producono sulla curva dei contagi un incremento persistente ("a gradino") che dura per 30 giorni.
Dall'incrocio tra i dati dei contagi e dei decessi abbiamo ricavato che ad ogni 3.6% di contagi corrispondono, 18 giorni dopo, circa 60 decessi giornalieri.
Ora consideriamo il caso di un evento umano che produce un incremento di contagi dell'1%: un esempio si puo' vedere nell'incremento prodotto nella curva dei contagi dai festeggiamenti per la vittoria della coppa europea di calcio, che dette origine, a nostro avviso, alla quarta ondata il 14 luglio 2021.
L'1% di contagi in piu' (dato arrotondato), in base alle nostre deduzioni, produce cosi', 18 giorni dopo, 17 decessi al giorno in piu'.
Siccome questo incremento permane per 30 giorni (pari al tempo di guarigione) tutte quell'1% di persone contagiate in piu' continuano a produrre, sia direttamente che indirettamente con gli altri contagi da esse prodotti, 17 decessi al giorno in piu' per 30 giorni consecutivi; cioe' quell'apporto dell'1% di contagi, prodotto da un unico evento umano, un mese dopo avra' causato 500 decessi che non e' solo un numero ma sono persone vere, che muoiono invece di vivere la loro vita serenamente con i loro cari.
La conclusione e' che ogni evento umano che contribuisce ad aumentare i contagi produrra' nei 30 giorni successivi all'evento un numero totale di decessi (che NON ci sarebbero stati senza quell'evento) pari a 500 per ogni punto percentuale di incremento di contagi prodotto.
In questi tempi di pandemia quindi ogni evento di quel tipo ha questo costo umano, che tutti ignorano ma che indubbiamente c'e' e non deve essere ignorato.

POSSIBILE PRESENZA DELLA VARIANTE OMICRON (13 dicembre 2021)
In cima al grafico con i picchi rossi dei contagi delle persone vaccinate abbiamo disegnato un "pianerottolo" in cima alla curva per evidenziare il fatto che gli ultimi 5 dati sono tutti allo stesso livello del 9%, mentre prima la curva dei contagi sembrava salire continuamente.
Il tratto viola che abbiamo disegnato serve solo a guidare l'occhio, perche' la vera curva della quinta ondata e' al netto dei contagi delle persone vaccinate (che non incidono sull'ondata perche' guariscono quasi subito), cioe' al netto dei picchi rossi che vanno quindi sottratti.
Dal grafico vediamo che i picchi rossi sono tutti alti circa il 3% per cui, se questa nostra impressione risultasse giusta, il picco della quinta ondata starebbe collocandosi intorno al 6% (non al 9%). Infatti nel grafico dei contagi il livello della linea viola (quinta ondata) che passa per le basi dei picchi rossi e' arrivato oggi al 5.50% (per ora e' solo una stima) che, secondo il modello a soglia, corrisponde a 92 decessi al giorno.
Il modello a soglia pero' ci fa notare che questo valore e' piu' del doppio di quanto aveva previsto (2.5%) con l'attuale 90% di vaccinati e con la sola variante Delta.
Questo potrebbe far pensare che l'eccesso di contagi oltre il 2.5% potrebbe essere dovuto alla presenza nella curva della quinta ondata anche di contagi della variante Omicron, 1.2 volte superiori a quelli della variante Delta, in quanto responsabili dell'innalzamento del picco dell'ondata (somma delle due varianti) dal 2.5% al 5.5%.
Nel grafico dei contagi avevamo spiegato graficamente questa possibilita' mostrando la curva dei contagi composta da una componente Delta che raggiunge il picco previsto dal modello a soglia del 2.5% per poi calare e da un'altra componente crescente che abbiamo chiamato Omicron (con un punto interrogativo).
La somma di questi due contributi corrisponde alla linea viola della quinta ondata.
Se questa ipotesi venisse confermata, dal grafico si potrebbe cosi' dedurre che:
  1. e' presente il 120% di variante Omicron;
  2. il momento in cui sarebbe arrivata in Piemonte, ad un livello rivelabile dai test;
  3. la sua velocita' di crescita. Siccome poi la quinta ondata starebbe iniziando ora la discesa dal suo picco, che a questo punto sarebbe costituito prevalentemente dalla variante Omicron, potremmo anche ricavare:
  4. il tempo di guarigione di Omicron, che risulterebbe piu' breve dei 30 giorni della variante Delta, a giudicare dal grafico.
Quest'ultima sarebbe un'ottima notizia, perche' quello che rende particolarmente aggressivo il virus Sars-Cov-2 e' proprio il tempo di guarigione cosi' lungo (30 giorni).
La variante Omicron risulterebbe cosi' piu' contagiosa ma meno nociva, perche' piu' facile da debellare.
Per ora e' solo un'ipotesi. Nei prossimi giorni pero' potremo fare chiarezza e forse, come potete vedere, anche acquisire dai dati della quinta ondata informazioni preziose sulla variante Omicron, grazie al modello a soglia che ci permette di capire quello che sta succedendo, anche quantificando quando serve.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (13 dicembre 2021)
Il dato dei contagi di oggi, e' stabile al livello di circa il 9% (8.7%) ed e' visibile a destra nel grafico dei contagi oppure in quest' altro grafico degli stessi dati.
Il fatto che i contagi oggi siano scesi invece di salire e' un bel segnale che ci fa propendere per la prima delle due possibilita' esposte ieri, cioe' che la linea viola che rappresenta la quinta ondata mostri un andamento che forse ora comincia ad appiattirsi, come indicato nel grafico , perche' gli ultimi 5 dati sono tutti allo stesso livello, inferiore al 9% (ci vanno sottratti gli ultimi picchi rossi, che sono i contagi dei vaccinati).
La linea viola nella figura rappresenta la vera quinta ondata, che e' quella dei non vaccinati (per questo non include i picchi rossi dei contagiati vaccinati).
Come si vede la salita dei contagi potrebbe mostrare ora un cenno di appiattimento su un picco che sarebbe il massimo della quinta ondata, inferiore al 9%. Se fosse vero, i dati dei contagi dei prossimi giorni dovrebbero continuare a scendere sotto il 9%.
Sarebbe un gran bel auspicio per le vacanze di Natale, che potrebbero cosi' essere salve. Noi lo speriamo sinceramente.
Forse potrebbero anche aver contribuito i benefici da tutti attesi per l'entrata in vigore della disciplina del green-pass rafforzato (anche se noi non capiamo come possano ridurre i contagi, perche' puo' ridurre i contagi solo dei picchi rossi delle persone vaccinate, che sono irrilevanti per l'andamento della quinta ondata (e che poi si continuano a vedere), rappresentata dalla linea viola che non include i picchi rossi dei contagi delle persone vaccinate, nel grafico dei contagi ).

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere nel grafico esteso che il dato odierno di 98 e' un valore che probabilmente e' piu' giusto mediare con quello basso di ieri (66%) che porterebbe per i due giorni ad una media dell' 82% praticamente uguale al valore di 83 decessi, previsto dal modello a soglia.
La sua elaborazione si vede nel grafico dei decessi.
Questi dati sui decessi da oggi in poi dovrebbero cominciare a risentire della crescita impetuosa dei contagi in Piemonte negli ultimi 18 giorni (che non abbiamo dubbi ci sia anche nel resto d'Italia), perche' sono la conseguenza dei contagi avvenuti 18 giorni prima.
18 giorni fa i contagi erano ancora intorno al 5% che secondo il modello a soglia dovrebbe corrispondere a 83 decessi al giorno, pero' nei prossimi 2 giorni dovrebbe iniziare la salita dei decessi conseguente all'inizio della salita dei contagi di 18 giorni prima (fino al 9%). Se cio' non accadesse o accadesse in misura significativamente ridotta, allora sarebbe una forte indicazione di una presenza importante della variante Omicron, che sembra essere meno letale della Delta.

IL PROBLEMA DELLA QUINTA ONDATA (12 dicembre 2021)
Il problema della quinta ondata e' la rapida crescita dei contagi attuale, che sta procedendo malgrado il 90% di vaccinati.
Certamente per arginarla non si puo' pensare all'incremento delle vaccinazioni che pur sacrosante pero' richiedono un tempo troppo lungo.
Se guardiamo la linea viola nel grafico dei contagi , che rappresenta l'andamento della quinta ondata (quella senza i picchi rossi che sono il contributo dei contagiati vaccinati, che guariscono in pochi giorni), ci accorgiamo che negli ultimi 15 giorni i contagi sono passati da 4.5% al 9% attuale.
Questo vuol dire che se l'andamento della linea viola rimanesse lo stesso a Natale avremmo circa il 13.5% di contagi, che produrrebbero circa 225 decessi al giorno (in crescita). E questo tra solo 15 giorni.
Questo e' il problema della quinta ondata. Ed incentivare le vaccinazioni, pur importantissimo, non e' assolutamente di aiuto per questo problema, perche' Natale e' troppo vicino.
Conclusione: se i contagi continueranno a salire nei prossimi 2 giorni, bisogna fare qualcosa che non puo' che essere il distanziamento delle persone che possono essere vittime dell'infezione, cioe' le persone non ancora vaccinate.
Per questo il green-pass rafforzato e' inutile : serve qualcos'altro.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (12 dicembre 2021)
Il dato dei contagi di oggi, e' stabile al livello del 9.1% ed e' visibile a destra nel grafico dei contagi oppure in quest' altro grafico degli stessi dati.
Ci sono due possibilita':
  1. La linea viola che rappresenta la quinta ondata mostra una crescita che forse ora comincia ad appiattirsi, perche' gli ultimi 4 dati sono allo stesso livello, intorno al 9.0%.
    La linea viola nella figura rappresenta la vera quinta ondata, che e' quella dei non vaccinati (per questo non include i picchi rossi dei contagiati vaccinati).
    Come si vede la salita dei contagi potrebbe mostrare ora un cenno di appiattimento su un picco che sarebbe il massimo della quinta ondata, intorno al 9%. Se fosse vero i dati dei contagi dei prossimi giorni dovrebbero cominciare a scendere sotto il 9%.
    Sarebbe un gran bel segnale e le vacanze di Natale potrebbero cosi' essere salve. Noi lo speriamo sinceramente.
    Forse potrebbero anche aver contribuito i benefici da tutti attesi per l'entrata in vigore della disciplina del green-pass rafforzato (anche se noi ora non capiamo piu' come possa accadere, perche' puo' ridurre i contagi solo dei picchi rossi delle persone vaccinate, che sono irrilevanti per l'andamento della quinta ondata, rappresentata dalla linea viola che non include i picchi rossi dei contagi delle persone vaccinate, nel grafico dei contagi ).

  2. Non bisogna entusiasmarsi troppo presto pero', perche' 4 punti in "pianerottolo" potrebbero pure verificarsi se la discesa di un "picco rosso" venisse a coincidere con un fondo dei contagi che cresce con la stessa pendenza ma opposta, compensando cosi' esattamente la discesa dal picco: il risultato sarebbero 3 o 4 dati tutti allo stesso livello, per poi proseguire con una salita ancora piu' ripida, perche' verrebbero a sovrapporsi la salita di un nuovo probabile picco con la salita ripida dell'andamento di fondo dei contagi della quinta ondata (linea viola). In questo secondo caso le cose si peggiorerebbero.
Gia' il dato di domani dovrebbe chiarire la situazione: staremo a vedere.

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere nel grafico esteso che il dato odierno di 66 e' un valore troppo basso secondo noi (inferiore a 83 previsto dal modello a soglia).
Siamo restii a considerarlo affidabile e non un dato "della domenica".
Aspettiamo domani quindi prima di commentarlo, elaborandolo nel grafico dei decessi.
Questi dati sui decessi tra oggi e domani dovrebbero cominciare a risentire della crescita impetuosa dei contagi in Piemonte negli ultimi 18 giorni (che non abbiamo dubbi ci sia anche nel resto d'Italia), perche' sono la conseguenza dei contagi avvenuti 18 giorni prima.
18 giorni fa i contagi erano ancora intorno al 5% che secondo il modello a soglia dovrebbe corrispondere a 83 decessi al giorno, pero' nei prossimi 2 giorni dovrebbe iniziare la salita dei decessi conseguente all'inizio della salita dei contagi di 18 giorni prima (fino al 9%). Se cio' non accadesse o accadesse in misura significativamente minore, allora questa sarebbe una forte indicazione di una presenza importante della variante Omicron, che sembra essere meno letale della Delta.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (11 dicembre 2021)
Il dato dei contagi di oggi, e' stabile al livello del 9.0% ed e' visibile a destra nel grafico dei contagi oppure in quest' altro grafico degli stessi dati.
La linea viola che rappresenta la quinta ondata mostra una crescita che comincia ad assumere un andamento di tipo esponenziale, anche se gli ultimi 3 dati sono allo stesso livello: invero il dato di oggi avrebbe dovuto collocarsi sulla discesa dell'ultimo picco rosso , che abbiamo disegnato. Il fatto che non sia sceso secondo noi significa che include una componente rapidamente crescente. Se le cose stanno cosi' il dato di domani dovrebbe salire ancora di piu'.
La linea viola nella figura rappresenta la vera quinta ondata, che e' quella dei non vaccinati (per questo non include i picchi rossi dei contagiati vaccinati).
Come si vede bene la salita dei contagi prosegue senza alcun cenno di appiattimento su un picco che sarebbe il massimo della quinta ondata.
Forse si comincia ad intravedere ora quindi l'inizio di un andamento esponenziale, che si presenta sempre nella sua fase iniziale come lineare.
I contagi continuano a crescere, senza mostrare i benefici attesi per l'entrata in vigore della disciplina del green-pass rafforzato , in totale accordo con l'andamento da noi tracciato ormai diversi giorni fa (linea viola).
Rimane percio' confermato tutto quanto abbiamo scritto finora.

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere nel grafico esteso che il dato odierno di 96 e' un valore ancora alto che colloca il suo picco rosso poco sotto alla linea rossa da noi disegnata per indicare l'andamento crescente dei picchi rossi ed in definitiva dell'andamento della curva dei decessi (valutabile a meta' dei picchi).


Questi dati sui decessi non risentono ancora della crescita impetuosa dei contagi in Piemonte negli ultimi 18 giorni (che non abbiamo dubbi ci sia anche nel resto d'Italia), perche' sono la conseguenza dei contagi avvenuti 18 giorni prima, quando la crescita esponenziale ancora non era iniziata (quindi il superamento della soglia critica, seppure imminente, non era ancora avvenuto).
18 giorni fa i contagi erano ancora intorno al 5% che secondo il modello a soglia dovrebbe corrispondere a 83 decessi al giorno, abbastanza in linea con quelli attuali, pero' nei prossimi 2 giorni dovrebbe iniziare la salita dei decessi conseguente all'inizio della salita dei contagi di 18 giorni prima. Se cio' non accadesse sarebbe una forte indicazione di una presenza importante della variante Omicron, che sembra essere meno letale.
Per valutare quando e' avvenuto l'eventuale superamento della soglia critica possiamo indicare con linee viola le pendenze di crescita dei dati dei contagi in un altro grafico dove si vede abbastanza bene che la discontinuita' nell'andamento della curva e' avvenuto 14 giorni fa ed il livello dei contagi era del 4.5%, che possiamo assumere come livello di soglia per questa variante (sembrerebbe Delta per l'alto livello dei decessi di oggi), con queste temperature autunnali (d'inverno sara' inferiore).

STRATEGIA SBAGLIATA (11 dicembre 2021)
Per rilevare lo stato di allarme della pandemia nella varie regioni ci si riferisce a dati certi come il numero di ricoveri ospedalieri ed il numero dei decessi.
Questo NON va bene, perche' ricoveri e decessi avvengono con un ritardo non piccolo rispetto al momento del contagio (per i decessi ci risulta che questo ritardo sia di 18 giorni).
Per la profilassi occorre contenere la diffusione dei virus nell'ambiente, per mantenerlo il meno infetto possibile, perche' piu' virus circolano e peggio e'.

CONCEDETEMI UNO SFOGO: Piu' virus circolano in Italia, piu' contagiati ci sono e piu' essi diffondono contagi ed i contagiati aumentano. E' questo un processo a cascata che puo' in breve tempo divenire incontrollabile.
Le attivita' umane che diffondono i virus, come gli assembramenti molto numerosi di persone, per esempio secondo noi grandi manifestazioni e cortei, inducono una crescita dei contagi che tende a divenire progressiva, perche' con l'aumentare dei contagiati aumentano i contagi che si producono e s'innesca quel meccanismo perverso che da origine ad una nuova ondata epidemica. Se questa poi cresce troppo rapidamente puo' anche innescarsi la crescita esponenziale dei contagi provenienti dall'epidemia degli asintomatici sempre presente (sarebbe il superamento della soglia critica).
Quindi l'ondata epidemica non inizia per caso ma riteniamo che siano gli uomini che inconsapevolmente o stupidamente (lasciatemelo dire) la fanno iniziare, favorendo la diffusione dei contagi con assembramenti molto importanti come ad esempio i festeggiamenti per vittorie in importanti eventi sportivi, grandi manifestazioni o cortei affollati, nei quali e' impossibile mantenere sempre il distanziamento tra le persone. In quelle occasioni non e' ammissibile comportarsi come se la pandemia non esistesse, neanche per poche ore. In tempo di pandemia queste cose non si possono piu' fare!.
Sono sicuro che l'Italia, grazie all'alto numero di vaccinazioni fatte, sarebbe stata risparmiata da questa quinta ondata se con un po' di consapevolezza in piu' si fosse rinunciato a molte di quelle manifestazioni di piazza tipiche dell'autunno caldo italiano.
Credo che avremmo potuto essere l'unico Paese in Europa senza alcuna ondata epidemica, perche' ritengo che questa in corso non e' stata importata ma ce la siamo andata a cercare, e' tutta opera nostra, di noi italiani .
Queste cose devono essere dette perche' si sappiano, per poter fare tesoro delle esperienze passate ed evitare disastri in futuro, perche' questa pandemia non finira' qui'. Se non si dicono, nessuno puo' saperle e tutti possono sbagliare perche' inconsapevoli.

COSA SI DEVE FARE ORA: Per impedire che si superi la soglia critica (se non si e' gia' superata), riteniamo che sia indispensabile intervenire prontamente per bloccare la crescita dei contagi, non appena si vede un andamento crescente per piu' giorni consecutivi nella curva dei contagi, quindi 18 giorni prima che i decessi aumentino, non dopo.
L'intervento deve mettere in campo gli accorgimenti ritenuti utili per ostacolare in misura appropriata la trasmissione dei contagi tra persone.
Se questo intervento tarda a venire i contagi possono propagarsi anche molto rapidamente (Omicron sembra che sia in grado addirittura di diventare dominante in sole 2 settimane).
Come conseguenza del ritardo, non solo si avrebbero molte piu' persone contagiate che porterebbero poi ad un incremento di ricoveri e decessi, ma anche molti piu' virus presenti nell'ambiente che avrebbero cosi' una potenzialita' infettiva maggiore.
Tutto questo senza considerare l'esigenza di prevenire il superamento della soglia critica, prevista dal modello a soglia che innesca la crescita esponenziale endemica dell'epidemia degli asintomatici, per fronteggiare la quale si dovrebbe poi ricorrere alle dannose chiusure delle attivita' economiche.
E' chiaro che se gli interventi di contenimento dei contagi tardano a venire, i contagi hanno tutto il tempo di salire e forse anche di superare la soglia critica.

VACCINATI INFETTI: COSA FARE? (11 dicembre 2021)
In questi giorni si parla molto di una persona vaccinata, quindi con green-pass rafforzato valido, che e' risultata positiva al test e quindi infetta.
Io sono un fisico e non sono quindi ne' un virologo ne' un clinico ma credo che quello che ho imparato dallo studio dei dati sui contagi mi permetta di esprimere un parere in merito.
La presenza dei picchi nella curva dei contagi e' stato fin dall'inizio un problema imbarazzante perche' eravamo convinti che fossero la manifestazione di un fenomeno reale e non strumentale ma non avevamo una spiegazione per la loro presenza.
Finalmente dopo molto tempo siamo arrivati a capirne l' origine come contagi delle persone immunizzate, sulla base delle seguenti deduzioni logiche, secondo noi convincenti, risultanti dall'osservazione dei dati dei contagi:
  1. Se quello che causa la diminuzione dei contagi e' la guarigione delle persone positive al test allora questi picchi sono relativi a persone infettate che guariscono in un tempo molto breve (da 2 a 4 giorni invece dei 30 necessari ad una persona non vaccinata).
  2. L'altezza dei picchi e' andata crescendo con il procedere delle vaccinazioni nel Paese, per la maggiore presenza di persone vaccinate.
  3. La larghezza dei picchi e' sempre rimasta la stessa, riflettendo un fenomeno indipendente dal numero di vaccinazioni fatte.
  4. I picchi erano presenti anche quando non era stato vaccinato nessuno (rivelavano la presenza di persone immunizzate da una precedente infezione).
  5. Prima del provvedimento che imponeva il green pass negli ambienti di lavoro i picchi avevano una periodicita' settimanale, tant'e' vero che li chiamavamo i "picchi del venerdi'".
    Noi siamo arrivati (dopo un anno) ad ipotizzare che fossero dovuti ai contagi delle persone immunizzate, che risultavano positive al test ma che guarivano subito (in 2-4 giorni) e che la loro causa prevalente fosse dovuta alle attivita' lavorative, perche' i contagi del picco si riducevano nel fine settimana quando le attivita' lavorative si riducono (per questo il picco avveniva il venerdi', perche' nei due giorni seguenti i contagi si riducevano).
    Questa convinzione ha poi avuto conferma quando si e' osservata una decisa riduzione dell'area dei picchi nelle due settimane di ferragosto (che e' il 15 agosto, per chi non e' italiano), quando le attivita' lavorative erano ridotte al minimo anche nei giorni feriali.
    Il riscontro di questa spiegazione si puo' osservare nella tabella delle proprieta' di questi picchi, dove si nota che le loro ampiezze percentuali nelle due settimane intorno alle vacanze di ferragosto si riducono ai valori minimi di 47% e 49%, contro valori sempre superiori al 60% nelle altre settimane lavorative.
    Questo dimostra la correlazione tra la maggiore crescita dei picchi con le attivita' svolte nei giorni infrasettimanali e la minore crescita dei contagi (delle persone immunizzate) nei giorni del fine settimana che permette la decrescita rapida (in 2-4 giorni) dei contagi dei picchi.
    Questo ciclo settimanale dei picchi e' perpetuo, come abbiamo sempre potuto osservare e riportare con delle V rosse in tutti i vari grafici dei contagi.
  6. Dopo il provvedimento che imponeva il green pass negli ambienti di lavoro i picchi non hanno piu' avuto questa periodicita' settimanale.
  7. I picchi continuano ad essere presenti in corrispondenza delle altre attivita' umane che producono contagi in maniera rilevante (per esempio manifestazioni e cortei) ma non piu' centrati sul venerdi'.
Abbiamo cosi' acquisito questa base di conoscenza, utile per la nostra ricerca: tutti i picchi stretti (circa 3 giorni) sono dovuti ai contagi di persone immunizzate.
La realta' che abbiamo di fronte e' quindi di una popolazione italiana in gran parte vaccinata (8 persone su 10), quindi dotata di anticorpi che non sono pero' in grado di impedire l'accesso nell'organismo ai virus in un ambiente infetto.
Quindi le persone vaccinate o comunque immunizzate possono infettarsi ma la reazione degli anticorpi, gia' presenti nel corpo, e' immediata e riesce ad eliminare tutti i virus che stanno tentando di invadere l'organismo in un tempo che possiamo valutare tra 2 e 4 giorni, secondo l'intensita' della carica virale assunta e l'organo attaccato dai virus (se e' piu' o meno vascolarizzato).
Dopo questo breve lasso di tempo la persona vaccinata torna negativa al test.
Com'e' intuitivo le persone vaccinate che circolano liberamente sono soggette a subire spesso queste brevi infezioni, tanto piu' spesso quanto piu' e' infetto l'ambiente che frequentano.
Data la brevita' dell'attacco virale l'infezione pur presente e rilevabile al test non crediamo che si sia potuta estendere molto e conseguentemente i danni fisici per la persona vaccinata crediamo che siano del tutto trascurabili.
Nei circa 3 giorni in cui la persona vaccinata e' infetta puo' diffondere i virus ma molto meno di una persona infetta non vaccinata, in cui per l'assenza di anticorpi l'infezione puo' dilagare, aumentando moltissimo le cariche virali rilasciate.
Quindi noi riteniamo che le persone vaccinate e infette siano poco contagiose (se indossano correttamente una mascherina crediamo che il rischio di contagio sia pressoche' zero).

Veniamo ora al problema di revocare il green-pass rafforzato ad una persona vaccinata che risulta positiva al test.
Da quanto detto si capisce che il problema dovrebbe essere minimo e comunque ingestibile perche' tutte le persone vaccinate possono infettarsi e risultare positive al test ma per pochissimo tempo.
Tenendo presente che per fare il test e revocare la validita' del green-pass rafforzato servira' almeno un giorno capite bene che circa un terzo di queste revoche e' inutile, perche' gia' dal giorno successivo la persona non e' piu' positiva e si dovrebbe revocare la revoca.
Concludendo, se queste nostre deduzioni sono corrette (ed un laboratorio di analisi non ci metterebbe molto a confermarle), allora il problema della revoca del green-pass rafforzato e' un problema che non puo' esistere.
Basta che la persona vaccinata risultata positiva sia informata di non preoccuparsi per se stessa e di adottare per qualche giorno (pochi) le solite giuste cautele per evitare di diffondere l'infezione.
Il buon senso deve prevalere. Questa pandemia e' fatta cosi': e' sempre piu' importante conoscerla e noi siamo impegnati in questo.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (10 dicembre 2021)
Il dato dei contagi di oggi, e' sceso da 9.1% a 8.7% ed e' visibile a destra nel grafico dei contagi.
Nei due giorni scorsi abbiamo detto che la linea viola che rappresenta la quinta ondata potrebbe essere costituita dai seguenti due contributi:
  1. Un primo contributo, costituito dalla linea viola piu' sottile, che rappresenta il contributo alla quinta ondata della variante Delta, che sale fino a raggiungere il picco dell'ondata previsto dal modello a soglia al 2.5% (grazie al 90% di vaccinati, invece del 6% della quarta ondata di agosto quando i vaccinati erano il 65%), per poi scendere dal picco come indicato dalla linea viola piu' sottile, che abbiamo indicato sulla destra del grafico con "Delta".
  2. Un secondo contributo che e' invece sempre crescente in modo piu' che lineare, che potrebbe essere dovuto, secondo noi, ad un'altra variante, che potrebbe essere Omicron, se e' vero che in Sudafrica e' diventata dominante in sole due settimane.
Il secondo di questi contributi mostra una crescita che comincia ad assumere un andamento di tipo esponenziale, anche se il dato di oggi e' sceso un po', da 9.1% ad 8.7% per la formazione di un altro picco rosso, che abbiamo disegnato e che e' coerente con la linea viola che passa per le basi dei triangoli rossi, che rappresentano i picchi dei contagi delle persone vaccinate, perche' guariscono in un tempo breve (da 2 a 4 giorni).
La linea viola nella figura rappresenta la vera quinta ondata, che e' quella dei non vaccinati (per questo non include i picchi rossi dei contagiati vaccinati).
Come si vede bene la salita dei contagi prosegue ancora senza alcun cenno di appiattimento su un picco che sarebbe il massimo della quinta ondata.
Forse si comincia ad inravedere ora l'inizio di un andamento esponenziale, che si presenta sempre nella sua fase iniziale come lineare.
Intanto i contagi continuano a crescere, senza mostrare i benefici attesi per l'entrata in vigore della disciplina del green-pass rafforzato , in totale accordo con l'andamento da noi tracciato ormai diversi giorni fa (linea viola).
Rimane percio' confermato tutto quanto abbiamo scritto finora.

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere nel grafico esteso che il dato odierno di 118 e' un valore molto alto che colloca il suo picco rosso oltre la linea rossa da noi disegnata per indicare l'andamento crescente dei picchi rossi ed in definitiva dell'andamento della curva dei decessi (valutabile a meta' dei picchi).
Il fatto che gli ultimi due picchi rossi abbiano superato la linea rossa indica un andamento di crescita dei decessi piu' ripido che non quello della retta rossa da noi disegnata, per cui abbiamo disegnato un'altra linea rossa che mette in evidenza il cambio di pendenza. L'impressione preliminare che se ne trae e' percio' quella dell'inizio di una crescita esponenziale che indicherebbe che la variante che stava facendo crescere i contagi 18 giorni fa (quando sono avvenuti i contagi di questi decessi) era la Delta e non Omicron (purtroppo).
Non possiamo pero' trarre una conclusione cosi' importante con cosi' pochi dati. Dobbiamo percio' attendere ancora 2 o 3 giorni.
Ovviamente questi dati sui decessi non risentono ancora della crescita impetuosa dei contagi che abbiamo visto in Piemonte negli ultimi 18 giorni (che non abbiamo dubbi ci sia anche nel resto d'Italia), perche' sono la conseguenza dei contagi avvenuti 18 giorni prima, quando la crescita esponenziale ancora non era iniziata (quindi il superamento della soglia critica, seppure imminente, non era ancora avvenuto).
Per valutare quando e' avvenuto l'eventuale superamento della soglia critica possiamo indicare con linee viola le pendenze di crescita dei dati dei contagi in un altro grafico dove si vede abbastanza bene che la discontinuita' nell'andamento della curva e' avvenuto 13 giorni fa ed il livello dei contagi era del 4.5%, che possiamo assumere come livello di soglia per questa variante (sembrerebbe Delta per l'alto livello dei decessi di oggi), con queste temperature autunnali (d'inverno sara' inferiore).

RIFLESSIONI (10 dicembre 2021)
  1. PREMESSA: Noi non crediamo che i contagi siano vicini a raggiungere un picco e che quindi stiano per iniziare a diminuire. Cio' anche se i dati dei contagi in Piemonte dal 2 all'8 dicembre sono sempre rimasti tra il 6.1% ed il 7.7%, in quanto le persone infettabili in Italia sono valutate intorno al 22% (includendo i bambini).
    Il dato del 9 dicembre e' un'indicazione in questo senso, perche' in un solo giorno e' salito dal 7% al 9.1%.

  2. GREEN-PASS RAFFORZATO: Il 9 dicembre e' proprio il giorno in cui ci attendevamo di vedere l'effetto sul livello dei contagi dell'inizio della disciplina del green-pass rafforzato. Cio' perche' in un precedente caso abbiamo osservato che il picco di contagi dovuti ai festeggiamenti per la vittoria della coppa europea di calcio e' risultato visibile nei test 3 giorni dopo (il 14 luglio 2021).
    Paradossalmente potremmo pensare che la disciplina del green-pass rafforzato abbia prodotto l'effetto contrario di quello voluto, facendo salire i contagi anziche' farli diminuire, perche' in un mondo in cui la gente cerca di stare insieme, se si ostacolano i contatti delle persone non vaccinate con quelle vaccinate, si favoriscono maggiormente ed inconsapevolmente i contatti delle persone non vaccinate tra loro, che e' proprio la cosa che si deve impedire se si vuole ridurre i contagi, perche' i virus si propagano soprattutto tra le persone non vaccinate.
    Se le cose stessero veramente cosi', cioe' se NON fosse partita la crescita esponenziale dei contagi e si revocasse la disciplina del green-pass i contagi tornerebbero al 7% ?
    No, perche' quel 2% di persone contagiate in piu', nelle ipotesi fatte sarebbero tutte non vaccinate e quindi ormai rimarrebbero contagiate per tutti i prossimi 30 giorni.
    Nelle stesse ipotesi, cioe' se NON fosse partita la crescita esponenziale dei contagi e quel 7% nella curva dei contagi fosse stato il picco raggiunto della quinta ondata ora, senza altri apporti di contagi prodotti da attivita' umane come manifestazioni e cortei il picco risulterebbe spostato piu' in alto del +2%.
    Se invece quell'incremento del +2% di contagi fosse di tutte persone vaccinate contagiate allora in un paio di giorni guarirebbero ed i contagi tornerebbero al 7%. Un'eventuale salita oltre il 7% sarebbe dovuta ai contagi di persone non vaccinate (che guariscono in 30 giorni).
    E' cosi' che funziona questa pandemia (secondo il modello a soglia).

  3. Un effetto positivo del green-pass rafforzato c'e' stato: un boom delle vaccinazioni.

  4. MODELLO A SOGLIA: Osservando i dati reali dei contagi del Sars-CoV-2 nel mondo si vede che l'epidemia di questo virus non segue la legge canonica di sviluppo matematico esponenziale tipica quando il parametro Rt e' maggiore di 1, perche' nella maggior parte dei casi, partendo da un livello di fondo piccolo, sale per un mese, arriva ad un picco per poi calare, formando quella curva dei contagi che viene chiamata "ondata".
    In alcuni casi pero' questo fondo di contagi non rimane piccolo dopo la fine dell'ondata e comincia a crescere questa volta si, in modo esponenziale, come si vede molto bene nel grafico dei decessi in Russia , dove l'effetto della crescita esponenziale del fondo (epidemia degli asintomatici) e' indicata con una linea bianca.
    Quindi la crescita esponenziale si manifesta anche per il Sars-CoV-2 ma non nella crescita dei contagi dovuta all'accumulo dei contagi prodotto dalle attivita' umane che fa crescere il numero di persone contagiate finche' non iniziano a diminuire per le guarigioni spontanee, che abbiamo visto arrivano dopo circa 30 giorni dal contagio.
    In quel momento la curva dei contagi raggiunge il picco e poi inizia la discesa formando la curva a campana tipica di un'ondata.
    Lo scenario che ci presenta questa pandemia e' quello di un fondo di contagi piccolo (epidemia degli asintomatici) su cui compaiono, stimolate da un eccesso di contagi prodotto dalle attivita' umane, varie ondate che si susseguono distanziate nel tempo.
    Pero' al verificarsi di certe condizioni nel fondo degli asintomatici, che e' sempre in equilibrio tra contagi e guarigioni, si possono verificare le condizioni che rompono questo equilibreio a favore dei contagi che allora iniziano a crescere secondo la legge tipica delle epidemie con Rt>1, in modo esponenziale e si arriva ad un'epidemia con un andamento come quello in Russia.
    Tutto questo e' descritto dal modello a soglia, dove il termine soglia sta ad indicare proprio quella condizione che rompe in modo irreversibile quell'equilibrio che c'e' nell'epidemia dgli asintomatici e da inizio alla crescita esponenziale dei contagi, non per un apporto esterno ma interno all'epidemia che inizia a crescere autoalimentando la sua crescita in modo esponenziale ed inarrestabile (se non impedendo che i contagi avvengano, cioe' con un lockdown totale).

  5. SOGLIA CRITICA: E' sorprendente che nessuno degli esperti che appaiono in TV sembra aver capito questo funzionamento della pandemia Sars-CoV-2 dopo quasi 2 anni, in particolare l'esistenza di certe condizioni, che noi abbiamo indicato con il termine soglia critica, capaci di innescare la crescita esponenziale dei contagi.
    Tutti sono molto fiduciosi sull'effetto dei vaccini perche' hanno visto che riducono i casi gravi e quanto piu' sale la percentuale dei vaccinati tanto piu' sono tranquilli.
    Si sbagliano perche' e' vero che piu' persone sono vaccinate piu' si riduce il numero di persone infettabili ma rimarranno sempre tantissime le persone ancora infettabili sulle quali puo' continuare a svilupparsi la pandemia ed il pericolo d'innesco della crescita esponenziale dei contagi seguita ed incombere.
    Ignorarlo espone la comunita' a gravi rischi come quelli attuali, su cui nulla posson le vaccinazioni, nemmeno se estese al 90% della popolazione.

  6. OMICRON: Ci auguriamo sinceramente che la salita attuale dei contagi sia dovuta ad Omicron che sembra non sia letale altrimenti, se fosse se fosse dovuta alla variante Delta avremmo una strage di persone non vaccinate (18 giorni dopo il contagio, quindi intorno a Natale). Lo sapremo nei prossimi giorni osservando se sale il numero dei decessi.

  7. SITUAZIONE ALLARMANTE: E' inquietante vedere che nessuno sembra rendersi conto della situazione in cui ci troviamo.
    Gli amministratori non sembrano preoccuparsi ed annunciano qualche zona gialla (poche) nelle regioni con contagi piu' alti.
    Sono certo che molti si comportano cosi' per non creare allarmismo, anche se cosi' facendo non inducono le gente ad adottare maggiori cautele.
    Altri si comportano come se la pandemia non esistesse, per esempio annunciando raduni oceanici di folla in manifestazioni come quella proclamata dai sindacati per il prossimo sciopero generale del 16 dicembre.
    In base alle informazioni dei telegiornali molte regioni, anche se i contagi salgono molto, restano "bianche" perche' i decessi non sono alti: ma i decessi corrispondono ai contagi di 18 giorni prima!
    Se si segue questo criterio gli allarmi e le giuste contromisure verranno prese con 18 giorni di ritardo (un'enormita').
    Si deve solo sperare allora che la crescita dei contagi sia dovuta in modo prevalente alla variante Omicron (non letale, a quanto sembra) e non alla Delta ma di questo non ne parla ancora nessuno.

IL GREEN PASS RAFFORZATO NON DIMINUISCE I CONTAGI: (9 dicembre 2021)
Un altro aspetto negativo del dato dei contagi di oggi e' che sembra mostrare un'inefficacia della disciplina del "super green-pass" (in cui anche altri Paesi stanno riponendo fiducia, come noi finora): dopo 3 giorni non c'e' alcun accenno di contenimento dei contagi.
In effetti, col senno del poi, ci accorgiamo che c'e' un errore di fondo, su cui finora neanche noi avevamo riflettuto.
I contagi che bisogna ridurre non sono quelli in cui le persone senza green-pass rafforzato (non vaccinate) entrano in contatto ed infettano le persone vaccinate (con green-pass rafforzato), perche' quei contagi, anche se avvengono, sono irrilevanti per lo sviluppo dell'epidemia oltre che quasi certamente anche per le persone vaccinate che hanno subito il contagio, in quanto le persone vaccinate contagiate guariscono quasi subito (in 2-4 giorni) e neanche si accorgono di essere state contagiate. Questi contagi e la loro durata corrisponde ai picchi rossi che vediamo nel grafico dei contagi. e che spariscono in circa 3 giorni.
Non serve tenere separate le persone vaccinate da quelle non vaccinate e quindi se questo era lo scopo e' inutile la disciplina del green-pass rafforzato, che ottiene questo risultato, pero' lasciando libere le persone non vaccinate di entrare in contatto con altre persone non vaccinate: QUESTO E' IL PROBLEMA, che il green-pass non risolve. Cosi' si lasciano i virus liberi di diffondersi senza ostacoli (il green-pass non e' un ostacolo) ed i contagi liberi di crescere indisturbati.
Le persone vaccinate sono gia' protette dal vaccino e non hanno bisogno di un'ulteriore protezione con il green-pass rafforzato, anche se intuitivamente sembrerebbe una cosa giusta da fare.
Mi dispiace ma sono convinto che per questi motivi non c'e' da attendersi alcuna riduzione dei contagi dovuta al green-pass rafforzato neanche nei prossimi giorni.
Bisogna impedire invece che persone non vaccinate entrino in contatto con altre persone non vaccinate, perche' e' tra queste persone che l'epidemia si diffonde ed i contagi aumentano.
E' elementare e per questo e' incredibile che nessuno ci abbia pensato prima.
Si devono individuare i non vaccinati ma per non farli entrare in contatto tra loro.
I vaccinati con green pass rafforzato invece possono entrare in contatto con tutti, meglio se indossando una mascherina che puo' ridurre la diffusione di virus da loro emessi nel caso fossero stati infettati recentemente (loro ne sarebbero inconsapevoli ma guarirebbero comunque in un paio di giorni anziche' 30).
Va infine riconosciuto un effetto positivo che il green-pass rafforzato ha sicuramente indotto: un netto incremento delle richieste di vaccinazioni. Quindi costituisce un ottimo incentivo alle vaccinazioni e questo e' un bene.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (9 dicembre 2021)
Il dato dei contagi di oggi, e' salito addirittura di un altro 2.1% (fino al 9.1%) ed e' visibile a destra nel grafico dei contagi.
Nei due giorni scorsi abbiamo detto che in questi dati dei contagi ci sembra di vedere presenti e quindi sommati insieme due diversi contributi, il secondo dei quali, aggiungiamo oggi, ormai appare avere una crescita esponenziale, anche se il dato di domani dovesse calare un po', per la formazione di un altro picco rosso.
Se dovesse continuare cosi', in circa una settimana (+2% al giorno) il Piemonte si troverebbe nelle stesse condizioni di picco della seconda e terza ondata (cioe' al 16 o 18% di contagi), che farebbero salire bruscamente ricoveri e decessi (se al 3.6% corrispondono, 18 giorni dopo, 60 decessi giornalieri, al 16% ne corrisponderebbero 266, 18 giorni dopo): questo afferma il modello a soglia e noi non possiamo che augurarci sinceramente che sbagli.
Se fosse cosi', le vaccinazioni dovrebbero salvare gran parte della popolazione (quella vaccinata) dai contagi gravi ma il rimanente 22% (includendo i bambini non ancora vaccinati) rimane vulnerabile in balia dei virus e le percentuali indicate potrebbero essere effettivamente raggiungibili.
Ripetiamo che le cause possibili di questa crescita, secondo noi, sono due:

  1. La presenza nella crescita dell'epidemia di una seconda variante, come per esempio Omicron (da due settimane a questa parte), i cui contagi si stanno sommando a quelli della variante Delta: in questo caso NON si avrebbe l'incremento di ricoveri e decessi a cui abbiamo accennato.

  2. Oppure l'apporto crescente dei contagi prodotti dall'epidemia degli asintomatici, conseguente al superamento della soglia critica della variante Delta: in questo caso la previsione fatta dell'aumento di ricoveri e decessi sarebbe corretta.

L'andamento del grafico della quinta ondata mostra secondo noi abbastanza bene l'inizio dell'apporto di questo nuovo contributo alla crescita due settimane fa.
Per evidenziare l'arrivo di questo nuovo apporto nel disegnare la linea viola della quinta ondata abbiamo accennato ad un piccolo inizio di appiattimento della curva al picco del 2.5% previsto dal modello.
Da quel momento in poi la curva invece di scendere dal picco, come avrebbe dovuto per l'arrivo di molte guarigioni dei contagiati di 30 giorni prima, ha invece ripreso a salire sempre piu' in alto per l'apporto ai contagi di questa seconda causa, che dobbiamo ancora identificare con maggiore chiarezza.
Con il dato di oggi ormai questo secondo contributo alla crescita dei contagi e' diventato dominante e sara' solo lui a determinare l'evoluzione futura dei ricoveri ospedalieri. Se non dovessero crescere ulteriormente sarebbe una prova che abbiamo a che fare con la variante Omicron e ci sarebbe andata bene.
Altrimenti potremmo avere dei brutti giorni.

Paradosso: Per dirle tutte, siccome per oggi (9 dicembre) attendevamo l'effetto dell'entrata in vigore della disciplina del green-pass rafforzato (come una riduzione dei contagi), nel prossimo commento , abbiamo considerato anche la possibilita' che questo effetto fosse proprio l'aumento di contagi al 9.1%, risultante da un effetto perverso di questa disciplina, che in maniera non prevista, avendo eliminato molti contatti delle persone non vaccinate con le persone vaccinate, potrebbe aver favorito un aumento dei contatti tra persone non vaccinate, facendo cosi' aumentare i contagi. In tal caso il balzo al 9.1% di oggi non proverrebbe ne' da attivita' umane molto diffusive di contagi, ne' dall'epidemia degli asintomatici in espansione esponenziale, ma da un apporto giornaliero di contagi, che continuerebbe ad essere sempre presente nei contagi da oggi in poi, finche' rimane in vigore questa disciplina del green-pass rafforzato (l'effetto sulla curva dei contagi sarebbe come un'importante manifestazione di piazza al giorno).
Questa osservazione apre la porta anche ad un riscontro di validita' di questa nostra ipotesi: se vera, dovrebbe produrre questo apporto di crescita dei contagi in tutti i giorni prossimi. Staremo a vedere.
Noi non riteniamo questa ipotesi molto probabile ma la massa di persone interessate da questa disciplina e' imponente (praticamente tutte le persone non vaccinate), per cui anche un piccolo effetto potrebbe risultare importante, perche' verrebbe moltiplicato per un numero molto grande.

Per quanto riguarda i decessi in tutta Italia, possiamo vedere nel grafico esteso che il dato odierno di 79 e' un valore alto ma anche il suo picco rosso e' ben collocato sulla linea rossa da noi disegnata per indicare l'andamento crescente dei picchi rossi ed in definitiva dell'andamento della curva dei decessi (valutabile a meta' dei picchi).
Ovviamente questi dati sui decessi non risentono ancora della crescita impetuosa dei contagi che abbiamo visto in Piemonte (che non abbiamo dubbi ci sia anche nel resto d'Italia), perche' sono la conseguenza dei contagi avvenuti 18 giorni fa, quando la crescita esponenziale ancora non era iniziata (quindi il superamento della soglia critica, seppur imminente, non era ancora avvenuto).
Per valutare quando e' avvenuto il superamento della soglia critica possiamo indicare con linee viola le pendenze di crescita dei dati dei contagi nella figura seguente:



Si vede abbastanza bene che la discontinuita' nell'andamento della curva e' avvenuto 12 giorni fa ed il livello dei contagi era del 4.5%, che possiamo assumere come livello di soglia per questa variante (Delta od Omicron), con queste temperature autunnali (d'inverno sara' inferiore).
C'e' da osservare che se la variante in crescita esponenziale fosse Omicron allora il punti di diramazione delle due linee viola non sarebbe il punto di soglia della variante Delta ma il momento in cui Omicron sarebbe divenuto dominante dopo il suo arrivo (che risalirebbe direi a circa 3 settimane fa). La soglia critica di Omicron sarebbe abbastanza piu' bassa per la sua maggiore contagiosita', quindi verrebbe subito raggiunta.
Se anche in questi dati dei contagi nei prossimi giorni vedremo una rapida salita allora vorra' dire che e' la variante Delta che ha superato la soglia, altrimenti e' possibile che sia la variante Omicron ed allora i danni dovrebbero essere molto piu' limitati.

COSA DOBBIAMO CAPIRE DI QUESTA QUINTA ONDATA (9 dicembre 2021)
Il nostro modello ci ha permesso di prevedere la quinta ondata con un picco che diventava sempre piu' basso con l'aumentare della percentuale dei vaccinati, perche' si riduceva sempre piu' il numero di persone non vaccinate esposte al rischio di essere infettate dai virus.
Cosi' dal picco al 6% della quarta ondata (con il 65% di vaccinati, ad agosto) siamo scesi ad una previsione per la quinta ondata di un picco al 2.5% con il 90% di vaccinati, in autunno.
Siccome abbiamo trovato che al 3.6% di contagi corrispondono 60 decessi al giorno, 18 giorni dopo il contagio, ne consegue che alla diminuzione del picco dei contagi deve corrispondere anche una riduzione del numero di decessi.

Qui' c'e' un primo punto da capire, perche' come si vede nel grafico esteso dei decessi giornalieri, il picco della quinta ondata non e' piu' basso di quello della quarta ma addirittura un po' piu' alto.
Due sono le cause possibili, secondo noi:
  1. Una prima causa potrebbe essere l'abbassamento della temperatura, se fosse vero che con il freddo le patologie respiratorie si aggravano, portando i pazienti al decesso in un tempo piu' breve. Questo sposterebbe verso sinistra una frazione del grafico dei decessi della quinta ondata rendendo la salita del picco piu' ripida (cosa che invero si nota nel confronto con il picco della quarta ondata), ed il picco piu' alto per l'accumularsi dei decessi in un intervallo temporale piu' breve.
    Cosi' si puo' capire perche' il picco dei decessi della quinta ondata non risulta piu' basso di quello della quarta ondata, come previsto, in seguito alla piu' alta percentuale di vaccinati (dal 65% della quarta ondata al 90% della quinta ondata).
  2. Una seconda causa e' dovuta al piu' alto livello di contagi rispetto alla previsione del picco al 2.5% nella quinta ondata, che sembra essere dovuto, secondo la nostra ipotesi, alla presenza di un secondo contributo alla crescita dei contagi, che in prima istanza abbiamo supposto essere dovuto ad un recente arrivo della variante Omicron, che avrebbe fatto impennare i contagi come indicato dalle due linee viola nel grafico della quinta ondata , indicate come Delta e Omicron (con un punto interrogativo).
    Cosi' il livello dei contagi di 18 giorni fa, come si puo' vedere nel grafico, e' stato del 3.5% invece del 2.5% e cosi' i decessi ovviamente sono cresciuti in egual misura.
L'insieme di queste due cause ci sembra che possa permetterci di capire perche' il picco dei decessi della quinta ondata sia cosi' piu' alto di quanto ci saremmo potuti aspettare.

Il secondo punto da capire sono le cause della rapida salita dei contagi nelle ultime due settimane, perche' la previsione del modello a soglia era di una lenta discesa dei contagi dopo un mese dall'inizio dell'ondata, per l'arrivo delle guarigioni sempre piu' numerose dei contagiati di 30 giorni prima.
Cio' ovviamente in assenza di rilevanti apporti di nuovi contagi che, se presenti in misura eccessiva, possono rallentare la discesa della curva dei contagi se non addirittura divenire prevalenti sulle guarigioni ed invertire l'andamento della curva, facendola risalire.
Ebbene sembra proprio che in questa quinta ondata questi apporti di nuovi contagi ci siano stati in gran numero da un certo momento in poi, proprio un mese dopo l'inizio della quinta ondata, quando era previsto l'inizio della discesa dal picco.
Quello che dev'essere ancora capito e' la causa di questi apporti di nuovi contagi che hanno fatto impennare la curva dei contagi verso l'alto.
Le cause possibili che noi vediamo sono due:
  1. La presenza della crescita dell'epidemia di una seconda variante, come per esempio Omicron, da due settimane a questa parte, i cui contagi si stanno sommando a quelli della variante Delta.
  2. Oppure l'apporto crescente dei contagi prodotti dall'epidemia degli asintomatici, conseguente al superamento della soglia critica della variante Delta.
L'andamento del grafico della quinta ondata mostra secondo noi abbastanza bene l'inizio dell'apporto di questo nuovo contributo alla crescita due settimane fa.
Per evidenziare l'arrivo di questo nuovo apporto nel disegnare la linea viola della quinta ondata abbiamo accennato ad un piccolo inizio di appiattimento della curva al picco del 2.5% previsto dal modello. Da quel momento in poi la curva invece di scendere dal picco ha ripreso a salire sempre piu' in alto per l'apporto ai contagi di questa seconda causa, che dobbiamo ancora identificare con maggiore chiarezza.
E' quello che intendiamo fare nei prossimi giorni.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (8 dicembre 2021)
Oggi la regione Piemonte ha annunciato la prima individuazione in Piemonte di un caso di persona infettata da Omicron: e' una persona che, ritornando dal Sudafrica, e' stata sottoposta a test con genotipizzazione del campione, che e' risultato positivo alla variante Omicron, benche' la persona fosse stata vaccinata con ciclo completo.
Il paziente, che e' attualmente in quarantena, e' completamente asintomatico.
Riteniamo che lo stesso tipo di test andrebbe condotto a campione sulla popolazione in genere, per monitorare anche l'arrivo di Omicron da altre regioni d'Italia e non solo dal Sudafrica: credo che si potrebbero avere spiacevoli sorprese.
Il dato dei contagi di oggi, e' salito al (7.0%) ed e' visibile nel grafico dei contagi.
Ieri abbiamo detto che in questi dati dei contagi ci sembra di vedere presenti e quindi sommati insieme due diversi contributi.
Siccome questa quinta ondata colpisce prevalentemente le persone non vaccinate, se vogliamo evidenziarla dobbiamo sottrarre tutti i picchi rossi che il nostro modello attribuisce ai contagi delle persone vaccinate (in quanto guariscono in circa 3 giorni anziche' 30).
Se facciamo questa sottrazione il grafico della quinta ondata deve passare per le basi dei triangoli rossi e quindi la curva che rappresenta la quinta ondata e' la linea viola piu' spessa.
Questa nuova linea viola della quinta ondata potrebbe essere costituita dai seguenti due contributi:
  1. Un primo contributo costituito dalla linea viola piu' sottile, che rappresenta il contributo alla quinta ondata della variante Delta, che sale fino a raggiungere il picco dell'ondata previsto dal modello a soglia al 2.5%, per poi scendere dal picco come indicato dalla linea viola piu' sottile, che abbiamo indicato sulla destra del grafico con "Delta".
  2. Un secondo contributo che e' invece sempre crescente in modo piu' che lineare, che potrebbe essere dovuto, secondo noi, ad un'altra variante, che potrebbe essere Omicron, se e' vero che in Sudafrica e' diventata dominante in sole due settimane.
Questo secondo contributo sarebbe crescente in modo cosi' rapido da non permettere ormai piu' il riconoscimento visivo dei picchi rossi (da ora in poi servirebbe un'analisi dei dati al computer per poter estrarre i picchi in modo affidabile).

RISCONTRI DELL'IPOTESI: Se si osserva la curva dei decessi piu' estesa nel tempo si puo' notare che questa quinta ondata, con il 90% di vaccinati, sta producendo piu' decessi della quarta ondata (quella di agosto, con il 65% di vaccinati) e questo NON confermerebbe l'ipotesi che questi contagi presenti siano di Omicron, perche' in tal caso non produrrebbero decessi, in base a quanto si dice, anche da fonti autorevoli (O.M.S.); pero' 18 giorni fa ancora non era cominciata la salita rapida dei contagi, che noi potremmo imputare alla variabile Omicron (che prima non c'era, poi e' arrivata ed ha cominciato ad espandersi rapidamente).
Quindi i contagi sono tanti ma potrebbero ancora essere compatibili con quelli che la variante Delta e' in grado di produrre.
La ragione per cui i contagi Delta avrebbero prodotto tutti questi decessi in piu' rispetto a quelli della quarta ondata, potrebbe essere le temperature attuali, piu' basse di quelle della quarta ondata che era in agosto, che potrebebro rendere piu' gravi le conseguenze della sindrome, aumentando la probabilita' di decesso.
Un secondo riscontro possiamo ancora cercarlo nel numero dei decessi: la nostra linea viola (spessa) di riferimento per i contagi persistenti, quelli di persone non vaccinate, e' arrivata oggi al 5%, mentre 18 giorni fa era al 3.5%, che secondo le indicazioni del modello a soglia dovrebbero produrre oggi 60 decessi al giorno.
Dal grafico dei decessi si puo' vedere che e' proprio 60 il valore medio, rilevabile (tra picchi rossi e le relative valli nel grafico).
Questo conferma che TUTTI i contagi contenuti nella linea viola (spessa) 18 giorni fa contribuivano a produrre decessi: se contribuivano alla linea viola due varianti, allora entrambe producevano decessi, praticamente in egual misura.
Ma 18 giorni fa non era ancora partita la rapida crescita del secondo contributo: c'era gia' ma piccolo perche' eravamo proprio al picco della prima variante (Delta) ed il contributo della seconda variante c'era ma non era ancora prevalente, come si vede osservando il punto in cui era al 3.5% la linea viola.
Se nella curva della quinta ondata (linea viola nel grafico ) c'e' il contributo di un'altra variante, come lascerebbe intendere l'andamento successivo della linea viola, ed i decessi dovessero continuare ad essere cosi' alti allora la seconta variante ipotizzata non potrebbe essere Omicron ma dovrebbe essere qualche altro tipo di virus.
Questo sarebbe un risultato molto preoccupante, perche' indicherebbe che la componente rapidamente crescente nel grafico dei contagi sarebbe letale al pari della variante Delta (magari sarebbe la stessa variante Delta ma allora starebbe per superare la soglia critica, se non lo ha gia' fatto).
Una parola decisiva verra' dai dati dei decessi dei prossimi giorni, quando, andando a vedere quanti erano i contagi di 18 giorni prima, ci troveremo sul tratto rapidamente crescente della linea viola (dove l'effetto dell'eventuale seconda variante sarebbe piu' vistoso): allora se i decessi saranno calati rispetto alla previsione del modello a soglia (che e' di 60 decessi ogni 3.6% di contagi) vorra' dire che la seconda componente ipotizzata nella linea viola dei contagi della quinta ondata c'e' ed e' proprio Omicron (che NON produce decessi).
Per domani e' atteso l'effetto sulla riduzione dei contagi prodotto dalla disciplina del "super green-pass". Speriamo bene.

Per quanto riguarda i decessi il dato odierno di 86 e' un valore alto ma ben collocato sulla linea rossa da noi disegnata per indicare l'andamento crescente dei picchi rossi ed in definitiva dell'andamento della curva (valutabile a meta' dei picchi).
Continua a NON essere confermato l'indizio da noi segnalato della presenza di Omicron in Piemonte 18 giorni fa (perche' i decessi di oggi sono relativi ai contagi avvenuti 18 giorni fa).
Questo non inficia la nostra ipotesi che la curva dei contagi del Piemonte possa contenere oggi un contributo importante della variante Omicron, se e' vero che le bastano due sole settimane per divenire dominante rispetto alla Delta.
In ogni caso e' solo questione di tempo (poco), data l'alta trasmissibilita' rilevata per questa nuova variante Omicron.
Certamente l'effetto della presenza di Omicron sui dati dei decessi si vedra' comunque e presto, essendo i contagi della variante Omicron in rapida ascesa.
Se e' vero che non producono decessi allora la loro presenza dovrebbe alterare in modo ben rilevabile il rapporto tra contagi e decessi (18 giorni dopo) e, se questo accadra', ci permettera' di ricavare anche piu' facilmente quant'e' la frazione della variante Omicron rispetto alla Delta (dai dati dei decessi e' piu' semplice che dal "best fit" ai dati dei contagi).
I dati dei decessi ancora cosi' alti sembrano pero' confutare questa tesi, come abbiamo rilevato poc'anzi.
I dati dei prossimi giorni sicuramente ci aiuteranno a definire meglio la situazione, che appare piu' complicata dalla possibile presenza simultanea di due diverse varianti.

PER ORA QUESTA E' SOLO UN'IPOTESI ISTRUTTIVA (8 dicembre 2021)
L'ipotesi, per ora da considerare solo a fini didattici, e' quella di una presenza importante della variante Omicron nei contagi in Piemonte, descritta nel commento di ieri, e suggerita dall'andamento della linea viola nel grafico dei contagi , che rappresenta la quinta ondata (quella dei non vaccinati, perche' i contagi dei vaccinati sono nei picchi rossi).
I contagi Omicron sarebbero visivamente la differenza tra la curva viola superiore (quella piu' spessa delle due varianti insieme) e quella inferiore (piu' sottile, relativa alla sola variante Delta, disegnata in analogia con gli andamenti discendenti delle precedenti ondate). E' facile vedere come la decrescita della curva Delta accentua la crescita della curva Omicron (non disegnata), che assume cosi' un andamento esponenziale.
Se questa ipotesi fosse vera allora gia' adesso la maggior parte dei contagi sarebbe dovuta alla variante Omicron e quindi la maggior parte dei tamponi usati nei test molecolari dovrebbe contenere la variante Omicron.
Quindi e' molto facile verificare in modo diretto questa ipotesi: basta sequenziare le basi su un numero di tamponi statisticamente significativo (per esempio 100 o anche meno, di un solo giorno). Noi potremo verificarla in modo indiretto quando, tra una settimana circa, la media dei decessi giornalieri dovrebbe iniziare a diminuire lentamente nel tempo (perche' dovuti solo alla variante Delta).
Sarebbe importante per identificare la causa della crescita dei contagi, che sarebbe preoccupante se attribuibile alla variante Delta (perche' piu' nociva) e meno se invece potesse essere attribuita alla variante Omicron (che finora non ha causato alcun decesso nel mondo).
La situazione sarebbe questa: nei Paesi del centro Europa i contagi stanno salendo molto gia' da prima dell'arrivo della nuova variante Omicron, perche' la temperatura piu' fredda ha abbassato la soglia critica della variante Delta che e' quella che circolava e cosi' non avendo adottato inizialmente misure sufficienti ad arginare la salita dei contagi, hanno superato la soglia critica della variante Delta, che ha iniziato una crescita esponenziale dei contagi, che e' tuttora in corso.
L'Italia e' stata favorita dalla temperatura piu' mite che ha lasciato la soglia critica abbastanza piu' in alto da permetterci di non superarla mentre i contagi salivano.
Cosi', senza superare mai la soglia critica, i contagi hanno potuto raggiungere il livello di picco della quinta ondata, che in seguito all'alta percentuale di vaccinazioni raggiunta in Italia (vicina al 90%), si collocava intorno al 2.5%, secondo le indicazioni fornite dal modello a soglia.
Dopo aver raggiunto questo picco, senza che venisse innescata la crescita esponenziali dei contagi della variante Delta, i contagi della quinta ondata hanno iniziato a diminuire perche', in assenza del contributo della crescita esponenziale dei contagi provenienti dall'epidemia degli asintomatici (perche' non si e' superata la soglia critica), l'arrivo delle guarigioni dei primi contagiati di un mese prima e' risultato decisivo per imporre la discesa della curva dei contagi Delta dal picco di 2.5%.
Purtroppo pero', mentre la variante Delta da noi diminuiva (a differenza di Austria ed Olanda, per esempio, in cui continuava a salire per il superamento della soglia critica), e' accaduto un fatto imprevisto: l'arrivo della nuova variante Omicron, che e' stato piuttosto impetuoso per la sua maggiore contagiosita' che lo rende in grado di diventare dominante in solo due settimane.
Cosi' non abbiamo potuto gioire vedendo la discesa della variante Delta, perche' sovrastata dalla crescita della variante Omicron (nella curva dei contagi vediamo solo la somma dei contagi delle due varianti).
E' cosi' iniziata in Italia una nuova crescita di contagi Omicron che si e' andata a sommare indipendentemente a quella della variante Delta, che avrebbe raggiunto il suo picco per poi diminuire (in Italia) perche' non e' riuscita a superare la sua soglia critica, che era piu' bassa che in estate (quando era sopra al picco del 6% della quarta ondata di agosto, con il 65% di vaccinati) ma ancora piu' alta del 2.5% raggiunto da questa quinta ondata.
Cosi' i contagi Delta, dopo il picco, hanno potuto diminuire in Italia grazie alla temperatura piu' mite che ha mantenuto piu' alta la soglia critica della variante Delta ed alle numerose vaccinazioni che hanno abbassato il picco della quinta ondata al 2.5% (se le vaccinazioni fossero rimaste al 65% il picco dell'ondata sarebbe stato ancora al 6% e siamo convinti che avremmo superato anche noi, come gli austriaci e gli olandesi, la soglia critica della variante Delta (N.B. la soglia e' diversa a causa delle diverse contagiosita' delle due varianti).
Nel miscuglio di virus con cui sembra che abbiamo a che fare in questa quinta ondata la variante Delta starebbe quindi scomparendo lentamente (ci vorranno almeno un paio di mesi, come nelle discese di tutte le ondate precedenti) e cosi' anche ricoveri e decessi dovrebbero diminuire progressivamente.
La nuova variante Omicron invece, avendo una contagiosita' maggiore, crediamo abbia una soglia critica sotto al 2.5% ed ha cosi' iniziato la sua crescita esponenziale che portera' i suoi contagi sempre piu' in alto, se non si interviene per limitare la diffusione dei contagi.
Un buon provvedimento in questo senso si e' adottato in Italia dal 6 dicembre (il cosiddetto "super green-pass") e contiamo di vederne gli effetti gia' a partire dal 9 dicembre in termini di riduzione dei contagi.
Purtroppo il provvedimento non crediamo che sia stato sufficientemente tempestivo se l'ipotesi che stiamo considerando fosse vera, perche' la curva dei contagi e' gia' arrivata al 5% (linea viola nel grafico ).
Se non risultasse sufficiente, perche' tardivo, vedremo la crescita dei contagi attenuarsi ma sarebbe un risultato inutile di fronte ad una crescita esponenziale che continuerebbe, solo traslata un po' in avanti nel tempo.
Sarebbero allora necessari altri provvedimenti piu' restrittivi della circolazione delle persone, tanto piu' rigorosi quanto piu' tardi vengono presi.
A questo quadro allarmante si contrappone pero' la scarsa nocivita' presunta della variante Omicron, che difficilmente giustificherebbe misure cosi' estreme, che noi pero' abbiamo citato ugualmente per far conoscere tutti gli aspetti dell'evoluzione di questi fenomeni.
Essendo la diffusione di questa variante cosi' contagiosa, non ci sara' tempo per predisporre ed inoculare a tutti un vaccino specifico. C'e' da attendersi percio' che Omicron infetti in breve tempo tutte le persone infettabili, cioe' tutte quelle non vaccinate e probabilmente anche una parte di quelle vaccinate, perche' per esempio il primo italiano risultato infetto e con sintomi, dopo un viaggio nell'Africa australe, era una persona vaccinata.
Dopo questo primo arrivo rivelato in Italia Omicron si dovrebbe comportare come tutti gli altri coronavirus, insediandosi, secondo il modello a soglia, in forma endemica tra la popolazione italiana, mediante la sua specifica epidemia di asintomatici, che potrebbe pero' essere spazzata via, non appena divenisse disponibile un efficace farmaco antivirale specifico (che, ad esempio, per raffreddore ed influenza pero' non esiste ancora).
Non essendo granche' nocivo e' probabile che Omicron sia cosi' destinato a diventare come un altro tipo di raffreddore a cui ci dovremo abituare, sperando che non emergano poi danni a lungo termine come il long Covid, possibili ma per ora non prevedibili.
P.S. Perche' questa e' solo un'ipotesi? Perche' finora nessuno ha mai parlato di Omicron, ne' di alcun'altra nuova variante, in Piemonte! Quindi tutto questo dovrebbe essere solo frutto di fantasia (ma intanto Omicron si sta sicuramente espandendo ovunque).

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (7 dicembre 2021)
Il dato dei contagi di oggi, e' sceso al (6.6%) ed e' visibile nel grafico dei contagi.
E' fuori dubbio che con esso viene definito un nuovo picco rosso, in salita come i precedenti.
Va anche pero' precisandosi meglio l'andamento di questa quinta ondata, che ricordiamo colpisce principalmente le persone non vaccinate. Quindi se ne vogliamo indicare l'andamento nel grafico, dobbiamo sottrarre tutti i picchi rossi che il nostro modello attribuisce ai contagi delle persone vaccinate (in quanto guariscono in circa 3 giorni anziche' 30).
Se facciamo questa sottrazione il grafico della quinta ondata deve passare per le basi dei triangoli rossi e quindi la curva che rappresenta la quinta ondata e' la linea viola piu' spessa.
Questa nuova linea viola della quinta ondata ci appare come costituita da due contributi:
  1. Un primo contributo costituito dalla linea viola piu' sottile, che rappresenta il contributo alla quinta ondata della variante Delta, che sale fino a raggiungere il picco dell'ondata previsto dal modello a soglia al 2.5%, per poi scendere dal picco come indicato dalla linea viola piu' sottile, che abbiamo indicato sulla destra del grafico con "Delta".
  2. Un secondo contributo che e' invece sempre crescente in modo piu' che lineare, che potrebbe essere dovuto, secondo noi, alla variante Omicron, se e' vero che in Sudafrica e' diventata dominante in sole due settimane.
Una composizione di questi due contributi per riprodurre al meglio ed in modo piu' rigoroso i nostri dati reali e per ricavare la verosimiglianza della nostra ipotesi, si potrebbe fare con un computer ed un software di best-fit.

Il dato dei decessi di oggi in tutta Italia e' di 99.
Una visione globale, dal 9/5/2021 in poi, dell'andamento dei decessi giornalieri in Italia e' mostrato nel grafico seguente:



Per quanto riguarda i decessi il dato odierno di 99 e' tornato anch'esso ad un valore alto, ben collocato sulla linea rossa da noi disegnata per indicare l'andamento crescente dei picchi rossi.
Almeno per ora, quindi NON e' confermato l'indizio segnalato l'altroieri della presenza di Omicron in Piemonte 18 giorni fa (perche' i decessi di oggi sono relativi ai contagi avvenuti 18 giorni fa).
Questo non inficia minimamente la nostra ipotesi che la curva dei contagi del Piemonte possa contenere oggi un contributo importante della variante Omicron, se e' vero che le bastano due sole settimane per divenire dominante rispetto alla Delta.
In ogni caso e' solo questione di tempo (poco), data l'alta trasmissibilita' rilevata per questa nuova variante Omicron.
Certamente l'effetto della presenza di Omicron sui dati dei decessi si vedra' comunque e presto, essendo i contagi della variante Omicron in rapida ascesa.
Se e' vero che non producono decessi allora la loro presenza alterera' in modo ben rilevabile il rapporto tra contagi e decessi (18 giorni dopo) e questo ci permettera' di ricavare anche piu' facilmente quant'e' la frazione della variante Omicron rispetto alla Delta (dai dati dei decessi e' piu' semplice che dal "best fit" ai dati dei contagi).
I dati dei prossimi giorni sicuramente ci aiuteranno a definire meglio la situazione, che appare piu' complicata dalla possibile presenza simultanea delle due diverse varianti.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (6 dicembre 2021)
Il dato di oggi, e' rimasto stabile ad un livello molto alto (7.6%) ed e' visibile nel grafico dei contagi.
E' fuori dubbio, secondo noi, che si e' formato un nuovo picco a 7.7% ma su un fondo nettamente in salita, ben rappresentato dalla linea viola da noi disegnata ormai diversi giorni fa.
I nostri commenti su questa linea viola cosi' ripida sono gli stessi fatti nei giorni scorsi, che ipotizzano la presenza anche della nuova variante Omicron, che acquista sempre piu' credito con il passare dei giorni, perche' l'alternativa sarebbe stata un inizio di crescita esponenziale dei contagi Delta per superamento della soglia critica.
Essendo passati pero' gia' molti giorni da quando la linea viola ha lasciato il picco previsto al 2.5% della quinta ondata, non ci sembra proprio che la salita sia di tipo esponenziale, per cui riteniamo di essere sotto alla soglia critica della variante Landa.
Arrivati a questo punto, ancora sotto la soglia, dovremmo rimanerci anche per i prossimi giorni, poiche' proprio oggi e' entrata in vigore la disciplina del super green-pass, che certifica il completamento del ciclo vaccinale delle persone, per lasciarle circolare senza limitazioni.
La conseguente limitazione alla circolazione delle persone non vaccinate dovrebbe ridurre di molto la produzione di nuovi contagi e noi ci aspettiamo di trovarne un riscontro nella riduzione dell'ampiezza dei picchi rossi dei prossimi giorni e forse, finalmente, anche nella discesa del picco della quinta ondata, secondo l'andamento accennato dalla linea viola piu' sottile, indicata come Landa nel grafico.
Ovviamente la crescente presenza di contagi della variante Omicron non ci fara' vedere la discesa della curva Landa ma noi speriamo di poterla rilevare ugualmente.

Per quanto riguarda i decessi il dato odierno di 92 decessi e' tornato ad un valore alto, anche superiore a quelli dei giorni precedenti, ben collocato sulla linea rossa da noi disegnata per indicare l'andamento crescente dei picchi rossi.
Almeno per ora, quindi rientra l'indizio segnalato ieri della presenza di Omicron in Piemonte ma non e' importante perche' riteniamo che sia solo questione di tempo (poco), data l'alta trasmissibilita' rilevata per questa nuova variante Omicron.
Certamente l'effetto della presenza di Omicron sui dati dei decessi ci sara' comunque e presto, essendo i contagi della variante Omicron in rapida ascesa e se e' vero che non producono decessi allora la loro presenza alterera' in modo ben rilevabile il rapporto tra contagi e decessi e questo ci permettera' di ricavare facilmente quant'e' la frazione della variante Omicron rispetto alla Delta.
I dati dei prossimi giorni sicuramente ci aiuteranno a capire meglio la situazione, che appare sempre piu' ingarbugliata.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (5 dicembre 2021)
Il dato di oggi, sceso a 7.7% dopo quello di ieri a 6.1%i, e' visibile nel grafico dei contagi.
Abbiamo disegnato il picco precedente e questo nuovo dato cosi' alto dovrebbe preludere ad un altro picco rosso, che si pone anch'esso lungo la linea viola in rapida salita da noi disegnata per indicare l'intervento di una diverso contributo ai contagi che abbiamo ipotizzato essere la presenza della variante Omicron, che essendo piu' contagiosa potrebbe giustificare una pendenza cosi' decisamente in salita della curva della quinta ondata (senza dover pensare al superamento della soglia critica della variante Delta, che ci auguriamo non avvenga).
E' certo comunque che la rapidita' di salita della curva dei contagi, al di la' della presenza dei picchi, ci preoccupa non poco, perche' la linea viola che rappresenta l'andamento della quinta ondata (quella dei non vaccinati, perche' i vaccinati contribuiscono ai contagi con i picchi rossi) sale troppo rapidamente.
Ci auguriamo che l'incremento dei controlli alla circolazione delle persone, costituiti dal "super" green-pass (ristretto alle sole persone che hanno completato il ciclo vaccinale), che inizia da domani, possa ridurre la frequenza dei contagi.
Lo sapremo nei prossimi giorni. Speriamo nel frattempo di non superare la soglia critica della variante Delta, perche' questo e' il vero pericolo; Omicron, se e' vero quello che si dice, non la fermera' nessuno pero' non e' molto nociva, quindi ci preoccupa meno della variante Delta.
Se le informazioni che ci sono arrivate finora sulla variante Omicron sono giuste e se l'incremento di contagi che stiamo vedendo fosse dovuto in buona parte alla variante Omicron NON dovremmo avere un corrispondente incremento di ricoveri e decessi.
Potrebbe essere un riscontro indiretto sull'ipotesi dell'effetto di Omicron nei dati che stiamo analizzando.
Sarebbe una cosa positiva, perche' allora i contagi della variante Delta potrebbero addirittura non aver superato il livello del 2.5% circa, previsto dal modello a soglia per questa quinta ondata.
Questi dati non ci permettono di discriminarle ma una differenza importante c'e' tra le due varianti: Omicron sembra che non produca ricoveri e decessi. Se la crescita dei contagi che stiamo vedendo e' tutta dovuta alla variante Delta i dati dei ricoveri e quelli dei decessi saliranno correlati ai dati dei contagi come nel passato.
Se invece nella salita dei contagi ci fosse un significativo contributo di Omicron allora ricoveri e decessi non dovrebbero risentirne, dopo il numero di giorni tipico del decorso delle patologie indotte dalla Delta (18 giorni per i decessi).

Per quanto riguarda i decessi il dato odierno di 43 decessi e' decisamente inferiore a quelli dei tre giorni precedenti, per cui, se il dato e' giusto (cioe' non e' da considerare come un dato "della domenica"), questo potrebbe essere un primo indizio che una presenza di Omicron in Piemonte c'e' (non risulta che Omicron sia letale: finora nessun decesso risulta dovuto ad Omicron nel mondo).
I 43 decessi di oggi sono relativi a contagi avvenuti 18 giorni fa, cioe' intorno al 17 novembre, quando i contagi erano al 4%, cioe' poco sopra al livello di 2.5% previsto come picco della quinta ondata.
Ricordiamo che per la variante Delta il modello a soglia prevede che al 3.6% di contagi corrispondono ogni giorno 60 decessi (18 giorni dopo). Questo vuol dire che i 43 decessi di oggi corrispondono ad un livello di contagi (in Italia) del 2.6%, che e' proprio il livello di picco previsto della quinta ondata, dopo il quale i contagi Delta dovrebbero iniziare la discesa per l'arrivo delle guarigioni dei contagiati di 30 giorni prima.
Questo piccolo numero di decessi potrebbe essere quindi un primo, per ora debole, indizio della presenza di Omicron. Nei prossimi giorni potremo essere piu' precisi su questo criterio discriminante, che potrebbe addirittura permetterci di determinare qual'e' la quota percentuale di contagi Omicron tra quelli rilevati. Soprattutto se i decessi NON salissero, come hanno fatto invece i contagi.
Se cio' accadesse vorrebbe dire che i contagi Delta sono ad un livello abbastanza inferiore a quanto pensavamo, per cui si allontanerebbe il rischio di superamento della soglia critica e chissa' magari i contagi Delta potrebbero essere addirittura in discesa dopo il picco della quinta ondata, senza che noi ce ne fossimo accorti, a causa della crescita dei contagi Omicron. Ma non prendeteci troppo sul serio: per ora questo e' solo un frutto di fantasia.
Tutto cio' tenendo conto che i decessi sono di tutta l'Italia mentre i contagi che noi analizziamo sono del solo Piemonte (che pero' per la variante Omicron crediamo possa essere abbastanza rappresentativo di tutte le regioni d'Italia, non per la variante Delta).

Un avvertimento: Essendo tutte varianti del Sars-CoV-2 non vediamo ragione per cui il modello a soglia non possa applicarsi anche alla variante Omicron. Quindi dobbiamo attenderci che instaurera' un'epidemia di asintomatici e che avra' una soglia critica inferiore a quella della Delta, perche' e' piu' contagiosa.
La sua si presenterebbe quindi come una pandemia inarrestabile che avrebbe messo in ginocchio ed affamato tutto il mondo se fosse stata anche molto nociva, cosa che fortunatamente sembra non sia.
La sua bassa soglia critica unitamente allo scarso allarme che induce per la sua scarsa nocivita' (e per i costi enormi che comporterebbe il tentativo di contrastarla), rendera' ovunque impossibile evitare la crescita esponenziale dei suoi contagi con la conseguenza che in tempi abbastanza brevi l'intera umanita' ne sara' infettata.
Dobbiamo sperare che l'immunita' naturale che verra' generata sia permanente cosi' il problema dovrebbe finire li'.
Questo pero' deve valere come un bel campanaccio d'allarme per farci capire il pericolo gravissimo che si nasconde dietro alle mutazioni di questo virus. La stessa pandemia di Omicron costituisce un gravissimo pericolo per il rischio che comporta di produzione di nuove varianti.
Se vale anche peri i virus la selezione naturale delle specie allora sono arrivati a noi proprio quei virus che sono piu' efficienti ad aggredire le specie animali, perche' solo cosi' i virus possono continuare ad esistere.
C'e' da attendersi cosi' che le specie attualmente esistenti sul pianeta riescano con la necessaria efficienza a produrre varianti dotate delle caratteristiche giuste per assicurare la continuazione del processo d'infezione pandemica, che assicura loro di continuare ad esistere.
Il futuro ci appare percio' oscuro ed e' possibile che dovremo prepararci ad affrontare in futuro minacce ancora peggiori di questa di Omicron.

ESERCIZIO: VALUTARE LA PERCENTUALE DI CONTAGI OMICRON PRESENTI. Se consideriamo solo i dati dei contagi che noi abbiamo, che sono quelli del Piemonte, sappiamo che essi rappresentano per difetto i contagi di tutta Italia, perche' sono piu' bassi.
Il modello a soglia prevede che 18 giorni e' il ritardo medio del decesso rispetto al momento del contagio e che al 3.6% di contagi corrispondono 18 giorni dopo 60 decessi.
18 giorni fa i contagi in Piemonte erano circa il 4%, a cui devono corrispondere 67 decessi al giorno secondo il modello.
I decessi di oggi sono 43, cioe' il 64% dei 67 che avrebbero dovuto essere (quindi solo 2 virus su 3 sono Delta, mentre 1 su 3 produce contagi ma non decessi).
Percio' se i contagi in tutta Italia fossero come quelli del Piemonte ed i decessi fossero veramente 43 allora potremmo dedurre che solo 2 virus su 3 sono Delta ed il rimanente 1 su 3 sarebbe Omicron, che e' rilevato dai test ma non produce decessi.
In realta', siccome i contagi in Italia sono di piu' che in Piemonte, 18 giorni fa erano piu' del 4% e cosi' anche i decessi giornalieri erano piu' di 67, per cui i 43 decessi di oggi sarebbero una frazione di variante Delta inferiore al 64% e la variante Omicron avrebbe cosi' una presenza superiore al 36%.
Con piu' precisione la stessa analisi, che usa i dati del modello a soglia, si potrebbe fare regione per regione, con i relativi dati sia dei contagi che dei decessi.

MONITORARE DELTA E OMICRON: Tutto quanto detto vale se questa comparsa di dati sui decessi inferiori a quanto ci dovremmo attendere fosse vera (per ora c'e' solo il dato di oggi, su cui pero' non abbiamo motivo di dubitare). In ogni caso anche se non fosse vera certamente cio' accadra' comunque e presto, perche' i contagi della variante Omicron sono in rapida ascesa e se e' vero che non producono decessi allora la loro presenza alterera' in modo ben rilevabile il rapporto tra contagi e decessi.
Finche' la presenza di Omicron continua nel tempo, il metodo qui' descritto potrebbe diventare un modo molto semplice di monitorare anche quantitativamente la presenza di Omicron.
Sarebbe un fatto molto importante, perche' la percentuale di Delta presente sara' sempre piu' sovrapposta alla presenza di Omicron che ne impedira' la determinazione quantitativa, in assenza di un metodo semplice e rapido che permetta di distinguere le varianti Omicron e Delta (non ci sembra possibile associare a cosi' tanti test molecolari quotidiani un sequenziamento veloce delle basi nei singoli campioni).
Poter monitorare la frazione di variante Delta e' fondamentale per la sua maggiore nocivita' e quindi per il maggiore rischio connesso ad un superamento della sua soglia critica.
Questo problema sarebbe ingigantito in presenza di Omicron oltre la sua soglia critica quindi in espansione esponenziale (cosa che secondo noi certamente accadra'), insieme alla variante Delta sotto alla sua soglia critica (perche' meno contagiosa), eventualita' del tutto verosimile, perche' le due soglie sono certamente diverse. In tal caso dovremmo regolare gli interventi di contenimento dei contagi sulla base della percentuale della sola variante Delta, per mantenerne il livello sempre sotto alla soglia critica.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (4 dicembre 2021)
Il dato di oggi, sceso a 6.1%i, e' visibile nel grafico dei contagi.
I picchi rossi finora sono stati tutti larghi 4 giorni, quindi con il dato di oggi che e' sceso siamo in grado di disegnare un altro picco rosso nel grafico, che disegneremo pero' domani.
E' confermato l'andamento in salita ormai definitivo dei picchi rossi secondo la linea viola che abbiamo tracciato i giorni scorsi ipotizzando un contributo anche della nuova variante Omicron.
Rimane ormai non piu' atteso l'inizio della prevista discesa della curva della quinta ondata (la linea viola "Delta"), quella dei non vaccinati.
Non sembra pero' ancora innescata la crescita esponenziale dei contagi, per cui dovremmo essere ancora in tempo per intervenire con misure tempestive mirate a bloccare questa salita dei contagi, come quelle descritte nel commento che segue (di oggi). Sara' interessante vedere l'effetto sui picchi rossi dell'entrata in vigore della nuova disciplina con il "super green-pass" da lunedi' (e' quello che certifica il completamento del ciclo vaccinale).
Riteniamo che un effetto rilevabile ci sara', rimane da vedere quanto significativo.

Per quanto riguarda i decessi il dato odierno di 75 decessi e' praticamente uguale a quelli dei due giorni precedenti, per cui il nostro commento rimane invariato.

COSA STA SUCCEDENDO (4 dicembre 2021)
Ce lo fa capire molto facilmente il modello a soglia: l'andamento che avrebbe dovuto avere la questa quinta ondata e' quello indicato dalla linea viola nel grafico dei contagi (la linea viola discendente "Delta").
Pero' le attivita' umane in Piemonte, probabilmente mediante varie manifestazioni e cortei, hanno prodotto quegli incrementi di contagi indicati dai numerosi picchi rossi.
Questi picchi rossi rendono perfettamente visibili questi apporti di contagi che modificano la curva dei contagi nel modo seguente:
  1. Le persone vaccinate che sono state contagiate, siccome guariscono e smettono di essere positive al test in un tempo breve (da 2 a 4 giorni), sono responsabili della discesa dei picchi rossi.
  2. Pero' come sono state contagiate le persone vaccinate, cosi' sono state contagiate anche le persone non vaccinate, che guariscono in 30 giorni. Quindi i loro contagi appaiono nel grafico con un contributo "a gradino" che rimane nascosto dal picco rosso dei vaccinati. Pero' una volta terminato il picco rosso, dopo 4 giorni, rimane l'incremento in salita apportato alla curva dai contagi dei non vaccinati, che guariranno dopo 30 giorni.
    Cosi' ad ogni picco corrisponde un incremento alla curva dei contagi pari a circa 1/10 dell'altezza del picco rosso, perche' le persone ancora non vaccinate sono il 10% (ed i vaccinati il 90% circa)
Ogni picco rosso cosi' spinge sempre piu' in alto la curva dei contagi e siccome i picchi sono stati molti la curva non e' potuta diminuire come previsto dal modello a soglia (grazie alle guarigioni, che pure continuano ad avvenire), dopo aver raggiunto il livello del 2.5%, previsto dal modello.
La curva (linea viola) ha superato cosi' il 2.5% e sta ancora salendo, di picco in picco, finche':
  • Le persone smettono le attivita' che stanno producendo questi contagi ed allora la curva viola, che e' la vera quinta ondata, cioe' quella dei non vaccinati, iniziera' la discesa per la prevalenza delle guarigioni dei contagiati di 30 giorni prima.
  • Oppure le attivita' che stanno producendo questi contagi continuano ed allora la curva dei contagi, salendo di gradino in gradino, superera' la soglia critica del virus dominante (Delta od Omicron) e cosi' interverra' un'altra sorgente di nuovi contagi in crescita esponenziale, che e' l'epidemia degli asintomatici.
    A quel punto l'epidemia si autoalimentera' indipendentemente dal contributo delle attivita' umane e la crescita dei contagi diverra' continua (in modalita' esponenziale).
Tutto cio' fa capire molto bene che solo gli uomini, con le loro attivita' che producono contagi, hanno l'intera responsabilita' di determinare quello che succedera', perche' i picchi rossi sono prodotti dall'uomo (il caso od il fato non c'entrano).

COME SI PUO' EVITARE CHE ACCADA: Se questo e' vero, e noi non abbiamo motivo di credere che non lo sia, allora gli uomini stessi hanno la possibilita' di impedire che cio' accada.
Per riuscirci devono individuare le cause che generano i picchi rossi di contagi nel grafico dei contagi e rimuoverle tempestivamente: il picco dura mediamente tre giorni e dovrebbe essere rivelato tre giorni dopo l'evento.
Quindi allora e' tardi per bloccare la diffusione in corso di quei contagi ma stiamo parlando di eventi molto vistosi e che si ripetono, almeno attualmente, molto spesso (uno dopo l'altro).
Quindi possiamo anche arrivare tardi per bloccare gli effetti del primo picco ma non dovrebbe essere difficile con le coincidenze temporali arrivare ad identificare di che evento si tratta.
Una volta identificato il tipo di evento si dovranno impedire tutti gli altri eventi futuri di quel tipo.
Questo regione per regione e sara' facile poi avere un riscontro dell'efficacia degli interventi, perche' piu' si procede con gli interventi e piu' si deve osservare una riduzione dei picchi rossi successivi.
In questo modo si possono ridurre gli apporti (cioe' gli incrementi "a gradino") di contagi fino a ridurli ad un totale inferiore al numero di guarigioni in atto (quelle dei contagiati di 30 giorni prima) ed allora la curva dei contagi prende l'andamento discendente ed il pericolo di superamento della soglia critica e' scampato.
Questo e' ovviamente possibile solo PRIMA del superamento della soglia critica, grazie all'alta percentuale di vaccinazioni fatte che rende cosi' vistosi i picchi dei contagi delle persone vaccinate (quelle che guariscono in soli 3 giorni).
Questa maggiore accentuazione dei picchi stretti (quelli rossi) ora che le vaccinazioni sono arrivate al 90%, costituisce una conferma della correttezza della nostra interpretazione dei picchi come prodotto dei contagi delle persone vaccinate.
Un altro beneficio delle vaccinazioni e' quello di evidenziare maggiormente con questi picchi rossi i singoli contributi alla crescita della curva dei contagi, che rivestono un ruolo decisivo nella crescita dei contagi e nel rischio di superamento della soglia critica.
DOPO che la crescita esponenziale dei contagi e' iniziata, l'unica cosa che rimane da fare e' solo quella di impedire che i contagi avvengano, impedendo alle persone di venire in contatto con estranei (lockdown).

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (3 dicembre 2021)
Il dato di oggi e' identico al 7.1% di ieri, visibile nel grafico dei contagi.
I picchi rossi finora sono stati tutti larghi 4 giorni. Quindi se il dato di domani scende abbastanza siamo ancora in tempo per disegnare un altro picco rosso nel grafico.
Se invece il dato di domani salisse ancora allora non si tratterebbe piu' di incrementi di contagi dovuti alle attivita' umane ma a qualcosa di diverso, cioe' potrebbero essere incrementi dovuti a:
  1. La comparsa in Piemonte di un apporto della nuova variante Omicron, che secondo noi e' ormai ben piu' diffusa di quanto lasciano intendere i media.
  2. Oppure, Dio non voglia, abbiamo rotto l'equilibrio tra contagi e guarigioni nell'epidemia degli asintomatici (cioe' abbiamo superato la soglia critica della variante Delta) ed allora sarebbe iniziata la crescita esponenziale dei contagi, come in Austria per intenderci, alimentata dai contagi prodotti dall'epidemia degli asintomatici, che avrebbero superato in numero le guarigioni che la mantenevano in equilibrio.
Se questo fosse il caso, allora da oggi in poi tutti i dati dei contagi saranno sempre in salita.
Va osservato che nella quarta ondata il picco e' stato al 6% ma con il 65% di vaccinati (era agosto).
Ora con il 90% il modello a soglia prevedeva un picco della quinta ondata al 2.5%, mentre siamo arrivati al 7%.
Anche se ora la temperatura e' piu' bassa, un tale aumento di contagi, se confermato, ci sembra francamente un po' eccessivo.

Per quanto riguarda i decessi il dato odierno di 74 decessi e' praticamente uguale a quello di ieri, per cui vale lo stesso commento.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (2 dicembre 2021)
I contagi dal 4.4% dell'altro ieri sono saliti al 5.7% di ieri ed ora sono saliti ancora di piu' al 7.1%, visibile nel grafico dei contagi : potete osservare che il 7.1% si colloca ben oltre alla linee viola (N.B. se il grafico non contenesse il dato di oggi cancellate la cache del browser e poi ricaricate la pagina).
Noi non sappiamo cosa sta succedendo e cerchiamo di capirlo indagando sulle tracce che lascia la pandemia nel suo procedere, cioe' dalla curva dei contagi.
Come avevamo anticipato nei giorni scorsi, se questa salita dei contagi non scendesse domani a formare un altro picco rosso allora potrebbe essere dovuta a:
  1. La comparsa in Piemonte di un apporto della nuova variante Omicron, che secondo noi e' ormai ben piu' diffusa di quanto lasciano intendere i media.
  2. Oppure, Dio non voglia, abbiamo rotto l'equilibrio tra contagi e guarigioni nell'epidemia degli asintomatici (cioe' abbiamo superato la soglia critica della variante Delta) ed allora sarebbe iniziata la crescita esponenziale dei contagi, come in Austria per intenderci.
Questo se da oggi in poi tutti dati saranno sempre in salita.
Se invece il dato di domani scendera' in maniera significativa, come ci auguriamo, allora questa salita sarebbe tutta di contagi Delta, prodotti dalle attivita' umane; allora ci dovremo aspettare la solita discesa dall'ennesimo picco rosso, dovuta alla guarigione rapida dei contagiati vaccinati.
Rimarrebbe da stigmatizzare in questo caso tutte le attivita' con assembramenti di persone, che ci sarebbero state in Piemonte e che avrebbero causato il forte incremento dei contagi, perche' sarebbero avvenute in barba a tutte le raccomandazioni delle persone in grado di capire la situazione in cui ci troviamo.

Per quanto riguarda i decessi il dato odierno di 72 decessi conferma il picco rosso che abbiamo disegnato, che ha superato pero' la linea rossa che univa tutti i picchi precedenti, indicando un andamento ancora piu' crescente.
Se dovessimo estendere la linea rossa con questi dati il risultato sarebbe molto preoccupante. Percio' aspettiamo ancora a farlo.
La curva dei decessi corrisponde ad uno sguardo su quelli che erano i contagi 18 giorni prima (in assenza di forti variazioni di temperatura), cioe' uno sguardo sul passato dei contagi, una piccolissima frazione dei quali hanno portato ad un esito letale.
L'andamento dei decessi gia' preoccupante per la tendenza in salita mostrata dai dati dei picchi rossi nel grafico, che noi abbiamo evidenziato con una linea rossa abbastanza ripida che passa per tutti i picchi rossi, e' stata superata dal dato di oggi.
I picchi sono uno a settimana, centrati sul martedi' ed erano 6, per un mese e mezzo di dati, che compresi i 18 giorni di ritardo tra contagio e decesso corrispondono ai contagi dai primi di ottobre, piu' o meno dall'inizio della quinta ondata che nel grafico della quinta ondata inizia dal 6 ottobre (come vedete nel titolo del grafico).
Quindi tutto il tratto a picchi rossi nel grafico dei decessi corrisponde alla quinta ondata.
La struttura a picchi l'abbiamo gia' commentata ma il dato di oggi accentua le nostre preoccupazioni per una quinta ondata che doveva gia' essere finita e che invece ora sta prendendo una brutta piega.

LEZIONE 56: COME CRESCONO I CONTAGI (2 dicembre 2021)
Vai a:   Lezione 55   ,   Lezione 57
Il parametro decisivo che determina il modo di evolversi di un'epidemia e' il tempo di guarigione.
  • Se il tempo di guarigione e' zero non c'e' epidemia: le persone non si infettano.

  • Se il tempo di guarigione e' lunghissimo (infinito) l'epidemia si sviluppa seguendo una progressione di tipo geometrico: se ogni giorno un contagiato contagia altre R persone, che a loro volta iniziano a contagiarne altre, la progressione dei contagi e':
    1. dopo 1 giorno le persone contagiate saranno 1 + R
    2. dopo 2 giorni saranno 1 + R + R*(1+R) = 1 + 2*R + R^2
    3. dopo 3 giorni saranno 1 + 2*R + R^2 + R*(1+2*R+R^2) = 1 + 3*R + 3*R^2 + R^3
    4. dopo 4 giorni saranno 1 + 3*R + 3*R^2 + R^3 + R*(1+3*R+3*R^2+R^3) = 1 + 4*R + 6*R^2 + 4*R^3 + R^4
    5. dopo 5 giorni saranno 1 + 4*R + 6*R^2 + 4*R^3 + R^4 + R*(1+4*R+6*R^2+4*R^3+R^4) = 1 + 5*R + 10*R^2 +10*R^3 + 5*R^4 + R^5
    6. ecc.
    Se e' R>1 il termine dominante e' R^N, dove N e' il numero di giorni trascorsi, e la progressione diverge in modo esponenziale.
    L'epidemia allora investe progressivamente tutta la popolazione, vengono infettati tutti e nessuno guarisce.

  • Se il tempo di guarigione T e' intermedio (per esempio 30 giorni) allora la progressione cresce per T giorni ma dal giorno T+1 comincia ad intervenire un termine negativo delle guarigioni, pari al numero di contagi prodotti nel giorno 1 e cosi' via, al giorno T+2 vengono sottratti i contagi del giorno 2, ecc.
In quest'ultimo caso, che e' quello del Sars-CoV-2, la progressione al netto delle guarigioni diventa percio' la differenza tra due progressioni entrambe divergenti: quella scritta sopra meno la stessa calcolata T giorni prima e si capisce che il risultato e' fortemente dipendente dal tempo di guarigione T, che e' caratteristico del tipo di virus: piu' T e' lungo e peggiore e' l'epidemia.
T e' lungo quando la persona non e' vaccinata, perche' il sistema immunitario deve produrre gli anticorpi, cosi' fatica a prevalere sui virus patogeni e la guarigione avviene in 30 giorni.
Se invece la persona e' vaccinata i virus trovano gli anticorpi gia' pronti ad "accoglierli", quindi vengono fatti fuori in fretta ed in questo caso T e' breve (la persona guarisce in un paio di giorni, invece di 30).
In ogni caso la progressione (epidemia) cresce indisturbata fino al giorno T, perche' fino ad allora non ci sono guarigioni.
Poi dal giorno T+1 arriva l'apporto discendente delle guarigioni che dapprima e' piccolo ma poi cresce sempre piu' fino ad arrivare al suo massimo che e' al giorno T+T.
Quindi la curva dei contagi cresce esponenzialmente nei primi T giorni poi la crescita si attenua per l'arrivo delle guarigioni che raggiunge il suo massimo dopo altri T giorni.
Pero' la prima crescita esponenziale, essendo partita prima, continuerebbe ad essere dominante ed a spingere in alto la curva dei contagi, mentre vediamo nella realta' che le ondate raggiungono un massimo per poi diminuire.
Da cio' deduciamo che la crescita esponenziale iniziale dell'ondata ad un certo punto deve raggiungere un limite di "saturazione", in cui la crescita smette di essere esponenziale (verosimilmente per la diminuzione delle persone infettabili per aumento delle immunizzazioni).
In queste condizioni diventa dominante la spinta in discesa delle guarigioni, che e' esponenziale come esponenziale era stato l'inizio dell'ondata che ha prodotto i contagi che stanno guarendo, e la curva dei contagi inizia la sua discesa: e' il picco dell'ondata.

L'EPIDEMIA DEGLI ASINTOMATICI: Nella sua discesa la curva arriva a zero? Certo che no.
Andrebbe a zero se dopo il picco la produzione di contagi finisse, perche' allora tutti i contagiati arriverebbero a guarigione ma nella discesa della curva le persone contagiate continuano a produrre altri contagi.
Succede allora che si raggiunge un livello di equilibrio al quale le guarigioni, che ormai sono diventate poche eguagliano il numero dei nuovi contagi e questa condizione di equilibrio instaura un'epidemia permanente, che e' quella che abbiamo chiamato epidemia degli asintomatici, dato che il virus Sars-CoV-2, per non farsi scoprire, lascia quasi tutte le persone contagiate senza sintomi.
E' questa una caratteristica subdola di questo virus che rende le persone contagiate inconsapevoli di esserlo e rende cosi' invisibile l'epidemia, che perpetua un allevamento di colture virali nelle persone infettate, garantendo cosi' a questi coronavirus la permanenza in forma endemica tra la popolazione.
Questo equilibrio tra guarigioni e nuovi contagi s'instaura ad un livello di contagi un po' piu' alto se c'e' un piccolo apporto di contagi esterno all'epidemia degli asintomatici (cioe' che si aggiunge ai contagi prodotti dagli asintomatici), prodotto dalle attivita' umane.
L'equilibrio tra guarigioni e nuovi contagi puo' essere anche piu' basso in presenza di una maggiore percentuale di immunizzati (per esempio da vaccinazione).
Questa condizione di equilibrio mantiene stabilmente un livello di fondo dei contagi che e' quello che abbiamo chiamato il fondo degli asintomatici, dove i contagi sono prodotti sia dagli asintomatici che dalle attivita' umane.
Una produzione non trascurabile di contagi causati dalle attivita' umane puo' percio' mantenere un livello di fondo dei contagi piu' alto.

L'ONDATA EPIDEMICA: Quando pero' si esagera producendo molti contagi allora il loro contributo apporta tanti incrementi "a gradino" (perche' i contagi guariscono solo dopo T=30 giorni nel caso del Sars-CoV-2) nella curva dei contagi e le guarigioni, che derivano dai contagi di 30 giorni prima, non riescono piu' a mantenere bassa la curva dei contagi che inizia cosi' a salire. E' l'inizio di una nuova ondata, se l'apporto di contagi continua.
L'apporto di contagi continua piu' facilmente se fa freddo: infatti ad indurre una maggiore crescita di contagi nei Paesi del centro Europa ci sono oggi sicuramente le temperature piu' basse che in Italia e questo dovrebbe metterci in ALLARME, perche' a dicembre anche da noi fara' piu' freddo.
La salita della curva e' determinata da questi contagi che si vanno ad aggiungere a quelli che continuano ad essere prodotti dall'epidemia degli asintomatici. E cosi' la curva sale per un mese finche' non cominciano ad arrivare le guarigioni dei contagi iniziali dell'ondata.
La grande maggioranza dei contagiati dell'ondata non presenta sintomi e va percio' ad aumentare il numero di asintomatici che partecipano all'epidemia degli asintomatici, che vorrebbe crescere esponenzialmente secondo le regole sopra esposte ma non ci riesce perche' gli incrementi di contagi che arrivano dall'interno dell'epidemia si equilibrano con le guarigioni.

LA SOGLIA CRITICA: potrebbe accadere pero' che gli incrementi di contagi che arrivano dall'esterno, cioe' dalle attivita' umane, siano cosi' intensi da innescare la crescita esponenziale non piu' limitata dalle guarigioni che non riescono piu' allora ad impedire la progressione geometrica della produzione dei contagi.
La condizione importante perche' questo possa avvenire e' la concentrazione nel tempo degli incrementi di contagi, oltre ad un alto livello di contagi (quanto e' difficile da sapere ma si puo' determinare osservando quando avviene).
Quello su cui tutti devono meditare responsabilmente e' che questo incremento dei contagi non e' dovuto al caso o al fato ("l'epidemia cresce negli altri Paesi, quindi tra poco crescera' pure da noi") ma L'INNESCO DELLA CRESCITA ESPONENZIALE E' SOLO OPERA DELL'UOMO, che inconsapevole del pericolo, perche' IGNARO di questi meccanismi di evoluzione dell'epidemia, partecipa a numerosi assembramenti, affollati e senza cautele, che contribuiscono a produrre poi conseguenze catastrofiche, una volta che la curva dei contagi ha superato una certa soglia.
E' questa la soglia critica alla quale la crescita dei contagi, divenuta esponenziale, non dipende piu' ne' dalle guarigioni, ne' dagli incrementi di contagi prodotti dalle attivita' umane: se questi smettono di essere prodotti la curva dei contagi continua a salire lo stesso, perche' alimentata dalla crescita ormai esponenziale dei contagi prodotti dall'epidemia degli asintomatici, che puo' essere bloccata solo impedendo ai contagi di trasmettersi da persona a persona (lockdown).
La novita' e' che dopo il superamento della soglia critica l'epidemia si autoalimenta e cresce fuori controllo.
Spesso, per far capire, con dati reali, cosa puo' accadere quando si supera la soglia critica, abbiamo riportato il grafico dei decessi in Russia , dove l'effetto della crescita esponenziale dell'epidemia degli asintomatici e' indicata con una linea bianca.

COME SE NE ESCE: E' questa una situazione non piu' gestibile, perche' il nemico, che produce i contagi a non finire che fanno salire la curva, e' invisibile: e' l'insieme di tutti gli ignari asintomatici che non sappiamo chi sono, sono tantissimi ed circolano ovunque.
Per questo l'unico rimedio che ci rimane per bloccare la crescita dei contagi e salvare chi non e' immunizzato e' attualmente il lockdown generale, perche' la gente non sa, non vuole e comunque non riesce a bloccare i contagi con la necessaria efficienza.
Dev'essere chiaro a tutti che, una volta che una persona non vaccinata viene contagiata, rimane tale per 30 giorni, quindi il lockdown generale non fa calare i contagi, ne blocca solo la crescita ulteriore. I contagi calano solo per l'arrivo delle guarigioni, che sono sempre quanti erano i contagi di 30 giorni prima.
Se il lockdown si fa tardi, quando la curva dei contagi e' ormai in forte crescita, la maggior parte dei contagi esistenti sono recenti e quindi per la loro guarigione bisogna attendere piu' giorni: di conseguenza i contagi calano allora piu' lentamente.
Percio', nel momento che e' iniziata la crescita esponenziale dei contagi, NON e' bene adottare il lockdown il piu' tardi possibile, perche' tutti siano convinti che e' necessario farlo (se no si possono perdere consensi), perche' a quel punto si e' consentito ai virus di riprodursi moltissimo e piu' virus ci sono in giro e piu' danni fanno.
Omicron: per ora sappiamo che ha una contagiosita' maggiore di Delta (quindi R e' maggiore) ma ancora non conosciamo il suo tempo di guarigione (cioe' se ha T=30 giorni come Delta o meno).

Ma questa crescita esponenziale non viene anch'essa limitata dalle immunizzazioni?
Certo che si, per cui le vaccinazioni servono eccome. Pero' il numero di persone non vaccinate o non vaccinabili e' sempre molto alto ed e' proprio su queste persone che si sviluppa l'epidemia.
In Italia, dove i vaccinati sono molti, i non vaccinati sono circa il 22% della popolazione (10% non vaccinati e 12% non vaccinabili). Quindi i contagi sarebbero di meno che in altri Paesi con percentuali di vaccinazioni inferiori ma la crescita dei contagi sarebbe comunque esponenziale, irrefrenabile ed interesserebbe un numero molto grande di italiani (il 22% di 60 milioni sono 13.200.000 persone).

La regola aurea dovrebbe essere che se un pericolo lo conosci allora puoi evitarlo. Per questo noi cerchiamo di far conoscere sempre piu' a tutti il funzionamento della pandemia.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (1 dicembre 2021)
I contagi dal 4.4% di ieri sono saliti al 5.7%, visibile nel grafico dei contagi : potete osservare che il 5.7% si colloca oltre alla linee viola (se il grafico non contenesse il dato di oggi cancellate la cache del browser e poi ricaricate la pagina).
Come avevamo anticipato nei giorni scorsi, questo balzo dei contagi potrebbe essere dovuto a:
  1. Un altro apporto vistoso prodotto dalle attivita' umane (cortei e manifestazioni di vario genere in Piemonte), che come sappiamo creano un incremento a gradino nella curva dei contagi (con un incremento che quindi permane per un mese). Pero' dovrebbe essere bello grosso, vista l'entita' del salto.
  2. Oppure, Dio non voglia, abbiamo rotto l'equilibrio tra contagi e guarigioni nell'epidemia degli asintomatici (cioe' abbiamo superato la soglia critica della variante Delta) ed allora sarebbe iniziata la crescita esponenziale della Delta (come in Austria).
  3. Oppure comincia a comparire un apporto della nuova variante Omicron, che secondo noi e' ormai ben piu' diffusa di quanto lasciano intendere i media.
In questi due ultimi casi dovremmo aspettarci da oggi in poi tutti dati sempre in salita (!).
Se invece le cose non stessero cosi', come ci auguriamo, allora questo balzo sarebbe tutto di contagi Delta prodotti dalle attivita' umane ed allora, per la guarigione rapida dei contagiati vaccinati, ci dovremo aspettare la solita discesa dall'ennesimo picco rosso.
Rimarrebbe da stigmatizzare in questo caso tutte le attivita' con assembramenti di persone, che ci sarebbero state in Piemonte e causa del forte incremento dei contagi, avvenute in barba a tutte le raccomandazioni delle persone in grado di capire la situazione in cui ci troviamo.

Per quanto riguarda i decessi il dato odierno di 103 decessi e' un pessimo record, che ha superato anche la linea rossa che univa tutti i picchi precedenti.
Se dovessimo estendere la linea rossa con questi dati il risultato sarebbe molto preoccupante. Percio' aspettiamo a farlo.
La curva dei decessi corrisponde ad uno sguardo su quelli che erano i contagi 18 giorni prima (in assenza di forti variazioni di temperatura), cioe' uno sguardo sul passato dei contagi, una piccolissima frazione dei quali hanno portato ad un esito letale.
L'andamento dei decessi gia' preoccupante della tendenza in salita, mostrata dai dati dei picchi rossi nel grafico e che noi abbiamo evidenziato con una linea rossa abbastanza ripida, che passa proprio per tutti i picchi rossi e' stata nettamente superata dal dato di oggi.
I picchi sono uno a settimana, centrati sul martedi' ed erano 6, per un mese e mezzo di dati, che compresi i 18 giorni di ritardo tra contagio e decesso corrispondono ai contagi dai primi di ottobre, piu' o meno dall'inizio della quinta ondata che nel grafico della quinta ondata inizia dal 6 ottobre (come vedete nel titolo del grafico).
Quindi tutto il tratto a picchi rossi nel grafico dei decessi corrisponde alla quinta ondata.
La struttura a picchi l'abbiamo commentata l'altro ieri ma il dato di oggi accentua le nostre preoccupazioni per una quinta ondata che doveva gia' essere finita e che invece ha preso ora una brutta piega.

LEZIONE 55: PERCHE' CRESCONO I CONTAGI (1 dicembre 2021)
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Perche' un (brutto) giorno, d'estate o d'inverno, inizia una nuova ondata?
Noi crediamo di averlo capito ed allora vogliamo spiegarlo qui'.
In condizioni normali, prima che l'ondata inizi, la percentuale di persone positive al test non e' zero ma una percentuale piccola della popolazione (ai primi di luglio 2021 in Piemonte era allo 0.6%), costituita da tutte persone senza sintomi che chiamiamo asintomatici.
Una persona che e' positiva e asintomatica abbiamo visto (dalle curve dei contagi) che dopo 30 giorni smette di essere positiva ed abbiamo dedotto che questo avviene per guarigione dall'infezione, cioe' 30 giorni e' il tempo necessario, al sistema immunitario di una persona non immunizzata al virus Sars-CoV-2, per eliminarlo dal proprio organismo.
Allora necessariamente la percentuale di fondo permanente che avevamo a luglio in Italia (0.6%) dev'essere il risultato dell'equilibrio dinamico tra la diminuzione dei contagiati per guarigione e la crescita dei contagiati, che non puo' che avvenire per contagio.
Questi contagi ovviamente devono essere prodotti da persone che sono state contagiate da meno di un mese e che non possono che essere le stesse persone contagiate che partecipano a questa epidemia permanente ed invisibile, che noi abbiamo chiamato epidemia degli asintomatici.
E' questa un'epidemia permanente, che purtroppo assicura la presenza perpetua dei virus tra la popolazione, perche' i virus non possono continuare ad esistere fuori dal corpo umano: sono come dei parassiti che per continuare ad esistere hanno bisogno di riprodursi continuamente nel corpo degli umani.
Il livello dei contagi raggiunto all'equilibrio dipende dalla contagiosita' dei virus, che dipende a sua volta dalla temperatura ambientale.
In Piemonte a luglio era allo 0.6% ed e' quello che abbiamo chiamato il fondo degli asintomatici nella nostra curva dei contagi e che con una metafora significativa abbiamo poi chiamato la "brace ardente" della pandemia perche' e' proprio dall'epidemia degli asintomatici che partono le varie "ondate" (lo 0.6% della popolazione italiana sono 360.000 persone, non poche).
I virus sono sempre in agguato ed invisibili, perche' gli asintomatici, che non hanno alcun sintomo, pensano di essere sani e cosi' circolano liberamente e la diffusione dei contagi avviene senza alcun limite ed in modo del tutto inconsapevole.
Veniamo ora al nostro quesito. Se questa percentuale di fondo degli asintomatici, per esempio allo 0.6%, e' stabile nel tempo perche' e' il risultato dell'equilibrio che si e' instaurato nell'epidemia degli asintomatici, come puo' accadere che inizi a crescere fino a sviluppare una nuova ondata epidemica?
La risposta e' basata su quel principio di funzionamento che governa tutte le epidemie e che e' il seguente.
Una persona infetta e quindi contagiosa ha una certa probabilita' P di infettarne un'altra per ogni unita' di tempo e nell'insieme della popolazione P e' proprio quel valore che genera cosi' tanti nuovi contagi da rimpiazzare esattamente i contagiati che guarisono (equilibrio del fondo degli asintomatici).
Puo' avvenire pero' un importante evento (per esempio i festeggiamenti in tutta Italia per la vittoria della coppa europea di calcio) con tanti assembramenti di persone che, accentuando molto i contatti ravvicinati tra persone, apporta un grosso incremento di contagi, che va ad aggiungersi a quelli normalmente prodotti dall'epidemia degli asintomatici.
Entra allora in gioco il principio che governa la crescita delle epidemie, in base al quale il numero di contagi prodotti e' proporzionale al numero di persone contagiate (cioe' se le persone contagiate raddoppiano anche il numero di contagi da esse complessivamente prodotto raddoppia).
E' una regola semplice che puo' generare pero' un esito perverso, perche' oltre un certo limite (soglia) puo' dare origine ad una produzione di nuovi contagi che puo' arrivare a rompere l'equilibrio stabile che esisteva nell'epidemia degli asintomatici, dando cosi' origine ad una crescita in progressione "geometrica" del numero di persone contagiate, che e' proprio quella crescita esponenziale che abbiamo imparato a conoscere.
Inizialmente pero' l'incremento iniziale di contagi ha solo l'effetto di spostare l'equilibrio del fondo degli asintomatici un po' piu' in alto e l'epidemia degli asintomatici raggiunge, in quelle condizioni, un nuovo punto di equilibrio.
Ad ogni nuovo evento che produce un significativo incremento di contagi questo apparira' nella curva come un incremento "a gradino" perche' quei contagi scompariranno solo un mese dopo.
E cosi', un evento dopo l'altro, le attivita' umane con assembramenti fanno salire la curva dei contagi finche' dopo un mese dall'inizio cominciano ad arrivare le guarigioni di questi contagiati prodotti non dall'epidemia degli asintomatici ma dalle attivita' umane un mese prima. Sono decrementi di contagi che aumentano nella stessa misura in cui avevano fatto crescere la curva dei contagi un mese prima.
Cosi' questa decrescita in un altro mese diventa sempre piu' consistente e produce la scomparsa di tutti i contagi extra prodotti dalle attivita' umane e la curva dei contagi scende dal picco dell'ondata e ritorna all'equilibrio del fondo degli asintomatici, in un tempo che puo' allungarsi se l'apporto di altri contagi da parte delle attivita' umane dovesse continuare.
Se questo apporto fosse particolarmente intenso la curva dell'ondata potrebbe anche non riuscire a diminuire dopo aver raggiunto il picco e questo e' proprio il caso che stiamo vivendo ora con la quinta ondata , dove la linea viola che rappresenta l'ondata (dei non vaccinati) si vede che raggiunge il 2.5% che e' il livello previsto dal modello a soglia con la percentuale di vaccinati attuale (vicina al 90%), poi sembra appiattirsi per iniziare la discesa, essendo ad un mese dall'inizio dell'ondata (che e' stato il 6 ottobre) ma continuando a ricevere degli apporti importanti di nuovi contagi (da noi attribuiti alle numerose manifestazioni dell'autunno caldo italiano), la spinta in discesa delle guarigioni non e' riuscita a farla scendere dal picco, che ha invece ripreso a salire pericolosamente in alto.
Abbiamo scritto pericolosamente perche' questo funzionamento che abbiamo descritto non e' persistente e tale da assicurare che, una volta terminate le attivita' umane che stanno portando gli incrementi di contagi, le quarigioni prenderanno il sopravvento e faranno scendere comunque la curva dell'ondata.
C'e' un altro fenomeno che abbiamo visto manifestarsi nei dati reali e che interviene da una certa soglia in poi, in base al quale il numero di contagiati dell'epidemia degli asintomatici, e quindi dei contagi da loro prodotti, risulta cosi' alto da autoalimentare la crescita dei contagi, che cosi' salgono sempre piu', anche senza alcun ulteriore apporto dalle attivita' umane.
S'innesca allora quella crescita esponenziale incontrollata, che puo' arrivare ad infettare tutte le persone infettabili, se non si blocca il meccanismo di trasmissione dei contagi che, in assenza dell'intervento di farmaci che possano aiutarci in questo, non ci rimane per ora che il famigerato lockdown (cio' perche' senza di esso le persone attualmente non risultano essere in grado di impedire che i contagi avvengano).
Il modello a soglia assume che questa soglia, il cui superamento provoca danni incalcolabili, esista.
Spesso, per renderne visibile l'effetto, abbiamo riportato il grafico dei decessi in Russia , dove l'effetto della crescita esponenziale dell'epidemia degli asintomatici e' indicata con una linea bianca.
Non e' facile comprendere dov'e' la soglia e come avviene l'innesco della crescita esponenziale, perche' dipenda da molte variabili oltre che dal livello dei contagi raggiunto (anche dall'intensita' di produzione di nuovi contagi, cioe' dalla "derivata" delle varie immissioni di contagi, dai dati sulla presenza di focolai, ecc.).
Questo pero' non serve al modello, perche' dov'e' la soglia per quel virus, con quella temperatura e per quel tipo di popolazione, puo' essere determinao dai dati reali: basta che ci sia stato un altro Paese in cui, purtroppo per loro, sia stata superata la soglia critica (si puo' riconoscere dall'inizio della crescita esponenziale dei contagi).

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (30 novembre 2021)
Il dato di oggi (4.4%) e' risalito ma poco, dopo l'ultimo picco, visibile nel grafico dei contagi.
Quest'ultimo dato e' salito rispetto al precedente suffragando la continua crescita dei contagi dei non vaccinati (linea viola), che ormai dopo aver superato il livello del 2.5% previsto dal modello a soglia per questa quinta ondata, e' arrivato al 4.4%.
La linea viola da noi disegnata precedentemente e' in accordo con questa crescita ma forse non con la presenza di un contributo di contagi Omicron, che ci aspetteremmo con una crescita piu' pronunciata perche' potrebbe aver superato la sua soglia critica.
Nel grafico abbiamo tracciato gli andamenti che ci potremmo aspettare con e senza Omicron (linee viola fina e spessa).
Se come ci sembra Omicron non c'entra con la salita in corso dei contagi allora chi sta contribuendo alla salita dei contagi con assembramenti e scarsa attenzione alle norme anticontagio ha una grandissima responsabilita', perche' la linea viola (quella piu' spessa) sicuramente si sta avvicinando alla soglia critica della variante Delta e, come abbiamo spiegato piu' volte, se venisse superata verremmo a trovarci nella stessa situazione di Austria ed Olanda (il virus e' lo stesso e le vaccinazioni non bastano a proteggerci da un tale esito, perche' abbiamo tanta (22%) popolazione non immunizzata).
Attenzione pero': In Italia siamo ancora in tempo per fermare la salita dei contagi (con il buon senso, invece che con il lockdown).
Se superassimo la soglia critica, inizierebbe ad arrivare un contributo crescente di contagi (anche se tutte le manifestazioni ed i cortei cessassero), perche' allora la pandemia si autoalimenterebbe con i contagi prodotti dall'epidemia degli asintomatici, e questo ci porterebbe certamente alla necessita' di un lockdown prolungato, che a quel punto sarebbe l'unico modo per fermare la crescita dei contagi (come abbiamo gia' spiegato ). Quindi piantiamola, al piu' presto, in Italia con assembramenti, manifestazioni e cortei se non vogliamo finire in lockdown: e' nell'interesse di tutti!
Aspettiamo i dati dei prossimi giorni per avere un riscontro e poter valutare la situazione dall'andamento della curva: Omicron, che e' molto piu' contagioso della variante Delta, se presente dovrebbe far impennare di piu' la curva verso l'alto.

Per quanto riguarda i decessi il dato odierno di 89 decessi e' risalito al picco del martedi'.
La curva dei decessi corrisponde ad uno sguardo su quelli che erano i contagi 18 giorni prima (in assenza di forti variazioni di temperatura), cioe' uno sguardo sul passato dei contagi, una piccolissima frazione dei quali hanno portato ad un esito letale.
C'e' anche nell'andamento dei decessi il segnale preoccupante della tendenza in salita, mostrata dai dati dei picchi rossi nel grafico e che abbiamo evidenziato con una linea rossa abbastanza ripida, che passa proprio per tutti i picchi rossi.
I picchi sono uno a settimana, centrati sul martedi' e sono 6, per un mese e mezzo di dati, che compresi i 18 giorni di ritardo tra contagio e decesso corrispondono ai contagi dai primi di ottobre, piu' o meno dall'inizio della quinta ondata che nel grafico della quinta ondata inizia dal 6 ottobre (come vedete nel titolo del grafico).
Quindi tutto il tratto a picchi rossi nel grafico dei decessi corrisponde alla quinta ondata.
La struttura a picchi l'abbiamo commentata ieri.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (29 novembre 2021)
Il dato di oggi (4.1%) e' sceso definendo bene il picco degli ultimi 5 giorni.
Lo mostriamo nel nuovo grafico dei contagi con il fondo scala giusto.
Quest'ultimo picco e' salito rispetto al precedente suffragando la crescita dei contagi dei non vaccinati (linea viola), che ormai ha superato il livello del 2.5% previsto dal modello a soglia per questa quinta ondata arrivando ad oltre il 4%.
La linea viola da noi disegnata precedentemente e' in accordo con questa crescita. Rimane da vedere se veramente c'e' un contributo di contagi Omicron, che potremo chiarire nei prossimi giorni dall'andamento della curva (Omicron e' molto piu' contagioso di Delta e farebbe impennare la curva verso l'alto).
Questa eventuale impennata, oltre ad essere comunque un evento negativo, ci metterebbe di fronte al problema di stabilire la causa dell'impennata che potrebbero essere due:
  1. L'apporto di contagi Omicron, che potrebbe aver superato la sua soglia critica che e' piu' bassa (perche' piu' contagioso).
  2. Il superamento della soglia critica della variante Delta.
Noi non avremo modo di saperlo, se non osservando il numero di ricoveri e decessi dei prossimi giorni, che nel primo caso ci aspettiamo che non aumenti, mentre nel secondo caso si e di molto.
Tutto cio' e' pienamente conforme alle previsioni del modello a soglia che attribuisce il superamento del livello massimo della quinta ondata, previsto in condizioni normali al 2.5%, all'eccesso di incrementi "a gradino" nella curva dei contagi prodotti da manifestazioni e cortei e corrispondenti ai picchi rossi nel grafico.

Per quanto riguarda i decessi il dato odierno di 65 decessi e' risalito ad un livello che corrisponde al livello del 4% della linea viola nei contagi del Piemonte (quinta ondata dei non vaccinati, perche' i picchi, corrispondenti ai contagi dei vaccinati, non vanno considerati perche' i vaccinati non muoiono, salvo rare eccezioni), a cui dovrebbero corrispondere 67 decessi al giorno: da questo ne deduciamo che attualmente in Italia (perche' i 65 decessi sono di tutta Italia) i contagi sono allo stesso livello di quelli del Piemonte.
La curva dei decessi corrisponde ad uno sguardo su quelli che erano i contagi 18 giorni prima (in assenza di forti variazioni di temperatura), cioe' uno sguardo sul passato dei contagi, una piccolissima frazione dei quali hanno portato ad un esito letale.
C'e' anche nell'andamento dei decessi il segnale preoccupante della tendenza in salita, mostrata dai dati dei picchi rossi nel grafico e che abbiamo evidenziato con una linea rossa abbastanza ripida, che passa proprio per tutti i picchi rossi.
I picchi sono uno a settimana, centrati sul martedi' e sono 6, per un mese e mezzo di dati, che compresi i 18 giorni di ritardo tra contagio e decesso corrispondono ai contagi dai primi di ottobre, piu' o meno dall'inizio della quinta ondata che nel grafico della quinta ondata inizia dal 6 ottobre (come vedete nel titolo del grafico).
Quindi tutto il tratto a picchi rossi nel grafico dei decessi corrisponde alla quinta ondata.
La struttura a picchi l'abbiamo commentata qui' di seguito.

COMPORTAMENTI SETTIMANALI (29 novembre 2021)
Fin dall'inizio di questa pandemia la curva dei contagi ha sempre mostrato un comportamento con picchi settimanali collocati sempre di venerdi', come indicato dalle V rosse nel grafico dei contagi della quarta ondata.
Noi siamo riusciti ad attribuire questi picchi ai contagi che avvenivano negli ambienti di lavoro.
Conseguentemente per noi e' stato automatico attribuire la scomparsa dei picchi del venerdi' all'entrata in vigore della disciplina del green-pass negli ambienti di lavoro il 15 ottobre.
Dopo il 15 ottobre infatti non c'e' piu' nel grafico della quinta ondata la periodicita' settimanale dei picchi, tanto meno nei venerdi'
I picchi ci sono e pure alti ma in giorni casuali. Sono evidentemente dovuti ad altre cause che producono nuovi contagi (assembramenti di molte persone) e noi li abbiamo attribuiti, seguendo il buon senso, alle numerose manifestazioni e cortei avvenuti nell'autunno caldo italiano.
Il riscontro di questa ipotesi potremo averlo quando terminera' l'autunno caldo (tra un paio di settimane).
I picchi che ancora non riusciamo a spiegarci in modo convincente sono quelli nella curva dei decessi.
Quando c'erano i picchi settimanali del venerdi' nella curva dei contagi ce li siamo spiegati perche' il 14 settembre, discutendo l' andamento dei decessi con i calcoli del modello a soglia abbiamo concluso che siccome il ritardo medio del decesso rispetto al momento del contagio e' risultato essere di 18 giorni, e' giusto che i picchi nella curva dei decessi fossero sempre di martedi', perche' 18 giorni dopo un venerdi' c'e' sempre un martedi'
Quindi siamo riusciti sempre a spiegare i picchi sia nella curva dei contagi che in quella dei decessi.
Ora pero' osserviamo un fenomeno che non riusciamo a spiegarci nella curva dei decessi : dall'inizio della quinta ondata continuano a presentarsi picchi (quelli rossi nel grafico) abbastanza pronunciati e con una rigorosa cadenza settimanale, ancota centrati sul martedi'.
Nel nostro grafico dei contagi non ci sono piu' i picchi del venerdi' ed abbiamo motivo di ritenere che non ci siano piu' neanche nelle altre regioni d'Italia. Pero' purtroppo dobbiamo fermarci qui', senza poter arrivare ad una spiegazione, perche' i decessi nel grafico sono di tutta Italia e quindi non possono essere direttamente correlati ai nostri grafici dei contagi che sono del solo Piemonte.
Ogni regione ha una sua curva dei contagi che 18 giorni dopo produce un certo numero di decessi: la nostra curva dei decessi e' il risultato della somma di tutte le regioni, che ora e' piu' difficile da comprendere senza la sistematicita' che c'era in tutte le regioni con i picchi del venerdi'.
Proprio per questo noi, per capire il funzionamento della pandemia, abbiamo studiato un caso piu' semplice; quello di una sola regione presa come campione (il Piemonte).
Ci dobbiamo percio' limitare a rilevare il fenomeno, che e' piuttosto vistoso come si puo' vedere nel grafico dei decessi di tutta Italia.

IL PROBLEMA OMICRON (29 novembre 2021)
Ancora ne sappiamo molto poco, ma forse la nostra analisi, a nostra insaputa, potrebbe gia' aver rivelato la presenza di Omicron nei giorni scorsi.
Infatti se si osserva la curva dei contagi si vede che la linea viola, che rappresenta la vera quinta ondata, quella dei non vaccinati, e' arrivata al 2.5%, che e' il livello previsto dal modello a soglia, il 15 novembre poi, dopo 3 giorni, invece di iniziare la discesa per il decremento delle guarigioni dei contagiati di un mese prima, ha sorprendentemente ripreso a salire e dopo altri 10 giorni ha superato il 4%.
Il paziente Omicron numero zero proveniente dal Mozambico e' sbarcato in Italia a meta' novembre ma l'identificazione del virus e' stata fatta successivamente, dopo che e' stata segnalata la presenza nell'Africa australe di questa nuova variante, perche' prima la positivita' ai test veniva sempre attribuita alla variante circolante in Italia (Delta).
Quindi siamo sicuri che Omicron e' arrivato in Italia molto prima ed e' molto verosimile che a meta' novembre fosse gia' abbastanza diffuso in Italia, se e' vero che in Africa e' riuscito a diventare dominante in sole 2 settimane: e' impressionante il grafico che lo dimostra. La corsa al tracciamento dei contatti che si sta facendo in Italia. ci fa quasi tenerezza per l'ingenuita' che dimostra: noi crediamo che ci sia ben poco da tracciare ormai: crediamo che Omicron stia gia' dappertutto ma le sue infezioni sono state attribuite genericamente a varianti del Sars-CoV-2 (per distinguere le varianti occorre un'analisi piu' complessa del tampone, perche' bisogna riconoscere le sequenze delle componenti RNA).
Gia' dall'anno scorso si parlava di una variante Sudafricana ma non era Omicron. Una mutazione recente (di un paio di mesi fa) ha generato Omicron, che si e' subito diffuso dappertutto.
E' la legge naturale dell'evoluzione dei virus, che produce innumerevoli mutazioni casuali in questi coronavirus, la quasi totalita' delle quali non da luogo a virus replicanti ma in rarissimi casi si. Cosi' nascono le varianti in grado di riprodursi in un ospite umano ma spariscono presto quasi tutte, fatte fuori dai sistemi immunitari, salvo alcune che riescono a prosperare tanto piu' quanto piu' riescono a riprodursi, cioe' quanto piu' sono contagiose.
Questa Omicron sembra che sia frutto di una mutazione che ha migliorato nettamente la funzionalita' delle proteine spike che sono quelle che permettono al virus di perforare la membrana cellulare umana per immettere l'RNA all'interno della cellula e quindi di replicarsi (ci scusiamo per eventuali imprecisioni).
E' chiaro allora che le varianti che risultano piu' contagiose sono quelle che si diffondono di piu' e diventano dominanti. Le varianti che ci arrivano sono percio' sempre quelle piu' contagiose, una peggio dell'altra.
A noi non rimane che sperare che non siano in grado di sviluppare patologie gravi. In base alle informazioni che arrivano dal Sudafrica con Omicron dovrebbe esserci andata bene, molto meglio che non con la variante Delta, che e' letale, anche se in una piccola percentuale dei casi.
Riteniamo percio' possibile che la risalita della linea viola nel grafico dei contagi dopo il 18 novembre sia dovuta all'inizio dell'apporto dei contagi da Omicron in Piemonte per superamento della sua soglia critica, avvenuto ora con il livello dei contagi al massimo della quinta ondata.
Le nostre preoccupazioni di superamento della soglia critica erano quindi fondate ma non per la variante Delta, bensi' per Omicron, che ha certamente una soglia critica piu' bassa per la sua maggiore contagiosita'.
Lo scenario che avremmo davanti allora e' completamente diverso da quello che pensavamo: stiamo vedendo una curva dei contagi di DUE diverse varianti, attualmente equivalenti ma con la componente Omicron in rapida espansione, che tra poco prendera' il sopravvento e diventera' dominante.
Quali sono le conseguenze?
  1. Omicron fara' salire di molto il livello dei contagi, perche' dovrebbe gia' aver superato la SUA soglia critica ed essere in crescita esponenziale.
  2. Le conseguenze sanitarie dovrebbero pero' essere contenute in base alle informazioni provenienti dal presidente dell'associazione dei medici del Sudafrica, che riporta solo di sintomi leggeri e nulla piu'. L'O.M.S. ha confermato che finora non risulta alcun decesso imputabile ad Omicron.
  3. Rimane pero' il problema che sara' impossibile contrastare questa epidemia che colpira' tutti in Italia e quasi certamente vedremo insediarsi tra noi in modo permanente un'epidemia di asintomatici di Omicron capace di produrre in futuro altre nuove varianti, delle quali solo quelle piu' contagiose avranno la possibilita' di espandersi molto.
    Il futuro della nostra salute sembra cosi' legato alla nocivita' di queste varianti: una nociva (la Delta), un'altra sembra molto meno (Omicron) e le altre future vedremo.
  4. Sara' indispensabile al piu' presto ricavare due diverse curve dei contagi per queste due varianti Delta e Omicron, per poter tenere sotto controllo la Delta che e' piu nociva ed e' ancora sotto la soglia critica in Italia; dobbiamo fare di tutto perche' i contagi Delta non superino la soglia critica, se no sarebbe una tragedia.
    E' possibile che le restrizioni future debbano essere mirate al contenimento della sola variante Delta.
  5. Ma e' possibile che da ora in poi non sapremo piu' quanti sono i contagi Delta, perche' saranno totalmente mascherati da un numero nettamente maggiore di contagi Omicron, che non potranno essere in alcun modo limitati, se hanno una soglia critica cosi' bassa.
  6. Se tutto cio' fosse vero, nei prossimi giorni dovremmo vedere la curva dei contagi (Omicron) salire sempre di piu' ma non cosi' i ricoveri ed i decessi, che sono dovuti alla variante Delta, che se saremo stati in grado di non superare la sua soglia critica dovrebbero addirittura diminuire.
Si capisce bene allora che e' della massima importanza riorganizzare quanto prima tutta la rete di monitoraggio con test specifici in grado di identificare qual'e' la variante che ha reso positiva una persona.
Non sara' semplice perche' crediamo che quasi tutti i positivi avranno Omicron e che solo alcuni di loro avranno anche la variante Delta: ma e' indispensabile quantificare la presenza della Delta per poter guidare le restrizioni, perche' presumibilmente sara' solo lei la variante LETALE.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (28 novembre 2021)
Il dato di oggi (5.6%) e' l'inizio della discesa dal picco degli ultimi 2 giorni.
Lo mostriamo nel nuovo grafico dei contagi con il fondo scala piu' ampio.
La situazione del Piemonte e' preoccupante, perche' con questi ultimi dati la curva ha superato il picco della precedente quarta ondata, che era al 6% ma con il 65% di vaccinati, mentre ora ne abbiamo circa il 90% di vaccinati (dei vaccinabili): per questo il modello a soglia prevedeva per questa quinta ondata un picco solo fino al 2.5% anziche' al 6% dell'ondata precedente.
Allora pero' faceva anche caldo, perche' era agosto e per questo non si e' superata la soglia critica, perche' con quel caldo era alta.
Ora pero' fa piu' freddo e la soglia potrebbe essere scesa anche al 6% potremmo essere vicini superarla (com'e' accaduto in Austria ed Olanda ).
L'andamento dei contagi presunto dal modello a soglia, se si sta superando il livello del picco previsto al 2.5%, e' indicato dalla nuova linea viola nel grafico della quinta ondata che abbiamo rifatto, allargando la scala delle ordinate e disegnando nuovamente la linea viola della curva stimata dei contagi delle sole persone non vaccinate, senza i picchi attribuiti ai contagi delle persone vaccinate (che guariscono in 2-4 giorni invece di 30).
Come si vede nel grafico la linea viola che rappresenta la quinta ondata sta salendo invece di scendere, come dovrebbe, perche' ormai e' forte la spinta in discesa delle guarigioni dei contagiati di 30 giorni fa.
Il fatto che la curva salga vuol dire che c'e' un incremento di contagi superiore alla decrescita delle guarigioni che dovrebbe far scendere la curva dei contagi, come accadde per l'ondata precedente.
Il quesito essenziale ora e' sapere l'origine di questo apporto di nuovi contagi e ci sono due possibilita':
  1. E' dovuto ad un eccesso di manifestazioni e cortei (che invero ora sono proprio tanti), nel qual caso al termine di questa ondata di cortei l'apporto di nuovi contagi diminuira' e potremo allora vedere la linea viola nel quinta ondata iniziare la sua discesa fisiologica dopo il primo mese di salita.
  2. Nel caso peggiore questo apporto di nuovi contagi potrebbe essere dovuto alla rottura dell'equilibrio tra contagi e guarigioni nell'epidemia degli asintomatici, prodotta dal superamento della soglia critica.
In quest'ultimo caso la crescita si autoalimenterebbe automaticamente diventando sempre maggiore ed assumendo un andamento esponenziale.
Ci troveremmo allora con una curva dei contagi come quella di Austria ed Olanda.
Se pure questo non avvenisse ora ed i cortei continuassero a far crescere la linea viola nel quinta ondata , presto secondo noi si raggiungerebbe la soglia critica ed una volta superata, il nostro destino sarebbe come quello attuale di Austria ed Olanda.
Il modello a soglia non sta raccontando frottole: in Austria ed Olanda non c'e' un numero di cortei o assembramenti che puo' creare quella crescita di contagi. E' la loro epidemia degli asintomatici che ha preso a crescere esponenzialmente: e' una crescita esponenziale, che procede a lungo e sempre piu' in alto, finche' non infetta tutti. Un chiaro esempio piu' volte citato e' la linea bianca nel grafico dei decessi in Russia.
Bisogna che in Italia se ne prenda consapevolezza al piu' presto per il bene di tutti, perche' siamo ancora in grado di evitare che accada. E non ci sono vaccini che tengano, perche' i non vaccinati su cui si puo' scatenare l'epidemia sono tantissimi (oggi in Italia il 22% della popolazione).

Per quanto riguarda i decessi il dato odierno di 47 decessi e' sceso definendo un altro picco nella curva dei decessi.
Al 4% della linea viola nei contagi del Piemonte (quinta ondata dei non vaccinati, perche' i picchi, corrispondenti ai contagi dei vaccinati, non vanno considerati perche' i vaccinati non muoiono, salvo rare eccezioni) dovrebbero corrispondere 67 decessi al giorno, cioe' abbastanza meno di 90: per questo ne deduciamo che in Italia i contagi siano piu' alti che in Piemonte.
A quanto sembra con il dato di oggi si e' definito un altro picco, che doveva essere centrato sul martedi'.
Comunque bisogna sempre ricordarsi che la curva dei decessi corrisponde ad uno sguardo su quelli che erano i contagi 18 giorni prima (in assenza di forti variazioni di temperatura), cioe' uno sguardo sul passato dei contagi, una piccolissima frazione dei quali hanno portato ad un esito letale.
C'e' nell'andamento dei decessi un segnale preoccupante, quella tendenza in salita che mostrano i dati dei picchi rossi nel grafico e che abbiamo evidenziato con una linea rossa abbastanza ripida, che passa proprio per tutti i picchi rossi.
I picchi sono uno a settimana, centrati sul martedi' e sono 6, per un mese e mezzo di dati, che compresi i 18 giorni di ritardo tra contagio e decesso corrispondono ai contagi dai primi di ottobre, piu' o meno dall'inizio della quinta ondata che nel grafico della quinta ondata inizia dal 6 ottobre (come vedete nel titolo del grafico).
Quindi tutto il tratto a picchi rossi nel grafico dei decessi corrisponde alla quinta ondata.
Sul motivo della struttura a picchi ci riserviamo di commentare in seguito: ora siamo impegnati maggiormente dai problemi dei contagi, che ai fini previsionali sono piu' importanti ed i problemi attuali sono la soglia critica e Omicron.
E' secondo noi un chiaro segnale che in Italia i contagi stanno salendo piu' che in Piemonte, avvicinandosi pericolosamente a quella soglia critica, il cui superamento ci porterebbe dritti verso un'epidemia come quella di Austria ed Olanda.
E' questa una nostra precisa preoccupazione insieme alla sensazione che ci sembra che in Italia NON ci sia ancora una corretta consapevolezza dell'esistenza della soglia critica della pandemia e del grave pericolo che essa rappresenta.
Abbiamo usato il condizionale perche', non disponendo dei dati dei contagi nella altre regioni d'Italia, dobbiamo riportare queste come nostre intuizioni anziche' analisi sui decessi che non possiamo sottoporre a riscontro con i dati dei contagi che non abbiamo.
Sono intuizioni per molti versi preoccupanti ma e' meglio parlarne, perche' se fossero vere potremmo ancora essere in tempo per rimediare, eliminando o riducendo le cause dei picchi rossi nei contagi, che immaginiamo ci siano anche nelle altre regioni.

LA VARIANTE OMICRON (28 novembre 2021)
Ecco le nostre osservazioni sulle informazioni preliminari, che abbiamo potuto raccogliere dai media:
  • Un manager italiano vaccinato con 2 dosi, rientrato dal Mozambico l'11 novembre, ha circolato ignaro perche' asintomatico in Campania, dove risiede ed e' poi andato il 15 novembre in Lombardia, dove con il suo test con tampone e' stato trovato positivo.
  • Quindi sembra che il comune test con tampone e' in grado di rivelare Omicron come un qualsiasi altro coronavirus.
  • Il paziente era stato vaccinato con due dosi e quindi Omicron non guarisce in 3 giorni in una persona vaccinata, come accade con le altre varianti: questo lascia supporre che Omicron sia in grado di eludere la protezione dei vaccini di cui disponiamo attualmente, pero' non possiamo escludere che la guarigione spontanea possa intervenire prima dei 30 giorni delle varianti precedenti (quel paziente ha visto permanere i suoi leggeri sintomi solo per pochi giorni). Se cosi' fosse sarebbe una buona notizia, perche' eviteremmo tutti i problemi di contagiosita' prolungati nel tempo posti dai 30 giorni della variante delta (pero' quel paziente era vaccinato, per cui dovremo saperne di piu' nel prossimo futuro).
  • Questo vorrebbe dire pero' anche che con i vaccini attuali Omicron non produce differenze tra vaccinati e non vaccinati, quindi vanificherebbe l'intera disciplina del super green-pass, lasciandoci come unica arma di difesa il lockdown generale, almeno fino all'arrivo di un vaccino specifico per Omicron (che pero' vorra' dire ricominciare da capo con la vaccinazione di tutti gli italiani), poi si vedra'.
  • E' una variante molto piu' contagiosa delle altre, tanto che e' in grado di divenire dominante un sole 2 settimane, come mostra il confronto tra varianti. Tenuto conto che il primo paziente positivo ad Omicron (e chissa' quanti altri ce ne sono, dato che i vaccinati non e' usuale che facciano il tampone) e' arrivato in Italia l'11 novembre, quindi oggi 28 novembre c'e' da attendersi che Omicron sia gia' arrivato in tutte le regioni d'Italia, Piemonte compreso, e che tra poco diventi il virus dominante in Italia.
  • L'alta contagiosita' e' dimostrata anche dal fatto che in un volo KLM arrivato ad Amsterdam dal Sudafrica tutti i 61 passeggeri si erano infettati durante il volo. Questo rende piuttosto arduo il compito degli addetti al tracciamento dei contatti del paziente nei 5 giorni in cui ha circolato tra Campania e Lombardia.
  • Dovrebbe essere meno patogeno delle altre varianti altrimenti nell'Africa australe dov'e' dominante avrebbe fatto una strage. Inoltre il presidente dell'associazione dei medici del Sudafrica ha dichiarato che non produce sintomi importanti.
    Questo pero', se da un lato ci tranquillizza, dall'altro ha anche un ruolo molto negativo perche' potrebbe ridurre per la nostra capacita' attuale di rilevare gli altri coronavirus piu' nocivi con l'attuale test, mascherandone la presenza.
  • Noi crediamo che la contemporanea presenza di Omicron difficilmente avrebbe un effetto riduttivo della variante delta, perche' non crediamo che la nostra risposta immunitaria ad Omicron possa proteggerci contro la variante delta. Se questo fosse vero, allora diventerebbe urgentissimo predisporre due test specifici diversi, capaci di distinguere le due varianti: per esempio potrebbe far impennare la curva dei positivi al test e noi potremmo non sapere piu' quanti contagi siano dovuti alla variante piu' letale. Questo renderebbe "cieco" il nostro sistema di monitoraggio disarmandoci contro la pandemia.
  • Si comportera' da coronavirus e quindi per prima cosa instaurera' la sua progenie in Italia, producendo la sua epidemia di asintomatici, che usera' come trampolino di lancio per circolare ed estendere la pandemia anche in Italia, assolvendo anche al suo compito di creare altre nuove varianti, magari anche peggiori. E' il comportamento tipico di tutti i coronavirus.
  • Il modello a soglia ci ha insegnato che per evitare guai seri con questi coronavirus dobbiamo adoperarci in tutti i modi possibili per mantenere il livello dei contagi sotto al livello della soglia critica. Dalle nostre argomentazioni pero' discende che la soglia critica e' fortemente legata alla contagiosita' del virus e quindi c'e' da attendersi che la soglia critica di Omicron sia piu' bassa di quella della variante delta che circola attualmente. Quindi occorreranno maggiori restrizioni alle liberta' personali per imporre quel distanziamento necessario che altrimenti sarebbe difficile da ottenere (niente piu' manifestazioni e cortei tanto amati dagli italiani per dare "un segnale forte" alle Istituzioni).
  • Il grosso rischio e' che se le conseguenze sanitarie di Omicron fossero modeste allora la gente comincerebbe a preoccuparsi meno e l'epidemia degli asintomatici Omicron dilagherebbe, facendo permanere molto a lungo questa epidemia tra noi, consentendole di realizzare in Italia una fabbrica permanente di nuove varianti (per mutazione), alcune delle quali potrebbero essere molto nocive e questo non va assolutamente ignorato. Pero' questa sembra al momento essere il futuro piu' probabile, tenuto conto dei costi di lockdown lunghi (quanto non sappiamo, perche' non e' affatto detto che il tempo di guarigione spontanea sia di 30 giorni, come per le altre varianti).
    Potrebbe diventare come un raffreddore (anch'esso coronavirus, verosimilmente anch'esso endemico attraverso un'epidemia di asintomatici), di cui nessuno si preoccupa piu', che pero' a differenza del raffreddore, questo essendo una variante del Sars-CoV-2, potrebbe essere una fucina che sforna periodicamente altre nuove varianti di Sars-CoV-2, alcune anche letali (ma questo potremo saperlo solo dopo).
Molto presto potremo vedere Omicron all'opera. Come il paziente campano che ha circolato tranquillo, essendo vaccinato con 2 dosi, cosi' molti altri italiani venuti in contatto con Omicron staranno circolando ignari in tutta Italia, diffondendo in larga misura il nuovo virus, che se e' vero che puo' diventare dominante in un paio di settimane ormai potrebbe essere gia' largamente presente ovunque.
Potrebbe a questo punto essere anche stato lui a far impennare i dati dei contagi in Piemonte negli ultimi 10 giorni (la curva della quinta ondata, linea viola, invece sarebbe dovuta scendere dopo un mese dall'inizio dell'ondata).
Se cosi' fosse, questo non ridurrebbe il nostro grado di allarme , anzi lo accentuerebbe proprio perche' ci aspettiamo che Omicron abbia una soglia critica piu' bassa della variante delta.
Non c'e' limite alla contagiosita' di questi virus e forse non siamo ancora arrivati al fondo del barile: per questo dobbiamo farli circolare il meno possibile, per limitare la produzione di nuove varianti oltre che per non contribuire al superamento della soglia critica, mantenendo il livello dei contagi molto basso, magari anche rinunziando spontaneamente a quelle manifestazioni di piazza con 100.000 persone che sono cosi' dannose per l'uomo e cosi' proficue per i virus.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (27 novembre 2021)
Purtroppo il dato di oggi conferma le nostre preoccupazioni di ieri. Praticamente e' uguale a quello di ieri per cui si applica lo stesso commento.
Il dato di oggi (6.3%) e' cosi' alto che e' andato fuori scala nei nostri soliti grafici, per cui lo mostriamo in un nuovo grafico dei contagi con il fondo scala piu' ampio, dove abbiamo anche indicato la nostra stima dell'andamento (linea viola) della vera quinta ondata, quella dei non vaccinati. E' evidente il cambiamento di pendenza dovuto agli ultimi dati particolarmente alti.
Se la curva fosse coerente con il comportamento degli ultimi giorni, dopo due dati alti il contributo dei contagi delle persone vaccinate deve calare per guarigione e se questo non avviene, com'e' oggi, significa che si e' avuto un pari incremento ai contagi prodotto da qualcosa di importante che finora non si era mai verificato.
E' naturale a questo punto chiedersi se in Piemonte ci sono stati eventi cosi' importanti da produrre questo incremento di contagi oppure se non fosse un contributo diretto proveniente dall'epidemia stessa (degli asintomatici), dato che questa possibilita' e' prevista dal modello a soglia in caso di superamento della soglia critica.
Ora non possiamo saperlo ma e' sicuro che si sapra' molto presto (si pensi che il Piemonte era tra le regioni con minore percentuale di contagi d'Italia).
Se si fosse superata la soglia critica, lo sapremmo in un paio di giorni, perche' allora l'incremento dei contagi diventerebbe cosi' grande da essere incompatibile con gli incrementi dei soliti picchi dei vaccinati contagiati.
Crediamo estremamente importante che venga acquisita la conoscenza dell'effetto disastroso del superamento della soglia critica, perche' pensiamo sia nell'immaginario collettivo una convinzione che la crescita dei contagi sia un effetto abbastanza lineare e che con qualche zona rossa in piu' possa essere tenuto sotto controllo quando si vuole. Molti possono pensare che " tutto sommato il 6% di contagi non e' la fine del mondo: l'abbiamo gia avuto in agosto e poi non e' successo niente, per cui i cortei si possono continuare a fare".
NON E' ASSOLUTAMENTE COSI': il modello a soglia, con ragionamenti logici ineccepibili, afferma che una volta superata la soglia critica parte un perverso meccanismo automatico di creazione di nuovi contagi che non e' piu' arrestabile se non impedendo la trasmissione dei contagi per un intero mese e questo vuol dire soltanto "lockdown generale". E' una bomba pronta a scoppiare e nessuno lo sa (e seguitano a fare cortei, producendo altri contagi). Ag agosto (quarta ondata) non e' scoppiata perche' con il caldo estivo la soglia era alta; ora fa piu' freddo e la soglia per la variante delta potrebbe essere tra il 5% ed il 6%. Per la prossima variante "omicron" o in inverno sara' ancora piu' bassa.
Secondo noi e' per questo che austriaci ed olandesi ora si trovano nei guai.
Rimandiamo al commento del 26/11 per una discussione sull'eventuale situazione di allarme.

Per quanto riguarda i decessi il dato odierno di 90 decessi si sta impennando rispetto ai dati precedenti.
Al 4% della linea viola del Piemonte (quinta ondata dei non vaccinati, perche' i picchi, corrispondenti ai contagi dei vaccinati, non vanno considerati perche' i vaccinati non muoiono, salvo rare eccezioni) dovrebbero corrispondere 67 decessi al giorno, cioe' abbastanza meno di 90: per questo ne deduciamo che in Italia i contagi siano piu' alti che in Piemonte.
Non sappiamo se questo e' l'inizio della salita verso un altro picco, anch'esso centrato sul martedi', oppure qualcos'altro. Ci riserviamo di pensarci ancora un po'.
Comunque bisogna sempre ricordarsi che la curva dei decessi corrisponde ad uno sguardo su quelli che erano i contagi 18 giorni prima (in assenza di forti variazioni di temperatura), cioe' uno sguardo sul passato dei contagi, una piccolissima frazione dei quali hanno portato ad un esito letale.
E' sicuramente un pessimo segnale quello di oggi, che conferma la tendenza in salita che mostrano i dati dei picchi rossi nel grafico e che abbiamo evidenziato con una linea rossa abbastanza ripida, che passa proprio sul punto di oggi che cosi' la conferma.
Come spiegato nei giorni scorsi, questi decessi si riferiscono a tutta l'Italia e quindi questa salita e', secondo noi, un chiaro indice che nel resto d'Italia i contagi vanno peggio che nel grafico dei contagi da noi analizzato, che e' del Piemonte.
E' secondo noi un chiaro segnale che in Italia i contagi stanno salendo piu' che in Piemonte, avvicinandosi pericolosamente a quella soglia critica, il cui superamento ci porterebbe dritti verso un'epidemia come quella di Austria ed Olanda.
E' questa una nostra precisa preoccupazione insieme alla sensazione che ci sembra che in Italia NON ci sia ancora una corretta consapevolezza dell'esistenza della soglia critica della pandemia e del grave pericolo che essa rappresenta.
Abbiamo usato il condizionale perche', non disponendo dei dati dei contagi nella altre regioni d'Italia, dobbiamo riportare queste come nostre intuizioni anziche' analisi sui decessi che non possiamo sottoporre a riscontro con i dati dei contagi.
Sono intuizioni per molti versi preoccupanti ma e' meglio parlarne, perche' se fossero vere potremmo ancora essere in tempo per rimediare, eliminando o riducendo le cause dei picchi rossi nei contagi, che immaginiamo ci siano anche nelle altre regioni.

SE SI E' SUPERATA LA SOGLIA, UN LOCKDOWN PARZIALE PUO' BASTARE? (26 novembre 2021)
L'Olanda ha proclamato il lockdown dopo le ore 17.
Se viene mantenuto per 12 ore allora la produzione di contagi giornaliera dell'epidemia degli asintomatici si puo' ridurre ma l'eventuale riduzione e' determinabile solo misurandola (di notte i contagi prodotti sono meno che di giorno).
Bisogna vedere quanti contagi si producono da un giorno all'altro dopo l'inizio del lockdown (cioe' la differenza delle ordinate nella curva dei contagi misurati).
Questa produzione puo' essere negativa, perche' e' al netto delle guarigioni dei contagiati di 30 giorni prima, perche' i non vaccinati, che sostengono l'epidemia, guariscono dopo 30 giorni dal contagio e smettono cosi' di essere positivi al test.
Se l'incremento di contagi, al netto della diminuzione per le guarigioni, cioe' quello che si misura, e' negativo, cioe' se la curva dei contagi scende, allora il lockdown di 12 ore degli olandesi e' sufficiente e dovra' durare per tanti giorni, finche' i contagi non scendono sotto alla soglia critica (ovviamente dovra' durare piu' di un lockdown completo di 24 ore).
Se invece l'incremento di contagi al netto della diminuzione per le guarigioni non e' negativo allora dovranno estendere il lockdown oltre le 12 ore.
Se non bastassero 12 ore e non lo estendessero allora il lockdown di 12 ore avra' prodotto solo danni, perche' l'epidemia dopo il lockdown crescera' con lo stesso andamento, solo spostato un po' in avanti nel tempo, e alla fine non avra' apportato alcun beneficio.

Anche la suddivisione attuale dell'Italia a colori, in zone gialle, arancioni e rosse, puo' essere vista come attivazione di lockdown parziali ed anche in questo caso se ne deve misurare l'efficacia in termini di riduzione del numero di contagi.
E' possibile farlo con un sistema di monitoraggio dei contagi e valutare cosi' sperimentalmente la riduzione dei contagi ottenuta, per ognuna delle aree dei vari colori.
Lo stesso sistema di valutazione (basato in questo caso sulla pendenza della curva dei contagi, cioe' sulla sua derivata) puo' stabilire anche i passaggi di colore, fino alla necessita' di un lockdown completo, se necessario.
Ma attenzione: i contagi devono in ogni caso essere ricondotti sotto alla soglia critica per bloccare la crescita, altrimenti l'epidemia procedera' fino ad infettare tutti gli infettabili e poi regredira', scendendo spontaneamente sotto alla soglia critica, perche' trovera' tutti immunizzati.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (26 novembre 2021)
Credo che siamo nei guai. Il dato di oggi (6.4%) e' cosi' alto che e' andato fuori scala nei nostri soliti grafici, per cui lo mostriamo nel grafico grafico solito ed in un nuovo grafico dei contagi con il fondo scala piu' ampio.
La situazione del Piemonte ora diventa molto preoccupante perche' abbiamo superato il picco della precedente quarta ondata, che era al 6% ma con il 65% di vaccinati, mentre ora ne abbiamo circa il 90% (dei vaccinabili): per questo il modello a soglia prevedeva per questa quinta ondata un picco solo fino al 2.5% anziche' al 6% dell'ondata precedente.
Allora pero' faceva anche caldo, perche' era agosto e per questo non si e' superata la soglia critica, perche' con quel caldo era alta.
Ora pero' fa piu' freddo e la soglia potrebbe essere scesa tra il 5% ed il 6% per cui potremmo averla superata (com'e' accaduto in Austria ed Olanda ).
La conferma l'avremo con i dati di domani e dopodomani: se l'andamento dei contagi si mantiene crescente allora avremmo preso la strada dell'Austria e dell'Olanda. E non ci sarebbe piu' niente da fare (solo il lockdown generale di 2 settimane se fatto SUBITO, di un mese se fatto poi, con comodo).
L'andamento dei contagi presunto dal modello a soglia, se si sta superando il livello del picco previsto al 2.5%, e' indicato dalla nuova linea viola nel grafico dei contagi o nell'altro grafico degli stessi dati della quinta ondata che abbiamo rifatto, allargando la scala delle ordinate e disegnando nuovamente la linea viola della curva stimata dei contagi delle sole persone non vaccinate, senza i picchi attribuiti ai contagi delle persone vaccinate (che guariscono in 2-4 giorni invece di 30).
Come si vede, potremmo essere ad un punto di svolta, perche' potrebbe essere l'inizio della crescita esponenziale invece della discesa della curva dei contagi, come avvenuto nella quarta ondata di agosto (mentre intanto le manifestazioni e cortei continuano ...).
Noi queste cose siamo in grado di dirle subito, perche' il modello a soglia ci permette di prevedere quello che succedera': in questo caso l'informazione rilevante del modello e' che il picco dell'ondata doveva arrivare al 2.5%, non oltre se non per apporti eccezionali, il piu' vistoso dei quali sarebbe quello dell'inizio della crescita esponenziale dei contagi prodotta dall'epidemia degli asintomatici, che avviene dopo il superamento della soglia critica.
Nel caso della quarta ondata (quella estiva, che nessuno conteggia erroneamente) invece la previsione del picco era piu' alta, al 6%, perche' la percentuale di vaccinati era inferiore (65%).
Inoltre allora la temperatura estiva (agosto) teneva il livello della soglia critica abbastanza piu' in alto di ora e poi non c'erano tutte queste manifestazioni e cortei a produrre contagi.
Per questo riteniamo che sarebbe da ingenui attendersi che l'andamento di questa quinta ondata sia lo stesso della precedente, cioe' discendente tra poco.
La nostra ricerca e' basata sugli indizi lasciati dalla pandemia nella curva dei contagi. Ebbene ora gli indizi che consideriamo sono i seguenti:
  1. L'ultimo punto cosi' alto (6.4%) certamente contiene un altro picco dovuto ai contagi di persone vaccinate, che in 3 giorni smettono di essere positive e quindi forniranno una spinta discendente alla curva. Ma anche se disegniamo il relativo triangolo rosso, ci accorgeremmo che la sua base si e' alzata di molto, perche' il picco e' molto alto e questo non puo' che spingere verso l'alto la linea viola che rappresenta l'andamento della quinta ondata (dei non vaccinati).
  2. Questa linea viola quindi, dopo una decina di giorni in cui si e' mantenuta al livello del 2.5% previsto dal modello a soglia, ora sta cominciando a salire oltre il 2.5% e questo puo' accadere per due motivi:
    • L'apporto di nuovi contagi dalle attivita' umane e' cresciuto molto e questo ha fatto comparire un picco rosso particolarmente elevato, che nei prossimi due giorni scendera' a livelli piu' bassi.
    • L'apporto di nuovi contagi che si vede nella presenza di questa forte salita della curva e' dovuto solo in parte alle attivita' umane ma e' cosi' alto perche' comincia a presentarsi per la prima volta il contributo di un incremento crescente di contagi provenienti dall'epidemia degli asintomatici (questo avviene quando si supera la soglia critica).
Noi ci auguriamo che la soglia critica sia molto piu' in alto, anche se Austria ed Olanda l'hanno gia' incontrata e superata, ma vediamo anche in Italia molti rischi di peggioramento della situazione.

Per quanto riguarda i decessi il dato odierno di 51 decessi continua la discesa dal picco definito dai tre dati precedenti, per cui e' confermato quest'altro picco, anch'esso centrato sul martedi', che abbiamo disegnato.
Un pessimo segnale, da considerare ormai confermato, e' la tendenza in salita che mostrano i dati dei picchi rossi nel grafico e che abbiamo evidenziato con una linea rossa abbastanza ripida.
Come spiegato nei giorni scorsi, questi decessi si riferiscono a tutta l'Italia e quindi questa salita e', secondo noi, un chiaro indice che nel resto d'Italia i contagi vanno peggio che nel grafico dei contagi da noi analizzato, che e' del Piemonte.
E' secondo noi un chiaro segnale che in Italia i contagi starebbero salendo piu' che in Piemonte, avvicinandosi pericolosamente a quella soglia critica, il cui superamento ci porterebbe dritti verso un'epidemia come quella dell'Austria.
E' questa una nostra precisa preoccupazione insieme alla sensazione che ci sembra che in Italia NON ci sia ancora una corretta consapevolezza dell'esistenza della soglia critica della pandemia e del grave pericolo che essa rappresenta.
Abbiamo usato il condizionale perche', non disponendo dei dati dei contagi nella altre regioni d'Italia, dobbiamo riportare queste come nostre intuizioni anziche' analisi sui decessi che non possiamo sottoporre a riscontro con i dati dei contagi.
Sono intuizioni per molti versi preoccupanti ma e' meglio parlarne, perche' se fossero vere potremmo ancora essere in tempo per rimediare, eliminando o riducendo le cause dei picchi rossi nei contagi, che immaginiamo ci siano anche nelle altre regioni.

LA SITUAZIONE IN ITALIA E' DI MASSIMO ALLARME (26 novembre 2021)
Ci troviamo in un momento di sano ottimismo sulla situazione pandemica in Italia: il governo vara misure sul green-pass rafforzato e su qualche zona gialla, mentre gli italiani gia' pensano ad un Natale sereno.
E' certamente impopolare segnalare gravi pericoli in questo momento ma, se ci sono, va fatto: non sarebbe cosa giusta fare come gli struzzi e mettere la testa nel buco per non vedere i pericoli.
Per questo ci prendiamo il rischio d'impopolarita' e scriviamo lo stesso le nostre preoccupazioni.
Il funzionamento della pandemia, secondo il modello a soglia (se funziona, perche' e' solo un modello anche se con molti riscontri positivi), e' universale nelle previsioni che puo' fare ma l'analisi che stiamo facendo della situazione dei contagi ed i relativi risultati numerici e' fatta per la variante dominante (delta), con i dati del Piemonte e quindi i risultati valgono per il Piemonte e non per il resto d'Italia.

Ecco quali sono le nostre preoccupazioni:
  1. Nel grafico dei contagi si puo' osservare che l'ampiezza di questa quinta ondata e' arrivata al livello della quarta ondata, che poi era diminuita fino al fondo degli asintomatici (0.6%).
    Allora molti penseranno che anche questa volta i contagi caleranno e cosi' anche questa volta ne usciamo abbastanza indenni, pronti per le feste di Natale.
    Bisogna considerare pero' che il picco della quarta ondata e' stato ad agosto, con temperature ben piu' alte di quelle attuali.
    Ora c'e' un'incognita in piu': la soglia critica si e' abbassata per la temperatura autunnale.
    Anche se tutti ne ignorano l'esistenza, c'e' ed ora il nostro livello dei contagi potrebbe essergli maledettamente vicino, visto anche cosa e' accaduto in Austria ed in Olanda.
    Noi abbiamo l'impressione che in Italia NON ci sia ancora una corretta consapevolezza dell'esistenza della soglia critica della pandemia e del grave pericolo che essa rappresenta. E questo non va bene, perche' il rischio che essa comporta e' enorme.
    E' di vitale importanza sapere dov'e' il punto di non ritorno nella salita dei contagi (e' scritto nelle curve di Austria ed Olanda, che ci sono gia' passate: basta andarlo a "leggere").

  2. Tutte le analisi da noi fatte sono per la variante ora dominante che e' la Delta ma presto potrebbe anche comparire quella sudafricana Omicron, che e' molto piu' contagiosa, come mostra la velocita' di crescita dei contagi, che la rendono dominante in sole due settimane, rilevata in Sudafrica e mostrata in figura (la linea rossa e' la nuova variante, le altre due sono la Delta e la Beta):


    Questa nuova variante e' quindi destinata a diventare dominante molto presto (ma non sappiamo ancora pero' quanto e' patogena).
    Questo ovviamente ci preoccupa per due motivi:
      Perche' la soglia critica sarebbe piu' bassa.
    • Perche' non sappiamo se i vaccini finora usati siano efficaci contro questa nuova variante.

  3. Un'altra preccupazione ci viene dai dati dei decessi da noi analizzati, che si riferiscono non al Piemonte ma a tutta l'Italia.
    Nella media dei dati recenti dei decessi in Italia NON ci sembra di vedere dati relativamente piu' alti di quelli che il modello a soglia prevederebbe per il Piemonte, mentre i picchi da noi disegnati nel grafico dei decessi sembrano puntare ad un andamento crescente, evidenziato dalla linea rossa, che abbiamo disegnato appositamente.
    Ricordiamo che, in base ai risultati del modello a soglia, al 3.6% di contagi dovrebbero corrispondere 60 decessi al giorno, 18 giorni dopo il contagio, ma senza considerare i picchi rossi dei vaccinati, perche' quelli non muoiono, cioe' considerando la linea viola nel grafico dei contagi , che rappresenta la curva dei contagi della quinta mini-ondata.
    Il picco della quinta mini-ondata in Piemonte, che e' quella da considerare perche' contribuisce ai decessi, essendo quella dei non vaccinati) e' attualmente al 2.5% (vedi linea viola) e corrisponde a 42 decessi al giorno, che e' abbastanza consistente con il valore medio nel grafico dei decessi.
    L'andamento dei picchi invece sembra essere crescente anziche' decrescente e questo ci preoccupa non poco.
    Se fosse vero che c'e' un andamento crescente, perche' le cose stanno andando male nelle altre regioni d'Italia, i piemontesi e non solo loro potrebbero trovarsi a rischio nell'immediato futuro, se si trovassero vicini ad altre regioni divenute "focolaio" nelle quali, se si fosse superata la soglia critica, dovrebbe essere imposta una quarantena di circa un mese, cosa che attualmente sembra un'ipotesi lontana ma che non puo' essere esclusa, per esempio, nelle regioni del nord-est, confinanti con Austria e Slovenia.
    Possiamo capire che questa sembri una cosa assurda a chi non conosce ancora il funzionamento della pandemia come descritta dal modello a soglia, ma purtroppo crediamo che sia proprio quello che andrebbe fatto.
    Se questo non venisse fatto, il Piemonte avrebbe un forte apporto di contagi esterni da queste regioni, ben maggiore di quello che attualmente genera i picchi rossi (se i contagi fossero passati dalle nazioni confinanti in Italia e' altrettanto ovvio che potrebbero passare da una regione d'Italia all'altra).
    Sarebbe uno scenario apocalittico nel quale l'epidemia si potrebbe diffondere senza limiti in tutta Italia per scarsa sollecitudine nel controllo sanitario tempestivo dei confini, non solo tra Stati ma anche tra regioni (azione inevitabile in caso di epidemia che comincia a dilagare).
    In questo lavoro ci sono tutte le indicazioni di come si puo' evitare il raggiungimento della soglia critica (il livello della soglia puo' essere determinato dall'analisi dei dati dei Paesi in cui e' stata superata).
    Noi non abbiamo i dati dei contagi del resto d'Italia e pertanto non possiamo esprimere giudizi ma solo ipotesi. Da quello che vediamo accadere in Europa, dove nessuna frontiera e' stata chiusa per quarantena, non possiamo che essere fortemente preoccuapati per i piemontesi che sono stati cosi' bravi finora.
Noi non ci siamo dati un compito di controllo della pandemia in Italia ma solo quello di uno studio scientifico del funzionamento della pandemia, usando i dati di una regione campione (il Piemonte).
Per cui il nostro obiettivo e' quello di comprendere come funziona la pandemia e questo stiamo facendo.

COMMENTO SUI PICCHI ROSSI (26 novembre 2021)
Per capire cosa fossero i ricorrenti picchi "del venerdi'" che ci sono sempre stati, indicati con una V rossa nel grafico dei contagi , noi ci abbiamo messo piu' di un anno, perche' davamo per scontato che una persona immunizzata (per guarigione o vaccinata) non potesse essere contagiata.
Il disagio sembra sia stato sempre stato comune a tutti, tant'e' vero che i vari commentatori scientifici analizzavano i dati raggruppandoli per settimane, perche' cosi' "erano piu' significativi". Di fatto in questo metodo veniva usato per togliere di mezzo il problema dei picchi settimanali, che cosi' sparivano e con loro anche il disagio per non sapere cosa fossero.
In realta' si stava perdendo cosi' un'informazione molto importante legata alla presenza delle persone immunizzate, perche' guarite da una precedente infezione.
Le persone immunizzate poi sono aumentate con il progredire delle vaccinazioni e cosi' pure sono aumentati di ampiezza i picchi del venerdi' finche' il 22 settembre 2021 finalmente abbiamo capito come stavano le cose: i picchi erano i contagi delle persone immunizzate, che guariscono in pochi giorni avendo gia' gli anticorpi nell'organismo.
L'ipotesi e' stata confermata quando con l'aumentare delle persone vaccinate l'altezza dei picchi e' aumentata fino a quelli nel grafico dei contagi attuale (con il 90% circa di vaccinati).
La periodicita' settimanale e' stata da noi attribuita ad una maggiore frequenza dei contagi nei giorni lavorativi e quindi legati alle attivita' lavorative, perche' il picco saliva fino al venerdi' per poi calare nel fine settimana.
Questa interpretazione e' stata rafforzata dall'osservazione che i picchi si riducevano nelle due settimane intorno al 15 agosto, quando le attivita' lavorative in Italia erano ridotte al minimo.
La convinzione dell'importanza di analizzare questi picchi e' stata rafforzata quando abbiamo visto che la loro periodicita' al venerdi' e' scomparsa dopo il 15 ottobre 2021, giorno dell'entrata in vigore dell'obbligo del green-pass nei luoghi di lavoro.
La cosa ha confermato la correttezza della nostra ipotesi sulla loro origine nei luoghi di lavoro e sull'efficacia della disciplina del green-pass.
I picchi, che ora non sono piu' del venerdi' ma sono solo "picchi rossi", naturalmente sono rimasti in corrispondenza al verificarsi di eventi che producono molti contagi (in questi giorni manifestazioni e cortei di vario genere), perche' gli immunizzati ci sono e continuano ad infettarsi, come i non immunizzati.
E questa continua ad essere una preziosa fonte di informazioni sull'evoluzione dell'epidemia, perche' ci indica molto bene quando stanno avvenendo le immissioni di nuovi contagi da parte delle attivita' umane e quanto grandi sono.
Questa e' un'informazione vitale per il controllo della pandemia, perche' sono proprio queste immissioni esterne di contagi che condizionano l'evoluzione della pandemia, spingendo i contagi verso l'alto e avvicinandoli alla famigerata SOGLIA CRITICA oltre la quale parte la crescita esponenziale inarrestabile e tragica dei contagi.
Malgrado cio' non sembra che gli addetti ai lavori abbiano coscienza di questa realta', perche' credo che la maggior parte di loro ancora non abbia risolto l'enigma dei picchi presenti nella curva dei contagi (ed anche in quella dei decessi).
E' urgentissimo che ne prendano coscienza, perche' con i contagi in salita il momento e' critico!

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (25 novembre 2021)
Il dato di oggi e' molto alto (5.9%). E' ancora compatibile con un altro picco rosso nel grafico dei contagi (che non abbiamo disegnato in attesa del dato di domani).
Quest'ultimo picco sarebbe pero' piu' alto dei precedenti e potrebbe percio' accennare ad un possibile inizio di salita della linea viola oltre il livello del 2.5% previsto dal modello a soglia.
Se la linea viola, che e' il vero livello della quinta mini-ondata dei non vaccinati (come abbiamo spiegato nei giorni precedenti), dovesse iniziare a salire sarebbe un pessimo segnale, perche' il consistente numero di guarigioni dei contagi di un mese fa dovrebbe invece spingere la curva verso il basso.
Per questo riteniamo il dato di domani decisivo per discriminare tra due casi possibili:
  1. una curva con un picco rosso un po' piu' alto dei precedenti, senza pero' nulla di drammatico (se il dato di domani scende);
  2. una curva dei contagi che si sta impennando verso l'alto, che potrebbe essere il sintomo di un possibile superamento della soglia critica (se il dato di domani sale ancora di piu').
Questo secondo caso sarebbe un pessimo presagio per il futuro.

Per quanto riguarda i decessi il dato odierno di 71 decessi ha iniziato la discesa dal picco definito dai due dati precedenti, per cui e' confermato quest'altro picco, anch'esso centrato sul martedi', che abbiamo disegnato.
Un pessimo segnale, da considerare ormai confermato, e' la tendenza in salita che mostrano i dati dei picchi rossi nel grafico e che abbiamo evidenziato con una linea rossa abbastanza ripida.
Come spiegato nei giorni scorsi, questi decessi si riferiscono a tutta l'Italia e quindi questa salita e', secondo noi, un chiaro indice che nel resto d'Italia i contagi vanno peggio che nel grafico dei contagi da noi analizzato, che e' del Piemonte.
E' secondo noi un chiaro segnale che in Italia i contagi starebbero salendo piu' che in Piemonte, avvicinandosi pericolosamente a quella soglia critica, il cui superamento ci porterebbe dritti verso un'apidemia come quella dell'Austria.
E' questa una nostra precisa preoccupazione insieme alla sensazione che ci sembra che in Italia NON ci sia ancora una corretta consapevolezza dell'esistenza della soglia critica della pandemia e del grave pericolo che essa rappresenta.
Abbiamo usato il condizionale perche', non disponendo dei dati dei contagi nella altre regioni d'Italia, dobbiamo riportare queste come nostre intuizioni anziche' analisi sui decessi che non possiamo sottoporre a riscontro con i dati dei contagi.
Sono intuizioni per molti versi preoccupanti ma e' meglio parlarne, perche' se fossero vere potremmo ancora essere in tempo per rimediare, eliminando o riducendo le cause dei picchi rossi nei contagi, che immaginiamo ci siano anche nelle altre regioni.

LEZIONE 54: IL FUNZIONAMENTO DEI FOCOLAI (25 novembre 2021)
Vai a:   Lezione 53   ,   Lezione 55
Il funzionamento d'innesco a soglia della pandemia non dipende dalla numerosita' della popolazione.
Infatti la pandemia non si comporta diversamente in Paesi con popolazioni molto diverse.
Questo dev'essere vero anche su scala piu' piccola, quella di regioni o addirittura paesi o villaggi.
Il modello a soglia si applica nello stesso modo anche in un piccolo paese (diciamo con 1000 abitanti), per cui in tempi di pandemia abbiamo anche li' una piccola epidemia invisibile di asintomatici che puo' far aumentare il livello medio dei contagi, se si forma un assembramento che favorisce i contatti tra persone, come quello ad esempio di un corteo.
Le persone contagiate, circolando per il paese, producono nuovi contagi in numero proporzionale al numero totale di persone contagiate esistenti.
Quindi se i contagiati aumentano, aumenta pure la spinta alla crescita del livello medio dei contagi in quel paese.
I contagiati guariscono in un mese (sono quasi tutti asintomatici) e cosi' producono una spinta alla diminuzione del livello dei contagi di un mese dopo.
Quindi a regime il livello dei contagi e' stabilito dall'equilibrio tra il numero di persone che vengono contagiate meno il numero di persone che guariscono.
Quando il livello dei contagiati aumenta, cresce la produzione di nuovi contagiati ma non il numero di guarigioni che e' determinato dai contagi di un mese prima, che in condizioni normali e' costante.
Quando questa crescita supera il numero delle guarigioni allora s'innesca il fenomeno perverso della crescita esponenziale dei contagi a causa della diretta proporzionalita' tra il numero di contagiati ed i contagi che essi producono.
E' la soglia critica, che innesca nella piccola comunita' del paese quello che viene chiamato un focolaio.
La formazione di focolai e' molto pericolosa perche' produce persone contagiose in gran numero, le quali uscendo dal paese possono diffondere il contagio su piu' larga scala.
E' l'arma piu' micidiale e subdola, dopo l'epidemia (nascosta) degli asintomatici e la soglia critica, di cui dispone la pandemia per estendersi ed invadere tutta l'umanita', senza limiti.
La dimensione della comunita' e' del tutto arbitraria: puo' andare da un insieme di lavoratori o un condominio fino agli U.S.A. Non c'e' limite massimo ed il limite minimo e' stabilito solo dal fatto che l'uomo e' discreto (nel senso matematico del termine).
E' un funzionamento semplice ma micidiale insieme, questo della pandemia ed e' caratterizzato dalla soglia critica che dipende sostanzialmente dalla contagiosita' (o trasmissibilita') dei virus e quindi dal tipo di variante dominante, dalla temperatura e dalla densita' di popolazione.
Questo riguarda la sua capacita' di diffusione, che per la variante delta e' molto grande.
Tutto e' contenuto nel modello a soglia, che si conferma come lo strumento analitico migliore per combattere questa pandemia.
La pericolosita' della pandemia e' legata alle patologie che e' in grado di sviluppare: il Covid-19, nella sua forma piu' grave di polmonite virale e' una delle peggiori, non solo perche' puo' essere letale, ma per la sua fase terminale (vissuta da soli ed in rianimazione).

E' giustificato il decreto odierno (super green-pass), che impone limitazioni ai non vaccinati?
E' vero che possono infettarsi e trasmettere il contagio sia i vaccinati che i non vaccinati ma i primi, una volta contagiati, restano infetti mediamente solo per 3 giorni (poi sono guariti) mentre i non vaccinati guariscono in 30 giorni.
Quindi, rimanendo infetta per 30 giorni (senza saperlo perche' asintomatica) una persona non vaccinata ha una probabilita' di contagiare altre persone 10 volte maggiore di una persona vaccinata, quindi e' piu' pericolosa per i rischi della pandemia, una volta contagiata (non puo' fare un tampone e test molecolare tutti i giorni).

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (24 novembre 2021)
Non male. Il dato di oggi e' piu' alto di quello di ieri (3.9% contro 3.5%) ma non di molto. Evidentemente e' l'inizio del picco rosso successivo che pero' potrebbe essere inferiore al picco che lo precede.
Questo sarebbe un ottimo indizio perche' la nostra curva dei contagi (che e' la linea viola nel grafico dei contagi ) non salirebbe ma anzi accennerebbe ad un inizio di discesa, segno che saremmo ancora sotto la soglia critica e quindi, se tutti quelli che remano contro, organizzando manifestazioni e cortei a non finire, non aumentano la loro attivita', allora sia il numero di picchi rossi che la loro altezza tenderanno a diminuire ed allora ce l'avremmo fatta: in Italia non si sarebbe superata (per ora, poi in inverno si vedra') la soglia critica e le salite impressionanti di contagi degli altri Paesi da noi non ci saranno.
La curva dei contagi invece di salire scenderebbe sempre piu' fino a raggiungere circa l'1% (mentre gli altri Paesi sarebbero in lockdown).
Poi per dicembre (allora non saranno piu' i cortei ma lo shopping natalizio) ricominceremo da capo con i picchi rossi ed i virus non aspettano altro. Pero' una volta che abbiamo capito bene come funziona la pandemia, sarebbe proprio da incapaci, crediamo, cadere nel tranello e superare la soglia critica, per trovarci poi conciati come gli austriaci oggi.
Con il modello a soglia abbiamo il tachimetro e guardando i dati di Austria ed Olanda (che hanno superato la soglia) possiamo trovare dov'e' il limite da non superare (soglia critica). Abbiamo percio' tutti gli elementi per guidare bene e non superare mai il limite. Ma dobbiamo crederci.
Poi ci sara' l'inverno, che sara' peggio, perche' con il freddo la soglia critica sara' piu' bassa.
Ma teniamo duro, ce la faremo!

Per quanto riguarda i decessi il dato odierno di 85 decessi e' come quello di ieri, per cui e' confermato un altro picco, anch'esso centrato sul martedi', che si definira' meglio nei prossimi giorni.

LEZIONE 53: COSA BISOGNA FARE SE SI SUPERA LA SOGLIA CRITICA (24 novembre 2021)
Vai a:   Lezione 52   ,   Lezione 54
Bisogna capire prima gli effetti del LOCKDOWN: e' la risorsa piu' estrema che, ostacolando i contatti tra persone non conviventi, permette di ridurre in modo sostanziale la produzione di nuovi contagi.
Se si e' superata la soglia critica (vedi lezione 52 ), i contagi sono ad un livello non piccolo e le persone gia' contagiate circolando contribuiscono alla produzione di nuovi contagi apportando ogni giorno che passa un ulteriore incremento alla curva dei contagi.
La curva e' sempre soggetta ad una diminuzione di contagi dovuta alle guarigioni di contagiati di un mese prima, ma quando si e' superata la soglia critica la produzione di nuovi contagi supera questa diminuzione per le guarigioni (e' questa la definizione di soglia critica).
Quando questo avviene (superamento della soglia critica) la crescita della curva avviene spontaneamente con una velocita' crescente (perche' piu' contagiati ci sono e piu' contagi producono) che assume un andamento esponenziale (progressione geometrica): non e' solo il modello a soglia ad affermarlo ma e' un dato di fatto.
L'unico modo possibile per fermare questa crescita e' impedire che avvengano i contagi diffusi dalle persone contagiate che circolano. E l'unico modo efficace e' quello di non farle circolare (=LOCKDOWN).
Quando si fa, allora si blocca (in gran parte) la produzione di nuovi contagi ma non la diminuzione di contagiati per guarigione dall'infezione (che avviene in 30 giorni per le persone non immunizzate).
Il risultato e' che il livello dei contagi comincia a diminuire. E piu' dura il lockdown, piu' i contagiati diminuiscono di numero.
Si abbassa cosi' sempre piu' anche il potere di produrre contagi della massa di contagiati esistente.
Quando questo potere di produrre nuovi contagi scende sotto le guarigioni in atto, cioe'
Contagi/giorno(+) < Guarigioni/giorno (-)
allora si puo' terminare il lockdown, non prima. Se si terminasse il lockdown prima allora, essendo il livello dei contagi ancora superiore alla soglia critica, la salita esponenziale dei contagi riprenderebbe subito e non si sarebbe risolto nulla.
Il lockdown puo' avere una durata minore se viene adottato tempestivamente, perche', se non si e' dato alla pandemia il tempo di crescere molto, allora si fa prima a far scendere i contagi sotto al livello della soglia critica, che puo' essere valutato dall'andamento iniziale della curva dei contagi.
La durata del lockdown non deve percio' essere fissata a priori: deve durare finche' i contagi non scendono ad un livello inferiore a quello d'inizio della salita esponenziale, monitorando quotidianamente la popolazione. Se le localita' (in caso di focolai) o le regioni sono piu' di una si deve prendere a riferimento quella con i contagi piu' alti.
Capite bene che questo e' l'UNICO modo per bloccare la pandemia, se si e' superata la soglia critica, perche' qualsiasi altra azione oggi disponibile non riuscirebbe a portare il livello dei contagi sotto alla soglia critica: bisognerebbe disporre di un farmaco in grado di far guarire tutta la popolazione contagiata (asintomatica) in meno di un mese, ma non lo abbiamo.
E' tutto molto semplice da capire ed e' l'essenza stessa del modello a soglia, che si chiama cosi' proprio perche' il superamento della soglia critica e' l'aspetto piu' rilevante della pandemia sia sul piano sanitario che economico.
Il lockdown e' stato adottato per la prima volta dagli italiani nella primavera del 2020, quando della pandemia se ne sapeva molto poco.
Per quanto tempo durera' questa pandemia? Non poco, ma nemmeno moltissimo se sono giuste le nostre intuizioni.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (23 novembre 2021)
I contagi oggi confermano la discesa e questo, grazie al Cielo (ed alla temperatura ancora alta), significa che in Italia non abbiamo superato la soglia critica (vedi lezione 52 ).
Nel grafico dei contagi abbiamo dovuto disegnare due picchi rossi invece che uno, parzialmente sovrapposti, per cui il dato piu' alto e' la somma dei due contributi (per questo e' cosi' alto).
Questo conferma che gli eventi umani che stanno producendo questi picchi di contagi stanno diventando piu' frequenti.
Naturalmente questo fatto ha come conseguenza il prolungamento in orizzontale del picco che abbiamo disegnato con la linea viola , che rappresenta la vera quinta mini-ondata ed un ritardo nell'inizio della sua discesa.
Questo fatto e' ALLARMANTE perche' significa che i contributi delle attivita' umane che spingono in salita la curva ora sono arrivati a compensare esattamente la spinta in discesa delle guarigioni.
In queste condizioni basta poco per non far scendere piu' la curva ma farla salire, avvicinandola sempre piu' alla soglia critica; dopodiche' purtroppo l'andamento sarebbe crescente in modo inarrestabile, se non con un lockdown generale. Questo ancora non e' accaduto perche', grazie all'alto tasso di vaccinazioni, la nostra curva e' potuta partire da un livello piu' basso: in quelle condizioni il minore numero di contagiati esistenti produceva un minore numero di contagi, che poi e' stato colmato, purtroppo, dai contagi prodotti dalle molte manifestazioni e cortei resi visibili nella curva dei contagi dai molti picchi rossi.
Questi picchi rossi devono sparire come sono spariti i "picchi del venerdi'".
La scomparsa dopo il 15 ottobre dei ricorrenti picchi del venerdi', che c'erano sempre stati fin dall'inizio della pandemia, quelli indicati con una V rossa nel grafico dei contagi , ci da una forte indicazione dell'efficacia della disciplina del green-pass negli ambienti di lavoro (i picchi del venerdi' erano da noi attribuiti ai contagi negli ambienti di lavoro: la discesa del picco infatti avveniva sempre nei fine settimana).
A nostro avviso, senza il green-pass i picchi del venerdi' sarebbero rimasti ed il loro apporto aggiuntivo residuo ai contagi avrebbe fatto superare sicuramente al picco di questa quinta mini-ondata il livello massimo 2.5% previsto dal modello a soglia (rispettato finora, a quanto sembra).
Come i picchi del venerdi' cosi' anche i numerosi (almeno due a settimana) picchi rossi attuali devono sparire al piu' presto con un giusto provvedimento (com'e' stato il green-pass negli ambienti di lavoro), perche' stanno spingendo pericolosamente sempre piu' in alto la curva dei contagi.
Noi speriamo che l'evoluzione dei contagi prosegua senza arrivare alla soglia critica oltre la quale i nuovi contagi che i contagiati producono, superano la spinta in discesa delle guarigioni, perche' questo ci farebbe passare al caso N.3 (della lezione 52 ), innescando la crescita dei contagi "all'austriaca", per intenderci, cioe' in modo non piu' arrestabile, se non con un lungo lockdown generale.
Dev'essere ben chiaro: i contagi non saliranno perche' stanno salendo negli altri Paesi ma solo se noi italiani saremo cosi' incapaci da produrre con i nostri comportamenti (per esempio le manifestazioni) tutti i nuovi contagi che alla pandemia servono per crescere e magari anche superare la soglia e portarci cosi' nel caso N.3 della lezione 52.
La quinta mini-ondata in Italia ora dovrebbe cominciare a diminuire per le tante guarigioni dei contagiati di 30 giorni prima (siamo nel caso N.1) e noi dobbiamo permetterglielo, dobbiamo smetterla di creare con le attivita' umane cosi' tanti contagi da compensare la spinta in discesa delle guarigioni perche' cosi' stiamo giocando con il fuoco e l'incendio ci puo' scoppiare in casa da un giorno all'altro.
La nostra curva dei contagi DEVE POTER SCENDERE ORA, mentre molti altri Paesi in Europa saranno presto in lockdown (perche' loro sono nei casi N.2 o 3, avendo superato la soglia critica).

Per quanto riguarda i decessi il dato odierno di 83 decessi e' piu' alto di quelli dei tre ultimi giorni, per cui e' iniziato un altro picco che si definira' nei prossimi giorni.

LEZIONE 52: COSA STA SUCCEDENDO IN EUROPA (23 novembre 2021)
Vai a:   Lezione 51   ,   Lezione 53
IL SUPERAMENTO DELLA SOGLIA CRITICA
Definizione della soglia critica: e' quel livello dei contagi oltre il quale l'incremento dei contagi prodotto dalle persone contagiate (in massima parte asintomatici) supera il decremento dovuto alle guarigioni dei contagiati di 30 giorni prima.
Siccome ogni nuovo contagiato produce a sua volta nuovi contagi, quando si supera la soglia critica la differenza netta tra produzione spontanea di contagi (cioe' non provenienti dall'esterno ma generati dai contagiati stessi, cioe' dalla pandemia) e guarigioni tende a crescere sempre piu' in un modo inarrestabile perche' spontaneo.
L'unico modo per arrestare questo processo e' quello di impedire al massimo che i contagi avvengano (lockdown) per un tempo abbastanza lungo (un mese) e per assicurare che il succedersi delle guarigioni, in assenza o con pochi nuovi contagi, riducano il numero di contagiati sotto alla soglia critica, cosi' da impedire che la crescita esponenziale spontanea possa ripartire, una volta terminato il lockdown.
Piu' si ritarda ad attivare il lockdown e piu' i contagiati crescono: all'inizio puo' bastare anche un lockdown piu' breve ma poi occorrono tutti i 30 giorni per far scendere i contagi sotto la soglia critica.
Siccome le persone vaccinate che vengono contagiate guariscono in 2-4 giorni (cioe' smettono di essere positive al test), per loro non occorre rispettare questo lungo lockdown, in quanto il loro contributo alla diffusione dei contagi e' minore, se continuano ad usare le mascherine e rispettare il distanziamento.
Per giustificare questa affermazione ricordiamo che in Italia i non vaccinati sono circa il 10% dell'88% delle persone vaccinabili piu' il 12% di persone non vaccinabili (bambini, ecc,), cioe' circa il 20% totale mentre l'80% sono i vaccinati. Quindi i vaccinati sono 4 volte piu' numerosi dei non vaccinati ma, oltre a guarire mediamente in 3 giorni invece di 30, ritengo che la loro protezione immunitaria anche renda piu' deboli le cariche virali da loro emesse, nel caso diventassero positivi.
Questo e' il nostro parere, credo ammissibile, ma monitorando la curva dei contagi in condizioni di lockdown per i soli non vaccinati in 3 o 4 giorni si puo' subito avere un riscontro diretto molto facilmente.
In altre parole riteniamo che non sia necessario applicare il lockdown anche ai vaccinati (come sta facendo l'Austria) e questo ridurrebbe di molto l'onere del lungo lockdown, perche' le attivita' economiche potrebbero rimanere aperte.
Cosi' anche il lockdown potrebbe essere accettato senza troppi drammi.
E' un altro vantaggio non trascurabile delle vaccinazioni, di cui bisogna usufruire.
Ora dovrebbe essere ben chiaro cos'e' la soglia critica e perche' il modello a soglia e' stato chiamato cosi'.
Analizzando i dati dei Paesi che hanno superato la soglia critica si puo' determinarne il livello ed anche la dipendenza dalla temperatura, dato che nei vari Paesi le temperature medie sono diverse. Sarebbe un dato (dipendente dal tipo di virus dominante) molto importante per la prevenzione.
Ora ci troviamo in un momento molto speciale, perche' essendo la quinta ondata agli inizi, ci si presentano tutti insieme i diversi stadi dell'evoluzione della pandemia ed e' allora molto istruttivo usare il modello a soglia per comprendere fino in fondo cosa sta accadendo.
Cosa sta succedendo nei vari Paesi d'Europa e' ben rappresentato nel grafico dell'Europa che contiene i dati reali ad oggi, non curve ipotetiche disegnate per spiegare cosa prevede il modello.
In questo caso e' il contrario: il modello ci fa capire cosa sta accadendo oggi in Europa.
L'evoluzione iniziale nel caso di superamento della soglia critica e' quella mostrata dalle curve dell'Austria, dell'Olanda e della Germania nell grafico dell'Europa , che e' emblematico, perche contiene tutte le fasi possibili dell'evoluzione della pandemia: prima (Italia), durante (Europa) e dopo (Russia, ma in un altro grafico ).
  1. Prima del superamento della soglia: e' il caso dell'Italia, in cui non e' cominciata la crescita esponenziale dei contagi, perche' l'alto tasso di vacinazioni e la temperatura piu' mite hanno mantenuto bassa la contagiosita' o trasmissibilita' dei virus e quindi piu' alta da raggiungere la soglia critica. Infatti questa quinta ondata in Italia e' partita da un livello basso, rendendo cosi' piu' lontana la soglia di attivazione della crescita esponenziale dei contagi, che anche per noi, con il 90% di vaccinati, sta ad aspettare di essere superata (con tutte le manifestazioni in corso ce la stiamo mettendo proprio tutta!).
    Si potrebbe stare tranquilli solo vaccinando il 100% della popolazione: il 90% non basta.
    E' cosi' confermato che non esiste per questa pandemia l'immunita' di gregge, come previsto dal modello a soglia, a causa dell'esistenza dell'epidemia degli asintomatici.

  2. Durante il superamento della soglia, con tante restrizioni per contenere la crescita dei contagi: e' il caso del Regno Unito.
    Se si tenta di impedire il peggio, applicando molte restrizioni (non il lockdown generale), allora si puo' anche ridurre od interrompere la crescita dei contagi ma senza il lockdown generale non verrebbero portate a termine tutte le guarigioni ed allora il numero di virus circolanti rimarrebbe ad un livello comunque molto alto (fondo degli asintomatici) e la situazione sarebbe come quella del Regno Unito, visibile nel grafico dell'Europa , perche' senza lockdown non ci sarebbero tutte le guarigioni ed i virus, potendo continuare a passare di persona in persona, rimarrebbero numerosissimi e la coda dell'ondata si protrae cosi' piu' a lungo nel tempo, pronta a risalire non appena si allentano le restrizioni. E' una situazione comunque tragica, che e' prevista dal modello proprio come appare la curva UK, per cui e' lecito dedurre che questa e' la situazione in cui si trova il Regno Unito ora.
    Sarebbe stato molto meglio fare un lockdown lungo un mese ma solo per i non vaccinati. Ne sarebbero usciti fuori gia' da 2 mesi (perche' il lockdown, con tutte le guarigioni di un mese, avrebbe ridotto i contagi SOTTO alla soglia critica) con costi tutto sommato accettabili e la curva dei contagi sarebbe stata come la linea tratteggiata nel grafico che segue (in cui i contagi scendono fin sotto alla soglia critica):



    Non aver potuto disporre di questo know-how per i britannici crediamo abbia comportato finora danni enormi e lo stesso potrebbe succedere anche agli altri Paesi. Per l'Italia speriamo di no, perche' abbiamo molti assidui lettori, che sono sicuramente dei professionisti di questa materia che possono valutare quanto stiamo scrivendo; noi ci auguriamo che ci siano tra loro anche dirigenti tecnico/scientifici con facolta' decisionali.

  3. Dopo il superamento della soglia, nella fase iniziale: e' il caso di Austria, Olanda e Germania (Paesi che hanno superato la soglia della produzione esponenziale dei contagi).
    Per capire cosa significa consideriamo cosa accadrebbe se avvenisse in Italia: essendoci il 10% di persone non vaccinate piu' il 12% di persone non vaccinabili (bambini), potrebbe rimanere contagiato circa 1 italiano su 5 (12 milioni, quasi tutti non vaccinati), il 93% circa dei quali in forma asintomatica o lieve; quindi i malati di Covid-19 sarebbero circa 840.000, di cui 84.000 in condizioni critiche, alcuni dei quali con esito infausto (i numeri sono solo indicativi).
    Per impedire questo scenario apocalittico e limitare i danni, l'unico rimedio possibile e' il lockdown generale per 30 giorni (in Austria e' gia' cominciato), per attendere che guariscano tutte le persone infettate. Tutte le altre restrizioni riuscirebbero a bloccare la crescita dei contagi ma solo finche' durano; non appena si riducono, la crescita esponenziale dei contagi riprenderebbe.

  4. Dopo il superamento della soglia e senza restrizioni efficaci (fase finale): Se il numero di vaccinati ed il controllo dei contagi fossero decisamente scarsi, allora il fondo degli asintomatici non limiterebbe la sua crescita esponenziale come sta avvenendo nel Regno Unito e la pandemia assumerebbe un andamento ancora peggiore, come quello che si e' avuto in Russia.
Secondo noi e' evidente che i Paesi del centro Europa non conoscono queste modalita' di evoluzione della pandemia, perche' se le avessero conosciute prima siamo sicuri che avrebbero potuto evitare di trovarsi in questa grave situazione. Ora hanno un unico rimedio possibile: un mese di lockdown generale (anche solo per i non vaccinati).
In questo in Italia siamo avanti: non sciupiamo questo importante know-how che ormai possediamo.
L'Italia ha ancora tempo (molto poco) per evitare di sprofondare nella stessa crisi sanitaria e sociale: non fare il necessario per evitarla, sapendo tutto questo (che gli altri probabilmente ancora non sanno), sarebbe veramente imperdonabile.
Abbiamo descritto cosi' in poche parole i due modi in cui puo' evolvere la pandemia, in risposta agli eventi umani che fanno crescere i contagi:
  1. Quello in cui si riesce a mantenere la produzione di nuovi contagi (compresi quelli che potrebbero essere importati da Paesi molto infetti) sempre sotto alla soglia critica (Italia): in questo caso NON s'innesca la crescita esponenziale dei contagi, perche' prevalgono le guarigioni sulla produzione di nuovi contagi da parte di chi e' stato contagiato e l'ondata scende a zero, che e' il fondo degli asintomatici (anche invece se negli altri Paesi sta dilagando).

  2. L'altro in cui purtroppo si e' superata la soglia critica: parte allora la crescita spontanea autoalimentata ddagli stessi contagiati, che assume presto un andamento esponenziale inarrestabile, se non con un lockdown generale lungo almeno un mese per attendere le guarigioni di tutti i contagiati, che e' l'unico modo possibile per far fuori la maggior parte dei virus e far tornare il livello dei contagi sotto alla soglia critica.
Sono certo che la spiegazione di entrambi questi casi sia ben comprensibile a tutti.
La temperatura piu' alta che c'e' in Italia ci lascia sperare che NON siamo ancora arrivati al secondo caso.
E' certo pero' che, se si continua a manifestare in piazza, spesso ed in gran numero, ignorando questo funzionamento della pandemia e approfittando del fatto che certi comportamenti continuano ad essere apparentemente tollerati, crediamo che il secondo caso si realizzera' molto presto, anche senza bisogno delle temperature basse del centro Europa.
Per questo riteniamo che non si debba permettere oltre la produzione dei contagi in corso (quella che contribuisce ai picchi rossi ).
Bisogna conoscere la pandemia per poterla combattere meglio e proprio in questo crediamo possa incidere il nostro lavoro.
Sta a chi e' in prima linea agire, che non significa ora accelerare le vaccinazioni ma interventi con effetti piu' immediati, in grado di bloccare le attivita' umane che accentuano la diffusione dei contagi.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (22 novembre 2021)
I contagi oggi scendono e questo, grazie al Cielo (ed alla temperatura ancora alta), significa che ci troviamo ancora nel primo caso dei due discussi nelle lezione di oggi (n.52), che segue.
Come promesso abbiamo disegnato il picco rosso, che in questo caso sono due e parzialmente sovrapposti, per cui il dato piu' alto e' la somma dei due contributi (per questo e' cosi' alto).
Questo significa che gli eventi umani che producono questi picchi di contagi stanno diventando piu' frequenti.
Naturalmente questo fatto avra' come conseguenza un prolungamento (non ancora disegnato) del picco della linea viola , che rappresenta la vera quinta mini-ondata ed un ritardo nell'inizio della sua discesa.
Speriamo che l'evoluzione dei contagi prosegua come nel caso N.1 e che il numero totale di persone contagiate non arrivi alla soglia oltre la quale i nuovi contagi che producono, superano in numero la spinta in discesa delle guarigioni, perche' questo ci farebbe passare al caso N.3 (della lezione 52 ), innescando la crescita dei contagi all'austriaca, per intenderci, cioe' in modo non piu' arrestabile, se non con un lungo lockdown generale (vedi lezione 52 ).
Dev'essere ben chiaro: i contagi non saliranno perche' stanno salendo negli altri Paesi ma solo se noi italiani saremo cosi' scemi da produrre con i nostri comportamenti (per esempio le manifestazioni) tutti i nuovi contagi che alla pandemia servono per crescere e magari anche superare la soglia per portarci nel caso N.3.
La quinta mini-ondata deve cominciare ora a diminuire in Italia (che e' nel caso N.1) e noi dobbiamo permetterglielo, mentre quasi tutti in Europa sono in lockdown (perche' sono nel caso N.3, avendo superato la soglia).

Per quanto riguarda i decessi il dato odierno di 70 decessi e' superiore a quelli dei tre ultimi giorni, per cui sembra che sta cominciando un altro picco che si definira' meglio nei prossimi giorni.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI IN ITALIA (22 novembre 2021)
Mentre nell' Europa centrale la pandemia sta dilagando, in Italia i contagi sono ancora ad un livello basso.
Lo scenario che ha di fronte l'Italia per il suo immediato futuro presenta due evoluzioni possibili:
  1. Nel primo caso, quello migliore, essendo nel fine settimana, le manifestazioni popolari sono state particolarmente numerose ed affollate da produrre contagi in quantita' doppia rispetto al solito, producendo praticamente l'equivalente di due picchi rossi sovrapposti ed i contagi si sono sommati.
    In questo primo caso la crescita dei contagi si puo' fermare interrompendo quella produzione di contagi che contribuisce ai picchi rossi (le manifestazioni importanti, secondo noi). L'efficacia del divieto e' quindi immediatamente verificabile con la scomparsa dei picchi rossi successivi al divieto ed il conseguente inizio della DISCESA DELLA CURVA dei contagi.
    L'ipotesi dei due picchi e' molto verosimile e porterebbe ad un incremento doppio nei contagi che puo' solo ritardare l'inizio della discesa della linea viola, rispetto a quanto previsto finora.

  2. Nel caso peggiore invece il numero di persone contagiate avrebbe raggiunto un limite di SOGLIA (dipendente dalla temperatura ambientale, oltre che dal tipo di virus) oltre il quale il numero di persone contagiate e contagiose circolanti e' in grado di infettare un numero di persone superiore a quello delle guarigioni (perche' piu' contagiati ci sono e piu' contagi producono). Allora la curva dei contagi non puo' piu' diminuire ed inizia una salita inarrestabile che tende ad assumere un andamento esponenziale, che arriverebbe ad infettare tutti i non vaccinati (10%) piu' tutti i non vaccinabili (12%), che sono soprattutto i bambini: quindi in Italia potrebbe essere un'ondata uguale alle nostre prime tre ondate, con un picco al 18%.
Una cosa che sorprenderebbe molte persone e' il fatto che tutto cio' accadrebbe malgrado tutte le vaccinazioni fatte in Italia, che abbiamo assunto essere al 90% delle persone vaccinabili. Quel 18% citato e' infatti costituito da sole persone non vaccinate.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (21 novembre 2021)
Non va affatto bene. Il dato di oggi avrebbe dovuto collocarsi lungo la discesa del decimo picco rosso (ancora da disegnare). Invece e' salito abbastanza piu' in alto raggiungendo il livello dell'ottavo picco, che e' il piu' alto di tutti.
Gli scenari ora possibili sono i due descritti QUI'.

Per quanto riguarda i decessi anche il dato odierno di 46 decessi e' quasi uguale a quelli dei due ultimi giorni, per cui valgono le stesse considerazioni dell'altro ieri.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (20 novembre 2021)
Il dato dei contagi di oggi e' uguale a quelli di ieri, quindi il picco rosso che disegneremo domani sta proprio in mezzo.
Tutto procede come al solito, con un numero di picchi rossi doppio rispetto ai picchi del venerdi' che c'erano prima del green-pass (dopo sono scomparsi). Essendo ora il numero di persone non vaccinate (che sono quelle che apportano incrementi alla curva dei contagi) inferiore al passato, gli incrementi prodotti da ogni picco rosso sono minori e questo compensa il maggior numero di picchi rossi, prodotti da manifestazioni e cortei.
Mi sembra che stiamo giocando con il fuoco. Speriamo che non scoppi l'incendio, altrimenti ci sarebbe molto da recriminare per la dote sperperata.
L'abbassamento delle temperature ambientali che e' arrivato nel centro Europa avverra' anche da noi tra poco, con l'arrivo dell'inverno.
Per noi quindi quello che sta succedendo in Europa e' come un anticipo di quello che potrebbe accadere da noi in FUTURO.
In Italia stiamo correndo i rischi molto grandi ma siamo ancora in tempo per evitare che l'incendio pandemico dilaghi: sta a noi fare tutto quanto necessario per impedirlo.
Se e' scoppiato un incendio non si deve lasciar passare il tempo per discutere se aumentare il numero di estintori, perche' intanto l'incendio si espande. Con la pandemia e' la stessa cosa: bisogna agire subito e chiudere le attivita' umane che producono contagi, senza perdere neanche un giorno.
Intanto molte migliaia di persone in tutta Italia stanno continuando a manifestare senza ne' mascherine ne' distanziamento ...
Speriamo bene.

Per quanto riguarda i decessi anche il dato odierno di 49 decessi e' praticamente uguale a quello di ieri, per cui valgono le stesse considerazioni di ieri.

LA QUINTA ONDATA IN OLANDA (20 novembre 2021)
Che quella attuale sia la quinta ondata (contrariamente agli organi di stampa che chiamano tutti quella attuale la "quarta ondata" lo dimostra il grafico seguente dell'Olanda:



La situazione dell'attuale quinta ondata in Europa e' mostrata in quest'altro grafico:



Il modello a soglia prevedeva per il Piemonte una quinta ondata con un picco abbastanza basso, al 2.5% (grazie alle vaccinazioni) e per questo l'abbiamo chiamata mini-ondata.

I RISCHI PER L'ITALIA: Nel centro Europa invece le cose stanno andando peggio, soprattutto in Austria ed Olanda dove la curva sta crescendo senza accennare ancora al raggiungimento di un picco che preluda alla successiva discesa.
Questa situazione per gli olandesi NON e' dovuta ad un basso livello di vaccinazioni, perche' si sono vaccinati quasi come in Italia. Infatti ad oggi i dati dell'Olanda sono:
Vaccinati con una dose = 88.3%   Vaccinazione completa = 84.7% (dai 18 anni in su, Sorgente: RIVM).
Questo dimostra che l'alta contagiosita' della variante delta non si ferma neanche con un alto tasso di vaccinazioni, quando fa freddo ed anche in Italia tra non molto fara' freddo.
Infatti ad indurre questa crescita di contagi nei Paesi del centro Europa ci sono oggi sicuramente le temperature piu' basse che in Italia e questo dovrebbe metterci in ALLARME, perche' a dicembre anche da noi fara' piu' freddo.
Crediamo che sia proprio questa la differenza piu' rilevante che c'e' con l'Italia ora: per esempio ad Amsterdam la temperatura minima media di questi giorni e' di 3 gradi Celsius, mentre a Roma e' di 11 gradi, abbastanza piu' calda.
Nei Paesi del centro Europa il virus e' lo stesso ma la sua contagiosita' o trasmissibilita' e' maggiore, perche' sulle superfici fredde i virus rimangono attivi piu' a lungo e percio' si accumulano molto di piu'; le cariche virali infettanti allora diventano piu' elevate ed i rischi di contagio aumentano (e' lo stesso meccanismo infettivo che ha creato in Germania l'estate scorsa vari focolai tra i lavoratori dei macelli tedeschi, che lavoravano all'interno delle celle frigorifere).
Un abbassamento della temperatura di 8 gradi Celsius, possibile a dicembre in Italia, verosimilmente potrebbe accentuare anche da noi la contagiosita' o trasmissibilita' di questa variante delta al punto da rendere possibile un'esplosione di contagi, come quella che stiamo vedendo oggi in Europa.
Per noi quello che sta succedendo nel centro Europa adesso ci consente percio' di vedere in anticipo un nostro possibile FUTURO. Noi speriamo proprio di no, perche' in Italia siamo ancora in tempo per evitare che l'incendio pandemico dilaghi: sta a noi fare tutto il necessario per impedirlo.
La pandemia va controllata per non farla dilagare, altrimenti possono essere guai seri.
E' come un incendio: quando comincia e' facile intervenire e spegnerlo ma se dilaga poi non si riesce piu' a fermarlo.
Per questo e' indispensabile che tutta la popolazione adotti subito e sempre tutte le precauzioni possibii, soprattutto adeguando i comportamenti ai principi di massima prudenza, cosa che crediamo non sia stata fatta a sufficienza in Olanda. Solo cosi' potremo limitare la produzione di nuovi contagi anche quando fara' piu' freddo.
Abbiamo spiegato nei giorni scorsi che oggi in Italia, se sapremo mantenere la produzione di nuovi contagi ad un livello normale (come quello delle ondate precedenti) non abbiamo nulla da temere e gia' dai prossimi giorni i contagi dovrebbero iniziare a diminuire, perche' essendo questa mini-ondata iniziata il 10 ottobre stanno arrivando sempre piu' copiose le guarigioni dei contagiati di 30 giorni prima.
Se invece oggi si lasciasse svolgere un numero esagerato di cortei (dell'autunno "caldo") e si generano cosi' troppi picchi rossi nel grafico dei contagi allora, siccome ogni picco rosso aggiunge un incremento, la curva dei contagi potrebbe salire troppo e siccome quando sale aumentano le persone infette e contagiose, i contagi prodotti aumentano sempre di piu' e si potrebbe arrivare anche per questo ad una situazione grave come quella attuale dell'Olanda.
Le azioni di profilassi del Governo riguardano le vaccinazioni, la certificazione verde, l'obbligo vaccinale ma non una migliore regolamentazione di manifestazioni, cortei e movide che, secondo noi, contribuiscono significativamente alla produzione dei "picchi rossi".
Senza tutti quei picchi rossi la curva dei contagi avrebbe iniziato la sua discesa gia' dal 9 novembre (30 giorni dopo l'inizio), mentre, con la loro presenza che si ripete, potrebbe proseguire la crescita di contagi che poi essa stessa contribuisce sempre piu' alla creazione di nuovi contagi che fanno crescere la curva in un modo che, se proseguisse, potrebbe anche diventare come quello dell'Olanda.
Vogliamo infine sottolineare che tutto quanto abbiamo detto e' stato senza che si sia superata la SOGLIA CRITICA, altrimenti la pandemia farebbe una strage ben maggiore (i 1250 decessi al giorno in Russia sono un chiaro esempio della cosa peggiore che potrebbe accadere).
Questa e' la pandemia Covid-19 signori, funziona cosi': tutti ne devono essere coscienti, perche' se ci si comporta di conseguenza allora l'incendio si spegne sul nascere come stiamo per fare in Italia.
Ce lo auguriamo sinceramente, soprattutto per permettere che l'Italia sia il motore della ripresa europea; chiunque e' in grado di capire che la posta in gioco e' molto alta e non solo sul piano sanitario.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (19 novembre 2021)
I contagi di oggi sono saliti al 4.2%, che lascia intendere un altro picco che si completera' con il dato di domani che speriamo non sia troppo alto, perche' potrebbe spingere un po' piu' in alto il picco della linea viola che e' il vero picco della quinta mini-ondata e che ora e' arrivato proprio a quel 2.5% che e' il livello previsto dal modello a soglia, in assenza di troppe spinte verso l'alto, come quelle di questi picchi rossi.
Queste spinte verso l'alto attualmente ci sono e sembra che siano dovute alle varie manifestazioni e cortei molto affollati in corso in tutta Italia.
Siccome la crescita dei contagi e' proporzionale al numero di persone infette esistenti (che diffondono contagi), il fatto che la mini-ondata italiana sia ora arrivata al picco della sua evoluzione standard (quella prevista dal modello a soglia) rende necessario intervenire subito se si vuole contenere la crescita dei contagi.
Tutte le spinte in corso per accelerare ed estendere le vaccinazioni sono utili ed encomiabili ma non servono a contenere la salita dei contagi dell'ondata attualmente in corso.
Gli unici interventi che ora potrebbero essere efficaci, secondo i risultati della nostra analisi, sarebbero quelli in grado di limitare o rimuovere le cause della crescita dei contagi, identificabili nei numerosi picchi rossi generati dalle tante manifestazioni e cortei molto affollati in corso quasi quotidianamente in Italia (no-vax, no-green-pass, studenti, scioperi, ecc.), senza alcuna precauzione anti-Covid.

Per quanto riguarda i decessi il dato odierno di 48 decessi e' sulla discesa dal picco (il nono), definito dai dati immediatamente precedenti, che rientra tra quelli discussi nell' approfondimento che abbiamo fatto il 18 novembre, perche' questi picchi nella curva dei decessi comincivano ad essere un po' troppi, mostrando un'andamento crescente, con 4 picchi in un mese, uno a settimana circa.
Questo andamento e' dei decessi in tutta Italia e non possiamo percio' cercare un riscontro, che ci deve pero' essere perche' i decessi sono sempre lo stato terminale di una piccola frazione di contagi, che si sono evoluti in una patologia Covid-19 grave.
L'andamento crescente rappresentato dai picchi nei decessi, dalle valutazioni fatte, e' risultato legato anch'esso al corrispondente aumento dei contagi dovuti alle manifestazioni da tempo in corso in Italia.

LEZIONE 51: COMPRENDERE LA PANDEMIA CON IL MODELLO A SOGLIA (19 novembre 2021)
Vai a:   Lezione 50   ,   Lezione 52
Questi virus (Sars-CoV-2 e varianti) hanno un tempo di guarigione spontanea nelle persone normali, con un sistema immunitario efficiente, di 30 giorni.
Puo' pero' evolvere nella patologia Covid-19 (che puo' essere letale nel caso arrivi a sviluppare una polmonite virale) nei casi o di immuno-deficienza o di un'infezione particolarmente grave (carica virale infettante molto intensa).
Nella maggior parte dei casi in cui la persona infettata guarisce in 30 giorni non appaiono sintomi evidenti per cui queste persone infette le abbiamo indicate con il termine di asintomatiche.
Questo lungo tempo di guarigione mantiene la persona infetta per un mese in grado di diffondere l'infezione con cariche virali molto deboli ma comunque in grado di contagiare con piccola probabilita' altre persone sane.
Si viene a creare cosi' una situazione in cui i nuovi contagiati vanno a sostituire gli asintomatici che guariscono e s'instaura un equilibrio tra i nuovi contagiati ed i guariti, che mantiene costante nel tempo la percentuale di persone infette; e' questa quella che noi abbiamo chiamato l' epidemia degli asintomatici , che e' permanente ed assicura la presenza perpetua dei virus tra quella popolazione.
Il livello dei contagi raggiunto all'equilibrio dipende dalla contagiosita' dei virus, che dipende a sua volta dalla temperatura ambientale.
In Piemonte a luglio era allo 0.6%: e' quello che abbiamo chiamato il fondo degli asintomatici nella nostra curva dei contagi e che con una metafora significativa abbiamo chiamato la "brace ardente" della pandemia perche' e' proprio dall'epidemia degli asintomatici che partono le varie "ondate".
I virus sono sempre in agguato ed invisibili, perche' gli asintomatici, che non hanno alcun sintomo, pensano di essere sani e cosi' la diffusione dei contagi avviene in modo del tutto inconsapevole.

Come parte un'ondata? Puo' accadere pero' che in occasione di qualche evento importante si creino moltissimi assembramenti di persone tutte in contatto tra loro (per esempio durante lo shopping natalizio oppure in occasione dei festeggiamenti per un evento importante come la vittoria della coppa europea di calcio).
Allora la trasmissione dei contagi sale molto sopra alla media del periodo e quindi viene rotto l'equilibrio dell' epidemia degli asintomatici perche' la creazione di nuovi contagi prevale sulle guarigioni dei contagiati di un mese prima.
Questo fa salire la curva dei contagi in due modi:
  1. Con un picco per i contagi delle persone immunizzate (anche da una precedente infezione subita): e' un picco perche' queste persone guariscono quasi subito (in 2-4 giorni) e l'incremento dei contagi si annulla cosi' in pochi giorni.
  2. Con un incremento "a gradino" per i contagi delle persone NON immunizzate (l'incremento nella curva dei contagi appare come un gradino perche' le persone non immunizzate guariscono in 30 giorni e quindi l'incremento scompare solo dopo un mese).
Il picco avviene 3 giorni dopo l'evento che l'ha generato, alla luce dell'evento meglio accertabile che e' quello dei festeggiamenti per la vittoria della coppa europea di calcio del 11 luglio 2021 (il picco infatti e' comparso 3 giorni dopo, il 14 luglio, come si puo' vedere nel grafico della quarta ondata ).
Siccome la probabilita' di produrre nuovi contagi dipende linearmente dal numero di persone infette, all'aumentare dei contagiati corrisponde un contemporaneo aumento di produzione di contagi ma non un decremento di contagi per guarigione, perche' le guarigioni in atto si riferiscono ai contagi costanti di un mese prima.
Cosi' la curva dei contagi inizia a salire, innescata dal primo evento importante di produzione di contagi.
E cosi' puo' salire indisturbata per un mese, dopo il quale cominciano ad arrivare le prime guarigioni dell'ondata, sempre di piu', e avviano la fase discendente dell'ondata, che procede per un tempo determinato dall'intensita' dell'apporto di nuovi contagi da parte delle attivita' umane.
Questa e' la fase in cui ci troviamo adesso in Piemonte.
E' chiaro che se questo apporto supera quello (negativo) delle guarigioni la curva dei contagi puo' anche salire: decidono gli umani.
Il modello a soglia prevede il decorso naturale dell'ondata. Gli apporti di contagi esterni sono dati che devono essere conosciuti e che vanno inseriti nel calcolo.
La loro presenza puo' essere rilevante nel caso della presenza di percentuali di contagi abbastanza piu' alte nelle regioni confinanti con il Piemonte o addirittura in altri Paesi con cui si hanno scambi di persone non controllati (nelle merci i virus una volta deposti restano attivi per poche ore, d'inverno pochi giorni).
C'e' un'ultimo fenomeno molto importante che prevede il modello a soglia: l'esistenza di una soglia critica (da cui il nome del modello).
Non stiamo qui a ripetere cose gia' dette ma il superamento della SOGLIA CRITICA e' un'eventualita' da impedire in tutti i modi possibili, perche' e' quell'evento che causa una crescita esponenziale ed incontrollabile dei contagi prodotti dal fondo dell'epidemia degli asintomatici, di cui abbiamo un esempio ben visibile nella linea bianca disegnata nel grafico dei decessi in Russia.
Un'ondata, anche se raggiunge un livello di picco limitato dalla percentuale di persone non vaccinate (perche' l'ondata riguarda prevalentemente loro), costituisce sempre una situazione di pericolo serio, perche' puo' essere un trampolino di lancio che facilita il superamento della soglia critica, ed allora sarebbero guai seri.
I livelli raggiunti in Piemonte dalla terza , quarta e quinta ondata sono stati del 18%, 6% e 2.5% corrispondenti a percentuali di vaccinazioni di 0%, 65% e 90%.
Per i media questa quarta ondata non e' stata contata, crediamo perche' un picco al 6% era considerato troppo piccolo. Stanno percio' chiamando quella attuale la "quarta ondata".
Per ragioni scientifiche noi invece le contiamo tutte e quindi chiamiamo "quarta ondata" quella estiva e "quinta ondata" quella attuale autunnale (come abbiamo indicato nei grafici).

CONCLUSIONE: Come vedete la pandemia, nelle sue manifestazioni macroscopiche, e' molto semplice da capire.
Trae la sua forza dalla sterminata folla di asintomatici che riesce a creare a nostra insaputa (la "brace sempre accesa"), che nessuno vede ed anche gli asintomatici non sanno di esserlo.
Quindi questa e' una guerra, in cui il nemico basa il suo arsenale su un sistema segreto, che nasconde i suoi attacchi partendo da una base segreta che noi non riusciamo a vedere.
Ora pero' abbiamo scoperto questo espediente subdolo e la base segreta della pandemia e questo ci puo' permettere di vincere rapidamente la guerra, perche' e' sicuro che quando conosci bene il nemico allora puoi combatterlo meglio (e' il ruolo dell'intelligence).
Questo e' il compito che ci siamo dati noi: non un posto di prima linea ma un laboratorio per scoprire i segreti della pandemia per poter poi spuntare le sue armi migliori.
E mi sembra che finora ci siamo riusciti quasi del tutto.

A CHE PUNTO SIAMO (19 novembre 2021)
Facciamo il punto, in modo molto sintetico, di dove siamo arrivati:
  1. Il modello a soglia sembra funzionare bene, perche' tutte le previsioni che ci ha permesso di fare finora sono state tutte confermate.
  2. Il fatto che funzionino bene senza aver tenuto conto alcuno della diminuzione della copertura vaccinale per le prime vaccinazioni della primavera 2021, ci fa intuire che dopo 6 mesi dal momento della vacinazione non ci sia ancora nessuna indicazione di riduzione delle coperture vaccinali.
  3. La scomparsa dopo il 15 ottobre dei ricorrenti picchi del venerdi', che c'erano sempre stati fin dall'inizio della pandemia, indicati con una V rossa nel grafico dei contagi , ci da una forte indicazione dell'efficacia della disciplina del green-pass negli ambienti di lavoro (i picchi del venerdi' erano da noi attribuiti ai contagi negli ambienti di lavoro: la discesa del picco infatti avveniva sempre nel fine settimana).
    A nostro avviso, senza il green-pass i picchi del venerdi' sarebbero rimasti ed il loro apporto aggiuntivo di contagi avrebbe fatto superare sicuramente al picco di questa quinta mini-ondata il livello massimo previsto del 2.5% (rispettato, a quanto sembra).
  4. Con il modello siamo in grado non solo di comprendere ma anche di analizzare i vari picchi attualmente presenti nelle curve dei contagi e dei decessi, che apparentemente sembravano rendere difficile la comprensione dei dati, distinguendo i contributi dovuti alle persone vaccinate da quelli delle persone non vaccinate.
  5. Abbiamo preso coscienza dei pericoli costituiti dall'esistenza dell'epidemia degli asintomatici, della soglia critica e del suo superamento: questa conoscenza puo' ridurre i rischi di arrivare ad una crescita esponenziale ed incontrollabile dei contagi prodotti dal fondo dell'epidemia degli asintomatici (quella indicata dalla linea bianca nel grafico dei decessi in Russia ).
  6. Siamo in grado di prevedere l'ampiezza massima che raggiungera' un'ondata epidemica in funzione della percentuale di vaccinati ed anche i tempi di salita e discesa del picco in assenza di eventi esterni.
  7. Abbiamo spiegato l'effetto di eventi esterni capaci di apportare nuovi contagi ed alterare cosi' l'andamento temporale del grafico.
  8. Siamo stati in grado di valutare l'entita' degli apporti ai contagi ed ai decessi di vari eventi che favoriscono gli assembramenti (cortei, ecc.) ed i loro effetti sulla variazione delle previsioni del modello.
  9. Abbiamo raggiunto una maggiore comprensione dell'andamento del numero di decessi in funzione del numero di contagi.
  10. Ed altro ancora.
Niente male, per ora.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (18 novembre 2021)
Il dato dei contagi di oggi e' impressionante: si colloca sulla discesa del picco rosso di ieri, che essendo un po' piu' in basso del picco rosso precedente, ci ha permesso di disegnare la linea viola che, lo ricordiamo, rappresenta la vera quinta mini-ondata, perche' e' costituita dai contagi delle persone non vaccinate (quelle che guariscono in 30 giorni).
Ebbene, essendo l'ultimo triangolo sceso di livello rispetto al precedente, e' naturale disegnare per la linea viola un inizio di discesa (dovuta alle guarigioni dopo un mese dei primi contagiati, che stanno divemtando ormai numerose).
Quello che e' impressionante e' che, essendo cominciata la discesa dal picco dell'ondata, risulta definito ormai il livello massimo raggiunto da questa quinta mini-ondata in Piemonte (linea viola), che e' esattamente al livello del 2.5% da tempo previsto dal nostro modello a soglia (l'abbiamo sempre chiamata con il prefisso "mini" proprio perche' il livello di picco era previsto solo al 2.5%).
Un'altra bella conferma di validita' del modello (finora).

P.S. Molti di voi si staranno chiedendo perche' tutti quei picchi rossi non hanno spinto piu' in alto il picco della quinta mini-ondata, oltre 2.5%.
La risposta e' la seguente: il merito e' delle vaccinazioni che hanno reso molto piccoli gli incrementi "a gradino" conseguenti ad ogni picco rosso nel grafico dei contagi.
Se le vaccinazioni in Piemonte sono il 90% le persone che producono gli incrementi a gradino sono le rimanenti 10% (quelle non vaccinate che guariscono in 30 giorni).
Allora e' vero che i picchi sono tanti ma gli incrementi che ognuno di essi apporta ai contagi sono piccoli.
Il risultato e' che la previsione del picco dell'ondata a 2.5% e' corretta perche' (casualmente) la somma di tutti questi piccoli incrementi e' equivalente agli incrementi dei picchi settimanali del venerdi', che erano inclusi nella previsione del modello per le ondate precedenti, da cui e' stata estrapolata la previsione attuale al 2.5%, in funzione della percentuale di vaccinati.
I picchi del venerdi' ora non ci sono piu' grazie alla disciplina del green-pass negli ambienti di lavoro, che ha ridotto i contagi prodotti nei giorni feriali, che erano quelli che formavano i picchi settimanali "del venerdi'".

Per quanto riguarda i decessi anche il dato odierno di 69 decessi e' ad un valore cosi' alto che, insieme ai due precedenti, forma un nuovo picco (il nono), che potrebbe rientrare tra quelli gia' discussi.
Un'approfondimento in merito e' stato fatto oggi (qui' sotto), perche' questi picchi nella curva dei decessi non solo cominciano ad essere un po' troppi, mostrando un'andamento crescente, con 4 picchi in un mese, uno a settimana circa.
Questo andamento e' dei decessi in tutta Italia e non possiamo percio' cercare un riscontro, che ci deve pero' essere perche' i decessi sono sempre lo stato terminale di una piccola frazione di contagi, che si sono evoluti in una patologia Covid-19 grave.
L'andamento crescente dalle valutazioni fatte, e' risultato legato anch'esso al corrispondente aumento dei contagi dovuti alle manifestazioni da tempo in corso in Italia.

INDAGINE SUI DECESSI MA SENZA RISCONTRI: (18 novembre 2021)
Non capiamo perche' ci siano i picchi che stiamo evidenziando in rosso nel grafico dei decessi e perche' debbano avere una cadenza settimanale.
Ci stiamo riflettendo, perche' si tratta di un fenomeno abbastanza vistoso e meritevole secondo noi di attenzione.
Ma non sara' semplice capire cosa succede, perche' ci troviamo di fronte ai dati dei decessi di 20 regioni diverse tutti sommati insieme.
Proprio per ridurre questo tipo di complessita', nella comprensione del funzionamento della pandemia, noi abbiamo studiato l'andamento dei contagi basandoci sui dati di una sola regione, il Piemonte.
Tutta questa ricerca e' stata un'indagine basata sulle tracce lasciate dalla pandemia (i vari dati analizzati) che ha via via stimolato idee sul suo funzionamento, con cui abbiamo potuto fare previsioni che poi abbiamo sottoposto a riscontro con i dati reali misurati, per verificarne la validita'.
Con l'insieme di queste idee raccolte e' stato cosi' possibile costruire il modello a soglia.
Con i dati dei decessi in tutta Italia possiamo usare lo stesso metodo d'indagine ma ci viene poi a mancare la parte finale essenziale del riscontro con i dati reali, che noi non abbiamo.
Possiamo cosi' ottenere dei risultati dall'indagine ma restano solo delle ipotesi piu' o meno plausibili, magari anche giuste, ma senza possibilita' di conferma con il riscontro delle previsiomi con i dati reali.
Proviamo lo stesso a farlo ora: abbiamo gia' capito che un brusco aumento di contagiosita', come quello prodotto da un abbassamento della temperatura, puo' generare un picco nella curva dei decessi.
Questa caratteristica della pandemia non puo' pero' creare tanti picchi ravvicinati, per di piu' con cadenza settimanale.
Qui' ci viene in soccorso una nuova idea: un aumento di contagiosita' puo' avvenire non solo con un abbassamento della temperatura ma anche con l'abbassamento delle difese immunitarie conseguente ad infreddature, che possono avvenire in manifestazioni lunghe o in ore serali, che in persone infettate possono peggiorare il quadro clinico, portando alcune di loro ad una patologia Covid-19 grave, che puo' anche portare alla morte.
Cerchiamo di quantificare questa evenienza.

CONTAGI E DECESSI CAUSATI DALLE MANIFESTAZIONI (18 novembre 2021)
Vediamo se questa idea potrebbe essere quella giusta: sono di nuovo le manifestazioni, tenute soprattutto nei fine settimana (quindi con cadenza settimanale), che possono aver esposto ad infreddatura molte persone partecipanti ai cortei, abbassandone cosi' le difese immunitarie.
Cerchiamo di valutare i contagi che possono avvenire in una manifestazione: consideriamo una regione che ha una percentuale di contagi un po' piu' alta di quella del Piemonte, per esempio il 5% (la media nazionale e' piu' alta del Piemonte ed inoltre nel caso di manifestazioni in cui partecipino soprattutto persone non vaccinate i positivi al test dovrebbero essere un po' di piu' della media, tutti asintomatici).
Allora in una manifestazione di 1000 persone ce ne sono statisticamente circa 50 infette (il 5%), perche' positive al test molecolare, quasi tutte asintomatiche: in realta' possono essere molte di piu' se le persone hanno partecipato ad altre manifestazioni (ricorrenti) nei giorni precedenti nelle quali possono essere state infettate. Ma limitiamo ottimisticamente il nostro calcoletto che stiamo per fare, assumendo che siano solo il 5%.
Ora dobbiamo fare delle assunzioni, che ci basta che siano ragionevoli (non importa la loro esattezza), sulla loro contagiosita': assumiamo allora che di queste 50 persone infette ce ne sia 1 con sintomi, anche leggeri, e quindi piu' contagiosa e le che le altre 49 siano invece solo infette (cioe' positive al test molecolare) ma solo asintomatiche.
Durante la manifestazione popolare e' ragionevole pensare che quell'unica persona con sintomi (quindi piu' contagiosa) possa passare molto vicino a 2 altre persone in ogni minuto infettandole con il suo fiato se e' senza mascherina, come accade in ogni assembramenti, perche' la variante delta e' molto contagiosa (si dice che in 15 secondi possa contagiare da 7 a 9 persone).
Questo vuol dire che quella persone positiva al test e sintomatica ha la possibilita' di contagiare circa 2 persone ogni minuto e quindi 120 persone all'ora rimanendo tra la folla, diciamo 200 persone in tutta la manifestazione.
Cosa fanno intanto gli altri 49 asintomatici? Anche loro sono contagiosi, perche' in grado di sostenere un'epidemia (quella degli asintomatici) ma molto meno, perche' l'epidemia degli asintomatici non arriva a dilagare ma rimane solo costante nel tempo ad un livello (0.6%) di contagi che e' molto basso anche se attivo.
Assumiamo che la loro contagiosita' sia 1/100 di quella di una persona con sintomi: allora nello stesso tempo in cui una persona con sintomi ha prodotto 200 contagi ogni asintomatico puo' contagiare 100 volte meno, cioe' solo 2 altre persone. Essendo nel nostro caso gli asintomatici 49 le persone che possono contagiare sono allora circa 100, che si vanno ad aggiungere alle 200.
Se si pensa che abbiamo sovrastimato le assunzioni fatte per il calcolo, dimezzatele pure, il risultato ci sembra che rimanga lo stesso: una gran parte dei partecipanti a quella manifestazione si contagierebbero e nessuno lo verrebbe a sapere, neanche loro.
Quindi ci risulta che, contrariamente a quanto si poteva pensare, i contagi prodotti dalle persone asintomatiche e' non trascurabile ma addirittura confrontabile con quelli prodotti dalle persone sintomatiche presenti nella stessa popolazione, grazie al loro numero elevato.
Questo fa capire meglio l'importanza dell'epidemia degli asintomatici e perche' puo' anche far divergere l'epidemia nel caso di superamento della soglia critica (sono i suoi grandi numeri che glielo consentono).
La produzione di un cosi' gran numero di asintomatici (invisibili) e' l'arma piu' importante che ha questa pandemia, non solo per perpetuare la sua presenza in forma endemica, perche' le persone infette e contagiose credono di essere sane e non usano percio' alcuna precauzione, partecipando anche in gran numero a manifestazioni, che favoriscono grandemente la diffusione sempre maggiore dei virus.
Nessuno se ne accorge e quindi nessuno fa niente, al punto che molti arrivano addirittura a dubitare dell'esistenza stessa dei virus, mentre la pandemia dilaga e la curva dei contagi sale.
I risultati del nostro calcoletto lasciano intendere che ora in Italia sta succedendo proprio questo.
Da questa stima le persone che possono rimanere contagiate nella manifestazione sono tante (fino al 30% dei partecipanti), che poi, ignare di essere infette, diffondono il contagio per un mese tra tutte le persone a loro vicine.
E' chiaro cosi' che secondo il nostro calcolo in una manifestazione di questo tipo non poche persone ma una gran parte dei 1000 partecipanti vengono contagiati a causa dell'alta contagiosita' della variante delta (solo questo ci interessa ora, non la quantificazione esatta).
Sembra incredibile ma sarebbe proprio cosi', soltanto che non se ne accorge nessuno, perche' pochissimi, diciamo il 5%, avvertiranno nei giorni seguenti qualche leggero sintomo (che non verra' ricondotto ne' alla pandemia ne' tanto meno alla manifestazione), tutti gli altri nemmeno quello. Ma secondo il nostro calcolo sono tutti contagiati e contagiosi, chi piu' e chi meno, quindi attivi nel contribuire alla comparsa di un picco nella curva dei contagi.
E' questo il potere della pandemia: la cosa sorprendente e' che, pur essendo le probabilita' piccole, essendo i numeri grandi, compariono lo stesso i casi di Covid-19 gravi ed i decessi. E nessuno e' in grado di ricondurne la causa alla manifestazione.
Moltiplicando per il numero di manifestazioni nelle varie regioni, alcune anche con piu' di 1000 partecipanti, si puo' arrivare facilmente agli incrementi sia di contagi che di decessi in piu', che vediamo nei grafici e che in passato non c'erano, perche' non c'erano cosi' tante manifestazioni (quando ci sono state, come quelle per i festeggiamenti della coppa europea di calcio, l'11 luglio, il picco c'e' stato e si vede nel grafico all'inizio della quarta ondata , quella estiva).
Anche la cadenza settimanale dei picchi troverebbe riscontro se le manifestazioni si sono svolte soprattutto nei fine settimana.
Sarebbero decessi in piu' perche' senza le manifestazioni non ci sarebbero stati.
Questo semplice ragionamento puo' spiegare l'aumento dei contagi e dei decessi conseguente alle manifestazioni ed anche la cadenza settimanale.
Ed in questo calcolo non abbiamo nemmeno tenuto conto della possibilita' di aggravamento delle infezioni dovuto al verosimile abbassamento delle difese immunitarie per infreddatura cosa possibile nelle persone partecipanti ad una manifestazione, soprattutto se lunga o fatta in ore serali. Se ne tenessimo conto, non potrebbe che peggiorare i risultati gia' preoccupanti finora ottenuti.
Questa eventuale caduta delle difese immunitarie in alcuni dei contagiati non solo aumenta la probabilita' di sintomi piu' gravi ma per quei pochissimi che dovessero eventualmente morire ne anticipa la fine, accumulando cosi i decessi e contribuendo alla formazione dei picchi gia' spiegati il 3 novembre.
Questo e' pero' solo un esercizio di logica che cerca di spiegare la presenza dei picchi rossi nel grafico dei decessi , senza possibilita' di fare previsioni e trovare riscontri con la realta', perche' purtroppo noi non abbiamo a disposizione i dati necessari, quelli dei test molecolari in tutta Italia (altri dovrebbero averli).
CONCLUSIONE: Se questo semplice calcolo e' giusto, significa che gli italiani devono convincersi che l'autunno caldo non e' compatibile con la pandemia: devono trovare altri modi di manifestare, piu' virtuali perche' distanziamento e mascherine sono difficilmente sostenibili nelle manifestazioni di qualsiasi tipo, finche' l'incubo della pandemia incombe.
Le manifestazioni ripetitive di questi giorni sono quindi in grado di spiegare non solo i picchi rossi stretti presenti nella curva dei contagi. ma anche i picchi rossi piu' larghi e settimanali nel grafico dei decessi.
Queste manifestazioni ripetitive sarebbero inoltre particolarmente nocive, perche' secondo il nostro calcolo, all'insaputa di tutti, sarebbero frequentate da una percentuale molto alta di persone positive al test (quasi tutte infette in modo asintomatico ma qualcuna anche sintomatica), contagiate nelle precedenti manifestazioni ad alta probabilita' di contagio (MA NESSUNO LO SA).
Basterebbe sottoporre a test un campione di loro, anche piccolo, tre giorni dopo la manifestazione per verificare che la percentuale dei positivi e' piu' alta della norma.
Ribadiamo infine che purtroppo, a differenza di tutto il resto del nostro studio, in questo caso dello studio sui decessi in tutta Italia ci viene a mancare la fase essenziale del riscontro delle nostre previsioni con i dati reali, che in questo caso non abbiamo e quindi dobbiamo lasciare ad altri eventualmente disponibili questo onere.
Quindi terminiamo qui', per ora, la nostra indagine odierna per comprendere i picchi rossi nel grafico dei decessi (ma forse, se le assunzioni fatte ed i successivi calcoli sono giusti, e' possibile che siano stati gia' capiti).

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (17 novembre 2021)
Il dato di oggi che sale al 4.6% indica la presenza di un ulteriore picco rosso, che ancora non abbiamo disegnato nel grafico dei contagi (aspettiamo anche il dato di domani).
Tutto continua come sempre in questo mese, in cui dal 18 ottobre ad oggi si sono avuti 9 picchi rossi con quello di oggi (circa uno ogni 3 giorni).
Una situazione del tutto nuova rispetto al passato, come anche le manifestazioni, che nelle ondate precedenti non ci sono mai state, salvo quella dei festeggiamenti per la vittoria della coppa europea di calcio dell'11 luglio, che ha portato tre giorni dopo ad un picco visibile il 14 luglio (che non era un venerdi') nella curva dei contagi e che ha dato inizio alla quarta ondata (quella estiva).

Per quanto riguarda i decessi anche il dato odierno di 72 decessi e' ad un valore cosi' alto che, insieme a quello di ieri, annuncia la comparsa di un nuovo picco (il nono), che potrebbe rientrare tra quelli gia' discussi.
Un'approfondimento in merito dovra' pero' essere fatto a breve, perche' questi picchi nella curva dei decessi non solo cominciano ad essere un po' troppi, mostrando un'andamento crescente, con 4 picchi in un mese, uno a settimana circa.
Questo andamento e' dei decessi in tutta Italia e non possiamo percio' cercare un riscontro, che ci deve pero' essere perche' i decessi sono sempre lo stato terminale di una piccola frazione di contagi, che si sono evoluti in una patologia Covid-19 grave.
L'andamento crescente dovrebbe percio' essere giustificato da un corrispondente aumento dei contagi in Italia.

I PICCHI NELLA CURVA DEI CONTAGI (17 novembre 2021)
  1. I picchi del venerdi' li abbiamo sempre avuti nelle ondate precedenti, per esempio quella estiva che noi abbiamo chiamato la quarta ondata (era arrivata solo al 6% grazie al 65% di vaccinati). Sono quelli indicati con una V rossa nel grafico della quarta ondata e ci e' risultato che molto probabilmente sono prodotti dalle attivita' umane nei giorni lavorativi (da cui la cadenza settimanale).
    Ora questi picchi del venerdi' non ci sono piu', almeno cosi' evidenti, crediamo grazie al green-pass che ha ridotto i contagi negli ambienti di lavoro.
    L'apporto ai contagi di questi picchi e' tenuta in conto nelle previsioni standard del modello a soglia.
  2. Gli attuali picchi rossi non hanno periodicita' settimanale perche' sono piu' frequenti, in quanto compaiono due volte a settimana invece di una e quindi hanno un'incidenza maggiore (doppia) sul livello dei contagi dell'ondata (questi picchi non sono stati considerati nella previsione fatta con il modello).
Per questo i prossimi picchi rossi vanno ridotti di numero o di ampiezza con i giusti interventi.
Secondo noi sono gli stessi dati a dimostrare che senza il contributo alla crescita di questi picchi rossi, l'arrivo ormai iniziato delle guarigioni dei contagiati avrebbe gia' spinto da qualche giorno in discesa la curva dei contagi, mentre invece ancora sale.
I due picchi rossi a settimana che stiamo vedendo nel grafico dei contagi nelle ondate precedenti non c'erano e quindi non sono una caratteristica ineluttabile della pandemia ma sono prodotti da attivita' umane secondo noi identificabili (che ora ci sono e nel passato no) e per questo crediamo che possano essere ridotti.
Non nascondiamoci dietro un dito: i contagi salgono perche' li stiamo lasciando salire noi. Non ci sono alibi, crediamo di sapere cosa li sta facendo salire, provocando ricoveri e decessi in piu' e mettendo a repentaglio tutte le attivita' del Natale.
La responsabilita' per la salita dei contagi secondo noi e' SOLO nella presenza dei picchi rossi di contagi, che non dovrebbero esserci ma che sono anche in grado di fornire una risposta pronta (entro 3 giorni) per VERIFICARE l'efficacia delle eventuali misure adottate per eliminarli. Si faccia qualcosa.
Non e' saggio lasciar salire i contagi e mettere le restrizioni dopo. Meglio metterle prima per non far salire i contagi.
Se queste restrizioni limitano le liberta' di alcune persone per proteggere anche loro dalla pandemia, allora suppongo che siano misure ammesse dalle leggi e dalla Costituzione perche' la tutela della salute dovrebbe venire prima di ogni altro diritto.
Staremo a vedere se le Autorita' riusciranno a ridurre questi picchi rossi in qualche modo, arrestando la crescita dei contagi e limitando cosi' il livello massimo raggiunto da questa quinta mini-ondata al 2.5% o poco piu', grazie all'alta percentuale di vaccinati attuale (al 2.5% di contagi corrispondono 42 decessi al giorno: e' importante che non diventino di piu').
Noi crediamo di sapere, alla luce del nostro studio, perche' i contagi crescono in Piemonte (lo abbiamo appena spiegato) e cosa si potrebbe fare per bloccare questa crescita.
Lasciateci fare un'ipotesi: se si sospendesse ogni manifestazione in Piemonte (o in qualsiasi altra regione in cui si dispone dei risultati dei test molecolari regionali) solo per 3 giorni (in via emergenziale forse si potrebbe fare, non dovrebbe essere un grande sacrificio), si potrebbe verificare poi nella curva dei contagi se viene a mancare o e' molto meno pronunciato il picco rosso (ce n'e' stato sempre uno ogni 3 giorni nell'ultimo mese).
Basterebbe che per 3 giorni dopo il blocco non ci sia il picco rosso, ricordandoci pero' che il picco dopo la vittoria della coppa europea di calcio, l'11 luglio, e' stato rivelabile nella curva dei contagi dopo 3 giorni, il 14 luglio, come si vede nel grafico della quarta ondata.
Se il picco non ci fosse o fosse molto piu' piccolo, sarebbe allora dimostrato cosa bisogna fare per bloccare la crescita dei contagi altrimenti sarebbe dimostrato che la causa dei picchi rossi non sono le manifestazioni (che e' anche una cosa importante da sapere e si puo' sapere solo cosi', provando).

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (16 novembre 2021)
Il dato dei contagi di oggi e' salito al 3.5%, segno che il saliscendi della curva dovuto ad una lunga sequenza di manifestazioni popolari che generano la sequenza di picchi rossi, che si vedono nel grafico dei contagi , ancora continua, com'era da attendersi.
C'e' anche da attendersi che, essendo questa sequenza di picchi molto numerosa, i vari incrementi a gradino apportati dai contagi delle persone non vaccinate (quelle che guariscono in 30 giorni) possano alla fine comportare un massimo di questa quinta mini-ondata superiore al 2.5%, previsto dal modello a soglia per un'ondata in evoluzione "naturale".
Parliamoci chiaro: questa situazione preoccupante di salita della curva dei contagi non la manda il Padre Eterno e non si risolve con le terze dosi (perche' non c'e' abbastanza tempo).
Si risolve solo se chi produce tutti quei picchi rossi di contagi la faccia finita ed interrompa cosi' la comparsa di altri picchi rossi, con i relativi incrementi di contagi "a gradino", che portano sempre piu' in alto la curva dei contagi (anche ben oltre il 2.5%).
L'evoluzione naturale standard dell'ondata la farebbe arrivare solo al 2.5% (piu' o meno anche in tutte le altre regioni, a parita' di percentuale di vaccinati). Quello che crea preoccupazione ed in qualche caso anche allarme sono tutti quei picchi rossi che spingono in alto la curva dei contagi.
E i futuri picchi rossi con i relativi contributi a contagi, a nostro modesto avviso, possono scomparire da un giorno all'altro , rimuovendone la causa che per me e' abbastanza facilmente individuabile.

Per quanto riguarda i decessi il dato odierno di 74 decessi e' ad un valore cosi' alto che annuncia la comparsa di un nuovo picco, che potrebbe rientrare tra quelli gia' discussi.
Un'approfondimento in merito dovra' pero' essere fatto a breve, perche' questi picchi nella curva dei decessi cominciano ad essere un po' troppi.

LEZIONE 50: EVOLUZIONE DI UN'ONDATA (16 novembre 2021)
Vai a:   Lezione 49   ,   Lezione 51
La discussione fatta il 14 novembre dei vari meccanismi che governano l'evoluzione di un'ondata e' stata particolarmente istruttiva, perche' ha fatto capire come un'ondata possa evolversi in modo diverso in questi tre casi:
  1. EVOLUZIONE NATURALE: Un'ondata, una volta iniziata per qualche causa che ha comportato un incremento vistoso dei contagi, procede secondo la regola naturale dell'accumulo dei contagi con la successiva guarigione delle persone non immunizzate, che avviene dopo 30 giorni dal contagio (dato del modello, ricavato dall'osservazione dei dati reali).
    Tra i contagi interni (prodotti all'interno della regione) vanno distinti i contagi delle persone vaccinate che guariscono subito (in 2-4 giorni) e producono solo incrementi di contagi non permanenti, visibili come picchi rossi nel grafico dei contagi , dai contagi delle persone non vaccinate che guarendo in un tempo piu' lungo (30 giorni) producono degli incrementi di contagi "a gradino", nascosti sotto ai picchi rossi dei contagiati vaccinati, che si accumulano per un mese facendo salire la curva dei contagi.
    Si forma cosi' la curva dei contagi che conosciamo, con un picco massimo collocato a poco piu' di un mese dall'inizio della salita dei contagi, la cui altezza dipende dalla percentuale delle persone non vaccinate, che sono quelle che prevalentemente subiscono i contagi dell'ondata epidemica.
    Il livello raggiunto dal picco dell'ondata in funzione della percentuale di persone vaccinate (tra quelle vaccinabili) risulta:
    • 18% con 0% di vaccinati;
    • 6% con il 65% di vaccinati;
    • 2.5% con il 90% di vaccinati.
  2. APPORTO DI CONTAGI ESTERNI (come quelli da altre regioni): Anche in questo caso vanno distinti i contagi delle persone vaccinate che guariscono subito (in 2-4 giorni) e producono solo incrementi di contagi non permanenti, visibili anch'essi come picchi rossi nel grafico dei contagi , dai contagi delle persone non vaccinate che guarendo in un tempo piu' lungo (30 giorni) producono degli incrementi di contagi "a gradino", nascosti sotto ai picchi rossi dei contagiati vaccinati, che si accumulano insieme a quelli della regione stessa per un mese, facendo salire la curva dei contagi oltre il livello stabilito dall'evoluzione naturale (punto 1 precedente).
  3. APPORTO CONTINUO DI CONTAGI INTERNI (dall'epidemia degli asintomatici): Nel caso in cui l'apporto di contagi interni ed esterni fosse particolarmente rilevante e concentrato nel tempo e' possibile che venga superata la SOGLIA CRITICA della pandemia per quel tipo di virus e per quella temperatura ambientale e allora verrebbe innescata la crescita esponenziale dell'epidemia degli asintomatici, sempre quiesciente sotto ad ogni ondata, e ci sarebbe allora un apporto di contagi interno, crescente con progressione esponenziale, di cui abbiamo un esempio ben visibile nella linea bianca disegnata nel grafico dei decessi in Russia.
In quest'ultimo disgraziato caso l'epidemia degli asintomatici produrrebbe contagi in quantita' continuamente crescente, fino ad infettare il massimo di persone infettabili, che sarebbero pari alla percentuale delle persone non vaccinate, in Piemonte ora di poco superiore al 10%, piu' tutte le persone non vaccinabili, che potrebbero essere un altro 12% circa (bambini, ecc.).
Quindi lo scenario passerebbe dalla mini-ondata attualmente prevista del 2.5% ad una vera e propria ondata che potrebbe arrivare anche al 18% di contagi, praticamente uguale alle prime ondate, malgrado il 90% di vaccinazioni fatte, che comunque non sono state inutili, perche' altrimenti i contagi, una volta superata la soglia critica, sarebbero molti di piu'.
Come vedete, con l'aiuto del modello a soglia, e' possibile conoscere in anticipo tutti i rischi che si stanno correndo nelle varie occasioni ed essere cosi' piu' preparati ad intervenire in modo ottimale per fronteggiare le eventuali emergenze.
E' giusto precisare infine che coloro che si sono vaccinati da meno di 6 mesi crediamo che siano abbastanza protetti e possano quindi vivere tranquilli in ogni caso.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (15 novembre 2021)
E' andata bene: nessun superamento della soglia critica. Il dato di oggi e' sceso vistosamente a 2.5% (si e' dimezzato).
I contagi alti di ieri (5.1%) erano dovuti ad un altro picco rosso, che abbiamo disegnato nel grafico dei contagi (e' l'ultimo a destra, come anche il dato di oggi, sceso a 2.5%) e conseguente, a nostro avviso, alle numerose manifestazioni in corso, soprattutto quelle dei contestatori delle precauzioni anticontagio, che vengono frequentate da persone non vaccinate, che in coerenza con i loro principi restano a lungo una vicina all'altra senza nemmeno indossare le mascherine protettive.
Il picco di ieri e' il piu' carico di contagi (alto) degli 8 picchi rossi visibili nel grafico dei contagi del Piemonte nell'ultimo mese (uno ogni 3 o 4 giorni, giusto il tempo di salire e subito poi scendere).
Solo gli eventi menzionati, di cui avremmo fatto volentieri a meno, sembrano essere stati la causa del livello cosi' elevato raggiunto dal picco di ieri e non contagi di altro tipo (importati da altre regioni o dalla crescita dell'epidemia degli asintomatici), perche' la sua base sembra raccordarsi bene con la linea viola, che rappresenta la quinta mini-ondata, come prevista dal modello a soglia secondo l'evoluzione spontanea dell'ondata, compreso il suo livello massimo previsto al 2.5%.
Se questa nostra impressione sara' confermata dai dati dei prossimi giorni, potremo continuare a disegnare la linea viola ma finalmente in discesa, grazie all'arrivo sempre piu' copioso delle guarigioni dei contagiati non vaccinati di 30 giorni prima (quelli che guariscono in 30 giorni).
L'assenza di importanti quantita' di contagi importati dalle altre regioni sara' dimostrata se non verra' superato in maniera significativa il massimo del 2.5%, previsto dal modello a soglia.
I piemontesi allora avrebbero mantenuto la loro integrita' regionale, non contaminata da incrementi anomali dei contagi di altre regioni italiane, malgrado le varie manifestazioni, fedelmente registrate nella curva dei contagi (con i numerosi picchi rossi ).

Per quanto riguarda i decessi il dato odierno di 44 decessi e' ad un valore compatibile con i contagi di 12 giorni fa in Piemonte che erano al 2.6%: la proporzione con i 60 decessi al 3.6% e' quindi rispettata (perche' 2.6/3.6*60 = 43 decessi).
La fedelta' di questa previsione azzeccata e' da considerarsi pero' casuale, perche' i decessi sono "spalmati" in modo gaussiano intorno ai 12 giorni (ancora da verificare).

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (14 novembre 2021)
Come avevamo annunciato ieri, siccome il dato dei contagi di oggi non e' sceso da quello che avrebbe potuto essere un altro picco rosso a 4.4% (il dato di ieri), ma e' salito al 5.1% nel grafico dei contagi , dichiariamo di riconoscere una situazione di PREALLARME ROSSO per il Piemonte (purche' il dato comunicato oggi, domenica, sia corretto).
Questo significherebbe che la situazione sta sfuggendo di mano alle nostre Autorita'.

ORIGINE DEI CONTAGI: I contagi sono saliti a piu' del doppio del livello previsto dal modello a soglia nel caso l'evoluzione dell'ondata fosse stata solo quella spontanea, che e' quella che il modello conosce e puo' prevedere.
All'evoluzione spontanea pero' si possono aggiungere altri eventi che contribuiscono ad un apporto extra di contagi, quali quelli evidenziati dai picchi rossi nel grafico dei contagi che possono cosi' essere monitorati e che ovviamente alterano (in peggio) l'evoluzione spontanea dell'ondata in corso.
Ora, a meno che il dato di domani non scenda in modo sostanziale, indicando che si tratta di un altro picco rosso eccezionale (cosa che noi oggi non crediamo), questa situazione non puo' che indicare la presenza di una fonte esterna al meccanismo naturale della quinta ondata (quello su cui sono basate le previsioni del modello) che ora minaccia di non essere piu' tanto "mini", perche' il livello massimo raggiungibile dipende da quanti contagi puo' immettere la fonte esterna, che se escludiamo la presenza di una nuova variante del virus molto piu' contagiosa, non puo' che essere costituita dalle altre regioni d'Italia.
O almeno questo e' quello che noi ci aspettiamo, perche' per dirle tutte la "fonte esterna" potrebbe anche non essere esterna.
Cio' perche' quando i contagi prodotti all'interno (nella stessa regione) sono molti e molto ravvicinati nel tempo potrebbero anche arrivare a superare quella che nel modello a soglia abbiamo chiamato la SOGLIA CRITICA della pandemia, innescando cosi' la crescita esponenziale dei contagi prodotti dall'epidemia degli asintomatici, che diventerebbe allora la fonte principale dei contagi (questo potrebbe accadere in qualsiasi regione d'Italia).
In questo disgraziato caso questa fonte produrrebbe contagi in quantita' continuamente crescente, fino ad infettare il massimo di persone infettabili, che sarebbero pari alla percentuale delle persone non vaccinate, in Piemonte di poco superiore al 10%, piu' tutte le persone non vaccinabili che potrebbero essere un altro 12% circa (bambini, ecc.).
Quindi lo scenario passerebbe dalla mini-ondata originariamente prevista del 2.5% ad una vera e propria ondata che potrebbe arrivare anche al 18% di contagi, praticamente uguale alle ondate precedenti, malgrado tutte le vaccinazioni fatte, che comunque non sono state inutili, perche' altrimenti i contagi, una volta superata la soglia critica, sarebbero molti di piu' (per inciso, coloro che si sono vaccinati da meno di 6 mesi crediamo che siano abbastanza protetti e possano quindi stare tranquilli).
Noi non crediamo che la quantita' e l'intensita' dei contagi che abbiamo visto comparire in tutti quei picchi rossi nel grafico dei contagi siano potuti arrivare a superare la soglia critica ma non possiamo esserne certi.
Siamo certi che la soglia critica prevista dal modello a soglia esista ma non sappiamo a che livello sia, perche' e' un livello dipendente da vari parametri il piu' sensibile dei quali e' la temperatura ambientale (che modifica la trasmissibilita' dei virus).
Proprio la temperatura in calo di questi giorni potrebbe aver spostato cosi' in basso la soglia critica da rendere possibile ora il suo superamento (non solo in Piemonte).
Il livello dov'e' la soglia puo'essere determinato dai dati reali osservati ma noi speriamo di non arrivare mai a farlo, perche' altrimenti vorrebbe dire stiamo assistendo al superamento effettivo della soglia critica ed anche a tutte le sue conseguenze successive, niente affatto auspicabili.
Quindi noi propendiamo per l'altra ipotesi, quella che ci siano dei contagi importati da altre regioni.

Comunque quanto abbiamo descritto potrebbe avere anche solo interesse di didattica sul modello a soglia:
  1. il passaggio da una immissione di tanti contagi prodotti da eventi di grandi assembramenti di persone, evidenziati molto chiaramente dai picchi rossi,
  2. ad un altro tipo di immissione di contagi dall'interno del Piemonte, dovuta alla crescita continua della produzione di contagi da parte dell'epidemia degli asintomatici in Piemonte per superamento della soglia critica. Sarebbe proprio cosi' come abbiamo ipotizzato qui': una produzione continua di contagi, che da un certo momento in poi smette di essere costante e piccola (0.6%) ma diventa crescente e sempre piu' intensa, e che si va a sommare all'andamento dei contagi preesistente (nel nostro caso quello con i picchi rossi dovuti alle numerose manifestazioni popolari).
L'interesse di questa descrizione sarebbe solo didattico se il dato molto alto restasse solo UNO (quello di oggi): percio' tutto questo scenario dei contagi in Piemonte e' in attesa di conferma dai dati dei prossimi due giorni.
Se l'importante crescita dei contagi che il dato di oggi lascia temere fosse reale, allora la situazione potrebbe essere grave, perche' potrebbe gia' essere troppo tardi per correre ai ripari. L'unico rimedio dovrebbe essere il bloccaggio dell'afflusso di nuovi contagi dalle fonti esterne (se sono le altre regioni d'Italia), cioe' circoscrivere ed isolare i focolai che riforniscono la pandemia in Piemonte di nuovi contagi.
A questi livelli cosi' elevati la spinta in discesa dei contagi offerta dalle guarigioni dei primi contagiati di un mese fa diventa irrisoria, per cui ci aspettiamo domani un dato ancora piu' alto. Basta guardare intorno le altre regioni per capire di quanto.
Il limite massimo raggiungibile dai contagi e' la percentuale dei non vaccinati in Piemonte, di poco superiore al 10% piu' tutte le persone non vaccinabili, che potrebbero essere un altro 12% circa (bambini, ecc.).
Chi si e' vaccinato da meno di 6 mesi puo' stare invece abbastanza tranquillo.
Non sono percio' poche le persone esposte al rischio.
E intanto le manifestazioni di piazza continuano ....

Per quanto riguarda i decessi il dato odierno di 36 decessi e' sceso ad un valore che e' compatibile con i contagi di 12 giorni fa in Piemonte.

COME BLOCCARE LA CRESCITA DEI CONTAGI (14 novembre 2021)
Anche le massime autorita' dicono di vaccinarsi per bloccare la crescita dei contagi.
Ma non e' l'unico modo ne' il piu' rapido. I contagi comunque tenderebbero a diminuire dopo il primo mese perche' comincia ad arrivare un numero di guarigioni crescente.
La pandemia funziona cosi' e ce lo dimostrano le curve dei contagi di tutto il mondo. Pero' se si vuole contrastare questa discesa (dopo un mese dall'inizio) basta adoperarsi efficacemente a produrre nuovi contagi, organizzando affollamenti sia al chiuso che all'aperto dove i virus possono piu' facilmente passare di persona in persona.
In altre parole se i comportamenti degli esseri umani riescono a creare piu' contagi di quanti naturalmente ne spariscono per le guarigioni degli infettati, allora non solo si blocca la diminuzione spontanea dei contagi per guarigione dopo 30 giorni ma addirittura si riesce ad incrementarli ancora di piu'.
Questa e' la situazione in cui ci troviamo adesso, essendo gia' passato un mese dall'inizio della quinta ondata in Italia, che e' stato il 10 ottobre, come si vede nel grafico dei contagi , in cui si riesce ad identificare addirittura uno per uno gli eventi che stanno impedendo alla curva dei contagi di diminuire di livello (sono i singoli picchi rossi).
Allora e' chiarissimo cosa si deve fare: impedire che arrivino i prossimi picchi rossi con le giuste restrizioni alle liberta' personali di tutti, vaccinati e non vaccinati, per impedire che vengano prodotti quei contagi extra che poi si vedono nel grafico (picchi rossi).
Non serve altro per bloccare la crescita dei contagi (e quindi di ricoveri e decessi), perche' ora la crescita e' prodotta solo dalla presenza di questi picchi rossi (ognuno dei quali apporta un incremento "a gradino" di contagi pari a circa 1/10 del picco, nascosti sotto ai picchi rossi dei contagiati vaccinati, poi la curva dei contagi potra' calare spontaneamente verso il livello di fondo degli asintomatici, in un paio di mesi.
Questo tipo di restrizione colpisce solo chi vorrebbe, anche se inconsapevolmente, contribuire ad incrementare i contagi con manifestazioni di piazza e nessun altro.
Le nostre convinzioni possono essere verificate sperimentalmente in modo diretto: il picchi rossi devono sparire in una settimana dal divieto di manifestare (tutti o quasi, perche' c'e' sempre qualche trasgressore).
Vedete che i famosi "picchi del venerdi'" non ci sono piu': erano causati dai contagi che avvenivano nelle attivita' lavorative e che venivano meno sabato e domenica (per cui il picco di contagi calava dopo venerdi'). Ora con il green-pass sembrano scomparsi e quindi i nuovi picchi rossi, che compaiono in qualunque giorno, li attribuiamo alle attivita' legate a manifestazioni e scioperi.
Se si potessero ridurre drasticamente anche queste attivita' (oltre ai contagi nelle ore lavorative), credo che dovremmo vedere ridursi anche gli incrementi di contagi dovuti ai picchi rossi che dovrebbero scomparire e cosi' la curva dei contagi, invece di salire sempre piu', potrebbe iniziare la sua lunga discesa verso il livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici, a cui potrebbe avvicinarsi proprio per le festivita' natalizie (sarebbe un'ottima cosa).
Gli assembramenti producono nuovi contagi in misura proporzionale al numero di persone infette circolanti e quindi al livello dei contagi che si vede nel relativo grafico. Arrivare alle festivita' di Natale con un livello di contagi alto per inerzia e' percio' una cosa molto stupida.
Ora e' il momento di intervenire, perche' i contagi che le varie manifestazioni e scioperi stanno per produrre durerebbero un mese (il loro tempo di guarigione), durante il quale queste persone infette saranno in circolazione a diffondere virus e lo faranno percio' fino a Natale, rischiando di produrre danni gravissimi.
Le varie manifestazioni vengano fatte in altro modo, magari con partecipazione virtuale (anche certificata), con uso agevolato dei mass-media, che potrebbe anche essere piu' efficace che non una singola manufestazione di piazza, perche' potrebbe raggiungere un maggior numero di persone. Per salvare molte vite umane si puo' fare questo ed altro!
Il rispetto dei diritti costituzionali non puo' contraddire la Costituzione stessa: anche il diritto alla salute di tanti cittadini inermi e' un diritto tutelato, che la Suprema Corte non puo' che riconoscere.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (13 novembre 2021)
Il dato di oggi e' salito molto (al 4.4%) nel grafico dei contagi.
Se domani calera' vuol dire che c'e' un altro picco rosso altrimenti la situazione sta prendendo una brutta piega anche in Piemonte perche' secondo noi cosi' tanti contagi in piu' non possono che venire da fuori, da altre regioni che se la stanno passando peggio del Piemonte.
La pandemia in Piemonte si e' comportata bene: tutto come previsto.
Nel primo mese e' cresciuta con una pendenza che dopo un mese l'ha portata proprio a quella percentuale del 2.5% che era quanto previsto dal modello a soglia.
Ora la curva dei contagi dovrebbe cominciare a scendere perche' arrivano le guarigioni dei primi contagiati, dal 10 ottobre in poi.
E' potete stare certi che se il Piemonte fosse stato solo la curva sarebbe diminuita come previsto (e' ancora in tempo per farlo).
Ma se tutte le regioni vicine hanno fatto crescere i loro contagi molto piu' del Piemonte nessuno puo' salvare i piemontesi da una continua salita dei contagi oltre il 2.5% fino a raggiungere il livello dei contagi delle regioni con cui comunica, scambiando persone e merci senza particolari precauzioni: addirittura molte persone vanno nelle altre regioni per portare il loro sostegno alle manifestazioni degli altri, ritornando poi a casa ignare di portare qualche "ricordino" indesiderato (virus).
Il nostro parere attuale e' questo: se il dato di domani scende allora va tutto bene perche' c'e' il contributo di un altro picco rosso alla curva dei contagi.
Ma se domani i contagi avessero un altro incremento significativo allora segnaleremo il preallarme, a cui dovrebbero seguire le prime restrizioni, soprattutto agli scambi con le regioni segnatamente piu' infette del Piemonte. E cosi' si dovrebbe fare in tutte le regioni per isolare i focolai, regione per regione.
Staremo a vedere. Con tutte queste manifestazioni in giro per il Paese, crediamo che gli italiani si stanno preparando un inverno di restrizioni inevitabili (a causa dell'autolesionismo). Molti pensano che si puo' manifestare, tanto la pandemia e' al minimo: poi, dopo, vedranno il male che si sono fatti, perche' non era cosi'.
Non dimentichiamo pero' che il modello a soglia ci dice che l'epidemia riguardera' prevalentemente i non vaccinati, che in Italia non sono moltissimi (andiamo verso il 10%): quindi parliamo di conseguenze comunque inferiori a quelle conosciute in passato (vedi il caso del Piemonte in tabella).
Ma le restrizioni vanno comunque adottate e sembra che per ragioni costituzionali dovranno riguardate tutti gli italiani, vaccinati e non (come hanno fatto in Olanda).
Non vanno sottovalutati inoltre i rischi di danni collaterali, come le patologie "long-Covid", che potrebbero riguardare anche una parte dei vaccinati, vista la grande quantita' di picchi rossi prevedibili, ed i rischi di nascita di nuove varianti ancora piu' contagiose, se si lascia persistere a lungo un alto livello di contagi.

Per quanto riguarda i decessi il dato odierno di 53 decessi, pur essendo sceso, e' ancora alto come quello dei 4 giorni precedenti che dovrebbero indicare che 12 giorni fa nel resto d'Italia il livello dei contagi era piu' alto (circa 4%) che in Piemonte (dov'era all'1.7%).
Abbiamo spiegato nei giorni scorsi la nostra difficolta' a commentare questo dato con il dovuto rigore quando la situazione dei contagi nel resto d'Italia e' sostanzialmente diversa da quella del Piemonte (che nella mappa d'Europa e' una regione verde mentre in Italia ci sono 3 regioni e la provincia di Bolzano rosse), perche' non disponiamo in questo lavoro dei dati dei contagi in tutta Italia, da cui questi decessi derivano (non ce la faccio ad analizzarli tutti).
Mi riservo comunque di rifletterci e commentare questi ultimi 5 dati alti successivamente.

LEZIONE 49: COMPRENDERE LA QUINTA MINI-ONDATA CON IL MODELLO (13 novembre 2021)
Vai a:   Lezione 48   ,   Lezione 50
Per visualizzare meglio l'interpretazione dei dati che stiamo facendo con il modello a soglia, riportiamo due grafici degli stessi dati: il primo visualizza i dati originali ed il secondo mostra l'analisi degli stessi dati fatta in base al modello a soglia.



Entrambi riportano gli stessi dati dei contagi del Piemonte, ma in quest'ultimo sono indicati anche:
  • Una linea viola che rappresenta la salita, prevista dal modello (con salita al 2.5% nel primo mese), dei contagi delle persone non vaccinate (che costituiscono la vera ondata).
  • I picchi dei contagi delle persone vaccinate.
La presenza di questi picchi rossi, che a prima vista puo' sembrare un'apparente complessita' nei dati, evidenzia invece l'apporto ai contagi di eventi esterni alla pandemia, come le manifestazioni popolari di questi giorni.
Questo apporto riguarda sia le persone vaccinate che quelle non vaccinate (entrambe soggette al rischio di contagio), nei rapporti relativi che sono stabiliti dalla percentuale raggiunta dalle vaccinazioni della popolazione italiana (per esempio 90% di persone vaccinate e 10% di persone non vaccinate).
Quindi i picchi rossi nascondono un 10% di apporto ai contagi delle persone non vaccinate che non guarendo subito ma in 30 giorni determinano una salita a gradino (per un 10% del picco) nella curva viola che rappresenta la vera ondata e che dal 9 novembre dovrebbe iniziare la discesa dal massimo raggiunto dall'ondata per l'arrivo delle guarigioni dei primi infettati all'inizio dell'ondata (30 giorni prima).
In questo c'e' una conferma delle previsioni del nostro modello, che davano il picco dell'ondata al 2.5% nel primo mese, quando ancora non sono iniziate le guarigioni dei contagiati non vaccinati (che guariscono dopo 30 giorni): infatti e' proprio 2.5% il valore che ha raggiunto la curva dei contagi reali al 30-mo giorno dall'inizio, quando dovrebbe iniziare la discesa per l'arrivo delle guarigioni dei contagiati non vaccinati di un mese prima.
Abbiamo anche evidenziato che cosi' tante manifestazioni non erano state considerate al momento della previsione e tutti gli incrementi a gradino che vengono apportati ai contagi dai vari picchi rossi possono portare ad un innalzamento del picco dell'ondata anche un po' oltre il 2.5% previsto, ovviamente.
La previsione fatta dal modello e' basata sulla evidente proporzionalita' tra la percentuale delle persone rimaste non vaccinate nelle ultime tre ondate (rispettivamente nell'ordine 10%, 35% e 100%) e l'altezza dei picchi (2.5%, 6% e 18%), che corrisponde all'area dell'ondata nel grafico cioe' al numero totale di persone infettate dall'ondata (che percio' risulta interessare prevalentemente le persone non vaccinate).
Potete essere certi che senza le vaccinazioni anche la quarta e la quinta ondata sarebbero arrivate ad un picco del 18%, come la terza ondata: fare il conteggio di quante vite umane si sono salvate (e non solo) con le vaccinazioni e' immediato.
Come vedete questa pandemia si comporta in un modo molto semplice e comprensibile, spiegato completamente dal modello a soglia con poche assunzioni tutte dedotte dall'osservazione dei dati dei contagi (i tempi di "guarigione spontanea" diversi per immunizzati e non immunizzati, esistenza dell'epidemia degli asintomatici, ecc.).
Molto facile e' quindi prevedere cosa fara' la pandemia, una volta note le condizioni al contorno (e questo ci fornisce un ottimo strumento previsionale).
Meno facile e' prevedere cosa faranno gli umani per alterarne l'evoluzione (quasi sempre in peggio).
Quello attuale, non solo del Piemonte ma di tutta l'Italia, ne e' un esempio tipico.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (12 novembre 2021)
Il dato dei contagi di oggi e' un po' salito, prima che la discesa dal picco precedente fosse completata, segno che un altro picco sta iniziando.
Tutto rientra nella normalita' di questo periodo poco normale di continue manifestazioni popolari.
Quello che e' normale e' il livello medio della linea viola che rappresenta il livello di contagi delle persone non vaccinate che non sta salendo granche'.
Vorra' dire che un altro incremento "a gradino", nascosto sotto ai picchi rossi dei contagiati vaccinati, andra' a sommarsi ai precedenti facendo salire ancora un po' il livello della linea viola (il che rientra nelle previsioni da noi fatte nei giorni scorsi).

Per quanto riguarda i decessi il dato odierno di 68 decessi e' ancora alto come quello dei 3 giorni precedenti che dovrebbero indicare che 12 giorni fa nel resto d'Italia il livello dei contagi era piu' alto (circa 4%) che in Piemonte (dov'era all'1.7%).
Abbiamo spiegato nei giorni scorsi la nostra difficolta' a commentare questo dato con il dovuto rigore quando la situazione dei contagi nel resto d'Italia e' sostanzialmente diversa da quella del Piemonte (che nella mappa d'Europa e' una regione verde mentre in Italia ci sono 3 regioni e la provincia di Bolzano rosse), perche' non disponiamo in questo lavoro dei dati dei contagi in tutta Italia, da cui questi decessi derivano (non ce la faccio ad analizzarli tutti).
Mi riservo comunque di rifletterci e commentare questi 4 dati alti successivamente.

LE RESPONSABILITA' DELLE MANIFESTAZIONI (12 novembre 2021)
Immaginiamo di parlare ad un partecipante generico alle manifestazioni di questi giorni in Italia.
Ovviamente lui ha tutti i diritti di contestare la descrizione che stiamo fornendo con il modello a soglia di questa pandemia e quindi anche le conclusioni che ne derivano (i numerosi riscontri positivi che abbiamo avuto alle previsioni fatte con il modello ci spingono a ritenere proponibile anche la previsione che stiamo per fare, che d'altra parte ci preoccupiamo di motivare anche passo dopo passo).
Gli chiederei pero' un po' di attenzione per ragionare insieme su alcuni punti importanti che ci porteranno a concludere che in base al nostro modello in 3 giorni vengono prodotti statisticamente circa 3 decessi in piu' per ogni importante manifestazione di piazza in grado di produrre uno qualsiasi dei picchi rossi che si vedono nel grafico dei contagi (che e' del Piemonte).
E' vero che la parola "statisticamente" comporta che se una persona mangia due polli ed un'altra niente allora statisticamente hanno mangiato due polli in due. Ma i polli ci sono, sono due e sono stati mangiati entrambi.
Cosi' nel nostro caso i tre decessi ci risultano essere (non virtuali ma reali), perche' alla fine dei 3 giorni tre persone che avrebbero potuto vivere serenamente molti altri anni con i loro cari non ci sono piu'. La statistica, che non permette di identificare vittime e carnefici, non puo' assolutamente essere invocata nel subconscio come alibi.
Ecco la dimostrazione del nostro modello (con lo stile divulgativo, anche se non semplicissimo in questo caso, che caratterizza questo lavoro).
I dati riportati nella tabella dei contagi del Piemonte sono inoppugnabili, perche' forniti dall'Unita' di Crisi della Regione Piemonte.
Il nostro lavoro e' stato svolto utilizzando i risultati del test piu' affidabile, per l'accertamento della positivita' di un individuo all'infezione del virus Sars-CoV-2 o sue varianti, che e' il test molecolare.
I dati raccolti si possono presentare sul seguente grafico dei contagi in Piemonte, dove appaiono presenti indiscutibilmente dei picchi (quelli indicati con triangoli rossi) della durata simile, di circa 3 giorni.
Questi picchi appaiono perche' i contagi dopo essere saliti molto in un paio di giorni ritornano al punto di partenza (la base del triangolo).
Anomalie nei dati raccolti possono pure accadere ma non cosi' tante volte come si vede nel grafico, se no ai tecnici dovremmo fargli cambiare mestiere.
Allora se i dati che formano questi picchi in massima parte sono veri, significa che i contagi inizialmente salgono molto e questo puo' accadere solo in presenza di qualche evento che accentua la diffusione dei contagi (e le manifestazioni di piazza sono tra questi, perche' creano assembramenti in cui piu' facilmente i virus possono passare da una persona ad un'altra).
Poi i contagi calano rapidamente, in un paio di giorni. E cos'e' che puo' far sparire i contagi (cioe' le persone che prima erano positive al test poi non lo sono piu') se non la guarigione delle persone infettate? Se una persona s'infetta e diventa positiva al test molecolare poi i virus non decidono, bonta' loro, di andarsene se non c'e' qualcosa che li fa fuori: e questo qualcosa, in assenza di farmaci specifici, non possono che essere le difese immunitarie della persona infettata.
Ma la rapidita' con cui scompaiono questi contagi indica che le persone infettate dovevano gia' essere provviste di anticorpi, da subito, e quindi dovevano necessariamente essere state vaccinate in precedenza.
Da questa semplice constatazione trae origine una delle piu' importanti nozioni del modello a soglia: che le persone immunizzate, cioe' dotate di anticorpi, possono infettarsi ma che poi guariscono dall'infezione in un tempo molto breve, da 2 a 4 giorni, a secondo del grado di immunizzazione di cui godono e dell'organo attaccato dai virus (piu' o meno vascolarizzato, cioe' irrorato dagli anticorpi).
Bene, abbiamo cosi' acquisito la convinzione che i contagi che vediamo spuntare sotto forma di picco (rosso) nel grafico dei contagi sono dovuti agli incrementi dei contagi generati da qualche evento che facilita la diffusione dei contagi sia nelle persone non vaccinate che in quelle vaccinate.
La differenza rilevante tra i due casi e' la seguente:
  • Le persone vaccinate guariscono mediamente quasi tutte in 3 giorni e quindi nessuno muore (salvo qualche raro caso di persone immunodepresse, in cui i virus hanno buon gioco, malgrado la vaccinazione).
  • Le persone NON vaccinate guariscono mediamente in 30 giorni e durante questo lungo periodo di tempo i virus riescono a moltiplicarsi di numero creando, insieme alla maggior parte di casi asintomatici, anche qualche caso di patologia Covid-19 piu' grave che in qualche caso puo' portare anche alla morte.
Allora, per semplificare, assumiamo che solo i contagi delle persone non vaccinate possono contribuire ai decessi (tra i vaccinati sono molto poche, in base ai riscontri ospedalieri).
Siccome nell'ipotesi che in Italia il 90% di persone siano vaccinate e l'altro 10% no, le persone sottoposte al rischio di essere contagiate durante una manifestazione sono nello stesso rapporto di 9 a 1 e quindi verosimilmente le persone contagiate che hanno contribuito ad un picco rosso sono nel rapporto di 9 vaccinati, che non contribuiscono ai decessi perche' guariscono tutti subito (neanche si accorgono di essere stati infettati), contro 1 non vaccinato (che invece puo' correre il rischio, anche se piccolo, di morire).
Poiche' l'ampiezza di ogni picco rosso e' misurabile abbiamo allora la possibilita' di determinare quant'e' la probabilita' (o la frequenza) dei decessi prodotti dalla presenza di un picco rosso ovvero dalla manifestazione popolare che ha prodotto quel picco.
Questo e' quello che ci apprestiamo a fare ora.
Tutti hanno diritto di manifestare le loro idee anche con manifestazioni di piazza ma riteniamo non durante una pandemia ed ora spieghiamo perche'. Credo che neanche i governanti abbiano chiaro cosa questo significhi quantitativamente.
Allora mi spiego meglio riferendomi al grafico dei contagi.
L'effetto di una giornata di manifestazioni si vede nel grafico con la comparsa di un picco rosso di incremento dei contagi che equivale come area ad un rettangolo di meta' altezza del triangolo e che dura per 3 giorni (il tempo di guarigione medio dei vaccinati contagiati).
I contagiati che possono morire pero' sono quasi esclusivamente i non vaccinati che con il 90% di persone vaccinate in Italia sono circa 1/10 dei vaccinati ed al livello a cui sono attualmente i contagi in Piemonte (linea viola nel grafico) corrispondono a circa 30 decessi al giorno (dato stimato confrontando quantitativamente contagi e decessi).
Guardando il grafico dei contagi del Piemonte possiamo osservare che l'altezza dei picchi e' in genere circa i 2/3 dell'altezza della linea viola che rappresenta i contagi delle persone non vaccinate (che sono quelle esposte al rischio di morte).
Una volta riportati i triangoli a rettangoli (per distribuire uniformemente i contagi nei 3 giorni di durata del picco) l'altezza si dimezza, dal 66% al 33% del livello della linea viola, che corrisponde a 30 decessi al giorno.
Se tutti i contagi del triangolo rosso producessero decessi questi sarebbero percio' circa 10 al giorno ma essendo quasi tutti contagi di persone vaccinate non ne producono quasi nessuno. Ma questo numero ci e' utile perche' sappiamo che i non vaccinati (che sono soprattutto loro quelli che producono i decessi) sono circa 1/10 dei vaccinati e quindi quelli corrispondenti al picco rosso (che sono 1/10 del picco) producono 1 decesso al giorno (invece di 10) che nei 3 giorni del picco producono circa 3 decessi (cioe' i decessi di quei 3 giorni sarebbero 90 ma, in base al calcolo fatto, a causa delle manifestazione di piazza che hanno prodotto quel picco rosso in piu', diventerebbero 93).
Oltre a causare decessi in piu' ogni picco rosso apporta un incremento "a gradino" nel grafico, cioe' nel numero dei contagiati non vaccinati (perche' non guariscono subito ma dopo 30 giorni) e fa quindi salire la curva dei contagi, che se sale troppo in fretta puo' arrivare a superare la SOGLIA CRITICA ed innescare la crescita esponenziale dell'epidemia degli asintomatici, com'e' accaduto in Russia.
Allora i morti sarebbero molti di piu'. Non bisogna dimenticare pero' che il modello a soglia ci dice che l'epidemia riguardera' prevalentemente i non vaccinati, che in Italia non sono moltissimi (andiamo verso il 10%): quindi tutte le conseguenze saranno inferiori a quelle conosciute in passato grazie ai vaccini (ma le restrizioni vanno comunque sempre adottate).
Tutto causato SOLO dai picchi rossi e da chi li ha prodotti (nel nostro caso il cosiddetto "autunno caldo").
Nella societa' civile uccidere una persona materialmente e' un reato gravissimo. Qui', se il calcolo e' giusto, se ne stanno uccidendo almeno tre statisticamente ma non c'e' molta differenza.
In tutti e due i casi ci sarebbero tre morti in piu' per una causa ben identificata. E sono cosi' "pochi" per merito dell'alta percentuale di vaccinati in Italia (assunta al 90%) e del basso livello dei contagi in Piemonte, con cui abbiamo stimato il numero dei decessi.
Se la manifestazione si tenesse in un'altra regione con il doppio di contagi del Piemonte, allora i decessi sarebbero il doppio.
E quanto abbiamo descritto si ripeterebbe ad ogni picco, ogni 3 giorni, se la frequenza di manifestazioni rimanesse quella attuale.
Non oso pensare cosa succederebbe a Trieste, dove sembra che i contagi siano 8 volte piu' alti che nel resto d'Italia, che e' gia' piu' alto del Piemonte: altro che 3 decessi, sarebbero molti di piu'.
Purtroppo non possiamo esprimerci sulla situazione reale nel resto d'Italia ma a quello che sentiamo c'e' da preoccuparsi non poco.
Se certe informazioni fossero vere si potrebbe addirittura correre anche il rischio in qualche regione di superare la SOGLIA CRITICA della pandemia, quando i contagi sono cosi' alti.
E abbiamo visto dal grafico dei decessi in Russia cosa questo vorrebbe dire.
Anche negli altri Paesi dove la percentuale dei vaccinati e' inferiore sarebbe peggio che in Italia.
Questa e' la pandemia Covid-19, signori.
E' indispensabile che la gente capisca la situazione in cui ci troviamo ed lo faccia anche presto! Non si puo' prendere alla leggera il Covid-19.
Vedete che i decessi un giorno sono 30 poi il giorno dopo raddoppiano e diventano 60. Come mai?
Riteniamo che sia il numero di contagi extra che vengono prodotti giorno per giorno che producono, 12 giorni dopo, questo risultato tragico. E sono morti veri non virtuali, non risultato di statistiche!
Che altro dire? E' giusto manifestare, molto meno giusto farlo se si sa che ucciderebbe tre persone in piu' ad ogni evento (picco rosso). Questi non sono tempi normali, sono tempi di pandemia e tutti hanno il dovere di informarsi correttamente, perche' ognuno resta sempre responsabile delle proprie azioni, che in questa situazione possono causare, come vedete, danni irreparabili.
Occorre che ci mettiamo tutti una mano sulla coscienza e cerchiamo di superare insieme questo brutto periodo, sperando che arrivi presto la fine della pandemia.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (11 novembre 2021)
Come ci aspettavamo il punto di oggi nel grafico dei contagi e' sceso dal picco rosso e come gli altri picchi precedenti vedra' scendere anche il dato di domani, se non compare un nuovo picco a portare ancora piu' su i contagi. Infatti il tempo di guarigione mostrato dai picchi precedenti richiede un paio di giorni per scendere alla base del picco.
Il livello raggiunto dalla "quarta" mini-ondata per ora si colloca esattamente al 2.5% previsto dal nostro modello (vedi linea viola nel grafico ). In assenza di un altro picco rosso il dato di dopodomani dovrebbe scendere sotto il 2.5%, grazie alle guarigioni dei non vaccinati, che stanno guarendo dopo 30 giorni dal contagio.
Ovviamente gli apporti di nuovi contagi da parte delle numerose manifestazioni di piazza, che continuano, faranno comparire altri picchi, gli incrementi "a gradino" che questi generano potrebbero ritardare la discesa, anche portando il livello massimo raggiunto da questa mini-ondata oltre il 2.5% previsto (gli scioperi non erano inclusi nella previsione fatta con il modello).
In Piemonte comunque siamo lontani dal rischio di superare la soglia critica; nelle altre regioni d'Italia non sappiamo ma sembra che in alcune, come il Veneto, il livello dei contagi sia molto piu' alto che in Piemonte per cui secondo noi c'e da preoccuparsi e sarebbe il caso di mettere in atto le restrizioni necessarie, prima che sia troppo tardi.
Noi continuiamo a seguire la pandemia in Piemonte, perche' il nostro obiettivo e' scientifico (la conoscenza della pandemia) e non sanitario: della salute pubblica si stanno occupando altre persone con ben altri mezzi.
Per quanto riguarda la previsione del nostro modello possiamo gia' dichiararci soddisfatti, perche' questa quinta mini-ondata nel primo mese (e' iniziata il 10 ottobre), che e' quello della massima crescita per l'assenza delle guarigioni dei non vaccinati (che guariscono dopo 30 giorni), e' sempre rimasta sotto il livello del 2.5%, mentre le ondate precedenti erano cresciute molto di piu'.
Infatti come si puo' vedere nel grafico dei contagi 2021 la quarta ondata (estiva, con il 65% di vaccinati) era arrivata al 6%; la terza ondata (primaverile, senza vaccinati, come le precedenti era arrivata al 18%.
La previsione fatta dal modello e' basata sulla evidente proporzionalita' tra la percentuale delle persone rimaste non vaccinate nelle tre ondate (rispettivamente nell'ordine 10%, 35% e 100%) e l'altezza dei picchi (2.5%, 6% e 18%), che corrisponde all'area dell'ondata nel grafico cioe' al numero totale di persone infettate dall'ondata (che percio' risulta interessare prevalentemente le persone non vaccinate).
Potete essere certi che senza le vaccinazioni anche la quarta e la quinta ondata sarebbero arrivate ad un picco del 18%, come la terza ondata: fare il conteggio di quante vite umane si sono salvate (e non solo) con le vaccinazioni e' immediato.
Come vedete questa pandemia si comporta in un modo molto semplice e comprensibile, spiegato completamente dal modello a soglia con poche assunzioni tutte dedotte dall'osservazione dei dati dei contagi (i tempi di "guarigione spontanea" diversi per immunizzati e non immunizzati, esistenza dell'epidemia degli asintomatici, ecc.).
Molto facile e' quindi prevedere cosa fara' la pandemia, una volta fissate le condizioni al contorno (e questo ci fornisce un ottimo strumento previsionale).
Meno facile e' prevedere cosa faranno gli umani per alterarne l'evoluzione (quasi sempre in peggio).
Quello attuale, non solo del Piemonte ma di tutta l'Italia, ne e' un esempio tipico.
Avendo previsto che il livello massimo sarebbe stato solo del 2.5%, potete anche capire perche' abbiamo chiamato fin dall'inizio quest'ondata la quinta mini-ondata (mentre tutti gli altri invece la chiamano "quarta ondata", ignorando quella estiva che c'e' stata e che si puo' vedere nel grafico ).

Per quanto riguarda i decessi il dato odierno di 67 decessi e' ancora alto come quello dei 2 giorni precedenti che dovrebbero indicare che 12 giorni fa nel resto d'Italia il livello dei contagi era piu' alto (circa 4%) che in Piemonte (dov'era all'1.7%).
Abbiamo spiegato nei giorni scorsi la nostra difficolta' a commentare questo dato con il dovuto rigore quando la situazione dei contagi nel resto d'Italia e' sostanzialmente diversa da quella del Piemonte (che nella mappa d'Europa e' una regione verde mentre in Italia ci sono 3 regioni e la provincia di Bolzano rosse), perche' non disponiamo in questo lavoro dei dati dei contagi in tutta Italia, da cui questi decessi derivano (non ce la faccio ad analizzarli tutti).
Mi riservo comunque di rifletterci e commentare questi tre dati alti successivamente.

LA FINE DELLA PANDEMIA (11 novembre 2021)
Consentiteci di avanzare un'idea, secondo noi tutt'altro che peregrina: se ci sono cosi' tanti asintomatici in circolazione che possono infettare anche le persone immunizzate, le quali poi secondo il modello guariscono in pochi giorni senza che nessuno se ne accorga (lasciando pero' traccia con i numerosi picchi rossi nel grafico dei contagi ), queste mini-infezioni ricorrenti nelle persone vaccinate non possono svolgere, nei 9 mesi canonici di validita' della copertura vaccinale, lo stesso ruolo dei "richiami" del vaccino, prolungando cosi' l'immunizzazione?
Se questa tesi fosse ammissibile, allora stiamo scoprendo un nuovo potente strumento di difesa che il nostro sistema immunitario avrebbe messo a punto per sopravvivere anche alle pandemie endemiche della Storia (quelle come il Covid-19, che si perpetuano parassitando il genere umano con un'epidemia nascosta, come quella degli asintomatici) e potersi cosi' evolvere fino ai giorni nostri, perche' questi reiterati stimoli di richiamo della risposta immunitaria delle persone crediamo che potrebbero attivare oltre agli anticorpi anche quei meccanismi di "memoria" cellulare, che possono ostacolare la replicazione virale, fino a far scomparire quel ceppo virale dalla faccia della Terra.
In questo modo nel corso dei millenni il sistema immunitario del genere umano sarebbe riuscito ad eliminare tutte le pandemie endemiche della Storia, che altrimenti si sarebbero accumulate fino ai giorni nostri, mettendo a rischio anche la sopravvivenza stessa del genere umano. Infatti in tutti questi casi avrebbe creato un'immunizzazione a lungo termine, idonea a far scomparire l'infezione endemica (i virus fuori dell'ospite umano si estinguono in breve tempo).
Grazie a questo meccanismo immunologico non dovremmo cosi' vaccinarci in eterno per sconfiggere questa pandemia se endemica: bastera' attendere, perche' ci penserebbe l'epidemia degli asintomatici stessa, suo malgrado, a farci il favore di estinguersi.
Ma questa e' solo un'idea, forse bislacca, di un fisico che non conosce gli aspetti clinici della virologia ma era giusto dirla.

L'EPIDEMIA DEI NON VACCINATI (11 novembre 2021)
Altri dati si vanno aggiungendo a quelli da noi gia' presentati il 29 settembre sulla correttezza di indicare quella attuale come un'epidemia prevalentemente di non vaccinati.
Piu' precisamente, oggi il Gazzettino di Venezia riporta i seguenti dati relativi al Veneto:
  • "I non vaccinati finiscono in terapia intensiva 27 volte di piu'."
  • "Negli ultimi 6 mesi, nella fascia 16-60 anni, sono morti 46 non immunizzati e 3 immunizzati."
Il modello a soglia distingue tra persone immunizzate e non immunizzate quantificando la differenza con due tempi di guarigione molto diversi tra loro (da 2 a 30 giorni).
Questo ci ha consentito di interpretare i picchi stretti nella curva dei contagi come i contributi ai contagi delle persone immunizzate, potendo cosi' comprendere il significato della presenza dei picchi e separare i contributi ai contagi delle persone immunizzate da quelle non immunizzate.
Tutto allora nella curva dei contagi e' risultato piu' comprensibile e si e' potuta interpretare la curva (ondata), al netto dei picchi stretti, come l'epidemia dei non immunizzati, che e' come dire dei non vaccinati quando la percentuale dei vaccinati e' vicina al 90%.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (10 novembre 2021)
Il dato dei contagi di oggi non e' sceso come ci aspettavamo ma e' salito ad indicare la presenza di un altro picco di contagi che pero' essendo di persone vaccinate e' destinato a scendere nei prossimi due giorni, come indica il triangolo rosso da noi disegnato nel grafico dei contagi.
Che i contagi potessero salire ancora di piu' non e' una cosa inattesa invero perche' la previsione del picco di questa mini-ondata fatta dal nostro modello e' al livello del 2.5%, come piu' volte precisato nei giorni scorsi. E questo e' il livello ora raggiunto, come indicato dalla linea viola nel grafico.
Non c'e' ancora l'accenno alla diminuzione dei contagi da noi atteso, essendo appena passati i 30 giorni dall'inizio dell'ondata.
D'altra parte non e' deludente non vedere l'inizio della discesa della linea viola in presenza di un altro picco come quello rappresentato dall'ultimo triangolo rosso disegnato.
Novembre in Italia e' un mese di scioperi e manifestazioni di massa, che puntualmente si stanno ripetendo e che inevitabilmente sono destinati a produrre altri picchi (rossi) come quello di oggi (e' il cosiddetto "autunno caldo" italiano).
Nella previsione fatta con il modello a soglia non avevamo introdotto la variabile scioperi e la conseguenza potrebbe essere oggi una sottostima del livello di picco di questa "quarta" mini-ondata, che potrebbe anche superare il livello originariamente previsto del 2.5%, a causa degli incrementi "a gradino" dei futuri picchi rossi dei contagi dei non vaccinati che si accumulano per via del loro lungo tempo di guarigione (30 giorni).
E' comunque indubbio che le guarigioni del primi contagiati (non vaccinati, perche' i contagiati vaccinati guariscono subito) stanno arrivando sempre piu' numerose ed abbasseranno il livello dei contagi nel grafico, non appena la continua produzione di nuovi contagi prodotti dai numerosi eventi dell'"autunno caldo" diminuira', come inevitabilmente dovra' accadere, anche senza dover ricorrere a restrizioni delle liberta' democratiche di esprimere liberamente il proprio dissenso o protesta.
Staremo a vedere fin dove questa spinta verso l'alto della curva dei contagi potra' arrivare.
La situazione del Piemonte con questi dati non desta preoccupazioni.
Diverso potrebbe essere il caso di altre regioni d'Italia: per esempio a Trieste e' confermato che i contagi sono arrivati all'800%, non di quelli del Piemonte, ma di quelli del resto d'Italia che sono abbastanza piu' alti di quelli del Piemonte, dove evidentemente la situazione che stiamo analizzando e' da considerarsi "privilegiata" rispetto al resto d'Italia, come documentato anche nella mappa dei contagi in Europa.
Non possiamo allora non richiamare con forza l'attenzione sui GRAVI RISCHI che una tale situazione potrebbe comportare per tutto il Paese.

Per quanto riguarda i decessi il dato odierno di 60* decessi (l'asterisco indica che ci sono stati ricalcoli in alcune regioni) e' alto come quello di ieri e questo dovrebbe indicare che nelle ultime due settimane nel resto d'Italia il livello dei contagi e' stato piu' alto (circa 4%) che in Piemonte (dov'era all'1.7%).
Abbiamo spiegato nei giorni scorsi la nostra difficolta' a commentare questo dato con il dovuto rigore quando la situazione dei contagi nel resto d'Italia e' sostanzialmente diversa da quella del Piemonte, perche' non disponiamo in questo lavoro dei dati dei contagi in tutta Italia, da cui questi decessi derivano.
Ci riserviamo comunque di rifletterci e commentare questi due dati alti successivamente.

LEZIONE 48: COSA ABBIAMO FATTO IN QUESTO LAVORO (10 novembre 2021)
Vai a:   Lezione 47   ,   Lezione 49
In questo lavoro ci siamo proposti di comprendere quali sono i meccanismi che governano l'evoluzione di questa pandemia partendo dalle tracce che i virus lasciano quando colpiscono con i loro contagi una comunita' di esseri umani.
Queste tracce sono nell'evoluzione della curva dei contagi nel tempo.
Se pero' si considera la curva dei contagi in Italia e' piu' difficile cogliere le varie proprieta' dei contagi perche' si vengono a mescolare le realta' diverse delle varie regioni.
Meglio e' considerare i dati di una sola regione che sia sufficientemente grande per essere rappresentativa di una popolazione nella sua interezza con caratteristiche demografiche ben definite.
Abbiamo cosi' scelto il Piemonte che ci metteva a disposizione i risultati dei test molecolari (piu' affidabili), non mescolati ai risultati dei test antigenici ed abbiamo terminato l'analisi dei dati nazionali, condotta fino a quel momento, perche' non veniva piu' fornito questo tipo di dati da noi considerati necessari per poter approfondire lo studio.
SIAMO COSI' RIUSCITI NEL NOSTRO INTENTO: Le caratteristiche di questa pandemia allora sono emerse piu' chiaramente dai dati e cosi', una volta comprese, sono state inserite in un modello, il modello a soglia , con cui e' ora possibile descrivere i vari aspetti del comportamento della pandemia anche con un certo grado di capacita' predittive, molto utili a chi deve gestire gli strumenti di contrasto alla diffusione dei contagi.
Tra le scoperte piu' interessanti c'e':
  1. Il breve tempo di guarigione (tra 2 e 4 giorni) delle persone vaccinate infettate (cioe' positive al test molecolare), che e' il tempo dopo cui risultano negative al test.
    Questo dato, finora sconosciuto ai piu', chiarisce anche quale rischio di contagiosita' abbiano le persone vaccinate che vengono contagiate: e' 1/10 di quelle non vaccinate (indipendente dalla percentuale dei vaccinati), cioe' possono diffondere il contagio per circa 3 giorni invece dei 30 che ci mette una persona non vaccinata contagiata a guarire spontaneamente (parliamo di contagi asintomatici, che sono i piu').
  2. La possibilita' di monitorare su larga scala il decadimento delle immunita' , vaccinali o naturali, acquisite dalle persone. Finora a 9 mesi dalle prime vaccinazioni noi non vediamo alcun accenno a questo decadimento.
    Stimolati da questo risultato, abbiamo avanzato un'idea interessante sulla fine della pandemia.
  3. Scoperta dell' importanza dell' epidemia degli asintomatici nello sviluppo della pandemia.
  4. Scoperta dell'esistenza di una SOGLIA CRITICA nello sviluppo dell'epidemia degli asintomatici e comprensione dei gravi rischi che essa comporta.
  5. Disporre di uno strumento utile per poter monitorare la pandemia ed aiutare i governanti a gestire in modo piu' efficace gli strumenti di contrasto alla diffusione dei contagi.
  6. Con la comprensione della pandemia offerta dal modello a soglia, si puo' anche intravedere, forse, quale potrebbe essere la fine della pandemia.
  7. e molto altro ancora ...

COS'E' DIVERSO OGGI RISPETTO ALL'AUTUNNO 2020 (10 novembre 2021)
La diversita' di oggi rispetto alla seconda ondata, quando nessuno era vaccinato, e' tutta dentro ai picchi rossi del grafico dei contagi.
Questi contributi ai nuovi contagi c'erano anche allora, anche se inferiori di numero, prodotti dalle varie attivita' umane ma erano composti da tutte persone non vaccinate che non guarivano subito, come oggi, ma restavano infette e contagiose per un mese.
Quindi tutti i contagi in ogni picco contribuivano al 100% ad incrementare il livello dei contagi, che aumentava sommandosi agli incrementi dei picchi precedenti e cosi' si arrivo' al 18% (contro il 2% di adesso).
Oggi che quasi il 90% delle persone vaccinabili sono state vaccinate i vari picchi che si vedono nel grafico non producono piu' grossi incrementi di contagi, perche' la maggior parte e' composta da persone vaccinate che non fanno salire i contagi perche' guariscono subito.
La mancanza di questo loro contributo alla crescita dei contagi fa si' che oggi in Piemonte siamo circa al 2% di contagi, anziche' al 18% come nel 2020, con 1/10 dei ricoveri e dei decessi di allora (quasi tutti dei non vaccinati).
Questo fattore 10 e' proprio lo stesso fattore che c'e' tra persone vaccinate e non (ulteriore conferma che l'epidemia attuale riguarda prevalentemente solo le persone non vaccinate).
Tutto grazie alle vaccinazioni fatte.
Come vedete, con le nozioni del modello a soglia , tutto sommato e' abbastanza semplice capire tutto di questa pandemia, malgrado la complessita' apparente dei dati raccolti.

MONITORARE LA PANDEMIA: (10 novembre 2021)
Nel grafico dei contagi ogni picco (triangolo rosso) corrisponde ad un evento rilevante di immissioni di nuovi contagi, che apporta un incremento abbastanza permanente (per un mese) al livello dei contagi, che cosi' sale e produce l'ondata.
Siccome con quanto detto finora possiamo quantificare questi singoli incrementi (entro 3 giorni dall'evento), si apre alle Autorita' governative la possibilita' di monitorare, quasi in tempo reale, la crescita dell'epidemia correlando gli incrementi agli eventi che li hanno prodotti.
Questo fatto apre nuovi scenari alla possibilita' di governare la pandemia con interventi mirati a rimuovere le cause piu' importanti degli incrementi dei contagi.
Questa possibilita' riveste un'importanza cruciale, soprattutto durante la stagione invernale, per impedire che si possa arrivare a quella situazione di estremo pericolo, rappresentata dal superamento, anche in una sola regione, della soglia critica, che in inverno purtroppo si abbassera' e non di poco.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (9 novembre 2021)
Il dato dei contagi di oggi, atteso con un po' di trepidazione nel timore che il dato di ieri (7.7%) fosse vero, si e' collocato su un andamento analogo a quello dei giorni precedenti, presentando un ulteriore picco, da noi indicato con un altro triangolo rosso nel grafico dei contagi.
Se questa nostra interpretazione e' corretta, il punto di domani dovra' collocarsi piu' in basso del dato di oggi, sul tratto discendente del triangolo rosso, che indica il picco dei contagiati vaccinati (a meno che i contagi non siano aumentati da un nuovo picco dovuto a manifestazioni di piazza, che purtroppo il modello a soglia non puo' prevedere).
Se la posizione di quest'ultimo triangolo verra' confermata, lo sara' anche l'accenno alla diminuzione del livello della sua base, in accordo con l'andamento da noi ipotizzato qualche giorno fa di questa "quarta" mini-ondata, che interessa prevalentemente le persone non vaccinate, e che abbiamo disegnato con la linea viola nel grafico dei contagi.
La nostra previsione della diminuzione del livello dei contagi da oggi in poi e' motivata dall'arrivo, dal trentesimo giorno dall'inizio della mini-ondata (che e' stato il 10 ottobre), delle guarigioni dei primi contagiati non vaccinati (che guariscono in 30 giorni).
L'entita' e quindi la durata di questa discesa dipende dal bilancio delle due spinte contrastanti:
  1. Le crescenti guarigioni dei contagiati, che spingono i contagi verso il basso: l'effetto e' simile per tutte le ondate, perche' e' proporzionale al numero totale di contagiati e quindi all'altezza del picco dell'ondata (se il picco e' alto il doppio anche l'entita' della discesa raddoppia).
  2. Gli incrementi "a gradino" dei contributi di nuovi contagi prodotti dalle varie manifestazioni popolari (che tra un po' si esauriranno, si spera), che spingono i contagi verso l'alto.
Il modello a soglia non si limita a prevedere questa discesa ma fa di piu', perche' ci spiega che i picchi rossi sono composti da due contributi che possono essere scomposti: quello dei non immunizzati e quello degli immunizzati, le cui percentuali possono essere dedotte facilmente, perche' quella dei vaccinati e' nota e quella degli immunizzati da una precedente infezione puo' essere calcolata dalle aree dei picchi delle persone non vaccinate degli ultimi 8 mesi (al netto delle guarigioni in 30 giorni).
Che di triangoli ce ne possa essere un altro, quello di oggi, e' scontato, data la persistenza di cosi' tante manifestazioni popolari contro il green-pass. I picchi (triangoli) sono tutti simili tranne uno, perche' le manifestazioni che li hanno prodotti sono state tutte abbastanza simili tra loro.
Quindi il contributo ai picchi rossi delle persone vaccinate (che non contribuiscono all'ondata perche' guariscono subito) puo' essere sottratto esattamente e quello che rimane e' la vera ondata delle persone non vaccinate, che e' la linea viola che noi abbiamo disegnato per guidare l'occhio nel grafico dei contagi.
Ovviamente quest'unico dato di oggi non dimostra ancora niente ma e' un buon presagio, che la nostra previsione possa approdare ad un risultato positivo nei prossimi giorni.
Va da se' che ignoreremo il dato di ieri (7,7%), perche' riteniamo impensabile un quadruplicarsi dei contagi in Piemonte rispetto al giorno precedente. Non sappiamo cosa sia successo ma crediamo che sia una cosa che non ha nulla a che vedere con la realta' dei contagi in Piemonte (regione virtuosa dal punto di vista dei contagi, come dimostra il suo colore verde nella mappa dei contagi in Europa ).

Per quanto riguarda i decessi il dato odierno di 68 decessi e' il piu' alto degli ultimi 20 giorni e questo dovrebbe indicare che nelle ultime due settimane nel resto d'Italia il livello dei contagi e' stato piu' alto (circa 4%) che in Piemonte (dov'era all'1.7%).
Abbiamo spiegato nei giorni scorsi la nostra difficolta' a commentare questo dato con il dovuto rigore quando la situazione dei contagi nel resto d'Italia e' sostanzialmente diversa da quella del Piemonte (per esempio a Trieste ora i contagi sono l'800% piu' alti della media italiana), perche' non disponiamo in questo lavoro dei dati dei contagi in tutta Italia, da cui questi decessi derivano.
Ci riserviamo comunque di rifletterci e commentare questo dato successivamente.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (8 novembre 2021)
INCIDENTE DI PERCORSO: Nulla piu' come previsto, ci dobbiamo cospargere il capo di (molta) cenere per aver commesso un banale ma rilevante errore con la calcolatrice. Essendo il dato di 0.8% troppo basso, siamo andati a ricontrollare il calcolo fatto con i dati in tabella e ci siamo accorti di aver scambiato il risultato di 0.077 con un 0.8% invece che 7.7% (inverosimile nel nostro subconscio ma il dato di oggi quello e'!).
Osservando i dati di oggi, in fondo alla tabella , si nota che i test antigenici sono cresciuti relativamente molto e conseguentemente il dato risultante dei test molecolari eseguiti (ottenuto per sottrazione dei test antigenici dal totale dei test) e' sceso di molto (2384) e, stando al denominatore, ha fatto salire al 7.7% la percentuale dei test positivi (184/2384): cos'e' successo? Vedremo domani.
Ci scusiamo moltissimo quindi con i nostri lettori ma dobbiamo rimuovere il nostro precedente commento di poche ore fa. Lo manteniamo comunque scritto in corsivo per un po', nel caso il 7.7% risultasse un dato errato e quello di domani tornasse ai valori normali dei giorni precedenti, non si sa mai... 0.8% ci era sembrato un dato anomalo, ma 7.7% ci sembra anomalo ancora di piu'!).

TESTO RIMOSSO (ERRATA CORRIGE):
"...cominciano ad arrivare in maniera piu' significativa le guarigioni dei primi contagiati di questa mini-ondata, che e' iniziata il 10 ottobre come si vede nel grafico dei contagi , composta prevalentemente da persone NON vaccinate che guariscono in 30 giorni (per i lettori piu' assidui: se non vedete l'indicazione del 10 ottobre inserita nel grafico, cancellate la cache del browser e ricaricate la pagina).
Come avevamo gia' anticipato nei giorni scorsi ci attendevamo tra oggi e domani l'inizio della discesa dal picco della linea viola, che rappresenta questa "quarta" mini-ondata, al netto dei picchi dei contagi delle persone vaccinate ovvero dei picchi rossi nel grafico, che sono molto stretti perche' i vaccinati vengono rivelati nei test molecolari ma guarendo subito, in un paio di giorni, il loro contributo ai contagi scompare ed il picco rosso si azzera subito.
Quindi il dato di oggi di 0.8%, addirittura molto vicino al fondo iniziale degli asintomatici (0.6%) da cui questa mini-ondata era partita 29 giorni fa, ben indicato nel grafico dei contagi , conferma pienamente tutte le previsioni da noi fatte con il modello a soglia.
Anzi se il dato di oggi verra' confermato dal dato di domani, dovremo probabilmente aggiustare il parametro dei 30 giorni nel modello a 29, misurato proprio con questa "quarta" mini-ondata.
Ovviamente anche le sorprese fanno parte di questo mondo e quindi aspettiamo i prossimi 3 giorni per vedere che sia veramente confermata la discesa della linea viola nel grafico dei contagi prima di compiacerci per il notevole successo della previsione.
In effetti il calo del dato odierno ci sembra invero eccessivo: e' come se i contagi accumulati in un mese fossero quasi tutti guariti in un solo giorno, che non e' possibile. L'errore statistico sul dato e' del 7%, che per quanto osservato in passato potrebbe corrispondere ad un errore totale su questo tipo di misure stimato al 20%, quindi il dato vero potrebbe arrivare all'1%, che pero' e' ancora basso. Ci potrebbe essere stato un errore di trascrizione, che nei giorni feriali pero' non e' mai accaduto. Non lo sappiamo.
Dobbiamo aspettare domani per capirne un po' di piu'."


Che dire di fronte ad un salto di un fattore 4 nei contagi?
C'e' solo da sperare che non sia vero, se no vorrebbe dire che in Piemonte si sta superando la soglia critica.
Non lo vogliamo credere, perche' non ci risulta siano accaduti in Piemonte eventi tali da produrre un salto cosi' grande nei contagi: finora il Piemonte e' stata una regione virtuosa, come dimostra il suo colore verde nella mappa dei contagi in Europa.
Pertanto per ora decidiamo di non commentare questo dato e di attendere quello di domani. Scusate.

Per ora niente di nuovo per quanto riguarda i decessi : il dato di 38 decessi e' alto ma abbiamo spiegato nei giorni scorsi perche' non possiamo commentarlo con il dovuto rigore, non disponendo dei dati dei contagi in tutta Italia da cui questi decessi derivano.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (7 novembre 2021)
Anche il dato di oggi si colloca esattamente sulla linea rossa di discesa dal picco di ieri, confermando ancora la correttezza della nostra interpretazione del grafico, non solo per quanto riguarda i picchi rossi ma anche per l'andamento della linea viola , che rappresenta la vera "quarta" ondata (quella dei non vaccinati), che secondo le previsioni del modello dovrebbe raggiungere un massimo del 2.5%.

Il dato dei decessi di oggi (26) e' sceso vicino al valore calcolato con i contagi del Piemonte di 12 giorni fa (circa 1.6%), che e' di 27 decessi al giorno (perche' al 3.6% corrispondono 60 decessi, secondo il modello).
Si completa cosi' il secondo picco (in rosso) che, in mancanza dei dati dei contagi di tutta Italia non riusciamo a commentare ulteriormente per i motivi gia' spiegati ieri.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (6 novembre 2021)
Come si vede bene nel grafico dei contagi il dato di oggi si colloca esattamente sulla linea rossa di discesa dal picco di ieri, confermando ancora una volta la correttezza della nostra interpretazione del grafico.
Anche la base del triangolo che rappresenta il picco si colloca sull'estensione della linea viola che rappresenta la vera quinta mini-ondata, quella dei non vaccinati.
Tra un paio di giorni arriveremo a 30 giorni dall'inizio di questa mini-ondata e comincera' a farsi sentire maggiormente la diminuzione dei contagi per guarigione dei non vaccinati (dopo 30 giorni, con distribuzione gaussiana).
Per questo abbiamo disegnato la previsione della linea viola a formare il picco dell'ondata, su cui potranno continuare ad arrivare altri picchi rossi di contagi nuovi prodotti dagli innumerevoli cortei in atto in Italia (che contribuiscono alla linea viola con degli incrementi "a gradino") che potranno rallentarne la discesa che pero' a quel punto e' definitiva e durera' come nelle ondate precedenti tra 2 e 3 mesi in base a quanti altri incrementi "a gradino" le arrivano, conseguenza di bagni di folla per manifestazioni popolari o shopping sfrenato (come a Natale).
Lo shopping di Natale probabilmente sara' l'inizio dell'ondata successiva, che sara' anch'essa una mini-ondata, grazie alle vaccinazioni (purche' i numerosi incrementi di contagi non superino mai la soglia critica , che si abbassa con la diminuzione della temperatura e s'innalza con l'aumento della percentuale di persone vaccinate).

Il dato dei decessi di oggi (31) e' sceso vicino al valore calcolato con i contagi del Piemonte di 12 giorni fa (circa 1.6%), che e' di 27 decessi al giorno.
Si e' venuto a completare cosi' un secondo picco che, in mancanza dei dati dei contagi di tutta Italia non riusciamo a commentare ulteriormente per i seguenti motivi.
Non possiamo che ribadire quanto abbiamo gia' detto ieri, che ormai non possiamo piu' considerare i contagi del Piemonte come rappresentativi di quelli italiani, come abbiamo fatto finora, per cui le curve dei contagi del Piemonte non possono piu' essere correlate cosi' direttamente con i decessi di tutta Italia, perche' i Piemontesi sono stati tra i piu' bravi nel vaccinarsi quasi tutti, al punto che la loro regione Piemonte ora non puo' essere piu' considerata rappresentativa dei contagi di tutta Italia, perche' e' diversa dalle altre regioni italiane, essendo una delle poche aree verdi d'Europa, come mostra la cartina d'Europa.

IL RISCHIO CHE CORRIAMO: Questo e' quello che succedera' secondo le previsioni del modello, che pero' non sono indipendenti dagli eventuali boicottaggi futuri degli umani che inconsapevolmente si adoperano per diffondere i contagi.
Questa nostra previsione e' valida purche' questi incrementi di contagi "a gradino" non siano troppi e troppo ravvicinati nel tempo altrimenti si potrebbe rischiare di superare la soglia critica della pandemia con perdita di controllo della salita dei contagi prodotti dall'epidemia degli asintomatici (pericolo sempre incombente).
In questa evenienza disgraziata la crescita dei contagi diventerebbe esponenziale (creando anche in Italia una situazione come quella indicata dalla linea bianca nel grafico dei decessi in Russia ).
Basterebbe che questo scenario raccapricciante si realizzasse anche in una sola regione d'Italia, per mettere a repentaglio la salute dell'intero Paese (per ora pero', con i dati ed i vaccinati che abbiamo in Italia, lo citiamo solo per completezza di descrizione, perche' invero crediamo che in Italia ora sia solo una fantasia onirica).
Ma le vaccinazioni non ci mettono al riparo da questo rischio? Per chi si e' vaccinato si, ma i non vaccinati o quelli a cui la copertura vaccinale e' scaduta, saranno sempre tantissimi: il 10% della popolazione italiana sono 6 milioni di persone in pasto ai virus. Tra queste l'epidemia degli asintomatici non potrebbe essere fermata; se si superasse la soglia critica per loro la crescita esponenziale dei (loro) contagi sarebbe devastante (ricordiamoci sempre che un 10% di queste conseguenze investirebbe, stando alle statistiche ospedaliere, anche le persone vaccinate).
Come vedete, con il nostro modello di descrizione della pandemia, tutto nel suo comportamento e' perfettamente comprensibile e prevedibile, malgrado la complessita' apparente dei dati. C'e' voluto un anno ma alla fine ci siamo riusciti: il risultato e' proprio il modello a soglia.

Aspettative dei governanti: L'importanza della comprensione di quello che sta accadendo si vede nelle dichiarazioni dei governanti italiani che sembra stiano attendendo una quarta ondata importante, che starebbe per arrivare: non si rendono conto, perche' nessuno glielo ha spiegato, che la "quarta" ondata, essendo quella indicata dalla linea viola che compare nel grafico dei contagi , e' praticamente gia' arrivata, secondo noi, al suo culmine che sara' intorno al 2.5%, grazie al 90% di vaccinati, malgrado le centinaia di migliaia di manifestanti in tutta Italia, impegnati con i loro cortei a cercare di incrementare il livello dei contagi.

LA SOGLIA CRITICA: Ci sentiamo di azzardare queste previsioni perche' di manifestazioni e cortei in Italia ora ce ne sono stati proprio tanti ed i relativi effetti si vedono con i picchi rossi nel grafico dei contagi che non sono ancora mai stati sufficienti pero' a superare la soglia critica della pandemia (malgrado l'impegno profuso da cosi' tanta gente in Italia).
Questo significa che questa percentuale di vaccinati a queste temperature autunnali sono sufficienti a tenere la soglia critica piu' in alto dei livelli di contagi finora raggiunti.
Pero' quando le temperature si abbasseranno ulteriormente e/o la percentuale degli immunizzati dovesse ridursi (per arrivo a scadenza di validita' delle vaccinazioni fatte, cioe' tra circa un mese) allora la soglia critica si abbassera' certamente e occorrera' allora un maggiore scrupolo nei comportamenti per impedire che tali manifestazioni popolari abbiano a ripetersi con questa intensita', se no saranno guai seri.
Quindi, anche se poco piacevole, un maggiore rigore dovra' allora essere imposto dalle Autorita' durante le vacanze di Natale.

N.B. Quarta o quinta ondata? Dobbiamo prendere atto che piu' o meno tutti si sono persi un'ondata di questa pandemia: quella che noi abbiamo chiamato "quarta ondata", quella di luglio-agosto, piu' piccola grazie alle vaccinazioni, e visibile nel grafico seguente: grafico
Siamo convinti che questa nostra "quarta ondata" sarebbe stata come la terza ondata se non ci fossero state le vaccinazioni, quindi secondo noi non e' stato corretto ignorarla, chiamando quarta quella attuale.
Non avendola ignorata, noi abbiamo chiamato la salita in atto in Piemonte dei contagi delle persone non vaccinate (linea viola nel grafico dei contagi ) la "quinta mini-ondata".
Non e' certo il caso di discuterne, trattandosi di un aspetto solo formale e non sostanziale. Essendo in minoranza, una volta chiarite le nostre motivazioni, potremo scalare il conteggio di un'ondata e chiamare quella attualmente in atto in Piemonte la "quarta mini-ondata", che tanto se le cose stanno cosi' non sara' presa in considerazione da nessuno perche' troppo piccola, benche' noi crediamo che sarebbe piu' giusto considerarla come le altre che l'hanno preceduta, anche se piccola per merito delle vaccinazioni (bisogna prenderne atto per documentare e quantificare l'effetto delle vaccinazioni).

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (5 novembre 2021)
Il dato dei contagi di oggi sembra in tutto e per tutto un altro picco come i precedenti, che abbiamo disegnato con un triangolo rosso.
La base di tutti questi picchi parte dalla linea viola che rappresenta la vera quinta mini-ondata dei non vaccinati che sta salendo ed ha raggiunto ad oggi il livello del 2.2%, come si puo' vedere nel grafico dei contagi.
Ci aspettiamo naturalmente che nei prossimi due giorni (tempo di guarigione dei contagiati vaccinati) anche questi contagi calino, confermando che si tratta di un picco di persone vaccinate, che e' cosi' pronunciato perche' i vaccinati sono tanti (quasi il 90% della popolazione italiana).
Abbiamo gia' spiegato che ad ogni picco corrisponde un 10% circa di aumento (a gradino) del livello dei contagiati non vaccinati che restano e si accumulano, perche' guariscono in un tempo piu' lungo (30 giorni), facendo salire il livello dell'ondata (che ci aspettiamo si fermi al 2.5% per poi diminuire).
E' bello capire tutto quello che succede con dati cosi' "ballerini": si sarebbe portati a dire che fluttuano troppo per poterci capire qualcosa (anche gli esperti lo hanno detto in TV). Invece non e' cosi' ed e' tutto merito del modello a soglia.

Un dato ancora alto e' quello dei decessi per il quale ieri abbiamo gia' detto che ormai non possiamo piu' considerare i contagi del Piemonte come rappresentativi di quelli italiani, come abbiamo fatto finora, per cui le curve dei contagi del Piemonte non possono piu' essere correlate cosi' direttamente con i decessi di tutta Italia, perche' i Piemontesi sono stati tra i piu' bravi nel vaccinarsi quasi tutti al punto che la loro regione Piemonte ora non puo' essere piu' considerata rappresentativa dei contagi di tutta Italia, perche' e' diversa dalle altre regioni italiane, essendo una delle poche aree verdi d'Europa, come mostra la cartina d'Europa.
Con questa situazione epidemica cosi' disomogenea il modello a soglia non puo' piu' fare le sue previsioni sui decessi in Italia, usando i dati sui contagi del Piemonte.
Potrebbe farle se correlassimo i decessi in Italia con i dati dei contagi di tutta l'Italia, dati che noi pero' non trattiamo, perche' per approfondire lo studio della pandemia abbiamo scelto di lavorare su dati piu' omogenei, come sono quelli di una sola regione (e noi abbiamo scelto il Piemonte).
Possiamo pero' fare il ragionamento inverso dicendo che se negli ultimi 3 giorni in Italia si sono avuti 60 decessi giornalieri, siccome sappiamo che un tale numero di decessi e' la conseguenza di un valor medio di contagi del 3.6% allora questo dev'essere stato il valor medio di contagi in Italia 12 giorni fa, mentre in Piemonte era circa la meta' (1.6%). Chi puo' verifichi.

SUPERAMENTO DELLA SOGLIA CRITICA: Abbiamo sottolineato in questi giorni di novembre la presenza di un gran numero di manifestazioni popolari con assembramenti, quelle che nel Piemonte corrispondono ai picchi evidenziati con dei triangoli rossi , ognuno dei quali apporta un incremento di contagi "a gradino" (per il lungo tempo di guarigione dei contagiati non vaccinati).
Questi incrementi "a gradino", se numerosi, possono anche far superare il livello normale previsto per il picco dell'ondata e se oltre ad essere MOLTO numerosi fossero anche molto ravvicinati nel tempo, potrebbero farci correre il rischio di superare la soglia critica con perdita di controllo della salita dei contagi, che allora diventerebbe esponenziale (creando anche in Italia una situazione come quella visibile con la linea bianca nel grafico dei decessi in Russia ).
Questo guaio e' successo ai russi probabilmente perche' da loro la soglia critica era piu' bassa che da noi in Italia per due motivi:
  1. La percentuale di persone vaccinate era piu' bassa che in Italia.
  2. La temperatura era piu' bassa che in Italia.
Entrambi questi fattori contribuiscono ad abbassare il livello della soglia critica, rendendo cosi' piu' probabile il suo superamento con la conseguente salita esponenziale dei contagi prodotti dall'epidemia degli asintomatici.
Basterebbe che in Italia questo scenario raccapricciante si realizzasse in una sola regione, per mettere a repentaglio la salute dell'intero Paese.
Per ora pero', con i dati, le temperature ed i vaccinati che abbiamo in Italia, lo citiamo ma solo per completezza di descrizione del quadro complessivo, perche' invero crediamo che in Italia ora questa sia solo una pessima ipotesi, almeno per adesso. In inverno si vedra'.

LEZIONE 47: SPIEGAZIONE DELLA QUINTA MINI-ONDATA (5 novembre 2021)
Vai a:   Lezione 46   ,   Lezione 48
E' un'ondata che sta colpendo prevalentemente (non esclusivamente) le persone non vaccinate.
L'intento di questa spiegazione, basata sulle nozioni del modello a soglia, e' quello di far conoscere come funziona la pandemia.
Tentativamente abbiamo provato ad indovinare l'andamento di questa quinta mini-ondata con la curva viola , che abbiamo anche esteso al futuro con un tratto piu' sottile, azzardando la previsione dell'inizio della discesa di questa quinta mini-ondata per l'arrivo delle guarigioni dei primi contagiati di un mese fa, tutti non vaccinati, che guariscono in un mese: questa mini-ondata, indicata dalla linea viola, e' composta percio' dalle sole persone non vaccinate. E' la loro mini-epidemia (mini perche' sono rimasti in pochi, solo il 10% dei vaccinabili; in altri Paesi dove si e' vaccinato di meno che in Italia attualmente non sono mini-ondate ma ondate vere e proprie, con lockdown, ecc.).
Da noi questa quinta mini-ondata, secondo la nostra interpretazione dei dati ad oggi, dovrebbe concludersi con un livello massimo di contagiati del 2.5%, corrispondente ad un picco di circa 40 decessi al giorno di contagiati non vaccinati per la durata dell'ondata, che dovrebbe essere di un paio di mesi circa.
Secondo le nostre previsioni, questa mini-ondata dei non vaccinati, che e' mini grazie all'alto numero di persone vaccinate (90%), raggiungerebbe il suo livello massimo del 2.3%, seguendo la curva viola da noi disegnata in linea con le previsioni fatte dal modello a soglia.
Questa mini-ondata, come le precedenti, crediamo sia stata prodotta dalle numerose manifestazioni popolari, che continuano e che hanno prodotto, ognuna di loro un picco (rosso) disegnato nel grafico di contagi di persone vaccinate che, in quanto tali, guariscono subito e danno luogo al picco.
L'ultimo picco in particolare potrebbe essere stato prodotto dalla massa di persone provenienti dall'estero, dove i contagi sono piu' alti che in Italia, per partecipare a quel rave-party in Piemonte, che poi e' stato sciolto dalla polizia.
Cosi' si puo' capire come e perche' iniziano le ondate di questa pandemia: questo della quinta mini-ondata e' un ottimo esempio che fa capire bene come funziona la pandemia, che cresce soprattutto nel primo mese con l'accumulo di tanti incrementi "a gradino" dei contagi di persone non vaccinate, che vengono contagiate in eventi umani (molti dei quali potrebbero essere evitati) atti a diffondere i contagi: sono questi l'innesco dell'ondata.
A titolo di esempio elenchiamo quelle che secondo noi possono essere state le cause scatenanti che hanno innescato le varie ondate in Italia (ne abbiamo visto l'effetto nei grafici delle varie ondate):
  1. Per la prima ondata l'inconsapevolezza della contagiosita' di questi nuovi virus.
  2. Per la seconda ondata non mi ricordo, forse solo il freddo autunnale.
  3. Per la terza ondata sono stati gli assembramenti per lo shopping natalizio 2020.
  4. Per la quarta ondata sono stati i festeggiamenti per la vittoria della coppa europea di calcio.
  5. Per quest'ultima quinta mini-ondata sono state le manifestazioni di protesta "no green-pass".
Se poi l'innesco dovesse essere cosi' vistoso da portare ad una velocita' di crescita dei contagi oltre la soglia critica per piu' giorni, allora non si tratterebbe piu' di una semplice ondata, perche' la crescita dei contagi sarebbe governata dalla crescita esponenziale dei contagi dell'epidemia dei tantissimi asintomatici (come indica la linea bianca nel grafico dei decessi in Russia ) e allora sarebbe troppo tardi per correre ai ripari (sarebbe indispensabile un lockdown completo ed ininterrotto per almeno un mese).
Tornando alla nostra quinta mini-ondata, se ora sta iniziando una riduzione delle persone contagiate per le guarigioni delle persone non vaccinate che sono state contagiate e che guariscono solo dopo 30 giorni, la curva viola nel grafico dei contagi , quella al netto dei picchi (che sono delle persone vaccinate), finira' di salire per quanto spiegato nei giorni scorsi, senza mai aver superato, grazie a Dio (ed alle vaccinazioni), la soglia critica (che avrebbe innescato la crescita esponenziale dell'epidemia degli asintomatici, come in Russia ).

LEZIONE 46: IL MODELLO A SOGLIA: (5 novembre 2021)
Vai a:   Lezione 45   ,   Lezione 47
Il modello a soglia e' uno strumento prezioso perche' oltre a consentirci di capire meglio quello che sta succedendo, permette anche di fare previsioni in anticipo di cosa sta per accadere in futuro.
Per le previsioni fatte in questo lavoro non bisogna mai dimenticare pero' che i dati da cui traggono origine sono quelli del Piemonte. Quindi le previsioni fatte, come quella che la quinta mini-ondata sta per arrivare al suo picco per poi iniziare la discesa, sono riferite al solo Piemonte, che ha contagi tutto sommato abbastanza contenuti . In altre regioni con contagi piu' elevati la situazione e quindi le previsioni potrebbero essere diverse (basta applicare lo stesso modello ai loro dati dei contagi).
In uno scenario piu' ampio in cui si considerano realta' nazionali o europee anziche' regionali la capacita' di previsione fatta con i dati del Piemonte presenta ovviamente molte limitazioni, perche' si vengono a mescolare tra loro dati di realta' anche molto diverse.
Il modello a soglia e' pero' applicabile a tutte le singole realta' di questa pandemia: potendo essere le varie realta' territoriali diverse tra loro, le previsioni funzioneranno meglio in quelle piu' omogenee ma l'uso del modello puo' essere replicato sui dati di ogni singola realta' territoriale diversa, potendo fornire previsioni affidabili per ognuna di esse.
A titolo esemplificativo in questo lavoro trattiamo i dati del solo Piemonte e quindi le previsioni fatte valgono per questa regione. Altre regioni d'Italia hanno attualmente situazioni di contagi anche piuttosto diverse da quelle del Piemonte ma per ognuna di esse il modello a soglia consente di fare previsioni affidabili, ovviamente usando i dati dei contagi di quella regione.
Se le varie regioni si comportano in modi diversi per il contenimento degli eventi che favoriscono la diffusione di molti contagi, potrebbe anche accadere che una regione superi la soglia critica e permetta la crescita esponenziale dei contagi della sua epidemia degli asintomatici.
Una tale evenienza metterebbe a repentaglio la sicurezza dell'intero Paese, perche' una volta avviata, anche in un territorio relativamente piccolo, sarebbe difficile confinare l'epidemia in forte espansione (esponenziale) a quel solo territorio (sarebbe un maxi focolaio).
Sarebbe pero' sempre prevalentemente un'epidemia di non vaccinati: le persone vaccinate pur essendo soggette ad infezioni sono in grado di guarire in pochi giorni senza nemmeno accorgersene, per cui non dovrebbero avere problemi.
La prevenzione della pandemia va esercitata in maniera diffusa e distribuita sull'intero territorio nazionale, impedendo che le varie situazioni regiomali dei contagi sfuggano di mano e diventino troppo disomogenee. Quello che avviene in ogni regione e' affare di tutti, soprattutto dei non vaccinati.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (4 novembre 2021)
Il dato dei contagi di oggi continua la discesa dall'ultimo picco (disegnato in rosso) sceso dal 3.0% a 2.3%, come si vede nel grafico dei contagi.
Le cose importanti da segnalare sono tre:
  1. E' confermata la discesa dei contagi che esclude, ormai definitivamente crediamo, il rischio del superamento della soglia critica che avrebbe fatto impennare i contagi dell'epidemia degli asintomatici in Piemonte.
    Che questa possibilita' esista con questa pandemia e' dimostrato da quello che sta succedendo attualmente in Russia, dove la crescita esponenziale dell'epidemia degli asintomatici, conseguente al superamento della soglia critica, c'e' stata e l'abbiamo resa visibile molto chiaramente con la linea bianca nel grafico dei decessi in Russia , dove i picchi che vi compaiono sono ondate successive, non sono "picchi del venerdi'". Tra decessi e contagi c'e' una proporzionalita' diretta: sei contagi raddoppiano anche i decessi raddoppiano (modello a soglia).
  2. L'inizio della salita di questa quinta mini-ondata (linea viola nel grafico dei contagi ) e' stato intorno al 10 ottobre ed ora sono passati 25 giorni, quindi e' normale che comincino ad arrivare le prime guarigioni, quelle sulla coda della distribuzione gaussiana centrata sui 30 giorni. Una determinazione piu' accurata, fatta dai dati dell'inizio della discesa della linea viola, permette di misurare la larghezza della gaussiana relativa al tempo di guarigione delle persone contagiate e non immunizzate (che e' un parametro fondamentale del modello a soglia).
  3. Questo quinto picco (rosso) e' piu' basso del quarto picco che lo precede ed e' quasi allo stesso livello dei primi tre picchi: questo ci garantisce che la curva sottostante, dei contagi delle persone NON vaccinate, non stia salendo ulteriormente, anche perche' stanno cominciando ad arrivare le guarigioni dei primi contagiati di un mese fa, anch'essi non vaccinati.
Un dato ancora alto e' quello dei decessi per il quale ieri abbiamo considerato 4 possibilita' per tentare di spiegarlo. La quarta probabilmente e' quella giusta, perche' ormai le curve dei contagi del Piemonte non possono piu' essere correlate cosi' direttamente con i decessi di tutta Italia, perche' i Piemontesi sono stati tra i piu' bravi nel vaccinarsi quasi tutti ed ora la loro regione e' una delle poche aree verdi d'Europa, come mostra la carta seguente


in cui sono riportati i livelli attuali dei contagi in Europa (verde livelli piu' bassi, marrone quelli piu' alti).
Per esempio in una regione del nord Italia (il Friuli-V.G.) in seguito alle recenti ripetute manifestazioni contro il green-pass i contagi sono addirittura triplicati.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (3 novembre 2021)
Il dato dei contagi di oggi fortunatamente non si e' impennato (e' sceso dal 3.0% a 2.6% come si vede nel grafico dei contagi ) e quindi, siccome e' spostato di un paio di giorni in avanti rispetto alla discesa del picco precedente dei contagi delle persone vaccinate, significa che le manifestazioni popolari continuano ed hanno prodotto un altro picco che ancora non abbiamo disegnato per non complicare troppo il grafico.
Potrebbe trattarsi dei contagi prodotti dalla massa di persone provenienti dall'estero, dove i contagi sono piu' alti che in Italia, per partecipare a quel rave-party in Piemonte, che poi e' stato sciolto dalla polizia.
Quindi, non essendoci ancora alcuna riduzione per le guarigioni delle persone non vaccinate che sono state contagiate e che guariscono solo dopo 30 giorni, la curva nel grafico dei contagi , al netto dei picchi (che sono delle persone vaccinate), continua a salire per quanto spiegato nei giorni scorsi, pero' non in forma esponenziale, segno che NON si e' superata la soglia critica.

Un dato particolarmente alto e' quello dei decessi per il quale abbiamo considerato 4 possibilita':
  1. Anche il dato di oggi e' da ritenere anomalo come quello di ieri, che e' stato rilasciato con un asterisco quasi certamente per questo motivo, mentre per il dato di oggi non e' stato specificato nulla. Personalmente non ritengo questa eventualita' probabile, per cui preferisco prendere questo dato seriamente (i decessi purtroppo sono dati piu' sicuri di quelli dei contagi: e' possibile un travaso di dati tra giorni diversi ma non crediamo che si possano creare decessi inesistenti).
  2. Il picco che si e' gia' presentato, che abbiamo indicato con un triangolo rosso nel grafico dei decessi e che abbiamo discusso piu' avanti, sta presentandosi anche una seconda volta per un altro abbassamento della temperatura ambientale, che pero' a noi non risulta esserci stato. Per questo non siamo portati a considerare verosimile questa possibilita'.
  3. Una nuova variante, molto piu' letale, sta cominciando a diffondersi ed il dato dei decessi di oggi ne rappresenta la prima manifestazione macroscopica. Anche questa ipotesi ci sembra poco verosimile per la rapidita' di comparsa del fenomeno: in questo caso ci saremmo dovuti aspettare una salita dei decessi piu' diluita nel tempo, al passo con la diffusione progressiva di una tale variante.
  4. Mediamente in Italia i contagi sono cresciuti piu' del doppio che non in Piemonte (a cui si riferiscono i nostri dati sui contagi): per giustificare un livello di 60 decessi al giorno in Italia la media nazionale dei contagi dovrebbe essere salita 12 giorni fa al 3.6% contro l'1.6% del Piemonte. Non sappiamo se e' successo.
Dobbiamo concludere percio' che per ora non riusciamo a vedere una spiegazione convincente di questo aumento dei decessi.
Dal grafico dei contagi si vede che 12 giorni fa (invece di 18 per il freddo) i contagi dei non vaccinati, che sono quelli che muoiono, erano circa 1.6%, quindi i decessi correlati (se al 3.6% di contagi corrispondono 60 decessi) dovrebbero essere 27, non 63: perche' la mortalita' legata ai contagi e' piu' che raddoppiata?
I dati dei prossimi giorni ci permetteranno di capire meglio cosa sta succedendo perche', se i 63 decessi sono veri, qualcosa e' successo.

UN NUOVO PICCO NEI DECESSI (3 novembre 2021)
Il modello a soglia prevede che, se al 3.6% corrispondono 60 decessi, al valor medio di contagi (di non vaccinati) di 18 giorni fa (15 ottobre), che e' di 1.2% come si vede nel grafico dei contagi , debbano corrispondere oggi 20 decessi al giorno.
Nei dati recenti pero' compare un picco (fino a 50 decessi), che non ha nulla a che vedere con quelli che abbiamo gia' discusso il 23 settembre 2021.
Per comprendere il picco (disegnato in rosso) che si vede nel grafico dei decessi seguente



abbiamo proposto l'ipotesi che l'arrivo del freddo possa aver peggiorato le forme piu' gravi di Covid-19 che arrivano negli ospedali e conseguentemente accelerato l'esito infausto del decorso rispetto al passato.
Se questo fosse vero allora in quei casi il decesso non sarebbe arrivato dopo 18 giorni ma prima ed i decessi di quei pazienti che vivono meno andrebbero ad accumularsi con gli altri, creando il picco rosso che vediamo nel grafico.
Questo incremento di decessi non sarebbe permanente ma dopo un certo numero di giorni, che dipende dai giorni di anticipo medio dei decessi che quell'abbassamento della temperatura ha prodotto (per esempio 6 giorni), ritorna al livello normale di 60 decessi ogni 3.6% di contagi (di quelli non vaccinati pero', perche' i vaccinati guariscono in 2-4 giorni e nessuno muore), con decessi che avvengono mediamente dopo 12 giorni dal contagio per il freddo, invece di 18 giorni dopo. Infatti vediamo che la base del triangolo rosso nel grafico si colloca sui 20 decessi al giorno, che e' proprio il valore previsto dal modello, come indicato all'inizio di questo commento.
Ovviamente questo ragionamento e' stato fatto come se la temperatura fosse scesa tutta in un solo giorno (discesa a gradino), producendo un "picco" a forma rettangolare: quello nostro, reso un rettangolo della stessa area, sarebbe largo 6 giorni, che sarebbe la misura dell'anticipo dei decessi dovuto al freddo.
Con l'aiuto di un computer si potrebbero anche inserire i dati reali meteorologici e fare la previsione esatta ma personalmente credo che non ne valga la pena.
Quello che ci interessa e' il fatto che questa potrebbe essere la spiegazione del picco rosso che vediamo nel grafico.
Negli ospedali si potrebbe verificare soltanto se nell'ultimo mese c'e' stato un aggravamento delle patologie Covid-19 al momento del ricovero, perche' difficilmente si potrebbe individuare il giorno in cui e' avvenuto il contagio del paziente.
Con il nostro modello si riesce a capire tutto di questa pandemia, anche questo insolito picco nei decessi, con questa nostra ipotesi, abbastanza verosimile, sull'effetto di un aggravamento della patologia Covid-19 prodotto dal freddo, che sembra ripetersi ad ogni abbassamento sensibile della temperatura, come pure ad ogni altro effetto che possa produrre un aggravamento collettivo della patologia Covid-19 (al 15 novembre i picchi sono diventati tre).

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (2 novembre 2021)
Il dato di oggi e' 3% uguale a quello di ieri. I contagi quindi non scendono come ci attendevamo, per le guarigioni dei tanti (perche' i vaccinati sono il 90%) contagiati vaccinati che hanno prodotto il picco.
I casi possibili allora sono due (il secondo dei quali preoccupante):
  1. Sta iniziando un altro picco, cosa possibile per le tante manifestazioni (tra cui anche un rave-party proprio in Piemonte) e percio' c'e' da attendersi un dato ancora piu' alto domani.
  2. Non inizia un nuovo picco ma il 3% e' la base del picco, cioe' del triangolo in figura , che e' cresciuta ancora di piu' per l'accumularsi dei vari incrementi "a gradino" dei contagi delle persone non vaccinate, che sono meno (10% o 22% se contiamo anche le persone non vaccinate perche' non vaccinabili, come i bambini).
    Questo vorrebbe dire che di manifestazioni ce ne sono state troppe: hanno fatto superare all'epidemia degli asintomatici (in crescita) il livello del 2.5%, che era quello da noi atteso per la regola della proporzionalita' in analogia con le ondate precedenti.
    Sarebbe un brutto segnale, perche' se continuasse cosi' saremmo sulla strada del superamento della soglia critica.
    Infatti nell'ipotesi che questo 3% sia la base del triangolo che rappresenta il picco dell'altro ieri, provando a disegnare una linea che unisce le basi di tutti i triangoli che rappresentano i picchi , troviamo che si sta impennando in una crescita che non e' piu' lineare ma comincia ad essere esponenziale.
    Infatti possiamo osservare che all'inizio del picco il livello degli asintomatici non arrivava neanche al 2% ed oggi, dopo 3 giorni, alla fine del picco sarebbe arrivato al 3%: un bel salto in alto.
    Ovviamente non e' cosi' se, come ci auguriamo, il livello del 3% di oggi non e' la base del triangolo (cioe' il livello raggiunto dall'epidemia degli asintomatici) ma e' alto semplicemente per l'apporto dei contagi di due diversi picchi di contagiati vaccinati (che sarebbe il precedente caso N.1), che poi in un paio di giorni scendono fino al livello dell'epidemia degli asintomatici, che sarebbe restato molto piu' in basso (al 2% circa).
Aspettiamo il dato chiarificatore di domani.

Niente di nuovo per quanto riguarda i decessi (il dato di 41 decessi e' alto ma e' stato pubblicato con un asterisco, che e' il simbolo solitamente usato quando contiene anche decessi di altri giorni).

DURATA DELLA COPERTURA VACCINALE (2 novembre 2021)
Un'osservazione importante che possiamo fare in questo periodo riguarda la durata della copertura vaccinale, perche' le prime vaccinazioni risalgono al mese di febbraio 2021 e quindi ora siamo 9 mesi dopo. Per questo il problema viene sollevato da molti studiosi proprio in questo periodo.
Se le analisi che stiamo eseguendo risultano consistenti con una percentuale di vaccinati del 90% (delle persone vaccinabili) significa che dopo 9 mesi la copertura vaccinale delle prime vaccinazioni e' ancora attiva.
Il nostro metodo e' basato sulla misura quantitativa dell'area dei picchi nella curva dei contagi, che noi attribuiamo al contributo dei contagi delle persone immunizzate, per la loro rapida discesa che in base al nostro modello puo' essere motivata solo dal rapido ritorno alla negativita' dei test molecolari, che contribuiscono a quesi picchi, per guarigione veloce delle persone immunizzate (e che altro se no?).
Questo e' un metodo indiretto ma secondo noi valido per distinguere quantitativamente i due contributi ai contagi: quelli delle persone immunizzate (che si ricava dal picco) da quelli delle persone non immunizzate (che si puo' ricavare dall'incremento dei contagi alla base prima e dopo il picco).
Cosi' diventa possibile evidenziare l'eventuale diminuzione dell'immunita' delle persone mese per mese e quindi rilevare l'eventuale scomparsa progressiva dell'immunita' vaccinale.
Dai primi risultati sembra che finora questa scomparsa non sia ancora iniziata e questa sarebbe un'ottima notizia perche' la somministrazione delle terze dosi e' cominciata ma da poco e quindi non in numero tale da mantenere la percentuale dei vaccinati cosi' alta se l'effetto protettivo delle vaccinazioni fatte nove mesi fa stesse scemando (con distribuzione gaussiana nel tempo).

I NUOVI PICCHI NELLA CURVA DEI CONTAGI: In modo per ora solo qualitativo abbiamo evidenziato in rosso i picchi dei contagi prodotti dalle varie manifestazioni popolari di questi giorni in quello che abbiamo chiamato inizialmente "grafico degli asintomatici":


I picchi che abbiamo disegnato schematicamente con dei triangoli rossi hanno le basi in salita per riportare anche la salita della curva sottostante da cui partono i picchi, che sale ad ogni picco, perche' la componente del picco dovuta ai contagi delle persone non vaccinate ha un comportamento "a gradino" (perche' guariscono dall'infezione molto piu' lentamente delle persone vaccinate, in 30 giorni) e quindi apportano un incremento nell'andamento della curva dei contagi delle persone non vaccinate, su cui poggiano le basi i triangoli rossi dei picchi.
Questa curva dei contagi delle persone non vaccinate quindi sta salendo, ancora per una settimana, poi inizieranno le guarigioni dei primi contagiati non vaccinati che dovrebbero interrompere la crescita (se non continuano cosi' tante manifestazioni popolari) e iniziare la discesa dal picco di questa quinta mini-ondata.
Dall'andamento attuale, questo picco potrebbe essere proprio intorno al 2.5% che e' il valore previsto dal nostro modello, per la proporzionalita' presente nelle ondate precedenti, tra la percentuale di persone non vaccinate ed il numero di contagiati (quindi l'area dell'ondata o l'altezza del suo picco), cosa che e' del tutto naturale se l'ondata riguarda soprattutto le persone non vaccinate (come appare evidente dalla realta' dei ricoveri ospedalieri).
Questi picchi sono "NUOVI", perche' non hanno nulla a che vedere con i ben noti "picchi del venerdi'", che erano dovuti alla maggiore diffusione dei contagi nelle giornate lavorative che non nei fine settimana, come abbiamo rilevato in passato (ora non dovrebbero piu' esserci, grazie al green-pass).
I picchi che vediamo ora compaiono invece quando gli eventi (manifestazioni popolari) generano i contagi extra, anche molto ravvicinati come quelli del 20 e 22 ottobre che nel grafico sono quasi sovrapposti.
Tutti questi picchi sono la dimostrazione visibile dei risultati raggiunti da cosi' tante persone che con i loro comportamenti riescono piu' o meno inconsapevolmente a spingere sempre piu' in alto la curva dei contagi, favorendo la diffusione dei virus.
Anche questo e' percio' un interessantissimo argomento di studio, a cui questo nostro lavoro crediamo possa portare un utile contributo in un modo estremamente semplice (si fa tutto e solo con l'analisi dei contagi in Piemonte, dei decessi in Italia e nulla piu').
Come vedete con il modello a soglia si possono fare molte cose interessanti: questi picchi non sono ne' un'anomalia ne' un disturbo di cui si farebbe volentieri a meno, ma una fonte di informazioni molto preziose se si e' capaci di estrarle.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (1 novembre 2021)
Come previsto il dato di oggi e' sceso dal picco per le guarigioni veloci dei contagiati vaccinati.
Le manifestazioni popolari che hanno prodotto questo picco di contagi tra le persone vaccinate ha pero' prodotto anche un picco analogo nei contagiati non vaccinati che sono 10 volte meno. Il loro picco non e' visibile perche' coperto dal picco dei vaccinati ma e' comunque presente e va considerato perche', a differenza di quello dei vaccinati non sparisce in 2-4 giorni ma solo dopo un mese. Per questo li chiamiamo picchi "a gradino" ed hanno l'importante e dannodo effetto di innalzare il livello dei contagi sempre piu' perche' i loro contributi si accumulano per un mese.
Quindi all'uscita di questo terzo picco nel grafico degli asintomatici il livello dei contagi sara' un po' piu' alto di quanto era prima del picco (probabilmente del 10% dell'altezza del picco, essendo oggi il numero dei non vaccinati 1/10 di quello dei vaccinati.
Cosi' ad ogni picco il livello della curva sale un po' piu'. L'inizio della mini-ondata e' stato il 10 ottobre, quindi al 10 novembre dovrebbero cominciare ad arrivare le prime guarigioni che in pochi giorni dovrebbero stabilizzare il livello dei contagi (sarebbe il picco della quinta mini-ondata).
Il livello sembrerebbe essere di poco superiore al 2.5% previsto, sull'estrapolazione della linea marrone disegnata nel grafico degli asintomatici.
Per ora le tante manifestazioni popolari hanno prodotto contagi che rientrano ancora nello scenario 1
Quindi nulla di grave per ora, grazie al 90% di vaccinati, che permette di ridurre di un fattore 10 i contributi ai contagi delle varie manifestazioni (quegli incrementi "a gradino" delle persone non vaccinate). Altrimenti la quinta ondata sarebbe gia' partita e sarebbe stata come la seconda dell'autunno 2020, che si e' poi saldata alla terza ondata con il contributo dello shopping natalizio (duro' fino a tutto maggio 2020). Fu un bel guaio!

Niente di nuovo per quanto riguarda i decessi.
Ricordiamo che, secondo le nostre rilevazioni sull' andamento dei decessi , al 3.6% di contagi corrispondono 60 decessi al giorno, 18 giorni dopo.
Oggi e' il giorno 1 novembre per cui 18 giorni fa era il 14 di ottobre, giorno in cui i contagi totali erano il 2.3%, compresi quelli della quarta ondata, ormai in via di guarigione (sono quelli indicati dalla linea viola nel grafico della quarta ondata ). Pero' questi contagi residui della quarta ondata, essendo in via di guarigione non contribuiscono ai decessi pertanto non vanno considerati nel calcolo dei contagi che producono i decessi.
Se li sottraiamo ai contagi totali otteniamo i contagi riportati nella relativa tabella e disegnati nel grafico che abbiamo chiamato degli asintomatici, dato che la quinta ondata ai primi di ottobre non era ancora cominciata.
Mediando i dati intorno al 14 ottobre (quando il picco nei decessi ancora non era comparso) vediamo che i contagi che possono contribuire ai decessi di 18 giorni dopo sono circa 1.2% che in proporzione dovrebbero corrispondere a 20 decessi al giorno, che coincidono esattamente con il dato odierno.
Anche in questo caso il modello a soglia riesce a spiegare perfettamente i dati reali della pandemia.
Concludiamo ricordando che siamo riusciti anche a fornire una interpretazione plausibile per spiegare le fluttuazioni che si vedono nei dati dei decessi (picco): esse possono essere dovute alle variazioni della contagiosita' dei virus, e quindi della gravita' delle patologie ad essi associate, al variare della temperatura ambientale, che rende piu' aggressivi i virus (crediamo per una riduzione dell'efficacia delle difese immunitarie delle persone contagiate quando la temperatura si abbassa), quindi piu' grave la malattia, avvicinando il momento dell'eventuale decesso: questo fatto secondo noi produce il picco che vediamo nel grafico dei decessi intorno al 27 ottobre (con valori raddoppiati rispetto ai decessi previsti dal modello).
Finora ci sembra di riuscire a comprendere e poter spiegare proprio tutto dei principali aspetti macroscopici di questa pandemia, cosi' come appaiono dai risultati delle misurazioni che vengono fatte e da noi analizzate.

QUANTO LE VACCINAZIONI METTONO AL SICURO DALLA PANDEMIA? (1 novembre 2021)
Tanto e poco, perche' siccome non si raggiungera' mai il 100% di vaccinati, quelli che restano non vaccinati costituiscono il bacino di vittime a disposizione dei virus per perpetuare la loro presenza tra la popolazione, in Italia e nel mondo.
Anche con poche persone interagenti rimaste non vaccinate puo' svilupparsi un'ondata epidemica che investira' solo loro e che potra' infettare anche una percentuale di persone non vaccinate consistente, se accade quello che stiamo vedendo in questi giorni: cioe' una serie di eventi generatori di contagi, chiaramente evidenziati dai picchi nel grafico degli asintomatici , e ravvicinati nel tempo, tutti nel primo mese dall'inizio dell'ondata (il 10 ottobre), quando non ci sono ancora le guarigioni dei primi contagiati a contenere la salita della curva (stiamo parlando delle persone non vaccinate, che guariscono in 30 giorni).
In quel primo mese la salita dei contagi non ha limiti se non il numero totale di persone non vaccinate che verrebbero infettate tutte nel caso si superasse la soglia critica, con un andamento del grafico simile a quello visibile nel grafico dei decessi in Russia (i picchi che vi compaiono sono ondate, non sono picchi del venerdi'!)
Pero' anche se cio' non avvenisse, come tutti ci auguriamo, la salita dell'ondata potrebbe anche non essere piccola, perche' nel caso attuale, in cui sono state vaccinate il 90% delle persone vaccinabili, le vittime a disposizione dei virus sono quel 10% di non vaccinati tra le persone vaccinabili piu' il 12% di persone che non sono state vaccinate perche' non vaccinabili (bambini, ecc.).
Quindi l'epidemia ha ancora un 22% di italiani infettabili. Le prime tre ondate erano arrivate ad infettare il 18% della popolazione.
A questi livelli alti pero' si potrebbe arrivare solo se si superasse la soglia critica, che e' anche possibile se si eccede con la produzione di picchi ravvicinati nel tempo, come quelli attuali (cioe' con troppe manifestazioni popolari ravvicinate).
Altrimenti l'epidemia degli asintomatici rimane piatta, non cresce esponenzialmente come in Russia, e l'ondata (la quinta) partirebbe dal livello a cui l'abbiamo portata nel primo mese con i tanti incrementi "a gradino" dei contagi di persone non vaccinate e da quel punto potrebbe ancora salire solo se rimane sotto a quel limite di proporzionalita inversa con la percentuale di vaccinazioni calcolato dalle ondate precedenti (che ci ha portato a stimare un'altezza prevista del 2.5% con il 90% di vaccinati).
Con il dato dei contagi di ieri cosi' alto probabilmente la curva degli asintomatici (linea rossa nel grafico) potrebbe gia' essere arrivata a quel 2.5%, per cui da ora potra' solo salire in presenza di altre manifestazioni popolari.
Manca ancora una settimana all'arrivo della spinta discendente delle prime guarigioni dei non vaccinati contagiati, per cui la curva degli asintomatici, che ora possiamo stimare al 2.5% (estrapolando la linea marrone nel grafico degli asintomatici ) puo' ancora salire. Speriamo non molto perche' e' sempre valida con questi virus la regola che per ogni 3.6% di contagiati i decessi giornalieri aumentano di 60 unita'.
Sono quindi numeri da considerare sempre con la massima attenzione.

SCENARI POSSIBILI: Siccome non possiamo prevedere cosa succedera', perche' dipende da quanti contagi produrranno gli umani (con le loro manifestazioni popolari), per non deludere le aspettative di chi vuole vedere il modello all'opera, descriviamo ora le sue previsioni nei seguenti tre casi possibili, in ordine di gravita' crescente:
  1. Finiscono le immissioni di nuovi contagi prodotti dall'uomo, cioe' non ci saranno altri picchi nel grafico degli asintomatici.
    Se cio' accadesse i contagi scenderebbero fino al livello di 2.5%, per rimanerci altri 10 giorni, dopo i quali inizierebbe una lenta discesa dei contagi (dovuta alle guarigioni dei primi contagiati) fino al livello di fondo degli asintomatici che sara' di poco superiore allo 0.6%.
    Sarebbe cosi' finita la quinta mini-ondata (prima di Natale, che poi forse ci fara' ricominciare tutto daccapo) nel rispetto della proporzionalita' tra il numero delle persone non vaccinate (10%) ed il totale delle persone contagiate (area della curva).
  2. Continuano, ma in numero limitato, le immissioni di nuovi contagi prodotti dall'uomo, cioe' ci saranno altri picchi nel grafico degli asintomatici.
    Se cio' accadesse i contagi supererebbero il livello del 2.5% in misura dipendente dalla quantita' di nuovi contagi prodotti dagli uomini. Dopo poco piu' di 10 giorni anche in questo caso inizierebbe una lenta discesa dei contagi (dovuta alle guarigioni dei primi contagiati) fino al livello di fondo degli asintomatici che sara' anche in questo caso un po' superiore allo 0.6%.
    Sarebbe cosi' finita la quinta mini-ondata, un po' piu' alta e quindi senza rispettare la proporzionalita' tra il numero delle persone non vaccinate (10%) ed il totale delle persone contagiate (area della curva). Cio' per l'eccesso di contagi prodotti nel primo mese dalle attivita' umane.
  3. Le immissioni di nuovi contagi prodotti dall'uomo saranno cosi' numerose e ravvicinate nel tempo che si arriva a superare la soglia critica. In questo caso e' l'epidemia degli asintomatici (sovrapposta alla quale ci sono i contagi e la curva della quinta ondata) che inizia a crescere in modo esponenziale. Il grafico assumerebbe allora un andamento molto simile a quello che si vede nel grafico dei decessi in Russia dov'e' evidenziato in bianco un andamento del fondo di tipo esponenziale.
    Se cio' accadesse i contagi non smetterebbero di salire fino a contagiare la totalita' delle persone non vaccinate, a meno che non si facesse un lockdown totale e continuo per almeno un mese. Ogni altra restrizione, se efficace, al massimo potrebbe solo sospendere la salita dei contagi (per il tempo che dura la restrizione) che poi riprenderebbero una volta interrotta la restrizione.


LEZIONE 45: COSA PREVEDE ORA IL MODELLO A SOGLIA (1 novembre 2021)
Vai a:   Lezione 44   ,   Lezione 46
Quello che accadra' dipende solo da quello che faranno le persone, che purtroppo per ora stanno aiutando in tutti i modi possibili i virus a diffondersi sempre piu', con eventi che trovano immediatamente riscontro nella crescita del numero di nuovi contagi, che per l'alta percentuale di persone vaccinate (90%) sono ben visibili con dei picchi (perche' le loro rapide guarigioni fanno decrescere subito i contagi generando un picco).
Pero' contemporaneamente gli stessi eventi contagiano anche le persone non vaccinate, facendo salire il numero dei contagiati tra loro (che diventano positivi al test molecolare). La differenza in questo caso e' che loro non guariscono in 2-4 giorni ma in 30 e quindi rimangono positivi apportando un incremento "a gradino" nella curva dei contagi (scusate se spesso ripeto cose gia' dette ma e' a beneficio di chi inizia a leggere solo ora questo lavoro).
Per questo la curva dei contagi dopo il picco non torna al livello di partenza ma un po' piu' su.
Cosi' con il susseguirsi di tutti questi picchi la curva dei contagi sale sempre piu', per il numero di persone non vaccinate contagiate che si vanno accumulando.
La previsione di un limite al 2.5%, previsto dall'analogia con le ondate precedenti, a questo punto non e' piu' valida perche' qui', in questa fase iniziale, non c'e' nulla di analogo alle ondate precedenti.
Essendo partiti da zero (il fondo minimo di 0.6% visibile a sinistra nel grafico degli asintomatici , i contagi che avvengono nei primi 30 giorni non hanno alcun decremento per le guarigioni dei contagi precedenti e quindi possono salire anche molto piu' del 2.5%, come stanno facendo.
La situazione e' pero' simile a quella dell'inizio della quarta ondata solo che allora gli eventi scatenanti sono stati meno: praticamente solo i grandi festeggiamenti per la vittoria della coppa europea di calcio.
Ora la follia popolare sembra aver raggiunto altre vette per cui difficilmente potremo sfuggire ad un destino analogo.
La quinta ondata partira' dal livello a cui noi umani stiamo deliberatamente facendo salire i contagi in questi primi 30 giorni dall'inizio (3 settimane fa): piu' manifestazioni faremo, piu' picchi vedremo nel grafico e piu' il livello dei contagi salira', pur riguardando SOLO le persone non immunizzate, che essendo composte prevalentemente da un 10% di persone non ancora vaccinate piu' un 12% di quelle non vacinabili (come i bambini, che pure partecipano attivamente ai contagi) puo' salire ancora molto.
Le persone vaccinate che sono il 90% di quelle vaccinabili (pari all'88% del totale) vengono si contagiate anche loro ma guariscono subito (in 2-4 giorni), quindi compaiono nei picchi per poi scomparire subito dopo.
La parte piu' persistente dei contagi, comprendente quelli che si ammalano di Covid-19, alcuni dei quali (pochi per fortuna) muoiono, e' composta solo dalle persone non vaccinate (risulta cosi' negli ospedali).
Questa apparente follia diffusa, che spinge cosi' tante persone in varie manifestazioni di piazza, le piu' disparate, a nostro avviso ha gia' superato come numero di manifestazioni popolari gli analoghi eventi che, iniziando l'11 luglio 2021, portarono con pochi picchi visibili nel grafico all'inizio della quarta ondata.
La quarta ondata riguardo' il 35% di non vaccinati. Non vogliamo essere troppo pessimisti ma, se questo fosse l'inizio della quinta ondata (il rischio e' grande perche' siamo a novembre), riguarderebbe solo il 10% di non vaccinati quindi salirebbe meno (perche l'area della curva corrisponde al totale di persone contagiate), partendo pero' dal livello iniziale a cui la stiamo portando ora, picco dopo picco, per cui non si puo' fare un confronto di proporzionalita' con i picchi precedenti.
E' cosi' che funziona questa pandemia ed il modello a soglia non puo' che descriverne il comportamento reale, volta per volta.
Tutto cio' ovviamente se la follia inconsapevole che sta pervadendo attualmente le folle in Italia non arrivasse ad accelerare cosi' tanto la produzione dei contagi da superare la soglia critica, che innescherebbe una crescita ancora maggiore dei contagi, perche' corroborata dalla crescita esponenziale del fondo dell'epidemia degli asintomatici (reso visibile dalla linea bianca nel grafico dei decessi in Russia ), che per ora e' ancora ad un livello basso, poco superiore allo 0.6% di partenza, com'era intorno al 9 ottobre.
Quello che succedera' nei prossimi giorni non e' scritto da nessuna parte: dipendera' da quello che faranno gli italiani , che restano padroni del loro destino e noi stiamo qui' a registrare e commentare l'evoluzione della pandemia in Italia, che qualunque piega prenda e' sempre ben spiegata dal modello a soglia, come stiamo vedendo gia' da un bel po'.
Questo e' lo scenario sconfortante, a cui stiamo assistendo, impotenti: non e' la pandemia che decide di far partire le ondate; siamo noi che le inneschiamo ogni volta, piu' o meno inconsapevolmente, per ignoranza o negazione del problema che dobbiamo affrontare e che e' sempre quello di limitare i contagi, perche' i virus sono sempre intorno a noi, piu' o meno aggressivi a secondo delle stagioni (come quelli del raffreddore o dell'influenza, ma questo, il Covid-19, e' piu' nocivo).
Il problema si risolvera' quando tutti avranno capito, perche' allora tutti non potranno che comportarsi nel modo giusto, crediamo.

COMMENTO AI DATI DI DOMENICA (31 ottobre 2021)
I contagi di oggi, domenica, sono praticamente raddoppiati, in un solo giorno!
Che dire? Talora di domenica sono arrivati dati strani, poi scartati, ma un sesto senso ci dice che questo potrebbe essere vero.
Troppe manifestazioni dei generi piu' disparati si sono susseguite in questi giorni (no-vax, no-pass, ambientalisti, scioperanti, ecc.) ed abbiamo visto con i due precedenti picchi nel grafico degli asintomatici cosa possono produrre questi eventi.
Abbiamo gia' spiegato che questi picchi non hanno nulla a che fare con i ben noti "picchi del venerdi'" perche' appaiono quando un evento con notevole diffusione di contagi avviene.
Proprio oggi stanno cercando di fare un "rave-party" in Piemonte ed i carabinieri stanno tentando di impedirlo.
Certo e' che la gente mostra di non avere alcuna consapevolezza della situazione che stiamo vivendo ora, col freddo in arrivo e con questa pandemia.
Evidentemente abbiamo fatto bene stamane a spiegare (poco piu' avanti) cosa avviene se si supera la soglia critica, definita dal modello a soglia.
Non ci rimane che attendere nei prossimi due giorni la discesa da quest'altro che dovrebbe essere il terzo picco, conseguente ad altre immissioni di nuovi contagi prodotti negli assembramenti di chissa' quante manifestazioni in tutta Italia.
E speriamo proprio che sia cosi' perche' abbiamo gia' spiegato che ancora per altri 10 giorni manca il contributo alla decrescita della curva dei contagi da parte delle guarigioni dei contagiati non vaccinati (che ancora non ci sono perche' non sono trascorsi 30 giorni).
Cioe' in queste condizioni tutti i contagi prodotti da queste manifestazioni si stanno accumulando, portando sempre piu' in alto la curva dei contagi.
Quello che ci salva un po' (un bel po') e' l'alta percentuale di vaccinazioni fatte (90%), perche' i contagi delle persone vaccinate guariscono subito e producono le discese dai picchi che stiamo vedendo, ma i contagi delle persone non vaccinate invece non guariscono prima di 30 giorni e si vanno accumulando (invece di produrre picchi producono incrementi "a gradino", che non vediamo perche' sono nascosti sotto ai picchi dei vaccinati. Il loro effetto pero' (che per merito dei vaccini e' limitato solo al 10%) appare alla fine del picco, perche' i contagi rimangono un po' piu' alti e cosi' i picchi stanno sempre piu' in alto, come questo di oggi.
E di gradino in gradino la curva dei contagi va su, va su, va su, ...
Ormai abbiamo capito tutti cosa succede se sale troppo: si potrebbe addirittura superare la soglia critica e finire come i russi.
Speriamo proprio di no, ma e' meglio sapere tutto di questa pandemia, perche' se hai un nemico piu' lo conosci e meglio lo combatti.
Aspettiamo con un po' di trepidazione i prossimi dati, mentre ci auguriamo che si riesca a fare qualcosa di efficace per ridurre queste ondate di follia popolare, che secondo noi sono la causa di quello che stiamo vedendo.

Niente di nuovo per quanto riguarda i decessi.

LEZIONE 44: COMPORTAMENTO DELL'EPIDEMIA DEGLI ASINTOMATICI, IL CUORE DELLA PANDEMIA (31 ottobre 2021)
Vai a:   Lezione 43   ,   Lezione 45
Il grafico dei decessi in Russia e' interessante anche perche' mostra chiaramente qual'e' il contributo dell'epidemia degli asintomatici alla pandemia (e' quello rappresentato dalla linea bianca).
L'epidemia degli asintomatici non diffonde cariche virali intense e all'inizio produce una crescita di contagi modesta che concede il tempo necessario ai contagi piu' vecchi di guarire, portando cosi' un contributo di decrescita nel numero dei contagi che arriva a compensare esattamente i nuovi contagi prodotti nella crescita ed allora il livello dei contagi non sale piu' (si osserva dai dati). E' quello che abbiamo chiamato il livello di fondo degli asintomatici.
La crescita al livello di equilibrio avviene soprattutto nel primo mese dall'inizio dell'epidemia, in cui ancora non guarisce nessuno. Poi la crescita dei contagi diminuisce ed infine si appiattisce a quello che e' il livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici, il cui livello dipende dalla contagiosita' (o trasmissibilita') dei virus e quindi anche dalla temperatura ambientale.
Ad appiattire ed abbassare questo livello contribuisce poi pure la crescita del numero di persone guarite che restano immunizzate.
Quindi l'epidemia degli asintomatici inizialmente non tende a divergere in una crescita esponenziale anche se la legge dei contagi ce la indurrebbe, perche' la crescita del numero di persone infette viene mitigata dalle guarigioni e da una crescente immunita' diffusa.
L'epidemia (permanente) degli asintomatici e' la base della pandemia: costituisce una "brace ardente" sempre accesa e pronta in ogni momento a favorire la partenza di una nuova ondata epidemica, non appena i comportamenti poco responsabili degli umani le concedono questa possibilita'. E' essenziale che il fondo dell'epidemia degli asintomatici venga mantenuto sempre al suo livello piu' basso possibile.
Se accade talora che, per apporti aggiuntivi di contagi causati da eventi esterni, come grandi manifestazioni popolari, in cui non si adottano le dovute precauzioni anti-contagio, la velocita' di crescita dei contagi sale oltre un certo limite (soglia critica) allora le guarigioni e la crescente immunita' diffusa non sono piu' sufficienti, per tutto un mese, a compensare esattamente la crescita dei contagi ed allora la legge naturale di crescita esponenziale dei contagi ha il sopravvento ed accade quello che qualitativamente si vede nel grafico della Russia (che riporta pero' i decessi invece dei contagi ma ai fini dell'evidenziazione della crescita esponenziale fa poca differenza).
Allora gli asintomatici che compongono l'epidemia degli asintomatici aumentano di numero in modo esponenziale (come la linea bianca nel grafico della Russia ).
Questo e' un pericolo che corrono tutti e sempre, perche' questi virus non si attenuano: quelli che sono attualmente in Russia e stanno causando piu' di 1000 morti al giorno sono gli stessi che abbiamo anche in Italia!
In questo grafico della Russia la fine di ogni picco e' relativo al livello raggiunto dall'epidemia degli asintomatici che e' in evidente espansione non lineare ma esponenziale: significa che il numero di virus in circolazione in Russia sta aumentando sempre piu'.
Ora possono fermare la crescita solo con un lockdown totale, che dev'essere prolungato per almeno un mese perche', guarendo gli asintomatici non vaccinati in circolazione, i contagi poi iniziano a diminuire.
Questo mese e' dovuto agli asintomatici non vaccinati che ci mettono un mese a guarire, seguitando intanto a diffondere virus (contagi no, se c'e' il lockdown totale). Essendo solo loro ad essere colpiti dall'epidemia, meno sono e meglio e'.
Per questo anche l'epidemia degli asintomatici si riduce moltissimo in presenza di un'alta percentuale di persone vaccinate.
In Russia sta succedento tutto questo perche' la percentuale di persone vaccinate e' attualmente non superiore al 35%.
Questa salita di contagi dovrebbe essere accaduta perche' inizialmente in Russia hanno lasciato che la velocita' di crescita dei contagi superasse la soglia critica di questa pandemia (cioe' di quei virus, in quelle condizioni di temperatura e promisquita'), come abbiamo spiegato.
Questo grafico della Russia ed in particolare la linea bianca che abbiamo disegnato, ci permette di far vedere PER LA PRIMA VOLTA SU DATI REALI e di far capire meglio cosa avviene quando si supera la soglia critica (per questo l'abbiamo chiamato "modello a soglia"): e' l'epidemia degli asintomatici che decolla ed inizia a crescere esponenzialmente, come oggi in Russia.
Queste della Russia sono le condizioni peggiori della pandemia, quelle dove i danni sanitari ed anche economici sono massimi (perche' la crescita si puo' arrestare solo con un lockdown completo e durevole per almeno un mese o con l'arrivo dell'estate, che pero' ora e' lontana).
Questo superamento della soglia critica invece NON e' avvenuto in Giappone, dove hanno avuto una sequenza di ondate, ben visibili nel grafico dei contagi in Giappone senza mai superare la soglia critica, com'e' accaduto anche in Italia (finora): il fondo dell'epidemia degli asintomatici non diverge esponenzialmente (come in Russia) ma resta sempre ad un livello basso e costante.
Da questo confronto tra Russia e Giappone si puo' vedere con i propri occhi cosa accade quando la velocita' di incremento dei contagi supera la soglia critica, prevista dal modello a soglia.
In altre parole, il superamento della soglia critica trasforma la pandemia con un andamento a picchi con fondo costante come il grafico del Giappone , in un altro con un fondo che sale esponenzialmente come il grafico della grafico della Russia (chiunque abbia un minimo di conoscenze di matematica, riconosce immediatamente nella linea bianca disegnata nel grafico della Russia il tipico andamento esponenziale).
Per questo ora in Italia dobbiamo stare molto attenti a non produrre troppi contagi in un tempo breve, soprattutto adesso che il freddo sta arrivando ed i virus diventano piu' aggressivi. La pandemia e' tutt'altro che finita, e' in agguato dietro l'angolo e percio' non si deve mai abbassare la guardia.
Quelli che facciamo in questo lavoro, cercando il modo di governare l'evoluzione di questa pandemia, sono quindi ragionamenti molto importanti ed il dato dei contagi di oggi, che sta per essere pubblicato, e' percio' anch'esso importante, perche' potrebbe rappresentare un punto di svolta da una curva dei contagi che s'impenna ad un'altra con andamento quasi costante.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (30 ottobre 2021)
Come previsto (e sperato) anche il dato dei contagi di oggi non sale impennandosi ma rimane allo stesso livello dei dati dei due giorni precedenti.
La spiegazione e' quindi che gli italiani si stanno comportando come se la pandemia fosse finita, producendo in manifestazioni popolari molti eventi che diffondono in grande quantita' virus e contagi, infettando anche le persone immunizzate, che pero' guariscono subito in 2-4 giorni e siccome sono tante (90%) fanno comparire un picco (che discende subito per le guarigioni rapide delle persone immunizzate che sono state infettate e che risultano positive al test).
Queste persone immunizzate ed infettate ovviamente non si sono neppure accorte di essere state infettate, non hanno ne' sintomi, ne' tantomeno danni sanitari.
Il dato di oggi, anch'esso a 2.7%, potrebbe anche far pensare alla presenza di un terzo picco quasi sovrapposto al secondo. In effetti ci sono molteplici e ripetute manifestazioni in corso per i piu' disparati motivi ed e' anche stato accertati clinicamente che nel caso degli scioperi di Trieste sono stati prodotti molti contagi alcuni anche con conseguenze patologiche gravi (polmoniti virali).
I picchi allora potrebbero essere tre, quello della settimana scorsa e questi due sovrapposti (che ancora non sono picchi ma siamo piu' che certi che nei prossimi giorni i dati caleranno sotto al 2.6% ed anche questo (eventualmente doppio) diventera' un picco quasi identico a quello di 9 giorni fa.
Staremo a vedere; e' certo che, se le manifestazioni popolari continueranno, vedremo altri picchi. Ma non sono loro il problema, che e' invece l'accumulo di persone non vaccinate (che per fortuna ormai non sono piu' tante) contagiate, che fanno salire il livello dei contagi (perche' non guariscono prima dei loro 30 giorni canonici), cioe' producono nel grafico degli asintomatici non dei picchi ma degli incrementi "a gradino" che fanno salire la curva sempre piu'.
La cosa importante comunque e' che non si superi mai la soglia critica di questa pandemia e che i contagi, una volta terminate tutte queste manifestazioni popolari, si stabilizzino nei prossimi 10 giorni (tempo necessario per far iniziare le guarigioni dei primi contagiati non vaccinati) a quello che sarebbe il picco di questa quinta mini-ondata, che ci aspettiamo sia intorno al 2.5%.

L'alto numero dei decessi , registrato nei 3 giorni dal 26 al 28 ottobre, ormai sembra proprio essere terminato (oggi i decessi sono 37 e non 50).
Se anche nei prossimi giorni i decessi restassero intorno al livello di 30, potrebbe voler dire che l' interpretazione da noi avanzata l'altro ieri e' corretta.
Avremmo cosi' imparato una cosa nuova sulla durata di sopravvivenza di una persona colpita dal Covid-19 non e' costante ma sarebbe una funzione R(T) della temperatura media ambientale, funzione che sara' perfettamente ricavabile dai dati analizzati in questo lavoro.
Percio' sembra proprio possibile che l'arrivo del freddo acceleri cosi' tanto il decorso del Covid-19 da portare alcuni casi gravi al decesso in circa meta' del tempo.

LEZIONE 43: PUNTO DI SVOLTA (30 ottobre 2021)
Vai a:   Lezione 42   ,   Lezione 44
Non so se e' chiaro a tutti che stiamo vivendo un momento decisivo, che molto probabilmente determinera' se vivremo un inverno senza ondate di Covid-19 oppure no.
Con le vaccinazioni al 90% delle persone vaccinabili abbiamo sparato tutte le cartucce disponibili e ora stiamo aspettando di vedere cosa succede.
Se il dato dei contagi di oggi calera' e' chiaro cosa succedera' e ce lo dice il modello a soglia.
Prima di raccontarlo (poco piu' avanti) diciamo pero' cosa potrebbe succedere se invece di calare aumentasse significativamente:
  • Si aprirebbe uno scenario molto pericoloso anche questo descritto dal modello a soglia.
    Siccome 20 giorni fa il livello dei contagi era azzerato (cioe' al 0.6% che e' il fondo minimo dell'epidemia degli asintomatici in Italia) ancora per altri 10 giorni manca la limitazione alla crescita dei contagi costituita dalle guarigioni delle persone non immunizzate che avviene in 30 giorni.
    Gli incrementi di contagi prodotti in questi 10 giorni quindi rimangono attivi e si vanno accumulando con i nuovi, senza alcuna limitazione. E' questo percio' un momento critico, in cui dobbiamo tutti limitare al massimo la diffusione dei virus e quindi la produzione di nuovi contagi per impedire questo accumulo, che aumenta la quantita' dei virus in circolazione.
    Il rischio potrebbe essere anche quello di superare la soglia critica, descritta nel modello, che porterebbe l'epidemia ad una crescita esponenziale incontrollata.
    Bisogna quindi adottare il massimo delle precauzioni nei prossimi 10 giorni.
    Se questo non si fa, lasciando prolificare manifestazioni popolari di vario genere (no-pass, no-vax, ambientalisti, studenti, anti-G20, rave-party, scioperi vari, ecc.), si rischia molto, forse troppo.

  • Spieghiamo ora invece cosa prevede il modello a soglia nel caso in cui il dato dei contagi di oggi, 30 ottobre, calera'.
    Diventa quasi certo che non si e' avviata una crescita incontrollata dei contagi che stanno invece scendendo dal picco del venerdi' scorso. Questa discesa dimostra che si tratta prevalentemente di contagi di persone immunizzate, perche' solo loro guariscono in un tempo cosi' breve.
    Ovviamente le stesse cause che hanno prodotto questi contagi di persone immunizzate hanno prodotto contagi anche nelle persone non immunizzate, che sono tanto meno numerose quanto piu' alta e' la percentuale di persone vaccinate e che pero', siccome NON guariscono subito ma solo dopo 30 giorni, contribuiscono ad innalzare il livello dei contagi con un incremento "a gradino".
    Se si dovessero susseguire tanti di questi incrementi "a gradino", prodotti da tante manifestazioni popolari, il livello dei contagi potrebbe superare, anche di molto, il limite del 2.5%, che e' stato calcolato assumendo una similitudine tra le varie ondate che abbiamo confrontato.
    Il ripetersi di tante affollate manifestazioni di piazza porterebbe infatti molti contributi extra ai contagi, che andrebbero valutati a parte.
Questo e' lo scenario, niente affatto definito, che abbiamo di fronte e che viene chiaramente descritto dal modello a soglia: cosa succedera' ora dipende solo dagli italiani.
Per far capire che la pandemia non si e' attenuata ed il rischio che puo' ancora rappresentare, presentiamo la curva dei decessi di oggi in Russia, dove la percentuale dei vaccinati e' intorno al 35%.


Il grafico indica che i decessi giornalieri in Russia sono arrivati ad oggi addirittura a 1114, in crescita, com'e' scritto nel grafico e che ogni ondata e' stata sempre piu' del doppio rispetto alla precedente, in una evidente ed accentuata progressione geometrica: la crescita esponenziale del livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici e' evidenziata dalla linea bianca, che mostra come piu' virus ci sono in circolazione e piu' i contagiati aumentano e cosi' aumenta ancora di piu' l'immissione di nuovi virus nell'ambiente ed il processo diverge verso la crescita esponenziale, che e' quella mostrata dalla linea bianca nel grafico.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (29 ottobre 2021)
Come previsto (e sperato) il dato dei contagi di oggi non continua la salita impennandosi ma rimane allo stesso livello del dato di ieri.
La spiegazione e' quindi che gli italiani si stanno comportando come se la pandemia fosse finita, producendo molti eventi che diffondono in grande quantita' virus e contagi, infettando anche le persone immunizzate, che pero' guariscono subito in 2-4 giorni e fanno comparire un altro picco (che discende subito per le guarigioni rapide delle persone immunizzate che sono state infettate e che risultano positive al test.
Queste persone immunizzate ed infettate ovviamente non si sono neppure accorte di essere state infettate, non hanno ne' sintomi, ne' tantomeno danni sanitari.
I picchi quindi ora sono due, quello della settimana scorsa e questo (che ancora non e' un picco ma siamo piu' che sicuri che nei prossimi due giorni i dati caleranno sotto 2.6% e diventera' un picco identico a quello di 7 giorni fa. D'altra parte il modello serve a fare previsioni, non e' cosi'?
Il fatto che anche questi picchi che hanno cominciato ad apparire cosi' evidenti solo dalla settimana scorsa (prima non c'erano, come si puo' vedere nel grafico degli asintomatici ) testimonia che i contagi sono avvenuti prevalentemente nei giorni lavorativi (in cui la curva sale) e molto meno nei fine settimana (quando la curva cala per le guarigioni rapide dei vaccinati infettati).
Questa testimonianza getta in un po' di sconforto in quelle persone, come noi, che riponevano grandi aspettative sulla riduzione dei contagi negli ambienti di lavoro con la disciplina del green-pass. Ad oggi, dopo due settimane dall'entrata in vigore, la riduzione sperata non si vede.
Questi picchi sono cosi' pronunciati perche' i vaccinati, che ci stanno dentro, ormai sono proprio tanti.
In realta' c'e' anche un picco nascosto, che e' quello dei non vaccinati, che e' compreso negli incrementi dei test positivi presenti nel picco (ma sono pochi).
Questo perche' i virus, che hanno potuto godere dell'aiuto dei partecipanti agli eventi causa dei due picchi, hanno infettato democraticamente tutti, vaccinati e non.
Pero' mentre i vaccinati guariscono subito (e fanno calare il picco dei contagiati) i non vaccinati, purtroppo per loro, rimangono con i virus in corpo per un mese: per questo i loro contagi calano solo dopo un mese e nel grafico degli asintomatici contribuiscono con un incremento "a gradino" per ogni picco, che fa crescere il livello dell'ondata.
Alla fine l'ondata dovrebbe essere rappresentata da una curva piatta ad un livello che il nostro modello ha previsto intorno al 2.5% per un mese dall'inizio. Poi inizia a calare man mano che le guarigioni dei non vaccinati procedono.
Questa sarebbe quella che abbiamo chiamato la quinta mini-ondata. Mini perche' non superera', se le previsioni saranno confermate, il 2.4% di contagi contro il 6% della quarta ondata ed il 18% della terza ondata, quando eravamo praticamente tutti non ancora vaccinati (questo se i partecipanti agli eventi responsabili dei picchi non eccedano troppo nelle loro attivita' nocive, producendo troppi picchi, se no potrebbero pure far superare la soglia critica dei contagi, per essere chiari, ed allora sarebbero "dolori").
Sono cose che avevo gia' scritto ma che ripeto, ad uso delle persone che iniziano a leggere questo lavoro solo ora.

L'alto numero dei decessi , registrato nei 3 giorni scorsi, sembra essere terminato, perche' oggi i decessi sono 33 e non 50.
Se anche nei prossimi giorni i decessi restassero intorno al livello di 30, potrebbe voler dire che l' interpretazione da noi avanzata ieri e' corretta.
Avremmo cosi' imparato una cosa nuova sulla durata di sopravvivenza di una persona colpita dal Covid-19 non e' costante ma sarebbe una funzione R(T) della temperatura media ambientale, funzione che sara' perfettamente ricavabile dai dati analizzati in questo lavoro.
Percio' sembra proprio possibile che l'arrivo del freddo acceleri cosi' tanto il decorso del Covid-19 da portare alcuni casi gravi al decesso in circa meta' del tempo: rimane solo da verificare negli ospedali per avere la conferma definitiva, ma probabilmente non sara' facile individuare il giorno del contagio di una persona deceduta.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' (28 ottobre 2021)
Il dato di oggi, se vero, ci dice che i contagi hanno subito un grande incremento: infatti sono piu' che raddoppiati in soli 3 giorni, come si vede nel grafico degli asintomatici.
In questo grafico e' riportata l'area compresa tra la linea rossa (disegnata per guidare l'occhio) nel grafico della quarta ondata e la linea viola, che intende rappresentare la curva dei contagi delle persone non immunizzate, che sono i principali partecipanti all'ondata epidemica.
Una tale crescita e' dovuta ad altri eventi di diffusione eccezionale dei virus, come quelli che hanno prodotto una settimana fa il picco precedente, con interessamento anche di molte persone vaccinate. La curva dei contagi non gode di una vita sua, non prende iniziative di cambiare spontaneamente: il suo comportamento ed i suoi cambiamenti non sono opera del fato ma sono sempre conseguenza delle azioni umane, che ne sono le uniche responsabili.
Per esempio l'11 luglio i festeggiamenti per la vittoria della coppa europea di calcio furono la premessa, a nostro avviso, della partenza della quarta ondata, come si vede all'inizio del grafico della quarta ondata.
Un evento come comincia, cosi' finisce ed i contagi smettono di crescere (si forma un picco per le guarigioni rapide in 2-4 giorni delle persone immunizzate). Questo e' quello che ci aspettiamo ora. Se il picco sara' di venerdi', cioe' inizia la discesa sabato e domenica, significa che gli eventi che l'hanno causato sono avvenuti nei giorni feriali, "in barba" al green-pass.

RISCHIO DEL SUPERAMENTO DELLA SOGLIA CRITICA: Una crescita cosi' rapida ed ampia, se vera, sarebbe inoltre molto pericolosa perche', oltre a produrre un altro picco "del venerdi'" come quello precedente, potrebbe farci rischiare di superare la soglia critica del modello, che riguarda la velocita' di crescita dei contagi.
Il problema sarebbe questo: essendo l'ondata iniziata solo 18 giorni fa e riguardando prevalentemente le persone non vaccinate che guariscono in 30 giorni, dovremmo aspettare altri 12 giorni, per veder iniziare la discesa che farebbe interrompere la salita della curva verso il picco. Con questa diffusione dei virus cosi' accentuata, durante questi 12 giorni i contagi continuerebbero a crescere per l'aumentata contagiosita' (o trasmissibilita' come viene anche chiamata) dovuta al freddo e ad accumularsi. Cosi' la curva continuerebbe a salire, anche molto (i contagiati iniziali, allo 0.6%, sono troppo pochi per fornire con le loro guarigioni un contributo significativo alla decrescita dei contagi).
Ci potremmo trovare allora di fronte ad una situazione nuova, mai affrontata prima: il rischio di un superamento della soglia critica del modello (che e' sulla velocita' di crescita, non sul livello raggiunto), oltre la quale l'ondata inizia a crescere molto rapidamente, in modo inarrestabile, perche' non limitata affatto dalla crescita delle guarigioni.
Sarebbe un'ondata epidemica molto piu' grave di quelle conosciute finora.
E' un rischio talmente grande che non va mai dimenticato: quello di una crescita troppo rapida dei contagi, che non da tempo alle guarigioni di iniziare.
L'esistenza di questa soglia critica e' il motivo del nome modello a soglia ed e' spiegata nella discussione sul modello che abbiamo fatto il 20 settembre scorso ( Lezione 30 ).
Nella quarta ondata non si e' mai superata la soglia critica e se cio' accadra' anche in questa quinta mini-ondata allora il nostro modello ha previsto che non si andra' oltre il 2.5% e quindi dovremmo gia' esserci: vorrebbe dire che tra i relativamente pochi non vaccinati, che sarebbero gli unici coinvolti dall'ondata, si e' instaurata una quinta mini-ondata analoga alla terza ed alla quarta ondata ma ancora piu' piccola per il minor numero di partecipanti (i soli non vaccinati).
In questo caso i contagi nei prossimi giorni dovrebbero oscillare intorno al livello del 2.5% e non molto di piu', "picchi del venerdi'" a parte (prodotti da eventi con diffusione di contagi eccezionale).
La rapidita' di salita di oggi potrebbe percio' essere preoccupante, perche' se continuasse anche nei prossimi 2 giorni si potrebbe rischiare di superare la soglia critica nella produzione di contagi ed allora lo schema di proporzionalita' tra numero di non vaccinati ed ampiezza del picco non si applicherebbe piu', perche' la crescita quando supera la soglia critica s'impenna in modo esponenziale e la crescita proseguirebbe in modo inarrestabile.
Noi ci auguriamo che questo non accada mai, altrimenti dovremmo capire questa eventualita' di superamento della soglia critica anche in queste condizioni di un altissima percentuale di persone vaccinate, perche' sarebbe una situazione nuova.

PUO' LA TEMPERATURA GENERARE PICCHI NELLA CURVA DEI DECESSI? Pure l'alto numero dei decessi , che anche oggi 28 ottobre sono 50, sembra essere una situazione nuova, perche' improvvisamente i decessi per 3 giorni consecutivi sono quasi raddoppiati rispetto ad una situazione di contagi (di 18 giorni prima) assolutamente piatta.
E' mai possibile che l'arrivo del freddo acceleri cosi' tanto il decorso del Covid-19 da portare alcuni casi gravi al decesso in meta' del tempo?
Se fosse cosi' cambierebbe in modo permanente per tutto l'inverno il rapporto da noi trovato, in base al quale ad un 3.6% di contagi corrispondono, 18 giorni dopo, 60 decessi giornalieri. Diventerebbe un rapporto R(T) funzione della temperatura ambientale (e diventerebbe anche molto importante mantenere le persone contagiate al caldo).
Riflettendoci un po' meglio, e' naturale che se aumenta la contagiosita' (o trasmissibilita') per il freddo allora l'evoluzione della patologia acceleri, perche' i virus risultano piu' aggressivi. Se l'evoluzione della patologia accelera, nei casi infausti il decesso arriva prima.
Allora, se le cose stanno cosi', accade questo:
  1. Quando la temperatura ambientale cala in modo sostanziale, i decessi arrivano prima e la curva dei decessi subisce un picco temporaneo per la durata della variazione (perche' i decessi si accumulano con quelli dei giorni precedenti all'aumento della temperatura). Questo sarebbe il caso in cui ci troviamo ora, con i 50 decessi giornalieri attuali invece dei 27 previsti. Tra pochi giorni poi i contagi torneranno a rispettare la regola di 60 decessi ogni 3.6% di contagi, non piu' di 18 giorni prima ma meno (forse 9).
  2. Quando la temperatura diventa stazionaria, anche se piu' bassa, il picco scompare e si torna a rispettare la regola dei 60 decessi ogni 3.6% di contagi (di 9 giorni prima, forse).
  3. Quando poi la temperatura risalira' (in primavera) nella curva dei decessi apparira' una valle invece che un picco, per la durata della variazione di temperatura (media). Questo per gli stessi motivi, ma opposti, del primo punto ed il ritardo del decesso tornera' ad essere di 18 giorni. Quindi il ritardo (di 18 giorni) non sarebbe costante ma una funzione R(T) della temperatura media ambientale.
Se questo accadesse veramente anche i picchi del martedi' nei decessi si sposterebbero: sono i picchi corrispondenti ai picchi del venerdi' (18 giorni prima del martedi') dei contagiati non immunizzati (in realta' sono incrementi a gradino per il loro lungo tempo di guarigione), che sono nascosti sotto ai picchi del venerdi' delle persone immunizzate (che invece guariscono subito e creano il picco).
Questo potrebbe fornirci un primo riscontro immediato della correttezza di questa nostra interpretazione dei tre dati alti (50) nei decessi degli ultimi 3 giorni: da oggi i picchi del martedi' nei decessi si dovrebbero essere spostati (a meno che la riduzione della sopravvivenza dei deceduti non risulti un multiplo di 7). Comunque crediamo di non avere ancora elementi sufficienti per poter trarre una conclusione sicura in merito (queste percio' sono per ora solo ipotesi).

LEZIONE 42: I PARAMETRI DEL MODELLO A SOGLIA (28 ottobre 2021)
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Il modello puo' essere applicato con qualsiasi variante del Sars-CoV-2, quello che puo' cambiare sono i valori dei parametri, da cui dipende lo sviluppo della pandemia, che sono:
  1. La contagiosita' (o trasmissibilita' come viene anche chiamata) in funzione della temperatura esterna: e' una curva C(T) che fornisce il parametro della crescita esponenziale exp(C*t) dell'epidemia (ondata), una volta innescata. Il livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici dipende da questo parametro e dal tempo medio di guarigione in un modo che si determina dal confronto con i dati reali.
  2. Il tempo di guarigione dei contagi delle persone non immunizzate (ora 30 giorni).
  3. Il tempo di guarigione dei contagi delle persone immunizzate (ora da 2 a 4 giorni).
  4. La durata dell'immunita' naturale (quella acquisita dopo la guarigione da un contagio).
  5. La percentuale media di casi gravi, quanti di questi hanno esito letale ed in quanti giorni dal contagio.
  6. Gli altri parametri sono di tipo ambientale (per esempio densita' di popolazione, che puo' essere diversa da luogo a luogo) e comportamentale (rifiuto di proteggersi o vaccinarsi, ecc.) e vanno applicati correttamente caso per caso.
Con questi parametri possiamo simulare l'evoluzione dell'epidemia, ricavando i valori veri dei parametri dal confronto con i dati reali di contagi e decessi (best fit al computer).
Ogni evento che aumenta la diffusione dei contagi sara' caratterizzato da una durata ed un fattore (maggiore di 1) di aumento locale o globale della contagiosita' apparente, che si determina anch'essa dal confronto con i dati reali di contagi e decessi. Una volta noti questi fattori si puo' definire il danno prodotto dai vari tipi di eventi.
Ogni misura di contenimento dell'epidemia sara' caratterizzata da un fattore (minore di 1) di riduzione della contagiosita' apparente, che si determina anch'essa dal confronto con i dati reali di contagi e decessi. Una volta noti questi fattori si puo' fare il calcolo costi/benefici delle varie misure.
Dopo aver inserito modello e parametri della variante dominante nel computer, questo ci dara' la previsione futura dello sviluppo dell'epidemia, che puo' essere cosi' governata adottando opportunamente in anticipo le varie misure necessarie.
In caso di piu' varianti dominanti e non interagenti tra loro (nei pazienti) basta simulare separatamente l'evoluzione nel tempo di ogni variante, sommando poi insieme i risultati.

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' (27 ottobre 2021)
Il dato dei contagi di oggi ha ripreso a salire rapidamente nel grafico degli asintomatici.
Si tratta di vedere se la salita si arrestera' al top del picco della quinta mini-ondata (che sta sostituendo la tremenda seconda ondata dell'ottobre 2020), che e' previsto dal modello ad un livello piuttosto basso (2.5% salvo ricalcolo), grazie all'86% di persone attualmente vaccinate (se no sarebbe arrivato al 18%, come nel 2020).
Il calcolo del 2.5% ci sembra corretto, perche' il 12% di minori non vaccinati supponiamo non entrino nei test molecolari che riteniamo riguardino solo gli adulti e quindi la diretta proporzionalita' tra il numero di persone non vaccinate ed il numero totale di persone contagiate (che e' proporzionale all'altezza del picco dell'ondata) dovrebbe essere abbastanza corretta: il picco era al 18% con il 35% di persone non vaccinate della quarta ondata, da cui ricaviamo che con il 14% di persone non vaccinate attuale (dato nazionale) della quinta mini-ondata in atto, il picco dovrebbe arrivare solo al 2.5%.
Se invece, come sembra, in Piemonte i vaccinati sono vicini al 90% allora il picco nel grafico del Piemonte dovrebbe arrivare solo all'1.8%.
In realta' dovremmo considerare non i non vaccinati ma i non immunizzati, che comprendono anche il fenomeno dell'imminizzazione naturale, non con vaccino ma grazie ad una precedente infezione contratta in passato. Per semplicita' ora non consideriamo la presenza di queste persone immunizzate in modo naturale, confidando che non alterino di molto la relazione di proporzionalita' che stiamo considerando, perche' comunque sono pochi rispetto all'86% di vaccinati (rientrano in gran parte tra i vaccinati perche' sono stati vaccinati pure loro).
Il numero totale di quanti immunizzati naturali sono stati creati sarebbe facilmente ricavabile integrando le curve dei contagi ad intervalli di un mese (tempo di turn-over dei contagiati, per guarigione) per ricavare il numero totale di persone infettate, che poi restano immunizzate (e poi anche vaccinate nella percentuale dei vaccinati) e l'effetto corrispondente sulla relazione di proporzionalita' da noi applicata con il modello.

Anche i decessi di oggi sono un po' alti, come quello di ieri, perche' 18 giorni fa i contagi erano intorno al 2% e quindi i decessi previsti per oggi erano 33.
Con due dati alti consecutivi non sembrerebbe che l'incremento possa essere dovuto ad anomalie nell'assemblaggio dei dati ospedalieri, per cui ci riserviamo di rifletterci un po' prima di trarre conclusioni.
Si erano gia' verificati il 18 e 19 ottobre due giorni consecutivi con dati dei decessi ancora piu' alti di adesso ma avevamo ignorato la cosa, pensando ad anomalie nei dati. Anomalie potrebbero esserci anche in quest'altra coppia di dati ma se un'anomalia cosi' si ripete, potrebbe anche essere il caso di porsi delle domande.
Non possiamo prendere seriamente questi dati, perche' vorrebbero dire che negli ultimi due giorni nelle terapie intensive (di tutta Italia) sia successo qualcosa talmente grave da far aumentare del 50% i decessi, non solo rispetto alle previsioni del modello ma anche rispetto allo stesso andamento dei decessi nei giorni immediatamente precedenti.
Ovviamente questo non puo' essere ipotizzata nemmeno per assurdo ma noi, spinti dalla curiosita', vorremmo comunque indagare piu' a fondo su questi dati, per esempio osservando la distribuzione di questi decessi sul territorio, ma non e' cosa che possiamo fare noi.
Una cinquantina di decessi al giorno dovrebbero essere conseguenza di una percentuale di contagi del 2.7% che ci sono stati una settimana fa. Se anche nei prossimi giorni i decessi saranno cosi' alti vorrebbe dire che si sono acuiti i casi gravi di contagi che conducono alla morte in soli 7 giorni. Questo potrebbe accadere, secondo noi, solo in presenza di una nuova variante molto piu' letale della variante delta. Speriamo proprio che i decessi giornalieri calino (a 50 dovrebbero arrivarci tra una decina di giorni, non prima).
Il fenomeno ci sembra per ora molto strano: non riusciamo ad accettare la compatibilita' di questi due ultimi dati con gli altri dei decessi e con il modello. Forse riusciremo a capire meglio nei prossimi giorni. Chissa'.

LEZIONE 41: CHE COS'E' UN MODELLO (27 ottobre 2021)
Vai a:   Lezione 40   ,   Lezione 42
Per rispettare il carattere divulgativo di questo lavoro spieghiamo a chi non lo sapesse che cos'e' un modello di rappresentazione di un fenomeno, come la pandemia.
Nelle varie Scienze (fisica, meteorologia, epidemiologia, ecc.) si vuole descrivere i fenomeni osservati e disporre anche di un metodo che ci consenta di fare delle previsioni quantitative sulla loro evoluzione futura.
La Fisica ha ottenuto, da Galilei in poi, grandi successi in questo, arrivando a formulare addirittura delle teorie che, partendo da postulati (cioe' affermazioni arbitrariamente assunte come sempre vere ed inviolabili), mediante manipolazioni puramente matematiche sulle relazioni (leggi della Natura, per esempio F=ma oppure E=mc^2, per citare le piu' note) che legano tra loro le varie grandezze fisiche (massa, spazio, tempo, forza, temperatura, ecc.), riescono a prevedere con esattezza l'evoluzione di un fenomeno naturale (per esempio l'orbita di un pianeta intorno al sole), permettendo cosi' di fare sempre previsioni esatte.
Queste si chiamano teorie e le loro previsioni devono essere sempre esatte: se anche in un solo caso si riesce a dimostrare che la previsione fallisce, allora la teoria nel suo insieme di postulati e leggi non e' piu' valida.
Pero' gli scienziati non sempre riescono a calcolare l'evoluzione di un fenomeno usando le teorie perche' il fenomeno e' troppo complesso ed anche le equazioni da risolvere sono troppe o troppo complesse oppure perche' non si conoscono i dati necessari.
Questo accade anche per fenomeni a noi molto vicini come la meteorologia: per esempio il problema del calcolo del percorso del fumo emesso da una ciminiera (perche' magari e' tossico) non si riesce a calcolarlo rigorosamente e allora che si fa? Si fa un modello.
Si puo' ugualmente arrivare a predisporre uno strumento matematico, che chiamiamo MODELLO che partendo da assunzioni che sono solo ipotesi (non postulati) ci permettono di fare le previsioni, anche in modo piu' agevole.
Finche' le previsioni trovano riscontro nella realta' di quel fenomeno, diremo che "il modello funziona" e ne trarremo beneficio.
Se in qualche caso il modello fallisce, non viene abbandonato come accadrebbe per una teoria: semplicemente impariamo che in quei casi il modello non funziona e cerchiamo di migliorarlo per fargli prevedere correttamente piu' casi possibili.
Cosi' si riescono a fare previsioni anche in quei casi, in cui la grande complessita' o la nostra ignoranza dei meccanismi che governano l'evoluzione del fenomeno, ci impediscono di usare gli strumenti teorici, che sarebbero precisi e certi.
Questo e' quello che abbiamo fatto in questo lavoro: per descrivere e poter prevedere l'evoluzione della pandemia ci siamo costruiti un modello ed ora, passo dopo passo, stiamo verificando se funziona.
Per ogni fenomeno che appare nelle curve dei contagi e dei decessi scriviamo in anticipo cosa prevede il modello e poi andiamo a verificare se la previsione si e' avverata.
Piu' riscontri otteniamo in questo lavoro, piu' diventa affidabile il modello e da un certo momento in poi puo' diventare uno strumento di lavoro utile per combattere la pandemia.
Finora sono molti i riscontri positivi avuti; tra poco li elencheremo con i vari link per fare il punto sull'affidabilita' raggiunta dal modello a soglia.
Questo e' cio' che stiamo facendo in questo lavoro.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' (26 ottobre 2021)
Con il dato di oggi i contagi si posizionano ad un livello intorno ad 1.5% che e' in perfetto accordo con la previsione di una mini quinta ondata, che partendo dal livello di fondo degli asintomatici di 0.6% (punti a sinistra nel grafico degli asintomatici ), esaurito il picco del venerdi', sta procedendo nella sua lenta salita verso il livello di picco previsto a 3.6% per quanto spiegato ieri e nei giorni precedenti.
Per leggere correttamente i dati si deve tener presente che al picco visibile nel grafico, che attribuiamo alle persone immunizzate perche' il calo dal picco attribuibile alle guarigioni avviene in 2-4 giorni, corrisponde un'analoga salita sottostante e non visibile, dei contagi delle persone non immunizzate, che non e' un picco ma un gradino che rimane dopo la fine del picco del venerdi' (perche' i non immunizzati guariscono in 30 giorni).
La sua ampiezza e' piccola perche' i non vaccinati sono solo 1 su 5: il gradino infatti sembra andare da un 1.3% iniziale ad un 1.5% finale, dopo il picco, mentre il picco degli immunizzati va dall'1.5% al 2.5%, giustamente con un'ampiezza circa 5 volte maggiore perche' i vaccinati sono il quadruplo dei non vaccinati e poi ci sono anche gli immunizzati naturali (perche' gia' infettati in passato e poi guariti).
Dopo il picco quindi il livello dei contagi e' piu' alto per l'incremento a gradino dei contagi delle persone non immunizzate.
Questo incremento dovrebbe continuare con un andamento simile a quello della quarta ondata , se la quinta ondata e' iniziata, solo che questa volta la salita dovrebbe arrestarsi non piu' a 3.6% grazie all'80% di vaccinati (di quando avevamo fatto il calcolo) ma solo al 2.5%, perche' ad oggi i vaccinati sono saliti all'86%, per restarci poi un mese, in attesa delle guarigioni delle persone contagiate (che sono quelle non immunizzate).
Queste percentuali di vaccinati vanno corrette, quando dovuto, per quel 12% di bambini fino a 12 anni, che non sono vaccinati ma partecipano comunque ai contagi (ma non ai test con i tamponi e quindi ai dati da noi analizzati).
Quindi il livello dei contagi dell'epidemia degli asintomatici, che ora e' all'1.7% e' gia' abbastanza vicino al suo massimo, previsto dal modello che afferma che il livello dei contagi non superera' il mini-picco di circa il 2.5% o anche qualcosa meno se le vaccinazioni intanto supereranno l'86% della popolazione.
Sara' la prossima conferma di validita' del modello.
Questa e' la previsione del modello a soglia se l'incremento di contagiosita', prodotto dall'abbassamento della temperatura ambientale, e' stato sufficiente ad innescare la crescita dei contagi dell'epidemia degli asintomatici, come accadde nell'ottobre di un anno fa: allora parti' da un 2% non essendoci persone vaccinate, mentre ora e' partita da 0.6% (primi punti a sinistra nel grafico degli asintomatici ).
Il modello ci aiuta a capire il comportamento dei dati e della pandemia, cosi' si puo' prevedere quello che accadra' ed adottare in tempo le giuste misure per controllare la pandemia invece di subirla.

I decessi di oggi sono un po' alti, perche' 18 giorni fa i contagi erano intorno al 2% e quindi i decessi previsti per oggi erano 33. I prossimi giorni chiariranno se l'incremento e' dovuto ad anomalie nell'assemblaggio dei dati ospedalieri.

COMMENTO AI DATI DI LUNEDI' (25 ottobre 2021)
Nessuna novita' per i decessi con il dato di oggi, molto vicino a 27, che e' quello previsto dal modello.
Il dato di oggi dei contagi conferma la discesa di quello di ieri escludendo il sospetto che il dato di ieri fosse anomalo.

LEZIONE 40: SPIEGAZIONE DELL'ANDAMENTO DEI CONTAGI (25 ottobre 2021)
Vai a:   Lezione 39   ,   Lezione 41
Ci troviamo di fronte ad un picco del venerdi' in tutto e per tutto identico a quelli da sempre presenti nella curva dei contagi, con la differenza che secondo la nostra interpretazione ora ci troviamo di fronte ai contagi dell'epidemia degli asintomatici (che non dovrebbe presentare questi picchi, tant'e' vero che nei due venerdi' precedenti, indicati con la V rossa nel grafico degli asintomatici , non c'erano stati).
Il picco della quarta ondata e' stato a meta' agosto, quindi piu' di due mesi fa e secondo le nostre stime la sua coda di presenza di contagi, da noi disegnata estrapolando una linea viola dai dati nel grafico della quarta ondata ormai si e' esaurita.
Il livello di contagi rimanente nel grafico, dopo l'azzeramento della linea viola dei contagi residui della quarta ondata, l'abbiamo interpretato come livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici, che con questo ha confermato la sua esistenza.
Dal 9 ottobre abbiamo iniziato a graficare i dati dei contagi di questo livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici, al netto dei contagi riportati dalla linea viola (residui della quarta ondata) ed il risultato ottenuto e' il grafico degli asintomatici , dove abbiamo indicato con delle V rosse i dati dei venerdi', che mostrano che i contagi dell'epidemia degli asintomatici non coinvolgono le persone immunizzate, perche' nel fondo degli asintomatici mancano i picchi ricorrenti del venerdi', probabilmente perche' le deboli cariche emesse dagli asintomatici non riescono a contagiare le persone immunizzate ma solo quelle non immunizzate.
E questo sarebbe un risultato interessante.
Quindi i non vaccinati sono esposti al rischio di contagio anche da parte delle persone infette in modo asintomatico, mentre i vaccinati no.
Non ci aspettavamo la presenza di un picco cosi' pronunciato in questi dati, come quello che e' apparso venerdi' 22 ottobre. La sua ampiezza dovrebbe coinvolgere circa la meta' delle persone contagiate (area del picco rispetto all'area totale), quindi si tratta di un fenomeno vistoso.
Proviamo cercare una spiegazione, ragionandoci mentre scriviamo (salvo rivedere poi con piu' calma quanto scritto):
  • Quando la curva sale sono tutti contagi in piu' avvenuti.
  • Quando la curva scende i contagi svaniscono e questo puo' avvenire solo per guarigione delle persone contagiate.
  • Le persone contagiate afferenti al picco sono circa una meta' del totale dei contagiati, prima non erano infette perche' i contagi erano bassi, poi sono state infettate ma guariscono in 2-4 giorni (appare nel grafico).
Tutto lascia pensare quindi che le persone che hanno partecipato a questo fenomeno, siano tutte persone immunizzate, come nei soliti picchi del venerdi', perche' solo loro guariscono in 2-4 giorni. La cosa e' verosimile per l'alto numero di persone vaccinate (80%).
Ma i motivi che hanno causato questi contagi (di tutte le persone presenti, l'80% delle quali immunizzate dal vaccino) non riusciamo ad identificarli.
Per l'entita' del fenomeno devono essere stati eventi di massa e gli unici di cui abbiamo notizia sono state le molte manifestazioni in tutta Italia di contestazione al green pass ma ci chiediamo se possono aver prodotto una quantita' di contagi pari a tutti quelli prodotti dall'epidemia degli asintomatici (che sono circa l'1% a giudicare dal grafico degli asintomatici prima del 20 ottobre).
Forse si, dato che i contagi asintomatici sono cosi' pochi (1%): i contagi prodotti sono dell'ordine di centinaia di migliaia in tutta Italia, come la folla di una mezza dozzina di stadi pieni ed ogni contagiato puo' averne contagiati altri. E' comunque un dato di fatto che questi contagi sono avvenuti: se non sono state queste manifestazioni a produrli allora saranno stati altri eventi popolari di massa che non conosciamo.
Allora una spiegazione possibile potrebbe essere questa:
  • Le manifestazioni popolari, qualunque esse siano, hanno prodotto cosi' tanti nuovi contagi da raddoppiare quelli prodotti dall'epidemia degli asintomatici che non sono molti (sono al livello dell'1%).
  • La popolazione contagiata era costituita all'80% da persone vaccinate che sono subito guarite (in 2-4 giorni), senza riportare ne' sintomi ne' danni (non se ne sono neppure accorte).
  • Il 20% di persone non vaccinate invece si sono contagiate in uguale percentuale ma restano positive al test per un mese ed alcune accuseranno sintomi in una parte molto piccola anche gravi (Covid-19). Resteranno per un mese sommate ai contagi asintomatici visibili nel grafico degli asintomatici.
Cosi' il modello a soglia puo' spiegare tutto: il picco risulta cosi' alto perche' e' relativo alle sole persone immunizzate, che pero' sono tante con l'80% della popolazione vaccinata.
Una tale produzione di contagi sarebbe quindi solo di un fenomeno transitorio, che si potrebbe ripetere solo in presenza di altre manifestazioni popolari analoghe e non un fenomeno periodico, tanto meno con frequenza settimanale.

ANALOGIA: Questa descritta potrebbe essere una situazione molto simile a quella dei festeggiamenti per la vittoria della coppa europea di calcio, l'11 giugno 2021, che fu il preludio della quarta ondata, come si vede nel relativo grafico della quarta ondata (in cui l'evento della coppa di calcio e' visibile a sinistra, incorniciato in nero).
Ci sarebbe allora da temere che le recenti manifestazioni popolari possano produrre un fenomeno, analogo a quello del luglio 2021, in cui i contagi, partendo dai primi 4 punti a sinistra (9-12 ottobre) nel grafico degli asintomatici , in cui i contagi erano al livello del fondo degli asintomatici (0.6%), hanno prodotto (il 22 ottobre) la crescita di contagi ben visibile con questo picco del venerdi' composto all'80% di persone vaccinate, che sono guarite subito (in 2-4 giorni) e terminato proprio oggi (sarebbe l'analogo del primo picco del venerdi', presente e ben visibile nel grafico della quarta ondata ).
Se gli effetti di questo evento risultassero veramente analoghi a quelli dell'11 luglio, ci troveremmo ora con una crescita dei contagi che, come allora, non tornerebbe al livello di fondo degli asintomatici iniziale di 0.6% (9-12 ottobre) ma inizierebbe la salita di un'altra nuova ondata, la quinta, che pero' nel rispetto della regola assunta nel modello a soglia, sarebbe semplicemente proporzionale alla percentuale di persone non vaccinate, cioe':
  1. Fino alla terza ondata i non vaccinati erano il 100% ed il picco dell'ondata raggiungeva il 18%.
  2. Nella quarta ondata i non vaccinati erano il 35% ed il picco dell'ondata ha raggiunto il 6%.
  3. In questa quinta mini-ondata i non vaccinati sono il 10% ed il picco dell'ondata dovrebbe raggiungere il 3.6% (senza l'80% di vaccinati raggiungerebbe il 18%, cioe' invece di essere una mini-ondata sarebbe un'ondata identica alla seconda tragica dell'ottobre 2020).
Questa regola della proporzionalita' non e' un'idea paregrina, ma un'ovvia constatazione che l'altezza del picco di un'ondata e' proporzionale all'area del picco e questa rappresenta il numero totale di persone contagiate (che e' l'integrale nel tempo della percentuale di persone contagiate). Ora e' ovvio che, se l'epidemia riguarda prevalentemente solo le persone non immunizzate e queste calano di numero (perche' aumentano i vaccinati), cala anche il totale delle persone contagiate quindi l'area e l'altezza del picco.
Il fenomeno che stiamo osservando sarebbe percio' la quinta mini-ondata, che coinvolgerebbe soltanto le persone non vaccinate, e dovrebbe continuare per almeno un mese, finche' tutti i contagiati non immunizzati non saranno tutti guariti.
La curva dei contagi dovrebbe quindi rimanere ad un livello di contagi costante intorno al 3.6%, che sarebbe il mini-picco della quinta ondata; poi dopo un mese i contagi dovrebbero scendere al livello dell'epidemia degli asintomatici (poco sopra 0.6%).
Questo scenario confermerebbe le previsioni del modello e renderebbe piu' realistica una soluzione del problema della pandemia, come quella qui' ipotizzata.

COMMENTO AL DATO DI DOMENICA (24 ottobre 2021)
Il dato di oggi sembrerebbe aver iniziato la discesa dal picco dell'altro ieri, che si vede bene nel grafico degli asintomatici , quello al netto dei contagi residui prodotti dalla quarta ondata ed indicati dalla linea viola nel grafico della quarta ondata (se non vedete il dato di oggi nei grafici dovete azzerare la cache nel browser).
Si porrebbe quindi il quesito se questo picco e' quello previsto dal modello a soglia per la quinta mini-ondata degli asintomatici (l'ondata e' "mini" grazie all'alta percentuale di vaccinati che secondo il nostro modello riduce proporzionalmente l'ampiezza del picco perche' riguarda solo i non vaccinati).
PER ESSERE PIU' CHIARI: Questo picco dell'altro ieri avrebbe potuto essere l'inizio di un'ondata gravissima, dovuta all'arrivo del freddo: avrebbe potuto essere come la seconda ondate dell'ottobre 2020, ma siccome ora abbiamo piu' dell'80% di persone vaccinate, l'epidemia circola solo sulle altre persone rimaste non vaccinate, che essendo ormai poche, anche i contagi sono pochi e cosi' anche tutte le prossime ondate saranno mini-ondate, come potrebbe essere questa che, se si fermasse al 2.6% invece di arrivare al 18%, sarebbe praticamente gia' arrivata al culmine!
Il calcolo da noi fatto prevedeva un picco al 3.6% intorno al 26 ottobre basandosi su una diretta proporzionalita' tra l'altezza del picco (che e' proporzionale al numero totale di persone contagiate nell'ondata) e la percentuale di persone vaccinate.
Assumendo che nel mezzo della quarta ondata la percentuale di persone vaccinate in Italia era il 65% abbiamo visto che il picco della quarta ondata era arrivato al 6% che era proprio 1/3 del 18% delle ondate precedenti, quando non c'erano ancora persone vaccinate, cioe' la riduzione di ampiezza del picco della quarta ondata e' stata pari alla riduzione di persone non vaccinate.
Questo fatto ci e' sembrato comprensibilissimo in un'ottica in cui la quarta ondata ha interessato prevalentemente solo le persone non vaccinate: se queste si sono ridotte ad 1/3 anche il numero totale di persone contagiate si e' ridotto ad 1/3 e cosi' anche l'area della curva dei contagi e l'altezza del picco e' stata allora del 6% invece del 18%.
Su questa base avevamo supposto che ad oggi i vaccinati fossero l'80% e quindi abbiamo previsto che il picco di questa quinta mini-ondata si sarebbe ridotto non di 1/3 ma di 1/5 del 18%, arrivando cosi' al 3.6%.
Finora il grafico degli asintomatici e' arrivato ad un livello solo del 2.6% che sarebbe non 1/5 ma 1/7 del picco del 18%, quando nessuno era ancora vaccinato.
Questo vorrebbe dire che, nei limiti di precisione di questo calcolo oggi i vaccinati sarebbero arrivati all'85%. E' possibile?
La cosa comincia ad essere verosimile perche' 2.6% e' gia' vicino al 3.6%, per cui il picco del 22 ottobre potrebbe anche essere l'inizio del picco della quinta mini-ondata, che confermerebbe le previsioni del modello a soglia ed anche la validita' della SOLUZIONE da noi ipotizzata per risolvere in modo ottimale il problema della pandemia in Italia e rappresenterebbe un punto di arrivo nello studio della pandemia Covid-19.
Tutto cio' descrive quali sono le nostre aspettative ma C'E' UN PROBLEMA, che ci costringe a frenare gli entusiasmi.
Dobbiamo ancora attendere e non poco per questa conferma, perche' questo non puo' essere il picco che stiamo aspettando, che non dev'essere fatto cosi': questo assomiglia piu' ad un picco del venerdi'.
In tutti i picchi delle ondate precedenti la discesa dei contagi iniziava dopo un mese dall'inizio della salita dei contagi, perche' le persone rimanevanoi contagiate per un mese, che e' il tempo di guarigione dei non immunizzati (l'effetto della crescita delle imunizzazioni naturali e' percentualmente lo stesso delle ondate precedenti).
Quindi ci dobbiamo aspettare che il picco di questa quinta mini-ondata sia cosi' tanto piu' basso dei precedenti quanto la diminuzione della percentuale delle persone non vaccinate ma con la stessa larghezza temporale delle ondate precedenti, perche' secondo il nostro modello le persone non vaccinate contagiate guariscono in un mese, anche se sono asintomatiche (cioe' rimangono positive al test molecolare per un mese).
Cioe', quando i vaccinati sono tanti i picchi delle ondate si abbassano (anche molto) ma non si riducono di durata.
Quindi i contagi riportati nel grafico degli asintomatici dovranno oscillare intorno al loro valore di picco per circa un mese prima di decrescere ad un valore stabile inferiore, che sara' il livello di fondo degli asintomatici a quella particolare temperatura ambientale.
Da quanto detto si capisce che in questa fase il grafico degli asintomatici puo' crescere (contagi che avvengono) ma non decrescere (i contagi ancora non guariscono).
Allora per il deciso calo del dato odierno ci sono due possibilita':
  1. E' un dato della domenica (con numero di test dimezzato e possibili anomalie nella raccolta, come talora accaduto nel passato: allora il dato potrebbe essere poco affidabile).
  2. Oppure sono presenti tanti contagi di persone immunizzate, che percentualmente sono molte di piu' che in passato, guariscono in 2-4 giorni e fanno calare subito la curva dei contagi, proprio come accade in un picco del venerdi'.
Quest'ultima evenienza potrebbe essere accentuata in seguito a grandi manifestazioni molto affollate, che ci sono state il Italia ma non tante in Piemonte, a quanto ci risulta (i dati dei contagi da noi analizzati sono quelli della regione Piemonte).
La presenza di un picco del venerdi' cosi' accentuata vorrebbe dire che il green pass non e' riuscito a ridurre a sufficienza i contagi negli ambienti di lavoro ovvero nei giorni feriali (in effetti il picco compare proprio il primo venerdi' dopo l'entrata in vigore della disciplina di accesso ai posti di lavoro con il green-pass).
Siamo quindi curiosi di vedere, gia' da domani, se i dati dei contagi confermeranno questa discesa oppure no.
Il comportamento dei dati nei prossimi giorni e' certamente molto interessante ma la conferma che questa sia la quinta mini-ondata ci potra' essere solo tra un mese, cioe' intorno al 20 novembre, se il grafico degli asintomatici , dopo essere salito, ridiscende al livello di fondo degli asintomatici, che ai primi di ottobre era intorno allo 0.8%.
Stiamo per osservare un fenomeno nuovo: una specie di immunita' di gregge in presenza dell'epidemia degli asintomatici che non permette ai contagi di andare a zero. Prepariamoci a vedere come si evolve la curva dei contagi in queste condizioni.

Nessuna novita' per i decessi con il dato di oggi, molto vicino a 27, che e' quello previsto dal modello.

COMMENTO AL DATO DI SABATO (23 ottobre 2021)
I contagi totali di oggi sono scesi a 2.4% ma quelli che contano sono i contagi asintomatici che si ottengono sottraendo la quota residua stimata dei contagi della quarta ondata non ancora guariti che sono lo 0.2% in base all'andamento della linea viola nel grafico della quarta ondata.
Quindi i contagi asintomatici di oggi sono 2.2% che abbiamo riportato nel grafico degli asintomatici , dove possiamo rilevare che la crescita tuttora continua in linea con la linea marrone d'interpolazione lineare con la quale avevamo ripetuto il calcolo della crescita esponenziale, che ci ha portato a prevedere il picco di questa quinta mini-ondata prima della fine del mese corrente.
Se avesse un'andamento esponenziale, partendo dalla linea marrone arriverebbe al 6.9% il 31 ottobre ma secondo noi il picco si dovrebbe fermare prima, quando sara' arrivato al 3.6% , intorno al 26 ottobre.
Il dato di oggi non e' quello che ci saremmo aspettati i presenza di una crescita esponenziale dei contagi ma e' ancora compatibile con le previsioni del modello fatte in base all'andamento della linea marrone nel grafico degli asintomatici.
Sara' ancora piu' importante il dato di domani per definire se l'epidemia degli asintomatici ha assunto una crescita esponenziale che porterebbe la quinta mini-ondata oppure no.
La conferma definitiva e completa della previsione si realizzerebbe se la crescita dei contagi si arrestera' intorno al 3.6% (=picco).
Nessuna novita' per i decessi con il dato di oggi, uguale a quello di ieri.

UN GROSSO PROBLEMA PER IL GOVERNO (23 ottobre 2021)
Se nei prossimi giorni si avverasse la nostra previsione del picco della quinta mini-ondata limitato al 3.6% circa, sorgerebbe il grosso problema che ora discuteremo (se invece i contagi asintomatici, ora al 2.6%, dovessero calare prima di superare il 3% netto, allora questo problema potrebbe anche non esistere, perche' non ci sarebbe stata ancora una quinta mini-ondata).
Il problema sussiste anche se e' vera soltanto l'affermazione che la prossima ondata investira' in massima parte solo le persone NON vaccinate, che e' un'affermazione molto verosimile e credibile oltre che intuitiva.
Il problema nasce dall'eventualita' di adottare in Italia la SOLUZIONE RIVOLUZIONARIA da noi ipotizzata per la soluzione al problema della pandemia in Italia e nasce dall'obbligo costituzionale di tutelare la salute di TUTTI i cittadini, quindi anche di quelli non vaccinati, com'e' ovvio.
Se un'alta percentuale di persone vaccinate permette, non di impedire le nuove ondate, ma di abbassarne l'ampiezza moltissimo fino a renderle cosi' poco nocive da poter lasciare aperte tutte le attivita' produttive, economiche e ludiche, lasciando correre l'economia al massimo senza alcuna restrizione, si puo' ottenere una situazione ottimizzata per lo sviluppo del Paese durante tutto l'inverno con il pieno consenso di tutte le persone vaccinate.
Contemporaneamente pero' non si tutelerebbe la salute delle persone non vaccinate, consentendo ai virus di circolare tra loro senza aver adottato le giuste cautele di profilassi.
Pero' i virus circolano praticamente solo tra le persone non vaccinate, per cui non sarebbe giusto ne' conveniente imporre le restrizioni alla liberta' necessarie per la profilassi a tutti, persone vaccinate incluse.
Il quadro risultante realizzerebbe allora una discriminazione tra vaccinati e non vaccinati, in cui questi ultimi si troverebbero ad essere i soli colpiti dalle restrizioni imposte in ossequio all'obbligo costituzionale di tutelare la salute di tutti e necessarie per proteggerli (mascherine, divieti, green-pass, ecc., che molti di loro sicuramente contesterebbero, disconoscendone l'efficacia).
Cioe' in Italia verrebbero distinte due diverse comunita' (distinte di fatto dalla pandemia): quella delle persone vaccinate (per esempio 90% della popolazione) a cui non si applicano le restrizioni perche' inutili, e quella dei non vaccinati (6 milioni di persone) a cui si devono applicate tutte le restrizioni per obbligo sia morale che costituzionale (per il loro bene, anche se molti di loro non volessero).
E' quello che si sta per fare in Austria, dove si pensa ad un lockdown ristretto ai soli non vaccinati, per proteggerli, dato che la diffusione del virus avviene in massima parte tra loro.
Ovviamente e' probabile che molti dei non vaccinati rifiuterebbero le motivazioni scientifiche, pur valide, protestando (anche perche' con il 90% di vaccinati la pandemia ed i virus sarebbero poco apparenti al pubblico) e ricorrendo a tutti i canali giuridici possibili per combattere una tale normativa e probabilmente tutti i provvedimenti finirebbero al giudizio della Corte Costituzionale.
Non ho competenze legali sufficienti per formulare previsioni in questa materia ma l'inverno incombe e se la SOLUZIONE concepita fosse veramente in grado di aprire completamente tutte le attivita' nel Paese per tutto l'inverno, mantenendo un adeguato livello di protezione sanitaria della popolazione nel suo complesso, riteniamo che sarebbe una cosa assurda se non si potesse fare per ritardi piu' o meno legati a procedure legali o burocratiche.
Aspettiamo questi pochi giorni perche' i dati ci consentano di definire con maggiore certezza come stanno veramente le cose sul piano tecnico-scientifico e poi eventualmente la "patata bollente" dovrebbe passare nelle mani del Governo.

COMMENTO AL DATO DI VENERDI' (22 ottobre 2021)
Il dato di oggi conferma che i contagi sono ormai in crescita continua.
Essendo i contagi residui della quarta ondata ormai quasi tutti guariti (vedi linea viola nel grafico della quarta ondata ) i contagi che rileviamo ora con i test sono solo quelli dell'epidemia degli asintomatici che sta crescendo rapidamente.
Per vedere l'andamento netto dei soli contagi asintomatici dobbiamo riferirci al grafico degli asintomatici , dove possiamo rilevare che la crescita continua, anche con il dato di oggi, e' in linea con la linea marrone d'interpolazione lineare con la quale l'altro ieri avevamo ripetuto il calcolo della crescita esponenziale, che ci ha portato a prevedere il picco di questa quinta mini-ondata prima della fine del mese corrente.
Arriverebbe al 6.9% il 31 ottobre ma secondo noi il picco si fermera' prima, quando sara' arrivato al 3.6%, intorno al 26 ottobre, perche' la crescita e' piu' rapida della linea marrone (e' esponenziale).
Il dato di oggi e' quindi perfettamente in linea con le previsioni del modello. La conferma definitiva e completa della previsione si realizzerebbe se la crescita dei contagi si arrestera' intorno al 3.6%.

Nessuna novita' per i decessi con il dato di oggi.

RISCONTRO DELL'EFFETTO DEL GREEN-PASS SUI CONTAGI: (22 ottobre 2021) Per la prima volta oggi 22 ottobre si riesce a vedere l'effetto del green-pass nei dati dei test, perche' essendo venerdi' il dato avrebbe dovuto essere piu' alto per effetto dei contagi piu' numerosi nei giorni lavorativi: cioe' il solito picco del venerdi' e' quasi scomparso e questa e' un'altra conferma importante della correttezza delle nostre assunzioni inserite nel modello.
E' una conferma importante perche' riguarda un punto che poteva essere controverso: la spiegazione dell'esistenza dei picchi con cadenza settimanale (tutti i venerdi') nella curva dei contagi.
Il piccolo incremento rimasto questo venerdi' e' di solo lo 0.2% su 2.7% (sono probabilmente quelli che sono riusciti ad aggirare l'obbligo), perche' il green-pass ha fortemente diminuito i contagi nei giorni lavorativi. Confrontandolo con l'area dei picchi del venerdi' precedenti si puo' quantificare l'effetto benefico del green-pass, che e' doppio, perche' diminuisce sia il picco degli immunizzati, che e' quello ben visibile nel grafico, perche' s'innalza sulla cima della curva, che quello dei non immunizzati che rimane invisibile ma c'e' (e sono ugualmente altri contagi in meno).
Il problema che ci troviamo ad affrontare e' che le nostre restrizioni incidono sui contagi con percentuali anche di rilievo ma che diventano quasi insignificanti di fronte alla salita esponenziale dei contagi a cui stiamo assistendo (dovuta al freddo), che fa passare i contagi dall'1.5% del 18/10 al 2.9% del 22/10 (aumento del 100% in soli 4 giorni e, prevediamo, in accelerazione continua).
Il freddo, quando arriva, aumenta la contagiosita' (o trasmissibilita' come viene anche chiamata) dei virus nell'ambiente per la concorrenza simultanea di due fenomeni:
  1. Il freddo aumenta molto il tempo in cui i virus rimangono attivi nell'ambiente, cioe' in grado di contagiare (da poche ore ad alcuni giorni).
  2. Questo aumento permette che le cariche virali disperse nell'ambiente dalle persone infette si accumulino diventando cosi' ancora piu' pericolose.
Si capisce facilmente come di fronte a questa crescita esponenziale non ci sia difesa con le restrizioni che non siano un lockdown completo.
O meglio una difesa ci sarebbe e dovrebbe essere quella della SOLUZIONE RIVOLUZIONARIA suggerita dal modello e da noi ipotizzata per risolvere il problema della pandemia in Italia.

SULL'ANDAMENTO DEI CONTAGI (22 ottobre 2021)
Abbiamo iniziato da un paio di giorni un periodo di osservazione dell'andamento dei contagi, che in pochi giorni potrebbe confermare le previsioni fatte con l'aiuto del nostro modello: che i contagi aumentino e' cosa sgradevole ma abbastanza probabile, secondo noi.
Quello che e' piu' importante pero', sara' vedere se la crescita dei contagi si arrestera' al 3.6% circa, perche' questo confermerebbe l'effetto riduttivo sui contagi delle vaccinazioni fatte ma soprattutto, se si fermera' proprio al 3.6%, del legame lineare tra percentuale dei vaccinati e l'ampiezza di un'ondata, che sarebbe dovuto all'interessamento dell'epidemia prevalentemente alla sola comunita' delle persone NON vaccinate (cioe' l'ampiezza dell'ondata risulterebbe proporzionale al numero di persone non vaccinate che sarebbero le sole ad essere coinvolte nell'ondata epidemica).
Questo eventuale riscontro nei dati spalancherebbe le porte alla nostra SOLUZIONE RIVOLUZIONARIA al problema della pandemia in Italia.
Aspettiamo in fiduciosa attesa.

COMMENTO AL DATO DI GIOVEDI' (21 ottobre 2021)
Il dato di oggi conferma quello alto di ieri e nel grafico degli asintomatici il punto di oggi sale ancora un po' di piu' perche' e' al netto dei contagi residui della quarta ondata che diminuiscono sempre piu' (stanno guarendo tutti).
Lo scenario che cosi' ci appare e' lo stesso che abbiamo discusso ampiamente ieri e che ci ha portato ad ipotizzare una SOLUZIONE RIVOLUZIONARIA per eliminare i gravi problemi della pandemia in Italia, che anche oggi non possiamo che confermare.
Non c'e' da dubitare, basta aspettare pochi giorni per vedere se le nostre previsioni si avverano: i contagi asintomatici sono in crescita nella tabella e nel relativo grafico degli asintomatici
Secondo le nostre previsioni cresceranno fino al 3.6% poi inizieranno a decrescere. Se cio' accadra' la profezia si sara' avverata!
I dati sono ancora pochi per poter essere sicuri ma io ci credo.
Se tutto cio' accadra' allora e' tutto vero. Dovrebbero bastare pochi giorni perche' accada. Aspettiamo per controllare se e' vero.
Sarebbe la quinta ondata, una mini-ondata grazie all'80% di vaccinati.
E se raggiungessimo il 90% di vaccinati, il picco della prossima ondata sarebbe ancora piu' basso: 1.8% cioe' quasi inesistente, perche' ci sarebbero troppo pochi non vaccinati tra i quali far sviluppare l'epidemia.
Nessuna novita' per i decessi con il dato di oggi.

COMMENTO AL DATO DI MERCOLEDI' (20 ottobre 2021)
Sembra che siamo nei guai perche' un dato di contagi totali cosi' alto come quello di oggi, una volta sottratto il contributo della coda dei contagi residui in via di guarigione della quarta ondata, che secondo la linea viola nel grafico della quarta ondata ad oggi e' di 0.4%, rimane un 2.3% di soli contagi asintomatici che rappresenta una salita enorme rispetto al dato di ieri che era 1.3% (vedi tabella ).
Non abbiamo ragione di ritenere che il dato sia anomalo, cioe' affetto da errori di compilazione particolari, per cui le conclusioni che ne derivano sono due:
  1. C'e' un'impennata piuttosto decisa della linea marrone d'interpolazione nel grafico degli asintomatici per cui la quinta ondata si sta avvicinando e per prevedere di quanto, possiamo ripetere il calcolo gia' fatto ieri pero' con la nuova pendenza di crescita piu' accentuata (quella della linea marrone).
  2. Non si vede nessun effetto apprezzabile dell'entrata in vigore della disciplina dei green-pass, che avrebbe dovuto ridurre la diffusione dei contagi, anche asintomatici (ci sara' pure una riduzione ma, con una crescita dovuta al freddo cosi' imponente, non si riesce a vedere).
Come vedremo negli altri commenti di oggi, 20 ottobre, questo e' un PUNTO DI SVOLTA nella lotta a questa pandemia per i seguenti due fatti, che sembrano emergere chiaramente dai dati:
  1. La crescita dei contagi asintomatici sembra inarrestabile in questo autunno, malgrado restrizioni in atto e green-pass.
  2. Le varie restrizioni in atto non sembrano produrre un contenimento apprezzabile dei contagi, quindi sono poco utili.
DECESSI: Il dato di oggi e' di 33 decessi (la meta' di quello di ieri che probabilmente era cosi' alto per anomalie di trascrizione dei dati negli ospedali, che possono aver prodotto un travaso di dati tra giorni contigui, per cui non riteniamo significativo il dato di ieri. Quello di oggi rientra nelle previsioni del modello che per questo periodo sono di 27 decessi giornalieri.
Questo punto di svolta ci portera' tra poco a formulare una nuova soluzione rivoluzionaria per la lotta alla pandemia.

NUOVO CALCOLO CRESCITA ESPONENZIALE DEI CONTAGI ASINTOMATICI: (20 ottobre 2021)
Guardando il grafico degli asintomatici si puo' notare che la salita sembra essere iniziata gia' da una decina di giorni, in cui i contagi asintomatici dallo 0.7% sono cresciuti fino a 2.3% (al 20/10), cioe' sono cresciuti del 300% in 11 giorni.
Questo vuol dire che nelle condizioni attuali di riapertura pressoche' completa del Paese l'epidemia degli asintomatici ha iniziato a crescere da un valore poco piu' alto di quello che aveva ai primi di luglio 2021 (0.6%) ed ora e' in espansione continua, cioe' il numero di persone asintomatiche (e di virus in circolazione) sta aumentando in modo esponenziale (progressione geometrica con un fattore 3 ogni 11 giorni).
Se si lasciano crescere indisturbati i contagi con questo ritmo, avremo percio' 2.3*3=6.9% il 31/10 (tra altri 11 giorni), 20.7% il 11/11 ed allora a questo ritmo di crescita dei contagi la quinta ondata sara' servita tra solo 10 giorni da oggi, con un picco che pero' non salira' tanto perche' i vaccinati sono ormai molto numerosi (piu' dell'80%).
Quindi, se il dato dei contagi di oggi e' giusto, avremo una quinta ondata che sta iniziando adesso e raggiungera' il picco a fine ottobre.
La causa scatenante e' il freddo , non compensato dalla riduzione di contagi prodotta da tutte le altre precauzioni adottate tra cui il gren-pass, che avrebbe cosi' deluso le aspettative, anche nostre.
Pero' il picco di questa quinta ondata sara' inferiore al 6% della quarta ondata, grazie all'incremento del numero di vaccinati e si fermera' presumibilmente al 4% a fine ottobre. Dipende da qual'e' la percentuale di vaccinati: con il 65% di vaccinati il picco si era fermato al 6% e la relazione che li lega contagi e ampiezza del picco riteniamo che sia lineare.
I numeri di questa quinta ondata saranno percio' nettamente inferiori al passato, grazie alle tante vaccinazioni fatte, ma non dimentichiamo mai che anche solo il 3.6% di contagi comporta 60 decessi al giorno, con una relazione tra decessi e contagi che e' lineare.
L'ulteriore abbassamento della temperatura fara' crescere ancora piu' il livello di fondo degli asintomatici, che potrebbe assumere per tutto l'inverno valori anche superiori al 3% con questo livello di riaperture.
Se le cose stanno cosi', non dovrebbe essere possibile, con restrizioni accettabili, impedire questa salita dei contagi asintomatici (si riuscirebbe soltanto a spostare il picco un po' piu' in avanti nel tempo: poca cosa).
L'efficacia della temperatura fredda nell'alzare il numero di contagi risulta troppo elevata: la salita dei contagi risulta inarrestabile, per cui probabilmente non conviene comprimere la vita delle persone con restrizioni, che non sono poi sufficientemente efficaci.

LEZIONE 39: LA SOLUZIONE DEL PROBLEMA (20 ottobre 2021
Vai a:   Lezione 38   ,   Lezione 40
Se il dato di oggi e' vero ed anche i dati dei prossimi giorni saranno anch'essi cosi' elevati, l'epidemia degli asintomatici riuscira' comunque a far partire le sue ondate successive, distanziate di circa 4 mesi ma I DATI DELLA QUARTA ONDATA, oltre al nostro modello, ci dicono che noi possiamo limitare di molto lo sviluppo di ogni ondata con un'alta percentuale di vaccinati, proprio com'e' accaduto in Italia con la quarta ondata, che si e' fermata al 6% (con il 65% di vaccinati), mentre le precedenti ondate erano arrivate fino al 18% (con il 0% di vaccinati).
Quindi non dovrebbe essere conveniente adottare tante onerose restrizioni alla vita della gente, se poi non riescono a fermare questa salita impetuosa dei contagi: ne consegue che si puo' lasciar correre l'economia al massimo, purche' venga vaccinato il maggior numero di persone possibile, anche con i successivi richiami annuali, per limitare il picco dell'ondata a livelli abbastanza bassi, tali da non creare seri problemi ne' sanitari ne' all'economia (con il 65% di vaccinati il picco della quarta ondata si e' fermato al 6% (perche' l'epidemia ha riguardato solo il 35% di persone non vaccinate) invece di arrivare al 18% come le ondate precedenti (quando nessuno era vaccinato).
Se questo ragionamento e' corretto ora con l'80% di vaccinati dovremmo attenderci un picco della quinta ondata al 3.6% (perche' l'epidemia ha riguardato solo il 20% di persone non vaccinate) e quindi 18%/5 = 3.6% che e' abbastanza piccolo, con 1/5 di infettati (quasi tutti non vaccinati) e quindi anche tutti gli altri dati ridotti di un fattore 5.
Cioe' a questo punto l'epidemia e' principalmente un problema solo dei non vaccinati, che graveranno sulla Stato solo per le cure mediche dei casi gravi, alcuni dei quali finiscono in rianimazione e possono anche morire (con le percentuali note del Covid-19). Spiace dirlo, ma sembra che sia proprio cosi'. Ma dovrebbero essere sempre meno, con il passare del tempo.
Questo picco dovrebbe arrivare abbastanza presto, gia' nei prossimi giorni, perche' la crescita dei contagi procede rapidamente ma poi si fermera', una volta raggiunto il 3.6%, per carenza di persone non immunizzate da infettare (ne sono rimaste solo il 20% del totale).
E' tutto chiaro come funziona?
Bisogna sempre ricordare pero' il fardello dei decessi: per ogni 3.6% di contagi che rimangono, avremo 60 morti al giorno, che saranno pero' quasi tutti (piu' del 96%) di persone che non si sono vaccinate!
Alla luce dei dati raccolti finora, questa ci sembra essere la soluzione migliore (soluzione all'italiana, perche' solo noi abbiamo una percentuale di vaccinati cosi' alta). Questo vuol dire che l'Italia ha almeno 6 mesi di vantaggio rispetto agli altri competitori in campo internazionale, nei quali i prodotti del lavoro italiano nel mondo possono essere grandemente avvantaggiati, che e' proprio quello che ci serve.
A quanto ci risulta dai dati analizzati, ci sembra che i non vaccinati siano pericolosi soltanto per gli altri non vaccinati ma non per i vaccinati, che, anche se possono venire infettati dai non vaccinati, comunque guariscono in pochi giorni (da 2 a 4) senza accusare sintomi e probabilmente anche senza conseguenze long-Covid (il parere clinico di virologi ci sarebbe di conforto in questa convinzione).
Se cio' e' vero, tutti quelli che deliberatamente rifiutano di vaccinarsi costituiscono una comunita' a parte con i virus che continuano a circolare tra di loro (con 4 ondate all'anno). Pur contagiandosi tra loro, anche in modo grave o letale, NON costituiscono un serio pericolo per l'altra comunita' dei vaccinati, perche' i loro virus nei confronti dei vaccinati non producono danni ne' economici, ne' sanitari, perche' questi guariscono subito, in un paio di giorni o poco piu'.
In altre parole la pandemia seguiterebbe ad esistere a lungo, anche con molti decessi al giorno quasi tutti di persone non vaccinate, ma risulterebbe un'epidemia esclusiva, che interessa praticamente solo la comunita' delle persone non vaccinate con danni alla societa' civile proporzionali alla percentuale di persone NON vaccinate (grandi per la Russia, per esempio, molto piu' piccoli per l'Italia, che ha piu' dell'80% di vaccinati).
D'altra parte per ora sembra che non si possa fare null'altro, se non riusciamo, almeno con gli strumenti finora disponibili, a bloccare la crescita con il freddo dell'epidemia degli asintomatici. Non si puo' restare in lockdown tutto l'inverno, perche' i danni sarebbero maggiori, anche per i non vaccinati.
Allora significa che l'inizio della quinta ondata, e cosi' anche per le successive, non puo' essere fermata.
CERCHIAMO DI SPIEGARLO PIU' CHIARAMENTE: Se veri, i dati relativi ai contagi asintomatici ci stanno mostrando che la crescita dei contagi con l'arrivo del freddo e' cosi' impetuosa che molto difficilmente puo' essere controllata con le solite restrizioni, incluso il green-pass.
Allora dobbiamo rassegnarci a subire tutte le prossime ondate invernali.
Pero' i dati raccolti ci mostrano anche quale puo' essere la soluzione del problema, perche' l'ampiezza dell'ondata risulta proporzionale alla percentuale di persone non ancora vaccinate, perche' sono proprio loro ad essere le sole vittime della pandemia in quel momento: i vaccinati non si ammalano piu' (con probabilita' di almeno il 96%).
Allora riusciamo a capire meglio cosa sta accadendo nel mondo:
  1. Gli Stati con un'alta percentuale di persone vaccinate (come l'Italia) avranno si le varie ondate, ma con picchi molto piu' bassi e quindi meno danni sanitari (ricoveri e decessi) ed economici (niente lockdown).
  2. Gli Stati con una bassa percentuale di persone vaccinate (come per esempio la Russia) avranno tutte le varie ondate, con picchi molto piu' alti e quindi piu' danni sanitari (ricoveri e decessi) ed economici (lockdown).
La soluzione e' chiara ed e' rivoluzionaria perche' attualmente solo l'Italia si puo' permettere di metterla in campo: tutti gli altri Paesi hanno ancora percentuali di vaccinati troppo basse e per questo devono ricorrere alle restrizioni se non addirittura ai lockdown quando l'ondata cresce.
Se le varie ondate non si possono fermare (perche' con il freddo l'epidemia degli asintomatici sale in modo inarrestabile) in Italia ci sembra che la cosa piu' conveniente che possiamo fare e' di minimizzare i danni, alzando la percentuale di persone vaccinate il piu' possibile e lasciando tutti liberi di dedicarsi alle loro attivita' sia lavorative che di svago, senza alcuna restrizione, lasciando correre l'economia al massimo, mentre gli altri Paesi non potranno farlo per un po' di tempo ancora.
Da quanto detto finora le persone che non voglioni vaccinarsi, se restano sotto ad una percentuale accettabile (per esempio del 20%), non compromettono la soluzione del problema generale: in termini un po' brutali possiamo dire che, non mettendo in serio pericolo le altre persone che si sono vaccinate, il loro rifiuto della vaccinazione puo' essere solo un affare loro. Si deve pero' fare di tutto perche' queste persone non vaccinate siano correttamente informate delle conseguenze della loro scelta.
Aspettiamo pero' ancora 1 o 2 giorni per rendere definitive queste conclusioni, perche' per ora sono ancora basate su troppo pochi dati, anche se l'andamento delle linee rosse prima e marrone poi nel grafico dei contagi asintomatici sembra piuttosto chiaro e ben definito (dipende pero' anche dalla correttezza della stima della decrescita dei contagi della quarta ondata per le guarigioni (linea viola nel grafico della quarta ondata ).
N.B. Questa previsione dipende dalla pendenza della linea marrone d'interpolazione ai dati, che potra' variare nei prossimi giorni (speriamo in meglio), durante i quali noi aggiorneremo sia la tabella che il grafico degli asintomatici , perche' questa previsione e' molto importante, come capite bene.

LEZIONE 38: DISCUSSIONE CRITICA DEL MODELLO A SOGLIA (20 ottobre 2021
Vai a:   Lezione 37   ,   Lezione 39
Noi affermiamo che le nozioni alla base del modello a soglia non sono opinabili, perche' ricavate tutte dalle osservazioni sui dati reali di contagi e decessi (fatte in questo lavoro), che sono:
  1. Con questi coronavirus c'e' sempre un'epidemia nascosta di asintomatici, com'e' ampiamente confermato dall'osservazione dei contagi dell'ultimo anno e mezzo.
  2. Gli asintomatici guariscono spontaneamente; l'assunzione del modello e' che guariscano in 30 giorni, tempo dedotto da osservazione dei dati clinici diffusi dagli ospedali.
  3. Gli asintomatici possono contagiare gente sana non immunizzata (e' un'assunzione abbastanza ovvia); noi assumiamo anche che questi contagi producono altre persone asintomatiche perche' le cariche diffuse solitamente sono deboli (solo le persone con scarse difese immunitarie possono contrarre infezioni sintomatiche o addirittura gravi).
  4. Che gli asintomatici possano contagiare cosi' tanta gente da generare un'epidemia discende dal loro numero: se il livello dei contagi asintomatici rilevato dai test e' l'1%, essendo membri generici della popolazione italiana adulta, formata da circa 50 milioni di persone, vuol dire che l'1% di queste statisticamente e' infetto, cioe' 500.000 persone.
  5. Siccome queste 500.000 persone infette infettano altre persone sane, che guariscono in 30 giorni, risulta ovvio che si viene a creare un livello di equilibrio tra le guarigioni e le nuove infezioni, raggiunto il quale la percentuale di persone infette non cambia piu', perche' a tanti nuovi contagi corrisponde lo stesso numero di guarigioni.
  6. Questa percentuale stazionatia di persone infette varia a secondo della contagiosita' del virus dominante, quindi dipende dal tipo di variante e dalla temperatura esterna che puo' modificare la contagiosita' (o trasmissibilita' come viene anche chiamata) : tende cosi' a salire con l'arrivo del freddo invernale (per questo ora ci sono problemi crescenti nel Regno Unito, Russia, Lettonia, ecc. ma non piu' in Australia, dove il lockdown di 9 mesi e' finito, nel momento in cui la temperatura nell'emisfero australe inizia a salire).
  7. Questa percentuale varia anche a secondo della promiscuita' della popolazione e delle sue abitudini di vita che possono accentuare notevolmente la contagiosita' del virus, intesa come la sua facilita' a poter infettare le persone.
  8. L'inesistenza della tanto auspicata immunita' di gregge per questi coronavirus, perche' sono in grado di mantenere sempre attiva l'epidemia degli asintomatici, che risulta essere come una "brace accesa" sempre pronta ad innescare una nuova ondata non appena la crescita dei contagi supera la soglia critica.
  9. Anche le persone immunizzate possono venire contagiate ma le difese immunitarie intervengono prontamente determinando una loro guarigione in un tempo che va da 2 a 4 giorni, invece dei 30 necessari alle persone non immunizzate, che hanno quindi circa 10 volte piu' tempo a disposizione per diffondere il contagio.
  10. I parametri legati al tempo di guarigione possono dipendere dal tipo di variante dominante (per esempio se una nuova variante avesse un tempo di guarigione delle persone immunizzate inferiore ad 1 giorno o superiore a 6 giorni, potrebbero sparire i picchi del venerdi').
  11. La produzione di nuovi contagi e' piu' concentrata nei giorni feriali che non in quelli festivi (per questo ci sono i picchi con cadenza settimanale ).
  12. L'evoluzione temporale della patologia Covid-19 in forma grave porta al decesso mediamente in 18 giorni.
  13. Il numero di questi decessi e' direttamente proporzionale al numero di contagi: al 3.6% di contagi corrispondono 60 decessi, 18 giorni dopo il contagio (sono tutti valori medi).
  14. La percentuale delle persone vaccinate della popolazione riduce l'ampiezza dell'ondata epidemica in modo lineare: con il 65% di vaccinati la riduzione dell'ampiezza del picco e' dei 2/3 (cioe' il picco si riduce ad 1/3 di quello con 0 vaccinati). Questo e' il grande beneficio delle vaccinazioni che spinge a vaccinare sempre piu' gente.
  15. Le immunita' sono di due tipi: quella naturale acquisita dopo una precedente infezione contratta e quella vaccinale, conseguente a vaccinazione. Entrambe queste immunita' non sono permanenti ma scompaiono gradualmente in un periodo variabile con distribuzione gaussiana centrata intorno a 8 mesi con larghezza da noi assunta di 2 mesi.
  16. La temperatura fredda aumenta la contagiosita' dei virus, intesa come la loro capacita' di infettare (viene anche chiamata trasmissibilita'); questo perche' si accumulano molto di piu' e piu' a lungo nel tempo le cariche virali quando l'ambiente e' freddo.
  17. Il modello funziona con qualsiasi variante, cambiano solo alcuni parametri: la contagiosita' e la sua dipendenza dalla temperatura, il tempo di guarigione spontanea, la durata della protezione immunitaria. Per ogni variante diversa il valore di questi parametri si puo' determinare dall'analisi dei dati reali, come abbiamo fatto per la variante delta, ma il modello rimane lo stesso a descrivere l'evoluzione di un'epidemia virale.
L'insieme di tutte queste assunzioni o nozioni permette di fare calcoli e previsioni e costituisce pertanto quello che noi chiamiamo il modello a soglia.
La validita' del modello a soglia e' stabilita dalla fedelta' con cui descrive il fenomeno pandemico in tutte le sue manifestazioni, che viene confermata dai vari confronti con la realta' misurata delle grandezze che descrivono il fenomeno pandemico nelle sue varie manifestazioni.
Se le ipotesi da cui parte il modello sono certe, anche tutte le deduzioni rigorosamente logiche che da esse derivano sono certe; nulla piu' e' aleatorio ed il modello assume un ruolo analogo a quello di una teoria, i cui risultati sono indiscutibili nei limiti in cui tali sono anche tutte le assunzioni di partenza.
Quindi a nostro avviso con il modello a soglia non hanno motivo di esistere dubbi sulla correttezza delle sue previsioni, tanto meno sugli aspetti per i quali si e' gia' ottenuto un riscontro di validita' nel passato. E le conferme gia' ottenute finora sono proprio tante.
Dobbiamo essere convinti che non stiamo parlando di una delle tante elucubrazioni mentali che si fanno su questa pandemia.
Questa pandemia risulta funzionare proprio secondo i meccanismi da noi descritti, quindi le previsioni fatte con il corretto uso del modello a soglia NON SONO OPINABILI e ci consentono percio' di usufruire del grande vantaggio di sapere in anticipo, con ragionevole affidabilita', cosa fara' la pandemia nel prossimo futuro (e non e' poco).

COMMENTO AL DATO DI MARTEDI' (19 ottobre 2021)
Il dato dei contagi di oggi si colloca esattamente al livello di 1.8% da noi indicato con una linea viola tratteggiata nel grafico dei contagi per rappresentare il livello costante a cui sembra tendere la curva dei contagi, che include pero' anche una componente decrescente, indicata dalla linea viola nel grafico a rappresentare l'andamento dei contagi residui della quarta ondata, che diminuiscono perche' si stanno completando le guarigioni spontanee in 30 giorni delle persone non immunizzate.
Una volta che questa componente si sara' esaurita (tra una settimana circa), perche' sono tutti guariti, la curva restante sara' costituita solo dai contagi prodotti dalle persone infettate in modo asintomatico, che nel breve periodo tende a raggiungere un livello di equilibrio tra i nuovi contagi che si producono da cosi' tante persone asintomatiche e le guarigioni di chi e' stato contagiato 30 giorni prima.
In assenza di nuovi eventi che facilitano la diffusione dei contagi (per esempio il calo delle temperature autunnali) e di altri che la rendono piu' difficile (per esempio restrizioni come quella del green-pass) questo livello di contagi resterebbe costante nel tempo.
Nella Lezione 37 abbiamo provato a calcolare questo livello del fondo degli asintomatici al netto della componente discendente (linea viola) dei contagi residui della quarta ondata in via di guarigione ed abbiamo trovato che puo' essere rappresentato dalla linea rossa nel relativo grafico degli asintomatici.
Noi abbiamo scritto di essere fiduciosi che 3 giorni dopo l'entrata in vigore della disciplina del green-pass questa linea rossa avrebbe mostrato una diminuzione della sua pendenza di crescita per la riduzione dei contagi prodotta dal green-pass.
Il terzo giorno (ieri) questa diminuzione c'e' stata ma il dato di oggi invece va in senso opposto: infatti nel grafico degli asintomatici il dato odierno si colloca sopra alla linea rossa invece che sotto.
Due soli dati ancora significano poco ma e' proprio questo il punto da monitorare con la massima attenzione, perche' se la curva rossa continua a crescere anche i contagi crescono ed in forma esponenziale, come spiegato nella Lezione 37 ed allora ci troveremmo nell'anticamera della quinta ondata (che avverrebbe un mese piu' tardi: questo sarebbe l'effetto delle vaccinazioni, oltre ad un'ampiezza minore) se non prendiamo le dovute contromisure al piu' presto.
L'andamento della linea rossa ci interessa anche perche' rappresenta un riscontro assoluto e diretto dell'efficacia del green-pass, che cosi' tanti problemi sta creando, come spiegato nella successiva Lezione 37.
Quelle attuali sono solo le prime indicazioni preliminari; tra qualche giorno tutto cio' sara' molto piu' chiaro, grazie a queste interpretazioni dei dati, rese possibili dall'applicazione del modello a soglia, la cui validita' in cosi' tante occasioni finora e' stata sempre confermata.
I decessi di oggi sono 70 e ci sembrano un po' troppi, anche se il dato di oggi lo aspettavamo in crescita perche' e' martedi'.
Aspettiamo percio' domani per commentare questo dato.

LEZIONE 37: INFORMAZIONI MOLTO IMPORTANTI SULL'EPIDEMIA DEGLI ASINTOMATICI (19 ottobre 2021
Vai a:   Lezione 36   ,   Lezione 38
Da quanto spiegato ieri appare chiaro che ora la cosa piu' importante e' che il livello di fondo degli asintomatici non aumenti.
Cerchiamo allora di anticipare i tempi calcolando questo livello adesso, quando ancora e' presente la coda dei contagi della quarta ondata in via di guarigione (linea viola nel grafico dei contagi. ).
Per farlo dobbiamo sottrarre i contagi della residui della quarta ondata, rappresentati dalla linea viola, dai contagi totali misurati nei test, calcolando la differenza dell'ordinata della linea viola dall'ordinata dei contagi.
Questo l'abbiamo fatto dal 6 ottobre in poi nella tabella seguente:

GIORNO CONTAGI LINEA VIOLA ASINTOMATICI
06/10 M2.1%1.4%0.7%
07/10 02.0%1.3%0.7%
08/10 V1.8%1.2%0.6%
09/10 S1.8%1.2%0.6%
10/10 D2.3%1.1%1.2%
11/10 L2.1%1.0%1.1%
12/10 M1.4%1.0%0.4%
13/10 M2.2%0.9%1.3%
14/10 G2.3%0.8%1.5%
15/10 V1.9%1.8%0.1%
16/10 S1.9%0.7%1.2%
17/10 D2.1%0.6%1.5%
18/10 L1.5%0.6%0.9%
19/10 M1.8%0.5%1.3%
20/10 M2.7%0.4%2.3%
21/10 G2.7%0.3%2.4%
22/10 V2.9%0.3%2.6%
23/10 S2.4%0.2%2.2%
24/10 D1.7%0.2%1.5%
25/10 L1.4%0.1%1.3%
26/10 M1.7%0.0%1.7%
27/10 M2.0%0.0%2.0%
28/10 G2.7%0.0%2.7%
29/10 V2.6%0.0%2.6%
30/10 S2.7%0.0%2.7%
31/10 D4.3%0.0%4.3%
01/11 L3.0%0.0%3.0%
02/11 M3.0%0.0%3.0%
03/11 M2.6%0.0%2.6%
04/11 G2.3%0.0%2.3%
05/11 V3.5%0.0%3.5%
06/11 S2.7%0.0%2.7%
07/11 D2.0%0.0%2.0%
08/11 L7.7%0.0%7.7%
09/11 M3.0%0.0%3.0%
10/11 M3.9%0.0%3.9%
11/11 G3.3%0.0%3.3%
12/11 V3.6%0.0%3.6%
13/11 S4.4%0.0%4.4%
14/11 D5.1%0.0%5.1%
15/11 L2.5%0.0%2.5%
16/11 M3.5%0.0%3.5%
17/11 M4.6%0.0%4.6%
18/11 G3.8%0.0%3.8%
19/11 V4.2%0.0%4.2%
20/11 S4.2%0.0%4.2%
21/11 D5.1%0.0%5.1%
22/11 L4.2%0.0%4.2%
23/11 M3.5%0.0%3.5%
24/11 M3.9%0.0%3.9%
25/11 G5.9%0.0%5.9%
26/11 V6.4%0.0%6.4%
27/11 S6.3%0.0%6.3%
28/11 D5.6%0.0%5.6%
29/11 L4.1%0.0%4.1%
30/11 M4.4%0.0%4.4%
01/12 M5.7%0.0%5.7%
02/12 G7.1%0.0%7.1%
03/12 V7.1%0.0%7.1%
04/12 S6.1%0.0%6.1%
05/12 D7.7%0.0%7.7%
06/12 L7.6%0.0%7.6%
07/12 M6.6%0.0%6.6%
08/12 M7.0%0.0%7.0%
09/12 G9.1%0.0%9.1%
10/12 V8.7%0.0%8.7%
11/12 S9.0%0.0%9.0%
12/12 D9.1%0.0%9.1%
13/12 L8.7%0.0%8.7%
14/12 M6.0%0.0%6.0%
15/12 M9.0%0.0%9.0%
16/12 G10.1%0.0%10.1%
17/12 V12.2%0.0%12.2%
18/12 S8.7%0.0%8.7%
19/12 D9.8%0.0%9.8%
20/12 L11.3%0.0%11.3%
21/12 M8.0%0.0%8.0%
22/12 M9.3%0.0%9.3%
23/12 G11.3%0.0%11.3%
24/12 V11.3%0.0%11.3%
25/12 S11.5%0.0%11.5%
26/12 D13.4%0.0%13.4%
27/12 L11.9%0.0%11.9%
28/12 M11.3%0.0%11.3%
29/12 M11.3%0.0%11.3%
30/12 G15.4%0.0%15.4%
31/12 V14.9%0.0%14.9%
01/01 S14.9%0.0%14.9%
02/01 D17.8%0.0%17.8%
03/01 L16.1%0.0%16.1%
04/01 M13.8%0.0%13.8%
05/01 M16.1%0.0%16.1%
06/01 G17.9%0.0%17.9%
07/01 V18.6%0.0%18.6%
08/01 S15.5%0.0%15.5%
09/01 D16.3%0.0%16.3%
10/01 L19.0%0.0%19.0%
11/01 M12.9%0.0%12.9%
12/01 M15.0%0.0%15.0%
13/01 G11.6%0.0%11.6%
14/01 V15.0%0.0%15.0%
15/01 S13.3%0.0%13.3%
16/01 D12.4%0.0%12.4%
17/01 L11.7%0.0%11.7%
18/01 M13.2%0.0%13.2%
19/01 M11.7%0.0%11.7%
20/01 G15.9%0.0%15.9%
21/01 V15.2%0.0%15.2%
22/01 S14.0%0.0%14.0%
23/01 D14.2%0.0%14.2%
24/01 L40.0%0.0%40.0%
25/01 M19.5%0.0%19.5%
26/01 M18.0%0.0%18.0%
27/01 G22.8%0.0%22.8%
28/01 V20.7%0.0%20.7%
29/01 S18.4%0.0%18.4%
30/01 D18.9%0.0%18.9%
31/01 L16.1%0.0%16.1%
01/02 M12.9%0.0%12.9%
02/02 M15.6%0.0%15.6%
03/02 G17.1%0.0%17.1%
04/02 V15.6%0.0%15.6%
05/02 S13.3%0.0%13.3%
06/02 D13.7%0.0%13.7%
07/02 L12.8%0.0%12.8%
08/02 M10.0%0.0%10.0%
09/02 M12.3%0.0%12.3%
10/02 G12.3%0.0%12.3%
11/02 V10.9%0.0%10.9%
12/02 S 6.2%0.0% 6.2%
13/02 D 6.4%0.0% 6.4%
14/02 L 6.1%0.0% 6.1%
15/02 M 8.0%0.0% 8.0%
16/02 M 9.2%0.0% 9.2%
17/02 G 9.4%0.0% 9.4%
18/02 V 9.4%0.0% 9.4%
19/02 S 9.2%0.0% 9.2%
20/02 D10.4%0.0% 10.4%
21/02 L(12.6%)0.0%(12.6%)
22/02 M (7.7%)0.0% (7.7%)
23/02 M (7.9%)0.0% (7.9%)
24/02 G (7.5%)0.0% (7.5%)
25/02 V (7.2%)0.0% (7.2%)
26/02 S (7.9%)0.0% (7.9%)
27/02 D (5.9%)0.0% (5.9%)
28/02 L (9.1%)0.0% (9.1%)

Il risultato di questa differenza (asintomatici netti) e' riportato nel grafico seguente:


in cui abbiamo disegnato tentativamente una linea rossa d'interpolazione.

  ALLARME:   La conclusione molto preliminare, come vedete, NON e' positiva perche' il fondo degli asintomatici sembra che non sia costante ma tende a salire (linea rossa).
Guardando il grafico si puo' notare che la salita sembra essere iniziata gia' da una decina di giorni, in cui i contagi asintomatici dallo 0.7% sono cresciuti fino a 1.1% (al 18/10), cioe' sono cresciuti del 50% in 9 giorni.
Questo vuol dire che nelle condizioni attuali di riapertura pressoche' completa del Paese l'epidemia degli asintomatici ha iniziato a crescere da un valore poco piu' alto di quello che aveva ai primi di luglio 2021 (0.6%) ed ora e' in espansione continua, cioe' il numero di persone asintomatiche (e di virus in circolazione) sta aumentando in modo esponenziale (progressione geometrica con un fattore 1.5 ogni 9 giorni).

CRESCITA ESPONENZIALE DEI CONTAGI ASINTOMATICI: Se si lasciano crescere indisturbati i contagi con questo ritmo avremo percio' 1.1*1.5=1.65% il 27/10, 2.48% il 5/11, 3.7% il 14/11, 5.6% il 23/11 ed allora la quinta ondata sara' servita (N.B. questa previsione dipende dalla pendenza della linea rossa d'interpolazione ai dati che potra' variare nei prossimi giorni, durante i quali noi aggiorneremo sia la tabella che il grafico, perche' questa previsione e' molto importante).
E' questa la prova evidente che l'epidemia degli asintomatici prevista dal modello a soglia esiste veramente ed e' lei la causa scatenante delle varie ondate epidemiche (altra conferma del modello): l'incremento dei contagi mostrato dalla linea rossa e' proprio quello generato dall'epidemia degli asintomatici, che attualmente e' in crescita, cioe' l'epidemia nelle condizioni attuali e' in espansione e dev'essere assolutamente arrestata (devono essere ridotte le occasioni di contagio della popolazione rispetto ad ora).
Questa salita era nascosta nella curva dei contagi dalla discesa della linea viola, ed e' dovuta all'abbassamento della temperatura ambientale che, in condizioni di totale riapertura delle attivita' economiche, non risulta compensato da sufficienti misure di contenimento dei contagi.

EFFICACIA DEL GREEN-PASS: La nostra speranza e' che nei prossimi giorni inizi a farsi sentire l'effetto di riduzione dei contagi del green-pass eliminando del tutto, com'e' necessario, questa tendenza in salita della curva degli asintomatici.
In effetti 3 giorni dopo il 15/10 (data di entrata in vigore del green pass) il dato dei contagi asintomatici e' sceso a 0.9% e contiamo che sia basso anche nei giorni seguenti, per la riduzione dei contagi prodotta dal green pass (cosi' abbiamo anche un riscontro diretto sull'efficacia della disciplina legata all'uso del green pass negli ambienti di lavoro). I 3 giorni di ritardo sono gli stessi con cui i test molecolari hanno rilevato l'incremento dei contagi prodotti il 15 luglio, in occasione dei festeggiamenti per la vittoria della coppa europea di calcio (si vede nel grafico ).
Il grafico precedente ci fornira' comunque il riscontro sull'efficacia del green-pass, anche se scarsa, perche' l'andamento del livello di fondo degli asintomatici (cioe' la linea rossa nel grafico degli asintomatici e' un riscontro assoluto sulla effettiva diffusione dei contagi nel nostro Paese: se l'andamento della linea rossa rimarra' inalterato significhera' che la disciplina del green-pass avra' fallito, se invece la sua crescita diminuera', l'effetto sara' stato positivo e l'entita' della variazione sara' una misura diretta dell'efficacia del green-pass.
Per ora abbiamo un solo dato (quello del 18 ottobre in tabella): noi siamo fiduciosi che il green pass riuscira' a diminuire la pendenza della linea rossa nel grafico precedente e quindi a renderne meno preoccupante l'andamento, cioe' la crescita attuale dei contagi asintomatici.

ALTRIMENTI SIAMO NEI GUAI e dobbiamo correre ai ripari con altre adeguate restrizioni per il contenimento dei contagi prima che sia troppo tardi, essendo imminenti altri ulteriori abbassamenti della temperatura che aumenteranno la contagiosita' dei virus, incrementando la pendenza di salita della linea rossa nel grafico degli asintomatici.
Il fatto che l'uso del modello ci permetta di prevedere questi fenomeni in anticipo costituisce indubbiamente un vantaggio non trascurabile.
A quanto sembra la guerra non e' ancora vinta: non dobbiamo permettere che il livello di fondo degli asintomatici salga oltre il 2% (nel grafico precedente).
Questo perche' a fine settembre 2020, quando questo livello di fondo ha superato il 2%, e' partita la seconda ondata , con le stesse temperature autunnali di ora (era ottobre 2020 ed il virus era il Sars-CoV-2, meno contagioso della variante delta di adesso).

MERITO DELLE VACCINAZIONI: Ma se le cose stanno cosi', allora tutte le vaccinazioni fatte non ci mettono al riparo dalla quinta ondata? Secondo il nostro modello NO: il loro effetto sara' quello di ridurre l'ampiezza delle ondate, com'e' accaduto con la quarta ondata che, con una percentuale di vaccinati del 65%, ha avuto un picco ridotto di 2/3 (al 6% anziche' al 18%, come e' stato nelle ondate precedenti).
E' znche merito delle vaccinazioni se oggi il livello e' solo all'1% altrimenti la quinta ondata sarebbe gia' iniziata (come nell'ottobre 2020). Ma se non facciamo niente il risultato sara' solo quello di aver ritardato di un mese l'inizio della quinta ondata, che in base al calcolo fatto avverrebbe tra un mese anziche' ora: poca cosa, rispetto allo sforzo profuso!
Il risultato sarebbe analogo anche se la percentuale di vaccinazioni fatte fosse stata del 90% invece di 80%: semplicemente il fondo degli asintomatici sarebbe partito da 1/10 del suo valore originario anziche' dal 2/10, cioe' da 0.3% anziche' da 0.6%, ma quello che conta e' la crescita esponenziale che, come si sta innescando ora partendo da 0.6%, ugualmente si sarebbe innescata partendo da 0.3% (il 90% di vaccinati avrebbe comportato pero', oltre ad un po' di ritardo in piu', anche un dimezzamento ulteriore dell'ampiezza della prossima ondata, che e' un beneficio certamente gradito).

MERITO DEL MODELLO: Il merito del modello a soglia (le cui previsioni sono state tutte confermate finora, nessuna esclusa) e' invece quello di prevedere, come stiamo facendo, l'inizio della quinta ondata un mese prima che accada, permettendoci cosi' di adottare in tempo i provvedimenti necessari per far si' che la quinta ondata non avvenga (si fa predisponendo restrizioni ai contagi tali da rendere orizzontale la linea rossa nel grafico degli asintomatici
Disporre di un modello predittivo valido costituisce una risorsa metodologica di grande importanza strategica nella lotta alla pandemia.

COMMENTO AL DATO DI LUNEDI' (18 ottobre 2021)
Anche il dato di oggi e' consistente con l'andamento costante dei contagi appiattiti su un valore vicino a 1.8%, come i precedenti indicato dalla linea viola tratteggiata nel grafico dei contagi.
Un piccolo contributo al suo calo e' dovuto, come previsto, anche alla diminuzione per guarigione dei contagi residui della quarta ondata, che stanno tendendo a zero come indicato dalla line viola discendente nel grafico, che ad oggi valgono 0.6% (ordinata della linea viola): per questo ieri abbiamo previsto un livello di 1.8%-0.6%=1.2% per il fondo degli asintomatici.

ALLARME: Tra una settimana la linea viola arriva a zero e quindi non ci sara' piu' il contributo alla discesa del calo dei contagi residui della quarta ondata, per cui se ora la curva dei contagi fosse costante poi salirebbe.
Speriamo che l'effetto di contenimento dei contagi prodotto dal green pass possa intervenire a scongiurare questo rischio. Dobbiamo aspettare e sperare.

Il dato dei decessi e' risalito perche' si sta avvicinando al massimo previsto per domani, martedi', che e' sempre 18 giorni dopo il picco dei contagi del venerdi', che e' quello visibile degli immunizzati mentre quello che produce i decessi e' quello invisibile sottostante delle persone contagiate e non immunizzate: entrambi i picchi si presentano con cadenza settimanale, perche' legati ai contagi che avvengono negli ambienti lavorativi, che sono minori nei fine settimana (come abbiamo dedotto dai dati ).
Il dato rimane comunque compatibile con il valore medio previsto, indicato dalla linea viola nel grafico dei decessi.
Tutto sta percio' procedendo nel pieno rispetto delle previsioni del modello a soglia.

COMMENTO AL DATO DI DOMENICA (17 ottobre 2021)
Ormai e' chiaro che la curva dei contagi non va a zero ma ad un livello costante, che e' il livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici.
Quanto e' questo livello comincia ad essere piu' chiaro: i contagi di coda della quarta ondata hanno un andamento indicato dalla linea viola nel grafico.
Questa indica che il contributo residuo dei contagi della quarta ondata, che vanno scomparendo, attualmente sono circa il 6% (e' l'ordinata sulla linea viola), quindi togliendo questo 6% al valore medio della curva che e' circa di 1.8%, abbiamo un livello di 1.2% come livello attuale stimato dell'epidemia degli asintomatici.
La nostra attenzione nei prossimi giorni sara' concentrata su questo numero, per vedere se cresce per l'aumento della contagiosita' dovuta alla diminuzione della temperatura o se si mantiene costante. Se questo accadesse vorrebbe dire che le misure adottate (vaccinazioni, green-pass, ecc.) sono sufficienti ad impedire, per ora, la crescita dei contagi dovuta all'arrivo del freddo, che sarebbe molto pericolosa perche' ci porterebbe alla quinta ondata.
Dato che l'andamento attuale della curva dei contagi sembra appiattirsi su un livello costante possiamo dedurne che la percentuale attuale dei vaccinati (80%) non e' sufficiente a far scendere il livello dei contagi asintomatici sotto all'1.2%, che pero' e' meno del 3% dell'inizio ottobre 2020 (per effetto delle vaccinazioni).
Per ora non c'e' alcun accenno della curva a scendere sotto l'1.2%. Aspettiamo che diventi effettivo anche l'effetto del green-pass che tendera' a diminuire questo livello che poi, ripetiamo, inevitabilmente tendera' ad aumentare, e non poco, con l'arrivo del freddo invernale.
Quello che dobbiamo riuscire ad ottenere e' mantenere questo livello di contagi degli asintomatici sempre sotto al 2% per poter mantenere sotto controllo l'epidemia degli asintomatici, che non solo non scomparira' mai, secondo il nostro modello, ma e' proprio lei la bomba sempre innescata pronta a far esplodere una nuova ondata epidemica, non appena le condizioni le consentono di far salire il suo livello dei contagi asintomatici abbastanza sopra al 2%.
Se il controllo attuale del livello di fondo degli asintomatici continuasse come ora, poi per tutto l'inverno (in assenza di altri eventi importanti di aggregazione di folla, di arrivo di nuove varianti piu' contagiose, ecc.), saremmo riusciti a mettere la pandemia sotto controllo non solo per l'inverno ma per tutto l'anno, perche' poi con l'aumento della temperatura in primavera la situazione volgera' al meglio.
E' quindi un momento molto importante per capire se possiamo mettere sotto controllo questa pandemia: potremo saperlo gia' nei prossimi giorni, osservando se il livello del fondo degli asintomatici nel nostro grafico aumenta oppure no. Speriamo bene.

DECESSI: Il dato dei decessi di oggi e' 24 che e' un valore perfettamente compatibile con la discesa indicata dalla linea viola nel grafico dei decessi.
E' proprio come da noi previsto ieri dal nostro modello, perche' 18 giorni fa i contagi sono scesi da un livello medio del 3% al 2%, cioe' di 1/3, che dai decessi medi giornalieri di 40 vuol dire scendere a 27 che e' poco sotto al livello della linea viola prevista. Crediamo che anche nei prossimi 2 giorni questo sara' il numero dei decessi reali.
Ormai e' evidente che anche tutte le previsioni del modello sui decessi sono pienamente confermate.

FINE DELLA QUARTA ONDATA, CONFRONTO CON LE ALTRE ONDATE (17 ottobre 2021)
Nella Lezione 36 abbiamo sottolineato l'effetto della disciplina "green-pass" sulla riduzione dei contagi, che ci aspettiamo sia rilevante.
Vogliamo qui' discutere l'altro effetto, ancora piu' rilevante, delle vaccinazioni.
Il loro effetto sul livello di fondo degli asintomatici sembra essere abbastanza lineare: infatti mentre a luglio 2020 questo livello era al 2% all'inizio di luglio 2021 e' stato solo dello 0.6%, con una percentuale di persone non ancora vaccinate del 35% (1/3 del totale).
Ora sulla coda finale della quarta ondata sembra essere all'1.8% mentre all'inizio della seconda ondata (settembre 2020, con piu' caldo ma senza vaccinazioni), dove l'individuazione del fondo degli asintomatici era piu' evidente (per questo l'abbiamo evidenziato in verde nel grafico) era al 3.6%.
Se vale la stessa regola di luglio adesso il livello dovrebbe essere 1/5 perche' siamo arrivati all'80% di vaccinati e quindi dovrebbe essere di 0.7% mentre invece e' piu' del doppio: su questo ha inciso sicuramente la temperatura autunnale scesa a valori inferiori alla media stagionale.
L'abbassamento della temperatura (solo autunnale, non ancora invernale) sembra percio' aver comportato un aumento dei contagi asintomatici di un fattore 2.5 (da 0.7% ad 1.8%), cioe' piuttosto elevato, pur non essendo ancora inverno.
Avendo noi rilevato che questi contagi avvengono prevalentemente negli ambienti di lavoro, ci aspettiamo un analogo fattore di riduzione dei contagi dall'adozione della disciplina del "green-pass", per cui speriamo vivamente che il livello del fondo dell'epidemia degli asintomatici non salga ma che i due effetti possano compensarsi in modo apprezzabile, come discusso nella seguente lezione 36.
Cosi' ora, all'inizio della stagione fredda, ci apprestiamo a determinare la dipendenza della contagiosita' di questi virus dalla temperatura.
Staremo a vedere, sempre in fiduciosa attesa.

LEZIONE 36: OSSERVAZIONE MOLTO IMPORTANTE (17 ottobre 2021)
Vai a:   Lezione 35   ,   Lezione 37
I livello dei contagi sembra ormai arrivato al livello del fondo dell'epidemia degli asintomatici, che sarebbe destinato ad aumentare poi lentamente e progressivamente con il tempo, man mano che la temperatura ambientale diminuisce, aumentando il rischio di partenza di una nuova ondata.
Bisogna tenere presente pero' che dal 15 ottobre sono due gli effetti presenti che possono influenzare i contagi nei prossimi giorni:
  1. la disciplina del green-pass (per gli stranieri, certifica che non si e' contagiati dal virus ed e' richiesto per poter accedere agli ambienti di lavoro) che, contribuendo a limitare i contagi negli ambienti di lavoro che sono i maggiori indiziati per la produzione di nuovi contagi (come spiegato nei giorni scorsi), contribuisce sicuramente a far diminuire il numero dei contagi;
  2. il freddo autunnale che contribuisce invece a farli crescere progressivamente, fino all'inverno (perche' aumenta la contagiosita' dei virus o trasmissibilita' come viene anche chiamata, cioe' la loro capacita' di contagiare le persone).
Sara' interessante percio' nei prossimi giorni vedere quale sara' il risultato della concorrenza di questi due effetti sul livello dei contagi (fondo degli asintomatici), che potrebbe cosi' subire delle lente e graduali variazioni in piu' o in meno.
Siccome il pericolo di epidemia che stiamo correndo e' proprio dovuto all'incremento di contagiosita' dovuto al freddo invernale, se questi due effetti risultassero compensarsi cioe' se il fondo degli asintomatici rimarra' costante o diminuira' (cioe' non crescera' con l'arrivo del freddo), significhera' molto di piu' ora che c'e' il green-pass , perche' vorra' dire che la disciplina del green-pass (insieme agli altri provvedimenti in atto in Italia) potra' tenerci lontani dalla quinta ondata per tutto l'inverno, poiche' secondo il nostro modello sarebbe proprio la salita del livello di fondo dei contagi asintomatici, dovuta all'incremento di contagiosita' invernale, che farebbe innescare la prossima ondata.
Non so se e' chiaro: allora grazie al green-pass ed alle vaccinazioni avremmo messo sotto controllo la pandemia non solo per tutto l'inverno ma per sempre, perche' saremmo riusciti a mantenere i contagi ad un livello di fondo mai superiore all'1.8% (o meno). Noi in Italia, avremmo capito e dimostrato per primi come si batte questa pandemia.
Questa sarebbe l'importanza del green-pass, se riuscisse a bloccare la salita del fondo degli asintomatici con il freddo: lo sapremo probabilmente gia' nei prossimi 20 giorni, proprio con questo nostro lavoro.
Cosi' stiamo monitorando l'andamento della pandemia, capendo tutto quello che succede, non subendone i capricci. E' una bella differenza!
E' questo il modo giusto per imparare a governarla con le azioni appropriate e le conoscenze essenziali fornite dal modello.

COMMENTO AL DATO DI SABATO (16 ottobre 2021)
Il dato dei contagi di oggi e' stabile a 1.9%. Conferma anche lui quindi l'appiattimento della curva dei contagi ad un valore costante intorno all' 1.8%
DECESSI: Il dato dei decessi e' sceso a 14 che e' un valore ancora compatibile con la discesa indicata dalla linea viola nel grafico dei decessi.
E' perfettamente compatibile con le previsioni del nostro modello perche' 18 giorni fa i contagi sono scesi da un livello medio del 3% al 2%, cioe' di 1/3, che dai decessi medi giornalieri di 40 vuol dire scendere a 27 che e' poco sotto al livello della linea viola prevista. Crediamo che nei prossimi 2 giorni questo sara' il numero dei decessi reali.

COMMENTO AL DATO DI VENERDI' (15 ottobre 2021)
Il dato dei contagi di oggi si colloca molto vicino alla linea viola tratteggiata disegnata a destra nel grafico della quarta ondata confermando l'avvicinamento a questo ipotetico livello costante dell'epidemia degli asintomatici.

LEZIONE 35: COME FUNZIONA LA PANDEMIA SECONDO IL MODELLO A SOGLIA (15 ottobre 2021)
Vai a:   Lezione 34   ,   Lezione 36
Il processo di acquisizione della conoscenza di questa pandemia e' stato lento e progressivo nel tempo: per questo di tanto in tanto e' utile fare il punto della situazione e riepilogare i risultati raggiunti. Facciamolo ora.
La conferma, ormai molto probabile, dell'esistenza dell'epidemia degli asintomatici, visibile con la linea viola tratteggiata a destra nel grafico della quarta ondata, costituisce una conferma importante per il modello a soglia , che descrive il funzionamento della pandemia con parametri che ci permettono di prevederne l'evoluzione.
L' epidemia degli asintomatici e' la sua caratteristica peculiare che rende la pandemia endemica e che ne facilita enormemente la diffusione per la sua invisibilita'.
Quindi questo e' il principale nemico da combattere, contrariamente a quello che si pensava, perche', riguardando persone senza sintomi, non produce alcun carico di lavoro per gli ospedali.
Se fosse confermato nei prossimi giorni il livello dell'1.8%, sarebbe troppo alto: speriamo che la disciplina del "green pass", entrata in vigore oggi, possa ridurlo (dato che i contagi negli ambienti di lavoro risultano prevalenti, come la stessa esistenza dei picchi mette in evidenza) altrimenti occorrerebbero altre misure per abbassare i contagi delle persone infette, ignare di esserlo perche' asintomatiche. Questo e' ancora piu' necessario perche' il freddo invernale , aumentando la contagiosita', fara' salire ancora di piu' questo livello.
L'esistenza dell'epidemia degli asintomatici ci permette anche di affermare che l' immunita' di gregge non esiste (quindi bisogna vaccinare proprio tutti).
Abbiamo potuto vedere in modo diretto con la quarta ondata cosa producono le vaccinazioni con questa pandemia; ne abbassano l'ampiezze del picco in modo pressoche' lineare. Infatti con il 65% di persone vaccinate il picco della quarta ondata si e' ridotto al 6% invece del 18% della seconda ondata , quando le vaccinazioni non c'erano.
Bisogna percio' arrivare a vaccinare tutti per salvaguardare l'incolumita' di tutti.

Possiamo riassumere cosi' i principi, molto semplici da capire, che ci hanno permesso di costruire il modello che descrive il funzionamento di questa pandemia:
  1. I virus si diffondono tramite un'epidemia invisibile, quella degli asintomatici, che nella stragrande maggioranza dei casi non produce sintomi avvertibili nelle persone contagiate e che si risolve poi spontaneamente in un tempo di un mese, che e' abbastanza lungo per permettere alle persone infettate di contagiare altre persone.
  2. E' proprio questa durata di un mese a rendere permanente questa epidemia, che si stabilisce ad un livello risultante dall'equilibrio che s'instaura tra i nuovi contagi e le guarigioni.
  3. Le cariche virali emesse da queste persone asintomatiche sono piuttosto deboli ma continuando ad essere emesse per un mese riescono lo stesso ad infettare altre persone sane (per questo l'abbiamo chiamata epidemia).
  4. Quello che limita la diffusione di un virus e' l'immunita' delle persone a quel virus, che puo' realizzarsi con la presenza di anticorpi specifici prodotti o da una precedente infezione (immunita' naturale) o da un vaccino (immunita' vaccinale); puo' poi anche rimanere memorizzata nelle cellule che iniziano a mostrare una funzionalita' difensiva che respinge l'attacco del virus (fenomeno attualmente oggetto di studi).
  5. L'immunita' abbassa la contagiosita' dei virus, intesa come la loro capacita' di contagiare le persone, perche' riduce il numero di persone infettabili e quindi risulta in un abbassamento del numero di persone contagiate. Infatti abbiamo visto che con il 65% di persone vaccinate il picco della quarta ondata si e' ridotto al 6% invece del 18% della seconda ondata.
  6. Mentre la curva dei contagi salirebbe sempre piu' man mano che i contagi avvengono, le guarigioni provvedono a ridurre il numero di persone contagiate. Siccome pero' queste guarigioni avvengono dopo un mese i virus hanno a disposizione un mese di tempo per far salire al massimo il numero di persone contagiate e questo fatto crea i picchi delle ondate.
  7. Abbiamo pero' scoperto che anche le persone immunizzate possono rimanere infettate quando entrano in contatto con una o piu' cariche virali (che sono insiemi molto numerosi di virus emessi da una persona infetta ed accumulati nell'ambiente, prima che smettano di essere attivi). Questo perche' l'intervento delle difese immunitarie non e' tempestivo ma richiede un tempo variabile dai 2 ai 4 giorni, a secondo del grado di immunita' della persona infettata e dell'organo attaccato dai virus (se e' poco vascolarizzato il tempo e' piu' lungo). Questo fenomeno e' rilevabile nei test molecolari sotto forma di picchi abbastanza stretti nella curva dei contagi con periodicita' settimanale (il venerdi') dovuta alla maggiore diffusione dei virus negli ambienti di lavoro che non nelle famiglie dove si vive maggiormente nei fine settimana (perche' si riduce il numero di persone diverse con cui si viene in contatto). Questi picchi sono evidenziati e resi ben visibili nel grafico della quarta ondata.
  8. Nella lezione 31 abbiamo visto l'andamento previsto dal modello a soglia per un'ondata epidemica, cioe' come le nozioni del modello intervengono a determinare prima la crescita dei contagi verso il picco dell'ondata e poi la discesa dal picco.
  9. Durante l'ondata, che interessa una grande moltitudine di persone quasi tutte contagiate in modo asintomatico, si verificano anche un relativamente piccolo numero di infezioni gravi (probabilmente legate all'entita' della carica virale infettante, all'organo colpito ed all'efficienza del sistema immunitario della persona infettata) alcune delle quali muoiono (la pandemia e' anche letale).
    L'entita' e le modalita' di questi casi letali sono legate all'andamento della curva dei contagi in base ai risultati da noi trovati, che sono:
    1. RITARDO MEDIO DEI DECESSI RISPETTO AL MOMENTO DEL CONTAGIO: 18 giorni
    2. LEGAME TRA N. DECESSI E LIVELLO DEI CONTAGI: 3.6% di contagi ---> 60 decessi/giorno
    E' curioso che ai picchi del venerdi' nel grafico dei contagi corrispondano i picchi del martedi' nel grafico dei decessi (i martedi' vengono proprio dopo 18 giorni dai venerdi').
    I contagi che hanno portato a quei decessi pero' non sono quelli nei picchi visibili nel grafico dei contagi, che sono di persone immunizzate e che sono guariti in pochi giorni, ma quelli del picco sottostante delle persone NON immunizzate (che noi non abbiamo estratto dal grafico e quindi non sono visibili), che ci sono perche' la periodicita' settimanale dei contagi, legata alla prossimita' con persone diverse nei luoghi di lavoro, produce contagi anche tra le persone non immunizzate.
  10. Cosi' siamo riusciti a capire quasi tutto della curva dei contagi. Rimane pero ancora da capire perche' inizia a salire e non rimane sempre ad un livello costante, quello dell'epidemia degli asintomatici, che e' quel livello in cui si raggiunge l'equilibrio tra l'incremento dei nuovi contagi ed il decremento dovuto alle guarigioni. Questo livello non e' costante ma varia lentamente nel tempo in funzione della contagiosita' del virus, che dipende dal tipo di virus (variante), dalla temperatura ambientale e dal tipo di popolazione (densita', percentuale di vaccinati, comportamenti e cautele adottate).
  11. Come parte un'ondata possiamo capirlo con un esempio: l'11 luglio la nazionale italiana di calcio ha vinto la coppa europea e questa vittoria e' stata festeggiata a lungo con grandi bagni di folla per piu' giorni che indubbiamente hanno favorito la diffusione dei virus molto piu' del solito. Questo evento e' stato da noi evidenziato nel grafico della quarta ondata in cui si puo' vedere come tre giorni dopo (il 14 luglio) i contagi hanno cominciato a salire (perche' i nuovi contagi non erano compensati da altrettante guarigioni, che avvengono solo un mese dopo), dando origine alla quarta ondata, che grazie alle vaccinazioni fatte, si e' limitata ad un'ampiezza del 6%, riducendo cosi' di molto i danni sia sanitari che economici.
  12. Ma se si verificano condizioni ancora piu' favorevoli alla diffusione virale, com'e' stato per esempio in India, la crescita dei contagi a partire dall'epidemia degli asintomatici puo' assumere un andamento veramente esponenziale e l'epidemia puo' divergere come numero di persone coinvolte. Questo accade quando la velocita' di crescita dei contagi supera la soglia, come abbiamo spiegato nella lezione 30.
    In quest'ultima condizione (sopra soglia) si verificano le ondate epidemiche piu' disastrose con tantissimi contagi e decessi.
    Fortunatamente in Italia, grazie all'alto numero di vaccinazioni, siamo invece rimasti sempre sotto soglia.

COMMENTO AL DATO DI GIOVEDI' (14 ottobre 2021)
Anche il dato di oggi e' alto e siccome riteniamo che sia troppo presto per costituire le avvisaglie di una nuova ondata, ci sembra ora veramente poco probabile che i contagi possano arrivare a zero per il raggiungimento dell'immunita' di gregge.
Piuttosto sembrano confermare l'appiattimento della curva dei contagi al valore di fondo dell'epidemia degli asintomatici, per ora ipotizzato al livello di 1.8%, con la linea viola tratteggiata nel grafico della quarta ondata.
A questo punto, come spiegato nei giorni scorsi, ci sembra confermata sia l'esistenza dell' epidemia degli asintomatici che la validita' del modello a soglia , come spiegazione completa del funzionamento macroscopico di questa pandemia, incluso il fatto che per essa l' immunita' di gregge non esiste (a causa dell'esistenza dell'epidemia degli asintomatici, che caratterizza questa pandemia).
Se questa nostra impressione risultera' confermata anche nei prossimi giorni, le previsioni del modello andranno prese ancora piu' sul serio.
Anche l'andamento dei decessi rispetta la previsione del modello, procedendo come indicato dalla linea viola nel grafico dei decessi.

COMMENTO AL DATO DI MERCOLEDI' (13 ottobre 2021)
Il dato di oggi non conferma l'apparente discesa dei contagi di ieri e sembra piu' compatibile con l'andamento costante ipotizzato con la linea viola tratteggiata nel grafico della quarta ondata (se non si vede il dato odierno, cancellate la cache del browser e ricaricate la pagina).
Rimane pero' per ora ignoto il contributo extra ai contagi prodotto dall'abbassamento della temperatura, per cui e' meglio attendere qualche altro giorno prima di trarre conclusioni, che ora potrebbero risultare affrettate.

Anche il dato dei decessi di oggi conferma le previsioni del modello, scendendo dal picco del martedi' ed avvicinandosi alla linea viola discendente, disegnata nel grafico dei decessi.

COMMENTO SUL "GREEN PASS" (13 ottobre 2021)
Spieghiamo qui' perche' il green pass negli ambienti di lavoro risulta una scelta utile in base al nostro modello , che descrive il funzionamento della pandemia (nei prossimi giorni avremo una forte indicazione sulla sua validita').
L'andamento a picchi nei venerdi' della curva dei contagi , in base al nostro modello, implica che i contagi delle persone immunizzate (che sono quelli dei picchi, come abbiamo dedotto dai dati ) avvengono prevalentemente nei giorni lavorativi e meno nei giorni festivi (per esempio a ferragosto), quando i contagi riescono a scendere dal picco del venerdi' per il minore apporto dei nuovi contagi delle attivita' lavorative (considerando a parte gli eventi con bagni di folla eccezionali).
Questi contagi delle persone immunizzate, che possiamo qui' usare come indicatori dei contagi (misurando le aree dei picchi con un adeguato software sarebbe possibile anche esaminare quantitativamente il fenomeno), sono gli unici ben visibili perche' guariscono in 2-4 giorni; i contagi delle persone non immunizzate invece guariscono in 30 giorni e cosi' non presentano picchi, perche' i contagi si accumulano senza decrescere, se non dopo 30 giorni.
Se il nostro modello dice il vero riguardo questi picchi allora sono soprattutto gli ambienti di lavoro quelli in cui avviene in modo prevalente la diffusione virale e quindi ben venga un controllo, come quello del green pass a limitare questa diffusione.
Dobbiamo chiarire che i contagi di cui stiamo parlando sono quelli asintomatici, invisibili ed inconsapevoli, che sono la stragrande maggioranza di quelli rilevati dai test molecolari e presenti nei nostri grafici dei contagi, compresi i picchi del venerdi'.
Questi contagi mantengono ed accrescono l' epidemia degli asintomatici (il serbatoio invisibile di virus), aumentando il numero di virus presenti nell'ambiente, che costituiscono il principale rischio di avvio di nuove ondate epidemiche, seguite ovviamente dalle conseguenti chiusure delle attivita' economiche e lavorative.
Piu' precisamente, se il nostro modello risultera' valido (cioe' se il livello dei contagi attuale non andasse a zero ma rimanesse ad un livello costante, come sembra per ora), il principale problema da affrontare prima dell'inverno sarebbe quello di riportare il livello di fondo degli asintomatici sotto l'1% (ora sembrerebbe essere all'1.6%), per evitare una quinta ondata invernale e mantenere la pandemia sotto controllo (riteniamo che sia possibile, rispettando responsabilmente tutte le prescrizioni governative).
Questo perche' nel settembre 2020 il fondo degli asintomatici era al 2% ed e' poi salito al 3% all'inizio di ottobre quando e' partita la seconda ondata , che ha raggiunto il massimo a meta' ottobre. Alla luce delle informazioni del modello a soglia, abbiamo ragione di ritenere che il livello del 2% sia pericoloso anche ora e per questo raccomandiamo di ridurlo sotto all'1%.
Se la validita' del nostro modello venisse confermata nei prossimi giorni, allora in base alla previsione del modello neanche l'alta percentuale di vaccinati potrebbe metterci al riparo dalla partenza della quinta ondata se il fondo degli asintomatici rimanesse alto (perche' manterrebbe alto il numero di virus in circolazione): semplicemente grazie alle vaccinazioni il picco della quinta ondata sarebbe piu' basso, com'e' gia' accaduto per la quarta ondata (si e' fermato al 6% anziche' arrivare al 18%) ma le chiusure delle attivita' economiche non potrebbero essere evitate (come nella quarta ondata).
CONCLUSIONE: Il green pass si presenta allora come uno strumento, certamente utile anche se non unico per questo scopo, dato che proprio le attivita' lavorative sembrano essere le maggiori indiziate per la diffusione delle infezioni asintomatiche.
La situazione conseguente non puo' essere permanente ma ci sembra solo un modo di accelerare la vaccinazione di tutti nei tempi piu' brevi possibili nell'imminenza della stagione fredda, essendo questo l'unico modo per controllare stabilmente la pandemia (non si puo' contare sull'immunita' di gregge, perche' non esiste secondo il nostro modello).
Non e' nostro compito entrare nella valutazione del rapporto costi/benefici delle misure adottate, che sono materia attinente al giudizio ed alle prerogative dei governanti. Certamente avranno considerato che se il 20% della popolazione e quindi anche dei lavoratori non risulta immunizzato, impedire loro di lavorare puo' creare notevoli problemi ai servizi, almeno finche' non vengono immunizzati anche loro. Le eventuali proteste dei lavoratori non possono che aggravare la situazione almeno finche' non vengano spiegate con chiarezza a tutti queste motivazioni (che il pericolo sono i contagi asintomatici invisibili, perche' sono tanti), che sono perfettamente comprensibili ed indiscutibili, alla luce del nostro modello che ci sembra essere attualmente un valido aiuto per comprendere il funzionamento di questa pandemia.
D'altra parte il fatto che il 20% di non vaccinati non siano pochi, non solo puo' creare problemi nel lavoro, ma anche nella diffusione dei contagi che a loro volta poi creano problemi generali al lavoro (di altro tipo). Questo e' il nocciolo del problema: il primo problema (green pass) si vede subito e per questo la gente protesta, il secondo (Covid), che esiste ed e' reale, non si vede ma c'e' ed e' il piu' importante dei due, anche a lungo termine.
Crediamo tuttavia che un miglioramento del provvedimento "green pass" sia possibile valutando il numero di persone con cui viene in contatto ogni categoria di lavoratori (per esempio un autista di un TIR che lavora su tratte lunghe ha meno possibilita' di diffondere contagi di un autista di autobus).
Questo che abbiamo esposto qui' e' un altro esempio di come l'interpretazione dei dati, in questo caso quelli che si ritenevano spuri cioe' i picchi del venerdi', per i quali molti analisti di dati ricorrevano all'assemblaggio settimanale (per evitare l'imbarazzo di dover spiegare i picchi), con il modello a soglia ci puo' fornire utili indicazioni di come combattere la pandemia.

COMMENTO AL DATO DI MARTEDI' (12 ottobre 2021)
Il dato di oggi e' sceso del 33% e percio' mantiene ancora viva la possibilita' che i contagi tendano a zero, per aver raggiunto l'immunita' di gregge (se non si vede il dato odierno, cancellate la cache del browser e ricaricate la pagina).
Questa possibilita' e' resa ancora piu' verosimile dall'abbassamento sensibile della temperatura ambientale, che c'e' stato a partire dal 10 ottobre e che dovrebbe aver contribuito ad innalzare i contagi a partire dal 13 ottobre (che dovrebbero essere percio' considerati anche un po' piu' bassi nel confronto con i dati dei giorni precedenti).
Percio' non possiamo ancora trarre alcuna conclusione: anche l'ipotesi di un andamento costante di questa coda della quarta ondata rimane possibile, magari ad un livello un po' piu' basso dell'1.8% ipotizzato ieri (forse 1.6%).
E' questo un momento molto importante, per la fine della quarta ondata con un'alta percentuale di vaccinati, un'occasione unica mai verificatasi prima, che ci permette di acquisire informazioni determinanti per la comprensione del funzionamento di questa pandemia.
Staremo a vedere cosa ci diranno i dati dei prossimi 2 giorni, che attendiamo con grande interesse.

I dati dei decessi continuano ad oscillare intorno alla linea viola nel grafico dei decessi , in pieno accordo quindi con le nostre previsioni.
Il dato odierno dei decessi e' un po' piu' alto, perche' e' il picco del martedi', cioe' e' 18 giorni dopo il picco del venerdi' nel grafico dei contagi, in pieno accordo con i risultati da noi trovati, che si vedono bene nel grafico dei decessi , in cui le M rosse indicano i martedi'.

IL LIVELLO DI FONDO DEI "CONTAGI ASINTOMATICI" (12 ottobre 2021)
I dati degli ultimi 6 giorni sembrano fornire un'indicazione preliminare che la curva dei contagi non tende a zero ma ad un valore costante, come quello indicato dalla linea viola tratteggiata (circa 1.8%).
Se fosse vero questo 1.8% sarebbe il livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici, aumentati di numero durante la quarta ondata, che resterebbe abbastanza costante per alcune settimane per poi salire in seguito all'incremento di contagiosita' (definita come la facilita' con cui i virus riescono ad infettare le persone), dovuto all'arrivo del freddo invernale.
Riteniamo che anche l'1.8% sarebbe un livello troppo elevato per consentirci di evitare la quinta ondata invernale. Ai primi di ottobre 2020 il fondo era al 3% (per l'assenza di vaccinati) ed e' partita la seconda ondata, come si vede nel relativo grafico , in cui i contagi s'impennarono fino al 12% (a meta' ottobre). Non ci sarebbe proprio da stare tranquilli.
Gia' oggi in Russia, dove mi risulta che la percentuale di vaccinati sia molto inferiore a quella italiana, si contano quasi mille morti al giorno per Covid-19. In base al nostro modello questo accade quando si e' consentito al fondo degli asintomatici (che sono invisibili oltre che inconsapevoli) di crescere troppo.
Perche' in Italia questo fondo e' salito dallo 0.6% di luglio 2021 all'1.8% (probabile) di ora?
La risposta si vede nel grafico della quarta ondata : e' per il contributo dei contagi della quarta ondata, rappresentati dalla linea viola, che sono quelli delle persone NON immunizzate (i picchi invece sono delle persone immunizzate, come ampiamente spiegato nei giorni scorsi).
Sono queste persone non immunizzate il bacino di umani disponibile ai virus per moltiplicarsi di numero, anche a lungo termine grazie all'invisibile epidemia degli asintomatici, diventando cosi' pericolosi per tutti.
Appare chiaro da queste spiegazioni che se le persone NON immunizzate fossero state la meta', anche l'incremento del fondo degli asintomatici si sarebbe dimezzato ed oggi probabilmente avremmo un fondo di contagi dello 0.6%+(1.2%)/2=1.2% invece dell' 1.8% (probabile).
Le conclusioni quindi sembrerebbero essere due (sono l'opposto di quanto dichiarato dalle nostre Autorita' ):
  1. La pandemia NON sta per finire: la guerra continua e dovremo alzare la guardia ancora di piu' con l'arrivo del freddo.
  2. Bisogna continuare ad aumentare la percentuale di persone immunizzate non solo vaccinando chi non si e' ancora vaccinato ma soprattutto vaccinando di nuovo (con un richiamo) le persone vaccinate da piu' di 8 mesi, che tra poco diventeranno tante.
Sottolineiamo pero' che i dati non ci consentono ancora di escludere un prossimo azzeramento della curva dei contagi, che in tal caso proseguirebbe secondo l'andamento indicato dalla linea viola nel grafico dei contagi fino a zero (saremmo allora arrivati all'immunita' di gregge).
Noi ovviamente ci auguriamo sinceramente che cio' accada, anche se inficierebbe in larga parte la validita' della nostra creatura, il modello a soglia. Lo sapremo tra pochi giorni!

COMMENTO AL DATO DI LUNEDI' (11 ottobre 2021)
Anche il dato di oggi e' piu' alto di quanto dovrebbe essere in base all'andamento indicato dalla linea viola nel grafico.
Per questo abbiamo disegnato anche una linea viola tratteggiata costante al livello indicato dai dati degli ultimi 6 giorni (1.8%).
E' ancora presto per trarre delle conclusioni definitive sull'andamento a lungo termine della curva dei contagi ma l'indicazione preliminare che si ottiene per ora sembra essere che la curva non tende a zero ma ad un valore costante, come quello indicato dalla linea viola tratteggiata (circa 1.8%).
Questo indicherebbe che la curva dei contagi in Piemonte ha smesso di scendere.
Se fosse vero, questo fatto avrebbe un grande significato, come spiegato nella lezione 34 (verifica di validita' del modello), perche' confermerebbe l'esistenza dell' epidemia degli asintomatici e con essa anche la validita' del modello a soglia sarebbe confermata.
Vorrebbe anche dire che NON e' vicina la fine della pandemia ma che purtroppo dovremmo continuare ancora per un po' di tempo a mantenere la massima cautela, restando sotto la spada di Damocle dell'epidemia degli asintomatici, con il relativo fondo dei contagi al livello misurato (forse 1.8% per ora, pero' variabile con la temperatura ambientale).
Anche il dato dei decessi di oggi conferma l'andamento previsto con la linea viola nel relativo grafico dei decessi.

COMMENTO AL DATO DI DOMENICA (10 ottobre 2021)
Il dato di oggi e' piuttosto alto ma i dati di domenica talora sono stati poco affidabili per cui preferiamo non commentarlo. Vedremo domani.
Precisiamo che a nostro avviso le numerose manifestazioni popolari dei No-Green-Pass avvenute ieri non c'entrano con l'aumento dei contagi di oggi, perche' abbiamo potuto osservare che i bagni di folla per la vittoria della coppa europea di calcio, avvenuti l'11 luglio scorso, hanno prodotto l'aumento dei contagi in Piemonte solo a partire dal 14 luglio. Quindi ci sono voluti tre giorni per rilevarli poi nei test molecolari fatti dalla Regione Piemonte da noi usati, come si puo' vedere nel grafico.
I decessi invece sono dati certamente affidabili: ci possono essere travasi con i giorni contigui ma sul totale non ci possono essere dubbi ed il loro andamento nel tempo continua a seguire l'andamento previsto dalla linea viola discendente del modello.

COMMENTO AL DATO DI SABATO (9 ottobre 2021)
Il dato di oggi e' uguale a quello di ieri per cui il commento e' lo stesso.
Per chiarezza lo abbiamo riportato in un nuovo grafico.

LA FINE DELLA PANDEMIA E' VICINA? (9 ottobre 2021)
A quanto riferito dai telegiornali odierni da parte di varie Autorita' italiane si e' affermato che:
  • La fine della pandemia e' ormai vicina (Draghi, Presidente del Consiglio).
  • Per ora non si pensa a terza dose per tutti (Rezza, Ministero della salute).
E' importante stabilire se hanno ragione o no, perche' a nostro avviso questo dovrebbe comportare l'azzeramento prossimo della curva dei contagi e quindi l'inesistenza dell' epidemia degli asintomatici.
Potrebbero anche avere ragione se l'epidemia degli asintomatici non esistesse piu' nelle condizioni attuali, con l'80% di vaccinati (saremmo allora arrivati all'immunita' di gregge). Noi pero' purtroppo riteniamo che esistera' ancora e che non sia destinata a scomparire ne' con l'80% di vacinati ne' con il parametro Rt<1.
Non c'e' da fare supposizioni, la curva dei contagi gia' nei prossimi giorni ci dira' come stanno le cose, in maniera inequivocabile: se andra' a zero avranno avuto ragione le Autorita' italiane ed avremo raggiunto l'immunita' di gregge, altrimenti saranno giuste le previsioni del modello a soglia e l'epidemia degli asintomatici continuera' ad esistere mentre l'immunita' di gregge non verra' raggiunta probabilmente mai.
Questo costituira' un importante test di validita' del modello, come abbiamo descritto nel commento seguente.
Se l'epidemia degli asintomatici risultera' esistere veramente, continuera' a costituire quella che noi abbiamo chiamato la "brace sempre accesa" della pandemia e che il modello a soglia considera una caratteristica peculiare di questa pandemia, pronta a riattivare una nuova ondata epidemica in ogni momento, in cui le condizioni diventino propizie (per i virus), come accadde nel 2020 in cui dal 3% di fine settembre i contagi della seconda ondata s'impennarono fino al 12% a meta' ottobre.
Infatti l'arrivo della stagione fredda, che aumenta la contagiosita' dei virus (intesa come probabilita' di produrre nuovi contagi), certamente contribuisce a creare condizioni "propizie" (la stagione fredda da sola pero' non basta, se non la aiutano anche quei comportamenti umani sbagliati, che aiutano i virus a diffondersi).

LEZIONE 34: VERIFICA DI VALIDITA' DEL MODELLO (9 ottobre 2021)
Vai a:   Lezione 33   ,   Lezione 35
Chiunque costruisce un modello e' poi desideroso di sapere se funziona. Per questo abbiamo interesse a verificare ora, come in tutte le altre occasioni possibili, la validita' del nostro modello, per aumentare la fiducia in esso o per capire se va abbandonato perche' non funziona bene.
Ora e' arrivato quello che noi possiamo considerare il momento della verita' per il modello a soglia: si tratta di vedere cosa fara' la linea viola nel grafico dei contagi (se non si vede, cancellate la cache del browser):
  1. Se nei prossimi giorni la linea viola nella curva dei contagi scendera' a zero avranno avuto ragione le Autorita' italiane ad affermare che la fine della pandemia e' vicina e torto il modello a soglia (che allora non potra' piu' essere considerato valido): vorrebbe dire che con l'80% di persone vaccinate l' epidemia degli asintomatici non esiste piu' (cioe' gli asintomatici non riescono piu' a trasmettere il contagio) e l'epidemia allora si estingue, essendosi realizzate le condizioni dell'immunita' di gregge: e' un'eventualita' possibile, se i contagi arriveranno a zero ed avremmo raggiunto allora l'immunita' di gregge.
  2. Se invece accadra' una cosa diversa, cioe' la linea viola nella curva dei contagi tendera' non a zero ma ad un valore costante (per ora superiore allo 0.6% del luglio 2021), allora sara' confermata l'esistenza dell' epidemia degli asintomatici e con essa anche il modello a soglia sara' confermato: vorra' dire che NON e' vicina la fine della pandemia ma che purtroppo dovremo continuare ancora per un po' di tempo a restare sotto la spada di Damocle dell'epidemia degli asintomatici con il relativo fondo di contagi al livello misurato.
    Questo e' quello che accadde l'anno scorso, quando in estate il fondo dei contagi non si azzero' ma rimase variabile dal 2% al 3% (in effetti il modello e' stato da noi costruito sulla base dell'esperienza dei 12 mesi precedenti). Poi dal 3% di fine settembre i contagi s'impennarono fino al 12% a meta' ottobre e parti' la seconda ondata.
    Vorra' anche dire che per questo tipo di pandemia l' immunita' di gregge non esiste a causa della presenza dell'epidemia degli asintomatici, come abbiamo gia' osservato in passato, deducendolo dal modello.
Si tratta di vedere cosa fara' in questi giorni il fondo degli asintomatici, con l'80% di persone vaccinate ma meno immunizzati naturali rispetto all'anno scorso: se continuera' ad essere presente, sara' una conferma dell'esistenza dell'epidemia degli asintomatici, cioe' della loro capacita' di trasmettere l'infezione, perpetuando l'esistenza di questa popolazione di asintomatici, anche se in numero inferiore all'anno scorso per l'alta percentuale di persone ora vaccinate (80%) ed in numero variabile con la contagiosita' del virus, che dipende dalla temperatura oltre che dal tipo di variante dominante (ora e' la delta).
Si tratta di previsioni, dato che il modello serve anche a questo: prevedere cosa accadra' in futuro.
Quindi nel secondo caso sara' anche necessario pensare alla terza dose di vaccino per tutti, perche' a quanto ci risulta le immunizzazioni svaniscono con il passare del tempo (anche quelle naturali, molto efficaci finora, e non solo quelle vaccinali) ma la percentuale di immunizzati dovra' continuare a restare sempre la piu' alta possibile.
Questo finche' non verra' accertata la generazione di una memoria immunologica a lungo termine nelle cellule umane protettive (globuli bianchi, ecc.), che e' possibile ma non e' ancora stata rilevata in quantita' significativa.

COMMENTO AL DATO DI VENERDI' (8 ottobre 2021)
Il dato di oggi e' in accordo con la discesa della curva dei contagi verso il fondo degli asintomatici che, se e' tra 1.2% ed 1.4%, dovrebbe essere raggiunto ormai in pochi giorni (3 o 4). Da quel punto in poi secondo il nostro modello la curva dovra' rimanere al livello costante del fondo con i picchi del venerdi' molto ridotti se non addirittura scomparsi (a meno di nuovi importanti apporti di nuovi contagi, dovuti alle riaperture delle attivita' umane).
In base ai criteri che definiscono il modello a soglia dopo la fine di un'ondata non e' probabile che ne parta subito un'altra perche' sono aumentate le immunizzazioni naturali. La quarta ondata e' stata solo 1/3 dell'ampiezza delle ondate precedenti per cui siamo in una situazione di un apporto minore di nuove immunizzazioni naturali, pero' con un alta percentuale (80%) di persone immunizzate dalle vaccinazioni. Le due cose dovrebbero compensarsi e quindi il modello prevede che sia improbabile la risalita dei contagi a breve termine.
Diverso sara' il discorso con l'arrivo del freddo invernale: per questo e' importante, prima di allora, prolungare l'immunizzazione delle persone vaccinate nei primi mesi del 2021 con una terza dose di vaccino.
Anche i decessi seguono l'andamento previsto dalla linea viola del modello.

COMMENTO AL DATO DI GIOVEDI' (7 ottobre 2021)
Il dato di oggi e' praticamente uguale a quello di ieri ed entrambi crediamo risultino vicini al picco di venerdi' (domani).
Anche i decessi sono in accordo con l'andamento previsto ed indicato dalla linea viola nel grafico dei decessi.

DURATA DELL'IMMUNITA' VACCINALE (7 ottobre 2021)
La presenza dei picchi del venerdi' nel grafico dei contagi all'inizio ci appariva come un disturbo spurio perche' sembrava che la curva scendesse troppo rapidamente per essere reale.
Tuttavia gia' quasi un anno fa (il 30 novembre 2020) avevamo cercato di dare una prima interpretazione in termini reali di questi picchi del venerdi'.
Ora crediamo che la loro origine sia molto piu' chiara.
Dopo aver capito che si trattava dei contagi di persone immunizzate, con tempo di "guarigione" dai 2 ai 4 giorni, ci si e' spalancata una nuova finestra nello studio delle persone immunizzate, perche' i picchi sono cosi' ben definiti che e' possibile estrarne informazioni preziose per l'epidemiologia delle persone immunizzate: per esempio la durata delle loro immunizzazioni.
Spieghiamo cosa intendiamo. Le immunizzazioni sono di tre tipi:
  1. Immunizzazioni naturali prodotte da un'infezione contratta nel passato (entro un numero di mesi che sarebbe interessante poter determinare dai dati).
  2. Immunizzazioni prodotte dalla vaccinazione di una persona priva di immunita' naturale.
  3. Immunizzazioni prodotte dalla vaccinazione di una persona gia' dotata di immunita' naturale: queste esistono perche' nel momento della vaccinazione non si e' accertato se la persona da vaccinare fosse gia' immune. Si presume che in questi casi la vaccinazione abbia accentuato migliorandolo il livello d'immunita'.
Nei picchi del venerdi' della quarta ondata sono presenti tutti e tre i tipi di immunizzati nelle percentuali medie presenti nell'area monitorata (nel nostro caso il Piemonte).
Ora spieghiamo qualitativamente il metodo di calcolo, che va eseguito con un'analisi computerizzata sui dati con un software piuttosto semplice a farsi.
Per prima cosa si calcola con una procedura di "best fit" ai dati dei contagi (picchi esclusi) la curva dei contagi delle persone non immunizzate (sarebbe la nostra linea viola).
Poi per sottrazione tra la curva dei contagi e la linea viola si estraggono le percentuali dei soli picchi del venerdi' e da queste percentuali si ricavano i numeri di persone immunizzate contagiate in ogni settimana.
Questi numeri, che saranno diversi nelle quattro ondate che si sono succedute, possono essere correlati tra loro per ottenere gli obiettivi qui' indicati:
  • le distanze medie nel tempo con i momenti in cui le vaccinazioni sono state fatte per ricavare quanto dura mediamente l'immunita' delle vaccinazioni.
  • le percentuali di immunizzati naturali dedotte dalle aree dei picchi delle ondate precedenti (dalle aree si ricava il numero totale di persone contagiate e quindi il numero di persone immunizzate da questi contagi, che in massima parte saranno asintomatici) per separare il numero degli immunizzati vaccinali (noti) da quelli degli immunizzati naturali (misurati).
Questi sono solo esempi, perche' e' abbastanza chiaro che separare la curva dei contagi delle persone immunizzate da quelle non immunizzate apre la strada ad una comprensione piu' approfondita del funzionamento della pandemia.

COMMENTO AL DATO DI MERCOLEDI' (6 ottobre 2021)
Il dato di oggi e' risalito sopra alla linea viola nel grafico della quarta ondata avvicinandosi ad un valore piu' alto per il prossimo venerdi', a testimonianza che non siamo ancora arrivati al livello del fondo degli asintomatici (in cui i picchi del venerdi' scompaiono, per i motivi che abbiamo gia' spiegato venerdi' 1 ottobre).
Questo fatto dovrebbe indicare che il livello raggiunto dalla linea viola e' ancora piu' alto del fondo degli asintomatici e che quindi la curva dei contagi scendera' ancora di piu' (in assenza di nuovi apporti dovuti alle riaperture in corso di varie attivita' umane (sono parecchie).
I picchi del venerdi', indicati con delle V rosse nel grafico dei contagi, non compaiono nel fondo degli asintomatici perche' le cariche virali emesse dagli asintomatici sono troppo deboli per riuscire ad infettare le persone immunizzate in modo rilevabile (osservazione della realta', assunta come nozione nel modello).
Per questo il fondo dei soli asintomatici non presenta i picchi del venerdi', che compaiono solo durante le ondate alimentate dai contagi prodotti dalle attivita' umane, con frequenza minore nei fine settimana, quando le attivita' si riducono (per questo i picchi dei contagi sono di venerdi', mentre quelli dei decessi di martedi', cioe' proprio 18 giorni dopo il venerdi', in accordo con i risultati da noi trovati e come si vede bene nel grafico dei decessi , dove le M rosse indicano i martedi'.
A questa comprensione del fenomeno pandemico si arriva applicando le nozioni che definiscono il modello a soglia.

COMMENTO AL DATO DI MARTEDI' (5 ottobre 2021)
Il dato di oggi e' identico a quello di ieri, per cui anche il nostro commento e' lo stesso di ieri.
Vedendo l'andamento del grafico , e' probabile che l'1.2% risultera' essere proprio il livello di fondo attuale dell'epidemia degli asintomatici.
Questo livello sarebbe dovuto scendere anche sotto allo 0.6% di luglio, dopo un altro mese di decadimento per guarigione della coda dell'apporto di contagi asintomatici, portati dalla quarta ondata, perche' la percentuale di vaccinati intanto e' salita dal 65% all'80%.
Ma non sara' cosi', perche' la temperatura ambientale si sta abbassando e dal livello raggiunto, che sara' il punto di equilibrio tra le guarigioni degli asintomatici ed i nuovi contagi che quest'epidemia nascosta sara' in grado di produrre con l'80% di persone vaccinate, potremo avere un'indicazione dell'innalzamento della contagiosita' di questi virus con l'abbassamento della temperatura.
Durante tutto l'inverno questo fondo degli asintomatici, opportunamente estratto dai dati reali dei contagi, variera' in funzione della temperatura media ambientale e questa dipendenza potra' essere valutata se non addirittura misurata con strumenti statistici.
Questo studio dell'epidemia degli asintomatici sara' da ora al centro della nostra attenzione, perche' riteniamo che questa epidemia nascosta sia proprio il cavallo di Troia che usa la pandemia per rimanere tra noi in forma endemica, impedendoci di vincere definitivamente questa guerra.
Con l'aiuto del nostro modello , che ci permettera' di capire come funziona in una popolazione altamente immunizzata, non potendo contare sull' immunita' di gregge , dovremo trovare il modo di azzerarla.

DECESSI: I decessi stanno diminuendo in sostanziale accordo con i risultati da noi trovati:
  1. RITARDO MEDIO DEI DECESSI RISPETTO AL MOMENTO DEL CONTAGIO: 18 giorni
  2. LEGAME TRA N. DECESSI E LIVELLO DEI CONTAGI: 3.6% di contagi ---> 60 decessi/giorno
in base ai quali i 50 decessi di oggi corrispondono ad un valor medio del 3% dei contagi di 18 giorni fa (cioe' venerdi' 17 settembre), mentre il 2% della linea viola nel grafico dei decessi corrisponde ai 33 decessi, come media del periodo attuale.

INSEGNAMENTI DEL MODELLO A SOGLIA (4 ottobre 2021)
Il modello ci permette di conoscere meglio i meccanismi usati dai virus per attaccare il genere umano. Vediamo allora se possiamo ricavarne informazioni utili per combatterli meglio:
  1. Innanzitutto dobbiamo sapere che le persone immunizzate possono contagiarsi e divenire a loro volta contagiose, ma solo per un tempo massimo di 4 giorni (poi risultano guarite).
  2. Le armi letali di questi virus sono:
    • Il tempo di guarigione spontanea di 30 giorni, che essendo cosi' lungo aumenta la sua capacita' di contagiare ed allunga il tempo di discesa della curva dei contagi, prolungando i danni arrecati.
    • La capacita' di nascondersi in un'epidemia invisibile, quella degli asintomatici, che permette loro di continuare ad esistere per un tempo illimitato, potendo generare in ogni momento nuove ondate epidemiche.
  3. Questi allora devono essere i nostri obiettivi strategici per sconfiggere definitivamente questi virus:
    • Accorciare il tempo di guarigione sotto i 30 giorni. Come? Con dei farmaci che possono accelerare la guarigione di tutti i contagiati (soprattutto quelli che non sanno di esserlo: gli asintomatici). Le nuove pillole prodotte dalla casa farmaceutica tedesca Merck o altre simili potrebbero servire allo scopo.
    • Lo stesso sistema farmacologico, che abbatte i tempi di guarigione, puo' abbassare anche di molto il livello del fondo degli asintomatici, riducendone drasticamente il numero e quindi la pericolosita'. Non si dev'essere soddisfatti di avere un fondo degli asintomatici basso, come 0.6%. Va ancora abbassato quanto piu' possibile, per ridurre al massimo l'efficacia della migliore arma della pandemia, che e' l'epidemia degli asintomatici (altrimenti con il freddo invernale i virus, allevati inconsapevolmente in gran numero dalle persone asintomatiche, ritornano ad essere aggressivi).
Queste ed altre idee possono trarre origine dalla conoscenza del funzionamento della pandemia, fornita dal modello a soglia.
Una volta spuntate le armi che rendono questa pandemia cosi' pericolosa, crediamo che sia possibile anche riuscire a farla scomparire dalla faccia della Terra.
In questa guerra l'uso del modello e delle informazioni che e' in grado di fornire puo' svolgere un ruolo molto importante in un'azione di contrasto attiva (perche' attacca direttamente le armi dei virus), che si affianca a quella passiva delle vaccinazioni (che proteggono le persone). Crediamo che possa anche essere un riferimento per l'interpretazione, qualitativa e quantitativa, dei risultati delle azioni di contrasto di volta in volta intraprese.

COMMENTO AL DATO DI LUNEDI' (4 ottobre 2021)
Continua la discesa dei contagi secondo l'andamento previsto dalla linea viola nel grafico dei contagi.
Il fondo degli asintomatici a cui si appiattira' potrebbe essere a 1.4% (contro lo 0.6% da cui era partito all'inizio della quarta ondata).
Anche i decessi seguono l'andamento previsto dalla linea viola nel relativo grafico.

COMMENTO AL DATO DI DOMENICA (3 ottobre 2021)
Il dato di oggi e' tornato allo stesso livello di quelli dei giorni precedenti, confermando i nostri sospetti sull'anomalia del dato di ieri che quindi non prendiamo in considerazione.
Lo scenario che si va delineando e' quindi di un esaurimento della quarta ondata con la fine dei picchi dei contagi delle persone immunizzate cosi' ben visibili nei giorni di venerdi', per i motivi che abbiamo gia' spiegato venerdi' 1 ottobre, ed un appiattimento progressivo della curva dei contagi sul livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici, che nel frattempo e' salito dallo 0.6% precedente all'inizio della quarta ondata ad un livello piu' alto, perche' la quarta ondata ha fatto salire il numero di asintomatici presenti in Italia.
Questo livello, che ora sembra essere intorno al 2.2%, e' destinato a diminuire lentamente con il tempo, per ora parallelamente all'andamento della linea viola nel grafico , per assestarsi poi ad un livello comunque superiore al 0.6% di luglio, per colpa delle temperature autunnali piu' basse.

LEZIONE 33: DESCRIZIONE DELLA QUARTA ONDATA (3 ottobre 2021)
Vai a:   Lezione 32   ,   Lezione 34
La descrizione della quarta ondata fatta dal modello a soglia trova un pieno riscontro nei dati, nel loro comportamento e nell' andamento temporale dei contagi:
  1. A luglio l'epidemia degli asintomatici ha raggiunto l'equilibrio tra nuovi contagi e guarigioni al livello di 0.6%, che e' un terzo di quello del 2020, perche' nell'estate 2021 si era raggiunto il 65% di vaccinazioni della popolazione (solo 1 su 3 era NON vaccinato).
  2. Poi a luglio, per i comportamenti troppo imprudenti della popolazione, si e' consentito ai virus di diffondersi eccessivamente ed e' cosi' partita la quarta ondata, che pero' ha avuto una crescita limitata a solo un terzo delle precedenti ondate (il picco si e' fermato al 6% invece di raggiungere il 18%), grazie al 65% di popolazione vaccinata.
  3. La quarta ondata e' durata per tre mesi durante i quali ha generato tanti contagi molti dei quali asintomatici che sono andati ad aumentare il numero di persone contagiate ed asintomatiche (quelli dell'ultimo mese perche' quelli di prima ormai sono guariti): questo fatto ha spostato l'equilibrio attuale dell'epidemia degli asintomatici ad un livello piu' alto, che e' proprio quello a cui la curva dei contagi attuale si sta avvicinando.
  4. Questo livello, una volta che tutti i contagiati residui della quarta ondata saranno guariti (dopo un mese dal contagio), scendera' al punto di equilibrio dell'epidemia degli asintomatici (tra nuovi contagi e guarigioni) ma che non sara' il livello da cui era partita, dello 0.6% di luglio, perche' nel frattempo la temperatura ambientale sara' scesa e questo comportera' un accentuarsi della contagiosita' dei virus (come spiegato in passato, parlando dell'effetto della temperatura ).
  5. Quindi a fine ottobre ci aspettiamo un livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici di almeno 1.6%, malgrado l'alta percentuale di persone vaccinate.
  6. Ovviamente dovremo essere bravi a non far partire la quinta ondata, su cui saranno impegnati tutti i virus allevati in modo inconsapevole ed in gran numero dall'epidemia degli asintomatici, che contando sulla loro aumentata contagiosita' autunnale e sulla riduzione delle difese immunitarie prodotta dalle "infreddature", sono pronti a colpire di nuovo, ripetendo ancora una volta il loro ciclo con l'ondata N.5

COMMENTO AL DATO DI SABATO (2 ottobre 2021)
Il dato di oggi ci sembra proprio strano. Gia' 10 giorni fa c'era stato un solo dato cosi' alto, che pero' e' rimasto un caso isolato e per questo poco significativo. Potrebbe esserci stata forse qualche anomalia nella raccolta ed elaborazione dei dati a noi pervenuti.
La quantita' di test eseguiti e' molto alta ma con una percentuale di test antigenici del 91% che e' superiore al solito 70-80%. Questa e' l'unica stranezza che potrebbe originare l'anomalia perche' i test antigenici noi non li consideriamo e sottraendoli ai test totali per ottenere quelli molecolari, andiamo ad accentuare l'incidenza di eventuali errori di qualsiasi tipo sul dato finale, perche' questa differenza (34944-31810) si trova al denominatore (100/3134).
Nei calcoli, ovunque c'e' una differenza piccola di numeri molto grandi, si accentua la variabilita' del risultato (ma nel nostro caso e' il numero di test molecolari positivi per definizione).
Forse questo effetto potrebbe aver fatto fluttuare il dato molto oltre il 10%, che e' la radice quadrata dei 100 test molecolari positivi rivelati (crediamo che cosi' sia possibile un errore del +30%, con cui il dato tornerebbe normale).
Per ora non possiamo sapere come stanno le cose. E' certo che un aumento dei contagi del 60% da un giorno all'altro sarebbe dovuto ad eventi veramente inattesi e disastrosi, che speriamo proprio non corrispondano alla realta'.
Staremo a vedere cosa succedera' con il dato di domani (che purtroppo pero' sara' di domenica).

COMMENTO AL DATO DI VENERDI' (1 ottobre 2021)
Il dato di oggi e' il picco del venerdi' e risulta particolarmente basso. Questo secondo noi dipende dal fatto che la quarta ondata , che e' quella che alimenta i picchi, si e' quasi esaurita, arrivando al livello del fondo degli asintomatici che costituisce uno stato di equilibrio stabile tra i nuovi contagi inconsapevoli di persone asintomatiche e le guarigioni delle persone asintomatiche (che smettono di essere positive al test molecolare).
In un tale stato di equilibrio, che sara' salito dallo 0.6% di partenza (livello dei primi di luglio) ad un livello piu' alto (forse 1.5%, giudicando dall'andamento della linea viola), i picchi del venerdi' sappiamo che non si verificano come li abbiamo visti nel corso della quarta ondata (cioe' andranno a scomparire). Cio' accade perche' le cariche virali emesse dagli asintomatici sono troppo deboli per riuscire ad infettare le persone immunizzate in modo rilevabile: per questo il fondo dei soli asintomatici non presenta i picchi del venerdi', che compaiono solo durante le ondate alimentate dai contagi prodotti dalle attivita' umane, con frequenza minore nei fine settimana, quando le attivita' si riducono.
Che le loro cariche siano deboli e' anche testimoniato dal livello piu' basso raggiunto a luglio dal fondo degli asintomatici (0.6% ai primi di luglio 2021, invece del 2% dell'estate 2020) per merito dell'alto livello (65%) delle vaccinazioni.
Quindi tutto continua a procedere in modo del tutto compatibile con quanto previsto dal modello a soglia.
Ricordiamoci pero' che la temperatura sta scendendo verso i valori autunnali e questo aumentera' l'aggressivita' dei virus (la seconda ondata l'anno scorso inizio' proprio a meta' ottobre).
E' raccomandabile a tutti percio' continuare a prestare la massima attenzione a tutte le cautele che ci proteggono dal rischio di contagio.

COMMENTO SUI DECESSI (30 settembre 2021)
Abbiamo gia' discusso la caratteristica sorprendente, presente anche nei dati dei decessi e molto ben visibile nell'andamento dei dati, che mostra sempre, anche nei decessi, la comparsa di picchi settimanali , centrati in questo caso intorno ai giorni di martedi' (18 giorni dopo il venerdi' dei contagi da cui derivano, come dev'essere ), come mostra il grafico seguente (dove le M rosse piccole sui picchi indicano i martedi'):



Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, questi picchi non sono conseguenza dei picchi che vediamo della curva dei contagi, perche' quelli sono dei contagiati immunizzati che non muoiono; infatti siamo arrivati alla conclusione che questi picchi sono un'altra cosa, anche se risalgono ad una stessa origine: gli apporti di nuovi contagi dalle attivita' umane, che intervengono anche sui contagi delle persone non immunizzate e quindi anche sui loro decessi.
Ma allora, potrebbe dire chi osserva con occhio giustamente critico la stesura del nostro modello, che bisogno c'e' di chiamare in causa i contagi delle persone immunizzate per spiegare i picchi del venerdi' nella curva dei contagi: basterebbe attribuirli alle stesse fluttuazioni settimanali della produzione dei contagi.
In parte potrebbe esserci anche li' l'effetto di queste fluttuazioni ma la regolarita' dei tempi di discesa dei picchi nella curva dei contagi ci ha convinto che la spiegazione da noi fornita nel modello sia la piu' verosimile e quindi ammissibile.
Nei picchi dei decessi infatti non vediamo la stessa regolarita' e questo ci fa propendere per la spiegazione che abbiamo fornito, dato che i decessi non possono certamente essere di persone che erano immunizzate prima del contagio.
Il 100% di sicurezza in questa materia non si puo' avere e da qui' discende la ragione di esistere del modello, che a differenza di una teoria come tutti i modelli e' giusto finche' riesce a spiegare tutto quello che vediamo della pandemia: non pretende nulla di piu'.
Concludendo osserviamo che anche l'andamento dei decessi prosegue come previsto dal nostro modello, cioe' spostati di 18 giorni in avanti rispetto ai contagi (picco dei decessi al 31/3 e quello dei contagi al 13/8), con 60 decessi al giorno ogni 3.6% di contagi.
E' curioso che ai picchi del venerdi' nel grafico dei contagi corrispondano i picchi del martedi' nel grafico dei decessi (i martedi' vengono proprio dopo 18 giorni dai venerdi').
I contagi che hanno portato a quei decessi pero' non sono quelli nei picchi visibili nel grafico dei contagi, che sono di persone immunizzate e che sono guarite in pochi giorni, ma quelli del picco sottostante delle persone NON immunizzate (che noi non abbiamo estratto dal grafico e quindi non sono visibili), che ci sono perche' la periodicita' settimanale dei contagi, legata alla prossimita' con persone diverse nei luoghi di lavoro, produce contagi anche tra le persone non immunizzate.
N.B. Si noti, a sinistra nel grafico, il picco dei 250 decessi al giorno della terza ondata contro il massimo dei 75 della quarta ondata: la vaccinazioni sono servite anche a questo.

COMMENTO AL DATO DI GIOVEDI' (30 settembre 2021)
Il dato di oggi e' quasi uguale a quello di ieri ed anche il dato di domani (venerdi') sara' probabilmente allo stesso livello confermando la netta discesa della curva anche per quanto riguarda i contagi delle persone immunizzate (il picco del venerdi').

COMMENTO AL DATO DI MERCOLEDI' (29 settembre 2021)
Il dato di oggi risale verso il prossimo picco del venerdi' (quello dei contagiati immunizzati), allontanandosi dalla linea viola nel grafico della quarta ondata , che rappresenta l'andamento dei contagiati NON immunizzati.
Tutto in perfetto accordo con l'andamento previsto dal nostro modello.

VEDERE L'EPIDEMIA DEI NON VACCINATI (29 settembre 2021)
Nulla e' piu' persuasivo che vedere con i propri occhi o toccare con mano l'efficacia delle vaccinazioni.
Per questo riportiamo il grafico del numero di pazienti ricoverati in terapia intensiva, che sono quasi tutti NON vaccinati (le persone vaccinate NON finiscono in terapia intensiva), dall'inizio della pandemia ad oggi in Italia:



Fortunatamente all'arrivo della quarta ondata le persone non ancora vaccinate in Italia erano meno del 35% della popolazione e cosi' i virus non sono riusciti a far salire il picco al livello delle tre ondate precedenti. Sono stati tanti pazienti in meno per le terapie intensive.
Noi non abbiamo dubbi che senza le vaccinazioni la quarta ondata sarebbe stata grande come le prime tre che l'hanno preceduta, visibili a sinistra.
Crediamo che ogni ulteriore commento sia superfluo.

ENTITA' RELATIVA DELLE QUATTRO ONDATE: L'altezza del picco dei contagi della quarta ondata, quando una persona su 3 in Italia era stata vaccinata corrisponde giustamente ad un terzo del picco della terza ondata, come si puo' vedere nel grafico (picco della terza ondata al 18% e quello della quarta ondata al 6%).
Per quanto riguarda il picco delle terapie intensive invece il picco della quarta ondata e' poco piu' di un decimo di quello della terza ondata.
Questo riteniamo possa essere dovuto alla concorrenza delle numerose immunizzazioni naturali, conseguenti ad una infezione asintomatica contratta nei mesi precedenti, che proteggono bene dalle conseguenze gravi dell'infezione (abbassando i ricoveri in terapia intensiva) ma meno bene dalle infezioni leggere, che fanno diventare positivi al test molecolare.

DECESSI NELLE QUATTRO ONDATE: Ragionando sull'andamento dei decessi il 14 settembre siamo arrivati ai seguenti risultati :
  1. RITARDO DEI DECESSI RISPETTO AL MOMENTO DEL CONTAGIO: 18 giorni
  2. LEGAME TRA NUMERO DI DECESSI E LIVELLO DEI CONTAGI : 3.6% di contagi ---> 60 decessi/giorno
Cioe' abbiamo stabilito:
  1. QUANTO TEMPO IMPIEGA IL VIRUS PER UCCIDERE: Il virus ci mette 18 giorni per infettare i polmoni di una persona NON immunizzata ed ucciderla (una persona immunizzata invece non riesce ad ucciderla, perche' non riesce ad arrivare ai polmoni e scatenare la polmonite virale).
  2. QUANTI MORTI PRODUCE IL VIRUS: Il secondo dato afferma che la capacita' di uccidere di questi coronavirus e' tale che, anche con solo il 3.6% di contagi, puo' produrre 60 decessi AL GIORNO!
Il fenomeno e' lineare: quando i contagi raddoppiano anche i decessi raddoppiano. Quindi se la percentuale di contagi arriva al 12% , 18 giorni dopo avremo 200 morti al giorno e se arriva al 18% i decessi giornalieri saranno 300 (una strage!)
Nei nostri grafici c'e' una colonnina ogni giorno. Il totale dei decessi si ottiene sommando i decessi di ogni giorno, cioe' sommando le colonnine del grafico dei decessi cioe' calcolando l'area della curva, per i matematici l'integrale della funzione Decessi(t).
Il secondo risultato da noi trovato definisce il fattore di proporzionalita' tra il livello dei contagi ed il numero dei decessi giornalieri.
Essendo il numero totale dei decessi legato all'area del grafico sara' maggiore se l'ondata dura per un tempo piu' lungo.
E' facile vedere dal grafico della terza ondata il confronto tra l'attuale quarta ondata e la precedente terza ondata, da cui si deduce che
  • la quarta ondata e' durata la meta' della terza ondata (circa 2 mesi invece di 4);
  • la quarta ondata ha raggiunto livelli di contagi circa 1/3 rispetto a quelli della terza ondata.
Quindi, per quanto detto in precedenza, la quarta ondata deve aver prodotto un sesto dei decessi della terza ondata (stiamo parlando di 3000 invece di 18.000 morti, cioe' 12.000 vite umane risparmiate in 2 mesi).
Questo grazie all'alta percentuale di vaccinazioni fatte, che ci hanno consentito di avere:
  • una durata dell'ondata dimezzata, perche' il livello massimo raggiunto e' stato piu' basso;
  • un livello dei contagi di un terzo, perche' i decessi hanno riguardato solo le persone non vaccinate che erano circa il 35% della popolazione;
  • quindi 5/6 dei decessi in meno.
Ci sembra che praticamente tutte le caratteristiche di questa pandemia siano ora abbastanza ben comprensibili, nell'ambito del nostro modello.

COMMENTO AL DATO DI MARTEDI' (28 settembre 2021)
Il dato di oggi scende molto da quello che dovrebbe essere il precedente picco dei contagiati immunizzati, raggiungendo la linea viola nel grafico della quarta ondata , che rappresenta l'andamento dei contagiati non immunizzati.
La linea viola l'abbiamo tracciata rettilinea a rappresentare il valor medio della componente dovuta ai contagiati non immunizzati.
Riguardo la sua aderenza ai punti reali, c'e' da tener presente che in realta' anche questa componente del grafico deve avere una struttura a picchi, che noi pero' non abbiamo scorporato (servirebbero tecniche di calcolo numerico da eseguire con un computer).
La presenza di questi picchi ci dev'essere anche per le persone non immunizzate, perche' anch'esse sono sottoposte ai contagi con la stessa frequenza settimanale, che provoca i picchi del venerdi', ben visibili, relativi ai contagi delle persone immunizzate.
La pendenza della linea viola, interpretata secondo la previsione del modello a soglia, fornisce una valutazione dell'entita' dei nuovi contagi prodotti dalle attivita' umane, che sono quelle che rallentano la discesa dei contagi verso il livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici, che a questo punto risulta piu' basso del 2.4%, da noi previsto precedentemente.
Saranno i dati dei prossimi due giorni a consentirci di individuarlo con maggiore precisione.
La quarta ondata possiamo ora considerarla conclusa ed il dato interessante sara' proprio il livello del fondo degli asintomatici, che sara' sicuramente salito dal 0.6% di prima della quarta ondata e siamo curiosi di scoprire di quanto.
E' un dato importante per lo studio dell'epidemia degli asintomatici e della sua dipendenza dalla produzione di contagi delle attivita' umane.

LEZIONE 32: L'EPIDEMIA DEGLI ASINTOMATICI PREVISTA DAL MODELLO A SOGLIA (28 settembre 2021)
Vai a:   Lezione 31   ,   Lezione 33
Nella lezione 31 abbiamo visto l'andamento previsto dal modello a soglia per un'ondata epidemica, cioe' come le nozioni del modello intervengono a determinare prima la crescita dei contagi verso il picco dell'ondata e poi la discesa dal picco.
Se applichiamo gli stessi criteri all'epidemia degli asintomatici abbiamo una crescita dei contagi iniziale (al primo arrivo dei virus) e poi una stabilizzazione del livello quando le "guarigioni" arrivano allo stesso livello dei contagi prodotti.
Non interviene pero' la decrescita imposta dall'incremento delle immunizzazioni per due motivi:
  1. Il livello di contagiati raggiunto dall'epidemia degli asintomatici e' quantitativamente piuttosto basso e tale da non accumulare un numero di immunizzati rilevante.
  2. L'infezione asintomatica non e' una vera patologia ma piuttosto una forma di parassitaggio usata dai virus per "sopravvivere" sul lungo periodo, senza danneggiare l'ospite che consente loro di continuare ad esistere. Per questo e' verosimile l'ipotesi che in queste condizioni lo stimolo sul sistema immunitario sia ridotto e cosi' anche le immunizzazioni conseguenti.
Non avendo luogo una decisa reazione immunitaria la decrescita dei contagi non avviene nel modo da noi quantificato nel calcolo fatto nella lezione 31 ed il livello dei contagi si stabilizza su un livello basso e costante nel tempo (il fondo dei contagi).
Il livello costante raggiunto dipende dall'apporto dei nuovi contagi che all'equilibrio sono solo quelli prodotti dagli asintomatici, che sono pochi e per questo il livello dei contagi e' basso (per esempio lo 0.6% dei primi di luglio).
Ma se l'apporto arriva anche da un'altra causa (per esempio i contagi prodotti dalle attivita' umane che li incentivano) allora il livello costante raggiunto all'equilibrio e' piu' alto.
Cosi' benche' il fondo degli asintomatici e' partito dallo 0.6% dei primi di luglio, ora potrebbe essere certamente arrivato al 2.4% da noi ipotizzato guardando ai dati reali nel grafico della quarta ondata e quindi la curva dei contagi prevista dal modello a soglia deve includere anche questo fondo degli asintomatici, che sale durante la quarta ondata dallo 0.6% al 2.4% con incrementi proporzionali all'ordinata della curva, fino a raggiungere l'equilibrio con le "guarigioni" degli asintomatici in 30 giorni alla fine dell'ondata (cioe' adesso).

UNA POSSIBILE NOVITA' (28 settembre 2021)
Ci potrebbe essere una novita' nell'analisi dei dati da noi fatta della quarta ondata: nel calcolo da noi fatto nella lezione 31 non abbiamo incluso, per semplicita', proprio l'apporto dei contagi provenienti dall'epidemia degli asintomatici.
Si tratta di quell'eccesso di contagi, al netto delle guarigioni degli asintomatici, che ai primi di luglio produceva un fondo costante di contagi dello 0.6%.
Questo fondo e' proporzionale al numero di asintomatici nel senso che se la popolazione degli asintomatici raddoppia di numero anche questo fondo raddoppia.
Ora, dopo 9 settimane di contagi alti (basta contare i picchi settimanali nel grafico ), e' ovvio che la popolazione asintomatica sia aumentata rispetto ai primi di luglio e cosi' il relativo fondo di contagi prodotto.
Per questo riteniamo possibile che il fondo prodotto dall'epidemia degli asintomatici sia ora arrivato al 2.4% che sarebbe proprio il livello costante a cui sembra avvicinarsi sempre piu' la curva della quarta ondata
Se fosse cosi', la quarta ondata si starebbe concludendo ora, lasciando un'epidemia degli asintomatici ad un livello salito dal 0.6% al 2.4%.
Questo livello sarebbe poi destinato a diminuire lentamente con un andamento discendente uguale a quello da noi trovato nel calcolo della previsione fatto nella lezione 31 , determinato dall'entita' dei contagi prodotti dalle attivita' umane attuali.
Concludendo avremmo appreso che il grafico della quarta ondata , con l'andamento da noi ricavato nella lezione 31 e con tutti i picchi del venerdi' e' quello che si verifica quando, in una situazione stazionaria definita dall'equilibrio tra nuovi contagi e guarigioni raggiunto dall'epidemia degli asintomatici, si aggiunge un'ulteriore crescita di contagi piuttosto significativa prodotta dalle attivita' umane.
Allora questi nuovi contagi danno origine alla quarta ondata, interessando sia le persone non immunizzate, che fanno crescere il livello della curva (linea viola), ma anche le persone immunizzate, che guarendo in soli 2-4 giorni (a secondo del tipo di contagio e del grado d'immunita') producono quei picchi del venerdi', cosi' ben visibili.
Questo grafico della quarta ondata crescerebbe sempre di piu' se non subisse l'effetto limitante delle guarigioni e delle immunita' esistenti, per cui arriva ad un picco dopo circa un mese per poi decadere lentamente nel modo descritto dal modello a soglia e calcolato nella lezione 31 sovrapposto al livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici che sembra essere ora al 2.4%.
Questa quarta ondata si sta ora concludendo e ci rimane cosi' il livello costante di contagi dell'epidemia degli asintomatici, purtroppo salito dal 0.6% al 2.4% attuale (come sembra).
Prevediamo che questo livello sia destinato a durare a lungo, peggiorando pure per l'arrivo della stagione fredda che aumentera' l'aggressivita' dei virus, per poi tornare allo 0.6% con l'arrivo dell'estate prossima.
Il livello del 2.4% corrisponde a 40 decessi al giorno, come abbiamo ricavato il 14 settembre, discutendo l' andamento dei decessi.
Ovviamente ci sarebbe il modo di ridurre sia i decessi, aumentando la percentuale di vaccinati, che anche la rapidita' di discesa del fondo degli asintomatici ma a costo di gravose restrizioni, perche' quello che si dovrebbe fare e' ridurre i nuovi contagi prodotti dalle attivita' umane (in inverno crediamo che sia comunque inevitabile per evitare una quinta ondata sia pur ridotta come la quarta, grazie alle vaccinazioni).
Quindi, come potete vedere, tutti gli aspetti di questa pandemia possono essere ben descritti dal modello a soglia. Ci sembra cosi' che possa essere un utile strumento per poter aiutare a gestire questa pandemia (ottenendo le previsioni del modello come abbiamo fatto noi nella lezione 31 o meglio in modo automatizzato con un computer).

COMMENTO AL DATO DI LUNEDI' (27 settembre 2021)
Il dato di oggi conferma l'andamento discendente dei dati, per cui ci sentiamo di dire che l'appiattimento che avevamo ipotizzato disegnando la linea viola orizzontale ci sembra non essere giusto.
Il vero andamento della linea viola che rappresenta i contagi delle persone non immunizzate in realta' e' discendente anche se con una pendenza ridotta rispetto a quella iniziale.
Questo nuovo andamento della linea viola (che ridisegneremo domani) sembra consistente con quello previsto dal modello a soglia, come abbiamo ricavato nella lezione 31.

COMMENTO AL DATO DI DOMENICA (26 settembre 2021)
I dati degli ultimi 4 giorni si sono praticamente appiattiti sul valore del 2.8% nel grafico della quarta ondata e questo appare un comportamento insolito perche' corrisponde, ormai in modo certo, ad una notevole diminuzione di apporti di nuovi contagi da parte delle attivita' umane che sta comportando una diminuzione della precedente crescita dei contagi, sia delle persone immunizzate (infatti non si e' avuto il solito picco del venerdi') che di quelle non immunizzate (per cui la linea viola dovra' abbassarsi).
Se le cose stanno cosi' e' un'ottima notizia.

COMMENTO AL DATO DI SABATO (25 settembre 2021)
Il dato di oggi e' allo stesso livello del picco del venerdi', collocato esattamente sulla linea viola da noi disegnata per indicare il supposto livello costante dei contagi delle persone non immunizzate.
Potrebbe essere un gran bel segno se i dati dei prossimi due giorni, che dovrebbero scendere dal picco del venerdi', scendessero veramente. Vorrebbe dire allora che qualche intervento di prevenzione dei contagi attuato recentemente ha funzionato molto bene e la curva dei contagi ha ripreso la sua lenta discesa verso il fondo di 0.6%.
A questo riguardo e' di tutta rilevanza l'acquisizione dell'andamento standard previsto dal modello a soglia della curva dei contagi, presentato nella Lezione 31.
Esso prevede una coda con una discesa dal picco ben piu' lenta dei 30 giorni delle guarigioni dei contagiati non immunizzati, da noi usati finora come riferimento.
In realta', come da noi gia' previsto nei commenti dei giorni scorsi, questa lenta discesa dei contagi dal picco principale e' dovuta, anche nei calcoli fatti nell'esempio della Lezione 31, alla persistenza di un'immissione importante di contagi (nell'esempio si era supposto il 20% mensile), dovuti alle attivita' umane, che pero', c'insegna il modello a soglia, se non e' eccessiva risulta perfettamente compatibile con la lenta discesa dei contagi, non rischiosa ma normale, come quella che vediamo anche nel grafico della quarta ondata.
Quindi NESSUN ALLARME, come da noi temuto in precedenza: le attivita' umane in Italia possono proseguire cosi' come ora ma sempre senza esagerare, perche' i virus sono sempre li', pericolosi anche se per ora fuori della porta (ma l'autunno si sta avvicinando, purtroppo).
Non dev'essere ignorato comunque che, se il livello dei contagi prodotto dalle attivita' umane crescesse, spingerebbe verso l'alto il livello di tutta la curva dei contagi (che subirebbe come una traslazione verso l'alto) con conseguenze sanitarie tragiche per le persone contagiate in modo grave, che se pure percentualmente poche, rischierebbero di andare ad alimentare la curva dei decessi, che gia' ora e' molto alta.
Questa attuale situazione favorevole in Italia e' dovuta al livello cosi' basso a cui e' stata costretta la curva dei contagi dall'alta percentuale di vaccinazioni raggiunta, che si e' andata ad aggiungere all'immunita' naturale delle persone che sono rimaste contagiate, in massima parte in forma asintomatica e quindi inconsapevole.
Pero' tutte queste immunizzazioni sono destinate a decadere presto (durano solo per 8 mesi circa) e quindi prima dell'inverno bisognera' ripetere molti milioni di vaccinazioni gia' fatte, altrimenti questa situazione favorevole, in cui ci troviamo ora e' destinata a finire. In tal caso si dovrebbe riprendere a ridurre i contagi mediante restrizioni, anche molto estese perche' si sarebbe in inverno, alle attivita' umane con costi molto gravosi.

LEZIONE 31: ANDAMENTO DEI CONTAGI PREVISTO DAL MODELLO A SOGLIA (25 settembre 2021)
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Per mostrare con un esempio come si applicano in pratica le nozioni che definiscono il modello, andiamo a vedere in dettaglio cosa prevede il modello a soglia circa l'andamento della curva dei contagi e qual'e' l'importanza relativa dei parametri che la governano.
A determinare l'andamento della curva dei contagi concorrono tre parametri:
  1. L'apporto alla crescita dei contagi delle attivita' umane: per esempio +20%/mese oppure zero in caso di lockdown totale;
  2. La diminuzione dei contagiati per guarigione dopo un mese dal contagio (e' un parametro del modello a soglia);
  3. La diminuzione della produzione di contagi conseguente all'immunizzazione acquisita dalle persone guarite;
Vediamo ora con un esempio come questi tre parametri determinano l'andamento della curva dei contagi di un'ondata epidemica, come la quarta ondata: e' un esercizio molto utile perche' fa capire bene come funziona questa pandemia e come viene descritta dal modello a soglia.
Supponiamo di trovarci in presenza di attivita' umane che producono un apporto di contagi costante nel tempo, per esempio con una velocita' di salita del 20%/mese, cioe' tale che in un mese porterebbe il livello dei contagi al 20% in una popolazione non immunizzata.
Allora possiamo calcolare il numero dei contagiati, che noi riportiamo in ordinata come percentuale nel grafico dei contagi , nel modo seguente.

CRITERIO DEL CALCOLO: siccome tutti i contagiati guariscono dopo un mese, il livello dei contagi corrisponde sempre al numero dei contagiati nell'ultimo mese, che diminuisce col tempo, dopo il primo mese dall'inizio (in cui essendo al primo mese non guarisce ancora nessuno). Questa diminuzione avviene per effetto della crescita del numero di immunizzati con il tempo (e' sempre uguale al numero totale di guariti), in quanto dopo la guarigione restano immunizzati per alcuni mesi.
Si tratta quindi di calcolare il numero di immumizzati presenti ogni mese per ricavare la riduzione conseguente del numero di contagiati.
Possiamo procedere al calcolo osservando che nel primo mese il livello dei contagi sale in modo lineare, senza guarigioni che ne riducano il numero, e cosi' i contagi arrivano al 20% alla fine del primo mese.
Dopo il primo mese comincia ad arrivare il decremento per le guarigioni, che e' uguale all'incremento che c'e' stato nel numero dei contagiati (perche' dopo un mese guariscono tutti) e cosi' il livello dei contagiati smetterebbe di crescere raggiungendo un valore costante, in cui da quel momento in poi il numero di nuovi contagiati e' sempre uguale al numero dei guariti.
Le guarigioni cosi' bloccherebbero la crescita, anche se l'apporto di nuovi contagi continua a rimanere costante nel tempo altrimenti, se venisse a mancare, i contagiati diminuiscono per guarigione e la curva calerebbe dal picco con la stessa velocita' con cui era salita.
L'immunizzazione progressiva dei guariti interviene anch'essa a modificare la produzione dei contagi, perche' riduce il numero delle persone ancora infettabili, cosicche' il livello dei contagi non rimane costante, benche' in presenza di un apporto continuo e costante di contagi, ma inizia a diminuire sempre di piu'.

Questo calcolo andrebbe fatto con le tecniche dell'analisi matematica (derivate ed integrali), ma per mantenere fede alla promessa di una presentazione di tipo divulgativo, facciamo il calcolo con le "differenze finite", ragionando mese per mese ed approssimando gli andamenti nell'ambito del mese come lineari (ipotesi abbastanza plausibile).
Consideriamo l'esempio seguente, con una velocita di crescita dei contagi del 20% al mese (prodotti da attivita' umane in una popolazione non immunizzata) e ricaviamo l'andamento dei contagi previsti dal modello a soglia per i primi 4 mesi dell'ondata, esaminando cosa accade alla fine di ogni mese:
  1. FINE DEL PRIMO MESE (quello della salita verso il picco): Nel primo mese il livello dei contagi sale soltanto (in modo lineare se l'apporto e' costante) e arriva al 20% alla fine del mese. A quel punto iniziano le guarigioni (che avvengono dopo un mese dal contagio di questo 20% di contagiati) che procedono per tutto il secondo mese.
    In questo primo mese non ci sono ancora ne' guariti ne' immunizzati per cui nel primo mese il livello dei contagi sale dallo 0% al 20%

  2. FINE DEL SECONDO MESE (e' iniziata la discesa a causa del numero di guarigioni e di immunizzazioni): All'inizio del secondo mese tutto cambia, perche' iniziano le guarigioni (che hanno richiesto un mese di tempo per avvenire) e con esse anche le immunizzazioni conseguenti (ogni guarito rimane immunizzato per alcuni mesi), che riducono il parco di persone infettabili dai virus e quindi il numero di contagi che possono avvenire.
    Alla fine del secondo mese i guariti e quindi anche gli immunizzati, che hanno cominciato a crescere da zero all'inizio del secondo mese, sono arrivati a quel 20% del primo mese perche' nessun contagiato del secondo mese e' ancora guarito ed i contagiati del primo mese sono tutti guariti.
    Alla fine del secondo mese questo decremento del 20% del numero di contagiati diventerebbe uguale all'incremento dei contagi (costante al 20% se non ci fosse l'effetto riduttivo delle immunizzazioni) e cosi' il livello dei contagi rimarrebbe costante.
    Ma questo non accade perche' con le guarigioni aumenta anche il numero di persone immunizzate e questo riduce il numero delle persone infettabili e quindi anche la velocita' dei contagi e la loro produzione scende sotto al 20%.
    Questo perche' nel secondo mese, a causa dell'aumento delle immunizzazioni che riducono il numero di persone infettabili, la produzione di contagi comincia a ridursi, in quanto il numero totale dei guariti, che sono divenuti tutti immunizzati, ha raggiunto alla fine del secondo mese il 20% (pari al numero di tutti i contagiati nel primo mese) e questo riduce la velocita' di produzione dei contagi dal 20%/mese all'inizio del secondo mese al 20%*(1-0.2)=16%/mese alla fine del secondo mese (18%/mese in media nel secondo mese).
    Alla fine del secondo mese il numero dei contagiati e' pari al numero residuo dei contagiati nel secondo mese, perche' quelli del primo mese sono tutti guariti. Ma questo numero non e' piu' il 20% come nel primo mese, perche' nel corso del secondo mese e' salito il numero degli immunizzati dallo 0% dell'inizio del secondo mese al 20% alla fine del secondo mese, pari al numero dei guariti che alla fine del secondo mese sono tutti quelli contagiati nel primo mese, (10% e' la media degli immunizzati presenti nel secondo mese) e questo diminuisce del 10% il numero di contagi prodotti nel corso del secondo mese, che cosi' non e' piu' il 20% ma si riduce al 18%.
    Quindi alla fine del secondo mese il livello dei contagi scende dal 20% al 18% (pari al numero totale di contagi prodotti nel corso del secondo mese).
    Questa riduzione ora piccola, dovuta al numero di immunizzati presenti, e' destanata ad aumentare nei mesi successivi, perche' gli immunizzati si accumulano nel tempo, in quanto l'immunita' dura per alcuni mesi.

  3. FINE DEL TERZO MESE (continua la discesa a causa del numero di guarigioni e di immunizzazioni).
    Prosegue la diminuzione del numero di contagiati per guarigione e per l'aumento del numero di immunizzati.
    A questo punto i guariti e quindi anche gli immunizzati (prodotti nei primi 2 mesi) sono il 20% nel primo mese ed il 18% nel secondo mese.
    La somma degli immunizzati all'inizio del terzo mese e' quindi pari al 20+18=38% e la velocita' di crescita dei contagi, con il 38% di immunizzati, si riduce dal 20% iniziale al 20%*(1-0.2-0.18)=12.4% all'inizio del terzo mese (per la diminuzione del numero di persone infettabili), mentre le guarigioni scese al 18% nel secondo mese continuano a scendere durante il terzo mese dal 18% d'inizio terzo mese al 20%*(1-0.2-0.18)=12.4%/mese finale (15.2%/mese in media nel terzo mese), per cui alla fine del terzo mese la produzione di contagi e' scesa cosi' al 15.2%/mese, cioe' nel terzo mese i contagi continuano a diminuire.
    Quindi nel terzo mese il livello dei contagi scende dal 18% al 15.2% (che e' il totale dei contagi avvenuti nel corso del terzo mese).

  4. FINE DEL QUARTO MESE (continua la discesa a causa del numero di immunizzazioni crescente).
    Prosegue la diminuzione del numero di contagiati per guarigione e per l'aumento del numero di immunizzati.
    A questo punto i guariti e quindi anche gli immunizzati (prodotti nei primi 3 mesi) sono il 20% nel primo mese, il 18% nel secondo mese ed il 15.2% nel terzo mese. La somma degli immunizzati e' quindi pari al 20+18+15.2=53.2% e la velocita' di crescita dei contagi, con il 53.2% di immunizzati, si riduce dal 20% iniziale al 20%*(1-0.2-0.18-0.152)=9% all'inizio del quarto mese (per la diminuzione del numero di persone infettabili), mentre le guarigioni scese al 15.2% nel terzo mese continuano a scendere durante il quarto mese dal 15.2% d'inizio quarto mese al 20%*(1-0.2-0.18-0.152)=9%/mese finale (12%/mese in media nel quarto mese), per cui alla fine del quarto mese la produzione di contagi e' scesa cosi' al 9%/mese, cioe' anche nel quarto mese i contagi continuano a diminuire.
    Quindi nel quarto mese il livello dei contagi scende dal 15.2% al 9%.
    Ora la decrescita comincia ad essere piu' accentuata per il numero di immunizzati che accumulandosi ha superato il 50%.
    In questo esempio la decrescita complessiva e' cosi' lenta per l'ipotesi di persistenza di un'immissione di nuovi contagi piuttosto alta (+20%).
Quindi in questo esempio abbiamo potuto vedere praticamente come la concorrenza di tre cause:
  1. L'apporto persistente alla crescita dei contagi delle attivita' umane: +20%/mese nell'esempio e zero in caso di lockdown totale;
  2. La diminuzione dei contagiati per guarigione dopo un mese (parametro del modello a soglia);
  3. La diminuzione della produzione di contagi conseguente all'immunizzazione acquisita dalle persone guarite;
Queste tre cause generano un andamento dei contagi a forma di campana asimmetrica, per cui e' normale che la discesa di un'ondata dal picco avvenga in un tempo piu' lungo della salita (con una coda che si prolunga nel tempo).
Da questo risultato grafico fornito dal modello a soglia possiamo trarre degli utili insegnamenti:
  1. Dal confronto tra la rapida salita (a sinistra) e la discesa piu' lenta dal picco abbiamo una visione impressiva dell'effetto della riduzione della salita dei contagi non solo per le guarigioni ma soprattutto della salita delle immunizzazioni che arrivano ad essere determinanti perche gli immunizzati si accumulano di numero nel tempo (almeno per 8 mesi circa).
  2. La lenta discesa che guarigioni ed immunizzazioni impongono alla curva rendono probabilmente esagerate certe nostre preoccupazioni conseguenti alla convinzione, evidentemente non del tutto giustificata, che la lenta discesa dovesse essere attribuita ad un eccesso di produzione di contagi da parte delle attivita' umane. Quindi e' un allarme che rientra, grazie al Cielo (ed al modello a soglia).
Al di la' dei risultati numerici ottenuti che sono solo un esempio e che dipendono dai dati ipotizzati nell'esempio, quello che conta e' il metodo di calcolo che ha impiegato in modo sostanziale i criteri dettati dal modello a soglia, che viene cosi' anche "messo su strada" per le applicazioni pratiche, magari fatte meglio con il calcolo differenziale anziche' con gli incrementi finiti.



Tutto cio' non costituisce una revisione ma un'appendice alla descrizione del modello a soglia, che trae la sua definizione dall'insieme delle nozioni che lo compongono. E questo esempio di calcolo fa capire bene come si sviluppa questa pandemia nei primi 4 mesi e come viene descritta dal modello a soglia.

CONFRONTO DEL MODELLO CON I DATI DELLA QUARTA ONDATA
Dopo aver ottenuto la curva dei contagi prevista dal modello la prima cosa da fare e' confrontarla con i dati reali presenti nel grafico della quarta ondata.
Siccome nel ricavare la previsione del modello abbiamo considerato per semplicita' una popolazione inizialmente tutta infettabile, cioe' fatta solo di persone non immunizzate, il confronto va fatto con la linea viola del grafico.
Non sarebbe difficile inserire nel calcolo anche la presenza di una frazione della popolazione immunizzata (da vaccinazione o naturale, per una infezione contratta nei precedenti 8 mesi), con tempo di guarigione di 3 giorni: il contributo all'evoluzione epidemica di queste persone immunizzate si farebbe nello stesso identico modo, tenendo in debito conto pero' la distribuzione settimanale (che diventa importante per la rapidita' di guarigione sotto i 7 giorni) dei contagi come risulta dall'evidenza dei dati (meno nei fine settimana).
Si arriverebbe cosi' a generare una curva delle persone immunizzate, fatta con i soli picchi del venerdi', che ben conosciamo.
Sommando, in modo pesato con le relative percentuali di immunizzati, i risultati dei due calcoli, si otterrebbe la previsione del modello per la popolazione italiana con le percentuali reali di immunizzati e non immunizzati ed allora il confronto si potrebbe fare con tutti i dati presenti nel grafico , inclusi i picchi del venerdi'.
I parametri non sufficientemente noti possono essere determinati dallo stesso modello, con una procedura di "best fit" ai dati reali (per esempio la percentuale di immunizzati per un'infezione asintomatica nei mesi precedenti oppure la produzione media di contagi mensili prodotti dalle attivita' umane).
Dopo questa procedura di analisi numerica si potrebbero calcolare gli scarti quadratici tra i dati giornalieri dei contagi e quelli previsti dal modello, che nel loro insieme possono fornire la verosimiglianza del "fit" e quindi anche quantificare la capacita' del modello a soglia di riprodurre i dati reali (se ne misura cosi' la qualita').
Nessun problema, come potete vedere.
L'andamento generale della curva ottenuta ora sembra corrispondere abbastanza bene con la linea viola, sia per quanto riguarda la salita rapida dei contagi che per la discesa piu' lenta (lasciamo agli addetti le analisi numeriche sopra citate).
Per quanto riguarda l'altezza della curva, bisogna tener conto della sua proporzionalita' diretta con la percentuale di persone non immunizzate: se questa percentuale si dimezza (per esempio per un'alto numero di vaccinazioni fatte) anche l'altezza della curva (in ordinata) si dimezza, perche' la percentuale e' calcolata sul totale della popolazione, immunizzati e non.
Quindi l'altezza della curva viola nel grafico e' determinata dalla percentuale di persone immunizzate, oltre che dal numero di contagi mensili prodotti dalle attivita' umane, che nell'esempio del calcolo da noi fatto era al 20%.
Il calcolo da noi fatto con il modello a soglia sembra quindi trovare un buon riscontro nell'andamento dei dati dei contagi in Piemonte, da noi presentati nel grafico della quarta ondata.
Ricordiamo che stiamo studiando i dati del solo Piemonte , perche' sufficienti a rappresentare una popolazione statisticamente significativa e perche' mescolare i dati di regioni diverse non avrebbe giovato a semplificare lo studio della pandemia.

CONCLUSIONE DELLA LEZIONE 31: Il riscontro positivo del confronto tra le previsioni del modello ed i dati reali dei contagi in Piemonte ci convince che, con i giusti valori dei parametri, il modello a soglia e' ormai uno strumento disponibile anche per previsioni quantitative delle conseguenze delle attivita' umane e puo' quindi essere usato preventivamente per guidare gli interventi atti a ridurre al minimo i danni della pandemia.
Una cosa molto importante da sottolineare e' che questo calcolo e' stato fatto con il modello a soglia ma in condizioni sotto soglia (come siamo oggi in Italia, per poter fare il confronto con i dati della quarta ondata), cioe' senza il contributo di crescita esponenziale dei contagi prodotto dall'epidemia degli asintomatici, che avviene quando, per l'eccessiva facilita' di diffusione dei contagi, si rompe l'equilibrio tra i contagi e le guarigioni (dei contagi di un mese prima) ed i contagi prodotti dall'epidemia degli asintomatici iniziano cosi' a crescere in modo esponenziale.
In quest'ultima condizione (sopra soglia) si verificano le ondate epidemiche piu' disastrose con tantissimi contagi e decessi.
Fortunatamente in Italia, grazie all'alto numero di vaccinazioni, siamo invece rimasti sempre sotto soglia.
Riteniamo cosi' di essere arrivati al traguardo auspicato della comprensione e descrizione degli effetti epidemiologici di questa pandemia.

COMMENTO AL DATO DI VENERDI' (24 settembre 2021)
Il dato di oggi doveva essere il picco del venerdi' ed invece e' identico al dato di ieri, collocato esattamante sulla linea viola da noi disegnata per indicare il supposto livello costante dei contagi delle persone non immunizzate (stiamo preparando nuove notizie al riguardo).
Potrebbe essere un gran bel segno se i dati dei prossimi due giorni, che dovrebbero scendere dal picco del venerdi', scendessero veramente. Vorrebbe dire allora che qualche intervento di prevenzione dei contagi attuato recentemente ha funzionato molto bene e la curva dei contagi ha ripreso la sua lenta discesa verso il fondo di 0.6%.
Speriamo che sia proprio cosi'.

COMMENTO AL DATO DI GIOVEDI' (23 settembre 2021)
Il dato di oggi e' piu' basso del previsto perche' domani dovrebbe esserci il picco del venerdi'.
Il dato e' proprio sul livello costante, da noi tracciato con la linea viola per mettere in evidenza l'interruzione della discesa attesa per le guarigioni dei contagiati di un mese prima (linea viola tratteggiata), interruzione causata evidentemente di un accresciuto apporto di nuovi contagi da parte delle attivita' umane.
Vedremo domani dove si collochera' il picco del venerdi'.

I PICCHI NELLA CURVA DEI DECESSI (23 settembre 2021)
Rimane ancora da capire un'altra caratteristica sorprendente presente anche nei dati sui decessi: e' molto ben visibile nell'andamento dei dati che mostra sempre, anche nei decessi, la comparsa di picchi settimanali , centrati in questo caso intorno ai giorni di martedi', come mostra il grafico seguente (dove le M blu indicano i martedi'):



Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, questi picchi non sono conseguenza dei picchi che vediamo della curva dei contagi, perche' quelli sono dei contagiati immunizzati che non muoiono; percio' questi picchi devono essere un'altra cosa; infatti, come vedremo tra poco, sono due cose diverse, anche se risalgono ad una stessa origine: gli apporti di nuovi contagi dalle attivita' umane.
Per comprendere l'origine di questi picchi dobbiamo distinguere due casi:
  1. Nella fase ascendente della curva dei decessi i picchi sembrano meno pronunciati di quelli presenti nella curva dei contagi, mentre nella fase discendente appaiono piu' pronunciati.
    Una prima ipotesi ci porta a pensare che sia naturale che gli stessi motivi, che portano i contagi delle persone immunizzate a fluttuare con modalita' settimanale (i picchi del venerdi'), dovuta alla periodicita' settimanale dei giorni di riposo, nei quali la probabilita' dei contagi si riduce (caratteristica dei contagi da noi dedotta dai dati ed inserita nel modello), possano influenzare anche l'evenienza dei contagi delle persone NON immunizzate, che sono quelle che contribuiscono ai decessi (le persone immunizzate invece non muoiono).
    Cio' anche se questi picchi noi non li abbiamo inclusi nelle linea viola, che abbiamo disegnato riportando solo il suo valore medio nella curva dei contagi.
    Si possono cosi' spiegare i picchi presenti nella fase ascendente nella curva dei decessi, come dovuti ai picchi settimanali (invisibili) che devono essere presenti anche nella curva dei contagi delle persone non immunizzate (linea viola nella curva dei contagi ).
    Si capisce anche perche' questi picchi nei decessi compaiano di martedi': infatti sappiamo che mediamente i decessi sono conseguenza dei contagi di 18 giorni prima, come avevamo ricavato il 14 settembre, discutendo l' andamento dei decessi e 18 giorni dopo un venerdi' c'e' sempre un martedi'.
    Inoltre il picco al 31 agosto cade proprio 18 giorni dopo il picco dei contagi, che era al 13 agosto.
    Tutto quadra alla perfezione!

  2. Rimane da capire perche' nella fase discendente della curva dei decessi i picchi, che compaiono ancora sempre di martedi', siano piu' pronunciati.
    Se si osserva la curva tratteggiata, che e' quella da noi disegnata per indicare come sarebbe stata la discesa dei decessi, coerente con la discesa dei contagi dovuta alle guarigioni (in un mese) delle persone non immunizzate, ci accorgiamo che i due picchi (delle ultime due settimane) sembrano sovrapporsi proprio ad un andamento della curva dei decessi come quello tratteggiato.
    Allora la conclusione ovvia e' che questi picchi siano proprio dovuti a quegli apporti di nuovi contagi che stanno impedendo alla curva dei contagi di scendere secondo l'andamento delle guarigioni che fanno diminuire sempre piu' il numero di contagiati (rappresentato dalla linea tratteggiata).
    Abbiamo gia' verificato che il loro numero complessivo corrisponde a quello dei contagiati non immunizzati di 18 giorni prima, ma questi nuovi apporti di contagi, prodotti dalle attivita' umane (prevalentemente nei giorni infrasettimanali ), si manifestano anche con questi picchi nella curva dei decessi, che si sovrappongono all'andamento discendente (linea tratteggiata) dei decessi corrispondenti ai contagi preesistenti delle persone non immunizzate).
    Cosi' ci sembra che anche questi nuovi picchi nella curva dei decessi, corrispondenti ad analoghi picchi presenti nella curva dei contagi delle persone NON immunizzate (che noi pero' non abbiamo potuto disegnare nella curva viola nel grafico dei contagi , perche' non avevamo i dati necessari per scorporarli, siano perfettamente comprensibili ed anche utili, perche' da una loro misura piu' accurata nel grafico dei decessi potremmo ricavare i dati necessari per scorporare questi nuovi contributi ai contagi di persone non immunizzate anche nella curva dei contagi.
    Dal confronto di analisi di questo tipo, condotte sui dati di regioni italiane diverse, si potrebbero ricavare anche interessanti informazioni sull'origine di questi nuovi contributi ai contagi.
Riuscire a capire tutto di questa pandemia non e' un esercizio accademico ma un'esigenza molto importante per la prevenzione. Ebbene, come potete vedere, con le nozioni del modello a soglia si riesce a spiegare proprio tutto: anche questo andamento molto particolare della curva dei decessi, che non e' poi cosi' semplice da capire, come poteva sembrare a prima vista, pur riguardando solo le persone NON immunizzate (mentre nella curva dei contagi ci sono anche i contagi delle persone immunizzate).
Cio' nonostante, con le nozioni del modello a soglia riusciamo a spiegare tutto perfettamente.

COMMENTO AL DATO DI MERCOLEDI' (22 settembre 2021)
Il dato di oggi ha iniziato la salita verso il picco di venerdi' prossimo (tra 2 giorni) nel grafico , come previsto, e quindi tutto procede come descritto dal modello a soglia.
Rimane cosi' confermato anche l'appiattimento della linea viola con tutte le conseguenze discusse ieri.

I DECESSI: (22 settembre 2021) Qualche riflessione possiamo iniziare a farla circa l'andamento temporale dei decessi, che sappiamo essere conseguenza dei contagi di 18 giorni prima, come avevamo ricavato il 14 settembre, discutendo l' andamento dei decessi.
Per ragionare sulla loro causa possiamo allora confrontare la curva dei decessi con quella dei contagi traslata di 18 giorni in modo da far corrispondere in verticale nei due grafici i decessi con la loro causa. Questo e' quello che abbiamo fatto nel nostro computer, fotografando poi il risultato che e' riportato nel grafico seguente:
Ecco cosa si puo' dedurre da questo confronto, che ovviamente va fatto solo con la linea rossa che rappresenta i contagi delle persone non immunizzate (che sono quelle che guariscono in 30 giorni e che possono avere un esito infausto del contagio; i contagiati dei picchi del venerdi' invece non possono avere un esito infausto, perche' i contagi delle persone immunizzate guariscono in un paio di giorni e cosi' nessuno muore):
  1. Dal grafico si vede subito che in tutta la fase iniziale della quarta ondata c'e' una corrispondenza indiscutibile tra la curva dei decessi e la linea rossa nel grafico dei contagi (quello di sotto), fino al suo massimo del 13 agosto.
  2. Dopo questo massimo pero', mentre la linea rossa dei contagi intraprende l'andamento in discesa previsto, causato dall'inizio delle guarigioni degli infettati dopo un mese, l'andamento dei decessi si e' discostato nettamente dalla linea rossa piu' sottile, che noi avevamo ipotizzato in base all'andamento discendente previsto dei contagi.
  3. Proprio questo e' il punto degno di attenzione, corrispondente alla fine di agosto: la curva dei contagi sembra che abbia smesso di diminuire appiattendosi su un livello abbastanza costante.
  4. La curva dei decessi ha cominciato a mostrare un andamento molto irregolare, il cui valore medio probabilmente e' costante, perche' se sommiamo i decessi dal 7 settembre al 22 settembre troviamo un valore medio di 57 decessi al giorno che e' esattamente compatibile con un appiattimento anche della curva dei decessi, in perfetto accordo con l'andamento della linea rossa nella curva dei contagi delle persone non immunizzate, come c'era da aspettarsi.
  5. Rimane un po' sorprendente l'irregolarita' dell'andamento giornaliero pubblicato che pero' nel trattandosi di decessi sembra non debba essere cosi' sorprendente, perche' ci dicono che non sono infrequenti le anomalie nelle date di registrazione del decesso.
Anche l'andamento della curva dei decessi quindi ci CONFERMA che il problema che ci troviamo ad affrontare e' l'interruzione della discesa dei contagi, che sta comportando com'era prevedibile anche un'interruzione della discesa dei decessi.
Avremo da discutere a lungo su questa situazione, niente affatto gradita e sicuramente provocata da una crescita dei contagi, prodotti non da un abbassamento della temperatura che non c'e' ancora stato (l'anticiclone africano ancora permane sull'Italia), ma dai comportamenti delle persone che ritengono erroneamente che la pandemia sia per ora finita. Credo che le Autorita' debbano intervenire in qualche modo a migliorare la situazione, diminuendo il numero di nuovi contagi prodotti ogni giorno.

COMMENTO AL DATO DI MARTEDI' (21 settembre 2021)
Il commento di oggi puo' essere identico a quello di ieri (qui' sotto).

ANALISI DELLA SITUAZIONE: In particolare sembra confermata l'interruzione della decrescita della linea viola.
Se avesse continuato senza questa interruzione (linea tratteggiata), oggi sarebbe scesa fino all' 1.6% mentre invece la valle dei picchi dei venerdi' (che sono i contagi delle persone immunizzate) oggi si trova al 2.5%, cioe' 0.9% in piu', che corrisponde su scala nazionale a 540.000 contagiati in piu'. Questo considerando la popolazione del Piemonte sufficientemente generica e numerosa da poter essere rappresentativa dell'Italia anche nell'andamento dei suoi contagi; altrimenti si scala del rapporto tra la popolazione del Piemonte e quella dell'Italia e si ottiene lo stesso dato, valido solo per il Piemonte: e' certo che 540.000 sarebbero un bel po', anche se ridotti ad un ventesimo!
Quindi nei 21 giorni di settembre le attivita' umane hanno prodotto 540.000 contagi di troppo, che stanno impedendo la discesa della linea viola, che e' la percentuale dei contagiati tra le persone NON immunizzate.
Nei prossimi giorni si dovraebbe pertanto intervenire, con urgenza e nei giusti modi, per cercare di interrompere questa produzione eccessiva di contagi, che altrimenti avrebbe un costo permanente di 33 decessi al giorno (in massima parte non vaccinati), come abbiamo dedotto nel commento di ieri.
Purtroppo il nostro timore e' che si fara' ben poco, se non si vedranno risalire decisamente i contagi. Questo avra' una tacita conseguenza: l'accettazione piu' o meno consapevole, finche' il livello dei contagi rimane intorno al 2.5%, dei 1.000 decessi al mese in Italia per Covid-19 (in buona parte altrimenti evitabili), in una scelta che sembra obbligata per favorire lo sviluppo dell'economia, che e' interesse di tutti gli altri italiani.

COMMENTO AL DATO DI LUNEDI' (20 settembre 2021)
Il dato di oggi sembra aver raggiunto la valle del picco del venerdi' nei soliti 3 giorni, come previsto, e quindi tutto procede come descritto dal modello a soglia.
La novita' che abbiamo rilevato oggi e' un cambiamento della pendenza di discesa della linea viola (che e' dovuta alle guarigioni dei contagiati non immunizzati), cominciata una ventina di giorni fa.
Anche la linea viola superiore in realta' si e' appiattita, perche' le aree degli ultimi 3 picchi si equivalgono, quindi anche la percentuale dei contagiati immunizzati sembra aver smesso di scendere, come quella dei contagiati non immunizzati (corrispondenti alla linea viola inferiore).
E' certamente dovuta alla presenza di una immissione continua di nuovi contagi equivalente alla diminuzione per guarigione dei contagiati non immunizzati.
Siccome l'inizio risale a 20 giorni fa, possiamo escludere che sia un effetto dovuto alla riapertura delle scuole e questo ci conforta, anche se pure le scuole potrebbero contribuire in parte.
Pero' rimane il fatto che e' un'immissione di nuovi contagi molto importante, che se rimanesse a lungo lascerebbe il livello dell'epidemia degli asintomatici al 2.7%, circa il 2% piu' in alto del livello atteso di 0.6%.
Ricordiamo che il 14 settembre, discutendo l' andamento dei decessi , abbiamo valutato che al 3.6% di contagi corrispondono 60 decessi/giorno, per cui un 2% in piu' di contagi avrebbe un costo permanente di 33 decessi al giorno, che sono troppi.
Bisogna scoprire cosa origina questo +2% di contagi e rimuoverne le cause al piu' presto.
La BUONA notizia continua ad essere invece quella che NON si vedono nei test odierni in Piemonte gli incrementi di contagi temuti per la riapertura delle scuole: evidentemente quelli che sono stati rilevati sono stati bene isolati.
La notizia dei presidi e' che ci sono alcune centinaia di classi in DAD (Didattica a Distanza) con alcune migliaia di studenti interessati.
Il livello dei contagi in questi giorni e' al 2.7% che corrisponde a oltre 1.6 milioni di persone, se riferibile a tutta Italia (il nostro grafico e' del Piemonte). Quindi il contributo ai contagi dei 4 milioni di studenti per ora e' del tutto trascurabile.
Negli U.S.A. invece sembra che le cose vadano peggio, per quanto riguarda le scuole.

LEZIONE 30: REVISIONE DEL MODELLO A SOGLIA (20 settembre 2021)
Vai a:   Lezione 29   ,   Lezione 31
Finora abbiamo potuto collaudare tutto del modello a soglia tranne una cosa: la soglia d'innesco della crescita esponenziale dei contagi, che fortunatamente nella nostra quarta ondata non e' stata superata.
Per approfondire questo aspetto del modello, esaminiamo cosa succede all'epidemia degli asintomatici durante un'ondata.
Prima che l'ondata inizi si trova all'equilibrio tra numero di contagi che si producono e numero di guarigioni (ai primi di luglio questo equilibrio era al livello dello 0.6% di contagi cioe' di positivi al test).
Per ora consideriamo il caso in cui gli immunizzati siano molto pochi (senza vaccinazioni ne' ondate recenti).
Se qualche evento di attivita' umane produce un considerevole aumento nella diffusione dei virus il numero di persone contagiate aumenta e giorno dopo giorno questi nuovi contagi si accumulano perche' il numero di guarigioni, essendo relativo ai contagi di un mese prima, non aumenta.
Cosi' inizia una crescita continua della percentuale di popolazione positiva ai test (la curva dei contagi inizia a salire, come la linea viola nel grafico ).
All'inizio la crescita appare lineare perche' il numero di contagiati aumenta quasi dello stesso numero, che e' il numero di persone contagiate N x la percentuale di aumento ogni giorno che passa, in una lenta progressione geometrica che sarebbe l'inizio di una crescita esponenziale.
Il livello dei contagi cosi' sale sempre di piu' fino a raggiungere il picco dopo che il numero giornaliero delle guarigioni ha iniziato a crescere (un mese dopo l'inizio della crescita dei contagi).
Poi con l'aumento del numero delle guarigioni la curva scende dal picco in un mese di tempo se non ci sono altre immissioni di nuovi contagi extra a prolungare la discesa.
E' l'andamento della linea viola nel grafico della quarta ondata.
Se il numero di persone immunizzate (da vaccinazione o da una precedente infezione contratta) non e' trascurabile, siccome in questo caso la guarigione e' rapida (avviene in 2-4 giorni), allora appaiono i cosiddetti picchi del venerdi' per la disuniformita' settimanale della produzione di contagi, che avvengono in numero maggiore nei giorni infrasettimanali e meno nei giorni di riposo del fine settimana (come abbiamo desunto dai dati in questa tabella ).
La curva dei contagi appare allora proprio come quella della quarta ondata.
Tutto cio' e' quello che accade all'epidemia degli asintomatici che su 60 milioni di italiani quando la percentuale di contagi e' al 5% interessa 3 milioni di persone positive al test, cioe' contagiate, una piccolissima percentuale delle quali ricoverate in ospedale o decedute.
Questo vuol dire che l'ondata e' un'epidemia di persone prevalentemente asintomatiche: e' di loro che stiamo parlando, cioe' di un picco transitorio nell'epidemia degli asintomatici, che dopo il picco dell'ondata, cioe' dopo tutte le guarigioni dell'eccesso di contagi, ritorna al suo equilibrio che non e' allo 0% ma 0.6% di contagi nel periodo estivo.
Nel periodo invernale sara' ad un livello maggiore, perche' le basse temperature ambientali prolungano l'attivita' dei virus nell'ambiente e quindi favoriscono l'accumulo dei virus e l'aumento delle cariche virali circolanti, in definitiva la loro contagiosita'.
In tutto questo discorso la soglia critica non c'e' entrata per nulla.

Ma allora dov'e' che interviene la soglia critica?
Vediamo come avviene la crescita dei contagi all'inizio di un'ondata: abbiamo visto che la crescita viene prodotta da uno o piu' eventi esterni all'epidemia (attivita' umane) che producono un incremento percentuale del numero di contagi giornaliero.
Vediamo allora cosa accade in funzione dell'entita' di questa percentuale di crescita dei contagi (quella graficata e' la percentuale dei positivi al test in Piemonte, che consideriamo equivalente a quella su tutti gli italiani, supponendo che anche in tutta l'Italia i dati siano analoghi per le nostre stime).
Per essere chiari, se la percentuale dei positivi al test nel grafico e' l'1% (per esempio), essendo gli italiani 60 milioni, abbiamo supposto che in Italia i positivi al test dovrebbero essere circa 600.000. Allora la percentuale di crescita giornaliera dei contagi di cui stiamo parlando sarebbe di 60.000 contagi se fosse il 10% (di quei 600.000), che non sono cosi' tanti, sui 60 milioni di italiani (se fossero sottoposti ad eventi ripetuti di diffusione di contagi, come ad esempio nelle scuole, se fossero senza prevenzione).
Vediamo allora come questa percentuale di crescita giornaliera della percentuale dei contagi determina l'incremento di contagi nella curva dopo 10 giorni nei quali rimane costante la stessa percentuale di crescita giornaliera:
  • se fosse + 1% al giorno in 10 giorni i contagi salirebbero al 1.01^10=+110% cioe' l'incremento sarebbe + 10% (se fosse lineare sarebbe 10%)
  • se fosse + 5% al giorno in 10 giorni i contagi salirebbero al 1.05^10=+163% cioe' l'incremento sarebbe + 63% (se fosse lineare sarebbe 50%)
  • se fosse +10% al giorno in 10 giorni i contagi salirebbero al 1.1^10=+ 259% cioe' l'incremento sarebbe + 159% (se fosse lineare sarebbe 100%)
  • se fosse +20% al giorno in 10 giorni i contagi salirebbero al 1.2^10=+ 620% cioe' l'incremento sarebbe + 520% (se fosse lineare sarebbe 200%)
Abbiamo cosi' mostrato il fenomeno della crescita in progressione geometrica (esponenziale), limitandoci ai primi 10 giorni di crescita): quando la percentuale di crescita giornaliera e' piccola (1% corrispondente a 6000 contagi) allora l'incremento e' lineare ma se e' grande (20% corrispondente a 120.000 contagi) allora l'incremento e' esponenziale (+520%).
Quindi la crescita esponenziale s'innesca quando la velocita' di crescita dei contagi supera la soglia, che si vede in questo caso corrispondere ad una percentuale di crescita giornaliera intorno al 10% del numero di persone positive al test.
Per esempio, se la curva dei contagi e' all'1%, corrispondente a 600.000 persone contagiate, la percentuale di crescita giornaliera del 10% sarebbe di 60.000 contagi in piu' al giorno, che non sono poi cosi' tanti: nei festeggiamenti per la vittoria della coppa europea di calcio sono stati certamente di piu' secondo noi ma i festeggiamenti sono durati solo un paio di giorni, molto meno dei 10 giorni dell'esempio, per questo la crescita esponenziale non e' riuscita a partire in Italia.
Bisogna controllare che la velocita' di crescita giornaliere del numero di contagi resti sempre sotto a questo limite (soglia) per non rischiare la partenza di una nuova ondata a causa della velocita' di crescita dei contagi, che segue una progressione geometrica: piu' persone si contagiano e piu' persone diffondono l'infezione, facendo aumentare sempre di piu' il numero di persone contagiate e quindi la curva dei contagi.
Percio' ora ci troviamo a dover correggere il nostro modello: la soglia non e' un limite sull'ordinata della curva dei contagi ma sulla sua pendenza (coefficiente angolare della retta tangente alla curva), in corrispondenza degli incrementi.
L'acquisizione della conoscenza e' un processo di progresso continuo e quindi anche una revisione del modello come questa va accettata con benevolenza, perche' rientra nelle eventualita' di una ricerca come questa svolta "on the road", giorno dopo giorno.
La linea viola nel grafico , che rappresenta i contagi delle persone non immunizzate, essendo composta essa stessa prevalentemente da persone contagiate in modo asintomatico possiamo considerarla come l'evoluzione, durante la quarta ondata, proprio dell'epidemia degli asintomatici, che e' la caratteristica peculiare di questa pandemia.
Non c'e' bisogno di considerarla come un'epidemia a parte: l'epidemia degli asintomatici e' essa stessa la pandemia, che normalmente e' quiesciente ad un livello di contagi basso intorno all'1% ma in seguito a stimoli esterni, soprattutto se superano la soglia critica della velocita' di crescita dei contagi (intorno al 10% nell'esempio fatto) puo' evolvere in un un'ondata epidemica che si presenta con un andamento a campana, con i picchi del venerdi', largo un paio di mesi che puo' ripetersi dopo un altro paio di mesi se la produzione di nuovi contagi da attivita' umane non viene limitata.
Il grafico del Giappone e' un chiaro esempio di questo comportamento della pandemia.
La tempistica e' determinata dal tempo di guarigione delle persone non immunizzate (1 mese).
L'esempio dell'Italia mostra chiaramente che con le vaccinazioni ed i comportamenti corretti, e' possibile contenere lo sviluppo in ampiezza delle ondate epidemiche (la quarta ondata e' stata limitata in ampiezza ad 1/3 delle precedenti ondate, grazie alle vaccinazioni) e crediamo che anche la partenza di un'ondata puo' essere impedita, controllando bene la produzione di nuovi contagi, soprattutto nella loro "densita' e concentrazione", cioe' in quei parametri che ne esaltano la velocita' di crescita, che potrebbe superare la soglia critica del 10% (nell'esempio precedente), dando luogo ad una crescita piu' rapida dei contagi (esponenziale) che e' quella che genera una nuova ondata.
Spieghiamo ora perche' abbiamo sempre dato risalto a questa soglia critica.
La consideriamo critica perche' se malauguratamente viene superata producendo per piu' giorni un numero eccessivo di nuovi contagi ed il grafico dei contagi inizia a salire, poi potrebbe non bastare piu' eliminare le cause, cioe' chiudere i rubinetti dell'immissione dei nuovi contagi, perche' ormai "la frittata e' fatta": una volta avviata la crescita esponenziale, con velocita' di crescita sopra alla soglia del 10% (nell'esempio fatto), i contagi continueranno a salire in modo inarrestabile, in quanto da quel momento in poi e' la stessa epidemia (degli asintomatici) che ha iniziato a crescere autoalimentandosi, senza piu' alcun bisogno di apporti esterni delle attivita' umane. E piu' i contagi crescono, piu' aumenta anche la velocita' di crescita (e' tipico dell'andamento esponenziale che anche la derivata aumenti) in un modo che renderebbe il processo divergente.
Ma in realta' questa crescita e' destinata ad arrestarsi, perche' poi, dopo un mese, subentra la rapida decrescita dei contagi per le guarigioni dei contagiati di un mese prima e magari pure una saturazione della crescita per l'aumento delle immunizzazioni, nel caso il picco dei contagi si prolungasse oltre i 2 mesi di durata. Cosi' si forma il picco ed inizia la discesa.
E' questo fenomeno che genera quelle estese epidemie nei Paesi molto popolosi e meno avanzati. Anche da loro e' la stessa variante delta che noi stiamo controllando cosi' bene in Italia, grazie all'alta percentuale di vaccinazioni (che e' cosi' dimostrato che funzionano): da noi ci sono state manifestazioni popolari ma la soglia critica non e' mai stata mai superata per piu' giorni; in quegli altri Paesi invece si: la diffusione dei contagi e' cosi' elevata che la velocita' di crescita dei contagi rimane sopra alla soglia critica a lungo e cosi' la crescita dei contagi puo' diventare esponenziale e l'epidemia dilaga, causando danni enormi.
E' proprio questo che fa la differenza: il superamento della soglia critica prolungato nel tempo (per piu' giorni).
In questo senso la soglia della velocita' di incremento dei contagi rappresenta un concetto critico di questa pandemia: bisogna fare di tutto perche' non venga mai superata per piu' giorni e su questo criterio vanno calibrate tutte le misure di prevenzione, la piu' efficace delle quali e' la vaccinazione della percentuale piu' alta possibile della popolazione.
Ricordiamo a questo proposito anche che secondo noi l'immunita' di gregge non esiste per questa pandemia, proprio per il suo funzionamento basato sulla persistenza dell'epidemia degli asintomatici, che per per esistere ha bisogno di persone NON immunizzate da infettare (gliene bastano poche) perche' sono quelle che, restando contagiose di piu' e piu' a lungo (per un mese) assicurano la diffusione del contagio e la persistenza nel tempo dell'epidemia.
Per questo, non potendo mai azzerare il numero di persone NON immunizzate, riteniamo che questi coronavirus siano destinati a rimanere tra noi a lungo, diventando molto piu' aggressivi nella stagione fredda: e' allora che saremo costretti ad adottare le restrizioni piu' severe, sempre mantenendo la percentuale di immunizzati la piu' alta possibile.

Vogliamo infine fare un'analogia per far capire il concetto base che governa questa pandemia ed il modello a soglia che la descrive.
E' come se la pandemia avesse un motore spento che, se fosse avviato, sprigionerebbe un'epidemia devastante.
La partenza del motore avviene quando l'epidemia degli asintomatici inizia ad autoalimentarsi con velocita' di crescita esponenziale: in queste condizioni lo sviluppo dell'epidemia avviene senza piu' immissioni di incrementi di contagi esterni all'epidemia, cioe' provenienti da attivita' umane particolari.
Inizialmente il sistema e' quiesciente ed il livello dei contagi e' il livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici (0.6% costante nel tempo, per esempio).
L'immissione di contagi provenienti da attivita' umane che incentivano la produzione di nuovi contagi, se sufficientemente intense, funzionano come un avviamento a spinta del motore dell'epidemia. Se la spinta supera la soglia di avvio il motore dell'epidemia parte e non si ferma piu', perche' da quel momento in poi l'epidemia si alimenta da sola: i nuovi contagi sono prodotti dalla stessa epidemia con crescita esponenziale e non ha piu' bisogno di contagi prodotti da attivita' umane esterne all'epidemia.
Un esempio reale degli effetti della crescita esponenziale dell'epidemia degli asintomatici e' mostrato dalla linea bianca nel grafico dei decessi in Russia.
Questo dovrebbe far capire meglio il ruolo della soglia di partenza dell'epidemia (da cui il nome di modello a soglia).

COMMENTO AL DATO DI DOMENICA (19 settembre 2021)
Il dato di oggi continua la sua discesa dal picco del venerdi' (di 2 giorni fa) e quindi tutto procede come descritto dal modello a soglia. La BUONA notizia piu' rilevante continua ad essere quella che NON si vedono neanche nei test odierni in Piemonte gli incrementi di contagi temuti per la riapertura delle scuole: evidentemente quelli che sono stati rilevati sono stati bene isolati.

COMMENTO AL DATO DI SABATO (18 settembre 2021)
Il dato di oggi ha iniziato la sua discesa dal picco del venerdi' (di ieri) e quindi tutto procede come descritto dal modello a soglia. La BUONA notizia piu' rilevante e' che NON si sono visti nei test odierni in Piemonte gli incrementi di contagi temuti per la riapertura delle scuole: quelli rilevati sono stati bene isolati.
Bisognerebbe distinguere se i casi positivi sono di studenti immunizzati, che guariscono in un paio di giorni e sono meno contagiosi (per loro le microbolle alla tedesca potrebbero essere un rimedio idoneo), da quelli NON immunizzati che restano positivi per un mese e sono piu' contagiosi.
Credo si possa fare con un test antigenico.

COMMENTO AL DATO DI VENERDI' (17 settembre 2021)
Il dato di oggi e' ben allineato con i picchi dei venerdi' precedenti che, partendo da una curva (quella viola dei non immunizzati) discendente secondo i tempi di guarigione lunghi un mese delle persone non immunizzate, segue un andamento anch'esso discendente indicato dalla linea viola disegnata in alto.
C'e' stata anche qualche stranezza nei dati di questa settimana: dal dato altissimo di domenica che abbiamo liquidato come non affidabile a quello basso di ieri dovuto probabilmente a qualche evento insolito accaduto (giovedi' e' proprio il giorno in cui ci aspettavamo un incremento dei contagi dovuto alla riapertura delle scuole).
L'irregolarita' nei dati c'e' stata ma nel verso opposto a quello atteso.
E' ovvio che se ci sono irregolarita' negli incrementi di contagi infrasettimanali, che vanno a sommarsi a quelli prodotti dalle attivita' produttive, creano irregolarita' anche nelle discese rapide dei positivi al test dovute alle guarigioni rapide delle persone immunizzate.
Questo incrocio tra incrementi e decrementi rapidi dei contagi puo' produrre andamenti molto variabili.
Solo con un computer, impostato per rispettare le regole del modello a soglia, potremmo sperare di scorporare queste diverse componenti che concorrono alla curva dei contagi che noi vediamo nel grafico (come abbiamo indicato nelle lezione 28).

LEZIONE 29: LA QUARTA ONDATA SPIEGATA DAL MODELLO A SOGLIA (17 settembre 2021)
Vai a:   Lezione 28   ,   Lezione 30
Ripetiamo la spiegazione, secondo il modello a soglia, di quello che stiamo vedendo nel grafico :
  • All'inizio la curva viola, che rappresenta i contagi delle persone NON immunizzate, cresce soltanto perche', siccome queste persone guariscono in 30 giorni, ancora non guarisce nessuno e si accumulano i contagi.
  • Essendo queste le persone che diffondono i contagi, all'inizio con la linea viola ancora bassa anche le persone immunizzate che vengono contagiate sono di meno e percio' i picchi del venerdi' sono piu' bassi.
  • Quando dopo un mese i contagiati non immunizzati cominciano a guarire in numero sempre piu' crescente, la curva viola raggiunge il picco e comincia a scendere.
  • Al picco la capacita' infettiva dei contagiati non immunizzati e' massima e percio' anche i picchi del venerdi' sono la loro massimo, che tendera' poi lentamente a diminuire anche perche' i picchi partono dalla linea viola che scende lentamente verso il livello del fondo di 0.6% dell'epidemia degli asintomatici (quando la quarta ondata si sara' conclusa).
  • Il fatto che chi diffonde i contagi sono in massima parte le persone NON immunizzate infette (perche' rimangono infette a lungo, 30 giorni, e perche' diffondono cariche virali piu' intense) fa capire quali devono essere i criteri da adottare per le riaperture del locali pubblici (cinema, teatri, ecc.): e' chiaro che meno sono le persone NON immunizzate, piu' riaperture si possono fare; quindi bisogna che venga vaccinato il maggior numero possibile di persone. Questo non fa sparire la pandemia ma permette a tutti di essere liberi e all'economia di progredire.
  • Per fornire anche visivamente una comprensione del contagio e della replicazione dei virus Sars-CoV-2 nell'organismo umano riportiamo qui' a destra un'immagine presa con un microscopio a scansione (RML Laboratory), dove si vede l'uscita dei virus dalle cellule umane infettate, pronti a reinfettare altre cellule, dopo la replicazione. Nelle persone NON immunizzate l'infezione non trova ostacoli e dilaga finche' non vengono prodotti gli anticorpi che la estinguono, ma ci vuole un tempo lungo un mese.
    Nelle persone immunizzate invece gli anticorpi sono gia' pronti ad intervenire subito e non permettono ai virus di reinfettare altre cellule, cosi' l'infezione si estingue rapidamente in un paio di giorni (anziche' 30).
  • La presenza di anche poche persone NON immunizzate che porti i contagi (quelli della linea viola nel grafico ) ad un valore del fondo molto basso e stabile di 0.6% (com'era quello dell'epidemia degli asintomatici ai primi di luglio) corrisponderebbe a 10 decessi al giorno, come abbiamo ricavato nel commento sull' andamento dei decessi il 14 settembre e com'erano effettivamente 18 giorni dopo, a luglio, cioe' 3600 morti di Covid-19 ogni anno: crediamo che questo sia un dato su cui la gente non ha ancora riflettuto abbastanza per la sua gravita'.
    E' ovvio allora che bisogna fare di tutto per ridurre moltissimo i contagi della curva viola, che diminuiscono se si riduce il numero delle persone NON vaccinate.
  • Per contagiarsi gli immunizzati devono venire in contatto con i NON immunizzati infetti e questo accade con maggiore frequenza nei giorni lavorativi e meno nei giorni di riposo. A sostegno di questa tesi abbiamo rilevato che nelle due settimane intorno a ferragosto (il 15 agosto), quando tutti gli italiani si riposano, i contagi degli immunizzati calano considerevolmente.
  • Questi contagi infrasettimanali avvengono anche dopo il picco della linea viola e contribuiscono a ridurre la velocita' di discesa dal picco fino a raddoppiare o anche piu' la durata della discesa dal picco, per cui mentre la salita si e' completata in un mese (cioe' circa 4 picchi settimanali, del venerdi'), la discesa sara' piu' lunga (8 o piu' picchi) proprio per questo motivo.
  • Per la variabilita' di questi contributi ai contagi dovuti alle attivita' lavorative non e' possibile, senza l'ausilio di un sistema computerizzato (come quello descritto nella lezione 28) correlare le altezze dei picchi alle percentuali di persone immunizzate e non, che pero' abbiamo gia' valutato in altro modo.
In questi grafici c'e' scritto tutto, basta saperli leggere: insegnare come si fa e' il ruolo che svolgono tutte le nozioni del modello a soglia.

LEZIONE 28: COME TRASFERIRE SU COMPUTER IL MODELLO A SOGLIA (17 settembre 2021)
Vai a:   Lezione 27   ,   Lezione 29
Inserendo tutti i dati in un computer, con un software abbastanza semplice a farsi, si puo' avere la previsione del modello per i contagi del giorno dopo, regione per regione: ogni deviazione del dato misurato da quello previsto puo' essere imputata ai contagi prodotti dalle attivita' umane in quei giorni.
Questo puo' essere uno strumento utile per pilotare in modo ottimale gli interventi necessari a limitare la produzione di nuovi contagi per poter rimanere sempre sotto alla soglia critica, piu' facile ad ottenersi con tante vaccinazioni fatte, che pero' ora stanno cominciando a diminuire per scadenza del periodo di validita' della relativa immunita'.
E' cosi' che il modello a soglia ci puo' aiutare ad evitare nuove ondate in futuro.
I parametri del modello (valore e deviazione standard) sono: il tempo di guarigione degli immunizzati (3 giorni) e dei non immunizzati (30 giorni), la contagiosita' media Rt dei virus alle varie temperature ambientali, la produzione giornaliera di nuovi contagi da parte delle attivita' umane (parametro libero), la percentuale di persone vaccinate nel tempo (nota per il passato e ipotizzata con il target per il futuro), la durata nel tempo dell'immunita' acquisita (8 mesi), la probabilita' che un contagiato resti asintomatico (98% circa), la probabilita' che un ammalato di Covid-19 muoia (si ricava dai dati).
Molti di questi parametri sono stati abbastanza bene determinati dai dati misurati finora. Gli altri si fanno variare nel calcolo, determinandoli poi con una procedura di best-fit ai dati misurati: in questo modo si puo' calcolare la produzione giornaliera di nuovi contagi da parte delle attivita' umane, regione per regione, che e' un dato che interessa le Autorita'.
Da tutti questi parametri derivano le condizioni in cui si trova anche l' epidemia degli asintomatici e quindi la soglia critica ed il suo eventuale contributo ulteriore ai nuovi contagi (si parte da un'epidemia con contagiosita' Rt, ci si introduce il tempo di guarigione, che riduce il numero dei contagiati ed introduce una soglia critica per l'eccesso di crescita esponenziale dei contagi rispetto alle guarigioni di immunizzati e non immunizzati, come abbiamo gia' descritto.
Questo lavoro non e' molto complesso: potrebbe essere adatto come tesi ad uno studente universitario di fisica o ingegneria che sappia programmare un computer e conosca il metodo di Montecarlo, che e' il metodo di calcolo piu' semplice da usare in questo caso.
Siccome i dati disponibili sono moltissimi (tutti quelli della curva dei contagi da noi riportati nei grafici), con un procedimento di best fit tutti i valori ottimali dei parametri possono essere determinati, regione per regione d'Italia, in funzione del tempo.
Una volta determinati questi parametri dalla storia passata della pandemia, e' possibile usarli per prevedere quale sarebbe l'evoluzione futura della pandemia al variare dei parametri da noi scelti.
Da questa simulazione si puo' capire se in certe condizioni, per esempio di temperatura stagionale, il livello dei contagi potrebbe sfuggire di mano (per superamento della soglia critica) e valutare preventivamente dove e quali restrizioni adottare perche' questo non avvenga.
Lasciamo ad altri questo compito di completamento ed automazione del modello a soglia, che cosi', oltre a spiegare e far capire il funzionamento della pandemia (che e' il suo ruolo in questo lavoro), lo potra' anche rendere operativo per le esigenze di prevenzione.

COMMENTO AL DATO DI GIOVEDI' (16 settembre 2021)
Tutto bene: la salita temuta per la riapertura delle scuole non c'e' stata.
Il dato odierno e' addirittura sceso mentre domani ci aspettiamo un dato elevato (picco del venerdi').
Aspettiamo di vedere quello che succedera', ma quando i contagi scendono va sempre bene.

COMMENTO AL DATO DI MERCOLEDI' (15 settembre 2021)
La salita dei contagi verso il prossimo picco del venerdi' e' in corso.
Tutto procede bene, come previsto dal modello a soglia, con i contagi delle persone non immunizzate (linea viola in basso nel grafico ) ancora in discesa verso il livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici (che crediamo ormai sia salito all'1%).
Domani sara' un giorno cruciale perche' lunedi' si sono riaperte tutte le scuole in presenza per 4 milioni di studenti.
L'effetto sulla curva dei contagi in Piemonte si dovrebbe vedere dopo 3 giorni d'incubazione, quindi da giovedi' prossimo in poi: questo dato l'abbiamo appreso nel caso della finale della coppa europea di calcio che c'e' stata l'11 luglio mentre l'incremento dei contagi e' comparso a partire dal 14 luglio, come si vede bene nel grafico.
Ormai il modello a soglia e' completo perche' riesce a spiegare tutti i comportamenti di questa pandemia ma noi continuiamo lo stesso ad analizzare tutto quello che succede, nell'eventuale possibilita' di incontrare qualche fenomeno nuovo e diverso, da interpretare estendendo se necessario quanto previsto dal modello a soglia.


LEZIONE 27 SUL MODELLO A SOGLIA: LA DIFFERENZA TRA VACCINATI E NON VACCINATI (15 settembre 2021)
Vai a:   Lezione 26   ,   Lezione 28
Quello che crea incertezza in molte persone che si trovano di fronte alla decisione se vaccinarsi o no, crediamo sia il fatto che si tratta di tutte cose non percepibili: virus e anticorpi non si vedono, il siero iniettato non sanno gli effetti che produce, i malati di Covid-19 si sa che ci sono ma non si vedono in giro, ecc.
Sarebbe diverso se potessero vedere con i loro occhi l'effetto di virus e anticorpi in azione? Forse si, almeno per molti.
Allora signori allacciate le cinture perche', con le spiegazioni del modello a soglia, ora potrete vedere con i vostri occhi proprio gli effetti macroscopici di questi due agenti microscopici in azione (virus ed anticorpi).
Vedrete:
  1. i risultati delle infezioni dei virus (variante delta);
  2. l'effetto degli anticorpi, all'opera sulle persone vaccinate.
E' tutto perfettamente visibile nel grafico dei contagi della quarta ondata in Piemonte.
Ecco la spiegazione degli effetti che potete vedere molto bene con i vostri occhi, mentre guardate il grafico (cliccando sul link), che riporta una colonnina per ogni giorno, di altezza pari alla percentuale di persone contagiate, rivelate con tampone molecolare in Piemonte.
  1. In basso a sinistra e' indicato il giorno della finale della coppa europea di calcio (11 luglio).
    Nei giorni successivi con i festeggiamenti per la vittoria i contagi hanno cominciato a salire e giorno dopo giorno sono saliti dal 0.6% fino al 6.5%: questo visualizza l'effetto della diffusione dei contagi. Prima era infetto solo il 0.6% della popolazione, poi si sono infettate 11 volte piu' persone.
    Ma non e' finita qui' perche' questo grafico ci mostra anche tanti picchi abbastanza stretti che ci fanno vedere proprio con gli occhi i nostri anticorpi al lavoro.
  2. Infatti i picchi stretti (uno a settimana, di venerdi') sono formati dalle percentuali dei contagi delle persone IMMUNIZZATE, dotate di anticorpi che si mettono subito all'opera annientando completamente in pochi giorni tutti i virus arrivati con il contagio. Per questo i picchi sono stretti: questo tipo di contagiati (immuni) guariscono tutti subito; riducendosi cosi' il loro numero, il picco si azzera.
Questo ci conferma che i vaccinati, pur essendo immuni alla malattia Covid-19 grave (che non ha tempo per svilupparsi) ed ovviamente anche dal suo esito letale, possono tuttavia anche loro essere aggrediti dai virus in circolazione, anche se solo per un paio di giorni e senza conseguenze. Per questo e' preferibile che anche loro usino la mascherina nei locali chiusi ed affollati (il certificato verde non e' sufficiente per evitarlo).
I vaccinati possono cosi' anche loro restare infettati dal contatto con i virus ma solo per un breve lasso di tempo, variabile dai 2 ai 4 giorni a secondo del punto del corpo aggredito dai virus e dalla quantita' di anticorpi presenti, necessario agli anticorpi per debellare subito tutti i virus che si sono azzardati a penetrare nell'organismo della persona vaccinata.
Quindi una persona vaccinata:
  • Ha pronti in corpo gli anticorpi pronti ad accogliere i virus come si deve.
  • Puo' infettarsi nel momento che viene in contatto con un'altra persona infetta.
  • Rimane infetta per un tempo molto breve, da 2 a 4 giorni (tempo di guarigione) durante i quali puo' infettare altre persone, per cui l'uso della mascherina non puo' essere evitato al chiuso.
  • Gli anticorpi, essendo subito pronti ad entrare in azione, fanno fuori tutti i virus in questi pochi giorni necessari alla guarigione.
  • Puo' subire ripetute brevi infezioni, anche a distanza di tempo ravvicinate mentre una persona NON vaccinata subisce il primo contagio, che puo' avere conseguenze sanitarie anche molto gravi, e rimane infetta per un mese e poi guarisce, migrando tra gli immunizzati e diventa cosi' a tutti gli effetti come una persona vaccinata per tutto il tempo in cui dura la sua immunita'.
  • Una persona vaccinata non subisce conseguenze sanitarie gravi da contagi cosi' brevi e ovviamente non rischia mai di morire.
Siccome una persona NON vaccinata rimane infetta per un tempo 10 volte piu' lungo ed emette cariche virali piu' intense, perche' nel suo organismo i virus hanno avuto la possibilita' di moltiplicarsi molto di piu', e' chiaro che sono proprio loro a fornire il contributo maggiore a quella diffusione dei virus nell'ambiente, che mantiene attiva l'epidemia.
Dopo aver visto cosa succede con i virus possiamo confermare che il vaccino risulta attualmente l'unica protezione efficace delle persone contro il Covid-19 e lo strumento migliore per contenere la diffusione dei virus ed in definitiva la pandemia.
Praticamente questi picchi stretti che avete visto nel grafico vi mostrano quello che accade durante questi eventi d'infezione di persone vaccinate:
  • prima, con la salita, i virus all'opera mentre infettano tutti, anche chi e' immunizzato (vaccinato) e fanno aumentare il numero delle persone contagiate;
  • poi, con la discesa, gli anticorpi all'opera mentre eliminano i virus penetrati nel corpo della persona immune (vaccinata) contagiata e fanno cosi' diminuire il numero delle persone contagiate.
In questo LINK potete trovare altre spiegazioni di questo fenomeno (anche sul perche' e' settimanale).
Quando i vaccinati erano meno numerosi di ora i picchi della pandemia erano piu' piccoli (erano in prevalenza quelli degli immunizzati guariti da una precedente infezione virale).
Ora che ci sono tanti vaccinati il fenomeno e' piu' vistoso e permette a tutti di vedere come i festeggiamenti per una importante partita di calcio possono far crescere i contagi nel grafico e come, se c'e' tanta gente vaccinata, i tentativi dei virus di portare in alto il numero di persone infettate dal virus (crescita dei picchi, prima che gli anticorpi entrino in funzione) vengano poi frustrati (se la persona e'stata preventivamente dotata di anticorpi, cioe' vaccinata) dall'intervento degli anticorpi che fanno subito guarire dall'infezione le persone vaccinate (discesa del numero di persone contagiate dal picco).
Questo saliscendi dei picchi del venerdi' e' la visualizzazione della lotta in atto tra i virus e gli anticorpi: i virus fanno il loro mestiere facendo crescere i contagi (salita del picco) poi cominciano ad entrare in funzione gli anticorpi gia' presenti nel corpo delle persone vaccinate ed in pochi giorni fanno guarire i contagiati, riducendo il numero di positivi nei test (discesa dal picco). Si puo' vedere tutto cio' con gli occhi, proprio mentre la battaglia avviene, giorno dopo giorno.
I virus cercano di far salire la curva sempre di piu', contagiando sempre piu' persone, ma NON ci riescono con le persone vaccinate, perche' gli anticorpi di cui sono dotate riportano subito la curva in basso: e' una lotta continua in cui i virus sono destinati a perdere.
Infatti la curva fa dei saliscendi ma non sale perche' viene sempre riportata in basso dagli anticorpi che svolgono il loro compito in modo molto efficace, riducendo il numero dei contagiati, salvo per l'andamento della linea viola su cui la curva a dente di sega dei vaccinati si sovrappone, che essendo relativa alle persone contagiate non vaccinate, ha il solito andamento a campana, senza le discese rapide dovute agli anticorpi (la discesa poi c'e' ma lenta, in un mese o piu', come la linea viola mostra).
Nell'andamento a dente di sega delle persone vaccinate invece ogni picco mostra lo svolgimento di questa battaglia: prima i virus attaccano (ed il picco sale), poi gli anticorpi vincono e tutti i contagiati guariscono (ed il picco finisce). Tutto in una settimana.
Poi la settimana dopo il ciclo ricomincia con la salita per i nuovi contagi e poi l'inizio della discesa, determinata dal calo dei nuovi contagi nel periodo di riposo del fine settimana, proprio mentre inizia l'effetto degli anticorpi, determinando la discesa e l'estinzione del picco (abbiamo trovato un riscontro a questo calo di contagi nei giorni di riposo anche nei dati delle due settimane intorno al ferragosto).
Nelle persone vaccinate quindi vincono gli anticorpi e la persona guarisce completamente in pochi giorni (tutti i picchi si estinguono).
Nelle persone non vaccinate prima vincono i virus e dilagano nell'organismo perche' all'inizio dell'infezione gli anticorpi NON ci sono. In questa diffusione i virus possono porre le basi per una forma grave di Covid-19, in base a quali organi vengono colpiti. Se riescono a colpire i polmoni le cose si mettono male per la persona non vaccinata.
Poi dopo alcuni giorni gli anticorpi vengono creati dal sistema immunitario (ma il danno ormai e' fatto) e la persona non vaccinata guarisce completamente ma in un mese (il tempo e' piu' lungo perche' i virus hanno avuto il tempo di moltiplicarsi molto di numero nell'organismo).
Questi contagi, delle persone non immunizzate dal vaccino, sono quelli rappresentati dalla linea viola nel grafico.
Qui' finisce questa presentazione visiva dei virus e degli anticorpi in azione nel corpo umano e della guerra tra loro proprio mentre si svolge nel corpo delle persone contagiate, sia vaccinate che non vaccinate.
Se una persona continua a non avere fiducia sulla Scienza o sui vaccini dopo aver potuto vedere con i propri occhi quello che succede, noi non possiamo fare altro.
Speriamo di aver fatto comunque una cosa utile a far vedere e spiegare le cose diverse che accadono se una persona e' vaccinata oppure no, in questa guerra di sopravvivenza contro i virus.
Pensiamo anche di aver fornito un ulteriore esempio di come il modello a soglia possa riuscire a spiegare tutto di questa pandemia, riducendo sempre piu' lo scetticismo sulla validita' ed utilita' di questo modello.
Un ringraziamento particolare deve andare a tutte le persone impegnate nella raccolta dell'enorme quantita' di dati che servono a produrre le informazioni che noi analiziamo: e' un lavoro che stanno facendo con ammirevole dedizione. La qualita' dei nostri risultati dipende dal loro impegno che finora e' stato straordinario.


LEZIONE 26 SUL MODELLO A SOGLIA: LA COMPRENSIONE DEL FENOMENO PANDEMICO (15 settembre 2021)
Vai a:   Lezione 25   ,   Lezione 27
Grazie al modello a soglia possiamo avere ora una comprensione completa del fenomeno pandemico.
La quarta ondata , iniziata con i festeggiamenti per la vittoria della coppa europea di calcio dell 11 luglio 2021, e proseguita poi con tutte le produzioni di nuovi contagi da parte degli italiani in vacanza, senza alcuna restrizione, nella sua semplicita' ci ha permesso di fornire la verifica sperimentale di tutte le previsioni del modello a soglia, tranne quella piu' importante, ben per noi, della partenza della produzione di ulteriori nuovi contagi da parte dell'epidemia degli asintomatici, dovuta al superamento della soglia critica (che temiamo di dover anche verificare in futuro, speriamo il piu' tardi possibile).
Cio' perche' la percentuale dei contagi delle persone NON immunizzate, ormai abbastanza poche, e' rimasta sempre sotto al valore della soglia critica che noi abbiamo stimato, giustamente credo, al 3.75%. Infatti al suo punto piu' alto ha toccato il 3.6% ma mai di piu' (vedi linea viola nel grafico ).
Non descriviamo in questa sede quell'andamento altalenante (con i picchi del venerdi') della percentuale dei contagi delle persone immunizzate, perche' e' stato descritto ampiamente nella Lezione 22 e poi e' poco rilevante per lo sviluppo della quarta ondata, perche' sono contagi che guariscono subito (in un paio di giorni).
Lo sviluppo dell'ondata epidemica si e' quindi svolto nel modo piu' classico: grazie o per colpa dei contagi prodotti dagli italiani la curva dei contagi e' rimasta per tutto il primo mese senza la decrescita delle guarigioni (ci vuole un mese per far guarire una persona non immunizzata contagiata).
Si sono cosi' andati accumulando sempre piu' contagi facendo crescere la curva fino al picco del 3.6% per poi iniziare a decrescere quando, dopo un mese, hanno cominciato ad arrivare le guarigioni dei primi contagiati (di un mese prima) ed allora il numero dei positivi al test ha cominciato a diminuire.
Infatti i contagi hanno cominciato a salire il 14 luglio, dopo 3 giorni d'incubazione dall'evento che ha dato inizio a questa quarta ondata (la vittoria della coppa europea di calcio a Wembley, non in Italia).
Esattamente 30 giorni dopo, il 13 agosto, c'e' stato il picco dei NON immunizzati (vedi la linea viola nel grafico ) che sta poi scendendo in un tempo che sarebbe di un mese, se facessimo un lockdown per impedire la produzione di ogni nuovo contagio da parte delle attivita' umane, ma siccome non abbiamo motivo di fare il lockdown ci sono tutti questi nuovi contagi che arrivano a sovrapporsi alla discesa in un mese e l'effetto e' quello di prolungare la discesa normalmente fino a 2 o 3 mesi, a secondo del numero di contagi prodotti nel tempo dalle sole attivita' umane, perche', essendo i contagi sotto al valore della soglia critica, non c'e' alcun apporto da parte dell'epidemia degli asintomatici.
Dev'essere chiaro a tutti pero' che questo pericolo costituito dall'apporto di altri contagi da parte dell'epidemia degli asintomatici incombe sempre, perche' se la produzione di nuovi contagi da parte delle attivita' umane diventasse eccessivo, i contagi potrebbero salire sopra la soglia critica e allora l'ondata, alimentata dalla produzione (esponenziale) di contagi da parte dell'epidemia degli asintomatici, riprenderebbe a salire ed anche molto, com'e' gia' accaduto nei primi mesi del 2021, quando la seconda ondata, nella sua discesa e' stata alimentata dall'eccesso di contagi prodotti dallo shopping sfrenato di Natale e praticamente la seconda ondata ha smesso di decrescere saldandosi con la salita della terza ondata (si noti il livello dei contagi rimasto sempre alto da Natale in poi).
Speriamo che ora non si commetta lo stesso errore (per esempio per la riapertura delle scuole). Grazie al Cielo ora potremo soprattutto contare sull'aiuto di cosi' tante vaccinazioni fatte.
Qual'e' questo aiuto si puo' vedere perfettamente nella quarta ondata che senza vaccinazioni avrebbe superato la soglia critica del 3.75% e, con tutti i contagi in piu' prodotti dall'epidemia degli asintomatici, sarebbe arrivata nuovamente ad un picco del 18%, proprio come nelle ondate precedenti.
Ma in questa quarta ondata non e' stato cosi', perche' le persone infettabili, cioe' non immunizzate, sono arrivate ad essere l' 86% del totale e con solo il 14% rimanente di persone infettabili (1 su 7) la percentuale di positivi al test (contagiati) al picco c'era da aspettarsi che si riducesse di un fattore 7.
Questo significa che il picco del 18% deve scendere al 2.5%, che e' un valore consistente con il picco accennato dalla linea viola nel grafico.
Come si vede, questa pandemia e' un fenomeno che rispetta fedelmente tutti i comportamenti previsti dal modello a soglia che la descrive basandosi su due pilastri fondamentali:
  1. La guarigione in 30 giorni delle persone contagiate non immunizzate.
  2. L'elevata probabilita' che una persona non immunizzata infettata non sviluppi sintomi, pur rimanendo infetta e contagiosa (anche se poco) per un mese, il che comporta la formazione di un'epidemia nascosta, quella degli asintomatici, che e' una peculiarita' tipica della pandemia Covid-19.
Entrambi questi elementi basilari del modello a soglia sono verificabili sperimentalmente e per questo il modello non e' basato su ipotesi o supposizioni, per cui non si tratta di un'insieme di congetture ma di un vero modello descrittivo della realta' del fenomeno pandemico nella sua completezza.
Inserendo tutti i dati in un computer, con un software abbastanza semplice a farsi, si puo' avere la previsione del modello per i contagi del giorno dopo, regione per regione: ogni deviazione del dato misurato da quello previsto puo' essere imputata ai contagi prodotti dalle attivita' umane in quei giorni.
Questo puo' essere uno strumento utile per pilotare in modo ottimale gli interventi necessari a limitare la produzione di nuovi contagi per poter rimanere sempre sotto alla soglia critica, piu' facile ad ottenersi con tante vaccinazioni fatte, che pero' ora stanno cominciando a diminuire per scadenza del periodo di validita' della relativa immunita'.
E' cosi' che il modello a soglia ci puo' aiutare ad evitare nuove ondate in futuro.

COMMENTO AL DATO DI MARTEDI' (14 settembre 2021)
La discesa dei contagi dal picco del venerdi' si e' conclusa in circa 3 giorni.
Tutto procede bene, come previsto dal modello a soglia, con i contagi delle persone non immunizzate (linea viola in basso nel grafico ) che continua a scendere con la giusta durata di guarigione di un mese, verso il limite del fondo dell'epidemia degli asintomatici allo 0.6%. Ci vorranno ancora una ventina di giorni o forse trenta per la riapertura delle scuole, che creando nuovi contagi rallenteranno la discesa della curva viola.
I prossimi giorni saranno cruciali perche' ieri si sono riaperte tutte le scuole in presenza per 4 milioni di studenti.
In Alto Adige, che ha riaperto le scuole una settimana prima, alcune classi hanno gia' riattivato la didattica a distanza. Speriamo bene.
L'effetto sulla curva dei contagi in Piemonte si dovrebbe vedere dopo 3 giorni d'incubazione, quindi da giovedi' prossimo in poi: questo dato l'abbiamo appreso nel caso della finale della coppa europea di calcio che c'e' stata l'11 luglio mentre l'incremento dei contagi e' comparso a partire dal 14 luglio, come si vede bene nel grafico.

ANDAMENTO DEI DECESSI (14 settembre 2021)
Abbiamo riportato nel grafico seguente l'andamento dei decessi per Covid-19 dal 9 maggio 2021 fino ad oggi:
Da esso possiamo ricavare il ritardo dell'esito infausto del Covid-19 rispetto al momento del contagio.
Fino ad oggi avevamo stimato che questo ritardo fosse di una ventina di giorni.
Ora possiamo essere un po' piu' precisi osservando la distanza in giorni dei due picchi della quarta ondata: nel grafico dei contagi risulta essere al 13 agosto mentre in quelli dei decessi possiamo collocarlo al 31 agosto.
Quindi il ritardo medio risulta essere di 18 giorni con una dispersione implicita che stimiamo essere di piu' o meno 3 giorni.
Un altro parametro interessante e' l'ordinata nel grafico dei decessi: come dipende dalla percentuale dei contagi?
Essendo quello della quarta ondata un picco ben definito (ci riferiamo alla curva dei contagi delle persone non immuni, cioe' la linea viola nel grafico dei contagi ) e' abbastanza facile confrontare le altezze dei picchi della quarta ondata nei due grafici.
Ad un picco dei contagi dei non immunizzati del 3.6% (linea viola, al 13 agosto) corrisponde, 18 giorni dopo, un picco di 60 decessi con un errore che stimiamo essere di piu' o meno 5 (linea rossa nel grafico dei decessi al 31/8).
In conclusione questi sono i risultati:
  • RITARDO DEI DECESSI : 18 giorni
  • LEGAME CON I CONTAGI: 3.6% di contagi ---> 60 decessi/giorno
QUANTO TEMPO IMPIEGA IL VIRUS PER UCCIDERE: Il virus ci mette 18 giorni per infettare i polmoni di una persona NON immunizzata ed ucciderla (una persona immunizzata invece non riesce ad ucciderla, perche' non riesce ad arrivare ai polmoni e scatenare la polmonite virale).
QUANTI MORTI PRODUCE IL VIRUS: Il secondo dato e' sconvolgente: vuol dire che la capacita' di uccidere di questi coronavirus e' tale che anche con solo il 3.6% di contagi (valore attuale, che e' SOTTO alla soglia critica) puo' produrre 60 decessi AL GIORNO!
Il fenomeno e' lineare: quando i contagi raddoppiano anche i decessi raddoppiano. Quindi se la percentuale di contagi arriva al 12% , 18 giorni dopo avremo 200 morti al giorno e se arriva al 18% i decessi giornalieri saranno 300: una strage!
Avevamo gia' incontrato numeri cosi' grandi, anche se non avevamo misurato come ora quantitativamente queste conseguenze della pandemia.
Il modello a soglia ci spiega che il picco di un'ondata dura almeno un mese se le attivita' umane non producono incrementi significativi di contagi, altrimenti puo' durare anche 2 o 3 mesi.
Se il picco di un'ondata arriva al 18% di altezza, la media dei contagi in quel mese e' in prima approssimazione la meta' del valore del picco; cioe' e' come se per un mese avessimo una media di contagi costante al 9%, che corrisponde a 150 decessi al giorno per 30 giorni, cioe' 4500 decessi in un mese (numero che potrebbe raddoppiare o anche triplicare se il picco dell'ondata durasse 2 o 3 mesi invece di 1 solo).
E' cosi' che in Italia siamo arrivati a 100.000 morti in un anno per Covid-19: una carneficina!
Tutto cio' dovrebbe rendere chiaro a tutti, soprattutto a chi sottovaluta questa pandemia, con cosa abbiamo a che fare.

P.S. Vogliamo qui' spiegare com'e' accaduto che, per la prima volta in questo lavoro, una nostra previsione non si e' avverata (e' anche cosi' che avanza la conoscenza).
Nella Lezione 13 del 18 agosto, parlando dei decessi, avevamo osservato che dopo i primi 3 picchi di contagi della quarta ondata , iniziati il 14 luglio, i contagi erano arrivati al 4.3% ma poi i contagi erano saliti ancora di piu' fino al 6.5%, nel picco del venerdi' piu' alto, per cui abbiamo ritenuto che fosse lecito attenderci una salita dei decessi di un altro 50%, cioe' fino ad arrivare a 90 decessi al giorno, circa 20 giorni dopo il 13 agosto (giorno del picco del venerdi' a 6.5%).
Questa previsione non si e' avverata, perche' ai primi di settembre i decessi si sono mantenuti intorno ai 60 decessi al giorno e non 90.
Ora possiamo capire perche' la nostra previsione ha fallito: e' stato in quanto solo SUCCESSIVAMENTE, in data 9 settembre, abbiamo scoperto che quell'andamento altalenante dei picchi del venerdi' erano dei contagi di persone immunizzate, che sono poco rilevanti per lo sviluppo della quarta ondata e dei decessi, in quanto sono contagi che guariscono subito, in un paio di giorni (nessuno muore).
Questa scoperta e' stata descritta ampiamente nella Lezione 22.
Solo da allora e' stato chiaro che i contagi dei picchi del venerdi', da noi considerati nella previsione del 18 agosto, non contribuiscono ai decessi perche' sono relativi a contagi di persone immunizzate (che guariscono subito).
Vi contribuiscono invece quelli della sottostante linea viola, che e' relativa ai contagi delle persone non immunizzate che, se guariscono, lo fanno in 30 giorni. Sono solo questi i contagi che alimentano il numero dei decessi.
Per questo il picco da considerare per la previsione dei decessi non e' quello al 6.5% (picco del venerdi') ma quello al 3.6% della linea viola.
Il risultato e' stato gia' riportato poco sopra:
LEGAME CON I CONTAGI: 3.6% di contagi ---> 60 decessi/giorno
A questo punto, questa non e' piu' una previsione ma e' il dato ricavato direttamente dai dati reali registrati nei primi giorni di settembre.

COMMENTO AL DATO DI LUNEDI' (13 settembre 2021)
Fortunatamente sembra che il dato di ieri sia effettivamente errato (poiche' non ci risulta che si siano verificati eventi tali da produrre un cosi' grande incremento di contagi in Piemonte).
La discesa dei contagi dal picco del venerdi' si sta cosi' completando in circa 3 giorni.
Tutto procede bene, come previsto dal modello a soglia, con i contagi delle persone non immunizzate (linea viola in basso nel grafico ) che continua a scendere con la giusta durata di guarigione di un mese, verso il limite del fondo dell'epidemia degli asintomatici allo 0.6%. Ci vorranno ancora una ventina di giorni o forse trenta per la riapertura delle scuole, che creando nuovi contagi rallenteranno la discesa della curva.
I prossimi giorni saranno cruciali perche' oggi si sono riaperte tutte le scuole in presenza per 4 milioni di studenti.
L'effetto sulla curva dei contagi si dovrebbe vedere dopo 3 giorni d'incubazione, quindi da giovedi': questo dato l'abbiamo appreso nel caso della finale della coppa europea di calcio che c'e' stata l'11 luglio mentre l'incremento dei contagi e' comparso a partire dal 14 luglio, come si vede bene nel grafico.
Auguriamoci che tutti sappiano rispettare le giuste precauzioni per prevenire i possibili ulteriori incrementi di contagi (che rallentano la discesa della curva dei contagi o potrebbero addirittura farla crescere se fossero troppi).
Adesso sara' interessante sviluppare le potenzialita' predittive del modello a soglia, per esempio per determinare quantitativamente l'entita' degli incrementi di contagi prodotti dalle varie attivita' umane nel tempo, dal discostamento della curva dei contagi dall'andamento previsto dal modello a soglia (tenendo conto anche dei contagi prodotti dall'epidemia degli asintomatici).
Il software di calcolo sarebbe molto utile agli organi di controllo per poter contrastare la produzione di nuovi contagi dalle attivita' umane (sarebbe un sistema di monitoraggio molto "pronto" nella risposta).
E' importantissimo apprendere gli insegnamenti del modello a soglia perche' l'inverno si sta avvicinando: e' di oggi la notizia che il Governo di Canberra (in Australia ora e' inverno) ha prolungato di un altro mese il lockdown. Il virus e' lo stesso!
Il modello a soglia ci indica come fronteggiare la pandemia quando si abbassa la temperatura ma va fatto con impegno e serieta' da subito.

COMMENTO AL DATO DI DOMENICA (12 settembre 2021)
Risalita molto importante se vera. Abbiamo messo un "?" in tabella perche' piu' di una volta in passato i dati della domenica sono risultati poco affidabili.
Speriamo che questa risalita cosi' vistosa NON sia vera: le scuole riaprono domani e cosi' stando le cose non vediamo eventi che possano giustificare un incremento cosi' vistoso, perche' sarebbe anche al netto della discesa dei contagi dal picco del venerdi' (degli immunizzati), che non si era completata.
Aspettiamo il dato di domani (con un po' di apprensione).

I NON VACCINATI: RISCHI E BENEFICI (12 settembre 2021)
La pandemia fa differenza tra gli immunizzati ed i non immunizzati: non fa invece molta differenza se una persona e' immunizzata dal vaccino o da una precedente infezione, contratta negli ultimi 8 mesi.
Abbiamo visto che attualmente c'e' l'86% di persone immunizzate di cui il 65% (nei calcoli da noi fatti) vaccinati ed il 21% rimasto di immunizzati non vaccinati, in quanto i 2/3 degli immunizzati naturali, che non sapevano di essere immuni perche' guariti da una precedente infezione asintomatica, si sono pure vaccinati.
Quindi i non immunizzati attuali sono abbastanza pochi, circa il 21% (=86%-65%), pero' sono proprio loro i responsabili del picco (linea viola, larga piu' di un mese) della quarta ondata che ha raggiunto solo il livello del 3.6% proprio perche' i non immunizzati, che sono quelli piu' infettabili, sono cosi' pochi.
Con l'arrivo del freddo pero', se le cose restano come ora, la soglia critica si abbassera' e scendendo sotto al 3.6% farebbe partire la produzione esponenziale di nuovi contagi da parte dei 3 milioni di asintomatici che sono in circolazione oggi in Italia (il 5% circa dei positivi al test corrisponde ad 1/20 della popolazione italiana cioe' 3 milioni).
L'unico modo per rimanere in sicurezza sembra essere percio' quello di ridurre ancora di piu' il numero di persone NON immunizzate, incrementando le vaccinazioni, cosi' da ridurre ancora di piu' quel 3.6% di non immunizzati infettabili per un mese.
Qui' ci scontriamo con le persone che non vogliono vaccinarsi per le piu' disparate convinzioni (per esempio alcuni non si fidano perche' ritengono che la sperimentazione fatta sia insufficiente; ci e' stato anche riferito che un gruppo di macedoni non si vaccina perche' e' convinto che il vaccino riduca l'attivita' sessuale).
In fondo a queste convinzioni c'e' la fiducia che loro riusciranno comunque a non contrarre l'infezione (altrimenti sarebbero folli).
Nell'interesse di queste persone spieghiamo perche' questa fiducia e' mal riposta e facciamo poi anche un bilancio rischi/benefici di rimanere non vaccinati. Poi ognuno puo' credere quello che vuole, anche se dovrebbe essere difficile negare l'evidenza.

I RISCHI di NON vaccinarsi sono noti e sono:
  1. LE PERSONE CHE DIFFONDONO I CONTAGI SONO TANTE: Siccome il 5% delle persone sottoposte al test risulta positiva vuol dire che oggi 1 persona su 20 in Italia ha il virus in corpo e puo' trasmetterlo ad altre persone se ci viene in contatto.
    Non vogliamo terrorizzare nessuno, per cui diciamo subito che non e' cosi' facile rimanere contagiati: bisogna respirare il fiato di una persona infetta o toccarla, magari stringendogli la mano, e poi nelle ore successive, se non si sono lavate le mani, toccarsi bocca, naso o occhi.
    Appare chiaro pero' che andando in giro tutti i giorni e' molto verosimile che con il passare dei giorni si possa commettere qualche leggerezza e rimanere contagiati. E' quello che e' successo ai 3 milioni di persone oggi positive in Italia ed alle altrettante altre rimaste contagiate in ognuno dei mesi precedenti (sono tantissime, quasi tutte ignare di essere rimaste contagiate).
    In altre parole ci sembra che non sia proprio il caso di sperare che a noi non succeda, perche' prima o poi e' abbastanza probabile che succedera' senza che ce ne accorgiamo (questo virus e' cosi'): accade nelle infezioni asintomatiche, che sono la maggior parte e accade sia alle persone non vaccinate che a quelle vaccinate.
    Questo virus pero' ha una caratteristica molto particolare:
    • Nella maggior parte dei casi non sviluppa alcun sintomo pur dilagando nell'organismo e distruggendo le cellule della persona contagiata che se non si e' vaccinata rimane infetta per un mese (cioe' positiva al test), perche' al momento del contagio non aveva alcun anticorpo a proteggerla.
    • Se invece la persona si e' vaccinata, nel giro di un paio di giorni o poco piu' tutti i virus vengono annientati dagli anticorpi e cosi' non possono piu' diffondersi (si e' guariti in pochi giorni).
  2. DANNI SANITARI: Una persona infettata da questi virus puo' subire sintomi che possono anche essere gravi e portare addirittura alla morte in una percentuale piccola di casi (100.000 decessi in un anno in Italia). Per questo nessuno vorrebbe infettarsi.
  3. LONG COVID: Nella maggior parte dei casi pero' l'infezione, puo' comunque produrre danni all'organismo, molti dei quali sono destinati ad avere conseguenze a lungo termine; per questo si stanno organizzando in molti ospedali dei reparti specializzati in queste patologie (deficit cognitivi, di olfatto, ecc.) denominate "long Covid".
  4. INFEZIONE PERSISTENTE PER UN MESE: L'infezione di questi virus, che nella maggior parte dei casi e' invisibile perche' asintomatica, su una persona immunizzata dura solo 2 giorni mentre su una persona NON immunizzata dura addirittura un mese. Durante questo mese i virus possono andare a colpire piu' organi interni e produrre complicanze a lungo termine (il cosiddetto "long Covid", che sembra essere indipendente dalla gravita' dei sintomi subiti) anche se la persona rimane asintomatica, cioe' non sviluppa alcun sintomo ("sta bene"). Questo proprio in virtu' del lungo tempo di guarigione (un mese) in cui la persona rimane esposta all'aggressione virale.
  5. MINE VAGANTI: Un altro rischio, ma sarebbe piu' giusto parlare di danno, e' anche'esso dovuto a questo lungo tempo in cui la persona non vaccinata rimane infetta (un mese): e' il rischio di contagiare altre persone, in primis i famigliari ed i congiunti ma poi anche tante altre persone per un tempo lungo un mese, in cui emette cariche virali piu' intense (cioe' con moltissimi virus), proprio perche' e' una persona non vaccinata (i virus nel suo organismo hanno una maggiore possibilita' di replicarsi in gran numero e di far dilagare l'infezione anche all'esterno).
    Praticamente si svolge il ruolo del complice dei virus che inconsapevolmente li aiuta ad incrementare i danni sanitari ed economici della pandemia.
    In altre parole una persona NON vaccinata, infetta ed asintomatica e' come una mina vagante che puo' infettare altre persone per tutto il mese in cui rimane infetta.
Veniamo ora ai BENEFICI di NON vaccinarsi, che sono:
  1. IMMUNIZZAZIONE: Molti vaccini producono anticorpi stimolando il sistema immunitario, di cui tutti siamo dotati, con dei virus attenuati. Si attenuano per impedirgli di produrre i danni che i virus non attenuati produrrebbero nell'organismo della persona vaccinata.
    Abbiamo visto poco fa che e' praticamente impossibile farla franca, evitando di infettarsi, spesso in modo inconsapevole, sul lungo periodo con questi coronavirus per la loro elevata contagiosita' e perche' si nascondono invisibili dentro ad 1 persona su 20 di quelle che ci circondano (anche in quelle a noi piu' vicine).
    In conseguenza di cio', se una persona che rimane non vaccinata s'infetta inconsapevolmente, in forma asintomatica, e' come se avesse preso un vaccino con virus NON attenuati: cioe' subirebbe i danni prodotti dai virus che dilagano distruggendo le cellule nel suo organismo che NON e' stato dotato di una protezione preventiva di anticorpi (perche' non e' vaccinato).
    Pero' dopo la guarigione che avviene in un mese (se gli va bene, perche' l'infezione con virus non attenuati non garantisce sempre la guarigione e puo' anche finire male) puo' beneficiare di un'immunita' forse anche migliore di quella che si ottiene con il vaccino, perche' il suo sistema immunitario e' stato stimolato proprio dal virus giusto.
    Anche a queste persone, poi immunizzate per 8 mesi, perche' infettate in forma asintomatica (quindi invisibile), secondo noi dovrebbe essere concesso un "certificato verde", dopo aver verificato la presenza nel loro corpo di anticorpi immunizzanti.
    Non puo' essere in ogni caso una buona idea, crediamo, quella di ammalarsi per acquisire un'immunita' di 8 mesi: sarebbe un'immunita' pagata a caro prezzo. La persona che non voleva vaccinarsi si troverebbe lo stesso vaccinata ma nel modo peggiore (con virus NON attenuati, che producono un danno maggiore).

LEZIONE 25 SUL MODELLO A SOGLIA: COME COMBATTERE QUESTI VIRUS (12 settembre 2021)
Vai a:   Lezione 24   ,   Lezione 26
LA COSTRUZIONE DEL "MODELLO A SOGLIA" E' STATA GRADUALE NEL TEMPO A PARTIRE DAL 7 LUGLIO (PRIMA DELL'INIZIO DELLA QUARTA ONDATA) ED ANCHE SE LA CRONOLOGIA DELLA SUA GENESI RIVESTE UN CERTO INTERESSE PER CHI DESIDERA CAPIRE I MECCANISMI DI ACQUISIZIONE DELLA CONOSCENZA, TUTTAVIA NON GIOVA ALLA FACILITA' DELLA COMPRENSIONE DEL MODELLO.
PER QUESTO ABBIAMO DECISO DI EVIDENZIARE LE PARTI RELATIVE AL "MODELLO A SOGLIA" COME UNA SERIE PROGRESSIVA DI LEZIONI NUMERATE, ANCHE PERCHE' QUESTO CI SARA' UTILE PER STRALCIARE POI LE PARTI PIU' SIGNIFICATIVE DA RACCOGLIERE IN UN'APPENDICE DEDICATA ALLA DESCRIZIONE ORGANICA DEL "MODELLO A SOGLIA", CHE CONTIAMO DI PUBBLICARE PRESTO.
IL LETTORE POTRA' SCORRERE LA SEQUENZA CRONOLOGICA DELLE LEZIONI CLICCANDO SUI DUE LINK CHE PUNTANO ALLE LEZIONI CONTIGUE.

Nel commento al dato di sabato 11 settembre ( Lezione 24 ) abbiamo spiegato con il modello a soglia come nasce e si sviluppa il picco di un'ondata.
Continuiamo ora le lezioni su questo modello, che spiega il funzionamento della pandemia.
Quando le discese per guarigione prevalgono sugli incrementi di nuovi contagi, la curva dei contagi scende fino al minimo, costituito dal livello di equilibrio dell'epidemia degli asintomatici, che dipende dalla contagiosita' del virus dominante, dalla percentuale di persone immunizzate e dalla temperatura ambientale, per poi risalire se continuano le immissioni di nuovi contagi per attivita' umane che favoriscono la diffusione dei virus quando la discesa per guarigione dal picco precedente si e' esaurita (cioe' quando sono guariti quasi tutti).
In seguito a queste risalite l'andamento della pandemia risulta pertanto una sequenza di picchi la cui frequenza ed altezza dipendono dall'entita' delle immissioni di nuovi contagi prodotte dalle attivita' umane che favoriscono nuovi contagi.
Se la trattazione fosse al livello universitario bisognerebbe a questo punto introdurre come ipotesi esemplificativa uno o piu' modelli d'immissione di nuovi contagi e calcolare quantitativamente lo sviluppo dell'epidemia ma lo scopo di questo lavoro si limita al livello divulgativo.
Pertanto siamo arrivati a spiegare la genesi di una serie di ondate epidemiche, che sono come quelle viste in Giappone.
I picchi settimanali si vedono benissimo anche nel grafico del Giappone e, siccome corrispondono ai contagi e guarigioni rapide delle persone immunizzate (pochissimi in Giappone si erano vaccinati), le loro ampiezze forniscono una misura della percentuale di persone con immunizzazione naturale per una precedente infezione, in massima parte asintomatica, negli 8 mesi precedenti).
Finche' non si trovano farmaci antivirali specifici per questi coronavirus, di basso costo e semplici da somministrare non riusciremo ad eliminare l'epidemia degli asintomatici, che variera' di livello con le stagioni, con la contagiosita' del virus dominante ma anche con il numero di persone immunizzate e quindi con la percentuale di persone vaccinate.
E' stata proprio questa la carta vincente che abbiamo giocato in Italia per risparmiarci una vera quarta ondata e lasciando cosi' tutte le attivita' economiche aperte, senza restrizioni.
Infatti, mentre in Italia le varie ondate raggiungevano un livello di contagi del 18% questa quarta ondata, affrontata con una percentuale di vaccinati del 65%, ha raggiunto soltamto il 6% con i picchi del venerdi' (quelli molto brevi delle persone immunizzate) ed il 3.6% (per un paio di giorni) con la linea viola che rappresenta i contagi delle persone non immunizzate (quelle con tempo di guarigione di 30 giorni).
Questo ci ha permesso di mantenere il livello dei contagi delle persone non immunizzate (era la loro epidemia perche' gli imunizzati smettevano in 2-4 giorni di essere positivi al test e quindi era come se non esistessero per lo sviluppo massivo dei contagi) sempre sotto al livello della soglia critica che abbiamo stimato essere oggi in Italia al 3.75%.
Quindi grazie alle vaccinazioni fatte in Italia, abbiamo potuto evitare che partisse la crescita esponenziale della produzione di nuovi contagi da parte dell'epidemia degli asintomatici che avrebbe fatto impennare in modo inarrestabile la curva dei contagi (sia degli immunizzati che dei non immunizzati), frenando considerevolmente le attivita' economiche e la crescita del P.I.L. oltre ai rilevanti danni sanitari che conosciamo ormai molto bene).
Questo dell'Italia puo' costituire un buon esempio per tutti gli altri Paesi di come si possono limitare i danni di questa pandemia.
Questo non puo' pero' essere un punto di arrivo ma solo di partenza perche' dobbiamo ancora misurarci con la maggiore aggressivita' di questi virus nella stagione piu' fredda, in cui ci aspettiamo un sensibile abbassamento della soglia critica.
Queste sono state solo le prove generali: il vero esame verra' nei prossimi tre mesi.
Questo ci obblighera' ad abbassare ancora di piu' il numero di persone non immunizzate monitorando il numero di persone immunizzate che e' superiore al numero di persone vaccinate, come abbiamo imparato. Cio' perche' le immunizzazioni hanno una durata limitata (sembra di circa 8 mesi) e quindi le vaccinazioni devono essere ripetute ogni 8 mesi.
E se questo non bastasse qualche tipo di restrizione sara' anche necessaria, pur di NON far salire la percentuale dei contagi delle persone non immunizzate sopra al livello della soglia critica.

COMMENTO AL DATO DI SABATO (11 settembre 2021)
I contagi di oggi hanno cominciato a scendere dal picco del venerdi', che e' sceso un po' piu' in basso del picco precedente di 8 giorni fa (esattamente con lo stesso andamento della sottostante linea viola), perche' questo picco degli immunizzati e' sovrapposto al picco largo (per le guarigioni in 30 giorni) dei NON immunizzati della quarta ondata sottostante, che sta scendendo lentamente in 30 giorni, come evidenziato dalla linea viola.
Tutto sta procedendo come previsto dal modello a soglia.

LEZIONE 24 SUL MODELLO A SOGLIA: (11 settembre 2021)
Vai a:   Lezione 23   ,   Lezione 25
Vediamo come il modello a soglia spiega la nascita e lo sviluppo del picco di un'ondata.
La curva viola in basso nel grafico rappresenta i contagi delle persone non immunizzate, che guariscono dopo 30 giorni.
Il modello a soglia ci spiega che per il primo mese dall'inizio ci sono solo gli apporti di nuovi contagi prodotti dalle attivita' umane, che fanno salire la curva e non ci sono per niente i decrementi di contagi per guarigione per tutto il primo mese (non guarisce nessuno).
Poi al termine del tempo necessario per far arrivare le guarigioni, cominciano ad arrivare i decrementi dei contagiati che smettono di essere positivi al test in quanto guariti.
Questi decrementi aumentano con la stessa rapidita' con cui la curva dei contagi era salita e causano cosi' la discesa della curva dal picco, perche' diventano sempre di piu' fino ad un mese dopo il picco della quarta ondata.
Tutte le ondate di questi coronavirus si formano cosi', con larghezza dei picchi determinata dal tempo di guarigione di un mese e modulata dall'apporto dei nuovi contagi che ci sono e che possono aumentarla (come sta accadendo alla nostra quarta ondata).
Si puo' verificare nel grafico che la tempistica dei dati e' perfettamente consistente con la spiegazione fornita dal modello a soglia.
Finche' l'andamento medio dei dati e' discendente con la stessa pendenza della linea viola, tutto sta andando per il meglio: in un paio di mesi tutti i positivi non immunizzati (linea viola) saranno guariti e si tornerebbe al livello del fondo degli asintomatici che allora invece dello 0.6% sara' salito almeno all'1% per colpa del freddo autunnale.
Il tempo di discesa della linea viola e' piu' di un mese, perche' continuano ad arrivare tanti piccoli incrementi di nuovi contagi (di persone non vaccinate) che, anche loro, guariscono in un mese ma a partire dal giorno del contagio: cosi' la discesa si prolunga.
Comunque finche' la linea viola in basso (contagi dei non immunizzati) sta sotto la soglia critica e scende ulteriormente va tutto bene.
Dobbiamo certamente al gran numero di vaccinazioni fatte, che hanno ridotto molto il numero di persone non immunizzate, se la linea viola non ha superato la soglia critica, che costituisce un rischio enorme per ora evitato.

LEZIONE 23: IL MODELLO A SOGLIA : COSA RENDE PARTICOLARE QUESTA PANDEMIA (11 settembre 2021)
Vai a:   Lezione 22   ,   Lezione 24
Trattiamo qui' i contagi delle persone non immunizzate (linea viola nel grafico ); di quelle immunizzate, che danno origine alla struttura a picchi nel grafico, ne abbiamo parlato a sufficienza nei giorni scorsi, arrivando a dare una spiegazione documentata anche dei famosi picchi del venerdi'.
Comunque, avendo un tempo di guarigione molto breve (2-4 giorni), le persone immunizzate non partecipano alla quarta ondata ed alla pandemia in modo determinante, per cui possiamo non parlarne in questa sede.
Tre sono le particolarita' di questa pandemia:
  1. L'alta probabilita' che l'infezione sia asintomatica (circa 98%) che rende possibile il dilagare di un'epidemia parallela ed invisibile, quella degli asintomatici.
  2. L'esistenza di questa epidemia nascosta degli asintomatici (che e' come una "brace accesa" invisibile e perpetua) che non permette neanche che esista l'immunita' di gregge per questa pandemia.
  3. Il tempo di guarigione lungo 30 giorni che, unitamente all'epidemia degli asintomatici, fa comparire l'effetto soglia nella partenza della crescita esponenziale dei contagi nell'epidemia degli asintomatici.
Quella degli asintomatici e' un'epidemia perche' una persona infetta asintomatica, non accorgendosi di essere infetta, non prende alcuna precauzione e nel lungo tempo di guarigione spontanea (30 giorni) riesce a trasmettere questa infezione invisibile anche ad altre persone sane, che hanno a loro volta un'alta probabilita' di diventare anch'esse asintomatiche, per la modestia delle cariche virali infettanti diffuse dalla persona asintomatica.
Si crea cosi' una vera e propria epidemia, in cui il numero di persone infette e' il risultato di un equilibrio dinamico tra il numero di persone che subiscono nuove infezioni, diventando asintomatiche, e le persone asintomatiche che guariscono dall'infezione.
Eventi particolari, come gli assembramenti di molte persone, possono favorire anche molto la diffusione dei contagi e creare le condizioni per una crescita del loro numero che puo' innescare un altro fenomeno, se ci sono le condizioni propizie: la crescita incontrollata dei contagi (focolaio dell'infezione) e la partenza di una nuova ondata epidemica, che poi puo' assumere un andamento esponenziale.
Il tempo di guarigione lungo 30 giorni infatti puo' far partire una crescita esponenziale dei contagi con modalita' a soglia, perche' nel momento in cui i contagi iniziano a crescere si produce la rottura dell'equilibrio dinamico tra le nuove infezioni, che aumentano il numero di persone infette, e le guarigioni, che ne diminuiscono il numero.
Questo accade perche' quando gli eventi che creano l'incremento dei contagi rompono l'equilibrio esistente nell'epidemia stazionaria degli asintomatici e fanno crescere il numero delle nuove infezioni, le guarigioni non crescono a compensare la crescita ma restano ancorate all'andamento della curva dei contagi di un mese prima (per la lunga durata della guarigione).
In questa fase iniziale della crescita dei contagi quindi viene a mancare l'effetto compensativo dell'incremento delle guarigioni e questo fa crescere i contagi per un mese.
Questo fatto porta cosi' ad una rottura dell'equilibrio dinamico che manteneva costante il numero di persone asintomatiche partecipanti all'epidemia degli asintomatici ed il numero di asintomatici inizia a crescere.
Questa crescita puo' procedere con modalita' di crescita esponenziale, se si verificano le condizioni in cui mediamente ogni persona infettata riesce ad infettarne piu' di un'altra.
Vediamo quand'e' che si verificano queste condizioni.
Quando il numero di asintomatici e' basso e' difficile che una di queste persone contagiate asintomatiche riesca ad infettarne un'altra nei 30 giorni in cui rimane infetta. Ci riuscira' soltanto una su 2, per esempio. Allora diciamo che il suo potere d'infettare (in un mese) e' del 50% ed il livello dei contagi diminuisce.
Ma se le condizioni, in cui la persona infetta si trova, cambiano in modo da rendere piu' facile il contatto con le altre persone (per esempio assembramenti) allora la probabilita' di infettare altre persone aumenta e cosi' aumentera' il suo potere infettante: non piu' il 50% ma 100%, 200% o piu' (nel primo caso il livello dei contagi rimane costante, nel secondo caso aumenta).
Cosi' aumenta il numero totale di persone infettate, che contribuisce anch'esso ad aumentare le infezioni per cui il numero totale delle persone infette (ed infettanti), puo' aumentare con l'aumentare del livello della curva dei contagi (linea viola).
Questo numero, che corrisponde al livello dei contagi, nella sua crescita puo' raggiungere una soglia alla quale ogni persona asintomatica, al netto delle guarigioni ed in un mese (periodo di guarigione), riesce ad infettare piu' di un'altra persona (potere infettante maggiore del 100%).
E' allora che s'innesca una crescita esponenziale del numero di persone infettate (la grande maggioranza in modo asintomatico ma qualcuna anche con sintomi).
Questa soglia, che corrisponde ad un certo livello nella curva dei contagi, e' quella che abbiamo chiamato soglia critica, perche'
  • e' solo al di sopra di questo livello che la crescita di questi contagi, prodotti dall'epidemia degli asintomatici al netto delle guarigioni, diventa esponenziale e quindi difficilmente arrestabile.
  • Al di sotto di quella soglia invece il livello dei contagi non ha l'apporto della crescita esponenziale dei contagi prodotti dall'enorme numero di persone partecipanti all'epidemia degli asintomatici ma e' determinato dall'equilibrio che s'instaura tra la crescita dei nuovi contagi prodotti dalle attivita' umane e le guarigioni che pero' iniziano ad aumentare di numero solo dopo un mese.
Questo ritardo e' quello che determina l'andamento "a campana" di un'ondata (come la quarta ondata ), che puo' anche allungarsi a?che oltre un mese se c'e' un apporto continuo o ripetuto di nuovi contagi dovuti alle attivita' umane, che rallenta la decrescita dei contagi prolungando la forma a campana della curva, come sta succedendo proprio nella quarta ondata (linea viola nel grafico ).
La decrescita dei contagi per le guarigioni interviene a determinare la forma della curva, al pari della crescita per i nuovi contagi ma dipende da quello che era l'andamento dei contagi un mese prima e questo effetto puo' variare molto quando l'andamento dei contagi e' molto variabile nel tempo.
Il fenomeno descritto non e' facile da capire nella sua complessita'. All'autore e' stato necessario un anno di tempo per venirne a capo con il modello a soglia , indagando sulle tracce lasciate dai virus nella curva dei contagi.
L'abbiamo chiamato cosi' per mettere in evidenza la sua caratteristica piu' pericolosa: quella soglia critica, sconosciuta a tutti, al di sopra della quale i contagi s'impennano per il contributo esplosivo di quel fenomeno fino ad allora nascosto, che e' l'epidemia degli asintomatici, trascurata dagli esperti clinici perche' non comporta conseguenze che gravano sul sistema sanitario nazionale.
Ma di conseguenze ne comporta eccome! Affermiamo che viene proprio dall'epidemia degli asintomatici il contributo maggiore alle ondate epidemiche di questa pandemia e cio' accade quando si supera quella soglia critica, che secondo le nostre stime ora dovrebbe essere intorno al livello del 3.75% nella curva dei contagi, cioe' molto vicina al livello dei contagi delle persone non vaccinate (la linea viola nel grafico ).
E' quello che e' successo in India, dove i contagi della variante delta sono cresciuti cosi' tanto da fare una strage. Il virus (variante delta) e' lo stesso e se lasciassimo partire partire, per colpevole inconsapevolezza, la crescita esponenziale dei contagi dei NON immunizzati lo sviluppo dell'epidemia sarebbe analogo, solo su una popolazione ridotta e con gli immunizzati che restano a guardare, toccati solo in parte dall'epidemia: uno scenario tragico
Nella nostra quarta ondata finora la crescita esponenziale dei contagi non si e' vista perche' il nostro livello dei contagi, partito da quel misero 0.6% dei primi di luglio, e' sempre rimasto sotto alla soglia critica del 3.75%, grazie alle numerose vaccinazioni fatte, che hanno abbassato il numero di persone non immunizzate (linea viola nel grafico).
Altrimenti la curva dei contagi sarebbe piu' alta perche' anche le persone che ora sono immunizzate dal vaccino e che stanno contribuendo solo ai picchi del venerdi' avrebbero un tempo di guarigione non di 2-4 giorni ma di 30 giorni e sarebbero andate ad accumularsi innalzando la linea viola forse anche sopra alla soglia critica con le conseguenze che si possono immaginare.
Ora l'andamento a campana che vediamo nel grafico e' prodotto soltanto dalla crescita dei contagi per diffusione diretta tra le persone contagiate senza apporto da parte dell'epidemia degli asintomatici (che sono il 98% di quel 5% di positivi al test, che corrisponde a circa 3 milioni di persone in Italia).
Questo apporto inizierebbe vistosamente ed in forma esponenziale al superamento stabile del livello di soglia critica da parte dei positivi al test non immunizzati (linea viola nel grafico). La soglia del 3.75% e' maledettamente vicina e diminuira' con l'abbassamento della temperatura in autunno ed inverno, per cui occorre mantenere la guardia ben alta con un occhio puntato sulla curva dei contagi delle persone non immunizzate (linea viola nel grafico ).

COMMENTO AL DATO DI VENERDI' (10 settembre 2021)
I contagi di oggi sono arrivati al picco del venerdi', che e' sceso un po' piu' in basso del picco precedente di 7 giorni fa (esattamente con lo stesso andamento della sottostante linea viola), perche' questo picco degli immunizzati e' sovrapposto al picco largo (per le guarigioni in 30 giorni) dei NON immunizzati della quarta ondata sottostante, che sta scendendo lentamente in 30 giorni, come evidenziato dalla linea viola.
Tutto sta procedendo come previsto dal modello a soglia.
Finche' l'andamento medio e' discendente con la stessa pendenza della linea viola tutto sta andando per il meglio: in un paio di mesi tutti i positivi non immunizzati (linea viola) saranno guariti e si tornerebbe al livello del fondo degli asintomatici che allora invece dello 0.6% sara' salito all'1% per colpa del freddo autunnale.
Il tempo di discesa e' piu' lungo di un mese, perche' continuano ad arrivare tanti piccoli incrementi di nuovi contagi (di persone non vaccinate) che, anche loro, guariscono in un mese ma a partire dal giorno del contagio: cosi' la discesa si prolunga.
Se la situazione non precipita per eventi eccezionali (penso alla riapertura delle scuole come un rischio incombente), il livello dei contagi delle persone non vaccinate (questa e' veramente la loro ondata epidemica), cioe' la linea viola, che e' gia' scesa nettamente sotto alla soglia critica del 3.75%, continuera' a scendere ed il rischio della partenza esponenziale di nuovi contagi, prodotti dall'epidemia degli asintomatici, rimane abbastanza lontano (ce lo dice il modello a soglia).

QUANTI SONO GLI IMMUNIZZATI NON VACCINATI (10 settembre 2021)
Con l'ipotesi che i tamponi non siano stati prelevati alle persone vaccinate e che le discese dopo i picchi nel grafico della quarta ondata, essendo cosi' rapide (di soli 2-4 giorni), siano dovute solo alla guarigione di persone immunizzate (non vaccinate) allora, dal calcolo fatto a partire dalle discese dopo i picchi, abbiamo ricavato il numero di persone immuni al virus e non vaccinate, che in Piemonte risulta cosi' essere pari al 60% dei test fatti (su persone non vaccinate).
Questo significa che questo 60% di positivi al test risulterebbero immunizzati, a loro insaputa, per una precedente infezione asintomatica subita negli 8 mesi precedenti.
Questa percentuale trova riscontro anche in una stima da noi fatta del numero di persone contagiate negli ultimi 8 mesi, fatta a partire dalla curva dei contagi (misurando l'area della curva).
La conclusione che ne abbiamo tratto e' che ad oggi il numero di immunizzati, in totale tra il 65% di vaccinati ed il 60% del rimanente 35% di non vaccinati (immunizzati naturali), e' del 65% + 0.6*35% = 86% della popolazione.
Quindi, nelle ipotesi formulate all'inizio, questo 86% di immunizzati oggi esistente e' composto da
  • 65% di immunizzati VACCINATI e
  • dal 21% di immunizzati NON VACCINATI.
Dato che dalla stima fatta dalla curva dei contagi negli ultimi 8 mesi gli immunizzati naturali (per infezione) risultavano essere nell'ordine del 60% della popolazione, se oggi solo il 21% degli immunizzati e' non vaccinato significa che il 60-21 = 39% della popolazione vaccinata era composta da persone gia' immunizzate da una precedente infezione asintomatica (perche' ignare di essere gia' immunizzate) al momento della vaccinazione.
Questo significa che addirittura meta' delle vaccinazioni sono state fatte a persone che erano gia' immuni per una precedente infezione asintomatica contratta nei mesi precedenti.
Questi coronavirus sono virus subdoli, molto bravi a nascondere la loro presenza: non permettono nemmeno a questo 21% di persone infettate in passato e quindi ora immunizzate e non vaccinate di avere il "Certificato verde", pur essendo magari piu' immuni delle altre persone vaccinate.
Cosi' ci risulta questa cosa sorprendente, che meta' della popolazione in Italia (ma anche altrove, crediamo) e' costretta ad immunizzarsi una seconda volta con la vaccinazione (che forse potrebbe essere evitata con un'esame immunologico preventivo).

CONTAGIOSITA' DEI VACCINATI (9 settembre 2021)
Ci siamo accorti che l'informazione che anche le persone vaccinate possono infettarsi e sia pur poco risultare contagiose puo' essere interpretata male dal pubblico, che puo' arrivare a dedurne la conclusione errata che le vaccinazioni non servono, perche' anche le persone vaccinate s'infettano e risultano contagiose.
Facciamo allora un po' di chiarezza spiegando come stanno le cose, secondo noi: la contagiosita' di una persone dipende dall'intensita' delle cariche virali emesse con il fiato che ovviamente sono direttamente legate al numero dei virus che hanno invaso il suo organismo nelle vie respiratorie (carica virale significa la densita' virale ovvero il numero di virus attivi per unita' di volume respirato per unita' di tempo).
A questo punto ogni persona normale, non prevenuta, puo' capire che siccome una persona vaccinata infettata guarisce (cioe' non emette piu' virus) in un tempo da 2 a 4 giorni, i virus non hanno avuto il tempo necessario per moltiplicarsi molto di numero, come invece accade nelle persone NON vaccinate infettate che guariscono in 30 giorni, durante i quali i virus hanno molto piu' tempo utile per moltiplicarsi di numero nell'organismo della persona non vaccinata (per questo le conseguenze sanitarie dell'infezione possono essere piu' gravi, fino alla morte).
Quindi tra le persone contagiose perche' infettate, una persona vaccinata ha molti meno virus nel suo organismo e solo per pochi giorni (da 2 a 4) mentre una persona non vaccinata ha molti piu' virus nell'organismo e per un tempo lungo un mese durante il quale e' contagiosa.
Per questo una persona vaccinata che e' stata infettata e' contagiosa ma molto poco, perche' puo' emettere solo cariche virali molto deboli, che possono arrivare ad infettare, secondo noi, altre persone solo rimanendo a lungo in un ambiente chiuso, in cui i virus emessi con il fiato hanno la possibilita' di accumularsi per raggiungere una concentrazione sufficiente a contagiare un'altra persona che si trovi vicina.
Invece una persona NON vaccinata che e' stata infettata e' contagiosa molto di piu' e per un tempo dieci volte piu' lungo, perche' puo' emettere cariche virali molto piu' intense che possono arrivare ad infettare un'altra persona anche in breve tempo e non solo in ambienti chiusi ma anche all'aperto (basta respirare il suo fiato con la variante delta anche una sola volta, secondo noi).
Questa spiegazione dovrebbe servire a fare chiarezza, spazzando via il falso alibi di chi sostiene che i vaccini non servono, perche' anche i vaccinati s'infettano e risultano contagiosi.
E' vero che le persone vaccinate possono infettarsi perche' anche da loro i virus possono essere respirati e produrre l'infezione ma, essendo state vaccinate, queste persone hanno la risposta immunitaria subito pronta a far fuori tutti i virus in un paio di giorni e smettono cosi' ben presto di essere contagiose.
Le persone non vaccinate invece non hanno alcuna risposta immunitaria pronta ad accogliere e far fuori i virus, che possono cosi' dilagare nell'organismo e distruggere cellule umane per vari giorni, prima che inizi a comparire la risposta immunitaria, che fara' poi fuori il virus ma in 30 giorni (perche' i virus sono diventati tantissimi), durante i quali la persona non vaccinata continua sempre ad essere contagiosa.
Se la risposta immunitaria della persona non vaccinata tarda anche poco o e' insufficiente allora sono guai seri: puo' anche morire, se i virus hanno attaccato i polmoni e sono diventati troppo numerosi.
Crediamo che ora il ruolo e l'importanza delle vaccinazioni possa essere piu' chiaro a tutti.

COMMENTO AL DATO DI GIOVEDI' (9 settembre 2021)
I contagi di oggi si stanno stabilizzando al picco del venerdi' che ci sara' domani, un po' piu' in basso del picco precedente di 7 giorni fa perche' questo picco degli immunizzati e' sovrapposto al picco largo (per le guarigioni in 30 giorni) dei NON immunizzati della quarta ondata sottostante (linea viola), che sta scendendo lentamente in 30 giorni, come evidenziato dalla linea viola.
Tutto sta procedendo come previsto dal modello a soglia.
Nuovi incrementi di contagi potrebbero intervenire ad alzare la curva a partire da meta' della prossima settimana per effetto della riapertura delle scuole.
Speriamo che l'effetto sia piccolo e che le precauzioni adottate dalle Autorita' funzionino.
Gli eventuali incrementi si rifletterebbero sull'andamento della linea viola, spingendola verso l'alto.

GRAFICARE LA CREAZIONE DEI NUOVI CONTAGI (9 settembre 2021)
Il problema piu' urgente ora e' quello di limitare la creazione di nuovi contagi, perche' l'autunno si sta avvicinando e la variante delta non fara' sconti.
Gli operatori coinvolti in questo problema sono sicuramente interessati a scorporare questi nuovi contagi e vederli in un grafico che riproduca la distribuzione nel tempo di tutti questi apporti di nuovi contagi al grafico dei dati acquisiti dai test molecolari.
Con i criteri interpretativi forniti dal modello a soglia e' possibile determinare giorno per giorno l'entita' del decremento che interviene a determinare l'andamento della curva che vediamo nel grafico, causato dalle guarigioni, sia nella sua parte ascendente che in quella discendente della curva.
Si tratta di calcolare giorno per giorno questi decrementi usando i tempi di guarigione ipotizzati dal nostro modello e poi sommarli ai punti del grafico per eliminare l'effetto delle guarigioni per separarle dall'arrivo di nuovi contagi, che ci interessa.
Si puo' ottenere cosi' un altro grafico, in cui possiamo omettere il contributo dei picchi relativi ai contagi delle persone immunizzate (meno interessante) e quello che rimane e' l'andamento nel tempo dei contributi di nuovi contagi prodotti dalla popolazione (che equivale alla linea viola, contenente il contributo dei nuovi contagi al netto delle guarigioni), che puo' anche essere messo in correlazione temporale con gli eventi noti sul territorio ed imparare cosi' quali eventi risultano piu' nocivi perche' contribuiscono maggiormente ad incentivare la crescita della pandemia.
Informazioni di questo tipo possono essere un valido aiuto per riuscire a governare la pandemia mantenendo il livello dei contagi sotto alla soglia critica per impedire che il contributo dell'epidemia degli asintomatici possa diventare positivo e crescente in modo esponenziale.
Noi pero' non faremo calcoli e grafico in questa sede, perche' esula dagli scopi di questo lavoro.

LEZIONE 22: FINALMENTE UNA SPIEGAZIONE PER I RICORRENTI PICCHI DEL VENERDI' (9 settembre 2021)
Vai a:   Lezione 21   ,   Lezione 23
Osservando con attenzione il grafico dei contagi rileviamo che anch'esso presenta quella proprieta' stranissima della periodicita' settimanale dei picchi, tutti centrati sul venerdi' (indicati con delle V rosse: se non le vedete cancellate la cache del browser).
Era un rompicapo che ci ha sempre tormentato fin dall'inizio e che noi, seguendo l'intuito, liquidavamo come "picchi fittizi", perche' non potevamo credere che i contagi veri potessero crollare in cosi' grande numero in pochi giorni: in realta' noi non pensavamo che anche gli immunizzati potessero infettarsi in gran numero ma, se invece accade, loro si che possono farlo.
In parte avevamo ragione, perche' crediamo di aver compreso ora che quelle discese che formavano il picco erano dovute a contagi di persone che secondo noi avrebbero dovuto essere immuni per una precedente infezione (contratta negli ultimi 8 mesi), che li aveva immunizzati con anticorpi e/o attraverso le memorie cellulari (e piu' recentemente anche con le vaccinazioni: per questo ora i picchi sono piu' alti).
Abbiamo detto che avevamo ragione, almeno in parte, perche si e' sempre trattato di persone che non avrebbero dovuto essere rimaste contagiate e proprio per questo sono potute guarire sempre in pochissimi giorni (da 2 a 4). Per questo i loro contagi possono essere considerati contagi marginali dell'epidemia principale, che e' quella delle persone non immunizzate.
L'altezza della discesa dev'essere dipendente dalla percentuale di immunizzati presenti al momento (ora i picchi sono percentualmente piu' alti del passato perche' questa percentuale e' dell'86%, come spiegato ieri).
La periodicita' esattamente settimanale rimane l'ultimo mistero da svelare: esserdo persistente, sempre di venerdi', non puo' a nostro avviso che essere legata alle attivita' umane, che seguono un ritmo settimanale, con il riposo nei fine settimana.
In altre parole secondo noi succede questo: gli eventi umani producono nuovi contagi in modo quasi uniformemente caotico, facendo salire la curva dei contagi, comprendente anche quelli di persone immunizzate. Durante la settimana le attivita' umane ed i contatti tra persone diverse sono piu' numerosi e per questo i contagi salgono maggiormente che non nei fine settimana. Anche il picco degli immunizzati cosi' sale, per poi ridursi il sabato e la domenica per il riposo e cosi' i contagi delle persone immunizzate possono scendere rapidamente, in 2-4 giorni, salvo poi ricrescere nuovamente dopo che si e' completata la discesa (guarigione), da mercoledi' a venerdi'.
Come riscontro di questa spiegazione si puo' osservare nella tabella delle proprieta' di questi picchi, dove si nota che le loro ampiezze percentuali nelle due settimane intorno alle vacanze di ferragosto si riducono ai valori minimi di 47% e 49%, contro valori sempre superiori al 60% nelle altre settimane lavorative.
Questo dimostra la correlazione tra la maggiore crescita dei picchi con le attivita' svolte nei giorni infrasettimanali e la minore crescita dei contagi (delle persone immunizzate) nei giorni del fine settimana che permette la decrescita rapida (in 2-4 giorni) dei contagi dei picchi.
Questo ciclo settimanale dei picchi e' perpetuo, come abbiamo sempre potuto osservare e riportare con delle V rosse in tutti i vari grafici dei contagi.
Cosi' dovremmo essere riusciti a risolvere anche quest'altro mistero, sempre indagando sulle tracce lasciate dalla pandemia nel suo percorso, che sono documentate nella curva dei contagi, che noi stiamo interpretando con le nozioni fornite dal modello a soglia , che ci sta permettendo di capire sempre di piu' il comportamento di questa pandemia, avvicinando il momento in cui riusciremo a governarla.

IL MISTERO DEI PICCHI: Voglio spendere qualche parola in piu' su questo caso che ha dell'incredibile.
Fin dall'inizio di questo lavoro (sto parlando di 16 mesi fa) e' apparsa chiaramete questa strana proprieta' della curva dei contagi: pressoche' tutti i venerdi' c'era un picco misterioso, che ho cominciato a chiamare "picco del venerdi'" e ad evidenziarlo nei grafici con una V rossa.
Il 30 novembre 2020 avevamo anche rilevato con sorpresa che "CI SONO DUE DIVERSE COMPONENTI NELLA DISCESA DEI CONTAGI" senza pero' spiegarne il significato, che ho potuto capire solo ora.
Per venire a capo di questo mistero ho dovuto aspettare ben 16 mesi, durante i quali, come potete immaginare, non ho perso un'occasione per riflettere cercando una spiegazione possibile, perche' ben presto era apparso chiaro che non si trattava di errori nei dati ma di un fenomeno reale, con periodicita' rigorosamente settimanale.
Niente da fare: siccome la decrescita dai picchi era troppo rapida per essere dovuta a guarigioni, li abbiamo chiamati "contagi fittizi" e come tali li abbiamo trattati, senza essere riusciti mai a capirne l'origine.
Nel 2020 (con il virus Sars-CoV-2) la discesa era in 6 giorni mentre ora (con la variante delta) la discesa e' in 2-4 giorni. Crediamo possa dipendere dalle diverse caratteristiche dei due virus che mostrano evidentemente una diversa risposta alle difese immunitarie presenti.
La nostra incapacita' di trovare una spiegazione era abbastanza imbarazzante ed anche in qualche modo angosciante.
Finalmente con la quarta ondata, che e' capitata in un momento in cui gli immunizzati erano davvero tanti per le numerose vaccinazioni fatte, questi picchi del venerdi', dei quali ormai c'eravamo disinteressati, sono tornati prepotentemente in primo piano, perche' l'alto numero di immunizzati presenti ci ha permesso di capire che anche loro potevano essere infettati.
Essendo pero' dotati di efficaci difese immunitarie, erano in grado di tornare negativi ai test molecolari proprio in quei 2-4 giorni, che costituivano la discesa standard dai picchi del venerdi'.
Allora si e' accesa la luce: l'ipotesi del fatto, per noi inaspettato, che anche le persone immunizzate potessero subire un'infezione, sia pure cosi' breve, spiegava benissimo la natura dei picchi del venerdi' (tutti, anche quelli di un anno fa).
Credetemi, e' stata la fine di un incubo, perche' lavorare per cosi' tanto tempo su dati che ti mettono davanti al naso, ogni settimana, un picco del venerdi' di cui non riesci a capire cos'e', e' davvero imbarazzante.
Avevamo la convinzione che al modello a soglia gli mancasse qualcosa, perche' era in grado di spiegare tutto di questa pandemia tranne i picchi del venerdi'. Ora non e' piu cosi': inserendovi anche quest'ultima nozione dell'infettabilita' delle persone immunizzate, il modello a soglia puo' spiegare anche i picchi del venerdi'.
Come tante altre persone non virologhe, anch'io ho sempre creduto erroneamente, credo, che una persona immunizzata NON potesse mai infettarsi e questo toglieva di torno l'unica possibilita' esistente di capire l'origine dei famigerati picchi del venerdi'.
Questa e' la storia e fortunatamente ora il nostro disagio e' finito!

GOVERNARE LA PANDEMIA: Da quest'ultima scoperta apprendiamo un'informazione importante per capire come governare questa pandemia: abbiamo la conferma che la maggior parte dei contagi avvengono durante le attivita' lavorative infrasettimanali e non nelle festivita'.
Quando durante i giorni feriali vediamo le autostrade piene di auto di gente che si sposta per lavoro, possiamo capire come fa il virus a circolare molto.
Eventi singoli di assembramenti come un concerto affollato od una manifestazione oltre a produrre incrementi "a gradino" nella curva dei contagi delle regioni interessate producono anche un gran numero di superdiffusori, cioe' persone che da sole, per stile di vita, riescono a diffondere il contagio ad altre decine se non centinaia di altre persone.
Sono questi i tipi di problemi di cui occuparci con maggiore impegno nel futuro prossimo per limitare i contagi.
Un altro problema importante da capire e' il cosiddetto long Covid, cioe' le complicanze a lungo termine delle infezioni da questa famiglia di virus (deficit cognitivi, di olfatto, ecc.), che sembrano purtroppo essere abbastanza indipendenti dalla gravita' dell'infezione, per cui alla luce dell'attuale scoperta della possibilita' di infezioni brevi di persone immunizzate, c'e' da chiedersi se queste infezioni che sembrano innocue possano invece essere nocive sul piano sanitario per le conseguenze a lungo termine.
Il problema si sta scoprendo e studiando solo ora ma dato l'enorme numero di persone coinvolte potrebbe anche diventare un'emergenza globale.
Questa pandemia in corso in Italia va trattata come una catastrofe di grandi dimensioni: i morti all'anno finora causati in Italia sono 100.000, mentre i morti per incidenti stradali sono circa 2300.
Gestirla in modo ottimale puo' ridurre anche drasticamente questi numeri, ma il problema piu' serio e' che ancora non riusciamo a capire come poter far fuori definitivamente questi virus, che non possiamo assolutamente ospitare tra noi come fossero un nuovo tipo di influenza, perche' sono troppo piu' contagiosi e nocivi.

COMMENTO AL DATO DI MERCOLEDI' (8 settembre 2021)
Continua il solito andamento a dente di sega con la risalita per nuovi incrementi di contagi che stanno prevalendo sulla decrescita delle guarigioni degli immunizzati del picco precedente e riportando in alto il numero dei contagi.
Tutto procede come previsto e perfettamente descritto finora dal modello a soglia.
Tra poco ricaveremo un'altra informazione importante da questo comportamento in saliscendi della curva dei contagi.

LEZIONE 21: RIFLESSIONI SULL'ANDAMENTO DELLA QUARTA ONDATA (8 settembre 2021)
Vai a:   Lezione 20   ,   Lezione 22
All'inizio della quarta ondata ancora non sapevamo che ci sarebbero stati tutti quei picchi e soprattutto non sapevamo che avrebbero potuto essere dovuti alle infezioni con successive guarigioni rapide delle persone immunizzate.
Ora alla luce di quello che abbiamo imparato possiamo interpretare gli eventi successi dopo l'11 luglio per i quali ci sentiamo di fare le seguenti osservazioni:
  • Se gli eccessi di contagi che producono i picchi sono dovuti agli immunizzati, che noi pensavamo non si sarebbero infettati, allora possiamo considerarli a parte in un primo momento ed immaginare la curva come se loro non ci fossero.
    Il risultato e' la linea viola, che abbiamo tracciato nel grafico completandola anche nella sua parte iniziale (se non la vedete cancellate la cache del browser): le infezioni degli immunizzati sono semplicemente allora un'altra curva fatta di tanti picchi con discese rapide a zero, perche' gli immunizzati guariscono completamente in 2-4 giorni, che si va ad aggiungere alla curva viola delle persone non immunizzate che invece guariscono nei soliti 30 giorni.
  • La salita della curva viola procede alimentata dai tanti incrementi di contagi che guariscono in 30 giorni e che si sono susseguiti dopo la vittoria della coppa europea di calcio che ci sembra abbia dato il via ad un'estate a briglia sciolta in regioni tutte senza restrizioni, che hanno evidentemente, alla luce dei dati, prodotto tanti contributi ai contagi che si sono manifestati nei vari picchi.
  • Tutti i nuovi contagi delle persone non immunizzate sono rimasti, perche' guariscono in tempi lunghi un mese, e cosi' si sono andati accumulando; questo ha prodotto la salita della curva viola.
  • Pero' dopo un mese e' iniziata la discesa della curva viola per la decrescita sempre maggiore di contagi dovuta alle guarigioni dopo un mese dei primi contagi, che essendo iniziati con il primo picco intorno al giorno 35 nelle ascisse, cominciano poi giustamente la discesa 30 giorni dopo, intorno al giorno 65 nelle ascisse e procedono poi scendendo sempre piu' con l'aumento crescente delle guarigioni.
Questo della curva viola e' lo schema classico del picco di un'ondata alimentata dai molti incrementi di contagi prodotti dalle attivita' umane (che sono molti per l'alta contagiosita' della variante delta) senza l'apporto della crescita esponenziale dell'epidemia degli asintomatici, che in questo caso non si e' innescata perche' i livelli dei contagi sono rimasti sempre sotto la soglia critica del 3.75% (contano i contagi piu' durevoli, cioe' quelli che guariscono in 30 giorni ovvero quelli della curva viola).
Gli italiani sono stati bravi a non superare questo limite, perche' se ci fosse anche il contributo aggiuntivo dei 3 milioni di asintomatici che stanno circolando liberamente ignari in Italia le cose andrebbero molto peggio.
Ricordiamo a beneficio dei nuovi lettori di questo lavoro, che questi incrementi di contagi sarebbero l'eccesso di contagi prodotto dall'epidemia degli asintomatici rispetto alle guarigioni, che non risentono dell'incremento dei contagi attuale perche' procedono in base al livello dei contagi di un mese prima.
E' facile capire, come abbiamo gia' spiegato, che questa crescita, aumentando sempre piu' il livello dei contagi, tenderebbe ad assumere un andamento esponenziale poi difficilmente arrestabile almeno finche' non interviene, un mese dopo, l'altro andamento discendente altrettando rapido delle guarigioni dei contagiati di un mese prima (e' questa la causa principale delle discese dal picco delle ondate precedenti, in cui l'andamento che vediamo adesso, con picchi ripetuti a dente di sega, non c'era per l'assenza di cosi' tante persone vaccinate).
Questo fenomeno fortunatamente, ma sarebbe meglio dire grazie alle vaccinazioni, non si e' avviato perche', dice il modello a soglia, i contagi sono sempre rimasti finora sostanzialmente sotto alla soglia critica del 3.75%, altrimenti sarebbero saliti molto di piu'.
Se non ci fossero state le vaccinazioni tutte le discese di picchi nel grafico sarebbero state molto minori (sarebbero rimaste solo quelle degli immunizzati per una pregressa infezione) e la curva sarebbe salita molto di piu', arrivando ad innescare sicuramente la crescita esponenziale dei contagi prodotti dall'epidemia degli asintomatici.
Comunque anche cosi' siamo maledettamente vicini alla soglia critica, per cui a nostro avviso rimaniamo in una situazione di alto rischio e dobbiamo evitare assolutamente nuovi incrementi di contagi, almeno per tutto il mese di settembre, per dare tempo alla curva viola, che sta scendendo grazie alle guarigioni in un mese dei non immunizzati, di scendere abbastanza in basso per farci allontanare dalla soglia critica che sara' una cosa ancora piu' necessaria per l'avvicinarsi della stagione autunnale, piu' fredda (ed anche per compensare il prevedibile aumento di contagi conseguente alla riapertura delle scuole).

COMMENTO AL DATO DI MARTEDI' (7 settembre 2021)
Continua il solito andamento a dente di sega con la risalita per nuovi incrementi di contagi che stanno prevalendo sulla decrescita delle guarigioni degli immunizzati del picco precedente e riportando in alto il numero dei contagi, rimanendo pero' ancora sotto alla soglia critica del 3.75%
Tutto procede come previsto e perfettamente descritto finora dal modello a soglia.

PREVENZIONE SANITARIA IN CLASSE (7 settembre 2021)
Si sentono pareri discordi sull'uso delle mascherine nelle classi in cui sono tutti vaccinati.
Noi, pur non avendo i titoli da virologo, ci siamo comunque espressi recentemente a favore in quanto abbiamo osservato, che i ragazzi vaccinati possono comunque infettarsi, in aula come fuori, ma ritornano poi negativi al test molecolare in un tempo molto breve, di 2-4 giorni, potendone trarre anche un beneficio di ulteriore stimolo immunitario da una cosi' tenue infezione, specifica proprio del virus circolante.
s Bisogna pero' tenere nel giusto conto anche un fatto che nessuno cita mai, erroneamente.
Le lezioni si svolgeranno prevalentemente d'inverno, quando con l'abbassamento della temperatura ambientale rispetto ad ora, si potra' presentare maggiormente il fenomeno di accumulo delle cariche virali per la maggiore durata dell'attivita' dei virus rilasciati (quando sono nell'ambiente in inverno si disattivano non piu' in poche ore come oggi, ma anche in alcuni giorni durante i quali possono accumularsi, aumentando di molto le cariche virali ed in definitiva la contagiosita').
Per questo avevamo ritenuto molto consigliabile il miglioramento del sistema di ventilazione delle aule, aumentando i ricambi di aria (senza filtri), nei locali dove si svolgono le lezioni, cosa che non ci risulta sia stata fatta da nessuno.
Ostacolare efficacemente la circolazione dei virus nelle scuole potrebbe essere l'elemento determinante per poter riuscire a mantenere il livello globale dei contagi sotto la soglia critica durante l'inverno.

QUANTI SONO GLI IMMUNIZZATI IN PIEMONTE ? (7 settembre 2021)
Il modello a soglia non solo ci spiega perfettamente lo strano andamento altalenante del grafico della quarta ondata ma ci permette pure di ricavarne importanti informazioni sul comportamento di questa pandemia.
Quello a cui stiamo assistendo e' la sovrapposizione di due comportamenti diversi dell'epidemia per due diversi tipi di persone: quelle non immunizzate e quelle immunizzate (o per vaccinazione o per una precedente infezione, nella maggior parte dei casi asintomatica).
Il primo tipo da luogo ad un picco dell'ondata che e' regolare come quelli delle ondate precedenti, con una larghezza determinata dal tempo di guarigione lungo (30 giorni).
Il secondo tipo invece e' caratterizzato da numerosi picchi corrispondenti ai vari incrementi di contagi prodotti dalla popolazione nelle sue attivita' condotte liberamente, senza alcuna restizione (in "zona bianca").
Questi picchi pero' hanno una larghezza molto ridotta, dai 2 ai 4 giorni, perche' essendo le persone infettate gia' dotate di anticorpi o di memoria cellulare, riescono a debellare il virus e guarire cosi' in pochi giorni.
La sovrapposizione dei due andamenti da luogo al grafico della quarta ondata.
Oltre a questa comprensione del fenomeno il modello a soglia ci permette anche di ricavare alcune caratteristiche di questa quarta ondata, la piu' interessante delle quali e' una misura quantitativa del rapporto tra le due componenti e da questo la determinazione di quante sono le persone immunizzate che partecipano alla seconda componente, quella delle persone immunizzate, non solo eventualmente per vaccinazione ma anche per essere state infettate in modo asintomatico negli ultimi 8 mesi.
Ecco come si fa nel caso in cui nella scelta delle persone da sottoporre al test siano state escluse le persone vaccinate: con il calcolo fatto sulle discese dopo i picchi abbiamo scoperto che il 60% delle persone non vaccinate risulterebbe anch'esso immunizzato, a sua insaputa, per una precedente infezione asintomatica subita negli 8 mesi precedenti.
Questa percentuale, unita al 65% di popolazione vaccinata, porterebbe il totale di persone attualmente immunizzate in Italia per vaccinazione (65%) o per un'infezione asintomatica subita negli 8 mesi precedenti (60%), al 65% + 0.6*35% = 86% della popolazione.
Cioe' gli immunizzati in totale sarebbero l'86%, cioe' piu' del 65% dei vaccinati.
In questo caso pero' il 60% da noi trovato di immunizzati che partecipano alle discese rapide della curva dei contagi non sarebbe piu' il totale del 100% degli immunizzati ma solo il 60/86 = 70% (2 su 3), l'altro 30% di immunizzati non verrebbe infettato affatto, perche' protetto da un'immunita' migliore: potrebbero essere gli immunizzati piu' recenti i cui anticorpi o la memoria cellulare non sono ancora scemati per nulla oppure gli asintomatici che, non sapendo di essere gia' immuni per essere stati infettati in modo asintomatico, si sono pure vaccinati.
E' questa solo una delle cose che ci permette di scoprire il modello a soglia.
Altre potrebbero venire da uno studio piu' approfondito non solo sull'entita' delle discese da questi nuovi picchi prodotti dalle persone immunizzate (che ci ha permesso di quantificarle) ma anche dai tempi di discesa di questi picchi, che ci potrebbe permettere di valutare la distribuzione delle risposte immunitarie delle varie persone immunizzate che sono state infettate, che ci aspettiamo diverse per le persone vaccinate dalle altre dotate di immunita' "naturale".
La curva dei contagi di cui ci stiamo impossessando promette di essere una preziosa miniera di informazioni molto interessanti, che con l'aiuto delle nozioni trasmesseci dal modello a soglia si potra' riuscire ad estrarre, soprattutto per arrivare a GOVERNARE questa pandemia.
Questa capacita' di analisi dei dati sperimentali e' una parte essenziale del bagaglio tecnico-culturale dei fisici, che percio' invitiamo a partecipare, contribuendo come il nostro Capo dello Stato ci ha sollecitato a fare un anno fa.

COMMENTO AL DATO DI LUNEDI' (6 settembre 2021)
Possiamo riportare con copia+incolla la prima riga del commento di ieri: "Nel commento di ieri avevamo previsto che oggi i contagi sarebbero scesi dell'1% e cosi' e' stato".
In linea con il risultato ottenuto nella misura dell'ampiezza delle discese dopo i picchi (del 60% di persone immunizzate, praticamente uguale alla percentuale delle persone vaccinate), prevediamo per domani un andamento del grafico compatibile con la linea viola, che rappresenta l'andamento lentamente discendente (in un mese) dei contagi della popolazione non immunizzata.
Per ora i contagi stanno ancora scendendo sotto la soglia critica del 3.75% e questo ci conforta perche' allontana lo spettro di una salita esponenziale dei contagi per il contributo inarrestabile proveniente dall'epidemia dei 3 milioni di asintomatici.
Speriamo di cuore che nuovi eventi non intervengano ad un apporto di nuovi contagi che potrebbe cambiare questa situazione.
Pensiamo soprattutto alla riapertura delle scuole, il cui effetto potrebbe essere apprezzabile gia' nei prossimi giorni.

LEZIONE 20: LA SITUAZIONE ATTUALE (6 settembre 2021)
Vai a:   Lezione 19   ,   Lezione 21
Le quote delle ultime 3 valli mostrano una tendenza alla decrescita (dal 3.3% del 17 agosto al 2.7% del 31 agosto) rimanendo sempre sotto alla soglia critica del 3.75%.
La linea viola nel grafico (se non la vedete cancellate la cache del browser), che unisce le ultime valli della curva, rappresenta il contributo ai contagi totali di quel 40% di persone non immunizzate, che sta scendendo lentamente verso il 0.6% del fondo degli asintomatici in 1 mese di tempo, prolungato dai ripetuti incrementi "a gradino" di contagi prodotti da eventi umani.
Anche questa decrescita delle valli testimonia la validita' dei dati e la rispondenza dell'andamento complessivo della curva dei contagi alle spiegazioni fornite dal modello a soglia.
Sarebbe molto poco verosimile che il caso e/o gli errori dei dati avessero prodotto per ben due mesi questi picchi e queste discese, tutte in 2-4 giorni, con questa regolarita' e rapporti di ampiezze tra picco e valle proprio corrispondenti al 60% di immunizzati e con le valli che giaciono su una curva (linea viola), anch'essa consistente con la decrescita in un mese del rimanente 40% di persone non immunizzate.
Se questi contagi permanenti sono rimasti sotto alla soglia critica (come mostra la linea viola nel grafico), lo dobbiamo all'alto livello di immunizzazioni raggiunto in Italia (65% di vaccinati), altrimenti la quarta ondata avrebbe gia' iniziato la sua crescita esponenziale inarrestabile, anche peggiore delle ondate precedenti a causa della maggiore contagiosita' della variante "delta".
Non dimentichiamo la catastrofe umanitaria che questo virus ha prodotto in India: e' proprio lo stesso virus che stiamo affrontando e finora ci stiamo salvando solo grazie all'alto numero di vaccinazioni fatte.
Attenzione pero': se serviranno restrizioni andranno attivate subito, perche' l'autunno che si sta avvicinando peggiorera' tutti i parametri e rischiare una nuova ondata ora sarebbe una follia (la sua partenza aumenterebbe di molto il numero di persone asintomatiche, rendendo poi critica la situazione per tutto l'inverno).
Il modello a soglia afferma che, finche' il livello dei contagi rimane al di sotto della soglia critica, il pericolosissimo contributo ai contagi dei 3 milioni di persone infette ed asintomatiche al totale dei contagi si mantiene ad un livello minore al numero delle guarigioni che si verificano nella popolazione degli asintomatici, che e' relativo al livello dei contagi degli asintomatici di un mese fa, quando era alto perche' era iniziata la quarta ondata (quindi ora le guarigioni sono molte).
Questo elevato numero di guarigioni tra gli asintomatici, dovuti agli alti contagi dell'inizio della quarta ondata, probabilmente e' quello che ci sta salvando dalla salita esponenziale della quarta ondata, dato che il valore medio complessivo dei contagi si sta ancora mantenendo sopra la soglia critica. Quindi non c'e' da stare tranquilli, perche' stiamo rischiando, se i numerosi incrementi "a gradino" dovessero aumentare anche solo un po'.
Questo e' quanto afferma il nostro modello a soglia , che ci sta permettendo di capire piu' o meno tutto di questa pandemia.

LA NOSTRA RICERCA: La curva dei contagi sono le orme che la pandemia lascia dietro di se' nel suo percorso: noi seguiamo queste tracce, indagando per scoprire tutte le caratteristiche del suo funzionamento e cosi' siamo arrivati ai risultati che stiamo pubblicando, la sintesi dei quali e' il modello a soglia.
Se si confermasse valido, questo modello sarebbe uno strumento straordinario per governare, con restrizioni adottate quando e dove necessario, l'evoluzione della pandemia, permettendoci di evitare ogni ondata futura, anche d'inverno.
Cosi' stiamo cercando di contribuire anche noi alla produzione ed all'esportazione di sicurezza nel mondo contro questa pandemia (italiani e soprattutto statunitensi, tra vari altri Paesi, sono i lettori piu' assidui di questo nostro lavoro).

COMMENTO AL DATO DI DOMENICA (5 settembre 2021)
Nel commento di ieri avevamo previsto che oggi i contagi sarebbero scesi dell'1% e cosi' e' stato.
In linea con il risultato ottenuto nella misura dell'ampiezza delle discese dopo i picchi (del 60%, praticamente uguale alla percentuale delle persone vaccinate), prevediamo anche per domani un'ulteriore discesa di 1%, come quella di oggi.
Per ora i contagi sembra stiano scendendo sotto la soglia critica del 3.75% e questo ci conforta perche' allontana lo spettro di una salita esponenziale dei contagi per il contributo inarrestabile proveniente dall'epidemia dei 3 milioni di asintomatici.

LEZIONE 19: PERCENTUALE D'INFETTABILITA' DEGLI IMMUNIZZATI (variante "delta") (5 settembre 2021)
Vai a:   Lezione 18   ,   Lezione 20
Evidenziamo con colori diversi nella tabella seguente i picchi (che possono durare anche piu' di 1 giorno in caso di incrementi multipli ai contagi) e le valli della curva dei contagi dall'11 luglio fino al 4 settembre, dove per le valli abbiamo indicato anche il rapporto tra l'escursione e l'altezza del picco ma al netto del fondo di 0.6% dell'epidemia degli asintomatici che e' sempre presente ed la distanza in giorni tra il picco e la valle successiva:

GIORNO PERCENTUALE DI CONTAGI
11/7 D1.4%
12/7 L0.6%
13/7 M0.7%
14/7 M1.3%
15/7 G1.4%
16/7 V1.95% picco
17/7 S1.1%
18/7 D2.1%
19/7 L1.0% valle -0.95/1.35=-70% 3g
20/7 M1.7%
21/7 M2.1%
22/7 G2.5%
23/7 V3.7% picco
24/7 S2.3%
25/7 D2.5%
26/7 L1.7% valle -2/3.1=-64% 3g
27/7 M3.0%
28/7 M2.5%
29/7 G4.5% picco
30/7 V4.6% picco
31/7 S4.4% picco
01/8 D4.0%
02/8 L3.9%
03/8 M1.6% valle -3/4=-75% 3g
04/8 M3.9%
05/8 G4.3% picco
06/8 V4.2% picco
07/8 S3.8%
08/8 D3.8%
09/8 L3.9%
10/8 M2.5% valle -1.8/3.7=-49% 4g
11/8 M4.8%
12/8 G5.5%
13/8 V5.8% picco
14/8 S6.1% picco
15/8 D6.5% picco
16/8 L4.7%
17/8 M3.3% valle -2.8/5.9=-47% 3g
18/8 M5.8% picco
19/8 G4.6% picco
20/8 V5.0% picco
21/8 S5.1% picco
22/8 D4.9%
23/8 L3.0% valle -2.8/5.2/-54% 4g
24/8 M3.5% valle
25/8 M5.0%
26/8 G5.6%
27/8 V6.1% picco
28/8 S5.0%
29/8 D5.0%
30/8 L3.1%
31/8 M2.7% valle -3.4/5.5=-62% 4g
01/9 M4.0%
02/9 G3.7%
03/9 V5.2%
04/9 S5.1%

Possiamo ora fare i calcoli seguenti:
VALORE MEDIO DELLE DISCESE A VALLE (79%+64%+75%+49%+47%+54%+62%)/7 = 60% del picco (al netto del fondo di 0.6%) con uno SCARTO QUADRATICO MEDIO dell' 11%
Su una media di vaccinati del 65% circa (tra luglio e agosto) questo risultato e' perfettamente consistente con un'infettabilita' delle persone vaccinate vicina al 100% (se alle discese partecipassero solo persone vaccinate).
Cioe' le ampiezze dei salti nella curva, tra un picco e la valle successiva, corrispondono esattamente a quello che dovrebbe essere se tutti i vaccinati presenti (2/3) nella popolazione sottoposta al test fossero infettabili ma vedremo che lo stesso ragionamento si puo' applicare anche alle persone immunizzate da un'infezione nei precedenti 8 mesi.

Dalla distanza in giorni tra picco e valle, indicata nella tabella, si puo' anche rilevare la sistematicita' delle discese in 2-4 giorni dal picco: tutte le discese, nessuna esclusa, per quasi 2 mesi hanno un tempo di discesa compreso tra i 2 ed i 4 giorni, come da noi rilevato in precedenza.
La sistematicita' e l'ampiezza del fenomeno che osserviamo spazza via secondo noi ogni ipotesi di fluttuazioni dovute ad errori.
Rimane allora da capire come possano le percentuali di positivi al test variare cosi' rapidamente nei primi 4 giorni dopo il picco: se sono contagi veri nella popolazione esaminata c'e' un'alta percentuale di contagiati che "guarisce" dall'infezione (cioe' smette di essere positiva al test) in questi pochi giorni e secondo noi questa guarigione non puo' che essere dovuta alla presenza preventiva di anticorpi o di memoria cellulare nell'organismo di queste persone.
Questa presenza, a cui corrisponde un'immunita' al virus, puo' essere dovuta:
  1. ad una vaccinazione oppure
  2. ad una precedente infezione.
Allora abbiamo cercato di trovare la risposta al quesito dai dati della tabella precedente: come vedremo tra poco, essi ci dicono che la percentuale di questi contagiati che guarisce in pochi giorni e' del 60% del totale, che e' esattamente (entro gli errori statistici) uguale alla percentuale di persone vaccinate, che e' del 65%.
A questo punto la conclusione indicherebbe che siamo nel primo caso e questo risultato ci sembra difficile da contestare, a meno che la percentuale delle persone immunizzate per essere state precedentemente infettate non sia anch'essa casualmente proprio del 60%.
Questa possibilita' non puo' essere esclusa perche' sappiamo che l'immunita' al virus dura almeno 8 mesi e quindi tutte le persone infettate nella seconda ondata, in massima parte asintomatiche, sono ad oggi ancora immunizzate.
Bisogna valutare se l'area della curva dei contagi degli ultimi 8 mesi, cioe' 240 giorni nel grafico della terza ondata , che corrisponde all'integrale dei contagiati e quindi al loro numero totale puo' arrivare al 60%, che e' la percentuale di persone immunizzate che risulta oggi presente nei dati, a giudicare dalle discese rapide nel grafico.
Il valor medio dei contagi nei soli primi 4 mesi del 2021 si vede che puo' essere stimato dal grafico sicuramente intorno al 10%, che porta ad un 40% totale di immunizzati, per cui basta che nei rimanenti 4 mesi ci sia stata una media di contagi del 5% per arrivare al 20% mancante a raggiungere il 60% complessivo di persone dotate di immunita' naturale oggi.
Quindi e' sicuramente ammissibile che le persone dotate di immunita' naturale oggi siano realmente intorno al 60%.
Si puo' anche fare un calcolo esatto ma per i nostri scopi in questo lavoro non e' necessario: sara' sufficiente parlare, anziche' di persone vaccinate e non vaccinate, piu' in generale di persone immunizzate e non immunizzate.
Se nella scelta delle persone da sottoporre al test fossero state escluse le persone vaccinate (noi non lo sappiamo), avremmo scoperto con il nostro calcolo che il 60% delle persone non vaccinate risulterebbe anch'esso immunizzato, a sua insaputa, per una precedente infezione asintomatica subita negli 8 mesi precedenti. Questa percentuale, unita al 65% di popolazione vaccinata, porterebbe il totale di persone attualmente immunizzate in Italia per vaccinazione (65%) o per un'infezione asintomatica subita negli 8 mesi precedenti (60%), al 65% + 0.6*35% = 86% della popolazione. Cioe' gli immunizzati in totale sarebbero l'86%, cioe' piu' del 65% dei vaccinati.
In questo caso pero' il 60% da noi trovato di immunizzati che partecipano alle discese rapide della curva dei contagi non sarebbe piu' il totale del 100% degli immunizzati ma solo il 60/86 = 70% (2 su 3), l'altro 30% di immunizzati non verrebbe infettato affatto, perche' protetto da un'immunita' migliore: potrebbero essere gli asintomatici che, non sapendo di essere gia' immuni in quanto infettati in modo asintomatico, si sono pure vaccinati.
Per il nostro lavoro quindi non e' indispensabile sapere se le persone vaccinate sono escluse dal test oppure no: possiamo attribuire le discese rapide a persone immunizzate infettate, senza interessarci all'origine della loro immunita', se per vaccinazione o per precedente infezione: per questo nel seguito parleremo soltanto di persone immunizzate, disinteressandoci dell'origine della loro immunita'.
Il risultato ottenuto costituisce a nostro avviso un'ulteriore evidenza sperimentale che rafforza la nostra interpretazione che le discese rapide sono dovute alle guarigioni delle infezioni di persone immunizzate, che risultano evidenziabili al test molecolare solo per una durata da 2 a 4 giorni, secondo noi in dipendenza del punto del corpo infettato e dall'efficienza degli anticorpi o della memoria cellulare di cui e' dotata la persona immunizzata infettata (quelli con efficienza massima non s'infettano proprio e sarebbero il 30% del totale degli immunizzati, come visto poco fa).
La nostra interpretazione dei fatti e' rafforzata dal risultato del precedente calcolo che fornisce una percentuale di contagi in rapida discesa dopo ogni picco che essendo del 60% e' perfettamente compatibile, entro gli errori statistici, con la percentuale di persone vaccinate che e' del 65% od anche con quella delle persone semplicemente immunizzate.
L'autore pur non essendo un virologo ritiene che le persone immunizzate, possono subire un danno sanitario sia pur minimo per la breve durata dell'infezione e che questo possa essere compensato da un rafforzamento delle difese immunitarie di queste persone gia' immunizzate, perche' il loro sistema immunitario riceve un'ulteriore stimolo a produrre proprio gli anticorpi e la memoria cellulare specifici contro la variante in circolazione (delta), che e' quella che li ha infettati.
Conseguentemente, con il passare del tempo, quella variante trovera' sempre piu' difficolta' ad infettare queste persone immunizzate e per questo crediamo che la percentuale di persone immunizzate infettabili, tendera' a diminuire progressivamente con il tempo.
Inoltre pensiamo che i virologi potrebbero esprimersi in merito all'ulteriore stimolo che subiscono le persone gia' immunizzate da questa infezione rapida che abbiamo ipotizzato, perche' probabilmente potrebbe allungare la validita' della loro immunizzazione (green pass).

COMMENTO AL DATO DI SABATO (4 settembre 2021)
I contagi sono rimasti sopra al 5%, per cui quelli dei vaccinati di ieri cominceranno a scendere domani dell'1% circa per poi continuare a scendere ancora nei 2 giorni seguenti (guariscono in un tempo di 2-4 giorni a secondo del punto infettato e dell'efficienza delle difese immunitarie individuali sviluppate dal vaccino). Cosi' sara' comparso un altro "dente di sega", come i precedenti.
Essendo pero' il 5.1% abbastanza piu' alto della soglia critica di 3.75% stiamo rischiando la partenza della produzione esponenziale di nuovi contagi da parte dell'epidemia degli asintomatici, che sarebbe un guaio serio.
La discesa rapida del "dente di sega" avviene dopo l'evento di immissione singola di nuovi contagi che ha prodotto la salita ma se si aggiunge improvvisamente un evento di immissione continua e non singola di nuovi contagi, com'e' quello prodotto dall'epidemia degli asintomatici, le cose cambiano e prendono una brutta piega.
Questa crescita continua pero' non e' istantanea, dovendo coinvolgere circa 3 milioni di persone asintomatiche (quando i positivi sono il 5% dei 60 milioni di italiani, considerando il Piemonte rappresentativo anche dell'Italia) e credo richieda qualche giorno (pochi) per svilupparsi in pieno, per cui la discesa dei contagi per guarigione rapida dei vaccinati puo' intervenire, prima che questo accada, a riportare il livello abbastanza vicino alla soglia critica, per impedire che parta la produzione esponenziale di contagi da parte dell'epidemia degli asintomatici (per questo non e' iniziata finora).
Sarebbe quindi merito del 70% di vaccinazioni fatte a far scendere rapidamente i contagi, bloccando la crescita esponenziale che altrimenti sarebbe gia' iniziata dando luogo ad una quarta ondata che sarebbe stata peggiore della terza ondata, perche' questa variante delta e' piu' contagiosa delle precedenti.
Speriamo bene ma e' certo che stiamo rischiando molto, siamo al limite, sul filo del rasoio.
E' cosi' che funziona questa pandemia, secondo il nostro modello a soglia.
Se tutto questo e' giusto, come noi crediamo ma indubbiamente si tratta pur sempre delle previsioni di un modello (pero' basato su osservazioni sperimentali), le Autorita' non dovrebbero permettere, a nostro avviso, di arrivare a questo livello di rischio per ragioni economiche sia pure molto importanti.

COMMENTO AL DATO DI VENERDI' (3 settembre 2021)
Continua l'andamento altalenante della curva dei contagi, che ora si puo' vedere meglio nel nuovo grafico.
Gli incrementi che si vedono secondo noi sono reali e dipendono dallo stile di vita vacanziero dei piemontesi (il grafico riporta i dati del Piemonte, che e' in zona bianca, cioe' senza restrizioni).
La curva e' soggetta ad una tendenza continua alla decrescita per la guarigione delle persone contagiate, che risultano positive al test molecolare.
Le guarigioni dei contagiati vaccinati sono rapide, in 2-4 giorni, e sono responsabili delle brusche discese che si notano nei primi 3 o 4 giorni dal picco.
Le guarigioni dei contagiati non vaccinati invece sono lente (in un mese) ed entrano in competizione con gli apporti di nuovi contagi che sono dovuti prevalentemente allo stile di vita della popolazione quando il livello dei contagi e' sotto alla soglia critica di 3.75%.
Quando invece il livello dei contagi e' sopra alla soglia critica del 3.75%, interviene l'eccesso di produzione di nuovi contagi rispetto alle guarigioni, da parte dell'epidemia degli asintomatici, che puo' anche innescare una crescita esponenziale se il livello dei contagi sale in modo sostanziale (e' l' "ondata").
Quindi l'andamento nelle prossime settimane dipendera' da chi vince: se la produzione di nuovi contagi o la decrescita lenta di quel 30% di non vaccinati che contribuisce ad una discesa lenta perche' rimane contagiato per circa 30 giorni.
Siccome finora questa quarta ondata non sembra azzerarsi spontaneamente (perche' l'apporto di nuovi contagi rimane eccessivo), bisognera' correre ai ripari con le necessarie restrizioni (che limitano la produzione di nuovi contagi, permettendo alla curva dei contagi di scendere sotto al livello della soglia critica), anche e soprattutto perche' l'autunno e' alle porte e non dobbiamo arrivarci con il livello dei contagi al 5%.
Non fatevi ingannare da questa quarta mini-ondata: la variante delta e' la stessa che in India ha fatto una strage.
Se all'arrivo del freddo lasciamo salire il livello dei contagi sopra alla soglia critica (che allora si sara' abbassata), l'epidemia degli asintomatici potrebbe prendere il sopravvento e diventare una sorgente di nuovi contagi capace di crescere esponenzialmente nel tempo.
Se invece, con le giuste misure, riusciremo a mantenere il livello dei contagi sufficientemente basso (sotto alla soglia critica) allora questo apporto invisibile ai contagi proveniente dall'epidemia degli asintomatici rimarrebbe sempre quiescente per tutto l'inverno e l'Italia sarebbe forse l'unico Paese senza ondate di Covid-19. Non e' un miraggio: e' possibile, se sapremo fare le cose giuste, seguendo le indicazioni del modello a soglia.

LEZIONE 18: SPIEGAZIONE DEL NUOVO GRAFICO DELLA QUARTA ONDATA (3 settembre 2021)
Vai a:   Lezione 17   ,   Lezione 19
Per visualizzare meglio l'andamento dei dati della quarta ondata abbiamo riportato i dati anche in un altro grafico: a vederlo sembra proprio molto caotico e sembrerebbe difficile riuscire a capirci qualcosa.
Ma non e' cosi'; la strana struttura a saliscendi che si nota immediatamente non e' caotica ma mostra una sua sistematicita' comportamentale. Vediamo come le nozioni del modello a soglia ci possono aiutare a capire tutto quello che sta succedendo.
La linea rossa disegnata nel grafico ha il solo scopo di guidare l'occhio del lettore ed evidenziare l'importanza delle discese rapide dei contagi, che abbiamo appreso essere delle persone vaccinate contagiate. Infatti avvengono nei primi 4 giorni dal momento del contagio rivelato dal test molecolare (come si puo' verificare nel grafico: non di tratta del tipo di discesa per guarigione in 30 giorni, che e' visibile nella parte sinistra del grafico precedente , indicato come "trend guarigioni").
Sono decrementi di contagi rilevanti, perche' la percentuale dei vaccinati e' ora arrivata al 70% in Italia e questo vuol dire che 2 persone contagiate su 3, essendo vaccinate, smettono di essere positive al test nei primi 4 giorni dal contagio.
Cosi' il picco della quarta ondata viene limitato nella sua salita da tutti questi fronti discendenti e complessivamente risulta essere alto solo 1/3, cioe' solo 6%, invece di quel 18%, che era l'altezza del picco della terza ondata: 1/3 e' proprio la stessa percentuale di persone rimaste infettabili, in quanto non vaccinate.
Si sarebbe potuto pensare che le persone vaccinate non si dovessero infettare e che quindi la curva dei contagi percentuali (che e' su tutti gli italiani, non solo sui non vaccinati) di questa quarta ondata dovesse salire piu' lentamente, seguendo l'andamento tipico di un'ondata epidemica come quelle gia' viste, ma con ordinate sistematicamente ridotte ad 1/3 (che e' la frazione delle persone rimaste infettabili, perche' non vaccinate).
Ma abbiamo scoperto che non e' cosi', perche' evidentemente anche le persone vaccinate risultano infettabili (per ora al 100%, non in una piccola frazione), cosicche' la curva dei contagi sale con la stessa pendenza delle ondate precedenti, ma subito dopo compare la discesa dei 2/3 delle persone vaccinate che in meno di 4 giorni smettono di essere positive al test perche' gia' dotate di anticorpi o di memoria cellulare (a differenza delle persone non vaccinate che devono attendere alcuni giorni prima che vengano creati i loro anticorpi e nel frattempo i virus infettanti dilagano nel loro organismo distruggendo le cellule umane).
Queste rapide discese di contagi, dei vaccinati che guariscono subito, sono perfettamente visibili nel grafico che praticamente, con le nozioni apprese dal modello a soglia , e' tutto talmente comprensibile che sembra un libro aperto sulla pandemia.
Il grafico risultante della quarta ondata nel suo complesso risultera' composto dalla somma di due diverse componenti:
  1. Una, prodotta dalle persone non vaccinate, che avra' il solito andamento a campana determinato dal tempo di guarigione lungo (30 giorni), dopo il quale s'innesca la discesa per la crescita delle guarigioni ritardate (dopo 30 giorni).
  2. L'altra prodotta dai contagi delle persone vaccinate, che avra' un andamento diverso perche', siccome le guarigioni arrivano quasi subito (in 2-4 giorni), le discese arrivano anch'esse subito per il totale dei contagiati (vaccinati) e si genera cosi' non un picco ma una curva bassa con tanti "denti di sega" piu' o meno alti a secondo dell'entita' dell'evento che ha generato i contagi. Questo evento puo' anche essere quello continuo dell'epidemia degli asintomatici, se il livello totale dei contagi e' sopra al valore della soglia critica. In tal caso la crescita esponenziale si riflette, anche se in misura molto piu' contenuta anche sui contagi a breve termine della popolazione vaccinata. E' questa una spada di Damocle che abbiamo puntata sulla nostra testa: e' importantissimo che il livello dei contagi non superi stabilmente il valore della soglia critica (ora al 3.75%).
Venendo al caso nostro attuale, con un livello medio di contagi poco sopra alla soglia critica, possiamo riscontrare l'andamento "a denti di sega", caratteristico dei contagi delle persone vaccinate, sovrapposto ad un andamento "a campana", ridotto ad 1/3, dovuto al solito comportamento dei contagi del rimanente 30% di persone non vaccinate (che e' come quello della terza ondata).
La novita' che troviamo in questa quarta ondata e' nel primo andamento "a denti di sega", che risulta essere permanente e non a termine, come un picco, almeno finche' il livello medio dei contagi non supera stabilmente la soglia critica. Se la superasse, si aggiungerebbe l'apporto di crescita esponemziale dei contagi dovuto all'epidemia degli asintomatici, che interessa anch'essa, con diverse modalita', anche la popolazione vaccinata.
Lo scenario come vedete e' abbastanza complesso ma perfettamente comprensibile nell'ambito del modello a soglia.
Complimenti a tutto il personale della regione Piemonte impegnato nei test molecolari: le fluttuazioni dei loro dati non sono dovute ad errori ma le loro misure sono cosi' precise da riuscire a seguire bene l'andamento vero della curva dei contagi, che ci ha permesso di scoprire l'imprevisto ed importante ruolo dei contagi delle persone vaccinate.
Si puo' cosi' osservare, anche graficamente, l'effetto delle vaccinazioni fatte finora: i 2/3 degli italiani (quelli vaccinati) praticamente NON sono coinvolti nell'andamento "a campana" di questa quarta ondata (ne' nei ricoveri ospedalieri ne' tanto meno nei decessi!).
Possono essere ben lieti di essersi vaccinati prima: dovrebbero esserne tutti informati con stampa e televisione da parte del Governo.
Un'ultima riflessione: una persona vaccinata che subisce questo tipo di infezioni a breve termine crediamo debba avere il sistema immunitario stimolato una volta in piu' (3 o 4 giorni pensiamo possano essere sufficienti) a stimolare la produzione di anticorpi, questa volta proprio quelli giusti, per quella variante di virus, quindi piu' efficienti di quelli del vaccino.
Il tutto senza pagare alcun pegno, cioe' proprio gratis, perche' un'infezione cosi' breve e leggera non crediamo possa portare conseguenze per la salute della persona vaccinata.
Conseguentemente con il passare del tempo dovrebbe ridursi sempre piu' questa partecipazione che stiamo vedendo nel grafico delle persone vaccinate all'epidemia (con una riduzione dell'andamento altalenante), almeno per un anno di tempo, cioe' dovrebbe venire a crearsi una difesa immunitaria naturale aggiuntiva sempre piu' sviluppata all'interno della popolazione vaccinata, che risulta sempre piu' protetta (cioe' resistente all'infezione).
Stiamo osservando il modo in cui la Natura interviene a proteggere la specie umana.
Bisognera' vedere cosa accade poi a lungo termine, perche' questo il modello a soglia non ce lo dice ancora (mancando il supporto sperimentale ogni affermazione sarebbe solo una congettura).

COMMENTO AL DATO DI GIOVEDI' (2 settembre 2021)
Una volta esaurita la discesa rapida entro 4 giorni dei contagiati vaccinati rimane la discesa in 30 giorni dei contagiati non vaccinati del picco di venerdi' scorso, indicata dalla linea rossa nel grafico.
La linea rossa ha la stessa pendenza (verso lo 0.6% in un mese) delle altre linee tratteggiate precedenti, che la curva dei contagi avrebbe percorso se non ci fossero stati gli eventi che hanno provocato gli incrementi "a gradino" successivi.
Anche se l'andamento altalenante della curva dei contagi sembra effettivamente strano e difficile da comprendere, in realta' con il know-how del modello a soglia risulta abbastanza chiaro tutto quello che sta succedendo.
Praticamente lo strumento del test molecolare e' cosi' sensibile da rivelare anche l'infezione, molto temporanea, di pochi giorni, anche delle persone vaccinate, rivelandone nei giorni seguenti la pronta guarigione.
E' un effetto nuovo che nella terza ondata non c'era perche' i vaccinati erano troppo pochi.
E' un vero piacere vedere che siamo in grado di spiegare tutto quello che sta succedendo, traendone anche insegnamenti utili.
Per esempio, in base alle informazioni fornite dal modello a soglia, dovrebbe essere giusto togliere l'obbligo della mascherina nelle classi di alunni tutti vaccinati, non perche' essendo vaccinati non s'infettano, perche' si possono infettare anche loro anche se guariscono in pochi giorni, risultando anche un po' contagiosi per chi gli sta intorno.
Dai nostri dati pero' possiamo dedurre che la loro guarigione risulterebbe sufficientemente rapida, perche' nei immunizzati i virus trovano gli anticorpi o la memoria cellulare gia' pronti ad accoglierli nel "giusto" modo, cioe' facendoli fuori.
Cosi' gli alunni vaccinati non subirebbero, crediamo, conseguenze sanitarie apprezzabili.
Se invece ci fosse anche un solo alunno non vaccinato la circolazione del virus (anche tra i vaccinati) potrebbe colpirlo in modo potenzialmente anche molto grave, perche' non e' dotato di anticorpi, per cui tutti gli alunni dovrebbero indossare la mascherina per proteggerlo.
Per questo stesso motivo e' preferibile che nei locali chiusi anche le persone vaccinate indossino la mascherina, per non diffondere virus qualora fossero state infettate, quando e' possibile che siano presenti nello stesso locale anche persone non vaccinate.
Sono esempi che mostrano quanto sia utile la comprensione di questa pandemia, resa possibile dalle nozioni del modello a soglia.

COMMENTO AL DATO DI MERCOLEDI' (1 settembre 2021)
I decessi negli ultimi 2 giorni sono saliti da 50 a 70 (anche se con riconteggi da parte di alcune regioni, ma i morti non si creano ne' scompaiono, possono solo essere spostati da un giorno ad un altro): il 25 agosto avevamo previsto che sarebbero arrivati a circa 90 verso il 4 settembre, per poi tornare a scendere. Staremo a vedere.
Continua l'andamento altalenante caratterizzato da una serie di eventi che producono incrementi "a gradino" dei contagi, seguiti da una rapida discesa in 3 giorni dovuta alla "guarigione" dei contagiati vaccinati.
Vedendo questo andamento oscillante dei contagi nel grafico molti sono indotti a dire che
non ci si capisce niente, le misure risultano poco precise, per cui si devono considerare solo le medie settimanali, ma non e' cosi': con le medie settimanali si perderebbero molte informazioni importantissime sul comportamento dei virus.
In base a quello che abbiamo imparato dal modello a soglia possiamo affermare che questo andamento dei contagi e' una novita' prodotta dall'alta percentuale (70%) di persone vaccinate, che quando risultano positive al test, guarendo in 2-4 giorni creano questo andamento strano, in cui la curva dei contagi e' il risultato della sovrapposizione
  • dei numerosi contributi crescenti "a gradino" (di altezze diverse), prodotti dalle attivita' umane in regioni che sono tutte "bianche" (cioe' senza alcuna restrizione),
  • con gli andamenti decrescenti, uno rapido in 2-4 giorni dovuto alle guarigioni delle persone contagiate vaccinate e l'altro lentamente decrescente (in un mese) dovuto alle guarigioni delle persone contagiate non vaccinate.
Se si inasprissero le restrizioni diminuirebbero gli incrementi "a gradino", sia di numero che di ampiezza, ed il valor medio risultante della curva scenderebbe lentamente verso il valore di fondo dell'epidemia degli asintomatici, che nella stagione estiva abbiamo visto (ai primi di luglio) essere allo 0.6% (mentre nell'estate 2020 era al 2%).
Senza queste restrizioni siamo noi ad aver prodotto ed ora a mantenere questo valore medio cosi' alto dei contagi (con il costo umano conseguente) per permettere una maggiore liberta', all'economia di recuperare vitalita' ed al PIL di crescere, come sta effettivamente accadendo.
E' il dilemma in cui si devono dibattere i nostri governanti, quello di cercare un punto di equilibrio ottimale tra sicurezza e sviluppo economico che vada incontro all'interesse di tutti.
Non si deve ignorare che puo' essere dimostrato che questa situazione l'abbiamo creata noi, perche' ai primi di luglio il livello dei contagi era allo 0.6% e con i 3 eventi accaduti in successione e ben visibili nel grafico abbiamo fatto salire i contagi sopra la soglia critica del 3.75% (facendoli salire dal 0.6% al 4.5% in sole 2 settimane, dal 14 luglio in poi), dando cosi' inizio alla quarta ondata: ce lo potevamo risparmiare, sapendo che la pandemia e' un fenomeno A SOGLIA, che una volta innescato permette all'epidemia degli asintomatici di produrre molti piu' contagi di quanti ne perde per guarigione: gli asintomatici sono tantissimi, perche' quando il livello dei contagi misurato e' al 5% le persone infette senza sintomi che inconsapevolmente diffondono contagi (sia pur poco) sono ben 3 milioni.
La quarta ondata ce la siamo andata a cercare, forse anche perche' il Know-how del MODELLO A SOGLIA non e' ancora abbastanza conosciuto, benche' io sia convinto che esperti, anche di alto livello di molti Paesi, soprattutto Italia ed U.S.A., stiano seguendo questo studio e le relative acquisizioni di conoscenza con notevole assiduita'.

COSA SI DEVE FARE ? (1 settembre 2021)
Per sistemare le cose e salvare molte vite umane oltre all'economia bisogna:
  1. Organizzare un'efficiente task force centralizzata di circa 20 persone, piu' o meno una per ogni regione, per analisi dei dati e studio delle migliori misure di contenimento dei contagi da adottare in ogni regione.
    Usando i dati gia' raccolti quotidianamente dalle varie regioni, si puo' realizzare cosi' un sistema di monitoraggio (con raccolta, analisi ed interpretazione dei dati in una "cabina tecnica di regia"), che sia pronto nella risposta e quindi basato sui CONTAGI (come il sistema usato da noi in questo lavoro) e non sui dati ospedalieri (che sono ritardati), tanto con tutte queste persone vaccinate credo proprio che i timori dei clinici, che gli ospedali possano andare in crisi, NON siano fondati.
  2. Pilotare le eventuali misure restrittive necessarie, atte a ridurre il livello dei contagi ove necessario.
  3. Riportare ovunque il livello dei contagi sotto al valore della soglia critica (ora al 3.75%) per eliminare quell'importante ed invisibile apporto ai contagi, proveniente dall'epidemia degli asintomatici (che ora mantiene alto, oltre il 4%, il livello dei contagi).
Una volta rimosso il contributo dell'epidemia degli asintomatici basta che la media degli incrementi a gradino prodotti dagli eventi umani rimanga sotto alla media dei decrementi per guarigione dei non vaccinati (cosi' il livello dei contagi potrebbe scendere forse addirittura allo 0.6% in un mese).
I contagi rimarrebbero cosi' sempre abbastanza bassi (comunque sotto al 3%) e non ci sarebbero piu' altre ondate.
Poi in autunno ed inverno la lotta si fara' piu' dura, perche' con l'abbassamento della temperatura si abbassera' la soglia critica, ma non di molto crediamo, se saremo cosi' bravi da mantenere alta la percentuale delle persone immunizzate (cioe' continuando a vaccinare).
Se riuscissimo a non far partire piu' la quinta ondata e le successive (che e' possibile adottando in modo sia pur minimale le giuste misure restrittive, quando necessarie) avremmo vinto una battaglia molto importante per salvare sia vite umane che l'economia.
Lasciamo che il know-how del MODELLO A SOGLIA ci guidi a governare noi la pandemia e non viceversa.
Crediamo che tutto cio' sia possibile da ottenere in poche settimane, da subito.

COSA SUCCEDEREBBE SE ARRIVASSIMO AL 100% DI VACCINATI ? (1 settembre 2021)
Crediamo che tra gli esperti cominci a farsi strada l'idea che non si raggiungera' l'immunita' di gregge, che non puo' esistere per questi coronavirus che si garantiscono un'esistenza perpetua mantenendo sempre attiva l'epidemia degli asintomatici, anche d'estate ed anche con moltissime persone vaccinate.
Infatti si comincia a parlare non piu' della necessita' di raggiungere il 70% o l'80% di vaccinati ma ora si parla gia' apertamente del 90%.

Vediamo cosa c'insegna il MODELLO A SOGLIA nel caso in cui i vaccinati siano moltissimi, addirittura il 100%.
Abbiamo imparato che il tempo di "guarigione" dei positivi non vaccinati e' di circa 30 giorni mentre quello dei vaccinati e' molto piu' breve, di circa 2-4 giorni.
Se la percentuale dei vaccinati fosse del 100% ogni picco di contagi avrebbe una discesa rapidissima.
Ma vediamo piu' in dettaglio cosa accadrebbe.
Dal momento del contagio iniziale al momento in cui si diventa positivi al test (ed anche contagiosi) passa il tempo cosiddetto d'incubazione.
Un 'evento di diffusione dei contagi molto ben definito nel tempo e' quello dei festeggiamenti per la vittoria della coppa europea di calcio: sono iniziati il giorno della partita (11 luglio) per poi continuare anche nei giorni successivi.
L'incremento dei contagi e' avvenuto in data 14 luglio, come si puo' chiaramente vedere nel grafico e ancora piu' chiaramente nella tabella dei dati.
Quindi il processo d'infezione o meglio la prontezza del nostro sistema di monitoraggio (con i test) nel rivelarlo mostra un tempo d'incubazione di circa 3 giorni (dall'11 luglio, giorno d'inizio della diffusione dei contagi fino al 14 luglio, giorno della salita a gradino della curva dei contagi, da 0.6% ad 1.3% e poi 1.4% e 1.9% nei giorni seguenti, prima della discesa a 1.1% per la "guarigione" dei vaccinati, 3 giorni dopo la salita).
Tornando al nostro caso ipotetico in cui c'e' il 100% di vaccinati i virus e l'epidemia degli asintomatici continuerebbero ancora ad esistere, purtroppo, perche' i dati ci stanno mostrando che esiste la possibilita' di infettare anche le persone vaccinate (in modo inconsapevole).
Essendo ben dotate di anticorpi pronti ad accogliere nel giusto modo i virus, non appena rivelati e raggiunti (in quel tempo d'incubazione misurato in 3 giorni), le persone vaccinate restano infette solo per altri 2-4 giorni (in funzione della persona e del punto di attacco dell'infezione virale). Dopo risultano non piu' infette ne' contagiose (guarite).
In una popolazione poco densa sul territorio anche quei pochi virus che sono riusciti a mantenersi attivi si estinguerebbero.
Non cosi' in una citta' molto affollata perche' la vicinanza tra le persone consentirebbe ai pochi virus rimasti di trovare sempre qualche persona vicina per continuare a trasmettersi tra persone vaccinate mantenendo cosi' attiva l'epidemia degli asintomatici sia pure ad un livello molto basso, in attesa di tempi migliori: per esempio quando si abbassera' la percentuale di persone immunizzate per decadimento dell'immunizzazione (dopo 8 mesi circa). Ovviamente non ci sarebbero piu' ricoveri e decessi, almeno finche' dura il 100% di vaccinati.
Ci sembra percio' che per ora non ci sia una via d'uscita: questo tipo di coronavirus e' destinato a restare endemico, almeno finche' non riusciamo a scoprire una "pillola" in grado di creare una protezione biochimica preventiva, specifica per questa famiglia di virus, che renda le persone praticamente non piu' infettabili contrariamente ai vaccini attuali che consentono ai virus di entrare e moltiplicarsi nell'organismo di una persona vaccinata, sia pure per pochi giorni.
E' percio' questa la frontiera attuale della ricerca contro questa pandemia, perche' questi dannati virus prima o poi dobbiamo pure riuscire a farli fuori.

COMMENTO AL DATO DI MARTEDI' (31 agosto 2021)
Continua l'andamento discendente dei contagi in Piemonte. L'incremento di contagi registratosi nel fine settimana ha interessato (per un 65%) persone vaccinate che stanno poi rapidamente "guarendo" (cioe' non risultano piu' positive al test) e questo spiega il rapido calo odierno dei contagi di ieri al 3.1% che continua anche oggi al 2.7%.
Il modello a soglia ci dice che, essendo i vaccinati il 65% di quel 6.1% di contagiati, registrati in data 27 agosto, la percentuale dei non vaccinati rimanente, che dovra' scendere allo 0.6% in un mese, per la precisione e' di circa il 2% (cioe' pari alla percentuale dei non vaccinati).
Quindi prevediamo che domani i contagi scendano ancora, verso questo 2% con un errore statistico che pero' e' di circa il 10% e totale del 20% per queste misure (come indicato in tabella), per poi continuare a scendere lentamente in un mese di tempo fino allo 0.6% (come tentativamente indicato dalla linea rossa nel grafico ).
Il livello attuale e' ancora di piu' SOTTO la soglia critica del 3.75%, per cui in Piemonte si e' ridotta drasticamente la produzione di nuovi contagi da parte dell'epidemia degli asintomatici, in cui da ieri risulta prevalere il numero delle guarigioni.
Questo ci lascia sperare che, in assenza di altri eventi che comportino un nuovo incremento di nuovi contagi, l'andamento della curva possa assumere da ora in poi l'andamento lentamente decrescente in base al tempo di guarigione delle persone non vaccinate attualmente positive al test, che deve scendere verso 0.6% (livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici, misurato ai primi di luglio 2021) in un mese di tempo, come da nostra previsione indicata dalla linea rossa nel grafico.
Questo e' quanto afferma il nostro modello a soglia che finora ci sta permettendo di capire tutto quello che sta succedendo ed anche di prevedere l'evoluzione futura della pandemia, in funzione delle nostre azioni.
Chi sta seguendo questo nostro lavoro, bonta' sua, sta assistendo al processo di creazione progressiva della conoscenza (know-how) di un fenomeno prima sconosciuto ed ora gia' ampiamente noto, che e' indispensabile per vincere la guerra a questa pandemia Covid-19 (piu' la conosciamo e meglio possiamo contrastarla).

DECESSI: In data 25 agosto avevamo scritto che "Stimiamo che i decessi arriveranno ad un picco di circa 90 tra una decina di giorni (cioe' intorno al 4 settembre), quando saranno al massimo anche i ricoveri in terapia intensiva e quindi le restrizioni decise dal Governo (zone gialle e/o arancioni) destinate a ridurre i contagi, proprio quando non servono piu', essendo la quarta ondata ormai finita" ed i contagi scesi sotto al 3%, scriviamo oggi.
Questo fatto non e' casuale ma sistematico (potrebbero servire solo nel caso si fossero verificate accidentali immissioni di nuovi contagi a mantenere alto il livello che altrimenti sara' sempre basso).
Infatti la larghezza del picco di un'ondata e' determinata dal tempo di guarigione (di 1 mese per i non vaccinati), che determina il ritardo con cui arriva il forte decremento del numero di contagiati per guarigione a far decrescere il picco ed il ritardo dei decessi rispetto al momento del contagio, che e' di circa 20 giorni: 1 mese e 20 giorni sono tempi abbastanza simili !
L'incremento del 50% dei decessi di oggi in Italia (pari a 75 decessi al giorno) sembrerebbe confermare questa nostra previsione, anche se e' un po' presto rispetto al 4 settembre. Inoltre sembra che il numero 75 sia influenzato da riconteggi dei giorni precedenti, non meglio precisati.

LEZIONE 17: IL MODELLO A SOGLIA: (31 agosto 2021)
Vai a:   Lezione 16   ,   Lezione 18
Le nostre conclusioni non sono un esercizio di fantasia. Tutto e' dedotto dai dati sperimentali dei decessi in Italia e dei contagi del Piemonte e dal loro andamento presentato nel relativo grafico.
Riassumiamo in un elenco, non esaustivo, le deduzioni da noi fatte che ci hanno indotto alla formulazione del modello a soglia che e' l'insieme di tutti questi elementi da noi acquisiti, che permettono la descrizione completa del funzionamento della pandemia Covid-19, che e' un traguardo molto importante, perche' permette a chiunque di capire ed alle Autorita' di governare l'evoluzione della pandemia:
  1. la "guarigione" dei positivi non vaccinati in circa 30 giorni e dei vaccinati in 2-4 giorni;
  2. la limitazione dell'ampiezza della quarta ondata (il picco della terza ondata era arrivato al 18% mentre la quarta ondata si e' fermata al 6%) proprio per il breve tempo di "guarigione" dei vaccinati positivi al test (che sono attualmente i 2/3 del totale);
  3. l'esistenza dell'epidemia degli asintomatici con la loro capacita' di emettere cariche virali deboli ma tali da poter contagiare (normalmente in forma asintomatica e rilevabile dal test molecolare) le persone non immunizzate ma non le persone immunizzate (e' un'osservazione della realta');
  4. gli incrementi di contagi "a gradino" successivi ad eventi che aiutano la diffusione dei contagi (i festeggiamenti per la vittoria della coppa europea di calcio ne sono un tipico esempio);
  5. l'equilibrio che si verifica nell'epidemia degli asintomatici tra il numero di nuovi contagi prodotti ed il numero di guarigioni dei contagiati, con la genesi conseguente dell' effetto soglia per la crescita esponenziale dei contagi, in seguito allo squilibrio che si crea al superamento della soglia;
  6. la stessa esistenza dei picchi e delle ondate della pandemia sono proprio dovute alla crescita esponenziale di questo eccesso di nuovi contagi rispetto alla loro diminuzione per guarigione nell'epidemia degli asintomatici (che arriva a coinvolgere milioni di persone, ognuna infetta per un mese che e' il tempo di guarigione);
  7. la decrescita dei contagi dal picco per l'incremento delle guarigioni dopo 30 giorni dal contagio per i non immunizzati e dopo 2-4 giorni per gli immunizzati (da vaccino o guarigione da una precedente infezione), comporta la conseguente tendenza dei picchi ad avere una larghezza ed una periodicita' standard (come quella ben visibile nel grafico del Giappone ), in assenza di una significativa percentuale di vaccinati, com'era in Giappone nel 2021, perche' abbiamo potuto vedere nel nostro grafico dei contagi come il picco della nostra quarta ondata si sia ridotto di 2/3 rispetto alla terza ondata, avendo raggiunto il 65% di vaccinati;
  8. l'INESISTENZA della tanto auspicata immunita' di gregge per questi coronavirus, perche' sono in grado di mantenere sempre attiva l'epidemia degli asintomatici, che risulta essere come una "brace accesa" sempre pronta ad innescare una nuova ondata non appena il livello dei contagi supera la soglia critica (per farli scomparire occorre il 100% di vaccinati, non meno);
  9. la variabilita' del livello della soglia critica che sale con la temperatura ambientale e con l'aumento della percentuale di vaccinati, mentre si abbassa nel caso opposto;
  10. la relazione diretta tra il livello dei contagi ed il numero dei decessi (dopo circa 20 giorni) con l'aumento, per ora solo previsto, dei decessi ai primi di settembre come effetto della quarta ondata;
  11. i contagi delle persone immunizzate fluttuano con modalita' settimanale (i picchi del venerdi'), a causa della periodicita' settimanale dei giorni di riposo, nei quali la probabilita' dei contagi si riduce (caratteristica dei contagi da noi dedotta dai dati );
  12. sono questi i cosiddetti "picchi efimeri", da noi descritti piu' in dettaglio nella Lezione 63 ;
  13. ecc.
Per ognuno di questi argomenti possiamo indicare il link in questo lavoro, dove abbiamo scoperto e spiegato la relativa funzionalita' di questa pandemia.
Questi virus sono oggetti piuttosto semplici dal punto di vista funzionale macroscopico ed una volta scoperte queste cose (per la variante delta) crediamo che non ci sia molto di piu' da scoprire per capire le epidemie provocate da questi coronavirus.
Il modello a soglia costituisce la base per capire il loro funzionamento.
Il discorso si riaprira' in parte per le nuove varianti di questo coronavirus che inevitabilmente verranno nel prossimo futuro, ma la via ormai e' tracciata e rapidamente saremo in grado di ricavare i nuovi paramenti, necessari per descriverne il comportamento.
Quello che abbiamo scoperto e' proprio tutto vero, anche se la metodologia di ricerca deduttiva seguita e' forse piu' familiare ai fisici che non ad altre discipline.
Ma i risultati sono certamente degni di essere considerati di valore scientifico anche se sono stati trattati al livello divulgativo, come anticipato nella premessa (per rendere la comprensione accessibile a tutti).

COMMENTO AL DATO DI LUNEDI' (30 agosto 2021)
Continua l'andamento in saliscendi dei contagi in Piemonte. L'incremento di contagi registratosi nel fine settimana ha interessato (per un 65%) persone vaccinate che stanno poi rapidamente "guarendo" (cioe' non risultano piu' positive al test) e questo spiega il rapido calo odierno dei contagi al 3.1%. Il livello attuale e' pero' sotto la soglia critica, per cui in Piemonte si riduce drasticamente la produzione di nuovi contagi da parte dell'epidemia degli asintomatici, in cui da ora risulta prevalere il numero delle guarigioni.
Questo ci lascia sperare che, in assenza di altri eventi che comportino un nuovo incremento di nuovi contagi, l'andamento della curva possa assumere da ora in poi l'andamento lentamente decrescente in base al tempo di guarigione delle persone non vaccinate attualmente positive al test, che deve scendere verso 0.6% in un mese di tempo.
Questo e' quanto afferma il nostro modello a soglia che finora ci sta permettendo di capire tutto quello che sta succedendo ed anche di prevedere l'evoluzione futura della pandemia, in funzione delle nostre azioni.

COMMENTO AL DATO DI DOMENICA (29 agosto 2021)
Lo scenario che si va confermando e' proprio quello da noi ipotizzato ieri: abbiamo una successione di eventi prodotti da persone che, ignorando o non curandosi del livello alto dei contagi, contribuiscono ad incrementare sempre piu' i nuovi contagi, il cui livello medio potrebbe oscillare naturalmente intorno ad 1/3 del 10% della terza ondata, salvo aumentare presto per l'arrivo del freddo autunnale.
Che la responsabilita' e' da attribuire ad eventi umani e' dimostrato dalla struttura a picchi della curva ; se fosse l'eccesso di nuovi contagi rispetto alle guarigioni dell'epidemia degli asintomatici (che pure avviene quando il livello dei contagi supera la soglia critica, la salita sarebbe esponenziale, senza picchi che non siano le semplici fluttuazioni statistiche dei singoli punti: ora il grafico mostra che il contributo prevalente e' un altro.
Se continuera' cosi' i decessi oscilleranno intorno ai 60 al giorno invece di tornare a 10, con un costo netto dell'incapacita' o dell'idiozia delle persone di 50 decessi al giorno, cioe' di 1500 decessi al mese in piu' per tutto il tempo in cui verra' mantenuto un livello cosi' alto da questa coltivazione di virus delta nei corpi dei 3 milioni di persone positive al test.
In autunno poi la situazione tendera' a peggiorare per l'abbassamento delle temperature e rigide misure di prevenzione saranno allora inevitabili.

COMMENTO AL DATO DI SABATO (28 agosto 2021)
La discesa di contagi che vediamo oggi e' dovuta ad un fenomeno gia' incontrato in precedenza: la diminuzione dei vaccinati positivi che "guariscono", cioe' smettono di essere positivi, entro 2-4 giorni dal contagio, in questo caso avvenuto il 25 agosto, cioe' tre giorni fa.
Nel grafico vediamo quindi apparire dei picchi stretti in occasione di eventi umani che producono incrementi di nuovi contagi.
A quest'ultimo picco potrebbe essere non estraneo l'inizio del campionato di calcio, che abbiamo indicato in basso nel grafico.
Questo andamento altalenante dei contagi potrebbe:
  • durare a lungo, non per il fato ma se si continuano quelle attivita' (turistiche, di svago, ecc.) che stanno producendo i nuovi contagi che vediamo nei picchi del grafico;
  • aumentare di livello (medio) per l'inevitabile espansione dell'epidemia degli asintomatici;
  • produrre nuove varianti in seguito alle numerose mutazioni casuali che avvengono: qualora una nuova variante generatasi risultasse piu' contagiosa della variante delta prenderebbe il sopravvento divenendo il virus patogeno dominante.
E' quello che e' successo nei primi mesi del 2021, quando per molto tempo i contagi hanno oscillato in un saliscendi intorno al 10% (visibile nella parte sinistra del grafico ):
Il livello del 10% era determinato dall'ampiezza dell'epidemia degli asintomatici, che ora contiene un numero inferiore di individui infetti in modo asintomatico grazie alle vaccinazioni che attualmente in Italia proteggono il 65% circa della popolazione.
Conseguentemente ora il livello medio potrebbe oscillare naturalmente intorno ad 1/3 del 10%, salvo aumentare presto per l'arrivo del freddo autunnale.
E' questo lo scenario che ci aspetta, se non facciamo niente: sarebbe proprio come quello sulla sinistra del grafico , prima del picco della terza ondata, che oscilla intorno ad un valore medio del 10% per mesi.
Il fatto che 1/3 del 10% e' molto vicino alla soglia critica, che ora e' al 3.75% ma che in autunno si abbassera', rende molto piu' importanti ed efficaci gli interventi volti a ridurre la produzione di nuovi contagi.
Ricordiamoci sempre che il modello a soglia ci ha insegnato che se siamo cosi' bravi da adottare provvedimenti che riducono gli incrementi di nuovi contagi (come quelli che vediamo ora), aspettando il tempo necessario per far scendere i contagi (per guarigione) sotto la soglia critica, potremmo anche mantenere per sempre il livello dei contagi al valore di fondo dell'epidemia degli asintomatici (senza piu' ondate), che ora e' allo 0.6% (com'era ai primi di luglio, prima della vittoria della coppa europea di calcio) e che in inverno sara' un po' piu' alto (vedremo quanto ma non sara' di molto, se continueremo a vaccinare come ora): sarebbero molte migliaia di vite umane salvate, senza nemmeno tanti sacrifici, secondo noi (serve piu' intelligenza che sacrifici per battere questa pandemia).
Questa pandemia si comporta proprio come previsto dal modello a soglia: e' sconcertante che nessuno approfitti di questo know-how per bloccarla, dato che e' possibile con un efficiente monitoraggio dei contagi, che puo' fornire un feed-back abbastanza immediato di quello che sta succedendo.

COMMENTO AL DATO DI VENERDI' (27 agosto 2021)
Si conferma la crescita dei contagi da noi paventata: non tanto per altri eventi, magari ripetuti, quanto per l'apporto crescente dell'epidemia degli asintomatici, che quando si supera abbondantemente la soglia critica del 3.75% diventa nettamente superiore alla decrescita naturale per guarigione dei positivi al test (asintomatici).
Il nuovo picco non e' destinato a salire molto piu' di cosi' perche', come il modello a soglia spiega bene, la sua discesa dipende dal numero giornaliero di guarigioni, che presto dovrebbe diventare elevato per la presenza nel recente passato del primo picco della quarta ondata.
Il risultato sara' di allungare nel tempo la durata della quarta ondata, raddoppiando cosi' il numero dei decessi.
L'incremento registrato oggi e' piu' vistoso del +0.5% che dicono i numeri, perche' i contagi sono saliti dal 3% del 23 agosto al 6.1% di oggi dopo 4 giorni, nei quali dobbiamo tener conto che i 2/3 dei contagiati iniziali erano persone vaccinate con tempo di guarigione di 2-4 giorni e che oggi devono aver diminuito di molto il numero dei positivi al test: quindi l'incremento che ha fatto arrivare i contagi al 6.1% e' molto superiore a quanto appare.
Lo scenario attuale e' quindi compatibile con l'ipotesi di una ripartenza della quarta ondata, non per colpa del fato o del virus (che poveraccio fa solo e sempre il suo mestiere, perfettamente descritto dal modello a soglia ) ma dagli italiani vacanzieri non doverosamente istruiti da chi di dovere su come dev'essere combattuta questa pandemia.
Capiamo tutti che non e' facile ma quando sono in gioco migliaia di vite umane fare di piu' e' assolutamente necessario.
La curva dei contagi avrebbe dovuto tornare a 0.6% gia' nei prossimi giorni, con l'andamento indicato nel grafico dalle linee tratteggiate rosse: non gliel'hanno permesso gli incrementi di contagi prodotti da eventi umani (legati alle vacanze, probabilmente).
Il numero di decessi e' legato all'area del picco e del grafico nel suo complesso: piu' i contagi restano alti e piu' decessi avvengono, circa 20 giorni dopo.
Imporre la "zona gialla" quando le terapie intensive crescono e' come chiudere la stalla quando i cavalli sono fuggiti.
Per ovvi motivi, bisogna fermare i contagi quando iniziano a salire e non dieci giorni dopo, quando i contagiati ricoverati peggiorano, perche' allora la crescita dei contagi non si riesce piu' a bloccare.

COMMENTO AL DATO DI GIOVEDI' (26 agosto 2021)
Purtroppo i nostri timori sembrano fondati: dal 3% al 5% i contagi hanno subito un incremento a gradino ma poi, essendo il 5% abbastanza sopra alla soglia critica del 3.75%, sta intervenendo l'eccesso di produzione di nuovi contagi rispetto a quelli smaltiti per guarigione da parte dell'epidemia degli asintomatici, che potrebbe gia' essere grande (+0.8% in un giorno).
E' questo un apporto crescente ai contagi che nessuno considera ma che il modello a soglia insegna che e' proprio quello che scatena la crescita esponenziale dell'ondata.
L'errore statistico dei dati e' di circa 0.3% e quello totale da noi stimato e' il doppio, per cui l'incremento di +0.8% rispetto a ieri non e' molto significativo ma e' gia' un campanello di allarme che dovrebbe metterci in preallerta circa il rischio di una ripartenza della quarta ondata che stava scemando, dovuta al recente evento che ha causato l'incremento "a gradino" di ieri.
Il modello a soglia ci ha insegnato che quella soglia del 3.75% e' un interruttore che, come spegne l'ondata quando i contagi scendono sotto soglia, cosi' riaccende l'ondata quando sale sopra la soglia (se il numero delle guarigioni, cioe' il livello dei contagi di 30 giorni prima, e' ancora sufficientemente basso da permettere la risalita dell'ondata): ora potremmo essere in queste condizioni, soprattutto se il livello dei contagi continuasse a salire e cosi' la produzione di nuovi contagi da parte dell'epidemia invisibile degli asintomatici (se i contagi in Italia sono al 5%, come ora, gli asintomatici che diffondono il contagio sono circa 3 milioni: un bel po').

COMMENTO AL DATO DI MERCOLEDI' (25 agosto 2021)
La discesa dal 5% al 3% degli ultimi 2 giorni da noi attribuita alla guarigione delle persone vaccinate e positive al test e' stata completamente riassorbita da un nuovo incremento di nuovi contagi di pari ampiezza.
Non crediamo che ci siano anomalie cosi' vistose nei dati raccolti dalla regione Piemonte, per cui attribuiamo questo nuovo incremento ad un'altro degli ormai numerosi eventi deprecabili che comportamenti sbagliati delle persone che credono in buona fede che per ora il peggio sia passato, prestano la loro efficace collaborazione ai virus consentendo loro di diffondersi e produrre questi incrementi che se l'immissione di nuovi contagi non continua permanentemente appaiono come incrementi "a gradino" nella curva dei contagi, come quelli gia' visti piu' volte.
Siccome la discesa dei contagi delle persone non vaccinate e' lenta (avviene in un mese), continuando cosi' non permettiamo piu' alla curva dei contagi di tornare allo 0.6% che e' il livello di fondo estivo dell'epidemia degli asintomatici (com'era ai primi di luglio, prima della coppa europea di calcio, delle olimpiadi, delle numerose riaperture vacanziere e dei rave party che sono delle vere e proprie fabbriche di superdiffusori, capaci di disperdersi ovunque e diffondere poi i contagi in incognito ed in numero elevatissimo).
Per di piu', secondo il modello a soglia , finche' il livello dei contagi rimane sopra la soglia del 3.75%, vi si aggiunge anche l'eccesso di produzione di contagi da parte dell'epidemia degli asintomatici, che in queste condizioni produce piu' contagi di quanti ne perde per guarigione dei partecipanti all'epidemia.
  • L'andamento discendente dei contagi per guarigione degli asintomatici potrebbe risultare cambiato nel caso di una partecipazione importante dei vaccinati all'epidemia degli asintomatici, dato che il loro tempo di guarigione e' di 2-4 giorni invece di 30, se partecipassero tutti, vaccinati e non vaccinati indistintamente.
    In effetti proprio questa potrebbe essere la causa dell'abbassamento del livello di fondo dei contagi dell'epidemia degli asintomatici allo 0.6% (visto ai primi di luglio) invece del 2% (com'era stato nell'estate 2020).
Se il livello dei contagi rimarra' sopra la soglia del 3.75%, alla curva dei contagi si aggiunge anche l'eccesso di produzione di contagi da parte dell'epidemia degli asintomatici, che in queste condizioni produce piu' contagi di quanti ne perde per guarigione dei partecipanti all'epidemia.
Quindi l'andamento discendente viene ridotto sempre piu' e la curva potrebbe addirittura riprendere a salire, se il livello dei contagi rimane sopra alla soglia critica abbastanza a lungo; cioe' la quarta ondata potrebbe riprendere a salire invece di terminare.
Se dovesse succedere sarebbe solo colpa nostra, perche' ora queste cose si sanno e dovrebbe essere imperativo per tutti evitarle.
Sappiamo che puo' essere molto pericoloso continuare a produrre nuovi contagi ad un ritmo cosi' sostenuto rispetto alla discesa indicata con una linea rossa tratteggiata nel grafico , per continuare a godersi le vacanze. Non ci sono alibi.
La pandemia non e' finita ne' e' in pausa. I virus sono ancora tra noi e continuano a fare il loro mestiere. Tutti devono esserne coscienti.
IL MODELLO A SOGLIA ci ha permesso di scoprire che esiste una SOGLIA "MAGICA" (ora al 3.75%), tale che sopra la soglia, quando si viene da livelli di contagi bassi, i contagi crescono, mentre sotto la soglia i contagi diminuiscono fino ad arrivare allo 0.6%, che e' il fondo dell'epidemia degli asintomatici (per la variante delta, in estate e con il 65% di vaccinati).
Ora sappiamo che questa soglia al 3.75% E' L'INTERRUTTORE DELLA PANDEMIA, che ci permette di debellarla anche subito, se manteniamo i contagi sempre SOTTO soglia ma questo e' possibile solo con il contributo di tutti.
Rimanendo i contagi sotto la soglia, non ci saranno piu' ondate ma ci restera' solo l'epidemia invisibile degli asintomatici al 0.6% (d'estate, con la variante delta ed il 65% di vaccinati), se non si arriva al 100% di vaccinati: non esiste l'immunita' di gregge per questa pandemia, percio' i virus coltivati dall'epidemia degli asintomatici ce li dobbiamo tenere.
L'immunita' di gregge non esiste perche' questi coronavirus sono in grado di mantenere sempre attiva quella "brace ardente" che abbiamo chiamato epidemia degli asintomatici.
Cosi' come si sta facendo ora pero', non e' proprio il modo giusto per vincere questa guerra!

LEZIONE 16: I PARAMETRI DEL MODELLO A SOGLIA (25 agosto 2021)
Vai a:   Lezione 15   ,   Lezione 17
Abbiamo visto che il modello ha attualmente un valore di soglia critica di 3.75%, che pero' non e' un valore universale ma dipende da alcuni parametri. I principali sono:
  1. Il tipo di virus (quello dominante ora in Italia e' la variante delta): la sua caratteristica piu' importante al riguardo e' la sua contagiosita' che, rendendo piu' facile la trasmissibilita' dei virus, abbassa il valore della soglia.
  2. La temperatura stagionale: ora e' estate; all'arrivo dell'autunno e peggio ancora in inverno, ci aspettiamo un abbassamento della soglia, che sara' non di poco, per la grande sensibilita' mostrata da questi coronavirus al variare della temperatura (stagionale ma anche per chi lavora nelle celle frigorifere, per esempio).
  3. La percentuale di persone immunizzate (con vaccinazione, che ora e' al 65%, o per infezione subita, che e' variabile durante un'ondata). All'aumentare di questo parametro i virus incontrano piu' difficolta' a contagiare le persone perche' si riduce il numero di persone contagiabili e quindi il risultato e' un abbassamento della contagiosita' dei virus, che comporta un innalzamento della soglia critica.
Ovviamente, almeno per ora, non disponiamo dei dati necessari per poter tentare un calcolo teorico del valore di soglia, usando strumenti di analisi matematica e statistica ma possiamo solo determinare il valore della soglia critica in modo empirico, caso per caso, collegando poi le varie determinazioni ai valori dei parametri esistenti.
Cosi' abbiamo ora acquisito che per la variante delta, in estate e con il 65% di popolazione vaccinata, la soglia critica e' al 3.75%
Vedremo in autunno quale sara' la variante dominante e la percentuale di popolazione vaccinata e cercheremo di valutare il valore della soglia in quelle condizioni dall'andamento della curva dei contagi.
Questa valutazione potra' essere fatta anche sui dati del primo Paese estero in cui parte l'ondata epidemica.
Questa valutazione e' molto importante perche' il primo insegnamento del modello a soglia e' che in futuro possiamo IMPEDIRE che parta una nuova ondata, mantenendo sempre il livello dei contagi SOTTO al valore della soglia critica, che pero' dobbiamo ancora scoprire quale sara' nei prossimi mesi freddi (sara' piu' bassa). Tra un anno contiamo di aver scoperto qual'e' stato e come varia il valore di questa soglia critica nelle quattro stagioni dell'anno.
Questo insegnamento su come evitare altre ondate epidemiche e' una risorsa importantissima perche', a parte i danni economici di una nuova ondata, si tratta di risparmiare molte vite umane. Questa quarta ondata, come si vede dalla curva dei contagi , alla fine sara' durata 50 giorni durante i quali abbiamo avuto mediamente 40 decessi al giorno.
Stimiamo che i decessi arriveranno ad un picco di circa 90 tra una decina di giorni, quando saranno al massimo anche i ricoveri in terapia intensiva e quindi le restrizioni decise dal Governo, proprio quando non serviranno piu', essendo la quarta ondata ormai finita (cio' e' veramente sconcertante!).
Vuol dire che alla fine la quarta ondata avra' causato un totale di circa 2000 decessi, che avrebbero potuto essere risparmiati se fossimo stati capaci di mantenere il livello dei contagi allo 0.6% o poco piu', com'era ai primi di luglio, senza causare quei 3 incrementi a gradino che l'hanno portato in sole 2 settimane dopo il 14 luglio a superare la soglia critica del 3.75%, dando cosi' inizio alla quarta ondata (il primo incremento del 14 luglio, dovuto ai festeggiamenti per la vittoria della coppa europea di calcio, anche se molto grande non sarebbe bastato da solo a superare la soglia critica, come si vede nel grafico ).
E' un insegnamento prezioso da tenere bene a mente nel prossimo futuro.
Terminiamo evidenziando l'importanza di mantenere alta la percentuale di persone vaccinate, non per cercare di arrivare ad un'immunita' di gregge, che abbiamo sostenuto NON ESISTERE per questo tipo di virus, perche' sono in grado di mantenere sempre attiva quella "brace ardente" che abbiamo chiamato epidemia degli asintomatici. E' proprio questa la peculiarita' di questi virus, che rende questa pandemia cosi' diversa.
Mantenere alta la percentuale di persone vaccinate e' molto importante sia perche' risulta molto efficace sia ad innalzare la soglia critica, rendendo piu' facile evitare la partenza di una nuova ondata, che per ridurne l'ampiezza nel caso malaugurato dovesse partire.
Proprio ai 2/3 di popolazione vaccinata dobbiamo la riduzione ad 1/3 dell'ampiezza della quarta ondata e dei relativi decessi, rispetto alle ondate precedenti. Per vederla basta confrontare nel grafico il picco della quarta ondata con quello della terza ondata, che era alto il triplo.
Mantenere alta la percentuale di persone vaccinate non e' cosa da poco, perche' tra un mese cominceranno a svanire gli effetti delle vaccinazioni fatte nei primi mesi del 2021 e bisognera' percio' ricominciare tutto il lavoro da capo.

COMMENTO AL DATO DI MARTEDI' (24 agosto 2021)
Tutto sta procedendo come previsto dal nostro modello a soglia.
In assenza di altri malaugurati eventi che creino altri incrementi "a gradino" di nuovi contagi, dopo la discesa rapida di ieri dovuta al venir meno dei contagi delle persone vaccinate (che avviene nei primi 2-4 giorni), rimane la discesa lenta nella curva dei contagi delle guarigioni dei contagiati NON vaccinati (che avviene in 30 giorni), da noi indicata nel grafico con la discesa della curva rossa da oggi in poi.
Una cosa importante da evidenziare e' che da ieri il livello dei contagi e' sceso SOTTO il livello della soglia critica del 3.75%, che aiutera' sensibilmente la discesa dei contagi, perche' viene meno l'apporto della crescita esponenziale proveniente dall'epidemia degli asintomatici, che da ora continuera' a produrre nuovi contagi solo al livello del suo fondo che d'estate e' allo 0.6%.
Vogliamo ripetere che finalmente ci sembra che sia tutto chiaro: ora questi virus non sono piu' sconosciuti , perche' il MODELLO A SOGLIA si sta dimostrando in grado di comprendere e prevedere esattamente TUTTO del loro comportamento anche quando e' cosi' complesso e apparentemente difficile da capire come quello di questa quarta ondata, che presenta dati strani ed altalenanti.
I risultati del nostro studio ci consentono cosi' anche di capire meglio quali siano le misure da intraprendere per governare l'evoluzione della pandemia.

COMMENTO AL DATO DI LUNEDI' (23 agosto 2021)
Il dato di oggi e' crollato del 40%. E' mai possibile che quasi la meta' dei contagiati del Piemonte possano essere guariti da un giorno all'altro ?
In presenza del 65% di persone vaccinate crediamo di si.
Infatti dalla nostra analisi del 21 agosto risulta che dev'essersi verificato un evento, subito dopo il picco della quarta ondata, che ha causato un importante incremento "a gradino" dei contagi e quando questo accade abbiamo imparato che vengono coinvolte anche molte persone vaccinate, che sono attualmente il 65% della popolazione (cioe' tanti).
Queste persone vaccinate, che vengono infettate durante l'evento, abbiamo visto che guariscono, cioe' smettono di risultare positive al test in 2-4 giorni (il valore medio del loro tempo di guarigione non lo abbiamo ancora misurato perche' i dati sono ancora troppo pochi).
Questo vuol dire che entro i 4 giorni seguenti al picco "a gradino", che si e' verificato venerdi' scorso cioe' esattamente tre giorni fa, loro guariscono tutti creando un CROLLO nella curva dei contagi , che potrebbe essere proprio quello osservato oggi.
Se e' cosi', ed i dati di domani ce lo potranno confermare se continueranno ad essere cosi' bassi (intorno al 3%), possiamo acquisire altri dati molto utili a valutare quantitativamente il tempo di guarigione delle persone vaccinate che vengono infettate in un evento (partita, dimostrazione di piazza, rave party, ecc.).
Quindi il dato di oggi non dovrebbe essere una fluttuazione anomala dei test ma un dato molto significativo ed utilissimo per capire l'evoluzione di questa quarta ondata, nell'ambito del nostro modello a soglia, che continua a spiegare benissimo tutte le peculiarita' di questa quarta ondata, che appare cosi' diversa dalle altre tre che l'hanno preceduta.
Finalmente ci sembra che sia tutto chiaro: ora questi virus non sono piu' sconosciuti perche' siamo in grado di comprendere e prevedere esattamente il loro comportamento anche quando e' cosi' complesso e apparentemente difficile da capire come quello attuale, con dati strani ed altalenanti.
I risultati di questa ricerca ci consentono anche di capire meglio quali siano le misure da intraprendere per governare l'evoluzione della pandemia (riuscire a metterle in atto e farle funzionare e' poi un altro problema non semplice da risolvere, purtroppo).

COMMENTO AL DATO DI DOMENICA (22 agosto 2021)
Il dato di oggi si colloca esattamente nel grafico sulla linea rossa che descrive l'andamento della discesa dal picco in 30 giorni, che e' il tempo di guarigione dei contagiati non vaccinati.
Se non accadranno altri eventi che causano incrementi "a gradino" di nuovi contagi, tra 8 giorni il livello dei contagi tornera' sotto la soglia critica del 3.75% e dopo altre tre settimane si potrebbe tornare al livello di fondo di 0.6% dell'epidemia degli asintomatici, com'era ai primi di luglio. Dobbiamo confessare pero' che quello che si abbiamo visto accadere all'inizio del campionato di calcio il 22 agosto e la riapertura imminente delle scuole non lasciano presagire nulla di buono al riguardo.
Finora comunque i dati raccolti sono del tutto coerenti con il nostro "TENTATIVO DI COMPRENDERE LA QUARTA ONDATA", qui' esposto.

LEZIONE 15: TENTATIVO DI COMPRENDERE LA QUARTA ONDATA (21 agosto 2021)
Vai a:   Lezione 14   ,   Lezione 16
All'inizio di questa quarta ondata c'era 2/3 della popolazione italiana vaccinata ed il rimanente 1/3 non vaccinata.
Questo fatto fa una grande differenza rispetto alle ondate precedenti in cui erano praticamente tutti non vaccinati.
La soglia d'innesco della crescita esponenziale dei contagi esiste anche in queste condizioni e dall'esame dei dati raccolti risulta essere al 3.75%.
In queste condizioni l'epidemia degli asintomatici puo' certamente coinvolgere anche le persone vaccinate con la differenza pero' che l'infezione non riesce ad attecchire per la presenza fin dall'inizio degli anticorpi.
La conseguenza di cio' non puo' che essere una durata molto limitata nel tempo della positivita' ai test. Dai dati raccolti questa durata sembra essere tra i 2 ed i 4 giorni anziche' i 30 dei non vaccinati (in cui i virus possono fare il loro comodo per un mese all'interno dell'organismo, sviluppando anche forme piu' gravi della sindrome Covid-19).
Al superamento della soglia critica, la produzione di nuovi contagi da parte dell'epidemia degli asintomatici coinvolge anche molte persone vaccinate nella crescita della curva dei contagi, perche' le persone vaccinate sono tante ma queste persone smettono di essere positive al test molto presto, nei primi 4 giorni.
Conseguentemente la salita della curva e' meno ripida e quando, dopo 4 giorni circa, questa discesa diventa importante (perche' corrisponde ai livelli piu' alti della crescita) allora la crescita della curva non continua ed arriva al picco della quarta ondata, che per i 2/3 dei contagi scende rapidamente con il tempo di guarigione dei vaccinati (2-4 giorni).
Nel grafico vediamo che il picco e' arrivato al 6.5%, che e' proprio 1/3 del 18% raggiunto dai picchi delle ondate precedenti (la terza ondata e' ben visibile nel grafico), quando i non vaccinati erano il 100% della popolazione (anziche' il 35% di ora).
E' impressionante la differenza tra i picchi della terza e della quarta ondata nel grafico , merito della campagna di vaccinazioni fatta in Italia: il rapporto tra le due aree corrisponde al rapporto dei decessi previsti, che ora (pur essendo 2700) sono molti di meno.
Dal picco ci aspettiamo ora una discesa rapida per i 2/3 dei contagi (dei vaccinati), cioe' fino al 2.2% per poi continuare la discesa ma piu' lentamente, con il tempo di guarigione dei non vaccinati, che e' di 30 giorni (vedi linea rossa tratteggiata).
Negli ultimi 4 giorni pero' abbiamo assistito ad una risalita dei contagi prima dal 3.3% al 5.8% per poi scendere lentamente fino al 5.1% di oggi.
Questo e' un evento di tipo conosciuto, molto simile ai 3 precedenti a cui abbiamo assitito dal 14 luglio in poi: si tratta di un incremento dei contagi "a gradino", conseguente ad un evento singolo di diffusione importante dei contagi (in questo caso in Piemonte).
Si tratta di un incremento percentualmente piu' piccolo (con contagi quasi raddoppiati, dal 3.3% al 5.8%) di quello corrispondente alla vittoria della coppa europea di calcio (con contagi triplicati, da 0.6% ad 1.9%) e quindi senz'altro possibile.
Questo evento ha riportato in alto, dal 2.2% da noi previsto fino al 5.8% (linea rossa), i contagi che a questo punto assumono lo stesso comportamento discendente che doveva avere la curva partendo dal 2.2%, con il tempo di discesa fino al livello dello 0.6% (fondo dell'epidemia degli asintomatici) di 30 giorni. Cio' in assenza di altri malaugurati eventi che comportino altri incrementi "a gradino" dei contagi.
Cioe' questo evento avrebbe traslato in alto del 3.6% la curva da noi prevista (quella rossa tratteggiata) in assenza di questo evento.
Se nei prossimi giorni questo avverra', sara' confermata la nostra interpretazione del fenomeno e della quarta ondata nel suo complesso.
Questa comprensione del fenomeno costituirebbe un importante punto di arrivo della nostra ricerca, che ci consentirebbe di:
  1. Confermare l'importanza delle vaccinazioni, che ci risulta abbiano ridotto ad 1/3 la quarta ondata, e del lavoro svolto in Italia da un grandissimo numero di operatori, a cui deve andare tutta la nostra riconoscenza.
  2. Acquisire l'informazione che pure le persone vaccinate possono infettarsi e trasmettere il contagio, anche se
    • non si ammalano,
    • restano infette solo per pochi giorni (da 2 a 4)
    • e partecipano alla quarta ondata in numero limitato (misurabile dai 3 punti in discesa rapida del 15, 16 e 17 agosto), perche' il picco dell'ondata rimane ridotto al 6.5%, cioe' proprio ad 1/3 dei picchi precedenti (18%), quando gli italiani non erano ancora vaccinati, che e' praticamente proprio la stessa percentuale (35%) delle persone non vaccinate e non molto di piu', pur essendo i vaccinati tanti (65%).
  3. Acquisire un'altra conferma sperimentale della validita' del modello a soglia che descrive il peculiare funzionamento di questa pandemia: cio' perche' abbiamo potuto osservare, per la prima volta in tempo reale, cosa accade al superamento della soglia critica, che abbiamo riconosciuto essere al 3.75% per la variante delta, d'estate e con il 65% di popolazione vaccinata.

COMMENTO AL DATO DI VENERDI' (20 agosto 2021)
A prima vista l'andamento dei contagi potrebbe essere arrivato il 15 agosto al livello del 6.5%, come picco della quarta ondata per poi discendere lentamente (il dato di oggi potrebbe essere un po' piu' alto del dovuto, come spesso accaduto per i dati del venerdi') con un andamento parallelo a quello indicato dalla linea rossa tratteggiata nel grafico , determinato dal tempo di guarigione di un mese dei contagiati non vaccinati, che sono le principali vittime di questa quarta ondata.

LEZIONE 14: CONCLUSIONE PREVISTA (MOLTO PRELIMINARE): (20 agosto 2021)
Vai a:   Lezione 13   ,   Lezione 15
Se le cose stanno cosi', assumendo che i dati del Piemonte siano in linea di massima rappresentativi anche della media delle altre regioni d'Italia, il picco che nelle ondate precedenti era arrivato al 18% si sarebbe arrestato al 6.5%, esattamente 1/3 in meno, quanti sono attualmente i non vaccinati (35% del totale degli italiani).
Cioe' questo picco al 6.5% e' in tutto e per tutto la quarta ondata vera, del tutto analoga alle altre tre che l'hanno preceduta, solo che ha un'ampiezza di 1/3 del 18% delle precedenti ondate, perche' ha interessato principalmente solo 1/3 degli italiani: quel 35% di persone NON ancora vaccinate.
L'oscillazione dei dati dopo il picco potrebbe essere dovuta alla sovrapposizione con un quarto evento di produzione di contagi, che include nella discesa dal picco anche un incremento "a gradino" che complica il riconoscimanto dell'andamento discendente dal picco di 6.5%.
Per ora sembrano poter essere tutte confermate le nostre considerazioni su questa quarta ondata, comprese quelle sulla rapida discesa iniziale dal picco, da noi attribuita ad un piu' breve tempo di guarigione delle infezioni delle persone vaccinate risultate positive al test. I dati dei prossimi giorni dovrebbero fare maggiore chiarezza anche su questa possibilita'.
Tutto cio' farebbe dedurre che se gli italiani fossero stati vaccinati tutti, in prima approssimazione non ci sarebbe stata ne' questa quarta ondata, ne' i 45 decessi al giorno in media per un paio di mesi (90 al picco tra 15 giorni), cioe' 2700 decessi (un disastro quasi come quello delle torri gemelle), che saranno al 90% di persone non vaccinate (che avrebbero potuto continuare a vivere serene con i loro cari se fossero state vaccinate).
Aspettiamo comunque che questo andamento, per ora solo supposto, sia meglio definito con i dati dei prossimi giorni.

COMMENTO AL DATO DI GIOVEDI' (19 agosto 2021)
Negli ultimi 4 giorni la percentuale dei positivi al test ha avuto un andamento altalenante: 4.7% - 3.3% - 5.8% - 4.6% di difficile comprensione.
Potrebbe essere giusta l'interpretazione che la salita della quarta ondata possa essersi interrotta per i motivi ipotizzati ieri l'altro e legati alle infezioni delle persone vaccinate ma ancora non possiamo confermarlo.
Se il dato dell'altro ieri al 3.3% e' vero allora sarebbe confermata una discesa dei contagi con tempo di dimezzamento di 2 giorni certamente dovuta, secondo noi, alle guarigioni rapide delle persone positive ma anche vaccinate. Ma un dato solo non puo' essere sufficiente, per questo dobbiamo attendere i prossimi dati.
Per giustificare l'incremento al 5.8% sarebbe necessario anche un evento esterno che possa aver prodotto questo incremento, che rende il grafico piu' difficile da analizzare.
Forse si stanno tollerando un po' troppe manifestazioni (no-vax, no-pass, rave party, ecc.) che, sia pure in buona fede, potrebbero produrre gravi danni, creando un gran numero di super-diffusori che circolando potrebbero diffondere colonie virali e far nascere focolai ovunque.
E' un dato di fatto che stanno accadendo troppi eventi capaci di produrre piu' incrementi di contagi di quanti la diminuzione spontanea per guarigione dei contagiati possa sopportarne, con la conseguente salita progressiva del numero di persone infettate. Non basteranno le zone gialle ad interrompere questa salita, che e' oltre la soglia del 3.75%.
E tutto questo sta succedendo beneficiando dell'aiuto dell'alta temperatura estiva: e' facile immaginare cosa succederebbe d'inverno, continuando cosi'. Bisogna assolutamente cambiare registro.
E' consolante in ogni caso il fatto che il picco della quarta ondata si sia fermato al 6.5%, grazie a questa discesa precoce dei contagi delle persone vaccinate (per un tempo di guarigione in soli 4 giorni anziche' 30 dei non vaccinati).
Il merito delle vaccinazioni e' indubbio, perche' senza vaccinazioni l'ondata sarebbe salita fino al 18% ed i decessi fino a 200 al giorno.

COMMENTO AL DATO DI MERCOLEDI' (18 agosto 2021)
I contagi sembrano oscillare tra 3.3% e 6.5%.
La salita della quarta ondata sembra essersi interrotta, forse per i motivi ipotizzati ieri e legati alle infezioni delle persone vaccinate ma per ora non possiamo confermarlo.
Il nostro compito e' quello di osservare la pandemia e dall'andamento dei dati dedurre le caratteristiche del fenomeno.
I prossimi due giorni dovrebbero essere illuminanti, perche' c'e' ancora da capire l'andamento altalenante attuale, che resta ancora piuttosto difficile da interpretare.

LEZIONE 13: SPIEGAZIONE DELL'ANDAMENTO DEI CONTAGI: (18 agosto 2021)
Vai a:   Lezione 12   ,   Lezione 14
L'andamento dei contagi nel grafico e' perfettamente comprensibile e facile da interpretare alla luce del nostro MODELLO A SOGLIA.
Fino al 2 agosto l'andamento era descritto dalla linea rossa tratteggiata che, dopo i tre incrementi a gradino successivi alla finale della coppa europea di calcio (indicata con una freccia) avrebbe dovuto continuare la sua discesa con i tempi delle guarigioni (un mese) fino al raggiungimento del livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici che e' al 0.6%, come abbiamo potuto determinare ai primi di luglio (livello piu' basso del 2% del 2020, grazie alle molte vaccinazioni fatte).
Ma il terzo incremento ha portato il livello dei contagi OLTRE la soglia critica di 3.75% (fino al 4.6%) e questo fatto ha innescato un altro incremento di contagi continuo (non a gradino, perche' non e' un evento unico), prodotti dall'epidemia degli asintomatici, che ha dapprima interrotto per una settimana la decrescita della curva dei contagi, prevista dalla linea rossa tratteggiata, per poi avviare la crescita esponenziale caratteristica dell'inizio della quarta ondata.
Come si vede, il modello a soglia spiega tutto perfettamente, permettendoci di collocare la soglia del fenomeno pandemico al livello di 3.75% (per la variante delta, in estate e con il 65% di vaccinati).

Una riflessione (amara): E' triste osservare che, se anche uno solo di quei tre eventi prodotti dall'uomo, che hanno causato i tre incrementi "a gradino", non fosse successo la quarta ondata sarebbe potuta non avvenire, perche' finche' il livello dei contagi raggiunto rimane sotto la soglia critica del 3.75%, tende spontaneamente a decrescere con l'andamento indicato dalla curva rossa tratteggiata (basta lasciargli il tempo per diminuire).
E' una dimostrazione del male che riusciamo a farci: il livello di contagi del 4.3% raggiunto con quei tre incrementi "a gradino" corrisponde ai 60 decessi al giorno attuali; se non ci fossero stati quei tre eventi, i decessi sarebbero stati meno di 10 al giorno, chissa' per quanti giorni.
Quando si raccomandano comportamenti rispettosi di tutte le regole, si vuole impedire questa ecatombe di molte centinaia di vite umane innocenti. Nascondersi nell'anonimato della folla quando si violano le regole non cancella le responsabilita' morali e materiali.

DECESSI: La correttezza delle previsioni del nostro modello e' ribadita dall'aumento dei decessi ieri ed oggi 16-17 agosto, in cui sono praticamente raddoppiati.
Il 13 agosto avevamo infatti previsto che proprio dal 17 agosto in poi i decessi "sarebbero saliti a 60 al giorno (circa)", come sta accadendo.
L'incremento non e' quindi sorprendente nella sua drammaticita' perche' atteso.
Questo incremento arriva infatti puntuale, come conseguenza dei tre incrementi di contagi avvenuti dopo l' 11/7 e visibili nel grafico , quando i contagi sono arrivati al 4.3%.
C'e' poco da fare: una piccola frazione dei contagi si trasforma sempre in ricoveri ospedalieri ed una piccola frazione di questi ha esito infausto. Se raddoppiano i contagi c'e' da attendersi che con un certo ritardo necessario al termine della sindrome Covid-19 raddoppino anche i decessi.
Percio', siccome poi in altri 10 giorni i contagi sono saliti ancora di piu', dal 4.3% fino al 6.5%, dobbiamo attenderci nei prossimi 10 giorni una lenta salita dei decessi di un altro 50%, cioe' fino ad arrivare a 90 decessi al giorno, malgrado il 65% delle persone in Italia siano state vaccinate. La variante delta non fa sconti.

LEZIONE 12: COMMENTO AL DATO DI MARTEDI' (17 agosto 2021)
Vai a:   Lezione 11   ,   Lezione 13
Continua il crollo del dato dal 6.5% di due gioni fa al 3.3% di oggi, con una diminuzione del 50% che non e' possibile: o meta' delle persone infette perche' positive al test molecolare e' emigrata fuori dal Piemonte oppure non abbiamo spiegazioni plausibili perche' la meta' delle persone infette abbia smesso di esserlo in soli 2 giorni.
Non abbiamo finora conosciuto possibilita' di guarigione cosi' veloci che appaiono all'improvviso, per spiegare questo calo di contagi in Piemonte cosi' repentino (in soli 2 giorni!).
Abbiamo imparato molte cose che non sapevamo da questa pandemia per cui siamo pronti a tutto: ma per accettare una cosa del genere abbiamo certamente bisogno degli altri dati, che verranno nei prossimi giorni.

La NOVITA' di questo comportamento dei dati, che non possono essere impazziti cosi' improvvisamente, ci ha spinto a cercare quale potrebbe essere una causa plausibile per questo comportamento imprevisto. E crediamo di averne trovata una.
Se cosi' tanti contagiati diminuiscono non possono che essere guariti. Ma com'e' possibile che invece di guarire in un mese, come avevamo visto finora, ora guariscono in pochi giorni (con i prossimi dati potremo sapere quanti)?
La spiegazione non puo' che essere una: che 2 contagiati su 3 siano persone vaccinate che guariscono, per esempio, in soli 4 giorni grazie agli anticorpi che hanno gia' prodotto in anticipo e quindi queste persone smettono di essere positive dopo 4 giorni (si dimezza il loro numero dopo un paio di giorni).
Siamo di fronte all'intervento di un fattore nuovo mai considerato prima: il tempo di guarigione di una persona vacinata infetta.
Gli anticorpi hanno dei tempi biologici d'intervento che non sono fulminei: quei 4 giorni ipotizzati servono loro per sviluppare in pieno la loro reazione all'infezione estinguendola e durante quei 4 giorni queste persone vaccinate risultano positive al tampone (e possono infettare che gli sta intorno: per questo e' bene che indossino la mascherina anche se vaccinate).
Allora, se le cose stanno cosi', cerchiamo di capire in che situazione nuova ci troviamo (nelle ondate precedenti non avevamo il 65% di vaccinati).
Il nostro modello si puo' applicare anche alla popolazione vaccinata solo che il tempo di guarigione e' di 4 giorni, per esempio, anziche' 30.
Ma gli italiani non sono tutti vaccinati: insieme ai 2/3 di popolazione vaccinata c'e' rimasto 1/3 di non vaccinati che continuano a mantenere in corpo la proliferazione virale per 30 giorni, che e' il tempo necessario al loro sistema immunitario, non sollecitato prima dal vaccino, a produrre la quantita' sufficiente di anticorpi necessaria a debellare il virus (guarigione).
Quindi stiamo osservando la sovrapposizione di due diverse ondate:
  1. quella dei non vaccinati che rispetta i canoni delle ondate precedenti con tempo di guarigione di 30 giorni;
  2. e quella dei vaccinati che inizia come quella dei non vaccinati ma poi si estingue rapidamente con tempo di guarigione di soli 4 giorni circa.
Il peso relativo delle due ondate e' di 1/3 e di 2/3. Quello che osserviamo e' la somma aritmetica delle due ondate.
Se questa interpretazione e' corretta dovremmo osservare nei prossimi giorni la curva dei contagi scendere rapidamente fino ad 1/3 del picco raggiunto di 6.5% (cioe' al 2.2%) e poi scendere molto piu' lentamente, in 30 giorni, fino al livello di fondo estivo dell'epidemia degli asintomatici, che abbiamo visto ai primi di luglio essere di 0.6%.
In questo andamento canonico dell'ondata ovviamente possono inserirsi incrementi "a gradino" a ritardare la discesa dal picco in occasione, per esempio, di rave party o manifestazioni nazionali di vario genere.
Questo che abbiamo presentato e' un esempio di come puo' avanzare la conoscenza umana a partire dai dati sperimentali, per costruire la nostra capacita' di prevedere poi l'evoluzione futura dei fenomeni naturali e poterli combattere meglio quando sono pandemie.
Per ora e' solo un tentativo di comprensione di dati sorprendenti: saranno i dati dei prossimi giorni a dirci se le cose stanno veramente cosi'.
In tal caso avremmo scoperto che questa quarta ondata non e' quella dei non vaccinati, come avevamo scritto il 14 agosto ma riguarda anche i vaccinati, che in massima parte non vengono colpiti dalla sindrome Covid-19 ma guariscono in pochi giorni, alterando vistosamente (in meglio) l'andamento della curva dei contagi.
Cosi' abbiamo scoperto anche un'altra cosa che credo i virologi non sanno ancora: che un italiano vaccinato, se infettato dalla variante delta (per esempio con un po' di mal di gola), guarisce in 4 giorni (invece di 30).
E' merito dei vaccini usati in Italia. In Gran Bretagna invece, avendo usato quasi unicamente l'Astrazeneca hanno avuto piu' contagi di noi dalla variante delta, per cui nella sola giornata di oggi 17 agosto hanno registrato 170 decessi, molti piu' di noi.

DECESSI: La correttezza delle previsioni del nostro modello e' ribadita dall'aumento dei decessi di oggi 17 agosto, che sono praticamente raddoppiati.
Il 13 agosto avevamo infatti previsto che proprio dal 17 agosto in poi i decessi "sarebbero saliti a 60 al giorno (circa)", come sta accadendo.
Questo incremento arriva puntuale, come conseguenza dei tre incrementi di contagi avvenuti dopo l' 11/7 e visibili nel grafico.

COMMENTO AL DATO DI LUNEDI' (16 agosto 2021)
Dato troppo basso, difficile da commentare. Per qualche motivo il numero di test fatti si e' quasi dimezzato rispetto a ieri che, essendo domenica, aveva gia' un numero di test a sua volta dimezzato rispetto a sabato.
Questi sono i dati del Piemonte. Quelli di tutta Italia mostrano anche loro una netta diminuzione dei test (probabilmente dovuta alle festivita' di ferragosto) ma invece con un incremento della percentuale di positivi a conferma dei nostri dubbi sui dati del Piemonte.
Dev'essere percio' successo qualcosa di anomalo. Aspettiamo i dati di domani per valutare la situazione.

COMMENTO AL DATO DI DOMENICA (15 agosto 2021)
Anche il dato di oggi 6.5% si colloca esattamente sulla linea rossa da noi prevista e disegnata nel grafico dei contagi nei giorni scorsi a conferma che, dopo il superamento della soglia critica a 3.75%, la quarta ondata si e' avviata ed ormai non la ferma piu' nessuno.

LEZIONE 11: PREVISIONI DEL MODELLO A SOGLIA: FORMA E ALTEZZA DEL PICCO DELLA QUARTA ONDATA (15 agosto 2021)
Vai a:   Lezione 10   ,   Lezione 12
Una volta scoperto il funzionamento della pandemia si puo' prevedere tutto e governarla impedendole di sviluppare ondate e picchi: questi virus e la pandemia non sono piu' sconosciuti.
E' molto facile capire cosa si deve fare; piu' difficile e' obbligare la gente a farlo, perche' a quel punto si scopre che tutti credono di sapere gia' tutto e cosi' succede che non fanno quello che dovrebbero fare.
Dimostriamo quello che puo' fare per noi il modello con alcuni esempi.
Quando il livello dei contagi supera la soglia critica (ora al 3.75%), comincia la crescita esponenziale dei contagi che in prima approssimazione appare lineare, come quella attuale che sale del 0.3% al giorno, come si vede nel grafico.
Ci saranno poi due effetti (ritardati) a contrastare questa crescita dei contagi, che sono:
  1. La diminuzione del numero di persone contagiate per guarigione, che avviene ogni giorno in numero pari al numero dei contagiati di un mese prima (distribuiti in modo gaussiano). Si tratta quindi di un decremento di contagi che inizialmente e' piccolo ma che comincia a crescere rapidamente un mese dopo l'inizio del picco, perche' e' allora che arriveranno a guarigione (con distribuzione gaussiana nel tempo) i contagiati attuali che ora sono in rapida crescita perche' sono sulla salita del picco.
    Nel grafico tutte gli incrementi delle colonnine crescenti sulla salita del picco corrispondono a nuove persone contagiate che smetteranno di essere positive al test dopo un mese, quando saranno guarite. Allora tutti questi contributi che ora stanno facendo salire la curva non ci saranno piu' e per questo allora iniziera' la discesa dal picco (i contributi alla discesa saranno tra un mese tanto importanti quanto lo sono ora che producono la salita del picco).
    Questo ritardo di un mese nella discesa e' il fattore principale che determina la larghezza del picco (e' il tempo di guarigione).
  2. La crescita del numero di persone immunizzate perche' contagiate, che non sono piu' annoverabili tra le persone contagiabili e quindi ne diminuiscono il numero, rendendo sempre piu' difficile agli asintomatici di infettare altre persone: in altre parole per questo effetto la contagiosita' della variante delta diminuisce, facendo diminuire la velocita' di crescita della curva dei contagi.
E' possibile fare il calcolo matematico includendo questi effetti ma bisognerebbe fare prima una valutazione quantitativa dei parametri che li governano. Fare questo calcolo rigorosamente, anche se possibile, non e' nelle nostre intenzioni perche' riteniamo che in questa sede non giovi alla chiarezza della trattazione e quindi alla comprensione del lettore.
Ieri abbiamo fatto una prima stima grossolana, dicendo che se dopo un mese (tempo medio di guarigione) arriva il contributo alla discesa cosi' rapido com'e' stata rapida la salita dei contagi attuali (all'inizio del picco), a quel punto la salita del picco si esaurisce e si e' raggiunto il livello massimo.
In realta' c'e' anche l'effetto delle immunizzazioni: non quella delle vaccinazioni che e' gia' compresa, perche' e' costante e gia' presente prima dell'inizio della quarta ondata.
Quella dei contagiati durante la salita del picco invece e' crescente e contribuisce a ridurre progressivamente la velocita' di salita della curva.
La posizione del picco dovrebbe quindi collocarsi un po' prima dei 30 giorni dall'inizio, che e' stato l'11 agosto cioe' ai primi di settembre.
La forma del picco non sara' simmetrica perche' la fase ascendente e' caratterizzata principalmente dalla crescita esponenziale dei contagi, senza ancora risentire ne' dell'effetto della decrescita per le guarigioni dopo un mese, ne' dell'aumento delle immunizzazioni naturali, ancora troppo scarse.
La forma del picco durante la discesa invece risente di tutti questi tre fattori insieme e ci aspettiamo che l'effetto prodotto sia di una discesa meno ripida della salita.
La velocita' di salita dei contagi, che ora e' di 0.3% al giorno poi tendera' a ridursi per effetto della crescente immunita' naturale per cui riteniamo che il livello del picco possa arrivare tra il 6% ed l'8% sopra al valore attuale del 6.5%, cioe' tra il 12.5% ed il 14.5%, che sono valori piu' bassi del 18% raggiunto nelle ondate precedenti.
Anche se non l'andiamo a misurare la velocita' di salita dei contagi nella terza ondata, che e' visibile nel grafico , appare piu' ripida perche' allora l'effetto delle vaccinazioni era molto minore.
Essendo ora la salita di questa quarta ondata meno ripida, e' naturale che l'altezza del picco sia inferiore al 18% di allora.
Questo abbassamento e' percio', secondo noi, una conseguenza dell'attuale alta percentuale di vaccinati (65%), che ha anche contribuito ad innalzare la soglia critica al 3.75%, rendendo piu' difficile la partenza della quarta ondata, anche se non e' bastato, purtroppo, perche' troppa gente si e' adoperata con lucida follia ad aiutare i virus a diffondersi sempre di piu', procurando quei 3 gradini che si vedono bene nel grafico nelle due settimane tra il 14/7 ed il 29/7, che hanno portato i contagi oltre la soglia critica ed hanno cosi' provocato la partenza della quarta ondata, con tutti i danni, sanitari ed economici, che comportera'.

DECESSI: Siccome grazie alle vaccinazioni si sta verificando che il 90% dei ricoverati in terapia intensiva sono persone non vaccinate, in questa quarta ondata si puo' prevedere che anche il 90% dei decessi sara' di persone non vaccinate.
Per questo ieri abbiamo detto che si tratta dell'"Ondata dei non vaccinati".
Nella precedente terza ondata, con pochissimi vaccinati e con una percentuale di contagi arrivata al 18% si e' registrato un picco di circa 200 decessi al giorno.
Ora la popolazione colpita da queste conseguenze letali e' solo circa 1/3 del totale di allora (solo i non vaccinati) e quindi se il picco dei contagi raggiungesse lo stesso 18% si dovrebbero avere 200/3=66 decessi al giorno.
Ma sempre per effetto delle vaccinazioni, come spiegato sopra, in questa quarta ondata ci aspettiamo un picco di contagi piu' basso del 18%, intorno al 13.5% che e' il 75% di quello della terza ondata, quindi ci aspettiamo, per questo minore sviluppo dell'ondata epidemica, che anche i 66 decessi al giorno di picco si riducano a 50 decessi al giorno, tutti di persone non vaccinate, a cui se ne dovranno aggiungere altri 5 di persone vaccinate (per il 10% di persone vaccinate che oggi sono nelle terapie intensive).
In totale ci aspettiamo percio' un picco di soli 55 decessi al giorno (tutto merito delle vaccinazioni). Sono meta' dei 3000 previsti ieri in un mese ma comunque sono sempre tanti, troppi.

COMMENTO AI DATI DI SABATO (14 agosto 2021)
Il dato di oggi 6.1% si colloca esattamente sulla linea rossa da noi prevista e disegnata nel grafico dei contagi nei giorni scorsi a conferma che, dopo il superamento della soglia critica a 3.75%, la quarta ondata si e' ormai avviata e non la ferma piu' nessuno.
La pendenza di salita attuale e' di almeno 0.3% al giorno, che nei 15 giorni in cui il decremento per le guarigioni e' assente, comporta una salita del 4.5% che aggiunto al 6.1% attuale porterebbe ad un picco del 10.6%, inferiore al 18% delle ondate precedenti quando non c'era il 65% di popolazione vaccinata che c'e' oggi.
Vorrebbe dire che, senza interventi atti a limitare questa velocita' di crescita (ormai dovremmo aver gia' superato la meta' del picco di 10.6%) per ridurre la quota del picco, i decessi previsti saranno la meta' dei 200 al giorno che abbiamo conosciuto nel mese di maggio 2021 (presenti in tabella), quando il picco era arrivato al 18%, cioe' questa volta dovremmo avere solo 100 decessi al giorno (a fine agosto) mediamente per un mese, per un totale di 3000 decessi.

LA TRAGEDIA DEI DECESSI: Abbiamo deciso di scrivere queste cose per contribuire a diffondere una maggiore consapevolezza della grave situazione in cui ci troviamo.
3000 decessi, un'ecatombe come quella delle torri gemelle, e' percio' il costo umano prevedibile per non aver saputo bloccare l'avvio di questa quarta ondata, che si poteva evitare quando i contagi stavano per superare il 3% (intorno al 25/7), sotto la soglia critica del 3.75% che abbiamo potuto determinare pero' solo dopo averla attraversata (prima non sapevamo a che livello fosse, anche se l'avevamo disegnata tentativamente al 3% come ancora si puo' vedere nel grafico ). Saranno decessi veri di gente ora viva e sana che non sa ancora che morira' tra un mese (guardate il numero di decessi di maggio nella tabella precedente): chi spera che poi tutto questo non succeda si comporta come lo struzzo che mette la testa nel buco per non vedere il pericolo incombente.
Non si puo' che rimanere sgomenti vedendo il male che ci siamo fatti negli ultimi 30 giorni: all'inizio di luglio, prima della vittoria della coppa europea di calcio, i contagi erano bassi, allo 0.6%, cioe' le persone infette ed asintomatiche in Italia erano solo 360.000 mentre oggi, con i contagi al 6.1%, le persone infette in Italia sono cresciute a 3.660.000, cioe' nell'ultimo mese si sono infettati 3 milioni di italiani in piu', con i molti danni sanitari a lungo termine, sicuri anche se impossibili da prevedere (il cosiddetto long-Covid).
I responsabili di questi sciagurati incrementi di contagi, che ci hanno portato oltre la soglia critica, sono ben individuabili nel grafico , dove sono visibili i tre incrementi "a gradino" (da 0.6% a 1.8%, poi a 2.5% ed infine al 4.4% cioe' oltre la soglia critica).
Il primo di questi tre incrementi e' sicuramente imputabile ai festeggiamenti sconsiderati (perche' in tempo di Covid-10) per la vittoria della coppa europea di calcio (e' anche quello percentualmente piu' rilevante, avendo procurato un balzo del 300%).
L'inconsapevolezza prevedibile, anche se malaugurata, da parte delle istituzioni dell'esistenza di una soglia critica nell'attivazione della quarta ondata ha impedito che venissero adottate misure sufficientemente severe da impedire almeno gli ultimi due incrementi, lasciando cosi' che i contagi restassero all'1.8% anziche' farli crescere fino al 4.4%, cioe' oltre la soglia critica.
Se si fosse fatto cosi' si sarebbero potute salvate 3000 vite umane, perche' la quarta ondata non sarebbe iniziata (come neppure tutte le altre in futuro!)
Invece e' stato consentito all'epidemia degli asintomatici di proliferare cosi' tanto (di 10 volte) da arrivare a produrre un numero di nuovi contagi superiore alla diminuzione di contagi in atto per guarigione dei contagiati esistenti ed avviare cosi' in modo irreversibile la quarta ondata.
Far crescere cosi' tanto l'epidemia nascosta degli asintomatici (quella che abbiamo chiamato l'invisibile brace accesa, sempre pronta a scatenare una nuova ondata di Covid-19 non appena glielo consentiamo, facendo salire i contagi sopra la soglia critica) ci espone anche all'aumento della probabilita' di nascita di nuove varianti ancora peggiori di questi coronavirus per contagiosita' e letalita'.
I numeri ci dicono che siamo in guerra, percio' chi aiuta il nemico va trattato da traditore e non con colpevole comprensione, promulgando se necessario le leggi che servono.
Aiutare l'epidemia degli asintomatici a crescere stando tutti insieme vicini vicini e nascondendosi nell'anonimato ci sembra che sia come uccidere nascondendo l'arma del delitto. Quelle 3000 persone che moriranno tra un mese (in gran parte non vaccinate), avrebbero potuto continuare a vivere serene con i loro cari chissa' per quanto tempo ancora invece di finire i loro giorni malissimo, da soli, intubati in sale di rianimazione.
In massima parte gli incrementi di nuovi contagi che contribuiscono a causare cio' sono prodotti da bagni di folla su scala nazionale per feste e manifestazioni di vario genere, da gente che sa di fare cose vietate ma conta sull'impunita' dell'anonimato. Secondo noi e' come uccidere nascondendo l'arma del delitto.

LEZIONE 10: CONCLUSIONE: (14 agosto 2021)
Vai a:   Lezione 9   ,   Lezione 11
Tutto sta andando esattamente come previsto dalla nostra descrizione della pandemia, con il funzionamento basato sull'epidemia degli asintomatici che costituisce un enorme serbatoio di virus che funziona come una brace accesa pronta a far scoppiare l'epidemia non appena glielo consentiamo, lasciando che i contagi salgano sopra alla soglia critica:
  • Al superamento della soglia critica l'epidemia degli asintomatici innesca la crescita esponenziale inarrestabile dell'ondata epidemica, e poi autoalimenta la crescita dell'ondata producendo piu' contagi di quanti ne spariscono per guarigione.
  • Invece se il livello dei contagi rimane sotto la soglia i nuovi contagi prodotti dall'epidemia degli asintomatici sono meno numerosi dei contagiati che smettono di esserlo per guarigione e quindi l'ondata NON parte.
E' chiaro cosi' il ruolo che svolge l'epidemia degli asintomatici, caratteristica fondamentale di questa pandemia, e perche' si viene a creare una soglia critica.
Non e' affatto complicato da capire questo modello a soglia.
Ci sono tutte conferme sperimentali della validita' dei risultati della nostra ricerca (modello a soglia) ampiamente spiegato e documentato in questo nostro lavoro originale (non sono chiacchiere o congetture ma deduzioni logiche documentate scientificamente).
Visto che l'esattezza di questa nostra comprensione della pandemia Covid-19 e' sempre piu' confermata dai dati sperimentali si dovrebbe cominciare ad utilizzare tutte le informazioni preziose che puo' fornire per guidarci in modo ottimale per arrivare a vincere la guerra contro questa pandemia perche' piu' si conosce e meglio si combatte, perche' cosi' e' possibile batterla invece di subirla.
Se ci fosse un corso universitario che spiegasse la pandemia Covid-19 sarebbe affollatissimo. Qui' ora stiamo facendo la stessa cosa.
Poi scriveremo questi risultati anche su un libro ma ora, per l'urgenza della situazione sanitaria, preferiamo continuare con questo rendiconto del lavoro di ricerca in corso.

L'IMMUNITA' DI GREGGE CHE FINE HA FATTO ? (14 agosto 2021)
Bella domanda: e' una chimera con questi coronavirus e nessuno se n'e' ancora accorto!
Perche? Ancora per colpa di questo particolarissimo modo di funzionamento che abbiamo scoperto in questo lavoro, di basare i meccanismi di sviluppo delle ondate epidemiche sull' epidemia degli asintomatici.
Gli effetti dell'aumento della percentuale di vaccinati sono due:
  1. Innalzare la soglia critica (perche' i virus hanno piu' difficolta' a trovare persone infettabili, ma essendo gli asintomatici tantissimi poi riescono comunque a trovarle anche se con una soglia piu' elevata, cioe' con piu' asintomatici infettanti).
  2. Abbassare il livello dell'epidemia degli asintomatici, ma mai a zero (neanche con il 100% di vaccinati, perche' l'infezione asintomatica leggera puo' colpire anche una persona vaccinata). Questo rende perpetua l'epidemia degli asintomatici e vanifica le aspettative dell'immunita' di gregge, che non esiste per questi sofisticati coronavirus.
L'idea dell'immunita' di gregge e' nata dall'osservazione che in ambienti chiusi verso l'esterno e limitati nello spazio (come conventi o carceri) al raggiungimento di una percentuale di persone infettate e quindi divenute immuni, l'epidemia smetteva di espandersi anche alle persone non immunizzate: la spiegazione per noi ovvia e' che riducendosi sempre piu' il numero di persone infettabili i virus trovano sempre piu' difficolta' ad incontrare persone da infettare e l'epidemia, una volta guarite le persone infette si estingue.
Ma questo processo non funziona pero' con questi coronavirus, che sono diversi perche' hanno, secondo noi, la capacita' di mantenere in essere un'epidemia nascosta, quella degli asintomatici, che a quel sia pur basso livello d'infezione caratteristico dell'infezione asintomatica, mantiene i virus attivi a tempo indeterminato nell'epidemia degli asintomatici, che sia pure ad un livello che puo' diventare molto basso, rimane sempre un allevamento continuo e perenne di nuovi coronavirus, con tutte le mutazioni che il caso genera, pronti ad infettare e riprodursi.
A quello che abbiamo potuto vedere finora l'epidemia degli asintomatici non sembra avere una soglia inferiore al di sotto della quale l'epidemia si estingue: un asintomatico si trova sempre circondato da altre persone, la maggior parte delle quali infettabili e quindi il fenomeno non si estingue mai.
Puo' aumentare o diminuire il numero di asintomatici e con esso il livello di fondo dei relativi contagi in funzione della facilita' con cui i virus riescono a diffondere l'infezione (quindi in base al tipo di variante, alla temperatura ambientale, al distanziamento, ecc.). D'estate per esempio il livello si abbassa: era al 2% nel 2020 (senza vaccinati), mentre nel 2021 (con il 65% di vaccinati) e' allo 0.6% (com'era ai primi di luglio 2021).
Altri virus, che non sono in grado di mantenere sempre attiva questa brace accesa di virus (anche piccola), invece si estinguerebbero ed allora funzionerebbe l'immunita' di gregge, che invece NON funziona con questi micidiali CORONAVIRUS per questa loro peculiare modalita' di funzionamento "a soglia", basata sull'epidemia degli asintomatici.
L'idea balorda del premier britannico di portare tutta la popolazione del suo Paese all'immunita' di gregge era percio' doppiamente sbagliata: sia perche' sottoponeva il suo popolo ai gravi danni sanitari di questa pandemia che perche' l'agognata immunita' di gregge poi NON ESISTE per questi coronavirus!
Le vaccinazioni sono utilissime per combattere l'infezione ma non faranno sparire questa pandemia quando saremo arrivati all'immunita' di gregge (che non esiste). Innalzeranno la soglia critica rendendoci piu' agevole mantenere il livello dei contagi SOTTO la soglia critica e questo potrebbe evitare la ripartenza di ondate successive, se ben gestito. E non e' poco!

L'ONDATA DEI NON VACCINATI (14 agosto 2021)
Questa quarta ondata si presenta in uno scenario nuovo, perche' il 65% degli italiani e' stato vaccinato ed e' percio' abbastanza immune all'infezione grave ma non, secondo noi, all'infezione asintomatica.
Quindi quando troviamo il 5.8% di positivi ai test molecolari noi pensiamo che la maggior parte siano persone non vaccinate ma che ci sia anche una parte non trascurabile di persone vaccinate che sono state contagiate ma che, grazie agli anticorpi prodotti dal vaccino non sviluppano quasi mai la sindrome Covid-19. Pero' contribuiscono anche loro a quella percentuale che noi grafichiamo.
Ipotizzando per semplicita' che i vaccinati risultino immunizzati al 100% (in realta' dovrebbe essere il 90% perche' in terapia intensiva oggi 9 su 10 sono non vaccinati) vuol dire che la quarta ondata nascente di Covid-19 coinvolgera' soltanto persone non vaccinate, che in Italia sono 1 su 3 (circa 20 milioni).
Un primo effetto della presenza di cosi' tante persone vaccinate e' stato un innalzamento, per ora difficilmente quantificabile, della soglia critica, che avrebbe potuto rendere piu' facile con misure appropriate mantenere sempre il livello dei contagi sotto la soglia e quindi impedire la partenza della quarta ondata.

LEZIONE 9: COME SARA' LA QUARTA ONDATA ? (14 agosto 2021)
Vai a:   Lezione 8   ,   Lezione 10
Sulle persone non vaccinate la pandemia colpira' esattamente come nelle tre ondate precedenti, con l'unica differenza che la percentuale dei contagiati gravi sara' minore (perche' le persone colpite sono 1/3 del totale anche se l'infezione (solo asintomatica) colpira' anche i vaccinati, che contribuiranno cosi' al numero dei positivi al test.
Il picco delle ondate precedenti aveva raggiunto il 18% per poi calare per i due effetti seguenti che contribuivano al calo dei contagi:
  1. L'aumento della percentuale degli immunizzati, perche' infettati, che riducono il numero delle persone infettabili
  2. L'inizio della decrescita del numero dei contagiati, crescenti all'inizio dell'ondata, per effetto delle guarigioni (dopo un mese circa).
Il tempo di guarigione di un mese di questi virus e' quello che determina la larghezza del picco, che e' sempre la stessa, quella che si puo' vedere nel grafico del Giappone.
Siccome la curva raggiunge il picco in circa 15 giorni, l'altezza del picco dipende dalla velocita' di salita della curva, che dipende a sua volta dalla facilita' che hanno i virus dell'epidemia degli asintomatici (sono loro che diffondono il contagio in misura maggiore della riduzione dei contagiati per guarigione) a trovare persone infettabili.
La linea rossa nel grafico dei contagi sembra mostrare una velocita' di salita piuttosto rapida, perche' il contributo discendente e' solo quello delle guarigioni dei contagiati di un mese prima, che pero' erano molto pochi perche' il livello dei contagi era solo al 0.7%.
Se la velocita' di salita fosse veramente quella indicata dalla linea rossa nel grafico dei contagi c'e' da attendersi un picco piuttosto alto: nei prossimi giorni potra' essere meglio definita questa velocita' di salita, che e' legata alla contagiosita' in queste condizioni ambientali della variante delta.
In questa fase misure di contenimento dei contagi potrebbero aiutare per ridurre l'altezza del picco che si raggiungera' dopo la salita per circa 15 giorni. E' importante perche' un picco piu' basso comporta un numero di decessi minore.
Oggi siamo gia' al 5.8% di contagi (molti dei quali di non vaccinati) che e' gia' 1/3 del picco delle ondate precedenti, che era al 18% circa.
Pero' non sono ancora entrati in azione i due effetti decrescenti sopra elencati, perche' non hanno ancora avuto il tempo di svilupparsi in pieno. Per questo la percentuale dei contagi gia' alta e' destinata a salire ancora ed i non vaccinati subiranno contagi in una misura percentualmente maggiore rispetto a quanto visto nelle ondate precedenti.
Al picco ci saranno anche molti positivi tra i vaccinati, che resteranno pero' in massima parte solo asintomatici.
Per iniziare la discesa dal picco e' indispensabile che le uniche due cause che la provocano (quelle elencate sopra) entrino in funzione ma questo avverra' in modo significativo non prima di 15 giorni dall'inizio della quarta ondata, quando comincera' ad essere significativo il numero di guarigioni dei numerosi contagiati all'inizio dell'ondata.
Percio' crediamo che la salita dei contagi continuera' fino a fine agosto, per mancanza delle cause di discesa, con il suo andamento tipico esponenziale, per cui probabilmente non ci sara' la riduzione di 1/3 sull'altezza del picco, anche se le persone coinvolte nell'ondata epidemica sono solo 1/3 del totale.
Questa quarta ondata della variante delta crediamo stia colpendo duramente la comunita' dei non vaccinati, perche' le percentuali da noi riportate sono calcolate sul totale della popolazione sottoposta ai test, che a quanto ci risulta puo' includere sia persone vaccinate che non vaccinate.
Se e'cosi' il 5.8% di oggi, se riferito solo all'insieme dei non vaccinati, corrisponde al 17.4% che e' gia' il valore di picco delle ondate precedenti. Ma per quanto spiegato prima continuera' ancora a salire per cui percentualmente i non vaccinati potrebbero pagare un pedaggio piuttosto salato con questa quarta ondata. Crediamo sarebbe nel loro interesse una corsa a vaccinarsi nel piu' breve tempo possibile, prima di essere raggiunti dall'infezione, che e' ancora solo all'inizio.
Tutto questo per quell'1/3 della popolazione non vaccinata, mentre gli altri 2/3 non saranno contagiati, almeno in modo grave, perche' vaccinati.
Un bel risultato.
I ricoveri in terapia intensiva ed il numero di decessi seguiranno l'andamento della percentuale dei contagi, che staremo a vedere a quanto arriva di picco. Con un picco al 18% erano 200 decessi al giorno nelle ondate precedenti ma ora saranno quasi tutti (al 90%) di persone non vaccinate, mentre i vaccinati dovrebbero salvarsi quasi tutti.
Un ottimo risultato per tanto impegno profuso nell'opera di vaccinazione.

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' (13 agosto 2021)
Il dato di oggi si colloca esattamente sulla linea rossa disegnata ieri per rappresentare la salita esponenziale dei contagi dopo il superamento della soglia critica , da noi collocata attualmente al 3.75% (vedi il grafico dei contagi ).
In ossequio all'invito di un anno fa del nostro Capo dello Stato, noi ci stiamo adoperando per conoscere sempre meglio questa pandemia, perche' crediamo sia la giusta premessa per riuscire poi a sconfiggerla.

EFFETTO SOGLIA: E' chiaramente visibile nel grafico dove compare (con la linea rossa tratteggiata) l'andamento della curva se l'effetto soglia non esistesse. La linea rossa piena invece rappresenta l'andamento crescente in modo esponenziale, che e' tipico dopo il superamento della soglia critica.
La differenza e' clamorosa. Questa e' l'importanza della soglia critica (evidenziata dai risultati della nostra ricerca ) che, come vedete, non puo' assolutamente essere ignorata mentre finora, sorprendentemente, sembra che nessuno ne abbia tenuto conto.
La curva dei contagi sale con continuita' e non "a gradino", perche' l'apporto oltre soglia di contagi da parte dell'epidemia degli asintomatici e' continuo, non e' un evento d'immissione di contagi singolo, come quello della vittoria della coppa europea di calcio. Avevamo gia' fatto questa distinzione in un nostro precedente commento il 23 maggio.

I DECESSI di oggi (40) hanno cominciato a salire verso i 60 al giorno, da noi previsti dal 17 agosto in poi (circa). E sono solo quelli prodotti dai tre incrementi di contagi avvenuti dopo l' 11 luglio, non sono ancora quelli della quarta ondata che saranno purtroppo di piu' e che arriveranno tra 20 giorni dall'11 agosto, giorno d'inizio della quarta ondata, cioe' ai primi di settembre.

LEZIONE 8: INIZIO PROBABILE DELLA QUARTA ONDATA (12 agosto 2021)
Vai a:   Lezione 7   ,   Lezione 9
Si, sembra proprio che ci siamo, per questo abbiamo modificato l'andamento della linea rossa nel grafico dei contagi. Ormai non si ferma piu'.
C'e' ancora una piccola possibilita' che si tratti di un picco fittizio, come quelli del venerdi', e ce lo auguriamo sinceramente, anche se non lo crediamo.
Se i dati sono veri, con un lockdown si potrebbe ancora bloccare questa crescita dei contagi e mantenendo il lockdown per meta' mese, i contagi potrebbero tornare sotto al 3% (per le guarigioni), cioe' sotto la soglia critica e la crescita esponenziale (Rt>1) si arresterebbe.
Ma gia' domani, se i contagi salgono ancora (per esempio al 7%), il lockdown dovrebbe durare di piu'.
Ma questo non si fa, perche' non piace e quindi nessuno vuole credere che le cose stiano proprio cosi'. Questo e' l'ostacolo da superare (per la prossima volta): se la realta' descritta dalla Scienza non piace, si preferisce ignorarla e sperare incredibilmente che la verita' sia un'altra, quella piu' aderente all'intuito o quella che fa piu' comodo.
La causa scatenante di questa salita dei contagi sono stati i tre eventi che hanno prodotto negli ultimi 30 giorni i tre incrementi a gradino ben visibili nel grafico.
Il primo, ed il piu' grande in percentuale, e' sicuramente costituito dai festeggiamenti di piazza per la vittoria della coppa europea di calcio, indicata con una freccia nel grafico, con i conseguenti affollamenti di persone molto ravvicinate, condizione ideale per l'incentivazione dei contagi (tramite la creazione di moltissimi "superdiffusori" del contagio, che sono andati poi per un mese in giro per l'Italia, inconsapevoli di diffondere i contagi).
Gli altri due eventi non sappiamo a cosa siano dovuti, forse alle numerose dimostrazioni di piazza avvenute contro i certificati verdi e le vaccinazioni.
Pero' e' un dato di fatto, accertato ormai da quello che e' successo, che questi 3 incrementi di nuovi contagi hanno superato di molto l'andamento in discesa della curva dei contagi, da noi indicato con la linea rossa tratteggiata, che avrebbe riportato in altri 20 giorni, cioe' a fine agosto, i contagi al 0.6%, che e' il livello a cui erano un mese fa, cioe' al 10 luglio (fondo degli asintomatici), come mostrato dalla linea rossa tratteggiata e che rappresenta quello che noi speravamo accadesse.
Vogliamo rendere merito agli italiani che fino al 10/7 erano stati cosi' diligenti da riuscire a far scendere il livello degli asintomatici fino allo 0.6% (grazie anche alle vaccinazioni), mentre nel 2020 era al 2% (cioe' nel 2020 c'erano tre volte piu' asintomatici in giro a diffondere l'infezione). Noi pensavamo che, continuando questi comportamenti cosi' virtuosi degli italiani, avremmo potuto passare tutta l'estate sereni, al riparo dai rischi di una quarta ondata.
Pero' purtroppo a luglio sono accaduti quei tre eventi che non avevamo previsto a cambiare le carte in tavola ed ora sembra proprio che i contagi abbiano superato il livello della soglia critica, che segna l'inizio inarrestabile della quarta ondata, con tutto quello che ne consegue.
Purtroppo questi tre sciagurati incrementi, insieme alla non conoscenza del fenomeno (a soglia), che abbiamo ampiamente descritto in questo lavoro, delle persone preposte al varo di norme di contenimento urgenti dei contagi, hanno permesso che il livello dei contagi superasse la soglia critica.
Non sapevamo dov'era questa soglia ed avremmo preferito ricavarla dai dati dei francesi che gia' ci sono entrati nella quarta ondata ma tant'e': ormai la possiamo ricavare dai dati italiani. Ci sembra che possa essere collocata intorno al 3.75% per
  • la variante delta,
  • alle temperature estive
  • e con una percentuale di vaccinati intorno al 65%.
E' una tragedia, sia sul piano sanitario che economico, che poteva essere evitata se si fossero seguite le indicazioni del modello a soglia, che spiega esattamente non solo cosa sta succedendo ma soprattutto quello che succedera', consentendo di fare previsioni molto dettagliate e puntuali di quello che sta per accadere.
Si sarebbero dovute adottare misure severe di chiusura PRIMA che i contagi salissero sopra al 3%, magari anche proclamando tempestivamente non zone gialle ma rosse, per impedire che i contagi salissero sopra alla soglia critica e per dare tempo alle guarigioni di far scendere il livello dei contagi verso il valore basso di 0.6%, che si sarebbe raggiunto a fine agosto, come mostrato dalla linea rossa tratteggiata nel grafico dei contagi.
Ma non si e' fatto. Si fara' dopo seguendo l'intuito e sbagliando ancora, perche' a quel punto servira' a poco.
Ora si aspetta che crescano i ricoveri ospedalieri per adottare misure di contenimento, per cui bisognera' aspettare ancora molti giorni durante i quali i contagi e la quarta ondata avranno tutto il tempo di salire in maniera ormai inarrestabile: anche questo e' un errore fatto, che dimostra che non si e' capito affatto il comportamento della pandemia, ormai abbastanza semplice invece da capire con le informazioni elementari fornite dal nostro lavoro.
E' un errore che si puo' commettere quando si tende a privilegiare gli aspetti clinici a scapito della realta' scientifica del fenomeno pandemico.
Questa salita dei contagi sta succedendo a causa di quella minoranza di popolazione che con i suoi comportamenti scellerati producono questi incrementi di contagi "a gradino".
Pertanto l'unica altra alternativa sarebbe stata quella di impedire con la massima severita' dimostrazioni e bagni di folla di qualsiasi tipo per evitare la comparsa di quegli incrementi "a gradino" che si vedono nel grafico.
Non ci sono ragioni che tengano: ci sono in ballo migliaia di vite umane con la possibilita' del ritorno ai 200 decessi al giorno gia' conosciuti nelle ondate precedenti.
Rispetto alle ondate precedenti pero' ora abbiamo molte piu' persone vaccinate e questo dovrebbe comportare un minor numero di casi gravi e quindi anche meno terapie intensive e decessi del passato. Ma l'epidemia fara' comunque il suo corso, ben descritto dal modello a soglia , che prevede una salita rapida dei contagi, perche' le guarigioni restano ancora basse per un mese, poi le guarigioni iniziano a crescere anche loro con la stessa rapidita' con cui cresceranno ora i contagi e questo interrompera' la salita formando il picco della quarta ondata (ci vorra' percio' un mese circa).
Poi l'elevato numero di immunizzazioni naturali, che si saranno aggiunte a quelle da vaccini, fara' il resto producendo la discesa dal picco, esattamente come si vede nel grafico del Giappone.
Uno studente universitario potrebbe prevedere esattamente l'evoluzione della quarta ondata dal superamento della soglia critica in poi, impostando la crescita esponenziale dei contagi, saturata dalla crescita delle immunizzazioni prodotte ed aggiungendo la decrescita esponenziale dei contagiati per le guarigioni, con la distribuzione ritardata fino ad un mese.
Troverebbe un andamento identico a quello dei picchi nel grafico del Giappone.
Potrebbe anche valutare l'effetto delle misure restrittive, come un lockdown, prese durante la salita dell'ondata e dimostrare che non producono la discesa dei contagi ma solo una riduzione o arresto (temporaneo per la durata delle misure) della loro salita, che riprende poi inalterata al termine del lockdown, limitandone l'efficacia alla riduzione dell'altezza del picco (perche' la discesa ritardata di un mese per le guarigioni del numero di contagiati non viene modificata dal lockdown).
E' TUTTO SCRITTO CHIARAMENTE in questo lavoro ed e' tutto vero! Basta leggere i risultati di questa ricerca per capire qual'e' la cosa giusta da fare e la pandemia sarebbe sconfitta, perche' nessuna ondata partirebbe piu', almeno d'estate; d'inverno bisognera' vedere di quanto si abbassa la soglia critica.
La pandemia Covid-19 funziona cosi' e sembra che anche gli italiani ci siamo caduti ancora una volta, pur conoscendola ormai.
I benefici del know-how acquisito con questo lavoro potranno essere di aiuto per la prossima possibile ondata che, anch'essa, non sara' mandata da un destino malvagio ma causata dalla popolazione, che non ha saputo rispettare le regole ormai note a tutti per non generare nuovi contagi in quantita' rilevanti e dai governanti, che non hanno saputo adottare in tempo quei provvedimenti che avrebbero impedito alla curva dei contagi di superare la soglia critica, evitando cosi' l'avvio della crescita esponenziale dei contagi.

DECESSI: Il permanere negli ultimi 3 giorni dell'incremento del 50% nel numero di decessi (da 20 a 30 al giorno) conferma quanto da noi scritto due giorni fa, in cui si e' anche previsto che raddoppino ancora dal 17 agosto in poi (per l'ulteriore aumento dei contagi al 4.5% dal giorno 29 luglio in poi).
Poi durante la quarta ondata invece dei 200 decessi al giorno della seconda ondata, ne avremo meno della meta', perche' i vaccinati sono attualmente il 65% (2 su 3) e questi non moriranno, per cui restano poco meno di 70 decessi al giorno prevedibili (tutti tra i non vaccinati), che sono sempre tanti.

COMMENTO AL DATO DI MERCOLEDI' (11 agosto 2021)
Il dato di oggi 4.8%, se vero, sarebbe molto preoccupante perche' gia' sapevamo di essere molto vicini alla soglia critica.
Se cosi fosse si dovrebbero aumentare subito ed in modo severo le restrizioni per bloccare tempestivamente l'apporto ai nuovi contagi, divenuto crescente con Rt>1 (perche' oltre soglia), prodotto dall' epidemia degli asintomatici.
Ma vogliamo sperare che non sia cosi'.
Guardando il grafico dopo l'11/7 si notano chiaramente 3 incrementi a gradino, conseguenti ad eventi singoli avvenuti su scala nazionale per comportamenti inappropriati della popolazione (il primo per i festeggiamenti per la vittoria della coppa europea di calcio).
Quello di oggi potrebbe essere un quarto gradino che potrebbe aver superato la soglia critica: e' chiaro che procedendo cosi' i contagi sono destinati ad aumentare sempre piu', malgrado la discesa in un mese per guarigione indicata dalla linea rossa nel grafico ed arrivare cosi' inevitabilmente al valore di soglia, oltre il quale i contagi s'impennano in una salita esponenziale inarrestabile.
Pero' piu' volte nel passato abbiamo visto singoli punti anomali o per errori di assemblaggio dei dati che includevano impropriamente anche dati dei giorni precedenti o per quel fenomeno ricorrente che abbiamo chiamato del picco del venerdi', causa di incrementi solo fittizi dei contagi (ma oggi non e' venerdi').
Non resta che aspettare il dato di domani, incrociando le dita, per fare piu' chiarezza.

COMMENTO AL DATO DI MARTEDI' (10 agosto 2021)
Precisiamo, di nuovo, che in questo lavoro il nostro obiettivo non e' quello di fare il monitoraggio della regione Piemonte ma di usare i dati del Piemonte come campione di un'area abbastanza estesa (ma non troppo), per studiare il comportamento della pandemia al fine di scoprirne le caratteristiche, soprattutto quelle nascoste e meno intuitive, utili per conoscerla meglio, prevederne l'evoluzione e capire cosa si deve fare per prevenire e minimizzare i danni.
I punti degli ultimi giorni sono tutti compatibili con la nostra previsione della discesa dei contagi (per guarigione), indicata dalla linea rossa nel grafico , perche' abbiamo gia' stimato (il 27 luglio) che, con la propagazione degli errori, gli errori totali su queste misure risultano il doppio degli errori statistici, indicati in tabella.

DECESSI: Il 2 agosto avevamo fatto questo commento: "Siccome quando i contagi raddoppiano, 20 giorni dopo (circa) raddoppiano anche i ricoveri in terapia intensiva ed i decessi, circa 20 giorni dopo il 14/7 (giorno in cui i contagi sono quadruplicati), cioe' da domani, dobbiamo attenderci un aumento dei decessi: se i 5 decessi di ieri corrispondessero al 0.6% di contagi, siccome dal 21 luglio i contagi sono saliti al 2.4% ci dobbiamo attendere 20 decessi in media al giorno, per poi raddoppiare ancora dal 17 agosto in poi (per l'ulteriore aumento dei contagi al 4.5% dal giorno 29luglio in poi).
Questi decessi in piu' non sono frutto di un destino ineluttabile ma sono dovuti alle stesse cause che hanno fatto aumentare i contagi 20 giorni prima."
Oggi registriamo un incremento significativo dei decessi di quasi il 50% rispetto alla media dei giorni precedenti.
Siccome dal 21 luglio i contagi erano saliti dal 0.6% al 2.4%, avevamo previsto che 20 giorni dopo il 21 luglio, cioe' proprio da oggi 10 agosto i decessi sarebbero saliti (per ora a 31 al giorno), per poi raddoppiare ancora dal 17 agosto in poi, per l'ulteriore aumento dei contagi dal 2.4% al 4.5%, registratosi (in Piemonte) dal giorno 29 luglio in poi.
Ovviamente l'accresciuta percentuale di vaccinati gioca un ruolo positivo perche' riduce il numero di infezioni gravi e quindi anche del numero di decessi: non e' un caso se attualmente il 90% delle persone che sono in terapia intensiva sono NON vaccinate.
Al di la' della conferma della nostra previsione, e' necessario stigmatizzare che questo e' il costo salato, che stanno pagando tutti quei poveretti che perderanno la vita e che avrebbero invece potuto viverla serenamente con i loro cari, a causa di tutti gli assembramenti e le follie di cosi' tanti sciagurati, che o non sono in grado di capire o capiscono ma non ritengono si debba sacrificare qualche briciolo di liberta' per salvare tutte queste vite umane.
Non si possono non capire cose cosi' elementari!

L'ERRORE FATTO NEI PROVVEDIMENTI GOVERNATIVI di privilegiare i dati dei ricoveri ospedalieri rispetto a quelli dei contagi sta per apparire in tutta la sua drammaticita'.
Gia' oggi i giornali hanno cominciato a titolare allarmati che i ricoveri in terapia intensiva ed i decessi stanno aumentando.
Ma questo accade per una causa che risale a 20 giorni fa e che non e' piu' esistente ora, perche' i contagi giornalieri sono scesi al 2.5%. Sarebbe quindi un grave errore dichiarare restrizioni come quelle della "zona gialla" per ridurre i contagi (i giornali titolano che in questa situazione, in base alle norme vigenti, "incombe la zona gialla").
Ce n'era bisogno 20 giorni fa ma non ora che i contagi stanno scendendo. E sarebbero stati utili per creare quella limitazione dei contagi che allora non c'e' stata, perche' i dati ospedalieri non stavano salendo, e che sarebbe stata invece molto importante.
Cosi' appare evidente che ogni criterio di allarme dev'essere basato sui contagi e non sui dati ospedalieri che sono ritardati nel tempo. Speriamo che chi di dovere recepisca questo messaggio, perche' e' indispensabile che questi criteri di allarme siano concepiti al meglio per investire in modo ottimale i sacrifici che vengono chiesti al Paese.
Anche questa e' una cosa molto semplice da capire.

POTRA' MAI SCOMPARIRE IL COVID-19 ? (8 agosto 2021)
La risposta e' affermativa anche se non in tempi brevi. Cio' potra' accadere quando tutti avranno preso piena consapevolezza del comportamento di questi virus (da noi teste' ben spiegato, crediamo) e che il nemico da combattere e' l'epidemia degli asintomatici (finora ignorata), cioe' quella brace accesa dell'infezione che coltiva i virus mantenendoli attivi e pronti a scatenare una nuova ondata epidemica per autoalimentazione non appena per la scarsa attenzione alla prevenzione si consente al livello dei contagi di salire e superare la soglia critica.
Solo allora sara' possibile abbatterne sempre piu' il livello fino a farla scomparire, perche' esiste anche una soglia inferiore del livello dei contagi al di sotto del quale i virus non riescono piu' ad infettare e quindi a riprodursi a sufficienza per poter mantenere la presenza di un'epidemia degli asintomatici in quella popolazione.
Se si impedisce agli asintomatici di infettare altre persone, bastano un paio di mesi per far scomparire del tutto i virus del Covid-19, perche' rimane solo la discesa della curva dei contagi per le guarigioni in un mese. Non e' difficile ma serve la collaborazione ditutti, compresi quelli che oggi manifestano contro i green-pass, perche' i test possono individuare gli asintomatici ed un efficace tracciamento puo' impedire loro di infettare le persone sane.
Ai primi di luglio avevamo fatto scendere il livello dei contagi a 0.6% (grazie alle vaccinazioni), che e' gia' un livello molto basso. Lo zero non e' poi cosi' lontano. Si capisce qual'e' il problema: la collaborazione di tutti.
Ovviamente questo non potra' accadere contemporaneamente in tutto il mondo, per cui sopravviveranno nicchie o focolai di presenza di questi virus nei Paesi piu' poveri, a cui tutti i sistemi sanitari dovranno prestare molta attenzione, come avviene per altri virus potenzialmente pandemici ma che si riesce a far rimanere confinati in zone infette, bisognose del massimo supporto internazionale sia per fini umanitari che di profilassi generale.

LEZIONE 7: L'IMPORTANZA DEL MODELLO CHE DESCRIVE LA PANDEMIA (5 agosto 2021)
Vai a:   Lezione 6   Lezione 8
Facciamo il punto di un anno di lavoro, volto all'acquisizione della conoscenza delle caratteristiche di questa pandemia.
La pandemia Covid-19 puo' essere completamente descritta dal nostro modello a soglia , che non e' una congettura ma e' reale, in quanto basato non su ipotesi ma su dati di fatto incontrovertibili e caratteristici di questa pandemia:
  1. Questi virus, in assenza di un'ondata epidemica, sono in grado di raggiungere una condizione di equilibrio stabile della diffusione virale, mantenendo una percentuale di contagi stabile maggiore di zero, che noi abbiamo chiamato con il termine epidemia degli asintomatici.
  2. Il tempo medio di guarigione spontanea dei contagiati asintomatici e' di circa un mese.
  3. Le persone infette senza sintomi hanno una modesta capacita' di trasmettere il contagio, diffondendo piccole cariche virali che nella grande maggioranza dei casi sono in grado di produrre un'altra infezione asintomatica.
Bastano queste tre condizioni per produrre un livello di contagiati stabile nel tempo, frutto dell'equilibrio dinamico tra l'incremento dei nuovi contagi e la diminuzione dei contagiati per guarigione (in un mese di tempo).
Cosi' nasce l' epidemia degli asintomatici. che puo' aumentare di livello in conseguenza di apporti di nuovi contagi prodotti da eventi esterni all'epidemia degli asintomatici (come per esempio i festeggiamenti su scala nazionale per una vittoria sportiva).
Quando questo accade, con l'aumentare del numero di persone infette ed asintomatiche (che sono tante: per ogni 1% di percentuale sono 600.000 per una popolazione di 60 milioni di persone) aumenta anche il numero di nuovi contagi che queste persone infette producono.
In altre parole l'epidemia degli asintomatici puo' aumentare la propria capacita' di produrre nuovi contagi e quando questa capacita' di incremento dei contagi supera la capacita' di diminuzione dei contagi per le guarigioni (che e' relativa non ai numero dei contagi esistenti e crescenti ma a quelli precedenti, di un mese prima) s'innesca un processo perverso, in cui la stessa epidemia degli asintomatici si autoalimenta, facendo crescere sempre di piu' il numero di contagiati ed avviando cosi' per un mese una crescita esponenziale dei contagi che costituisce una nuova ondata epidemica.
Poi dopo un mese anche la decrescita dei contagiati per guarigione diventa alta e determina l'esaurimento dell'ondata, insieme all'aumento del numero di immunizzati prodotti durante il picco dell'ondata.
Per questo i picchi delle varie ondate (vedi per esempio il grafico del Giappone ) hanno una larghezza quadratica media di circa un mese, pari al ritardo con cui arriva l'aumento della decrescita per guarigione del numero di persone contagiate (che fa calare il picco cresciuto nella fase iniziale, in cui c'era la crescita dei contagi per autoalimentazione dall'epidemia degli asintomatici oltre la soglia critica ma non ancora il relativo decremento dei contagi, che arriva poi, ritardato mediamente di un mese).
Questa comprensione del fenomeno spiega TUTTO, perfino perche' le ondate si presentano a picchi e perche' il livello dei contagi scende, non rimanendo piu' a lungo al livello del picco.
I contagi NON scendono per le restrizioni (nemmeno con i lockdown) che tutti i governi adottano quando i contagi sono alti, perche' non hanno effetti curativi ma possono solo rallentare o al limite bloccare la crescita dei contagi ma non produrre la discesa della curva, se non in tempi lunghi (di un mese).
Quindi le restrizioni adottate durante l'ondata sono molto onerose ma poco utili, perche' anche se sono in grado di bloccare (finche' durano) la salita della curva, possono pero' allungare la durata del picco nel tempo (perche' si rallenta la produzione di immunizzati), producendo effetti negativi.
La discesa piu' rapida e' invece prodotta proprio dall'aumento della decrescita dei contagi, dopo un mese dall'inizio della loro salita verso il picco, perche' e' altrettanto intensa quanto e' stata la crescita del picco.
Questo processo che genera l'ondata s'innesca quando la percentuale delle persone contagiate supera un certo livello, che abbiamo chiamato SOGLIA CRITICA oltre il quale inizia la diffusione dei contagi, con modalita' crescente in modo esponenziale, cioe' tanto piu' alto e' il livello quanto piu' aumenta la velocita' di crescita. Questo puo' accadere perche' la decrescita per guarigione, che potrebbe mantenere l'equilibrio, essendo relativa ai contagi di un mese prima non segue lo stesso andamento temporale crescente.
Tutto questo continua finche' il livello dei contagi rimane sopra la soglia critica.
In altre parole la soglia critica e' quel livello in cui la capacita' dei contagi di riprodursi, che aumenta quando cresce il numero di persone contagiate che possono infettare e che dipende dalla densita' di persone vulnerabili, cioe' immuno-depresse e non immunizzate (qui' interviene il beneficio delle vaccinazioni ad innalzare la soglia critica) supera quel fatidico valore 1 del famoso parametro Rt, che innesca la crescita esponenziale dei contagi, cioe' quando una persona infettata ne infetta a sua volta piu' di un'altra.
Quando la curva scende dal picco dell'ondata, l'epidemia degli asintomatici rimane ad un valore alto perche' e' stata alimentata dai contagi residui dell'ondata e quindi ancora sopra alla soglia, per cui presto il processo s'innesca nuovamente preparando la salita del picco successivo.
Cosi' il fenomeno tende a presentarsi come una sequenza perpetua di ondate successive con picchi distanti tra loro di 3.5 mesi (il grafico del Giappone costituisce un chiaro esempio) se nessuno si adopera con restrizioni severe, ma non al picco, quando i contagi sono alti, bensi' nella valle, quando i contagi sono al minimo, per portare il livello dell'epidemia degli asintomatici SOTTO alla soglia critica (cosa che i giapponesi NON hanno fatto perche' non lo sapevano).
Solo questo puo' impedire la ripartenza dell'ondata successiva.
In Italia grazie alle numerose vaccinazioni fatte siamo riusciti ad abbassare molto l'epidemia degli asintomatici che ai primi di luglio era scesa al 0.6%, ben al di sotto della soglia critica (nell'estate 2020 era stata al 2%, cioe' gli asintomatici in Italia erano tre volte piu' numerosi). Cosi' si e' disinnescata la sequenza perpetua dei picchi, come si e' manifestata in Giappone.
E' la dimostrazione sperimentale di come si puo' arrestare l'evoluzione spontanea di questa pandemia ed un'indicazione di come si puo' vincere questa guerra.
La situazione pero' tende a peggiorare nel tempo per la comparsa di numerose nuove varianti, delle quali diverranno prevalenti quelle piu' contagiose con l'effetto di abbassare sempre piu' la soglia critica e rendendo cosi' sempre piu' difficile riuscire a bloccare la ripartenza dell'ondata successiva. Non e' affatto una bella prospettiva.
Come vedete quello che si deve fare percio' non e' affatto intuitivo, anzi bisogna fare proprio il contrario di quello che verrebbe naturale di fare: applicare le restrizioni quando i contagi sono bassi anziche' quando sono alti!
Questa comprensione della pandemia, che e' un fenomeno nuovo, e' percio'importantissima e ci permette di:
  • Fare previsioni, come quella di tracciare l'andamento previsto dei contagi nei prossimi 30 giorni con la linea rossa nel grafico che riproduce la discesa prevista per le guarigioni fino al raggiungimento del livello di equilibrio alle temperature attuali dell'epidemia degli asintomatici (al livello dello 0.6%, com'era ai primi di luglio, prima della vittoria della coppa europea di calcio).
  • Avere un riferimento scientifico per poter decidere con cognizione di causa gli onerosi provvedimenti di contenimento dei contagi, in modo ottimale anche se difforme da quello che sarebbe intuitivo di dover fare.
In questo gioca un ruolo importantissimo la conoscenza del livello della soglia critica che per vederla in azione e' necessario superarla. Per determinarla sperimentalmente non si deve attendere che inizi la quarta ondata in Italia perche' questo sciagurato evento e' gia' accaduto in altri Paesi, purtroppo per loro. Percio' basta analizzare i loro dati dei contagi che sono sicuramente disponibili (scegliendo un Paese alla stessa latitudine dell'Italia) per avere una buona indicazione di qual'e' il livello della soglia critica.
A quel punto se i governanti fanno bene il loro lavoro si puo' riuscire ad impedire che la quarta ondata si possa innescare.
Cosi' mentre negli altri Paesi si susseguono picchi come quelli visti nel grafico del Giappone , resi possibili dalla caratteristica di questi virus di mantenere sempre attiva quella loro "brace" che e' l' epidemia degli asintomatici ad un livello troppo alto, che viene in genere trascurata da tutti perche' non grava sul sistema sanitario, mentre e' proprio l'epidemia degli asintomatici l'insidiosa sorgente, pronta a crescere con grande facilita' nell'indifferenza generale, da cui traggono origine le varie ondate epidemiche.
Mentre questi altri Paesi, quando subiscono queste ondate sono costretti a subire una sequenza di onerosi lockdown (che poi servono a poco), in Italia invece potremo avere un grafico dei contagi in calma piatta per tutta l'estate (se saremo bravi a non festeggiare troppo le medaglie olimpiche), con la percentuale dei contagi che scende avvicinandosi sempre piu' dal livello di 4.2% attuale fino al 0.6% (non meno), che e' il livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici in estate.
In questo lavoro stiamo indicando cosa si deve fare: semplicemente non consentire al livello dei contagi di salire sopra la soglia critica: solo cosi' si puo' impedire l'arrivo di nuove ondate e sconfiggere cosi' la pandemia in Italia e nel mondo.
Gradualmente arriveranno a capirlo anche tutti gli altri Paesi.
In inverno dovremo valutare di quanto si abbassa la soglia critica e modulare i provvedimenti di contenimento dei contagi di conseguenza, ma si dovrebbe poter scampare il rischio anche delle ondate invernali grazie a questo prezioso know-how da noi acquisito in questo studio, che indica cose da fare che sono decisamente diverse da quelle che si sono fatte finora.

COMMENTO AL DATO DI MERCOLEDI' (4 agosto 2021)
Il dato di oggi e' coerente con quello che ci saremmo aspettati, cioe' in accordo con l'andamento discendente per le guarigioni di tutti i contagiati in un mese (rappresentato dalla linea rossa nel grafico ).
Quanto avevamo intuito ieri era corretto: l'anomalia riguardava il numero di test antigenici, che oggi risulta essere raddoppiato e pari al 64% del totale dei test effettuati, come accadeva nei giorni precedenti (ieri escluso).
Se non ci saranno altre immissioni importanti di nuovi contagi, anche grazie all'ausilio delle misure governative di contenimento della diffusione dei virus, in un mese di tempo il livello dei contagi scendendo come indicato dalla linea rossa potra' tornare non a zero ma allo 0.6% che e' il livello di fondo di questa variante delta, prodotto in estate dall' epidemia degli asintomatici e da noi misurato ai primi di luglio (prima della risalita dei contagi dal 13/7 in poi).
Ed il turismo in Italia, nonche' l'economia, sarebbero cosi' salvi (ma non all'estero!).

COMMENTO AL DATO DI MARTEDI' (3 agosto 2021)
Il dato di oggi e' la meta' di quello che ci saremmo aspettati. Non puo' essere un dato rappresentativo della densita' di contagi in Piemonte, che ovviamente non possono dimezzarsi da un giorno all'altro (magari, sarebbe bello!).
Il problema non puo' essere reale ma frutto di qualche anomalia nella gestione dei dati da parte della regione Piemonte.
L'anomalia sembra riguardare il numero di test antigenici, perche' oggi risulta essere solo il 35% del totale (=5109/14450), mentre nei 6 giorni precedenti era stato sempre il doppio (rispettivamente il 71%, 72%, 82%, 66%, 74%, 63% del totale dei test).
Questo fattore 2 e' esattamente quello dell'anomalia riscontrata, perche' il dato odierno di 1.6% e' proprio la meta' di quello atteso per la corretta discesa dei contagi secondo l'andamento delle guarigioni dei contagiati, riportato dalla linea rossa nel grafico.
Non ci sentiamo percio' di commentare oltre il dato odierno.
Aspettiamo il dato di domani che dovra' essere giusto e potra' cosi' chiarire la situazione.

COMMENTO AL DATO DI LUNEDI' (2 agosto 2021)
Siccome il livello dei contagi e' salito al 4.5% il giorno 29/7, se avesse superato la soglia critica l'incremento esponenziale dei contagi prodotti dall'epidemia degli asintomatici avrebbe dovuto manifestarsi 3 giorni dopo (tempo d'incubazione), cioe' oggi.
Non essendo accaduto, significa che la soglia critica non e' stata superata, perche' evidentemente e' maggiore del 4.5% (a queste temperature).
La nostra conclusione e' quindi che l'incremento a gradino della curva dei contagi e' conseguenza di eventi accaduti tre giorni prima, cioe' domenica 25/7: una possibile ipotesi, non sappiamo se vera, e' stata da noi formulata nel commento del 31/7.
Rimane indiscutibile che, mentre i contagi stanno sempre decrescendo lentamente per le guarigioni degli infettati in un mese di tempo, come risulta confermato molto chiaramente dalla discesa della curva dei contagi dopo il gradino di fine maggio indicata nel grafico , contemporaneamente troppe persone si danno un gran da fare per produrre nuovi contagi e gli incrementi di questi contagi prodotti sono nettamente superiori in numero al decremento naturale del livello dei contagi per guarigione, cosicche' il livello complessivo dei contagi e' salito continuamente dal 14/7 in poi (dal 0.6% al 4.6%) invece di diminuire.
Questo fatto, se non si prendono ORA i provvedimenti necessari ad impedire altri incrementi a gradino e ridurre cosi' questa crescita continua, consentendo alla curva di scendere secondo l'andamento previsto dalle guarigioni ed indicato dalla linea rossa nel grafico.
Se invece gli incrementi a gradino continueranno, non potra' che avviarsi, secondo noi, la quarta ondata tra poco (appena sara' superata la soglia critica), proprio nel mese di agosto, rovinando la stagione turistica anche con le varie restrizioni, che immancabilmente verrebbero adottate, benche' inutili e talora anche controproducenti (come abbiamo gia' spiegato).
Un obiettivo utile di questo lavoro e' quello di localizzare la posizione della soglia critica. Per ora abbiamo acquisito che per la variante delta alle temperature estive del Piemonte e' superiore al 4.5%. Non ritenendo che sia molto piu' su, e' molto importante che i contagi non salgano ulteriormene: per questo non devono essere prodotti nuovi contagi per lasciar procedere le guarigioni degli asintomatici che produrranno una discesa del livello dei contagi, com'e' indicato dalla linea rossa nel grafico.
Altrimenti potrebbe essere molto difficile evitare la quarta ondata.

DECESSI: Considerando i dati dei contagi del Piemonte come indicativi dell'andamento in tutta Italia (incrementi come quello prodotto dai bagni di folla per la coppa europea di calcio sono infatti a carattere nazionale) possiamo provare a correlarli con i dati dei decessi, che sono di tutta Italia.
I contagiati in Piemonte sono rimasti bassi (0.5%...0.7%) fino al 13/7 poi sono quadruplicati (e oltre).
Siccome quando i contagi raddoppiano, 20 giorni dopo (circa) raddoppiano anche i ricoveri in terapia intensiva ed i decessi, circa 20 giorni dopo il 14/7 (giorno in cui i contagi sono quadruplicati), cioe' da domani, dobbiamo attenderci un aumento dei decessi: se i 5 decessi di ieri corrispondessero al 0.6% di contagi, siccome dal 21 luglio i contagi sono saliti al 2.4% ci dobbiamo attendere 20 decessi in media al giorno, per poi raddoppiare ancora dal 17 agosto in poi (per l'ulteriore aumento dei contagi al 4.5% dal giorno 29 luglio in poi).
Questi decessi in piu' non sono frutto di un destino ineluttabile ma sono dovuti alle stesse cause che hanno fatto aumentare i contagi 20 giorni prima.

COMMENTO AL DATO DI DOMENICA (1 agosto 2021)
I contagi sembrano diminuire, favorendo l'ipotesi che per la variante delta, con le temperature estive, la soglia critica sia sopra al 4.5%.
Oppure la soglia e' stata superata e stanno passando i giorni d'incubazione dell'impennata dei contagi che sarebbe l'avvio della quarta ondata.
Una cosa e' certa: ci sono stati altri eventi che hanno fatto crescere i contagi creando un nuovo gradino, che ha innalzato il livello dei contagi dell'80%, come da noi disegnato nel grafico.
Abbiamo visto nel caso dei festeggiamenti della vittoria agli europei di calcio che la salita dei contagi (del 150% in questo caso, cioe' del doppio) e' avvenuta tre giorni dopo l'evento che ha prodotto i contagi (tempo d'incubazione che rende visibile la presenza del virus nei test molecolari.
Quindi gli eventi che hanno prodotto il gradino del 29 luglio devono essere accaduti il 26 luglio o meglio la domenica 25 luglio.
Analogamente anche l'incubazione dell'impennata dei contagi conseguente al possibile superamento della soglia critica dovrebbe durare tre giorni, cioe' 30 luglio, 31 luglio e 1 agosto. Quindi se questo disgraziato evento fosse accaduto (cioe' se fosse stata superata la soglia critica) dovremmo vedere gia' da domani (2 agosto) l'inizio dell'impennata dei contagi.
Il dato del 2 agosto e' quindi discriminante per sapere se la soglia critica nelle condizioni attuali e' sotto al 4.5% o sopra.
Se non ci sara' l'impennata dei contagi, come tutti ci auguriamo, non vuol dire pero' che il modello a soglia ha fallito ma semplicemente che la soglia e' oltre il 4.5% (grazie alle temperature attuali, che sono molto alte).
E' un'informazione molto cruciale capire dove sia collocata la soglia critica , per cui questi sono tutti dati molto importanti.
Ci sarebbe allora da riflettere sulla causa di questo ulteriore incremento a gradino della curva dei contagi sapendo che l'evento e' accaduto domenica 25 luglio: una possibile ipotesi, non sappiamo se vera, e' stata da noi formulata nel commento di ieri 31 luglio.
Rimane indiscutibile che, mentre i contagi stanno sempre decrescendo lentamente per le guarigioni degli infettati in un mese di tempo, come risulta confermato molto chiaramente dalla discesa della curva dei contagi dopo il gradino di fine maggio indicata nel grafico , contemporaneamente molte persone si danno un gran da fare per produrre nuovi contagi e gli incrementi di questi contagi prodotti sono nettamente superiori in numero al decremento naturale del livello dei contagi per guarigione, tant'e' vero che il livello complessivo dei contagi sta salendo continuamente invece di diminuire e questo non e' assolutamente un buon presagio per il prossimo futuro e per le vacanze degli italiani.
E' comunque presto per trarre conclusioni pero', anche tenendo conto che i dati della domenica sono sempre risultati non solo statisticamente meno significativi ma talora anche meno affidabili.
Dobbiamo percio' attendere anche il dato di domani.

DECESSI: I contagiati sono rimasti bassi (0.5%...0.7%) fino al 13 luglio poi sono quadruplicati (e oltre).
Siccome quando i contagi raddoppiano, 20 giorni dopo (circa) raddoppiano anche i ricoveri ed i decessi, nei prossimi giorni dobbiamo attenderci un aumento dei decessi: se i 5 decessi di oggi corrispondono al 0.6% di contagi, siccome dal 21/7 i contagi sono saliti al 2.4% ci dobbiamo attendere 20 decessi in media al giorno dal 10/8, per poi raddoppiare dal 17/8 in poi (corrispondenti al 4.5% del giorno 29/7 e seguenti).

COMMENTO AL DATO DI SABATO (31 luglio 2021)
Anche il dato di oggi e' altissimo. Tre giorni consecutivi con contagi costanti e molto alti, al 4.5%.
A questo punto dobbiamo ritenere che siano contagi veri e che non sia il picco del venerdi' esteso su 3 giorni consecutivi.
  • Questo risultato non sembra conciliarsi con il nostro modello di innesco a soglia delle ondate epidemiche di Covid-19.
    A meno che i primi contagi prodotti dall'innesco non richiedano qualche giorno d'incubazione per rendersi visibili ai test molecolari da noi analizzati (la soglia e' stata superata il 29/7).
    E' una cosa possibile ed in questo caso i contagi sono destinati ad impennarsi dopo i giorni richiesti per l'incubazione (in tal caso sarebbe sconcertante la constatazione che sarebbe ancora possibile bloccare l'impennata ulteriore dei contagi, e quindi la quarta ondata, non appena rilevato il superamento della soglia critica, con misure di contenimento, si severe ma meno se l'ondata e' proprio all'inizio: sarebbe un'insegnamento utile ma solo per le prossime ondate purtroppo).
  • Se cio' non accadesse vorrebbe dire che la soglia per la variante delta in estate e' superiore al 4.5% e che questo grosso incremento del 2% dei contagi sarebbe dovuto ad uno o piu' eventi singoli (perche' l'andamento del grafico sembra essere "a gradino").
    Molte manifestazioni in effetti ci sono state e proprio di gente contraria ai vaccini ed alle misure di profilassi.
    Anche se da questo tipo di persone c'e' da aspettarsi comportamenti deliberatamente contrari alle norme di prevenzione francamente ci sembra troppo grande un incremento del +2%.
    Pero' i bagni di folla producono contagi in modo proporzionale al livello medio di contagi esistente (perche' piu' persone infette ci sono in giro piu' contagi si producono).
    L'incremento registratosi per la vittoria della coppa europea di calcio fu di +1.5% ma partendo da un livello precedente del 0.6%: cioe' i contagi aumentarono del 150%.
    Ora il livello precedente dei contagi era circa al 2.5% e quindi un incremento del 2% e' solo dell'80% (la meta' di quello della vittoria della coppa di calcio).
Stiamo cercando di capire meglio e forse e' indispensabile aspettare i prossimi dati.

E' INIZIATA LA QUARTA ONDATA (IN PIEMONTE)? (30 luglio 2021)
Ancora non lo sappiamo. Questo perche', anche se il dato di oggi e' altissimo come quello di ieri, in realta' e' una situazione per ora di difficile interpretazione in quanto:
  • Se fosse la partenza della quarta ondata per superamento della soglia critica, i contagi dovrebbero salire rapidamente e questo mal si concilia con i dati di due giorni contigui pressoche' identici.
  • D'altra parte se i contagi fossero veri, crediamo che avrebbero superato la soglia critica e quindi l'avvio della quarta ondata dovrebbe purtroppo essere irreversibile, in assenza di misure di contenimento molto severe.
  • Pero' sussiste ancora la speranza che questi due incrementi di contagi (di +2%) siano solo apparenti cioe' fittizi come quelli dei ricorrenti picchi del venerdi', anche se i giorni di picco sono due anziche' uno.
I dati dei prossimi due giorni potranno dirimere queste alternative: se i contagi saliranno ancora e' partita la quarta ondata, mentre se scenderanno avremo avuto un picco del venerdi' solo un po' piu' largo degli altri. Dobbiamo aspettare (molto poco).
Nei prossimi giorni discuteremo un po' piu' estesamente di questi picchi del venerdi', che noi chiamiamo fittizi perche' non e' praticamente possibile che i contagi nella popolazione del Piemonte raddoppino in sole 24 ore: incrementi cosi' vistosi non possono che essere fittizi. Neanche se l'Italia dovesse vincere la coppa del mondo di calcio potrebbe accadere!

COMMENTO AL DATO DI GIOVEDI' (29 luglio 2021)
Il dato di oggi e' altissimo. Se vero, secondo noi avrebbe superato la soglia critica, per cui se i contagi permanessero sopra la soglia critica sarebbe l'inizio della quarta ondata.
Ci rimane una speranza pero': che sia il picco fittizio del venerdi', che talora si e' anche presentato con un giorno d'anticipo.
In tal caso non sarebbe un eccesso di contagi veri, che tornerebbero intorno al 2.5% gia' da domani. Speriamo che sia cosi'.

COMMENTO AL DATO DI MERCOLEDI' (28 luglio 2021)
Il dato di 2.5% si colloca esattamente sulla linea rossa, che avevamo tracciato nel grafico per visualizzare la discesa prevista a causa delle guarigioni dei contagiati (in un mese circa ed in assenza della creazione massiva di altri nuovi contagi).
Eravamo preoccupati per il livello alto dei contagi (sopra al 2%) ma se procede cosi', con l'assenza di immissioni di nuovi contagi, che permette al livello della curva di scendere come previsto dalla linea rossa nel grafico , va tutto bene, perche' senza immissioni di nuovi contagi tra poco, (quando il livello sara' sceso almeno al 2%), non si ravvisera' piu' l'esigenza di restrizioni severe, perche' dovrebbero bastare quelle attualmente vigenti (purche' continui a scendere verso lo 0.6% del fondo degli asintomatici: le restrizioni programmate, come il green-pass, servono a garantirlo meglio).
Cosi' l'estate in Italia potra' trascorrere serena, con il fondo dei contagi ormai sceso vicino al 0.6% anziche' il 2% dell'estate 2020 (merito dei vaccini).

L' epidemia degli asintomatici e' forse l'aspetto piu' interessante di questa pandemia.
Non e' stato immediato capire che e' proprio lei a far si che esistesse una soglia critica al di sopra della quale essa stessa diventa in grado di autoalimentare la creazione di nuovi contagi in quantita' sufficiente ad innescare l'inizio di un'ondata epidemica.
Esistono probabilmente molti altri virus in grado di creare infezioni asintomatiche (come per esempio quello della mononucleosi) ma che non generano le ondate successive che genera questa famiglia di virus del Covid-19.
Per quanto a mia conoscenza solo questi virus hanno un'evoluzione tipica di pandemia incontrollata con ondate multiple a soglia, come quelle viste nel grafico del Giappone , resa possibile dalla loro caratteristica di mantenere sempre attiva quella loro "brace", che e' l' epidemia degli asintomatici.
Probabilmente perche' hanno una contagiosita' molto maggiore (che le restrizioni tendono a ridurre).
Proprio qui' emerge l'importanza del nostro studio: l'epidemia degli asintomatici e' stata finora considerata d'importanza minore, perche' non produce un carico sanitario importante per il sistema ospedaliero e la gente vedendo i contagi in calo o bassi si e' lasciata andare come se il pericolo fosse finito, favorendo cosi' la diffusione dei contagi e la loro crescita sopra la soglia critica nell'indifferenza generale.
Ora la conoscenza, questo know-how, puo' fare la differenza: l'obiettivo principale dev'essere quello d'intervenire con la massima risolutezza non tanto quando i contagi sono alti ma invece proprio quando i contagi sono bassi, per impedire che possano crescere sopra la soglia critica (strano a dirsi ma sembra che ancora non lo sappia nessuno).
Questo sara' un compito difficile con l'arrivo dell'autunno, perche' la temperatura ambientale si e' rivelata essere il fattore a cui questi virus si mostrano piu' sensibili.
Dovremo arrivarci preparati, cioe' con una percentuale di vaccinati molto alta, che non e' facile perche' a fine anno staranno decadendo gli anticorpi acquisiti con le vaccinazioni di primavera e bisognera' ricominciare da capo.

COMMENTO AL DATO DI MARTEDI' (27 luglio 2021)
Nella tabella stiamo indicando gli errori statistici (di una distribuzione casuale gaussiana).
Le fluttuazioni di questi dati sono pero' certamente maggiori perche' affette anche da altri errori che non siamo in grado di determinare ma che andrebbero combinati con quelli statistici (propagazione degli errori).
Sperando che il dato alto di oggi non sia conseguenza del superamento permanente della soglia critica, che tentativamente abbiamo collocato al 3% nel grafico , potremo usare queste fluttuazioni dei dati reali per determinare l'errore complessivo, risultato della propagazione di errori, che altrimenti non potremmo conoscere.
Facciamo una valutazione solo qualitativa: a prima vista l'errore complessivo, che influenza la fluttuazione dei dati, sembra essere di circa piu' o meno il 0.4% dei contagi (escursione di 0.8%) a fronte di un errore statistico indicato in tabella, che fa fluttuare il dato di piu' o meno la meta' (0.2%). Cioe' l'errore complessivo e' il doppio di quello statistico, indicato nella tabella.
Questa escursione di 0.8% rappresenta un indice: finche' i dati fluttuano entro 0.8% il dato e' costante entro gli errori.
Se si ha una deviazione maggiore allora la variazione potrebbe essere significativa di un cambiamento dell'andamento dei dati.
Cosi' possiamo regolarci per interpretare i dati in base alle loro fluttuazioni: fino a 0.8% non sono significative oltre si.

COMMENTO AL DATO DI LUNEDI' (26 luglio 2021)
Le cose vanno nel verso giusto: i contagi NON hanno ancora superato la soglia critica, che quindi e' sopra al 2.5% (a luglio) ma non crediamo che sia molto piu' su (probabilmente e' vicina al 3%: E' UN'INFORMAZIONE IMPORTANTE).
I contagi stanno scendendo lentamente (per le guarigioni) verso il valore costante di 0.6%, che e' il livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici, che dovremmo raggiungere a meta' agosto e che avevamo lasciato il 13/7, quando sono arrivati gli incrementi di 1.5% per i campionati europei di calcio.
L' analisi di questi incrementi e' stata fatta nel commento del 24/7.
Questa discesa continua dei contagi si verifica quando non ci sono altri incrementi di nuovi contagi.
Questo non e' merito della Divina Provvidenza (o almeno non solo) ma degli italiani che hanno capito con cosa abbiamo a che fare e non vogliono passare le vacanze in zona rossa. Bravi!
Ma anche se tutti sono bravi la comparsa di focolai locali e' sempre possibile e, se i contagi dovessero diffondersi molto, sarebbero rilevati dal sistema di monitoraggio regionale.
In tal caso perche' i contagi regionali non superino la soglia critica bisogna intervenire subito, isolando i focolai. E' un lavoro possibile che puo' evitarci la quarta ondata estiva e l'evoluzione tipica della pandemia incontrollata con ondate multiple come quelle del Giappone , rese possibili dalla sua caratteristica di mantenere sempre attiva quella sua "brace", che e' l' epidemia degli asintomatici.

I decessi tra poco dovrebbero aumentare, seguendo l'andamento della curva dei contagi con circa 20 giorni di ritardo (quindi dai primi di agosto). Non e' una previsione opinabile ma un dato di fatto: se i contagi aumentano, aumentano anche i ricoveri in pari misura e cosi', con 20 giorni circa di ritardo, anche i decessi, purtroppo (ora pero' abbastanza meno per le vaccinazioni).
E' il prezzo da pagare per gli eccessi che hanno fatto salire i contagi da 0.6% a 2.5% (non e' poco) dopo l'11/7.

LEZIONE 6: QUESTA PANDEMIA E' DIVERSA DA TUTTE LE ALTRE (E NON FINIREBBE MAI) (26 luglio 2021)
Vai a:   Lezione 5   Lezione 7
Cosa rende diversa questa pandemia? Soprattutto la sua peculiarita' di poter "esplodere" con un innesco a soglia.
L'esistenza di una soglia critica per questa pandemia e' determinata da alcune sue caratteristiche:
  1. La capacita' di rimanere endemica tramite l' epidemia degli asintomatici , cosi' non finisce mai, se non si riesce ad azzerare il livello dei contagi (l'unico modo e' con un'alta percentuale di vaccinati ma ovunque).
  2. La capacita' di impedire al sistema immunitario umano di produrre anticorpi efficaci che siano anche permanenti e non attivi solo per 8 mesi.
  3. Una certa resistenza agli anticorpi che produce un tempo di guarigione piuttosto lungo (circa un mese).
  4. Un'elevata trasmissibilita' tra umani (contagiosita').
  5. La capacita' di nascondersi, soprattutto nelle persone piu' giovani, dando luogo ad una sindrome leggera non riconoscibile e quindi spesso trascurata, mantenendo pero' una sia pur minore contagiosita', quella che da luogo ad un'epidemia minore, quella degli asintomatici e con essa alla comparsa dell'effetto soglia che presiede all'esplosione di ondate epidemiche.
  6. La capacita' di essere letale in una percentuale non trascurabile di casi.
I punti 1, 2 e 3 (epidemia degli asintomatici, decadimento dell'immunita' naturale e il lungo tempo di guarigione) sono quelli che determinano l'esistenza di una soglia critica per la percentuale dei contagi oltre la quale parte un'espansione automatica dell'epidemia degli asintomatici, che non ha piu' bisogno dell'immissione di nuovi contagi per crescere ma comincia ad autoalimentarsi, dando luogo ad una nuova ondata epidemica nella quale in molti casi la sindrome Covid-19 si manifesta con sintomi anche gravi, soprattutto nelle persone non vaccinate e con difese immunitarie ridotte (temporaneamente per infreddatura, magari da condizionatori o permanentemente, come nel caso degli anziani).
Questo meccanismo della soglia critica e' stato spiegato qui' in termini comprensibili anche al pubblico generico (non occorre ne' una laurea ne' conoscenze matematiche).
Se la gente della strada capisse che le restrizioni e le vaccinazioni servono ad evitare un'ondata di Covid che uccide 200 persone al giorno per un mese o piu' e non solo ad abbassare un po' i contagi, credo che ci sarebbero molte meno persone disposte a manifestare contro la vaccinazione o le restrizioni.
Facciamo vedere loro qual'e' la differenza tra il nostro Paese ed un altro in cui si sono fatte molte meno vaccinazioni e meno restrizioni: il Giappone.
Ecco il grafico dei contagi del Giappone, da confrontare con il grafico del Piemonte:


Le fluttuazioni che si vedono nei dati praticamente non esistono, sono artificiose, perche' tutti i dati bassi sono nei due giorni del week-end in cui evidentemente si sono raccolti pochi dati (non accade solo in Italia).
Questa sarebbe l'evoluzione naturale di questa pandemia: una seguenza perpetua di ondate abbastanza equidistanti nel tempo.
La ripartenza dell'ondata successiva pero' puo' essere impedita con le restrizioni, portando sotto soglia il livello dei contagi della valle.
In questo caso del Giappone quello che si deve notare e' il livello dei contagi nelle valli tra un picco e l'altro, che appare abbastanza piu' alto dell'1% o 2% che vediamo invece nel grafico del Piemonte, in cui la valle dopo il picco appare piu' bassa (per ora quella del Giappone e' solo una stima fatta in rapporto ai picchi, perche' non essendo meglio specificato, lo consideriamo una rappresentazione dell'andamento relativo dei loro dati).
Quando in un Paese si predilige la liberta' dei cittadini alle restrizioni necessarie per la profilassi, il livello dei contagi non scende mai sotto la soglia critica, disinnescando la ripartenza di un'ondata epidemica successiva ma, rimanendo sopra la soglia critica, l'epidemia appena puo' riparte.
Qual'e' il momento in cui riparte? Quando gli anticorpi dell'immunita' naturale acquisita da tutti gli infettati (asintomatici) di un'ondata si riducono per il normale decadimento in 8 mesi (ma gia' dopo 4 mesi sono molti di meno).
Cosi' sono perfettamente comprensibili i picchi giapponesi a meta' gennaio, a maggio (3.5 mesi dopo) e tra poco a meta' agosto (altri 3.5 mesi dopo). Ovviamente i picchi invernali saranno piu' alti di quelli estivi ma il processo non si ferna piu', finche' anche i giapponesi non avranno capito che il fenomeno e' governato da un meccanismo a soglia e faranno un'estesa profilassi con vaccinazioni e restrizioni, proprio quelle tanto contestate in Italia.
Allora i giapponesi scopriranno che basta far scendere il livello della valle dopo il picco sotto al 2% (come in Piemonte), cioe' SOTTO la soglia critica , perche' NON si reinneschi automaticamente l'inizio di una nuova ondata 3.5 mesi dopo.
Quello che e' sorprendente e' che le restrizioni vanno adottate non al picco per abbassarlo (perche' lo farebbero durare di piu'), ma alla valle per abbassarla sotto la soglia ed impedire cosi' la ripartenza dell'ondata successiva.
Quello che e' sconvolgente e' che BASTA POCO, non serve un lockdown, e' molto piu' facile e meno costoso.
E' questo il valore del know-how.
Cosi', con le giuste restrizioni (ma non tanto pesanti), non avranno piu' ondate, anche se col freddo invernale sara' piu' difficile nel senso che occorreranno restrizioni piu' severe (ma le vaccinazioni potranno aiutare non poco a ridurle).
Allora e solo allora avranno la gradita sorpresa di non veder ripartire l'ondata successiva e se fossero cosi' bravi, sacrificandosi con le necessarie restrizioni, da mantenere il livello dei contagi sempre sotto la soglia critica, non ci sarebbero piu' altre ondate ma solo un virus Covid endemico, nascosto nell'epidemia degli asintomatici, costituita da centinaia di migliaia di persone infette, senza sintomi, sconosciute e che non sanno di essere infette.
Se l'avessero capito prima, quasi certamente avrebbero potuto anche salvare le Olimpiadi con il pubblico.
Questa epidemia degli asintomatici. costituisce il cavallo di troia del virus, che ci obbliga a "rigar dritto", perche' gli asintomatici non aumentino troppo di numero, crescendo oltre la soglia critica, perche' altrimenti il futuro diventa come quello rappresentato nel grafico del Giappone, che nessuno vuole vivere: un'ondata ogni 3.5 mesi, senza soluzione di continuita', invece che un grafico piatto con i contagi sempre sotto al 2% e tutte le attivita' aperte.
Quella attuale del Giappone e' l'evoluzione naturale della pandemia Covid-19, che si manifesta quando restrizioni e vaccinazioni sono insufficienti.

COMMENTO AL DATO DI DOMENICA (25 luglio 2021)
Sono abbastanza ben definiti nel grafico un primo picco a gradino di +1.5% (quello della coppa europea di calcio) e poi, a distanza di 6 giorni, un secondo picco, anc'esso a gradino, di +0.8%, dovuto ad un altro tipo di immissione di nuovi contagi (non identificata).
In entrambi i casi la curva, dopo il picco a gradino, appare assumere un andamento lentamente discendente con tempi di azzeramento dell'incremento di circa un mese, che e' il tempo medio di guarigione degli infettati.
Le misure restrittive decise dal Governo dovrebbero impedire la creazione di altri picchi di crescita dei contagi per scongiurare il superamento della soglia critica , che finora appare essere superiore a 2.5%.
Dev'essere ormai acquisito da tutti che ESISTE UNA SOGLIA CRITICA, che una volta superata innesca la crescita esponenziale (inarrestabile) dei contagi. Oggi questa soglia non puo' essere molto lontana, per cui il rischio del suo superamento e' reale e cosi' il rischio d'inizio della quarta ondata (proprio durante le vacanze d'estate), senza appropriate misure atte a contrastare efficacemente la crescita dei contagi oltre la soglia critica.
La sua esistenza e' determinante per la scelta delle stategie da adottare per il contrasto alla pandemia.

A CHE LIVELLO E' LA SOGLIA CRITICA ? (25 luglio 2021)
Purtroppo ci mancano i dati per poterla calcolare. Per questo finora l'abbiamo potuta valutare solo per analogia con l'inizio della seconda ondata.
Per capire come nasce la soglia critica dobbiamo riferirci al fenomeno che origina la soglia: la sua definizione e' quel livello di contagi al di sopra del quale, i nuovi contagi prodotti dalle persone infette, in massima parte asintomatiche (epidemia degli asintomatici), sono piu' numerosi di quelli che scompaiono per le guarigioni delle persone infette.
In queste condizioni (sopra la soglia critica), essendoci piu' produzione di nuovi contagi che diminuzione per guarigione, il livello dei contagi aumenta ed aumentando il numero dei contagi, aumenta anche la capacita' di produrne degli altri, sempre di piu' (perche' sono le persone infette a produrre i contagi e percio' quando le persone infette aumentano, crescono anche i nuovi contagi.
S'innesca cosi' una crescita esponenziale (cioe' con velocita' di crescita che aumenta sempre piu', con l'aumentare del numero delle persone infette), che risulta inarrestabile perche' la percentuale dei contagi rimane sempre al di sopra del livello di soglia critica (almeno finche' le immunizzazioni naturali createsi non riducono cosi' tanto il numero di persone ancora infettabili da arrestare la crescita esponenziale).
Il livello della soglia dipende cosi' da vari fattori:
  1. Dalla contagiosita' del virus che aumenta la produzione di nuovi contagi fino a farla prevalere sulle guarigioni: per la variante delta che e' piu' contagiosa del Sars-CoV-2, il virus della seconda ondata, ci dobbiamo aspettare una soglia piu' bassa.
  2. Quindi anche dalla temperatura ambientale, che quando scende aumenta la contagiosita' dei virus ed abbassa percio' la soglia critica.
  3. Dalla percentuale di persone vaccinate che riduce il numero di persone infettabili e quindi il potere di contagiare dei virus.
  4. Dalla velocita' di guarigione dell'infezione, anche influenzata dalla percentuale dei vaccinati e dal tipo di vaccino, che determina il numero di persone guarite per unita' di tempo, che e' il fattore che tende a contrastare la crescita del numero di persone totali infette.
Non sappiamo a che livello e' questa soglia per la variante delta, ma la seconda ondata (quella del Sars-CoV-2, a settembre 2020) si e' innescata con un livello del 2%, appena c'e' stata una leggera diminuzione della temperatura stagionale.
Quindi possiamo partire da questa analogia per stimare la soglia critica della variante delta, che potrebbe essere piu' vicina di quanto non si pensi (le vaccinazioni semplicemente riducono il numero di persone infettabili ma quanto abbiamo detto vale per gli altri, infettabili, che attualmente sono la meta' degli italiani).
L'effetto dei 4 fattori sopra elencati e' il seguente:
  1. La maggiore contagiosita' specifica della variante delta abbassa la soglia critica.
  2. L'alta temperatura estiva invece l'innalza (probabilmente di piu' di quanto si e' abbassata per il punto 1, perche' la variante delta in estate non sta dilagando).
  3. La percentuale di vaccinati innalza la soglia ma e' difficile dire di quanto. E' un dato di fatto che in altri Paesi, come la Francia, l'alta percentuale di vaccinati non ha impedito una crescita importante dei contagi.
  4. La velocita' di guarigione dell'infezione dipende dal tipo di virus e dall'eventuale vaccino somministrato alla popolazione. E' ricavabile dai dati ospedalieri e a quanto mi risulta dovrebbe essere ancora di un mese, in media. Se fosse cosi' la velocita' di guarigione sarebbe praticamente la stessa del Sars-CoV-2 e percio' non avrebbe effetto sul livello della soglia critica.
Quindi esaminando i 4 effetti nel loro complesso risulta che in estate ci si puo' aspettare una soglia critica della variante delta un po' SUPERIORE (e non inferiore come pensavamo finora) a quella del Sars-CoV-2 a settembre 2020 (che era al 2%), essenzialmente per l'effetto positivo della temperatura ambientale.
A settembre 2021 invece sara' diverso e la soglia della variante delta dovrebbe essere INFERIORE a quella del 2020 (cioe' sotto al 2%), quindi serviranno piu' restrizioni per evitare l'ondata autunnale.

COMMENTO AL DATO DI SABATO (24 luglio 2021)
Oggi 24/7 la percentuale dei positivi al test molecolare in Piemonta e' scesa al livello dei dati di 2 e 3 giorni fa, manifestando cosi' un comportamento abbastanza costante nel tempo. cioe' a gradino, come atteso da immissioni singole, non ripetitive, di contagi avvenute nei giorni scorsi, che ora decadono in un mese di tempo.
Il dato alto di ieri evidentemente e' stato dovuto, com'era da noi ritenute possibile anche se ci credevamo poco, al contributo del "picco del venerdi'" (fittizio), che ha sempre caratterizzato la curva dei contagi di questo coronavirus.
L'incremento del picco e' stato abbastanza elevato, di poco superiore all'1%, ma non eccezionale: se guardiamo al passato possiamo trovare picchi di questa entita', verificatisi sempre di venerdi'.
Meno male che e' cosi', perche' allora la risposta alla domanda che ci eravamo fatti ieri e' NO: la quarta ondata non e' cominciata, perche' l'incremento di contagi di ieri e' dovuto ad un'altra ragione: il picco del venerdi'.
Speriamo che i dati dei prossimi giorni confermino un andamento leggermente discendente dei contagi (per le guarigioni), meglio se aiutato da misure come quelle annunciate ieri (green pass, ecc.), magari non tra 14 giorni ma un po' prima, per non rischiare di superare la soglia critica che avvierebbe la quarta ondata, che purtroppo continua ad essere sempre dietro l'angolo (finche' i contagi non calano) dopo l'incremento a gradino prodottosi in seguito ai festeggiamenti per vittoria della coppa europea di calcio dell'11/7, visibilissimo nel grafico.

ANALISI DEI DATI: La situazione e' questa (in Piemonte):
  1. Fino al 12/7 il livello dei contagi era a 0.6% che era il fondo dell'epidemia degli asintomatici.
  2. Dal 13/7 c'e' stato l'incremento a gradino a 1.4% per i festeggiamenti del calcio ed il livello da allora e' iniziato a diminuire per le guarigioni degli infettati.
  3. Ad oggi 24/7 questo decremento, pur presente, non s'e' visto per un evidente apporto di nuovi contagi (proveniente da comportamenti non appropriati della popolazione), che sembra essere anche questo per ora "a gradino" e che ha fatto salire il livello da 1.4%, sceso poi ad 1% circa, fino all'attuale 2.3% (quindi con un incremento non piccolo, di 1.3% circa) dal 21/7 in poi.
Quest'ultimo apporto costituisce motivo di preoccupazione per l'elevato livello raggiunto dai contagi, che a questo punto dovrebbe essere certamente molto vicino alla soglia critica e per questo va ridotto quanto prima con adeguate misure restrittive.

E' INIZIATA LA IV ONDATA ? (23 luglio 2021)
Nel COMMENTO AL DATO DI GIOVEDI' (ieri) avevamo scritto nel caso che la percentuale dei contagi fosse salita decisamente sopra il valore di ieri (2.5%) che: Abbiamo superato la soglia critica (che avevamo previsto SOTTO al 2%) ed i contagi sono in rapida salita, per cui occorrerebbero misure rigide immediate.
Sara' il dato del 23/7 a dirci qual'e' la verita', perche' nel primo caso i dati dei prossimi giorni rimarranno tutti intorno al 2% (sarebbe il "gradino" dei campionati europei di calcio).
Nel secondo caso invece i contagi continueranno a salire sempre piu' nei prossimi giorni e sarebbe l'inizio della quarta ondata.
Il dato del 22/7 sembra parlare chiaro: purtroppo la coppa europea di calcio potrebbe esserci costata troppo.
Quell'1.5% di aumento a gradino dei contagi della Coppa ci ha portato troppo vicini alla soglia critica, che si confermerebbe cosi' essere poco sotto al 2%, come da noi previsto a causa della maggiore contagiosita' della variante delta.
Sarebbe allora il momento di chiudere tutto e far scendere la curva sotto all'1.6% (in 20 giorni) ma la mia sarebbe sicuramente ritenuta da tutti un'idea troppo velleitaria (almeno per ora).

Infatti il governo ieri ha emanato qualche misura restrittiva, come il green-pass, ma non da oggi bensi' tra 15 giorni.
Ovviamente abbiamo gia' stigmatizzato questa dimostrazione di non conoscenza delle modalita' di evoluzione di questa pandemia, da noi qui' spiegate estesamente da piu' giorni ed in un apposito commento di ieri (qui' sotto).
Il dato di oggi sembra inequivocabile. Secondo noi il picco (fittizio) del venerdi' non puo' da solo spiegare un dato cosi' alto.
Un incremento dei contagi del 50% tra ieri ed oggi, oltre a contenere l'incremento fittizio del venerdi', deve contenere anche un importante incremento reale di contagi, visibile nel grafico , dove abbiamo lasciato tratteggiata la linea rossa precedente che ipotizzava nessun apporto di nuovi contagi e quindi una lenta discesa verso il livello di fondo precedente dell'epidemia degli asintomatici (che era al 0.6%).
Dal confronto di questo vecchio andamento previsto della linea rossa d'interpolazione con quello nuovo si puo' apprezzare meglio l'entita' dell'impennata del dato di oggi.
Tutto cio' potrebbe significare che in Piemonte si e' superata la soglia critica e si starebbe purtroppo per innescare la quarta ondata, in modo ormai irreversibile, non avendo il Governo predisposto un piano di emergenza rapida specifico per bloccarla, da noi dichiarato urgente per queste situazioni.
Leggendo i miei commenti recenti si puo' capire benissimo qual'e' la situazione in cui ora si trova il Piemonte.
Certo, perche' i dati studiati sono quelli del Piemonte, che andrebbe immediatamente chiuso se i dati fossero veri e se le altre regioni avessero livelli dei contagi ancora sotto la soglia critica (di poco inferiore al 2%, secondo noi).
Ci sembra molto poco probabile nel momento che l'RT nazionale viene oggi valutato dall'I.S.S ad 1.26 (e per domani prevede addirittura 1.55).
Noi non lo sappiamo perche il nostro e' uno studio condotto con metodologie scientifiche fatto su una "regione campione", il Piemonte. Non e'un sistema di monitoraggio dei dati nazionali. Altri si occupano di cio'.
Che dire? C'e' solo da sperare che entrambi i dati di questi ultimi due giorni siano errati e che quindi non sia vero niente. Ce lo auguriamo con tutto il cuore.

SI PUO' FAR ESTINGUERE UN'ONDATA PREMATURAMENTE ? (23 luglio 2021)
Abbiamo gia' trattato ieri l'argomento dell'effetto delle restrizioni su un'ondata in atto.
Restrizioni sufficientemente rigide possono bloccare la crescita dei contagi.
Quelli restanti permangono per un mese (tempo di guarigione) senza aumentare di numero perche' le restrizioni in atto devono rendere loro poco probabile contagiare altre persone.
Le guarigioni avvengono progressivamente, per cui il livello dei contagi che e' stato arrestato, lentamente diminuisce dimezzandosi in un paio di settimane.
L'obiettivo delle restrizioni era quello di far calare i contagi e questo si ottiene mantenendo le restrizioni per un periodo di tempo abbastanza lungo.
Quanto lungo dipende dal livello a cui abbiamo arrestato la crescita dei contagi, perche' dobbiamo aspettare che il livello dei contagi scenda sotto la soglia critica (circa 1.6%) per garantire che l'ondata non riprenda a salire quando terminano le restrizioni.
Quindi la loro durata sara' piu' lunga se le restrizioni vengono adottate piu' tardi.
Comunque la durata massima e' il tempo di guarigione dell'infezione asintomatica, da noi stimato in un mese, perche' in quel tempo i i contagiati asintomatici guariscono tutti, se i contagi tra loro sono trascurabili in seguito alle restrizioni: si tenga presente che il potere di contagio degli asintomatici non e' molto elevato e quindi l'ipotesi e' ragionevole.
Ma non accorre aspettare che i contagiati guariscano tutti; basta aspettare che i contagi scendano sotto alla soglia critica (1.6% circa).
In conclusione possiamo affermare che e' possibile interrompere l'evoluzione di un'ondata con un lockdown piuttosto lungo, che pero' sarebbe giustificato dai costi umani ed economici evitati.
La tempestivita' dell'intervento gioca un ruolo importante sia per poter ridurre la durata del lockdown (e quindi i suoi costi) che per prevenire i danni prodotti da un livello elevato raggiunto dai contagi.
Se questa e' la quarta ondata, forse ce la potevamo risparmiare, anticipando le restrizioni (quelle che partiranno tra 15 giorni!).

E' FACILE IMPEDIRE CHE LE ONDATE INIZINO, se si conosce qual'e' la soglia critica da rispettare: basta prendere le misure restrittive PRIMA, quando il livello dei contagi sale troppo sopra al valore normale di 0.6% (livello del fondo dell'epidemia degli asintomatici in estate), avvicinandosi pericolosamente al valore di soglia critica, 1.6% circa, che innescherebbe l'inizio di una nuova ondata.
Bisogna mantenere sempre l'epidemia degli asintomatici a 1% piu' o meno 0.5%: non ci sembra un compito proibitivo (a meno di eventi straordinari cone la coppa europea di calcio che ha prodotto da sola un incremento di +1.5%
Non serve il lockdown ma bastano misure restrittive ordinarie, come quelle adottare ieri (green-pass, ecc.). Il livello dei contagi puo' cosi' essere contenuto sempre, con un giusto monitoraggio dei contagi, evitando che possano superare il valore della soglia critica.
Per impostare le giuste strategie e' sufficiente aver capito il funzionamento a soglia della pandemia, qui' ampiamente spiegato.

IL GREEN PASS E LE ALTRE MISURE DI PREVENZIONE
(23 luglio 2021)
Ben vengano tutte le misure per prevenire i contagi, come il green pass, perche' rendendo piu' difficile al virus di contagiare le persone hanno l'effetto di innalzare la soglia critica e quindi potrebbero ottenere il risultato di allontanare il rischio d'innesco della quarta ondata e magari anche di arrestarlo se proprio all'inizio, quando il livello dei contagi pur crescente e' ancora molto basso.
Prevedere di quanto le misure prese possano innalzare la soglia critica e' troppo difficile ma sicuramente la innalzeranno quando saranno operative.
Quello che potrebbe rendere pero' inutili queste misure e' la decisione di programmare la loro entrata in funzione per il 6 agosto, cioe' tra 15 giorni. Se la quarta ondata stesse iniziando ora, tra 15 giorni il livello dei contagi sarebbe triplicato, come si vede nel grafico della seconda ondata, in cui i contagi salirono in 15 giorni dal livello iniziale del 3.6% ad oltre il 10%.
C'e' poco da innalzare la soglia allora: quando l'ondata e' partita non la puo' fermare certamente un piccolo innalzamento della soglia critica.

EFFETTO DELLE RESTRIZIONI DURANTE UN'ONDATA: Abbiamo gia' spiegato quale effetto ottengono, anche le piu' severe le restrizioni come il lockdown, quando l'ondata e' gia' iniziata.
Le misure restrittive possono anche arrivare a bloccare completamente la produzione di nuovi contagi ma non diminuiscono il numero dei contagiati, perche' non hanno effetti curativi: chi e' stato contagiato rimane contagiato.
I contagiati mantengono la loro capacita' di iniziare a diffondere nuovamente i contagi, con modalita' crescente in modo esponenziale (cioe' tanto piu' alto e' il livello, quanto piu' aumenta la velocita' di crescita), se sono sopra la soglia critica, una volta terminato il lockdown.
In quel momento la percentuale di contagiati e' presumibilmente ancora sopra la soglia critica, perche' durante il lockdown il numero di contagiati diminuisce ma molto lentamente purtroppo (occorre un mese di tempo perche' si azzerino tutti per guarigione dall'infezione).
Una volta terminato il lockdown, se la percentuale di contagiati e' ancora sopra al valore della soglia critica la crescita esponenziale dei contagi riprende la sua corsa e l'unico effetto delle pur onerose restrizioni risulta quello di aver procrastinato nel tempo l'evoluzione dell'ondata, aggravandone i costi umani ed economici.
Crediamo che manchi nei governanti la consapevolezza delle regole che governano questo fenomeno e della rapidita' della sua evoluzione: e' esplosiva nel suo avvio ed e' essenziale che le misure di contrasto siano percio' anche tempestive.
Il premier Draghi ha dichiarato che con il green pass l'estate sara' serena e gli italiani tranquilli: speriamo con la massima sincerita' che abbia ragione e puo' averla se il livello attuale dei contagi non ha ancora superato la soglia critica.

COMMENTO AL DATO DI GIOVEDI' (22 luglio 2021)
Ieri 21/7 abbiamo scritto che i dati dei contagi cosi' alti possono avere due spiegazioni possibili (non vedendo eventi particolari che possano spiegare un tale incremento):
  1. L'incremento di contagi per la vittoria della coppa europea non e' stato di 0.8% ma di 1.5%: in tal caso la nostra linea rossa andrebbe traslata in alto, diventando piu' compatibile anche con il dati di ieri (vedi grafico ).
  2. Abbiamo superato la soglia critica (che avevamo previsto SOTTO al 2%) ed i contagi sono in rapida salita, per cui occorrerebbero misure rigide immediate.
Sara' il dato del 23/7 (cioe' domani) a dirci qual'e' la verita', perche' nel primo caso i dati dei prossimi giorni rimarranno tutti intorno al 2% (sarebbe il "gradino" dei campionati europei di calcio).
Nel secondo caso invece i contagi continueranno a salire sempre piu' nei prossimi giorni e sarebbe l'inizio della quarta ondata.
Il dato di oggi sembra parlare chiaro: purtroppo la coppa europea di calcio potrebbe esserci costata troppo.
Quell'1.5% di aumento a gradino dei contagi della Coppa ci ha portato troppo vicini alla soglia critica, che si confermerebbe cosi' essere poco sotto al 2%, come da noi previsto a causa della maggiore contagiosita' della variante delta.
Sarebbe allora il momento di chiudere tutto e far scendere la curva sotto all'1.6% (in 20 giorni) ma la mia sarebbe sicuramente ritenuta da tutti un'idea troppo velleitaria (almeno per ora).
Una piccola speranza la riponiamo negli errori gestionali e nella vicinanza al picco (fittizio) del venerdi', che magari potrebbe aver anticipato la sua comparsa ad oggi. Ce lo dira' il dato di domani che attendiamo percio' con molta ansia.

PERCHE' PARLIAMO DI EVENTUALE LOCKDOWN (22 luglio 2021)
Nel caso disgraziato in cui i contagi continuassero a salire sempre piu' nei prossimi giorni (sarebbe l'inizio della quarta ondata) abbiamo usato il termine lockdown per indicare misure rigide di contenimento dei contagi.
Cerchiamo di spiegare perche' le misure devono essere estese e rigide: la caratteristica che rende particolare questa pandemia e' l'esistenza dell' epidemia degli asintomatici. E' questa che fa esistere la soglia critica d'innesco delle ondate epidemiche, autoalimentando essa stessa in modo sempre piu' crescente la propria popolazione di persone infette ed asintomatiche, una piccola frazione delle quali poi, specialmente se immunodepressa, puo' manifestare i sintomi della sindrome Covid-19.
Quando il livello dei contagi e' al 2% (come ora) vuol dire che abbiamo in Italia 1.200.000 persone infette ed asintomatiche, sconosciute e diffuse su tutto il territorio nazionale, che contribuiscono ad autoalimentare la crescita dei contagi.
Sono questi i contagi che dobbiamo ostacolare: sappiamo che possono avvenire ovunque (per cui le misure restrittive devono essere generalizzate e non locali) ma non possiamo sapere come avvengono.
Misure spefifiche di chiusura di attivita' particolarmente sospettate di contribuire piu' di altre alla diffusione dei contagi puo' aiutare. Ma questi asintomatici sono liberi di girare ovunque e contattare chiunque. Per questo abbiamo parlato di lockdown.
Nella malaugurata evenienza di una crescita incontrollata dei contagi, bisogna bloccarli tutti (o quasi) per permettere al numero esistente dei contagiati di poter diminuire per le guarigioni, che avvengono in un mese, cosi' da poter riportare il livello dei contagi sotto alla soglia critica ed interrompere cosi' la crescita incontrollata, perche' allora il numero di nuovi contagi prodotti giornalmente dall' epidemia degli asintomatici risultera' minore del numero di guarigioni, come spiegato in questo LINK.

L'ALTERNATIVA EFFICACE AL LOCKDOWN: IL TRACCIAMENTO. Un'alternativa al lockdown, SE PREPARATA PRIMA, c'e' e sarebbe quella di tracciare tutti gli asintomatici: con la percentuale di positivi al test dello 0.6% (fondo asintomatici) sono dell'ordine di 360.000 e siccome se ne potrebbero identificare con i test attuali in Italia circa 3.000 al giorno, sarebbe possibile identificarne 90.000 in un mese (che e' il loro tempo di turn-over per guarigione).
Cioe' se ne identificherebbero il 25% con il ritmo di test attuale ed il 100% se fosse possibile quadruplicarlo.
Intanto sarebbe gia' un primo passo quello di renderli edotti che possono infettare gli altri; poi sistemi di tracciamento come l'app Immuni potrebbero fare il resto.
In altre parole bisogna disinnescare questa bomba, che e' l' epidemia degli asintomatici , che e' tra noi ed e' sempre pronta a far esplodere una nuova ondata epidemica, quando i contagi arrivano a superare la soglia critica.
Non mi risulta che ora venga fatto ed e' tutto molto semplice da fare, anche in tempi brevi, e puo' essere non solo alternativo al lockdown ma anche piu' efficace di tante onerose chiusure.

CURIOSITA' INTERESSANTE: E' molto interessante notare che questa strategia di contrasto alla pandemia rovescia completamente la visione che tutti hanno del problema: finora gli asintomatici NON sono stati considerati un problema, perche' non creano alcun gravame sulle strutture sanitarie.
Adesso invece gli asintomatici diventano l'obiettivo principale del contrasto alla pandemia, poiche' abbiamo riconosciuto che sono loro, nel loro complesso, la sorgente dei contagi crescenti che segna l'inizio di un'ondata epidemica, che viene alimentata proprio dall' epidemia degli asintomatici , quando il livello percentuale dei contagi supera la soglia critica. (nel link lo dimostriamo).
Quindi ora diventa piu' chiaro quale dev'essere l'obiettivo dei nostri sforzi di contrasto. Riuscire a mantenere basso il livello dei contagi riduce il numero di persone infette e quindi anche la probabilita' di creazione di nuove varianti pericolose.
Questa dev'essere la massima priorita' in assoluto per tutti i Governi nella lotta alla pandemia.

LEZIONE 5: IL MODELLO COMPLETO (22 luglio 2021)
Vai a:   Lezione 4   Lezione 6
Tutto quanto spiegato fin qui' vale per una popolazione chiusa (nel senso che non entrano contagiati dall'esterno), in cui esiste un basso livello di contagi attribuibile all'epidemia degli asintomatici.
In queste condizioni abbiamo dimostrato che esiste un livello soglia dei contagi tale che, se la percentuale dei contagi e' al di sotto della soglia, i nuovi contagi prodotti (che sono proporzionali ai contagi totali) sono meno di quelli che scompaiono per le guarigioni dei contagiati preesistenti (in un mese di tempo) ed il livello dei contagi diminuisce.
Se queste condizioni permangono a lungo (rimanendo sempre sotto la soglia critica) i contagi arriverebbero addirittura a zero e l'epidemia degli asintomatici si estinguerebbe: la guerra contro la pandemia sarebbe allora vinta (fino all'arrivo di altri contagi dall'estero).
Proprio questo e' il punto cruciale: siccome nel 2021 non e' possibile isolare ermeticamente un Paese, e' inevitabile che dall'estero riescano ad entrare in Italia persone infette che portano un incremento dei contagi.
La sommatoria di tutti questi incrementi giornalieri fornisce un apporto addizionale a quello prodotto dall'epidemia degli asintomatici, che e' indipendente dal numero di asintomatici presenti (dipende da altri fattori diversi).
Questo apporto di contagi fa si che il livello di fondo dei contagi non arrivi a zero ma si stabilizzi ad un livello di equilibrio con il numero giornaliero di guarigioni degli asintomatici, in presenza delle misure preventive esistenti in quel momento nelle varie regioni (mascherine, colore delle regioni, coprifuoco, ecc.). I vari parametri, che dipendono dal tipo di virus, saranno quantificabili dai dati delle osservazioni nei prossimi mesi.
Dai dati che abbiamo studiato (quelli del Piemonte) ci risulta che questo livello di equilibrio a luglio 2021 invece di scendere a zero si era stabilizzato intorno allo 0.6% (e' questa la misura dei contagi provenienti da fuori).
Poi il 14/7 (3 giorni dopo i festeggiamenti per la vittoria della coppa europea di calcio) i contagi sono saliti prima di 0.8% fino ad arrivare poi al 2.1% (con un incremento di 1.5%) ad oggi. Questo e' un esempio di incremento non dall'estero ma endemico. Questo tipo di incrementi potrebbe essere controllato in qualche modo, mentre e' molto piu' difficile controllare gli incrementi provenienti dall'estero, che potrebbero portare anche ad un superamento della soglia critica con innesco della quarta ondata.
Il modello che descrive il funzionamento della pandemia e' ora completo e facile da comprendere (era l'obiettivo che ci eravamo proposti di raggiungere con questo lavoro: c'e' voluto un anno di esperienza ma e' stato un anno speso bene perche' il problema e' importante).
Gli organi di governo possono ora farne un uso appropriato ed ottimale per una migliore azione di contrasto alla pandemia.
Per esempio, la decisione di pilotare gli eventuali interventi restrittivi con i dati dei ricoveri ospedalieri, che sono ritardati di almeno una settimana rispetto al momento del contagio, e' una scelta sicuramente non corretta, perche' lascia troppo tempo all'eventuale nuova ondata nascente per svilupparsi.
E' cosi' possibile percio', secondo noi, mantenere questo nostro indesiderato compagno di viaggio, che e' l'epidemia degli asintomatici, ad un livello sufficientemente basso da rimanere per tutta l'estate sotto la soglia critica, risparmiando cosi' all'Italia gli enormi costi umani ed economici di una quarta tragica ondata proprio durante le vacanze estive.

COMMENTO AL DATO DI MERCOLEDI' (21 luglio 2021)
Il dato dei contagi cosi' alto puo' avere due spiegazioni possibili (non vedendo eventi particolari che possano spiegare un tale incremento:
  1. L'incremento di contagi per la vittoria della coppa europea non e' stato di 0.8% ma di 1.5%: in tal caso la nostra linea rossa andrebbe traslata in alto, diventando piu' compatibile anche con il dati di ieri (vedi grafico ).
  2. Abbiamo superato la soglia critica (che avevamo previsto SOTTO al 2%) ed i contagi sono in rapida salita, per cui occorrerebbero misure rigide immediate.
Sara' il dato di domani a dirci qual'e' la verita' perche' nel primo caso i dati dei prossimi giorni rimarranno tutti intorno al 2% (sarebbe il "gradino" dei campionati europei di calcio).
Nel secondo caso invece i contagi continueranno a salire sempre piu' nei prossimi giorni e sarebbe l'inizio della quarta ondata.
L'unico modo per impedirla sarebbe un lockdown IMMEDIATO di almeno una settimana, che arresterebbe la crescita e mostrerebbe poi la lenta discesa dei contagi (per il tempo di guarigione di un mese). Si dovrebbe allora mantenere il lockdown finche' nella sua discesa il livello dei contagi non scende sotto alla soglia critica (cioe' sotto a 1.8% circa). Poi si potrebbero allentare gradualmente le restrizioni, monitorando il livello dei contagi perche' non risalga.
In questo malaugurato caso la salita nei prossimi giorni sarebbe rapida (come quella delle ondate precedenti) e quindi piu' giorni si lasciano passare (temporeggiando) prima di iniziare il lockdown e piu' il lockdown dovra' poi durare per ottenere la discesa dei contagi sotto la soglia critica (dato che parte da un valore piu' alto).
Finche' il livello dei contagi e' sopra la soglia critica la crescita esponenziale dei contagi NON SI FERMA PIU' (senza lockdown).
Se c'e' un modo per impedire la quarta ondata, VA PERSEGUITO A TUTTI I COSTI.

LA TRAGEDIA INCOMBENTE NEL REGNO UNITO (21 luglio 2021)
Nel Regno Unito, dopo il fredom-day, sono messi molto male per questi motivi:
  1. Ormai dopo i recenti provvedimenti la soglia critica e' stata superata e la quarta ondata si e' innescata.
  2. Se e' vero che il 40% dei ricoveri e' attualmente di persone vaccinate significa che le vaccinazioni con Astrazeneca (con una dose?) non sono sufficientemente efficaci contro la variante delta (nel Regno Unito hanno usato in modo quasi esclusivo questo solo vaccino). Quindi la loro gente non puo' contare su una copertura vaccinale adeguata.
  3. Il picco della quarta ondata sara' piu' alto delle ondate precedenti anche perche' la variante delta e' piu' contagiosa e questo favorisce una maggiore diffusione del virus.
  4. Ormai per loro tutte le restrizioni servirebbero a poco a meno che non consistano in un lockdown generale cosi' lungo da riportare il livello dei contagi sotto la soglia critica. Pero' risulterebbe molto difficile riuscire in questo intento, in quanto il livello dei contagi scende molto lentamente (in tempi di un mese) e la decisione del lockdown potrebbe essere efficace se presa con la necessaria prontezza, quando il livello dei contagi e' ancora basso.
    In Australia (da loro e' inverno) meta' della popolazione ora e' in lockdown ma non otterranno niente, perche' appena terminato il lockdown, la crescita dei contagi riprendera' a salire esattamente da dove era stata interrotta. Il risultato sara' un'ondata di durata maggiore e decessi aumentati (e nessuno sembra capirlo).
  5. Siccome un'ondata, una volta partita si ferma solo quando la crescita del numero di persone immunizzate perche' infettate e' sufficientemente alto, paradossalmente conviene lasciar correre i contagi senza adottare alcuna restrizione, perche' cosi' finisce prima ed i danni possono essere minori. E' certo pero' che il sistema sanitario e le strutture ospedaliere potrebbero non reggere un carico di lavoro cosi' straordinario.
Non ci resta che aspettare e sperare che tutto questo non accada.

L'INGANNO TRAGICO (A CUI TUTTI PURTROPPO ABBOCCANO) (21 luglio 2021)
Piu' ci penso e piu' rimango sconcertato: questo coronavirus e' cosi' subdolo che nasconde il suo punto vulnerabile proprio nei livelli molto bassi dei contagi, laddove la gente pensa di potersi comportare con maggiore liberta' e rilasciare le varie restrizioni cosi' da consentire la produzione di nuovi contagi, perche' sembra che la pandemia non ci sia (e' questo l'inganno).
Cosi' il livello dei contagi, nell'inconsapevolezza generale, arriva facilmente a superare stabilmente la soglia critica (da noi prevista poco sotto al 2% per la variante delta) e parte una nuova ondata in modo praticamente inarrestabile.
Questo ruolo fondamentale della soglia critica nello sviluppo di una nuova ondata non e' un'ipotesi ma e' certo e non opinabile: e' ben spiegato nel LINK e tutti gli studiosi devono metabolizzare questa importantissima informazione: ne va del bene comune.
E' cosi' che gli altri Paesi europei stanno entrando attualmente nella quarta ondata, malgrado la temperatura estiva. Tra l'altro nel Regno Unito il 40% dei nuovi ricoverati sono persone vaccinate (con Astrazeneca).
Eppure incredibilmente basterebbe saperlo per poter ridurre moltissimo i rischi.
Speriamo che l'Italia non cada anche lei in questo tranello. Per ora sembra che mentre i contagi stanno salendo le Autorita' prima di intervenire aspettano che i contagiati arrivino in terapia intensiva (ma bastano pochi giorni perche' i contagi superino stabilmente la soglia critica ). Quindi questo e' un errore clamoroso.
Inoltre abbiamo sentito membri del Governo dichiarare che "tanto i contagi saliranno".
Neanche per sogno: non hanno capito niente. I contagi salgono solo se qualcuno produce nuovi contagi. Altrimenti i contagi tendono a diminuire per guarigione dei contagiati, in un mese di tempo.
Se i contagi salgono a parita' di temperatura e tipo di virus, la colpa e' degli uomini e le Autorita' sono preposte ad adottare tutti i presidi, perche' questo non accada. Dev'essere ben chiaro.
I Paesi che non riescono a bloccare l'innesco dell'ondata adesso che e' estate, saranno certamente devastati dalla pandemia nel periodo invernale: l'Australia che ora ha meta' della popolazione in lockdown ne e' un esempio.
Basta poco e tocca soprattutto agli italiani rispettare rigorosamente tutte le regole: dev'essere una disciplina come quella di dover tenere tutte le luci spente durante i bombardamenti notturni. Se qualcuno viola le regole dobbiamo reagire tutti perche' siamo tutti nella stessa barca che non deve affondare.
Ora sappiamo quali sono le regole da rispettare: si facciano rispettare (i consensi elettorali verranno dopo, a premiare una buona gestione della pandemia).

COMMENTO AL DATO DI MARTEDI' (20 luglio 2021)
1.7% di contagi sono tanti, ma sono poco sopra la linea rossa nel grafico.
In realta' meta' di questi contagi sono stati prodotti in un solo giorno: quello dopo la finale della coppa europea di calcio e dureranno per altri 20 giorni, che e' il tempo di quarigione delle persone che si sono infettate allora!
Tutti i livelli piu' alti dell'1% di questi giorni non annunciano l'arrivo della quarta ondata ma piu' bonariamente l'arrivo in Italia della coppa europea di calcio.
Tranquilli italiani, potete andare in vacanza sereni perche', se non farete altre cavolate, tra 20 giorni i contagi saranno scesi spontaneamente a 0.6% (i decessi in piu' invece ce li dovremo tenere).

ANDAMENTO DEI CONTAGI (20 luglio 2021)
L'andamento temporale dei contagi e' rappresentato dalla linea rossa nel grafico.
Vi si possono notare 3 discontinuita' che sono sempre dipendenti da immissioni di nuovi contagi.
La piu' recente e' quella dovuta all'incremento di +0.8% una-tantum di contagi extra prodotti nei bagni di folla conseguenti alla vittoria della nazionale italiana di calcio della coppa europea.
In questi casi in cui l'immissione di nuovi contagi non e' ripetitiva ma concentrata nel tempo abbiamo detto che l'effetto atteso sulla curva dei contagi e' un incremento "a gradino", che poi decade scomparendo in un mese di tempo (per guarigione degli infettati) e la curva ritorna al livello originario (attualmente 0.6%) che e' determinato dall'equilibrio che s'instaura nell' epidemia degli asintomatici tra i nuovi contagi che gli asintomatici producono e quelli che scompaioni per gli asintomatici che guariscono (in un mese circa dal contagio).
Avevamo gia' avuto un paio di mesi fa un incremento a gradino , indicato dalla linea rossa e ben visibile a sinistra nel grafico in occasione delle riaperture delle varie attivita' al termine della terza ondata.
L'altro incremento a gradino si vede 3 settimane dopo.
Entrambi questi incremento a gradino li abbiamo evidenziati graficamente lasciando indicato con una linea tratteggiata rossa quale sarebbe stato l'andamento senza l'immissione dei nuovi contagi: cosi' si puo'valutarne meglio l'effetto, che e' sempre quello di procrastinare nel tempo la discesa dei contagi verso il livello di equilibrio dell' epidemia degli asintomatici.
In fondo a destra nel grafico abbiamo indicato tentativamente la previsione dell'andamento futuro prossimo della curva dei contagi dopo l'incremento a gradino della coppa europea di calcio, tenendo conto del decadimento esponenziale in un mese di tempo del gradino prodotto per la vittoria nei campionati di calcio e risultato visibile nei tamponi e nel grafico tre giorni dopo la partita.

COSA SI DEVE FARE: Non si deve mai permettere che il livello dei contagi salga troppo sopra al 0.6% altrimenti rischiamo di avvicinarci troppo alla soglia critica della quarta ondata (che dovrebbe essere di poco inferiore al 2%).
Se malauguratamente dovesse salire stabilmente sopra all'1.5% per non correre rischi servono subito misure restrittive tanto piu' severe quanto piu' siamo vicini alla soglia critica (la zona gialla rischia di fargli solo il solletico) per garantire che i contagi non salgano ulteriormente.
Siccome i contagi scendono verso il 0.6% molto lentamente (in un mese) per farli scendere significativamente i tempi necessari sono di almeno un paio di settimane e questa dovrebbe essere quindi la durata delle restrizioni severe.
L'ignoranza del funzionamento di questa pandemia, da noi ben spiegato, induce i vari governanti a sottovalutare questi livelli di contagi (bassi) ed e' proprio per questo che ora quasi tutti gli altri Paesi europei stanno entrando, in modo ormai irreversibile, nella quarta ondata, purtroppo per loro.
E' piu' che evidente l'importanza di evitare comportamenti collettivi che producono nuovi contagi anche quando il livello dei contagi e' molto basso, perche' anche la soglia d'innesco della quarta ondata e' bassa.
Per questo la politica deve responsabilmente resistere alla tentazione di guadagnare consensi, venendo incontro al desiderio di liberta' del popolo.
Il consenso verra' dopo, quando si sara' evitata la quarta ondata, permettendo a tutti di godersi serenamente le vacanze estive.

GESTIONE DELLA PANDEMIA SU SCALA NAZIONALE (20 luglio 2021)
Dopo aver compreso il funzionamento della pandemia Covid-19 su una popolazione omogenea vediamo di calare il modello sulla realta' di un Paese come l'Italia, fatta di 20 regioni diverse.
La popolazione italiana puo' essere considerata come l'insieme di 20 popolazioni regionali, ognuna caratterizzata da una sua temperatura media (piu' calda al sud) e da una sua percentuale di vaccinati. Quindi le soglie critiche per l'innesco della quarta ondata possono essere un po' diverse regione per regione.
Il nostro modello (che in realta' piu' che un modello e' una deduzione logica dai dati, perche' non fa uso di ipotesi soggettive o congetture), che descrive le modalita' di nascita eventuale di una quarta ondata, rimane valido e le prescrizioni che ne derivano vanno rispettate in ogni regione.
Un punto debole dell'organizzazione generale potrebbe manifestarsi in una particolare regione, in cui la disciplina per il contenimento dei contagi e' piu' carente.
Questa situazione eventuale potrebbe far iniziare la quarta ondata in quella regione ma il sistema di monitoraggio dei contagi e' in grado di rilevare il pericolo entro 3 giorni (come abbiamo dimostrato con l'incremento a gradino per la coppa europea di calcio) e quindi in tempo utile per confinare i focolai o addirittura tutta la regione in un lockdown che, durando almeno un paio di settimane, e' in grado di contenere la diffusione dei contagi al di fuori della regione coinvolta.
In altre parole ogni regione e la sua popolazione sono responsabili delle loro azioni, dovendone poi accettare le conseguenze su scala locale. Ma l'integrita' sanitaria globale del Paese puo' essere cosi' sempre mantenuta.
Cio' sara' vero, purche' i nostri scienziati ed in particolare il C.T.S. riescano a mettere in piedi rapidamente un piano d'intervento adeguato, come indicato in questo lavoro, altrimenti faremo la fine dei francesi, che hanno gia' la quarta ondata in casa.
Non e' vero che tanto prima o poi la quarta ondata verra' anche da noi, perche' ora NOI sappiamo come poter gestire questa pandemia (nel modo qui' indicato) e cosi' possiamo evitarla.
Se il Governo riuscisse a fare quello che dovrebbe fare e gli italiani lo sapessero, acquisirebbero fiducia e non cancellerebbero piu' le prenotazioni per le vacanze, come stanno facendo ora. Anche la fiducia serve a rimettere in moto l'economia.

COMMENTO AL DATO DI LUNEDI' (19 luglio 2021)
Come da noi previsto il dato di ieri (domenica) era errato per ragioni connesse alla minore disponibilita' di personale durante le festivita' del fine settimana (era gia' successo altre volte, tra cui la domenica precedente 11/7). Ignoriamo quindi il dato di ieri (2.1%).
Il dato dei contagi di oggi in Piemonte e' perfettamente coerente con l'andamento a gradino lentamente discendente dei contagi a conferma che l'incremento di contagi dovuto ai bagni di folla per la vittoria ai campionati europei di calcio NON HA SUPERATO la soglia critica (da noi prevista poco sotto al 2%).
Questa coerenza del dato di oggi e' dimostrato anche dal fatto che si colloca esattamente sulla linea rossa da noi interpolata nel grafico dei contagi con una leggera pendenza in decrescita, per azzerare l'incremento del calcio in un mese di tempo.
E' percio' tutto confermato quello che abbiamo scritto nei giorni scorsi.
Il funzionamento della pandemia e' percio' perfettamente compreso e puo' essere descritto in sintesi cosi':
  1. Il livello dei contagi in Piemonte fino al 13/7 stava rimanendo stazionario al 0.6%, che e' il fondo prodotto dall'epidemia degli asintomatici con la variante delta, a queste temperature e con questa percentuale di immunizzati.
  2. Poi e' accaduto un evento importante: la finale dei campionati europei di calcio, che e' un evento singolo (non ripetitivo) accaduto l'11/7 ed i contagi sono stati incrementati tre giorni dopo (tempo d'incubazione) di +0.8% e la percentuale dei contagi ha subito cosi' un incremento "a gradino" da 0.6% ad 1.4% da allora in poi, come mostrato dalla linea rossa nel grafico.
  3. Poiche' non si e' superata la soglia critica i contagi non sono saliti ulteriormente ma hanno cominciato a diminuire lentamente per le guarigioni degli infettati nei bagni di folla e cosi' dopo un mese i contagi torneranno al livello di fondo costante di 0.6%, che e' dovuto all' epidemia degli asintomatici.
    Se la popolazione nel frattempo fara' altre cavolate, ci potranno essere altre ulteriori immissioni di nuovi contagi che farebbero salire la curva ma non sara' nulla di irrecuperabile purche' NON SI SUPERI la soglia critica altrimenti SAREMO PERDUTI: non ci salverebbe piu' nessuno dalla quarta ondata proprio in agosto, nel bel mezzo delle vacanze estive!
  4. Se iniziasse la quarta ondata, tutte le restrizioni servirebbero a poco almeno che non consistano in un lockdown generale cosi' lungo da riportare il livello dei contagi sotto la soglia critica. Pero' risulterebbe molto difficile riuscire in questo intento, in quanto il livello dei contagi scenderebbe molto lentamente (in tempi di un mese) e la decisione del lockdown non potrebbe essere presa con la necessaria prontezza, quando il livello dei contagi e' ancora basso.
  5. Se invece noi italiani saremo cosi' bravi da non immettere altri nuovi contagi, mantenendo sempre il livello dei contagi sotto la soglia critica, i virus faranno il loro mestiere, facendo scendere lentamente i contagi fino al livello di 0.6% che rimarra' tale fino alla fine di settembre ed avremo scampato alla quarta ondata (forse da soli in Europa).
  6. Poi pero' arrivera' il freddo autunnale che avra' l'effetto di abbassare, ed anche di molto, la soglia critica. Come si potra' allora riuscire a battere i virus, lasciando ancora fuori dai nostri confini la quarta ondata (mentre gli altri Paesi staranno gia' combattendo con la quinta ondata)? Dovremo usare l'unico strumento che ci puo' permettere di innalzare la soglia per compensare l'abbassamento: un'alta percentuale di vaccinati (superiore all'80%), che riduce al virus le occasioni d'infettare.
  7. Un'ulteriore riduzione delle occasioni d'infettare si potra' anche e soprattutto ottenere con l'arma piu' efficace: la collaborazione efficiente di una popolazione intelligente e scrupolosa nel rispetto delle norme di prevenzione. Con quest'arma funzionante si potrebbe abbassare la soglia critica cosi' tanto da riuscire ad evitare la quarta ondata addirittura anche nel periodo invernale, quando gli altri Paesi potrebbero essere alla sesta o settima ondata!
  8. Avendo tutte queste armi in funzione si abbassa, oltre alla soglia critica, anche il livello del fondo di contagi dell'epidemia degli asintomatici, che probabilmente sotto ad un'altra soglia inferiore, potrebbe estinguersi e rendere l'Italia Cofid-free. Questa per ora e' solo fantascienza ma serve a far capire come si puo' e si deve governare questa pandemia e non andargli a rimorchio.
Questa e' una guerra e per combatterla al meglio bisogna conoscere prima cosa fa il nemico: queste informazioni da noi fornite costituiscono la nostra "intelligence".
Credo che sia abbastanza chiaro tutto quello che stiamo spiegando: chi di dovere faccia un buon uso di queste informazioni e ne trarremo beneficio tutti.
Ora siamo in un momento cruciale: se si sbaglia (per esempio basando gli interventi sulla base di un dato ritardato come quello delle ospedalizzazioni quando la prontezza degli interventi e' d'importanza vitale), la quarta ondata e' dietro l'angolo. Ora siamo messi meglio di tutti: non dobbiamo assolutamente perdere questo nostro primato.

COMMENTO AL DATO DI DOMENICA (18 luglio 2021)
Anche la domenica precedente 11/7 il dato risultava stranamente ed indebitamente raddoppiato.
In entrambi i casi abbiamo messo un punto interrogativo riservandoci di attendere il dato del giorno seguente per commentare.
Crediamo che ci siano errori di carattere gestionale dei dati e non strumentali o statistici.
Non e' possibile che in condizioni ordinarie il numero di persone contagiate possa "schizzare" da 1.1% a 2.1%. L'1% di contagiati in piu' su una popolazione di 60 milioni di abitanti sono 600.000 infezioni in piu' in un solo giorno.
Anche se togliamo il 50% di vaccinati sono sempre 300.000 in un solo giorno: sono troppi!

LE ONDATE DELLA PANDEMIA (18 luglio 2021)
L'incremento dei contagi "a gradino" di 0.8% (da 0.6% a 1.4%), creato dai festeggiamenti per la recente vittoria della nazionale di calcio, durera' un mese (tempo di guarigione degli infettati asintomatici), quindi la percentuale di contagi che ora e' all'1.4% tra 15 giorni sara' all'1% e tra 30 giorni sara' tornato a 0.6%.
Quindi, siccome ora e' imperativo non rischiare di salire ulteriormente perche' la soglia critica dovrebbe essere poco sotto al 2%, ora dev'essere il momento della massima attenzione a non produrre ulteriori contagi.
Il meccanismo a SOGLIA e' come una bomba: se il livello dei contagi supera la soglia critica la crescita dei contagi esplode e diventa incontrollabile altrimenti si vive tranquilli, solo con qualche piccola restrizione intorno agli eventuali focolai localizzati.
In particolare nel caso del Piemonte, ora che i contagi sono saliti all'1.4%, se si riesce a NON produrre ulteriori contagi significativi non dovrebbero essere necessarie restrizioni, perche' vorrebbe dire che sta funzionando l'arma migliore che e' la consapevolezza popolare del pericolo, con i conseguenti comportamenti prudenziali (il popolo ha capito la situazione reale). Allora basta aspettare senza far niente e l'1.4% calera' in un mese fino a 0.6% (fondo degli asintomatici). Gli incrementi dei contagi del calcio saranno allora tutti svaniti (la Coppa no!), perche' i contagiati saranno tutti guariti.
Ovviamente, essendo tra poco circondati da Paesi in piena quarta ondata, le Autorita' italiane dovranno prestare la massima attenzione a chiudere quanto piu' ermeticamente possibile l'importazione di virus.
Auspichiamo vivamente che il know-how sul funzionamento di questa pandemia, che abbiamo acquisito in questo lavoro, raggiunga rapidamente oltre che gli esperti italiani anche quelli degli altri Paesi che evidentemente ancora non ce l'hanno, perche' potrebbero essere d'importanza vitale, soprattutto le informazioni relative alla soglia critica che innesca la crescita esponenziale inarrestabile (perche' tanto piu' alto e' il livello, quanto piu' aumenta la velocita' di crescita) dei contagi, per evitare molte migliaia di decessi, oltre ai costi economici enormi.

UN PESSIMO SERVIZIO FATTO DA QUESTI ALTRI PAESI:
Dopo essersi dimostrati incapaci di impedire l'espansione dei contagi di oggi, molti governanti di Paesi nostri vicini sicuramente penseranno di poter contenere con restrizioni l'eccessiva diffusione dei contagi. Altro errore.
C'e' all'estero perfino chi proclama oggi il freedom day dai virus: sarebbe comico se non fosse tragico, purtroppo: in realta' potrebbe essere un modo semplice ed economico con cui un governo, senza dirlo, potrebbe tendere cinicamente ad immunizzare la sua popolazione (quella che sopravvive), sacrificando l'estate, in cui si dovrebbe pagare un costo sanitario ed economico inferiore che non in autunno.
Ci sembra di tornare alle dichiarazioni che ha fatto in TV un anno fa il premier Johnson sull'"immunita' di gregge"; solo che ora, se fosse vero, sarebbe un azzardo fatto in maniera immorale e subdola, spacciando la decisione come una liberalizzazione, gradita al popolo, ignaro di tutto e contento, perche' crede in gran parte che la pandemia sia finita (poveracci!).
Se fosse cosi', sarebbe una scelta scellerata, oltre che nociva a tutta l'Europa per l'incentivazione che produrrebbe nella proliferazione virale e nella conseguente creazione di nuove mutazioni e varianti, che potrebbero essere ancora piu' letali. Sarebbe un'assurdita', un comportamento che andrebbe stigmatizzato da tutti e non da passare sotto silenzio!
C'e' un altro pessimo servizio che questi Paesi esteri stanno facendo all'Umanita' intera, lasciando che la pandemia dilaghi (anche se spesso per incompetenza).
Quello che dovrebbe essere l'obiettivo dei laboratori di guerra batteriologica del mondo (tra cui sembra che ci sia anche quello di Wuhan) e' quello di provare a creare tante mutazioni del virus per selezionare quella piu' micidiale, che sara' anche quella piu' contagiosa: e' esattamente quello che sta facendo ora la pandemia in questo laboratorio allargato su scala planetaria che e' il pianeta Terra.
Sicuramente verra' selezionata in tempi brevi, mai raggiungibili in laboratorio, la variante piu' micidiale di tutte, con la soglia critica bassissima, resistente ai danni da temperatura esterna e capace di eludere quasi tutte le difese immunitarie.
"Selezionata" vuol dire che sara' il virus prevalente nella successione di ondate dal momento della sua creazione in poi.
Non e' un bello scenario e non puo' proprio essere preso alla leggera, ma che facciamo? Mettiamo la testa nel buco come gli struzzi?

LE RESTRIZIONI SONO UTILI PER CONTENERE L'ONDATA ?
Una volta superata la soglia critica e partita la crescita esponenziale (tanto piu' alto e' il livello, quanto piu' aumenta la velocita' di crescita) non c'e' piu' niente da fare.
Neanche le piu' rigide zone rosse servono, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, perche' il solo risultato che possono ottenere e' quello di bloccare, per la durata delle restrizioni, la crescita dei contagi ma senza poterli riportare sotto la soglia critica , poiche' impediscono la creazione di nuove infezioni ma non possono guarire le persone infettate prima delle restrizioni, che restano inevitabilmente infette per un mese, mantenendo il livello dei contagi alto, sopra la soglia critica.
Quindi ogni restrizione, che non sia un lockdown lungo piu' di un mese, sortisce il solo effetto di appiattire la curva dei contagi per la durata delle restrizioni. Ma appena le restrizioni terminano la curva dei contagi riprende inesorabilmente a salire (perche' e' sopra la soglia critica ) e l'unico effetto prodotto dalle restrizioni e' alla fine quello di aver allargato nel tempo il picco dell'ondata, senza ridurne l'ampiezza.
Conseguentemente durando piu' a lungo il picco epidemico il numero dei decessi aumenta.
In altre parole appena la crescita esponenziale e' partita, l'unico modo di arrestarla e' con restrizioni molto rigide che durino quanto occorre per riportare il livello dei contagi (che diminuisce lentamente in un mese), sotto la soglia critica. E ci si puo' riuscire ma solo se le restrizioni sono tempestive, cioe' prese quando la crescita esponenziale e' all'inizio ed e' ancora possibile tornare indietro, sotto la soglia critica (ma in un mese di tempo).
Solo cosi' la crescita esponenziale puo' essere arrestata definitivamente. E' tutto chiaro?

L'INNESCO DELL'ONDATA: Altrimenti se il livello dei contagi rimane sopra la soglia critica l'effetto delle restrizioni non puo' che essere una sospensione temporanea della crescita dei contagi, che risulta anche nociva perche' allunga nel tempo la durata dell'ondata.
Tutto cio' fa capire l'importanza estrema di non arrivare mai con i contagi a quella fatidica soglia critica (che secondo noi dovrebbe essere di poco inferiore al 2% per la variante delta, quindi piuttosto vicina all'1.4% attuale) che fa partire l'autoalimentazione dell' epidemia degli asintomatici. e la conseguente crescita esponenziale dei contagi.
Se ci si dovesse arrivare a quel punto NON SI FERMA PIU', perche' l'apporto continuo di nuovi contagi oltre il tollerabile (della soglia) che viene dall'epidemia degli asintomatici puo' essere arrestato (temporaneamente) solo con un lockdown generale (non potendo isolare gli asintomatici che sono tantissimi).
Per bloccare stabilmente la crescita esponenziale bisognerebbe poi attendere che il livello dei contagi, che cala molto lentamente (in un mese) per le guarigioni degli infettati, torni sotto al livello della soglia critica (mantenendo sempre il lockdown generale).
E' chiaro che sarebbe un bel casino ma basta non superare mai la soglia critica per evitarlo!

LA FINE DI UN'ONDATA: La crescita esponenziale dei contagi non continua fino ad infettare tutta la popolazione perche', siccome le persone infettate diventano immunizzate, i virus vedono ridursi il numero di persone infettabili e questo riduce la loro contagiosita' (secondo la nostra definizione) cioe' la loro capacita' di infettare.
Il risultato della diminuzione del numero di persone infettabili riduce la crescita dei contagi fino ad essere inferiore alla diminuzione di persone infette per guarigione ed allora la curva dei contagi raggiunge il picco massimo e poi comincia a calare, fino a raggiungere il nuovo livello di fondo dell' epidemia degli asintomatici che ora e' piu' elevato perche' e' aumentato il numero degli asintomatici, alimentato dal picco dell'ondata.
Questo livello del fondo degli asintomatici si abbassa lentamente in un mese di tempo finche' tutti gli asintomatici prodotti dall'ondata sono guariti. Poi raggiunge il suo nuovo livello di equilibrio stabile in quelle condizioni di temperatura, percentuali di immunizzati, tipo di virus, ecc.
E questa e' la storia completa di cosa accade se si permette al livello dei contagi di superare la soglia critica. Meglio fare di tutto perche' non accada mai.
L'inizio di un'ondata non e' un evento ineluttabile. Ora accade in quei Paesi in cui le Autorita' aspettano gli eventi invece di governarli, perche' "e' un virus nuovo", poco conosciuto.
Invece noi crediamo che ormai sia ben conosciuto nei suoi meccanismi di funzionamento, come li abbiamo descritti in questo lavoro. Sono semplici da capire perche' i virus, poveracci, sanno fare una sola cosa: infettare e replicarsi.
Quindi una volta capito come funziona la pandemia le Autorita' possono essere in grado di adottare i provvedimenti piu' idonei a governarla anziche' subirla (ora non ci sembra sia cosi', neanche in Italia).
E' questo il funzionamento della pandemia ed a me sembra abbastanza facile da capire.

PERICOLO SCAMPATO: MENO MALE ! (17 luglio 2021)
Ci e' andata bene. Il dato di ieri era solo dovuto al picco (fittizio) del venerdi'.
E' andata due volte bene, perche' le procedure che le Autorita' italiane stanno partorendo (ricoveri prevalenti sui contagi, restrizioni con zone gialle, ecc.) sono totalmente inadeguate e talora addirittura errate per gestire l'inizio di una nuova ondata epidemica (che a settembre sara' difficile evitare, ma si potra' ridurre, intervenendo prontamente).
Questo non sembra essere un problema solo italiano. Crediamo che la quarta ondata, ormai partita in tutti i Paesi presenti nel grafico (Italia esclusa), sia potuta partire proprio perche' l'ignoranza del meccanismo a soglia di avvio della pandemia non ha fatto assumere le necessarie precauzioni, quando le percentuali dei contagi hanno superato l'1.5% ("tanto e' un livello basso").
Se si avesse avuto coscienza del pericolo incombente cosi' vicino (la soglia per la variante delta sembra essere poco sotto al 2%), crediamo che le cose sarebbero andate diversamente e molte migliaia di europei sarebbero scampati ad una fine tragica, ormai imminente.
Se tra i nostri lettori ci fossero persone che hanno accesso al CTS, raccomandiamo vivamente di diffondere le informazioni sul funzionamento di questa pandemia, che abbiamo acquisito in questo lavoro, perche' potrebbero essere d'importanza vitale, soprattutto quelle relative alla soglia d'innesco della crescita esponenziale dei contagi (si tratta di evitare migliaia di decessi, oltre a costi economici enormi).
Il livello dei contagi ora torna al livello quasi (calera' in un mese) costante del gradino all'1.4%, malauguratamente prodotto dai festeggiamenti per la vittoria nel campionato europeo di calcio.
Pero' ora basta festeggiamenti, mi raccomando!
Dobbiamo permettere che questi contagi tornino a 0.6% in un mese, senza sommarci mai altri incrementi (neanche per le Olimpiadi o nelle vacanze).
Cosi' l'Italia potra' conservare il primato visibile in figura e noi potremo passare tutta l'estate senza restrizioni, godendoci serenamente le vacanze e facendo risalire finalmente questo nostro PIL cosi' depresso. TUTTO CIO' E' POSSIBILE!
L'Italia deve vincere le sue battaglia non solo nel calcio ma anche nella pandemia dev'essere piu' efficiente di molti altri Paesi (com'e' riuscita ad essere nell'ultimo mese).
Tanti turisti vorranno venire in Italia ma attenzione: dobbiamo importare valuta pregiata e non virus (vista la situazione ). Sta alle Autorita' agire da filtro efficiente. Speriamo che ci riescano.
Dai che ce la facciamo, ma occhio ai virus che sono sempre in agguato: un'infezione e' sempre nociva anche se asintomatica.

SIAMO NEI GUAI ? (16 luglio 2021)
Il dato di oggi potrebbe essere preoccupante perche' sale troppo; i test sono stati fatti con una buona statistica (l'errore stimato e' solo del 9%) e risultando decisamente piu' alto dei dati dei due giorni precedenti, che annunciavano la salita "a gradino" della curva dei contagi per i bagni di folla del calcio, potrebbe non essere compatibile con l'andamento "a gradino" della curva.
L'incremento di +0.5% rispetto al gradino potrebbe essere dovuto all'innesco dell'autoalimentazione della crescita esponenziale da parte dell'epidemia degli asintomatici. Ma allora la crescita divergerebbe senza IMMEDIATI interventi MOLTO RESTRITTIVI (zona rossa nazionale, se come sembra anche le altre regioni presentano dati come questi del Piemonte).
Altrimenti potremmo finire con una curva dei contagi come quelle degli altri Paesi europei mostrate nella figura che segue (i Paesi Bassi hanno visto quintuplicarsi i contagi in soli 5 giorni, per questo bisognerebbe iniziare subito con una zona rossa nazionale, magari per pochi giorni, per poi allentare le restrizioni gradualmente per la durata di un mese).
Ci rimane pero' una speranza: che l'incremento di +0.5% sia dovuto al consueto "picco del venerdi'".
Questo lo sapremo domani (incrociamo le dita):
  • se il dato di domani cala, va ancora tutto bene perche' si tratta solo del picco del venerdi';
  • se invece il dato di domani dovesse aumentare ancora di +0.5% o piu', allora non ci sarebbero piu' dubbi: si tratterebbe del tentativo d'inizio della quarta ondata da parte dei virus: crescita come negli altri Paesi in figura.
Si puo' ancora tentare di bloccare la crescita esponenziale se vengono adottate immediatamente restrizioni sufficientemente rigide da bloccare la crescita. Ma piu' tempo passa piu' i virus si moltiplicano e diventa sempre piu' difficile arrestare la crescita dei contagi.
Staremo a vedere. L'evoluzione di questo fenomeno e' ormai ben conosciuta e comprensibile a tutti.
L'eventuale inizio di una quarta ondata non e' assolutamente un evento ineluttabile, perche' gia' avvenuto in altri Paesi, ma solo la conseguenza di una gestione inefficiente della prevenzione, come si puo' chiaramente evincere da vari nostri commenti.
DENUNCIA: Comunque secondo noi i contagi al 0.6%, mantenuti per quasi un mese prima dell'evento calcistico, era un patrimonio prezioso da custodire gelosamente e non da gettare alle ortiche per un evento calcistico, per quanto molto importante.
Ricordiamoci bene di cosa stiamo parlando: con una nuova ondata potremmo tornare ai 200 decessi al giorno (per oltre un mese, cioe' il costo umano di due catastrofi delle torri gemelle, per non parlare dei danni economici), di persone che altrimenti si godrebbero molti altri anni di vita nelle loro famiglie.
Forse ora che gli anziani sono tutti vaccinati i decessi potrebbero essere di meno. Infatti l'eta' media dei ricoveri attualmente sembra che sia scesa addirittura sotto i 30 anni: non crediamo che la variante delta preferisca infettare i giovani ma semplicemente che ora i giovani, primi contraenti dell'infezione molto spesso asintomatica, non la passano piu' ai famigliari anziani perche' ora sono stati vaccinati, buon per loro.
Non si puo' essere cosi' irresponsabili. La pandemia non e' finita e la guerra deve continuare con l'impegno di TUTTI.

LEZIONE 4: IL FONDAMENTALE FUNZIONAMENTO A SOGLIA DI QUESTA PANDEMIA (16 luglio 2021)
Vai a:   Lezione 3   Lezione 5
E' importante capire come funziona il meccanismo a SOGLIA che e' fondamentale, perche' GOVERNA L'INIZIO DI TUTTE LE ONDATE di questa pandemia, che ha la caratteristica di tendere a rimanere dormiente in estate sotto forma di epidemia degli asintomatici.
In condizioni normali esiste un fondo di asintomatici che puo' aumentare di livello in seguito ad immissioni di nuovi contagi che in genere poi decadono e scompaiono con i tempi di guarigione dell'infezione (un mese).
Il livello dei contagi allora e' variabile perche' puo' aumentare e diminuire ma senza mai scendere stabilmente sotto al livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici.
Abbiamo pero' dimostrato (quindi non e' opinabile, non si tratta di una congettura) che esiste una SOGLIA CRITICA superiore tale che, se il livello dei contagi la supera, allora l'epidemia degli asintomatici diventa in grado di autoalimentarsi con un'intensita' di crescita dei contagi che supera la diminuzione spontanea dei contagi per guarigione degli infetti (che sono i positivi al test).

LO SCENARIO: Temiamo che per la "variante delta" questa soglia sia inferiore al 2% e quindi molto vicina all'1.4% attuale misurato in Piemonte, mentre nel 2020 per il Sars-CoV-2 era un po' superiore al 2%: e' l'effetto della maggiore contagiosita' della variante delta. Percio' dobbiamo prepararci al peggio perche' con il passare del tempo compariranno tante altre varianti e con la selezione operata dalla pandemia avremo a che fare con le varianti sempre piu' contagiose che prevarranno e quindi anche con soglie critiche sempre piu' basse.
I vaccini potrebbero risolvere il problema ma solo se si riuscisse a mantenere sempre una percentuale di vaccinati superiore all'80% circa, cosi' da rendere piu' difficile ai virus di trovare persone infettabili e quindi abbassarne la contagiosita' cosi' da far crescere la soglia critica (ma i contagi vanno sempre mantenuti molto bassi per rimanere sempre sotto alla soglia).
Altrimenti bisognerebbe riuscire ad individuare sempre piu' le persone infette ed asintomatiche per rendere piu' difficile ai virus di diffondersi. Cio' per non dover subire una successione di tante ondate, separate dall'intervallo di tempo necessario per il decadimento delle immunita' naturali acquisite dalle persone infettate (cosicche' le vittime tornano ad essere nuovamente infettabili nell'ondata successiva).
I vaccini pero' devono essere efficaci: per esempio ora in Israele, dove si sono vaccinati tutti con Pfizer, rilevano un incremento dei contagi della variante delta, segno che quel vaccino e' poco efficace contro questa variante. Anche questo e' un problema con cui fare i conti.
Dal livello dell'1.4% la curva dei contagi calera' molto lentamente (in un mese, che e' il tempo medio di guarigione spontanea delle persone infettate) ed in questo mese ogni nuova immissione di nuovi contagi (per esempio per feste popolari) andra' a sommarsi sopra all'1.4% avvicinando sempre piu' la curva dei contagi alla soglia critica, in cui parte l'autoalimentazione spontanea dei contagi (in modalita' esponenziale, difficilmente arrestabile) ed inizia la quarta ondata anche in Italia, come negli altri Paesi europei mostrati nel grafico che segue.
La soglia critica tende ad abbassarsi con il tempo, perche' la pandemia agisce con un altro meccanismo perverso che tende a selezionare tra le varie mutazioni casuali che si susseguono nel tempo quelle peggiori, perche' piu' contagiose, che tendono sempre a diventare dominanti in breve tempo.
Ed anche questo e' un problema serio di cui si dovra' tenere conto: le varianti saranno sempre piu' contagiose e la soglia critica tendera' ad abbassarsi sempre piu'. Non ci restera' altro mezzo di contrasto che quello di agire sui meccanismi che tendono ad innalzare la soglia critica, come arrivare e mantenere un'alta percentuale di persone vaccinate.
Le vaccinazioni non risolvono il problema perche' ci sara' sempre una frazione di popolazione non vaccinata ad alimentare l'epidemia degli asintomatici.
Se la percentuale di vaccinati pero' e' molto alta (oltre l'80%) allora i virus hanno un po' piu' di difficolta' ad incontrare una persona infettabile e questo fatto si manifesta con un innalzamento della soglia critica e quindi con una migliore possibilita' di controllare la crescita dei contagi.

UN PROBLEMA ITALIANO molto grave ora e' la convinzione delle Autorita' di governo di poter pilotare i provvedimenti di contenimento della pandemia, basandosi soprattutto sui ricoveri ospedalieri: E' UN GRAVE ERRORE, perche' questo e' un dato troppo ritardato, poiche' passano alcuni giorni dal momento dell'infezione al momento del ricovero con sintomi gravi.
Con questi metodi si perde ogni possibilita' di bloccare sul nascere l'inizio della crescita esponenziale dei contagi conseguente al superamento della soglia critica. Vuol dire che non hanno capito niente della pandemia (ma non e' colpa loro).
E' indispensabile che gli esperti spieghino bene agli amministratori il funzionamento di questa pandemia, come stiamo facendo noi qui', perche' se non si capisce il meccanismo d'innesco a soglia della crescita autoalimentata dall'epidemia degli asintomatici che potrebbe avviare la quarta ondata in pochi giorni, gli amministratori governano alla cieca e non ottengono i risultati sperati: allora non ci salviamo ed il primato dell'Italia, visualizzato nel grafico che segue, e' in grave pericolo!
Una volta innescata, la crescita esponenziale puo' essere sbalorditiva: nel grafico che segue la curva dei Paesi Bassi in soli 5 giorni ha quintuplicato i contagi (ed ancora all'ospedale non c'e' andato sicuramente nessuno). E' mai possibile predisporre protocolli d'intervento che debbano attendere piu' di una settimana per attivare misure di contenimento? Certo che no: occorrono dirigenti preparati, che siano in grado di capire bene i problemi da affrontare.
Non vogliamo prepararci al peggio.

MASSIMA ATTENZIONE ORA A RIMANERE SEMPRE SOTTO LA SOGLIA CRITICA (16 luglio 2021)
Ora dobbiamo fare la massima attenzione ai contagi. Non so se e' chiaro: abbiamo festeggiato la nazionale di calcio e ci e' andata bene, perche' i contagi, anche se incrementati, sono rimasti sotto la soglia critica (non era affatto scontato).
Ma ora ogni nuovo aumento di contagi va ad aggiungersi all'1.4% (che calera' lentamente in un mese) e rischia di farci superare la soglia oltre la quale parte la crescita esponenziale dei contagi e l'inizio della quarta ondata. Per cui occhio!
Contiamo che sia lo stesso anche in tutte le altre regioni italiane.
In vari altri Paesi invece la soglia critica e' stata superata (a conferma che per la variante delta e' bassa) e possiamo vedere cosa e' successo nel grafico seguente (da Sky):

Quello che sta succedendo in quei Paesi conferma la criticita' della situazione in cui ci troviamo con questa variante delta e la necessita' di non ricadere nell'incoscienza di altri bagni di folla come quelli per il calcio, magari per le prossime vittorie alle Olimpiadi, che farebbero salire ancora di piu' i contagi ben oltre 1.4%.
Non si deve dimenticare che la soglia critica per innescare la crescita esponenziale dei contagi in Italia e finire cosi' come gli altri Paesi in figura, ora che siamo saliti all'1.4% nei contagi, e' diventata maledettamente vicina e ci restera' per un mese, quindi occorre molta piu' prudenza in tutto questo tempo per non farsi fregare ancora una volta da questo dannato virus (non vogliamo tante regioni in zona rossa per tutto il mese di agosto, con alberghi e ristoranti chiusi e stagione turistica azzerata).
Dobbiamo rimanere sempre sotto all'1.4% (in calo per un mese) per tornare al livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici (0.6%) per restarci poi per tutta l'estate. Cosi' forse potremo evitare la quarta ondata anche in autunno, con invidia ed ammirazione di tanti altri Paesi stranieri, che stanno subendo gia' adesso la quarta ondata non per il fato malvagio ma perche' non hanno saputo adottare quei provvedimenti che avrebbero consentito loro di rimanere sotto la soglia critica, impedendo cosi' la crescita esponenziale dei contagi (e' possibile che loro ancora non abbiano scoperto questo meccanismo funzionale dei virus ed hanno cosi' permesso che accadesse a casa loro questo enorme disastro della quarta ondata).
Le varie crescite esponenziali che si vedono in figura dipendono dai diversi gradi di contagiosita' ovvero della facilita' che trovano i virus ad infettare le persone (che e' diversa nei vari Paesi per restrizioni in vigore, percentuale di vaccinati, tipo di virus, temperatura, ecc.). In figura si vede che i Paesi piu' caldi (Grecia, Portogallo) hanno una crescita inferiore a quella dei Paesi freddi (Regno Unito, Paesi Bassi).
In Italia ci possiamo riuscire a contenere la crescita dei contagi e rimanere sotto la soglia critica: gli italiani lo hanno dimostrato finora con i fatti (basta vedere il grafico ).
Per questo vogliamo complimentarci con loro ed con quello che si e' dimostrato essere il loro buon Governo.

E' COMPARSO IL GRADINO DEL CALCIO, QUINDI 1.4% E' ANCORA SOTTO LA SOGLIA CRITICA (15 luglio 2021)
Ottime notizie. Anche se questo 1.4% e' un solo dato, secondo noi e' sufficiente a rendere tutto ben chiaro: in Piemonte NON e' stata superata la soglia critica , che percio' dovrebbe essere poco sotto al 2%, poiche' la crescita esponenziale dei contagi NON SI E' INNESCATA per l'evento (singolo) di immissione di nuovi contagi per la vittoria della coppa europea di calcio.
Ci e' andata bene, ma abbiamo rischiato grosso (cioe' la quarta ondata)!
Ora ci aspettiamo che i contagi scendano molto lentamente e che in un mese (tempo di guarigione), cioe' intorno al 10/8, ritornino al livello del 0.6% (se non vinciamo troppe medaglie d'oro alle olimpiadi), che e' il livello dell'epidemia degli asintomatici (con la variante delta, d'estate e con meta' popolazione vaccinata).
Tutto e' bene quel che finisce bene e forza Italia!

UN CAMPO DI RICERCA INESPLORATO DI QUESTA PANDEMIA (15 luglio 2021)
Nessuno parla dell' epidemia degli asintomatici , perche' non sono visibili e non gravano in alcun modo (per ora) sulle strutture sanitarie (addirittura neanche loro sanno di essere portatori del virus).
Pero' sono tantissimi: con l'1.3% di test positivi su una popolazione di 60 milioni di persone sono circa 780.000 ma dopo un mese guariscono ed il parco-asintomatici si rinnova coinvolgendo altre 780.000 persone diverse (ogni mese).
Capite bene che in breve tempo le persone che sono state infettate sono milioni, sempre nuove perche' siccome per un anno non si reinfettano (per l'immunita' naturale), almeno per 12 volte sono sempre persone diverse i positivi al test.
E' anche una grande fabbrica di nuove mutazioni casuali (varianti) e la cosa brutta e' che la pandemia poi seleziona sempre quella peggiore, la piu' contagiosa.
Attualmente meta' della popolazione italiana e' stata immunizzata con i vaccini, per cui il parco-asintomatici dovrebbe riguardare l'altra meta' non ancora vaccinata. Ma sono sempre milioni di persone!
Se la situazione e' questa una domanda s'impone: siamo sicuri che un'infezione asintomatica da questo coronavirus, che pure puo' essere letale, non porta conseguenze (cioe' e' come un raffreddore)?
Sembrerebbe di no dalle prime informazioni al riguardo.
Si sono descritti casi di danni permanenti a tanti organi diversi e si sono creati reparti specializzati per aiutare nel recupero a lungo termine di questi danni come la perdita del gusto e dell'olfatto.
Ci sembra che questo debba essere fin d'ora un campo degno del massimo impegno d'indagine epidemiologica, perche' potrebbe preludere ad un onere molto gravoso nel prossimo futuro per il sistema sanitario nazionale, visto il numero cosi' grande di persone continuamente coinvolte (milioni di persone).
E potrebbe anche esserci un problema dei malati cronici, cioe' di quelle persone che non guariscono dopo un mese ma che continuano ad essere portatrici (e diffusori) di virus a lungo termine: sono quei casi in cui i virus si sono insediati in parti dell'organismo meno vascolarizzate (come le terminazioni nervose) e quindi sono meno raggiungibili dagli anticorpi.
Non e' bene che nessuno ne parli e che venga addirittura spesso ignorata l'esistenza dell' epidemia degli asintomatici.

SI COMINCIANO A VEDERE I CONTAGI DEL CALCIO: COSA SUCCEDE ORA? (14 luglio 2021)
Come abbiamo spiegato nei giorni scorsi, trattandosi di una singola grossa immissione di nuovi contagi (NON continuativa), produrra' nel grafico un incremento "a gradino" che poi lentamente scomparira' in un mese di tempo (per guarigione degli infettati), lasciando qualche vittima tra le persone piu' immunodepresse (tra cui gli anziani).
Pero' e' d'importanza enorme che il livello dei contagi non superi la SOGLIA critica , che farebbe partire la crescita esponenziale che rapidamente diverrebbe poi inarrestabile.

LEZIONE 3: DIMOSTRAZIONE DELL'ESISTENZA DELLA SOGLIA CRITICA D'INNESCO DELL'ONDATA:
Vai a:   Lezione 2   Lezione 4
Ipotesi: Esiste una popolazione umana, un virus contagioso ed un gran numero di persone infettate ed asintomatiche, che possono trasmettere l'infezione e guariscono in un tempo finito, assunto per esempio ad un mese (e' il caso del Covid-19).
In queste condizioni possiamo dimostrare che esiste una soglia critica tale che quando il livello dei contagi supera il valore della soglia si sviluppa un'ondata, cioe' una crescita inarrestabile dei contagi.
Possiamo in questo caso fare una dimostrazione anche senza usare formalismi matematici (per semplicita' e per renderla comprensibile a tutti): garantiamo pero' che e' una dimostrazione altrettanto rigorosa (i risultati non sono frutto di congetture).
Ragioniamo cosi': vediamo quali sono le condizioni perche' nasca una nuova ondata cioe' perche' si passi da una situazione di contagi bassi e stagnanti ad una crescita esponenziale di contagi che avvia una nuova ondata.
I dati da noi raccolti in questo lavoro si riferiscono al Piemonte ma consideriamo l'esempio dell'Italia.
Se anche in Italia ci fosse un incremento dello 0.6% tra ieri ed oggi (passando da 0.7% ad 1.3%), come in Piemonte significherebbe che il numero di persone infette esistenti in Italia (con 60 milioni di abitanti) in un solo giorno sarebbe salito dello 0.6% cioe' di 360.000 persone, portando il totale degli asintomatici a 780.000 persone (quasi raddoppiato).
Questi asintomatici contribuiscono anche loro a spargere il contagio, sia pur poco, producendo nuovi asintomatici ogni giorno.
Tuttavia abbiamo, insieme a questo aumento giornaliero di nuovi asintomatici, anche una diminuzione giornaliera del numero di asintomatici per guarigione. Pero' la creazione dei nuovi asintomatici e' proporzionale alla percentuale di contagi attuale mentre le guarigioni sono proporzionali al numero di contagi creati un mese prima e possono percio' essere inferiori ed anche costanti di numero (comunque insensibili all'incremento attuale di 0.6% attuale, quasi certamente dovuto al calcio).
In queste condizioni esiste necessariamente un livello che chiamiamo soglia tale che:
  • Se la percentuale dei contagi e' al di sotto della soglia, i nuovi contagi prodotti sono meno di quelli che scompaiono per le guarigioni ed il livello dei contagi diminuisce.
  • Quand'e' esattamente al valore di soglia, i nuovi contagi che l'epidemia degli asintomatici produce sono in numero uguale a quelli che scompaiono per le guarigioni ed il livello dei contagi rimane allora costante nel tempo.
  • Se invece la percentuale dei contagi e' al di sopra della soglia, i nuovi contagi prodotti sono piu' di quelli che scompaiono per le guarigioni ed allora il livello dei contagi aumenta ed aumentando il numero dei contagi aumenta anche la capacita' di produrne degli altri, sempre di piu': s'innesca una crescita esponenziale che risulta inarrestabile finche' la percentuale dei contagi rimane al di sopra di questo livello di SOGLIA critica.
In quest'ultimo caso percio', finche' la percentuale dei contagi permane ad un livello superiore al valore di soglia, s'innesca questo fenomeno perverso che produce la crescita esponenziale dei contagi ovvero i contagi non aumentano perche' c'e' un'immissione esterna di nuovi contagi che, se termina, puo' smettere di crescere, com'e' accaduto per l'incremento a gradino della finale di calcio.
In questo caso invece accade che e' la stessa epidemia degli asintomatici che AUTOALIMENTA LA CRESCITA facendo crescere i contagi sempre piu', in modo esponenziale prima moderato e poi sempre piu' violento, creando una nuova ondata epidemica.
E' cosi che nascono le ondate epidemiche di questa pandemia: si sviluppano a partire dal fondo dell' epidemia degli asintomatici , quando il livello dei contagi supera la soglia critica.
QUESTE INFORMAZIONI SONO CRUCIALI PER IMPOSTARE LE MISURE DI PREVENZIONE.
Abbiamo gia' detto che il numero di nuovi contagi prodotti dipende linearmente dal numero di persone infette ovvero dal livello percentuale dei contagi (quello che si vede nel grafico ), che al di sopra della soglia e' in aumento e quindi il numero di nuovi contagi cresce sempre di piu' in modo inarrestabile (crescita esponenziale); cio' in quanto la diminuzione dei contagiati per le guarigioni non cresce altrettanto, essendo relativa ai contagi di un mese prima.
Quindi il livello dei contagi puo' variare liberamente e senza conseguenze (a secondo delle attivita' umane) tra zero ed il livello di soglia critica che pero' non dev'essere mai superato per evitare la crescita esponenziale spontanea ed inarrestabile dei contagi (in assenza di provvedimenti restrittivi drastici per contrastarla).
Occorre quindi ora la massima allerta perche' non sappiamo a che livello e' questa soglia per la variante delta, ma dal confronto con l'innesco della seconda ondata (quella del Sars-CoV-2, a settembre 2020) riteniamo che sia sotto al 2% (che e' la soglia a cui e' partita la seconda ondata appena c'e' stata una leggera diminuzione della temperatura stagionale), quindi la soglia critica di questo virus potrebbe essere piu' vicina di quanto si pensi (le vaccinazioni semplicemente riducono il numero di persone infettabili ma quanto abbiamo detto vale per gli altri, infettabili, che attualmente sono la meta' degli italiani).
Lo potremo accertare gia' nei prossimi 2 giorni, che saranno cruciali perche' se la salita dei contagi non si arrestasse, come dovrebbe necessariamente accadere in un andamento a gradino, vorrebbe sicuramente dire che si e' innescata la crescita esponenziale ed allora SI DOVREBBE IMMEDIATAMENTE (cioe' il giorno dopo, non il lunedi' dopo) DICHIARARE LA ZONA ROSSA (NON GIALLA!) IN TUTTO IL PAESE, perche' e' l'unico modo per arrestare sul nascere l'inizio della quarta ondata (sono azioni eventuali ma che vanno pianificate bene e preventivamente).
L'intervento di prevenzione dev'essere fatto al contrario di come avviene ora e di come intuitivamente la gente si aspetterebbe: non si deve passare da zona bianca a gialla e poi arancione e rossa ma subito ROSSA per bloccare prima possibile la salita dei contagi poi, dopo una settimana, si puo' scalare ad arancione e poi gialla, verificando che la salita dei contagi dopo essersi arrestata non risalga.
Per quanto tempo devono durare le restrizioni?
Per la prima settimana le restrizioni dovrebbero essere sufficientemente rigide per riuscire ad interrompere la salita dei contagi.
Poi possono essere gradualmente allentate per mantenere i contagi costanti o in diminuzione, perche' questo interrompe il meccanismo della crescita esponenziale, come l'abbiamo spiegato QUI'.
Una volta partita, se non si arresta sul nascere quando i contagi sono ancora pochi, poi non si ferma piu' ed avremmo la quarta ondata per tutto il mese di agosto.
Questa a nostro avviso e' la situazione in cui ci troviamo. Se vera, sarebbe uno scenario critico in cui non dev'essere assolutamente permesso che parta la crescita esponenziale, soprattutto per ignoranza di come si evolve il fenomeno, che ormai ci sembra debba essere abbastanza ben conosciuto.
Questo lo abbiamo scritto perche' ignorare il problema, adottando la tecnica dello struzzo, non ci sembra proprio la cosa giusta da fare in questo momento.

COMMENTO AL DATO DI MARTEDI' (13 luglio 2021)
Il dato di oggi 0.7% e' il livello di fondo attuale dell'epidemia degli asintomatici in Piemonte; nell'estate 2020 in Italia era 3 volte piu' alto (intorno al 2%). Questo e' indubbiamente merito delle vaccinazioni, che finora coprono meta' della popolazione italiana.
E' possibile quindi scendere ancora piu', forse a 0.4%, estendendo ulteriormente le vaccinazioni.
E' importante arrivare a settembre con il livello piu' basso possibile, perche' anche se l'innesco della seconda ondata nel 2020 parti' con un valore piu' alto (il 2%), pero' i virus attuali (variante delta) sono piu' contagiosi e quindi hanno una soglia d'innesco della crescita esponenziale piu' bassa del Sars-CoV-2 (che era il virus della seconda ondata).
Nei giorni prossimi ci dovrebbe essere un incremento di contagi a gradino per i bagni di folla della vittoria nel campionato europeo di calcio che, se non sara' troppo elevato, poi rientrera' in un mese di tempo al livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici (0.4% speriamo).
Se invece fosse cosi' elevato da superare la soglia critica, potremmo trovarci ad affrontare un aumento continuo dei casi Covid, che puo' ancora essere fermato ma solo con adeguati interventi tempestivi e molto restrittivi.
Per ovvi motivi e' importante che gli amministratori non ignorino l'esistenza del pericolo dell' effetto soglia nei subdoli (perche' bassi) livelli dei contagi dell'epidemia degli asintomatici.
Un altro pericolo, superiore a quello dei festeggiamenti del calcio che sono stati un evento singolo, sono la libera circolazione di persone da altri Paesi con alte percentuali di contagi, che costituisce invece un'importazione continua e non singola di contagi: occorre intervenire prontamente per evitare guai.

COMMENTO AL DATO DI LUNEDI' (12 luglio 2021)
I contagi sono tornati al livello di fondo degli asintomatici a riprova che i dati comunicati le domeniche sono poco affidabili.
Ma non facciamoci illusioni, incrociamo le dita ed attendiamo nei prossimi giorni gli incrementi di contagi dovuti alle scellerate scene di incontrollati e devastanti spargimenti di contagi su larghissima scala, visti in diretta TV per il campionato europeo di calcio.

LEZIONE 2: LA CRESCITA ESPONENZIALE DEI CONTAGI (12 luglio 2021)
Vai a:   Lezione 1   Lezione 3
Spieghiamo ora perche' la crescita dei contagi esponenziale e' un fenomeno a soglia.
I contagi non riescono a scendere a zero perche' c'e' sempre con questi virus l'epidemia degli asintomatici che produce nuovi contagi, che poi svaniscono in un mese che e' il tempo di quarigione degli infettati.
Scenderebbe a zero se l'epidemia degli asintomatici non producesse nuovi contagi ma non e' cosi': ne produce ancora di piu' se il virus e' piu' contagioso (come la variante delta).
Il numero di nuovi contagi che produce cresce linearmente con il numero di persone infette ovvero con il livello percentuale dei contagi, riportato nel nostro grafico.
Questo livello ha una soglia tale che:
  • Al di sotto della soglia i nuovi contagi prodotti sono meno di quelli che scompaiono per le guarigioni dei contagi (di un mese prima) ed il livello dei contagi diminuisce.
  • Quand'e' esattamente al valore di soglia, i nuovi contagi che l'epidemia degli asintomatici produce sono in numero uguale a quelli che scompaiono per le guarigioni ed il livello dei contagi rimane allora costante nel tempo.
  • Al di sopra della soglia i nuovi contagi prodotti sono piu' di quelli che scompaiono per le guarigioni ed il livello dei contagi aumenta.
    A questo punto s'innesca un fenomeno perverso che produce la crescita esponenziale: abbiamo gia' detto che il numero di nuovi contagi prodotti dipende linearmente dal numero di persone infette ovvero dal livello percentuale dei contagi (quello che si vede nel grafico), che pero' ad di sopra della soglia e' in aumento e quindi il numero di nuovi contagi cresce sempre di piu' in modo inarrestabile (crescita esponenziale).
LA SOGLIA CRITICA Il compito delle Autorita' dev'essere quello di non permettere mai che il livello di fondo degli asintomatici superi la SOGLIA CRITICA oltre la quale la crescita dei contagi prende il via e risulta quasi inarrestabile (senza lockdown pero'; e' l'inizio di una nuova ondata).
Rimanendo sotto la soglia invece il livello dei contagi non cresce (benche' non si azzeri) e costituisce quel livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici che ora vediamo essere intorno al 0.6% (compatibile con tutte le attivita' umane mantenute aperte).
Bisogna togliere dalla testa della gente che se i contagi aumentano un po' non e' grave, perche' poi ritornano giu': se superano la soglia critica siamo tutti fregati, perche' poi non smettono piu' di crescere (avremmo allora permesso l'innesco di una quarta ondata, con tutto quello che comporta e che conosciamo bene, purtroppo).
LIVELLO DI SOGLIA: Non sappiamo a che livello sia questa soglia ma a settembre 2020, con il Sars-CoV-2 e senza vaccinazioni, la soglia che ha fatto partire la seconda ondata e' stata tra il 2% ed il 3% (e' il livello di fondo dei contagi prima dell'inizio della seconda ondata, che si vede nel relativo grafico ).
Il Sars-CoV-2 era meno contagioso dell'attuale variante delta e questo abbassa un po' la soglia di oggi, rispetto a quella del settembre 2020.
Le vaccinazioni, se funzionano con la variante delta, semplicemente dovrebbero togliere una frazione del popolo (quella vaccinata) dalle persone infettabili: e' come se l'Italia avesse una popolazione ridotta (quella ancora vulnerabile), nella quale si puo' sviluppare la quarta ondata sulle persone infettabili (che pero' sono di meno) con le modalita' a soglia sopra descritte: quindi questo innalza un po' la soglia ma il fenomeno rimane lo stesso.
E' cosi' dimostrato che, in presenza di un'epidemia di asintomatici, esiste sempre un livello soglia dei contagi tale che una volta raggiunto fa partire la crescita esponenziale di una nuova ondata epidemica.
Questo livello soglia dipende dai seguenti fattori:
  1. Contagiosita' del virus, che dipende dal virus e che diminuisce quando la densita' di popolazione si riduce.
  2. Temperatura stagionale (che modifica la contagiosita' reale dei virus per una sua diversa durata di persistenza attivo)
  3. La percentuale di popolazione vaccinata (perche' riduce la contagiosita', riducendo il numero di persone infettabili)
Speriamo che gli incrementi del numero di persone contagiate durante i bagni di folla visti in occasione del campionato europeo di calcio non superino questa soglia critica.
Nel momento disgraziato che dovessero superarla, le possibilita' di arrestare la crescita esponenziale dipendono strettamente dalla TEMPESTIVITA' degli interventi atti a limitare i contagi diffusi dal popolo degli asintomatici (che sono numerosissimi ed ignoti a tutti, purtroppo).
Le Autorita' non devono quindi fare riferimento ai dati dei ricoveri e decessi, come dichiarano attualmente autorevoli personalita', per far scattare l'emergenza ma e' necessario riferirsi invece ai dati dei CONTAGI (quelli che stiamo analizzando noi in questo lavoro), per non ritardare neanche di un giorno le misure di profilassi.
Inoltre e' bene tenere presente che negli eventi con rischio d'immissione singola (non ripetuta) di contagi una chiusura (zona rossa o altro) preventiva atta ad impedire la diffusione di contagi puo' durare tre giorni e nulla piu', mentre le chiusure dopo che i contagi sono avvenuti devono durare 10 volte di piu' per impedire che il contagio si espanda (perche' il tempo di guarigione degli infettati e' di un mese, durante il quale potrebbero diffondere a loro volta il contagio).
Questo mette in evidenza quanto e' importante intervenire in anticipo in questa guerra contro i virus.

COMMENTO AL DATO DI DOMENICA (11 luglio 2021)
La forte salita da 0.8% ad 1.4% dovrebbe far preoccupare per un possibile inizio di crescita esponenziale dei contagi della variante delta ma preferiamo attendere il dato di domani per conferma, in quanto talora e' accaduto in passato che per la festivita' del fine settimana la gestione dell'Ente che raccoglie i dati ha presentato delle inefficienze.

IL COSTO DEI FESTEGGIAMENTI SFRENATI (10 luglio 2021)
Abbiamo gia' valutato che, secondo i nostri precedenti calcoli, il costo in vite umane dell'incremento SINGOLO di un +1% dei contagi per un mese (che e' il tempo di guarigione del +1% di contagiati) si puo' valutare dalla curva dei contagi cosi': in tutta Italia corrisponderebbe a 20 decessi al giorno ma per il solo Piemonte (una delle 20 regioni) sarebbe circa 1/20 cioe' 1 decesso al giorno.
Siccome in un mese la percentuale cala dal 1% a 0% (per le guarigioni) possiamo considerare il valor medio dell'0.5% che corrisponde a 0.5 decessi al giorno per 30 giorni, cioe' 15 decessi totali (solo in Piemonte).
Se l'incremento dei contagi del +1% fosse in tutta Italia (com'e' verosimile per i festeggiamenti delle vittorie della nazionale di calcio) i decessi totali previsti per un +1% di incremento dei contagi in tutta Italia sarebbero 300 (circa 20 volte di piu', per le 20 regioni).
Il livello attuale dei contagi e' allo 0.8% (avrebbe dovuto essere zero) e quindi la relativa valutazione dell'onere in decessi e' del 20% piu' bassa, cioe' 240. E cio' per un solo singolo evento di incremento dei contagi del +0.8% (incremento "a gradino").
I decessi attuali sono circa 12 al giorno cioe' 360 al mese, che sono di piu' dei 240 da noi previsti per un livello di contagi dello 0.8%. Questo perche' 20 giorni fa i contagi, come si puo' vedere nella tabella, erano il 50% di piu' (circa 1.2%) e quindi e' giusto che i decessi mensili siano 360 invece dei 240 da noi previsti per un incremento di +0.8% dei contagi.
Le nostre previsioni sono quindi perfettamente consistenti con quanto si osserva. Stiamo imparando a conoscere sempre meglio questa pandemia.
Abbiamo scritto che i contagi sono 0.8% ma nei giorni precedenti alla semifinale Italia-Spagna la curva si stava adagiando su un valore di fondo (degli asintomatici) di 0.4% per cui l'incremento dovuto ai festeggiamenti popolari per la vittoria sono solo la meta' e quindi anche i decessi presumibilmente imputabili al calcio in Italia sarebbero solo 120, che non sono pochi, soprattutto per i festeggiamenti di una sola serata per una semifinale vinta.
I partecipanti ai festeggiamenti passati e futuri sono invitati a riflettere responsabilmente sul fatto che molte delle vittime presunte sono verosimilmente sia alcuni tifosi che amici e congiunti dei tifosi: non sono solo numeri ma persone vere che si prevede muoiano nei prossimi 20 giorni e che altrimenti sarebbero rimaste in vita.
L'incremento dei contagi del +0.4% e' il responsabile della risalita della linea rossa che si vede nel grafico e che dovrebbe tornare a 0.4% del fondo degli asintomatici in un mese di tempo, se non sale ulteriormente per altre immissioni di nuovi contagi (da ora in poi dovrebbe scendere da 0.8% a 0.4% in un mese).
Con il senno del poi molti sicuramente pensano che sarebbe stato meglio perdere la partita, visto che i tifosi non sanno controllarsi (neanche le forze dell'ordine possono riuscire a controllare cosi' tanti tifosi in festa).
E manca ancora la finale (domani). Speriamo che i contagi non salgano troppo, perche' oltre a metterci poi un mese per scendere, potrebbero anche avvicinarsi alla soglia d'innesco della crescita esponenziale dei contagi asintomatici con il rischio molto reale di partenza di una quarta ondata, questa volta della variante delta.
La soglia dipende dalla temperatura ambientale e dalla percentuale di vaccinati, per cui non la conosciamo; possiamo solo rilevarla nel momento che partisse la quarta ondata, per cui preferiamo continuare a non conoscerla.

ANDAMENTO DELLA CURVA DEI CONTAGI (9 luglio 2021)
Nel grafico si vede chiaramente prima l'effetto delle riaperture conseguenti alla "zona bianca" (indicata nel grafico): senza queste riaperture delle varie attivita' la linea rossa avrebbe continuato la sua discesa, come indicato dalla linea rossa tratteggiata e sarebbe arrivata a zero un mese fa.
Tutti i contagi in piu' che risultano e che possono essere conteggiati nel grafico, con i relativi decessi che comportano, sono secondo noi imputabili alle riaperture (non tutte, ma alcune in modo particolare, che potrebbero anche essere individuate con i riferimenti temporali mostrati nella curva dei contagi).
D'altra parte non si puo' rimanere sempre chiusi, se no non si muore di Covid ma di qualcos'altro.
E' compito delle Autorita' non riaprire o controllare meglio quelle attivita' che contribuiscono piu' delle altre alla diffusione dei contagi.
L'andamento della curva dei contagi e' costituito da una sommatoria dei contributi di tanti piccoli gradini che hanno subito iniziato a decrescere con i tempi tipici della guarigione dall'infezione virale, che sono di un mese: cioe' dopo un mese il loro contributo scompare e rimane solo quello delle attivita' che producono nuovi contagi con continuita' nel tempo (tra questi c'e' anche l'epidemia degli asintomatici, che produce nuovi contagi in continuazione).
Quindi in assenza di nuovi contagi prodotti dalle attivita' umane la curva dei contagi non andrebbe a zero ma ad un asintoto orizzontale (il fondo degli asintomatici), il cui livello dipende solo dalla temperatura stagionale e dalla percentuale di persone vaccinate.
Nel caso comparisse una nuova variante capace di eludere la protezione vaccinale, questo livello di fondo degli asintomatici salirebbe.
Veniamo ora ai giorni nostri, quelli dei campionati europei di calcio. Come al solito, essendo oggi un venerdi', abbiamo esteso la linea rossa unendo i punti degli ultimi due venerdi' ed appare subito evidente la risalita dei contagi nell'ultima settimana.
Sembra che i miei timori vengano confermati da questa risalita dei dati, resa ben visibile dall'andamento della linea rossa nel grafico , che devo dire pero' finora non e' drammatica.
C'e' ancora la finale da giocare domenica 11/7. Se l'Italia vincera' ci aspettiamo un ulteriore incremento dei contagi, ancora maggiore, perche' non e' possibile contenere le manifestazioni di giubilo collettivo che avvengono per un'intera nottata.
L'unica consolazione e' che sono immissioni di nuovi contagi una tantum, cioe' non continuativi e quindi il loro contributo scomparira' tra un mese, lasciando una piccola coda dovuta all'incremento dell'epidemia degli asintomatici (che produce anch'essa contagi), che pero' dovrebbe lentamente rientrare per tornare all'equilibrio stagionale.
Ma tutto cio' e' vero solo se il livello dei contagi non sale troppo, altrimenti oltre una certa soglia puo' innescarsi la crescita esponenziale dei contagi ordinari e allora partirebbe una nuova ondata epidemica inarrestabile.
Per cui ATTENZIONE: non puo' mai essere consentito di abbassare la guardia e le precauzioni minime.
Purtroppo il costo in vite umane di questi incrementi di contagi avvenuti non sara' trascurabile e puo' essere valutato integrando nel tempo l'incremento dei contagi prodotti dall'evento calcistico.
La cosa interessante e' che con questa analisi dei dati si possono addirittuta quantificare le varie immissioni di nuovi contagi. Cosi' potremo anche valutare di quanto sara' stato maggiore il giubilo dei tifosi, in caso di vittoria della nazionale italiana nella finale del torneo.
Questo metodo puo' fornire informazioni molto importanti per le Autorita', che devono stimare i vari livelli di rischio, per capire quando e' necessario intervenire.

VERIFICA DELL'EFFETTO CALCIO (8 luglio 2021)
E' il mattino dell'8/7 ed i dati dei contagi arriveranno nel tardo pomeriggio (sono scritti in tabella all'8/7).
Riteniamo che, se i festeggiamenti per la vittoria nella semifinale del campionato europeo di calcio hanno incrementato i contagi in Piemonte, si dovrebbe cominciare a vedere gia' oggi (senza il senno del poi), meglio che dai dati nazionali, che contengono i test molecolari ma sommati insieme ai test antigenici.
Staremo percio' a vedere se oggi si aggiungera' un gradino, e quanto piccolo, alla curva dei contagi del Piemonte (P.S. Si, sembra esserci anche se piccolo, per fortuna ma in altre regioni potrebbe essere maggiore, se hanno festeggiato di piu').
Se ci sara', poi se ne potrebbe aggiungere un'altro ancora maggiore martedi' 13/7, in caso di vittoria nella partita finale di domenica 11/7 contro l'Inghilterra. E sarebbe un'ulteriore verifica dell'effetto di tali festeggiamenti, che ci puo' insegnare il limite che puo' essere consentito a queste manifestazioni popolari (in estate, pero').
Anche questo e' un modo di comprendere il funzionamento della pandemia al fine di poterla governare meglio.

LEZIONE 1: L'EPIDEMIA DEGLI ASINTOMATICI (7 luglio 2021)
Vai a:   Lezione 2   oppure a DATI DI OGGI
Nel nostro studio ci siamo posti il problema di comprendere il funzionamento di questi nuovi virus.
Per questo e' opportuno distinguere due diversi fenomeni che si presentano quando un'ondata epidemica e' in atto e quando invece non c'e'.
Vogliamo qui' spiegare il nostro livello di comprensione del secondo caso, che e' quello attuale quando non c'e' un'ondata epidemica in atto.
E' percio' il momento di fare il punto sul fenomeno legato all'Evoluzione di alcune famiglie di virus che riescono a convivere stabilmente con il genere umano diventando endemiche.
La caratteristica principale che permette loro di riuscire a "parassitare" il genere umano e' proprio la loro capacita' di instaurare in modo permanente quella che noi abbiamo chiamato l'epidemia degli asintomatici.
Quando questi virus penetrano in una persona iniziano a fare l'unica cosa che sanno fare: moltiplicarsi parassitando la capacita' che hanno le cellule umane di duplicarsi tramite l'acquisizione di una macromolecola, chiamata RNA messaggero, perche' trasferisce la codifica di tutte le informazioni atte a pilotare quel meraviglioso meccanismo biochimico cellulare che presiede alla costruzione del prodotto finale, fatto dalla cellula umana, che in questo caso pero' non sara' una nuova cellula umana duplicata ma, avendo ricevuto l'RNA del virus, un altro virus, copia esatta di quello infettante.
Se gli umani non fossero stati dotati del sistema immunitario i virus sarebbero riusciti in breve tempo a sterminare la razza umana.
Cosi' non e' stato perche' il sistema immunitario e' in grado di rivelare la presenza dell'infezione virale ed inizia a produrre delle macromolecole specifiche, che chiamiamo anticorpi, in grado di neutralizzare l'agente infettante.
Pero' per produrre questi anticorpi occorre del tempo, piu' lungo per gli anziani, durante il quale i virus approfittando dell'assenza di anticorpi, si moltiplicano di numero (nelle persone vaccinate non possono, perche' trovano i giusti anticorpi, gia' fabbricati prima del contagio, a bloccarli fin dall'inizio).
Se riescono a superare una certa soglia, diversa a secondo dell'organo attaccato, riescono a sviluppare una sindrome (per questi virus il Covid-19) ed il paziente si ammala e dev'essere ricoverato in strutture ospedaliere.
Ma se gli anticorpi riescono ad essere prodotti presto (prima che i virus raggiungano quella soglia) in quantita' sufficiente allora, pur essendoci tanti virus in quella persona, la sindrome non si manifesta e quella persona viene detta asintomatica, cioe' e' infetta ma senza i sintomi della malattia (Covid-19).
La cosa sconcertante e' che quella persona asintomatica e' del tutto IGNARA di esserlo perche' fino ad allora non viene percepita in alcun modo dalla persona infettata ne' il verificarsi dell'infezione ne' la successiva reazione immunitaria.
Abbiamo detto "sconcertante" perche' proprio questa e' la causa della diffusione incontrollabile della relativa epidemia, quella degli asintomatici.
Infatti nella maggior parte dei casi i virus attaccati dal sistema immunitario non soccombono subito ma ci mettono un mese a scomparire: un mese durante il quale loro cercano di sopravvivere continuando a moltiplicarsi ma anche gli anticorpi aumentano di numero fino a prevalere, ma ci mettono un mese di tempo durante il quale la persona ignara di essere infetta e quindi contagiosa continua a circolare diffondendo virus nell'ambiente circostante.
Questi virus rilasciati dalle persone asintomatiche pero' sono in concentrazioni non molto elevate proprio per merito degli anticorpi che stanno impedendo ai virus di moltiplicarsi troppo.
Quindi che un'altra persona venga contagiata da questi virus (che rimangono attivi nell'ambiente solo per un tempo limitato) e' poco probabile (per questo l'epidemia non -esplode-) ed una persona infettata da una cosi' piccola carica virale ha alta probabilita' di rimanere anch'essa infetta ma asintomatica a sua volta.
Per questo motivo quest'epidemia, che e' tale perche' anch'essa tende ad estendersi, non arriva a crescere in modo incontrollato cioe' non riesce a superare la soglia d'innesco della crescita esponenziale.
Questo almeno finche' non cresce la contagiosita' dei virus, cioe' la facilita' con cui possono trasmettersi ad altre persone.
Questo accade quando la temperatura ambientale si abbassa (d'inverno ma anche d'estate in una cella frigorifera, per esempio).
Per inciso la ragione di cio' e' che con il freddo i virus nell'ambiente, risultando meno danneggiati dall'energia termica che si manifesta nel loro mondo microscopico con i moti vibratori e rotazioneli delle molecole presenti intorno a loro, rimangono attivi e quindi capaci di infettare molto piu' a lungo. E questo comporta un accrescimento delle cariche virali presenti nell'ambiente, per il fenomeno dell'accumulo nel tempo, con una maggiore esposizione al rischio di infezione della popolazione.
Il livello dei contagi presenti nell'epidemia degli asintomatici, sempre presente a livelli piu' o meno alti a secondo dei buoni comportamenti delle persone, stabilisce la vulnerabilita' di una popolazione all'innesco di una crescita esponenziale dell'epidemia (ondata epidemica).
Quanto piu' basso e' questo livello, tanto piu' difficilmente (all'arrivo del freddo invernale) questo livello di fondo dei contagi riuscira' ad avvicinarsi alla soglia d'innesco della crescita esponenziale con conseguente sviluppo di un'ondata epidemica.
Ora, grazie all'estate ed ai vaccini, questo livello del fondo degli asintomatici e' intorno allo 0.5% invece del 2% che avevamo nell'estate 2020 (senza l'epidemia degli asintomatici i contagi sarebbero dovuti arrivare a zero gia' dal 12/6, come si vede nella nostra tabella).
Questo 0.5% e' probabilmente il livello che ci rimarra' in dote, come risultato dell'equilibrio dinamico tra la creazione di nuovi contagi asintomatici e guarigioni (che avvengono in un mese di tempo) in queste condizioni ambientali (di temperatura estiva e di vaccinati).
Purtroppo non accade che se i contagi sono pochi poi scompaiono e si rimane "Covid-free". Invece raggiungono un livello di equilibrio stabile e permanente, che e' il livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici.
Inoltre questo livello (cioe' il numero totale di persone infette in modo asintomatico, che stanno facendo il favore ai virus di traghettarli attivi fino all'autunno) puo' salire in presenza di eventi capaci di produrre massicce immissioni di nuovi contagi, facilitando la diffusione dei virus tra la popolazione (per esempio con grandi assembramenti di gente).
L'effetto risultante sara' come quello che stiamo vedendo ora nel grafico : una risalita dei contagi con un gradino che in un mese (il tempo di guarigione) poi regredisce ed i contagi tornano al livello di fondo, determinato dall'epidemia degli asintomatici in atto, probabilmente al 0.5%.
Questi sono i rischi che stiamo correndo in questi giorni e poi per tutta l'estate e che dobbiamo assolutamente evitare, arrivando a settembre con il livello del fondo degli asintomatici non oltre il 0.5%, per poter affrontare l'arrivo del freddo autunnale (quando il livello salira') con maggiore tranquillita'.
Poi sembra che ce lo dovremo tenere per sempre questo Covid, perche' l'effetto dei vaccini e' solo temporaneo (vanno ripetuti ogni anno). E' una brutta novita' per il genere umano: una malattia endemica mortale (e con una degenza tremenda, in isolamento), con in piu' l'incognita spiacevole della comparsa di nuove varianti: quelle meno contagiose che poi spariscono mentre quelle piu' contagiose si estendono e prevalgono.
Ne avremmo volentieri fatto a meno.

PRIMA INDICAZIONE PER UN "INCREMENTO SINGOLO" (5 luglio 2021)
Il calo dei contagi a 0.5% ci fornisce una prima indicazione per chiarire in quale delle due situazioni indicate stamane ci troviamo.
L'incremento dei contagi registrato nei due giorni precedenti non si riferisce all'inizio di una rapida diffusione della variante delta in Piemonte, scarsamente contenuta dalla protezione vaccinale della popolazione, ma ad un evento singolo di immissione di molti nuovi contagi, il cui effetto sara' visibile come un incremento a gradino ovvero un cambiamento di pendenza della linea rossa nella curva dei contagi (i dati dei prossimi giorni ci diranno quanto grande ma gia' adesso si vede che gli ultimi dati sono tutti sopra la linea rossa).
E' quindi un'ottima notizia per lo scampato pericolo di innesco di una rapida crescita di contagi per la variante delta (in quanto capace di eludere parzialmente le difese immunitarie prodotte dal vaccino Pfizer).
Rimane da identificare l'evento singolo che ha prodotto l'incremento di contagi dei due giorni scorsi. Se e' stato dovuto alla vittoria della nazionale di calcio, probabilmente di ripetera' dopodomani, secondo le aspettative dei nostri tifosi.

AUMENTO DEI CONTAGI: PERCHE' IL CALCIO ? (5 luglio 2021)
In realta' un aumento dei contagi ce lo dovevamo aspettare per l'arrivo della variante delta.
Pero' non con un aumento quasi triplo dei contagi in soli due giorni!
Qualche evento di immissione massiccia di contagi dovrebbe essere avvenuto. Cosa puo' essere stato?
Diffusioni di contagi cosi' in grande quantita' possono avvenire in quei raduni di numerosissime persone, amati dai giovani soprattutto se possono svolgersi senza freni inibitori e meglio se in orari di notte inoltrata.
C'e' poca differenza che siano raduni musicali o rave party (ora ce n'e' ora uno in Toscana, che sta durando da 3 giorni) o semplicemente di folla numerosa con interessi omogenei. Tra queste occasioni rientrano anche le manifestazioni di giubilo prolungato per la vittoria della squadra del cuore.
Se questa squadra non e' quella del derby cittadino ma e' la nazionale di calcio allora c'e' l'aggravante dell'estensione simultanea dei festeggiamenti su tutto il territorio nazionale con un notevole effetto moltiplicatore del potere di diffusione dei contagi.
Trovandoci di fronte ad un aumento quasi triplo dei contagi in soli due giorni, vista la coincidenza temporale con l'importante vittoria della nazionale di calcio contro il Belgio, squadra quotata al primo posto del ranking mondiale, viene spontaneo pensare di attribuire questo aumento di contagi agli effetti prodotti dall'evento calcistico.
In tal caso si tratta di un'immissione di contagi singola e non continuativa per cui nei prossimi due giorni questa salita cosi' rapida dei contagi non deve continuare.
Inoltre, siccome i dati da noi analizzati sono solo quelli del Piemonte, se la nostra ipotesi (colpa dei tifosi) e' giusta si dovrebbero registrare incrementi analoghi anche in tutte le altre regioni d'Italia.
Identificare la causa di questo rapido incremento dei contagi e' importante per capire quali azioni intraprendere.
Se questo incremento dei contagi fosse invece dovuto semplicemente all'arrivo in Piemonte della variante delta allora saremmo veramente in guai seri, perche' questo andamento di crescita cosi' rapida continuerebbe anche nei prossimi giorni e occorrerebbero allora provvedimenti immediati e drastici per arginare la salita dei contagi.
Non si puo' permettere in nessun caso che s'inneschi la quarta ondata, perche' i costi sarebbero enormi sia sul piano economico che soprattutto sanitario: nelle ondate precedenti abbiamo subito circa 200 decessi al giorno per almeno un mese.
Non potremmo essere certi dell'efficacia dei vaccini, se la variante delta fosse riuscita veramente a far salire i contagi in Piemonte cosi' rapidamente.
E' percio' molto importante indagare per scoprire la causa di questo incremento dei contagi, per poter individuare i giusti provvedimenti da adottare per impedire la produzione di tanti altri nuovi contagi.
I dati dei prossimi due giorni potranno chiarire in quale delle due situazioni ci troviamo.

AUMENTO DEI CONTAGI PER LE VITTORIE DELLA NAZIONALE DI CALCIO ? (4 luglio 2021)
Essendo un momento molto delicato della situazione epidemiologica per la crescita recente dei contagi 0.4% --> 0.7% --> 1.1% (con deviazione standard al 20% circa), tentiamo di trarre delle conclusioni, anche se molto preliminari.
Purtroppo ci sembra che si stiano confermando i nostri peggiori timori di uno sciagurato apporto di contagi, conseguente ai festeggiamenti per le vittorie nel torneo europeo di calcio. I contagi della variante delta hanno iniziato a diffondersi in modo non localizzato e quindi molto difficile da limitare con zone rosse che non siano estese su tutto il territorio nazionale.
Una verifica della nostra ipotesi e' semplice: basta controllare se questo stesso incremento dei contagi si presenta anche nei dati delle altre regioni italiane (perche' tutte hanno festeggiato la vittoria della nazionale di calcio).
Come in Italia, anche in Spagna (altra vincitrice dei quarti di finale degli europei) oggi sono aumentati i contagi tra i minori di 30 anni.
Essendo estate, crediamo pero' che l'1% sia ancora un livello sotto la soglia d'innesco della crescita esponenziale dei contagi, per cui non tutto e' perduto (con il Sars-CoV-2 la soglia era al 3% ma la variante delta e' piu' contagiosa per cui la soglia ci aspettiamo che sia piu' bassa ma non sappiamo di quanto).
In assenza di altri festeggiamenti sfrenati (poco probabile), la situazione dei contagi secondo noi dovrebbe stabilizzarsi intorno all'1% per poi calare continuamente in un mese, che e' il tempo di guarigione dei nuovi infettati, che sono i tifosi e tutti i loro congiunti (centinaia di migliaia di persone).
Potremmo trovarci nella condizione di dover scegliere se augurarci di perdere la semifinale contro la Spagna o subire la quarta ondata della variante delta. La colpa di cio' e' di quei tifosi che stanno dimostrando di non aver capito la situazione in cui si trova l'Italia (e loro stessi).
Purtroppo ci sono ancora la semifinale e, come tutti si augurano, la finale (ancora peggio). Un forte segnale d'allarme per le Autorita' e' percio' ormai ineludibile.
E' cosi' provato, stando ai numeri, che ai fini della diffusione dei contagi i festeggiamenti prolungati del post-partita (quando ci sono) sono ancora piu' nocivi della partecipazione del pubblico alle partite.

LE VITTORIE DELLA NAZIONALE DI CALCIO ITALIANA (2 luglio 2021)
I contagi sono ancora bassi ma sono quasi raddoppiati in modo significativo, a due deviazioni standard dalla media dei giorni precedenti.
Se questo stesso incremento del 0.3% di contagiati, che sembra non essere imputabile a fluttuazioni (quelle statistiche sono solo al 18% circa, quelle sistematiche non possiamo saperle), fosse vero e fosse presente anche in tutte le altre regioni italiane (com'e' verosimile) le persone contagiate in piu', che iniziano a diffondere il contagio, in un solo giorno sarebbero ben 180.000.
Crediamo di sapere come potrebbe essere successo: non e' colpa della nostra nazionale di calcio che sta assolvendo egregiamente i suoi compiti, ma delle molte centinaia di migliaia di tifosi (17 milioni sono quelli che hanno visto la partita in TV) che con colpevole leggerezza hanno festeggiato assembrati in strada per molte ore, favorendo cosi' una diffusione dei contagi non localizzata (cioe' non circoscrivibile poi con zone rosse) ma estesa su tutto il territorio nazionale, causando cosi', 20 giorni dopo, vari decessi che non avrebbero dovuto esserci e che invece purtroppo ci saranno.
Abbiamo gia' spiegato come immissioni di nuovi contagi non continuative (perche' i festeggiamenti poi finiscono) producono un innalzamento a gradino della curva dei contagi (in questo caso un gradino ad ogni partita vinta) che poi ci mette un mese (tempo di guarigione degli infettati) a tornare a zero (durante il quale mese l'incremento dei contagi produce, 20 giorni dopo, un incremento dei decessi corrispondente all'incremento dei contagi anche da noi valutato in passato).
Ci auguriamo fortemente che questi incrementi di contagi si mantengano complessivamente sotto l'1% nei prossimi giorni, altrimenti dovra' scattare una nuova emergenza (nazionale) ad hoc (o sperare che la nazionale perda, se non rimane altro rimedio, perche' e' un divertimento che ci costa troppo: non dev'essere consentito di far morire persone e rischiare una quarta ondata per una partita di calcio!).
E' proprio questo il pericolo che corre l'Italia, dopo aver lavorato benissimo per contenere questa pandemia: che siano partite di calcio o raduni musicali sfrenati o movide notturne poco cambia. L'incoscienza collettiva della folla che per una volta vuole dimenticare il rigore dei sani e giusti comportamenti, potrebbe farci tornare nel precipizio della quarta ondata, anche d'estate benche' incredibile, perche' la superficialita' umana non conosce limiti.
L'Italia ora e' fuori dal baratro ma se cosi' tanta gente si affanna per tornarci non c'e' niente che si possa fare per salvare il Paese (non bastano neppure le forze dell'ordine).

EUROPA A RISCHIO QUARTA ONDATA (2 luglio 2021)
L'Europa e' fatta di tanti Paesi ognuno dei quali gestisce il contrasto alla pandemia a modo suo: alcuni bene ed il livello dei contagi rimane basso, altri meno bene ed allora i contagi salgono.
Due esempi significativi di come cio' avviene sono G.B. ed Italia.
In Italia le Autorita' prestano la massima attenzione ad impedire importanti assembramenti di persone, che possono contribuire considerevolmente alla diffusione dei contagi: per questo si mantengono ancora chiuse attivita' ritenute troppo rischiose.
Molta meno attenzione c'e' in G.B. in cui, ad esempio, non solo si confermano tutti gli eventi sportivi degli Europei di calcio ma addirittura si aumenta di molto il numero di spettatori che possono entrare allo stadio per assistere alle partite.
La conseguenza di questi diversi comportamenti delle Autorita' e' sotto gli occhi di tutti: in Italia i contagi diminuiscono (la variante delta aumenta solo in percentuale relativa dei virus presenti nei tamponi, ma i contagi in valore assoluto calano), mentre in G.B. i contagi aumentano vistosamente e per questo difficilmente riusciranno ad evitare la quarta ondata (cioe' l'incremento esponenziale dei contagi, fino al raggiungimento di quell'immunizzazione naturale capace di contenere l'ulteriore crescita dei contagi).
In Italia invece i contagi sono stabilmente molto bassi, grazie ad una gestione piu' efficace della pandemia, e continuando cosi' prevediamo che si riuscira' a trascorrere l'estate evitando i danni sia sanitari che economici della quarta ondata della variante delta.

I CAMPIONATI EUROPEI DI CALCIO: E' clamorosamente sorprendente come i britannici sembra che non riescano a capire che un evento come una partita internazionale di calcio costituisca il modo migliore per diffondere i contagi ovunque in Europa su larga scala ed in modo non localizzato e quindi non controllabile o tracciabile.
Si tratta in questo caso non di focolai localizzati, facilmente controllabili con l'istituzione di zone rosse locali, ma della premessa per l'inizio della quarta ondata epidemica non solo in G.B. ma anche negli altri Paesi europei in cui gli spettatori poi si disperderanno.
In questo caso anche le Autorita' italiane si stanno dimostrando poco informate perche' hanno proposto di spostare la finale dei campionati europei a Roma.
Ecco quale sarebbe la differenza:
  1. Se la finale si tenesse a Roma migliaia di spettatori circolerebbero in un Paese con pochi contagi (l'Italia), si scambierebbero i virus tra loro nel momento della partita, quindi per un tempo limitato, andandoli poi a diffondere tra l'altro anche nei giri turistici in altre citta' d'Italia.
    Le persone attive nella prima diffusione del contagio sarebbero percio' solo una frazione degli spettatori della partita.
  2. Se invece la finale si terra' a Londra migliaia di spettatori circoleranno in un Paese con tanti contagi (l'Inghilterra) ed oltre a scambiarsi i virus tra loro nel momento della partita, saranno soggetti ad un maggiore rischio di contagio prima e dopo la partita anche nei giri turistici in altre citta' britanniche, quindi per un tempo anche molto lungo, per andare poi a diffondere il contagio nei loro Paesi d'origine.
    Le persone attive nella prima diffusione del contagio sarebbero in questo caso molte di piu': sarebbero non solo la frazione di spettatori infetti della partita ma anche tutti i membri infetti della popolazione britannica (che non sarebbero pochi) con cui gli spettatori della partita sono venuti in contatto prima e dopo la partita (quindi per un tempo molto maggiore della durata della partita).
    Ci sarebbero percio' molti piu' contagiati pronti a disperdersi in vari Paesi europei e diffondere il contagio in modo non localizzato e quindi incontrollabile.
Si capisce bene che in questo secondo caso il danno sarebbe maggiore.
Questo non e' comunque sufficiente a far dilagare l'epidemia, essendo estate. Occorre che siano verificate tra le singole popolazioni interessate anche le condizioni minime necessarie. perche' si inneschi la crescita esponenziale dei contagi.
In alcuni Paesi purtroppo crediamo che ci siano (NON in Italia).
Se la quarta ondata si verificasse in alcuni Paesi si ed in altri no, potrebbero crearsi in Europa dei problemi di carattere politico/economico non di poco conto, che sarebbe bene cominciare a considerare.

PERCHE' I NOSTRI PARERI SONO SPESSO DIFFORMI DA QUELLI SUI MEDIA (30 giugno 2021)
Ci sono molti lettori che hanno la compiacenza di seguire questo mio modesto contributo alla lotta contro la pandemia Covid-19.
Credo che cio' accada perche' abbastanza spesso mi trovo ad esprimere pareri interessanti proprio perche' sono in parte od in tutto difformi dal comune pensiero sulla pandemia riportato sui media e questo accade perche' lo dicono i dati (la professionalita' necessaria per estrarre dai dati tutte le informazioni possibili e' proprio quella di un fisico: fa parte del suo bagaglio professionale).
Un esempio clamoroso e' il parere che abbiamo espresso nel commento di ieri , dove ci siamo spinti a prevedere che una quarta ondata non sara' prodotta dalla variante delta nei prossimi mesi in Italia. Cio' mentre illustri personalita' del settore clinico sostenevano che ormai neanche l'istituzione delle zone rosse serve piu' perche' le misure di prevenzione andavano adottate un mese fa e che ormai e' troppo tardi per fermare la variante delta.
Credo che molti, in base alla loro esperienza virologica, nella superficialita' di un'intervista tendano inconsapevolmente a fare "di tutti i virus un fascio" e parlano di questi coronavirus per analogia, come se fossero il morbillo o altri no virus.
Ma questa superficialita' li induce talvolta in errore, perche' i virus del Covid-19, anche se sono mutazioni del progenitore Sars-CoV-2, sono piuttosto diversi tra loro dal punto di vista funzionale e per questo, per svolgere bene il loro lavoro, gli esperti devono necessariamente tener conto delle reali caratteristiche mostrate da questi nuovi virus, come appaiono nei dati dei test molecolari, proprio come stiamo facendo noi in questo studio con un approccio empirico/sperimentale.
E' solo cosi' che si possono scoprire le peculiarita' dei comportamenti di questi nuovi virus per poter esprimere poi dei pareri quanto piu' corretti possibile (cosa molto importante per intraprendere poi le giuste azioni di contrasto).
Ricordiamo per inciso che il nostro studio e' fatto sui dati di una sola regione, il Piemonte, usata come regione campione per studiare meglio la fenomenologia di questi virus. I risultati ottenuti per il Piemonte, ipotizzato come rappresentativo della situazione italiana, vengono assunti come validi anche per l'Italia.
Facciamo cosi' degli esempi per capire cosa intendiamo con "riferirsi ai dati reali dei test", rimandando ai link dove sono mostrate le varie nostre deduzioni dai dati reali dei test molecolari:
  1. La variante inglese e' meno sensibile alle restrizioni connesse alla zona rossa, mentre il Sars-CoV-2 lo e' molto di piu'.
  2. L'innalzamento della temperatura stagionale e' piu' efficace dei vaccini per contenere la diffusione dei contagi.
  3. Riteniamo di poter prevedere che NON ci sara' una quarta ondata epidemica in estate, se si continuera' a gestire bene, come si e' fatto finora in Italia, il contenimento della diffusione dei contagi (non si fa in altri Paesi, come per esempio in G.B., dove le Autorita' accettano di diffondere in modo incontrollato e non localizzato i contagi, pur di far vedere una partita del campionato europeo di calcio!).
  4. Una visione corretta di tutto quello che sta succedendo spesso sembra carente nei media, mentre e' invece molto importante per poter fare le scelte giuste in questa guerra contro la pandemia, anche se ora possiamo usufruire della pausa estiva, che finira' pero' a settembre, esattamente com'e' avvenuto nel 2020. Quello che abbiamo potuto imparare dall'analisi dei dati l'abbiamo scritto QUI'.
  5. Un esempio di come si possono analizzare i dati per ricavarne informazioni preziose e' stata la valutazione del livello d'immunita' naturale esistente in Italia in seguito alle due ultime ondate (da ottobre 2020 a maggio 2021), per confrontarlo con il livello d'immunita' fornito dai vaccini.
Varie altre deduzioni dai dati reali dei contagi sono sparse in tutto questo lavoro e sono a nostro avviso di grande interesse per capire il funzionamento di questa pandemia.

PUO' VERIFICARSI UN'ONDATA DELLA VARIANTE DELTA IN ESTATE? (29 giugno 2021)
Abbiamo sentito interviste allarmate di esperti in TV che sostenevano che con tutti i focolai di variante delta in Italia ormai e' troppo tardi per correre ai rimedi istituendo zone rosse: ci si doveva pensare un mese fa.
Ecco il nostro pensiero in merito: certo che puo' verificarsi una quarta ondata in estate. E' gia' successo negli U.S.A.
E' pero necessario il verificarsi di alcune condizioni che a mio avviso ora in Italia non ci sono.
  1. Occorre innanzitutto che la densita' della popolazione virale diffusa nel territorio sia sopra una certa soglia, sufficiente perche' possa innescarsi, in quelle condizioni ambientali, una crescita esponenziale dei contagi (e' quello che e' successo negli U.S.A. nel 2020: guardate quant'era alto il livello di fondo da cui e' partito il picco).
    Nell'estate 2020 in Italia il livello di fondo era circa il 2% e l'ondata estiva (come quella degli U.S.A.) NON SI E' VERIFICATA: evidentemente il 2% corrisponde ad una densita' della popolazione virale diffusa nel territorio che era sotto soglia. Allora il virus era il Sars-CoV-2 mentre ora e' la variante delta che, essendo piu' contagiosa, potrebbe crescere esponenzialmente anche con solo il 2%: per questo noi raccomandiamo di mantenere il fondo sotto al 0.5%, com'e' ora in Piemonte (comunque tutte le vaccinazioni fatte, che nell'estate 2020 non c'erano, concorrono a rendere poco probabile la partenza di una quarta ondata estiva con la variante delta in Italia.
    La crescita esponenziale dei contagi puo' sempre accadere in un'area limitata ma costituisce un focolaio facilmente controllabile (con zone rosse locali e limitate), che non e' un'epidemia su larga scala, anche se i focolai sono molteplici.
  2. L'ondata epidemica non puo' iniziare se la contagiosita', cioe' la capacita' che hanno i virus in quel momento di produrre contagi nell'unita' di tempo, e' sotto una soglia minima. E' la ragione per cui in estate le epidemie su larga scala dei coronavirus (influenza, raffreddore, Covid-19, ecc.) non avvengono, se non in condizioni particolari. Abbiamo gia' spiegato piu' volte qual'e' la nostra comprensione di questo fenomeno, legato alla temperatura ambientale.
    Questo effetto di riduzione di contagiosita', prodotto dall'innalzamento stagionale della temperatura, risulta secondo noi addirittura superiore all'effetto prodotto da milioni di vaccinazioni.
  3. Anche la presenza di un solo virus "variante delta" puo' diffondersi, come fa anche l'epidemia degli asintomatici durante tutta l'estate senza provocare nessuna ondata epidemica ed in condizioni locali particolari puo' anche produrre un focolaio. Poi se nessuno fa niente il focolaio puo' anche estendersi perche' viene a realizzarsi la condizione favorevole alla diffusione del contagio discussa al punto 1.
    Ma gli italiani sono piu' bravi di altri popoli (in cui contagi e decessi salgono con inammissibile facilita') e non accade che "nessuno faccia niente": tutti i focolai vengono certamente contenuti (questa e' una regola ineludibile di questo gioco con i virus) finche' non si estinguono.
    Nei Paesi in cui si lavora efficientemente cosi' non ci saranno ondate epidemiche finche' c'e' l'aiuto FORMIDABILE dell'alta temperatura ambientale. Dopo l'estate e' un altro discorso.
  4. Riteniamo quindi non giustificati certi allarmismi. Poi il tempo sara' giudice e chiarira' chi ha avuto ragione.

UN PRIMO SEGNALE DI SUCCESSO DELL'ITALIA E DEGLI ITALIANI CONTRO LA PANDEMIA (29 giugno 2021)
Se l'ultimo dato di 0.4% fosse vero (l'errore statistico e' di circa il 27%), vorrebbe dire che negli ultimi giorni il numero di persone che coltivano inconsapevolmente colonie di virus nel loro corpo per un mese, aiutandoli a diffondersi sempre piu' tra la popolazione, si e' dimezzato. I prossimi giorni ce lo confermeranno.
Se fosse cosi' invece dello 0.8% di 60 milioni di persone (cioe' 480.000 persone infette) che avevamo nei giorni scorsi (nell'ipotesi che queste percentuali del Piemonte siano le stesse anche per il resto d'Italia) ora sono diminuite a 240.000 persone infette in circa una settimana, malgrado tutte le riaperture, in zona bianca e mentre altri Paesi hanno i contagi in salita.
Il merito e' principalmente dall' innalzamento stagionale della temperatura , che in Italia e' piu' alta che in altri Paesi simili ma anche dei giusti comportamenti della maggior parte degli italiani che hanno capito di non aver a che fare con un altro tipo di influenza ma con un virus ben piu' nocivo che comporta il rischio di una polmonite virale e che puo' lasciare anche danni irreversibili in vari organi.
Se sapremo mantenere cosi' basso il numero di persone infette (ed asintomatiche) che abbiamo "in casa", potremo anche riuscire a ridurre la capacita' di diffondere il contagio con il tracciamento di molte di loro ed avere cosi' anche ottime probabilita' di successo, per evitare ulteriori ondate epidemiche autunnali ed invernali, lasciando cosi' tutte le attivita' economiche sempre aperte.
E' quello che sta avvenendo ora in Piemonte, dove dopo 16 giorni di rimozione di tutte le restrizioni (zona bianca) i contagi seguitano a scendere senza alcun incremento per le riaperture, come si vede bene nel grafico.
Dobbiamo ovviamente controllare molto scrupolosamente gli accessi dall'estero, dove probabilmente se gli altri Paesi non sono stati capaci di ottenere lo stesso successo dell'Italia, avranno un numero di persone infette molto piu' elevato di noi.
Sarebbe un bel successo, anche economico, per l'Italia. Durante l'estate i contagi NON risaliranno e tutti devono portare il loro contributo, perche' siamo in guerra e la stiamo vincendo ma basta poco per ricadere nel precipizio e nella disperazione.
Attenzione pero': i virus, anche se diminuiti di numero, sono sempre tra noi pronti a moltiplicarsi, se gliene daremo la possibilita'.
Sta a noi imparare a vivere, minimizzando i problemi, in questo nuovo mondo contaminato: sarebbe da sciocchi tornare a chiudere tutto in autunno ed inverno per giocare a "libera tutti" in un'estate sfrenata e senza limiti.
Le varianti piu' contagiose ci sono e ne verranno anche altre ma e' possibile controllarne la diffusione, impedendo che diventi esponenziale. D'estate ci pensa il caldo, d'inverno ci dovranno aiutare i vaccini ed i nostri comportamenti giudiziosi.
Ormai possiamo affermare che l'Italia ha imparato come si fa a convivere con questi virus e noi tutti lo dovremo fare perche' non c'e' altra possibilita'.
Questa e' una competizione internazionale, non di poco conto, forse la piu' importante di tutte: se l'Italia sara' cosi' brava da riuscire a convivere con questi virus, oltre a mantenere tutte le attivita' aperte, potra' anche sfruttare una serie di vantaggi che ne derivano in termini di maggiore attrattivita' e competitivita' del Paese, in un nuovo scenario di boom economico che ci aiutera' a sopportare meglio tutte le difficolta'.

LA VARIANTE DELTA (27 giugno 2021)
Le informazioni che circolano sono fuorvianti: inducono a pensare che c'e' un grave rischio di un'imminente quarta ondata epidemica, per cui si parla di nuove zone rosse nei focolai e si nutrono preoccupazioni per la ripresa economica.
Cosi' facendo si nuoce veramente agli investimenti e quindi all'economia.
Ma non e' cosi': bisogna dare le informazioni interpretandole in maniera corretta (cosa che probabilmente nessuno sa fare, finche' non viene loro spiegato come cerchiamo di fare noi ora).
Le informazioni che circolano e che sono assolutamente vere sono:
  1. I casi di variante delta identificati in Italia sono quadruplicati nell'ultimo mese.
  2. La variante delta dilaga: in Gran Bretagna e' arrivata al 95%, in Italia e' presente al 16.8%
  3. A Sidney hanno dovuto imporre due settimane di lockdown per la variante delta.
Se fornite cosi', senza alcuna spiegazione, seminano preoccupazione, fanno si vendere piu' giornali ma producono anche gravi danni senza motivazioni reali.
Spieghiamo perche':
  1. Su questo primo punto si fa confusione tra percentuale relativa ed assoluta: e' evidente a tutti che nell'ultimo mese i contagi in Italia sono diminuiti (basta guardare il grafico ). Ma allora come ha potuto la variante delta quadruplicare la sua presenza? Semplicemente e' quadruplicata la sua percentuale relativa nel miscuglio di virus presenti, che comunque sono diminuiti: ha preso il sopravvento sulle altre varianti (inglese e Sars-CoV-2) ma il totale dei virus presenti e' diminuito e questo basta a tranquillizzarci. Che la percentuale relativa della variante delta aumenti significa che e' piu' contagiosa delle altre e quindi dovremmo preoccuparci se il totale dei contagi in termini assoluti dovesse aumentare.
  2. Questa evenienza si sta manifestando in Gran Bretagna, in cui non solo la percentuale relativa di variante delta a forza di riprodursi piu' velocemente nella successione delle infezioni e' salita sempre piu' fino ad arrivare al 95% ma anche il numero dei contagi in valore assoluto sta crescendo molto. I cittadini britannici si che si devono preoccupare perche', avendo la variante delta una contagiosita' cosi' elevata, e' anche difficile da contenere e se si sta diffondendo cosi' velocemente vuol dire secondo noi che il vaccino usato dai britannici (AstraZeneca) non sta riuscendo a proteggere a sufficienza la popolazione (checche' ne dica l'EMA).
  3. In Australia, che e' nell'emisfero australe, ora e' inverno e quindi per contrastare la diffusione di un virus cosi' contagioso e' ovvio che sono dovuti ricorrere al lockdown (e con due sole settimane otterranno ben poco).
    E' a nostro avviso sorprendente come tutti sembrano ignorare l'importanza antivirus della temperatura, mentre a noi risulta che la causa predominante per la diminuzione dei contagi sia quasi soltanto l' innalzamento stagionale della temperatura (nessun giornalista nel dare questa notizia evidenzia che in Australia ora e' inverno).

SDRAMMATIZZARE per aiutare l'economia (e la popolazione): da noi in estate si potranno pure sviluppare focolai, intorno alle persone non vaccinate, ma non crediamo che possa derivarne una quarta ondata prima di settembre, per la grande efficacia antivirus della temperatura estiva.
Noi ci dovremo preoccupare solo all'arrivo della stagione fredda, tra 4 mesi, ma crediamo che potremo uscirne comunque indenni, se riusciremo a mantenere il livello dei contagi sotto al 0.5% a settembre 2021 (cioe' ad avere pochi virus in casa, ospitati inconsapevolmente dai nostri infetti asintomatici).
E' questa la nostra sfida: dev'essere un impegno senza soluzione di continuita' perche' se i contagi della variante delta si lasciano crescere poi non li ferma piu' nessuno.
Quindi nessun panico in Italia, perche' facendo molta attenzione a non aiutare i virus a moltiplicarsi di numero, riusciremo a mantenere la percentuale dei contagi bassa per tutta l'estate, malgrado la presenza della variante delta (e' senz'altro possibile).
Cosi' non succedera' nulla di brutto, niente zone rosse estese, grazie all'impegno di tutti, all'alta temperatura estiva ed alla efficace protezione vaccinale. Cosi' l'Italia non perdera' il treno della ripresa economica e staremo tutti meglio.

COMMENTO AI DATI DEL 26/6 (26 giugno 2021)
Il dato dei decessi contiene 20 unita' provenienti dal ricalcolo dei dati della Campania, per cui il dato vero giornaliero e' di 20 decessi, abbastanza ben allineato con in dati dei giorni precedenti.
Il dato dei contagi e' identico a quello di ieri (invece di diminuire), per cui e' valido lo stesso commento del 25/6 (il prossimo).

COMMENTO AI DATI DEL 25/6 (25 giugno 2021)
Il dato dei decessi contiene 21 unita' provenienti dal ricalcolo dei dati della Puglia, per cui il dato vero giornaliero e' di 35 decessi, abbastanza ben allineato con in dati dei giorni precedenti.
Il dato dei contagi sembra essere risalito un po' ma non pensiamo che sia la comparsa in Piemonte di un primo contributo della VARIANTE DELTA, che pure sembra sia arrivata in Italia al 17% contro un 75% della variante alfa, mentre in G.B. e' ora al 95% (ma non lasciatevi ingannare: sono percentuali relative, non assolute).
Non dovrebbe crescere molto, se ha ragione l'E.M.A. che tramite la direttrice esecutiva Emer Cooke ha oggi ribadito che tutti i vaccini autorizzati sono efficaci oltre che sicuri, e questo non puo' non significare che proteggono anche contro la variante delta, altrimenti non capiamo piu' il ruolo dell'E.M.A. Cio' anche se continuiamo a non capire come la variante delta possa essere arrivata al 95% in G.B., crescendo molto anche in termini assoluti, come sappiamo: forse e' il vaccino AZ, largamente usato in G.B., che non protegge a sufficienza, contrariamente a quanto affermato da Emer Cooke.
Con tutti i vaccinati che abbiamo oggi e che avremo ancora piu' in futuro, non dovremo piu' risultare scoperti come nel 2020: qualche beneficio i vaccini dovranno pur fornirlo per cui, se le cose stanno come l'E.M.A. sta assicurando, non dobbiamo temere una quarta ondata di variante delta in estate e questo sara' un grande risultato della campagna vaccinale (in autunno invece potrebbe essere diverso, perche' verra' a mancare un aiuto importantissimo: quello dell'alta temperatura ambientale ).
Per ridurre questi rischi di epidemia autunnale e' molto importante non allevare per tutta l'estate una popolazione numerosa di virus delta nei corpi delle inconsapevoli persone infette ed asintomatiche (come quelle positive al test), che d'estate rischiano di essere, oltre che invisibili, anche molto numerose se il livello dei positivi al test rimane sopra al 0.5% del totale.
Per capire l'importanza di far scendere il livello del fondo degli asintomatici sotto al 0.5% basta osservare che nell'estate 2020 questo livello era al 2% ed a settembre, con l'abbassamento della temperatura, partendo da questo 2%, si e' potuta innescare la crescita esponenziale dei contagi, che sono cosi' arrivati al 18% ad ottobre, causando quella che abbiamo chiamato la seconda ondata e che poi, essendo cresciuti moltissimo di numero i virus, hanno mantenuto il livello dei contagi sempre sopra al 10% fino a maggio 2021, con tutti i danni sanitari ed economici che abbiamo purtroppo dovuto affrontare.
Rispetto al 2020 ora abbiamo moltissime persone con immunita' vaccinale sicuramente efficace a settembre (meno da dicembre in poi) ma abbiamo avuto modo di osservare come l'effetto della temperatura ambientale possa avere un grande effetto sulla contagiosita' di questi virus, forse anche maggiore dell'effetto protettivo dei vaccini.
Per cui sara' molto importante mantenere sempre i contagi quanto piu' bassi possibile e stare per tutta la stagione fredda con la guardia ben alta, senza contare molto sulla protezione, probabilmente parziale, offerta dai vaccini, per riuscire a passare la stagione fredda indenni e senza lockdown: e' certamente possibile, sta a noi riuscirci.
Riteniamo infine che il piccolo aumento dei contagi odierno sia normale, trattandosi del dato di un venerdi', che usualmente risulta piu' alto dei dati dei giorni contigui (il solito "picco del venerdi'") e che non abbia nulla a che vedere con la variante delta.
Seguendo la nostra consuetudine abbiamo ridisegnato l'andamento della linea rossa facendola passare per quest'ultimo punto, ricordandoci pero' che a causa del ridotto numero di test positivi l'errore statistico del dato odierno e' piuttosto alto (circa 17%).
Viene cosi' messo in evidenza un aumento di pendenza della linea rossa che si avvicina ancora di piu' ad un andamento costante intorno al 7%, coerente con i dati degli ultimi 5 giorni ed inferiore al 2% che avevamo in Italia nell'estate 2020. Se rimanesse cosi', il livello degli asintomatici non arriverebbe a zero in Italia, con le conseguenze ripetutamente da noi segnalate nei vari commenti dei giorni scorsi.
Risulta percio' confermato anche tutto quanto abbiamo gia' scritto ieri (24/6) nel commento seguente sull'azzeramento dei contagi.

AZZERAMENTO DEI CONTAGI (24 giugno 2021)
Se oggi la percentuale di test positivi fosse del 0.7% su tutta la popolazione italiana di 60 milioni di persone avremmo 420.000 persone infettate dal virus (quasi tutte asintomatiche).
Queste persone infette smettono di essere tali in un mese perche' guariscono grazie alla produzione di anticorpi, ma in quel mese possono contagiare altre persone, che non siano immunizzate.
Proprio questa e' la differenza con il 2020: ora ci sono piu' immunizzati e quindi i contagi dell'epidemia di questi asintomatici sono meno numerosi ma ancora non zero (un mese di tempo e' lungo e le persone infette (asintomatiche) riescono ancora a trovare qualcuno da infettare.
Il risultato e' un livello di contagi piu' basso del 2% che avevamo nel 2020 ma ancora maggiore di zero.
A questo effetto positivo della diminuzione delle persone infettabili (i vaccinati non lo sono piu'), che riduce il numero di contagi, si oppone l'effetto negativo della produzione di nuovi contagi da parte di attivita' che facilitano la diffusione dei contagi (quelle con grandi assembramenti di persone, ancora peggio se svolti in ambienti chiusi).
Dall'equilibrio di questi due effetti dipende il livello costante di contagi che avremo in estate (forse 0.5%).
Piu' saremo bravi a contenere la produzione di nuovi contagi controllando le varie attivita' che possono produrli e piu' sara' basso il numero di asintomatici ed il corrispondente numero di test positivi.
Su tutto cio' incombe certamente il pericolo dell'arrivo di nuove varianti capaci di eludere la risposta immunitaria dei vaccini (variante delta?). Ma questo e' un altro discorso.

La variante delta: non sappiamo se questo virus, che ci si aspetta essere al 90% ad agosto in Italia, sia capace di eludere la risposta immunitaria ma, osservando quello che sta avvenendo in G.B., sembrerebbe di si, soprattutto rispetto al vaccino AZ che e' quello che e' stato piu' largamente utilizzato in quel Paese.
La difesa su cui in Italia potremo contare di piu' sara' quella della TEMPERATURA AMBIENTALE, da noi piu' alta che in G.B., che gia' nella terza ondata, sorprendentemente, e' risultata addirittura piu' efficace delle VACCINAZIONI.
Anche se e' passato un mese da allora, le ulteriori vaccinazioni non dovrebbero aver apportato molte immunita' aggiuntive, perche' abbiamo gia' sottolineato come la maggior parte di loro a giugno sia servita solo a procrastinare la scadenza delle immunita' naturali gia' esistenti ed in scadenza (se restano efficaci per 8 mesi circa), perche' acquisite dalla seconda ondata in poi (cioe' da ottobre 2020).
Non ci resta che aspettare gli eventi, continuando a monitorare scrupolosamente il livello dei contagi.

LA DISCESA DEI DECESSI (23 giugno 2021)
Siccome le fluttuazioni dei dati sui decessi (che sono di tutta Italia) sono piu' alte di quelle dei contagi (probabilmente per cause amministrative) li abbiamo sommati a gruppi di 4 giorni dal 10/5 in poi ed abbiamo riportato il risultato nel grafico seguente:
Vi si puo' apprezzare abbastanza chiaramente la variazione di pendenza dell'andamento temporale, che ci sembra corrisponda con quello che si vede nel grafico dei contagi del Piemonte, in corrispondenza al giorno 19/5 (il venerdi' 21/5 e' indicato nel grafico).
Essendo il punto di diramazione nel grafico dei decessi posizionato all'1/6, si puo' dedurre un ritardo medio dei decessi di circa 13 giorni rispetto al rilevamento dell'incremento dei test positivi (a cui va aggiunto qualche giorno perche' il rilevamento non coincide con il momento del contagio. Quindi i 20 giorni, da noi sempre citati al riguardo, non sono molto lontani dal vero.
E' facile nel grafico conteggiare quanti decessi in piu' ha comportato il cambiamento di pendenza rispetto a quella precedente, indicata nel grafico con una linea rossa piu' sottile (purtroppo sono varie centinaia).
Non possiamo indagare noi, per individuare le cause che poco prima del 19/5 hanno prodotto questa ingente immissione di nuovi contagi in Piemonte ma essendo i decessi nel grafico quelli di tutta Italia il fenomeno dovrebbe aver coinvolto tutto il Paese.
E' indubbio che sarebbe estremamente utile conoscere queste cause.

LA DISCESA DEI CONTAGI (22 giugno 2021)
Quando i test positivi diventano pochi gli errori statistici aumentano e noi li stiamo indicando nella tabella, sia pure grossolanamente.
E' indubbio pero' che i contagi stanno diminuendo e questo malgrado tutte le riaperture delle attivita' economiche operate con la dichiarazione di "zona bianca" in Piemonte.
Anche malgrado la temuta diffusione della variante delta, che evidentemente in Piemonte ancora non si vede.
La linea rossa nel grafico mostra le nostre migliori aspettative, che potrebbero portare a zero i contagi nel giro di una settimana da oggi.
Siccome i piemontesi non sono soli al mondo qualche virus forestiero potrebbe comparire nel prossimo futuro ed abbiamo imparato com'e' importante continuare a monitorare la situazione per poter essere pronti ad intervenire.
La situazione di zero contagi, che 20 giorni dopo porta a zero decessi, e' un patrimonio invidiabile che va conservato con tutti gli sforzi necessari.
Bravi piemontesi, perche' un tale risultato oltre ad essere dovuto alle vaccinazioni deriva anche, in modo sostanziale, dai loro comportamenti che devono essere mantenuti, anche quando sembrera' che il virus non c'e' piu' (perche' altrove c'e' ancora).
Complimenti ai piemontesi percio'!

IL FONDO DEI CONTAGI IN ESTATE (21 giugno 2021)
Il livello dei contagi si sta mantenendo vicino all'1%, mentre nell'estate 2020 era il doppio.
Il merito e' sicuramente dovuto all' immunita' diffusa , ancora dovuto in gran parte alle immunita' naturali acquisite da chi e' stato infettato nei passati 8 mesi ed in misura minore ma crescente alle immunita' acquisite con le vaccinazioni.
Nell'estate 2020 l'immunita' naturale era minore e quella vaccinale era assente e cosi' il livello dei contagi estivo era intorno al 2%.
Questo livello estivo dei contagi e' importante perche' rappresenta la dimensione del parco virus allevati dai contagiati asintomatici mediante quel fenomeno epidemiologico che abbiamo chiamato "epidemia degli asintomatici".
Durante l'estate la temperatura calda riduce la contagiosita' dei virus che, se seguitano a circolare perche' il livello dei contagi non e' zero, producono infezioni asintomatiche a meno che la persona contagiata non sia immunodepressa (anche senza sapere di esserlo). In questi casi anche d'estate puo' verificarsi la sindrome Covid-19 in rari casi anche letale.
Monitorare il livello dei contagi, anche quando e' molto basso, serve a valutare la numerosita' dell'allevamento di virus che gli asintomatici stanno mantenendo attivo in attesa dell'autunno, quando con il freddo aumenta la contagiosita' dei virus e conseguentemente anche il livello dei contagi.
Meno virus vengono traghettati attivi dagli asintomatici durante l'estate e meglio e' per contenerne la diffusione in autunno.
Pensate che se il Piemonte e' rappresentativo della situazione media in Italia, l'1% di contagi corrisponde alla presenza di 600.000 persone infette (1% della popolazione italiana). Non sono poche.
Per questo ci auguriamo che nel 2021 i vaccini permettano di azzerare il livello dei contagi in estate.

ANDAMENTO DELLA CURVA DEI CONTAGI (20 giugno 2021)
A quanto ne so questi virus non riescono a sopravvivere per piu' di un mese nell'organismo umano in presenza degli anticorpi.
Credo che i casi in cui riescano a trovare una nicchia che li metta al riparo dall'attacco del sistema immunitario siano rari (sono i casi di malattia cronica).
Quindi in un mese il contagio si esaurisce perche' il paziente o muore o guarisce (come nel caso degli asintomatici).
Per questo motivo la curva dei contagi dovrebbe scendere (in modo esponenziale) fino a zero.
Se cio' non accade puo' essere solo per la produzione di nuovi contagi che riportano la curva verso l'alto.
E' possibile che i contagi si stabilizzino ad un certo livello (che ora sembra essere all'1.2%) se le attivita' che producono nuovi contagi arrivano a compensare esattamente la diminuzione di contagi per guarigione.
In tal caso la pendenza della linea rossa nel grafico cresce fino a diventare orizzontale.
Siccome si sono riaperte attivita' che producono questi nuovi contagi, lasciandole aperte (perche' non si sa quali siano) e' inevitabile che in estate i contagi si stabilizzino ad un livello costante (), che dovrebbe pero' essere inferiore a quello dell'estate 2020, quando era al 2%, grazie all'alto numero di vaccinazioni fatte nel 2021.
Il dato di oggi, che e' 1.0% (con un errore statistico di circa il 20%, perche' domenica si raccolgono meno dati), sembra seguire la discesa della linea rossa nel grafico la cui pendenza e' stata rivista in rialzo dopo il "picco" di venerdi'.
Ci auguriamo che possa scendere ancora di piu' verso lo zero.
Il dato dell'eventuale livello costante mantenuto durante l'estate fornira', in modo sia pur grossolano, una misura dell'efficacia dei vaccini, che dovrebbero limitare la diffusione anche di questi contagi estivi.

EFFICACIA DEI VACCINI (19 giugno 2021)
Dieci giorni fa abbiamo spiegato come al 9/6 ben 23 milioni di vaccinazioni NON avevano contribuito a ridurre il numero di persone vulnerabili (cioe' il 60% del totale di 39 milioni di somministrazioni fatte), creando nuovi immunizzati, principalmente perche' fatte a persone che erano gia' dotate di immunita' "naturale".
Abbiamo cosi' concluso che a luglio, nel calcolo dei benefici delle vaccinazioni, il loro contributo alla creazione di nuove persone immunizzate dovra' essere parzialmente corretto per circa il 40% (che sono vaccinazioni fatte a persone che erano gia' immunizzate).
Le immunita' naturali, cioe' derivanti da un'infezione subita, sono sempre efficaci.
Quelle da vaccino invece possono risultare solo parzialmente efficaci quando la produzione di anticorpi dovesse risultare poco abbondante ma non sappiamo in che percentuale delle vaccinazioni eseguite questo possa essere accaduto.
Ora sta per arrivare il momento della verita', perche' la produzione degli immunizzati naturali e' cominciata ad ottobre 2020 e, se la durata dell'immunita' prodotta e' di 8 mesi come sembra, il contributo del 12% della seconda ondata dovrebbe terminare dalla fine di giugno 2021, cioe' tra poco.
Siccome un 40% di queste persone immuni naturali in scadenza sono state anche vaccinate la loro immunita' dovrebbe essere stata prolungata ma resta un 7% di immunizzazioni naturali che inizieranno a scomparire a fine giugno e cosi' accadra' anche nei mesi seguenti, fino a novembre.
Questo progressivo venir meno delle immunita' naturali (che sono quelle piu' efficaci) mettera' alla prova l'efficacia delle vaccinazioni fatte, parte delle quali, in modo diverso persona per persona, potrebbero aver prodotto un numero limitato di anticorpi e quindi una limitata protezione immunitaria.
Se pero' le vaccinazioni funzionano come ci aspettiamo (con gli anziani hanno funzionato molto bene), non dovrebbe succedere niente di spiacevole; se invece fosse alta la percentuale dei casi, in cui gli anticorpi prodotti dal vaccino risultassero poco numerosi, potremmo cominciare a vedere tra poco delle conseguenze in termini di aumento del livello di fondo dei contagi (in massima parte asintomatici).
Il livello di riferimento e' il 2% dell'estate 2020, quando le vaccinazioni ancora non c'erano, per cui nel 2021 il livello del fondo degli asintomatici dovrebbe essere inferiore (per ora, da 5 giorni, e' STABILE all'1.2% invece di diminuire verso zero, come la linea rossa).
Questo ipotetico e malaugurato aumento di contagi sarebbe un fenomeno che nessuno si aspetta e che ci auguriamo di non dover affrontare ma che e' giusto considerare. Il buon esito sara' il collaudo finale dei vaccini finora utilizzati.

MASCHERINE SI O NO ? (18 giugno 2021)
All'inizio della seconda ondata (6/10) avevamo azzardato la previsione che l'uso delle mascherine anche all'aperto avrebbe prodotto un importante risultato positivo, come poi i dati dei test hanno confermato . Allora il virus dell'epidemia era il Sars-CoV-2.
Avendo riscosso questo successo le mascherine si sono continuare ad usare fino ad oggi, senza soluzione di continuita'.
Nella terza ondata il virus prevalente era invece la variante inglese, che sorp--rendentemente ha mostrato di NON essere altrettanto sensibile alle restrizioni che tendono a favorire il distanziamento.
La nostra conclusione e' che le vie di contagio possono essere diverse a secondo del tipo di variante.
Mentre per il Sars-CoV-2 l'uso delle mascherine era importantissimo, per la variante inglese, che e' stata quella predominante nella terza ondata, secondo noi lo e' meno.
La nostra personale conclusione, ora che la variante inglese e' ancora prevalente, e' che si puo' rinunciare all'uso delle mascherine all'aperto in luoghi non affollati, almeno finche' non arrivi una nuova variante, le cui modalita' di contagio andranno scoperte e non date per scontate perche', com'e' successo per la variante inglese, potrebbero essere diverse da quelle del Sars-CoV-2.
Cio' per dare un po' di sollievo alla popolazione, con la consapevolezza che il provvedimento non puo' che essere temporaneo perche' il virus Sars-CoV-2, per il quale occorre indossare sempre la mascherina, e' ancora presente tra noi anche se in piccola percentuale e quindi si deve essere pronti ad indossarle di nuovo al primo accenno di risalita del Sars-CoV-2.

COMMENTO SUI DATI DEL 17/6 (17 giugno 2021)
Nel grafico possiamo vedere molto chiaramente cosa e' avvenuto negli ultimi 25 giorni.
Un mese fa i contagi stavano diminuendo continuamente lungo la linea rossa, che poi e' diventata tratteggiata, e sarebbero arrivati a zero (quando tutti i contagiati sono guariti) il 12/6 (in approssimazione lineare) per restarci, in assenza di massive immissioni di nuovi contagi e nuove varianti permettendo.
Poi pero' (al punto A del grafico) si sono attivate delle sorgenti di nuovi contagi, che hanno fatto risalire la curva.
Il loro effetto si vede chiaramente anche nella tabella precedente, dove abbiamo lasciato continuare la terza e quarta colonna dei dati fino ad arrivare a zero, come sarebbe accaduto in assenza dell'immissione dei nuovi contagi nel punto A del grafico.
La colonna dei CONTAGI sono i contagi effettivi, la colonna ROSSA mostra quelli che sarebbero stati senza la comparsa delle sorgenti di nuovi contagi: la loro differenza quantifica l'apporto dei nuovi contagi.
L'immissione dei nuovi contagi ha portato percio' come conseguenza che oggi, quasi un mese dopo, i contagi sono ancora 1.2% anziche' zero.
Se l'immissione dei contagi e' di tipo continuo e non singolo (one shot) allora risulta cambiata la pendenza della linea rossa che potrebbe addirittura diventare orizzontale ed allora, in assenza di interventi efficaci, dovremmo tenerci questo fondo di contagi asintomatici (1.2%) per tutta l'estate, con tutti i danni che piu' volte abbiamo descritto.
Una squadra di esperti dovrebbe indagare costantemente alla ricerca di queste sorgenti dei nuovi contagi per individuarle e neutralizzarle appena individuate. Non si deve accettare di subire passivamente in continuazione questi nuovi contagi e neppure chiudere molte attivita' che invece non c'entrano nulla.
E' questo un lavoro di grande importanza da avviare subito, se non fosse gia' operativo.

PRECISIONE DELLE MISURE (16 giugno 2021)
Con il diminuire del numero dei contagi (oggi i positivi al test sono stati solo 59, diminuisce la precisione della misura ed aumenta la dispersione dei dati.
In prima approssimazione per la teoria degli errori possiamo pensare che il dato e' affetto da un errore statistico pari alla sua radice quadrata cioe' 59+-8 che vuol dire che, al 68% di probabilita', il numero vero di positivi e' compreso tra 51 e 67 (precisione di 8/59=13%, che non e' granche').
Se il numero di test fosse stato il doppio, si sarebbero ottenuti circa 118 positivi con un errore statistico di 11/118=9%, un po' meglio ma forse il gioco non sarebbe valso la pena, perche' la determinazione dell'andamento dei contagi si ottiene bene lo stesso accumulando statistica per 2 o 3 giorni (cioe' con 2 o 3 punti nel grafico).
Se il livello dei contagi rimane cosi' basso, ci dobbiamo aspettare percio' nei prossimi giorni dei dati un po' piu' fluttuanti entro una banda del 10%: questa dispersione non e' significativa di variazioni della contagiosita' ma e' solo un effetto statistico. E' tutto normale.
Inoltre non bisogna cadere nell'errore di ritenere che se i test sono pochi si sbaglia perche' "i positivi se non li cerchi non li trovi".
Il dato che conta non e' il numero di positivi che si trovano nei test ma il numero di tutte le persone contagiate esistenti nella popolazione.
I risultati delle misure sono un test a campione della distribuzione dei contagi in tutta la popolazione suo complesso: se si trova il 2% di positivi vuol dire che in TUTTA quella popolazione, dove si sono scelte le persone da sottoporre al test, ci sono il 2% di positivi.
Quindi i test possono anche diminuire di numero, se si puo' accettare il degrado corrispondente della precisione dei dati.

COMMENTO SUI DATI RECENTI (14 giugno 2021)
I dati dei contagi degli ultimi 7 giorni non sono diminuiti ma sono sempre rimasti sopra all' 1.5%.
A nostro avviso e' un segnale preoccupante che potrebbe preludere ad un mantenimento di questo livello per tempi lunghi (invece del 2% del 2020 potremmo cosi' avere una misera diminuzione ad 1.5% per tutta l'estate).
Non sarebbe una buona notizia perche', siccome le vaccinazioni nel 2020 non c'erano, dovremmo aspettarci un livello del fondo dei contagi piu' basso.
Questo livello piu' alto potrebbe dipendere dai comportamenti non sufficientemente virtuosi della gente, che potrebbero vanificare tutti gli sforzi fatti per contenere la pandemia.
Sara' interessante vedere l'effetto della riapertura del Piemonte in zona bianca con i dati dei prossimi giorni.
I dati di 1.1% e 1.2% del 15/6 e 16/6 fanno svanire (per ora) le preoccupazioni qui' paventate: infatti appare chiaramente una discesa dei contagi esattamente coerente con la nostra previsione (linea rossa nel grafico ).
Speriamo che continui cosi'.

PUNTO DI SVOLTA (13 giugno 2021)
Da ora finalmente dovremmo vedere il livello dei contagi rimanere stabilmente sotto al 2%, che era il valore di fondo raggiunto durante l'estate 2020. Cio' per effetto non solo della temperatura ma soprattutto delle vaccinazioni, che l'anno scorso non c'erano.
Ed anche per una maggiore consapevolezza della gente, che dovrebbe aver capito che con questi virus non si scherza.
Naturalmente nessuno e' perfetto e qualche immissione di nuovi contagi potrebbe verificarsi ad introdurre degli altri incrementi di contagi come quelli che abbiamo evidenziato (A e B) nel nostro grafico.
Abbiamo pero' ora gli strumenti per poterli rilevare e per poter indagare per scoprirne le cause ed intervenire.
L'allerta dovra' essere massima in questo periodo, in cui stanno ricrescendo i contagi della variante delta in G.B., malgrado la temperatura alta e le vaccinazioni fatte.
Questa variante sembra essere meno sensibile all'innalzamento della temperatura (infatti l'India e' un Paese caldo) e forse neanche al vaccino piu' usato dai britannici (AZ).
Se arrivasse anche in Italia potremmo dover seguire lo stesso loro percorso, iniziando a richiudere alcune attivita'.
Anche per questo il compito che ci attende continua ad essere molto importante.

L'ANDAMENTO DEI CONTAGI (12 giugno 2021)
L'ultima parte della curva dei contagi e' molto significativa perche' ci mostra quello che ci dobbiamo aspettare nel prossimo futuro.
Vi si possono identificare chiaramente i due avvallamenti che abbiamo indicato con le lettere A (a fine maggio) e B (all'inizio di giugno).
In realta' non sono avvallamenti ma gradini di risalita di una curva che stava decrescendo secondo l'andamento indicato dalla linea rossa tratteggiata.
L'interpretazione e' abbastanza ovvia: fino al 20/5 i contagi stavano scendendo rapidamente secondo l'andamento indicato dalla linea rossa che a quel punto (A) non ha piu' proseguito secondo la linea tratteggiata rossa ma ha dovuto spostarsi del 2.4% piu' in alto (da un livello dell'1.8% al 4.2%), in seguito ad una ingente immissione singola (non continuativa) di nuovi contagi, per poi continuare a scendere con la stessa pendenza di prima (vedi linea rossa).
Questo andamento e' proseguito fino al 4/6, dove non c'e' stata una rilevante immissione di nuovi contagi a creare un altro gradino in salita della curva ma l'inizio di una immissione continua (piu' piccola) di contagi e tale da essere rivelata come una variazione in crescita della pendenza della curva (punto B) da quel momento in poi.
Ipotizzando che non ci siano altre immissioni di nuovi contagi, abbiamo disegnato l'andamento della linea rossa anche nei prossimi 10 giorni. L'andamento e' discendente in modo esponenziale, secondo i tempi di guarigione delle persone contagiate, che in prima approssimazione abbiamo assunto come lineare.
Quello che e' successo in queste due ultime settimane e' molto istruttivo perche' prelude a quello che ci dobbiamo attendere per il futuro, in assenza di provvedimenti idonei a contrastare queste immissioni di nuovi contagi che provocano la risalita della curva dei contagi.
Il livello che manterra' la curva dei contagi per tutta l'estate deriva dal risultato dei due effetti contrapposti che determinano il livello della curva: quello discendente prodotto dalla guarigione delle persone contagiate (in circa un mese) e quello ascendente dell'immissione di nuovi contagi che puo' avvenire con un evento singolo (per esempio un concerto affollato) o con un'attivita' continuativa capace di produrre una quantita' rilevante e continua di nuovi contagi.
Il livello di equilibrio sara' piu' o meno alto a secondo di quale dei due effetti sara' prevalente.
Nel nostro grafico si possono vedere all'opera tutti questi meccanismi insieme ed e' cosi' piu' facile comprendere come si evolvera' l'epidemia degli asintomatici durante tutta l'estate.
Abbiamo gia' segnalato quanto sia importante mantenere basso il livello di fondo dei contagi e quali siano i suoi costi sanitari. Ignorare quanto sta succedendo, perche' nel periodo estivo non ostacola lo svolgimento delle varie attivita', puo' avere un costo troppo alto.
L'effetto di questi due incrementi di contagi avvenuti finora e visibili nel grafico corrispondono grosso modo al 2% di contagi in piu' per la durata di un mese (e' l'area tra la linea rossa e quella tratteggiata) che secondo la stima fatta nel commento seguente, corrispondono ad un totale di 10 decessi in piu' in Piemonte, in quel mese. Se avvenisse in tutta Italia, i decessi in piu' sarebbero circa 200, dovuti anche ad un singolo evento (come ad esempio i festeggiamenti per la vittoria di una partita importante della nazionale di calcio), perche' i contagi prodotti in quell'evento permangono poi nella curva dei contagi per un mese.
Occorre intraprendere provvedimenti e comportamenti idonei a mantenere minime tutte le immissioni di nuovi contagi, per permettere al livello del fondo dei contagi di scendere quanto piu' in basso possibile.

L'ANDAMENTO DEI DECESSI (11 giugno 2021)
Ovviamente l'andamento dei decessi segue esattamente quello dei contagi con un ritardo stabilito dal decorso del Covid-19 dal contagio fino al decesso (20-30 giorni).
Cerchiamo allora di capire l'interdipendenza tra i due dati ovvero qual'e' il fattore di proporzionalita' che li lega (e che dipende, come vedremo, dalla temperatura stagionale).
Abbiamo gia' valutato che, secondo i nostri precedenti calcoli, il costo in vite umane dell'incremento di un +2% dei contagi per un mese (che e' il tempo di guarigione di quel +2% di contagiati) si puo' valutare dalla curva dei contagi cosi': in tutta Italia corrisponderebbe a 40 decessi al giorno ma per il solo Piemonte (una delle 20 regioni) sarebbe circa 1/20 cioe' 2 decessi al giorno.
Siccome in un mese la percentuale cala dal 2% a 0% (per le guarigioni) possiamo considerare il valor medio dell'1% che corrisponde a 1 decesso al giorno per 30 giorni, cioe' 30 decessi totali.
Nella stagione calda pero' sembra che le infezioni gravi si riducano ad 1/3 per cui i decessi totali previsti sono solo 10.
Andando a vedere la tabella ai primi di maggio (un mese fa, il tempo a ritroso per tornare dal decesso al contagio) i contagi in Piemonte erano intorno all'8%.
Siccome i decessi riportati in tabella sono quelli di tutta l'Italia, se anche in Italia i contagi fossero stati all'8% allora secondo i nostri calcoli i decessi dovrebbero essere 160 al giorno, che nella stagione piu' calda in cui siamo sembra si riducano ad 1/3 , cioe' 53 decessi al giorno in tutta Italia, perche' con la ridotta aggressivita' del virus per la temperatura stagionale i casi piu' gravi dell'infezione sono piu' rari.
Il valor medio dei decessi nei primo 10 giorni di giugno e' stato invece di 81 decessi al giorno in tutta Italia.
Questo potrebbe significare che con le temperature avute nel mese di maggio i casi piu' gravi dell'infezione sono stati piu' numerosi: non 1/3 ma 1/2 di quelli che avevamo d'inverno (81 decessi al giorno invece di 160).
CONCLUSIONE: Gli 80 decessi al giorno che abbiamo oggi in Italia corrispondono all'8% dei contagi che avevamo un mese fa.
Se oggi i Italia i contagi sono scesi al 2%, tra un mese i decessi scenderanno a 20 al giorno e forse anche meno, se l'innalzamento ulteriore della temperatura ambientale rendera' l'evoluzione grave dell'infezione ancora meno probabile di quella che e' ora.
Ma il 2% era il fondo di contagi nell'estate 2020. Quest'anno ci aspettiamo che possa essere di meno grazie alle vaccinazioni, se i comportamenti delle persone saranno sufficientemente virtuosi.
Cosi' i decessi potranno diminuire di conseguenza com'e' auspicabile, perche' anche 20 decessi al giorno sono sempre troppi.
E' percio' del tutto evidente che un livello di contagi basso come il 2% puo' essere soddisfacente per contenere la partenza di nuove ondate epidemiche e per consentire di mantenere (quasi) tutte le attivita' aperte ma non lo e' per il costo sanitario e di vite umane che comporta.
Bisogna ridurre i contagi ancora di piu', in modo perentorio (con le vaccinazioni in corso e' possibile) ed il popolo deve capire e collaborare.

DISCESA PREVISTA DEI CONTAGI (9 giugno 2021)
Con il procedere delle guarigioni delle persone infette che vengono rivelate dai tamponi positivi i contagi dovrebbero tendere sempre piu' a zero in un mese, con una discesa di tipo esponenziale che nei prossimi giorni disegneremo (in tabella per semplicita', valida in prima approssimazione, riportiamo i dati con interpolazione lineare anziche' esponenziale).
Durante questa discesa pero' potranno comparire dei gradini piu' o meno piccoli conseguenti a nuove immissioni di contagi dovuti ad eventi che non dovrebbero succedere, perche' vietati, ma che purtroppo non si riesce ad impedire che accadano.
Anche questi nuovi contagi poi durano per un mese e se sono tanti potrebbero anche far risalire la curva che, non riuscendo ad arrivare a zero, rischia di rimenere ad un livello di contagi costante per tutta l'estate. Nel 2020 questo livello fu del 2% ma quest'anno, grazie alle vaccinazioni, dovrebbe essere piu' basso, purche' la gente mostri quel minimo d'intelligenza necessaria.
E' molto importante continuare a monitorare quello che succede per tutta l'estate, cominciando gia' da ora.

CONTRIBUTO PARZIALE AL NUMERO DI IMMUNIZZATI DELLE VACCINAZIONI (9 giugno 2021)
I numeri approssimativi conosciuti ad oggi sono:
26 milioni=prima dose (45% della popolazione)
13 milioni=seconda dose
39 milioni=Totale somministrazioni
Previsti 54.3 milioni di vaccinati a settembre

Facciamo ora un po' di conti grossolani del numero degli immunizzati prodotti dalle vaccinazioni.
Il calcolo del numero di immunizzati "naturali" (che sono anche meglio di quelli da vaccino) esistenti in Piemonte alla fine della terza ondata (che assumiamo come rappresentativo di quelli in tutta Italia), fatto in data 9/4, e' risultato essere 53% (che sono davvero tanti).
C'e' poco da dubitare, perche' abbiamo semplicemente assunto che ogni persona risultata positiva al test molecolare sia stata infettata e quindi risulti poi immunizzata dopo la guarigione e li abbiamo CONTATI nel grafico!
Dal 9/4 ad oggi sono passati 2 mesi, in cui il valor medio del fondo dei contagi e' stato di circa il 7%, come si puo' stimare dal grafico.
Questo ha prodotto per ogni mese (che e' il tempo di guarigione e quindi di rinnovo dei contagiati, positivi al test) un altro 7% di immunizzati, da sommare al 53% del 9/4, tuttora esistente, per un totale ad oggi di 53+14=67% di immunizzati "naturali" (perche' guariti dall'infezione, sia pure asintomatica).
Quando si e' arrivati a vaccinare meta' della popolazione allora circa meta' di queste persone erano gia' immunizzate naturali e sono state poi anche vaccinate e sono quindi il 33.5% le persone che vanno sottratte da quelle effettivamente immunizzate dalla vaccinazione (con comprensibile sorpresa per questi i numeri cosi' grandi), perche' erano gia' immunizzate prima della vaccinazione (ed ora lo sono ancora di piu').
Oltre a questo 33.5% c'e' anche un'altra percentuale da sottrarre, che va sottratta al numero di immunizzazioni ottenute in piu' con le vaccinazioni: sono quelle andate a rimpiazzare le immunita' naturali derivanti dalla seconda ondata di ottobre/novembre 2020, che iniziano a scomparire otto mesi dopo, cioe' a partire da giugno 2021.
Nel calcolo del numero di immunizzati il loro contributo ammontava al 12%. La percentuale di immunita' da sottrarre alle vaccinazioni che verranno fatte tra giugno e luglio 2021, perche' non ridurranno il numero di persone vulnerabili rendendole immunizzate ma soltanto lasceranno ancora immuni una meta' di quel 12% di persone che godevano gia' di un'immunita' naturale che pero' avrebbero perso per scadenza dei termini di durata (l'altra meta' riteniamo giusto farla rientrare tra quelli nel 33.5%).
Quindi a luglio nel calcolo dei benefici delle vaccinazioni il loro contributo alla creazione di nuove persone immunizzate dovra' essere parzialmente corretto per il 33.5% + 6% cioe' per circa il 40% (che sono vaccinazioni fatte a persone gia' immunizzate).
La correzione NON altera la previsione dell'immunita' di gregge, perche' il mancato effetto di creare nuove immunizzazioni con queste vaccinazioni e' avvenuto perche' ha riguardato persone che erano gia' dotate di immunizzazione naturale, che contribuisce anch'essa al raggiungimento dell'immunita' di gregge.
Ci risulta cosi' che 23 milioni di vaccinazioni NON hanno contribuito a ridurre il numero di persone vulnerabili (sul totale di 39 milioni di somministrazioni fatte), creando nuovi immunizzati, per i seguenti motivi:
  • Per il 33.5% sono state vaccinazioni fatte a chi era gia' immune per essere stato infettato in forma asintomatica: probabilmente hanno prolungato l'immunita' esistente, ottenendo cosi' un beneficio ma solo parziale.
  • Per il 6% non hanno ridotto il numero delle persone vulnerabili, creando nuove persone immuni, perche' fatte a persone gia' immuni ma con immunita' in scadenza; percio' non sono state vaccinazioni sprecate, perche' hanno impedito che delle immunita' naturali scadessero (prolungando cosi' l'immunita' naturale in scadenza con l'immunita' del vaccino) ma non hanno comunque ridotto il numero di persone infettabili (rimasto invariato).
Per capire la stranezza di questi risultati (23 milioni su 39 milioni di somministrazioni sono il 60%, cioe' piu' della meta') si deve osservare che in base al calcolo del numero di immunizzati "naturali" circa meta' delle vaccinazioni sono state fatte a persone che erano gia' immuni.
Questo perche' i livelli dei contagi in Piemonte (che abbiamo assunto essere rappresentativi anche di quelli in tutta Italia) tra ottobre 2020 e giugno 2021 sono stati molto alti ed hanno cosi' prodotto un gran numero di persone immunizzate indipendentemente dalle vaccinazioni.
Poi una parte delle immunizzazioni create dalle vaccinazioni sono servite solo a mantenere immunizzate le persone che stavano arrivando al termine della durata dell'immunita' "naturale".
La conclusione e' che quest'anno e' andata cosi' perche' purtroppo abbiamo subito due ondate piuttosto pesanti, con contagi arrivati vicino al 20%, il picco di Natale ed un lungo periodo con i contagi che non si riusciva a far scendere sotto al 10%.
Sono stati 6 mesi di contagi alti che hanno prodotto una grande quantita' di persone immunizzate da un'infezione asintomatica (un italiano su due!).
Sono sicuro che l'anno prossimo lo scenario sara' completamente diverso, con molto pochi immunizzati "naturali" e quasi tutti immunizzati da vaccino (se sapremo gestire bene le vaccinazioni, come ora).
Si potra' allora misurare la durata delle immunita' e programmare il piano delle vaccinazioni in maniera ottimale per far fuori questi virus: almeno quelli attuali, poi per le future varianti si vedra'.
In tutto cio' svolge un ruolo vitale il monitoraggio continuo dei contagi, fatto come stiamo facendo noi.

DISCUSSIONE DEI FENOMENI OSSERVATI NEL GRAFICO INGRANDITO (6 giugno 2021)
Siccome i dati degli ultimi giorni a nostro avviso meritano di essere compresi fino in fondo, per visualizzarli meglio, dopo il solito grafico abbiamo aggiunto un altro grafico degli stessi dati presentati in forma di istogramma (rappresentandoli con barre verticali anziche' punti).
Poi abbiamo ingrandito solo l'ultima parte a destra, contenente i dati recenti, che presentano degli incrementi di contagi anomali, cosi' da poterli discutere meglio in questa sede.
In particolare il terzo grafico contiene l'ingrandimento relativo agli ultimi 18 giorni (dal 18/5 al 5/6).

COMMENTO IMPORTANTE: COME FUNZIONA LA PANDEMIA si puo' capire molto facilmente guardando i grafici negli ultimi 15 giorni, con le seguenti osservazioni, perche' sono molto istruttivi, in quanto contengono e FANNO CAPIRE BENE TUTTI gli elementi che governano il funzionamento della pandemia:
  • Siccome i dati oscillano molto intorno all'andamento reale del fenomeno che il grafico descrive, abbiamo scelto di evidenziarne il comportamento disegnando le due linee estreme:
    1. La linea rossa, che passa attraverso i punti alti (picchi), che empiricamente vediamo verificarsi con frequenza settimanale (nei venerdi'),
    2. e la linea grigia, che passa attraverso le valli delle oscillazioni dei dati.
  • Come si vede bene nel grafico , da venerdi' 7/5 a venerdi' 21/5 la linea rossa aveva assunto un andamento decrescente (-0.3% al giorno), determinato dal tempo di guarigione delle infezioni contratte da tutte le persone risultate positive ai test nell'ultimo mese.
    Al venerdi' 21/5 pero' l'andamento della curva rossa cambia, evidentemente per il verificarsi di nuovi eventi che hanno prodotto nuovi contagi, che si sono aggiunti a quelli preesistenti in via di guarigione.
  • Per una settimana, fino a venerdi' 28/5, i contagi misurati sono cresciuti fino al +2% in piu', creando un andamento "a gradino" nella curva rossa, che poi ha ripreso apparentemente la sua decrescita precedente (di -0.3% al giorno).
    Un tale comportamento e' consistente con una creazione di contagi non continuativa, cioe' creata da eventi singoli a termine, che non richiedono percio' interventi per la rimozione delle cause (gli eventi sono terminati e non creano piu' nuovi contagi).
  • Il costo in vite umane di un +2% di contagi per un mese (tempo di guarigione di quel +2% di contagiati) si puo' valutare dalla sola curva dei contagi cosi': in tutta Italia corrisponderebbe a 40 decessi al giorno ma per il solo Piemonte sarebbe circa 1/20 cioe' 2 decessi al giorno. Siccome in un mese la percentuale cala dal 2% a 0% (per le guarigioni) possiamo considerare il valor medio dell'1% che corrisponde a 1 decesso al giorno per 30 giorni, cioe' 30 decessi totali. Nella stagione calda pero' sembra che le infezioni gravi si riducano ad 1/3 per cui i decessi totali previsti sono solo 10. Non sono comunque pochi per un singolo episodio d'incremento dei contagi, perche' poi potrebbero seguirne altri: e' questo il tipo di problema che dev'essere gestito al meglio da ora in poi.
  • Dopo venerdi' 28/5, essendo terminata l'immissione di nuovi contagi, la linea rossa ha ripreso a scendere ma forse con una pendenza un po' ridotta rispetto alla precedente di -0.3% al giorno.
    Se cosi' fosse (lo stiamo osservando in questi giorni), vorrebbe dire che e' rimasto attivo uno o piu' eventi (riaperture?) con immissione di nuovi contagi continuativa, in misura sufficiente ad aggiungere alla diminuzione dei contagi di -0.3% al giorno un incremento tale da far risultare la decrescita complessiva dei contagi un po' ridotta (nei prossimi giorni potremo valutare di quanto).
    Tutto questo e' ben visibile nel grafico ingrandito.
    Se questo cambiamento di pendenza sara' confermato, non essendo originato da eventi ormai conclusi ma da altri che invece continuano a generare nuovi contagi senza soluzione di continuita', sara' necessario effettuare interventi atti ad individuarne le cause e ad interrompere poi l'immissione di nuovi contagi.
  • La conseguenza dell'immissione di questi nuovi contagi e' visibile nel secondo grafico (istogramma) dove si puo' osservare che i contagi avrebbero dovuto azzerarsi gia' una settimana fa, a fine maggio, perche' non c'erano gli eventi che ora producono i nuovi contagi, mentre invece oggi i contagi sono ancora al livello del 3% e resteranno alti per un mese (tempo di guarigione).
    Ma se l'immissione di nuovi contagi non venisse arrestata, il livello non arriverebbe mai a zero, con tutti i danni conseguenti (in termini di ricoveri e decessi).
    Queste non sono congetture: sono discussioni sui dati reali del Piemonte.
  • Se non si riuscisse ad impedire quegli eventi che creano queste immissioni di nuovi contagi, allora il livello dei contagi potrebbe salire sempre piu' (perche' potrebbe venire cambiata la pendenza della linea rossa) e quando superasse l'8% i contagi potrebbero assumere un andamento di crescita esponenziale e generare cosi' la quarta ondata. D'estate e' piu' difficile che accada una nuova ondata ma non e' escluso, come abbiamo gia' visto accadere negli U.S.A.
    Potremo contare allora nell'immunita' di gregge, dopo che ci saremo arrivati, una volta compensate le immunizzazioni piu' vecchie ormai scemate.
  • L'immunita' di gregge ci proteggera' dalla ripartenza esponenziale dell'epidemia ma non dai contagi di coloro che non sono immunizzati, che ci saranno sempre e che continueranno a scambiarsi i virus. Quindi l'epidemia degli asintomatici rimarra', anche se molto depressa, a perpetuare l'esistenza del virus sul pianeta.
    Essendo le immunizzazioni temporanee, non si riuscira' mai a debellare completamente una pandemia come questa, nemmeno con l'immunita' di gregge (si riuscira' solo ad impedire lo sviluppo di nuove ondate epidemiche).
  • Che ruolo svolgono attualmente le vaccinazioni in questo scenario? Fino all'estate molto poco, perche' abbiamo gia' osservato come l'incremento di immunizzati vaccinati vada a compensare quasi esclusivamente la diminuzione di immunizzati, dovuta allo scemare delle immunita' naturali acquisite sia nella seconda e terza ondata che nei primi 3 mesi del 2021, quando il fondo degli asintomatici era intorno al 10% (vedi il relativo calcolo del numero di immunizzati esistenti in Piemonte alla fine della terza ondata, fatto in data 9/4 e' risultato essere 53%).
    Poi le vaccinazioni torneranno ad essere utili ma nel periodo estivo probabilmente non sara' facile mantenere il volume delle 500.000 vaccinazioni al giorno e a novembre cominceranno a scemare gli effetti delle prime vaccinazioni fatte a marzo.
    A questo scenario si aggiungera' poi a settembre l'arrivo della stagione piu' fredda e se il livello dei contagi non sara' stato mantenuto sotto al 2% le prospettive potrebbero non essere rosee, malgrado l'alto numero di immunizzati (ammesso che durante l'estate non siano comparse varianti in grado di eludere le difese immunitarie dei vaccini usati, cosa possibile se non si e' mantenuto basso il livello del fondo degli asintomatici durante l'estate: c'e' gia' in giro la variante delta che e' piu' trasmissibile del 40%).
Purtroppo la pandemia non e' finita e percio' bisognera' ancora continuare a tenere la guardia sempre alta, anche d'estate con (quasi) tutte le attivita' riaperte.

COMMENTO AI DATI DI SABATO 5/6 (5 giugno 2021)
Continuano ad arrivare dati troppo alti ma il solo dato di oggi non e' sufficiente per arrivare a conclusioni. Anche il dato di domani non bastera' (perche' e' domenica), per cui dovremo aspettare lunedi'.
Per ora sembrerebbe che in Piemonte ci sia almeno un'altra sorgente di nuovi contagi ma di tipo continuo, non singolo, per cui ci aspettiamo che dovremo cambiare la pendenza della linea rossa nel grafico.
Questa e' una brutta notizia, perche' rimanda di almeno un mese il raggiungimento di un fondo degli asintomatici particolarmente soddisfacente (basso), con le conseguenze gia' discusse.
Inoltre rende ineludibile l'individuazione della causa dei contagi CONTINUI aggiuntivi, che sembrano presenti in Piemonte, perche' quasi certamente, se non si facesse nulla, l'immissione di questi nuovi contagi continuerebbe a lungo, senza soluzione di continuita'.
Il grafico complessivo e' utile per la visione d'insieme dell'andamento dei contagi della terza ondata, ma rende difficile valutare il dettaglio dei contagi dei giorni piu' recenti (ci sono troppi dati). Per questo stiamo preparando due grafici aggiuntivi che permetteranno di vederli meglio (saranno visibili da domani con i relativi commenti).

COMMENTO AI DATI DI VENERDI' 4/6 (4 giugno 2021)
Con il dato di oggi, crollato del 67%, le cose sembrano essersi messe meglio.
Abbiamo ridisegnato la linea rossa nel grafico e sembra riprendere la pendenza di discesa precedente (0.3% al giorno, come la linea rossa tratteggiata) solo un pochino ridotta.

E' questa una creazione singola di contagi che innalza i contagi mantenendo la stessa pendenza della linea rossa (uguale a quella tratteggiata precedente) con un andamento "a gradino". Questo sembra essere l'evento accaduto in Piemonte intorno al 25/5: si e' trattato di un evento che ha introdotto nuovi contagi per circa il 2% ma non dovrebbe essere stato l'unico evento ad accrescere i contagi, perche' sembra sia presente anche un'altra piccola (quanto piccola potra' essere valutato nei prossimi giorni) creazione continua di contagi, che sembra aver ridotto, anche se di poco, la pendenza di discesa dei contagi (linea rossa).

Le creazioni continue di contagi oltre ad innalzare il livello della curva ne incrementano (in positivo) anche la pendenza e pertanto sono piu' pericolose perche', a differenza degli eventi singoli, impediscono di far scendere il fondo dei contagi verso zero, lasciando un fondo permanente nell'epidemia degli asintomatici (dipendente dall'entita' dei contagi che produce) che risulta nocivo in vari modi.
Essendo attualmente l'effetto prevalente presente (e non piccolo) quello "a gradino", dovuto ad un evento singolo ormai terminato, non occorre prendere alcun provvedimento ma solo acquisire la conoscenza del tipo di evento, per fare in modo che non si ripeta.
E' normale che eventi del genere possano accadere (non solo in Piemonte ma ovunque), perche' il virus continua ad essere presente tra noi, anche se in forma meno virulenta quando fa caldo (e' un coronavirus e quindi si comporta come un'influenza stagionale, anche se e' molto piu' pericoloso). E' importante mantenere un monitoraggio del livello dei contagi esistente per poter intervenire prontamente in caso di incrementi anomali.
Bisogna fare molta attenzione perche' eventi come quello accaduto intorno al 25/5, che fanno risalire la curva dei contagi, potrebbero ripetersi.

COMMENTO AI DATI DI GIOVEDI' 3/6 (3 giugno 2021)
Sembra mettersi male in Piemonte. Attendiamo il dato del picco di domani, venerdi', per capire come modificare l'andamento della linea rossa, che congiunge i picchi del venerdi'.
Purtroppo lo scenario che si annuncia e' quello di un'interruzione permanente per molti giorni della discesa dei contagi che avevamo finora, per la presenza di una nuova fonte di contagi, che potrebbe essere continua e che richiederebbe quindi un immediato intervento per individuarla e chiuderla o ridimensionarla massicciamente, perche' il contributo ai contagi sembrerebbe essere molto ingente.
COSA SUCCEDEREBBE: bisognerebbe intervenire presto, senza clamore, continuando le altre riaperture, soprattutto nelle altre regioni se il fenomeno risultasse interessare solo il Piemonte.
Individuare la sorgente di questi nuovi contagi, e' facilitata dalla gradualita' delle riaperture, che serve solo a questo e che permette di circoscrivere meglio la ricerca, basandosi sui giorni d'inizio della risalita dei contagi rispetto all'andamento in discesa di -0.3% al giorno e poi sul risultato della sua chiusura (prima si richiudono tutte le attivita' indiziate e poi si riaprono, una ogni 3 giorni).
Una volta chiusa la sorgente dei nuovi contagi, l'andamento della linea rossa dovrebbe riprendere subito l'andamento in discesa di -0.3% al giorno, partendo pero' dal livello piu' alto raggiunto (comportamento a gradino della linea rossa).
In quel momento si avrebbe la conferma che la produzione di nuovi contagi e' stata interrotta e tutte le riaperture potrebbero procedere come prima.
L'effetto della presenza di questi contagi extra verrebbe poi riassorbito in un mese di tempo, cioe' nel tempo di guarigione dei contagiati, che sono quasi tutti asintomatici.
Riaprire tutto senza che ci sia nessun aumento di contagi (com'e' normale che tutti sperino) sarebbe possibile se il virus fosse sparito ma purtroppo sappiamo che non e' cosi'.
Quindi c'e' da attendersi che qualche riapertura possa portare un suo contributo all'incremento dei nuovi contagi e per questo si deve essere preparati ad affrontare questa evenienza.
Per questo abbiamo ipotizzato di essere in questa condizione per far capire quali difficolta' si dovrebbero affrontare.

Chiariamo pero' che queste non possono ancora essere le nostre conclusioni, essendo basate sul solo dato di oggi.
Lasciamo percio' ancora immutate le due linee d'interpolazione (grigia e rossa) nel grafico in attesa di vedere dove si colloca il picco del venerdi' (domani)

COMMENTO AI DATI DI MERCOLEDI' 2/6 (2 giugno 2021)
Sembra che i contagi stiano scendendo come previsto dall'andamento della linea rossa nel grafico ma rimangono ad un livello di circa il 2% (anziche' 1.5%) piu' in alto dell'andamento previsto (riga rossa tratteggiata), che e' discendente per effetto della temperatura stagionale (piu' che delle vaccinazioni, spesso ritenute invece come causa prevalente).
Non ci sembra che gli ultimi dati indichino un cambiamento di pendenza della linea rossa nel grafico , piuttosto sembrano finora essere consistenti con una continuazione della discesa della linea rossa con la stessa pendenza (-0.3% al giorno) ma spostata piu' in alto del 2% circa (anziche' 1.5% come sembrava finora).
Sarebbe cosi' confermato l'andamento "a gradino" della linea rossa, come quello che tentativamente abbiamo iniziato ad indicare nel grafico.
In base alle osservazioni gia' fatte, questo andamento corrisponderebbe ad una iniezione di nuovi contagi fatta in Piemonte da un evento unico, non continuativo, ma abbastanza importante per aver prodotto un incremento di contagi del 2%.
I contagi hanno cominciato a salire mercoledi' 26/5. Quando sarebbe avvenuto questo evento dipende dal tempo necessario per far diffondere i contagi a sufficienza per essere rivelati dai test e questo per ora puo' essere solo oggetto di supposizioni: potrebbe essere avvenuto nel fine settimana 23/24 maggio, visto che la salita e' stata cosi' repentina.
Per valutare il tempo di diffusione dei contagi puo' essere utile osservare la risposta della curva, cioe' l'inizio della discesa dei contagi, all'inizio delle restrizioni della zona rossa (e' sempre stata molto pronta).
Se fosse cosi' abbiamo gia' detto che non ci sarebbe da prendere provvedimenti, perche' ormai l'evento singolo (per esempio i festeggiamenti per una partita di calcio) sarebbe gia' accaduto e finito: dovrebbe solo servire da lezione per il futuro, una volta scoperto che tipo di evento e' stato.
Il danno prodotto consisterebbe in quel 2% di contagi in piu' che i piemontesi si dovrebbero tenere come incremento della curva dei contagi (e decessi connessi, circa 2 al giorno) per un mese, cioe' per il tempo necessario alla guarigione delle persone infettate, che sono l'eccesso dei positivi ai test molecolari di questi giorni e dei prossimi (per un mese).
Siccome questo +2% di contagi diminuiscono (per guarigione) quasi linearmente in un mese, il costo umano di questo disgraziato evento dovrebbe essere di circa 30 decessi (forse solo 10 con il caldo estivo), che non ci sarebbero stati. Anche se il numero 2% sembra piccolo, si capisce bene che e' invece importante.
La curva che si vede a destra nel grafico dipende ora soprattutto dai nostri comportamenti. Dobbiamo adoperarci tutti per mantenerla sempre piu' in basso possibile.
L'attuale ripresa del turismo con l'agognato ritorno alla normalita' non deve indurre a false illusioni, che possono far abbassare troppo la guardia, perche' purtroppo i virus sono ancora in agguato, anche se meno numerosi e meno aggressivi, almeno finche' il livello di fondo dei contagi e' basso (sotto al 2%).
Se invece riuscisse a salire oltre l' 8%, potrebbe arrivare addirittura a far partire una quarta ondata anche in estate ed allora davvero sarebbe una tragedia: e' gia' accaduto a luglio 2020 negli U.S.A.
ATTENZIONE percio', com'e' successo ai piemontesi di doversi accollare questo contributo del 2% ai loro contagi per tutto il mese di giugno per un solo evento, cosi' potrebbero accaderne altri in qualsiasi parte d'Italia e potrebbero mantenere il livello di fondo dei contagi stabilmente sopra al 2% anziche' sotto.
Ancora peggio sarebbe il caso, in cui l'incremento dei contagi non fosse dovuto ad un singolo evento di immissione di nuovi contagi ma fosse invece un evento di immissione ripetitiva di contagi (si tratterebbe di un'attivita' che non puo' essere mantenuta aperta e che percio', una volta individuata, va chiusa o regolamentata in modo piu' rigoroso. In questo caso la linea rossa nel grafico, invece di avere un gradino in alto, cambierebbe addirittura la sua pendenza in peggio, proporzionalmente alla densita' di nuovi contagi immessi dai comportamenti sbagliati e dalle attivita' dannose.
Noi, insieme agli altri, saremo vigili per evidenziare prontamente ogni anomalia nel livello dei contagi.

COMMENTO AI DATI DI MARTEDI' 1/6 (1 giugno 2021)
Un po' di preoccupazione nasce dal livello un po' alto dei contagi (3.5% invece di 3% o meno atteso per oggi) che, se venisse confermato piu' alto, rispetto all'andamento attuale della linea rossa (riportato nella colonna contigua in tabella), anche nei prossimi giorni, vorrebbe dire che la pendenza della linea rossa e' risalita rispetto all'attuale discesa di -0.3% al giorno.
Se questo dovesse accadere (dovremmo saperlo tra un paio di giorni), la causa dell'incremento dei contagi non sarebbe piu' un evento singolo (come una partita, per esempio) ma uno ripetitivo, che crea nuovi contagi in continuazione, e corrisponderebbe quasi sicuramente alla riapertura di una attivita', che dovrebbe percio' essere individuata al piu' presto (in base al giorno d'inizio della risalita dei contagi) e poi sospesa di nuovo.
Per valutare, indietro nel tempo, quando e' iniziato l'incremento dei contagi (prodotti da cause diffuse nel territorio) puo' essere utile osservare la risposta della curva, cioe' l'inizio della discesa dei contagi, all'inizio della zona rossa nei due grafici, della seconda ondata e della terza ondata (e' stata sempre molto pronta: uno o due giorni al massimo).

COMMENTI AI DATI DI DOMENICA 30/5 (30 maggio 2021)
Come e' gia' accaduto in passato i dati della domenica, oltre ad avere una statistica dimezzata, risultano anche poco credibili: il numero di positivi in Piemonte non puo' essere raddoppiato in 24 ore!
Percio' ignoriamo questo dato, etichettandolo con un punto interrogativo rosso nel grafico e attendiamo quello di domani.
I DECESSI stanno crollando in quanto dopo la discesa per l'incremento della temperatura stagionale, la gravita' delle infezioni e' molto diminuita (e cosi' i ricoveri ed i decessi) rispetto al momento in cui avevamo fatto il calcolo , che affermava che 44 decessi corrispondono al 2.2% di contagi in tutta Italia, mentre 20 giorni fa i contagi (in Piemonte) erano il triplo (intorno al 6%).
La prima indicazione di massima ci porterebbe percio' a pensare che, grazie all'innalzamento della temperatura ambientale che riduce molto la persistenza dei virus attivi nell'ambiente e quindi la loro contagiosita', i casi di trasmissione grave del contagio si sono ridotti di un fattore 3.
Tra un po' di giorni, con dati statisticamente piu' significativi, potremo valutare con maggior precisione quant'e' questa diminuzione di casi gravi, che sara' importante per poter prevedere il numero di decessi causati dall'epidemia degli asintomatici in tutto il periodo estivo.
Il livello dei contagi di questa epidemia invisibile dovra' essere mantenuto sempre il piu' basso possibile non solo per ridurre i rischi di ripartenza di una quarta ondata all'arrivo dell'autunno ma anche per limitare la probabilita' di creazione di nuove varianti durante l'estate.

POSSIBILE INCREMENTO "A GRADINO" DEI CONTAGI IN PIEMONTE (3.2%) (29 maggio 2021)
I contagi del 29/5 scendono dal picco del venerdi', come previsto ma rimangono ad un livello di circa 1.5% piu' alto dell'andamento mantenuto fino al 21/5, che e' stato discendente per effetto della temperatura stagionale , piu' che delle vaccinazioni, spesso ritenute invece come causa prevalente.
Non ci sembra che il dato odierno indichi un cambiamento di pendenza della linea rossa nel grafico , piuttosto potrebbe essere consistente con una ripresa della discesa della linea rossa con la stessa pendenza di prima (-0.3% al giorno) ma spostata piu' in alto dell'1.5% circa.
Sarebbe cosi' un andamento "a gradino" della linea rossa come quello che tentativamente abbiamo iniziato ad indicare nel grafico.
In base alle osservazioni fatte nel commento di ieri (quello seguente), questo andamento corrisponderebbe ad una iniezione di nuovi contagi fatta in Piemonte da un evento unico, non continuativo.
I contagi hanno cominciato a salire mercoledi' 26/5. Quando sarebbe avvenuto questo evento dipende dal tempo necessario per far diffondere i contagi a sufficienza per essere rivelati dal test e questo per ora puo' essere solo oggetto di supposizioni: potrebbe essere avvenuto nel fine settimana 23/24 maggio, visto che la salita e' cosi' repentina.
Per valutare il tempo di diffusione dei contagi puo' essere utile osservare la risposta della curva, cioe' l'inizio della discesa dei contagi, all'inizio della zona rossa: e' stata sempre molto pronta.
Se fosse cosi' non ci sarebbe da prendere provvedimenti, perche' ormai l'evento sarebbe gia' accaduto e finito: dovrebbe solo servire da lezione per il futuro, una volta scoperto il tipo di evento.
Il danno prodotto consisterebbe in quell' 1.5% di contagi in piu' che i piemontesi si dovrebbero tenere per un mese, cioe' per il tempo necessario alla guarigione delle persone infettate (che sono l'eccesso dei positivi ai test molecolari di questi giorni).
Diverso sarebbe il caso in cui risultasse variata la pendenza della linea rossa, perche' allora l'apporto di nuovi contagi sarebbe continuo e quindi verosimilmente sarebbe responsabile una delle attivita' riaperte e bisognerebbe percio' individuarla per chiuderla (ma fortunatamente non sembra che sia cosi').
I dati dei prossimi giorni potranno confermare o meno la nostra ipotesi, che abbiamo provato ad azzardare ora solo per stimolare l'interesse del lettore.
La risalita riscontrata nei contagi in Piemonte dev'essere un campanello d'allarme per far capire che e' giusto riaprire tutto e far ripartire l'economia ma la gente deve sapere che non puo' comportarsi come se la pandemia fosse finita, perche' non e' cosi': il virus c'e' e continua ad infettare ancora, anche se in maniera invisibile: non si deve mai dimenticare che un livello del 4% di contagi, anche se visibili solo con i test, come quelli di oggi, comporta circa 80 decessi al giorno (un mese dopo), come stiamo vedendo proprio in questi giorni.

PRIMA CONFERMA DI RISALITA DEI CONTAGI IN PIEMONTE (ora al 4.3%) (28 maggio 2021)
Le cose sembrano mettersi male. Aspettiamo domani per allarmarci, perche' c'era da attendersi che il picco del venerdi' fosse alto, ma non cosi' tanto.
La linea rossa, che abbiamo corretto nel grafico , portandola su questo ultimo picco, mette bene in evidenza l'anomalia dell'andamento dei contagi negli ultimi due giorni.
Sembrerebbe che qualche evento o riapertura, avvenuti in Piemonte tra il 25/5 ed il 26/5, abbiano introdotto una crescita dei contagi, che ha prodotto questo livello del 4.3% invece del 2.2%, che si sarebbe dovuto avere secondo l'andamento preesistente (l'incremento registrato e' al netto della decrescita del -0.3% al giorno, che continua ad esserci per le guarigioni delle persone infette, perche' risultate positive al test molecolare nei giorni scorsi).
La differenza tra i livelli del 2.2% e del 4.3% non e' poca cosa, perche' comporta una variazione da 44 a 86 decessi al giorno, se la stessa crescita di contagi ci fosse in tutta Italia (in Piemonte, una sola regione, e' poco piu' di 1/20).
Nel caso fosse dovuta ad una riapertura, sarebbe una creazione continua di nuovi contagi allora nei prossimi giorni vedremmo la linea rossa cambiare di pendenza.
Se invece fosse stato un evento singolo (per esempio i festeggiamenti per la vittoria dello scudetto di calcio) allora la linea rossa procederebbe praticamente con la stessa pendenza ma dopo aver subito un incremento a gradino in alto.
Per distinguere tra i due casi ci vorranno i dati di almeno altri 3 giorni (per valutare la pendenza della linea rossa).
Se questa risalita dei contagi fosse vera, basterebbe pero' individuarne la causa e rimuoverla per risolvere tutti i problemi; tutte le riaperture programmate in Piemonte potrebbero cosi' continuare senza soluzione di continuita'.
Essendo un problema molto serio attendiamo il dato di domani, che e' atteso in discesa dal picco del venerdi', e vediamo di quanto scende per capire meglio cosa sta succedendo.

SOSPETTA RISALITA DEI CONTAGI IN PIEMONTE (ora sono al 4.2%) (27 maggio 2021)
Nel commento che segue abbiamo spiegato come attualmente fluttuazioni dei dati tra 1.5% e 3.1% siano normali, perche' rientrano nell'intervallo di valori compreso tra le due linee d'interpolazione: quella grigia (del fondo) e quella rossa (dei picchi), visibili nel grafico.
Il dato di oggi (4.2%) pero' e' fuori dall'intervallo di ammissibilita' e percio' e' degno della massima attenzione.
Domani ci aspettiamo ancora un dato alto (sara' il picco del venerdi') e cosi' molto probabilmente verra' confermata la risalita dei contagi che ci sembra di vedere oggi.
Essendo in piena riapertura delle attivita' economiche e' della massima importanza accertare, con i dati dei prossimi due giorni, se la risalita risultera' reale.
La buona risoluzione temporale di questo sistema di monitoraggio puo' essere un valido aiuto per individuare quali riaperture sono sospettabili di provocare eventuali risalite dei contagi, per poter prendere i provvedimenti piu' opportuni e rimediare in tempi brevi alla situazione. In questo caso sarebbero riaperture avvenute tra il 25/5 ed il 26/5.
Staremo a vedere.

COMPRENDERE LE FLUTTUAZIONI DEI DATI (tra 1.5% e 3.1%) (27 maggio 2021)
Le fluttuazioni statistiche, intrinseche alla numerosita' degli individui trovati positivi ai test, sono solo dell'ordine di 0.2% in piu' o meno. Quindi c'e' indubbiamente qualche altra causa che provoca questa maggiore dispersione dei dati intorno al loro valore medio.
Ci sono certamente errori sistematici o piu' in generale dovuti ad anomalie nella raccolta ed assemblaggio dei dati ma secondo noi c'e' anche qualcos'altro, su cui gia' in passato abbiamo tentato di indagare.
In particolare la presenza sistematica dei picchi del venerdi' non ci e' sembrata imputabile solo al fattore umano, percio' abbiamo cercato altrove delle possibili cause, arrivando ad ipotesi suggestive ma poco convincenti sulla dispersione nell'apparato respiratorio del materiale genetico dei virus, piuttosto che dell'infezione stessa.
Secondo noi pero' quello della dispersione dei dati e' ancora un capitolo aperto che necessita di una giusta comprensione.
Noi abbiamo provato a rappresentarlo tracciando due diverse linee d'interpolazione ai dati nel grafico , quella grigia, che si adagia sui valori di fondo piu' bassi ed un'altra rossa, che segue il percorso dei valori piu' alti, che sono tipicamente quelli che abbiamo chiamato i picchi del venerdi'.
Il tentativo ci sembra abbia avuto successo, perche' le due linee risultano procedere abbastanza parallelamente tra loro, mettendo in evidenza cosi' proprio la dispersione dei dati intorno al valore medio.

CONFERMATO IL LIVELLO BASSO DEI CONTAGI DI FONDO (1.6%) (25 maggio 2021)
Grazie al Cielo la conferma e' arrivata per il livello di contagi basso, facendo dissolvere le nostre preoccupazioni per quell'incremento dei contagi intorno all'1% che era apparso nei dati del fine settimana 22 e 23/5 (5.1% e 4.6%).
Riteniamo ora che sia stato un incremento solo apparente, collegato al dato alto atteso per il picco del venerdi' 21/5.
Abbiamo cosi' potuto estendere la linea grigia d'interpolazione, che mostra il progredire della discesa dei contagi, come precedentemente ipotizzata (linea grigia nel grafico ).
E' andata bene: non c'e' stato un incremento dei contagi dovuto alle riaperture delle attivita' finora autorizzate (il rischio di dover allertare le autorita' e' cosi' scongiurato).
Questo esempio puo' essere utile a far capire come un monitoraggio dei risultati dei test molecolari possa funzionare come sistema di preallarme con prontezza dell'ordine di 2 o 3 giorni, che non e' male.
Possiamo ritenere questo livello dei contagi misurato (1.6%) come praticamente azzerato, se lo confrontiamo con il 2% che avevamo in Italia durante l'estate 2020.
E' importante pero' continuare a comportarci bene, per farlo scendere ancora di piu', quanto piu' possibile per i motivi gia' esposti, che sono:
  1. Ridurre il rischio di partenza di una quarta ondata alla fine dell'estate.
  2. Ridurre la probabilita' di far nascere nuove varianti del virus in Italia durante l'estate.
  3. Ridurre il numero delle vittime inconsapevoli dell'infezione asintomatica, minimizzando cosi' i danni fisici da loro subiti a causa dell'infezione.
In conclusione, non avendo riscontrato aumenti dei contagi seguenti alle riaperture gia' fatte, si puo' procedere alle altre riaperture, rispettando sempre pero' una gradualita' che ci permetta di individuale quelle che malauguratamente dovessero produrre un incremento dei contagi.
Anche l'eliminazione dell'uso delle mascherine all'aperto secondo noi potrebbe rientrare tra queste riaperture possibili in tempi brevi. Cio' alla luce dello scarso effetto delle restrizioni sul distanziamento, che si puo' vedere subito dopo l'inizio della zona rossa nel grafico della terza ondata, quella della variante inglese, che e' proprio quella ancora largamente diffusa in Italia.
Queste restrizioni sono ritenute efficaci, perche' lo erano state contro il Sars-CoV-2, come si puo' vedere nel grafico della seconda ondata , dove si vede un crollo del 50% dei contagi in 9 giorni dopo l'inizio della zona rossa.
Ma contro la variante inglese sembra che le restrizioni sui distanziamenti non siano state altrettanto efficaci nella piu' recente terza ondata (quella della variante inglese).

L'INCREMENTO DELL'1% DEI CONTAGI (AL NETTO DEL -0.3% DI DECREMENTO PREESISTENTE) (23 maggio 2021)
Sembra che ci sia stato un evento, non locale ma diffuso in tutto il Piemonte (riapertura?), che ha prodotto un primo incremento del 0.3% dei contagi il 20/5, che il giorno seguente e' salito all'1.1% per rimanere poi allo stesso livello (+0.9%) il 23/5 (si puo' vedere nella tabella precedente, confrontando i "contagi" con l'interpolazione lineare "rossa").

COMPORTAMENTO DEI CONTAGI MISURATI: Se questo incremento fosse reale si possono verificare due casi:
  1. Se fosse dovuto ad una riapertura ci sarebbe un apporto di nuovi contagi ogni giorno, che si sommerebbe a quelli dei giorni precedenti perche' i contagi creati durano per un mese (che e' il tempo medio di guarigione).
  2. Se invece fosse dovuto ad un evento singolo (per esempio i festeggiamenti per la riapertura o per la vittoria della Coppa Italia) allora ci sarebbe un solo incremento del +1% che rimarrebbe quasi stabile (si azzererebbe in un mese), mentre la discesa del -0.3% dei contagi preesistenti continuerebbe invariata.
Quindi l'incremento si sovrapporrebbe sempre alla diminuzione dei contagi attualmente in progresso (-0.3% al giorno), dovuta alle guarigioni delle persone infette che contribuiscono ai risultati positivi dei test molecolari da noi monitorati, quindi l'incremento di +0.9% al giorno sarebbe quello complessivo, che non e' poco (sarebbero 18 decessi al giorno in piu').
La verosimiglianza di questo risultato dipende dalla correttezza dell'andamento stimato della linea rossa d'interpolazione lineare dei dati che puo' essere valutata nel grafico dei contagi e dalla persistenza dell'incremento nei giorni successivi.
Se fosse vero bisognerebbe indagare subito sulle cause ed intervenire immediatamente di conseguenza.
Preferiamo pero' aspettare il dato di domani 25/5 per trarre le nostre conclusioni, perche' riteniamo poco affidabili sia il dato di domenica 23/5 (alla luce dell'esperienza delle domeniche passate) che anche quello di lunedi' 24/5 (giudicato troppo basso perche' riteniamo poco credibile il crollo dei contagi dal 4.6% all'1.5% in un solo giorno, essendo l'errore statistico solo di 0.2% circa).
Ci auguriamo che riprendano a fornire dati affidabili, perche' sono molto importanti per controllare la pandemia.
A domani.

I RISCHI DELLE RIAPERTURE (23 maggio 2021)
Cinque giorni fa abbiamo approvato la decisione di Draghi di non riaprire tutto insieme ma scaglionare nel tempo le varie riaperture, come avevamo suggerito anche noi.
Ora e' molto importante monitorare molto attentamente l'andamento dei contagi per individuare quali attivita' dovessero eventualmente produrre in incremento anomalo dei contagi.
Il 22/5 potrebbe esserci un primo segnale allarmante di crescita dei contagi, che invece di essere al 4% risultano piu' alti (al 5.1%).
Nel caso malaugurato dovesse confermarsi nei prossimi due giorni un'interruzione nella decrescita dei contagi, sarebbe essenziale riuscire ad individuare in tempi brevi quali sono le attivita' responsabili e chiuderle immediatamente (non il lunedi' successivo: e' difficile da accettare ma non si puo' fare altrimenti) per avere poi il riscontro, in pochi giorni, della ripresa della discesa dei contagi e poter cosi' continuare con le successive riaperture programmate.
Se non e' al 22/5, questo evento comunque e' molto probabile che accadra' nei prossimi giorni, dato che si sta riaprendo tutto e che la gente si sta comportando come se la pandemia fosse finita. Ma niente panico, e' normale.
Gestire bene questa fase del controllo della pandemia e' importantissimo per dare all'opinione pubblica un'impressione positiva dell'efficacia dell'azione di governo e non pregiudicare la credibilita' del Paese con gravi danni soprattutto per la fiducia degli imprenditori e l'inizio della stagione turistica.

LA FISICA CONTRO I CORONAVIRUS (22 maggio 2021)
Lasciatemi fare un'ipotesi fantasiosa ma che potrebbe anche risultare interessante se approfondita.
L'ultimo nostro commento del 21/5 (qui' sotto) ha messo in evidenza la grande efficacia della temperatura per la disattivazione delle proprieta' funzionali che permettono al virus di infettare e diffondersi.
Questo ci ha stimolato a pensare se questa caratteristica dei coronavirus potesse essere da noi sfruttata per combatterli con mezzi fisici, che possano riprodurre lo stesso effetto della temperatura alta, per disattivare il virus cosi' come fa l'estate.
Crediamo che la sua disattivazione avvenga mediante il danneggiamento di quelle particolari strutture morfologiche che presiedono alla sua capacita' di iniettare macromolecole nelle cellule umane attraversando le membrane.
Vista l'elevata sensibilita' alla temperatura, dovrebbe trattarsi di strutture filiformi piuttosto fragili e particolarmente sensibili alle vibrazioni termiche, la cui energia meccanica trasmessa cresce con l'aumentare della temperatura ambientale. Cosi' con l'aumentare della temperatura si raggiunge una soglia di rottura, oltre la quale i virus perdono la loro capacita' di infettare (crediamo sia quello che sta succedendo ora, a maggio, in Italia).
Ci chiediamo allora se non potessimo noi riprodurre fisicamente queste stesse vibrazioni anche quando la temperatura ambientale e' bassa, producendo sul virus gli stessi danni che gli arreca la temperatura estiva.
Le dimensioni dei coronavirus sono dell'ordine di 0.1 micron quindi per strapazzare i virus entrando in risonanza con loro occorrono frequenze dell'ordine dei 10 MHz.
L'uso degli ultrasuoni ad altissima frequenza e' escluso sia dalla loro scarsa trasmissibilita' in aria sia da possibili interazioni nocive con il corpo umano.
Pero' l'uso di radiazioni elettromagnetiche dell'esatta frequenza per entrare in risonanza con le terminazioni ricettive (per induzione elettrica) del virus, potrebbe raggiungere il nostro scopo.
Questa sarebbe l'idea: si dovrebbe fare l'esperimento di "tuning" con un'antenna che trasmette onde radio della giusta frequenza, avendo a disposizione un laboratorio che permetta di verificare quando i virus perdono la loro capacita' di infettare.
Come spesso accade nelle ricerche e' possibile che non si riesca a trovare la frequenza di risonanza che si cerca ma in caso invece di successo si potrebbero produrre strumenti molto economici, acquistabili anche su internet, che quando vengono accesi disattivano i virus esistenti in un'area abbastanza ampia, sterilizzandola in tempi dell'ordine di un'ora o anche molto meno, se si e' in un luogo dove e' permesso di salire in potenza, modulando l'emissione delle onde radio intorno alla frequenza di risonanza (con la necessaria autorizzazione).
Sarebbe magnifico anche perche' potrebbe funzionare anche con altri virus, come quelli dell'influenza e del raffreddore.

CONTRIBUTO DELLE VACCINAZIONI ALLA DIMINUZIONE DEI CONTAGI (21 maggio 2021)
Abbiamo gia' sottolineato che sono due le cause della diminuzione attuale dei contagi:
  1. l'immunita' diffusa (naturale e vaccinale)
  2. l'innalzamento della temperatura.
Sarebbe interessante poter confrontare quantitativamente i due contributi.
Ovviamente non e' una cosa facile ma qualche informazione in merito potremmo averla confrontando i dati nella discesa dei contagi attuale (CON il contributo delle vaccinazioni) con quella della prima ondata, che fu anch'essa tra aprile e maggio (2020), quindi con lo stesso contributo della temperatura, ma SENZA il contributo delle vaccinazioni (solo con quello delle immunita' naturali dei contagi della prima ondata).
Purtroppo un anno fa non disponevamo di dati sufficientemente affidabili sui contagi e quindi raccogliemmo solo quelli sui decessi che qui' riportiamo, da noi commentato nel nostro contributo di un anno fa:

Il grafico mostra l'andamento temporale, dal 15/3/2020 al 8/5/2020, del numero dei decessi per COVID-19 in Italia. I numeri dei decessi erano molto alti perche' gli interventi terapeutici al tempo erano meno efficaci per l'insufficiente conoscenza della nuova patologia Covid-19.
Da sinistra a destra si vede prima un andamento crescente, che sarebbe continuato verso l'alto in modo "esponenziale" (con ancora piu' elevate perdite umane) se non fosse intervenuto il Governo con il decreto di "lockdown" a limitare i contagi tra le persone.
A quel punto l'andamento dei nuovi contagi ha smesso di crescere e questo effetto si puo' osservare nella curva dei decessi con il ritardo di un paio di settimane, determinato dal tempo medio di sopravvivenza dei pazienti che decedono.
Nella curva si vede chiaramente l'inizio della decrescita del numero dei decessi giornalieri dal valore massimo di 969 raggiunto il 27/3, fino a raggiungere il valore di 260 decessi giornalieri a partire dal giorno 26/4. Questo e' stato poi il livello costante dovuto al fondo dei contagi residui dell'epidemia degli asintomatici.
La curva sarebbe potuta scendere fino a zero se si fosse riusciti a portare a zero i rischi di contagio per tutta la popolazione con le vaccinazioni, che al tempo pero' ancora non c'erano.
Per confrontare i due contributi alla diminuzione dei contagi, quello dell'innalzamento della temperatura e quello dell'immunita' naturale dovremmo poter valutare quest'ultimo ma non abbiamo i dati dei contagi ricavati dai test molecolari.
Possiamo pero' ragionare per analogia con quello che e' successo nelle ultime due ondate, in cui abbiamo potuto ricavare che 200 decessi al giorno corrispondono ad un livello del 10% dei contagi (di 20 giorni prima).
Estendendo questa correlazione anche alla prima ondata possiamo dedurre che nella prima ondata c'e' stato un valor medio di circa 400 decessi al giorno per un paio di mesi, che corrisponderebbero ad un livello di contagi del 20% per due mesi.
In altre parole e' come se la prima ondata fosse durata 60 giorni con un valor medio di contagi del 20%; quindi se in 30 giorni sono rimasti infettati il 20% della popolazione, in tutta la prima ondata sono rimasti immunizzati il 40% della popolazione (perche' abbiamo ricavato dalla discesa dei grafici un tempo di guarigione medio di 30 giorni e quindi dopo 30 giorni il 20% di contagiati e' stato sostituito da un altro 20% di nuovi contagiati).
Quindi il numero di immunizzati naturali della prima ondata e' di circa il 40% della popolazione, inferiore al 53% esistente oggi (secondo i nostri calcoli ).
CONCLUSIONE: Nei primi giorni di maggio il numero di prime dosi somministrate era di 18 milioni, di cui solo la meta' hanno prodotto nuovi immunizzati (l'altra meta' sono state vaccinazioni fatte a persone che erano in quel 53% di persone gia' dotate di immunita' naturale).
Questi 9 milioni di persone immunizzate dai vaccini corrispondono al 15% della popolazione (neonati inclusi), che porta il numero totale di immunizzati dal 53% al 68% contro il 40% che avevamo alla fine della prima ondata.
La discesa abbastanza ripida che vediamo nel precedente grafico dei decessi della prima ondata (diminuzione del 50% in 30 giorni) e' molto simile a quella che vediamo nel grafico dei contagi della terza ondata (diminuzione del 50% in 26 giorni).
Quindi con solo il 40% d'immunita' diffusa nella prima ondata c'e' stata una diminuzione dei contagi quasi uguale a quella che abbiamo oggi con il 68% d'immunita' diffusa.
La conclusione e' che l'effetto predominante per la diminuzione dei contagi e per la temporanea sospensione della pandemia sembra essere quasi soltanto l'innalzamento stagionale della temperatura.
Questo non vuol dire che le vaccinazioni hanno poco effetto sulla diminuzione dei contagi, ma che anche al 68% d'immunita' diffusa esistente e' ancora dominante l'effetto dell'innalzamento stagionale della temperatura (anche questo e' un coronavirus e quindi e' normale che si comporti come il virus dell'influenza stagionale).
Inoltre ci sembra una prova che il 68% NON e' ancora un livello abbastanza vicino all'immunita' di gregge.
Da questo discende una forte raccomandazione ad incentivare le vaccinazioni anche d'estate per innalzare il piu' possibile questo livello prima dell'arrivo dell'autunno (anche per compensare la fine del 53% d'immunita' naturale oggi esistente): e' l'unica arma che abbiamo per difenderci.
Bisogna assolutamente arrivare all'autunno con il livello di fondo degli asintomatici il piu' basso possibile (non piu' del 2%) e con il livello d'immunita' diffusa il piu' alto possibile.
L'efficacia dei vaccini e' stata dimostrata dal crollo dei ricoveri degli anziani vaccinati, ma a quanto sembra l'innalzamento della temperatura e' molto piu' efficace di un'immunita' diffusa al 68% (e non e' ancora estate).
Se malauguratamente i virus riuscissero a far partire la quarta ondata ad ottobre, avremmo un inverno come quello appena trascorso, con centinaia di decessi al giorno e molte attivita' chiuse: un incubo!
Spiace dirlo ma, anche se i contagi ora si stanno riducendo, la pandemia purtroppo non e' finita e sta soprattutto a noi ed ai nostri comportamenti futuri impedirle di risorgere in Italia.
E' possibile se saremo abbastanza intelligenti: dipende da noi.

ANDAMENTO DEI DECESSI (20 maggio 2021)
La dispersione dei dati e' elevata sicuramente per la combinazione delle fluttuazioni statistiche (che incidono per piu' o meno 15 unita') e le anomalie nella gestione dei dati (pensiamo a spostamenti di date di decesso tra giorni contigui) che aumenta la dispersione complessiva a circa 35 unita' (per la legge di propagazione degli errori). I dati meno dipendenti da questa dispersione si possono ottenere mediando i dati in tabella a gruppi.
Se procediamo cosi', otteniamo che la media dei giorni dal 9/5 al 14/5 e' di 205 decessi, coerente con i contagi di 20 giorni prima, che erano intorno al 10%.
La media dei giorni successivi dal 15/5 al 19/5 e' invece di 144 decessi, coerente con l'incremento della discesa dei contagi iniziata ai primi di maggio (questi 144 decessi secondo noi sono il risultato del 7% di contagi, che corrisponde a quelli che si avevano durante la discesa dei primi di maggio, cioe' circa 20 giorni prima). Tutto sembra OK.
Quindi l'andamento dei decessi, che sono in netta diminuzione, e' in perfetto accordo con l'andamento atteso secondo le nostre previsioni: come i contagi sono scesi nelle ultime due settimane dal 10% al 5%, cosi' tra un altro paio di settimane i decessi saranno scesi al valor medio di 100 al giorno invece dei 200 di prima.

E' SORPRENDENTE LA SCARSA CONSAPEVOLEZZA DELLA SITUAZIONE REALE (19 maggio 2021)
Siamo spiacevolmente sorpresi di assistere ogni giorno a dichiarazioni fatte da personalita' di qualsiasi livello sia amministrativo, ma anche tecnico-scientifico, che dimostrano di non considerare l'esistenza delle seguenti realta', molto importanti per poter capire cosa sta succedendo:
  1. Immunita' naturale: Ci sono piu' persone con immunita' naturale, acquisita dopo infezione asintomatica e successiva guarigione, che abbiamo valutato essere al 53% circa (semplicemente contandole dai grafici), che persone con immunita' acquisita con le vaccinazioni.
    Queste immunita' naturali non sono di qualita' inferiore, anzi secondo noi sono anche migliori di quelle da vaccino, perche' riteniamo che risultino essere anche associate a quell'immunita' aggiuntiva, che le cellule umane hanno dimostrato di saper acquisire come "memoria" dell'infezione acquisita e che riteniamo possa non esserci nel caso delle vaccinazioni.
    Attenzione pero', non bisogna infettarsi deliberatamente per acquisire l'immunita' naturale, perche' l'infezione del virus, a differenza della vaccinazione, puo' comportare anche danni permanenti e irreversibili all'organismo della persona infettata.
    Queste immunita' naturali cosi' numerose risalgono al periodo tra ottobre 2020 e marzo 2021, pertanto se durano 8 mesi dovrebbero svanire tra giugno e novembre 2021 (a giugno dovremmo perderne il 12% circa, quelle della seconda ondata) e dovranno essere rimpiazzate dalle vaccinazioni che sono in corso.
    Le vaccinazioni ora in corso, siccome si stanno vaccinando tutti, si vaccinano anche le persone gia' dotate d'immunita' naturale che, pur traendo anch'esse beneficio dalla vaccinazione, non vanno pero' ad aumentare il numero di persone immunizzate perche' gia' lo erano: conseguentemente solo la meta' delle vaccinazioni fatte attualmente producono nuovi immunizzati, le altre no.

  2. Restrizioni: A differenza del Sars-CoV-2 la variante inglese NON ha mostrato di essere sensibile alle restrizioni delle zone rosse. Infatti mentre nella seconda ondata (quella del Sars-CoV-2) l'inizio della zona rossa aveva prodotto un dimezzamento dei contagi dopo solo 9 giorni, nel grafico della terza ondata si vede che 9 giorni dopo l'inizio della zona rossa (indicato da una freccia) i contagi sono ancora al livello alto del 18%.
    Quindi non riteniamo corrette le affermazioni che attribuiscono ai sacrifici fatti con le chiusure della zona rossa il merito della discesa attuale dei contagi (cio' e' giusto pero' solo per la variante inglese, che era il virus presente nella recente terza ondata), che e' invece dovuto, secondo noi, al fatto seguente.

  3. Temperatura: Il crollo attuale di contagi e conseguentemente di ricoveri e decessi e' stato solo aiutato dalle vaccinazioni ma chi l'ha prodotto e' stato prioritariamente l'innalzamento della temperatura. Porta a questa conclusione, non solo l'osservazione della scarsa efficacia delle misure restrittive citata al secondo punto precedente, ma anche la rapidita' dell'inizio della discesa dei contagi non coerente con il lento progredire del numero di persone vaccinate ma coerente invece con l'innalzamento della temperatura stagionale a maggio, che e' stato abbastanza rapido.
    Il crollo dovrebbe essere viepiu' accentuato a giugno e nei mesi estivi, purche' la gente, pensando che sia tutto finito, non si adoperera' con molti affollamenti ravvicinati di persone non conviventi, che sono occasioni gradite ma che purtroppo contribuiscono molto anche d'estate ad incrementare il numero di portatori inconsapevoli del virus, perche' infettati in forma asintomatica da un virus meno aggressivo d'estate ma sempre presente tra noi.
    Questa disgraziata evenienza comporterebbe un innalzamento del livello di fondo dei contagi (degli asintomatici), che oltre un certo livello potrebbe scatenare una quarta ondata anche d'estate, com'e' accaduto negli U.S.A. (sotto il 2% dovremmo stare tranquilli, ma sopra no).
Perche' e' importante la consapevolezza: Dalle dichiarazioni che si sentono fare ogni giorno dalle varie Autorita' ci si puo' rendere conto della diffusa carenza di questa consapevolezza. Una visione corretta di tutto quello che sta succedendo e' invece molto importante per poter fare le scelte giuste in questa guerra che e' tuttora in corso, anche se possiamo usufruire della pausa estiva, che finira' pero' a settembre, esattamente com'e' avvenuto nel 2020.
Anche in questa strana guerra contro i virus le giuste informazioni su quello che sta avvenendo dev'essere considerato di vitale importanza e non tenerne conto in modo corretto potrebbe comportare conseguenze anche devastanti, sia per la salute che per l'economia.
Per esempio, con le prossime varianti non si dovra' dare per scontato che la zona rossa sia il rimedio sicuro per limitare i contagi, perche' potrebbe non essere vero e la maggior parte dei danni economici allora non sarebbe giustificato (sarebbe solo una conseguenza della scarsa conoscenza del fenomeno che si sta affrontando e dei con cui poter individuare i provvedimenti piu' idonei).
Prima di chiudere tutto e a lungo, infatti sarebbe opportuno in quei casi verificare prima l'efficacia delle chiusure, che s'intenderebbe attivare (perche' se fosse prevalente un virus come la variante inglese, non avrebbero l'efficacia attesa): questo si puo' fare anche solo in un paio di giorni, data la prontezza di risposta mostrata dal grafico dei test molecolari, evitando cosi' rischi di danni ingenti che potrebbero risultare poi essere stati poco utili.

QUANTI SONO GLI IMMUNIZZATI IN ITALIA ?   (18 maggio 2021)
I dati delle vaccinazioni ad oggi sono:
  • Totale somministrazioni : circa 28 milioni
  • Seconde dosi somministrate: quasi 9 milioni.
Ecco la nostra valutazione.
Noi abbiamo fatto una cosa semplicissima: abbiamo contato il numero assoluto delle persone infettate dal virus, corrispondenti ai dati dei positivi ai contagi comunicati dalla regione Piemonte e ripostati nei grafici della seconda ondata e della terza ondata.
Il risultato del calcolo del numero di immunizzati esistenti in Piemonte alla fine della terza ondata (fatto in data 9/4) e' risultato essere 53%.
Essendo questa percentuale cosi' alta, possiamo ritenere che solo meta' delle vaccinazioni fatte abbia prodotto nuove persone immunizzate, perche' le altre vaccinazioni sono state fatte a persone che erano gia' immunizzate naturalmente, essendo state infettate, sia pure in modo asintomatico, e poi guarite (sono i positivi ai test fatti fino al marzo 2021).
Quindi riferendoci solo alle prime dosi, le nuove immunita' da vaccino ottenute ad oggi sono solo 14 milioni circa (cioe' la meta' di tutte quelle fatte).
Bisogna inoltre tenere conto che il 12% delle immunita' naturali esistenti sono state prodotte dalle infezioni (in massima parte asintomatiche) della seconda ondata di ottobre-novembre 2020. Queste immunita' sono destinate a scomparire otto mesi dopo (tutte salvo quelle delle persone che poi sono state anche vaccinate, che non sono molte).
Questo vuol dire che a giugno 2021 perderemo un po' meno del 12% di persone immunizzate, che dovranno essere rimpiazzate da altrettante persone vaccinate (con 2 dosi).
Quindi la strada da percorrere e' ancora lunga, perche' poi, entro novembre, perderemo anche tutti gli altri immunizzati naturali (quelli infettati e guariti nei primi 3 mesi del 2021).

RIAPERTURE SCAGLIONATE   (18 maggio 2021)
Ottima decisione quella di Draghi di non riaprire tutto insieme ma scaglionare nel tempo le varie riaperture, come avevamo suggerito anche noi.
Ora sara' molto importante monitorare molto attentamente l'andamento dei contagi nei prossimi giorni per individuare quali attivita' dovessero eventualmente produrre in incremento anomalo dei contagi.

SPIEGAZIONE DEL CALO NOTEVOLE DEI DECESSI   (17 maggio 2021)
Quando un mese fa abbiamo calcolato 200 decessi al giorno , corrispondenti ad un fondo di contagi del 10% (un mese prima), lo abbiamo fatto a partire dal livello dei contagi, senza tenere ancora conto dell'effetto delle vaccinazioni, che hanno poi tolto dai ricoverati con sintomi molti anziani.
Le vaccinazioni degli ottantenni si sono tenute prevalentemente nei mesi di marzo ed aprile ed e' quindi perfettamente comprensibile che a maggio le persone ricoverate, essendo mediamente piu' giovani, perche' gli anziani non si sono piu' ammalati dopo essere stati vaccinati, decedano di meno.
Quanta sia la diminuzione dei decessi si potrebbe ricavare dall'analisi dell'eta' media delle persone decedute un mese fa, che pero' sappiamo essere molto alta, quindi dobbiamo attenderci un crollo dei decessi nei prossimi giorni, per merito delle vaccinazioni fatte dando la precedenza agli anziani, che sembra essere stata un'ottima decisione, alla luce di questi risultati.

Verificando nei prossimi giorni l'entita' di questa diminuzione rispetto ai decessi previsti senza considerare l'effetto delle vaccinazioni, potremo avere un riscontro
- dell'efficacia delle vaccinazioni, che nei primi mesi sono state fatte quasi esclusivamente agli anziani,
- rispetto all'efficacia della diminuzione della contagiosita' dovuta all'incremento stagionale della temperatura, che avendo agito sulla contagiosita' del virus ha influito in maniera uniforme su tutte le fasce d'eta'.
Per spiegare con un esempio, se per assurdo la diminuzione dei decessi seguisse esattamente la diminuzione dei contagi risultante dal calcolo fatto senza tener conto delle vaccinazioni, vorrebbe dire che l'effetto delle vaccinazioni sugli anziani non avrebbe avuto alcun effetto sulla diminuzione dei decessi (la diminuzione sarebbe merito solo dell'innalzamento della temperatura).
Come sempre accade in questi casi i due effetti sono entrambi presenti e quello indicato e' un metodo utile per confrontare l'entita' dei due effetti.

"LONG-COVID": RITORNO DEI SINTOMI COVID DOPO MESI   (17 maggio 2021)
Abbiamo appreso da fonti cliniche che in molti casi dopo il manifestarsi dei sintomi del Covid-19 la vita del paziente non e' piu' la stessa per la persistenza di sintomi che molto spesso vengono trascurati per la loro genericita' (astenia, ecc.), che ancora sono oggetto di studio ma dovrebbero essere legati:
  1. o a danni permanenti prodotti dal virus a vari organi durante la malattia
  2. oppure, peggio ancora perche' i danni potrebbero continuare a crescere, se dovuti alla persistenza della presenza del virus a lungo termine, in una forma cronicizzata.
Questa seconda evenienza potrebbe verificarsi in quei casi in cui il virus riesce ad insediarsi in parti poco vascolarizzate del corpo umano, come possono essere per esempio le terminazioni nervose.
In questi casi i virus risultano piu' difficilmente raggiungibili dagli anticorpi e cosi' riescono a permanere nel corpo molto piu' a lungo dando origine ai casi cosiddetti di LONG-COVID.
E' una cosa che avevamo gia' sospettato (in data 25/11/2020) esistesse tra le proprieta' di questo virus e che ci viene confermata oggi. Assomiglia al comportamento di altri virus che conosciamo bene come gli Herpes, che sono in grado di permanere nel corpo umano anche per tutta la vita, dando dei sintomi solo nei momenti in cui le difese immunitarie si indeboliscono (l'herpes simplex produce allora delle bolle sulle labbra, che contengono il virus risultando cosi' veicolo di contagio; l'herpes zoster invece come risultato del contagio produce una malattia importante: la varicella).

SI AVVICINANO TUTTE LE RIAPERTURE   (17 maggio 2021)
Premettiamo che l'estate scorsa il fondo dei contagi era il 2% (di Sars-CoV-2) mentre ora e' ancora al 5% (della variante inglese, piu' contagiosa).
Quindi dovremmo essere al sicuro dalla partenza di una quarta ondata estiva, come quella degli U.S.A. del 2020, se siamo al di sotto del 2%. Sopra no, sia perche' la variante inglese e' piu' contagiosa, sia perche' la gente potrebbe intendere le riaperture come un "libera tutti" e comportamentarsi in modo scriteriato, facendo finta di non sapere che il virus e' ancora tra noi e potrebbe contribuire ai contagi piu' di quanto temperatura ed immunita' stanno facendo per abbassarne il numero.
Cosi' il livello di fondo dei contagi potrebbe smettere di diminuire e forse anche salire senza che nessuno se ne preoccupi, perche' essendo tutti asintomatici, stanno tutti bene (anche se in realta' non e' vero).
Bisogna anche tenere presente che a giugno iniziano a svanire tutte le immunita' naturali acquisite durante la seconda ondata di novembre 2020, che abbiamo valutato essere il 12% della popolazione (calcolato per il Piemonte ma la seconda ondata ha prodotto queste stesse immunita' anche in tutta Italia). Le vaccinazioni che saranno fatte a giugno andranno quindi solo a compensare questa riduzione, anche perche' sono utili ad aumentare il numero di persone immunizzate solo la meta' delle vaccinazioni fatte, perche' le altre sono fatte a persone gia' dotate di immunita' naturale perche' ex-asintomatiche).
Questa e' la premessa indispensabile da tenere ben presente quando si parla di riaperture.
Parliamo ora delle riaperture perche' alcune sono piu' pericolose di altre, in quanto capaci di aumentare di un ordine di grandezza la diffusione del virus attraverso il fenomeno della "superdiffusione", caratteristico dei contatti ravvicinati in condizioni di estesa promiscuita' (come accade ad esempio nelle movide del popolo della notte, nelle discoteche o nei concerti negli stadi).
Questo fenomeno puo' produrre incrementi dei contagi molto rilevanti, come quelli che fecero passare la Sardegna in breve tempo dalla zona bianca a quella rossa.
Bisogna percio' che i nostri amministratore resistano alla tentazione di fare propaganda su un argomento di cui non sono esperti rischiando di mettere a repentaglio tutto quello che gli italiani hanno acquisito finora con enormi sacrifici.
E' quindi questo il momento di procedere, non con grande prudenza ma rapidamente e con grande senno.
Ecco i nostri consigli:
  1. Siccome i grafici regionali dei test molecolari sui contagi sono in grado di evidenziare entro pochi giorni un'eventuale inversione di tendenza nell'andamento dei contagi, non bisogna riaprire tante attivita' tutte insieme, perche' si perderebbe l'occasione preziosa di poter individuare quelle che piu' di altre contribuiscono all'incremento dei contagi. Quindi bisogna scaglionare le riaperture, per esempio ogni 3 giorni per ogni tipologia.
  2. Le persone vaccinate o in generale quelle con il "green pass" non sono immuni dalle infezioni asintomatiche piu' leggere (il virus se entra in contatto attecchisce ed inizia a riprodursi perche' l'effetto degli anticorpi non e' fulmineo; anche loro devono avere il tempo per riuscire ad ostacolare il virus ma lo fanno molto presto, perche' gia' presenti nell'organismo a differenza di chi non e' stato vaccinato, e quindi eliminano il virus in breve tempo, crediamo 1 o 2 giorni durante i quali la persona, benche' vaccinata, puo' propagare l'infezione anch'essa.
    Non ignoriamo che si deve comunque arrivare a riaprire tutto, ma si dovra' sempre avere presente questo aspetto del problema, che pone qualche limite alle garanzie offerte dal "green pass".
  3. Tenendo presente che la produzione degli anticorpi nella persona vaccinata richiede alcuni giorni di tempo risultano fuori luogo proposte come quelle di vaccinare i giovani nelle discoteche, pur di poter riaprire.
  4. Tutte le altre nostre raccomandazioni sono gia' state scritte nei seguenti commenti:
In conclusione riteniamo che seguendo questi suggerimenti si possa procedere a tutte le riaperture in tutta tranquillita' (anche se non in sicurezza, perche' non e' mai possibile, anche per i rischi di comparsa futura di varianti capaci di eludere le difese immunitarie esistenti).

PERCHE' I CONTAGI STANNO DIMINUENDO ?   (15 maggio 2021)
Si sente affermare che i contagi stanno diminuendo, perche' siamo stati bravi a tenere tante attivita' chiuse a lungo e poi, per prudenza, a riaprirle gradualmente e senza fretta per la massima cautela? Oppure per altri motivi?
Alla luce dei risultati da noi raccolti NON ci sembra si possa dimostrare che aver tenuto chiuse molte attivita' sia stato molto utile, quando il virus in circolazione era la variante inglese (che e' stata presente al 90% da gennaio in poi).
Riteniamo di poterlo affermare perche' durante la terza ondata abbiamo visto che in Piemonte il 15/3 e' iniziata la zona rossa (con la chiusura di quasi tutte le attivita') per far calare i contagi. Ma al 2/4, oltre due settimane dopo, si e' potuto constatare che la zona rossa era stata poco efficace contro la variante inglese, dato che i contagi erano ancora al 18%, mentre avevamo visto, nella seconda ondata , in cui il virus era il Sars-CoV-2, che la zona rossa era stata invece molto efficace, perche' aveva fatto dimezzare i contagi dopo soli 9 giorni: si puo' vedere chee' vero guardando nei due grafici (nei link delle due ondate).
Confessiamo che non capiamo perche' questo accada con la variante inglese, dato che la via di contagio e' quella aerea, ma che e' cosi' e' un dato di fatto incontrovertibile di cui dobbiamo prendere atto (basta guardare il grafico , dopo la freccia d'inizio della zona rossa).
Tra l'altro, se le cose stanno cosi', potrebbe anche non essere piu' cosi' utile l'uso delle mascherine, com'e' stato con il virus Sars-CoV-2 nella seconda ondata. Bisognerebbe fare dei test su campioni specifici di persone (come quelli che si fanno per le discoteche), per accertarlo, data l'importanza dell'argomento.

I principali motivi del calo dei contagi in atto, secondo noi sono invece i seguenti due:
  1. L'innalzamento della temperatura stagionale , che riduce la durata dei virus attivi nell'ambiente piu' caldo e conseguentemente riduce l'esposizione della popolazione ai virus e cosi' la sua contagiosita' integrata nel tempo (il fenomeno ci e' ben noto, perche' presente anche con un altro virus, quello dell'influenza stagionale, che scompare d'estate per poi ricomparire con il ritorno della stagione fredda).
    Viene messo da noi al primo posto per la rapidita' con cui stanno variando i contagi (si sono dimezzati in 15 giorni) , che non trova riscontro nella velocita' di incremento del numero delle vaccinazioni.
  2. L'aumento dell'immunita' diffusa per le vaccinazioni che sono in corso e che hanno ridotto l'indice di contagiosita'; valga l'esempio della Gran Bretagna che ad oggi dicono abbia un fondo degli asintomatici sceso addirittura al 0.1%, pur avendo avuto anche loro, come noi, la variante inglese, che e' molto contagiosa.
Va bene seguire una gradualita' nelle riaperture, ma senza esagerare, perche' l'economia e' ormai allo stremo.
Invece di ritardare le riaperture di alcune attivita' economiche, secondo noi le precauzioni da adottare sono altre.

COMMENTI AL CAMBIO DI PENDENZA NEL GRAFICO (VENERDI' 7/5)   (14 maggio 2021)
Il giorno venerdi' 14/5 ci aspettavamo un dato allineato con quelli della precedente interpolazione lineare (linea rossa nel grafico ), che avrebbe dovuto essere intorno all'8.1%.
Invece il dato arrivato e' stato 6.4%, quasi uguale a quello del giorno prima. Questo vuol dire per noi che gia' il dato del giorno prima era arrivato al valore di picco del venerdi' e questo a nostro avviso conferma che il valore di 6.4% non e' una fluttuazione negativa ma il vero valore del picco.
Questa novita', se confermata dai prossimi dati, e' molto rilevante perche' ci induce a rivedere l'interpolazione lineare dei dati dal venerdi' 7/5 in poi come l'abbiamo disegnata nel grafico.
Come vedete percio' le notizie sono splendide: malgrado tutte le aperture delle attivita' economiche in corso, i contagi non solo non sono saliti ma stanno CROLLANDO ancora piu' decisamente.
La linea grigia raddoppia la pendenza precedente (il coefficiente angolare) mentre la linea rossa la triplica.
Se queste pendenze rimanessero invariate, sia i contagi che il fondo arriverebbero a zero in una ventina di giorni (cioe' ai primi di giugno ma anche prima, se il cambio di pendenza si accentuasse).
Perche' sia ben chiaro: zero contagi significa (entro 1 mese) ZERO ricoveri e ZERO decessi (nessuno negli ospedali per Covid).
Se le cose andassero veramente cosi', sarebbero contenti i gestori di quelle attivita' la cui riapertura e' prevista per luglio: certamente potrebbero riaprire prima!
Temiamo pero' che, se ci saranno troppe persone poco scrupolose in circolazione, felici di lanciarsi in un "libera tutti" sfrenato, potrebbero impedire al fondo degli asintomatici di azzerarsi, perche' produrrebbero una tale quantita' di contagi asintomatici, da equilibrare la discesa dei contagi prodotta secondo la linea grigia che stiamo osservando in questi giorni.
Accadrebbe allora che il caldo e l'immunita' diffusa abbasseranno il livello dei contagi asintomatici, mentre loro, con comportamenti scriteriati, incoscientemente si adopereranno per innalzarlo.
Il livello a cui rimarrebbe in equilibrio costante (maggiore di zero) il fondo degli asintomatici ci darebbe allora una misura di quante sono le persone cosi' poco scrupolose e l'entita' della moltitudine di virus che queste persone stanno cosi' mantenendo attivi fino all'autunno prossimo, quando potranno in gran numero riprendere la loro attivita' abituale (d'infettare gli umani) con l'arrivo del freddo.
Dobbiamo pero' attendere la conferma della nostra interpretazione del nuovo andamento piu' decrescente dei dati, che e' basata finora sul solo dato di oggi, venerdi' 14/5. Presto sapremo se e' corretta.
Il momento in cui e' iniziato il cambio di pendenza della curva risulta essere il giorno prima che iniziassimo a compilare la tabella dei risultati e quindi in seguito all'aggiornamento della pendenza delle due linee d'interpolazione rossa e grigia abbiamo dovuto aggiornare alle nuove pendenze delle linee rossa e grigia tutti i relativi dati in tabella.

OMS: "SECONDO ANNO DELLA PANDEMIA SARA' PIU' MORTALE DEL PRIMO"   (14 maggio 2021)
E' un'informazione molto utile in questo momento perche' fa capire quanto saranno importanti i nostri comportamenti nel perioso estivo, in cui non si ammala piu' nessuno e quindi sembra che la pandemia finalmente sia finita ("libera tutti!").
Invece non dobbiamo mai dimenticare l'epidemia invisibile sempre in atto, anche d'estate: quella degli asintomatici, che se trascurata, potrebbe anche far crescere moltissimo il numero dei virus presenti in Italia e pronti a scatenarsi al primo freddo o quando l'immunita' diffusa iniziera' a diminuire.
Il freddo arrivera' ad ottobre ed il 50% dell'immunita' presente (quella naturale prodotta nei primi 3 mesi del 2021) iniziera' a scomparire a settembre 2021 (intanto la gente d'estate non si sara' vaccinata perche' ha altro da fare...).
Ma perche' l'anno prossimo la pandemia dovrebbe essere piu' letale?
E' semplice, perche' i virus attuali hanno attualmente possibilita' di diffondersi ridotte dall'immunita' diffusa ma l'anno prossimo non essendoci piu' l'immunita' naturale prodotta dalla seconda e terza ondata (dal novembre 2020 al marzo 2021) il virus avra' piu' probabilita' di diffondersi e nella diffusione saranno privilegiate quelle varianti, nel frattempo comparse, che avranno la caratteristica di essere piu' contagiose (questo e' la matematica che lo dice).
Ma una variante molto contagiosa in genere e' anche piu' veloce a riprodursi e quindi ad anticipare il danno prodotto nell'organismo rispetto ai soliti tempi d'intervento delle difese immunitarie.
E se un virus produce piu' danni e' corretto prevedere che sara' anche piu' letale.

COSA CAMBIA CON L'ESTATE:   (14 maggio 2021)
Con l'arrivo della temperatura alta la contagiosita' si riduce e le cariche virali presenti nell'ambiente sono piu' deboli. La conseguenza di cio' e' che risultano meno frequenti i contagi.
Per questo anche le persone vaccinate vedranno la loro copertura salire dal 90 al 95%.
Se si accetta che 1 su 20 di loro si possa contagiare (in forma asintomatica) malgrado la vaccinazione, si puo' anche seguire l'esempio americano di abolire per loro l'uso della mascherina ed l'obbligo del distanziamento.
Questa tendenza al progressivo rilascio delle precauzioni e' il rischio nascosto e subdolo dell'estate: vedendo scemare sempre piu' i contagi con sintomi, poiche' quelli senza sintomi restano, se trovano meno ostacoli a crescere, si andra' inevitabilmente incontro ad un innalzamento del livello del fondo degli asintomatici, che abbiamo gia' spiegato costituisce il parcheggio perpetuo dei virus, che stanno parassitando le persone asintomatiche per essere poi pronti a colpire di nuovo e maggiormente alla fine dell'estate, in misura tanto maggiore quanto piu' si sara' lasciato salire il livello dei contagi di fondo degli asintomatici nel periodo estivo.
Questo rischio sembra non essere considerato quando si propone di considerare nel periodo estivo il numero dei ricoveri come indice qualificante per dirigere gli interventi governativi sul controllo della pandemia. Bisognerebbe invece guardare alla percentuale dei test molecolari positivi, che include anche tutte le infezioni asintomatiche.
Per limitare l'aumento del livello del fondo degli asintomatici nel periodo estivo bisogna contrastare quei comportamenti scriteriati che abbiamo criticato nel caso della Spagna e che abbiamo discusso nel caso delle riaperture delle attivita' in Italia , caratterizzati dalla presenza del fenomeno della "superdiffusione" dei virus.
Sono comportamenti che coinvolgono, per motivi facilmente comprensibili ed in misura crescente nel periodo estivo, i giovani tant'e' vero che in Giappone stanno rilevando una presenza sempre maggiore di giovani tra le persone portatrici del virus.

CI SONO STATE CONSEGUENZE FINORA PER LE RIAPERTURE ?   (13 maggio 2021)
Il riscontro noi lo abbiamo solo dai dati epidemiologici del Piemonte.
Che le riaperture operate finora non abbiano prodotto peggioramenti apprezzabili si vede nei dati nei contagi, in cui fino al 12/5 non compare ancora alcun incremento medio, neanche frazionale, dei contagi dopo le numerose riaperture avvenute nei giorni precedenti.
Questo si vede nel grafico del Piemonte che rappresenta il miglior dato epidemiologico disponibile per prontezza di risposta (contiene i risultati dei soli test molecolari).
Il loro andamento e' chiaro, anche se a prima vista appare un po' caotico per la dispersione dei dati tra le due linee grigia e rossa.
Per esempio tra l'11/5 ed il 12/5 il dato dei contagi e' salito molto (dal 5.1% al 7.3%) ma rimane entro i limiti di un comportamento oscillante con regolarita' settimanale tra i limiti delle due linee grigia e rossa, che attualmente sono tra 6.2% ed 8.3% (il 7.3% del 12/5 e' un dato in avvicinamento all'8.3% del picco, che raggiungera' venerdi' collocandosi sulla linea rossa, al livello dell'8% per poi ridiscendere sotto al 6%).
Non e' quindi un andamento caotico: basta osservare i dati degli ultimi venerdi', da noi indicati con delle V rosse nel grafico , che sono tutti perfettamente allineati sulla linea d'interpolazione lineare rossa: la probabilita' che cio' sia casuale e' decisamente molto piccola. Sono dati di grande interesse pur con tutti i loro limiti.

SI PUO' RIAPRIRE TUTTO IN ITALIA ?   (12 maggio 2021)
Il parere dell'autore e' che si puo' riaprire QUASI tutto. Le uniche attivita' che non si possono riaprire sono quelle che favoriscono PROMISCUITA' e CONTATTI con molte persone anziche' con poche.
Sono le attivita' come la "movida", le discoteche e quegli spettacoli in cui la gente entra ed esce tutta insieme mescolandosi (nelle file ordinate, per esempio, non ci si mescola).
Non c'e' problema nei cinema, teatri, musei, parchi ricreativi, ecc. se si evita che avvengano ingresso ed uscita, tutti insieme in modo disordinato.
In poche parole bisogna evitare la "superdiffusione" del virus, in cui una persona infetta ne puo' infettare non una o due ma altre decine.
Se il rischio d'infezione e' limitato a poche unita' (le persone contigue in una fila o al cinema, per esempio), nel momento attuale in cui c'e' un'alta immunita' diffusa e con la temperatura gia' alta che limita le cariche virali, il rischio del dilagare di un'infezione e' molto basso e percio' e' poco intelligente prolungare il danno economico di tante chiusure, quando la riapertura comporta un incremento del livello di fondo dei contagi degli asintomatici solo di qualche decimo di punto percentuale, facilmente riassorbibile poi.
Diverso sarebbe il caso di quegli eventi che, per la grande promiscuita' loro intrinseca, favoriscono la diffusione del virus con il meccanismo della superdiffusione, che comporta un ordine di grandezza maggiore, potendo cosi' aumentare i contagi asintomatici non di frazioni di punto ma di alcuni punti percentuali, difficili poi da recuperare (parliamo non di un singolo evento ma di eventi ripetuti piu' volte su tutto il territorio, com'e' il caso delle riaperture di attivita' stabili).
Ecco qual'e' il pericolo: se lo conosci poi lo eviti.
Questo virus (e tutte le sue varianti) anche se diventera' endemico come un'influenza, rimarra' sempre letale se riuscira' ad arrivare ai polmoni (glielo possono impedire gli anticorpi giusti, se presenti).
Poi, se gli amanti della promiscuita' non riescono a rinunciarci, sono affari loro, pero' (per evitare fraintendimenti) devono venire informati con onesta' dei danni permanenti, che l'infezione di questi virus puo' lasciare negli organi interni, anche delle persone piu' giovani.
Quindi dovremo sempre cercare di starne alla larga e per riuscirci bisognera' che:
  1. Il livello dell'epidemia degli asintomatici sia sempre mantenuto il piu' basso possibile (sotto 1%).
  2. Che la gente abbia capito quali sono i comportamenti sbagliati, da evitare (sono quelli scritti qui').
Naturalmente alla gente qualcuno deve pure spiegarglielo, senza che debbano andare a fare un corso di addestramento. E questo e' un compito urgente delle Autorita'.

IN SPAGNA E' FINITA LA PANDEMIA?   (10 maggio 2021)
In Spagna il governo ha abolito lo stato di emergenza e tutto il popolo e' sceso naturalmente in strada a festeggiare
Stanno facendo bene?
Non conosciamo i dati epidemiologici della Spagna ma ci sentiamo di dover diffidare gli italiani dal seguire l'esempio spagnolo.
Crediamo infatti che anche in Spagna ci sia l'epidemia invisibile degli asintomatici, come c'e' ormai in tutto il mondo, che immaginiamo avra' ora molte piu' possibilita' di diffondersi ed accrescersi ulteriormente. Questo avverra', crediamo, gia' nei prossimi 3 giorni, poi i virus che avranno trovato un nuovo ospite, inconsapevole di tutto, ci metteranno altri 4 o 5 giorni a moltiplicarsi milioni di volte all'interno dell'ospite e dopo questo tempo i virus saranno sufficientemente numerosi da sviluppare qualche disturbo, nella maggior parte dei casi niente piu' che una normale infezione delle vie respiratorie con un po' di tosse, come avviene spesso d'inverno, per cui gli si prestera' poca attenzione.
L'ospite allora e' infetto e resta positivo al test per un mese (e' il tempo di guarigione spontanea, l'unico possibile), durante il quale pero' puo' propagare il virus a chi gli sta vicino e consente cosi' ai virus di trovare altri ospiti, che potranno anche loro rimanere infettati, ignari di tutto.
Solo molto raramente il virus potra' attaccare piu' in profondita' le vie respiratorie e mostrare tutta la sua nocivita' con la sindrome Covid-19 (polmonite virale): questo non accade con la normale influenza e caratterizza cosi' la pericolosita' di questo virus.
Beh, allora nella maggior parte dei casi non e' poi cosi' grave e fanno bene gli spagnoli a spassarsela. Neanche per sogno.
A parte le remore morali di mettere nei guai altre persone (soprattutto se anziane, con una risposta immunitaria insufficiente) non la fanno franca neanche i giovani, perche' dopo che il virus si sara' moltiplicato nel loro corpo milioni di volte, avra' distrutto altrettante cellule dell'ospite, che nella maggior parte dei casi non si rigenerano, lasciando un danno permanente nell'organo colpito.
Questo fatto non viene percepito dall'ospite perche' avviene in un mondo microscopico ma puo' provocare delle complicanze a lungo termine, che non verranno mai associate a questa infezione (che non si sapeva nemmeno di aver avuto), che e' restata per un mese nell'organismo dell'ospite, attaccato cosi' da milioni di virus a sua insaputa.
E' cosi' che i virus perpetuano la loro presenza invisibile, con l'epidemia degli asintomatici, in cui sfruttando questi ospiti, inconsapevolmente li aiutano a non scomparire ed a sopravvivere per tentare poi di scatenare la prossima ondata epidemica autunnale.
N.B. Con la temperatura alta e tanta immunita' vaccinale in giro, crediamo che gli spagnoli non avranno una nuova ondata epidemica (Rt rimarra' sotto a 1) per questi comportamenti. La situazione anomala creatasi potra' essere rilevata solo dai test (come stiamo facendo noi). Ma l'innalzamento del livello degli asintomatici in Spagna rimarra' e pone le basi per una stagione autunnale molto piu' problematica per il controllo della pandemia (che ovviamente non e' finita neanche in Spagna, purtroppo per loro). Cio' purche' non esagerino troppo a lungo con i comportamenti irresponsabili, perche' se fanno salire troppo il livello dell'epidemia degli asintomatici potrebbero anche loro rischiare un'ondata estiva, come accaduto nel 2020 in U.S.A.
Nella figura si vede bene che gli americani avevano un fondo dei contagi piuttosto alto d'estate e questo ha innescato l'avvio dell'ondata epidemica (con Rt>1) anche d'estate (questo e' possibile se ci si lascia andare ad un "libera tutti" irresponsabile: ora ci sono le vaccinazioni ma gli americani avevano tanta immunita' naturale, post-infezione).
Questo fa capire che e' importante controllare anche l'epidemia degli asintomatici, che e' il serbatoio a lungo termine dei virus e che troppo spesso viene trascurata, perche' gli asintomatici non contribuiscono ai ricoveri ospedalieri. Il fondo degli asintomatici in G.B. e' 0.1%, in Piemonte e' al 6.5% (in calo), in Spagna non lo so ma, da quello che ho visto in TV, dovrebbe essere in salita.
E IN ITALIA ? Tutto questo vale ovunque, quindi anche da noi: ora si puo' riaprire tutto, anche in Italia, permettendo a tutti di lavorare e divertirsi, ma tenendo sempre presente che e' possibile spassarsela anche senza offrire cosi' tanta ospitalita' ai virus, come sembra stiano facendo gli spagnoli con i comportamenti sfrenati che si vedono in TV e che fanno crescere tantissimo il numero di virus presenti stabilmente nel Paese, pronti poi a generare nuove ondate dell'epidemia, proprio perche' sono diventati tanto numerosi.
Quindi possiamo spassarcela anche noi, come gli spagnoli, ma piu' intelligentemente, mantenendo la giusta consapevolezza, che il mondo in cui ci troviamo a vivere, non e' piu' quello di prima e comportandoci di conseguenza, senza farci infettare per ignoranza dei problemi che seguitano ad esserci, anche d'estate.
Questo pero' la gente non puo' capirlo da sola: e' indispensabile attivare subito in Italia un'opera d'informazione capillare da parte di chi di dovere.
Per capire meglio come funziona questa pandemia si possono anche leggere i seguenti commenti, abbastanza pertinenti:
L'IMMUNITA' DI GREGGE SARA' RAGGIUNTA A SETTEMBRE?   (9 maggio 2021)
Sembra che tutti, popolo ed esperti, stiano tutti aspettando impazientemente il raggiungimento dell'immunita' di gregge, pensando che comporti la fine, almeno temporanea della pandemia in Italia.
In base alla comprensione del comportamento di questi virus che abbiamo raggiunto, non ci risulta che l'immunita' di gregge funzioni come un fenomeno a soglia: sotto i contagi avvengono e sopra non piu'.
Quando il livello d'immunita' diffusa cresce, la probabilita' che ha un virus d'infettare un'altra persona diminuisce ma non arriva mai a zero, neanche quando il livello raggiunge l'immunita' di gregge. Addirittura neanche se il livello diventa il 100%: una carica virale molto intensa, emessa da un'eventuale persona infetta con sintomi, puo' sempre infettare una persona immunizzata (per questo i vaccini forniscono una copertura limitata (per esempio al 90%).
Ma allora che beneficio fornisce l'immunita' di gregge?
Se il livello d'immunita' diffusa sara' l'80% (per esempio) vuol dire che il 20% della popolazione non e' immunizzata e percio' viene coinvolta nell'epidemia degli asintomatici, che d'estate invece del 2% sarebbe del 0.4%, se i virus avessero la stessa probabilita' di infettare. Ma se le persone infettabili si sono ridotte ad 1 su 5 anche la probabilita' di infettare si e' ridotta di un fattore 5. Quindi i positivi dell'epidemia degli asintomatici non sono il 0.4% ma un quinto di questi, cioe' poco meno dell'1% (0.08%), proprio la stessa percentuale che sembra che ci sia oggi in G.B. (se fosse vero sarebbe una conferma che loro sono arrivati all'80% d'immunita' complessiva diffusa, su 67 milioni di abitanti).
In conclusione la percentuale dei contagi asintomatici non e' zero ma (1-G*G)=(1-0.8*0.8), quando l'immunita' diffusa e' all'80%: sui 60 milioni di italiani i positivi asintomatici sarebbero invece di 1.200.000 (=2%) solo 48.000 in tutta Italia. Pero' ci sono e sopravvivono all'immunita' di gregge, aspettando che l'immunita' si dissolva per poter risorgere e ricominciare la pandemia da capo, se non si rinnovano tutti 48 milioni (80%) di vaccinazioni entro un anno (prima che l'immunita' finisca)!
Quindi il Covid-19 ce l'abbiamo e ce lo dovremo tenere, anche se si riuscisse a vaccinare tutta la popolazione mondiale, a meno che non si riesca a produrre degli anticorpi che, oltre ad essere efficaci, siano anche PERMANENTI, cioe' che non si dissolvano dopo alcuni mesi.
Ecco cos'e' l'immunita' di gregge, che in Italia secondo noi sara' raggiunta a fine giugno e non a settembre, perche' avendo avuto sempre dei livelli di contagi molto alti, abbiamo molta immunita' naturale in aggiunta a quella vaccinale.
Piu' persone sono immunizzate (vaccinate) e meglio e', perche' piu' persone sono protette dall'infezione, che produce danni anche se e' senza sintomi. Oltre una certa soglia e' scongiurata la diffusione esponenziale dell'epidemia (le "ondate") ma l'epidemia asintomatica si riduce molto pero' non si annulla, per cui il virus e' in grado di sopravvivere anche all'immunita' di gregge, purtroppo.


Vai al giorno: ....   21/4   22/4   23/4   24/4   25/4   26/4   27/4   28/4   29/4   30/4   1/5   2/5   3/5   4/5   5/5   6/5   7/5   8/5   ....

SITUAZIONE DEL 8/5 (ore 17:20): I decessi di oggi in Italia sono 224 (oltre 122.000 dall'inizio della pandemia), sempre piu' vicino ai 200 decessi al giorno da noi previsti per un fondo di contagi del 10% (valore di 20 giorni prima, che sono quelli che mediamente intercorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia).

Il dato di OGGI dei positivi al test di 7.7% (ultimo punto a destra nel grafico ) e' un dato che scende dal picco del venerdi' (linea rossa), come previsto, e scende a meta' strada prima di arrivare alla linea grigia.

NOVITA':   L'allineamento (significativo perche' ci aspettiamo che questo tipo di fenomeni presenti un comportamento lineare in prima approssimazione) dei dati degli ultimi 4 venerdi' (sono i 4 picchi, indicati con una V rossa nel grafico) e' stato illuminante e ci ha consentito il 7/5 di modificare l'andamento precedente della linea rossa, che unisce i picchi della curva, e corrispondentemente poi anche quello della linea grigia, che unisce le valli e che rappresenta l'andamento del fondo degli asintomatici, nel grafico , essendo ormai finito il picco della terza ondata.
Il risultato e' stato sorprendente: l'interpolazione dei dati ci ha mostrato che il fondo degli asintomatici non e' costante intorno al 9% ma e' sceso al 6.5% (in Piemonte) e continua a scendere decisamente, come ci si puo' aspettare per effetto dell'innalzamento della temperatura ambientale, che riducendo la contagiosita' dei virus, riduce bruscamente il contributo dei nuovi contagi all'equilibrio con le guarigioni, che manteneva stabile l'epidemia degli asintomatici e quindi costante il fondo dei contagi (al 9%).
La velocita' di discesa dei contagi si puo' misurare bene dal grafico , osservando le V rosse dei picchi del venerdi': le ultime quattro "V", una a settimana, corrispondono a 28 punti cioe' 28 giorni e vanno dal 12.5% al 9% (sulla linea rossa dei picchi).
Se l'innalzamento della temperatura ambientale avesse azzerato la produzione dei nuovi contagi, la linea rossa sarebbe dovuta andare a zero, invece che al 9%, perche' in un mese tutti i contagiati sarebbero guariti.
Siccome invece dopo quei 28 giorni ne sono rimasti il 9%, come si vede nel grafico , possiamo dedurre che l'innalzamento della temperatura stagionale, che c'e' stato nell'ultimo mese, ha ridotto i nuovi contagi non del 100% ma solo del 3.5/12.5 = 28%.
Abbiamo cosi' ricavato la pendenza di discesa attuale delle due linee rossa e grigia che in 28 giorni scendono del 28%, cioe' la discesa dei contagi e' dell'1% al giorno finche' la pendenza lineare delle due linee interpolate sui dati rimane la stessa.
Occorrerebbero cosi' altri 3 mesi per arrivare a zero, pero' la temperatura stagionale a giugno avra' un altro decisivo incremento ed anche le vaccinazioni stanno procedendo, per cui alla luce dei dati attuali del Piemonte, possiamo essere fiduciosi che il fondo degli asintomatici possa azzerarsi per l'inizio dell'estate, se tutto procedera' come ora.
Questo e' molto interessante: e' una misura sperimentale della suscettibilita' termica del miscuglio di virus presenti, che e' composto prevalentemente dalla variante inglese (al 90%).
E' ormai ben delineato anche l'andamento del fondo dei contagi che e' sceso al 6.5% dal valore del 9%, che aveva un mese fa (vedi la linea grigia nel grafico ).
CONCLUSIONI: Anche se il grafico dei contagi appare caotico, tuttavia contiene tante informazioni che si possono estrarre con i giusti metodi di analisi, come stiamo facendo noi qui'.
Questo fa capire come la nostra analisi dei dati, usando il metodo interpolativo, estrae le informazioni importanti, nascoste nei dati grezzi, che qui' stiamo presentando ed anche di acquisire capacita' predittive sull'evoluzione dell'epidemia.
I risultati ottenuti sono di buon auspicio anche per la riapertura di tutte le attivita' economiche che sono ancora chiuse, ma con le dovute cautele, perche' il virus non e' scomparso.
Anche i turisti possono percio' prenotare in tutta tranquillita' le loro vacanze, crediamo in tutta Italia.

Il valor medio indicato per la zona gialla, che e' ancora al 9.1%, si riferisce alla media di tutti i dati dal 26/4 in poi, e contiene, sommati al fondo degli asintomatici, che e' sceso dal 9% al 6.5%, anche la coda degli altri contagi presenti come residuo della terza ondata.
Il fatto che la media del 9.1% e' inferiore al valor medio della zona arancione significa che ora, due settimane dopo, la discesa in atto ha recuperato completamente l'incremento di 1.4% che si era verificato nei 4 giorni (25/4, 26/4, 27/4 e 28/4) dopo i festeggiamenti per la riapertura del Piemonte in zona gialla.
Ora la lenta decrescita dei contagi indicata (-28% in un mese) continuera' per gli aumenti della temperatura ed anche dell'immunita' diffusa vaccinale, che diminuiscono la contagiosita' reale dei virus. Quindi siamo sulla buona strada, anche se purtroppo per arrivare a zero sara' ancora lunga (perche' i contagiati asintomatici di oggi ci mettono un mese a sparire, guarendo).
Elenchiamo qui', prendendoli dalla tabella , i dati degli ultimi 32 giorni, dal 7/4 all' 8/5 (nelle 4 righe seguenti sono riportati: i giorni, l'andamento, le percentuali e le zone):

APRILE:

 7    8    9   10   11  12  13   14   15   16   17   18   19  20  21   22   23  24   25  26   27  28  29   30 

 \    \    \    \    \   _   _    _    _    _    _    _    _   _   _    _    _   _    /   /    /   /   \    \ 

11.6+11.1+12.5+11.7+12.4+9.8+8.8+10.6+11.4+10.2+10.5+11.3+10.3+8.4+8.9+10.4+10.3+8.0+12.3+9.2+11+10.6+10.3+9.4

<----- Zona rossa -----> <----------------------- Zona arancione -----------------------> <-- Zona gialla --->

MAGGIO:

 1    2   3   4   5   6   7   8

 \    _   \   \   \   \   _   \

9.0+12.1+7.1+6.7+8.3+8.1+8.9+7.7

<------- Zona gialla ------->

Valori medi per zone: Rossa=11.9% ; Arancione (al 24/4)=9.4% ; Gialla (dal 25/4)=9.1%


L'INCREMENTO DEI CONTAGI (25/4, 26/4, 27/4 e 28/4):   I valori medi mostrano che, malgrado il passaggio dalla zona rossa alla zona arancione, i contagi NON sono risaliti ma sono scesi da 11.9% a 9.4%.
Nei giorni 25, 26, 27 e 28 aprile poi il livello dei contagi era salito dal 9.4% (valor medio della zona arancione) al 10.8% (valor medio dei 4 giorni, dal 25 al 28) con un incremento di +1.4%, che dovrebbe essere "a gradino" del valor medio dei contagi da noi attribuito ai festeggiamenti per la riapertura in zona gialla del Piemonte (cominciati il 25/4, un giorno prima).
Questo incremento di 1.4% e' avvenuto malgrado l'alto livello di immunita' diffusa raggiunto (oltre 70%) in Piemonte.
Per controllo ed informazione abbiamo calcolato nel caso di un ipotetico incremento dell'1.5% a quante persone contagiate corrisponde e che danni comporta (anche quanti sono i decessi).
Infine segnaliamo che nelle prossime settimane ci dobbiamo aspettare una ulteriore diminuzione del livello del fondo, attualmente intorno al 9%:
  1. Per la diminuzione di contagiosita' dovuta all'innalzamento della temperatura ambientale (si riduce la durata dei virus attivi nell'ambiente piu' caldo e conseguentemente si riduce l'esposizione della popolazione ai virus e cosi' la sua contagiosita' integrata nel tempo).
  2. Per l'aumento dell'immunita' diffusa per le vaccinazioni che sono in corso; valga l'esempio della Gran Bretagna che ad oggi dicono abbia un fondo degli asintomatici sceso addirittura al 0.1% (mentre noi abbiamo il 10%), pur avendo anche loro, come noi, la variante inglese, che e' molto contagiosa.

IL DECREMENTO DEI CONTAGI (dal 29/4 al 8/5):   Nei giorni 25, 26, 27 e 28 aprile il livello dei contagi era salito dal 9.4% (valor medio della zona arancione) al 10.8% con un incremento del valor medio di +1.4% , che per un mese ci aspettiamo rimanga stabile (da noi attribuito per ipotesi ai festeggiamenti per la riapertura in zona gialla del Piemonte).
Gia' con i dati dei primi 3 giorni seguenti all'incremento (29/4, 30/4 e 1/5), che sono 10.3%, 9.4% e 9.0%, abbiamo avuto un valor medio dei contagi del 9.6%, che ha abbassato il livello dei contagi dal 10.8% al 9.6% con una diminuzione del 1.2% in soli 3 giorni.
In conclusione abbiamo il seguente andamento:
  • Prima del 25/4 (zona arancione) : valor medio = 9.4% (livello di fondo costante)
  • Dal 25/4 al 28/4 (dati in salita) : valor medio = 10.8% (incremento per festeggiamenti)
  • Dal 29/4 al 8/5 (dati in discasa): valor medio = 9.1% (inizio decrescita per temperatura alta)
Dopo l'1/5 la decrescita sta continuando e per evidenziarla in dettaglio riportiamo in sequenza non i singoli dati ma i valori medi della zona gialla nei vari giorni, man mano che si susseguono:
29/4: il fondo e' 10.7% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a 1.3% (la discesa e' di -0.1%)
30/4: il fondo e' 10.5% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a 1.1% (la discesa e' di -0.3%)
01/5: il fondo e' 9.8% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a 0.4% (la discesa e' di -1.0%)
02/5: il fondo e' 9.6% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a 0.2% (la discesa e' di -1.2%)
03/5: il fondo e' 9.6% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a 0.2% (la discesa e' di -1.2%)
04/5: il fondo e' 9.5% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a 0.1% (la discesa e' di -1.3%)
05/5: il fondo e' 9.4% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a 0% (la discesa e' di -1.4%, incremento di +1.4 azzerato)
06/5: il fondo e' 9.2% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a -0.2% (la discesa e' di -1.6%, incremento di +1.4 superato)
07/5: il fondo e' 9.2% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a -0.2% (la discesa e' di -1.6%, incremento di +1.4 superato)
08/5: il fondo e' 9.1% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a -0.3% (la discesa e' di -1.7%, incremento di +1.4 superato)
Anche se qualche dato mostra una fluttuazione, talora eccessiva (che si puo' vedere bene nel grafico), possiamo dedurre che si sta manifestando l'intervento di un contributo sempre piu' in discesa (di -0.1%, -0.3%, -1.0, -1.2%, -1.3%, -1.4%, -1.6%, -1.6% e -1.7% negli ultimi 9 giorni), che fa decrescere in modo ormai accertato il livello del fondo degli asintomatici.
Questa discesa prima non c'era mai stata finora in modo cosi' efficace dal 12/4 in poi, tant'e' vero che il livello dei contagi era rimasto praticamente costante dal 12/4 al 24/4, per poi addirittura crescere fino al 28/4 (forse per i festeggiamenti del 25/4).
In effetti questa discesa, che ora si vede bene, e' quella che stavamo aspettando, come conseguenza dei seguenti fattori:
  1. Crescita progressiva dell'immunita' diffusa "naturale", perche' il livello dei contagi al 10% e' ancora atto e produce il 10% di nuovi contagiati e quindi poi di nuovi immunizzati ogni mese per il ricambio dopo le guarigioni.
  2. Crescita progressiva dell'immunita' dovuta alle vaccinazioni in corso.
  3. Innalzamento della temperatura stagionale.
Proprio l'innalzamento della temperatura stagionale puo' produrre una discesa repentina dei contagi e questi sono proprio giorni in cui sta arrivando il caldo, per cui proprio questa ci sembra essere la causa piu' probabile della discesa dei contagi che stiamo osservando e che si e' sovrapposta all'incremento che c'era stato il 25/4. Ormai non lo rende piu' visibile ma c'e' sempre, per un mese dal 25/4, perche' se non ci fosse stato, il livello dei contagi ora sarebbe ancora piu' basso proprio di quell'incremento (1.4%), cioe' invece del 9% sarebbe del 7.6% (e' il costo dei festeggiamenti, se e' come pensiamo noi, che comprende anche l'incremento dei decessi relativi).
Saremmo ben lieti se questa discesa, che e' cominciata ora, fosse persistente a lungo fino ad azzerare sostanzialmente l'epidemia degli asintomatici con i decessi che comporta (sembra che in Gran Bretagna, con lockdown lungo e vaccinazioni siano riusciti ad abbatterla fino al livello del 0.1% (contro il nostro 9% attuale) ed hanno avuto ieri un solo decesso (contro i nostri 200, dovuti ai contagi di un mese fa), per cui dovremmo poterci riuscire anche noi (il virus dopo tutto e' lo stesso).
Aspettiamo ora i dati dei prossimi giorni per osservare ancora meglio questo fenomeno, che ora e' ben percepibile e che ci auguriamo progredisca sempre piu', riducendo in modo sostanziale quel 9% di fondo, che tuttora abbiamo e che ci provocherebbe circa 180 decessi al giorno, tra un mese.
Se tutto cio' e' vero, annuncerebbe un primo ritorno alla normalita' , almeno per i prossimi mesi estivi.

AGGIORNAMENTO DELLO STUDIO SULL'IMMUNITA' DI GREGGE:   Nell' introduzione a questo studio abbiamo spiegato cosa accade quando in un'ondata epidemica come quella recente ( terza ondata ) si raggiunge l'immunita' di gregge, cioe' quando accade che con il progredire dell'epidemia, arriva il momento in cui il numero di persone infettate raggiunge la soglia critica (il 75%?), in cui il numero degli infettati che guariscono diventa uguale al numero dei nuovi contagi (che si e' ridotto per l'alta immunita' diffusa) e cosi' la curva dei contagi diventa piatta (livello costante nel tempo).
Spieghiamo come avviene: con il crescere della percentuale di persone immunizzate il virus ha piu' difficolta' a diffondersi ed il numero di nuovi contagiati diminuisce progressivamente sempre piu' per cui il picco dei contagiati inizia a scendere anche con il contributo delle guarigioni che crescono sempre piu', fino ad un mese dopo il picco (a tanti contagi corrispondono tante guarigioni e quindi tante persone smettono di essere infette).
Poi un mese dopo la fine del picco questo contributo in diminuzione dei contagiati per guarigioni rimane piccolo e costante, perche' il picco e' finito.
I nuovi contagi continuano ad un ritmo ridotto dall'elevato livello d'immunita' diffusa, con Rt molto minore di 1 e quindi incapace di innescare la crescita esponenziale dell'epidemia (con altri picchi) ma i pochi contagi che avvengono sono sufficienti ad alimentare l' epidemia degli asintomatici che impedisce l'azzeramento dei contagi e permette al virus di continuare ad esistere e riprodursi: e' lo stesso livello di fondo, permanente, che c'era prima che iniziasse il picco della terza ondata e che rimarra' per sempre, ad un livello che puo' variare lentamente con la contagiosita' del virus (che dipende da: tempeatura, immunita' vaccinale, comportamenti piu' o meno virtuosi della gente, ecc.).
Questo livello permanente dei contagi dipende dalla contagiosita' del virus, perche' piu' e' facile per lui infettare, tante piu' persone infetta e tanto piu' alto e' il livello costante nel tempo dell'epidemia degli asintomatici (la chiamiamo cosi' perche' le cariche virali che rilasciano sono modeste e quindi se si attaccano su una persona infettandola quasi sempre l'infezione e' asintomatica).
Quindi il livello di questi contagi di fondo e' piu' alto (10%) se il virus e' la variante inglese (che e' piu' contagiosa) ed e' piu' basso in estate (perche' con la temperatura alta la contagiosita' si riduce).
Questo e' lo scenario in cui si e' sviluppata la terza ondata, che secondo noi si e' conclusa grazie all'alto livello d'immunita' raggiunto in Piemonte e che noi abbiamo calcolato essere al 72% , ricavando il numero di contagiati (poi immunizzati) dai dati reali misurati.
Come si puo' vedere in tabella la terza ondata si e' conclusa il 12/4, giorno in cui il livello dei contagi e' diventato costante al 10% fino al 19/4, giorno in cui sembrava che il livello del fondo potesse scendere al 9%.
Pero' dal giorno 25/4 al 27/4 si e' manifestato un incremento dell'1% circa, che ha riportato il livello dei contagi di fondo poco sopra al 10%, poi ridisceso al 9% il 1/5.
Quindi la conclusione provvisoria e' che:
  1. La terza ondata si e' conclusa in modo consistente con l'ipotesi che il livello d'immunita' diffusa raggiunta in Piemonte sia molto vicino alla soglia dell'immunita' di gregge.
  2. L'andamento dei contagi che si vede nel grafico e' proprio come quello descritto nella nostra introduzione , in particolare con il livello costante del 10% assunto alla fine del picco (che e' il livello dell'epidemia degli asintomatici).
  3. Qualche evento dovrebbe essere avvenuto uno o due giorni prima del giorno 27/4, in cui si e' manifestato un probabile incremento dei contagi intorno all'1% (il 26/4 il Piemonte si e' riaperto in zona gialla ed il giorno prima ci sono stati molti festeggiamenti, ripresi in TV).
  4. La discesa dei contagi, che ora e' in atto, ha riportato presto (gia' dall' 1/5) la media del fondo, stimata estrapolando la linea grigia, al 9% (probabilmente sarebbe stata il 7.6%, se non ci fosse stato l'incremento da noi valutato in +1.4% nei giorni dal 25/4 al 28/4).
Abbiamo gia' enfatizzato che e' importantissimo adottare comportamenti idonei a diminuire il livello di fondo dei contagi e non devono accadere invece eventi che vanno in direzione opposta, perche' altrimenti i costi umani sono insopportabili.
Aspettiamo i prossimi dati, ormai fiduciosi di vedere che l'evoluzione futura conferma l'andamento discendente del fondo che per ora e' sceso dal 10% del 12/4 al 9.1% del 8/5.
Questo ci consente di continuare ad interpretare l'evoluzione dei contagi conformemente al nostro modello di comprensione della pandemia.

SPIEGAZIONE DELLA RISALITA:   La risalita dei contagi che sembra esserci stata dal 25/4, cioe' dalla vigilia della riapertura in zona gialla in poi, potrebbe essere stata dovuta ai comportamenti sbagliati della gente che festeggiava.
Una volta creati i contagi, prodotti durante un evento (festeggiamenti) in cui non si sono mantenuti comportamenti corretti per evitare il propagarsi dei contagi, non spariscono il giorno dopo, quando l'evento si e' concluso, ma permangono fino alla completa guarigione delle persone infettate (che al 95% non hanno alcun sintomo): ci vuole un mese di tempo perche' gli anticorpi riescano a vincere e durante quel mese i virus si riproducono, distruggendo cellule umane e provocando danni; inoltre fuoriescono nell'ambiente, cercando di infettare qualcun'altro ma raramente ci riescono.
Durante questo mese queste persone infette possono percio' diffondere il contagio e creare focolai che potrebbero far dilagare l'epidemia.
Questo pero' crediamo che ora non accadra' per l'alto livello d'immunita' diffusa in Piemonte (oltre il 70%), che rende difficile al virus di propagarsi: l'immunita' diffusa abbassa la "contagiosita'" del virus rendendo Rt molto minore di 1 ed allora la diffusione esponenziale non parte ma qualche contagio puo' verificarsi ugualmente.
La curva dei contagi non inizia a salire ma ha un incremento permanente per un mese, che non si puo' ridurre, perche' sono persone che smetteranno di essere infette (cioe' positive al test) solo dopo che saranno guarite e non prima: non ci sono restrizioni o vaccinazioni che possano ridurre quell'incremento di contagi prima di un mese dall'inizio dell'infezione.
Questo incremento, che comunque c'e' in atto, puo' pero' essere compensato da una componente decrescente nei contagi, come quella che e' apparsa abbastanza chiaramente il 1/5. Il fondo dei contagi diminuisce per questa componente ma la decrescita del fondo puo' essere rallentata in presenza del "gradino" d'incremento dovuto ad eventi che hanno un effetto contrario (come i festeggiamenti avvenuti il 25/4).
L'andamento del fondo degli asintomatici e' percio' influenzato da entrambi gli effetti: quelli che contribuiscono alla sua crescita e quelli che contribuiscono alla decrescita. Noi registriamo con il nostro grafico il risultato sperimentale di questo bilancio.
A far salire la curva dei contagi si fa subito: basta una giornata di shopping sfrenato (com'e' accaduto nei giorni del picco di Natale). Per farla ridiscendere poi ci vuole almeno un mese (se non parte la diffusione esponenziale, se no e' molto peggio).
Una piccola frazione dei contagiati (circa 5%) potrebbe dover essere ricoverata in ospedale ed i piu' sfortunati dei ricoverati (circa il 3%) potrebbero anche non farcela. Il Covid-19 purtroppo e' cosi'.
Ipotizziamo percio' che i festeggiamenti per la riapertura in zona gialla del Piemonte abbiano provocato l' innalzamento del livello dei contagi che forse potremo vedere nel grafico , se i dati dei prossimi giorni lo confermeranno: per ora sembra essere di +1.4% circa.
Per curiosita' abbiamo valutato il numero di persone contagiate ed i danni prodotti da un incremento ipotetico dell'1.5% dei contagi.
Dal 12/4 la terza ondata e' finita ed i contagi hanno assunto un andamento costante intorno al 10%. Malgrado dei nuovi contagi stiano avvenendo, la curva dei contagi non e' salita ma e' rimasta costante, al livello del fondo (degli asintomatici), perche' ci sono tanti nuovi contagi quante persone infette che smettono di essere positive al test per guarigione.
A far diminuire i contagi ci aiutera' la crescente immunita' vaccinale ma lentamente nel tempo (ancora e' insufficiente perche' stenta a farli scendere sotto al 9%), per cui nel breve periodo, al possibile aumento dei contagi dovrebbe far fronte il buon senso della popolazione, che se informata, intelligentemente e senza panico dovrebbe essere indotta a dei comportamenti improntati alla massima cautela, per evitare di contagiarsi (forse la mascherina all'aperto non serve, vista la scarsa efficia da noi rilevata delle restrizioni della zona rossa contro questo virus in circolazione, che e' la variante inglese).
Sarebbe piu' facile se tutti sapessero che l'attuale virus, che non e' sparito ma seguita a circolare, non e' quello di prima ma un altro molto piu' contagioso.
Fortunatamente sembra che non sia stata confermata questa risalita, perche' se ci fosse stata avrebbe potuto anche rappresentare una pessima notizia, che poteva addirittura preludere all'arrivo di una nuova variante (indiana?) capace di eludere le difese immunitarie finora accumulate che stanno proteggendo la popolazione (mi riferisco al livello d'immunita' intorno al 70% finora raggiunto in Piemonte).
Sembra che i dati siano scesi decisamete ora sotto al 10% per poi diminuire ulteriormente con l'aumento del numero delle persone immunizzate per vaccinazione e con l'aumento della temperatura ambientale.

RIAPERTURE:   Alla luce dei risultati ottenuti con le restrizioni adottate di recente (zona rossa e poi arancione) non risulta che siano riuscite a diminuire significativamente i contagi.
Questa diminuzione fino all'altro ieri risultava invece essere stata provocata dalla crescita del livello dell'immunita' diffusa, arrivata molto in alto (72%) , che fortunatamente seguitera' ad esistere e crescere anche dopo le riaperture.
Il 25/4 e' sembrato che si presentasse una temibile risalita dei contagi dopo la riapertura , poiche' e' possibile che la gente NON abbia imparato a comportarsi consapevolmente , cosa che non s'impara e che porta a prolungare le restrizioni anche se il costo di 3 mesi di chiusura in Italia e' di 40 miliardi, per cui in Piemonte 2 settimane dovrebbero costare circa 300 milioni (in "sostegni") oltre ai costi sociali.
Dobbiamo sempre contare sulla protezione delle immunita' anche se decadono con il passare del tempo e la popolazione poi torna ad essere sempre piu' vulnerabile alle infezioni, perche' con il diminuire delle immunita' aumenta la contagiosita' del virus (di meno se e' estate) e cosi' puo' partire una nuova ondata epidemica.
La novita' di ora e' che le immunita' non diminuiranno, perche' le vaccinazioni compenseranno in eccesso il decadimento delle immunita' naturali derivanti dalle infezioni avvenute durante la seconda ondata, non piu' lontana di 6 mesi fa.
Quindi la percentuale di immunizzati, che ha fatto terminare la terza ondata con questa temperatura stagionale (in crescita) non diminuira' (anzi e' gia' cresciuta di un altro 8% ), avvicinandosi sempre di piu' al livello dell'immunita' di gregge.
Questa novita' rende inadeguati i provvedimenti adottati nel passato, che sembra ora stiano terminando.
In tutte le riaperture si dovranno pero' mantenere sempre i giusti comportamenti. per evitare i rischi paventati nel calcolo dei danni prodotti dagli affollamenti della gente.

RESTRIZIONI:   Non ci sembra di rilevare che ci sia stato un increnento di contagi dovuto all'allentamento delle restrizioni della zona rossa, divenuta arancione.
Questo conferma la previsione che avevamo fatto, che mentre le restrizioni della zona rossa sono efficaci contro il Sars-CoV-2 (che e' presente solo al 10%, il resto e' tutto variante inglese; abbiamo visto dal grafico della seconda ondata , quando il virus era solo il Sars-CoV-2, che le restrizioni della zona rossa fanno dimezzare i contagi in 9 giorni, con la variante inglese invece l'efficacia delle restrizioni della zona rossa e' praticamente nulla, come si puo' vedere nella curva dei contagi a causa della sua alta CONTAGIOSITA' (ci vorrebbe il lockdown totale).
La novita' che le restrizioni ai distanziamenti della zona rossa, alla variante inglese sembra che non le facciano "un baffo", non vuol dire che potevamo risparmiarcele, per almeno due motivi:
  1. Essendo la prima volta con la variante inglese, non potevamo sapere che non sarebbero state efficaci.
  2. Sono servite anche a ridurre i comportamenti pericolosi di chi non vuole rinunciare a stare insieme con tante altre persone in assembramenti dove, ogni persona eventualmente infetta ne contagia non 1 o 2 ma tante altre (decine), tutte insieme producendo danni importanti.
Quindi la zona rossa e' servita a tenere a bada, nei momenti piu' critici della terza ondata, queste persone, dominate da un loro egoismo poco civile (le liberta' personali si riducono dove arrecano grave danno alla salute altrui), possono far salire i contagi con i loro comportamenti e costare cosi' tanto alla comunita' (si stima che 3 mesi di zona rossa in tutta Italia costino 40 miliardi, oltre ai danni sociali: veramente troppo).
Speravamo che non si scatenassero dopo la riapertura del 26/4, perche' e' proprio tra loro che nascono i "superdiffusori", persone difficilmente individuabili che creano i vari focolai d'infezione. Il dato di oggi ci solleva piu' di una preoccupazione in merito.
Credo che, nella situazione attuale in Piemonte, loro siano il vero pericolo per la salita dei contagi della variante inglese, molto piu' dei tavoli dentro o fuori i ristoranti (basta imporre che i locali siano dotati del giusto ricambio dell'aria) e cosi' pure per scuole, bar, palestre, piscine, ecc.
Se si riuscisse a controllarli, credo che non servirebbero le RESTRIZIONI , dato che funzionano poco con questa variante inglese e che si potrebbero anche lasciare molte attivita' aperte, magari in modo intelligente , se c'e' un'alta immunita' diffusa, anche se piu' bassa dell'immunita' di gregge, perche' funzionerebbe sempre molto meglio delle restrizioni e potrebbe essere sufficiente ad impedire la risalita dei contagi.
Comunque si devono sempre tenere ben presenti le nostre raccomandazioni per le riaperture.

FONDO:   All'inizio della terza ondata il fondo era arrivato al 10%, dopo l'arrivo della variante inglese a Natale, che ne aveva innalzato il livello dal 2% costante (prima del picco di Natale) al 10% costante (dopo il picco di Natale).
Ora la variante inglese, con la sua alta contagiosita', si e' diffusa nel Piemonte molto piu' del Sars-CoV-2, quintuplicando i contagi del fondo dal 2% del Sars-CoV-2 al 10% della variante inglese (ora in discesa, al 9%, dopo il picco della terza ondata, che ha generato tanti altri virus in piu').
Il valor medio del 9% e' ancora un livello elevatissimo ma fortunatamente sembra che si stia abbassando per l'incremento della temperatura stagionale e per l'aumento della percentuale di persone immunizzate nella popolazione del Piemonte con le vaccinazioni.
Ci vorra' ancora un po' di tempo, poi ci aiutera' anche il deciso innalzanento della temperatura estiva.
Fino ad allora, se il livello di fondo dei contagi se rimanesse vicino al 9%, ci causerebbe circa 180 decessi al giorno.
Per questo dobbiamo procedere con le vaccinazioni, anche se gli anticorpi generati svaniranno durante l'inverno 2022 (30 milioni di vaccinazioni andranno percio' ripetute prima della fine del 2021).
Il 9% si colloca molto vicino al livello attuale del fondo indicato alla fine della linea grigia, che unisce le valli della curva, che risulta disegnata in modo appropriato lungo la discesa ormai completata verso la linea del fondo che sembra promette di scendere ancora, sotto al 9%.
Quindi per ora, malgrado si sia arrivati al 61+11% di immunizzati , il fondo dei contagi degli asintomatici potrebbe essere sceso al 9%, dal 10% che era il valore prima della terza ondata.
Dobbiamo auspicare percio' che i dati dei prossimi giorni continuino a scendere rispetto alla linea orizzontale che abbiamo disegnato a destra nel grafico dal livello del fondo costante attuale del 9%.
Questo e' un punto importantissimo, perche' si tratta del livello del fondo permanente dei contagi, alimentato dall' epidemia degli asintomatici , che e' cresciuto dal 2% al 10% dopo l'arrivo della variante inglese ma che dovrebbe scendere con l'aumento dell'immunita' diffusa, che ora abbiamo stimato al 72% e poi, con il progredire delle prossime vaccinazioni, salira' ancora.
Anche il 9% di fondo e' un livello altissimo che noi dobbiamo assolutamente abbassare (con le vaccinazioni), perche' altrimenti causerebbe circa 180 decessi al giorno (finche' dura).

COS'E' ACCADUTO:   Abbiamo gia' presentato i nostri risultati preliminari.
Il dato odierno conferma ulteriormente, dopo 31 giorni dall'inizio della zona rossa in Piemonte, la discesa nella curva dei contagi , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese, che e' stata la componente che, con una sua leggera crescita malgrado la zona rossa, aveva ritardato la discesa della curva dei contagi.
Infatti in questa terza ondata, secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, e' accaduto che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 sono calati, dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese (presente al 90% circa) sono cresciuti, per la sua maggiore contagiosita' , in pari misura in modo che i due contributi si equivalevano ed i contagi sono rimasti cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
La discesa del valor medio del fondo che abbiamo iniziato a disegnare con la nostra linee grigia nel grafico e' ormai arrivata al livello del 10% ed e' poi scesa al 9% ed il valore odierno (7/5) e' del 6.5%.

LA CAUSA DELLA DIMINUZIONE DEI CONTAGI:
  • ZONA ROSSA: Non ci sembra che la diminuzione dei contagi possa essere attribuita alle onerose restrizioni della zona rossa per il lungo ritardo (15 giorni) con cui la diminuzione e' iniziata.
  • TEMPERATURA AMBIENTALE: Nei due giorni (7 e 8 aprile), non si e' riscontrata una risalita della curva per effetto della MINORE temperatura ambientale, quindi abbiamo concluso che non e' stato l'innalzamento della temperatura ambientale a provocare l'inizio della discesa dei contagi.
  • NUMERO DI IMMUNIZZATI: Il 9/4 con il calcolo del numero di immunizzati attualmente esistenti in Piemonte (63+8%), abbiamo visto che questo numero e' compatibile con il raggiungimento di quel limite che, facendo diminuire la contagiosita' del virus (perche' comincia sempre piu' ad avere difficolta' a trovare persone infettabili), rende plausibile che sia proprio questa la causa della discesa dei contagi dal picco della terza ondata.
Se fosse corretta, questa interpretazione degli eventi avrebbe notevoli CONSEGUENZE sulla campagna di vaccinazioni in corso e sul raggiungimento dell'immunita' di gregge.

Ecco allora il punto della situazione in Piemonte:
  • Durante le feste di Natale i contagi sono saliti fino al 18% per poi scendere con la zona rossa al 10% fino a tutto febbraio (era il Sars-CoV-2 perche' con la zona rossa i contagi sono calati al 10% ma la variante inglese c'era gia', perche' non si e' riusciti a scendere sotto al 10%, che e' troppo alto per essere solo Sars-CoV-2).
  • Dai primi giorni di marzo il livello dei contagi ha iniziato a crescere mantenendosi costantemente un po' sopra al 15%, che e' un valore decisamente alto (e' la variante inglese, che a questi livelli provoca poi i 500 decessi al giorno).
  • Il 15/3 e' iniziata la zona rossa per far calare i contagi.
  • Al 2/4, oltre due settimane dopo, si e' potuto constatare che la zona rossa era inefficace contro la variante inglese, perche' i contagi erano ancora al 18% quando abbiamo visto, anche nella seconda ondata, che il Sars-CoV-2 si dimezza in soli 9 giorni. Ora dopo il 26/4 avrebbe dovuto permanere la discesa da questo picco, scesa dal 18% al 9.1%, e sembra che non dobbiamo piu' preoccuparci (per ora) di una possibile risalita dei contagi (vedi l'andamento delle due linee rossa e grigia disegnate a destra nel grafico.
    Ci auguriamo che questo fondo continui a scendere stabilmente sotto al 10%, che era il livello del fondo degli asintomatici prima dell'inizio di questa terza ondata, che consideriamo ormai conclusa.
  • Cio' anche se il livello del fondo e' ancora troppo alto. E' conseguenza dell'alta contagiosita' della variante inglese, che da ora sostituisce il Sars-CoV-2 nell'epidemia degli asintomatici, con cui il virus vorrebbe arrivare fino all'autunno prossimo, per poi iniziare la quarta ondata.
    Ma l'immunita' di gregge ne dovra' abbassare la contagiosita' e cosi' il livello prima di allora e se la gente non impazzira' con "libera tutti" inopportuni durante l'estate, dovremmo riuscire ad impedirgli di resuscitare con la quarta ondata ed evitare altre restrizioni: sara' tutto aperto ma dovremo avere sempre la guardia ben alta per non dover chiudere di nuovo.
  • Evidentemente abbiamo avuto a che fare con una variante diversa (inglese), di contagiosita' cosi' elevata che le restrizioni imposte dalla zona rossa non sono state sufficienti ad arrestarne la diffusione, che e' proceduta incrementando i contagi e compensando, in questo caso per due settimane, la discesa di quelli del Sars-CoV-2 ancora presenti (circa il 10%), prodotta dalla zona rossa.
CONCLUSIONE: In base ai dati degli ultimi giorni, manteniamo lo stato di LIVELLO DEI CONTAGI IN DISCESA (al 9% e fondo=6.5%) in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.


Vai al giorno: ....   21/4   22/4   23/4   24/4   25/4   26/4   27/4   28/4   29/4   30/4   1/5   2/5   3/5   4/5   5/5   6/5   7/5   8/5   ....

SITUAZIONE DEL 7/5 (ore 17:15): I decessi di oggi in Italia sono 207 (oltre 122.000 dall'inizio della pandemia), sempre piu' vicino ai 200 decessi al giorno da noi previsti per un fondo di contagi del 10% (valore di 20 giorni prima, che sono quelli che mediamente intercorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia).

Il dato di OGGI dei positivi al test e' di 8.9% (ultimo punto a destra nel grafico ) e' un dato che corrisponde al picco del venerdi' ed e' ben allineato con i dati dei tre venerdi' precedenti (tutti indicati con delle V rosse nel grafico).

NOVITA':   Questo allineamento (noi ci aspettiamo che questo tipo di fenomeni presenti un comportamento lineare in prima approssimazione) e' illuminante e ci consente di modificare l'andamento precedente della linea rossa, che unisce i picchi della curva, e corrispondentemente anche quello della linea grigia, che unisce le valli e rappresenta l'andamento del fondo degli asintomatici, nel grafico , dato che e' finito il picco della terza ondata.
Il risultato e' sorprendente: l'interpolazione dei dati ci mostra che il fondo degli asintomatici non e' costante intorno al 9% ma e' sceso al 6.5% (in Piemonte) e continua a scendere decisamente, come ci si puo' aspettare per effetto dell'innalzamento della temperatura ambientale, che, riducendo la contagiosita' dei virus, riduce bruscamente il contributo dei nuovi contagi all'equilibrio con le guarigioni che manteneva stabile l'epidemia degli asintomatici e quindi costante il fondo dei contagi (al 9%).
La velocita' di discesa dei contagi si puo' misurare bene dal grafico , osservando le V rosse dei picchi del venerdi': le ultime quattro "V", una a settimana, corrispondono a 28 punti cioe' 28 giorni e vanno dal 12.5% al 9% (sulla linea rossa dei picchi).
Se l'innalzamento della temperatura ambientale avesse azzerato la produzione dei nuovi contagi, la linea rossa sarebbe dovuta andare a zero, invece che al 9%, perche' in un mese tutti i contagiati sarebbero guariti.
Siccome invece ne sono rimasti il 9%, come si vede nel grafico , possiamo dedurre che l'innalzamento della temperatura stagionale, che c'e' stato nell'ultimo mese, ha ridotto i nuovi contagi non del 100% ma solo del 3.5/12.5 = 28%.
Occorrerebbero cosi' altri 3 mesi per arrivare a zero, pero' la temperatura stagionale a giugno avra' un altro decisivo incremento ed anche le vaccinazioni stanno procedendo, per cui alla luce dei dati attuali del Piemonte, possiamo essere fiduciosi che il fondo degli asintomatici possa azzerarsi per l'inizio dell'estate, se tutto procedera' come ora.
E' molto interessante: e' una misura sperimentale della suscettibilita' termica del miscuglio di virus presenti, che e' composto prevalemtemente dalla variante inglese (al 90%).
E' ormai ben delineato anche l'andamento del fondo dei contagi che e' sceso al 6.5% dal valore del 9%, che aveva un mese fa (vedi la linea grigia nel grafico ).
Tutto cio' e' di buon auspicio anche per la riapertura di tutte le attivita' economiche che sono ancora chiuse (in Piemonte), ma con le dovute cautele, perche' il virus non e' scomparso.
Anche i turisti possono percio' prenotare in tutta tranquillita' le loro vacanze in Italia.

Il valor medio indicato per la zona gialla, che e' ancora al 9.2%, si riferisce alla media di tutti i dati dal 26/4 in poi, e contiene, sommati al fondo degli asintomatici, che e' sceso dal 9% al 6.5%, anche la coda degli altri contagi presenti come residuo della terza ondata.
Questo fa capire la nostra analisi dei dati, che usando il metodo interpolativo, estrae le informazioni importanti, che sono nascoste nei dati grezzi.
Il fatto che la media del 9.2% e' inferiore al valor medio della zona arancione significa che ora, 12 giorni dopo, la discesa in atto ha recuperato completamente l'incremento di 1.4% che si era verificato nei 4 giorni (25/4, 26/4, 27/4 e 28/4) dopo i festeggiamenti per la riapertura del Piemonte in zona gialla.
Ora la lenta decrescita dei contagi indicata (-28% in un mese) continuera' per gli aumenti della temperatura ed anche dell'immunita' diffusa vaccinale, che diminuiscono la contagiosita' reale dei virus. Quindi siamo sulla buona strada, anche se purtroppo per arrivare a zero sara' ancora lunga (perche' i contagiati asintomatici di oggi ci mettono un mese a sparire, guarendo).
Elenchiamo qui', prendendoli dalla tabella , i dati degli ultimi 31 giorni, dal 7/4 al 7/5 (nelle 4 righe seguenti sono riportati: i giorni, l'andamento, le percentuali e le zone):

APRILE:

 7    8    9   10   11  12  13   14   15   16   17   18   19  20  21   22   23  24   25  26   27  28  29   30 

 \    \    \    \    \   _   _    _    _    _    _    _    _   _   _    _    _   _    /   /    /   /   \    \ 

11.6+11.1+12.5+11.7+12.4+9.8+8.8+10.6+11.4+10.2+10.5+11.3+10.3+8.4+8.9+10.4+10.3+8.0+12.3+9.2+11+10.6+10.3+9.4

<----- Zona rossa -----> <----------------------- Zona arancione -----------------------> <-- Zona gialla --->

MAGGIO:

 1    2   3   4   5   6   7

 \    _   \   \   \   \   _

9.0+12.1+7.1+6.7+8.3+8.1+8.9

<------- Zona gialla ------->

Valori medi per zone: Rossa=11.9% ; Arancione (al 24/4)=9.4% ; Gialla (dal 25/4)=9.2%


L'INCREMENTO DEI CONTAGI (25/4, 26/4, 27/4 e 28/4):   I valori medi mostrano che, malgrado il passaggio dalla zona rossa alla zona arancione, i contagi NON sono risaliti ma sono scesi da 11.9% a 9.4%.
Nei giorni 25, 26, 27 e 28 aprile poi il livello dei contagi era salito dal 9.4% (valor medio della zona arancione) al 10.8% (valor medio dei 4 giorni, dal 25 al 28) con un incremento di +1.4%, che dovrebbe essere "a gradino" del valor medio dei contagi da noi attribuito ai festeggiamenti per la riapertura in zona gialla del Piemonte (cominciati il 25/4, un giorno prima).
Questo incremento di 1.4% e' avvenuto malgrado l'alto livello di immunita' diffusa raggiunto (oltre 70%) in Piemonte.
Per controllo ed informazione abbiamo calcolato nel caso di un ipotetico incremento dell'1.5% a quante persone contagiate corrisponde e che danni comporta (anche quanti sono i decessi).
Infine segnaliamo che nelle prossime settimane ci dobbiamo aspettare una ulteriore diminuzione del livello del fondo, attualmente intorno al 9%:
  1. Per la diminuzione di contagiosita' dovuta all'innalzamento della temperatura ambientale (si riduce la durata dei virus attivi nell'ambiente piu' caldo e conseguentemente si riduce l'esposizione della popolazione ai virus e cosi' la sua contagiosita' integrata nel tempo).
  2. Per l'aumento dell'immunita' diffusa per le vaccinazioni che sono in corso; valga l'esempio della Gran Bretagna che ad oggi dicono abbia un fondo degli asintomatici sceso addirittura al 0.1% (mentre noi abbiamo il 10%), pur avendo anche loro, come noi, la variante inglese, che e' molto contagiosa.

IL DECREMENTO DEI CONTAGI (dal 29/4 al 7/5):   Nei giorni 25, 26, 27 e 28 aprile il livello dei contagi era salito dal 9.4% (valor medio della zona arancione) al 10.8% con un incremento del valor medio di +1.4% , che per un mese ci aspettiamo rimanga stabile (da noi attribuito per ipotesi ai festeggiamenti per la riapertura in zona gialla del Piemonte).
Gia' con i dati dei primi 3 giorni seguenti all'incremento (29/4, 30/4 e 1/5), che sono 10.3%, 9.4% e 9.0%, abbiamo avuto un valor medio dei contagi del 9.6%, che ha abbassato il livello dei contagi dal 10.8% al 9.6% con una diminuzione del 1.2% in soli 3 giorni.
In conclusione abbiamo il seguente andamento:
  • Prima del 25/4 (zona arancione) : valor medio = 9.4% (livello di fondo costante)
  • Dal 25/4 al 28/4 (dati in salita) : valor medio = 10.8% (incremento per festeggiamenti)
  • Dal 29/4 al 7/5 (dati in discasa): valor medio = 9.2% (inizio decrescita per temperatura alta)
Dopo l'1/5 la decrescita sta continuando e per evidenziarla in dettaglio riportiamo in sequenza non i singoli dati ma i valori medi della zona gialla nei vari giorni, man mano che si susseguono:
29/4: il fondo e' 10.7% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a 1.3% (la discesa e' di -0.1%)
30/4: il fondo e' 10.5% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a 1.1% (la discesa e' di -0.3%)
01/5: il fondo e' 9.8% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a 0.4% (la discesa e' di -1.0%)
02/5: il fondo e' 9.6% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a 0.2% (la discesa e' di -1.2%)
03/5: il fondo e' 9.6% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a 0.2% (la discesa e' di -1.2%)
04/5: il fondo e' 9.5% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a 0.1% (la discesa e' di -1.3%)
05/5: il fondo e' 9.4% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a 0% (la discesa e' di -1.4%, incremento di +1.4 azzerato)
06/5: il fondo e' 9.2% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a -0.2% (la discesa e' di -1.6%, incremento di +1.4 superato)
07/5: il fondo e' 9.2% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a -0.2% (la discesa e' di -1.6%, incremento di +1.4 superato)
Anche se qualche dato mostra una fluttuazione, talora eccessiva (che si puo' vedere bene nel grafico), possiamo dedurre che si sta manifestando l'intervento di un contributo sempre piu' in discesa (di -0.1%, -0.3%, -1.0, -1.2%, -1.3%, -1.4%, -1.6% e -1.6% negli ultimi 8 giorni), che fa decrescere in modo ormai accertato il livello del fondo degli asintomatici.
Questa discesa prima non c'era mai stata finora in modo cosi' efficace dal 12/4 in poi, tant'e' vero che il livello dei contagi era rimasto praticamente costante dal 12/4 al 24/4, per poi addirittura crescere fino al 28/4 (forse per i festeggiamenti del 25/4).
In effetti questa discesa, che ora si vede bene, e' quella che stavamo aspettando, come conseguenza dei seguenti fattori:
  1. Crescita progressiva dell'immunita' diffusa "naturale", perche' il livello dei contagi al 10% e' ancora atto e produce il 10% di nuovi contagiati e quindi poi di nuovi immunizzati ogni mese per il ricambio dopo le guarigioni.
  2. Crescita progressiva dell'immunita' dovuta alle vaccinazioni in corso.
  3. Innalzamento della temperatura stagionale.
Proprio l'innalzamento della temperatura stagionale puo' produrre una discesa repentina dei contagi e questi sono proprio giorni in cui sta arrivando il caldo, per cui proprio questa ci sembra essere la causa piu' probabile della discesa dei contagi che stiamo osservando e che si e' sovrapposta all'incremento che c'era stato il 25/4. Ormai non lo rende piu' visibile ma c'e' sempre, per un mese dal 25/4, perche' se non ci fosse stato, il livello dei contagi ora sarebbe ancora piu' basso proprio di quell'incremento (1.4%), cioe' invece del 9% sarebbe del 7.6% (e' il costo dei festeggiamenti, se e' come pensiamo noi, che comprende anche l'incremento dei decessi relativi).
Saremmo ben lieti se questa discesa, che e' cominciata ora, fosse persistente a lungo fino ad azzerare sostanzialmente l'epidemia degli asintomatici con i decessi che comporta (sembra che in Gran Bretagna, con lockdown lungo e vaccinazioni siano riusciti ad abbatterla fino al livello del 0.1% (contro il nostro 9% attuale) ed hanno avuto ieri un solo decesso (contro i nostri 200, dovuti ai contagi di un mese fa), per cui dovremmo poterci riuscire anche noi (il virus dopo tutto e' lo stesso).
Aspettiamo ora i dati dei prossimi giorni per osservare meglio questo fenomeno, che ora ci sembra ben percepibile e che ci auguriamo progredisca sempre piu', riducendo in modo sostanziale quel 9% di fondo, che tuttora abbiamo e che ci provocherebbe circa 180 decessi al giorno, tra un mese.
Se tutto cio' e' vero, annuncerebbe un primo ritorno alla normalita' , almeno per i prossimi mesi estivi.

AGGIORNAMENTO DELLO STUDIO SULL'IMMUNITA' DI GREGGE:   Nell' introduzione a questo studio abbiamo spiegato cosa accade quando in un'ondata epidemica come quella recente ( terza ondata ) si raggiunge l'immunita' di gregge, cioe' quando accade che con il progredire dell'epidemia, arriva il momento in cui il numero di persone infettate raggiunge la soglia critica (il 75%?), in cui il numero degli infettati che guariscono diventa uguale al numero dei nuovi contagi (che si e' ridotto per l'alta immunita' diffusa) e cosi' la curva dei contagi diventa piatta (livello costante nel tempo).
Spieghiamo come avviene: con il crescere della percentuale di persone immunizzate il virus ha piu' difficolta' a diffondersi ed il numero di nuovi contagiati diminuisce progressivamente sempre piu' per cui il picco dei contagiati inizia a scendere anche con il contributo delle guarigioni che crescono sempre piu', fino ad un mese dopo il picco (a tanti contagi corrispondono tante guarigioni e quindi tante persone smettono di essere infette).
Poi un mese dopo la fine del picco questo contributo in diminuzione dei contagiati per guarigioni rimane piccolo e costante, perche' il picco e' finito.
I nuovi contagi continuano ad un ritmo ridotto dall'elevato livello d'immunita' diffusa, con Rt molto minore di 1 e quindi incapace di innescare la crescita esponenziale dell'epidemia (con altri picchi) ma i pochi contagi che avvengono sono sufficienti ad alimentare l' epidemia degli asintomatici che impedisce l'azzeramento dei contagi e permette al virus di continuare ad esistere e riprodursi: e' lo stesso livello di fondo, permanente, che c'era prima che iniziasse il picco della terza ondata e che rimarra' per sempre, ad un livello che puo' variare lentamente con la contagiosita' del virus (che dipende da: tempeatura, immunita' vaccinale, comportamenti piu' o meno virtuosi della gente, ecc.).
Questo livello permanente dei contagi dipende dalla contagiosita' del virus, perche' piu' e' facile per lui infettare, tante piu' persone infetta e tanto piu' alto e' il livello costante nel tempo dell'epidemia degli asintomatici (la chiamiamo cosi' perche' le cariche virali che rilasciano sono modeste e quindi se si attaccano su una persona infettandola quasi sempre l'infezione e' asintomatica).
Quindi il livello di questi contagi di fondo e' piu' alto (10%) se il virus e' la variante inglese (che e' piu' contagiosa) ed e' piu' basso in estate (perche' con la temperatura alta la contagiosita' si riduce).
Questo e' lo scenario in cui si e' sviluppata la terza ondata, che secondo noi si e' conclusa grazie all'alto livello d'immunita' raggiunto in Piemonte e che noi abbiamo calcolato essere al 72% , ricavando il numero di contagiati (poi immunizzati) dai dati reali misurati.
Come si puo' vedere in tabella la terza ondata si e' conclusa il 12/4, giorno in cui il livello dei contagi e' diventato costante al 10% fino al 19/4, giorno in cui sembrava che il livello del fondo potesse scendere al 9%.
Pero' dal giorno 25/4 al 27/4 si e' manifestato un incremento dell'1% circa, che ha riportato il livello dei contagi di fondo poco sopra al 10%, poi ridisceso al 9% il 1/5.
Quindi la conclusione provvisoria e' che:
  1. La terza ondata si e' conclusa in modo consistente con l'ipotesi che il livello d'immunita' diffusa raggiunta in Piemonte sia molto vicino alla soglia dell'immunita' di gregge.
  2. L'andamento dei contagi che si vede nel grafico e' proprio come quello descritto nella nostra introduzione , in particolare con il livello costante del 10% assunto alla fine del picco (che e' il livello dell'epidemia degli asintomatici).
  3. Qualche evento dovrebbe essere avvenuto uno o due giorni prima del giorno 27/4, in cui si e' manifestato un probabile incremento dei contagi intorno all'1% (il 26/4 il Piemonte si e' riaperto in zona gialla ed il giorno prima ci sono stati molti festeggiamenti, ripresi in TV).
  4. La discesa dei contagi, che ora e' in atto, ha riportato presto (gia' dall' 1/5) la media del fondo, stimata estrapolando la linea grigia, al 9% (probabilmente sarebbe stata il 7.6%, se non ci fosse stato l'incremento da noi valutato in +1.4% nei giorni dal 25/4 al 28/4).
Abbiamo gia' enfatizzato che e' importantissimo adottare comportamenti idonei a diminuire il livello di fondo dei contagi e non devono accadere invece eventi che vanno in direzione opposta, perche' altrimenti i costi umani sono insopportabili.
Aspettiamo i prossimi dati, ormai fiduciosi di vedere che l'evoluzione futura conferma l'andamento discendente del fondo che per ora e' sceso dal 10% del 12/4 al 9.2% del 7/5.
Questo ci consente di continuare ad interpretare l'evoluzione dei contagi conformemente al nostro modello di comprensione della pandemia.

SPIEGAZIONE DELLA RISALITA:   La risalita dei contagi che sembra esserci stata dal 25/4, cioe' dalla vigilia della riapertura in zona gialla in poi, potrebbe essere stata dovuta ai comportamenti sbagliati della gente che festeggiava.
Una volta creati i contagi, prodotti durante un evento (festeggiamenti) in cui non si sono mantenuti comportamenti corretti per evitare il propagarsi dei contagi, non spariscono il giorno dopo, quando l'evento si e' concluso, ma permangono fino alla completa guarigione delle persone infettate (che al 95% non hanno alcun sintomo): ci vuole un mese di tempo perche' gli anticorpi riescano a vincere e durante quel mese i virus si riproducono, distruggendo cellule umane e provocando danni; inoltre fuoriescono nell'ambiente, cercando di infettare qualcun'altro ma raramente ci riescono.
Durante questo mese queste persone infette possono percio' diffondere il contagio e creare focolai che potrebbero far dilagare l'epidemia.
Questo pero' crediamo che ora non accadra' per l'alto livello d'immunita' diffusa in Piemonte (oltre il 70%), che rende difficile al virus di propagarsi: l'immunita' diffusa abbassa la "contagiosita'" del virus rendendo Rt molto minore di 1 ed allora la diffusione esponenziale non parte ma qualche contagio puo' verificarsi ugualmente.
La curva dei contagi non inizia a salire ma ha un incremento permanente per un mese, che non si puo' ridurre, perche' sono persone che smetteranno di essere infette (cioe' positive al test) solo dopo che saranno guarite e non prima: non ci sono restrizioni o vaccinazioni che possano ridurre quell'incremento di contagi prima di un mese dall'inizio dell'infezione.
Questo incremento, che comunque c'e' in atto, puo' pero' essere compensato da una componente decrescente nei contagi, come quella che e' apparsa abbastanza chiaramente il 1/5. Il fondo dei contagi diminuisce per questa componente ma la decrescita del fondo puo' essere rallentata in presenza del "gradino" d'incremento dovuto ad eventi che hanno un effetto contrario (come i festeggiamenti avvenuti il 25/4).
L'andamento del fondo degli asintomatici e' percio' influenzato da entrambi gli effetti: quelli che contribuiscono alla sua crescita e quelli che contribuiscono alla decrescita. Noi registriamo con il nostro grafico il risultato sperimentale di questo bilancio.
A far salire la curva dei contagi si fa subito: basta una giornata di shopping sfrenato (com'e' accaduto nei giorni del picco di Natale). Per farla ridiscendere poi ci vuole almeno un mese (se non parte la diffusione esponenziale, se no e' molto peggio).
Una piccola frazione dei contagiati (circa 5%) potrebbe dover essere ricoverata in ospedale ed i piu' sfortunati dei ricoverati (circa il 3%) potrebbero anche non farcela. Il Covid-19 purtroppo e' cosi'.
Ipotizziamo percio' che i festeggiamenti per la riapertura in zona gialla del Piemonte abbiano provocato l' innalzamento del livello dei contagi che forse potremo vedere nel grafico , se i dati dei prossimi giorni lo confermeranno: per ora sembra essere di +1.4% circa.
Per curiosita' abbiamo valutato il numero di persone contagiate ed i danni prodotti da un incremento ipotetico dell'1.5% dei contagi.
Dal 12/4 la terza ondata e' finita ed i contagi hanno assunto un andamento costante intorno al 10%. Malgrado dei nuovi contagi stiano avvenendo, la curva dei contagi non e' salita ma e' rimasta costante, al livello del fondo (degli asintomatici), perche' ci sono tanti nuovi contagi quante persone infette che smettono di essere positive al test per guarigione.
A far diminuire i contagi ci aiutera' la crescente immunita' vaccinale ma lentamente nel tempo (ancora e' insufficiente perche' stenta a farli scendere sotto al 9%), per cui nel breve periodo, al possibile aumento dei contagi dovrebbe far fronte il buon senso della popolazione, che se informata, intelligentemente e senza panico dovrebbe essere indotta a dei comportamenti improntati alla massima cautela, per evitare di contagiarsi (forse la mascherina all'aperto non serve, vista la scarsa efficia da noi rilevata delle restrizioni della zona rossa contro questo virus in circolazione, che e' la variante inglese).
Sarebbe piu' facile se tutti sapessero che l'attuale virus, che non e' sparito ma seguita a circolare, non e' quello di prima ma un altro molto piu' contagioso.
Fortunatamente sembra che non sia stata confermata questa risalita, perche' se ci fosse stata avrebbe potuto anche rappresentare una pessima notizia, che poteva addirittura preludere all'arrivo di una nuova variante (indiana?) capace di eludere le difese immunitarie finora accumulate che stanno proteggendo la popolazione (mi riferisco al livello d'immunita' intorno al 70% finora raggiunto in Piemonte).
Sembra che i dati siano scesi decisamete ora sotto al 10% per poi diminuire ulteriormente con l'aumento del numero delle persone immunizzate per vaccinazione e con l'aumento della temperatura ambientale.

RIAPERTURE:   Alla luce dei risultati ottenuti con le restrizioni adottate di recente (zona rossa e poi arancione) non risulta che siano riuscite a diminuire significativamente i contagi.
Questa diminuzione fino all'altro ieri risultava invece essere stata provocata dalla crescita del livello dell'immunita' diffusa, arrivata molto in alto (72%) , che fortunatamente seguitera' ad esistere e crescere anche dopo le riaperture.
Il 25/4 e' sembrato che si presentasse una temibile risalita dei contagi dopo la riapertura , poiche' e' possibile che la gente NON abbia imparato a comportarsi consapevolmente , cosa che non s'impara e che porta a prolungare le restrizioni anche se il costo di 3 mesi di chiusura in Italia e' di 40 miliardi, per cui in Piemonte 2 settimane dovrebbero costare circa 300 milioni (in "sostegni") oltre ai costi sociali.
Dobbiamo sempre contare sulla protezione delle immunita' anche se decadono con il passare del tempo e la popolazione poi torna ad essere sempre piu' vulnerabile alle infezioni, perche' con il diminuire delle immunita' aumenta la contagiosita' del virus (di meno se e' estate) e cosi' puo' partire una nuova ondata epidemica.
La novita' di ora e' che le immunita' non diminuiranno, perche' le vaccinazioni compenseranno in eccesso il decadimento delle immunita' naturali derivanti dalle infezioni avvenute durante la seconda ondata, non piu' lontana di 6 mesi fa.
Quindi la percentuale di immunizzati, che ha fatto terminare la terza ondata con questa temperatura stagionale (in crescita) non diminuira' (anzi e' gia' cresciuta di un altro 8% ), avvicinandosi sempre di piu' al livello dell'immunita' di gregge.
Questa novita' rende inadeguati i provvedimenti adottati nel passato, che sembra ora stiano terminando.
In tutte le riaperture si dovranno pero' mantenere sempre i giusti comportamenti. per evitare i rischi paventati nel calcolo dei danni prodotti dagli affollamenti della gente.

RESTRIZIONI:   Non ci sembra di rilevare che ci sia stato un increnento di contagi dovuto all'allentamento delle restrizioni della zona rossa, divenuta arancione.
Questo conferma la previsione che avevamo fatto, che mentre le restrizioni della zona rossa sono efficaci contro il Sars-CoV-2 (che e' presente solo al 10%, il resto e' tutto variante inglese; abbiamo visto dal grafico della seconda ondata , quando il virus era solo il Sars-CoV-2, che le restrizioni della zona rossa fanno dimezzare i contagi in 9 giorni, con la variante inglese invece l'efficacia delle restrizioni della zona rossa e' praticamente nulla, come si puo' vedere nella curva dei contagi a causa della sua alta CONTAGIOSITA' (ci vorrebbe il lockdown totale).
La novita' che le restrizioni ai distanziamenti della zona rossa, alla variante inglese sembra che non le facciano "un baffo", non vuol dire che potevamo risparmiarcele, per almeno due motivi:
  1. Essendo la prima volta con la variante inglese, non potevamo sapere che non sarebbero state efficaci.
  2. Sono servite anche a ridurre i comportamenti pericolosi di chi non vuole rinunciare a stare insieme con tante altre persone in assembramenti dove, ogni persona eventualmente infetta ne contagia non 1 o 2 ma tante altre (decine), tutte insieme producendo danni importanti.
Quindi la zona rossa e' servita a tenere a bada, nei momenti piu' critici della terza ondata, queste persone, dominate da un loro egoismo poco civile (le liberta' personali si riducono dove arrecano grave danno alla salute altrui), possono far salire i contagi con i loro comportamenti e costare cosi' tanto alla comunita' (si stima che 3 mesi di zona rossa in tutta Italia costino 40 miliardi, oltre ai danni sociali: veramente troppo).
Speravamo che non si scatenassero dopo la riapertura del 26/4, perche' e' proprio tra loro che nascono i "superdiffusori", persone difficilmente individuabili che creano i vari focolai d'infezione. Il dato di oggi ci solleva piu' di una preoccupazione in merito.
Credo che, nella situazione attuale in Piemonte, loro siano il vero pericolo per la salita dei contagi della variante inglese, molto piu' dei tavoli dentro o fuori i ristoranti (basta imporre che i locali siano dotati del giusto ricambio dell'aria) e cosi' pure per scuole, bar, palestre, piscine, ecc.
Se si riuscisse a controllarli, credo che non servirebbero le RESTRIZIONI , dato che funzionano poco con questa variante inglese e che si potrebbero anche lasciare molte attivita' aperte, magari in modo intelligente , se c'e' un'alta immunita' diffusa, anche se piu' bassa dell'immunita' di gregge, perche' funzionerebbe sempre molto meglio delle restrizioni e potrebbe essere sufficiente ad impedire la risalita dei contagi.
Comunque si devono sempre tenere ben presenti le nostre raccomandazioni per le riaperture.

FONDO:   All'inizio della terza ondata il fondo era arrivato al 10%, dopo l'arrivo della variante inglese a Natale, che ne aveva innalzato il livello dal 2% costante (prima del picco di Natale) al 10% costante (dopo il picco di Natale).
Ora la variante inglese, con la sua alta contagiosita', si e' diffusa nel Piemonte molto piu' del Sars-CoV-2, quintuplicando i contagi del fondo dal 2% del Sars-CoV-2 al 10% della variante inglese (ora in discesa, al 9%, dopo il picco della terza ondata, che ha generato tanti altri virus in piu').
Il valor medio del 9% e' ancora un livello elevatissimo ma fortunatamente sembra che si stia abbassando per l'incremento della temperatura stagionale e per l'aumento della percentuale di persone immunizzate nella popolazione del Piemonte con le vaccinazioni.
Ci vorra' ancora un po' di tempo, poi ci aiutera' anche il deciso innalzanento della temperatura estiva.
Fino ad allora, se il livello di fondo dei contagi se rimanesse vicino al 9%, ci causerebbe circa 180 decessi al giorno.
Per questo dobbiamo procedere con le vaccinazioni, anche se gli anticorpi generati svaniranno durante l'inverno 2022 (30 milioni di vaccinazioni andranno percio' ripetute prima della fine del 2021).
Il 9% si colloca molto vicino al livello attuale del fondo indicato alla fine della linea grigia, che unisce le valli della curva, che risulta disegnata in modo appropriato lungo la discesa ormai completata verso la linea del fondo che sembra promette di scendere ancora, sotto al 9%.
Quindi per ora, malgrado si sia arrivati al 61+11% di immunizzati , il fondo dei contagi degli asintomatici potrebbe essere sceso al 9%, dal 10% che era il valore prima della terza ondata.
Dobbiamo auspicare percio' che i dati dei prossimi giorni continuino a scendere rispetto alla linea orizzontale che abbiamo disegnato a destra nel grafico dal livello del fondo costante attuale del 9%.
Questo e' un punto importantissimo, perche' si tratta del livello del fondo permanente dei contagi, alimentato dall' epidemia degli asintomatici , che e' cresciuto dal 2% al 10% dopo l'arrivo della variante inglese ma che dovrebbe scendere con l'aumento dell'immunita' diffusa, che ora abbiamo stimato al 72% e poi, con il progredire delle prossime vaccinazioni, salira' ancora.
Anche il 9% di fondo e' un livello altissimo che noi dobbiamo assolutamente abbassare (con le vaccinazioni), perche' altrimenti causerebbe circa 180 decessi al giorno (finche' dura).

COS'E' ACCADUTO:   Abbiamo gia' presentato i nostri risultati preliminari.
Il dato odierno conferma ulteriormente, dopo 31 giorni dall'inizio della zona rossa in Piemonte, la discesa nella curva dei contagi , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese, che e' stata la componente che, con una sua leggera crescita malgrado la zona rossa, aveva ritardato la discesa della curva dei contagi.
Infatti in questa terza ondata, secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, e' accaduto che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 sono calati, dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese (presente al 90% circa) sono cresciuti, per la sua maggiore contagiosita' , in pari misura in modo che i due contributi si equivalevano ed i contagi sono rimasti cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
La discesa del valor medio del fondo che abbiamo iniziato a disegnare con la nostra linee grigia nel grafico e' ormai arrivata al livello del 10% ed e' poi scesa al 9% ed il valore odierno (7/5) e' del 6.5%.

LA CAUSA DELLA DIMINUZIONE DEI CONTAGI:
  • ZONA ROSSA: Non ci sembra che la diminuzione dei contagi possa essere attribuita alle onerose restrizioni della zona rossa per il lungo ritardo (15 giorni) con cui la diminuzione e' iniziata.
  • TEMPERATURA AMBIENTALE: Nei due giorni (7 e 8 aprile), non si e' riscontrata una risalita della curva per effetto della MINORE temperatura ambientale, quindi abbiamo concluso che non e' stato l'innalzamento della temperatura ambientale a provocare l'inizio della discesa dei contagi.
  • NUMERO DI IMMUNIZZATI: Il 9/4 con il calcolo del numero di immunizzati attualmente esistenti in Piemonte (63+8%), abbiamo visto che questo numero e' compatibile con il raggiungimento di quel limite che, facendo diminuire la contagiosita' del virus (perche' comincia sempre piu' ad avere difficolta' a trovare persone infettabili), rende plausibile che sia proprio questa la causa della discesa dei contagi dal picco della terza ondata.
Se fosse corretta, questa interpretazione degli eventi avrebbe notevoli CONSEGUENZE sulla campagna di vaccinazioni in corso e sul raggiungimento dell'immunita' di gregge.

Ecco allora il punto della situazione in Piemonte:
  • Durante le feste di Natale i contagi sono saliti fino al 18% per poi scendere con la zona rossa al 10% fino a tutto febbraio (era il Sars-CoV-2 perche' con la zona rossa i contagi sono calati al 10% ma la variante inglese c'era gia', perche' non si e' riusciti a scendere sotto al 10%, che e' troppo alto per essere solo Sars-CoV-2).
  • Dai primi giorni di marzo il livello dei contagi ha iniziato a crescere mantenendosi costantemente un po' sopra al 15%, che e' un valore decisamente alto (e' la variante inglese, che a questi livelli provoca poi i 500 decessi al giorno).
  • Il 15/3 e' iniziata la zona rossa per far calare i contagi.
  • Al 2/4, oltre due settimane dopo, si e' potuto constatare che la zona rossa era inefficace contro la variante inglese, perche' i contagi erano ancora al 18% quando abbiamo visto, anche nella seconda ondata, che il Sars-CoV-2 si dimezza in soli 9 giorni. Ora dopo il 26/4 avrebbe dovuto permanere la discesa da questo picco, scesa dal 18% al 9.2%, e sembra che non dobbiamo piu' preoccuparci (per ora) di una possibile risalita dei contagi (vedi l'andamento delle due linee rossa e grigia disegnate a destra nel grafico.
    Ci auguriamo che questo fondo continui a scendere stabilmente sotto al 10%, che era il livello del fondo degli asintomatici prima dell'inizio di questa terza ondata, che consideriamo ormai conclusa.
  • Cio' anche se il livello del fondo e' ancora troppo alto. E' conseguenza dell'alta contagiosita' della variante inglese, che da ora sostituisce il Sars-CoV-2 nell'epidemia degli asintomatici, con cui il virus vorrebbe arrivare fino all'autunno prossimo, per poi iniziare la quarta ondata.
    Ma l'immunita' di gregge ne dovra' abbassare la contagiosita' e cosi' il livello prima di allora e se la gente non impazzira' con "libera tutti" inopportuni durante l'estate, dovremmo riuscire ad impedirgli di resuscitare con la quarta ondata ed evitare altre restrizioni: sara' tutto aperto ma dovremo avere sempre la guardia ben alta per non dover chiudere di nuovo.
  • Evidentemente abbiamo avuto a che fare con una variante diversa (inglese), di contagiosita' cosi' elevata che le restrizioni imposte dalla zona rossa non sono state sufficienti ad arrestarne la diffusione, che e' proceduta incrementando i contagi e compensando, in questo caso per due settimane, la discesa di quelli del Sars-CoV-2 ancora presenti (circa il 10%), prodotta dalla zona rossa.
CONCLUSIONE: In base ai dati degli ultimi giorni, manteniamo lo stato di LIVELLO DEI CONTAGI IN DISCESA (al 9% e fondo=6.5%) in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.


IL TURISMO: L'ITALIA E' UN PAESE SICURO?   (7 maggio 2021)
La Gran Bretagna ha avuto la stessa variante inglese che c'e' da noi ma sembra che ora abbiano un fondo da asintomatici del 0.1% (anche se ci sembra un po' troppo basso) cioe' praticamente azzerato, mentre da noi e' ancora al 9% e non puo' decrescere rapidamente.
Vuol dire che in Gran Bretagna 1 persona su 1000 di quelle che s'incontrano in strada e' portatore del virus, mentre in Italia sono quasi 1 persona su 10 (100 volte di piu').
Ma com'e' successo?
Prima di Natale in Italia il fondo degli asintomatici era basso come in estate, al 2%, come si puo' vedere nel grafico della seconda ondata poi e' iniziata l'ondata di Natale, generata dall'entusiasmo dello shopping natalizio ed alla fine il fondo degli asintomatici era salito stabilmente al 10%, come si puo' vedere nel grafico della terza ondata (una tragedia perche' i decessi giornalieri sono cosi' saliti da 40 a 200).
Sarebbe dovuto rimanere al 2% ma purtroppo era arrivata la variante inglese, che per la sua maggiore contagiosita' ha preso subito il sopravvento sul Sars-CoV-2 e grazie allo shopping natalizio ha trovato le condizioni favorevoli per diffondersi molto.
Cosi' si e' permesso che i virus della variante inglese si riproducessero in grande quantita' e, una volta insediati in una persona infettata, anche se asintomatica, ci sono restati per un mese irrimediabilmente, diffondendo il contagio perche' hanno trovato condizioni ambientali favorevoli, e cosi' sono arrivati alla terza ondata di marzo, che ha permesso loro di arrivare fino ad aprile ancora al 9% ma al 7 maggio il fondo dei contagi e' gia' sceso al 6.5% (in Piemonte) e si prevede che si azzeri entro un mese (vedi 7/5 8/5   ).
Credo che in Gran Bretagna ne abbiano impedito la diffusione con lockdown piu' lunghi e maggiore disciplina della popolazione (hanno avuto anche loro eventi sconsiderati, come quello dei tifosi di una squadra di calcio, ma sono stati eventi circoscritti, mentre invece, per esempio, i festeggiamenti per le riaperture in zona gialla da noi sono stati eventi estesi su tutto il territorio nazionale).
E' un dato di fatto che i britannici ne sono usciti fuori e noi ancora no. Una ragione ci deve pur essere: per ora sembra che possano essere stati i comportamenti piu' consapevoli della popolazione britannica, forse meglio informata (i giusti comportamenti della gente sono l'arma piu' potente contro il virus).
Speriamo che possa servire da lezione e che da noi non si metta la testa nel buco come gli struzzi, facendo finta di non sapere che il problema ci coinvolge tutti e contando nella possibilita' di un "libera tutti" che non potra' esserci, neanche d'estate.
In conclusione: l'Italia e' un paese sicuro?
A parte il rischio, che c'e' in tutto il mondo, dell'arrivo di una nuova variante, in grado di eludere le difese immunitarie esistenti, in Italia non si rischia piu' che in qualsiasi altro Paese.
Il rischio d'infettarsi in Italia e' trascurabile per i seguenti motivi:
  1. C'e' un'elevata immunita' della popolazione italiana (in Piemonta e' ora piu' del 70%) in crescita continua e molte isole sono Covid-free (vaccinati al 100%);
  2. Le temperature in Italia stanno salendo in maniera ormai definitiva, il che assicura una diminuzione generalizzata del livello di contagiosita';
  3. Le cariche virali eventualmente emesse da persone asintomatiche sono molto deboli ed in queste condizioni ambientali difficilmente possono trasmettere il contagio.
Quindi i turisti possono viaggiare in Italia e godersi le loro vacanze in tutta tranquillita', almeno fino ad ottobre.
Poi quasi certamente saranno svanite le immunita' naturali (create nella seconda e terza ondata) ed anche quelle da vaccino cominceranno a diminuire. Queste ultime pero' potranno essere ripristinate da una nuova campagna di vaccinazioni, magari efficaci anche contro le nuove varianti.


COSA CI ATTENDE ORA?   (6 maggio 2021)
Vediamo come prosegue la nostra ricerca.
Ormai la terza ondata e' finita, la curva dei contagi ha raggiunto il livello costante dell'epidemia degli asintomatici sottostante al picco della terza ondata, che era al 10% prima del picco ed e' rimasta al 10% anche dopo il picco (si vede nel grafico ).
Questo livello del 10% rimarebbe costante perche' l'epidemia degli asintomatici e' sempre all'equilibrio tra nuovi contagi (in piu') e guarigioni (in meno).
Ora pero' abbiamo due fattori che tendono ad abbassarne il livello:
  1. l'alta immunita' diffusa sia naturale che vaccinale;
  2. l'arrivo delle temperature alte.
Il primo fattore tende a ridurre la contagiosita' in modo continuo e progressivo abbassando cosi' lentamente il livello del fondo degli asintomatici: per ora in un paio di settimane e' sceso dal 10% al 9%.
Su questa decrescita lenta s'innesta la decrescita dovuta al secondo fattore, la temperatura. Questa produce un effetto pronto, da un giorno all'altro, perche' il livello dell'epidemia degli asintomatici e' stabilito dall'equilibrio tra nuovi contagi e guarigioni.
Mentre le guarigioni proseguono indisturbate, i nuovi contagi sono molto sensibili a variazioni importanti della temperatura ambientale, che puo' ridurre i nuovi contagi in modo rilevante da un giorno all'altro, alterando l'equilibrio dell'epidemia degli asintomatici ed abbassando cosi' subito il livello del fondo.
Il risultato e' di un andamento quasi costante, decrescente lentamente nel tempo ma modulato dalle variazioni importanti della temperatura ambientale.
Su questo scenario potrebbero inserirsi dei fattori imprevisti, che potrebbero introdurre una possibile RISALITA del livello dei contagi.
Se arrivasse una tale variante le difese dell'immunita' vaccinale non avrebbero efficacia e quello che accadra' dipendera' dai comportamenti della gente: potrebbe esserci solo un innalzamento rapido (in 2 settimane) del livello dei contagi, ma se i comportamenti della gente dovessero facilitare la diffusione dei contagi, potrebbe anche innescarsi una crescita esponenziale con l'inizio di una quarta ondata (brasiliana o indiana) e si tornerebbe a richiudere tutto!
Se non si e' capaci di adottare le dovute misure di prevenzione, com'e' accaduto negli U.S.A. , l'epidemia si scatena proprio come mostrato nel link, addirittura anche d'estate. Infatti la seconda ondata negli USA c'e' stata a luglio e agosto 2020, come potete vedere nella figura del link, che e' un ottimo esempio che fa capire cosa succede se non si adotta alcuna precauzione: l'epidemia sarebbe esattamente cosi' anche da noi, con innumerevoli morti in piu' (vale per il presente ed il futuro). Questo e' il Covid-19.
Quindi bisogna restare vigili, tenendo la guardia alta: non ci potra' essere il "libera tutti", neanche d'estate, almeno per tutto il 2021.
Noi restiamo in osservazione per capire, quanto meglio possibile quello che accadra', mentre sta avvenendo.


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SITUAZIONE DEL 5/5 (ore 19:10): I decessi di oggi in Italia sono 267 (oltre 121.000 dall'inizio della pandemia), ancora sopra ai 200 decessi al giorno da noi previsti dopo la fine di aprile e dopo oltre 40 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Il numero dei decessi comunque e' in diminuzione e crediaamo che tenda ad un valore costante vicino ai 200 decessi al giorno da noi previsti con un fondo intorno al 10% (valoredi 20 giorni prima). Riteniamo percio' che nei prossimi giorni avremo dei dati oscillanti intorno ad un valor medio di circa 200 decessi al giorno, stabile finche' il fondo dei contagi da asintomatici non scendera' sotto al 10% (20 giorni prima), poi scendera' ancora e proporzionalmente.
Ora i decessi sono diminuiti perche' il picco della terza ondata e' finito ai primi di aprile.
Tutti stiamo ascoltando le notizie dall'India che mostra una situazione della pandemia fuori controllo con "addirittura" a 200.000 morti (su 1366 milioni di abitanti), mentre noi in Italia siamo arrivati a 120.000 (su 60 milioni di abitanti); giornalmente oggi in India ne hanno 18 volte piu' di noi (3600 invece di 200) mentre gli indiani sono oltre 20 volte di piu'. La gravita' del caso indiano sembra essere, piu' che la densita' dei decessi, la rapidita' di diffusione di questa variante indiana, che a questo punto sembra piu' temibile della variante inglese per contagiosita' e per gravita' (queste due caratteristiche dovrebbero essere correlate tra loro). Ovviamente la velocita' diffusione in India e' massimizzata dall'apparente assenza anche delle benche' minime precauzioni di profilassi: la promiscuita' che si vede negli ospedali indiani e' un'assurdita'.
Il confronto con il dato indiano e' utile per evidenziare che forse gli italiani possono essersi "abituati" a questi numeri cosi' grandi e questo non e' accettabile: questo numero dei decessi italiani va sempre valutato nella sua immensa gravita' (200 sarebbero 70.000 morti all'anno!).
Quando diminuiranno i decessi? Caleranno quando il fondo, che e' rimasto al 10% per quasi un mese, scendera' ancora e significativamente per l'effetto di protezione immunitaria delle vaccinazioni, che ci aspettiamo faccia diminuire i contagi dell'epidemia degli asintomatici molto sotto al 10% (forse al 2% come nell'estate del 2020).
L'argomento ha meritato di essere approfondito, come abbiamo fatto il 4/2, commentando la stranezza dei troppi decessi.
Infatti la nostra interpretazione prevedeva valori elevati del numero di decessi (anche oltre 400), con un ritardo tipico di circa 20 giorni rispetto all'andamento della curva, che sono quelli che mediamente intercorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.

Il dato di OGGI dei positivi al test e' di 8.3% (ultimo punto a destra nel grafico ) e' poco sotto al livello di fondo del 9% e si colloca bene sull'andamento del fondo interpolato dalla linea grigia, che indica un valore costante con media del 9%, come mostrato a destra nel grafico.
E' ormai ben delineato un andamento della curva dei contagi in leggera diminuzione da un valore attuale del 9%, che conferma il valore gia' da noi indicato nei giorni scorsi con la linea grigia nel grafico.
Cioe' viene confermato che il livello del fondo degli asintomatici e' sceso per ora al livello del 9% , ben indicato dalla linea grigia d'interpolazione del fondo.
Il valor medio della zona gialla, nella sua discesa, e' arrivato al 9.4% che e' lo stesso valor medio della zona arancione: questo significa che ora, 10 giorni dopo, la discesa in atto ha recuperato completamente l'incremento di 1.4% che si era verificato nei 4 giorni (25/4, 26/4, 27/4 e 28/4) dopo i festeggiamenti per la riapertura del Piemonte in zona gialla. <>BR Ora la lenta decrescita dei contagi continuera' sia per gli aumenti della temperatura e dell'immunita'diffusa vaccinale, che diminuiscono la contagioeita' reale del virus. Quindi siamo sulla buona strada anche se purtroppo sara' lunga (i contagiati asintomatici di oggi ci mettono un mese a guarire).
Elenchiamo qui', prendendoli dalla tabella , i dati degli ultimi 29 giorni, dal 7/4 al 5/5 (nelle 4 righe seguenti sono riportati: i giorni, l'andamento, le percentuali e le zone):

APRILE:

 7    8    9   10   11  12  13   14   15   16   17   18   19  20  21   22   23  24   25  26   27  28  29   30 

 \    \    \    \    \   _   _    _    _    _    _    _    _   _   _    _    _   _    /   /    /   /   \    \ 

11.6+11.1+12.5+11.7+12.4+9.8+8.8+10.6+11.4+10.2+10.5+11.3+10.3+8.4+8.9+10.4+10.3+8.0+12.3+9.2+11+10.6+10.3+9.4

<----- Zona rossa -----> <----------------------- Zona arancione -----------------------> <-- Zona gialla --->

MAGGIO:

 1    2   3   4   5

 \    _   _   \   \

9.0+12.1+7.1+6.7+8.3

<--- Zona gialla --->

Valori medi per zone: Rossa=11.9% ; Arancione (al 24/4)=9.4% ; Gialla (dal 25/4)=9.4%

ANALISI DI COSA STA SUCCEDENDO:   Decidiamo di considerare i dati di domenica 2/5 e lunedi' 3/5 (di 12.1% e 7.1%) nel loro insieme al loro valor medio di 9.6%, ignorando la fluttuazione, da noi considerata anomala, perche' abbiamo assunto che ci sia stato un travaso indebito di risultati dei test tra i due giorni.

L'INCREMENTO (25/4, 26/4, 27/4 e 28/4):   I valori medi mostrano che, malgrado il passaggio dalla zona rossa alla zona arancione, i contagi NON sono risaliti ma sono scesi da 11.9% a 9.4%.
Nei giorni 25, 26, 27 e 28 aprile poi il livello dei contagi era salito dal 9.4% (valor medio della zona arancione) al 10.8% (valor medio dei 4 giorni, dal 25 al 28) con un incremento di +1.4%, che dovrebbe essere "a gradino" del valor medio dei contagi da noi attribuito ai festeggiamenti per la riapertura in zona gialla del Piemonte (cominciati il 25/4, un giorno prima).
Questo incremento di 1.4% e' avvenuto malgrado l'alto livello di immunita' diffusa raggiunto (oltre 70%) in Piemonte.
Per controllo ed informazione abbiamo calcolato nel caso di un ipotetico incremento dell'1.5% a quante persone contagiate corrisponde e che danni comporta (anche quanti sono i decessi).
Infine segnaliamo che nelle prossime settimane ci dobbiamo aspettare una ulteriore diminuzione del livello del fondo, attualmente intorno al 9%:
  1. Per la diminuzione di contagiosita' dovuta all'innalzamento della temperatura ambientale (si riduce la durata dei virus attivi nell'ambiente piu' caldo e conseguentemente si riduce l'esposizione della popolazione ai virus e cosi' la sua contagiosita' integrata nel tempo).
  2. Per l'aumento dell'immunita' diffusa per le vaccinazioni che sono in corso; valga l'esempio della Gran Bretagna che ad oggi dicono abbia un fondo degli asintomatici sceso addirittura al 0.1% (mentre noi abbiamo il 10%), pur avendo anche loro, come noi, la variante inglese, che e' molto contagiosa.

IL DECREMENTO (dal 29/4 al 5/5):   Nei giorni 25, 26, 27 e 28 aprile il livello dei contagi era salito dal 9.4% (valor medio della zona arancione) al 10.8% con un incremento del valor medio di +1.4% , che per un mese ci aspettiamo rimanga stabile (da noi attribuito per ipotesi ai festeggiamenti per la riapertura in zona gialla del Piemonte).
Gia' con i dati dei primi 3 giorni seguenti all'incremento (29/4, 30/4 e 1/5), che sono 10.3%, 9.4% e 9.0%, abbiamo avuto un valor medio dei contagi del 9.6%, che ha abbassato il livello dei contagi dal 10.8% al 9.6% con una diminuzione del 1.2% in soli 3 giorni.
In conclusione abbiamo il seguente andamento:
  • Prima del 25/4 (zona arancione) : valor medio = 9.4% (livello di fondo costante)
  • Dal 25/4 al 28/4 (dati in salita) : valor medio = 10.8% (incremento per festeggiamenti)
  • Dal 29/4 al 5/5 (dati in discasa): valor medio = 9.4% (inizio decrescita per temperatura alta)
Dopo l'1/5 la decrescita sta continuando e per evidenziarla in dettaglio riportiamo in sequenza non i singoli dati ma i valori medi della zona gialla nei vari giorni, man mano che si susseguono:
29/4: il fondo e' 10.7% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a 1.3% (la discesa e' di -0.1%)
30/4: il fondo e' 10.5% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a 1.1% (la discesa e' di -0.3%)
01/5: il fondo e' 9.8% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a 0.4% (la discesa e' di -1.0%)
02/5: il fondo e' 9.6% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a 0.2% (la discesa e' di -1.2%)
03/5: il fondo e' 9.6% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a 0.2% (la discesa e' di -1.2%)
04/5: il fondo e' 9.5% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a 0.1% (la discesa e' di -1.3%)
05/5: il fondo e' 9.4% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a 0% (la discesa e' di -1.4%, incremento completamente recuperato)
Anche se qualche dato mostra una fluttuazione, talora eccessiva (che si puo' vedere bene nel grafico), possiamo dedurre che si sta manifestando l'intervento di un contributo sempre piu' in discesa (di -0.1%, -0.3%, -1.0, -1.2%, -1.3% e 1.4% negli ultimi 6 giorni), che fa decrescere in modo ormai accertato il livello del fondo degli asintomatici (e questa e' una splendida notizia!).
Questa discesa prima non c'era mai stata finora in modo cosi' efficace dal 12/4 in poi, tant'e' vero che il livello dei contagi era rimasto praticamente costante dal 12/4 al 24/4, per poi addirittura crescere fino al 28/4 (forse per i festeggiamenti del 25/4).
In effetti questa discesa, che ora si vede bene, e' quella che stavamo aspettando, come conseguenza dei seguenti fattori:
  1. Crescita progressiva dell'immunita' diffusa "naturale", perche' il livello dei contagi al 10% e' ancora atto e produce il 10% di nuovi contagiati e quindi poi di nuovi immunizzati ogni mese per il ricambio dopo le guarigioni.
  2. Crescita progressiva dell'immunita' dovuta alle vaccinazioni in corso.
  3. Innalzamento della temperatura stagionale.
Proprio l'innalzamento della temperatura stagionale puo' produrre una discesa repentina dei contagi e questi sono proprio giorni in cui sta arrivando il caldo, per cui proprio questa ci sembra essere la causa piu' probabile della discesa dei contagi che stiamo osservando e che si e' sovrapposta all'incremento che c'era stato il 25/4. Ormai non lo rende piu' visibile ma c'e' sempre, per un mese dal 25/4, perche' se non ci fosse stato, il livello dei contagi ora sarebbe ancora piu' basso proprio di quell'incremento (1.4%), cioe' invece del 9% sarebbe del 7.6% (e' il costo dei festeggiamenti, se e' come pensiamo noi, che comprende anche l'incremento dei decessi relativi).
Saremmo ben lieti se questa discesa, che e' cominciata ora, fosse persistente a lungo fino ad azzerare sostanzialmente l'epidemia degli asintomatici con i decessi che comporta (sembra che in Gran Bretagna, con lockdown lungo e vaccinazioni siano riusciti ad abbatterla fino al livello del 0.1% (contro il nostro 9% attuale) ed hanno avuto ieri un solo decesso (contro i nostri 200), per cui dovremmo poterci riuscire anche noi (il virus dopo tutto e' lo stesso).
Aspettiamo ora i dati dei prossimi giorni per osservare meglio questo fenomeno, che ora ci sembra ben percepibile e che ci auguriamo progredisca sempre piu', riducendo in modo sostanziale quel 9% di fondo, che tuttora abbiamo e che ci provocherebbe circa 180 decessi al giorno, tra un mese.
Se tutto cio' e' vero, annuncerebbe un primo ritorno alla normalita', almeno per i prossimi mesi estivi.

AGGIORNAMENTO DELLO STUDIO SULL'IMMUNITA' DI GREGGE:   Nell' introduzione a questo studio abbiamo spiegato cosa accade quando in un'ondata epidemica come quella recente ( terza ondata ) si raggiunge l'immunita' di gregge, cioe' quando accade che con il progredire dell'epidemia, arriva il momento in cui il numero di persone infettate raggiunge la soglia critica (il 75%?), in cui il numero degli infettati che guariscono diventa uguale al numero dei nuovi contagi (che si e' ridotto per l'alta immunita' diffusa) e cosi' la curva dei contagi diventa piatta (livello costante nel tempo).
Spieghiamo come avviene: con il crescere della percentuale di persone immunizzate il virus ha piu' difficolta' a diffondersi ed il numero di nuovi contagiati diminuisce progressivamente sempre piu' per cui il picco dei contagiati inizia a scendere anche con il contributo delle guarigioni che crescono sempre piu', fino ad un mese dopo il picco (a tanti contagi corrispondono tante guarigioni e quindi tante persone smettono di essere infette).
Poi un mese dopo la fine del picco questo contributo in diminuzione dei contagiati per guarigioni rimane piccolo e costante, perche' il picco e' finito.
I nuovi contagi continuano ad un ritmo ridotto dall'elevato livello d'immunita' diffusa, con Rt molto minore di 1 e quindi incapace di innescare la crescita esponenziale dell'epidemia (con altri picchi) ma i pochi contagi che avvengono sono sufficienti ad alimentare l' epidemia degli asintomatici che impedisce l'azzeramento dei contagi e permette al virus di continuare ad esistere e riprodursi: e' lo stesso livello di fondo, permanente, che c'era prima che iniziasse il picco della terza ondata e che rimarra' per sempre, ad un livello che puo' variare lentamente con la contagiosita' del virus (che dipende da: tempeatura, immunita' vaccinale, comportamenti piu' o meno virtuosi della gente, ecc.).
Questo livello permanente dei contagi dipende dalla contagiosita' del virus, perche' piu' e' facile per lui infettare, tante piu' persone infetta e tanto piu' alto e' il livello costante nel tempo dell'epidemia degli asintomatici (la chiamiamo cosi' perche' le cariche virali che rilasciano sono modeste e quindi se si attaccano su una persona infettandola quasi sempre l'infezione e' asintomatica).
Quindi il livello di questi contagi di fondo e' piu' alto (10%) se il virus e' la variante inglese (che e' piu' contagiosa) ed e' piu' basso in estate (perche' con la temperatura alta la contagiosita' si riduce).
Questo e' lo scenario in cui si e' sviluppata la terza ondata, che secondo noi si e' conclusa grazie all'alto livello d'immunita' raggiunto in Piemonte e che noi abbiamo calcolato essere al 72% , ricavando il numero di contagiati (poi immunizzati) dai dati reali misurati.
Come si puo' vedere in tabella la terza ondata si e' conclusa il 12/4, giorno in cui il livello dei contagi e' diventato costante al 10% fino al 19/4, giorno in cui sembrava che il livello del fondo potesse scendere al 9%.
Pero' dal giorno 25/4 al 27/4 si e' manifestato un incremento dell'1% circa, che ha riportato il livello dei contagi di fondo poco sopra al 10%, poi ridisceso al 9% il 1/5.
Quindi la conclusione provvisoria e' che:
  1. La terza ondata si e' conclusa in modo consistente con l'ipotesi che il livello d'immunita' diffusa raggiunta in Piemonte sia molto vicino alla soglia dell'immunita' di gregge.
  2. L'andamento dei contagi che si vede nel grafico e' proprio come quello descritto nella nostra introduzione , in particolare con il livello costante del 10% assunto alla fine del picco (che e' il livello dell'epidemia degli asintomatici).
  3. Qualche evento dovrebbe essere avvenuto uno o due giorni prima del giorno 27/4, in cui si e' manifestato un probabile incremento dei contagi intorno all'1% (il 26/4 il Piemonte si e' riaperto in zona gialla ed il giorno prima ci sono stati molti festeggiamenti, ripresi in TV).
  4. La discesa dei contagi, che ora e' in atto, ha riportato presto (gia' dall' 1/5) la media del fondo, stimata estrapolando la linea grigia, al 9% (probabilmente sarebbe stata il 7.6%, se non ci fosse stato l'incremento da noi valutato in +1.4% nei giorni dal 25/4 al 28/4).
Abbiamo gia' enfatizzato che e' importantissimo adottare comportamenti idonei a diminuire il livello di fondo dei contagi e non devono accadere invece eventi che vanno in direzione opposta, perche' altrimenti i costi umani sono insopportabili.
Aspettiamo i prossimi dati, ormai fiduciosi di vedere che l'evoluzione futura conferma l'andamento discendente del fondo che per ora e' sceso dal 10% del 12/4 al 9% del 5/5.
Questo ci consente di continuare ad interpretare l'evoluzione dei contagi conformemente al nostro modello di comprensione della pandemia.

SPIEGAZIONE DELLA RISALITA:   La risalita dei contagi che sembra esserci stata dal 25/4, cioe' dalla vigilia della riapertura in zona gialla in poi, potrebbe essere stata dovuta ai comportamenti sbagliati della gente che festeggiava.
Una volta creati i contagi, prodotti durante un evento (festeggiamenti) in cui non si sono mantenuti comportamenti corretti per evitare il propagarsi dei contagi, non spariscono il giorno dopo, quando l'evento si e' concluso, ma permangono fino alla completa guarigione delle persone infettate (che al 95% non hanno alcun sintomo): ci vuole un mese di tempo perche' gli anticorpi riescano a vincere e durante quel mese i virus si riproducono, distruggendo cellule umane e provocando danni; inoltre fuoriescono nell'ambiente, cercando di infettare qualcun'altro ma raramente ci riescono.
Durante questo mese queste persone infette possono percio' diffondere il contagio e creare focolai che potrebbero far dilagare l'epidemia.
Questo pero' crediamo che ora non accadra' per l'alto livello d'immunita' diffusa in Piemonte (oltre il 70%), che rende difficile al virus di propagarsi: l'immunita' diffusa abbassa la "contagiosita'" del virus rendendo Rt molto minore di 1 ed allora la diffusione esponenziale non parte ma qualche contagio puo' verificarsi ugualmente.
La curva dei contagi non inizia a salire ma ha un incremento permanente per un mese, che non si puo' ridurre, perche' sono persone che smetteranno di essere infette (cioe' positive al test) solo dopo che saranno guarite e non prima: non ci sono restrizioni o vaccinazioni che possano ridurre quell'incremento di contagi prima di un mese dall'inizio dell'infezione.
Questo incremento, che comunque c'e' in atto, puo' pero' essere compensato da una componente decrescente nei contagi, come quella che e' apparsa abbastanza chiaramente il 1/5. Il fondo dei contagi diminuisce per questa componente ma la decrescita del fondo puo' essere rallentata in presenza del "gradino" d'incremento dovuto ad eventi che hanno un effetto contrario (come i festeggiamenti avvenuti il 25/4).
L'andamento del fondo degli asintomatici e' percio' influenzato da entrambi gli effetti: quelli che contribuiscono alla sua crescita e quelli che contribuiscono alla decrescita. Noi registriamo con il nostro grafico il risultato sperimentale di questo bilancio.
A far salire la curva dei contagi si fa subito: basta una giornata di shopping sfrenato (com'e' accaduto nei giorni del picco di Natale). Per farla ridiscendere poi ci vuole almeno un mese (se non parte la diffusione esponenziale, se no e' molto peggio).
Una piccola frazione dei contagiati (circa 5%) potrebbe dover essere ricoverata in ospedale ed i piu' sfortunati dei ricoverati (circa il 3%) potrebbero anche non farcela. Il Covid-19 purtroppo e' cosi'.
Ipotizziamo percio' che i festeggiamenti per la riapertura in zona gialla del Piemonte abbiano provocato l' innalzamento del livello dei contagi che forse potremo vedere nel grafico , se i dati dei prossimi giorni lo confermeranno: per ora sembra essere di +1.4% circa.
Per curiosita' abbiamo valutato il numero di persone contagiate ed i danni prodotti da un incremento ipotetico dell'1.5% dei contagi.
Dal 12/4 la terza ondata e' finita ed i contagi hanno assunto un andamento costante intorno al 10%. Malgrado dei nuovi contagi stiano avvenendo, la curva dei contagi non e' salita ma e' rimasta costante, al livello del fondo (degli asintomatici), perche' ci sono tanti nuovi contagi quante persone infette che smettono di essere positive al test per guarigione.
A far diminuire i contagi ci aiutera' la crescente immunita' vaccinale ma lentamente nel tempo (ancora e' insufficiente perche' stenta a farli scendere sotto al 9%), per cui nel breve periodo, al possibile aumento dei contagi dovrebbe far fronte il buon senso della popolazione, che se informata, intelligentemente e senza panico dovrebbe essere indotta a dei comportamenti improntati alla massima cautela, per evitare di contagiarsi (forse la mascherina all'aperto non serve, vista la scarsa efficia da noi rilevata delle restrizioni della zona rossa contro questo virus in circolazione, che e' la variante inglese).
Sarebbe piu' facile se tutti sapessero che l'attuale virus, che non e' sparito ma seguita a circolare, non e' quello di prima ma un altro molto piu' contagioso.
Fortunatamente sembra che non sia stata confermata questa risalita, perche' se ci fosse stata avrebbe potuto anche rappresentare una pessima notizia, che poteva addirittura preludere all'arrivo di una nuova variante (indiana?) capace di eludere le difese immunitarie finora accumulate che stanno proteggendo la popolazione (mi riferisco al livello d'immunita' intorno al 70% finora raggiunto in Piemonte).
Sembra che i dati siano scesi decisamete ora sotto al 10% per poi diminuire ulteriormente con l'aumento del numero delle persone immunizzate per vaccinazione e con l'aumento della temperatura ambientale.

RIAPERTURE:   Alla luce dei risultati ottenuti con le restrizioni adottate di recente (zona rossa e poi arancione) non risulta che siano riuscite a diminuire significativamente i contagi.
Questa diminuzione fino all'altro ieri risultava invece essere stata provocata dalla crescita del livello dell'immunita' diffusa, arrivata molto in alto (72%) , che fortunatamente seguitera' ad esistere e crescere anche dopo le riaperture.
Il 25/4 e' sembrato che si presentasse una temibile risalita dei contagi dopo la riapertura , poiche' e' possibile che la gente NON abbia imparato a comportarsi consapevolmente , cosa che non s'impara e che porta a prolungare le restrizioni anche se il costo di 3 mesi di chiusura in Italia e' di 40 miliardi, per cui in Piemonte 2 settimane dovrebbero costare circa 300 milioni (in "sostegni") oltre ai costi sociali.
Dobbiamo sempre contare sulla protezione delle immunita' anche se decadono con il passare del tempo e la popolazione poi torna ad essere sempre piu' vulnerabile alle infezioni, perche' con il diminuire delle immunita' aumenta la contagiosita' del virus (di meno se e' estate) e cosi' puo' partire una nuova ondata epidemica.
La novita' di ora e' che le immunita' non diminuiranno, perche' le vaccinazioni compenseranno in eccesso il decadimento delle immunita' naturali derivanti dalle infezioni avvenute durante la seconda ondata, non piu' lontana di 6 mesi fa.
Quindi la percentuale di immunizzati, che ha fatto terminare la terza ondata con questa temperatura stagionale (in crescita) non diminuira' (anzi e' gia' cresciuta di un altro 8% ), avvicinandosi sempre di piu' al livello dell'immunita' di gregge.
Questa novita' rende inadeguati i provvedimenti adottati nel passato, che sembra ora stiano terminando.
In tutte le riaperture si dovranno pero' mantenere sempre i giusti comportamenti. per evitare i rischi paventati nel calcolo dei danni prodotti dagli affollamenti della gente.

RESTRIZIONI:   Non ci sembra di rilevare che ci sia stato un increnento di contagi dovuto all'allentamento delle restrizioni della zona rossa, divenuta arancione.
Questo conferma la previsione che avevamo fatto, che mentre le restrizioni della zona rossa sono efficaci contro il Sars-CoV-2 (che e' presente solo al 10%, il resto e' tutto variante inglese; abbiamo visto dal grafico della seconda ondata , quando il virus era solo il Sars-CoV-2, che le restrizioni della zona rossa fanno dimezzare i contagi in 9 giorni, con la variante inglese invece l'efficacia delle restrizioni della zona rossa e' praticamente nulla, come si puo' vedere nella curva dei contagi a causa della sua alta CONTAGIOSITA' (ci vorrebbe il lockdown totale).
La novita' che le restrizioni ai distanziamenti della zona rossa, alla variante inglese sembra che non le facciano "un baffo", non vuol dire che potevamo risparmiarcele, per almeno due motivi:
  1. Essendo la prima volta con la variante inglese, non potevamo sapere che non sarebbero state efficaci.
  2. Sono servite anche a ridurre i comportamenti pericolosi di chi non vuole rinunciare a stare insieme con tante altre persone in assembramenti dove, ogni persona eventualmente infetta ne contagia non 1 o 2 ma tante altre (decine), tutte insieme producendo danni importanti.
Quindi la zona rossa e' servita a tenere a bada, nei momenti piu' critici della terza ondata, queste persone, dominate da un loro egoismo poco civile (le liberta' personali si riducono dove arrecano grave danno alla salute altrui), possono far salire i contagi con i loro comportamenti e costare cosi' tanto alla comunita' (si stima che 3 mesi di zona rossa in tutta Italia costino 40 miliardi, oltre ai danni sociali: veramente troppo).
Speravamo che non si scatenassero dopo la riapertura del 26/4, perche' e' proprio tra loro che nascono i "superdiffusori", persone difficilmente individuabili che creano i vari focolai d'infezione. Il dato di oggi ci solleva piu' di una preoccupazione in merito.
Credo che, nella situazione attuale in Piemonte, loro siano il vero pericolo per la salita dei contagi della variante inglese, molto piu' dei tavoli dentro o fuori i ristoranti (basta imporre che i locali siano dotati del giusto ricambio dell'aria) e cosi' pure per scuole, bar, palestre, piscine, ecc.
Se si riuscisse a controllarli, credo che non servirebbero le RESTRIZIONI , dato che funzionano poco con questa variante inglese e che si potrebbero anche lasciare molte attivita' aperte, magari in modo intelligente , se c'e' un'alta immunita' diffusa, anche se piu' bassa dell'immunita' di gregge, perche' funzionerebbe sempre molto meglio delle restrizioni e potrebbe essere sufficiente ad impedire la risalita dei contagi.
Comunque si devono sempre tenere ben presenti le nostre raccomandazioni per le riaperture.

FONDO:   All'inizio della terza ondata il fondo era arrivato al 10%, dopo l'arrivo della variante inglese a Natale, che ne aveva innalzato il livello dal 2% costante (prima del picco di Natale) al 10% costante (dopo il picco di Natale).
Ora la variante inglese, con la sua alta contagiosita', si e' diffusa nel Piemonte molto piu' del Sars-CoV-2, quintuplicando i contagi del fondo dal 2% del Sars-CoV-2 al 10% della variante inglese (ora in discesa, al 9%, dopo il picco della terza ondata, che ha generato tanti altri virus in piu').
Il valor medio del 9% e' ancora un livello elevatissimo ma fortinatamente sembra che si stia abbassando per l'incremento della temperatura stagionale e per l'aumento della percentuale di persone immunizzate nella popolazione del Piemonte con le vaccinazioni.
Ci vorra' ancora un po' di tempo, poi ci aiutera' anche il deciso innalzanento della temperatura estiva.
Fino ad allora, se il livello di fondo dei contagi se rimanesse vicino al 9%, ci causerebbe circa 180 decessi al giorno .
Per questo dobbiamo procedere con le vaccinazioni, anche se gli anticorpi generati svaniranno durante l'inverno 2022 (30 milioni di vaccinazioni andranno percio' ripetute prima della fine del 2021).
Il 9% si colloca molto vicino al livello attuale del fondo indicato alla fine della linea grigia, che unisce le valli della curva, che risulta disegnata in modo appropriato lungo la discesa ormai completata verso la linea del fondo che sembra promette di scendere ancora, sotto al 9%.
Quindi per ora, malgrado si sia arrivati al 61+11% di immunizzati , il fondo dei contagi degli asintomatici potrebbe essere sceso al 9%, dal 10% che era il valore prima della terza ondata.
Dobbiamo auspicare percio' che i dati dei prossimi giorni continuino a scendere rispetto alla linea orizzontale che abbiamo disegnato a destra nel grafico dal livello del fondo costante attuale del 9%.
Questo e' un punto importantissimo, perche' si tratta del livello del fondo permanente dei contagi, alimentato dall' epidemia degli asintomatici , che e' cresciuto dal 2% al 10% dopo l'arrivo della variante inglese ma che dovrebbe scendere con l'aumento dell'immunita' diffusa, che ora abbiamo stimato al 72% e poi, con il progredire delle prossime vaccinazioni, salira' ancora.
Anche il 9% di fondo e' un livello altissimo che noi dobbiamo assolutamente abbassare (con le vaccinazioni), perche' altrimenti causerebbe circa 180 decessi al giorno (finche' dura).

COS'E' ACCADUTO:   Abbiamo gia' presentato i nostri risultati preliminari.
Il dato odierno conferma ulteriormente, dopo 31 giorni dall'inizio della zona rossa in Piemonte, la discesa nella curva dei contagi , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese, che e' stata la componente che, con una sua leggera crescita malgrado la zona rossa, aveva ritardato la discesa della curva dei contagi.
Infatti in questa terza ondata, secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, e' accaduto che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 sono calati, dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese (presente al 90% circa) sono cresciuti, per la sua maggiore contagiosita' , in pari misura in modo che i due contributi si equivalevano ed i contagi sono rimasti cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
La discesa che abbiamo iniziato a disegnare con le nostre due linee rossa e grigia nel grafico si e' ormai completata con il fondo che dal 10% e' sceso per ora al 9%.

LA CAUSA DELLA DIMINUZIONE DEI CONTAGI:
  • ZONA ROSSA: Non ci sembra che la diminuzione dei contagi possa essere attribuita alle onerose restrizioni della zona rossa per il lungo ritardo (15 giorni) con cui la diminuzione e' iniziata.
  • TEMPERATURA AMBIENTALE: Nei due giorni (7 e 8 aprile), non si e' riscontrata una risalita della curva per effetto della MINORE temperatura ambientale, quindi abbiamo concluso che non e' stato l'innalzamento della temperatura ambientale a provocare l'inizio della discesa dei contagi.
  • NUMERO DI IMMUNIZZATI: Il 9/4 con il calcolo del numero di immunizzati attualmente esistenti in Piemonte (63+8%), abbiamo visto che questo numero e' compatibile con il raggiungimento di quel limite che, facendo diminuire la contagiosita' del virus (perche' comincia sempre piu' ad avere difficolta' a trovare persone infettabili), rende plausibile che sia proprio questa la causa della discesa dei contagi.
Se fosse corretta, questa interpretazione degli eventi avrebbe notevoli CONSEGUENZE sulla campagna di vaccinazioni in corso e sul raggiungimento dell'immunita' di gregge.

Ecco allora il punto della situazione in Piemonte:
  • Durante le feste di Natale i contagi sono saliti fino al 18% per poi scendere con la zona rossa al 10% fino a tutto febbraio (era il Sars-CoV-2 perche' con la zona rossa i contagi sono calati al 10% ma la variante inglese c'era gia', perche' non si e' riusciti a scendere sotto al 10%, che e' troppo alto per essere solo Sars-CoV-2).
  • Dai primi giorni di marzo il livello dei contagi ha iniziato a crescere mantenendosi costantemente un po' sopra al 15%, che e' un valore decisamente alto (e' la variante inglese, che a questi livelli provoca poi i 500 decessi al giorno).
  • Il 15/3 e' iniziata la zona rossa per far calare i contagi.
  • Al 2/4, oltre due settimane dopo, si e' potuto constatare che la zona rossa era inefficace contro la variante inglese, perche' i contagi erano ancora al 18% quando abbiamo visto, anche nella seconda ondata, che il Sars-CoV-2 si dimezza in soli 9 giorni. Ora dopo il 26/4 avrebbe dovuto permanere la discesa da questo picco, scesa dal 18% al 9.4%, e sembra che non dobbiamo piu' preoccuparci (per ora) di una possibile risalita dei contagi (vedi l'andamento delle due linee rossa e grigia disegnate a destra nel grafico.
    Ci auguriamo che questo fondo continui a scendere stabilmente sotto al 10%, che era il livello del fondo degli asintomatici prima dell'inizio di questa terza ondata, che CONSIDERIAMO ORMAI CONCLUSA.
  • Cio' anche se il livello del fondo e' ancora troppo alto. E' conseguenza dell'alta contagiosita' della variante inglese, che da ora sostituisce il Sars-CoV-2 nell'epidemia degli asintomatici, con cui il virus vorrebbe arrivare fino all'autunno prossimo, per poi iniziare la quarta ondata.
    Ma l'immunita' di gregge ne dovra' abbassare la contagiosita' e cosi' il livello prima di allora e se la gente non impazzira' con "libera tutti" inopportuni durante l'estate, dovremmo riuscire ad impedirgli di resuscitare con la quarta ondata ed evitare ogni restrizione: sara' tutto aperto ma dovremo avere sempre la guardia ben alta per non dover chiudere di nuovo.
  • Evidentemente abbiamo avuto a che fare con una variante diversa (inglese), di contagiosita' cosi' elevata che le restrizioni imposte dalla zona rossa non sono state sufficienti ad arrestarne la diffusione, che e' proceduta incrementando i contagi e compensando, in questo caso per due settimane, la discesa di quelli del Sars-CoV-2 ancora presenti (circa il 10%), prodotta dalla zona rossa.
A causa dei dati degli ultimi giorni, manteniamo lo stato di LIVELLO DEI CONTAGI COSTANTE MA ALTO (9%) in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.


I FESTEGGIAMENTI PER LO SCUDETTO   (5 maggio 2021)
Ci sono molte polemiche in corso per i festeggiamenti avvenuti domenica 2/5 a Milano per lo scudetto vinto dalla squadra di calcio dell'Inter.
Da piu' parti si avanza il timore che ci possano essere delle conseguenze sanitarie e forse anche qualche decesso.
Vediamo che risposte al riguardo si possono ottenere dal nostro studio.
Siccome in questo lavoro abbiamo a disposizione solo i dati del Piemonte, dove non si tifa per l'Inter ma per il Torino e la Juventus, non ci aspettiamo che ci siano stati festeggiamenti e quindi ci riferiremo invece ai festeggiamenti avvenuti in Piemonte il giorno 25/4, prima della riapertura in zona gialla, di cui abbiamo i dati da analizzare.
Non avendo informazioni atte a valutare quantitativamente l'affidabilita' dei dati e gli errori da cui sono affetti, ci limitiamo a valutazioni qualitative sul comportamento dei dati, sufficienti pero' a nostro avviso a chiarire gli elementi che ci interessano.
Nell'analisi fatta dei dati abbiamo rilevato il seguente andamento del livello dei contagi (valori medi):
  • Prima del 25/4 (zona arancione) : valor medio = 9.4% (il livello di fondo era costante)
  • Dal 25/4 al 28/4 (dati in salita) : valor medio = 10.8% (incremento "per festeggiamenti"=+1.4%)
  • Dal 29/4 al 1/5 (dati in discesa): valor medio = 9.6% (inizio decrescita per temperatura alta)
Dopo l'1/5 la decrescita sta continuando e percio' non e' piu' visibile l'incremento del +1.4%.
L'idea che l'incremento di contagi del +1.4%, ben visibile, sia dovuto ai festeggiamenti non e' suffragata da dati oggettivi ma deriva solo dalla coincidenza temporale con i festeggiamenti, per cui non possiamo essere certi di questa sua attribuzione, che dobbiamo ritenere percio' solo come una nostra ipotesi).
Dopo il 28/4 inizia una discesa dei contagi dal 10.8% fino al 9.6% in soli 3 giorni.
QUESITO: allora l'incremento dei contagi per i "festeggiamenti" e' sparito ed e' come se non ci fosse stato?
RISPOSTA: Niente affatto.
Spieghiamo cosa succede.
Abbiamo visto dai dati che il livello della curva dei contagi puo' crescere se si adottano comportamenti che favoriscono la diffusione del virus, come per esempio eventi di popolo (festeggiamenti e raduni, affollamenti in mercati, stadi, ecc.).
Ogni evento di questo tipo introduce un incremento costante nella curva (un "gradino") per i contagi prodotti in piu', che durano per un mese, perche' spariranno solo dopo il tempo di guarigione degli infettati extra, prodotti dall'evento.
Questi contagi prodotti "in piu'" vanno ad aggiungersi ai contagi esistenti dell' epidemia degli asintomatici e contribuiscono anche loro agli effettin dannosi dell'epidemia, compresi ricoveri e decessi, perche' ad ogni 1% di contagi corrispondono poi, un mese dopo, 20 decessi al giorno in piu' per un mese, se fosse in tutta Italia; se invece l'incremento di contagi e' solo in Piemonte, allora e' una frazione corrispondente al rapporto tra i 4.4 milioni di abitanti del Piemonte ed i 60 milioni di italiani, cioe' 4.4/60=0.073 ovvero 1.5 decessi al giorno per un totale di circa 45 decessi, per un solo mese.
Se non sono stati i festeggiamenti e' stato qualcos'altro a generare quei contagi extra, perche' quell'incremento di +1.4% dei contagi c'e' stato e crediamo che sia corretta sia l'analisi che il risultato con il suo pesante costo.
E' lo stesso calcolo che con il 10% di fondo dei contagi (quello che abbiamo in Piemonte) prevede 10 decessi al giorno (che e' coerente con quelli che si hanno approssimativamente in quelle condizioni in Piemonte).
L'estate scorsa in Italia il fondo del Sars-CoV-2 era del 2%. Ora con la variante inglese e' salito al 10% (perche' e' piu' contagiosa). Con i giusti comportamenti di tutti noi PUO' SCENDERE, tant'e' vero che in G.B. oggi grazie alle chiusure ed alle vaccinazioni sono riusciti a far scendere il fondo al 0.1%
Ma questo e' il fondo dei contagi mantenuto costante dall'epidemia degli asintomatici. Se per ipotesi si riuscisse addirittura ad azzerarlo (con tante vaccinazioni ed i giusti comportamenti) ma ci si e' aggiunto un +1.4% di contagi extra prodotti, per esempio, da festeggiamenti popolari, quel +1.4% NON SI PUO' AZZERARE prima di un mese, perche' bisogna sempre attendere il tempo necessario per la guarigione delle persone infettate.
Non c'e' nulla che possa rimuovere la presenza di quelle persone infettate prima che sia passato un mese dal momento dell'infezione. L'incremento di contagi del +1.4% si aggiunge all'equilibrio tra nuovi contagi e guarigioni che mantiene in essere l'epidemia degli asintomatici.
Ed in quel mese tutti quei contagiati continueranno a produrre e diffondere virus, contribuendo a produrre i danni che abbiamo provato a quantificare nel caso di un incremento del +1.5% dei contagi.
Per esempio in Piemonte ora il fondo dei contagi e' sceso ad un valor medio del 9.5%.
Se non ci fosse stato l'aumento del 25/4, che abbiamo attribuito ai festeggiamenti per la riapertura, oggi il fondo sarebbe dell'8.1% invece del 9.5% (per quel +1.4% prodotto il 25/4 che dura fino al 25/5, per un mese).
Questo contributo non voluto che abbiamo in piu', seguitera' ad esserci per un mese (fino alla loro guaigione), lasciando anche un'eredita' dovuta alla catena dei contagi ulteriori prodotti.
Con questa catena i nuovi contagi si integrano con l'epidemia preesistente degli asintomatici, aumentandone il livello in modo permanente, se non bloccata dall'equilibrio raggiunto con il presente livello d'immunita' diffusa.
Se non ci fosse l'alta immunita' che c'e' oggi in Piemonte, vicina al 70%, la catena dei contagi potrebbe anche divergere con una crescita esponenziale ed allora i festeggiamenti potrebbero essere addirittura la miccia d'innesco della quarta ondata.
Crediamo che sia ben chiaro a questo punto, cosa possono comportare gli assembramenti di persone tornate "libere".
Questo e' il costo (anche in vite umane) che si paga a questa pandemia per i festeggiamenti fatti in modo sconsiderato.
Se lo sapessero non lo farebbero ma dirlo chiaramente a tutti rischia di generare panico e sconforto su larga scala. Cosa fare?
Ci sono ovviamente anche i modi di festeggiare, minimizzando i danni; non siamo in clausura. Basta avere consapevolezza ed un minimo di intelligenza.


Vai al giorno: ....   21/4   22/4   23/4   24/4   25/4   26/4   27/4   28/4   29/4   30/4   1/5   2/5   3/5   4/5   5/5   6/5   7/5   8/5  

SITUAZIONE DEL 4/5 (ore 18:50): I decessi di oggi in Italia sono 305 (oltre 121.000 dall'inizio della pandemia), sopra ai 200 decessi al giorno da noi previsti dopo la fine di aprile e dopo oltre 40 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Riteniamo che nei prossimi giorni avremo dei dati oscillanti intorno ad un valor medio di 200 decessi al giorno, stabile finche' il fondo dei contagi da asintomatici non scendera' sotto al 10%, poi scendera' proporzionalmente.
Ora i decessi sono diminuiti perche' cominciamo ad essere a piu' di un mese di distanza dalla fine del picco della terza ondata, che produceva piu' del 10% di contagi (il picco e' finito ai primi di aprile).
Tutti stiamo ascoltando le notizie dall'India che mostra una situazione della pandemia fuori controllo con "addirittura" a 200.000 morti (su 1366 milioni di abitanti), mentre noi in Italia siamo arrivati a 120.000 (su 60 milioni di abitanti); giornalmente oggi in India ne hanno 18 volte piu' di noi (3600 invece di 200) mentre gli indiani sono oltre 20 volte di piu'. La gravita' del caso indiano sembra essere, piu' che la densita' dei decessi, la rapidita' di diffusione di questa variante indiana, che a questo punto sembra piu' temibile della variante inglese per contagiosita' e per gravita' (queste due caratteristiche dovrebbero essere correlate tra loro). Ovviamente la velocita' diffusione in India e' massimizzata dall'apparente assenza anche delle benche' minime precauzioni di profilassi: la promiscuita' che si vede negli ospedali indiani e' un'assurdita'.
Il confronto con il dato indiano e' utile per evidenziare che forse gli italiani possono essersi "abituati" a questi numeri cosi' grandi e questo non e' accettabile: questo numero dei decessi italiani va sempre valutato nella sua immensa gravita' (200 sarebbero 70.000 morti all'anno!).
Quando diminuiranno i decessi? Caleranno quando il fondo, che e' rimasto al 10% per quasi un mese, scendera' ancora e significativamente per l'effetto di protezione immunitaria delle vaccinazioni, che ci aspettiamo faccia diminuire i contagi dell'epidemia degli asintomatici molto sotto al 10% (forse al 2% come nell'estate del 2020).
L'argomento ha meritato di essere approfondito, come abbiamo fatto il 4/2, commentando la stranezza dei troppi decessi.
Infatti la nostra interpretazione prevedeva valori elevati del numero di decessi (anche oltre 400), con un ritardo tipico di circa 20 giorni rispetto all'andamento della curva, che sono quelli che mediamente intercorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.

Il dato di OGGI dei positivi al test e' di 6.7% (ultimo punto a destra nel grafico ) e sceso sotto al livello di fondo del 9% riportando l'andamento del fondo indicato dalla linea grigia come costante sulla media del 9% come mostrato a destra nel grafico.
Sottolineiamo che neanche il dato di oggi conferma il dato alto (12.1%) di due giorni fa. Essendo stati bassi i dati degli ultimi due giorni vuol dire il valore vero dei contagi e' abbastanza ben collocato sulla linea grigia precedentemente disegnata, solo un po' piu' in basso.
Quindi viene confermato che il livello del fondo degli asintomatici e' sceso per ora al livello del 9% , indicato dalla linea grigia d'interpolazione del fondo (il valor medio della zona gialla, in discesa, e' del 9.5%).
Elenchiamo qui', prendendoli dalla tabella , i dati degli ultimi 28 giorni, dal 7/4 al 4/5 (nelle 4 righe seguenti sono riportati: i giorni, l'andamento, le percentuali e le zone):

APRILE:

 7    8    9   10   11  12  13   14   15   16   17   18   19  20  21   22   23  24   25  26   27  28  29   30 

 \    \    \    \    \   _   _    _    _    _    _    _    _   _   _    _    _   _    /   /    /   /   \    \ 

11.6+11.1+12.5+11.7+12.4+9.8+8.8+10.6+11.4+10.2+10.5+11.3+10.3+8.4+8.9+10.4+10.3+8.0+12.3+9.2+11+10.6+10.3+9.4

<----- Zona rossa -----> <----------------------- Zona arancione -----------------------> <-- Zona gialla --->

MAGGIO:

 1    2   3   4

 \    _   _   \

9.0+12.1+7.1+6.7

<--- Zona gialla --->

Valori medi per zone: Rossa=11.9% ; Arancione (al 24/4)=9.4% ; Gialla (dal 25/4)=9.5%

ANALISI DI COSA STA SUCCEDENDO:   Decidiamo di considerare i dati di domenica 2/5 e lunedi' 3/5 (di 12.1% e 7.1%) nel loro insieme al loro valor medio di 9.6%, ignorando la fluttuazione, da noi considerata anomala, perche' abbiamo assunto che ci sia stato un travaso indebito di risultati dei test tra i due giorni.

L'INCREMENTO (25/4, 26/4, 27/4 e 28/4):   I valori medi mostrano che, malgrado il passaggio dalla zona rossa alla zona arancione, i contagi NON sono risaliti ma sono scesi da 11.9% a 9.4%.
Nei giorni 25, 26, 27 e 28 aprile poi il livello dei contagi era salito dal 9.4% (valor medio della zona arancione) al 10.8% (valor medio dei 4 giorni, dal 25 al 28) con un incremento di +1.4%, che dovrebbe essere "a gradino" del valor medio dei contagi da noi attribuito ai festeggiamenti per la riapertura in zona gialla del Piemonte (cominciati il 25/4, un giorno prima).
Questo incremento di 1.4% e' avvenuto malgrado l'alto livello di immunita' diffusa raggiunto (oltre 70%) in Piemonte.
Per controllo ed informazione abbiamo calcolato nel caso di un ipotetico incremento dell'1.5% a quante persone contagiate corrisponde e che danni comporta (anche quanti sono i decessi).
Infine segnaliamo che nelle prossime settimane ci dobbiamo aspettare una ulteriore diminuzione del livello del fondo, attualmente intorno al 10%:
  1. Per la diminuzione di contagiosita' dovuta all'innalzamento della temperatura ambientale (si riduce la durata dei virus attivi nell'ambiente piu' caldo e conseguentemente si riduce l'esposizione della popolazione ai virus e cosi' la sua contagiosita' integrata nel tempo).
  2. Per l'aumento dell'immunita' diffusa per le vaccinazioni che sono in corso; valga l'esempio della Gran Bretagna che ad oggi dicono abbia un fondo degli asintomatici sceso addirittura al 0.1% (mentre noi abbiamo il 10%), pur avendo anche loro, come noi, la variante inglese, che e' molto contagiosa.

IL DECREMENTO (29/4, 30/4 e 1/5):   Nei giorni 25, 26, 27 e 28 aprile il livello dei contagi era salito dal 9.4% (valor medio della zona arancione) al 10.8% con un incremento, che per un mese ci aspettiamo rimanga stabile, del valor medio del +1.4% (da noi attribuito per ipotesi ai festeggiamenti per la riapertura in zona gialla del Piemonte).
Poi con i dati dei 3 giorni seguenti (29/4, 30/4 e 1/5), che sono 10.3%, 9.4% e 9.0%, abbiamo un valor medio dei contagi del 9.6%, che abbassa il livello dei contagi dal 10.8 al 9,6 con una diminuzione del 1.2% in soli 3 giorni.
In conclusione abbiamo il seguente andamento:
  • Prima del 25/4 (zona arancione) : valor medio = 9.4% (livello di fondo costante)
  • Dal 25/4 al 28/4 (dati in salita) : valor medio = 10.8% (incremento per festeggiamenti)
  • Dal 29/4 al 1/5 (dati in discasa): valor medio = 9.6% (inizio decrescita per temperatura alta)
Dopo l'1/5 la decrescita sta continuando e per evidenziarla in dettaglio riportiamo in sequenza non i singoli dati ma i valori medi della zona gialla nei vari giorni, man mano che si susseguono:
29/4: il fondo e' 10.7% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a 1.3% (la discesa e' di -0.1%)
30/4: il fondo e' 10.5% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a 1.1% (la discesa e' di -0.3%)
01/5: il fondo e' 9.8% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a 0.4% (la discesa e' di -1.0%)
02/5: il fondo e' 9.6% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a 0.2% (la discesa e' di -1.2%)
03/5: il fondo e' 9.6% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a 0.2% (la discesa e' di -1.2%)
04/5: il fondo e' 9.5% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a 0.1% (la discesa e' di -1.3%)
Anche se qualche dato, come quello di oggi, mostra una fluttuazione un po' eccessiva (che si puo' vedere bene nel grafico), possiamo dedurre che si sta manifestando l'intervento di un contributo sempre piu' in discesa (di -0.1%, -0.3%, -1.0, -1.2% e -1.3% negli ultimi 5 giorni), che fa decrescere in modo ormai certo il livello del fondo degli asintomatici (e questa e' una splendida notizia!).
Questa discesa prima non c'era mai stata finora in modo cosi' efficace dal 12/4 in poi, tant'e' vero che il livello dei contagi era rimasto praticamente costante dal 12/4 al 24/4, per poi addirittura crescere fino al 28/4 (forse per i festeggiamenti del 25/4).
In effetti questa discesa, che ora si vede bene, e' quella che stavamo aspettando, come conseguenza dei seguenti fattori:
  1. Crescita progressiva dell'immunita' diffusa "naturale", perche' il livello dei contagi al 10% e' ancora atto e produce il 10% di nuovi contagiati e quindi poi di nuovi immunizzati ogni mese per il ricambio dopo le guarigioni.
  2. Crescita progressiva dell'immunita' dovuta alle vaccinazioni in corso.
  3. Innalzamento della temperatura stagionale.
Proprio l'innalzamento della temperatura stagionale puo' produrre una discesa repentina dei contagi e questi sono proprio giorni in cui sta arrivando il caldo, per cui proprio questa ci sembra essere la causa piu' probabile della discesa dei contagi che stiamo osservando e che si e' sovrapposta all'incremento che c'era stato il 25/4 (non lo rende piu' visibile ma c'e' sempre, per un mese dal 25/4, perche' se non ci fosse stato il livello dei contagi ora sarebbe piu' basso proprio di quell'incremento).
Saremmo ben lieti se questa discesa, che e' cominciata ora, fosse persistente a lungo fino ad azzerare sostanzialmente l'epidemia degli asintomatici con i decessi che comporta (sembra che in Gran Bretagna, con lockdown lungo e vaccinazioni siano riusciti ad abbatterla fino al livello del 0.1% (contro il nostro 10% attuale) ed hanno avuto ieri un solo decesso (contro i nostri 200), per cui dovremmo poterci riuscire anche noi (il virus dopo tutto e' lo stasso).
Aspettiamo ora i dati dei prossimi giorni per osservare meglio questo fenomeno, che ora ci sembra ben percepibile e che ci auguriamo progredisca sempre piu', riducendo in modo sostanziale quel 10% di fondo, che tuttora abbiamo e che ci provocherebbe circa 200 decessi al giorno, tra un mese.
Se tutto cio' e' vero, annuncerebbe un primo ritorno alla normalita', almeno per i prossimi mesi estivi.

AGGIORNAMENTO DELLO STUDIO SULL'IMMUNITA' DI GREGGE:   Nell' introduzione a questo studio abbiamo spiegato cosa accade quando in un'ondata epidemica come quella recente ( terza ondata ) si raggiunge l'immunita' di gregge, cioe' quando accade che con il progredire dell'epidemia, arriva il momento in cui il numero di persone infettate raggiunge la soglia critica (il 75%?), in cui il numero degli infettati che guariscono diventa uguale al numero dei nuovi contagi (che si e' ridotto per l'alta immunita' diffusa) e cosi' la curva dei contagi diventa piatta (livello costante nel tempo).
Spieghiamo come avviene: con il crescere della percentuale di persone immunizzate il virus ha piu' difficolta' a diffondersi ed il numero di nuovi contagiati diminuisce progressivamente sempre piu' per cui il picco dei contagiati inizia a scendere anche con il contributo delle guarigioni che crescono sempre piu', fino ad un mese dopo il picco (a tanti contagi corrispondono tante guarigioni e quindi tante persone smettono di essere infette).
Poi un mese dopo la fine del picco questo contributo in diminuzione dei contagiati per guarigioni rimane piccolo e costante, perche' il picco e' finito.
I nuovi contagi continuano ad un ritmo ridotto dall'elevato livello d'immunita' diffusa, con Rt molto minore di 1 e quindi incapace di innescare la crescita esponenziale dell'epidemia (con altri picchi) ma i pochi contagi che avvengono sono sufficienti ad alimentare l' epidemia degli asintomatici che impedisce l'azzeramento dei contagi e permette al virus di continuare ad esistere e riprodursi: e' lo stesso livello di fondo, permanente, che c'era prima che iniziasse il picco della terza ondata e che rimarra' per sempre, ad un livello che puo' variare lentamente con la contagiosita' del virus (che dipende da: tempeatura, immunita' vaccinale, comportamenti piu' o meno virtuosi della gente, ecc.).
Questo livello permanente dei contagi dipende dalla contagiosita' del virus, perche' piu' e' facile per lui infettare, tante piu' persone infetta e tanto piu' alto e' il livello costante nel tempo dell'epidemia degli asintomatici (la chiamiamo cosi' perche' le cariche virali che rilasciano sono modeste e quindi se si attaccano su una persona infettandola quasi sempre l'infezione e' asintomatica).
Quindi il livello di questi contagi di fondo e' piu' alto (10%) se il virus e' la variante inglese (che e' piu' contagiosa) ed e' piu' basso in estate (perche' con la temperatura alta la contagiosita' si riduce).
Questo e' lo scenario in cui si e' sviluppata la terza ondata, che secondo noi si e' conclusa grazie all'alto livello d'immunita' raggiunto in Piemonte e che noi abbiamo calcolato essere al 72% , ricavando il numero di contagiati (poi immunizzati) dai dati reali misurati.
Come si puo' vedere in tabella la terza ondata si e' conclusa il 12/4, giorno in cui il livello dei contagi e' diventato costante al 10% fino al 19/4, giorno in cui sembrava che il livello del fondo potesse scendere al 9%.
Pero' dal giorno 25/4 al 27/4 si e' manifestato un incremento dell'1% circa, che ha riportato il livello dei contagi di fondo poco sopra al 10%, poi ridisceso al 9% il 1/5.
Quindi la conclusione provvisoria e' che:
  1. La terza ondata si e' conclusa in modo consistente con l'ipotesi che il livello d'immunita' diffusa raggiunta in Piemonte sia molto vicino alla soglia dell'immunita' di gregge.
  2. L'andamento dei contagi che si vede nel grafico e' proprio come quello descritto nella nostra introduzione , in particolare con il livello costante del 10% assunto alla fine del picco (che e' il livello dell'epidemia degli asintomatici).
  3. Qualche evento dovrebbe essere avvenuto uno o due giorni prima del giorno 27/4, in cui si e' manifestato un probabile incremento dei contagi intorno all'1% (il 26/4 il Piemonte si e' riaperto in zona gialla ed il giorno prima ci sono stati molti festeggiamenti, ripresi in TV).
  4. La discesa dei contagi, che ora e' in atto, ha riportato presto (gia' dall' 1/5) la media del fondo, stimata estrapolando la linea grigia, al 9% (probabilmente sarebbe stata il 7.6%, se non ci fosse stato l'incremento da noi valutato in +1.4% nei giorni dal 25/4 al 28/4).
Abbiamo gia' enfatizzato che e' importantissimo adottare comportamenti idonei a diminuire il livello di fondo dei contagi e non devono accadere invece eventi che vanno in direzione opposta, perche' altrimenti i costi umani sono insopportabili.
Aspettiamo i prossimi dati, ormai fiduciosi di vedere che l'evoluzione futura conferma l'andamento discendente del fondo che per ora e' sceso dal 10% del 12/4 al 9% del 4/5.
Questo ci consente di continuare ad interpretare l'evoluzione dei contagi conformemente al nostro modello di comprensione della pandemia.

SPIEGAZIONE DELLA RISALITA:   La risalita dei contagi che sembra esserci stata dal 25/4, cioe' dalla vigilia della riapertura in zona gialla in poi, potrebbe essere stata dovuta ai comportamenti sbagliati della gente che festeggiava.
Una volta creati i contagi, prodotti durante un evento (festeggiamenti) in cui non si sono mantenuti comportamenti corretti per evitare il propagarsi dei contagi, non spariscono il giorno dopo, quando l'evento si e' concluso, ma permangono fino alla completa guarigione delle persone infettate (che al 95% non hanno alcun sintomo): ci vuole un mese di tempo perche' gli anticorpi riescano a vincere e durante quel mese i virus si riproducono, distruggendo cellule umane e provocando danni; inoltre fuoriescono nell'ambiente, cercando di infettare qualcun'altro ma raramente ci riescono.
Durante questo mese queste persone infette possono percio' diffondere il contagio e creare focolai che potrebbero far dilagare l'epidemia.
Questo pero' crediamo che ora non accadra' per l'alto livello d'immunita' diffusa in Piemonte (oltre il 70%), che rende difficile al virus di propagarsi: l'immunita' diffusa abbassa la "contagiosita'" del virus rendendo Rt molto minore di 1 ed allora la diffusione esponenziale non parte ma qualche contagio puo' verificarsi ugualmente.
La curva dei contagi non inizia a salire ma ha un incremento permanente per un mese, che non si puo' ridurre, perche' sono persone che smetteranno di essere infette (cioe' positive al test) solo dopo che saranno guarite e non prima: non ci sono restrizioni o vaccinazioni che possano ridurre quell'incremento di contagi prima di un mese dall'inizio dell'infezione.
Questo incremento, che comunque c'e' in atto, puo' pero' essere compensato da una componente decrescente nei contagi, come quella che e' apparsa abbastanza chiaramente il 1/5. Il fondo dei contagi diminuisce per questa componente ma la decrescita del fondo puo' essere rallentata in presenza del "gradino" d'incremento dovuto ad eventi che hanno un effetto contrario (come i festeggiamenti avvenuti il 25/4).
L'andamento del fondo degli asintomatici e' percio' influenzato da entrambi gli effetti: quelli che contribuiscono alla sua crescita e quelli che contribuiscono alla decrescita. Noi registriamo con il nostro grafico il risultato sperimentale di questo bilancio.
A far salire la curva dei contagi si fa subito: basta una giornata di shopping sfrenato (com'e' accaduto nei giorni del picco di Natale). Per farla ridiscendere poi ci vuole almeno un mese (se non parte la diffusione esponenziale, se no e' molto peggio).
Una piccola frazione dei contagiati (circa 5%) potrebbe dover essere ricoverata in ospedale ed i piu' sfortunati dei ricoverati (circa il 3%) potrebbero anche non farcela. Il Covid-19 purtroppo e' cosi'.
Ipotizziamo percio' che i festeggiamenti per la riapertura in zona gialla del Piemonte abbiano provocato l' innalzamento del livello dei contagi che forse potremo vedere nel grafico , se i dati dei prossimi giorni lo confermeranno: per ora sembra essere di +1.5% circa.
Per curiosita' abbiamo valutato il numero di persone contagiate ed i danni prodotti da un incremento ipotetico dell'1.5% dei contagi.
Dal 12/4 la terza ondata e' finita ed i contagi hanno assunto un andamento costante intorno al 10%. Malgrado dei nuovi contagi stiano avvenendo, la curva dei contagi non e' salita ma e' rimasta costante, al livello del fondo (degli asintomatici), perche' ci sono tanti nuovi contagi quante persone infette che smettono di essere positive al test per guarigione.
A far diminuire i contagi ci aiutera' la crescente immunita' vaccinale ma lentamente nel tempo (ancora e' insufficiente perche' stenta a farli scendere sotto al 10%), per cui nel breve periodo, al possibile aumento dei contagi dovrebbe far fronte il buon senso della popolazione, che se informata, intelligentemente e senza panico dovrebbe essere indotta a dei comportamenti improntati alla massima cautela, per evitare di contagiarsi (forse la mascherina all'aperto non serve, vista la scarsa efficia da noi rilevata delle restrizioni della zona rossa contro questo virus in circolazione, che e' la variante inglese).
Sarebbe piu' facile se tutti sapessero che l'attuale virus, che non e' sparito ma seguita a circolare, non e' quello di prima ma un altro molto piu' contagioso.
Fortunatamente sembra che non sia stata confermata questa risalita, perche' se ci fosse stata avrebbe potuto anche rappresentare una pessima notizia, che poteva addirittura preludere all'arrivo di una nuova variante (indiana?) capace di eludere le difese immunitarie finora accumulate che stanno proteggendo la popolazione (mi riferisco al livello d'immunita' intorno al 70% finora raggiunto in Piemonte).
Sembra che i dati siano scesi decisamete ora sotto al 10% per poi diminuire ulteriormente con l'aumento del numero delle persone immunizzate per vaccinazione e con l'aumento della temperatura ambientale.

RIAPERTURE:   Alla luce dei risultati ottenuti con le restrizioni adottate di recente (zona rossa e poi arancione) non risulta che siano riuscite a diminuire significativamente i contagi.
Questa diminuzione fino all'altro ieri risultava invece essere stata provocata dalla crescita del livello dell'immunita' diffusa, arrivata molto in alto (72%) , che fortunatamente seguitera' ad esistere e crescere anche dopo le riaperture.
Ora sembra si presenti una temibile risalita dei contagi dopo la riapertura , poiche' e' possibile che la gente NON abbia imparato a comportarsi consapevolmente , cosa che non s'impara e che porta a prolungare le restrizioni anche se il costo di 3 mesi di chiusura in Italia e' di 40 miliardi, per cui in Piemonte 2 settimane dovrebbero costare circa 300 milioni (in "sostegni") oltre ai costi sociali.
Dobbiamo sempre contare sulla protezione delle immunita' anche se decadono con il passare del tempo e la popolazione poi torna ad essere sempre piu' vulnerabile alle infezioni, perche' con il diminuire delle immunita' aumenta la contagiosita' del virus (di meno se e' estate) e cosi' puo' partire una nuova ondata epidemica.
La novita' di ora e' che le immunita' non diminuiranno, perche' le vaccinazioni compenseranno in eccesso il decadimento delle immunita' naturali derivanti dalle infezioni avvenute durante la seconda ondata, non piu' lontana di 6 mesi fa.
Quindi la percentuale di immunizzati, che ha fatto terminare la terza ondata con questa temperatura stagionale (in crescita) non diminuira' (anzi e' gia' cresciuta di un altro 8% ), avvicinandosi sempre di piu' al livello dell'immunita' di gregge.
Questa novita' rende inadeguati i provvedimenti adottati nel passato, che sembra ora stiano terminando.
In tutte le riaperture si dovranno pero' mantenere sempre i giusti comportamenti. per evitare i rischi paventati nel calcolo dei danni prodotti dagli affollamenti della gente.

RESTRIZIONI:   Non ci sembra di rilevare che ci sia stato un increnento di contagi dovuto all'allentamento delle restrizioni della zona rossa, divenuta arancione.
Questo conferma la previsione che avevamo fatto, che mentre le restrizioni della zona rossa sono efficaci contro il Sars-CoV-2 (che e' presente solo al 10%, il resto e' tutto variante inglese; abbiamo visto dal grafico della seconda ondata , quando il virus era solo il Sars-CoV-2, che le restrizioni della zona rossa fanno dimezzare i contagi in 9 giorni, con la variante inglese invece l'efficacia delle restrizioni della zona rossa e' praticamente nulla, come si puo' vedere nella curva dei contagi a causa della sua alta CONTAGIOSITA' (ci vorrebbe il lockdown totale).
La novita' che le restrizioni ai distanziamenti della zona rossa, alla variante inglese sembra che non le facciano "un baffo", non vuol dire che potevamo risparmiarcele, per almeno due motivi:
  1. Essendo la prima volta con la variante inglese, non potevamo sapere che non sarebbero state efficaci.
  2. Sono servite anche a ridurre i comportamenti pericolosi di chi non vuole rinunciare a stare insieme con tante altre persone in assembramenti dove, ogni persona eventualmente infetta ne contagia non 1 o 2 ma tante altre (decine), tutte insieme producendo danni importanti.
Quindi la zona rossa e' servita a tenere a bada, nei momenti piu' critici della terza ondata, queste persone, dominate da un loro egoismo poco civile (le liberta' personali si riducono dove arrecano grave danno alla salute altrui), possono far salire i contagi con i loro comportamenti e costare cosi' tanto alla comunita' (si stima che 3 mesi di zona rossa in tutta Italia costino 40 miliardi, oltre ai danni sociali: veramente troppo).
Speravamo che non si scatenassero dopo la riapertura del 26/4, perche' e' proprio tra loro che nascono i "superdiffusori", persone difficilmente individuabili che creano i vari focolai d'infezione. Il dato di oggi ci solleva piu' di una preoccupazione in merito.
Credo che, nella situazione attuale in Piemonte, loro siano il vero pericolo per la salita dei contagi della variante inglese, molto piu' dei tavoli dentro o fuori i ristoranti (basta imporre che i locali siano dotati del giusto ricambio dell'aria) e cosi' pure per scuole, bar, palestre, piscine, ecc.
Se si riuscisse a controllarli, credo che non servirebbero le RESTRIZIONI , dato che funzionano poco con questa variante inglese e che si potrebbero anche lasciare molte attivita' aperte, magari in modo intelligente , se c'e' un'alta immunita' diffusa, anche se piu' bassa dell'immunita' di gregge, perche' funzionerebbe sempre molto meglio delle restrizioni e potrebbe essere sufficiente ad impedire la risalita dei contagi.
Comunque si devono sempre tenere ben presenti le nostre raccomandazioni per le riaperture.

FONDO:   All'inizio della terza ondata il fondo era arrivato al 10%, dopo l'arrivo della variante inglese a Natale, che ne aveva innalzato il livello dal 2% costante (prima del picco di Natale) al 10% costante (dopo il picco di Natale).
Ora la variante inglese, con la sua alta contagiosita', si e' diffusa nel Piemonte molto piu' del Sars-CoV-2, quintuplicando i contagi del fondo dal 2% del Sars-CoV-2 al 10% della variante inglese (ora in discesa, all'8%, dopo il picco della terza ondata, che ha generato tanti altri virus in piu').
Il valor medio del 10% e' ancora un livello elevatissimo ma fortinatamente sembra che si sia abbassato per l'incremento della temperatura stagionale e per l'aumento della percentuale di persone immunizzate nella popolazione del Piemonte con le vaccinazioni.
Ci vorra' ancora un po' di tempo, poi ci aiutera' anche il deciso innalzanento della temperatura estiva.
Fino ad allora, se il livello di fondo dei contagi se rimanesse vicino al 10%, ci causerebbe circa 200 decessi al giorno .
Per questo dobbiamo procedere con le vaccinazioni, anche se gli anticorpi generati svaniranno durante l'inverno 2022 (30 milioni di vaccinazioni andranno percio' ripetute prima della fine del 2021).
Il 10% si colloca molto vicino al livello attuale del fondo indicato alla fine della linea grigia, che unisce le valli della curva, che risulta disegnata in modo appropriato lungo la discesa ormai completata verso la linea del fondo che sembra ora scendere decisamente sotto al 10%, prima del dato di oggi.
Quindi per ora, malgrado si sia arrivati al 61+11% di immunizzati , il fondo dei contagi degli asintomatici potrebbe essere sceso al 9%, dal 10% che era il valore prima della terza ondata.
Dobbiamo auspicare percio' che i dati dei prossimi giorni continuino a scendere rispetto alla linea orizzontale che abbiamo disegnato a destra nel grafico dal livello del fondo costante attuale del 9%.
Questo e' un punto importantissimo, perche' si tratta del livello del fondo permanente dei contagi, alimentato dall' epidemia degli asintomatici , che e' cresciuto dal 2% al 10% dopo l'arrivo della variante inglese ma che dovrebbe scendere con l'aumento dell'immunita' diffusa, che ora abbiamo stimato al 72% e poi, con il progredire delle prossime vaccinazioni, salira' ancora.
Anche il 9% di fondo e' un livello altissimo che noi dobbiamo assolutamente abbassare (con le vaccinazioni), perche' altrimenti causerebbe circa 180 decessi al giorno (finche' dura).

COS'E' ACCADUTO:   Abbiamo gia' presentato i nostri risultati preliminari.
Il dato odierno conferma ulteriormente, dopo 31 giorni dall'inizio della zona rossa in Piemonte, la discesa nella curva dei contagi , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese, che e' stata la componente che, con una sua leggera crescita malgrado la zona rossa, aveva ritardato la discesa della curva dei contagi.
Infatti in questa terza ondata, secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, e' accaduto che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 sono calati, dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese (presente al 90% circa) sono cresciuti, per la sua maggiore contagiosita' , in pari misura in modo che i due contributi si equivalevano ed i contagi sono rimasti cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
La discesa che abbiamo iniziato a disegnare con le nostre due linee rossa e grigia nel grafico si e' ormai completata con il fondo che dal 10% e' sceso per ora al 9%.

LA CAUSA DELLA DIMINUZIONE DEI CONTAGI:
  • ZONA ROSSA: Non ci sembra che la diminuzione dei contagi possa essere attribuita alle onerose restrizioni della zona rossa per il lungo ritardo (15 giorni) con cui la diminuzione e' iniziata.
  • TEMPERATURA AMBIENTALE: Nei due giorni (7 e 8 aprile), non si e' riscontrata una risalita della curva per effetto della MINORE temperatura ambientale, quindi abbiamo concluso che non e' stato l'innalzamento della temperatura ambientale a provocare l'inizio della discesa dei contagi.
  • NUMERO DI IMMUNIZZATI: Il 9/4 con il calcolo del numero di immunizzati attualmente esistenti in Piemonte (63+8%), abbiamo visto che questo numero e' compatibile con il raggiungimento di quel limite che, facendo diminuire la contagiosita' del virus (perche' comincia sempre piu' ad avere difficolta' a trovare persone infettabili), rende plausibile che sia proprio questa la causa della discesa dei contagi.
Se fosse corretta, questa interpretazione degli eventi avrebbe notevoli CONSEGUENZE sulla campagna di vaccinazioni in corso e sul raggiungimento dell'immunita' di gregge.

Ecco allora il punto della situazione in Piemonte:
  • Durante le feste di Natale i contagi sono saliti fino al 18% per poi scendere con la zona rossa al 10% fino a tutto febbraio (era il Sars-CoV-2 perche' con la zona rossa i contagi sono calati al 10% ma la variante inglese c'era gia', perche' non si e' riusciti a scendere sotto al 10%, che e' troppo alto per essere solo Sars-CoV-2).
  • Dai primi giorni di marzo il livello dei contagi ha iniziato a crescere mantenendosi costantemente un po' sopra al 15%, che e' un valore decisamente alto (e' la variante inglese, che a questi livelli provoca poi i 500 decessi al giorno).
  • Il 15/3 e' iniziata la zona rossa per far calare i contagi.
  • Al 2/4, oltre due settimane dopo, si e' potuto constatare che la zona rossa era inefficace contro la variante inglese, perche' i contagi erano ancora al 18% quando abbiamo visto, anche nella seconda ondata, che il Sars-CoV-2 si dimezza in soli 9 giorni. Ora dopo il 26/4 avrebbe dovuto permanere la discesa da questo picco, scesa dal 18% al 9.6%, e sembra che non dobbiamo piu' preoccuparci (per ora) di una possibile risalita dei contagi (vedi l'andamento delle due linee rossa e grigia disegnate a destra nel grafico.
    Ci auguriamo che questo fondo riesca a scendere stabilmente sotto al 10%, che era il livello del fondo degli asintomatici prima dell'inizio di questa terza ondata, che CONSIDERIAMO ORMAI CONCLUSA.
  • Cio' anche se il livello del fondo e' ancora troppo alto. E' conseguenza dell'alta contagiosita' della variante inglese, che da ora sostituisce il Sars-CoV-2 nell'epidemia degli asintomatici, con cui il virus vorrebbe arrivare fino all'autunno prossimo, per poi iniziare la quarta ondata.
    Ma l'immunita' di gregge ne dovra' abbassare la contagiosita' e cosi' il livello prima di allora e se la gente non impazzira' con "libera tutti" inopportuni durante l'estate, dovremmo riuscire ad impedirgli di resuscitare con la quarta ondata ed evitare ogni restrizione: sara' tutto aperto ma dovremo avere sempre la guardia ben alta per non dover chiudere di nuovo.
  • Evidentemente abbiamo avuto a che fare con una variante diversa (inglese), di contagiosita' cosi' elevata che le restrizioni imposte dalla zona rossa non sono state sufficienti ad arrestarne la diffusione, che e' proceduta incrementando i contagi e compensando, in questo caso per due settimane, la discesa di quelli del Sars-CoV-2 ancora presenti (circa il 10%), prodotta dalla zona rossa.
A causa dei dati degli ultimi giorni, manteniamo lo stato di LIVELLO DEI CONTAGI COSTANTE MA ALTO (9%) in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.


GLI ASINTOMATICI   (4 maggio 2021)
Facciamo ancora un po' di chiarezza in piu' su questa cosa invisibile che e' l' epidemia degli asintomatici , questa enorme moltitudine di persone infette che ci circonda.
Crediamo che ce ne sia proprio bisogno, tant'e' vero che anche da specialisti autorevoli, abbiamo sentito dire in TV che:
  1. Non si sa quanti siano gli asintomatici (riferendo dati della letteratura hanno fornito stime dal 17% al 30%).
  2. Non si sa neanche quanto riescano a diffondere il virus (si aspetta di leggerlo da studi pubblicati su riviste scientifiche).
Ci sembra che, alla luce dei risultati del nostro lavoro, possiamo fornire entrambe queste risposte.
Come premessa, noi affermiamo che il fondo dei contagi che misuriamo nella curva dei contagi e' composto praticamente SOLO da asintomatici.
Cio' possiamo affermarlo perche' (i dati indicati sono esemplificativi; se diversi cambia poco):
  • solo il 3% circa dei contagiati mostra dei sintomi,
  • i sintomi appaionio nei primi 3 giorni
  • si guarisce in 30 giorni circa.
Percio', se le cose stanno cosi', solo un decimo di quel 3% dei contagiati con sintomi (cioe' 0.3%) puo' essere presente nel 10% di fondo dei contagi del nostro grafico , che per questi motivi praticamente risulta composto solo da asintomatici.
Il fondo che vediamo e misuriamo e' percio' proprio la manifestazione della presenza dell' epidemia degli asintomatici.
Ecco allora le due risposte:
  1. Nei limiti dell'affidabilita' dei dati dei test molecolari del Piemonte, che stiamo utilizzando in questo lavoro, con l'ipotesi che le persone sottoposte al test siano scelte a caso nella popolazione dei 4.4 milioni di abitanti del Piemonte (non malati), se troviamo (come ora) un fondo dei contagi costante al livello del 10% dei test effettuati, vuol dire che le persone positive al test e quindi infette senza sintomi sono il 10% di 4.4 milioni, cioe' 440.000. Perche' non si sa quanti sono? Si sa eccome: in Piemonte sono il 10% cioe' 440.000 e dai dati delle altre regioni si puo' ricavare ovunque. Non e' una congettura ma il risultato dedotto da misure e valido nei limiti di validita' delle ipotesi assunte (che in realta' noi non possiamo sapere come vorremmo ma e' un dato di fatto che tutte le nostre deduzioni hanno sempre trovato finora riscontro negli eventi esaminati).
    Anche quando c'e' un picco di contagi si puo' ricavare il livello del fondo interpolando il livello del fondo prima dell'inizio del picco con il livello dopo la fine del picco: il risultato rappresenta sempre l'andamento del fondo prodotto dall' epidemia degli asintomatici (che e' quell'equilibrio tra infezioni e quarigioni di cui abbiamo parlato prima.
  2. Quando la curva dei contagi e' costante nel tempo, siccome le persone infette in un tempo, che noi abbiamo assunto essere di un mese, necessariamente guariscono, perche' la curva dei contagi possa rimanere costante vuol dire che il numero dei guariti e' stato rimpiazzato esattamente da altrettanti nuovi contagiati, che sono praticamente tutti asintomatici.
    Da cio' possiamo dedurre che si e' instaurato un equilibrio dinamico tra contagi e guarigioni nella moltitudine delle persone infette, che ci permette di ricavare la frequenza dei loro contagi, una volta misurato il tempo medio di guarigione di un asintomatico (che e' noto e che noi abbiamo arrotondato ad un mese nei calcoli da noi fatti) e quindi dalla frequenza dei contagi possiamo ricavare la probabilita' con cui gli asintomatici possono trasmettere un contagio.
Entrambe le risposte percio' ci sembra che si possano ricavare dalla misura del livello del fondo, senza dover attendere che qualcuno le scriva su una rivista.


Vai al giorno: ....   21/4   22/4   23/4   24/4   25/4   26/4   27/4   28/4   29/4   30/4   1/5   2/5   3/5   4/5   5/5   6/5   7/5   8/5  

SITUAZIONE DEL 3/5 (ore 17:40): I decessi di oggi in Italia sono 256 (circa 120.000 dall'inizio della pandemia), sopra ai 200 decessi al giorno ma con quello di ieri esattamente sulla media di 200, da noi prevista dopo la fine di aprile e dopo oltre 40 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Questo dato conferma la correttezza delle nostre valutazioni in base alle quali da ora in poi avremo dei dati oscillanti intorno ad un valor medio di 200 decessi al giorno, stabile finche' il fondo dei contagi da asintomatici non scendera' sotto al 10% (poi scendera' proporzionalmente).
Ora i decessi sono diminuiti perche' cominciamo ad essere a piu' di un mese di distanza dalla fine del picco della terza ondata, che produceva piu' del 10% di contagi (il picco e' finito ai primi di aprile).
Tutti stiamo ascoltando le notizie dall'India che mostra una situazione della pandemia fuori controllo con "addirittura" a 200.000 morti (su 1366 milioni di abitanti), mentre noi in Italia siamo arrivati a 120.000 (su 60 milioni di abitanti); giornalmente oggi in India ne hanno 18 volte piu' di noi (3600 invece di 200) mentre gli indiani sono oltre 20 volte di piu'. La gravita' del caso indiano sembra essere, piu' che la densita' dei decessi, la rapidita' di diffusione di questa variante indiana, che a questo punto sembra piu' temibile della variante inglese per contagiosita' e per gravita' (queste due caratteristiche dovrebbero essere correlate tra loro). Ovviamente la velocita' diffusione in India e' massimizzata dall'apparente assenza anche delle benche' minime precauzioni di profilassi: la promiscuita' che si vede negli ospedali indiani e' un'assurdita'.
Il confronto con il dato indiano e' utile per evidenziare che forse gli italiani possono essersi "abituati" a questi numeri cosi' grandi e questo non e' accettabile: questo numero dei decessi italiani va sempre valutato nella sua immensa gravita' (200 sarebbero 70.000 morti all'anno!).
Quando diminuiranno i decessi? Se l'intervallo medio di tempo tra il contagio ed il decesso fosse di 20 giorni (e' sicuramente poco diverso) allora avevamo previsto che nell'ultima decade di aprile i decessi sarebbero scesi verso i 200 decessi al giorno , che sono quelli corrispondenti al 10% di fondo dei contagi, secondo il nostro calcolo. Questo livello poi calera' ulteriormente quando il fondo, che e' rimasto al 10% per due settimane, scendera' ancora e significativamente per l'effetto di protezione immunitaria delle vaccinazioni, che ci aspettiamo faccia diminuire i contagi dell'epidemia degli asintomatici molto sotto al 10% (forse al 2% come nell'estate del 2020).
L'argomento ha meritato di essere approfondito, come abbiamo fatto il 4/2, commentando la stranezza dei troppi decessi.
Infatti la nostra interpretazione prevedeva valori elevati del numero di decessi (anche oltre 400), con un ritardo tipico di circa 20 giorni rispetto all'andamento della curva, che sono quelli che mediamente intercorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.

Il dato di OGGI dei positivi al test e' di 7.1% (ultimo punto a destra nel grafico ) e sceso molto sotto al livello di fondo del 9% e quindi e' andata bene. Non e' stato confermato il dato alto (12.1%) di ieri. Essendo addirittura troppo basso, vuol dire una sola cosa: hanno fatto dei pasticci con i dati di domenica e lunedi' travasando dei risultati dei test di lunedi' su quelli di domenica. Infatti se consideriamo l'insieme dei due dati abbiamo una media di (12.1+7.1)/2 = 9.6% che siamo convinti sia il dato giusto da riportare nel grafico in questi due giorni (e' abbastanza ben collocato sulla linea grigia precedentemente disegnata, solo un po' piu' in basso).
Quindi viene confermato il livello del fondo degli asintomatici sotto al 10%.
Elenchiamo qui', prendendoli dalla tabella , i dati degli ultimi 27 giorni, dal 7/4 al 3/5 (nelle 4 righe seguenti sono riportati: i giorni, l'andamento, le percentuali e le zone):

APRILE:

 7    8    9   10   11  12  13   14   15   16   17   18   19  20  21   22   23  24   25  26   27  28  29   30 

 \    \    \    \    \   _   _    _    _    _    _    _    _   _   _    _    _   _    /   /    /   /   \    \ 

11.6+11.1+12.5+11.7+12.4+9.8+8.8+10.6+11.4+10.2+10.5+11.3+10.3+8.4+8.9+10.4+10.3+8.0+12.3+9.2+11+10.6+10.3+9.4

<----- Zona rossa -----> <----------------------- Zona arancione -----------------------> <-- Zona gialla --->

MAGGIO:

 1    2   3

 \    _   _

9.0+12.1+7.1

<--- Zona gialla --->

Valori medi per zone: Rossa=11.9% ; Arancione (al 24/4)=9.4% ; Gialla (dal 25/4)=9.8%
MEDIA TOTALE (7/4....3/5) = 9.8%

ANALISI DI COSA STA SUCCEDENDO:   Decidiamo di considerare i dati di domenica e lunedi' nel loro insieme al loro valor medio di 9.6%
Nei giorni 25, 26, 27 e 28 aprile il livello dei contagi era salito dal 9.4% (valor medio della zona arancione) al 10.8% con un incremento che ci aspettavamo sia "a gradino" del valor medio del +1.4%, da noi attribuito ai festeggiamenti per la riapertura in zona gialla del Piemonte (cominciati il 25/4, un giorno prima).

L'INCREMENTO (25/4, 26/4, 27/4 e 28/4):   I valori medi mostrano che, malgrado il passaggio dalla zona rossa alla zona arancione, i contagi NON sono risaliti ma sono scesi da 11.9% a 9.4% salvo poi risalire a 10.5% (incremento di 1.1%) dopo i festeggiamenti (cominciati un giorno prima) per la riapertura in zona gialla.
Per controllo ed informazione abbiamo calcolato nel caso di un ipotetico incremento dell'1.5% a quante persone contagiate corrisponde e che danni comporta (anche i decessi).
Quindi, mentre possiamo affermare che nei giorni precedenti il fondo dei contagi era tornato verso il valore costante del 10% che aveva prima dell'inizio della terza ondata, ora abbiamo un altro dato che abbassa il valor medio della zona gialla (finora del 0.4%) la curva dei contagi e per questo abbiamo riportato l'andamento leggermente in salita nelle due linee rossa e grigia per evidenziare questa apparente variazione di tendenza in salita malgrado l'alto livello di immunita' diffusa raggiunto (oltre 70%) in Piemonte.
Infine segnaliamo che nelle prossime settimane ci dobbiamo aspettare una ulteriore diminuzione del livello del fondo, attualmente intorno al 10%:
  1. Per la diminuzione di contagiosita' dovuta all'innalzamento della temperatura ambientale (si riduce la durata dei virus attivi nell'ambiente piu' caldo e conseguentemente si riduce l'esposizione della popolazione ai virus e cosi' la sua contagiosita' integrata nel tempo).
  2. Per l'aumento dell'immunita' diffusa per le vaccinazioni che sono in corso; valga l'esempio della Gran Bretagna che ad oggi dicono abbia un fondo degli asintomatici sceso addirittura al 0.1% (mentre noi abbiamo il 10%), pur avendo anche loro, come noi, la variante inglese, che e' molto contagiosa.

IL DECREMENTO (29/4, 30/4 e 1/5):   Nei giorni 25, 26, 27 e 28 aprile il livello dei contagi era salito dal 9.4% (valor medio della zona arancione) al 10.8% con un incremento che ci aspettiamo sia stabile del valor medio del +1.4% (da noi attribuito ai festeggiamenti per la riapertura in zona gialla del Piemonte).
Nei giorni seguenti si e' manifestata la discesa dal valore costante del 10.8% che qui' indichiamo:
29/4: il fondo e' 10.7% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a 1.3% (la discesa e' di -0.1%)
30/4: il fondo e' 10.5% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a 1.1% (la discesa e' di -0.3%)
01/5: il fondo e' 9.8% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a 0.4% (la discesa e' di -1.0%)
02/5: il fondo e' 9.6% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a 0.2% (la discesa e' di -1.2%)
03/5: il fondo e' 9.6% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a 0.2% (la discesa e' di -1.2%)
Potremmo dedurre da cio' (c' e' il condizionale perche' finora e' uno solo il dato cosi' in discesa) che si sta manifestando l'intervento di un contributo sempre piu' in discesa (di -0.1%, -0.3%, -1.0 e -1.2% negli ultimi 4 giorni), che farebbe decrescere il livello del fondo degli asintomatici (ottima notizia).
Questa discesa prima non c'era mai stata finora in modo cosi' efficace dal 12/4 in poi e cosi' il livello era rimasto praticamente costante dal 12/4 al 24/4, per poi addirittura crescere fino al 28/4 (forse per i festeggiamenti del 25/4).
In effetti questa discesa che ora ci sembra di vedere e' quella che stiamo aspettando, come conseguenza della crescita progressiva dell'immunita' diffusa sia "naturale", perche' il livello dei contagi al 10% e' ancora atto e produce il 10% di nuovi contagiati e quindi poi di nuovi immunizzati ogni mese per il ricambio dopo le guarigioni, sia per le vaccinazioni in corso e per l'innalzamento della temperatura stagionale.
Proprio l'innalzamento della temperatura stagionale puo' produrre una discesa repentina dei contagi e questi sono proprio giorni in cui sta arrivando il caldo, per cui proprio questa ci sembra la causa piu' probabile della discesa odierna.
Saremmo ben lieti se questa discesa, che sembra cominciare ora, fosse persistente a lungo fino ad azzerare sostanzialmente l'epidemia degli asintomatici con i decessi che comporta (sembra che in Gran Bretagna, con lockdown lungo e vaccinazioni siano riusciti ad abbatterla fino al livello del 0.1% (contro il nostro 10% attuale), per cui dovrebbe essere possibile.
Aspettiamo ora i dati dei prossimi giorni per osservare meglio questo fenomeno, che ora ci sembra di percepire per la prima volta e che ci auguriamo sia reale e che progredisca sempre piu', riducendo in modo sostanziale quel 10% di fondo, che tuttora abbiamo e che ci provoca ancora circa 200 decessi al giorno.
Vogliamo credere che sia vero, perche' annuncerebbe un primo ritorno alla normalita', almeno per i prossimi mesi estivi.

AGGIORNAMENTO DELLO STUDIO SULL'IMMUNITA' DI GREGGE:   Nell' introduzione a questo studio abbiamo spiegato cosa accade quando in un'ondata epidemica come quella recente ( terza ondata ) si raggiunge l'immunita' di gregge, cioe' quando accade che con il progredire dell'epidemia, arriva il momento in cui il numero di persone infettate raggiunge la soglia critica (il 75%?), in cui il numero degli infettati che guariscono diventa uguale al numero dei nuovi contagi (che si e' ridotto per l'alta immunita' diffusa) e cosi' la curva dei contagi diventa piatta (livello costante nel tempo).
Spieghiamo come avviene: con il crescere della percentuale di persone immunizzate il virus ha piu' difficolta' a diffondersi ed il numero di nuovi contagiati diminuisce progressivamente sempre piu' per cui il picco dei contagiati inizia a scendere anche con il contributo delle guarigioni che crescono sempre piu', fino ad un mese dopo il picco (a tanti contagi corrispondono tante guarigioni e quindi tante persone smettono di essere infette).
Poi un mese dopo la fine del picco questo contributo in diminuzione dei contagiati per guarigioni rimane piccolo e costante, perche' il picco e' finito.
I nuovi contagi continuano ad un ritmo ridotto dall'elevato livello d'immunita' diffusa, con Rt molto minore di 1 e quindi incapace di innescare la crescita esponenziale dell'epidemia (con altri picchi) ma i pochi contagi che avvengono sono sufficienti ad alimentare l' epidemia degli asintomatici che impedisce l'azzeramento dei contagi e permette al virus di continuare ad esistere e riprodursi: e' lo stesso livello di fondo, permanente, che c'era prima che iniziasse il picco della terza ondata e che rimarra' per sempre, ad un livello che puo' variare lentamente con la contagiosita' del virus (che dipende da: tempeatura, immunita' vaccinale, comportamenti piu' o meno virtuosi della gente, ecc.).
Questo livello permanente dei contagi dipende dalla contagiosita' del virus, perche' piu' e' facile per lui infettare, tante piu' persone infetta e tanto piu' alto e' il livello costante nel tempo dell'epidemia degli asintomatici (la chiamiamo cosi' perche' le cariche virali che rilasciano sono modeste e quindi se si attaccano su una persona infettandola quasi sempre l'infezione e' asintomatica).
Quindi il livello di questi contagi di fondo e' piu' alto (10%) se il virus e' la variante inglese (che e' piu' contagiosa) ed e' piu' basso in estate (perche' con la temperatura alta la contagiosita' si riduce).
Questo e' lo scenario in cui si e' sviluppata la terza ondata, che secondo noi si e' conclusa grazie all'alto livello d'immunita' raggiunto in Piemonte e che noi abbiamo calcolato essere al 72% , ricavando il numero di contagiati (poi immunizzati) dai dati reali misurati.
Come si puo' vedere in tabella la terza ondata si e' conclusa il 12/4, giorno in cui il livello dei contagi e' diventato costante al 10% fino al 19/4, giorno in cui sembrava che il livello del fondo potesse scendere al 9%.
Pero' dal giorno 25/4 al 27/4 si e' manifestato un incremento dell'1% circa, che ha riportato il livello dei contagi di fondo poco sopra al 10%, poi ridisceso al 9% il 1/5.
Quindi la conclusione provvisoria e' che:
  1. La terza ondata si e' conclusa in modo consistente con l'ipotesi che il livello d'immunita' diffusa raggiunta in Piemonte sia molto vicino alla soglia dell'immunita' di gregge.
  2. L'andamento dei contagi che si vede nel grafico e' proprio come quello descritto nella nostra introduzione , in particolare con il livello costante del 10% assunto alla fine del picco (che e' il livello dell'epidemia degli asintomatici).
  3. Qualche evento dovrebbe essere avvenuto uno o due giorni prima del giorno 27/4, in cui si e' manifestato un probabile incremento dei contagi intorno all'1% (il 26/4 il Piemonte si e' riaperto in zona gialla ed il giorno prima ci sono stati molti festeggiamenti, ripresi in TV).
  4. La discesa dei contagi, che e' in atto, pero' ha riportato presto (gia' il 1/5) la media del fondo al 9% (che probabilmente sarebbe stato l'8%, se non ci fosse stato l'incremento da noi indicato dell'1% nei giorni prima).
Abbiamo gia' enfatizzato che e' importantissimo adottare comportamenti idonei a diminuire il livello di fondo dei contagi e non devono accadere invece eventi che vanno in direzione opposta, perche' altrimenti i costi umani sono insopportabili.
Aspettiamo di vedere se l'evoluzione futura conferma l'andamento discendente del fondo che per ora e' sceso dal 10% del 12/4 al 9% del 1/5.
Questo consente di continuare ad interpretare l'evoluzione dei contagi conformemente al nostro modello di comprensione della pandemia.

SPIEGAZIONE DELLA RISALITA:   La risalita dei contagi che sembra esserci stata dal 25/4, cioe' dalla vigilia della riapertura in zona gialla in poi, potrebbe essere stata dovuta ai comportamenti sbagliati della gente che festeggiava.
Una volta creati i contagi, prodotti durante un evento (festeggiamenti) in cui non si sono mantenuti comportamenti corretti per evitare il propagarsi dei contagi, non spariscono il giorno dopo, quando l'evento si e' concluso, ma permangono fino alla completa guarigione delle persone infettate (che al 95% non hanno alcun sintomo): ci vuole un mese di tempo perche' gli anticorpi riescano a vincere e durante quel mese i virus si riproducono, distruggendo cellule umane e provocando danni; inoltre fuoriescono nell'ambiente, cercando di infettare qualcun'altro ma raramente ci riescono.
Durante questo mese queste persone infette possono percio' diffondere il contagio e creare focolai che potrebbero far dilagare l'epidemia.
Questo pero' crediamo che ora non accadra' per l'alto livello d'immunita' diffusa in Piemonte (oltre il 70%), che rende difficile al virus di propagarsi: l'immunita' diffusa abbassa la "contagiosita'" del virus rendendo Rt molto minore di 1 ed allora la diffusione esponenziale non parte ma qualche contagio puo' verificarsi ugualmente.
La curva dei contagi non inizia a salire ma ha un incremento permanente per un mese, che non si puo' ridurre, perche' sono persone che smetteranno di essere infette (cioe' positive al test) solo dopo che saranno guarite e non prima: non ci sono restrizioni o vaccinazioni che possano ridurre quell'incremento di contagi prima di un mese dall'inizio dell'infezione.
Questo incremento, che comunque c'e' in atto, puo' pero' essere compensato da una componente decrescente nei contagi, come quella che e' apparsa abbastanza chiaramente il 1/5. Il fondo dei contagi diminuisce per questa componente ma la decrescita del fondo puo' essere rallentata in presenza del "gradino" d'incremento dovuto ad eventi che hanno un effetto contrario (come i festeggiamenti avvenuti il 25/4).
L'andamento del fondo degli asintomatici e' percio' influenzato da entrambi gli effetti: quelli che contribuiscono alla sua crescita e quelli che contribuiscono alla decrescita. Noi registriamo con il nostro grafico il risultato sperimentale di questo bilancio.
A far salire la curva dei contagi si fa subito: basta una giornata di shopping sfrenato (com'e' accaduto nei giorni del picco di Natale). Per farla ridiscendere poi ci vuole almeno un mese (se non parte la diffusione esponenziale, se no e' molto peggio).
Una piccola frazione dei contagiati (circa 5%) potrebbe dover essere ricoverata in ospedale ed i piu' sfortunati dei ricoverati (circa il 3%) potrebbero anche non farcela. Il Covid-19 purtroppo e' cosi'.
Ipotizziamo percio' che i festeggiamenti per la riapertura in zona gialla del Piemonte abbiano provocato l' innalzamento del livello dei contagi che forse potremo vedere nel grafico , se i dati dei prossimi giorni lo confermeranno: per ora sembra essere di +1.5% circa.
Per curiosita' abbiamo valutato il numero di persone contagiate ed i danni prodotti da un incremento ipotetico dell'1.5% dei contagi.
Dal 12/4 la terza ondata e' finita ed i contagi hanno assunto un andamento costante intorno al 10%. Malgrado dei nuovi contagi stiano avvenendo, la curva dei contagi non e' salita ma e' rimasta costante, al livello del fondo (degli asintomatici), perche' ci sono tanti nuovi contagi quante persone infette che smettono di essere positive al test per guarigione.
A far diminuire i contagi ci aiutera' la crescente immunita' vaccinale ma lentamente nel tempo (ancora e' insufficiente perche' stenta a farli scendere sotto al 10%), per cui nel breve periodo, al possibile aumento dei contagi dovrebbe far fronte il buon senso della popolazione, che se informata, intelligentemente e senza panico dovrebbe essere indotta a dei comportamenti improntati alla massima cautela, per evitare di contagiarsi (forse la mascherina all'aperto non serve, vista la scarsa efficia da noi rilevata delle restrizioni della zona rossa contro questo virus in circolazione, che e' la variante inglese).
Sarebbe piu' facile se tutti sapessero che l'attuale virus, che non e' sparito ma seguita a circolare, non e' quello di prima ma un altro molto piu' contagioso.
Fortunatamente sembra che non sia stata confermata questa risalita, perche' se ci fosse stata avrebbe potuto anche rappresentare una pessima notizia, che poteva addirittura preludere all'arrivo di una nuova variante (indiana?) capace di eludere le difese immunitarie finora accumulate che stanno proteggendo la popolazione (mi riferisco al livello d'immunita' intorno al 70% finora raggiunto in Piemonte).
Sembra che i dati scendano per ora sotto al 10% per poi diminuire poi ulteriormente con l'aumento del numero delle persone immunizzate per vaccinazione e con l'aumento della temperatura ambientale.
Le nostre conclusioni potranno essere aggiornate su questo punto dopo ulteriori conferme che attendiamo dai dati in arrivo nei prossimi giorni.

RIAPERTURE:   Alla luce dei risultati ottenuti con le restrizioni adottate di recente (zona rossa e poi arancione) non risulta che siano riuscite a diminuire significativamente i contagi.
Questa diminuzione fino all'altro ieri risultava invece essere stata provocata dalla crescita del livello dell'immunita' diffusa, arrivata molto in alto (72%) , che fortunatamente seguitera' ad esistere e crescere anche dopo le riaperture.
Ora sembra si presenti una temibile risalita dei contagi dopo la riapertura , poiche' e' possibile che la gente NON abbia imparato a comportarsi consapevolmente , cosa che non s'impara e che porta a prolungare le restrizioni anche se il costo di 3 mesi di chiusura in Italia e' di 40 miliardi, per cui in Piemonte 2 settimane dovrebbero costare circa 300 milioni (in "sostegni") oltre ai costi sociali.
Dobbiamo sempre contare sulla protezione delle immunita' anche se decadono con il passare del tempo e la popolazione poi torna ad essere sempre piu' vulnerabile alle infezioni, perche' con il diminuire delle immunita' aumenta la contagiosita' del virus (di meno se e' estate) e cosi' puo' partire una nuova ondata epidemica.
La novita' di ora e' che le immunita' non diminuiranno, perche' le vaccinazioni compenseranno in eccesso il decadimento delle immunita' naturali derivanti dalle infezioni avvenute durante la seconda ondata, non piu' lontana di 6 mesi fa.
Quindi la percentuale di immunizzati, che ha fatto terminare la terza ondata con questa temperatura stagionale (in crescita) non diminuira' (anzi e' gia' cresciuta di un altro 8% ), avvicinandosi sempre di piu' al livello dell'immunita' di gregge.
Questa novita' rende inadeguati i provvedimenti adottati nel passato, che sembra ora stiano terminando.
In tutte le riaperture si dovranno pero' mantenere sempre i giusti comportamenti. per evitare i rischi paventati nel calcolo dei danni prodotti dagli affollamenti della gente.

RESTRIZIONI:   Non ci sembra di rilevare che ci sia stato un increnento di contagi dovuto all'allentamento delle restrizioni della zona rossa, divenuta arancione.
Questo conferma la previsione che avevamo fatto, che mentre le restrizioni della zona rossa sono efficaci contro il Sars-CoV-2 (che e' presente solo al 10%, il resto e' tutto variante inglese; abbiamo visto dal grafico della seconda ondata , quando il virus era solo il Sars-CoV-2, che le restrizioni della zona rossa fanno dimezzare i contagi in 9 giorni, con la variante inglese invece l'efficacia delle restrizioni della zona rossa e' praticamente nulla, come si puo' vedere nella curva dei contagi a causa della sua alta CONTAGIOSITA' (ci vorrebbe il lockdown totale).
La novita' che le restrizioni ai distanziamenti della zona rossa, alla variante inglese sembra che non le facciano "un baffo", non vuol dire che potevamo risparmiarcele, per almeno due motivi:
  1. Essendo la prima volta con la variante inglese, non potevamo sapere che non sarebbero state efficaci.
  2. Sono servite anche a ridurre i comportamenti pericolosi di chi non vuole rinunciare a stare insieme con tante altre persone in assembramenti dove, ogni persona eventualmente infetta ne contagia non 1 o 2 ma tante altre (decine), tutte insieme producendo danni importanti.
Quindi la zona rossa e' servita a tenere a bada, nei momenti piu' critici della terza ondata, queste persone, dominate da un loro egoismo poco civile (le liberta' personali si riducono dove arrecano grave danno alla salute altrui), possono far salire i contagi con i loro comportamenti e costare cosi' tanto alla comunita' (si stima che 3 mesi di zona rossa in tutta Italia costino 40 miliardi, oltre ai danni sociali: veramente troppo).
Speravamo che non si scatenassero dopo la riapertura del 26/4, perche' e' proprio tra loro che nascono i "superdiffusori", persone difficilmente individuabili che creano i vari focolai d'infezione. Il dato di oggi ci solleva piu' di una preoccupazione in merito.
Credo che, nella situazione attuale in Piemonte, loro siano il vero pericolo per la salita dei contagi della variante inglese, molto piu' dei tavoli dentro o fuori i ristoranti (basta imporre che i locali siano dotati del giusto ricambio dell'aria) e cosi' pure per scuole, bar, palestre, piscine, ecc.
Se si riuscisse a controllarli, credo che non servirebbero le RESTRIZIONI , dato che funzionano poco con questa variante inglese e che si potrebbero anche lasciare molte attivita' aperte, magari in modo intelligente , se c'e' un'alta immunita' diffusa, anche se piu' bassa dell'immunita' di gregge, perche' funzionerebbe sempre molto meglio delle restrizioni e potrebbe essere sufficiente ad impedire la risalita dei contagi.
Comunque si devono sempre tenere ben presenti le nostre raccomandazioni per le riaperture.

FONDO:   All'inizio della terza ondata il fondo era arrivato al 10%, dopo l'arrivo della variante inglese a Natale, che ne aveva innalzato il livello dal 2% costante (prima del picco di Natale) al 10% costante (dopo il picco di Natale).
Ora la variante inglese, con la sua alta contagiosita', si e' diffusa nel Piemonte molto piu' del Sars-CoV-2, quintuplicando i contagi del fondo dal 2% del Sars-CoV-2 al 10% della variante inglese (ora in discesa, all'8%, dopo il picco della terza ondata, che ha generato tanti altri virus in piu').
Il valor medio del 10% e' ancora un livello elevatissimo ma fortinatamente sembra che si stia abbassando per l'incremento della temperatura stagionale e per l'aumento della percentuale di persone immunizzate nella popolazione del Piemonte con le vaccinazioni.
Ci vorra' ancora un po' di tempo, poi ci aiutera' anche il deciso innalzanento della temperatura estiva.
Fino ad allora, se il livello di fondo dei contagi se rimanesse intorno al 10%, ci causerebbe circa 200 decessi al giorno .
Per questo dobbiamo procedere con le vaccinazioni, anche se gli anticorpi generati svaniranno durante l'inverno 2022 (30 milioni di vaccinazioni andranno percio' ripetute prima della fine del 2021).
Il 10% si colloca molto vicino al livello attuale del fondo indicato alla fine della linea grigia, che unisce le valli della curva, che risulta disegnata in modo appropriato lungo la discesa ormai completata verso la linea del fondo che sembrava potesse scendere sotto al 10%, prima del dato di oggi (se vero).
Quindi per ora, malgrado si sia arrivati al 61+11% di immunizzati , il fondo dei contagi degli asintomatici potrebbe essere rimasto vicino al 10%, com'era prima della terza ondata.
Dobbiamo auspicare percio' che i dati dei prossimi giorni continuino a scendere rispetto alla linea orizzontale che abbiamo disegnato a destra nel grafico dal livello del fondo costante attuale del 10%, malgrado gli ultimi due dati lasciano temere il peggio.
Questo e' un punto importantissimo, perche' si tratta del livello del fondo permanente dei contagi, alimentato dall' epidemia degli asintomatici , che e' cresciuto dal 2% al 10% dopo l'arrivo della variante inglese ma che dovrebbe scendere con l'aumento dell'immunita' diffusa, che ora abbiamo stimato al 72% e poi, con il progredire delle prossime vaccinazioni, salira' ancora.
Anche il 10% di fondo e' un livello altissimo che noi dobbiamo assolutamente abbassare (con le vaccinazioni), perche' altrimenti causerebbe circa 200 decessi al giorno (finche' dura).

COS'E' ACCADUTO:   Abbiamo gia' presentato i nostri risultati preliminari.
Il dato odierno conferma ulteriormente, dopo 31 giorni dall'inizio della zona rossa in Piemonte, la discesa nella curva dei contagi , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese, che e' stata la componente che, con una sua leggera crescita malgrado la zona rossa, aveva ritardato la discesa della curva dei contagi.
Infatti in questa terza ondata, secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, e' accaduto che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 sono calati, dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese (presente al 90% circa) sono cresciuti, per la sua maggiore contagiosita' , in pari misura in modo che i due contributi si equivalevano ed i contagi sono rimasti cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
La discesa che abbiamo iniziato a disegnare con le nostre due linee rossa e grigia nel grafico si e' ormai completata con il "pianerottolo del fondo al 10%, che pero' ora potrebbe anche risalire (speriamo proprio di no).

LA CAUSA DELLA DIMINUZIONE DEI CONTAGI:
  • ZONA ROSSA: Non ci sembra che la diminuzione dei contagi possa essere attribuita alle onerose restrizioni della zona rossa per il lungo ritardo (15 giorni) con cui la diminuzione e' iniziata.
  • TEMPERATURA AMBIENTALE: Nei due giorni (7 e 8 aprile), non si e' riscontrata una risalita della curva per effetto della MINORE temperatura ambientale, quindi abbiamo concluso che non e' stato l'innalzamento della temperatura ambientale a provocare l'inizio della discesa dei contagi.
  • NUMERO DI IMMUNIZZATI: Il 9/4 con il calcolo del numero di immunizzati attualmente esistenti in Piemonte (63+8%), abbiamo visto che questo numero e' compatibile con il raggiungimento di quel limite che, facendo diminuire la contagiosita' del virus (perche' comincia sempre piu' ad avere difficolta' a trovare persone infettabili), rende plausibile che sia proprio questa la causa della discesa dei contagi.
Se fosse corretta, questa interpretazione degli eventi avrebbe notevoli CONSEGUENZE sulla campagna di vaccinazioni in corso e sul raggiungimento dell'immunita' di gregge.

Ecco allora il punto della situazione in Piemonte:
  • Durante le feste di Natale i contagi sono saliti fino al 18% per poi scendere con la zona rossa al 10% fino a tutto febbraio (era il Sars-CoV-2 perche' con la zona rossa i contagi sono calati al 10% ma la variante inglese c'era gia', perche' non si e' riusciti a scendere sotto al 10%, che e' troppo alto per essere solo Sars-CoV-2).
  • Dai primi giorni di marzo il livello dei contagi ha iniziato a crescere mantenendosi costantemente un po' sopra al 15%, che e' un valore decisamente alto (e' la variante inglese, che a questi livelli provoca poi i 500 decessi al giorno).
  • Il 15/3 e' iniziata la zona rossa per far calare i contagi.
  • Al 2/4, oltre due settimane dopo, si e' potuto constatare che la zona rossa era inefficace contro la variante inglese, perche' i contagi erano ancora al 18% quando abbiamo visto, anche nella seconda ondata, che il Sars-CoV-2 si dimezza in soli 9 giorni. Ora dopo il 26/4 avrebbe dovuto permanere la discesa da questo picco, scesa dal 18% al 9.6%, e sembra che non dobbiamo piu' preoccuparci (per ora) di una possibile risalita dei contagi (vedi l'andamento delle due linee rossa e grigia disegnate a destra nel grafico.
    Ci auguriamo che questo fondo riesca a scendere stabilmente sotto al 10%, che era il livello del fondo degli asintomatici prima dell'inizio di questa terza ondata, che CONSIDERIAMO ORMAI CONCLUSA.
  • Cio' anche se il livello del fondo e' ancora troppo alto. E' conseguenza dell'alta contagiosita' della variante inglese, che da ora sostituisce il Sars-CoV-2 nell'epidemia degli asintomatici, con cui il virus vorrebbe arrivare fino all'autunno prossimo, per poi iniziare la quarta ondata.
    Ma l'immunita' di gregge ne dovra' abbassare la contagiosita' e cosi' il livello prima di allora e se la gente non impazzira' con "libera tutti" inopportuni durante l'estate, dovremmo riuscire ad impedirgli di resuscitare con la quarta ondata ed evitare ogni restrizione: sara' tutto aperto ma dovremo avere sempre la guardia ben alta per non dover chiudere di nuovo.
  • Evidentemente abbiamo avuto a che fare con una variante diversa (inglese), di contagiosita' cosi' elevata che le restrizioni imposte dalla zona rossa non sono state sufficienti ad arrestarne la diffusione, che e' proceduta incrementando i contagi e compensando, in questo caso per due settimane, la discesa di quelli del Sars-CoV-2 ancora presenti (circa il 10%), prodotta dalla zona rossa.
A causa dei dati degli ultimi giorni, manteniamo lo stato di LIVELLO DEI CONTAGI COSTANTE MA ALTO (9.6%) in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.


PREOCCUPAZIONE   (3 maggio 2021)
Nel momento in cui molti sono contenti per la diminuzione dei decessi e vedono vicino il momento dei decessi zero, noi non ci sentiamo affatto tranquilli.
Stiamo sperando che il dato domenicale dei contagi del 12.1% sia una fluttuazione statistica e che da oggi i dati tornino al livello del 9% ed in discesa.
In realta' siccome il valore medio atteso per i decessi e' di 200 temiamo che siano i 144 decessi la fluttuazione statistica.
La preoccupazione deriva dal fatto che l'apparente impennata dei contagi dal 9% al 12.1% capita proprio nel momento in cui in Italia si sta tentando di riaprire tutto per far ripartire il Paese, benche' ci sia in circolazione quasi una persona su 10 infetta di un virus contagiosissimo e la popolazione, ancora coperta solo parzialmente dall'immunita' diffusa (naturale e da vaccinazioni), ansiosa di rilasciare tutte le precauzioni, finora adottate obtorto collo.
E' assolutamente da stigmatizzare il comportamento di quelle persone che nei giorni normali adottano le giuste precauzioni, tant'e' vero che i contagi non salgono, poi solo per spassarsela se ne infischiano coscientemente delle centinaia di migliaia di famiglie sul lastrico per la chiusura delle attivita' economiche, ed approfittando dell'anonimato offerto dalla folla si affollano in raduni dannosissimi per la salute pubblica, come quello verificatosi ieri a Milano con 30.000 partecipanti per i festeggiamenti (udite, udite) dello scudetto della squadra di calcio!
Il vero pericolo piu' che la riapertura e' l'incapacita' della gente a prendere coscienza vera dell'ambiente nuovo, in cui si trova a vivere.
Non abbiamo dimenticato che l'esistenza del "picco di Natale", visibile a sinistra nel grafico , e' coinciso con la riapertura per lo shopping natalizio, che ha permesso tanti assembramenti per la riacquistata liberta'.
Ad onor del vero quel picco e' stato favorito anche dalla comparsa per la prima volta in modo massiccio della variante inglese, che era piu' contagiosa, e quindi la decisione della riapertura puo' essere considerata incolpevole.
Ora fortunatamente la temperatura sta salendo e questo sara' di grande aiuto.
Per tutti questi motivi riteniamo che questo sia un momento cruciale e restiamo in trepidante attesa del dato odierno dei contagi, che ci auguriamo torni intorno al 9%.


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SITUAZIONE DEL 2/5 (ore 17:20): I decessi di oggi in Italia sono 144 (circa 120.000 dall'inizio della pandemia), sotto ai 200 decessi al giorno , da noi previsti per la fine di aprile, dopo oltre 40 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Questo dato sembra confermare la correttezza delle nostre valutazioni in base alle quali da ora in poi avremo una media di 200 decessi al giorno, stabile finche' il fondo dei contagi da asintomatici non scende sotto al 10% , poi scendera' proporzionalmente.
Ora i decessi sono di meno perche' cominciamo ad essere a piu' di un mese di distanza dalla fine del picco della terza ondata, che produceva piu' del 10% di contagi (il picco e' finito ai primi di aprile).
Tutti stiamo ascoltando le notizie dall'India che mostra una situazione della pandemia fuori controllo con "addirittura" a 200.000 morti (su 1366 milioni di abitanti), mentre noi in Italia siamo arrivati a 120.000 (su 60 milioni di abitanti); giornalmente oggi in India ne hanno 18 volte piu' di noi (3600 invece di 200) mentre gli indiani sono oltre 20 volte di piu'. La gravita' del caso indiano sembra essere, piu' che la densita' dei decessi, la rapidita' di diffusione di questa variante indiana, che a questo punto sembra piu' temibile della variante inglese per contagiosita' e per gravita' (queste due caratteristiche dovrebbero essere correlate tra loro). Ovviamente la velocita' diffusione in India e' massimizzata dall'apparente assenza anche delle benche' minime precauzioni di profilassi: la promiscuita' che si vede negli ospedali indiani e' un'assurdita'.
Il confronto con il dato indiano e' utile per evidenziare che forse gli italiani possono essersi "abituati" a questi numeri cosi' grandi e questo non e' accettabile: questo numero dei decessi italiani va sempre valutato nella sua immensa gravita' (200 sarebbero 70.000 morti all'anno!).
Essendo finito aprile ci dobbiamo aspettare che questo numero di decessi, dovuti alle infezioni avvenute alla fine della terza ondata (che e' cominciata a diminuire ai primi di aprile) ormai debba tendere sempre piu' ai 200 decessi al giorno.
Quando diminuiranno i decessi? Se l'intervallo medio di tempo tra il contagio ed il decesso fosse di 20 giorni (e' sicuramente poco diverso) allora avevamo previsto che nell'ultima decade di aprile i decessi sarebbero scesi verso i 200 decessi al giorno , che sono quelli corrispondenti al 10% di fondo dei contagi, secondo il nostro calcolo. Questo livello poi calera' ulteriormente quando il fondo, che e' rimasto al 10% per due settimane, scendera' ancora e significativamente per l'effetto di protezione immunitaria delle vaccinazioni, che ci aspettiamo faccia diminuire i contagi dell'epidemia degli asintomatici molto sotto al 10% (forse al 2% come nell'estate del 2020).
L'argomento ha meritato di essere approfondito, come abbiamo fatto il 4/2, commentando la stranezza dei troppi decessi.
Infatti la nostra interpretazione prevedeva valori elevati del numero di decessi (anche oltre 400), con un ritardo tipico di circa 20 giorni rispetto all'andamento della curva, che sono quelli che mediamente intercorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.

Il dato di OGGI dei positivi al test e' di 12.1% (ultimo punto a destra nel grafico ) e sale molto sopra al livello di fondo del 9% e quindi per niente in accordo con l'andamento della linea grigia precedentemente disegnata, che dal livello dei dati dal 20/4 in poi aveva cominciato a scendere sotto al 10%.
Elenchiamo qui', prendendoli dalla tabella , i dati degli ultimi 26 giorni, dal 7/4 al 2/5 (nelle 4 righe seguenti sono riportati: i giorni, l'andamento, le percentuali e le zone):

APRILE:

 7    8    9   10   11  12  13   14   15   16   17   18   19  20  21   22   23  24   25  26   27  28  29   30 

 \    \    \    \    \   _   _    _    _    _    _    _    _   _   _    _    _   _    /   /    /   /   \    \ 

11.6+11.1+12.5+11.7+12.4+9.8+8.8+10.6+11.4+10.2+10.5+11.3+10.3+8.4+8.9+10.4+10.3+8.0+12.3+9.2+11+10.6+10.3+9.4

<----- Zona rossa -----> <----------------------- Zona arancione ---------------------> <---- Zona gialla --->

MAGGIO:

 1   2

 \   ?

9.0+12.1

<--- Zona gialla --->

Valori medi per zone: Rossa=11.9% ; Arancione (al 24/4)=9.4% ; Gialla (dal 25/4)=9.1%
MEDIA TOTALE (7/4....1/5) = 9.8%

ANALISI DI COSA STA SUCCEDENDO:   Decidiamo di non considerare il dato di oggi, che e' domenica, sia perche' si discosta troppo (+24%) dai dati dei due giorni precedenti, sia perche' la statistica dei dati raccolti e' piu' povera (solo 1/3 dei test eseguiti). Gia' altre volte abbiamo avuto dati meno affidabili la domenica.
Lasciamo in sospeso altri giudizi, in attesa del dato di domani.
Nei giorni 25, 26, 27 e 28 aprile il livello dei contagi era salito dal 9.4% (valor medio della zona arancione) al 10.8% con un incremento che ci aspettiamo sia "a gradino" del valor medio del +1.4%, da noi attribuito ai festeggiamenti per la riapertura in zona gialla del Piemonte (cominciati il 25/4, un giorno prima).

L'INCREMENTO (25/4, 26/4, 27/4 e 28/4):   I valori medi mostrano che, malgrado il passaggio dalla zona rossa alla zona arancione, i contagi NON sono risaliti ma sono scesi da 11.9% a 9.4% salvo poi risalire a 10.5% (incremento di 1.1%) dopo i festeggiamenti (cominciati un giorno prima) per la riapertura in zona gialla.
Per controllo ed informazione abbiamo calcolato nel caso di un ipotetico incremento dell'1.5% a quante persone contagiate corrisponde e che danni comporta (anche i decessi).
Quindi, mentre possiamo affermare che nei giorni precedenti il fondo dei contagi era tornato verso il valore costante del 10% che aveva prima dell'inizio della terza ondata, ora abbiamo un altro dato che abbassa il valor medio della zona gialla (finora del 0.4%) la curva dei contagi e per questo abbiamo riportato l'andamento leggermente in salita nelle due linee rossa e grigia per evidenziare questa apparente variazione di tendenza in salita malgrado l'alto livello di immunita' diffusa raggiunto (oltre 70%) in Piemonte.
Infine segnaliamo che nelle prossime settimane ci dobbiamo aspettare una ulteriore diminuzione del livello del fondo, attualmente intorno al 10%:
  1. Per la diminuzione di contagiosita' dovuta all'innalzamento della temperatura ambientale (si riduce la durata dei virus attivi nell'ambiente piu' caldo e conseguentemente si riduce l'esposizione della popolazione ai virus e cosi' la sua contagiosita' integrata nel tempo).
  2. Per l'aumento dell'immunita' diffusa per le vaccinazioni che sono in corso; valga l'esempio della Gran Bretagna che ad oggi dicono abbia un fondo degli asintomatici sceso addirittura al 0.1% (mentre noi abbiamo il 10%), pur avendo anche loro, come noi, la variante inglese, che e' molto contagiosa.

IL DECREMENTO (29/4, 30/4 e 1/5):   Nei giorni 25, 26, 27 e 28 aprile il livello dei contagi era salito dal 9.4% (valor medio della zona arancione) al 10.8% con un incremento che ci aspettiamo sia stabile del valor medio del +1.4% (da noi attribuito ai festeggiamenti per la riapertura in zona gialla del Piemonte).
Nei giorni seguenti si e' manifestata la discesa dal valore costante del 10.8% che qui' indichiamo:
29/4: il fondo e' 10.7% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a 1.3% (la discesa e' di -0.1%)
30/4: il fondo e' 10.5% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a 1.1% (la discesa e' di -0.3%)
01/5: il fondo e' 9.8% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a 0.4% (la discesa e' di -1.0%)
Potremmo dedurre da cio' (c' e' il condizionale perche' finora e' uno solo il dato cosi' in discesa) che si sta manifestando l'intervento di un contributo sempre piu' in discesa (di -0.1%, -0.3% e -1.0% negli ultimi 3 giorni), che farebbe decrescere il livello del fondo degli asintomatici.
Questa discesa prima non c'era mai stata finora in modo cosi' efficace dal 12/4 in poi e cosi' il livello era rimasto praticamente costante dal 12/4 al 24/4, per poi addirittura crescere fino al 28/4 (forse per i festeggiamenti del 25/4).
In effetti questa discesa che ora ci sembra di vedere e' quella che stiamo aspettando, come conseguenza della crescita progressiva dell'immunita' diffusa sia "naturale", perche' il livello dei contagi al 10% e' ancora atto e produce il 10% di nuovi contagiati e quindi poi di nuovi immunizzati ogni mese per il ricambio dopo le guarigioni, sia per le vaccinazioni in corso e per l'innalzamento della temperatura stagionale.
Proprio l'innalzamento della temperatura stagionale puo' produrre una discesa repentina dei contagi e questi sono proprio giorni in cui sta arrivando il caldo, per cui proprio questa ci sembra la causa piu' probabile della discesa odierna.
Saremmo ben lieti se questa discesa, che sembra cominciare ora, fosse persistente a lungo fino ad azzerare sostanzialmente l'epidemia degli asintomatici con i decessi che comporta (sembra che in Gran Bretagna, con lockdown lungo e vaccinazioni siano riusciti ad abbatterla fino al livello del 0.1% (contro il nostro 10% attuale), per cui dovrebbe essere possibile.
Aspettiamo ora i dati dei prossimi giorni per osservare meglio questo fenomeno, che ora ci sembra di percepire per la prima volta e che ci auguriamo sia reale e che progredisca sempre piu', riducendo in modo sostanziale quel 10% di fondo, che tuttora abbiamo e che ci provoca ancora 200 decessi al giorno.
Vogliamo credere che sia vero, perche' annuncerebbe un primo ritorno alla normalita', almeno per i prossimi mesi estivi.

AGGIORNAMENTO DELLO STUDIO SULL'IMMUNITA' DI GREGGE:   Nell' introduzione a questo studio abbiamo spiegato cosa accade quando in un'ondata epidemica come quella recente ( terza ondata ) si raggiunge l'immunita' di gregge, cioe' quando accade che con il progredire dell'epidemia, arriva il momento in cui il numero di persone infettate raggiunge la soglia critica (il 75%?), in cui il numero degli infettati che guariscono diventa uguale al numero dei nuovi contagi (che si e' ridotto per l'alta immunita' diffusa) e cosi' la curva dei contagi diventa piatta (livello costante nel tempo).
Spieghiamo come avviene: con il crescere della percentuale di persone immunizzate il virus ha piu' difficolta' a diffondersi ed il numero di nuovi contagiati diminuisce progressivamente sempre piu' per cui il picco dei contagiati inizia a scendere anche con il contributo delle guarigioni che crescono sempre piu', fino ad un mese dopo il picco (a tanti contagi corrispondono tante guarigioni e quindi tante persone smettono di essere infette).
Poi un mese dopo la fine del picco questo contributo in diminuzione dei contagiati per guarigioni rimane piccolo e costante, perche' il picco e' finito.
I nuovi contagi continuano ad un ritmo ridotto dall'elevato livello d'immunita' diffusa, con Rt molto minore di 1 e quindi incapace di innescare la crescita esponenziale dell'epidemia (con altri picchi) ma i pochi contagi che avvengono sono sufficienti ad alimentare l' epidemia degli asintomatici che impedisce l'azzeramento dei contagi e permette al virus di continuare ad esistere e riprodursi: e' lo stesso livello di fondo, permanente, che c'era prima che iniziasse il picco della terza ondata e che rimarra' per sempre, ad un livello che puo' variare lentamente con la contagiosita' del virus (che dipende da: tempeatura, immunita' vaccinale, comportamenti piu' o meno virtuosi della gente, ecc.).
Questo livello permanente dei contagi dipende dalla contagiosita' del virus, perche' piu' e' facile per lui infettare, tante piu' persone infetta e tanto piu' alto e' il livello costante nel tempo dell'epidemia degli asintomatici (la chiamiamo cosi' perche' le cariche virali che rilasciano sono modeste e quindi se si attaccano su una persona infettandola quasi sempre l'infezione e' asintomatica).
Quindi il livello di questi contagi di fondo e' piu' alto (10%) se il virus e' la variante inglese (che e' piu' contagiosa) ed e' piu' basso in estate (perche' con la temperatura alta la contagiosita' si riduce).
Questo e' lo scenario in cui si e' sviluppata la terza ondata, che secondo noi si e' conclusa grazie all'alto livello d'immunita' raggiunto in Piemonte e che noi abbiamo calcolato essere al 72% , ricavando il numero di contagiati (poi immunizzati) dai dati reali misurati.
Come si puo' vedere in tabella la terza ondata si e' conclusa il 12/4, giorno in cui il livello dei contagi e' diventato costante al 10% fino al 19/4, giorno in cui sembrava che il livello del fondo potesse scendere al 9%.
Pero' dal giorno 25/4 al 27/4 si e' manifestato un incremento dell'1% circa, che ha riportato il livello dei contagi di fondo poco sopra al 10%, poi ridisceso al 9% il 1/5.
Quindi la conclusione provvisoria e' che:
  1. La terza ondata si e' conclusa in modo consistente con l'ipotesi che il livello d'immunita' diffusa raggiunta in Piemonte sia molto vicino alla soglia dell'immunita' di gregge.
  2. L'andamento dei contagi che si vede nel grafico e' proprio come quello descritto nella nostra introduzione , in particolare con il livello costante del 10% assunto alla fine del picco (che e' il livello dell'epidemia degli asintomatici).
  3. Qualche evento dovrebbe essere avvenuto uno o due giorni prima del giorno 27/4, in cui si e' manifestato un probabile incremento dei contagi intorno all'1% (il 26/4 il Piemonte si e' riaperto in zona gialla ed il giorno prima ci sono stati molti festeggiamenti, ripresi in TV).
  4. La discesa dei contagi, che e' in atto, pero' ha riportato presto (gia' il 1/5) la media del fondo al 9% (che probabilmente sarebbe stato l'8%, se non ci fosse stato l'incremento da noi indicato dell'1% nei giorni prima).
Abbiamo gia' enfatizzato che e' importantissimo adottare comportamenti idonei a diminuire il livello di fondo dei contagi e non devono accadere invece eventi che vanno in direzione opposta, perche' altrimenti i costi umani sono insopportabili.
Aspettiamo di vedere se l'evoluzione futura conferma l'andamento discendente del fondo che per ora e' sceso dal 10% del 12/4 al 9% del 1/5.
Questo consente di continuare ad interpretare l'evoluzione dei contagi conformemente al nostro modello di comprensione della pandemia.

SPIEGAZIONE DELLA RISALITA:   La risalita dei contagi che sembra esserci stata dal 25/4, cioe' dalla vigilia della riapertura in zona gialla in poi, potrebbe essere stata dovuta ai comportamenti sbagliati della gente che festeggiava.
Una volta creati i contagi, prodotti durante un evento (festeggiamenti) in cui non si sono mantenuti comportamenti corretti per evitare il propagarsi dei contagi, non spariscono il giorno dopo, quando l'evento si e' concluso, ma permangono fino alla completa guarigione delle persone infettate (che al 95% non hanno alcun sintomo): ci vuole un mese di tempo perche' gli anticorpi riescano a vincere e durante quel mese i virus si riproducono, distruggendo cellule umane e provocando danni; inoltre fuoriescono nell'ambiente, cercando di infettare qualcun'altro ma raramente ci riescono.
Durante questo mese queste persone infette possono percio' diffondere il contagio e creare focolai che potrebbero far dilagare l'epidemia.
Questo pero' crediamo che ora non accadra' per l'alto livello d'immunita' diffusa in Piemonte (oltre il 70%), che rende difficile al virus di propagarsi: l'immunita' diffusa abbassa la "contagiosita'" del virus rendendo Rt molto minore di 1 ed allora la diffusione esponenziale non parte ma qualche contagio puo' verificarsi ugualmente.
La curva dei contagi non inizia a salire ma ha un incremento permanente per un mese, che non si puo' ridurre, perche' sono persone che smetteranno di essere infette (cioe' positive al test) solo dopo che saranno guarite e non prima: non ci sono restrizioni o vaccinazioni che possano ridurre quell'incremento di contagi prima di un mese dall'inizio dell'infezione.
Questo incremento, che comunque c'e' in atto, puo' pero' essere compensato da una componente decrescente nei contagi, come quella che e' apparsa abbastanza chiaramente il 1/5. Il fondo dei contagi diminuisce per questa componente ma la decrescita del fondo puo' essere rallentata in presenza del "gradino" d'incremento dovuto ad eventi che hanno un effetto contrario (come i festeggiamenti avvenuti il 25/4).
L'andamento del fondo degli asintomatici e' percio' influenzato da entrambi gli effetti: quelli che contribuiscono alla sua crescita e quelli che contribuiscono alla decrescita. Noi registriamo con il nostro grafico il risultato sperimentale di questo bilancio.
A far salire la curva dei contagi si fa subito: basta una giornata di shopping sfrenato (com'e' accaduto nei giorni del picco di Natale). Per farla ridiscendere poi ci vuole almeno un mese (se non parte la diffusione esponenziale, se no e' molto peggio).
Una piccola frazione dei contagiati (circa 5%) potrebbe dover essere ricoverata in ospedale ed i piu' sfortunati dei ricoverati (circa il 3%) potrebbero anche non farcela. Il Covid-19 purtroppo e' cosi'.
Ipotizziamo percio' che i festeggiamenti per la riapertura in zona gialla del Piemonte abbiano provocato l' innalzamento del livello dei contagi che forse potremo vedere nel grafico , se i dati dei prossimi giorni lo confermeranno: per ora sembra essere di +1.5% circa.
Per curiosita' abbiamo valutato il numero di persone contagiate ed i danni prodotti da un incremento ipotetico dell'1.5% dei contagi.
Dal 12/4 la terza ondata e' finita ed i contagi hanno assunto un andamento costante intorno al 10%. Malgrado dei nuovi contagi stiano avvenendo, la curva dei contagi non e' salita ma e' rimasta costante, al livello del fondo (degli asintomatici), perche' ci sono tanti nuovi contagi quante persone infette che smettono di essere positive al test per guarigione.
A far diminuire i contagi ci aiutera' la crescente immunita' vaccinale ma lentamente nel tempo (ancora e' insufficiente perche' stenta a farli scendere sotto al 10%), per cui nel breve periodo, al possibile aumento dei contagi dovrebbe far fronte il buon senso della popolazione, che se informata, intelligentemente e senza panico dovrebbe essere indotta a dei comportamenti improntati alla massima cautela, per evitare di contagiarsi (forse la mascherina all'aperto non serve, vista la scarsa efficia da noi rilevata delle restrizioni della zona rossa contro questo virus in circolazione, che e' la variante inglese).
Sarebbe piu' facile se tutti sapessero che l'attuale virus, che non e' sparito ma seguita a circolare, non e' quello di prima ma un altro molto piu' contagioso.
Fortunatamente sembra che non sia stata confermata questa risalita, perche' se ci fosse stata avrebbe potuto anche rappresentare una pessima notizia, che poteva addirittura preludere all'arrivo di una nuova variante (indiana?) capace di eludere le difese immunitarie finora accumulate che stanno proteggendo la popolazione (mi riferisco al livello d'immunita' intorno al 70% finora raggiunto in Piemonte).
Sembra che i dati scendano per ora sotto al 10% per poi diminuire poi ulteriormente con l'aumento del numero delle persone immunizzate per vaccinazione e con l'aumento della temperatura ambientale.
Le nostre conclusioni potranno essere aggiornate su questo punto dopo ulteriori conferme che attendiamo dai dati in arrivo nei prossimi giorni.

RIAPERTURE:   Alla luce dei risultati ottenuti con le restrizioni adottate di recente (zona rossa e poi arancione) non risulta che siano riuscite a diminuire significativamente i contagi.
Questa diminuzione fino all'altro ieri risultava invece essere stata provocata dalla crescita del livello dell'immunita' diffusa, arrivata molto in alto (72%) , che fortunatamente seguitera' ad esistere e crescere anche dopo le riaperture.
Ora sembra si presenti una temibile risalita dei contagi dopo la riapertura , poiche' e' possibile che la gente NON abbia imparato a comportarsi consapevolmente , cosa che non s'impara e che porta a prolungare le restrizioni anche se il costo di 3 mesi di chiusura in Italia e' di 40 miliardi, per cui in Piemonte 2 settimane dovrebbero costare circa 300 milioni (in "sostegni") oltre ai costi sociali.
Dobbiamo sempre contare sulla protezione delle immunita' anche se decadono con il passare del tempo e la popolazione poi torna ad essere sempre piu' vulnerabile alle infezioni, perche' con il diminuire delle immunita' aumenta la contagiosita' del virus (di meno se e' estate) e cosi' puo' partire una nuova ondata epidemica.
La novita' di ora e' che le immunita' non diminuiranno, perche' le vaccinazioni compenseranno in eccesso il decadimento delle immunita' naturali derivanti dalle infezioni avvenute durante la seconda ondata, non piu' lontana di 6 mesi fa.
Quindi la percentuale di immunizzati, che ha fatto terminare la terza ondata con questa temperatura stagionale (in crescita) non diminuira' (anzi e' gia' cresciuta di un altro 8% ), avvicinandosi sempre di piu' al livello dell'immunita' di gregge.
Questa novita' rende inadeguati i provvedimenti adottati nel passato, che sembra ora stiano terminando.
In tutte le riaperture si dovranno pero' mantenere sempre i giusti comportamenti. per evitare i rischi paventati nel calcolo dei danni prodotti dagli affollamenti della gente.

RESTRIZIONI:   Non ci sembra di rilevare che ci sia stato un increnento di contagi dovuto all'allentamento delle restrizioni della zona rossa, divenuta arancione.
Questo conferma la previsione che avevamo fatto, che mentre le restrizioni della zona rossa sono efficaci contro il Sars-CoV-2 (che e' presente solo al 10%, il resto e' tutto variante inglese; abbiamo visto dal grafico della seconda ondata , quando il virus era solo il Sars-CoV-2, che le restrizioni della zona rossa fanno dimezzare i contagi in 9 giorni, con la variante inglese invece l'efficacia delle restrizioni della zona rossa e' praticamente nulla, come si puo' vedere nella curva dei contagi a causa della sua alta CONTAGIOSITA' (ci vorrebbe il lockdown totale).
La novita' che le restrizioni ai distanziamenti della zona rossa, alla variante inglese sembra che non le facciano "un baffo", non vuol dire che potevamo risparmiarcele, per almeno due motivi:
  1. Essendo la prima volta con la variante inglese, non potevamo sapere che non sarebbero state efficaci.
  2. Sono servite anche a ridurre i comportamenti pericolosi di chi non vuole rinunciare a stare insieme con tante altre persone in assembramenti dove, ogni persona eventualmente infetta ne contagia non 1 o 2 ma tante altre (decine), tutte insieme producendo danni importanti.
Quindi la zona rossa e' servita a tenere a bada, nei momenti piu' critici della terza ondata, queste persone, dominate da un loro egoismo poco civile (le liberta' personali si riducono dove arrecano grave danno alla salute altrui), possono far salire i contagi con i loro comportamenti e costare cosi' tanto alla comunita' (si stima che 3 mesi di zona rossa in tutta Italia costino 40 miliardi, oltre ai danni sociali: veramente troppo).
Speravamo che non si scatenassero dopo la riapertura del 26/4, perche' e' proprio tra loro che nascono i "superdiffusori", persone difficilmente individuabili che creano i vari focolai d'infezione. Il dato di oggi ci solleva piu' di una preoccupazione in merito.
Credo che, nella situazione attuale in Piemonte, loro siano il vero pericolo per la salita dei contagi della variante inglese, molto piu' dei tavoli dentro o fuori i ristoranti (basta imporre che i locali siano dotati del giusto ricambio dell'aria) e cosi' pure per scuole, bar, palestre, piscine, ecc.
Se si riuscisse a controllarli, credo che non servirebbero le RESTRIZIONI , dato che funzionano poco con questa variante inglese e che si potrebbero anche lasciare molte attivita' aperte, magari in modo intelligente , se c'e' un'alta immunita' diffusa, anche se piu' bassa dell'immunita' di gregge, perche' funzionerebbe sempre molto meglio delle restrizioni e potrebbe essere sufficiente ad impedire la risalita dei contagi.
Comunque si devono sempre tenere ben presenti le nostre raccomandazioni per le riaperture.

FONDO:   All'inizio della terza ondata il fondo era arrivato al 10%, dopo l'arrivo della variante inglese a Natale, che ne aveva innalzato il livello dal 2% costante (prima del picco di Natale) al 10% costante (dopo il picco di Natale).
Ora la variante inglese, con la sua alta contagiosita', si e' diffusa nel Piemonte molto piu' del Sars-CoV-2, quintuplicando i contagi del fondo dal 2% del Sars-CoV-2 al 10% della variante inglese (ora in discesa, all'8%, dopo il picco della terza ondata, che ha generato tanti altri virus in piu').
Il valor medio del 10% e' ancora un livello elevatissimo ma fortinatamente sembra che si stia abbassando per l'aumento della percentuale di persone immunizzate nella popolazione del Piemonte con le vaccinazioni.
Ci vorra' ancora un po' di tempo, poi ci aiutera' anche l'innalzanento della temperatura stagionale.
Fino ad allora, se il livello di fondo dei contagi intorno al 10% perdurasse, ci causera' circa 200 decessi al giorno .
Per questo dobbiamo procedere con le vaccinazioni, anche se gli anticorpi generati svaniranno durante l'inverno 2022 (30 milioni di vaccinazioni andranno percio' ripetute prima della fine del 2021).
Il 10% si colloca molto vicino al livello del fondo indicato alla fine della linea grigia, che unisce le valli della curva, che risulta disegnata in modo appropriato lungo la discesa ormai completata verso la linea del fondo che sembrava potesse scendere sotto al 10%, prima del dato di oggi (se vero).
Quindi per ora, malgrado si sia arrivati al 61+11% di immunizzati , il fondo dei contagi degli asintomatici potrebbe essere rimasto vicino al 10%, com'era prima della terza ondata.
Dobbiamo auspicare percio' che i dati dei prossimi giorni continuino a scendere rispetto alla linea orizzontale che abbiamo disegnato a destra nel grafico dal livello del fondo costante attuale del 10%, malgrado gli ultimi due dati lasciano temere il peggio.
Questo e' un punto importantissimo, perche' si tratta del livello del fondo permanente dei contagi, alimentato dall' epidemia degli asintomatici , che e' cresciuto dal 2% al 10% dopo l'arrivo della variante inglese ma che dovrebbe scendere con l'aumento dell'immunita' diffusa, che ora abbiamo stimato al 72% e poi, con il progredire delle prossime vaccinazioni, salira' ancora.
Anche il 10% di fondo e' un livello altissimo che noi dobbiamo assolutamente abbassare (con le vaccinazioni), perche' altrimenti causerebbe circa 200 decessi al giorno (finche' dura).

COS'E' ACCADUTO:   Abbiamo gia' presentato i nostri risultati preliminari.
Il dato odierno conferma ulteriormente, dopo 31 giorni dall'inizio della zona rossa in Piemonte, la discesa nella curva dei contagi , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese, che e' stata la componente che, con una sua leggera crescita malgrado la zona rossa, aveva ritardato la discesa della curva dei contagi.
Infatti in questa terza ondata, secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, e' accaduto che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 sono calati, dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese (presente al 90% circa) sono cresciuti, per la sua maggiore contagiosita' , in pari misura in modo che i due contributi si equivalevano ed i contagi sono rimasti cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
La discesa che abbiamo iniziato a disegnare con le nostre due linee rossa e grigia nel grafico si e' ormai completata con il "pianerottolo del fondo al 10%, che pero' ora potrebbe risalire.

LA CAUSA DELLA DIMINUZIONE DEI CONTAGI:
  • ZONA ROSSA: Non ci sembra che la diminuzione dei contagi possa essere attribuita alle onerose restrizioni della zona rossa per il lungo ritardo (15 giorni) con cui la diminuzione e' iniziata.
  • TEMPERATURA AMBIENTALE: Nei due giorni (7 e 8 aprile), non si e' riscontrata una risalita della curva per effetto della MINORE temperatura ambientale, quindi abbiamo concluso che non e' stato l'innalzamento della temperatura ambientale a provocare l'inizio della discesa dei contagi.
  • NUMERO DI IMMUNIZZATI: Il 9/4 con il calcolo del numero di immunizzati attualmente esistenti in Piemonte (63+8%), abbiamo visto che questo numero e' compatibile con il raggiungimento di quel limite che, facendo diminuire la contagiosita' del virus (perche' comincia sempre piu' ad avere difficolta' a trovare persone infettabili), rende plausibile che sia proprio questa la causa della discesa dei contagi.
Se fosse corretta, questa interpretazione degli eventi avrebbe notevoli CONSEGUENZE sulla campagna di vaccinazioni in corso e sul raggiungimento dell'immunita' di gregge.

Ecco allora il punto della situazione in Piemonte:
  • Durante le feste di Natale i contagi sono saliti fino al 18% per poi scendere con la zona rossa al 10% fino a tutto febbraio (era il Sars-CoV-2 perche' con la zona rossa i contagi sono calati al 10% ma la variante inglese c'era gia', perche' non si e' riusciti a scendere sotto al 10%, che e' troppo alto per essere solo Sars-CoV-2).
  • Dai primi giorni di marzo il livello dei contagi ha iniziato a crescere mantenendosi costantemente un po' sopra al 15%, che e' un valore decisamente alto (e' la variante inglese, che a questi livelli provoca poi i 500 decessi al giorno).
  • Il 15/3 e' iniziata la zona rossa per far calare i contagi.
  • Al 2/4, oltre due settimane dopo, si e' potuto constatare che la zona rossa era inefficace contro la variante inglese, perche' i contagi erano ancora al 18% quando abbiamo visto, anche nella seconda ondata, che il Sars-CoV-2 si dimezza in soli 9 giorni. Ora dopo il 26/4 avrebbe dovuto permanere la discesa da questo picco, scesa dal 18% al 9.0%, e sembra che non dobbiamo piu' preoccuparci (per ora) di una possibile risalita dei contagi (vedi l'andamento delle due linee rossa e grigia disegnate a destra nel grafico.
    Ci auguriamo che questo fondo riesca a scendere stabilmente sotto al 10%, che era il livello del fondo degli asintomatici prima dell'inizio di questa terza ondata, che CONSIDERIAMO ORMAI CONCLUSA.
  • Cio' anche se il livello del fondo e' ancora troppo alto. E' conseguenza dell'alta contagiosita' della variante inglese, che da ora sostituisce il Sars-CoV-2 nell'epidemia degli asintomatici, con cui il virus vorrebbe arrivare fino all'autunno prossimo, per poi iniziare la quarta ondata.
    Ma l'immunita' di gregge ne dovra' abbassare la contagiosita' e cosi' il livello prima di allora e se la gente non impazzira' con "libera tutti" inopportuni durante l'estate, dovremmo riuscire ad impedirgli di resuscitare con la quarta ondata ed evitare ogni restrizione: sara' tutto aperto ma dovremo avere sempre la guardia ben alta per non dover chiudere di nuovo.
  • Evidentemente abbiamo avuto a che fare con una variante diversa (inglese), di contagiosita' cosi' elevata che le restrizioni imposte dalla zona rossa non sono state sufficienti ad arrestarne la diffusione, che e' proceduta incrementando i contagi e compensando, in questo caso per due settimane, la discesa di quelli del Sars-CoV-2 ancora presenti (circa il 10%), prodotta dalla zona rossa.
A causa dei dati degli ultimi giorni, manteniamo lo stato di LEGGERA RISALITA SOPRA AL FONDO DEL 10% in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.




SULLA DIMINUZIONE DEI CONTAGI   (2 maggio 2021)
Abbiamo detto che le persone, che si fossero eventualmente contagiate durante i festeggiamenti del 25/4 (quasi tutte in modo asintomatico), rimangono infette (e positive al test) per un mese circa, cioe' per tutto il tempo necessario alla loro guarigione.
Com'e' possibile allora che un innalzamento repentino della temperatura riesca a ridurre subito il numero dei contagiati, che dovrebbero rimanere tali per un mese?
E' semplice: se arriva il caldo i contagiati dei festeggiamenti non guariscono ma seguitano a rimanere infetti per un mese anche con il caldo.
Pero' il livello del fondo al 10% che stiamo osservando in questi giorni e' quello dell'epidemia degli asintomatici, cioe' e' il risultato dell'equilibrio dinamico che si e' instaurato tra i nuovi contagi (contributo in aumento) e le guarigioni che si susseguono degli infettati un mese prima (contributo in diminuzione dei contagi).
L'innalzamento della temperatura provoca una diminuzione immediata (piu' o meno grande) del numero di questi nuovi contagi, lasciando invariato il numero delle guarigioni: la conseguenza e' l'immediata diminuzione del livello del fondo degli asintomatici.
E' cosi' che sta funzionando adesso e l'entita' della diminuzione con l'arrivo dell'estate dipende dalla suscettibilita' termica del virus (quello attuale al 90% e' la variante inglese), cioe' quanto riesce a sopportare le temperature alte , nocive per tutti i virus, rimanendo ugualmente attivo a lungo nell'ambiente.
Quello che stiamo registrando in questi giorni nel nostro grafico e' proprio l'osservazione sperimentale di questa funzionalita', che abbiamo chiamato suscettibilita' termica, della variante inglese.


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SITUAZIONE DEL 1/5 (ore 17:30): I decessi di oggi in Italia sono 226 (circa 120.000 dall'inizio della pandemia), vicino ai 200 decessi al giorno , da noi previsti per la fine di aprile, dopo oltre 40 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Tutti stiamo ascoltando le notizie dall'India che mostra una situazione della pandemia fuori controllo con "addirittura" a 200.000 morti (su 1366 milioni di abitanti), mentre noi in Italia siamo arrivati a 120.000 (su 60 milioni di abitanti); giornalmente oggi in India ne hanno 18 volte piu' di noi (3600 invece di 200) mentre gli indiani sono oltre 20 volte di piu'. La gravita' del caso indiano sembra essere, piu' che la densita' dei decessi, la rapidita' di diffusione di questa variante indiana, che a questo punto sembra piu' temibile della variante inglese per contagiosita' e per gravita' (queste due caratteristiche dovrebbero essere correlate tra loro).
E' possibile che il dato indiano si riferisca solo ai decessi ufficializzati dagli organi governativi e che quelli veri siano di piu' ma il confronto e' utile comunque ad evidenziare che forse gli italiani possono essersi "abituati" a questi numeri cosi' grandi e questo non e' accettabile: questo numero dei decessi italiani va sempre valutato nella sua immensa gravita'.
Essendo finito aprile ci dobbiamo aspettare che questo numero di decessi, dovuti alle infezioni avvenute alla fine della terza ondata (che e' cominciata a diminuire ai primi di aprile) ormai debba tendere sempre piu' ai 200 decessi al giorno.
Quando diminuiranno i decessi? Se l'intervallo medio di tempo tra il contagio ed il decesso fosse di 20 giorni (e' sicuramente poco diverso) allora avevamo previsto che nell'ultima decade di aprile i decessi sarebbero scesi verso i 200 decessi al giorno , che sono quelli corrispondenti al 10% di fondo dei contagi, secondo il nostro calcolo. Questo livello poi calera' ulteriormente quando il fondo, che e' rimasto al 10% per due settimane, scendera' ancora e significativamente per l'effetto di protezione immunitaria delle vaccinazioni, che ci aspettiamo faccia diminuire i contagi dell'epidemia degli asintomatici molto sotto al 10% (forse al 2% come nell'estate del 2020).
L'argomento ha meritato di essere approfondito, come abbiamo fatto il 4/2, commentando la stranezza dei troppi decessi.
Infatti la nostra interpretazione prevedeva valori elevati del numero di decessi (anche oltre 400), con un ritardo tipico di circa 20 giorni rispetto all'andamento della curva, che sono quelli che mediamente intercorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.

Il dato di OGGI dei positivi al test e' di 9.0% (ultimo punto a destra nel grafico ) e scende anch'esso come i dati dei giorni precedenti verso il livello di fondo al 9%, in accordo con l'andamento della linea grigia precedentemente gia' disegnata, che dal livello dei dati dal 20/4 in poi aveva cominciato a scendere sotto al 10%.
Elenchiamo qui', prendendoli dalla tabella , i dati degli ultimi 25 giorni, dal 7/4 al 1/5 (nelle 4 righe seguenti sono riportati: i giorni, l'andamento, le percentuali e le zone):

APRILE:

 7    8    9   10   11  12  13   14   15   16   17   18   19  20  21   22   23  24   25  26   27  28  29   30 

 \    \    \    \    \   _   _    _    _    _    _    _    _   _   _    _    _   _    /   /    /   /   \    \ 

11.6+11.1+12.5+11.7+12.4+9.8+8.8+10.6+11.4+10.2+10.5+11.3+10.3+8.4+8.9+10.4+10.3+8.0+12.3+9.2+11+10.6+10.3+9.4

<----- Zona rossa -----> <----------------------- Zona arancione ---------------------> <---- Zona gialla --->

MAGGIO:

 1

 \

9.0

<--- Zona gialla --->

Valori medi per zone: Rossa=11.9% ; Arancione (al 24/4)=9.4% ; Gialla (dal 25/4)=9.1%
MEDIA TOTALE (7/4....1/5) = 9.8%

ANALISI DI COSA STA SUCCEDENDO:   Nei giorni 25, 26, 27 e 28 aprile il livello dei contagi era salito dal 9.4% (valor medio della zona arancione) al 10.8% con un incremento che ci aspettiamo sia "a gradino" del valor medio del +1.4%, da noi attribuito ai festeggiamenti per la riapertura in zona gialla del Piemonte (cominciati il 25/4, un giorno prima).

L'INCREMENTO (25/4, 26/4, 27/4 e 28/4):   I valori medi mostrano che, malgrado il passaggio dalla zona rossa alla zona arancione, i contagi NON sono risaliti ma sono scesi da 11.9% a 9.4% salvo poi risalire a 10.5% (incremento di 1.1%) dopo i festeggiamenti (cominciati un giorno prima) per la riapertura in zona gialla.
Per controllo ed informazione abbiamo calcolato nel caso di un ipotetico incremento dell'1.5% a quante persone contagiate corrisponde e che danni comporta (anche i decessi).
Quindi, mentre possiamo affermare che nei giorni precedenti il fondo dei contagi era tornato verso il valore costante del 10% che aveva prima dell'inizio della terza ondata, ora abbiamo un altro dato che abbassa il valor medio della zona gialla (finora del 0.4%) la curva dei contagi e per questo abbiamo riportato l'andamento leggermente in salita nelle due linee rossa e grigia per evidenziare questa apparente variazione di tendenza in salita malgrado l'alto livello di immunita' diffusa raggiunto (oltre 70%) in Piemonte.
Infine segnaliamo che nelle prossime settimane ci dobbiamo aspettare una ulteriore diminuzione del livello del fondo, attualmente intorno al 10%:
  1. Per la diminuzione di contagiosita' dovuta all'innalzamento della temperatura ambientale (si riduce la durata dei virus attivi nell'ambiente piu' caldo e conseguentemente si riduce l'esposizione della popolazione ai virus e cosi' la sua contagiosita' integrata nel tempo).
  2. Per l'aumento dell'immunita' diffusa per le vaccinazioni che sono in corso; valga l'esempio della Gran Bretagna che ad oggi dicono abbia un fondo degli asintomatici sceso addirittura al 0.1% (mentre noi abbiamo il 10%), pur avendo anche loro, come noi, la variante inglese, che e' molto contagiosa.

IL DECREMENTO (29/4, 30/4 e 1/5):   Nei giorni 25, 26, 27 e 28 aprile il livello dei contagi era salito dal 9.4% (valor medio della zona arancione) al 10.8% con un incremento che ci aspettiamo sia stabile del valor medio del +1.4% (da noi attribuito ai festeggiamenti per la riapertura in zona gialla del Piemonte).
Nei giorni seguenti si e' manifestata la discesa dal valore costante del 10.8% che qui' indichiamo:
29/4: il fondo e' 10.7% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a 1.3% (la discesa e' di -0.1%)
30/4: il fondo e' 10.5% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a 1.1% (la discesa e' di -0.3%)
01/5: il fondo e' 9.8% con incremento che da 1.4% si e' ridotto a 0.4% (la discesa e' di -1.0%)
Potremmo dedurre da cio' (c' e' il condizionale perche' finora e' uno solo il dato cosi' in discesa) che si sta manifestando l'intervento di un contributo sempre piu' in discesa (di -0.1%, -0.3% e -1.0% negli ultimi 3 giorni), che farebbe decrescere il livello del fondo degli asintomatici.
Questa discesa prima non c'era mai stata finora in modo cosi' efficace dal 12/4 in poi e cosi' il livello era rimasto praticamente costante dal 12/4 al 24/4, per poi addirittura crescere fino al 28/4 (forse per i festeggiamenti del 25/4).
In effetti questa discesa che ora ci sembra di vedere e' quella che stiamo aspettando, come conseguenza della crescita progressiva dell'immunita' diffusa sia "naturale", perche' il livello dei contagi al 10% e' ancora atto e produce il 10% di nuovi contagiati e quindi poi di nuovi immunizzati ogni mese per il ricambio dopo le guarigioni, sia per le vaccinazioni in corso e per l'innalzamento della temperatura stagionale.
Proprio l'innalzamento della temperatura stagionale puo' produrre una discesa repentina dei contagi e questi sono proprio giorni in cui sta arrivando il caldo, per cui proprio questa ci sembra la causa piu' probabile della discesa odierna.
Saremmo ben lieti se questa discesa, che sembra cominciare ora, fosse persistente a lungo fino ad azzerare sostanzialmente l'epidemia degli asintomatici con i decessi che comporta (sembra che in Gran Bretagna, con lockdown lungo e vaccinazioni siano riusciti ad abbatterla fino al livello del 0.1% (contro il nostro 10% attuale), per cui dovrebbe essere possibile.
Aspettiamo ora i dati dei prossimi giorni per osservare meglio questo fenomeno, che ora ci sembra di percepire per la prima volta e che ci auguriamo sia reale e che progredisca sempre piu', riducendo in modo sostanziale quel 10% di fondo, che tuttora abbiamo e che ci provoca ancora 200 decessi al giorno.
Vogliamo credere che sia vero, perche' annuncerebbe un primo ritorno alla normalita', almeno per i prossimi mesi estivi.

AGGIORNAMENTO DELLO STUDIO SULL'IMMUNITA' DI GREGGE:   Nell' introduzione a questo studio abbiamo spiegato cosa accade quando in un'ondata epidemica come quella recente ( terza ondata ) si raggiunge l'immunita' di gregge, cioe' quando accade che con il progredire dell'epidemia, arriva il momento in cui il numero di persone infettate raggiunge la soglia critica (il 75%?), in cui il numero degli infettati che guariscono diventa uguale al numero dei nuovi contagi (che si e' ridotto per l'alta immunita' diffusa) e cosi' la curva dei contagi diventa piatta (livello costante nel tempo).
Spieghiamo come avviene: con il crescere della percentuale di persone immunizzate il virus ha piu' difficolta' a diffondersi ed il numero di nuovi contagiati diminuisce progressivamente sempre piu' per cui il picco dei contagiati inizia a scendere anche con il contributo delle guarigioni che crescono sempre piu', fino ad un mese dopo il picco (a tanti contagi corrispondono tante guarigioni e quindi tante persone smettono di essere infette).
Poi un mese dopo la fine del picco questo contributo in diminuzione dei contagiati per guarigioni rimane piccolo e costante, perche' il picco e' finito.
I nuovi contagi continuano ad un ritmo ridotto dall'elevato livello d'immunita' diffusa, con Rt molto minore di 1 e quindi incapace di innescare la crescita esponenziale dell'epidemia (con altri picchi) ma i pochi contagi che avvengono sono sufficienti ad alimentare l' epidemia degli asintomatici che impedisce l'azzeramento dei contagi e permette al virus di continuare ad esistere e riprodursi: e' lo stesso livello di fondo, permanente, che c'era prima che iniziasse il picco della terza ondata e che rimarra' per sempre, ad un livello che puo' variare lentamente con la contagiosita' del virus (che dipende da: tempeatura, immunita' vaccinale, comportamenti piu' o meno virtuosi della gente, ecc.).
Questo livello permanente dei contagi dipende dalla contagiosita' del virus, perche' piu' e' facile per lui infettare, tante piu' persone infetta e tanto piu' alto e' il livello costante nel tempo dell'epidemia degli asintomatici (la chiamiamo cosi' perche' le cariche virali che rilasciano sono modeste e quindi se si attaccano su una persona infettandola quasi sempre l'infezione e' asintomatica).
Quindi il livello di questi contagi di fondo e' piu' alto (10%) se il virus e' la variante inglese (che e' piu' contagiosa) ed e' piu' basso in estate (perche' con la temperatura alta la contagiosita' si riduce).
Questo e' lo scenario in cui si e' sviluppata la terza ondata, che secondo noi si e' conclusa grazie all'alto livello d'immunita' raggiunto in Piemonte e che noi abbiamo calcolato essere al 72% , ricavando il numero di contagiati (poi immunizzati) dai dati reali misurati.
Come si puo' vedere in tabella la terza ondata si e' conclusa il 12/4, giorno in cui il livello dei contagi e' diventato costante al 10% fino al 19/4, giorno in cui sembrava che il livello del fondo potesse scendere al 9%.
Pero' dal giorno 25/4 al 27/4 si e' manifestato un incremento dell'1% circa, che ha riportato il livello dei contagi di fondo poco sopra al 10%, poi ridisceso al 9% il 1/5.
Quindi la conclusione provvisoria e' che:
  1. La terza ondata si e' conclusa in modo consistente con l'ipotesi che il livello d'immunita' diffusa raggiunta in Piemonte sia molto vicino alla soglia dell'immunita' di gregge.
  2. L'andamento dei contagi che si vede nel grafico e' proprio come quello descritto nella nostra introduzione , in particolare con il livello costante del 10% assunto alla fine del picco (che e' il livello dell'epidemia degli asintomatici).
  3. Qualche evento dovrebbe essere avvenuto uno o due giorni prima del giorno 27/4, in cui si e' manifestato un probabile incremento dei contagi intorno all'1% (il 26/4 il Piemonte si e' riaperto in zona gialla ed il giorno prima ci sono stati molti festeggiamenti, ripresi in TV).
  4. La discesa dei contagi, che e' in atto, pero' ha riportato presto (gia' il 1/5) la media del fondo al 9% (che probabilmente sarebbe stato l'8%, se non ci fosse stato l'incremento da noi indicato dell'1% nei giorni prima).
Abbiamo gia' enfatizzato che e' importantissimo adottare comportamenti idonei a diminuire il livello di fondo dei contagi e non devono accadere invece eventi che vanno in direzione opposta, perche' altrimenti i costi umani sono insopportabili.
Aspettiamo di vedere se l'evoluzione futura conferma l'andamento discendente del fondo che per ora e' sceso dal 10% del 12/4 al 9% del 1/5.
Questo consente di continuare ad interpretare l'evoluzione dei contagi conformemente al nostro modello di comprensione della pandemia.

SPIEGAZIONE DELLA RISALITA:   La risalita dei contagi che sembra esserci stata dal 25/4, cioe' dalla vigilia della riapertura in zona gialla in poi, potrebbe essere stata dovuta ai comportamenti sbagliati della gente che festeggiava.
Una volta creati i contagi, prodotti durante un evento (festeggiamenti) in cui non si sono mantenuti comportamenti corretti per evitare il propagarsi dei contagi, non spariscono il giorno dopo, quando l'evento si e' concluso, ma permangono fino alla completa guarigione delle persone infettate (che al 95% non hanno alcun sintomo): ci vuole un mese di tempo perche' gli anticorpi riescano a vincere e durante quel mese i virus si riproducono, distruggendo cellule umane e provocando danni; inoltre fuoriescono nell'ambiente, cercando di infettare qualcun'altro ma raramente ci riescono.
Durante questo mese queste persone infette possono percio' diffondere il contagio e creare focolai che potrebbero far dilagare l'epidemia.
Questo pero' crediamo che ora non accadra' per l'alto livello d'immunita' diffusa in Piemonte (oltre il 70%), che rende difficile al virus di propagarsi: l'immunita' diffusa abbassa la "contagiosita'" del virus rendendo Rt molto minore di 1 ed allora la diffusione esponenziale non parte ma qualche contagio puo' verificarsi ugualmente.
La curva dei contagi non inizia a salire ma ha un incremento permanente per un mese, che non si puo' ridurre, perche' sono persone che smetteranno di essere infette (cioe' positive al test) solo dopo che saranno guarite e non prima: non ci sono restrizioni o vaccinazioni che possano ridurre quell'incremento di contagi prima di un mese dall'inizio dell'infezione.
Questo incremento, che comunque c'e' in atto, puo' pero' essere compensato da una componente decrescente nei contagi, come quella che e' apparsa abbastanza chiaramente il 1/5. Il fondo dei contagi diminuisce per questa componente ma la decrescita del fondo puo' essere rallentata in presenza del "gradino" d'incremento dovuto ad eventi che hanno un effetto contrario (come i festeggiamenti avvenuti il 25/4).
L'andamento del fondo degli asintomatici e' percio' influenzato da entrambi gli effetti: quelli che contribuiscono alla sua crescita e quelli che contribuiscono alla decrescita. Noi registriamo con il nostro grafico il risultato sperimentale di questo bilancio.
A far salire la curva dei contagi si fa subito: basta una giornata di shopping sfrenato (com'e' accaduto nei giorni del picco di Natale). Per farla ridiscendere poi ci vuole almeno un mese (se non parte la diffusione esponenziale, se no e' molto peggio).
Una piccola frazione dei contagiati (circa 5%) potrebbe dover essere ricoverata in ospedale ed i piu' sfortunati dei ricoverati (circa il 3%) potrebbero anche non farcela. Il Covid-19 purtroppo e' cosi'.
Ipotizziamo percio' che i festeggiamenti per la riapertura in zona gialla del Piemonte abbiano provocato l' innalzamento del livello dei contagi che forse potremo vedere nel grafico , se i dati dei prossimi giorni lo confermeranno: per ora sembra essere di +1.5% circa.
Per curiosita' abbiamo valutato il numero di persone contagiate ed i danni prodotti da un incremento ipotetico dell'1.5% dei contagi.
Dal 12/4 la terza ondata e' finita ed i contagi hanno assunto un andamento costante intorno al 10%. Malgrado dei nuovi contagi stiano avvenendo, la curva dei contagi non e' salita ma e' rimasta costante, al livello del fondo (degli asintomatici), perche' ci sono tanti nuovi contagi quante persone infette che smettono di essere positive al test per guarigione.
A far diminuire i contagi ci aiutera' la crescente immunita' vaccinale ma lentamente nel tempo (ancora e' insufficiente perche' stenta a farli scendere sotto al 10%), per cui nel breve periodo, al possibile aumento dei contagi dovrebbe far fronte il buon senso della popolazione, che se informata, intelligentemente e senza panico dovrebbe essere indotta a dei comportamenti improntati alla massima cautela, per evitare di contagiarsi (forse la mascherina all'aperto non serve, vista la scarsa efficia da noi rilevata delle restrizioni della zona rossa contro questo virus in circolazione, che e' la variante inglese).
Sarebbe piu' facile se tutti sapessero che l'attuale virus, che non e' sparito ma seguita a circolare, non e' quello di prima ma un altro molto piu' contagioso.
Fortunatamente sembra che non sia stata confermata questa risalita, perche' se ci fosse stata avrebbe potuto anche rappresentare una pessima notizia, che poteva addirittura preludere all'arrivo di una nuova variante (indiana?) capace di eludere le difese immunitarie finora accumulate che stanno proteggendo la popolazione (mi riferisco al livello d'immunita' intorno al 70% finora raggiunto in Piemonte).
Sembra che i dati scendano per ora sotto al 10% per poi diminuire poi ulteriormente con l'aumento del numero delle persone immunizzate per vaccinazione e con l'aumento della temperatura ambientale.
Le nostre conclusioni potranno essere aggiornate su questo punto dopo ulteriori conferme che attendiamo dai dati in arrivo nei prossimi giorni.

RIAPERTURE:   Alla luce dei risultati ottenuti con le restrizioni adottate di recente (zona rossa e poi arancione) non risulta che siano riuscite a diminuire significativamente i contagi.
Questa diminuzione fino all'altro ieri risultava invece essere stata provocata dalla crescita del livello dell'immunita' diffusa, arrivata molto in alto (72%) , che fortunatamente seguitera' ad esistere e crescere anche dopo le riaperture.
Ora sembra si presenti una temibile risalita dei contagi dopo la riapertura , poiche' e' possibile che la gente NON abbia imparato a comportarsi consapevolmente , cosa che non s'impara e che porta a prolungare le restrizioni anche se il costo di 3 mesi di chiusura in Italia e' di 40 miliardi, per cui in Piemonte 2 settimane dovrebbero costare circa 300 milioni (in "sostegni") oltre ai costi sociali.
Dobbiamo sempre contare sulla protezione delle immunita' anche se decadono con il passare del tempo e la popolazione poi torna ad essere sempre piu' vulnerabile alle infezioni, perche' con il diminuire delle immunita' aumenta la contagiosita' del virus (di meno se e' estate) e cosi' puo' partire una nuova ondata epidemica.
La novita' di ora e' che le immunita' non diminuiranno, perche' le vaccinazioni compenseranno in eccesso il decadimento delle immunita' naturali derivanti dalle infezioni avvenute durante la seconda ondata, non piu' lontana di 6 mesi fa.
Quindi la percentuale di immunizzati, che ha fatto terminare la terza ondata con questa temperatura stagionale (in crescita) non diminuira' (anzi e' gia' cresciuta di un altro 8% ), avvicinandosi sempre di piu' al livello dell'immunita' di gregge.
Questa novita' rende inadeguati i provvedimenti adottati nel passato, che sembra ora stiano terminando.
In tutte le riaperture si dovranno pero' mantenere sempre i giusti comportamenti. per evitare i rischi paventati nel calcolo dei danni prodotti dagli affollamenti della gente.

RESTRIZIONI:   Non ci sembra di rilevare che ci sia stato un increnento di contagi dovuto all'allentamento delle restrizioni della zona rossa, divenuta arancione.
Questo conferma la previsione che avevamo fatto, che mentre le restrizioni della zona rossa sono efficaci contro il Sars-CoV-2 (che e' presente solo al 10%, il resto e' tutto variante inglese; abbiamo visto dal grafico della seconda ondata , quando il virus era solo il Sars-CoV-2, che le restrizioni della zona rossa fanno dimezzare i contagi in 9 giorni, con la variante inglese invece l'efficacia delle restrizioni della zona rossa e' praticamente nulla, come si puo' vedere nella curva dei contagi a causa della sua alta CONTAGIOSITA' (ci vorrebbe il lockdown totale).
La novita' che le restrizioni ai distanziamenti della zona rossa, alla variante inglese sembra che non le facciano "un baffo", non vuol dire che potevamo risparmiarcele, per almeno due motivi:
  1. Essendo la prima volta con la variante inglese, non potevamo sapere che non sarebbero state efficaci.
  2. Sono servite anche a ridurre i comportamenti pericolosi di chi non vuole rinunciare a stare insieme con tante altre persone in assembramenti dove, ogni persona eventualmente infetta ne contagia non 1 o 2 ma tante altre (decine), tutte insieme producendo danni importanti.
Quindi la zona rossa e' servita a tenere a bada, nei momenti piu' critici della terza ondata, queste persone, dominate da un loro egoismo poco civile (le liberta' personali si riducono dove arrecano grave danno alla salute altrui), possono far salire i contagi con i loro comportamenti e costare cosi' tanto alla comunita' (si stima che 3 mesi di zona rossa in tutta Italia costino 40 miliardi, oltre ai danni sociali: veramente troppo).
Speravamo che non si scatenassero dopo la riapertura del 26/4, perche' e' proprio tra loro che nascono i "superdiffusori", persone difficilmente individuabili che creano i vari focolai d'infezione. Il dato di oggi ci solleva piu' di una preoccupazione in merito.
Credo che, nella situazione attuale in Piemonte, loro siano il vero pericolo per la salita dei contagi della variante inglese, molto piu' dei tavoli dentro o fuori i ristoranti (basta imporre che i locali siano dotati del giusto ricambio dell'aria) e cosi' pure per scuole, bar, palestre, piscine, ecc.
Se si riuscisse a controllarli, credo che non servirebbero le RESTRIZIONI , dato che funzionano poco con questa variante inglese e che si potrebbero anche lasciare molte attivita' aperte, magari in modo intelligente , se c'e' un'alta immunita' diffusa, anche se piu' bassa dell'immunita' di gregge, perche' funzionerebbe sempre molto meglio delle restrizioni e potrebbe essere sufficiente ad impedire la risalita dei contagi.
Comunque si devono sempre tenere ben presenti le nostre raccomandazioni per le riaperture.

FONDO:   All'inizio della terza ondata il fondo era arrivato al 10%, dopo l'arrivo della variante inglese a Natale, che ne aveva innalzato il livello dal 2% costante (prima del picco di Natale) al 10% costante (dopo il picco di Natale).
Ora la variante inglese, con la sua alta contagiosita', si e' diffusa nel Piemonte molto piu' del Sars-CoV-2, quintuplicando i contagi del fondo dal 2% del Sars-CoV-2 al 10% della variante inglese (ora in discesa, all'8%, dopo il picco della terza ondata, che ha generato tanti altri virus in piu').
Il valor medio del 10% e' ancora un livello elevatissimo ma fortinatamente sembra che si stia abbassando per l'aumento della percentuale di persone immunizzate nella popolazione del Piemonte con le vaccinazioni.
Ci vorra' ancora un po' di tempo, poi ci aiutera' anche l'innalzanento della temperatura stagionale.
Fino ad allora, se il livello di fondo dei contagi intorno al 10% perdurasse, ci causera' circa 200 decessi al giorno .
Per questo dobbiamo procedere con le vaccinazioni, anche se gli anticorpi generati svaniranno durante l'inverno 2022 (30 milioni di vaccinazioni andranno percio' ripetute prima della fine del 2021).
Il 10% si colloca molto vicino al livello del fondo indicato alla fine della linea grigia, che unisce le valli della curva, che risulta disegnata in modo appropriato lungo la discesa ormai completata verso la linea del fondo che sembrava potesse scendere sotto al 10%, prima del dato di oggi (se vero).
Quindi per ora, malgrado si sia arrivati al 61+11% di immunizzati , il fondo dei contagi degli asintomatici potrebbe essere rimasto vicino al 10%, com'era prima della terza ondata.
Dobbiamo auspicare percio' che i dati dei prossimi giorni continuino a scendere rispetto alla linea orizzontale che abbiamo disegnato a destra nel grafico dal livello del fondo costante attuale del 10%, malgrado gli ultimi due dati lasciano temere il peggio.
Questo e' un punto importantissimo, perche' si tratta del livello del fondo permanente dei contagi, alimentato dall' epidemia degli asintomatici , che e' cresciuto dal 2% al 10% dopo l'arrivo della variante inglese ma che dovrebbe scendere con l'aumento dell'immunita' diffusa, che ora abbiamo stimato al 72% e poi, con il progredire delle prossime vaccinazioni, salira' ancora.
Anche il 10% di fondo e' un livello altissimo che noi dobbiamo assolutamente abbassare (con le vaccinazioni), perche' altrimenti causerebbe circa 200 decessi al giorno (finche' dura).

COS'E' ACCADUTO:   Abbiamo gia' presentato i nostri risultati preliminari.
Il dato odierno conferma ulteriormente, dopo 31 giorni dall'inizio della zona rossa in Piemonte, la discesa nella curva dei contagi , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese, che e' stata la componente che, con una sua leggera crescita malgrado la zona rossa, aveva ritardato la discesa della curva dei contagi.
Infatti in questa terza ondata, secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, e' accaduto che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 sono calati, dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese (presente al 90% circa) sono cresciuti, per la sua maggiore contagiosita' , in pari misura in modo che i due contributi si equivalevano ed i contagi sono rimasti cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
La discesa che abbiamo iniziato a disegnare con le nostre due linee rossa e grigia nel grafico si e' ormai completata con il "pianerottolo del fondo al 10%, che pero' ora potrebbe risalire.

LA CAUSA DELLA DIMINUZIONE DEI CONTAGI:
  • ZONA ROSSA: Non ci sembra che la diminuzione dei contagi possa essere attribuita alle onerose restrizioni della zona rossa per il lungo ritardo (15 giorni) con cui la diminuzione e' iniziata.
  • TEMPERATURA AMBIENTALE: Nei due giorni (7 e 8 aprile), non si e' riscontrata una risalita della curva per effetto della MINORE temperatura ambientale, quindi abbiamo concluso che non e' stato l'innalzamento della temperatura ambientale a provocare l'inizio della discesa dei contagi.
  • NUMERO DI IMMUNIZZATI: Il 9/4 con il calcolo del numero di immunizzati attualmente esistenti in Piemonte (63+8%), abbiamo visto che questo numero e' compatibile con il raggiungimento di quel limite che, facendo diminuire la contagiosita' del virus (perche' comincia sempre piu' ad avere difficolta' a trovare persone infettabili), rende plausibile che sia proprio questa la causa della discesa dei contagi.
Se fosse corretta, questa interpretazione degli eventi avrebbe notevoli CONSEGUENZE sulla campagna di vaccinazioni in corso e sul raggiungimento dell'immunita' di gregge.

Ecco allora il punto della situazione in Piemonte:
  • Durante le feste di Natale i contagi sono saliti fino al 18% per poi scendere con la zona rossa al 10% fino a tutto febbraio (era il Sars-CoV-2 perche' con la zona rossa i contagi sono calati al 10% ma la variante inglese c'era gia', perche' non si e' riusciti a scendere sotto al 10%, che e' troppo alto per essere solo Sars-CoV-2).
  • Dai primi giorni di marzo il livello dei contagi ha iniziato a crescere mantenendosi costantemente un po' sopra al 15%, che e' un valore decisamente alto (e' la variante inglese, che a questi livelli provoca poi i 500 decessi al giorno).
  • Il 15/3 e' iniziata la zona rossa per far calare i contagi.
  • Al 2/4, oltre due settimane dopo, si e' potuto constatare che la zona rossa era inefficace contro la variante inglese, perche' i contagi erano ancora al 18% quando abbiamo visto, anche nella seconda ondata, che il Sars-CoV-2 si dimezza in soli 9 giorni. Ora dopo il 26/4 avrebbe dovuto permanere la discesa da questo picco, scesa dal 18% al 9.0%, e sembra che non dobbiamo piu' preoccuparci (per ora) di una possibile risalita dei contagi (vedi l'andamento delle due linee rossa e grigia disegnate a destra nel grafico.
    Ci auguriamo che questo fondo riesca a scendere stabilmente sotto al 10%, che era il livello del fondo degli asintomatici prima dell'inizio di questa terza ondata, che CONSIDERIAMO ORMAI CONCLUSA.
  • Cio' anche se il livello del fondo e' ancora troppo alto. E' conseguenza dell'alta contagiosita' della variante inglese, che da ora sostituisce il Sars-CoV-2 nell'epidemia degli asintomatici, con cui il virus vorrebbe arrivare fino all'autunno prossimo, per poi iniziare la quarta ondata.
    Ma l'immunita' di gregge ne dovra' abbassare la contagiosita' e cosi' il livello prima di allora e se la gente non impazzira' con "libera tutti" inopportuni durante l'estate, dovremmo riuscire ad impedirgli di resuscitare con la quarta ondata ed evitare ogni restrizione: sara' tutto aperto ma dovremo avere sempre la guardia ben alta per non dover chiudere di nuovo.
  • Evidentemente abbiamo avuto a che fare con una variante diversa (inglese), di contagiosita' cosi' elevata che le restrizioni imposte dalla zona rossa non sono state sufficienti ad arrestarne la diffusione, che e' proceduta incrementando i contagi e compensando, in questo caso per due settimane, la discesa di quelli del Sars-CoV-2 ancora presenti (circa il 10%), prodotta dalla zona rossa.
A causa dei dati degli ultimi giorni, manteniamo lo stato di LEGGERA RISALITA SOPRA AL FONDO DEL 10% in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.


OSSERVAZIONE SULLE VACCINAZIONI   (1 maggio 2021)
Il 9/4, quando c'e' stata la discesa della curva dei contagi dal picco della terza ondata, abbiamo fatto il calcolo del numero di immunizzati ed abbiamo trovato che in Piemonte c'era il 53% di immunizzati "naturali", quelli infettati e poi guariti da meno di 6 mesi.
Sono risultati cosi' tanti perche' da novembre in poi abbiamo avuto tante persone infettate nella seconda e terza ondata e nel picco di Natale, con un fondo rimasto molto alto (10%) da gennaio in poi. Questo ha prodotto tante persone infettate e poi rimaste immunizzate dopo la guarigione.
Per avere il totale abbiamo poi aggiunto una percentuale stimata del 10% di immunizzati da vaccinazione, e siamo cosi' arrivati al 63% di persone immunizzate in Piemonte.
Bisogna tenere presente che quando in una regione ci sono gia' il 50% di immunizzati "naturali", se si vaccina il 10% della popolazione, i nuovi vaccinati, che dobbiamo aggiungere al totale delle persone immunizzate, non e' il 10% ma solo il 5%, perche' l'altro 5% sono persone gia' dotate di immunita' "naturale", che sono state anche vaccinate, non avendo potuto fare un test sierologico preventivo.
La conseguenza e' che in Piemonte (e analogamente in tutte le altre regioni) si "spreca" il 50% (o piu') dei vaccini, cioe' la stessa percentuale esistente di persone dotate di immunita' "naturale"; cio' per poter mantenere una maggiore semplicita' della procedura di vaccinazione e procedere cosi' piu' celermente.
Il fenomeno e' piuttosto rilevante in Italia, perche' il virus e' circolato molto e per questo dovremmo avere ovunque un'elevata percentuale di persone dotate di immunita' "naturale".
Si tenga presente che quel 53% di immunizzazioni "natuali" termineranno tutte nella seconda meta' del 2021, perche' ci auguriamo ovviamente di non subire altre ondate epidemiche, grazie alle vaccinazioni. Quindi i 60 milioni di italiani dovranno essere vaccinati tutti in questi 6 mesi, per rimpiazzare le immunita' "naturali" svanite.
E poi si dovra' continuare anche nel 2022, perche' terminera' l'effetto delle vaccinazioni che si stanno facendo ora.
E dobbiamo anche augurarci che non compaia intanto qualche variante capace di eludere la protezione immunitaria dei vaccini usati.
Quando finira la pandemia?   C'e' un modo solo per uscirne fuori: dev'essere prodotto un vaccino che sia efficace contro tutte le varianti ed i cui anticorpi siano PERMANENTI, ovvero che non vengano mai eliminati dall'organismo.


Vai al giorno: ....   21/4   22/4   23/4   24/4   25/4   26/4   27/4   28/4   29/4   30/4   1/5   2/5   3/5   4/5   5/5   6/5   7/5   8/5  

SITUAZIONE DEL 30/4 (ore 18:30): I decessi di oggi in Italia sono 263 (circa 120.000 dall'inizio della pandemia), valore sotto ai 300 decessi al giorno, dopo oltre 40 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Tutti stiamo ascoltando le notizie dall'India che mostra una situazione della pandemia fuori controllo con "addirittura" a 200.000 morti (su 1366 milioni di abitanti), mentre noi in Italia siamo arrivati a 120.000 (su 60 milioni di abitanti); giornalmente oggi in India ne hanno 12 volte piu' di noi (3600 invece di 300) mentre gli indiani sono oltre 20 volte di piu'. La gravita' del caso indiano sembra essere non la densita' dei decessi ma la rapidita' di diffusione di questa variante indiana, che a questo punto sembra piu' temibile della variante inglese per contagiosita' e per gravita' (queste due caratteristiche dovrebbero essere correlate tra loro).
E' possibile che il dato indiano si riferisca solo ai decessi ufficializzati dagli organi governativi e che quelli veri siano di piu' ma il confronto e' utile comunque ad evidenziare che forse gli italiani possono essersi "abituati" a questi numeri cosi' grandi e questo non e' accettabile: questo numero dei decessi italiani va sempre valutato nella sua immensa gravita'.
Essendo a fine aprile ci dobbiamo aspettare che questo numero di decessi, dovuti alle infezioni avvenute alla fine della terza ondata (che e' cominciata a diminuire ai primi di aprile) ormai debba tendere sempre piu' ai 200 decessi al giorno.
Quando diminuiranno i decessi? Se l'intervallo medio di tempo tra il contagio ed il decesso fosse di 20 giorni (e' sicuramente poco diverso) allora avevamo previsto che nell'ultima decade di aprile i decessi sarebbero scesi verso i 200 decessi al giorno , che sono quelli corrispondenti al 10% di fondo dei contagi, secondo il nostro calcolo. Questo livello poi calera' ulteriormente quando il fondo, che e' rimasto al 10% per due settimane, scendera' ancora e significativamente per l'effetto di protezione immunitaria delle vaccinazioni, che ci aspettiamo faccia diminuire i contagi dell'epidemia degli asintomatici molto sotto al 10% (forse al 2% come nell'estate del 2020).
L'argomento ha meritato di essere approfondito, come abbiamo fatto il 4/2, commentando la stranezza dei troppi decessi.
Infatti la nostra interpretazione prevedeva valori elevati del numero di decessi (anche oltre 400), con un ritardo tipico di circa 20 giorni rispetto all'andamento della curva, che sono quelli che mediamente intercorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.

Il dato di OGGI dei positivi al test e' di 9.4% (ultimo punto a destra nel grafico ) e segue anch'esso i dati dei giorni precedenti rimanendo sul livello di fondo al 10%, sulla linea grigia precedentemente gia' disegnata, al livello dei dati dal 20/4 in poi aveva cominciato a scendere sotto al 10%.
Elenchiamo qui', prendendoli dalla tabella , i dati degli ultimi 24 giorni (dal 7/4 al 30/4):

   7    8    9   10   11    12  13   14   15   16   17   18   19  20  21   22   23 24  25    26  27  28   29  30/4

(11.6+11.1+12.5+11.7+12.4)+(9.8+8.8+10.6+11.4+10.2+10.5+11.3+10.3+8.4+8.9+10.4+10.3+8+12.3)+(9.2+11+10.6+10.3+9.4)

 <----- Zona rossa ----->  <----------------------- Zona arancione ---------------------->   <-- Zona gialla -->

Valori medi per zone: Rossa=11.9% ; Arancione (al 24/4)=9.4% ; Gialla (dal 25/4)=10.5%
MEDIA TOTALE (7/4...30/4)=10.2%   Incremento in zona gialla (da 9.4% a 10.5%) = +1.1%

I valori medi mostrano che, malgrado il passaggio dalla zona rossa alla zona arancione, i contagi NON sono risaliti ma sono scesi da 11.9% a 9.4% salvo poi risalire a 10.5% (incremento di 1.1%) dopo i festeggiamenti (cominciati un giorno prima) per la riapertura in zona gialla.
Per controllo ed informazione abbiamo calcolato nel caso di un ipotetico incremento dell'1.5% a quante persone contagiate corrisponde e che danni comporta (anche i decessi).
Quindi, mentre possiamo affermare che nei giorni precedenti il fondo dei contagi era tornato verso il valore costante del 10% che aveva prima dell'inizio della terza ondata, ora abbiamo un altro dato che abbassa il valor medio della zona gialla (finora dell'1.1%) la curva dei contagi e per questo abbiamo riportato l'andamento leggermente in salita nelle due linee rossa e grigia per evidenziare questa apparente variazione di tendenza in salita malgrado l'alto livello di immunita' diffusa raggiunto (oltre 70%) in Piemonte.
Infine segnaliamo che nelle prossime settimane ci dobbiamo aspettare una diminuzione del livello del fondo, attualmente intorno al 10%:
  1. Per la diminuzione di contagiosita' dovuta all'innalzamento della temperatura ambientale (si riduce la durata dei virus attivi nell'ambiente piu' caldo e conseguentemente si riduce l'esposizione della popolazione ai virus e cosi' la sua contagiosita' integrata nel tempo).
  2. Per l'aumento dell'immunita' diffusa per le vaccinazioni che sono in corso; valga l'esempio della Gran Bretagna che ad oggi dicono abbia un fondo degli asintomatici sceso addirittura al 0.1% (mentre noi abbiamo il 10%), pur avendo anche loro, come noi, la variante inglese, che e' molto contagiosa.

AGGIORNAMENTO DELLO STUDIO SULL'IMMUNITA' DI GREGGE:   Nell' introduzione a questo studio abbiamo spiegato cosa accade quando in un'ondata epidemica come quella recente ( terza ondata ) si raggiunge l'immunita' di gregge, cioe' quando accade che con il progredire dell'epidemia, arriva il momento in cui il numero di persone infettate raggiunge la soglia critica (il 75%?), in cui il numero degli infettati che guariscono diventa uguale al numero dei nuovi contagi (che si e' ridotto per l'alta immunita' diffusa) e cosi' la curva dei contagi diventa piatta (livello costante nel tempo).
Spieghiamo come avviene: con il crescere della percentuale di persone immunizzate il virus ha piu' difficolta' a diffondersi ed il numero di nuovi contagiati diminuisce progressivamente sempre piu' per cui il picco dei contagiati inizia a scendere anche con il contributo delle guarigioni che crescono sempre piu', fino ad un mese dopo il picco (a tanti contagi corrispondono tante guarigioni e quindi tante persone smettono di essere infette).
Poi un mese dopo la fine del picco questo contributo in diminuzione dei contagiati per guarigioni rimane piccolo e costante, perche' il picco e' finito.
I nuovi contagi continuano ad un ritmo ridotto dall'elevato livello d'immunita' diffusa, con Rt molto minore di 1 e quindi incapace di innescare la crescita esponenziale dell'epidemia (con altri picchi) ma i pochi contagi che avvengono sono sufficienti ad alimentare l' epidemia degli asintomatici che impedisce l'azzeramento dei contagi e permette al virus di continuare ad esistere e riprodursi: e' lo stesso livello di fondo, permanente, che c'era prima che iniziasse il picco della terza ondata e che rimarra' per sempre, ad un livello che puo' variare lentamente con la contagiosita' del virus (che dipende da: tempeatura, immunita' vaccinale, comportamenti piu' o meno virtuosi della gente, ecc.).
Questo livello permanente dei contagi dipende dalla contagiosita' del virus, perche' piu' e' facile per lui infettare, tante piu' persone infetta e tanto piu' alto e' il livello costante nel tempo dell'epidemia degli asintomatici (la chiamiamo cosi' perche' le cariche virali che rilasciano sono modeste e quindi se si attaccano su una persona infettandola quasi sempre l'infezione e' asintomatica).
Quindi il livello di questi contagi di fondo e' piu' alto (10%) se il virus e' la variante inglese (che e' piu' contagiosa) ed e' piu' basso in estate (perche' con la temperatura alta la contagiosita' si riduce).
Questo e' lo scenario in cui si e' sviluppata la terza ondata, che secondo noi si e' conclusa grazie all'alto livello d'immunita' raggiunto in Piemonte e che noi abbiamo calcolato essere al 72% , ricavando il numero di contagiati (poi immunizzati) dai dati reali misurati.
Come si puo' vedere in tabella la terza ondata si e' conclusa il 12/4, giorno in cui il livello dei contagi e' diventato costante al 10% fino al 19/4, giorno in cui sembrava che il livello del fondo potesse scendere al 9%.
Pero' dal giorno 27/4 si e' manifestato un incremento dell'1% circa, che ha riportato il livello dei contagi di fondo poco sopra al 10%.
Quindi la conclusione provvisoria e' che:
  1. La terza ondata si e' conclusa in modo consistente con l'ipotesi che il livello d'immunita' diffusa raggiunta in Piemonte sia molto vicino alla soglia dell'immunita' di gregge.
  2. L'andamento dei contagi che si vede nel grafico e' proprio come quello descritto nella nostra introduzione , in particolare con il livello costante del 10% assunto alla fine del picco (che e' il livello dell'epidemia degli asintomatici).
  3. Qualche evento dovrebbe essere avvenuto uno o due giorni prima del giorno 27/4, in cui si e' manifestato un probabile incremento dei contagi intorno all'1% (il 26/4 il Piemonte si e' riaperto in zona gialla ed il giorno prima ci sono stati molti festeggiamenti, ripresi in TV).
Abbiamo gia' enfatizzato che e' importantissimo adottare comportamenti idonei a diminuire il livello di fondo dei contagi e non devono accadere invece eventi che vanno in direzione opposta, perche' altrimenti i costi umani sono insopportabili.
Aspettiamo di vedere l'evoluzione futura per continuare ad interpretarla conformemente al nostro modello di comprensione della pandemia.

SPIEGAZIONE DELLA RISALITA:   La risalita dei contagi che sembra esserci, dalla vigilia della riapertura in zona gialla in poi, potrebbe essere dovuta ai comportamenti sbagliati della gente che festeggiava.
Una volta creati i contagi, prodotti durante un evento (festeggiamenti) in cui non si sono mantenuti comportamenti corretti per evitare il propagarsi dei contagi, non spariscono il giorno dopo, quando l'evento si e' concluso, ma permangono fino alla completa guarigione delle persone infettate (che al 95% non hanno alcun sintomo): ci vuole un mese di tempo perche' gli anticorpi riescano a vincere e durante quel mese i virus si riproducono, distruggendo cellule umane e provocando danni; inoltre fuoriescono nell'ambiente, cercando di infettare qualcun'altro ma raramente ci riescono.
Durante questo mese queste persone infette possono percio' diffondere il contagio e creare focolai che potrebbero far dilagare l'epidemia.
Questo pero' crediamo che ora non accadra' per l'alto livello d'immunita' diffusa in Piemonte (oltre il 70%), che rende difficile al virus di propagarsi: l'immunita' diffusa abbassa la "contagiosita'" del virus rendendo Rt molto minore di 1 ed allora la diffusione esponenziale non parte ma qualche contagio puo' verificarsi ugualmente.
La curva dei contagi non inizia a salire ma ha un incremento permanente per un mese, che non si puo' ridurre, perche' sono persone che smetteranno di essere infette (cioe' positive al test) solo dopo che saranno guarite e non prima: non ci sono restrizioni o vaccinazioni che possano ridurre quell'incremento di contagi prima di un mese dall'inizio dell'infezione.
A far salire la curva dei contagi si fa subito: basta una giornata di shopping sfrenato (com'e' accaduto nei giorni del picco di Natale). Per farla ridiscendere poi ci vuole almeno un mese (se non parte la diffusione esponenziale, se no e' molto peggio).
Una piccola frazione dei contagiati (circa 5%) potrebbe dover essere ricoverata in ospedale ed i piu' sfortunati dei ricoverati (circa il 3%) potrebbero anche non farcela. Il Covid-19 purtroppo e' cosi'.
Ipotizziamo percio' che i festeggiamenti per la riapertura in zona gialla del Piemonte abbiano provocato l' innalzamento del livello dei contagi che forse potremo vedere nel grafico , se i dati dei prossimi giorni lo confermeranno: per ora sembra essere di +1.5% circa.
Per curiosita' abbiamo valutato il numero di persone contagiate ed i danni prodotti da un incremento ipotetico dell'1.5% dei contagi.
Dal 12/4 la terza ondata e' finita ed i contagi hanno assunto un andamento costante intorno al 10%. Malgrado dei nuovi contagi stiano avvenendo, la curva dei contagi non e' salita ma e' rimasta costante, al livello del fondo (degli asintomatici), perche' ci sono tanti nuovi contagi quante persone infette che smettono di essere positive al test per guarigione.
A far diminuire i contagi ci aiutera' la crescente immunita' vaccinale ma lentamente nel tempo (ancora e' insufficiente perche' stenta a farli scendere sotto al 10%), per cui nel breve periodo, al possibile aumento dei contagi dovrebbe far fronte il buon senso della popolazione, che se informata, intelligentemente e senza panico dovrebbe essere indotta a dei comportamenti improntati alla massima cautela, per evitare di contagiarsi (forse la mascherina all'aperto non serve, vista la scarsa efficia da noi rilevata delle restrizioni della zona rossa contro questo virus in circolazione, che e' la variante inglese).
Sarebbe piu' facile se tutti sapessero che l'attuale virus, che non e' sparito ma seguita a circolare, non e' quello di prima ma un altro molto piu' contagioso.
Sara' di grande interesse vedere se nei prossimi due giorni verra' confermata questa risalita anche perche' se fosse troppo elevata potrebbe rappresentare una pessima notizia, che potrebbe addirittura preludere all'arrivo di una nuova variante (indiana?) capace di eludere le difese immunitarie finora accumulate che stanno proteggendo la popolazione (mi riferisco al livello d'immunita' intorno al 70% finora raggiunto in Piemonte).
Le nostre conclusioni potranno essere aggiornate solo dopo che questo punto sara' chiarito dai dati in arrivo nei prossimi giorni.
Ci auguriamo ovviamente che i dati scendano tutti sotto al 10% per diminuire poi ulteriormente con l'aumento del numero delle persone immunizzate per vaccinazione e con l'aumento della temperatura ambientale.

RIAPERTURE:   Alla luce dei risultati ottenuti con le restrizioni adottate di recente (zona rossa e poi arancione) non risulta che siano riuscite a diminuire significativamente i contagi.
Questa diminuzione fino all'altro ieri risultava invece essere stata provocata dalla crescita del livello dell'immunita' diffusa, arrivata molto in alto (72%) , che fortunatamente seguitera' ad esistere e crescere anche dopo le riaperture.
Ora sembra si presenti una temibile risalita dei contagi dopo la riapertura , poiche' e' possibile che la gente NON abbia imparato a comportarsi consapevolmente , cosa che non s'impara e che porta a prolungare le restrizioni anche se il costo di 3 mesi di chiusura in Italia e' di 40 miliardi, per cui in Piemonte 2 settimane dovrebbero costare circa 300 milioni (in "sostegni") oltre ai costi sociali.
Dobbiamo sempre contare sulla protezione delle immunita' anche se decadono con il passare del tempo e la popolazione poi torna ad essere sempre piu' vulnerabile alle infezioni, perche' con il diminuire delle immunita' aumenta la contagiosita' del virus (di meno se e' estate) e cosi' puo' partire una nuova ondata epidemica.
La novita' di ora e' che le immunita' non diminuiranno, perche' le vaccinazioni compenseranno in eccesso il decadimento delle immunita' naturali derivanti dalle infezioni avvenute durante la seconda ondata, non piu' lontana di 6 mesi fa.
Quindi la percentuale di immunizzati, che ha fatto terminare la terza ondata con questa temperatura stagionale (in crescita) non diminuira' (anzi e' gia' cresciuta di un altro 8% ), avvicinandosi sempre di piu' al livello dell'immunita' di gregge.
Questa novita' rende inadeguati i provvedimenti adottati nel passato, che sembra ora stiano terminando.
In tutte le riaperture si dovranno pero' mantenere sempre i giusti comportamenti. per evitare i rischi paventati nel calcolo dei danni prodotti dagli affollamenti della gente.

RESTRIZIONI:   Non ci sembra di rilevare che ci sia stato un increnento di contagi dovuto all'allentamento delle restrizioni della zona rossa, divenuta arancione.
Questo conferma la previsione che avevamo fatto, che mentre le restrizioni della zona rossa sono efficaci contro il Sars-CoV-2 (che e' presente solo al 10%, il resto e' tutto variante inglese; abbiamo visto dal grafico della seconda ondata , quando il virus era solo il Sars-CoV-2, che le restrizioni della zona rossa fanno dimezzare i contagi in 9 giorni, con la variante inglese invece l'efficacia delle restrizioni della zona rossa e' praticamente nulla, come si puo' vedere nella curva dei contagi a causa della sua alta CONTAGIOSITA' (ci vorrebbe il lockdown totale).
La novita' che le restrizioni ai distanziamenti della zona rossa, alla variante inglese sembra che non le facciano "un baffo", non vuol dire che potevamo risparmiarcele, per almeno due motivi:
  1. Essendo la prima volta con la variante inglese, non potevamo sapere che non sarebbero state efficaci.
  2. Sono servite anche a ridurre i comportamenti pericolosi di chi non vuole rinunciare a stare insieme con tante altre persone in assembramenti dove, ogni persona eventualmente infetta ne contagia non 1 o 2 ma tante altre (decine), tutte insieme producendo danni importanti.
Quindi la zona rossa e' servita a tenere a bada, nei momenti piu' critici della terza ondata, queste persone, dominate da un loro egoismo poco civile (le liberta' personali si riducono dove arrecano grave danno alla salute altrui), possono far salire i contagi con i loro comportamenti e costare cosi' tanto alla comunita' (si stima che 3 mesi di zona rossa in tutta Italia costino 40 miliardi, oltre ai danni sociali: veramente troppo).
Speravamo che non si scatenassero dopo la riapertura del 26/4, perche' e' proprio tra loro che nascono i "superdiffusori", persone difficilmente individuabili che creano i vari focolai d'infezione. Il dato di oggi ci solleva piu' di una preoccupazione in merito.
Credo che, nella situazione attuale in Piemonte, loro siano il vero pericolo per la salita dei contagi della variante inglese, molto piu' dei tavoli dentro o fuori i ristoranti (basta imporre che i locali siano dotati del giusto ricambio dell'aria) e cosi' pure per scuole, bar, palestre, piscine, ecc.
Se si riuscisse a controllarli, credo che non servirebbero le RESTRIZIONI , dato che funzionano poco con questa variante inglese e che si potrebbero anche lasciare molte attivita' aperte, magari in modo intelligente , se c'e' un'alta immunita' diffusa, anche se piu' bassa dell'immunita' di gregge, perche' funzionerebbe sempre molto meglio delle restrizioni e potrebbe essere sufficiente ad impedire la risalita dei contagi.
Comunque si devono sempre tenere ben presenti le nostre raccomandazioni per le riaperture.

FONDO:   All'inizio della terza ondata il fondo era arrivato al 10%, dopo l'arrivo della variante inglese a Natale, che ne aveva innalzato il livello dal 2% costante (prima del picco di Natale) al 10% costante (dopo il picco di Natale).
Ora la variante inglese, con la sua alta contagiosita', si e' diffusa nel Piemonte molto piu' del Sars-CoV-2, quintuplicando i contagi del fondo dal 2% del Sars-CoV-2 al 10% della variante inglese (ora in discesa, all'8%, dopo il picco della terza ondata, che ha generato tanti altri virus in piu').
Il valor medio del 10% e' ancora un livello elevatissimo ma fortinatamente sembra che si stia abbassando per l'aumento della percentuale di persone immunizzate nella popolazione del Piemonte con le vaccinazioni.
Ci vorra' ancora un po' di tempo, poi ci aiutera' anche l'innalzanento della temperatura stagionale.
Fino ad allora, se il livello di fondo dei contagi intorno al 10% perdurasse, ci causera' circa 200 decessi al giorno .
Per questo dobbiamo procedere con le vaccinazioni, anche se gli anticorpi generati svaniranno durante l'inverno 2022 (30 milioni di vaccinazioni andranno percio' ripetute prima della fine del 2021).
Il 10% si colloca molto vicino al livello del fondo indicato alla fine della linea grigia, che unisce le valli della curva, che risulta disegnata in modo appropriato lungo la discesa ormai completata verso la linea del fondo che sembrava potesse scendere sotto al 10%, prima del dato di oggi (se vero).
Quindi per ora, malgrado si sia arrivati al 61+11% di immunizzati , il fondo dei contagi degli asintomatici potrebbe essere rimasto vicino al 10%, com'era prima della terza ondata.
Dobbiamo auspicare percio' che i dati dei prossimi giorni continuino a scendere rispetto alla linea orizzontale che abbiamo disegnato a destra nel grafico dal livello del fondo costante attuale del 10%, malgrado gli ultimi due dati lasciano temere il peggio.
Questo e' un punto importantissimo, perche' si tratta del livello del fondo permanente dei contagi, alimentato dall' epidemia degli asintomatici , che e' cresciuto dal 2% al 10% dopo l'arrivo della variante inglese ma che dovrebbe scendere con l'aumento dell'immunita' diffusa, che ora abbiamo stimato al 72% e poi, con il progredire delle prossime vaccinazioni, salira' ancora.
Anche il 10% di fondo e' un livello altissimo che noi dobbiamo assolutamente abbassare (con le vaccinazioni), perche' altrimenti causerebbe circa 200 decessi al giorno (finche' dura).

COS'E' ACCADUTO:   Abbiamo gia' presentato i nostri risultati preliminari.
Il dato odierno conferma ulteriormente, dopo 31 giorni dall'inizio della zona rossa in Piemonte, la discesa nella curva dei contagi , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese, che e' stata la componente che, con una sua leggera crescita malgrado la zona rossa, aveva ritardato la discesa della curva dei contagi.
Infatti in questa terza ondata, secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, e' accaduto che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 sono calati, dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese (presente al 90% circa) sono cresciuti, per la sua maggiore contagiosita' , in pari misura in modo che i due contributi si equivalevano ed i contagi sono rimasti cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
La discesa che abbiamo iniziato a disegnare con le nostre due linee rossa e grigia nel grafico si e' ormai completata con il "pianerottolo del fondo al 10%, che pero' ora potrebbe risalire.

LA CAUSA DELLA DIMINUZIONE DEI CONTAGI:
  • ZONA ROSSA: Non ci sembra che la diminuzione dei contagi possa essere attribuita alle onerose restrizioni della zona rossa per il lungo ritardo (15 giorni) con cui la diminuzione e' iniziata.
  • TEMPERATURA AMBIENTALE: Nei due giorni (7 e 8 aprile), non si e' riscontrata una risalita della curva per effetto della MINORE temperatura ambientale, quindi abbiamo concluso che non e' stato l'innalzamento della temperatura ambientale a provocare l'inizio della discesa dei contagi.
  • NUMERO DI IMMUNIZZATI: Il 9/4 con il calcolo del numero di immunizzati attualmente esistenti in Piemonte (63+8%), abbiamo visto che questo numero e' compatibile con il raggiungimento di quel limite che, facendo diminuire la contagiosita' del virus (perche' comincia sempre piu' ad avere difficolta' a trovare persone infettabili), rende plausibile che sia proprio questa la causa della discesa dei contagi.
Se fosse corretta, questa interpretazione degli eventi avrebbe notevoli CONSEGUENZE sulla campagna di vaccinazioni in corso e sul raggiungimento dell'immunita' di gregge.

Ecco allora il punto della situazione in Piemonte:
  • Durante le feste di Natale i contagi sono saliti fino al 18% per poi scendere con la zona rossa al 10% fino a tutto febbraio (era il Sars-CoV-2 perche' con la zona rossa i contagi sono calati al 10% ma la variante inglese c'era gia', perche' non si e' riusciti a scendere sotto al 10%, che e' troppo alto per essere solo Sars-CoV-2).
  • Dai primi giorni di marzo il livello dei contagi ha iniziato a crescere mantenendosi costantemente un po' sopra al 15%, che e' un valore decisamente alto (e' la variante inglese, che a questi livelli provoca poi i 500 decessi al giorno).
  • Il 15/3 e' iniziata la zona rossa per far calare i contagi.
  • Al 2/4, oltre due settimane dopo, si e' potuto constatare che la zona rossa era inefficace contro la variante inglese, perche' i contagi erano ancora al 18% quando abbiamo visto, anche nella seconda ondata, che il Sars-CoV-2 si dimezza in soli 9 giorni. Ora dopo il 26/4 avrebbe dovuto permanere la discesa da questo picco, scesa dal 18% al 9.2%, mentre invece sembra che dobbiamo preoccuparci di una possibile risalita dei contagi (vedi l'andamento delle due linee rossa e grigia disegnate a destra nel grafico.
    Ci auguriamo che questo fondo riesca a scendere sotto al 10%, che era il livello del fondo degli asintomatici prima dell'inizio di questa terza ondata, che CONSIDERIAMO ORMAI CONCLUSA.
  • Cio' anche se il livello del fondo e' ancora troppo alto. E' conseguenza dell'alta contagiosita' della variante inglese, che da ora sostituisce il Sars-CoV-2 nell'epidemia degli asintomatici, con cui il virus vorrebbe arrivare fino all'autunno prossimo, per poi iniziare la quarta ondata.
    Ma l'immunita' di gregge ne dovra' abbassare la contagiosita' e cosi' il livello prima di allora e se la gente non impazzira' con "libera tutti" inopportuni durante l'estate, dovremmo riuscire ad impedirgli di resuscitare con la quarta ondata ed evitare ogni restrizione: sara' tutto aperto ma dovremo avere sempre la guardia ben alta per non dover chiudere di nuovo.
  • Evidentemente abbiamo avuto a che fare con una variante diversa (inglese), di contagiosita' cosi' elevata che le restrizioni imposte dalla zona rossa non sono state sufficienti ad arrestarne la diffusione, che e' proceduta incrementando i contagi e compensando, in questo caso per due settimane, la discesa di quelli del Sars-CoV-2 ancora presenti (circa il 10%), prodotta dalla zona rossa.
A causa dei dati degli ultimi giorni, manteniamo lo stato di LEGGERA RISALITA SOPRA AL FONDO DEL 10% in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.



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SITUAZIONE DEL 29/4 (ore 17:20): I decessi di oggi in Italia sono 288 (circa 120.000 dall'inizio della pandemia), valore sotto ai 400 decessi al giorno, dopo oltre 40 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Tutti stiamo ascoltando le notizie dall'India che mostra una situazione della pandemia fuori controllo con "addirittura" a 200.000 morti (su 1366 milioni di abitanti), mentre noi in Italia siamo arrivati a 120.000 (su 60 milioni di abitanti); giornalmente oggi in India ne hanno 12 volte piu' di noi (3600 invece di 300) mentre gli indiani sono oltre 20 volte di piu'. La gravita' del caso indiano sembra essere non la densita' dei decessi ma la rapidita' di diffusione di questa variante indiana, che a questo punto sembra piu' temibile della variante inglese per contagiosita' e per gravita' (queste due caratteristiche dovrebbero essere correlate tra loro).
E' possibile che il dato indiano si riferisca solo ai decessi ufficializzati dagli organi governativi e che quelli veri siano di piu' ma il confronto e' utile comunque ad evidenziare che forse gli italiani possono essersi "abituati" a questi numeri cosi' grandi e questo non e' accettabile: questo numero dei decessi italiani va sempre valutato nella sua immensa gravita'.
Essendo a fine aprile ci dobbiamo aspettare che questo numero di decessi, dovuti alle infezioni avvenute alla fine della terza ondata (che e' cominciata a diminuire ai primi di aprile) ormai debba tendere sempre piu' ai 200 decessi al giorno.
Quando diminuiranno i decessi? Se l'intervallo medio di tempo tra il contagio ed il decesso fosse di 20 giorni (e' sicuramente poco diverso) allora avevamo previsto che nell'ultima decade di aprile i decessi sarebbero scesi verso i 200 decessi al giorno , che sono quelli corrispondenti al 10% di fondo dei contagi, secondo il nostro calcolo. Questo livello poi calera' ulteriormente quando il fondo, che e' rimasto al 10% per due settimane, scendera' ancora e significativamente per l'effetto di protezione immunitaria delle vaccinazioni, che ci aspettiamo faccia diminuire i contagi dell'epidemia degli asintomatici molto sotto al 10% (forse al 2% come nell'estate del 2020).
L'argomento ha meritato di essere approfondito, come abbiamo fatto il 4/2, commentando la stranezza dei troppi decessi.
Infatti la nostra interpretazione prevedeva valori elevati del numero di decessi (anche oltre 400), con un ritardo tipico di circa 20 giorni rispetto all'andamento della curva, che sono quelli che mediamente intercorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.

Il dato di OGGI dei positivi al test e' di 10.3% (ultimo punto a destra nel grafico ) e segue anch'esso i dati dei giorni precedenti che erano stati anch'essi alti, oltre il livello di fondo, che con i dati dal 20/4 in poi aveva cominciato a scendere sotto al 10%.
Elenchiamo qui', prendendoli dalla tabella , i dati degli ultimi 23 giorni (dal 7/4 al 29/4):

   7    8    9   10   11    12  13   14   15   16   17   18   19  20  21   22   23 24  25    26  27  28  29 Aprile

(11.6+11.1+12.5+11.7+12.4)+(9.8+8.8+10.6+11.4+10.2+10.5+11.3+10.3+8.4+8.9+10.4+10.3+8+12.3)+(9.2+11+10.6+10.3)

 <----- Zona rossa ----->  <----------------------- Zona arancione ---------------------->   <-- Zona gialla -->

Valori medi per zone: Rossa=11.9% ; Arancione (al 24/4)=9.4% ; Gialla (dal 25/4)=10.7%
MEDIA TOTALE (7/4...29/4)=10.2%   Incremento in zona gialla (da 9.4% a 10.7%) = +1.3%

I valori medi mostrano che, malgrado il passaggio dalla zona rossa alla zona arancione, i contagi NON sono risaliti ma sono scesi da 11.9% a 9.4% salvo poi risalire a 10.7% dopo i festeggiamenti (cominciati un giorno prima) per la riapertura in zona gialla.
Per controllo ed informazione abbiamo calcolato nel caso di un ipotetico incremento dell'1.5% a quante persone contagiate corrisponde e che danni comporta (anche i decessi).
Quindi, mentre possiamo affermare che nei giorni precedenti il fondo dei contagi era tornato verso il valore costante del 10% che aveva prima dell'inizio della terza ondata, ora abbiamo un altro dato che sembra riportare in salita (finora dell'1.3%) la curva dei contagi e per questo abbiamo modificato l'andamento precedente delle due linee rossa e grigia per evidenziare questa apparente variazione di tendenza in salita malgrado l'alto livello di immunita' diffusa raggiunto (oltre 70%) in Piemonte.

AGGIORNAMENTO DELLO STUDIO SULL'IMMUNITA' DI GREGGE:   Nell' introduzione a questo studio abbiamo spiegato cosa accade quando in un'ondata epidemica come quella recente ( terza ondata ) si raggiunge l'immunita' di gregge, cioe' quando accade che con il progredire dell'epidemia, arriva il momento in cui il numero di persone infettate raggiunge la soglia critica (il 75%?), in cui il numero degli infettati che guariscono diventa uguale al numero dei nuovi contagi (che si e' ridotto per l'alta immunita' diffusa) e cosi' la curva dei contagi diventa piatta (livello costante nel tempo).
Spieghiamo come avviene: con il crescere della percentuale di persone immunizzate il virus ha piu' difficolta' a diffondersi ed il numero di nuovi contagiati diminuisce progressivamente sempre piu' per cui il picco dei contagiati inizia a scendere anche con il contributo delle guarigioni che crescono sempre piu', fino ad un mese dopo il picco (a tanti contagi corrispondono tante guarigioni e quindi tante persone smettono di essere infette).
Poi un mese dopo la fine del picco questo contributo in diminuzione dei contagiati per guarigioni rimane piccolo e costante, perche' il picco e' finito.
I nuovi contagi continuano ad un ritmo ridotto dall'elevato livello d'immunita' diffusa, con Rt molto minore di 1 e quindi incapace di innescare la crescita esponenziale dell'epidemia (con altri picchi) ma i pochi contagi che avvengono sono sufficienti ad alimentare l' epidemia degli asintomatici che impedisce l'azzeramento dei contagi e permette al virus di continuare ad esistere e riprodursi: e' lo stesso livello di fondo, permanente, che c'era prima che iniziasse il picco della terza ondata e che rimarra' per sempre, ad un livello che puo' variare lentamente con la contagiosita' del virus (che dipende da: tempeatura, immunita' vaccinale, comportamenti piu' o meno virtuosi della gente, ecc.).
Questo livello permanente dei contagi dipende dalla contagiosita' del virus, perche' piu' e' facile per lui infettare, tante piu' persone infetta e tanto piu' alto e' il livello costante nel tempo dell'epidemia degli asintomatici (la chiamiamo cosi' perche' le cariche virali che rilasciano sono modeste e quindi se si attaccano su una persona infettandola quasi sempre l'infezione e' asintomatica).
Quindi il livello di questi contagi di fondo e' piu' alto (10%) se il virus e' la variante inglese (che e' piu' contagiosa) ed e' piu' basso in estate (perche' con la temperatura alta la contagiosita' si riduce).
Questo e' lo scenario in cui si e' sviluppata la terza ondata, che secondo noi si e' conclusa grazie all'alto livello d'immunita' raggiunto in Piemonte e che noi abbiamo calcolato essere al 72% , ricavando il numero di contagiati (poi immunizzati) dai dati reali misurati.
Come si puo' vedere in tabella la terza ondata si e' conclusa il 12/4, giorno in cui il livello dei contagi e' diventato costante al 10% fino al 19/4, giorno in cui sembrava che il livello del fondo potesse scendere al 9%.
Pero' dal giorno 27/4 si e' manifestato un incremento dell'1% circa, che ha riportato il livello dei contagi di fondo poco sopra al 10%.
Quindi la conclusione provvisoria e' che:
  1. La terza ondata si e' conclusa in modo consistente con l'ipotesi che il livello d'immunita' diffusa raggiunta in Piemonte sia molto vicino alla soglia dell'immunita' di gregge.
  2. L'andamento dei contagi che si vede nel grafico e' proprio come quello descritto nella nostra introduzione , in particolare con il livello costante del 10% assunto alla fine del picco (che e' il livello dell'epidemia degli asintomatici).
  3. Qualche evento dovrebbe essere avvenuto uno o due giorni prima del giorno 27/4, in cui si e' manifestato un probabile incremento dei contagi intorno all'1% (il 26/4 il Piemonte si e' riaperto in zona gialla ed il giorno prima ci sono stati molti festeggiamenti, ripresi in TV).
Abbiamo gia' enfatizzato che e' importantissimo adottare comportamenti idonei a diminuire il livello di fondo dei contagi e non devono accadere invece eventi che vanno in direzione opposta, perche' altrimenti i costi umani sono insopportabili.
Aspettiamo di vedere l'evoluzione futura per continuare ad interpretarla conformemente al nostro modello di comprensione della pandemia.

SPIEGAZIONE DELLA RISALITA:   La risalita dei contagi che sembra esserci, dalla vigilia della riapertura in zona gialla in poi, potrebbe essere dovuta ai comportamenti sbagliati della gente che festeggiava.
Una volta creati i contagi, prodotti durante un evento (festeggiamenti) in cui non si sono mantenuti comportamenti corretti per evitare il propagarsi dei contagi, non spariscono il giorno dopo, quando l'evento si e' concluso, ma permangono fino alla completa guarigione delle persone infettate (che al 95% non hanno alcun sintomo): ci vuole un mese di tempo perche' gli anticorpi riescano a vincere e durante quel mese i virus si riproducono, distruggendo cellule umane e provocando danni; inoltre fuoriescono nell'ambiente, cercando di infettare qualcun'altro ma raramente ci riescono.
Durante questo mese queste persone infette possono percio' diffondere il contagio e creare focolai che potrebbero far dilagare l'epidemia.
Questo pero' crediamo che ora non accadra' per l'alto livello d'immunita' diffusa in Piemonte (oltre il 70%), che rende difficile al virus di propagarsi: l'immunita' diffusa abbassa la "contagiosita'" del virus rendendo Rt molto minore di 1 ed allora la diffusione esponenziale non parte ma qualche contagio puo' verificarsi ugualmente.
La curva dei contagi non inizia a salire ma ha un incremento permanente per un mese, che non si puo' ridurre, perche' sono persone che smetteranno di essere infette (cioe' positive al test) solo dopo che saranno guarite e non prima: non ci sono restrizioni o vaccinazioni che possano ridurre quell'incremento di contagi prima di un mese dall'inizio dell'infezione.
A far salire la curva dei contagi si fa subito: basta una giornata di shopping sfrenato (com'e' accaduto nei giorni del picco di Natale). Per farla ridiscendere poi ci vuole almeno un mese (se non parte la diffusione esponenziale, se no e' molto peggio).
Una piccola frazione dei contagiati (circa 5%) potrebbe dover essere ricoverata in ospedale ed i piu' sfortunati dei ricoverati (circa il 3%) potrebbero anche non farcela. Il Covid-19 purtroppo e' cosi'.
Ipotizziamo percio' che i festeggiamenti per la riapertura in zona gialla del Piemonte abbiano provocato l' innalzamento del livello dei contagi che forse potremo vedere nel grafico , se i dati dei prossimi giorni lo confermeranno: per ora sembra essere di +1.5% circa.
Per curiosita' abbiamo valutato il numero di persone contagiate ed i danni prodotti da un incremento dell'1.5% dei contagi.
Dal 12/4 la terza ondata e' finita ed i contagi hanno assunto un andamento costante intorno al 10%. Malgrado dei nuovi contagi stiano avvenendo, la curva dei contagi non e' salita ma e' rimasta costante, al livello del fondo (degli asintomatici), perche' ci sono tanti nuovi contagi quante persone infette che smettono di essere positive al test per guarigione.
A far diminuire i contagi ci aiutera' la crescente immunita' vaccinale ma lentamente nel tempo (ancora e' insufficiente perche' stenta a farli scendere sotto al 10%), per cui nel breve periodo, al possibile aumento dei contagi dovrebbe far fronte il buon senso della popolazione, che se informata, intelligentemente e senza panico dovrebbe essere indotta a dei comportamenti improntati alla massima cautela, per evitare di contagiarsi (forse la mascherina all'aperto non serve, vista la scarsa efficia da noi rilevata delle restrizioni della zona rossa contro questo virus in circolazione, che e' la variante inglese).
Sarebbe piu' facile se tutti sapessero che l'attuale virus, che non e' sparito ma seguita a circolare, non e' quello di prima ma un altro molto piu' contagioso.
Sara' di grande interesse vedere se nei prossimi due giorni verra' confermata questa risalita anche perche' se fosse troppo elevata potrebbe rappresentare una pessima notizia, che potrebbe addirittura preludere all'arrivo di una nuova variante (indiana?) capace di eludere le difese immunitarie finora accumulate che stanno proteggendo la popolazione (mi riferisco al livello d'immunita' intorno al 70% finora raggiunto in Piemonte).
Le nostre conclusioni potranno essere aggiornate solo dopo che questo punto sara' chiarito dai dati in arrivo nei prossimi giorni.
Ci auguriamo ovviamente che i dati scendano tutti sotto al 10% per diminuire poi ulteriormente con l'aumento del numero delle persone immunizzate per vaccinazione e con l'aumento della temperatura ambientale.

RIAPERTURE:   Alla luce dei risultati ottenuti con le restrizioni adottate di recente (zona rossa e poi arancione) non risulta che siano riuscite a diminuire significativamente i contagi.
Questa diminuzione fino all'altro ieri risultava invece essere stata provocata dalla crescita del livello dell'immunita' diffusa, arrivata molto in alto (72%) , che fortunatamente seguitera' ad esistere e crescere anche dopo le riaperture.
Ora sembra si presenti una temibile risalita dei contagi dopo la riapertura , poiche' e' possibile che la gente NON abbia imparato a comportarsi consapevolmente , cosa che non s'impara e che porta a prolungare le restrizioni anche se il costo di 3 mesi di chiusura in Italia e' di 40 miliardi, per cui in Piemonte 2 settimane dovrebbero costare circa 300 milioni (in "sostegni") oltre ai costi sociali.
Dobbiamo sempre contare sulla protezione delle immunita' anche se decadono con il passare del tempo e la popolazione poi torna ad essere sempre piu' vulnerabile alle infezioni, perche' con il diminuire delle immunita' aumenta la contagiosita' del virus (di meno se e' estate) e cosi' puo' partire una nuova ondata epidemica.
La novita' di ora e' che le immunita' non diminuiranno, perche' le vaccinazioni compenseranno in eccesso il decadimento delle immunita' naturali derivanti dalle infezioni avvenute durante la seconda ondata, non piu' lontana di 6 mesi fa.
Quindi la percentuale di immunizzati, che ha fatto terminare la terza ondata con questa temperatura stagionale (in crescita) non diminuira' (anzi e' gia' cresciuta di un altro 8% ), avvicinandosi sempre di piu' al livello dell'immunita' di gregge.
Questa novita' rende inadeguati i provvedimenti adottati nel passato, che sembra ora stiano terminando.
In tutte le riaperture si dovranno pero' mantenere sempre i giusti comportamenti. per evitare i rischi paventati nel calcolo dei danni prodotti dagli affollamenti della gente.

RESTRIZIONI:   Non ci sembra di rilevare che ci sia stato un increnento di contagi dovuto all'allentamento delle restrizioni della zona rossa, divenuta arancione.
Questo conferma la previsione che avevamo fatto, che mentre le restrizioni della zona rossa sono efficaci contro il Sars-CoV-2 (che e' presente solo al 10%, il resto e' tutto variante inglese; abbiamo visto dal grafico della seconda ondata , quando il virus era solo il Sars-CoV-2, che le restrizioni della zona rossa fanno dimezzare i contagi in 9 giorni, con la variante inglese invece l'efficacia delle restrizioni della zona rossa e' praticamente nulla, come si puo' vedere nella curva dei contagi a causa della sua alta CONTAGIOSITA' (ci vorrebbe il lockdown totale).
La novita' che le restrizioni ai distanziamenti della zona rossa, alla variante inglese sembra che non le facciano "un baffo", non vuol dire che potevamo risparmiarcele, per almeno due motivi:
  1. Essendo la prima volta con la variante inglese, non potevamo sapere che non sarebbero state efficaci.
  2. Sono servite anche a ridurre i comportamenti pericolosi di chi non vuole rinunciare a stare insieme con tante altre persone in assembramenti dove, ogni persona eventualmente infetta ne contagia non 1 o 2 ma tante altre (decine), tutte insieme producendo danni importanti.
Quindi la zona rossa e' servita a tenere a bada, nei momenti piu' critici della terza ondata, queste persone, dominate da un loro egoismo poco civile (le liberta' personali si riducono dove arrecano grave danno alla salute altrui), possono far salire i contagi con i loro comportamenti e costare cosi' tanto alla comunita' (si stima che 3 mesi di zona rossa in tutta Italia costino 40 miliardi, oltre ai danni sociali: veramente troppo).
Speravamo che non si scatenassero dopo la riapertura del 26/4, perche' e' proprio tra loro che nascono i "superdiffusori", persone difficilmente individuabili che creano i vari focolai d'infezione. Il dato di oggi ci solleva piu' di una preoccupazione in merito.
Credo che, nella situazione attuale in Piemonte, loro siano il vero pericolo per la salita dei contagi della variante inglese, molto piu' dei tavoli dentro o fuori i ristoranti (basta imporre che i locali siano dotati del giusto ricambio dell'aria) e cosi' pure per scuole, bar, palestre, piscine, ecc.
Se si riuscisse a controllarli, credo che non servirebbero le RESTRIZIONI , dato che funzionano poco con questa variante inglese e che si potrebbero anche lasciare molte attivita' aperte, magari in modo intelligente , se c'e' un'alta immunita' diffusa, anche se piu' bassa dell'immunita' di gregge, perche' funzionerebbe sempre molto meglio delle restrizioni e potrebbe essere sufficiente ad impedire la risalita dei contagi.
Comunque si devono sempre tenere ben presenti le nostre raccomandazioni per le riaperture.

FONDO:   All'inizio della terza ondata il fondo era arrivato al 10%, dopo l'arrivo della variante inglese a Natale, che ne aveva innalzato il livello dal 2% costante (prima del picco di Natale) al 10% costante (dopo il picco di Natale).
Ora la variante inglese, con la sua alta contagiosita', si e' diffusa nel Piemonte molto piu' del Sars-CoV-2, quintuplicando i contagi del fondo dal 2% del Sars-CoV-2 al 10% della variante inglese (ora in discesa, all'8%, dopo il picco della terza ondata, che ha generato tanti altri virus in piu').
Il valor medio del 10% e' ancora un livello elevatissimo ma fortinatamente sembra che si stia abbassando per l'aumento della percentuale di persone immunizzate nella popolazione del Piemonte con le vaccinazioni.
Ci vorra' ancora un po' di tempo, poi ci aiutera' anche l'innalzanento della temperatura stagionale.
Fino ad allora, se il livello di fondo dei contagi intorno al 10% perdurasse, ci causera' circa 200 decessi al giorno .
Per questo dobbiamo procedere con le vaccinazioni, anche se gli anticorpi generati svaniranno durante l'inverno 2022 (30 milioni di vaccinazioni andranno percio' ripetute prima della fine del 2021).
Il 10% si colloca molto vicino al livello del fondo indicato alla fine della linea grigia, che unisce le valli della curva, che risulta disegnata in modo appropriato lungo la discesa ormai completata verso la linea del fondo che sembrava potesse scendere sotto al 10%, prima del dato di oggi (se vero).
Quindi per ora, malgrado si sia arrivati al 61+11% di immunizzati , il fondo dei contagi degli asintomatici potrebbe essere rimasto vicino al 10%, com'era prima della terza ondata.
Dobbiamo auspicare percio' che i dati dei prossimi giorni continuino a scendere rispetto alla linea orizzontale che abbiamo disegnato a destra nel grafico dal livello del fondo costante attuale del 10%, malgrado gli ultimi due dati lasciano temere il peggio.
Questo e' un punto importantissimo, perche' si tratta del livello del fondo permanente dei contagi, alimentato dall' epidemia degli asintomatici , che e' cresciuto dal 2% al 10% dopo l'arrivo della variante inglese ma che dovrebbe scendere con l'aumento dell'immunita' diffusa, che ora abbiamo stimato al 72% e poi, con il progredire delle prossime vaccinazioni, salira' ancora.
Anche il 10% di fondo e' un livello altissimo che noi dobbiamo assolutamente abbassare (con le vaccinazioni), perche' altrimenti causerebbe circa 200 decessi al giorno (finche' dura).

COS'E' ACCADUTO:   Abbiamo gia' presentato i nostri risultati preliminari.
Il dato odierno conferma ulteriormente, dopo 31 giorni dall'inizio della zona rossa in Piemonte, la discesa nella curva dei contagi , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese, che e' stata la componente che, con una sua leggera crescita malgrado la zona rossa, aveva ritardato la discesa della curva dei contagi.
Infatti in questa terza ondata, secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, e' accaduto che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 sono calati, dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese (presente al 90% circa) sono cresciuti, per la sua maggiore contagiosita' , in pari misura in modo che i due contributi si equivalevano ed i contagi sono rimasti cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
La discesa che abbiamo iniziato a disegnare con le nostre due linee rossa e grigia nel grafico si e' ormai completata con il "pianerottolo del fondo al 10%, che pero' ora potrebbe risalire.

LA CAUSA DELLA DIMINUZIONE DEI CONTAGI:
  • ZONA ROSSA: Non ci sembra che la diminuzione dei contagi possa essere attribuita alle onerose restrizioni della zona rossa per il lungo ritardo (15 giorni) con cui la diminuzione e' iniziata.
  • TEMPERATURA AMBIENTALE: Nei due giorni (7 e 8 aprile), non si e' riscontrata una risalita della curva per effetto della MINORE temperatura ambientale, quindi abbiamo concluso che non e' stato l'innalzamento della temperatura ambientale a provocare l'inizio della discesa dei contagi.
  • NUMERO DI IMMUNIZZATI: Il 9/4 con il calcolo del numero di immunizzati attualmente esistenti in Piemonte (63+8%), abbiamo visto che questo numero e' compatibile con il raggiungimento di quel limite che, facendo diminuire la contagiosita' del virus (perche' comincia sempre piu' ad avere difficolta' a trovare persone infettabili), rende plausibile che sia proprio questa la causa della discesa dei contagi.
Se fosse corretta, questa interpretazione degli eventi avrebbe notevoli CONSEGUENZE sulla campagna di vaccinazioni in corso e sul raggiungimento dell'immunita' di gregge.

Ecco allora il punto della situazione in Piemonte:
  • Durante le feste di Natale i contagi sono saliti fino al 18% per poi scendere con la zona rossa al 10% fino a tutto febbraio (era il Sars-CoV-2 perche' con la zona rossa i contagi sono calati al 10% ma la variante inglese c'era gia', perche' non si e' riusciti a scendere sotto al 10%, che e' troppo alto per essere solo Sars-CoV-2).
  • Dai primi giorni di marzo il livello dei contagi ha iniziato a crescere mantenendosi costantemente un po' sopra al 15%, che e' un valore decisamente alto (e' la variante inglese, che a questi livelli provoca poi i 500 decessi al giorno).
  • Il 15/3 e' iniziata la zona rossa per far calare i contagi.
  • Al 2/4, oltre due settimane dopo, si e' potuto constatare che la zona rossa era inefficace contro la variante inglese, perche' i contagi erano ancora al 18% quando abbiamo visto, anche nella seconda ondata, che il Sars-CoV-2 si dimezza in soli 9 giorni. Ora dopo il 26/4 avrebbe dovuto permanere la discesa da questo picco, scesa dal 18% al 9.2%, mentre invece sembra che dobbiamo preoccuparci di una possibile risalita dei contagi (vedi l'andamento delle due linee rossa e grigia disegnate a destra nel grafico.
    Ci auguriamo che questo fondo riesca a scendere sotto al 10%, che era il livello del fondo degli asintomatici prima dell'inizio di questa terza ondata, che CONSIDERIAMO ORMAI CONCLUSA.
  • Cio' anche se il livello del fondo e' ancora troppo alto. E' conseguenza dell'alta contagiosita' della variante inglese, che da ora sostituisce il Sars-CoV-2 nell'epidemia degli asintomatici, con cui il virus vorrebbe arrivare fino all'autunno prossimo, per poi iniziare la quarta ondata.
    Ma l'immunita' di gregge ne dovra' abbassare la contagiosita' e cosi' il livello prima di allora e se la gente non impazzira' con "libera tutti" inopportuni durante l'estate, dovremmo riuscire ad impedirgli di resuscitare con la quarta ondata ed evitare ogni restrizione: sara' tutto aperto ma dovremo avere sempre la guardia ben alta per non dover chiudere di nuovo.
  • Evidentemente abbiamo avuto a che fare con una variante diversa (inglese), di contagiosita' cosi' elevata che le restrizioni imposte dalla zona rossa non sono state sufficienti ad arrestarne la diffusione, che e' proceduta incrementando i contagi e compensando, in questo caso per due settimane, la discesa di quelli del Sars-CoV-2 ancora presenti (circa il 10%), prodotta dalla zona rossa.
A causa dei dati degli ultimi due giorni, cambiamo lo stato in LEGGERA RISALITA SOPRA AL FONDO DEL 10% in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.



INIZIO DELLO STUDIO SPERIMENTALE DELL'IMMUNITA' DI GREGGE   (29 aprile 2021)
Il fenomeno dell'immunita' di gregge dipende da vari fattori:
  1. il tipo di virus ed in particolare la sua maggiore o minore sensibilita' all'agente immunitario che ha generato la condizione di immunita' di gregge (anticorpi naturali, quelli generati da un particolare vaccino, ecc.).
  2. Comportamenti della popolazione interessata dall'immunita' di gregge.
  3. Temperatura ambientale, ecc.
Essendo un fenomeno complesso ci si e' basati prima sulle osservazioni empiriche studiando cosa accadeva in ambienti confinati, in cui il virus aveva cominciato a circolare, come conventi o penitenziari.
Non essendo esperti epidemiologi possiamo solo riferire, come esempio, solo informazioni che ci sono arrivate come quella di un carcere in cui un'epidemia aveva arrestato spontaneamente la sua espansione quando la percentuale di reclusi infetti era arrivata al 75%.
E' stata quella un'osservazione sperimentale dell'effetto dell'immunita' di gregge ed una misura del livello a cui si attiva.
Ma cosa si e' attivato ovvero in cosa consiste questa immunita' di gregge?
Non significa che il virus scompare ma solo che la curva di crescita dei contagi non cresce piu', si appiattisce.
Questo non vuol dire che non s'infetta piu' nessuno.
Il numero delle persone infette (ovvero il numero dei positivi al test) e' il risultato della somma tra i nuovi contagi che avvengono (contributo positivo) meno i contagiati che smettono di essere tali, perche' guariscono (contributo negativo).
L'immunita' diffusa interviene riducendo il primo contributo (quello positivo) e raggiunge il valore dell'immunita' di gregge quando nella sua discesa il primo contributo (quello positivo) raggiunge il valore del secondo contributo (quello negativo).
Allora la curva dei contagi non cresce piu' e diciamo che si e' raggiunta l'immunita' di gregge.
Ma non si e' arrestata l'epidemia ma solo la sua crescita.
Questo accade perche' mentre l'epidemia si sviluppa cresce il numero di persone infettate e cosi' il virus ha piu' difficolta' ad incontrare una persona infettabile (perche' quelle gia' infettate non lo sono piu' avendo gli anticorpi) ed e' per questo che il numero di nuovi contagi diminuisce.
Crescendo il numero di persone infettate cresce anche (con un certo ritardo dall'infezione) il numero di persone che guariscono e restano immunizzate dagli anticorpi. Il loro numero appare come una diminuzione del numero degli infetti (positivi al test), perche' i guariti non sono piu' infetti.
Nell'esempio citato del carcere, quando il numero di persone infettate raggiunge il 75%, il numero degli infettati che guariscono diventa uguale al numero dei nuovi contagi.
Le persone sane pero' continuano ad infettarsi anche se con probabilita' ridotta.
Qui' compare una differenza tra un ambiente confinato come il carcere, in cui la popolazione e' limitata (al numero dei detenuti e dell'organico delle guardie) rispetto ad ambienti senza confinamento della popolazione.
Siccome nel carcere le persone sane continuano ad infettarsi, i virus vedono assottigliarsi sempre piu' l'insieme delle persone sane (infettabili) ed arriva cosi' il momento in cui tutti sono stati infettati ed allora l'epidemia nel carcere si estingue (la curva dei contagi va a zero e ci resta).
Ovviamente e' un caso diverso quello di un intero Paese come l'Italia. Cosa accade allora di diverso?
Anche in questo caso con il progredire dell'epidemia, arriva il momento in cui il numero di persone infettate raggiunge la soglia critica (il 75%?) in cui il numero degli infettati che guariscono diventa uguale al numero dei nuovi contagi (immunita' di gregge).
Anche in questo caso pero' le persone rimaste sane continuano ad infettarsi anche se con probabilita' ridotta.
La curva dei contagi che prima saliva con un'elevata pendenza perche' l'immunita' diffusa era piu' bassa (picco dell'ondata epidemica) poi con l'avvicinarsi della soglia dell'immunita' di gregge diminuisce la sua pendenza di crescita fino ad azzerarla (al picco) per poi renderla negativa (discesa dal picco) perche' con cosi' tante persone infette diventano tante le persone che guariscono finche' il loro numero e' diventato uguale al numero dei contagi che il virus riesce ancora a fare, trovandosi alla soglia dell'immunita' di gregge.
Da quel momento in poi la curva dei contagi non decresce piu' e diventa costante (come la curva dei contagi del Piemonte ) e quel livello di contagi rimarrebbe sempre costante nel tempo (epidemia degli asintomatici) se l'assenza di confinamento della popolazione e' in grado di garantire al virus sempre un numero illimitato di persone sane infettabili.
Per venire al caso del Piemonte, il pianerottolo (plateau) al livello del 10% ormai in essere gia' da un paio di settimane puo' essere ridotto con interventi esterni mirati a ridure la contagiosita' del virus, quali l'ulteriore aumento dell'immunita' diffusa tramite vaccinazioni od efficaci misure di prevenzione dei contagi adottabili sia dalla popolazione che dagli organi di governo.
Ovviamente il livello divenuto costante della curva dei contagi, oltre a poter decrescere con le misure ora elencate, puo' anche crescere se si adottano misure opposte, cioe' quelle che favoriscono la diffusione del virus, come per esempio eventi di popolo (festeggiamenti e raduni, affollamenti in mercati, stadi, treni, ecc.).
Ogni evento di questo tipo introduce un incremento costante nella curva per i contagi prodotti in piu', che non aumentano significativamente di numero (perche' c'e' l'immunita' di gregge) ma durano per un mese (tempo di guarigione degli infettati extra, prodotti dall'evento).
L'obiettivo di tutti dev'essere quello di abbassare quanto piu' possibile questo livello di fondo costante della curva dei contagi, che tende a permanere attraverso l' epidemia degli asintomatici ) perche' ad ogni 1% di quota corrispondono poi 20 decessi al giorno in Italia.
L'estate scorsa in Italia il fondo del Sars-CoV-2 era del 2%. Ora con la variante inglese e' salito al 10% (perche' e' piu' contagiosa). Con i giusti comportamenti di tutti noi PUO' SCENDERE.
Per curiosita' abbiamo valutato il numero di persone contagiate ed i danni prodotti da un incremento dell'1.5% dei contagi.
Questo e' il costo in vite umane che stiamo pagando a questo virus.
Molto altro ci piacerebbe sapere e questo e' il momento giusto perche' siamo alla soglia dell'immunita' di gregge con le vaccinazioni in atto ed un buono strumento per monitorare gli eventi: la nostra curva dei contagi che, sia pure nei limiti noti, sembra in grado di rispondere con un'ottima prontezza (gia' il giorno dopo che l'evento e' successo).
Percio' oggi abbiamo un'occasione unica per iniziare a studiare l'immunita' di gregge su una popolazione estesa in ambiente non confinato con questo virus (e con tutti i prossimi): staremo qui' a studiare gli eventi che accadranno nei prossimi giorni con grande interesse.


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SITUAZIONE DEL 28/4 (ore 17:00): I decessi di oggi in Italia sono 344 (circa 120.000 dall'inizio della pandemia), valore sotto ai 400 decessi al giorno, dopo oltre 40 giorni dall'inizio del tpicco della terza ondata, visibile nel grafico (che e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Tutti stiamo ascoltando le notizie dall'India che mostra una situazione della pandemia fuori controllo con "addirittura" a 200.000 morti (su 1366 milioni di abitanti), mentre noi in Italia siamo arrivati a 120.000 (su 60 milioni di abitanti); giornalmente oggi in India ne hanno 10 volte piu' di noi (3000 invece di 300) mentre gli indiani sono oltre 20 volte di piu'.
E' possibile che il dato indiano si riferisca solo ai decessi ufficializzati dagli organi governativi e che quelli veri siano di piu' ma il confronto e' utile comunque ad evidenziare che forse gli italiani possono essersi "abituati" a questi numeri cosi' grandi e questo non e' accettabile: questo numero dei decessi italiani va sempre valutato nella sua immensa gravita'.
Essendo a fine aprile ci dobbiamo aspettare che questo numero di decessi, dovuti alle infezioni avvenute alla fine della terza ondata (che e' cominciata a diminuire ai primi di aprile) ormai debba tendere sempre piu' ai 200 decessi al giorno.
Quando diminuiranno i decessi? Se l'intervallo medio di tempo tra il contagio ed il decesso fosse di 20 giorni (e' sicuramente poco diverso) allora avevamo previsto che nell'ultima decade di aprile i decessi sarebbero scesi verso i 200 decessi al giorno , che sono quelli corrispondenti al 10% di fondo dei contagi, secondo il nostro calcolo. Questo livello poi calera' ulteriormente quando il fondo, che e' rimasto al 10% per due settimane, scendera' ancora e significativamente per l'effetto di protezione immunitaria delle vaccinazioni, che ci aspettiamo faccia diminuire i contagi dell'epidemia degli asintomatici molto sotto al 10% (forse al 2% come nell'estate del 2020).
L'argomento ha meritato di essere approfondito, come abbiamo fatto il 4/2, commentando la stranezza dei troppi decessi.
Infatti la nostra interpretazione prevedeva valori elevati del numero di decessi (anche oltre 400), con un ritardo tipico di circa 20 giorni rispetto all'andamento della curva, che sono quelli che mediamente intercorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.

Il dato di OGGI dei positivi al test e' di 10.6% (ultimo punto a destra nel grafico ) ed e' sceso poco e segue anch'esso il dato dell'altro ieri che era stato anch'esso alto, oltre il livello di fondo, che con i dati dal 20/4 in poi aveva cominciato a scendere sotto al 10%.
Elenchiamo qui', prendendoli dalla tabella , i dati degli ultimi 22 giorni (dal 7/4 al 28/4):

   7    8    9   10   11    12  13   14   15   16   17   18   19  20  21   22   23  24   25  26   27  28 Aprile

(11.6+11.1+12.5+11.7+12.4)+(9.8+8.8+10.6+11.4+10.2+10.5+11.3+10.3+8.4+8.9+10.4+10.3+8.0+12.3+9.2+11.0+10.6)

 <----- Zona rossa ----->  <---------------------- Zona arancione ---------------------------------->

I valori medi sono: Zona rossa=11.9 ; Zona arancione=10.1 ; Media dei 22 giorni=10.6

i valori medi mostrano che malgrado il passaggio dalla zona rossa alla zona arancione i contagi NON sono risaliti ma sono scesi da 11.9% a 10.1%
Quindi, mentre possiamo affermare che nei 21 giorni precedenti il fondo dei contagi era tornato verso il valore costante del 10% che aveva prima dell'inizio della terza ondata, ora abbiamo un dato che sembra riportare in salita la curva dei contagi e noi abbiamo modificato l'andamento precedente delle due linee rossa e grigia per evidenziare questa apparente variazione di tendenza in salita malgrado l'alto livello di immunita' diffusa raggiunto (oltre 70%) in Piemonte.

SPIEGAZIONE DELLA RISALITA:   La risalita dei contagi che sembra esserci, dalla vigilia della riapertura in zona gialla in poi, potrebbe essere dovuta ai comportamenti sbagliati della gente che festeggiava.
Una volta creati i contagi, prodotti durante un evento (festeggiamenti) in cui non si sono mantenuti comportamenti corretti per evitare il propagarsi dei contagi, non spariscono il giorno dopo, quando l'evento si e' concluso, ma permangono fino alla completa guarigione delle persone infettate (che al 95% non hanno alcun sintomo): ci vuole un mese di tempo perche' gli anticorpi riescano a vincere e durante quel mese i virus si riproducono, distruggendo cellule umane e provocando danni; inoltre fuoriescono nell'ambiente, cercando di infettare qualcun'altro ma raramente ci riescono.
Durante questo mese queste persone infette possono percio' diffondere il contagio e creare focolai che potrebbero far dilagare l'epidemia.
Questo pero' crediamo che ora non accadra' per l'alto livello d'immunita' diffusa in Piemonte (oltre il 70%), che rende difficile al virus di propagarsi: l'immunita' diffusa abbassa la "contagiosita'" del virus rendendo Rt molto minore di 1 ed allora la diffusione esponenziale non parte ma qualche contagio puo' verificarsi ugualmente.
La curva dei contagi non inizia a salire ma ha un incremento permanente per un mese, che non si puo' ridurre, perche' sono persone che smetteranno di essere infette (cioe' positive al test) solo dopo che saranno guarite e non prima: non ci sono restrizioni o vaccinazioni che possano ridurre quell'incremento di contagi prima di un mese dall'inizio dell'infezione.
A far salire la curva dei contagi si fa subito: basta una giornata di shopping sfrenato (com'e' accaduto nei giorni del picco di Natale). Per farla ridiscendere poi ci vuole almeno un mese (se non parte la diffusione esponenziale, se no e' molto peggio).
Una piccola frazione dei contagiati (circa 5%) potrebbe dover essere ricoverata in ospedale ed i piu' sfortunati dei ricoverati (circa il 3%) potrebbero anche non farcela. Il Covid-19 purtroppo e' cosi'.
Ipotizziamo percio' che i festeggiamenti per la riapertura in zona gialla del Piemonte abbiano provocato l' innalzamento del livello dei contagi che forse potremo vedere nel grafico , se i dati dei prossimi giorni lo confermeranno: per ora sembra essere di +1.5% circa.
Per curiosita' abbiamo valutato il numero di persone contagiate ed i danni prodotti da un incremento dell'1.5% dei contagi.
Dal 12/4 la terza ondata e' finita ed i contagi hanno assunto un andamento costante intorno al 10%. Malgrado dei nuovi contagi stiano avvenendo, la curva dei contagi non e' salita ma e' rimasta costante, al livello del fondo (degli asintomatici), perche' ci sono tanti nuovi contagi quante persone infette che smettono di essere positive al test per guarigione.
A far diminuire i contagi ci aiutera' la crescente immunita' vaccinale ma lentamente nel tempo (ancora e' insufficiente perche' stenta a farli scendere sotto al 10%), per cui nel breve periodo, al possibile aumento dei contagi dovrebbe far fronte il buon senso della popolazione, che se informata, intelligentemente e senza panico dovrebbe essere indotta a dei comportamenti improntati alla massima cautela, per evitare di contagiarsi (forse la mascherina all'aperto non serve, vista la scarsa efficia da noi rilevata delle restrizioni della zona rossa contro questo virus in circolazione, che e' la variante inglese).
Sarebbe piu' facile se tutti sapessero che l'attuale virus, che non e' sparito ma seguita a circolare, non e' quello di prima ma un altro molto piu' contagioso.
Sara' di grande interesse vedere se nei prossimi due giorni verra' confermata questa risalita anche perche' se fosse troppo elevata potrebbe rappresentare una pessima notizia, che potrebbe addirittura preludere all'arrivo di una nuova variante (indiana?) capace di eludere le difese immunitarie finora accumulate che stanno proteggendo la popolazione (mi riferisco al livello d'immunita' intorno al 70% finora raggiunto in Piemonte).
Le nostre conclusioni potranno essere aggiornate solo dopo che questo punto sara' chiarito dai dati in arrivo nei prossimi giorni.
Ci auguriamo ovviamente che i dati scendano tutti sotto al 10% per diminuire poi ulteriormente con l'aumento del numero delle persone immunizzate per vaccinazione e con l'aumento della temperatura ambientale.

RIAPERTURE:   Alla luce dei risultati ottenuti con le restrizioni adottate di recente (zona rossa e poi arancione) non risulta che siano riuscite a diminuire significativamente i contagi.
Questa diminuzione fino all'altro ieri risultava invece essere stata provocata dalla crescita del livello dell'immunita' diffusa, arrivata molto in alto (72%) , che fortunatamente seguitera' ad esistere e crescere anche dopo le riaperture.
Ora sembra si presenti una temibile risalita dei contagi dopo la riapertura , poiche' e' possibile che la gente NON abbia imparato a comportarsi consapevolmente , cosa che non s'impara e ch porta a prolungare le restrizioni anche se il costo di 3 mesi di chiusura in Italia e' di 40 miliardi, per cui in Piemonte 2 settimane dovrebbero costare circa 300 milioni (in "sostegni") oltre ai costi sociali.
Dobbiamo sempre contare sulla protezione delle immunita' anche se decadono con il passare del tempo e la popolazione poi torna ad essere sempre piu' vulnerabile alle infezioni, perche' con il diminuire delle immunita' aumenta la contagiosita' del virus (di meno se e' estate) e cosi' puo' partire una nuova ondata epidemica.
La novita' di ora e' che le immunita' non diminuiranno, perche' le vaccinazioni compenseranno in eccesso il decadimento delle immunita' naturali derivanti dalle infezioni avvenute durante la seconda ondata, non piu' lontana di 6 mesi fa.
Quindi la percentuale di immunizzati, che ha fatto terminare la terza ondata con questa temperatura stagionale (in crescita) non diminuira' (anzi e' gia' cresciuta di un altro 8% ), avvicinandosi sempre di piu' al livello dell'immunita' di gregge.
Questa novita' rende inadeguati i provvedimenti adottati nel passato, che sembra ora stiano terminando.
In tutte le riaperture si dovranno pero' mantenere sempre i giusti comportamenti. per evitare i rischi paventati nel calcolo dei danni prodotti dagli affollamenti della gente.

RESTRIZIONI:   Non ci sembra di rilevare che ci sia stato un increnento di contagi dovuto all'allentamento delle restrizioni della zona rossa, divenuta arancione.
Questo conferma la previsione che avevamo fatto, che mentre le restrizioni della zona rossa sono efficaci contro il Sars-CoV-2 (che e' presente solo al 10%, il resto e' tutto variante inglese; abbiamo visto dal grafico della seconda ondata , quando il virus era solo il Sars-CoV-2, che le restrizioni della zona rossa fanno dimezzare i contagi in 9 giorni, con la variante inglese invece l'efficacia delle restrizioni della zona rossa e' praticamente nulla, come si puo' vedere nella curva dei contagi a causa della sua alta CONTAGIOSITA' (ci vorrebbe il lockdown totale).
La novita' che le restrizioni ai distanziamenti della zona rossa, alla variante inglese sembra che non le facciano "un baffo", non vuol dire che potevamo risparmiarcele, per almeno due motivi:
  1. Essendo la prima volta con la variante inglese, non potevamo sapere che non sarebbero state efficaci.
  2. Sono servite anche a ridurre i comportamenti pericolosi di chi non vuole rinunciare a stare insieme con tante altre persone in assembramenti dove, ogni persona eventualmente infetta ne contagia non 1 o 2 ma tante altre (decine), tutte insieme producendo danni importanti.
Quindi la zona rossa e' servita a tenere a bada, nei momenti piu' critici della terza ondata, queste persone, dominate da un loro egoismo poco civile (le liberta' personali si riducono dove arrecano grave danno alla salute altrui), possono far salire i contagi con i loro comportamenti e costare cosi' tanto alla comunita' (si stima che 3 mesi di zona rossa in tutta Italia costino 40 miliardi, oltre ai danni sociali: veramente troppo).
Speravamo che non si scatenassero dopo la riapertura del 26/4, perche' e' proprio tra loro che nascono i "superdiffusori", persone difficilmente individuabili che creano i vari focolai d'infezione. Il dato di oggi ci solleva piu' di una preoccupazione in merito.
Credo che, nella situazione attuale in Piemonte, loro siano il vero pericolo per la salita dei contagi della variante inglese, molto piu' dei tavoli dentro o fuori i ristoranti (basta imporre che i locali siano dotati del giusto ricambio dell'aria) e cosi' pure per scuole, bar, palestre, piscine, ecc.
Se si riuscisse a controllarli, credo che non servirebbero le RESTRIZIONI , dato che funzionano poco con questa variante inglese e che si potrebbero anche lasciare molte attivita' aperte, magari in modo intelligente , se c'e' un'alta immunita' diffusa, anche se piu' bassa dell'immunita' di gregge, perche' funzionerebbe sempre molto meglio delle restrizioni e potrebbe essere sufficiente ad impedire la risalita dei contagi.
Comunque si devono sempre tenere ben presenti le nostre raccomandazioni per le riaperture.

FONDO:   All'inizio della terza ondata il fondo era arrivato al 10%, dopo l'arrivo della variante inglese a Natale, che ne aveva innalzato il livello dal 2% costante (prima del picco di Natale) al 10% costante (dopo il picco di Natale).
Ora la variante inglese, con la sua alta contagiosita', si e' diffusa nel Piemonte molto piu' del Sars-CoV-2, quintuplicando i contagi del fondo dal 2% del Sars-CoV-2 al 10% della variante inglese (ora in discesa, all'8%, dopo il picco della terza ondata, che ha generato tanti altri virus in piu').
Il valor medio del 10% e' ancora un livello elevatissimo ma fortinatamente sembra che si stia abbassando per l'aumento della percentuale di persone immunizzate nella popolazione del Piemonte con le vaccinazioni.
Ci vorra' ancora un po' di tempo, poi ci aiutera' anche l'innalzanento della temperatura stagionale.
Fino ad allora, se il livello di fondo dei contagi intorno al 10% perdurasse, ci causera' circa 200 decessi al giorno .
Per questo dobbiamo procedere con le vaccinazioni, anche se gli anticorpi generati svaniranno durante l'inverno 2022 (30 milioni di vaccinazioni andranno percio' ripetute prima della fine del 2021).
Il 10% si colloca molto vicino al livello del fondo indicato alla fine della linea grigia, che unisce le valli della curva, che risulta disegnata in modo appropriato lungo la discesa ormai completata verso la linea del fondo che sembrava potesse scendere sotto al 10%, prima del dato di oggi (se vero).
Quindi per ora, malgrado si sia arrivati al 61+11% di immunizzati , il fondo dei contagi degli asintomatici potrebbe essere rimasto vicino al 10%, com'era prima della terza ondata.
Dobbiamo auspicare percio' che i dati dei prossimi giorni continuino a scendere rispetto alla linea orizzontale che abbiamo disegnato a destra nel grafico dal livello del fondo costante attuale del 10%, malgrado gli ultimi due dati lasciano temere il peggio.
Questo e' un punto importantissimo, perche' si tratta del livello del fondo permanente dei contagi, alimentato dall' epidemia degli asintomatici , che e' cresciuto dal 2% al 10% dopo l'arrivo della variante inglese ma che dovrebbe scendere con l'aumento dell'immunita' diffusa, che ora abbiamo stimato al 72% e poi, con il progredire delle prossime vaccinazioni, salira' ancora.
Anche il 10% di fondo e' un livello altissimo che noi dobbiamo assolutamente abbassare (con le vaccinazioni), perche' altrimenti causerebbe circa 200 decessi al giorno (finche' dura).

COS'E' ACCADUTO:   Abbiamo gia' presentato i nostri risultati preliminari.
Il dato odierno conferma ulteriormente, dopo 31 giorni dall'inizio della zona rossa in Piemonte, la discesa nella curva dei contagi , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese, che e' stata la componente che, con una sua leggera crescita malgrado la zona rossa, aveva ritardato la discesa della curva dei contagi.
Infatti in questa terza ondata, secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, e' accaduto che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 sono calati, dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese (presente al 90% circa) sono cresciuti, per la sua maggiore contagiosita' , in pari misura in modo che i due contributi si equivalevano ed i contagi sono rimasti cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
La discesa che abbiamo iniziato a disegnare con le nostre due linee rossa e grigia nel grafico si e' ormai completata con il "pianerottolo del fondo al 10%, che pero' ora potrebbe risalire.

LA CAUSA DELLA DIMINUZIONE DEI CONTAGI:
  • ZONA ROSSA: Non ci sembra che la diminuzione dei contagi possa essere attribuita alle onerose restrizioni della zona rossa per il lungo ritardo (15 giorni) con cui la diminuzione e' iniziata.
  • TEMPERATURA AMBIENTALE: Nei due giorni (7 e 8 aprile), non si e' riscontrata una risalita della curva per effetto della MINORE temperatura ambientale, quindi abbiamo concluso che non e' stato l'innalzamento della temperatura ambientale a provocare l'inizio della discesa dei contagi.
  • NUMERO DI IMMUNIZZATI: Il 9/4 con il calcolo del numero di immunizzati attualmente esistenti in Piemonte (63+8%), abbiamo visto che questo numero e' compatibile con il raggiungimento di quel limite che, facendo diminuire la contagiosita' del virus (perche' comincia sempre piu' ad avere difficolta' a trovare persone infettabili), rende plausibile che sia proprio questa la causa della discesa dei contagi.
Se fosse corretta, questa interpretazione degli eventi avrebbe notevoli CONSEGUENZE sulla campagna di vaccinazioni in corso e sul raggiungimento dell'immunita' di gregge.

Ecco allora il punto della situazione in Piemonte:
  • Durante le feste di Natale i contagi sono saliti fino al 18% per poi scendere con la zona rossa al 10% fino a tutto febbraio (era il Sars-CoV-2 perche' con la zona rossa i contagi sono calati al 10% ma la variante inglese c'era gia', perche' non si e' riusciti a scendere sotto al 10%, che e' troppo alto per essere solo Sars-CoV-2).
  • Dai primi giorni di marzo il livello dei contagi ha iniziato a crescere mantenendosi costantemente un po' sopra al 15%, che e' un valore decisamente alto (e' la variante inglese, che a questi livelli provoca poi i 500 decessi al giorno).
  • Il 15/3 e' iniziata la zona rossa per far calare i contagi.
  • Al 2/4, oltre due settimane dopo, si e' potuto constatare che la zona rossa era inefficace contro la variante inglese, perche' i contagi erano ancora al 18% quando abbiamo visto, anche nella seconda ondata, che il Sars-CoV-2 si dimezza in soli 9 giorni. Ora dopo il 26/4 avrebbe dovuto permanere la discesa da questo picco, scesa dal 18% al 9.2%, mentre invece sembra che dobbiamo preoccuparci per una possibile risalita dei contagi (vedi l'andamento delle due linee rossa e grigia disegnate a destra nel grafico.
    Ci auguriamo che questo fondo riesca a scendere sotto al 10%, che era il livello del fondo degli asintomatici prima dell'inizio di questa terza ondata, che CONSIDERIAMO ORMAI CONCLUSA.
  • Cio' anche se il livello del fondo e' ancora troppo alto. E' conseguenza dell'alta contagiosita' della variante inglese, che da ora sostituisce il Sars-CoV-2 nell'epidemia degli asintomatici, con cui il virus vorrebbe arrivare fino all'autunno prossimo, per poi iniziare la quarta ondata.
    Ma l'immunita' di gregge ne dovra' abbassare la contagiosita' e cosi' il livello prima di allora e se la gente non impazzira' con "libera tutti" inopportuni durante l'estate, dovremmo riuscire ad impedirgli di resuscitare con la quarta ondata ed evitare ogni restrizione: sara' tutto aperto ma dovremo avere sempre la guardia ben alta per non dover chiudere di nuovo.
  • Evidentemente abbiamo avuto a che fare con una variante diversa (inglese), di contagiosita' cosi' elevata che le restrizioni imposte dalla zona rossa non sono state sufficienti ad arrestarne la diffusione, che e' proceduta incrementando i contagi e compensando, in questo caso per due settimane, la discesa di quelli del Sars-CoV-2 ancora presenti (circa il 10%), prodotta dalla zona rossa.
A causa dei dati degli ultimi due giorni, cambiamo lo stato in PREALLARME DOPO LA FINE DELLA TERZA ONDATA in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.


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SITUAZIONE DEL 27/4 (ore 18:30): I decessi di oggi in Italia sono 373 (circa 120.000 dall'inizio della pandemia), valore sotto ai 400 decessi al giorno, dopo oltre 40 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Tutti stiamo ascoltando le notizie dall'India che mostra una situazione della pandemia fuori controllo con "addirittura" a 200.000 morti (su 1366 milioni di abitanti), mentre noi in Italia siamo arrivati a 120.000 (su 60 milioni di abitanti); giornalmente oggi in India ne hanno 10 volte piu' di noi (3000 invece di 300) mentre gli indiani sono oltre 20 volte di piu'.
E' possibile che il dato indiano si riferisca solo ai decessi ufficializzati dagli organi governativi e che quelli veri siano di piu' ma il confronto e' utile comunque ad evidenziare che forse gli italiani si siano abituati a questi numeri cosi' grandi e questo non e' accettabile: questo numero dei decessi italiani va sempre valutato nella sua immensa gravita'.
Essendo a fine aprile ci dobbiamo aspettare che questo numero di decessi, dovuti alle infezioni avvenute alla fine della terza ondata (che e' cominciata a diminuire ai primi di aprile) ormai debba tendere sempre piu' ai 200 decessi al giorno.
Quando diminuiranno i decessi? Se l'intervallo medio di tempo tra il contagio ed il decesso fosse di 20 giorni (e' sicuramente poco diverso) allora avevamo previsto che nell'ultima decade di aprile i decessi sarebbero scesi verso i 200 decessi al giorno , che sono quelli corrispondenti al 10% di fondo dei contagi, secondo il nostro calcolo. Questo livello poi calera' ulteriormente quando il fondo, che e' rimasto al 10% per due settimane, scendera' ancora e significativamente per l'effetto di protezione immunitaria delle vaccinazioni, che ci aspettiamo faccia diminuire i contagi dell'epidemia degli asintomatici molto sotto al 10% (forse al 2% come nell'estate del 2020).
L'argomento ha meritato di essere approfondito, come abbiamo fatto il 4/2, commentando la stranezza dei TROPPI DECESSI.
Infatti la nostra interpretazione prevedeva valori elevati del numero di decessi (anche oltre 400), con un ritardo tipico di circa 20 giorni rispetto all'andamento della curva, che sono quelli che mediamente intercorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.

Il dato di OGGI dei positivi al test e' di 11.0% (ultimo punto a destra nel grafico ) ed e' salito molto, cosa che ci spaventerebbe se fosse vera, perche' segue superando il dato dell'altro ieri che era stato anc'esso alto, oltre il livello di fondo, che con i dati dal 20/4 in poi aveva cominciato a scendere sotto al 10%.
Vorremmo tanto che questo dato risultasse anomalo per qualche errore avvenuto nell'assemblaggio dei risultati dei test, ma lo potremo sapere solo domani. Per ora dobbiamo considerarlo vero e come tale trattarlo.
Elenchiamo qui', prendendoli dalla tabella , i dati degli ultimi 21 giorni (dal 7/4 al 27/4):

   7    8    9   10   11    12  13   14   15   16   17   18   19  20  21   22   23  24   25  26   27  Aprile

(11.6+11.1+12.5+11.7+12.4)+(9.8+8.8+10.6+11.4+10.2+10.5+11.3+10.3+8.4+8.9+10.4+10.3+8.0+12.3+9.2+11.0)

 <----- Zona rossa ----->  <---------------------- Zona arancione ---------------------------------->

I valori medi sono: Zona rossa=11.9 ; Zona arancione=10.1 ; Media dei 21 giorni=10.6 (il 25/4 e' inserito)

i valori medi mostrano che malgrado il passaggio dalla zona rossa alla zona arancione i contagi NON sono risaliti ma sono scesi da 11.9% a 10.1%
Quindi, mentre possiamo affermare che nei 20 giorni precedenti il fondo dei contagi era tornato verso il valore costante del 10% che aveva prima dell'inizio della terza ondata, ora abbiamo un dato che sembra riportare in salita la curva dei contagi e noi abbiamo modificato l'andamento precedente delle due linee rossa e grigia per evidenziare questa apparente variazione di tendenza in salita malgrado l'alto livello di immunita' diffusa raggiunto (oltre 70%) in Piemonte.

SPIEGAZIONE DELLA RISALITA:   La risalita dei contagi che sembra esserci, dalla vigilia della riapertura in zona gialla in poi, potrebbe essere dovuta ai comportamenti sbagliati della gente che festeggiava.
Dal 12/4 la terza ondata e' finita ed i contagi hanno assunto un andamento costante intorno al 10%. Malgrado dei nuovi contagi stiano avvenendo, la curva dei contagi non e' salita ma e' rimasta costante, al livello del fondo (degli asintomatici), perche' ci sono tanti nuovi contagi quante persone infette che smettono di essere positive al test per guarigione.
A far diminuire i contagi ci aiutera' la crescente immunita' vaccinale ma lentamente nel tempo (ancora e' insufficiente perche' stenta a farli scendere sotto al 10%), per cui nel breve periodo, al possibile aumento dei contagi dovrebbe far fronte il buon senso della popolazione, che se informata, intelligentemente e senza panico dovrebbe essere indotta a dei comportamenti improntati alla massima cautela, per evitare di contagiarsi (forse la mascherina all'aperto non serve, vista la scarsa efficia da noi rilevata delle restrizioni della zona rossa contro questo virus in circolazione, che e' la variante inglese).
Sarebbe piu' facile se tutti sapessero che l'attuale virus, che non e' sparito ma seguita a circolare, non e' quello di prima ma un altro molto piu' contagioso.
Sara' di grande interesse vedere se nei prossimi due giorni verra' confermata questa risalita anche perche' se fosse troppo elevata potrebbe rappresentare una pessima notizia, che potrebbe addirittura preludere all'arrivo di una nuova variante (indiana?) capace di eludere le difese immunitarie finora accumulate che stanno proteggendo la popolazione (mi riferisco al livello d'immunita' intorno al 70% finora raggiunto in Piemonte).
Le nostre conclusioni potranno essere aggiornate solo dopo che questo punto sara' chiarito dai dati in arrivo nei prossimi giorni.
Ci auguriamo ovviamente che i dati scendano tutti sotto al 10% per diminuire poi con l'aumento del numero delle persone immunizzate per vaccinazione e con l'aumento della temperatura ambientale.

RIAPERTURE:   Alla luce dei risultati ottenuti con le restrizioni adottate di recente (zona rossa e poi arancione) non risulta che siano riuscite a diminuire significativamente i contagi.
Questa diminuzione fino all'altro ieri risultava invece essere stata provocata dalla crescita del livello dell'immunita' diffusa, arrivata molto in alto (72%) , che fortunatamente seguitera' ad esistere e crescere anche dopo le riaperture.
Ora sembra si presenti una temibile risalita dei contagi dopo la riapertura , poiche' e' possibile che la gente NON abbia imparato a comportarsi consapevolmente , cosa che non s'impara e ch porta a prolungare le restrizioni anche se il costo di 3 mesi di chiusura in Italia e' di 40 miliardi, per cui in Piemonte 2 settimane dovrebbero costare circa 300 milioni (in "sostegni") oltre ai costi sociali.
Dobbiamo sempre contare sulla protezione delle immunita' anche se decadono con il passare del tempo e la popolazione poi torna ad essere sempre piu' vulnerabile alle infezioni, perche' con il diminuire delle immunita' aumenta la contagiosita' del virus (di meno se e' estate) e cosi' puo' partire una nuova ondata epidemica.
La novita' di ora e' che le immunita' non diminuiranno, perche' le vaccinazioni compenseranno in eccesso il decadimento delle immunita' naturali derivanti dalle infezioni avvenute durante la seconda ondata, non piu' lontana di 6 mesi fa.
Quindi la percentuale di immunizzati, che ha fatto terminare la terza ondata con questa temperatura stagionale (in crescita) non diminuira' (anzi e' gia' cresciuta di un altro 8% ), avvicinandosi sempre di piu' al livello dell'immunita' di gregge.
Questa novita' rende inadeguati i provvedimenti adottati nel passato, che sembra ora stiano terminando.
In tutte le riaperture si dovranno pero' mantenere sempre i giusti comportamenti. per evitare i rischi paventati nel calcolo dei danni prodotti dagli affollamenti della gente.

RESTRIZIONI:   Non ci sembra di rilevare che ci sia stato un increnento di contagi dovuto all'allentamento delle restrizioni della zona rossa, divenuta arancione.
Questo conferma la previsione che avevamo fatto, che mentre le restrizioni della zona rossa sono efficaci contro il Sars-CoV-2 (che e' presente solo al 10%, il resto e' tutto variante inglese; abbiamo visto dal grafico della seconda ondata , quando il virus era solo il Sars-CoV-2, che le restrizioni della zona rossa fanno dimezzare i contagi in 9 giorni, con la variante inglese invece l'efficacia delle restrizioni della zona rossa e' praticamente nulla, come si puo' vedere nella curva dei contagi a causa della sua alta CONTAGIOSITA' (ci vorrebbe il lockdown totale).
La novita' che le restrizioni ai distanziamenti della zona rossa, alla variante inglese sembra che non le facciano "un baffo", non vuol dire che potevamo risparmiarcele, per almeno due motivi:
  1. Essendo la prima volta con la variante inglese, non potevamo sapere che non sarebbero state efficaci.
  2. Sono servite anche a ridurre i comportamenti pericolosi di chi non vuole rinunciare a stare insieme con tante altre persone in assembramenti dove, ogni persona eventualmente infetta ne contagia non 1 o 2 ma tante altre (decine), tutte insieme producendo danni importanti.
Quindi la zona rossa e' servita a tenere a bada, nei momenti piu' critici della terza ondata, queste persone, dominate da un loro egoismo poco civile (le liberta' personali si riducono dove arrecano grave danno alla salute altrui), possono far salire i contagi con i loro comportamenti e costare cosi' tanto alla comunita' (si stima che 3 mesi di zona rossa in tutta Italia costino 40 miliardi, oltre ai danni sociali: veramente troppo).
Speravamo che non si scatenassero dopo la riapertura del 26/4, perche' e' proprio tra loro che nascono i "superdiffusori", persone difficilmente individuabili che creano i vari focolai d'infezione. Il dato di oggi ci solleva piu' di una preoccupazione in merito.
Credo che, nella situazione attuale in Piemonte, loro siano il vero pericolo per la salita dei contagi della variante inglese, molto piu' dei tavoli dentro o fuori i ristoranti (basta imporre che i locali siano dotati del giusto ricambio dell'aria) e cosi' pure per scuole, bar, palestre, piscine, ecc.
Se si riuscisse a controllarli, credo che non servirebbero le RESTRIZIONI , dato che funzionano poco con questa variante inglese e che si potrebbero anche lasciare molte attivita' aperte, magari in modo intelligente , se c'e' un'alta immunita' diffusa, anche se piu' bassa dell'immunita' di gregge, perche' funzionerebbe sempre molto meglio delle restrizioni e potrebbe essere sufficiente ad impedire la risalita dei contagi.
Comunque si devono sempre tenere ben presenti le nostre raccomandazioni per le riaperture.

FONDO:   All'inizio della terza ondata il fondo era arrivato al 10%, dopo l'arrivo della variante inglese a Natale, che ne aveva innalzato il livello dal 2% costante (prima del picco di Natale) al 10% costante (dopo il picco di Natale).
Ora la variante inglese, con la sua alta contagiosita', si e' diffusa nel Piemonte molto piu' del Sars-CoV-2, quintuplicando i contagi del fondo dal 2% del Sars-CoV-2 al 10% della variante inglese (ora in discesa, all'8%, dopo il picco della terza ondata, che ha generato tanti altri virus in piu').
Il valor medio del 10% e' ancora un livello elevatissimo ma fortinatamente sembra che si stia abbassando per l'aumento della percentuale di persone immunizzate nella popolazione del Piemonte con le vaccinazioni.
Ci vorra' ancora un po' di tempo, poi ci aiutera' anche l'innalzanento della temperatura stagionale.
Fino ad allora, se il livello di fondo dei contagi intorno al 10% perdurasse, ci causera' circa 200 decessi al giorno .
Per questo dobbiamo procedere con le vaccinazioni, anche se gli anticorpi generati svaniranno durante l'inverno 2022 (30 milioni di vaccinazioni andranno percio' ripetute prima della fine del 2021).
Il 10% si colloca molto vicino al livello del fondo indicato alla fine della linea grigia, che unisce le valli della curva, che risulta disegnata in modo appropriato lungo la discesa ormai completata verso la linea del fondo che sembrava potesse scendere sotto al 10%, prima del dato di oggi (se vero).
Quindi per ora, malgrado si sia arrivati al 61+11% di immunizzati , il fondo dei contagi degli asintomatici potrebbe essere rimasto vicino al 10%, com'era prima della terza ondata.
Dobbiamo auspicare percio' che i dati dei prossimi giorni continuino a scendere rispetto alla linea orizzontale che abbiamo disegnato a destra nel grafico dal livello del fondo costante attuale del 10%, malgrado gli ultimi due dati lasciano temere il peggio.
Questo e' un punto importantissimo, perche' si tratta del livello del fondo permanente dei contagi, alimentato dall' epidemia degli asintomatici , che e' cresciuto dal 2% al 10% dopo l'arrivo della variante inglese ma che dovrebbe scendere con l'aumento dell'immunita' diffusa, che ora abbiamo stimato al 72% e poi, con il progredire delle prossime vaccinazioni, salira' ancora.
Anche il 10% di fondo e' un livello altissimo che noi dobbiamo assolutamente abbassare (con le vaccinazioni), perche' altrimenti causerebbe circa 200 decessi al giorno (finche' dura).

COS'E' ACCADUTO:   Abbiamo gia' presentato i nostri risultati preliminari.
Il dato odierno conferma ulteriormente, dopo 31 giorni dall'inizio della zona rossa in Piemonte, la discesa nella curva dei contagi , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese, che e' stata la componente che, con una sua leggera crescita malgrado la zona rossa, aveva ritardato la discesa della curva dei contagi.
Infatti in questa terza ondata, secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, e' accaduto che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 sono calati, dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese (presente al 90% circa) sono cresciuti, per la sua maggiore contagiosita' , in pari misura in modo che i due contributi si equivalevano ed i contagi sono rimasti cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
La discesa che abbiamo iniziato a disegnare con le nostre due linee rossa e grigia nel grafico si e' ormai completata con il "pianerottolo del fondo al 10%, che pero' ora potrebbe risalire.

LA CAUSA DELLA DIMINUZIONE DEI CONTAGI:
  • ZONA ROSSA: Non ci sembra che la diminuzione dei contagi possa essere attribuita alle onerose restrizioni della zona rossa per il lungo ritardo (15 giorni) con cui la diminuzione e' iniziata.
  • TEMPERATURA AMBIENTALE: Nei due giorni (7 e 8 aprile), non si e' riscontrata una risalita della curva per effetto della MINORE temperatura ambientale, quindi abbiamo concluso che non e' stato l'innalzamento della temperatura ambientale a provocare l'inizio della discesa dei contagi.
  • NUMERO DI IMMUNIZZATI: Il 9/4 con il calcolo del numero di immunizzati attualmente esistenti in Piemonte (63+8%), abbiamo visto che questo numero e' compatibile con il raggiungimento di quel limite che, facendo diminuire la contagiosita' del virus (perche' comincia sempre piu' ad avere difficolta' a trovare persone infettabili), rende plausibile che sia proprio questa la causa della discesa dei contagi.
Se fosse corretta, questa interpretazione degli eventi avrebbe notevoli CONSEGUENZE sulla campagna di vaccinazioni in corso e sul raggiungimento dell'immunita' di gregge.

Ecco allora il punto della situazione in Piemonte:
  • Durante le feste di Natale i contagi sono saliti fino al 18% per poi scendere con la zona rossa al 10% fino a tutto febbraio (era il Sars-CoV-2 perche' con la zona rossa i contagi sono calati al 10% ma la variante inglese c'era gia', perche' non si e' riusciti a scendere sotto al 10%, che e' troppo alto per essere solo Sars-CoV-2).
  • Dai primi giorni di marzo il livello dei contagi ha iniziato a crescere mantenendosi costantemente un po' sopra al 15%, che e' un valore decisamente alto (e' la variante inglese, che a questi livelli provoca poi i 500 decessi al giorno).
  • Il 15/3 e' iniziata la zona rossa per far calare i contagi.
  • Al 2/4, oltre due settimane dopo, si e' potuto constatare che la zona rossa era inefficace contro la variante inglese, perche' i contagi erano ancora al 18% quando abbiamo visto, anche nella seconda ondata, che il Sars-CoV-2 si dimezza in soli 9 giorni. Ora dopo il 26/4 avrebbe dovuto permanere la discesa da questo picco, scesa dal 18% al 9.2%, mentre invece sembra che dobbiamo preoccuparci per una possibile risalita dei contagi (vedi l'andamento delle due linee rossa e grigia disegnate a destra nel grafico.
    Ci auguriamo che questo fondo riesca a scendere sotto al 10%, che era il livello del fondo degli asintomatici prima dell'inizio di questa terza ondata, che CONSIDERIAMO ORMAI CONCLUSA.
  • Cio' anche se il livello del fondo e' ancora troppo alto. E' conseguenza dell'alta contagiosita' della variante inglese, che da ora sostituisce il Sars-CoV-2 nell'epidemia degli asintomatici, con cui il virus vorrebbe arrivare fino all'autunno prossimo, per poi iniziare la quarta ondata.
    Ma l'immunita' di gregge ne dovra' abbassare la contagiosita' e cosi' il livello prima di allora e se la gente non impazzira' con "libera tutti" inopportuni durante l'estate, dovremmo riuscire ad impedirgli di resuscitare con la quarta ondata ed evitare ogni restrizione: sara' tutto aperto ma dovremo avere sempre la guardia ben alta per non dover chiudere di nuovo.
  • Evidentemente abbiamo avuto a che fare con una variante diversa (inglese), di contagiosita' cosi' elevata che le restrizioni imposte dalla zona rossa non sono state sufficienti ad arrestarne la diffusione, che e' proceduta incrementando i contagi e compensando, in questo caso per due settimane, la discesa di quelli del Sars-CoV-2 ancora presenti (circa il 10%), prodotta dalla zona rossa.
A causa dei dati degli ultimi due giorni, cambiamo lo stato in PREALLARME DOPO LA FINE DELLA TERZA ONDATA in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.


VALUTAZIONE DEI DANNI PRODOTTI DAGLI AFFOLLAMENTI NELLE STRADE   (26 aprile 2021)
Con beneficio d'inventario, perche' e' un solo dato, potremmo anche pensare che il dato di oggi 26/4 di 9.2% avrebbe potuto essere sulla linea grigia da noi disegnata nel grafico , circa l'1.5% piu' in basso, se non ci fossero stati tutti i festeggiamenti per la riapertura della zona gialla sabato scorso. E' certo che tutti quegli assembramenti un po' di contagi in piu' li abbiano prodotti, perche' abbiamo gia' detto che la variante inglese non perdona, perche' e' molto piu' contagiosa del virus Sars-CoV-2 ed in giro c'e' al 10% (cioe' una persona su 10 di quelle che s'incontrano ce l'ha, anche se non lo sa): e' il fondo degli asintomatici.
Se cio' fosse vero, allora potremmo provare a valutare il costo sanitario di un solo giorno di festeggiamenti, perche' siccome il 10% di contagi in tutta Italia corrisponde a 200 decessi al giorno, questo +1.5% in piu' di persone rimaste contagiate che rimarrebbero infette per un mese, cioe' fino alla loro guarigione, se ci fossero in tutte le regioni d'Italia produrrebbero altri 30 decessi al giorno per un mese circa, cioe' 900 decessi in tutta Italia ed 1/20 di questi cioe' 45 decessi in Piemonte, per un mese.
Siccome sono tanti, vediamo se le ipotesi ed i conti sono consistenti. Quante sono le persone contagiate per arrivare all'1.5%? Vediamo se e' un numero plausibile. In Italia ci sono 60 milioni di persone con quasi 20 milioni di vaccinati (arrotondando), che ovviamente non sono sottoposti ai test. Se in Piemonte ci sono 1/20 dei 40 milioni di persone rimanenti, sono 2 milioni di persone dei quali l'1.5% (cioe' 30.000) sarebbero i contagiati in piu', dovuti ai festeggiamenti avvenuti sabato in Piemonte, poiche' l'1.5% e' l'incremento della percentuale dei test positivi che nell'ipotesi e' attribuita ai festeggiamenti. E' plausibile? Credo di si, poiche' questa percentuale non e' solo dei contagi dei festeggiamenti ma comprende anche tutti quelli delle catene dei contagi susseguitesi poi nell'arco di 24 ore in tutto il Piemonte.
Come fanno questi contagi a far morire 45 persone? Ecco la risposta: in 24 ore con i calcoli da noi fatti (le ipotesi sono che il 5% dei contagiati si ammala di Covid-19 e di questi il 3% muore) l'1.5% di contagi produce 30 decessi al giorno in Italia (1/20 dei 200) e 1.5 decessi giornalieri in Piemonte (1/20 dei 30), perche', al di la dei calcoli, e' anche un dato di fatto sperimentale (che conferma tra l'altro la validita' delle ipotesi e del calcolo) che in Italia con il fondo dei contagi al 10% ci sono 200 decessi al giorno. Quindi se l'incremento dell'1.5% ci fosse in tutte le regioni come c'e' stato in Piemonte, ci sarebbero 30 morti al giorno in piu' in tutta Italia ed 1/20 di questi in Piemonte (che e' una delle 20 regioni d'Italia), cioe' 1.5 morti al giorno ovvero 45 morti al mese, che e' proprio il numero di decessi che dovevamo confermare.
Se fossero veramente dovuti ai festeggiamenti, ovviamente non potremmo permercelo e tutti capirebbero perche', ma sottolineiamo che per ora tutto questo e' nulla piu' che un istruttivo esercizio didattico, che ci mostra il potere della curva dei contagi che e' in grado di prevedere 40 giorni prima che avvengano, ricoveri e decessi per Covid-19 prodotti da eventi avvenuti 1 giorno prima del test, che producono variazioni nella produzione di contagi, con la sensibilita' di 20 decessi al giorno ogni 1% di variazione della percentuale dei contagi (perfettamente ricavabile dalla media di pochi giorni). Si ha cosi' la possibilita' di fermare prontamente eventi nocivi prima che possano produrre per accumulo danni eccessivi (se sono individuabili ed i test possono aiutare anche in questo).
Noi speriamo fortemente che questo incremento possa sparire nel dato di domani 27/4, perche' sappiamo che questi dati possono anche presentare fluttuazioni di questa entita' (1.5%).


Vai al giorno: ....   21/4   22/4   23/4   24/4   25/4   26/4   27/4   28/4   29/4   30/4   1/5   2/5   3/5   4/5   5/5   6/5   7/5   8/5  

SITUAZIONE DEL 26/4 (ore 17:40): I decessi di oggi in Italia sono 301 (oltre 119.000 dall'inizio della pandemia), valore finalmente in discesa dai 400 decessi al giorno, dopo oltre 40 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Essendo a fine aprile ci dobbiamo aspettare che questo numero di decessi, dovuti alle infezioni avvenute alla fine della terza ondata (che e' cominciata a diminuire ai primi di aprile) ormai debba tendere sempre piu' ai 200 decessi al giorno.
Quando diminuiranno i decessi? Se l'intervallo medio di tempo tra il contagio ed il decesso fosse di 20 giorni (e' sicuramente poco diverso) allora avevamo previsto che nell'ultima decade di aprile i decessi sarebbero scesi verso i 200 decessi al giorno , che sono quelli corrispondenti al 10% di fondo dei contagi, secondo il nostro calcolo. Questo livello poi calera' ulteriormente quando il fondo, che e' rimasto al 10% per due settimane, scendera' ancora e significativamente per l'effetto di protezione immunitaria delle vaccinazioni, che ci aspettiamo faccia diminuire i contagi dell'epidemia degli asintomatici molto sotto al 10% (forse al 2% come nell'estate del 2020).
L'argomento ha meritato di essere approfondito, come abbiamo fatto il 4/2, commentando la stranezza dei TROPPI DECESSI.
Infatti la nostra interpretazione prevedeva valori elevati del numero di decessi (anche oltre 400), con un ritardo tipico di circa 20 giorni rispetto all'andamento della curva, che sono quelli che mediamente intercorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.

Il dato di OGGI dei positivi al test e' di 9.2% (ultimo punto a destra nel grafico ) ed e' sceso come speravamo, riprendendo la discesa della curva dei contagi dal livello di fondo del 10%. che con i dati dal 20/4, aveva cominciato a scendere sotto al 10%.
Ci sembra che si possa confermare che il dato di ieri era anomalo per qualche errore avvenuto nell'assemblaggio dei risultati dei test, quindi non verra' da noi considerato.
Elenchiamo qui', prendendoli dalla tabella , i dati degli ultimi 20 giorni (dal 7/4 al 26/4):

Day= 7    8    9   10   11        12   13   14   15   16   17   18   19  20  21  22   23  24   25   26  Aprile

 ( 11.6+11.1+12.5+11.7+12.4 ) + ( 9.8+8.8+10.6+11.4+10.2+10.5+11.3+10.3+8.4+8.9+10.4+10.3+8.0+12.3?+9.2 )

  <------ Zona rossa ------>      <---------------------- Zona arancione ----------------------------->

I valori medi sono: Zona rossa=11.9 ; Zona arancione=9.9 ; Media dei 19 giorni=10.4 (il dato 25/4 non e' inserito).

Malgrado il passaggio dalla zona rossa alla zona arancione i contagi NON sono risaliti ma sono scesi da 11.9% a 9.9%
Quindi possiamo affermare che nei 19 giorni il fondo dei contagi e' tornato verso il valore costante del 10% che aveva prima dell'inizio della terza ondata ed ora ha cominciato a scendere grazie all'alto livello di immunita' diffusa (oltre 70%) in Piemonte.
Rimane percio' ancora valido il nostro commento di sorpresa , che avevamo fatto il 21/4, dopo il primo accenno di discesa dei dati.
Sara' di grande interesse vedere di quanto il livello scendera', perche' il 10% corrisponde circa a 200 decessi al giorno. Nell'estate 2020 questo fondo era al 2%.
Le nostre conclusioni sono:
  • L'incremento dei contagi per il passaggio da zona rossa a zona arancione NON c'e' stato, anzi i contagi invece di salire sono scesi, dall'11.9% con la zona rossa al 10% con la zona arancione, grazie all'alta immunita' diffusa (con il senno del poi forse si poteva riaprire in arancione anche prima, perche' si e' visto che l'arancione non ha affatto peggiorato la situazione dei contagi);
  • Tutti questi dati fluttuavano intorno ad un valore pressoche' costante, ora in discesa che andava dall'11% al 10%, che e' il valore medio del fondo attuale dell' epidemia degli asintomatici , che sta alimentando i contagi presenti permanentemente in Piemonte.
Ora ci auguriamo che i dati dei prossimi giorni scendano stabilmente tutti sotto al 10% per diminuire con l'aumento del numero delle persone immunizzate per vaccinazione, anche se in tempi forse abbastanza lunghi.

RIAPERTURE:   Alla luce dei risultati ottenuti con le restrizioni adottate di recente (zona rossa e poi arancione) non risulta che siano riuscite a diminuire significativamente i contagi.
Questa diminuzione risulta invece essere stata provocata dalla crescita del livello dell'immunita' diffusa, arrivata molto in alto (72%) , che seguitera' ad esistere e crescere anche dopo le riaperture.
Per questo non sembra temibile una importante risalita dei contagi dopo la riapertura, purche' la gente abbia imparato a comportarsi consapevolmente , cosa che comunque non s'impara, se si prolungano le restrizioni.
Il costo di 3 mesi di chiusura in Italia e' di 40 miliardi, per cui in Piemonte 2 settimane dovrebbero costare circa 300 milioni (in "sostegni") oltre ai costi sociali. In questo caso e' evidentemente il costo della prudenza.
Spieghiamo la ragione del nostro ottimismo: in condizioni normali un'ondata si esaurisce se la percentuale di immunizzati diventa molto alta (65%): lo abbiamo visto con la terza ondata.
Poi le immunita' decadono con il passare del tempo e la popolazione torna ad essere sempre piu' vulnerabile alle infezioni, perche' con il diminuire delle immunita' aumenta la contagiosita' del virus (di meno se e' estate) e cosi' puo' partire una nuova ondata epidemica.
La novita' ora e' che le immunita' non diminuiranno, perche' le vaccinazioni compenseranno in eccesso il decadimento delle immunita' naturali derivanti dalle infezioni avvenute durante la seconda ondata, non piu' lontana di 6 mesi fa.
Quindi la percentuale di immunizzati, che ha fatto terminare la terza ondata con questa temperatura stagionale (in crescita) non diminuira' (anzi e' gia' cresciuta di un altro 8% ), avvicinandosi sempre di piu' al livello dell'immunita' di gregge.
Questa novita' rende inadeguati i provvedimenti adottati nel passato, che sembra ora stiano terminando.
In questa situazione riteniamo di poter essere fiduciosi sul buon esito delle riaperture , vincolando pero' tutti al rispetto delle norme del buon senso, che abbiamo gia' spiegato e che sono ancora piu' importanti per la presenza questa volta della variante inglese.
In tutte le riaperture si dovranno pero' mantenere sempre i giusti comportamenti.

RESTRIZIONI:   Non ci sembra di rilevare che ci sia stato un increnento di contagi dovuto all'allentamento delle restrizioni della zona rossa, divenuta arancione.
Questo conferma la previsione che avevamo fatto, che mentre le restrizioni della zona rossa sono efficaci contro il Sars-CoV-2 (che e' presente solo al 10%, il resto e' tutto variante inglese; abbiamo visto dal grafico della seconda ondata , quando il virus era solo il Sars-CoV-2, che le restrizioni della zona rossa fanno dimezzare i contagi in 9 giorni, con la variante inglese invece l'efficacia delle restrizioni della zona rossa e' praticamente nulla, come si puo' vedere nella curva dei contagi a causa della sua alta CONTAGIOSITA' (ci vorrebbe il lockdown totale).
La novita' che le restrizioni ai distanziamenti della zona rossa, alla variante inglese sembra che non le facciano "un baffo", non vuol dire che potevamo risparmiarcele, per almeno due motivi:
  1. Essendo la prima volta con la variante inglese, non potevamo sapere che non sarebbero state efficaci.
  2. Sono servite anche a ridurre i comportamenti pericolosi di chi non vuole rinunciare a stare insieme con tante altre persone in assembramenti dove, ogni persona eventualmente infetta ne contagia non 1 o 2 ma tante altre (decine), tutte insieme.
Quindi la zona rossa e' servita a tenere a bada, nei momenti piu' critici della terza ondata, queste persone, dominate da un loro egoismo poco civile (le liberta' personali si riducono dove arrecano grave danno alla salute altrui), possono far salire i contagi con i loro comportamenti e costare cosi' tanto alla comunita' (si stima che 3 mesi di zona rossa in tutta Italia costino 40 miliardi, oltre ai danni sociali: veramente troppo).
Non ci resta che sperare che non si scatenino dopo la riapertura del 26/4, perche' e' proprio tra loro che nascono i "superdiffusori", persone difficilmente individuabili che creano i vari focolai d'infezione.
Credo che, nella situazione attuale in Piemonte, loro siano il vero pericolo per la salita dei contagi della variante inglese, molto piu' dei tavoli dentro o fuori i ristoranti (basta imporre che i locali siano dotati del giusto ricambio dell'aria) e cosi' pure per scuole, bar, palestre, piscine, ecc.
Se si riuscisse a controllarli, credo che non servirebbero le RESTRIZIONI , dato che funzionano poco con questa variante inglese e che si potrebbero anche lasciare molte attivita' aperte, magari in modo intelligente , se c'e' un'alta immunita' diffusa, anche se piu' bassa dell'immunita' di gregge, perche' funzionerebbe sempre molto meglio delle restrizioni e potrebbe essere sufficiente ad impedire la risalita dei contagi.
Comunque si devono sempre tenere ben presenti le nostre raccomandazioni per le riaperture.

FONDO:   All'inizio della terza ondata il fondo era arrivato al 10%, dopo l'arrivo della variante inglese a Natale, che ne aveva innalzato il livello dal 2% costante (prima del picco di Natale) al 10% costante (dopo il picco di Natale).
Ora la variante inglese, con la sua alta contagiosita', si e' diffusa nel Piemonte molto piu' del Sars-CoV-2, quintuplicando i contagi del fondo dal 2% del Sars-CoV-2 al 10% della variante inglese (ora in discesa, all'8%, dopo il picco della terza ondata, che ha generato tanti altri virus in piu').
Il valor medio del 10% e' ancora un livello elevatissimo ma fortinatamente sembra che si stia abbassando per l'aumento della percentuale di persone immunizzate nella popolazione del Piemonte con le vaccinazioni.
Ci vorra' ancora un po' di tempo, poi ci aiutera' anche l'innalzanento della temperatura stagionale.
Fino ad allora, se il livello di fondo dei contagi intorno al 10% perdurasse, ci causera' circa 200 decessi al giorno .
Per questo dobbiamo procedere con le vaccinazioni, anche se gli anticorpi generati svaniranno durante l'inverno 2022 (30 milioni di vaccinazioni andranno percio' ripetute prima della fine del 2021).
Il 10% si colloca molto vicino al livello del fondo indicato alla fine della linea grigia, che unisce le valli della curva, che risulta disegnata in modo appropriato lungo la discesa ormai completata verso la linea del fondo che sembra si riesca a far scendere sotto al 10%.
Quindi per ora, malgrado si sia arrivati al 61+11% di immunizzati , sembrerebbe che il fondo dei contagi degli asintomatici sia rimasto vicino al 10%, com'era prima della terza ondata.
Dobbiamo auspicare percio' che i dati dei prossimi giorni continuino a scendere rispetto alla linea orizzontale che abbiamo disegnato a destra nel grafico dal livello del fondo costante attuale del 10%.
Questo e' un punto importantissimo, perche' si tratta del livello del fondo permanente dei contagi, alimentato dall' epidemia degli asintomatici , che e' cresciuto dal 2% al 10% dopo l'arrivo della variante inglese ma che dovrebbe scendere con l'aumento dell'immunita' diffusa, che ora abbiamo stimato al 72% e poi, con il progredire delle prossime vaccinazioni, salira' ancora.
Anche il 10% di fondo e' un livello altissimo che noi dobbiamo assolutamente abbassare (con le vaccinazioni), perche' altrimenti causerebbe circa 200 decessi al giorno (finche' dura).

COS'E' ACCADUTO:   Abbiamo gia' presentato i nostri risultati preliminari.
Il dato odierno conferma ulteriormente, dopo 31 giorni dall'inizio della zona rossa in Piemonte, la discesa nella curva dei contagi , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese, che e' stata la componente che, con una sua leggera crescita malgrado la zona rossa, aveva ritardato la discesa della curva dei contagi.
Infatti in questa terza ondata, secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, e' accaduto che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 sono calati, dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese (presente al 90% circa) sono cresciuti, per la sua maggiore contagiosita' , in pari misura in modo che i due contributi si equivalevano ed i contagi sono rimasti cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
La discesa che abbiamo iniziato a disegnare con le nostre due linee rossa e grigia nel grafico si e' ormai completata con il "pianerottolo del fondo al 10%, che pero' ora sta iniziando a scendere.

LA CAUSA DELLA DIMINUZIONE DEI CONTAGI:
  • ZONA ROSSA: Non ci sembra che la diminuzione dei contagi possa essere attribuita alle onerose restrizioni della zona rossa per il lungo ritardo (15 giorni) con cui la diminuzione e' iniziata.
  • TEMPERATURA AMBIENTALE: Nei due giorni (7 e 8 aprile), non si e' riscontrata una risalita della curva per effetto della MINORE temperatura ambientale, quindi abbiamo concluso che non e' stato l'innalzamento della temperatura ambientale a provocare l'inizio della discesa dei contagi.
  • NUMERO DI IMMUNIZZATI: Il 9/4 con il calcolo del numero di immunizzati attualmente esistenti in Piemonte (63+8%), abbiamo visto che questo numero e' compatibile con il raggiungimento di quel limite che, facendo diminuire la contagiosita' del virus (perche' comincia sempre piu' ad avere difficolta' a trovare persone infettabili), rende plausibile che sia proprio questa la causa della discesa dei contagi.
Se fosse corretta, questa interpretazione degli eventi avrebbe notevoli CONSEGUENZE sulla campagna di vaccinazioni in corso e sul raggiungimento dell'immunita' di gregge.

Ecco allora il punto della situazione in Piemonte:
  • Durante le feste di Natale i contagi sono saliti fino al 18% per poi scendere con la zona rossa al 10% fino a tutto febbraio (era il Sars-CoV-2 perche' con la zona rossa i contagi sono calati al 10% ma la variante inglese c'era gia', perche' non si e' riusciti a scendere sotto al 10%, che e' troppo alto per essere solo Sars-CoV-2).
  • Dai primi giorni di marzo il livello dei contagi ha iniziato a crescere mantenendosi costantemente un po' sopra al 15%, che e' un valore decisamente alto (e' la variante inglese, che a questi livelli provoca poi i 500 decessi al giorno).
  • Il 15/3 e' iniziata la zona rossa per far calare i contagi.
  • Al 2/4, oltre due settimane dopo, si e' potuto constatare che la zona rossa era inefficace contro la variante inglese, perche' i contagi erano ancora al 18% quando abbiamo visto, anche nella seconda ondata, che il Sars-CoV-2 si dimezza in soli 9 giorni. Ora al 26/4 dovrebbe permanere la discesa da questo picco e dal 18% siamo scesi al 9.2%.
    Ci auguriamo che questo fondo scenda sotto al 10%, che era il livello del fondo degli asintomatici prima dell'inizio di questa terza ondata, che CONSIDERIAMO ORMAI CONCLUSA.
  • Cio' anche se il livello del fondo e' ancora troppo alto. E' conseguenza dell'alta contagiosita' della variante inglese, che da ora sostituisce il Sars-CoV-2 nell'epidemia degli asintomatici, con cui il virus vorrebbe arrivare fino all'autunno prossimo, per poi iniziare la quarta ondata.
    Ma l'immunita' di gregge ne abbassera' la contagiosita' e cosi' il livello prima di allora e se la gente non impazzira' con "libera tutti" inopportuni durante l'estate, dovremmo riuscire ad impedirgli di resuscitare con la quarta ondata ed evitare ogni restrizione: sara' tutto aperto ma dovremo avere sempre la guardia ben alta per non dover chiudere di nuovo.
  • Evidentemente abbiamo avuto a che fare con una variante diversa (inglese), di contagiosita' cosi' elevata che le restrizioni imposte dalla zona rossa non sono state sufficienti ad arrestarne la diffusione, che e' proceduta incrementando i contagi e compensando, in questo caso per due settimane, la discesa di quelli del Sars-CoV-2 ancora presenti (circa il 10%), prodotta dalla zona rossa.
Anche se il livello medio dei contagi del 9% e' alto, confermiamo lo stato in CESSATO ALLARME PER FINE DELLA TERZA ONDATA in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.


PERCHE' LA SARDEGNA E' L'UNICA REGIONE IN ZONA ROSSA   (26 aprile 2021)
In Sardegna trovano conferma i risultati da noi evidenziati per il Piemonte: i contagi della variante inglese, sono diversi da quelli del Sars-CoV-2, che dimezzava i contagi in 9 giorni con le restrizioni della zona rossa, come si vede nel grafico della seconda ondata , dove il virus era solo il Sars-CoV-2.
I contagi della variante inglese invece non vengono ridotti dalle restrizioni della zona rossa ma solo da un'immunita' diffusa alta, per cui la Sardegna che ha avuto pochi contagi prima (era l'unica regione bianca), ora deve attendere l'innalzamento di questa immunita', che sembra essere l'unico rimedio efficace, ad almeno il 70% complessiva tra infezioni guarite e vaccinazioni.
E' lo stesso problema che stanno affrontando i tedeschi , che erano ben lungi dall'immunita' di gregge (la Germania aveva avuto contagi molto inferiori a quelli dell'Italia).


Vai al giorno: ....   21/4   22/4   23/4   24/4   25/4   26/4   27/4   28/4   29/4   30/4   1/5   2/5   3/5   4/5   5/5   6/5   7/5   8/5  

SITUAZIONE DEL 25/4 (ore 18:00): I decessi di oggi in Italia sono 217 (oltre 119.000 dall'inizio della pandemia), valore finalmente sceso vicino ai 200 decessi al giorno, dopo oltre 40 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Essendo al 25 aprile ci dobbiamo aspettare che questo numero di decessi, dovuti alle infezioni avvenute alla fine della terza ondata (che e' cominciata a diminuire ai primi di aprile) ormai debba tendere sempre piu' ai 200 decessi al giorno.
Quando diminuiranno i decessi? Se l'intervallo medio di tempo tra il contagio ed il decesso fosse di 20 giorni (e' sicuramente poco diverso) allora avevamo previsto che nell'ultima decade di aprile i decessi sarebbero scesi verso i 200 decessi al giorno , che sono quelli corrispondenti al 10% di fondo dei contagi, secondo il nostro calcolo. Questo livello poi calera' ulteriormente quando il fondo, che e' rimasto al 10% per due settimane, scendera' ancora e significativamente per l'effetto di protezione immunitaria delle vaccinazioni, che ci aspettiamo faccia diminuire i contagi dell'epidemia degli asintomatici molto sotto al 10% (forse al 2% come nell'estate del 2020).
L'argomento ha meritato di essere approfondito, come abbiamo fatto il 4/2, commentando la stranezza dei TROPPI DECESSI.
Infatti la nostra interpretazione prevedeva valori elevati del numero di decessi (anche oltre 400), con un ritardo tipico di circa 20 giorni rispetto all'andamento della curva, che sono quelli che mediamente intercorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.

Il dato di OGGI dei positivi al test e' di 12.3% (ultimo punto a destra nel grafico ) ed e' risalito molto (+4.3%) rispetto a quello di ieri e sembra interrompere la discesa del fondo dal valor medio degli ultimi dati sul livello del fondo che, con i dati dal 20/4, sembrava aver cominciato a scendere sotto al 10%.
Questo dato, non conferma percio' l'inizio di una lenta discesa della curva dei contagi sotto al 10%, che era il livello del fondo prima della terza ondata, annunciata dai primi due dati bassi (20/4 e 21/4) e dopo altri due dati che erano invece piu' bassi ma lo erano evidentemente per l'effetto della discesa dal consueto picco del venerdi' (i venerdi' sono evidenziati con una lettera V rossa nel grafico).
Auspichiamo che i dati dei prossimi giorni confermino l'ipotesi di una discesa del fondo dei contagi.
Elenchiamo qui', prendendoli dalla tabella , i dati degli ultimi 19 giorni (dal 7/4 al 25/4):

Day= 7    8    9   10   11        12   13   14   15   16   17   18   19  20  21  22   23  24   25  Aprile

 ( 11.6+11.1+12.5+11.7+12.4 ) + ( 9.8+8.8+10.6+11.4+10.2+10.5+11.3+10.3+8.4+8.9+10.4+10.3+8.0+12.3 )

  <------ Zona rossa ------>      <---------------------- Zona arancione ------------------------->

I valori medi sono: Zona rossa=11.9 ; Zona arancione=9.4 ; Media dei 18 giorni=10.0 (l'ultimo dato non e' inserito).

Essendo l'alta risalita (+4.3%) del dato di oggi abbastanza anomala, non l'abbiamo inserita nel calcolo del valore medio del fondo. Le ragioni di questa anomalia potrebbero essere dovute a:
  1. errori nella raccolta dei dati, essendo domenica (e' gia' successo che hanno aggiunto al dato di un giorno dati di giorni precedenti): in tal caso i prossimi dati da domani in poi torneranno intorno all'8%
  2. oppure, ma speriamo di no, potrebbe essere il risultato degli affollamenti di ieri ch alla ale abbiamo gia' stigmatizzato : in tal caso i prossimi dati da domani in poi resteranno invece alti, intorno al 12% (il rischio e' alto per la novita' dell'alta contagiosita' della variante inglese).
Aspettiamo percio' i prossimi dati per sapere quale delle due alternative e' quella giusta.
Malgrado il passaggio dalla zona rossala zona arancione i contagi NON sono risaliti ma sono scesi da 11.9% al 10%.
Quindi possiamo affermare che nei 19 giorni il fondo dei contagi e' tornato verso il valore costante del 10% che aveva prima dell'inizio della terza ondata e quasi certamente continuera' a scendere grazie all'alto livello di immunita' diffusa (oltre 70%) in Piemonte.
Potrebbe rimanere ancora valido il nostro commento di sorpresa , che avevamo fatto il 21/4, dopo il primo accenno di discesa dei dati.
Sara' di grande interesse vedere se il livello scendera', perche' il 10% corrispondono circa a 200 decessi al giorno. Nell'estate 2020 questo fondo era al 2%.
Le nostre conclusioni sono:
  • L'incremento dei contagi per il passaggio da zona rossa a zona arancione NON c'e' stato, anzi i contagi invece di salire sono scesi, dall'11.9% con la zona rossa al 10% con la zona arancione, grazie all'alta immunita' diffusa (con il senno del poi forse si poteva riaprire in arancione anche prima, perche' si e' visto che l'arancione non ha affatto peggiorato la situazione dei contagi);
  • Tutti questi dati fluttuano finora intorno ad un valore pressoche' costante che va dall'11% al 10%, che e' il valore medio del fondo attuale dell' epidemia degli asintomatici , che sta alimentando i contagi presenti permanentemente in Piemonte.
Ora ci auguriamo che i dati dei prossimi giorni risultino stabilmente tutti sotto al 10% per diminuire con l'aumento del numero delle persone immunizzate per vaccinazione, anche se in tempi abbastanza piu' lunghi.

RIAPERTURE:   In queste condizioni ci risulta poco comprensibile perche' le Autorita' continuino a mantenere cosi' tante attivita' ancora chiuse fino al 26/4 (in Piemonte). Non e' chiaro cos'altro si stia aspettando che succeda, dato che e' prevedibile che il fondo dei contagi (cioe' l' epidemia degli asintomatici ) impieghera' un tempo non breve per scendere significativamente sotto al 10%.
Alla luce dei risultati ottenuti con le restrizioni adottate di recente (zona rossa e poi arancione) non risulta che siano riuscite a diminuire significativamente i contagi.
Questa diminuzione risulta invece essere stata provocata dalla crescita del livello dell'immunita' diffusa, arrivata molto in alto (72%) , che seguitera' ad esistere e crescere anche dopo le riaperture.
Per questo non temiamo una importante risalita dei contagi dopo la riapertura, purche' la gente abbia imparato a comportarsi consapevolmente , cosa che comunque non impara se si prolungano le restrizioni.
Il costo di 3 mesi di chiusura in Italia e' di 40 miliardi, per cui in Piemonte 2 settimane dovrebbero costare circa 300 milioni (in "sostegni") oltre ai costi sociali. In questo caso e' evidentemente il costo della prudenza.
Spieghiamo la ragione del nostro ottimismo: in condizioni normali un'ondata si esaurisce se la percentuale di immunizzati diventa molto alta (65%): lo abbiamo visto con la terza ondata.
Poi le immunita' decadono con il passare del tempo e la popolazione torna ad essere sempre piu' vulnerabile alle infezioni, perche' con il diminuire delle immunita' aumenta la contagiosita' del virus (di meno se e' estate) e cosi' puo' partire una nuova ondata epidemica.
La novita' ora e' che le immunita' non diminuiranno, perche' le vaccinazioni compenseranno in eccesso il decadimento delle immunita' naturali derivanti dalle infezioni avvenute durante la seconda ondata, non piu' lontana di 6 mesi fa.
Quindi la percentuale di immunizzati, che ha fatto terminare la terza ondata con questa temperatura stagionale (in crescita) non diminuira' (anzi e' gia' cresciuta di un altro 8% ), avvicinandosi sempre di piu' al livello dell'immunita' di gregge.
Questa novita' rende inadeguati i provvedimenti adottati nel passato, che ci sembra si stiano adottando anche oggi.
In questa situazione riteniamo di poter essere fiduciosi sul buon esito delle riaperture , vincolando pero' tutti al rispetto delle norme del buon senso, che abbiamo gia' spiegato e che sono ancora piu' importanti per la presenza questa volta della variante inglese.
In tutte le riaperture si dovranno pero' mantenere sempre i giusti comportamenti.

RESTRIZIONI:   Non ci sembra di rilevare che ci sia stato un increnento di contagi dovuto all'allentamento delle restrizioni della zona rossa, divenuta arancione.
Questo conferma la previsione che avevamo fatto, che mentre le restrizioni della zona rossa sono efficaci contro il Sars-CoV-2 (che e' presente solo al 10%, il resto e' tutto variante inglese; abbiamo visto dal grafico della seconda ondata , quando il virus era solo il Sars-CoV-2, che le restrizioni della zona rossa fanno dimezzare i contagi in 9 giorni, con la variante inglese invece l'efficacia delle restrizioni della zona rossa e' praticamente nulla, come si puo' vedere nella curva dei contagi a causa della sua alta CONTAGIOSITA' (ci vorrebbe il lockdown totale).
La novita' che le restrizioni ai distanziamenti della zona rossa, alla variante inglese sembra che non le facciano "un baffo", non vuol dire che potevamo risparmiarcele, per almeno due motivi:
  1. Essendo la prima volta con la variante inglese, non potevamo sapere che non sarebbero state efficaci.
  2. Sono servite anche a ridurre i comportamenti pericolosi di chi non vuole rinunciare a stare insieme con tante altre persone in assembramenti dove, ogni persona eventualmente infetta ne contagia non 1 o 2 ma tante altre (decine), tutte insieme.
Quindi la zona rossa e' servita a tenere a bada, nei momenti piu' critici della terza ondata, queste persone, dominate da un loro egoismo poco civile (le liberta' personali si riducono dove arrecano grave danno alla salute altrui), possono far salire i contagi con i loro comportamenti e costare cosi' tanto alla comunita' (si stima che 3 mesi di zona rossa in tutta Italia costino 40 miliardi, oltre ai danni sociali: veramente troppo).
Non ci resta che sperare che non si scatenino dopo la riapertura del 26/4, perche' e' proprio tra loro che nascono i "superdiffusori", persone difficilmente individuabili che creano i vari focolai d'infezione.
Credo che, nella situazione attuale in Piemonte, loro siano il vero pericolo per la salita dei contagi della variante inglese, molto piu' dei tavoli dentro o fuori i ristoranti (basta imporre che i locali siano dotati del giusto ricambio dell'aria) e cosi' pure per scuole, bar, palestre, piscine, ecc.
Se si riuscisse a controllarli, credo che non servirebbero le RESTRIZIONI , dato che funzionano poco con questa variante inglese e che si potrebbero anche lasciare molte attivita' aperte, magari in modo intelligente , se c'e' un'alta immunita' diffusa, anche se piu' bassa dell'immunita' di gregge, perche' funzionerebbe sempre molto meglio delle restrizioni e potrebbe essere sufficiente ad impedire la risalita dei contagi.
Comunque si devono sempre tenere ben presenti le nostre raccomandazioni per le riaperture.

FONDO:   All'inizio della terza ondata il fondo era arrivato al 10%, dopo l'arrivo della variante inglese a Natale, che ne aveva innalzato il livello dal 2% costante (prima del picco di Natale) al 10% costante (dopo il picco di Natale).
Ora la variante inglese, con la sua alta contagiosita', si e' diffusa nel Piemonte molto piu' del Sars-CoV-2, quintuplicando i contagi del fondo dal 2% del Sars-CoV-2 al 10% della variante inglese (ora in discesa, all'8%, dopo il picco della terza ondata, che ha generato tanti altri virus in piu').
Il valor medio del 10% e' ancora un livello elevatissimo che dovremo riuscire ad abbassare aumentando la percentuale di persone immunizzate nella popolazione del Piemonte con le vaccinazioni.
Ci vorra' un po' di tempo, poi ci aiutera' anche l'innalzanento della temperatura stagionale.
Fino ad allora, se questo livello del fondo dei contagi del 10% perdurasse, ci causera' circa 200 decessi al giorno .
Per questo dobbiamo procedere con le vaccinazioni, anche se gli anticorpi generati svaniranno durante l'inverno 2022 (30 milioni di vaccinazioni andranno percio' ripetute prima della fine del 2021).
Il 10% si colloca molto vicino al livello del fondo indicato alla fine della linea grigia, che unisce le valli della curva, che risulta disegnata in modo appropriato lungo la discesa ormai completata verso la linea del fondo che speriamo si riesca a far scendere poi abbastanza sotto al 10%.
Quindi per ora, malgrado si sia arrivati al 61+11% di immunizzati , sembrerebbe che il fondo dei contagi degli asintomatici sia rimasto purtroppo ancora intorno al 10%, com'era prima della terza ondata.
Ci dobbiamo aspettare percio' che anche tutti i dati dei prossimi giorni comincino a scendere risptto alla linea orizzontale che abbiamo disegnato a destra nel grafico al livello del fondo costante attuale del 10%.
Questo e' un punto importantissimo, perche' si tratta del livello del fondo permanente dei contagi, alimentato dall' epidemia degli asintomatici , che e' cresciuto dal 2% al 10% dopo l'arrivo della variante inglese ma che dovrebbe scendere con l'aumento dell'immunita' diffusa, che ora abbiamo stimato al 72% e poi, con il progredire delle prossime vaccinazioni, salira' ancora.
Anche il 10% di fondo e' un livello altissimo che noi dobbiamo assolutamente abbassare (con le vaccinazioni), perche' altrimenti causerebbe circa 200 decessi al giorno (finche' dura).

COS'E' ACCADUTO:   Abbiamo gia' presentato i nostri risultati preliminari.
Il dato odierno conferma ulteriormente, dopo 31 giorni dall'inizio della zona rossa in Piemonte, la discesa nella curva dei contagi , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese, che e' stata la componente che, con una sua leggera crescita malgrado la zona rossa, aveva ritardato la discesa della curva dei contagi.
Infatti in questa terza ondata, secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, e' accaduto che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 sono calati, dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese (presente al 90% circa) sono cresciuti, per la sua maggiore contagiosita' , in pari misura in modo che i due contributi si equivalevano ed i contagi sono rimasti cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
La discesa che abbiamo iniziato a disegnare con le nostre due linee rossa e grigia nel grafico si e' ormai completata con il "pianerottolo del fondo al 10%, che pero' ora forse riprende a scendere.

LA CAUSA DELLA DIMINUZIONE DEI CONTAGI:
  • ZONA ROSSA: Non ci sembra che la diminuzione dei contagi possa essere attribuita alle onerose restrizioni della zona rossa per il lungo ritardo (15 giorni) con cui la diminuzione e' iniziata.
  • TEMPERATURA AMBIENTALE: Nei due giorni (7 e 8 aprile), non si e' riscontrata una risalita della curva per effetto della MINORE temperatura ambientale, quindi abbiamo concluso che non e' stato l'innalzamento della temperatura ambientale a provocare l'inizio della discesa dei contagi.
  • NUMERO DI IMMUNIZZATI: Il 9/4 con il calcolo del numero di immunizzati attualmente esistenti in Piemonte (63+8%), abbiamo visto che questo numero e' compatibile con il raggiungimento di quel limite che, facendo diminuire la contagiosita' del virus (perche' comincia sempre piu' ad avere difficolta' a trovare persone infettabili), rende plausibile che sia proprio questa la causa della discesa dei contagi.
Se fosse corretta, questa interpretazione degli eventi avrebbe notevoli CONSEGUENZE sulla campagna di vaccinazioni in corso e sul raggiungimento dell'immunita' di gregge.

Ecco allora il punto della situazione in Piemonte:
  • Durante le feste di Natale i contagi sono saliti fino al 18% per poi scendere con la zona rossa al 10% fino a tutto febbraio (era il Sars-CoV-2 perche' con la zona rossa i contagi sono calati al 10% ma la variante inglese c'era gia', perche' non si e' riusciti a scendere sotto al 10%, che e' troppo alto per essere solo Sars-CoV-2).
  • Dai primi giorni di marzo il livello dei contagi ha iniziato a crescere mantenendosi costantemente un po' sopra al 15%, che e' un valore decisamente alto (e' la variante inglese, che a questi livelli provoca poi i 500 decessi al giorno).
  • Il 15/3 e' iniziata la zona rossa per far calare i contagi.
  • Al 2/4, oltre due settimane dopo, si e' potuto constatare che la zona rossa era inefficace contro la variante inglese, perche' i contagi erano ancora al 18% quando abbiamo visto, anche nella seconda ondata, che il Sars-CoV-2 si dimezza in soli 9 giorni. Ora al 25/4 dovrebbe permanere la discesa da questo picco e dal 18% siamo scesi al 12.3%.
    Ci auguriamo che questo fondo scenda sotto al 10%, che era il livello del fondo degli asintomatici prima dell'inizio di questa terza ondata, che CONSIDERIAMO ORMAI CONCLUSA.
  • Cio' anche se il livello del fondo e' ancora troppo alto. E' conseguenza dell'alta contagiosita' della variante inglese, che da ora sostituisce il Sars-CoV-2 nell'epidemia degli asintomatici, con cui il virus vorrebbe arrivare fino all'autunno prossimo, per poi iniziare la quarta ondata.
    Ma l'immunita' di gregge ne abbassera' la contagiosita' e cosi' il livello prima di allora e se la gente non impazzira' con "libera tutti" inopportuni durante l'estate, dovremmo riuscire ad impedirgli di resuscitare con la quarta ondata ed evitare ogni restrizione: sara' tutto aperto ma dovremo avere sempre la guardia ben alta per non dover chiudere di nuovo.
  • Evidentemente abbiamo avuto a che fare con una variante diversa (inglese), di contagiosita' cosi' elevata che le restrizioni imposte dalla zona rossa non sono state sufficienti ad arrestarne la diffusione, che e' proceduta incrementando i contagi e compensando, in questo caso per due settimane, la discesa di quelli del Sars-CoV-2 ancora presenti (circa il 10%), prodotta dalla zona rossa.
Anche se il livello medio dei contagi del 10% e' alto, confermiamo lo stato in CESSATO ALLARME PER FINE DELLA TERZA ONDATA in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.



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SITUAZIONE DEL 24/4 (ore 18:00): I decessi di oggi in Italia sono 322 (oltre 119.000 dall'inizio della pandemia), valore ormai stabilmente inferiore ai 400 decessi al giorno, dopo oltre 40 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Essendo ad aprile ci dobbiamo aspettare ancora un alto numero di decessi, dovuti alle infezioni avvenute all'inizio della coda discendente della terza ondata (che e' cominciata a diminuire ai primi di aprile).
Quando diminuiranno i decessi? Se l'intervallo medio di tempo tra il contagio ed il decesso fosse di 20 giorni (e' sicuramente poco diverso) allora nell'ultima decade di aprile i decessi cominceranno a scendere gradualmente ed in modo progressivo, in 2 settimane quanto e' durata la discesa dei contagi, verso i 200 decessi al giorno , se il livello del fondo rimane intorno al 10%, per poi calare ulteriormente quando scendera' ancora e significativamente per l'effetto di protezione immunitaria delle vaccinazioni, che fara' diminuire i contagi dell'epidemia degli asintomatici molto sotto al 10% (forse al 2% come nell'estate del 2020).
L'argomento ha meritato di essere approfondito, come abbiamo gia' fatto il 4/2 commentando i TROPPI DECESSI.
Infatti la nostra interpretazione prevedeva valori elevati del numero di decessi (anche oltre 400), con un ritardo tipico di circa 20 giorni rispetto all'andamento della curva, che sono quelli che mediamente intercorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.

OTTIME NOTIZIE: Il dato di OGGI 24/4 dei positivi al test e' di 8.0% (ultimo punto a destra nel grafico ), e' sceso molto in basso rispetto a quello di ieri e riprende la discesa del fondo dal valor medio degli altri dati degli ultimi 18 giorni sul livello del fondo che, con i dati del 20/4 e 21/4, sembrava aver cominciato a scendere sotto al 10%.
Questo dato, conferma percio' l'inizio di una lenta discesa della curva dei contagi sotto al 10%, che era il livello del fondo prima della terza ondata, annunciata dai primi due dati bassi (20/4 e 21/4) e dopo i due dati di ieri e l'altro ieri che erano invece piu' alti ma lo erano evidentemente per l'effetto del consueto picco del venerdi' (ieri) da noi annunciato (i venerdi' sono evidenziati con una lettera V rossa nel grafico).
Auspichiamo che i dati dei prossimi giorni confermino l'ipotesi di una discesa del fondo dei contagi.
Elenchiamo qui', prendendoli dalla tabella , i dati degli ultimi 18 giorni (dal 7/4 al 24/4):

( 11.6+11.1+12.5+11.7+12.4 ) + ( 9.8+8.8+10.6+11.4+10.2+10.5+11.3+10.3+8.4+8.9+10.4+10.3+8.0 )

 <------ Zona rossa ------>      <--------------------- Zona arancione -------------------->

I valori medi sono: Zona rossa=11.9 ; Zona arancione=9.4 ; Media dei 18 giorni=10.0.

Con la zona arancione percio' i contagi NON sono risaliti ma scesi da 11.9% al 10%.
Quindi possiamo affermare che nei 18 giorni il fondo dei contagi e' tornato verso il valore costante del 10% che aveva prima dell'inizio della terza ondata e quasi certamente continuera' a scendere grazie all'alto livello di immunita' (oltre 70%) diffusa in Piemonte.
Torna allora valido il nostro commento di sorpresa , che avevamo fatto il 21/4, dopo il primo accenno di discesa dei dati.
Sara' di grande interesse vedere fino a che livello si riuscira' a farlo scendere. perche' al 10% corrispondono circa 200 decessi al giorno. Nell'estate 2020 questo fondo era al 2%.
Le nostre conclusioni sono:
  • L'incremento dei contagi per il passaggio da zona rossa a zona arancione NON c'e' stato, anzi i contagi invece di salire sono scesi, dall'11.9% con la zona rossa al 10% con la zona arancione, grazie all'alta immunita' diffusa (con il senno del poi forse si poteva riaprire in arancione anche prima, perche' si e' visto che l'arancione non ha affatto peggiorato la situazione dei contagi);
  • Tutti questi dati fluttuano finora intorno ad un valore pressoche' costante che va dall'11% al 10%, che e' il valore medio del fondo attuale dell' epidemia degli asintomatici , che sta alimentando i contagi presenti permanentemente in Piemonte.
Ora ci auguriamo che anche i dati dei prossimi giorni risultino stabilmente tutti sotto al 10% per diminuire con l'aumento del numero delle persone immunizzate per vaccinazione, anche se in tempi abbastanza piu' lunghi.

RIAPERTURE:   In queste condizioni ci risulta poco comprensibile perche' le Autorita' continuino a mantenere cosi' tante attivita' ancora chiuse fino al 26/4 (in Piemonte). Non e' chiaro cos'altro si stia aspettando che succeda, dato che e' prevedibile che il fondo dei contagi (cioe' l' epidemia degli asintomatici ) impieghera' un tempo non breve per scendere significativamente sotto al 10%.
Alla luce dei risultati ottenuti con le restrizioni adottate di recente (zona rossa e poi arancione) non risulta che siano riuscite a diminuire significativamente i contagi.
Questa diminuzione risulta invece essere stata provocata dalla crescita del livello dell'immunita' diffusa, arrivata molto in alto (72%) , che seguitera' ad esistere e crescere anche dopo le riaperture.
Per questo non temiamo una importante risalita dei contagi dopo la riapertura, purche' la gente abbia imparato a comportarsi consapevolmente , cosa che comunque non impara se si prolungano le restrizioni.
Il costo di 3 mesi di chiusura in Italia e' di 40 miliardi, per cui in Piemonte 2 settimane dovrebbero costare circa 300 milioni (in "sostegni") oltre ai costi sociali. In questo caso e' evidentemente il costo della prudenza.
Spieghiamo la ragione del nostro ottimismo: in condizioni normali un'ondata si esaurisce se la percentuale di immunizzati diventa molto alta (65%): lo abbiamo visto con la terza ondata.
Poi le immunita' decadono con il passare del tempo e la popolazione torna ad essere sempre piu' vulnerabile alle infezioni, perche' con il diminuire delle immunita' aumenta la contagiosita' del virus (di meno se e' estate) e cosi' puo' partire una nuova ondata epidemica.
La novita' ora e' che le immunita' non diminuiranno, perche' le vaccinazioni compenseranno in eccesso il decadimento delle immunita' naturali derivanti dalle infezioni avvenute durante la seconda ondata, non piu' lontana di 6 mesi fa.
Quindi la percentuale di immunizzati, che ha fatto terminare la terza ondata con questa temperatura stagionale (in crescita) non diminuira' (anzi e' gia' cresciuta di un altro 8% ), avvicinandosi sempre di piu' al livello dell'immunita' di gregge.
Questa novita' rende inadeguati i provvedimenti adottati nel passato, che ci sembra si stiano adottando anche oggi.
In questa situazione riteniamo di poter essere fiduciosi sul buon esito delle riaperture, vincolando pero' tutti al rispetto delle norme del buon senso, che abbiamo gia' spiegato e che sono ancora piu' importanti per la presenza questa volta della variante inglese.
In tutte le riaperture si dovranno pero' mantenere sempre i giusti comportamenti.

RESTRIZIONI:   Non ci sembra di rilevare che ci sia stato un increnento di contagi dovuto all'allentamento delle restrizioni della zona rossa, divenuta arancione.
Questo conferma la previsione che avevamo fatto, che mentre le restrizioni della zona rossa sono efficaci contro il Sars-CoV-2 (che e' presente solo al 10%, il resto e' tutto variante inglese; abbiamo visto dal grafico della seconda ondata , quando il virus era solo il Sars-CoV-2, che le restrizioni della zona rossa fanno dimezzare i contagi in 9 giorni, con la variante inglese invece l'efficacia delle restrizioni della zona rossa e' praticamente nulla, come si puo' vedere nella curva dei contagi a causa della sua alta CONTAGIOSITA' (ci vorrebbe il lockdown totale).
La novita' che le restrizioni ai distanziamenti della zona rossa, alla variante inglese sembra che non le facciano "un baffo", non vuol dire che potevamo risparmiarcele, per almeno due motivi:
  1. Essendo la prima volta con la variante inglese, non potevamo sapere che non sarebbero state efficaci.
  2. Sono servite anche a ridurre i comportamenti pericolosi di chi non vuole rinunciare a stare insieme con tante altre persone in assembramenti dove, ogni persona eventualmente infetta ne contagia non 1 o 2 ma tante altre (decine), tutte insieme.
Quindi la zona rossa e' servita a tenere a bada, nei momenti piu' critici della terza ondata, queste persone, dominate da un loro egoismo poco civile (le liberta' personali si riducono dove arrecano grave danno alla salute altrui), possono far salire i contagi con i loro comportamenti e costare cosi' tanto alla comunita' (si stima che 3 mesi di zona rossa in tutta Italia costino 40 miliardi, oltre ai danni sociali: veramente troppo).
Non ci resta che sperare che non si scatenino dopo la riapertura del 26/4, perche' e' proprio tra loro che nascono i "superdiffusori", persone difficilmente individuabili che creano i vari focolai d'infezione.
Credo che, nella situazione attuale in Piemonte, loro siano il vero pericolo per la salita dei contagi della variante inglese, molto piu' dei tavoli dentro o fuori i ristoranti (basta imporre che i locali siano dotati del giusto ricambio dell'aria) e cosi' pure per scuole, bar, palestre, piscine, ecc.
Se si riuscisse a controllarli, credo che non servirebbero le RESTRIZIONI , dato che funzionano poco con questa variante inglese e che si potrebbero anche lasciare molte attivita' aperte, magari in modo intelligente , se c'e' un'alta immunita' diffusa, anche se piu' bassa dell'immunita' di gregge, perche' funzionerebbe sempre molto meglio delle restrizioni e potrebbe essere sufficiente ad impedire la risalita dei contagi.
Comunque si devono sempre tenere ben presenti le nostre raccomandazioni per le riaperture.

FONDO:   All'inizio della terza ondata il fondo era arrivato al 10%, dopo l'arrivo della variante inglese a Natale, che ne aveva innalzato il livello dal 2% costante (prima del picco di Natale) al 10% costante (dopo il picco di Natale).
Ora la variante inglese, con la sua alta contagiosita', si e' diffusa nel Piemonte molto piu' del Sars-CoV-2, quintuplicando i contagi del fondo dal 2% del Sars-CoV-2 al 10% della variante inglese (ora in discesa, all'8%, dopo il picco della terza ondata, che ha generato tanti altri virus in piu').
Il valor medio del 10% e' ancora un livello elevatissimo che dovremo riuscire ad abbassare aumentando la percentuale di persone immunizzate nella popolazione del Piemonte con le vaccinazioni.
Ci vorra' un po' di tempo, poi ci aiutera' anche l'innalzanento della temperatura stagionale.
Fino ad allora, se questo livello del fondo dei contagi del 10% perdurasse, ci causera' circa 200 decessi al giorno .
Per questo dobbiamo procedere con le vaccinazioni, anche se gli anticorpi generati svaniranno durante l'inverno 2022 (30 milioni di vaccinazioni andranno percio' ripetute prima della fine del 2021).
Il 10% si colloca molto vicino al livello del fondo indicato alla fine della linea grigia, che unisce le valli della curva, che risulta disegnata in modo appropriato lungo la discesa ormai completata verso la linea del fondo che speriamo si riesca a far scendere poi abbastanza sotto al 10%.
Quindi per ora, malgrado si sia arrivati al 61+11% di immunizzati , sembrerebbe che il fondo dei contagi degli asintomatici sia rimasto purtroppo ancora intorno al 10%, com'era prima della terza ondata.
Ci dobbiamo aspettare percio' che anche tutti i dati dei prossimi giorni comincino a scendere risptto alla linea orizzontale che abbiamo disegnato a destra nel grafico al livello del fondo costante attuale del 10%.
Questo e' un punto importantissimo, perche' si tratta del livello del fondo permanente dei contagi, alimentato dall' epidemia degli asintomatici , che e' cresciuto dal 2% al 10% dopo l'arrivo della variante inglese ma che dovrebbe scendere con l'aumento dell'immunita' diffusa, che ora abbiamo stimato al 72% e poi, con il progredire delle prossime vaccinazioni, salira' ancora.
Anche il 10% di fondo e' un livello altissimo che noi dobbiamo assolutamente abbassare (con le vaccinazioni), perche' altrimenti causerebbe circa 200 decessi al giorno (finche' dura).

COS'E' ACCADUTO:   Abbiamo gia' presentato i nostri risultati preliminari.
Il dato odierno conferma ulteriormente, dopo 31 giorni dall'inizio della zona rossa in Piemonte, la discesa nella curva dei contagi , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese, che e' stata la componente che, con una sua leggera crescita malgrado la zona rossa, aveva ritardato la discesa della curva dei contagi.
Infatti in questa terza ondata, secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, e' accaduto che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 sono calati, dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese (presente al 90% circa) sono cresciuti, per la sua maggiore contagiosita' , in pari misura in modo che i due contributi si equivalevano ed i contagi sono rimasti cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
La discesa che abbiamo iniziato a disegnare con le nostre due linee rossa e grigia nel grafico si e' ormai completata con il "pianerottolo del fondo al 10%, che pero' ora forse riprende a scendere.

LA CAUSA DELLA DIMINUZIONE DEI CONTAGI:
  • ZONA ROSSA: Non ci sembra che la diminuzione dei contagi possa essere attribuita alle onerose restrizioni della zona rossa per il lungo ritardo (15 giorni) con cui la diminuzione e' iniziata.
  • TEMPERATURA AMBIENTALE: Nei due giorni (7 e 8 aprile), non si e' riscontrata una risalita della curva per effetto della MINORE temperatura ambientale, quindi abbiamo concluso che non e' stato l'innalzamento della temperatura ambientale a provocare l'inizio della discesa dei contagi.
  • NUMERO DI IMMUNIZZATI: Il 9/4 con il calcolo del numero di immunizzati attualmente esistenti in Piemonte (63+8%), abbiamo visto che questo numero e' compatibile con il raggiungimento di quel limite che, facendo diminuire la contagiosita' del virus (perche' comincia sempre piu' ad avere difficolta' a trovare persone infettabili), rende plausibile che sia proprio questa la causa della discesa dei contagi.
Se fosse corretta, questa interpretazione degli eventi avrebbe notevoli CONSEGUENZE sulla campagna di vaccinazioni in corso e sul raggiungimento dell'immunita' di gregge.

Ecco allora il punto della situazione in Piemonte:
  • Durante le feste di Natale i contagi sono saliti fino al 18% per poi scendere con la zona rossa al 10% fino a tutto febbraio (era il Sars-CoV-2 perche' con la zona rossa i contagi sono calati al 10% ma la variante inglese c'era gia', perche' non si e' riusciti a scendere sotto al 10%, che e' troppo alto per essere solo Sars-CoV-2).
  • Dai primi giorni di marzo il livello dei contagi ha iniziato a crescere mantenendosi costantemente un po' sopra al 15%, che e' un valore decisamente alto (e' la variante inglese, che a questi livelli provoca poi i 500 decessi al giorno).
  • Il 15/3 e' iniziata la zona rossa per far calare i contagi.
  • Al 2/4, oltre due settimane dopo, si e' potuto constatare che la zona rossa era inefficace contro la variante inglese, perche' i contagi erano ancora al 18% quando abbiamo visto, anche nella seconda ondata, che il Sars-CoV-2 si dimezza in soli 9 giorni. Ora al 24/4 permane la discesa da questo picco e dal 18% siamo scesi al 8.0%.
    Ci auguriamo che questo fondo continui a scendere sotto al 10%, che era il livello del fondo degli asintomatici prima dell'inizio di questa terza ondata, che CONSIDERIAMO ORMAI CONCLUSA.
  • Cio' anche se il livello del fondo e' ancora troppo alto. E' conseguenza dell'alta contagiosita' della variante inglese, che da ora sostituisce il Sars-CoV-2 nell'epidemia degli asintomatici, con cui il virus vorrebbe arrivare fino all'autunno prossimo, per poi iniziare la quarta ondata.
    Ma l'immunita' di gregge ne abbassera' la contagiosita' e cosi' il livello prima di allora e se la gente non impazzira' con "libera tutti" inopportuni durante l'estate, dovremmo riuscire ad impedirgli di resuscitare con la quarta ondata ed evitare ogni restrizione: sara' tutto aperto ma dovremo avere sempre la guardia ben alta per non dover chiudere di nuovo.
  • Evidentemente abbiamo avuto a che fare con una variante diversa (inglese), di contagiosita' cosi' elevata che le restrizioni imposte dalla zona rossa non sono state sufficienti ad arrestarne la diffusione, che e' proceduta incrementando i contagi e compensando, in questo caso per due settimane, la discesa di quelli del Sars-CoV-2 ancora presenti (circa il 10%), prodotta dalla zona rossa.
Anche se il livello medio dei contagi del 10% e' alto, confermiamo lo stato in CESSATO ALLARME PER FINE DELLA TERZA ONDATA in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.


CON LE RIAPERTURE SI RISCHIA DI FAR RISALIRE I CONTAGI?   (24 aprile 2021)
Questo timore sorge quando si pensa a quello che e' successo in Sardegna che come colore di rischio era "bianca" ed in seguito ai comportamenti delle persone ora e' l'unica regione "rossa" d'Italia.
Siccome le restrizioni servono proprio a limitare questi comportamenti, si tende a temporeggiare prolungando per prudenza la durata delle restrizioni, cioe' procrastinando di una, due settimane o piu' le riaperture.
Per gli stessi motivi anche gli esperti invitano alla cautela ma prolungare tanto un rimedio per curare il male puo' arrivare ad accentuare cosi' tanto il danno che la cura puo' diventare allora peggiore del male.
Siccome entrano in gioco i comportamenti delle persone, non e' un problema che si puo' risolvere con una formula.
Nella decisione conta pesantemente il rischio di crescita dei contagi che dipende non solo dai comportamenti delle persone ma anche dalla facilita' che trova il virus a trasmettersi da una persona ad un'altra, quel concetto che noi abbiamo chiamato contagiosita' del virus (in tempo reale).
Questa contagiosita' dipende dal virus, per cui nel caso della variante inglese e' maggiore, ma anche dalle condizioni ambientali che sono la temperatura e la percentuale d'immunita' diffusa.
Quest'ultima e' quella che ci interessa maggiormente ora perche', alla luce dei dati da noi analizzati per il Piemonte, e' molto alta ed in ulteriore crescita.
Cioe', se i nostri calcoli sono giusti, il Piemonte e' gia' arrivato praticamente all'immunita' di gregge e quindi non dovrebbe correre i rischi che ha dovuto correre la Sardegna prima di diventare rossa e nemmeno quelli che stanno correndo ora i tedeschi perche' entrambi erano ben lungi dall'immunita' di gregge (la Sardegna era stata bianca e la Germania aveva avuto contagi molto inferiori a quelli dell'Italia).
Le condizioni in Italia oggi, per quelle regioni che hanno avuto un'evoluzione recente dei contagi come quella del Piemonte, sono radicalmente diverse.
Solo per quelle regioni possiamo esprimerci, per le altre come la Sardegna evidentemente no, perche' bisogna fare prima il semplice calcolo dell'immunita' diffusa.
Per questo personalmente riteniamo che i rischi di una risalita persistente dei contagi siano minimi, anche perche' riteniamo che ormai le persone abbiano capito che non possono comportarsi come fosse un gioco "libera tutti".
C'e' un problema pero':   Ovviamente la percentuale d'immunita' diffusa puo' essere diversa regione per regione (in Piemonte e' alta ma per esempio in Sardegna e' sicuramente la piu' bassa d'Italia, se no non sarebbe ancora zona rossa).
Questo crea dei livelli di contrasto diversi alla diffusione del virus, che puo' creare problemi nelle regioni in cui l'immunita' e' piu' bassa: in queste regioni la gente dovra' essere informata di dover mantenere comportamenti piu' prudenti di quelli ammessi nelle altre regioni, per evitare provvedimenti restrittivi (che poi hanno anche poco effetto, perche' quello che conta sara' solo un'accelerazione delle vaccinazioni).
Abbiamo un precedente caso come il nostro che e' quello del Regno Unito, dove hanno avuto la stessa variante inglese, con un lockdown lunghissimo, che si potevano risparmiare secondo noi dopo averne visto l'inefficacia ad azzerare i contagi (li avrebbe dovuti dimezzare ogni 9 giorni, se fosse stato solo il Sars-CoV-2).
Grazie ad un'efficiente campagna vaccinale pero' loro hanno innalzato l'immunita' diffusa di tutto il Paese, cosi' i contagi sono scesi ed ora stanno riaprendo senza rischiare piu' di tanto la risalita dei contagi.
E' quello che sta succedendo anche a noi, che abbiamo compensato la minore percentuale di vaccinazioni con una maggiore immunita' naturale (acquisita da infezione). Tutto andra' bene, se non saremo piu' sciocchi degli inglesi.
Che vuol dire in questo caso essere sciocchi lo spiego con un esempio, utile per sottolineare che ci troviamo in una situazione nuova, diversa dalle ondate precedenti (per la presenza massiccia della variante inglese cosi' tanto piu' contagiosa).
Andra' benissimo fare dei pic-nic in tanti sul prato, anche senza mascherina se si e' con tutte persone con cui si e' abitualmente in contatto, nessuno escluso.
Non va bene invece un pic-nic in cui ci sono persone nuove con cui si puo' fare amicizia, come accade giustamente con i giovani solitamente nei loro luoghi d'incontro. Questi sono i casi con alto rischio di diffusione del contagio, tanto piu' pericolosi quanto piu' numerose sono le persone estranee che s'incontrano. La variante inglese non perdona, e' cosi' contagiosa che credo neppure la mascherina serva a molto: se si passa vicino ad una persona infetta ci si contagia (per questo i contagiati del fondo degli asintomatici si e' quintuplicato (dal 2% al 10%).
L'unica difesa e' l'immunta', che protegge al 90%. Quindi se non si e' immuni, si deve evitare di entrare in contatto con sconosciuti.
La nostra previsione di non risalita dei contagi non e' pero' una deduzione con validita' scientifica, come quella del nostro calcolo dell' immunita' diffusa in Piemonte ma solo un'opinione, che messa alla prova dei fatti potrebbe anche rivelarsi troppo ottimistica.
E' un dato di fatto pero' l'efficacia dell'immunita' diffusa nell'abbattimento dei contagi della terza ondata, a fronte della provata inefficacia delle restrizioni, piu' volte da noi sottolineata.
Per questo ci appare strano insistere oltre un giusto limite nel mantenere a lungo restrizioni che hanno un costo che qualcuno dovra' pagare e che si sono dimostrate poco efficaci, dato che l'immunita' diffusa, che invece si e' dimostrata efficace, persistera' molto a lungo, incrementandosi ancora di piu' grazie alle vaccinazioni in corso.
Cosi' abbiamo annunciato le nostre BUONE NOTIZIE.

A PROPOSITO DI COMPORTAMENTI:   (24 aprile 2021)
Oggi nel telegiornale sono apparse immagini emblematiche del piazzale della stazione centrale di Milano tutto pieno di tanti giovani assembrati in gruppi numerosi, seduti sul prato senza mascherina, a fare pic-nic consumando panini e bibite venduti da tanti venditori ambulanti. Altri assembramenti e affollamenti numerosi si sono verificati anche alla Darsena ed ai Navigli. Passeggiare in tanti e fare pic-nic non e' un problema, ma non cosi'.
La mia indignazione non e' stata tanto per il "menefreghismo" e l'ignoranza di quei giovani, cosi' tanti e cosi' ravvicinati senza mascherina, impegnati a facilitare la trasmissione di molti virus tra persone diverse, ignari che anche nelle infezioni senza sintomi i virus che attaccano un organo lasciano spesso danni permanenti, irreversibili, che possono sviluppare complicanze a lungo termine, ma per l'assenza della vigilanza (i vigili da soli evidentemente non bastano).
Per questa facilita' di contagio creatasi, ci saranno alcune decine di persone infette in piu' (l'immunita' diffusa e le vaccinazioni ci proteggono ma la variante inglese non perdona chi si espone), che andranno a contribuire in incognito all'epidemia degli asintomatici, senza neanche accorgersene, perche' non si ammalano essendo giovani. Pero' nei prossimi giorni a casa loro qualche anziano si potrebbe ammalare di Covid-19, senza sapere come sia successo e potrebbe anche (nel 3% dei casi) andare ad incrementare tra un mese quei 300 e piu' morti che abbiamo ogni giorno (sono 100.000 all'anno, cioe' 30 disastri come quello delle "torri gemelle" ogni anno).
Anche a Roma si era creata praticamente una movida in strada e la via del Corso e' stata chiusa per disperdere la folla.
Il picco di Natale ben visibile nel grafico e' stato creato cosi', per lo shopping natalizio, altrimenti non ci sarebbe stato.
Non e' bello stimare a quante persone e' costato la vita ma puo' essere molto istruttivo.
Se il livello di contagi del 10% provoca circa 200 decessi al giorno , innalzare i contagi dal 10% al 14% (valore medio) per 17 giorni (tanto e' durato il picco di Natale: basta contare i punti alti nel picco) ne comporta altri 80 in piu' per ognuno dei 17 giorni del picco.
Se si vuol vivere sicuri, evitando i contagi, si devono adottare le giuste precauzioni.

Quanto costa alla comunita' un sabato di liberta' cosi? Non possiamo saperlo perche' dipende dal numero di contagi avvenuti.
Nelle regioni con l'immunita' di gregge (come il Piemonte) i contagi sono piu' difficili e quindi saranno pochi.
Nella altre regioni potrebbero pure essere tanti (per l'alta contagiosita' della variante inglese), come per esempio 1/14 dei contagi del picco di Natale (che e' durato un paio di settimane).
Dipende da quanti contatti hanno avuto ed avranno poi le persone (i superdiffusori che circolano nella movida ne hanno tanti).
Se saranno tanti o pochi lo sapremo guardando il grafico dei contagi nei prossimi giorni.
Sono proprio tanti sempre, ma anche atroci, se sono avvenuti per fare la movida!

Sono sicuro che questa gente che rifiuta i divieti, continuera' sempre a comportarsi cosi', assumendosi questi rischi incoscientemente, senza sentirsi responsabili di alcunche'. Molti di loro questi discorsi non li vogliono neanche ascoltare, per cui credo sia da escludere che possano imparare a comportarsi meglio.
Se questo fenomeno fosse molto diffuso, anche nelle altre citta', per avere la necessaria vigilanza, forse le Autorita' potrebbero essere costrette a militarizzare un po' piu' il territorio (per aiutare i vigili), anche se non piacerebbe a nessuno ma sarebbe meglio che non lasciar morire cosi' tante persone e tenere tutto chiuso cosi' spesso.
Tutti vogliamo tornare a vivere come prima ma per ora non si puo': si deve prenderne atto.

Questo e' il Covid-19: una minaccia subdola, nascosta e persistente, capace di usare i piu' giovani, che non si ammalano, per perpetuare la presenza dei virus con l'epidemia nascosta degli asintomatici, ognuno dei quali li alleva nel proprio corpo, diffondendoli per un mese (poi guarisce).
Cosi' noi umani veniamo usati dai virus come inconsapevoli cavalli di Troia per diffondere sempre piu' l'infezione tra il prossimo (famigliari, amici, colleghi, ecc.).


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SITUAZIONE DEL 23/4 (ore 18:20): I decessi di oggi in Italia sono 342 (oltre 118.000 dall'inizio della pandemia), valore inferiore ai 400 decessi al giorno, dopo oltre 40 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Essendo ad aprile ci dobbiamo aspettare ancora un alto numero di decessi, dovuti alle infezioni avvenute all'inizio della coda discendente della terza ondata (che e' cominciata a diminuire ai primi di aprile).
Quando diminuiranno i decessi? Se l'intervallo medio di tempo tra il contagio ed il decesso fosse di 20 giorni (e' sicuramente poco diverso) allora nell'ultima decade di aprile i decessi cominceranno a scendere gradualmente ed in modo definitivo verso i 200 decessi al giorno , se il livello del fondo rimane intorno al 10%, per poi calare ulteriormente quando diventera' importante l'effetto di protezione immunitaria delle vaccinazioni, che fara' diminuire i contagi dell'epidemia degli asintomatici molto sotto al 10% (forse al 2% come nell'estate del 2020).
L'argomento ha meritato di essere approfondito, come abbiamo gia' fatto il 4/2 commentando i TROPPI DECESSI.
Infatti la nostra interpretazione prevedeva valori elevati del numero di decessi (anche oltre 400), con un ritardo tipico di circa 20 giorni rispetto all'andamento della curva, che sono quelli che mediamente intercorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.

Il dato di OGGI dei positivi al test e' di 10.3% (ultima colonnina a destra nel grafico ), e' praticamente uguale a quello di ieri e sono collocati al valor medio degli altri dati degli ultimi 16 giorni sul livello del fondo che fino all'altro ieri sembrava scendere sotto al 10%, com'era prima della terza ondata.
Questo dato, pur NON confermando l'inizio di una lenta discesa della curva dei contagi sotto al 10%, che era il livello del fondo prima della terza ondata, potrebbero pero' essere piu' alti per effetto del consueto picco del venerdi' (oggi).
Dobbiamo percio' ancora attendere i dati dei prossimi giorni per sapere se confermeranno o no l'ipotesi di una discesa.
Elenchiamo qui', prendendoli dalla tabella , i dati degli ultimi 17 giorni (dal 7/4 al 23/4):

11.6+11.1+12.5+11.7+12.4 + (9.8+8.8+10.6+11.4+10.2+10.5+11.3+10.3+8.4+8.9+10.4+10.3)
<--------- Zona rossa ------->   <---------------------- Zona arancione ------------------------->
I valori medi sono: Zona rossa=11.9 ; Zona arancione=10.0 ; Media dei 15 giorni=10.6.

Quindi possiamo affermare che nei 17 giorni il fondo dei contagi sta lentamente tornando verso il valore costante del 10% che aveva prima dell'inizio della terza ondata.
Le nostre conclusioni sono:
  • L'incremento dei contagi per il passaggio da zona rossa a zona arancione NON c'e' stato, anzi i contagi invece di salire sono scesi, dall'11.9% con la zona rossa al 10% con la zona arancione, grazie all'alta immunita' diffusa (con il senno del poi forse si poteva riaprire in arancione anche prima, perche' si e' visto che l'arancione non ha affatto peggiorato la situazione dei contagi);
  • Tutti questi dati fluttuano intorno ad un valore pressoche' costante che va dall'11% al 10%, che e' il valore del fondo attuale dell' epidemia degli asintomatici , che sta alimentando i contagi presenti permanentemente in Piemonte.
Ora ci aspettiamo percio' che anche i dati dei prossimi giorni risultino stabilmente tutti intorno al 10% per poi diminuire con l'aumento del numero delle persone immunizzate per vaccinazione, forse in tempi abbastanza piu' lunghi.
E' quindi un fatto accertato che in Piemonte i contagi sono ormai stabilizzati sul livello del fondo ormai da oltre 2 settimane (non sembrano aver iniziato, per ora, una diminuzione stabile).

RIAPERTURE:   In queste condizioni ci risulta poco comprensibile perche' le Autorita' continuino a mantenere cosi' tante attivita' ancora chiuse fino al 26/4 (in Piemonte). Non e' chiaro cos'altro si stia aspettando che succeda, dato che e' prevedibile che il fondo dei contagi (cioe' l' epidemia degli asintomatici ) impieghera' un tempo non breve per scendere significativamente sotto al 10%.
Alla luce dei risultati ottenuti con le restrizioni adottate di recente (zona rossa e poi arancione) non risulta che siano riuscite a diminuire significativamente i contagi.
Questa diminuzione risulta invece essere stata provocata dalla crescita del livello dell'immunita' diffusa, arrivata molto in alto (72%) , che seguitera' ad esistere e crescere anche dopo le riaperture.
Per questo non temiamo una importante risalita dei contagi dopo la riapertura, purche' la gente abbia imparato a comportarsi consapevolmente , cosa che comunque non impara se si prolungano le restrizioni.
Il costo di 3 mesi di chiusura in Italia e' di 40 miliardi, per cui in Piemonte 2 settimane dovrebbero costare circa 300 milioni (in "sostegni") oltre ai costi sociali. In questo caso e' evidentemente il costo della prudenza.
Spieghiamo la ragione del nostro ottimismo: in condizioni normali un'ondata si esaurisce se la percentuale di immunizzati diventa molto alta (65%): lo abbiamo visto con la terza ondata.
Poi le immunita' decadono con il passare del tempo e la popolazione torna ad essere sempre piu' vulnerabile alle infezioni, perche' con il diminuire delle immunita' aumenta la contagiosita' del virus (di meno se e' estate) e cosi' puo' partire una nuova ondata epidemica.
La novita' ora e' che le immunita' non diminuiranno, perche' le vaccinazioni compenseranno in eccesso il decadimento delle immunita' naturali derivanti dalle infezioni avvenute durante la seconda ondata, non piu' lontana di 6 mesi fa.
Quindi la percentuale di immunizzati, che ha fatto terminare la terza ondata con questa temperatura stagionale (in crescita) non diminuira' (anzi e' gia' cresciuta di un altro 8% ), avvicinandosi sempre di piu' al livello dell'immunita' di gregge.
Questa novita' rende inadeguati i provvedimenti adottati nel passato, che ci sembra si stiano adottando anche oggi.
In questa situazione riteniamo di poter essere fiduciosi sul buon esito delle riaperture, vincolando pero' tutti al rispetto delle norme del buon senso, che abbiamo gia' spiegato e che sono ancora piu' importanti per la presenza questa volta della variante inglese.
In tutte le riaperture si dovranno percio' sempre tenere ben presenti le nostre raccomandazioni.

RESTRIZIONI:   Non ci sembra di rilevare che ci sia stato un increnento di contagi dovuto all'allentamento delle restrizioni della zona rossa, divenuta arancione.
Questo conferma la previsione che avevamo fatto, che mentre le restrizioni della zona rossa sono efficaci contro il Sars-CoV-2 (che e' presente solo al 10%, il resto e' tutto variante inglese; abbiamo visto dal grafico della seconda ondata , quando il virus era solo il Sars-CoV-2, che le restrizioni della zona rossa fanno dimezzare i contagi in 9 giorni, con la variante inglese invece l'efficacia delle restrizioni della zona rossa e' praticamente nulla, come si puo' vedere nella curva dei contagi a causa della sua alta CONTAGIOSITA' (ci vorrebbe il lockdown totale).
La novita' che le restrizioni ai distanziamenti della zona rossa, alla variante inglese sembra che non le facciano "un baffo", non vuol dire che potevamo risparmiarcele, per almeno due motivi:
  1. Essendo la prima volta con la variante inglese, non potevamo sapere che non sarebbero state efficaci.
  2. Sono servite anche a ridurre i comportamenti pericolosi di chi non vuole rinunciare a stare insieme con tante altre persone in assembramenti dove, ogni persona eventualmente infetta ne contagia non 1 o 2 ma tante altre (decine), tutte insieme.
Quindi la zona rossa e' servita a tenere a bada, nei momenti piu' critici della terza ondata, queste persone, dominate da un loro egoismo poco civile (le liberta' personali si riducono dove arrecano grave danno alla salute altrui), possono far salire i contagi con i loro comportamenti e costare cosi' tanto alla comunita' (si stima che 3 mesi di zona rossa in tutta Italia costino 40 miliardi, oltre ai danni sociali: veramente troppo).
Non ci resta che sperare che non si scatenino dopo la riapertura del 26/4, perche' e' proprio tra loro che nascono i "superdiffusori", persone difficilmente individuabili che creano i vari focolai d'infezione.
Credo che, nella situazione attuale in Piemonte, loro siano il vero pericolo per la salita dei contagi della variante inglese, molto piu' dei tavoli dentro o fuori i ristoranti (basta imporre che i locali siano dotati del giusto ricambio dell'aria) e cosi' pure per scuole, bar, palestre, piscine, ecc.
Se si riuscisse a controllarli, credo che non servirebbero le RESTRIZIONI , dato che funzionano poco con questa variante inglese e che si potrebbero anche lasciare molte attivita' aperte, magari in modo intelligente , se c'e' un'alta immunita' diffusa, anche se piu' bassa dell'immunita' di gregge, perche' funzionerebbe sempre molto meglio delle restrizioni e potrebbe essere sufficiente ad impedire la risalita dei contagi.
Comunque si devono sempre tenere ben presenti le nostre raccomandazioni per le riaperture.

FONDO:   All'inizio della terza ondata il fondo era arrivato al 10%, dopo l'arrivo della variante inglese a Natale, che ne aveva innalzato il livello dal 2% costante (prima del picco di Natale) al 10% costante (dopo il picco di Natale).
Ora la variante inglese, con la sua alta contagiosita', si e' diffusa nel Piemonte molto piu' del Sars-CoV-2, quintuplicando i contagi del fondo dal 2% del Sars-CoV-2 al 10% della variante inglese (ora ancora 10.6% dopo il picco della terza ondata, che ha generato tanti altri virus in piu').
Il valor medio del 10.6% e' un livello elevatissimo che dovremo riuscire ad abbassare aumentando la percentuale di persone immunizzate nella popolazione del Piemonte con le vaccinazioni.
Ci vorra' un po' di tempo, poi ci aiutera' anche l'innalzanento della temperatura stagionale.
Fino ad allora questo livello del fondo dei contagi superiore al 10% ci causera' circa 200 decessi al giorno .
Per questo dobbiamo procedere con le vaccinazioni, anche se gli anticorpi generati svaniranno durante l'inverno 2022 (30 milioni di vaccinazioni andranno percio' ripetute prima della fine del 2021).
Il 10% si colloca molto vicino al livello del fondo indicato alla fine della linea grigia, che unisce le valli della curva, che risulta disegnata in modo appropriato lungo la discesa ormai completata verso la linea del fondo che speriamo si riesca a far scendere poi abbastanza sotto al 10%.
Quindi per ora, malgrado si sia arrivati al 61+11% di immunizzati , sembrerebbe che il fondo dei contagi degli asintomatici sia rimasto purtroppo ancora intorno al 10%, com'era prima della terza ondata.
Ci dobbiamo aspettare percio' che anche tutti i dati dei prossimi giorni si adagino sulla linea orizzontale che abbiamo disegnato a destra nel grafico al livello del fondo costante attuale del 10%.
Questo e' un punto importantissimo, perche' si tratta del livello del fondo permanente dei contagi, alimentato dall' epidemia degli asintomatici , che e' cresciuto dal 2% al 10% dopo l'arrivo della variante inglese ma che dovrebbe scendere con l'aumento dell'immunita' diffusa, che ora abbiamo stimato al 72% e poi, con il progredire delle prossime vaccinazioni, salira' ancora.
Anche il 10% di fondo e' un livello altissimo, che durerebbe molto a lungo, ma che noi dobbiamo assolutamente abbassare (con le vaccinazioni), perche' altrimenti causerebbe circa 200 decessi al giorno (finche' dura, forse per mesi).

COS'E' ACCADUTO:   Abbiamo gia' presentato i nostri risultati preliminari.
Il dato odierno conferma ulteriormente, dopo 31 giorni dall'inizio della zona rossa in Piemonte, la discesa nella curva dei contagi , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese, che e' stata la componente che, con una sua leggera crescita malgrado la zona rossa, aveva ritardato la discesa della curva dei contagi.
Infatti in questa terza ondata, secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, e' accaduto che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 sono calati, dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese (presente al 90% circa) sono cresciuti, per la sua maggiore contagiosita' , in pari misura in modo che i due contributi si equivalevano ed i contagi sono rimasti cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
La discesa che abbiamo iniziato a disegnare con le nostre due linee rossa e grigia nel grafico si e' ormai completata.

LA CAUSA DELLA DIMINUZIONE DEI CONTAGI:
  • ZONA ROSSA: Non ci sembra che la diminuzione dei contagi possa essere attribuita alle onerose restrizioni della zona rossa per il lungo ritardo (15 giorni) con cui la diminuzione e' iniziata.
  • TEMPERATURA AMBIENTALE: Nei due giorni (7 e 8 aprile), non si e' riscontrata una risalita della curva per effetto della MINORE temperatura ambientale, quindi abbiamo concluso che non e' stato l'innalzamento della temperatura ambientale a provocare l'inizio della discesa dei contagi.
  • NUMERO DI IMMUNIZZATI: Il 9/4 con il calcolo del numero di immunizzati attualmente esistenti in Piemonte (63+8%), abbiamo visto che questo numero e' compatibile con il raggiungimento di quel limite che, facendo diminuire la contagiosita' del virus (perche' comincia sempre piu' ad avere difficolta' a trovare persone infettabili), rende plausibile che sia proprio questa la causa della discesa dei contagi.
Se fosse corretta, questa interpretazione degli eventi avrebbe notevoli CONSEGUENZE sulla campagna di vaccinazioni in corso e sul raggiungimento dell'immunita' di gregge.

Ecco allora il punto della situazione in Piemonte:
  • Durante le feste di Natale i contagi sono saliti fino al 18% per poi scendere con la zona rossa al 10% fino a tutto febbraio (era il Sars-CoV-2 perche' con la zona rossa i contagi sono calati al 10% ma la variante inglese c'era gia', perche' non si e' riusciti a scendere sotto al 10%, che e' troppo alto per essere solo Sars-CoV-2).
  • Dai primi giorni di marzo il livello dei contagi ha iniziato a crescere mantenendosi costantemente un po' sopra al 15%, che e' un valore decisamente alto (e' la variante inglese, che a questi livelli provoca poi i 500 decessi al giorno).
  • Il 15/3 e' iniziata la zona rossa per far calare i contagi.
  • Al 2/4, oltre due settimane dopo, si e' potuto constatare che la zona rossa era inefficace contro la variante inglese, perche' i contagi erano ancora al 18% quando abbiamo visto, anche nella seconda ondata, che il Sars-CoV-2 si dimezza in soli 9 giorni. Ora al 23/4 permane la discesa da questo picco e dal 18% siamo scesi al 10.3%.
    Ci auguriamo che questo fondo scenda sotto al 10%, che era il livello del fondo degli asintomatici prima dell'inizio di questa terza ondata, che CONSIDERIAMO ORMAI CONCLUSA.
  • Cio' anche se il livello del fondo e' ancora troppo alto. E' conseguenza dell'alta contagiosita' della variante inglese, che da ora sostituisce il Sars-CoV-2 nell'epidemia degli asintomatici, con cui il virus vorrebbe arrivare fino all'autunno prossimo, per poi iniziare la quarta ondata.
    Ma l'immunita' di gregge ne abbassera' la contagiosita' e cosi' il livello prima di allora e se la gente non impazzira' con "libera tutti" inopportuni durante l'estate, dovremmo riuscire ad impedirgli di resuscitare con la quarta ondata ed evitare ogni restrizione: sara' tutto aperto ma dovremo avere sempre la guardia ben alta per non dover chiudere di nuovo.
  • Evidentemente abbiamo avuto a che fare con una variante diversa (inglese), di contagiosita' cosi' elevata che le restrizioni imposte dalla zona rossa non sono state sufficienti ad arrestarne la diffusione, che e' proceduta incrementando i contagi e compensando, in questo caso per due settimane, la discesa di quelli del Sars-CoV-2 ancora presenti (circa il 10%), prodotta dalla zona rossa.
Anche se il livello dei contagi del 10% e' alto, confermiamo lo stato in CESSATO ALLARME PER FINE DELLA TERZA ONDATA in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.



CALCOLO DELLA PERCENTUALE DI IMMUNIZZATI IN PIEMONTE   (23 aprile 2021)
Abbiamo gia' fatto il calcolo del numero di immunizzati in Piemonte il 9/4.
Siccome il fondo dei contagi al 10% genera continuamente nuovi immunizzati ed anche le vaccinazioni progrediscono, oggi gli immunizzati sono aumentati cosi' tanto da fornirci un'ottima copertura di immunita' naturale.
Possiamo capire perche' noi in Piemonte l'abbiamo, possiamo confrontare i contagi con quelli dei tedeschi , che sono stati piu' bravi di noi ad avere meno contagi, ma proprio per questo ora hanno una minore copertura di immunita' naturale.
Aggiorniamo allora il calcolo al 23/4 (per semplicita' i dati sono ricavati da stime solo visive sui grafici, sufficienti per i nostri scopi).
Calcoliamo le aree delle varie porzioni della curva dei contagi, che corrispondono al totale delle persone risultate positive ai test e quindi prima contagiate e poi immunizzate. Li contiamo misurando le aree delle 3 ondate della pandemia (sono l'ordinata moltiplicata per la frazione di mese, perche' in un mese c'e' il ricambio dei contagiati che guariscono):
  1. La seconda ondata del novembre 2020 e' durata 60 giorni con un valor medio di contagi del 6%: quindi se ogni 30 giorni e' rimasto infettato il 6% della popolazione, in tutta la seconda ondata e' rimasto immunizzato il 12%.
  2. L'ondata di Natale e' durata 30 giorni con un valor medio di contagi dell'11% quindi e' rimasto immunizzato l'11% della popolazione.
  3. La terza ondata attuale ha mantenuto i contagi costanti al 10% tra il giorno 20 ed il giorno 50 del 2021, producendo un 10% di immunizzati.
  4. Poi e' iniziato il picco della terza ondata che e' durato fino al giorno 90 (altri 40 giorni) con un valor medio di contagi del 15%, producendo altri 40/30*15% = 20% di immunizzati.
    Il totale finora e' di 12% + 11% + 10% + 20% = 53% per (seconda ondata + ondata Natale + giorni 20...50 + giorni 51...90).
    Per arrivare ad oggi (giorno 113 dall'inizio del 2021) bisogna aggiungerci il contributo dei giorni 91...113 (altri 23 giorni).
  5. Questi ultimi 23 giorni, sulla coda della terza ondata dal giorno 91 al 113, con media 11% contribuiscono con altri 11*23/30 = 8% di immunizzati.
    Il totale aggiornato degli immunizzati "naturali" e' = 12% + 11% + 10% + 20% + 8% = 61% a cui si devono aggiungere gli immunizzati da vaccini, che al 23/4 sono 5 milioni con 2 dosi e 17 milioni con 1 dose pari rispettivamente al 8% e 28% da ridurre del 39%=100%-61% (i vaccinati che erano gia' immunizzati naturali non li aggiungiamo, erano gia' compresi).
    Considerando immunizzati alla malattia anche i vaccinati con una sola dose (lo afferma uno studio inglese) la percentuale da aggiungere al 61% degli immunizzati naturali e' quindi: immunizzati da vaccinazione = 28 x 0.39 = 11%
    Aggiungendo questo 11% di vaccinati si arriva al TOTALE IMMUNIZZATI, aggiornato al 23/4 = 61% + 11% = 72%.
    Rispetto al calcolo precedente del 63% c'e' un 9% in piu' (non essendoci immunita' decadute, perche' tutte recenti, successive al novembre 2020).
Da ora in poi se il fondo resta al 10%, gli immunizzati naturali aumentano dell' 1% ogni 3 giorni, mentre gli immunizzati vaccinati, al ritmo di 300.000 al giorno, aumentano dell' 1% ogni 2 giorni.
Quindi il totale degli immunizzati naturali+vaccinati salira' oltre il 72% di 0.33+0.50 = 0.83% OGNI GIORNO per tutti i prossimi giorni, almeno finche' non comincera' il decadimento temporale delle immunita', che dovrebbe avvenire gradualmente, da giugno in poi.

BUONE NOTIZIE percio': le regioni che hanno avuto da ottobre in poi percentuali di contagi simili a quelle nel grafico del Piemonte saranno arrivate all'immunita' di gregge gia' a MAGGIO.
Si noti bene che l'immunita' di gregge non elimina contagi e decessi. Li attenua molto ed impedisce l'esplosione esponenziale dei contagi (perche' e' Rt<1).
Per cui occorre sempre molta prudenza ed in tutte le riaperture si devono tenere presenti le nostre raccomandazioni.
E' sconcertante che nessuno sembra si sia accorto di questa situazione: sembra che facciano i calcoli per l'immunita' di gregge con la sola immunita' dei vaccini senza considerare che negli ultimi mesi in Italia a differenza della Germania , per esempio, c'e' stato un livello dei contagi molto alto che ha generato un'immunita' "naturale" diffusa, ora molto estesa, che e' anche migliore di quella dei vaccini perche' piu' specifica per il virus che ha infettato.
Questo probabilmente potrebbe ritardare le varie riaperture (si attende di arrivare ad un maggiore livello protezione immunitaria che in realta' gia' c'e').
Se la situazione da noi presentata e' reale, allora non puo' non comportare conseguenze importanti.
  • N.B. Questo calcolo del numero di immunizzati in Piemonte, anche se e' approssimativo perche' per rapidita' e' stato basato su stime a vista delle aree delle varie porzioni delle curve dei dati sperimentali sui contagi, non e' una congettura o un'opinione ma una solida deduzione metodologicamente corretta di informazioni contenute nei dati sperimentali riportati nei grafici, nei limiti di affidabilita' dei dati stessi (ogni contagiato, come quelli positivi al test, inevitabilmente produce anticorpi e diviene poi un immunizzato naturale che si aggiunge agli immunizzati vaccinati: cosi' si puo' calcolare la percentuale di popolazione immunizzata presente oggi in Piemonte e noi lo abbiamo fatto).


Vai al giorno: ....   21/4   22/4   23/4   24/4   25/4   26/4   27/4   28/4   29/4   30/4   1/5   2/5   3/5   4/5   5/5   6/5   7/5   8/5  

SITUAZIONE DEL 22/4 (ore 17:50): I decessi di oggi in Italia sono 360 (oltre 117.000 dall'inizio della pandemia), valore inferiore ai 400 decessi al giorno, dopo oltre 40 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Essendo ora al 22 di aprile ci dobbiamo aspettare ancora un alto numero di decessi, dovuti alle infezioni avvenute all'inizio della coda discendente della terza ondata (che e' cominciata a calare ai primi di aprile).
Quando cominceranno a diminuire i decessi? Se l'intervallo medio di tempo tra il contagio ed il decesso fosse di 20 giorni (e' sicuramente poco diverso) allora dopo il 20/4 i decessi cominceranno a scendere gradualmente ed in modo definitivo verso i 200 decessi al giorno , se il livello del fondo rimane intorno al 10%, per poi calare ulteriormente quando diventera' importante l'effetto di protezione immunitaria delle vaccinazioni, che fara' diminuire i contagi dell'epidemia degli asintomatici molto sotto al 10% (forse al 2% come nell'estate del 2020).
L'argomento ha meritato di essere approfondito, come abbiamo gia' fatto il 4/2 commentando i TROPPI DECESSI.
Infatti la nostra interpretazione prevedeva valori elevati del numero di decessi (anche oltre 400), con un ritardo tipico di circa 20 giorni rispetto all'andamento della curva, che sono quelli che mediamente intercorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.

Il dato di OGGI dei positivi al test e' di 10.4% (ultima colonnina a destra nel grafico ), e' risalito al valor medio degli altri dati degli ultimi 15 giorni sul livello del fondo che fino a ieri sembrava scendere sotto al 10%, com'era prima della terza ondata.
Percio' questo dato NON conferma l'inizio di una lenta discesa della curva dei contagi sotto al 10%, che era il livello del fondo prima della terza ondata.
Dobbiamo ancora attendere i dati dei prossimi giorni per sapere se confermeranno o no questa ipotesi.
Elenchiamo qui', prendendoli dalla tabella , i dati degli ultimi 16 giorni (dal 7/4 al 22/4):

11.6+11.1+12.5+11.7+12.4 + (9.8+8.8+10.6+11.4+10.2+10.5+11.3+10.3+8.4+8.9+10.4)
<--------- Zona rossa ------->   <---------------------- Zona arancione ------------------------->
I valori medi sono: Zona rossa=11.9 ; Zona arancione=10.0 ; Media dei 15 giorni=10.6.

Quindi possiamo affermare che nei 16 giorni il fondo dei contagi potrebbe tornare verso il valore del 10% che aveva prima dell'inizio della terza ondata.
Le nostre conclusioni sono:
  • L'incremento dei contagi per il passaggio da zona rossa a zona arancione NON c'e' stato, anzi i contagi invece di salire sono scesi, dall'11.9% con la zona rossa al 10% con la zona arancione, grazie all'alta immunita' diffusa (con il senno del poi forse si poteva riaprire in arancione anche prima, perche' si e' visto che l'arancione non ha affatto peggiorato la situazione dei contagi);
  • Tutti questi dati fluttuano intorno ad un valore pressoche' costante che va dall'11% al 10%, che e' il valore del fondo attuale dell' epidemia degli asintomatici , che sta alimentando i contagi presenti permanentemente in Piemonte.
Ora ci aspettiamo percio' che anche i dati dei prossimi giorni risultino stabilmente tutti intorno al 10% per poi diminuire con l'aumento del numero delle persone immunizzate per vaccinazione, forse in tempi abbastanza piu' lunghi.
E' quindi un fatto accertato che in Piemonte i contagi sono ormai stabilizzati sul livello del fondo ormai da oltre 2 settimane (non sembrano aver iniziato, per ora, una diminuzione stabile).

RIAPERTURE:   In queste condizioni ci risulta poco comprensibile perche' le Autorita' continuino a mantenere cosi' tante attivita' ancora chiuse fino al 26/4 (in Piemonte). Non e' chiaro cos'altro si stia aspettando che succeda, dato che e' prevedibile che il fondo dei contagi (cioe' l' epidemia degli asintomatici ) impieghera' un tempo non breve per scendere significativamente sotto al 10%.
Il costo di 3 mesi di chiusura in Italia e' di 40 miliardi, per cui in Piemonte 2 settimane dovrebbero costare circa 300 milioni (in "sostegni") oltre ai costi sociali. In questo caso e' evidentemente il costo della prudenza.
Spieghiamo la ragione del nostro ottimismo: in condizioni normali un'ondata si esaurisce se la percentuale di immunizzati diventa molto alta (65%): lo abbiamo visto con la terza ondata.
Poi le immunita' decadono con il passare del tempo e la popolazione torna ad essere sempre piu' vulnerabile alle infezioni, perche' con il diminuire delle immunita' aumenta la contagiosita' del virus (di meno se e' estate) e cosi' puo' partire una nuova ondata epidemica.
La novita' ora e' che le immunita' non diminuiranno, perche' le vaccinazioni compenseranno in eccesso il decadimento delle immunita' naturali derivanti dalle infezioni avvenute durante la seconda ondata, non piu' lontana di 6 mesi fa.
Quindi la percentuale di immunizzati, che ha fatto terminare la terza ondata con questa temperatura stagionale (in crescita) non diminuira' (anzi e' gia' cresciuta di un altro 8%), avvicinandosi sempre di piu' al livello dell'immunita' di gregge.
Questa novita' rende inadeguati i provvedimenti adottati nel passato, che ci sembra si stiano adottando anche oggi.
In questa situazione riteniamo di poter essere fiduciosi sul buon esito delle riaperture, vincolando pero' tutti al rispetto delle norme del buon senso, che abbiamo gia' spiegato e che sono ancora piu' importanti per la presenza questa volta della variante inglese.
In tutte le riaperture si dovranno percio' sempre tenere ben presenti queste nostre raccomandazioni.

RESTRIZIONI:   Non ci sembra di rilevare finora un increnento di contagi dovuto all'allentamento delle restrizioni della zona rossa, divenuta arancione.
Questo conferma la previsione che avevamo fatto, che mentre le restrizioni della zona rossa sono efficaci contro il Sars-CoV-2 (che e' presente solo al 10%, il resto e' tutto variante inglese; abbiamo visto dal grafico della seconda ondata , quando il virus era solo il Sars-CoV-2, che le restrizioni della zona rossa fanno dimezzare i contagi in 9 giorni, con la variante inglese invece l'efficacia delle restrizioni della zona rossa e' praticamente nulla a causa della sua alta CONTAGIOSITA' (ci vorrebbe il lockdown totale).
La novita' che le restrizioni ai distanziamenti della zona rossa, alla variante inglese sembra che non le facciano "un baffo", non vuol dire che potevamo risparmiarcele, per almeno due motivi:
  1. Essendo la prima volta con la variante inglese, non potevamo sapere che non sarebbero state efficaci.
  2. Sono servite anche a ridurre i comportamenti pericolosi di chi non vuole rinunciare a stare insieme con tante altre persone in assembramenti dove, ogni persona eventualmente infetta ne contagia non 1 o 2 ma tante altre (decine), tutte insieme.
Quindi la zona rossa e' servita a tenere a bada, nei momenti piu' critici della terza ondata, queste persone, dominate da un loro egoismo poco civile (le liberta' personali si riducono dove arrecano grave danno alla salute altrui), possono far salire i contagi con i loro comportamenti e costare cosi' tanto alla comunita' (si stima che 3 mesi di zona rossa in tutta Italia costino 40 miliardi, oltre ai danni sociali: veramente troppo).
Non ci resta che sperare che non si scatenino dopo la riapertura del 26/4, perche' e' proprio tra loro che nascono i "superdiffusori", persone difficilmente individuabili che creano i vari focolai d'infezione.
Credo che, nella situazione attuale in Piemonte, loro siano il vero pericolo per la salita dei contagi della variante inglese, molto piu' dei tavoli dentro o fuori i ristoranti (basta imporre che i locali siano dotati del giusto ricambio dell'aria) e cosi' pure per scuole, bar, palestre, piscine, ecc.
Se si riuscisse a controllarli, credo che non servirebbero le RESTRIZIONI , dato che funzionano poco con questa variante inglese e che si potrebbero anche lasciare molte attivita' aperte, magari in modo intelligente , se c'e' un'alta immunita' diffusa, anche se piu' bassa dell'immunita' di gregge, perche' funzionerebbe sempre molto meglio delle restrizioni e potrebbe essere sufficiente ad impedire la risalita dei contagi.
Comunque si devono sempre tenere ben presenti le nostre raccomandazioni per le riaperture.

FONDO:   All'inizio della terza ondata il fondo era arrivato al 10%, dopo l'arrivo della variante inglese a Natale, che ne aveva innalzato il livello dal 2% costante (prima del picco di Natale) al 10% costante (dopo il picco di Natale).
Ora la variante inglese, con la sua alta contagiosita', si e' diffusa nel Piemonte molto piu' del Sars-CoV-2, quintuplicando i contagi del fondo dal 2% del Sars-CoV-2 al 10% della variante inglese (ora ancora 10.6% dopo il picco della terza ondata, che ha generato tanti altri virus in piu').
Il valor medio del 10.6% e' un livello elevatissimo che dovremo riuscire ad abbassare aumentando la percentuale di persone immunizzate nella popolazione del Piemonte con le vaccinazioni.
Ci vorra' un po' di tempo, poi ci aiutera' anche l'innalzanento della temperatura stagionale.
Fino ad allora questo livello del fondo dei contagi superiore al 10% ci causera' circa 200 decessi al giorno .
Per questo dobbiamo procedere con le vaccinazioni, anche se gli anticorpi generati svaniranno durante l'inverno 2022 (30 milioni di vaccinazioni andranno percio' ripetute prima della fine del 2021).
Il 10% si colloca molto vicino al livello del fondo indicato alla fine della linea grigia, che unisce le valli della curva, che risulta disegnata in modo appropriato lungo la discesa ormai completata verso la linea del fondo che speriamo si riesca a far scendere poi abbastanza sotto al 10%.
Quindi per ora, malgrado si sia arrivati al 65+8% di immunizzati, sembrerebbe che il fondo dei contagi degli asintomatici sia rimasto purtroppo ancora intorno al 10%, com'era prima della terza ondata.
Ci dobbiamo aspettare percio' che anche tutti i dati dei prossimi giorni si adagino sulla linea orizzontale che abbiamo disegnato a destra nel grafico al livello del fondo costante attuale del 10%.
Questo e' un punto importantissimo, perche' si tratta del livello del fondo permanente dei contagi, alimentato dall' epidemia degli asintomatici , che e' cresciuto dal 2% al 10% dopo l'arrivo della variante inglese ma che dovrebbe scendere con l'aumento dell'immunita' diffusa, che ora abbiamo stimato al 65+8% e poi, con il progredire delle prossime vaccinazioni, salira' ancora.
Anche il 10% di fondo e' un livello altissimo, che durerebbe molto a lungo, ma che noi dobbiamo assolutamente abbassare (con le vaccinazioni), perche' altrimenti causerebbe circa 200 decessi al giorno (finche' dura, forse per mesi).

COS'E' ACCADUTO:   Abbiamo gia' presentato i nostri risultati preliminari.
Il dato odierno conferma ulteriormente, dopo 31 giorni dall'inizio della zona rossa in Piemonte, la discesa nella curva dei contagi , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese, che e' stata la componente che, con una sua leggera crescita malgrado la zona rossa, aveva ritardato la discesa della curva dei contagi.
Infatti in questa terza ondata, secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, e' accaduto che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 sono calati, dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese (presente al 90% circa) sono cresciuti, per la sua maggiore contagiosita' , in pari misura in modo che i due contributi si equivalevano ed i contagi sono rimasti cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
La discesa che abbiamo iniziato a disegnare con le nostre due linee rossa e grigia nel grafico si e' ormai completata.

LA CAUSA DELLA DIMINUZIONE DEI CONTAGI:
  • ZONA ROSSA: Non ci sembra che la diminuzione dei contagi possa essere attribuita alle onerose restrizioni della zona rossa per il lungo ritardo (15 giorni) con cui la diminuzione e' iniziata.
  • TEMPERATURA AMBIENTALE: Nei due giorni (7 e 8 aprile), non si e' riscontrata una risalita della curva per effetto della MINORE temperatura ambientale, quindi abbiamo concluso che non e' stato l'innalzamento della temperatura ambientale a provocare l'inizio della discesa dei contagi.
  • NUMERO DI IMMUNIZZATI: Il 9/4 con il calcolo del numero di immunizzati attualmente esistenti in Piemonte (63+8%), abbiamo visto che questo numero e' compatibile con il raggiungimento di quel limite che, facendo diminuire la contagiosita' del virus (perche' comincia sempre piu' ad avere difficolta' a trovare persone infettabili), rende plausibile che sia proprio questa la causa della discesa dei contagi.
Se fosse corretta, questa interpretazione degli eventi avrebbe notevoli CONSEGUENZE sulla campagna di vaccinazioni in corso e sul raggiungimento dell'immunita' di gregge.

Ecco allora il punto della situazione in Piemonte:
  • Durante le feste di Natale i contagi sono saliti fino al 18% per poi scendere con la zona rossa al 10% fino a tutto febbraio (era il Sars-CoV-2 perche' con la zona rossa i contagi sono calati al 10% ma la variante inglese c'era gia', perche' non si e' riusciti a scendere sotto al 10%, che e' troppo alto per essere solo Sars-CoV-2).
  • Dai primi giorni di marzo il livello dei contagi ha iniziato a crescere mantenendosi costantemente un po' sopra al 15%, che e' un valore decisamente alto (e' la variante inglese, che a questi livelli provoca poi i 500 decessi al giorno).
  • Il 15/3 e' iniziata la zona rossa per far calare i contagi.
  • Al 2/4, oltre due settimane dopo, si e' potuto constatare che la zona rossa era inefficace contro la variante inglese, perche' i contagi erano ancora al 18% quando abbiamo visto, anche nella seconda ondata, che il Sars-CoV-2 si dimezza in soli 9 giorni. Ora al 22/4 permane la discesa da questo picco e dal 18% siamo scesi al 10.4%.
    Ci auguriamo che questo fondo scenda sotto al 10%, che era il livello del fondo degli asintomatici prima dell'inizio di questa terza ondata, che CONSIDERIAMO ORMAI CONCLUSA.
  • Cio' anche se il livello del fondo e' ancora troppo alto. E' conseguenza dell'alta contagiosita' della variante inglese, che da ora sostituisce il Sars-CoV-2 nell'epidemia degli asintomatici, con cui il virus vorrebbe arrivare fino all'autunno prossimo, per poi iniziare la quarta ondata.
    Ma l'immunita' di gregge ne abbassera' la contagiosita' e cosi' il livello prima di allora e se la gente non impazzira' con "libera tutti" inopportuni durante l'estate, dovremmo riuscire ad impedirgli di resuscitare con la quarta ondata ed evitare ogni restrizione: sara' tutto aperto ma dovremo avere sempre la guardia ben alta per non dover chiudere di nuovo.
  • Evidentemente abbiamo avuto a che fare con una variante diversa (inglese), di contagiosita' cosi' elevata che le restrizioni imposte dalla zona rossa non sono state sufficienti ad arrestarne la diffusione, che e' proceduta incrementando i contagi e compensando, in questo caso per due settimane, la discesa di quelli del Sars-CoV-2 ancora presenti (circa il 10%), prodotta dalla zona rossa.
Anche se il livello dei contagi del 10% e' alto, confermiamo lo stato in CESSATO ALLARME PER FINE DELLA TERZA ONDATA in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.


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SORPRESA DEL 21/4: IL FONDO SCENDE SUBITO (dall'11% a 0% ?)   (21 aprile 2021)
Nel nostro commento I NUMERI DELLA PANDEMIA abbiamo scritto quello che dev'essere fatto nel 2021:

In conclusione due sono i problemi da risolvere:
  1. Uno piu' immediato, di abbattere il fondo degli asintomatici dal 10% al 2% (per ridurre i decessi giornalieri dai 200 decessi al giorno di oggi a 60 per l'estate), con piu' vaccinazioni possibile da fare subito.
  2. L'altro piu' a lungo termine, e' la profilassi vaccinale per sostituire il 50% di copertura attuale di immunita' naturale (che noi abbiamo mentre i tedeschi , che sono stati piu' bravi di noi ad avere meno contagi, non hanno) con quella vaccinale, portando l'Italia verso la prossima stagione fredda con almeno il 65% di immunita' vaccinale. Per arrivare al 50% occorrono 30 milioni di vaccinazioni da fare entro settembre.
L'ottima nuova notizia e' che, contrariamente alle mie aspettative, credo che il primo problema sia gia' quasi risolto
Avevo detto che il 10% di fondo dei contagi e' un fondo altissimo, perche' ero concentrato soprattutto sui decessi che comporta ( 200 decessi al giorno .
Ma oltre ai decessi, cosi' tanti contagi producono anche tanti immunizzati!
Infatti estendendo il calcolo fino ad oggi, il 53% di immunizzati naturali di 20 giorni fa ora e' cresciuto dell'8% in piu'. Aggiungendoci il 10% esistente di immunizzati da vaccinazioni, il totale di immunizzati oggi non e' piu' il 63% ma il 71% ed anche gli immunizzati da vaccinazioni sono cresciuti, per cui ora siamo vicini al 75% di immunizzati in Piemonte, che cosi' e' ormai vicino all'immunita' di gregge (l'immunita' e' l'unica cosa che ha funzionare bene contro la variante inglese, dato che ha fatto diminuire definitivamente i contagi della terza ondata, cosa che non era accaduta invece con le restrizioni della zona rossa).
E per ogni altri 3 giorni che passano, finche' i contagi rimangono intorno al 10%, gli immunizzati crescono ulteriormente di un altro 1%, superando il 75% (e non dovrebbero ancora diminuire significativamente, perche' i piu' longevi di quelli da noi inclusi nel calcolo, risalgono al mese di novembre, cioe' a meno di 6 mesi fa).
Allora gli due ultimi dati di 8.4% e 8.9% (di ieri ed oggi), che sono sotto alla media (11%) precedente del fondo, non credo piu' che siano fluttuazioni ma l'inizio di una decrescita del fondo, che non so prevedere quanto in basso arrivera' perche' con la variante inglese e' difficile da prevedere, ma certo e' un'ottima notizia quella che ci arriveremo prima del previsto, perche' cosi' avremo migliaia di vittime in meno. (P.S. Il giorno dopo (22/4) pero' i contagi sono risaliti al 10.4%, forse svuotando di significato questi nostri commenti; e' un dato solo e domani e' venerdi', il giorno dei picchi; restiamo a vedere cosa succedera' nei prossimi giorni).

DECRESCITA DEL FONDO:   Quanto quest'inizio di un'immunita' di gregge possa far scendere il livello del fondo potrebbe essere influenzato dalla presenza di due tipi diversi di virus: il Sars-CoV-2 (stimata al 10%) e la sua variante inglese (per il rimanenta 90%).
Il fatto che dopo la fine del picco della terza ondata per 13 giorni il fondo non sia diminuito ma e' rimasto costante intorno all'11% potrebbe indicare che vi partecipa prevalentemente la componente che richiede una percentuale piu' alta dell'immunita' diffusa, che e' stata raggiunta solo dopo quei 13 giorni, durante i quali gli immunizzati sono continuati a crescere di numero.
Siccome il picco della terza ondata era dominato dalla variante inglese, se l'immunita' che ha fatto scendere il picco ha poi lasciato costante il fondo, vuol dire che nel fondo (degli asintomatici) e' prevalente l'altro virus, il Sars-CoV-2, che evidentemente comincia a regredire solo quando l'immunita' diffusa raggiunge una percentuale un po' piu' alta (ci sono voluti altri 13 giorni di produzione di altre immunita' naturali: il 0.3% al giorno per 13 giorni ne produce il 4% in piu'.
Questa prevalenza del Sars-CoV-2 nel fondo dei contagi e' plausibile, perche' l'epidemia degli asintomatici, che ha sempre un livello di contagi piuttosto basso, e' caratterizzata da un ricambio di contagi meno frequente e pertanto una nuova variante, come quella inglese che e' apparsa in Piemonte solo a gennaio 2021, potrebbe non aver ancora avuto il tempo di propagarsi nell'epidemia degli asintomatici, che prima era composta dal solo Sars-CoV-2.
Essendo il fondo degli asintomatici persistente per tutto l'anno potrebbe anche contenere un miscuglio di piu' varianti diverse, ognuna delle quali potrebbe presentare una diversa soglia di sensibilita' al livello di immunita' diffusa.
Staremo a vedere sperimentalmente cosa succede.
La conferma o meno arrivera' subito, gia' nei prossimi giorni.

RIAPERTURE:   Aspettiamo pure la conferma, cosi' i contagi scendono ancora un po', ma se poi risultera' vero quello che stiamo affermando, la prudenza nelle riaperture in Piemonte, che ci costa 20 milioni al giorno, risultera' inutile e si dovra' riaprire e la gente dovra' comportarsi in modo abbastanza coscienzioso.
Comunque non si puo' tenere sempre tutto chiuso per prudenza e, quando si e' vicini all'immunita' di gregge, com'e' ora in Piemonte, si devono riaprire le varie attivita', senza perdere tempo e denaro (se non si riapre adesso, allora quando?).
Ci voleva proprio una buona notizia, finalmente.
  • N.B. Il nostro calcolo del numero di immunizzati in Piemonte, anche se e' approssimativo perche' per rapidita' e' stato basato su stime a vista delle aree delle varie porzioni delle curve dei dati sperimentali sui contagi, non e' una congettura o un'opinione ma una solida deduzione metodologicamente corretta di informazioni contenute nei dati sperimentali riportati nei grafici, nei limiti di affidabilita' dei dati stessi (ogni contagiato, come quelli positivi al test, inevitabilmente produce anticorpi e diviene poi un immunizzato naturale che si aggiunge agli immunizzati vaccinati: cosi' si puo' calcolare la percentuale di popolazione immunizzata presente oggi in Piemonte e noi lo abbiamo fatto).

SITUAZIONE DEL 21/4 (ore 17:30): I decessi di oggi in Italia sono 364 (oltre 117.000 dall'inizio della pandemia), valore inferiore ai 400 decessi al giorno, dopo oltre 40 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Essendo ora al 20 di aprile ci dobbiamo aspettare ancora un alto numero di decessi, dovuti alle infezioni avvenute all'inizio della coda discendente della terza ondata (che e' cominciata a calare ai primi di aprile).
Quando cominceranno a diminuire i decessi? Se l'intervallo medio di tempo tra il contagio ed il decesso fosse di 20 giorni (e' sicuramente poco diverso) allora secondo dopo il 20/4 i decessi cominceranno a scendere gradualmente ed in modo definitivo verso i 200 decessi al giorno , se il livello del fondo e' 10%, per poi calare ulteriormente quando diventera' importante l'effetto di protezione immunitaria delle vaccinazioni, che fara' diminuire i contagi dell'epidemia degli asintomatici molto sotto al 10%.
L'argomento secondo noi merita di essere approfondito come abbiamo gia' fatto il 4/2 commentando i TROPPI DECESSI.
Infatti la nostra interpretazione prevedeva valori elevati del numero di decessi (anche oltre 400), con un ritardo tipico di circa 20 giorni rispetto all'andamento della curva dei contagi, che sono quelli che mediamente intercorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.

Il dato di OGGI dei positivi al test e' di 8.9% (ultima colonnina a destra nel grafico ), e' finalmente abbastanza piu' in basso degli altri dati degli ultimi 14 giorni sul livello del fondo che fino a ieri era dell'11% e ci aspettiamo che scenda verso il 10%, com'era prima della terza ondata.
Non possiamo ignorare che prima di oggi ci sono stati 13 giorni tutti su un "pianerottolo" di 11%, per cui crediamo che il valore piu' basso di oggi, come quello di ieri, possano essere due fluttuazioni dei dati intorno al valore medio dell'11% ma saremmo ben contenti se invece fossero l'inizio di una sia pur lenta discesa della curva dei contagi verso il 10%, che era il livello del fondo prima della terza ondata.
I dati dei prossimi giorni confermeranno o meno questa ipotesi
Elenchiamo qui', prendendoli dalla tabella , i dati degli ultimi 15 giorni (dal 7/4 al 21/4):

11.6+11.1+12.5+11.7+12.4 + (9.8+8.8+10.6+11.4+10.2+10.5+11.3+10.3+8.4+8.9)
<--------- Zona rossa ------->   <-------------------- Zona arancione -------------------->
I valori medi sono: Zona rossa=11.9 ; Zona arancione=10.0 ; Media dei 15 giorni=10.6.

Quindi possiamo affermare che nei 15 giorni il fondo dei contagi potrebbe tornare verso il valore del 10% che aveva prima dell'inizio della terza ondata.
Le nostre conclusioni sono:
  • L'incremento dei contagi per il passaggio da zona rossa a zona arancione NON c'e' stato, anzi i contagi invece di salire sono scesi per l'alta immunita' diffusa (con il senno del poi si poteva riaprire anche prima);
  • Tutti questi dati fluttuano intorno ad un valore pressoche' costante che va dall'11% al 10%, che e' il valore del fondo attuale dell' epidemia degli asintomatici e che sta alimentando i contagi presenti permanentemente in Piemonte.
Ora ci aspettiamo percio' che anche i dati dei prossimi giorni risultino stabilmente tutti intorno al 10% per poi diminuire con l'aumento del numero delle persone immunizzate per vaccinazione, ma in tempi abbastanza piu' lunghi.
E' quindi un fatto accertato che in Piemonte i contagi sono ormai stabilizzati sul livello del fondo ormai da oltre 2 settimane.

RIAPERTURE:   Per questo ci risulta poco comprensibile perche' le Autorita' continuano a mantenere cosi' tante attivita' ancora chiuse fino al 26/4 (in Piemonte). Non e' chiaro cos'altro si stia aspettando che succeda, dato che e' prevedibile che il fondo dei contagi (cioe' l' epidemia degli asintomatici ) impieghera' un tempo non breve per scendere significativamente sotto al 10%.
Il costo di 3 mesi di chiusura in Italia e' di 40 miliardi, per cui in Piemonte 2 settimane dovrebbero costare circa 300 milioni (in "sostegni") oltre ai costi sociali. In questo caso e' evidentemente il costo della prudenza.
Spieghiamo la ragione del nostro ottimismo: in condizioni normali un'ondata si esaurisce se la percentuale di immunizzati diventa molto alta (65%): lo abbiamo visto con la terza ondata.
Poi le immunita' decadono con il passare del tempo e la popolazione torna ad essere sempre piu' vulnerabile alle infezioni, perche' con il diminuire delle immunita' aumenta la contagiosita' del virus (di meno se e' estate) e cosi' puo' partire una nuova ondata epidemica.
La novita' ora e' che le immunita' non diminuiranno, perche' le vaccinazioni compenseranno in eccesso il decadimento delle immunita' naturali derivanti dalle infezioni avvenute durante la seconda ondata di 6 mesi fa.
Quindi la percentuale di immunizzati, che ha fatto terminare la terza ondata con questa temperatura stagionale (in crescita) non diminuira', anzi crescera' avvicinandosi ancora di piu' al livello dell'immunita' di gregge.
Questa novita' rende inadeguati i provvedimenti adottati nel passato, che ci sembra si stiano adottando anche oggi.
In questa situazione riteniamo di poter essere fiduciosi sul buon esito delle riaperture, vincolando pero' tutti al rispetto delle norme del buon senso, che abbiamo gia' spiegato e che sono ancora piu' importanti per la presenza questa volta della variante inglese.
In tutte le riaperture si dovranno percio' sempre tenere ben presenti queste nostre raccomandazioni.

RESTRIZIONI:   Non ci sembra di rilevare finora un increnento di contagi dovuto all'allentamento delle restrizioni della zona rossa, divenuta arancione.
Questo conferma la previsione che avevamo fatto, che mentre le restrizioni della zona rossa sono efficaci contro il Sars-CoV-2 (che e' presente solo al 10%, il resto e' tutto variante inglese; abbiamo visto dal grafico della seconda ondata , quando il virus era solo il Sars-CoV-2, che le restrizioni della zona rossa fanno dimezzare i contagi in 9 giorni, con la variante inglese invece l'efficacia delle restrizioni della zona rossa e' praticamente nulla a causa della sua alta CONTAGIOSITA' (ci vorrebbe il lockdown totale).
La novita' che le restrizioni ai distanziamenti della zona rossa, alla variante inglese sembra che non le facciano "un baffo", non vuol dire che potevamo risparmiarcele, per almeno due motivi:
  1. Essendo la prima volta con la variante inglese, non potevamo sapere che non sarebbero state efficaci.
  2. Sono servite anche a ridurre i comportamenti pericolosi di chi non vuole rinunciare a stare insieme con tante altre persone in assembramenti dove, ogni persona eventualmente infetta ne contagia non 1 o 2 ma tante altre (decine), tutte insieme.
Quindi la zona rossa e' servita a tenere a bada, nei momenti piu' critici della terza ondata, queste persone, dominate da un loro egoismo incivile (le liberta' personali si riducono dove arrecano grave danno alla salute altrui), possono far salire i contagi con i loro comportamenti e costare cosi' tanto alla comunita' (si stima che 3 mesi di zona rossa costino 40 miliardi, oltre ai danni sociali: veramente troppo).
Non ci resta che sperare che non si scatenino dopo la riapertura del 26/4, perche' e' proprio tra loro che nascono i "superdiffusori", persone difficilmente individuabili che creano i vari focolai d'infezione.
Credo che loro siano il vero pericolo per la salita dei contagi della variante inglese, molto piu' dei tavoli dentro o fuori i ristoranti (basta imporre che i locali siano dotati del giusto ricambio dell'aria) e cosi' pure per scuole, bar, palestre, piscine, ecc.
Se si riuscisse a controllarli, credo che non servirebbero le RESTRIZIONI , dato che funzionano poco con questa variante inglese e che si potrebbero anche lasciare molte attivita' aperte, magari in modo intelligente , se c'e' alta immunita' diffusa, anche se piu' bassa dell'immunita' di gregge, perche' funzionerebbe sempre molto meglio delle restrizioni e potrebbe essere sufficiente ad impedire la risalita dei contagi.
Comunque si devono sempre tenere ben presenti le nostre raccomandazioni per le riaperture.

FONDO:   All'inizio della terza ondata il fondo era arrivato al 10%, dopo l'arrivo della variante inglese a Natale, che ne aveva innalzato il livello dal 2% costante (prima del picco di Natale) al 10% costante (dopo il picco di Natale).
Ora la variante inglese, con la sua alta contagiosita', si e' diffusa nel Piemonte molto piu' del Sars-CoV-2, quintuplicando i contagi del fondo dal 2% del Sars-CoV-2 al 10% della variante inglese (ora ancora 10.6% dopo il picco della terza ondata, che ha generato tanti altri virus in piu').
Il 10.6% e' un livello elevatissimo che dovremo riuscire ad abbassare aumentando la percentuale di persone immunizzate nella popolazione del Piemonte con le vaccinazioni.
Ci vorra' almeno un mese, credo, poi ci aiutera' anche l'innalzanento della temperatura stagionale.
Fino ad allora questo livello del fondo dei contagi superiore al 10% ci causera' oltre 200 decessi al giorno.
Per questo dobbiamo procedere con le vaccinazioni, anche se gli anticorpi generati svaniranno durante l'inverno 2022 (30 milioni di vaccinazioni andranno percio' ripetute prima della fine del 2021).
Il 10% si colloca molto vicino al livello del fondo indicato alla fine della linea grigia, che unisce le valli della curva, che risulta disegnata in modo appropriato lungo la discesa ormai completata verso la linea del fondo che speriamo si riesca a far scendere abbastanza sotto al 10%.
Quindi per ora, malgrado si sia arrivati al 65% di immunizzati, sembrerebbe che il fondo dei contagi degli asintomatici sia rimasto purtroppo ancora intorno al 10%, com'era prima della terza ondata.
Ci aspettiamo percio' che tutti i dati dei prossimi giorni si adagino sulla linea orizzontale che abbiamo disegnato a destra nel grafico al livello del fondo costante attuale del 10%.
Questo e' un punto importantissimo, perche' si tratta del livello del fondo permanente dei contagi, alimentato dall' epidemia degli asintomatici , che e' cresciuto dal 2% al 10% dopo l'arrivo della variante inglese ma che dovrebbe scendere con l'aumento dell'immunita' diffusa, che ora abbiamo stimato al 65% e poi, con il progredire delle vaccinazioni, salira' ancora.
Anche il 10% di fondo e' un livello altissimo, che durerebbe molto a lungo, ma che noi dobbiamo assolutamente abbassare (con le vaccinazioni), perche' altrimenti causerebbe circa 200 decessi al giorno (finche' dura, forse per mesi).

COS'E' ACCADUTO:   Abbiamo gia' presentato i nostri risultati preliminari.
Il dato odierno conferma ulteriormente, dopo 30 giorni dall'inizio della zona rossa in Piemonte, la discesa nella curva dei contagi , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese, che e' stata la componente che, con una sua leggera crescita malgrado la zona rossa, aveva ritardato la discesa della curva dei contagi.
Infatti in questa terza ondata, secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, e' accaduto che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 sono calati, dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese (presente al 90% circa) sono cresciuti, per la sua maggiore contagiosita' , in pari misura in modo che i due contributi si equivalevano ed i contagi sono rimasti cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
La discesa che abbiamo iniziato a disegnare con le nostre due linee rossa e grigia nel grafico si e' ormai completata.

LA CAUSA DELLA DIMINUZIONE DEI CONTAGI:
  • ZONA ROSSA: Non ci sembra che la diminuzione dei contagi possa essere attribuita alle onerose restrizioni della zona rossa per il lungo ritardo (15 giorni) con cui la diminuzione e' iniziata.
  • TEMPERATURA AMBIENTALE: Nei due giorni (7 e 8 aprile), non si e' riscontrata una risalita della curva per effetto della MINORE temperatura ambientale, quindi abbiamo concluso che non e' stato l'innalzamento della temperatura ambientale a provocare l'inizio della discesa dei contagi.
  • NUMERO DI IMMUNIZZATI: Il 9/4 con il calcolo del numero di immunizzati attualmente esistenti in Piemonte (63%), abbiamo visto che questo numero e' compatibile con il raggiungimento di quel limite che, facendo diminuire la contagiosita' del virus (perche' comincia sempre piu' ad avere difficolta' a trovare persone infettabili), rende plausibile che sia proprio questa la causa della discesa dei contagi.
Se fosse corretta, questa interpretazione degli eventi avrebbe notevoli CONSEGUENZE sulla campagna di vaccinazioni in corso e sul raggiungimento dell'immunita' di gregge.

Ecco allora il punto della situazione in Piemonte:
  • Durante le feste di Natale i contagi sono saliti fino al 18% per poi scendere con la zona rossa al 10% fino a tutto febbraio (era il Sars-CoV-2 perche' con la zona rossa i contagi sono calati al 10% ma la variante inglese c'era gia', perche' non si e' riusciti a scendere sotto al 10%, che e' troppo alto per essere solo Sars-CoV-2).
  • Dai primi giorni di marzo il livello dei contagi ha iniziato a crescere mantenendosi costantemente un po' sopra al 15%, che e' un valore decisamente alto (e' la variante inglese, che a questi livelli provoca poi i 500 decessi al giorno).
  • Il 15/3 e' iniziata la zona rossa per far calare i contagi.
  • Al 2/4, oltre due settimane dopo, si e' potuto constatare che la zona rossa era inefficace contro la variante inglese, perche' i contagi erano ancora al 18% quando abbiamo visto, anche nella seconda ondata, che il Sars-CoV-2 si dimezza in soli 9 giorni. Ora al 21/4 permane la discesa da questo picco e dal 18% siamo scesi al 8.9%.
    Ci aspettiamo che questa discesa continui sotto al 10%, che era il livello del fondo degli asintomatici prima dell'inizio di questa terza ondata, che CONSIDERIAMO ORMAI CONCLUSA.
  • Cio' anche se il livello del fondo e' troppo alto. E' conseguenza dell'alta contagiosita' della variante inglese, che da ora sostituisce il Sars-CoV-2 nell'epidemia degli asintomatici, con cui il virus vorrebbe arrivare fino all'autunno prossimo, per poi iniziare la quarta ondata.
    Ma l'immunita' di gregge ne abbassera' la contagiosita' e cosi' il livello prima di allora e se la gente non impazzira' con "libera tutti" inopportuni durante l'estate, dovremmo riuscire ad impedirgli di resuscitare con la quarta ondata ed evitare ogni restrizione: sara' tutto aperto ma dovremo avere sempre la guardia ben alta per non dover chiudere di nuovo.
  • Evidentemente abbiamo avuto a che fare con una variante diversa (inglese), di contagiosita' cosi' elevata che le restrizioni imposte dalla zona rossa non sono state sufficienti ad arrestarne la diffusione, che e' proceduta incrementando i contagi e compensando, in questo caso per due settimane, la discesa di quelli del Sars-CoV-2 ancora presenti (circa il 10%), prodotta dalla zona rossa.
Anche se il livello dei contagi del 9% e' alto, confermiamo lo stato in CESSATO ALLARME PER FINE DELLA TERZA ONDATA in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.



I NUMERI DELLA PANDEMIA   (21 aprile 2021)
E' utile fare un po' di chiarezza perche' si sente spesso dire anche da persone molto qualificate che in Italia ci sono 20.000 contagi al giorno.
Evidentemente si fa confusione tra il numero di test giornalieri risultati positivi, cioe' le persone trovate positive nei test che si fanno ogni giorno, ed il numero totale di nuove infezioni che avvengono in Italia ogni giorno.
Sono due numeri molto diversi tra loro anche se sono legati, perche' se il secondo aumenta poi aumenta anche il primo.
Non si cita mai il secondo cioe' il numero di nuove infezioni effettive che avvengono in Italia ogni giorno, che e' anche quello piu' importante come valore assoluto.
Non possiamo conoscerlo esattamente ma possiamo stimare per esempio il numero dei nuovi contagi relativi al fondo del 10%, dovuto secondo noi all' epidemia degli asintomatici :
  • Se il 10% di positivi e' il risultato dei test fatti su qualche decina di migliaia di persone praticamente scelte a caso in Italia, che ha 60 milioni di abitanti, vuol dire che il 10% degli italiani, cioe' 6 milioni, risulterebbero positivi se sottoposti al test.
  • La novita' delle ultime settimane e' che si e' arrivati a vaccinare 15 milioni di italiani che evidentemente vengono esclusi dai test. Quindi il 10% di positivi, essendo su 45 milioni di italiani anziche' su 60 milioni, corrisponde a 4.5 milioni di persone che risulterebbero positivi se sottoposte al test (infette), gli altri 60-4.5 milioni sono sani (vaccinati o no).
  • Siccome tutte queste persone infette guariscono mediamente in 30 giorni (si e' visto nel grafico della seconda ondata dove la discesa dei contagi era dovuta prevalentemente alle guarigioni), ogni giorno spariscono 4.500.000/30=150.000 infetti per guarigione.
  • Se la percentuale del 10% rimane costante nel tempo (fondo costante dei contagi) vuol dire che in Italia devono verificarsi 150.000 nuovi contagi ogni giorno (e non 20.000, che e' invece il numero dei test trovati positivi) per mantenere il 10% costante nel tempo. Dal calcolo si vede che questo numero (e quindi anche ricoveri e descessi) diminuisce linearmente con il procedere delle vaccinazioni (era di 200.000 nuovi contagi anziche' 150.000, quando i vaccinati non c'erano).
    Quindi le 150.000 nuove infezioni giornaliere dovute al fondo di contagi del 10% tendera' a zero quando saranno tutti vaccinati ed immuni. Questo azzeramento (cosi' anche i decessi) sara' anche accelerato perche' con il procedere delle vaccinazioni scendera' il livello di fondo di contagi attualmente al 10%, dovuto all'epidemia degli asintomatici.
  • Di questi 150.000 nuovi contagi giornalieri circa il 95% sono asintomatici e quindi i malati di Covid-19 con sintomi sono il 5%, cioe' 7.500.
  • Di questi 7.500 malati circa il 3% muore circa 20 giorni dopo l'infezione, cioe' i decessi giornalieri sono 225 (di fondo), che corrisponde ai dati reali (i decessi sono proporzionali ai contagi di 20 giorni prima).
  • I contagi del picco della terza ondata sono stati intorno al 16% (invece del 10% del fondo) come si puo' vedere nel grafico nella seconda meta' di marzo. Questa percentuale del 16%, circa 20 giorni dopo, produce quindi 360 decessi giornalieri (di picco).
Tutto quadra perfettamente con i dati reali: questi sono i veri numeri della pandemia.
Capite bene che non possiamo tollerare il livello di fondo dei contagi del 10%, che abbiamo adesso.
Questo fondo cosi' alto e' dovuto solo alla presenza della variante inglese, perche' dopo la seconda ondata, quando c'era solo il Sars-CoV-2 il fondo era al 2% e non al 10% che abbiamo ora.
Dalla terza ondata abbiamo imparato che:
  • Le restrizioni, anche quelle della zona rossa, sono inefficaci con la variante inglese ed un lockdown totale da mantenere molto a lungo, almeno fino all'inizio dell'estate (perche' quando termina, i contagi dell'epidemia degli asintomatici risalgono subito) non e' sopportabile.
  • Al di sopra del 65% di immunizzati la variante inglese si attenua (e' per questo che la terza ondata si e' esaurita).
Quindi l'unica strada per abbattere quel 10% di fondo dei contagi e' vaccinare + vaccinare + vaccinare.
Poi a giugno verra' a darci una mano anche l'estate, che abbassa la contagiosita' anche della variante inglese (speriamo).
Non sappiamo quanto riusciremo ad abbassare il fondo dei contagi ma e' certo che rimarra' sopra a zero e quindi la variante inglese ce la dovremo tenere anche per l'anno prossimo, in forma endemica attraverso l' epidemia degli asintomatici.

In conclusione due sono i problemi da risolvere:
  1. Uno piu' immediato, di abbattere il fondo degli asintomatici dal 10% al 2% (per ridurre i decessi giornalieri dai 200 decessi al giorno di oggi a 60 per l'estate), con piu' vaccinazioni possibile da fare subito.
  2. L'altro piu' a lungo termine, e' la profilassi vaccinale per sostituire il 50% di copertura attuale di immunita' naturale (che noi abbiamo mentre i tedeschi , che sono stati piu' bravi di noi ad avere meno contagi, non hanno) con quella vaccinale, portando l'Italia verso la prossima stagione fredda con almeno il 65% di immunita' vaccinale. Per arrivare al 50% occorrono 30 milioni di vaccinazioni da fare entro settembre.
Quindi il secondo problema da risolvere e' quello di mantenere sempre la percentuale di persone immunizzate sopra al 65%, che non e' facile perche' a settembre gran parte dell'immunita' naturale da infezione asintomatica sara' svanita e dev'essere rimpiazzata dall'immunita' vaccinale.
Dal nostro calcolo del numero di immunizzati si vede che ora il 53% degli immunizzati che ci hanno fatto uscire dalla terza ondata sono immunizzati naturali e solo il 10% sono immunizzati vaccinati.
A settembre questi numeri dovranno essere invertiti se vogliamo salvarci (N.B. 50% di immunizzati significa 30 milioni di vaccinazioni da fare in pochi mesi; poi andranno ripetute ogni 10 mesi).
Purtroppo questa e' la cruda realta'.


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SITUAZIONE DEL 20/4 (ore 19:20): I decessi di oggi in Italia sono 390 (oltre 117.000 dall'inizio della pandemia), valore inferiore ai 400 decessi al giorno, dopo oltre 40 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Essendo ora al 20 di aprile ci dobbiamo aspettare ancora un alto numero di decessi, dovuti alle infezioni avvenute all'inizio della coda discendente della terza ondata (che e' cominciata a calare ai primi di aprile).
Quando cominceranno a diminuire i decessi? Se l'intervallo medio di tempo tra il contagio ed il decesso fosse di 20 giorni (e' sicuramente poco diverso) allora secondo noi dal 20/4 i decessi cominceranno a scendere gradualmente ed in modo definitivo verso i 200 decessi al giorno, per poi calare ulteriormente quando diventera' importante l'effetto di protezione immunitaria delle vaccinazioni, che fara' diminuire i contagi dell'epidemia degli asintomatici.
L'argomento secondo noi merita di essere approfondito come abbiamo gia' fatto il 4/2 commentando i TROPPI DECESSI.
Infatti la nostra interpretazione prevedeva valori elevati del numero di decessi (anche oltre 400), con un ritardo tipico di circa 20 giorni rispetto all'andamento della curva dei contagi, che sono quelli che mediamente intercorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.

Il dato di OGGI dei positivi al test e' di 8.4% (ultima colonnina a destra nel grafico ), e' finalmente abbastanza piu' in basso degli altri dati degli ultimi 14 giorni sul livello del fondo che fino a ieri era dell'11% e ci aspettiamo che scenda verso il 10%, com'era prima della terza ondata.
Non possiamo ignorare che i 13 giorni prima di oggi sono stati tutti su un "pianerottolo" di 11%, per cui crediamo che il valore piu' basso di oggi sia una fluttuazione dei dati intorno al valore medio dell'11% e non l'inizio di una discesa della curva dei contagi.
I dati dei prossimi giorni confermeranno o meno questa nostra previsione.
Elenchiamo qui', prendendoli dalla tabella , i dati degli ultimi 14 giorni:
11.6 + 11.1 + 12.5 + 11.7 + 12.4 + ( 9.8 + 8.8 + 10.6 + 11.4 + 10.2 + 10.5 + 11.3 + 10.3 + 8.4 )
<------------ Zona rossa -----------> <----------------------- Zona arancione ----------------------->
I valori medi sono: Zona rossa=11.9 ; Zona arancione=10.1 ; Media dei 14 giorni=10.8.
Quindi possiamo affermare che in questi 14 giorni (dal 7/4 al 20/4) l fondo dei contagi potrebbe essere tornato al valore del 10% che aveva prima dell'inizio della terza ondata.
Le nostre conclusioni sono:
  • L'incremento dei contagi per il passaggio da zona rossa a zona arancione NON c'e' stato, anzi i contagi invece di salire sono scesi per l'alta immunita' diffusa (con il senno del poi si poteva riaprire anche prima);
  • Tutti questi dati fluttuano intorno ad un valore pressoche' costante che va dall'11% al 10%, che e' il valore del fondo attuale dell' epidemia degli asintomatici e che sta alimentando i contagi presenti permanentemente in Piemonte.
Ora ci aspettiamo percio' che anche i dati dei prossimi giorni risultino stabilmente tutti intorno al 10% per poi diminuire con l'aumento del numero delle persone immunizzate per vaccinazione, ma in tempi abbastanza piu' lunghi.
E' quindi un fatto accertato che in Piemonte i contagi sono ormai stabilizzati sul livello del fondo ormai da ben 2 settimane.

RIAPERTURE:   Per questo ci risulta poco comprensibile perche' le Autorita' continuano a mantenere cosi' tante attivita' ancora chiuse fino al 26/4 (in Piemonte). Non e' chiaro cos'altro si stia aspettando che succeda, dato che e' prevedibile che il fondo dei contagi (cioe' l' epidemia degli asintomatici ) impieghera' un tempo abbastanza lungo per scendere significativamente sotto al 10%.
Il costo di 3 mesi di chiusura in Italia e' di 40 miliardi, per cui in Piemonte 2 settimane dovrebbero costare circa 300 milioni (in "sostegni") oltre ai costi sociali. In questo caso e' evidentemente il costo della prudenza.
Spieghiamo la ragione del nostro ottimismo: in condizioni normali un'ondata si esaurisce se la percentuale di immunizzati diventa molto alta (65%): lo abbiamo visto con la terza ondata.
Poi le immunita' decadono con il passare del tempo e la popolazione torna ad essere sempre piu' vulnerabile alle infezioni, perche' con il diminuire delle immunita' aumenta la contagiosita' del virus (di meno se e' estate) e cosi' puo' partire una nuova ondata epidemica.
La novita' ora e' che le immunita' non diminuiranno, perche' le vaccinazioni compenseranno in eccesso il decadimento delle immunita' naturali derivanti dalle infezioni avvenute durante la seconda ondata di 6 mesi fa.
Quindi la percentuale di immunizzati, che ha fatto terminare la terza ondata con questa temperatura stagionale (in crescita) non diminuira', anzi crescera' avvicinandosi ancora di piu' al livello dell'immunita' di gregge.
Questa novita' rende inadeguati i provvedimenti adottati nel passato, che ci sembra si stiano adottando anche oggi.
In questa situazione riteniamo di poter essere fiduciosi sul buon esito delle riaperture, vincolando pero' tutti al rispetto delle norme del buon senso, che abbiamo gia' spiegato e che sono ancora piu' importanti per la presenza questa volta della variante inglese.
In tutte le riaperture si dovranno percio' sempre tenere ben presenti queste nostre raccomandazioni.

RESTRIZIONI:   Non ci sembra di rilevare finora un increnento di contagi dovuto all'allentamento delle restrizioni della zona rossa, divenuta arancione.
Questo conferma la previsione che avevamo fatto, che mentre le restrizioni della zona rossa sono efficaci contro il Sars-CoV-2 (che e' presente solo al 10%, il resto e' tutto variante inglese; abbiamo visto dal grafico della seconda ondata , quando il virus era solo il Sars-CoV-2, che le restrizioni della zona rossa fanno dimezzare i contagi in 9 giorni, con la variante inglese invece l'efficacia delle restrizioni della zona rossa e' praticamente nulla a causa della sua alta CONTAGIOSITA' (ci vorrebbe il lockdown totale).
La novita' che le restrizioni ai distanziamenti della zona rossa, alla variante inglese sembra che non le facciano "un baffo", non vuol dire che potevamo risparmiarcele, per almeno due motivi:
  1. Essendo la prima volta con la variante inglese, non potevamo sapere che non sarebbero state efficaci.
  2. Sono servite anche a ridurre i comportamenti pericolosi di chi non vuole rinunciare a stare insieme con tante altre persone in assembramenti dove, ogni persona eventualmente infetta ne contagia non 1 o 2 ma tante altre (decine), tutte insieme.
Quindi la zona rossa e' servita a tenere a bada, nei momenti piu' critici della terza ondata, queste persone, dominate da un loro egoismo incivile (le liberta' personali si riducono dove arrecano grave danno alla salute altrui), possono far salire i contagi con i loro comportamenti e costare cosi' tanto alla comunita' (si stima che 3 mesi di zona rossa costino 40 miliardi, oltre ai danni sociali: veramente troppo).
Non ci resta che sperare che non si scatenino dopo la riapertura del 26/4, perche' e' proprio tra loro che nascono i "superdiffusori", persone difficilmente individuabili che creano i vari focolai d'infezione.
Credo che loro siano il vero pericolo per la salita dei contagi della variante inglese, molto piu' dei tavoli dentro o fuori i ristoranti (basta imporre che i locali siano dotati del giusto ricambio dell'aria) e cosi' pure per scuole, bar, palestre, piscine, ecc.
Se si riuscisse a controllarli, credo che non servirebbero le RESTRIZIONI , dato che funzionano poco con questa variante inglese e che si potrebbero anche lasciare molte attivita' aperte, magari in modo intelligente , se c'e' alta immunita' diffusa, anche se piu' bassa dell'immunita' di gregge, perche' funzionerebbe sempre molto meglio delle restrizioni e potrebbe essere sufficiente ad impedire la risalita dei contagi.
Comunque si devono sempre tenere ben presenti le nostre raccomandazioni per le riaperture.

FONDO:   All'inizio della terza ondata il fondo era arrivato al 10%, dopo l'arrivo della variante inglese a Natale, che ne aveva innalzato il livello dal 2% costante (prima del picco di Natale) al 10% costante (dopo il picco di Natale).
Ora la variante inglese, con la sua alta contagiosita', si e' diffusa nel Piemonte molto piu' del Sars-CoV-2, quintuplicando i contagi del fondo dal 2% del Sars-CoV-2 al 10% della variante inglese (ora ancora 10.8% dopo il picco della terza ondata, che ha generato tanti altri virus in piu').
Il 10.8% e' un livello elevatissimo che dovremo riuscire ad abbassare aumentando la percentuale di persone immunizzate nella popolazione del Piemonte con le vaccinazioni.
Ci vorra' almeno un mese, credo, poi ci aiutera' anche l'innalzanento della temperatura stagionale.
Fino ad allora questo livello del fondo dei contagi superiore al 10% ci causera' circa 200 decessi al giorno.
Per questo dobbiamo procedere con le vaccinazioni, anche se gli anticorpi generati svaniranno durante l'inverno 2022 (30 milioni di vaccinazioni andranno percio' ripetute prima della fine del 2021).
L'11% si colloca molto vicino al livello del fondo indicato alla fine della linea grigia, che unisce le valli della curva, che risulta disegnata in modo appropriato lungo la discesa ormai completata verso la linea del fondo che speriamo si riesca a far scendere sotto al 10% in tempi brevi.
Quindi per ora, malgrado si sia arrivati al 65% di immunizzati, sembrerebbe che il fondo dei contagi degli asintomatici sia rimasto purtroppo ancora intorno al 10%, com'era prima della terza ondata.
Ci axspettiamo percio' che tutti i dati dei prossimi giorni si adagino sulla linea orizzontale che abbiamo disegnato a destra nel grafico al livello del fondo costante attuale del 10%.
Questo e' un punto importantissimo, perche' si tratta del livello del fondo permanente dei contagi, alimentato dall' epidemia degli asintomatici , che e' cresciuto dal 2% al 10% dopo l'arrivo della variante inglese ma che dovrebbe scendere con l'aumento dell'immunita' diffusa, che ora abbiamo stimato al 65% e poi, con il progredire delle vaccinazioni, salira' ancora.
Anche il 10% di fondo e' un livello altissimo, che durerebbe molto a lungo, ma che noi dobbiamo assolutamente abbassare, perche' altrimenti causerebbe circa 200 decessi al giorno (finche' dura, forse per mesi).

COS'E' ACCADUTO:   Abbiamo gia' presentato i nostri risultati preliminari.
Il dato odierno conferma ulteriormente, dopo 30 giorni dall'inizio della zona rossa in Piemonte, la discesa nella curva dei contagi , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese, che e' stata la componente che, con una sua leggera crescita malgrado la zona rossa, aveva ritardato la discesa della curva dei contagi.
Infatti in questa terza ondata, secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, e' accaduto che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 sono calati, dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese (presente al 90% circa) sono cresciuti, per la sua maggiore contagiosita' , in pari misura in modo che i due contributi si equivalevano ed i contagi sono rimasti cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
La discesa che abbiamo iniziato a disegnare con le nostre due linee rossa e grigia nel grafico si e' ormai completata.

LA CAUSA DELLA DIMINUZIONE DEI CONTAGI:
  • ZONA ROSSA: Non ci sembra che la diminuzione dei contagi possa essere attribuita alle onerose restrizioni della zona rossa per il lungo ritardo (15 giorni) con cui la diminuzione e' iniziata.
  • TEMPERATURA AMBIENTALE: Nei due giorni (7 e 8 aprile), non si e' riscontrata una risalita della curva per effetto della MINORE temperatura ambientale, quindi abbiamo concluso che non e' stato l'innalzamento della temperatura ambientale a provocare l'inizio della discesa dei contagi.
  • NUMERO DI IMMUNIZZATI: Il 9/4 con il calcolo del numero di immunizzati attualmente esistenti in Piemonte (63%), abbiamo visto che questo numero e' compatibile con il raggiungimento di quel limite che, facendo diminuire la contagiosita' del virus (perche' comincia sempre piu' ad avere difficolta' a trovare persone infettabili), rende plausibile che sia proprio questa la causa della discesa dei contagi.
Se fosse corretta, questa interpretazione degli eventi avrebbe notevoli CONSEGUENZE sulla campagna di vaccinazioni in corso e sul raggiungimento dell'immunita' di gregge.

Ecco allora il punto della situazione in Piemonte:
  • Durante le feste di Natale i contagi sono saliti fino al 18% per poi scendere con la zona rossa al 10% fino a tutto febbraio (era il Sars-CoV-2 perche' con la zona rossa i contagi sono calati al 10% ma la variante inglese c'era gia', perche' non si e' riusciti a scendere sotto al 10%, che e' troppo alto per essere solo Sars-CoV-2).
  • Dai primi giorni di marzo il livello dei contagi ha iniziato a crescere mantenendosi costantemente un po' sopra al 15%, che e' un valore decisamente alto (e' la variante inglese, che a questi livelli provoca poi i 500 decessi al giorno).
  • Il 15/3 e' iniziata la zona rossa per far calare i contagi.
  • Al 2/4, oltre due settimane dopo, si e' potuto constatare che la zona rossa era inefficace contro la variante inglese, perche' i contagi erano ancora al 18% quando abbiamo visto, anche nella seconda ondata, che il Sars-CoV-2 si dimezza in soli 9 giorni. Ora al 20/4 permane la discesa da questo picco e dal 18% siamo scesi al 8.4%.
    Ci aspettiamo che questa discesa continui sotto al 10%, che era il livello del fondo degli asintomatici prima dell'inizio di questa terza ondata, che CONSIDERIAMO ORMAI CONCLUSA.
  • Cio' anche se il livello del fondo e' troppo alto. E' conseguenza dell'alta contagiosita' della variante inglese, che da ora sostituisce il Sars-CoV-2 nell'epidemia degli asintomatici, con cui il virus vorrebbe arrivare fino all'autunno prossimo, per poi iniziare la quarta ondata.
    Ma l'immunita' di gregge ne abbassera' la contagiosita' e cosi' il livello prima di allora e se la gente non impazzira' con "libera tutti" inopportuni durante l'estate, dovremmo riuscire ad impedirgli di resuscitare con la quarta ondata ed evitare ogni restrizione: sara' tutto aperto ma dovremo avere sempre la guardia ben alta per non dover chiudere di nuovo.
  • Evidentemente abbiamo avuto a che fare con una variante diversa (inglese), di contagiosita' cosi' elevata che le restrizioni imposte dalla zona rossa non sono state sufficienti ad arrestarne la diffusione, che e' proceduta incrementando i contagi e compensando, in questo caso per due settimane, la discesa di quelli del Sars-CoV-2 ancora presenti (circa il 10%), prodotta dalla zona rossa.
Anche se il livello dei contagi del 10% e' alto, confermiamo lo stato in CESSATO ALLARME PER FINE DELLA TERZA ONDATA in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.


SITUAZIONE DEL 19/4 (ore 17:15): I decessi di oggi in Italia sono 316 (oltre 116.000 dall'inizio della pandemia), valore inferiore ai 400 decessi al giorno, dopo oltre 40 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che pero' e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Essendo ora al 19 di aprile ci dobbiamo aspettare ancora un alto numero di decessi, dovuti alle infezioni avvenute all'inizio della coda discendente della terza ondata (che e' cominciata a calare ai primi di aprile).
Quando cominceranno a diminuire i decessi? Se l'intervallo medio di tempo tra il contagio ed il decesso fosse di 20 giorni (e' sicuramente poco diverso) allora secondo noi dal 20/4 i decessi cominceranno a scendere gradualmente ed in modo definitivo verso i 200 decessi al giorno, per poi calare ulteriormente quando diventera' importante l'effetto di protezione immunitaria delle vaccinazioni, che fara' diminuire i contagi dell'epidemia degli asintomatici.
L'argomento secondo noi merita di essere approfondito come abbiamo gia' fatto il 4/2 commentando i TROPPI DECESSI.
Infatti la nostra interpretazione prevedeva valori elevati del numero di decessi (anche oltre 400), con un ritardo tipico di circa 20 giorni rispetto all'andamento della curva dei contagi, che sono quelli che mediamente intercorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.
Dopo circa 20 giorni dal momento in cui i contagi sono iniziati a scendere (primi di aprile), prevediamo che anche il numero dei decessi scenda, stabilizzandosi poi, come viene previsto in varianti "ritardate" , intorno ai 200 decessi al giorno (il dato di oggi e' in accordo con queste previsioni), causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese). Attualmente in Piemonte questo fondo ha superato il 7%, arrivando al 15.5%, come risultato dell'attuale terza ondata (ora sceso all'11%), che ha aumentato il numero di virus in circolazione e quindi anche di quelli partecipanti al fondo degli asintomatici.
Passato il picco della terza ondata l' epidemia degli asintomatici ritornera' poi al suo valore di equilibrio stagionale in Piemonte ( 7% ). Con la variante inglese ancora in circolazione temiamo pero' che questo valore di equilibrio possa cambiare in peggio (forse al 10%) per la maggiore contagiosita', salvo diminuire poi nella stagione calda e per effetto delle vaccinazioni.

Il dato di OGGI dei positivi al test e' di 10.3% (ultima colonnina a destra nel grafico ), e' perfettamente allineato con tutti gli altri dati degli ultimi 13 giorni sul livello del fondo che dall'11% attuale dovrebbe scendere verso il 10%, com'era prima della terza ondata. Elenchiamo qui', prendendoli dalla tabella , i dati degli ultimi 13 giorni:
11.6 + 11.1 + 12.5 + 11.7 + 12.4 + ( 9.8 + 8.8 + 10.6 + 11.4 + 10.2 + 10.5 + 11.3 + 10.3)
<------------ Zona rossa -----------> <--------------------- Zona arancione --------------------->
I valori medi sono: Zona rossa=11.9 ; Zona arancione=10.4 ; Media dei 13 giorni=11.0.
Quindi possiamo affermare che in questi 13 giorni (dal 7/4 al 19/4):
  • l'incremento dei contagi per il passaggio da zona rossa a zona arancione NON c'e' stato, anzi i contagi invece di salire sono scesi per l'alta immunita' diffusa (con il senno del poi si poteva riaprire anche prima);
  • tutti questi dati fluttuano intorno ad un valore costante dell'11%, che e' il valore del fondo attuale dell' epidemia degli asintomatici , che sta alimentando i contagi presenti permanentemente in Piemonte.
Ci aspettiamo percio' ora che anche i dati dei prossimi giorni siano stabilmente tutti tra il 10% e l'11%.
E' quindi un fatto accertato che in Piemonte i contagi sono ormai stabilizzati sul livello del fondo ormai da ben 2 settimane.
Per questo ci risulta poco comprensibile perche' le Autorita' continuano a mantenere cosi' tante attivita' ancora chiuse fino al 26/4. Non e' chiaro cosa si sta aspettando che succeda, dato che i contagi non stanno dando segni di ulteriore diminuzione ormai da 2 settimane (intanto, siccome 3 mesi di chiusura costano circa 40 miliardi in tutta Italia e almeno 2 in Piemonte, 2 settimane, che sono 1/6 dei 3 mesi, hanno un costo di circa 7 miliardi per l'Italia e 300 milioni per il Piemonte, oltre ai costi sociali).
All'inizio della terza ondata il fondo era arrivato al 10%, dopo l'arrivo della variante inglese a Natale, che ne aveva innalzato il livello dal 2% costante (prima del picco di Natale) al 10% costante (dopo il picco di Natale).
Ora la variante inglese, con la sua alta contagiosita', si e' diffusa nel Piemonte molto piu' del Sars-CoV-2, quintuplicando i contagi dal 2% del Sars-CoV-2 al 10% (ora ancora 11% dopo il picco della terza ondata, che ha generato tanti altri virus in piu') della variante inglese.
L'11% e' un livello elevatissimo che dovremo riuscire ad abbassare aumentando la percentuale di persone immunizzate nella popolazione del Piemonte con le vaccinazioni.
Ci vorra' almeno un mese, credo, poi ci aiutera' anche l'innalzanento della temperatura stagionale.
Fino ad allora questo livello del fondo dei contagi superiore al 10% ci causera' circa 200 decessi al giorno.
Per questo dobbiamo procedere con le vaccinazioni, anche se gli anticorpi generati svaniranno durante l'inverno 2022 (30 milioni di vaccinazioni andranno percio' ripetute prima della fine del 2021).

RESTRIZIONI:   Non ci sembra di rilevare finora un increnento di contagi dovuto all'allentamento delle restrizioni della zona rossa, divenuta arancione.
Questo conferma la previsione che avevamo fatto, che mentre le restrizioni della zona rossa sono efficaci contro il Sars-CoV-2 (che e' presente solo al 10%, il resto e' tutto variante inglese; abbiamo visto dal grafico della seconda ondata , quando il virus era solo il Sars-CoV-2, che le restrizioni della zona rossa fanno dimezzare i contagi in 9 giorni, con la variante inglese invece l'efficacia delle restrizioni della zona rossa e' praticamente nulla a causa della sua alta contagiosita' (ci vorrebbe il lockdown totale).
La novita' che le restrizioni ai distanziamenti della zona rossa, alla variante inglese sembra che non le facciano "un baffo", non vuol dire che potevamo risparmiarcele, per almeno due motivi:
  1. Essendo la prima volta con la variante inglese, non potevamo sapere che non sarebbero state efficaci.
  2. Sono servite anche a ridurre i comportamenti pericolosi di chi non vuole rinunciare a stare insieme con tante altre persone in assembramenti dove, ogni persona eventualmente infetta ne contagia non 1 o 2 ma tante altre (decine), tutte insieme.
Quindi la zona rossa e' servita a tenere a bada, nei momenti piu' critici della terza ondata, queste persone, dominate da un loro egoismo incivile (le liberta' personali si riducono dove arrecano grave danno alla salute altrui), possono far salire i contagi con i loro comportamenti e costare cosi' tanto alla comunita' (si stima che 3 mesi di zona rossa costino 40 miliardi, oltre ai danni sociali: veramente troppo).
Non ci resta che sperare che non si scatenino dopo la riapertura del 26/4, perche' e' proprio tra loro che nascono i "superdiffusori", persone difficilmente individuabili che creano i vari focolai d'infezione.
Credo che loro siano il vero pericolo per la salita dei contagi della variante inglese, molto piu' dei tavoli dentro o fuori i ristoranti (basta imporre che i locali siano dotati del giusto ricambio dell'aria) e cosi' pure per scuole, bar, palestre, piscine, ecc.
Se si riuscisse a controllarli, credo che non servirebbero le RESTRIZIONI , dato che funzionano poco con questa variante inglese e che si potrebbero anche lasciare molte attivita' aperte, magari in modo intelligente , se c'e' alta immunita' diffusa, anche se piu' bassa dell'immunita' di gregge, perche' funzionerebbe sempre molto meglio delle restrizioni e potrebbe essere sufficiente ad impedire la risalita dei contagi.
Comunque si devono sempre tenere ben presenti le nostre raccomandazioni per le riaperture.

FONDO:   L'11% si colloca ancora vicino al livello del fondo indicato dalla linea grigia, che unisce le valli della curva e che oltre a risultare disegnata ancora in modo appropriato lungo la discesa ormai completata, in cui speriamo che si riuscira' a far scendere il fondo anche sotto al 10%.
Quindi per ora, malgrado il 65% di immunizzati, sembrerebbe che il fondo dei contagi degli asintomatici sia rimasto purtroppo ancora intorno all' 11%, un po' piu' alto di com'era prima della terza ondata.
Se questo fosse vero tutti i dati dei prossimi giorni si adagieranno sulla linea orizzontale che abbiamo disegnato a destra nel grafico al livello del fondo costante attuale dell'11%.
Questo e' un punto importantissimo, perche' si tratta del livello del fondo permanente dei contagi, alimentato dall' epidemia degli asintomatici , che e' cresciuto dal 2% al 10% dopo l'arrivo della variante inglese ma che dovrebbe scendere con l'aumento dell'immunita' diffusa, che ora abbiamo stimato al 65% e poi, con il progredire delle vaccinazioni, salira' ancora.
Anche l' 11% di fondo e' un livello altissimo, che durerebbe molto a lungo, ma che noi dobbiamo assolutamente abbassare, perche' altrimenti causerebbe circa 200 decessi al giorno (finche' dura, forse per mesi).

COS'E' ACCADUTO:   Abbiamo gia' presentato i nostri risultati preliminari.
Il dato odierno conferma ulteriormente, dopo 30 giorni dall'inizio della zona rossa in Piemonte, la discesa nella curva dei contagi , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese, che e' stata la componente che, con una sua leggera crescita malgrado la zona rossa, aveva ritardato la discesa della curva dei contagi.
Infatti in questa terza ondata, secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, e' accaduto che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 sono calati, dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese (presente al 90% circa) sono cresciuti, per la sua maggiore contagiosita' , in pari misura in modo che i due contributi si equivalevano ed i contagi sono rimasti cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
La discesa che abbiamo iniziato a disegnare con le nostre due linee rossa e grigia nel grafico si e' ormai completata.

LA CAUSA DELLA DIMINUZIONE DEI CONTAGI:
  • ZONA ROSSA: Non ci sembra che la diminuzione dei contagi possa essere attribuita alle onerose restrizioni della zona rossa per il lungo ritardo (15 giorni) con cui la diminuzione e' iniziata.
  • TEMPERATURA AMBIENTALE: Nei due giorni (7 e 8 aprile), non si e' riscontrata una risalita della curva per effetto della MINORE temperatura ambientale, quindi abbiamo concluso che non e' stato l'innalzamento della temperatura ambientale a provocare l'inizio della discesa dei contagi.
  • NUMERO DI IMMUNIZZATI: Il 9/4 con il calcolo del numero di immunizzati attualmente esistenti in Piemonte (63%), abbiamo visto che questo numero e' compatibile con il raggiungimento di quel limite che, facendo diminuire la contagiosita' del virus (perche' comincia sempre piu' ad avere difficolta' a trovare persone infettabili), rende plausibile che sia proprio questa la causa della discesa dei contagi.
Se fosse corretta, questa interpretazione degli eventi avrebbe notevoli CONSEGUENZE sulla campagna di vaccinazioni in corso e sul raggiungimento dell'immunita' di gregge.

Ecco allora il punto della situazione in Piemonte:
  • Durante le feste di Natale i contagi sono saliti fino al 18% per poi scendere con la zona rossa al 10% fino a tutto febbraio (era il Sars-CoV-2 perche' con la zona rossa i contagi sono calati al 10% ma la variante inglese c'era gia', perche' non si e' riusciti a scendere sotto al 10%, che e' troppo alto per essere solo Sars-CoV-2).
  • Dai primi giorni di marzo il livello dei contagi ha iniziato a crescere mantenendosi costantemente un po' sopra al 15%, che e' un valore decisamente alto (e' la variante inglese, che a questi livelli provoca poi i 500 decessi al giorno).
  • Il 15/3 e' iniziata la zona rossa per far calare i contagi.
  • Al 2/4, oltre due settimane dopo, si e' potuto constatare che la zona rossa era inefficace contro la variante inglese, perche' i contagi erano ancora al 18% quando abbiamo visto, anche nella seconda ondata, che il Sars-CoV-2 si dimezza in soli 9 giorni. Ora al 19/4 permane la discesa da questo picco e dal 18% siamo scesi al 10.3%.
    Ci aspettiamo che questa discesa continui sotto al 10%, che era il livello del fondo degli asintomatici prima dell'inizio di questa terza ondata, che CONSIDERIAMO ORMAI CONCLUSA.
  • Cio' anche se il livello del fondo e' troppo alto. E' conseguenza dell'alta contagiosita' della variante inglese, che da ora sostituisce il Sars-CoV-2 nell'epidemia degli asintomatici, con cui il virus vorrebbe arrivare fino all'autunno prossimo, per poi iniziare la quarta ondata.
    Ma l'immunita' di gregge ne abbassera' la contagiosita' e cosi' il livello prima di allora e se la gente non impazzira' con "libera tutti" inopportuni durante l'estate, dovremmo riuscire ad impedirgli di resuscitare con la quarta ondata ed evitare ogni restrizione: sara' tutto aperto ma dovremo avere sempre la guardia ben alta per non dover chiudere di nuovo.
  • Evidentemente abbiamo avuto a che fare con una variante diversa (inglese), di contagiosita' cosi' elevata che le restrizioni imposte dalla zona rossa non sono state sufficienti ad arrestarne la diffusione, che e' proceduta incrementando i contagi e compensando, in questo caso per due settimane, la discesa di quelli del Sars-CoV-2 ancora presenti (circa il 10%), prodotta dalla zona rossa.
Anche se il livello dei contagi del 10% e' alto, confermiamo lo stato in CESSATO ALLARME PER FINE DELLA TERZA ONDATA in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.


LA GUERRA TRA IL VIRUS E GLI ANTICORPI (Commento divulgativo)   (19 aprile 2021)
Gli anticorpi sono l'unica difesa che abbiamo contro i virus: l'Evoluzione ha selezionato solo gli uomini dotati di un sistema immunitario funzionante, gli altri si sono estinti.
Se quando arriva il virus gli anticorpi non ci sono (la persona non e' immunizzata) allora nei giorni che occorrono per produrli il virus riesce a moltiplicarsi, arrecando dei danni all'organismo che si manifestano con una sindrome (covid-19).
Se invece la persona e' immunizzata, cioe' ha gli anticorpi nel sangue gia' prima dell'arrivo del virus, questo non riesce a moltiplicarsi (anche se ci prova ed in quel breve intervallo di tempo la persona immunizzata (per esempio vacinata) puo' infettare altre persone (per questo e' meglio che indossi la mascherina anche se e' vaccinata).
Quindi le persone immunizzate non si ammalano, a meno che la carica virale con cui sono entrati in contatto invece di contenere migliaia di virus non ne contenga milioni. Allora gli anticorpi potrebbero non bastare e la persona immunizzata potrebbe allora ammalarsi (per questo si parla di copertura al 90%).
Vediamo ora come viene combattuta la guerra dal virus.
Adesso (aprile 2021) in Israele hanno il 53% di persone vaccinate, quindi meno dell'immunita' di gregge, ma e' un fatto che hanno potuto riaprire tutto, togliendo pure l'obbligo delle mascherine (l'hanno potuto fare anche grazie alla temperatura alta che c'e' da loro ora).
L'immunita' di gregge non e' un fenomeno a soglia (si o no), ma la protezione di una popolazione che si ottiene con una certa percentuale di immunita' diffusa e' graduale.
Piu' immunizzati ci sono e piu' difficolta' ha il virus ad incontrare una persona infettabile: e' quel concetto che noi abbiamo chiamato "contagiosita'" in tempo reale del virus e che trova riscontro nella pendenza di crescita della curva dei contagi.
Piu' persone immuni ci sono e piu' la contagiosita' diminuisce ma gradualmente.
Quando la curva di crescita diventa orizzontale (Rt=1) l'epidemia non diverge piu' esponenzialmente ma questo non vuol dire che il virus sparisce. Rimane in attesa di tempi migliori (per lui), facendosi allevare da una moltitudine di persone (milioni), che non sanno di essere state infettate dal virus, perche' avendo buoni anticorpi non hanno alcun sintomo per tutto il tempo di guarigione di un mese (e' l'epidemia degli asintomatici).
In questo modo i virus non si estinguono ma riescono a perpetuare la loro esistenza, mantenendo un livello di contagi costante nel tempo (2% se il virus e' il Sars-CoV-2 oppure 10% se e' la sua variante inglese: in questo caso il livello e' piu' alto perche', essendo il virus piu' contagioso, si riproduce di piu').
La loro presenza consente pero' lo sviluppo di nuove ondate epidemiche al verificarsi delle condizioni favorevoli. Il virus e' allora endemico, come il raffreddore, con cui se prendi freddo poi starnutisci (ma con il Sars-CoV-2 o con le sue varianti invece di un raffreddore ci si prende una polmonite virale che potrebbe anche essere letale).
Non bisogna mai permettere che si possano verificare le condizioni favorevoli ed il modo "canonico" di farlo e' quello di vaccinarsi.

I CONTAGI DELLA VARIANTE INGLESE   (19 aprile 2021)
Una riflessione s'impone: la caratteristica piu' rilevante della variante inglese e' la sua alta contagiosita', che sorprendentemente non sembra risentire delle restrizioni che mirano a garantire il distanziamento delle persone.
Questo significa che la via di propagazione del contagio non avviene attraverso le microgoccioline emesse con il fiato della persona infetta altrimenti le restrizioni della zona rossa, che con il virus Sars-CoV-2 dimezzano i contagi in 9 giorni, funzionerebbero anche con la variante inglese.
I virus della variante inglese credo che si diffondano in una maniera molto piu' penetrante, in sospensione nell'aria come fossero un gas.
Dovrebbero percio' essere dotati di una grande volatilita' che consente loro di infettare le persone per inalazione anche a grandi distanze, trasportati dal vento, senza essere ostacolati granche' neanche dalle mascherine.
Essendo ormai la variante inglese diventata dominante (e tale rimarra', se non scompare per qualche miracolo), bisogna approfondire sperimentalmente questo aspetto, se no continueremo ad usare restrizioni che non funzionano (ma costano 1 miliardo ogni 3 giorni) e miliardi di mascherine che non servono quasi piu' a niente, perche' ormai c'e' solo la variante inglese.
Una volta compresa l'esatta modalita' del contagio, potremo anche individuare le giuste restrizioni (quelle funzionanti con la variante inglese, da adottare ottimizzando il rapporto costi/prestazioni e cercare anche se esiste qualche modo per arrivare a bloccare la trasmissione di questi contagi.

RESTRIZIONI INUTILI? Tra le restrizioni che potrebbero essere inutili (salvo che per quel 10% scarso di Sars-CoV-2 ancora presente, largamente disattivato dal 65% d'immunita' presente) ci sono tutte quelle mantenute in essere durante le riaperture imminenti.
Perche' allora non si prova ad abolire queste restrizioni, un settore dopo l'altro, solo per un paio di giorni (magari solo in Piemonte). Sono sicuro che la curva dei contagi e' in grado di rivelare il giorno dopo l'eventuale incremento dei contagi (che credo non ci sarebbero, nella maggior parte dei casi). Sarebbe importante, per tanti lavoratori.
Gli indizi che ci inducono a pensarla in questo modo sono:
  1. In Piemonte la terza ondata si e' conclusa quando l'immunita' diffusa e' arrivata al 63%.
  2. In Israele dopo che sono arrivati a vaccinare il 53% della popolazione hanno potuto riaprire tutto, abolendo persino le mascherine (e sta andando tutto bene).
  3. Il virus della terza ondata in Piemonte si e' mostrato insensibile a tutte le restrizioni della zona rossa, dimostrando che con la variante inglese e' inutile mantenerle in essere.
Questa dovrebbe essere la spiegazione di queste sorprendenti argomentazioni:
  • Durante la terza ondata abbiamo visto che i contagi procedevano in modo non frenato dalle restrizioni (che risultavano percio' inutili) della zona rossa per l'alta contagiosita' della variante inglese (con o senza restrizioni la gente si contagiava lo stesso). Avrebbe funzionato forse solo il lockdown totale.
  • Poi i contagi si sono arrestati, quando l'immunita' diffusa e' arrivata al 63%; da quel momento in poi le restrizioni sono risultate ancora inutili, perche' i contagi sono stati contenuti dall'alta percentuale di immunita' presente (che ora e' anche aumentata perche' le vaccinazioni stanno compensando in eccesso il decadimento delle immunita' naturali da infezione).
Nelle riaperture si devono pero' sempre tenere ben presenti le nostre raccomandazioni.

UN SUGGERIMENTO IMPORTANTE   (19 aprile 2021)
In questo nostro lavoro abbiamo rilevato che la curva dei contagi e' in grado di rivelare entro 1 o 2 giorni l'apertura di un'attivita' che contribuisce significativamente all'incremento dei contagi.
Nella riapertura di molte attivita' risulta allora molto conveniente non riaprirle tutte insieme ma scaglionarle in una sequenza di giorni diversi per poter scoprire quali di loro contribuisce maggiormente ad una eventuale risalita dei contagi.
In tale probabile evenienza si potrebbe allora chiudere solo le attivita' responsabili dell'incremento senza penalizzare tutte le altre.

SITUAZIONE DEL 18/4 (ore 18:15): I decessi di oggi in Italia sono 251 (oltre 116.000 dall'inizio della pandemia), valore inferiore ai 400 decessi al giorno, dopo oltre 40 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che pero' e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Essendo ora a meta' di aprile ci dobbiamo aspettare ancora un alto numero di decessi, dovuti alle infezioni avvenute nella terza ondata (che e' cominciata a calare ai primi di aprile).
Quando cominceranno a diminuire i decessi? Se l'intervallo medio di tempo tra il contagio ed il decesso fosse di 20 giorni (e' sicuramente poco diverso) allora secondo noi dal 20/4 i decessi cominceranno a scendere gradualmente ed in modo definitivo verso i 200 decessi al giorno, per poi calare ulteriormente quando diventera' importante l'effetto di protezione immunitaria delle vaccinazioni, che fara' diminuire i contagi dell'epidemia degli asintomatici.
L'argomento secondo noi merita di essere approfondito come abbiamo gia' fatto il 4/2 commentando i TROPPI DECESSI.
Infatti la nostra interpretazione prevedeva valori elevati del numero di decessi (anche oltre 400), con un ritardo tipico di circa 20 giorni rispetto all'andamento della curva dei contagi, che sono quelli che mediamente intercorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.
Dopo circa 20 giorni dal momento in cui i contagi sono iniziati a scendere (primi di aprile), prevediamo che anche il numero dei decessi scenda, stabilizzandosi poi, come viene previsto in varianti "ritardate" , intorno ai 200 decessi al giorno (il dato di oggi e' in accordo con queste previsioni), causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese). Attualmente in Piemonte questo fondo ha superato il 7%, arrivando al 15.5%, come risultato dell'attuale terza ondata (ora sceso all'10%), che ha aumentato il numero di virus in circolazione e quindi anche di quelli partecipanti al fondo degli asintomatici.
Passato il picco della terza ondata l' epidemia degli asintomatici ritornera' poi al suo valore di equilibrio stagionale in Piemonte ( 7% ). Con la variante inglese ancora in circolazione temiamo pero' che questo valore di equilibrio possa cambiare in peggio (forse al 10%) per la maggiore contagiosita', salvo diminuire poi nella stagione calda e per effetto delle vaccinazioni.

Il dato di OGGI dei positivi al test e' di 11.3% (ultima colonnina a destra nel grafico ), e' quasi poco piu' alto di quello di ieri ed e' allineato, insieme al picco del venerdi' al livello costante di tutti i dati degli ultimi 12 giorni in tabella , che sono:
11.6 + 11.1 + 12.5 + 11.7 + 12.4 + ( 9.8 + 8.8 + 10.6 + 11.4 + 10.2 + 10.5 + 11.3 )
<----------- Zona rossa -----------> <----------------- Zona arancione ----------------->
I valori medi sono: Zona rossa=11.9 ; Zona arancione=10.4 ; Media dei 12 giorni=11.0.
Quindi possiamo affermare che in questi 12 giorni (dal 7/4 al 18/4):
  • l'incremento possibile dei contagi per il passaggio da zona rossa a zona arancione NON c'e' stato, anzi i contagi invece di salire sono scesi per l'alta immunita' diffusa (con il senno del poi si poteva riaprire anche prima);
  • tutti questi dati fluttuano intorno ad un valore costante dell'11%, che e' il valore del fondo attuale dell' epidemia degli asintomatici , che sta alimentando i contagi presenti permanentemente in Piemonte.
Ci aspettiamo percio' ora che anche i dati dei prossimi giorni siano tutti intorno all'11% piu' o meno 1%.
All'inizio della terza ondata questo fondo era arrivato al 10%, dopo l'arrivo della variante inglese a Natale, che ne aveva innalzato il livello dal 2% costante (prima del picco di Natale) al 10% costante (dopo il picco di Natale).
Ora la variante inglese, con la sua alta contagiosita', si e' diffusa nel Piemonte molto piu' del Sars-CoV-2, quintuplicando i contagi dal 2% del Sars-CoV-2 al 10% (ora 11% dopo il picco della terza ondata, che ha generato tanti altri virus in piu') della variante inglese.
L'11% e' un livello elevatissimo che dovremo riuscire ad abbassare aumentando la percentuale di persone immunizzate nella popolazione del Piemonte con le vaccinazioni.
Ci vorra' almeno un mese, credo e spero, poi ci aiutera' anche l'innalzanento della temperatura stagionale.
Fino ad allora questo livello del fondo dei contagi superiore al 10% ci causera' circa 200 decessi al giorno.
Per questo dobbiamo procedere con le vaccinazioni, anche se gli anticorpi generati svaniranno durante l'inverno 2022 (30 milioni di vaccinazioni andranno percio' ripetute prima della fine del 2021).
Non ci sembra di rilevare finora un increnento di contagi dovuto all'allentamento delle restrizioni della zona rossa, divenuta arancione.
Questo conferma la previsione che avevamo fatto, che mentre le restrizioni della zona rossa sono efficaci contro il Sars-CoV-2 (che e' presente solo al 10%, il resto e' tutto variante inglese; abbiamo visto dal grafico della seconda ondata , quando il virus era solo il Sars-CoV-2, che le restrizioni della zona rossa fanno dimezzare i contagi in 9 giorni, con la variante inglese invece l'efficacia delle restrizioni della zona rossa e' praticamente nulla (ci vuole il lockdown totale).
Il fatto pero' che le restrizioni della zona rossa alla variante inglese non le facciano "un baffo" (in termini di distanziamenti), non vuol dire che potevamo risparmiarcele, perche' le restrizioni non riducono i contagi ma i comportamenti scellerati di certe persone invece li aumentano e come!
Quindi la zona rossa, con tutto quello che ci e' costata, e' servita a tenere a bada, nei momenti piu' critici della terza ondata, queste persone "scellerate", che credo sarebbero riuscite a far salire i contagi e la cui esistenza in conclusione ci costa cosi' tanto, purtroppo (si stima che 3 mesi di zona rossa costino 40 miliardi, oltre ai danni sociali: un po' troppo!).
Non ci resta che sperare che non si scatenino dopo la riapertura del 26/4 (e' proprio tra loro che girano i "superdiffusori", che sono difficilmente controllabili e creano vari focolai d'infezione).
Se si riuscisse a controllarli, con questa variante inglese quando il livello d'immunita' diffusa e' alto, credo che non servirebbero le restrizioni, che funzionano poco, ma si potrebbero anche lasciare molte attivita' aperte perche' l'immunita' diffusa, anche se e' meno dell'immunita' di gregge, funziona sempre molto meglio delle restrizioni e potrebbe essere sufficiente (con il Sars-CoV-2 invece le restrizioni funzionavano e riuscivano a dimezzare i contagi in 9 giorni).
L'11% si colloca ancora vicino al livello del fondo indicato dalla linea grigia, che unisce le valli e che oltre a risultare disegnata ancora in modo appropriato lungo la discesa ormai completata, in cui speriamo che si riuscira' a far scendere il fondo anche sotto al 10%.
Quindi per ora, malgrado il 65% di immunizzati, sembrerebbe che il fondo dei contagi degli asintomatici sia rimasto purtroppo ancora intorno all' 11%, un po' piu' alto di com'era prima della terza ondata.
Se questo fosse vero tutti i dati dei prossimi giorni si adagieranno sulla linea orizzontale che abbiamo disegnato a destra nel grafico al livello del fondo costante dell'11%.
Questo e' un punto importantissimo, perche' si tratta del livello del fondo permanente dei contagi, alimentato dall' epidemia degli asintomatici , che e' cresciuto dal 2% al 10% dopo l'arrivo della variante inglese ma che dovrebbe scendere con l'aumento dell'immunita' diffusa, che ora abbiamo stimato al 65% e poi, con il progredire delle vaccinazioni, salira' ancora.
Anche l' 11% di fondo e' un livello altissimo, che durerebbe molto a lungo, ma che noi dobbiamo assolutamente abbassare, perche' altrimenti causerebbe circa 200 decessi al giorno (finche' dura, forse per mesi).
Il dato odierno conferma ulteriormente, dopo 29 giorni dall'inizio della zona rossa in Piemonte, la discesa nella curva dei contagi , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese, che e' stata la componente che, con una sua leggera crescita malgrado la zona rossa, aveva ritardato la discesa della curva dei contagi.
Infatti in questa terza ondata, secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, e' accaduto che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 sono calati, dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese (presente al 90% circa) sono cresciuti, per la sua maggiore contagiosita', in pari misura in modo che i due contributi si equivalevano ed i contagi sono rimasti cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
La discesa che abbiamo iniziato a disegnare con le nostre due linee rossa e grigia nel grafico si e' completata.

LA CAUSA DELLA DIMINUZIONE DEI CONTAGI:
  • ZONA ROSSA: Non ci sembra che la diminuzione dei contagi possa essere attribuita alle onerose restrizioni della zona rossa per il lungo ritardo (15 giorni) con cui la diminuzione e' iniziata.
  • TEMPERATURA AMBIENTALE: Nei due giorni (7 e 8 aprile), non si e' riscontrata una risalita della curva per effetto della MINORE temperatura ambientale, quindi abbiamo concluso che non e' stato l'innalzamento della temperatura ambientale a provocare l'inizio della discesa dei contagi.
  • NUMERO DI IMMUNIZZATI: Il 9/4 con il calcolo del numero di immunizzati attualmente esistenti in Piemonte (63%), abbiamo visto che questo numero e' compatibile con il raggiungimento di quel limite che, facendo diminuire la contagiosita' del virus (perche' comincia sempre piu' ad avere difficolta' a trovare persone infettabili), rende plausibile che sia proprio questa la causa della discesa dei contagi.
Se fosse corretta, questa interpretazione degli eventi avrebbe notevoli CONSEGUENZE sulla campagna di vaccinazioni in corso e sul raggiungimento dell'immunita' di gregge.

Ecco allora il punto della situazione in Piemonte:
  • Durante le feste di Natale i contagi sono saliti fino al 18% per poi scendere con la zona rossa al 10% fino a tutto febbraio (era il Sars-CoV-2 perche' con la zona rossa i contagi sono calati al 10% ma la variante inglese c'era gia', perche' non si e' riusciti a scendere sotto al 10%, che e' troppo alto per essere solo Sars-CoV-2).
  • Dai primi giorni di marzo il livello dei contagi ha iniziato a crescere mantenendosi costantemente un po' sopra al 15%, che e' un valore decisamente alto (e' la variante inglese, che a questi livelli provoca poi i 500 decessi al giorno).
  • Il 15/3 e' iniziata la zona rossa per far calare i contagi.
  • Al 2/4, oltre due settimane dopo, si e' potuto constatare che la zona rossa era inefficace contro la variante inglese, perche' i contagi erano ancora al 18% quando abbiamo visto, anche nella seconda ondata, che il Sars-CoV-2 si dimezza in soli 9 giorni. Ora al 18/4 permane la discesa da questo picco e dal 18% siamo scesi al 11.3%.
    Ci aspettiamo che questa discesa continui sotto al 10%, che era il livello del fondo degli asintomatici prima dell'inizio di questa terza ondata, che CONSIDERIAMO ORMAI CONCLUSA.
  • Cio' anche se il livello del fondo e' troppo alto. E' conseguenza dell'alta contagiosita' della variante inglese, che da ora sostituisce il Sars-CoV-2 nell'epidemia degli asintomatici, con cui il virus vorrebbe arrivare fino all'autunno prossimo, per poi iniziare la quarta ondata.
    Ma l'immunita' di gregge ne abbassera' la contagiosita' e cosi' il livello prima di allora e se la gente non impazzira' con "libera tutti" inopportuni durante l'estate, dovremmo riuscire ad impedirgli di resuscitare con la quarta ondata ed evitare ogni restrizione: sara' tutto aperto ma dovremo avere sempre la guardia ben alta per non dover chiudere di nuovo.
  • Evidentemente abbiamo avuto a che fare con una variante diversa (inglese), di contagiosita' cosi' elevata che le restrizioni imposte dalla zona rossa non sono state sufficienti ad arrestarne la diffusione, che e' proceduta incrementando i contagi e compensando, in questo caso per due settimane, la discesa di quelli del Sars-CoV-2 ancora presenti (circa il 10%), prodotta dalla zona rossa.
Anche se il livello dei contagi (11%) e' alto, confermiamo lo stato in CESSATO ALLARME PER FINE DELLA TERZA ONDATA in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

RISULTATI PRELIMINARI DI QUESTO LAVORO   (18 aprile 2021)
I nostri commenti diventano sempre piu' incisivi quanto piu' progredisce la nostra comprensione della pandemia (con questo nostro studio che e' solo fenomenologico e non microbiologico o medico) dell'evoluzione dell'epidemia in Piemonte (presa come regione campione).
Ora possiamo dire che riteniamo di aver capito molte cose, alcune delle quali elenchiamo qui':
  1. I fenomeni che determinano la decrescita dei contagi, che sono i tempi di guarigione delle infezioni, la percentuale di persone immunizzate (naturali, per guarigione, o vaccinate) e la temperatura ambientale.
  2. La presenza di contagi endemici, che contribuiscono anch'essi a causare ricoveri e decessi), tramite un rinnovamento continuo di colonie virali in un sottoinsieme molto esteso della popolazione, che alleva inconsapevolmente queste colonie virali, perpetuandone l'esistenza, con tutte infezioni asintomatiche ( epidemia degli asintomatici ).
    Questo e' il fondo permanente della curva dei contagi (ora all' 11%).
  3. L'efficacia delle restrizioni della zona rossa sul Sars-CoV-2 (dimezzamento dei contagi in 9 giorni) e sulla variante inglese (quasi nullo per l'elevata trasmissibilita' del virus).
  4. Efficacia dell'immunita' diffusa (con anticorpi per il Sars-CoV-2) anche per la variante inglese, non solo qualitativa ma anche quantitativa con il calcolo del numero di immunizzati : cio' grazie al fatto che la terza ondata e' cominciata a diminuire al raggiungimento del 63% di immunizzati.
  5. La pianificazione degli interventi puo' essere agevolata da queste informazioni che sono molto utili perche' permettono di predisporre anche un modello computerizzato per poter prevedere l'evoluzione futura della pandemia e poter cosi' pianificare le vaccinazioni, tenendo conto per esempio che quelle fatte attualmente
    • poco servono a proteggere dalla quarta ondata (che d'estate non ci sara', come non c'e' stata nel 2020); le vacconazioni che serviranno a proteggere dalle prossime ondate della pandemia sono quelle che si faranno da agosto in poi (e ne serviranno almeno 30 milioni, perche' gli anticorpi di quelle attuali saranno svaniti a fine anno).
    • sono invece molto utili per contrastare l'epidemia degli asintomatici, abbassandone il livello (ma questo secondo scopo dipende dal livello corrente del fondo da asintomatici, che viene misurato).
Il lavoro continua.

COME DEVE ESSERE LA RIAPERTURA: PERCHE' NON E' UN "LIBERA TUTTI"   (18 aprile 2021)
ATTENZIONE: il virus che e' in circolazione ora (la variante inglese) NON e' quello di prima ma un'altro MOLTO PIU' CONTAGIOSO.
I contagi non torneranno a crescere (e le attivita' a richiudere) solo se tutti avranno capito, prima del 26/4, quello che invisibilmente sta succedendo intorno a loro e che ora spieghiamo.
Solo cosi' la gente potra' evitare di prendersi il virus e poi, senza saperlo ne' tanto meno volerlo, portarlo a casa dai loro cari (cosa che puo' essere letale se arriva agli anziani).
Questo potrebbe accadere anche a chi si e' vaccinato, perche' la protezione non e' al 100% ma solo all'80%-90%.
Il fatto piu' importante pero' e' uno positivo: infatti attualmente in Piemonte si e' verificata una piccola immunita' di gregge locale e temporanea, grazie all'alta immunita' diffusa (65%), che rende piu' difficile al virus di trovare una persona infettabile (per questo la terza ondata e' finita).
Quindi ora e' molto meno probabile rimanere contagiati, soprattutto se si capisce bene quanto segue:
  • Quello che abbiamo intorno a noi ora, e poi ancora per molto altro tempo purtroppo, con cui dobbiamo imparare a convivere, non e' il virus di prima ma uno nuovo e diverso: si chiama variante inglese ed e' un virus peggiore e piu' contagioso del Sars-CoV-2, quindi i nostri comportamenti dovranno sempre essere improntati ad una maggiore cautela per evitare di rimanere contagiati, che e' sempre possibile anche se ora molto meno probabile.
  • Ora che la terza ondata e' finita, non e' finito tutto e si torna liberi: NON E' COSI', questo accadra' quando il virus non ci sara' piu' ma quel giorno purtroppo e' ancora lontano.
  • Ora e nei prossimi giorni e settimane il virus continuera' ad infettare le persone, molte delle quali neanche se ne accorgeranno, perche' hanno una buona risposta immunitaria che tiene a bada il virus ma cominceranno a diffondere il contagio a chi gli sta vicino (soprattutto parenti ed amici), per un mese di tempo.
  • Malgrado questi nuovi contagi stiano avvenendo, la curva dei contagi non sale ma rimarra' costante, al livello del fondo (degli asintomatici), perche' ce ne saranno altrettanti che smettono di essere positivi al test per guarigione, che avviene in genere dopo un mese dall'infezione, con o senza sintomi.
  • Questa diminuzione di contagi per guarigione ora e' massima, perche' un mese fa c'era il picco dei nuovi contagi della terza ondata; quindi questo contributo in discesa dei contagi tendera' a dimezzarsi nel prossimo mese e conseguentemente, se la produzione di nuovi contagi non diminuisce o peggio ancora aumenta per le riaperture, il livello dei contagi complessivo potrebbe salire e le Autorita', che sono pronte ad intervenire, richiuderanno tutto (e ci costerebbe 40 miliardi se durasse 3 mesi). Dobbiamo assolutamente evitare che accada.
  • Non siamo assolutamente percio' ad un "libera tutti" perche' la terza ondata e' finita, ma sta invece a tutti noi ancora di piu' adoperarci al massimo per non farci infettare dal virus e contribuire cosi' a permettere che tutto rimanga aperto.
  • Due sono gli aiuti importanti su cui possiamo contare per migliorare la situazione attuale:
    1. Le vaccinazioni che aumenteranno la percentuale di persone immuni, compensando in eccesso le immunita' naturali che gradualmente andranno a scomparire; queste immunita' riducono la diffusione del virus.
    2. La temperatura estiva, che ridurra' anch'essa quella che noi abbiamo definito come "contagiosita'" e quindi la diffusione del virus. Quindi in estate le cose andranno meglio.
  • Questo e' l'ambiente in cui ci troveremo a vivere nei prossimi mesi. Poi il virus sparira' ma ci vorra' qualche anno ancora, purtroppo.
  • Per comportarci bene, nessuno di noi deve dimenticare che il virus che e' in circolazione ora (la variante inglese) non e' quello di prima ma uno diverso, MOLTO PIU' CONTAGIOSO: cioe' da ora in poi e' molto piu' facile rimanere infettati e quindi va bene essere tutti liberi e a lungo ma con molta piu' prudenza di prima, perche' questa variante inglese e' un altro virus, peggiore e piu' contagioso del Sars-CoV-2.
  • Il Governo deve spiegarlo bene prima delle aperture del 26/4 nei giusti modi, indicati da psicologi esperti. Questa raccomandazione purtroppo non la stiamo sentendo fare ma e' importantissimo che tutti siano informati correttamente, altrimenti, pur non volendo, si comporteranno in modo sbagliato (soprattutto va spiegato nelle scuole, come educazione civica urgente).
  • Sara' cosi' anche d'estate, in quanto non crediamo che i contagi degli asintomatici scendano a zero (ed il rischio c'e' anche se si e' vaccinati, perche' la copertura non e' al 100%).
Le cose stanno proprio cosi', e purtroppo dobbiamo accettare che la nostra sia una liberta' condizionata (ma pur sempre LIBERTA'): e' meglio che restare sempre chiusi.

PERCHE' L'ITALIA APRE MENTRE LA GERMANIA CHIUDE?   (18 aprile 2021)
La spiegazione si capisce osservando le curve dei contagi dei due Paesi (quella superiore e' l'Italia):


Si vede chiaramente che i contagi della seconda e terza ondata in Italia sono stati piu' o meno il doppio di quelli della Germania e quindi se in Italia abbiamo raggiunto il 63% di immunizzati in Germania sono ora intorno al 30%.
Questo li espone molto piu' di noi ora ai contagi della variante inglese, che per essere contenuti richiedono il lockdown totale e non solo restrizioni piu' leggere, da zona rossa, che dopo il 15/3 nella terza ondata abbiamo visto essere poco efficaci.
Il problema e' veramente molto serio per i tedeschi, perche' dal grafico vediamo pure che la variante inglese in percentuale massiva sta arrivando da loro solo ora, ad aprile 2021. E' per questo che i loro contagi sono stati finora la meta' dei nostri e cosi' anche il livello del fondo degli asintomatici e' basso e probabilmente restera' piu' alto dopo la fine della loro terza ondata.
Da noi la terza ondata e' cominciata due mesi fa, stimolata dalla grande contagiosita' della variante inglese, la stessa che ora e' arrivata in Germania.
Per questo, mentre da noi, grazie alla presenza del 65% di immunizzati, la terza ondata e' finita ed i contagi sono tornati al livello del fondo (quello alimentato dall' epidemia degli asintomatici ), in Germania la terza ondata sta cominciando ora e per questo i contagi sono in rapida salita.
Per questi motivi ora la Germania deve chiudere (e crediamo che non le basteranno le restrizioni piu' leggere, quelle da zona rossa), mentre l'Italia sta riaprendo e credo anche in sicurezza, purche' il numero di dementi in circolazione, quelli incapaci di capire che stare in molti tutti insieme vicini vicini puo' far richiudere tutto e a lungo, non superi la soglia minima di decenza.

SITUAZIONE DEL 17/4 (ore 17:30): I decessi di oggi in Italia sono 310 (oltre 116.000 dall'inizio della pandemia), valore inferiore ai 400 decessi al giorno, dopo oltre 40 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che pero' e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Essendo ora a meta' di aprile ci dobbiamo aspettare ancora un alto numero di decessi, dovuti alle infezioni avvenute nella terza ondata (che e' cominciata a calare ai primi di aprile).
Quando cominceranno a diminuire i decessi? Se l'intervallo medio di tempo tra il contagio ed il decesso fosse di 20 giorni (e' sicuramente poco diverso) allora secondo noi dal 20/4 i decessi cominceranno a scendere gradualmente ed in modo definitivo verso i 200 decessi al giorno, per poi calare ulteriormente quando diventera' importante l'effetto di protezione immunitaria delle vaccinazioni, che fara' diminuire i contagi dell'epidemia degli asintomatici.
L'argomento secondo noi merita di essere approfondito come abbiamo gia' fatto il 4/2 commentando i TROPPI DECESSI.
Infatti la nostra interpretazione prevedeva valori elevati del numero di decessi (anche oltre 400), con un ritardo tipico di circa 20 giorni rispetto all'andamento della curva dei contagi, che sono quelli che mediamente intercorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.
Dopo circa 20 giorni dal momento in cui i contagi sono iniziati a scendere (primi di aprile), prevediamo che anche il numero dei decessi scenda, stabilizzandosi poi, come viene previsto in varianti "ritardate" , intorno ai 200 decessi al giorno (il dato di oggi e' in accordo con queste previsioni), causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese). Attualmente in Piemonte questo fondo ha superato il 7%, arrivando al 15.5%, come risultato dell'attuale terza ondata (ora sceso all'10%), che ha aumentato il numero di virus in circolazione e quindi anche di quelli partecipanti al fondo degli asintomatici.
Passato il picco della terza ondata l' epidemia degli asintomatici ritornera' poi al suo valore di equilibrio stagionale in Piemonte ( 7% ). Con la variante inglese ancora in circolazione temiamo pero' che questo valore di equilibrio possa cambiare in peggio (forse al 10%) per la maggiore contagiosita', salvo diminuire poi nella stagione calda e per effetto delle vaccinazioni.

Il dato di OGGI dei positivi al test e' di 10.5% (ultima colonnina a destra nel grafico ), e' quasi uguale a quello di ieri che era il picco del venerdi' che dovrebbe diminuire da domani in poi, mantenendo forse un piccolo incremento di contagi imputabile alla riduzione delle restrizioni della zona arancione (a cui il Sars-CoV-2, presente al 10%, e' sensibile).
Si colloca ancora vicino al livello del fondo indicato dalla linea grigia, che unisce le valli e che oltre a risultare disegnata ancora in modo appropriato lungo una discesa ormai abbastanza completata, in cui speriamo che il fondo scenda sotto al 10%.
I dati degli ultimi 6 giorni pero' (vedi tabella e grafico , dov'e' stato indicato il livello del 10%) non lasciano presagire che questa nostra speranza sia ben riposta, perche' sono tutti intorno al 10%, che era il livello di fondo permanente prima della terza ondata, prodotto dall' epidemia degli asintomatici dopo l'arrivo della variante inglese a Natale, che ne aveva innalzato il livello dal 2% costante (prima del picco di Natale) al 10% costante (dopo il picco di Natale).
Quindi per ora, malgrado il 65% di immunizzati, sembrerebbe che il fondo dei contagi degli asintomatici sia rimasto purtroppo ancora intorno al 10%, esattamente com'era prima della terza ondata.
Se questo fosse vero tutti i dati dei prossimi giorni si adagieranno sulla linea orizzontale che abbiamo disegnato a destra nel grafico al livello del fondo costante del 10%.
Questo e' un punto importantissimo, perche' si tratta del livello del fondo permanente dei contagi, alimentato dall' epidemia degli asintomatici , che e' cresciuto dal 2% al 10% dopo l'arrivo della variante inglese ma che dovrebbe scendere con l'aumento dell'immunita' diffusa, che ora abbiamo stimato al 65% e poi, con il progredire delle vaccinazioni, salira' ancora.
Il 10% di fondo e' un livello altissimo, che durerebbe molto a lungo, ma che noi dobbiamo assolutamente abbassare, perche' altrimenti causerebbe circa 200 decessi al giorno (finche' dura, forse per mesi).
Il dato odierno conferma ulteriormente, dopo 28 giorni dall'inizio della zona rossa in Piemonte, la discesa nella curva dei contagi , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese, che e' stata la componente che, con una sua leggera crescita malgrado la zona rossa, aveva ritardato la discesa della curva dei contagi.
Infatti in questa terza ondata, secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, e' accaduto che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 sono calati (sono il 10% circa), dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese sono cresciuti (sono il 90% circa), per la sua maggiore contagiosita', in pari misura in modo che i due contributi si equivalevano ed i contagi sono rimasti cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
La discesa che abbiamo iniziato a disegnare con le nostre due linee rossa e grigia nel grafico sta continuando.

LA CAUSA DELLA DIMINUZIONE DEI CONTAGI:
  • ZONA ROSSA: Non ci sembra che la diminuzione dei contagi possa essere attribuita alle onerose restrizioni della zona rossa per il lungo ritardo (15 giorni) con cui la diminuzione e' iniziata.
  • TEMPERATURA AMBIENTALE: Nei due giorni (7 e 8 aprile), non si e' riscontrata una risalita della curva per effetto della MINORE temperatura ambientale, quindi abbiamo concluso che non e' stato l'innalzamento della temperatura ambientale a provocare l'inizio della discesa dei contagi.
  • NUMERO DI IMMUNIZZATI: Il 9/4 con il calcolo del numero di immunizzati attualmente esistenti in Piemonte (63%), abbiamo visto che questo numero e' compatibile con il raggiungimento di quel limite che, facendo diminuire la contagiosita' del virus (perche' comincia sempre piu' ad avere difficolta' a trovare persone infettabili), rende plausibile che sia proprio questa la causa della discesa dei contagi.
Se fosse corretta, questa interpretazione degli eventi avrebbe notevoli CONSEGUENZE sulla campagna di vaccinazioni in corso e sul raggiungimento dell'immunita' di gregge.

Ecco allora il punto della situazione in Piemonte:
  • Durante le feste di Natale i contagi sono saliti fino al 18% per poi scendere con la zona rossa al 10% fino a tutto febbraio (era il Sars-CoV-2 perche' con la zona rossa i contagi sono calati al 10% ma la variante inglese c'era gia', perche' non si e' riusciti a scendere sotto al 10%, che e' troppo alto per essere solo Sars-CoV-2).
  • Dai primi giorni di marzo il livello dei contagi ha iniziato a crescere mantenendosi costantemente un po' sopra al 15%, che e' un valore decisamente alto (e' la variante inglese, che a questi livelli provoca poi i 500 decessi al giorno).
  • Il 15/3 e' iniziata la zona rossa per far calare i contagi.
  • Al 2/4, oltre due settimane dopo, si e' potuto constatare che la zona rossa era inefficace contro la variante inglese, perche' i contagi erano ancora al 18% quando abbiamo visto, anche nella seconda ondata, che il Sars-CoV-2 si dimezza in soli 9 giorni. Ora al 17/4 permane la discesa da questo picco e dal 18% siamo scesi al 10.5%.
    Ci aspettiamo che questa discesa continui sotto al 10%, che era il livello del fondo degli asintomatici prima dell'inizio di questa terza ondata, che CONSIDERIAMO ORMAI CONCLUSA.
  • Cio' anche se il livello del fondo e' troppo alto. E' conseguenza dell'alta contagiosita' della variante inglese, che da ora sostituisce il Sars-CoV-2 nell'epidemia degli asintomatici, con cui il virus vorrebbe arrivare fino all'autunno prossimo, per poi iniziare la quarta ondata.
    Ma l'immunita' di gregge ne abbassera' la contagiosita' e cosi' il livello prima di allora e se la gente non impazzira' con "libera tutti" inopportuni durante l'estate, dovremmo riuscire ad impedirgli di resuscitare con la quarta ondata ed evitare ogni restrizione: sara' tutto aperto ma dovremo avere sempre la guardia ben alta per non dover chiudere di nuovo.
  • Evidentemente abbiamo avuto a che fare con una variante diversa (inglese), di contagiosita' cosi' elevata che le restrizioni imposte dalla zona rossa non sono state sufficienti ad arrestarne la diffusione, che e' proceduta incrementando i contagi e compensando, in questo caso per due settimane, la discesa di quelli del Sars-CoV-2 ancora presenti (circa il 10%), prodotta dalla zona rossa.
Anche se il livello dei contagi (10%) e' alto, confermiamo lo stato in CESSATO ALLARME PER FINE DELLA TERZA ONDATA in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

LA VARIANTE INGLESE   (17 aprile 2021)
Le caratteristiche delle ondate di Natale e della terza ondata, che sono state caratterizzate dalla presenza al 90% circa della variante inglese, che si e' diffusa di piu' perche' molto piu' contagiosa, sono state diverse dalle precedenti due del 2020 causate dal solo virus Sars-CoV-2, con le differenze seguenti:

                 Sars-CoV-2 (prime due ondate)            Variante inglese (ondata di Natale e terza ondata) 

ZONA ROSSA:    Effetto immediato con dimezzamento dei     Nessun effetto evidente: il blocco della crescita 

               contagi in 9 giorni.                       e' imputabile alla componente Sars-CoV-2 (10%).

ASINTOMATICI:  Il fondo dei contagi e' al 2%              Il fondo dei contagi sale al 10% (per la maggiore

                                                          contagiosita')

IMMUNIZZATI:   Sensibile sia a a quelli naturali che      Contagi scendono con il 65% di immunizzati anche

               ai vaccinati.                              da Sars-CoV-2 (vaccini funzionano).

Quella della variante inglese e' quindi un'epidemia diversa ed anche piu' pericolosa, perche' per la sua alta contagiosita' le normali restrizioni della zona rossa non riescono a contenere i contagi in maniera adeguata ed e' percio' molto piu' difficile far diminuire il livello dei contagi, che allora prosegue per tempi piu' lunghi (picco piu' esteso) fermandosi solo al raggiungimento di una percentuale di immunizzati naturali del 65%, con molti ricoveri e vittime.
L'imcmunita' sembra ssere l'unica cosa che possa fermarla, dato che non possiamo restare permanentemente in lockdown totale.
Fortunatamente anche gli anticorpi del Sars-CoV-2 sono efficaci contro la variante inglese, per cui la terza ondata e' finita prima grazie agli anticorpi prodotti sia dalla seconda ondata (di Sars-CoV-2) che dalle vaccinazioni (per il Sars-CoV-2).
La sua alta contagiosita' aumenta di molto il numero delle infezioni nell' epidemia degli asintomatici , portando la presenza di questi contagi (permanenti) dal 2% del Sars-CoV-2 al 10% della variante inglese, con due risultati:
  1. Uno negativo, perche' con l'epidemia dgli asintomatici al 10% anziche' al 2% si quintuplicano le infezioni e quelle della variante inglese sono piu' perniciose di quelle del Sars-CoV-2, perche'ad una maggiore contagiosita' si associa una maggiore facilita' e quindi velocita' di diffusione nell'organismo, che riesce cosi' a produrre danni maggiori e piu' estesi prima che l'arrivo degli anticorpi possa limitarli. Per questo la sindrome della variante inglese risulta peggiore e piu' spesso infausta.
    Il rischio per tutte le persone infettate e poi guarite di poter subire una nuova infezione dopo 10 mesi e' decisamente mal sopportabile.
  2. Un'altro positivo, che e' una forte produzione di immunizzati: infatti se rimanesse sempre un fondo del 10% permanente di contagiati (che guariscono in un mese), ogni mese ci sarebbe un altro 10% di persone contagiate diverse e cosi' in 10 mesi verrebbe infettato e quindi immunizzato il 100% della popolazione, scaglionato nel tempo.
Una volta creata, siccome si mantiene a lungo, la presenza di tutti queste persone immunizzate bloccherebbe in modo considerevole lo sviluppo incontrollato dell'epidemia, che rimarrebbe cosi' stabilmente come epidemia endemica prevalentemente di asintomatici, in equilibrio ad un livello che adesso e' al 10%.
10 mesi dovrebbe essere proprio la durata degli anticorpi, cosicche' dopo 10 mesi di protezione immunitaria ogni persona infettata tornerebbe nuovamente ad essere contagiabile in un ambiente pero' con molti immunizzati, che stanno limitando molto la diffusione del virus.
In queste condizioni il virus troverebbe la sua condizione di equilibrio con una percentuale stabile di contagi diffusi che sarebbe proprio quel 10% dell' epidemia (nascosta) degli asintomatici che perpetuerebbe l'esistenza del virus rendendolo endemico.
E' quindi proprio questa percentuale del 10% il nostro principale nemico da combattere, abbassandolo con un numero di immunizzati piu' alto raggiungibile senza danni sanitari grazie alle vaccinazioni.
Siccome abbiamo visto che la variante inglese viene contenuta nella sua diffusione dagli anticorpi del Sars-CoV-2, con tante vaccinazioni si puo' alzare di piu' la percentuale di immunizzati presenti e cosi' abbassare la presenza della variante inglese dal 10% per tornare almeno al 2%, com'era il Sars-CoV-2 nell'estate 2020.
Questo e' il compito che ci attende nei prossimi mesi: le vaccinazioni che si stanno facendo fino a giugno non servono a proteggere le persone dai contagi del prossimo inverno (perche' allora gli anticorpi saranno svaniti) ma proprio ad impedire che siano coinvolte (inconsapevolmente) nell'epidemia degli asntomatici ed abbassare cosi' quel 10% del fondo da asintomatici, che deve tornare al 2%, malgrado la presenza massiva della variante inglese (e chissa' di quale altra in futuro).
E' indispensabile riuscirci perche', oltre al pericolo della variante inglese endemica, non bisogna dimenticare che le patologie prodotte da un livello cosi' alto di contagi (10%) corrisponde a circa 200 decessi al giorno.

COSA ACCADRA' ORA?   (16 aprile 2021)
Siamo curiosi di vedere nei prossimi giorni l'effetto sul livello dei contagi della riapertura parziale con il passaggio da zona rossa ad arancione (siamo pronti a scommettere che non ci sara': non e' una congettura ma una previsione).
Ora non e' ancora possibile vederlo per l'effetto del picco del venerdi'.
Abbiamo ipotizzato che la curva dei contagi sia scesa per l'alta immunita' diffusa, che era al 63% quando abbiamo fatto il calcolo del numero di immunizzati.
Permanendo il livello dei contagi al 10% la percentuale degli immunizzati sale di un ulteriore 0.3% al giorno, per cui ormai dovremmo aver superato il 65% anche perche' le vaccinazioni, che stanno proseguendo, aggiungono altri immunizzati.
Se la nostra interpretazione dei fatti fosse vera, siamo pronti a scommettere che anche riaprendo molte attivita' oggi sarebbe ben difficile riuscire a far risalire i contagi, che sempre piu' sono ridotti dalla diminuzione di "contagiosita'" del virus, cioe' della sua facilita' a diffondersi, dovuta all'alto numero di persone immunizzate, per il 53% da un'infezione precedente e per il 10% dalle vaccinazioni.
Se queste ultime non fossero state fatte, secondo noi il picco della terza ondata ancora durerebbe, malgrado tutte le restrizioni messe in campo, che malgrado l'elevato costo hanno avuto un effetto limitato con la variante inglese, come si puo' vedere nel grafico dopo il 15/3 (data d'inizio della zona rossa), perche' riducono la contagiosita' molto meno dell'immunita' diffusa, quando e' arrivata al 65%.
Sarebbe come l'inizio di un'immunita' di gregge temporanea, perche' il numero di immunizzati tende a diminuire in assenza dell'ondata epidemica che lo alimenta.
Le vaccinazioni pero', se arrivano in tempo, possono evitare questa diminuzione, anzi devono compensarla in eccesso per conservare questo livello d'immunita' fino all'arrivo dell'estate.
Mantenere alto il livello d'immunita' diffusa, malgrado il suo decadimento nel tempo, serve ad un altro scopo che da ora diventa quello principale: diminuire il livello di fondo dei contagi alimentato dall' epidemia degli asintomatici in presenza della variate inglese, che ne ha fatto salire il livello dal 2% al 10%, che e' un valore altissimo, che oggi comporta centinaia di decessi al giorno.
Non deve assolutamente rimanere a quel livello nei prossimi mesi e mantenere un'alta immunita' diffusa serve a questo.

SITUAZIONE DEL 16/4 (ore 17:30): I decessi di oggi in Italia sono 429 (oltre 116.000 dall'inizio della pandemia), valore di poco superiore ai 400 decessi al giorno, dopo oltre 40 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che pero' e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Essendo ora a meta' di aprile ci dobbiamo aspettare ancora un alto numero di decessi, dovuti alle infezioni avvenute nella terza ondata (che e' cominciata a calare ai primi di aprile).
Quando cominceranno a diminuire i decessi? Se l'intervallo medio di tempo tra il contagio ed il decesso fosse di 20 giorni (e' sicuramente poco diverso) allora dal 20/4 i decessi cominceranno a scendere gradualmente ed in modo definitivo verso i 200 decessi al giorno, per poi calare ulteriormente quando diventera' importante l'effetto immunitario delle vaccinazioni, che fara' diminuire i contagi dell'epidemia degli asintomatici.
L'argomento secondo noi merita di essere approfondito come abbiamo gia' fatto il 4/2 commentando i TROPPI DECESSI.
Infatti la nostra interpretazione prevedeva valori elevati del numero di decessi (anche oltre 400), con un ritardo tipico di circa 20 giorni rispetto all'andamento della curva dei contagi, che sono quelli che mediamente intercorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.
Dopo circa 20 giorni dal momento in cui i contagi sono iniziati a scendere (primi di aprile), prevediamo che anche il numero dei decessi scenda, stabilizzandosi poi, come viene previsto in varianti "ritardate" , intorno ai 200 decessi al giorno (il dato di oggi e' in accordo con queste previsioni), causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese). Attualmente in Piemonte questo fondo ha superato il 7%, arrivando al 15.5%, come risultato dell'attuale terza ondata (ora sceso all'10%), che ha aumentato il numero di virus in circolazione e quindi anche di quelli partecipanti al fondo degli asintomatici.
Passato il picco della terza ondata l' epidemia degli asintomatici ritornera' poi al suo valore di equilibrio stagionale in Piemonte ( 7% ). Con la variante inglese ancora in circolazione temiamo pero' che questo valore di equilibrio possa cambiare in peggio (forse al 10%) per la maggiore contagiosita', salvo diminuire poi nella stagione calda e per effetto delle vaccinazioni.

Il dato di OGGI dei positivi al test e' di 10.2% (ultima colonnina a destra nel grafico ), e' piu' basso rispetto a quello di ieri pur essendo il picco del venerdi' che cosi' dovrebbe far iniziare la discesa da domani mantenendo limitato un piccolo incremento di contagi imputabile alla riduzione delle restrizioni della zona arancione.
Si colloca anch'esso vicino al livello del fondo indicato dalla linea grigia, che unisce le valli e che oltre a risultare disegnata ancora in modo appropriato lungo una discesa finalmente abbastanza definita, in cui anche il fondo forse scendera' sotto al 10%.
Questo e' un punto importantissimo, perche' rappresenta il livello dei contagi permanenti, alimentato dall' epidemia degli asintomatici , che e' cresciuto dal 2% al 10% dopo l'arrivo della variante inglese e puo' scendere solo se sale l'immunita' diffusa (con i vaccini).
Il 10% e' un livello altissimo che causerebbe centinaia di decessi a lungo (finche' dura).
Il risultato conferma ulteriormente dopo 27 giorni dall'inizio della zona rossa in Piemonte la discesa nella curva dei contagi , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese, che e' stata la componente che, con una sua leggera crescita malgrado la zona rossa, aveva ritardato la discesa della curva dei contagi.
Infatti in questa terza ondata, secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, e' accaduto che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 sono calati (sono il 10% circa), dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese sono cresciuti (sono il 90% circa), per la sua maggiore contagiosita', in pari misura in modo che i due contributi si equivalevano ed i contagi sono rimasti cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
La discesa che abbiamo iniziato a disegnare con le nostre due linee rossa e grigia nel grafico sta continuando.

LA CAUSA DELLA DIMINUZIONE DEI CONTAGI:
  • ZONA ROSSA: Non ci sembra che la diminuzione dei contagi possa essere attribuita alle onerose restrizioni della zona rossa per il lungo ritardo (15 giorni) con cui la diminuzione e' iniziata.
  • TEMPERATURA AMBIENTALE: Nei due giorni (7 e 8 aprile), non si e' riscontrata una risalita della curva per effetto della MINORE temperatura ambientale, quindi abbiamo concluso che non e' stato l'innalzamento della temperatura ambientale a provocare l'inizio della discesa dei contagi.
  • NUMERO DI IMMUNIZZATI: Il 9/4 con il calcolo del numero di immunizzati attualmente esistenti in Piemonte (63%), abbiamo visto che questo numero e' compatibile con il raggiungimento di quel limite che, facendo diminuire la contagiosita' del virus (perche' comincia sempre piu' ad avere difficolta' a trovare persone infettabili), rende plausibile che sia proprio questa la causa della discesa dei contagi.
Se fosse corretta, questa interpretazione degli eventi avrebbe notevoli CONSEGUENZE sulla campagna di vaccinazioni in corso e sul raggiungimento dell'immunita' di gregge.

Ecco allora il punto della situazione in Piemonte:
  • Durante le feste di Natale i contagi sono saliti fino al 18% per poi scendere con la zona rossa al 10% fino a tutto febbraio (era il Sars-CoV-2 perche' con la zona rossa i contagi sono calati al 10% ma la variante inglese c'era gia', perche' non si e' riusciti a scendere sotto al 10%, che e' troppo alto per essere solo Sars-CoV-2).
  • Dai primi giorni di marzo il livello dei contagi ha iniziato a crescere mantenendosi costantemente un po' sopra al 15%, che e' un valore decisamente alto (e' la variante inglese, che a questi livelli provoca poi i 500 decessi al giorno).
  • Il 15/3 e' iniziata la zona rossa per far calare i contagi.
  • Al 2/4, oltre due settimane dopo, si e' potuto constatare che la zona rossa era inefficace contro la variante inglese, perche' i contagi erano ancora al 18% quando abbiamo visto, anche nella seconda ondata, che il Sars-CoV-2 si dimezza in soli 9 giorni. Ora al 16/4 permane la discesa da questo picco e dal 18% siamo scesi al 10.2%.
    Ci aspettiamo che questa discesa continui sotto al 10% dopo venerdi', che era il livello del fondo degli asintomatici prima dell'inizio di questa terza ondata, che CONSIDERIAMO ORMAI CONCLUSA.
  • Cio' anche se il livello del fondo e' troppo alto. E' conseguenza dell'alta contagiosita' della variante inglese, che da ora sostituisce il Sars-CoV-2 nell'epidemia degli asintomatici, con cui il virus vorrebbe arrivare fino all'autunno prossimo, per poi iniziare la quarta ondata.
    Ma l'immunita' di gregge ne abbassera' la contagiosita' e cosi' il livello prima di allora e se la gente non impazzira' con "libera tutti" inopportuni durante l'estate, dovremmo riuscire ad impedirgli di resuscitare con la quarta ondata ed evitare ogni restrizione: sara' tutto aperto ma dovremo avere sempre la guardia ben alta per non dover chiudere di nuovo.
  • Evidentemente abbiamo avuto a che fare con una variante diversa (inglese), di contagiosita' cosi' elevata che le restrizioni imposte dalla zona rossa non sono state sufficienti ad arrestarne la diffusione, che e' proceduta incrementando i contagi e compensando, in questo caso per due settimane, la discesa di quelli del Sars-CoV-2 ancora presenti (circa il 10%), prodotta dalla zona rossa.
Anche se il livello dei contagi (10%) e' alto, confermiamo lo stato in CESSATO ALLARME PER FINE DELLA TERZA ONDATA in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

CONOSCERE LA PANDEMIA (e' lo scopo di questo lavoro)   (16 aprile 2021)
Facciamo il punto di quello che abbiamo imparato e fatto.
Sul pianeta Terra dobbiamo convivere con una miriade di agenti ostili di origine animale, vegetale ed altro, come i virus, molti dei quali esistevano sul pianeta anche prima dell'uomo.
Siamo sopravvissuti perche' abbiamo imparato a conviverci: sappiamo tutti che d'inverno dobbiamo coprirci perche' se prendiamo troppo freddo le nostre difese immunitarie s'indebiliscono ed alcuni batteri presenti nell'aria' come i pneumococchi' possono insediarsi nei nostri polmoni e produrre una sindrome polmonare che puo' anche essere molto grave.
Pero' nel tempo il nostro organismo e' riuscito a creare tempestivamente i giusti anticorpi che bloccano in tempo questi agenti patogeni e cosi' basta indossare una maglia di lana per evitare la malattia, e poi la ricerca medica ci ha aiutato anche di piu' ad uscirne incolumi con medicine efficaci, come gli antibiotici.
Cos'ha di speciale il Sars-CoV-2?
Essendo un virus nuovo, mai esistito prima, il nostro sistema immunitario non e' preparato a combatterlo e quindi non abbiamo alcun grado di immunita' preventiva. Questo comporta che quando il virus entra nel corpo non trova nessun anticorpo a comtrastarlo ed ha alcuni giorni di tempo, quelli che servono al sistema immunitario per rilevarlo e produrre i primi anticorpi, durante i quali riesce a riprodursi in grande numero e se i giorni di tempo che ha avuto sono stati molti (come accade negli anziani in cui la risposta immunitaria e' piu' lenta) la sindrome e' piu' grave e puo' anche essere letale.
Come per tutti gli altri virus non ci sono medicine veramente efficaci: l'unica difesa che la Natura ha predisposto e' la creazione degli anticorpi che pero', essendo nuovi, non vengono poi lasciati in permanenza nel sangue ma purtroppo vengono eliminati (dopo circa 9 mesi).
Questa dell'assenza dell'unica difesa esistente nel nostro organismo, gli anticorpi, e' il problema di questo virus e la differenza con tanti altri esistenti in natura.
Per evitare il Covid-19 bisogna che gli anticorpi nel nostro organismo ci siano gia' prima che il virus ci arrivi e questo puo' accadere in due modi possibili: o dopo che sono stati creati in seguito ad un'infezione precedente (e ci restano per 9 mesi dopo la guarigione) o emulando un'infezione fasulla con un vaccino che fa produrre gli anticorpi (che se sono gli stessi dureranno circa 9 mesi).
In entrambi i casi dopo 9 mesi la protezione scompare.
Forse ripetendo molte volte il processo poi il sistema immun itario impara che quesgli anticorpi e' meglio che rimangano come tanti altri ed allora il Sars-CoV-2 diventera' un virus come gli altri ma fino ad allora non lo e', per cu se vogliamo sopravvivergli dobbiamo vaccinarci tutti gli anni.
E questo e' un groppo problema perche' sul pianeta Terra siamo diventati veramente tanti e vaccinare 6 miliardi di persone tutti gli anni non e' facile.
Il Sars-CoV-2 e ancora piu' altre sue varianti piu' perniciose, come quella inglese, non trovando alcuna persona immunizzata, cioe' con gli anticorpi giusti nell'organismo, hanno potuto infettare tante persone con grande facilita', propagandosi in forma pandemica su tutto il pianeta.
La maggior parte delle persone infettate sono riuscite a produrre gli anticorpi piu' o meno in tempo per evitare la sindrome acuta Covid-19, che e' una polmonite virale, letale nei casi piu' gravi. Nel 95% dei casi la risposta immunitaria e' cosi' buona che blocca la diffusione dell'infezione addirittura prima che compaiano i sintomi, pero' l'infezione anche se non riesce ad arrivare ai polmoni, ha comunque il suo decorso di guarigione che dura circa un mese durante il quale la persona e' comunque inconsapevolmente infetta e percio' rilascia nell'ambiente delle cariche virali piu' o meno deboli, in base al tipo di infezione (sono le persone "asintomatiche").
L' epidemia degli asintomatici sara' il nostro principale problema nei prossimi mesi, perche' la variante inglese ne innalzera' il livello (l'estate scorsa era al 2%, ora e' al 10%).
Ogni carica virale emessa nell'ambiente puo' infettare altre persone se raccolta entro il tempo in cui i virus restano attivi (da qualche ora d'estate e qualche giorno d'inverno). Le vie principali di contagio sono per inalazione, ma anche per contatto su occhi o bocca.
Questa infezione, una volta iniziata viene bloccata se la persona infettata ha gia' da prima i giusti anticorpi.
Questo fatto rende piu' difficile al virus di diffondersi tra la gente e quindi risulta cosi' meno contagioso: noi diciamo che l'immunita' delle persone riduce la contagiosita' del virus ed ostacola la diffusione dei contagi.
Ora siamo arrivati nella spiegazione ad un punto cruciale della comprensione dell'evoluzione della pandemia.
E' un meccanismo intrinseco alla pandemia stessa: le persone infettate, anche se in forma asintomatica, sviluppano anticorpi che le rende immuni (per 9 mesi) ad altre infezioni. Percio' tanto piu' l'ondata pandemica progredisce tante piu' persone immuni ci sono nella popolazione e cosi' tanto meno l'infezione pio' diffondersi.
E' una sorta di autosaturazione dell'epidemia che cosi' raggiunge un picco e poi si riduce perche' diminuisce la contagiosita' del virus.
E' quello che e' successo nella terza ondata , mentre nella prima ondata di aprile 2020 l'immunita' era zero e allora si e' dovuto limitare i contagi con il lockdown totale e poi attendere l'arrivo della stagione calda che ha ridotto la contagiosita' del virus.
Attenzione pero' il caldo non riduce la contagiosita' a zero, per cui se non su adotta alcuna precauzione l'ondata epidemica puo' svilupparsi ugualmente, com'e' accaduto negli USA , in cui durante l'amministrazione Trump non si badava molto alla profilassi.
Per cui anche da noi nella prossima estate andrebbero regolamentati gli spettacoli che comportano assembramenti di molte persone.

COSA DOBBIAMO FARE: L'obiettivo strategico per noi sarebbe quello di controllare questo fenomeno per riuscire a governare l'evoluzione della pandemia.
Il problema e' che non e' facile monitorare il livello d'immunita'.
Un tentativo, al livello macroscopico qualitativo, lo abbiamo fatto noi con il calcolo del numero di immunizzati (63%) durante la terza ondata, quando la contagiosita' complessiva e' arrivata al livello di svolta che ha fatto decrescere i contagi.
Quando osserviamo i dati dei contagi noi stiamo valutando la contagiosita' complessiva che e'
  • ridotta dalla percentuale di persone immunizzate da precedenti infezioni o da vaccinazione
  • aumentata dalle condizioni ambientali, alcune delle quali sono controllabili (come i comportamenti delle persone che possiamo assoggettare a restrizioni) altre non sono controllabili (come per esempio la temperatura stagionale).
Pero' ai fini del controllo dell'epidemia e' proprio la contagiosita' complessiva che ci interessa, quindi il metodo da noi indicato di ricavarla al livello macroscopico qualitativo dalla curva dei contagi e' il meglio che ora possiamo fare per sapere qual'e' il livello di contagiosita' complessiva sufficiente a bloccare la crescita dei contagi con temperature primaverili, essendo proprio quello da noi calcolato il livello che ha fatto regredire la terza ondata.
Qualche misura sierologica di controllo puo' essere fatta (l'hanno fatta gli inglesi in questi giorni ricavando il 55% come livello dell'immunita' diffusa).
Il problema ancora da risolvere e' quello di inserire nel procedimento del calcolo anche il decadimento nel tempo dell'immunita', che noi non abbiamo fatto nel calcolo "qualitativo": infatti nella valutazione del numero di immunizzati ci abbiamo inserito i tre picchi da novembre in poi (perche' non sono sncora passati 9 mesi) ed il periodo di fondo alto dei contagi al 10%.
Le immunita' tra poco cominceranno a scemare mentre quelle del fondo degli asintomatici nei prossimi mesi subentreranno.
E' possibile computerizzare questo calcolo ipotizzando modelli verosimili per i dati non ancora disponibili ed arrivare cosi' a prevedere un coefficiente di rischio in funzione del tempo, per lo sviluppo di una nuova ondata e pianificare conseguentemente sia il numero di vaccinazioni necessarie che le restrizioni da imporre (quando e quante).
Bisogna che qualcuno di coloro che sono coinvolti della fase operativa lo faccia, perche' le immunita' svaniscono mentre la pandemia durera' anche l'anno prossimo (non e' difficile, chi sa programmare lo fa in un paio di giorni: uno per programmare e l'altro per inserimento dei dati ed inizio collaudi).
Quest'attivita' e' quello che abbiamo inteso parlando di governo della pandemia, un'attivita' ineludibile finche' i nostri sistemi immunitari non avranno imparato che gli anticorpi del Sars-CoV-2 vanno lasciati permanentemente nel nostro corpo.

SITUAZIONE DEL 15/4 (ore 17:45): I decessi di oggi in Italia sono 380 (circa 116.000 dall'inizio della pandemia), valore di poco inferiore ai 400 decessi al giorno, dopo oltre 40 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che pero' e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Essendo ora a meta' di aprile ci dobbiamo aspettare ancora un alto numero di decessi, dovuti alle infezioni avvenute nella terza ondata. Tra 20 giorni poi scenderanno probabilmente in modo definitivo verso i 200 decessi al giorno, per poi calare ulteriormente quando diventera' importante l'effetto immunitario delle vaccinazioni.
L'argomento secondo noi merita di essere approfondito come abbiamo gia' fatto il 4/2 commentando i TROPPI DECESSI.
Infatti la nostra interpretazione prevedeva valori elevati del numero di decessi (anche oltre 400), con un ritardo tipico di circa 20 giorni rispetto all'andamento della curva dei contagi, che sono quelli che mediamente intercorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.
Dopo 10-20 giorni dal momento in cui i contagi iniziano a scendere (fine marzo), prevediamo che anche il numero dei decessi scenda, stabilizzandosi poi, come viene previsto in varianti "ritardate" , intorno ai 200 decessi al giorno (il dato di oggi e' in accordo con queste previsioni), causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese). Attualmente in Piemonte questo fondo ha superato il 7%, arrivando al 15.5%, come risultato dell'attuale terza ondata (ora sceso all'10%), che ha aumentato il numero di virus in circolazione e quindi anche di quelli partecipanti al fondo degli asintomatici.
Passato il picco della terza ondata l' epidemia degli asintomatici ritornera' poi al suo valore di equilibrio stagionale in Piemonte ( 7% ). Con la variante inglese ancora in circolazione temiamo pero' che questo valore di equilibrio possa cambiare in peggio (forse al 10%) per la maggiore contagiosita', salvo diminuire poi nella stagione calda e per effetto delle vaccinazioni.

Il dato di OGGI dei positivi al test e' di 11.4% (ultima colonnina a destra nel grafico ), e' piu' alto rispetto a quello di ieri, in preparazione della salita per il picco del prossimo venerdi' e forse anche per un piccolo incremento di contagi imputabile alla riduzione delle restrizioni della zona arancione,
Si colloca comunque ancora vicino al livello del fondo indicato dalla linea grigia, che unisce le valli e che oltre a risultare disegnata ancora in modo appropriato lungo una discesa finalmente abbastanza definita, in cui anche il fondo forse scendera' sotto al 10%.
Questo e' un punto importantissimo, perche' rappresenta il livello dei contagi permanenti, alimentato dall' epidemia degli asintomatici , che e' cresciuto dal 2% al 10% dopo l'arrivo della variante inglese e puo' scendere solo se sale l'immunita' diffusa (con i vaccini).
Il 10% e' un livello altissimo che causerebbe centinaia di decessi a lungo (finche' dura).
Il risultato conferma ulteriormente dopo 26 giorni dall'inizio della zona rossa in Piemonte la discesa nella curva dei contagi , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese, che e' stata la componente che, con una sua leggera crescita malgrado la zona rossa, aveva ritardato la discesa della curva dei contagi.
Infatti in questa terza ondata, secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, e' accaduto che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 sono calati (sono il 10% circa), dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese sono cresciuti (sono il 90% circa), per la sua maggiore contagiosita', in pari misura in modo che i due contributi si equivalevano ed i contagi sono rimasti cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
La discesa che abbiamo iniziato a disegnare con le nostre due linee rossa e grigia nel grafico sta continuando.

LA CAUSA DELLA DIMINUZIONE DEI CONTAGI:
  • ZONA ROSSA: Non ci sembra che la diminuzione dei contagi possa essere attribuita alle onerose restrizioni della zona rossa per il lungo ritardo (15 giorni) con cui la diminuzione e' iniziata.
  • TEMPERATURA AMBIENTALE: Nei due giorni (7 e 8 aprile), non si e' riscontrata una risalita della curva per effetto della MINORE temperatura ambientale, quindi abbiamo concluso che non e' stato l'innalzamento della temperatura ambientale a provocare l'inizio della discesa dei contagi.
  • NUMERO DI IMMUNIZZATI: Il 9/4 con il calcolo del numero di immunizzati attualmente esistenti in Piemonte (63%), abbiamo visto che questo numero e' compatibile con il raggiungimento di quel limite che, facendo diminuire la contagiosita' del virus (perche' comincia sempre piu' ad avere difficolta' a trovare persone infettabili), rende plausibile che sia proprio questa la causa della discesa dei contagi.
Se fosse corretta, questa interpretazione degli eventi avrebbe notevoli CONSEGUENZE sulla campagna di vaccinazioni in corso e sul raggiungimento dell'immunita' di gregge.

Ecco allora il punto della situazione in Piemonte:
  • Durante le feste di Natale i contagi sono saliti fino al 18% per poi scendere con la zona rossa al 10% fino a tutto febbraio (era il Sars-CoV-2 perche' con la zona rossa i contagi sono calati al 10% ma la variante inglese c'era gia', perche' non si e' riusciti a scendere sotto al 10%, che e' troppo alto per essere solo Sars-CoV-2).
  • Dai primi giorni di marzo il livello dei contagi ha iniziato a crescere mantenendosi costantemente un po' sopra al 15%, che e' un valore decisamente alto (e' la variante inglese, che a questi livelli provoca poi i 500 decessi al giorno).
  • Il 15/3 e' iniziata la zona rossa per far calare i contagi.
  • Al 2/4, oltre due settimane dopo, si e' potuto constatare che la zona rossa era inefficace contro la variante inglese, perche' i contagi erano ancora al 18% quando abbiamo visto, anche nella seconda ondata, che il Sars-CoV-2 si dimezza in soli 9 giorni. Ora al 15/4 permane la discesa da questo picco e dal 18% siamo scesi al 11.4%.
    Ci aspettiamo che questa discesa continui sotto al 10% dopo venerdi', che era il livello del fondo degli asintomatici prima dell'inizio di questa terza ondata, che CONSIDERIAMO ORMAI CONCLUSA.
  • Cio' anche se il livello del fondo e' troppo alto. E' conseguenza dell'alta contagiosita' della variante inglese, che da ora sostituisce il Sars-CoV-2 nell'epidemia degli asintomatici, con cui il virus vorrebbe arrivare fino all'autunno prossimo, per poi iniziare la quarta ondata.
    Ma l'immunita' di gregge ne abbassera' la contagiosita' e cosi' il livello prima di allora e se la gente non impazzira' con "libera tutti" inopportuni durante l'estate, dovremmo riuscire ad impedirgli di resuscitare con la quarta ondata ed evitare ogni restrizione: sara' tutto aperto ma dovremo avere sempre la guardia ben alta per non farci "fregare" ancora.
  • Evidentemente abbiamo avuto a che fare con una variante diversa (inglese), di contagiosita' cosi' elevata che le restrizioni imposte dalla zona rossa non sono state sufficienti ad arrestarne la diffusione, che e' proceduta incrementando i contagi e compensando, in questo caso per due settimane, la discesa di quelli del Sars-CoV-2 ancora presenti (circa il 10%), prodotta dalla zona rossa.
Anche se il livello dei contagi (11%) e' alto, confermiamo lo stato in CESSATO ALLARME PER FINE DELLA TERZA ONDATA in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

ATTENZIONE   (15 aprile 2021)
Questo lavoro e' uno studio della pandemia fatto sui dati di una singola regione, il Piemonte, perche' senza mescolarne tante insieme i fenomeni osservati potrebbero risultare meglio definiti.
Percio' LE NOSTRE CONCLUSIONI, COMPRESE QUELLE SULLE RIAPERTURE, SONO SEMPRE VALIDE SOLO PER IL PIEMONTE, anche se gli stessi metodi possono essere usati per tutte le altre regioni.

RIAPRIRE "IN CONDIZIONI DI SICUREZZA"   (15 aprile 2021)
Non esiste: dovrebbero stare tutti dentro uno scafandro ermetico con respiratore sterile oppure dovrebbe essere scomparso il virus dal pianeta Terra.
Non proteggono al 100% ne' la mascherina, ne' la distanza oltre i 2 metri e neppure la vaccinazione.
Quindi si smetta di usare questa frase ipocrita ("IN CONDIZIONI DI SICUREZZA") e si prenda consapevolezza che il criterio per le riaperture non puo' che essere quello di una giusta valutazione del rapporto danni/benefici, come si fa per la somministrazione di vaccini, che in un caso su milioni possono anche uccidere (come anche tante altre medicine che si prendono quotidianamente).
Ogni riapertura inevitabilmente contribuisce ad incrementare la contagiosita' del virus cioe' la sua probabilita' di trasmettersi ad un'altra persona.
Le restrizioni agiscono al contrario diminuendo questa contagiosita'.
Anche l'incremento della percentuale di persone immunizzate (per infezione o vaccinazione) diminuisce la contagiosita'.
E' dal bilancio di queste azioni contrapposte che dipende la salita o la discesa dei contagi e quindi dei ricoveri e dei decessi.
Se la percentuale di persone immunizzate sale molto ci si puo' permettere di rilasciare qualche restrizione senza che i contagi (e quindi poi i ricoveri ed i decessi) crescano. Al termine di un'ondata, come siamo ora, potrebbe eventualmente diminuire la velocita' di decrescita dei contagi, che significa averne qualcuno di piu'.
Se non lo vogliamo, bisogna mantenere in essere tutte le restrizioni ma questo ha un costo e le dimostrazioni in strada di questi giorni ce lo stanno a ricordare.
E' a questo punto che diventa inevitabile per chi ha la responsabilita' delle scelte ottimizzare il rapporto DANNI/BENEFICI, che portera' inevitabilmente ad una scelta in cui i danni non sono zero.
Non si sfugge a questo obbligo, ne' si puo' sperare di mantenere tutti veramente in condizioni di sicurezza, perche' non e' letteralmente possibile. Si deve fare una scelta consapevole e responsabile, sperando di riuscire a fare il meglio possibile (che si verra' a sapere poi).
Si puo' poi anche dire che la scelta e' fatta "in condizioni di sicurezza", dopo averla definita come l'entita' del danno minimo sopportabile a fronte dei benefici sociali ed economici acquisiti dalla popolazione.

SITUAZIONE DEL 14/4 (ore 17:00): I decessi di oggi in Italia sono 469 (oltre 114.000 dall'inizio della pandemia), valore ancora superiore ai 400 decessi al giorno, dopo oltre 40 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che pero' e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Essendo ora a meta' di aprile ci dobbiamo aspettare ancora un alto numero di decessi, dovuti alle infezioni avvenute nella terza ondata. Tra 20 giorni poi scenderanno probabilmente in modo definitivo verso i 200 decessi al giorno, per poi calare ulteriormente quando diventera' importante l'effetto immunitario delle vaccinazioni.
L'argomento secondo noi merita di essere approfondito come abbiamo gia' fatto il 4/2 commentando i TROPPI DECESSI.
Infatti la nostra interpretazione prevedeva valori elevati del numero di decessi (anche oltre 400), con un ritardo tipico di circa 20 giorni rispetto all'andamento della curva dei contagi, che sono quelli che mediamente intercorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.
Dopo 10-20 giorni dal momento in cui i contagi iniziano a scendere (fine marzo), prevediamo che anche il numero dei decessi scenda, stabilizzandosi poi, come viene previsto in varianti "ritardate" , intorno ai 200 decessi al giorno (il dato di oggi e' in accordo con queste previsioni), causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese). Attualmente in Piemonte questo fondo ha superato il 7%, arrivando al 15.5%, come risultato dell'attuale terza ondata (ora sceso all'10%), che ha aumentato il numero di virus in circolazione e quindi anche di quelli partecipanti al fondo degli asintomatici.
Passato il picco della terza ondata l' epidemia degli asintomatici ritornera' poi al suo valore di equilibrio stagionale in Piemonte ( 7% ). Con la variante inglese ancora in circolazione temiamo pero' che questo valore di equilibrio possa cambiare in peggio (forse al 10%) per la maggiore contagiosita', salvo diminuire poi nella stagione calda e per effetto delle vaccinazioni.

Il dato di OGGI dei positivi al test e' di 10.6% (ultima colonnina a destra nel grafico ), e' piu' alto rispetto a quello di ieri, forse in preparazione della salita per il picco del prossimo venerdi' oppure per un piccolo incremento di contagi imputabile alla riduzione delle restrizioni della zona arancione,
Si colloca comunque vicino al livello del fondo indicato dalla linea grigia, che unisce le valli e che oltre a risultare disegnata ancora in modo appropriato lungo una discesa finalmente abbastanza definita, in cui anche il fondo accenna a scendere sotto al 10%.
Questo e' un punto importantissimo, perche' rappresenta il livello dei contagi permanenti, alimentato dall' epidemia degli asintomatici , che e' cresciuto dal 2% al 10% dopo l'arrivo della variante inglese e puo' scendere solo se sale l'immunita' diffusa (con i vaccini).
Il 10% e' un livello altissimo che causerebbe centinaia di decessi a lungo (finche' dura).
Il risultato conferma ulteriormente dopo 25 giorni dall'inizio della zona rossa in Piemonte la discesa nella curva dei contagi , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese, che e' stata la componente che, con una sua leggera crescita malgrado la zona rossa, aveva ritardato la discesa della curva dei contagi.
Infatti in questa terza ondata, secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, e' accaduto che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 sono calati (sono il 10% circa), dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese sono cresciuti (sono il 90% circa), per la sua maggiore contagiosita', in pari misura in modo che i due contributi si equivalevano ed i contagi sono rimasti cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
La discesa che abbiamo iniziato a disegnare con le nostre due linee rossa e grigia nel grafico sta continuando.

LA CAUSA DELLA DIMINUZIONE DEI CONTAGI:
  • ZONA ROSSA: Non ci sembra che la diminuzione dei contagi possa essere attribuita alle onerose restrizioni della zona rossa per il lungo ritardo (15 giorni) con cui la diminuzione e' iniziata.
  • TEMPERATURA AMBIENTALE: Nei due giorni (7 e 8 aprile), non si e' riscontrata una risalita della curva per effetto della MINORE temperatura ambientale, quindi abbiamo concluso che non e' stato l'innalzamento della temperatura ambientale a provocare l'inizio della discesa dei contagi.
  • NUMERO DI IMMUNIZZATI: Il 9/4 con il calcolo del numero di immunizzati attualmente esistenti in Piemonte (63%), abbiamo visto che questo numero e' compatibile con il raggiungimento di quel limite che, facendo diminuire la contagiosita' del virus (perche' comincia sempre piu' ad avere difficolta' a trovare persone infettabili), rende plausibile che sia proprio questa la causa della discesa dei contagi.
Se fosse corretta, questa interpretazione degli eventi avrebbe notevoli CONSEGUENZE sulla campagna di vaccinazioni in corso e sul raggiungimento dell'immunita' di gregge.

Ecco allora il punto della situazione in Piemonte:
  • Durante le feste di Natale i contagi sono saliti fino al 18% per poi scendere con la zona rossa al 10% fino a tutto febbraio (era il Sars-CoV-2 perche' con la zona rossa i contagi sono calati al 10% ma la variante inglese c'era gia', perche' non si e' riusciti a scendere sotto al 10%, che e' troppo alto per essere solo Sars-CoV-2).
  • Dai primi giorni di marzo il livello dei contagi ha iniziato a crescere mantenendosi costantemente un po' sopra al 15%, che e' un valore decisamente alto (e' la variante inglese, che a questi livelli provoca poi i 500 decessi al giorno).
  • Il 15/3 e' iniziata la zona rossa per far calare i contagi.
  • Al 2/4, oltre due settimane dopo, si e' potuto constatare che la zona rossa era inefficace contro la variante inglese, perche' i contagi erano ancora al 18% quando abbiamo visto, anche nella seconda ondata, che il Sars-CoV-2 si dimezza in soli 9 giorni. Ora al 14/4 permane la discesa da questo picco e dal 18% siamo scesi al 10.6%.
    Ci aspettiamo che questa discesa continui sotto al 10%, che era il livello del fondo degli asintomatici prima dell'inizio di questa terza ondata, che CONSIDERIAMO ORMAI CONCLUSA.
  • Cio' anche se il livello del fondo e' troppo alto. E' conseguenza dell'alta contagiosita' della variante inglese, che da ora sostituisce il Sars-CoV-2 nell'epidemia degli asintomatici, con cui il virus vorrebbe arrivare fino all'autunno prossimo, per poi iniziare la quarta ondata.
    Ma l'immunita' di gregge ne abbassera' la contagiosita' e cosi' il livello prima di allora e se la gente non impazzira' con "libera tutti" inopportuni durante l'estate, dovremmo riuscire ad impedirgli di resuscitare con la quarta ondata ed evitare ogni restrizione: sara' tutto aperto ma dovremo avere sempre la guardia ben alta per non farci "fregare" ancora.
  • Evidentemente abbiamo avuto a che fare con una variante diversa (inglese), di contagiosita' cosi' elevata che le restrizioni imposte dalla zona rossa non sono state sufficienti ad arrestarne la diffusione, che e' proceduta incrementando i contagi e compensando, in questo caso per due settimane, la discesa di quelli del Sars-CoV-2 ancora presenti (circa il 10%), prodotta dalla zona rossa.
Visto il livello alto dei contagi (10% lo e'), confermiamo lo stato in CESSATO ALLARME PER FINE DELLA TERZA ONDATA in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

RIAPERTURE   (14 aprile 2021)
Perche' ora si puo' riaprire mentre a Natale sarebbe stato meglio restare chiusi?
Perche' a Natale con gli assembramenti per lo shopping si sono aumentate le possibilita' del virus di passare da una persona ad un'altra e quindi abbiamo fatto crescere quella che noi abbiamo chiamato la contagiosita' del virus.
A dicembre in Piemonte il nostro calcolo del numero di immunizzati porta al risultato del 12%, ben diverso dal 65% di oggi.
Quindi i nuovi contagi creati dagli assembramenti hanno trovato pochi ostacoli ed hanno generato l' ondata di Natale che e' stata non piccola ma quasi come la terza ondata per l'arrivo proprio allora della variante inglese.
Ora riteniamo che quello che e' accaduto a Natale oggi non potrebbe succedere perche' l'attuale alta percentuale (65%) di persone immuni, che ha fatto piu' che dimezzare la contagiosita' del virus, facendo decrescere e poi concludere la terza ondata, prevalrebbe sull'incremento di contagiosita' creato dal venir meno dei distanziamenti a causa delle riaperture ed impedirebbe la risalita dei contagi, anche se potrebbe ridurne la velocita' di discesa, lasciando pero' alto il rapporto benefici/danni.
Cio' evidentemente se si evitano quegli eccessi che creano tanti superdiffusori, come spiegato nel prossimo commento di oggi (che segue questo).

SI PUO' ACCERTARE SE L'IMMUNITA' DIFFUSA E' GIA' SUPERIORE AL 63% ?   (14 aprile 2021)
Si puo' accertare con una precisione statistica del 10% raccogliendo 100/0.65=150 esami sierologici (cosi', da averne circa 100 positivi, con errore pari alla radice quadrata di 100, cioe' 10%), selezionandoli in forma anonima nei laboratori di analisi del Piemonte, dove si esaminano persone che possono essere considerate come membri generici della popolazione del Piemonte (cioe' non sospettate d'infezione e non vaccinate, che porterebbero errori sistematici).
Siccome dal momento del nostro calcolo del numero di immunizzati (63%) sono passati dei giorni con contagi al 10% circa, gli immunizzati sono ulteriormente cresciuti dello 0.3% al giorno, oltre ai nuovi vaccinati in piu', per cui ora ci aspettiamo di trovare circa il 65% di persone positive al test sierologico, cioe' con anticorpi del Sars-CoV-2 nel sangue.
E' notizia ricevuta adesso che in Gran Bretagna hanno trovato che i positivi con anticorpi sono il 55% della popolazione e questa percentuale sta bastando loro per riaprire tutte le attivita', sia pure con gradualita'.
Se noi siamo al 65% di immunizzati, come da noi calcolato , allora staremmo messi meglio della G.B. e quindi possiamo riaprire anche noi molte attivita' gradualmente, subito e non tra 2 o 3 settimane, come stiamo sostenendo in questo lavoro.
Questo controllo si puo' fare in pochi giorni e se risultasse veramente che le persone immunizzate sono cosi' tante allora risulterebbe chiaro perche' i contagi della terza ondata stanno diminuendo e che in queste condizioni di immunita' crescente e vicina all'inizio dell'immunita' di gregge sarebbe abbastanza difficile riuscire ad invertire la tendenza della curva dei contagi facendola tornare a crescere.
Dev'essere ben chiaro pero' che negli assembramenti come quelli delle "movide" notturne, le persone possono infettarsi anche se vaccinate o in condizioni d'immunita' di gregge (perche' il virus continua ad esistere e ad essere veicolato da persone infette senza sintomi (quindi ignare di esserlo) e divenire "superdiffusori" nel senso che possono arrivare a contagiare non 1 o 2 persone come nei calcoli della diffusione esponenziale fatta con il parametro Rt ma addirittura 50 in una sola serata.
E nella movida possono esserci anche piu' di un superdiffusore.
La particolarita' di movida o discoteche e' il rimescolamento continuo delle persone che non avviene per esempio nei teatri, nei ristoranti o solo in qualche misura nei bar, negli stabilimenti balneari o anche negli stadi e concerti, ma con posti a sedere numerati (non con le persone tutte in contatto tra loro sul prato).
Se si vuole diffondere il sale nell'insalata cosa si fa? Si mescola, cosi' ogni foglia quando viene in contatto con un'altra le trasmette il sale e piu' si mescola e piu' il sale si diffonde.
Lo stesso accade per il virus: il rimescolamento delle persone moltiplica i contagi e crea i superdiffusori.
E' questo il rischio dell'incoscienza del "libera tutti" che la gente sta aspettando con impazienza ma che non arrivera' mai, finche' questo virus non scomparira' (tra qualche anno, forse).
Non c'e' immunita' di gregge che tenga di fronte al rischio rappresentato dai superdiffusori.
Se viene confermato che l'immunita' diffusa e' al 65% ed in crescita, si puo' tornare liberi anche subito, senza aspettare altre 2 o 3 settimane da ora.
Se in seguito alle riaperture i contagi seguitano a scendere, anche se piu' lentamente, dato che siamo gia' sotto al 10%, probabilmente ne vale la pena perche' il danno e' minore dei benefici. Non sarebbe cosi' invece se i contagi salissero stabilmente, anche se poco.
Cio' purche' non ci sia il boicottaggio piu' o meno consapevole di una moltitudine di incoscienti (purtroppo ne bastano anche pochi) per far risalire i contagi con il meccanismo che abbiamo appena descritto.
Ma non si puo' tenere l'Italia in ostaggio di costoro, sempre chiusa a morire di fame, per pochi dementi: si dovrebbe allora trovare il modo di isolarli per impedir loro di nuocere (anche con leggi "ad hoc"), perche' questa situazione durera' ancora per qualche anno.

PROGRAMMAZIONE MIOPE DELLA PROFILASSI?   (14 aprile 2021)
La terza ondata e' finita e non ce ne saranno altre fino a settembre, con o senza vaccinazioni, per l'arrivo della stagione calda (com'e' accaduto nel 2020).
Il vero problema da risolvere ora non sono i contagi residui attuali (che pure andranno contenuti al massimo) ma quelli del prossimo autunno perche', se le vaccinazioni che si stanno facendo ora danno una copertura per meno di 10 mesi, com'e' probabile, servono a poco, perche' non ne avremo bisogno a luglio e agosto ma da novembre in poi, cioe' tra 7 mesi, quando l'efficacia delle vaccinazioni attuali stara' per finire.
Dobbiano preoccuparci di proteggere la popolazione nel prossimo inverno fino ad aprile 2022, che si potra' fare solo con le vaccinazioni che partiranno da giugno prossimo, non con quelle fatte prima di allora (non si dimentichi pero' che il 10% di persone gia' immunizzate da vaccinazione e' stato essenziale per far terminare la terza ondata che altrimenti sarebbe durata ancora, con tanti decessi in piu').
Le strategie di approvvigionamento dei vaccini e della loro somministrazione (anche in agosto) vanno pianificate ora.
Questi sono i veri problemi attuali da risolvere (non le riaperture che si possono fare anche subito, in base alla nostra comprensione della situazione, ma con cautela, per esempio impedendo le ammucchiate, dementi in tempi di pandemia, come movide, discoteche, ecc.), perche' 40 milioni di vaccinazioni non si fanno in un mese.
Siccome sono sicuro che negli altri Paesi hanno ben chiari questi problemi, e' facile prevedere che da giugno in poi sara' piu' difficile acquistare vaccini ed anche i prezzi saliranno, secondo le leggi dei mercati internazionali, per la maggiore domanda.
Quindi bisogna premunirsi con una pianificazione ottimale ed anticipando i tempi rispetto agli altri.

SITUAZIONE DEL 13/4 (ore 17:45): I decessi di oggi in Italia sono 476 (oltre 114.000 dall'inizio della pandemia), valore di nuovo superiore ai 400 decessi al giorno, dopo oltre 40 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che pero' e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Essendo ora ai primi di aprile ci dobbiamo aspettare ancora un alto numero di decessi, dovuti alle infezioni avvenute nella terza ondata. Tra 20 giorni poi scenderanno probabilmente in modo definitivo verso i 200 decessi al giorno, per poi calare ulteriormente quando diventera' importante l'effetto immunitario delle vaccinazioni.
L'argomento secondo noi merita di essere approfondito come abbiamo gia' fatto il 4/2 commentando i TROPPI DECESSI.
Infatti la nostra interpretazione prevedeva valori elevati del numero di decessi (anche oltre 400), con un ritardo tipico di circa 20 giorni rispetto all'andamento della curva dei contagi, che sono quelli che mediamente intercorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.
Dopo 10-20 giorni dal momento in cui i contagi iniziano a scendere (fine marzo), prevediamo che anche il numero dei decessi scenda, stabilizzandosi poi, come viene previsto in varianti "ritardate" , intorno ai 200 decessi al giorno (il dato di oggi e' in accordo con queste previsioni), causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese). Attualmente in Piemonte questo fondo ha superato il 7%, arrivando al 15.5%, come risultato dell'attuale terza ondata (ora sceso all'10%), che ha aumentato il numero di virus in circolazione e quindi anche di quelli partecipanti al fondo degli asintomatici.
Passato il picco della terza ondata l' epidemia degli asintomatici ritornera' poi al suo valore di equilibrio stagionale in Piemonte ( 7% ). Con la variante inglese ancora in circolazione temiamo pero' che questo valore di equilibrio possa cambiare in peggio (forse al 10%) per la maggiore contagiosita', salvo diminuire poi nella stagione calda e per effetto delle vaccinazioni.

Il dato di OGGI dei positivi al test e' di 8.8% (ultima colonnina a destra nel grafico ), e' piu' basso rispetto a quello di ieri, sempre sulla discesa dal picco del venerdi', e si colloca sotto al livello del fondo indicato dalla linea grigia, che unisce le valli e che oltre a risultare cosi' disegnata in modo appropriato lungo una discesa finalmente abbastanza decisa, in cui anche il fondo comincia cosi' a scendere sotto al 10%.
Il risultato conferma ulteriormente dopo 24 giorni dall'inizio della zona rossa in Piemonte la discesa nella curva dei contagi , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese, che e' stata la componente che, con una sua leggera crescita malgrado la zona rossa, aveva ritardato la discesa della curva dei contagi.
Infatti secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, e' accaduto che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 sono calati (sono il 10% circa), dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese sono cresciuti (sono il 90% circa), per la sua maggiore contagiosita', in pari misura in modo che i due contributi si equivalevano ed i contagi sono rimasti cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
La discesa che abbiamo iniziato a disegnare con le nostre due linee rossa e grigia nel grafico sta continuando.

LA CAUSA DELLA DIMINUZIONE DEI CONTAGI:
  • ZONA ROSSA: Non ci sembra che la diminuzione dei contagi possa essere attribuita alle onerose restrizioni della zona rossa per il lungo ritardo (15 giorni) con cui la diminuzione e' iniziata.
  • TEMPERATURA AMBIENTALE: Nei due giorni (7 e 8 aprile), non si e' riscontrata una risalita della curva per effetto della MINORE temperatura ambientale, quindi abbiamo concluso che non e' stato l'innalzamento della temperatura ambientale a provocare l'inizio della discesa dei contagi.
  • NUMERO DI IMMUNIZZATI: Il 9/4 con il calcolo del numero di immunizzati attualmente esistenti in Piemonte (63%), abbiamo visto che questo numero e' compatibile con il raggiungimento di quel limite che, facendo diminuire la contagiosita' del virus (perche' comincia sempre piu' ad avere difficolta' a trovare persone infettabili), rende plausibile che sia proprio questa la causa della discesa dei contagi.
Se fosse corretta, questa interpretazione degli eventi avrebbe notevoli CONSEGUENZE sulla campagna di vaccinazioni in corso e sul raggiungimento dell'immunita' di gregge.

Ecco allora il punto della situazione in Piemonte:
  • Durante le feste di Natale i contagi sono saliti fino al 18% per poi scendere con la zona rossa al 10% fino a tutto febbraio (era il Sars-CoV-2 perche' con la zona rossa i contagi sono calati al 10% ma la variante inglese c'era gia', perche' non si e' riusciti a scendere sotto al 10%, che e' troppo alto per essere solo Sars-CoV-2).
  • Dai primi giorni di marzo il livello dei contagi ha iniziato a crescere mantenendosi costantemente un po' sopra al 15%, che e' un valore decisamente alto (e' la variante inglese, che a questi livelli provoca poi i 500 decessi al giorno).
  • Il 15/3 e' iniziata la zona rossa per far calare i contagi.
  • Al 2/4, oltre due settimane dopo, si e' potuto constatare che la zona rossa era inefficace contro la variante inglese, perche' i contagi erano ancora al 18% quando abbiamo visto, anche nella seconda ondata, che il Sars-CoV-2 si dimezza in soli 9 giorni. Ora al 13/4 continua la discesa da questo picco e dal 18% siamo scesi al 8.8%.
    Ci aspettiamo che questa discesa continui sotto al 10%, che era il livello del fondo degli asintomatici prima dell'inizio di questa terza ondata, che CONSIDERIAMO ORMAI CONCLUSA.
  • Cio' anche se il livello del fondo e' troppo alto. E' conseguenza dell'alta contagiosita' della variante inglese, che da ora sostituisce il Sars-CoV-2 nell'epidemia degli asintomatici, con cui il virus vorrebbe arrivare fino all'autunno prossimo, per poi iniziare la quarta ondata.
    Ma l'immunita' di gregge ne abbassera' la contagiosita' e cosi' il livello prima di allora e se la gente non impazzira' con "libera tutti" inopportuni durante l'estate, dovremmo riuscire ad impedirgli di resuscitare con la quarta ondata ed evitare ogni restrizione: sara' tutto aperto ma dovremo avere sempre la guardia ben alta per non farci "fregare" ancora.
  • Evidentemente abbiamo avuto a che fare con una variante diversa (inglese), di contagiosita' cosi' elevata che le restrizioni imposte dalla zona rossa non sono state sufficienti ad arrestarne la diffusione, che e' proceduta incrementando i contagi e compensando, in questo caso per due settimane, la discesa di quelli del Sars-CoV-2 ancora presenti (circa il 10%), prodotta dalla zona rossa.
Visto il livello alto dei contagi (9% lo e'), confermiamo lo stato in CESSATO ALLARME PER FINE DELLA TERZA ONDATA in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

UNA RIFLESSIONE INELUDIBILE   (13 aprile 2021)
Quando un'ondata epidemica (come quella che sta per terminare) arriva a concludersi per l'elevato numero di persone immuni c'e' da chiedersi quale puo' essere il ruolo delle restrizioni (zona rossa o arancione).
Il nocciolo della questione si capisce confrontando le due ipotesi con e senza restrizioni:
  1. Nel primo caso (quello con restrizioni) si riduce il numero dei contagi ma senza riuscire innescare una discesa dei contagi tale da far terminare l'ondata (com'e' successo a noi il 15/3). L'effetto delle restrizioni e' quello di rallentare la produzione di immunita' naturale (che e' rilevante perche' nella terza ondata e' arrivata al 20%) prolungando la durata del picco (altezza del picco minore e larghezza maggiore, area la stessa).
    Il vantaggio e' quello di diluire nel tempo (per una o due settimane) dei ricoveri ospedalieri, riducendo il rischio di superaffollamenti, soprattutto nelle terapie intensive.
    Lo svantaggio e' quello di tenere chiuse molte attivita' (commerciali, scolastiche, ecc.)
  2. Nel secondo caso NON si riduce il numero dei contagi che continuano a salire accelerando la produzione di immunita' naturale. finche' arriva ad innescare la discesa della curva dei contagi (ci arriva perche' e' questa l'ipotesi in cui ci siamo messi, com'e' stata da noi la terza ondata) accorciando cosi' la durata del picco (altezza del picco maggiore e larghezza minore, ma stessa area, quella che occorre per produrre l'immunita' necessaria a terminare il picco).
    Lo svantaggio e' quello di NON diluire nel tempo (per una o due settimane) i ricoveri ospedalieri, aumentando il rischio di superaffollamenti, soprattutto nelle terapie intensive.
    Il vantaggio e' quello di lasciare aperte tutte le attivita' (commerciali, scolastiche, ecc.)
Il risultato del confronto non e' scontato, perche' dipende da:
  • disponibilita' di posti nelle terapie intensive,
  • capacita' del sistema economico e sociale di sopportare le restrizioni,
  • livello dell'immunita' diffusa, che all'inizio della terza ondata era al 43%: cio' perche' se e' alta il picco dura poco ma se e' bassa potrebbe anche durare troppo (con un livello di contagi arrivato al 20% gli immunizzati crescono del 0.6% ogni giorno e ci potrebbero volere troppi giorni per arrivare al 63%, che innesca la discesa dei contagi).
Nella situazione in cui ci troviamo, con i contagi che si sono dimezzati (dal 20% al 10%), forse potrebbe essere arrivato il momento di procedere a molte riaperture, potendoci permettere anche qualche contagio in piu' (che rallenterebbe la discesa, come avverra' per la zona arancione), se e' vero che abbiamo gia' una buona copertura da un alto livello d'immunita' diffusa.
Ora, come in futuro, e ancora per molto tempo, e' importantissimo che la gente sappia che dai loro comportamenti virtuosi dipendera' se si andra' avanti in LIBERTA' oppure se si tornera' indietro CHIUDENDO TUTTO NUOVAMENTE.

COSA STA PER ACCADERE ORA IN PIEMONTE (E POI NEL RESTO D'ITALIA)   (13 aprile 2021)
Ogni giorno che passa con i contagi al 10% (come sono ora) gli immunizzati crescono di 1/30 del 10% cioe' circa il 0.3% in piu', che si somma all'incremento dovuto alle vaccinazioni.
Piu' giorni passano con questo livello di contagi e piu' alto diventa il potere di contenimento della variante inglese da parte degli immunizzati presenti tra la popolazione (che diventano sempre piu' numerosi) e corrispondentemente piu' restrizioni possono essere rimosse senza far crescere i contagi.
Passando dalla zona rossa a quella arancione si apre il rubinetto ai contagi ma quanti contagi in piu' avverranno non possiamo saperlo, perche' dipende dai comportamenti della popolazione: possiamo solo osservarlo mentre avviene.
Credo che avverra' in una misura osservabile come una variazione di pendenza nella curva dei contagi.
Se sara' grande potrebbe addirittura arrivare a compensare esattamente il contenimento alla diffusione del virus prodotto dall'elevata immunita' diffusa del 63% ed allora la curva dei contagi smetterebbe di scendere e diventerebbe orizzontale. Staremo a vedere.
Piu' piccolo sara' questo effetto, piu' aperture delle attivita' umane potranno avvenire.
E' come un sistema macroscopico di monitoraggio che puo' permettere di pilotare le varie riaperture in sicurezza.
La riapertura totale in sicurezza potrebbe avvenire solo con una percentuale si immunizzati del 100%.
Essendo ora solo al 63% dobbiamo procedere mantenendo sempre la curva dei contagi in discesa, cioe' dobbiamo governare l'equilibrio tra la produzione inconsapevole di nuovi contagi da parte di una popolazione che vuole tornare libera e la capacita' di limitare questi nuovi contagi dovuta all'elevato numero di persone immunizzate (che piu' crescono di numero e meglio e').

PIANIFICARE LE VACCINAZIONI:   (12 aprile 2021)
Abbiamo solo i dati del Piemonte, allora assumiamo che siano simili a quelli del resto d'Italia.
Evidenziamo le cose piu' rilevanti:
  1. Le immunita' delle infezioni da novembre in poi (ora sono il 53%) dureranno fino a settembre.
  2. Con le immunita' attuali 2 vaccinazioni su 3 sono poco utili, perche' si sta vaccinando una persona gia' immunizzata.
  3. I vaccini stanno diventando meno reperibili ed i costi sembra che stiano salendo.
  4. Se il 63% di immunizzati e' stato sufficiente per far regredire la terza ondata della variante inglese (che non e' scesa per la zona rossa per i primi 15 giorni, che sono proprio tanti), una prima immunita' di gregge si dovrebbe poter raggiungere con il 75% di immunizzati.
    Per raggiungere quel 10% mancante (perche' intanto con un fondo al 10% si stanno creando altri immunizzati) occorrono 6 milioni di vaccinazioni buone (cioe' di persone non immuni), che richiederebbe un'analisi sierologica che credo si faccia con un prelievo di sangue (non semplice a farsi su larga scala), altrimenti sprecando 2 dosi su 3 (cioe' vaccinando tutti) servono 18 milioni di dosi entro maggio 2021.
    Infatti se i vaccini ci sono e si vaccinano 500.000 persone al giorno, servono 36 giorni, cioe si arriva a fine maggio.
  5. Poi tra agosto ed ottobre decadra' tutto il 63% delle attuali immunizzazioni naturali (40 milioni di persone), che non vogliamo rigenerare con altre 3 ondate della pandemia, con'e' accaduto nei 6 mesi scorsi. Quindi dovremo aver vaccinato 40 milioni di italiani prima della fine del 2021 (con 40 milioni di dosi e 80 giorni di tempo necessari: percio' bisogna iniziare d'estate).
    Ci auguriamo che la produzione del vaccino italiano, che potrebbe essere disponibile questa estate, se tutto va bene, sia sufficiente a coprire questo fabbisogno.
  6. Solo cosi' si potra' mantenere quell'immunita' di gregge che ci permettera' di evitare le ondate invernali dell'epidemia con le relative necessarie chiusure delle varie attivita'.
  7. Lo studio di dati raccolti dagli inglesi e' di grande importanza (perche' ci sono passati prima di noi).
Questo tipo di pianificazione andra' ripetuta negli anni prossini, avendo particolare cura a mantenere la percentuale di immunizzati minima per assicurare sempre l'immunita' di gregge all'inizio del periodo autunnale, quando per ragioni stagionali, la contagiosita' del virus aumenta.
Questo dev'essere l'obiettivo principale della pianificazione.

IL CALCOLO DEGLI IMMUNIZZATI IN PIEMONTE (63%):   (12 aprile 2021)
Il calcolo del numero di immunizzati in Piemonte e' stato fatto usando il numero dei positivi al test molecolare e quindi il numero dei contagiati, che in massima parte rimangono senza sintomi.
Possiamo ora osservare il grafico dei contagiati che hanno mostrato sintomi gravi nello stesso periodo, perche' quello che segue e' il grafico dei ricoverati nelle terapie intensive (fonte: Ministero della Salute):


Si puo' osservare a sinistra il picco della seconda ondata (a novembre), poi il picco di Natale e la terza ondata a livelli piu' elevati pr la comparsa della variante inglese che in aprile e' arrivata al 90% contro il 10% del Sars-CoV-2.
Le rispettive aree dei 3 picchi e del fondo alto di gennaio da noi stimate dal grafico dei contagi sono state:
Seconda ondata = 12%
Picco di Natale = 11%
Fondo di gennaio=10%
Seconda ondata = 20%
TOTALE IMMUNI = 53%
VACCINATI APRILE=10%
TOTALE IMMUNIZZATI=63%

Per ora non intendo ripetere il calcolo sul grafico delle terapie intensive, accontentandomi di constatare che le percentuali sopra elencate sono perfettamente consistenti con le aree dei picchi presenti nel grafico delle terapie intensive, a conferma della correttezza del nostro metodo di calcolo del numero delle persone immunizzate da precedente infezione.
E' cosi' corretta la stima del 53% degli immunizzati ad aprile, che poi diventa 63%, includendo anche gli immunizzati da vaccinazione.
Questo valore sorprendente e' cosi' alto (53%) per la grande area dei due grafici da gennaio ad aprile (in cui il fondo del 2% e' balzato al 10% ed i picchi sono stati piu' ampi di quello della seconda ondata.
Questa novita' e' stata la conseguenza della presenza della variante inglese che, essendo piu' conyagiosa ha fatto crescere contagi, ricoveri e decessi.
La conseguenza di cosi' tanti contagi e' la successiva esistenza di tanti immunizzati in piu'.

SITUAZIONE DEL 12/4 (ore 17:30): I decessi di oggi in Italia sono 358 (oltre 114.000 dall'inizio della pandemia), valore ancora inferiore ai 400 decessi al giorno, dopo oltre 40 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che pero' e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Essendo ora ai primi di aprile ci dobbiamo aspettare ancora un alto numero di decessi, dovuti alle infezioni avvenute nella terza ondata. Tra 20 giorni poi scenderanno probabilmente in modo definitivo verso i 200 decessi al giorno, per poi calare ulteriormente quando diventera' importante l'effetto immunitario delle vaccinazioni.
L'argomento secondo noi merita di essere approfondito come abbiamo gia' fatto il 4/2 commentando i TROPPI DECESSI.
Infatti la nostra interpretazione prevedeva valori elevati del numero di decessi (anche oltre 400), con un ritardo tipico di circa 20 giorni rispetto all'andamento della curva dei contagi, che sono quelli che mediamente intercorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.
Dopo 10-20 giorni dal momento in cui i contagi iniziano a scendere (fine marzo), prevediamo che anche il numero dei decessi scenda, stabilizzandosi poi, come viene previsto in varianti "ritardate" , intorno ai 200 decessi al giorno (il dato di oggi e' in accordo con queste previsioni), causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese). Attualmente in Piemonte questo fondo ha superato il 7%, arrivando al 15.5%, come risultato dell'attuale terza ondata (ora sceso all'10%), che ha aumentato il numero di virus in circolazione e quindi anche di quelli partecipanti al fondo degli asintomatici.
Passato il picco della terza ondata l' epidemia degli asintomatici ritornera' poi al suo valore di equilibrio stagionale in Piemonte ( 7% ). Con la variante inglese ancora in circolazione temiamo pero' che questo valore di equilibrio possa cambiare in peggio (forse al 10%) per la maggiore contagiosita', salvo diminuire poi nella stagione calda e per effetto delle vaccinazioni.

Il dato di OGGI dei positivi al test e' di 9.8% (ultima colonnina a destra nel grafico ), e' piu' basso rispetto a quello di ieri, sempre sulla discesa dal picco del venerdi', e si colloca percio' anch'esso correttamente sul livello del fondo indicato dalla linea grigia, che unisce le valli e che risulta cosi' essere disegnata in modo appropriato lungo una discesa finalmente abbastanza decisa, in cui anche il fondo credo comincera' a scendere sotto al 10%.
Il risultato conferma finalmente dopo 23 giorni dall'inizio della zona rossa in Piemonte la discesa nella curva dei contagi , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese, che e' stata la componente che, con una sua leggera crescita malgrado la zona rossa, aveva ritardato la discesa della curva dei contagi.
Infatti secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, e' accaduto che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 sono calati (sono il 10% circa), dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese sono cresciuti (sono il 90% circa), per la sua maggiore contagiosita', in pari misura in modo che i due contributi si equivalevano ed i contagi sono rimasti cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
La discesa che abbiamo iniziato a disegnare con le nostre due linee rossa e grigia nel grafico sta continuando.

LA CAUSA DELLA DIMINUZIONE DEI CONTAGI:
  • ZONA ROSSA: Non ci sembra che la diminuzione dei contagi possa essere attribuita alle onerose restrizioni della zona rossa per il lungo ritardo (15 giorni) con cui la diminuzione e' iniziata.
  • TEMPERATURA AMBIENTALE: Nei due giorni (7 e 8 aprile), non si e' riscontrata una risalita della curva per effetto della MINORE temperatura ambientale, quindi abbiamo concluso che non e' stato l'innalzamento della temperatura ambientale a provocare l'inizio della discesa dei contagi.
  • NUMERO DI IMMUNIZZATI: Il 9/4 con il calcolo del numero di immunizzati attualmente esistenti in Piemonte (63%), abbiamo visto che questo numero e' compatibile con il raggiungimento di quel limite che, facendo diminuire la contagiosita' del virus (perche' comincia sempre piu' ad avere difficolta' a trovare persone infettabili), rende plausibile che sia proprio questa la causa della discesa dei contagi.
Se fosse corretta, questa interpretazione degli eventi avrebbe notevoli CONSEGUENZE sulla campagna di vaccinazioni in corso e sul raggiungimento dell'immunita' di gregge.

Ecco allora il punto della situazione in Piemonte:
  • Durante le feste di Natale i contagi sono saliti fino al 18% per poi scendere con la zona rossa al 10% fino a tutto febbraio (era il Sars-CoV-2 perche' con la zona rossa i contagi sono calati al 10% ma la variante inglese c'era gia', perche' non si e' riusciti a scendere sotto al 10%, che e' troppo alto per essere solo Sars-CoV-2).
  • Dai primi giorni di marzo il livello dei contagi ha iniziato a crescere mantenendosi costantemente un po' sopra al 15%, che e' un valore decisamente alto (e' la variante inglese, che a questi livelli provoca poi i 500 decessi al giorno).
  • Il 15/3 e' iniziata la zona rossa per far calare i contagi.
  • Al 2/4, oltre due settimane dopo, si e' potuto constatare che la zona rossa era inefficace contro la variante inglese, perche' i contagi erano ancora al 18% quando abbiamo visto, anche nella seconda ondata, che il Sars-CoV-2 si dimezza in soli 9 giorni. Ora al 12/4 continua la discesa da questo picco e dal 18% siamo scesi al 9.8%.
    Ci aspettiamo che questa discesa continui anche sotto al 10% (ormai ci siamo), che era il livello del fondo degli asintomatici prima dell'inizio di questa terza ondata, che CONSIDERIAMO ORMAI CONCLUSA.
  • Cio' anche se ancora il livello del fondo al 10% e' troppo alto. E' conseguenza dell'alta contagiosita' della variante inglese, che da ora sostituisce il Sars-CoV-2 nell'epidemia degli asintomatici, con cui il virus vorrebbe arrivare fino all'autunno prossimo, per poi iniziare la quarta ondata.
    Ma l'immunita' di gregge ne abbassera' la contagiosita' e cosi' il livello prima di allora e se la gente non impazzira' con "libera tutti" inopportuni durante l'estate, dovremmo riuscire ad impedirgli di resuscitare con la quarta ondata ed evitare ogni restrizione: sara' tutto aperto ma dovremo avere sempre la guardia ben alta per non farci "fregare" ancora.
  • Evidentemente abbiamo avuto a che fare con una variante diversa (inglese), di contagiosita' cosi' elevata che le restrizioni imposte dalla zona rossa non sono state sufficienti ad arrestarne la diffusione, che e' proceduta incrementando i contagi e compensando, in questo caso per due settimane, la discesa di quelli del Sars-CoV-2 ancora presenti (circa il 10%), prodotta dalla zona rossa.
Ora che la curva dei contagi e' scesa decisamente diminuiscono sia i danni dei contagi, che i costi della zona rossa che da oggi e' diventata arancione (come indicato nel grafico).
Visto il livello alto dei contagi (12% lo e'), modifichiamo lo stato in CESSATO ALLARME PER FINE DELLA TERZA ONDATA in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

DOMANDE E RISPOSTE:   (12 aprile 2021)
DOMANDA 1: Sembra incredibile che il 63% della popolazione in Piemonte e' IMMUNE: allora il Piemonte e' quasi arrivato all'immunita' di gregge? Il calcolo e' giusto, non ci sono errori? Quanti sono gli immunizzati da vaccinazione?
RISPOSTA 1: Si, il calcolo e' giusto perche' abbiamo semplicemente contato tutte le persone risultate positive ai test molecolari dai dati, garantiti dalla regione Piemonte, e trascritti nella nostra tabella.
Ogni persona positiva e' infettata dal virus che stimola la risposta anticorpale che la rende poi immune.
Contarle e' semplice se si assume che siano persone sempre diverse, come dev'essere: basta riportare le percentuali nel grafico per avere ogni giorno il numero di persone che stanno per cominciare ad essere immuni, semplicemente moltiplicando la percentuale per il numero di abitanti del Piemonte, che e' sempre lo stesso.
Il totale degli immunizzati si ottiene sommando tutte queste persone, giorno per giorno, cioe' sommando tutte le colonnine di ogni punto del grafico che vuol dire calcolare l'area del grafico, moltiplicando poi il risultato per il numero di abitanti del Piemonte (ma si puo' anche ragionare sempre solo in termini di percentuali della popolazione, per cui gli immunizzati prodotti un un dato intervallo di tempo, essendo la somma delle colonnine di ogni punto o giorno, e' l'area sottesa sotto al grafico.
Per ora, non avendo bisogno di un dato esatto ma solo indicativo ci siamo limitati a stimare visivamente le aree dei vari periodi (le tre ondate), approssimando i picchi con dei rettangoli di uguale area, ma farlo numericamente in modo esatto e' facilissimo (solo un po' noioso).
Il calcolo approssimativo che abbiamo cosi' fatto ha portato a questi risultati:
  1. La seconda ondata e' durata 60 giorni con un valor medio di contagi del 6%: quindi se in 30 giorni sono rimasti infettati il 6%, in tutta la seconda ondata sono rimasti immunizzati il 12% della popolazione.
  2. L'ondata di Natale visibile nel grafico della terza ondata e' durata 30 giorni con un valor medio di contagi dell'11% quindi sono rimasti immunizzati l'11% della popolazione.
  3. La terza ondata attuale ha mantenuto i contagi al 10% tra il giorno 20 ed il giorno 50 del 2021, producendo un 10% di immunizzati, poi e' iniziato il picco della terza ondata che e' durata finora 40 giorni con un valor medio di contagi del 15%, producendo altri 40/30*15% = 20% di immunizzati.
Quindi il totale di questi immunizzati naturali e' di 12% + 11% + 10% + 20% = 53%.
In Italia si sono superati i 12 milioni di vaccinazioni che sono il 20% della popolazione, meta' dei quali erano gia' immunizzati naturali, cioe' vaccinazioni inutili o non urgenti (in base al calcolo precedente), quindi sono solo un altro 10% i nuovi immunizzati da vaccinazione da sommare, che porta il totale degli immunizzati attuali in Piemonte al 63%, a cui si dovrebbero aggiungere anche gli immunizzati delle infezioni degli altri periodi non considerati.
Questo numero si avvicina al 70%-75% a cui il fattore Rt comincia a scendere sotto a 1 per la maggiore difficolta' incontrata dal virus a trovare persone contagiabili e si disinnesca cosi' la crescita esponenziale dei contagi: e' l'effetto della cosiddetta "immunita' di gregge".
Non possiamo escludere percio' che questa possa essere la causa della decrescita dei contagi che stiamo osservando in questi giorni e non solo il mantenimento prolungato della zona rossa.
Questo risponde a tutte le domande fatte.

DOMANDA 2: Perche' oggi in Piemonte solo una vaccinazione su due e' utile (circa il 50% potrebbero essere almeno parzialmente sprecate)?
RISPOSTA 2: Nella risposta precedente si e' spiegato che oggi in Piemonte il 53% circa della popolazione e' dotato di immunita' naturale senza saperlo, perche' derivante da un'infezione asintomatica recente. Siccome non viene effettuato il giusto test di ricerca degli anticorpi prima della vaccinazione il 53% dei vaccinati in realta' erano persone gia' immunizzate a cui la vaccinazione porta solo un beneficio parziale (prolungamento dell'immunita', forse).

DOMANDA 3: Se piu' della meta' delle persone sono ora immunizzate naturali allora e' piu' comodo infettarsi in modo asintomatico che non vaccinarsi (soprattutto se sono giovane)?
RISPOSTA 3: Proprio NO, perche' il Covid-19 non e' come un raffreddore. E' una polmonite virale che pure se il virus non riesce ad arrivare ai polmoni per una buona risposta anticorpale, come accade nei giovani, comunque distrugge in modo irreversibile cellule umane degli organi che ha "visitato" lasciando danni permanenti che possono creare complicanze a lungo termine.
Il vaccino fa trovare al virus gli anticorpi gia' pronti a farlo fuori appena arriva e cosi' non ha il tempo per fare danni.

DOMANDA 4: Visto che gli immunizzati sono gia' cosi' tanti allora i vaccini sono meno importanti?
RISPOSTA 4: L'immunita' acquisita per infezione o per vaccinazione sembra che duri non piu' di 10 mesi.
Il numero delle persone immunizzate, oltre a quelle vaccinate, e' incrementato da tutte quelle persone che essendo state infettate meno di 10 mesi prima hanno ancora un numero di anticorpi sufficienti a renderle immuni.
In massima parte si tratta di infezioni senza sintomi e cosi' queste persone non sanno di essere immuni ma lo sono per circa 10 mesi dal momento dell'infezione (che non sanno quando e' stata).
Con il trascorrere dei mesi la loro immunita' pero' scompare per cui hanno bisogno di essere vaccinate pure loro.
Questo continuera' finche' questi virus non si saranno estinti: fino ad allora ci sara' sempre il rischio di infettarsi e quindi continuera' ad essere necessaria la profilassi vaccinale.

DOMANDA 5: Se i contagi calano, quando si puo' togliere la zona rossa? Subito o meglio poi?
RISPOSTA 5: Oggi in Piemonte i contagi stanno calando perche' calano entrambe le componenti:
  1. Cala il Sars-CoV-2 perche' la zona rossa ha una capacita' di riduzione dei contagi superiore alla sua contagiosita' (che e' quella che tenderebbe a far crescere i contagi).
  2. La variante inglese invece ha una contagiosita' superiore alla capacita' di riduzione dei contagi della zona rossa (per questo dopo il 15/3 i contagi non calavano), percio' ha cominciato a diffondersi di meno solo dopo che la percentuale di immunizzati, che stava crescendo, e' arrivata al valore limite che ne ha bloccato la crescita.
In questa situazione in cui ci troviamo ora se si togliessero completamente tutte le restrizioni allora verrebbe meno la diminuzione della componente 1 (Sars-CoV-2) ed anche la componente 2 diminuirebbe meno.
Non siamo in grado di quantificare nessuno dei due effetti, ne' quello negativo della rimozione delle restrizioni, ne' quello positivo della riduzione della contagiosita' dovuto all'elevata immunita' diffusa.
Non potendo percio' stabilire quando si possono togliere le restrizioni possiamo solo raccomandare di farlo gradualmente monitorando attentamente la situazione dei contagi.
Quello che e' certo e' che piu' e' alta l'immunita' diffusa meno servono le restrizioni.
Quindi per ogni giorno che passa con i contagi al 10% (come sono ora) gli immunizzati crescono di 1/30 del 10% cioe' circa il 0.3%. Piu' giorni si aspettano con questo livello di contagi e piu' alto diventa il potere di contenimento della variante inglese da parte degli immunizzati presenti tra la popolazione e corrispondentemente piu' restrizioni possono essere rimosse senza far crescere i contagi.
Non dovrebbe essere difficile per esperti di epidemiologia statistica creare un modello computerizzato per produrre questo tipo di previsioni in modo affidabile.
Questa secondo noi e' anche la spiegazione dell'apertura che vediamo esserci in Cina in questi giorni: non avendo fatto una vera campagna di vaccinazione, dovrebbero aver semplicemente lasciato infettare quante piu' persone possibile in forma asintomatica ed ora dovrebbero avere un'immunita' di gregge naturale, che pero' non sarebbe una bella cosa per almeno due buoni motivi:
  1. Avrebbero in casa una grande epidemia di asintomatici che coltivano tantissime colonie di virus in eterno, perpetuando il rischi d'infezione.
  2. Tutte le persone che rimangono infettate in forma asintomatica riportano danni piu' o meno gravi che potrebbero ridurre l'aspettativa media di vita dei cinesi.

DOMANDA 6: Se il fondo da epidemia degli asintomatici rimane alto che rischi si corrono? Si rischia l'arrivo di nuove varianti capaci di eludere la risposta anticorpale?
RISPOSTA 6: Negli ultimi 4 mesi (da quando e' arrivata la variante inglese) il fondo da epidemia degli asintomatici e' stato particolarmente alto: dal 2% e' arrivato al 10% cioe' si e' quintuplicato!.
Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti:
  • Un maggior numero di ricoveri e decessi (400 al giorno).
  • Un maggior numero di immunizzati naturali, che sembrerebbe una cosa buona ma per almeno due buoni motivi:
    1. Avrebbero in casa una grande epidemia di asintomatici che coltivano tantissime colonie di virus in eterno, perpetuando il rischi d'infezione.
    2. Tutte le persone che rimangono infettate in forma asintomatica riportano danni piu' o meno gravi che potrebbero ridurre l'aspettativa media di vita dei cinesi.
Inoltre un altro rischio da non sottovalutare e' quello che, lasciando circolare tanto il virus, aumenta la probabilita' che tra le tante varianti che si creano casualmente ne compaia una capace di eludere le difese immunitarie esistenti e che proprio per questo possa diffondersi senza incontrare ostacoli e costituire una nuova grave minaccia.

DOMANDA 7: Quanto dura l'immunita' acquisita?
RISPOSTA 7: L'efficacia immunitaria dipende dal numero di anticorpi di cui si dispone, che decrescono con il tempo e quando arrivano sotto ad una certa soglia l'individuo non risulta piu' immune.
E' chiaro allora che non pio' esserci una risposta certa ma solo un valore medio atteso.
Alcune ricerche hanno dato una stima di questa durata intorno ai 10 mesi osservata per il Sars-CoV-2, ma per altri virus o varianti la durata potrebbe essere diversa.

DOMANDA 8: Con il raggiungimento dell'immunita di gregge torna tutto normale?
RISPOSTA 8: Non proprio. Perche' cio' accada occorrerebbe che sul pianeta Terra il Sars-CoV-2 e tutte le sue varianti si siano estinte, altrimenti potra' sempre ricomparire come epidemia essendo trasmissibile da uomo a uomo.
In realta' ognuno di questi virus, lasciato nell'ambiente, fuori del corpo umano scompare in poche ore o giorni e quindi e' predisposto per scomparire.
Quello che impedisce che scompaia e' quella che abbiamo chiamato l' epidemia degli asintomatici , che possiamo rivelare solo attraverso il fondo dei contagi in assenza di qualsiasi ondata epidemica.
Coinvolge tantissime persone e per scomparire richiederebbe un'immunita' di gregge non con l'80% di persone immuni ma con il 100%, raggiungibile con vaccinazioni a tappeto ma non in tutto il mondo, purtroppo.
In conclusione si capisce da quanto detto che tornera' tutto abbastanza normale ma con la guardia dei monitoraggio dei contagi ben alta per bloccare sul nascere ogni tentativo di ritorno di questo dannato virus.
Se invece la gente, contando sull'immunita' di gregge raggiunta, fa "libera tutti" affollandosi in discoteche e movide, allora creera' le condizioni per innalzare la contagiosita' del virus (cioe' la facilita' che il virus incontra per passare da una persona ad un'altra) cosi' in alto che non sara' piu' sufficiente la percentuale dell'80% o 90% di immunizzati (che ha realizzato l'immunita' di gregge) per bloccarne la diffusione del virus e chi non e' immune ha allora poche possibilita' di salvarsi dall'infezione ed anche gli immunizzati (vaccinati e non) possono ammalarsi di Coovid-19, perche' esposti a troppe cariche virali (quelle presenti nell'"ammucchiata").
Quindi sara' permessa una vita "normale", ma senza quegli eccessi che favoriscono i virus, sicuramente presenti.
Per alcuni anni la vita non sara' piu' come prima della pandemia, neanche con l'immunita' di gregge, e tutti dobbiamo adoperarci per non peggiorarla, perche' il virus sara' sempre in agguato, almeno per altri 2 o 3 anni (crediamo).

DOMANDA 9: Le persone gia' vaccinate devono continuare ad indossare la mascherina?
RISPOSTA 9: Si, per dovere civico. Pur essendo protetti dagli anticorpi la loro risposta non e' fulmnea, richiede un tempo minimo, in cui se hanno inalato una carica virale possono diffondere virus e trasmettere il contagio (anche se la protezione immunitaria li preserva sia dall'infezione che da danni macroscopici).

DOMANDA 10: Qual'e' la precauzione piu' efficace per non infettarsi?
RISPOSTA 10: Il ricambio continuo dell'aria che si sta per respirare (in auto basta abbassare i finestrini di 1 cm). A scuola almeno 2 finestre aperte.

DOMANDA 11: Ma se l'immunita' di gregge e' vicina, grazie alle numerose immunita' naturali (63%), dovute agli alti livelli di contagi verificatisi nei primi 4 mesi del 2021 (a causa dell'alta contagiosita' della variante inglese), tutti i milioni di vaccini che i governi stanno per acquistare non saranno necessari ma dovranno essere somministrati inutilmente, per non farli arrivare a scadenza (il J&J, per esempio, sembra duri solo 3 mesi) e per
RISPOSTA 11: Si, se tutte le nostre valutazioni sul numero di immunizzati naturali presenti in Piemonte sono corrette, ci sembra che le cose stiano proprio cosi' (in tal caso ci auguriamo che chi di dovere se ne accorga in tempo).

SITUAZIONE DEL 11/4 (ore 16:30): I decessi di oggi in Italia sono 331 (oltre 113.000 dall'inizio della pandemia), valore ancora inferiore ai 400 decessi al giorno, dopo oltre 40 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che pero' e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Essendo ora ai primi di aprile ci dobbiamo aspettare ancora un alto numero di decessi, dovuti alle infezioni avvenute nella terza ondata. Tra 20 giorni poi scenderanno probabilmente in modo definitivo verso i 200 decessi al giorno, per poi calare ulteriormente quando diventera' importante l'effetto immunitario delle vaccinazioni.
L'argomento secondo noi merita di essere approfondito come abbiamo gia' fatto il 4/2 commentando i TROPPI DECESSI.
Infatti la nostra interpretazione prevedeva valori elevati del numero di decessi (anche oltre 400), con un ritardo tipico di circa 20 giorni rispetto all'andamento della curva dei contagi, che sono quelli che mediamente intercorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.
Dopo 10-20 giorni dal momento in cui i contagi iniziano a scendere (fine marzo), prevediamo che anche il numero dei decessi scenda, stabilizzandosi poi, come viene previsto in varianti "ritardate" , intorno ai 200 decessi al giorno (il dato di oggi e' in accordo con queste previsioni), causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese). Attualmente in Piemonte questo fondo ha superato il 7%, arrivando al 15.5%, come risultato dell'attuale terza ondata (ora sceso all'11%), che ha aumentato il numero di virus in circolazione e quindi anche di quelli partecipanti al fondo degli asintomatici.
Passato il picco della terza ondata l' epidemia degli asintomatici ritornera' poi al suo valore di equilibrio stagionale in Piemonte ( 7% ). Con la variante inglese ancora in circolazione temiamo pero' che questo valore di equilibrio possa cambiare in peggio (forse al 10%) per la maggiore contagiosita', salvo diminuire poi nella stagione calda e per effetto delle vaccinazioni.

Il dato di OGGI dei positivi al test e' di 12.4% (ultima colonnina a destra nel grafico ), e' poco piu' alto rispetto a quello di ieri ma sempre sulla discesa dal picco del venerdi', e si colloca percio' anch'esso correttamente vicino al livello del fondo indicato dalla linea grigia, che unisce le valli e che risulta cosi' essere disegnata in modo appropriato lungo una discesa finalmente abbastanza decisa.
Il risultato conferma finalmente dopo 22 giorni dall'inizio della zona rossa in Piemonte la discesa nella curva dei contagi , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese, che e' stata la componente che, con una sua leggera crescita malgrado la zona rossa, aveva ritardato la discesa della curva dei contagi.
Infatti secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, e' accaduto che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 sono calati (sono il 10% circa), dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese sono cresciuti (sono il 90% circa), per la sua maggiore contagiosita', in pari misura in modo che i due contributi si equivalevano ed i contagi sono rimasti cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
La discesa che abbiamo iniziato a disegnare con le nostre due linee rossa e grigia nel grafico sta continuando.

LA CAUSA DELLA DIMINUZIONE DEI CONTAGI:
  • ZONA ROSSA: Non ci sembra che la diminuzione dei contagi possa essere attribuita alle onerose restrizioni della zona rossa per il lungo ritardo (15 giorni) con cui la diminuzione e' iniziata.
  • TEMPERATURA AMBIENTALE: Nei due giorni (7 e 8 aprile), non si e' riscontrata una risalita della curva per effetto della MINORE temperatura ambientale, quindi abbiamo concluso che non e' stato l'innalzamento della temperatura ambientale a provocare l'inizio della discesa dei contagi.
  • NUMERO DI IMMUNIZZATI: Il 9/4 con il calcolo del numero di immunizzati attualmente esistenti in Piemonte (63%), abbiamo visto che questo numero e' compatibile con il raggiungimento di quel limite che, facendo diminuire la contagiosita' del virus (perche' comincia sempre piu' ad avere difficolta' a trovare persone infettabili), rende plausibile che sia proprio questa la causa della discesa dei contagi.
Se fosse corretta, questa interpretazione degli eventi avrebbe notevoli CONSEGUENZE sulla campagna di vaccinazioni in corso e sul raggiungimento dell'immunita' di gregge.

Ecco allora il punto della situazione in Piemonte:
  • Durante le feste di Natale i contagi sono saliti fino al 18% per poi scendere con la zona rossa al 10% fino a tutto febbraio (era il Sars-CoV-2 perche' con la zona rossa i contagi sono calati al 10% ma la variante inglese c'era gia', perche' non si e' riusciti a scendere sotto al 10%, che e' troppo alto per essere solo Sars-CoV-2).
  • Dai primi giorni di marzo il livello dei contagi ha iniziato a crescere mantenendosi costantemente un po' sopra al 15%, che e' un valore decisamente alto (e' la variante inglese, che a questi livelli provoca poi i 500 decessi al giorno).
  • Il 15/3 e' iniziata la zona rossa per far calare i contagi.
  • Al 2/4, oltre due settimane dopo, si e' potuto constatare che la zona rossa era inefficace contro la variante inglese, perche' i contagi erano ancora al 18% quando abbiamo visto, anche nella seconda ondata, che il Sars-CoV-2 si dimezza in soli 9 giorni. Ora all'11/4 continua la discesa da questo picco e dal 18% siamo scesi all'12.4% (malgrado il dato di oggi piu' alto perche' attribuito all'odierno picco del venerdi'). Ci aspettiamo che questa discesa continui anche sotto al 10% (ormai ci siamo quasi), che era il livello del fondo degli asintomatici prima dell'inizio di questa terza ondata, per considerarla conclusa.
  • Evidentemente abbiamo avuto a che fare con una variante diversa (inglese), di contagiosita' cosi' elevata che le restrizioni imposte dalla zona rossa non sono state sufficienti ad arrestarne la diffusione, che e' proceduta incrementando i contagi e compensando, in questo caso per due settimane, la discesa di quelli del Sars-CoV-2 ancora presenti (circa il 10%), prodotta dalla zona rossa.
Ora che la curva dei contagi sta scendendo decisamente diminuiranno sia i danni dei contagi, che i costi della zona rossa che potrebbe anche finire prima del previsto.
Visto il livello alto dei contagi (12% lo e'), manteniamo lo stato in ALLARME PER CONTAGI ALTI MA IN DISCESA in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

SITUAZIONE DEL 10/4 (ore 17:50): I decessi di oggi in Italia sono 344 (oltre 113.000 dall'inizio della pandemia), valore tornato ad un valore inferiore ai 400 decessi al giorno, dopo oltre 40 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che pero' e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Essendo ora ai primi di aprile ci dobbiamo aspettare ancora un alto numero di decessi, dovuti alle infezioni avvenute nella terza ondata. Tra 20 giorni poi scenderanno probabilmente in modo definitivo verso i 200 decessi al giorno, per poi calare ulteriormente quando diventera' importante l'effetto immunitario delle vaccinazioni.
L'argomento secondo noi merita di essere approfondito come abbiamo gia' fatto il 4/2 commentando i TROPPI DECESSI.
Infatti la nostra interpretazione prevedeva valori elevati del numero di decessi (anche oltre 400), con un ritardo tipico di circa 20 giorni rispetto all'andamento della curva dei contagi, che sono quelli che mediamente intercorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.
Dopo 10-20 giorni dal momento in cui i contagi iniziano a scendere (fine marzo), prevediamo che anche il numero dei decessi scenda, stabilizzandosi poi, come viene previsto in varianti "ritardate" , intorno ai 200 decessi al giorno (il dato di oggi e' in accordo con queste previsioni), causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese). Attualmente in Piemonte questo fondo ha superato il 7%, arrivando al 15.5%, come risultato dell'attuale terza ondata (ora sceso all'11%), che ha aumentato il numero di virus in circolazione e quindi anche di quelli partecipanti al fondo degli asintomatici.
Passato il picco della terza ondata l' epidemia degli asintomatici ritornera' poi al suo valore di equilibrio stagionale in Piemonte ( 7% ). Con la variante inglese ancora in circolazione temiamo pero' che questo valore di equilibrio possa cambiare in peggio (forse al 10%) per la maggiore contagiosita', salvo diminuire poi nella stagione calda e per effetto delle vaccinazioni.

Il dato di OGGI dei positivi al test e' di 11.7% (ultima colonnina a destra nel grafico ), e' un po' piu' basso rispetto a quello di ieri come ci aspettavamo per l'inizio della discesa dal picco del venerdi', e si colloca percio' anch'esso correttamente vicino al livello del fondo indicato dalla linea grigia, che unisce le valli e che risulta cosi' essere disegnata in modo appropriato lungo una discesa finalmente abbastanza decisa.
Il risultato conferma finalmente dopo 21 giorni dall'inizio della zona rossa in Piemonte la discesa nella curva dei contagi , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese, che e' stata la componente che, con una sua leggera crescita malgrado la zona rossa, aveva ritardato la discesa della curva dei contagi.
Infatti secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, e' accaduto che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 sono calati (sono il 10% circa), dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese sono cresciuti (sono il 90% circa), per la sua maggiore contagiosita', in pari misura in modo che i due contributi si equivalevano ed i contagi sono rimasti cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
La discesa che abbiamo iniziato a disegnare con le nostre due linee rossa e grigia nel grafico sta continuando.

LA CAUSA DELLA DIMINUZIONE DEI CONTAGI
  • ZONA ROSSA: Non ci sembra che la diminuzione dei contagi possa essere attribuita alle onerose restrizioni della zona rossa per il lungo ritardo (15 giorni) con cui la diminuzione e' iniziata.
  • TEMPERATURA AMBIENTALE: Nei due giorni (7 e 8 aprile), non si e' riscontrata una risalita della curva per effetto della MINORE temperatura ambientale, quindi abbiamo concluso che non e' stato l'innalzamento della temperatura ambientale a provocare l'inizio della discesa dei contagi.
  • NUMERO DI IMMUNIZZATI: Il 9/4 con il calcolo del numero di immunizzati attualmente esistenti in Piemonte (63%), abbiamo visto che questo numero e' compatibile con il raggiungimento di quel limite che, facendo diminuire la contagiosita' del virus (perche' comincia sempre piu' ad avere difficolta' a trovare persone infettabili), rende plausibile che sia proprio questa la causa della discesa dei contagi.
Se fosse corretta, questa interpretazione degli eventi avrebbe notevoli CONSEGUENZE sulla campagna di vaccinazioni in corso e sul raggiungimento dell'immunita' di gregge.

Ecco allora il punto della situazione in Piemonte:
  • Durante le feste di Natale i contagi sono saliti fino al 18% per poi scendere con la zona rossa al 10% fino a tutto febbraio (era il Sars-CoV-2 perche' con la zona rossa i contagi sono calati al 10% ma la variante inglese c'era gia', perche' non si e' riusciti a scendere sotto al 10%, che e' troppo alto per essere solo Sars-CoV-2).
  • Dai primi giorni di marzo il livello dei contagi ha iniziato a crescere mantenendosi costantemente un po' sopra al 15%, che e' un valore decisamente alto (e' la variante inglese, che a questi livelli provoca poi i 500 decessi al giorno).
  • Il 15/3 e' iniziata la zona rossa per far calare i contagi.
  • Al 2/4, oltre due settimane dopo, si e' potuto constatare che la zona rossa era inefficace contro la variante inglese, perche' i contagi erano ancora al 18% quando abbiamo visto, anche nella seconda ondata, che il Sars-CoV-2 si dimezza in soli 9 giorni. Ora al 10/4 continua la discesa da questo picco e dal 18% siamo scesi all'11.7% (malgrado il dato di oggi piu' alto perche' attribuito all'odierno picco del venerdi'). Ci aspettiamo che questa discesa continui anche sotto al 10% (ormai ci siamo quasi), che era il livello del fondo degli asintomatici prima dell'inizio di questa terza ondata, per considerarla conclusa.
  • Evidentemente abbiamo avuto a che fare con una variante diversa (inglese), di contagiosita' cosi' elevata che le restrizioni imposte dalla zona rossa non sono state sufficienti ad arrestarne la diffusione, che e' proceduta incrementando i contagi e compensando, in questo caso per due settimane, la discesa di quelli del Sars-CoV-2 ancora presenti (circa il 10%), prodotta dalla zona rossa.
Ora che la curva dei contagi sta scendendo decisamente diminuiranno sia i danni dei contagi, che i costi della zona rossa che dovrebbe cosi' finire prima del previsto.
Visto il livello alto dei contagi (11% lo e'), manteniamo lo stato in ALLARME PER CONTAGI ALTI MA IN DISCESA in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

PIANIFICAZIONE DELL'IMMUNITA' DI GREGGE   (10 aprile 2021)
Sorprendentemente sembra che nessuno si sia accorto dell'elevatissima immunita' diffusa , presente al 63% in Piemonte, ma che credo ci sia anche nel resto d'Italia.
Abbiamo fatto una cosa molto ovvia: siccome tutti i positivi ai test nei nostri grafici del Piemonte sono stati infettati e dopo la guarigione restano immunizzati per alcuni mesi, li abbiamo semplicemente contati ed abbiamo cosi' scoperto che in Piemonte le persone attualmente immuni sono circa il 63% della popolazione.
Si puo' effettuare questo calcolo anche in modo piu' rigoroso, con un semplice programma software, che simula la creazione delle persone immunizzate da contagio, includendovi anche gli immunizzati dalle vaccinazioni ed il decadimento nel tempo (noto) di queste immunita'.
Una volta che questo programma e' in grado di riprodurre correttamente l'andamento dei dati sperimentali della tabella (costantemente aggiornata), puo' anche prevedere la percentuale di immunizzati complessivi attesa nei mesi futuri ed aiutare cosi' nella pianificazione delle vaccinazioni (acquisti di fiale e somministrazioni).
Poi questo software rimarrebbe come monitor dell'immunita' di gregge (che tra poco raggiungeremo e che poi dovra' essere mantenuta a lungo con le vaccinazioni), utile per capire quando si possono rilasciare tutte le restrizioni.
Ora, per esempio, se in Piemonte si rilasciano le restrizioni al distanziamento, la contagiosita' del virus sale e se il suo effetto arriva a superare la riduzione dovuta all'immunita' alta, i contagi potrebbero risalire.
Regione per regione il software ci direbbe cosa succede senza restrizioni (perche' non incluse nel calcolo) e ci guiderebbe anche nell'applicazione delle restrizioni (ci direbbe quando e quanto sono necessarie, in condizioni di alta immunita' diffusa): ci direbbe, per esempio, se oggi le restrizioni in Piemonte possono essere tolte o no (mentre ora non lo sappiamo).

Noi non avevamo prestato la dovuta attenzione al livello dei contagi, che negli ultimi 4 mesi (da quando e' arrivata la variante inglese) sono stati particolarmente alti: basti pensare al fondo, che dal 2% e' arrivato al 10% (quintuplicato!).
Cosi' la fabbrica degli immunizzati naturale ha marciato con continuita' ed a a tutta forza (superando in efficacia la nostra campagna vaccinale) ed e' arrivata a produrre attualmente il 63% di immunizzati in Piemonte (53% di immunita' naturale e 10% vaccinale).
Neanche noi ci eravamo accorti di essere arrivati a livelli cosi' elevati d'immunita': questa e' stata cosi' anche per noi una sorpresa, con conseguenze clamorose che ora proviamo ad evidenziare.

Se le cose stanno cosi' (la discesa attuale dei contagi in Piemonte potrebbe esserne una prova) allora risulta molto piu' vicina l'immunita' di gregge raggiungibile con le vaccinazioni, che molti commentatori ritengono si raggiungera' a fine estate, perche' credo che erroneamente abbiano considerato solo le immunita' da vaccino, ignorando quelle naturali, che attualmente sono molte di piu' (per questo ci saremmo gia' quasi arrivati all'immunita' di gregge).
Siccome l'immunita' a questi virus sembra duri meno di un anno, occorre pianificare la somministrazione dei vaccini ripetuta a lungo termine.
Se e' vero che ora la terza ondata sta finendo per il raggiungimento del 70% di immunizzati, in base al calcolo da noi fatto, allora probabilmente anche nel resto d'Italia siamo vicini all'immunita' di gregge ma nessuno se ne accorgera', se non se ne sono accorti finora, perche' proprio per questo motivo non ci saranno altre ondate fino all'autunno prossimo.
Allora il rischio che si correrebbe, per questa supposta errata valutazione della situazione immunitaria, sarebbe quello di sprecare milioni di dosi di vaccino, somministrate inconsapevolmente a persone gia' immuni od oltre il raggiungimento dell'80% di immunizzati, con tutti i costi, il lavoro e l'impegno che cio' comporta, non ottimizzando neppure la corretta estensione temporale della copertura delle vaccinazioni.
Ci arrivano informazioni che si sta per negoziare l'acquisto di decine di milioni di dosi di vaccino.

Ma NON bisogna vaccinare sempre ininterrottamente.
Se ora siamo gia' al 63% vuol dire che in 2 vaccinazioni su 3 si sta vaccinando una persona che e' gia' immune e tra poco si raggiungera' l'80%. Se alla fine della terza ondata il fondo restasse al 10% (che non e' proprio un'ipotesi peregrina) in un paio di mesi gli immunizzati aumenterebbero del 10% al mese e cosi' arriverebbero presto addirittura al 100%: allora TUTTE le vaccinazioni sarebbero INUTILI nel breve e medio periodo (forse prolungherebbero l'immunita' esistente ma non questo sarebbe certo un obiettivo cosi' urgente).
Allora bisognera' sospendere le vaccinazioni per poi riprenderle, quando la percentuale di immunizzati scendera' sotto al 75% per il decadimento spontaneo dell'immunita', che avviene dopo alcuni mesi (le giuste percentuali saranno i virologi a stabilirle ma la strategia da adottare e' chiara).
La capacita' di vaccinazione da mettere in campo dev'essere commisurata alla velocita' di diminuzione del numero di immunizzati, a regime, per decadimento spontaneo dell'immunita' (i tempi sono noti, la popolazione pure, quindi il calcolo si puo' fare).
La percentuali di immunizzati in ogni momento puo' essere indicato da un modello computerizzato molto facile a farsi.

In altre parole bisognerebbe spostare in avanti nel tempo le vaccinazioni per:
  • prolungare in modo ottimale l'immunita' delle persone;
  • pianificare correttamente gli acquisti dei vaccini, dopo aver accertato il livello di immunita' presente nel Paese e tenendo scrupolosamente nel debito conto le nuove varianti di recente comparsa;
  • scegliere i tipi di vaccini per assicurare l'abbattimento dei virus presenti in forma endemica nel fondo dell'epidemia degli asintomatici;
  • ridurre al minimo i tempi di conservazione e gli sprechi di vaccini per scadenza.
L'accertanento del livello d'immunita' diffusa nel Paese e' molto facile da fare in tempi brevi con test rapidi su piccoli numeri, statisticamente significativi, di persone scelte nelle varie regioni, con progettazione ed elaborazione dei dati affidati all' Istituto Superiore di Sanita'.
E' una cosa da fare presto, prima di fare nuovi importanti ordini di vaccini.

460 MORTI: MA QUANDO CALERANNO?   (9 aprile 2021)
I decessi sono una diretta conseguenza dei contagi, per cui a meno delle fluttuazioni piu' o meno statistiche, possiamo scrivere (in modo puramente indicativo) nello schema seguente l'andamento nel tempo che ci possiamo aspettare:

         ANDAMENTO TEMPORALE DELLA PERCENTUALE DEI POSITIVI AL TEST IN PIEMONTE:   

                                                           |----------------- Zona rossa -----------------> 

            fondo       Picco      fondo    Picco Natale   fondo   Inizio picco         Fine picco   fondo

CONTAGI: --- 3.6% ----- 11.5% ------ 2% ------- 18% ------- 10% ------ 18% <---PLATEAU---> 17% ------ 11% ---

DECESSI: ---  90 ------- 287 ------- 50 ------- 450 ------- 250 ------ 450 =============== 425 ------ 275 ---

(dopo 20  1/9...10/9    20/10   1/12...20/12    1/1     15/1...15/2   15/3 <--- ????? ---> 29/3       7/4

 giorni)                                     |------------------ Variante inglese -------------------------->

Il nostro fardello e' costituito dall'epidemia degli asintomatici che pur emettendo cariche virali piu' deboli espongono al rischio inconsapevole le persone piu' deboli ed immuno-depresse.
L'estate scorsa il relativo fondo di contagi era sceso fino al 2%, che con la proporzionalita' da noi ipotizzata nello schema corrisponde ad 50 decessi al giorno, che sono sempre tanti.
Ora ci sono dei miglioramenti, come l'aumento del numero di persone immuni perche' vaccinate.
Ma anche dei peggioramenti per colpa della variante inglese che, essendo piu' contagiosa, tende ad innalzare il livello del fondo degli asintomatici (prima di Natale era il 2%, dopo il picco di Natale e' rimasto sempre sopra al 10%, come si vede nello schema).
Ci dobbiamo aspettare quindi un fondo degli asintomatici che, partendo dal 10% (corrispondente a 250 decessi al giorno) a fine aprile (cioe' 20 giorni dopo il 29/3), scendera' poi per le immunita' e per la temperatura piu' alta anche sotto al 2% (corrispondente a 50 decessi al giorno) in estate. L'unica speranza e' nella debolezza delle cariche virali diffuse in estate dagli asintomatici, che forse potrebbero provocare meno infezioni gravi e quindi meno decessi di quelli qui' previsti.
Questa e' la risposta al quesito iniziale (nel titolo); non si sfugge a questo legame tra contagi e decessi.

SITUAZIONE DEL 9/4 (ore 17:30): I decessi di oggi in Italia sono 460 (oltre 113.000 dall'inizio della pandemia), valore tornato ad un valore superiore ai 400 decessi al giorno, dopo oltre 40 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che pero' e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Attenzione: questo numero e' allarmante perche' 460 e' un numero alto, ma purtroppo e' la diretta conseguenza del picco dei contagi di 20 giorni fa, quando erano al massimo della terza ondata. L'andamento del numero dei decessi mostra, com'e' naturale, una diretta correlazione con l'andamento dei contagi della terza ondata, che hanno iniziato a crescere a meta' febbraio ed hanno raggiunto il massimo a meta' marzo.
Quindi essendo ora ai primi di aprile ci dobbiamo aspettare un alto numero di decessi, dovuti alle infezioni avvenute nella terza ondata. Tra 20 giorni poi scenderanno probabilmente in modo definitivo verso i 200 decessi al giorno, per poi calare ulteriormente quando diventera' importante l'effetto immunitario delle vaccinazioni.
L'argomento secondo noi merita di essere approfondito come abbiamo gia' fatto il 4/2 commentando i TROPPI DECESSI.
Infatti la nostra interpretazione prevedeva valori elevati del numero di decessi (anche oltre 400), con un ritardo tipico di circa 20 giorni rispetto all'andamento della curva dei contagi, che sono quelli che mediamente intercorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.
Dopo 10-20 giorni dal momento in cui i contagi iniziano a scendere (fine marzo), prevediamo che anche il numero dei decessi scenda, stabilizzandosi poi, come viene previsto in varianti "ritardate" , intorno ai 200 decessi al giorno (il dato di oggi e' in accordo con queste previsioni), causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese). Attualmente in Piemonte questo fondo ha superato il 7%, arrivando al 15.5%, come risultato dell'attuale terza ondata (ora sceso all'11%), che ha aumentato il numero di virus in circolazione e quindi anche di quelli partecipanti al fondo degli asintomatici.
Passato il picco della terza ondata l' epidemia degli asintomatici ritornera' poi al suo valore di equilibrio stagionale in Piemonte ( 7% ). Con la variante inglese ancora in circolazione temiamo pero' che questo valore di equilibrio possa cambiare in peggio (forse al 10%) per la maggiore contagiosita', salvo diminuire poi nella stagione calda e per effetto delle vaccinazioni.

Il dato di OGGI dei positivi al test e' di 12.5% (ultima colonnina a destra nel grafico ), e' un po' salito rispetto a quello di ieri come ci potevamo aspettare per un nuovo picco del venerdi', e si colloca correttamente vicino al livello del fondo indicato dalla linea grigia, che unisce le valli e che risulta cosi' essere disegnata in modo appropriato lungo una discesa finalmente abbastanza decisa.
Il risultato conferma finalmente dopo 20 giorni dall'inizio della zona rossa in Piemonte la discesa nella curva dei contagi , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese, che e' stata la componente che, con una sua leggera crescita malgrado la zona rossa, aveva ritardato la discesa della curva dei contagi.
Infatti secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, e' accaduto che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 sono calati (sono il 10% circa), dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese sono cresciuti (sono il 90% circa), per la sua maggiore contagiosita', in pari misura in modo che i due contributi si equivalevano ed i contagi sono rimasti cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
La discesa che abbiamo iniziato a disegnare con le nostre due linee rossa e grigia nel grafico sta continuando.
Nei due giorni (7 e 8 aprile), NON si e' riscontrata una risalita della curva per effetto della MINORE temperatura ambientale.
Questo significa che NON e' stato l'innalzamento della temperatura ambientale a provocare l'inizio della discesa dei contagi, dopo un lungo periodo di sostanziale stabilita' tra il 17% ed il 18%, malgrado la zona rossa.
Rimane non chiara la causa della diminuzione dei contagi, che NON ci sembra possa essere attribuita alle onerose restrizioni della zona rossa (per il ritardo con cui la diminuzione e' iniziata).
Queste cose non accadono per caso: una causa ci dev'essere e forse la sua conoscenza potrebbe consentirci di evitare o ridurre i futuri ricorsi all'onerosa zona rossa, quando si ha a che fare con la variante inglese, visto che in Piemonte la zona rossa non e' riuscita per ben 15 giorni a far decrescere i contagi di quella che noi riteniamo essere la variante inglese (mentre quelli del Sars-CoV-2 riteniamo che siano diminuiti subito, fin dall'inizio della zona rossa).

Ecco allora il punto della situazione in Piemonte:
  • Durante le feste di Natale i contagi sono saliti fino al 18% per poi scendere con la zona rossa al 10% fino a tutto febbraio (era il Sars-CoV-2 perche' con la zona rossa i contagi sono calati al 10% ma la variante inglese c'era gia', perche' non si e' riusciti a scendere sotto al 10%, che e' troppo alto per essere solo Sars-CoV-2).
  • Dai primi giorni di marzo il livello dei contagi ha iniziato a crescere mantenendosi costantemente un po' sopra al 15%, che e' un valore decisamente alto (e' la variante inglese, che a questi livelli provoca poi i 500 decessi al giorno).
  • Il 15/3 e' iniziata la zona rossa per far calare i contagi.
  • Al 2/4, oltre due settimane dopo, si e' potuto constatare che la zona rossa era inefficace contro la variante inglese, perche' i contagi erano ancora al 18% quando abbiamo visto, anche nella seconda ondata, che il Sars-CoV-2 si dimezza in soli 9 giorni. Ora al 9/4 continua la discesa da questo picco e dal 18% siamo scesi all'11.1% (malgrado il dato di oggi piu' alto perche' attribuito all'odierno picco del venerdi'). Ci aspettiamo che questa discesa continui anche sotto al 10% (ormai ci siamo quasi), che era il livello del fondo degli asintomatici prima dell'inizio di questa terza ondata, per considerarla conclusa.
  • Evidentemente abbiamo avuto a che fare con una variante diversa (inglese), di contagiosita' cosi' elevata che le restrizioni imposte dalla zona rossa non sono state sufficienti ad arrestarne la diffusione, che e' proceduta incrementando i contagi e compensando, in questo caso per due settimane, la discesa di quelli del Sars-CoV-2 ancora presenti (circa il 10%), prodotta dalla zona rossa.
LENTA DIMINUZIONE DEI CONTAGI: Non dobbiamo accontentarci di prendere atto che i contagi ora stanno diminuendo ma bisogna capire anche come e perche' questa evoluzione di tipo nuovo e' avvenuta.
La difficolta' che si e' incontrata a far decrescere il numero dei contagi di questa nuova variante "inglese" puo' dipendere:
  1. dalla sua maggiore contagiosita', che ne aumenta la diffusione;
  2. da un suo tempo di guarigione piu' lungo.
Il numero di persone infette aumenta a causa dei nuovi contagi e diminuisce con il procedere delle guarigioni (o dei decessi), che pero' possono avere tempi diversi per i vari tipi di virus (varianti del Sars-CoV-2).
Se la variante inglese avesse un tempo di guarigione piu' lungo, la zona rossa sarebbe comunque utile per ostacolarne l'ulteriore diffusione e la diminuzione dei contagi avverrebbe piu' lentamente, non per inefficacia della zona rossa, ma per le difficolta' che incontrano gli anticorpi a neutralizzare la proliferazione di questo particolare virus.
Sarebbe una pessima notizia la sua capacita' di elusione anche parziale della risposta anticorpale, che e' l'unica difesa che abbiamo contro il virus. Con queste mutazioni c'e' il rischio che compaia prima o poi anche una variante addirittura incurabile o quasi.
Per fortuna pero' finora l'andamento della curva dei contagi NON ci sembra che possa suffragare questa seconda ipotesi.
Qualora invece in futuro fosse l'elevata contagiosita' ad impedire la decrescita dei contagi si potrebbero modificare le restrizioni, anche trovando il giusto modo di inasprirle se necessario, affinche' si possa riuscire a ridurre maggiormente i contagi e cosi' anche a far durare di meno le restrizioni.
L'alternativa di riaprire tutto, per andare incontro alle esigenze di chi protesta, non sarebbe una buona scelta perche' lascerebbe aumentare di molto i virus in circolazione. Cio' comporterebbe non solo l'accettazione che ricoveri e decessi possano aumentare (come in Brasile, dove sono raddoppiati) ma anche di vivere poi in un ambiente con una piu' alta concentrazione di virus.
Con le giuste restrizioni invece crediamo che si possa arrivare in tempi ragionevoli a far decrescere ulteriormente i contagi e la quantita' di virus in circolazione.
Ora che la curva dei contagi sta scendendo decisamente diminuiranno sia i danni dei contagi, che i costi della zona rossa che potrebbe cosi' finire prima del previsto.
Siamo ormai fiduciosi che continuera'.
Visto il livello alto dei contagi (11% lo e'), manteniamo lo stato in ALLARME PER CONTAGI ALTI MA IN DISCESA in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

COSA STA FACENDO DECRESCERE I CONTAGI?   (9 aprile 2021)
A causa delle due settimane di ritardo dell'inizio della decrescita della curva dei contagi non riteniamo che possa essere attribuita alla zona rossa, che comunque e' servita ad interromperne la crescita.
Ma allora che cosa ha avviato la decrescita dei contagi?
Avevamo provato ad attribuirla a fattori ambientali (la temperatura) ma sembra che non sia cosi', perche' con il ritorno del freddo sarebbe dovuta tornare a crescere ma questo non e' successo.
Un'altra causa possibile dell'innesco della decrescita potrebbe essere stato l'aumento del numero delle persone immunizzate per essere state infettate (in grande maggioranza senza sintomi).
Infatti sappiamo che questa immunita' dura alcuni mesi e quindi attualmente sono ancora immuni gli infettati della seconda ondata (novembre 2020), del picco di Natale e questi della terza ondata, oltre a quelli del lungo periodo di fondo alto (10%) per la presenza della variante inglese.
Quante sono attualmente queste persone immunizzate?
La discesa della curva (anche di quella attuale) mostra che i contagi dimezzano in 15 giorni (3 cm in orizzontale nel grafico) e quindi e' in accordo con il tempo di guarigione di un mese, osservato anche in passato per il Sars-CoV-2.
Proviamo allora a contarli misurando le aree di queste 3 ondate della pandemia (sono l'ordinata moltiplicata per la frazione di mese):
  1. La seconda ondata e' durata 60 giorni con un valor medio di contagi del 6%: quindi se in 30 giorni sono rimasti infettati il 6%, in tutta la seconda ondata sono rimasti immunizzati il 12% della popolazione.
  2. L'ondata di Natale visibile nel grafico della terza ondata e' durata 30 giorni con un valor medio di contagi dell'11% quindi sono rimasti immunizzati l'11% della popolazione.
  3. La terza ondata attuale ha mantenuto i contagi al 10% tra il giorno 20 ed il giorno 50 del 2021, producendo un 10% di immunizzati, poi e' iniziato il picco della terza ondata che e' durata finora 40 giorni con un valor medio di contagi del 15%, producendo altri 40/30*15% = 20% di immunizzati.
Quindi il totale di questi immunizzati naturali e' di 12% + 11% + 10% + 20% = 53%.
In Italia si sono superati i 12 milioni di vaccinazioni che sono il 20% della popolazione, meta' dei quali erano gia' immunizzati naturali (in base al calcolo precedente), quindi e' un altro 10% di nuovi immunizzati da vaccinazione che porta il totale degli immunizzati attuali in Piemonte al 63%, a cui si devono aggiungere anche gli immunizzati delle infezioni degli altri periodi non considerati.
Questo numero si avvicina al 70%-75% a cui il fattore Rt scende sotto a 1 per la maggiore difficolta' incontrata dal virus a contagiare e si disinnesca cosi' la crescita esponenziale dei contagi: e' l'effetto della cosiddetta "immunita' di gregge".
Non possiamo escludere percio' che questa possa essere la causa della decrescita dei contagi che stiamo osservando in questi giorni e non solo il mantenimento prolungato della zona rossa (se la nostra ipotesi e' giusta).
E' importantissimo riuscire ad individuare la causa perche' e' legata alle caratteristiche della variante inglese e puo' indicarci un metodo di contenimento alternativo alle onerose restrizioni delle zone rosse.
La buona notizia e' che, essendo in Piemonte gia' ora al 63% di immunizzati, l'immunita' di gregge e' meno lontana di quanto pensavamo e, con le vaccinazioni che progrediscono, probabilmente NON ci saranno altre "ondate" ed i piemontesi possono prepararsi alle riaperture e ad un'estate finalmente "normale".
Sorprendentemente sembra che nessuno si sia accorto di questa elevatissima immunita' diffusa (al 63% in Piemonte), che credo ci sia anche nel resto d'Italia.
Avvicina, e di molto, l'immunita' di gregge raggiungibile con le vaccinazioni, che molti commentatori ritengono si raggiungera' a fine estate (invece ci siamo gia' quasi arrivati!).
N.B. Qualora non ci fosse stato il contributo del 10% delle vaccinazioni gia' fatte, per ricavare quel 10% dal picco della terza ondata, invece di decrescere ora, il picco sarebbe dovuto continuare per altri 20 giorni (con i conseguenti ricoveri e decessi aggiuntivi): gia' ora cominciamo a raccogliere i primi frutti delle vaccinazioni.
IL RUOLO DELLE RESTRIZIONI SUL CONTENIMENTO DELL'EPIDEMIA: Se l'ipotesi precedente fosse confermata, si aprirebbe un'importante discussione sul ruolo delle restrizioni da adottare per il contenimento dell'epidemia nelle sue fasi piu' avanzate, cioe' quando la percentuale degli immunizzati (da calcolare come abbiamo fatto noi poco sopra) e' superiore al 40%, per i seguenti motivi:
  • Com'e' accaduto nella terza ondata ipotizziamo che la discesa dei contagi inizia comunque al raggiungimento del 70% degli immunizzati presenti (tutti i numeri qui' citati sono puramente indicativi ed usati per far meglio comprendere gli argomenti discussi).
  • Per raggiungere questo limite occorre che la curva dei contagi arrivi a sviluppare un'area prefissata (quanto occorre per arrivare al 70%).
  • Con le restrizioni in atto la crescita dell'area e' piu' lenta (ordinate minori ed intervallo di ascisse maggiore).
  • Senza restrizioni la crescita dell'area e' piu' rapida (ordinate maggiori ed intervallo di ascisse minore).
  • Il costo sociale ed economico delle restrizioni aumenta piu' che linearmente con la loro durata (cioe' con l'ampiezza dell'intervallo sulle ascisse).
Ne consegue che se all'inizio di un'ondata siamo in grado di valutare la percentuale di immunizzati presenti dovuti:
  1. alle precedenti ondate,
  2. al livello del fondo degli asintomatici (che e' piu' basso ma che si protrae piu' a lungo nel tempo)
  3. ed alle vaccinazioni
allora possiamo, in base alle esperienze del passato, capire se durante l'ondata dell'epidemia che e' iniziata si arrivera' a quella percentuale limite del 70% che la fa poi inevitabilmente decrescere.
A questo punto si presentano due possibilita' (i dati sono solo esemplificativi):
  1. NON si attua il lockdown e si arriva alla fine dell'ondata in un mese di tempo e con un picco di contagi al 40% (con la stessa area, quella necessaria per arrivare al 70% ed innescare la decrescita "immunitaria", in entrambi i casi).
  2. Oppure si attua un lockdown piu' o meno parziale e si arriva alla fine dell'ondata con un picco di contagi al 20% ed in un tempo piu' lungo (due mesi). In tal caso il lockdowm, se non indispensabile, ha un effetto perverso di allungare la propria durata, aumentando i relativi costi economici.
Il risultato nei due casi e' lo stesso per quanto riguarda il numero di contagi complessivo, i ricoveri ed i decessi (concentrati temporalmemte del doppio nel secondo caso, con possibili problemi per le strutture sanitarie). Ovviamente nel secondo caso i problemi sociali ed economici del lockdown NON ci sono.
La seconda possibilita' sembra piu' vantaggiosa se le strutture sanitarie sono state predisposte a sostenere l'impatto maggiore.
Questo non e' assolutamente vero pero' se vengono a mancare le nostre due ipotesi:
  1. che durante un'ondata epidemica i contagi scendono comunque quando il 70% della popolazione e' immune;
  2. che all'inizio dell'ondata la percentuale degli immunizzati (da calcolare come abbiamo fatto noi poco sopra) e' superiore al 40%.
Questo spiega perche' e' stato un errore catastrofico quello di quei Paesi che all'inizio della pandemia (quando la seconda ipotesi non era verificata) hanno deciso di non adottare restrizioni, lasciando diffondere l'epidemia ed aumentare il numero di virus in circolazione.
Mentre nel caso da noi considerato con o senza restrizioni l'ondata si arresta comunque con un'area del picco che e' la stessa nei due casi, quando la seconda ipotesi non e' verificata senza restrizioni il picco cresce fino ad un'area molto maggiore che non quello con le restrizioni: e cosi' sono poi molto maggiori i ricoveri ed i decessi.
E' quello che e' accaduto all'inizio in Paesi come il Brasile ed anche gli USA, non in Italia che nel 2020 riusci' a salvare decine di migliaia di vite umane con il lockdown.

SITUAZIONE DEL 8/4 (ore 18:25): I decessi di oggi in Italia sono 487 (oltre 112.000 dall'inizio della pandemia), valore tornato ad un valore superiore ai 400 decessi al giorno, dopo oltre 40 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che pero' e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Attenzione: questo numero cosi' elevato non e' allarmante, purtroppo, perche' 20 giorni fa i contagi erano al massimo della terza ondata. L'andamento del numero dei decessi mostra, com'e' naturale, una correlazione con l'andamento dei contagi della terza ondata, che hanno iniziato a crescere a meta' febbraio ed hanno raggiunto il massimo a meta' marzo.
Quindi essendo ora ai primi di aprile ci dobbiamo aspettare un alto numero di decessi, dovuti alle infezioni avvenute nella terza ondata. Tra 20 giorni poi scenderanno probabilmente in modo definitivo verso i 200 decessi al giorno, per poi calare ulteriormente quando diventera' importante l'effetto immunitario delle vaccinazioni.
L'argomento secondo noi merita di essere approfondito come abbiamo gia' fatto il 4/2 commentando i TROPPI DECESSI.
Infatti la nostra interpretazione prevedeva valori elevati del numero di decessi (anche oltre 400), con un ritardo tipico di circa 20 giorni rispetto all'andamento della curva dei contagi, che sono quelli che mediamente intercorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.
Dopo 10-20 giorni dal momento in cui i contagi iniziano a scendere (fine marzo), prevediamo che anche il numero dei decessi scenda, stabilizzandosi infine, come viene previsto in varianti "ritardate" , intorno ai 200 decessi al giorno (il dato di oggi e' in accordo con queste previsioni), causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese). Attualmente in Piemonte questo fondo ha superato il 7%, arrivando al 15.5%, come risultato dell'attuale terza ondata (ora sceso all'11%), che ha aumentato il numero di virus in circolazione e quindi anche di quelli partecipanti al fondo degli asintomatici.
Passato il picco della terza ondata l' epidemia degli asintomatici ritornera' poi al suo valore di equilibrio stagionale in Piemonte ( 7% ). Con la variante inglese ancora in circolazione temiamo pero' che questo valore di equilibrio possa cambiare in peggio (forse al 10%) per la maggiore contagiosita', salvo diminuire poi nella stagione calda e per effetto delle vaccinazioni.

Il dato di OGGI dei positivi al test e' di 11.1% (ultima colonnina a destra nel grafico ), e' praticamente identico a quello di ieri e seguono entrambi l'andamento atteso di discesa dal picco del venerdi', collocandosi correttamente al livello del fondo indicato dalla linea grigia, che unisce le valli e che risulta cosi' essere disegnata in modo appropriato lungo una discesa finalmente abbastanza decisa.
Il risultato e' molto incoraggiante perche' conferma finalmente dopo 20 giorni dall'inizio della zona rossa in Piemonte l'inizio della discesa nella curva dei contagi , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese, che e' stata la componente che, con una sua leggera crescita malgrado la zona rossa, aveva ritardato la discesa della curva dei contagi.
Infatti secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, e' accaduto che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 sono calati (sono il 10% circa), dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese sono cresciuti (sono il 90% circa), per la sua maggiore contagiosita', in pari misura in modo che i due contributi si equivalevano ed i contagi sono rimasti cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
La discesa che abbiamo iniziato a disegnare con le nostre due linee rossa e grigia nel grafico ci auguriamo che possa continuare.
Nei due giorni (7 e 8 aprile), NON si e' riscontrata una risalita della curva per effetto della MINORE temperatura ambientale.
Questo secondo noi significa che NON e' stato l'innalzamento della temperatura ambientale a provocare l'inizio della discesa dei contagi, dopo un lungo periodo di sostanziale stabilita' tra il 17% ed il 18%, malgrado la zona rossa.
Questo ci dispiace, perche' rimane a noi sconosciuta la causa della diminuzione dei contagi, che NON ci sembra possa essere attribuita alle onerose restrizioni della zona rossa (per il ritardo con cui la diminuzione e' iniziata). Queste cose non accadono per caso: una causa ci dev'essere e forse la sua conoscenza potrebbe consentirci di evitare o ridurre i futuri ricorsi all'onerosa zona rossa, quando si ha a che fare con la variante inglese, visto che in Piemonte la zona rossa non e' riuscita per ben 15 giorni a far decrescere i contagi di quella che noi riteniamo essere la variante inglese (mentre quelli del Sars-CoV-2 riteniamo che siano diminuiti subito, fin dall'inizio della zona rossa).

Ecco allora il punto della situazione in Piemonte:
  • Durante le feste di Natale i contagi sono saliti fino al 18% per poi scendere con la zona rossa al 10% fino a tutto febbraio (era il Sars-CoV-2 perche' con la zona rossa i contagi sono calati al 10% ma la variante inglese c'era gia', perche' non si e' riusciti a scendere sotto al 10%, che e' troppo alto per essere solo Sars-CoV-2).
  • Dai primi giorni di marzo il livello dei contagi ha iniziato a crescere mantenendosi costantemente un po' sopra al 15%, che e' un valore decisamente alto (e' la variante inglese, che a questi livelli provoca poi i 500 decessi al giorno).
  • Il 15/3 e' iniziata la zona rossa per far calare i contagi.
  • Al 2/4, oltre due settimane dopo, si e' potuto constatare che la zona rossa era inefficace contro la variante inglese, perche' i contagi erano ancora al 18% quando abbiamo visto, anche nella seconda ondata, che il Sars-CoV-2 si dimezza in soli 9 giorni. Ora all' 8/4 continua la discesa da questo picco e dal 18% siamo scesi all'11.1%. Ci aspettiamo che questa discesa continui anche sotto al 10% (ormai ci siamo quasi), che era il livello del fondo degli asintomatici prima dell'inizio di questa terza ondata, per considerarla conclusa.
  • Evidentemente abbiamo avuto a che fare con una variante diversa (inglese), di contagiosita' cosi' elevata che le restrizioni imposte dalla zona rossa non sono state sufficienti ad arrestarne la diffusione, che e' proceduta incrementando i contagi e compensando la discesa di quelli del Sars-CoV-2 ancora presenti (circa il 10%), prodotta dalla zona rossa.
LENTA DIMINUZIONE DEI CONTAGI: Non dobbiamo accontentarci di prendere atto che i contagi stanno diminuendo ma bisogna capire anche come e perche' questa evoluzione di tipo nuovo e' avvenuta.
La difficolta' che si e' incontrata a far decrescere il numero dei contagi di questa nuova variante "inglese" puo' dipendere:
  1. dalla sua maggiore contagiosita', che ne aumenta la diffusione;
  2. da un suo tempo di guarigione piu' lungo.
Il numero di persone infette aumenta a causa dei nuovi contagi e diminuisce con il procedere delle guarigioni (o dei decessi), che pero' possono avere tempi diversi per i vari tipi di virus (varianti del Sars-CoV-2).
Se la variante inglese avesse un tempo di guarigione piu' lungo, la zona rossa sarebbe comunque utile per ostacolarne l'ulteriore diffusione e la diminuzione dei contagi avverrebbe piu' lentamente, non per inefficacia della zona rossa, ma per le difficolta' che incontrano gli anticorpi a neutralizzare la proliferazione di questo particolare virus.
Sarebbe una pessima notizia la sua capacita' di elusione anche parziale della risposta anticorpale, che e' l'unica difesa che abbiamo contro il virus. Con queste mutazioni c'e' il rischio che compaia prima o poi anche una variante addirittura incurabile o quasi.
Per fortuna pero' finora l'andamento della curva dei contagi NON ci sembra che possa suffragare questa seconda ipotesi.
Qualora invece in futuro fosse l'elevata contagiosita' ad impedire la decrescita dei contagi si potrebbero modificare le restrizioni, anche inasprendole se necessario, affinche' si possa riuscire a ridurre maggiormente i contagi e cosi' anche a far durare di meno le restrizioni.
L'alternativa di riaprire tutto, per andare incontro alle esigenze di chi protesta, non sarebbe una buona scelta perche' lascerebbe aumentare di molto i virus in circolazione. Cio' comporterebbe non solo l'accettazione che ricoveri e decessi possano aumentare (come in Brasile, dove sono raddoppiati) ma anche di vivere poi in un ambiente con una piu' alta concentrazione di virus.
Con le giuste restrizioni invece crediamo che si possa arrivare in tempi brevi a far decrescere ulteriormente i contagi e la quantita' di virus in circolazione.
Ora che la curva dei contagi sta scendendo decisamente diminuiranno sia i danni dei contagi, che i costi della zona rossa che potrebbe cosi' finire prima della fine di aprile.
Siamo ormai fiduciosi che continuera' cosi' come tutti ci auguriamo.
Visto il livello alto dei contagi, manteniamo lo stato in ALLARME PER CONTAGI ALTI MA IN DISCESA in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

ANDAMENTO DEI CONTAGI IN PIEMONTE: IL RUOLO DELLA VARIANTE INGLESE   (8 aprile 2021)
Confrontiamo i livelli dei contagi in Piemonte (sull'asse verticale, quello delle ordinate) nei due grafici della seconda e della terza ondata nel periodo che va dai primi giorni di settembre ai primi di aprile:
  • dal 10/9 al 20/12 i contagi in Piemonte sono partiti dal 3.6% e per arrivare al picco di 11.5%, come si vede nel grafico della seconda ondata.
  • A dicembre, alla fine della seconda ondata, i contagi sono partiti da un livello del 2% per arrivare al picco del 18% nel periodo dello "shopping di Natale", come si vede nel grafico della terza ondata.
    Per essere arrivato cosi' in alto (50% piu' del picco della seconda ondata) evidentemente c'e' stato il contributo deleterio della variante inglese, che e' dilagata negli assembramenti dello shopping Natalizio.
  • Da gennaio a marzo la presenza della variante inglese, caratterizzata da una piu' alta contagiosita' non ha permesso poi ai contagi di tornare al livello del 2%, lasciandolo ad un livello del 10% (alto) fino a marzo.
  • A marzo i contagi partono cosi' da un fondo del 10% e arrivano poi al picco del 18%, come si vede nel grafico della terza ondata.
  • Una cosa molto strana e' la durata in plateau del picco per ben 14 giorni prima di iniziare la discesa, peraltro abbastanza rapida (dal 17 % all'11% in soli 9 giorni). Questa velocita' di discesa e' piu' o meno la stessa che avevamo visto nelle precedenti ondate, ma rimane un mistero il plateau, durato per ben 14 giorni (indicato con punti interrogativi) dopo l'inizio della zona rossa.
    Quello che appare e' che l'inizio della zona rossa ha solo arrestato la crescita dei contagi, senza arrivare a farli decrescere, come se ci fossero due componenti: una sensibile alla zona rossa (Sars-CoV-2), che e' diminuita bloccando la crescita, e l'altra (Variante inglese) non sensibile che per 14 giorni ha continuato a produrre contagi, malgrado la zona rossa, in quantita' tale da compensare esattamente la decrescita della prima componente, cosicche' i contagi complessivi sono rimasti costanti (in plateau) per 2 settimane.
    Poi anche questa seconda componente ha iniziato a diminuire ma solo dopo due settimane (per motivi sconosciuti), provocando il calo dei contagi dal plateau fino al livello del fondo (per ora all'11%).
    Rimane comunque un mistero cosa sia successo il giorno 29/3 per far cambiare bruscamente l'andamento della curva, che da costante, com'era dal 15/3, ha iniziato a decrescere in modo deciso fino ad oggi, a parte la breve risalita per rispettare il solito comportamento che prevede un picco il venerdi' (indicato con una V rossa).
    Tentativamente avevamo ipotizzato che la causa di questo strano comportamento della variante inglese potesse essere stata una sua spiccata sensibilita' alla temperatura ambientale (la decrescita sarebbe dovuta ad un'ondata di caldo). Questa ipotesi potrebbe ancora essere valida se oggi i contagi salissero molto (per l'ondata di freddo in corso). Tra poche ore avremo la risposta.
    Sarebbe importantissimo scoprire cosa ha fatto decrescere i contagi della variante inglese perche' NON dovrebbero essere state le onerose restrizioni della zona rossa ma qualcos'altro.
  • Ci aspettiamo poi che il livello del fondo rimanente dopo il picco torni ancora intorno al 10%, com'era prima dell'inizio della terza ondata.

         ANDAMENTO TEMPORALE DELLA PERCENTUALE DEI POSITIVI AL TEST IN PIEMONTE:   

                                                              |------- Zona rossa --------------------> 

       fondo       Picco      fondo    Picco Natale   fondo   Inizio picco         Fine picco   fondo

   ---- 3.6% ----- 11.5% ------ 2% ------- 18% ------- 10% ------ 18% <---PLATEAU---> 17% ------ 11% ---

     1/9...10/9    20/10   1/12...20/12    1/1     15/1...15/2   15/3 ---- ????? ---- 29/3       7/4

                                         |------------------------- Variante inglese ----------------->

Questi livelli di contagi corrispondono linearmente ai numeri di ricoveri e decessi conseguenti ai contagi.
Passare da un fondo del 2% del Sars-CoV-2 al 10% della variante inglese comporta quintuplicare i ricoveri e decessi giornalieri (per esempio passare da 100 a 500 decessi al giorno).
Quindi la variante inglese e' la responsabile dell'alto numero di decessi, che si protrae nel tempo, causati da quel fondo del 10% (anziche' 2%) presente da Natale in poi.
Questo innalzamento del fondo prodotto dalla variante inglese potrebbe essere una brutta notizia, perche' sembra preludere ad una presenza massiccia da ora in poi della variante inglese nel fondo prodotto dall' epidemia degli asintomatici , che e' la forma finora adottata dal Sars-CoV-2 per sopravvivere in modo permanente (endemico) nella popolazione.
Se cio' accadesse il livello del fondo degli asintomatici, che l'estate scorsa era al 2%, potrebbe salire molto (forse anche al 10%), producendo un grande incremento dei ricoveri e dei decessi per tutto l'anno. Fortunatamente sembra che i vaccini finora usati siano efficaci contro la variante inglese e questo potrebbe essere un aiuto decisivo.
L'obiettivo principale di sanita' pubblica diventa cosi' questo livello di fondo che, integrato sul maggiore intervallo di tempo in cui produce contagi, puo' essere anche piu' dannoso di un'ondata epidemica.
Bisognerebbe continuare per tutto l'anno il monitoraggio degli asintomatici, tracciandoli in qualche modo per limitare la diffusione della variante inglese anche d'estate.

SITUAZIONE DEL 7/4 (ore 18:25): I decessi di oggi in Italia sono 627 (oltre 112.000 dall'inizio della pandemia), valore tornato ad un valore molto superiore ai 400 decessi al giorno, dopo oltre 36 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che pero' e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Attenzione: questo numero cosi' elevato non e' allarmante, purtroppo, perche' 20 giorni fa i contagi erano al massimo della terza ondata. L'andamento del numero dei decessi mostra, com'e' naturale, una correlazione con l'andamento dei contagi della terza ondata, che hanno iniziato a crescere a meta' febbraio ed hanno raggiunto il massimo a meta' marzo.
Quindi essendo ora ai primi di aprile ci dobbiamo aspettare un alto numero di decessi, dovuti alle infezioni avvenute nella terza ondata. Tra 20 giorni poi scenderanno probabilmente in modo definitivo verso i 200 decessi al giorno.
L'argomento secondo noi merita di essere approfondito come abbiamo gia' fatto il 4/2 commentando i TROPPI DECESSI.
Infatti la nostra interpretazione prevedeva valori elevati del numero di decessi (anche oltre 400), con un ritardo tipico di circa 20 giorni rispetto all'andamento della curva dei contagi, che sono quelli che mediamente intercorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.
Dopo 10-20 giorni dal momento in cui i contagi iniziano a scendere (fine marzo), prevediamo che anche il numero dei decessi scenda, stabilizzandosi infine, come viene previsto in varianti "ritardate" , intorno ai 200 decessi al giorno (il dato di oggi e' in accordo con queste previsioni), causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese). Attualmente in Piemonte questo fondo ha superato il 7%, arrivando al 15.5%, come risultato dell'attuale terza ondata (ora sceso all'11%), che ha aumentato il numero di virus in circolazione e quindi anche di quelli partecipanti al fondo degli asintomatici.
Passato il picco della terza ondata l' epidemia degli asintomatici ritornera' poi al suo valore di equilibrio stagionale in Piemonte ( 7% ). Con la variante inglese ancora in circolazione temiamo pero' che questo valore di equilibrio possa cambiare in peggio (forse al 10%) per la maggiore contagiosita', salvo diminuire poi nella stagione calda.

Il dato di OGGI dei positivi al test e' di 11.6% (ultima colonnina a destra nel grafico ) e segue ancora l'andamento atteso di discesa dal picco del venerdi', collocandosi correttamente al livello del fondo indicato dalla linea grigia che unisce le valli e che risulta cosi' essere disegnata in modo appropriato lungo una discesa finalmente abbastanza decisa.
Il risultato e' molto incoraggiante perche' conferma finalmente dopo 19 giorni dall'inizio della zona rossa in Piemonte l'inizio della discesa nella curva dei contagi , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese, che e' stata la componente che, con una sua leggera crescita malgrado la zona rossa, aveva ritardato la discesa della curva dei contagi.
Infatti secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, e' accaduto che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 sono calati (sono il 10% circa), dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese sono cresciuti (sono il 90% circa), per la sua maggiore contagiosita', in pari misura in modo che i due contributi si equivalevano ed i contagi sono rimasti cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
La discesa che abbiamo iniziato a disegnare con le nostre due linee rossa e grigia nel grafico ci auguriamo che possa continuare, anche nei due giorni (7 e 8 aprile), in cui temevamo che la curva avrebbe potuto risalire per effetto della MINORE temperatura ambientale.

Ecco il punto della situazione in Piemonte:
  • Durante le feste di Natale i contagi sono saliti fino al 18% per poi scendere con la zona rossa al 10% fino a tutto febbraio (era il Sars-CoV-2 perche' con la zona rossa i contagi sono calati al 10% ma la variante inglese c'era gia', perche' non si e' riusciti a scendere sotto al 10%, che e' troppo alto per essere solo Sars-CoV-2).
  • Dai primi giorni di marzo il livello dei contagi ha iniziato a crescere mantenendosi costantemente un po' sopra al 15%, che e' un valore decisamente alto (e' la variante inglese, che a questi livelli provoca poi i 500 decessi al giorno).
  • Il 15/3 e' iniziata la zona rossa per far calare i contagi.
  • Al 2/4, oltre due settimane dopo, si e' potuto constatare che la zona rossa era inefficace contro la variante inglese, perche' i contagi erano ancora al 18% quando abbiamo visto, anche nella seconda ondata, che il Sars-CoV-2 si dimezza in soli 9 giorni. Ora al 7/4 continua la discesa da questo picco e dal 18% siamo scesi all'11.6%. Ci aspettiamo che questa discesa continui anche sotto al 10% (ormai ci siamo quasi), che era il livello del fondo degli asintomatici prima dell'inizio di questa terza ondata, per considerarla conclusa.
  • Evidentemente abbiamo avuto a che fare con una variante diversa (inglese), di contagiosita' cosi' elevata che le restrizioni imposte dalla zona rossa non sono state sufficienti ad arrestarne la diffusione, che e' proceduta incrementando i contagi e compensando la discesa di quelli del Sars-CoV-2 ancora presenti (circa il 10%), prodotta dalla zona rossa.
LENTA DIMINUZIONE DEI CONTAGI: Non dobbiamo accontentarci di prendere atto che i contagi stanno diminuendo ma bisogna capire anche come e perche' questa evoluzione di tipo nuovo e' avvenuta.
La difficolta' che si e' incontrata a far decrescere il numero dei contagi di questa nuova variante "inglese" puo' dipendere:
  1. dalla sua maggiore contagiosita', che ne aumenta la diffusione;
  2. da un suo tempo di guarigione piu' lungo.
Il numero di persone infette aumenta a causa dei nuovi contagi e diminuisce con il procedere delle guarigioni (o dei decessi), che pero' possono avere tempi diversi per i vari tipi di virus (varianti del Sars-CoV-2).
Se la variante inglese avesse un tempo di guarigione piu' lungo, la zona rossa sarebbe comunque utile per ostacolarne l'ulteriore diffusione e la diminuzione dei contagi avverrebbe piu' lentamente, non per inefficacia della zona rossa, ma per le difficolta' che incontrano gli anticorpi a neutralizzare la proliferazione di questo particolare virus.
Sarebbe una pessima notizia la sua capacita' di elusione anche parziale della risposta anticorpale, che e' l'unica difesa che abbiamo contro il virus. Con queste mutazioni c'e' il rischio che compaia prima o poi anche una variante addirittura incurabile o quasi.
Per fortuna pero' finora l'andamento della curva dei contagi NON ci sembra che possa suffragare questa seconda ipotesi.
Qualora invece in futuro fosse l'elevata contagiosita' ad impedire la decrescita dei contagi si potrebbero modificare le restrizioni, anche inasprendole se necessario, affinche' si possa riuscire a ridurre maggiormente i contagi e cosi' anche a far durare di meno le restrizioni.
L'alternativa di riaprire tutto, per andare incontro alle esigenze di chi protesta, non sarebbe una buona scelta perche' lascerebbe aumentare di molto i virus in circolazione. Cio' comporterebbe non solo l'accettazione che ricoveri e decessi possano aumentare (come in Brasile, dove sono raddoppiati) ma anche di vivere poi in un ambiente con una piu' alta concentrazione di virus.
Con le giuste restrizioni invece crediamo che si possa arrivare in tempi brevi a far decrescere ulteriormente i contagi e la quantita' di virus in circolazione.
Ora che la curva dei contagi sta scendendo decisamente diminuiranno sia i danni dei contagi, che i costi della zona rossa che potrebbe cosi' finire prima della fine di aprile.
Siamo ormai fiduciosi che continuera' cosi' come tutti si augurano.
Visto il livello alto dei contagi, modifichiamo lo stato in ALLARME PER CONTAGI ALTI MA IN DISCESA in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

SITUAZIONE DEL 6/4 (ore 18:00): I decessi di oggi in Italia sono 421 (oltre 111.000 dall'inizio della pandemia), valore ritornato intorno ai 400 decessi al giorno, dopo oltre 36 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che pero' e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Questo andamento del numero dei decessi non sembra ben correlato con l'andamento dei contagi della terza ondata, che hanno iniziato a crescere a meta' febbraio ed hanno raggiunto il massimo a meta' marzo. Quindi essendo ora ai primi di aprile non ci aspettiamo ancora una diminuzione di decessi dovuti alle infezioni della terza ondata.
L'argomento secondo noi merita di essere approfondito come abbiamo gia' fatto il 4/2 commentando i TROPPI DECESSI.
Infatti la nostra interpretazione prevedeva valori elevati del numero di decessi (anche oltre 400), con un ritardo tipico di circa 20 giorni rispetto all'andamento della curva dei contagi, che sono quelli che mediamente intercorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.
Dopo 10-20 giorni dal momento in cui i contagi iniziano a scendere, prevediamo che anche il numero dei decessi scenda, stabilizzandosi infine, come viene previsto in varianti "ritardate" , intorno ai 200 decessi al giorno (con il dato di oggi siamo sulla buona strada), causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese). Attualmente in Piemonte questo fondo ha superato il 7%, arrivando al 15.5%, come risultato dell'attuale terza ondata (ora sceso al 14%), che ha aumentato il numero di virus in circolazione e quindi anche di quelli partecipanti al fondo degli asintomatici.
Passato il picco della terza ondata l' epidemia degli asintomatici ritornera' poi al suo valore di equilibrio stagionale in Piemonte ( 7% ). Con la variante inglese ancora in circolazione temiamo pero' che questo valore di equilibrio possa cambiare in peggio per la maggiore contagiosita', salvo poi diminuire nella stagione calda.

Il dato di OGGI dei positivi al test e' di 13.3% (ultima colonnina a destra nel grafico ) e segue l'andamento atteso di discesa dal picco del venerdi', collocandosi correttamente al livello del fondo indicato dalla linea grigia che unisce le valli e che risulta cosi' essere disegnata in modo appropriato lungo una discesa finalmente abbastanza decisa.
Il risultato e' molto incoraggiante perche' conferma finalmente dopo 18 giorni dall'inizio della zona rossa in Piemonte l'inizio della discesa nella curva dei contagi , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese, che e' stata la componente che, con una sua leggera crescita malgrado la zona rossa, ha finora ritardato la discesa della curva dei contagi.
Infatti secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, e' accaduto che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 sono calati (sono il 10% circa), dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese sono cresciuti (sono il 90% circa), per la sua maggiore contagiosita', in pari misura in modo che i due contributi si equivalevano ed i contagi sono rimasti cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
La discesa che abbiamo iniziato a disegnare con le nostre due linee rossa e grigia nel grafico ci auguriamo che possa continuare, salvo nei prossimi due giorni (7 e 8 aprile), in cui la curva potrebbe risalire per effetto della MINORE temperatura ambientale.

Ecco il punto della situazione in Piemonte:
  • Durante le feste di Natale i contagi sono saliti fino al 18% per poi scendere con la zona rossa al 10% fino a tutto febbraio (era il Sars-CoV-2 perche' con la zona rossa i contagi sono calati al 10% ma la variante inglese c'era gia', perche' non si e' riusciti a scendere sotto al 10%, che e' troppo alto per essere solo Sars-CoV-2).
  • Dai primi giorni di marzo il livello dei contagi ha iniziato a crescere mantenendosi costantemente un po' sopra al 15%, che e' un valore decisamente alto (e' la variante inglese, che a questi livelli provoca poi i 500 decessi al giorno).
  • Il 15/3 e' iniziata la zona rossa per far calare i contagi.
  • Al 2/4, oltre due settimane dopo, si e' potuto constatare che la zona rossa era inefficace contro la variante inglese, perche' i contagi erano ancora al 18% quando abbiamo visto, anche nella seconda ondata, che il Sars-CoV-2 si dimezza in soli 9 giorni. Ora al 6/4 continua la discesa da questo picco e dal 18% siamo scesi al 13.3%. Ci aspettiamo che questa discesa continui.
  • Evidentemente abbiamo a che fare con una variante diversa (inglese), di contagiosita' cosi' elevata che le restrizioni imposte dalla zona rossa non sono state sufficienti ad arrestarne la diffusione, che e' proceduta incrementando i contagi e compensando la discesa di quelli del Sars-CoV-2 ancora presenti (circa il 10%), prodotta dalla zona rossa.
LENTA DIMINUZIONE DEI CONTAGI: Non dobbiamo limitarci a prendere atto che i contagi stanno diminuendo ma bisogna capire invece perche' cio' avviene.
La difficolta' che s'incontra a far decrescere il numero dei contagi di questa nuova variante "inglese" puo' dipendere:
  1. dalla sua maggiore contagiosita', che ne aumenta la diffusione;
  2. da un suo tempo di guarigione piu' lungo.
Il numero di persone infette aumenta a causa dei nuovi contagi e diminuisce con il procedere delle guarigioni (o dei decessi), che pero' possono avere tempi diversi per i vari tipi di virus (varianti del Sars-CoV-2).
Se la variante inglese avesse un tempo di guarigione piu' lungo, la zona rossa sarebbe comunque utile per ostacolarne l'ulteriore diffusione e la diminuzione dei contagi avverrebbe piu' lentamente, non per inefficacia della zona rossa, ma per le difficolta' che incontrano gli anticorpi a neutralizzare la proliferazione di questo particolare virus.
Sarebbe una pessima notizia la sua capacita' di elusione della risposta anticorpale, che e' l'unica difesa che abbiamo contro il virus. Con queste mutazioni c'e' il rischio che compaia anche una variante addirittura incurabile o quasi.
Per fortuna pero' finora l'andamento della curva dei contagi NON ci sembra che possa suffragare questa seconda ipotesi.
Qualora invece fosse l'elevata contagiosita' ad impedire la decrescita dei contagi si potrebbero modificare le restrizioni, anche inasprendole se necessario, affinche' si possa riuscire a ridurre maggiormente i contagi e cosi' anche a far durare di meno le restrizioni.
L'alternativa di riaprire tutto, per andare incontro alle esigenze di chi protesta, lascerebbe aumentare di molto i virus in circolazione. Cio' comporterebbe non solo l'accettazione che ricoveri e decessi possano aumentare (come in Brasile, dove sono raddoppiati) ma anche di vivere poi in un ambiente con una piu' alta concentrazione di virus.
Con le giuste restrizioni invece crediamo che si possa arrivare in tempi brevi a far decrescere i contagi e la quantita' di virus in circolazione.
Ora che la curva dei contagi ha iniziato la discesa diminuiranno sia i danni dei contagi, che i costi della zona rossa che potrebbe cosi' finire prima. Andrebbe benissimo, se continuasse cosi' come noi ci auguriamo.

IL RUOLO DELLA TEMPERATURA: La curva dei contagi potrebbe anche smettere di decrescere il 7 e 8 aprile se la temperatura giocasse un ruolo importante.
Cio' perche' il meteo attuale prevede un calo della temperatura massima addirittura dai 26 gradi del 2/4 agli 11 gradi del 6/4 a Torino ed una temperatura minima di 2 gradi invece di 7 dei giorni prima in Piemonte.
Se la discesa dei contagi si interrompera' il 7 e 8 aprile per poi riprendere, sarebbe un indizio importante per indagare sull'entita' del ruolo che gioca la temperatura ambientale sulla contagiosita' della variante inglese.
E' quindi un'occasione interessante per osservare se la temperatura gioca veramente questo ruolo cosi' importante nella variazione del numero dei contagi (peccato che siano solo 2 i giorni di calo termico).

CONCLUSIONE: Riguardo all'attuale andamento della curva dei contagi restano valide sia le nostre precedenti riflessioni che anche tutte le osservazioni fatte sullo stato della nostra ricerca.
Rimaniamo ancora in attesa della conferma della continuazione di questa diminuzione di contagi dai dati dei prossimi giorni e, qualora la discesa non continuasse, ribadiamo il nostro parere che non si dovrebbe lasciare a lungo la zona rossa, se fosse incerto che nella forma in cui e' attuata risulta sia efficace (ora e' prevista per tutto il mese di aprile, con la gente che protesta), perche' non solo i danni economici ma anche quelli sanitari crescono, accumulandosi per molti giorni.
Visto il livello ancora alto dei contagi, manteniamo lo stato di ALLARME ROSSO PER CONTAGI STABILMENTE ALTI in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

SITUAZIONE DEL 5/4 (ore 16:45): I decessi di oggi in Italia sono 296 (oltre 111.000 dall'inizio della pandemia), valore finalmente molto sotto ai 400 decessi al giorno, dopo oltre 36 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che pero' e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Questa diminuzione del numero dei decessi, se continuasse, non e' correlata con l'andamento dei contagi della terza ondata, che hanno iniziato a crescere a meta' febbraio ed hanno raggiunto il massimo a meta' marzo. Quindi essendo ora ai primi di aprile non ci aspettiamo una diminuzione di decessi dovuti alle infezioni della terza ondata.
L'argomento secondo noi merita di essere approfondito come abbiamo gia' fatto il 4/2 commentando i TROPPI DECESSI.
Infatti la nostra interpretazione prevedeva valori elevati del numero di decessi (anche oltre 400), con un ritardo tipico di circa 20 giorni rispetto all'andamento della curva dei contagi, che sono quelli che mediamente intercorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.
Dopo 10-20 giorni dal momento in cui i contagi iniziano a scendere, prevediamo che anche il numero dei decessi scenda, stabilizzandosi infine, come viene previsto in varianti "ritardate" , intorno ai 200 decessi al giorno (con il dato di oggi siamo sulla buona strada), causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese). Attualmente in Piemonte questo fondo ha superato il 7%, arrivando al 15.5%, come risultato dell'attuale terza ondata, che ha aumentato il numero di virus in circolazione e quindi anche di quelli partecipanti al fondo degli asintomatici.
Passato il picco della terza ondata l' epidemia degli asintomatici ritornera' poi al suo valore di equilibrio stagionale in Piemonte ( 7% ). Con la variante inglese ancora in circolazione temiamo pero' che questo valore di equilibrio possa cambiare in peggio per la maggiore contagiosita', salvo poi diminuire nella stagione calda.

Il dato di OGGI dei positivi al test e' di 15.6% (ultima colonnina a destra nel grafico ) e segue l'andamento atteso di discesa dal picco del venerdi', collocandosi correttamente sotto la linea rossa che unisce i picchi e quella grigia che unisce le valli, che risultano cosi' essere disegnate in modo appropriato.
Il risultato e' ancora molto incoraggiante perche' conferma finalmente dopo 18 giorni dall'inizio della zona rossa in Piemonte un inizio di discesa nella curva dei contagi , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese, che e' stata la componente che, con una sua leggera crescita malgrado la zona rossa, ha finora ritardato la discesa della curva dei contagi.
Infatti secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, e' accaduto che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 sono calati (sono il 10% circa), dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese sono cresciuti (sono il 90% circa), per la sua maggiore contagiosita', in pari misura in modo che i due contributi si equivalevano ed i contagi sono rimasti cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
La discesa che abbiamo iniziato a disegnare con le nostre due linee rossa e grigia nel grafico ci auguriamo che possa continuare.

Ecco il punto della situazione in Piemonte:
  • Durante le feste di Natale i contagi sono saliti fino al 18% per poi scendere con la zona rossa al 10% fino a tutto febbraio (era il Sars-CoV-2 perche' con la zona rossa i contagi sono calati al 10% ma la variante inglese c'era gia', perche' non si e' riusciti a scendere sotto al 10%, che e' troppo alto per essere solo Sars-CoV-2).
  • Dai primi giorni di marzo il livello dei contagi ha iniziato a crescere mantenendosi costantemente un po' sopra al 15%, che e' un valore decisamente alto (e' la variante inglese, che a questi livelli provoca poi i 500 decessi al giorno).
  • Il 15/3 e' iniziata la zona rossa per far calare i contagi.
  • Al 2/4, oltre due settimane dopo, si e' potuto constatare che la zona rossa era inefficace contro la variante inglese, perche' i contagi erano ancora al 18% quando abbiamo visto, anche nella seconda ondata, che il Sars-CoV-2 si dimezza in soli 9 giorni. Ora al 5/4 continua la discera da questo picco e dal 18% siamo scesi al 15.6%. Ci aspettiamo che questa discesa continui.
  • Evidentemente abbiamo a che fare con una variante diversa (inglese), di contagiosita' cosi' elevata che le restrizioni imposte dalla zona rossa non sono state sufficienti ad arrestarne la diffusione, che e' proceduta incrementando i contagi e compensando la discesa di quelli del Sars-CoV-2 ancora presenti (circa il 10%), prodotta dalla zona rossa.
LENTA DIMINUZIONE DEI CONTAGI: Non dobbiamo limitarci a prendere atto che i contagi stanno diminuendo lentamente ma bisogna capire invece perche' cio' avviene.
La difficolta' che s'incontra a far decrescere il numero dei contagi di questa nuova variante "inglese", oltre che dalla sua maggiore contagiosita', potrebbe anche dipendere da un suo tempo di guarigione piu' lungo.
Infatti il numero di persone infette aumenta a causa dei nuovi contagi e diminuisce con il procedere delle guarigioni (o dei decessi), che pero' possono avere tempi diversi per i vari tipi di virus (varianti del Sars-CoV-2).
Se la variante inglese avesse un tempo di guarigione piu' lungo, la zona rossa sarebbe utile per ostacolarne l'ulteriore diffusione me la decrescita avverrebbe piu' lentamente, non per inefficacia della zona rossa, ma per le difficolta' che incontrano gli anticorpi a neutralizzare la proliferazione di questo particolare virus: sarebbe una pessima notizia la minaccia di riduzione di efficacia dell'unica difesa (quella immunitaria) che abbiamo contro il virus, che potrebbe allora mutare facendo comparire anche una variante addirittura incurabile o quasi.
Per fortuna pero' finora l'andamento della curva dei contagi NON ci sembra che possa suffragare questa seconda ipotesi.
Qualora invece fosse l'elevata contagiosita' ad impedire la decrescita dei contagi si potrebbero modificare le restrizioni, anche inasprendole se necessario, affinche' si possa riuscire a ridurre maggiormente i contagi e cosi' anche a far durare di meno le restrizioni.
L'alternativa di riaprire tutto, per andare incontro alle esigenze di chi protesta, lascerebbe aumentare di molto i virus in circolazione. Cio' comporterebbe non solo l'accettazione che ricoveri e decessi possano aumentare (come in Brasile, dove sono raddoppiati) ma anche di vivere poi in un ambiente con una piu' alta concentrazione di virus.
Con le giuste restrizioni invece crediamo che si possa arrivare in tempi brevi a far decrescere i contagi e la quantita' di virus in circolazione.
Ora che la curva dei contagi ha iniziato la discesa diminuiranno sia i danni dei contagi, che i costi della zona rossa che potrebbe cosi' finire prima. Andrebbe benissimo, se continuasse cosi' come noi ci auguriamo.

IL RUOLO DELLA TEMPERATURA: La curva dei contagi potrebbe anche smettere di decrescere il 7 e 8 aprile se la temperatura gioca un ruolo importante.
Cio' perche' il meteo attuale prevede un calo della temperatura massima addirittura dai 26 gradi del 2/4 agli 11 gradi del 6/4 a Torino ed una temperatura minima di 2 gradi invece di 7 dei giorni prima in Piemonte.
Se la discesa dei contagi si interrompera' il 7 e 8 aprile per poi riprendere, sarebbe un indizio importante per indagare sull'entita' del ruolo che gioca la temperatura ambientale sulla contagiosita' della variante inglese.
E' quindi un'occasione interessante per osservare se la temperatura gioca veramente questo ruolo cosi' importante nella variazione del numero dei contagi (peccato che siano solo 2 i giorni di calo termico).

CONCLUSIONE: Riguardo all'attuale andamento della curva dei contagi restano valide sia le nostre precedenti riflessioni che anche tutte le osservazioni fatte sullo stato della nostra ricerca.
Rimaniamo ancora in attesa della conferma della continuazione di questa diminuzione di contagi dai dati dei prossimi giorni e, qualora la discesa non continuasse, ribadiamo il nostro parere che non si dovrebbe lasciare a lungo la zona rossa, se fosse incerto che nella forma in cui e' attuata risulta sia efficace (ora e' prevista per tutto il mese di aprile, con la gente che protesta), perche' non solo i danni economici ma anche quelli sanitari crescono, accumulandosi per molti giorni.
Visto il livello ancora alto dei contagi, manteniamo lo stato di ALLARME ROSSO PER CONTAGI STABILMENTE ALTI in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

SITUAZIONE DEL 4/4 (ore 17:00): I decessi di oggi in Italia sono 326 (oltre 111.000 dall'inizio della pandemia), valore sotto i 400 decessi al giorno dopo oltre 36 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che pero' e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Secondo la nostra interpretazione che prevedeva valori elevati di questo numero anche oltre 400 nei giorni passati, seguendo l'andamento della curva dei contagi con questo ritardo tipico di circa 20 giorni, che sono quelli che mediamente trascorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.
Dopo 10-20 giorni dal momento in cui i contagi inizieranno a scendere, prevediamo che anche il numero dei decessi scenda, stabilizzandosi infine, come viene previsto in varianti "ritardate" , intorno ai 200 decessi al giorno, causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici (prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese), che attualmente in Piemonte ha superato il 7%, arrivando al 15.5%, come risultato dell'attuale terza ondata, che ha aumentato il numero di virus in circolazione e quindi anche di quelli partecipanti al fondo degli asintomatici.
Passato il picco della terza ondata l' epidemia degli asintomatici dovrebbe ritornare poi al suo valore di equilibrio stagionale in Piemonte ( 7% ), ma con la variante inglese ancora in circolazione temiamo che questo valore di equilibrio possa cambiare in peggio per la maggiore contagiosita', salvo poi diminuire nella stagione calda.

Il dato dei positivi al test di OGGI a 23.2% (ultima colonnina a destra nel grafico ) e' un dato che ci sembra troppo alto ed essendo composto da un numero particolarmente basso di campioni analizzati (perche' domenica di Pasqua) l'abbiamo indicato con un punto interrogativo, perche' i contagi veri NON possono variare del 44% (da 16.1 a 23.2) in un solo giorno.
Non ci resta che aspettare il dato di domani per capire come sta andando la curva dei contagi.
Visto il livello alto dei contagi, manteniamo lo stato di ALLARME ROSSO PER CONTAGI STABILMENTE ALTI in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

QUANTO SONO ALTI ORA I CONTAGI IN PIEMONTE?   (3 aprile 2021)
Confrontate i valori dei due grafici seguenti sull'asse verticale, quello delle ordinate: Questi livelli di contagi corrispondono linearmente ai numeri di ricoveri e decessi conseguenti ai contagi.
Passare da un fondo del 2% al 10% comporta quintuplicare i decessi giornalieri (per esempio passare da 100 a 500).

SITUAZIONE DEL 3/4 (ore 17:45): I decessi di oggi in Italia sono 376 (oltre 110.000 dall'inizio della pandemia), valore sotto i 400 decessi al giorno dopo oltre 36 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che pero' e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Secondo la nostra interpretazione che prevedeva valori elevati di questo numero anche oltre 400 nei giorni passati, seguendo l'andamento della curva dei contagi con questo ritardo tipico di circa 20 giorni, che sono quelli che mediamente trascorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.
Dopo 10-20 giorni dal momento in cui i contagi inizieranno a scendere, prevediamo che anche il numero dei decessi scenda, stabilizzandosi infine, come viene previsto in varianti "ritardate" , intorno ai 200 decessi al giorno, causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici (prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese), che attualmente in Piemonte ha superato il 7%, arrivando al 15.5%, come risultato dell'attuale terza ondata, che ha aumentato il numero di virus in circolazione e quindi anche di quelli partecipanti al fondo degli asintomatici.
Passato il picco della terza ondata l' epidemia degli asintomatici dovrebbe ritornera' poi al suo valore di equilibrio stagionale in Piemonte ( 7% ), ma con la variante inglese ancora in circolazione temiamo che questo valore di equilibrio potrebbe cambiare in peggio per la maggiore contagiosita', salvo poi diminuire nella stagione calda.

Il dato di OGGI dei positivi al test e' di 16.1% (ultima colonnina a destra nel grafico ) e segue l'andamento atteso di discesa dal picco del venerdi' e che si colloca correttamente sotto la linea rossa che unisce i picchi e quella grigia che unisce le valli, che risultano cosi' essere disegnate in modo appropriato.
Il risultato e' ancora molto incoraggiante perche' mostra finalmente dopo 18 giorni dall'inizio della zona rossa in Piemonte un inizio di discesa nella curva dei contagi , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese, che e' stata la componente che, con una sua leggera crescita malgrado la zona rossa, ha finora ritardato la discesa della curva dei contagi.
Infatti secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, e' accaduto che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 sono calati (sono il 10% circa), dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese sono cresciuti (sono il 90% circa), per la sua maggiore contagiosita', in pari misura in modo che i due contributi si equivalevano ed i contagi sono rimasti cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
La discesa che abbiamo iniziato a disegnare con le nostre due linee rossa e grigia nel grafico ci auguriamo che possa continuare.

Ecco il punto della situazione in Piemonte:
  • Durante le feste di Natale i contagi sono saliti fino al 18% per poi scendere con la zona rossa al 10% fino a tutto febbraio (era il Sars-CoV-2 perche' con la zona rossa i contagi sono calati al 10% ma la variante inglese c'era gia', perche' non si e' riusciti a scendere sotto al 10%, che e' troppo alto per essere solo Sars-CoV-2).
  • Dai primi giorni di marzo il livello dei contagi ha iniziato a crescere mantenendosi costantemente un po' sopra al 15%, che e' un valore decisamente alto (e' la variante inglese, che a questi livelli provoca poi i 500 decessi al giorno).
  • Il 15/3 e' iniziata la zona rossa per far calare i contagi.
  • Al 2/4, oltre due settimane dopo, si e' potuto constatare che la zona rossa era inefficace contro la variante inglese, perche' i contagi erano ancora al 18% quando abbiamo visto, anche nella seconda ondata, che il Sars-CoV-2 si dimezza in soli 9 giorni. Ora al 3/4 inizia la discera da questo picco e dal 18% siamo scesi al 16.1%. Ci aspettiamo che questa discesa continui.
  • Evidentemente abbiamo a che fare con una variante diversa (inglese), di contagiosita' cosi' elevata che le restrizioni imposte dalla zona rossa non sono state sufficienti ad arrestarne la diffusione, che e' proceduta incrementando i contagi e compensando la discesa di quelli del Sars-CoV-2 ancora presenti (circa il 10%), prodotta dalla zona rossa.
LENTA DIMINUZIONE DEI CONTAGI: Non dobbiamo limitarci a prendere atto che i contagi stanno diminuendo lentamente ma bisogna capire invece perche' cio' avviene.
La difficolta' che s'incontra a far decrescere il numero dei contagi di questa nuova variante "inglese", oltre che dalla sua maggiore contagiosita', potrebbe anche dipendere da un suo tempo di guarigione piu' lungo.
Infatti il numero di persone infette aumenta a causa dei nuovi contagi e diminuisce con il procedere delle guarigioni (o dei decessi), che pero' possono avere tempi diversi per i vari tipi di virus (varianti del Sars-CoV-2).
Se la variante inglese avesse un tempo di guarigione piu' lungo, la zona rossa sarebbe utile per ostacolarne l'ulteriore diffusione me la decrescita avverrebbe piu' lentamente, non per inefficacia della zona rossa, ma per le difficolta' che incontrano gli anticorpi a neutralizzare la proliferazione di questo particolare virus: sarebbe una pessima notizia la minaccia di riduzione di efficacia dell'unica difesa (quella immunitaria) che abbiamo contro il virus, che potrebbe allora mutare facendo comparire anche una variante addirittura incurabile o quasi.
Per fortuna pero' finora l'andamento della curva dei contagi NON ci sembra che possa suffragare questa seconda ipotesi.
Qualora invece fosse l'elevata contagiosita' ad impedire la decrescita dei contagi si potrebbero modificare le restrizioni, anche inasprendole se necessario, affinche' si possa riuscire a ridurre maggiormente i contagi e cosi' anche a far durare di meno le restrizioni.
L'alternativa di riaprire tutto, per andare incontro alle esigenze di chi protesta, lascerebbe aumentare di molto i virus in circolazione. Cio' comporterebbe non solo l'accettazione che ricoveri e decessi possano aumentare (come in Brasile, dove sono raddoppiati) ma anche di vivere poi in un ambiente con una piu' alta concentrazione di virus.
Con le giuste restrizioni invece crediamo che si possa arrivare in tempi brevi a far decrescere i contagi e la quantita' di virus in circolazione.
Ora che la curva dei contagi ha iniziato la discesa diminuiranno sia i danni dei contagi, che i costi della zona rossa che potrebbe cosi' finire prima. Andrebbe benissimo, se continuasse cosi' come noi ci auguriamo.
Potrebbe anche smettere di decrescere il 7 e 8 aprile (secondo il meteo attuale, che prevede una temperatura minima di 2 gradi invece di 7 i giorni prima) e poi riprendere la discesa: sarebbe un indizio molto importante per indagare sull'entita' del ruolo che gioca la temperatura ambientale sulla contagiosita' della variante inglese.
Riguardo all'attuale andamento della curva dei contagi restano valide sia le nostre precedenti riflessioni che anche tutte le osservazioni fatte sullo stato della nostra ricerca.
Rimaniamo ancora in attesa della conferma della continuazione di questa diminuzione dei contagi dai dati dei prossimi giorni e, qualora la discesa non continuasse, ribadiamo il nostro parere che non si dovrebbe lasciare a lungo la zona rossa, se inefficace (ora e' prevista per tutto il mese di aprile, con la gente che protesta), perche' non solo i danni economici ma soprattutto anche quelli sanitari crescono, accumulandosi per molti giorni.
Visto il livello ancora alto dei contagi, manteniamo lo stato di ALLARME ROSSO PER CONTAGI STABILMENTE ALTI in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

PERCHE' I CONTAGI CALANO ORA E NON PRIMA? COS'E' SUCCESSO?   (3 aprile 2021)
Speriamo che la discesa dei contagi che sembra iniziata continui, ma confessiamo che qualche dubbio l'abbiamo.
Ci sembra strano che dopo l'inizio della zona rossa 18 giorni fa, che ostacola i contagi, per oltre 10 giorni i contagi non sono diminuiti, poi iniziano a diminuire leggermente. La causa non puo' essere la zona rossa ma qualcos'altro dev'essere accaduto.
L'unica cosa che risulta a noi e' una settimana di temperatura piu' alta di 6 o 7 gradi, come se fosse finito l'inverno, in corrispondenza proprio ai giorni in cui i contagi calano.
In effetti un innalzamento della temperatura ambientale riduce la contagiosita' dei virus (e' la ragione per cui d'estate l'epidemia di estingue). Ma era proprio la contagiosita' alta della variante inglese ad impedire ai contagi di diminuire, per cui intravediamo la possibilita' che l'inizio della discesa che vediamo possa dipendere da questo fattore ambientale. Se cosi' fosse la discesa dei contagi dovrebbe interrompersi nei prossimi giorni, perche' ora la temperatura ambientale sta per riabbassarsi di 6 gradi nei prossimi 6 giorni.
Staremo a vedere se tra 6 giorni la diminuzione dei contagi s'interrompera' (dall'8 aprile, secondo le previsioni meteo).
Se s'interrompesse davvero, sarebbe un'informazione della massima importanza. Lo spieghiamo con l'esempio seguente:
Un esempio paradossale: Noi vediamo due modi possibili, in cui la temperatura puo' avere un ruolo nei contagi:
  1. Uno fisiologico, perche' tutti noi abbiamo sperimentato come puo' accentuarsi un'irritazione alla gola o addirittura la tosse dopo una mezz'ora di esposizione al freddo, anche modesto, che evidentemente favorisce l'aggressione di germi patogeni, salvo poi scomparire se si torna presto al caldo.
  2. Un'altro ambientale, perche' il freddo allunga l'intervallo di tempo in cui il virus rimane attivo e capace di infettare se inalato: i virus possono cosi' accumularsi maggiormente nell'ambiente e le cariche virali aumentano di numero e di concentrazione.
Nel primo caso per ridurre i contagi della variante inglese, se la sua propagazione risulta cosi' dipendente dalla temperatura, potrebbe funzionare meglio prescrivere di indossare "una maglia di lana in piu'" (cioe' un abbigliamento invernale) che non la zona rossa! Ovvero si potrebbero rilasciare molte onerose restrizioni della zona rossa, facendo pero' proteggere meglio le persone dal freddo, cosa che pochi fanno in primavera (occorrerebbe prescrivere i "colori" per l'abbigliamento anziche' per le regioni).
Nel secondo caso si vive in un ambiente piu' infetto e quindi bisogna lavarsi piu' spesso le mani.
In entrambi i casi si potrebbero allentare molte restrizioni della zona rossa, perche' scarsamente efficaci, come dimostra anche la scarsa decrescita dei contagi registratasi nei primi giorni dopo l'istituzione della zona rossa il 15/3.
Che l'effetto della temperatura sia cosi' importante e' improbabile ma possibile ed il nostro e' un tentativo di scoprire come stanno le cose, procedendo per induzione e cercando di capire cosa succede e perche' succede.

SITUAZIONE DEL 2/4 (ore 19:15): I decessi di oggi in Italia sono 481 (oltre 109.000 dall'inizio della pandemia), valore ben oltre i 400 decessi al giorno dopo oltre 36 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che pero' e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Secondo la nostra interpretazione che prevedeva valori elevati di questo numero anche oltre 400 nei giorni passati, seguendo l'andamento della curva dei contagi con questo ritardo tipico di circa 20 giorni, che sono quelli che mediamente trascorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.
Dopo 10-20 giorni dal momento in cui i contagi inizieranno a scendere, prevediamo che anche il numero dei decessi scenda, stabilizzandosi infine, come viene previsto in varianti "ritardate" , intorno ai 200 decessi al giorno, causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici (prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese), che attualmente in Piemonte ha superato il 7%, arrivando al 15.5%, come risultato dell'attuale terza ondata, che ha aumentato il numero di virus in circolazione e quindi anche di quelli partecipanti al fondo degli asintomatici.
Passato il picco della terza ondata l' epidemia degli asintomatici dovrebbe ritornera' poi al suo valore di equilibrio stagionale in Piemonte ( 7% ), ma con la variante inglese ancora in circolazione temiamo che questo valore di equilibrio potrebbe cambiare in peggio per la maggiore contagiosita', salvo poi diminuire nella stagione calda.

Il dato dei positivi al test di OGGI a 18.0% (ultima colonnina a destra nel grafico ) e' un dato piu' in alto dell'andamento costante con media di circa il 15.5% presente dopo l'inizio della zona rossa il 15/3.
Questo dato e' relativo al solito picco del venerdi, solitamente da noi attribuito alla presenza delle varianti, e pertanto lo acquisiamo come tale collegandolo alla linea rossa che collega tutti i picchi della curva dei contagi.
Possiamo allora ridisegnare anche la linea grigia che collega le valli, solitamente da noi attribuita al Sars-CoV-2 ancora presente al 10%.
Il risultato che emerge da queste estrapolazioni e' molto incoraggiante perche' mostra finalmente dopo 18 giorni dall'inizio della zona rossa in Piemonte un inizio di discesa nella curva dei contagi , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese, che e' stata la componente che, con una sua leggera crescita malgrado la zona rossa, ha finora ritardato la discesa della curva.
Infatti secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, e' accaduto che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 calano (sono il 10% circa), dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese crescono (sono il 90% circa), per la sua maggiore contagiosita', in pari misura in modo che i due contributi si equivalgono ed i contagi sono rimasti cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
La discesa che abbiamo iniziato a disegnare con la linea grigia nel grafico ci auguriamo che possa continuare.
Facciamo il punto della situazione in Piemonte:
  • Durante le feste di Natale i contagi sono saliti fino al 18% per poi scendere con la zona rossa al 10% fino a tutto febbraio (era il Sars-CoV-2 perche' con la zona rossa i contagi sono calati al 10% ma la variante inglese c'era gia', perche' non si e' riusciti a scendere sotto al 10%, che e' troppo alto per essere solo Sars-CoV-2).
  • Dai primi giorni di marzo il livello dei contagi ha iniziato a crescere mantenendosi costantemente un po' sopra al 15%, che e' un valore decisamente alto (e' la variante inglese, che a questi livelli provoca poi i 500 decessi al giorno).
  • Il 15/3 e' iniziata la zona rossa per far calare i contagi.
  • Al 2/4, oltre due settimane dopo, si e' potuto constatare che la zona rossa era inefficace contro la variante inglese, perche' i contagi sono ancora al 18% quando abbiamo visto, anche nella seconda ondata, che il Sars-CoV-2 si dimezza in soli 9 giorni.
  • Evidentemente abbiamo a che fare con una variante diversa (inglese), di contagiosita' cosi' elevata che le restrizioni imposte dalla zona rossa non sono piu' sufficienti ad arrestarne la diffusione, che procede incrementando i contagi e compensando la discesa di quelli del Sars-CoV-2 ancora presenti (circa il 10%), prodotta dalla zona rossa.
Non dobbiamo comunque limitarci a prendere atto che i contagi stanno diminuendo lentamente ma bisogna capire invece come avvengono questi contagi e poi modificare le restrizioni, anche inasprendole se necessario, affinche' si possa riuscire a ridurre maggiormente i contagi e che si riesca cosi' anche a far durare di meno le restrizioni. Secondo noi dovrebbe essere possibile.
L'alternativa di riaprire tutto, per andare incontro alle esigenze di chi protesta, lascerebbe aumentare di molto i virus in circolazione. Cio' comporterebbe non solo l'accettazione che ricoveri e decessi possano aumentare (come in Brasile, dove sono raddoppiati) ma anche di vivere poi in un ambiente con una piu' alta concentrazione di virus.
Con le giuste restrizioni invece crediamo che si possa arrivare in tempi brevi a far decrescere i contagi e la quantita' di virus in circolazione.
Forse ora la curva dei contagi sembra che accenni ad un inizio di discesa e cosi' diminuirebbero sia i danni dei contagi, che i costi della zona rossa che potrebbe cosi' finire prima. Andrebbe benissimo, se fosse cosi' come noi ci auguriamo.
Riguardo all'attuale andamento della curva dei contagi restano valide sia le nostre precedenti RIFLESSIONI che anche tutte le osservazioni fatte sullo stato della nostra ricerca.
Rimaniamo ancora in attesa della conferma dell'inizio di questa diminuzione dei contagi dai dati dei prossimi giorni e, qualora non avvenisse, ribadiamo il nostro parere che non si dovrebbe lasciare a lungo la zona rossa, se inefficace (ora e' prevista per tutto il mese di aprile, con la gente che protesta), perche' non solo i danni economici ma soprattutto anche quelli sanitari crescono, accumulandosi per molti giorni.
Visto il livello ancora alto dei contagi, manteniamo lo stato di ALLARME ROSSO PER CONTAGI STABILMENTE ALTI in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

SITUAZIONE DEL 1/4 (ore 17:40): I decessi di oggi in Italia sono 501 (oltre 109.000 dall'inizio della pandemia), valore ben oltre i 400 decessi al giorno dopo oltre 36 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che pero' e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Secondo la nostra interpretazione che prevedeva valori elevati di questo numero anche oltre 400 nei giorni passati, seguendo l'andamento della curva dei contagi con questo ritardo tipico di circa 20 giorni, che sono quelli che mediamente trascorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.
Dopo 10-20 giorni dal momento in cui i contagi inizieranno a scendere, prevediamo che anche il numero dei decessi scenda, stabilizzandosi infine, come viene previsto in varianti "ritardate" , intorno ai 200 decessi al giorno, causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici (prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese), che attualmente in Piemonte ha superato il 7%, arrivando al 15.5%, come risultato dell'attuale terza ondata, che ha aumentato il numero di virus in circolazione e quindi anche di quelli partecipanti al fondo degli asintomatici.
Passato il picco della terza ondata l' epidemia degli asintomatici dovrebbe ritornera' poi al suo valore di equilibrio stagionale in Piemonte ( 7% ), ma con la variante inglese ancora in circolazione temiamo che questo valore di equilibrio potrebbe cambiare in peggio per la maggiore contagiosita', salvo poi diminuire nella stagione calda.

Il dato dei positivi al test di OGGI a 16.6% (ultima colonnina a destra nel grafico ) e' un dato piu' in alto dell'andamento costante con media di circa il 15.5% dopo l'inizio della zona rossa il 15/3.
Questo dato, insieme ai due piu' bassi di ieri potrebbe annunciare un inizio di discesa della curva e noi, come buon augurio, abbiamo disegnato in leggerissima discesa la linea grigia nel grafico , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese, che e' stata la componente che con una sua leggera crescita finora impedito la discesa della curva, conseguente alla zona rossa iniziata 17 giorni fa.
Infatti secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, sta accadendo che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 calano (sono il 10% circa), dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese crescono (sono il 90% circa), per la sua maggiore contagiosita', in pari misura in modo che i due contributi si equivalgono ed i contagi sono rimasti cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
La discesa che abbiamo iniziato a disegnare con la linea grigia nel grafico ci auguriamo che possa continuare, anche se non vediamo un cambiamento avvenuto delle condizioni che lo giustifichi (ma questo non esclude che ci sia stato, magari con quella presa di coscienza delle persone, tanto auspicata da Macron).
Sarebbe la soluzione naturale al problema che avevamo segnalato ieri, in cui ritenevamo che si dovesse scoprire la causa che impediva ai contagi di diminuire dopo 13 giorni dall'inizio della zona rossa per adottare poi i giusti provvedimenti, inasprendo le restrizioni per quei comportamenti che maggiormente favoriscono la diffusione di questa variante: infatti l'aumento dei contagi va sempre combattuto, perche' ricoveri e decessi aumentano se crescono i contagi.
In Brasile, dove le restrizioni sono state minori, i virus si sono diffusi maggiormente ed ora ci sono un numero di decessi giornalieri percentualmente piu' del doppio dei nostri (4000 al giorno su 200 milioni di abitanti).
Quindi i contagi vanno sempre ridotti quanto piu' possibile.
Occorre pero' verificare sempre che le restrizioni adottate producano benefici consistenti ed adeguati a giustificarne i costi delle restrizioni, che sono molto alti. Qualora cio' non accadesse, come sembrava stesse accadendo in Piemonte, perche' i contagi non calavano, non si deve mantenere tutto invariato a lungo perche', se i contagi non calano, con il trascorrere dei giorni, l'area del picco aumenta e con essa contagi, ricoveri e decessi
Facciamo il punto della situazione in Piemonte:
  • Durante le feste di Natale i contagi sono saliti fino al 18% per poi scendere con la zona rossa al 10% fino a tutto febbraio (era il Sars-CoV-2 perche' con la zona rossa i contagi sono calati al 10% ma la variante inglese c'era gia', perche' non si e' riusciti a scendere sotto al 10%, che e' troppo alto per essere solo Sars-CoV-2).
  • Dai primi giorni di marzo il livello dei contagi ha iniziato a crescere mantenendosi costantemente un po' sopra al 15%, che e' un valore decisamente alto (e' la variante inglese, che a questi livelli provoca poi i 500 decessi al giorno).
  • Il 15/3 e' iniziata la zona rossa per far calare i contagi.
  • Al 1/4, oltre due settimane dopo, si e' potuto constatare che la zona rossa era inefficace contro la variante inglese, perche' i contagi sono ancora al 16.6% quando abbiamo visto, anche nella seconda ondata, che il Sars-CoV-2 si dimezza in soli 9 giorni.
  • Evidentemente abbiamo a che fare con una variante diversa (inglese), di contagiosita' cosi' elevata che le restrizioni imposte dalla zona rossa non sono piu' sufficienti ad arrestarne la diffusione, che procede incrementando i contagi e compensando la discesa di quelli del Sars-CoV-2 ancora presenti (circa il 10%), prodotta dalla zona rossa.
Secondo noi non va bene lasciare a lungo la zona rossa cosi' com'e' (con la gente che protesta), se la situazione dei contagi non migliora, perche' i danni economici e sanitari si accumulano.
Bisogna capire come avvengono questi contagi per modificare le restrizioni, anche inasprendole se necessario, cosi' che possano riuscire a ridurre i contagi e cosi' anche durare di meno. Noi crediamo che sia possibile.
L'alternativa di riaprire tutto, per andare incontro alle esigenze di chi protesta, facendo come in Brasile, lascerebbe aumentare di molto i virus in circolazione. Cio' comporterebbe non solo l'accettazione che ricoveri e decessi possano aumentare (come in Brasile, dove sono raddoppiati) ma anche di vivere poi in un ambiente con una piu' alta concentrazione di virus.
Con le giuste restrizioni invece crediamo che si possa arrivare in tempi brevi a far decrescere i contagi e la quantita' di virus in circolazione.
Forse si sta gia' cominciando a fare, perche' ora la curva dei contagi sembra che accenni ad un inizio di discesa e cosi' diminuirebbero sia i danni dei contagi, che i costi della zona rossa che potrebbe cosi' finire prima. Andrebbe benissimo, se fosse vero come noi ci auguriamo.
Riguardo all'attuale andamento della curva dei contagi restano valide sia le nostre precedenti RIFLESSIONI che anche tutte le osservazioni fatte sullo stato della nostra ricerca.
Rimaniamo ancora in attesa della conferma dell'inizio di questa diminuzione dei contagi, ancora incerta, osservando il comportamento dei dati dei prossimi giorni e, qualora non avvenisse, ribadiamo il nostro parere che non si dovrebbe lasciare a lungo la zona rossa, anche se inefficace (ora e' prevista per tutto il mese di aprile, con la gente che protesta), perche' non solo i danni economici ma soprattutto anche quelli sanitari crescono, accumulandosi per molti giorni.
Visto il livello ancora alto dei contagi, manteniamo lo stato di ALLARME ROSSO PER CONTAGI STABILMENTE ALTI in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

ANDAMENTO DEI DECESSI IN ITALIA   (1 aprile 2021)
La gravita' di questa epidemia italiana rispetto a quelle di altri Stati, risulta evidente nel grafico seguente (da Sky TG24, fonte Our World in Data):


La presenza di questa nuova variante (inglese) era gia' stata da noi ipotizzata piu' di un mese fa.
Abbiamo poi discusso la presenza di questa variante anche piu' recentemente, facendo il punto sullo stato della nostra ricerca.
Tutto questo l'abbiamo dedotto dal solo atudio dell'andamento della curva dei contagi.
Queste due curve, contagi e decessi, sono legate tra loro perche' l'area del picco della curva dei contagi, che indica l'andamento nel tempo della percentuale delle persone contagiate, rappresenta il numero totale delle persone contagiate.
La frazione di queste che muore contribuisce alla curva dei decessi.
Possiamo allora capire perche' la curva dei decessi in Italia cresca cosi' tanto.
In ogni momento le persone infette che si possono ammalare di Covid-19 sono solo quelle infettate e non ancora guarite.
Supponendo che il tempo medio di guarigione sia di 30 giorni, questo vuol dire che in prima approssimazione i decessi, che sono una frazione di quelli che si ammalano, sono l'area (=integrale) della curva dei decessi estesa solo a 30 giorni.
Cosi' possiamo ricavare la curva dei decessi spostando questo integrale sulla curva dei decessi nei vari giorni, ricavando i decessi di quel giorno.
E' facile capire allora, guardando la curva dei contagi perche' i decessi nei vari giorni di marzo salgano come indicato nel grafico dei decessi precedente: e' il riflesso del picco di marzo della terza ondata, spostato in avanti nel tempo di una ventina di giorni, quanti ne occorrono per lo sviluppo della sindrome Covid-19.
Da questo grafico appare evidente l'importanza e la gravita' del picco dei contagi della variante inglese che abbiamo in Italia e che non siamo ancora riusciti a far diminuire in modo sostanziale (malgrado la zona rossa).
Questo nostro ragionamento e' solo qualitativo. Se si facesse anche quantitativamente (ma sevono piu' dati) si potrebbero calcolare i valori assoluti e si potrebbe cosi' verificare anche se nella curva dei decessi si nascondono altre componenti, come ad esempio varianti "invisibili" ai test (la curva potrebbe essere spostata piu' in alto per questo).
La differenza dell'andamento dei decessi in Spagna (ad esempio), in cui ad un picco stretto nella curva dei contagi corrisponde un picco stretto ritardato nel tempo nella curva dei decessi (nel grafico che precede), e quello in Italia, in cui risulta rilevante il contributo ai decessi del fondo alto nella curva dei contagi (prendiamo questa del Piemonte ad esempio) che produce 400 decessi al giorno quando i contagi variano tra il 10% e il 15% e supera i 500 decessi al giorno quando i contagi arrivano vicini al 20% (che sono percentuali altissime).
Bisogna quindi combattere non solo i picchi delle ondate ma anche il livello del fondo quando e' alto (sopra al 5%) perche', perdurando piu' a lungo, produce un danno che puo' anche essere maggiore di quello del picco.
Nel caso attuale dell'Italia il livello alto del fondo e' una diretta conseguenza della presenza della nuova variante inglese (all'85%-90%), che fa crescere di piu' il fondo dell'epidemia degli asintomatici per la maggiore contagiosita'.
Questa e' una pessima notizia, perche' se il fondo e' principalmente dovuto all' epidemia degli asintomatici diventa una caratteristica ambientale dell'epidemia endemica, molto difficile da controllare.
Si puo' ridurre stabilmente, non con restrizioni anche rigide, ma solo con la temperatura ambientale (estiva) e con l'immunita' diffusa vaccinale. Ma intanto purtroppo ricoveri e decessi corrono, se il livello dei contagi rimane alto e con la variante inglese che circola e' molto difficile abbassarlo.

SITUAZIONE DEL 31/3 (ore 19:30): I decessi di oggi in Italia sono 463? (oltre 108.000 dall'inizio della pandemia ma ci mancano quelli della Sicilia. una ventina), valore ben oltre i 400 decessi al giorno dopo oltre 35 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che pero' e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Secondo la nostra interpretazione che prevedeva valori elevati di questo numero anche oltre 400 nei giorni passati, seguendo l'andamento della curva dei contagi con questo ritardo tipico di circa 20 giorni, che sono quelli che mediamente trascorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.
Dopo 10-20 giorni dal momento in cui i contagi inizieranno a scendere, prevediamo che anche il numero dei decessi scenda, stabilizzandosi infine, come viene previsto in varianti "ritardate" , intorno ai 200 decessi al giorno, causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici (prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese), che attualmente in Piemonte ha superato il 7%, arrivando al 15.5%, come risultato dell'attuale terza ondata, che ha aumentato il numero di virus in circolazione e quindi anche di quelli partecipanti al fondo degli asintomatici.
Passato il picco della terza ondata l' epidemia degli asintomatici riteniamo che ritornera' poi al suo valore di equilibrio stagionale in Piemonte ( 7% ).

Il dato dei positivi al test di OGGI a 14.3% (ultima colonnina a destra nel grafico ) e' un dato piu' in basso dell'andamento costante con media di circa il 15.5% dopo l'inizio della zona rossa.
Questo dato, insieme a quello di ieri potrebbe annunciare un inizio di discesa della curva e noi, come buon augurio, l'abbiamo disegnato con la linea grigia nel grafico , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese, che e' stata la componente che con una sua leggera crescita finora impedito la discesa della curva, conseguente alla zona rossa iniziata 14 giorni fa.
Infatti secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, sta accadendo che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 calano (sono il 10% circa), dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese crescono (sono il 90% circa), per la sua maggiore contagiosita', in pari misura in modo che i due contributi si equivalgono ed i contagi sono rimasti cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
La discesa che abbiamo iniziato a disegnare con la linea grigia nel grafico ci auguriamo che continui, anche se non vediamo un cambiamento avvenuto delle condizioni che lo giustifichi (ma questo non esclude che ci sia stato, magari quella presa di coscienza delle persone, tanto auspicata da Macron).
Sarebbe la soluzione naturale al problema che avevamo segnalato ieri, in cui ritenevamo che si dovesse scoprire la causa che impediva ai contagi di diminuire dopo 13 giorni dall'inizio della zona rossa per adottare poi i giusti provvedimenti, inasprendo le restrizioni per quei comportamenti che maggiormente favoriscono la diffusione di questa variante: infatti l'aumento dei contagi va sempre combattuto, perche' ricoveri e decessi aumentano se crescono i contagi.
In Brasile, dove le restrizioni sono state minori, i virus si sono diffusi maggiormente ed ora ci sono un numero di decessi giornalieri percentualmente piu' del doppio dei nostri (4000 al giorno su 200 milioni di abitanti).
Quindi i contagi vanno sempre ridotti quanto piu' possibile.
Occorre pero' verificare sempre che le restrizioni adottate producano benefici consistenti ed adeguati a giustificarne i costi delle restrizioni, che sono molto alti. Qualora cio' non accadesse, come sembrava stesse accadendo in Piemonte, perche' i contagi non calavano, non si deve mantenere tutto invariato a lungo perche', se i contagi non calano, con il trascorrere dei giorni, l'area del picco aumenta e con essa contagi, ricoveri e decessi.
Non va bene lasciare a lungo la zona rossa (per cui la gente protesta) se la situazione dei contagi non migliora, perche' i danni economici e sanitari si accumulano.
Abbiamo espresso ieri questo parere perche' sembrava che in Piemonte la zona rossa, cosi' com'e' attuata, non stava facendo diminuire i contagi.
Bisognava capire come stavano avvenendo questi contagi (della variante presente: quella inglese?) per modificare poi le restrizioni inasprendole, cosi' che possano durare di meno.
L'alternativa sarebbe stata quella di riaprire tutto, per andare incontro alle esigenze di chi protesta, favendo come in Brasile e lasciando aumentare di molto i virus in circolazione ma in tal caso si dovrebbe anche accettare che ricoveri e decessi possano raddoppiare (infatti in Brasile sono raddoppiati).
Con le giuste restrizioni invece si puo' arrivare in tempi brevi a far decrescere i contagi, ma forse e' stato fatto, perche' ora la curva dei contagi sembra che scenda e cosi' stanno iniziano a diminuire sia i danni dei contagi, che i costi della zona rossa che finira' prima. Andrebbe benissimo.
Riguardo all'attuale andamento della curva dei contagi restano valide sia le nostre precedenti RIFLESSIONI che anche tutte le osservazioni fatte sullo stato della nostra ricerca.
Rimaniamo ancora in attesa dell'inizio della conferma di questa diminuzione dei contagi nel comportamento dei dati dei prossimi giorni.
Visto il livello ancora alto dei contagi, manteniamo lo stato di ALLARME ROSSO PER CONTAGI STABILMENTE ALTI in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

SITUAZIONE DEL 30/3 (ore 17:15): I decessi di oggi in Italia sono 529 (oltre 108.000 dall'inizio della pandemia), valore ben oltre i 400 decessi al giorno dopo oltre 35 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che pero' e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Secondo la nostra interpretazione che prevedeva valori elevati di questo numero anche oltre 400 nei giorni passati, seguendo l'andamento della curva dei contagi con questo ritardo tipico di circa 20 giorni, che sono quelli che mediamente trascorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.
Dopo 10-20 giorni dal momento in cui i contagi inizieranno a scendere, prevediamo che anche il numero dei decessi scenda, stabilizzandosi infine, come viene previsto in varianti "ritardate" , intorno ai 200 decessi al giorno, causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici (prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese), che attualmente in Piemonte ha superato il 7%, arrivando al 15.5%, come risultato dell'attuale terza ondata, che ha aumentato il numero totale di virus in circolazione e quindi anche di quelli partecipanti al fondo degli asintomatici.
Passato il picco della terza ondata l' epidemia degli asintomatici riteniamo che ritornera' poi al suo valore di equilibrio stagionale in Piemonte ( 7% ).

Il dato dei positivi al test di OGGI a 15.0% (ultima colonnina a destra nel grafico ) e' un dato in linea con un andamento costante con media di circa il 15.5% dopo l'inizio della zona rossa.
Questo dato in linea con un andamento costante (orizzontale) con i dati dei giorni precedenti, e' allineato abbastanza bene lungo la linea grigia, che rappresenta il livello del fondo nel grafico , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma ora al 90% e' costituito dalla variante inglese, perche' neanche lui cala con la zona rossa). Questo fondo non ha ancora iniziato la lenta discesa attesa come conseguenza della zona rossa iniziata 14 giorni fa.
Secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, sta accadendo che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 calano (sono il 10% circa), dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese crescono (sono il 90% circa), per la sua maggiore contagiosita', in pari misura in modo che i due contributi si equivalgono ed i contagi rimangono cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
Nel nostro caso specifico del Piemonte nel grafico ancora NON riusciamo a vedere l'effetto di una significativa riduzione dei contagi dovuta alla zona rossa (indicata da una freccia rossa nel grafico).
Se la zona rossa in Piemonte non riesce a far calare i contagi (come sembra indicare la linea grigia nel grafico ) bisogna scoprire perche' e adottare i giusti provvedimenti, inasprendo le restrizioni per quei comportamenti che maggiormente favoriscono la diffusione di questa variante: la diffusione dei contagi va sempre combattuta, perche' ricoveri e decessi aumentano se aumentano i contagi.
In Brasile, dove le restrizioni sono state minori, i virus si sono diffusi maggiormente ed ora hanno percentualmente un numero di decessi giornalieri piu' del doppio dei nostri (4000 al giorno su 200 milioni di abitanti).
Quindi i contagi vanno sempre ridotti quanto piu' possibile.
Occorre pero' verificare sempre che le restrizioni adottate producano benefici consistenti ed adeguati a giustificarne i costi delle restrizioni, che sono molto alti. Qualora cio' non accadesse, come sembra che stia accadendo ora in Piemonte, perche' i contagi non calano, non si deve mantenere tutto invariato a lungo perche', non calando i contagi, con il trascorrere dei giorni l'area del picco aumenta e con essa contagi, ricoveri e decessi.
Non va bene lasciare a lungo la zona rossa (per cui la gente protesta) in attesa che le cose migliorino spontaneamente, perche' i danni economici e sanitari si accumulano e le cose NON cambiano.
In Piemonte la zona rossa, cosi' com'e' rispettata, non sta facendo diminuire i contagi.
Bisogna capire come stanno avvenendo questi contagi (della variante presente: quella inglese?) e modificare al piu' presto le restrizioni inasprendole, cosi' possono durare meno.
Un'alternativa sarebbe quella di riaprire tutto, per andare incontro alle esigenze di chi protesta, e cosi' si farebbe come in Brasile, lasciando aumentare di molto i virus in circolazione ed accettando che ricoveri e decessi possano raddoppiare (in Brasile sono raddoppiati).
Con le giuste restrizioni invece si puo' arrivare in tempi brevi a far decrescere i contagi, ma va fatto subito, perche' ora stanno aumentando in continuazione sia i danni dei contagi (che non calano), che i costi della zona rossa. Non va bene.
Riguardo all'attuale andamento della curva dei contagi restano valide sia le nostre precedenti RIFLESSIONI che anche tutte le osservazioni fatte sullo stato della nostra ricerca.
Rimaniamo ancora in attesa dell'inizio di una significativa diminuzione dei contagi nel comportamento dei dati dei prossimi giorni.
Visto il livello ancora alto dei contagi, manteniamo lo stato di ALLARME ROSSO PER CONTAGI STABILMENTE ALTI in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

CONFRONTO TRA LA SECONDA E LA TERZA ONDATA   (30 marzo 2021)
Nel grafico della seconda ondata , che era causata solo dal virus Sars-CoV-2, si vede chiaramente l'effetto della zona rossa, che alla sua attivazione il 5/11 (vedi freccia rossa all'inizio del grafico a sinistra) ha prodotto un immediato decremento dei contagi Sars-CoV-2, che si sono dimezzati scendendo dal 10% al 5% in 9 giorni.
Invece nel grafico della terza ondata la diminuzione dei contagi dopo molti giorni di esistenza della zona rossa (ogni colonnina del grafico corrisponde ad un giorno) e' ancora piccola o nulla.
La nostra intrpretazione di questi due fenomeni e' la seguente:
  1. Nella seconda ondata una volta iniziata la zona rossa la propagazione dei contagi e' stata bloccata e l'andamento discendente della curva riflette la diminuzione delle persone contagiate che procede con i tempi tipici della guarigione naturale (con gli anticorpi prodotti dalle persone che si sono infettate).
    Questo andamento discendente ci permette di misurare questa velocita' di guarigione naturale dall'infezione di Sars-CoV-2, verosimilmente attribuibile alla sola componente minoritaria di Sars-CoV-2 oggi presente.
  2. Nella terza ondata dopo l'inizio della zona rossa la propagazione dei contagi NON si e' bloccata, perche' l'andamento della curva dei contagi risulta ancora pressoche' costante dopo 13 giorni.
    Questo fatto secondo noi e' dovuto al verificarsi di una compensazione quasi equivalente tra due contributi contrapposti:
    A) Il contributo discendente delle infezioni da Sars-CoV-2 che ci sono, anche se in piccola parte (stimiamo il 10%), che si comportano come nella seconda ondata.
    B) Il contributo ascendente delle infezioni da Variante inglese (secondo noi sono il rimanente 90%), che a causa della sua grande contagiosita' non viene bloccata dalle restrizioni della zona rossa.
Se si misurano le percentuali di presenza dei due ceppi virali, conoscendo la velocita' di discesa dei contagi di Sars-CoV-2 (ricavata dal grafico della seconda ondata), si puo' estrarre la velocita' di crescita dei contagi della variante inglese e valutare quantitativamente l'efficienza (o inefficienza) della zona rossa del Piemonte nei confronti della variante inglese.
Le due ondate epidemiche, come vedete bene, sono molto diverse tra loro perche' gli agenti virali che le provocano sono diversi: anche se la variante inglese e' stata generata da una mutazione del Sars-CoV-2, presenta caratteristiche molto diverse, riconducibili secondo noi principalmente alle seguenti due:
  • Una maggiore contagiosita' che ne facilita la diffusione ed ostacola i nostri tentativi di bloccare i contagi con le varie restrizioni.
  • Una maggiore facilita' e velocita' di replicazione nelle cellule umane che estende il danno prodotto prima che gli anticorpi umani possano intervenire, anche nei casi in cui questo intervento e' piu' massiccio (nei giovani): questa loro caratteristica dovrebbe essere responsabile oltre che di una maggiore virulenza nei confronti di persone piu' giovani, anche di una maggiore gravita' sia della sindrome che del suo grado di letalita'.

SITUAZIONE DEL 29/3 (ore 17:30): I decessi di oggi in Italia sono 417 (oltre 108.000 dall'inizio della pandemia), valore oltre i 400 decessi al giorno dopo oltre 20 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che pero' e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Secondo la nostra interpretazione che prevedeva valori elevati di questo numero anche oltre 400 nei giorni passati, seguendo l'andamento della curva dei contagi con questo ritardo tipico di circa 20 giorni, che sono quelli che mediamente trascorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.
Tra altri 10-20 giorni prevediamo poi che il numero dei decessi scenda, se scendono anche i contagi, stabilizzandosi infine, come viene previsto in varianti "ritardate" , intorno ai 200 decessi al giorno, causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici (Sars-CoV-2), che attualmente in Piemonte ha superato il 7%, arrivando fino al 18%, come risultato dell'attuale terza ondata, che ha aumentato il numero totale di virus in circolazione e quindi anche di quelli partecipanti al fondo degli asintomatici.
Passato il picco della terza ondata l' epidemia degli asintomatici riteniamo che ritornera' poi in Piemonte al suo valore di equilibrio stagionale del 7%.

Il dato dei positivi al test di OGGI a 17.3% (ultima colonnina a destra nel grafico ) e' un dato in linea con la media dei 4 giorni precedenti.
E' finalmente il secondo dato consecutivo che forse inizia una leggera discesa (dopo 13 giorni dall'inizio della zona rossa).
E' pero' anche in linea con un andamento costante (orizzontale) con i dati dei giorni precedenti, allineato abbastanza bene lungo la linea grigia, che rappresenta il livello del fondo nel grafico , che prima era solo di Sars-CoV-2 ma che ora al 90% e' stato sostituito dalla variante inglese.
Questo fondo comincia cosi' una lenta discesa (speriamo), attesa come conseguenza della zona rossa iniziata 13 giorni fa (se i dati dei prossimi giorni non ci smentiranno).
Secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, sta accadendo che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 calano, dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese crescono, per la sua maggiore contagiosita, in pari misura in modo che i due contributi si equivalgono ed i contagi rimangono cosi' abbastanza costanti nel tempo (come appare finora nel grafico).
La zona rossa del Piemonte in effetti non ha ancora prodotto la significativa diminuzione dei contagi attesa.
Nel nostro caso specifico del Piemonte nel grafico ancora NON riusciamo a vedere l'effetto di una significativa riduzione dei contagi dovuta alla zona rossa (indicata da una freccia rossa nel grafico); con i dati di ieri e di oggi potrebbe esserci un primo piccolo accenno alla riduzione attesa.
Riguardo all'andamento della curva dei contagi restano valide sia le nostre precedenti RIFLESSIONI
che anche tutte le osservazioni fatte sullo stato della nostra ricerca.
Rimaniamo ancora in attesa della conferma di una vera diminuzione dei contagi nel comportamento dei dati dei prossimi giorni.
Visto il livello ancora alto dei contagi di questi giorni, manteniamo lo stato di ALLARME ROSSO PER CONTAGI STABILMENTE ALTI in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

QUELLE DELLE VARIANTI SONO EPIDEMIE DIVERSE   (29 marzo 2021)
Il nostro scopo in questo lavoro e' quello di fornire spunti di riflessione e non di comunicare risultati scientifici.
Nel processo di progressiva comprensione della pandemia, abbiamo rilevato che stiamo assistendo a ondate molto diverse della pandemia di coronavirus in Piemonte:
  1. La prima e la seconda ondata del 2020 sono state causate al 100% dal virus Sars-CoV-2;
  2. La terza ondata (quella attualmente in corso) e' invece causata solo in piccola parte (stimiamo circa il 10%) dal virus Sars-CoV-2 e per il rimanente 90% dalla sua variante "inglese" (secondo noi).
Si puo' arrivare a questa conclusione perche' la variante inglese e' caratterizzata da una trasmissibilita' molto maggiore, che le permette di propagarsi in modo quasi inalterato anche durante la presenza di una zona rossa.
Questo fatto si vede piuttosto bene nel grafico della terza ondata , in cui la diminuzione dei contagi dopo molti giorni di esistenza della zona rossa (ogni colonnina del grafico corrisponde ad un giorno) e' ancora piccola ed verosimilmente attribuibile alla sola componente minoritaria di Sars-CoV-2 presente.
Infatti nel grafico della seconda ondata causata solo dal virus Sars-CoV-2, si vede chiaramente l'effetto della zona rossa, che alla sua attivazione il 5/11 (vedi freccia rossa all'inizio del grafico a sinistra) ha prodotto un immediato decremento dei contagi Sars-CoV-2, che si sono dimezzati scendendo dal 10% al 5% in 9 giorni.
Da questo dato sull'efficacia della zona rossa, si puo' arrivare a stimare anche quantitativamente quel 10% da noi ipotizzato di presenza frazionale di Sars-CoV-2 rispetto alla variante inglese nella terza ondata.
Appare cosi' del tutto plausibile l'affermazione che la contagiosita' della variante inglese e' cosi' elevata che le permette di propagare il contagio in modo pressoche' indifferente alla presenza o meno delle restrizioni di una zona rossa.
Per contenere in una qualche misura (ma non sappiamo neppure quanto) i contagi della variante inglese percio' c'e' solo il lockdown totale.
Senza l'adozione di misure cosi' estreme e' presumibile che NON si riesca a far scendere in modo sostanziale i contagi e con il passare del tempo, essendo altissimo il livello dei contagi presenti (sono gia' arrivati al livello massimo raggiunto durante la seconda ondata), il numero di persone infettate e poi guarite aumenta sempre piu' il numero di persone ormai immunizzate e l'espansione ulteriore dell'epidemia arriva allora a saturazione ed inizia a calare, indipendentemente dalle restrizioni adottate, che peraltro con questa variante inglese si sono dimostrate abbastanza poco efficaci.
Questo ragionamento, se e' corretto, porta a concludere che con questa variante inglese o si adotta subito un lockdown totale per almeno un mese (se basta), per impedire ai contagi di iniziare a salire oppure, se i contagi sono gia' diventati tanti, il rapporto costi/benefici delle restrizioni non le rende piu' applicabili, perche' le persone gia' contagiate sono ormai diventate cosi' tante che le loro immunita' acquisite arriveranno a bloccare l'ulteriore diffusione dei contagi meglio e prima delle restrizioni, che con la variante inglese dovrebbero essere cosi' dure da risultare anche difficilmente sopportabili dalla popolazione.

UN POSSIBILE PARADOSSO DA CONSIDERARE PER LA VARIANTE INGLESE   (29 marzo 2021)
Anche in questo caso il nostro scopo e' quello di fornire spunti di riflessione e non di comunicare risultati scientifici.
Segnaliamo una situazione paradossale, in cui l'adozione delle restrizioni (zona rossa) potrebbe addirittura essere nociva (si aggiungerebbe allora oltre al danno anche la beffa):
  • Se siamo di fronte ad un'epidemia, come sembra questa della variante inglese, in cui non si riesce a far diminuire i contagi malgrado le restrizioni adottate (o perche' insufficienti per quel livello di contagiosita' o perche' i comportamenti delle persone "remano contro"), allora l'effetto delle restrizioni potrebbe diventare addirittura controproducente, perche' ottiene l'effetto di procrastinare il momento in cui l'epidemia raggiunge il picco ed inizia a decrescere spontaneamente (per effetto delle tante persone ormai diventate immuni).
    Il danno prodotto dall'ondata epidemica e' misurato dall'area del picco, perche' misura il numero totale di persone contagiate ed e' quindi proporzionale al numero di ricoveri e di decessi.
    Se il picco risulta piu' largo per effetto delle restrizioni e non si abbassa in misura sufficiente (per un maggior numero di persone immuni) allora con le restrizioni l'area del picco puo' risultare maggiore e cosi' anche il danno.
    Per cercare di capire meglio questo fatto, supponiamo che la zona rossa riesca a bloccare la crescita dei contagi, cioe' che il livello dei contagi rimanga costante, come sta avvenendo ora in Piemonte, nei primi 13 giorni dopo l'inizio della zona rossa, nel grafico della terza ondata.
    In questa ipotesi i contagi non scenderebbero, perche' la zona rossa non e' sufficiente a farli scendere, ma neanche salirebbero impedendo cosi' il raggiungimento del picco. Bisognerebbe attendere che gli immunizzati diventino cosi' numerosi da ridurre l'efficacia della contagiosita' che fa crescere la curva dei contagi.
    La curva potrebbe allora rimanere ad un livello alto abbastanza a lungo da produrre gravi danni sanitari (perche' i contagi protratti nel tempo producono nuovi ricoveri e decessi) e cosi' le restrizioni ed i sacrifici della zona rossa bob e' detto che portino un beneficio ma potrebbero addirittura risultare dannose.
    Quando la zona rossa NON riesce a ridurre i contagi (altrimenti e' ovviamente meglio spegnere l'ondata riducendoli sempre piu'), si potrebbe sorprendentemente pensare che sia meglio NON ostacolare con restrizioni lo sviluppo dell'ondata epidemica (perche' prima finisce e meglio e' ed ora in Piemonte il livello e' gia' altissimo, vicino al massimo della seconda ondata per cui potrebbe non crescere molto), se cosi' facendo l'area del picco risulta minore e quindi anche i danni prodotti dall'ondata epidemica potrebbero essere minori (e questo sarebbe paradossale).
    Se le restrizioni (zona rossa) non riescono a ridurre i contagi (questa e' la condizione particolare ed insolita), non andrebbero nella giusta direzione e potrebbero allora produrre un risultato opposto a quello voluto.
    In altre parole per minimizzare i danni si deve rendere minima l'area del picco dell'ondata. Mentre con il Sars-CoV-2 bastava mantenere una zona rossa a lungo per ottenere questo risultato (perche' i contagi scendevano), ora con un'epidemia a prevalente variante inglese non sembra affatto scontato che si ottenga lo stesso risultato con una zona rossa, anzi addirittura potrebbe ottenrsi un effetto opposto, cioe' quello di mantenere per un tempo piu' lungo i contagi ad un livello alto, che non si riesce a far scendere.
    N.B. Abbiamo usato il condizionale perche', quando con le restrizioni aumenta la larghezza del picco, aumenta anche la produzione di persone immuni e quindi una diminuzione della contagiosita' ed un abbassamento del picco: non abbiamo calcolato in questa sede quale dei due effetti e' prevalente sull'area del picco: se la larghezza che l'aumenta o l'abbassamento del picco che la riduce.
    L'allargamento del picco prolunga la durata dell'ondata, aumentando l'area e quindi i contagi che poi produrranno persone immunizzate, ed aumenta il costo delle restrizioni, quindi non e' mai auspicabile, se non c'e' una valida contropartita che con il Sars-CoV-2 era la riduzione progressiva del livello dei contagi (che con la variante inglese sembra invece non ci sia in modo sufficiente).
    Se la zona rossa in Piemonte non riesce a far calare i contagi (come sembra indicare la linea grigia nel grafico ) bisogna scoprire perche' e adottare i giusti provvedimenti, inasprendo le restrizioni per quei comportamenti che maggiormente favoriscono la diffusione di questa variante: la diffusione dei contagi va sempre combattuta, perche' ricoveri e decessi dipendono dai contagi (aumentano se i contagi aumentano).
    L'argomento e' comunque sicuramente degno di considerazione, anche tenendo conto che le restrizioni hanno enormi costi umani, sociali ed economici ma ovviamente non si devono mai ridurre le restrizioni se non e' prima provato, e noi qui' non lo abbiamo provato, che comporta una riduzione del danno sanitario prodotto dai contagi.
Per queste caratteristiche qui' evidenziate la terza ondata e' a tutti gli effetti un'epidemia diversa dalle due precedenti ed e' allora normale che gli strumenti e le metodologie di contrasto, ancora non chiaramente definite, possano e debbano essere diverse dal passato (le scelte al riguardo spettano ovviamente agli organi a cio' preposti).
Essendo questa TERZA ONDATA un'epidemia diversa e' estremamente urgente identificare immediatamente il virus dominante per almeno due motivi:
  1. Se viene confermato che la variante e' quella inglese allora possiamo trarre profitto dall'esperienza fatta dai britannici, che ci sono passati prima di noi ed oggi hanno zero decessi (per esempio sappiamo cosi' che il vaccino che hanno usato loro funziona bene con la variante inglese).
  2. E' di grandissima importanza accertare che i vaccini che si stanno somministrando in Italia siano efficaci contro questa variante, qualunque essa sia, perche' essendo cosi' dominante in Piemonte sicuramente lo e' anche nel resto d'Italia. Se i vaccini non fossero sufficientemente efficaci bisognerebbe avviare al piu' presto la produzione di quelli efficaci.
Il nostro problema attuale sembra essere la variante inglese. I britannici sono stati bravi perche' non solo ne sono usciti completamente in un paio di mesi (con il vaccino giusto per quella variante), ma ne sono usciti prima dell'arrivo della stagione calda, che non e' poco.
Da noi questa variante inglese e' arrivata un paio di mesi dopo e quindi ne dovremmo uscire a maggio (avvantaggiati dalla stagione piu' mite), se la campagna vaccinale va come deve andare. Basta copiare gli inglesi, se il virus e' lo stesso.

SITUAZIONE DEL 28/3 (ore 17:30): I decessi di oggi in Italia sono 297 (oltre 106.000 dall'inizio della pandemia), valore finalmente sotto ai 400 decessi al giorno dopo oltre 20 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che pero' e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Secondo la nostra interpretazione che prevedeva valori elevati di questo numero anche oltre 400 nei giorni passati, seguendo l'andamento della curva dei contagi con questo ritardo tipico di circa 20 giorni, che sono quelli che mediamente trascorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.
Tra altri 10-20 giorni prevediamo poi che il numero dei decessi scenda, se scendono anche i contagi, stabilizzandosi infine, come viene previsto in varianti "ritardate" , intorno ai 200 decessi al giorno, causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici (Sars-CoV-2), che attualmente in Piemonte ha superato il 7%, arrivando fino al 18%, come risultato dell'attuale terza ondata, che ha aumentato il numero totale di virus in circolazione e quindi anche di quelli partecipanti al fondo degli asintomatici.
Passato il picco della terza ondata l' epidemia degli asintomatici riteniamo che ritornera' poi in Piemonte al suo valore di equilibrio stagionale del 7%.

Il dato dei positivi al test di OGGI a 16.4% (ultima colonnina a destra nel grafico ) e' un dato del -2% inferiore alla media dei 4 giorni precedenti (18.4%).
E' finalmente un dato che inizia a scendere (dopo 12 giorni dall'inizio della zona rossa).
E' in linea con l'inizio di una discesa dai dati dei giorni precedenti, allineato abbastanza bene lungo la linea grigia, che rappresenta il livello del fondo di Sars-CoV-2 nel grafico.
Questo fondo comincia cosi' la sua discesa, attesa come conseguenza della zona rossa iniziata 12 giorni fa (se i dati dei prossimi giorni non ci smentiranno).
E' di oggi la notizia che hanno riconosciuto una mutazione presente in Piemonte, che e' la variante BRASILIANA anche se la variante che in Italia ha avuto il sopravvento su tutte le altre, per la sua alta contagiosita', e' la variante inglese. Ci auguriamo che entrambe vengano bloccate dai vaccini somministrati attualmente.
Secondo la nostra interpretazione, dopo l'inizio della zona rossa, sta accadendo che:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 calano, dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante inglese o brasiliana crescono, per la sua maggiore contagiosita, in pari misura in modo che i due contributi si equivalgono ed i contagi rimangono cosi' abbastanza costanti nel tempo.
La zona rossa cosi' non ha prodotto finora la diminuzione dei contagi attesa (forse comincera' da oggi).
Nel nostro caso specifico del Piemonte nel grafico ancora NON si riusciva a vedere l'effetto di riduzione dei contagi per la zona rossa (indicata da una freccia rossa), mentre con il dato di oggi e' arrivato un primo accenno alla riduzione attesa.
Riguardo all'andamento della curva dei contagi reestano valide sia le nostre precedenti RIFLESSIONI
che anche tutte le osservazioni fatte sullo stato della nostra ricerca.
Rimaniamo ancora in attesa della conferma della diminuzione dei contagi nel comportamento dei dati dei prossimi giorni.
Visto il livello ancora alto dei contagi di questi giorni, manteniamo lo stato di ALLARME ROSSO PER CONTAGI STABILMENTE ALTI in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

SITUAZIONE DEL 27/3 (ore 17:30): I decessi di oggi in Italia sono 380 (oltre 106.000 dall'inizio della pandemia), valore vicino ai 400 decessi al giorno dopo oltre 20 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che pero' e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Sembra trovare riscontro la nostra interpretazione che prevedeva purtroppo valori elevati di questo numero anche oltre 400 nei prossimi 10-15 giorni, seguendo l'andamento della curva dei contagi con questo ritardo tipico di circa 20 giorni, che sono quelli che mediamente trascorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.
Tra 20-30 giorni prevediamo poi che il numero dei decessi dovrebbe scendere, se scendono i contagi, stabilizzandosi infine, come viene previsto in varianti "ritardate" , intorno ai 200 decessi al giorno, causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici (Sars-CoV-2), che attualmente in Piemonte ha superato il 7%, arrivando fino al 18%, come risultato dell'attuale terza ondata, che ha aumentato il numero totale di virus in circolazione e quindi anche di quelli partecipanti al fondo degli asintomatici.
Passato il picco della terza ondata l' epidemia degli asintomatici riteniamo che ritornera' poi in Piemonte al suo valore di equilibrio stagionale del 7%.

Il dato dei positivi al test di OGGI a 17.8% (ultima colonnina a destra nel grafico ) e' un dato leggermente inferiore alla media dei 4 giorni precedenti (18.4%).
E' quindi in linea con il valore che ci saremmo aspettati, in base a quelli dei giorni precedenti, allineato abbastanza bene lungo la linea grigia, che rappresenta il livello del fondo di Sars-CoV-2 nel grafico.
L'entita' di questo fondo continua cosi' allo stesso livello, senza mostrare ancora l'inizio della discesa, atteso come conseguenza della zona rossa iniziata 11 giorni fa.
Secondo la nostra interpretazione vuol dire che con la zona rossa:
  1. i contagi da Sars-CoV-2 calano, dimezzandosi ogni 9 giorni (come accadeva nella seconda ondata);
  2. invece i contagi della variante italiana crescono, per la sua maggiore contagiosita, in pari misura in modo che i due contributi si equivalgono ed i contagi rimangono cosi' costanti nel tempo.
La zona rossa non produce cosi' la diminuzione dei contagi attesa.
Nel nostro caso specifico del Piemonte nel grafico ancora NON si riesce a vedere un qualsiasi effetto di riduzione dei contagi per la zona rossa (indicata da una freccia rossa).
Non vedendo alcuna ragione per cui senza zona rossa i contagi avrebbero dovuto impennarsi, se la nostra interpretazione e' corretta sembra si possa concludere che finora i sacrifici della zona rossa potrebbero essere stati purtroppo poco utili, a causa della presenza cosi' massiccia di questa nuova variante dalle proprieta' ancora poco conosciute.
Riguardo a questa conclusione si guardino anche le nostre RIFLESSIONI.
Restano ovviamente valide anche tutte le osservazioni fatte sullo stato della nostra ricerca.
Rimaniamo ancora in attesa dell'attesa diminuzione dei contagi, osservando il comportamento dei dati dei prossimi giorni.
Visto il livello alto dei contagi di questi giorni, cambiamo ancora lo stato in ALLARME ROSSO PER CONTAGI STABILMENTE ALTI in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

QUANTO SONO UTILI LE ZONE ROSSE OGGI?   (27 marzo 2021)
Dalla discussione sulla variante italiana si potrebbe concludere che:
  1. La zona rossa e' efficace contro il Sars-CoV-2, perche' l'effetto della zona rossa in Piemonte l'abbiamo gia' potuto constatare in occasione del grafico della seconda ondata , in cui alla sua attivazione il 5/11 (vedi freccia rossa all'inizio del grafico a sinistra) si e' verificato un immediato decremento dei contagi Sars-CoV-2, che si sono dimezzati scendendo dal 10% al 5% in 9 giorni.
  2. La "zona rossa" NON e' efficace contro la VARIANTE italiana del virus, se sono corrette le nostre deduzioni seguenti:
    • La presenza del Sars-CoV-2 e' oggi diventata minoritaria in Italia: probabilmente e' rimasta al livello del fondo del 7%, ma si potrebbe anche calcolare esattamente se si assume che la decrescita dei contagi che s'inizia a vedere viene attribuita al solo Sars-CoV-2. Molti Paesi esteri, avendo prevalentemente il Sars-CoV-2, si trovano oggi molto meglio di noi, perche' loro con le zone rosse hanno potuto contenere la crescita dei contagi, come abbiamo fatto noi durante la seconda ondata (vedi il grafico ).
    • La variante italiana ha fatto salire di molto (dal 7% al 18%) i contagi per la sua maggiore contagiosita' (anche questa potrebbe essere meglio valutata quantitativamente dalla curva di crescita).
    • La maggiore contagiosita' rende meno efficace la zona rossa, anche se i contagi avvengono per inalazione o contatto, perche' possiamo supporre che prevalgano due fattori avversi:
      A) La maggiore contagiosita' della nuova variante che facilita ancora di piu' i contagi.
      B) L'assuefazione e la crescente intolleranza della gente alle restrizioni, che ne riduce l'efficacia con comportamenti che agevolano i contagi.
      La prima causa e' destinata a peggiorare perche' un virus piu' contagioso avra' una presenza percentualmente sempre maggiore.
      La seconda causa e' sempre piu' difficile da controllare con l'aumentare del malcontento e della disperazione della gente.
Se le cose stessero veramente cosi', la crescita dei contagi sembrerebbe procedere in modo poco sensibile alla presenza della ZONA ROSSA (servirebbe il lockdown totale) ed il rapporto costi/benefici potrebbe allora dover essere valutato molto piu' attentamente, conoscendo a priori con buona affidabilita', se possibile, le conseguenze umane e sociali (che sono sul secondo piatto della bilancia) delle varie scelte possibili (da meno restrizioni fino al lockdown totale).

LA VARIANTE ITALIANA DEL VIRUS   (27 marzo 2021)
Che l'infezione presente in Italia sia causata da una variante del Sars-CoV-2 a noi appare abbastanza chiaro dall'esame dei vari dati.
Infatti dopo 8 giorni dall'inizio della zona rossa in Piemonte i contagi ancora NON stanno diminuendo.
Questo NON e' un fatto normale, perche' l'effetto della zona rossa in Piemonte l'abbiamo gia' potuto vedere in occasione del grafico della seconda ondata , in cui alla sua attivazione il 5/11 (vedi freccia rossa all'inizio del grafico a sinistra) si e' verificato un immediato decremento dei contagi Sars-CoV-2, che si sono dimezzati scendendo dal 10% al 5% in 9 giorni.
Invece nel nostro grafico attuale nei primi 7 giorni di zona rossa la percentuale dei contagi anziche' scendere e' salita dal 16% al 18% circa. Nel resto d'Italia dopo 10 giorni dicono che la curva rallenta, perche' RT e' sceso in 7 giorni da 1.16 a 1.08, molto meno di quanto ci saremmo aspettati per il Sars-CoV-2 in base ai risultati della seconda ondata.
Dal confronto con la seconda ondata deduciamo che la piccola e tardiva decrescita, che comincia ad apprezzarsi dopo 10 giorni di zona rossa, e' quella dovuta alla residua presenza del virus Sars-CoV-2, che e' ormai diventato minoritario, essendo meno contagioso della prevalente variante "italiana".
Anche per questo temiamo ormai di trovarci NON di fronte al solo virus Sars-CoV-2, che si mostrava molto piu' sensiibile alla zona rossa, ma probabilmente alla piu' nutrita presenza di una nuova VARIANTE, che stiamo chiamando "italiana", con una contagiosita' molto maggiore del Sars-CoV-2 (che rende la zona rossa meno efficace): e' un fenomeno NUOVO, che si sta manifestando con un'epidemia diversa e piu' preoccupante, perche' piu' difficile da contrastare e probabilmente anche piu' letale (vedi la curva dei decessi piu' avanti).
Che sia quella inglese o brasiliana o sudafricana o italiana noi non lo sappiamo ma dovrebbe essere identificata quanto prima con esami autoptici sulle vittime, perche' e' proprio sui DECESSI (da noi gia' discussi in data 7/1 e 4/2 ) che si vede la gravita' di questa epidemia italiana rispetto a quelle di altri Stati, come risulta evidente nel grafico seguente:


La presenza di questa nuova variante particolare era gia' stata da noi ipotizzata piu' di un mese fa.
Abbiamo poi discusso la presenza di questa variante anche piu' recentemente, facendo il punto sullo stato della nostra ricerca.
Se tutto questo, che abbiamo dedotto dal solo atudio dell'andamento della curva dei contagi, e' vero bisogna identificare e studiare questa nuova variante italiana per sapere, per esempio, se gli attuali vaccini forniscono l'immunita' necessaria o se occorre un nuovo vaccino (prima dell'autunno).

RIAPERTURA DELLE SCUOLE   (27 marzo 2021)
Che siano i politici a decidere e' giusto; quello che e' meno giusto e' che manifestino idee diverse tra loro, perche' la verita' sulla salvaguardia della salute dei ragazzi e' una sola e non essere informati in questa materia non e' ammesso.
Meglio ha detto Draghi che la riapertura "dipende dai dati che abbiamo a disposizione", dopo aver sentito le raccomandazioni degli esperti.
Il nostro parere e' che NON esiste nessun locale chiuso, in cui 20 persone mantenute sempre a distanza minima di 2 metri tra loro per 4 ore non s'infettino, se una di loro e' contagiosa di Sars-CoV-2. Il numero di persone che s'infettano dipende dalle cariche virali emesse dalla persona infetta: se ha sintomi s'infettano quasi tutti, se e' asintomatica solo qualcuno. L'uso disciplinato delle mascherine migliora in modo sostanziale il rischio ma sul loro uso corretto e continuativo per 4 ore da parte di adolescenti si puo' nutrire qualche dubbio.
Allora le scuole non si potranno riaprire piu'? Neanche per sogno. Potevano gia' essere riaperte da tempo (quando i contagi erano meno di adesso).
Occorre semplicemente che le aule NON SIANO LOCALI CHIUSI: cioe' ci dev'essere assicurato un frequente ricambio dell'aria che i ragazzi respirano. E' molto semplice a farsi ed abbiamo anche indicato come si fa.
Per i controlli non sono necessari i costosi e sgradevoli tamponi ma credo che bastino i piu' semplici test salivari.

SITUAZIONE DEL 26/3 (ore 18:00): I decessi di oggi in Italia sono 457 (oltre 106.000 dall'inizio della pandemia), valore superiore ai 400 decessi al giorno dopo oltre 20 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che pero' e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Sembra trovare riscontro la nostra interpretazione che prevedeva purtroppo un ulteriore aumento di questo numero oltre 400 nei prossimi 10-15 giorni, seguendo l'andamento della curva dei contagi con questo ritardo tipico di circa 20 giorni, che sono quelli che mediamente trascorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.
Tra 20-30 giorni prevediamo poi che il numero dei decessi dovrebbe scendere, se scendono i contagi, stabilizzandosi infine, come viene previsto in varianti "ritardate" , intorno ai 200 decessi al giorno, causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici (Sars-CoV-2), che attualmente in Piemonte ha superato il 7%, arrivando fino al 17%, come risultato dell'attuale terza ondata, che ha aumentato il numero totale di virus in circolazione e quindi anche di quelli partecipanti al fondo degli asintomatici.
Passato il picco della terza ondata l' epidemia degli asintomatici riteniamo che ritornera' poi in Piemonte al suo valore di equilibrio stagionale del 7%.

Il dato dei positivi al test di OGGI e' nuovamente tornato bassissimo, a 12.8% (ultima colonnina a destra nel grafico ) che e' un dato quasi uguale a quello dell'altro ieri, che avevamo messo in dubbio dopo il dato altissimo di ieri.
E' piu' che ovvio che la percentuale di persone infette (cioe' positive al test) NON puo' calare di oltre il 50% da un giorno all'altro. Siamo percio' in presenza di anomalie evidenti nei dati degli ultimi 4 giorni, che ci sono stati trasmessi dalla Regione Piemonte, risultato di malaugurati errori che riteniamo sicuramente presenti.
Che dire? Aspettiamo ovviamente con impazienza i prossimi dati, per capirci qualcosa.
Abbiamo gia' osservato che in passato ci risulta che in questo tipo di dati ci sia stato un travaso tra due giorni contigui, che fece salire un punto e scendere l'altro.
A sostegno che un'errore di questo tipo potrebbe essere accaduto di nuovo, osserviamo che la media dei due dati delle due coppie di giorni contigui sono:
DATA   PERC.   MEDIA
23/3   24.3%   18.3%
24/3   12.4%   18.3%
25/3   24.2%   18.5%
26/3   12.8%   18.5%
E' proprio 18.4% il valore che ci saremmo aspettati, in base a quelli dei giorni precedenti (l'abbiamo indicato con una freccia grigia a destra nel grafico ).
Se cosi' fosse potremmo sostituire correttamente (perche' la media ridistribuisce i contagi senza variarne il numero) i 4 dati nel grafico con le medie sopra indicate e tutto tornerebbe a posto con i 4 punti che si collocano sul prolungamento della linea grigia, che rappresenta il livello del fondo di Sars-CoV-2.
L'entita' di questo fondo continuerebbe cosi' allo stesso livello, senza mostrare ancora l'inizio della discesa, atteso come conseguenza della zona rossa iniziata 10 giorni fa.
La conclusione sarebbe cosi' che la curva dei contagi non cresce ma fatica a scendere (si guardino a questo proposito le RIFLESSIONI scritte nel paragrafo seguente).
Sarebbe pero' certamente incredibile che quest'anomalia nei dati possa essersi verificata e per due volte in successione.
In attesa di capire cosa sta succedendo, consideriamo ovviamente valide tutte le osservazioni fatte sullo stato della nostra ricerca.
Rimaniamo in attesa di ulteriori conferme, osservando il comportamento dei dati dei prossimi giorni.
Visto il livello alto ma incerto dei contagi di questi giorni, cambiamo ancora lo stato in ALLARME SOSPESO IN ATTESA DI CONFERMA DEI DATI in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

RIFLESSIONE SULL'EFFICACIA DELLE RESTRIZIONI CON LE VARIANTI   (26 marzo 2021)
PREMESSA: il comportamento della curva dei contagi del Piemonte ad oggi ancora non e' ben definito, per cui lo scenario e le conseguenze qui' descritte vanno considerate solo ipotetiche nel caso dell'evoluzione peggiore possibile della situazione dei contagi in Piemonte.
Puo' essere utile per conoscere in anticipo quello che puo' accadere, anche nei casi peggiori.
Guardando il grafico del Piemonte non si puo' non osservare che dopo l'inizio del massimo di restrizioni (zona rossa) non si vede ancora apparire il calo dei contagi atteso, che giustifichi i sacrifici fatti da tutti i titolari delle attivita' chiuse.
Infatti dopo 8 giorni dall'inizio della zona rossa in Piemonte i contagi ancora NON stanno diminuendo.
Questo NON e' un fatto normale, perche' l'effetto della zona rossa in Piemonte l'abbiamo gia' potuto vedere in occasione del grafico della seconda ondata , in cui alla sua attivazione il 5/11 (vedi freccia rossa all'inizio del grafico a sinistra) si e' verificato un immediato decremento dei contagi Sars-CoV-2, che si sono dimezzati scendendo dal 10% al 5% in 9 giorni.
Invece nel nostro grafico attuale nei primi 7 giorni di zona rossa la percentuale dei contagi anziche' scendere e' salita dal 16% al 18% circa.
Questo ci fa temere di trovarci (in Piemonte, mentre nel resto d'Italia sembra che le cose vadano meglio), NON di fronte al virus Sars-CoV-2, che si mostrava molto piu' sensiibile alla zona rossa, ma ad un fenomeno NUOVO, ad una situazione diversa e piu' preoccupante, probabilmente dovuta alla presenza, divenuta ormai massiva, di una nuova VARIANTE molto piu' contagiosa del Sars-CoV-2.
Se non fosse iniziata la zona rossa non c'e' nessun motivo per ritenere che la curva dei contagi si sarebbe impennata: molto probabilmente avrebbe continuato la sua crescita in modo non molto diverso da quello che possiamo vedere nel grafico.
Allora si dovrebbe concludere che quei sacrifici sono stati imposti quasi inutilmente (a novembre la zona rossa aveva funzionato bene con il Sars-CoV-2 ma ora non funziona piu', perche' c'e' una nuova variante piu' contagiosa).
Altri dovrebbero essere i rimedi da adottare ma noi ne conosciamo solo uno: le vaccinazioni che sono in corso, con la speranza che siano efficaci contro questa nuova variante (ma non e' sicuro).
Ma se i contagi avvengono per inalazione o contatto perche' ora non calano con la zona rossa?
Quello che possiamo supporre e' che prevalgono due fattori avversi:
  1. La maggiore contagiosita' della nuova variante che facilita ancora di piu' i contagi.
  2. L'assuefazione e la crescente intolleranza della gente alle restrizioni che ne riduce l'efficacia con comportamenti che agevolano i contagi.
La prima causa e' destinata a peggiorare perche' un virus piu' contagioso avra' una presenza percentualmente sempre maggiore.
La seconda causa e' sempre piu' difficile da controllare con l'aumentare del malcontento e della disperazione della gente.
Se le cose stessero cosi' la crescita dei contagi di questa nuova variante nelle regioni, in cui l'andamento e' come in Piemonte, sembrerebbe inarrestabile CON O SENZA ZONA ROSSA.
L'incremento del costo in vite umane di questa ipotesi e' tanto maggiore quanto piu' basso e' il livello dei contagi da cui si parte.
Inoltre la primavera e' arrivata e ci resta solo un altro mese prima di ricevere l'aiuto decisivo dell'innalzamento della temperatura ambientale.
In Piemonte il livello di contagi dovuti a questa nuova variante parte da un valore molto alto (24%) per cui verosimilmente non dovrebbe salire piu' di un altro 10%, prima che intervenga il fenomeno dell'immunizzazione naturale (oltre a quella vaccinale) a saturare la crescita dei contagi.
Siccome difficilmente si puo' pensare a ridurre questo livello di contagi, questa dovrebbe essere l'entita' del costo umano (ricoveri e decessi), che a questo punto sembrerebbe difficilmente evitabile (con o senza zone rosse).
Ma come si fa a prendere decisioni cosi' importanti sulla base di stime che non possono neanche godere ancora di quel minimo di credibilita' necessario? Sta alle Autorita' l'ingrato compito di decidere quando e come intervenire al meglio, nell'interesse di tutti.
La realta' che abbiamo di fronte pero' non puo' e non deve essere ignorata in nessun caso.

LO STATO DELLA PANDEMIA IN ITALIA   (26 marzo 2021)
La variante che secondo noi sta dilagando in Piemonte non sembra essere ancora arrivata in altre regioni, come il Lazio i cui dati sono in miglioramento, che si stanno preparando a ridurre le restrizioni per Pasqua.
Grazie al cielo la primavera e' arrivata e ci resta un ultimo sforzo da fare per un altro mese prima di ricevere l'aiuto decisivo dell'innalzamento della temperatura ambientale.
Secondo noi si dovrebbe trascorrere questo mese mantenendo isolate quelle regioni che mostrano un andamento dei contagi simile a quello del Piemonte, che lascia supporre la presenza di una variante piu' contagiosa e nociva del virus.
Giustamente gli amministratori si preoccupano ora di programmare le "riaperture" tra cui in primis la SCUOLA.
Con un po' di sconforto li sento pero' preoccuparsi delle modalita' d'insegnamento (a distanza o in presenza) e di monitoraggio delle infezioni eventualmente avvenute e troppo poco invece della prevenzione.
In primo luogo bisogna impedire che l'infezione avvenga, poi ci si deve preoccupare di rilevarla per chiudere tutto di nuovo.
Tutti i locali chiusi, come le aule scolastiche, sono piu' pericolosi proprio perche' sono chiusi.
Il pericolo viene dalla possibile presenza di una persona infetta e contagiosa, che immette nell'aria che tutti respirano i virus.
Non basta il distanziamento: una pubblicazione cinese spiegava come in un autobus una persona infetta seduta in fondo ha contagiato anche le persone sedute nei posti anteriori, molto distanti.
E' ovvio allora che la prima cosa da fare e' quella di espellere nel minor tempo possibile l'aria infetta per ridurre il tempo di esposizione al virus della gente presente. Infatti non ci si infetta respirando un solo virus ma molti e ridurre il tempo di esposizione puo' ridurre o addirittura eliminare il rischio del contagio.
E' allora abbastanza chiaro cosa bisogna fare per riaprire le SCUOLE ma sembra che finora nessuno stia raccogliendo questo nostro messaggio.

SITUAZIONE DEL 25/3 (ore 17:30): I decessi di oggi in Italia sono 460 (oltre 106.000 dall'inizio della pandemia), valore superiore ai 400 decessi al giorno dopo oltre 20 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che pero' e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Sembra trovare riscontro la nostra interpretazione che prevedeva purtroppo un ulteriore aumento di questo numero oltre 400 nei prossimi 10-15 giorni, seguendo l'andamento della curva dei contagi con questo ritardo tipico di circa 20 giorni, che sono quelli che mediamente trascorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.
Tra 20-30 giorni prevediamo poi che il numero dei decessi dovrebbe scendere, se scendono i contagi, stabilizzandosi infine, come viene previsto in varianti "ritardate" , intorno ai 200 decessi al giorno, causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici (Sars-CoV-2), che attualmente in Piemonte ha superato il 7%, arrivando fino al 17%, come risultato dell'attuale terza ondata, che ha aumentato il numero totale di virus in circolazione e quindi anche di quelli partecipanti al fondo degli asintomatici.
Passato il picco della terza ondata l' epidemia degli asintomatici riteniamo che ritornera' poi in Piemonte al suo valore di equilibrio stagionale del 7%.

Il dato dei positivi al test di OGGI e' tornato altissimo, a 24.2% (ultima colonnina a destra nel grafico ) che e' un dato identico a quello dell'altro ieri, che avevamo messo in dubbio dopo il dato bassissimo di ieri.
Dovremmo accettare a questo punto che solo il dato di ieri (11.4%) e' anomalo e che veramente i contagi sono balzati cosi' in alto, confermando tutte le osservazioni fatte l'altro ieri 23/3.
Confermiamo anche tutte le osservazioni fatte sullo stato della nostra ricerca.
E' piu' che ovvio che la percentuale di persone infette (cioe' positive al test) NON puo' calare di oltre il 50% da un giorno all'altro. Siamo percio' in presenza di anomalie evidenti nel dato di ieri, che ci e' stato trasmesso dalla Regione Piemonte, risultato di malaugurati errori che dobbiamo ritenere sicuramente presenti nel solo dato di ieri 24/3.
Che dire in piu'? Aspettiamo ovviamente con impazienza il dato di domani, per avere un'ulteriore conferma di questi due dati cosi' alti, sorprendenti ed indesiderati, che ci spalancano quello scenario angosciante dell'esplosione inarrestabile dell'epidemia degli asintomatici, che a questo punto crediamo quasi certamente dovuta alla presenza massiccia di una nuova variante del virus molto piu' contagiosa del Sars-CoV-2.
"Se i due dati alti sono giusti", dobbiamo tornare a dichiarare che in Piemonte LA SITUAZIONE CI SEMBRA MOLTO GRAVE (perche' la positivita' e' oltre al 24%, con i dati di due giorni diversi che lo confermano).
Purtroppo questi dati cosi' alti, se veri, comporteranno inevitabilmente una crescita rilevante del numero dei ricoveri e dei decessi ai primi di aprile.
Rimaniamo in attesa di ulteriori conferme, osservando il comportamento dei dati dei prossimi giorni.
Visto il livello cosi alto dei contagi odierni, cambiamo lo stato in ALLARME ROSSO, IN ATTESA DI CONFERMA per il Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

SITUAZIONE DEL 24/3 (ore 17:40): I decessi di oggi in Italia sono 460 (circa 106.000 dall'inizio della pandemia), valore superiore ai 400 decessi al giorno dopo oltre 20 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che pero' e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Sembra trovare riscontro la nostra interpretazione che prevedeva purtroppo un ulteriore aumento di questo numero oltre 400 nei prossimi 10-15 giorni, seguendo l'andamento della curva dei contagi con questo ritardo tipico di circa 20 giorni, che sono quelli che mediamente trascorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.
Tra 20-30 giorni prevediamo poi che il numero dei decessi dovrebbe scendere, se scendono i contagi, stabilizzandosi infine, come viene previsto in varianti "ritardate" , intorno ai 200 decessi al giorno, causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici (Sars-CoV-2), che attualmente in Piemonte ha superato il 7%, arrivando fino al 17%, come risultato dell'attuale terza ondata, che ha aumentato il numero totale di virus in circolazione e quindi anche di quelli partecipanti al fondo degli asintomatici.
Passato il picco della terza ondata l' epidemia degli asintomatici riteniamo che ritornera' poi in Piemonte al suo valore di equilibrio stagionale del 7%.

Il dato dei positivi al test di OGGI e' crollato addirittura a 11.4% (ultima colonnina a destra nel grafico ) che e' un dato bassissimo, come prima dell'inizio di questa terza ondata.
E' piu' che ovvio che la percentuale di persone infette (cioe' positive al test) NON puo' calare di oltre il 50% da un giorno all'altro. Siamo percio' in presenza di anomalie molto rilevanti nei dati, che ci sono stati trasmessi dalla Regione Piemonte, risultato di malaugurati errori che dobbiamo ritenere sicuramente presenti.
Tutto sommato pero' e' un'ottima notizia, perche' dobbiamo allora mettere in dubbio anche la correttezza del dato di ieri (che era molto alto) e che ci aveva fatto affermare "se i dati sono giusti", che in Piemonte LA SITUAZIONE CI SEMBRAVA MOLTO GRAVE (perche' la positivita' era al 24.3%).
Gia' in passato ci risulta che in questo tipo di dati ci sia stato un travaso tra due giorni contigui, che fece salire un punto e scendere l'altro. Potrebbe essere accaduto di nuovo, perche' la media dei due dati e' proprio 17.8%, che e' il valore che ci saremmo aspettati, in base a quelli dei giorni precedenti.
Rimaniamo pertanto in attesa di capire quali siano i dati giusti, o con apposite e doverose comunicazioni della Regione Piemonte, od osservando il comportamento dei dati dei prossimi giorni.
Potremo cosi' riprendere il nostro lavoro da DOMANI.
Visto il livello incerto dei contagi odierni, cambiamo lo stato in ALLARME SOSPESO IN ATTESA DI DATI CORRETTI in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

STATO DELLA NOSTRA RICERCA: Tutte le osservazioni fatte ieri , nei limiti esposti, rimangono "congelate" ma ancora VALIDE, perche' e' un dato di fatto finora gia' acquisito che dopo 8 giorni dall'inizio della zona rossa in Piemonte i contagi NON stavano ancora diminuendo.
Questo NON e' un fatto normale, perche' l'effetto della zona rossa in Piemonte l'abbiamo gia' potuto vedere in occasione del grafico della seconda ondata , in cui alla sua attivazione il 5/11 (vedi freccia rossa all'inizio del grafico a sinistra) si e' verificato un immediato decremento dei contagi Sars-CoV-2, che si sono dimezzati scendendo dal 10% al 5% in 9 giorni.
Invece nel nostro grafico attuale nei primi 7 giorni di zona rossa la percentuale dei contagi anziche' scendere e' salita dal 16% al 18% circa.
Questo ci fa temere di trovarci, NON di fronte al Sars-CoV-2 che si mostrava molto piu' sensibile alla zona rossa, ma ad un fenomeno NUOVO, ad una situazione diversa e piu' preoccupante, probabilmente dovuta alla presenza, divenuta ormai massiva, di una nuova VARIANTE molto piu' contagiosa del Sars-CoV-2.
Cio' e' possibile perche', tra le innumerevoli varianti che si generano durante un'epidemia, quelle caratterizzate da una maggiore contagiosita' sono quelle che riescono a riprodursi in maggiore quantita' e quindi sono destinate a divenire dominanti.
Se queste differenze che osserviamo fossero veramente dovute ad una nuova variante, questa potrebbe essere:
  • piu' difficile da contrastare perche' molto piu' contagiosa (la zona rossa risulterebbe meno efficace),
  • caratterizzata da una maggiore velocita' di replicazione, che la rende piu' aggressiva anche nei confronti delle persone con sistemi immunitari piu' efficaci nella risposta, come i giovani,
  • piu' letale per la sua maggiore velocita' di propagazione (ricoveri e decessi in aumento),
  • bloccata da nessuno dei vaccini attualmente disponibili (cosa che andrebbe verificata il piu' presto possibile, per iniziare subito a preparare il nuovo vaccino).
Uno scenario simile sembrerebbe in parte gia' in atto. Sarebbe una bella "gatta da pelare".

SITUAZIONE DEL 23/3 (ore 18:10): I decessi di oggi in Italia sono 551 (quasi 106.000 dall'inizio della pandemia), valore decisamente oltre i 400 decessi al giorno dopo circa 20 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico (che pero' e' del solo Piemonte, da noi trattato come regione campione).
Sembra trovare riscontro la nostra interpretazione che prevedeva purtroppo un ulteriore aumento di questo numero oltre 400 nei prossimi 10-15 giorni, seguendo l'andamento della curva dei contagi con questo ritardo tipico di circa 20 giorni, che sono quelli che mediamente trascorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.
Tra 20-30 giorni prevediamo poi che il numero dei decessi dovrebbe scendere, se scendono i contagi, stabilizzandosi infine, come viene previsto in varianti "ritardate" , intorno ai 200 decessi al giorno, causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici (Sars-CoV-2), che attualmente in Piemonte ha superato il 7%, arrivando fino al 17%, come risultato dell'attuale terza ondata, che ha aumentato il numero totale di virus in circolazione e quindi anche di quelli partecipanti al fondo degli asintomatici.
Passato il picco della terza ondata l' epidemia degli asintomatici riteniamo che ritornera' poi in Piemonte al suo valore di equilibrio stagionale del 7%.

Il dato dei positivi al test di OGGI e' salito addirittura a 24.3% (ultima colonnina a destra nel grafico ) che e' un dato altissimo mai raggiunto negli ultimi mesi e superiore al picco della seconda ondata (purche' NON sia il risultato di malaugurati errori di misura, che dobbiamo ritenere non ci siano).
Sono ormai 8 giorni che il Piemonte e' in zona rossa (e vi restera' fino alle feste di Pasqua comprese, per circa 20 giorni) ed in questi 8 giorni l'effetto di contenimento dei contagi della zona rossa non si e' visto, perche' i contagi sono addirittura SALITI anziche scesi: NON e' per niente un fatto normale (se i piemontesi stanno rispettando le restrizioni della zona rossa)!
Non e' normale perche' la decrescita dei positivi per guarigione e' sicuro che c'e' e, se la curva non cala, significa che malgrado la zona rossa c'e' presente anche un apporto di nuovi contagi maggiore della decrescita per guarigione (che e' ben nota).
Per questo abbiamo ritenuto di discutere l'eventuale presenza di particolari ed imprevisti contributi alla crescita dei contagi che potessero arrivare a provocare anche l'eventuale mancata o ridotta decrescita complessiva dei contagi.
Se i dati sono giusti, in Piemonte LA SITUAZIONE CI SEMBRA MOLTO GRAVE (positivita' al 24.3%).
Se, come si potrebbe temere, i contagi non calassero neanche nei prossimi giorni, sarebbe una situazione gravissima, perche' oltre alla zona rossa non abbiamo molte altre armi a disposizione: infatti per un incremento significativo della percentuale dei vaccinati ci vogliono tempi lunghi purtroppo.
Lo scenario potrebbe essere allora quello ipotizzato nella nostra discussione sui contributi alla crescita dei contagi , in cui si ipotizza che il fondo degli asintomatici possa essere diventato cosi' alto da contribuire alla crescita dei contagi piu' della decrescita dovuta alla guarigione delle persone infette (positive al test), che purtroppo procede lentamente perche' richiede circa 30 giorni, necessari al sistema immunitario delle persone infette per completare la guarigione.
Si tratterebbe in altre parole dell'ESPLOSIONE dell' epidemia degli asintomatici , in un modo non piu' controllabile, fino al suo limite estremo, che e' costituito dall'infezione di tutte le persone rimaste infettabili (gli immunizzati sono ovviamente esclusi).
E' questo uno scenario sconcertante di questa pandemia ma che forse e' possibile e che potrebbe diventare reale nel caso in cui si fosse lasciato crescere troppo il fondo degli asintomatici, prima di intervenire con i necessari provvedimenti di contenimento della crescita dei contagi oppure nel caso della presenza di VARIANTI molto piu' contagiose del Sars-CoV-2.
Per stabilire scientificamente la possibilita' di questo scenario occorre disporre di informazioni che attualmente non abbiamo ma che potrebbero essere dedotte da uno studio piu' approfondito delle curve dei contagi esistenti, concernenti la statistica dei contagi prodotti dalle persone infette ma asintomatiche. Se necessario lo faremo ma per ora speriamo ancora di non doverlo fare.
In tal caso malaugurato le restrizioni della zona rossa o del lockdown piu' rigido, pur non facendo piu' calare i contagi, andrebbero comunque mantenute in permanenza, per impedire o rallentare la crescita dei contagi, che comportano in una certa misura ricoveri e decessi, in attesa della stagione con temperatura piu' mite, che riducendo la contagiosita' del virus, aumentera' la decrescita spontanea della curva dei contagi: potrebbe essere la nostra unica risorsa risolutiva (ma l'anno scorso si dovette aspettare fino a maggio).
Nel caso estremo, in cui neanche un lockdown continuativo riuscisse ad impedire la crescita dei contagi, come sembrerebbe lasciar temere l'andamento del grafico del Piemonte negli ultimi 8 giorni, bisognerebbe accelerare le vaccinazioni fino a 500.000 al giorno, cosi' da arrivare nei 2 mesi che mancano a maggio a 30 milioni di vaccinati (meta' dei quali gia' immuni perche' gia' infettati in modo asintomatico).
Questo volume di vaccinazioni dovrebbe riuscire a contenere la crescita dei contagi prima di maggio e prima che arrivi a contagiare tutti (con un lockdown prolungato, pero', per limitare i danni dell'infezione, anche se asintomatica, al maggior numero di persone possibile).
La quantita' di virus in circolazione sarebbe diventata allora cosi' grande da rendere necessario continuare le vaccinazioni fino ad aver vaccinato il 100% della popolazione prima del prossimo autunno.
Vogliamo credere fortemente che tutto cio' non accadra' (speriamo).
Noi dobbiamo ancora aspettare i dati dei prossimi giorni, sperando in un deciso cambiamento in discesa dell'andamento della linea rossa che unisce i picchi (varianti) e di quella grigia che unisce le valli (fondo Sars-CoV-2), che ora sembrano entrambe chiaramente in salita nel grafico dopo 8 giorni di zona rossa oppure di poter mettere un punto interrogativo rosso anche su questo punto di oggi, qualora i dati dei prossimi giorni fossero bassi, indicando la presenza di un errore nella trasmissione del dato odierno (magari).
Essendo pertinenti alla situazione dei contagi attuale, riteniamo utile ripetere qui' la nostra descrizione dell'evoluzione dei contagi e del decremento atteso durante la zona rossa, gia' scritti nei giorni scorsi, perche' aiutano a capire cosa ci dobbiamo attendere nella curva dei contagi dei prossimi giorni.

EVOLUZIONE DELLA TERZA ONDATA: Noi crediamo di aver capito come si evolve questa pandemia ed allora, quando possiamo, cerchiamo di spiegarlo in questo sito.
Certamente ora, con la zona rossa, deve iniziare la decrescita dal picco della terza ondata, che sara', visualizzata nel grafico , essendo venuto meno il contributo crescente dei nuovi contagi e rimasto praticamente solo il contributo discendente dal picco, derivante dal tempo di guarigione delle persone ormai infette e positive al test, che tipicamente richiede circa 30 giorni dall'inizio del contagio (non dal test) per completarsi.
Questo tempo purtroppo non consente di sperare in una riduzione di durata della zona rossa in tempi brevi.
Qualora invece la curva dei contagi NON accennasse a scendere di livello o addirittura risalisse, malgrado la zona rossa, allora siccome la discesa indotta dalle guarigioni permane senza ombra di dubbio, vorrebbe dire che c'e' un'altra causa diversa che contribuisce all'incremento dei contagi e che non sta permettendo alla curva di scendere.
Noi crediamo (e speriamo) che cio' non avverra' ma se accadesse la causa dovrebbe essere individuata e contrastata immediatamente.

DECREMENTO ATTESO DEI CONTAGI: Essendo il picco della seconda ondata iniziato 20 giorni fa i contagi del periodo iniziale, che sono di meno, si dovrebbero azzerare entro 10 giorni, mentre quelli piu' recenti, che sono di piu', tra 10-20 giorni.
Cosi' ci aspettiamo di vedere alla fine la curva quasi appiattita sul fondo del 7% degli asintomatici intorno a Pasqua. Forse anche ad un livello inferiore al 7%, per effetto della zona rossa, se mantenuta per tutto il periodo, anche sull'evoluzione dell' epidemia degli asintomatici , il cui livello pero' sarebbe poi destinato a risalire presto e spontaneamente al 7%, che e' il livello stagionale determinato dalla contagiosita' con le temperature invernali.

Visto il livello eccezionalmente alto dei contagi odierni, che dobbiamo cambiare lo stato di ALLARME ROSSO PER CONTAGI ALTISSIMI in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

LE VARIANTI E L'EPIDEMIA DEGLI ASINTOMATICI   (23 marzo 2021)
Il processo di replicazione di un virus, che avviene dentro una cellula del corpo umano, come si puo' facilmente intuire e' molto complesso e, come sempre capita, quanto piu' un processo e' complesso tanto piu' e' probabile che qualcosa vada storto.
Nel caso della replicazione virale quando qualcosa va storto nella maggior parte dei casi il processo non vada a buon fine, nel senso che non si forma un virus funzionante.
Ma puo' accadere che il virus risultante, invece di non funzionare affatto, funzioni ed allora si dice che si e' generata una nuova variante. In tal caso risulta abbastanza simile al virus originario (Sars-CoV-2) ma con alcune caratteristiche diverse (non molto), che lo potrebbero anche rendere piu' facilmente trasmissibile.
Quando questo evento casuale si verifica, il virus prodotto risulta piu' contagioso e nel processo di diffusione del contagio accade che puo' prendere il sopravvento e diventare rapidamente predominante.
Questo, come accade nell'epidemia normale dei virus che allora procede piu' in fretta, accade anche nell' epidemia NASCOSTA degli asintomatici e ne fa salire il livello di fondo nella curva dei contagi.
Proprio come sta accadendo adesso nel nostro grafico. , dove il fondo e' salito dal 7% al 15%.
Quando una persona non vaccinata viene contagiata (se e' vaccinata si salva), il sistema immunitario si attiva subito ma ci mette alcuni giorni per produrre gli anticorpi in quantita' sufficiente a bloccare la diffusione dei virus. Intanto in quei giorni il virus dilaga, estendendo il danno, anche nei casi in cui la risposta immunitaria e' cosi' buona da impedire lo sviluppo della sindrome Covid-19: in questi casi l'infezione e' solo asintomatica.
E' facile capire che se, i virus sono invece di una variante che si riproduce piu' velocemente, gli anticorpi in numero necessario potrebbero non arrivare in tempo utile per poter bloccare la diffusione dell'infezione. Allora il paziente non resta solo asintomatico ma si ammala di Covid-19.
La presenza in buon numero di questo tipo di varianti piu' aggressive comporterebbe percio' un maggiore numero di ricoveri ospedalieri e di decessi (come sembra si stia verificando in questi giorni).

SITUAZIONE DEL 22/3 (ore 17:10): I decessi di oggi in Italia sono 386 (circa 105.000 dall'inizio della pandemia), valore ancora sotto ai 400 decessi al giorno dopo circa 20 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico.
Se questa interpretazione e' giusta potremo assistere putroppo ad un ulteriore aumento di questo numero anche oltre 400 nei prossimi 10-15 giorni, seguendo l'andamento della curva dei contagi con questo ritardo tipico di circa 20 giorni, che sono quelli che mediamente trascorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.
Tra 20-30 giorni prevediamo poi che il numero dei decessi scendera' stabilizzandosi infine, come viene previsto in varianti "ritardate" , intorno ai 200 decessi al giorno, causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici (Sars-CoV-2), che attualmente ha superato il 7% ed e' arrivato intorno al 12%, come risultato dell'attuale terza ondata, che ha aumentato il numero totale di virus in circolazione e quindi anche di quelli partecipanti al fondo degli asintomatici.
Passato il picco della terza ondata l' epidemia degli asintomatici riteniamo che ritornera' presto al valore di equilibrio stagionale del 7%.

Il dato dei positivi al test di OGGI e' sceso a 17.1% (ultima colonnina a destra nel grafico ) che e' un dato piu' basso del livello del picco di venerdi' (indicato con una V rossa) ma non abbastanza da indicare un cambiamento di tendenza della curva che negli ultimi 7 giorni, che non sono pochi, sembra essere passata da un valor medio del 15% al 17%, cioe' in salita anziche' in discesa, malgrado l'effetto di contenimento dei contagi esercitato dalla zona rossa.
Questi valori ancora cosi' alti non ci permettono ancora di vedere l'effetto di riduzione dei contagi dovuto alla zona rossa: per questo abbiamo ritenuto di discutere l'eventuale presenza di inprevisti particolari contributi alla crescita dei contagi che potessero arrivare a provocare anche l'eventuale mancata o ridotta decrescita complessiva dei contagi.
Sono ormai 7 giorni che il Piemonte e' in zona rossa (e vi restera' fino alle feste di Pasqua comprese, per circa 20 giorni) ed in questi 7 giorni di zona rossa abbiamo visto i contagi addirittura salire anziche scendere: NON e' per niente un fatto normale (se i piemontesi stanno rispettando le restrizioni della zona rossa)!
Se "per assurdo" i contagi non calassero, sarebbe una situazione gravissima, perche' oltre alla zona rossa non abbiamo molte altre armi a disposizione (per un incremento significativo della percentuale dei vaccinati ci vogliono tempi lunghi purtroppo).
Lo scenario potrebbe essere quello ipotizzato nella nostra discussione sui contributi alla crescita dei contagi , in cui si ipotizza che il fondo degli asintomatici possa essere diventato cosi' alto da contribuire alla crescita dei contagi piu' della decrescita dovuta alla guarigione delle persone infette (positive al test), che purtroppo procede lentamente perche' richiede circa 30 giorni, necessari al sistema immunitario delle persone infette per completare la guarigione.
Si tratterebbe in altre parole dell'ESPLOSIONE dell' epidemia degli asintomatici , in un modo non piu' controllabile, fino al suo limite estremo, che e' costituito dall'infezione di tutte le persone rimaste infettabili (gli immunizzati sono ovviamente esclusi).
E' questo uno scenario sconcertante di questa pandemia ma che forse e' possibile e che potrebbe diventare reale nel caso si lasciasse crescere troppo il fondo degli asintomatici, prima di intervenire con i necessari provvedimenti di contenimento della crescita dei contagi.
Per stabilire scientificamente la possibilita' di questo scenario occorre disporre di informazioni che attualmente non abbiamo ma che potrebbero essere dedotte da uno studio piu' approfondito delle curve dei contagi esistenti, concernenti la statistica dei contagi prodotti dalle persone infette ma asintomatiche. Se necessario lo faremo ma per ora speriamo di non doverlo fare,
In tal caso malaugurato le restrizioni della zona rossa o del lockdown piu' rigido, pur non facendo piu' calare i contagi, andrebbero comunque mantenute in permanenza, per impedire o rallentare la crescita dei contagi, che comportano in una certa misura ricoveri e decessi, in attesa della stagione con temperature piu' miti, che riducendo la contagiosita' del virus, aumenteranno la decrescita spontanea della curva dei contagi.
Vogliamo credere fortemente che cio' non accadra' mai (speriamo).
Noi dobbiamo ancora aspettare i dati dei prossimi giorni, contando in un deciso cambiamento in discesa dell'andamento della linea rossa che unisce i picchi (varianti) e di quella grigia che unisce le valli (fondo Sars-CoV-2) in conseguenza della zona rossa.
Essendo pertinenti alla situazione dei contagi attuale, riteniamo utile ripetere qui' la nostra descrizione dell'evoluzione dei contagi e del decremento atteso durante la zona rossa.

EVOLUZIONE DELLA TERZA ONDATA: Noi crediamo di aver capito come si evolve questa pandemia ed allora, quando possiamo, cerchiamo di spiegarlo in questo sito.
Certamente ora, con la zona rossa, deve iniziare la decrescita dal picco della terza ondata, che sara', visualizzata nel grafico , essendo venuto meno il contributo crescente dei nuovi contagi e rimasto praticamente solo il contributo discendente dal picco, derivante dal tempo di guarigione delle persone ormai infette e positive al test, che tipicamente richiede circa 30 giorni dall'inizio del contagio (non dal test) per completarsi.
Questo tempo purtroppo non consente di sperare in una riduzione di durata della zona rossa in tempi brevi.
Qualora invece la curva dei contagi NON accennasse a scendere di livello o addirittura risalisse, malgrado la zona rossa, allora siccome la discesa indotta dalle guarigioni permane senza ombra di dubbio, vorrebbe dire che c'e' un'altra causa diversa che contribuisce all'incremento dei contagi e che non sta permettendo alla curva di scendere.
Noi crediamo (e speriamo) che cio' non avverra' ma se accadesse la causa dovrebbe essere individuata e contrastata immediatamente.

DECREMENTO ATTESO DEI CONTAGI: Essendo il picco della seconda ondata iniziato 20 giorni fa i contagi del periodo iniziale, che sono di meno, si dovrebbero azzerare entro 10 giorni, mentre quelli piu' recenti, che sono di piu', tra 10-20 giorni.
Cosi' ci aspettiamo di vedere alla fine la curva quasi appiattita sul fondo del 7% degli asintomatici intorno a Pasqua. Forse anche ad un livello inferiore al 7%, per effetto della zona rossa, se mantenuta per tutto il periodo, anche sull'evoluzione dell' epidemia degli asintomatici , il cui livello pero' sarebbe poi destinato a risalire presto e spontaneamente al 7%, che e' il livello stagionale determinato dalla contagiosita' con le temperature invernali.

Riteniamo anche oggi, visto il livello ancora alto dei contagi, che dobbiamo lasciare invariato lo stato di ALLARME PER CONTAGI ALTI in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

LA NOTIZIA: A ROVIGO META' DOCENTI RIFIUTA IL VACCINO ASTRAZENECA   (22 marzo 2021)
Abbiamo gia' commentato due giorni fa il caso Astrazeneca , manifestando un po' di comprensione per quelle persone meno informate del pubblico, che solitamente dopo aver letto sul bugiardino di un farmaco tutte le controindicazioni ne rimangono cosi' angosciate da rifiutare addirittura di usufruire di quel farmaco nel timore del verificarsi di reazioni avverse.
Sono persone chiaramente incapaci di valutare obiettivamente il rapporto rischi/benefici di quel farmaco.
Ma che questo potesse accadere nel Veneto, ad una categoria di persone "docenti" che dev'essere colta per definizione, proprio non ce lo saremmo aspettati mai!
Che dire? Non ci sono parole.
Possiamo solo prendere atto del fatto che la presenza del virus Sars-CoV-2 ci ha messo in contatto con una patologia nuova, estremamente subdola, che riesce ad essere intimamente presente tra noi, provocando danni anche gravi e permanenti a lungo termine, senza che la gente se ne accorga e per questo se ne preoccupi, adottando tutte le contromisure pure esistenti e necessarie.
E questa e' la spiegazione di casi altrimenti inspiegabili, come questo dei docenti che rifiutano di vaccinarsi o dei giovani che si ammucchiano in modi incoscienti pur di divertirsi con un po' di musica.

PERCHE' VACCINARSI ?   (22 marzo 2021)
Bisogna che tutti capiscano bene che prendersi il virus in forma asintomatica NON e' un altro modo indolore di farsi vaccinare dalla Natura anziche' da un farmaco.
Questa e' la differenza:
  1. Se ti vaccini fai produrre gli anticorpi preventivamente nel tuo organismo, senza alcun danno, in modo tale che se in un momento successivo il virus entra nell'organismo viene fatto fuori dagli anticorpi prima che possa fare il benche' minimo danno.
  2. Se invece ti infetti con il virus, senza essere stato vaccinato prima, allora il virus non trova gli anticorpi ad ostacolarlo e comincia a distruggere le cellule dell'organo in cui si e' insediato (polmoni ma anche altri organi come reni, cervello, ecc.) per riprodursi in grande quantita'. Il danno nei casi peggiori puo' essere grave e permanente, anche se non avvertibile, e puo' comportare conseguenze anche serie a distanza di tempo.
    Il sistema immunitario si attiva subito ma ci mette alcuni giorni per produrre gli anticorpi in quantita' sufficiente ed intanto in quei giorni il virus dilaga, estendendo il danno anche nei casi in cui la risposta immunitaria e' stata buona, al punto da impedire lo sviluppo della sindrome Covid-19 nel paziente (allora l'infezione e' solo asintomatica).
In questi casi di infezione asintomatica il paziente senza essersi mai accorto di nulla:
  • Si e' goduto la sua movida in cui e' stato infettato.
  • Ha subito danni organici che potrebbero essere anche gravi e che potrebbero ridurre la sua aspettativa di vita.
  • Ha potuto infettare poi inconsapevolmente altre persone, soprattutto quelle che gli sono piu' vicine.
  • Ha contribuito per piu' giorni a diffondere il virus soprattutto nella propria cerchia di amicizie e famigliari.
  • Alcune delle persone eventualmente da lui infettate, se hanno una risposta immunitaria meno efficace della sua, anziche' rimanere asintomatiche come lui, potrebbero essersi ammalate di Covid-19, senza poter sapere chi gli ha trasmesso il contagio.
E' certamente molto meglio evitare di infettarsi ma vaccinarsi appena possibile.
Per questo abbiamo detto che il Covid-19 e' una patologia subdola.
Cosi' il virus Sars-CoV-2 riesce ad moltiplicarsi a suo piacimento, perpetuando la sua presenza in forma endemica tra noi.
Purtroppo sembra che l'immunita' che si acquisisce con la vaccinazione sara' solo temporanea e questo fatto, pur permettendo di raggiungere la cosiddetta "immunita' di gregge" che ci permettera' di tornare ad una vita normale, non fara' scomparire del tutto il Sars-CoV-2, com'e' accaduto in passato per altri virus.

SITUAZIONE DEL 21/3 (ore 17:15): I decessi di oggi in Italia sono 200 (circa 105.000 dall'inizio della pandemia), valore sotto ai 400 decessi al giorno dopo circa 20 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico.
Se questa interpretazione e' giusta potremo assistere putroppo ad un ulteriore aumento di questo numero anche oltre 400 nei prossimi 10-15 giorni, seguendo l'andamento della curva dei contagi con questo ritardo tipico di circa 20 giorni, che sono quelli che mediamente trascorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.
Tra 20-30 giorni prevediamo poi che il numero dei decessi scendera' stabilizzandosi infine, come viene previsto in varianti "ritardate" , intorno ai 200 decessi al giorno, causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici (Sars-CoV-2), che attualmente ha superato il 7% ed e' arrivato intorno al 12%, come risultato dell'attuale terza ondata, che ha aumentato il numero totale di virus in circolazione e quindi anche di quelli partecipanti al fondo degli asintomatici.
Passato il picco della terza ondata l' epidemia degli asintomatici riteniamo che ritornera' presto al valore di equilibrio stagionale del 7%.

Il dato dei positivi al test di OGGI e' salito a 19.1% (ultima colonnina a destra nel grafico ) che e' un dato che risale al livello del picco di venerdi' (indicato con una V rossa).
Questo valore cosi' alto non ci conferma affatto l'effetto di riduzione dei contagi della zona rossa: per questo abbiamo ritenuto di discutere l'eventuale presenza di inprevisti particolari contributi alla crescita dei contagi che potessero arrivare a provocare anche l'eventuale mancata o ridotta decrescita complessiva dei contagi.
Sono ormai 6 giorni che il Piemonte e' in zona rossa (e vi restera' fino alle feste di Pasqua comprese, per circa 20 giorni) ed in questi 6 giorni di zona rossa abbiamo visto i contagi addirittura salire anziche scendere: NON e' per niente un fatto normale (se i piemontesi stanno rispettando le restrizioni della zona rossa)!
Se "per assurdo" i contagi non calassero, sarebbe una situazione gravissima, perche' oltre alla zona rossa non abbiamo molte altre armi a disposizione (per un incremento significativo della percentuale dei vaccinati ci vogliono tempi lunghi purtroppo).
Lo scenario potrebbe essere quello ipotizzato nella nostra discussione sui contributi alla crescita dei contagi , in cui si ipotizza che il fondo degli asintomatici possa essere diventato cosi' alto da contribuire alla crescita dei contagi piu' della decrescita dovuta alla guarigione delle persone infette (positive al test), che purtroppo procede lentamente perche' richiede circa 30 giorni, necessari al sistema immunitario delle persone infette per completare la guarigione.
In tal caso malaugurato la zona rossa andrebbe comunque mantenuta in permanenza per impedire o rallentare la crescita dei contagi, in attesa della stagione con temperature piu' miti. Ma vogliamo credere fortemente che cio' non accadra'.
Aspettiamo i dati dei prossimi giorni contando in un deciso cambiamento in discesa dell'andamento della linea rossa che unisce i picchi (varianti) e di quella grigia che unisce le valli (fondo Sars-CoV-2) in conseguenza della zona rossa.

EVOLUZIONE DELLA TERZA ONDATA: Noi crediamo di aver capito come si evolve questa pandemia ed allora, quando possiamo, cerchiamo di spiegarlo in questo sito.
Certamente ora, con la zona rossa, deve iniziare la decrescita dal picco della terza ondata, che sara', visualizzata nel grafico , essendo venuto meno il contributo crescente dei nuovi contagi e rimasto praticamente solo il contributo discendente dal picco, derivante dal tempo di guarigione delle persone ormai infette e positive al test, che tipicamente richiede circa 30 giorni dall'inizio del contagio (non dal test) per completarsi.
Questo tempo purtroppo non consente di sperare in una riduzione di durata della zona rossa in tempi brevi.
Qualora invece la curva dei contagi NON accennasse a scendere di livello o addirittura risalisse, malgrado la zona rossa, allora siccome la discesa indotta dalle guarigioni permane senza ombra di dubbio, vorrebbe dire che c'e' un'altra causa diversa che contribuisce all'incremento dei contagi e che non sta permettendo alla curva di scendere.
Noi crediamo (e speriamo) che cio' non avverra' ma se accadesse la causa dovrebbe essere individuata e contrastata immediatamente.

DECREMENTO ATTESO DEI CONTAGI: Essendo il picco della seconda ondata iniziato 20 giorni fa i contagi del periodo iniziale, che sono di meno, si dovrebbero azzerare entro 10 giorni, mentre quelli piu' recenti, che sono di piu', tra 10-20 giorni.
Cosi' ci aspettiamo di vedere alla fine la curva quasi appiattita sul fondo del 7% degli asintomatici intorno a Pasqua. Forse anche ad un livello inferiore al 7%, per effetto della zona rossa, se mantenuta per tutto il periodo, anche sull'evoluzione dell' epidemia degli asintomatici , il cui livello pero' sarebbe poi destinato a risalire presto e spontaneamente al 7%, che e' il livello stagionale determinato dalla contagiosita' con le temperature invernali.

Riteniamo anche oggi, visto il livello ancora alto dei contagi, che dobbiamo lasciare invariato lo stato di ALLARME PER CONTAGI ALTI in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

CONTRIBUTI ALLA CRESCITA DEI CONTAGI   (21 marzo 2021)
A prima vista la discesa della curva dei contagi ci sembra procedere piu' lentamente del previsto: infatti nel grafico , dov'e' indicato con una freccia il giorno d'inizio della "zona rossa", ci sembra che la media degli ultimi 5 punti (successivi alla zona rossa) non sia visibilmente piu' bassa di quella dei 5 giorni prima dell'inizio della zona rossa.
Correttamente abbiamo scritto ieri che "Qualora la curva dei contagi smettesse di scendere di livello o addirittura risalisse, malgrado la zona rossa, allora siccome la discesa indotta dalle guarigioni permane senza ombra di dubbio, vorrebbe dire che c'e' un'altra causa diversa che contribuisce all'incremento dei contagi e che non sta permettendo alla curva di scendere."
In effetti c'e' un'altra causa diversa che contribuisce all'incremento dei contagi e sono i contagi prodotti da quel 18% di persone infette, risultate positive al test.
In massima parte si tratta di persone asintomatiche e quindi con ridotta capacita' di contagiare altre persone ma certamente il 18% della popolazione sono tante persone asintomatiche e per questo un certo contributo residuale all'incremento dei contagi potrebbe esserci, nei confronti delle persone con cui restano in contatto anche durante la zona rossa.
Senza la zona rossa i contatti e quindi i contagi sarebbero molti di piu' ma anche in zona rossa un loro contributo sia pur piccolo potrebbe essere rimasto a ridurre la velocita' di discesa della curva dei contagi.
Non abbiamo elementi sufficienti per valutare l'entita' di un tale contributo ma possiamo ragionevolmente supporre che dipende dal livello raggiunto dai contagi: se invece del 18% fosse il 36% sarebbe il doppio.
Una valutazione di massima si potrebbe anche fare conoscendo il tempo medio di guarigione degli infetti, che e' ricavabile da altre parti del grafico. Ma per ora non ci addentriamo in questa problemarica.
Questi fatti ci lasciano intravedere uno scenario, in cui questo livello potrebbe essere diventato cosi' alto da produrre un incremento dei contagi (che sarebbe crescente) uguale od anche superiore alla velocita' di discesa dei contagi stabilita dal tempo di guarigione degli infetti (che e' fisso).
Allora neanche la zona rossa o il lockdown totale riuscirebbe piu' a fermare la crescita dei contagi.
Guardando la nostra curva direi che un andamento in discesa si riesce a vedere ma forse meno di quanto ci saremmo aspettati.
Questo potrebbe farci scoprire un'altro grave pericolo di questa pandemia (conseguenza della sua alta contagiosita'), per evitare il quale non bisogna mai permettere ai contagi di salire sopra al 18% prima di attivare il massimo livello di restrizioni possibili, per evitare il rischio di una crescita incontrollabile della curva dei contagi.
Per ora questa e' solo un'ipotesi preliminare, una preoccupazione, e nulla piu'. Ma se fosse vera questa possibilita' di espansione incontrollabile dell'epidemia degli asintomatici, allora le conseguenze potrebbero essere cosi' tragiche, in termini di ricoveri e decessi, che l'opinione pubblica dovrebbe essere informata adeguatamente nell'interesse di tutti, soprattutto in quei Paesi dove piu' numerose e frequenti sono le manifestazioni anti-lockdown.

SITUAZIONE DEL 20/3 (ore 18:15): I decessi di oggi in Italia sono 401 (oltre 104.000 dall'inizio della pandemia), valore tornato ai 400 decessi al giorno dopo circa 20 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico.
Se questa interpretazione e' giusta potremo assistere putroppo ad un ulteriore aumento di questo numero oltre 400 nei prossimi 10-15 giorni, seguendo l'andamento della curva dei contagi con questo ritardo tipico di circa 20 giorni, che sono quelli che mediamente trascorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.
Tra 20-30 giorni prevediamo poi che il numero dei decessi scendera' stabilizzandosi infine, come viene previsto in varianti "ritardate" , intorno ai 200 decessi al giorno, causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici (Sars-CoV-2), che attualmente ha superato il 7% ed e' arrivato intorno al 12%, come risultato dell'attuale terza ondata, che ha aumentato il numero totale di virus in circolazione e quindi anche di quelli partecipanti al fondo degli asintomatici.
Passato il picco della terza ondata l' epidemia degli asintomatici riteniamo che ritornera' presto al valore di equilibrio stagionale del 7%.

Il dato dei positivi al test di OGGI e' sceso a 16.4% (ultima colonnina a destra nel grafico ) che e' un dato che rispetta la previsione di collocarsi sulla discesa dal picco di ieri, venerdi' (indicato con una V rossa).
Per questo, ritenendo quello di ieri un primo picco lungo la discesa dal massimo della terza ondata, sembra che abbiamo fatto bene a raccordarci la linea rossa che unisce i picchi (varianti). Se abbiamo ragione anche il dato di domani dovrebbe risultare piu' basso del punto di oggi (per confermare che quello di venerdi' e' un picco).
Tutto questo a conferma che l'effetto della zona rossa si e' cominciato a vedere gia' dopo il primo giorno: questo e' un dato molto positivo, perche' testimonia che le restrizioni della zona rossa sono applicate con il dovuto rigore.
Infatti da 5 giorni il Piemonte e' stato messo in zona rossa fino alle feste di Pasqua comprese (per circa 20 giorni).
Aspettiamo ancora i dati dei prossimi giorni per capire meglio come si stanno modificando gli andamenti della linea rossa che unisce i picchi (varianti) e di quella grigia che unisce le valli (fondo Sars-CoV-2) in conseguenza della zona rossa.

EVOLUZIONE DELLA TERZA ONDATA: Noi crediamo di aver capito come si evolve questa pandemia ed allora, quando possiamo, cerchiamo di spiegarlo in questo sito.
Certamente ora, con la zona rossa, e' iniziata la decrescita dal picco della terza ondata, che continuera', visualizzata nel grafico , essendo venuto meno il contributo crescente dei nuovi contagi e rimasto praticamente solo il contributo discendente dal picco, derivante dal tempo di guarigione delle persone ormai infette e positive al test, che tipicamente richiede circa 30 giorni dall'inizio del contagio (non dal test) per completarsi.
Questo tempo purtroppo non consente di sperare in una riduzione di durata della zona rossa in tempi brevi.
Qualora invece la curva dei contagi smettesse di scendere di livello o addirittura risalisse, malgrado la zona rossa, allora siccome la discesa indotta dalle guarigioni permane senza ombra di dubbio, vorrebbe dire che c'e' un'altra causa diversa che contribuisce all'incremento dei contagi e che non sta permettendo alla curva di scendere.
Secondo noi cio' non avverra' ma se accadesse la causa dovrebbe essere individuata ed eliminata nel tempo piu' breve possibile.

DECREMENTO ATTESO DEI CONTAGI: Essendo il picco della seconda ondata iniziato 20 giorni fa i contagi del periodo iniziale, che sono di meno, si azzereranno entro 10 giorni, mentre quelli piu' recenti, che sono di piu', tra 10-20 giorni.
Cosi' ci aspettiamo di vedere alla fine la curva quasi appiattita sul fondo del 7% degli asintomatici intorno a Pasqua. Forse anche ad un livello inferiore al 7%, per effetto della zona rossa, se mantenuta per tutto il periodo, anche sull'evoluzione dell' epidemia degli asintomatici , il cui livello pero' sarebbe poi destinato a risalire presto e spontaneamente al 7%, che e' il livello stagionale determinato dalla contagiosita' con le temperature invernali.

Riteniamo pertanto che anche per oggi, visto il livello ancora alto dei contagi, possiamo lasciare invariato lo stato di ALLARME PER CONTAGI ALTI in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

COMMENTO SUL CASO ASTRAZENECA   (20 marzo 2021)
Ci risulta che si sono verificati dei decessi per cause diverse ma con una correlazione solo temporale con il momento dell'inoculazione del vaccino AstraZeneca.
In totale si sono verificati 25 casi sospetti su 20 milioni di vaccinazioni fatte.
I casi sono talmente pochi da consentire, anche all'EMA, di dichiarare che non incidono minimamente sul rapporto rischi/benefici, che resta totalmente favorevole al vaccino.
Ora che si e' diffuso un panico molto dannoso si sta chiedendo alla Scienza di dare in pochi giorni una risposta a quesiti che normalmente richiedono mesi ed anni di studi per arrivare ad una risposta certa.
Ovviamente, non avendo nessuno la bacchetta magica, la risposta (con comprensibile imbarazzo) e' stata che i casi sono pochissimi e che non c'e' una chiara evidenza di nesso causale con il vaccino e che essendo il rapporto benefici/costi altissimo non si vedono motivi validi per sospendere le vaccinazioni.
Con numeri cosi' piccoli anche i politici europei (tedeschi) sarebbero potuti arrivare alle stesse conclusioni, tutelando cosi' piu' la salute del popolo che non le responsabilita' degli amministratori, ma ormai il danno e' fatto e molte persone ancora oggi non si stanno presentando alle vaccinazioni prenotate.
Le autorita' regolatorie hanno risolto per ora il problema inserendo alcuni casi in piu' nelle reazioni avverse possibili nel bugiardino del vaccino. Poi approfondiranno i problemi scientifici con i tempi necessari.
La realta' e' che tutti i farmaci e tutti i vaccini sono un po' tossici ed in minima parte dannosi ma si prendono perche' i benefici superano di gran lunga i rischi. Ed e' giusto cosi': i successi della Scienza Medica si basano su questa realta'.
Malgrado cio' il mondo e' pieno di persone che, appena aprono la confezione di una medicina, vanno subito a leggere sul bugiardino le controindicazioni e le reazioni avverse possibili, entrando in uno stato di angoscia poiche' pensano che tutte quelle reazioni avverse li riguardino da vicino anziche' essere casi estremamente rari. E cosi' accade che non prendono la medicina esponendosi ad un rischio molto maggiore e reale.
L'approccio all'uso di tutti i farmaci dev'essere sempre improntato al massimo buon senso.

SITUAZIONE DEL 19/3 (ore 17:15): I decessi di oggi in Italia sono 386 (oltre 103.000 dall'inizio della pandemia), valore tornato sotto i 400 decessi al giorno dopo circa 20 giorni dall'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico.
Se questa interpretazione e' giusta potrremo assistere putroppo ad un ulteriore aumento di questo numero oltre 400 nei prossimi 10-15 giorni, seguendo l'andamento della curva dei contagi con questo ritardo tipico di circa 20 giorni, che sono quelli che mediamente trascorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.
Tra 20-30 giorni il numero dei decessi poi scendera' stabilizzandosi infine, come viene previsto in varianti "ritardate" , intorno ai 200 decessi al giorno, causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici (Sars-CoV-2), che attualmente ha superato il 7% ed e' arrivato intorno al 12%, come risultato dell'attuale terza ondata, che ha aumentato il numero totale di virus in circolazione e quindi anche di quelli partecipanti al fondo degli asintomatici.
Passato il picco della terza ondata l' epidemia degli asintomatici riteniamo che ritornera' presto al valore di equilibrio stagionale del 7%.

Il dato dei positivi al test di OGGI e' salito un po', a 19.1% (ultima colonnina a destra nel grafico ) che e' un dato che dovrebbe risentire dgli incrementi tipici dei picchi del venerdi' (indicati con una V rossa).
Per questo, ritenendolo un primo picco lungo la discesa dal massimo della terza ondata, vi abbiamo raccordato la linea rossa che unisce i picchi (varianti). Se abbiamo ragione i dati dei prossimi due giorni dovrebbero risultare piu' bassi del punto di oggi (per confermare che e' un picco).
Tutto questo a conferma che l'effetto della zona rossa si e' cominciato a vedere gia' dopo il primo giorno: questo e' un dato molto positivo, perche' testimonia che le restrizioni della zona rossa sono applicate con il dovuto rigore.
Infatti da 4 giorni il Piemonte e' stato messo in zona rossa fino alle feste di Pasqua comprese (per circa 20 giorni).
Aspettiamo ancora i dati dei prossimi giorni per capire meglio come si stanno modificando gli andamenti della linea rossa che unisce i picchi (varianti) e di quella grigia che unisce le valli (fondo Sars-CoV-2).

EVOLUZIONE DELLA TERZA ONDATA: Noi crediamo di aver capito come si evolve questa pandemia ed allora, quando possiamo, cerchiamo di spiegarlo in questo sito.
Certamente ora, con la zona rossa, iniziera' la decrescita dal picco della terza ondata, che poi continuera', visualizzata nel grafico , essendo venuto meno il contributo crescente dei nuovi contagi e rimasto praticamente solo il contributo discendente dal picco, derivante dal tempo di guarigione delle persone ormai infette e positive al test, che tipicamente richiede circa 30 giorni dall'inizio del contagio (non dal test) per completarsi.
Questo tempo purtroppo non consente di sperare in una riduzione di durata della zona rossa.
Qualora invece la curva dei contagi non scendesse o addirittura risalisse, malgrado la zona rossa, allora siccome la discesa indotta dalle guarigioni c'e' senza ombra di dubbio, vorrebbe dire che c'e' un'altra causa diversa che contribuisce all'incremento dei contagi e che non sta permettendo alla curva di scendere. Secondo noi cio' non avverra' ma se accadesse la causa dovrebbe essere individuata ed eliminata nel tempo piu' breve possibile.

DECREMENTO ATTESO DEI CONTAGI: Essendo il picco della seconda ondata iniziato 20 giorni fa i contagi del periodo iniziale, che sono di meno, si azzereranno entro 10 giorni, mentre quelli piu' recenti, che sono di piu', tra 10-20 giorni.
Cosi' ci aspettiamo di vedere la curva quasi appiattita sul fondo del 7% degli asintomatici intorno a Pasqua. Forse anche ad un livello inferiore al 7%, per effetto della zona rossa, se mantenuta per tutto il periodo, anche sull' epidemia degli asintomatici , il cui livello pero' sarebbe destinato a risalire presto e spontaneamente al 7%, che e' il livello stagionale determinato dalla contagiosita' con le temperature invernali.

Riteniamo pertanto che anche per oggi, visto il livello ancora alto dei contagi, possiamo lasciare invariato lo stato di ALLARME PER CONTAGI ALTI in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

SITUAZIONE DEL 18/3 (ore 17:40): I decessi di oggi in Italia sono 423 (oltre 103.000 dall'inizio della pandemia), valore cresciuto oltre i 400 decessi al giorno e che annuncia secondo noi l'arrivo, 20 giorni dopo l'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico , le sue conseguenze sui decessi giornalieri (altrettanto e' prevedibile anche per le terapie intensive, purtroppo).
Se questa interpretazione e' giusta dovremo assistere putroppo ad un ulteriore aumento di questo numero oltre 400 nei prossimi 10-15 giorni, seguendo l'andamento della curva dei contagi con questo ritardo tipico di circa 20 giorni, che sono quelli che mediamente trascorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.
Tra 20-30 giorni il numero dei decessi poi scendera' stabilizzandosi infine, come viene previsto in varianti "ritardate" , intorno ai 200 decessi al giorno, causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici (Sars-CoV-2), che attualmente ha superato il 7% ed e' arrivato intorno al 12%, come risultato dell'attuale terza ondata, che ha aumentato il numero totale di virus in circolazione e quindi anche di quelli partecipanti al fondo degli asintomatici.
Passato il picco della terza ondata l' epidemia degli asintomatici riteniamo che ritornera' presto al valore di equilibrio stagionale del 7%.

Il dato dei positivi al test di OGGI e' salito un po', a 17.0% (ultima colonnina a destra nel grafico ) che e' un dato ancora basso, come quello di ieri, ai livelli minimi di quelli dei giorni scorsi, confermando che l'effetto della zona rossa si e' cominciato a vedere gia' dopo il primo giorno: questo e' un dato molto positivo, perche' testimonia che le restrizioni della zona rossa sono applicate con il dovuto rigore.
Infatti da tre giorni il Piemonte e' stato messo in zona rossa fino alle feste di Pasqua comprese (per circa 20 giorni).
Aspettiamo ancora i dati dei prossimi giorni per capire come si stanno modificando gli andamenti della linea rossa che unisce i picchi (varianti) e di quella grigia che unisce le valli (fondo Sars-CoV-2).

EVOLUZIONE DELLA TERZA ONDATA: Noi crediamo di aver capito come si evolve questa pandemia ed allora, quando possiamo, cerchiamo di spiegarlo in questo sito.
Certamente ora, con la zona rossa, iniziera' la decrescita dal picco della terza ondata, che poi continuera', visualizzata nel grafico , essendo venuto meno il contributo crescente dei nuovi contagi e rimasto praticamente solo il contributo discendente dal picco, derivante dal tempo di guarigione delle persone ormai infette e positive al test, che tipicamente richiede circa 30 giorni dall'inizio del contagio (non dal test) per completarsi.
Questo tempo purtroppo non consente di sperare in una riduzione di durata della zona rossa.

DECREMENTO ATTESO DEI CONTAGI: Essendo il picco della seconda ondata iniziato 20 giorni fa i contagi del periodo iniziale, che sono di meno, si azzereranno entro 10 giorni, mentre quelli piu' recenti, che sono di piu', tra 10-20 giorni.
Cosi' ci aspettiamo di vedere la curva quasi appiattita sul fondo del 7% degli asintomatici intorno a Pasqua. Forse anche ad un livello inferiore al 7%, per effetto della zona rossa, se mantenuta per tutto il periodo, anche sull' epidemia degli asintomatici , il cui livello pero' sarebbe destinato a risalire presto e spontaneamente al 7%, che e' il livello stagionale determinato dalla contagiosita' con le temperature invernali.

Riteniamo pertanto che anche per oggi, visto il livello ancora alto dei contagi, possiamo lasciare invariato lo stato di ALLARME PER CONTAGI ALTI in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

SITUAZIONE DEL 17/3 (ore 17:40): I decessi di oggi in Italia sono 431 (oltre 103.000 dall'inizio della pandemia), valore cresciuto oltre i 400 decessi al giorno e che annuncia secondo noi l'arrivo, 20 giorni dopo l'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico , le sue conseguenze sui decessi giornalieri (altrettanto e' prevedibile anche per le terapie intensive, purtroppo).
Se questa interpretazione e' giusta dovremo assistere putroppo ad un ulteriore aumento di questo numero oltre 400 nei prossimi 10-15 giorni, seguendo l'andamento della curva dei contagi con questo ritardo tipico di circa 20 giorni, che sono quelli che mediamente trascorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.
Tra 20-30 giorni il numero dei decessi poi scendera' stabilizzandosi infine, come viene previsto in varianti "ritardate" , intorno ai 200 decessi al giorno, causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici (Sars-CoV-2), che attualmente ha superato il 7% ed e' arrivato intorno al 12%, come risultato dell'attuale terza ondata, che ha aumentato il numero totale di virus in circolazione e quindi anche di quelli partecipanti al fondo degli asintomatici.
Passato il picco della terza ondata l' epidemia degli asintomatici riteniamo che ritornera' presto al valore di equilibrio stagionale del 7%.

Il dato dei positivi al test di oggi e' salito un po', a 15.8% (ultima colonnina a destra nel grafico ) che e' un dato ancora basso, come quello di ieri, ai livelli minimi di quelli dei giorni scorsi, confermando che l'effetto della zona rossa si e' cominciato a vedere gia' dopo un solo giorno.
Infatti da due giorni il Piemonte e' stato messo in zona rossa fino alle feste di Pasqua comprese (per circa 20 giorni).
Aspettiamo ancora i dati dei prossimi giorni per capire come si stanno modificando gli andamenti della linea rossa che unisce i picchi (varianti) e di quella grigia che unisce le valli (fondo Sars-CoV-2).
Certamente inizieranno la decrescita dal picco della terza ondata, che poi continuera' nel grafico della terza ondata, essendo rimasto praticamente solo il contributo discendente dal picco, derivante dal tempo di guarigione delle persone ormai infette e positive al test, che tipicamente richiede circa 30 giorni.
Essendo il picco della seconda ondata iniziato 20 giorni fa i contagi del periodo iniziale si azzereranno entro 10 giorni, mentre quelli piu' recenti tra 20 giorni. Quindi ci aspettiamo di vedere la curva quasi azzerata sul fondo del 7% (degli asintomatici) intorno a Pasqua.
Riteniamo pertanto che anche per oggi, visto il livello ancora alto dei contagi, possiamo lasciare invariato lo stato di ALLARME PER CONTAGI ALTI in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

OSSERVAZIONI   (17 marzo 2021)
  1. Da fonti inglesi, che hanno analizzato migliaia di casi di pazienti guariti dal Covid-19, si apprende che l'immunita' acquisita dall'infezione dura 5 mesi.
    La seconda ondata , avvenuta tra ottobre e dicembre 2020. ha interessato almeno il 30% della popolazione italiana, perche' il picco e' arrivato al 18% ed e' durato per circa 3 mesi con un valor medio del 10% circa (ogni persona rimasta infetta per il tempo di guarigione di un mese).
    Quindi, come avevamo previsto nelle nostre stime, un terzo degli italiani potrebbe risultare immunizzato dalla seconda ondata della pandemia fino ad aprile (i 5 mesi terminano tra marzo ed maggio).
    La crescita dei contagi che registriamo adesso, nella seconda meta' di marzo, potrebbe coincidere percio' con l'inizio dell'estinzione delle immunita' acquisite nella seconda ondata (in realta', essendo stati in massima parte asintomatici, l'immunita' potrebbe essere gia' terminata).
    Questo fatto non lascia prevedere nulla di buono sul contenimento dei contagi, dato che la stagione con temperature piu' miti tarda a venire.
  2. In conseguenza della presenza di varianti del virus piu' contagiose si e' raccomandato di raddoppiare il distanziamento (da 1 a 2 metri) per la profilassi, quando si e' senza mascherina.
  3. Siccome si e' senza mascherina soprattutto quando si mangia, questo fatto sembra rendere ancora piu' stringenti le restrizioni sui ristoranti. Non si puo' ignorare pero' che la maggior parte dei clienti dei ristoranti arrivano in auto o sono conviventi per gran parte della giornata, in casa od al lavoro.
    In entrambi i casi si tratta di persone che, prima di arrivare al ristorante, sono state in contatto cosi' stretto da essersi certamente contagiate nel caso che anche solo una di loro fosse stata infetta, indipendentemente dall'uso della mascherina.
    Come avviene in tutti i servizi pubblici, gli addetti vengono in contatto con molte piu' persone che non gli avventori. Allora, non essendo moltissimi, potrebbero essere inseriti nelle categorie con priorita' di vaccinazione.
    Ovviamente la regolamentazione dovrebbe avere una particolare attenzione al distanziamento dei tavoli, ricambio aria del locale, sanificazione dei servizi igienici e degli accessi, ecc.
    Allora ci chiediamo se questi innegabili dati di fatto non potrebbero permettere di individuare un'idonea regolamentazione che possa consentire di far lavorare in sicurezza molti ristoranti, anziche' sacrificarli in cosi' gran numero ad un rigore forse in alcuni casi eccessivo.

SITUAZIONE DEL 16/3 (ore 18:00): I decessi di oggi in Italia sono 502 (oltre 103.000 dall'inizio della pandemia), valore cresciuto ben oltre i 400 decessi al giorno e che annuncia secondo noi l'arrivo, 20 giorni dopo l'inizio del picco della terza ondata, visibile nel grafico , le sue conseguenze sui decessi giornalieri (altrettanto e' prevedibile anche per le terapie intensive, purtroppo).
Se questa interpretazione e' giusta dovremo assistere putroppo ad un ulteriore aumento di questo numero nei prossimi 10-15 giorni, seguendo l'andamento della curva dei contagi con questo ritardo tipico di circa 20 giorni, che sono quelli che mediamente trascorrono tra l'incubazione del Covid-19 e l'epilogo infausto della malattia.
Tra 20-30 giorni il numero dei decessi scendera' stabilizzandosi, come viene previsto in varianti "ritardate" , intorno ai 200 decessi al giorno, causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici (Sars-CoV-2), che attualmente ha superato il 7% ed e' arrivato intorno al 12%, come risultato dell'attuale terza ondata, che ha aumentato il numero totale di virus in circolazione e quindi anche di quelli partecipanti al fondo degli asintomatici.
Passato il picco della terza ondata l' epidemia degli asintomatici ritornera' presto al valore di equilibrio stagionale del 7%.

Il dato dei positivi al test di oggi e' sceso a 14.9% (ultima colonnina a destra nel grafico ) che e' un dato basso ai livelli minimi di quelli dei giorni scorsi, indicando che l'effetto della zona rossa si comincia a vedere anche prima del previsto.
Infatti da ieri il Piemonte e' stato messo in zona rossa fino alle feste di Pasqua comprese (per circa 20 giorni).
Aspettiamo ancora i dati dei prossimi giorni per rivedere l'andamento della linea rossa che unisce i picchi (varianti) e di quella grigia delle valli (fondo Sars-CoV-2), che accenneranno poi all'inizio della decrescita dal picco della terza ondata.
Questo perche' certamente poi continuera' la discesa dal picco nel grafico di questa terza ondata, rimanendo praticamente solo il contributo discendente dal picco, derivante dal tempo di guarigione delle persone ormai infette e positive al test.
Riteniamo pertanto che per oggi, visto il livello ancora alto dei contagi, possiamo lasciare invariato lo stato di ALLARME PER CONTAGI ALTI in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

I VACCINATI SONO VERAMENTE IMMUNI?   (16 marzo 2021)
Conosciamo un po' meglio questa pandemia: nella nostra Nota divulgativa sui vaccini abbiamo inteso fornire delle informazioni elementari sulla base della nostra comprensione dei vaccini, da cui risulta che:
  1. La quantita' di anticorpi prodotta, e quindi il livello di protezione raggiunto con la vaccinazione, puo' essere diversa da persona a persona.
  2. La vulnerabilita' ad una nuova infezione dopo la vaccinazione dipende non solo dalla quantita' di anticorpi prodotti nell'organismo ma anche dalla carica virale con cui si viene in contatto, perche' se e' molto elevata o da infezione multipla, gli anticorpi potrebbero non riuscire a prevalere sui virus, che potrebbero allora diffondersi, facendo ammalare anche una persona vaccinata.
Aggiungiamo che, insediandosi in parti del corpo poco vascolarizzate e quindi piu' difficilmente raggiungibili dagli anticorpi, alcune colonie di virus potrebbero persistere piu' a lungo nell'organismo della persona vaccinata, prima di essere eliminate definitivamente.
Nei casi in cui cio' dovesse accadere la persona vaccinata rimarrebbe per tutto quel tempo infetta in forma asintomatica, portando il suo apporto alla cosiddetta epidemia degli asintomatici , e potrebbe cosi' anche contribuire a diffondere i virus, anche se con cariche virali modeste, come accade costantemente con alcune persone infette ed asintomatiche.
Questo fenomeno dei vaccinati infetti ed asintomatici, per ora solo ipotizzato, sara' perfettamente misurabile, crediamo, quando avremo raggiunto l'"immunita' di gregge": bastera' misurare il livello dei contagi che allora sara' determinato in percentuale nota anche dal numero dei vaccinati infetti ed asintomatici.
Per tutti questi motivi riteniamo raccomandabile che le persone vaccinate non si considerino ormai invulnerabili ma continuino ad usare le giuste precauzioni di profilassi sia nei confronti propri che degli altri, finche' il virus rimmarra' in circolazione.
Queste precauzioni, se ritenute giuste, dovrebbero essere chiaramente evidenziate nel progettato passaporto vaccinale che e' in gestazione, per venire incontro alle esigenze del turismo.

SITUAZIONE DEL 15/3 (ore 17:00): I decessi di oggi in Italia sono 354 (oltre 102.000 dall'inizio della pandemia), valore in calo e sempre sotto ai 400 decessi al giorno, a conferma che le infezioni da varianti "ritardate" della seconda ondata finora si stanno ancora lentamente esaurendo.
Il valore rimanente, come viene spiegato nel link precedente, stimiamo che si stabilizzera' intorno ai 200 decessi al giorno, causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici (Sars-CoV-2), che attualmente ha superato il 7% ed e' in crescita. La stima attuale del fondo da asintomatici e' intorno al 12%, come risultato dell'attuale terza ondata, che ha aumentato il numero totale di virus in circolazione e quindi anche di quelli partecipanti al fondo degli asintomatici.
Passato il picco della terza ondata l' epidemia degli asintomatici ritornera' presto al valore di equilibrio stagionale del 7%.

Il dato dei positivi al test di oggi e' salito a 22.6% (ultima colonnina a destra nel grafico) che e' un dato molto piu' alto di quelli dei giorni scorsi, indicando che le nostre speranze ottimistiche su un inizio di un andamento in calo dei contagi erano quasi certamente infondate.
Abbiamo ritenuto piu' corretto alla luce di questi ultimo dati rivedere l'andamento della linea rossa che unisce i picchi (varianti) e quella grigia delle valli (fondo Sars-CoV-2), accennando ad una ulteriore crescita (il precedente andamento l'abbiamo lasciato visibile con trattini).
Riteniamo pertanto che per oggi possa essere modificato lo stato di ALLARME PER CONTAGI ALTI in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.
Da oggi il Piemonte e' stato messo in zona rossa fino alle feste di Pasqua comprese (per circa 20 giorni).
Questo certamente comportera' la discesa dal picco nel grafico di questa terza ondata, dato che vi rimarra' praticamente solo il contributo discendente dal picco, derivante dal tempo di guarigione delle persone ormai infette e positive al test.

NOTA DIVULGATIVA: PERCHE' LE MEDICINE NON FUNZIONANO CONTRO I VIRUS?   (15 marzo 2021)
In base alle nostre conoscenze, i micro-organismi patogeni, quelli che ci fanno ammalare, sia che siano di origine animale (come i microbi) o vegetale (come i batteri) sono organismi viventi che si alimentano e si riproducono, come noi.
Allora di possono trovare delle sostanze chimiche che sono tossiche per loro e non per noi per farli fuori.
Un altro metodo e' quello di trovare sostanze che li sterilizzino, impedendo loro di riprodursi, per eliminarli perche' campano poco e basta aspettare che muoiano per guarire.
I virus non sono micro-organismi viventi, quindi non temono ne' le sostanze chimiche (farmaci) ne' gli antibiotici, che non gli fanno nulla.
Essi sono come dei complessi di macromolecole che non vivono ma riescono a riprodursi utilizzando la capacita' delle cellule umane di duplicarsi seguendo la codifica indicata su speciali macromolecole, chiamate RNA, che quando sono quelle umane guidano le complesse reazioni biochimiche che presiedono alla sintesi proteica e duplicano una cellula umana.
Ma se l' RNA e' quello introdotto dal virus, le istruzioni portano la cellula a duplicare non se stessa ma a sintetizzare una copia del virus che l'ha infettata, introducendole in qualche modo il suo RNA.
Il virus funziona cosi': e' come un parassita che riesce ad esistere solo se ha intorno a se delle cellule umane che gli permettono di riprodursi per duplicazione altrimenti, se non riescono ad entrare nel corpo umano ma rimangono nell'ambiente, perdono rapidamente (poche ore o giorni) la loro capacita' di infettare.
Le cellule umane da loro usate poi muoiono, creando la malattia (per esempio una polmonite che distrugge i polmoni) mentre il virus si diffonde sempre piu' all'interno del corpo ma anche fuori (contagi).
Per questo farmaci ed antibiotici non funzionano contro i virus.

NOTA DIVULGATIVA: I VACCINI   (15 marzo 2021)
In base alle nostre conoscenze, se non esistessero altri rimedi in natura i virus sarebbero riusciti ad avere il sopravvento facendo estinguere il genere umano.
Se con l'evoluzione delle specie siamo arrivati fino ad oggi significa che qualche rimedio esiste, ed e' implementato nella nostra stessa natura: sono gli anticorpi prodotti da un sistema stupefaciente di cui siamo dotati che riesce ad accorgersi della presenza nel nostro organismo di un corpo estraneo e mette in moto un meccanismo biochimico che in breve tempo (giorni) riesce a mettere in circolo nel sangue la giusta medicina (anticorpi) che neutralizza l'azione del corpo estraneo, portando alla sua eliminazione ed alla guarigione.
Ma deve riuscire a farlo in tempo, prima che il virus si riproduca troppo. Questo e' il problema.
C'e' piu' tempo per riuscirci se l'infezione avviene con una carica virale debole (cioe' con pochi virus), in quanto allora e' maggiore il tempo necessario, perche' il numero di virus arrivi al punto da produrre la malattia.
Al contrario se l'infezione avviene con una carica virale intensa (cioe' con molti virus), allora il sistema immunitario ha molto meno tempo a disposizione per intervenire con successo e cosi' spesso non riesce a bloccare l'infezione e si sviluppa la sindrome Covid-19.
Anche se il virus si riproduce molto velocemente allora l'infezione si espande molto, prima che gli anticorpi riescano a bloccarla ed il paziente si ammala e puo' anche morire se l'infezione virale e' riuscita ad estendersi moltissimo.
Questo puo' accadere anche se e' la risposta immunitaria ad essere troppo lenta o insufficiente (e' il caso degli anziani che subiscono piu' decessi mentre i giovani reagiscono meglio, cioe' in tempo utile).
Pero' questo rischio si puo' evitare se all'arrivo del virus gli anticorpi ci sono gia' (si parla allora di persona immunizzata), cioe' se non bisogna attendere che si formino mentre il virus ha gia' cominciato a riprodursi.
E' questa la scoperta medica importantissima che fece l'uomo nel 1796 quando E.Jenner scopri' il vaccino contro il vaiolo.
All'aumentare del numero di persone immunizzate (perche' guarite dall'infezione o vaccinate) il virus ha sempre piu' difficolta' a trovare persone infettabili e quindi diminuisce quel parametro che noi abbiamo chiamato in questo lavoro "contagiosita'" e che e' quello che determina la pendenza di crescita della curva dei contagi.
Conseguentemente, quando il numero di immunizzati aumenta, la curva dei contagi cresce sempre meno fino a smettere di crescere e l'epidemia allora si estingue per la cosiddetta "immunita' di gregge".
E' questa l'unica via d'uscita dalla pandemia: bisogna attendere che la percentuale di immunizzati complessiva, tra vaccinati e guariti, raggiunga la soglia critica dell'immunita' di gregge che dipende dalla contagiosita' del virus ma anche da altri fattori come la temperatura ambientale (d' inverno la contagiosita' peggiora) o i comportamenti delle persone (uso corretto di mascherine, distanziamento, igiene personale, ecc.).
Dobbiamo tutti contribuire con il massimo di senso civico possibile per minimizzare i danni della pandemia.
Per il Sars-CoV-2 purtroppo sembra che l'immunizzazione ottenuta sia solo temporanea, per cui la vaccinazione andra' ripetuta.
Inoltre i Paesi piu' avanzati riusciranno a raggiungere l'immunita' di gregge ma non cosi' gli altri Paesi che purtroppo continueranno a coltivare colonie di virus che potranno sempre minacciarci in futuro.
Staremo a vedere cosa l'Evoluzione si e' inventata per risolvere questi casi.

TESTIMONIANZA PERSONALE:   (15 marzo 2021)
Da notizie di stampa apprendo che molti stanno rifiutando di vaccinarsi, addirittura il 15% del personale medico in liguria.
Ritengo utile per questo pubblicare anche questa mia testimonianza; poi ovviamente ognuno e' libero ed ha il buon diritto di fare le scelte che crede migliori per lui (o lei).
Un mese fa si sono aperte nella regione Lazio le prenotazioni alle vaccinazioni per gli anziani. Rientrando in questa categoria (ahime') mi sono prenotato on-line e sono stato vaccinato con le 2 dosi Pfizer, con una puntualita' perfetta.
Pochi giorni dopo la seconda inoculazione mi e' venuto a trovare mio figlio con la sua tuta di lavoro usata per tutta la giornata.
Dal giorno dopo e per due giorni ho sentito dei sintomi insoliti come tremore, sensazione di infreddatura, ecc. che a mio avviso erano assimilabili a quelli provati in altre occasioni, all'inizio di una reazione immunitaria prima dell'arrivo dell'influenza.
Poi tutto e' finito ed ora sto bene.
Io non sono medico ne' mi sono consultato con un medico, perche' la gravita' dei sintomi non lo meritava ma credo sia lecito supporre che potesse essere l'inizio di un'infezione virale a cui incoscientemente mi ero esposto, ricevendo la visita di mio figlio senza adottare le dovute precauzioni.
Se fosse cosi' probabilmente e' solo grazie al successo del mio tentativo di prenotare la vaccinazione, che posso continuare a fornire questo mio modesto contributo, solo intellettuale, alla lotta al virus.
Devo ringraziare il nostro Sistema Sanitario regionale, che con grande efficienza mi ha permesso di vaccinarmi, riducendo i miei rischi di esposizione al virus, e forse addirittura di non finire ricoverato in ospedale nell'occasione qui' descritta.
Se fosse stata un'infezione da Sars-CoV-2 ed i virus NON avessero trovato i giusti anticorpi, che la vaccinazione giocando d'anticipo ha fatto trovare loro gia' pronti nel sangue, avrebbero avuto via libera ad estendere l'infezione a loro piacimento nei miei polmoni e sarebbe potuta anche finire male (N.B. questa e' chiaramente solo un'ipotesi, basata su sensaziomi personali e niente piu', ma serve a far capire come funziona il vaccino, perche' questo e' quello che sarebbe avvenuto nel vero caso di un'infezione virale).

SITUAZIONE DEL 14/3 (ore 17:00): I decessi di oggi in Italia sono 264 (oltre 100.000 dall'inizio della pandemia), valore in calo e sempre sotto ai 400 decessi al giorno, a conferma che le infezioni da varianti "ritardate" della seconda ondata finora si stanno ancora lentamente esaurendo.
Il valore rimanente, come viene spiegato nel link precedente, stimiamo che si stabilizzera' intorno ai 200 decessi al giorno, causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici (Sars-CoV-2), che attualmente ha superato il 7% ed e' in crescita. La stima attuale del fondo da asintomatici e' intorno al 12%, come risultato dell'attuale terza ondata, che ha aumentato il numero totale di virus in circolazione e quindi anche di quelli partecipanti al fondo degli asintomatici.
Passato il picco della terza ondata l' epidemia degli asintomatici ritornera' presto al valore di equilibrio stagionale del 7%.
Il dato dei positivi al test di oggi e' sceso a 16.5% (ultima colonnina a destra nel grafico) che e' un dato quasi uguale a quelli di 2 o 3 giorni fa, confermando che il dato dell'altro ieri era alto (21%), perche' era il solito "picco del venerdi'".
Resta cosi' confermato che l'epidemia nel Piemonte, risentendo positivamente dell'incremento delle restrizioni (zona arancione scuro) diventato operativo da lunedi' scorso (7 giorni fa), mostra ancora quella variazione che ci aveva indotto, sia pure ottimisticamente, a cambiare l'andamento della linea rossa (quella che unisce i picchi), accennando ad un inizio di discesa.
Ci aspettiamo che anche i dati dei prossimi giorni scendano dal livello del picco del venerdi', confermando l'inizio della discesa dei contagi della terza ondata, con la sola zona arancione scuro, crediamo per effetto dell'alto numero di persone immunizzate da infezioni subite negli ultimi 4 mesi.
Per questo continuiamo a considerare arrestata la crescita dei contagi in Piemonte, cominciata due settimane fa ed indicata dalle due linee d'interpolazione, quella rossa del picchi (varianti) e quella grigia delle valli (fondo Sars-CoV-2).
Le osservazioni che seguono sono quelle che ci hanno indotto a considerare il picco nei contagi in Piemonte, a cui stiamo assistendo, possa anche essere in tutto e per tutto la terza ondata dell'epidemia.
Riteniamo quindi che per oggi possa essere mantenuto lo stato di ALLARME PER CONTAGI ALTI MA NON PIU' CRESCENTI in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.
L'ultima novita' e' che da domani il Piemonte sara' messo in zona rossa fino alle feste di Pasqua comprese (per circa 20 giorni).
Questo certamente accelerera' quella discesa dal picco che forse appare iniziata gia' oggi , con la zona arancione scuro, nel grafico di questa terza ondata, dato che vi rimarra' praticamente solo il contributo discendente dal picco, derivante dal tempo di guarigione delle persone ormai infette e positive al test.
Con questi dati raccolti fino ad oggi non possiamo essere certi che la discesa che si intravede nel grafico continui, per cui e' una scelta giusta adottare la zona rossa in Piemonte per accelerare la discesa e ridurre cosi' al piu' presto il livello dei contagi che e' molto alto.
Questo incremento della discesa dal picco e' quindi un risultato positivo, ma avendo un costo molto elevato si dovrebbe anche poter ridurre le restrizioni, anche prima, qualora apparisse un possibile calo vistoso dei contagi, che forse ci sarebbe potuto essere, ma piu' lentamente, nei prossimi 10 giorni anche con la sola zona arancione scuro, che era riuscita ad arrestare la crescita. Questo effetto e' visibile nel grafico fino ad oggi.
Tutto cio' vale per il Piemonte, che e' la regione da noi presa come "campione" per i nostri studi (e' questo il nostro scopo, non il monitoraggio del Piemonte: ci sono altri che lo fanno molto bene); per tutte le altre regioni noi non ne elaboriamo i dati e quindi non possiamo dire nulla.

SITUAZIONE DEL 13/3 (ore 17:30): I decessi di oggi in Italia sono 317 (oltre 100.000 dall'inizio della pandemia), valore in calo e ancora sotto ai 400 decessi al giorno, a conferma che le infezioni da varianti "ritardate" della seconda ondata finora si stanno ancora lentamente esaurendo.
Il valore rimanente, come viene spiegato nel link precedente, stimiamo che si stabilizzera' intorno ai 200 decessi al giorno, causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici (Sars-CoV-2), che attualmente ha superato il 7% ed e' in crescita. La stima attuale del fondo da asintomatici e' intorno al 12%, come risultato dell'attuale terza ondata, che ha aumentato il numero totale di virus in circolazione e quindi anche di quelli partecipanti al fondo degli asintomatici.
Passato il picco della terza ondata l' epidemia degli asintomatici ritornera' presto al valore di equilibrio stagionale del 7%.
Il dato dei positivi al test di oggi e' sceso a 16.8% (ultima colonnina a destra nel grafico) che e' un dato quasi uguale a quelli di 2 o 3 giorni fa, confermando che il dato di ieri era alto (21%), perche' era il solito "picco del venerdi'".
Resta cosi' confermato che l'epidemia nel Piemonte, risentendo positivamente dell'incremento delle restrizioni diventato operativo da lunedi', mostra ancora quella variazione che ci aveva indotto, sia pure ottimisticamente, a cambiare l'andamento della linea rossa (quella che unisce i picchi), accennando ad un inizio di discesa.
Ci aspettiamo che anche i dati dei prossimi giorni scendano dal livello del picco del venerdi', confermando l'inizio della discesa dei contagi della terza ondata, con la sola zona arancione scuro, crediamo per effetto dell'alto numero di persone immunizzate da infezioni subite negli ultimi 4 mesi.
Per questo continuiamo ancora a considerare arrestata la crescita dei contagi in Piemonte, cominciata due settimane fa ed indicata dalle due linee d'interpolazione, quella rossa del picchi (varianti) e quella grigia delle valli (fondo Sars-CoV-2).
Le osservazioni che seguono sono quelle che ci hanno indotto a considerare il picco nei contagi in Piemonte, a cui stiamo assistendo, possa anche essere in tutto e per tutto la terza ondata dell'epidemia.
Riteniamo quindi che per oggi possa essere mantenuto lo stato di ALLARME PER CONTAGI ALTI MA NON PIU' CRESCENTI in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.
L'ultima novita' e' che da lunedi' il Piemonte sara' messo in zona rossa fino alle feste di Pasqua comprese (per circa 20 giorni).
Questo accelerera' certamente la discesa dal picco della terza ondata, che gia' di intravede nel grafico. , rimanendo praticamente solo il contributo discendente dal picco, derivante dal tempo di guarigione delle persone ormai infette.
Tutto cio' vale per il Piemonte, che e' la nostra regione presa come "campione" per i nostri studi (e' questo il nostro scopo, non il monitoraggio del Piemonte, che c'e' chi lo fa molto bene); per tutte le altre regioni noi non ne elaboriamo i dati e quindi non possiamo dire nulla.

SITUAZIONE DEL 12/3 (ore 17:00): I decessi di oggi in Italia sono 380 (oltre 100.000 dall'inizio della pandemia), valore in salita anche se ancora sotto ai 400 decessi al giorno, a conferma che le infezioni da varianti "ritardate" della seconda ondata finora si stanno ancora lentamente esaurendo.
Il valore rimanente, come viene spiegato nel link precedente, stimiamo che si stabilizzera' intorno ai 200 decessi al giorno, causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici (Sars-CoV-2), che attualmente ha superato il 7% ed e' in crescita (la stima attuale e' intorno al 12%).
Il dato dei positivi al test di oggi e' salito a 21.0% (ultima colonnina a destra nel grafico) che e' un dato molto piu' alto (del 4.8%) di quello di ieri e dei giorni scorsi.
Non possiamo pero' non confermare che l'epidemia nel Piemonte, risentendo positivamente dell'incremento delle restrizioni diventato operativo da lunedi', mostra ancora quella variazione che ottimisticamente abbiamo cambiato nell'andamento della linea rossa (quella che unisce i picchi), accennando ad un inizio di discesa.
Cio' in quanto:
  • i venerdi' hanno quasi sempre presentato dei valori piu' alti (picchi);
  • l'escursione del 4.8% corrisponde piu' o meno alla distanza tra i picchi e le valli (distanza im ordinata tra la "linea rossa" che unisce i picchi e la "linea grigia" che unisce le valli nel grafico.
Aspettiamo percio' i dati dei prossimi due giorni per vedere se il 21.0% di oggi e' il picco del venerdi' (e poi i dati scendono) oppure se rappresenta un cambiamento sostanziale nell'andamento della curva dei contagi. Nel qual caso dovremo rivedere tutte le nostre conclusioni "ottimistiche".
Per ora vogliamo ancora considerare arrestata la crescita dei contagi in Piemonte, cominciata due settimane fa ed indicata dalle due linee d'interpolazione, quella rossa del picchi (varianti) e quella grigia delle valli (fondo Sars-CoV-2).
Le osservazioni che seguono lasciano intendere che il picco nei contagi in Piemonte a cui stiamo assistendo, possa anche essere in tutto e per tutto la terza ondata dell'epidemia.
Riteniamo quindi che per oggi possa essere mantenuto lo stato di ALLARME PER CONTAGI ALTI MA NON PIU' CRESCENTI in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

NOTA DIVULGATIVA: COME AVVIENE UN'ONDATA EPIDEMICA   (12 marzo 2021)
Spieghiamo come si sviluppa un'ondata epidemica. I test sono in grado di rivelare la presenza del virus in un tampone e quindi nella persona analizzata. Se prima dell'ondata i test positivi sono il 7% significa che il 7% della popolazione e' infetta. Ogni persona infettata dal virus sviluppa una reazione immunitaria che creando anticorpi puo' bloccare la replicazione del virus nel corpo e possono verificarsi due casi:
  1. Il paziente non ha sintomi ("asintomatico") perche' i suoi anticorpi prevalgono sul virus, resta positivo ai test per un mese circa, poi guarisce e smette di essere positivo ai test, ma conserva gli anticorpi nel sangue che lo rendono immune alle cariche virali normali per alcuni mesi.
  2. Il paziente ha sintomi (Covid-19) perche' ha pochi anticorpi, poi guarisce (o muore) e non e' piu' positivo ai test dopo un mese circa, ma conserva gli anticorpi nel sangue che lo rendono immune alle cariche virali normali per alcuni mesi.
Di pazienti asintomatici ce ne sono tantissimi in giro, tutti inconsapevoli di essere infetti ed anche di diffondere il contagio. Ognuno smette di essere infetto dopo un mese ma viene rimpiazzato da altri nuovi infetti anch'essi asintomatici.
Quindi il popolo degli asintomatici si estende fino al punto di equilibrio in cui il numero dei nuovi infettati eguaglia il numero dei guariti, poi il numero degli asintomatici rimane costante nel tempo.
Questo numero costante e' il 2% della popolazione d'estate ed il 7% d'inverno, perche' la contagiosita' del virus e' maggiore.
Su questo numero costante di persone infette talora s'instaura una crescita ulteriore di contagi dovuta a nuovi eventi di quelli che accentuano la trasmissibilita' del virus (focolai dovuti ad affollamenti eccessivi di persone, nuove varianti piu' contagiose, ecc.).
In questo modo parte una nuova ondata epidemica con una crescita dei test positivi rispetto al valore di fondo che e' quello degli asintomatici.
La crescita inizialmente e' rapida perche' c'e' il contributo dei nuovi contagi alla salita ma nessuno ancora delle guarigioni alla discesa. Poi dopo alcuni giorni iniziano le guarigioni e, con il loro contributo in discesa, la pendenza della salita della curva comincia ad attenuarsi.
La salita della curva si puo' anche attenuare in presenza di un numero crescente di persone immunizzate, che ha un effetto sulla diminuzione dei contagi, simile a quello delle restrizioni che riducono le occasioni ci contagio.
Con l'aumento delle guarigioni arriva il momento in cui i due contributi, crescente e decrescente, si equivalgono e la curva allora non cresce piu' (ha raggiunto il massimo).

COME CONTRASTARE LA CRESCITA DEI CONTAGI   (13 marzo 2021)
Le misure atte ad ostacolare la diffusione dei contagi in ogni momento riducono il contributo alla crescita dei contagi, lasciando invariato quello alla decrescita.
Con un lockdown il primo contributo diventa praticamente nullo ed allora basta attendere il completamento di tutte le guarigioni delle persone infettate fino a quel momento (in un mese di tempo), perche' l'ondata epidemica finisca.
Altre restrizioni meno rigide del lockdown riducono solo in parte la componente di crescita dei contagi e quindi l'effetto e' minore.
Allora si dovrebbe concludere che e' meglio applicare sempre le restrizioni massime, cioe' tenere il Paese sempre in lockdown per ridurre al minimo i contagi. Evidentemente non puo' essere cosi', perche' le restrizioni hanno un costo che e' anche molto alto e, se bisogna ottenere il risultato migliore per la popolazione, i costi sociali ed economici vanno commisurati ai benefici sanitari, ognuno con il suo peso.
Le restrizioni rigide sono colpi efficaci che abbiamo "in canna" ma che vanno "sparati" solo quando il beneficio e' massimo.
Siccome il risultato che si ottiene e' quello di ridurre la crescita dei contagi, le restrizioni piu' rigide vanno usate quando la crescita e' massima cosi', bloccandola, si ha un guadagno maggiore e per un tempo piu' lungo.
Prima di usare le restrizioni dobbiamo percio' valutare quant'e' l'entita' della crescita dei contagi che si va a bloccare, per vedere se il guadagno giustifica la spesa.
Questa valutazione non va fatta, come suggerirebbe l'intuito, in base al livello raggiunto dai contagi, che e' il risultato di due contributi contrapposti, quello della crescita (determinata dalla contagiosita' del virus, mitigata dall'immunita' diffusa e dalle restrizioni in atto) e quello della decrescita (determinata dalle guarigioni delle persone infette).
Quando la curva dei contagi e' al massimo, cioe' non cresce piu', vuol dire che il contributo alla crescita e' diventato uguale a quello della decrescita, che e' noto, dipendendo solo dal numero di persone infette e dal tempo trascorso.
Nella fase iniziale della crescita del picco il contributo alla crescita e' massimo e tende poi a diminuire (per saturazione locale), mentre il contributo alla decrescita e' prima minimo e poi tende ad aumentare. Al picco i due contributi si eguagliano.
Da qui' si capisce che le restrizioni vanno adottate preferibilmente nella fase iniziale di crescita dei contagi e NON quando questi sono arrivati al massimo ed hanno cominciato a scendere, cioe' al picco della curva, perche' a quel punto i contagi stanno gia' iniziando a scendere ed un costo elevato, solo per accelerarne la discesa, potrebbe non essere piu' giustificato.

CONCLUSIONI:
  • L'ondata epidemica e' sempre sovrapposta ad un fondo costante di persone infette (asintomatiche) che d'inverno e' elevato (il 7% e' tanto, e' quasi la meta' del picco di un'ondata). Questo fondo si riduce d'estate (al 2%) o con i vaccini. Con un lockdown si abbassa ma appena il lockdown termina risale rapidamente e torna al suo livello di equilibrio tra i nuovi contagi deteminati dal livello di contagiosita' ambientale e le guarigioni degli infetti.
  • Le misure restrittive atte ad arginare i contagi sono piu' efficaci nella prima fase di salita della curva ma producono sempre effetti positivi.
  • Il livello raggiunto dal picco e' piu' alto nella prima ondata perche' non ci sono persone immuni.
    Con le ondate successive e con il passare dei mesi, in cui l' epidemia degli asintomatici procede infettando sempre piu' persone, gioca un ruolo sempre piu' importante la percentuale di persone immunizzate tra la popolazione, che dalle stime da noi fatte ha gia' superato il 50% della popolazione.
    L'effetto che si riscontra e' una riduzione dell'ampiezza del picco ed una minore necessita' di ricorrere a restrizioni molto rigide.

SITUAZIONE DELL' 11/3 (ore 17:15): I decessi di oggi in Italia sono 373 (oltre 100.000 dall'inizio della pandemia), valore in salita anche se ancora sotto ai 400 decessi al giorno, a conferma che le infezioni da varianti "ritardate" della seconda ondata finora si stavano sempre lentamente esaurendo.
Il valore rimanente, come viene spiegato nel link precedente, crediamo che si stabilizzera' intorno ai 200 decessi al giorno, causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici (Sars-CoV-2), che attualmente ha superato il 7% ed e' in crescita (la stima di oggi e' intorno al 12%).
Il dato dei positivi al test di oggi e' salito a 16.2% (ultima colonnina a destra nel grafico) che e' un dato analogo a quelli dei giorni scorsi, confermando che l'epidemia nel Piemonte sembra risentire positivamente dell'incremento delle restrizioni diventato operativo da lunedi', per cui crediamo di poter confermare quella variazione che ottimisticamente abbiamo cambiato gia' 2 giorni fa nell'andamento della linea rossa (quella che unisce i picchi), accennando ad un inizio di discesa.
Si e' cosi' arrestata la crescita dei contagi in Piemonte, cominciata due settimane fa ed indicata dalle due linee d'interpolazione, quella rossa del picchi (varianti) e quella grigia delle valli (fondo Sars-CoV-2).
Le osservazioni che seguono lasciano intendere che il picco nei contagi in Piemonte a cui stiamo assistendo, possa anche essere in tutto e per tutto la terza ondata dell'epidemia.
Riteniamo quindi che per oggi possa essere mantenuto lo stato di ALLARME PER CONTAGI ALTI MA NON PIU' CRESCENTI in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

E' STATA DAVVERO BLOCCATA LA CRESCITA DEI CONTAGI IN PIEMONTE ? (11 marzo 2021)
Per formulare questo parere abbiamo tenuto conto degli errori statistici dei dati che ammontano al 4% con la propagazione degli errori e che possono tranquillamente arrivare anche al 5 o 6% per gli errori sistematici dovuti ad un metodo di misura non scientifico. Sul dato del 16% l'errore intrinseco (non e' uno sbaglio ma una naturale fluttuazione dei dati) puo' anche arrivare ad essere 16% piu' o meno 1%, quindi compatibile con l'arresto della crescita dei contagi, ottenuta con la sola zona "arancione scuro" (anche tutti gli altri punti hanno un errore stimato di circa 1%).
I dati degli ultimi 7 giorni sono: 13.4 + 18.8 + 17.2 + 18.5 + 13.4 + 16 + 16.2 = 113.5 / 7 = 16.2 che e' il valor medio.
Gli scarti dalla media dei 7 dati e': -2.8 , 2.6 , 1.0 , 2.3 , -2.8 , -0.2 , 0.0 che testimoniano l'arresto della crescita dei contagi ottenuta con i provvedimenti di numerose zone rosse locali e della zona arancione scuro nel resto del Piemonte.
Cosa succederebbe se si adottasse ora la zona rossa in Piemonte, ora che la crescita e' stata gia' arrestata?
La zona rossa o il lockdown possono ridurre solo in parte il numero dei test positivi, che diminuiscono essenzialmente con il procedere delle guarigioni delle persone positive.
Quindi se la crescita della curva dei contagi viene gia' arrestata con la sola zona arancione scuro, sarebbe NON conveniente aumentare le restrizioni adottando la zona rossa. Ovviamente pero' bisogna essere sempre pronti a passare tempestivamente a restrizioni piu' rigide nel caso un improvviso incremento di contagiosita' (focolai, nuove varianti, ondata di freddo, ecc.) dovesse far riprendere la crescita dei contagi.
Alla luce dei dati acquisiti finora, a meno della comparsa di nuovi importanti focolai, la crescita dei contagi in Piemonte si e' bloccata.
Forse in questo ha giocato un ruolo importante anche il fatto che il livello dei contagi ha raggiunto valori intorno al 18% ("terza ondata"), che e' proprio il livello massimo raggiunto nella seconda ondata e nel picco di Natale, dopo i quali la curva e' scesa in entrambi i casi.

E' QUESTA LA TERZA ONDATA ? (11 marzo 2021)
Le osservazioni che precedono inducono ad una risposta affermativa, lasciando intendere che il picco nei contagi in Piemonte a cui stiamo assistendo, possa effettivamente essere in tutto e per tutto la terza ondata dell'epidemia.
Sorprende in questo caso l'entita' ridotta del fenomeno, che pero' trova spiegazione, sia nelle migliori misure di contenimento adottate, che soprattutto dall'alto livello del fondo degli asintomatici.
Cio' perche' coinvolgendo un gran numero di persone, contribuisce in maniera significativa ad immunizzare la popolazione: il livello e' stato cosi' alto, al 7% o piu', per tutto l'inverno (era cosi' alto anche a Natale, come si vede nel grafico ).
Abbiamo avuto picchi di ampiezza intorno al 18% a novembre, a Natale ed ora; se in ognuno dei 3 casi si e' immunizzato il 20% della popolazione (i positivi), essendo persone sempre diverse (perche' guariscono in un mese e poi restano immuni), ad oggi dovremmo avere intorno al 60% di immunizzati (se lo restano per 4 mesi) e questo limita la crescita del picco di questa terza ondata.
Per questo dobbiamo attenderci che ondate successive e ravvicinate della pandemia (da novembre a marzo ci sono 4 mesi e l'immunita' da contagio dovrebbe mantenersi) siano di ampiezza sempre piu' limitata (come quella che vediamo nel grafico ).

RICOVERI E DECESSI IN PIEMONTE (11 marzo 2021)
Naturalmente ricoveri e decessi rimangono alti perche' al livello di fondo degli asintomatici , che era al 7% fino a due settimane fa, si e' ora aggiunto temporaneamente il fondo Sars-CoV-2 del tentativo di salita della terza ondata, che per ora e' stato bloccato, portando il livello di contagi Sars-CoV-2 presenti al 12% circa. Questo e' un valore molto alto: basta pensare che al picco della seconda ondata si e' raggiunto il valore del 18%.
Questa crescita del Sars-CoV-2 e' il risultato del tentativo del virus di far crescere la terza ondata, tentativo che e' stato bloccato dai piemontesi, perche' sono riusciti ad arrestare la crescita dei contagi.
La conseguenza e' nel breve periodo una crescita dei ricoveri ospedalieri e poi anche dei decessi. Sarebbero stati molti di piu' se fosse cresciuta la terza ondata, che si vede nel grafico.

FUNZIONAMENTO DI QUESTA PANDEMIA: (11 marzo 2021)
Spieghiamo la differenza tra i contagi dei picchi di Sars-CoV-2 e dell' epidemia degli asintomatici. Il fondo di Sars-CoV-2 attualmnte e' al 12% circa e non puo' essere abbassato in tempi brevi: per il recente incremento al picco del 5% bisogna attendere che gli infettati guariscano e ci vorra' un mese.
Il rimanente 7% e' prodotto da una fabbrica di virus inarrestabile, che e' l' epidemia degli asintomatici e non basta attendere un mese per vederlo sparire. Dobbiamo attendere l'arrivo dell'estate per vederla scendere al 2%, per riduzione della contagiosita' del virus.
Qualsiasi restrizione dovessimo adottare ora potrebbe abbassarne il livello in un mese di tempo ma, non appena terminate le restrizioni, tornerebbe in pochi giorni al 7%: e' un livello che purtroppo ci dobbiamo tenere (con i relativi ricoveri e decessi).
Le regioni e gli Stati in cui i contagi si sono diffusi maggiormente durante l'epidemia primaria, ora hanno l'epidemia degli asintomatici piu' estesa ed il livello dei contagi e' anche superiore al 7%, in inverno.
E' cosi' che funziona questa pandemia e la situazione migliorera' solo con le vaccinazioni.
In Piemonte e' importantissimo mantenere la guardia alta, pronti ad un tempestivo inasprimento delle restrizioni, se in seguito all'arrivo di nuove varianti molto contagiose, la curva accennasse a risalire. Si dovrebbe passare immediatamente dalla zona arancione scuro alla zona rossa, che per ora puo' essere risparmiata ai piemontesi.
L'incremento di contagi verificatosi nelle ultime due settimane (vedi il grafico ) e' stato superiore a quello verificatosi durante le festivita' natalizie e se la crescita e' stata bloccata con la "zona arancione scuro" e piu' probabilmente con le zone rosse "chirurgiche" nelle aree focolaio lungo il Po, bisogna mantenere queste restrizioni che hanno bloccato la crescita mentre la sola zona arancione non ci riusciva.
Invece degli assembramenti di Natale questa volta a far crescere la contagiosita' potrebbe averci pensato la variante inglese, che probabilmente sta tentando di diffondersi in Piemonte ma le restrizioni adottate finora non glielo stanno permettendo.
La decrescita da questo picco seguira' i soliti tempi di guarigione di 1 mese, per cui se si continua a mantenere bloccata la crescita dei contagi (e quindi la zona arancione scuro), la fine di questo picco e' prevista tra 2 o 3 settimane.
Da lunedi' sono state rese piu' rigide le restrizioni in Piemonte, passando dalla zona arancione alla zona arancione scuro.
Ci auguriamo che riesca a contenere la crescita dei contagi che VA FERMATA e non solo ridotta. Il primo segnale, positivo si e' manifestato ieri ed anche oggi e ci auguriamo di continuare a vederlo anche nei dati di domani.
Se questo dovesse accadere, significa che stiamo tenendo la guardia alta in Piemonte e quindi NON bisognerebbe piu' inasprire ulteriormente le restrizioni (l'aiuto delle vaccinazioni non arrivera' in tempo), per bloccare la crescita e non lasciare via libera alla terza ondata dell'epidemia in Piemonte (basta guardare l'ondata che stava salendo da due settimane) per capire che il rischio e' reale.
La crescita dei contagi si puo' arrestare anche in 1 o 2 giorni con le giuste restrizioni (come sembra stia accadendo) ma, una volta salita, la curva poi decrescera' invece in un tempo non inferiore ad 1 mese (che e' il tempo di guarigione degli infetti), tempo in cui il pericolo di diffusione dei contagi e' alto e quindi con molte restrizioni necessarie.
Inoltre lasciar crescere ancora i contagi esporrebbe i piemontesi all'aumento dei virus in circolazione, con maggiori rischi di mutazioni che possono far comparire varianti piu' nocive ed alla crescita del livello di fondo dovuto all'epidemia degli asintomatici che permane piu' a lungo, continuando a produrre ricoveri e decessi che si aggiungerebbero a quelli che si verificano per l'andamento normale dell'epidemia.
Ci auguriamo che la zona arancione scuro sia sufficiente, come i dati di ieri e di oggi lasciano sperare.

PUO' ESSERE IL NUMERO DI RICOVERI IN TERAPIA INTENSIVA A FAR SCATTARE ALLARME E RESTRIZIONI ? (11 marzo 2021)
Purtroppo e' un criterio che talora viene seguito in campo medico ma e' sbagliato, perche' e' un allarme ritardato.
Cioe' l'allarme potrebbe scattare molti giorni prima se pilotato da una seria rete di monitoraggio strumentale. E sappiamo quanto sia importante non lasciare alla pandemia il tempo di diffondersi indisturbata.
I contagi nascono da focolai dove si manifesta la presenza dei tremendi "superdiffusori" che sono in grado in pochi giorni di contagiare un gran numero di persone generando una crescita veloce dei contagi.
Per questo e' molto importante la tempestivita' dell'intervento di interdizione della crescita dei contagi.
Esaminiamo la prontezza di allarme dei test molecolari che stiamo monitorando noi in Piemonte: in condizioni normali di assenza di crescita dei contagi la percentuale che noi grafichiamo e' costante nel tempo e pari al livello di fondo derivante dall'epidemia degli asintomatici.
Il nascere di un focolaio d'infezione comincia a contribuire fin dal primo giorno al numero di contagi rilevati nella misura percentuale del numero di persone coinvolte nel focolaio rispetto al numero degli abitanti del Piemonte.
Questo metodo consente quindi di allertare il sistema di monitoraggio nei tempi minimi possibile.
Le persone infettate passano i giorni necessari per l'incubazione del morbo, poi iniziano a manifestare alcuni sintomi e quando questi sintomi diventano importanti vanno in ospedale. Dopo la diagnosi ed il ricovero passano altri giorni (non pochi) perche' l'aggravamento dei sintomi determini il ricovero in terapia intensiva, che puo' quindi avvenire anche dopo 10 o 15 giorni dal momento del contagio.
Non si puo' assolutamente attendere un tempo cosi' lungo per prendere decisioni sulle misure di contrasto all'epidemia, perche' a quel punto non si ferma piu'.
Gli allarmi degli ambienti medici sono sacrosanti ma bisogna prendere coscienza che in molti casi sono causati da un livello troppo alto del fondo di Sars-CoV-2 prodotto dall'epidemia degli asintomatici.
Ora in Piemonte e' al 7% e sta salendo (e' arrivato al 12%). Sono valori dannatamente vicini al 18% che e' il livello massimo raggiunto nella seconda ondata e nel picco di Natale. Quindi non deve sorprendere che producano molti ricoveri ora e decessi tra un mese.
Il nostro dramma e' che per la componente di fondo dell'epidemia degli asintomatici purtroppo non c'e' niente da fare.
Quel 7% e' prodotto da una fabbrica di virus inarrestabile, che e' l' epidemia degli asintomatici : non ci resta che attendere l'arrivo dell'estate per vederla scendere al 2%, per riduzione della contagiosita' del virus.
Qualsiasi restrizione dovessimo adottare ora potrebbe abbassarne il livello in un mese di tempo ma, non appena terminate le restrizioni, tornerebbe in pochi giorni al 7%: e' un livello che purtroppo ci dobbiamo tenere (con i relativi ricoveri e decessi).

SITUAZIONE DEL 10/3 (ore 18:45): I decessi di oggi in Italia sono 332 (oltre 100.000 dall'inizio della pandemia), valore ancora sotto ai 400 decessi al giorno, a conferma che le infezioni da varianti "ritardate" della seconda ondata si vanno lentamente esaurendo.
Il valore rimanente, come viene spiegato nel link precedente, crediamo che si stabilizzera' intorno ai 200 decessi al giorno, causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici (Sars-CoV-2), che attualmente ha superato il 7% ed e' in crescita (la stima di oggi e' intorno al 12%).
Il dato dei positivi al test di oggi e' salito a 16.0% (ultima colonnina a destra nel grafico) che e' un dato analogo a quelli dei giorni scorsi, confermando che l'epidemia nel Piemonte sembra risentire positivamente dell'incremento delle restrizioni diventato operativo da lunedi', per cui crediamo di poter confermare quella variazione che ottimisticamente abbiamo cambiato gia' da ieri nell'andamento della linea rossa (quella che unisce i picchi), accennando ad un inizio di discesa.
Sembra cosi' possibile, almeno per ora, mantenere l'arresto della crescita dei contagi in Piemonte, cominciata due settimane fa: vedi le due linee d'interpolazione, quella rossa del picchi (varianti) e quella grigia delle valli (fondo Sars-CoV-2).
Riteniamo quindi che per oggi possa essere mantenuto lo stato di ALLARME PER CONTAGI ALTI MA NON PIU' CRESCENTI in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

PERCHE' LA LOMBARDIA HA SEMPRE COSI' TANTI CONTAGI? (10 marzo 2021)
Tra i meccanismi che governano la pandemia e la sua diffusione gioca un ruolo fondamentale l' epidemia degli asintomatici , perche' e' proprio grazie ad essa che il virus si e' insediato stabilmente tra noi.
Se il virus rimane nell'ambiente, fuori dal corpo umano, rimane attivo per poco tempo (poche ore d'estate e giorni d'inverno).
Quindi per non estinguersi deve colonizzare una moltitudine di esseri umani, che li ospitano inconsapevolmente e permettono loro di replicarsi e continuare ad esistere a lungo, talora uscendo per infettare altri umani.
Il numero di questi ospiti e' determinato dall'equilibrio dinamico tra l'incremento dei nuovi contagi ed il decremento dovuto alle guarigioni degli infettati ovvero il loro numero aumenta con il numero dei virus circolanti e con la contagiosita' del virus (che e' maggiore d' inverno ) e diminuisce con le guarigioni, che richiedono circa un mese di tempo, perche' la reazione immunitaria si sviluppi in pieno.
Questo fenomeno dell' epidemia degli asintomatici esiste perche', a secondo dell'intensita' delle cariche virali con cui si viene in contatto l'infezione non produce sempre la sindrome Covid-19 ma piu' spesso procede in modo asintomatico consentendo ai virus di riprodursi in modo nascosto in un ospite che e' inconsapevole di essere infetto e proprio per questo risulta un ottimo diffusore d'infezione, con cariche virali disperse poco intense che per questo hanno alta probabilita' di infettare di nuovo in forma asintomatica: e' cosi' che si mantiene ad un livello quasi costante (2% di positivi in estate e 8% in inverno).
Siccome il loro numero aumenta con il numero dei virus circolanti, dove si e' lasciato sviluppare molto l'epidemia primaria, com'e' accaduto in Lombardia, i virus circolanti sono piu' numerosi e tutti loro si organizzano individualmente per sopravvivere a lungo in ospiti asintomatici.
Per questo il livello del fondo degli asintomatici in Lombardia e' piu' alto ed e' quello che produce ricoveri e decessi in misura superiore a lungo termine.
Questo dev'essere l'obiettivo strategico da combattere per ridurre l'impatto del Sars-CoV-2 sul genere umano. Molto si potra' fare con i vaccini, ma chi non si vaccina continuera', suo malgrado ed a sua insaputa, a coltivare virus nel suo organismo, subendo anche danni permanenti a lungo termine, perche' le cellule umane dei vari organi, che i virus hanno usato per replicarsi vengono distrutte).

LA CRESCITA DEI CONTAGI VA FERMATA SUBITO (10 marzo 2021)
Per capire l'importanza della tempestivita' dell'intervento d'interdizione della salita della curva dei contagi abbiamo disegnato, sulla destra nel grafico seguente, due future evoluzioni possibili della pandemia in Piemonte con le due curve rosse:
  • la curva della terza ondata, che si verificherebbe se la salita dei contagi non venisse bloccata;
  • la curva nel caso di successo nel blocco della salita dei contagi.
La salita della curva si blocca subito, non appena vengono adottate le restrizioni necessarie.
La discesa dal picco avviene poi in entrambi i casi nel tempo tipico di guarigione dell'infezione (1 mese), andando a convergere alla fine sul livello costante del fondo degli asintomatici d'inverno in Piemonte (7%).
Una curiosita': cosa accadrebbe applicando le restrizioni rigide solo nei fine settimana?
La salita viene bloccata 2 giorni si e 5 giorni no. Si avrebbe quindi la terza ondata a scalini, curva blu, in cui la decrescita, che richiede un mese, non e' apprezzabile nei 2 giorni del fine settimana, mentre il blocco della crescita si.
Il risultato sarebbe peggiore, perche' la curva salirebbe ugualmente fino allo stesso livello di saturazione prodotto dagli immunizzati ma la curva, avendo un'estensione orizzontale maggiore a causa dei gradini, avrebbe un'area maggiore ovvero un danno sanitario ed economico maggiore per la presenza di livelli di contagi elevati per un tempo maggiore.
Non e' detto che per bloccare la crescita dei contagi sia necessaria una zona rossa o un lockdown. In base ai dati odierni sembra che in Piemonte stia bastando una zona "arancione scuro" (ma non una solo arancione).


Le aree dei due picchi in rosso rappresentano il numero delle persone infettate e l'entita' del danno sanitario nei due casi. La differenza e' grande, in termini di ricoveri e decessi.
Inoltre, come di puo' vedere nel grafico, nel caso in cui di verificasse la terza ondata il numero di giorni con contagi alti e' almeno il doppio, quindi con le necessarie restrizioni mantenute piu' a lungo, i danni sociali ed economici, oltre che sanitari, sarebbero molto maggiori.
Questo esempio fa capire come si debba intervenire per tenere sotto controllo la pandemia e quanto sia importante bloccare la crescita dei contagi sul nascere.
Cosi' si puo' imparare a tenere a bada la pandemia con le necessarie restrizioni, che poi saranno sempre minori quanto piu' sara' progredito il programma delle vaccinazioni.
Le restrizioni adottate per bloccare la crescita dei contagi devono essere mantenute per almeno un mese, altrimenti la crescita riprende. Per questo e' bene applicare le restrizioni in modo graduale, in diminuzione, per riuscire a mantenere bloccata la crescita dei contagi con il minimo di restrizioni possibile, dato che poi vanno mantenute per un mese.
Ora il virus non e' piu' uno sconosciuto e noi dobbiamo trattarlo in modo adeguato.

SITUAZIONE DEL 9/3 (ore 18:00): I decessi di oggi in Italia sono 376 (oltre 100.000 dall'inizio della pandemia), valore piu' alto di ieri, ancora sotto ai 400 decessi al giorno, a conferma che le infezioni da varianti "ritardate" della seconda ondata si vanno lentamente esaurendo.
Il valore rimanente, come viene spiegato nel link precedente, crediamo che si stabilizzera' intorno ai 200 decessi al giorno, causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici (Sars-CoV-2), che attualmente ha superato il 7% ed e' in crescita (la stima di oggi e' intorno al 12%).
Il dato dei positivi al test di oggi e' sceso a 13.4% (ultima colonnina a destra nel grafico) che e' un dato che sembra risentire positivamente dell'incremento delle restrizioni diventato operativo da lunedi', per cui ottimisticamente abbiamo cambiato gia' da oggi l'andamento della linea rossa (quella che unisce i picchi) accennando ad un inizio di discesa.
Potrebbe cosi' essere possibile l'arresto della crescita dei contagi in Piemonte, cominciata due settimane fa: vedi le due linee d'interpolazione, quella rossa del picchi (varianti) e quella grigia delle valli (fondo Sars-CoV-2).
Riteniamo quindi che per oggi sia da ridurre lo stato di ALLARME PER CONTAGI ALTI MA NON PIU' CRESCENTI in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.
L'incremento di contagi verificatosi nelle ultime due settimane (vedi il grafico ) e' stato superiore a quello verificatosi durante le festivita' natalizie e se la crescita e' stata bloccata con la "zona arancione scuro" e piu' probabilmente con le zone rosse "chirurgiche" nelle aree focolaio lungo il Po, bisogna mantenere queste restrizioni che hanno bloccato la crescita mentre la sola zona arancione non ci riusciva.
Invece degli assembramenti di Natale questa volta a far crescere la contagiosita' potrebbe averci pensato la variante inglese, che probabilmente sta tentando di diffondersi in Piemonte ma le restrizioni adottate finora non glielo stanno permettendo.
La decrescita da questo picco seguira' i soliti tempi di guarigione di 1 mese, per cui se si continua a mantenere bloccata la crescita dei contagi (e quindi la zona arancione scuro), la fine di questo picco e' prevista tra 2 o 3 settimane.
Da ieri sono state rese piu' rigide le restrizioni in Piemonte, passando dalla zona arancione alla zona arancione scuro.
Ci auguriamo che riesca a contenere la crescita dei contagi che VA FERMATA e non solo ridotta. Il primo segnale, positivo si e' manifestato oggi e ci auguriamo di continuare a vederlo anche nei dati di domani.
Se questo dovesse accadere, significa che stiamo tenendo la guardia alta in Piemonte e quindi NON bisognerebbe piu' inasprire ulteriormente le restrizioni (l'aiuto delle vaccinazioni non arrivera' in tempo), per bloccare la crescita e non lasciare via libera alla terza ondata dell'epidemia in Piemonte (basta guardare l'ondata che stava salendo da due settimane) per capire che il rischio e' reale.
La crescita dei contagi si puo' arrestare anche in 1 o 2 giorni con le giuste restrizioni (come sembra stia accadendo) ma, una volta salita, la curva poi decrescera' invece in un tempo non inferiore ad 1 mese (che e' il tempo di guarigione degli infetti), tempo in cui il pericolo di diffusione dei contagi e' alto e quindi con molte restrizioni necessarie.
Inoltre lasciar crescere ancora i contagi esporrebbe i piemontesi all'aumento dei virus in circolazione, con maggiori rischi di mutazioni che possono far comparire varianti piu' nocive ed alla crescita del livello di fondo dovuto all'epidemia degli asintomatici che permane piu' a lungo, continuando a produrre ricoveri e decessi che si aggiungerebbero a quelli che si verificano per l'andamento normale dell'epidemia.
Ci auguriamo che la zona arancione scuro sia sufficiente, come il dato di oggi lascia sperare.

RAGGIUNTI I 100.000 MORTI (9 marzo 2021)
Lo scopo che ci siamo prefissi con questo lavoro e' stato quello di riuscire a conoscere sempre di piu' il comportamento del Sars-CoV-2, che era un virus sconosciuto.
Cosi' abbiamo preso conoscenza con i numeri della pandemia Covid-19, che sono davvero impressionanti:
  • La prima ondata ci ha lasciato l'eredita' di un livello del 2% di persone infette ed asintomatiche in Italia: e' la percentuale dei positivi ai test nell'estate 2020. Non e' poco, perche' sia pur con i limiti scientifici dei metodi di campionamento, vuol dire che il 2% della popolazione italiana, cioe' 1.200.000 persone, aveva i virus in corpo la scorsa estate. E' quella che abbiamo chiamato l' epidemia degli asintomatici. .
  • Abbiamo detto e scritto anche nel titolo di questo lavoro che lo scopo che ci siamo proposti era quello di capire il fenomeno allora sconosciuto di questa nuova pandemia.
    ECCO COSA ABBIAMO CAPITO: riassumiamo qui' ora i risultati finora raggiunti per quanto riguarda l' epidemia degli asintomatici , che e' il meccanismo fondamentale che il virus nella sua evoluzione ha trovato per perpetuare la sua esistenza tra noi altrimenti, isolato nell'ambiente, si estinguerebbe in un tempo molto breve (da qualche ora a qualche giorno).
    Il livello stabile dei contagi di questa epidemia degli asintomatici e' il punto di equilibrio dinamico, che si raggiunge quando il numero giornaliero dei nuovi contagiati eguaglia il numero dei guariti.
    Questo livello dipende dalla contagiosita', per cui d'inverno e' piu' alto che non d'estate a causa della temperatura.
    Questo livello di equilibrio, che nelle condizioni attuali in Piemonte e' al 7% e che comporta secondo noi 200 decessi al giorno, purtroppo non puo' essere abbassato, perche' con un lockdown scenderebbe sotto al 7% ma non appena il lockdown termina, ritornerebbe rapidamente al suo punto di equilibrio tra contagi e guarigioni del 7%, in quanto la contagiosita' e' legata alla temperatura ambientale ed ai comportamenti delle persone che restano invariati prima e dopo il lockdown.
    Per abbassare il livello del fondo degli asintomatici (in altri Paesi e' piu' basso perche' hanno meno decessi di noi) bisognerebbe che la popolazione imparasse a non contagiarsi (vedi comportamenti ) ma senza obbligarli forzosamente con i lockdown o zone rosse.
    E' un problema culturale oltre che informativo. Ma bisogna riuscirci perche' i morti in Italia sono troppi.
    Su questo livello di fondo degli asintomatici si aggiunge l'andamento dell'epidemia normale con i suoi picchi delle varianti, che sale tanto piu' quanto piu' si lasciano dilagare i contagi con comportamenti sbagliati (assembramenti per shopping natalizio, movida, locali chiusi e non ventilati, ecc.) e quanto piu' scende la temperatura (non solo per l'inverno ma anche nei locali con aria condizionata che non hanno un sufficiente ricambio di aria per ragioni energetiche, come macelli di carni, ecc.).
    Il risultato e' quello che si vede nel grafico dove abbiamo evidenziato il livello del fondo degli asintomatici al 7%.
    Dopo la prima ondata gli infetti asintomatici erano soprattutto in Lombardia, dove l'epidemia si era estesa maggiormente, aumentando di piu' il numero di virus presenti.
  • Dopo la seconda ondata questa percentuale in Piemonte e' salita dal 2% al 7%, che secondo noi corrisponde al "fondo", ben visibile nella curva dei contagi. Questo incremento e' dovuto ai virus prodotti in piu' durante la seconda ondata, che sono andati ad aggiungersi a quelli preesistenti, aumentando il numero delle persone coinvolte nell' epidemia degli asintomatici di un fattore 3.5 portando il numero di italiani attualmente infetti a circa 4.200.000
  • Le persone infettate e poi guarite (in 1 mese) sono molte di piu': diciamo che ogni mese c'e' un turn-over delle persone infette, coinvolte nell' epidemia degli asintomatici che non sono sempre le stesse persone per l'effetto dell'immunita' acquisita.
    Questo vuol dire che una buona parte della popolazione italiana e' stata, a sua insaputa, coinvolta in questo fenomeno epidemico in prima persona (subendo inconsapevolmente i danni fisici, anche permanenti, che questa infezione comporta).
  • Stiamo parlando solo di persone infettate in modo asintomatico, perche' dotate di risorse immunitarie buone ma non quanto sarebbe stato necessario per non rimanere infettate quando sono entrate in contatto con il virus.
    In una piccola frazione di queste persone e' inevitabile che, prima che riescano a guarire, i virus possano prendere il sopravvento sulle loro difese immunitarie ed a scatenare la sindrome Covid-19. Cosi' anche i partecipanti all' epidemia degli asintomatici contribuiscono a produrre ricoveri ospedalieri e decessi.
  • Dall'andamento della curva dei decessi si puo' stimare che il contributo dell'attuale fondo del 7% degli asintomatici porti un contribuendo di circa 200 decessi giornalieri.
    Dal grafico della curva dei contagi vediamo che attualnente il livello del fondo dgli asintomatici e' in crescita. Se il maggior livello raggiunto oermarra' a lungo anche il numero dei decessi giornalieri e' destinato a crescere in egual misura.
  • Se il livello attuale di 200 decessi al giorno rimanesse per tutto l'anno, si raggiungerebbero 73.000 decessi in un anno, dovuti solo all' epidemia degli asintomatici
  • Concludiamo con una nota positiva: i dati attuali sono aggravati dalla maggiore virulenza delle cariche virali nella stagione fredda. In estate e numeri saranno molto migliori.
    Inoltre anche nella prossima stagione fredda i numeri saranno migliori, perche' avremo migliori difese immunitarie, essendo stato completato il ciclo di vaccinazioni su larga scala.
    Ma poi purtroppo dovra' essere ripetuto, perche' per far sparire il Sars-CoV-2 dalla faccia della Terra dovranno essere vaccinate tutte le persone nei 5 continenti.
SITUAZIONE DEL 8/3 (ore 18:15): I decessi di oggi in Italia sono 318 (oltre 100.000 dall'inizio della pandemia), valore piu' alto di ieri, ma sempre sotto i 400 decessi al giorno, a conferma che le infezioni da varianti "ritardate" della seconda ondata si vanno progressivamente esaurendo.
Il valore rimanente, come viene spiegato nel link precedente, crediamo che si stabilizzera' intorno ai 200 decessi al giorno, causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici (Sars-CoV-2), che attualmente ha superato il 7% ed e' in crescita (la stima di oggi e' intorno al 12%).
Il dato dei positivi al test di oggi e' salito a 18.5% (ultima colonnina a destra nel grafico) che e' un dato ancora in crescita e consistente con l'andamento in salita della linea rossa (quella che unisce i picchi).
Risulta cosi' ancora confermata la crescita continua dei contagi in Piemonte cominciata due settimane fa: vedi le due linee d'interpolazione, quella rossa del picchi (varianti) e quella grigia delle valli (fondo Sars-CoV-2).
Riteniamo quindi che anche per oggi sia da confermare lo stato di ALLARME PER CONTAGI CRESCENTI in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.
Da oggi sono state rese piu' rigide le restrizioni in Piemonte, passando dalla zona arancione alla zona arancione scuro.
Ci auguriamo che riesca a contenere questa crescita dei contagi che VA FERMATA e non solo ridotta. Il primo segnale, che ci auguriamo sia positivo, potremo cominciare a vederlo gia' dai dati di domani.
Se questo non dovesse accadere, significa che NON stiamo tenendo la guardia alta e quindi bisognera' AL PIU' PRESTO inasprire ulteriormente le restrizioni (l'aiuto delle vaccinazioni non arrivera' in tempo), perche' se la crescita non viene arrestata, si lascera' via libera alla terza ondata (basta guardare la la seconda ondata che sta salendo da due settimane) dell'epidemia in Piemonte, con tutte le conseguenze che conosciamo bene.
Si tenga ben presente che la crescita dei contagi si puo' arrestare anche in 1 giorno con le giuste restrizioni ma, una volta salita, la curva poi decrescera' invece in un tempo non inferiore ad 1 mese (che e' il tempo di guarigione degli infetti), tempo in cui il pericolo di diffusione dei contagi e' massimo e quindi con molte restrizioni necessarie.
Inoltre lasciare crescere ancora i contagi espone i piemontesi al raddoppio dei virus in circolazione, con maggiori rischi di mutazioni che possono far comparire varianti piu' nocive ed alla crescita del livello di fondo dovuto all'epidemia degli asintomatici che permane piu' a lungo, continuando a produrre ricoveri e decessi che si aggiungerebbero a quelli verificatisi del mese di durata della terza ondata (la durata e' determinata dal tempo di guarigione degli infetti).
Sarebbe un vero peccato se accadesse proprio mentre sta iniziando a diventare importante il numero delle persone vaccinate.
BISOGNA FERMARE LA CRESCITA DEI CONTAGI SUBITO: speriamo che la zona arancione scuro basti.

SI PARLA SEMPRE PIU' SPESSO DI LOCKDOWN: (8 marzo 2021)
Il parere dell'autore gia' manifestato in precedenza e' il seguente:
  1. In tutti i luoghi dove i contagi salgono continuamente per una settimana ed hanno superato il livello del 17% (ma anche meno) e' giusto decretare il lockdown per fermare la crescita dei contagi.
  2. Se il lockdown e' rispettato sono praticamente azzerati i contatti tra persone e quindi i contagi smettono di crescere in pochi giorni, quanti bastano per accertare con i test l'arresto della crescita dei contagi.
  3. A questo punto il lockdown non serve piu' perche', se il livello dei contagi non e' altissimo, dovrebbero bastare anche restrizioni minori per non far risalire i contagi: si tratta di capire tentativamente quali attivita' possono essere riaperte nelle settimane che seguono, lasciando il livello dei contagi costante nel tempo (le attivita' riapribili sono tanto piu' numerose, quanto piu' basso e' il livello a cui la crescita dei contagi e' stata arrestata).
    Combattere l'epidemia lasciando il lockdown attivo a lungo e' la scelta piu' semplice per i governanti e raggiunge l'obiettivo voluto ma in un modo indebitamente dannoso e costoso per la popolazione.
  4. Infatti, dopo che la crescita dei contagi si e' arrestata (ovvero dopo pochi giorni), si puo' terminare il lockdown e riaprire alcune attivita' per minimizzare i danni sociali ed economici.
  5. Il lockdown assolutamente NON SERVE A FAR SCENDERE I CONTAGI, dopo che non crescono piu'.
    Scendono poi ma solo con il procedere delle guarigioni degli infetti (tipicamente in un mese di tempo, mentre si completa il picco dell'ondata epidemica) e non per il lockdown, che non ha proprieta' curative.
    Chi si e' preso il virus puo' smettere di essere positivo al test e contribuire al calo dei contagi solo con la guarigione (ma ci vuole un mese di tempo, con o senza lockdown) o, nei casi piu' infausti, con il decesso.
Molti Stati fanno ancora ed ovunque in giro per il mondo lockdown prolungati, perche' hanno visto quello che abbiamo fatto in Italia nel 2020 con successo.
Il successo di un lockdown prolungato e' scontato, c'e' solo il problema che mette in ginocchio l'economia e la societa' e questo nella maggior parte dei casi potrebbe essere evitato, almeno in una certa misura.
La conclusione e' che tutti devono sapere che i lockdown sono un ottimo strumento per combattere il virus ma i lockdown prolungati per tre o quattro settimane non si dovrebbero piu' fare, salvo nei casi di contagi estremamente diffusi, altrimenti possono risultare dannosi inutilmente, se fatti ora che il virus non e' piu' sconosciuto.

SITUAZIONE DEL 7/3 (ore 17:00): I decessi di oggi in Italia sono 207 (circa 100.000 dall'inizio della pandemia), valore molto piu' basso di ieri, a conferma che le infezioni da varianti "ritardate" della seconda ondata si vanno progressivamente esaurendo.
Il valore rimanente, come viene spiegato nel link precedente, dovrebbe stabilizzarsi poco sotto ai 200 decessi al giorno, causati dalla presenza del fondo dell' epidemia degli asintomatici (Sars-CoV-2), che attualmente e' intorno al 7% ma sta crescendo.
Il dato dei positivi al test di oggi e' sceso di poco, al 17.2% (ultima colonnina a destra nel grafico) che e' un dato consistente con l'andamento in salita della linea rossa (quella che unisce i picchi).
Risulta cosi' ancora confermata la crescita continua dei contagi in Piemonte cominciata due settimane fa: vedi le due linee d'interpolazione, quella rossa del picchi (varianti) e quella grigia delle valli (fondo Sars-CoV-2).
Riteniamo quindi che anche per oggi sia da confermare lo stato di ALLARME PER CONTAGI CRESCENTI in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.
Da domani verranno rese piu' rigide le restrizioni in Piemonte, passando dalla zona arancione alla zona arancione scuro.
Ci auguriamo che riesca a contenere questa crescita dei contagi che VA FERMATA e non solo ridotta.
Se questo non accadra' significa che NON stiamo tenendo la guardia alta e quindi bisognera' AL PIU' PRESTO inasprire le restrizioni (l'aiuto delle vaccinazioni non arrivera' in tempo), perche' se la crescita non viene arrestata si lascera' via libera alla terza ondata (basta guardare la curva dei contagi che sta salendo da due settimane) dell'epidemia in Piemonte, con tutte le conseguenze che conosciamo bene.
Si tenga ben presente che la crescita dei contagi si puo' arrestare in 1 giorno con le giuste restrizioni ma, una volta salita, la curva poi decrescera' invece in un tempo non inferiore ad 1 mese (che e' il tempo di guarigione degli infetti), tempo in cui il pericolo di diffusione dei contagi e' massimo e quindi con molte restrizioni necessarie.
Inoltre lasciare crescere ancora i contagi espone i piemontesi al raddoppio dei virus in circolazione, con maggiori rischi di mutazioni che possono far comparire varianti piu' nocive ed alla crescita del livello di fondo dovuto all'epidemia degli asintomatici che permane piu' a lungo, continuando a produrre ricoveri e decessi che si aggiungono a quelli verificatisi del mese di durata della terza ondata (la durata e' determinata dal tempo di guarigione degli infetti).
Sarebbe un vero peccato se accadesse proprio mentre sta iniziando a diventare importante il numero delle persone vaccinate.
BISOGNA FERMARE LA CRESCITA DEI CONTAGI SUBITO.

SITUAZIONE DEL 6/3 (ore 19:00): I decessi di oggi in Italia sono 307 (oltre 99.000 dall'inizio della pandemia), e' un po' piu' alto di ieri ma sempre sotto i 400 decessi al giorno a conferma che le infezioni da varianti "ritardate" della seconda ondata si vanno lentamente esaurendo.
Il dato di oggi e' salito al 18.8% (ultima colonnina a destra nel grafico) che e' un dato che invece di scendere dopo quello che doveva essere il picco del venerdi' (colonnina rossa di ieri) sale molto, continuando l'andamento in salita della linea rossa (quella che unisce i picchi).
Risulta cosi' confermata la crescita continua dei contagi in Piemonte cominciata due settimane fa: vedi le due linee d'interpolazione, quella rossa del picchi (varianti) e quella grigia delle valli (fondo Sars-CoV-2).
Riteniamo quindi che si debba confermare lo stato di allarme modificando il precedente stato in ALLARME PER CONTAGI CRESCENTI in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.
Da lunedi' verranno rese piu' rigide le restrizioni in Piemonte, passando dalla zona arancione alla zona arancione scuro.
Ci auguriamo che riesca a contenere questa crescita dei contagi che VA FERMATA e non solo ridotta.
Se questo non accadra' significa che NON stiamo tenendo la guardia alta e quindi bisognera' AL PIU' PRESTO inasprire le restrizioni (l'aiuto delle vaccinazioni non arrivera' in tempo), perche' se la crescita non viene arrestata si lascera' via libera alla terza ondata (basta guardare la curva dei contagi che sta salendo da due settimane) dell'epidemia in Piemonte, con tutte le conseguenze che conosciamo bene.
Si tenga ben presente che la crescita dei contagi si puo' arrestare in 1 giorno con le giuste restrizioni ma, una volta salita, la curva poi decrescera' invece in un tempo non inferiore ad 1 mese (che e' il tempo di guarigione degli infetti), tempo in cui il pericolo di diffusione dei contagi e' massimo e quindi con molte restrizioni necessarie.
Inoltre lasciare crescere ancora i contagi espone i piemontesi al raddoppio dei virus in circolazione, con maggiori rischi di mutazioni che possono far comparire varianti piu' nocive ed alla crescita del livello di fondo dovuto all'epidemia degli asintomatici che permane piu' a lungo, continuando a produrre ricoveri e decessi che si aggiungono a quelli verificatisi del mese di durata della terza ondata (la durata e' determinata dal tempo di guarigione degli infetti).
Sarebbe un vero peccato se accadesse proprio mentre sta iniziando a diventare importante il numero delle persone vaccinate.
BISOGNA FERMARE LA CRESCITA DEI CONTAGI SUBITO.

RIDURRE I LOCKDOWN: (6 marzo 2021)
Alcuni lockdown si potrebbero forse evitare se la gente imparasse un po' piu' a non farsi contagiare.
Siccome il pericolo adesso si e' accresciuto perche' fa freddo , bisognerebbe pubblicizzare molto in TV (con gli spot della Presidenza del Consiglio) che col freddo i virus (emessi dalle persone senza la mascherina) restano attivi piu' a lungo nell'ambiente e percio' si accumulano e le cariche virali a cui si e' esposti diventano piu' intense, aumentando il rischio di rimanere infettati. In estate poi sara' molto meglio.
Tutti gli ambienti chiusi devono essere percio' ben ventilati, per il ricambio d'aria che elimina le cariche virali nell'aria, anche se fa freddo: e' meglio indossare una maglia in piu' e diminuire i rischi d'infezione che non stare al caldo rischiando.
Se si entra in un locale chiuso, un po' affollato e con ventilazione che si ritiene scarsa, e' meglio uscire subito, tornandoci magari in un altro orario.
Comportarsi come se lo smartphone e le proprie mani fossero sempre contaminati da virus, che dalle mani pero' NON possono entrare nel nostro corpo, a meno che non ci si tocchi la faccia (entrano da bocca, naso ed occhi): quindi per ridurre il rischio di contagio occorre lavarsi spesso le mani (per lo smartphone, che entra in contatto con la faccia, basta un tovagliolo sanificato).
Nel caso di una scuola la soluzione del ricambio dell'aria e' abbastanza semplice.
E cosi' ci sono tanti altri esempi illuminanti, che potrebbero essere mostrati al pubblico e raccogliere risultati sorprendenti, perche' ora la gente e' sensibilizzata al problema ed ha capito che non si tratta di una banale influenza e ce la mette tutta per non infettarsi ma non sa bene come fare perche' nessuno glielo insegna.
E' una cosa semplice ad ottenersi, con risultati che secondo noi in alcuni casi potrebbero riuscire a ridurre la necessita' di lockdown, perche' l'argomento e' facile da capire nei principi essenziali ed ormai cattura l'attenzione ed interessa moltissime persone (esclusi gli irrecuperabili, che pero' credo siano in minoranza).

CARICHE VIRALI: (6 marzo 2021)
Espongo qui' solo le mie convinzioni su questo argomento, che ritengo utili per una migliore comprensione del processo d'infezione.
Noi definiamo con il termine "carica virale" la concentrazione di virus (numero di virus al centimetro cubo o quadrato a secondo del supporto dove i virus sono) presenti in un singolo atto, che comporti l'entrata dei virus nel corpo per inalazione o contatto.
L'importanza di questo concetto dipende dalla capacita' standard di difesa immunitaria, di cui gli esseri umani dispongono.
Mi spiego meglio: credo che se inaliamo un singolo virus non rimaniamo infettati, perche' la sua capacita' di moltiplicarsi non riesce a prevalere sull'attacco delle difese immunitarie standard di cui l'organismo sempre dispone. Dev'essere cosi' altrimenti, con tutto l'inquinamento microbiologico che c'e' nell'aria, l'umanita' si estinguerebbe in breve tempo.
Ma se invece di un solo virus ne inaliamo sempre piu', arriva un punto in cui le difese immunitarie standard (non quelle specifiche, che vengono create successivamente per combattere proprio quel virus) non riescono piu' a prevalere ed allora i virus dilagano e l'organismo rimane infettato, con tantissimi virus in corpo.
Se la persona e' stata vaccinata allora oltre alle difese immunitarie standard (piu' efficienti nei giovani) ci sono anche quelle da vaccino, per cui la soglia che devono raggiungere le cariche virali per infettare e' piu' alta. Ma non e' infinita, per cui se la carica virale e' particolarmente intensa anche una persona vaccinata puo' essere infettata.
Le cariche virali sono piu' intense quando fa freddo.
Nel contrasto all'infezione svolgono un ruolo importante i comportamenti delle persone, che richiedono tanto meno restrizioni forzose quanto piu' virtuosi sono i comportamenti individuali: in altre parole i comportamenti efficaci per "non infettarsi" possono essere oggetto di apprendimento ed allora le restrizioni forzose possono anche non essere piu' necessarie.
Anche la velocita' di replicazione dei virus gioca un ruolo importante nell'ostacolare il successo del sistema immunitario, per cui quando e' maggiore basta una carica virale minore perche' il contagio abbia successo (sono virus piu' contagiosi, come la variante inglese).
Allora la persona infettata risulta positiva ai test, puo' diffondere cariche virali nell'ambiente, risultando anche contagiosa se le cariche disperse sono abbastanza intense oppure se si accumulano con altre (per questo bisogna sempre impedire i fenomeni di accumulo, per esempio con frequenti ricambi di aria) e puo' sviluppare una sindrome, come il Covid-19, se il virus e' patologico per l'uomo.
Tutto questo puo' accadere se la carica virale con cui si e' entrati in contatto supera una soglia che dipende dall'efficienza del sistema immunitario della persona (per gli immuno-depressi la soglia puo' anche essere molto bassa).
Quindi la carica virale costituisce il meccanismo di base, che presiede al processo di diffusione dell'infezione ed alla nascita di un'epidemia, in tutti quei casi in cui il contagio si trasmette da uomo a uomo.

SITUAZIONE DEL 5/3 (ore 17:50): I decessi di oggi in Italia sono 297 (oltre 98.000 dall'inizio della pandemia), e' un po' piu' basso di ieri e sempre sotto i 400 decessi al giorno segno che le infezioni da varianti "ritardate" della seconda ondata si vanno lentamente esaurendo.
Il dato di oggi e' sceso al 13.4% (ultima colonnina a destra nel grafico) che e' un dato molto simile a quelli degli ultimi 9 giorni, escluso quello di ieri, che a questo punto dobbiamo considerare ANOMALO, non essendo assolutamente realistico un balzo in alto e poi in basso dei contagi di ben il 12.3% in 24 ore.
Essendo la fonte dei dati da noi ritenuta affidabile, abbiamo preso in seria considerazione il dato di ieri, mentre il successivo crollo in basso di oggi ci ha convinto che la fiducia sul dato di ieri era mal riposta.
Si trattava evidentemente di un dato molto alto perche' affetto da un errore vistoso, che gli addetti dovranno ora identificare e correggere.
Noi rimaniamo in attesa di informazioni in merito, dato che l'unita' di crisi della Regione Piemonte non ha comunicato nulla nel sito ufficiale alla data odierna.
Riteniamo quindi che venga a cadere l'allarme di ieri per un altissimo livello di contagiosita' in Piemonte e percio' riteniamo che si debba ripristinare il precedente stato di ALLARME PER CONTAGI ALTI in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.
Essendo rimasto praticamente costante il livello dei contagi nell'ultima settimana (il dato di oggi, che e' venerdi', doveva pure essere piu' alto), sembra che la zona arancione sia stata finora un livello di restrizioni adeguato a contenere la crescita dei contagi, malgrado la minaccia della variante inglese che incombe.
Per questo da lunedi' verranno rese piu' rigide le restrizioni in Piemonte, che passano da zona arancione a zona arancione scuro.

COMPORTAMENTO DEL NUOVO VIRUS: (5 marzo 2021)
Con tutta l'umilta' possibile, non essendo virologi, tentiamo di capire le caratteristiche mostrate da questo nuovo virus che sono:
  1. Maggiore trasmissibilita',
  2. Maggiore gravita' clinica
  3. Maggiore frequenza di contagio dei giovani.
Tutte e tre queste proprieta' inducono a riconoscere a questo virus una maggiore affinita' con le cellule umane rispetto al Sars-CoV-2, che include anche una maggiore velocita' di replicazione nelle cellule.
Lo scenario del suo contagio sarebbe quindi questo:
  1. Si abbassa la soglia del contagio: infatti, secondo noi, per venire contagiati dobbiamo entrare in contatto con una carica virale contenente almeno una certa concentrazione minima di virus, nel senso che se sono troppo pochi il tentativo di infezione non ha successo, perche' quel minimo di difese immunitarie di "uso generale" che l'organismo ha sempre pronte e' sufficiente a neutralizzarli.
    Quando invece la carica virale supera la concentrazione minima di soglia (diversa da persona a persona), le difese immunitarie standard dell'organismo non ce la fanno e l'infezione procede.
    Cioe', se la velocita' di replicazione di questo virus e' maggiore di quella del Sars_CoV-2, fa prima ad crescere di numero e puo' prevalere sulle difese immunitarie anche con cariche virali piu' deboli e questo ne aumenta la capacita' di contagiare ovvero la contagiosita' che ne favorisce la diffusione (maggiore trasmissibilita').
  2. La maggiore velocita' di replicazione nelle cellule favorisce anche il progredire della sindrome Covid-19 che trova riscontro in una maggiore gravita' clinica dei sintomi.
  3. I giovani hanno una migliore risposta immunitaria rispetto agli anziani ma questo virus gioca con piu' anticipo rispetto al Sars-CoV-2 e riesce a crescere molto di numero prima che la sia pur efficare risposta immunitaria giovanile riesca ad espletare la sua azione positiva.
    Ne risulta una Maggiore frequenza di contagio tra i giovani.
    Come conseguenza molti piu' giovani che nel passato, cominciano ora ad affluire negli ospedali, potendo subire i danni permanenti di questa infezione a vari organi. Per questo bisogna alzare la guardia e alzare la soglia di sicurezza per i ragazzi nelle scuole . Per esempio, oltre al ricambio d'aria, serve anche un maggiore distanziamento e rigore assoluto nell'uso delle mascherine da parte di tutti.

SITUAZIONE DEL 4/3 (ore 18:00): I decessi di oggi in Italia sono 339 (oltre 98.000 dall'inizio della pandemia), e' rimasto alto come ieri ma sempre sotto i 400 decessi al giorno segno che le infezioni da varianti "ritardate" della seconda ondata si vanno lentamente esaurendo.
Il dato di oggi e' salito dal 14.3% di ieri addirittura fino al 25.7% di oggi (ultima colonnina a destra nel grafico del Piemonte, FUORI SCALA), mentre invece doveva scendere per completare il picco del 28/2.
Se non ci sono errori nella trasmissione dei dati, e' il segno che c'e' un contributo che sale moltissimo, certamente per l'arrivo della variante inglese in Piemonte, che non risulta mitigato affatto ne' dalle restrizioni della zona arancione e nemmeno delle zone rosse locali in 14 comuni (tutta la valle del Po).
Come si puo' leggere nella tabella che precede, oggi su 17984 test fatti di cui 10607 antigenici, e quindi 7377 test molecolari al netto di quelli antigenici, si sono trovati ben 1896 positivi (al netto di 271 antigenici), cioe' UN PIEMONTESE SU QUATTRO E' RISULTATO POSITIVO, cioe' infettato dal virus. E' incredibile che siano NUOVE infezioni, perche' allora tra pochi giorni quasi TUTTI i piemontesi saranno infetti.
Ci sembra piu' realistica l'ipotesi che l'incremento non sia dovuto a nuovi contagi ma sia prodotto con lo stesso meccanismo che genera i picchi nella curva dei contagi: cioe' il manifestarsi sporadico di virus preesistenti nelle persone, che non si sono infettate ieri ma anche molti giorni fa da virus, che oggi si sono manifestati nei test.
Se le cose stessero cosi' allora domani e dopodomani potremmo anche assistere ad un vistoso calo dei contagi, per il completamento di questo nuovo picco.
Questa ipotesi non riduce la gravita' della situazione, sia perche' sempre infette sono le persone positive, indipendentemente da quando si sono infettate, che per la gravita' clinica della variante inglese.
Inoltre si puo' rilevare nel grafico anche una decisa e continua crescita del livello di fondo (linea grigia) dal 26/3 in poi, che abbiamo attribuito all' epidemia degli asintomatici , indice di un incontrovertibile incremento della diffusione endemica dei contagi Sars-CoV-2, che richiede misure appropriate per bloccarne l'ulteriore crescita.
E' stata percio' chiaramente acquisita la presenza di una pericolosissima impennata dei contagi che ci spinge a dichiarare lo stato di allarme rosso in Piemonte, probabilmente dovuto alla variante inglese.
Tenendo presente che la variante inglese e' in grado di raddoppiare i contagi in 5.2 giorni, occorre SUBITO l'adozione di restrizioni molto rigide e localizzate (LOCKDOWN) per BLOCCARE LA CRESCITA dei contagi in Piemonte. Ogni ritardo peggiora moltissimo la gravita' della situazione, proprio per la grande velocita' di crescita dei contagi, mostrata dalla variante inglese, a cui attribuiamo la responsabilita' per la crescita quasi esplosiva dei contagi odierni, che e' la diretta conseguenza della grandissima contagiosita' del virus che l'ha provocata.
Per questo l'intervento che deve bloccarne la diffusione dev'essere tempestivo al massimo: bisogna intervenire OGGI STESSO in Piemonte, molto meglio se localmente utilizzando le informazioni sulla localizzazione dei test positivi.
Con questo altissimo livello di contagiosita' tutti i tempi di risposta devono essere rapidissimi, per cui sono anche giustificate misure di restrizioni preventive in altre regioni, per tentare di bloccare sul nascere eventuali focolai.
Riteniamo percio' che si debba cambiare il precedente stato di allarme in ALLARME ROSSO PER CONTAGI ALTISSIMI in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

LASCIARE LE SCUOLE CHIUSE ? (4 marzo 2021)
E' vero che se i contagi sono alti, non si possono lasciare aperte le scuole ?
No, non e' vero e se volete sapere perche', cliccate per vedere le nostre motivazioni .

DURATA DELLE RESTRIZIONI DI ZONA ROSSA: (4 marzo 2021)
E' vero che se i contagi salgono molto, bisogna chiudere tutto ed a lungo ? (come stanno facendo Francia e Germania).
No, non e' vero e chi lo fa produce danni enormi inutilmente.
Se volete sapere perche' cliccate per la spiegazione .

COMMENTO SULLO STATO DELLA PANDEMIA IN ITALIA: (4 marzo 2021)
Il grafico seguente mostra l'andamento della pandemia in Italia negli ultimi 12 mesi:


Si nota subito che il picco della seconda ondata in corrispondenza della stagione fredda , quando le cariche virali diventano piu' intense, ritarda la sua decrescita, a differenza del picco della prima ondata che ha avuto la fase di decrescita in piena primavera.
L'altezza raggiunta dal picco della seconda ondata e' inferiore a quella della prima ondata per l'efficacia di contrasto delle misure adottate con maggiore prontezza ma anche per l'immunita' residua presente sia negli infettati (sintomatici e non) della prima ondata che in quel 3% di infetti permanenti dell'epidemia degli asintomatici, creatasi dopo la seconda ondata e presente a settembre 2020, che ha contribuito sensibilmente a creare immunita' diffusa.
La discesa dal picco della seconda ondata risulta rallentata per due motivi:
  1. La crescita del fondo di quella che noi abbiamo chiamato l' epidemia degli asintomatici dal 3% al 7%, creatasi durante la seconda ondata in conseguenza dell'incremento del numero dei contagi verificatosi nella popolazione, tende a limitare la discesa della curva dei contagi non piu' verso zero, come nella prima ondata, quando l'epidemia degli asintomatici ancora non era iniziata, ma verso quel 7% che si vede nel grafico , che corrisponde circa alla meta' dell'altezza raggiunta dal picco.
    Questo motivo non basta pero' a giustificare il livello di "pianerottolo" (plateau) del precedente grafico dei ricoveri in terapia intensiva (che segue l'andamento della curva dei contagi), perche' e' piu' alto.
  2. La differenza e' dovuta secondo noi alla presenza di un contributo dovuto alle infezioni da varianti "ritardate" della seconda ondata, che si stanno lentamente esaurendo, evidenziate gia' un mese fa nel grafico dei decessi .
Ora pero' si vede che la curva inizia nuovamente a crescere, malgrado il livello d'immunita' diffuso che sembra essere sufficiente ad arginare la crescita del Sars-CoV-2.
Questo fatto e' dovuto alla comparsa di nuove varianti del virus che, essendo piu' contagiose, hanno fatto salire quel parametro che abbiamo chiamato contagiosita' e che determina la velocita' di salita della curva dei contagi (pendenza della curva).
A questo incremento della minaccia si dovra' necessariamente far fronte nell'immediato con misure piu' restrittive e sul medio e lungo periodo con l'incremento dell'immunita' vaccinale.

LA REALTA' IN CUI CI TROVIAMO: (4 marzo 2021)
Il numero di persone infette senza sintomi e quindi inconsapevoli di esserlo sono secondo noi circa il 7% della popolazione, cioe' il fondo visibile nel grafico.
Questo valore e' altissimo perche' e' quasi la meta' del valore raggiunto dal picco della seconda ondata.
Una persona su 14 di quelle che incontriamo sta inconsapevolmente coltivando virus nel suo corpo e diffondendoli in giro, poco ma quanto basta per mantenere stabile, nelle condizioni attuali invernali, la numerosita' di queste persone asintomatiche al 7% (ora).
Il 7% di 60 milioni di abitanti in Italia sono 4.2 milioni di persone infette, anche se non malate di Covid-19.
Il problema e' enorme e non si puo' risolvere con le restrizioni, che possono solo riuscire a contenerne l'ulteriore crescita.
La diminuzione del loro numero dipende invece solo dalle guarigioni (NON dalle restrizioni), che procedono con la risposta immunitaria in un tempo tipico di un mese.
La crescita del numero degli infetti dipende dal livello della contagiosita', che fortunatamente diminuira' molto con la fine dell' inverno e forse il livello di fondo dell' epidemia degli asintomatici scendera' dal 7% al 2% o 3% come era nell'estate 2020.
Poi dovrebbe intervenire l'immunita' vaccinale a ridurre la contagiosita' al ritorno del freddo e forse tra un anno potremo stare abbastanza meglio, pur avendo ancora il virus tra noi (ad un livello piu' basso).
Attenzione pero', perche' la durata dell'immunita' vaccinale e' limitata e dovremo vaccinarci di nuovo e periodicamente (richiami).
Questa sembra che dovra' essere la nostra vita da ora in poi.
Ricordiamoci sempre pero' che la contagiosita' non si riduce solo con i vaccini e con la temperatura ambientale ma anche con i comportamenti piu' virtuosi delle persone e staremmo tutti meglio se ci si riuscisse.

SITUAZIONE DEL 3/3 (ore 18:30): I decessi di oggi in Italia sono 347 (oltre 98.000 dall'inizio della pandemia), e' rimasto alto come ieri ma sempre sotto i 400 decessi al giorno segno che le infezioni da varianti "ritardate" della seconda ondata si vanno lentamente esaurendo.
Il dato di oggi 14.3% (ultima colonnina a destra nel grafico del Piemonte) doveva scendere all'11% o 12% per completare il picco del 28/2, invece e' il 3% piu' in alto, segno che e' presente anche un contributo che sale, probabilmente dovuto all'arrivo della variante inglese in Piemonte, mitigato dalle restrizioni della zona arancione e soprattutto delle zone rosse in 14 comuni (tutta la valle del Po).
Non e' percio' chiaramente avvertibile quindi quella preoccupante impennata dei contagi che ci aveva spinto a dichiarare lo stato di allarme rosso.
La presenza di focolai della variante inglese ci sembra pero' che non possa essere esclusa.
Il contributo all'incremento dei contagi odierni del 3% potrebbe percio' essere dovuto alla variante inglese, che e' in grado di raddoppiare i contagi in 5.2 giorni anche se la presenza del nuovo picco sembra indicare che siamo nel secondo dei due casi possibili discussi in precedenza, cioe' non solo un'impennata dei contagi ma anche la comparsa di un nuovo picco, spostato di 2 o 3 giorni in avanti rispetto al picco del venerdi'.
Secondo la nostra interpretazione di questi fenomeni, questo nuovo picco sarebbe la manifestazione della presenza di una nuova variante del Sars-CoV-2.
Le restrizioni delle zone rosse ed arancione permangono, per cui ci auguriamo che possano essere sufficienti ad arginare la crescita dei contagi nei prossimi giorni.
Riteniamo percio' che debba rimanere il precedente stato di allarme (perche' i contagi sono ancora troppo alti del 3%), cioe' lo stato di ALLARME PER CONTAGI ALTI in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

SITUAZIONE DEL 2/3 (ore 18:00): I decessi di oggi in Italia sono 343 (oltre 96.000 dall'inizio della pandemia), anche se e' salito non poco e' ancora sotto i 400 decessi al giorno segno che le infezioni da varianti "ritardate" della seconda ondata si vanno lentamente esaurendo.
Il dato di oggi 13.6% (ultima colonnina a destra nel grafico del Piemonte) mostra una buona discesa, probabilmente frutto delle restrizioni della zona arancione, iniziata ieri.
Non viene confermata quindi quella preoccupante impennata dei contagi che ci aveva spinto a dichiarare uno stato di allarme rosso.
Anche la presenza di focolai della variante inglese ci sembra che possa essere esclusa, perche' ci risulta che questa variante sia in grado di raddoppiare i contagi in 5.2 giorni e questo non ci sembra compatibile, anche in presenza della zona arancione, con la discesa registrata oggi.
Tutti gli elementi di giudizio ci sembra che convergano verso il secondo dei due casi possibili che abbiamo discusso, cioe' non un'impennata dei contagi ma la comparsa di un nuovo picco, spostato di 2 o 3 giorni in avanti rispetto al picco del venerdi'.
Secondo la nostra interpretazione di questi fenomeni, questo nuovo picco sarebbe la manifestazione della presenza di una nuova variante del Sars-CoV-2.
Le restrizioni della zona arancione permangono, per cui anche domani dovremmo vedere i suoi effetti positivi con contagi in calo.
Riteniamo percio' di dover ridurre il livello, che rimane di allarme perche' i contagi sono ancora troppo alti (del 3%), allo stato di ALLARME PER CONTAGI ALTI in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

COMMENTO SULLO STATO DELLA PANDEMIA AL LIVELLO PLANETARIO: (2 marzo 2021)
Finora nel mondo si sono verificati 115 milioni di contagi Covid-19 che hanno causato 2.5 milioni di decessi. Il seguente grafico, pubblicato su Wikipedia, mostra l'andamento della pandemia negli ultimi 12 mesi, dove si nota il picco in corrispondenza della stagione fredda , quando le cariche virali diventano piu' intense:
Se si tiene conto che solo il 5% circa dei contagiati sviluppano la sindrome Covid-19 (gli altri sono infettati e positivi al test molecolare con tampone ma senza sintomi), le persone che si sono infettate in modo asintomatico sono 19 volte di piu', cioe' circa 2 miliardi.
La moltitudine degli asintomatici costituisce il sistema con cui il virus continua ad esistere sul pianeta. Cio' in quanto ogni asintomatico ne coltiva le colonie, che si riproducono nel suo corpo per un mese circa, finche' gli anticorpi non determinano la guarigione e l'asintomatico smette di essere infetto e contagioso.
Coai' gli 11 dodicesimi dei 2 miliardi di persone, che negli ultimi 12 mesi sono state infettate in modo asintomatico, ora non sono piu' infette.
Gli asintomatici ancora infetti attualmente sono percio' circa 166 milioni nel mondo.
Siccome negli ultimi 12 mesi 2 miliardi di persone, che sono un terzo della popolazione mondiale, sono state infettate, a loro insaputa perche' asintomatiche, molte sono le persone che conservano un'immunita' acquisita e queste a nostro avviso stanno determinando la decrescita dei contagi e quindi dei casi Covid-19, che si vede nel grafico dal 23/1/2021 in poi.
Ad oggi i casi sono ancora troppi e per questo un importante aiuto deve venire dall'estensione dell'immunita', proveniente dai vaccini.
In Italia l'ondata invernale l'abbiamo avuta subito, tra ottobre e novembre; per questo la protezione dovuta all'immunita' naturale acquisita dal 20% della popolazione italiana (10% di positivi in media per 2 mesi) comincia ora lentamente a scemare e per questo potremmo essere esposti al rischio di una terza ondata, favorita dalla comparsa di varianti piu' contagiose, se non interviene efficacemente l'aiuto dei vaccini.
A limitare le nostre aspettative di uscirne fuori, potrebbe pero' giocare un ruolo negativo il fatto che per il Sars-CoV-2 l'immunita' acquisita sembra che NON sia permanente, quindi le immunita' acquisite dopo un'infezione sono destinate a sparire e quelle da vaccino dovrebbero essere rinnovate periodicamente, cosa difficile da ottenere diligentemente in tutto il mondo.
Questo potrebbe impedire la scomparsa definitiva del Sars-CoV-2, com'e' accaduto per la "Spagnola", facendolo rimanere purtroppo in uno stato endemico, come il raffreddore. Ma il Sars-CoV-2 e' molto peggio del raffreddore perche', anziche' limitarsi a far colare il naso, provoca una polmonite virale, letale nel 2.2% dei casi. Sarebbe un problema enorme, anche per il futuro!

SITUAZIONE DEL 1/3 (ore 18:30): I decessi di oggi in Italia sono 246 (oltre 96.000 dall'inizio della pandemia), molto sotto i 400 decessi al giorno segno che le infezioni da varianti "ritardate" della seconda ondata si vanno ormai lentamente esaurendo.
Il dato di oggi 16.2% (ultima colonnina a destra nel grafico del Piemonte) conferma il dato alto di ieri, oltre il picco di venerdi', che gia' era il 4% piu' alto dei picchi dei venerdi' precedenti.
Quindi e' anche confermato l'andamento in salita della curva, perche' questo punto doveva scendere dal picco di venerdi' ed invece e' rimasto alto. E' probabilmente l'inizio di una impennata dei contagi, probabilmente dovuta all'arrivo di alcuni focolai (cluster) della variante inglese in Piemonte.
Le Autorita' hanno aumentato le restrizioni, passando il Piemonte dalla fascia gialla a quella arancione a partire da oggi, per cui da domani dovremmo vedere i primi effetti positivi. Qualora i dati di martedi' e mercoledi' fossero ancora in salita, si dovrebbe passare SUBITO alla zona rossa, secondo noi, finche' la crescita dei contagi non risultera' bloccata.
Riteniamo percio' di dover mantenere stato di ALLARME ROSSO in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

COMMENTO SULLO STATO ATTUALE DEL PIEMONTE: (1 marzo 2021)
Il balzo in alto dei contagi di ieri ed oggi puo' significare il verificarsi di una delle due situazioni seguenti:
  1. Si sono creati dei focolai di un virus molto contagioso che da un giorno all'altro ha fatto crescere i contagi di oltre il 5%.
    Se gli abitanti del Piemonte sono 4.3 milioni, il 5% di loro, cioe' oltre 200.000, si sono infettati e sono diventati positivi al test in un solo giorno e da allora stanno contribuendo inconsapevolmente a diffondere il contagio.
    E' una situazione che richiederebbe provvedimenti ben piu' rigidi che non una zona arancione.
    Cio' nei primi giorni, finche' la crescita dei contagi non viene tempestivamente bloccata. Dovrebbero bastare pochi giorni, poi la zona arancione dovrebbe andare bene per 1 mese, finche' l'incremento dei contagi non si sara' azzerato con le guarigioni delle persone infettate, che cosi' smettono di diffondere il contagio.
  2. La crescita del 5% dei contagi verificatasi ieri ed oggi non corrisponde a nuove persone contagiate ma alla comparsa di un nuovo picco che manifesta in modo sporadico (con dei picchi) la presenza di virus gia' presenti nella popolazione (residui dell'ondata precedente) ma visibili dai test solo sporadicamente (come accade con il picco del venerdi', che NON corrisponde a nostro avviso ad un aumento repentino del numero di persone contagiate, come abbiamo gia' spiegato ).
    In tal caso nei prossimi due giorni i dati dei contagi torneranno a scendere per definire il picco e l'allarme rosso rientrera', salvo per la presenza di questa nuova variante del virus che da ieri si e' manifestata facendo comparire questo nuovo picco.

LA SCUOLA: (1 marzo 2021)
A noi sembra che non ci siano idee chiare, se la presenza prolungata di studenti in classe per alcune ore puo' favorire o no la diffusione del virus da parte di uno o piu' studenti (o professori) inconsapevolmente infetti.
L'uso corretto (cioe' non con il naso di fuori) delle mascherine (anche quelle economiche) limita molto la diffusione dei virus nell'ambiente (le goccionine, droplets, condensano sul tessuto della mascherina ed i virus non fuoriescono) ma non al 100% e, se si permane a lungo in un ambiente chiuso, quella piccola parte di virus emessi si accumula nell'aria che viene respirata con i virus che possono aver raggiunto una concentrazione di cariche virali pericolosa.
Ci sono pubblicazioni cinesi che dimostrano che in queste condizioni (in quel caso il locale chiuso era un autobus) il contagio si puo' diffondere anche a molti metri di distanza.
Anche se non viene pubblicizzata, la soluzione c'e' ed e' semplice ed economica: basta montare due ventilatori da finestra (1000 euro di spesa media ed 1 o 2 ore di lavoro per 2 ventilatori e manodopera con connessione elettrica a norma), funzionanti in direzioni opposte, sui vetri di due finestre distanti tra loro, che mantengano un costante ed idoneo ricambio dell'aria nel locale (per cui occorrera' anche coprirsi di piu' d'inverno), per impedire che con l'accumulo le cariche virali possano diventare sufficientemente intense da contagiare persone sane (devono essere espulse all'esterno prima che diventino troppo intense).
Con questo semplice accorgimento, insieme a tutte le altre regole igieniche gia' usate, secondo noi tutte le scuole possono restare sempre aperte.
Senza questo accorgimento invece le scuole, come tutti i locali chiusi affollati di persone, possono essere centri di diffusione dei contagi.
Ovviamente gli stessi accorgimenti vanno adottati ovunque gli studenti si accumulino (autobus, palestre, ecc.).
Infine un'altra cosa che andrebbe attivata sono delle ore di insegnamento specifico sulla pandemia, le sue conseguenze ed i metodi di prevenzione, che possono cosi' arrivare anche alle famiglie.
Percio' secondo noi non e' necessario tenere le scuole chiuse.

SITUAZIONE DEL 28/2 (ore 17:40): I decessi di oggi in Italia sono 192 (oltre 96.000 dall'inizio della pandemia), molto sotto i 400 decessi al giorno segno che le infezioni da varianti "ritardate" della seconda ondata si vanno ormai lentamente esaurendo.
Il dato di oggi 16.4% (ultima colonnina a destra nel grafico del Piemonte) e' salito molto, oltre il picco di venerdi', che gia' era il 4% piu' alto dei picchi dei venerdi' precedenti.
Quindi CI SIAMO: e' iniziato l'andamento in salita della curva, perche' questo punto doveva scendere dal picco di venerdi' e invece e' salito e neanche poco. Appare questo essere l'inizio di una impennata dei contagi, probabilmente dovuta all'arrivo di alcuni focolai (cluster) della variante inglese in Piemonte.
Le Autorita' hanno aumentato le restrizioni, passando il Piemonte dalla fascia gialla a quella arancione a partire da lunedi' prossimo. Qualora i dati di martedi' e mercoledi' salissero ancora, si dovrebbe passare SUBITO alla zona rossa, secondo noi, finche' la crescita dei contagi non risulta bloccata.
Passiamo senz'altro al successivo stato di ALLARME ROSSO in Piemonte nel "cruscotto" iniziale.

IMPORTANZA DELLA TEMPESTIVITA' DELL'INTERVENTO: (27 febbraio 2021)
La nascita di un focolaio d'infezione e' analoga per molti aspetti alla nascita di un focolaio vero, di fiamme, in una foresta.
Se nessuno interviene l'incendio si propaga molto rapidamente ed in breve tempo una grandissima quantita' di alberi e' in fiamme.
E' ovvio cosa significa questo nel caso dei contagi: piu' tardi si interviene a bloccare il focolaio e piu' persone vengono contagiate, con una crescita che e' piu' che esponenziale.
Cio' perche' nel caso dei focolai la crescita e' molto piu' rapida dell'andamento normale di crescita, determinata dalla contagiosita', perche' ci sono molte persone infette che risultano essere "superdiffusori" (persone che ne contagiano non altre 1 o 2 ma anche decine), che accelerano di molto la diffusione del contagio.
Pertanto l'intervento delle Autorita' dev'essere tempestivo, abbastanza localizzato, il piu' rigido possibile ma molto limitato nel tempo.
Non si dovrebbe, per ragioni burocratiche o addirittura costituzionali, limitare le liberta' dei cittadini con le necessarie restrizioni alcuni giorni dopo l'allarme. La salute deve venire prima di tutto, percio' si dovrebbe fare quanto occorre per rendere l'intervento restrittivo il piu' immediato possibile, perche' ora non e' cosi': infatti ci risulta che la Consulta ha stabilito che i provvedimenti che limitano le liberta' dei cittadini non possono essere presi dalle Autorita' locali e questo ci sembra che renda molto piu' difficile adottare i provvedimenti necessari nel modo tempestivo come da noi indicato.
Attualmente questi provvedimenti vengono presi im maniera totalmente diversa ed inadeguata a nostro avviso, perche' sulla base dei dati di alcuni giorni prima si adottano le restrizioni, attribuendo i colori su base regionale, lasciandoli validi addirittura per un mese.
E' allora inevitabile che su base locale si verifichino molte chiusure non necessarie (con notevoli danni) e che in caso di nuovi focolai le restrizioni risultino inadeguate ad impedire la diffusione dei contagi, rendendo cosi' difficile impedire la partenza di una terza ondata dell'epidemia.
Bisogna assolutamente fare meglio , per rispondere in modo adeguato alla sfida del virus, altrimenti vince lui e l'inizio della terza ondata e' dietro l'angolo.
In conclusione, due sono i casi possibili:
  1. Si interviene tempestivamente, appena il sistema di monitoraggio (locale, per esempio comunale) segnala l'allarme rosso, con restrizioni dure per 3 giorni e poi si procede in zona arancione finche' non si torna al livello base (fondo degli asintomatici) in un mese, perche' gli infettati piano piano guariscono.
  2. Si interviene in ritardo di qualche giorno rispetto al momento dell'allarme rosso: allora si devono mantenere le restrizioni dure piu' a lungo e non e' detto che riesca a bloccare la crescita dei contagi (potrebbe essere l'inizio della terza ondata).
Questa e' la scelta.

INCREDIBILE: IN EUROPA CONTINUANO A FARE LOCKDOWN LUNGHISSIMI ! (27 febbraio 2021)
Oggi e' il turno dei francesi.
L'intuito dice: se i contagi stanno crescendo molto si deve chiudere tutto per almeno 3 settimane.
Ma non si puo' governare seguendo l'intuito. Qualcuno che ne capisce di piu' deve spiegare loro che il lockdown nei primi giorni (pochi) serve per bloccare la crescita dei contagi ma poi NON serve per farli scendere. Infatti la loro discesa avviene SOLO con la guarigione (o il decesso) degli infettati.
Chi s'e' infettato ormai s'e' infettato e non guarisce con il lockdown (che non ha proprieta' curative) ma nel tempo fisiologico della sua risposta immunitaria, che richiede proprio 3/4 settimane, durante le quali non serve piu' mantenere il lockdown ma bastano restrizioni minori, appena sufficienti ad impedire la risalita dei contagi oltre il livello di fondo degli asintomatici, che va comunque tollerato (vedi LOCKDOWN ).
In giro per l'Europa in questo modo si stanno causando inutilmente danni economici enormi, che poi noi tutti europei in qualche modo saremo chiamati solidalmente a riparare.

CONVIVERE CON IL VIRUS (A LUNGO) (27 febbraio 2021)
Spieghiamo come avvengono i contagi e poi come si puo' impedire una terza ondata.
Molte persone, attualmente una su dieci in Piemonte, sono positive al test e quindi stanno coltivando inconsapevolmente delle colonie di virus nel loro corpo. Quando circolano tra la gente all'aperto o in locali chiusi possono emettere i virus, contenuti in microgoccioline (droplet) presenti nel loro fiato.
Se indossano una buona mascherina la quasi totalita' delle goccioline condensa nella mascherina che rimane l'unico oggetto infetto e cosi' i virus non vengono diffusi nell'ambiente e non costituiscono pericolo di contagio per le altre persone sane.
Se invece la persona infetta non sta usando bene una buona mascherina (per esempio tiene il naso fuori o sta mangiando) allora le goccioline vengono disperse nell'ambiente o addirittura inalate da un'altra persona, perche' molto leggere e volatili.
Nel secondo caso ovviamente l'altra persona subisce il contagio del virus.
Nel primo caso i virus si depositano su oggetti o superfici in attesa di entrare in contatto con un umano.
Se la temperatura ambientale e' alta (d'estate) in un paio di giorni subiscono danni e perdono la loro capacita' di infettare.
A temperature basse, di pochi gradi cioe' d'inverno, riescono a "sopravvivere" anche un paio di settimane.
Durante questo tempo in cui i virus rimangono attivi puo' avvenire un fenomeno di accumulo di virus nello stesso posto e questo aumenta la carica virale presente aumentando il rischio d'infezione, se nessuno pulisce.
Infatti se si entra in contatto con pochi virus (carica virale piccola) probabilmente le difese dell'organismo prevalgono e non si viene infettati.
Se invece la carica virale e' intensa (perche' emessa da una persona molto infetta, per esempio con sintomi, o per accumulo) allora il rischio di rimanere contagiati e' elevato.
Queste condizioni che rendono piu' o meno probabile il contagio le abbiamo indicate con il termine di contagiosita', che graficamente corrisponde alla pendenza della curva dei contagi (il coefficiente angolare del suo tratto lineare).
La guerra al virus avviene cosi': le armi degli umani sono:
  • Le mascherine che riducono la dispersione dei virus nell'ambiente;
  • I comportamenti virtuosi delle persone piu' consapevoli della pericolosita' di un'infezione;
  • Le restrizioni che mirano a ridurre con varie gradualita' i contatti interpersonali (forzosamente);
  • I vaccini che forniscono immunita' al virus per un anno circa;
Queste sono invece le armi che ha il virus per cercare di far esplodere una nuova ondata epidemica:
  1. La convivialita' e gli assembramenti che piacciono cosi' tanto a molti umani (movida, bar affollati, discoteche, ecc.);
  2. Le persone prive di mascherina che seminano virus in grande quantita', se si sono inconsapevolmente infettate;
  3. I locali chiusi e privi di un buon ricambio di aria, in cui le cariche virali rilasciate da una persona infetta (ora in Piemonte sono una su dieci) possono accumularsi;
  4. Il freddo che decuplica la "sopravvivenza" dei virus nell'ambiente, dove sono in attesa di infettare qualcuno. Questo accade non solo d'inverno ma anche in locali refrigerati.
  5. Le mutazioni che generano varianti del virus che possono essere piu' contagiose o sfuggire ai sistemi di rilevamento;
  6. Eccetera (tutto quello che il virus si puo' ancora inventare per complicarci la vita).
Le armi per vincere e per non far partire una terza ondata ci sono, se le usiamo bene.

ECCO COME FARE: Basta aumentare molto le restrizioni non appena i contagi iniziano a salire decisamente.
Se l'intervento e' stato tempestivo allora i contagi dopo solo 2 o 3 giorni non sono saliti molto e la curva dei contagi smette di salire.
Il giorno dopo che ha smesso di salire si puo' iniziare ad allentare gradualmente le restrizioni, giorno dopo giorno, fermandosi quando la curva accenna a risalire.
Cosa succede se l'intervento non e' tempestivo ma si lasciano trascorrere alcuni giorni, in cui il focolaio si estende? Succede che le persone infettate, che contribuiscono a diffondere i contagi, sono diventate molto numerose e allora ce ne sono troppe che sfuggono all'effetto di contenimento delle restrizioni e queste, anche se rigide, non riescono piu' ad impedire del tutto l'incremento dei contagi, che allora prosegue, anche se piu' lentamente, fino al raggiungimento del limite in cui il numero dei nuovi contagi, al netto delle immunita' acquisite dagli asintomatici guariti, non eguaglia il numero delle guarigioni giornaliere (che sale sempre piu' con il diffondersi delle infezioni): e' la terza ondata, che e' stato impossibile arrestare.
Se invece l'intervento e' tempestivo il metodo descritto riesce a bloccare la crescita dei nuovi contagi, permettendo poi di calibrare le restrizioni al minimo indispensabile per impedire che i contagi salgano, creando una nuova ondata.
Il metodo funziona tanto meglio quanto piu' localizzata e' la gestione del territorio (non regionale ma provinciale e comunale).
L'entita' delle restrizioni necessarie e' minore se la popolazione contribuisce, usando le armi a sua disposizione (mascherine, distanziamenti, ecc. in una parola con "comportamenti virtuosi").
Il livello di contagi a cui si deve scendere con le restrizioni e' quello del fondo degli asintomatici (ora il 7% in Piemonte ma in altre regioni puo' essere diverso perche' il livello dipende dalla contagiosita' e questa dipende oltre che dalla temperatura anche dai comportamenti della popolazione locale) e NON OLTRE, perche' sarebbe uno sforzo inutilmente costoso (non siamo in grado di lottare contro l'epidemia degli asintomatici con le restrizioni, ma potremo farlo con i vaccini).
Se si operasse correttamente in questo modo, credetemi, la terza ondata e' sicuro che NON CI SAREBBE, ne' ora ne' mai, perche' le nostre armi, se usate bene, possono sempre prevalere su quelle del virus Sars-CoV-2 (vanno pero' riprogettati su base piu' locale sia il sistema di monitoraggio che le restrizioni a colori regionali). E va fatto perche' credo che con questo virus ci dovremo convivere a lungo e la nostra vita non dev'essere sconvolta cosi' tanto da ripetute ondate e conseguenti lockdown.

IL RUOLO DELL'EPIDEMIA DEGLI ASINTOMATICI, CHE ORA E' AL 7% (ALTA) (27 febbraio 2021)
Lo scopo principale che ci siamo prefissi in questo lavoro e' quello di comprendere dal punto di vista epidemiologico come fa il Sars-CoV-2 ad esistere e diffondersi.
Un ruolo fondamentale di questi, come anche di tutti gli altri virus endemici, a nostro avviso, e' svolto da quella che noi abbiamo chiamato l' epidemia degli asintomatici.
Stranamente nessuno ne parla benche' tutti sono a conoscenza che esiste.
E' il meccanismo che mantiene il virus sulla faccia della terra.
Il virus non e' un organismo vivente capace di esistere autonomamente alimentandosi come fanno i microbi.
E' come un parassita che e' in grado di sopravvivere molto poco nell'ambiente esterno (meno di un'ora alle temperature estive e fino ad una settimana circa a quelle invernali) poi perde la capacita' di penetrare le cellule umane per replicarsi, sfruttando quella stupefacente capacita' di sintesi proteica che fa delle cellule umane delle efficientissime fabbriche biochimiche capaci di costruire strutture biochimiche, come cellule ma anche virus, seguendo la codifica predisposta nella macromolecola chiamata RNA messaggero, proprio per questa sua funzione di trasmettere le istruzioni per la sintesi.
Non potendo resistere a lungo nell'ambiente esterno, il virus puo' esistere a lungo solo se trova un umano che lo ospita nel proprio corpo permettendogli di replicarsi in continuazione.
Questa replicazione puo' esplodere in modo quasi incontrollato ed allora sviluppa una sindrome che e' il Covid-19 per il virus Sars-CoV-2.
Ma se trova delle difese immunitarie efficaci a limitare la sua capacita' di replicarsi puo' anche soccombere e sparire in un tempo di guarigione che per il Sars-CoV-2 puo' essere di un mese.
Esiste anche un terzo caso in cui il virus, essendosi insediato, per esempio, in aree poco irrorate dal sangue come sono le terminazioni nervose gli anticorpi hanno difficolta' a raggiunferlo ed allora lui riesce a rimanere per tempi lunghi nel suo ospite, creando una o piu' colonie in cui i virus possono replicarsi e mantenersi attivi a lungo ma senza creare sintomi nell'ospite, che per questo diventa una persona infetta (e quindi potenzialmente contagiosa) ma "asintomatica", quindi non individuabile come infetta cioe' capace di diffondere il virus in incognito.
Con questo meccanismo non solo il virus sopravvive a lungo e diventa endemico ma ha grande facilita' a diffomdersi moltissimo per cui quando in agosto troviamo il 2% di tamponi positivi campionando a caso sui 60 milioni di italiani vuol dire che il 2% di italiani e' infettato cioe' 1.200.000 persone, che sono quasi tutte asintomatiche.
Cioe' ci troviamo a vivere in un Paese dove sembra che tutti siano sani ma non e' cosi'. Siamo circondati da una grande moltitudine di persone infette che stanno coltivando colonie di quei virus che stanno aspettando condizioni migliori (l'autunno) per aumentare la loro virulenza e scatenare un'ondata epidemica.
Crediamo che gli asintomatici solo in minima parte siano cronici, tutti gli altri guariscono.
Il problema e' che prima di guarire possono infettare una persona sana che nella maggior parte dei casi s'infetta in forma asintomatica perche' un asintomatico rilascia cariche virali infettanti molto piu' deboli di quelle rilasciate da una persona malata con sintomi e per questo la persona infettata avra' grandi probabilita' di entrare a far parte anch'essa del club degli asintomatici.
Et voila, l' epidemia degli asintomatici. e' servita!
Il livello di equilibrio tra guariti e nuovi contagiati (tutti in incognito, neanche loro sanno di esserlo) di questa epidemia e' al 7% di infetti a febbraio in Piemonte (sono davvero tanti).
Purtroppo non tutti gli infettati diventano asintomatici: qualche percento di loro, quelli con difese immunitarie piu' deboli, si ammalano di Covid-19 ed alcuni muoiono.
Per cui con quel 7% l'epidemia degli asintomatici porta il suo triste contributo ai decessi, a febbraio triplo rispetto al periodo estivo.
Questo e' il modo in cui dobbiamo convivere con questo virus e purtroppo non possiamo farci niente, perche' se facciamo un lockdown generale vedremo il livello del 7% scendere ma non appena terminiamo il lockdown lo vedremo subito risalire e tornare al 7% che e' il livello di equilibrio tra le persone che si prendono le cariche virali rilasciate in questo periodo invernale e si infettano e quelle che guariscono.
Noi non riusciamo ad intervenire per spostare questo equilibrio perche' non sappiamo migliorare le guarigioni (ci riusciremo con le vaccinazioni) e nemmeno ridurre la virulenza delle cariche virali rilasciate dagli asintomatici.
La riduzione del livello di fondo degli asintomatici ci sara' con il procedere delle vaccinazioni.
Attenzione pero': l'immunita' a questo virus e' solo temporanea (tra 6 e 12 mesi) per cui e' anche importante la rapidita' con cui si procede a vaccinare.
Se si procede troppo lentamente con le vaccinazioni non si riuscira' a contrastare efficacemente l'epidemia degli asintomatici che e' quella che mantiene alto il numero di virus in circolazione per 12 mesi all'anno e quindi il rischio di inizio sia di nuove ondate epidemiche che di mutazioni, che possono generare nuove varianti piu' pericolose.

SITUAZIONE DEL 27/2 (ore 17:30): I decessi di oggi in Italia sono 280 (oltre 96.000 dall'inizio della pandemia), sempre sotto i 400 decessi al giorno segno che le infezioni da varianti "ritardate" della seconda ondata si vanno lentamente esaurendo.
Il dato di oggi 12.5% (ultima colonnina a destra nel grafico del Piemonte) scende normalmente dal picco di venerdi', che rimane il 4% piu' alto dei picchi dei venerdi' precedenti.
Non c'e' quindi un andamento in salita della curva e l'incremento che c'e' stato nel picco di ieri sembra essere un evento isolato, simile a quello verificatosi 3 settimane prima ma piu' piccolo: questo picco e' arrivato al 15.1% mentre l'altro era arrivato fino al 16.7%.
Consideriamo l'entita' di questo picco degna di uno stato di attenzione perche' e' piu' alto del 5% rispetto a quanto dovuto ed in virtu' della presenza di importanti focolai della variante inglese nelle regioni vicine al Piemonte.
Non appare pero' presente alcuna impennata dei contagi.
Le Autorita' comunque, avendo rilevato questo incremento del 5% che non e' poco, hanno giustamente aumentato le restrizioni, passando il Piemonte dalla fascia gialla a quella arancione.
Non ci sono affatto le condizioni per incrementare lo stato di allarme, passando al successivo stato di ALLARME ROSSO nel "cruscotto" iniziale, dove lasciamo percio' immutato lo stato di ALLARME PER CONTAGI UN PO' ALTI in Piemonte, rimanendo ovviamente pronti a far scattare lo stato di ALLARME ROSSO, se i dati dei prossimi due giorni non rispettassero l'andamento previsto di discesa dal picco del venerdi' (colonnina rossa).

SITUAZIONE DEL 26/2 (ore 18:50): I decessi di oggi in Italia sono 253 (oltre 96.000 dall'inizio della pandemia), sempre sotto i 400 decessi al giorno segno che le infezioni da varianti "ritardate" della seconda ondata si vanno lentamente esaurendo.
Il dato di oggi 14.7% (ultima colonnina a destra nel grafico del Piemonte) si e' posizionato sul picco di ieri, rimanendo al 4% oltre il picco dei venerdi' precedenti.
Consideriamo il dato di oggi anch'esso degno di uno stato di allarme in virtu' della presenza di importanti focolai della variante inglese nelle regioni vicine al Piemonte e della scarsa sensibilita' del nostro sistema di monitoraggio, per il fatto che usa i dati del Piemonte tutti sommati insieme.
Non appare ancora pero' l'impennata dei contagi temuta, anche se l'incremento del 4% raccomanderebbe a nostro avviso qualche restrizione in piu' rispetto a quelle della zona gialla.
Non ci sembra pero' ancora il caso di passare al successivo stato di ALLARME ROSSO nel "cruscotto" iniziale dove lasciamo percio' immutato lo stato di ALLARME PER CONTAGI UN PO' ALTI in Piemonte, rimanendo pronti a far scattare il successivo stato di ALLARME ROSSO, se i dati dei prossimi due giorni non rispettassero l'andamento previsto di discesa dal picco del venerdi' (colonnina rossa, oggi).

COSA SI DOVREBBE FARE SE SCATTASSE L'ALLARME ROSSO: (26 febbraio 2021)
E' normale che in condizioni di epidemia latente, come siamo ora, il numero dei contagi possa improvvisamnte mostrare dei balzi in alto. In base a quanto detto ieri bisogna essere pronti ad intervenire tempestivamente per ridurre l'incremento del numero NC dei nuovi contagi giornalieri.
La tempestivita' dell'intervento e' importante perche' ogni persona infettata in piu' diventa in breve un ulteriore persona che contribuira' a diffondere i contagi e quindi ad ingigantire un problema, che inizialmente e' piccolo e piu' facilmente gestibile.
Questo e' molto diverso da quello che si fa ora: non si deve dare giovedi' l'annuncio che da lunedi' (4 giorni dopo) scattano restrizioni, le meno gravose possibile.
Tutti devono sapere in anticipo che, se c'e' uno stato di pre-allarme, dal giorno dopo puo' scattare uno di due tipi di restrizioni severe (arancione o rossa).
Cioe' si devono avviare immediatamente, con preavviso anche di un solo giorno, le restrizioni massime per bloccare sul nascere la salita dei contagi, quando ci si puo' riuscire con meno restrizioni, in un tempo piu' breve.
Dopo 2 o 3 giorni, al calare dei contagi, si puo' iniziare ad allentare, in modo graduale e controllato dal sistema di monitoraggio, le varie restrizioni, lasciando solo quelle necessarie al contenimento della causa del sopravvenuto nuovo incremento dei contagi (nuova variante, ondata di freddo, eventi con assembramenti, ecc.).
Le massime restrizioni che si possono mettere in atto, dalla zona arancione al lockdown locale, se rispettate, sono sicuramente in grado di bloccare in tempi brevi l'incremento dei contagi, se adottate tempestivamente, rendendo l'intervento di contenimento molto meno oneroso per la breve durata.
Infine tutto funziona tanto meglio, quanto piu' si suddivide il territorio in cellule operative distinte ed indipendenti nella raccolta ed elaborazione dei dati sulla base dei vari centri abitati.

BISOGNA "SCONGIURARE" IL LOCKDOWN ? (26 febbraio 2021)
Non bisogna adoperarsi al massimo per "scongiurare il lockdown", come affermano organi di Governo, perche' il lockdown e' uno strumento fondamentale per combattere il virus.
Naturalmente stiamo parlando del LOCKDOWN LOCALE, limitato nello spazio alla zona interessata dal focolaio e nel tempo, che deve durare SOLO per pochi giorni (perche' ormai chi si e' infettato si e' infettato) e non settimane, perche' deve bloccare la diffusione del contagio e NON far regredire la percentuale dei test positivi (indicati dalla stampa come "nuovi contagi"). Questo avverra' poi in un mese ma con le guarigioni, NON per il lockdown.
Se si attende che la percentuale dei test positivi scenda, si deve attendere quasi un mese e mantenere il lockdown cosi' a lungo e' manifestamente un grave errore (per di piu' costosissimo).
Ovviamente lo stesso discorso che abbiamo fatto per i lockdown locali vale anche per le zone rosse regionali.
Nel passato e' stata una follia, determinata dalla scarsa consapevolezza del problema che si stava affrontando, fare un LOCKDOWN NAZIONALE prolungato nel tempo, come ancora incredibilmente si va facendo in alcuni Stati esteri.
Quando si e' fatto in Italia, nei primi 3 giorni si e' bloccata la crescita dei contagi e poi si e' atteso, ancora in lockdown, che il numero di test positivi diminuisse (ma diminuivano per la guarigione degli infettati, NON per il lockdown che non ha effetti curativi).
Sarebbe bastato bloccare la crescita dei contagi con un lockdown breve e poi lasciare chiuso molto meno, cioe' quanto bastava per mantenere i contagi stabili, come sono oggi quelli del Piemonte in zona gialla (stabili con il fondo al 7%).
Quei contagi che erano cresciuti in eccesso, rispetto al livello di equilibrio dell' epidemia degli asintomatici (7% a febbraio in Piemonte), sono diminuiti poi spontaneamente in circa un mese per guarigione e NON per il lockdown, che avrebbe anche potuto non esserci piu' (riducendo di molto i danni).
Nei grafici delle due ondate si puo' verificare facilmente che il tempo di discesa (quando i nuovi contagi diminuiscono per la crescita dell'immunita' naturale nella popolazione infettata e asintomatica) della curva dei contagi e' proprio di 1 mese.
Quindi i lockdown nazionali prolungati nel tempo non hanno motivazioni valide e percio' non devono essere ipotizzati: sarebbe indice di una scarsa conoscenza del problema, che poteva essere giustificata all'inizio, quando non si conosceva questa pandemia ma ora non piu'.
Tutto cio' e' facile da capire ed indica quello che si deve fare ora. E cosi' sara' purtroppo finche' dovremo convivere con il Sars-CoV-2.

SITUAZIONE DEL 25/2 (ore 18.00): I decessi di oggi in Italia sono 308 (oltre 96.000 dall'inizio della pandemia), ancora sotto i 400 decessi al giorno segno che le infezioni da varianti "ritardate" della seconda ondata si vanno lentamente esaurendo.
Il dato di oggi 15.1% (ultima colonnina a destra nel grafico del Piemonte) e' salito ulteriormente, arrivando gia' oggi al 4% oltre il picco di venerdi' scorso.
Siccome ci aspettiamo che il dato di domani salga ulteriormente, per andare a formare il picco del venerdi', consideriamo il dato di oggi degno di uno stato di allarme in virtu' della presenza di importanti focolai della variante inglese nelle regioni vicine al Piemonte e della scarsa sensibilita' del nostro sistema di monitoraggio, per il fatto che usa i dati del Piemonte tutti sommati insieme.
Cambiamo percio' nel "cruscotto" iniziale lo stato di "pre-allarme" in zona gialla in ALLARME per il Piemonte, preparandoci a far scattare il successivo stato di ALLARME ROSSO, se il picco di venerdi' fosse particolarmente alto.

SOGLIA DI PARTENZA DELLA TERZA ONDATA: (25 febbraio 2021)
Abbiamo imparato che c'e' una soglia nella percentuale dei contagi oltre la quale parte l'epidemia con il suo andamento esponenziale che poi puo' non fermarsi piu'.
Questo avviene quando si supera il punto, in cui il numero dei nuovi contagi eguaglia il numero dei guariti (che sono soprattutto asintomatici).
Cerchiamo di spiegare meglio: molti si infettano con il virus e diventano positivi al test, in massima parte senza sintomi.
Queste persone poi in circa un mese o guariscono (perche' la loro risposta immunitaria e' stata efficace) o, purtroppo per loro, muoiono ed in entrambi i casi escono dal numero dei positivi al test.
Quindi il numero totale dei positivi in Piemonte, che noi campioniamo ogni giorno con i test, ha giornalmente un numero NG di persone in diminuzione, che erano infette ed hanno smesso di esserlo, che dipende essenzialmente dal tempo medio di GUARIGIONE di quella popolazione, ed un numero NC di persone in aumento che dipende dal numero dei nuovi CONTAGI avvenuti.
L'incremento giornaliero delle persone infette sul territorio nazionale e' quindi di NC-NG.
Attualmente abbiamo una situazione stazionaria in Piemonte, secondo noi con un fondo di asintomatici Sars-CoV-2 al 7% ed un contributo del 3% di virus con comportamenti diversi, che abbiamo attribuito a delle varianti del Sars-CoV-2, per cui vediamo la curva dei contagi oscillare intorno al 10% nel nostro grafico.
La stazionarieta' dei dati indica che NC ed NG sono in una situazione di equilibrio, si equivalgono.
Su NG abbiamo poche possibilita' di intervenire perche' nel breve periodo dipende essenzialmente dalle capacita' immunologiche delle persone (i vaccini intervengono in tempi piu' lunghi).
NC invece dipende dalla contagiosita' delle cariche virali, che dipendono a loro volta dal virus (per alcune varianti e' maggiore), dalle condizioni ambientali (d'estate e con le zone rosse diminuisce, al chiuso e con gli assembramenti aumenta) e soprattutti dai comportamenti delle persone (virtuosi o meno).
Ora in Piemonte l'equilibrio tra NG ed NC potrebbe spostarsi per l'arrivo di un virus piu' contagioso (variante inglese).
Questo fatto comporterebbe che non e' piu' mediamente NC-NG=0 tutti i giorni ma, aumentando il numero dei contagi NC, la percentuale dei contagi nel nostro grafico inizia a salire giorno dopo giorno.
Per la legge esponenziale piu' sale e piu' tende a salire, se nessuno fa niente.
Questo potrebbe accadere nei prossimi giorni in Piemonte.
Cosa si deve fare per impedirlo? Bisogna riportare in equilibrio NG ed NC: se NC e' salito per un aumento di contagiosita' delle cariche virali, dobbiamo correggere questo indice di contagiosita' al piu' presto.
Per la necessaria immediatezza dell'intervento si dovra' ricorrere a restrizioni che potranno essere piu' o meno gravose in misura di come i cittadini contribuiscono a contenere la contagiosita' con i loro comportamenti virtuosi.
L'effetto di queste misure ridurra' NC facendo abbassare i punti nel grafico.
La terza ondata ,parte se le restrizioni imposte dalle Autorita' ed i comportamnti dei cittadini non riescono a contenere la crescita di NC, magari perche' gli interventi sono stati tardivi e/o insufficienti (piu' si lasciano crescere i contagi e piu' gente viene infettata ogni giorno).
Allora partirebbe la terza ondata con la sua crescita esponenziale, come l'abbiamo conosciuta nelle due ondate precedenti.
A questo servono i sistemi di monitoraggio dei contagi come il nostro: ad indicare quando si deve intervenire prontamente per evitare la partenza della terza ondata, operando il minimo di restrizioni possibili (ma quelle che ci vogliono, ci vogliono).
Per ridurre dannosi ritardi nella segnalazione di un eventuale allarme, converrebbe pero' che il sistema di monitoraggio fosse un po' piu' evoluto, come quello da noi suggerito in data 20/2.
Aggiungiamo che un buon sistema di monitoraggio puo' permettere di calibrare le restrizioni in base alla risposta del sistema (feed-back) al fine di ridurre al minimo le restrizioni ed il loro impatto sull'economia.
Per esempio: al primo picco si chiude tutto, verificando che nei giorni successivi i contagi calino.
Poi si riaprono i ristoranti e si osserva la risposta del sistema: se c'e' una netta risalita dei contagi si capisce che i ristoranti devono restare chiusi e si prova a riaprire un'altra attivita'.
Questo modo di procedere e' irrinunciabile a nostro avviso, perche' riteniamo che questa pandemia non finira' nel 2021: non siamo affatto "all'ultimo miglio".
Per questo e' vitale per il Paese gestire le restrizioni in modo ottimale, il meno generalizzato possibile, che per il Piemonte significa mantenere il fondo degli asintomatici (Sars-CoV-2) al 7% d'inverno ed al 2% d'estate (a temperature diverse la contagiosita' di base e' diversa). Per ora e' in zona gialla ma con un sistema di monitoraggio migliore, secondo noi, potrebbe anche essere in zona bianca, con poche chiusure selettive di tipologie ben mirate.
Se questo dovra' essere fatto, perche' cosi' e', conviene FARLO AL PIU' PRESTO.

IL FONDO AL 7% E' TROPPO ELEVATO? CHIUDERE TUTTO PER ABBASSARLO? (25 febbraio 2021)
Anche l' epidemia degli asintomatici raggiunge un suo livello di equilibrio quando il numero dei nuovi contagi eguaglia il numero dei guariti (asintomatici).
Questo punto di equilibrio e' determinato dal numero NC dei nuovi contagi che d'inverno e' piu' elevato, perche' dipende dalla contagiosita' che con il freddo e' piu' elevata.
Per questo ci sembra ragionevole che, mentre d'estate il fondo sia al 2% ora, a febbraio, possa essere al 7%.
Se questo e' vero non si tratta di una coda della seconda ondata che persiste e che dobbiamo cercare di abbassare con chiusure piu' estese, come abbiamo sentito dire in TV anche da autorevoli scienziati, perche' riteniamo che una guerra combattuta contro l'epidemia degli asintomatici sia persa in partenza: un lockdown generale in tutta Italia farebbe calare il livello di fondo ma non appena si termina il lockdown il livello tornerebbe al valore di partenza.
Hanno anche detto che le zone colorate non funzionano perche' "non risolvono" il problema dei contagi, come se l' epidemia degli asintomatici non esistesse.
Secondo noi i piemontesi quel 7% di fondo ce l'hanno e se lo devono tenere fino ad aprile, con i ricoveri decessi che purtroppo comporta (secondo noi la meta' dei 200 decessi giornalieri di oggi); poi iniziera' a calare fino al 2% di luglio.
Questo perche' il Sars-CoV-2 e' ormai endemico e tale rimarra' finche' la percentuale dei vaccinati non supera almeno il 50%, pensiamo noi.
Il problema si risolvera' forse definitivamente quando non solo l'Italia ma anche tutto il mondo sara' vaccinato al 70%, altro che lockdown. Abbiamo scritto "forse" perche' l'immunita' fornita dai vaccini potrebbe essere solo temporanea e allora sarebbe impossibile sconfiggere definitivamente la pandemia.
Secondo noi troppe persone non hanno ancora ben capito qual'e' il problema che si sta affrontando.

SITUAZIONE DEL 24/2 (ore 18.00): I decessi di oggi in Italia sono 318 (oltre 96.000 dall'inizio della pandemia), ancora sotto i 400 decessi al giorno segno che le infezioni da varianti "ritardate" della seconda ondata si vanno lentamente esaurendo.
Il dato di oggi 12.3% (ultima colonnina a destra nel grafico del Piemonte) sale decisamente, superando gia' oggi che e' mercoledi' il picco di venerdi' scorso.
Siccome ci aspettiamo che i dati dei prossimi due giorni salgano ulteriormente, per andare a formare il nuovo picco del venerdi', consideriamo il dato di oggi degno di uno stato di pre-allarme in virtu' della presenza di importanti focolai della variante inglese nelle regioni vicine al Piemonte e della scarsa sensibilita' del nostro sistema di monitoraggio, per il fatto che usa i dati del Piemonte tutti sommati insieme.
Cambiamo percio' nel "cruscotto" iniziale lo stato di "contagi quasi stabili" in zona gialla in PRE-ALLARME per il Piemonte, preparandoci a far scattare il successivo stato di ALLARME se i dati dei prossimi due giorni fossero particolarmente alti.

SITUAZIONE DEL 23/2 (ore 18.00): I decessi di oggi in Italia sono 356 (oltre 96.000 dall'inizio della pandemia), ancora sotto i 400 decessi al giorno segno che le infezioni da varianti "ritardate" della seconda ondata si vanno sia pur lentamente esaurendo.
Il dato di oggi 9.1% (ultima colonnina a destra nel grafico del Piemonte) rimane tra il livello del fondo da noi stimato al 7% ed il 10%, che e' la banda di valori stabilmente verificatisi nell'ultimo mese.
La situazione quindi si mantiene ancora stabile invece di salire come temuto, per cui non e' confermato per ora l'arrivo della variante inglese in Piemonte.
La variante inglese sembra invece che inizi a dilagare intorno a Brescia, dove si e' dichiarata per ora un'area arancione "rafforzata". Per questo al primo cenno di salita dei contagi siamo pronti a metterci in pre-allarme.
Bisogna essere coscienti pero' dei limiti dell'esercizio di monitoraggio che si fa in questo lavoro: siccome l'infezione inizia a diffondersi da una o piu' aree ben circoscritte (focolai) la nostra sensibilita' e' ridotta perche' utilizziamo i dati del Piemonte sommati tutti insieme.
Ne consegue un inevitabile e dannoso ritardo nella segnalazione dell'allarme. Per questo il sistema di monitoraggio da noi suggerito in data 20/2 conviene che sia abbastanza piu' evoluto.
Confermiamo percio' nel "cruscotto" iniziale lo stato di contagi quasi stabili in zona gialla per il Piemonte.

SITUAZIONE DEL 22/2 (ore 18.00): I decessi di oggi in Italia sono 274 (oltre 95.000 dall'inizio della pandemia), in ulteriore netta discesa stabile sotto i 400 decessi al giorno segno, ripetiamo, che le infezioni da varianti "ritardate" della seconda ondata si vanno esaurendo.
Il dato di oggi 8.5% (ultima colonnina a destra nel grafico del Piemonte) fortunatamente e' calato verso il livello del fondo da noi stimato al 7%, invece di salire come temuto, per cui non e' confermato l'arrivo della variante inglese in Piemonte.
Noi non confermiamo piu' nel "cruscotto" iniziale lo stato di "PRE-ALLARME" ma torniamo a segnalare invece la condizione di contagi quasi stabili in zona gialla per il Piemonte.

SITUAZIONE DEL 21/2 (ore 18.00): I decessi di oggi in Italia sono 232 (oltre 95.000 dall'inizio della pandemia), in ulteriore netta discesa stabile sotto i 400 decessi al giorno segno, ripetiamo, che le infezioni da varianti "ritardate" della seconda ondata si vanno esaurendo.
Il dato di oggi 11.6% (ultima colonnina a destra nel grafico del Piemonte) dopo soli 2 giorni e' salito oltre il livello del picco del venerdi' (colonnina rossa), invece di scendere dal picco come previsto, per cui l'incremento e' piu' rilevante, circa il 3% in un solo giorno.
Questa potrebbe essere una prima piccola evidenza di un incremento di contagi dovuto all'arrivo della variante inglese in Piemonte. L'entita' dell'incremento non e' per ora decisiva, per cui dobbiamo attendere il dato di domani per una prima conferma.
Non possiamo cosi' confermare nel "cruscotto" iniziale lo stato di "contagi quasi stabili" in zona gialla per il Piemonte ma segnaliamo una condizione di PRE-ALLARME, che se confermata dal dato di domani potrebbe consigliare restrizioni (zona arancione) in Piemonte, meglio se immediate per l'alta contagiosita' della variante inglese.
Dobbiamo tener duro ancora per un mese; poi verra' la primavera e ci verranno in aiuto l'incremento della temperatura ambientale ed il maggior numero di vaccinati.

SITUAZIONE del 20/2 (ore 17.00): I decessi di oggi in Italia sono 251 (oltre 95.000 dall'inizio della pandemia), in netta discesa, ormai stabilmemte sotto i 400 decessi al giorno segno, ripetiamo, che le infezioni da varianti "ritardate" della seconda ondata si vanno sia pur lentamente esaurendo, come si vede anche nella curva dei contagi seguente dell'ultimo anno.
A destra si vede chiaramente la coda dei contagi ritardati, dopo il picco della seconda ondata, che non c'era dopo la prima ondata, perche' le varianti "ritardate" ancora non esistevano (la mutazione evidentemente e' avvenuta durante la seconda ondata).

mentre quelle da Sars-CoV-2 dell' epidemia degli asintomatici , ora al 7% in Piemonte, rimangono ad un livello costante (di circa il 50% del totale). Questo spiega, secondo noi, perche' i decessi sono il doppio di quelli che ci saremmo potuti aspettare.
Il dato di oggi 10.2% (ultima colonnina a destra nel grafico del Piemonte) ha iniziato a scendere dal picco del venerdi', come atteso per il ripetersi periodico del picco (vedi colonnine rosse).
Quindi ancora non c'e' evidenza di un incremento di contagi dovuto all'arrivo della variante inglese in Piemonte.
Possiamo cosi' confermare nel "cruscotto" iniziale lo stato di contagi quasi stabili in zona gialla per il Piemonte (purche' anche il dato di domani risulti in discesa dal picco di venerdi').

COME ARGINARE LA DIFFUSIONE DEI VIRUS: (20 febbraio 2021)
Da piu' amministratori si sente chiedere una chiusura generalizzata nazionale di qualche settimana per migliorare la situazione dei contagi.
Va bene, cosi' si puo' ottenere una soluzione permanente ma solo se anche tutto il resto del mondo lo fa insieme a noi oppure se poi chiudiamo permanentemente le frontiere, altrimenti poi le varianti piu' contagiose ritornano a circolare nel giro di poche settimane, vanificando tutti i sacrifici.
L'unica soluzione praticabile secondo noi l'abbiamo gia' esposta: occorre in sistema di monitoraggio ben parcellizzato sulla densita' di popolazione nelle varie aree e pronto, cioe' in grado di evidenziare la nascita di un nuovo focolaio in tempi molto brevi.
La popolazione di un'area parcellizzata (non necessariamente grande) puo' godere del massimo di liberta' possibile ma con la consapevolezza che in caso di allarme dev'essere pronta a chiudere tutto immediatamente (come negli allarmi in tempo di guerra).
Sarebbe a nostro avviso il miglior modo per conciliare l'esigenza di consentire le attivita' lavorative ed impedire la diffusione del virus, tanto piu' efficacemente quanto ampia sara' la collaborazione consapevole della gente. La sua eventuale realizzazione potrebbe procedere per gradi, regione per regione.
Con il procedere delle vaccinazioni, riteniamo che gli allarmi potrebbero diventare sempre piu' sporadici e la gente potrebbe ricominciare allora a vivere abbastanza normalmente, sotto l'ombrello protettivo di questo sistema di monitoraggio e di allerta.
Quando cio' potra' accadere dipende anche dalla capacita' di questo virus di produrre nuove varianti contagiose e patogene.
Per questo e' anche necessaria un'efficiente unita' centrale di ricerca avanzata per l'identificazione di nuove eventuali varianti, che deve ridurre i rischi connessi a possibili inefficienze di rilevamento del sistema di monitoraggio, che potrebbe fallire nell'efficienza di individuazione di nuove varianti del virus.
Quello che si fa oggi ("Italia a colori") e' una soluzione semplificata, che pero' ha due inconvenienti:
  1. Obbliga a restrizioni non necessarie una buona parte della popolazione, con oneri sociali ed economici evitabili;
  2. Fa entrare in atto le restrizioni necessarie con un ritardo eccessivo che non ottimizza in contenimento dei contagi.

SITUAZIONE DEL 19/2 (ore 17.15): I decessi di oggi in Italia sono 353 (oltre 94.000 dall'inizio della pandemia), sostanzialmente come ieri, ormai stabilmemte sotto i 400 decessi al giorno segno, ripetiamo, che le infezioni da varianti "ritardate" della seconda ondata si vanno lentamente esaurendo mentre quelle da Sars-CoV-2 dell' epidemia degli asintomatici al 7% rimangono ad un livello costante (di circa il 50% del totale).
Questo spiega, secondo noi, perche' i decessi sono il doppio di quelli che ci saremmo potuti attendere.
Il dato di oggi 11.4% (ultima colonnina a destra nel grafico) e' salito decisamente ma come da noi atteso per il ripetersi del periodico picco del venerdi'.
L'entita' della salita, proprio perche' capita di venerdi', non e' sufficiente ad indicare un probabile arrivo della variante inglese in Piemonte, almeno finora. E' in linea con quella di tutti i venerdi' precedenti, eccettuata solo quella anomala di due settimane fa.
Possiamo cosi' confermare per ora nel "cruscotto" iniziale lo stato di contagi quasi stabili in zona gialla per il Piemonte, purche' i dati dei prossimi due giorni risultino in discesa (dal picco).

SITUAZIONE DEL 18/2 (ore 18.00): I decessi di oggi in Italia sono 347 (oltre 94.000 dall'inizio della pandemia), in discesa, ormai stabilmemte sotto i 400 decessi al giorno, segno che le infezioni da varianti "ritardate" della seconda ondata si vanno lentamente esaurendo mentre quelle da Sars-CoV-2 dell' epidemia degli asintomatici al 7% rimangono ad un livello costante (di circa il 50% del totale). Questo spiega, secondo noi, perche' i decessi sono il doppio di quelli che ci saremmo potuti attendere.
Il dato di oggi 6.7% (ultima colonnina a destra nel grafico) e' sceso decisamente (OTTIMA NOTIZIA) e cosi' attesta la fine del temuto incremento di contagiosita', dovuto alle basse temperature dei giorni scorsi.
Testimonia anche l'assenza di un contributo della variante inglese nei contagi in Piemonte, almeno finora.
Possiamo cosi' rimuovere lo stato di PREALLARME in Piemonte, che rimane in condizione di "contagi quasi stabili", in zona gialla.

SITUAZIONE DEL 17/2 (ore 17.40): I decessi di oggi in Italia sono 369 (oltre 94.000 dall'inizio della pandemia), in salita ma ancora sotto i 400 decessi al giorno.
Abbiamo cambiato il tipo di grafico in istogramma (i dati sono gli stessi) per migliorare la leggibilita' con l'aumentare del numero di punti. Le colonnine rosse indicano i venerdi'.
Le linee rossa e viola sono il risultato della nostra elaborazione dei due contributi: quello delle varianti (rossa) e quello del Sars-CoV-2 (viola) che sembra attestarsi come livello di fondo degli asintomatici al 7% invece che all'8%.

Il dato di oggi 11.5% (ultima colonnina a destra nel grafico) e' salito decisamente, come ci aspettavamo per l'incremento di contagiosita' dovuto alle basse temperature dei giorni scorsi.
Potrebbe contribuire a questo incremento anche l'arrivo paventato della pericolosa variante inglese dalle regioni vicine.
Anche i punti dei prossimi due giorni sono attesi ancora in salita verso il massimo del picco del venerdi', quindi si potrebbe tornare anche a livelli di allarme, tali da richiedere anche provvedimenti restrittivi.
Il livello di fondo dell'epidemia Sars-CoV-2 degli asintomatici, per ora permane al LIVELLO DEL FONDO all'8% ma la linea rossa che include il contributo delle varianti discusso nei giorni scorsi potrebbe impennarsi.
Aspettiamo il dato di domani ma dichiariamo per ora lo stato di PREALLARME in Piemonte, in previsione degli ulteriori incrementi da noi attesi.

IL PERICOLO DELLA VARIANTE INGLESE: (17 febbraio 2021)
La pendenza della crescita della curva dei contagi dipende dalla contagiosita' del virus.
La variante inglese e' piu' contagiosa quindi se si vuole che la curva dei contagi NON cresca, occorre aumentare le restrizioni altrimenti la curva dei contagi potrebbe andare fuori controllo ed inizierebbe la terza ondata dell'epidemia, che nessuno vuole per ovvi motivi.

IL RICATTO DEI VIRUS: (17 febbraio 2021)
Credo che il livello di fondo dell'8% potrebbe essere abbassato al 5% o 6% con 2 o 3 settimane di chiusura totale (lockdown) e cosi' si potrebbe ottenere una riduzione del numero dei decessi.
Se in Italia abbiamo 300 decessi al giorno dovuti alla pandemia quelli del Piemonte saranno circa 15 (un ventesimo per 20 regioni).
Se meta' di questi sono dovuti al fondo all'8% dei contagi da Sars-CoV-2, saranno circa 8 decessi al giorno.
Se con il lockdown riducessimo il fondo di contagi, cioe' la popolazione virale circolante, dall'8% al 6% e' prevedibile che i decessi in Piemonte scenderebbero di numero del 25% cioe' da 8 a 6 al giorno.
Questo e' il ricatto dei virus: per mantenere aperte le attivita' umane in zona gialla, dobbiamo accettare un sacrificio di 2 vite umane al giorno.
Verrebbe voglia allora di adottare piu' restrizioni per salvarle ma non possiamo ignorare che pure la poverta' generata dalle restrizioni fa le sue vittime, magari perche' molte persone non possono piu' accendere il riscaldamento in casa, per esempio.
Sembra allora che dobbiamo sottostare a questo ricatto, come abbiamo gia' fatto in altri casi, come ad esempio per l'automobile, il cui uso ci costa alcune migliaia di morti all'anno per incidenti stradali, che verrebbero risparmiati se rinunciassimo noi tutti all'automobile.
E' questo il dilemma di chi deve prendere le decisioni, cioe' della politica che ci rappresenta. Tocca a loro l'ingrato compito di decidere.
Il sacrosanto principio: "la vita umana viene prima di tutto" non puo' essere un alibi.
Va sempre rispettato ma serve un bilancino ben tarato per poter valutare qual'e' la scelta migliore che lo rispetta, tra le due alternative seguenti:
  • il lockdown che riduce i decessi per Covid-19, abbastanza ben quantificabili, come abbiamo visto;
  • l'apertura delle attivita' economiche che limitano il numero dei decessi per poverta', magari un po' ritardati nel tempo e piu' difficili da quantificare ma comunque morti anche loro.
E' un compito molto difficile per il quale i politici coinvolti meritano tutta la nostra comprensione e plauso, quando riescono a fare bene il loro lavoro, perche' sono in gioco vite umane.

SITUAZIONE DEL 16/2 (ore 17.30): I decessi di oggi in Italia sono 336 (oltre 94.000 dall'inizio della pandemia), in salita ma sotto i 400 decessi al giorno.
Il punto di oggi 8.4% (l'ultimo a destra nel grafico) e' sceso praticamente al livello del fondo dell'epidemia degli asintomatici, che confermiamo cosi' essere come il LIVELLO DEL FONDO all'8%.
Se i test non si basano sulla proteina spike, sono in grado di diagnosticare anche le varianti (afferma l'I.S.S.), quindi in base a questi dati la "variante inglese" non risulta sia ancora arrivata in Piemonte.
Essendo presente pero' nelle regioni vicine, dobbiamo attenderci il suo arrivo imminente, con un conseguente aumento del livello dei contagi.
Per limitare i rischi sanitari connessi al suo arrivo in Piemonte e' opportuno adottare in questo momento, anche se la situazione dei contagi sembra rassicurante, tutte le precauzioni possibili. Riteniamo che anche il blocco degli impianti sciistici rientri in questi provvedimenti preventivi nella sostanza, anche se non possiamo esprimere un parere positivo sui modi di applicazione del provvedimento, non disponendo di tutte le informazioni necessarie.
Quindi finora la situazione in Piemonte sembra assolutamente normale e STABILE, per i virus rivelati in questi test, varianti comprese (indistinte), segno che i Piemontesi possono per ora vivere ancora tranquilli in zona gialla, con un livello di contagi pari al loro fondo degli asintomatici , che si mantiene intorno all'8%, che e' un valore alto ma lo e' per il freddo di febbraio (a settembre era al 3%); crediamo che questo livello dell'8% sia responsabile di almeno la meta' dei numerosi decessi giornalieri in Piemonte.
Rimane confermato tutto quanto scritto nei commenti degli ultimi giorni.

SITUAZIONE DEL 15/2 (ore 17.30): I decessi di oggi in Italia sono 258 (oltre 90.000 dall'inizio della pandemia), finalmente in discesa.
Il punto di oggi 9.7% (l'ultimo a destra nel grafico) e' identico al punto di ieri, che risultava allo stesso livello dei precedenti, confermando l'insieme di punti risultanti probabilmente da una convoluzione di piccoli picchi al 2% sopra al livello del fondo dell'epidemia degli asintomatici, che confermiamo cosi' essere come il LIVELLO DEL FONDO all'8%.
Quindi la situazione in Piemonte sembra essere tornata normale, segno che i Piemontesi possono per ora vivere tranquilli in zona gialla con il loro fondo degli asintomatici che si mantiene intorno all'8%, che e' alto per il freddo (a settembre era al 3%), e crediamo sia responsabile di almeno la meta' dei numerosi decessi giornalieri.
L'attuale ondata di freddo potrebbe aumentare il livello di fondo dell'epidemia degli asintomatici dall'8% al 9%, in assenza di ulteriori precauzioni. Cio' in aggiunta al rischio della nuova variante "inglese" che, essendo piu' contagiosa, incrementera' il livello di diffusione dei contagi preesistente.
Attenzione: un focolaio puo' nascere da un giorno all'altro e questo sistema di monitoraggio su base regionale non e' in grado di rilevarlo in tempi brevi.
La minaccia percio' rimane permanente e va vissuta da tutti, giorno per giorno, adottando comportamenti sempre piu' improntati al massimo scrupolo e prudenza, con la dovuta consapevolezza dei rischi , che si stanno correndo.
Quello che ci lascia attoniti e' proprio la scarsa consapevolezza dei rischi , conseguenza dell'esigenza di non diffondere paura tra tanta parte del pubblico.
Eppure crediamo che questa consapevolezza potrebbe bastare da sola ad indurre quei comportamenti virtuosi atti ad evitare la maggior parte delle ricorrenti restrizioni, che stanno penalizzando la gente e strangolando progressivamente la nostra economia, riducendo sempre piu' le opportunita' di lavoro.
Questa mancanza di consapevolezza da parte del pubblico risulta evidente nelle varie interviste alla gente che si accalca molto numerosa, passeggiando nelle strette vie del centro citta', dove un solo "superdiffusore" puo' fare una "strage" di contagi.
Basterebbe un po' di consapevolezza in piu' per convincerli: e' un processo che sta avanzando ma troppo lentamente.
Rimane confermato tutto quanto scritto nei commenti degli ultimi giorni.

SITUAZIONE DEL 14/2 (ore 17.40): I decessi di oggi in Italia sono 221 (oltre 90.000 dall'inizio della pandemia), finalmente in discesa.
Il punto di oggi 9.7% (l'ultimo a destra nel grafico) si e' posizionato molto vicino al punto di ieri, che risulta allo stesso livello dei precedenti, confermando l'insieme di punti risultanti probabilmente da una convoluzione di piccoli picchi al 2% sopra al livello del fondo dell'epidemia degli asintomatici, che si conferma cosi' essere come il LIVELLO DEL FONDO all'8%.
Quindi la situazione in Piemonte sembra essere tornata normale, segno che i Piemontesi possono per ora vivere tranquilli in zona gialla con il loro fondo degli asintomatici che si mantiene intorno all'8%, che e' alto per il freddo (a settembre era al 3%), e crediamo sia responsabile di almeno la meta' dei 400 decessi al giorno.
Attenzione pero': un focolaio puo' nascere da un giorno all'altro e questo sistema di monitoraggio su base regionale non e' in grado di rilevarlo in tempi brevi. La minaccia percio' rimane permanente e va vissuta da tutti giormo per giorno, adottando comportamenti sempre improntati al massimo scrupolo e prudenza, con consapevolezza dei rischi.
Rimane confermato anche quanto scritto nei commenti degli ultimi giorni.

CONFRONTO DEL SARS-COV-2 CON GLI ALTRI CORONAVIRUS: (14 febbraio 2021)
Riportiamo un brano preso da una lezione del prof. Gian Maria Fimia (ordinario di Biologia Applicata, Universita' La Sapienza, 13 novembre 2020), che fa capire bene cos'e' il virus Sars-CoV-2.

Approfondiamo un attimo cosa sono i tre coronavirus piu' gravi:
  • il virus Sars e' comparso nel 2002 e ha causato piu' o meno 8000 infezioni e 700 morti, questa infezione e' poi scomparsa;
  • il virus Mers che invece prende il nome dal paese dove e' stato identificato, nel Middle East, ha causato nell'anno 2011 2500 casi e 876 morti; l'infezione non e' completamente scomparsa ma rimane a livelli estremamente limitati.
  • Il Sars Cov-2 ha causato piu' di 26 milioni di infezioni e ad oggi piu' di 860000 morti.
Possiamo ben dire che abbiamo a che fare con un virus di distruzione di massa, forse anche peggio della pandemia "Spagnola" di un secolo fa, perche' con questo l'immunita' sembra non sia permanente ma solo temporanea.

UNA VARIANTE PARTICOLARE: (14 febbraio 2021)
Il picco molto alto di venerdi' 5/2 (al 16.7%), se non e' dovuto ad errori e non lo crediamo, non e' comprensibile in termini di contagi. Com' e' possibile che cosi' tanta gente si contagi tutta nello stesso giorno e poi guarisca il giorno dopo? Non e' possibile.
Allora, se e' stato rivelato l'RNA dei virus, questi dovevano essere di un'infezione precedente di quelle persone che sono risultate positive.
Questa osservazione trova un riscontro nella curva dei decessi che dimostra la presenza di una grande quantita' di virus patogeni (addirittura letali) nella popolazione a distanza di oltre due mesi dalla seconda ondata.
Questa curva mostra anche la struttura a picchi del grafico di ampiezza dell'ordine del 100%: cioe' la linea che unisce tutti i picchi e' ad una quota doppia rispetto alla linea che unisce tutte le valli.
Questo fatto lascia intemdere che ci sono due distinti contributi a questi decessi, equivalenti tra loro:
  1. quello che viene dal Sars-CoV-2 corrispondente al fondo dell'8% che abbiamo in Piemonte (i decessi sono invece di tutta Italia);
  2. ed un altro contributo che viene da virus che mostrano dei comportamenti diversi (picchi), imputabili probabilmente a delle varianti prodotte per mutazione durante l'infezione da Sars-CoV-2 nella seconda ondata.
Se ci riferiamo a questo secondo contributo, notiamo che e' dovuto a virus con comportamenti diversi dal Sars-CoV-2 (picchi). Essendo pero' comparsi proprio dopo la seconda ondata, devono essere delle sue mutazioni, che non si diffondono molto per contagio, perche' le ampiezze dei picchi non aumentano con il tempo.
E' possibile allora che questi virus, una volta creati, fuoriescano poco o niente dall'organismo e percio' sono molto difficili da rilevare.
L'unico modo di identificarli potrebbe essere in esami necroscopici sulle persone decedute di Covid-19 nel mese di gennaio.
Si tratterebbe di varianti che nascono per mutazione dentro l'organismo di una persona che e' stata infettata dal Sars-CoV-2 e si annidano in profondita' nei polmoni, in aree poco vascolarizzate e quindi meno accessibili agli anticorpi (che riescono cosi' ad eliminare il Sars-CoV-2 in un mese ma non loro) e dove iniziano un processo di accrescimento lento ma progressivo, che in un tempo di 2 o 3 mesi porta ad una sindrome simile al Covid-19 ma in forma piu' grave per l'estensione raggiunta dall'infezione, con esito spesso letale.
Durante l'accrescimento l'infezione, pur essendo annidata in profondita' nei polmoni, puo' liberare sporadicamente, al verificarsi di condizioni particolari come infreddature, colpi di tosse, ecc.) una quantita' di virus rivelabili con il tampone, che permangono solo brevemente nelle prime vie respiratorie e cosi' possono dar luogo nei test a picchi alti e stretti come quello apparso il 5/2.
Si tratterebbe quindi dell'unica manifestazione della presenza di questi virus, prima dello sviluppo della sindrome che sarebbe indistinguibile dal Covid-19 ma piu' grave e letale.
Se questa IPOTESI fosse vera avremmo tra noi ancora oggi tante persone che stanno ospitando questa variante, che fortunatamente non si propaga per contagio (poco o niente) e per questo mostra di avere un tempo di dimezzamento di circa tre mesi (in base alla decrescita della curva dei decessi).
Si spiegherebbe allora anche perche' i decessi siano ancora cosi' tanti, dopo tre mesi dalla fine della seconda ondata : sarebbe proprio per l'esistenza di queste varianti, che continuano a produrre decessi per mesi.
Se cio' fosse vero, uno dei problemi maggiori sarebbe che non lo sa nessuno.
Un'ultima osservazione importante: i ricoveri ospedalieri di patologie prodotte da queste varianti potrebbero talora contribuire non poco a creare ALLARME ed indurre le Autorita' ad adottare provvedinenti restrittivi per limitare i contagi.
Ma questi virus NON DOVREBBERO ESSERE CONTAGIOSI (perche' i decessi che producono tendono a diminuire e cosi' anche i virus che li producono), per cui le zone rosse ed i distanziamenti sarebbero utili contro il Sars-CoV-2 ma del tutto INUTILI contro queste varianti.
Per non aggravare la societa' civile, gia' cosi' provata, con restrizioni che potrebbero risultare in parte inutili, sarebbe importante riuscire a monitorare anche queste varianti. Per ora, e nell'ipotesi di validita' delle nostre ipotesi, possiamo monitorarle indirettamente con il livello della curva dei decessi (che per ora e' scesa solo del 50%).
La nostra congettura ha senso perche' se fosse vera spiegherebbe tanti fatti, altrimenti inspiegabili: per essere accettata pero' dev'essere prima verificata sperimentalmente. E' pero' utile fin d'ora anche perche' la ricerca funziona meglio se si sa prima cosa andare a cercare.

SITUAZIONE DEL 13/2 (ore 18.30): I decessi di oggi in Italia sono 311 (oltre 90.000 dall'inizio della pandemia), in leggera discesa.
Il punto di oggi 9.4% (l'ultimo a destra nel grafico) come previsto si e' posizionato sulla discesa dal picco del venerdi' che risulta allo stesso livello dei precedenti, escluso quello di 7 giorni fa particolarmente alto, confermando cosi' il LIVELLO DEL FONDO all'8% e tutto quanto scritto nei commenti di ieri.

COSA CI RISERVA IL FUTURO ? (13 febbraio 2021)
  • Il comune intuito farebbe ritenere che con il passare del tempo le cose tendano a migliorare e cosi' anche il pericolo dei contagi. Ma purtroppo non e' cosi' perche' la protezione fornita dall'immunita' acquisita con le infezioni asintomatiche della seconda ondata diminuisce col tempo e per questo e' importante riuscire a vaccinare cosi' tante persone in tempo da impedire l'inizio di una terza ondata dell'epidemia.
  • Il ritorno alla normalita' con l'immunia' di gregge non sembra vicino sia perche' l'immunita' sembra svanire nel giro di alcuni mesi che per il fatto che gli adolescenti per ora non vengono vaccinati.
  • Il virus Sars-CoV-2 ha proprieta' patogene e cosi' anche la maggior parte delle sue innumerevoli mutazioni, alcune delle quali possono essere ancora peggiori sia per una maggiore contagiosita' che letalita'.
  • Alcune varianti possono risultare particolarmente subdole, perche' invisibili ai test attuali.
  • Per le normali leggi di evoluzione dell'epidemia le varianti piu' contagiose sono destinate ad avere il sopravvento e quindi purtroppo con il passare del tempo vengono selezionate sempre piu' le varianti peggiori, quelle piu' contagiose.
  • Se le nostre deduzioni ricavate dallo studio dei picchi sono corrette, tra le varianti in circolazione ce ne sono alcune con proprieta' particolarmente nocive, perche' s'insedierebbero preferenzialmente nelle vie respiratorie profonde, in posti meno raggiungibili dagli anticorpi (per questo riescono a superare indenni la reazione immunitaria che fa guarire l'ospite dal Sars-CoV-2 in un mese), e dopo due o tre mesi la loro infezione arriva a sviluppare una sindrome indistinguibile dal Covid-19 e piu' letale, perche' l'infezione ormai si e' estesa molto. E' questa secondo noi la causa della grave anomalia della coda ritardata di decessi della seconda ondata, ben visibile nel grafico seguente, che mostra l'andamento del numero dei decessi dall'1/10 in poi per i successivi 4 mesi, cioe' dall'inizio della seconda ondata il cui picco e' stato intorno al 20/10:


SULLA FORMAZIONE DEI PICCHI SETTIMANALI: (13 febbraio 2021)
L'RNA rivelato nei test puo' arrivare nella gola, anche se trasportato solo saltuariamente dai virus: in tal caso i virus devono essersi annidati nelle vie respiratorie piu' profonde cioe' nei polmoni, magari perche' e' proprio con quelle cellule che hanno maggiore affinita'.
Che dalle prime vie respiratorie i virus poi scompaiano in 1 o 2 giorni (per creare la discesa dai picchi) e' normale, se il virus non le infetta (perche' infetta solo i polmoni).
Rimane da capire la cosa piu' strana: perche' questo rilascio sporadico di virus dai polmoni, dove s'e' insediato, che da luogo alla formazione dei picchi avviene con periodicita' settimanale.
Una possibilita' che ci e' venuta in mente e' la seguente: il ciclo di sintesi proteica che, seguendo le istruzioni dell'RNA messaggero costruisce il virus all'interno delle cellule umane, potrebbe durare proprio una settimana (come un'incubazione).
Al termine del processo di duplicazione i virus vengono rilasciati dalla cellula che muore (non prima perche' trattenuti dalla membrana cellulare integra), in una forma abbastanza volatile, per cui molti di loro possano arrivare facilmente dai polmoni alle prime vie respiratorie, dove possono essere rivelati con un tampone.
La creazione di questi virus particolari continuerebbe allora con questa periodicita' a partire dalla prima infezione dei polmoni, lasciando traccia con i picchi rivelati dai tamponi.
I batteri per duplicare se stessi fanno molto prima (in condizioni ottimali 20 minuti, altrimenti anche molto di piu').
Nel nostro caso si chiede alla cellula di seguire le istruzioni di un RNA estraneo alla cellula per cui i tempi non sono certamente quelli ottimali.
Inoltre si tratta di virus caratterizzati da crescita piu' lenta di quella del Sars-CoV-2, perche' li riteniamo responsabili di sindromi anche letali che si manifestano a distanza di 2 o 3 mesi dall'infezione primaria.
Tre mesi sono 12 settimane e 2 alla 12-ma potenza fa 4096 che e' un po' poco per creare una sindrome come il Covid-19. Pero' il virus potrebbe seguire un processo di riproduzione a "cluster" con le cellule contigue, dato che nei polmoni non ci sono cellule isolate, e questo potrebbe portare nel calcolo una base N maggiore di 2: allora N^12 potrebbe essere molto gramde.
Agli esperti virologi l'ardua sentenza, cioe' se tutto cio' e' possibile.
Se questa ipotesi non va bene allora continueremo a pensarci, perche' i picchi settimanali ci sono e non sono effetti strumentali.

SITUAZIONE DEL 12/2 (ore 18.00): I decessi di oggi in Italia sono 316 (oltre 90.000 dall'inizio della pandemia), forse in leggera discesa.
Il punto di oggi 10.5% (l'ultimo a destra nel grafico) come previsto si e' posizionato sul picco del venerdi' che risulta allo stesso livello dei precedenti, escluso quello di 7 giorni fa particolarmente alto, confermando cosi' il LIVELLO DEL FONDO all'8% e tutto quanto scritto nei commenti di ieri.

NUOVE VARIANTI: OCCORRE MIGLIORARE IL SISTEMA DI MONITORAGGIO ? (12 febbraio 2021)
Quando compare una variante piu' contagiosa, per la legge esponenziale che governa la diffusione dell'epidemia, avra' il sopravvento. Quindi diventera' presto dominante l'epidemia piu' contagiosa che potrebbe pero' non essere la piu' nociva o letale.
L'alta contagiosita' comporta tempi di diffusione piu' brevi ed e' percio' necessario predisporre un adeguato sistema di monitoraggio che sia non solo piu' "pronto" ma anche piu' "cellulare" e tracciabile sul territorio per cogliere immediatamente sul nascere ogni nuovo focolaio d'infezione.
Noi non conosciamo i dettagli organizzativi del sistema di monitoraggio attuale ma riteniamo possibile che si debba riesaminare ed eventualmente adeguare alla nuova sfida l'insieme dei punti di raccolta dei dati oltre che il sistema della loro trasmissione ed elaborazione.
L'epidemia di queste varianti e' gia' in atto e percio' potrebbe non esserci tempo da perdere.

SITUAZIONE DEL 11/2 (ore 18.10): I decessi di oggi in Italia sono 391 (oltre 90.000 dall'inizio della pandemia), forse in leggera discesa.
Il punto di oggi 9.8% (l'ultimo a destra nel grafico) e' rimasto VICINO AL LIVELLO DEL FONDO (all'8%), praticamente allo stesso livello del punto di ieri, che e' stato corretto al valore del 9.3%, in base al seguente comunicato di oggi:
"L'Unita' di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 1.189 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 143 dopo test antigenico). Nota bene: dei 1.189 casi, 974 sono nuove segnalazioni di oggi e 215 sono aggiornamenti relativi alla giornata di ieri."
Domani sara' venerdi' e ci aspettiamo quindi una risalita per il solito picco periodico ma complessivamente possiamo affermare che l'effetto del rilascio delle restrizioni connesso alla "zona gialla" si sia limitato alla comparsa di un paio di picchi, tra cui quello di venerdi' scorso, particolarmente alto (al 16.7%).
Quindi la situazione in Piemonte sembra tornata alla normalita', segno che i Piemontesi possono per ora vivere tranquilli in zona gialla con il loro fondo degli asintomatici che si mantiene intorno all'8% (e' un po' alto, ma e' per il freddo).
Attenzione pero': un focolaio puo' nascere da un giorno all'altro e questo sistema di monitoraggio su base regionale non e' in grado di rilevarlo in tempi brevi. La minaccia percio' rimane permanente e va vissuta giormo per giorno.

I PICCHI SONO PRODOTTI DA MUTAZIONI DEL VIRUS:   (11 febbraio 2021)
Se i dati sono veri e non abbiamo motivi per dubitarne, l'effetto della zona gialla in Piemonte e' stato quello di aver stimolato la crescita di questi picchi (vedi linea rossa), che noi colleghiamo alla presenza di varianti del virus Sars-CoV-2.
Cio' perche' NON riteniamo possibile che la presenza del virus Sars-CoV-2 nella popolazione possa variare nel modo indicato nel grafico, che e' al di fuori di ogni fluttuazione statistica.
E' questo il problema cruciale che dobbiamo risolvere: come fa un "frullato" di materiale organico, prelevato da narici o gola, a presentare concentrazioni di molecole RNA del virus che "saltano" del 7% da un giorno all'altro ?
Cio' vuol dire che dal livello di fondo dell'8%, in un solo giorno, la percentuale positiva dei test puo' raddoppiare, raggiungendo i valori massimi che si avevano nella seconda ondata, e poi con altrettanta rapidita' puo' tornare indietro, come e' accaduto in questi giorni nel grafico del Piemonte.
Se i virus fossero presenti nelle prime vie respiratorie perche' le hanno infettate (e quindi i virus vi siano residenti) allora non ci sarebbero i picchi perche' il processo d'infezione non e' compatibile con sbalzi cosi' repentini.
Quindi molte delle persone che contribuiscono ai picchi piu' alti NON possono avere le loro prime vie respiratorie infettate dal virus.
Se l'RNA rivelato nei test puo' arrivare in gola, solo trasportato saltuariamente dai virus, allora i virus devono essersi annidati nelle vie respiratorie piu' profonde cioe' nei polmoni, perche' evidentementa e' con quelle cellule che hanno maggiore affinita'.
Che dalle vie respiratorie i virus scompaiano in 1 o 2 giorni (per dare luogo al picco) e' normale, se il virus non le infetta.
Rimane da capire la cosa piu' strana: perche' questo rilascio sporadico di virus dai polmoni dove s'e' insediato, avviene con periodicita' piuttosto regolare (settimanale).
Una possibilita' che ci e' venuta in mente e' che il ciclo di sintesi proteica che, seguendo le istruzioni dell'RNA messaggero costruisce il virus all'interno delle cellule umane, duri proprio una settimana (come incubazione) e che al termine di questo processo di duplicazione i virus vengano rilasciati in una forma abbastanza volatile, per cui molti di loro possano arrivare facilmente alle prime vie respiratorie, dove possono essere rivelati con un tampone. La creazione dei virus avverrebbe allora con questa (lunga) periodicita' a partire dalla prima infezione dei polmoni, lasciando traccia nei picchi rivelati dai tamponi.
Agli esperti virologi l'ardua sentenza: se cio' e' possibile.
Questo pero' non mi risulta che sia il comportamemto noto del virus Sars-CoV-2. Per questo riteniamo che i picchi presenti nel nostro grafico siano la manifestazione di virus diversi, molto probabilmente prodotti da mutazioni del Sars-CoV-2, dato che aumentano dopo un'ondata epidemica di questo virus.
Il fatto che sembra prevalente la crescita dell'ampiezza dei picchi a Natale e durante la zona gialla (vedi grafico), cioe' quando ci sono gli assenbramenti, lascia supporre che queste VARIANTI siano piu' contagiose del Sars-CoV-2 e se cosi' fosse potrebbero avere presto il sopravvento e diventare la nuova pandemia, essendo piu' contagiose.
Come capite bene sarebbe allora della massima urgenza identificarle e studiarle per predisporre test specifici.
Inoltre bisognerebbe sapere se sono bloccabili con i vaccini disponibili e riuscire a combatterle efficacemente prima che dilaghino nel pianeta.

PERICOLOSITA' DELLE VARIANTI:   (11 febbraio 2021)
Abbiamo gia' discusso questo argomento ma vogliamo qui' sottolineare un rischio particolare che potrebbero nascondere queste nuove varianti.
Se riescono a permanere nel corpo umano anche dopo che l'infezione del Sars-CoV-2, da cui si sono generate per mutazione, vuol dire che gli anticorpi che sono riusciti a debellare il virus padre non sono riusciti a fare lo stesso con queste varianti.
Ci siamo fatti una ragione di questo, pensando che se queste varianti si insediano nelle vie respiratorie piu' profonde, allora potrebbero essere meno raggiungibili dagli anticorpi e potrebbero cosi' mostrare un certo grado di resistenza, che consente loro, a distanza di tre mesi, dopo che si sono diffuse molto nell'organismo, di scatenare una forma grave di Covid-19 che risulta letale in un maggior numero di casi (crediamo sia imputabile a loro quell'eccesso di decessi che abbiamo avuto a gennaio e che ancora stanno continuando).
La loro PERICOLOSITA' sarebbe ancora maggiore se fosse vero che sono piu' contagiose del Sars-CoV-2, perche' potrebbero dilagare ed essere difficili da contrastare per la loro resistenza agli anticorpi e molto probabilmente anche ai vaccini.
Il loro insediamento profondo nell'apparato respiratorio e questo modo di manifestarsi in modo discontinuo con questi picchi probabilmente potrebbe generare una risposta immunitaria debole o nulla e questo faciliterebbe enormemente il dilagare di una pandemia, se non si predispongono PRIMA i possibili rimedi.
Se questi nostri timori dovessero trovare riscontro, la prossima pandemia potrebbe essere dietro l'angolo ed essere ancora peggiore (speriamo proprio di no). Bisogna prevederle tutte: meglio preoccuparsi prima che non farsi trovare impreparati poi.

SITUAZIONE DEL 10/2 (ore 18.10): I decessi di oggi in Italia sono 336 (90.000 dall'inizio della pandemia), forse in leggera discesa.
Il punto di oggi (l'ultimo a destra nel grafico) E' RIMASTO IN BASSO (al 6.7%), praticamente allo stesso livello del punto di ieri (sotto al livello di fondo dell'8%).
Quindi viene confermato che probabilmente non c'e' la salita (linea viola tratteggiata) del livello di fondo dal valore dell'8% da noi ipotizzato.
I dati, per motivi ancora sconosciuti, dopo l'istituzione della zona gialla in Piemonte, hanno mostrato una grande instabilita' ma ora riteniamo che possa essere confermato il livello di fondo all'8% (linea viola orizzontale, cioe' COSTANTE).
L'instabilita' risulta evidente soprattutto in due punti, saliti dal 10% al 12.9% e poi addirittura al 16.7% (che e' un livello altissimo, simile a quelli raggiunti al picco della seconda ondata) nei giorni successivi alla riduzione delle restrizioni con la zona gialla.
Tutti gli altri punti del grafico rimangono nella banda di valori tra l'8% e l'11% in cui sono sempre stati, in condizioni normali.

SITUAZIONE DEL 9/2 (ore 18.15): I decessi di oggi in Italia sono 422 (90.000 dall'inizio della pandemia), forse in leggera discesa.
Il punto di oggi (l'ultimo a destra nel grafico) E' SCESO MOLTISSIMO (al 6%), indicando che probabilmente non c'e' la salita del livello di fondo dal valore dell'8% che avevamo ipotizzato ieri.
I dati, per motivi ancora sconosciuti, mostrano una grande instabilita' per cui preferiamo lasciare indicate nel grafico entrambe le possibilita', con le due linee viola che definiremo meglio domani.
Il pericolo di un allarme rosso con conseguenti rigide restrizioni sembra comunque scongiurato.

L'ORIGINE DEI PICCHI ED IL PERICOLO DELLE VARIANTI:   (10 febbraio 2021)
Secondo la nostra interpretazione dell'origine dei picchi il grafico e' composto da una curva con andamento abbastanza regolare (la linea viola), che rappresenta la percentuale di persone infettate dal virus Sars-CoV-2 e da una serie di picchi sovrapposti ad essa (linea rossa) che sono la manifestazione della presenza di altri tipi di virus (sono virus perche' ne vediamo l'RNA), che mostrando comportamenti diversi dal Sars-CoV-2, quasi certamente sono delle sue mutazioni.
Queste varianti del virus non risiedono nelle prime vie respiratorie (perche' allora le riveleremmo sempre e non ci sarebbero i picchi) ma piu' in profondita' nell'apparato respiratorio (da cui possono fuoriuscire in modo discontinuo con il fiato) e presentano caratteristiche particolari.
Si insediano in profondita' nell'apparato respiratorio, perche' le riveliamo in modo discontinuo con i picchi quando vengono emesse con il fiato, che quindi puo' anche a volte non contenere virus (quando risultano nella valle invece che sul picco). In quel caso non c'e' contagiosita', per questo abbiamo visto che i picchi possono non ridursi durante la zona rossa.
Queste varianti possono fuoriuscire con il fiato ma non insediarsi melle prime vie respiratorie dell'ospite, se la loro affinita' e' soprattutto con le cellule polmonari. Questi virus possono diffondere il contagio ad altri e quindi possono anche non coesistere con il Sars-CoV-2 nell'ospite.
In questi casi una persona puo' avere in corpo solo la variante o perche' e' stata contagiata dalla sola variante oppure aveva anche il Sars-CoV-2 ma e' riuscita a debbellarlo (non cosi' la variante, insediata piu' in profondita' nei polmoni in aree meno raggiungibili dagli anticorpi).
In questo caso la variante mostra di avere un'evoluzione piu' lenta del Sars-CoV-2, perche' vediamo comparire il Covid-19 due o tre mesi dopo la seconda ondata, che e' il momento piu' probabile, in cui le mutazioni possono essere avvenute.
In questi casi la sindrome prodotta dalla variante del virus e' piu' grave e presenta una letalita' maggiore (probabilmente perche' i virus hanno avuto piu' tempo per invadere l'organismo e sviluppano cosi' una sindrome piu' grave e difficile da curare).
Alcune di queste varianti potrebbero non essere rivelate dagli attuali test molecolari e risulterebbero cosi' INVISIBILI.
E' molto importante individuarle (negli esami autoptici dei decessi ritardati di 3 mesi dalla seconda ondata) per poter presisporre un efficace sistema di monitoraggio.
Nei mesi successivi ad un'ondata epidemica (che ha generato molte mutazioni) bisogna tenere sotto controllo il livello di fondo dei contagi (perche' e' quello che puo' facilitare l'inizio di una nuova ondata), considerando non solo il livello di fondo del Sars-CoV-2 (=linea viola nel grafico) ma anche quello del top dei picchi, che permette di monitorare la presenza delle varianti, per molti versi anche piu' pericolose del Sars-CoV-2 sia perche' piu' subdole (alcune addirittura potenzialmente invisibili) che perche' spesso letali (l'alto numero di decessi di gennaio testimonia che il loro contributo alla pandemia non e' affatto marginale.
Il livello di fondo degli asintomatici attuale e' dell'8% e non e' piccolo: e' la meta' del livello raggiunto durante il picco della seconda ondata e quindi la produzione di mutazioni attualmente continua in modo non trascurabile.
Siamo in un equilibrio dinamico (non stabile) tra la crescita dei nuovi contagi (alla velocita' che gli consentiamo con i nostri comportamenti) e la decrescita per guarigione ottenuta dagli anticorpi (naturali o da vaccino).
L'equilibrio puo' spostarsi da una parte a dall'altra, se si alterano le condizioni: per esempio variando i comportamenti con una zona gialla i contagi aumentano, di poco se ci si comporta con scrupolo, di molto se si fa un "libera tutti".
Quindi si potrebbe anche riaprire tutto se la gente si comportasse scrupolosamente evitando di contagiarsi e di spargere i propri "droplet" nell'ambiente. Si dovrebbe procedere gradualmente alle riaperture, interrompendo il processo non appena si registra una crescita dei test positivi oltre il 12% (per esempio).
Cosi' era attesa una risalita come quella che si osserva nel grafico dopo il 1/2 (per la zona gialla): la cosa importante e' che la curva non salga troppo e soprattutto che poi smetta di salire, altrimenti occorre intervenire prontamente, interrompendo la "zona gialla".
Per diminuire il livello della curva occorrono o piu' anticorpi (cioe' vaccinazioni) o comportamenti piu' virtuosi (magari con le zone rosse).
In base a questo scenario la comparsa soprattutto di picchi in Piemonte, dopo l'inizio della zona gialla, potrebbe essere legato alla diffusione di una o piu' varianti, se la base del SarS-CoV-2 (linea viola) rimane all'8% mentre l'ampiezza dei picchi aumenta, che e' proprio quello che sembra stia accadendo (vedi la linea rossa.

SITUAZIONE DELL' 8/2 (ore 17.45): I decessi di oggi in Italia sono 307 (90.000 dall'inizio della pandemia), forse in leggera discesa.
Il punto di oggi (l'ultimo a destra nel grafico) E' SCESO (a 9.8%), indicando una salita del livello di fondo dal valore dell'8% dopo due picchi abbastanza elevati nei tre giorni precedenti.
Questo ci ha indotto a modificare in crescente la linea viola, che prima era costante nel tempo.
L'inizio della salita della linea viola, che rappresenta il livello dei contagi del Sars-CoV-2 al netto dei picchi sembra corrispondere al giorno d'inizio della zona gialla, per cui in prima istanza dobbiamo pensare che i piemontesi non siano stati in grado di prestare la dovuta attenzione gli assembramenti ed ai superdiffusori d'infezione, lasciando crescere in tutta la regione i contagi, come mostra la linea viola.
Sarebbe una brutta notizia per i piemontesi ma allora sarebbe giusto dire "chi e' causa del suo mal pianga se stesso" perche', dopo la necessaria conferma con il dato di domani e forse anche dopodomani, secondo noi dovrebbero veder cambiare di colore la loro regione con aumento delle restrizioni, per bloccare subito la risalita dei contagi, ancora molto pericolosa.
Se accadesse, sarebbe interessante valutare la prontezza del sistema governativo rispetto all'allarme fornito con questo metodo.
Non accadrebbe invece, se i dati di domani e dopodomani scendessero sotto la curva viola in salita, che abbiamo disegnato oggi: allora dovremmo correggerla, riportandola verso l'andamento costante.
Staremo a vedere.

LIMITI DELL'AIUTO DEI VACCINI:   (9 febbraio 2021)
Tutti ci aspettiamo che con il vaccino poi finisca tutto: ma sara' proprio cosi'? Non crediamo proprio, se gli anticorpi potranno proteggerci solo per qualche mese (diciamo 12 mesi, poi occorrera' vaccinarci di nuovo).
Anche quando l'epidemia non c'e', per esempio l'estate scorsa (da noi), abbiamo un livello di positivi al test del 2-3%, che e' gente infetta che sta coltivando nel loro organismo colonie di virus ad insaputa di tutti (loro compresi).
E' quella che abbiamo chiamato l' epidemia degli asintomatici . Sono una grande moltitudine di virus che stanno parassitando gli umani per farsi traghettare fino alla prossima ondata epidemica, che si sviluppera' quando le condizioni esterne glielo consentiranno.
Questa moltitudine e' molto piu' numerosa (e cosi' le mutazioni del virus) in quei Paesi che hanno consentito che i contagi salissero molto durante l'ondata epidemica (USA, Brasile, ecc.): per questo e' meglio non consentirlo.
Ecco un mio dubbio: quella parte di popolazione che ha il virus in corpo (ora salita all'8% perche' e' inverno), quando assumera' il vaccino avra' un sistema immunitario gia' sollecitato in continuazione dalla presenza del virus vero nell'organismo. Come rispondera' alla somministrazione del vaccino?
Crediamo possibile che il vaccino non abbia alcun effetto aggiuntivo su queste persone, per cui sara' stato inutile (nell'8% dei casi).
Rimarra' loro comunque l'immunita' naturale data dall'infezione in atto, che continuera' a sussistere perche' evidentemente gli anticorpi, che in quella persona asintomatica gia' ci sono, non stanno riuscendo a debellare il virus.
Se fosse cosi', la popolazione degli asintomatici continuerebbe ad alimentare questa epidemia degli asintomatici che continuerebbe ad esistere in eterno perpetuando la minaccia di epidemia.
Non riusciremmo percio' a toglierci dalle scatole questo dannato virus neanche con il vaccino (che pero' ci protegge e ci fa vivere meglio, anche se non fa scomparire il virus).
Bisognerebbe affrontare il problema arduo di curare gli asintomatici abbassandone il numero sempre piu': sarebbe un compito lungo e difficile.
Non dico che le cose stiano cosi', anzi spero proprio di no. E' un dubbio che ho e che andrebbe chiarito con una ricerca che, tracciando un numero sufficiente di asintomatici prima e dopo la vaccinazione, riesca a chiarire se c'e' anche questa minaccia che dobbiamo combattere.

COSA STIAMO RISCHIANDO:   (8 febbraio 2021)
Tutti noi in Italia dobbiamo avere ben chiaro il rischio che stiamo correndo.
E' inverno e se non ci fosse stato il 30% di persone immunizzate a rallentare i contagi, la terza ondata sarebbe gia' partita da un mese, perche' il Sars-CoV-2 non perdona. Questo virus e' talmente contagioso che non ci sono varianti che tengano, basta solo lui per scatenare un'epidemia violenta, se siamo cosi' inefficienti da permetterglielo.
Se non si e' capaci di adottare le dovute misure di prevenzione, com'e' accaduto negli U.S.A. , l'epidemia si scatena proprio come mostrato nel link, addirittura anche d'estate. Infatti la seconda ondata negli USA c'e' stata a luglio e agosto, come potete vedere nella figura del link, che e' un ottimo esempio che fa capire cosa succede se non si adotta alcuna precauzione: l'epidemia sarebbe stata esattamente cosi' anche da noi, con innumerevoli morti in piu' (vale anche per il presente ed il futuro). Questo e' il Covid-19.
Quando succede non e' colpa del fato ineluttabile ma siamo stati noi che gliel'abbiamo permesso, non accorgendoci in tempo utile della crescita dei contagi (per monitoraggio non "pronto" o insufficiente) e non adottando le necessarie restrizioni per bloccarne la crescita.
Se l'andamento in salita dei contagi del Piemonte, indicato dalla linea viola, permanesse per piu' giorni, le persone contagiose in circolazione diventerebbero cosi' tante che con un lockdown totale si potrebbe fermare la salita ma non tornare indietro, perche' il virus chi se l'e' preso ormai se lo tiene per un mese, rimanendo contagioso (e parlo degli asintomatici, che poi nemmeno si sa chi sono).
Gia' abbiamo cosi' tanti decessi ora, che una terza ondata non ci vorrebbe proprio.
Per ora secondo noi e' il Piemonte che sta rischiando di diventare zona rossa.
Noi in questo lavoro indichiamo come e cosa fare, non facciamo monitoraggio operativo (lo stesso monitoraggio "pronto" crediamo debba essere eseguito anche in ogni altra regione, per essere pronti ad intervenire tempestivamente ove necessario).

SITUAZIONE DEL 7/2 (ore 18): I decessi di oggi in Italia sono 270 (90.000 dall'inizio della pandemia), forse in discesa per la prima volta.
Il punto di oggi (l'ultimo a destra nel grafico) E' RISALITO (al 12.9%), allontanandosi dal livello di fondo dell'8% dopo il picco del venerdi' che e' stato particolarmente elevato.
Questo fatto contraddice la nostra ipotesi che il picco del venerdi' fosse risultato cosi' alto perche' sovrapposizione di tre picchi. Allora sembra che l'allegerimento delle restrizioni con il passaggio dalla zona arancione alla zona gialla abbia innescato queste variazioni notevoli nel numero dei test positivi.
Si noti bene che non abbiamo scritto "numero dei contagi" ma solo di "test positivi", com'e' anche scritto nel titolo del grafico, perche' NON riteniamo possibile che il numero di persone contagiate possa variare nel modo descritto dal grafico. Cio' in quanto hanno bisogno dei loro tempi sia la salita del numero di persone contagiate (legato ai tempi biologici di accrescimento della popolazione virale) che la discesa (legata ai tempi di guarigione).
Riteniamo percio' che questi bruschi salti della curva graficata costituiscono un'ulteriore conferma della nostra interpretazione dei picchi che abbiamo spiegato nell' INTERPRETAZIONE ED USO DEL GRAFICO che segue. Quello che "balla" non e' il numero di persone contagiate ma la presenza o meno di molecole RNA nelle prime vie respiratorie (dove vengono applicati i tamponi) di molte persone esaminate. Qual'e' la causa, se la zona gialla od altro, ancora non lo sappiamo. Anche questo e' un argomento da capire.
In base alla spiegazione della nostra comprensione dei picchi, la loro altezza indica la presenza di virus con comportamento diverso, quasi certamente conseguenza di mutazioni del Sars-CoV-2.
Potendo coesistere con il virus padre nella stessa persona, il relativo numero di test positivi non va necessariamente considerato come numero di contagi aggiuntivi: potrebbero esserlo ma solo se acquisiti per contagio o residuali dopo guarigione dal Sars-CoV-2 (asintomatica).
Quindi riteniamo corretto interpretare come livello dei contagi quello al netto dei picchi, cioe' la linea viola nel grafico.
Quindi ci sembra che con il dato di oggi questo argomento entri prepotentemente nella comprensione che dobbiamo avere degli eventi che stanno accadendo.
Guardando il grafico sembra di vedere l'inizio della risalita dei contagi che abbiamo avuto il 20/12, all'inizio dello shopping natalizio.
Se cosi' fosse, appena fosse confermata la risalita stabile dei contagi, bisognerebbe bloccarla immediatamente con le necessarie restrizioni, regione per regione.

IMMUNITA' NATURALE: Per inciso, citiamo il risultato di studi compiuti nel Regno Unito, su oltre 20.000 pazienti contagiati dal Sars-CoV-2, per valutare la persistenza della protezione immunitaria naturale acquisita dopo l'infezione, che e' risultata essere del 99% dopo 3 mesi e dell' 88% dopo 6 mesi.
Questo ci conforta per le valutazioni da noi fatte in base alle quali stiamo godendo di un periodo di relativa tregua dai contagi proprio grazie alla moltitudine del 30% di persone contagiate nella seconda ondata ed ancora immunizzate.
Sembra che eravamo nel giusto.
Con solo il 30% d'immunizzati non possiamo stare tranquilli: con gli assembramenti ed i superdiffusori la terza ondata e' dietro l'angolo.
Per convincersi che il pericolo e' reale basta guardare cosa e' successo negli U.S.A. dove non hanno prestato la dovuta attenzione gli assembramenti ed ai superdiffusori, lasciando crescere a dismisura la popolazione virale con tutte le sue varianti in tutto il Paese, purtroppo per loro.
Solo quando con le vaccinazioni arriveremo al 70% d'immunizzati, potremo stare tranquilli, perche' avremo un'immunita' di gregge ma solo TEMPORANEA, perche' anche l'immunita' del vaccino verosimilmente durera' dai 6 ai 12 mesi. Poi occorrera' fare il richiamo (una volta all'anno).

P.S. La vera immunita' di gregge scordatevela. Dato che l'immunita' naturale e sicuramente anche quella del vaccino vanno scemando in un anno, questo virus vorrebbe infettare tutti, almeno una volta all'anno, fino all'estinzione del genere umano (non sparira' come la Spagnola, con cui l'immunizzazione era permanente; il Sars-CoV-2 e' piu' cattivo).
Ma fortunatamente per noi pero' e' arrivato troppo tardi, perche' ormai abbiamo imparato a creare i vaccini e quindi vinceremo noi (ma con la seccatura dei richiami, finche' non sparira' del tutto, che accadra' quando trovera' tutti ma proprio tutti immunizzati, perche' allora non potra' piu' replicarsi).

SITUAZIONE DEL 6/2 (ore 18): I decessi di oggi in Italia sono 385 (90.000 dall'inizio della pandemia) ed il punto di oggi (l'ultimo a destra nel grafico) E' SCESO MOLTISSIMO (al 9.5%), avvicinandosi decisamente al livello di fondo dell'8% dopo il picco del venerdi' (ieri) particolarmente elevato.
Dei due scenari da noi previsti ieri, risulta cosi' evidente gia' da oggi che abbiamo scampato il pericolo dello scenario N.2 (partenza della terza ondata).
Si sta concretizzando invece lo scenario N.1, in cui il "valore cosi' alto di ieri potrebbe essere dovuto alla manifestazione periodica di una variante nuova, restando il fondo del Sars-CoV-2 (cioe' la sua popolazione virale) sempre intorno all'8% (ma con la presenza importante della variante del virus responsabile del picco)".
Termina cosi' lo stato di pre-allarme che avevamo dichiarato ieri e nel nostro "STATO" (nella pagina iniziale) abbiamo scritto: "ALLARME RIENTRATO" (con il colore verde).
Rimane da studiare l'evento di ieri che non crediamo sia un errore. Ce ne occuperemo a partire da ora.
Per prima cosa possiamo rilevare che il picco di ieri e' molto "stretto", come se tutti e tre i picchi fossero venuti centrati nello stesso giorno di venerdi', sommando in modo coerente il loro contributo e triplicando cosi' l'altezza del picco che, non essendo allora solo il picco del venerdi' di ampiezza attesa 2.3%, ha raggiunto un'ampiezza tripla del 6.5%.
Se e' successo proprio questo, i dati dei prossimi due giorni devono avere un andamento regolare, cioe' non devono presentare picchi (perche' ci sono gia' stati, venerdi'). Staremo a vedere.

DUE SONO I PROBLEMI APERTI:   (6 febbraio 2021)
  1. Il primo arriveremo a risolverlo ma accorre tempo perche' e' necessario acquisire piu' dati: si tratta di distinguere i tre picchi ed evidenziarne comportamento e cause.
  2. Il secondo e' piu' difficile per noi perche' non abbiamo le competenze specifiche necessarie: perche' compaiono tutti questi picchi?
    I test sono in grado di evidenziare la presenza di un certo tipo di molecole RNA dotate di una specifica sequenza.
    Siccome quell'RNA e' contenuto all'interno dei virus Sars-CoV-2 si dichiarano infette le persone trovate positive al test.
    Per questa conclusione pero' occorrerebbe un'analisi ulteriore, perche' il test accerta solo la presenza dell' RNA e non anche del virus attivo, in grado di riprodursi.
    Se il virus fosse presente nei tessuti delle prime vie respiratorie, dove viene prelevato il muco con il tampone per fare il test, certamente non sparirebbe alcuni giorni si altri no, ma farebbe il suo mestiere di diffondersi tutti i giorni.
    Occorre scoprire quale puo' essere quel fenomeno che porta l'RNA nella gola delle persone con periodicita' settimanale.
    Dev'essere un fenomeno non continuo ma "impulsivo": le molecole di RNA arrivano in gola creando il picco e poi lentamente in pochi giorni vengono smaltite dando luogo alla discesa del picco.
    Questo e' quello che vedono i test!
    Vedono molecole prodotte da virus del tipo Sars-CoV-2 (il test identifica solo una parte della sequenza, non tutta) e che in particolari condizioni potrebbero anche essere rilasciate al di fuori delle membrane cellulari, credo.
    Se i virus fossero nell'apparato respiratorio sarebbe facile far arrivare in gola solo le molecole di RNA. Allora potrebbe realizzarsi la loro latenza, cioe' la temporaneita' della loro presenza in gola che da origine ai picchi.
    Rimarrebbe da capire ancora la causa della periodicita' settimanale ma questo dovrebbe essere un problema piu' semplice.
    Questa e' solo una congettura e non dimostra niente ma fornisce un esempio che mostra come puo' essere affrontato il problema: con l'intelletto si ipotizza una soluzione possibile del problema che dev'essere poi verificata sperimentalmente.
    Se la realta' fosse conforme alla nostra congettura che significato epidemiologico avrebbero i picchi?
    Crediamo che sarebbe confermato l'accertamento della presenza di una variante del Sars-CoV-2 (per il tipo di RNA identificato), insediata nell'apparato respiratorio profondamente e non nelle prime vie respiratorie che presenta questa peculiarita' di poter rilasciare periodicamente molecole di RNA anche al di fuori delle membrane cellulari.
    Essendo virus originati da una mutazione del Sars-CoV-2 e' naturale che possano provocare una sindrome analoga al Covid-19 e quindi ai fini epidemiologici vanno considerati alla stessa maniera.
    Le persone con questa infezione risulterebbero positive al test ma con un'efficienza minore, perche' quando l'RNA non viene rilasciato il test e' negativo benche' la persona sia infetta.
    Questo fatto evidenzierebbe una lacuna nel sistema di monitoraggio che potrebbe rivelarsi anche una voragine, perche' ipotizza la possibile esistenza di varianti del virus, create durante una prima infezione asintomatica di Sars-CoV-2 ed insediatesi profondamente e stabilmente nell'apparato respiratorio, che quando non apportano RNA nelle prime vie respiratorie, dove vengono prelevati i campioni da analizzare nei test, risultano pressoche' invisibili ai test.
    Se hanno un'evoluzione lenta possono accrescersi di numero lentamente e dopo l'infezione primaria (ad ottobre) possono sviluppare 2 o 3 mesi dopo (a gennaio) la sindrome Covid-19 che puo' anche risultare piu' letale, perche' i virus hanno avuto tutto il tempo di diffondersi ampiamente nell'organismo.
    E' uno scenario che corrisponde bene a quell' IDEA che abbiamo gia' descritto il 31/12.
    Anche questa e' una congettura ma non posso fare a meno di associarla all'eccesso inspiegabile di decessi che abbiamo da oltre un mese, che una causa verosimile devono pure averla.

    INTERPRETAZIONE ED USO DEL GRAFICO:   (7 febbraio 2021)
    Secondo la nostra interpretazione dell'origine dei picchi il grafico e' composto da una curva con andamento abbastanza regolare, la linea viola, che rappresenta la percentuale di persone infettate dal virus Sars-CoV-2 e da una serie di picchi sovrapposti ad essa che sono la manifestazione della presenza di altri tipi di virus diversi, nati da mutazioni del Sars-CoV-2.
    Queste varianti del virus non risiedono nelle prime vie respiratorie ma piu' in profondita' nell'apparato respiratorio e presentano caratteristiche particolari:
    1. Si insediano in profondita' nell'apparato respiratorio, perche' le riveliamo solo con l'RNA rilasciato nel fiato, che quindi puo' anche non contenere mai i virus; nel qual caso non c'e' contagiosita' e la variante deve convivere con il Sars-CoV-2, perche' rimane nell'ospite, non si trasmette per contagio: e' il caso dei picchi che abbiamo visto non ridursi affatto durante la zona rossa.
    2. Altri tipi di queste varianti possono fuoriuscire con il fiato ma non infettare le prime vie respiratorie, perche' la loro affinita' e' soprattutto con le cellule polmonari. Questi virus, a differenza dagli altri, possono diffondere il contagio e quindi possono anche non coesistere con il Sars-CoV-2 nell'ospite.
    3. Nel primo caso la sindrome Covid-19 viene prodotta entro un mese dal virus Sars-CoV-2 perche' piu' numeroso e ad evoluzione piu' rapida.
    4. Nel secondo caso una persona puo' avere in corpo solo la variante o perche' e' stata contagiata dalla sola variante oppure aveva anche il Sars-CoV-2 ma e' riuscita a debbellarlo (non cosi' la variante, insediata piu' in profondita' nei polmoni in aree meno raggiungibili dagli anticorpi). In questo caso la variante mostra di avere un'evoluzione piu' lenta del Sars-CoV-2, perche' vediamo comparire il Covid-19 due o tre mesi dopo la seconda ondata, che e' il momento piu' probabile in cui le mutazioni sono avvenute.
    5. In questi casi la sindrome prodotta dalla variante del virus e' piu' grave e presenta una letalita' maggiore (probabilmente perche' i virus hanno avuto piu' tempo per invadere l'organismo e sviluppano cosi' una sindrome piu' difficile da curare).
    6. Alcune di queste varianti potrebbero non essere rivelate dagli attuali test molecolari e risulterebbero cosi' INVISIBILI.
    7. E' molto importante individuarle (negli esami autoptici dei decessi ritardati di 3 mesi dalla seconda ondata) per poter presisporre un efficace sistema di monitoraggio.
    8. Nei mesi successivi ad un'ondata epidemica (che ha generato molte mutazioni) bisogna tenere sotto controllo il livello di fondo dei contagi (perche' e' quello che puo' facilitare l'avvio di una nuova ondata), considerando non solo il livello di fondo del Sars-CoV-2 (=linea viola nel grafico) ma anche quello del top dei picchi, che permette di monitorare la presenza delle varianti, per molti versi anche piu' pericolose del Sars-CoV-2 sia perche' piu' subdole (alcune addirittura potenzialmente invisibili) che perche' spesso letali (l'alto numero di decessi di gennaio testimonia che il loro contributo alla pandemia non e' affatto marginale.

    SITUAZIONE DEL 5/2 (ore 18): I decessi di oggi in Italia sono 377 (90.000 dall'inizio della pandemia) ed il punto di oggi (l'ultimo a destra nel grafico) SALE MOLTISSIMO (al 16.7%), ben oltre il livello del 10% atteso per il picco del venerdi' (oggi). E' un livello allarmante, addirittura SUPERIORE a quelli raggiunti durante la seconda ondata.
    Vuol dire che addirittura una persona su 6 di quelle esaminate nel test e' risultata positiva: sono tantissime!
    Il dato di tutta Italia comunicato oggi dalla TV e' invece del 5.25%, quindi nessun allarme. E' percio' importantissimo monitorare da vicino l'andamento dei dati del Piemonte per non perdere neanche un giorno nell'applicare le necessarie restrizioni, qualora il dato corrispondesse ad un aumento VERO della popolazione virale.
    E' molto oltre le precedenti oscillazioni dei picchi che rimanevano costantemente tra il livello del fondo all'8% ed il massimo dell'11%, come manifestazione di almeno 3 tipi di picchi, ricorrenti con frequenza settimanale tra cui quello ben noto del venerdi', che ha sempre avuto negli ultimi 3 mesi un'ampiezza costante dell'1.5%, che ora sarebbe addirittura sestuplicata arrivando all'8.7%.
    Aspettiamo quindi con molta impazienza ed un po' di sgomento il dato di domani per avere la conferma che questo dato, molto inquietante, sia reale, perche' l'andamento complessivo dei contagi allora potrebbe non rimanere piu' costante ma potrebbe impennarsi verso l'alto, imponendo la necessita' di provvedimenti di restrizioni (zona rossa) IMMEDIATE nel Piemonte e forse anche nelle regioni contigue, dopo verifica delle relative curve dei contagi (potrebbe essere l'arrivo della variante inglese).
    La crescita eccezionale sembra interessare il picco del venerdi'. Gli altri picchi che vedevamo (almeno 2) erano scesi dall'ampiezza del 10% di un mese fa a meno del 2% e probabilmente stanno scomparendo (a differenza del picco del venerdi'), essendo passato il tempo dei 30 giorni canonici di guarigione del Sars-CoV-2 (ed anche di queste sue mutazioni, evidentemente).
    Se le cose stessero veramente cosi', il livello del fondo non rimarrebbe all' 8% ma si potrebbe impennare e la curva dei contagi del Sars-CoV-2, al netto del contributo dei picchi (indicata dalla linea viola disegnata nel grafico) potrebbe iniziare a salire.
    Per tutto questo nel nostro "STATO" (nella pagina iniziale) lasciamo scritto anche per oggi: "PRE-ALLARME ROSSO: POSSIBILI FOCOLAI" (con il colore rosso).
    Non e' un'indicazione di poco conto per i rischi connessi all'eventuale comparsa delle varianti molto contagiose, presenti all'estero e per il rilascio di molte restrizioni con il passaggio recente del Piemonte da zona arancione a gialla.

    FALSO ALLARME: UNA NUOVA VARIANTE?   (6 febbraio 2021)
    Manteniamo la nostra convinzione che tutti i punti sopra alla linea viola siano i contributi dei picchi periodici (di almeno 3 tipi, secondo noi), riconducibili ad effetti prodotti da varianti del virus.
    Allora ci sono due scenari possibili:
    1. Se tra 3 giorni i contagi scenderanno verso il livello di fondo dell'8%, allora anche questo valore cosi' alto di oggi potrebbe essere dovuto alla manifestazione periodica di una variante nuova, restando il fondo del Sars-CoV-2 (cioe' la sua popolazione virale) sempre intorno all'8% (ma con la presenza importante della nuova variante del virus responsabile del picco).
    2. Altrimenti, se i contagi dovessero salire stabilmente, saremmo proprio nei guai perche' allora sarebbe partita una terza ondata dell'epidemia di Sars-CoV-2 o di una sua variante.
    > Aspettiamo questi 3 giorni (con una certa apprensione) e vediamo cosa succede.
    Abbiamo gia' dato una spiegazione di questo fenomeno dei picchi di contagi apparenti presentando una nostra IDEA , in cui abbiamo ipotizzato che alcuni di questi virus mutati possano "simulare falsi aumenti e diminuzioni di contagi (i picchi) variando la loro presenza nelle prime vie respiratorie, dove noi umani preleviamo i tamponi. Ma loro non stanno cambiando di numero, sono degli abilissimi imbroglioni".
    Ci sembra un'evenienza molto verosimile in questo caso, perche' non e' realistico che possa verificarsi un tale balzo in avanti della popolazione virale, quando la presenza dei picchi ci ha abituato a variazioni anche molto vistose dei dati.
    Potremmo cosi' avere un dato ancora maggiore domani per andare a formare un nuovo picco del sabato (per esempio), sempre restando il valore del fondo all'8%, a cui la curva ritorna dopo l'escursione del picco.
    Dobbiamo aspettare l'evoluzione dei dati per capire meglio il fenomeno nuovo che abbiamo di fronte.
    Se questo valore cosi' alto fosse la manifestazione della presenza di una variante del virus sarebbe importantissimo andarla ad individuare, determinandone la sequenza dei geni, perche' e' probabile che i test molecolari attuali non siano in grado di rilevarla e cosi' resterebbe un virus nascosto, capace anche di contribuire in modo importante a quel numero di decessi che e' cosi' alto, forse proprio per il contributo di varianti presenti in gran numero ma sconosciute, perche' non evidenziate dai test attualmente usati.
    L'andamento complessivo della linea viola lo disegneremo appena avuta la conferma di questa crescita dei contagi, tanto vistosa quanto inattesa, forse dovuta alla riduzione delle restrizioni con la zona gialla che e' iniziata l'1/2 e che potrebbe essere correlata a questa risalita cosi' importante dei contagi.
    Il livello di fondo attuale, finora intorno al 8%, potrebbe salire anche in modo sostanziale, oltre il livello del fondo degli asintomatici (con temperature invernali): in tal caso corrisponderebbe ad un aumento sostanziale del numero di virus Sars-CoV-2 in circolazione per cui bisognerebbe adottare immediatamente tutti i provvedimenti necessari a ridurre i contagi, con le giuste restrizioni, anche se onerose, altrimenti si rischierebbe la partenza della terza ondata.
    Ricordiamo che ai primi di novembre, quando si era nella fase discendente della seconda ondata, i contagi erano al 10% per poi arrivare ad un fondo del 2% alla fine della seconda ondata (con temperature autunnali).
    Ora, a febbraio, fa piu' freddo per cui ci aspetteremmo che il fondo degli asintomatici sia piu' alto (forse al 5% o 6%).
    Anche ora, con una percentuale di tamponi positivi non piccola (oltre l' 8%), si stanno infettando tante persone in modo asintomatico che tra un mese rimarranno IMMUNIZZATE (per 5 mesi) e ci aiuteranno, insieme ai vaccinati, a non far partire la terza ondata (non tutti i mali vengono per nuocere), se gli appassionati frequentatori di assembramenti e movide varie ce lo consentono, evitando le occasioni di superdiffusione del virus che creano i focolai.
    Se il livello attuale superasse l' 8% ci preoccuperebbe per la possibile partenza di una terza ondata.
    L'andamento complessivo della curva non era in salita, segno che le misure di prevenzione fino ad allora adottate sono risultate adeguate.
    Ma con l'avvento della zona gialla sembra che la situazione possa cambiare in modo radicale con la comparsa di molti focolai d'infezione.
    Sembrerebbe allora poter essere finita la tregua dovuta all'immunita' residua delle seconda ondata, che crediamo sia destinata a diminuire nei prossimi due mesi. Potra' pero' essere rimpiazzata dall'immunita' del vaccino: per questo E' URGENTE VACCINARE PRESTO PIU' PERSONE POSSIBILE.
    E poi sara' ancora inverno, per cui non dovremo farci trovare impreparati, con la guardia abbassata.
    Il RISCHIO che si corre pero' ora che molte riaperture sono in atto, e' quello di ritenere che il pericolo di contagio vada scemando con il tempo ma non e' cosi'. Anzi quella che va scemando e' la protezione dell'immunita' naturale acquisita nella seconda ondata. Se non venisse rimpiazzata in tempo con l'immunita' delle vaccinazioni, bisognerebbe inevitabilmente essere pronti a ricorrere tempestivamente a rigide restrizioni per evitare la partenza di una terza ondata dell'epidemia, almeno finche' non arriva il caldo estivo.

    TROPPI DECESSI IN ITALIA:   (4 febbraio 2021)
    Fin dal 7 di gennaio abbiamo segnalato questa anomalia di un numero di decessi in Italia troppo elevato.
    Oggi, ad un mese di distanza, siamo ancora ad un livello di 400 e piu' decessi al giorno:


    Un mese fa non c'erano cosi' tanti contagi da giustificare questo alto numero di decessi che abbiamo oggi.
    E' come se ci fosse un'epidemia letale un atto di un virus che NON viene rivelato dagli attuali test molecolari e quindi a nostra insaputa!
    Durante la prima ondata, ma con l'epidemia in atto, avevamo in media gli stessi 500 decessi al giorno:


    Quindi i decessi di oggi, a piu' di due mesi dalla fine della seconda ondata sono decisamente troppi.
    Per convincersi che 500 decessi al giorno sono davvero troppi basta osservare che, non solo e' lo stesso numero che avevamo in Italia durante la prima ondata ma per un Paese come il nostro, con 60 milioni di abitanti, e' anche equivalente ai 3000 morti al giorno che hanno negli U.S.A. oggi, mentre sono nel pieno dell'epidemia.
    Quindi cosi' tanti decessi devono essersi originati necessariamente in un periodo in cui c'erano tanti contagi e quindi tanti virus in circolazione. Ma non possono essere persone ammalate allora di Covid-19 e rimaste in rianimazione per oltre due mesi.
    Per questo pensiamo che questi 500 decessi al giorno debbano essere collegati agli eventi di due mesi fa, quando i contagi erano tanti, perche' era in corso la seconda ondata ed i virus in circolazione erano tanti ma in cui molte persone ne sono uscite senza risultare ammalate ma con in corpo un virus diverso, che e' rimasto invisibile per due mesi ed ha poi sviluppato la sindrome Covid-19 che in un buon numero di casi ha avuto esito letale.
    Una possibile spiegazione e' percio' che i decessi di questi giorni siano di persone contagiate in forma asintomatica (95% dei contagi) durante la seconda ondata, con una variante del virus ad evoluzione piu' lenta e che ora sono vittime dell'insorgenza di una sindrome Covid-19 "ritardata" ma piu' letale (perche' i virus hanno avuto piu' tempo per diffondersi nell'organismo), causata da una mutazione del virus.
    Essendo un tipo di evoluzione diversa da quella nota del Sars-CoV-2 (cioe' a sviluppo piu' lento), noi avevamo gia' ipotizzato che il virus responsabile di tutti questi decessi potesse essere un altro virus, risultato di una mutazione avvenuta durante il primo mese dell'infezione da Sars-CoV-2 della seconda ondata, che dopo una lungo periodo di incubazione potesse produrre una sindrome analoga al Covid-19 ma in forma piu' letale.
    Questo potrebbe spiegare sia l'alto numero di decessi, che il prolungarsi nel tempo di questo fenomeno, ma evidenzierebbe soprattutto la presenza diffusa di una nuova variante del virus con un'evoluzione della patologia associata finora sconosciuta.
    Il prolungarsi dei decessi nel tempo (non calano apprezzabilmente) potrebbe anche indicare una capacita' di diffondersi per contagio (con modalita' ignote), senza essere rivelato dagli attuali test molecolari e questa sarebbe davvero una pessima notizia: un'epidemia letale ed invisibile attualmente in corso, senza che nessuno se ne sia accorto, perche' e' stata confusa con quella del Sars-CoV-2, pur essendo diversa!
    Anche se dobbiamo usare il condizionale, perche' e' solo un sospetto, l'anomalia di questi decessi cosi' numerosi e' cosi' evidente e le conseguenze che comporta cosi' gravi che un'indagine specifica, se non e' gia' in corso, crediamo debba essere avviata al piu' presto, partendo da esami necroscopici sui decessi. Sarebbe urgente identificare, sulle persone decedute, queste eventuali varianti e le loro sequenze di geni per poterle poi rivelare e combattere efficacemente, dato che sembrerebbero piu' insidiose e letali del virus Sars-CoV-2 da cui originano.
    Se fosse cosi' sarebbe urgente perche' prima si interviene e piu' vite si salvano.
    Ne dovremmo anche trarre l'insegnamento che rimanere infettati "solo" in forma asintomatica non e' proprio come prendere un raffreddore ma potrebbe essere addirittura letale, due e piu' mesi dopo (con questi 15000 decessi al mese per piu' mesi sul 30% di infettati della seconda ondata, sarebbe di circa il 0.3% la probabilita' di decedere per un'infezione asintomatica, se la nostra comprensione del fenomeno fosse corretta).

    I PICCHI DELLA CURVA DEI CONTAGI:   (2 febbraio 2021)
    Le curve dei contagi, in questo caso del Piemonte ma quale sia la regione e' irrilevante, vengono usate guardando solo se salgono o scendono. E' un uso troppo superficiale dei dati.
    La curva ha una struttura che contiene tante altre informazioni importanti, presenti soprattutto nella struttura di quegli strani picchi che non sono certamente fluttuazioni casuali dei dati.
    Non e' certo facile arrivare a capirne l'origine solo osservandone il comportamento ma e' quello che stiamo cercando di fare.
    Nei mesi passati c'era la presenza di un solo picco molto stabile sia come ampiezza (1.5%) che come frequenza: tutti i venerdi', preciso come un orologio svizzero ed insensibile alla presenza delle "zone rosse".
    Queste osservazioni ci avevano indotto a formulare delle ipotesi di presenza di un nuovo tipo di virus .
    Ora ci sembra di vederlo ancora questo picco, che abbiamo evidenziato con delle V rosse nel grafico ma sono comparsi almeno altri due tipi di picchi, forse centrati su giovedi' e sabato, di ampiezza molto maggiore (fino al 10%) e decrescenti in 30 giorni, che e' il tempo tipico di guarigione del Sars-CoV-2 e probabilmente anche di molte sue varianti.
    In un mese con le restrizioni in atto questi picchi sono quasi scomparsi, quindi non sono collegati ai decessi che invece rimangono tanti (ed anche troppi! ).
    Se la struttura a picchi cambia, qualcosa e' successo. Il virus Sars-CoV-2 e' sempre lo stesso; quello che puo' cambiare e' la comparsa di mutazioni del virus o nate in Italia o importate da fuori. Questi nuovi virus potrebbero creare dei picchi, come fa evidentemente anche il Sars-CoV-2.
    Se questi nuovi picchi sono prodotti da mutazioni del virus, queste sono avvenute nel periodo natalizio e si comportano come il Sars-CoV-2, perche' sono sensibili alla presenza dei suoi anticorpi (a differenza della mutazione responsabile del picco del venerdi'). Infatti il loro numero e' diminuito in 30 giorni, come il Sars-CoV-2, in conseguenza delle restrizioni e della presenza degli anticorpi delle immunizzazioni della seconda ondata.
    Per questo non sono collegabili ai tanti decessi attuali, che invece non stanno diminuendo e quindi sono dovuti ad un'altra causa .
    Inoltre si trasmettono per via aerea (perche' con la "zona rossa" calano), a differenza del picco del venerdi', che imperterrito permane sempre con la stessa ampiezza qualsiasi cosa accada.
    Continueremo ad osservare il comportamento di questi picchi, cercando di carpirne sempre piu' ogni informazione possibile: e' certo l'aiuto di un laboratorio di genetica e biologia molecolare per specifiche analisi mirate sui campioni sarebbe di grande aiuto (confronterei le sequenze dei geni nei tamponi presi nei giorni dei picchi, alla ricerca di mutazioni che una volta individuate possono poi essere studiate).

    I PERICOLI DELLA RIAPERTURA:   (1 febbraio 2021)
    Con l'estensione della zona gialla a tante regioni si presentano due pericoli che la gente ignora:
    1. Tutti credono di aver capito che quando il parametro Rt e' inferiore ad 1 si puo' stare tranquilli e condurre una vita normale. Se e' Rt=0.8 vuol dire che una persona infetta ne contagia meno di un'altra e quindi la crescita esponenziale dell'epidemia non parte.
      Questo e' vero ma non tiene conto di un fenomeno tanto importante quanto frequente: quello della superdiffusione che si verifica negli assembramenti e nei locali chiusi con tante persone in un'area ristretta.
      In queste condizioni una persona infetta puo' contagiarne non 1 o 2 ma addirittura decine di altre e quindi il ragionamento basato sul parametri Rt non e' piu' applicabile. E' cosi' che nascono i focolai dell'infezione, che possono far partire una nuova ondata epidemica (e poi tutti a casa!).
    2. Nessuno o quasi sembra aver capito il fenomeno dell'accumulo di virus che esiste in ambienti chiusi e con ricambio di aria insufficiente (che accade soprattutto d'inverno, col freddo). Questo accumulo, che e' accentuato nei locali dove si toglie la mascherina per mangiare o bere, aumenta la carica virale a cui si e' esposti aumentando la probabilita' di rimanere contagiati.
      Se la gente ne fosse a conoscenza non credo che se ne starebbero tutti cosi' vicini come si sta vedendo in TV.
      Questi comportamenti potrebbero far risalire in pochi giorni la curva dei contagi e far tornare le restrizioni; poi chi ha seguito questi comportamenti non puo' protestare.

    CARENZA DI VACCINI:   (1 febbraio 2021)
    Con la riduzione delle forniture annunciate dei vaccini non si potra' arrivare ad avere tra tre mesi un numero di immunizzati in grado di supplire alla diminuzione del numero di immunizzati da infezione asintomatica contratta durante la seconda ondata, che oggi ci sta proteggendo dalla partenza di una terza ondata.
    Questo ci rende vulnerabili alla partenza di una terza ondata dell'epidemia da aprile in poi.
    Cosa si puo' fare? Basta rimandare la vaccinazione di coloro che risultano positivi al test antigenico, che come si puo' vedere nella tabella sono piu' del 50% della popolazione. Questo semplice accorgimento da solo potrebbe supplire alla riduzione annunciata del 60% delle forniture di vaccini.
    Bisogna poi tenere ben presente che anche gli anticorpi prodotti dal vaccino avranno una durata limitata (6 mesi?) per cui essendo il virus endemico si puo' prevedere che bisognera' rinnovare la vaccinazione almeno 1 volta all'anno.
    Per questa necessita' di una capacita' produttiva prolungata nel tempo ed anche in vista dell'eventuale necessita' di produrre nuovi vaccini per altre varianti del virus, potrebbe verificarsi una guerra dei vaccini, in cui sarebbero favoriti gli Stati che li producono.
    Bene ha fatto percio' il nostro Governo a finanziare la nostra fabbrica autoctona nel Lazio, che potrebbe iniziare la produzione a meta' del 2021.

    IL PERICOLO DEL FONDO DI ASINTOMATICI:   (31 gennaio 2021)
    Crediamo che questo virus purtroppo non sparira' come la Spagnola o con l'immunita' di gregge, perche' gli anticorpi non permangono a lungo nell'organismo.
    Inoltre stiamo vedendo che e' in grado di produrre mutazioni molto pericolose.
    Perche' possa avvenire una mutazione occorre che il virus si trovi in una persona, per potersi replicare.
    Per questo il fondo degli asintomatici e' molto pericoloso: essendo la fabbrica permanente dei virus, che li rende endemici, piu' il suo livello e' elevato e piu' mutazioni si creano. La legge di crescita esponenziale dei contagi poi fa il resto, selezionando le mutazioni piu' pericolose che sono quelle piu' contagiose e letali.
    Quindi rimanere a lungo con un fondo di asintomatici elevato, mentre da un lato ci aiuta a produrre un certo numero di persone immunizzate che riduce la probabilita' di partenza di ondate successive dell'epidemia, dall'altro accresce pero' il rischio della comparsa di mutazioni piu' pericolose del virus.
    Se fosse vero che i decessi di questi giorni sono causati dalle infezioni asintomatiche di novembre, allora piu' e' alto il fondo e piu' decessi avremo tra due mesi per questa forma di sindrome "ritardata".
    Il problema del fondo al 7% invece che al 2% non si puo' risolvere con le zone rosse, perche' appena si tolgono le restrizioni i contagi risalgono subito per raggiungere il punto di equilibrio dell' epidemia degli asintomatici
    Si risolve solo con l'immunita' diffusa
    • ma non quella prodotta da un'infezione asintomatica, che ci puo' lasciare in corpo un virus mutato a lenta evoluzione che produce la sindrome Covid-19 due mesi dopo,
    • bensi' quella prodotta dal vaccino, che pero' potrebbe non funzionare piu' se lasciamo passare tropo tempo, permettendo che il virus sviluppi tante varianti.
    E' una lotta perenne come quella tra guardie e ladri o spionaggio ed antispionaggio: il sistema immunitario combatte il virus creando gli anticorpi ma la legge dell'evoluzione, per permettere a questi virus di arrivare fino a noi, ha selezionato quelli in grado di produrre mutazioni resistenti a quegli anticorpi.
    E qui' che deve intervenire l'intelletto umano, che attraverso la Scienza puo' porvi rimedio, trovando il modo di interrompere questo meccanismo evolutivo, sia aiutando il sistema immunitario a rispondere piu' efficacemente che creando industrialmente le molecole necessarie a vincere le varie battaglie (la guerra poi chissa').
    Questo e' il nostro habitat sul pianeta Terra e dobbiamo accettarlo per viverci, cosi' com'e'.

    IMMUNITA' DIFFUSA E TERZA ONDATA:   (29 gennaio 2021)
    Ecco cosa avevamo scritto il 24/10, all'inizio della seconda ondata:
    "Alla fine di settembre tutti i tamponi positivi erano di asintomatici, perche' l'epidemia Covid-19 non era ancora partita e la percentuale di positivi era sotto al 3%.
    Poi ai primi di ottobre la temperatura si e' abbassata, accentuando il fenomeno dell'accumulo dei virus dispersi dagli asintomatici nell'ambiente (perche' si e' allungato il periodo di tempo in cui i virus rimangono attivi) e cosi', essendo aumentata l'esposizione della popolazione sana ai molti virus dispersi nell'ambiente da chi non indossava bene la mascherina, la percentuale di tamponi positivi e quindi di asintomatici e' cresciuta fino a superare intorno al 10 ottobre la percentuale critica del 5%.
    L'aumento della contagiosita' e' allora bastato per innescare la partenza esponenziale dell'epidemia Covid-19.
    Se i virus dispersi nell'ambiente dagli asintomatici (che purtroppo per loro sono l'allevamento vivente ed inconsapevole delle colonie di virus Sars-CoV-2, che altrimenti si estinguerebbero, perche' questo virus rimane attivo nell'ambiente solo per poco tempo) fossero stati di meno o per un minor numero di asintomatici o per un migliore uso delle mascherine, allora in Italia la seconda ondata di Covid-19 NON ci sarebbe stata affatto!
    Questo e' il know-how che abbiamo acquisito con questo lavoro.
    Esso sara' fondamentale per impedire le ondate successive dell'epidemia Covid-19 in ogni Paese del mondo (se confermato).
    Per questa volta purtroppo non c'e' piu' nulla da fare: l'epidemia ormai e' in corso.
    "

    Questo e' potuto accadere perche' ad ottobre erano passati circa 5 mesi dalla fine della prima ondata ed evidentemente l'immunita' acquisita dai tanti infettati (asintomatici) era scemata.
    Oggi abbiamo un fondo abbastanza stabile del 6%-8%, ben superiore al 3% di ottobre, ma la terza ondata non inizia, secondo noi perche' sono passati solo 2 mesi (non 5) dalla fine della seconda ondata e quindi ci sono ancora tanti immunizzati della seconda ondata, che sono protetti dal virus.
    Quindi possiamo confermare la nostra comprensione del fenomeno, come l'avevamo scritta il 24/10, durante la seconda ondata.
    Se questo e' vero tra un paio di mesi dobbiamo preoccuparci, perche' perderemo il livello di protezione immunitaria che oggi ci sta proteggendo, ma per ora possiamo stare tranquilli, se si riesce a mantenere i contagi entro questi limiti con le zone colorate che stanno funzionando bene.
    Poi potremo reggere ancora, sia perche' diminuisce la contagiosita' con la temperatura, che per la nuova immunita' delle persone vaccinate, ma dobbiamo sbrigarci a vaccinarne tante, per sostituire l'immunita' naturale delle persone infettate nella seconda ondata.
    A noi percio' sembra abbastanza chiaro che:
    1. Oggi la crescita dei contagi e' frenata dall'immunita' residua della seconda ondata.
    2. Mediamente questa immunita' dura 4-5 mesi poi svanisce e ci si puo' infettare di nuovo.
    3. Ad aprile potrebbe partire la terza ondata, se il fondo dei contagi raggiunge o supera il 5%. L'effetto "soglia" non e' determinato dalla legge di crescita esponenziale ma dalla crescita del numero di focolai nei quali viene favorito il fenomeno della "superdiffusione" (in cui una sola persona infetta puo' contagiarne altre decine).
    4. La eviteremo se la percentuale dei vaccinati allora sara' sufficientemente alta (penso il 25%) per affiancare efficacemente l'immunita' naturale, che oggi ci sta proteggendo ma che e' in diminuzione.

    PROBLEMA: QUANTI SONO I DECESSI   (27 gennaio 2021)
    Il livello dei contagi e' rimasto abbastanza basso negli ultimi 2 mesi ma i decessi sembra siano ancora tanti e NON diminuiscono: oggi in Italia sono 467, secondo i dati comunicati in TV.
    Ma ATTENZIONE: in Piemonte sono solo 2 quelli verificatisi oggi. Per le 20 regioni italiane quindi dovrebbero essere solo un decimo di quelli comunicati dalla TV!
    Ecco cosa scrive la Regione Piemonte nel suo sito Web, sopra indicato, da cui prendiamo i dati:
    "I decessi diventano 8.693. Sono 51 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall'Unita' di Crisi della Regione Piemonte, di cui 2 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid)."
    Sembrerebbe possibile allora che il problema dei decessi numerosi possa essere solo di correttezza o incompletezza della comunicazione del dato dei decessi in Italia, che sarebbe scandaloso secondo noi. Se fosse cosi' i decessi potrebbero NON essere affatto cosi' tanti come si dice, seminando un allarmismo che giustifica le restrizioni (purtroppo noi non abbiamo alcun accesso ai dati per poter fare verifiche: possiamo solo acquisirli cosi' come ci vengono forniti).

    PROBLEMA: LA BRUSCA SALITA DEL 21/1   (26 gennaio 2021)
    Rimane da capire cosa puo' aver prodotto la brusca salita dei contagi dal 7% all'11% giovedi' scorso (21/1), che sembrerebbe essere reale perche' il suo incremento di contagi permane anche in tutti i giorni successivi.
    Ci sarebbe stato cosi' un apporto importante e permanente di contagi, che pero' stranamente NON si stanno diffondendo, perche' la curva poi non sale.
    Per questo pensiamo che potrebbero anche aver cambiato la composizione dei tipi di test nei dati dal 21/1 in poi senza dire nulla, cambiando cosi' permanentemente il rapporto numeratore/denominatore della percentuale graficata. Non si tratterebbe quindi di un effetto reale.
    Per ora lo abbiamo evidenziato con un salto nella linea viola dell'interpolazione, riservandoci di capire meglio questo fenomeno.

    PROBLEMA: LA DISCESA E' TROPPO RAPIDA ?   (26 gennaio 2021)
    La curva dei contagi rappresenta un campionamento della presenza dei virus nella popolazione.
    I test positivi, cioe' l'ordinata della curva, possono salire anche rapidamente se l'infezione si estende.
    La discesa della curva invece e' determinata dalla diminuzione del numero di persone infette (in massima parte asintomatiche) e quindi dal tempo di eliminazione dell'infezione (guarigione).
    L'infezione Sars-CoV-2 guarisce in 30 giorni: e' noto sia dai dati clinici che dalla pendenza di discesa della curva dei contagi durante la seconda ondata (i 30 giorni sono determinati dal tempo della risposta immunitaria).
    Il problema che dobbiamo risolvere allora e' il seguente: come puo' la nostra curva dei contagi Sars-CoV-2 ( linea viola ) decrescere con un tempo di dimezzamento di soli 10 giorni? Le zone rosse non hanno proprieta' terapeutiche!
    RISPOSTA: L'unica possibilita' che vediamo per ora e' la presenza di molte persone infettate che riescono ad eliminare il virus non in un mese ma in pochi giorni, perche' dispongono ancora dell' immunita' acquisita durante la seconda ondata, essendo state allora infettate in modo asintomatico.
    Ma queste persone immunizzate dovrebbero essere percentualmente tante, perche' la velocita' di discesa della curva risulta piu' che raddoppiata rispetto ai 30 giorni canonici: in effetti avevamo gia' giustificato la discesa dei contagi dopo il periodo di Natale con la presenza di una moltitudine di persone ancora immunizzati dopo 2 mesi dalla fine della seconda ondata.
    Ci auguriamo che questa risposta sia giusta, perche' l'esistenza di cosi' tante persone ancora immuni ci darebbe una certa tranquillita' non solo per le preoccupazioni della partenza di una terza ondata ma anche per la possibilita' di riapertura immediata di molte attivita' (scuole, ristoranti, negozi, ecc.), con le rigide modalita' sotto indicate.
    Continueremo a pensare a tutti questi problemi e speriamo di trovare le risposte piu' giuste.

    ANDAMENTO DELLA CURVA: Per ora possiamo dire per certo che la regolarita' settimanale dei picchi del venerdi' sempre presente con precisione sorprendente e' cessata. Se era attribuibile alla presenza di una variante del Sars-CoV-2 possiamo ritenere che ora non sia piu' presente.
    Ci sono ancora pero' dei picchi che sicuramente non corrispondono a fluttuazioni casuali dei dati, perche' mostrano una coerenza dell'andamento sia in crescita che nella decrescita, con picchi di ampiezza fino al 100% nelle due settimane delle festivita' e molto piu' piccoli, intorno al 20-30% in diminuzione, nelle due settimane successive.
    Se continua cosi' i picchi, che ci sono sempre stati (quelli del venerdi'), potrebbero anche scomparire del tutto. Staremo a vedere.
    Sono cambiamenti molto significativi ma per ora ogni ipotesi e' prematura: occorrono piu' dati per poter tentare di capire cosa sta succedendo.

    ESEMPIO DI ALLARME:   (25 gennaio 2021)
    Se la risalita del dato odierno non fosse legata alla struttura dei picchi, allora sarebbe il primo segnale di una risalita dei contagi Sars-CoV-2 e la linea viola dovrebbe risultare impennata verso l'alto, come abbiamo disegnato tentativamemente nel grafico , fornendo un immediato segnale di ALLARME, soprattutto per il pericolo incombente delle varianti straniere del virus (la variante brasiliana e' gia' arrivata a Varese, 1 caso, ed in Abruzzo, 3 casi).
    Questo esempio mostra la prontezza reale di questo metodo di monitoraggio su base regionale: ci stiamo accorgendo di una presunta anomalia dei dati con 5 giorni di ritardo dall'inizio della risalita (vedi nuova linea viola ); ci si prepara quindi a proclamare la zona rossa e se domani il dato continuasse a salire si dovrebbero attivare immediatamente le restrizioni (6 giorni dopo l'inizio della risalita dei contagi).
    E' un esempio che mostra la prontezza di questo metodo di ALLARME: bisognerebbe dichiarare subito una zona rossa nella regione interessata (in questo caso il Piemonte), se il dato di domani salisse ancora di piu' (anche se dobbiamo ancora capire meglio il problema delle fluttuazioni insolite, forse dovute alla presenza di picchi multipli). Ma speriamo che non accada e che il dato di domani SCENDA verso il livello del fondo del 6%.

    La possibile presenza di picchi multipli e' cio' che abbiamo rilevato nei giorni scorsi: un cambiamento importante nell'andamento della curva.
    Infatti negli ultimi 3 mesi la presenza dei picchi ha avuto sempre una regolarita' sconcertante: sempre la stessa ampiezza di 1.5% (costante anche dopo l'inizio di una zona rossa) con sempre 2 punti in salita rapida e poi 4 punti in discesa. Sempre cosi'.
    Dopo le feste di Natale il comportamento dei picchi sembra diverso: e' come se non fossero piu' legati alla presenza di una sola variante del virus ma a piu' di una (N.B. e' solo una nostra idea, nulla piu'). Sembra una convoluzione di piu' picchi spostati di piu' o meno un giorno rispetto al venerdi'.
    Questo ci rende piu' complicata l'operazione di scorporo dei picchi per ottenere la curva del Sars-CoV-2, senza il contributo dei picchi. Percio' da domani procederemo a disegnare la linea viola del Sars-CoV-2, semplicemente con un'operazione di "best fit" ai punti piu' bassi dopo i picchi.
    Estrapoleremo poi la linea viola dei contagi Sars-CoV-2 in modo sempre piu' preciso, per vedere la quota raggiunta dalla curva al netto del contributo dei picchi, cercando di studiare questa nuova natura dei picchi nei prossimi giorni (abbiamo bisogno di raccogliere piu' dati per capirci qualcosa).
    La curva viola ci mostra che durante le feste di Natale in due settimane si sono prodotti degli incrementi di contagi del 100% (dal 6% al 12%), raggiungendo il picco il 9/1 ma nelle due settimane successive i contagi stanno ritornando al valore di partenza del 6%, che e' inferiore al fondo di contagi del resto d'Italia (9.5% in diminuzione).
    Questo significa che le misure adottate sono state idonee a limitare la diffusione dei contagi, riportandoli al valore iniziale del 6%.

    6% E' IL LIVELLO DEL FONDO ?   (25 gennaio 2021)
    Il fondo prodotto dagli asintomatici a fine settembre (inizio della seconda ondata) era del 3%.
    Il picco della seconda ondata ha aumentato il numero di asintomatici in circolazione, per cui probabilmente il 6% attuale e' molto vicino al livello stabile risultante da quella che abbiamo chiamato "epidemia permanente degli asintomatici ", che puo' far permanere per tempi lunghi un numero di persone positive al test molecolare (per esempio il 3% della popolazione) anche quando l'epidemia di Covid-19 non c'e' piu' (per esempio come era a settembre).
    Questo livello di fondo degli asintomatici NON e' innocuo, perche' e' proprio quello che ad ottobre ha determinato la partenza della seconda ondata in Italia, quando le condizioni ambientali (abbassamento della temperatura e diminuzione dell'immunita' residua della prima ondata) hanno favorito l'aumento dei contagi oltre il livello del fondo degli asintomatici (3%).
    Ora la temperatura e' bassa ma evidentemente sono ancora sufficientemente numerose le persone rimaste immunizzate durante la seconda ondata (perche' infettate quasi tutte in forma asintomatica).
    La situazione quindi puo' diventare favorevole alla partenza della terza ondata ma l'esperienza di Natale ci ha mostrato con il grafico che ai primi di gennaio potevamo contare su un numero di immunizzati ancora sufficientemente numeroso da impedire, in quelle condizioni, la partenza della terza ondata.
    Crediamo che ora sia normale il livello di equilibrio del fondo degli asintomatici al 6% (che sarebbe quell'equilibrio che s'instaura quando il numero dei nuovi contagi eguaglia il numero delle guarigioni), perche' a gennaio ci dobbiamo attendere che sia piu' alto di quello di settembre (3%), e che si possa mantenere piu' alto, perche' con il freddo la contagiosita' diventa piu' alta in quanto i virus restano attivi piu' a lungo, aumentando cosi' l'esposizione della popolazione al contagio.
    Il freddo sposta l'equilibrio degli asintomatici ad un livello piu' alto, dal 3% al 6%, perche' la contagiosita' aumenta ma il tempo di guarigione resta lo stesso.
    Il 6% percio' potrebbe essere un livello di fondo normale che non e' conveniente combattere con zone rosse prolungate, che riuscirebbero si ad abbassarlo un po' ma poi, appena terminata la zona rossa, ritornerebbe al 6% perche' quello e' il livello di equilibrio dell' epidemia degli asintomatici a gennaio e con questo livello d'immunita' diffusa: non e' conveniente lottare contro la Natura, non si vince.
    Non e' pero' una situazione di equilibrio stabile perche' l'immunita' acquisita nella seconda ondata e' destinata a dissolversi con il tempo, per cui dobbiamo sempre essere pronti ad intervenire immediatamente con le zone rosse nelle regioni in cui si dovesse manifestare il primo accenno di risalita dei contagi per qualsiasi motivo (anche per una variante estera).
    E' un gioco rischioso come capite bene ma finche' in una regione il fondo resta stabilmente al 6% dobbiamo cercare di convivere con questo virus senza rimanere strangolati dalle restrizioni e con il metodo d'intervento rapido da noi ipotizzato qualcosa di buono si puo' fare.
    Con l'estendersi dell'immunita' vaccinale poi la situazione migliorera' e potremo evitare la terza ondata.
    Dopo la fine della prima ondata a maggio abbiamo retto 5 mesi (con l'estate in mezzo) prima che il fondo al 3% ha avviato la seconda ondata, ai primi di ottobre con le temperature autunnali.
    La seconda ondata, che ha prodotto l'immunita' attuale, e' finita a novembre e 5 mesi dopo, ad aprile, finira' percio' il livello sufficiente di immunita' prodotto dalla seconda ondata, che ci sta proteggendo, impedendo che parta la terza ondata. E' questo il limite temporale (forse anche prima perche' e' inverno), entro il quale dobbiamo far intervenire l'inizio dell'immunita' vaccinale. Bisogna fare presto: non bisogna perdere tempo con ritardi.
    Che il livello del fondo in questi mesi freddi sia proprio 6% non possiamo esserne certi ma e' sicuramente piu' del livello del 3% a cui spontaneamente poi ritornera' nei prossimi mesi con l'arrivo del caldo.
    E' possibile quindi che debba essere accettato come livello della presenza endemica del Sars-CoV-2 e non come un livello di contagi ancora elevato da combattere con restrizioni, che comunque crediamo non risulterebbero molto proficue.
    Per capire il senso di queste affermazioni si tenga presente che proprio oggi un autorevole uomo di scienza ha affermato che il livello dei contagi e' ancora troppo elevato e che per abbassarlo serve un mese di zona rossa in tutta Italia. Se potessimo pensare solo a combattere il virus saremmo d'accordo anche noi ma non possiamo ignorare che la gente deve anche poter sopravvivere.
    Sottolineiamo che tutto cio' e' il nostro parere e che vale solo per il Piemonte: anche per le altre regioni ci si puo' esprimere ma solo dopo aver elaborato i relativi dati nello stesso modo (cosa molto facile a farsi).
    Inoltre precisiamo che queste nostre considerazioni non stanno tenendo conto consapevolmente, pur non ignorandolo, del gravissimo pericolo che incombe per la presenza in altri Paesi di varianti del virus molto contagiose.
    Se si dispone pero' di un metodo che permette di rilevare in un paio di giorni la risalita dei contagi in ciascuna regione, crediamo che si possa riuscire a bloccare gli eventuali focolai in tempo, almeno fino a marzo.

    UN MESE DI ZONA ROSSA PER PREVENIRE I NUOVI VIRUS? Abbiamo gia' manifestato parere contrario a questa ipotesi perche' l'esperienza svolta durante le feste di Natale, la cui storia dei contagi e' riportata nel grafico, ci ha permesso di evidenziare la possibilita' di un metodo di monitoraggio della situazione epidemiologica sufficientemente "pronto" ed in grado di evidenziare la presenza di focolai entro un paio di giorni dal loro inizio.
    Questa risorsa, se implementata come si deve regione per regione, constituirebbe un patrimonio di valore inestimabile che potrebbe rendere superata la proposta di adottare la zona rossa per un mese a scopo di prevenzione.
    Si potrebbe predisporre un sistema di pronto intervento che attiva restrizioni immediate ma solo se e quando risultassero necessarie, lasciando correre quanto piu' possibile altrimenti le varie attivita' economiche e non (come il MOSE di Venezia), regione per regione.

    Il successo ottenuto, soprattutto con la riduzione dei contagi dopo le feste di Natale, a nostro avviso e' stato reso possibile anche per la permanenza in una vasta parte della popolazione, infettata durante la seconda ondata dell'epidemia (quasi tutti in forma asintomatica), di un'immunita' naturale che ancora persiste dopo 2 mesi dal contagio.
    Ad oggi quindi i focolai creati tra il Natale e l'Epifania risultano tutti estinti in Piemonte, se consideriamo quel 6% come un livello di fondo (era cosi' prima di Natale).
    Ci sono volute due settimane di restrizioni al livello intermedio (perche' gli assembramemti dello shopping natalizio sono stati un evento davvero eccezionale) ma e' stato un esperimento interessantissimo, che ora potremmo usare a nostro vantaggio, per poter RIAPRIRE alcune attivita', pur mantenendo uno stato di allarme permanente, per il pericolo costituito dalle varianti del virus molto contagiose che si stanno diffondendo sempre piu' all'estero.

    IMPORTANZA DI EVITARE LA TERZA ONDATA:   (20 gennaio 2021)
    In base alla nostra ipotesi della presenza di una variante del virus , che e' responsabile di 400 decessi al giorno che abbiamo, benche' non ci sia una vera epidemia di Sars-CoV-2, elenchiamo alcune osservazioni dedotte dagli studi da noi fatti in data 23/12 , 24/12 e 29/12 ).
    • Le sue infezioni NON avvengono per contagio, a differenza della variante inglese ma solo per mutazione, nel 6% delle infezioni asintomatiche da Sars-CoV-2. Quindi nascono in quantita' solo al picco di un'ondata di Sars-CoV-2: per questo dobbiamo evitare la terza ondata.
    • Ha bisogno di un mese per propagarsi nell'organismo ospite, durante il quale il sistema immunitario non riesce a combatterlo (probabilmente per il modo di manifestarsi con i picchi, in modo intermittente).
    • Dopo un mese produce una sindrome indistinguibile dal Covid-19 e nel 0.5% dei casi ha esito letale (producendo 400 morti al giorno quando l'epidemia non c'e' piu').
    • Non c'e' difesa: non essendo contagioso per via aerea il distanziamento e' inutile (gli inglesi sono in lockdown totale da 3 settimane ma i casi non si riducono ed hanno superato i 1800 morti al giorno). E' triste dirlo ma chi ce l'ha se lo deve tenere. Bisogna fare la massima attenzione a non infettarsi mai con il Sars-CoV-2; anche in modo asintomatico, se generasse la mutazione, quest'altro virus resterebbe nascosto nel nostro corpo a moltiplicarsi e dopo 1 mese svilupperebbe il Covid-19, che potrebbe anche risultare letale dopo un altro mese!
    • L'unica prevenzione valida consiste percio' nell'impedire che inizi la terza ondata di Sars-CoV-2 e, se non ci riuscissimo, mantenere piu' basso possibile il picco dei Sars-CoV-2 per limitare le mutazioni (meno virus ci sono e meno varianti nascono).
    Per questo bisogna continuare a mantenere la guardia alta per mantenere il livello dei contagi Sars-CoV-2 basso com'e' ora ed anche perche' negli altri Paesi stanno dilagando delle varianti del virus, caratterizzate anche da una elevatissima contagiosita'.
    Queste nuove varianti si stanno diffondendo sempre piu' e si prevede che a marzo saranno la forma virale patogena piu' diffusa nel pianeta.

    Attenzione pero': se la nostra ipotesi fosse fondata, questa nuova variante del virus sarebbe indifferente alle restrizioni sul distanziamento (addirittura non sarebbe neppure contagiosa), per cui quando ci sono troppi decessi si potrebbe rischiare di tenere l'Italia in zona arancione o rossa a lungo (finche' i decessi non calano), devastando l'economia ed i conti pubblici per i "ristori". Tutto cio' potrebbe essere inutile per riuscire a ridurre i decessi, perche' potrebbero non essere dovuti al Sars-CoV-2, come forse sta accadendo ora agli inglesi ma anche a noi se vogliamo credere al grafico preliminare dei decessi da noi tracciato nel periodo delle festivita', che sembra mostrare (linea rossa nel grafico) una lenta risalita anziche' una discesa dei decessi in Italia, malgrado le zone "colorate" e l'epidemia Sars-CoV-2 terminata da oltre un mese.
    Non bisogna dare per scontato che il lockdown sia il rimedio supremo anche se oneroso, perche' con certe varianti del virus potrebbe anche non essere cosi'.
    Bisogna verificare l'effetto delle zone rosse sul livello dei contagi, perche' potrebbe anche risultare poco significativo (in realta' con i test non si vedono contagi ma la presenza del virus o di una sua mutazione, che potrebbe non ridursi con la zona rossa).
    Vale sicuramente la pena, secondo noi, andarla a cercare questa mutazione del virus se esiste ed al piu' presto anche da noi, come hanno gia' fatto gli inglesi a casa loro.

    RIAPERTURA DELLE ATTIVITA':   (19 gennaio 2021)
    Questo pericolo di epidemia durera' ancora a lungo e tenere tutto chiuso sarebbe piu' sicuro ma le attivita' economiche non possono sopravvivere in queste condizioni.
    Se in una regione i contagi salgono, non c'e' da discutere: bisogna intervenire subito nel modo piu' efficace possibile.
    Ma se i contagi non stanno salendo in una regione, allora si puo' considerare quanto segue.
    Questo risultato del Piemonte, come pure quello del resto d'Italia , e' un esempio molto interessante, perche' indica una strada possibile per riaprire gradualmente, in un mese di tempo, molte attivita' economiche, mantenendo sotto controllo i rischi.
    L'argomento e' stato gia' trattato piu' in dettaglio nel caso dei ristoranti ma vale anche per qualsiasi altra attivita', scuole comprese.
    Crediamo che la situazione attuale sia favorita dalla persistenza in moltissime persone dell'immunita', acquisita quando sono rimaste infettate inconsapevolmente in forma asintomatica, durante la seconda ondata epidemica.
    Questa immunita' crediamo sia destinata a svanire nel giro di un paio di mesi, durante i quali pero' aumentano gli immunizzati per la vaccinazione di massa della popolazione.
    Crediamo valga il rischio, di provare ad avviare qualche riapertura ma subito, senza perdere tempo prezioso.
    Tra tutte le attivita' che si mantengono chiuse, quando si attivano le restrizioni, ce ne sono sicuramente alcune che contribuiscono meno di altre all'incremento dei contagi: quello qui' indicato crediamo sia un metodo valido ad individuarle per poterle lasciare aperte maggiormente durante le zone gialle ed arancioni.
    Quello che e' successo durante le festivita' di Natale e' il risultato di due fenomeni contrapposti (vedi linea viola nel grafico ):
    1. La crescita dei contagi dovuta ai numerosi assembramenti di persone durante gli acquisti di Natale.
    2. La decrescita dei contagi dovuta alle restrizioni attuate poi per mantenere il distanziamento della gente.
    Ci sono certamente molte singole attivita' che, se condotte nel modo corretto, producono una crescita di contagi molto inferiore a quella prodotta in una situazione eccezionale come quella degli acquisti di Natale.
    Sono queste le attivita' a cui ci riferiamo e che potrebbero tentativamente venire aperte maggiormente, in via sperimentale, controllando le conseguenze con il metodo di monitoraggio da noi indicato, che e' sufficientemente "pronto" nella risposta.

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  COME RIAPRIRE RISTORANTI, SCUOLE (ED ALTRE ATTIVITA'     (16 gennaio 2021)

Abbiamo visto dai nostri dati (la linea viola a destra nel grafico di tutta Italia ) che la risposta alla risalita dei contagi del sistema di monitoraggio su larga scala con i tamponi molecolari puo' essere cosi' pronta da dare una risposta in meno di una settimana.
La stessa cosa si vede ancora meglio nel grafico del Piemonte , che e' piu' affidabile perche' tracciato con i soli test molecolari (senza gli antigenici).
Infatti, guardando dov'e' la freccia di Natale, in cui ci sono stati gli assembramenti che hanno creato i focolai, si nota che il sistema da noi usato e' in grado di segnalare entro un paio di giorni l'inizio della risalita dei contagi (linea viola crescente), che poi si possono arrestare in una settimana anche con la sola zona arancione (linea viola decrescente).
Abbiamo gia' detto che la discesa della curva dopo Natale, in cui piu' assembramenti avevano creato la salita dei contagi, secondo noi e' stata favorita dalla persistenza in molte persone dell'immunita', acquisita per infezione asintomatica nella seconda ondata epidemica, che e' destinata a scomparire e ad essere sostituita dalla protezione delle vaccinazioni che ci auguriamo possano arrivare in tempo utile.
Noi crediamo che in una giornata di apertura dei ristoranti, con le dovute cautele, difficilmente si potrebbero creare piu' contagi di quelli prodotti in un giorno dalla corsa agli acquisti di Natale, per cui non ci aspettiamo una situazione peggiore di quella che appare nel relativo grafico , dove si puo' apprezzare facilmente l'eventuale crescita dei contagi.
Nel caso dei ristoranti la capacita' di creare nuovi contagi e' inferiore per l'assenza del fenomeno dei superdiffusori di contagi, se in ogni tavolo possono esserci fino ad un massimo di 4 persone (diverso e' invece il caso dei bar), in cui una sola persona infetta puo' contaggiarne decine di altre in una sola occasione, com'e' sicuramente accaduto negli affollamenti per gli acquisti di Natale.
In questo modo crediamo che la nostra capacita' di arrestare un'eventuale ripartenza dei contagi puo' persistere nel tempo, come c'e' stata a Natale, purche' si sia in grado di intervenire prontamente ed il metodo qui' descritto lo consente.
La buona sensibilita' di questo metodo e' basata sul tracciamento della linea viola dei contagi al netto dei picchi, mediante lo scorporo dai dati dei picchi, di cui si conosce il comportamento perche' e' sempre lo stesso.
Chiunque, anche una sola Amministrazione Regionale, puo' fare facilmente in 24 ore quello che abbiamo fatto noi e se sono le Autorita' a farlo, fanno anche prima perche' loro entrano in possesso dei dati che servono almeno un giorno prima di noi.
Questo e' uno strumento ottimo (perche' e' abbastanza "pronto" nella risposta), che potrebbe consentire di riaprire scuole, ristoranti ed altre attivita', anche in una sola Regione autorizzata dal Ministro della Salute, disegnando facilmente solo un grafico : la risposta sulla crescita dei contagi si puo' poi valutare anche ad occhio nudo ma meglio ancora, senza piu' soggettivita', con un algoritmo (molto semplice), che usando i dati del grafico da la stessa risposta (algoritmo pubblico e dati pubblici).
Questa e' la procedura:
  1. Si selezionano le regioni o le citta' in cui i contagi sono stabili, con la curva viola (quella al netto dei picchi) NON crescente.
  2. In una o piu' di esse, si aprono tutti i ristoranti, meglio se con prescrizioni conservative (massimo 4 persone per tavolo, distanziamenti, pulizia mani, ecc.) e comunicando loro che, qualora i contagi dovessero salire (anche se non per colpa loro), si procederebbe ad una nuova chiusura non breve, per cui i gestori non devono acquistare molta merce deperibile e sanno che con i loro comportamenti diventano responsabili del loro futuro.
  3. Si controlla ogni giorno dopo la riapertura, riportando il punto del giorno nel grafico e, se si vede che la curva dei contagi inizia a salire stabilmente (per qualsiasi motivo), si chiudono prontamente tutti altrimenti si continua a lasciarli lavorare e dopo una settimana si sa che quel tipo di attivita' puo' rimanere aperto, in quelle condizioni.
    ALGORITMO: A rendere il criterio di apertura o chiusura oggettivo, potrebbe provvedere un semplicissimo algoritmo che automatizza l'esame dell'andamento dei dati (con soglie prefissate per ogni attivita').
  4. Se va tutto bene, dopo 1 o 2 settimane si ripetono i passi da 1 a 3 con un'altra tipo di attivita', per esempio i bar.
  5. In un paio di mesi si ottengono 2 risultati: A) Si riapre il Paese, invece si spendere in insufficienti "ristori"; B) Si stabilisce quali sono le attivita' piu' critiche, anche per poter scaglionare nel modo migliore le priorita' di chiusura in caso i contagi dovessero risalire, anche per altre cause.
Lo stesso metodo puo' essere usato per scuole, tipologie commerciali e per tante altre attivita' (una per volta), arrivando ad individuare tutte quelle compatibili con l'attuale situazione epidemiologica, con grandi benefici per l'economia e la collettivita'.
Personalmente riteniamo che la situazione sia cosi' grave da giustificare anche qualche rischio, se contenuto in limiti accettabili.
Bisogna farlo perche' crediamo che questa situazione purtroppo durera' a lungo.

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IMMUNITA':   L'aspetto sostanziale che ci interessa di questi dati, che sono piu' alti del dovuto per una crescita inattesa della curva dei contagi del Sars-CoV-2 sottostante, indicativa della nascita di vari focolai d'infezione, e' l'andamento di questa curva del Sars-CoV-2, che abbiamo disegnato tentativamente con una linea VIOLA nel grafico.
Nella realta' vediamo solo questi due casi possibili:
  1. questi focolai, venendo a mancare gli assembramenti che li avevano creati, si estinguono spontaneamente (per carenza di persone infettabili perche' non immunizzate, cosi' come accadeva durante la discesa dal picco della seconda ondata)
  2. oppure iniziano a crescere esponenzialmente perche' le persone immunizzate che incontrano sono troppo poche (le altre, due mesi dopo, purtroppo hanno perso l'immunita' acquisita come asintomatici durante la seconda ondata).
L'andamento dei dati del Sars-CoV-2 (linea VIOLA a destra nel grafico ) nei prossimi 2 o 3 giorni, ci dara' questa importantissima risposta.
L'importanza e' enorme perche' ci permette di sapere se possiamo ancora contare sull'immunita' naturale acquisita dopo la seconda ondata dell'epidemia oppure no. Il dubbio risiede nel fatto che non si tratta di immunita' conseguente ad una sindrome Covid-19 ma, nel 95% dei casi, solo ad un'infezione senza sintomi, che potrebbe aver indotto una risposta immunitaria piu' debole, destinata ad esaurirsi presto.
Come capite bene, quest'informazione e' destinata a condizionare tutte le scelte di profilassi dei prossimi 2 o 3 mesi.
La discussione di questo aspetto molto importante dev'essere fatta oggi, considerando non solo i dati del Piemonte ma anche quelli di tutta l'Italia, perche' mostrano comportamenti contrastanti.



ASSEMBRAMENTI: COSA SUCCEDE.   Come esempio di questa crescita, conseguente a molti assembramenti di persone per le feste di Natale, citiamo la notizia di Rai News24 che oggi nella provincia di Caltanisetta, per questi motivi, la percentuale dei contagi e' salita addirittura al 45.34% (una persona su due infetta).
Negli assembramenti di persone la descrizione dei contagi tramite il parametro Rt non e' piu' valida: basta la presenza anche di una sola persona infetta per infettarne non 2 o 3 ma TUTTE quelle infettabili presenti, anche se sono solo il 30%; si salva solo l'altro 70% immunizzato.
Quindi quando c'e' un virus contagioso in giro (e basta il fondo dell'epidemia degli asintomatici per fornirli), se le persone immunizzate da un precedente contagio sono piu' del 70% (per esempio, come potrebbe essere ora) allora l'epidemia si riduce progressivamente (com'e' accaduto il mese scorso) perche' nel suo intervallo temporale in cui il virus e' attivo ha difficolta' ad entrare in contatto in condizioni normali con quelle poche persone (30%) che sono rimaste infettabili.
Ma in un assembramento di persone questa difficolta' non c'e' piu' ed il virus riesce facilmente ad entrare in contatto con le persone infettabili, anche se sono solo il 30% dei presenti. Cosi' a Caltanisetta sono rimasti infettati quasi uno su due!
Per questo gli assembramenti di persone resteranno l'arma vincente del virus.
Poi nel periodo estivo le cose cambiano perche si riduce di molto l'intervallo temporale in cui il virus puo' infettare.

Essendo oggi due giorni dopo il picco, il contributo del nuovo virus e' quasi nullo, percio' riteniamo che l'attuale +1.9% in eccesso dell'altezza sul fondo sia dovuto ad una risalita dei contagi per focolai del Sars-CoV-2 , conseguenti agli assembramenti avvenuti in occasione degli acquisti di Natale, quando c'era la zona arancione con i negozi aperti.
La crescita che avevamo ipotizzato gia' ieri, disegnando la linea VIOLA in risalita dei contagi del Sars-CoV-2 sembra abbastanza corretta, non solo qualitativamente ma anche come ampiezza.
ALLARME: Questa non e' una buona notizia perche', il picco ha superato il livello del 3% dopo i 3 giorni di zona rossa nazionale (quella del Natale).
La situazione non ci era chiara, e ci aveva indotto a sospettare che il picco N.12 del grafico di tutta Italia , che mostrava un'impennata che 4 giorni fa ne ha raddoppiato l'ampiezza, fosse un dato errato anziche' il primo di una risalita dei contagi. Questo perche' non lo ritenevamo verosimile, essendo il primo dato che faceva raddoppiare l'ampiezza dei picchi che e' stata sempre costante in oltre due mesi, come si vede nel terzo grafico ).
Invece alla luce degli ultimi tre dati, non dobbiamo piu' eliminare quel punto dai dati, ma integrarlo nell'analisi che potete vedere nel terzo grafico di tutta Italia.
La conclusione da noi raggiunta, che fino al 30/12 le ampiezze dei picchi del nuovo virus si mantengono costanti per oltre DUE MESI, malgrado tutte le zone rosse che ci sono state, secondo noi puo' rimanere valida, perche' riteniamo piu' probabile che gli incrementi dei contagi che abbiamo cominciato a vedere siano dovuti, non al nuovo virus, ma a focolai del Sars-CoV-2, attivati dai numerosi assembramenti per gli acquisti natalizi in tutta Italia.
Abbiamo detto che il Sars-CoV-2 non c'entrava con i contagi, in quanto stava rimanendo quiescente perche' una parte troppo numerosa della popolazione (forse il 70%) e' ormai immunizzata. E' il motivo per cui il picco della seconda ondata del Sars-CoV-2 si e' esaurito e la curva dei contagi ( linea VIOLA nel grafico precedente) si e' appiattita sul livello di fondo degli asintomatici (che e' costituito da persone infette dal Sars-CoV-2 e rimane a quel livello abbastanza stabilmente per tutto l'anno).
La costanza del livello dei picchi del nuovo virus, malgrado le zone rosse, e' stata una conferma del nostro sospetto che rimuovere le possibilita' di assembramento (con le zone rosse) non riduce i contagi di questo nuovo virus. In condizioni normali ora c'e' solo lui in giro (il Sars-CoV-2 NON sta circolando ma e' presente, per cui in caso di assembramenti molto numerosi troverebbe in quel 30% di persone NON immunizzate dalla seconda ondata la possibilita' di generare dei focolai di Sars-CoV-2, come sembra STIA ACCADENDO ORA.
Per rendere evidente questo rischio abbiamo estrapolato la curva del Sars-CoV-2 (linea viola) nel grafico .
In conclusione crediamo che il nuovo virus continuera' a produrre risultati positivi nei tamponi (che non sono nuovi contagi) sempre allo stesso ritmo di prima, con picchi del 4.1% in tutta Italia e di 1.5% in Piemonte, ma che comincino ad apparire dei risultati positivi nei tamponi (che sono nuovi contagi) per focolai del Sars-CoV-2 , attivati dai numerosi assembramenti per gli acquisti natalizi in tutta Italia.

Le restrizioni delle zone rosse sono efficaci contro il Sars-CoV-2 e per ora sono l'unica arma disponibile, anche se non lo sono contro il nuovo virus, che sembra non risentire affatto della presenza di una zona rossa (neanche il lockdown funzionerebbe con lui, pur essendo un virus respiratorio). E' strano ma sembra che sia proprio cosi'.
Nell'analisi fatta sul grafico di tutta Italia abbiamo concluso che le ampiezze dei picchi del nuovo virus finora si sono sempre mantenute costanti intorno al 4% in Italia ed all' 1.5% in Piemonte, quindi NON si sono registrati incrementi di contagi del nuovo virus, dipendenti dagli affollamenti eccezionali avvenuti in quei pochi giorni arancione, in cui i negozi erano aperti per gli acquisti natalizi.
Nel grafico del Piemonte invece avevamo valutato che l'ampiezza dei picchi del nuovo virus era intorno all'1.5%, anziche' 4%.
Questo significa che in Piemonte il nuovo virus circola meno che nel resto d'Italia.
Il Sars-CoV-2 dovrebbe rimanere quiescente per qualche mese, perche' gran parte della popolazione e' ormai immunizzata.
Si dovranno pero' bloccare immediatamente tutti gli eventuali inizi di focolai, sempre possibili, come sta accadendo ora, con un adeguato monitoraggio come quello attuale.
Ricordiamo che in Piemonte, dopo la riapertura da zona rossa ad arancione, abbiamo misurato i contagi prodotti in piu' (dopo la fase discendente dell'ondata, quando gli immunizzati erano piu' numerosi) e sono risultati ZERO!, crediamo perche' essendosi esauriti i contagi del Sars-CoV-2, rimanevano solo quelli del nuovo virus che sembra non risentire degli assembramenti.
Una vera brutta notizia e' che i decessi non stanno diminuendo ma sono addirittura saliti a 659, 575, 555, 364 e 347 negli ultimi 5 giorni, cioe' stabilmente intorno ai 500 decessi al giorno, decisamente troppi. Crediamo che non possano essere imputabili al Sars-CoV-2, che ormai e' restato al livello del fondo degli asintomatici (1.5%) da un mese.
Con il passare dei giorni percio' sembra che si stia intravedendo l'incubo da noi paventato , che il nuovo virus possa essere piu' letale del Sars-CoV-2 e che quelli di questi giorni siano i decessi che starebbe provocando lui.
Non sembrando utili neanche i lockdown contro questo nuovo virus, e' imperativo capire al piu' presto come limitarne la diffusione, perche' potrebbe iniziare a crescere, malgrado le zone rosse!
Non dobbiamo mai dimenticare che i virus, e quindi i problemi, sono due:
  1. questo nuovo virus meno appariscente che pero' non puo' essere ignorato perche' credo sia responsabile di 500 dei 600 decessi al giorno che abbiamo.
  2. il Sars-CoV-2 che rimane quiescente per alcuni mesi, se non lo provochiamo dacendogli trovare piu' facilmente, in illogici assembramenti, delle persone infettabili in quel 30% di persone non rimaste immunizzare nella seconda ondata del Sars-CoV-2.
Ovviamente dopo aver bloccato i focolai di Sars-CoV-2 che stanno facendo salire i contagi ora (purtroppo con altre restrizioni, grazie a quegli sciagurati che hanno causato i focolai).
Con il 70% di immunizzati che crediamo esserci ora (purche' l'immunita' duri piu' di un mese, soprattutto per chi ha subito un'infezione senza sintomi, che sono il 95% del totale), ad un mese dalla fine della seconda ondata, si potrebbe lasciare TUTTE le attivita' aperte, facendo tutti una vita normale e facendo andare l'economia, se la gente imparasse ora, come dovra' comunque fare poi, a mantenere basso il fattore di contagiosita' Rt, cioe' rispettando con scrupolo le misure di prevenzione del Sars-CoV-2 (distanziamenti, mascherine sempre, ecc.).
Ma molti esseri di scarsa intelligenza non arrivano a capire questo e per un perverso istinto libertario rifiutano qualsiasi regola di autodisciplina, quando si "ammucchiano" in assembramenti ignobili, obbligando cosi' non solo se stessi ma anche tutti gli altri, incolpevoli, a subire poi restrizioni che potrebbero arrivare anche al limite della sopportazione.

Mentre nei dati di tutta Italia l'ampiezza dei picchi del nuovo virus e' del 2.5% sul fondo degli asintomatici che e' ( stranamente ) al 9.5%, troppo alto, in questi dati del Piemonte l'ampiezza dei picchi del nuovo virus e' dell' 1.5% sul fondo degli asintomatici che risulta all'1.5%.


Questo e' il grafico dei contagi in Piemonte al 27 dicembre 2020: in viola e' indicata la curva del Sars-CoV-2 ed in rosso (il fit passa sui punti delle misure) e' indicato il contributo aggiuntivo dei contagi che dovrebbe essere dovuto ad un eventuale nuovo virus, che viene rivelato negli stessi test molecolari con tampone, insieme al Sars-CoV-2 (dovrebbe essere una sua variante).
Nell'ultimo tratto di curva, quando i picchi sono vicini alla linea di fondo verde, le fluttuazioni dei dati cominciano ad essere piu' importanti. Queste dipendono, non tanto dalle fluttuazioni statistiche che sono dal 3% al 5%, ma dalla modalita' di raccolta dei dati, che e' fuori dal nostro controllo. Finora il contenuto vero delle informazioni sui picchi emerge ancora molto bene, come si puo' vedere nel grafico, e quindi e' perfettamente lecito continuare nella nostra analisi, trattando le fluttuazioni come "errori di misura" da gestire scientificamente, quando occorre

COSA ABBIAMO SCOPERTO FINORA SUL NUOVO VIRUS:
Elenchiamo le cose interessanti che abbiamo scoperto (seguono poi le spiegazioni), osservando i picchi dei contagi prodotti dall'eventuale nuovo virus, evidenziati in rosso nel grafico. Tutti i picchi si verificano sempre di venerdi' (tranne uno di giovedi') in Piemonte e sempre di lunedi' nel grafico di tutta Italia .
  1. E' presente nei contagi complessivi in una percentuale di tutto rilievo.
  2. Viene rilevato nei test con tampone insieme al Sars-CoV-2 (ma su persone distinte, crediamo).
  3. I picchi non si riducono a zero alla fine della fase discendente della curva dei contagi in Piemonte (con le relative immunizzazioni in crescita); se ne potrebbe dedurre che gli anticorpi prodotti dal Sars-CoV-2 (e forse anche i vaccini del Covid-19) non abbiano un grande effetto su questo nuovo virus.
  4. Alla fine dell'epidemia Sars-CoV-2, quando la curva raggiunge il fondo degli asintomatici, rimangono i picchi del nuovo virus. Mentre quelli nel grafico del Piemonte restano allo stesso livello, il dato di oggi nel grafico di tutta Italia e' salito molto (invece di scendere). Staremo a vedere se diminuiranno con la zona rossa nazionale da Natale alla Befana.
  5. Non dovrebbe creare immunita' nelle persone infettate, quindi non si esaurisce in una "ondata" o con un'immunita' di gregge (sembrerebbe quindi essere perpetuo, se non eliminato con accorgimenti di contenimento, che non conosciamo, e con specifici vaccini).
  6. Sembra che il distanziamento e le zone rosse non abbiano alcun effetto su questo nuovo virus (i picchi non si riducono di ampiezza nel tempo in zona rossa): quindi il contagio dovrebbe avvenire in modo diverso (forse sono nell'aria come i pollini o in alcuni alimenti); non lo sappiamo ancora ma sembra che circoli indisturbato tra persone da contagiare pure durante una zona rossa! Dobbiamo scoprire al piu' presto come fa, per capire quali misure adottare per ridurre i contagi (se il lockdown NON funziona).
  7. Continua ..... (in lavorazione)
PREVISIONI   (25 dicembre 2020)
Dopo aver ipotizzato la presenza di una nuova variante del virus, possiamo comprendere perfettamente l'andamento di tutti i dati e ribadire che, a meno di imprevisti che finora non ci sono stati, tutti i prossimi punti saranno allineati sul fondo degli asintomatici (linea verde), perche' l'epidemia di Sars-CoV-2 e' terminata, pero' con un picco ogni 7 giorni (sempre di venerdi') di ampiezza costante pari all'1.5% da ora in poi (percio' i picchi del nuovo virus faranno variare la curva dal minimo di 1.5% al massimo del 3%, insensibili a tutte le restrizioni imposte, che a questo punto riteniamo NON servano piu' (salvo nelle regioni che dovessero avere dati difformi da quelli qui' studiati, forse Veneto e Molise), perche' evidentemente i contagi non avvengono solo attraverso i "droplets" del fiato (perche' i picchi non calano molto con la zona rossa): ci dev'essere un'altra modalita' di contagio; sembra che il distanziamento non basti con questo nuovo virus.
  • ATTENZIONE: Questi picchi che resteranno stabilmente dall' 1.5% al 3% (che e' il doppio) potrebbero giustamente allarmare con questo saliscendi dei contagi e sono il prossimo problema da risolvere (forse ci vorra' un altro vaccino).
    Questo nuovo virus mostra di avere una diversa modalita' di diffusione che rende totalmente inefficaci le zone rosse, come si puo' vedere nei dati, osservando le ampiezze dei picchi ricorrenti dentro e fuori dalle zone rosse (sono sempre di circa 1.5% in Piemonte e 2.5% nei dati di tutta Italia). Anzi, durante la discesa quando ci sono ancora molti virus Sars-CoV-2 in circolazione, i picchi sono anche maggiori, mostrando che esiste una certa correlazione nella diffusione dei i due virus.
    Quindi non bisogna penalizzare ulteriormente la societa' con queste misure inutili, perche' inefficaci.
    E' urgentissimo scoprire quali sono le vie di trasmissione del contagio di questo nuovo virus, per individuare al piu' presto le giuste misure per limitarne la diffusione.
    Per fare questo bisogna predisporre subito il giusto test molecolare per distinguere queste nuove infezioni da quelle del Sars-CoV-2.
I picchi di questo nuovo virus non diminuiscono, perche' sembra che non risentano dell'immunizzazione al Sars-CoV-2 delle persone avvenuta negli ultimi 2 mesi (quella che ha fatto scendere la curva fino al fondo di 1.5%).
Probabilmente questo NUOVO VIRUS , avendo un ciclo (ovvero il picco) che inizia e si conclude in sette giorni, non da tempo al sistema immunitario delle persone di produrre gli anticorpi, che potrebbero ridurre l'ampiezza dei picchi (cosi' come e' accaduto per il Sars-CoV-2, che ha un ciclo, cioe' il tempo di guarigione, di un mese).
Ora la parte piu' interessante dello studio riguarda questa nuova variante italiana del Sars-CoV-2 ed e' quello che faremo nei prossimi giorni.
Cliccando potete continuare la visione dello studio sui dati del Piemonte .

  STUDIO DELLA VARIANTE ITALIANA DEL VIRUS     (24 dicembre 2020) - Vedi STUDIO COMPLETO
Avendo ieri scoperto che la causa di questi misteriosi picchi settimanali potrebbe essere una variante italiana del Sars-CoV-2 , cominciamo a commentarne la presenza nei dati, che si manifesta con picchi settimanali (il venerdi', una sola volta di giovedi') con una salita in 2 giorni e la discesa in 4 giorni: un picco con i giorni numerati e' stato evidenziato nel grafico del Piemonte.
Abbiamo anche indicato con dei caratteri "V" (blu) i venerdi' in cui compaiono i picchi (nel grafico di tutta l'Italia sono sempre di lunedi' e nel nostro studio abbiamo spiegato perche': in Piemonte l'epidemia del nuovo virus ha avuto inizio di venerdi').
Questa regola e' stata sempre rispettata da quando abbiamo iniziato lo studio dei dati del Piemonte (dal 5/11 in poi).
Il commento che vogliamo fare oggi riguarda le ampiezze di questi picchi, che sono legate alle intensita' ovvero al numero dei virus coinvolti nella micro-epidemia, costituita dal picco.
Queste ampiezze sembrano restano abbastanza piu' costanti: sempre sopra alla linea rossa del Sars-CoV-2 durante la discesa e 1.5% sopra anche quando la curva si appiattisce sulla line verde del fondo degli asintomatici.
Invece nel caso dei virus Sars-CoV-2, che generano immunita', la loro curva dei contagi diminuisce quando gli immunizzati diventano tanti.
Questo fatto appare ben evidente nel grafico del Piemonte. dove si vede chiaramente anche che, dopo l'inizio della zona rossa (il giorno zero nel grafico), i picchi sono poco in ampiezza. Cio' ha una grande importanza perche' significa che le infezioni rivelate dai picchi non sono avvenute solo per contagio per via aerea, altrimenti la diminuzione dei contatti interpersonali sopraggiunta con la zona rossa ne avrebbe diminuito maggiormente i contagi.
Quindi la trasmissione del contagio dovrebbe avvenire anche in altro modo oppure sono sempre le stesse persone, portatrici del virus, che risultano positive periodicamente, quando questo nuovo virus che hanno stabilmente in corpo si rende visibile al tampone, un giorno su sette.
Se questo fosse vero, adesso che l'epidemia da Sars-CoV-2 e' scemata, dovremmo registrare nei prossimi giorni:
  1. Un numero di contagi appiattito sul fondo degli asintomatici (linea verde) che e' all'1.5% in Piemonte; questo perche' i contagi della seconda ondata sono finiti, cioe' sono zero, ma i tamponi stanno vedendo solo i contagi prodotti all'equilibrio dall'epidemia degli asintomatici.
  2. Un numero aggiuntivo di contagi, sotto forma di picchi settimanali dovuti al nuovo virus, che potrebbero permanere piu' o meno stabilmente nei prossimi giorni.
C'e' il rischio che vedendo salire e scendere i contagi (si veda come esempio la parte finale, a destra, nel grafico del Piemonte ), le Autorita' "per tenere alta la guardia" possano decidere ERRONEAMENTE di prolungare, chissa' per quanto, le restrizioni, che sarebbero INUTILI perche' il Sars-CoV-2 non c'e' piu', mentre c'e' questa sua nuova ipotetica "variante italiana", che pero' abbiamo visto non e' diminuita molto con la zona rossa del Piemonte (vedi i picchi nel grafico ). Bisogna capire come si trasmette, perche' non e' solo con i "droplet" evidentemente.
I picchi che si vedono potrebbero non essere nuovi contagi di questo virus, ma riaccentuazioni periodiche della loro presenza nelle prime vie respiratorie, e quindi ai test con tampone, ma sempre delle stesse persone infette.
Sappiamo in che giorno sono piu' numerosi nei test (al picco, ogni 7 giorni) e questo facilita nella loro separazione ed individuazione.
Rimarrebbe poi da capire come queste persone si sono prese il virus, per:
  • evitare che si diffonda ulteriormente ed i picchi nei contagi diventino sempre maggiori.
  • riuscire a bloccarne la replicazione per far scomparire i picchi (bisognera' sequenziarne l'RNA e preparare un vaccino).
E' un'altro dei tanti studi da fare.
Questo ipotetico nuovo virus appare diverso dall'altro: sembra che NON crei immunita' permanente (perche' i picchi non si riducono di area nel tempo) e che nemmeno sia sensibile agli anticorpi del Sars-CoV-2 (per lo stesso motivo). Percio' continua imperterrito a sviluppare queste sue manifestazioni (picchi), in cui cresce di numero nei primi 2 giorni, raggiunge il picco e poi diminuisce fino a scomparire in 4 giorni (come se fosse una micro-epidemia ricorrente, che non genera immunita' nell'uomo). Poi e' pronto a far ripartire un nuovo ciclo (picco) al settimo giorno dopo la fine del ciclo precedente: potete vedere un picco, con i giorni numerati, ben evidenziato in questo grafico del Piemonte.
Nel primo grafico del Piemonte si vedono i vari picchi, tracciati dalla nostra linea rossa, e si nota che l'ampiezza NON si riduce molto, come invece fa la curva del Sars-CoV-2 a causa delle immunizzazioni al Sars-CoV-2 che crescono di numero.
E' come se questo iipotetico nuovo virus avesse trovato una strategia efficace per NEUTRALIZZARE le nostre difese immunitarie: infatti completa cosi' rapidamente il suo ciclo di micro-epidemia, che non da tempo al nostro sistema immunitario di generare gli anticorpi oppure li genera rapidamente (per spiegare la decrescita dal picco) ma di un tipo che in tempi brevi (meno di un mese) vengono smaltiti dall'organismo (per spiegare la continuazione perenne dei picchi).
Cosi' la popolazione umana non riuscirebbe mai ad immunizzarsi, generando le difese immunitarie valide e le micro-epidemie (picchi) di questo nuovo virus non si fermerebbero piu', per questo i picchi probabilmente continuerebbero a lungo, anche dopo che l'epidemia di Sars-CoV-2 si e' conclusa.
Fortunatamente le ricerche con tampone sono state in grado di evidenziare anche la presenza di quest'altro eventuale virus nelle persone infettate da questi due virus, che probabilmente sono in persone diverse.
E' interessante calcolare nelle percentuali osservate quante sono le infezioni dei due tipi di virus. Per farlo bisogna calcolare l'area della curva senza picchi (ricavata estrapolandola) e la somma delle aree di tutti i picchi (ricavati per differenza): il loro rapporto ci puo' fornire l'informazione quantitativa della presenza dei due virus.
Il problema serio sembra essere che, mentre la popolazione del Sars-CoV-2 viene limitata dalle immunizzazioni, quella di quest'altro eventuale virus NO. Potrebbe percio' permanere stabilmente attivo, infettando tutti finche' non facciamo noi produrre gli anticorpi necessari al nostro sistema immunitario con un VACCINO (che molto probabilmente sara' diverso da quello del Sars-CoV-2).
E' un quadro preoccupante, in cui i vaccini giocherebbero un ruolo cruciale, ma che diventerebbe molto ALLARMANTE se risultasse che questo nuovo virus non e' come un raffreddore ma crea danni seri all'organismo.
E' urgente che sia individuato e studiato al piu' presto, da chi puo' farlo: noi, con i nostri grafici, possiamo solo vederne gli effetti, prevedendo cosi' la sua esistenza, che per ora e' solo un'ipotesi.
Dev'essere assolutamente confermato con certezza per le conseguenze della sua (eventuale) esistenza, cosi' estesa in Italia.



  STUDIO COMPLETO DELLA VARIANTE ITALIANA DEL VIRUS   (29 dicembre 2020) - Vedi STUDIO INIZIALE
Iniziamo a scrivere tutto quello che riteniamo di aver scoperto del nuovo virus e quello che si deve ancora scoprire.
La sua evidenza nelle curve dei contagi e' costituita dalla presenza dei picchi ricorrenti con periodicita' settimanale.
Le fluttuazioni conseguenti nei dati avevano turbato molte persone addette all'analisi dei dati che per risolvere il problema hanno dichiarato piu' volte in TV che i dati dovevano essere letti solo in modo "aggregato", guarda caso proprio in modo settimanale (e' l'unico modo che fa sparire i picchi settimanali). Cosi' facendo, non solo perdevano un'informazione importantissima insita nella struttura dei dati ma le loro conclusioni venivano pure ritardate di una settimana.
Cosi' hanno lasciato a noi l'onore e l'onere di studiare questo fenomeno stranissimo dei picchi settimanali nei dati, che noi abbiamo riconosciuto essere dovuto non ad errori strumentali o metodologici ma alle manifestazioni della presenza di una variante del virus Sars-CoV-2, perche' rivelata negli stessi esami dei tamponi.
Elenchiamo ora cosa abbiamo appreso su questo nuovo virus e cosa vorremmo ancora sapere:
  1. PRESENZA MASSICCIA: Quello che vediamo nei dati non e' la presenza di casi isolati di una nuova variante del virus ma una presenza massiccia di un'altra popolazione virale, altrettanto numerosa e strutturalmente omogenea al Sars-CoV-2 (perche' rivelata insieme), ma con interazioni con l'organismo molto diverse, che si manifestano in una sopravvivenza di soli sei giorni nel corpo umano e con delle modalita' di trasmissione diverse: sembra non scomparire con una zona rossa e forse rimane ad un livello confrontabile a quello dell'epidemia degli asintomatici del Sars-CoV-2 (in Piemonte a dicembre sono entrambe all' 1.5%).
    I picchi residui, che si vedono a destra nel grafico del Piemonte sono alti 1.5%, proprio come il livello di fondo degli asintomatici (linea verde).
    Nel grafico del Piemonte facendo la differenza tra le ordinate del picco (rosso) e l'ordinata della curva del Sars-CoV-2 (viola), si vede che i due tipi di virus sono presenti nella stessa percentuale (50% e 50%).

  2. MUTAZIONI:   (9 gennaio 2021)
    Per capire come nascono queste mutazioni del Sars-CoV-2 presentiamo questa raccolta di dati, analoga alle curve dei contagi con cui lavoriamo noi, trasmessa oggi 9/1 dalla CNN:

    In questa immagine si vede che i picchi settimanali sono presenti anche negli U.S.A. e si nota abbastanza bene, anche se solo qualitativamente, come le relative ampiezze siano minori all'inizio di ognuna delle due ondate epidemiche e maggiori nella fase finale.
    E' la dimostrazione evidente che:
    • l'esistenza dei picchi e' una realta' caratteristica dell'epidemia di Sars-CoV-2;
    • i picchi hanno una periodicita' settimanale in tutto il mondo (nella curva anche gli americani sono ricorsi alla media settimanale quando hanno disegnato l'andamento con la curva rossa "7-DAY MOVING AVERAGE");
    • la causa dell'incremento di presenze di RNA, rivelato nei test con tamponi e che noi attribuiamo alla comparsa per mutazione di nuovi virus, si accresce nel corso dell'epidemia (infatti le ampiezze dei picchi sono prima piccole, poi sempre piu' grandi, sia nella prima che nella seconda ondata);
    • le ampiezze che rappresentano il numero di nuovi virus creati crescono rapidamente quando i virus Sars-CoV-2 sono molto numerosi (colonnina molto alta) perche' le mutazioni che creano i nuovi virus diventano piu' numerose;
    • le ampiezze che rappresentano il numero di nuovi virus creati decrescono in un tempo che ad occhio nel grafico sembra essere dell'ordine di un mese, dopo il quale scompaiono, per poi ricomparire, prima piccoli e poi sempre piu' grandi nella seconda ondata.
    Essendo i dati sicuramente disponibili tutte queste informazioni si potrebbero ricavare anche quantitativamente e non solo qualitativamente; pero' per i nostri scopi cosi' va piu' che bene, almeno per ora.
    discusso il problema dei decessi di questi virus, arrivando ad ipotizzare che attualmente abbiamo 2.500.000 persone portatrici del nuovo virus, tutte NON contagiose e destinate ad ammalarsi di una sindrome molto simile al Covid-19; di queste 12.500 non ce la faranno e finche' non saranno tutte morte, continueremo ad avere una media di 400 decessi al giorno dovuti a questi nuovi virus.

  3. RESTRIZIONI:   (9 gennaio 2021)
    Apprendiamo oggi di una proposta di istituire una zona rossa con 250 casi Covid-19 ogni 100.000 abitanti.
    Dobbiamo segnalare subito che la proposta andrebbe bene se i casi di Covid-19 fossero tutti del virus Sars-CoV-2, che e' molto sensibile al distanziamento imposto dalla disciplina della zona rossa.
    Se i picchi che si osservano nella curva dei contagi fossero dovuti ad un nuovo virus, da una loro valutazione quantitativa si deduce che potrebbe costituire il 50% dei virus patogeni Covid-19 attuali ed essere insensibile alle zone rosse, come si puo' rilevare osservando che i picchi non si sono ridotti durante le zone rosse mentre il Sars-CoV-2 si.
    CHIARIMENTO: Ci troviamo tutti noi di fromte ad un nuovo virus sconosciuto che si presenta con delle caratteristiche per molti versi sono anche strane, come la presenza di picchi periodici, con cadenza settimanale molto precisa, nella curva dei contagi.
    Lo scopo di questo lavoro e' quello di trovare un'ipotesi ammissibile che possa spiegare tutte le caratteristiche dei dati dei contagi e dei decessi provocati dal virus.
    Questa ipotesi, una volta individuata, non e' il risultato di un gioco ma mira ad aiutare la ricerca vera, che e' quella strumentale piu' difficile che si fa poi, indirizzandola con utili suggerimenti su cosa andare a cercare.
    Se poi la ricerca non va a buon fine perche' Madre Natura ha fatto scelte diverse, pazienza, ci abbiamo provato.
    Avremmo fatto il nostro onesto lavoro di ricercatori e si sa che chi fa ricerca non sempre puo' avere successo.
    L'IPOTESI: Quello che abbiamo trovato finora e' un sospetto angosciante: potrebbe essere comparsa una variante del virus Sars-CoV-2 (una delle tante) che non si trasmette per via aerea e quindi risulta insensibile al distanziamento delle persone, per cui i lockdown e le zone rosse non servono perche' NON e' contagiosa.
    Non si acquisisce quindi per contagio ma solo per mutazione, durante un'infezione da Sars-CoV-2 (anche asintomatica) e produce una sindrome quasi identica al Covid-19.
    Questa variante non verrebbe attaccata dagli anticorpi del Sars-CoV-2 (perche' vediamo che i picchi non si riducono come il Sars-CoV-2) e non sviluppa reazione immunitaria propria a causa del decadimento in soli 6 giorni del picco di presenza dell'RNA che non da tempo al sistema immunitario di sviluppare le sue difese.
    Quindi quando il Sars-CoV-2 scompare, il nuovo virus resta e cresce mell'ospite. Dopo un mese invece che al 6% iniziale risulta presente al 50%, indistinguibile con i test attuali dal Sars-CoV-2.
    Non subendo alcun contrasto, dopo altri 30 giorni produce SEMPRE la sindrome Covid-19 (nessun caso e' asintomatico perche' non trova ostacoli immunitari) e nel 0.5% dei casi risulta letale.
    Non essendoci casi asintomatici ne' reazione immunitaria produce MOLTI PIU' DECESSI del Sars-CoV-2 (abbiamo stimato che 400 dei 500 decessi al giorno attuali siano imputabili al nuovo virus).
    La zona rossa non dovrebbe essere utile per combattere questa variante.
    Gli israeliani stanno rinnovando ancora il lockdown, perche' sembra che non riescano ad eliminare il virus.
    Potrebbe trattarsi della variante qui' descritta.

    Bisognerebbe saper riconoscere se i casi di Covid-19 sono quelli del nuovo virus o del Sars-CoV-2 (che e' l'unico sensibile alle zone rosse; il nuovo virus abbiamo visto dai picchi che non lo e').
    Percio' vogliamo qui' segnalare che ci potrebbe essere questo problema, dovuto all'esistenza di un nuovo virus, che abbiamo descritto nei link seguenti: 23/12 - 24/12 - 29/12 - 31/12 - IDEA
    Bisognerebbe fare i controlli necessari sull'esistenza di questo nuovo virus perche', se le nostre ipotesi fossero fondate, i provvedimenti proposti, che si potrebbero prolungare nel tempo, potrebbero recare piu' danno che benefici.
    Attualmente contro questi nuovi virus, che secondo noi sono responsabili di 400 dei 500 decessi giornalieri attuali, non abbiamo alcuna difesa, neanche i lockdown: chi ce li ha addosso se li tiene, in attesa che sviluppino la sindrome (accade nel 100% dei casi perche' hanno avuto un mese di tempo per insediarsi nel corpo e nei polmoni dell'ospite), sperando che non risulti letale (lo e' nel 0.5% dei casi: vedi il prossimo punto 4. DECESSI).
    CARATTERISTICHE DEL VIRUS: Le nostre motivazioni piu' rilevanti discendono dalle caratteristiche dei nuovi virus (da noi ipotizzati perche' anche i decessi mostrano picchi settimanali e con la sola ipotesi che l'ampiezza dei picchi rappresenti la loro numerosita'), che sono le seguenti:
    • Nascita: i nuovi virus nascono per mutazione nel 6% delle persone infettate dal Sars-CoV-2 (quasi tutti asintomatici);
    • Crescita: apparendo e scomparendo con i picchi, ingannano il sistema immunitario che non riesce a produrre anticorpi specifici in cosi' breve tempo; e' immune agli anticorpi del Sars-CoV-2;
    • Malattia: cosi' il Sars-CoV-2 in un mese guarisce, il nuovo virus dopo un mese di crescita sviluppa una sindrome indistinguibile dal Covid-9;
    • Guarigione: con l'inizio della sindrome si sviluppano gli anticorpi e poi guarisce in un mese;
    • Decessi: i malati nel 0.5% dei casi muoiono; dopo la fine dell'ondata il Sars-CoV-2 diminuisce per effetto degli anticorpi, il nuovo virus no, per cui a distanza di un mese il nuovo virus e' salito dal 6% al 50% dei casi positivi ed i 400 decessi al giorno attuali sono suoi (Sars-CoV-2 era troppo basso un mese prima);
    • Contagi: i nuovi virus NON risultano essere contagiosi come il Sars-CoV-2 (ci si infetta solo per mutazione dopo essere stati infettati dal Sars-CoV-2): infatti con gli assembramenti crescono i contagi del Sars-CoV-2 ma NON i picchi del nuovo virus;
    • Zona rossa: il nuovo virus percio' e' insensibile all'esistenza della zona rossa: l'abbiamo osservato nei dati, dove i nuovi virus a dicembre erano il 50% del totale (perche' i Sars-CoV-2 erano diminuiti, i nuovi virus no) e durante una zona rossa il Sars-CoV-2 si riduceva mentre le ampiezze dei picchi del nuovo virus NO;
    • Non risultando sensibile agli anticorpi del Sars-CoV-2 probabilmente il vaccino non ha effetto ma non e' un problema; una volta debellato il Sars-CoV-2 sparira' anche quest'altro dannato virus.
    Tutto questo e' spiegato nei link indicati.
    Le misure dei nuovi virus sono state ricavate dalle aree dei picchi, dopo lo scorporo dei contagi del nuovo virus da quelli del Sars-CoV-2 (la curva osservata e' la somma dei due contributi).
    Ovviamente con la salute non si scherza e con la vita economica delle persone nemmeno.
    Ignorare ipotesi come quelle da noi avanzate e ricavate da quel minimo di evidenza empirica usando gli scarsi mezzi a disposizione, ma secondo noi abbastanza convincenti, sarebbe secondo noi una leggerezza inopportuna.
    Certamente c'e' da lavorarci di piu': bisogna al piu' presto essere in grado di distinguere il nuovo virus, che sicuramente esiste, dal Sars-CoV-2 nei test molecolari, accertandone cosi' la presenza e verificando se le caratteristiche sono quelle da noi ipotizzate, perche' allora avremmo a che fare con un virus molto strano e pericoloso.
    Se poi non fosse cosi' avremmo fatto solo il nostro onesto lavoro.

    DECESSI: Verrebbe da pensare che, al termine della seconda ondata dell'epidemia, i nuovi virus possano essere anche loro arrivati ad un loro livello di fondo dell'epidemia e la costanza rilevata nelle ampiezze dei picchi semberebbe confermarlo.
    Ma adesso che l'epidemia del Sars-CoV-2 si e' esaurita da un mese (il 30/11 la percentuale dei contagi complessiva era all'1.6%) abbiamo ancora circa 400 decessi al giorno!.
    L'epidemia silente degli asintomatici (del Sars-CoV-2) non produce cosi' tanti decessi (e' quella che c'era anche nei mesi estivi).
    Prende sempre piu' corpo allora il sospetto che i 400 decessi possano essere imputabili al nuovo virus.

    L'andamento temporale dei decessi con picchi settimanali, spostati nel tempo rispetto al lunedi' della durata media in vita dopo il contagio ed allargati dalla distribuzione gaussiana, si vede nei grafici seguenti, dove i picchi settimanali dei decessi compaiono tutti i martedi':


    Questo conferma, se mai se ne fosse stato bisogno, che i picchi da noi studiati nei grafici dei contagi sono un fenomeno reale e che quando si fa un'aggregazione settimanale dei dati si perdono informazioni molto importanti che vanno invece studiate, come stiamo facendo noi (risultano essere proprio loro, secondo noi, la manifestazione della presenza del nuovo virus).
    All'inizio non ci aspettavamo che questo nuovo virus esistesse; che potesse anche essere cosi' letale ancora meno.
    Se fosse vero sarebbe un incubo da eliminare al piu' presto. Chiarire questo punto sara' uno dei nostri principali impegni nei prossimi giorni.

    400 DECESSI AL GIORNO, POSSONO ESSERE DOVUTI AL NUOVO VIRUS ?   (7 gennaio 2021)
    Facciamo un po' di conti con i dati che abbiamo, per verificare quanti dei 500 decessi giornalieri, che abbiamo mediamente dopo oltre un mese dalla fine della seconda "ondata" del Sars-CoV-2, possono essere dovuti al nuovo virus.
    Usiamo i seguenti dati, dedotti in altre sezioni di questo lavoro (con Ctrl-F si puo' fare la ricerca nel browser):
    • il 70% della popolazione e' rimasta infettata, al 95% in forma asintomatica, nella seconda ondata dell'epidemia;
    • il 6% degli infettati asintomatici ospita poi il nuovo virus (per mutazione durante l'infezione) e si ammala dopo un mese;
    • il 0.5% degli ammalati muore;
    Se la popolazione e' di 60 milioni di persone, i portatori del nuovo virus dopo la seconda ondata sono percio':
            60.000.000 x 0.7 x 0.06 = 2.500.000 di persone, che si ammalano dopo uno o due mesi.
    Se il 0.5% di questi malati muore i decessi sono 12.500, che ripartiti nei 30 giorni di un mese sono 375 decessi al giorno.
    La conclusione e' consistente con i dati realmente osservati, anzi essendo stato il picco della seconda ondata a meta' novembre, possiamo anche avere conferma che il nuovo virus sviluppa la sua sindrome a distanza di circa 30 giorni (che e' evidentemente il tempo di maturazione della colonia nel corpo dell'ospite) e che l'eventuale decesso avviene dopo altri 30 giorni.
    Tutti i nostri dati sono quindi perfettamente coerenti con lo scenario in cui circa 400 dei 500 decessi giornalieri, osservati mediamente in questi giorni, possono essere dovuti al nuovo virus.

    IL LIVELLO DI FONDO:   (14 gennaio 2021)
    Lo scopo costante di questo lavoro e' quello si scoprire tutto quello che si nasconde nei dati che esaminiamo.
    Il fondo dei contagi e' partito da un livello dell'1.5%, che abbiamo chiamato fondo degli asintomatici, per rimanere poi, dopo la seconda ondata, al 9.5% con un incremento dell'8%.
    Viene naturale allora chiedersi cosa provochi questo incremento di contagi.
    Sembra una situazione simile a quella che si e' verificata dopo le due ondate di aprile e luglio negli U.S.A. , in cui il livello del fondo tra due ondate successive e' rimasto ad un valore della mera' del picco (come da noi!).
    Sembra il risultato di una sovrapposizione delle due curve a campana, una discendente per l'aumento delle persone immunizzate dal contatto con il virus (l'unica causa che secondo noi puo' ridurre i contagi in quel modo) e l'altra ascendente per l'avvio esponenziale di una nuova ondata.
    Potrebbe sorprendere che questa seconda ondata negli USA sia avvenuta d'estate ma in quel Paese per ragioni socio-culturali si e' sottovalutata la pericolosita' di questa epidemia e cosi', non adottando le giuste misure di prevenzione, non si e' fatta scendere molto la curva dei contagi e si sono trovati all'inizio dell'estate con una densita' di cariche virali sufficientemente alta da far ripartire una nuova ondata epidemica benche' fosse estate.
    Questo mi sembra debba suonare come un allarme per noi perche' ora siamo pure nella stagione fredda.
    Il fatto che i decessi che dovrebbero essere conseguenza della seconda ondata non stiano diminuendo ma addirittura accennino a salire lascerebbe pensare che anche i virus presenti nel fondo abbiano a che fare con l'alto livello dei decessi.
    Bisogna capire cosa sia rimasto di molto patogeno in questo livello di fondo.
    Potrebbe essere qualche componente del virus meno sensibile alla risposta immunitaria degli asintomatici (che non dovrebbe essere molto intensa) che e' scesa di meno lasciando alla fine un fondo di virus piu' resistenti alle difese immunitarie (pari all'8% dei contagi).
    La presenza di questo fondo non dovrebbe percio' lasciarci dormire sonni tranquilli. Il rischio che dobbiamo assolutanente evitare e' la partenza di una terza ondata a 4 mesi dalla seconda (come negli U.S.A. ), con l'aggravante che capiterebbe d'inverno (a febbraio).
    Il rischio e' di avere un picco come quello che hanno ora in Irlanda .
    Cosa fare? Adottare la massima prudenza e cercare di capire cosa si nasconde in questo fondo prima di estendere molto quelle misure restrittive che strangolano l'economia. C'e' molto da fare al riguardo.
    Noi, ma solo con la mente, cercheremo di capirne di piu'.

    QUELLO CHE FACCIAMO NOI.   Ecco cosa facciamo:
    A) In due studi paralleli, uno nella regione Piemonte e l'altro in tutta Italia, scomponiamo le curve dei contagi in due componenti:
    1) Quella che provoca i picchi settimanali, che imputiamo ad un virus diverso, perche' mostra caratteristiche diverse dal Sars-CoV-2 (per esempio non sembra subire variazioni per la presenza di zone rosse);
    2) Tutto il resto, che attribuiamo al Sars-CoV-2 anche se nel fondo potrebbe nascondersi un'altra mutazione, che stiamo cercando di studiare.
    B) Osserviamo l'andamento delle due componenti nel tempo, sia in funzione delle misure restrittive adottate che degli altri possibili ostacoli alla diffusione dei contagi (per esempio l'immunita' naturale scaturita dal contatto con il virus).
    C) Cerchiamo di prevedere con quanto piu' anticipo possibile l'evoluzione dei contagi e quindi anche dei ricoveri e decessi.
    D) Valutare anche quantitativamente l'effetto sui nuovi contagi degli assembramenti e delle varie misure restrittive.
    E) Nel caso in cui la componente responsabile dei picchi fosse veramente un nuovo virus, derivato per mutazione dal Sars-CoV-2, cerchiamo di capirne quante piu' proprieta' possibile, la cui conoscenza puo' essere utile (per esempio se i picchi non si riducono durante le zone rosse, vuol dire che queste servono contro il Sars-CoV-2 ma non contro quel nuovo virus, per cui NON vanno imposte quando ci sono molti ricoveri e decessi ma il Sars-CoV-2 e' ad un livello basso)
    F) Eccetera ...

    EFFICACIA DEI VACCINI: Nello stesso grafico si puo' osservare che, durante la discesa della curva, i picchi rossi del nuovo virus diminuiscono meno dell'ordinata della linea viola del Sars-CoV-2. Siccome attribuiamo la discesa della linea viola all'aumento del numero di persone immunizzate, ne deduciamo che questo nuovo virus non e' disattivato dagli anticorpi del Sars-CoV-2 e questa sarebbe una pessima notizia, perche' potrebbe presagire l'inefficacia contro il nuovo virus (ed altre sue possibili varianti) dei vaccini, che si stanno somministrando.
    Queste mutazioni potrebbero cosi' ridurre sensibilmente l'efficacia dei vaccini (dovremmo sempre produrne di nuovi).
    I vaccini sono l'unica arma che abbiamo ora contro il Sars-CoV-2.

    VACCINAZIONE DELLE PERSONE IMMUNIZZATE: Le persone da vaccinare sono tante ma per i prossimi sette mesi molte di loro possono contare sull'immunita' derivata da una precedente infezione, nel 95% dei casi asintomatica ed inconsapevole.
    Il vaccino rafforzerebbe la loro immunita' ma chi non e' immune crediamo che ne abbia piu' bisogno.
    Stimiamo che queste persone siano tantissime, forse il 70% della popolazione, che e' il numero totale degli infettati nella seconda ondata. E' certamente la percentuale alla quale i contagi calano dal picco e tendono allo zero in condizioni normali che e' il livello dell'epidemia degli asintomatici (altrimenti perche' la curva sarebbe calata?).
    Sarebbe anche interesse di queste persone posticipare di qualche mese la vaccinazione (prolungando cosi' il periodo di copertura), dando priorita' alle persone che sono sieronegative al test.
    Questo comporterebbe dei costi aggiuntivi per il test (il piu' economico) su tutta la popolazione ma se ne avrebbe un ritorno sanitario, per aver anticipato la vaccinazione delle persone piu' vulnerabili all'infezione ed anche scientifico.
    Ci sono due problemi che vanno risolti nel 2021:
    1. Vaccinare 40 milioni di persone entro settembre 2021, magari lasciando fuori gli asintomatici, che continueranno ad esserci (3% della popolazione, circa 1.800.000 persone).
    2. Proteggere tutti anche dalle nuove varianti del virus (italiana, inglese, ecc.) con misure di prevenzione prima e vaccini poi. Per questo sono importanti gli studi come quello che stiamo facendo noi, per capire quanto piu' possibile sulle caratteristiche funzionali di questi virus.

    IMMUNITA': L'epidemia di questo nuovo virus non sembra attenuarsi per la crescita del numero di persone immunizzate, a differenza del Sars-CoV-2, probabilmente perche' il suo ciclo cosi' breve (6 giorni) non permette alle persone infettate di sviluppare un'adeguata difesa immunitaria. Non generando immunita' nelle persone infettate, questo virus non produce epidemie ad "ondate" come il Sars-CoV-2 ma crediamo che costituisca un pericolo costante d'infezione per tutti i 12 mesi dell'anno.
    Non potra' percio' scomparire con un'immunita' di gregge come accadde per la "Spagnola".
    Se non capiamo come fa a diffondersi, per poter individuare i giusti accorgimenti di prevenzione, l'unica difesa e' riposta nella preparazione di specifici vaccini, che sembra debbano essere diversi da quelli del Sars-CoV-2.
    Sarebbe un problema ancora maggiore che si aggiunge alla pandemia. Nella lotta al nuovo virus pero' non dovrebbero essere utili ne' i lockdown ne' le zone rosse, per cui l'impatto della lotta sull'economia potrebbe essere minore.

    ASSEMBRAMENTI: Se la zona rossa non riuscisse a ridurre i picchi di questo virus significherebbe che non sono gli assembramenti delle persone a far aumentare la presenza di questo nuovo virus. Se cosi' fosse, aver tenuto completamente bloccati gli impianti di risalita degli sciatori, quando l'epidemia di Sars-CoV-2 si era esaurita (cioe' adesso) sarebbe stato un errore inutile e catastrofico per tutto il turismo invernale. Non abbiamo avuto notizie di risalita dell'epidemia in Svizzera, dopo l'apertura delle piste da sci (dev'essere pero' scemata da poco l'epidemia di Sars-CoV-2 com'e' accaduto ora in Italia, altrimenti si potrebbe innescare una nuova ondata epidemica).
    Una cosa non riusciamo a capire: se e' un virus respiratorio (lo preleviamo dalle vie respiratorie con un tampone) com'e' possibile che i contagi non aumentino con gli assembramenti? Che altre vie usa per diffondersi?

    IDEA ORIGINALE:   (31 dicembre 2020)
    Questa idea mi piace perche' risolve il mistero osservato, per cui il nuovo virus, pur essendo respiratorio, non riduce affatto i propri contagi in seguito ad una zona rossa o lockdown. Ecco la risposta.
    I picchi potrebbero non diminuire con una zona rossa se fossero manifestazioni periodiche (come delle eruzioni, invece che sulla pelle, nelle prime vie respiratorie, dove si preleva il tampone) di un virus che permane a lungo nell'organismo (dove andrebbe curato).
    Sarebbe confermato allora che le zone rosse non servono a niente per questo virus (ma solo se il Sars-CoV-2 e' quiescente, come ora) ma rimane il problema di capire come si diffonde questo nuovo virus, perche' i picchi sembrano aumentare sia pur di poco, per ora, invece di diminuire.
    E' come se si fossero formati, in grande quantita', durante la prima ondata dell'epidemia di Covid-19, quando i contagi sono saliti alle stelle nel nord Italia, e poi fossero rimasti, come fa l'epidemia degli asintomatici, ad un livello costante fino ad oggi.
    PROBLEMA: Pero' ci dovrebbe tornare in questo scenario anche l'alto numero di decessi che oggi ci sembra cosi' alto (500 al giorno) da dover essere imputato, secondo noi, a questo nuovo virus. Perche' non c'erano in estate? Forse e' l'attuale temperatura piu' bassa che ne facilita la replicazione nell'organismo, ne accentua l'aggressivita' ai tessuti polmonari e cosi' lo rende piu' letale.

    ECCO LA NOSTRA IPOTESI ORIGINALE:   (31 dicembre 2020)
    Dopo aver riflettuto sulle tante peculiarita' mostrate dai dati qui' studiati, pensiamo di avere a che fare con un nuovo virus molto strano ed abilissimo a non farsi scoprire.
    Vogliamo chiarire prima, che senso ha usare un'idea per avanzare un'ipotesi: noi non abbiamo la sfera di cristallo dei maghi ne' vogliamo giocare ad indovinare quello che sara'.
    Noi fisici abbiamo scoperto che, nella ricerca della verita', il potere del ragionamento logico deduttivo puo' aiutarci a superare molti ostacoli, ipotizzando qualcosa che non si vede finche' non si va a cercare, sapendo prima cosa si deve cercare. Poi la ricerca puo' non approdare al risultato sperato ma chi non cerca niente neanche trova mai nulla. Allora lasciatemi provare.
    L'ipotesi deve essere ammissibile e deve poter spiegare tutte le caratteristiche, anche quelle strane, dei dati che si stanno esaminando.
    IPOTESI SULLE FUNZIONALITA' DEI NUOVI VIRUS: Un problema e' che sappiamo troppo poco su tutti questi virus, perche' sono nuovi, e vorremmo saperne di piu'. Cosi' noi ci stiamo provando.
    Questo e' il senso della seguente ipotesi con cui concludo, ma solo per ora, questo studio preliminare:

    • nascono per mutazione, quando l'epidemia di Sars-CoV-2 e' molto estesa (se no se ne formano pochi).

    • Permangono nell'organismo per tempi molto lunghi (sono quasi cronici).

    • Si accrescono di numero, ma molto poco, per contagio; invece si generano, anche se con probabilita' piccola, durante la sindrome Covid-19 e restano nascosti a lungo nell'organismo.

    • Riescono a rimanere nascosti al sistema immunitario per il loro breve ciclo di 6 giorni in cui manifestano la loro presenza patologica (il sistema immunitario non riesce a produrre anticorpi cosi' in fretta).

    • Solo con il freddo si risvegliano sviluppando una loro sindrome simile al Covid-19 ma con un tasso di mortalita' piu' elevato (ora sono solo al al livello di 4.1% e producono circa 400 decessi al giorno).

    • Nascono dal Sars-CoV-2 ma hanno caratteristiche funzionali molto diverse (come i picchi) e si evolvono in modo assolutamente indipendente dal virus padre.

    NON SONO CONTAGIOSI (ma sono molto letali se fa freddo): lo deduciamo dal fatto che i loro picchi non risentono ne' degli assembramenti ne' dei lockdown o zone rosse (che quindi servono solo per combattere i contagi del Sars-CoV-2).
    Quindi non sono contagiose neanche le persone portatrici solo di questo nuovo virus (senza Sars-CoV-2): il problema sanitario e' solo loro, non della gente con cui entrano in contatto. E purtroppo sembra che per ora ci sia poco da fare per aiutarli (stiamo parlando della maggioranza di quei 600 morti al giorno, che avevamo intorno a Natale).
    Non si possono combattere in nessun modo: sono inutili mascherine, distanziamenti e chiusure (necessari invece per il Sars-CoV-2), ma i rimedi possibili sarebbero solo quelli da vaccino e farmacologici (ancora da scoprire).
    Questi nuovi virus non si accrescono per contagio ma solo per mutazione da Sars-CoV-2, dopo l'infezione che nel 95% dei casi e' quella degli asintomatici.
    Da quel momento sono nell'ospite e cercano di restarci a lungo in incognito/letargo, quando fa caldo perche' quando fa freddo invece possono attivare le loro funzioni, producendo una sindrome molto simile al Covid-19 ma molto piu' letale. Sono i 600 decessi al giorno che abbiamo visto nei giorni prima di Natale (con solo il 4.1% di nuovi virus), in cui il Sars-CoV-2 era al livello di fondo di pochi punti percentuali (come nel periodo estivo, in cui questi decessi NON c'erano).
    Quindi chi si infetta con il Sars-CoV-2, anche se in modo asintomatico, puo' rimanere con questo cavallo di Troia in corpo (il virus mutato), con la probabilita' ed il tempo che possiamo stimare nel modo seguente: dalle ampiezze dei picchi valutiamo che attualmente i nuovi virus sono presenti nel 4.1% della popolazione italiana.
    Se e' giusta la stima che gli infettati (quasi tutti asintomatici ed inconsapevoli) siano stati intorno al 70%, vuol dire che la mutazione avviene nel 4/70 = 6% dei casi, stabile per almeno un paio di mesi (perche' e' visibile oggi).
    L'unico modo per averlo e' quindi quello di essere rimasto infettato dal Sars-CoV-2 che poi lo lascia in corpo, perche' non si puo' prendere questo nuovo virus per contagio da un'altra persona che ce l'ha.
    PROFILASSI: Per non avere in corpo il nuovo virus, bisogna fare attenzione a non infettarsi mai con il virus Sars-CoV-2.
    Riteniamo percio' che il 6% degli asintomatici, dopo la guarigione dal Sars-CoV-2, rimangano portatori di questo nuovo virus, che li rende positivi al test molecolare periodicamente, con periodo di 7 giorni o multiplo, e che quando fa freddo puo' sviluppare nell'ospite una sindrome molto simile al Covid-19 ma molto piu' letale, (perche' si e' insediato nel corpo da tempo ed in profondita', e percio' attacca preferenzialmente le cellule polmonari).
    E' solo un'ipotesi ma e' consistente con tutto quello che sta accadendo.
    Se fosse vera, dovrebbero saperlo subito soprattutto i giovani ma non solo loro, perche' il virus conta moltissimo sulla sottovalutazione che molti fanno dei rischi del contagio.

    Simulano falsi aumenti e diminuzioni di contagi variando la loro presenza nelle prime vie respiratorie, dove noi umani preleviamo i tamponi. Ma loro non stanno cambiando di numero, sono degli abilissimi imbroglioni.
    Anche se non sono contagiosi affatto, possono simulare di essere molto contagiosi, perche' se li abbiamo nel 6% della popolazione (vedi stima precedente), queste persone sono positive al test quando i virus risalgono nelle prime vie respiratorie, diciamo in 2 giorni su 7, quindi i 2/7 del 6% della popolazione, cioe' l'1.7% fornisce risposta positiva al test un giorno su sette (il giorno del picco), che e' un dato in pieno accordo con le nostre evidenze sperimentali (i picchi a noi risultano di ampiezza costante pari all'1.5%).
    L'inganno risiede nel fatto che questi positivi non sono persone diverse che si passano il virus (cioe' nuovi contagi ma sono sempre le stesse persone, di quel 6% che neanche sono contagiose! Cosi' vengono simulati dei nuovi contagi inesistenti e si attribuisce al virus, che esiste e si puo' vedere, un'elevata contagiosita' che non esiste. Chissa' se pure la variante inglese del virus e' cosi' imbrogliona; magari potrebbe mostrare anche lei i picchi settimanali.
    Potrebbe essere solo frutto di fantasia, ma tutto sembra quadrare sorprendentemente bene!

    Continueranno a produrre decessi fino all'estate quando andranno in letargo (non manifesteranno in modo evidente la loro presenza ma sempre li staranno, finche' non li facciamo fuori (potra' avvenire solo dopo aver sequenziato il loro RNA).

    Per limitare i loro contagi non servono le zone rosse (per fortuna) ma serve qualcos'altro: ELIMINARLI in qualche modo dall'organismo di chi ce li ha addosso.

    Questa sarebbe un'ipotesi che potrebbe spiegare tutte le stranezze che vediamo nei dati.
    Questo nuovo virus sarebbe molto pericoloso, perche' sembra che col freddo diventi molto letale e potrebbe accrescersi sempre piu' di numero con le successive ondate del Sars-CoV-2.
    Ora dobbiamo cercarlo nei tamponi (ce ne dovrebbero essere molti, il 50% circa).

    CONTAGIOSITA': E' stato detto che la variante inglese e' molto piu' contagiosa. Vediamo di capire qualcosa in merito per questo nuovo virus che abbiamo scoperto nei dati italiani.
    Il Sars-CoV-2 produce un'ondata epidemica con un'ampiezza temporale (larghezza del picco) determinata da un tempo di guarigione di 30 giorni. Interpretando allo stesso modo i picchi del nuovo virus ne abbiamo dedotto un tempo di guarigione 5 volte piu' breve (6 giorni).
    Se cosi' fosse l'avvicendamento dei contagiati nel corso dell'epidemia (come un turn-over) sarebbe 5 volte maggiore, che comporterebbe una contagiosita' 5 volte maggiore (5 volte piu' contagiati a parita' di percentuale).
    Non sappiamo come i colleghi inglesi siano arrivati alla loro conclusione, comunque e' molto probabile che il virus italiano sia diverso.
    Con il ragionamento fatto la contagiosita' sarebbe 5 volte maggiore di quella del Sars-CoV-2.
    Esiste pero' anche un'altra possibilita' che ci porterebbe ad una conclusione opposta: se fosse un virus che permane a lungo nell'organismo e che si manifestasse periodicamente (una volta ogni 7 giorni) nelle vie aeree superiori, dove vengono prelevati i tamponi, allora la persistenza della positivita' nei picchi sarebbe prodotta dalla stessa persona (quindi dallo stesso contagio) piu' volte e la contagiosita' potrebbe anche essere molto bassa.
    Quello che abbiamo iniziato ad osservare quotidianamente nei dati, per ora sembra che mostri un piccolo accenno di aumento dell'ampiezza dei picchi, ma poco.
    Altrettanto importante sara' capire in che modo avviene il contagio (sembra non con i contatti personali).
    Capite cosi' l'importanza di osservare i dati che arrivano con la giusta cognizione di causa. Presto potremo sapere come stanno le cose.
    Anche per questo "stay tuned"!

    MONITORAGGIO: Ora che per qualche mese l'epidemia del virus Sars-CoV-2 e' quiescente per il gran numero di persone infettate ed ora immunizzate (per il 95% asintomatiche ed inconsapevoli) e lo rimarra' per qualche mese (secondo noi sette, ma poi c'e' l'estatem che rimandera' per un po' la terza "ondata") e' il momento giusto per monitorare questo nuovo virus (che non ha ancora un nome).
    Siccome abbiamo gia' avuto l'epidemia degli asintomatici quiescente l'estate scorsa, possiamo imputare i ricoveri ospedalieri ed i decessi in eccesso al nuovo virus, senza interferenze.
    Dobbiamo quindi passare allo studio di questi nuovi dati, per valutare l'impatto sanitario del nuovo virus e capire come correre ai ripari. Purtroppo la risposta di questi altri dati non e' "pronta" come quella dei dati dei contagi ma e' ritardata da 10 a 30 giorni e cosi' saranno ritardate le nostre risposte dello studio.
    ________ FINE DELLO STUDIO DELLA VARIANTE ITALIANA DEL VIRUS ________


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STUDIO DEI DATI DELLA REGIONE PIEMONTE: A parte la presenza dei picchi, possiamo confermare che la curva epidemica del Sars-CoV-2 ormai si e' appiattita sulla linea verde del fondo (degli asintomatici), che a questo punto possiamo confermare essere al livello da noi previsto di 1.5%.
Continueremo lo studio che stiamo conducendo sui dati della regione Piemonte, usata come caso pilota per una valutazione quantitativa dei costi delle riaperture delle zone rosse, sia perche' questa regione ha riaperto prima delle altre (domenica 28 novembre) che perche' i dati di una singola regione permettono di studiare meglio le caratteristiche dell'epidemia, non essendo mescolati ai dati delle tante altre regioni d'Italia.
Possiamo confermare il sorprendente risultato che i costi della riapertura del Piemonte sono stati pressoche' NULLI, almeno per ben 15 giorni dopo la riapertura (che sono molti).
Il fatto che malgrado i numerosi assembramenti per lo shopping natalizio, trasmessi anche in TV, non si siano registrati incrementi di contagi indica una conferma che anche la nostra valutazione di un gran numero di persone immunizzate non era poi cosi' lontana dalla realta'. E anche questa sarebbe un'altra previsione corretta, che conferma la qualita' previsionale di questo lavoro.
Le misure di questo studio sono riportate in una tabella , riportata nel secondo dei 3 grafici precedenti, da cui si vede che, dopo che per ben 14 giorni gli incrementi dei contagi sono stati nulli rispetto all'estrapolazione della curva, come sarebbe stata senza la riapertura, i dati iniziano a crescere fino all'1.4% (per ora) con un andamento che non sembra casuale e che certamente non e' imputabile alla riapertura delle attivita' per la zona arancione: i 14 giorni di incrementi di contagi a zero sono sufficienti per concludere che la riapertura non ha comportato incrementi di contagi.
L'origine dei picchi di questi nuovi contagi dopo il 14.mo giorno (vedi la linea arancione) sono riconducibili ai picchi settimanali del venerdi' sempre manifestati dal grafico del Piemonte (abbiamo indicato con una V blu i venerdi' nel grafico).
Dopo il 14.mo giorno dalla riapertura in arancione il livello medio della curva e' arrivato ad appiattirsi sulla linea verde del fondo degli asintomatici, Questo vuol dire che' l'epidemia del virus Sars-CoV-2 si e' conclusa e se non ci fosse il secondo virus la curva dei contagi coinciderebbe con la linea verde (non ci sono piu' virusSars-CoV-2 che si replicano perche' ci sono troppe persone ormai immunizzate).
Ma il secondo virus c'e' e non si riduce con il passare dei giorni, perche' il suo ciclo di 6 giorni e' troppo breve per permettere all'organismo di creare l'immunita' naturale (i contagiati sono persone sempre diverse).
Quindi, siccome la curva del Sars-CoV-2 coincide ora con il fondo degli asintomatici, dallo scorporo per differenza rimangono integralmente tutti i picchi del secondo virus, che sono quelli che si vedono nel grafico.
Tutti gli ultimi punti inseriti nel grafico, come si vede, non scendono ulteriormente perche' risentono della vicinanza del livello di fondo dei contagi degli asintomatici, che ormai e' confermato essere all'1.5% in Piemonte e l'abbiamo disegnato in verde nel grafico.
Ci aspettiamo percio' che anche nei prossimi giorni la curva proceda lungo la linea verde degli asintomatici ed il suo "asintoto" ci conferma la misura precisa del livello del fondo degli asintomatici, qual'e' realmente oggi in Piemonte.
Nel primo grafico abbiamo disegnato una linea rossa, che rappresenta la curva ipotetica, che avremmo avuto se la riapertura del Piemonte non ci fosse stata.
Questa linea rossa da oggi la disegniamo tenendo conto di un livello di contagi di fondo dell'1.5% dovuto alla moltitudine degli asintomatici, stimato con il valore dei contagi che si avevano quando la seconda ondata dell'epidemia non era ancora iniziata.
Questo livello di fondo e' riportato nel grafico con una linea orizzontale verde e la curva rossa ipotetica da noi disegnata non dovra' mai scendere sotto questo livello.
Tenendo conto del fondo, il nostro calcolo fornisce dati piu' vicini al vero e piu' bassi, perche' una parte dei contagi, trovati con i tamponi, erano quelli degli asintomatici, che non c'entrano niente con i contagi extra che ci interessano, dovuti alla riapertura in zona arancione del Piemonte.
Nei contagi in piu', che compaiono nei punti dell'ultimo tratto, restano cosi' solo quelli dovuti alla riapertura del Piemonte (da zona rossa ad arancione) avvenuta domenica 28 novembre (indicata con una freccia nel grafico).
Tra poco calcoleremo il loro scorporo dai dati del grafico per studiarne l'andamento temporale e soprattutto per valutarne la massima entita' raggiunta.
I risultati sono riportati nella relativa tabella .

IL "FONDO" RISULTANTE DALL'EPIDEMIA DEGLI ASINTOMATICI:   (11 dicembre 2020)
Abbiamo visto nel terzo grafico che i contagi extra dovuti alla riapertura rallentano il normale andamento di decrescita, dovuta alle guarigioni, allungandolo a 48 giorni invece di 30 (misurato 28).
Un comportamento del genere pero' e' da noi atteso, indipendentemente dalle chiusure, quando la percentuale raggiunge il 1.5%, che era il valore stabile che avevamo a settembre in Italia, quando l'epidemia non era ancora iniziata.
Questo valore "di fondo" dell' 1.5% l'abbiamo attribuito in questo lavoro, oltre agli asintomatici cronici (che dovrebbero essere pero' molto pochi) anche e soprattutto all'epidemia quiesciente degli asintomatici , presente in Italia dopo lo sviluppo dell'epidemia della primavera 2020: e' dovuta al fatto che gli asintomatici, sono numerosi e possono diffondere cariche virali deboli (perche' non hanno la sindrome Covid-19) e cosi' la persona eventualmente infettata ha alta probabilita' di non sviluppare la sindrome Covid-19 e talora di diventare anche lei asintomatica.
Cosi' puo' permanere per tempi lunghi un numero di persone positive al test molecolare (per esempio il 2% della popolazione) anche quando l'epidemia di Covid-19 non c'e' piu' (per esempio d'estate).
Il valore della percentuale di contagiati, raggiunto dall'epidemia degli asintomatici, dipende oltre che dalla contagiosita' attuale del virus, anche dai tempi di guarigione dell'asintomatico (cioe' dal numero di giorni che devono passare perche', dopo il contagio, l'asintomatico torni negativo al test), che determinano il punto di equilibrio dinamico, in cui si eguagliano il numero dei contagiati e quello dei guariti.
In Piemonte, d'estate, questa percentuale era intorno al 2%.
E' questo, secondo noi, il modo con cui il virus riesce a sopravvivere, permanendo attivo nell'ambiente a lungo anche in assenza dell'epidemia di Covid-19.
In altre parole, dopo la prima epidemia di Covid-19, abbiamo sempre tra noi una moltitudine di persone infette ed asintomatiche (per esempio l' 1.5% della popolazione), che inconsapevolmente "coltivano" nel loro corpo colonie di virus Sars-CoV-2, permettendo loro di sopravvivere, perpetuando la minaccia di una nuova "ondata" epidemica.
Le temperature ora piu' basse rispetto a settembre, potrebbero aumentare la contagiosita' delle cariche virali emesse dagli asintomatici (a loro insaputa) e quindi anche il livello stabile di fondo della percentuale dei contagi nel periodo invernale.
Per limitare questo fenomeno e' importante l'uso delle mascherine anche quando l'epidemia e' finita.
Abbiamo quindi ora anche il problema dello scorporo di questi due contributi ai contagi extra in Piemonte: oltre a quello della riapertura in zona arancione anche quello invisibile dovuto all'epidemia degli asintomatici.
Per ora abbiamo assunto che il livello permanente degli asintomatici sia il 1.5% e l'abbiamo disegnato con una linea verde nel terzo grafico (se non si vede azzerate la cache del browser).
Ci accingiamo a determinarlo piu' precisamente, esaminando i contagi misurati a settembre in Piemonte e poi potremo essere piu' precisi in merito.
I dati del Piemonte in estate sembrano essere crescenti: 1% a luglio, 2% in agosto e 3% a settembre (per inciso, questa crescita dei contagi nel periodo estivo protrebbe essere un indizio della diminuzione dell'immunizzazione acquisita dalla popolazione durante la prima ondata primaverile di Covid-19).
Alla luce dell'andamento dei contagi, come appare nel terzo grafico, sembra corretto assumere che il livello attuale del fondo di contagi da asintomatici sia 1.5%.
Le percentuali dei positivi al test misurate contengono anche quelli che abbiamo chiamato i "contagi extra della riapertura", perche' abbiamo definito livello di fondo degli asintomatici quello senza chiusure in atto.
La curva tra pochi giorni dovrebbe appiattirsi stabilmente ad un livello costante, corrispondente al livello di fondo degli asintomatici del Piemonte, che risultera' leggermente ridotto dalle chiusure residue in zona gialla (attiva da oggi).
Questa osservazione ha conseguenze importanti sul metodo di scorporo dei contagi extra che segue, perche' nel primo grafico la curva ipotetica rossa da noi disegnata non deve arrivare a zero ma al livello di fondo degli asintomatici (che e' quello a cui si livellerebbe la curva in assenza di chiusure).
Nelle analisi fatte domenica 13/12 e lunedi' 14/2 abbiamo proceduto in questo modo ottenendo un abbassamento dei contagi extra, scorporati che abbiamo riportato nel terzo grafico, pari alla percentuale del fondo degli asintomatici che abbiamo supposto essere dell' 1.5%.
Questa conclusione e' confortata anche da una particolarita' assolutamente improbabile che sia casuale: i 4 punti del 7,8,9 e 10 dicembre si collocano tutti e quattro allo stesso livello, come se non potessero scendere sotto alla linea verde di 1.5%, che sembra poi essere il livello di appiattimento della curva, coincidente secondo noi con il fondo dei contagi degli asintomatici.

  CONCLUSIONE PRELIMINARE SULLA PROBABILE INUTILITA' DI ALTRE "RESTRIZIONI":     (15 dicembre 2020)
Durante l' ondata epidemica il numero di persone infettate e' salito fino al picco e poi e' sceso, perche' il numero di persone infettabili si e' ridotto significativamente per l'immunita' acquisita da un'infezione precedente.
La discesa della curva dei contagi, nel caso del Piemonte , e' proseguita fino a raggiungere il livello 1.5% del fondo di equilibrio dell'epidemia degli asintomatici (che in genere e' tra 1% e 3%). I dati confermano che la maggior parte delle regioni italiane ha gia' raggiunto queste condizioni.
Quando la curva arriva a quel livello, non dovrebbe essere piu' necessario chiudere con rigore le attivita' economiche, in quanto se la curva e' scesa fino al livello di fondo degli asintomatici da cui era partita. Questa discesa secondo noi puo' essere motivata solo dal fatto che molte delle persone che i virus incontrano non sono piu' infettabili, perche' immunizzate ed il virus ha difficolta' a trovarne altre da infettare (il virus non e' cambiato).
Certo se formiamo molti assembramenti diamo una mano al virus, facendolo venire in contatto con piu' persone e alla fine puo' riuscire a trovarne qualcuna infettabile ma se la curva dei contagi e' scesa cosi' tanto, da raggiungere il fondo degli asintomatici (che e' lo zero per la curva), le persone ancora infettabili non devono essere molte e quindi la curva non riuscira' piu' a crescere molto (cioe' rimane Rt<1).
I grafici del Piemonte dimostrano la correttezza di questa nostra conclusione, perche' la valutazione, che qui' ora facciamo, del numero di contagi extra prodotti negli assembramenti dello shopping natalizio in Piemonte, fino a due settimane dalla riapertura da zona rossa ad arancione, risulta compatibile con ZERO.
Il risultato delle differenze, tra le ordinate sulla curva vera e quella ipotetica da noi disegnata in rosso, e' nel secondo grafico dove i contagi extra della riapertura del Piemonte in zona arancione dopo 14 giorni ancora NON appaiono e quindi sono compatibili con ZERO entro le normali fluttuazioni statistiche anche dopo 15 giorni (la massima escursione e' stata una percentuale piccola, dello 0.8%, dopo 16 giorni).
Le fluttuazioni dei punti nel secondo grafico dipendono dalla precisione del disegno a mano (per l'urgenza dell'esito, senza un apposito software) della curva rossa ipotetica in assenza della riapertura. Sono pero' fluttuazioni statistiche e non sistematiche che secondo noi non incidono sulla veridicita' del risultato, ottenuto tramite il valore medio.
Quello che possiamo dire per ora, riguardo ai contributi extra ai contagi prodotti dalla riapertura del Piemonte in zona arancione, e' che l'eccesso di contagi, che sembrava esserci nei dati dell'ultima settimana, era solo apparente, con grande sollievo delle attivita' che stavano per essere chiuse nel periodo natalizio in Piemonte (altrova e' ancora da vedere, conducendo un'analisi come quella condotta per il Piemonte).
Esso non e' dovuto ai contagi extra della riapertura arancione del Piemonte ma al raggiungimento del livello di fondo degli asintomatici che impedisce ai dati di continuare la loro discesa verso zero e li fa livellare verso un valore costante , che puo' essere affidabilmente ricavato dall'andamento dei dati e che per ora, in via molto preliminare, ci senbra essere intorno all'1.5% (consistente con i dati di luglio 1%, agosto 2% e settembre 3% in Piemonte).
Durante la discesa della curva, la progressiva riduzione nella pendenza (coefficiente angolare della tangente alla curva dei contagi) corrispondeva ad una diminuzione di contagiosita' e quindi ad una diminuzione del parametro di trasmissibilita' Rt.
Ora che la curva si sta appiattendo sul livello di fondo, la pendenza torna ad aumentare ma questo NON significa che "c'e' una preoccupante inversione di tendenza con Rt che non scende piu' ma risale", per cui sarebbe necessario accentuare le restrizioni (come si sente dire in TV). Noi crediamo che a questo punto sarebbe inutile (almeno per il Piemonte, che stiamo studiando).
L'appiattimento della curva sul livello di fondo e' un comportamento naturale e scontato, a cui non corrisponde alcun peggioramento dell'epidemia e come la riapertura del Piemonte ha prodotto ZERO aumenti dei contagi, cosi' nuove restrizioni produrrebbero ZERO diminuzioni di contagi, non riuscendo a portare la curva sotto al livello del fondo.
Il fondo degli asintomatici e' generalmente piccolo, solo qualche centesimo della popolazione e' infetta ed asintomatica, in base alle misure fatte (in Piemonte e' 1.5%).
Le restrizioni delle attivita' economiche sono giustificate quando la curva dei contagi e' ben sopra al livello del fondo, perche' cosi' possono produrre diminuzioni di contagi importanti.
Quando la curva si sta appiattendo sul livello del fondo, come ora, le restrizioni non dovrebbero essere piu' utili, perche' c'e' poco da ridurre nei contagi.
Nel caso dei contagi di tutta Italia pero' abbiamo un PROBLEMA , che ci rende difficile ricondurre i dati misurati allo scenario qui' descritto, perche' il livello apparente del fondo e' troppo alto (9.5%), mentre i due grafici del Piemonte e dell'Italia per tutto il resto hanno in tutto e per tutto andamenti identici (sia per la posizione della curva nel tempo che per i picchi settimanali).
Noi ancora non abbiamo capito le ragioni di quel 9.5%: dovrebbe essere pari alla media pesata (con i numeri di abitanti) dei fondi misurabili nelle varie regioni d'Italia, che sono piu' bassi (come il Piemonte). Ci stiamo studiando.
Questo fondo degli asintomatici non e' un'idea peregrina inventata ad hoc per spiegare il comportamento dei dati, perche' e' sicuro che c'e' e l'abbiamo anche misurato accuratamente nei mesi prima che iniziasse l'epidemia.
Poi con l'epidemia in atto tutte queste persone asintomatiche continuano ad esistere ma sono come una popolazione a parte, con una maggiore resistenza immunitaria acquisita, che continuano ad esistere passandosi inconsapevolmente il testimone delle colonie di virus coltivate nei loro corpi e che appaiono come un livello di fondo costante nel tempo nelle rilevazioni dei contagi, quando l'epidemia per qualche ragione tende a scomparire: per la prima ondata della primavera scorsa la ragione fu l'arrivo della stagione calda, ora e' l'avvicinamento all'immunita' di gregge che, malgrado il freddo, riduce sempre piu' il numero di persone infettabili e quindi riduce la contagiosita' apparente del virus, facendo scendere il parametro Rt sotto 1.
La stessa tendenza s'intravede nel grafico dei dati di tutta Italia ma ad un livello molto piu' elevato: l' 11% invece dell'1.5%.
E' questo un risultato molto preoccupante perche', alla luce di queste nostre conclusioni (molto) preliminari, indicherebbe la formazione in qualche altra regione d'Italia di una massa di asintomatici particolarmente numerosa, che manterra' a tempi lunghi la percentuale dei contagi intorno al 10% costante nel tempo (una persona su 10 permanentemente infetta ed asintomatica, molte di loro in grado di trasmettere l'infezione).
Sarebbe uno scenario nuovo che richiederebbe un'immediata revisione delle strategie di lotta a questa pandemia.
Inoltre in Piemonte potrebbe essere un GRAVE ERRORE chiudere tante attivita' economiche nel periodo natalizio, pensando che gli incrementi dei contagi che si vedono nei dati derivino dalla riapertura del Piemonte, quando invece questi incrementi sono la manifestazione del fondo dei contagi degli asintomatici, che cominciano ad emergere quando i contagi reali si avvicinano a quel livello di fondo (che e' 1.5% in Piemonte ma in altre regioni la situazione potrebbe essere molto diversa: basta eseguire pero' questa stessa analisi sui dati regione per regione per saperlo, valutando il livello del fondo locale dell'epidemia degli asintomatici, che potrebbe essere abbastanza diverso dall'1.5% del Piemonte).
Certo, i lockdown servono anche a ridurre l'epidemia degli asintomatici che mantiene il fondo di contagi a quel livello e quindi ad abbassare il livello di fondo ma quando il livello e' basso non conviene piu' fare enormi sacrifici per abbassarlo ulteriormente. Ci penseranno poi i vaccini, l'immunita' naturale acquisita e la stagione calda ad abbassarlo.
Quello che sembra nessuno abbia ancora capito, secondo noi, e' che i contagi stanno scendendo in regioni come il Piemonte perche' ci sono sempre meno persone infettabili: sono quasi tutte immunizzate ormai. Altrimenti con le folle viste in TV per lo shopping natalizio i contagi avrebbero dovuto impennarsi, invece per ben due settimane NIENTE , nessun contagio in piu' misurato (e' una nuova conferma alla nostra previsione della prossimita' in queste regioni all'immunita' di gregge che prima o poi doveva arrivare: sembra sia arrivata!).
Salira' solo un poco il livello di fondo degli asintomatici (forse).
Sara' compito degli amministratori giudicare e decidere.
Ed i nostri governanti, sulla scia della cancelliera Merkel (che poveraccia deve chiudere tutto, perche' ha il suo popolo non immunizzato in quanto hanno sempre avuto finora meno contagi di noi) sembra che si stiano apprestando a chiudere ulteriormente tante altre attivita' per il Natale, spaventati dal numero alto di decessi, che pero' sono stati causati dai contagi di 20/30 giorni fa, quando la curva era al massimo, non da quelli di oggi.
Fare analisi di questo tipo, senza alcuna aggregazione dei dati che farebbe perdere irrimediabilmente informazioni importanti, e' secondo noi un bagaglio tecnologico molto utile per i tecnici che hanno il compito di contrastare al meglio questa pandemia.
Certamente noi faremo la nostra parte approfondendo ulteriormente questo argomento, per le sue importanti implicazioni sulla gestione organizzativa delle varie attivita'.

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ANALISI DEI CONTAGI EXTRA CONSEGUENTI ALLA RIAPERTURA:   (7 dicembre 2020)
Come in tutti gli altri picchi, la discesa dal picco di venerdi' 4/12 avrebbe dovuto procedere con la velocita' di guarigione rapida dei 6 giorni, fino a raggiungere poi il valore medio complessivo della curva di discesa delle guarigioni a 30 giorni (linea marrone).
Invece i dati lungo la discesa dal picco settimanale di venerdi' 4/12 non procedono lungo la linea rossa perche' non contengono solo i contagi iniziali degli infettati che stanno guarendo in 6 giorni ma contengono anche dei nuovi contagi extra, che li fanno scendere piu' lentamente, mantenendoli sopra alla linea rossa, con un tempo di arrivo a zero che conseguentemente sara' superiore a 6 giorni.
Potrebbero essere i contributi dei contagi extra prodotti dalla riapertura del Piemonte come zona arancione, che appaiono rilevabili ma solo dopo 5 giorni dalla riapertura e che sembrano essere in crescita continua negli altri 6 giorni successivi (nel grafico c'e' un punto ogni giorno).
Gli incrementi di contagi per l'apertura della zona arancione, essendo piccoli (mediamente intorno all'1%), rallentano solo un po' la discesa dal picco con la pendenza delle guarigioni in 6 giorni, senza alterare l'andamento complessivo della curva, che procede nella sua discesa delle guarigioni con pendenza di 30 giorni (indisturbata).
In questo piccolo livello (mediamente 1.2%) dei contagi che inizia ad apparire, dovrebbe aver giocato un ruolo importante l'immunita' gia' acquisita dalle moltissime persone, da noi anche conteggiate , che nel passato inconsapevolmente sono state infettate in forma asintomatica e poi sono guarite in 6 o 30 giorni, rimanendo immunizzate (almeno per un certo tempo).
I dati dei prossimi giorni ci permetteranno di essere piu' precisi, anche quantitativamente al riguardo.

Tra poco mostreremo come si determina quantitativamente il discostamento dei dati degli ultimi giorni, dal 5/12 ad oggi, dal comportamento solito della discesa prodotto dalle sole guarigioni dei contagi in 6 giorni, come in tutti i picchi precedenti (linea rossa, interpolata a mano) e ricaveremo per differenza l'entita' del contributo extra ai contagi giorno per giorno, trovando cosi' un valore costante fino al +0.8% (vedi il grafico dei contagi extra per la riapertura), come incremento dei contagi (dovuto alla riapertura).
Infine osserviamo che il dato del 11/12 e' cresciuto per formare l'atteso picco del venerdi', come tutti i precedenti picchi e come da noi atteso (vedi l' osservazione successiva).

CALCOLO DEI CONTAGI EXTRA (dovuti alla riapertura della zona arancione):   (7 dicembre 2020)
 
Abbiamo disegnato nel primo grafico una retta marrone superiore che passa per i picchi settimanali del venerdi' ed un'altra retta marrone inferiore che passa per i minimi raggiunti dalla curva (sempre 4 giorni dopo il picco).
L'incremento di contagi extra, dovuti alla riapertura del Piemonte in zona arancione, puo' essere calcolato esattamente dalle differenze delle ordinate nel grafico tra i punti delle misure ed i punti su una linea (rossa) che corrisponde all'andamento ipotetico della curva senza i contagi extra prodotti dalla riapertura della zona arancione (e' quella che abbiamo disegnato in rosso, dopo aver segnato con delle x nere la posizione della curva ipotetica).
Questa curva ipotetica rossa non puo' scendere sotto il livello di fondo stabilito dagli asintomatici che abbiamo assunto essere dell' 1.5%, come gia' discusso.
I dati delle misure dei contagi che scendono dal picco sarebbero stati tutti sulla linea rossa in assenza della riapertura, con salite e discese dei punti tutte parallele a quelle di tutti i picchi precedenti (con pendenza a 6 giorni).
Se ora i punti sono piu' in alto della curva rossa, e' proprio per la presenza dei contagi extra in piu' e dal grafico possiamo cosi' misurare esattamente, per differenza, quanti sono questi contagi extra, probabilmente dovuti alla riapertura (arancione) del Piemonte.
Abbiamo fatto proprio cio', valutando le differenze tra la curva reale e quella rossa, che ci sarebbe stata senza la riapertura cioe' con il solo andamento decrescente delle guarigioni in 6 giorni.
Quest'ultima curva rossa non ce l'avevamo ma poiche' gli andamenti dei picchi precedenti sono stati tutti molto simili tra loro, abbiamo potuto ipotizzare quale sarebbe stato il suo andamento e graficarla, senza mai scendere pero' sotto il livello di fondo dovuto agli asintomatici (stimato per ora all' 1.5% e poi direttamente ricavabile dal livello orizzontale costante raggiunto dalla curva).
E' quello che abbiamo fatto, partendo dal picco del venerdi' precedente (27/11) e disegnando delle x nere sul tracciato ipotizzato per la curva che ci sarebbe stata senza la riapertura (con 4 giorni in discesa con pendenza a 6 giorni e poi la risalita, come in tutti i picchi precedenti).
Poi abbiamo unito questi punti con una linea rossa, ricavando la curva ipotetica con cui poter confrontare la curva reale dei contagi.
A questo punto siamo stati in grado di misurare sulla carta a quadretti le distanze in centimetri tra i punti sulla curva reale ed i punti sulla curva ipotetica (cioe' le x nere) ed i risultati sono riportati nella tabella seguente:

DATA DISTANZA (CM) PERCENTUALE
27/11 V 0 0%
28/11 S-0.5 -0.25%
29/11 D 4 2%
30/11 L 0 0%
1/12 M 0.4 0.2%
2/12 M-0.4 -0.2%
3/12 G0.7 0.35%
4/12 V-0.2 -0.1%
5/12 S-1 -0.5%
6/12 D 0 0%
7/12 L 0 0%
8/12 M 0 0%
9/12 M 0 0%
10/12 G 0 0%
11/12 V1.4 0.7%
12/12 S 0 0%
13/12 D 0 0%
14/12 L-1 -0.5%
15/12 M1.5 0.75%
16/12 M 2 1%
17/12 G0.8 0.4%
18/12 V2.8 1.4%
19/12 S0.2 0.1%
20/12 D 1 0.5%
21/12 L0.2 0.1%
22/12 M 0 0%
23/12 M 2 1%
24/12 G 3 1.5%
25/12 V 2.8 1.4%
26/12 S-0.2 -0.1%
27/12 D 0 0%
28/12 L-1.0 -0.5%

Riportando queste percentuali di contagi extra nel grafico dei contagi extra , si nota che, partendo dal giorno della riapertura del Piemonte (che e' lo zero sulle ascisse), i contagi prodotti in piu' rimangono sempre intorno a zero fluttuando entro un'ampiezza massima dell'1%
Questi contagi extra non possono crescere a lungo e percio' riteniamo che dopo 14 giorni ormai dovremmo essere molto vicini al valore finale costante, che per ora ci sembra essere inferiore all' 1%.
I prossimi giorni ci permetteranno di definire sempre meglio questo livello massimo raggiunto dai contagi extra che e' un dato fondamentale per poter capire se la riapertura delle attivita' commerciali in zona arancione puo' essere mantenuta, estesa nel periodo natalizio oppure eliminata (tornando in zona rossa).
Per capire se un incremento inferiore all'1%, per esempio di 0.8%, dei contagi e' accettabile o no, possiamo andare a valutare le implicazioni sanitarie, confrontandolo con il 10%, che era la percentuale dei contagi in Piemonte quand'era al massimo, ai primi di novembre (quando e' iniziata la zona rossa in Piemonte).
La misura e' stata fatta da noi manualmente per l'urgenza di ottenere i primi risultati preliminari e dipende non poco dalla correttezza della nostra previsione nel tracciare la curva rossa ipotetica, necessaria per avere i dati senza riapertura del Piemonte (si sarebbe potuto fare molto meglio scrivendo un apposito software di "best fit" ai dati reali).
Nei limiti di precisione di questa misura fatta manualmente, possiamo tentare di valutare le conseguenze sanitarie, dovute alla riapertura della zona arancione, che porta un ulteriore 0.8% di incremento nella percentuale attuale dei contagi complessiva in Piemonte, che ora e' piccola (tra 1% e 2%), grazie alle chiusure effettuate, ultima delle quali quella arancione: quindi a meta' dicembre (tempo di sviluppo della sindrome Covid-19), i ricoveri ed i decessi potrebbero aumentare del 40% (2%+0.8%) in conseguenza della riapertura fatta il 29/11 della zona arancione.
Non sarebbe poco. E' troppo presto per trarre conclusioni, ma per focalizzare il problema, pensate che oggi i decessi in Piemonte sono stati 67, corrispondenti alla percentuale di contagi di circa 20 giorni fa, quando era intorno al 5%. Pertanto in proporzione, se siamo nel giusto, un incremento di +0.8% delle persone contagiate per l'apertura della zona arancione, potrebbe causare 20 giorni dopo un incremento di circa 10 decessi al giorno in Piemonte (analogamente per i ricoveri ospedalieri).
Il grafico che abbiamo ottenuto finora e' compatibile con un incremento dei contagi extra vicino allo zero ed aver assunto il 0.8% nelle valutazioni precedenti va considerato solo un utile esercizio esemplificativo.
Una volta definito meglio, qualcuno dovra' decidere se quello che ne consegue e' un fardello sostenibile, a fronte dei benefici per tutte le centinaia di migliaia di persone e famiglie piemontesi sconvolte dalla crisi.
Dobbiamo aspettare ancora qualche giorno per arrivare a poter giudicare.
Sicuramente i contagi extra andranno a stabilizzarsi ad un certo livello: sara' cruciale valutare poi l'entita' di questo livello, che sara' stato determinato dal fondo degli asintomatici, per giudicare se l'esperimento della riapertura ha prodotto un numero di nuovi contagi sopportabile oppure no.
Von il metodo da noi indicato si puo' ottenere la misura dell'incremento dei contagi, dovuto alla parziale riapertura della zona arancione in Piemonte e valutarne la compatibilita' sanitaria.
Gli errori su queste misure sono anch'essi quantificabili dalle distribuzioni di piu' misure ripetute (cosa che pero' non facciamo per semplicita' in questo lavoro esplorativo).
I dati su cui stiamo lavorando sono in percentuale delle persone esaminate; quindi se ipotizziamo che i comportamenti delle persone sono simili in tutta Italia, allora i risultati ottenuti dal grafico del Piemonte, che arrivano una settimana prima, potranno essere estesi anche a tutte le altre regioni e quindi possiamo prevedere con una settimana di anticipo anche gli incrementi di contagi che avremo nel grafico dei dati di tutta Italia nei prossimi giorni, dato che la chiusura queste altre regioni e' iniziata il 6/12.
Possiamo cosi' prevedere che, se nella prima settimana di zona arancione nel grafico del Piemonte avessimo avuto un incremento giornaliero dei contagi fino al +0.8% allora con 9 regioni su 20 passate da zona rossa ad arancione, nel prossimo grafico (quello di tutta Italia) dobbiamo aspettarci intorno al 14/12 un incremento di 9/20*0.8%, cioe' la percentuali dei contagi dovrebbe aumentare dello 0.4% circa stabilmente in tutta Italia.
L'evidenza di questi contagi extra nel Piemonte per ora e' ancora preliminare, per cui potremo trarre le nostre conclusioni solo dopo che si saranno stabilizzati.
Dal numero di contagi finale che calcoleremo poi dai dati dei prossimi giorni, potremo anche avere una buona indicazione se e' fondata l'ipotesi di una forte limitazione dei contagi, dovuta ad un'estesa immunizzazione della popolazione per l'avvicinamento all'immunita' di gregge.
Questa immunizzazione della popolazione potrebbe essere il motivo per il quale oggi in Germania hanno piu' decessi di quelli attesi: avendo avuto meno infezioni in primavera e' possibile che oggi ci siano meno persone immunizzate in Germania.
Da queste misure del numero di contagi in piu', si puo' poi arrivare a valutare ed a prevedere il costo in numero di ricoveri e decessi, dovuto alla riapertura ed alla relativa ripresa dell'economia. Non vorrei dirlo, ma quando a novembre i contagi erano cosi' tanti da produrre in Italia una percentuale misurata del 18%, circa venti giorni dopo i decessi giornalieri hanno sfiorato le 1000 unita'.
Questo permette di capire l'entita' del problema: quando ci sembra che una crescita di contagi in Italia numericamente piccola come il 0.8% sia accettabile, dobbiamo pensare anche che potrebbe comportare un incremento di 44 decessi al giorno.
Fin dove e' lecito spingersi per salvare milioni di lavoratori e le loro famiglie dalla fame? Questo e' il problema ineludibile per i nostri governanti.
Noi stiamo lavorando per indicare come limitare al massimo la crescita dei contagi e quindi dei decessi.
Purtroppo questo e' il Covid-19. Non ci resta che prenderne atto e gestire al meglio la crisi, finche' saremo costretti a conviverci.

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EFFETTO DELLA RIAPERTURA DEL PIEMONTE IN ZONA ARANCIONE:   (4 dicembre 2020)
Siccome il nuovo picco settimanale si colloca lungo l'andamento discendente delle guarigioni a 30 giorni, indicato dalla linea rossa, possiamo concludere che la vistosa risalita dei contagi, aspettata per l'1/12 o 2/12, dovuta all'effetto della riaperture di tutti i negozi con il passaggio del Piemonte da zona rossa ad arancione il 29/11 (indicato con la freccia nel grafico), finora non c'e' stata!
E' una buona notizia perche' CI ASPETTAVAMO UN GRANDE INCREMENTO DEI CONTAGI CON IL PASSAGGIO ALLA ZONA ARANCIONE, dopo aver visto in TV tutti gli affollamenti per lo shopping. Solo 15 giorni fa probabilmente avrebbero prodotto un picco molto vistoso (il picco di oggi 4/12 e' quello settimanale, che in Piemonte c'e' sempre il giovedi' o venerdi').
Riteniano che quest'assenza di una risalita, dovuta alla "zona arancione", possa derivare DALL'IMMUNITA' ORMAI ACQUISITA DA COSI' TANTE PERSONE, in linea con la discesa generalizzata dei contagi in tutta Italia, da noi attribuita al prossimo raggiungimento dell' IMMUNITA' DI GREGGE.
Il fatto che il numero dei contagi in Piemonte sembrano per ora non aver risentito della riapertura delle attivita' commerciali, puo' essere considerato un test valido per poter pensare di avviare altre aperture delle regioni ancora chiuse? Ancora non posso affermarlo.
Siamo certi che i contagi poi riprenderanno a scendere nei prossimi giorni, fino al prossimo venerdi', con il procedere delle guarigioni con la discesa a 30 giorni, fino ad arrivare al 2% o meno.

EFFETTO DELLA RIAPERTURA DI ALTRE 9 REGIONI:   (5 dicembre 2020)
Il test decisivo secondo noi ci sara' domani domenica 6/12, in cui ben 9 regioni cambiano colore: Valle d'Aosta, Toscana, Campania, Abruzzo e provincia di Bolzano passano da rossa ad arancione ed Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Puglia, Umbria e Marche da arancione a gialla.
Moltissime saranno le persone che entreranno in circolazione e le attivita' commerciali che riapriranno.
I virus vedranno aumentare di molto le loro possibilita' di entrare in contatto con esseri umani che, non essendo vaccinati, se non saranno stati immunizzati da un precedente contatto con il virus (per la grande maggioranza dei casi in forma asintomatica), potranno infettarsi andando ad aumentare notevolmente il numero dei contagiati nel nostro grafico di tutta Italia (non in quello del Piemonte, che e' rimasto arancione).
I risultati del test probabilmente cominceranno ad arrivare a partire da martedi' 8/12.
Abbiamo detto che lo consideriamo un test perche', dall'entita' dell'incremento dei contagi conseguente, si potra' valutare l'ammissibilita' dell'ipotesi da noi formulata di prossimita' alla condizione dell'immunita' di gregge in Italia.
Non ci resta che aspettare.

ALTRE NOSTRE PREVISIONI:   (7 dicembre 2020)
Cosa prevediamo noi? Un incremento dei contagi, ma non molto elevato: sara' una misura di quante persone non sono ancora immunizzate in Italia (l'arrivo all'immunita' di gregge sara' intorno a Natale, secondo noi).
Se anche quest'altra nostra previsione sara' confermata, cioe' se i contagi NON si impennassero, chi fosse ancora scettico sul raggiungimento dell'immunita' di gregge, oltre a dover trovare una diversa spiegazione plausibile al continuo calo dei contagi degli ultimi 20 giorni, dovra' anche spiegare come mai la riapertura di mezza Italia non abbia fatto impennare la curva dei contagi (cosa dovrebbe essere cambiato nel virus, rispetto ad un mese fa?).
Invece se i contagi si impennassero, dovremmo essere noi a rivedere tutte le nostre valutazioni perche' vorrebbe dire che le persone immunizzate non sono ancora cosi' numerose e che l'immunita di gregge forse e' ancora lontana (e dovremmo trovare anche noi una diversa spiegazione al calo dei contagi degli ultimi 20 giorni).
Per sapere quanto si sta rischiando, si tenga presente che il livello dei contagi del 18% in Italia (quello di 20 giorni fa) ha comportato un fardello enorme, di circa 1000 decessi al giorno!
Per gennaio poi, mentre tutti gli esperti fanno previsiono molto fosche, noi riteniamo che l'epidemia possa rimanere abbastanza quiescente, finche' dura l'effetto dell'immunita' di gregge nella popolazione, A MENO CHE l'aumento di contagiosita' dovuto al freddo invernale non riesca a superare la barriera immunitaria acquisita dalla popolazione.
Infatti e' come una battaglia tra i virus, contenuti in quei "pacchetti" presenti nell'ambiente, che chiamano cariche virali, e gli anticorpi contenuti nell'organismo della persona bersaglio. Se con il freddo le cariche virali aumentano le sorti della battaglia potrebbero capovolgersi e potrebbe non bastare piu' l'immunita' fino a quel momento acquisita.
Noi non possiamo sapere cosa succedera' e credo che in realta' nessuno lo sappia, perche' il Sars-CoV-2 e' un virus nuovo.
Staremo a vedere ma per ora secondo noi la battaglia dovrebbe essere gia' vinta (contro le previsioni di tutti!).

QUANDO CI SARA' LA TERZA ONDATA ?   (14 dicembre 2020)
I dati del Piemonte in estate sembrano essere crescenti: 1% a luglio, 2% in agosto e 3% a settembre.
Questa crescita dei contagi nel periodo estivo potrebbe essere un indizio della diminuzione dell'immunizzazione acquisita dalla popolazione infettata durante la prima ondata primaverile di Covid-19.
Questa crescita poi, con l'arrivo del freddo, e' sfociata nella seconda ondata dell'epidemia ad ottobre, con picco a novembre.
Se e' giusto quello che pensiamo (altrimenti cos'altro potrebbe far salire i contagi con continuita' fino a settembre?), allora a gennaio e febbraio l'epidemia rimarra' quiescente in forma endemica, perche' molti italiani sono immunizzati e poi potrebbe esplodere con la terza ondata otto mesi dopo novembre, cioe' a giugno.
Questo perche' sono passati sette mesi dal picco della prima ondata ad aprile 2020 ed il picco della seconda ondata a novembre 2020.
Questo e' il nostro RISULTATO: quando un'epidemia nasce, si diffonde finche' la maggior parte della popolazione non e' stata infettata poi i contagi si riducono per l'immunizzazione acquisita dalla popolazione gia' infettata e arrivano a zero quando si raggiunge la condizione chiamata "immunita' di gregge".
Possono verificarsi due casi:
  • Gli anticorpi NON vengono smaltiti dall'organismo, allora l'immunita' acquisita e' permanente e l'epidemia si conclude con un solo ciclo: e' il caso della pandemia "spagnola" di un secolo fa.
  • Gli anticorpi vengono smaltiti dall'organismo in un tempo di T giorni, allora l'immunita' acquisita NON e' permanente e l'epidemia dopo la conclusione del primo ciclo, si ripete con una seconda "ondata" dopo T giorni e cosi' all'infinito se non si interviene con la vaccinazione: e' il caso dell'influenza Covid-19, che dovrebbe avere un tempo di replicazione delle ondate successive di circa otto mesi (secondo la Monash University di Melbourne).
    Questo rende il Covid-19 una pandemia ricorrente molto peggiore della "spagnola": se fosse scoppiata un secolo fa, avrebbe seriamente decimato l'intera popolazione mondiale nel corso degli anni.
Questo fa capire meglio cos'e' il Covid-19: non un'influenza ma una polmonite virale incurabile, letale e molto contagiosa, in grado di costituire una minaccia globale per tutto il genere umano.
Noi saremo fortunati, perche' il caldo estivo impedira' l'inizio della terza ondata a giugno, quando l'immunizzazione naturale delle persone, infettate nella seconda ondata e poi guarite, sara' svanita lasciandoci vulnerabili all'infezione.
La terza ondata ripartirebbe ad ottobre, come nel 2020, ma per allora contiamo di essere stati tutti vaccinati.
Durante l'estate i contagi di fondo (quelli degli asintomatici) torneranno a crescere come nel 2020 in Piemonte: 1% a luglio, 2% in agosto e 3% a settembre.
Ci sarebbero percio' tutte le condizioni favorevoli per l'inizio della terza ondata ad ottobre, come nel 2020.
Ma non ci sara', perche' le Autorita' sanitarie DEVONO riuscire a vaccinare la maggior parte della popolazione entro l'estate.
Non dobbiamo ignorare pero' una preoccupazione legata all'efficacia dei vari gradi di immunita' acquisita dalle persone infettate e poi guarite soprattutto nel periodo del freddo invernale, quando l'intensita' delle cariche virali presenti nell'ambiente aumenta e cosi' i rischi d'infezione.

SORPRESA: CI SONO DUE DIVERSE COMPONENTI NELLA DISCESA DEI CONTAGI     (30 novembre 2020)
Nella regione Piemonte, chiusa in "zona rossa" fino al 28/11 compreso ed in "zona arancione" dal 29/11 in poi, la causa principale della diminuzione dei contagi secondo noi e' da attribuire alla progressiva guarigione delle persone infette.
E' allora degna della massima attenzione la presenza di due diverse componenti nella riduzione temporale dei contagi, che emerge dal grafico (vedi linee viola e verde):
  1. Una componente rapida che produce la discesa dai picchi con una velocita' di dimezzamento dei contagi di 3 giorni, cioe' a zero in 6 giorni, come indicato dalla LINEA VIOLA (nel grafico basta contare i punti, perche' ce n'e'uno ogni giorno). Questa e' la stessa componente presente anche nella discesa da tutti i picchi presenti nel grafico dei contagi di tutta Italia (piu' avanti), con la stessa velocita' di discesa e da noi discussa QUI' .
  2. Una seconda componente piu' lenta, che continua a far decrescere la curva con una velocita' di dimezzamento dei contagi di 15 giorni, cioe' a zero in 30 giorni, come indicato dalla LINEA VERDE (nel grafico basta contare i punti, perche' ce n'e'uno ogni giorno).
Approfondiremo sicuramente sempre piu' questa osservazione perche' ci sembra molto importante.
Per iniziare, riteniamo di poter fornire le due spiegazioni seguenti:
  1. La spiegazione, su cui ci soffermeremo piu' avanti , per la componente rapida (tempo di guarigione di 6 giorni, vedi linea viola) dovrebbe essere relativa alla guarigione di persone infettate da asintomatici con cariche virali deboli. Le diminuzioni dei contagi misurate le attribuiamo sempre a guarigioni perche', per quanto ne sappiamo noi, da un giorno all'altro i contagi misurati possono diminuire lecitamente solo per le guarigioni od i decessi, che sono pero' molti meno delle guarigioni (in prima approssimazione possiamo trascurarli). In questi casi e' verosimile che diventino rapidamente negative al test (in soli 6 giorni), perche' hanno gli anticorpi che riescono a prevalere sull'infezione. Ci potrebbero essere anche infezioni di persone con anticorpi, perche' gia' infettate e poi guarite, ma non abbiamo elementi sufficienti per poter ritenere che siano prevalenti.
  2. La spiegazione per la componente piu' lenta (tempo di guarigione di 30 giorni, vedi linea verde) dovrebbe essere relativa alla guarigione di persone infettate e non dotate di anticorpi sufficienti ad impedire l'estendersi dell'infezione. In questi casi, siccome l'infezione puo' estendersi, la guarigione e' piu' lenta. I 30 giorni corrispondono al tempo di guarigione dei malati di Covid-19 (cioe' con sintomi), come appreso dagli ospedali ed anche ai tempi di guarigione di personaggi famosi, come appreso dalla TV.
Quando si producono dei contagi extra (picchi), con qualche evento che comporti assembramenti di persone, possiamo supporre che ci siano entrambi i tipi di contagi (delle due componenti), ma mentre vediamo bene nel picco il contributo della componente a guarigione rapida non riusciamo a vedere il contributo dell'altra componente a guarigione lenta.
Infatti nell'ultimo grafico vediamo che i contributi dei picchi ad un eventuale innalzamento della LINEA ROSSA sono nulli (scemati dopo 6 giorni) e la linea rossa continua cosi' a rimanere sempre aderente all'andamento di base della curva, che e' quello che unisce le basi dei picchi.
E' questo un risultato prevedibile, perche' in una regione chiusa si viene in contatto solo con infetti asintomatici, che rilasciano cariche virali meno intense, per cui chi viene infettato, se non e' immuno-depresso, si infetta e diventa positivo al test ma poi la sua normale reazione immunitaria riesce a debellare il virus in tempi di guarigione brevi (6 giorni).
E' cosi' naturale che nei picchi vengano a mancare le infezioni con tempo di guarigione di 30 giorni.
Per questo motivo la linea rossa disegnata nell'ultimo grafico, che dovrebbe rappresentare l'andamento della curva in presenza della sola componente di guarigione lenta, non mostra alcun ulteriore apporto alla componente lenta dovuto alla presenza dei picchi.
Questo dovrebbe significare, in una regione chiusa in cui le persone infette che circolano sono tutte asintomatiche, che in occasione di questi assembramenti i contagi possibili siano solo quelli a componente di guarigione rapida (6 giorni), essendo relativi a persone gia' parzialmente immunizzate da un precedente contagio o perche' sono causati da cariche virali deboli, diffuse da persone asintomatiche, che risultano visibili al test subito dopo il contagio ma che poi guariscono rapidamente per la reazione immunitaria della persona infettata, che riesce ad avere la meglio sul virus, diventando cosi' negativa al test in 6 giorni (vedi tratto discendente del picco).
Questa sarebbe una dimostrazione sperimentale di quella che noi abbiamo chiamato l' epidemia degli asintomatici , cioe' della capacita' del virus Sars-CoV-2 di mantenersi in attivita' in forma endemica ed invisibile anche quando l'epidemia di Covid-19 si e' estinta.
La presenza della componente lenta (6 giorni) riveste una grande importanza anche per il suo ruolo nell'avvicinamento dell' immunita' di gregge.

Anche se e' un fatto meno importante, ancora non capiamo quali possano essere gli eventi che provocano questi picchi di contagi nei dati del Piemonte, che avvengano il venerdi', quando nei dati del resto d'Italia compare lo stesso andamento con la presenza di picchi a periodicita' settimanale ma sempre di lunedi', in accordo con l'ipotesi che la causa piu' probabile dell'incremento dei contagi possa essere la maggiore circolazione delle persone nel fine settimana.
Nel grafico e' riportato in viola, a sinistra, l'andamento originario della discesa dei contagi, dall'inizio della chiusura del Piemonte in "zona rossa", dovuta alle guarigioni dei tanti asintomatici, che riducono il numero delle persone infette e quindi positive al test con tampone, dopo aver fermato in gran parte la crescita dei contagi con la chiusura (che e' stata fatta proprio per questo). Che gli asintomatici dopo un periodo di tempo, che abbiamo stimato in 6 giorni circa in media, debbano guarire e' certo altrimenti, se restassero tutti cronici, ne dovremmo trovare molti di piu'.
Durante la chiusura, ci sono tre picchi nella curva, dovuti ad un notevole incremento dei contagi, che non avrebbe dovuto esserci (perche' la regione era chiusa). Questi contagi hanno portato in alto e di molto i punti della curva, generando i due picchi che ora stanno diventando tre.
Ognuno di questi tre picchi, che sembrano verificarsi con cadenza settimanale ma non legata al fine settimana perche' avvengono di venerdi', e' conseguenza di una falla nella chiusura della regione Piemonte (ci sono solo i dati di quella regione nel grafico), che ha prodotto gli incrementi di contagi registrati nei picchi.
Se la regione rimane chiusa sono sicuramente eventi transitori, per cui la discesa della curva, che e' dovuta agli infetti che vengono a mancare perche' guariscono, riprendera' come previsto, al termine del picco, come indica la linea viola a destra, che mostra l'andamento imposto dalla presenza della componente rapida delle guarigioni.
Questo andamento risultera' spostato a destra nel grafico del numero di giorni, che si possono valutare contando i punti (perche' ce n'e' uno ogni giorno), che e' il tempo perso nella chiusura del Piemonte a causa di questi contagi "clandestini", creati certamente da molti irresponsabili e risultanti nei dati con questi tre picchi.
Questo significa che, dopo le violazioni delle prescrizioni che hanno generato tutti questi contagi documentati dai picchi, il Piemonte dovra' restare chiuso almeno due settimane in piu', per ottenere gli stessi benefici dalla chiusura in termini di riduzione dei contagi.
Nel seguito discuteremo questi picchi nei dati, cercando di indagare l'origine di uno di questi picchi, che abbiamo chiamato "festaiolo", per l'importanza dei loro gravi danni creati (sanitari, economici e sociali), che crediamo possano essere dovuti ad eventi allegri di festa in Piemonte!

Nel grafico della percentuale dei contagi si vede la vistosa discesa del 50% in soli 3 giorni dei contagi prodotti dai provvedimenti di chiusura soltanto della regione Piemonte, che contribuisce con il 13% ai tamponi del grafico seguente, relativo ai contagi di tutta l'Italia (infatti al picco del 6/11 i contagi erano 4878 in Piemonte e 37809 in Italia ).
Questa decrescita sarebbe continuata come indicato dal tratto viola a sinistra, se non ci fosse stato il contributo "festaiolo" ai contagi che ha provocato il picco ben visibile e corrispondente a moltissimi contagi e danni, che cercheremo tra poco di calcolare dai dati nel grafico.
L'ultimo punto a destra, che e' quello di oggi, mostra assestarsi su un terzo picco di cui non conosciamo la causa.
Comunque la decrescita e' destinata a continuare VERSO ZERO o quasi, come indicato dall'altro tratto rosso a destra.
Il terzo picco e' piu' piccolo degli altri due, perche' sta procedendo la decrescita della componente piu' "lenta" delle guarigioni (quella in 30 giorni). La discesa della curva e' destinata a riprendere nei prossimi giorni come indica la linea rossa (perche' le guarigioni delle persone infette conteggiate nel grafico continuano).
Questa discesa non arrivera' a zero ma si fermera' prima perche' rimarra' il contributo degli asintomatici cronici, che non guariscono (e che non so ancora quanti sono) e dei nuovi asintomatici (circa il 3%, come erano ai primi di ottobre) contagiati dagli stessi asintomatici non ancora guariti.
La pendenza della curva in questa discesa e' determinata quindi dalla velocita' di guarigione degli asintomatici e percio' dovrebbe arrivare vicino a zero con la pendenza di discesa indicata, se la chiusura e' rispettata.

La discesa della curva del Piemonte continuerebbe fino a zero (come indicato dalla linea rossa), se non ci fossero i contagi clandestini che sfuggono ai controlli ed un certo numero (che non so ancora quantificare) di asintomatici cronici, che non guariscono e sono sempre positivi e qualche asintomatico contagiato dagli altri asintomatici ("epidemia degli asintomatici") entro circa il 3% del totale dei piemontesi.

UNA CURIOSITA' SULLA VARIANTE INGLESE DEL VIRUS: (20-21 dicembre 2020)
La proprieta' del virus Sars-CoV-2 da noi evidenziata nei dati, di sparire dall'organismo di una persona infettata (quindi con tampone positivo), rendendola negativa al test dopo solo 6 giorni invece di 30, puo' aumentare fino ad un fattore 5 il numero dei contagi per unita' di tempo (dipende dal miscuglio delle 2 "componenti" a 6 e 30 giorni nella popolazione virale o nelle modalita' del contagio, piu' o meno profondo).
La curiosita' di cui vogliamo parlare risiede nel fatto che questo aumento della velocita' di contagio di un fattore 5, potrebbe anche apparire, a chi non sa della presenza delle 2 componenti della velocita' di guarigione, come la presenza di una variante del virus piu' contagiosa.
Una variante di questo tipo e' stata scoperta dagli scienziati britannici.
Solo per gioco, perche' sembra che a Roma si sia identificato un caso di questa variante inglese, sequenziando l'RNA (quindi esiste veramente una variante del Sars-CoV-2), facciamo un confronto in base a quello che abbiamo appreso dalla TV.
Tanti particolari sembrano essere sorprendentemente simili (quelli della componente rapida del virus italiano noi li abbiamo ipotizzati il 30/11 ):

VARIANTE INGLESE DEL VIRUS     COMPONENTE RAPIDA DEL VIRUS ITALIANO
Si diffonde piu' velocemente             Si diffonde 5 volte piu' velocemente: infatti e' prevalente nei picchi del grafico
Produce piu' contagi                           Si, ne produce 5 volte di piu': e' all'origine dei picchi di contagi in piu' nel grafico
Contagi piu' facili                               L'infezione non e' profonda (spiegata QUI' ) per cui ci sono piu' virus nel naso
E' meno letale                                     E' meno letale perche' l'infezione non e' profonda, se la guarigione e' in 6 giorni.

Le guarigioni della componente rapida del virus italiano si vedono bene nella velocita' di discesa dai picchi (si dimezzano in 3 giorni) presenti sia nella curva dei contagi sul grafico del Piemonte che sul grafico di tutta Italia.
Tutto cio' e' uno stimolo per approfondire lo studio sul significato delle due componenti della velocita' di guarigione che abbiamo messo in evidenza in questo lavoro.
Siccome dal nostro studio di questa componente di guarigione rapida era emerso che fosse legata ad infezioni meno profonde caratteristiche degli asintomatici, la nostra prima impressione e' che ci si complichera' il problema degli asintomatici, che sono quelli che assicurano la permanenza a lungo termine del virus come endemico e la ripartenza delle ondate successive dell'epidemia.
Il nostro approccio ci sembra quello giusto: studiare come funziona il virus dalle sue manifestazioni macroscopiche, cioe' dalle curve dei contagi nel loro dettaglio.

LA SECONDA ONDATA DELL'EPIDEMIA IN PIEMONTE   (22 dicembre 2020)
Le due curve dei contagi da noi studiate presentano sempre un picco ogni 7 giorni: nel Piemonte tutti i venerdi' , in Italia tutti i lunedi'.
La salita e' molto rapida e la discesa avviene con tempo di dimezzamento di 3 giorni (in 6 giorni a zero).
Esaminando l'andamento dei contagi nel Piemonte in un arco temporale che va dal 10/9 al 20/12 si puo' vedere l'intera seconda ondata dell'epidemia.
L'abbiamo riportata nel grafico seguente, dove abbiamo evidenziato con dei triangoli le punte dei picchi che compaiono mantenendo sempre una periodicita' abbastanza regolare ed un'ampiezza sempre molto rilevante.
Nel grafico abbiamo anche segnato delle linee per guidare l'occhio ed evidenziare l'andamento medio della curva: verde per il "fondo degli asintomatici", viola per la salita esponenziale della seconda ondata, rossa durante la "zona rossa" del Piemonte (dal 5/11) e arancione durante la "zona arancione" (dal 29/11 fino al 20/12).


Quello che diciamo ora e' la nostra interpretazione dei dati, come appaiono nella curva dei contagi del Piemonte.
Sorprende a prima vista l'assenza di un sia pur minimo effetto di decrescita dei contagi, dovuto alle due chiusure, rossa ed arancione, indicate con una freccia colorata nel grafico seguente. Sembrerebbe un'anomalia nei dati perche' le chiusure indubbiamente sfavoriscono i contagi e dovrebbero quindi produrre un'accentuazione nella discesa della curva, ma questo effetto non si vede.
Se i dati riportati sono reali, le due chiusure (rossa ed arancione) ben indicate nel grafico, con i loro pur rilevanti costi, sembrano essere state INUTILI, non avendo avuto alcun effetto sull'andamento dei contagi (si vede anche semplicemente guardando il grafico, senza bisogno di calcoli), che e' proseguito nella sua normale decrescita, governata secondo noi dalla progressiva diminuzione del numero delle persone infettabili, perche' immunizzate da una precedente infezione.
La spiegazione e' una sola: quando le persone contagiabili non ci sono o ce ne sono poche e' inutile chiudere le attivita' economiche per tenere le persone distanti. L'effetto risulta trascurabile (ma i costi no).
Il risultato sarebbe stato MOLTO diverso se la chiusura fosse stata fatta quando l'epidemia era in fase crescente perche' allora di persone infettabili ce n'erano molte ed il distanziamento prodotto dalla chiusura avrebbe impedito alla curva dei contagi di salire cosi' tanto, risparmiando molte vite umane. Ma cosi' non e' stato purtroppo.
Probabilmente e' accaduto che, quando dopo 20 giorni dall'inizio della salita dei contagi i decessi sono cominciati a salire troppo, i governanti si sono allarmati ed hanno imposto la zona rossa: ma ormai era troppo tardi, perche' gli immunizzati erano diventati cosi' tanti che la curva aveva iniziato la discesa e cosi' la zona rossa non e' servita a nulla.
Questa e' una lezione da imparare per il futuro, perche' vale sempre, per ogni regione.
Questo grafico e' utilissimo per i nostri governanti, perche' mostra loro l'evoluzione temporale standard dell'epidemia di Covid-19.
Quando l'epidemia inizia, sale rapidamente ed e' questo il momento in cui si otterrebbe il massimo risultato dalle restrizioni delle attivita'.
Dopo 30 giorni arriva al massimo poi non sale piu', perche' le persone infettate ed asintomatiche guariscono in 30 giorni e quindi si accumulano sempre piu' durante la crescita della curva ed essendo ormai immunizzate, i virus hanno sempre piu' difficolta' a trovare nuovi umani infettabili.
Conseguentemente la curva raggiunge il massimo e poi inizia a scendere.
La discesa dura per 30 giorni ed essendo motivata dalla scarsita' di persone infettabili, una chiusura, per esempio in zona rossa, in questa fase raccoglie meno risultati che non se fosse stata fatta durante la fase di salita iniziale. A conferma di cio' si puo' osservare nel grafico come la discesa risenta molto poco dell'inizio della zona rossa, ben indicata con una freccia rossa nel grafico. Ovviamente risente ancora meno della zona arancione.
Secondo noi la discesa della curva e' ascrivibile al progressivo aumento delle persone non piu' infettabili perche' IMMUNIZZATE da una precedente infezione asintomatica. Infatti la discesa della curva, indicata dalla linea viola, era gia' chiaramente presente 10 giorni prima dell'inizio della zona rossa, indicata nel grafico con una freccia rossa.
Gli insegnamenti che se ne possono trarre sono i seguenti:
  1. Le chiusure o lockdown vanno fatti nella prima fase dell'epidemia, quando i contagi stanno salendo. Non bisogna attendere che i contagi siano diventati molti: se si fanno prima il picco sara' poi piu' basso ed i decessi meno. Farle nella fase finale, quando la curva sta scendendo, come ora, e' poco utile (ma il costo e' alto lo stesso!).
  2. Dopo due mesi quando l'ondata epidemica e' finita rimane un'alta percentuale di persone immunizzate: non so quantificarle, probabilmente intorno al 70%. Credo che se ne debba tenere conto nella programmazione delle vaccinazioni: sono tutte persone gia' ben vaccinate, perche' credo che il Sars-CoV-2 produca anticorpi molto meglio del vaccino.
Si potrebbe iniziare a fare un buon uso di queste informazioni da subito, visto che siamo in periodo di chiusure natalizie, molto onerose sia sul piano sociale che economico. (P.S. Speriamo di esserci sbagliati, perche' la zona rossa di Natale e' stata ormai decisa!)
Non vogliamo commentare con il senno del poi l'effetto delle chiusure delle attivita' economiche, gia' discusso dopo la riapertura del Piemonte in zona arancione.
Un errore facile a commettersi e' quello di ordinare la chiusura in "zona rossa" quando si vede che il numero di decessi sta crescendo molto: e' allora gia' troppo tardi. Se non si tiene conto che i decessi si riferiscono ai contagi in crescita di circa 20 GIORNI PRIMA, si chiudono tutte le attivita' economiche quando ormai la curva e' in discesa, com'e' accaduto nel caso del Piemonte (vedi la freccia rossa nel grafico) e si raccolgono allora scarsi risultati nella riduzione dei contagi, come si puo' vedere nel grafico.
Ora pero' che si sa meglio come funziona l'epidemia, possiamo far capire a tutti come ottimizzare gli interventi di contenimento, che era uno degli scopi che ci eravamo prefissi in questo lavoro.
Concludiamo con un quesito: se la nostra comprensione dell'epidemia e' corretta, i piemontesi vanno vaccinati ugualmente tutti ed al piu' presto oppure e' meglio vaccinarli dopo? E cosi' anche per tutti gli abitanti delle altre regioni (N.B. le persone immunizzate sono facilmente riconoscibili con un test sierologico rapido). Finora non ne sta parlando nessuno!

Parliamo ora dei picchi presenti nei grafici. Non crediamo che possano essere il risultato di anomalie nella raccolta e gestione dei dati.
Allora cerchiamo di capire cosa puo' provocare questo strano fenomeno dei picchi periodici , procedendo per tentativi.

PRIMA IPOTESI: E' quella assunta fin dall'inizio di questo lavoro: assumendo che i test con tampone siano in grado di discriminare perfettamente le persone infette da quelle sane e che i dati dei test positivi forniti corrispondano al numero vero di persone infette, abbiamo interpretato la salita della curva come un aumento delle persone infette e la discesa della curva come diminuzione prodotta dalle guarigioni in corso delle persone infette. Dai picchi abbiamo cosi' dedotto la presenza di due diverse velocita' di guarigione in 6 e 30 giorni, che ha portato a varie conseguenze.
SECONDA IPOTESI (VARIANTE INGLESE): Se fosse vero che la presenza della variante inglese del virus esiste da mesi senza che ci sia stato mai comunicato, i picchi che vediamo nei nostri grafici potrebbero anche essere manifestazioni della presenza di questa variante GB del virus, perche' le sue caratteristiche (sopra elencate) ci sono tutte.
Pero' dovrebbe essere stata presente in Piemonte gia' dai primi di settembre, perche' gia' allora si vedono dei picchi nel grafico precedente (segnati con dei triangoli).
Ma potrebbe anche essere una variante italiana invece che inglese, visto che da noi non vengono ricercate.
Rimarrebbe poi ancora da spiegare il mistero della periodicita' settimanale dei picchi, ma prima o poi capiremo anche quello.

SECONDA IPOTESI (VARIANTE ITALIANA) Un'ipotesi che ci piace moltissimo e' la seguente: siccome gli italiani non l'hanno mai cercata ancora, come esiste la variante inglese del virus, potrebbe anche esistere una variante italiana con caratteristiche simili a quella inglese.
Quest'altro virus sarebbe mescolato al Sars-CoV-2 ed avrebbe uno sviluppo della sua epidemia analogo e sovrapposto a quello che appare nel grafico completo del Piemonte.
In questo grafico si vede che il Sars-CoV-2 (che ha un tempo di guarigione medio di 30 giorni) fa crescere la curva dell'epidemia in 10 giorni per arrivare al picco e poi decresce a zero nei 20 giorni successivi.
Poi non ricompare in quella popolazione finche' le persone non smaltiscono gli anticorpi che hanno accumulato e che hanno provocato la discesa della curva.
Ora supponiamo che la variante italiana del virus abbia un tempo di guarigione di 6 giorni invece di 30: cosa dobbiamo aspettarci?
Trattandosi di due virus "cugini" sono sicuro che la sua epidemia avrebbe un decorso analogo, con parametri pero' 5 volte inferiori (come il tempo di guarigione che e' 5 volte piu' veloce, di 6 giorni contro i 30 del Sars-CoV-2): quindi con una salita in 2 giorni (invece di 10) per arrivare al picco ed una discesa in 4 giorni (invece di 20) per andare a zero ed una ripartenza dopo 7 giorni, quando nella popolazione sono tutti guariti (questa variante lascerebbe un'immunita' di 6 giorni soltanto): un picco con i giorni numerati e' stato evidenziato nel grafico del Piemonte.
Avremmo quindi nella rivelazione dei contagi complessivi dell'epidemia, una sequenza di picchi distanziati di 7 giorni l'uno dall'altro con salita in 2 giorni e discesa di 4 giorni, proprio esattamente, come quelli che potete vedere con i giorni numerati evidenziato nel grafico del Piemonte.
Cosi' abbiamo risolto anche il MISTERO dei PICCHI con PERIODICITA' SETTIMANALE, che non e' legata ad un particolare giorno della settimana ma a quello in cui l'epidemia e' iniziata (per questo puo' essere diverso nelle varie regioni).
Rimane solo da capire cosa faccia decrescere i contagi di questi picchi, per generare un ciclo di soli 6 giorni. Anche in questo caso, ma in tempi 5 volte piu' brevi, dovrebbe crearsi una forma di immunita' che fa estinguere la micro-epidemia costituita dal picco.
Questa immunita' pero' deve poi dissolversi in tempi brevi (meno di un mese), perche' altrimenti anche questo virus con il tempo vedrebbe assottigliarsi il numero di nuove persone infettabili, mentre invece sembra che dopo due mesi sia ancora in grado di continuare i suoi cicli di sviluppo (i picchi) con la stessa intensita'.
Questo ci sembra possibile, per cui consideriamo ammissibile questa ipotesi dell'esistenza di un nuovo virus. E' solo un'ipotesi, affascinante come risultato della ricerca ma terrificante per le sue conseguenze possibili, se fosse vera.
Sembra tutto troppo perfetto per non essere vero. Ora pero' bisogna vederlo questo nuovo virus, distinguendolo nei test dal Sars-CoV-2 e sequenziarne l'RNA, una volta trovato.
Non e' fantastica la ricerca deduttiva dei fisici ? ---> Prima si scopre e poi si trova il riscontro sperimentale (sapendo cosa andare a cercare)!

TERZA IPOTESI E SIGNIFICATIVITA' DEI DATI: I picchi potrebbero anche NON essere reali, ma essere creati indebitamente dalla limitata sensibilita' del test con il tampone.
Mi spiego meglio: gli asintomatici hanno cosi' pochi virus che talvolta possono risultare positivi al tampone, altre volte no.
Se cosi' fosse i punti dei grafici potrebbero salire di piu', anche formando picchi, quando si verifica una condizione che aumenti i virus nel naso (magari per il freddo preso la domenica sera) e poi scendere negli altri giorni, non perche' quella persona e' guarita ma perche' la sensibilita' del test non riesce piu' a rilevare i virus.
Cosi' i picchi potrebbero non essere reali, cioe' relativi ad infezioni e GUARIGIONI perche' le discese potrebbero essere affette da false letture negative su persone infette (asintomatiche), dovute alla insufficiente sensibilita' del campionamento con il tampone.
Il fenomeno potrebbe essere vistoso perche' la maggior parte delle persone esaminate sono asintomatiche (circa il 95% dei positivi) e potrebbero restare tali per 30 giorni, che e' il tempo necessario agli anticorpi per svilupparsi ed eliminare tutti i virus dall'organismo.
Gli asintomatici potrebbero apparire infetti in alcuni giorni della settimana (sempre gli stessi per qualche motivo da scoprire) e falsamente sani negli altri, perche' il tampone potrebbe aver fallito nel prelevare i virus dal naso (gli asintomatici hanno pochi virus).
Questi tamponi darebbero l'informazione che la persona e' sana mentre invece e' infetta ed asintomatica. Se cosi' fosse sarebbe un bel guaio perche' bisognerebbe calcolare quanti sono questi casi e correggere l'intero insieme dei dati dei tamponi misurati.
Sarebbe come se in molti asintomatici, che hanno pochi virus in corpo, ogni sette giorni (in seguito al clima o alle abitudini settimanali della popolazione, per esempio movide con infreddatura notturna), avvenisse un'eruzione temporanea dei virus nelle prime vie respiratorie, dove viene applicato il tampone, con successiva regressione lenta (in 6 giorni) causata dalle difese immunitarie.
La periodicita' settimanale sarebbe cosi' degli umani e non dei virus che, in un giorno su sette, sempre lo stesso giorno (per esempio il lunedi', dopo le ferie domenicali), affollerebbero le prime vie respiratorie per poi regredire, in seguito alla reazione immunitaria.
Cosi', durante l'infezione, per esempio ogni lunedi', i virus sarebbero piu' numerosi nelle prime vie respiratorie (con contagiosita' piu' alta), proprio quando viene applicato il tampone, che risulterebbe cosi' positivo; poi nei giorni successivi i virus nel naso si ridurrebbero progressivamente di numero (in 6 giorni), scendendo sotto la soglia minima rilevabile dal tampone e fornendo cosi' una risposta negativa all'eventuale test.
Questo processo ipotizzato simulerebbe delle guarigioni rapide in 6 giorni, che noi abbiamo sempre considerato come vere, ma che in realta' non lo sarebbero. Per escluderlo bisognerebbe sottoporre a test ripetuti per un mese una stessa persona che si sa essere asintomatica e validare cosi' il test.
Ci auguriamo vivamente che cosi' non sia perche', se questa ipotesi trovasse riscontro, verrebbero meno, non solo molte conclusioni del nostro lavoro, ma anche quelle di tutti coloro che hanno usato con fiducia i dati sui contagi pubblicati dal Ministero della Salute, credendo che fossero quello che dovevano essere: i numeri delle persone infette e non infette.
Le principali nostre conclusioni da riconsiderare sarebbero:
  1. La nostra interpretazione delle due componenti di guarigione a 6 e 30 giorni (perche' quella a 6 giorni non sarebbe piu' una guarigione).
  2. La nostra conclusione di una quintuplicazione del numero dei contagi, perche' sarebbe sempre lo stesso asintomatico a presentarsi come un nuovo contagiato ogni 7 giorni.
  3. Le nostre previsioni sul numero di persone immunizzate e sulla prossimita' all'immunita' di gregge. A supporto di cio' potrebbe valere l'informazione che con la nuova variante del virus in Gran Gretagna i contagi sono raddoppiati in una sola settimana (sono quindi ancora lontani dall'immunita' di gregge).
Le altre nostre conclusioni, come quella dell'assenza di incremento di contagi dopo la riapertura del Piemonte, da zona rossa ad arancione, rimarrebbero valide (i contagi, che si sarebbero dovuti vedere, non ci sono stati).
Rimarrebbe da capire il problema della periodicita' ovvero come sia possibile che i virus dispongano di un orologio interno che li renda capaci di funzionamenti regolari su base settimanale. Per la risposta a questo quesito forse potrebbero essere utili le competenze dei virologi o dei un genetisti.
Francamente questa terza ipotesi ci pare molto fantasiosa e quindi poco realistica ma va considerata lo stesso seriamente per le sue potenziali ripercussioni: si renderebbe necessario procedere ad una correzione di tutti i dati dei test fatti con tamponi e pubblicati nei Bollettini giornalieri per la presenza di piu' "nuove infezioni" false che si riferirebbero sempre ad una stessa persona asintomatica.
Se questo problema esistesse riguarderebbe anche chiunque abbia usato, per qualsiasi scopo, i dati dei contagi forniti dal Ministero della Salute. Ancora una volta gli asintomatici si rivelerebbero essere un problema niente affatto trascurabile.
Noi stiamo continuando a studiare questo problema dei picchi, che potrebbe anche aiutarci a fugare definitivamente ogni sospetto sulla reale significativita' dei dati, creata da questa nostra "terza ipotesi".


  STUDIO DELL'ANDAMENTO TEMPORALE DEI CONTAGI IN TUTTA ITALIA  

---------- CURVA DEI CONTAGI DI TUTTA ITALIA ----------
Il grafico seguente contiene un punto ogni giorno e l'ultimo a destra e' quello di oggi.
Il grafico mostra l'andamento della percentuale dei contagi di tutta Italia ad oggi, mostrati in tabella ed e' la somma dei grafici di tutte le regioni d'Italia, comprese le Province autonome, come da noi controllato .
Clic su questo link per tornare ai grafici del Piemonte .

Il primo grafico riporta tutti i dati dall'8/10 in poi, cosi' come sono forniti.


SCORPORO DEL NUOVO VIRUS DAI DATI:   (1 Gennaio 2021)
Il grafico seguente evidenzia il contributo del virus Sars-CoV-2 (linea viola) da quello del nuovo virus (linea rossa).

Dalle differenze tra le due linee (rossa-viola) in corrispondenza dei picchi, possiamo dedurre l'andamento dei contagi del solo nuovo virus.
La situazione non ci era chiara ed abbiamo sospettato che il picco N.12 del grafico di tutta Italia che mostra un'impennata che il 27/12 ne ha raddoppiato l'ampiezza, fosse un dato errato.
Infatti eliminando quell'unico punto dai dati (l'avevamo indicato con un punto interrogativo), l'analisi che stiamo facendo portava a concludere che fino al 30/12 le ampiezze dei picchi del nuovo virus si mantengono costanti.
I dati dei giorni successivi pero' hanno confermato incrementi imprevisti nei dati, che ci hanno indotto ad ipotizzare una ricrescita dei contagi da Sars-CoV-2, dovuta a focolai di contagi conseguenti agli assembramenti avvenuti durante la corsa agli acquisti natalizi di quei giorni (in zona arancione).
Allora abbiamo disegnato la curva viola a rappresentare la ricrescita dei contagi del virus Sars-CoV-2 ed abbiamo potuto procedere allo scorporo dei dati del nuovo virus, calcolando la differenza tra la linea rossa e quella viola.
Queste differenze, che rappresentano le ampiezze dei picchi del nuovo virus, sono state riportate nel terzo grafico, piu' piccolo, dove si puo' notare che le ampiezze dei picchi del NUOVO VIRUS sono abbastanza COSTANTI nel tempo e che:
  • non risentono della presenza dei virus Sars-CoV-2, perche' si mantengono sempre intorno al livello di 4.1% di media (linea rossa), sia durante il massimo della seconda ondata che alla fine, quando l'epidemia di Sars-CoV-2 si e' esaurita;
  • sembra che non risentano delle restrizioni imposte dalle zone rosse o arancioni, perche' non solo i picchi del nuovo virus non sono aumentati dopo che si sono verificati i numerosi assembramenti per gli acquisti di Natale (gli incrementi sono stati attribuiti a focolai del Sars-CoV-2) ma neppure in tutti i due mesi precedenti, in cui ci sono state varie zone rosse nelle varie regioni d'Italia.
Queste conclusioni sono ancora preliminari perche' basate su pochi dati ma, se saranno confermate nei prossimi giorni, sono destinate ad incidere sul tipo di restrizioni da imporre ai cittadini per la prevenzione, quando la minaccia alla salute dipende prevalentemente dal nuovo virus.
Il virus Sars-CoV-2, secondo noi, dovrebbe restare quiescente per i prossimi 6 mesi per l'immunita' acquisita, a parte l'insorgenza di eventuali focolai di Sars-CoV-2 sempre possibili per quel 30% circa di persone che non sono state immunizzate perche' non infettate, neanche asintomaticamente, durante la seconda ondata dell'epidemia.

Clic per leggere gli altri commenti sul dato di OGGI .


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Entrambe le nostre precedenti previsioni del 29/11 sono state confermate, a sostegno della validita' della nostra comprensione del fenomeno, che stiamo studiando e descrivendo in questo lavoro.
Come testimonianza della capacita' previsionale del modello di epidemia che abbiamo ricavato dai dati, riportiamo qui' una sequenza temporale dei commenti agli ultimi dati sui contagi, tra cui il commento di quello di OGGI (clic per andarci).
  • 30 novembre: Il dato di lunedi' 30/11, ha confermato la nostra prima previsione fatta il 29/11 ed ancora scritta qui' sotto: essendo ieri un lunedi', questo dato doveva "salire un po'" per raggiungere il picco del lunedi' e lo ha fatto.

  • 1 dicembre: Il dato di martedi' 01/12, ha confermato la nostra seconda previsione fatta il 29/11, in base alla quale il dato di oggi sarebbe dovuto scendere, come e' accaduto in tutti i martedi' precedenti ed anche questo lo ha fatto!

  • 2-3 dicembre: I dati di mercoledi' 2/12 e giovedi' 3/12 seguono normalmente la discesa dal picco N.8, dovuta al progredire delle guarigioni delle persone infette (positive al tampone), e ci annuncia che ormai stiamo per raggiungere l'immunita' di gregge, come indica la linea rossa d'interpolazione della curva, che sta per raggiungere la pendenza della curva verde: si puo' vedere confrontando tutti i grafici dei giorni precedenti, visibili sopra, ed osservando il cambiamento di pendenza della linea rossa nel tempo, che dimostra la progressiva diminuzione della contagiosita', per la crescente difficolta' che incontrano i virus a trovare una persona infettabile, cioe' non immune (ormai sono quasi tutte immunizzate). La pendenza di discesa della linea rossa, che rappresenta l'andamento della curva dei contagi reale, e' ancora rallentata dalla presenza di contagi che, quando le persone saranno tutte immunizzate, non ci saranno piu'; ora sta andando a zero in 60 giorni, poi si ridurra' ai 30 giorni (componente di guarigione lenta) della fase finale del raggiungimento dell'immunita' di gregge (linea verde), quando non ci sara' piu' nessun contributo crescente ai contagi.

  • 4 dicembre: Il dato di venerdi' 4/12 sale un po', come avevano fatto gia' prima i dati dei due venerdi' precedenti (3 giorni ovvero 3 punti prima dei picchi N.7 e 8, che capitano come tutti sempre di lunedi'). Ci aspettiamo che il vero picco N.9 sia raggiunto il prossimo lunedi' 7/12.

  • 5 dicembre: Il dato di sabato 5/12 e' molto vicino a quello del giorno precedente ed entrambi includono il contributo dei nuovi contagi che erano attesi per le riaperture degli ultimi giorni e che si manifestano in una risalita fortunatamente piccola. Insieme ai dati dei prossimi due giorni dovrebbero poi andare a formare il prossimo picco del lunedi' (tutti i picchi comparsi finora, nessuno escluso, compaioni tutti di lunedi').
    Per aiutare le persone a vivere, le riaperture possono continuare, se i contributi crescenti apportati ai contagi sono piccoli (ora possono esserlo per la prossimita' all'immunita' di gregge, che riduce sempre piu' il numero delle persone infettabili: non e' opinabile, secondo noi, perche' queste riaperture avrebbero avuto ben altre conseguenze un mese fa).
    Naturalmente cosi' si ritarda la discesa dei contagi a zero (un esempio sono i contributi crescenti degli ultimi due dati del 4 e 5 dicembre) e questo ha un costo in termini di ricoveri e decessi che non puo' essere ignorato e puo' essere valutato partendo proprio dall'entita' di questi contributi ai contagi, messi in evidenza nel grafico (si deve tenere presente che quando i contagi erano al 18% i decessi giornalieri prodotti hanno sfiorato le 1000 unita': sono tutti dati disponibili ed analizzabili).
    Con questo esempio si puo' capire come acquisire ed utilizzare quel minimo di capacita' previsionale, deducibile dai dati e non da modelli teorici, per decidere sulle scelte di gestione dell'epidemia.
    Non possiamo conoscere con certezza la causa dei picchi del lunedi', ma sembra abbastanza logico che siano la conseguenza della maggiore liberta' di movimento delle persone nel fine settimana (favorisce i contagi).

  • 6 dicembre: Il dato di oggi domenica 6/12 sale un po' per raggiungere il picco previsto per domani lunedi' 7/12 (tutti i picchi nel grafico si sono sempre verificati di lunedi').
    Crediamo di poter prevedere anche che i contagi, dopo essere saliti al picco del lunedi' 7/12, riprenderanno a scendere allineandosi sempre piu' sulla linea verde, che segnalera' l'arrivo all'immunita' di gregge quando i contagi saranno arrivati al 3%, come erano a settembre, prima che l'epidemia partisse.
    Quindi tra pochi giorni potremo avere conferma della correttezza delle nostre deduzioni.
    Prima pero' dovremo superare un esame decisivo: quello dell'effetto sulla curva dei contagi della RIAPERTURA di 9 regioni il 6 dicembre.
    Ci sara' sicuramente un incremento dei contagi per la riapertura allo shopping natalizio dei negozi di mezza Italia, pero', se abbiamo ragione noi, l'elevato numero di persone gia' immunizzate limitera' molto la crescita dei contagi.
    Se invece siamo ancora lontani dall'immunita' di gregge, allora non esisteranno certamente comportamenti virtuosi sufficienti a scongiurare una rilevante crescita del numero di contagi.
    Lo consideriamo un test decisivo. Non ci resta che attendere (e sperare che finisca tutto bene).

  • 7 dicembre: Il dato di oggi lunedi' 7/12 rispetta perfettamente le nostre previsioni andando a collocarsi sulla sommita' del picco N.9 (anch'esso di lunedi', come tutti gli altri).
    Come si puo' vedere nel grafico, il picco risulta abbastanza piu' in alto, di 1.5 cm corrispondenti all' 1.2%, rispetto alla posizione attesa sulla linea viola, che passa su tutti i picchi con la pendenza di discesa dovuta alle guarigioni in 30 giorni (linea rossa). Questo eccesso di contagi e' dovuto sicuramente alla riapertura, domenica 6/12, di 8 regioni allo shopping natalizio (pero' anche il dato precedente sembra mostrare un piccolo incremento).
    Il dato di domani dovrebbe iniziare la discesa dal picco N.9, con la pendenza caratteristica della velocita' di guarigione rapida (6 giorni), come avvenuto in tutti gli altri picchi precedenti (tutti di lunedi').
    Questa discesa dovrebbe pero' subire una riduzione della sua pendenza di discesa. Infatti ci aspettiamo delle novita' rilevanti nei dati, da domani in poi, perche' ieri domenica 6/12 si sono riaperte le attivita' commerciali in mezza Italia (in 8 regioni, che con l'Abruzzo diventano 9).
    Se e' vera la nostra ipotesi che i picchi del lunedi' dipendono dalla maggiore liberta' di circolazione delle persone nel fine settimana, allora dovremmo riscontrare un effetto di crescita dei contagi ancora maggiore di quello ora visto nel picco N.9, dove i contagi sono saliti dell' 1.2% .
    L'entita' di questo incremento corrisponde a quello da noi previsto in base alle valutazioni fatte sull'incremento dei contagi registratosi nel picco del Piemonte, da cui ci saremmo dovuti aspettare da questi dati, anche se molto preliminari, perche' basati sul solo dato di oggi, un incremento intorno all'1%, molto vicino all'1.2% trovato (PERCIO' TUTTO SEMBRA CORRISPONDERE A QUANTO PREVISTO).
    E' possibile che i piemontesi siano stati piu' virtuosi di un 20% nei loro comportamenti rispetto agli altri italiani ma ancora e' troppo presto per trarre qualsiasi conclusione. Dobbiamo aspettare i dati dei prossimi 2 o 3 giorni per poter valutare meglio l'impatto della riapertura delle 8 regioni (che ora sono diventate 9).
    Piu' in generale, se gli assembramenti nei 2 giorni del fine settimana (la sola domenica con 9 regioni riaperte) in tutta Italia hanno prodotto un incremento dell' 1.2% di contagi, ora che la gente potra' circolare liberamente per 7 giorni, l'incremento potrebbe arrivare anche al 2% (tenendo conto che nei giorni feriali si circola meno, perche' si lavora).
    L'incremento dell' 1.2% (e cosi' anche quello da noi atteso del 2% futuro) risulta abbastanza contenuto perche', secondo noi, fortemente limitato dal numero ormai molto grande di persone immunizzate, perche' gia' infettate e poi guarite (immunita' di gregge).
    Non ci rimane che attendere i prossimi 2 o 3 giorni per sapere se queste nostre ulteriori previsioni saranno confermate.
    Questo sarebbe un'altro buon riscontro sperimentale della capacita' previsionale del nostro modello descrittivo dell'epidemia, che ci prefiggiamo di rendere disponibile per contribuire ad una migliore gestione delle misure di prevenzione.

  • 8 dicembre: Il dato di oggi martedi' 8/12 rispetta perfettamente le nostre previsioni andando a collocarsi sulla discesa dal picco N.9 (anch'esso di lunedi', come tutti gli altri).
    La discesa dimostra subito di essere dovuta prevalentemente alla diminuzione dei contagi per le guarigioni veloci (in 6 giorni), senza avere un contributo rilevante di nuovi contagi extra, dovuti alle riaperture delle 9 regioni in zona arancione.
    Di conseguenza, a differenza di quello che e' accaduto nei dati del Piemonte, la cui riapertura e' avvenuta una settimana prima, i dati si riportano subito sulla linea rossa che indica la velocita' di discesa complessiva della curva nei tempi delle guarigioni lente (in 30 giorni).
    Il contributo aggiuntivo dei contagi extra prodotti dalle riaperture delle 9 regioni in zona arancione avvenute il 6/12, in questa curva dei contagi di tutta l'Italia ancora non si vede, mentre nel grafico dei contagi del Piemonte si e' cominciato a vedere dopo 4 giorni ed oggi, dopo 9 giorni dalla riapertura, mostra una crescita importante (1.4%) della percentuale dei contagi.
    Pertanto, essendo le modalita' di riapertura le stesse del Piemonte, riteniamo che in questa curva dei contagi di tutta Italia l'effetto delle riaperture possa iniziare a comparire solo dopo 4 giorni, cioe' da giovedi' 10/12 in poi.

  • 9 dicembre: Il dato di oggi mercoledi' 9/12 rispetta perfettamente le nostre previsioni andando a collocarsi sulla discesa dal picco N.9 (anch'esso di lunedi', come tutti gli altri) ma con un piccolo incremento che dovrebbe iniziare a rendere evidenti i contributi ai contagi dovuti alla riapertura delle attivita' commerciali in 9 regioni (in zona arancione).
    Nel grafico del Piemonte questi contributi sono apparsi evidenti dopo 5 giorni dalla riapertura. In questo grafico di tutta Italia da questo primo punto che risale sembrerebbe che l'effetto delle riaperture sui contagi appaia prima.
    Non sarebbe corretto passare a delle conclusioni con un solo dato disponibile. Certamente anche su questi contributi faremo lo stesso studio, che stiamo facendo sui dati del Piemonte, dove questo fenomeno e' gia' molto evidente, essendo il Piemonte partito una settimana prima con la riapertura in zona arancione.

  • 10 dicembre: Il dato di oggi giovedi' 10/12 rispetta perfettamente le nostre previsioni andando a collocarsi sulla discesa dal picco N.9 (anch'esso di lunedi', come tutti gli altri) ma con un piccolo incremento che dovrebbe iniziare a rendere evidenti i contributi ai contagi dovuti alla riapertura delle attivita' commerciali in 9 regioni (in zona arancione).
    Nel grafico del Piemonte questi contributi sono apparsi evidenti dopo 5 giorni dalla riapertura. In questo grafico di tutta Italia da questo primo punto che risale sembrerebbe che l'effetto delle riaperture sui contagi appaia prima.
    Per rendere evidenti i contributi extra ai contagi che alterano la normale discesa della curva pilotata dalle guarigioni in 30 giorni, abbiamo disegnato con una linea verde quale avrebbe dovuto essere l'andamento discendente della curva dei contagi in assenza degli incrementi di contagi extra prodotti dalle riaperture nella varie regioni.
    Confrontando la curva di tutta Italia con la linea verde si capisce che il problema con 20 regioni e' piu' complesso del problema del solo Piemonte. E' una giusta procedura capire l'evoluzione di un fenomeno partendo dal caso piu' semplice per poi passare al caso piu' complesso. E' quello che stiamo facendo e l'effetto che troveremo sara' piu' evidente nel caso di tutta l'Italia perche' si sono riaperte ben 9 regioni tutte insieme (in zone arancioni) anziche' una sola.
    Potremo cosi' tra qualche giorno provare a fare uno scorporo di questi contributi di contagi extra, come abbiamo fatto per il Piemonte.
    Non sarebbe corretto discutere di deduzioni con due soli dati disponibili. Certamente anche su questi contributi ai contagi faremo uno studio analogo a quello che stiamo facendo sui dati del Piemonte, dove questo fenomeno e' gia' molto evidente, essendo il Piemonte partito una settimana prima con la riapertura in zona arancione.
    RIFLESSIONI:
    1. Che significato hanno i due tipi di guarigione a 6 e 30 giorni?
      E' difficile rispondere solo speculando. L'idea che ci siamo fatti pero' e' che il virus sia sempre uno solo, identificato dall'RNA che troviamo nei tamponi e che poi, dopo il contagio viene eliminato con i due diversi tempi di guarigione. I modi di attacco nell'organismo sono due diversi: uno piu' profondo e protetto dagli attacchi degli anticorpi (polmoni ed organi poco vascolarizzati) con tempi di guarigione lunghi (valore medio a 30 giorni), a cui va imputato l'alto numero di decessi osservato; l'altro piu' frequente e superficiale, piu' esposto all'attacco degli anticorpi e guaribile in soli 6 giorni, che non provoca decessi. Negli assembramenti questo secondo e' il tipo di contagio di gran lunga piu' frequnte, ma quando la persona infettata risulta, anche solo temporaneamente, immuno-depressa allora l'infezione riesce a penetrare piu' in profondita' e si verifica il primo tipo di contagio, quello piu' rischioso. Tra gli anziani e' piu' facile trovare persone immuno-depresse che non tra i piu' giovani. E' molto probabile che con l'arrivo del freddo i virus abbiano piu' probabilita' di incontrare persone immuno-depresse e cosi' potrebbe nascere la temuta terza ondata dell'epidemia, peggiore delle precedenti. Dovremo tutti indossare una maglia di lana in piu'!
    2. Perche' ci sono cosi' tanti decessi ora?
      A parte le motivazioni cliniche, due sono le osservazioni che possiamo fare:
      A) i decessi di oggi sono stati causati da infezioni avvenute circa un mese fa, quando i contagi erano al picco del 18%;
      B) i decessi sono provocati dalle infezioni piu' profonde, che guarendo in un tempo piu' lungo (30 giorni) tendono ad accumularsi nella parte finale della curva a campana, dove ci troviamo ora.
    3. Quando si puo' procedere ad una riapertura delle attivita'?
      Siccome i contagi extra prodotti dalla riapertura sono proporzionali al numero di persone infette circolanti, meno ce ne sono e meglio e'. Quindi bisogna indagare, come stiamo facendo noi, per stabilire una percentuale dei contagi al di sotto della quale si puo' riaprire, avendo previsto prima il numero di contagi extra che si andranno a produrre (la scelta sara' sempre responsabilita' degli ammnistratori).
    4. Perche' i contagi prima salgono e poi dopo un mese calano verso zero, se tutto rimane invariato?
      I contagi iniziano a salire quando i virus presenti nell'ambiente (mantenuti nei corpi di tanti ignari asintomatici) trovano una facilita' crescente ad infettare le persone (inizio dell'epidemia): questo accade tipicamente quando la temperatura si abbassa ma anche quando i comportamenti delle persone facilitano i contatti (discoteche, movidas, ecc.).
      Perche' poi, dopo un mese, i contagi calano e' un po' piu' difficile da capire: certamente calano se vengono meno le condizioni che hanno favorito l'inizio dell'epidemia (per esempio la fine del freddo per l'arrivo della stagione calda). Ma c'e' un'altra causa possibile: la diminuzione di persone infettabili o perche' si sono vaccinate o perche' si sono gia' infettate (vaccinazione naturale). Quando quest'ultima condizione diventa importante si parla di prossimita' all'immunita' di gregge, che e' lo stato in cui tutta la popolazione e' stata infettata ed ha cosi' acquisito un certo grado di immunita' naturale. Questa immunita' pero' non e' sicuro che sia permanente perche' e' legata alla permanenza degli anticorpi nell'organismo e questa dipende dai meccanismi naturali di smaltimento di sostanze riconosciute come estranee dall'organismo. Nel caso del Sars-CoV-2 sembra che l'immunita' possa durare solo qualche mese (per questo si stanno registrando vari casi di reinfezione di malati gia' guariti).
      L'attuale discesa del picco dei contagi dal 18% al 10% potrebbe essere dovuta a questa causa in assenza di altre cause ambientali che possano causare una diminuzione della contagiosita' del virus. Se si attribuisce il calo dei contagi a questa causa si puo' anche valutare la variazione del numero di persone immunizzate responsabile del calo di questo 40% dei contagi, che va ad aggiungersi agli immunizzati dall'epidemia della primavera scorsa (il loro numero si puo' dedurre dall'altezza del picco che non ha superato il 18%).
      Nella nostra valutazione seguente ipotizziamo che l'immunita' di gregge in Italia potrebbe essere raggiunta gia' per Natale.

  • 11 dicembre: Il dato di oggi venerdi' 11/12 rispetta perfettamente le nostre previsioni andando a collocarsi sulla discesa dal picco N.9 (anch'esso di lunedi', come tutti gli altri) ma con un piccolo incremento di contagi, che dovrebbe evidenziare gli effetti della riapertura delle attivita' commerciali in 9 regioni (in zona arancione).
    Infatti si vede chiaramente che tutti i punti dopo il picco N.9 (successivi al giorno di riapertura, indicato nel grafico) sono piu' in alto rispetto alla linea rossa d'interpolazione dei punti precedenti. Nei prossimi giorni calcoleremo l'entita' di questi incrementi di contagi per valutarne l'entita', come abbiamo fatto nel caso del Piemonte.

  • 12 dicembre: Il dato di oggi sabato 12/12 rispetta le nostre previsioni andando a collocarsi sulla discesa dal picco N.9 (anch'esso di lunedi', come tutti gli altri) ma con un piccolo incremento di contagi in piu', che dovrebbe evidenziare gli effetti della riapertura delle attivita' commerciali in 9 regioni (in zona arancione).
    Questo incremento e' mostrato anche dai dati dei due giorni precedenti (vedi il cerchio di evidenziazione arancione che li riunisce), che per questo ritardano la discesa dal picco N.9 che dovrebbe invece procedere con i tempi di guarigione rapida in 6 giorni (come in tutti i picchi precedenti, in cui non c'erano state riaperture).
    La linea rossa mostra che la discesa complessiva della curva dei contagi che, prima della riapertura, procedeva regolarmente in base alle guarigioni in 30 giorni, come previsto (infatti e' parallela alla linea verde).
    Questi contributi di contagi extra rimangono in attesa di elaborazione, perche' tra qualche giorno saranno anche loro oggetto di uno studio analogo a quello che stiamo facendo sui dati del Piemonte, per misurare questi contagi extra, che aveva riaperto in zona arancione una settimana prima.

  • 13 dicembre: Il dato di oggi rispetta le nostre previsioni, andando a collocarsi sulla salita verso il picco N.10 previsto per domani (anch'esso di lunedi', come tutti gli altri).
    Tutti questi dati hanno un incremento di contagi in piu' (quindi sono piu' in alto), come atteso per effetto della riapertura delle attivita' commerciali in 9 regioni (in zona arancione).

      ATTENZIONE:     (14 dicembre 2020)
    In realta' gli incrementi dei contagi nel grafico dei contagi in tutta Italia si vedono gia' dal 4/12, due giorni prima della riapertura, e non sembrano affatto di poco conto, perche' il loro livello, come quello di tutta la curva, si mantiene troppo alto, intorno al 10% invece del 2% che abbiamo invece in Piemonte .
    Se tutte le regioni fossero al 2% anche i dati di tutta l'Italia sarebbero al 2%.
    Quindi non c'e' solo il problema dei contagi extra dovuti alle riaperture ma anche e soprattutto un'altro piu' grande, dovuto al fatto che ci sono delle regioni che contribuiscono in modo ECCESSIVO ad innalzare i contagi nel grafico di tutta Italia, mantenendolo sopra al 10%.
    IL 10% E' TROPPO ALTO, se i dati usati sono veramente quelli dei contagi di tutta Italia.
    Se nel Piemonte che e' al nord (piu' freddo), abbiamo il 2%, anche nel resto d'Italia si deve poter scendere al 2% riducendo cosi' i decessi (20 giorni dopo) di un fattore 5 (CINQUE!), cioe' da 500 a 100 al giorno in Italia.
    Questa ci sembra debba essere la massima preoccupazione del momento, piu' del colore delle chiusure o delle folle per lo shopping natalizio o delle piste da sci, che da quanto stiamo vedendo dai dati del Piemonte difficilmente possono arrivare a comportare aumenti dei contagi cosi' rilevanti.
    Le regioni responsabili vanno individuate e MESSE IN ZONA ROSSA SUBITO ma e' compito delle Autorita', per cui non procediamo ad individuarle (cosa peraltro semplicissima: basta confrontare i dati dei contagi giornalieri delle varie regioni).

  • 14 dicembre: Il dato di oggi rispetta le nostre previsioni, andando a formare il picco N.10 (che e' di lunedi', come tutti gli altri).
    Restano valide tutte le osservazioni fatte sul dato del 13/12, che ha un valore quasi identico (sono entrambi sul picco N.10).

  • 15 dicembre: Il dato di oggi rispetta le nostre previsioni, andando a formare l'attesa discesa dal picco N.10 (che e' di lunedi', come tutti gli altri).
    Un interessante spunto di riflessione ci viene dal grafico del Piemonte che qui' riportiamo per comodita':

    Vi e' evidenziato con una linea arancione il cambiamento di pendenza, che secondo noi avviene quando i punti cominciano a contenere una frazione importante di persone infette, facenti parte del fondo degli asintomatici (cioe' quel tasso permanente, anche se lentamente variabile nel corso dei mesi e delle regioni, di persone infette mantenuto in essere da quella che abbiamo chiamato l' epidemia degli asintomatici .
    Siccome questo fondo di contagi degli asintomatici esiste (lo abbiamo anche misurato nei mesi estivi, quando l'epidemia di Covid-19 non c'era) la curva dei contagi che stiamo misurando ora in Piemonte nella sua decrescita non tende a zero ma al livello del fondo degli asintomatici, che abbiamo indicato con una linea verde.
    Tutto questo appare molto verosimile e sara' confermato meglio dai prossimi dati.
    Il grafico dei contagi di tutta Italia dovrebbe essere la sommatoria di tanti grafici come quello del Piemonte, uno per ogni regione.
    Viene naturale allora aspettarsi un comportamento della curva simile a quello del Piemonte.
    Abbiamo provato a disegnarlo, anche lui con una linea arancione, del grafico seguente:

    Come si puo' vedere il risultato e' plausibile e porta a considerare possibile anche in questo grafico un livello costante, a cui la curva tenderebbe ad appiattirsi, in questo caso intorno al 9.5% che e' pero' un livello molto piu' alto di quello del Piemonte (1.5%) e non sappiamo perche' (non ci disturba pero' nel lavoro sui dati relativi, come facciamo noi).
    Entrambi i livelli li abbiamo riportati con due linee verdi nel grafico dei contagi extra , per confronto.
    Se questo fosse vero aprirebbe uno scenario nuovo in cui l'evoluzione dell'epidemia degli asintomatici svolgerebbe un ruolo cruciale.
    Finora e' stata poco considerata perche', dicevano i responsabili della salute pubblica, non hanno sintomi e percio' sono meno importanti perche' non gravano sul sistema sanitario.
    Ora appare invece che sono importanti perche' sono la fucina che produce i contagi e le ondate successive dell'epidemia di Covid-19. Dovrebbero percio' essere anche loro il bersaglio strategico della nostra lotta al virus.

    QUALITA' DEI DATI:   (16 dicembre 2020)
    Tentando di confrontare tra loro i dati di varie regioni tra loro e con i dati di tutta Italia ci siamo imbattuti con un problema noto fin dall'inizio di questo lavoro: la qualita' dei dati su cui stiamo lavorando ed il loro controllo, su cui ovviamente non abbiamo alcuna possibilita' di intervenire.
    Per comprendere meglio il confronto tra i dati del Piemonte, che ci sembrano abbastanza significativi nel loro comportamento, e quelli di tutta Italia siamo andati a verificare la consistenza dell'affermazione che "il grafico dei contagi di tutta Italia e' la sommatoria di tanti grafici come quello del Piemonte, uno per ogni regione" e ci siamo accorti subito che cosi' non e'.
    Per controllo abbiamo allora sommato i dati di tutte le regioni e delle province autonome del 18/12 ed abbiamo ottenuto i risultati seguenti:
    Somma di tutti i Totali = 627.798 mentre il dato dei test totali di tutta Italia pubblicato e' 179.800 (3.5 volte inferiore).
    Somma di tutti i Positivi= 17.992 identico ai positivi di tutta Italia pubblicato nel Bollettino.
    La prima cosa che risulta subito evidente e' che nei dati regionali il numero di test eseguiti risulta troppo elevato: se si sommano questi numeri per tutte le regioni si ottiene un risultato 3.5 volte maggiore di quello dei test riportati nel grafico di tutta Italia.
    Questo ha l'effetto di abbassare le percentuali dei dati regionali (perche' al denominatore c'e' un dato maggiore).
    Con questi dati regionali, nel caso del Piemonte nel periodo estivo, abbiamo ricavato il livello di fondo (tra 1% e 3%) che ci e' apparso essere consistente come valore con il fondo atteso degli asintomatici.
    Per questo ora il livello costante a cui sembra tendere la curva dei contagi del Piemonte, essendo dell' 1.5%, l'abbiamo interpretato come il livello di fondo degli asintomatici e tutto l'andamento dei dati ci risulta perfettamente comprensibile.
    Non cosi' nel caso dei dati di tutta Italia che sono partiti nei nostri grafici il 8/10 dal livello del 3.5% per poi appiattirsi, a quanto sembra finora, ad un livello del 9.5%, con un comportamento quindi diverso dai dati del Piemonte, pur essendo la stessa epidemia.
    Noi crediamo che cio' non sia dovuto ad un fenomeno reale, che implicherebbe sviluppi diversi dell'epidemia nelle varie regioni, ma ad una variazione nella definizione o nella composizione dei dati del totale dei test eseguiti in tutta Italia, avvenuto successivamente all'8/10, perche' la percentuale dei contagi del 3.5% allora pubblicata ci sembra perfettamente coerente con il livello di fondo degli asintomatici atteso dopo l'estate.
    E' il livello di fondo del 9.5%, a cui sembra tendere la curva dei contagi di tutta Italia, che rende inconciliabili i dati delle due curve, Italia e Piemonte, che invece DEVONO essere analoghe perche' relative allo stesso fenomeno, l'epidemia Covid-19.
    Ne consegue che i dati di ogni tabella (regione o Italia), pur essendo abbastanza autoconsistenti, che e' il presupposto minimo perche' possano essere lecitamente pubblicati, non sono confrontabili con gli analoghi dati di altre regioni o con quelli di tutta l'Italia e quindi quello che volevamo fare purtroppo non si puo' fare senza sapere quale dei due dati e' quello giusto.
    La conseguenza per le nostre conclusioni riguarda solo l'entita' del livello di fondo a cui le curve dei contagi sembrano convergere appiattendosi, e che noi abbiamo interpretato come il livello del fondo degli asintomatici (questa anomalia nei dati non ci disturba pero' nel lavoro sui dati relativi, come facciamo noi).
    Ci sembra che i dati del totale dei test eseguiti in tutta Italia pubblicati dal Ministero della Salute debbano essere soggetti ad una revisione successivamente all'8/10, fino ad arrivare ad un fattore 3.5 in modo tale che il livello di fondo che comincia ad apparire nel grafico dei contagi di tutta Italia (come sta apparendo contemporaneamnte anche nel grafico dl Piemonte) scenda dal livello del 9.5% ad un livello piu' compatibile con il livello di fondo degli asintomatici che credo sia tra 1% e 3%.
    Se questo avvenisse ovviamente andrebbero ricalcolati e graficati tutti i punti nel grafico di tutta Italia, usando il dato corretto al denominatore nel calcolo della percentuale dei contagi.
    Qyesta anomalia riscontrata nei dati e' provata anche dal fatto che, eseguendo la somma dei dati dei test positivi di tutte le regioni, si ottiene esattamente il dato pubblicato per tutta l'Italia: quindi anche la somma dell'altro dato, il totale dei test eseguiti, DEVE corrispondere (a noi non ci disturba pero' nel lavoro sui dati relativi, come facciamo noi).
    Rimaniamo in attesa di chiarimenti.
    Comunque il nostro lavoro e' tutto giusto e, quando qualcuno ci dira' quale dei due e' il valore vero dei totali dei test effettuati, sapremo quant'e' il livello vero del fondo, che sta iniziando ad essre visibile nei grafici.
    Dobbiamo lasciare questo compito a chi conosce i dettagli della formazione dei dati pubblicati.
    Per ora rimane in sospeso la motivazione dell'appiattimento al 9.5% della curva dei contagi in tutta Italia, che francamente ci sembra eccessivo per essere il fondo degli asintomatici (non ci disturba pero' nel lavoro sui dati relativi, come facciamo noi).
    Il livello dell'1.5% del Piemonte ci sembra invece molto piu' credibile e consistente con il livello atteso del fondo degli asintomatici , alla luce delle misure fatte nei mesi estivi.
    Anche le altre 17 su 21 regioni d'Italia hanno percentuali tra 1% e 3% (vedi tabella seguente, che riporta i dati del 15/12).
    Quindi per noi rimane questo mistero: la percentuale dei contagi di tutta Italia ci viene comunicata al 9.1% mentre la maggior parte delle regioni d'Italia hanno percentuali tra 1% e 3%, come si vede nella tabella seguente (con le percentuali del 15/12):

    REGIONE PERCENTUALE
    LOMBARDIA 3.2 %
    VENETO 3.6 %
    PIEMONTE 2.2 %
    CAMPANIA 0.7 %
    EMILIA R. 1.9 %
    LAZIO 1.4 %
    TOSCANA 2.0 %
    SICILIA 3.0 %
    PUGLIA 1.9 %
    LIGURIA 2.5 %
    FRIULI V.G. 5.9 %
    MARCHE 1.9 %
    ABRUZZO 0.7 %
    BOLZANO 0.8 %
    SARDEGNA 1.5 %
    UMBRIA 3.9 %
    CALABRIA 1.9 %
    TRENTO 13.9 %
    BASILICATA 1.0 %
    VALLE AOSTA 3.8 %
    MOLISE 1.4 %

    Detto cio', viene naturale chiedersi anche se questa particolarita' dei dati possa inficiare la validita' del nostro lavoro nel suo complesso.
    Pensiamo proprio di no: per la validita' dei nostri risultati e' sufficiente che ogni tabella di dati rimanga consistente con se stessa nel tempo e che rifletta, in modo assoluto o relativo, l'andamento del numero di persone infette presenti in quel territorio, cioe' che questi dati rispondano allo scopo per cui esistono e sono forniti.
    La ragione della differenza rilevata probabilmente dipende da diverse definizioni dei dati pubblicati dalle varie regioni, dipendenti da diversi mescolamenti dei risultati di misure diverse, come i test antigenici e molecolari, che possono essere fatti in modo diverso nelle varie regioni ma sempre in modo abbastanza stabile nella stessa regione, se dipendente dall'organizzazione, dal numero e dal tipo di laboratori di misura (diversi da regione a regione).
    Il risultato e' un insieme di misure comunque significative ed autoconsistenti in ogni regione ma non confrontabili tra regioni diverse e con quelle di tutta l'Italia, che certamente non provengono da una semplice sommatoria di dati ma dopo un'attenta selezione fatta da tecnici sicuramente professionali.
    Quindi e' corretto analizzare i dati, come abbiamo fatto noi in questo lavoro, purche' si lavori nell'ambito di una stessa regione, senza pretendere di confrontare quantitativamente i dati di regioni diverse (non sarebbe corretto per quanto detto).
    Concludiamo ribadendo la fiducia nella qualita' dei dati che stiamo usando e sulla loro capacita' di riportare abbastanza fedelmente il fenomeno osservato: l'andamento temporale dei contagi.
    Il tipo ed il numero di deduzioni che ne stiamo traendo ci sembrano confortare finora questa fiducia.

  • 16 dicembre: Il dato di oggi, molto simile a quello di ieri, rispetta le nostre previsioni, andando a formare l'attesa discesa dal picco N.10 (che e' di lunedi', come tutti gli altri).
    Percio' abbiamo inserito questo nuovo punto nei GRAFICI di ieri (e' l'ultimo a destra) e pertanto si suggerisce vivamente di leggere le stesse interessanti osservazioni fatte IERI .

  • 17 dicembre: Il dato di oggi e' simile a quello di ieri e rispetta le nostre previsioni, perche' sarebbe sceso di piu' per completare il picco N.10 (che e' di lunedi', come tutti gli altri) ma, non potendo andare sotto al livello del fondo dei contagi (linea verde, che e' lo zero al netto dal fondo), ha assunto una posizione coerente con l'appiattimento della curva sulla linea del fondo.
    E' prevedibile che anche i punti dei prossimi giorni non riusciranno a scendere sotto al livello del fondo (a parte le normali fluttuazioni statistiche).
    E' opportuno osservare che anche gli ultimi punti della curva hanno cominciato a risentire della presenza del fondo, evidente dalla tendenza al progressivo appiattimento della curva.
    Nel caso del Piemonte questo livello e' dell'1.5% circa, perfettamente compatibile con il livello atteso degli asintomatici (in Piemonte per tutta l'estate e' stato tra 1% e 3%) e quindi non abbiamo avuto problemi a capirne l'origine.
    Invece in questo caso il livello sembra essere troppo alto (intorno al 9.5%) e quindi dobbiamo ancora capirne l'origine: gli asintomatici ci sono di sicuro, probabilmente per il 3%, ma e' solo un terzo dei contagi di fondo che vediamo.
    Per ora stiamo cercando di capirne di piu' su questo livello di fondo troppo alto, che sembra apparire nella curva di tutta Italia, ma non ci disturba nel lavoro sui dati relativi, come facciamo noi.

  • 18 dicembre: Il dato di oggi e' simile a quello di ieri e rispetta le nostre previsioni, perche' dopo la discesa dal picco N.10 (che e' di lunedi', come tutti gli altri) i dati sono previsti rimanere sempre vicini al livello del fondo dei contagi (linea verde, che e' lo zero per la curva al netto dal fondo).
    L'andamento della curva nei prossimi giorni dovrebbe mantenere una posizione coerente con l'appiattimento della curva sulla linea del fondo.

  • 19 dicembre: Il dato di oggi si avvicina alla linea verde del fondo, collocandosi piu' basso di quello di ieri ma non troppo perche' si prevede che i punti di domani e quello di dopodomani vadano a formare il picco N.11 (del lunedi'). Da ora in poi tutti i dati sono previsti rimanere sempre vicini al livello del fondo dei contagi (linea verde, che e' lo zero per la curva, al netto dal fondo).

  • 20 dicembre: Il dato di oggi risale dalla linea verde del fondo, perche' si avvicina al prossimo picco N.11 del lunedi', che andra a formare con il dato di domani. Da ora in poi tutti i dati sono previsti rimanere sempre vicini al livello del fondo dei contagi (linea verde, che e' lo zero per la curva, al netto dal fondo), salvo i picchi del lunedi' che continuano ad esserci.

  • 21 dicembre: Il dato di oggi risalendo dalla linea verde del fondo, arriva al picco N.11 del lunedi', come da noi previsto ieri e l'altro ieri. Da domani comincera' a scendere verso la linea di fondo verde che raggiungera' tra 4 giorni.
    Da ora in poi tutti i dati sono previsti rimanere sempre vicini al livello del fondo dei contagi (linea verde, che e' lo zero per la curva, al netto dal fondo), salvo i picchi del lunedi' che continueranno ad esserci.
    I contagi normali da Covid-19, quelli che guariscono e scompaiono in 30 giorni e che ci interessano perche' portano ai ricoveri ospedalieri, non ci sono piu' perche' la curva ha raggiunto il fondo degli asintomatici e non potra' scendere sotto questa linea (verde), a parte le normali fluttuazioni delle misure, perche' gli asintomatici ci sono, in equilibrio dinamico tra nuovi contagiati e guariti ("epidemia degli asintomatici").
    Anche questo appiattimento della curva, da noi attribuito prevalentemente all'aumento del numero di persone immunizzate da un contagio precedente, conferma la nostra previsione.
    Il fatto che le nostre previsioni trovano sempre riscontro e' la conferma che con questo lavoro abbiamo acquisito una buona capacita' previsionale, che era uno degli obiettivi che ci eravamo prefissi.
    La presenza dei picchi del lunedi', che non diminuiscono affatto, e' motivo di grande interesse per noi.
    Stiamo cercando di capirne l'origine perche' potrebbe rivelarci altre informazioni preziose.
  • 22 dicembre: Il dato di oggi, come abbiamo previsto ieri, scende dal picco N.11 del lunedi', finendo addirittura un po' sotto la linea verde del fondo degli asintomatici. Siamo sicuri che domani la curva risalira' un poco e da allora rimarra' allineata sulla linea di fondo verde, che ormai e' stata raggiunta.

  • 23 dicembre: Il dato di oggi, come abbiamo previsto ieri, si colloca sulla discesa dal picco N.11 del lunedi', finendo un po' sopra la linea verde del fondo degli asintomatici. Siamo sicuri che il punto di domani rimarra' allineato sulla linea di fondo verde, che ormai e' stata raggiunta.
    ATTENZIONE: I picchi periodici, che compaiono tutti di lunedi', secondo noi sono l'evidenza empirica della variante italiana del Sars-CoV-2. Cliccando sul link si accede alla "dimostrazione" di questa affermazione.

  • 24 dicembre: Il dato di oggi, come abbiamo previsto ieri, si colloca dopo la discesa dal picco N.11 del lunedi', esattamente sulla linea verde del fondo degli asintomatici. Siamo sicuri che il punto di domani rimarra' allineato sulla linea di fondo verde, che ormai e' stata raggiunta.

  • 25 dicembre: Il dato di oggi, come tutti i precedenti, rispetta le nostre previsioni, salendo perche' lunedi' prossimo ci sara' il picco N.12 del nuovo virus.

  • 26 dicembre: Il dato di oggi, come tutti i precedenti, rispetta le nostre previsioni, salendo ancora un po' perche' lunedi' prossimo ci sara' il picco N.12 del nuovo virus.
    Mentre nei dati del Piemonte l'ampiezza dei picchi del nuovo virus e' dell'1.5% sul fondo degli asintomatici che e' all'1.5%, in questi dati di tutta Italia l'ampiezza dei picchi del nuovo virus e' del 2.5% sul fondo degli asintomatici che risulta ( stranamente ) al 9.5%, troppo alto (non ci disturba pero' nel lavoro sui dati relativi, come facciamo noi).
    PREVISIONI   (25 dicembre 2020)
    Dopo aver ipotizzato la presenza di una nuova variante del virus, possiamo comprendere perfettamente l'andamento di tutti i dati e ribadire che, a meno di imprevisti che finora non ci sono stati, tutti i prossimi punti saranno allineati sul fondo degli asintomatici (linea verde), perche' l'epidemia di Sars-CoV-2 e' terminata.
    Pero' ci sara' un picco ogni 7 giorni (sempre di lunedi') di ampiezza costante pari al 2.5% da ora in poi (percio' i picchi del nuovo virus faranno variare la curva dal minimo di 9.5% al massimo dell'12%, insensibili a tutte le restrizioni imposte, che a questo punto riteniamo NON servano piu' a niente (salvo nelle regioni che dovessero avere dati difformi da quelli da noi qui' studiati, forse Veneto e Molise), perche' evidentemente i contagi non avvengono attraverso i "droplets" del fiato (perche' i picchi non calano con la zona rossa): la modalita' di contagio e' un'altra ed il distanziamento non serve con questo nuovo virus.
    ATTENZIONE: Questi picchi che resteranno stabilmente dal 9.5% al 12% potrebbero giustamente allarmare con questo saliscendi dei contagi e sono il prossimo problema da risolvere (forse ci vorra' un altro vaccino).
    Questo nuovo virus mostra di avere una diversa modalita' di diffusione che rende totalmente inefficaci le zone rosse, come si puo' vedere nei dati, osservando le ampiezze dei picchi ricorrenti dentro e fuori dalle zone rosse (sono sempre di circa 1.5% in Piemonte e 2.5% nei dati di tutta Italia). Anzi, durante la discesa quando ci sono ancora molti virus Sars-CoV-2 in circolazione, i picchi sono anche maggiori, mostrando che esiste una certa correlazione nella diffusione dei i due virus.
    Quindi non bisogna penalizzare ulteriormente la societa' con queste misure inutili, perche' inefficaci.
    E' urgentissimo scoprire quali sono le vie di trasmissione del contagio di questo nuovo virus, per individuare al piu' presto le giuste misure per limitarne la diffusione.
    Per fare questo bisogna predisporre subito il giusto test molecolare per distinguere queste nuove infezioni da quelle del Sars-CoV-2.
    I picchi di questo nuovo virus non diminuiscono, perche' sembra che non risentano dell'immunizzazione al Sars-CoV-2 delle persone avvenuta negli ultimi 2 mesi (quella che ha fatto scendere la curva fino al fondo di 9.5%).
    Probabilmente questo NUOVO VIRUS , avendo un ciclo (ovvero il picco) che inizia e si conclude in sette giorni, non da tempo al sistema immunitario delle persone di produrre gli anticorpi, che potrebbero ridurre l'ampiezza dei picchi (cosi' come e' accaduto per il Sars-CoV-2, che ha un ciclo, cioe' il tempo di guarigione, di un mese).
    Ora la parte piu' interessante dello studio riguarda questa nuova variante italiana del Sars-CoV-2 ed e' quello che faremo nei prossimi giorni.

  • 27 dicembre: Il dato di oggi, come tutti i precedenti, rispetta le nostre previsioni, salendo ancora di piu' perche' lunedi' prossimo (domani) ci sara' il picco N.12 del nuovo virus.
    Un fatto interessante, se anche il dato di domani sara' piu' in alto dei picchi N.10 e 11, sarebbe l'aumento dell'ampiezza del picco N.12 che sarebbe sorprendente perche' avverrebbe proprio durante la zona rossa nazionale di Natale.
    Abbiamo gia' rilevato come questo nuovo virus fosse insensibile all'abbattimento dei distanziamenti prodotto dalle restrizioni della zona rossa. Si vede bene anche nel grafico del Piemonte che i picchi non diminuiscono di ampiezza, dopo l'inizio della zona rossa.
    Ma che addirittura il picco salisse invece di rimanere costante proprio non ce lo aspettavamo.
    Non e' una bella notizia. Gia' il fatto che i picchi rimanessero di ampiezza costante ci preoccupava non poco. Se ora crescessero addirittura, non sapendo ancora in che modo limitare la diffusione (perche' i lockdown non funzionano) saremmo proprio nei guai.
    Questo comportamento sarebbe una decisiva conferma che il virus responsabile dei picchi non e' il Sars-CoV-2, che non crescerebbe durante una zona rossa nazionale, ma e' un virus diverso, come da noi ipotizzato alla luce dei numerosi indizi finora emersi.
    Sono tutte informazioni utilissime di cui faremo un buon uso.

  • 28 dicembre: Il dato di oggi e' il primo che si discosta (di un giorno) dalle nostre previsioni, perche' essendo oggi lunedi' doveva essere al picco N.12 del nuovo virus , mentre invece il dato di ieri era al picco e quello di oggi e' nettamente sulla discesa dal picco.
    Essendo stato sempre puntuale al lunedi' questo picco, non crediamo che abbia deciso di spostarsi un giorno prima. Crediamo invece che, a causa delle festivita' dei 3 giorni precedenti, ci siano stati dei ritardi e dei travasi di dati da un giorno all'altro per ragioni logistiche e organizzative. Siamo sicuri che nei prossimi giorni la periodicita' dei picchi torni esatta.
    Per il resto, se ignoriamo il dato di ieri, unico particolarmente elevato, anche il picco N.12 si allinea sul livello del 12% circa, costante in TUTTI gli ultimi 5 picchi (8,9,10,11 e 12), che e' il 2.5% superiore al livello di fondo del 9.5%.
    Anche nel caso del Piemonte abbiamo una situazione simile con tutti gli ultimi picchi ad un livello del 1.5% superiore al livello di fondo che e' all' 1.5%.
    E' una situazione preoccupante perche' mostra che i picchi di questo ipotetico nuovo virus non si riducono nel tempo, malgrado le restrizioni in corso. Speriamo che la zona rossa nazionale istituita fino all'Epifania possa ridurne l'ampiezza, altrimenti abbiamo un problema serio da risolvere.

  • 29 dicembre: Il dato di oggi di tutta Italia e' in accordo con le nostre previsioni, perche' e' sceso dal picco N.12 del lunedi' arrivando al livello del fondo.
    Rimane il fatto preoccupante che il picco N.12 invece di regredire e' cresciuto ad un livello maggiore dei picchi precedenti, cosi' come purtroppo ha fatto anche l'ultimo picco nel grafico del Piemonte.

  • 31 dicembre: Il dato di oggi di tutta Italia e' il primo che si discosta dalle nostre previsioni, fatte per un mondo stazionario, e' segno che qualcosa sta cambiando.
    Infatti, dopo la discesa dal picco N.12, la curva avrebbe dovuto iniziare lentamente la risalita verso il prossimo picco N.13 del lunedi', mentre invece il punto di oggi, giovedi', e' gia risalito al 3%, lasciando presagire che il prossimo picco sara' ben piu' alto del 3% sopra il fondo. E non e' una buona notizia.
    Se cosi' fosse, secondo noi l'incremento dei contagi potrebbe essere dovuto, piu' che al nuovo virus, al Sars-CoV-2 che e' molto piu' sensibile agli assembramenti degli acquisti natalizi,
    L'allarme sarebbe allora per un riaccendersi di molti focolai in tutta Italia, concentrati su quel 30% di persone non immunizzate dalla seconda ondata. L'effetto sulla curva dei contagi sarebbe la linea arancione disegnata in risalita.
    Gli addetti all'esame dei dati devono allora parcellizzare l'analisi sulle varie realta' territoriali, per individuare eventuali notevoli innalzamenti dei contagi in prossimita' dei focolai.
    Da parte nostra, siccome monitoriamo anche i dati della regione Piemonte, rileviamo che anche li e' presente oggi un incremento anomalo dei contagi (come esempio di realta' terriroriale particolare).
    L'approccio da noi usato di lavorare su dati "pronti" e non ritardati, come sono ricoveri e decessi, pure importanti per la gestione sanitaria, si dimostra vincente in questi casi: mette a disposizione una capacita' PREVISIONALE che permette di capire in anticipo cosa sta per succedere e di poter adottare cosi' tempestivamente i provvedimenti necessari ad impedire che i focolai si espandano troppo.
    La rapidita' di intervento con chiusure e quarantene e' vitale in questi casi.
    Aspettiamo di vedere i dati dei prossimi due giorni per una conferma.

  • 1 Gennaio 2021: Il dato di oggi di tutta Italia e' in linea con le nostre previsioni, perche' sta salendo per raggiungere il prossimo picco del lunedi'.
    L'ampiezza media dei picchi del nuovo virus negli ultimi 2 mesi e' stata costante al 4.1% che sopra al fondo (linea verde) del 9.5% dovrebbe portare il picco al 13.6%, mentre ora che mancano ancora 3 giorni di salita e' gia' arrivato al 14.1%.
    Quindi ora non e' piu' un presagio, ma una certezza che il livello dei contagi da Sars-CoV-2 si sta alzando, piu' o meno come indicato dalla linea viola che abbiamo disegnato del grafico.
    E' una brutta notizia confermata anche dai dati odierni del Piemonte.
    Bisogna intervenire urgentemente localizzando e contenendo i vari focolai con misure restrittive (zone rosse) e quarantene.
    Prima si interviene e meno si espandono i focolai.

    SVILUPPO FOCOLAI (CON Rt BASSO):   (2 gennaio 2021)
    Guardando il grafico del Piemonte riusciamo molto bene a capire cosa e' successo nell'ultima settimana del 2020:
    1. Prima del 24/12 era zona arancione e con le compere natalizie si sono prodotti dei contagi di Sars-CoV-2 e la curva viola dei contagi e' iniziata a salire.
    2. Poi il 24/12 ed il giorno di Natale e' stata zona rossa (i giorni in zona rossa sono evidenziati in rosso nel grafico, gli altri sono tutti in zona arancione) per cui il dato di venerdi' 25/12 che doveva essere il picco e' venuto un po' piu' in basso per la riduzione nella produzione di contagi conseguente ai due giorni di zona rossa.
    3. Poi ci sono stati tre giorni di zona arancione, in cui la gente, che purtroppo non ha ancora capito niente del virus (se potessero vedere questa spiegazione in TV forse capirebbero meglio i danni che fanno, perche' cosi' continuera' la zona rossa), si e' affollata di nuovo nelle strade ed ha fatto risalire i contagi che sono arrivati molto in alto giovedi' 31/12.
    4. Il giorno successivo, essendo venerdi', il dato doveva raggiungere il picco, ma essendoci stato il giorno precedente in zona rossa e' risultato un po' piu' basso, come gia' era accaduto nel giorno di Natale (indicato in blu nel grafico): i picchi del nuovo virus sono sempre di venerdi' anche se il punto piu' alto e' quello di giovedi'.
    Siamo quindi ancora in una situazione che, se si lascia circolare la gente (pero' erano i giorni di assembramenti eccezionali per gli acquisti di Natale) entro un paio di giorni si vedono i contagi salire.
    Pero' altrettanto rapidamente, se si attua una zona rossa la riduzione dei contagi e' quasi istantanea, segno che il test, avvenendo nelle vie respiratorie superiori, riesce a percepire l'infezione nel giorno stesso in cui avviene.
    Possiamo cosi' considerare provate sia la crescita di contagi Sars-CoV-2 con gli assembramenti ai negozi, che l'efficacia della zona rossa a ridurre la produzione dei contagi.
    Ora pero', in caso di formazione di un focolaio, l'espansione dei contagi secondo noi procedera' piu' lentamente perche' risentira' dell'alto numero di immunizzati prodotti dalla seconda "ondata" finita un mese fa (abbiamo stimato che poteva essere intorno al 70%, forse ora 60%).
    In un focolaio gli infetti sono cosi' numerosi che se c'e' una persona non immune, di quel 30% che e' riuscito a farla franca alla seconda ondata, difficilmente riuscira' a farla franca anche questa volta.
    E cosi' il focolaio si espande, anche se piu' lentamente, se non si interviene (subito) per contenerlo.
    Come capite bene questo processo ha una soglia, perche' se di persone non immunizzate ce ne sono troppo poche i virus non riusciranno a formare il focolaio (sarebbe la condizione dell'immunita' di gregge).
    Quindi, siccome i focolai si sono formati, vuol dire che l'immunita' diffusa e' ancora sotto la soglia minima per poter bloccare lo sviluppo dell'epidemia, come ci aspettavamo.
    I dati dei prossimi giorni, fornendoci l'informazione sulla velocita' di sviluppo dei focolai, ci faranno capire quanto siamo lontani dalla soglia e dall'immunita' di gregge.
    Come vedete lo studio dei picchi del nuovo virus, avendo dei comportamenti abbastanza regolari, ci possono essere d'aiuto anche per studiare i contagi del Sars-CoV-2 (a cui rinuncia chi studia i dati aggregati su base settimanale).
    Intanto bisogna riuscire a contenere questi focolai che si sono sviluppati. Vedremo dai dati dei prossimi giorni se sono stati fatti gli interventi necessari in tempo utile (abbiamo dei dubbi perche' una capacita' diffusa di prevedere in anticipo cosa sta per succedere ci sembra un po' carente).
    P.S. Come sapevamo, questi dati ci confermano che sul nuovo virus, che corrisponde ai picchi, non hanno avuto alcun effetto ne' gli assembramenti ne' le zone rosse, in quanto i loro risultati positivi al test non sono nuovi contagi (qui' c'e' la spiegazione ).

  • 2 Gennaio 2021: Il dato di oggi di tutta Italia conferma i nostri peggiori timori, perche' e' salito veramente molto per raggiungere il prossimo picco del lunedi'.
    La cosa e' ancora piu' preoccupante perche avviene dopo tre giorni di zona rossa nazionale. Si tratta dello sviluppo dei contagi dopo il tempo d'incubazione, che ci lasciano prevedere lo sviluppo di molti casi di Covid-19 con ripercussioni nei ricoveri ospedalieri intorno all'Epifania e nei decessi tra un mese.
    Stiamo osservando le conseguenze degli affollamenti per gli acquisti per le festivita' di fine anno.
    La gente dovrebbe essere informata che e' ad alto rischio passare in luoghi affollati, anche se si rispetta il distanziamento, perche' tutta l'aria circostante puo' essersi contaminata oltre il limite di sicurezza (per il fenomeno dell'accumulo dei virus). Credo che purtroppo nessuno lo sappia.
    Quando si vede un posto affollato di gente che non e' ben ventilato (quando la gente e' troppa e' sempre non sufficientemente ventilato), anche se e' all'aperto (in assenza di vento), NON bisogna andarci (cambiate strada).
    Il livello della curva dei contagi del Sars-CoV-2 sara' esattamente il 4.1% sotto a livello del picco e possiamo gia' PREVEDERE, 2 GIORNI PRIMA, che sara' purtroppo un livello molto alto (il 4.1% e' l'ampiezza, costante ormai da 2 mesi, dei picchi del nuovo virus ).

    PREALLARME: Il dato di oggi e' gia' alto (17.6%) ma ci sono ancora 2 giorni di crescita per arrivare al picco del lunedi', che potrebbe risultare anticipato di un giorno (com'e' accaduto con il picco del venerdi' nei dati del Piemonte che e' anticipato a giovedi' anziche' venerdi'), ma prevediamo da questi dati che sara' comunque molto alto (forse oltre il 20%). Di qui' il nostro allarme precoce, con anticipo di due giorni sul picco del lunedi' per prepararsi agli interventi necessari, se possibili
    Bisogna bloccare subito la ricrescita dei contagi del Sars-CoV-2, senza perdere neanche un giorno, perche' se il numero di persone immunizzate da una precedente infezione fosse molto meno di quel 70% da noi stimato, allora la velocita' di propagazione dei contagi potrebbe essere anche molto elevata e la situazione potrebbe sfuggire di mano, trattandosi di focolai diffusi in tutto il Paese (chi ha fatto i tamponi forse potrebbe avere le informazioni necessarie per rintracciare i focolai).
    In tal caso, se nessuno fa niente si potrebbe anche rischiare la ripartenza di una terza ondata dell'epidemia, in pochi giorni.
    La situazione e' questa: questi contagi si sono generati, due o tre giorni fa, quando tante persone erano assembrate insieme per gli acquisti natalizi. Queste persone contagiate, andando a casa o al lavoro, potrebbero diffondere l'infezione. Ora crediamo che questi rischi siano molto ridotti, perche' molte persone sono immunizzate. Se sono intorno al 70% possiamo stare tranquilli, perche' con questa densita' di immunizzati un mese fa la curva dei contagi e' scesa a zero (che e' il livello di fondo).
    Ma se gli immunizzati si fossero ridotti di numero, magari perche' quell'immunita', che nel 95% dei casi e' stata acquisita da un'infezione asintomantica, dura poche settimane, allora potremmo essere di nuovo nelle condizioni esplosive di un'epidemia potenzialmente dilagante in modalita' esponenziale.
    Potrebbe quindi anche essere necessaria la massima attenzione ad inseguire subito queste prime infezioni, perche' se nessuno fa niente i contagi potrebbero in quel caso diffondersi facilmente ed invisibilmente, riproducendo la stessa situazione che si verifico' a febbraio scorso a Codogno con il paziente N.1, perche' il virus e' sempre lo stesso!
    Il rischio e' talmente grosso che sarebbe da sciagurati trattarlo con superficialita'.
    Io non posso essere certo di quale sia la situazione reale (nessuno sa quanti sono gli immunizzati), ma e' necessario usare la massima prudenza per l'entita' del rischio che si corre.
    Quindi e' molto IMPORTANTE quello che sta accadendo in questi due giorni, sia per i rischi in gioco ma anche perche', se la percentuale dei contagi ritornera' a scendere spontaneamente verso la linea di fondo del 9.5%, avremo una conferma della presenza di una percentuale di immunizzati sufficientemente alta per mantenere le capacita' di diffusione del Sars-CoV-2, per ora solo in condizioni normali della zona rossa vigente (non con gli assembramenti), sotto la soglia minima di sviluppo dell'epidemia. E questa informazione e' molto importante per decidere sulle restrizioni da attuare: si potrebbe allora vivere tutti abbastanza normalmente, magari in zona gialla, castigando pero' senza pieta' coloro che, non curanti delle norme, si affollassero oltre i limiti in luoghi ristretti.
    Non ci resta che attendere che arrivi lunedi', per vedere a che livello arriva il picco dei contagi e cosa succede poi, sperando che intanto le Autorita' si attivino sempre un questi casi ed intraprendano le azioni atte ad individuare le principali localita' dei contagi, tempestivamente e senza alcun indugio, perche' all'inizio un focolaio si puo' bloccare poi non piu'.
    Ci auguriamo vivamente che questo sia un falso allarme ma bisogna essere sempre vigili al massimo con questo tremendo virus.

  • 3 Gennaio 2021: Il dato di oggi di tutta Italia NON conferma i nostri peggiori timori, perche' e' sceso invece di salire ancora per raggiungere il prossimo picco del lunedi' (domani).
    Sarebbe un'ottima notizia perche' indicherebbe che i contagi del virus Sars-CoV-2 non sono saliti cosi' tanto come il dato di ieri ci aveva fatto temere.
    Pero' non riteniamo giusto esprimere un giudizio ora, perche' sospettiamo che possa esserci stata qualche anomalia nella gestione ed assemblaggio dei dati dalle varie regioni d'Italia nel giorno di Capodanno. Preferiamo prima attendere anche il dato di domani.

  • 4 Gennaio 2021: Il dato di oggi di tutta Italia e' identico a quello di ieri ed insieme ai due precedenti NON segue l'andamento atteso, perche' il picco del nuovo virus doveva essere oggi (lunedi') ed invece e' stato due giorni prima (sabato).
    Anche nel grafico del Piemonte il picco e' venuto un giorno prima ed abbiamo avanzato dei sospetti di anomalie, derivanti dalla raccolta dei dati a Capodanno. Staremo a vedere se nei prossimi giorni i dati riprenderanno il loro solito comportamento periodico molto stabile (da quasi tre mesi non era mai accaduto che il picco del nuovo virus non fosse di lunedi').
    Detto cio', il fatto che ci interessava maggiormente e di cui cercavamo conferma e' l'andamento della curva sottostante ai picchi, che e' la curva dei contagi del virus Sars-CoV-2, perche' sembra abbia iniziato a crescere di nuovo (vedi la linea arancione nel grafico).
    Prendiamo atto che gli ultimi 5 punti sono tutti sopra alla linea arancione, confermando che la pendenza da noi disegnata tentativamente e' abbastanza corretta, a conferma che effettivamente sono nati dei focolai in qualche parte d'Italia, che hanno contribuito in modo rilevante alla risalita della curva dei contagi da Sars-CoV-2, sulla quale vanno a sommarsi i picchi del nuovo virus da noi studiati.
    Nel grafico del Piemonte il dato di oggi segnala invece un cambiamento in meglio dell'andamento della curva del Sars-CoV-2, assente nei dati di tutta Italia.
    Questo vuol dire che ci sono delle regioni in cui i focolai potrebbero non estinguersi spontaneamente per l'insufficiente numero di persone immuni (quelle infettate nella seconda ondata di due mesi fa.
    Un minor numero di persone immunizzate e' possibile dove l'epidemia ha avuto un'estensione minore (ogni regione o localita' e' un caso a se'). Ci auguriamo che i dati dei prossimi giorni possano confermarci una riduzione dei contagi da Sars-CoV-2, come sta avvenendo in Piemonte.
    Dobbiamo attendere e sperare che i contagi nei focolai non inizino a crescere esponenzialmente.

  • 5 Gennaio 2021: Il dato di oggi di tutta Italia segue l'andamento atteso, perche' scende dal picco del nuovo virus del lunedi' ma va addirittura oltre il suo dovere, arrivando quasi a zero, cioe' al livello del fondo.
    Questo ci fa molto piacere perche' fuga le nostre preoccupazioni che i focolai che avevano portato cosi' in alto i contagi, fino al 5% in piu', potessero continuare a svilupparsi. Cosi' sembra che non stia accadendo e allora e' tutto bene quello che finisce bene.
    Siccome invece nel grafico del Piemonte le cose non stanno andando cosi' bene, abbiamo discusso congiuntamente i due casi e cosi' riportiamo anche qui' quello che abbiamo scritto per il Piemonte.
    Nel grafico del resto d'Italia i contagi del Sars-CoV-2 hanno subito un netto aumento, fino al 5% nel periodo tra Natale e Capodanno (malgrado la zona rossa) pero' il dato di oggi sembra riportare i contagi verso il livello di fondo, riducendo in modo sostanziale i nostri timori della nascita di focolai che potessero sfuggire ai controlli e quindi anche il nostro preallarme.
    Se confermata, questa riduzione dei contagi indicherebbe che i vari focolai responsabili dell'aumento dei contagi fino al 5% si stanno smorzando e questo e' certamente dovuto all'immunita', rimasta nelle persone dopo la seconda ondata, che NON si sarebbe ancora ridotta dopo 2 mesi dall'infezione.
    E' questa un'informazione della massima importanza, come capite bene, che dovra' essere confermata dai dati dei prossimi due giorni.
    L'importanza e' enorme, perche' dall'esito si puo' stabilire se possiamo ancora contare sull'immunita' naturale acquisita dopo la seconda ondata dell'epidemia oppure no.
    Il dubbio risiede nel fatto che nel 95% dei casi non si tratta di immunita' conseguente ad una sindrome Covid-19 ma solo ad un'infezione senza sintomi, che potrebbe aver indotto una risposta immunitaria piu' debole, destinata ad esaurirsi presto.
    Quest'informazione, se acquisita con certezza, sarebbe destinata a condizionare tutte le scelte di profilassi almeno dei prossimi 2 o 3 mesi.
    Tutto questo non puo' essere stabilito sulla base dei soli due dati di oggi, percio' aspettiamo con impazienza che arrivi il prossimo venerdi' per capire meglio come si evolve la situazione di questi incrementi di contagi che sono apparsi nei dati.

    Vai ai dati di oggi in Piemonte.

  • 6 Gennaio 2021: Il dato (percentuale) di oggi di tutta Italia ed anche quello di oggi del Piemonte sono identici ai dati di ieri, quindi il nostro commento non puo' che rimanere invariato, in attesa dei dati di domani.
    Ma attenzione: abbiamo gia' capito che con questo muovo virus nulla e' come sembra che sia. I dati sono identici a quelli di ieri, quindi non e' cambiato niente? Neanche per sogno, perche' il dato in realta' e' la somma di due altri dati: la percentuale dei contagi del Sars-CoV-2 e quella del nuovo virus, che non sono costanti e quindi puo' accadere che una scende e l'altra sale in egual misura in modo che la somma rimanga costante tra ieri ed oggi.
    Vediamo com stanno le cose: il picco del lunedi' ha sempre mostrato 4 punti in discesa; oggi e' mercoledi' quindi la curva del nuovo virus e' in discesa, per cui i contagi del Sars-CoV-2 stanno salendo, non sono costanti.
    Per questo nel cruscotto iniziale abbiamo scritto "Crescita focolai in Italia" e non "Riduzione" per il Sars-CoV-2.

    Vogliamo pero' aggiungere anche la seguente osservazione interessante: negli ultimi 10 giorni, da Natale in poi, proprio dal momento in cui il fondo del Sars-CoV-2 (linea arancione a destra) e' iniziato a salire nei contagi, sono raddoppiate le ampiezze dei due picchi del nuovo virus (un po' meno del doppio in Piemonte ed un po' piu' del doppio nel grafico di tutta Italia).
    E' un'indicazione che con l'aumento del numero di virus Sars-CoV-2 nei contagi sono aumentate anche le mutazioni che hanno generato i nuovi virus (facendoli raddoppiare.
    E' una pessima notizia: se e' corretta l'attribuzione da noi fatta dell'elevato numero di decessi di questi giorni alla presenza di questi nuovi virus, rivelata dai test con tamponi, ci auguriamo con tutto il cuore di sbagliare altrimenti tra un mese i decessi potrebbero raddoppiare, per il numero di giorni nei quali i picchi del nuovo virus rimangono cosi' alti.
    LA CAUSA DELL'ECCESSO DI DECESSI DI QUESTI GIORNI VA TROVATA AL PIU' PRESTO: un mese fa l'epidemia Sars-CoV-2 era finita (la percentuale dei contagi era arrivata al livello del fondo di 9.5%).

    Il dato di oggi di tutta Italia segue l'andamento atteso, perche' e' sceso dal picco del nuovo virus del lunedi' ma va addirittura oltre il suo dovere, arrivando quasi a zero, cioe' al livello del fondo.
    Questo ci fa molto piacere perche' fuga le nostre preoccupazioni che i focolai che avevano portato cosi' in alto i contagi, fino al 5% in piu', potessero continuare a svilupparsi. Cosi' sembra che non stia accadendo e allora e' tutto bene quello che finisce bene.
    Siccome invece nel grafico del Piemonte le cose non stanno andando cosi' bene, abbiamo discusso congiuntamente i due casi e cosi' riportiamo anche qui' quello che abbiamo scritto per il Piemonte.
    Nel grafico del resto d'Italia i contagi del Sars-CoV-2 hanno subito un netto aumento, fino al 5% nel periodo tra Natale e Capodanno (malgrado la zona rossa) pero' il dato di oggi sembra riportare i contagi verso il livello di fondo, riducendo in modo sostanziale i nostri timori della nascita di focolai che potessero sfuggire ai controlli e quindi anche il nostro preallarme.
    Se confermata, questa riduzione dei contagi indicherebbe che i vari focolai responsabili dell'aumento dei contagi fino al 5% si stanno smorzando e questo e' certamente dovuto all'immunita', rimasta nelle persone dopo la seconda ondata, che NON si sarebbe ancora ridotta dopo 2 mesi dall'infezione.
    E' questa un'informazione della massima importanza, come capite bene, che dovra' essere confermata dai dati dei prossimi due giorni.
    L'importanza e' enorme, perche' dall'esito si puo' stabilire se possiamo ancora contare sull'immunita' naturale acquisita dopo la seconda ondata dell'epidemia oppure no.
    Il dubbio risiede nel fatto che nel 95% dei casi non si tratta di immunita' conseguente ad una sindrome Covid-19 ma solo ad un'infezione senza sintomi, che potrebbe aver indotto una risposta immunitaria piu' debole, destinata ad esaurirsi presto.
    Quest'informazione, se acquisita con certezza, sarebbe destinata a condizionare tutte le scelte di profilassi almeno dei prossimi 2 o 3 mesi.
    Tutto questo non puo' essere stabilito sulla base dei soli due dati di oggi, percio' aspettiamo con impazienza che arrivi il prossimo venerdi' per capire meglio come si evolve la situazione di questi incrementi di contagi che sono apparsi nei dati.

  • 7 Gennaio 2021: Il dato di oggi di tutta Italia (l'unico giallo, a destra) e' risalito dall'11.4% al 14.9%, riportandosi al livello della linea VIOLA , da noi disegnata (a destra) per rappresentare la crescita dei contagi di Sars-CoV-2 conseguente agli assembramenti avvenuti durante le festivita' di Natale.
    Questa salita e' normale e continuera' fino a lunedi', quando raggiungera' il picco del nuovo virus.
    Dal livello raggiunto in quel momento potremo dedurre l'ampiezza del picco dl nuovo virus e conseguentemente il livello raggiunto dai contagi del Sars-CoV-2 (per scorporo).
    Siccome gia' 4 giorni prima del picco del lunedi', il dato di oggi ha superato la linea VIOLA che rappresenta la salita dei contagi di Sars-CoV-2, non riteniamo che questi contagi siano in diminuzione. Per questo nello STATO del nostro cruscotto iniziale abbiamo lasciato scritto "Crescita" dei focolai.

    IMPORTANTE: Due sono i casi possibili che abbiamo di fronte, entrambi della massima importanza:
    1. Se nei prossimi giorni ci sara' un aumento dei contagi di Sars-CoV-2 (linea VIOLA a destra nel grafico ), vorra' dire che i focolai del Sars-CoV-2 iniziati a Natale stanno espandendo il contagio esponenzialmente e che non si sta facendo abbastanza per contenerli (all'INIZIO si potrebbero ancora bloccare).
      Anche per questo stiamo conducendo questo lavoro: perche' in questo campo e' molto importante accorgersi tempestivamente di quello che sta per accadere. E noi avremo la risposta lunedi' prossimo, tra 3 giorni (perche' se a quel punto l'epidemia e' partita non la ferma piu' nessuno)!
      Se accadesse sarebbe una vera sciagura, perche' era evitabile.
      Allora la curva di colore VIOLA a destra nel grafico continuerebbe a crescere, ripetendo la curva "a campana" di ottobre-novembre (che si vede a sinistra nel grafico ) in modo inarrestabile per i prossimi due mesi e sarebbe la terza ondata.
      Vorrebbe anche dire, purtroppo, che l'immunita' acquisita dalle persone infettate senza sintomi durante la seconta ondata e' andata perduta gia' dopo un solo mese. Non potremmo percio' contarci in futuro.

    2. Invece, se nei prossimi giorni scopriremo una riduzione dei contagi di Sars-CoV-2, vorra' dire che i vari focolai che si sono creati a Natale, responsabili dell'aumento dei contagi fino al 5%, si stanno smorzando spontaneamente e questo sarebbe certamente dovuto all'immunita', rimasta nelle persone dopo la seconda ondata, che NON si sarebbe ancora ridotta dopo 2 mesi dall'infezione.
      Sarebbe una notizia fantastica.

    E' questa un'informazione della massima importanza, come capite bene, che dovra' essere confermata dai dati dei prossimi 4 giorni (fino a lunedi'), perche' tutto questo non puo' essere ancora stabilito, sulla base di pochi dati.
    Aspettiamo quindi con impazienza che arrivi il prossimo lunedi' per capire meglio come si evolve la situazione di questi incrementi di contagi ( linea VIOLA ), che sono apparsi nei dati da Natale in poi.

  • 8 Gennaio 2021: Il dato di oggi di tutta Italia (l'ultimo giallo, a destra) e' piu' basso rispetto a quello di ieri ed e' sceso sotto al livello della linea VIOLA , da noi disegnata (a destra) per rappresentare la crescita dei contagi di Sars-CoV-2 conseguente agli assembramenti avvenuti durante le festivita' di Natale.
    Essendo oggi venerdi', il dato di oggi ci lascia sperare che il picco del nuovo virus di lunedi' prossimo non superi di molto la linea viola dei contagi del Sars-CoV-2.
    Sarebbe un segnale incoraggiante che ci lascia sperare che anche i focolai di Sars-CoV-2 nati in tutta Italia nei giorni di Natale possano diminuire, riportando la linea viola verso il livello del fondo anziche' crescere ancora, seguendo l'andamento indicato dalla linea viola, come ha fatto finora.
    Siccome anche il dato del Piemonte mostra un calo (ancora piu' significativo), vogliamo sperare che lunedi' prossimo potremo confermare che secondo noi c'e' ancora in giro sufficiente immunita' residua, dopo le numerose infezioni (asintomatiche) della seconda ondata, da rallentare in modo significativo la diffusione dei contagi di Sars-CoV-2 e far smorzare spontaneamente i focolai creati dagli assembramenti eccessivi degli acquisti di Natale.
    A novembre il numero di persone infettate e quindi immunizzate (da noi stimato al 70%) era tale da far recedere l'epidemia a zero.
    Trattandosi in massima parte di infezioni asintomatiche, sussiste il dubbio che l'immunita' non resti a lungo: di qui' l'interesse di rilevare sperimentalmente se dopo 2 mesi sussiste ancora un ostacolo immunitario sufficiente ad impedire la diffusione incontrolata dei contagi in un focolaio e quindi la ripartenza di una terza ondata epidemica.
    I dati di oggi, sia in Piemonte che in tutta Italia, vanno in questa direzione e lasciano ben sperare.
    Che ci sia un effetto delle immunita' residue secondo noi e' dimostrato dalla pendenza di crescita della linea VIOLA : all'inizio della seconda ondata la curva dei contagi in due settimane sali' di un fattore 4; ora la pendenza di salita e' molto inferiore e se siamo fortunati tornera' a zero spontaneamente, in assenza di altri assembramenti, come quelli di Natale.
    Ovviamente un solo dato non puo' essere sufficiente per trarre delle conclusioni ma a questo punto cominciamo ad essere ottimisti.
    Rimaniamo in attesa dei dati di domani per una prima conferma, che sara' definitiva lunedi', quando arrivera' il picco del nuovo virus.
    Dal livello raggiunto in quel momento potremo dedurre l'ampiezza del picco dl nuovo virus e conseguentemente il livello raggiunto dai contagi del Sars-CoV-2 (per scorporo).
    Come augurio, per ora, nello STATO del nostro cruscotto iniziale abbiamo scritto "Stop crescita" dei focolai.

  • 9 Gennaio 2021: Il dato di oggi di tutta Italia (l'ultimo arancione, a destra) e' piu' basso rispetto a quello di ieri, che era gia' sceso sotto al livello della linea VIOLA , da noi disegnata (a destra) per rappresentare la crescita dei contagi di Sars-CoV-2 conseguente agli assembramenti avvenuti durante le festivita' di Natale.
    Domani e dopodomani ci aspettiamo una risalita verso il picco N,14 del lunedi'.
    Dall'altessa del picco potremo avere un'indicazione importante: se la linea viola del Sars-CoV-2 inizia a scendere o continuera' a salire.

  • 10 Gennaio 2021: Il dato di oggi di tutta Italia (l'ultimo arancione, a destra) e' un po' piu' basso rispetto a quello di ieri, che era gia' sceso sotto al livello della linea VIOLA , da noi disegnata (a destra) per rappresentare la crescita dei contagi di Sars-CoV-2 conseguente agli assembramenti avvenuti durante le festivita' di Natale.
    Questi piccoli decrementi dei contagi indicano che la linea viola del Sars-CoV-2 forse non cresce piu' e s'intravede un segnale di appiattimento, come mostra la linea viola piu' sottile tracciata tentativamente sui picchi, l'ultimo dei quali il N.14 sara' domani, lunedi'.
    Sembra che si cominci a vedere quell'inversione di tendenza che dovrebbe riportare i contagi Sars-CoV-2 al livello della linea verde del fondo, com'era a Natale, prima degli assembramenti per lo shopping.
    Questo significherebbe che l'Italia ha scampato l'inizio della terza ondata, aiutata dall'immunita' residua ancora rimasta nelle persone infettate durante la seconda ondata, che speriamo possa durare fino all'inizio dell'estate perche' poi dovrebbe essere sostituita dalla protezione dei vaccini.
    Se cosi' fosse, vorrebbe dire che per evitare la partenza della terza ondata ora non servirebbero restrizioni particolari ed onerose: bisognerebbe solo riuscire ad impedire ad una parte della popolazione di creare quegli assembramenti, come quelli di Natale, che a molti di loro piacciono tanto.

    I guai che abbiamo avuto questi giorni e che sembra stiano ora rientrando spontaneamente, sono stati creati dagli assembramenti di Natale, che dobbiamo tenere bene a mente come esempio prezioso di quello che puo' accadere con gli assembramenti. NON DEVE PIU' ACCADERE.
    Si noti che questa nostra previsione, da confermare con il dato di domani (picco del lunedi'), viene fatta oggi, domenica 10 gennaio, quando tutti gli esperti, stampa e TV sono in allarme per l'inizio della terza ondata.
    Questo allarme e' stato creato dalla comunicazione dell'elaborazione settimanale dei dati che viene presentata con tre giorni di ritardo e con medie settimanali che scontano altri tre giorni di ritardo ulteriore per la media.
    Questi ritardi hanno importanti implicazioni per le decisioni che devono essere prese sulle restrizioni da adottare, mentre gli eventi pandemici mostrano di poter avere variazioni significative anche da una settimana all'altra.
    Basta guardare il grafico per vedere come l'andamento dei contagi possa variare, per esempio dal picco N.12 in salita ripida al picco successivo (7 giorni dopo), in cui la curva sembra tornare in discesa.
    I giornalisti si sono basati sui risultati di analisi dei dati di 7 giorni prima (quando la curva era in salita ripida) mentre noi ci stiamo basando sui dati di adesso (quando la curva sembra abbia smesso di salire).
    E' ovvio che e' sempre meglio poter disporre di informazioni quanto piu' recenti possibile in questo campo.

    Per questo nello STATO del nostro cruscotto iniziale abbiamo lasciato scritto "Stop crescita" dei focolai, anche se il dato di domani e' previsto in crescita, perche' e' il picco del lunedi' (che poi ridiscendera').

    UN PROBLEMA SERIO DA RISOLVERE: Qui' si spalanca un problema enorme, che puo' minare le basi stesse della convivenza civile.
    Questa famiglia di virus sembra che non ce la leveremo di torno presto, forse neanche con i vaccini se compaiono molte varianti, per cui dobbiamo capire bene come gestire il problema che abbiamo di fronte.
    Chiedere ai giovani di evitare gli assembramenti non e' cosa da poco. Si tratta di restrizioni ben piu' gravose di quelle subite per l'AIDS, perche' riguardano non il contatto fisico ma addirittura la vicinanza tra le persone.
    Non si puo' chiedere ai giovani di vivere distanti tra loro, sostituendo i rapporti fisici con quelli virtuali come si sta facendo con la scuola.
    Eppure questa esperienza delle festivita' natalizie ci ha mostrato i rischi che corriamo, consentendo gli assembramenti. Basta guardare il grafico e vedere l'andamento dei contagi.
    Almeno nel medio periodo, questi rischi vanno evitati per impedire che la stessa societa' umana affondi nella miseria, perche' i giovani sono cosi' tanto numerosi da essere molto pericolosi per i rischi di epidemia e non possono essere controllati efficaciemente.
    Anche se assembramenti come quelli di Natale possono far ripartire in pochi giorni una nuova ondata epidemica che costerebbe molte decine di migliaia di decessi ed un ulteriore impoverimento della popolazione, possiamo vedere che ora, se i contagi veramente scenderanno al livello del fondo, sembra sara' possibile condurre una vita quasi normale, evitando che tutte queste sciagure accadano.
    Intere categorie della popolazione soffrono molto a convivere a lungo con tali restrizioni, per ragioni legate in modo essenziale al loro stesso modo di esistere. I giovani hanno un bisogno naturale di conoscersi e stare insieme in gruppi numerosi. Se questo non si puo' piu' fare, si presenta un problema enorme che pero' si puo' risolvere distinguendo socialita' da assembramenti: sono solo questi ultimi che vanno evitati.
    Ci potra' sempre essere una minima diffusione del contagio tra persone ma bisogna evitare la superdiffusione, in cui una sola persona puo' infettarne altre decine in una sola volta, come avviene negli assembramenti.
    Se le persone contagiate in circolazione sono poche, con le misure di prevenzione che bisognera' continuare a rispettare, il contagio non si espande esponenzialmente e l'epidemia non esplode (tende a smorzarsi come sembra stia facendo ora).
    L'entita' del problema nel lungo periodo e' legata anche al successo dei vaccini che potrebbe pero' essere messo in dubbio dalle numerose varianti di questo virus che stanno venendo fuori.
    Il futuro e' incerto ma bisogna predisporre fin da ora delle soluzioni praticabili per superare il guado che ci separa dal momento in cui il Sars-CoV-2 sparira' dalla faccia della Terra.

  • 11 Gennaio 2021: Il dato di oggi di tutta Italia fa il suo dovere salendo di poco per raggiungere il picco del lunedi', come sempre era accaduto da oltre due mesi, pero' senza salire molto, segno che i contagi del Sars-CoV-2 si mantengono bassi.

    COME ABBIAMO STIMATO I CONTAGI SARS-COV-2 (che, calcolati cosi', risultano pochi):
    Per valutare la pendenza di crescita del Sars-CoV-2 abbiamo disegnato nel grafico una LINEA VIOLA che passa a 1.5% sotto ai picchi del lunedi' (indicati con L rosse, mentre con le x abbiamo ndicato i punti di misura): cio' e' ragionevole perche' l'ampiezza di questi picchi si e' sempre mantenuta costante e pari all'1.5% finora.
    Cosi' abbiamo ricavato la pendenza di salita dei contagi Sars-CoV-2, che abbiamo disegnato con una linea viola, ed abbiamo potuto rilevare che presenta inizialmente una pendenza in salita ma non ripida, segno che i focolai non si stavano espandendo molto velocemente, poi negli ultimi 7 giorni (ogni punto e' un giorno) si e' mantenuta costante, cioe' i focolai hanno smesso di espandersi.
    La popolazione dei nuovi virus rimane costante, con picchi dell'1.5% (come risulta anche nel grafico del Piemonte) perche' non ci sono abbastanza virus Sars-CoV-2 per alimentare in modo sostanzioso le mutazioni che generano altri nuovi virus.
    I nuovi virus sono quindi ancora al livello dell'1.5% circa ma sono "maturati", perche' sono quelli prodotti per mutazione un mese fa (quando c'erano molti virus Sars-CoV-2) e quindi crediamo che siano ora soprattutto loro a produrre i casi di Covid-19 e decessi, piu' che il Sars-CoV-2, che e' aumentato molto poco dal livello del fondo e non ha ancora avuto il tempo di "maturare", cioe' di diffondersi abbastanza nell'organismo dell'ospite.

    CONCLUSIONI DAL DATO DI OGGI:   (11 gennaio 2021)
    • Da una settimana non c'e' crescita dei contagi Sars-CoV-2 in Italia, contrariamente a quanto si sente dire in giro, anche con un certo allarmismo: forse non si sono accorti di un paio di dati particolarmente alti (ma irrealistici), che non andavano percio' elaborati.

    • L'incremento di contagi Sars-CoV-2 finora si e' mantenuto ad un livello molto modesto (1.5%), come si vede dalla linea viola disegnata nel grafico , tale da non destare alcuna preoccupazione per una possibile "terza ondata" epidemica.

    • I decessi, che sono tanti (500 al mese), non sono imputabili al Sars-CoV-2 ma a "qualcos'altro" (vedi sotto).

    • Anche ricoveri e terapie intensive di questi giorni non sono imputabili al Sars-CoV-2 ma a "qualcos'altro" (vedi sotto), perche' sono troppi per essere dovuti ai virus Sars-CoV-2 presenti.

    Diciamo questo perche' essendo finita la seconda ondata da oltre un mese, non crediamo che sia giusto imputare i decessi, ricoveri e terapie intensive di questi giorni al Sars-CoV-2 (sono troppi).

    Secondo noi quel " QUALCOS'ALTRO " sono degli altri virus, che sono nati nei corpi delle persone infettate dal Sars-CoV-2 per mutazione un paio di mesi fa, quando la seconda ondata era al massimo e che ora, sono maturati in forma patogena e creano una sindrome indistinguibile dal Covid-19: il primo mese si sono accresciuti e diffusi sviluppando poi in un altro mese la sindrome, i ricoveri, le terapie intensive ed i decessi di questi giorni.
    La presenza di questi nuovi virus, secondo noi, e' evidenziata dai picchi settimanali nei grafici (che sono reali perche' si riscontrano anche nelle curve dei decessi).
    Tutti questi ricoveri e decessi, non piu' evitabili (NEANCHE CON LE ZONE ROSSE, che non servono con questi virus perche' non si diffondono per contagio (NON SONO CONTAGIOSI), come abbiamo spiegato ), sono prodotti da questi nuovi virus che non possono essere eliminati ma si esauriranno lentamente nel tempo dopo aver causato il Covid-19 nelle persone che hanno avuto la sfortuna di vedersi nascere questo virus addosso durante un'infezione asintomatica di Sars-CoV-2 (abbiamo stimato che avviene nel 6% dei casi).
    E' vero che si esauriscono ma potrebbero poi ricomparire nuovamente, se avviene un'altra ondata di Sars-CoV-2 a generarne molti altri (con mutazioni).
    Capito come funziona? E' peggio del Sars-CoV-2!

    Poiche' i focolai di Sars-CoV-2 sembra abbiano finito di crescere e dato che contro questo nuovo virus non possiamo fare nulla (solo attendere che si esaurisca), nello STATO dei dati del nostro "cruscotto" abbiamo scritto "FINE" ALLARME focolai Sars-CoV-2 in Italia. per ora.
    Non dev'essere questo un messaggio di "libera tutti" ma e' senza dubbio un segnale positivo che speriamo venga confermato dai dati dei prossimi giorni (per ora l'evidenza e' solo preliminare).
    Le zone colorate (anche quelle bianche) in Italia servono, non perche' sta partendo la terza ondata, che non sembra essere vero, ma come misure preventive predisposte per bloccare sul nascere eventuali focolai di altri virus d'importazione, molto piu' contagiosi dei nostri, che stanno circolando moltissimo all'estero (come si puo' vedere nelle immagini che seguono).

    E' molto importante che il monitoraggio della situazione in Italia funzioni bene e che sia anche "pronto" negli interventi, cioe' che non abbia ritardi intrinsici nelle procedure, burocratiche o tecniche, perche' i prossimi focolai potrebbero avere una velocita' di diffusione piu' elevata del Sars-CoV-2, perche' i virus sono piu' contagiosi.

    ATTENZIONE percio', il fatto che le zone rosse non servono contro questa mutazione italiana del Sars-CoV-2 non significa che possiamo abbassare la guardia con tutte "zone bianche", perche' le varianti di questo dannato virus sono tantissime, molte delle quali sono molto contagiose.
    Come esempio guardate cosa sta accadendo in Irlanda in questi giorni:

    Nel picco alto a destra ci sembra di vedere, quando i Sars-CoV-2 sono al massimo, i picchi settimanali che diventano sempre piu' ampi, evidenziando cosi' l'aumento della presenza di varianti del Sars-CoV-2, che sta producendo tanti nuovi virus per mutazione: e' cosi' che nascono e qui' il fenomeno sembra si possa vedere pure ad occhio nudo.
    Non sono strane fluttuazioni dei dati, che non creano problemi se si fanno le medie settimanali; i problemi li creano, e come, un mese dopo, procurando decine di migliaia di ricoveri per Covid-19 e centinaia di decessi al giorno senza che ci si possa fare nulla, perche' i virus si sono gia' insediati nell'ospite che ormai e' condannato, anche se e' asintomatico.
    Sembrerebbe, alla luce del dato di oggi, che a noi invece ci e' andata bene (Piemonte a parte): dovremmo aver scampato per ora il rischio della terza ondata, che abbiamo corso per lasciar fare gli acquisti di Natale.
    Per farvi capire meglio di cosa stiamo parlando vi faccio vedere cos'e' la terza ondata, con il grafico di un Paese dov'e' in corso, gli Stati Uniti:

    L'esplosione attuale in USA, che si vede a destra, e' dovuta al freddo per una concorrenza di 2 fattori: da una parte i virus rimangono attivi piu' a lungo cosi' le cariche virali aumentano per accumulo, dall'altra le difese immunitarie si riducono con le infreddature. Cosi' si ammalano molte piu' persone e la curva sale.
    Si vede pero' che anche d'estate puo' svilupparsi l'epidemia, anche se di meno, dopo 4 mesi dal primo picco, quando gli anticorpi creati nella prima ondata in tante persone (asintomatiche) sono svaniti.
    Il primo picco USA si attenua, non perche' i virus sono sazi o stanchi, ma perche cominciano a non trovare piu' persone infettabili, perche' stanno diventando quasi tutte immuni dopo essere state imfettate (il grafico mostra i ricoveri ma le persone infettate ed asintomatiche, poi immuni, sono molto piu' numerose).
    La nascita della seconda ondata e' stata facilitata dal livello dei contagi, che dopo la prima ondata e' rimasto troppo alto ( come sta accadendo ora in Italia , con il livello del fondo che e' rimasto al 9.5%, cioe' oltre meta' del picco).
    I ricoveri nel grafico USA avrebbero dovuto ridursi di piu', segno che la popolazione, in carenza di restrizioni specifiche imposte dalle Autorita', ha ignorato le giuste norme di prevenzione e cosi' ha dovuto poi pagare e sta ancora pagando un prezzo salatissimo.
    In Irlanda, come pure in Italia, in cui si sono applicate le giuste misure di prevenzione, si e' potuta evitare l'ondata estiva (che non e' partita per niente, non e' riuscita ad innescarsi). Cosa importantissima!
    Ora siamo im una situazione analoga con l'aggravante pero' che siamo in inverno.
    Secondo le previsioni dei modelli a gennaio dovrebbe arrivare la variante inglese, che diventera' poi dominante a marzo.
    Come vedete non e' una cosa che puo' essere sottovalutata: stiamo in guardia sempre e teniamoci pure qualche zona colorata, che e' meglio, perche' dobbiamo aspettarci che le altre varianti, molto contagiose, prima o poi arrivino anche da noi (purtroppo servono le zone colorate, perche' non tutti gli italiani hanno coscienza di dover badare a se stessi, oltre che agli altri).

  • 12 Gennaio 2021: Il dato di oggi di tutta Italia fa piu' del suo dovere scendendo dal picco del lunedi', come sempre era accaduto da oltre due mesi, raggiungendo quasi il livello di fondo degli asintomatici, segno che i contagi del Sars-CoV-2 stanno scendendo a zero, perche' dopo o picchi del lunedi' seguino dempre ben 4 punti in discesa di cui quello di oggi e' il primo.
    E' tutto confermato quello che abbiamo scritto ieri (vedi sopra) e se nei prossimi 3 giorni la curva si adagia sul livello di fondo al 9.5% il pericolo della partenza della terza ondata puo' dirsi scongiurato.
    Tutto questo e' certamente dovuto alle misure adottate finora dalla Autorita' che sono risultate idonee ad impedire il diffondersi dell'infezione ed ai comportamenti piu' attenti dei cittadini.
    Qualche focolaio limitato nello spazio puo' sempre verificarsi, come forse e' ora in Piemonte, ma dovremo convivere ancora per tutto il 2021 con questo rischio che risulta pero' controllabile con un adeguato monitoraggio come quello attuale.
    Il massimo livello di allerta dev'essere riservato all'eventuale arrivo di quelle varianti del virus estremamente contagiose che stanno diffondendosi sempre di piu' nel resto del mondo. In tal caso il livello e la tempestivita' dell'intervento devono essere massimi.
    Essendo elevato il rischio di importazione di questi virus "stranieri", dotati di un'alta contagiosita', che ne rende molto veloce la diffusione, crediamo sarebbe opportuno organizzare delle apposite squadre di pronto intervento nelle aree interessate da focolai di questi virus (mettendosi anche in grado di riconoscerli). Il pericolo che incombe e' enorme.
    Per questo ottimo risultato di oggi nello STATO dei dati del nostro "cruscotto" abbiamo scritto "CESSATO" ALLARME focolai in Italia, per ora.

  • 13 Gennaio 2021: Il dato di oggi di tutta Italia fa il suo dovere continuando la discesa dal picco del lunedi', come sempre era accaduto da oltre due mesi (i punti in discesa dal picco sono sempre stati 4 per cui sono attesi in discesa anche i prossimo 2 punti, avvicinando cosi' il livello del fondo al 9.5%, a conferma che i contagi del Sars-CoV-2 non stanno salendo ma scendono al livello a cui erano prima degli assembramenti di Natale.
    E' tutto confermato quello che abbiamo scritto ieri (vedi sopra) e se nei prossimi 3 giorni la curva si adagia sul livello di fondo al 9.5% il pericolo della partenza della terza ondata puo' dirsi per ora scongiurato.
    Tutto questo e' certamente dovuto alle misure adottate finora dalla Autorita' che sono risultate idonee ad impedire il diffondersi dell'infezione ed ai comportamenti piu' attenti dei cittadini.
    Siamo pero' personalmente convinti che, se non ci fosse l'immunita' residua rimasta a tutti i contagiati senza sintomi della seconda ondata a limitare i contagi, la nuova ondata epidemica sarebbe iniziata lo stesso.

    CHIUSURA INDAGINI: Per questo, se nei prossimi giorni verra' confermato il calo dei contagi del Sars-CoV-2 (linea viola), considereremo chiuse le due indagini indicate nel cruscotto iniziale:
    1. La curva viola (Sars-CoV-2) continuera' a salire ?     Risposta = NO
    2. Sono ancora tanti gli immunizzati dalla seconda ondata? Risposta = SI
    E' necessario un chiarimento sul punto 2 (che non c'entra con l'immunita' di gregge): la seconda ondata si e' ridotta non perche' i virus si sono attenuati ma perche' sono diminuiti avendo avuto sempre piu' difficolta' ad infettare, in quanto tante persone avevano sviluppato una forma di immunita', che pero' dura poco, tant'e' vero che dopo 4 mesi l'epidemia puo' iniziare di nuovo, com'e' accaduto negli USA .
    Gli anticorpi della seconda ondata di novembre percio' non ci saranno piu' 4 mesi dopo, cioe' a marzo.
    La nostra indagine era mirata ad osservare se a dicembre e gennaio ci fosse ancora questo tipo di protezione naturale dal virus e riteniamo che la risposta sia affernativa altrimenti crediamo che i contagi attuali non si sarebbero ridotti spontaneamente.
    Qualche focolaio limitato nello spazio puo' sempre verificarsi, come forse e' ora in Piemonte, ma dovremo convivere ancora per tutto il 2021 con questo rischio che risulta pero' controllabile con un adeguato monitoraggio come quello attuale.
    Il massimo livello di allerta dev'essere riservato all'eventuale arrivo di quelle altre varianti del virus estremamente contagiose che si stanno diffondendo sempre di piu' nel resto del mondo. In tal caso il livello e la tempestivita' dell'intervento dovranno essere massimi.

  • 14 Gennaio 2021: Il dato di oggi di tutta Italia e' risalito un po' pur rimanendo vicino al livello del fondo e sotto alla linea viola prevista per il Sars-CoV-2.
    La salita verso il prossimo picco del lunedi' dovrebbe avvenire due giorni prima, cioe' sabato e domenica, per cui il livello raggiunto con il dato di oggi ci sembra compatibile con una risalita che dovrebbe portare il picco del prossimo lunedi' allo stesso livello dei precedenti due (cioe' circa 13.5% indicati con una L rossa nel grafico), a conferma che i contagi del Sars-CoV-2 non stanno salendo ma, almeno per ora, rimangono costanti ad un livello abbastanza contenuto, intorno all'11%, come indicato dalla nostra linea viola. Staremo a vedere.

    E' percio' tutto confermato quello che abbiamo scritto ieri (vedi sopra) e se nei prossimi 3 giorni la curva si adagiasse sul livello di fondo al 9.5% il pericolo della partenza della terza ondata potrebbe dirsi per ora scongiurato.
    Il fatto che i focolai non si stiano allargando e' certamente dovuto alle misure adottate finora dalla Autorita' che sono risultate idonee ad impedire il diffondersi dell'infezione ed ai comportamenti piu' attenti dei cittadini.
    Siamo pero' personalmente convinti che, se non ci fosse l'immunita' residua rimasta a tutti i contagiati senza sintomi della seconda ondata a limitare i contagi, la nuova ondata epidemica sarebbe iniziata lo stesso.
    Grazie a quest'altro buon risultato (quello di oggi) nello STATO dei dati del nostro "cruscotto" possiamo lasciare scritto ancora "CESSATO" ALLARME focolai in Italia, per ora.

    INDAGINE SUL FONDO DEL 9.5%   (15 dicmbre 2021)
    Siccome i picchi del nuovo virus non sembrano risentire delle zone rosse (restano sempre della stessa ampiezza), ci siamo posti il quesito se pure i contagi prodotti quando c'e' solo il fondo hanno lo stesso comportamento (che ne identifica l'origine).
    Per questo abbiamo disegnato nel grafico una linea rossa che unisce tutti i punti dopo la discesa dal picco, che rappresentano i contagi al netto del contributo dei picchi.
    Trovandoci in prossimita' del livello del fondo la linea rossa rappresenta abbastanza bene l'andamento del fondo.
    Da essa possiamo rilevare che in corrispondenza alla "zona rossa" di Natale la linea rossa scende sotto alla linea verde del 9.5%, segnalando che i patogeni contenuti nel fondo risentono della presenza della zona rossa e quindi del distanziamento: ne deduciamo che quasi sicuramente sono virus Sars-CoV-2.
    Si pone allora un altro problema: perche' non si riesce a ridurre la loro presenza sotto al 9.5% ?
    Il nostro primo sospetto a caldo e' che potrebbe essersi instaurato un processo analogo a quello che abbiamo chiamato "epidemia degli asintomatici" e che in estate manteneva un livello di fondo dei contagi intorno al 3%.
    Il livello potrebbe essere cresciuto al 9.5% in conseguenza della seconda ondata che ha lasciato una popolazione virale diffusa in una moltitudine di persone infette ed asintomatiche (pari al 9.5% della popolazione) in un equilibrio stabile anche se dinamico (tanti guariscono quanti restano infettati).
    La differenza con l'"epidemia degli asintomatici" che abbiamo conosciuto nel periodo estivo e' che allora le infezioni erano tutte asintomatiche mentre ora, a causa del freddo che permette un migliore accrescimento delle cariche virali per accumulo, essendo il tempo di attivita' dei virus piu' lungo, una parte maggiore degli infettati svilippa la sindrome Covid-19.
    Con cio' possiamo considerare conclusa l'indagine, almeno per ora.

  • 15 Gennaio 2021: Il dato di oggi di tutta Italia, come pure tutti i successivi, non e' piu' confrontabile con quelli precedenti, perche' nel totale dei test, fatti da oggi in poi, saranno inclusi anche i test antigenici, senza alcuna selezione sul tipo.
    Il dato risulta piu' basso, segno che l'efficienza media dei nuovi test non e' elevata (risultano cosi' piu' un inquinamento con riduzione di qualita' dei dati che non un arricchimento statistico); essendo poi aumentato il denominatore della frazione con cui si ottiene la percentuale, i dati sono, solo tecnicamente, piu' bassi oltre che non confrontabili con i precedenti.
    Saranno confrontabili tra loro, anche se con una precisione inferiore, tutti i dati da oggi in poi.
    Per questo abbiamo disegnato una linea verticale blu che separa il primo insieme dei dati, quelli fino a ieri, dal secondo insieme di dati, quelli da oggi in poi.
    Le conclusioni che possiamo trarre sul primo insieme di dati sono le seguenti:

    1. La crescita di contagi dai focolai creati dallo shopping natalizio e' ben rappresentato dalla linea viola da noi prevista per il Sars-CoV-2 e disegnata scorporando l'andamento dei picchi del lunedi': si vede cosi' che i contagi sono cresciuti per una settimana per poi stabilizzarsi per le successive due settimane. Per questo nello STATO dei dati abbiamo scritto cessato allarme.

    2. I picchi del "nuovo virus" sono sempre rimasti della stessa ampiezza, confermando ancora una volta di essere poco sensibili alle restrizioni sul distanziamento.

    3. Sono altresi' confermate tutte le nostre osservazioni sul dato di ieri ivi comprese quelle sull'immunita' residua delle persone e sulla natura del fondo a 9.5%.

    Vai alle CONCLUSIONI oppure ai dati di oggi in Piemonte.

  • 16 Gennaio 2021: Il dato di oggi di tutta Italia, come pure tutti i successivi, non e' piu' confrontabile con quelli precedenti, perche' nel totale dei test, fatti da oggi in poi, saranno inclusi anche i test antigenici, senza alcuna selezione sul tipo.
    Il dato e' praticamemte uguale a quello di ieri per cui valgono gli stessi commenti.

  • 17 Gennaio 2021: Il dato nel Bollettino di oggi di tutta Italia, come pure tutti i successivi, non e' piu' confrontabile con quelli precedenti, perche' nel totale dei test, fatti da oggi in poi, saranno inclusi anche i test antigenici, senza alcuna selezione sul tipo.
    Questi dati li abbiamo riportati nel grafico e sono quelli in basso.
    Pero' siamo riusciti a procurarci anche i dati privi dei risultati antigenici (solo test molecolari) ed abbiamo ripreso a riportarli regolarmente nel grafico : potete cosi' vedere che gli ultimi 5 punti sono tutti sotto alla linea viola che rappresenta l'incremento di contagi dovuto agli assembramenti per lo shopping natalizio e tutti molto prossimi alla linea verde del fondo.
    Tutti questi ultimi dati quindi confermano che i focolai sorti in Italia con gli assembramenti dello shopping natalizio e che avevano dato origine ai contagi indicati dalla linea viola SI SONO ESTINTI, come avevamo gia' preannunciato nei nostri precedenti commenti.

  • 18 Gennaio 2021: Ci sono ancora problemi nella comunicazione dei risultati dei test molecolari dal 15/1, perche' vengono comunicati i numeri dei test eseguiti ma non lo scorporo dei risultati dei test molecolari dagli antigenici di tutta Italia (abbiamo lo scorporo solo dei totali). Stiamo cercando la fonte migliore ma il problema probabilmente e' irrisolubile se fosse vero che alcune regioni si comportano in maniera diversa tra loro, rendendo cosi' in parte aleatori questi dati importanti.
    Il problema e' stato possibile risolverlo le caso del Piemonte perche' e' una sola regione.
    Non potendo risolvere il problema per i dati dell'Italia, abbiamo calcolato le percentuali dei contagi, dividendo tutti i positivi comunicati con il totale dai soli test molecolari, e le abbiamo cosi' riportate nel grafico , dove potete vedere che gli ultimi 5 punti sono tutti sotto alla linea viola che rappresenta l'incremento di contagi dovuto agli assembramenti per lo shopping natalizio, tutti molto prossimi alla linea verde del fondo.
    Inoltre il dato di oggi e' quello del picco del lunedi' per cui ci aspettiamo che i dati da domani scendano ancora.
    E' possibile che anche il livello del fondo possa ridursi sia pur lentamente, scendendo dal 9.5% all'8% in un paio di settimane di comportamenti "saggi" di tutti.
    Tutti questi ultimi dati quindi confermano che i focolai sorti in Italia con gli assembramenti dello shopping natalizio e che avevano dato origine alla salita dei contagi indicata dalla linea viola SI SONO ESTINTI, come avevamo gia' preannunciato nei nostri precedenti commenti.

  • 19 Gennaio 2021: Ci sono ancora problemi nella comunicazione dei risultati dei test molecolari, perche' dal 15/1 vengono comunicati i numeri dei test eseguiti ma non lo scorporo dei risultati dei test molecolari dagli antigenici di tutta Italia (abbiamo lo scorporo solo dei totali).
    Stiamo cercando la fonte migliore ma il problema probabilmente sarebbe irrisolubile se fosse vero che alcune regioni si comportano in maniera diversa tra loro, rendendo cosi' in parte aleatori questi dati importanti.
    Il problema e' stato possibile risolverlo nel caso del Piemonte perche' si trattava di una sola regione.
    Non potendo per ora risolvere il problema per i dati dell'Italia, abbiamo calcolato la percentuale dei contagi, dividendo tutti i positivi comunicati con il totale dai soli test molecolari, e le abbiamo cosi' riportate nel grafico , dove potete vedere che gli ultimi 5 punti sono tutti sotto alla linea viola che rappresenta l'incremento di contagi dovuto agli assembramenti per lo shopping natalizio, tutti molto prossimi alla linea verde del fondo.
    Inoltre il dato di oggi, che e' dopo il picco del lunedi', per quello che vale si colloca 1.8% sotto alla linea verde del fondo. Ci aspettiamo che anche i dati da domani in poi scendano ancora.
    Tutti questi ultimi dati confermano che i focolai sorti in Italia con gli assembramenti dello shopping natalizio e che avevano dato origine alla salita dei contagi indicata dalla linea viola SI SONO ESTINTI, come avevamo gia' preannunciato nei nostri precedenti commenti.

  • 20 Gennaio 2021: Da oggi sospendiamo lo studio dei dati di tutta Italia, finche' non verranno resi disponibili i dati dei tamponi positivi non mescolati con quelli dei test antigenici (altrimenti si perde molto in precisione). Sarebbe lo stesso studio fatto sulla regione Piemonte ma con precisione minore: non ne vale la pena.
    Proseguiamo cosi' lo stesso studio su una regione campione, il Piemonte , in cui questi dati sono disponibili.

Vai ai dati di oggi in Piemonte.

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QUANTI SONO GLI IMMUNIZZATI AL 1/1:   (16 gennaio 2021)
Autorevoli medici in TV hanno detto che chi e' stato infettato dal Sars-CoV-2 non deve vaccinarsi perche' e' gia' protetto dall'immunita' naturale.
Abbiamo gia' condotto una delle nostre piccole indagini al riguardo ed abbiamo concluso che questo tipo di immunita' e' ancora in atto ed e' proprio quella che secondo noi ci sta aiutando a non far partire la terza ondata dell'epidemia.
Siccome sembra possa verificarsi una carenza di vaccini, ci chiediamo allora quante siano queste persone immuni, identificabili con un test rapido, che potrebbero anche non vaccinarsi.
Se si guarda il grafico della seconda ondata in Italia si vede che la curva e' corrispondente (come area) ad un rettangolo di altezza pari al 10% e base dal 1/10 al 31/12 (tre mesi).
Possiamo cosi dedurre che le persone infettate (per il 95% in forma asintomatica) sono state il 30% della popolazione, avendo assunto che il tempo di guarigione medio sia di 30 giorni, come risulta dai dati clinici.
Quindi un italiano su tre potrebbe non essere vaccinato!
/
RAGGIUNGIMENTO DELL'IMMUNITA' DI GREGGE:   (2 dicembre 2020)
Il raggiungimento dell'immunita' di gregge, un fenomeno per l'autore totalmente nuovo che sta scoprendo ora, dovrebbe essere ormai intorno a Natale (la stima e' fatta estrapolando i dati della curva verso lo zero: sta scendendo del 5% in 10 giorni, cioe' 10 punti nel grafico, quindi arrivera' a zero in 20 giorni), quando la curva dei contagi arrivera' al 3%, che dovrebbe essere secondo noi il livello di equilibrio della residua epidemia degli asintomatici (era il livello di fine settembre).
Allora la maggior parte della popolazione italiana sara' stata infettata (in modo asintomatico) e risultera' immunizzata (cioe' "vaccinata" dal virus Sars-CoV-2 non attenuato).
Credo sia quello che e' accaduto in Cina, dove questa seconda ondata non e' neanche iniziata.
In piu' parti di questo lavoro avevamo lodato i cinesi, dando fiducia alla loro affermazione di avere "zero contagi".
Pensavamo che fossero stati piu' bravi di noi. Neanche per sogno. Ora credo che per non danneggiare l'economia, non abbiano fatto quelle chiusure delle attivita' economiche che da noi hanno limitato e rallentato la crescita dei contagi e dei decessi, e siano arrivati cosi' in tempi piu' brevi all'immunita' di gregge: ora da loro nessuno si contagia piu' perche' si e' gia' contagiato prima.
Quindi credo che ora tutta la popolazione di Wuhan abbia acquisito un'immunita' (non permanente) al Sars-CoV-2, pero' al costo di danni permanenti piu' o meno gravi agli organi interni. Inoltre ritengo che che tutta l'area interessata dall'epidemia vada controllata a lungo per evitare la diffusione dei contagi da quell'area, ormai endemica. Cio' per spiegare che questa non dev'essere la soluzione.
Infatti l'immunita' da contagio non e' affatto come una vaccinazione in quanto, anche se modesta, un'infezione arreca sempre dei danni agli organi interni, perche' i virus distruggono le cellule che usano per replicarsi e tanto piu' e' estesa l'infezione, tanto maggiore e' il danno arrecato. Il vaccino invece produce gli anticorpi senza arrecare danni all'organismo.
Gli anziani e gli immuno-depressi, che non sono stati ancora infettati, devono rimanere sempre protetti e poi vaccinarsi.
Allora le VACANZE di Natale potrebbero anche essere salvate con grandi benefici economici (sicuramente il turismo sciistico, che non credo interessi gli anziani e gli immuno-depressi). Quei pochi che sono riusciti a non infettarsi fino a quel momento, credo che siano perfettamente in grado di proteggersi da soli, senza bisogno di apposite ordinanze.
E' tutto scritto nei dati, basta saperli leggere.
L'unica ipotesi necessaria e' che la maggior parte degli asintomatici infettati abbiano sviluppato una dose di anticorpi sufficiente ad immunizzarli dopo la guarigione: a noi sembra una cosa ovvia e la perfetta aderenza dei dati alla nostra descrizione del fenomeno ci conforta nel ritenere corretta la nostra ipotesi.

Nei grafici stiamo sempre riportando la linea di discesa verde, a cui potrebbe tendere la linea rossa d'interpolazione dell'ultimo tratto della curva, di cui ne rappresenta l'andamento medio.
Se nei grafici precedenti, tutti qui' disponibi li, si osserva la variazione nel tempo della pendenza della linea rossa, si puo' rilevare come si abbassi sempre di piu' con il passare dei giorni, tendendo ad assumere la stessa pendenza della linea verde, che porta i contagi a zero con l'arrivo dell'immunita' di gregge.
In effetti con il passare dei giorni e' aumentato sempre piu' il numero di persone contagiate e poi guarite, che risultano cosi' immunizzate.
Il grafico ci dice che in Italia siamo arrivati al 18% di tutta la popolazione contagiata, che poi guarisce in tempi tra 6 e 30 giorni: non ci vuole molto cosi' a raggiungere il 100% (cioe' tutti gli italiani contagiati), se si contano anche tutti i contagi precedenti avvenuti da marzo in poi.
Soprattutto la componente di guarigione rapida (di 6 giorni ) da noi scoperta, potrebbe avere un ruolo molto importante, perche' contribuisce a far crescere piu' rapidamente il numero di persone immunizzate e cosi' a farci arrivare prima al momento dell'immunita' di gregge.
Per capire perche' cio' accade, consideriamo la curva dei contagi quando e' piu' o meno costante al 18%. Se gli infetti guariscono in 6 giorni anziche' in 30, l'avvicendamento degli infetti deve procedere 5 volte piu' rapidamente per mantenere i contagi al 18%, cioe' devono infettarsi 5 volte piu' persone (perche' guariscono "troppo" presto) e questo aumenta il numero di persone immunizzate a parita' di tempo (vedi anche l' approfondimento e l' annuncio dell'arrivo dell'immunita' di gregge).

IL MIRACOLO FORSE MANCATO DEI VACCINI:   (5 dicembre 2020)
Si potrebbe anche correre il rischio di avere una popolazione gia' "vaccinata" dall'immunita' di gregge, prima dell'inizio delle vaccinazioni acquistate dalle industrie farmaceutiche (che comunque potrebbero servire, senza urgenza, per i richiami successivi, perche', dalle prime informazioni che trapelano, sembrerebbe che l'immunita' al Sars-CoV-2 sia solo temporanea e che quindi siano sempre necessari i richiami (dopo alcuni mesi).
E' il rischio che sta correndo la Gran Bretagna che ha iniziato a vaccinare la popolazione il 8/12; purtroppo pero' ci vorra' molto tempo per vaccinare tutti ed i contagi intanto continueranno, anche se attenuati dalla crescente immunita' acquisita dalle persone gia' infettate in passato.
Se il tempo di guarigione di un asintomatico infettato e' di 6 giorni , il "turn over" degli infetti e' tale che quando i tamponi registrano sempre il 9% di persone positive vuol dire che ogni 6 giorni le persone infette guariscono e vengono sostituite da altrettante persone che sono state infettate. Un nuovo 9% della popolazione ogni 6 giorni significa il 45% in 30 giorni, cioe' in un tempo molto breve, ovvero se la percentuale dei contagi rimanesse sempre al 9%, il 45% della popolazione sarebbe contagiata (quasi tutti in forma asintomatica con il Sars-CoV-2) e quindi immunizzata in un mese.
In Italia a novembre la percentuale media e' stata proprio intorno al 9% (il picco ha raggiunto il 18%) e quindi si sono immunizzati (per un tempo che viene stimato tra 3 e 5 mesi) il 45% degli italiani. Considerando anche gli immunizzati dei mesi precedenti, si capisce a cosa sia dovuta la diminuzione dei contagi degli ultimi 20 giorni di novembre.
Paradossalmente la componente a 6 giorni delle guarigioni, annunciata in questo lavoro e ben visibile nei grafici, accelera cosi' tanto la progressione dei contagi che la conseguente immunizzazione da contagio arriva prima delle vaccinazioni ed interessa cosi' tante persone da costituire una vera protezione totale (immunita' di gregge). Cio' e' vero anche se le vaccinazioni iniziano cosi' precocemente come quelle ora avviate dal governo del Regno Unito.
Di conseguenza, a quel punto discendente della curva dei contagi, in larga misura quelle vaccinazioni non sono piu' cosi' urgenti per tutti ma solo per chi non e' ancora dotato di anticorpi, per gli anziani e gli immuno-depressi (gli altri possono essere vaccinati con piu' bassa priorita') e le dosi acquistate in eccesso saranno forse utili poi, come richiamo per tutti, se conservabili per almeno 6 mesi.
Questo stesso scenario potrebbe presentarsi anche in Europa tra un mese, quando dovrebbero iniziare le vaccinazioni.
L'entita' del problema e' legata alla durata dell'immunita' acquisita dopo un'infezione, che va accertata sperimentalmente con maggiore certezza al piu' presto. Dalle prime informazioni acquisite sembra che sia solo di qualche mese; infatti si sono registrati numerosi casi di ricadute di malati gia' guariti.

IMPORTANZA DELLA COMPONENTE DI GUARIGIONE IN 6 GIORNI:   (2 dicembre 2020)
Abbiamo appena visto come l'esistenza di questa componente veloce nelle guarigioni possa aumentare di un fattore 5 l'avvicendamento delle persone che passano da sane ad infettate.
A parita' del numero di contagi nel tempo questo fatto implica che l'infezione possa riguardare un numero 5 volte maggiore di persone a parita' di tempo. I virus cosi', oltre ad infettare un numero 5 volte maggiore di persone (avvicinando l'immunita' di gregge), hanno anche 5 volte piu' opportunita' di trovare e colpire persone con deficienze immunitarie e queste persone, una volta infettate invece di guarire in 6 giorni, sviluppano la sindrome Covid-19, potendo anche morire.
Abbiamo cosi' scoperto un'altra proprieta' infame del Sars-CoV-2, che ne esalta la nocivita' aumentando di 5 volte sia il numero dei ricoveri che quello dei decessi.
Come riferimento, oggi 3/12, 20 giorni circa dopo il picco della curva dei contagi al 17.9%, si sono registrati in Italia quasi 1000 morti (993). Se non ci fosse stata la componente di guarigione veloce in 6 giorni, i morti sarebbero stati solo 200!

Non e' necessaria nessun'altra verifica di tutto cio' con appositi test, perche' la verifica e' gia' nei numeri e nelle misure gia' fatte sui tamponi e riportate nel grafico: basta solo un po' di aritmetica per convincersi che il momento dell'immunita' di gregge (100% degli italiani infettati) non e' piu' cosi' lontano.
SECONDO NOI E' ORMAI SICURO CHE LA DISCESA DEI CONTAGI CHE VEDIAMO NEL GRAFICO E' DOVUTA ALL'IMMUNITA' DI GREGGE, CHE ORMAI E' MOLTO VICINA (poco prima di Natale).
Quindi la riduzione dei contagi in atto, che non e' piu' causata solo dai provvedimenti di chiusura (anzi ora si stanno riaprendo molte attivita', con sempre meno regioni in "zona rossa" e malgrado cio' la curva continua a calare), ma e' dovuta proprio al raggiungimento imminente dell'immunita' di gregge, che comporta la presenza di un elevato numero di persone non piu' contagiabili perche' immunizzate. E questo abbassa il parametro Rt e quindi la pendenza della linea rossa nel grafico, portandola gradualmente a coincidere con la linea verde, quando si raggiunge l'immunita' di gregge.
Tutte le nostre previsioni ci sembrano finora confermate e questo secondo noi e' una buon indizio della correttezza della nostra comprensione complessiva del fenomeno epidemico, compresa quest'ultima previsione dell'immunita' di gregge.

UNA PREOCCUPAZIONE: All'immunita' di gregge i contagi calano, perche' la presenza di cosi' tante persone immunizzate riduce le possibilita' di infettare del virus e quindi la sua contagiosita'.
Nel periodo invernale pero' le basse temperature aumentano le cariche virali circolanti che rimarranno anche attive piu' a lungo nell'ambiente, aumentando ancora di piu' il rischio di contagio (anche per il fenomeno di accumulo negli ambienti chiusi).
Non sappiamo se questo aumento di contagiosita' riuscira' a prevalere sulla riduzione di contagiosita' raggiunta con la protezione dell'immunita' di gregge.
In altre parole gli anticorpi creati con l'immunita' di gregge potrebbero non essere piu' sufficienti a proteggere dalle cariche virali particolarmente piu' intense del periodo invernale.
Il problema e' facile da capire: nella lotta tra anticorpi e virus, quando la carica virale e' molto alta i virus potrebbero essere troppi e gli anticorpi potrebbero non riuscire piu' a neutralizzarli tutti.
Questo ragionamento fa capire anche che possono esistere diversi gradi di immunita' raggiunti, in funzione della quantita' di anticorpi disponibili.
In questa seconda "ondata", durante l'autunno, la quantita' di anticorpi creatasi e' sufficiente a prevalere sulle cariche virali circolanti con le temperature autunnali (lo vediamo nel calo dei contagi).
Siccome pero' in inverno le cariche virali crescono, allora la copertura dell'immunita' di gregge potrebbe non essere piu' sufficiente e potrebbe partire una nuova "ondata" epidemica..
Non abbiamo modo di valutarlo ora con i dati che abbiamo. Dovremo vedere cosa succede nei mesi invernali, percio' non ci resta che attendere, incrociando le dita.

SI PUO' RIAPRIRE TUTTO ? (2 dicembre 2020)
Se quanto da noi affermato venisse riconosciuto allora ci dovrebbero essere notevoli conseguenze, anche immediate, sul modo di gestire la crisi e sulle possibilita' di riportare in tempi brevi il Paese sulla via di una vigorosa ripresa economica.
Cio' perche' il grado di copertura immunitaria della popolazione e' cresciuto, abbassando cosi' la contagiosita' del virus, come mostra la riduzione di pendenza della linea rossa, e quindi anche il numero dei contagi complessivi.
Il messaggio che deve passare non potra' essere pero' di un "libera tutti", perche' bisognera' sempre tenere presente che l'immunita' e' stata acquisita da molti, ma non da tutti (fino alla vaccinazione) e che, essendo ormai sempre tra noi in forma endemica, il virus sara' sempre pronto a colpire ancora, non appena gliene daremo la possibilita', sia chi ancora non e' immunizzato che chiunque altro abbia basse difese immunitarie (con infreddature, con l'eta', malattie, ecc.).
E' convinzione dell'autore (se convalidata dal parere di almeno un autorevole medico virologo) che si potrebbe anche permettere alla gente di andare in discoteca o a sciare, ma solo dopo che un test idoneo e certificato ha accertato che dispongono della protezione dei giusti anticorpi ALTRIMENTI ASSOLUTAMENTE NO.
Questi test sembra siano veloci, poco costosi e di validita' durevole, perche' gli anticorpi restano abbastanza a lungo.
Si potrebbe istituire un patentino, per esempio, che attesti una sufficiente presenza di anticorpi.
Essendo gia' tantissimi gli immunizzati, e' chiaro che si potrebbe allora anche RIAPRIRE TUTTO, se si riuscisse pero' a neutralizzare i tanti irresponsabili incoscienti che pur di andare ballare, se ne infischiano delle prescrizioni, mettendo cosi' a repentaglio la propria e l'altrui salute e facendo un grande favore ai virus, che possono moltiplicarsi.
Questo e' il grosso primo problema da risolvere in qualche modo, magari anche bypassando la privacy ed usando gli smartphone.
Infatti non e' assolutamente accettabile che la societa' e l'economia debbano restare chiuse per colpa di una minoranza di indisciplinati "menefreghisti"!
Esisterebbe pero' un secondo problema (che non so come risolvere): siccome gli ammessi in discoteca o a sciare sarebbero i positivi al test (che hanno gli anticorpi perche' sono stati gia' infettati) si corre il rischio che molti giovani sani si adoperino per infettarsi al piu' presto, per potersi cosi' immunizzare (con il nocivo Sars-CoV-2 anziche' con il vaccino) e questa non sarebbe certo una buona cosa!
Se nei prossimi giorni la decrescita dei contagi proseguira', come ci aspettiamo, con la linea rossa che si allinea sempre piu' con la linea verde, riterremo che questo scenario potrebbe essere valido addirittura PER LE PROSSIME FESTIVITA' NATALIZIE (e sarebbe un bel sollievo per l'economia), ma prima bisognerebbe trovare il modo per impedire di nuocere a se' ed agli altri ai numerosi indisciplinati, NON ancora immunizzati. Trovare la soluzione e' compito delle Autorita'.

Concludiamo ribadendo che sarebbe stato un delitto intellettuale lavorare sui dati aggregati, come sostengono anche prestigiosi colleghi: i dati originali sono costati un lavoro immenso e sono una miniera di informazioni preziose, che noi stiamo estraendo per imparare quanto piu' possibile su questa pandemia.
BENE, PER ORA CI SEMBRA CHE TUTTO STIA ANDANDO PROPRIO COME CORRETTAMENTE PREVISTO IN QUESTO LAVORO.
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Molto rimane ancora da fare nei prossimi giorni per l'arrivo dell'immunita' di gregge:
  1. Valutare l'entita' della protezione raggiunta e delle precauzioni necessarie con riferimento ai rischi sanitari ed economici;
  2. Capire se e' possibile che parta una terza ondata dell'epidemia e di quale entita';
  3. Importanza e ruolo dei vaccini in questo nuovo scenario;
  4. Altro.
Iniziamo:

1) VERIFICA DI CONSISTENZA DELL'IPOTESI "IMMUNITA' DI GREGGE":   (3 dicembre 2020)
Per un controllo, cercheremo ora di stimare dai dati qual'e' il numero di persone infettate e poi guarite (immunizzate), ma prima lasciatemi fare una riflessione sui dati dei contagi che stiamo analizzando e sul loro andamento temporale in questa seconda "ondata" dell'epidemia.
Una ragione ci deve pur essere, se dalla rapida salita di un mese e mezzo fa della curva dei contagi, quando i contagi si triplicavano in 17 giorni (dal 4.8 del 14/10 al 16.3% del 1/11, come si vede nella tabella ), si e' arrivati alla decisa discesa di questi giorni, che ha visto quasi dimezzarsi i contagi in 17 giorni (da 17.9% del 16/11 al 10.0 del 2/12), discesa che sta ancora continuando, malgrado la gente circoli di piu' in molte regioni, che non sono piu' "rosse".
Non credo che il virus si sia stancato, perdendo virulenza spontaneamente, o sia mutato in un mese e mezzo.
E' un dato di fatto inoppugnabile che la sua contagiosita' sia diminuita in questo mese e mezzo e questo proprio mentre si sta avvicinando l'inverno.
Tutto questo e' molto strano: una spiegazione ci deve pur essere.
Noi siamo riusciti a trovarne una: l'aumento del numero di persone immunizzate perche' gia' infettate in forma asintomatica, e poi guarite. Il fenomeno esiste ed e' ben noto: e' quello che porta all'immunita' di gregge, quando coinvolge la totalita' della popolazione.
STIMA DI QUANTI SONO GLI IMMUNIZZATI: Per verificare la consistenza dell'ipotesi ci basta poter stimare quante siano le persone gia' immunizzate.
Trattandosi solo di una stima possiamo procedere cosi': tralasciamo per ora di calcolare l'eredita' di immunizzati della prima "ondata" dell'epidemia e concentriamoci solo sulla seconda "ondata" che negli ultimi due mesi ha prodotto i contagi visibili nel grafico , dove in due mesi i contagi hanno percorso una curva a campana che ha raggiunto il 18%. Siccome il numero di persone coinvolte e' legato all'area di questa curva, per semplificare il calcolo possiamo sostituirla con una funzione costante a meta' altezza, cioe' al 9%. Quindi il calcolo e' semplice: e' come se per due mesi avessimo avuto in Italia sempre il 9% di contagi.
Se il tempo di guarigione fosse sempre di un mese allora nei due mesi dovremmo conteggiare il doppio dei contagiati, cioe' il 18% sarebbe il numero degli italiani trovati positivi e quindi infetti.
Sarebbero troppo pochi per spiegare il crollo attuale della curva dei contagi.
Pero' nel nostro lavoro abbiamo scoperto che molte delle persone infettate guariscono in 6 giorni anziche' in 30 giorni.
Se il tempo di guarigione fosse sempre di 6 giorni allora nei due mesi dovremmo conteggiare non il doppio dei contagiati, ma dieci volte il numero dei contagiati che si avvicendano nell'arco dei due mesi per mantenere il livello dei contagi al 9% cioe' sarebbe 90% il numero degli italiani trovati positivi e quindi infetti.
Se vogliamo sapere quanti sono gli infetti che guariscono in 6 giorni e quanti invece guariscono in 30 giorni dobbiamo riferirci al grafico del Piemonte, dove stimiamo che la grande maggioranza dei contagi di un picco guarisce in 6 giorni perche' quelli che guariscono in 30 giorni, se presenti, dovrebbero innalzare la base del picco che invece rimane sempre allo stesso livello, come dimostra la linea rossa d'interpolazione che passa su tutte le basi dei picchi, tutte allo stesso livello.
Lasciamo a medici e virologi lo studio dei due tipi di infezione che guariscono in 6 o 30 giorni (forse 6 giorni e' per gli asintomatici e 40 giorni per le infezioni un po' piu' estese).
A noi interessa la conclusione, in base alla quale e' corretto usare nel calcolo il tempo di guarigione prevalente di 6 giorni, che porta la stima del numero di persone infettate e poi guarite (quindi immunizzate) negli ultimi due mesi, al valore del 90% pienamente adeguato a spiegare l'attuale crollo del numero dei contagi con l'immunita' acquisita da cosi' tante persone (immunita' di gregge).
In realta' credo che siano piu' del 90%, anche se quelle qui' calcolate sono un po' meno del 90% per la presenza delle guarigioni in 30 giorni, perche' ci sono le immunizzazioni rimaste dopo la prima "ondata", che credo siano numerose.

2) CI SARA' LA TERZA ONDATA ?   (3 dicembre 2020)
C'e' poco da dire. Se la seconda "ondata" della pandemia terminera' con l'immunita' di gregge, allora non potranno esserci altre "ondate" almeno finche' dura l'immunita' acquisita dalla popolazione (che sembra duri qualche mese) e nelle more di una nostra importante preoccupazione .
Quindi questo inverno avremo il virus presente in forma endemica (ospitato nei corpi di una moltitudine di asintomatici) ma NON ci dovrebbe essere una terza "ondata", cosi' possono stare tranquilli QUASI TUTTI, tranne coloro che non hanno ancora mai avuto contatti con il virus, che non sono immunizzati e gli immuno-depressi (tra cui gli anziani).
Costoro dovranno essere tra i primi ad essere vaccinati, appena possibile.

3) IMPORTANZA DEI VACCINI:   (3 dicembre 2020)
Purtroppo non siamo riusciti ad evitare, con comportamenti piu' virtuosi, l'arrivo dell'immunita di gregge, che non e' una bella cosa perche' vuol dire che si sono infettati tutti gli italiani (e l'infezione comporta dei danni all'organismo), prima dell'arrivo dei vaccini, che pure sono stati prodotti in tempi da record.
Credo che questo sia accaduto per la contagiosita' estremamemte elevata di questo virus.
Il vaccino e' ancora necessario, anche se un po' meno di prima, perche' devono essere vaccinate al piu' presto le persone gia' citate, cioe' quelle che non hanno ancora mai avuto contatti con il virus e che percio' non sono immunizzate e gli immuno-depressi, tra cui consideriamo anche gli anziani.
Sull'opportunita' di vaccinare le persone gia' infettate e poi guarite non ci pronunciamo, lasciando il parere al personale medico. Se la risposta fosse negativa allora di vaccini ne potrebbero servire molti di meno.
Le persone, infettate e poi guarite, dispongono di anticorpi naturali e quindi non dovrebbero vaccinarsi.
Pero' siccome sembra che alcune di loro si siano poi reinfettate nuovamente, ne deduciamo che gli anticorpi di questo virus non sono in grado di permanere a lungo nel corpo umano e quindi i vaccini (conservabili) sono necessari anche perche' in questo caso le vaccinazioni andranno ripetute.

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PREVISIONE: (del 29 novembre 2020)     N.B. Se avremo successo dovrebbe cambiare tutto per Natale! (lo speriamo).
Lasciatemi spingere oltre a fare le seguenti due previsioni che, se verificate, supporterebbero la correttezza della nostra comprensione del fenomeno che stiamo osservando:
  1. Il dato di domani 30/11 salira' un po' (perche' domani e' lunedi' e si completera' cosi' il picco settimanale N.8, che avra' gli ultimi sette punti giornalieri piu' bassi del 3.2% rispetto al picco precedente N.7 ma per il resto i punti del picco N.8 saranno esattamente uguali, come una fotocopia, ai precedenti sette punti che avevano formato il picco N.7
  2. Poi prevedo che con il punto di martedi' 1/12 la curva inizi a scendere decisamente (almeno di un altro 3.2%), come indica la linea verde nel grafico, annunciando cosi' l'arrivo dell'immunita' di gregge, che ora stiamo per spiegare.
Purtroppo prevedo pure che non tutto corrispondera' esattamente a queste due previsioni, perche' proprio oggi, domenica 29/11, molte regioni sono state parzialmente riaperte, passando da rosse ad arancioni con la riapertura di decine di migliaia di negozi con molti assembramenti per lo shopping in tutta Italia, e questo dovrebbe causare un vistoso incremento del numero dei contagi, che potrebbe coprire l'evoluzione da noi prevista, pur presente nei dati, in modo difficilmente scorporabile.
Pero' potremmo gia' essere al punto in cui, piu' contagi arrivano e piu' presto si raggiunge l'immunita' di gregge, che dovrebbe risultare senpre piu' rilevabile nei dati dei contagi dei prossimi giorni, se siamo nel giusto.
Aspettiamo percio' con impazienza l'arrivo di questi dati dei prossimi 2 giorni, che ci potrebbero permettere di fare questi importanti passi avanti nella comprensione del fenomeno epidemico, perche' se dovessero prendere un deciso andamento discendente, sarebbero a nostro avviso una buona CONFERMA dell' arrivo dell'immunita' di gregge in Italia, con una conseguente minore esigenza di ricorrere ad altri DPCM di chiusura e si potrebbero anche allentare tante restrizioni con grandi benefici per l'economia e la societa' civile.
Cio' perche', in tal caso, l'ulteriore abbassamento del numero dei contagi non sarebbe piu' legato esclusivamente ai provvedimenti governativi di chiusura ma all'accresciuto livello di immunita' ormai raggiunto dalla popolazione.
Se questa immunita' fosse permanente il Covid-19 sarebbe destinato a scomparire, come accadde un secolo fa per la famigerata Spagnola. Purtroppo pero' sembra, da vari indizi, che l'immunita' al Sars-CoV-2 non sia permanente, per cui ora avremmo risolto il problema delle ferie natalizie ma poi dovremmo ricorrere ai vaccini per mantenere un buon livello d'immunita' nel tempo, perche' il virus ormai e' endemico, essendo ospitato da una grande moltitudine di persone infettate in modo asintomatico.

UN'OSSERVAZIONE IMPORTANTE: (27 novembre 2020)
Ci siamo accorti che i dati dei contagi pubblicati dal Ministero della Salute fino ad oggi (vedi tabella ) mostrano una sorprendente periodicita': tutti i 7 picchi, che compaiono nel corso di quasi 2 mesi avvengono sempre di lunedi', come indicato dai caratteri "L" riportati in nero nel grafico.
Un aspetto analogo ma meno significativo, perche' riferito ad un lasso di tempo minore, mostra anche la precedente curva del Piemonte, dove in 3 settimane ci sono 3 picchi, sempre di venerdi'.
Il fenomeno e' cosi' marcato che merita la massima attenzione, perche' potrebbe essere foriero di informazioni importanti sull'epidemia che stiamo studiando.
La prima idea induce a sospettare della correttezza dei dati forniti, che potrebbero essere affetti da errori sistematici/logistico/organizzativi, dato che gli errori statistici sono trascurabili (sempre inferiori all'1%). In effetti la qualita' dei dati e' scarsa, perche' mancano le informazioni necessarie per poterla valutare ed eventualmente correggere ma l'andamento della curva che vediamo e' a nostro avviso la manifestazione di fenomeni che potrebbero essere importanti e che percio' vanno studiati.
Riflettendoci meglio, ci siamo accorti che piu' che picchi sono dei gradini discendenti, nei quali i contagi diminuiscono per due giorni (lunedi' e martedi') nei gradini N.1 e 2, e sempre di tre giorni (lunedi', martedi' e mercoledi') in tutti i gradini successivi, dal N.3 in poi.
Questo fenomeno di incremento e discesa dei contagi, ripetendosi con frequenza settimanale ed in modo stabile, certamente non casuale, dovrebbe essere legato alla maggiore liberta' di circolazione di cui godono le persone durante il fine settimana, in una chiusura non totale ma solo in "zona rossa".
La successiva diminuzione di contagi avviene come se ci fossero delle infezioni, verificatesi nel fine settimana, che sono rilevabili al tampone il lunedi' e che poi guariscono rapidamente, in soli due giorni ad ottobre ed in tre giorni a novembre (discesa del gradino), rendendo negativo il risultato del tampone.
A questo punto dovrebbero venirci in aiuto virologi ed epidemiologi per confermare che possono esistere delle infezioni piu' "leggere", magari subite da chi era gia' stato infettato e poi guarito, che danno risultato positivo al test ma che poi in 2 o 3 giorni si negativizzano, magari perche' si trovano in un organismo che dispone gia' di un certo tasso di anticorpi.
Passando un mese, da ottobre a novembre, potrebbe essere aumentato il numero delle persone che dispongono di anticorpi e cosi' la discesa del gradino potrebbe essere piu' marcata ed estendersi da 2 a 3 giorni.
Guardando il grafico si nota in effetti che il salto verso il basso del gradino diventa sempre piu' accentuato nel tempo.

L'IPOTESI: Sembrerebbe che esista un diverso modo di infettarsi per le persone.
L'ipotesi e' che oltre alle infezioni "normali", che poi guariscono in 30 giorni, ci siano anche delle altre infezioni piu' "leggere" o provocate da cariche virali deboli diffuse da persone infette ma asintomatiche, o che riguardano persone che dovrebbero essere immuni perche' gia' infettate e poi guarite. In realta' queste persone potrebbero non essere immuni a reinfettarsi e percio', dopo il fine settimana in cui sono entrate in contatto con il virus, potrebbero risultare positive al test ma, avendo anticorpi validi, che non consentono al virus di insediarsi e moltiplicarsi nel loro organismo, nel giro di 6 giorni si negativizzano (componente di guarigione "lenta").
I dati inoltre sembrerebbero indicare, con l'aumento dell'area dei picchi, che il numero di queste persone e' aumentato sensibilmente da ottobre a novembre e questa conclusione sarebbe compatibile con l'altra indicazione, che ci forniscono i dati, di un avvicinamento all'immunita di gregge, che metteremo in evidenza tra poco.
Se questo potesse accadere, sarebbe la spiegazione di tutto quello che vediamo nei dati.
Un tale comportamento di questo virus ne favorirebbe la diffusione invisibile tra una grande moltitudine di asintomatici e puo' quindi accelerare il raggiungimento dell' immunita' di gregge .
Piu' che le chiusure con le zone rosse, che hanno avuto il merito di aver limitato la salita della curva (ed i decessi connessi), l'immunita' di gregge potrebbe essere allora la vera causa della discesa del parametro Rt e quindi della diminuzione di pendenza della linea rossa di "crescita raffreddata" nel grafico (ben visibile nella sequenza temporale dei grafici) oltre che dall'ampiezza sempre maggiore dei tratti discendenti dei gradini N.4, 5, 6, e 7 nella curva.
Nella discussione che segue arriveremo ad ipotizzare quella che sarebbe una importante SCOPERTA : l'arrivo dell'immunita' di gregge in Italia.

CONCLUSIONE: Secondo questa spiegazione i gradini che compaiono nella curva potrebbero essere dovuti quindi a supplementi di contagi prodotti nei fine settimana, quando la gente gode di una maggiore liberta': in altre parole i contagi prodotti dalla gente che circola non sono distribuiti uniformemente nel corso della settimana ma si concentrano soprattutto nei fine settimana e risultano poi rivelabili nei test il lunedi', dopo un minimo di incubazione.
Anche in questo caso si potrebbe fare una valutazione degli ingenti danni sanitari ed economici prodotti dalla presenza di questi picchi, imputabili ai comportamenti delle persone che non rispettano le raccomandazioni anticontagio.
Questa produzione di contagi non continua dopo il fine settimana, a causa della minore liberta' di circolazione nei giorni feriali.
Anche i gradini 1, 2, 3 e 4, di cui finora non avevamo saputo dare una spiegazione, sono certamente di questo tipo.
La curva dei contagi dopo il gradino prosegue la sua salita con la sua pendenza indisturbata, mentre dopo i gradini 5 e 6, che coincidono con le chiusure in zona rossa di Piemonte e Campania, la curva riprendee a salire ma con una pendenza ridotta, fino poi quasi ad appiattirsi come indicato dalla linea rossa "raffreddata" (effetto delle chiusure).
Continueremo lo studio per capire sempre meglio il significato di tutte queste particolarita' dei dati.

DESCRIZIONE DEL GRAFICO: Nel grafico sono riportati in rosso i numeri dei gradini discendenti, che sono descritti QUI' .
A differenza del grafico del Piemonte, in cui compaiono tre picchi ascendenti, dovuti ad incrementi inattesi dei contagi, avvenuti dopo la chiusura in "zona rossa", in questo grafico dei contagi di tutta Italia compaiono sette picchi con relativi gradini discendenti.
Nei gradini 5 e 6 sono indicate le regioni la cui chiusura in zona rossa ha prodotto la discesa dei contagi visibile nel relativo gradino.
Sono poi indicati:
  • con una linea rossa l'andamento della curva "raffreddata" dalle varie chiusure (gradini discendenti);
  • con una linea blu l'andamento previsto in assenza di altre chiusure (in salita per il contributo della altre regioni non chiuse, in cui l'epidemia non e' stata raffreddata), la cui pendenza ci ricorda il pericolo che incombe su di noi;
  • con una linea verde l'andamento ipotizzato nel caso fossimo vicini all'immunita' di gregge, discussa piu' avanti.
    Osserviamo che se si facesse lo stesso esercizio di interpolazione dei dati, fatto con la linea rossa della crescita "raffreddata", anche questa linea verde si posiziona come una buona interpolazione dei punti sull'ultimo tratto discendente della curva. Quindi questi ultimi punti NON escludono l'ipotesi di prossimita' all'immunita' di gregge, che discuteremo tra poco.
Rispetto ai dati del Piemonte, che abbiamo riportato nel grafico precedente, questo grafico contiene i contagi di tutta l'Italia (in cui non tutte le regioni sono chiuse) e quindi la discesa del contributo delle regioni chiuse (zone "rosse") appare ridotta.
Le diminuzioni repentine di contagi finora sono sempre avvenute dopo il fine settimana, quando con la riduzione della circolazione delle persone nei giorni feriali, viene ridotta anche la produzione di nuovi contagi.
Questa diminuzione avviene tutta insieme in forma di gradino perche' tutti i contagi che potevano essere rimossi poi non ci sono piu' e quindi non diminuisce ulteriormente.
Poi la curva riprende a salire per il contributo dei contagi prodotti dal resto d'Italia, come indica la linea blu.

ATTENZIONE: (27 novembre 2020)
Da questi dati stiamo per formulare l'ipotesi dell'arrivo dell'immunita' di gregge in Italia (a sorpresa).
Non ci siamo fatti sfuggire l'occasione di disegnare, in verde, l'andamento da noi ipotizzato della discesa della curva in questo caso, seguendo quanto suggerito dalla curva precedente (del Piemonte).

In attesa del completamento del settimo gradino, vogliamo sottolineare che ci sono ben sette punti precedenti tutti allo stesso livello e, se questo dovesse ripetersi nei prossimi giorni, siamo indotti a pensare a tre cause possibili (che si stanno tutte verificando, anche se probabilmente in misura ancora troppo piccola):
  1. La prima causa che puo' contribuire a ridurre la contagiosita' e quindi ridurre progressivamente la pendenza della curva dei contagi e' l'aumento del numero delle persone immuni con l'avvicinarsi dell' immunita' di gregge .

    STIMA POPOLAZIONE IMMUNE: Quanti sono gli infettati, poi guariti e quindi immunizzati, nell'ultimo mese (cioe' quanto siamo lontani dall'immunita' di gregge)?
    Le persone infette nell'ultimo mese sono state sempre intorno al 15% come si puo' vedere nel grafico o nella tabella .
    Il tempo medio di guarigione di queste persone infette, che sono quasi tutte asintomatiche, va dai 6 ai 30 giorni in base alla presenza relativa delle due componenti di infettati.
    Se il tempo medio di guarigione di queste persone infette, che sono quasi tutte asintomatiche, fosse di 6 giorni , allora nell'ultimo mese avremmo avuto il 75% della popolazione infettata, che avrebbe acquisito un certo grado di IMMUNITA' (15% infettati e guariti ogni 6 giorni, per un totale del 75% in un mese, che si va a sommare agli altri immunizzati del passato).
    Se invece il tempo medio di guarigione di queste persone infette fosse quello della seconda componente (30 giorni) allora nell'ultimo mese avremmo avuto il 15% della popolazione infettata, che avrebbe acquisito un certo grado di IMMUNITA' (15% infettati e guariti ogni 30 giorni, per un totale del 15% in un mese, che si va a sommare agli altri immunizzati del passato).

    ROBUSTEZZA DELLA STIMA: Questi immunizzati si potrebbero trovare, con i test di rivelazione degli anticorpi, perche' gli infettati ci sono stati (li abbiamo trovati con i tamponi e calcolati dai dati nel grafico) poi sono guariti in 6 giorni , come ci indica la velocita' di discesa dei contagi nelle curve e gli anticorpi devono restare, almeno per un mese. Se non si trovassero bisognerebbe capire dove sono finiti.

    Questa presenza di cosi' tante persone immunizzate diminuisce la contagiosita' ovvero le occasioni che hanno oggi i virus di infettare le persone che incontrano.
    Conseguentemente la curva dei contagi tenderebbe a scendere sempre di piu' ed il "raffreddamento" della crescita, indicato dalla linea rossa nel grafico , imputabile soprattutto a questa causa, e la linea rossa tenderebbe ad identificarsi sempre piu' con la linea verde, che rappresenta l'andamento all'immunita' di gregge.
    Avevamo sempre scritto che il tempo medio di guarigione (finora sconosciuto) di un asintomatico fosse sempre di un mese; cio' in base ai tempi di guarigione appresi dagli ospedali, che si riferivano pero' non a pazienti asintomatici ma a pazienti con sindrome Covid-19 e dai tempi di guarigione dei calciatori comunicati di tanto in tanto dalla stampa.
    La conoscenza del tempo medio di guarigione degli asintomatici e' necessario per calcolare il tempo di avvicendamento delle persone nel "parco" degli infetti di una regione chiusa e quindi il numero atteso delle persone immuni, che certamente ci sono e che stanno contribuendo all'appiattimento della curva.
    La discesa odierna della curva cosi' in basso, con il gradino N.7, potrebbe essere un indizio che il tempo medio di guarigione delle persone infette ed asintomatiche sia molto meno di un mese e che per questo la diminuzione dei contagi per immunita' ora descritta e' gia' in atto. L' immunita' di gregge allora non sarebbe piu' cosi' lontana.
    Sarebbe un'ottima notizia ed un bel regalo sia per le vacanze di Natale che per salvare la stagione sciistica.
    Questa possibilita' ci e' suggerita da ben DUE indizi sperimentali: la tendenza apparente all'appiattimento della curva dei contagi in Italia (ben visibile confrontando la pendenza delle linea rossa delle "crescita raffreddata" del 28/11 con quelli precedenti) e la ripida discesa della curva dei contagi del Piemonte .
    Merita percio' di essere approfondita al piu' presto.

    CALCOLO DEL TEMPO MEDIO DI GUARIGIONE DI UN ASINTOMATICO GIA' IMMUNE : Cominciamo osservando che nella curva dei contagi del solo Piemonte (che non e' inquinata dai dati del resto d'Italia) si nota una pendenza di discesa molto ripida, non compatibile con tempi di guarigione degli asintomatici di 1 mese.
    Se questa discesa secondo noi e' dovuta al venir meno dei contagi degli asintomatici che stanno guarendo (non rimpiazzati da nuovi contagi che non ci sono dopo la chiusura), allora osservo dalla tabella che la curva parte il 6/11 da 10.2% per dimezzarsi il 9/11 a 5.1%, per cui la curva tende ad arrivare a zero in 6 giorni.
    Quindi solo di 6 GIORNI risulta essere il tempo medio di guarigione di un asintomatico infettato da cariche virali deboli o gia' immune (non un mese come i contagiati normali, non immuni, e come abbiamo sempre scritto, basandoci sui tempi di guarigione appresi dagli ospedali per i malati di Covid-19).
    Abbiamo scoperto poi (il 30/11) che esistono due componenti nelle persone infettate, con due tempi di guarigione rapidi (6 giorni) e lenti (30 giorni) ed e' ovvio che qui' stiamo esaminando solo il contributo della componente rapida.
    Per noi questa delle guarigioni e' l'unica spiegazione che siamo riusciti a trovare per la discesa della curva dei contagi dopo la chiusura.
    Ragioniamoci un attimo: da quando hanno chiuso il Piemonte (zona rossa) i contagi hanno sempre avuto per oltre due settimane un andamento discendente sempre con la stessa pendenza calcolata sopra (a zero in 6 giorni ).
    C'e' qualcos'altro, che puo' produrre questa riduzione di contagi, oltre alla guarigione dei piemontesi che erano positivi al momento della chiusura? Sappiamo che di asintomatici ce n'erano molti (con una percentuale intorno al 10% al momento della chiusura, se i piemontesi sono 1/20 dei 60 milioni di italiani, vuol dire che sono 3 milioni ed il 10% positivi vuol dire che ci sono 300.000 asintomatici (gli altri sono pochi), che iniziano a guarire smettendo cosi' di essere positivi.
    La rapida diminuzione dei contagi nel Piemonte, che si rileva nei giorni successivi alla chiusura, puo' essere solo la riduzione delle due componenti degli asintomatici positivi (sappiamo che i positivi sono quasi tutti asintomatici): o guariscono nei tempi naturali o emigrano in massa (50.000 al giorno)!
    Non sono virologo e percio' devo essere umile in questo campo ma io altre possibilita' non ne vedo.
    Assumiamo percio' questa ipotesi: che le diminuzioni dei contagi siano ascrivibili alle guarigioni degli asintomatici, che percio' hanno un tempo medio di guarigione di 6 giorni.
    E' un po' la nostra terza scommessa: le prime due le abbiamo vinte, questa volta sara' piu' dura perche' con tutti i test che si fanno se ne dovrebbero gia' essere accorti, ma vale la pena comunque indagare in questa direzione perche' quella decrescita cosi' rapida dei contagi e quantitativamente importante, che si vede nel grafico, esiste veramente ed accelera guarigioni ed immunizzazioni.

    Questa ipotetica SCOPERTA, appena spiegata, avrebbe notevoli conseguenze sulle nostre previsioni, che andrebbero tutte riviste (si ricordi che stiamo imparando a conoscere le caratteristiche di un fenomeno totalmente nuovo, utilizzando la sola curva dei contagi):
    • La linea blu a destra nel grafico , che indica la crescita tendenziale non avrebbe piu' ragione di esserci, perche' l'andamento tendenziale vero diventerebbe la linea rossa della "crescita raffreddata" o meglio un "best fit" dei dati precedenti.
    • L' immunita' di gregge sarebbe molto piu' vicina di quanto pensavamo, essendoci gia' tra il 15% ed il 75% di persone immuni, la cui immunita' pero' per molti di loro non sembra possa durare a lungo (solo qualche mese); inoltre sembra che rimangano sempre reinfettabili e risultare positivi, anche se solo per 2 o 3 giorni.
    • Se cosi' fosse, i vaccini servirebbero ma meno di quanto si pensava, perche' molti sarebbero gia' immunizzati e si aprirebbe il problema di valutarne l'efficacia su cosi' tante persone gia' con anticorpi nel loro organismo, essendo asintomatici guariti.
    • L'emanazione dei provvedimenti di chiusura che si stanno per prendere (per la stagione sciistica, per il Natale, per la scuola, ecc.) andrebbero subordinati all'esito della conferma di questa eventuale importante scoperta, che preluderebbe alla riduzione in tempi brevi (grazie al tempo di guarigione molto spesso di soli 6 giorni invece di 30) di molti contagi per l'imminente arrivo dell'immunita' di gregge in Italia (dove tra il 15% ed il 75% delle persone dovrebbero essere gia' immuni, eccetto coloro che non sono ancora mai entrati in contatto con il virus, tra cui gli ANZIANI).
      La via maestra di CONFERMA e' controllare su un'indagine fatta adesso, a campione e su un numero limitato di test (almeno mille per regione), se e' vero che ci sono cosi' tanti positivi alla ricerca degli anticorpi (e se no, cercheremo di capire dove abbiamo sbagliato).

  2. La seconda causa che potrebbe ridurre la pendenza della curva potrebbe essere dovuta alle diminuzioni dei contagi per le guarigioni dei positivi asintomatici rimasti nelle ormai numerose "zone rosse", che proseguono ancora per un mese e poi finiranno quando saranno tutti guariti (a parte i cronici che non guariscono). Questa diminuzione (temporanea), con le ultime chiusure, potrebbe essere arrivata al punto da compensare esattamente la spinta alla crescita dei contagi delle regioni non chiuse in "zona rossa".
    Questa diminuzione dei contagi, dovuta alle guarigioni nelle zone rosse, dovrebbe durare circa un mese e quindi terminare irrimediabilmente proprio intorno a Natale. Allora dovrebbe rimanere solo la crescita dei contagi prodotta nelle altre regioni, che continua la sua salita se non viene frenata da comportamenti individuali piu' virtuosi, e la curva dovrebbe riprendere purtroppo a salire con la pendenza indicata dalla linea blu.

  3. Nella terza causa che potrebbe ridurre la pendenza della curva e che e' anche un auspicio, vorremmo tanto che la riduzione della crescita, da noi attesa in questi sette giorni, fosse stata ritardata grazie ai comportamenti piu' virtuosi di tante persone. Se fosse vero e se continuassero con questi comportamenti virtuosi, la curva non salirebbe piu', perche' la riduzione di contagiosita' (cioe' la pendenza della curva) da essi prodotta sarebbe andata a neutralizzare l'aumento di contagiosita' prodotto dal freddo invernale.
In effetti una moltitudine di persone sta distruggendo tutto e facendo morire migliaia di persone solo per voler fare quello che gli pare. E' una follia: tutti devono comportarsi come si deve, perche' siamo tutti in guerra contro questo virus !
Ribadiamo che seguire comportamenti piu' virtuosi da parte di molte persone, primo tra tutti un uso corretto delle mascherine che impedisce ai virus di diffondersi nell'ambiente, ha l'effetto di ridurre non solo i contagi ma anche la contagiosita' e quindi la pendenza della curva, riducendo il valore di Rt anche sotto a 1.
Sembra che nel Lazio Rt sia sceso a 0.9, cioe' sotto a 1, che significa una regressione dei contagi e dell'epidemia: quindi sarebbe possibile anche una riapertura, invece di ulteriori chiusure, oltre a meno decessi e ricoveri (ma arrivano anche i pazienti dalla Campania che vanno accettati).
E questo sembra non sia un auspicio ma una realta'. Nel Lazio forse hanno imparato come si fa (speriamo).
I comportamenti delle persone possono veramente bloccare l'epidemia diminuendo la contagiosita', cioe' la facilita' che il virus incontra nel trasmettere il contagio. Comportamenti virtuosi delle persone, in primis l'uso corretto delle mascherine, oltre a salvare la salute, possono anche permettere di ridurre la pendenza della curva e far regredire l'epidemia.
Ripetiamolo: ci troviamo in questi guai perche' l'inverno ha aumentato la contagiosita' del virus ma noi disponiamo di un'arma molto potente che puo' ridurne la contagiosita': i comportamenti responsabili e virtuosi delle persone. Diamoci tutti da fare, perche' per rendere orizzontale la curva dei contagi bisogna essere proprio in tanti!
Se la diminuzione dei contagi dovuta alle guarigioni non fosse ancora cosi' elevata e senza comportamenti virtuosi, a causa dei contagi prodotti nelle regioni d'Italia non chiuse, la curva dei contagi non resterebbe costante ma dovrebbe CONTINUARE A CRESCERE (linea blu) senza soluzione di continuita' e sempre con la stessa pendenza di salita, caratteristica del livello di contagiosita' del virus Sars-CoV-2, che rimane alta per i comportamenti poco prudenti degli Italiani, ma un po' attenuata, solo temporaneamente, dal contributo di decrescita, dovuto alle guarigioni in corso (ancora per un mese) degli asintomatici nelle regioni chiuse (zone rosse).
Prima che cresca troppo pero', possiamo chiudere (zona rossa) un'altra regione e questo fatto, inserendo la decrescita di un nuovo gradino, abbassa la curva annullando la crescita dei 4 giorni precedenti.
La chiusura delle regioni con Rt alto sono piu' convenienti, perche' introducono nella curva un gradino di decrescita piu' alto.
Cosi' facendo possiamo mantenere la curva sulla pendenza "raffreddata" (in rosso sul grafico ) o dire che il fattore Rt si mantiene basso, a 1.18 (e' legato alla pendenza della curva, quando e' orizzontale e' Rt=1) o dire che la curva "si sta appiattendo" ma questo fa vedere che non si e' capita bene l'evoluzione dell'epidemia.
E' chiaro che e' un inganno, perche' non possiamo continuare a chiudere molte altre regioni per aggiungere altre discese a gradino e, non appena terminiamo di fare altre chiusure, non ci saranno piu' altri gradini a frenare la crescita della curva che procedera' senza piu' freni (vedi tratto blu nel grafico).
Vediamo ora cosa accade quando, nel tentativo di contenere la crescita della curva, arriviamo a mettere tutte le regioni d'Italia in "zona rossa": la curva potrebbe allora anche essere scesa un poco (dipende da quanto sono state ravvicinate nel tempo le varie chiusure) ma, non essendo un lockdown generale, ci sono sempre insiemi di persone che rimangono esposte all'infezione, cosicche' questa potra' continuare ad espandersi con la sua solita crescita esponenziale, partendo da percentuali piu' basse, se calcolate rispetto a tutt'Italia.
Anche se le persone sono poche, con la sua crescita esponenziale il virus tenderebbe ad infettare potenzialmente tutta l'Italia, se gli italiani glielo consentissero, lasciando la pendenza della curva cosi' ripida.
Non riuscirebbe a farlo se gli italiani fossero tutti chiusi dentro casa con un lockdown generale, che NON e' la stessa cosa della chiusura dell'Italia con TUTTE "zone rosse": il lockdown generale puo' spegnere completamente l'incendio dell'epidemia, mentre con tutte "zone rosse" rimarrebbero molti focolai che farebbero continuare la propagazione incontrollata e veloce dell'incendio.
Con un lockdown generale la contagiosita' effettiva del virus (cioe' la sua capacita' di espandersi, infettando ogni umano che gli capita a tiro), sarebbe fortemente ridotta e conseguentemente la pendenza di crescita della curva dei contagi sarebbe sempre decrescente fino al limite inferiore, che e' stabilito dal numero di persone infette ed asintomatiche croniche, cioe' che non guariscono spontaneamente entro un mese.
Inoltre si deve tenere in conto che i decrementi, dovuti ai gradini, di abbassamento della curva permangono finche' dura la chiusura della regione ma non appena si riapre (perche' la zona rossa non puo' durare in eterno) si ricreano subito quei nuovi contagi che erano scomparsi al momento della chiusura, perche' le persone, che creavano i nuovi contagi prima della chiusura, ricominceranno a farlo anche dopo la riapertura (perche' la zona rossa non gli avra' insegnato niente).
E cosi' scompaiono i benefici creati dal gradino verso il basso al momento della chiusura, con un gradino verso l'alto di pari ampiezza (stesso numero di nuovi contagi). L'unico beneficio che rimane, ma finche' non si reinfettano, e' il numero di asintomatici guariti durante la chiusura, che alla riapertura non sono piu' positivi (ma lo saranno poi, di nuovo se si reinfettano).
La salita, indicata dal tratto disegnato in blu, e' destinata a continuare finche' ci saranno persone da infettare,
Poi rimarrebbe costante, quando dovesse arrivare al limite dell' IMMUNITA' DI GREGGE .
Con il tasso di crescita attuale ci si potrebbe arrivare abbastanza presto (vedi tratto disegnato in blu). Le alternative possibili sono discusse poco piu' avanti.

PENSIERO DELL'AUTORE: Mi sembra che formalismi teorici statistici ed epidemiologici complessi impediscano, anche a molte persone esperte, di vedere la vera natura, pur elementare, di questo fenomeno (e' nuovo il virus, non il fenomeno). E' un atteggiamento intellettualmente rinunciatario che, di fronte alle apparenti numerose fluttuazioni incomprese della curva, si rifugia nel degrado della risoluzione dei dati, andando ad analizzare le medie settimanali per far sparire quelle fluttuazioni, che invece come dimostra questo lavoro, contengono informazioni preziose da capire.
Cosi' dicono in modo ingannevole che "l'epidemia rallenta" o che "la curva si sta appiattendo" e che "la crescita si e' raffreddata" (perche ragionano in pratica sulla retta rossa nel grafico anziche' sulla curva reale), dando adito a speranze ancora incerte di decrescita imminente e di poter riaprire molte attivita', sia pure con prudenza, per le prossime festivita' natalizie.
Cio' non e' corretto, come ha capito bene ogni attento lettore di questo lavoro. Va bene non spaventare la gente ma cosa si direbbe loro poi se la curva continuasse a salire e l'unica alternativa che resta (avendo gia' chiuso tutto quello che si poteva chiudere) fosse il lockdown totale proprio durante le feste di Natale?
La comprensione completa dell'evoluzione del fenomeno e le capacita' predittive sono prerequisiti essenziali ed indispensabili per poter progettare bene le strategie d'intervento.
Fornire queste conoscenze e' il compito che ci siamo prefissi in questo lavoro.

ECCO LA NOSTRA PREVISIONE (al 23/11): Una volta sottratti nella curva (con la discesa del gradino N.6) tutti i contagi che erano prodotti dalle ultime zone rosse chiuse (Campania, ecc.), l'ulteriore descrescita e' pilotata dalle guarigioni degli asintomatici di queste zone rosse, che procedono per 6 giorni (od un mese?); ma sembra che ancora siano di piu' i nuovi contagi prodotti dalle altre regioni non chiuse del resto d'Italia, per cui la curva ha ripreso a salire completando il gradino N.6 e dovrebbe poi continueare con la solita pendenza della crescita esponenziale (vedi trattino blu nel grafico ), caratteristica della contagiosita' del Sars-CoV-2 nel periodo autunnale (a maggio sara' piu' bassa), eventualmente mitigata da un auspicabile aumento dei comportamenti virtuosi delle persone, che poco per volta dovrebbero imparare.
Quindi la curva dovrebbe continuare a crescere, purtroppo, e non ci dovrebbe essere ne' un picco finale ne' tanto meno la discesa tanto auspicata.
La persistenza del "raffreddamento" della crescita e' ora strettamente legato all'attivazione continua di tante zone rosse che introducono ognuna un nuovo gradino nella curva (ma le regioni sono solo 20, poi non ce ne sono piu').

CURVA PIATTA: Se si sono attivate tante chiusure la crescita "raffreddata" (retta rossa) potrebbe anche diventare temporaneamente orizzontale.
In questo caso la decrescita provocata dai nuovi contagi venuti meno (gradini) con la chiusura e l'altra decrescita dovuta al progredire delle guarigioni degli asintomatici nelle regioni chiuse (che smettono cosi' di essere positivi) eguaglia la crescita dei contagi prodotta dagli italiani non "chiusi" di tutta Italia: tanti nuovi contagi si creano altrettanti vengono meno a causa delle "zone rosse".
Siamo in presenza di queste due spinte contrapposte, una alla crescita della curva e l'altra alla decrescita.
La cosa spiacevole e' che la spinta in discesa delle guarigioni degli asintomatici (che sono tanti) e' destinata a terminare quando saranno tutti guariti (credo ci voglia un mese). Da quel momento in poi rimane solo la spinta alla crescita e la curva purtroppo riprendera' a salire in base alla contagiosita' del Sars-CoV-2, che pero' gli italiani possono diminuire di molto con comportamenti virtuosi e responsabili (se fossero tutti cosi' bravi da non infettarsi mai i virus sarebbero battuti, la contagiosita' (secondo la nostra definizione) sarebbe azzerata, sarebbe Rt=0 e l'epidemia si estinguerebbe SENZA LOCKDOWN e tutti vivrebbero per sempre felici e contenti.
Scherzi a parte, l'importanza dei comportamenti individuali e' cosi' grandee che stiamo facendo morire centinaia di migliaia di persone e distruggendo le economie solo perche' la gente non ha ancora imparato a convivere con questo virus. Basterebbe che imparassero in un buon numero, non tutti, per avere subito risultati significativi.
E' assurdo quello che sta accadendo!

IMPORTANZA DEI COMPORTAMENTI INDIVIDUALI: I comportamenti individuali incidono sulla facilita' che trova il virus ad infettare le persone e quindi sul livello della sua contagiosita', che nello sviluppo dell'epidemia e' un parametro che nella formula sta all'esponente (cioe' altera la pendenza della curva dei contagi).
Questo dovrebbe far capire a tutti che stiamo parlando di un parametro fondamentale dell'epidemia, che puo' alterare in modo significativo la crescita esponenziale dei contagi. Per questo tutti dovrebbero contribuire allo sforzo comune contro questo virus seguendo scrupolosamente tutte le indicazioni di prevenzione anche se costano rinunce e sacrifici personali.
Regioni con molti abitanti, che seguono comportamenti piu' virtuosi, hanno il fattore Rt piu' basso e contribuiscono meno sia ai contagi nazionali che alla pendenza della curva dei contagi e cosi' possono pure restare in "zona gialla" e VIVERE MEGLIO grazie anche allo scrupoloso impegno ed intelligenza dei loro abitanti.
Lasciatemi fare una riflessione: il Lazio e' attualmente zona gialla e bar e ristoranti sono aperti mentre nelle zone rosse no. Se queste attivita' vengono chiuse vuol dire che contribuiscono in modo significativo ai contagi.
Ma ristoratori e baristi lavorano nello stesso modo nelle diverse regioni, allora la colpa della loro chiusura dev'essere degli avventori e questo e' un esempio che fa vedere gli effetti delle responsabilita' individuali delle persone.
Pubblicizzare che quella regione e' ancora in zona gialla e si prepara a riaprire, non perche' e' fortunata ad avere tanti posti negli ospedali, ma perche' ha un fattore Rt molto basso (se e' vero) e questo e' anche merito dei suoi abitanti, che mostrano di essere cosi' intelligenti da capire bene, o meglio di altri, cosa devono fare per evitare i contagi.
Questo potrebbe essere un buon esempio per spingere tutti su percorsi piu' virtuosi, assolutamente necessari in questo momento storico.
Se si riapre una regione (per esempio per il Natale), si reintroduce immediatamente la creazione di tutti i contagi che la chiusura aveva eliminato con il gradino discendente nel grafico, e cosi' compare un nuovo gradino, ma crescente che fa risalire la curva eliminando i benefici acquisiti con la chiusura.
E' triste dirlo ma continuera' cosi' fino a maggio. Non vediamo nessuna ragione, per cui il virus debba cambiare comportamento.
Se si volesse fare il NATALE senza chiusure allora bisognerebbe tenere chiuso il piu' possibile fino al 20/12 poi si dovrebbe aprire per il Natale, sapendo che si ritornera' a percentuali di contagi tra il 20% ed il 25% in una settimana circa.
Non oso fare il calcolo dei decessi in piu' che questa scelta comporterebbe. Mi spiace dire queste cose e spero sinceramente di sbagliarmi ma non e' giusto volerle ignorare (con la tecnica dello struzzo), perche' le conseguenze potrebbero essere molto gravi.

COME EVITARE TUTTE LE CHIUSURE (ED AVERE SOLO ZONE GIALLE): Bisogna pero' gridare forte a tutti che con comportamenti virtuosi di tutte le persone e rispettando tutte le prescrizioni, queste chiusure non sarebbero piu' necessarie (in certi casi necessita' DEVE fare virtu').
E' il comportamento della gente a determinare la facilita' che ha il virus a trovare un umano da infettare e piu' gli risulta difficile trovarlo e piu' diminuisce la pendenza della curva dei contagi (per cui non servirebbero piu' le chiusure e le zone rosse).
Esempio che spiega come comportamenti virtuosi potrebbero far regredire l'epidemia (curva dei contagi in discesa): in un convento, in cui i frati avessero imparato a non farsi contagiare da alcune persone infette ospitate nel convento, ci sarebbe una curva dei contagi decrescente verso lo zero e non appena tutti gli ospiti non risultassero piu' contagiosi (perche' guariti o morti), l'epidemia nel convento non esisterebbe piu' (si sarebbe estinta).
Anche su scala piu' grande l'epidemia e' sempre la stessa e funzionerebbe nello stesso modo.
Quello che ci obbliga a chiudere tutto ed impoverirci per fermare i contagi e' solo l'incapacita' della gente che non ha imparato a non farsi contagiare (come i frati nell'esempio).
E cosi' dovremo andare avanti, di chiusura in chiusura, fino a maggio con le zone rosse, facendo morire decine di migliaia di persone che erano sane e mettendo sul lastrico gran parte degli italiani, chissa' per quanti anni.
E' mai possibile? Sembra proprio di si, anche se e' una colossale follia!
In conclusione ecco le tre alternative che ci puo' riservare il futuro (sta a noi scegliere):
  • Con troppa gente incapace di evitare i contagi (com'e' oggi): vivere quasi sempre in zona rossa, chiusi dentro casa ed impoverire progressivamente sempre di piu', mancando una strategia sostenibile di medio o lungo periodo: tutti sembrano preoccuparsi soprattutto del Natale, ignorando che questa situazione durera' altri 5 mesi e non si puo' restare chiusi in casa fino a maggio (il vaccino non arrivera' prima in quantita' sufficiente)!
  • Con quasi tutti responsabilmente rispettosi dei propri doveri con il massimo scrupolo (come dei bravi soldati in guerra): sempre aperti con zone gialle.
Questa risalita, che abbiamo indicato con il trattino blu nel grafico , caratterizza la curva dei contagi di tutta Italia rispetto a quella del solo Piemonte , che invece avevamo previsto debba andare verso lo zero (o quasi), se la chiusura e' rispettata, perche' riferita al solo Piemonte dove sono stati chiusi in casa TUTTI gli abitanti (non c'e' in questo caso il contributo del resto d'Italia a far crescere la curva).
La curva potrebbe anche decrescere verso lo zero , come indicato dall'altra linea nel grafico , se non ci fosse il contributo importante alla crescita delle zone d'Italia non chiuse (come le zone rosse).
La pendenza di decrescita sarebbe quella imposta dal tempo di guarigione degli asintomatici; non sarebbe come la pendenza della salita, che invece e' stata imposta dal livello di contagiosita' del Sars-CoV-2.
Se tutta Italia fosse chiusa bene (lockdown generale) allora NON ci sarebbe piu' produzione significativa di nuovi contagi e con i tempi necessari per far guarire tutti gli infetti esistenti (principalmente asintomatici) la curva scenderebbe verso zero contagi (salvo quelli degli asintomatici cronici, che continueranno ad essere sempre positivi al tampone, ma non dovrebbero essere molti.

PERCENTUALE MINIMA POSSIBILE DEI CONTAGI: Chiariamo cosa accade quando in una regione "chiusa" la curva dei contagi diminuisce a causa delle guarigioni degli asintomatici presenti in quella regione.
Se la chiusura e' fatta bene, la regione non contribuisce piu' con i suoi nuovi contagi alla curva dei contagi e l'effetto e' lo scalino che compare nel grafico. Cio' perche' le persone sono mantenute sempre distanti in modo che non possano piu' contagiarsi.
Anche gli asintomatici presenti nella regione, che sono positivi, non possono piu' contribuire ai contagi perche' stanno chiusi in casa.
Quindi i tamponi positivi in quella regione diminuiscono sempre piu' con il progredire delle guarigioni (in un mese di tempo) e diventerebbero quasi zero, se la chiusura durasse abbastanza, se fosse trascurabile il numero degli asintomatici cronici (quelli che non guariscono) e se la chiusura non presentasse falle (cosa molto difficile).
In assenza di "chiusura" invece il livello minimo non sarebbe zero, perche' essendo possibili i contagi prodotti dagli asintomatici (pochi), che sono liberi di circolare, verrebbe determinato dall'equilibrio dinamico stabilito nell'epidemia degli asintomatici, in cui tanti guariscono (smettendo di essere infetti), quanti sani vengono infettati dagli asintomatici in circolazione. Questo fenomeno e' ben osservabile quando non c'e' in atto un'epidemia Covid-19 (per esempio in estate).

______________________ SPIEGAZIONI SUL GRAFICO (Ottobre 2020) ______________________

A) DESCRIZIONE DELLA CURVA: I sei gradini che appaiono nella curva sono le riduzioni dei contagi avvenute ed attribuibili secondo noi, rispettivamente da sinistra verso destra, ai provvedimenti governativi che hanno prescritto:
  1. L'uso delle mascherine anche all'aperto, che hanno bloccato le cariche virali degli asintomatici (prima dell'inizio dell'epidemia di Covid-19).
  2. L'uso delle mascherine anche all'aperto, che hanno bloccato le cariche virali dei contagiati con sintomi di Covid-19.
  3. Chiusura delle cosiddette citta'-focolaio.
  4. Chiusura anticipata alle 18 in tutta Italia dei locali di ritrovo pubblici. Se cosi' fosse si ha un riscontro del contributo ai contagi fornito da questi locali.
  5. Chiusura come zona rossa di 4 regioni (Lombardia, Piemonte, Valle d'Aosta e Calabria)
  6. Chiusura come zona rossa di altre regioni (Campania, Toscana, Alto Adige). Questo gradino per ora e' solo presunto in quanto non e' ancora comparso, perche' le relative chiusure sono appena iniziate.
Nel grafico si distinguono oltre ai 6 gradini anche i 6 tratti di curva immediatamente precedenti, che appaiono rettilinei nei pochi giorni rappresentati ma che in realta' sono tratti esponenziali (quindi di pendenza lentamente crescente).
Abbiamo inserito anche l'estrapolazione del secondo tratto di curva crescente con la pendenza stabilita dal livello di contagiosita' della sindrome Covid-19. Serve per confrontare i livelli di contagi raggiunti dalla curva rispetto a quelli che si sarebbero avuti senza alcun provvedimento di contenimento dell'epidemia (bisogna fare la differenza tra le due ordinate corrispondenti allo stesso giorno, che e'in ascissa).
  • Il primo tratto rettilineo a sinistra ha una pendenza minore dei successivi 3 tratti perche' l'epidemia Covid-19 (quella dei sintomatici) non era ancora iniziata e quindi la crescita dei contagi era alimentata dagli asintomatici che disperdono cariche virali piu' deboli, con un minore livello di contagiosita' rispetto ai malati con sintomi e per questo e' minore la pendenza della curva dei contagi, che dipende direttamente dalla contagiosita' .
  • Il secondo tratto parte dal momento in cui appare un calo dei contagi dovuto all'entrata in vigore dell'obbligo di usare sempre le mascherine (primo gradino) che, bloccando sia pure parzialmente la causa dei contagi (i virus) all'origine, hanno prodotto la riduzione dei contagi corrispondente al primo gradino. Da quel momento, avendo la frequenza dei contagi superato il valore di soglia (Rt>1) e' iniziata l'epidemia Covid-19 (dei sintomatici, con cariche virali piu' intense) e questo ha aumentato la pendenza della curva, caratteristiva dell'alta contagiosita' delle cariche virali diffuse dai malati di Covid-19.
  • Anche il terzo tratto parte con la riduzione, per l'uso delle mascherine, dei contagi prodotti dai malati che sviluppano sintomi (il secondo gradino, che ha con un ritardo dovuto al relativo tempo d'incubazione) e procede poi nel modo esponenziale, anche se appare rettilineo, caratteristico dell'epidemia dei sintomatici.
  • Il quarto tratto parte dal terzo gradino, corrispondente alla riduzione dei contagi prodotta dal provvedimento governativo di lockdown delle citta'-focolaio. La pendenza di crescita appare essere ancora quella attesa, caratteristica dell'epidemia dei sintomatici (per il contributo ai contagi del resto d'Italia).
  • Il quinto tratto, una volta scesi i contagi per aver tolto il contributo delle citta'-focolaio, riprende la crescita esponenziale per l'apporto dei contagi del resto d'Italia, fino al picco dove inizia un'ulteriore discesa dovuta alla chiusura delle prime 4 regioni (Piemonte, Lombardia, Valle d'Aosta e Calabria).
  • Il sesto tratto, una volta scesi i contagi per aver tolto il contributo delle prime 4 regioni rosse, riprende la crescita esponenziale per l'apporto dei contagi del resto d'Italia, fino al picco dove sta per iniziare un'ulteriore discesa dovuta alla chiusura di altre 3 regioni (Campania, Toscana, Alto Agige).
B) PENDENZA DELLA CURVA: Se si bloccano, con provvedimenti mirati, in tutta Italia le cause dei contagi (riducendo gli assembramenti, facilitando i distanziamenti, riducendo le cariche virali con igiene, ventilazione, ecc.), alllora si riduce la facilita' che trova il virus a contagiare e ne consegue una riduzione della sua contagiosita' che e' quella che determina la pendenza della curva.
Quando la primavera scorsa con il lockdown generale bloccammo praticamente tutte le cause dei contagi la pendenza della curva si ridusse rapidamente verso zero e poi sarebbe diminuita sempre di piu', con la velocita' di guarigione degli infetti, fino al limite minimo (piatto), corrispondente al numero degli asintomatici cronici esistenti (che non guariscono).
Al termine del lockdown accadde che la curva non riprese a crescere con la pendenza di un mese prima perche' intanto la contagiosita' era diminuita per l'arrivo del caldo.
Se il caldo non arrivasse al termine del lockdown (come accadrebbe adesso) la contagiosita' tornerebbe ad essere quella di prima e se la frequenza dei contagi supera la soglia d'innesco dell'epidemia (Rt>1) allora la curva riprenderebbe a crescere esponenzialmente con la pendenza dipendente dal livello di contagiosita'.
Esiste pero' anche il caso in cui la frequenza dei contagi, che si e' ridotta, risulta essere sotto la soglia d'innesco dell'epidemia (Rt<1 ) allora l'epidemia Covid-19 NON riparte.

Ora attendiamo di vedere quale sara' l'andamento futuro della curva, in cui al termine del provvedimento DPCM precedente (chiusure light) ci attendiamo un ulteriore gradino ma in risalita, mentre le mascherine continuano invece ad essere usate e quindi il calo dei contagi da loro prodotto risulta permanente a differenza di quello prodotto dai lockdown-light, che poi terminano.
Sara' importante vedere se questa previsione di risalita della curva al termine del lockdown-light si verifichera' veramente, perche' su questa previsione e' basato il nostro giudizio di scarsa utilita' dei lockdown parziali.

C) PERCHE COMPARE UN GRADINO NELLA CURVA QUANDO INIZIA UNA CHIUSURA ? Quando chiudiamo una regione (tutta o anche solo in parte) smette subito di produrre un certo numero di nuovi contagi e quindi dalla curva dei contagi di tutta Italia viene tolto, tutto insieme e subito, questo numero di contagi fisso, che era una parte dell'apporto ai nuovi contagi giornalieri di quella regione.
Nella curva questo produce una diminuzione verticale di una percentuale fissa in tutti i giorni dall'inizio della chiusura in poi, che appare come un gradino.
Se l'effetto fosse solo questo la curva dopo il gradino riprenderebbe a salire con la stessa pendenza di prima.
Ma c'e' un altro effetto della chiusura: il numero delle persone infette di quella regione (cioe' dei tamponi risultati positivi) comincia a diminuire, perche' guariscono sia pur lentamente (in un mese di tempo).
Questo fatto porta un altro contributo alla curva dei contagi di tutta Italia, che e' anch'esso decrescente ma non di colpo, come quello che ha prodotto il gradino, ma un contributo decrescente progressivo nel tempo che ha come effetto un "raffreddamento della crescita" della curva, che dura per un mese circa, finche' in quella regione chiusa non sono tutti guariti.
Se di chiusure ne vengono fatte altre tutti questi contributi decrescenti progressiivi si sommano insieme accentuando il raffreddamento della curva ma sono tutti contributi che terminano quando i relativi asintomatici sono tutti guariti. Poi la curva riprende la sua salita esponenziale con la pendenza caratteristica della contagiosita' del Sars-CoV-2 (almeno finche' ci sono aree non chiuse che producono nuovi contagi e finche' non si e' raggiunto il limite dell'immunita' di gregge).
Quindi il secondo effetto della chiusura di una regione sulla curva dei contagi di tutta Italia e' quello di contribuire ad un raffreddamento (temporaneo, per un mese circa) della sua crescita, che appare chiaramente guardando la curva (quello che abbiamo indicato con una linea VIOLA e' il risultato del cumulo dei contributi di tutti i gradini precedenti).
Si tenga ben presente che questo raffreddamento della crescita della curva e' solo temporaneo, finche' tutti gli asintomatici infetti di tutte le regioni chiuse non sono tutti guariti, dopo di che la curva riprende la sua salita esponenziale con la solita pendenza caratteristica della contagiosita' del Sars-CoV-2, almeno finche' ci sono aree non chiuse che producono nuovi contagi (lockdown parziale, non totale) e finche' non si e' raggiunto il limite dell'immunita' di gregge.

D) E' GIUSTO ASPETTARSI CHE LA CURVA DEI CONTAGI ARRIVI AL PICCO E POI DISCENDA ? Assolutamente no, mi dispiace deludere cosi' tante persone che si lasciano guidare dall'intuito, ma non questo non accadra', almeno finche' non ci si avvicina la saturazione dell'immunita' di gregge. Dev'essere ben chiaro a tutti che, come abbiamo spiegato in questo lavoro, senza lockdown generale e senza il caldo dell'estate, la curva dei contagi puo' avere solo delle brevi discese (gradini) conseguenti alle varie chiusure (zone rosse), ma solo temporanee perche' il suo andamento sara' SEMPRE CRESCENTE e per di piu' con la massima pendenza, che e' quella caratteristica del livello di contagiosita' del virus Sars-CoV-2 (potrebbe pero' calare in seguito a comportamenti piu' consapevoli e responsabili delle persone).
In assenza dell'immunita' di gregge, le decrescite ottenute della curva sono strettamente connesse alle chiusure che le hanno determinate e conseguentemente appena viene interrotta la chiusura di una regione il suo apporto alla curva dei contagi riprende subito a salire con la massima pendenza, che e' quella caratteristica del livello di contagiosita' del virus Sars-CoV-2 (la pendenza della risalita potrebbe pero' essere ridotta da comportamenti piu' consapevoli e responsabili delle persone).

E) LE "ONDATE" SUCCESSIVE DEI CONTAGI: Anche qui' mi dispiace deludere cosi' tante persone, ma non ci sono varie "ondate" dell'epidemia: ce n'e' sempre una sola all'anno che inizia ad ottobre e termina a maggio (se l'epidemia non si estingue in seguito ad un lockdown generale o per il raggiungimento dell'immunita' di gregge).
La curva dei contagi sale sempre, anche se puo' essere rallentata con le chiusura parziali, che fanno apparire dei gradini nella curva (che conseguentemente si "raffredda", come mostra la linea d'interpolazione dei dati che abbiamo disegnato nel grafico).
Puo' anche scendere verso zero , in un mese di tempo, ma solo con un lockdown generale (se rispettato con scrupolo) ma se si termina il lockdown prima che la percentuale dei contagi scenda sotto al 2%, la crescita riprende con la stessa pendenza ripida, tipica del livello di contagiosita' del Covid-19, ed in 20 giorni si torna al punto di partenza (quindi se si vuole restare aperti a Natale non si devono terminare i lockdown parziali prima del 15 dicembre).

Leggendo questo lavoro ci si puo' rendere conto che il fenomeno epidemico e' abbastanza SEMPLICE da capire e da spiegare (anche ai non esperti) ed il fatto che noi siamo quasi sempre in grado di prevederne l'evoluzione lo conferma (non riusciamo a prevedere fenomeni strani come il "picco festaiolo", pure cosi' importante).
Che e' un virus nuovo poco importa. La sua legge di crescita esponenziale e' quella solita di tutte le epidemie e la conosciamo bene.
Questa comprensione cosi' completa del fenomeno dell'epidemia, una volta acquisita, dovrebbe guidare chi combatte questa guerra sul campo a fare le scelte migliori ed a proporre i provvedimenti piu' efficaci.
E' tutto scritto in questo lavoro: basta fare la scelta del provvedimento da adottare e si puo' sapere con ragionevole certezza dove si va a parare.

F) ANDAMENTO COMPLESSIVO DELLA CURVA: Come si capisce dalle descrizioni fornite, l'andamento dei contagi in Italia e' dovuto ai contributi degli abitanti di tutte le varie aree d'Italia. Quando un provvedimento governativo elimina un contributo, la curva scende di un numero di contagi pari al contributo eliminato, ma poi riprende a crescere per tutti i contributi delle altre aree, dove l'epidemia e' attiva e produce nuovi contagi.
Procedendo con ulteriori provvedimenti di chiusura, la frazione d'Italia rimasta aperta si riduce sempre piu' e cosi' il relativo apporto di nuovi contagi, che nella curva sara' rappresentato sempre piu' in basso (percentuali piccole) ma sempre crescenti con la stessa ripida pendenza, stabilita dal livello di contagiosita' della sindrome Covid-19.
Solo per curiosita', chiariamo che questa crescita residua, pur molto ripida, non puo' arrivare a produrre un numero infinito di contagi quando l'area interessata e' piccola per il fenomeno della saturazione: cioe' in quella sola piccola area si raggiungerebbe l'immunita' di gregge, che blocca l'ulteriore espansione dei contagi, bloccando la crescita della curva che diviene allora piatta.

G) LIMITE MASSIMO DELLA CURVA: La curva dei contagi mantiene sempre la sua crescita esponenziale, ma non all'infinito, bensi' fino al raggiungimento di un
livello massimo COSTANTE, quando il numero dei nuovi contagi EGUAGLIA la somma dei guariti e dei decessi
(cioe' tanti s'infettano quanti guariscono ed il numero degli infetti ovvero dei positivi al test rimane costante).
Questo e' vero finche' ci sono persone infettabili, cioe' non ancora immunizzate da una precedente infezione poi guarite o vaccinate (al raggiungimento dell'immunita' di gregge non e' piu' vero).
Se con un provvedimento durevole si abbassa il numero dei nuovi contagi in modo da soddisfare la condizione appena enunciata la curva dei contagi puo' arrivare in plateau prima del tempo (con un livello di contagi piu' basso e che non cresce piu', cioe' costante). Si potrebbero cosi' contenere le conseguenze dell'epidemia (numero di decessi, costi, ecc.).
Gli sforzi e le risorse andrebbero concentrati percio' NON su inutili provvedimenti di lockdown (che non funzioneranno come da noi la primavera scorsa, perche' ora siamo in autunno/inverno e credo che per questo raccolgano benefici effimeri, come in una lotta contro i mulini a vento, rappresentati dall'inesorabile crescita esponenziale della curva) ma invece in provvedimenti che possano abbassare il livello di plateau della curva dei contagi (ne abbiamo gia' discusso in precedenza).
Si tenga anche conto che sarebbe un errore tragico, per ovvi motivi, fare un costosissimo lockdown per diminuire i contagi quando si e' vicini al limite massimo (plateau).

ANNOTAZIONE FINALE: queste conclusioni non potevano applicarsi al lockdown fatto in Italia la primavera scorsa. Allora al termine del lockdown la salita esponenziale si e' bloccata per l'arrivo del caldo. Ora arrivera' tra 6 mesi!.

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EFFICACIA DELLE CHIUSURE (ZONE ROSSE): (16 novembre 2020)
Il Sars-CoV-2 non ci regala niente: la curva scende solo quel tanto che corrisponde alla frazione di popolazione che abbiamo chiuso in casa (perche' se escono si infettano, non avendo ancora imparato come evitarlo).
La popolazione NON chiusa in casa (per farla andare a lavorare), continuera' ad infettarsi finche' non si saranno infettati tutti ed a quel punto l'epidemia si ferma per il raggungimento dell'immunita' di gregge (magari per abbastanza poche persone, se abbiamo chiuso quasi tutto).
Epidemia ferma non significa che non c'e' piu' ma solo che il numero di contagiati smette di crescere e si stabilizza.
A quel punto s'instaura stabilmente un equilibrio dinamico in cui tanti smettono di essere infetti perche' guariscono, quanti s'infettano nuovamente, anche se gia' guariti, perche' non immuni. Cosi' continuano i ricoveri ospedalieri per quelle persone che subiscono la sindrome Covid-19 perche' immuno-depresse.
Il Sars-CoV-2 resterebbe permanentemente ENDEMICO in quello Stato.

Si puo' continuare, di provvedimento in provvedimento, a chiudere in casa sempre piu' italiani con le ZONE ROSSE per aggiungere tanti altri gradini alla nostra curva, che cosi' si raffreddera' sempre di piu' (come indica il tratto rosso nel grafico), rimanendo pero' sempre attiva la crescita esponenziale dovuta alle aree NON chiuse (il contributo al raffreddamento prodotto da ogni chiusura pero' si estingue entro un mese, quando le guarigioni di tutti i suoi asintomatici sono finite).
E' tutto molto facile da capire: la curva che si vorrebbe far decrescere rappresenta la somma dei contagiati di tutte le regioni italiane. I contagiati di ogni regione crescono se le persone circolano (no se stanno chiuse a casa) e decrescono per le guarigioni che si susseguono. Se chiudiamo una regione, viene a mancare il suo contributo alla crescita ma non quello alla decrescita (perche' gli infetti continuano a guarire anche dopo la chiusura). Quindi ogni regione chiusa contribuisce solo alla decrescita della curva dei contagi in Italia. Ma se le regioni chiuse sono poche, allora sara' prevalente la spinta alla crescita della curva prodotta dalle regioni non chiuse. La curva complessiva puo' decrescere solo se ho cosi' tante regioni chiuse da rendere prevalente la loro spinta alla descrescita rispetto alla spinta alla crescita delle regioni non chiuse.
Si tenga ben presente pero' che la riduzione dei contagi prodotta da una chiusura (zona rossa) e conquistata con tanti sacrifici durera' al massimo un mese (il tempo di guarigione degli asintomatici) e solo finche' si mantiene la chiusura, perche' se si riapre, per esempio per il Natale, non essendo l'epidemia estinta, tutto riprendera' a crescere esponenzialmente ed in pochi giorni (10 o 15, perche' la ricrescita e' con la pendenza piu' ripida del grafico) si ritorna al punto di partenza.
E' molto strano sentire che cosi' tanta gente attende una decrescita imminente della curva dei contagi e che nessuno diffonda informazioni su questo scenario cosi' importante e comprensibile del fenomeno epidemico, perche' questa situazione durera' fino a maggio!
Altri, anche tra i governanti, si aspettano che arrivi il picco dei contagi, che secondo noi non ci sara' mai, e nessuno glielo spiega.
La curva dei contagi puo' solo
  • Rallentare la crescita (creando tanti gradini) se ci sono poche chiusure in atto (potrebbero essere anche chiusure settimanali (per esempio il lunedi') fatte per ridurre il numero di contagi prodotti che continuano a crescere esponenzialmente (se si riducono i contagi poi, una o due settimane dopo, si riducono i ricoveri ospedalieri)
  • Decrescere, anche vicino zero, ma solo temporaneamente, con tante chiusure (se non e' un lockdown generale rimangono sempre persone libere che continuano ad alimentare la ripresa della crescita dei contagi, con Rt>1 )
  • Decrescere, fino quasi a zero e definitivamente, dopo il tempo di guarigione degli asintomatici che possono guarire (i cronici no), ma e' possibile solo con la chiusura di TUTTO (lockdown generale)
  • Attendere che la curva vada in plateau (costante nel tempo): e' possibile ma solo per saturazione, quando si raggiunge l'immunita' di gregge, che ora e' ancora molto lontana ed andrebbe evitata (le chiusure con le zone rosse hanno fortunatamente l'effetto di allontanarla nel tempo).
    Dopo che si e' raggiunta l'immunita' di gregge i contagi invece di decrescere rimangono costanti ad un livello basso, quello di equilibrio dell'epidemia degli asintomatici, vicino a zero perche' rimangono attivi per sempre (endemici).
    • sia i contagi degli asintomatici cronici (che dovrebbero essere come gli infetti dall'herpes, che possono rimanere infetti ed anche contagiosi per tutta la vita)
    • che quelli rimanenti dall'epidemia degli asintomatici che raggiunge l'equilibrio quando il numero delle loro guarigioni eguaglia il numero dei nuovo contagi per reinfezione di asintomatici guariti (che non sono immuni).
Bisogna capire che non si puo' uscire da questo dilemma: o si chiude tutto per un mese (o piu' se la chiusura non e' fatta bene) oppure si fa una sequenza di tante chiusure parziali ripetute fino a maggio che, producendo tanti gradini nella curva dei contagi le impediscono di crescere troppo (nell' analogia del fiume sarebbe come continuare a remare contro corrente per sei mesi, per rimanere sempre allo stesso punto e non farsi portare a valle, dove c'e' l'immunita' di gregge).
Ritengo che sia necessario adottare al piu' presto provvedimenti che riducano la contagiosita' e quindi possano ABBASSARE LA PENDENZA della curva dei contagi.
Il metodo piu' conveniente e' strettamente legato ai comportamenti ed alle reponsabilita' individuali delle persone. Piu' avanti ne discutiamo piu' in dettaglio.

L'ARRIVO DEI VACCINI dovrebbe segnare un importante passo avanti nella riduzione della contagiosita', ma non risolutivo per far sparire il Covid-19 a nostro modesto avviso per i seguenti motivi:
  1. Essendo ormai asintomatica una parte cosi' importante della popolazione, potrebbe in molti casi risultare insufficiente lo stimolo del vaccino su un sistema immunitario gia' cosi' tanto sollecitato dall'infezione.
  2. Studi recenti sembrano indicare che gli anticorpi specifici del Sars-CoV-2 vengano eliminati dall'organismo in tempi abbastanza brevi (pochi mesi), riducendo cosi' progressivamente l'immunita' della persone.
  3. Se si dovesse programmare la ripetizione periodica della vaccinazione di cosi' tanti milioni di persone insorgerebbero difficolta' logistiche che andrebbero ad aggiungersi alla non obbligatorieta' della vaccinazione per ridurre le garanzie di copertura totale della popolazione.
Tutto cio' non fa ben sperare in una soluzione definitiva del problema Covid-19 all'arrivo dei vaccini ma rimarra' comunque importantissimo l'effetto di una riduzione della facilita' delle cariche virali a produrre contagi e quindi la corrispondente riduzione di contagiosita', che si manifestera' in una sostanziale riduzione di pendenza della curva dei contagi e di tutti i problemi che essa comporta per noi.

CONTROLLARE L'EPIDEMIA: Diverso e' il caso dei provvedimenti, anche differenziati per ogni regione come quelli del DPCM del 5/11, che valgono in modo uniforme per tutto il territorio nazionale.
Nei lockdown delle citta'-focolaio, l'effetto del provvedimento non si estende al di fuori di quelle citta', per cui permane invariata la crescita esponenziale dell'epidemia per il contributo del resto d'Italia.
Invece se il provedimento riguarda in maniera uniforme tutta l'Italia, come l'ultimo DPCM, allora ovunque i virus trovano piu' difficolta' ad infettare le persone e questo comporta una riduzione della contagiosita'.
Cosi' oltre ad un calo dei contagi (cioe' la comparsa di un gradino nella curva), si dovrebbe ottenere anche una diminuzione della pendenza della curva, che e' proprio l'effetto positivo che serve per far regredire in modo permanente l'evoluzione dell'epidemia (almeno finche' i provvedimenti permangono).
Come si puo' vedere, la curva dei contagi e' molto utile anche per valutare con maggiore "prontezza", non 14 giorni dopo come accade guardando i dati ospedalieri, l'efficacia dei vari provvedimenti di contenimento dell'epidemia, anche in modo quantitativo ed e' cosi' che la stiamo usando in questo lavoro. "Prontezza" in questo caso significa quei pochi giorni che intercorrono tra il prelievo dei tamponi e la data di comunicazione dei risultati (che pensiamo sia di circa 3 giorni).
Dalla visione d'insieme del grafico si capisce l'effetto sui contagi dei vari provvedimenti governativi di contenimento dell'epidemia: ognuno dei provvedimenti adottati finora ha prodotto un abbassanento della curva dei contagi che si e' manifestato con un gradino.
Dal gradino in poi la curva ha continuato a crescere sempre con la stessa pendenza esponenziale (alimentata dai contagi che avvenivano nel resto d'Italia non interessato dal provvedimeto) ma spostata piu' in basso (con il numero dei contagi ridotto del 3% circa ogni volta).
La risposta della curva ai vari provvedimenti e' pronta nel senso che il gradino, che mostra anche quantitativamente l'effetto del provvedimento, appare poco tempo dopo (il tempo tecnico del test).
Quindi, finche' rimane efficace l'effetto di un provvedimento, si ha un abbassamento della curva ed il grafico che stiamo vedendo mostra una riduzione apprezzabile dei contagi in una curva che comunque tende a salire inesorabilmente fino all'arrivo del caldo (cioe' a maggio). Il caldo, abbattendo la contagiosita' , riduce poi la pendenza della curva dei contagi.
Il tratto che vediamo nel grafico riporta l'andamento degli ultimi 25 giorni solamente e purtroppo maggio e' ancora maledettamente lontano!
La situazione e' critica e nel seguito discutiamo le possibili vie di uscita.

EFFETTO DEI PROVVEDIMENTI DI LOCKDOWN nelle citta'-focolaio: (30-31 ottobre 2020)
Come si puo' vedere nel grafico, la riduzione della percentuale dei contagi dopo essere aumentata ora si e' stabilizzata intorno al valore finale di 3.6%
Il dato di 16.4% e' poco distante dal precedente ed il corrispondente numero di contagi veri visibile nella tabella e' di 0.1%. E' meglio se questo dato non salga nei prossimi giorni, altrimenti sarebbe un brutto segnale perche' ci indicherebbe che il limite orizzontale della crescita della curva e' ancora lontano, ma speriamo di no.
Il valore un po' piu' basso del dato del 2/11 apre un filo di speranza che la pendenza della curva stia iniziando a diminuire. Sarebbe un'ottima notizia, se confermata dai dati dei prossimi giorni.
Tutto questo e' il feed-back dei dati reali, senza congetture in mezzo, che ci indica chiaramente gli effetti sull'epidemia degli ultimi provvedimenti di chiusura, perche' sono univocamente attribuibili all'ultimo provvedimento, cosa che non sara' piu' possibile con i prossimi decreti, in cui sembra si adotteranno tanti diversi provvedimenti tutti insieme.
Cosi' possiamo avere una misura diretta dell'efficacia dei singoli provvedimenti di chiusura adottati: il 3.5% che risulta un po' maggiore della riduzione dei contagi ottenuta con il provvedimento delle mascherine, di cui ai due precedenti gradini della curva.
La differenza sostanziale tra i due provvedimenti e' che mentre la riduzione dovuta alle mascherine e' permanente perche' si continuano ad usare, i lockdown dovranno necessariamente terminare ed allora, questa riduzione del 3.5%, nei giorni successivi verra' lentamente riassorbita e vedremo la curva risalire per ritornare come se il lockdown non ci fosse stato.
Cioe' questo beneficio di un calo dei contagi del 3.5% e' effimero perche' permane finche' dura il costoso lockdown ma poi sparira'.
Perche' sparisce? Semplicemente perche' viene meno il distanziamento che aveva impedito i contagi ed inoltre non e' arrivato nel frattempo l'innalzamento stagionale della temperatura ad abbassare la contagiosita' (come accadde la primavera scorsa e come sta accadendo ora in Australia che ha zero contagi perche' per loro l'estate e' ormai vicina), che anzi tendera' ad aumentare con l'arrivo imminente dell'inverno da noi.
Piu' oltre discutiamo piu' estesamente questa inefficacia dei provvedimenti di chiusura parziale ma anche totale, perche' anche in quel caso si applicano gli stessi argomenti; anche se va trattato a parte il lockdown nazionale (vedi discussione ad hoc piu' oltre).
Bisogna sempre tenere presente pero' che un lockdown regionale potrebbe risultare inevitabile per ridurre (ma 15 giorni dopo) l'afflusso dei troppi pazienti Covid negli ospedali di quella regione.
Quindi finora sembra che tutto stia andando come da noi previsto, cioe' si sta stabilizzando il valore totale dei contagi, che il lockdown e' riuscito ad eliminare, il 3.5% (che e' l'integrale della gaussiana che abbiamo gia' discusso, determinata dai diversi tempi d'incubazione; volendo si puo' ricavare anche la stessa gaussiana facendo la derivata).
In conseguenza di queste riduzioni per ora confermiamo la nostra previsione che la curva dei contagi sara' traslata in basso della percentuale totale del 3.5% ma CONTINUERA' LA SUA SALITA ESPONENZIALE PER IL CONTRIBUTO DOVUTO AL RESTO D'ITALIA, NON COINVOLTO DAI LOCKDOWN (che c'e' anche adesso, perche' i lockdown locali non hanno interessato il resto d'Italia).
L'andamento dei dati delle riduzioni risultanti in tabella sembra sia gia' diventato costante e questo significa che la curva nel grafico continuera' poi a salire con la stessa pendenza di prima ma spostata piu' in basso.
Siccome sembra proprio che i dati stiano confermeranno questo, il risultato di aver bloccato i contagi nelle citta'-focolaio sara' solo un modesto ritardo nella produzione dei contagi (con la crescita attuale questo ritardo e' di soli 5-6 giorni, come si puo' valutare dal grafico), che finche' durera' il lockdown continueranno la loro crescita con la stessa pendenza di prima, fino a raggiungere l'asintoto orizzontale, che abbiamo gia' discusso (vedi ANDAMENTO A LUNGO TERMINE) e che pero' ancora non sappiamo quanto sia lontano nel tempo (speriamo poco).
Questo pur modesto risultato che stiamo ottenendo con i lockdown pero' e' destinato a sparire del tutto ed in pochi giorni, quando terminera' il lockdown, perche' la curva dei contagi ovviamente risalira' (i lockdown non possono durare molto a lungo perche' sono molto costosi).
Percio' se questa curva dei contagi confermera', come sembra, la sua crescita esponenziale con la stessa pendenza di prima, come abbiamo gia' previsto tentativamente disegnando la relativa retta nel nostro grafico (e lo dovra' fare per il motivo spiegato prima in maiuscole), vuol dire che non solo questi lockdown ma anche tutti gli altri, compreso quello NAZIONALE che e' appena partito in Francia, possiamo ritenerli provvedimenti inutili e sciocchi, perche' dilapidano la ricchezza nazionale senza produrre risultati apprezzabili e durevoli.
Bisogna sempre tenere presente pero' che un lockdown regionale potrebbe risultare inevitabile per ridurre (ma 15 giorni dopo) l'afflusso dei troppi pazienti Covid negli ospedali di quella regione.
Certe conclusioni, quando derivano direttamente dall'osservazione dei dati reali, mi sembra che debbano essere considerate seriamente e non solo come frutto di congetture.
I francesi hanno dichiarato che chiudono 1 mese per far scendere i contagi da 40.000 a 5.000. Possono pure arrivare a 5.000 ma poi, essendo arrivati a dicembre ci saranno le temperature invernali e non possono pensare che i contagi restino fermi a 5.000 per un qualche intervento divino. Certamente riprenderanno a salire alla fine del lockdown ed a gennaio i contagi saranno verosimilmente di nuovo a 40.000 (si puo' anche calcolare esattamente, perche' le curve di questa crescita esponenziale ormai sono ben note sul suolo francese).
Che faranno allora: ripeteranno il lockdown nazionale a mesi alterni? Costa troppo. Non sembra proprio una strada percorribile anche se ormai l'hanno imboccata, purtroppo per loro.
I francesi stanno sbagliando perche' non hanno tenuto nel debito conto l'incremento stagionale della contagiosita' (da noi abbondantemente discusso in precedenza). Pensano che il lockdown funzionera' come ha funzionato in Italia in aprile, ma ora siamo a novembre e poi verra' l'inverno, non l'estate (che e' lontana di ben 6 mesi). Credo che questo fara' molta differenza e che dopo il lockdown la loro curva dei contagi riprendera' a crescere velocemente. Il rapporto costi/benefici si sarebbe dovuto valutare pubblicamente, alla luce di queste considerazioni, prima e non dopo, perche' poi non si puo' piu' tornare indietro.

EFFETTO DEL CALDO SULL'EPIDEMIA: E' un fenomeno che noi conosciamo bene con la malattia influenzale che chiamiamo stagionale perche' d'inverno trova le condizioni ambientali che ne favoriscono la diffusione, raggiungendo cosi' un potere di contagiosita' con Rt superiore a 1, che fa sviluppare l'epidemia influenzale (crediamo che a questo contribuisca anche una riduzione delle difese immunitarie che avviene quando una persona prende freddo).
D'estate invece la maggiore temperatura ambientale produce danni ai virus mediante le vibrazioni e rotazioni termiche delle molecole che li circondano e cosi' riduce il tempo di permanenza del virus attivo nell'ambiente e conseguentemente il tempo di esposizione della popolazione ai virus: come risultato il fattore Rt scende sotto al valore di 1 (senza bisogno di "lockdown" della popolazione) e l'epidemia influenzale prima si attenua e poi scompare non essendo piu' sufficientemente alimentata dai nuovi contagi

E' questo un fenomeno che riduce NON solo il numero di contagi ma la contagiosita' e quindi la pendenza della curva dei contagi.
Per questo, finche' quella temperatura permane, si riduce la propagazione del virus fino ad azzersi (Rt<1) se la temperatura e' sufficientemente alta (d'estate).

PROPRIETA' SORPRENDENTI DEL VIRUS SARS-COV-2: (25 novembre 2020)
Dobbiamo pero' spiegare come mai il Sars-CoV-2 sia riuscito a passare l'estate indenne, senza estinguersi, rimanendo nascosto nei corpi di oltre un milione di italiani, ed arrivare ai primi di ottobre con una densita' di persone infette ed asintomatiche pari al 3% della popolazione, come si puo' vedere nella tabella delle percentuali dei contagiati.
Siccome riteniamo che non potevano essere tutti asintomatici cronici (il 3% di 60 milioni di italiani sono 1.800.000 persone infette) vuol dire che s'era instaurato un equilibrio, in cui il numero di asintomatici che guarivano (dopo 1 mese circa) era uguale al numero di nuove infezioni (un asintomatico infetto, emettendo cariche virali deboli, se infettava una persona sana che era entrata in stretto contatto con lui, questa non mostrava la sindrome Covid-19, perche' la carica virale infettante era debole ma diventava anch'essa asintomatica.
In questo modo durante l'estate gli asintomatici, infettando persone sane, hanno prodotto altri asintomatici (e' quella che in questo lavoro abbiamo chiamato l' epidemia degli asintomatici ), per tutta l'estate fino ad ottobre.
Ai primi di ottobre, quando abbiamo iniziato a registrare i dati in questo lavoro, l'epidemia di Covid-19 non era ancora iniziata.
L'inizio e' stato segnalato dal cambiamento di pendenza della curva dei contagi, che e' diventata piu' ripida, perche' sono iniziati i contagi dei malati di Covid-19 (con sintomi), che rilasciavano cariche virali piu' intense e quindi con un livello di contagiosita' maggiore.
Ma in base a quanto detto prima, durante l'estate l'epidemia con Rt<1 avrebbe dovuto estinguersi e cosi' il virus Sars-CoV-2.
Cos'e' successo allora che ha permesso al virus di arrivare cosi' virulento fino ad ottobre?
Il nostro intuito, non la Scienza, ci spinge a pensare che questo virus nuovo ha una discreta capacita' di entrare nel corpo umano, insediandosi in parti poco vascolarizzate (come le terminazioni nervose) e di piu' difficile accesso agli anticorpi.
Credo che sia una proprieta' comune anche ad altri virus, come l'herpes, che riesce a rimanere attivo per molto tempo parassitando l'essere umano che lo ospita.
E' un meccanismo indispensabile al virus perche' credo di aver capito che altrimenti entro pochi giorni si estinguerebbe (cioe' ha sempre bisogno di essere in contatto con cellule umane per potersi replicare in continuazione e gli asintomatici inconsciamente glielo consentono).
Questo credo sia successo durante l'estate scorsa, formando una moltitudine di persone infette ed un po' contagiose, che si e' autoalimentata in quella che abbiamo chiamato l' epidemia degli asintomatici .
Poi il 12/10 si e' avviata l'epidemia di Covid-19. Qual'e' stata la causa scatenante?
Siccome la curva era in crescita, come si puo' vedere nella tabella delle percentuali dei contagiati, la prima idea e' stata che si trattasse di un fenomeno a soglia, funzione della percentuale dei contagiati, che stava aumentando.
Ma l'avvio della curva dei contagi Covid-19 dev'essere legato alla contagiosita' del virus e non al numero di persone infette che contagiano, perche' la contagiosita' non dipende dal loro numero; ma dalla temperatura (autunnale) si.
Dovrebbe essere stata quindi la temperatura piu' bassa ad aver aumentato la contagiosita' del virus, portando ad essere Rt>1 (sopra la soglia).
Ci fermiamo qui, per ora, riservandoci ulteriori commenti man mano che impariamo a conoscere meglio questo virus Sars-CoV-2.

ANALOGIA: Nella lotta al Covid-19 e' come se volessimo remare controcorrente per risalire la corrente di un fiume che ci spinge sempre piu' in basso dove noi non vogliamo andare (perche' i contagi aumenterebbero). Allora spendiamo molte energie e risaliamo la corrente ma come smettiamo di remare inesorabilmente la corrente ci riporta in basso.
D'estate la corrente smette perche' il fiume diventa un lago e non ci spinge piu' verso il basso.
In inverno incontriamo le rapide e dobbiamo spendere molte energie a remare contro corrente, se no veniamo spinti in basso velocemente.
La primavera scorsa l'Italia alla fine del lockdown s'e' trovata nel lago ed ha smesso di scendere senza piu' bisogno di remare al termine del lockdown.
Ora, a novembre, la Francia sta andando incontro alle rapide invernali e remera' per un mese, risalendo la corrente, ma al termine del lockdown crediamo che verra' spinta rapidamente in basso dalla corrente, e tornera' inesorabilmente al punto di partenza.

LOTTA AL VIRUS: (30 ottobre 2020)
  • Riduzione dei contagi: Come fanno i lockdown, ma non funziona perche' fa scendere la curva che pero' resta esponenziale e poi recupera rapidamente tutti i contagi da noi ridotti. Anche il fatto che in Italia siamo stati piu' bravi e cosi' siamo partiti con meno positivi ai test degli altri Paesi, produce come beneficio solo un ritardo nella crescita del virus ma poi anche l'Italia inesorabilmente raggiungera' gli stessi livelli d'infezione degli altri Paesi che sono partiti con piu' contagiati di noi.
  • Riduzione della contagiosita' : Questo funziona perche' diminuisce la velocita' di crescita dei contagi (la pendenza della curva esponenziale). Anche la temperatura agisce in questo modo e d'estate fa estinguere l'epidemia portando Rt<1.
    Come si fa? Bisogna ridurre le cariche virali cioe' diluire i virus o ridurne il numero. Per esempio se d'inverno, quando restano attivi piu' a lungo accadesse che si accumulano in strada, legandosi al particolato volatile esistente potrebbe essere inalato in caso di una giornata ventosa. Allora un'autobotte che annaffi le strade avrebbe un effetto di fissaggio che potrebbe ridurre le cariche virali inalate dai passanti (d'estate non occorre perche' i virus campano poco e non hanno il tempo di accumularsi formando cariche virali contagiose).
    Siccome ormai non si riesce piu' a tracciare i positivi al test (perche' sono troppi) e' del tutto inutile fare cosi' tanti test. Se se ne facessero di meno (poche decine di migliaia in tutta Italia) si potrebbe avere una risposta piu' pronta dei risultati e questo potrebbe permettere di valutare sperimentalmente i vari accorgimenti che si potrebbero adottare per ridurre la contagiosita', come l'esempio delle autobotti che annaffiano le strade: si potrebbero confrontare i dati di un paese in giorni asciutti, senza ne' irrigazione ne' pioggia, con i dati nei giorni bagnati (anche solo dalla pioggia). Se la risposta del numero di contagi arriva il giorno dopo va benissimo e si puo' valutare l'efficacia dell'irrigazione.
    E cosi' si potrebbe fare anche per altri accorgimenti possibili di diluizione delle cariche virali.
    E' questo uno studio specifico che si puo' condurre velocemente, ma che non possiamo trattare in questa sede.
  • Il metodo: Abbassare non la curva dei contagi ma la sua pendenza di crescita, cioe' la contagiosita' (e' quello che fa il caldo dell'estate) produce l'effetto di un valore asintotico costante piu' basso della curva dei contagi. E piu' siamo bravi e piu' questo livello massimo costante si abbassa (e si abbassano cosi' anche i contagi ed i decessi).
    Come abbiamo gia' detto in precedenza un metodo valido a questo fine e' quello di ridurre invece delle cariche virali il numero di persone facilmente contagiabili e questo si puo' ottenere non solo aumentando il livello d'immunita' con un vaccino ma anche addestrando bene le persone a vivere normalmente ma riducendo il proprio grado di esposizione al virus come avviene durante i lockdown.
    Non e' ne' facile ne' rapido da ottenere ma c'e' il tempo perche' purtroppo sembra che con questo virus dovremo conviverci a lungo.
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LOCKDOWN NAZIONALE: (attualmente seriamente considerato anche in Italia - 30 ottobre 2020)
Abbiamo spiegato perche' con i lockdown non e' possibile ottenere risultati apprezzabili e durevoli, concludendo che tutti i lockdown sono inutili anzi dannosi, se terminano durante l'inverno, quando la contagiosita' e' al massimo.
Bisogna sempre tenere presente pero' che un lockdown regionale potrebbe risultare inevitabile per ridurre (ma 15 giorni dopo) l'afflusso dei troppi pazienti Covid negli ospedali di quella regione.

CHIARIMENTO NECESSARIO: (31 ottobre 2020) (si puo' saltare se non nutrite simpatia per la natematica)
Come spiegato bene all'inizio di questo lavoro, quello che viene messo in evidenza con i dati del Ministero della Salute non sono i contagi avvenuti un giorno prima cioe' i nuovi contagi) ma contagi che possono anche essere avvenuti molti giorni prima (10, 20 o anche molti di piu' se si tratta di asintomatici cronici che sicuramente esistono e sono tanti, milioni).
Ogni giorno il vero numero dei nuovi contagi, al netto dei guariti, in realta' e' la variazione del numero che viene fornito rispetto a quello del giorno prima, quando questo numero aumenta, perche' in tal caso aumenta il numero di persone infette esistenti in Italia, in seguito ad un contagio avvenuto 1 o 2 giorni prima (sono i nuovi contagi veri), quelli che mediamente intercorrono tra il momento del contagio ed il momento in cui la persona comincia a risultare positiva al test.
Percio' i nuovi contagi giornalieri sono rappresentati da una funzione di cui giorno per giorno misuriamo il cumulo (integrale): la differenza tra due giorni consecutivi (derivata) fornisce il vero numero dei nuovi contagi. Se in due giorni consecutivi ho la stessa misura, anche se il numero e' grande, allora ho zero nuovi contagi (perche' il numero degli infettati in Italia resta costante).
Percio' i dati nella curva che riportiamo nel nostro grafico sono le percentuali dell'integrale dei nuovi contagi veri sul totale dei test effettuati, che varia di giorno in giorno.
L'andamento dei nuovi contagi veri non e' la curva che vedete ma la sua derivata, i cui dati si ottengono per differenza tra due giorni successivi e sono riportati nella tabella.
Ora viene la curiosita' interessante: se una funzione ha un andamento esponenziale nel tempo anche la sua derivata e' esponenziale. Quindi sono curve con andamento esponenziale sia quella che vedete nel grafico (percentuale dell'integrale) che quella derivata (nuovi contagi veri).
Per capire il significato dell'integrale tenete presente che se la curva e' in alto ma e' orizzontale allora i nuovi contagi sono zero. I nuovi contagi veri sono legati alla pendenza della curva e non alla sua altezza.
Quindi se la curva sale ma sempre con la stessa pendenza, come in prima approssimazione appare nel grafico, vuol dire che ogni giorno il numero di nuovi contagi veri e' lo stesso ed il numero totale di nuovi contagiati sale linearmente.
In realta' sappiamo che la curva nel grafico non e' lineare, cioe' non ha sempre la stessa pendenza, perche' sappiamo che l'epidemia ha un andamento esponenziale, ma nei pochi giorni a cui si riferisce il grafico non si vede.
Quindi non e' cosi' semplice come la gente crede comprendere il significato di questi dati.

OSSERVAZIONE SULLA PRESENZA DI DATI NEGATIVI: (1 novembre 2020) Una osservazione particolare meritano quei pochi dati negativi, che significano una riduzione di contagi veri: vedremo qui' che e' normale che ci siano.
Noi ci troviamo di fronte ad un'epidemia che ogni giorno produce un certo numero di nuovi contagi veri, pero' in un giorno particolare per qualche motivo la produzione di contagi veri si riduce considerevolmente, al punto che il numero dei contagi veri del giorno ci appare addirittura negativo.
I test positivi che vengono trovati crescono per i nuovi contagi veri e decrescono per le guarigioni dei tantissimi asintomatici che cosi' riducono il numero dei positivi al test. Quando la curva e' crescente normalmente sono piu' numerosi i contagi che non le guarigioni.
Ma se un provvedimento governativo riduce la produzione di nuovi contagi veri, le guarigioni possono anche avere il sopravvento ed il dato risultante dei nuovi contagi veri al netto delle guarigioni conseguentemente risulterebbe negativo.
Questo accade quando la riduzione dei contagi veri ottenuta e' superiore al numero di guarigioni giornaliero degli asintomatici infetti (che smettono di essere positivi), presenti nella popolazione.
Cosi' e' possibile che i contagi veri rilevati siano diminuiti, diventando addirittura negativi nel giorno di entrata in vigore del lockdown locale.

PREVISIONE SANITARIA: Come si puo' osservare dai dati degli altri giorni la percentuale di contagi veri oscilla intorno allo 1% su 200.000 test in media, e corrisponde a circa 2.000 contagi veri al giorno, dei quali il 4% da ospedalizzare tra un paio di settimane.
Questo dato corrisponderebbe a 80 ricoveri giorno, ma il dato risultante dalla curva e' al netto delle numerose guarigioni degli asintomatici, per cui i nuovi contagi veri al lordo di queste guarigioni sono molti di piu'.
Confrontando il nostro risultato di 80 ricoveri al giorno con quelli effettivi degli ospedali possiamo ricavare una stima del numero di guarigioni giornaliere degli asintomatici esistenti in Italia.
La conoscenza di questo dato insieme alla conoscenza della crescita del numero di asintomatici potrebbe esserci utile per ricavare dai dati della nostra tabella una previsione precoce del carico sugli ospedali dei nuovi contagi veri, corretti per le guarigioni degli asintomatici.
Ma non procediamo oltre, perche' riteniamo che l'approfondimento di questo argomento esula dagli scopi attuali di questo lavoro.

ACCUMULO CONTAGI VERI: Giornalisti e governanti commettono spesso due errori e NON DOVREBBERO (potrebbero esserci gravi conseguenze per stime ERRATE):
1) Trattano il "numero dei contagi", che dipende da quanti tamponi si analizzano, e non la sua percentuale rispetto al totale dei tamponi analizzati (quella da noi riportata nei grafici).
2) Non guardano alla pendenza della curva ma alla sua altezza: ora spieghiamo meglio dov'e' l'errore.
La cosa importante di tutto questo discorso e' che, mentre giornalisti e governanti non guardano alla pendenza della curva ma alla sua altezza e si allarmano, perche' la vedono crescere sempre di piu', pensando che l'altezza della curva che vedono crescere siano i nuovi contagi, mentre in realta' i nuovi contagi, essendo la derivata di quella curva, sono sempre gli stessi ogni giorno che passa, perche' la pendenza della curva non cambia (in prima approssimazione), pero' si accumulano giorno dopo giorno in modo lineare e non esponenziale (sempre in prima approssimazione), facendo aumentare il numero totale dei contagiati al netto delle guarigioni, perche' nelle misure sono comprese anche quelle.
Nella tabella abbiamo riportato anche, nell'ultima colonna a destra, questo "ACCUMULO CONTAGI" veri.
Dai dati in tabella si puo' ricavare che in 26 giorni, dall'8/10 al 2/11, la crescita della curva ha prodotto il 12.9% di nuovi contagi: possiamo allora valutare che la riduzione del 3.5% dei contagi prodotta dall'ultimo provvedimento, e' stata recuperata dalla crescita esponenziale della curva in 12.9/3.5 = 3.7 giorni. E' questo il ritardo nella crescita dei contagi prodotto dal lockdown locale (corrispondente al gradino nella curva).
Questo accumulo (lineare, non esponenziale) fa crescere la popolazione degli infetti e quindi poi i ricoveri ed i decessi.
Essendo l'andamento del fenomeno epidemico esponenziale, siccome la derivata di un esponenziale e' ancora un esponenziale e cosi' pure l'integrale di un esponenziale e' ancora un esponenziale, fare confusione tra i due tipi di dati non cambia gli andamenti e per questo poi le argomentazioni sui comportamenti fatte sulla curva degli integrali (che e' quella nel grafico) portano ugualmente a conclusioni corrette.
Ritengo pero' sia stato necessario fare chiarezza su questo punto di principio.
Seguendo l'abitudine che mi sembra sia molto diffusa, per non creare ambiguita') continueremo a chiamare la nostra curva come "curva dei contagi" che, avendo un andamento rettilineo nel breve intervallo di tempo mostrato nel grafico (anche se in realta' e' esponenziale) bene si presta a rappresentare una crescita lineare per accumulo di un numero praticamente costante di nuovi contagi veri.

EVOLUZIONE FINALE DELL'EPIDEMIA: (31 ottobre 2020)
La nostra curva dei contagi crescera' in modo esponenziale, ma diminuendo poi progressivamente la sua pendenza, per la diminuzione del numero di persone contaggiabili.
Infatti il numero di infetti, soprattutto asintomatici, cresce sempre piu' e quindi nel numero costante di persone esistenti in Italia diminuiscono sempre piu' le persone contagiabili e questo fatto, modifica i parametri di crescita della curva esponenziale, diminuendone progressivamente la pendenza fino a renderla orizzontale.
A quel punto l'epidemia e' ancora in atto ma con un numero stazionario di infetti, perche' per tanti nuovi contagiati ci saranno altrettanti che guariscono o muoiono (pochi).
Tutte le riduzioni di contagi ottenute con i vari provvedimenti (non temporanei ma permanenti) a questo punto pagano, perche' provocano un anticipo del momento in cui la curva dei contagi smette di crescere e non c'e' piu' aumento di persone infette.
A questo anticipo corrisponde anche un livello piu' basso del plateau (e quindi di ricoveri e decessi).
Tutti i lockdown fatti e poi terminati invece non risulteranno aver prodotto alcun effetto su questa evoluzione finale dell'epidemia.
E' questo descritto il momento finale di crescita dell'epidemia, tanto desiderato, che poi, con l'arrivo del caldo, scemera' con un abbassamento graduale e progressivo del suo livello, che rappresenta il numero totale di asintomatici infetti presenti in Italia.

QUANDO LA CURVA DEI CONTAGI ARRIVERA' AL CULMINE? (31 ottobre 2020)
Sarebbe importante riuscire a valutare quanto siamo lontani oggi da questo appiattimento della curva dei contagi, perche' se ci fossimo vicini non converrebbe fare grossi per abbassare la curva dei contagi del 2% o 3%.
Potremmo anche stimare quale sarebbe la ricettivita' ospedaliera necessaria allora.
Per vedere se si puo' fare, cominciamo ad inquadrare il problema.
A quel punto l'epidemia e' ancora in atto ma con un numero stazionario di infetti, perche' per tanti nuovi contagiati, ci saranno altrettanti che guariscono o muoiono. Si tratta di prevedere nell'evoluzione dell'epidemia questo numero stazionario di infetti a partire dall'andamento della curva dei contagi e dalla diminuzione della popolazione ancora contagiabile.
Il livello massimo raggiungibile dalla curva dei contagi e' il valore di plateau, in cui il numero dei nuovi contagiati e' uguale al numero dei guariti e dei decessi e la popolazione infetta non cresce piu'.
Bisogna allora conoscere questi tre numeri:
1) il numero dei nuovi contagiati: lo possiamo ottenere estrapolando i dati dei contagi misurati su tutti i 60 milioni di italiani.
2) il numero dei guariti: possiamo stimarlo, perche' non sono solo quelli ospedalizzati che sono molti pochi, ma anche tutti gli asintomatici guariti (possiamo assumere che guariscano dopo 20 giorni, come e' stato per Ronaldo).
3) il numero dei decessi: ce l'abbiamo (ma sono pochi).
Come spiegato all'inizio di questo articolo, il numero dei nuovi contagiati si ottiene dalla differenza dei numeri di contagi di due giorni successivi, che attualmente e' intorno a circa 1% dei 200.000 test (come si puo' vedere nella tabella in cui abbiamo riportato anche le percentuali dei contagi veri) cioe' 2.000 nuovi contagi veri al giorno, che, essendo preso dalle misure fatte, include anche le guarigioni ed i decessi (il dato risultante dalla curva e' al netto delle numerose guarigioni degli asintomatici, per cui i nuovi contagi veri al lordo di queste guarigioni sono molti di piu').
Finche' la curva ha un andamento esponenziale crescente questi nuovi contagi veri sono destinati a crescere di numero, poi quando il numero di persone contagiabili diminuisce sensiibilmente, diminuira' la pendenza della curva ed anche questo numero di nuovi contagi veri diminuira' (essendo la derivata della curva si abbassera' quando diminuira' la pendenza).
Per valutare quanto siamo lontani dal top della curva dobbiamo monitorare questo numero, difficile da prevedere, che ancora sembra in rapida crescita.
Possiamo pero' osservarne l'andamento, perche' e' da noi appositamente riportato a destra della tabella .
Essendo la derivata della curva e' rappresentato dalla sua pendenza. Quindi diminuira' quando la curva inizia ad appiattirsi per la diminuzion delle persone infettabili. Questo fatto segnalera' l'avvicinamento della curva al suo culmine.
Sara' il segnale che ci stiamo avvicinando all'immunita' di gregge degli asintomatici, che fara' diminuire la pendenza della curva ed i contagi (perche' staranno diminuendo le persone contagiabili).
Al limite questo andamento culmina con una curva dei contagi orizzontale, con zero nuovi contagi netti al giorno.
Questo non vorra' dire che una volta arrivati al top l'epidemia e' finita, ma solo che non cresce piu': continueranno ad esserci contagi ma il totale dei nuovi contagi eguaglia la somma di guarigioni e decessi.

GLI ASINTOMATICI: (1 novembre 2020)
Se troviamo il 10% di test positivi su 200.000 tamponi, vuol dire che oggi il 5% della popolazione italiana (cioe' 3 milioni di persone) e' infetta e sappiamo che sono quasi tutti asintomatici (il 96% circa).
Ritengo che alcuni rimangano positivi a lungo (i cronici), diffondendo inconsapevolmente il virus, ma tutti gli altri guariscono in un tempo medio, diciamo di 1 mese (so che per il calciatore Ronaldo ci sono voluti 20 giorni).
Quindi ogni mese ci sono 3 milioni di guarigioni, cioe' 100.000 al giorno (prontamente rimpiazzate da altrettanti nuovi contagi).
Siccome i nuovi contagi che troviamo con i test (2.000 al giorno) sono quelli che risultano dai nuovi contagi totali (TOT) meno i positivi sottratti dalle guarigioni (100.000), ne consegue che TOT = 102.000 contagi al giorno sono i contagi veri che oggi l'epidemia sta producendo in Italia.
Su questi 102.000 infettati al giorno si puo' calcolare il carico ospedaliero previsto: solo il 4% (per esempio) sviluppano sintomi, cioe' 4.000 persone ed il 20% di queste richiedono cure ospedaliere, cioe' 800 persone al giorno.
Il calcolo puo' essere ripetuto automaticamente con una calcolatrice per ricavare, subito dopo la diffusione del dato da parte del Ministero, una previsione precoce (con circa 15 giorni di anticipo tra incubazione e sviluppo completo dei sintomi) dei ricoveri ospedalieri (fa comodo).
Il dato non dipende tanto dal numero netto dei contagi veri ma dalla percentuale di tutti i contagi che da una misura del numero di tutti gli asintomatici esistenti (che essendo un numero grande ha molta influenza).
ASINTOMATICI CRONICI: La presenza degli asintomatici cronici potrebbe rivestire un'importanza particolare se fossero molti.
Questo potrebbe accadere con un'epidemia numerosa e molto prolungata nel tempo, in cui si susseguono i vari contagi che guariscono quasi tutti ma talora accade che in alcune persone i virus si insediano nell'organismo in posti difficilmente raggiungibili dagli anticorpi e cosi' vi permangono molto a lungo, senza sviluppare la sindrome Covid-19 e creando cosi' un caso di asintomatico cronico, cioe' che non guarisce.

LA CONTAGIOSITA', PARAMETRO FONDAMENTALE DELL'EPIDEMIA: (2 novembre 2020)
Con questo termine noi indichiamo la facilita' che incontra il virus ad entrare nel corpo di una persona e ad infettarlo.
Si capisce allora che dipende non solo dall'entita' ed attivita' delle cariche virali circolanti, che aumentano nella stagione piu' fredda e quando sono emesse da una persona infetta con sintomi del Covid-19 (meno se sono emesse dagli asintomatici).
Ma dipende anche dalle condizioni ambientali e dai COMPORTAMENTI DELLE PERSONE che possono facilitare la trasmissibilita' del virus (quindi se le persone imparassero a comportarsi meglio, oltre a beneficiarne loro e la loro salute, contribuirebbero anche ad abbassare la contagiosita' e quindi la pendenza della curva dei contagi, la velocita' di diffusione dell'epidemia ed i problemi che questa comporta per tutti).
E' incredibile ma vero: basterebbe che ognuno rispettasse seriamente la disciplina imposta dalla profilassi (mascherine con il naso coperto per non diffondere i virus nell'ambiente, distanziamento, ecc.) per evitare di dover subire i lockdown, come dimostra anche il nostro grafico.
Ma sembra non ci sia modo di convincere la maggior parte delle persone a farlo ed allora purtroppo l'unico modo di riuscire a contenere i contagi e' l'obbligo di farle restare chiuse dentro casa con il provvedimento di LOCKDOWN (che altrimenti si potrebbe evitare).
La conseguenza di un aumento della contagiosita' e' l'aumento della pendenza della curva dei contagi, che e' quella che determina la pericolosita' dell'epidemia e la sua velocita' di diffusione.
Abbiamo spiegato in precedenza come provvedimenti parziali che riducono i contagi su scala locale non producono effetti durevoli, perche' la curva nazionale mantiene la stessa pendenza determinata dal resto d'Italia ed al termine del lockdown parziale la curva ritorna alla traiettoria precedente.
Diverso e' il caso quando si riporta nel grafico la curva dei soli contagi interni all'area chiusa (quindi anche di tutta Italia, nel caso di un lockdown nazionale).
Allora la contagiosita' a cui sono esposte le persone e' notevolmente ridotta dal distanziamento imposto dal lockdown e questo abbassa la pendenza della curva dei contagi, come abbiamo potuto riscontrare nel lockdown generale della primavera scorsa (la curva dei contagi si era appiattita, non saliva piu').
Il problema che abbiamo ora e' che un nuovo lockdown nazionale dovrebbe terminare necessariamente all'inizio dell'inverno, quando la temperatura accentua la contagiosita' del virus e quindi incombe al termine del lockdown il rischio concreto della ripartenza dell'inarrestabile crescita esponenziale della curva dei contagi, vanificando tutti gli sforzi fatti durante il lockdown (questo non accadde nel precedente lockdown che termino', per fortuna nostra, all'inizio della stagione calda che ci aiuto' a mantenere bassa la contagiosita' e quindi la pendenza della curva che cosi' non risali' piu').

IMMUNITA' DI GREGGE: (7 novembre 2020)
In questo lavoro definiamo "immunita' di gregge" la situazione di equilibrio che s'instaura dopo che tutta la popolazione si e' infettata (per questo non pensiamo che il raggiungimento dell'immunita' di gregge possa essere una soluzione moralmente accettabile, a meno che non ci si finisca inevitabilmente).
La popolazione puo' essere quella di uno Stato, di una regione o anche di un'isola, basta che si possa controllare ed eventualmente impedire il passaggio delle persone in ingresso nell'area in cui vive la popolazione che stiamo considerando.
Siccome potremmo trovarci noi in questa condizione, se fallissero tutti i nostri tentativi di bloccare l'evoluzione dell'epidemia, e' bene non ignorarne le conseguenze.
Cerchiamo allora di capire cosa potrebbe accadere raggiungendo l'immunita' di gregge in Italia, ed in particolare cerchiamo di stimare il costo in vite umane del raggiungimento di questa condizione.

Decessi all'equilibrio dell'immunita' di gregge: dopo che tutta la popolazione e' stata infettata ed ha cosi' acquisito l'immunita' di gregge, potrebbero anche non esserci piu' ne' malati ne' decessi ma non abbiamo i dati per poter fare una previsione esatta. I virologi certamente hanno studiato il fenomeno dell'immunita' di gregge ma non ancora per il Sars-CoV-2 che e' un virus nuovo.
Due sono i dati importanti per questo:
  1. La velocita' di propagazione dell'infezione, cioe' la contagiosita' del virus, che determina la pendenza di crescita della curva dei contagi. Questa e' influenzata dal tempo di guarigione delle persone infette (in massima parte asintomatiche) perche' se e' breve diminuisce la presenza di persone infette e quindi tende ad appiattire la curva dei contagi facendo crescere piu' velocemente il numero di persone infettate e poi guarite e quindi verosimilmente immuni, almeno per un certo tempo dopo la guarigione.
    Dalla curva dei contagi del solo Piemonte, in cui si nota una discesa molto ripida che dovrebbe essere dovuta al venir meno dei contagi degli asintomatici che stanno guarendo, possiamo ora ricavare il tempo di guarigione:
    Dai dati si vede che la curva parte il 6/11 da 10.2% per dimezzarsi il 9/11 a 5.1%, per cui la curva tende ad arrivare a zero in 6 giorni.
    Quindi solo di 6 GIORNI risulta essere il tempo medio di guarigione di un asintomatico (non un mese come abbiamo sempre scritto, basandoci sui tempi di guarigione appresi dagli ospedali per i malati di Covid-19).
    Le persone infette nell'ultimo mese in tutta Italia sono state a meta' novembre intorno al 15% come si puo' vedere nel grafico o nella tabella .
    Se il tempo medio di guarigione di queste persone infette, che sono quasi tutte asintomatiche, fosse sempre di 6 giorni allora nell'ultimo mese avremmo almeno il 75% della popolazione infettata, che avrebbe acquisito un certo grado di IMMUNITA' (15% infettati e guariti ogni 6 giorni, per un totale del 75% in un mese, che si va a sommare agli altri immunizzati del passato), e questo diminuirebbe la contagiosita' e la pendenza della curva dei contagi, perche' diminuiscono le opportunita' che hanno oggi i virus di infettare le persone che incontrano.
    Da queste stime fatte sui dati del Piemonte al 25/11 ci risulta per la componente rapida dei contagiati un tempo medio di guarigione di soli 6 giorni , che porta a piu' del 75% il numero di persone infettate e poi guarite, quindi portatrici di anticorpi immunizzanti.
  2. Un altro dato importante e' la persistenza dell'immunita' acquisita dalle persone, perche' sembra dalle prime informazioni pubblicate che per il Sars-CoV-2 le persone guarite hanno una certa probabilita' di infettarsi nuovamente, che dovrebbe accadere se gli anticorpi vengono percepiti dal sistema immunitario come corpi estranei e vengono cosi' smaltiti, anche se lentamente, facendo venire meno l'immunita'.
Se questo accadesse, allora durante l'immunita' di gregge i contagiati non sarebbero zero ma una percentuale derivante dall'equilibrio dinamico, in cui tanti si reinfettano quanti guariscono e la percentuale dei contagi rimane costante nel tempo (curva piatta), ad un valore basso, che senza i dati sui livelli d'immunita' raggiunti non sappiamo pero' calcolare.
Questa percentuale di contagi stazionaria comporterebbe anch'essa un costo mensile in vite umane che non sarebbe zero.
Prima di arrivare all'immunita' di gregge una stima dei decessi possiamo invece farla, a titolo esemplificativo e per difetto (dato che la percentuale dei contagi tende ad aumentare), sul numero medio di persone che si infettano in un mese.

Decessi in funzione dei contagi: sappiamo che in Italia questa pandemia in 8 mesi ha causato finora 40.000 decessi e ad oggi ne provoca 450 al giorno (come riferimento, in Italia per l'uso delle automobili si tollerano 3.000 morti all'anno per incidenti stradali che, abolendo le automobili, non ci sarebbero).
Supponiamo che i 450 decessi al giorno di oggi siano di persone infettate circa 1 mese fa, quando la percentuale dei contagi era all' 8%: quindi una percentuale dei contagi dell'8% produce, 1 mese dopo, 450 decessi al giorno (in crescita se l'epidemia si espande).
Assumendo che la maggior parte di questo 8% d'infetti trovati nei test con tampone (che sui 60 milioni di italiani corrisponde a 4.800.000 persone infette, quasi tutte asintomatiche) guarisca in 1 mese, il loro apporto al numero dei decessi e' di 450 x 30 giorni = 13.500 decessi in un mese su 4.800.000 persone contagiate, pari allo 0.28%, che e' cosi' la percentuale dei decessi al mese sul numero di contagiati (in ogni mese, perche' il virus circola ed il mese successivo ci potranno essere altre 4.800.000 diverse persone infettate delle quali un altro 0.28% morira').
Le attuali 4.800.000 persone infette dopo un mese saranno percio' tutte guarite, salvo lo 0.28% che e' deceduto.
Per arrivare all'immunita' di gregge si paga un costo mensile di decessi variabile con la percentuale dei contagi che dall'8% da noi usato varia nei mesi per assestarsi ad un valore costante.

In realta' con il passare dei mesi sia i decessi giornalieri che le persone infette aumentano se l'epidemia si espande ma la percentuale dei decessi dovrebbe rimanere sempre allo 0.28%.
Applicando questo risultato al momento di un'ipotetica immunita' di gregge, le persone infettate saranno tutti i 60 milioni di italiani, ripartiti in tre gruppi:
  1. Persone infettate ma guarite ed immuni (sono la maggior parte);
  2. Persone ancora infette in attesa di guarigione (che tendono a zero);
  3. Persone asintomatiche croniche (infette che non guariscono, almeno in tempi brevi).
Potrebbero contribuire ai decessi in questa fase dell'epidemia solo le persone del secondo gruppo ma non siamo in grado di valutare quanti possano essere e comunque possiamo ignorarle, se tendono a zero all'equilibrio.
Quindi all'equilibrio, se non ci fossero piu' decessi, il costo totale in termini di vite umane si potrebbe ottenere sommando i decessi di tutti i mesi, fino al raggiungimento dell'immunita' di gregge.
Abbiamo visto che oggi abbiamo 450 decessi su 4.800.000 persone infette, con una percentuale di decessi dello 0.28%.
Se assumiamo costante questa percentuale di 0.28% dei decessi sui 60.000.000 di italiani infettati, al raggiungimento dell'immunita' di gregge il numero di decessi dovrebbe essere il 0.28% dei 60 milioni di persone che si sono infettate (una sola volta ed in tempi diversi) e quindi circa 170.000 di decessi dovrebbe essere il costo del raggiungimento dell'immunita' di gregge, in cui per ipotesi non ci sarebbero piu' ne' malati (a parte gli asintomatici cronici) ne' decessi.

IMMUNITA' DI GREGGE CON Sars-CoV-2 ENDEMICO: Quest'ultima ipotesi potrebbe non essere vera.
Cerchiamo allora di capire se ci saranno persone infette ed infettabili dopo il raggiungimento dell'immunita' di gregge (cioe' quando si saranno gia' infettati tutti).
Se facciamo un'altra ipotesi verosimile, che in ogni momento tra i 60 milioni di italiani, infettati e poi guariti, ce ne siano alcuni che sono reinfettabili (l'immunita' al virus non credo sia assoluta per tutti, perche' gli anticorpi potrebbero essere smaltiti sia pur lentamente dall'organismo), allora potrebbe essere un bel guaio perche' potremmo avere moltissimi infetti asintomatici il cui numero si mantiene elevato con quel meccanismo che abbiamo chiamato l'epidemia degli asintomatici, variando l'equilibrio con le stagioni per effetto della temperatura (numero piu' alto d'inverno e piu' basso d'estate).
Questa epidemia di asintomatici potrebbe non arrestarsi ma procedere, raggiungendo uno stato, in cui di mese in mese si rinnova l'insieme delle persone che sono infette (positive), in un'equilibrio dinamico, in cui tanti si reinfettano quanti guariscono e la percentuale dei contagi rimane costante nel tempo (curva piatta), ad un valore basso ma non zero, che non sappiamo calcolare (il virus rimarrebbe endemico per sempre in quella popolazione, almeno finche' non si vaccinano quasi tutti).
Questo valore determinerebbe un ulteriore apporto di decessi permanente nel tempo, che andra' valutato e sommato ai 170.000 decessi necessari per raggiungere l'immunita' di gregge.
Quindi con il Covid-19, nel caso in cui tutti gli italiani si fossero infettati, perche' arrivati all'immunita' di gregge, il costo finale da pagare in vite umane partirebbe dagli attuali 13.500 decessi per ogni mese (un po' decrescente nel corso dei mesi per l'aumentare del numero di persone divenute immuni, perche' infettate, ma anche molto crescente per l'aumento esponenziale del numero dei contagi).
L'andamento della crescita dei decessi mensili poi tendera' verso zero al raggiungimento dell'immunita' di gregge con un costo finale per ora stimato in 170.000 decessi (se la nostra stima e' giusta).
Ogni soluzione che risulti efficace ad abbassare la pendenza della curva dei contagi contribuisce a salvare una parte o tutte queste 170.000 vite umane.
Non va sottovalutata un'informazione secondo la quale la permanenza degli anticorpi specifici del Sars-CoV-2 risulta abbastanza breve (alcuni mesi). Le numerose notizie di reinfezione di persone guarite sembrerebbero confermare questa notizia.
Se cosi' fosse, allora i meccanismi immunitari, che hanno bloccato l'epidemia della famigerata "Spagnola" un secolo fa, potrebbero non essere altrettanto efficaci con il Covid-19.
In questo caso sarebbe estremamente pericoloso se il Covid-19 diventasse endemico, in assenza di idonei specifici rimedi antivirali, perche' molti vaccini potrebbero assicurare una protezione solo temporanea ed il Sars-CoV-2 allora potrebbe non sparire come il virus della Spagnola.

ESTINZIONE DELL'EPIDEMIA: (25 novembre 2020)
Durante il raggiungimento dell'immunita' di gregge il numero di persone immunizzate aumenta e di conseguenza diminuisce il numero di persone infettabili.
Questo fatto riduce la contagiosita' dei virus, come da noi definita, perche' hanno piu' difficolta' a trovate una persona sana da infettare e questo fatto diminuisce la pendenza della curva dei contagi, rallentando progressivamente l'espansione dell'epidemia.
I vaccini possono giocare un ruolo molto importate in questo, riducendo il numero di persone infettabili.
Quindi mentre in un'isola abitata da tutte persone non immuni basta un solo malato di Covid-19 per scatenare l'epidemia (com'e' accaduto nel 2020 in Italia ed in tutti gli altri Paesi), in un'isola con la maggior parte degli abitanti immuni (essendo vicini all'immunita' di gregge) quel malato di Covid-19 avrebbe molta difficolta' ad infettare altre persone e dopo la guarigione potrebbe anche non aver infettato nessuno ed allora l'epidemia si estinguerebbe.
Questo caso estremo ci fa capire che, crescendo la percentuale di popolazione immune (magari anche perche' si e' vaccinata), la pendenza della curva dei contagi si abbassa sempre piu' (e cosi' anche il parametro di trasmissibilita' Rt) e l'epidemia puo' anche estinguersi, quando diventa Rt minore di 1.
Perche' questo avvenga non e' percio' necessario che sia immune il 100% della popolazione (forse basta il 60% o poco piu').
Dipende dal tipo di virus e dalla sua capacita' di infettare (R0) e quindi andra' determinata sperimentalmente.

Un'ultima osservazione:
Nell'ultimo mese, dall' 8/10 al 6/11 (30 giorni), al netto dei benefici dei provvedimenti adottati (che hanno prodotto i 4 gradini nella curva) la percentuale dei contagi e' passata dal 3.5% al 16.1% cioe' e' cresciuta del 12.6%.
Se la pendenza rimanesse costante (mentre invece aumenta perche' la crescita e' esponenziale) allora la percentuale sarebbe:
  • 28.7% al 6 dicembre
  • 41.3% al 5 gennaio
  • 53.9% al 4 febbraio
  • 66.5% al 6 marzo
  • 79.1% al 5 aprile
  • 91.7% al 5 maggio
Se tutti i provvedimenti in atto NON dovessero riuscire nell'intento di ridurre la pendenza della curva dei contagi e questa proseguisse la sua salita esponenziale, solo un piu' in basso, allora si potrebbe stimare un appiattimento della curva, per il raggiungimento dell'immunita' di gregge, che con questa crescita dei contagi pensiamo possa avvenire entro 3 o 4 mesi da ora, cioe' a fine marzo.
Questa in realta' e' solo una stima grossolana, perche' la curva tende a crescere di piu' perche' e' esponenziale e non lineare ed anche perche' in inverno aumenta la contagiosita', ma anche di meno perche', proseguendo l'infezione di massa, diminuisce la contagiosita' in quanto diminuisce il numero delle persone infettabili.
Al limite la curva non cresce piu', si appiattisce naturalmente quando tutti si sono infettati, ma non e' come d'estate quando l'epidemia finisce perche' la contagiosita' scende molto ed anche la percentuale di infetti scende.
Con l'immunita' di gregge ad aprile, la percentuale dei contagi resta molto alta e quindi l'epidemia di Sars-CoV-2 e' ancora in atto, con un equilibrio dinamico tra il numero di infettati (in massima parte asintomatici) che guariscono dopo 1 mese circa ed il numero dei nuovi contagi che prosegue, lasciando pero' il numero totale delle persone infettate costante nel tempo (in equilibrio).
Quando si raggiunge quel limite, la pericolosita' dell'epidemia ed i danni che comporta sarebbero pero' fortemente ridimensionati.
I provvedimenti presi finora, che hanno solo abbassato la curva senza ridurne la pendenza, avendo solo posticipato la sua crescita, potrebbero aver conseguito un risultato controproducente : quello di spostare in avanti l'inizio dell'immunita' di gregge, prolungando la durata dell'epidemia.
In altre parole, siccome stiamo andando incontro a 6 mesi di freddo e quindi di alta contagiosita' del virus, potrebbe anche accadere (speriamo di no) che tutti i nostri tentativi di controllare l'epidemia falliscano.
Allora, se non si e' riusciti a ridurre la pendenza della curva, l'inesorabile crescita esponenziale dei contagi arriverebbe in pochi mesi a farci infettare tutti, per il 96% inconsapevolmente ed in forma asintomatica (che comporta comunque dei danni permanenti). Si configurerebbe allora lo scenario dell' immunita' di gregge .
In tal caso, dopo aver provato in tutti i modi a ridurre la pendenza della curva per poter salvare piu' vite umane possibile, poi potremmo dover accettare inevitabilmente questo scenario nostro malgrado. Se il futuro dovesse riservarci proprio questo allora potremmo pensare che prima accadra' e prima finira' l'epidemia ed i ritardi non sarebbero stati di giovamento.

LE FABBRICHE DI PAZIENTI COVID: (12 novembre 2020)
Si vedono in TV scene sconcertanti di Pronti Soccorso con numerosi pazienti in attesa in ampie sale, non idonee per ospitare pazienti potenzialmente portatori di un virus altamente contagioso come il Sars-CoV-2, dove sostano per molto tempo in attesa dei risultati dei tamponi, per poter essere poi smistati in reparti Covid o Non Covid.
Anche se verrebbero subito i giornalisti con le telecamere a riprendere la scena, sarebbe sicuramente preferibile per la prevenzione dei contagi far attendere i pazienti nelle loro auto private con tutto il supporto medico necessario.
Invece quello che accade nelle condizioni descritte e' che non solo si contagiano dei pazienti arrivati per altre patologie, ma questi risultando negativi al test con il tampone pur essendosi ormai infettati, vengono inseriti in percorsi puliti (non Covid) ed hanno piu' giorni di tempo per infettare tante altre persone sane, sia famigliari (propri e di altri pazienti) che altri pazienti dell'ospedale, molti dei quali immuno-depressi.
E' un'assurdita': gli stessi Pronto Soccorso di questi ospedali diventano efficientissime fabbriche di pazienti Covid-19, favorendo la diffusione nascosta ed inconsapevole del virus tra una moltitudine di persone.
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APPENDICE: COME RIDURRE IL RISCHIO DEI CONTAGI: (11 maggio 2020)

L'elenco seguente e' esemplificativo e non esaustivo (per esempio non citiamo l'utilissimo metodo del "contact tracing" con gli smartphone).
  1. Con il distanziamento sociale: Si deve rimanere a distanza da una persona che puo' essere infetta (cioe' da tutti). La distanza e' molto variabile: se camminate avanti ad una persona in fila indiana, e' piccola (a meno che il vento non soffi dalla persona infetta verso di voi). Se invece state fermi e non state sottovento, basta stare a 1.5 metri di distanza. Se pero' state in un locale chiuso la distanza deve aumentare perche' il volume dell'aria infetta tende ad aumentare intorno a voi, soprattutto se si sta parlando.
  2. Balneazione: non si ritiene che questo virus sia in grado di permanere a lungo attivo in acqua per cui il rischio di infezione anche in questo caso e' solo la vicinanza con un'altra persona infetta, che, non potendo avere la mascherina se sta in acqua, immette virus inalabili in aria ed anche in acqua dove i virus a breve termine potrebbero entrare in contatto con gli occhi. Quindi riteniamo che ci si possa bagnare in sicurezza la prossima estate se si resta sempre almeno ad un paio di metri di distanza da tutti gli altri bagnanti, non solo in spiaggia ma anche in acqua (magari con gli occhialini da nuoto se si sta in acqua insieme ad altre persone). Il vento ha un effetto favorevole comportando un continuo ricambio dell'aria che si respira.
  3. Aerazione dei locali: Il ricambio dell'aria e' sempre auspicabile, tanto piu' nei locali piccoli, anche se avete un condizionatore d'aria.
  4. Addestramento: Per abbassare di molto il livello dei contagi e' importantissimo l'ADDESTRAMENTO della popolazione a convivere con il virus (fino al vaccino, che poi lo fara' sparire, come e' successo con il vaiolo). E' facile da ottenere una volta che la gente ha capito come il contagio avviene. Purtroppo ancora non si fa abbastanza e per questo abbiamo scritto questo articolo.
  5. Nessun famigliare infetto deve restare a casa con altri membri della famiglia perche' contribuisce a propagare il contagio. Questi pazienti devono rimanere per circa un mese in un ambiente gestito da personale competente (anche in appositi hotel, per esempio).
  6. Automobile: una conseguenza del punto precedente e' che si puo' andare in automobile da soli o con i famigliari (perche' e' difficilmente evitabile che se in famiglia uno si prende il virus poi non lo passi a tutti gli altri) perche' non si puo' rispettare il limite di distanza. E' quindi sempre possibile e preferibile andare al lavoro in auto o moto ma da soli non con altri colleghi (trasporti individuali, da favorire con ingressi al lavoro scaglionati).
  7. Autobus e treni: Si possono usare solo con distanziamento e se c'e' circolazione naturale di aria dai finestrini (con bel tempo); MAI con finestrini chiusi e con ventilazione da condizionatori con filtri, che accumulano contaminazione senza bloccare i virus. Le maniglie di autobus e treni, come tutti gli altri oggetti toccati da molte persone (ad esempio i tastierini del POS o Bancomat) meglio toccarli, con guanti "usa e getta" se avete la mano lesionata, o con un pezzo di carta o plastica che poi si butta.
  8. Bar, ristoranti ed altri locali pubblici: A nostro avviso possono lavorare all'aperto con tavoli/sedie a distanza in accordo con il punto 1 (quindi tenendo conto anche della direzione di un eventuale vento leggero per l'inalazione).
  9. Posti di lavoro: se si rispettano le condizioni sicure per il trasporto casa-lavoro (vedi punti 2 e 3), senza strette di mano o abbracci, a nostro avviso e' possibile lavorare in sicurezza se tutti gli ambienti sono grandi abbastanza, aerati (non con condizionatori ma con ricambio dell'aria) ed il numero di persone con cui si viene in contatto e' basso (i colleghi devono poter diventare come un'estensione dell'ambiente famigliare) e organizzato in piu' turni di lavoro per evitare assembramenti, anche nei trasporti. Ovviamente datore di lavoro e sindacati devono essere chiamati a monitorare giornalmente, soprattutto all'ingresso, la salute del personale con i vari strumenti praticabili. Qualche raro contagio e' sempre possibile (ed accettabile, come in strada), ma la frequenza deve essere sufficientemente bassa e comunque sotto controllo sicuro e responsabile.
  10. Mascherine: Quelle poco costose (chirurgiche) vanno usate negli ambienti chiusi frequentati da altre persone e in ambienti aperti se affollati (coprendo anche il naso oltre alla bocca). Servono per limitare il numero di virus dispersi nell'ambiente con il fiato da una persona infetta. Possono essere non usate all'aperto in strade poco affollate, tanto piu' se c'e' vento. In queste condizioni si possono non usare perche' la "ricettivita' ambientale" (cioe' la capacita' che ha l'ambiente di diluire le concentrazioni di virus a valori non piu' pericolosi) a nostro avviso lo consente (ricordiamoci sempre che tutti possiamo essere infetti anche senza saperlo).
  11. Pulizia di mascherine e filtri dei condizionatori: Una cosa poco nota e' che attraverso i filtri passa molta aria e loro, facendo il loro mestiere trattengono tutte le impurita', tra cui le particelle con i virus, che vi si accumulano. Quindi nel togliervi la mascherina non toccate il filtro con le mani nude (potrebbe anche essere pericoloso). Dovete prenderla per i tiranti e poi smaltirla richiudendola in una busta di plastica, tanto dopo qualche giorno i virus diventano inoffensivi.
  12. Smaltimento di mascherine e guanti: MAI gettare via mascherine e guanti usati nell'ambiente, a mare o in un fiume se non sono biodegradabili. Chiudetele invece in una buste di plastica che dopo una settimana di riposo puo' essere smaltita nell'indifferenziata. Stesse precauzioni vanno rispettate nella pulizia e ricambio dei filtri dell'aria (per esempio quelli dei condizionatori).
  13. Test sierologici: se si viene in contatto con una carica virale molto modesta questa viene rilevata dal sistema immunitario che da inizio ad una reazione con produzione di anticorpi. Se questa e' adeguatamente vigorosa (varia da persona a persona), puo' anche avere la meglio sui pochi virus che stanno tentando di moltiplicarsi nell'organismo e puo' riuscire ad annientarli tutti. La persona allora rimane sana ed avendo generato gli anticorpi nel sangue ha acquisito un certo grado di immunita' nel senso che ulteriori virus che venissero poi inalati potrebbero non riuscire a moltiplicarsi per questa presenza degli anticorpi, che permangono per un certo tempo nel suo sangue (non sappiamo ancora per quanto tempo). Ovviamente gli anticorpi nel sangue ci sono anche in quelle persone che non essendo riuscite ad avere la meglio sul virus si sono ammalate: in questi casi gli anticorpi gli restano nel sangue anche dopo la guarigione.
    Quindi un test sulla ricerca degli anticorpi nel sangue non e' valido per diagnosticare se una persona e' infetta perche' puo' essere malata per un'infezione in atto (anche senza sintomi) ma puo' anche essere sana (perche' infettata e poi guarita).
    Il test, se valido, attesta la presenza di anticorpi nel sangue e quindi che il soggetto e' venuto in contatto con il virus ottenendo un certo grado di immunita' (ma non sappiamo ancora quanto efficace e quanto a lungo).
INFORMAZIONI UTILI:
Materiali in cui il virus, pur disattivandosi gradualmente, resta attivo in superficie a 22 gradi (ISS):
  • Mascherine (esterno): oltre 7 giorni
  • Acciaio e plastica: 3 giorni
  • Vetro e banconote: 2 giorni
  • Legno, tessuti e cartone: 1 giorno
  • Rame: 4 ore
Disattivazione del virus: Con candeggina, amuchina o alcol al 75%: in 5 minuti.
Con la temperatura, pur disattivandosi gradualmente, il virus resta attivo sulle superfici per:
  1. 5 minuti a 70 gradi centigradi
  2. 30 minuti a 56 gradi
  3. 2 giorni a 37 gradi
  4. 14 giorni a 4 gradi.
Raggi UV: sembra che funzionino ma sono pericolosi perche' sono invisibili e nocivi.

Infine non ci stancheremo mai di ripetere che il successo nella limitazione dei contagi dipende soprattutto dalla conoscenza che ciascuno di noi deve aver acquisito su come accade che ci si contagi, cioe' da quello che noi abbiamo qui' chiamato l'ADDESTRAMENTO delle persone.
Il contributo alla diffusione di queste conoscenze, cioe' l'addestramento, e' stata la motivazione principale di questo nostro contributo.

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